Calore umano

di Sherlock Holmes
(/viewuser.php?uid=150592)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno scellino ***
Capitolo 2: *** Un abbraccio ***
Capitolo 3: *** Un bacio ***



Capitolo 1
*** Uno scellino ***


Non dormivo da giorni.
Non era una novità, per me: quando ero immerso in un caso, il sonno svaniva, e la mente lavorava, inarrestabile, tenendomi sveglio…
Era una novità, invece, non dormire per colpa del cuore
 
Sospirai, chiudendo, per un attimo, gli occhi.
 
Nei miei pensieri, la vidi.
Irene Adler…
La Donna.
L’unica che mi aveva fatto palpitare.
 
Dall’istante in cui avevo visto il suo fazzoletto insanguinato sulla scacchiera del professore, avevo capito che non l’avrei mai più rivista…
 
L’avevo persa…
Irrimediabilmente.
Per sempre.
 
Mai più avrei avvertito i suoi baci; mai più l’avrei sfiorata… Mai più avrei fatto l’amore con lei…
 
Riaprii gli occhi.
 
Dopo pochi passi, smisi di camminare.
Il vicolo scuro di Whitechapel in cui mi ero infilato era popolato da fin troppo generose donzelle e loschi figuri.
 
Avevo bisogno di adrenalina. Di sentire il sangue scorrermi nelle vene… Per ricordarmi che, anche se lei era morta… Io ero ancora vivo.
Avrei attaccato bottone con uno degli energumeni che mi squadravano da sotto i berretti logori, facendolo indispettire, e avrei ingaggiato con lui una lotta all’ultimo respiro…
 
Oppure…
 
Una donna di facili costumi, dai capelli scompigliati color fuoco, mi occhieggiò.
No.
Io appartenevo ad una ed una sola…
Un pensiero mi attraversò la mente...
“Ma… lei non c’è più…”
 
Il freddo Sherlock Holmes aveva bisogno di calore umano…?
Ridicolo.
 
Eppure…
 
Mi appropinquiai a lei.
- Quanto, per una notte?-
Mai avevo pensato di pronunciare una simile frase a tale interlocutrice.
Esaminò i miei abiti, giudicandomi di borghesia media.
- Non meno di mezza corona…-
Con uno sbuffo, mi tastai le tasche, trovandoci null’altro che uno scellino.
Glielo mostrai.
- Sei sordo, cocco?- mi domandò.
- Non ho altro.- feci, apatico.
- Per quello ti concedo tre minuti…-
Una bionda dal rossetto sbavato, con la gonna strappata e macchiata di fango in più punti e il corpetto leggermente slacciato, si fece avanti.
- Se lo rifiuti tu, me lo prendo io. Sempre se ti vado bene…- mi sussurrò, con voce strascicata.
Abbozzò un sorriso stanco.
Prese il mio silenzio per un sì, strappandomi, avida, la moneta dalla mano.
Doveva essere veramente povera per concedersi a così poco prezzo…
- Una notte intera… Bene…- commentò.
Mi afferrò la mano, trascinandomi con sé…

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Un abbraccio ***


La donna sembrò tergiversare.
Infine, decisasi, mi condusse in una pensioncina di terza categoria…
 
- Eccoci…-
Mi guardai intorno.
Nella stanza, vi era nulla più che l’essenziale.
Un comò con un catino d’acqua; un letto; una sedia.
- Dimmi cosa vuoi…- mormorò, con un tono che voleva suonare suadente.
Iniziò a slacciarsi il corpetto…
Le fermai la mano.
- Vuoi farlo tu?- chiese, stupita.
- No.- dissi, secco - Io voglio… -
La mia voce si smorzò…
- Solo dormire con te.- conclusi.
Alla miss sembrò scappare un… sorriso di sollievo?
- Dopo dormiremo…- mi assicurò.
- Signorina, io… L’ho pagata affinché lei dormisse abbracciata a me. Non desidero null’altro.-
Detto questo, mi sedetti sul letto.
Sì.
Volevo solo un lungo abbraccio.
E fingere che fosse stata lei a donarmelo.
 
La donna non si oppose.
Si sdraiò accanto a me… E mi strinse.
Poi…
Mi sorrise, con una dolcezza tale…
Io mi accorsi di… conoscere quel sorriso.
“Non è possibile…”

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Un bacio ***


Si sporse verso me.
E mi baciò, intensamente.
Si tolse, con un gesto fluido, la parrucca bionda, rivelando i suoi riccioli bruni…
Vidi la sua luce negli occhi verdi che incrociarono i miei…
- Irene…?- pronunciai , con un lieve tentennamento.
- Uh, ti ricordi il mio nome…- scherzò.
Rise lievemente, baciandomi di nuovo.
Mi gettò le braccia al collo, abbracciandomi.
- Dio, quanto mi sei mancato, Sherlock…- mormorò.
Sussultai.
Io… le ero mancato…
- Oh, gioia…-
D’un tratto, mi schiaffeggiò.
Istintivamente, mi portai una mano al viso, dalla parte colpita.
- Cosa ho fatto…?!-
- Questo era per avermi fatto pensare che mi avresti potuto tradire!- sbottò.
Poi, riprese a parlare.
- Ti ho seguito, travestita… E quando ho visto che stavi chiedendo ad una prostituta di passare la notte con te… Non ci ho più visto.
Volevo spaccarti il naso o, ancor meglio, ucciderti; ma, poi, ho pensato che, con un piccolo aiuto dato dalla recitazione, avrei potuto ingannarti… ed essere di nuovo tua senza che te ne accorgessi.
Così, mi sono sbavata il rossetto, sporcata e strappata il vestito, slacciata un po’ il corpetto… E…
Il resto lo sai.-
Si strinse nelle spalle.
- Non appena hai chiesto nient’altro che un abbraccio… Non… sono più riuscita a fingermi una meretrice…-
Sorrise.
- La mia maschera è caduta…- sussurrò.
Carezzandomi la guancia colpita, mormorò:- Per una volta, mi hai sconfitta…-
Mi scompigliò i capelli, baciandomi, passionale.
- L’inaspettata dolcezza di Sherlock Holmes ha battuto Irene Adler…- aggiunse poi.
- Dolcezza?- feci.
Storsi il naso.
- Preferisci tenerezza?- chiese, sarcastica.
La feci tacere con l’ennesimo bacio.
Lei si mise sopra di me, iniziandomi a sbottonare la camicia, con fare giocoso…
- Hai pagato per una notte intera… Almeno, divertiti…- sussurrò.
 
Decine di domande mi vorticavano in mente…
Com’era riuscita a sopravvivere? Moriarty sapeva che era viva?
 
Quella notte, però, le risposte non mi interessavano.
Ero interessato solo a lei, in realtà.
E al suo amore.
- Divertiamoci, allora…- risposi, ammiccandole…

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1217895