Let me dream

di one directioner
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** maturità ***
Capitolo 2: *** fortuna o sfortuna? ***
Capitolo 3: *** i ragazzi ***
Capitolo 4: *** I feel something ... ***
Capitolo 5: *** wake up ***
Capitolo 6: *** London ***
Capitolo 7: *** Due anni prima ***
Capitolo 8: *** opss ... ***
Capitolo 9: *** Parliament Hill ***
Capitolo 10: *** ciò per cui vale la pena vivere ***



Capitolo 1
*** maturità ***


Non avevo il coraggio di avvicinarmi … I piedi si erano scordati che per camminare dovevano mettersi uno davanti all’altro, le gambe erano molli come mai lo erano state prima d’ora ed erano incapaci di muoversi. Poi una spinta: la mia migliore amica che mi incitava a seguirla. Cominciai a camminare con le ginocchia che tremavano e il respiro che diventava sempre più pesante; ci mettemmo infila dietro ad un gruppo di studenti. Dopo qualche minuto anche gli ultimi due ragazzi davanti a noi si staccarono dalla bacheca e si diressero dagli amici esultando e comunicando il loro voto. Ora mi ritrovavo faccia a faccia con quella bacheca. Si, quella su cui erano scritti i voti dell’esame di maturità. L’ansia era davvero tanta, ma la curiosità ebbe la meglio e così mi gettai a capofitto in quella lista infinita di nomi cercando il mio. Finalmente individuai la lettera “j” e incominciai a scorrere i cognomi fino a quando lo trovai. Jepsen Serena. Ero io. Aiuto! Spostai cautamente la testa verso destra dove doveva essere scritto il voto e lo vidi. Lo guardai bene un paio di volte, per accertarmi che non scomparisse, poi con il dito partii dal mio nome fino a tracciare una linea retta arrivando al voto e vidi che sì, il voto corrispondeva: quel 110 e lode era davvero mio! Il respiro mi aveva completamente abbandonata, ero in apnea e lacrime di gioia cominciarono a rigarmi il viso … cavolo c’ero riuscita! Non avevo mai dubitato di potercela fare, ma certo mi ero dovuta impegnare davvero tantissimo per arrivare fino a lì ed ora ero così orgogliosa di me che … cavolo! Avevo cominciato a piangere come una fontana! Mi asciugai in fretta le lacrime e poi spostai lo sguardo sulla mia amica Vane che stava tornando dopo aver detto il suo voto a sua mamma. Le bastò vedere le mie lacrime che capì e si catapultò addosso a me, travolgendomi in un abbraccio di quelli che solo lei sapeva dare.
– Wow! Cazzo! Sei un genio io l’ho sempre saputo! Brava!- mi urlò e mi strinse ancora più forte.
Io, che già ero in equilibrio precario sulle mie gambe instabili per l’emozione, mi sbilanciai e caddi; lei mi seguì per terra. E quando fummo tutte e due stese sull’asfalto cominciammo a ridere come due sceme. Come due sceme che sanno di aver finito il liceo, che sanno di non avere più nessun tipo di obbligo, che sanno che le aspetta l’estate più meravigliosa della loro vita. Come due migliori amiche che hanno aspettato davvero troppo tempo per questo momento e ora se lo stanno godendo veramente. Dopo ore di tensione con quella risata finalmente mi stavo rilassando: era una sensazione unica! Poi mi ricordai che non sapevo ancora quanto aveva preso lei. Dalla mia faccia lei capii a cosa stavo pensando.
- 88- mi buttò lì come se niente fosse. Vane cercava di non sembrare troppo felice, ma io sapevo in realtà quanta fatica avesse fatto per raggiungere un voto del genere perciò ero, diciamo, super esaltata e non ci pensai due volte: aprii la borsa, presi la mia bottiglietta d’acqua e, dopo averla svitata, gliela rovesciai addosso. L’avevo inondata: i corti capelli neri le stavano appiccicati al viso e mi guardava con un’ aria di sfida anche se era assolutamente divertita.
 - Beh scusa dovevo pur festeggiare no? – dissi con aria innocente e rivolsi lo sguardo dall’altro lato della strada trattenendo le risate. Ovviamente mi ero scordata che anche lei aveva una cavolo di bottiglia d’acqua dato che l’avevamo comprata insieme giusto due ore prima! Così improvvisamente mi ritrovai anche io infradiciata. Un po’ di mascara mi era colato sul viso, i capelli chiari grondavano e i vestiti erano completamente zuppi. Di nuovo iniziammo a ridere e ogni tanto lei si prendeva la maglia e la strizzava, così anche io iniziai a strizzarmi i capelli e stavo ben attenta a far ricadere tutta l’acqua su di lei.
 – Avete intenzione di rimanere lì stese ancora per molto?- erano mia mamma, Angela, e la sua, Betty, che ci avevano raggiunte e ci guardavano come se fossimo due neonate dentro la culla che devono essere accudite, perché loro, infondo, ci vedevano ancora così: come le loro piccine. Mi alzai di scatto e abbracciai mamma inzuppandole i vestiti, poi le urlai entusiasta il voto e lei mi strinse ancora più forte e disse qualcosa tipo – Ne ero certa!; anche più brava della sua mamma!- poi mi girai e iniziò una lunga fila di abbracci a persone, amici e parenti, a cui puntualmente inumidii i vestiti. Prima ci fu Betty, la mamma di Vanessa, a cui volevo un bene immenso: quella donna era come una seconda mamma per me! Poi ci furono tutte le altre mie amiche e i miei amici che si congratularono e a cui anche io feci i complimenti per i loro voti. Infine, esauste, io e Vane ritornammo dai nostri genitori che, appena ci videro arrivare, cambiarono discorso (?). Ridissi per la centesima volta il voto che avevo preso a mia sorella e a mio babbo che non avevo ancora salutato e loro mi diedero entrambi il cinque sorridendo. Poi successe una cosa effettivamente un po’ strana: il babbo di Vane cominciò a parlare e tutti rimasero in silenzio, come se dovesse fare una sorta di discorso …  
- Beh a quanto pare ci siete riuscite … - iniziò lui ridacchiando.
– Perché dubitavate di noi?- feci io con un’aria da finta offesa.
Poi continuò mio babbo:
 - Beh certo che no! Anche perché altrimenti non avremo preso questi!-.
 Lo sguardo mio e di Vane era passato da suo padre al mio; dopo quell’ affermazione ci eravamo guardate per un secondo negli occhi e poi eravamo tornate a guardare nuovamente mio babbo che stava estraendo qualcosa dalla tasca... Per la seconda volta quella mattina mi misi a piangere di gioia. Erano due biglietti, uno per me e uno per Vane, per andare a Londra e per andarci subito: partivamo il giorno dopo! Non mi trattenni e iniziai ad urlare; evidentemente anche Vane non era stata capace di trattenersi e stava gridando come una pazza. Dopo aver dato un super mega abbraccio a tutti, io e la mia amica ci assetammo un attimo e cominciammo a sclerare di brutto. Dicevamo frasi senza senso come - Londra, il Tamigi! Ahah gli autobus rossi, andiamo al museo! Guarda dei ragazzi fighi! ... Oh cavolo una vetrina! Voglio quel vestito, guarda che bel palazzo! Uffa non voglio salire sulla ruota panoramica … dai andiamo a fare il bagno!-  Quando esaurimmo le stupidaggini da dire, ci facemmo subito accompagnare dai nostri genitori a casa: cavolo avevamo una valigia da preparare per Londra! Neanche dopo venti minuti mi squillò il cellulare, senza guardare chi fosse risposi.
 - Pronto?- dissi io.
 – Sì, ma tu che cazzo ci metti in valigia?!!-
 
Dopo aver scelto con Vane al telefono tutte le cose da portare decisi di riposarmi un po’. Mi stesi sul letto e ripensai a quella giornata emozionante. Poi presi tra le mani il biglietto e lo guardai attentamente. Mi accorsi che era un biglietto di sola andata…! Cosa? I miei mi stavano “cacciando” di casa per mandarmi a vivere a Londra?? Ahahah ok, se quello era uno scherzo, era davvero il migliore di sempre!

 

Ok … questo è il primo capitolo della mia prima FF! Spero davvero che possa piacervi! Ragazze mi raccomando recensite! mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate! :) un bacio

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Capitolo 2
*** fortuna o sfortuna? ***


La mattina seguente non si può dire che mi svegliai perché effettivamente ero stata sveglia tutta la notte … mi alzai, andai in bagno, mi vestii e poi prima di scendere per la colazione accessi il cellulare. Appena acceso però fu il panico: avevo 26 chiamate perse da Vane; giusto il tempo di vederle che il cellulare prese a squillare: ovviamente era lei.
 - Dimmi tutto dolcezza!- risposi io.
 - Sere … - mi disse. Dalla voce capii che aveva pianto e la cosa iniziò seriamente a preoccuparmi.
 -  Oddio che succede?- chiesi io.
 -  Succede che non posso partire!- fu come un pugno in faccia, non potevo crederci.
- Cosa vuol dire che non ..?- iniziai.
-  Vuol dire che non posso! – mi interruppe lei.
 -  Vuol dire che non posso partire con te!- e poi iniziò a piangere. Cercai di tranquillizzarla ma non sapevo in che modo perché non avevo afferrato bene la situazione.
-  Dai stai tranquilla: posso parlare io con Betty, vedrai che la convinceremo!- poi lei fece una risatina nervosa e disse:
– No, no! Non hai capito, scusa non ti ho spiegato … Mi hanno operato di appendicite appena due ore fa … - la notizia mi lasciò sconcertata.
– Stanotte mentre dormivo improvvisamente ho sentito un dolore atroce e mi hanno subito portata all’ospedale.- continuò. Ero incredula.
– Cosa? Ma se mi chiamavi potevo venire lì! E adesso come stai? Ti senti bene? Sei sicura di esserti ripresa? – l’assalii io.
- Si, ora mi sento decisamente meglio, ma devo stare a riposo per qualche giorno e non posso praticare attività faticose e stressanti … quindi direi che un viaggio in aereo è totalmente da escludere!- fece lei.
 – Beh dai capita no? Sono piccoli imprevisti che possono succedere! Rinvieremo il viaggio fra qualche settimana!- la tranquillizzai io.
-  Sei pazza? Tu parti cara mia! Esattamente tra 3 ore! Tu intanto arrivi a Londra e io ti raggiungerò tra un paio di settimane, appena troverò un altro volo disponibile.- disse subito lei decisa.
 - No! Non esiste che io parta senza di te, non ce la farei! Senti, io devo essere con te, ho bisogno che ci sia tu Vane altrimenti …  beh mi potrei perdere, potrei essere rapita, potrei … - non mi lasciò finire.
 – Smetti di trovare scuse! Sappiamo entrambe che tu sei quella più attenta, con me potresti solo essere rapita in un posto in cui ti sei persa! Se ti volessi qui con me te lo direi senza problemi e rimanderemo il viaggio, ma io voglio che tu vada. Dopo staremo insieme, certo, ma ora devi vivere il tuo viaggio, da sola! Ti farà bene credimi.- mi rassicurò.
– Io … Beh Vane davvero … sei sicura che ..??- farfugliai.
 - Certo! Dai ora vai a finire di prepararti, sono certa che non hai ancora chiuso la valigia!- mi girai ed effettivamente era ancora aperta sul letto con il filo della piastra e vari vestiti che uscivano fuori.
 - Beh allora io vado … ci vediamo a … Londra! … Quando mi raggiungerai ti verrò a prendere all’aereoporto, mi riconoscerai: sarò quella con in mano un cartello enorme con su scritto il tuo nome. Riprenditi ti voglio un mondo di bene.- .
 
Non ero mai stata su un aereo da sola. Certo, avevo viaggiato spesso, ma non ero mai stata completamente,  totalmente sola! Ed infatti ero un po’, solo un pochino, preoccupata: quando l’aereo decollò per poco non svenni tanta era stata l’ansia prima della partenza. Certo, i miei genitori erano stati davvero speciali e mi avevano incoraggiata, ma quella giornata era già partita male. Mi mancava Vane: se fosse stata lì con me sarei stata molto più rilassata e, invece, mi trovavo seduta vicino ad uno sconosciuto che dormiva beatamente. Io odiavo quando la gente dormiva in aereo perché io non ci riuscivo! E invidiavo profondamente chi ne era capace e si risvegliava solo cinque minuti prima dell’atterraggio. Stare sveglia mi costringeva a pensare che saremo potuti precipitare da un momento all’altro … Decisi di guardare fuori dal finestrino. Era un miscuglio di colori meravigliosi: dal blu elettrico, all’azzurro brillante, fino al bianco candido. Mi rilassai un po’ e cominciai a rendermi davvero conto di quello che stava succedendo: stavo andando a Londra e sarei rimasta là per un anno intero! I miei avevano pensato che così avrei visitato la città e avrei imparato ancora meglio l’inglese tanto da diventare praticamente bilingue:  infatti, oltre ad averla studiata al liceo, mio padre era inglese e fin da piccola avevo parlato questa lingua a casa. Per mia sfortuna però non ero mai stata a Londra e non vedevo l’ora di arrivare …
 
Quando scesi dall’aereo presi un taxi per farmi portare fino al centro della città in un quartiere chiamato Notting Hill dove c’era il mio hotel. Già sentivo che l’aria era cambiata, che c’era un’atmosfera diversa e potevo ammirare dal finestrino il meraviglioso paesaggio londinese! Una volta arrivata a destinazione mi precipitai dentro l’hotel, andai alla reception e diedi la mia prenotazione. La ragazza che stava dietro la scrivania, che inizialmente mi aveva rivolto un sorriso cordiale, all’improvviso si fece più seria e poi corrugò le sopracciglia e mi disse:
 – Mi scusi ma questa prenotazione non è valida! … - cercai di mantenere la calma.
-  Ehm … scusi come è possibile?- chiesi un po’ allarmata.
- Beh vede deve essersi sbagliata: non ha prenotato la camera giusta! Quella che doveva essere la sua stanza è già occupata. C’è stato un errore e credo che non ci siano altre stanze libere. - . Cominciavo ad essere visibilmente preoccupata.
 – Mi scusi ma ora come faccio? Non c’è nessuna stanza libera? Proprio niente?- chiesi speranzosa.
 – Ora vado a controllare mi disse- e si allontanò. Rimasi lì ad aspettare per cinque minuti e intanto speravo che ci potesse essere qualche posto libero … anche solo lo sgabuzzino vuoto: mi sarebbe andato benissimo! Invece quando la ragazza ritornò mi disse dispiaciuta:
 – È tutto al completo. Ci scusiamo davvero molto.- ringraziai e usci dall’ albergo. Quella giornata poteva andare peggio di così? Ero davvero così sfortunata? Prima la mia migliore amica che non poteva partire, poi la stanza … Ero nel panico. Chiamare i miei genitori era escluso perché si sarebbero preoccupati e non potevano aiutarmi, così decisi di lasciare perdere. Mi fermai fuori dalla porta, mi sedetti sulla valigia e comincia a pensare ad una soluzione. Mentre ero tutta concentrata a riflettere sentii una voce che urlava il mio nome.
 – Sere! Serena!- possibile che stessero cercando proprio me? Alzai lo sguardo e vidi dall’altra parte della strada una figura agitare la mano nella mia direzione. Inizialmente non capivo chi potesse essere, poi, mentre lui continuava ad urlare il mio nome, mi resi conto che in quella voce limpida e meravigliosa c’era qualcosa di famigliare. Poi riconobbi i capelli: quei ricci inconfondibili. Possibile che fosse davvero lui? Ma, mentre stava correndo verso di me attraversando la strada, ne ero già assolutamente certa. Era lui, il mio migliore amico: Harry Styles.


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Capitolo 3
*** i ragazzi ***


Dopo averlo riconosciuto mi alzai e cominciai a correre anche io verso di lui e appena fummo vicini gli saltai addosso e lo abbracciai fortissimo.
– Harry! … Ma che cavolo?!... – non riuscivo a spiaccicare parola talmente ero emozionata.
– Oddio ma sei proprio tu!- mi disse guardandomi in viso. Quegli occhi meravigliosi erano ancora lì. Era proprio lui e non era cambiato, era come me lo ricordavo. Poi mi riabbracciò fortissimo e mi scoccò un bacio sulla guancia.
 – Oddio quanto mi sei mancata!- . Lo conoscevo da quando avevo 13 anni perché avevamo fatto le medie e i primi tre anni del liceo insieme e lui era in assoluto il mio migliore amico; poi però si era dovuto trasferire a Londra e avevamo perso i contatti … Ritrovarlo era stato come sapere che in realtà non se ne era mai andato: il destino ci aveva fatto rincontrare perché evidentemente voleva che rimanessimo migliori amici per sempre! Gli raccontai brevemente del viaggio e del fatto che ero una povera barbona senza un posto dove andare a dormire, così mi disse:
 – Risolto il problema: vieni a stare da me!- sembrava molto convito e cercai di farlo ragionare:
 – Harry stiamo parlando di un anno, non di qualche giorno! Ti ringrazio ma, anche se i tuoi genitori mi conoscono, non credo che sarebbero d’accordo ad avere una sconosciuta in casa per dodici mesi!- gli risposi io.
 – Bah ma per quello non ti devi preoccupare: non vivo più con i miei genitori da quando ho compiuto diciotto anni: da qualche mese vivo con 4 idioti: i miei migliori amici!- ero un po’ sorpresa e allo stesso tempo più rilassata, ma non ero ancora convinta del tutto che potesse essere una buona soluzione.
 – Appunto vivete già in cinque io darei solo fastidio! E poi magari i tuoi amici non vogliono neanche … Harry grazie davvero ma non credo che io … - ma lui mi sorrise dolcemente e mi ripeté:
 – Tu vieni a stare con noi. I ragazzi non li conosci: non puoi immaginarti quanto saranno contenti, gli piacerai subito! E poi la casa è molto grande …  Non c’è nessun tipo di problema.- . Poi si girò, mi prese la valigia e cominciò a incamminarsi. E va bene: aveva vinto lui! Mi affrettai e lo raggiunsi di corsa, quando fui al suo fianco ci fermammo e ci guardammo un attimo negli occhi. Gli dissi:
 – Harry, non sai quanto sono felice che tu sia qui!-.
 
La casa era deserta poiché gli amici di Harry erano usciti per fare la spesa. Era davvero enorme e bellissima, con una sala gigante al piano terra e una cucina immensa che si affacciava sul giardino interno che era largo e pieno di fiori. Harry mi accompagnò al piano superiore dove c’erano le camere ed entrai in quella che sarebbe stata la mia nuova stanza; dopo che mi ebbe aiutato a riordinare i vestiti gli dissi che andavo a farmi una doccia. Entrai nel bagno che, al contrario di tutte le stanze nella casa, non era molto grande. Non mi andava di fare la vasca, così entrai nella doccia e rimasi sotto l’acqua calda per quasi mezz’ora canticchiando alcune canzoni. Ero davvero felice: già immaginavo che vivere lì sarebbe stato qualcosa di meraviglioso! Quando uscii dalla doccia mi asciugai i capelli lasciandoli naturali e poi mi vestii indossando un paio di shorts e una semplice canottiera bianca; mi truccai un po’, il necessario per non sembrare uno zombi, e poi decisi di mandare un messaggio ai miei genitori e a Vane per raccontargli che cosa era accaduto. Dopo aver inviato i messaggi sentii il campanello suonare. Harry, che era andato nel bagno dopo di me, mi urlò:
 – Sere sono i ragazzi vai tu ad aprire! Io arrivo subito!-. Il campanello continuava a suonare insistentemente e, mentre scendevo la scale, sentii delle voci provenienti dall’esterno che gridavano:
 – Harry ti muovi? Harry!! – .
- Cazzo Harry vieni ad aprire! –. Poi sentii qualcuno gridare preoccupato:
 – Oddio forse l’hanno rapito!- e  qualcun altro replicò:
 - Ma dai smetti Lou … - ma non riuscii a terminare la frase perché proprio in quel momento avevo aperto la porta e tutti si erano zittiti assumendo un espressione stupita. Se loro erano rimasti sconvolti nel vedermi, perché effettivamente ero un’ estranea che gli aveva appena aperto la loro porta di casa, io ero rimasta sconvolta dalla loro bellezza: quei quattro ragazzi erano meravigliosi ed averli visti tutti e quattro contemporaneamente e, da così vicino, mi aveva provocato una sorta di paralisi. Dopo qualche interminabile secondo farfugliai:
 - Ehm entrate … Harry sta arrivando … - e mi spostai dalla porta per lasciarli passare. Tutti entrarono e cominciarono a guardarmi incuriositi, poi ad un tratto il biondino disse:
 – Beh Harry poteva dircelo che aveva la ragazza!-. Subito esclamai:
- No io non sono la ragazza di Harry, sono la sua … - evidentemente tutti si aspettavano una spiegazione ma io non sapevo cosa dire: ero ancora la sua migliore amica dopo tutto quel tempo?
-Ragazzi, lei è la mia migliore amica!- annunciò Harry che ci aveva appena raggiunto in salotto. I ragazzi parvero come tranquillizzati da questa notizia e subito attaccarono Harry.
 – Styles hai una migliore amica così sexy e non ce l’hai mai detto?- fece il ragazzo con i capelli scuri e il sorriso magnetico.
 – Beh veramente dopo che io mi sono trasferito qui avevamo perso i contatti, ma oggi per fortuna l’ho rincontrata!- disse cingendomi i fianchi in un abbraccio.
– Avremo sistemato la casa se ci avvisavi che sarebbe venuta!- esclamò il bellissimo ragazzo biondo guardandosi intorno: effettivamente c’erano cartacce e vestiti sparsi ovunque.
 – Ma il fatto è che non sapevamo che ci saremmo incontrati!- dissi io.
 – Mi sono sbagliata con la prenotazione di una stanza in albergo e non avevo un posto in cui stare per fortuna ti ho incontrato Harry!- finii scambiando uno sguardo con lui.
- Comunque piacere, Sere!- dissi io sollevando in aria la mano. Subito il biondo si avvicinò a me e, ignorando completamente la mia mano, mi travolse in un abbraccio affettuoso
 – Io sono Niall!- urlò. Poi si avvicinò il ragazzo con i capelli e gli occhi castani:
 – Piacere Liam. - mi sorrise schioccandomi un bacio sulla guancia. Successivamente arrivò il ragazzo dai capelli neri che mi abbracciò e mi sussurrò nell’orecchio
 – Ciao bellezza, sono Zayn.- cavolo che voce brividosa! Infine, l’ultimo ragazzo che era rimasto, fece una cosa alquanto strana: mi sollevò prendendomi con le mani da sotto il sedere,  io agganciai le ginocchia attorno alla sua vita e per non sbilanciarmi avvicinai il mio corpo al suo. Prima che lui parlasse per qualche secondo ci guardammo e io mi sciolsi davanti a tanta perfezione …
 – Ciao sono Louis!- urlò e poi scoppiò a ridere: una risata sana, sincera e contagiosa. Anche io scoppiai a ridere e, quando mi rimise giù, lo abbracciai. Dopo le presentazioni il primo a parlare fu Liam.
 – Ma quindi se non hai la camera in albergo ora dove andrai a stare?- chiese.
- No, non avete capito .- disse Harry scuotendo la testa divertito prima che io potessi aprire bocca.
- Le ho chiesto di trasferirsi qui da noi!-. I ragazzi spalancarono contemporaneamente le bocche rimanendo in silenzio; io mi girai dispiaciuta verso Harry e dissi:
 – Che ti avevo detto? Darei solo fastidio qui forse è meglio che … - ma non feci in tempo a finire che mi ritrovai coinvolta in un mega abbraccio di gruppo: oddio ma erano anche dolcissimi?! Poi iniziarono tutti a esultare di gioia e, mentre Niall e Zayn ridevano come dei pazzi, Liam e Louis si erano messi a ballare cantando a squarcia gola. Io ero molto divertita, ma, allo stesso tempo, un po’ sconvolta dalla loro reazione, così Harry si avvicinò a me e mi disse:
- Sai, se vuoi davvero vivere con noi, dovrai farci l’abitudine … - poi, come se niente fosse, andò al centro della stanza, si tolse i pantaloni rimanendo in mutante e cominciò a ballare con Liam e Louis.
 

 

Eih :) questo è il terzo capitolo spero veramente chevi piaccia e che possiate recensirlo! grazie Sere.


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Capitolo 4
*** I feel something ... ***


Quel pomeriggio eravamo rimasti tutti insieme, sdraiati nei divani del salotto, a chiacchierare e conoscerci meglio.  Era incredibile quanto mi sentissi a mio agio con quei cinque ragazzi: erano allegri, vivaci, disponibili, non mi facevano mai sentire in imbarazzo qualunque cosa dicessi e soprattutto erano simpaticissimi. Un’ altra cosa che mi colpì fin dal primo momento in cui li vidi fuori da casa, fu la loro bellezza. Harry ovviamente lo conoscevo già e, anche se come tutte le ragazze lo consideravo veramente sexy e attraente, fra di noi c’era sempre stata solo amicizia e lo sapevamo entrambi. Ma tutti e cinque erano belli in modo assurdo: pur essendo diversi avevano tutti un sorriso incantevole, avevano uno viso e un fisico stupendo e ognuno di loro aveva degli occhi capaci di farmi entrare in uno stato di trans ogni volta che li osservavo. Ma sentivo che per uno di loro c’era qualcosa di più ... Ogni volta che mi accorgevo che mi stava fissando mi si attorcigliava lo stomaco, riuscivo a notare ogni suo movimento e tutte le volte che diceva qualcosa avevo occhi e orecchie solo per lui. Nel sorriso e nello sguardo, del ragazzo in questione appunto, c’era qualcosa che mi faceva capire che per lui non provavo una semplice curiosità come per tutti gli altri: per lui poteva davvero esserci qualcosa di più.
 
Alla sera avevamo deciso di guardare un film in sala: fu una cosa divertentissima perché, dopo aver mangiato, Liam aveva preso un mega tappetone e lo aveva messo per terra tra i divani. Ognuno di noi aveva afferrato una coperta e poi ci eravamo stesi tutti fingendo che fosse un letto gigante. Non so esprimere quanto mi divertii quella notte: ognuno dei ragazzi mi dedicava attenzioni e mi faceva sentire a casa, come se fossi con i miei amici in Italia, e mi sentivo fortunatissima a poterli aver lì con me. Penso che nessuno guardò veramente il film che avevamo scelto: eravamo troppo impegnati a raccontarci storielle esilaranti, a girare video a Zayn e Harry che facevano assurde gare a braccio di ferro per le quali si erano esaltati come due bambini, a tirarci addosso gli oggetti e a mangiare tutto ciò che Niall riusciva a recuperare dalla cucina. Alla fine, verso le tre e mezza, alcuni dei ragazzi avevano iniziato a dormire: il primo che era crollato era stato Zayn, poi Harry seguito infine da Liam; invece Louis, Niall ed io non riuscivamo a farci passare la ridarella che c’era venuta e che stava durando ormai da venti minuti. Avevo le lacrime agli occhi e non riuscivo a deglutire per quanto stavo ridendo, ma non riuscivamo a smettere, era più forte di noi: qualsiasi cosa facevamo provocava agli altri due un gran ridere. E pensare che non avevamo neanche bevuto molto, le nostre erano risate sane e spontanee. Fatto sta che, per non svegliare gli altri, ci chiudemmo in cucina. Lì avvenne il fini mondo: Niall, senza accorgersene, si era seduto su un tubetto di ketchup sporcandosi tutti i pantaloni e, inutile dirlo, provocando le risate isteriche di me e Louis che, per non cadere, ci eravamo stesi sul tavolo. Al biondo sembrò l’occasione perfetta per cospargerci di salsa al pomodoro e fu così che ci ritrovammo tutti e tre rossi e appiccicosi. Senza smetter di ridere avevamo deciso di andare a farci una doccia ed eravamo passati dalla sala dove dormivano gli altri cercando di fare meno rumore possibile, ma io, sbadatamente, avevo calpestato un sacchetto di patatine facendolo esplodere. Niall aveva iniziato a ridere come un pazzo, tenendosi la pancia con le mani per non fare troppo rumore. Ci eravamo subito precipitati al piano superiore correndo e poi lì eravamo scoppiati con risate acute appoggiandoci alle pareti per non finire a terra. Dopo qualche minuto mi ero trascinata fino al bagno davanti alla mia camera ancora ridendo, mentre loro erano corsi nell’altro. Sotto l’acqua calda mi ero un po’ calmata, ma ancora avevo male alla mandibola per le risate. Una volta uscita dalla doccia, e dopo essermi messa il mio accappatoio color panna, non avevo avuto tempo di fare altro che i ragazzi avevano cominciato a bussare chiamandomi. Ero andata ad aprire e li avevo visti davanti alla porta, anche loro con addosso solamente un asciugamano (il che mi provocava certi brividi indescrivibili) e con un sorrisetto furbetto stampato sul viso.
 –Che c’è?- avevo chiesto io. Louis mi aveva afferrata e portata in camera di Zayn dove avevo visto che avevano trasformato il suo divano- letto in un letto appunto.
 –Che bello!- avevo esclamato elettrizzata.
 – Arrivo subito!-. Corsi in camera e mi infilai, oltre alla biancheria, i pantaloni del mio pigiama e una canottiera sottile. Ritornai in camera di Zayn dove anche i ragazzi avevano indossato il loro sexy pigiama: se volevano farmi morire ci stavano riuscendo cavolo! Avevano delle magliette attillate che mettevano in risalto i loro muscoli e dei pantaloncini corti che gli facevano un certo fondoschiena … comunque cercai di non far trasparire queste mie emozioni e mi sdraiai nel lettuccio. Ero distrutta perché quella mattina mi ero svegliata prestissimo per prendere l’aereo e senza neanche accorgermene mi addormentai tra Niall e Louis.







Eccomi qua! Dunque ...
Vorrei soltanto ringraziarvi veramente di cuore per le 17 recensioni e per le 112 visualissazioni al primo capitolo!
Sono veramente contentissima, questo è un sogno che si realizza per me. grazie davvero <3
Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo e che possiate lasciarmi una recensione con scritto cosa ne pensate :)
un bacio belle directioners




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Capitolo 5
*** wake up ***


La mattina seguente fui risvegliata da un urlo di Zayn.
– Li ho trovati!- aveva gridato entrando in camera sua e vedendo Niall, Louis e me addormentati sul suo divano-letto; subito dopo si era precipitato verso di noi ed aveva iniziato a saltare sopra il materasso facendo slalom tra le nostre gambe.
 – Zayn vaffanculo!- aveva imprecato Louis mettendo la testa sotto il cuscino mentre io mi tiravo le coperte fino sopra al mento e mi giravo su un lato senza alcuna intenzione di svegliarmi. Poi avevo sentito il rumore della porta che veniva aperta velocemente sbattendo contro la parete: Harry e Liam ci avevano raggiunto e, senza pensarci un attimo, si erano tuffati sopra di noi. Improvvisamente mi ero quindi ritrovata quegli idioti addosso e stavo letteralmente soffocando; inoltre qualcuno di loro aveva il suo gomito puntato sulla mia pancia.
 – Aia!! Muoio!- avevo urlato gemendo sotto al loro peso, ma dato che nessuno mi dava ascolto, e stavo soffrendo, avevo strillato:
- Ragazzi per favore, sono nuda!- . Loro a quelle parole si erano immobilizzati e poi, creduloni, si erano immediatamente alzati permettendomi finalmente di respirare. Si erano messi ai piedi del letto guardandoci tutti e tre con sguardi interrogativi. Louis e Naill che, ovviamente sapevano che non era vero, decisero di reggermi il gioco.
 – Davvero ragazzi, cazzo! Deve avere anche lei la sua privacy!- aveva detto Niall e poi mi aveva coperto le spalle nude con la coperta: le spalline della canottiera che indossavo, infatti, mi erano scese qualche istante prima mentre, dimenandomi, stavo cercando di sottrarmi dalla mischia, così la scena risultò veramente credibile. Zayn aveva un espressione come per dire “ma che cazzo …?”, Liam aveva occhi e bocca spalancati, mentre Harry mi guardava malissimo; Louis di fianco a me, invece, cercava di trattenere le risate.
– Sere … ti prego dimmi che non è vero! … - Harry era davvero scosso perché sapeva che non ero assolutamente la ragazza che andava a letto con persone che aveva appena conosciuto, specialmente se le persone erano due, contemporaneamente. Quindi di scattò mi alzai, usci dal letto rivelando il mio scherzo e mi avvicinai ad Harry sorridendogli.
 – Tranquillo, non ti potrei mai tradire amore mio!- dissi e mi aggrappai a lui che mi prese in braccio stringendomi forte. Gli altri sorrisero scuotendo la testa, mentre Louis e Niall si rotolavano dalle risate un po’ come la sera precedente.
 –Harry ora però lasciami che mi sta veramente cadendo la canottiera!- avevo detto ridendo e rimettendomi le spalline. Poi mi ero precipitata in bagno, mi ero lavata e vestita con un paio di pantaloncini bianchi di cotone corti e una maglia grigia. Mi ero leggermente truccata e avevo raccolto i capelli in una treccia non tanto ordinata che mi scendeva lungo la spalla sinistra. Dopo di che ero ritornata nella camera dei ragazzi dalla quale sentivo provenire voci e risate ma, appena entrata, ero rimasta paralizzata sulla porta: si stavano cambiando e la mia mente si era completamente offuscata vedendoli tutti e cinque senza maglietta. I ragazzi mi avevano guardata ed avevano cominciato a ridere vedendo la mia espressione , poi avevano iniziato a togliersi anche i pantaloni. Automaticamente spalancai la bocca ma, sotto lo sguardo malizioso dei ragazzi, la richiusi subito e uscii dalla stanza prima che mi potesse veramente venire un attacco di cuore e scesi velocemente le scale per andare in cucina. Sugli ultimi gradini sentii la voce di Zayn urlare:
- Eddai Sere torna! Ci manchi già!- lo ignorai sorridendo tre me e mi diressi in cucina. Dopo poco i cinque mi raggiunsero di sotto ancora mezzi nudi e io divertita mi tappai gli occhi esclamando:
 – Ragazzi, davvero! Sono facilmente impressionabile!- loro si misero a ridere ed anche io con loro; poi qualcuno mi prese i fianchi con le mani trascinandomi a se.
– Guarda che puoi spogliarti anche tu!- mi aveva sussurrato Zayn all’orecchio.
 – Malik no!- avevo detto costringendomi ad aprire gli occhi e a girarmi verso di loro per allontanarlo. In quel momento erano tutti davanti a me: erano la perfezione fatta in persona anzi, fatta in cinque persone. Ci eravamo guardati, loro con ancora i loro stupidi sorrisi stampati sul viso, poi avevano preso tutti posto attorno a tavola cominciando a mangiare e, dato che io li stavo guardando con aria interrogativa, Niall mi aveva detto:
- Beh che cosa c’è? Noi stiamo sempre così in casa: si sta molto più comodi!- e poi aveva preso dei cereali rovesciandoli in una tazza.
 – Cioè io dovrei vedervi tutti i giorni così?- avevo domandato con un tono di voce particolarmente acuto.
 – Siamo così brutti?- aveva chiesto Liam facendo il finto tonto e facendo sorridere gli altri.
–Sì, siete dei cessi!- avevo risposto sarcasticamente sedendomi.
–Beh allora non c’è problema giusto?- aveva domandato Zayn.
–Sì, cercherò di farmene una ragione!- avevo sentenziato lanciandogli un’ occhiataccia.
–Ma di cosa parli?- aveva chiesto Harry fingendo di non conoscere la risposta, decisi di dargliela vinta.
 – Mi farò una ragione del fatto che abito con degli strafighi che arrapano un sacco e che hanno un fisico della madonna ok??- avevo detto tutto d’un fiato. I ragazzi erano scoppiati a ridere compiaciuti.
 – Porca putt … - mi ero appena girata per prendere dei biscotti non accorgendomi che dietro di me Liam stava trafficando con una tazza e gli ero andata a sbattere contro rovesciandomi addosso il caffè.
 – Cavolo!-
 – Brucia tantissimo!- avevo esclamato.
 –Beh la proposta che Zayn ti ha fatto prima è ancora valida … - aveva suggerito Louis con un sorrisetto malizioso, ma ci avevo già pensato io anche perché il caffè scottava davvero troppo e mi stava bruciando a contatto con la pelle . Così  mi tolsi la maglietta rimanendo in reggiseno davanti ai ragazzi. Sinceramente non ero imbarazzata, perché ero il tipo di ragazza che amava divertirsi con gli amici senza farsi troppi scrupoli e anche loro erano così.
– Beh quando avete finito di fissarmi fatemelo sapere!- avevo detto fingendo di essere indignata e risedendomi al tavolo per finire la colazione. I ragazzi erano rimasti a bocca aperta ed il primo a parlare fu Harry.
 – … Almeno adesso siamo pari!-.
 
Il pomeriggio, ovviamente dopo essermi rivestita (cosa che avevo fatto subito dopo colazione), avevo deciso di parlare ai ragazzi di Vane. Quello ero un po’ un problema nel senso che non sapevo se loro avrebbero accettato di ospitarla lì e, nel caso non fosse stato possibile, avremo dovuto trovare un altro alloggio dal momento che io, ovviamente, non mi sarei mai separata dalla mia migliore amica. Gli raccontai tutta la storia e loro accettarono di accoglierla dicendo che non era assolutamente un problema, ma che avrebbe dovuto dormire con me perché non avevano altre stanze libere. Felicissima gli abbracciai tutti ringraziandoli, poi decisi di chiamare quella povera malata.
 – Pronto?- aveva detto lei con voce stanca.
-Buongiorno signorin … ah no è pomeriggio! Buonpom … -
- Sereee! Oh cavolo ce l’hai fatta a chiamarmi è! Santo cielo come stai? È vero che non avevi prenotato la camera? E ora dove hai detto che sei? Tutto bene spero! Oppure ti … – mi riempì di domande.
- Eih eih, una cosa per volta! Prima di tutto voglio sapere come stai tu!.- risposi decisa.
- Io sto abbastanza bene, il peggio è passato … Però devo rimanere all’ospedale ancora qualche giorno perché vogliono sottopormi a degli accertamenti … Qua mi annoio un sacco e tu mi manchi … Allora mi racconti adesso?- mi domandò eccitata come una bimba piccola.
- Certo! Allora … - da buona migliore amica quale ero le raccontai tutto per filo e per segno, ogni dettaglio: il volo in aereo, la prenotazione sbagliata, di quando avevo incontrato Harry, della prima sera con i ragazzi e della mattina. Poi lei ovviamente mi chiese di parlare dei ragazzi e io le avevo raccontato tutto descrivendoglieli e parlandole anche di quello che stavo iniziando a provare per uno di loro  …
- Dici che dovrei?- chiesi titubante.
-Certo!- mi rispose lei convinta.
-Ma se lui non ricambia? Insomma … dovremo convivere per un anno e potrebbe succedere un casino … - continuai io amareggiata.
- Sì, questo è vero … Magari prova a parlarne con Harry: senti un po’ lui che cosa ti dice e poi decidi tu cosa fare, ma tienimi informata chiaro?- mi chiese.
- Certo ti farò sapere tutto! Tu invece? Quando pensi di raggiungerci? I ragazzi hanno detto che puoi venire anche tu ad abitare qua!- le riferii io.
- Sarebbe davvero bellissimo da come mi stai raccontando! E magari uno dei ragazzi potrebbe anche piacermi … - stava iniziando a farsi i suoi viaggi mentali …
- comunque ancora non ho guardato per prenotare un altro volo, ma bisogna che mi muova altrimenti non arrivo più! –
- Esatto quindi mi raccomando: guardaci e poi fammi sapere!- le ordinai io. Poi sentii bussare alla porta:
-Sono Zayn!- si presentò il ragazzo fuori dalla mia stanza.
-Un attimo!- gridai.
- Vane bussano. Ci sentiamo il prima possibile, ti voglio tantissimo bene! - la salutai io.
-Ciao dolcezza! Mi raccomando: non scoparti tutti i tuoi amici sexy. Un bacio.- poi staccai ed andai ad aprire la porta.
 -Eih ciao Zayn! Vieni pure.- dissi al moro che entrò chiudendosi la porta alle spalle.
- Posso sedermi?- aveva chiesto indicando con un cenno della testa il letto. Io avevo annuito.
-Devo parlarti … - aveva iniziato e poi, con un rapido gesto, mi aveva presa per i fianchi avvicinandomi a lui. Ero un po’ stranita da quel comportamento, ma decisi di sedermi sul letto con lui per sentire quello che aveva da dirmi. Il che fu una pessima idea perché, appena mi fui seduta, lui si piazzò davanti a me avvicinando il suo corpo al mio. Non capivo cosa diavolo gli fosse preso e cercai di indietreggiare, ma sbattei  le spalle contro la parete. Lui mi fece un sorriso divertito, mentre io ero al quanto stizzita.
-Zayn, perché non puoi parlarmi normalmente invece che fare tutta questa scenetta?- avevo chiesto acida.
-Vuoi forse che me ne vada?- mi aveva domandato puntando i suoi occhi scuri sui miei. Evidentemente era una mossa che gli permetteva di conquistare tutte le ragazza e, infatti, rimase sorpreso quando io spostai lo sguardo altrove cercando di scansarlo.
-Non così in fretta.- aveva sussurrato lui tenendomi ferme le braccia e avvicinando un po’ troppo il suo viso al mio.
-Sei consapevole del fatto che potrei denunciarti se non mi lasci andare?-. Lui aveva sorriso.
-Non mi importa.- aveva continuato testardo. E si era avvicinato ancora.
- Zayn no! Ma che cazzo ti prende? Levati per favore!-. Il ragazzo non mi aveva ascoltata e aveva fatto quasi combaciare le nostre labbra, ma io ero stata più svelta ed avevo spostato la testa. Lui, che evidentemente non si aspettava un rifiuto, aveva allentato la presa su di me e io mi ero subito distanziata. Avevo cercato il suo sguardo e gli avevo rivolto un sorriso poco convincente.
-Mi dispiace … io … - avevo cominciato a balbettare, poi lui mi aveva fatto un breve cenno con la testa ed io ero uscita dalla mia stanza.


 



Salve bellezze**
dunque .....
innanzitutto vi volevo ringraziare davvero tantissimo per tutte le recensioni che mi avete lasciato, mi rendete strafelice! Per me significa tantissimo essere arrivata fin qui e lo devo tutto a voi! :D 
poi volevo ringraziare tutte le ragazze che tengono la storia tra le seguite\preferite\ricordate .... vi amo dolcezze <3
Riguardo alla storia non ho ancora scritto una vera e prorpia "nota d'autrice" ... magari ne approffito ora ...
Dunque ... mi scuso se i primi capitoli non erano lunghissimi, diciamo che la storia intesa come colpi di scena, relazioni ecc.. comincia più o meno da ora. Che dire, spero che anche questo capitolo possa piacervi ... sarei contentissima se mi lasciaste una recensione, ora vado che ho scritto un papiro! un bacio carrots <3



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Capitolo 6
*** London ***


* quando vedete l'asterisco vi consiglio di mettere la canzone: Same mistakes 
 

Ancora un po’ spaesata per quello che era successo, mi diressi al piano di sotto dove trovai Harry con in mano il mio ed il suo giubbotto. Lo guardai inarcando un sopracciglio, ma lui mi sorrise semplicemente dicendomi:
-Vieni,  Londra ti aspetta!-. Mi prese per mano trascinandomi fuori. Gli fui davvero grata per quel gesto, mi aveva portata via proprio nel momento giusto, infatti avevo un po’ di confusione in testa. Sapevo benissimo quali erano i miei sentimenti ed era proprio per quello che avevo resistito con tutte le mie forze a Zayn: era davvero un bellissimo ragazzo, ma non lo amavo. Il mio cuore evidentemente aveva già fatto la sua scelta e illuderlo sarebbe stato un comportamento stupido. Ma mi dispiaceva averlo lasciato lì solo … Mentre la mia testa era affollata da tutti questi pensieri però il mio migliore amico era riuscito a farmi dimenticare tutto solamente mettendomi un braccio intorno al collo e stringendomi a se. Cercai di non pensare più a niente.
-Gli altri non vengono?- domandai ad Harry mentre camminavamo tranquilli lungo un viale alberato.
-No, ti volevo tutta per me oggi.- disse e poi mi guardò con quei suoi occhi meravigliosi che mi piacevano tanto; quegli occhi che per me c’erano sempre stati, che mi avevano sempre aiutata e protetta, che per me erano sempre stati come un porto sicuro in cui rifugiarmi.
- Ottima idea! Sai in questi due anni mi sei mancato tanto … Mi ricordo che appena te ne sei andato sono cambiate tante cose a scuola … -.
- Tipo cosa?- mi aveva chiesto.
- Beh non lo so … Forse sono cambiata io … mi mancavi terribilmente ed ero tristissima … - cominciai a pensare a quel periodo orrendo che avevo passato dopo che lui si era trasferito … Eppure c’era qualcosa che non quadrava …
-Beh sai anche per me è stato davvero difficile lasciare i miei amici e la mia scuola per trasferirmi qui … - disse lui pensoso. Decisi di lasciar perdere i miei dubbi e gli chiesi:
- Dai raccontami di come hai conosciuto i ragazzi!-.
-Allora … Dopo essermi trasferito qua il primo che ho conosciuto è stato Louis perché era il nostro vicino di casa e, anche se lui ha due anni in più di me, ricordo che passavamo tantissimo tempo insieme e lui era sempre a casa mia o io ero da lui. Poi a scuola ho conosciuto Niall che frequentava alcuni corsi con me … Io e lui siamo diventati subito amici, forse perché abbiamo un carattere simile e durante le lezioni ci divertivamo tantissimo … In seguito ho conosciuto Liam: inizialmente non lo sopportavo perché era il più figo della scuola e ci andava con tutte le ragazze che piacevano a me! Un giorno trovammo da dire per una di quarta che si chiamava Jessie: a me piaceva tantissimo e lui, che lo aveva capito, me la lasciò. Fu un gesto da vero amico, non da sbruffone come pensavo che fosse e ciò ci fece avvicinare. E per ultimo ho conosciuto Zayn che frequentava la mia stessa squadra di calcio … dio quanto ci divertivamo a giocare insieme! … -
I ricordi si erano impossessati di lui, che sorrideva sereno. Poi riprese a parlare.
- Zayn inoltre era molto amico di Niall e ci ritrovavamo spesso insieme a casa mia per studiare … Con il tempo cominciò a venire con noi anche Liam, perché io e lui eravamo diventati inseparabili. E poi ovviamente c’era sempre anche Louis dato che era il mio migliore amico e passavamo tutte le giornate insieme. Quindi ci incontravamo spesso tutti e cinque, ed era pazzesco quanto stavamo bene . Così tanto che qualche mese fa abbiamo deciso di comprarci quella casa per potere abitare insieme e la cosa si sta rivelando geniale perché ci divertiamo da matti!!- finì ridendo.
-Mamma mia mi fai commuovere!- dissi con gli occhi lucidi.
- È davvero bellissimo sentirti dire queste cose Harry, mi fa davvero molto piacere che tu abbia trovato degli amici così meravigliosi. Da quello che ho potuto vedere siete davvero uniti nonostante siate diversi: è una bellissima amicizia questa. Spero che potrete restare amici per sempre. -
Quel racconto mi aveva distratto e mi accorsi che eravamo arrivati in una piazza immensa gremita di gente.
-Harry ma dove siamo?- avevo chiesto disorientata.
-Questa è Trafalgar Square, la piazza principale.- mi disse. Poi mi fece osservare da vicino il grande leone in pietra dove ci facemmo delle foto, mi portò fin sotto alla colonna di Nelson e in seguito mi fece visitare la National Gallery dove osservammo un’ infinità di quadri famose. Harry mi portava a vedere le opere più interessanti e, mentre parlava, io lo ascoltavo appoggiando la mia testa sulla sua spalla. In quel momento agli occhi della gente apparivamo come una  “coppia di ragazzi colti”e la cosa ci divertiva così tanto che avevamo deciso di cominciare a recitare come solo noi due insieme sapevamo fare, ma forse ci eravamo calati un po’ troppo nella parte … Ci univamo alle persone che stavano ascoltando la guida e fingevamo di essere interessati .
-Oh mio caro Harold, non trovi che questo Monet sia sublime?.- avevo iniziato io gesticolando.
- Ma certo, sento l’arte defluire armoniosamente dentro il mio essere. – aveva detto Harry con gesti teatrali. Io avevo cominciato a ridere silenziosamente mentre la gente si era girata a guardarci malissimo. Avevamo capito dalle occhiatacce di non essere ben accettati e così Harry mi aveva sollevata per le ginocchia mettendomi sulla sua schiena come un sacco di patate.
-Andiamo milady, alla volta del piano superiore!- aveva esclamato mentre io non ero riuscita a trattenere le risate. Si era incamminato con la mia testa che ciondolava lungo la sua schiena e i capelli che riscendevano lungo le sue gambe, poi eravamo entrati in un ascensore ed aveva iniziato a spingere tutti i pulsanti sotto lo sguardo sconvolto di due anziane signore. Successivamente eravamo arrivati in una sala piena di poltroncine, Harry mi aveva scaricato su una di esse e poi si era accucciato vicino a me.
La cosa bella era che a noi non importava quello che pensava la gente, eravamo liberi di essere quello che volevamo e non ci eravamo vergognati neanche di esserci addormentati proprio lì, sulle poltroncine della National Gallery. Quando Harry mi svegliò dicendomi che ci stavano fissando tutti non riuscii a trattenere le risate e, anche lui, era scoppiato a ridere. Poi lo avevo preso per mano ed eravamo usciti fuori da lì correndo sotto lo sguardo inquisitore del poliziotto all’entrata.  Dopo di che avevamo ripreso a camminare tranquillamente per le strade di Londra, quando ad un tratto eravamo passati davanti ad un negozio che vendeva cd ed Harry si era fermato osservando la vetrina.
-Sai, un’altra cosa che unisce noi cinque è la passione per la musica. Ogni tanto proviamo a scrivere qualche melodia e suonarla. Se vuoi un giorno ti facciamo sentire … - disse sorridendomi.
-Certo! È da così tanto tempo che non sento la tua voce meravigliosa … - risposi parlando più a me che a lui.
Lui rise poi si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò quelle che dovevano essere le parole di una canzone che però non avevo mai sentito.
*Circles, we going in circles
Dizzy’s all it makes us
We know where it takes us we’ve been before
Closer, maybe looking closer
There’s more to discover
Find that what went wrong without blaming each other …

- … Uaaaa …  – ero solo riuscita a dire. La sua voce aveva la capacità di sciogliermi, di farmi emozionare ed era la più bella che avessi mai sentito.
- … sai, un giorno verrò qui, proprio in questo negozio, e comprerò un tuo cd … - avevo detto facendo volare l’immaginazione mentre osservavo ancora la vetrina del punto vendita quasi in uno stato di trance. Lui mi aveva guardata rivolgendomi un sorriso radioso: sapeva che io ero sempre stata pronta ad incoraggiarlo e mi stava ringraziando tramite quel sorriso stupendo,  cosa che poche persone riuscivano a fare con sincerità. La maggior parte dei sorrisi della gente erano finti. Ma non il suo.
 
 
Continuammo a passeggiare ancora un po’ fino ad arrivare a Covent Garden che era un meraviglioso quartiere tranquillo, con tante case piene di fiori, gente allegra e sorridente.
-Harry, posso farti una domanda?- avevo chiesto io ad un tratto.
-Spara.-
-Ehm … voi, insomma tu e gli altri, avete una … ehm ragazza o … -
- Ahahahah vuoi che ti racconti le nostre storie sentimentali?- aveva chiesto lui ridendo. Io annuii convinta.
-Ok, allora cosa posso dirti … Innanzitutto non siamo ehm … dei … - non riusciva a trovare la parola giusta.
- Dei santi?- proposi io.
-Esattamente! Diciamo che i più puttanieri del gruppo siamo io e Liam … - aveva detto quasi vantandosene.
-Ah si? Non sei cambiato proprio per niente quindi? Continui a portarti decine di ragazze a letto?-
- Detto così non è molto carino!-
-Tranquillo Styles un giorno incontrerai anche tu la persona giusta e poi la smetterai di fare il cretino.- gli dissi con affetto.
- Oh, ma io l’ho già trovata.- mi disse. Io inarcai un sopracciglio e lui mi rispose:
- Sei proprio tu. - poi mi rivolse uno di quei suoi sorrisi meravigliosi. Era una persona fantastica, stupida ma meravigliosa. Avrei anche potuto amarlo se non fosse stato che io lo amavo già, ma come migliore amico.
-Che dolcezza!- avevo detto stringendolo in un abbraccio e dandogli tre bacetti sulla guancia.
-Ora però vai avanti che voglio sapere degli altri.- lo avevo incitato io.
-Beh dunque, poi ci sono Zayn e Niall che sono entrambi stati lasciati dalle loro ragazze qualche settimana fa … Zayn è ancora abbastanza triste: evidentemente questa volta era davvero innamorato … però mi ha detto che ora che ci sei tu qui con noi riesce a pensarci di meno.-  ripensai al comportamento di Zayn poche ore prima … era strano che si fosse comportato così se era appena uscito da una relazione, ma evidentemente i ragazzi ragionavano in un modo completamente differente dal mio!
- Invece Niall se l’è già dimenticata la sua ex e ora si sta sentendo con una che credo si chiami Annah. – proseguì Harry. Io annuii e aspettai di sentire il seguito.
-Infine c’è Louis … Beh sai lui è particolare: è il tipo di persona che ha tutte le ragazze ai suoi piedi, tutte quelle che vuole … però non è tanto per le relazioni serie. - mi disse e la chiuse lì. Ma io volevo saperne di più.
-In che senso? Cosa vuoi dire?- domandai subito troppo velocemente. Harry mi sorrise: aveva capito qualcosa.
-Perché tutto questo interesse?-. Ecco appunto! Ma infondo era quello che volevo: parlare con lui, giusto?
-Beh perché … potrebbe essere che … - lo guardai negli occhi e presi un respiro profondo.
- che lui mi piaccia.- lo dissi subito senza pensare, riuscendomi a togliere un peso enorme dallo stomaco. Lui sembrava come interdetto.
-Quindi, dicevi? Perché non è il tipo da relazione seria?- ripresi il discorso.
-Io stavo dicendo che … insomma se avessi saputo prima quello che mi hai appena detto … ora potresti rimanerci male … io … - farfugliò lui.
- Harry, voglio solo la verità di prego!- lo implorai io.
-Ok … Beh vedi, quello che volevo dire è che lui in vita sua ha avuto un sacco di ragazze, ma non solo se le portava a letto: ha avuto anche delle relazioni. Solo che al massimo riusciva a far durare un rapporto tre settimane, dopodiché si stancava! Vedi credo che il problema di Louis è che non ha mai amato davvero.- mi spigò serio.
-Oh … - dissi io. Furono le uniche parole che riuscii a pronunciare.
-Da amico te lo dovevo dire, ma non voglio abbatterti chiaro? Dico solo che se ancora non sei proprio presissima da lui, non dovresti innamorarti … Credo che potrebbe spezzarti il cuore. E io non voglio che accada.- almeno era stato sincero, ma ora mi sentivo uno schifo.
-Grazie- avevo sussurrato e poi mi ero lasciata guidare da lui mentre mi portava verso la fermata di un autobus di quelli rossi a due piani, meravigliosi. Una volta saliti ci eravamo seduti in due posti vicini, io  accanto al finestrino. E proprio mentre ero lì con la testa persa nei miei pensieri, improvvisamente mi ero ricordata. Certo, ora tutto era tornato al suo posto ed era tutto chiaro. Ecco perché io ed Harry ci eravamo completamente persi dopo che lui si era trasferito. Ora ricordavo quello che era successo.
-Sei uno stronzo!- gli avevo gridato in faccia e poi, approfittando delle porte aperte del bus, mi ero precipitata fuori correndo tra la folla di Londra.


.




Ei :) salve a tutte bellissime lettrici !
dunqueee prima di tutto volevo un attimino parlare di questo capitolo, è molto lungo ma era da un eternità che non postavo:) spero tanto che vi piaccia!
devo dire che qui si cominciano a capire molte cose ... inanzitutto i sentimenti della protagonista di cui ovviamente parlerò meglio inseguito perchè prima c'è questo problemino con Hazza da risolvere .... 
molte di voi avevano indovinato riguardo al ragazzo che piace a Sere, grandi!!! :D

Per ultima cosa volevo ringraziare tutte le ragazze che recensiscono la storia, ma anche quelle che la leggono soltanto e ora mi rivolgo proprio a voi lettrici "silenziose" beh sarebbe bello che mi faceste sapere cosa ne pensate ... ci tengo davvero tanto, se vi va lasciatemi scritte anche solo poche parole, per me sono importanti! 
ora vado patatine, vi mando un bacione <3

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Capitolo 7
*** Due anni prima ***


Sentivo che Harry mi chiamava, ma non volevo dargliela vinta così facilmente. Mentre le lacrime mi rigavano il viso cercai di accelerare il passo, ma l’enorme quantità di gente che c’era per le strade non mi permetteva di correre e lui mi raggiunse. Mi afferrò per un braccio stringendomelo e mi costrinse a girarmi verso di se.
-Lasciami andare!- gridai.
-Ma posso almeno sapere cosa hai fatto?- mi chiese costretto ad urlare per farsi sentire in mezzo a tutte quelle persone. Dato che io non volevo parlargli e mi dimenavo, aveva stretto la presa attorno al mio polso trascinandomi con lui fini ad arrivare in un parco; lì ci eravamo seduti su una panchina, ma io avevo tenuto lo sguardo rivolto verso terra, decisa a non alzarlo verso di lui.
-Allora??- aveva chiesto impaziente. Io mi ero asciugata le lacrime con il palmo della mano e avevo aspettato che il mio respiro ritornasse regolare prima di rispondere.
-Mi sembrava che ci fosse qualcosa che non andava Harry … Finalmente mi sono ricordata di tutto.-
-Ma cosa? Io non riesco a capire … - aveva risposto lui disorientato tenendosi la testa tra le mani.
- Quella sera Harry! Quella … prima che tu partissi!- e qui erano ricominciate a scendere le lacrime mentre i ricordi si facevano strada ferocemente dentro di me.
 
Due anni prima. 2:00 a.m.
-Sere! Presto corri! Muoviti vieni con me!- urlava Cassie.
-Cosa c’è?- le avevo domandato io mentre mi allontanavo dagli altri e cominciavo a seguirla. Lei aveva iniziato a correre velocemente ed ero riuscita a sentire soltanto le parole “Harry …” - e “Ha bisogno.”
Dopo qualche minuto di corsa eravamo arrivate ad un giardino poco lontano dalla casa in cui Madison aveva organizzato la festa. Nel parco avevo intravisto subito Harry sdraiato su una panchina con gli occhi semiaperti, mi ero avvicinata preoccupatissima e dall’odore che emanava avevo capito che si era ubriacato, ancora. Non avevo nulla contro una sana ubriacatura ogni tanto, ma Harry nell’ultimo periodo aveva perso il controllo e quella sera sentivo che ne avrebbe pagato le conseguenze. Faticava a respirare a causa di tutto quell’alcol che circolava nel suo sangue e non riusciva a muoversi. Avevo subito chiamato l’ambulanza che  era arrivata a prenderlo e lo aveva portato al pronto soccorso. Quella notte avevo dormito lì con lui, mentendo a mia mamma alla quale avevo detto di essere rimasta a dormire da Madison. La sera seguente  avevano dimesso Harry e io lo avevo riaccompagnato a casa, ma, durante il tragitto, mi ero sfogata dicendogli che era un deficiente, un idiota, che non si meritava la mia amicizia perché riusciva solo a comportarsi da immaturo.
-Sai una cosa? Non me ne frega niente della tua amicizia tienitela stronza!- mi aveva gridato contro.
-Ma come cazzo ti permetti? Sei un coglione che non vuole ammettere di aver sbagliato. Se non fosse stato per me saresti ancora là, steso su quella panchina!- avevo gridato con tutta la voce che avevo.
- Non avevo bisogno del tuo aiuto! E poi che amica sei? Eh?? Mi vieni a rinfacciare di avermi aiutato?-
-Ma non puoi solo comportarti da persona matura? Ti rendi conto che ti sei quasi ucciso?!- ero sbottata urlando come un’isterica.
- Non sono affari tuoi, faccio il cazzo che mi pare!- mi aveva risposto gridandomi contro.
-Bene, non hai più bisogno di me allora. Vaffanculo! –
- Certo che non ho più bisogno ti te! Domani parto!-
Appena pronunciate quelle parole, però, entrambi ci eravamo resi conto della gigantesca quantità  di realtà che ci era appena piombata addosso: quello era l’ultimo momento che avremo potuto passare insieme e lo avevamo trasformato in una litigata senza precedenti. Tutti e due eravamo stati incapaci di ribattere, io sentivo come un nodo in gola che mi impediva di dirgli qualsiasi cosa. Così mi ero girata ed avevo cominciato a correre in direzione di casa mia, scossa dai singhiozzi e con le lacrime che mi solcavano il viso. La mattina seguente Harry era partito senza farmi più sapere niente ed io avevo tentato con tutte le mie forze di dimenticarmi di quella sera e di rimanere con un ricordo dell’ Harry migliore che conoscevo.
 
Londra
Harry aveva finalmente capito a cosa mi riferivo e anche lui, come me, aveva cominciato a ripensare a quella sera ripercorrendo ogni momento. Rimanemmo immobili per parecchi minuti, ognuno immerso nei suoi ricordi. Poi alzai lo sguardo su di lui e vidi che qualche lacrima gli stava scendendo lungo le guancie. Mi fece una gran tenerezza: infondo io non ero più arrabbiata con lui anzi, l’unica cosa di cui mi ero veramente pentita dopo la sua partenza era che l’avevo lasciato andare senza essermi scusata e senza averlo salutato. Entrambi sapevamo di doverci perdonare, ma in quel momento le parole non servivano. Anche lui puntò gli occhi nei miei e mi sorrise debolmente, poi ci abbracciammo fortissimo come non avevamo mai fatto e come invece avremo dovuto fare quel giorno di due anni prima.
 
Dopo quasi venti minuti avevamo deciso di ritornare su un autobus che ci riportasse a casa. Durante il tragitto eravamo rimasta zitti, quando ad un tratto Harry aveva rotto il silenzio.
-Strano però che l’altro giorno, quando ci siamo rincontrati, non ci sia venuto subito in mente questo episodio … - aveva detto dando voce ai suoi pensieri. Anche io ci stavo pensando.
-Sai, dopo che te ne sei andato io ero arrabbiatissima, eppure mi sentivo terribilmente in colpa … Io … io ti volevo troppo bene per avercela con te, quindi decisi di cancellare completamente il ricordo di quella sera, fingendo che tu fossi ancora il mio migliore amico.-  avevo spiegato
-Quando arrivai qua, i primi giorni, ero sempre solo …  mi mancavi in maniera esagerata, non immagini quanto. Così decisi di mettere da parte l’orgoglio e ti avrei anche chiamata se non fosse stato che avevo paura che poi mi saresti mancata ancora di più!Anche io alla fine finsi che non fosse mai accaduto niente … -.
-Avevamo pensato esattamente la stessa cosa e ci eravamo perdonati a vicenda senza saperlo … - osservai e mi venne quasi da ridere.
- Comunque Harry mi dispiace davvero molto per … - avevo iniziato.
-Smetti, non devi scusarti … ero io che avevo sbagliato. Scusa. – mi aveva detto guardandomi serio negli occhi. Lo abbracciai di nuovo e poi scendemmo dall’autobus rosso. 
 
 
  
 
 
 Eccomi qua bellezze :')
dunquee ecco svelata la storia con Harry, non è un gran che questo capitolo, ma spero che vi piaccia comunque!
A partire dai prossimi vedremo di più la coppia Sere\Louis, ma ci tenevo tanto a raccontare bene dell'amicizia tra Hazza e Sere!
Per ultima cosa vi volevo dire semplicemente GRAZIE, di tutto.
Per sopportarmi; recensire; tenere questa storia nelle seguite\ricordate\preferite; per essere arrivate a leggere fin quaggiù(!); ma grazie anche se leggete soltanto questa storia. Sappiate che mi fa sempre tanto piacere sapere cosa ne pensate :)
ora vado a studiare Latino (yuppi) alla prossima <3




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Capitolo 8
*** opss ... ***


Una volta ritornati a casa io ed Harry ci buttammo sul divano sfiniti e, poco dopo, ci raggiunsero i ragazzi. Quando però il mio sguardo incontrò quello di Louis mi venne in mente tutto ciò che mi aveva detto il mio migliore amico: dovevo riuscire a dimenticarmi di lui prima di innamorarmi completamente. Così annunciai che andavo a farmi una doccia evitando anche le occhiate di Zayn che sembravano volermi comunicare qualcosa. Quel ragazzo non riuscivo proprio a  capirlo: un attimo prima ci prova spudoratamente con me e poi Harry mi riferiva che si era appena mollato con la ragazza e stava soffrendo molto a causa della loro rottura … bah. Mi precipitai al piano superiore ed entrai direttamente nel bagno, mi spogliai e infine entrai nella doccia. Dopo circa quaranta minuti ero pulita e profumata di vaniglia e cocco: l’essenza del mio shampoo. Arrivai in sala dove vidi che Liam stava guardando la tv sdraiato sul divano così mi buttai, con la leggerezza di un ippopotamo, accanto a lui.
-Eih dove sono gli altri?- domandai.
-Louis e Niall di sopra mentre Zayn e Harry sono andati a prendere delle pizze.-  rispose senza staccare gli occhi dallo schermo colorato.
-Ok perfetto. Allora vado ad apparecchiare intanto!-. Entrai in cucina, pulii il tavolo e sistemai piatti e forchette, poi sentii Liam urlare dalla sala.
-Hai bisogno?- . Che tesoro di ragazzo, uscii dalla cucina e lo raggiunsi vicino al divano.
-Ho fatto tutto grazie mille.- risposi dandogli un bacio sulla guancia. Qualche minuto dopo il campanello suonò ripetute volte e insistentemente. Capii che erano arrivati i ragazzi con le pizze e mentre Liam andava ad aprire io mi precipitai in cucina prendendo posto a tavola: stavo letteralmente morendo di fame. Quando entrarono anche gli altri mi guardarono con espressione divertita.
-Strano: solitamente è Niall quello che si siede per primo per paura che gli altri divorino il suo cibo. – osservò Louis con un sorriso facendo ridere gli altri, ma io avevo completamente perso il filo del discorso alla parola “strano”. Infatti, appena quel ragazzo aveva messo piede nella cucina, i miei occhi si erano posati su di lui, divorando ogni tratto del suo corpo e cibandosi di tanta bellezza. Indossava una maglietta a mezzemaniche che metteva in risalto i muscoli allentati tirati per lo sforzo di reggere le pizze, aveva la barba accentuata e i capelli volutamente spettinati. Prima di poter capire che stava parlando con me, mi ritrovai a tuffarmi dentro all’oceano azzurro dei suoi meravigliosi occhi.
-Ehm … sì, però domani pioverà. – risposi dicendo la prima cosa che mi passava per la mente mentre, a fatica, distoglievo lo sguardo da lui per posarlo sul mio bicchiere. Quando mi resi conto della sciocchezza che avevo detto arrossi e mi maledissi per essermi fatta catturare dal suo fascino. Louis mi guardò corrugando la fronte, ma prima che potesse aggiungere qualcosa Liam mi salvò.
-Datele la pizza, in fretta! Sta impazzendo e dice cose senza senso! Anche a Niall a volte succede … Per esempio l’altro giorno aveva iniziato a raccontarmi  la storia assurda di un pinguino che aveva conosciuto alle Bahamas così gli ho preparato un tramezzino, gliel’ho ficcato in bocca e ha smesso di dire quelle assurdità!- ci spiegò ed Harry si affrettò a prendere una pizza e ad infilarmene una fetta in bocca.
 
 
 La mattina dopo mi svegliai per colpa di un raggio di sole tiepido che si era intrufolato nella mia stanza a causa di uno spiraglio nella tapparella. Ovviamente quella fascia luminosa aveva ben pensato di accoccolarsi sul mio viso, così mi ero vista costretta ad aprire gli occhi nonostante sarei rimasta nel mio comodo lettino per altre ore intere. Guardai l’orologio: erano già le 11: 15 e, a giudicare dai rumori provenienti dalle camera vicine alle mie, i ragazzi erano già svegli. Andai nel bagno e mi vestii con dei semplici pantaloncini di cotone e una maglietta larga e comoda. Decisi poi di scendere per colazione ed entrai nella spaziosa cucina accarezzata dai raggi di sole che rimbalzavano sulle superfici. Vidi subito Niall, seduto su di una sedia, con gli occhi ancora socchiusi che immergeva nel latte due biscotti alla volte e se li portava meccanicamente alla bocca. Fissava un punto indefinito e ci mancava poco che si addormentasse sulla tazza: evidentemente si era appena svegliato.
-Buongiorno Ni ! – lo salutai allegramente. Lui ebbe uno scatto improvviso e ingoiò troppo velocemente i due biscotti, così fu costretto a tossire una quindicina di volte per evitare di strozzarsi.
-Buongiorno anche a te. Cerca di non farmi morire la prossima volta! – mi salutò lui stringendomi affettuosamente in un abbraccio, se non altro ora era completamente sveglio. Finita la colazione decisi di mandare un messaggio a Vane, però non riuscivo a trovare il cellulare da nessuna parte. Dopo aver setacciato tutta la mia stanza improvvisamente mi ricordai che la sera prima, dopo aver fatto la doccia, l’avevo lasciato in bagno insieme a tutti i miei vestiti, così mi precipitai alla porta e bussai.
- È?- gridò Louis. Oh merda.
-Ehm Louis sono io, ho dimenticato i miei vestiti dentro … posso entrare?- chiesi nervosa.
-Un attimo!- mi aveva risposto. Poi avevo sentito le ante della doccia che si aprivano e dopo poco urlò:
-Entra pure!-. Aprii la porta, decisa a non guardarlo neanche, e mi precipitai subito verso il mobile sopra il quale avevo lasciato i vestiti (tra l’altro il mio reggiseno era in cima a tutti … perfetto!). Li raccolsi più velocemente che potevo ma, quando mi girai per andarmene, trovai Louis proprio dietro di me. Aveva solamente un asciugamano attorno alla vita ed era tutto bagnato. Cominciai a sentire le gambe molli e mi mancava il respiro, ma decisi che era meglio se non alzavo il mio sguardo verso il suo viso altrimenti sarebbe stata la fine. E, mentre io cercavo di resistergli provando a guardare da tutt’altra parte le insignificanti piastrelle rosa, lui posò delicatamente le mani sui miei fianchi. Dato che la maglietta che indossava era corta e mi lasciava un po’ di pancia scoperta, le sue dita fredde si posarono direttamente sulla mia pelle provocandomi dei brividi lungo tutta la schiena. A quel contatto ogni mio sforzo era andato perso e così alzai gli occhi per poterlo osservare. Il suo viso era la cosa più bella che avessi mai visto. Dopo essermi soffermata ad osservare i lineamenti del suo volto e i suoi occhi sereni però, il mio sguardo si spostò sulle sue labbra perfette. Lui incominciò ad avvicinarsi lentamente e mi resi conto di ciò che stava per accadere. Subito le parole di Harry cominciarono a ronzarmi fastidiose in testa : “è il tipo di persona che ha tutte le ragazze ai suoi piedi, tutte quelle che vuole … però non è tanto per le relazioni serie” . Anche io volevo che quel bacio ci fosse, lo volevo con tutta me stessa,  ma non avevo nessuna intenzione di compiere un gesto che, ne ero certa, mi avrebbe fatta stare male in seguito. Così , con una forza sovrumana, riuscii ad allontanarmi da lui uscci dal bagno senza girarmi indietro. Mi precipitai nella mia stanza chiudendo la porta e mi tuffai sul letto. Ero stata davvero una stupida! Cazzo, avevo appena flirtato con lui dopo essermi chiaramente imposta di ignorarlo, ma che cosa diavolo mi era passato per la mente?? Perché non avevo avuto la forza di reagire, di oppormi? Perché tutte le volte che ero con lui la mia mente non riusciva più a ragionare e diventavo così … vulnerabile? Forse dentro di me la risposta a tutte quelle domande la conoscevo, ma in quel momento l’importante era decidere cosa fare … Cercare di soffocare i sentimenti prima di prendermi una vera e propria sbandata per Tomlinson, oppure cedere e lasciare al mio cuore “carta bianca”? Con la testa sommersa da tutti questi pensieri all’ improvviso sentii bussare.
-Sì?- avevo urlato mentre mi rialzavo velocemente dal letto. Niall aprii la porta e si affacciò.
-Sere vieni g … - iniziò lui.
-Tutto bene?- mi chiese subito dopo.
-Si, si tutto ok .- risposi io cercando di sembrare convincente.
- … Comunque, scendi a mangiare?- domanadò.
-Si certo. – avevo risposto sciogliendomi i nodi dei capelli con le mani e sistemandomi i vestiti spiegazzati. Niall mi osservò dubbioso, poi mi venne vicino.
-Ei … Per qualsiasi cosa sai che puoi contare su di me vero?- disse quel ragazzo speciale.
-Certo Niall, grazie di cuore.– risposi sinceramente abbracciandolo. Poi scendemmo entrambi a tavola dove c’erano tutti gli altri già seduti, tranne Louis che, a quanto potevo vedere, aveva deciso di non pranzare. Avevo pochissima fame dato che avevo fatto colazione giusto due ore prima, così mi limitai a mangiare una fetta di pane e qualche patatina.
-Sere, la mangi quella cotoletta?-
-No, prendila pure Ni. – dissi porgendo il mio piatto verso il biondo anche se mi sembrava impossibile che potesse mangiare anche la mia porzione dopo che aveva già spazzolato la sua e quella di Louis. Finito il pasto ci sedemmo tutti sul divano per rilassarci: Liam si appisolò mentre gli altri tre navigavano su internet. Ad un certo punto mi alzai per andare in cucina: tutto il sale che c’era sulle patatine mi aveva messo una sete tremenda. Aprii la mensola con i bicchieri e ne afferrai uno poi, dopo averlo riempito d’acqua, lo portai alle labbra per bere. Ma il mio tentativo di dissetarmi finii lì: improvvisamente sentii un respiro caldo sul  collo. Le mie mani presero a tremare, tanto che dovetti posare il bicchiere. Senza voltarmi portai la mano dietro alla testa e le mie dita si posarono sui capelli del ragazzo: soffici, lisci, sottili, morbidi … Poi il mio indice ed il pollice scesero sfiorandogli il naso, gli zigomi e il mento. Sì: era lui ovviamente. Mentre la mia mano gli accarezzava il collo, lui si avvicinò di più a me facendo aderire il suo corpo al mio e appoggiò delicatamente le sue labbra sul mio collo.
- Ehm ehm … -  qualcuno si era appena schiarito la voce all’entrata della cucina. Mi girai di scatto e, vedendo Harry sulla soglia della porta, ritornai con i piedi per terra arrossendo. Poi il riccio uscii ed io mi girai verso il lavello ignorando completamente Louis che stava appoggiato con la schiena al tavolo. Ero consapevole di aver ceduto un’altra volta. E questo mi faceva sentire debole.
-Ei … Sere … - iniziò lui bofonchiando. Gli lanciai un occhiataccia senza dire niente. Avevo già troppa confusione in testa, non avevo bisogno di ulteriori complicazioni che le sue parole mi avrebbero fornito. Velocemente presi il mio bicchiere e lo svuotai, dopo di che ritornai in sala. Appena misi piede fuori dalla cucina Harry si precipitò verso di me.
-Devo parlarti. – disse. E non sembrava di ottimo umore. 








Salveeee :)
eccomi, scusate il ritardo D:
prometto che appena finisce la scuola posterò in modo più regolare :)
dunque, come sempre voglio ringraziare tutte le meravigliose persone che recensiscono questa storia o anche che semplicemente la leggono: siete fantastiche, grazie per il supporto che mi date! se potessi verrei a casa vostra a riempirvi di baci ;)

Come avevo anticipato eccovi qua il capitolo in cui finalmente iniziamo ad addentrarci nell'argomento Sere\Louis ...
fatemi sapere che ne pensate :D
e anche voi "lettrici taciturne"(??) se avete voglia, ditemi come vi sembra ;)
ora smetto di rompervi, un mega bacio <3
Sere

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Capitolo 9
*** Parliament Hill ***


-Cosa cavolo ti prende?-  mi aveva domandato Harry aggressivamente dopo aver chiuso la porta della sua camera. Abbassai lo sguardo senza trovare una risposta. Veramente: cosa diavolo mi prendeva? Lui si era seduto sul letto accanto a me.
-Scusa, non volevo arrabbiarmi. Solo non mi aspettavo di entrare e trovarvi così. Che succede tra voi due?- aveva domandato con più calma.
- È quello che vorrei sapere anche io Harry … -.
-Senti, credi davvero che ne valga la pena di flirtare così con Louis?- Non risposi alla domanda.
-Ei, lo sai che sono sempre felice quando trovi un ragazzo, ma non voglio che tu rimanga delusa da lui e non voglio che ti faccia stare male … - annuii senza troppa enfasi. Una lacrima mi scese dagli occhi.
- Non voglio fare lo stronzo: Lou è il mio migliore amico, ma te lo dico perché ne ho viste tante di ragazze in lacrime dopo che lui le aveva piantate. Non devi essere la prossima.- non mi stupivo di quel comportamento protettivo: Harry lo era sempre stato nei miei confronti.
-Non ne vale la pena … credo. Tu hai bisogno di una persona più … fedele. – . In quel momento avevo voglia di fargli tante, troppe domande, ma non ne avevo la forza.
- Cerca in tutti i modi di rimorchiare e magari a volte ti potrà sembrare anche dolce e … sincero, ma del resto alla fine è come tutti noi. Non farti incantare. - .
- Ci proverò. Ma è difficile resistere agli ormoni. – lui mi sorrise.
-Già, io lo so meglio di chiunque.- e poi entrambi cominciammo a ridere mentre Harry mi raccontava di alcune sue conquiste. Quel ragazzo riusciva sempre a distrarmi nei miei momenti di crisi come quello.
 
 
Quando Harry se ne fu andato lasciandomi sola, decisi che anche dei consigli provenienti dal “mondo femminile” non mi avrebbero fatto male. Così chiamai Vane.
-Sere! Ciao!!- mi rispose con enfasi appena dopo il primo squillo.
-Bellezza buongiorno! Tutto a posto laggiù in Italia?-
-Sì dai …  potrebbe andare meglio, ma non posso lamentarmi! Raccontami di te invece!-
-Beh infatti ti ho chiamato proprio per raccontarti, ma anche perché ho bisogno del tuo aiuto … -
-Uhm … fammi indovinare … c’entra quel Louis vero?- colpita in pieno.
-Esattamente.-
-Dai racconta.-
-Dunque … la situazione si è un po’ complicata dall’ultima volta che ci siamo sentite … In poche parole Harry mi ha detto che è uno che si stufa subito delle storie serie. Non so se mi spiego: lui preferisce portarsi a letto una ragazza e illuderla piuttosto che impegnarsi con lei.
-Uhm … capisco. E tu?-
-Io cosa?-
-E tu hai visto quella mongolfiera enorme che sta passando adesso in cielo?- buttai uno sguardo veloce fuori dalla finestra.
- Ma che cavolo … ?-
- Suvvia! Era per dire: e tu cosa pensi di fare in questa situazione?-
-Ah! E la mongolfiera che c’entra scusa?-
-Lasciamo stare. – immaginai che in quel momento molto probabilmente si stava passando una mano sulla faccia mentre scuoteva la testa.
-Rispondimi.-
-Vane io ti ho chiamato proprio per questo: non ne ho la più pallida idea di cosa fare!- dopo di che le raccontai degli incontri “ravvicinati” che avevo avuto con Louis giusto quella mattina e le spiegai le sensazioni che provavo a sentirlo così vicino a me.
-Quindi hai detto “gambe molli come pastafrolla e mani appiccicose come un budino”?-
-Sì, si l’ho detto.-
-Sicura che non hai fame?- mi lasciai andare in una risata.
-Vane. Sii seria.-
-Ricevuto capo.
-Smetti di fare la spiritosa e rispondimi!- a volte stare al telefono con lei era come parlare con una bambina di cinque anni.
-Beh, io mi farei desiderare.
-Uhm … spiegati meglio.- il discorso cominciava a farsi interessante.
-Dunque, per prima cosa devi capire se tu a lui piaci. E il modo migliore per farlo è resistere alle sue ehm “provocazioni” e vedere se continua per ottiene ciò che vuole … ma stai prendendo appunti??- disse sentendo evidentemente il rumore della penna che si spostava sul foglio.
-Può darsi … Continua!-
-E poi secondo me è necessario che parliate. Dovete farlo prima o poi … E se vuole baciarti devi prima assicurarti che non sia una presa per il culo!
-E come faccio a saperlo? È questo il problema: come faccio a capire se tiene a me oppure se vuole solo palparmi le tette quando ogni volta che mi guarda mi si svuota completamente il cervello?!-
-Beh … è facile. Devi cercare di vedere se ti osserva, se ti fa complimenti, se fa qualcosa di speciale per te, se ti aiuta  … -
- sembra facile detto così … -
-Dai tranquilla: andrà tutto bene.
-Ci credo solo perché lo dici tu. Ei, davanti alla mia finestra sta passando una mongolfiera! È per caso quella a cui ti riferivi prima?!-.
 
 
Qualche minuto dopo la conversazione con la mia migliore amica, i ragazzi mi chiamarono dicendomi di prepararmi perché mi avrebbero portata in un posto speciale, così mi vestii con delle leggins grigie e una camicetta rossa e li raggiunsi. I cinque erano davanti alla porta d’ingresso che Liam aprì permettendoci di accedere al vialetto fuori da casa.
-Oggi ti vogliamo portare in un posto che ci piace tantissimo!- annunciò sempre il ricciolino dopo essersi chiuso alle spalle la porta di casa.
-Bene! Di cosa si tratta?- avevo chiesto curiosa.
-Uhm … sorpresa!- aveva risposto Niall con un sorriso splendente. Così eravamo entrati tutti nella macchina di Zayn che aveva sei posti e dopo circa trenta minuti di viaggio eravamo arrivati in un parco meraviglioso appena fuori dal centro di Londra.
- Eccoci a Parliament hill … - aveva esclamato Harry respirando a pieni polmoni quell’aria fresca. In realtà non era un parco ma una collina verdeggiante e soleggiata che contrastava con il paesaggio urbano della grande città: era un luogo di gioco, di riposo ed era il posto perfetto per rimanere a contatto con la natura, per interrompere un po’ la routine quotidiana.
-Wow … - ero solo riuscita a dire. I ragazzi avevano riso della mia faccia stupita e poi mi avevano portata in un angolo di prato dove non c’era altra gente; lì avevamo steso dei teli da mare e ci eravamo sdraiati tutti sopra. In tutto ciò Louis ogni tanto mi aveva guardata senza dire niente, così avevo deciso che mi sarei comportata, per quanto mi fosse stato possibile, in modo assolutamente normale. Eravamo rimasti così a prendere il sole e a chiacchierare amabilmente, poi i ragazzi avevano preso un pallone per fare una breve partita ma, siccome avevano colpito almeno cinque passanti, dopo un po’ avevano cambiato sport dandosi alla corsa: avevano così iniziato a rincorrersi su e giù per la collina mentre io gli facevo delle foto e li guardavo sorridente. Ad un tratto Zayn si era avvicinato a me, ma non lo avevo sentito arrivare.
-Ei!- esclamò.
-Ah!- mi presi un colpo e lui alla vista della mia faccia spaventata scoppiò a ridere.
-Sei tu, oddio che spavento!- dissi sorridendogli, ma lui smise di ridere e si sedette accanto a me. Era un po’ imbarazzato e glielo si leggeva negli occhi. Ad un tratto  prese la parola.
- Ei Sere … volevo scusarmi per l’altra mattina … Io davvero non so che cosa mi sia preso, è che sto uscendo da un periodo difficile e … -. Non lo lasciai finire e lo strinsi in un abbraccio. Non c’era bisogno che dicesse niente: avevo già capito che quel comportamento della mattina precedente, quando mi aveva quasi baciata, era la reazione a qualcosa che gli stava accadendo. Zayn non era un don Giovanni, era sensibile, dolce e molto romantico. Aveva avuto alcuni problemi con la sua ex ragazza e magari non aveva riflettuto bene prima di agire, ma non ero assolutamente arrabbiata con lui. Quel ragazzo, anche se aveva qualche problema nel controllare gli ormoni, mi infondeva simpatia e sicurezza, sapevo che saremo diventati ottimi amici.
Dopo qualche minuto arrivò Niall chiedendo se poteva parlarmi, così Zayn ritornò con Harry, Louis e Liam che nel frattempo erano andati ad importunare alcuni scoiattoli che saltellavano da un albero all’altro. Niall si era seduto al mio fianco, nel posto che poco prima aveva occupato il moro, ma c’era qualcosa che lo torturava. Si tormentava le mani e teneva lo sguardo per terra.
- -
- Mi vuoi dire che sta succedendo Niall?- chiesi dopo un po’ di silenzio.
-Beh sai Sere … mi chiedevo se tu puoi … ecco, aiutarmi.-
-Uhm … non so. Sai, ci devo pensare … - risposi io. Lui quasi ci cascò, ma poi si mise a ridere.
-Dai dimmi!- lo incitai. Lui ritornò serio.
-Sai chi è Annah?- domandò. Annah … Annah?? Ah, sì certo!
-Sì! Harry mi ha detto che è la ragazza che … ehm … che ti piace?- chiesi dato che non mi ricordavo bene.
- Giusto.- aveva annuito lui con decisione.
-Il punto è che io non so come comportarmi con lei, con le altre ragazze non era mai stato così … -
- Difficile?- suggerii.
- Esatto!-
-Beh questo spiegherebbe il fatto che quello che provi per lei potrebbe andare oltre ad una semplice cotta … -
- È proprio questo il problema. Con lei non so mai come comportarmi … Ho paura di sbagliare tutto e di perderla … Quando sono con lei è come se … - stava cercando di farmi capire come si sentiva, senza sapere che io conoscevo esattamente quelle sensazioni.
- … come se non riuscissi più ad essere padrone del tuo corpo, delle cose che dici e di quello che fai. – conclusi io. Lui rimase sbalordito: evidentemente gli avevo tolto le parole di bocca. Ma ora era Niall a guardarmi in cerca di spiegazioni.
- Louis … - sussurrai io accennando con il viso al ragazzo meraviglioso che era appena passato vicino ai nostri teli correndo.
-Ah … - mi sorrise il biondo.
-Beh io mi sento così ogni volta che sono con lui e quindi ti capisco. – dissi. Poi mi stesi e cominciai a osservare le nuvole; anche Niall si stese vicino a me con gli occhi al cielo.
-Magari potresti invitarla da noi un giorno … così ci prendi un po’ confidenza e me la potresti presentare.- proposi io.
- E se questa sera organizziamo una festa lì da noi? Potrei invitarla! … - disse tutto esaltato schizzando in aria.
-Sì, ma ormai è un po’ tardi per organizzare una festa: sono già le sette!- lo informai riportandolo con i piedi per terra, ma mi guardò con una faccia da cucciolo dolcissima ed io capii quanto significasse per lui. Così mi alzai e, sentendomi molto una baby sitter, richiamai gli altri quattro.
Appena realizzarono che mi stavo incazzando smisero di rincorrersi come dei bimbi, ci raggiunsero e ascoltarono la proposta mia e di Niall. Ovviamente furono d’accordo e subito cominciammo a raccogliere tutta la nostra roba, poi ci precipitammo in macchina. Durante il tragitto Harry mandò un messaggio a tutti i loro amici per avvertirli, ma io avevo un dubbio.
-Ma siete così sicuri che verranno? Insomma, gli state avvisando con sole due ore di anticipo!-. Loro mi guardarono sconcertati, ma allo stesso tempo con dei sorrisetti furbi sul volto.
-Vuoi scherzare? Nessuno, soprattutto le ragazze, si perderebbe mai una festa nella “casa dei desideri”… -.






Allora, sono consapevole del fatto che il capitolo non è niente di speciale, ma penso che le conversazioni con Vane ed Harry siano sono molto importanti, per non parlare di quelle con Niall e Zayn che serviranno per il seguito. A proposito di Vane, per tutte quelle che me lo chiedono: sicuramente lei arriverà anche se non ho ben deciso quando … magari se avete voglia mi potreste dire voi se la volete a breve o un po’ più avanti … io avevo pensato, per una serie di motivi, di farla arrivare non proprio subitissimo, ma ora ho dei dubbi …
 
Ok, sì: sono un tantino incasinata! Ahahahahahahaah #aiuto
Ora stacco e mi vado a stendere sul divano con l’aria condizionata accesa che se no muoio.
Vi volevo solo avvisare che il prossimo capitolo lo pubblicherò domenica, mentre poi parto per l’Irlanda e forse non riuscirò a postare per un po’ ….
Comunque una cosa ci tengo a farvela sapere:
VI AMO. 

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Capitolo 10
*** ciò per cui vale la pena vivere ***


comincio col chiedervi SCUSA. ho tantissimi motivi per cui chiedervi scusa e non so con quale coraggio posto il capitolo dopo che sono assente da più di un mese ..
abbiate pietà di me, vi avevo promesso che avrei postato ma poi la preparazione per il viaggio ha complicato le cose e quando sono tornata non ho avuto la connessione per quasi due settimane!
nonostante ciò se c'è ancora qualche anima buona ahahah questo capitolo ci tenevo molto a postarlo perchè ci ho messo davvero tutta me stessa ..
inoltre chiedo scusa se non sono passata a leggere le vostre storie e a rispondere alle recensioni, il motivo è che mi sono resa conto che passavo tipo tre ore al giorno su EFP .. non era più una cosa fattibile, seguivo tipo 46 storie contemporaneamente! mi dispiace ma ero diventata una nerd assurda ahahahahah
detto ciò .... buona letture bellezza(:
ps: avete visto i One D. alle Olimpiadi? il mio cuore ha fatto un tuffo ahahahahahahahah #soproudof1D





quando è reale, non puoi scappare.

 


-Nella cosa??- chiesi.
-“Casa dei desideri”.- ribadii Zayn con un sorrisetto malizioso.
-Sai, è così che le ragazze chiamano casa nostra perché … - iniziò Liam.
-Ok, ok! Posso immaginare il perché. – interruppi il ragazzo dato che non volevo sapere il seguito.  Ci riflettei un attimo e poi scoppiai a ridere per quello stupido nome, ed i ragazzi con me. Le risa acute di Niall sovrastavano quelle di tutti noi .
-Zayn accosta! C’è il supermercato. – urlò ad un tratto Liam.
-Allora ragazzi chi viene a comprare qualcosa da bere con me?- domandò Louis uscendo dall’auto.
-Vengo io!- rispose Niall tutto contento.
-Bene, qualche preferenza?- chiese sempre Louis come se fosse un cameriere.
- Martini !- strillò Harry.
- Vodka!- urlammo io e Zayn insieme, poi lui si girò battendomi il cinque.
-Poi anche un po’ di birra, rum, gin … - aggiunse Liam con sguardo perso nel vuoto mentre fantasticava già sulla serata.
-Ok ragazzi ci vediamo dopo a casa!- concluse Zayn e partimmo.
Una volta arrivati nella nostra abitazione però si era scatenato il caos: quei tre erano peggio delle ragazze! Avevano litigato per decidere chi faceva la doccia per primo e, dato che non trovavano una soluzione, ero intervenuta e avevo stabilito che il primo bagno lo occupavo io mentre, per il secondo, avevo suggerito di sfidarsi a chi faceva più flessioni. Mentre ero sotto l’acqua calda sentivo i loro urli: chissà chi stava vincendo ... Quando uscii dalla doccia mi precipitai in camera ed aprii l’armadio color panna per prendere uno dei pochi vestiti che mi ero portata dall’Italia: era argentato, ma senza brillantini o strass, senza spalline, aderente e corto fino a metà coscia. Mi truccai e raggiunsi i ragazzi che mi chiesero di aiutarli a prepararsi. Harry era andato a farsi la doccia: era l’ultimo rimasto dato che la gara l’aveva vinta Liam e secondo era arrivato Zayn, così intanto io avevo deciso di aiutare quei due. Aiutai Liam ad allacciarsi la cravatta dato che facendosi il nodo da solo stava per soffocare e poi pettinai i capelli a Zayn anche se ad ogni nodo che la spazzola incontrava si metteva ad urlare come un bambino. Ad un tratto sentii il campanello suonare.
- Oh sono arrivati Niall e Louis, vado ad aprire!- li avvertii e poi corsi giù per le scale dove per poco non ci rimisi la caviglia per colpa dei tacchi alti.
-Avanti!- esclamai sorridendo ed aprendo la porta come se fossi la portinaia di casa “Horan-Payne-Tomlinson-Styles-Malik". A Louis e Niall piacque il mio vestitino a giudicare dalle facce, l’unica differenza era che uno dei due aveva cominciato a guardarmi intensamente, mentre l’altro, dopo avermi salutata, si era precipitato al piano superiore.
-Quando hai finito di fissarmi pensi che ce la farai ad entrare?- gli chiesi ironica mentre gli indicavo con un cenno l’ingresso dato che era ancora sulla porta. Senza dire niente Louis fece due passi avanti e io gli chiusi la porta alle spalle, dopo di che mi girai verso il ragazzo che non aveva di certo perso tempo e mi stava fissando il fondoschiena.
-Ti sta davvero d’ incanto questo vestito.- sussurrò togliendo la distanza che c’era tra noi e avvicinando il suo viso al mio. Io mi allontanai subito cercando di reprimere la voglia di saltargli addosso e baciarlo.
-Grazie. Ma penso che me lo toglierò. – risposi e, ancora una volta, lui mi raggiunse piazzandosi a pochi centimetri da me.
-Perché mai dovresti toglierlo?- chiese parlando nel mio orecchio con una voce fin troppo smielata.
-Per quelli come te. Che non fanno altro che fissarmi.- risposi e poi gli presi il viso con le mani alzandoglielo in modo che il suo sguardo finisse sui miei occhi e non sul mio seno. Lui si concesse un sorrisetto.
-Ma sei tu che mi provochi .- disse e mi afferrò entrambi i polsi tenendoli stretti con una mano sola. Con l’altra iniziò ad accarezzarmi la schiena mentre il suo viso affondava nei miei capelli. Non so esprimere quanti brividi invasero il mio corpo in quel momento e quanta era la voglia che avevo di cedere a lui: il suo viso a pochi centimetri dal mio, il suo respiro caldo sulla pelle, la sua mano che mi accarezzava ... Ma cominciai a pensare che gli era bastato farmi due moine e dirmi qualche parola dolce che mi ero lasciata ammaliare da quegli occhioni deliziosi.  Nonostante ciò la forza che avevo per respingerlo era pari a zero. Solo quando realizzai che quella scenetta molto probabilmente l’aveva allestita con altre decine di ragazze, mi sentii un oggetto, niente di più che un’altra delle tante e così mi liberai le mani dalla sua presa e lo respinsi sicura. Ceraci di non soffermarmi a lungo sul suo sguardo da cucciolo che aveva e mi precipitai al piano superiore dove mi catapultai in camera di Harry. Lo trovai intento ad allacciarsi i bottoni della camicia bianca e, senza pensarci, mi buttai tra le sue braccia sentendo gli occhi che iniziavano a pizzicare.
-Mi vuoi spiegare cosa sta succedendo?- mi chiese lui dolcemente dopo avermi fatto sedere sul suo letto. Evidentemente aveva deciso di prendere con calma la situazione, ma io proprio non ci ero riuscita ed iniziai a piangere.
-Dai … su … non abbatterti così piccola. Dimmi tutto, che succede?- mi sussurrò.
- È che … credo che ormai lui mi piaccia e … non posso più tornare indietro … ma non so cosa fare … io non lo so … non riesco a fare a meno di lui … è così difficile … - riuscii a dire tra i singhiozzi.
-Non piangere … - mi suggerì lui.
- … - non trovavo più le parole.
-Senti, guardami bene. – disse Harry sollevandomi il viso e asciugandomi con il dorso della mano due lacrime silenziose che mi attraversavano il viso.
-Secondo me ti sei lasciata un po’ troppo scoraggiare da quello che ti ho detto l’altro giorno … io ti volevo solamente parlare del rapporto di Louis con le ragazze, ma non volevo dire che se ti piace davvero ti devi arrendere! – spiegò.
-Sì, ma io … ora … oddio cosa faccio?- balbettai.
- Perché fai così? Perché ti sottovaluti?  Se ti piace davvero vai e conquistalo … perché ti fai questi problemi?- mi domandò.
- Harry io non sono il suo tipo … - dissi cercando di aggirare il problema.
- Questa scusa è davvero patetica. – rispose rivolgendomi un sorriso complice.
- Non è il problema principale, ma è pur sempre una complicazione. – risposi sostenendo il suo sguardo. In quel momento eravamo quasi uno contro l’altra: lui che cercava di incoraggiarmi, io che mi ero già abbattuta in partenza.
- È vero. Potresti non piacergli, ma lo sai meglio di me l’effetto che fai ai ragazzi.- . Tralasciai quest’ultima sua affermazione e ritornai ad affrontare il problema principale.
-Ma se poi fa come ha sempre fatto con tutte? Harry è questo che mi blocca … lo sai che quando mi lego ad una persona è la fine … Se poi lui mi fa soffrire?- ricominciai a piangere.
-Beh, io sono qui per aiutarti e per far si che questo non accada. – mi disse. E le lacrime ricominciarono a scendere, ma questa volta erano lacrime di gioia: era fottutamente perfetto il mio migliore amico.
-Sei un angelo Harry, il mio angelo. Non volare mai via da me ti prego. -.
 
 
 
- E ora che diavolo combinano?- chiesi quasi a me stessa sentendo una gran confusione. Harry mi guardò interrogativo e così entrambi ci dirigemmo nella stanza di Niall, da dove proveniva la confusione. Trovammo la camera in condizioni disastrose: c’erano calzetti, maglie, felpe, pantaloni, mutante e scarpe sparsi ovunque, e poi c’erano i ragazzi che stavano trafficando disperatamente nell’armadio.
-Ma che cazzo?... – esclamai entrando. Niall, appena mi vide, mi era piombò addosso. Indossava il suo accappatoio blu e iniziai a capire cosa stava succedendo …
-Sere! Sere, Sere ti prego aiutami non trovo più il completo che volevo mettere!- iniziò lui piagnucolando. Proprio quello che sospettavo. Con il dorso della mano mi pulii la parte inferiore degli occhi che si era sporcata di trucco a causa delle lacrime, poi presi un bel respiro.
-Allora: ragazzi voi andate disotto che altrimenti vi sgualcite i vestiti Ni, tesoro, che vestito cerchi precisamente?-
- È blu scuro con la camicia bianca e dovrebbe essere qui! – mi spiegò il biondo.
-Non è che l’hai messo da lavare?- avevo chiesto.
-No! Deve essere qui!- ripeté. Così lo aiutai nella ricerca e dopo circa dieci minuti lo trovammo fuori nella piccola terrazza che dava, come quella della mia camera, sul cortile interno. Niall mi ringraziò per un centinaio di volte, ma poi gli intimai di sbrigarsi dato che gli ospiti, tra cui Annah, sarebbero arrivati a breve.
 
Quando suonò il campanello  i ragazzi già pronti erano andati ad aprire. Niall si vestii in fretta e, prima di scendere, mi chiese:
-Augurami buona fortuna!-
-Solo se anche tu la auguri a me!- risposi io girando il volto in direzione di Louis per fargli capire a cosa mi riferivo.
-In bocca al lupo!- esclamammo insieme, poi gli diedi un bacio sulla guancia e lui si precipitò al piano inferiore.
-Sere! Puoi venire un attimo?- era Louis. “Ok, mantieni la calma” mi dissi.
- … sì!- Entrai nella sua camera e lo trovai alle prese con il pettine.
-Volevo un parere: secondo te sto meglio così … - chiese spostandosi i capelli verso destra.
- … oppure così?- portandoseli a sinistra. Sorrisi . “Mi piaceresti anche pelato!” pensai dentro di me.
-Fammi vedere … - dissi però avvicinandomi a lui. Subito sul suo volto apparve un sorriso malizioso e feci per allontanarmi, ma lui mi afferrò per il polso riportandomi a qualche centimetro dal suo corpo. Ancora una volta non ero stata incapace di fermarlo e in quel momento mi trovavo troppo vicino a quel viso angelico. Per tranquillizzarmi Louis cominciòad accarezzarmi le spalle, ma quando capii dove sarebbero finite quelle mani lo fermai in tempo.
-No Louis. Smettila di fare il pervertito, via quelle mani. – gli dissi spostandogliele.
-Sempre colpa del tuo vestitino.- si giustificò lui alzando i palmi.
-Smettila, fra poco ne vedrai tanti di vestitini di sotto!- . Fece una smorfia.
-Ma a me non interessano le altre.- non capivo dove volesse andare a parare, ma quello era il momento perfetto per parlare.
-Bene, perché io non intendo essere una di loro. – cercai di sostenere il suo sguardo.
-Devi solo darmi la possibilità di farti diventare qualcosa di più. –
- Potrebbe essere un errore. –
-Hai paura di sbagliare?- chiese accennando un sorriso furbo.
-Sì. – lo dissi dopo una breve pausa. Avevo deciso di dirgli la verità senza nascondermi in qualche stupida bugia. Lui sembrò sorpreso: evidentemente pensava che non mi sarei mai esposta così tanto.
- … vedi, anche io ho paura. - . Questa volta fui io a rimanere scioccata. Aprii la bocca e la richiusi. Alzai le mani per gesticolare qualcosa di incomprensibile e poi le rimisi lungo i fianchi. Infine mi avvicinai a lui.
-Andrai via da me come fai di solito?-
-Quando è reale non puoi scappare. – disse serio. I suoi occhi erano dentro ai miei. E mi infondevano amore. Un amore che, nei pochi giorni in cui ero rimasta a convivere con i ragazzi, mi aveva confusa. Avevo cercato di scacciare Louis, poi ero caduta nei suoi occhi profondi, ma mi ero ripromessa di stargli lontano. Infine ci ero ricascata. Prima di unire le mie labbra alle sue pensai che aveva ragione: se l’amore è reale, non puoi mentire a te stesso, non puoi ignorarlo o soffocarlo, non puoi scappare. I nostri visi si avvicinarono ancora di più fino a che i nostri respiri diventarono uno solo. Ci avvicinammo quel tanto che bastava per eliminare quel briciolo di spazio che separava le nostre bocche e, finalmente, sentii le sue labbra sulle mie. Era la sensazione più forte che avessi mai provato: come se tutto il resto fosse finito e c’era solo lui, come se non riuscissi più a pensare a niente, come se ci fossero terremoto, pioggia, sole e ghiaccio contemporaneamente. Le nostre labbra si muovevano con armonia e le nostre lingue danzavano il più bello dei valzer. Tutto ciò per cui valeva la pena di vivere io l’avevo appena trovato e non lo avrei mai lasciato andare.








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