Sangfroid

di TerryWolf
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Crazy Irish Pub! - Cap 1 ***
Capitolo 2: *** Funny Star - cap 2 ***



Capitolo 1
*** Crazy Irish Pub! - Cap 1 ***


Capitolo 1

 
 
I vetri delle finestre principali del Pub I Told You so” si appannarono di scatto mentre mi apprestavo a finire la lucidatura : roteai gli occhi dall’esasperazione ma non ebbi il tempo di pronunciare oscenità che un odorino invitante mi sedusse dalle narici del mio naso. Per forza , era l’ora della merenda, un evento che avrebbe fatto felice i bambini : come predetto, Ellen e Leonel scattarono da dietro le mie spalle e per poco non fecero cadere l’acqua del secchiello. Quello che avevo davanti era il solito dejavù giornaliero : i sorrisi beffardi e affamati dei gemelli non cambiavano di una virgola ; Ellen però rispetto al fratello era una bimbetta educata e mentre stava seduta al tavolino non la smetteva di muovere le gambe esili come una cagnolina che faceva le feste. Leonel con i suoi capelli a scodella biondo platino e i suoi occhi blu, sembrava uno di quei bimbi predestinati a un futuro da modello o attore, senza tralasciare niente alla sorellina, con la sua dolce chioma bionda ramata e liscia come la seta. Gemelli diversi sui sette anni, di una bellezza spietata mi sorridevano da lontano, in attesa del mio arrivo per lo spuntino.   
-Qualcosa mi dice che non sono normali.- mi dissi fra me e me , scostando i miei capelli ondulati dalla visuale : come mi definivano loro, io sembravo una folletta , con capelli di un castano chiarissimo quasi rosso ,dagli occhi verdi e la carnagione chiara contornata da lentiggini ; non ero nemmeno tanto alta per avere 24 anni. Beh, esistevano le scarpe coi tacchi per questo , no? Feci una risatina amara pensando a me in versione donna modaiola … No, non faceva per me quello stile. Trasportata da quel profumo croccante mi accostai vicino a Ellen che intanto contava le figurine della loro fantomatica collezione :
-Che mania vi è presa stavolta?-  commentai sarcastica.
-Draghi!- risposero all’ unisono come gemelli di film spettrali, era buffo pensarlo.
-  Ehi Lex, vuoi vedere il mio Draco occidentalis magnus ? – esclamò il biondino che passò la figurina attraverso la sua Play Station Portable : il drago si materializzò nello schermo come se fosse vivo, insomma.
- Gesù, fin dove sono arrivate le tecnologie oggi?!-
- Vecchia, non sai nemmeno usare il touchscreen! – rispose di rimando.
-Io ai miei tempi manco l’avevo un cellulare!-
- Ecco, parli come una vecchia!-
- Leo, piantala, altrimenti il tuo turno con la psp me lo prendo io, così gioco il doppio!- intervenne la saggia Ellen.
-Tsk, un giorno cavalcherò un drago!!- disse deciso il fratello.
Oh, ecco che arrivò con i vassoi, ci aveva messo parecchio! Le sue labbra carnose si piegarono in un sorriso e i suoi occhi azzurri come il ghiaccio si rivolsero a me in tono implorante: - Scusami se ho interferito con il tuo lavoro, Lex! Il forno era terribilmente caldo e…-
-Non importa Neeva, tu sai sempre ripagarmi con le tue leccornie.-
Sentii la mia saliva aumentare drasticamente alla vista di quei waffles appena sfornati che affogavano in un lago di crema al cioccolato.
I corti capelli neri di Neeva la facevano sembrare mascolina ma per me era un gran donna e anche una bravissima cuoca. Aggiunse sul tavolo anche una bomboletta di panna montata e una brocca di succo di arancia rossa… Il mio  preferito. Feci dondolare un po’ il bicchiere, era una strana sensazione vedere quel liquido: così rossiccio, di un odore forte e elettrizzante, sembrava il colore del sangue ; anche i gemelli ne andavano matti. Con Neeva che aveva trenta anni e ne dimostrava dieci in meno, mi sentivo proprio in una comunità di vampiri, ahah.  Il Pub era momentaneamente chiuso, nessuno sarebbe passato alle cinque del pomeriggio di un sabato autunnale , e mi andava benissimo così: l’amore materno che dimostrava Neeva per i bimbi mi faceva commuovere… Eppure, non era la loro vera madre. Ellen e Leonel erano stati trovati dalla mia amica sette anni prima davanti alla sua porta di casa, piangenti in un fagottino come orfanelli da film.   Di loro ne era rimasto solo un biglietto anonimo con il solito messaggio strappalacrime da parte del genitore indegno e l’indicazione dei nomi : ciò era stata una fortuna, almeno quella, perché Neeva non era molto fantasiosa ,  li avrebbe chiamati nei modi più assurdi, come Wito e Gwendoline, tanto per citare. Orribili.  Da brava modesta continuava a negare che non sarebbe mai stata una buona mamma,  si era predisposta più a rimanere zitella a vita e l’amore le faceva schifo … qualcuno le aveva spezzato il cuore quando era adolescente, ma non me ne aveva mai voluto parlare. Da vera tosta com’era, sarebbe stata capace di aggredirti dietro l’angolo con una massa da baseball nei momenti critici  : in passato era stata famosa  come la ragazza più cruenta di tutta la scuola , ma in cuor mio, sapevo che non era vero. C’ era da aggiungere che quei bambini l’ avevano benedetta. E io sognavo di essere come lei , ma non avevo le palle : tutto quello che sapevo fare era allenarmi a cucinare dolci e sperare in un futuro di pasticcera d’ elitè sin da bambina, avevo sempre amato i dolciumi e in questo non risparmiavo il mio povero stomaco ; ciò spiegava perché ero abbastanza in carne e non con un fisico da grissino come le modelle da passerella , ma a me non importava.  Finito la merenda, mi misi a lavare i piatti sporchi rimasti per poi dedicarmi ad allestire i tavolini per la sera: ci sarebbe stata una serata di DJ e karaoke che equivalevano al casino totale.
-Tra poco si avvicina Halloween , e noi dobbiamo essere i migliori mostriciattoli di almeno, tutto il quartiere. – raccontava entusiasta Leo:
- Mamma, per quest ’anno mi compri il vestito da Dracula?-  
-Oh, per fare colpo sulle femminucce , vero? – strizzai un occhio.
-No, perché ho scoperto di essere davvero speciale!-
-Ma tu lo sei sempre stato, tesoro.- commentò ironica Neeva baciando quel caschetto di capelli biondi. 
-Ma ho i super poteri!!!- 
Io e Neeva ci mettemmo a ridere pensando nostalgiche alle nostre illusioni infantili. Leo girò sui tacchi e se ne andò offeso , ma anche in quello stato era troppo carino. Ellen invece andò ad aprire la porta dalla quale  da almeno una decina di minuti si sentiva il suono assiduo del campanello che non avevamo notato : ecco lì che spuntò Rowan, il nostro caro DJ. Negro, muscoloso e col sorriso sempre sulle labbra, avrebbe potuto benissimo fare il personal trainer o che ne so, giocatore di Rugby o bagnino; nonostante tutto aveva seguito la sua passione sfegata della musica in generale, aveva fatto bene. Quando lavori a braccetto con il tuo hobby preferito, non sembra nemmeno che stai lavorando, ti diverti e basta. Appena si avvicinò al banco gli diedi un batti cinque e gli offrii un po’ di whiskey e nocciola:
-Sono pronto anche per stasera!-
- Ro, hai programmi per Halloween?- 
- Ehm, no perché? Oh, no. Non mi starai chiedendo di…-
- Puoi portare a spasso i gemelli per favore?- chiese persuasiva Neeva.
-Siamo alle solite!!- roteò gli occhi e fischiò per chiamare qualcosa o qualcuno. Improvvisamente scese dalla sua Jeep un pastore tedesco australiano da mozzare il fiato, almeno per me. Fece le feste a tutti e i bambini gli si attaccarono come cozze tanto che volevano strapazzarlo di coccole : il cagnone si accorse di me e mi saltò addosso , aveva sentito la mia mancanza, si vedeva:  
- Akira , per favore, non mi rovinare il vestito da lavoro!!!- esclamai mentre mi leccava dappertutto.
-Sarebbe corso per tutta Dublino a cercarti oggi! – rise Rowan.
Purtroppo con le attività del pub non avevo mai tempo da dedicare al cane di mio nonno , tornavo a casa sempre stremata per i turni di notte : Rowan lavorava da noi una volta a settimana e perciò lo teneva lui al campo di addestramento di suo padre …. Senza il suo aiuto non avrei mai mandato avanti la promessa fatta a nonno Loughlin . Erano 7 anni che conoscevo Akira , ormai avevo instaurato un rapporto indissolubile ; il suo nome era di originario dal Giappone perché mio nonno era appassionato di quella grandiosa cultura, aveva influenzato anche me!
-Ro, sai bene che non possiamo tenerlo con tutto quel casino che faranno stasera. – esclamai : - Neeva mi licenzia se lo terrò qui!-
-Appunto!- sorrise beffardo, con i suoi occhi scuri  puntati verso Neeva.
- E’ un ricatto!!! –
-Se fai tenere il cane qui per stasera, io il prossimo sabato di Halloween tengo i gemelli. Semplice, no?-
-Ricattatore!!!- rispose secca Neeva : - Un cane che gironzola attorno non sempre è molto gradito dai clienti. –
- Andiamo, è Akira stesso ad avermelo chiesto. Vuole stare un po’ con Lex. –  
- Per Giuda ballerino , accetto, ma ad una condizione! –
- Sì?- roteò gli occhi il negro.
- Per stasera darai una mano a sparecchiare i tavoli prima della chiusura.-
- Ai vostri ordini, mie Signore. – fece un inchino scherzoso e andò a sistemare il piccolo palcoscenico e controllò i riflettori.  
- Wow, come una vera disco.  Se esce  la musica House faccio saltare la corrente!- minacciai il mio amico scherzosamente mentre dedicavo tutte le mie attenzioni ad Akira .  Notai però che mentre lo accarezzavo, il mio cane aveva lo sguardo altrove … Direi preoccupato, verso il grande riflettore ; per distrarlo lo portai fuori nel cortile in compagnia di Elly e Leo .Bene , era l’ora di rimboccarmi le maniche ! Girai il cartello da “chiuso” ad “aperto” e accesi l’insegna luminosa come solevo fare i sabato sera.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Funny Star - cap 2 ***


Capitolo 2

 
Il suo arrivo a Dublino fece traboccare l’acqua dal vaso di Dio, ma non ci face caso : la pioggia era sua amica; quante volte aveva passato attimi della sua vita a riflettere con essa? Quante volte aveva sentito rompere la sua solitudine con quel rumore familiare? Tante.  Tirò un sospiro di sollievo alla vista delle luci colorate della grande capitale, il carburante della sua Alfa Romeo era andato a farsi fottere lontano chissà da quante miglia da lì ; il pericolo era la sua sfida preferita.  Quale modo migliore era più semplice di mischiarsi fra la gente dei pub affollati per non dare troppo nell’occhio? I graffi delle sue lotte contro bestie selvatiche sgocciolavano un po’ , ma lui era distratto dalla nuvolette di vapore che riusciva a produrre  dalla sua bocca per l’aria fredda : fece un lieve sorriso al ricordo della sua infanzia felice e trovò il coraggio di entrare nel primo pub che gli capitò a tiro. Come ci si aspettava dal sabato sera , la gente intorno si stava divertendo da matti da almeno qualche ora; storse il naso al sentire la musica pop entrare nelle sue povere orecchie :
-No, no, il metal è il migliore! - 
Fece largo tra la folla per scambiare quattro paroline con quel negro laggiù, ma il suo stomaco ebbe la meglio.
La testa gli pulsava terribilmente, doveva ricaricarsi con qualcosa da mettere sotto i denti e qualche buona birra : si lanciò al banco, seduto composto su uno sgabello rosso che si contrastava dal nero tetro del suo abbigliamento , da vero metallaro. Quando  alzò lo sguardo, si accorse che una ragazza dal viso contornato di lentiggini lo stava fissando con aria preoccupata come se provenisse dall’ Inferno.
-Che hai da guardare?!- domandò seccato.
-….Tieni, cerotti di tutte le misure , offre la casa! –
- Tsk, non ho bisogno di questa roba appiccicosa per stare meglio.-
La barista sbuffò come se stesso pensando: “Ohoh, ecco che arriva il cliente difficile di stasera!!”
Ordinò due sandwich con tonno e maionese , abbinati a un bicchiere di birra Guinnes. Il ragazzo alzò la sua bibita verso la luce : il liquido da scurissimo divenne di un color rosso rubino, come il sangue che aveva visto fin troppe volte in vita sua. Un giorno li avrebbe sterminati tutti …. Quei dannati vampiri. Mandò giù la rabbia bevendo avaramente. Quella sottospecie di elfo non riuscì a trattenere una risata : ma per chi l’aveva scambiato, per un clown forse?
-Hai della schiuma addosso al viso. Sembri un Babbo Natale fuori stagione. –
-Maledetta  Guinnes!- si ripulì in fretta.
- Non sei di queste parti vero? Hai un accento del Nord …-
- Senti, Spiritello dei miei stivali, non sono affari tuoi!!-
-Modera i toni o ti spacco il tuo bel faccino! Bel soprannome, ma preferisco Lex. –
Adesso questa Lex aveva cominciato a scaldarsi. Perfetto. Due teste calde che non avrebbero migliorato la situazione.
-Sei abituata ad attaccar briga , eh? –
sorrise malizioso alla sua simile ; lei roteò i suoi occhioni verdi verso il lavandino :
-E’ il mio più grande difetto, sono irascibile. -  ,  si  distrasse per lavare il piatto dei sandwich: -Non mi capita nemmeno di dare troppa confidenza agli sconosciuti, pensa te. Sarebbe educato ricordarsi il nome del proprio nemico. –
- Certo, vuoi anche il mio numero, Cappuccetto Rosso? – fece una risata amara, nel suo nuovo ruolo del lupo cattivo : - Mi chiamo Percival. Percival Lovelock.-
- Il cognome dice tutto quindi. – sorrise Lex.

______________________

 
Il mio fu un sorriso forzato, la solita tattica del buon viso a cattivo gioco: l’idea che stessi flirtando senza volerlo con quel tizio mi diede i nervi, dovevo svignarmela e in fretta. Ma c’era qualcosa che mi costringeva a restare ; i suoi occhi grigi come la strada ( dove avrei voluto tanto sbattergli giù quell’ espressione irritante)  mi risucchiavano come una calamita e i suoi capelli scuri spettinati mi imploravano di darci un bel taglio prima che il loro padrone avrebbe potuto assumere l’aspetto di un
 esaltato.   
-Fanno 10 euro.- dissi gelida.
Colsi in Percival uno sguardo sorpreso :
-Così tanto?-
- Se dobbiamo avere le Guinnes  direttamente dalla fabbrica, sì. –
- C’è per caso una sala da biliardo in questo postaccio? –
- Ehi, non cambiare discorso!!!  Comunque, sì, là in fondo in quella porticina vicino al DJ. -
- Perfetto.- fece per andarsene.
- E IL CONTO?!- urlai.
-Pago dopo. – mi fece la linguaccia ; che tipo, l’avrei preso a calci là in mezzo. Spostai il mio sguardo verso Rowan che si esibiva da rapper intorno a delle ragazze carine che stravedevano per lui, quasi invidiavo il suo divertimento.
Neeva era presa a servire ai tavoli seguita a ruota da Ellen , così graziosa che i clienti ne rimanevano affascinati e di tanto in tanto non risparmiavano dei complimenti alla “mamma” . La mia amica  stava a suo agio , parlava con chiunque e che parlantina! Ecco da chi aveva preso il vivace Leonel , che nel frattempo si divertiva a giocare con il mio cane : incredibilmente riusciva a sopportare le sue manie da sceneggiatore.
 Finito il mio turno dopo le mezzanotte, uscii nel cortile per raggiungerli e sistemai una cassa delle birre all’ingiù per farmi una sedia :
-Come va la vita?-
- Stiamo giocando a Last Wolf!-
- Suppongo che sia uno dei tuoi tanti videogiochi.-
- No, me lo sono inventato io! – legò le braccia, da vero duro: - Akira è l’ultima specie di lupo rimasta al mondo nel 2999. –
- Oh, che fantasia spettacolare! – sorrisi divertita.
Alzai gli occhi al cielo scuro, così belle, le stelle brillavano di luce propria: avrei voluto tanto essere come loro e rompere il ghiaccio nella mia vita monotona, ci sarebbe voluto qualcosa di speciale come….
Una stella cadente?!?
Guardai stupita  quella scia di luce andare in periferia , quasi non mi morsi la lingua dalla sorpresa. Stelle cadenti in autunno inoltrato?
Pazzesco!!  Sarà stato il fatto che avevo lavorato troppo o che mi ero arrabbiata con Percival tanto da sprecare le mie energie , che improvvisamente in quel momento mi sentii debole e assonnata : fu un colpo di sonno davvero bizzarro.
Mi svegliai di soprassalto come se avessi dormito un eternità e ci fu l’orologio del corridoio a confermarmelo : erano le due di notte… Gesù, mi ero persa davvero tanto! Il pub cominciava a svuotarsi  prima della chiusura vera e propria , mi sentivo uno schifo, avevo commesso una distrazione da Guinnes!!
Andai a sbattere contro Neeva che sembrava non essersi accorta della mia assenza : - Tutto bene ? Vado sul classico: dalla tua faccia sembra che hai visto un fantasma.-
-Ho dormito quasi due ore al lavoro, ti sembra normale? –
In quel momento ci passò davanti una persona con una macchina fotografica gigantesca : aguzzai la vista , era un giapponese ; spalancai la bocca, non capitava tutti i giorni di vedere asiatici in giro per l’ Irlanda.
-Oh, l’ultimo cliente! Ci penso io , tu vai a sparecchiare tutto, ti sta aspettando Rowan. – mi disse, sorpresa quanto me. Ero sconcertata
da tutto ciò , prima il sonno profondo e ora il giapponese sbucato dal nulla: sembrava che la stella cadente si stesse già dando da fare.
 

La musica classica scelta da Elly era padrona del locale alle tre meno cinque di notte: era praticamente quasi deserto, rimanevano solo quattro clienti e i tavoli erano ormai vuoti. Continuavo ancora a tormentarmi sulle cose successe poche ore prima , avrei dovuto esprimere un desiderio meno generico, per qualcosa di speciale non intendevo roba che mi facesse accapponare la pelle.  Appoggiando la testa sulla mia mano al buio, guardai i riflettori che illuminavano il piccolo palcoscenico, specialmente la piccola Ellen che ci mostrava i suoi progressi della scuola di danza classica … Sinceramente stavo cascando di nuovo  dal sonno, ma non volevo che ci rimanesse male per causa mia.  Sembrava proprio un angioletto con quei capelli biondi e occhi chiari , la sua risata era innocente e nei suoi passi pareva che stesse volando , mi accorsi che Neeva aveva gli occhi lucidi: era orgogliosa di lei, proprio come una vera mamma. 
-Beh, non dovremo chiudere tutto?-
- Non quando un giapponese ci farà buona pubblicità con il suo servizio per un giornale di Tokyo. –  mi indicò il tizio dagli occhi a mandorla che scattava ripetutamente la mia scultura con le lattine della Coca-Cola e Fanta vicino l’attacca panni.
- Wow, non credevo che gli piacesse la mia spazzatura.-
-Oh non fare la cinica Lex! –
- Ma per quale ragione dell’universo è qui? –
- Vai a chiederglielo.- mi fece l’occhiolino. –Non eri tu quella appassionata del Giappone?-
Mi avvicinai controvoglia verso di lui, mentre la mia amica mi mostrava il pollice di approvazione da lontano. 
-Oh, ciao! Ecco, signori, la prova esistente che in Irlanda esistono davvero i folletti!- esclamò appena stavo per aprire bocca , era pazzo? O forse…
-Spegni quella videocamera!!!-  gli ordinai.
-Sa anche parlare, bene.-  mi fissava attento.
-Vuoi che ti dia la buona notte tranquillamente o ti che manda via a calci in culo? -    
- Si sta effettuando forse un effetto speciale là in fo….-
Mi girai di scatto e mi accorsi con orrore che si stava staccando il grande riflettore che Akira aveva fissato disperatamente da ore. Non ebbi il tempo di emettere un grido che accadde tutto in fretta:
Ellen continuava a danzare incurante del pericolo e quando tutto fu imminente qualcosa di veloce come il vento le sfrecciò davanti, come se Flash dei Justic League fosse passato di lì… Oddio, no, non poteva essere. Nessun supereroe : era stato Leonel a spostarla in tempo e con movimenti più rapidi della luce. Cristo. Il riflettore cadde a terra spaccando il legno del palcoscenico,  fece fuoriuscire il fumo e esplose il dispositivo antincendio automaticamente : polvere e acqua si mischiarono al sudore della mia pelle.  Ero pietrificata davanti a tutto ciò e notai che anche gli altri testimoni erano stupefatti anche molto più di me,  a cominciare da Ellen che teneva le mani tremanti sul braccio del fratello : - Come hai f-fatto?- esclamò con voce sottile.
-Sai che c’è? E’ che non ne ho la più pallida idea.- 
- Che il Signore sia lodato, come state piccoli miei?!- piagnucolava Nee mentre li abbracciava più forte che poteva.
-Spero che non abbia fatto tanto rumore da far svegliare il vicinato…- disse Rowan , spostando con la sua forza bruta quel riflettore di merda e indicando la fossa : - Ci vorrà qualche quattrino prima di rimettere tutto apposto.-
- Come stai Ellen?- le accarezzai i capelli dorati.
- Non mi sono fatta nessun graffio.- sorrise serena: -Sono orgogliosa del mio fratellino. Però ora voglio imparare anche io a fare quelle cose!-
- Tu non imparerai niente.- rispose gelida Neeva : - E Leonel , non rifarlo mai più, mi sono spiegata?!-
-Ma io non sapevo nemmeno di saperlo fare…-  si difese il piccolo Leo, che stava per mettersi a piangere : -Intanto ho salvato la vita a mia sorella.- 
- Filate a letto!!! –
La situazione non era certo una delle migliori, c’erano quattro clienti lì dentro da qualche parte. Due uscirono in fretta ed ehi…. Corsi verso la sala da biliardo : tutto quello che trovai fu la finestra spalancata alla grande. Perfetto. Ci mancava anche il fuggiasco che non aveva pagato il conto:
-Appena ti troverò Percival….. –
Non ebbi il tempo  di stringere i pugni che sentii rumorosi passi correre verso l’angolo , la sagoma con il grande marchingegno in mano non mi fece dubitare neanche un secondo :
-Quel giapponese di merda ha registrato tutto!!!! Cazzo.-
Tirai un calcio al cassonetto :- Grazie Stella Cadente, te ne sono veramente grata. Ma veramente tanto.-
 
 
 
 

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