Gli Hunger Games? Non sono mai finiti.

di _wallflower13
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 - Fine. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Capitolo 1.

Mi sveglio di botto. Come ogni anno, sono sempre carica di paura per questa giornataccia, ma non ci penso, almeno per un po’ voglio liberare la mia mente da brutti pensieri. Cerco mio fratello Joey, è già scappato via a giocare con quello stupido cane a cui mia madre da sempre un osso. Non è nostro. Ma mio fratello e mia madre lo adorano. Prendo la giacca, metto gli scarponi ed esco. Mio padre mi sta già aspettando fuori.

Andiamo sempre a caccia di mattina, è vietato, ma lui lo fa da quando aveva 14 anni, ha mandato avanti due famiglie con la caccia. Oggi il distretto 12 è silenzioso, sono tutti rintanati in casa a conciare per bene i figli. Oltrepassiamo una vecchia rete tagliata in più punti, mio padre dice che una volta era elettrica, oggi dovrebbero esserci due Pacificatori a sorvegliarla, ma in realtà non ci sono mai, hanno troppo da fare in paese. Ci addentriamo tra gli alberi e grazie alla mia buona mira riusciamo a tirar fuori dalla nostra caccia tre scoiattoli e due uccelli, almeno per stasera nessuno patirà la fame. Finita la caccia riponiamo le nostre armi sotto un cespuglio ben nascosto, in modo che nessuno le trovi. 

Ci sediamo sulla sponda del lago, lì mio padre mi racconta sempre le vecchie storie del distretto 12. Mi racconta che il distretto 12 venticinque anni fa era stato distrutto a causa di una rivolta scatenata da una ragazza. Venne poi ricostruito due anni dopo perché gli ascolti degli Hunger games erano calati. Ma il nostro distretto non la passò liscia. Ci venne data una punizione,l’età dei tributi, cioè i ragazzi che vengono sorteggiati per i giochi, è tra i 10 e i 17 anni. Il limite per gli altri distretti è di 12-18. Tanto per offrire un divertimento in più i ragazzini del nostro distretto avrebbero potuto avere anche 10 anni. Bello schifo.

Poi mi parla sempre di questa ragazza, Katniss Everdeen, dice che era la sua migliore amica. Ma dopo la fine della rivolta non si sa che fine abbia fatto, si era opposta con tutta se stessa ai giochi, senza risultato, anzi non ha fatto altro che peggiorare le cose, non so se odiarla o ammirarla. Si dice sia stata giustiziata per rivolta. Chi lo sa.

Torniamo a casa con il nostro ricco bottino. Porto due scoiattoli con me e li consegno ad Emily, la mia migliore amica. Oggi non è venuta con noi a caccia come sempre, era troppo tesa per la mietitura. E’ già tirata a lucido con il suo vestito bianco e i capelli raccolti.

-Vieni Eloise.- mi invita ad entrare

-Devo tornare a casa, devo prepararmi, scusa, ci vediamo in piazza.- le dico, mi dispiace lasciarla, ma devo ancora farmi una doccia e vestirmi.

Torno a casa e mia madre mi saluta, vado a farmi una doccia lavando via lo sporco dai capelli e di dosso. Quando esco mia madre mi raccoglie i capelli in una treccia. Mio padre entra e fa segno a mia madre di uscire. Mi volto, ha in mano una spilla.

-Cos’è?- gli chiedo

-Ti ricordi quando ti ho parlato di Katniss? Questa era sua, prendilo, come portafortuna, e tienilo sempre con te.- mi dice, appuntando mi la spilla sul petto -Ecco ora somigli proprio a lei.- mi dice ancora, non so se mi piace somigliare ad una tizia che ci ha causato un sacco di guai.

-Hai una sua foto?- gli chiedo, lui annuisce e tira fuori da un cassetto una vecchia foto e me la porge. La ragazza in foto ha i capelli castani raccolti in una treccia identica alla mia, gli occhi verdi, ha un viso bellissimo, ma truce allo stesso tempo, sembra voler uccidere chiunque la guardi. Mi somiglia molto in effetti, se non per il colore dei capelli, io sono bionda. Siamo pronti ad andare in piazza, o meglio siamo pronti solo perché è ora. Il mio nome è presente 28 volte lì dentro, per colpa delle tessere, abbiamo passato un periodo in cui mio padre era stato licenziato e ho dovuto prendere delle tessere. Guardo mio fratello, ha 11 anni, questa è la sua seconda mietitura. Ho paura che possa essere scelto, è così esile che non resisterebbe due secondi nell’arena. Passiamo per un attimo a salutare quella che io e Joey chiamiamo “zia”. E’ la sorella di Katniss, Primrose Everdeen, ci accoglie sempre a braccia aperte. Ci fa entrare per un momento e guardando la spilla che mio padre mi ha dato, le vengono le lacrime agli occhi.

-Vedo che Gale l’ha conservata, quella che porti al petto è una ghiandaia imitatrice, sai che uccelli sono?- mi chiede

-Si, mio padre me ne ha parlato molte volte, ripetono i suoni che ascoltano giusto?- dico

-Esatto, tu hai una voce bellissima, potrebbero zittire per ore ascoltandoti, per poi ripetere le note che hai cantato. Proprio come facevano con mia sorella.- dice riferendosi a Katniss, nonostante quello che ci ha causato viene sempre definita come un dio qui, ha tentato di liberarci dagli Hunger games, con quale risultato però? Salutiamo la zia Prim e andiamo via, è ora di andare in piazza.

Prendono il nostro nome e ci dividono per sesso e fasce d’età. Sul palco allestito sulla piazza si fa’ avanti il nostro sindaco, e i due vincitori dei passati Hunger games. Il primo è più vecchio, si chiama Haymitch Abernathy, è ubriaco perso come al solito; entra l’altro vincitore, molto più giovane di lui, è Peeta Mellark. Mio padre mi ha raccontato che nella settantaquattresima edizione dei giochi, lui e Katniss Everdeen vinsero i giochi, ma il vincitore doveva essere solo uno, a nessuno di quelli di Capitol City piacque il loro gesto, nell’edizione seguente ricapitarono nell’arena, ma l’edizione venne interrotta a causa della rivolta, ma Katniss non la passò liscia, gli altri vennero rilasciati e lei tenuta prigioniera per alcune settimane, e giustiziata per come si dice in giro. Peeta Mellark da allora si è unito ad Haymitch, ed entrambi vengono visti aggirarsi a compare bottiglie di vodka e whiskey, per poi andare ad ubriacarsi, oggi però Peeta ha un’aria sobria, si spera.

Entra poi Effie Trinkett, ormai si è affezionata al nostro distretto e viene qui ogni anno da circa 20 anni. Quest’anno ha i capelli e il trucco tutti blu, è tutta felice lei nel suo stretto e pomposo vestitino azzurro. Beata lei.

Parte l’inno, ci rinfrescano la memoria sui giorni bui e sulle due rivolte. E ci ricordano anche che questa è la quarta edizione della memoria, cento anni fa cominciavano gli Hunger Games, ma le regole di quest’anno verranno svelate solo nell’arena. E finalmente viene il momento di gloria di Effie, che sgattaiola verso i due contenitori con i nostri nomi. Emily è vicino  a me e mi stringe la mano, ha sempre avuto paura della mietitura. Il suo Prima le signore risuona nella piazza. Fa girare la sua mano nel contenitore e ne estrae una strisciolina. Si avvicina al microfono ed annuncia il nome.

Eloise Hawthorne.

Il mio nome rimbomba nella piazza. Sono frastornata da quelle voci, quando vedo Effie farmi cenno di salire. L’idea di essere scelta non mi aveva mai toccato. Salgo sul palco sconcertata, dovrò lasciare la mia famiglia, mio fratello e i miei genitori, guardo Emily tra la folla, ora dovrà cavarsela da sola con mio padre a caccia, anche se lei è una completa frana. Fisso il vuoto, mentre Effie si dirige ai nomi dei maschi. Ne estrae una striscia e la legge. No, non è possibile. Una sfiga così grande in un giorno solo non può aversi.

Joey Hawthorne.

 

Mia prima ff su Hunger games, 

ma vediamo un po', avete capito chi è la protagonista, no?

Sì, è la figlia di Gale.

In questo racconto, si presume che 

Mockingjay, e quindi la rivolta di tutti i distretti

non ci siano mai stati, insomma

che tutto si sia concluso con 

Catching Fire. 

Spero vi piaccia:)

xx -g

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

I secondi seguenti sembrano i più lunghi della mia vita da quando mio padre è sparito per due giorni. Era andato a caccia, e quella volta i Pacificatori avevano deciso di fare la bravata di andare a controllare la rete, lui ha dovuto passare la notte nel bosco, per poi tornare il mattino dopo. Mi ero spaventata tantissimo, non era mai successa una cosa del genere. La stessa sensazione, in modo molto più violento, la sto vivendo ora. Mio fratello si fa strada tra gli altri ragazzi, corro ad abbracciarlo, non posso fare niente per lui, se non cercare di proteggerlo. Ma come un lampo a ciel sereno qualcuno urla qualcosa.

-Mi offro volontario come tributo.- urla una voce maschile. Ma non realizzo il significato delle sue parole perché sono attaccata a Joey. Lui sta piangendo a dirotto, bagnando il mio vestito. Tutta Panem vede e vedrà questa scena, non dovrebbero impressionarsi o commuoversi, insomma, sono cento anni che guardano ragazzi innocenti sfidarsi a morte in un’arena, il pianto di un undicenne non smuoverà le loro coscienze. Un ragazzo si fa avanti e sale sul palco incitato da Effie. Emily porta via Joey,  tra folla scorgo mio padre. Ha lo sguardo afflitto, lui li odia gli Hunger Games, da sempre, ma nessuno di noi può sfuggirgli, devi solo sperare di arrivare ai 17 anni senza essere mai chiamato. Torno al fianco di Effie.

-Siamo felici che ogni tanto ci sia qualche ragazzo coraggioso!- dice lei rivolgendosi al ragazzo che è salito sul palco offrendosi come volontario.

Ma succede qualcosa di inaspettato.

I presenti che sono radunati alzano le braccia con le tre dita alzate. Un gesto che non si vedeva da parecchi anni. I Pacificatori sparano in aria, e tutti abbassano le mani. Viene preso come un gesto di ribellione, ogni volta che succede. E questa è una di quelle, il gesto è rivolto al ragazzo volontario, che secondo loro ha compiuto un gesto nobile verso me e la mia famiglia.

La storia dei volontari qui è quasi un miracolo. Succede raramente nel distretto 12, nessuno ha abbastanza fegato, l’ultima volta è stata 25 anni fa, prima con Katniss Everdeen e poi con Peeta Mellark. Solo ora lo noto, il ragazzo che ha appena salvato mio fratello da morte certa è Louis Hayes, un ragazzo moro della mia scuola, ha 17 anni, non ci ho mai fatto molto caso a lui, ma adesso gli devo la vita di mio fratello. E come farò?

Quando saremo in quell’arena dovremmo combattere per sopravvivere, e solo uno di noi torna indietro. Effie ci dice di stringerci la mano, e lo facciamo, Louis ha una stretta sicura, forte, è abbastanza robusto, sembra avere la stoffa per poter vincere, ma nell’arena niente è certo, anni fa vinse una ragazze che per quanto fosse esile la davano tutti per spacciata, finchè zitta zitta non aspettò la morte della maggior parte dei tributi per fare il suo lavoro, e vinse, almeno così racconta mio padre.  Risuona di nuovo l’inno e ci scortano all’interno del palazzo di giustizia, mi chiudono in una stanza, Louis dev’essere in quella a fianco.  Entrano i miei genitori e mio fratello, corro ad abbracciare mio padre.

-Non piangere, non devi farlo. Non sprecare le tue lacrime, non voglio che nessuno lì fuori le veda, devi sembrare forte, sorridi!- dice lui, asciugando una piccola lacrima che stava scendendo sulle mie guance. Abbraccio mia madre e mio fratello. Mio padre mi appunta meglio la spilla.

-Tienitela stretta.- dice

-Non mi ha portato fortuna però.- dico io

-Non ora, forse era il destino, ma.. nell’arena ti aiuterà. Ti voglio bene.- dice e io annuisco, un pacificatore fa cenno ai miei di uscire, do un ultimo saluto e loro vanno via, dopo un minuto entra Emily. Corro ad abbracciare anche lei.

-Tornerai a casa tesoro, lo so.- dice lei

-Lo spero davvero.- dico, lei annuisce e prende una ciocca dei miei capelli sfilandola dalla treccia, ne fa un’altra piccolissima treccia, la stringe alla fine, e la attacca con un fermaglio alla treccia che ha fatto mia madre questa mattina.

-Ti servirà a ricordarti di me.- dice sorridendo

-Figurati se mi dimentico di te.- dico, il pacificatore riappare e fa segno ad Emily di uscire, lei sbuffa e obbedisce salutandomi.  

Ci portano alla stazione, Louis mi dà un colpetto con il braccio indicandomi una telecamera che ci riprende, mi ricordo di quello che mi ha detto mio padre, di sorridere. Così mi costringo a fare un sorriso a trentadue denti, per quanto io sia disgustata.

Saliamo sul treno. Per la prima volta in vita mia mi lascio alle spalle il distretto 12.

 

Capitolo un po' più corto, sorry!

Qualcuno si è disperato per quello che 

viene raccontato di Katniss, beh

Non date tutto per scontato u.u

Ops, parlo troppo.

Hope you like it:)

xx -g  

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3.

Effie ci dice che il viaggio in treno per Capitol City durerà un giorno circa. Louis e io siamo seduti su due divanetti del nostro scompartimento.

-Perché l’hai fatto?- mi lascio sfuggire, riferendomi a Louis

-Tuo fratello, io..io avevo un fratello, aveva 10 anni quando è morto.- dice fissando gli alberi che scorrono dal finestrino

-Io..mi dispiace..scusa.- dico

-Non preoccuparti, è morto di polmonite, nessuno ha potuto far niente per lui. Tuo fratello mi ha ricordato lui, e non volevo che qualcun altro vivesse la perdita di un figlio .Volevo poter fare qualcosa per lui.- dice

-Ma ora la tua famiglia ha perso te.- dico

-Se la caveranno, non ho mai avuto un buon rapporto con loro.- dice, mi limito ad annuire. Ci passa davanti Effie.

-Salve ragazzi! Allora, tu sei Eloise!- dice lei, puntando un dito verso di me

-Si..- dico, il suo sguardo sembra posarsi sulla mia spilla

-Quella..dove..dove l’hai presa?- dice, indicandola

-Me l’ha data mio padre.- dico, riguardandola

-Oh..- si limita a dire lei

-Era di Katniss Everdeen vero?- le chiedo

-Si.- dice lei annuendo

-Ma che fine ha fatto?- le chiedo, decido che voglio saperne di più su di lei.

-Non lo sappiamo mia cara, si dice sia stata giustiziata. In un angolo del mio cuore spero siano solo dicerie e che le sia viva!- dice abbassando lo sguardo

-Se fosse viva sarebbe qui a riparare quello che ha combinato.- dico io alzandomi e andando via. Quella ragazza non meriterebbe di essere viva. Effie mi guarda mentre esco dallo scompartimento in cui eravamo seduti. Sulla porta incontro Peeta, in questo momento vorrei veder morto anche lui, ma poi mi ricordo che in quell’arena lui è l’unico che può aiutarmi a restare viva, attraverso gli sponsor, e devo tenermelo buono, almeno per un po’. Entro nello scompartimento della mia camera e dopo qualche minuto vedo Effie apparire e sedersi sul letto, non mi guarda con aria di rimprovero, mi guarda invece in modo comprensivo.

-Capisco che ce l’hai con lei.- dice

-Se non fosse per lei mio fratello non avrebbe rischiato la vita questa mattina.- dico, cerco di mantenere un tono calmo, perché ho capito che a Effie non piace quando qualcuno alza la voce.

-Lo capisco, capisco la tua rabbia, ma..prova a perdonarla, ha combattuto tanto per liberarci dagli Hunger games..- dice

-Ma non c’è riuscita.- dico

-Vedi quella che porti al petto? È il suo simbolo. Prova a rifletterci, ok?- mi dice sorridendo, Effie è sempre così, un sorriso continuo.  

Resto per un po’ nella mia  camera, finchè Louis non viene a chiamarmi per la cena, apro i cassetti della mia camera e vedo che ci sono un sacco di vestiti, prendo solo una camicia bianca con dei pantaloni neri. Esco e vado al tavolo della cena, Effie, Peeta e Louis sono già seduti, prendo posto anche io, vicino a Louis. Loro stanno già parlando.

-Cosa sapete fare?- dice Peeta

-Beh, io me la cavo bene a costruire rifugi, con la legna insomma, poi..so nuotare, oh so usare l’arco e conosco bene le piante.- dice Louis, come abbia imparato a nuotare nel distretto 12 non mi è chiaro, a meno che..Louis non sia passato oltre la rete qualche volta e sia andato a nuotare al lago, e poi l’arco, oltre ad essere un’arma molto rara, dove la usi nel 12 senza farti arrestare o giustiziare in piazza dai Pacificatori? Devo saperne di più. Assorta nei miei pensieri mi dimentico che Peeta sta anche parlando con me.

-Oh, io so cacciare, ho una buona mira con il coltello, so usare trappole e nodi, e mi arrampico sugli alberi senza tanti problemi.- dico rosicchiando un pezzo di pane. La cena che ci viene servita è meravigliosa, ci sono portate di ogni genere. Dei primi e dei secondi ricchissimi, per non parlare dei dolci. Non so se vogliano riempirci come dei tacchini da infornare poi nell’arena.

-Lo immaginavo che eri brava in queste cose.-dice Peeta

-Perché?- chiedo

-Conosco tuo padre, Gale, sapevo che era bravo con trappole, nodi e roba varia.- dice, mio padre ogni tanto mi ha parlato di lui, ma in casa nostra non è mai entrato, a volte puzzava troppo di alcool perché qualcuno lo invitasse in casa propria.

-E la nostra strategia?- chiede Louis

-Non abbiate fretta, come disse a me Haymitch, restate vivi, o almeno provateci.- dice Peeta. Inizio già a chiedermi quale sia la strategia di Louis , certo il suo gesto di offrirsi tributo è stato molto nobile, ma per un momento mi balena un pensiero in mente, e se fosse tutto organizzato? Insomma, se Louis avesse organizzato da tempo di offrirsi tributo preparandosi per tutti questi anni? Dopotutto i tributi di alcuni distretti lo fanno, si preparano per anni agli Hunger Games e poi alla mietitura si offrono come tributi, sarebbe vietato prepararsi, noi li chiamiamo tributi favoriti, si alleano nell’arena per poi uccidersi a vicenda alla fine.

Cerco di tenere giù tutto quello che ho mangiato e con la testa affollata di pensieri vado a dormire.

Il mattino dopo mi aspetta un risveglio traumatico. Effie con la sua vocina allegra viene a svegliarmi per la colazione. Mi dice anche che prima del pomeriggio saremmo arrivati a Capitol City. Do il buongiorno ai presenti e guardo fuori, forse siamo nel distretto 5, o 4, questi posti si somigliano tutti. Prendo posto e osservo l’enorme tavolata di cibo. Approfitto di questi giorni in cui ci imbottiranno di cibo, magari riesco a prendere qualche chilo, prendo del succo d’arancia e due fette di torta, c’è anche il latte, ma non lo prendo, fin da piccola mi ha sempre provocato un gran mal di pancia, e ogni volta che lo prendevo mia madre era costretta a bollire e pestare un sacco di erbe per poi farmele mangiare, e in poco tempo il mal di pancia spariva, ma ogni volta era una tragedia.

-Sei..mai stato oltre la recinzione?- chiedo a Louis rompendo il silenzio

-Beh, è proibito ma si, ogni domenica.- dice lui, che è praticamente l’unico giorno in cui io e mio padre restiamo a casa, il sabato pomeriggio restiamo più a lungo nel bosco, in modo da avere abbastanza selvaggina per due giorni, ecco spiegati i molti misteri di Louis Hayes. -Come l’hai capito?- mi chiede sorridendo

-Beh, dal nuoto, vicino al bosco dietro la recinzione c’è un lago.- dico

-Quindi ci sei stata anche tu..- dice

-Si, vado a caccia con mio padre.- dico

-Capisco.- dice, il nostro discorso termina lì.

-Buongiorno.- dice un Peeta assonnato, si è appena seduto al tavolo, ma sembra più ubriaco che assonnato. La conferma è che puzza di vodka a miglia di distanza.

-Non dovresti essere ubriaco.- gli dico

-Oh, ma fatti gli affari tuoi!- dice lui bevendo un bicchiere di succo

-E tu dovresti farci restare vivi lì dentro?- dice Louis, almeno la pensiamo allo stesso modo sul fatto che Peeta dovrebbe essere meno ubriaco.

-Siamo spacciati con questo qui.- dico io

-Sai tirare quel coltello sulla parete?- mi chiede Peeta, incredula per la sua domanda, annuisco. Lui si alza, strattona Louis per un braccio e lo fa sedere di fronte a me, e poi mi fa cenno di tirare il coltello. Una piccola sfida insomma, lanciare il coltello, senza infilzare Louis, un gioco da ragazzi. Tiro il coltello e fa a infilzarsi nella parete, sfiorando per un pelo la testa di Louis, che sembra stia sudando freddo. –Bene.- si limita a giudicare Peeta. Poi prende me e mi mette al posto di Louis e gli fa tirare il coltello, sento il coltello passarmi vicino all’orecchio e colpire la parete, un altro colpo perfetto.

-Non fate schifo come pensavo, tu, colpiscimi.- dice riferendosi a Louis

-C..Cosa?- chiede Louis incredulo

-L’ultima cosa che vogliamo è una femminuccia nell’arena.- dice Peeta

-Ma io non sono una femminuccia!- dice Louis

-Secondo me si, sei una lagnosa femminuccia che avrà bisogno di essere salvata da chissà chi, non resisterai un secondo, sei scarso.- dice Peeta, è ovvio che lo stia provocando per farsi dare un pugno, cosa che arriva dopo il centesimo insulto gratuito da parte di Peeta, che cade a terra.

-Hai un bel destro ragazzo.- dice massaggiandosi la mascella –Con te, dobbiamo ancora ragionare su cosa farti fare.- dice rivolgendosi a me. Per un istante all’esterno del treno è tutto buio, Effie sprizza di gioia, dobbiamo essere arrivati. Quando rivediamo la luce esterna siamo alla stazione, un sacco di gente ci saluta e noi ricambiamo i saluti forzando un sorriso. Quando scendiamo dal treno, siamo colpiti dalle bellezza degli edifici, alti e colorati, splendenti. Auto lussuose ci passano davanti.

La tv non mentiva su Capitol City.

 

 

 

Scciao belli:)

Eccovi il terzo capitolo! Spero vi piaccia come gli altri!

Come vedete ci sono delle somiglianze con HG.

Non odiatemi, è che a volte la mia fantasia va 

a farsi un giro:\

Hope u like it:)

xx -g

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4.

Quando scendiamo dal treno ci portano subito dai nostri stilisti. O per meglio dire, ci portano alla tortura.

Sono in una stanza enorme, sdraiata su un lettino e due donne grassocce di nome Venia e Octavia mi stanno letteralmente uccidendo. Mi hanno prima applicato una densa crema addosso levando via sporcizia e pelle morta, poi mi hanno stesa su un lettino e mi hanno spennata. Ora capisco come devono sentirsi i polli e i tacchini che mia madre spenna per poi mettere in forno. Mi hanno districato i capelli, ma ho chiesto che lasciassero la treccina che Emily mi ha fatto e loro sorridendo hanno acconsentito. Sono così strane, hanno la pelle di un colorito strano, quasi alieno. Per non parlare delle decorazioni che hanno in faccia e sulle braccia, e hanno avuto il coraggio di dire che io non sembravo umana appena sono arrivata lì. Dopo avermi spennato per bene mi passano una crema su tutte le aree in cui hanno levato i peli, la crema sembra ghiacciata, ma dopo un po’ da sollievo alla mia pelle che sembrava ribollire. Mi sorridono e poi vanno via dicendomi di aspettare la stilista.

 Una donna non molto alta si presenta davanti la porta e mi saluta.

-Tu devi essere Eloise.- dice, e io annuisco.-Io sono Portia.- continua.-Tra i tuoi vestiti ho trovato questa.- dice porgendomi la spilla della ghiandaia imitatrice.-Tu..conoscevi Katniss?- mi chiede

-No, mio padre mi ha dato questa, lui la conosceva.- rispondo

-Oh, capisco, sai le somigli.- dice

-Me lo stanno dicendo in molti.- mi limito a dire io

-Quella treccina l’hai rifatta tu?- dice riferendosi alla treccina di Emily

-No, l’ha fatta la mia migliore amica.- dico io

-Le vuoi molto bene vero?- dice e io annuisco. Portia è una donna simpatica dopotutto, mi parla un po’ di quello che succederà nella settimana e poi mi parla dei costumi per la sfilata dei carri. È una serata in cui dodici carri con i due tributi dei distretti si presentano a Capitol City e al suo pubblico e sfilano per poi entrare al Palazzo di Addestramento. Portia mi racconta di un altro stilista che lavorava con lei, un certo Cinna. Poi chiama me e Louis insieme e ci presenta i nostri costumi.

-Questi, li ha disegnati Cinna molti anni fa, e ora ho voluto dargli un tocco in più, dandoli a voi.- dice Portia sorridente.-Mi ricordate tanto Katniss e Peeta.- continua

-In cosa consistono?- chiede Louis, indicando i due costumi nero brillante davanti a noi

-Suppongo che non abbiate paura delle fiamme, questi costumi si infiammano.- dice Portia

-Quelli sono i nostri costumi?- dice Peeta, apparso dal nulla, più sobrio che mai

-Si, sono quelli che avete indossato voi, hanno un tocco in più, all’inizio il carro sembrerà vuoto, salirà del fumo e poi i nostri due ragazzi andranno a fuoco.- spiega Portia in modo molto semplice.

-Cinna era il migliore, e anche tu lo sei!-  dice Peeta, salutando Portia e uscendo dalla sala

-Allora, siete pronti?- ci dice Portia e noi annuiamo. La sera stessa c’è la sfilata, mi auguro solo di non finire arrostita. Mi chiedo se qui non facciano questo, prima ci spennano e dopo ci affumicano, non sarebbe poi tanto disumano.

Gli altri carri intanto entrano nella piazza e tutti li accolgono con urla e applausi. Per ultimi entriamo noi. Saliamo sul carro e subito cala il silenzio, perché per come Portia ha modificato i nostri costumi, fino all’arrivo del fumo noi siamo quasi invisibili. Scoppia il fumo dal basso del carro e tutti urlano e applaudono, e poi i nostri costumi si accendono, la parte nera del costume cambia colore continuamente, parte dal nero, passa dal grigio al rosso, fino al giallo. Louis mi prende la mano sorridendo. Intanto il pubblico chiama i nostri nomi, mi lascio scappare un sorriso. Arriviamo vicino agli altri carri e i nostri costumi si spengono.

Il presidente Snow si complimenta con tutti noi tributi e aggiunge qualche parola di rituale per poi lasciarci andare. I nostri carri entrano nel Palazzo di Addestramento. Scendiamo dal carro e chiedo spiegazioni a Louis per il suo gesto della mano.

-Peeta mi ha detto di farlo..- dice lui

-Perché?- chiedo

-Se sembrate una coppia gli sponsor vedranno che non c’è competizione tra di voi e che siete uniti.- dice Peeta, devo dirgli di togliersi questo brutto vizio di apparire dal nulla

-Uniti? Vorrei ricordarti che il vincitore è uno solo e stiamo per andare a farci la guerra in un’arena.- dico a Peeta

-E allora? Con me ha funzionato.- dice lui

-Si, è servito a scatenare una rivolta e a far morire innocenti.- dico

-E allora? Sai che ti dico dolcezza? Sono stufo del tuo atteggiamento, dici tanto di essere contro le rivolte, ma l’unica ribelle qui sembri tu. Ti dispiacerebbe, per una volta, fare come ti chiedo?- dice un Peeta esausto, in pochi secondi mi rendo conto di non avere una risposta. Non ho risposta a quello che Peeta mi ha detto, sono davvero anch’io una ribelle?

Guardiamo la replica della sfilata e ceniamo. Io vado a letto esausta, affondo la testa nel cuscino e penso a casa. Chissà se mio padre è andato a caccia, se mio fratello ha giocato con il suo stupido cane, se la mamma ha pianto, se Emily ha dormito stanotte. Poi penso a Katniss,stringo tra le mani la spilla della ghiandaia imitatrice, tutto ricorda lei quest’anno. Persino io, forse le somiglio più di quanto creda o voglia ammettere.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5.

Il mattino dopo vengo svegliata da una ragazza dai capelli scuri e il viso trasandato. Mi alzo dal letto tutta assonnata, lei intanto va a prepararmi una doccia, esce dal bagno e solo per un secondo sfiora il mio sguardo. Non parla e non fa rumore.

-Come ti chiami?- le dico cercando di aprire un discorso, ma lei scuote la testa e va via. Dalla porta appare Effie.

-Buongiorno mia cara, vedo che ti hanno assegnato già una senza-voce.- dice lei

-Come?- chiedo io

-I senza voce, non sai chi sono?- mi chiede e io faccio di no con la testa. Mi spiega che i senza-voce sono ritenuti come dei traditori, e per questo fanno in modo che non possano più parlare e poi li portano qui a Capitol City, una delle tante cose meravigliose che fanno. Dopo aver fatto la doccia, mi vesto e raggiungo gli altri per la colazione. Mi ricordo della discussione con Peeta, ho toccato un tasto dolente per lui, quella di Katniss è ancora una ferita aperta, anche dopo tutto questo tempo. Entro e mi siedo al tavolo, sono decisa a scusarmi, anche se non so ancora come aprirò l’argomento senza causare altri danni. Peeta è già seduto insieme a Louis. Inizio a rosicchiare un cornetto con gli occhi bassi, e ogni tanto guardo verso Peeta, anzi, di continuo, cerco di trovare le parole per scusarmi, ma sembrano mancarmi.

-So che vuoi scusarti e non trovi le parole, ma non sforzarti, ok?- mi dice Peeta irritato

-Scusa è che non sono brava con le parole! Mi dispiace solo per quello che è successo ieri, per il mio atteggiamento!- dico io

-Non importa, cerca di capirti un po’ di più..- dice lui

-Per quanto riguarda l’addestramento? Da oggi cominciamo.- dice Louis

-Allora, vi farò usare la stessa strategia che usai io, non mostrate i vostri talenti agli altri tributi, tipo tu, sai fare a botte e usare l’arco Louis, non mostrarlo, e tu, hai una buona mira, non farlo vedere, tieniti qualcosa per gli strateghi, a loro piacciono le persone con carattere.- ci dice Peeta

-E se ci insegnassimo a vicenda le cose?- dico io

-Tipo?- dice Peeta

-Louis sa usare l’arco, magari potrei imparare, e lui potrebbe imparare da me nodi, trappole e roba varia.- dico io, a sentirla mi sembra una buona cosa

-Si, va bene, è un’ottima idea.- dice Peeta

-Ragazzi, hanno annunciato che ci sarà un messaggio in tv dal presidente!- dice Effie, cambiamo stanza e andiamo in una saletta con dei divani e una tv. Appare il sigillo di Capitol City e poi appare il presidente Snow.

-Questo messaggio è rivolto in particolare ai tributi. Quest’anno, ricorre la quarta edizione della memoria, e in questo messaggio enunceremo parte regole.- dice, prende una pergamena e la srotola leggendo il contenuto:

“Nella quarta edizione della memoria, l’arena subirà un cambiamento. I tributi dovranno cercare le loro provviste, ossia zaini e armi, che sono sparse nel territorio dell’arena. La cornucopia, sarà assente.”

-Questa è la prima parte, la seconda verrà svelata nell’arena a tempo debito.- dice infine il presidente, ha un’aria contrariata, come se le regole dell’edizione della memoria di quest’anno non piacessero neanche a lui. Ricompare il sigillo e lo schermo si oscura.

-Quindi?- dice un Louis confuso

-Quindi dovrete procurarvi armi e provviste da soli, sono sparse per l’arena.- dice Peeta, per poi dirci di andare a cominciare l’allenamento.

Ci danno due tute nere con il numero del distretto, quando entriamo al piano dove dovremmo allenarci per i prossimi giorni notiamo che gli altri tributi le hanno uguali alle nostre, l’unica differenza è il numero di distretto.  Una donna ci dice le regole del centro di addestramento, in pratica non possiamo fare a botte con gli altri tributi o saranno guai. Comincio a guardarmi intorno e a guardare i tributi degli altri distretti, ho buona memoria quindi riesco a imparare i loro nomi e collegarli alle loro facce. Noto quanto siano robusti i tributi favoriti, specialmente i due ragazzi del distretto 1, la ragazza Cissy, è alta e ha delle braccia muscolose, mentre il ragazzo Bart è enorme, non si direbbe che abbia solo 18 anni, ne dimostra 20-25. Una ragazzina dai capelli rossi si esercita nel combattimento, Louis ha guardato per bene tutte le mietiture, e mi dice che si chiama Juliet ed è del distretto 6, ha 12 anni. Un’altra ragazza del distretto 11 si esercita a tirare una lancia, colpendo in pieno il centro del tiro a segno, si chiama Roxanne e ha 17 anni. Louis mi chiede di insegnargli a fare nodi e trappole, il maestro ci aiuta e lui impara molto in fretta. Il giorno seguente invece mi chiede se voglio imparare a usare l’arco per bene, e mi insegna. All’inizio fatico un po’, è una nuova arma per me, cerco di prendere confidenza con l’arco e riesco comunque dopo qualche tiro a sfiorare il centro. Per farmi prendere meglio la mira, Louis mi poggia le mani sulle braccia, una per regolare l’altezza del gomito e l’altra per regolare l’altro braccio. Per un momento i nostri visi si sfiorano, provocandomi un brivido, starei per tirare, ma mi volto a guardare lui. Mi perdo nei suoi occhi azzurri, lui se ne accorge.

-Così perdi la concentrazione.- dice sorridendo, così sposto lo sguardo da lui alla freccia e tiro, un centro perfetto.

-Vedi? Riesco anche a riprendermela la concentrazione!- gli dico, mentre parliamo un ragazzo sbatte di schiena contro di me. Mi giro e vedo di fronte a me un ragazzo, avrà 17-18 anni, ha i capelli castano chiari e gli occhi scuri.

-Ops, scusa!- mi dice sorridendo

-Nulla..- dico io

-Tu devi essere Eloise del 12 giusto?- mi chiede

-Si, e tu?- dico

-Nathaniel, ma chiamami Nate. Sono del distretto 10!- dice sorridendo

-E io sono Louis!- si fa avanti lui

-Mica andate a fuoco di nuovo no?- dice lui ridendo

-Oh tranquillo, siamo a prova di fiamma.- dico io, parliamo ancora un po’ e poi ognuno torna ai suoi allenamenti. Louis mi aiuta a fortificare le braccia con la lotta, io gli insegno a riconoscere le piante e a piazzare delle trappole. Ogni tanto ci fermiamo a guardare gli  altri tributi. I favoriti sembrano essere abbastanza bravi con la lotta, la ragazzina del distretto 6 se la cava con coltelli e corde, a guardarla sembra possa avere una piccola speranza di arrivare fino alla fine, ma se si trovasse a faccia a faccia con un favorito non credo finisca bene per lei.

Peeta ed Effie ci comunicano che come ultimo giorno di allenamento, ci sarà la prova individuale davanti agli strateghi. Non so ancora cosa fare. Peeta ci parla delle due prove che fecero lui e Katniss ai loro giochi. Certo quelle di Katniss direi che sfiorano il limite, prima ha quasi ammazzato gli strateghi e poi ha impiccato un manichino con il nome di un capo stratega giustiziato l’anno prima. Inizia a piacermi di come parlano di Katniss, ogni gesto che ha fatto viene ricordato, con discrezione certo, è sempre stata un simbolo di ribellione. Inizio a far pace con l’immagine di lei che mi sono creata, l’immagine di una ragazza ribelle e irresponsabile, ora invece la vedo come qualcuno che ha lottato, involontariamente ha causato dei guai, comincio ad ammirarla. Intanto però devo escogitare qualcosa e cercare di ottenere un buon voto alla prova con gli strateghi, naturalmente qualunque cosa faccia resterà segreta, ma voglio fare impressione su di loro.

Io e Louis siamo davanti alla porta per aspettare, siamo gli ultimi, ho portato con me la spilla e l’ho attaccata al petto, la guardo a fondo, studio l’anello su cui è poggiata, studio la forma delle ali e del becco, ora è un po’ rovinata, dopotutto ha un sacco di anni. Louis entra e io gli auguro buona fortuna, speriamo almeno che per lui vada bene. Durante gli allenamenti Peeta ci ha detto di farci degli alleati, anche se non sappiamo ancora con chi. I minuti sembrano interminabili, finchè la porta si apre e Louis esce, mi fa l’occhiolino e mi augura buona fortuna.

Entro nella sala e guardo rapidamente gli strateghi, mi presento e mi guardo intorno. Ci sono moltissimi attrezzi. Ma sono certa che con un attrezzo prenderei un voto mediocre. No, voglio fare di più. Immediatamente vedo una corda e guardo la mia ghiandaia sul petto. Prendo la corda e comincio ad intrecciarla, è una cosa un po’ complessa, ma grazie alla mia esperienza con i nodi riesco in fretta. Quando ho finito e appendo la mia composizione con la corda sono insoddisfatta. Ho riprodotto la ghiandaia imitatrice intrecciando la corda, ma non è abbastanza. Mi guardo un po’ in giro e vedo che c’è della legna con delle pietre, in pochi secondi accendo un piccolo fuoco, metto della stoffa intorno alla punta di una freccia e la faccio accendere. Prendo l’arco e posiziono la freccia, la cui punta intanto brucia. Tiro, la freccia passa attraverso le corde intrecciate accendendo la corda. La ghiandaia imitatrice prende fuoco immediatamente.

Gli strateghi intanto si sono tutti voltati a guardarmi. Una di loro però mi colpisce, si alza dalla sedia e  guarda con ardore l’immagine della ghiandaia infiammata. Poi i suoi occhi si posano prima su di me e poi sulla mia spilla, si illuminano. Una ciocca di capelli scuri si scende dalla sua treccia, è identica alla foto. Mi sorride e io ricambio il sorriso.

Katniss Everdeen è ancora viva.

 

 

 

 

Tadaaan.

Si beh, non c'è niente da dire, 

è tutto scritto:)

Grazie a quelli che leggono e recensiscono *-*

xx -g

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

Esco dalla stanza con ancora gli occhi di Katniss addosso. Il vederla lì mi ha scosso, non ho mai sospettato che lei potesse essere viva, e invece due secondi prima ce l’avevo davanti.  Quando esco mi sembra di impazzire, sento di doverlo raccontare a qualcuno, ma chi? Peeta andrebbe fuori di testa se anche mi credesse, Portia lo stesso, magari Effie, anche se forse non mi crederebbe mai, mi resta solo Louis. Effie mi chiama mentre sono tornata in camera, mi cambio e vado nella saletta. Louis e Peeta sono sul divano, questa sera trasmetteranno i voti che gli strateghi ci hanno dato, sono da 0 a 12. Con quello che ho combinato prenderei un 4 per l’esecuzione e un 12 per la sfacciataggine. Mi siedo insieme agli altri silenziosa, sperando che nessuno mi faccia domande, che però arrivano puntuali.

-Cosa avete fatto davanti agli strateghi?- dice Peeta, sono certa che se glielo dirò mi ammazza, ma preferisco parlare alla fine, se proprio devo.

-Io ho costruito un rifugio e ho tirato con l’arco. – dice Louis, Peeta poi guarda me, si aspetta solo la mia risposta.

-Uhm io..beh. – comincio,  “stavolta mi ammazza” penso.-Beh, ho fatto qualcosa con una corda e l’arco. – resto sul vago sperando che Peeta non mi chieda altro.

-Cosa hai fatto con la corda?- mi chiede ancora insistente, come se sapesse che gli nascondo qualcosa.

-Ok Peeta, non mi ammazzare ti prego!- lo supplico-Ho riprodotto la ghiandaia imitatrice con corda e nodi e poi le ho dato fuoco!-dico tutto d’un fiato, Effie ammutolisce, Louis mi guarda con gli occhi spalancati e Peeta è impassibile. –E’..è tanto grave?- chiedo con un filo di voce

-Grave? Abbastanza.-dice lui, per un momento mi sento spacciata, ero così offuscata dall’aver visto Katniss che non ho pensato a quello che ho combinato davanti agli strateghi. Uccidermi non gli servirebbe, perché dovranno sostituirmi, ma che faranno? Mi daranno filo da torcere nell’arena di sicuro. La tv e l’inno di Capitol City interrompono i miei pensieri. Appare il sigillo e cominciano a comunicare i nostri voti, appare la foto, il distretto e il voto del tributo. I voti che prendono gli altri oscillano tra il 6 e il 10, nessuno più alto. Il ragazzo del distretto 10 che io e Louis abbiamo conosciuto al Centro d’Addestramento, Nate, prende un bel 9, sembra che nell’arena possa cavarsela molto bene. La ragazzina di 12 anni del distretto 6, Juliet, prende a sorpresa un 10. Poi veniamo io e Louis, lui prende un 7, poi appare la mia foto e il voto, un 11. Resto impietrita. Poi appare il sigillo e lo schermo si oscura.

-Ma..dev’esserci stato un errore..- dico io, possibile che mi abbiano dato un undici?

-No Eloise, loro non sbagliano mai.- dice Peeta, ma io non sto ad ascoltarlo, mi viene di nuovo in mente Katniss, sento ancora il bisogno di parlarne con qualcuno. Peeta ed Effie ci mandano nelle nostre camere. Salgo in ascensore da sola, Louis è già salito, non posso parlargliene in mezzo al corridoio o nella camere, sono certa che ci sono un sacco di telecamere. Esco dall’ascensore e vedo che Louis sta entrando in camera sua, vado verso di lui quando ce l’ho vicino gli copro la bocca con la mano prima che possa protestare e lo trascino nei bagni pubblici che sono al nostro piano, chiudo la porta a chiave e tolgo la mano dalla sua bocca.

-Se volevi sbaciucchiarmi senza farti vedere potevamo farlo in camera mia, sai?- dice lui sorridendo

-Sta zitto, è una cosa seria.- lo ammonisco io

-E quando mai..allora? Cos’è di così segreto?Sembra che tu abbia visto un fantasma.-

-Beh quasi, prometti di tenere la bocca chiusa e non prendermi per pazza?- dico, lui annuisce- Katniss Everdeen è viva.-

-Cosa? Ma stai scherzando vero?- accenna ad un sorriso

-Credi che ti avrei trascinato qui se fosse uno scherzo?- gli dico

-Perché non lo dici a Peeta?- mi chiede

-Quello andrebbe fuori di testa, hai visto come reagisce no? Sta ancora male, e lui ci serve sano di mente.- dico

-Già..ma come l’hai scoperto?- mi chiede ancora

- È una stratega.- rispondo

-Io..non l’ho vista..in realtà non li ho guardati proprio gli strateghi.-

-Dai, andiamo..prima che debba entrare qualcuno.- dico, riapro la porta e andiamo nelle nostre stanze.

Sul letto penso e ripenso a Katniss, poi mi appare davanti quell’undici. Ad un tratto qualcuno bussa alla porta. Vado ad aprire ed è Louis.

-Posso?- mi chiede

-Ma certo..- rispondo –Cosa ti porta qui?-

-Non riuscivo a dormire.- dice

-Nemmeno io..- dico, mi perdo di nuovo nei suoi occhi azzurri. Vengo distratta dalla porta, qualcun altro bussa. Vado ad aprire la porta, mi chiedo chi possa essere, solo una senza-voce. Apro e me la ritrovo davanti, come un flashback. Katniss. Senza parlare, la lascio entrare. Appena la vede Louis spalanca gli occhi e si alza dal letto, dove si era seduto poco prima.

-Vedo che già siete amici.- dice guardando la finestra-Tu sei la figlia di Gale..- si rivolge a me.

-Io..si.- rispondo

-Suppongo che ora tu voglia delle spiegazioni.- mi parla con un tono tranquillo, io annuisco-Vedi, quando ci hanno catturati, mi è sembrato che mi crollasse il mondo addosso, avevo paura per Peeta, paura che lo uccidessero. Così, loro sono stati rilasciati e il presidente Snow, mi ha detto che dovevo essere io, ad organizzare i giochi, da stratega, mi ha praticamente imprigionato qui.- racconta lei, non c’è una lacrima sul suo viso, solo un cenno di amarezza.

-Volevano che non solo ci vedessi morire..che anche organizzassi la nostra morte.- ragiono io ad alta voce

-Si.- conferma lei

-Hanno ragione sul fatto che vi somigliate molto.- interviene Louis, io e Katniss ci guardiamo e d’istinto l’abbraccio. Lei è la persona di cui mi hanno sempre parlato, sono cresciuta con la storia della sua vita, mi dicevano che era una ragazza meravigliosa, io l’ho sempre immaginata come un mostro, ora che la stringo a me non la sento così, ha tenuto duro per tutti questi anni, ha guardato un sacco di ragazzi morire, non lo voleva.

-Vorrei tanto tornare a casa.- mormora tra le lacrime, si è lasciata andare, così come lo sto facendo anch’io, delle lacrime salate mi rigano il volto.

-Ci riuscirai, senti, ma perché quell’undici?- dico facendo riferimento ai voti di prima

-Ho fatto leva sugli altri strateghi, mi è piaciuto quello che hai fatto, dimostra anche abilità.- mi risponde lei sorridendo. –Ora devo andare, non dovrei e non potrei essere qui, non vedo mai nessuno, volevo almeno vedere te,  vi prego, non dite niente in giro, mi ucciderebbero davvero questa volta.- ci dice lei, ci salutiamo un’ultima volta e poi lei va via. Scoppio a piangere, non so perché, sento che ci tengo molto a lei, eppure è la prima volta in vita mia che le parlo, ma mi sembra di conoscerla da sempre. Louis mi abbraccia.

-Va tutto bene.- mi sussurra

-Resteresti con me stanotte?- gli chiedo e lui accetta. Mi butto tra le sue braccia e dormo con la testa sul suo petto. Mi sento al sicuro. Quando Katniss è uscita da quella porta mi ha lasciato un enorme vuoto che Louis riesce a colmare.

-Non lasciarmi..- mormoro affondata nella sua maglia

-Non lo farò, non stanotte.- dice lui, baciandomi, un bacio dolce,sincero, in tutta la mia vita ho baciato solo un ragazzo, perché delle mie amiche mi avevano costretto. Sogno casa mia, mia madre che prepara il pranzo, papà che ride, e poi entrano Katniss e Peeta che si tengono per mano, e infine entriamo io e Louis, anche noi con le mani intrecciate. Mia madre dice che ci somigliamo tutti e quattro. Chiamano me e Louis con il soprannome di Innamorati Sventurati. Ma come? Se siamo tutti felici a casa? Ma improvvisamente io e Louis ci ritroviamo catapultati nell’arena. Io ho un arco puntato su di lui. Mi sveglio. Louis è appena uscito dal bagno, mi saluta e va in camera sua. Non è un risveglio dolce come speravo e avrei voluto, continuo ad avere in mente il sogno. Effie e Peeta ci dicono che oggi sarà una grande giornata e dovremo prepararci per l’intervista.

Passo diverse ore con Effie per imparare a parlare, camminare. Effie dice che sorrido molto e alla gente piacerà, mi fa portare poi delle scarpe altissime, alla fine per imparo a camminare molto bene ed elegantemente con quel tacco alto. Effie inoltre mi aiuta a migliorare la postura, infatti quando parlo tendo a inclinare il busto in avanti. 

Con Peeta invece, il lavoro è diverso, lui deve impostare il mio modo di parlare. All’inizio sembro non avere speranze, Peeta non trova nulla nel mio carattere che possa aiutarmi a far colpo nell’intervista. Il tempo a nostra disposizione termina.

-Allora, puntala sul divertente ok? Sdrammatizza.- mi consiglia

-Sono così terribile?- gli chiedo

-No, vedi hai uno sguardo molto ammaliante, possiamo giocarcela su questo, sul tuo lato sensuale.-

-Lato sensuale?- dico a bocca aperta

-Non pensare male dolcezza, devi solo cercare di far colpo, e se sai lavorarteli per bene, magari attiri più sponsor, sii attraente.-accenna ad un sorriso malizioso, la fa facile lui. L’ora seguente Portia mi chiama, devono ristrutturarmi per l’ultima volta, perché il giorno dopo l’intervista ci lanceranno nell’arena. Venia e Octavia si occupano dei miei capelli e del mio trucco. Non mi truccano in modo troppo eccessivo, fanno solo in modo che i miei occhi risaltino. Usano delle tonalità di rosso per gli ombretti e le labbra. I miei capelli vengono arricciati e alzati in una mezza coda, fatta con cura. Al cenno di Portia, Venia e Octavia si dissolvono e corrono via. Portia ha con se il mio vestito con le scarpe. Mi fa chiudere gli occhi e mi aiuta a indossare il vestito, sento la stoffa fresca incontrare il mio corpo, è una bella sensazione. Quando apro gli occhi mi ritrovo davanti una ragazza bionda, con un vestito rosso, la lunga gonna del vestito ha dei rigonfiamenti, tenuti insieme da delle piccole rose,  poi una fascia sale dalla vita per poi concludersi in una specie di spirale dietro la mia schiena, la parte superiore ha dei piccoli diamantini, così come le spalline, danno un tocco di luce alla mia immagine, le scarpe sono nere, non molto alte. Faccio un giro su me stessa per guardarmi meglio.

-Dire che sei bellissima è dire poco.- si lascia sfuggire Portia, è vero, lo sono.

Mi porta in un corridoio con delle sedie, Louis e Peeta sono già lì ad aspettarmi. Gli occhi di Louis si illuminano alla mai vista, lui ha un classico completo nero, è molto elegante.

-Sei..sei bellissima.- mi dice arrossendo, io lo ringrazio e intanto ci sediamo aspettando che ci chiamino per l’intervista, Caesar Flickerman

Guardo attentamente tutte le interviste, finchè non mi chiamano. Il cuore prende a battermi all’impazzata. Entro nello studio cercando di mascherare tutta la mia tensione. Caesar mi accoglie con un applauso coinvolgendo anche il pubblico. Sento i loro occhi che mi scrutano e giudicano.

-Sei a dir poco meravigliosa Eloise, con questo vestito.- mi incoraggia subito Caesar

-Merito della mia stilista, mi ha letteralmente riportato alla luce.- sorrido più che posso

-Allora, parlaci un po’ di te, abbiamo visto durante la mietitura che tuo fratello è stato estratto insieme a te, cosa hai pensato?- mi chiede, ha capito che sono tesa e va subito alle domande

-Beh, è stato un bel colpo, devo ringraziare l’altro tributo del mio distretto, per il suo gesto.-  rispondo

-Cosa avresti fatto, se non ci fosse stato il tuo compagno?- mi domanda

-Credo che avrei lottato per lui..- dico

-Hai qualche ammiratore nel tuo distretto? Una ragazza come te, deve averli per forza no?- mi chiede sorridendo lui

-A dire la verità non ne ho idea, ma penso che qualcuno ci sia, devi sapere che ultimamente mi hanno fatto molti complimenti!- dico con un sorriso malizioso

-Beh complimenti anche per il tuo 11 alle sessioni private! Hai sbalordito tutti quanti! Cosa hai fatto di così eclatante?-

-Devo ricordarti che è una cosa segreta? Diciamo solo che mi piace giocare con il fuoco.- accenno alla mia bravata di mandare a fuoco la ghiandaia imitatrice

-Parliamo d’altro, c’è qualcuno che vorresti qui con te? Del distretto 12? Una persona a cui tieni molto?- mi chiede e io annuisco

-Si, Katniss Everdeen.- dico. Il pubblico ammutolisce, anzi sento che tutta Panem è ammutolita davanti al televisore. Credo di aver appena rovinato tutto.

-Beh, sono certo che questa tua amica sarebbe molto lieta di esserti accanto.- dice Caesar, per fortuna suona il segnale che il tempo della mia intervista è finito. Saluto il pubblico e vado via. Non ho neanche pensato a quello che ho detto. E sono certa che ho rovinato l’immagine di me che avevo creato, ho risvegliato la mia anima ribelle. Maledico me stessa, non potevo liberarla nell’arena?

È il turno di Louis, lui sembra ironizzare su ogni cosa, poi Caesar gli chiede di me.

-Cosa ne pensi della tua compagna? Di Eloise?- gli chiede

-Oh, è una ragazza fantastica, non le si può dire nulla, insomma, è così hot!- gli risponde Louis, io resto un po’ perplessa, poi Caesar gli fa altre domande su di lui e lo show finisce. Parlo con Peeta.

-Perché l’hai nominata?- mi chiede, scuoto la testa ma non rispondo-Beh, in ogni caso Louis ti ha aiutato, ti ha fatto sembrare un ragazza attraente, tu ci hai aggiunto un tocco di ribellione, vedremo come reagiranno gli sponsor, speriamo bene.- dice lui e poi va via. Non so cosa mi abbia spinto a dire il nome di Katniss, forse quello che ho detto lo pensavo davvero, non ho idea.

Prima di andare a dormire cerco Louis, dobbiamo chiarire alcune cose, in primo quello che è successo la sera prima. Lo trovo sulla porta di camera sua.

-Dobbiamo chiarire una cosa..- inizio io-Facciamo finta che non è successo niente l’altra sera, dopotutto stiamo andando a farci la guerra lì dentro.- continuo lui annuisce.

-Si, forse hai ragione, buonanotte Eloise.- sussurra e con lo sguardo afflitto entra in camera sua e chiude la porta. Credo di averlo appena ferito.

Torno anche io in camera, penso e ripenso all’intervista, a quello che ho detto a Louis, a Katniss, penso all’arena. Quanto resisterò? Vincerò? Mi addormento, senza trovare risposta.

 

 

Ed ecco spiegato perchè la nostra Katniss fa quello 

che fa:)

Ecco qui il vestito che Eloise indossa all'intervista

Io lo trovo meraviglioso*-* 

Hope u like it:)

xx -g

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

Il mattino arriva prima del previsto, faccio colazione in camera e dopo aver salutato tutti incontro Portia. Ha con se i vestiti che indosserò nell’arena, una semplice tuta e una giacca, che mi servirà a ripararmi dal freddo, poi mi porge la mia spilla, vuole che io la tenga con me nell’arena. Saluto anche Portia per l’ultima volta e poi mi portano in una stanza dove c’è un cilindro simile ad un ascensore, mi siedo su un lettino e aspetto che mi dicano di salire nell’arena. L’attesa è lunga.

-Un uccellino mi ha detto che ti sarebbe piaciuto vedermi.- parla una voce dietro di me, la riconosco subito, l’ho sentita una sola volta ma l’ho già memorizzata.

-Katniss!- le vado incontro e la abbraccio - Come hai fatto ad uscire?-

-Non mi ha visto nessuno, tranquilla, ho da dirti alcune cose riguardo l’arena, prima cosa trova l’acqua, è indispensabile, seconda, per le provviste e le armi, guarda sempre in alto!- sussurra lei

-Altro?- chiedo

-Si, ora che salirai nell’arena, alla fine dei sessanta secondi, corri a destra finchè non sei nella foresta, e cerca di restare vicino al ragazzo del tuo distretto e fatti degli alleati.- dice e io annuisco  

-E per l’altra regola dell’edizione della memoria? Ne manca ancora una..-

-Nessuno tranne il capo stratega e Snow sanno di cosa si tratti, sappiamo solo che a Snow questa eccezione non piace, ma deve sottostare alle condizioni dettate dalla busta. Ora devo andare, il countdown inizia fra poco e si chiederanno dove sono.-

-Promettimi che troverai il modo di tornare nel distretto 12, e uscire da qui.- le dico io, lei sussulta un po’

-Ti prometto che cercherò di farlo, e tu promettimi che non ti arrenderai.- io annuisco – Felici Hunger games Eloise.-

-E possa la buona sorte essere sempre a vostro favore.- continuo io, ci abbracciamo un ultima volta, mi dice di entrare nel cilindro e poi scompare. Il cilindro sale come fosse un ascensore e dopo qualche secondo vedo la luce esterna. Sono nell’arena.

Sono l’ultima o la prima, a seconda da dove si guarda, il countdown dei sessanta secondi inizia, guardo gli altri tributi, cerco Louis, lui è dall’altra parte, mi fissa per tutto il tempo. Capisco di averlo ferito l’altra sera, ma non volevo ci facessimo illusioni prima di entrare nell’arena. Penso a casa, mio fratello, Emily e i miei genitori che mi guarderanno, chissà come staranno. Poi ripenso a quello che Katniss mi ha detto, mi ha chiesto di correre a destra finchè non sono nella foresta. Guardo davanti a me, sembra tutto tranquillo però.

3..2..1.

Corro a destra come mi è stato suggerito e a metà strada capisco il perché di quel consiglio. I boati sono enormi e per ripararmi mi butto a terra e striscio fino alla foresta. Si sentono diversi colpi di cannone e delle urla, mi addentro sempre di più nella foresta. Quando mi sento abbastanza al sicuro, salgo su un albero e guardo verso il centro, la zona in cui ci sono stati i boati, è vuota, e ci sono 7 ragazzi stesi per terra. I colpi di cannone servono ad annunciare quando è morto un tributo. Ora capisco. Delle mine antiuomo sono state piazzate a circa 50 metri da dove erano fermi tutti i tributi, formando quasi una struttura simile ad un occhio, la metà inferiore con i posti dei tributi e l’altra metà piena di mine, silenziosamente ringrazio Katniss, senza di lei non sarei qui adesso. Scendo dall’albero e inizio a guardarmi intorno per capire anche di che arena si tratta. Gli alberi sono altissimi, e volte collegati da delle liane, il terreno sottostante è umido e cosparso di felci, è una giungla. Avanzo ancora e guardando gli alberi noto che su uno di essi pende qualcosa di arancione. Mi arrampico e lo prendo, è uno zaino, ma in alto c’è qualcos’altro, così salgo ancora e in un nido di uccelli trovo un coltello e una freccia.

-Ma volete prendermi in giro?- sussurro, cosa me ne faccio di una freccia senza l’arco? Fanno anche i burloni questi strateghi. Continuo ad andare avanti, scorgo fiori, e tra un albero ed un altro ogni tanto vedo delle scimmie che saltellano, mi chiedo se siano normali oppure degli ibridi, sento gli uccelli cinguettare, non si direbbe di essere in una pericolosa arena, piuttosto in una giungla felice. Andando avanti la vegetazione diminuisce, lasciando spazio a delle strane rovine, sono certa che in una zona piena di pietre non troverò dell’acqua, quindi torno indietro. Incontro dei conigli e degli scoiattoli, vorrei sapere che razza di giungla è, con questi animali, sembra più una fusione tra un bosco e una giungla vera e propria. Naturalmente un coniglio ha bisogno di bere, per cui mi metto a seguirlo, ma senza alcun risultato, finisco solo per vederlo nascondersi nella sua tana.

-Guarda guarda, una donzella in pericolo.- ridacchia qualcuno alle mie spalle, mi volto.

-Per come sei conciato direi che la donzella in pericolo sei tu Nate.- rispondo ridendo ad un Nate appeso ad un albero per la giacca.

-Ridi ridi, mi tireresti giù?- chiede

-Con piacere signorina.- dico io, salgo sull’albero e sfilo la giacca e Nate cade a faccia in giù sull’erba.

-Puuaah! Che schifo!- sputacchia qualche ciuffo d’erba- Cos’hai trovato tu?-

-Una freccia e uno zaino..-

-Io una lancia e lo zaino..- replica lui. Ci fermiamo un po’ e guardiamo quello che abbiamo negli zaini. Troviamo della carne e della frutta secca, un coltellino,  due borracce  vuote, due sacchi a pelo, altre cianfrusaglie e infine uno yo-yo.

-Uno yo-yo? Cosa credevano che nell’arena ci saremmo annoiati?- sbotta Nate alla vista di quel bizzarro quanto inutile oggetto

-Credo che quello di farci annoiare sia il loro ultimo pensiero.- dico io, rimettendo il tutto nello zaino. Io e Nate facciamo un silenzioso patto di alleanza e andiamo alla ricerca dell’acqua.

-Tu hai capito cosa è successo prima?- mi chiede

-C’erano delle mine a terra,e quelli che ci sono saliti sopra correndo sono morti.- rispondo io, lui si limita ad annuire a continuiamo il cammino. Il sole inizia a tramontare e decidiamo di accamparci per la notte, Nate decide di dormire a terra, ha troppa paura di risalire su un albero, lo lascio a farsi l’accampamento e vado a caccia. Prendo in prestito la sua lancia e riesco a cacciare un coniglio e uno strano uccello e raccolgo anche qualche erbetta che conosco. Torno al nostro rifugio improvvisato e accendendo un piccolo fuoco cuociamo i due animali.

-Louis te lo sei persa per strada?- dice Nate

-Non so dove sia, credo dall’altra parte, sempre che non sia morto.- rispondo io rosicchiando una coscia del coniglio, penso subito a Louis, mi chiedo dove possa essere. Lui fa spallucce e mi dice che scopriremo chi è morto guardando le proiezioni in cielo. Finiamo la nostra cena e spegniamo il fuoco.

Salgo su un ramo abbastanza spesso e mi ficco nel sacco a pelo aspettando le proiezioni. All’improvviso appare il sigillo di Capitol City e le facce dei tributi morti, appare una ragazza con il numero tre, che indica il suo distretto, poi un ragazzo del 5, i due tributi del 7, la ragazza dell’8, i due del 9 e un ragazzo dell’11. Otto sono stati i morti di questo primo giorno. Louis è ancora sano e salvo e siamo rimasti in sedici. Tutti abbiamo ancora una speranza. Guardo verso il basso e Nate sta già dormendo, seguo il suo esempio e chiudo gli occhi anch’io.

 

 

Scialla belli:3

Che dire, amo Nate quanto Louis u.u 

Certo che quest'arena a me fa terrore, 

nonostante l'abbia immaginata io XD

Hope u like it:)

xx -g

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8.

Al risveglio ho la gola secca e la bocca impastata. Scendo giù dall’albero e vedo che Nate dorme ancora.

-Sveglia signorina.- lo punzecchio io con la freccia. Balbetta qualcosa di incomprensibile e dopo qualche minuto è sveglio, ci rimettiamo in cammino per l’acqua. Continuo a cercare di capire in cosa sia bravo Nate, l’ultima volta che ha provato a tirare la lancia per poco non mi uccideva. Troviamo una grotta abbastanza grande e decidiamo che se non troviamo l’acqua, il nostro prossimo rifugio sarà quello. Camminiamo ancora, e dopo quasi un’ora, troviamo il nostro tesoro, un piccolo corso d’acqua divide il terreno in due. Riempiamo le borracce e purifichiamo l’acqua, ci sciacquiamo capelli e viso. La grotta dopotutto non è molto distante e teniamo quella come nascondiglio per la notte. Perlustriamo un po’ la zona, mi ritrovo davanti dei girasoli.

-Credi sia normale trovare dei girasoli qui?- chiedo

-Uhm, credo di no.- risponde lui. Allungo la mano verso il fiore e improvvisamente le radici spuntano fuori dal terreno intrappolandomi la mano, salgono fino al braccio e mi tirano.

-Tagliale!- urlo a Nate, che si stava guardando la scena impassibile, ma lui non si muove. All’improvviso il rumore di una lama lo fa saltare, le mie braccia vengono sciolte dalla presa delle radici. Davanti a noi adesso c’è una ragazzina, alta quanto mio fratello.

-Io sono Juliet, del distretto 6, e voi..so già chi siete.- parla la ragazzina che sta davanti a noi, mi ricordo che Louis mi ha detto che ha 12 anni.

-Grazie Juliet, davvero.- la ringrazio io e lei annuisce

-Ora dareste una mano a me e ad una mia amica? È finita nei guai.-  io e Nate ci guardiamo e le diciamo di si. Ci porta con lei attraverso la foresta, il terreno si fa più fangoso e Juliet ci dice di tenere gli occhi aperti e di stare attenti a dove mettiamo i piedi. Quando arriviamo vediamo la ragazza del distretto 11, Roxanne, agitare le braccia in una pozza dorata.

-Sono sabbie mobili.. e io sono troppo piccola perché riesca a tirarla fuori.- ci annuncia Juliet. Così strappo di mano a Nate la lancia e la allungo verso la ragazza, che si aggrappa, Juliet e Nate mi aiutano a tirarla su e dopo qualche piccolo sforzo riusciamo nell’impresa.

-Grazie.- dice con il fiato corto Roxanne

-Niente..- rispondiamo io e Nate

-Ma se ci alleassimo?- spunta all’improvviso Juliet, io e Nate ci guardiamo e accettiamo. Raccontiamo alle due ragazze di aver trovato una fonte d’acqua e una grotta e che possiamo accamparci tutti là. Scopro che Roxanne è una bravissima cacciatrice e che Juliet riconosce molto bene le erbe ed è in grado di piazzare trappole. Dopo esserci assicurati che non abbiamo perso il nostro rifugio, diamo un occhiata in giro. Ci spostiamo un po’ troppo forse, e incappiamo in una zona molto diversa della foresta, ritroviamo le vecchie rovine che avevo visto il giorno prima, perlustriamo il posto, se non sapessimo di essere nell’arena si potrebbe dire che qui qualcuno ci ha vissuto davvero. Sentiamo però due voci, le seguiamo e vediamo che ci sono due tributi che stanno litigando, sono un ragazzo e una ragazza. Faccio segno agli altri di non fare rumore, stanno litigando per il cibo a quanto capiamo. Qualcosa però si muove dietro di noi e ci giriamo. Quante saranno state, 30, 40? Un enorme fila di scimmie rosse stanno dietro di noi. Combattere sarebbe inutile, per cui irrompiamo nel litigio tra gli altri due tributi e le scimmie cominciano ad inseguirci. Ci mettiamo a correre per la foresta, sperando che prima o poi riusciamo a seminarle.  I due tributi sono dietro di noi e scappano dalle scimmie, con loro non hanno neanche le armi, devono averle lasciate per fuggire. Roxanne inciampa su un tronco e torno indietro ad aiutarla, ma una scimmia ci aggredisce, lasciandomi una ferita abbastanza profonda sul braccio, prendo la freccia e riesco ad infilzarla però. Ci rimettiamo a correre e vedo che la maggior parte delle scimmie resta indietro, siamo inseguiti da cinque esemplari che uccidiamo subito. Mentre torniamo dai due tributi sentiamo due colpi di cannone e andiamo via.

-Avremmo potuto salvarli…- sussurro io

-Loro non lo avrebbero fatto con te Eloise.- sputacchia Nate

-E tu cosa ne sai?- gli chiedo io, alzando il tono di voce

-Lo so e basta! Uno di loro era un favorito!- dice lui

-E allora? Cos’è i favoriti sono dei mostri? Sono persone come noi!-  

-No Eloise! Magari a casa loro, ma non qui, nell’arena pensano solo ad uccidere per salvarsi la pelle, e poi chi era in grado di aiutarli?- continua a sbraitare lui

-Beh, tu no di sicuro.- dico io, gli sbatto in faccia la lancia e proseguo. Nate è così, non è in grado di far nulla, non riesce nemmeno a tagliare delle insulse radici. Ormai abbiamo perso il nostro rifugio per la notte e il corso d’acqua. Mi accorgo del taglio al braccio e lo sento pulsare, prendo la boraccia e ci verso su un po d’acqua, la cosa non mi aiuta per niente, il braccio mi fa male ancora di più. Troviamo una piccola distesa di erba e ci mettiamo lì, sperando che i favoriti siano abbastanza lontani. Juliet  va a prendere delle erbe e le riscalda con un fiammifero e le mette sulla mia ferita. Inizio a pensare agli sponsor, chissà se Peeta è riuscito a trovarne qualcuno anche per me, uno dovrà pur esserci. Prima che però riesca a formulare altri pensieri, un piccolo paracadute cade sull’erba. Apro il contenitore e dentro trovo un minuscolo vasetto, Juliet capisce subito e mi passa il contenuto sulla ferita. Dice di aver riconosciuto il contenitore e che dentro c’è una pomata per i tagli profondi. Io e Roxanne andiamo a caccia e riusciamo a prendere due conigli e un paio di scoiattoli. Almeno per stasera nessuno morirà di fame. Fa buio e decidiamo di accamparci più dentro, tra gli alberi, in modo che se qualcuno passa possiamo evitare di essere visti. Allestiamo un piccolo fuoco e cuociamo la nostra cena che mangiamo in fretta. Salgo su un albero per dormire e scopro che anche Roxanne sa arrampicarsi e ci mettiamo su due rami vicini. Prendo lo yo-yo e comincio a giocherellarci in attesa di scoprire chi è morto oggi.

-Perché ci giochi con quello?- mi chiede Roxanne, riferendosi allo yo-yo

-E a che serve se non per giocarci?-

-Quella è una mina Eloise, se stacchi il filo e la lanci, appena tocca terra, tutto quello che è in un raggio di cento metri, salta in aria dopo tre secondi!- spiega lei, rigiro tra le mani l’oggetto e lo rimetto nello zaino, era evidente che gli strateghi non volevano che ci annoiassimo. All’improvviso compare l’inno e compaiono i volti di oggi, il primo è un ragazzo del distretto 4 e la seconda una ragazza del distretto 5, erano i due ragazzi che ci stavano dietro con le scimmie.

-Ma il ragazzo del tuo distretto?- mi chiede Roxanne

-Non ne ho idea..- rispondo io scuotendo la testa

-Ti manca non è così?- mi dice, mi limito ad annuire, mi rendo conto che Louis mi manca terribilmente. Ma se mi riavvicinassi a lui, o lo cercassi, finirei per complicarci le cose, il vincitore è solo uno, non posso permettermi di scatenare un’altra rivolta. E se facessi quello che Katniss ha fatto, credo che preferirebbero non avere nessun vincitore. Scaccio via tutti questi pensieri e chiudo gli occhi, augurandomi che lui stia bene.

È vero, capisci l’importanza di una cosa solo quando la perdi.

 

 

Lalalala, povera Eloise, le manca Louis *-*

Beh comunque, cosa ne pensate delle due nuove

arrivate Juliet e Roxanne?

Io sono #fellinlove con Roxanne u.u

Fatemi sapere:3

Hope u like it:)

xx -g

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9.

Mi sveglio con la stessa amara sensazione del giorno prima. Sveglio gli altri, oggi dobbiamo metterci in cammino per trovare l’acqua o non resisteremo un giorno di più. Raccogliamo le nostre cose e iniziamo la nostra lunga giornata di cammino. La pigrizia di Nate mi sciocca. In tre ore di camminata si è lamentato un milione di volte di avere fame, sete, sonno e di essere stanco, ad un certo punto Roxanne gli ha puntato contro il coltello e lo incita a chiudere il becco una volta per tutte. Alla fine della nostra lunga passeggiata troviamo finalmente un corso d’acqua, lo seguiamo per tutta la sua lunghezza e scopriamo delle cascate. Il che è molto strano, Juliet suggerisce che possa esserci un campo di forze e che la cascata sia solo una cosa decorativa. Prendo un ramo e lo butto giù dalla cascata ma finisce giù senza bruciare o tornare indietro, la cascata c’è davvero e non è di certo decorativa. Ci allontaniamo da lì e andiamo verso l’inizio del fiume e ci accampiamo lì, riempiamo le borracce e ci diamo una lavata perché facciamo davvero schifo, specialmente Roxanne che ha ancora metà della terra delle sabbie mobili attaccata addosso. Io sciacquo la ferita sul braccio e scopro che ne rimane solo una cicatrice. Ci dividiamo per andare a cacciare, io con Roxanne e Nate con Juliet. Ogni tanto guardo in alto sugli alberi per vedere se c’è qualche arma, ma presumo che i favoriti abbiano già fatto piazza pulita in quasi metà dell’arena. Piazzo qualche trappola e Roxanne riesce a prendere un uccello abbastanza grande. Mi metto a guardare tutte le piante che ci sono e vedo delle piccole bacche blu scuro, somigliano a delle more, ne schiaccio una e il succo ha il colore del sangue, mi convinco sempre più che siano more e quando sto per metterne una in bocca Roxanne mi costringe a sputarla. Mi dice che sono delle bacche mortali chiamate Morsi della notte, se l’avessi mangiata sarei morta subito, e immediatamente ricordo che è così che Peeta e Katniss si sono salvati nei loro primi Hunger Games. Continuiamo a cacciare e prendiamo tre conigli e scopro che due scoiattoli sono incappati nelle mie trappole. Roxanne e io ci sediamo un po’ sul ramo di un albero prima di tornare al nostro accampamento, mi perdo a guardare la foresta.

-Pensi a lui? – mi chiede Roxanne, non so perché le piaccia girare e rigirare sull’argomento di Louis, mi limito ad annuire, mi rendo conto che pensare a lui mi indebolisce, mi distrae, come ha detto lui durante il corso di addestramento, e l’ultima cosa che posso permettermi è la distrazione e la debolezza in un posto come questo. Lo sparo di un cannone interrompe i miei straziati pensieri amorosi. Guardo immediatamente Roxanne e scendiamo giù dall’albero ,sperando che il colpo di cannone non sia per Juliet o Nate. Qualcuno si muove tra le foglie, nascondo nello zaino il risultato della nostra caccia e tiro fuori la lancia. Una ragazza esile è davanti a noi, avrà circa 16-17 anni ma è molto magra e denutrita, cerca di aggredirci ma non è nelle condizioni, Roxanne mi strappa la lancia di mano e la trafigge. Si sente il colpo di cannone e Roxanne fa spallucce.

-Ho semplicemente alleviato le sue sofferenze.- dice lei, capisco che in quella ragazza c’è qualcosa di oscuro e truce. Torniamo al nostro rifugio e troviamo Nate seduto a terra, ma manca Juliet.

-Dov’è Juliet?- chiede Roxanne

-Io..non ho potuto fare niente.- risponde lui, e quando mai lui può fare qualcosa per qualcuno!

-Cose è successo?- gli urlo prendendo per il colletto e sbattendolo ad un albero, comincia a piangere come una bambino a cui hanno appena strappato via un giocattolo

-C’erano i favoriti e l’hanno uccisa!- dice lui tra le lacrime, lo butto a terra amareggiata, Juliet presa dai favoriti e uccisa, e quell’idiota non ha fatto niente per aiutarla. Parlare con lui è inutile, per cui vado via, mi allontano per un po’ dal gruppo.

Roxanne mi raggiunge.

-So che ce l’hai con lui, ma guarda le cose come stanno, prima o poi sarebbe dovuto succedere, insomma, solo uno di noi vince.- parla lei

-Lo so..ma sono stufa di lui! Non aiuta mai e combina solo danni!- rispondo io

-Non preoccuparti, prima o poi moriranno tutti.- dice e va via. Mi stupisco delle sue parole, capisco che lo spirito del gioco è questo, ma lei esagera un po’.

Torno al nostro rifugio, Nate sta cuocendo la carne, spero che i favoriti vedendo il fumo non si avvicinino, Roxanne ha levato la giacca e l’ha buttata a terra. In effetti ha ragione, la temperatura si è alzata molto e comincia a fare caldo, così la tolgo anch’io.

-Mi dispiace per Juliet.- dice secco Nate

-Non importa, doveva succedere.- rispondo io fredda. Alzo gli occhi e vedo che Roxanne mi fissa in modo strano. –Beh?- chiedo.

-E..Eloise, c’è..c’è un..serpente sulla tua testa.- balbetta Roxanne, alzo la testa e non c’era solo un serpente, ma dieci o venti. Con movimenti lenti prendo un pezzo di legno e lo passo sul fuoco, non mi va di cambiare ancora rifugio. Agito il ramo infuocato davanti ai loro musi ma non si spostano. Guardo bene un serpente, non è normale, ha la lingua viola e gli occhi rossi, roba degli strateghi senza dubbio. Improvvisamente uno ci piomba addosso, striscia verso di me e si attorciglia sulla mia gamba. Riesco a tirar fuori il coltello e a tagliargli la testa. Un altro attacca Roxanne e la tiro via, prendiamo gli zaini e il cibo e riusciamo a scappare via, i serpenti ci inseguono per poco, ci siamo spostati a circa un’ora di cammino dalla cascata, per fortuna abbiamo ancora abbastanza acqua. Comincia a far buio, io, Nate e Roxanne siamo intorno al fuoco che ormai si è spento, attendiamo l’inno con i morti di oggi.  

Parte l’inno e cominciano a scorrere i due visi, prima quello di Juliet, e poi quello della ragazza che Roxanne ha ucciso, era del distretto 10, la compagna di Nate. Lo guardo e non c’è neanche un briciolo di tristezza nei suoi occhi. Pensiamo di poter andare a dormire ma improvvisamente la voce di Claudius Templesmith rimbomba nell’arena:

Tributi! All’inizio di questa quarta edizione della memoria, vi è stata annunciata la presenza di due modifiche per quest’anno. La prima, vi è stata già annunciata. La seconda è questa:

“Per ricordare ai ribelli che neanche il Presidente ha il pieno controllo dello svolgimento degli Hunger Games e dei suoi vincitori, quest’anno, un ragazzo e una ragazza, dello stesso distretto potranno vincere la 100esima edizione dei giochi. Possa la buona sorte essere sempre a vostro favore.”

Improvvisamente piomba il silenzio, ricordo quello che Katniss mi ha detto, la nuova regola non piaceva a Snow, ma doveva sottostare alle regole dettate da chi c’era prima di lui. Non riesco a formulare un pensiero concreto. Se non quello di urlare il nome di Louis e vedermi la bocca tappata da Roxanne, possiamo vincere, posso riportarci a casa entrambi, devo solo trovare Louis, devo solo lottare.

 

 

 

 

 

I know, vi ho fatto aspettare, 

non uccidetemi:)

Hope u like it:)

xx -g

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10

Ho fatto fatica ad addormentarmi, il pensiero di trovare Louis ha occupato la mia mente per buona parte della notte, Nate e Roxanne si sono addormentati subito invece. L’alba arriva presto e la temperatura durante la notte è scesa di molto, e invece adesso si sta rialzando. Roxanne mi sveglia e andiamo insieme a farci un bagno nel fiume, l’acqua è gelata, ma ci sono abituata, avere l’acqua calda nel distretto 12 è un lusso, e poi il bagno freddo mi aiuta a riorganizzare i pensieri.

-Mi aiuterai a trovare Louis?- chiedo a Roxanne

-Ma certo, ricordati che però ci sono ancora i quattro tributi dei distretti 1 e 2, sono ancora a coppie.- risponde lei

-Pensiamo a trovare Louis,  troveremo una soluzione e se non lo troviamo noi ci penseranno loro di sicuro.- dico indicando il cielo, riferendomi agli strateghi, l’ultima cosa che vogliono è una giornata noiosa con il rischio del calo di attenzione da parte degli spettatori di Capitol City.

Torniamo al nostro rifugio e svegliamo Nate, dobbiamo metterci in cammino per trovare Louis. Passiamo dall’altra parte del fiume, non troviamo granché, se non un piccolo ammasso di felci e rami, somiglia tanto ad una piccola tenda artigianale disfatta. Ora ricordo, è opera di Louis, solo lui poteva tirare fuori da questa sterpaglia un rifugio del genere. Continuiamo a camminare e troviamo una corda spezzata, vaghiamo per altre ore e passiamo un paio di alberi con delle macchie di sangue e improvvisamente sentiamo un colpo di cannone. La paura mi avvolge, spero davvero che non sia lui. Ci accampiamo per mangiare il resto di quello che abbiamo cacciato il giorno prima. Gli altri decidono di fermarsi per un po’ e dato che abbiamo finito il cibo, decido di andare a cacciare.

Questa parte dell’arena è molto diversa dall’altra,  ci sono più alberi e l’ambiente è più secco, e fa molto più caldo. Piazzo tre trappole sperando in qualche animale stupido e vedo di riuscire a cacciare qualche uccello abbastanza grande. Raccolgo diverse erbe, improvvisamente sento delle voci, e in poco tempo le riconosco, Nate e Roxanne stanno litigando, quando torno sono certa che Rox mi racconterà cosa è successo. Sento però dei passi tra le foglie secche, tengo la lancia puntata in avanti e avanzo cercando di non fare rumore, ma rischiando di inciampare spezzo un rametto, il secco rumore del ramo mi fa sussultare, e improvvisamente piomba il silenzio, decido di andarmene e quando mi giro mi trovo una freccia che esce da un cespuglio alto puntata contro. Con una mossa agile riesco a buttar giù la freccia che ho davanti e a tirar fuori chi c’è dietro il cespuglio.

Louis.

Buttiamo a terra le armi e lui mi abbraccia. Finalmente l’ho trovato, ora abbiamo una speranza in più per vincere, per tornare a casa. Quando ci stacchiamo lo guardo da capo a piedi, non ha ferite.

-Credevo fossi morto!- gli urlo –Il sangue, il colpo di cannone, la corda!- la mia voce diventa stridula. Per chiudermi la bocca Louis mi abbraccia di nuovo.

-Ti ho cercato in questi giorni..e poi ho trovato una ragazza del distretto 4, aveva detto che voleva allearsi, io ci ho creduto, finchè stamattina non ha tentato di uccidermi e..mi sono difeso.- racconta lui

-Dai torniamo dagli altri..- mi alzo e riprendo la lancia, vedo che Louis è riuscito a trovare l’arco e ha con se qualche freccia.

-Eloise, scappa.- sento le sue parole ma resto immobile

-Come?-  

-Scappa!- mi urla, mi giro e vedo che sulla mia testa svolazzano rumorosamente delle vespe giganti, al corso di addestramento me ne hanno parlato, si chiamano Aghi inseguitori, e una puntura può causare allucinazioni, più punture, la morte. Tiro Louis per un braccio e scappiamo, non prima che un insetto sia riuscito a pungermi sul braccio. Torniamo correndo dagli altri e per fortuna riusciamo a seminare gli aghi inseguitori. La puntura si è gonfiata in fretta e al suo posto c’è un enorme bubbone. Nate prende delle erbe, e le passa sul rigonfiamento e con una strana pratica, riesce a tirar via il bubbone. Disinfetta la ferita e ci mette una benda. Mi rendo conto di essere stata troppo dura con lui.

-Allora è in questo che sei bravo.- dico, e lui annuisce -Scusa per ieri.-

-Non importa..- risponde. Vedo che Louis sta passando dell’acqua sulla gamba. Mi avvicino e vedo che ha una ferita che va dal ginocchio per tutto il polpaccio. Nate va da lui e con erbe, acqua e garze riesce a pulire e disinfettare la ferita.

-Grazie Nate, per tutto..- gli dico io, sembra poco per quello che sta facendo per noi, ma in questo momento non ho altro. Do’ a Louis la freccia che ho trovato, e decide di dare a me arco e frecce, e lui tiene la lancia, che di certo non servirà a Nate. Io e Roxanne andiamo di nuovo a caccia, anche per far passare le ore e farci venire in mente qualcosa per cercare i favoriti e ucciderli.

-E se tirassi quella mina al loro rifugio quando li trovi?- mi propone

-Non è una cattiva idea dopotutto..- rispondo io, potrei trovare i favoriti e in piena notte farli saltare in aria, ma devo fare attenzione, perché potrei saltare in aria io insieme a loro. Torniamo al rifugio e Nate ci propone di tornare alle cascate, accettiamo, prendiamo le nostre cose e ci mettiamo in cammino.

Arrivati alla cascata, diamo un occhiata nell’acqua per vedere se ci siano dei pesci, ci spingiamo fino alla punta della cascata. Quando ci giriamo per tornare indietro, sembra troppo tardi. Sei ragazzi, pieni di armi, stanno arrivando, sono ancora lontani, ma non ci vorrà molto prima che ci raggiungano. Non abbiamo vie di fuga, perché ci inseguirebbero finchè non ci prendono, in lontananza distinguo i due tributi del distretto 1.

-Dovete scappare.- dice Nate a me, Roxanne e Louis

-Perché? Tu non vieni? Ti uccideranno.- gli rispondo io

-È quello che mi merito..- mormora lui a denti stretti, vedo che qualche lacrima gli riga il volto

-Cosa?Perchè dici così?- gli urla Roxanne

-Perché io vi ho tradito.- dice con la voce rotta dalle lacrime.

L’ultima cosa che vedo è Nate trafitto da una lancia, e poi giù, stringo la mano a Louis e veniamo scaraventati giù dalla cascata.

 

 

 

 

 

 

 

Cccciao belli:) 

Beh, spero che questo capitolo vi piaccia!

Non so se avete notato il fatto che alla fine di ogni capitolo 

vi lascio un po' di suspance *-*lol

Hope u like it:)

xx -g<

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11.

Sveglia Eloise! Respira! Avanti! Resta con me!

La voce che mi grida mi risuona nella testa un’infinità di volte. Non ricordo nulla delle ultime due ore, ne un suono o un’immagine, tranne che due mani che si intrecciano. Apro gli occhi, la luce è accecante, ma non è lo sfondo quello che mi colpisce, ma quello che ho davanti, due occhioni azzurri sono fissi nei miei. Mi aiuta a tirarmi su, ma le mie gambe non reggono e mi ributto a terra, mi rendo conto di essere completamente bagnata, dai capelli alle scarpe, poi guardo Louis, e lui non è da meno.

-Cosa..cosa è successo?- chiedo con un filo di voce, ancora stordita, sono quasi sicura di aver preso una botta in testa.

-Nate ci ha buttato giù dalla cascata..e credo che tu abbia sbattuto la testa.- fa cenno con il dito alla mia testa, mi passo una mano tra i capelli e noto che oltre ad essersi completamente sciolta la treccia, ho del sangue tra i capelli. –Ho disinfettato, tranquilla.- dice lui sorridendo. Riesco ad alzarmi e vado a lavarmi i capelli, mi sento stordita e confusa. I ricordi pian piano riaffiorano alla mente, ricordo che Nate ci ha detto di averci tradito, i favoriti lo hanno ucciso, ma prima che cadesse ci ha buttato giù. Torno sulla terraferma e ricordo un particolare, una ragazza. Qualcun altro era con noi, ma non riesco a ricordare.

-Lou, c’era qualcun altro con noi?- chiedo

-Si, Roxanne, ma non sono riuscito a trovarla, ho paura che la corrente se la sia tirata via.-

-Dobbiamo trovarla..quante ore sono stata addormentata?- chiedo, raccogliendo la nostra roba buttata a terra

-Un paio.- risponde lui,prendo l’arco e gli consegno la lancia e gli faccio segno di andare. Seguiamo il corso del fiume per un po’, e quando sembriamo aver perso le speranze, un corpo steso a terra ci viene davanti. Corro verso la ragazza stesa a terra, è Roxanne. Fissa il cielo, ma ha uno sguardo vuoto, ha una gamba e il braccio che colano di sangue. Tossisce, sputacchiando sangue.

-Mi..mi dispiace, i..io non ho potuto fare n..niente.- sussurra con un filo di voce

-No preoccuparti, vedremo di aiutarti, non preoccuparti!- cerco di consolarla, ma mi rendo conto che le sue ferite sono troppo profonde, anche se riuscissimo a tamponarle, morirebbe per infezione, non c’è nulla da fare per lei. Mi limito ad accarezzarle i capelli, nel suo sguardo riesco a leggere che ha capito che non ce la farà.

-G..grazie E..el.- mormora, del sangue sgorga dalla sua bocca, il suo respiro si accelera, per poi scomparire del tutto, è morta. Il colpo di cannone rimbomba nell’arena, le chiudo gli occhi, e prendo lo zaino. Tra poco l’hovercraft sarà lì, io e Louis ci spostiamo, da dietro un albero vediamo l’hovercraft scendere e prendere il corpo di Roxanne. So di avere gli occhi lucidi, cerco di trattenere le lacrime e per scacciarle Louis mi abbraccia. Quando mi posa il braccio sulla schiena lo sento sussultare.

-Cosa c’è?- gli chiedo

-Nulla.- lui si guarda il braccio dove c’era la ferita che Nate aveva curato, contro la sua volontà, gli prendo il braccio e vedo che la fasciatura è rotta e il braccio è pieno di sangue. –Mi dispiace.-

-Per cosa? Per esserti ferito?- lui annuisce –Non è colpa tua, non importa, vedrai che guarirà in fretta.- dico sorridendo. Cerchiamo un posto per accamparci, è ancora giorno, ma dobbiamo necessariamente riposare. Troviamo un piccolo angolo fra due alberi, salgo sull’albero per controllare se i rami sono abbastanza forti e con mia sorpresa, in un piccolo nido trovo un yo-yo, un’altra mina. I favoriti non devono esserci stati qui, o forse non si aspettavano che le cascate fossero vere. Ma non ci vorrà molto prima che scoprano che siamo ancora vivi, e verranno a cercarci. Scendo giù e mostro la mina a Louis, il suo braccio non è nelle condizioni migliori . Prendo i tre zaini e li svuoto, ci sono solo due cassette per il pronto soccorso, il materiale non è granchè, gli tampono la ferita e metto le bende.

-Dovrebbe andar bene, almeno per un po’.- dico, non sono mai stata un granchè come infermiera. Lascio Louis alle sue cose, mi rifaccio la treccia e vado a cacciare qualcosa. Sono ancora debole, riesco a racimolare solo un coniglio e uno scoiattolo, non sono il massimo, ma cercheremo di farceli bastare. Mi poggio ad un albero, stare in piedi mi riesce difficile, ma devo cercare di tornare al rifugio. Quando sto per muovermi, mi accorgo che qualcosa mi cammina sulle braccia. Mi giro a guardare, dei ragni mi stanno interamente ricoprendo le braccia con le loro tele, potrei giurare che sia roba degli strateghi, di solito la tela di un ragno si rompe subito, ma queste sono come delle reti, pesanti e forti, tanto che anche solo muovere le braccia mi viene quasi impossibile. Con la mano cerco di prendere il coltello che ho in tasca e riesco a tagliare una delle due reti e a liberarmi un braccio, poi libero l’altro, prima che possa staccare la mano dall’albero uno di loro mi punge sul polso. Sento il veleno bruciare ed espandersi nel mio braccio, cado a terra frastornata e svengo. Credo proprio di essere morta.

Quando riapro gli occhi, mi aspetto di trovarmi in un posto bianco e profumato, invece mi ritrovo vicino al puzzolente fiume mortale. Cerco di alzarmi ma mi sento completamente paralizzata.

-Oh, resta giù, il veleno deve essersi quasi esaurito.- dice Louis sorridendo –Ho avuto l’antidoto.- continua, mostrandomi una siringa vuota.

-Come..come l’hai avuta?- chiedo

-Te lo dico più tardi.- sorride, sono certa che non l’ha ottenuto in modo pulito, perché non vuole che qualcuno dall’alto ci senta. Mi costringe a buttar giù una zuppa fatta da lui, è tremendamente insipida, non dico nulla però, Louis si sta prendendo cura di me, e non mi va di rimproverarlo.

-Prima o poi i favoriti verranno a cercarci..- mormora Louis

-Lo so..dobbiamo escogitare qualcosa..-  replico io

-Il loro rifugio è nella stessa zona dell’arena in cui mi hai trovato, dallo stesso lato intendo.-

-Quindi scenderanno dal lato dove siamo noi..se salissimo dall’altra parte?-  chiedo

-Non lo so, magari credono che moriremo, dopo una caduta del genere è un miracolo che siamo ancora vivi..- dice

-Sai dov’è il loro accampamento?- chiedo ancora, lui annuisce –Mi ci porteresti domani?-

-Solo se prima riposi e finisci la mia meravigliosa zuppa.- risponde, prima che possa protestare lui si avvicina e mi bacia. Non so se sia un bacio sincero o una qualche strategia. Si sposta e io intanto verso la zuppa nel fiume e mangio un paio di strisce di carne secca. Raggiungo Louis, voglio sapere come ha ottenuto l’antidoto.

-C’è niente che devi dirmi?- chiedo

-Mmmh, si, antidoto giusto?- io annuisco –Diciamo che ho dovuto baciarti per ottenerlo, ma non l’ho fatto di proposito, ti ho aspettato per un po’, poi ho visto che non arrivavi e sono venuto a cercarti, ti ho trovato lì a terra e ti ho trascinato vicino al fiume e..ti ho baciato. E poi il paracadute è sceso.- racconta a voce bassa

-La storia si ripete.-

-Quale storia?-

-Katniss e Peeta, gli innamorati sventurati del distretto 12.- affermo io

-Cos’è che ti fa paura?- mi chiede

-Le guerre, le rivolte, finchè siamo qui a combatterci tra di noi è una cosa, ma affrontare una rivolta è diverso.- dico

-Ma quest’anno è l’edizione della memoria a prevederlo, è come se fosse una specie di legge, quindi nessuno si ribella a niente.- mi limito ad annuire. Torniamo al fiume, ci stendiamo sull’erba e attendiamo di vedere i morti di oggi, anche se sappiamo già chi sono. Passa l’inno e cominciano a trasmettere i volti dei tributi: una ragazza del 4, quella uccisa da Louis, Roxanne e Nate. Mi chiedo a cosa stia pensando Louis, con la coda dell’occhio vedo che è ancora sveglio, vorrei entrare nella sua testa e sapere se popolo i suoi pensieri ogni tanto, lui di certo vive nei miei molto spesso ultimamente. Inizio a pensare a cosa farò quando troverò l’accampamento dei favoriti, mi rigiro un piccolo oggetto tra le mani, ne guardo la struttura, la forma, i meccanismi.

Credo proprio che questo yo-yo non sia poi tanto inutile.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scialla belli :3 Alloraaaaa

sto aggiornando con la velocità di una lumaca morta.

Scusatemi ma sono circondata da unicorni rosa che 

mi affollano la giornata ç_ç

Eloise la kamikaze: nella prossima puntata. lol

Beh, spero che questo capitolo vi piaccia u.u

xx -g

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12

È un buongiorno amaro, ho la testa che mi gira, il veleno deve essersi completamente esaurito. Louis dorme ancora, non mi va di svegliarlo e decido di andarmene un po’ in giro. L’aria mattutina di questa zona dell’arena è molto umida e fresca, anche per la vicinanza delle cascate. Ho perso il conto di quanti giorni siamo nell’arena, potrebbero anche essere passate settimane, da quando sono volata giù dalla cascata ho dimenticato qualcosa. Ritorno al corso d’acqua e decido di farmi un bagno, mi allontano da dove è addormentato Louis, mi tolgo i vestiti restando in slip e canottiera e mi immergo in acqua, sento che pian piano i muscoli riprendono vita, elasticità, riesco a riorganizzare i miei confusi pensieri. Ho deciso che troverò i favoriti e con lo yo-yo li farò saltare in aria, non ho ancora idea di come sia il loro rifugio, se nascosto tra gli alberi oppure in qualche distesa d’erba, ad ogni modo, devo riuscirci. Siamo ancora in nove nell’arena, e le coppie rimaste sono solo due, oltre a me e a Louis, e credo che cercheranno di combattere fino alla fine pur di vincere. Torno al nostro piccolo accampamento e Louis si sveglia. Decidiamo di risalire dall’altra parte della cascata, quella di fronte a dove siamo noi adesso, se verranno a cercarci scenderanno dall’altra parte, almeno eviteremo di incontrarli. Ci mettiamo in cammino, ci vorrà almeno un’ora o più per risalire, e non sappiamo ancora cosa ci aspetta dall’altra parte. Passiamo sul fiume ed entriamo nella foresta, l’aria è uguale a quella precedente, umida, e la vegetazione è simile a quella che si trova alla cima della cascata. Durante il cammino, catturo qualche animale, andremo molto più veloci a stomaco pieno. Sulla durata della nostra “passeggiata” mi sbagliavo. Il sole è già alto, quindi credo sia quasi mezzogiorno, e siamo in cammino da un’ora o due dopo l’alba. Decidiamo di fermarci a mangiare quel poco che sono riuscita a cacciare, mi sono accorta che gli animali scarseggiano in questa parte dell’arena. Ci concediamo un sorso d’acqua e ripartiamo, la salita si fa più ripida, dobbiamo essere quasi alla cima, o almeno spero. Altre lunghe ore di cammino e il terreno di fa più piano e secco. Usciamo allo scoperto e vediamo che siamo alla cima della cascata. È tutto tranquillo, non ci sono voci o tracce umane, i favoriti dopo aver ucciso Nate devono essere andati via senza perdere tempo. Torniamo al vecchio rifugio dove stavo con Juliet, Nate e Roxanne. Torno a cacciare e passo qualche ora nel bosco, ma non trovo niente. Delusa, vado al rifugio.

-Come mai a mani vuote?- chiede Louis

-Non ho trovato niente, gli animali sembrano come scomparsi.- affermo io abbattuta

-Non importa dai, ce la faremo.-

-Come va il braccio?- chiedo, lui scuote la testa, gli vado vicino e tolgo le bende, i lembi della pelle hanno preso un colore giallino, non so come interpretare questo cambiamento, se sia una cosa positiva o negativa. Passo dell’altro disinfettante, ma sembra inutile. Ogni volta che gli sfioro la ferita Louis sussulta, sono certa che gli brucia da morire ma non lo dice. Ho paura che possa infettarsi la ferita e succedere qualcosa di peggio, ma non posso fare altro, o meglio, solo questo è quello che so fare, tenerla pulita e bendarla, ma non saprei come curarla con le erbe.

-Guardi il mio braccio come se fossi spacciato.- dice lui sorridendo

-È che non so cosa fare..- mi limito a dire

-Io si.- sussurra lui, si avvicina e con il braccio buono mi prende il viso e lo avvicina al suo e mi bacia.

-Fa parte della strategia?- sussurro nel suo orecchio

-Questo dipende da te, per me non è strategia.- afferma lui a voce bassa

-E allora neanche per me.-  mormoro io, prendo a baciarlo. Mi chiedo se sia vero anche per me, perché sono certa di provare qualcosa per lui, ma non so cosa. Un piccolo paracadute argentato ci interrompe. Lo prendo e trovo il contenuto, è un piccolo tubetto, ne odoro la sostanza all’interno, somiglia all’odore del bosco del distretto 12, quel profumo mi trasporta per un secondo a casa. Alle mattinate trascorse con mio padre a cacciare, i suoi racconti sulla rivolta, sul distretto 12, sui giorni bui, su Katniss e Peeta e la loro tormentata storia d’amore, il suo disperato e mai ricambiato amore per Katniss, terminato quando conobbe la mamma, quel piccolo tubetto  sa tanto di casa. Louis conosce le erbe e capisce che sono erbe mediche, modificate in laboratorio. Capisco che sono per la sua ferita e gliela passo su, per poi bendarla di nuovo.  Anche se non ho sonno mi costringo a dormire, la camminata di oggi è stata molto stancante. Non ci sono stati morti oggi, e la cosa è abbastanza strana. È difficile avere una giornata tranquilla nell’arena.        

Se il buongiorno si vede dal mattino, quella che sto per affrontare è una pessima giornata. Già al mio risveglio vedo che Louis è scomparso. Comincio a chiamarlo senza risultato, l’unica cosa che trovo è una freccia, non è uguale a quelle dell’arco che Louis mi ha lasciato, la parte finale della punta è rossa.

-Favoriti.- sussurro con in mano la freccia. Devono essere passati stanotte e io non li ho sentiti perché ero sull’albero. Ma la cosa che mi fa pensare è che devono aver preso Louis. Non si sono sentiti colpi di cannone, ne sono certa. A terra non ci sono molte tracce da seguire, ma sono sicura che hanno usato Louis come esca, ci vogliono tutti e due, possibilmente vivi per poi ucciderci. Non ho altra scelta che costringermi a mandare giù una striscia di carne secca e a cominciare a cercare l’accampamento dei favoriti. Louis ha detto che si trovavano dalla parte opposta. Passo il fiume, sentendomi subito più fresca anche solo a passarci sopra, è ancora presto ma fa già molto caldo. Vedo il posto in cui ho trovato Louis, il rifugio è letteralmente scomparso, ma riconosco il cespuglio dove si era nascosto. Cammino qualche altra ora e comincio a notare che l’aria dell’arena cambia. Inizio a sentire l’odore della pioggia, che a me piace sempre, nel distretto 12 d’inverno sembro quasi una vedetta, sto sempre fuori ad annusare l’aria. Ma qui è diverso, l’odore è uguale, ma possibile che piova? Comincia a scendere la temperatura, e mi rendo conto che la giacca tiene caldo tutto il corpo, tranne la faccia naturalmente, il naso mi si sta gelando e ogni tanto sono costretta a chiudere gli occhi, e improvvisamente comincia a piovere, un bel temporale ci avvisa che gli strateghi stanno cominciando ad annoiarsi e che se non succede qualcosa ci penseranno loro. Mi accampo, la fame si fa sentire, ma non posso permettermi di mangiare altra carne, potrei averne bisogno in seguito. Dopo un po’ mi rimetto a camminare e con mia sorpresa, finalmente trovo l’accampamento dei favoriti, è completamente vuoto, resto dietro i cespugli, se hanno architettato tutto in modo perfetto sono nascosti in attesa di acciuffarmi, poi scorgo Louis, è legato ad un albero per le mani, il sedere a terra, sembra sia tutto bagnato.

Pssst!

Cerco di farmi sentire da lui, e dopo diversi richiami riesco a farlo girare verso di me. Mi guarda e i suoi occhi si illuminano, sorride. Sulle sue labbra leggo il mio nome: Eloise. Mi fa cenno di si con la testa, e capisco che si riferisce al fatto che l’accampamento è davvero vuoto. Corro verso di lui con il coltello e taglio la corda, i suoi polsi hanno preso un colore violaceo. Riesco a tirarlo via e a nasconderlo con me dietro i cespugli. Dopo qualche secondi i favoriti compaiono al loro rifugio, cerco nello zaino lo yo-yo, è il momento di mettere in atto il mio piano, se non lo faccio ora, non ho più speranze.

-Bart! È scomparso!- urla una ragazza

-Dannazione! Ti avevo detto di stargli dietro, idiota!- sputacchia un ragazzo alto, prende per il colletto un altro ragazzo e gli pianta un coltello nello stomaco. Il colpo di cannone ci fa sussultare, ora o mai più. I due tributi che hanno parlato prima si chiamano Bart e Cissy, sono del distretto 1. Si allontanano in fretta dal campo e senza pensarci un secondo di più dico a Louis di scappare e tiro i due fili degli yo-yo. Li lancio sull’accampamento, ci sono solo tre tributi lì vicino, che realizzano troppo tardi. Lo scoppio è assordante, io e Louis ci copriamo le orecchie. Scappiamo via cercando di lasciarci dietro i continui scoppi che sentiamo, i colpi di cannone si confondono con i colpi delle mine esplose, potrei giurare che ne avessero delle altre lì, il che ha avviato una reazione a catena.

Ci accampiamo il più lontano possibile, se non abbiamo ancora ricevuto nessun avviso vuol dire che qualcuno è ancora vivo e che presto verranno a cercarci.

-Allora possiamo davvero farcela?- rompe il silenzio Louis

-Credo di si.- rispondo io. Penso a casa, le possibilità che io e Louis possiamo tornarci si fanno più vive, penso a Katniss, se io mantengo la mia promessa di riportaci a casa, lei manterrà la sua?

Dico a Louis di dormire, resterò io sveglia a fare il turno di guardia, e poi mi piace vederlo dormire, sembra quasi un angelo. I quattro volti scorrono in cielo: la  ragazza del 2, il ragazzo del 3, il ragazzo ucciso da Bart del 6 e infine il ragazzo dell’8. Resta una sola coppia, quella del distretto 1, Bart e Cissy lotteranno con tutte le loro forze pur di ucciderci e vincere, non posso biasimarli.

 

 

 

 

 

 

Il cerchio si stringe, restano solo 5 tributi:)

E, non date tutto per scontato, i colpi di scena 

non mancano mai. :P

Hope u like it:)

 xx -g

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13

Sono rimasta tutta la notte sveglia a sentire i rumori della foresta, ogni tanto Louis si è svegliato per tentare di convincermi a dargli il cambio, ma ho rifiutato e l’ho costretto a dormire. Aver fatto saltare in aria l’accampamento dei favoriti ci ha permesso di passare una nottata tranquilla, la temperatura però si era abbassata moltissimo, tanto che Louis aveva cominciato a tremare nel sacco a pelo, e pur di non sentirgli sbattere i denti ho tolto la mia giacca e gliel’ho data. La fame continua a farsi sentire, ho cercato di attenuarla sorseggiando dell’acqua ogni tanto, ma come risultato ho solo svuotato metà della borraccia. Mentre Louis dorme ancora riempio le due boracce, tornando al nostro rifugio raccolgo qualche erba, resto un po’ a ciondolarmi nell’erba, mi butto letteralmente a terra con le braccia aperte, quel profumo mi ricorda le mattinate con mio padre, mi mancano terribilmente, la vicinanza di Louis, il suo aspetto che ricorda tanto i ragazzi del mio distretto mi riporta a casa ogni volta che lo guardo a fondo. Quei suoi occhi azzurri mi ricordano il lago, se ci penso un brivido mi pervade, quell’acqua che è sempre fredda e chiara. L’unica cosa che non mi spiego è il perché Louis non abbia una ragazza, dopotutto è un bel ragazzo, non ho mai fatto caso a lui, non abbiamo mai parlato, l’unica volta che abbiamo interagito è stato quando a scuola ci hanno chiesto di cantare, era una canzone particolare, e la conoscevo solo io, così hanno allestito una specie di teatrino, io ho cantato e Louis ha suonato la chitarra, è l’unico ad averla e saperla suonare in paese. Eravamo molto piccoli, ma ricordo di essermi soffermata a lungo sui suoi occhi mentre cantavo. Sono così affollata di pensieri che non ascolto il fruscio nell’erba, qualcuno è intorno a me. Metto le erbe in tasca e le borracce a tracolla. Non ho portato armi con me, se non il coltello, ma è piccolo e non ci ucciderei nessuno. Mi guardo intorno e prima  che possa completare il giro mi ritrovo un coltello puntato nella schiena.

-Non muoverti.- una voce maschile scandisce bene le due parole-Ora andiamo a prendere il tuo amichetto, dov’è?-

-E’..è lì- mento indicando la parte opposta al nostro rifugio, devo trovare un modo per sfuggirgli prima che possa accorgersi che gli ho mentito. Emette un grido soffocato e mi ricade addosso. Mi giro e Louis ha l’arco in mano.

-Questo, non lasciarlo mai.- dice lanciandomi l’arco, lo prendo e lo imbraccio. Il cannone spara qualche secondo dopo e prima che arrivi l’hovercraft io e Louis torniamo al rifugio.

-Grazie.- mormoro prendendo le nostre cose, lui scuote la testa.

-Senza di te non vado da nessuna parte.- dice, mi prende il viso tra le mani, resta a fissarmi, sono io ad alzarmi verso di lui e baciarlo. Ne sono certa, provo davvero qualcosa per lui, e devo fare di tutto per riportarci a casa, lo devo fare per me, per lui, ma anche per Katniss, voglio che mantenga la sua promessa e torni a casa.

Siamo indecisi se aspettare che ci trovino e cercarli, siamo rimasti in quattro, due coppie. Passiamo tutta la giornata al nostro rifugio, ho cacciato per qualche ora e sono riuscita a prendere un coniglio, almeno oggi il nostro stomaco la smetterà di brontolare. Controllo la ferita di Louis, è molto migliorata da quando ho messo quella specie di crema, ne metto dell’altra e cambio le bende. La notte arriva in fretta e la temperatura scende, Louis ricomincia a tremare e gli porgo la mia giacca. Mi metto a canticchiare la canzone che cantai insieme a Louis a scuola. Il motivo è molto semplice e quando ho finito lo sento ancora, non sono io a cantarlo, è qualcosa in cielo. Alzo gli occhi, mi chiedo se sia un brutto scherzo degli strateghi, ma poi la vedo, guardo la mia spilla per esserne ancora più sicura, ma non mi sono sbagliata, è una ghiandaia imitatrice. È appollaiata sull’albero a ripetere le note, mi lascio scappare un sorriso.

Il mattino arriva molto presto e con Louis decidiamo di metterci in cammino e di tornare all’accampamento dei favoriti, non ci mettiamo molto e quando arriviamo ci spingiamo verso il centro della distesa di erba, ci sono ancora le tracce dello scoppio delle mine, ma sembra tutto tranquillo. Ci giriamo intorno e intanto mettiamo le armi in mano, non sia mai che abbiano voluto tenderci una trappola. Sentiamo una voce maschile parlare.

-Ehi Cissy, sono andato a caccia ma non ho trovato niente, tantomeno quei due.- lo riconosco, è la voce di Bart

-Non preoccuparti, vinceremo noi!.- dice fiera la ragazza, io e Louis ci guardiamo e andiamo a nasconderci dietro gli alberi, avvertiamo un fruscio nella direzione in cui abbiamo sentito le voci. Dopo qualche secondo dagli alberi spunta Bart, è disarmato. Prendo l’arco e metto la freccia, sarei pronta a colpire. Dico sarei perché la mia mente si riempie di pensieri, ucciderlo in questo modo è orribile, anzi il solo uccidere lo è. Questo gioco ci trasforma in degli assassini. Mi soffermo, non voglio tirare di nascosto ed esco allo scoperto. Bart si gira subito nella mia direzione e Louis è dietro di me.

-Cissy!- non perde tempo a chiamare la sua compagna, non posso più pensarci, tiro la freccia e lo colpisco. La ragazza spunta da dietro gli alberi correndo.

-Bart!- il suo grido invade l’arena, un urlo disperato. Si butta a terra e prende il viso del ragazzo tra le mani.-Non lasciarmi,no! Noi dobbiamo vincere!- le lacrime soffocano le sue parole

-Ti..ti amo.- mormora lui, dopo un paio di secondi il cannone spara. La ragazza gli chiude gli occhi e lo abbraccia piangendo. Un pianto isterico, continua a chiamare il suo nome. Resto immobile a guardare quella scena, cerco di scacciare le lacrime. Volevano vincere, erano innamorati anche loro, sventurati come me e Louis, come Katniss e Peeta, destinati a farci la guerra, ma ci hanno dato la possibilità di vincere in due, e ho appena portato via questa possibilità a Cissy e Bart, è questo il gioco, questi sono gli Hunger Games, non devi avere rimorsi per quello che fai, ma una cosa è certa, ad ogni modo, ti sarai macchiato del sangue di qualcuno.

La ragazza si alza e Louis va verso di lei per portarla via ma lei reagisce in un altro modo. Il cuore d’oro di Louis non serve, prende la lancia  e la punta verso di me. Io posiziono un’altra freccia. A dividerci c’è Louis.

-Scegli, se vuoi uccidere me, dovrai uccidere anche lui!- dice in modo rabbioso, con in mano la lancia puntata verso di me, Louis è a pochi passi da lei, è disarmato. Il rumore dell’hovercraft la distrae, prendo l’occasione per tirare la freccia. La freccia la colpisce, ma non prima che lei sia riuscita a tirare la lancia, colpendo la spalla di Louis. Sgrano gli occhi e corro verso di lui, il cannone spara, non so a chi sia rivolto il colpo. Louis è a terra con gli occhi chiusi, non riesco a sentire se il suo cuore batte o no. Comincio a piangere, strattono Louis, ma lui sembra inerme.

-No Louis, non lasciarmi!No!- dico con la voce rotta dalle lacrime, ho paura che siamo morto, ho paura di averlo perso, di non aver mantenuto la promessa di riportarci a casa. Perché senza di lui non sono niente adesso, preferirei morire piuttosto che restare viva, soffrirei più da viva che da morta. Altri due hovercraft vengono giù.

Ricordo solo di essere stata caricata su e di aver sentito Templesmith dire qualcosa.

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 - Fine. ***


Capitolo 14

 

 

Voci, un mucchio di voci si affollano nella mia testa. L’ultima, forse la più vivida è quella di Cissy, e un’ immagine, un ragazzo ucciso, i suoi occhi azzurri, profondi, in cui credo di essermi persa un mucchio di volte negli ultimi giorni. Apro gli occhi, riconosco subito il locale, è una stanza d’ospedale, sono certa di trovarmi ancora a Capitol City. Giro la testa e su un piccolo comodino bianco vicino a me c’è un vassoio con del cibo. Ma il mio primo pensiero è Louis, è davvero morto? Non ricordo moltissimo, se gli è successo qualcosa, non potrei mai perdonarmelo.

-Ben svegliata Eloise.- una voce femminile fa irruzione nella stanza.

-Katniss..- sussurro io, lei mi sorride. -Quanto ho dormito?-

-Un giorno, più che altro eri scossa, non avevi molte ferite per fortuna.-

-Louis dov’è?- chiedo, una parte pessimista della mia mente mi dice che è morto, l’altra dice che potrebbe essere vivo.

-Ne parliamo più tardi Eloise, ora dormi.- risponde mentre sta per alzarsi.

-Ho dormito abbastanza.- dico fredda bloccandole il braccio. Lei sospira, ha gli occhi lucidi.

-Dicono che hanno provato a fare di tutto ma non c’era più niente da fare, quando è arrivato qui aveva perso troppo sangue.- le sue parole mi colpiscono come proiettili. Resto immobile a fissare i fili collegati al mio braccio e comincio a piangere. –Mi dispiace.- sussurra lei. Mi rifugio nelle coperte e chiudo gli occhi cercando di soffocare le lacrime. È morto, mi ha lasciata per sempre. Vorrei morire adesso, ma qui a Capitol City è anche vietato suicidarsi. Sogno i suoi occhi e le ultime cose che mi ha detto.

Quando mi sveglio mi sento stranamente bene, che non fosse stato tutto un brutto sogno? Peeta e Katniss arrivano insieme nella stanza e mi guardando.

-Come stai?- chiede Peeta

-Stranamente bene..nonostante quello che è successo.- dico

-Lo so, dispiace a noi quanto a te, ma questi sono i giochi, perdi spesso le persone che ami, l’importante ora è andare avanti.- già,facile per voi parlare, li avete già superati. Mi limito ad annuire.

Nella stessa giornata mi dimettono e Portia giunge pimpante da me dicendo che è il momento di prepararmi per l’intervista e la successiva incoronazione. Cosa c’è da essere felici? Sono appena morti 23 ragazzi e io sono qui, sopravvissuta. Dovrei esserlo anche io ma non ci riesco, Louis è morto, la felicità è lontana da me anni luce. Mi rifocillo a pranzo e nel pomeriggio Portia mi aiuta a vestirmi per l’intervista, il vestito che indosso ora è verde, arriva fin sotto le ginocchia, è molto semplice, dalla vita in giù somiglia ad un tutù sgonfio con dei piccoli diamantini sparsi, mentre sopra è fatto di raso, sempre verde. Come scarpe Portia ha scelto un paio di ballerine nere con dei lacci che arrivano alle ginocchia, stile ballerina, decisamente orribili a parer mio, ma lei non vuole sentire scuse. I capelli sono lisci e sciolti sulle spalle e il trucco è molto leggero.

-Dov’è la mia spilla Portia?- lei sobbalza alla mia richiesta.

-Ehm..hanno espressamente chiesto di non fartela mettere.- sussurra

-Cosa? Io avrò quel simbolo, anche a costo di doverla tatuare.- dico cercandola tra le mie cose. Appena la trovo mi guardo allo specchio cercando un posto strategico dove posizionarla, infine decido di metterla sulla vita, a destra. Non nasconderanno la ghiandaia imitatrice, non la uccideranno. Guardo il vestito, verde, verde speranza, la speranza di ogni tributo di tornare a casa, quella di ogni genitore di rivedere i proprio figli, la speranza che un giorno tutto questo finisca. Speranza, questo rappresentava Katniss, questo rappresento io oggi.

-Sei bellissima.- dice Katniss osservandomi. Mi prepara qualcosa da dire per l’intervista, mi ricorda però di non dire niente su di lei, la questione sulla sua “liberazione” è ancora aperta con Snow, ma ci sono buone probabilità che la lasci tornare a casa.

Diverse ore dopo sono con Peeta dietro le quinte, tra pochi secondi dovrò entrare. Caesar mi annuncia, è il momento di entrare, faccio un lungo sospiro e mi dirigo verso il palco. Rischio quasi di rimanere accecata dalle luci e assordata dagli applausi del pubblico. La gente urla, applaude, ride e batte i piedi. Sono entusiasti di vedere la vincitrice.

-Eloise Hawthorne!- grida Caesar prendendomi la mano e alzandola, mi sforzo di sorridere. Mi invita a sedermi e dopo aver fatto un inchino verso il pubblico mi siedo.

-Allora Eloise! Una vittoria spet-ta-co-la-re!- scandisce le parole Caesar. –Innanzitutto, a chi dedichi questa vittoria?-

-A mio padre, è grazie alla forza che lui mi ha dato che sono arrivata fin qui.- dico, il pubblico applaude.

-Tutti sappiamo però che per vincere gli Hunger Games bisogna affrontare la morte di altri tributi, abbiamo visto il rapporto che c’era tra te e l’altro tributo del tuo distretto, cosa hai provato quando hai saputo che era morto?- gli piace girare il dito nella piaga per fare spettacolo, ma devo rispondere.

-È stato molto triste..anche perché sapevamo di poter vincere entrambi.- lui sospira e annuisce.

-Questi sono i giochi cara, ma la cosa fondamentale è che tu sia qui, hai vinto anche per lui, per la tua famiglia e il tuo distretto, saranno fieri di te.- io annuisco. L’intervista termina e dopo avermi nuovamente annunciato Peeta viene a prendermi per portarmi alla cerimonia d’incoronazione. Sono tesissima adesso, ma ho un pensiero fisso, tutto questo è strano, sembrerebbe quasi organizzato. Guarda caso, nell’unica edizione in cui i giochi prevedevano due vincitori, uno dei due muore. Non può essere un caso, una coincidenza, è troppo strano, troppo perfetto per Snow. Durante il tragitto ne parlo con Peeta e Katniss, loro cercano di tranquillizzarmi, ma Katniss sospetta quanto me. Concludiamo il discorso mentre salgo per la cerimonia.

Il pubblico qui fuori grida più forte ed è più entusiasta. Snow è vestito come al solito, solita rosa bianca ed espressione da vecchio burbero. Dietro di lui un uomo tiene un cuscino con la corona.

-Complimenti signorina Hawthorne.- mi dice prendendo la corona. –Anche per il bel vestito, un bel colore devo dire.-

-Grazie, il verde rappresenta speranza, sa?- rispondo mentre mi poggia la corona sulla testa.

-Già, speranza, attenzione però, la speranza può essere pericolosa.- sussurra, e si allontana da me. Cosa avrà voluto dire? La cerimonia finisce in fretta e in poco tempo mi ritrovo sul treno che mi riporterà nel distretto 12. Effie e Peeta sono con me sul treno, mentre Katniss è rimasta a Capitol City, ma mi ha promesso che tornerà, prima vuole informarsi se davvero Louis è morto oppure è tenuto prigioniero. L’ipotesi potrebbe sembrare impossibile, insomma, che motivo c’era di catturarlo se erano previsti i due vincitori? Peeta mi dice che potrebbe essere possibile che Snow abbia fatto una cosa del genere, è convinto che questa edizione abbia ricordato troppo la settantaquattresima. Continuo il viaggio sul treno dormendo per un intero pomeriggio e rifocillandomi di schifezze varie a cena. Devo cercare di rimettere su qualche chilo, nel distretto 12 tornerò a fare la fame poi. Il viaggio di ritorno dura poco quasi quanto l’andata, ma adesso è diverso, riesco a goderlo di più, niente ansia, niente preoccupazione, so già quello che mi aspetta adesso. In un momento di malinconia prendo un foglio e comincio a scrivere una lettera indirizzata a Louis, so che forse per come stanno ora le cose non la leggerà mai, ma mi auguro che lui sia vivo davvero; gli racconto di tutto quello che sto provando, ogni piccola sensazione la racchiudo in questo foglio, mi manchi Louis.

Arriviamo nel distretto 12, riconosco tutto del posto in cui sono nata, alberi, case, pali della luce e persino l’erba dei prati. Finalmente sono a casa, tra la mia gente, dalla mia famiglia. Io, Effie e Peeta scendiamo dal treno dove un mucchio di gente mi aspetta, oggi non si lavora, oggi è la giornata in cui si celebra il vincitore, il sopravvissuto ai giochi, che ha portato onore al distretto, che ha mostrato di essere più forte degli altri. E sono io. Saluto tutti sorridendo, è un sorriso sincero qui, non come quello che mi sforzavo di tenere a Capitol City, lì non ero felice, qui lo sono, qui sorrido perché è casa mia. Mi portano al palazzo di giustizia e lì Peeta ed Effie mi annunciano. La piazza è in subbuglio, sono tutti felici e orgogliosi di me, tra la folla scorgo la mia famiglia, mio padre mi sorride fiero di me, prima di andare da loro però devo aspettare tutte le celebrazioni ed è una vera tortura, ma quando finalmente posso riabbracciarli è una liberazione, tutto quello che ho tenuto dentro in questi giorni viene fuori in lacrime di gioia versate sulla camicia di papà. Lui si complimenta con me miliardi di volte, si vede che è fiero di me, e io ho vinto anche grazie a lui e a tutta la forza che mi ha dato. Torno a casa seguita da un mucchio di persone che si complimentano con me, ma appena entro in casa e sento quel profumo così familiare vado in camera mia e mi lascio cadere sul letto. Quando si dice casa dolce casa.

In serata viene a trovarci zia Prim e non posso fare a meno di raccontarle di Katniss, lei è felicissima e dice che in cuor suo sapeva che sua sorella fosse viva. Le racconto di Louis e dei sospetti che ho sulla sua morte, tutti quanti cercano di tranquillizzarmi e mi chiedono di godermi quello che mi aspetta adesso, senza pensare al passato, spero di riuscirci. Prima di andare a dormire svuoto le valige e da alcuni vestiti viene giù un bigliettino. Dopo aver rimesso a posto lo apro, credendo che sia la lettera che ho scritto a Louis, ma mi sbaglio.

 

Sono vivo. L

 

È scritto a mano con una calligrafia allungata che riconoscerei tra mille, l’ho visto milioni di volte scrivere, è la sua calligrafia. Allora non mi sbagliavo, le mie preghiere si sono avverate; eccola, la speranza. Ma Snow ha ragione, la speranza è bella, ma può essere anche pericolosa. Ma sia io che Katniss abbiamo rappresentato la speranza, un pericolo per lui e Capitol City.

Noi siamo più forti però, perché la speranza è l’unica cosa più forte della paura.

 

 

 

 

 

 

 

 

Writer's corner.

Concludo questa fan fic dopo mesi e mesi, scusatemi ma non riuscivo a trovare una 

conclusione decente, una che mi piacesse. Questa devo dire che, anche se a metà, 

mi piace più delle altre. Sono in piena crisi per gli esami di qualifica, possa la buona

sorte essere a mio favore in questa settimana di fuoco. Ora vi lascio, SPERO che 

tutta la fan fiction e soprattutto questo finale un po' così vi piacciano, in ogni caso

io ci ho messo il cuore a scriverla. Un super-iper-mega-ultra-galattico grazie a 

tutti voi che mi avete scritto recensioni e mi avete indotto a continuare, e soprattutto ad 

Eugenio che ha pazientemente aspettato per più di sei mesi questo agognato finale.

Grazie di nuovo a tutti e a presto:3

.g

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