Come ammazzare la fidanzata del tuo peggior nemico e vivere felici

di annies
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***
Capitolo 5: *** V ***
Capitolo 6: *** VI ***
Capitolo 7: *** VII ***
Capitolo 8: *** VIII ***
Capitolo 9: *** IX ***
Capitolo 10: *** X ***
Capitolo 11: *** XI ***
Capitolo 12: *** XII ***
Capitolo 13: *** XIII ***
Capitolo 14: *** XIV ***
Capitolo 15: *** XV ***
Capitolo 16: *** XVI ***
Capitolo 17: *** XVII ***
Capitolo 18: *** XVIII ***
Capitolo 19: *** XIX ***
Capitolo 20: *** XX ***
Capitolo 21: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** I ***



ff


Capitolo 1

 



I wanna be drunk when I wake up,
on the right side of the wrong bed.




 _________


«Che città di merda» borbottò Olly Horan alla vista del cartellone enorme con scritto "Bradford" che segnava la fine dell'autostrada e l'inizio della città. In realtà Olly non c'era mai stata a Bradford, ma già sapeva che l'avrebbe odiata con tutto il cuore.
Si arricciolò una ciocca di capelli scuri al dito della mano destra, trattenendo sul volante la sinistra. Suo padre le aveva detto più volte che secondo lui, ancora non sapeva guidare la macchina, ma lei se n'era sempre infischiata e aveva ridotto la sua Mini Cooper rosso fragola un rottame. 

«No, di nuovo questa no!» esclamò cambiando stazione radio, quando le prime note di "What makes you beautiful" deiOne Direction riempirono l'abitacolo della macchina. Ne aveva abbastanza di quei cinque ragazzotti che non facevano altro che pavoneggiarsi con fan più piccole almeno di dieci anni! Con tutto che Niall era suo fratello, odiava la loro musica e soprattutto odiava proprio i componenti tanto da evitare il fratello ogni volta che le chiedeva di andare ad un loro concerto.
«Forse dovrei avvisare Niall che sto arrivando...» sbottò Olly, con la fronte corrucciata e lo sguardo da tutt'altra parte che sulla strada: proprio sulla destra, appena fuori da Bradford un cartellone con scritto "Mc Donald's" sovrastava l'area circostante.
Quando si trattava di cibo per Olly non c'erano segreti: riusciva ad ingurgitare quantità di cibo astrofisiche e non metteva su neanche un chilo in più, cosa che a quanto pare, è sempre stata una caratteristica dei componenti della famiglia Horan.
Comunque, c'è da dire che la piccola Horan s'era distratta abbastanza da non vedere che una bellissima Bentley Continental le stava praticamente venendo addosso, o per lo meno, se ne accorse veramente troppo tardi: un forte scossone la fece trasalire, e per poco il suo bel faccino non si trovò spiaccicato sul parabrezza.
Un tamponamento normalissimo, come in quasi tutte le grandi strade succede, ma diciamo che Olly di questi tamponamenti già in un anno ne aveva fatti quarantasette? Ecco. 

«ANIMALE!» sbraitò lei, chiaramente in Irlandese, prima di scendere dalla macchina e andare con le orecchie fumanti, tipo i tori a Pamplona, verso il conducente della lussuosa Bentley che tra parentesi era già sceso dalla macchina e controllava se sulla sua costosissima automobile ci fossero graffi.
«Ma come guidi? Non avevi visto che era scattato il verde?! Idiota!» quando Olly vide quella tremenda faccia, temette di stare male, di perdere i sensi, di vedere le fiamme dell'inferno: Zayn Malik stava davanti a lei, con il broncio e con le mani sulla preziosa carrozzeria della Bentley. Zayn Malik, la persona più odiosa del pianeta, quello che le si è presentato con un "Ciao, sono Zayn. Non sono bellissimo?", quello che la provocava in continuazione quando è venuto a Mullingar.
«Olly Horan?» chiese stupito lui, aggrottando la fronte e mettendosi di fronte a lei, con le labbra leggermente dischiuse per lo stupore e con il naso contorto in una smorfia di orrore «Cosa diavolo ci fai qui, Olly?» disse, quasi urlando. Ovviamente nessuno dei due s'erano accorti che avevano bloccato metà del traffico inglese, ma vabbè. 
«La stessa domanda potrei farla io a te, idiota.» l'espressione contrita di Olly e il piede che sbatteva ripetutamente sull'asfalto potevano far intuire che Zayn non era proprio un elemento gradito, ma lui l'aveva sempre saputo. Persino Niall gli aveva detto di stare lontano da sua sorella perché non era proprio la definizione di normalità.
«Ci abito qua, Horan junior» ribattè lui, con un velo di ironia nella voce.
Già, Zayn ci abitava a Bradford, solo che Olly non aveva mica connesso le due cose! C'era un motivo per il quale stava andando in Inghilterra, più precisamente a Bradford, e quello era suo fratello. Ma non aveva pensato al fatto che potessero trovarsi tutti insieme a casa di Zayn.

«Beh, è proprio questo il motivo per cui io sono qui» al dire di Ollly, Zayn perse colore in viso. 
«Tuo fratello non mi ha avvisato di niente. Siamo venuti a Bradford per le vacanze di Natale per stare in pace, non per avere in giro una rompipalle come te, Horan.» le parole del ragazzo diventare le orecchie di Olly rosse come due peperoni: ora si che sembrava un toro vero e proprio.
Beh, diciamo che Olivia non è mai stata una ragazza interessata ai fidanzati o alla discoteca, o comunque a tutte quelle cose che le ragazze della sua età fanno. Olivia era una semplice ragazza di diciotto anni che stava tutto il giorno a leggere Jane Austen e a mangiare noccioline, e questo per Zayn Malik corrispondeva più o meno alla definizione di ragazzina noiosa e rompiscatole.

«Zayn, cosa sta succedendo?» Olly sentì una voce sconosciuta, e una ragazza bionda e truccata più o meno come un clown del Cirque du Soleil entrò nel suo campo visivo.
«Olly, ti presento Perrie, la mia ragazza» sentenziò Jawaad, mettendole un braccio intorno alle spalle e dandole un bacio sulla fronte.
Olly temette di stare per vomitarle sulle scarpette da 3000 sterline quando lei, con un sorriso sornione le porse la mano per fare amicizia. Pff, amicizia.

«Olly Horan» le sputò lei in faccia, con superiorità, squadrandola da capo a piedi.
Perrie era una di quelle ragazze perfette che si trovano sulle copertine di Vogue o cose del genere: capelli biondi e mossi, più che altro con dei deliziosi boccoletti a incorniciarle il volto, labbra rosse e stratinte di rossetto - possibilmente il più costoso in circolazione - e vestiti che non avevano niente a che vedere con la sua maglietta Primark o i suoi pantaloni di Topshop. Neanche il suo giubotto Abercrombie poteva competere con il suo cappottino Burberry che le ricadeva deliziosamente sulle poche curve. 

«Vuoi che ti accompagnamo noi? A quanto pare stiamo andando nello stesso posto» disse Perrie, sorridendo a 459867 denti, ovviamente falsamente, noncurante della gomitata ricevuta da Zayn.
«E' meglio che io chiami mio fratello. Se volete scusarmi..» mormorò Olly, in preda al panico: quei due sembravano Kate Middleton e il principe William, la coppia perfetta per intenderci. E lei sembrava la stupida sfigata che era lì a paparazzarli. Le orecchie le aveva ancora rosse per la rabbia, altro difetto Irlandese, e si rimise alla guida, sfrecciando per le strade di Bradford, cercando di seminare quella coppia che le vagava in testa.
Oddio, non che fosse gelosa di Zayn, perché diciamola tutta, Olly non era minimamente interessata ad un amico di suo fratello per di più, vanitoso e insopportabile, ma non sopportava nient'altro che quella Perrie con i suoi orecchini Chanel e le extensions evidenti: entro Capodanno avrebbe dovuto farla scappare a gambe levate.
Un passatempo carino da organizzare durante il Natale, no? 



_________


Oh, buongiorno ragazzi! Diciamo che è da ieri sera che l'idea di questa fan fiction mi ronza nel cervello, quindi oggi, appena mi sono connessa ho messo giù un paio di righe senza rileggerle. Può anche darsi che la cancellerò o che non la continuerò, ma credo che forse dipenda dal numero di lettori. Beh, ho immaginato la mia Olly come Lucy Hale, credo sia perfetta per Zayn *svela particolari*.
Il banner che ho messo ad inizio di ogni capitolo non è opera mia, ma l'ha fatto la magnifica jas_ (xkeepclimbing su twitter) che ringrazio molto per il tempo che ha sprecato per me! AHAH (L)
Vi mando un bacio grande,
Annie
 

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Capitolo 2
*** II ***


 

e


Capitolo 2



 beauty queen of only eighteen
she has some trouble with herself



 _______


«Mia madre mi ha costretto, Zayn, non è colpa mia» disse Niall, leggermente abbattuto, rivolto verso l'amico che al momento, girava come una trottola nella cucina di casa Malik. Non poteva ancora capacitarsi di come l'amico avesse permesso una cosa simile:  insomma, Olly Horan era una delle persone più sgradevoli che conoscesse, e Niall pretendeva che passasse le vacanze di Natale con lei, in casa sua?! Questo era proprio il colmo dei colmi, per lui.
Sbuffò in una risata nevrotica, continuando a girare per la stanza con le mani dietro la schiena, come se volesse trovare una qualche soluzione che .. probabilmente non c'era.

«Neanche Perrie la sopporta. Dice che è dozzinale» sbottò d'un tratto Zayn, guardando l'amico negli occhi. Niall era la persona più calma e più comprensiva del mondo, e Zayn amava parlare con lui perché prima lo faceva sfogare, lo ascoltava, e dopo diceva quello che pensava. Louis o Harry scoppiavano a ridere al primo cenno di isteria di Zayn, solitamente, giustificandolo come un attacco da checca isterica «se te lo stai chiedendo, non so cosa voglia dire "dozzinale"».
All'improvviso entrò proprio la protagonista di quell'interessante discussione, facendo un rumore impressionante: la piccola tenda fatta da fili di perline che costituiva come una porta per la cucina, volò a destra e sinistra, e probabilmente mancò poco alla sua rottura. 

«Niall secondo te li fanno gli hamburger qua?» domandò Olly con sguardo inquisitorio e rizzando le orecchie, come se potesse ancora sentire un eventuale discorso tra i due. Sapeva che stavano parlando di lei, e la cosa non le piaceva affatto.
L'abbiamo già detto, a quanto a cibo, Olly e Niall potevano benissimo fare a gara. 

«Olivia, siamo in Inghilterra non nel Burkina Faso» disse esasperato il biondo, sbattendo ripetutamente la testa sul bancone al quale era di fronte.
Zayn semplicemente si reggeva con entrambe le mani al lavello, perché credeva di essere arrivato al limite. Mullingar, che è di molto più piccola e insignificante - a detta di Zayn - di Bradford, doveva essere a modo suo più globalizzata? Ma dai, Olivia, non prendiamoci in giro. 

«Oh per favore, non sai neanche dov'è il Burkina Faso!» ribattè lei, alterata. 
Vedendo Olly non ti saresti mai immaginato che potesse essere così infantile, a volte, ed è principalmente per questo che Niall odiava sua sorella in questi momenti: lui sapeva che oltre quella corazza che s'era costruita, un po' da bambina infantile, c'era dell'altro. 

«Vuoi farci il favore di sparire? Stavamo parlando» sentenziò Zayn all'improvviso, serio tutto d'un tratto, avvicinandosi pericolosamente verso Olly. Se fosse stata un maschio, un bel pugno contro il naso non glielo avrebbe tolto nessuno. 
«E il tuo ornitorinco platinato dove l'hai lasciato, Malik?» disse lei, con aria di sfida, facendo un passo in avanti verso di lui, mettendosi a braccia conserte e con gli occhi puntati verso quelli scuri di Zayn.
«Sparisci. dalla. mia. vista» Zayn scandì bene le parole, aiutandosi anche gesticolando e appoggiandosi allo sguardo di rimproverso di Niall.
Olly rise forte, mentre girava i tacchi e andava verso il salotto, dove il padre di Zayn stava facendo l'albero di Natale insieme a Safaa, la più piccola della famiglia.
 
I Malik erano in sei, e Olly si chiese più volte come in quella casa, relativamente piccola potessero starci tutt quanti con comodità: insomma, a Mullingar loro erano in quattro e stavano addirittura larghi nella loro casetta di mattoni rossi.
Oh, le mancava tremendamente la sua famiglia e la sua casa. Ormai stare con Niall non era più stare a casa, anche se fino a poco tempo prima forse sarebbe stata completamente a suo agio.  Lui era famoso, calcava i palchi più famosi, e migliaia di ragazzine gli andavano dietro. Lei invece, era semplicemente Olly, quella Olly Horan che era uscita dal liceo piena di problemi, quella Olly che non aveva né una bella voce né sapeva ballare. Era Olly e basta. 

«Olly c'è qualcosa che non va?» disse d'improvviso Perrie Edwards, la Miss Malik 2011 del momento. Olivia trasalì, perché non s'aspettava di trovarsela dietro.
Come avesse fatto ad arrivare così velocemente, non le era dato saperlo. La cena era prevista per le nove, ed erano ancora le sette e mezzo, quindi Olly voleva ancora godersi un po' di tempo senza vederla. 

«Scusa, dovrei and..» provò a dire lei, ma non fece neanche in tempo che Perrie le aveva afferrato il polso e l'aveva trattenuta sul divano, seduta accanto a lei.
Quel sorriso non diceva nulla di buono, forse aveva capito sin dal primo momento che avrebbe voluto farla fuori.
Stavolta aveva su un rossetto rosa confetto che la faceva sembrare ancora più barbie e finta di prima. Rosa erano anche i suoi pantaloncini sicuramente costosissimi e il suo giubotto di jeans a tre quarti. Che poi, i pantaloncini senza collant a Dicembre, in Inghilterra? Manco fosse stata a Bora Bora.

«Cosa fai nella vita?» chiese lei, avvicinandosi a Olly sempre di più. Che Perrie facesse la cantante non era noto all'Irlandese, che viveva in una bolla di sapone. Oddio, non che fosse la classica sfigata senza Twitter o senza Facebook, ma di certo non guardava quei programmi sfigati come X Factor.
«Cavalco unicorni scintillanti» disse Olly, fingendo un sorriso e alzandosi di scatto, provando di nuovo a scappare dalla morsa assassina della Edwards.
Non fece neanche caso al sorriso compiaciuto che aveva addosso: Olivia era sicura che anche Perrie non la sopportava. Già il fatto di essere squadrata ogni volta che passava bastava a farglielo pensare. Ma insomma, per lei i vestiti non erano così di vitale importanza, e le cose di Primark o di H&M le andavano più che bene.

«Io faccio la cantante!» esclamò entusiasta, ma ormai Olly non la stava più ascoltando: era già su per le scale con il telefono in mano, pronta a chiamare Clarisse, la sua migliore amica.
Era a casa Malik da due ore e mezza e già non ne poteva più: pensare che avrebbe dovuto restarci fino al sei Gennaio era come  pensare di camminare sui tizzoni ardenti, o qualcosa del genere.

«Risse, giuro non ce la faccio più!» esclamò Olivia al telefono, buttandosi sul suo letto piccolissimo e scomodissimo. Le avevano anche rifilato la stanza più brutta e più piccola di tutte, mentre Niall aveva tipo la reggia, dato che la condivideva con Zayn. 
«Olly sei la da due ore. E comunque pensa a quanta fortuna hai, insomma i One Direction!» esclamò la sua migliore amica, evidentemente fan del gruppo di suo fratello.
Olly sbuffò e continuò la conversazione con Clarisse, che tutto era tranne che d'accordo con lei su questa faccenda di Niall e di Zayn.
All'improvviso suonò il campanello: chi poteva essere? Già Tricia avrebbe dovuto preparare una tavolata lungo quanto tutto il salone, dato che erano già in nove! 

«Scusa Risse, devo chiudere» disse all'amica, prima di precipitarsi giù dalle scale, anche se forse sarebbe stato meglio che rimanesse lì sul letto, per non prendersi di collera la Vigilia di Natale.
Improvvisamente si ritrovò davanti tre ragazzi. E indovinate un po'? Erano Liam Payne, Louis Tomlinson e Harry Styles, ovvero le ultime persone che avrebbe voluto vedere.





 _______


Buongiorno ragazze mie! Ho postato questo capitolo principalmente pensando alla mia Renée, che ha messo una recensione dolcissima lo scorso capitolo. Romanticherie a parte, spero vivamente di non avervi deluso con questo capitolo. Vi anticipo già che credo dal prossimo entreranno in scena Louis, Harry e Liam; quest'ultimo avrà un ruolo abbastanza importante, tra parentesi. Vi mando un bacio.
 
bubu

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Capitolo 3
*** III ***


d




Capitolo 3

 

And if you have a minute why don't we go 
talk about it somewhere only we know? 
this could be the end of everything 
So why don't we go somewhere only we know? 


 

__________

 

Nel salotto di casa Malik, un lunghissimo tavolo di legno antico prevaleva sul resto dell’arredamento. Undici persone stavano sedute ai lati del tavolo mangiando porcherie di ogni tipo, gesticolando e parlando come se fossero ad un matrimonio o ad una cerimonia importante. Insomma, okay, il Natale è una delle feste più importanti e una delle più sentite, però ad Olly non era mai piaciuto particolarmente mangiare di fronte a così tante persone sconosciute. Per essere strana, lo era davvero, questo senza dubbio.
«So c-c’mon, you got it wrong…» la ragazza riconobbe immediatamente la voce di Zayn tra tutte – anche perché era il solo deficiente che si permetteva di cantare a tavola –, ma riconobbe anche il battito delle mani dell’orgogliosa Trisha Malik e gli urletti (più simili a starnazzi che ad altro) dell’io-sono-amata-da-tutti Perrie Edwards.
Olly si sedette accanto a suo fratello, che quasi non si era accorto di averla vicino – troppo impegnato a tenere il tempo a Zayn – e afferrò la forchetta svogliata, tenendosi la testa con il palmo della mano sinistra, quindi appoggiando il gomito sulla tavola: ecco non era proprio una posizione da bon ton, ma non lo era neanche cantare mentre le persone mangiano, giusto?
«Olivia, hai visto quant’è bravo Zayn?» Perrie le rivolse un sorriso viscido prima di dare un bacio sulla guancia del suo ragazzo, senza smettere di guardare Olly.
Il povero gamberetto fritto nel piatto di Olivia, se prima era morto, adesso era anche decapitato dato la forza che stava esercitando sulla forchetta. Non voleva esporsi, ma sarebbe saltata sul tavolo per prenderle la gola e strozzarla senza pietà, non c’è dubbio.
«Si, meraviglioso» rispose lei, forzata «esattamente come ricevere un calcio sul sedere, ops» continuò, beccandosi occhiate di rimprovero da tutti i presenti e una bella gomitata all’altezza delle costole da parte di Niall, che le fece mancare il fiato.
«Cos’è, Olivia, sei venuta per rovinare il Natale alla mia famiglia?» disse secco Zayn, guardandola come mai aveva fatto prima. O forse si?
«Mullingar è distante soltanto sei ore da qui, Horan, perché non cominci a prendere la macchina?» prese la parola Harry, che fino a quel momento era stato in disparte, a fare cose idiote con Tomlinson o a scherzare con gli altri. Mai però aveva rivolto la parola ad Olly seppur la conoscesse anche abbastanza bene.
«Ha espresso solo la sua opinione. Non mi pare che la festa sia stata rovinata» sentenziò Liam, con un filo di durezza nella voce.
Olly sussultò, non aspettandosi una difesa da nessuno. Era la prima volta che, attaccando un preziosissimocomponente dei One Direction, qualcuno prendeva le sue difese. E quel qualcuno fosse proprio Liam James Payne era più che assurdo!
Facendo attenzione a non farsi vedere da nessuno, Olly si guardò intorno, alla ricerca di qualche telecamera nascosta o cose del genere. Insomma, si aspettava che sarebbe spuntato qualcuno a dirle “Sei su Punk’d!” e a ricoprirla di vergogna, ma dopo un’attenta supervisione della stanza si accorse che non c’era nessuna telecamera.
«Diciamo che insultare il padrone di casa non è proprio gentile da parte di un’ospite – non gradita –, giusto?» disse Zayn con le labbra corrucciate e con l’aria di uno che voleva prendere e sbattere Olly fuori da casa sua a calci.
Fu quando sentì “non gradita” però, che Olly diventò nuovamente rossa come un peperone per la forte vergogna mista a rabbia, e si alzò da tavola facendo strisciare la sedia e abbandonando le posate sul piatto ancora mezzo pieno: non aveva più fame, e non aveva neanche più voglia di stare davanti a quell’individuo.
Quello che però le faceva più male, forse, era che Niall non aveva preso le sue difese.
Era cambiato rispetto a due anni prima, perché in passato lui non avrebbe mai lasciato accadere una cosa del genere.
Con le lacrime agli occhi Olly prese le chiavi della sua macchina nella tasca dei jeans e uscì di casa, sbattendo la porta.
Era consapevole di aver fatto una bruttissima figura davanti ai genitori di Zayn, ma in quel momento non poteva fregare di meno.
Si infilò nella sua macchina accendendo il riscaldamento e, mentre tentava di far funzionare il suo stupido cellulare avanti Cristo, le lacrime cominciarono a rigarle le guance, quasi involontariamente.
Dopo aver lanciato il telefono sui sedili posteriori della macchina scoppiò a piangere, singhiozzando, come non faceva da tempo: odiava piangere, ma soprattutto odiava mostrarsi debole davanti a qualcun altro. Vulnerabile al mondo.
Mentre piangeva con la testa china sullo sterzo, sentì bussare sul finestrino, e quando vide la faccia di Liam sorriderle teneramente, non poté fare a meno di ricambiare il sorriso e farlo entrare in macchina.
«Ols» la salutò lui, sedendosi in macchina e sfregandosi la mano per il freddo. A Bradford quell’anno non aveva ancora nevicato, ma il freddo che c’era era micidiale.
Olly rispose con un cenno, prima di tornare a guardare le finestre illuminate di casa Malik, provando ad immaginare quale dramma greco si stesse inscenando al momento.
«C’è casino dentro, eh?» chiese lei, scossa dai singhiozzi che provava a soffocare, parlando.
«Abbastanza» ammise sincero, facendo spallucce.
Olly non aveva mai fatto caso al sorriso di Liam, sincero e pieno di sentimenti. Oddio, non aveva mai fatto caso neanche a quanto bello fosse, fare parte dei One Direction ed essere amico di suo fratello bastava a farlo apparire orribile e non interessante alla sua vista.
«Voglio tornare a Mullingar» ammise sincera lei, ricominciando a lacrimare a vista d’occhio, pensando alla sua città, ai suoi amici e alla sua mamma «Liam non ce la faccio più a stare in questo posto. Mia madre mi ci ha spedita con la forza, ma mi sento male… Niall è cambiato così tanto» mormorò lei, guardando Liam con gli occhi pieni di lacrime.
Improvvisamente, il ragazzo s’avvicinò a lei, abbracciandola.
Olly sussultò nuovamente, visibilmente scossa dalla mossa di Liam, ma senza pensarci troppo ricambiò l’abbraccio, non smettendo di piangere. La faceva tragica lei, sempre, ma quando cominciava a piangere Olivia non si fermava più, praticamente.
«È soltanto cresciuto, Ols. È un’esperienza che ti cambia totalmente» le disse lui, carezzandole i capelli corvini dolcemente. Olly si calmò, scostandosi di poco dal corpo di Liam, sorridendo e guardandosi dallo specchietto retrovisore: era un disastro con i capelli arruffati e l’eyeliner colato, ma non le importava più di tanto. Il solo fatto che Liam avesse interrotto la sua cena per venirla a prendere la consolava.
«Sono un disastro» disse lei, ridendo.
Liam le asciugò le lacrime e provò a eliminare le colate di nero che le rigavano le guance e, sorridendo, si staccò definitivamente da lei.
«Ora va un po’ meglio, no?» domandò, facendo ridere di nuovo Olivia che nel frattempo aveva preso a guardare il maglione macchiato di trucco nero di Liam. Quello si, che era un vero disastro!
«Oddio, ma ti ho macchiato il maglione!» Olly si portò una mano alla bocca, improvvisamente mortificata. Gliene avrebbe comprato sicuramente un altro, anche perché diciamo che il cashmere non è proprio facilissimo da smacchiare.
«Lascia stare così posso dire di aver consolato Olivia Horan!» esclamò lui, scherzando.
Se fosse stato un altro ragazzo, probabilmente Olly avrebbe interpretato i movimenti di Liam come equivoci, ma sapendolo fidanzato con una certa Danielle Peazer e uno dei migliori amici di Niall, il pensiero non la sfiorò minimamente.
«Allora puoi vantarti in giro!» esclamò di rimando lei, sorridendo.
Era già la quarta volta, più o meno che sorrideva per un suo comportamento, e cominciava a stargli simpatico.
Dopo un paio di minuti Liam la convinse a uscire dalla macchina, ma non appena Olly mise la mano sulla maniglia della porta, lui la bloccò toccandole la spalla.
«Vedrai che ci divertiremo» disse lui, chinandosi su di lei – di molto più bassa – per darle un breve bacio sulla guancia sinistra.
Niente di impegnativo, è chiaro, ma Olivia divampò, stavolta per la vergogna. All’improvviso era diventata di nuovo la solita Olivia timida e introversa che è a Mullingar.
«S-si, credo proprio di si» disse, subito dopo abbassando la maniglia e entrando a casa, sotto gli sguardi assassini dei componenti della famiglia di Zayn.

 

 

__________

 

Buongiorno ragazze! Oggi in un momento di follia ho scritto questo capitolo. Non so se possa piacervi, non so se vi ho deluse, ma neanche io avevo programmato questo Liam affettuoso così in fretta. Non temete, non accadrà NULLA subito perché a me non piacciono le storie che si sviluppano interamente già dal terzo capitolo, ma non vi farò neanche aspettare l'ultimo (che dovrebbe essere il ventesimo, come mio solito).
Beh, vi lascio con una gif della mia amata Lucy Hale che presta il viso ad Ols. Un bacio grande,
Annie

 

d

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Capitolo 4
*** IV ***



e


Capitolo 4


it's the big big bang
the reason I'm alive

 

_________

 




Quando Olly entrò a casa Malik seguita da Liam si vide puntare un numero impreciso di occhi minacciosi addosso. In particolare, vide che gli occhi di Zayn erano come spiritati: la guardava con la forchetta stretta nel pugno, leggermente puntata verso di lei, come se volesse sgozzarla con quella da un momento all’altro.
«Se volete scusarmi, io salirei sopra» disse lei, deglutendo, data l’aria cattiva degli occhi del padre di Zayn o di Trisha che era evidentemente ferita nell’orgoglio. Insultare il suo bambino? Ma per favore! Era più vietato di non so che cosa.
Per un attimo Ols girò lo sguardo verso suo fratello, che la guardava deluso, ma girò subito gli occhi che si erano riempiti di lacrime alla velocità della luce.
Un ultimo sguardo anche a Liam, che le sorrideva e che nel frattempo aveva raggiunto di nuovo il suo posto prima di salire le scale e aprire la porta della sua stanza: aveva bisogno di pensare. Da sola.
«Niall, entro domani tua sorella deve sparire da casa mia» ringhiò Zayn, una volta accertatosi che Olly aveva raggiunto la sua stanza.
Aveva Liam di fronte, e la sua faccia non era proprio delle migliori: gli scocciava particolarmente litigare con il suo migliore amico per una stupida ragazza alla quale nessuno di loro era interessato, tra l’altro «non fare quella faccia, Liam, sai che non la sopporto!» esclamò, come se avesse letto nel pensiero Payne.
«Il tuo comportamento è squallido, Liam!» esclamò all’improvviso Perrie, che fino a quel momento non aveva mai parlato. Stretta nella sua camicetta un po’ troppo piccola – chiaramente fatto a posta – sorrideva sorniona, come se quello che stava succedendo fosse pane per i suoi denti «Non hai difeso il tuo migliore amico» sentenziò infine, prendendo un grissino e spezzandolo in due, mangiandone solo una parte.
“È squallida anche mentre mangia” pensò Liam, contorcendo la bocca e non rispondendo alla sua provocazione.
Neanche lui aveva mai sopportato Perrie: secondo il suo parere, stava solo sfruttando il successo dei One Direction per vendere più dischi.
«Non tollero questi comportamenti in casa mia, Jawaad. Gradirei che tutti steste zitti e mangiaste, una volta per tutte» tuonò Yaser, il padre di Zayn, guardando con gli occhi fiammeggianti il figlio, che aveva un po’ scatenato questa “rissa”.
«Scusa, papà» rispose mesto Zayn, chinando gli occhi sul piatto.
Nessuno poteva contrastarlo, ma tutti sapevano che quando suo padre Yaser gli diceva qualcosa, questo aveva assoluto potere su di lui: era come se all’improvviso lui ritornasse bambino.
 
«Posso entrare?» bisbigliò qualcuno che lì per lì Olly non riconobbe, dato che stava dormendo già da un paio di ore, bussando lievemente alla porta della sua stanza.
Era tardi, essendo le tre di notte e, credendo si potesse trattare solo di suo fratello Niall corse ad aprire, nonostante fosse in pigiama.
Ecco, il suo pigiama non era proprio un pigiama sexy come quello che probabilmente indossava Perrie Edwards – la chiamava quasi sempre con il suo nome e il suo cognome – tutte le notti, ma consisteva semplicemente in una maglia vecchia e orribile di Niall con un unicorno rosa.
«Oddio!» esclamò quasi urlando Olivia, quando vide spuntare di fronte a sé Zayn Malik, ovvero l’ultima persona che si aspettava di vedere a quell’ora, soprattutto in camera sua. Più che altro si aspettava Liam, dopo gli ultimi avvenimenti «Ma cosa ci fai qua, a quest’ora?» domandò al ragazzo perplessa e leggermente contrariata, nascondendosi dietro la porta.
«Non c’è bisogno che ti nascondi, ho già visto quella maglia altre volte, purtroppo» disse Zayn senza l’ombra di un sorriso, avanzando di un passo, quindi entrando nella sua stanza.
Olly cercò di coprirsi alla meno peggio le gambe con le mani, ma non poté fare poi molto.
Era completamente rossa dalla punta delle orecchie fino all’alluce: questa, purtroppo, era uno dei difetti – che poi, dipende dai punti di vista – di Olivia, diventava rossa per ogni cosa.
«Allora, cosa vuoi dirmi?» domandò lei, non preoccupandosi di quanto potesse risultare scortese con quell’espressione.
Insomma, stava dormendo, aveva aperto la porta con i capelli rizzi in testa e con il volto completamente struccato: era un attentato per il mondo, una specie di strage.
«Dai, puoi anche chiedermi scusa adesso e tutto si sistema» disse lui, sedendosi sul letto di Olivia, aggiustandosi i capelli.
Da quando la piccola Horan lo conosceva, la cosa che faceva più di frequente – oltre a farsi ogni giorno un tatuaggio più brutto dell’altro – era aggiustarsi i capelli. Sempre.
Comunque, capelli a parte, la sfacciataggine di Zayn di venire alle tre di notte nella sua stanza, per FARSI chiedere scusa era davvero da Oscar. Olivia continuava a credere che da un momento all’altro qualcuno le avesse urlato che si, era tutto uno scherzo, perché tutto questo era assolutamente anormale.
«Scusa?! Io dovrei chiedere scusa a TE?!» esclamò alterata Olly, aggrottando la fronte e allontanandosi bruscamente da Zayn. Si era avvicinata a lui solo per sentire le sue parole, non per altro.
«Andiamo, Ols, sei stata scorretta oggi» disse lui, guardandosi le unghie come una donnicciola e storcendo la bocca in una smorfia di superiorità.
E poi le persone si chiedevano perché odiasse Zayn Malik? Lei lo odiava perché si sentiva superiore a tutto, perché non faceva altro che andare in SPA  o in centri di bellezza per “curare il suo viso” – Perrie l’aveva contagiato, di sicuro – e spendeva il suo denaro per stupidi vestiti e prodotti di bellezza.
«Scorretta? Scusami, ma tu sei stato gentile?» domandò lei, trattenendosi dal non imprecargli contro.
Lui stava lì, davanti ai suoi occhi, seduto di fronte a lei – sul suo letto – e adesso la fissava con quel sorriso più falso delle unghia della sua ragazza.
«Horan, hai rovinato il Natale in casa mia,» ripose lui sempre con quel sorriso idiota stampato addosso «cosa ti sembra peggio?»
Giocava sporco, Zayn, e a Olly non piaceva chi giocava sporco.
«È stata mia madre a costringermi a venire, io a quest’ora sarei dalla mia migliore amica» si avvicinò leggermente al ragazzo, con gli occhi socchiusi e con le labbra schiuse: erano vicinissimi.
Olivia riusciva a sentire il profumo di Zayn, dato che le pungeva forte nel naso. Aveva un profumo troppo forte per i gusti di Olly, sicuramente l’aveva comprato da Hollister o da Abercrombie, figurarsi! I profumi di quelle due marche erano forse gli unici a darle fastidio, e guarda caso lo aveva Malik addosso.
«Domani andiamo da mia nonna, in campagna. Niall ha detto che se crei problemi chiama tuo padre» continuava a giocare sporco, quel dannato idiota, e ormai Olivia era davvero, davvero arrabbiata.
«Se creare problemi vuol dire far fuori la tua fidanzata, allora creerò problemi» disse lei, sforzandosi di sorridere sebbene in quel momento volesse soltanto strozzarlo. Quando aveva di fronte Zayn si sentiva nella Savana, come quando le tigri lottano tra di loro per avere il dominio del territorio o cose del genere.
«Stai attenta, Horan, ti controllo» disse lui, alzandosi tutto d’un tratto e sfiorandole la clavicola, rimasta scoperta dalla maglietta, con l’indice. Sapeva come attirare l’attenzione, lui.
Sapeva anche che quello era uno dei punti deboli di Olly, quindi era doppiamente cattivo.
 «Stronzo» ringhiò lei, arrabbiata, levandosi la mano di Zayn di dosso, intimandogli piuttosto animatamente di uscire dalla sua camera, anche se adesso avrebbe comunque faticato a prendere sonno.
«Buonanotte Olivia Horan, sogni d’oro!» esclamò lui, andandosene via con quel sorriso da schiaffi che aveva su da quando era arrivata.
Non capiva. Perché le aveva sfiorato quel punto tanto delicato per lei? Okay, poteva anche essere stato involontario dato che la clavicola non era proprio un punto sensuale, ma Zayn sapeva – sicuramente Niall gliel’aveva detto, perché faceva parte delle sue stranezze – cosa le procurava quel gesto.
Ecco, ora era certa di odiarlo ancora di più, e sicuramente doveva fare qualcosa per annientare lui e il suo odioso ornitorinco platinato.
 



 

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Buongiorno ragazze! Sono ritornata con un nuovo capitolo che a me personalmente NON piace per niente, ma dovevo farlo per forza, anche per introdurre un po' la gita da nonna Malik che l'indomani affronteranno – e ne succederanno delle belle. Comunque, spero che almeno a voi sia piaciuto, perché fosse per me lo cancellerei dal mondo questo obrobrio. AHAHAH. Vi mando un bacione, e come mio solito vi lascio con una gif della mia Olivia.
Annie


fffff

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Capitolo 5
*** V ***


dd


Capitolo 5

to feel a little love 



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In tutta la sua vita, Olivia forse non si era mai svegliata alle cinque del mattino. Oddio, non che quando andasse a scuola si svegliasse presto, ma dato che una delle poche High School di Mullingar era proprio a due passi da casa sua, addirittura poteva prendersela comoda. Era sempre suo fratello a svegliarsi prima e a saltarle addosso per convincerla a uscire dal letto, la mattina, ma quei tempi erano finiti già da un bel po’. Da quando Niall era in pianta stabile a Londra dai suoi amici, avevano ovviamente perso questa abitudine.
E chi l’avrebbe mai detto che il giorno di Natale di quell’anno avrebbe dovuto svegliarsi alle cinque? Era proprio una cosa inammissibile, a dirla tutta.
«Olly, dobbiamo andare, devi svegliarti» la porta della stanza di Olivia si aprì di colpo, e quando aprì gli occhi si ritrovò davanti suo fratello, in perfetta forma: aveva anche imparato a vestirsi bene e a togliersi di dosso quelle orribili camice a quadretti da bambino delle elementari. Il tempo cambia le persone, anche quelle più inaspettate.
«Ma.. dove dobbiamo andare?» chiese Olly con la voce ancora impastata di sonno e con i capelli più simili a quelli della Maga Magò che a quelli di una normale ragazza della sua età, sistemata e perfetta.
Dio, era talmente maschiaccio tanto che Niall aveva sempre pensato che non avrebbe mai trovato un ragazzo. Insomma, si, era davvero una bella ragazza ma ogni volta che parlava diceva qualcosa di sbagliato.
«A Manchester dalla nonna di Zayn, ci mettiamo poco, ma a casa Malik ci tengono alla puntualità» disse Niall, avvicinandosi al letto della sorella e sedendosi proprio sul bordo.
«Eh, alla faccia della puntualità! Sono le cinque del mattino» sentenziò lei, mettendo la testa sotto il cuscino. Dopotutto non le andava di parlare con suo fratello, sinceramente dopo quello che era successo la sera prima con Zayn era davvero offesa.
«Ols, io volevo parlarti di quello che è successo ieri» disse all’improvviso il biondo, cercando di prendere la mano della sorella. Le manine di Olivia erano la cosa più tenera del mondo: erano piccole e morbide come quelle di una bambina.
«Non ho voglia di parlarti, Niall. Se mi avessi mandato Perrie a svegliarmi probabilmente sarei stata più contenta» sbottò lei, tirandosi su a sedere e guardandolo in cagnesco.
«Mamma ha voluto che tu venissi qui per riprendere il rapporto che avevamo prima. Olly, non ti vedevo da un secolo» disse, mettendosi una mano sulla fronte e guardando rassegnato il pavimento: Olivia aveva interrotto il contatto visivo tra di loro e aveva preso a guardare un post di Chris Brown che stava appeso al muro.
Quella casa era una specie di tempio consacrato a Chris Brown, soprattutto la stanza di Zayn – che aveva avuto la sfortuna di vedere durante la sistemazione – sembrava proprio un piccolo santuario.
«Niall, non mi hai neanche difesa ieri quando quel talebano mi ha attaccata!» esclamò, a bassa voce, indignata.
Il fratello semplicemente si alzò e la guardò per alcuni minuti: Olivia non si ricordava di un Niall così serio, quindi leggermente imbarazzata, si nascose sotto le coperte, come faceva dopo che papà Horan la beccava a mangiare la Nutella alle tre di notte.
 «Vestiti, Olly, siamo in ritardo» disse semplicemente, andandosene sbattendo la porta.
Evidentemente non gradiva che sua sorella insultasse i suoi amici in quel modo, ma insomma, che poteva farci? Lui aveva sempre insultato Clarisse, dicendole di tutto: dal “è grassoccia!” al “ma guarda quanti brufoli!”, quando era semplicemente una ragazza di diciassette anni con i problemi di quasi tutte le adolescenti.
«Non sembri neanche contento che io sia qui, dopo quasi un anno che non ci vediamo» disse lei, quasi sottovoce, sentendo il fratello uscire dalla stanza.
Ormai era già uscito, anche se sicuramente aveva sentito le parole della sorella, quando Olivia si decisa ad alzarsi e a cercare qualcosa da mettere: odiava dover vestirsi come una bambolina, ma data l’occasione non poteva certo andare in jeans.
 
Un fulmine squarciò il cielo plumbeo proprio quando Perrie entrò in casa Malik, con almeno due o tre borse in spalla: neanche se stessero andando un anno in Nuova Zelanda.
«Bene, il tempo non è dalla nostra parte, oggi!» disse Yaser Malik contemplando il cielo dalla sua poltrona, espirando il fumo di un orribile sigaro che puzzava tremendamente.
«Oh, buongiorno Olivia!» esclamò Perrie verso Olly con il suo solito sorriso sornione. Sembrava lo Stregatto di Alice nel Paese delle Meraviglie, e per inciso era l’unico personaggio che Olivia odiava di quel cartone.
«Vieni anche tu dalla nonna?» cercò di sorridere, ma con scarsi risultati, dato che il suo sorriso sembrava più una minaccia che altro.
«Viene anche Danielle!» esclamò invece Zayn, dopo aver abbracciato a baciato la sua ragazza a dovere, ovviamente di fronte ad Olivia, tanto per ricordarle che ancora non aveva dato il primo bacio e tanto per farla ingelosire – a modo loro.
«Veramente le ho detto di non venire» borbottò Liam, seduto sul divano, più o meno accanto alla poltrona di Yaser. Erano tutti lì, seduti, a fare non si sa cosa. Probabilmente stavano solo aspettando Olivia, che ci aveva messo un secolo per prepararsi.
Quest’ultima però sorrise contenta, alla risposta di Liam, perché così almeno aveva qualcuno con cui parlare, dato che non stava simpatica a nessuno. Certo, quel giorno avrebbe dovuto escogitare qualcosa per far fuori la Edwards, ma intanto sapeva di non essere sola.
Comunque, passarono dieci minuti buoni prima che tutti si muovessero e uscissero fuori di casa: Safaa non poteva perdersi il suo appuntamento mattutino con “Il mondo di Patty” che casualmente iniziava alle sei, e Waliyha doveva cotonarsi i capelli, o qualcosa del genere.
 «Ma non ci stiamo tutti in questa macchina!» esclamò Harry – alias il genio della lampada – guardando a bocca aperta la macchina del padre di Zayn, che era abbastanza grande, ma non per tutti.
«Dobbiamo dividerci tra questa e la macchina di Olly, quella di Zayn ha un guasto» prese la parola Niall, senza neanche guardare sua sorella in faccia: evidentemente si era offeso per le parole da lei dette, anche se doveva essere al contrario.
Olivia vide che in un minuto tutti si catapultarono nella macchina di Yaser, e indovinate un po’ chi rimase fuori? Perrie, Zayn e Liam.
 A parte Liam, erano le uniche persone che non avrebbero dovuto neanche avvicinarsi alla sua macchina.
«Non si può fare cambio? Mi prendo anche il riccio stupido, ma perché proprio voi due?!» disse esasperata Olly, mettendosi al posto di guida e sbattendo la testa sullo schermo, ripetutamente.
Il tempo faceva sul serio schifo: pioveva a catinelle, e i capelli già orribili di Olly assomigliavano al pelo di una capra, più o meno. Quel po’ di trucco che aveva “osato” mettere le era colato lungo le guance, insomma, invece di andare a casa della nonna di Zayn avrebbe potuto andare verso il circo: l’avrebbero presa sicuramente, insieme a Perrie.
«Ma questa macchina è piccolissima!» si lamentò Perrie, posizionandosi sui sedili posteriori insieme a Zayn.
«Sai, non ho tutti questi soldi da permettermi una Bentley Continental!» esclamò indignata Olivia, accendendo la macchina «Qualcuno mi deve fare strada. Io non so niente dell’Inghilterra» disse, più rivolta a Liam che ad altri. Proprio lui si era messo accanto a lei, fortunatamente e le sorrideva, cercando di darle magari un po’ di conforto, dato che  stava in macchina con l’ornitorinco platinato e il suo compagno.
«Metti un po’ di musica» ordinò Zayn, togliendosi le scarpe e facendo quasi svenire dalla puzza Olivia. Quel ragazzo non si lavava i piedi da un po’, e lei ne era totalmente stupita dato che aveva soprannominato Zayn come Mister Pulizia!
«Ho solo Ed Sheeran e i Pink Floyd nella mia playlist» sbuffò contrariata lei, cercando la via più corta per l’autostrada: non capiva niente di quella terra: non era poi molto diversa dall’Irlanda, ma lei, patriottica com’era, trovava differenze e difetti in ogni cosa.
«Ma perché tutto ‘sto mortorio? Metti Chris Brown!» esclamò Perrie, quasi all’unisono con Zayn.
Quel giorno indossava una terribile maglietta di Batman, bianca e nera, tanto orribile da irritare persino il pessimo gusto di Olivia Horan, il che significava molto, moltissimo.
«Io odio Chris Brown» rispose Olivia, leggermente irritata. Erano sull’autostrada da dieci minuti e già aveva voglia di aprire loro gli sportelli e catapultarli fuori dalla macchina.
Liam nel frattempo stava dormendo beatamente in una posizione che Olivia personalmente trovava scomodissima, ma aveva un faccino così angelico, che non aveva neanche cuore di svegliarlo: così doveva rimanere sola con quei due.
«Ma non dormite mai voi due?» chiese all’improvviso Olivia, smettendo di canticchiare nella mente “Give me love” di Ed Sheeran, che purtroppo non aveva potuto mettere.
«Non potremmo mai lasciarti, da sola, Olly!» disse viscida Perrie, schioccando un bacio sulle labbra di Zayn e scombinando i capelli di Olivia con una mano, come se non bastasse.
Presi da fuori potevano sembrare quattro amici normalissimi – o addirittura due coppie –, ma la faccia di Olivia la diceva lunga.
Dopo venti minuti, la macchina fece uno strano, stranissimo rumore, tanto che Perrie – troppo esperta di motori – le consigliò addirittura di fermarsi, ma no, non ci fu bisogno, perché la macchina si fermò da sola, nella corsia d’emergenza.
Ecco, diciamo che questo le era successo più volte, e forse la graziosa Mini Cooper aveva bisogno di una visita dal meccanico, ma la testardissima Olivia Horan aveva sempre sostenuto che tutto fosse perfettamente a posto.
«Cazzo» la finezza di Olly esplose di botto, e la sua furia nel dirlo fu tale che Liam si svegliò di soprassalto, come anche Perrie e Zayn che finalmente – ascoltando Brown con l’iPod – erano riusciti ad addormentarsi e a lasciarla nella sua pace interiore.
«Cosa è successo? Dove sono gli unicorni?!» urlò Zayn, di soprassalto.
«Diciamo che si è fermata la macchina in mezzo al nulla» sentenziò Liam, sbattendo ripetutamente la testa sul finestrino.
Le facce di Zayn e Perrie descrivevano tutta la situazione: la bocca spalancata dell’ornitorinco, e le quasi lacrime di Zayn erano da Oscar, assolutamente.
«Sei un disastro» disse Malik, uscendo dalla macchina e raggiungendo Olivia che tentava in qualche modo di vedere il guasto.
«Muori, Zayn» urlò Olly.
Non ce l’avrebbe fatta con quei due per più di due minuti nella stessa stanza, immaginate fermi in mezzo alla strada, senza possibilità di muoversi. Bene.


 

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Buongiorno ragazze/i! Perdonatemi se ho scritto questa cagata enorme, ma mi serviva per sbloccarmi. Mi sono chiusa troppo con "Give me love" di Ed Sheeran e l'ho scritto. Grazie mille alle 11 persone che seguono la mia storia e alle 8 recensioni che ho ricevuto, sono pochissime però per me sono davvero importanti, ve lo giuro. Spero che voi continuiate a seguirmi e a recensire. 
Secondo voi starebbero meglio Liam e Olivia o Zayn ed Olivia? Sarei curiosa di sapere le vostre opinioni!
Vi mando un bacio grandissimo,
Annie 

 

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Capitolo 6
*** VI ***




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Capitolo 6

tonight let's get some

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 «Te l'avevo detto che non era sicuro andare in macchina con lei!» esclamò Perrie di botto, lasciando intendere lievemente quello che veramente pensava di Olly: d'altro canto, lei sapeva benissimo che la bionda non era una persona sincera in generale, quindi figurarsi con la sorella di Niall Horan!
«Smettila, non è tempo di lagnarsi, Perrie» disse Zayn, lasciando di stucco i presenti: Zayn che rispondeva male alla sua ragazza, che generalmente trattava come la rosa del Piccolo Principe? Un evento più unico che raro.  
Olivia trattenne una risatina nervosa, lanciando un'occhiata d'intesa a Liam che ovviamente aveva capito i suoi pensieri. Anche Payne era sceso dalla macchina per capire il guasto del motore, e le stava accanto da ormai quasi quindici minuti; Zayn invece non faceva altro che girare avanti e indietro per la corsia d'emergenza cercando di fare l'autostop alle automobili che passavano.
Come sempre, il tutto, era uno spettacolo comico più che altro: il Pakistano che bestemmiava in otto lingue agitando le mani sopra la testa, Perrie che piangeva disperata dentro la macchina e Liam ed Olivia che come al solito cercavano di aggiustare la situazione.

«Ma invece di fare il babbuino, perché non ci vieni ad aiutare?» domandò Liam, ridendo e riemergendo dalle "tenebre", sporco su ogni angolo del corpo, come Olivia d'altronde. Sembravano due persone tornate dalla miniera, e non avevano fatto neanche tanto lavoro!
«Sto cercando di trovarci un passaggio!» piagnucolò lui, sedendosi sul bordo del guard rail a braccia conserte. Probabilmente non aveva fatto neanche caso alla sua ragazza che piangeva disperata per lo stress e per lo smacco ricevuto proprio da lui.
«Perché non ti butti in mezzo alla strada? Magari qualcuno si ferma» suggerì Olivia, cominciando a ridere di gusto, anche se in fondo lo pensava davvero: un pensiero assolutamente crudele nei confronti del ragazzo, ma considerando che in due soli giorni gliene aveva fatte passare di cotte e di crude era semplicemente un assaggio di quello che poteva pensare Olly.
«Ma quanto sei simpatica» rispose, arricciando le labbra e contraendo il viso in una smorfia di superiorità. Il bello è che, però, non era superiore proprio a nessuno.
«Certo che è un bel guaio, Ols, se restiamo qui» disse Liam, avvicinandosi un po' di più ad Olivia e sorridendole.
La piccola Horan, non pensava minimamente di piacere a Liam, ma piano piano che la lontananza tra i due cominciava a diminuire sentiva le guance andare in fiamme: dopo tutto, non aveva mai avuto una relazione serie. Insomma, il fatto che le labbra di Liam fossero sempre più vicine alle sue, le faceva scoppiare il cuore fuori dal petto.
Era sicura del fatto che le sue guance, in quel momento fossero dello stesso colore della sua Mini Cooper, ed era totalmente in imbarazzo anche perché le sue mani erano nere come il carbone.

«Scusate, tra mezz'ora dovremmo essere da mia nonna! Dovreste provare ad aggiustare questo cavolo di motore» Zayn spuntò all'improvviso dietro i due, forse troppo vicini, e stranamente era anche più arrabbiato di quanto lo era prima: era rosso in viso, quasi quanto Olivia, e la sua espressione non diceva niente di buono.
«Ecco, mi si è anche rotta un'unghia!» esclamò Perrie, finalmente uscendo dall'automobile con le guance rigate di trucco nero, cercando di raggiungere il piccolo gruppetto di fronte al motore.
Non fu neanche in grado di raggiungere Zayn che subito lui si scostò e fece uno strano segno con la mano: Olivia non l'aveva mai visto così arrabbiato come in quel momento. Che fosse irritato per averla vista quasi baciare il suo amico Liam? Lei lo considerava quasi impossibile dato che si odiavano come pochi.

«Perrie, vuoi per favore stare un minuto zitta?!» okay, ora Zayn sembrava una specie di nonna in menopausa o qualcosa del genere. Chi l'avrebbe mai detto che potesse trattare in questo modo la sua preziosissima fidanzata?
Olivia era semplicemente sconvolta. E anche Liam sembrava abbastanza basito dato il suo sguardo interrogativo e la bocca distorta: sicuramente era una novità.

«Calmati, non ti ho fatto niente» rispose piangendo l'ornitorinco platinato, suscitando una risata di Zayn. Okay, ora Olivia era veramente preoccupata. Che fosse bipolare? Che avesse doppia personalità? Beh, qualcosa doveva avere.
Olivia sbuffò, perché era stanca della loro messa in scena e cercò di mettersi al posto di guida, anche solo per vedere se la situazione era migliorata: era un bel po' di tempo che cercavano di far funzionare qualcosa.

«Ragazzi volete rimanere qui?» domandò Liam, facendo per sedersi al posto di fianco a quello della Horan che era decisa a non mollare la guida della sua Mini Cooper.
Proprio mentre Liam stava per mettersi sul sedile, Zayn lo bloccò, con uno strano sorrisino stampato sulle labbra: cominciava a sembrare una specie di film horror, il tutto.

«Mi sembra il caso che facciamo un po' a cambio. Non vorrei che Olivia si sconcentrasse troppo» disse costringendo quasi ad uscire Liam dalla macchina. Anzi, senza quasi. Infatti il ragazzo castano uscì stranito dalla macchina per andare a mettersi di fianco ad una Perrie piangente nei sedili posteriori.
Olivia non riusciva quasi neanche a mettere in moto la macchina, a prescindere dai problemi del motore, per lo stupore ma si costrinse a guardare dritto e a mettere la chiave nella toppa: almeno quella manovra andò bene, dato che il rumore del motore della macchina le risuonò forte e chiaro nelle orecchie.

«Ehi Liam, Danielle come sta?» domandò improvvisamente Zayn, facendo quasi affogare Liam che stava bevendo dalla sua bottiglietta d'acqua, rischiando di buttarla tutta in faccia a Perrie.
«Sei strano, Zayn» rispose lui, incredibilmente serio.
Olivia stava cominciando a perdere la concentrazione necessaria per guidare e per non schiantarsi contro un camion che trasportava massi proprio davanti a lei. Fortunatamente erano quasi arrivati, altrimenti avrebbero sul serio rischiato di morire schiacciati dai sassi.

«Non mi hai risposto alla domanda» sbottò lui, sistemandosi meglio sul sedile e puntando lo sguardo fisso su Olivia. Proprio secondo lei aveva fatto uso di qualche sostanza strana prima di salire in macchina perché no, quello non era lo Zayn che conosceva da ormai, purtroppo, due anni.
«Potete stare zitti? Non riesco a sentire la musica» disse quindi Olivia, cercando di interrompere l'apparente lite tra i due: era già strano il fatto che discutessero in quel modo, data l'amicizia che da tempo li legava. Aumentò il volume della radio e subito la voce calda di Ed Sheeran risuonò nell'abitacolo della macchina: la sua voce aveva il potere di calmarla incredibilmente.
«Voglio tornarmene a casa mia» improvvisamente la voce di Perrie disturbò il silenzio che finalmente aleggiava in macchina e Olivia cominciò a pensare la maniera più dolorosa per ucciderla o sbatterla fuori dalla macchina a pedate.
Zayn si girò verso di lei e la fissò dritta negli occhi: sembrava spiritato o cose del genere, e Olivia distolse lo sguardo dalla scena patetica a cui, era sicura, avrebbe assistito.

«Se vuoi restare in mezzo all'autostrada per noi non c'è problema, Perrie» disse lui, guardando di nuovo dritto di fronte a sé, come se stesse cercando un punto adatto per fare fermare Olivia e lasciare Perrie.
Tutta quella situazione aveva un che di ridicolo, ma se c'era una cosa che era in grado di soddisfare Ols, dopo tutti i problemi di quella giornata, e che piano piano la relazione tra Zayn e Perrie si stava sgretolando come un castello di sabbia su bagnasciuga.



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Buongiorno ragazze/i. Sono finalmente tornata con il sesto capitolo della mia storia dopo un po' di fermo: ho iniziato il terzo anno di liceo e sinceramente non ho molto tempo per scrivere. Novità di questo periodo? Quasi nessune, soltanto che inizierò a fare da Beta Reader per una mia lettrice a cui ormai sono un po' affezionata, che è Charlotte. Ringrazio questa ragazza dalla prima recensione che mi ha scritto e non smetterò mai di farlo. Ringrazio anche le 18 persone che seguono la mia storia, tutte quelle che recensiscono e ovviamente tutte quelle che leggono e basta. Grazie con tutto il cuore.
Vorrei sapere se questo capitolo v'è piaciuto. Spero proprio che dal prossimo possiate avere più soddisfazioni, questo in effetti era un po' di passaggio.
Annie


 
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Capitolo 7
*** VII ***


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Capitolo 7

kiss me like you wanna be loved,
you wanna be loved
this feels like I've fallen in love

 

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«Finalmente siamo arrivati!» esclamò ad un certo punto Zayn, puntando con l’indice una piccola casetta di mattoni rossi: ce n’erano di tante simili in quella zona, ma lui aveva riconosciuto subito quella della nonna, dove probabilmente aveva passato la sua infanzia.
Olly sorrise, ma cercò abilmente di nasconderlo. Dopotutto le faceva tenerezza, in quella mise da “cocco di nonna”. Si girò verso Liam, che non era proprio la più felice delle persone, dato che si tappava da ormai ore le orecchie con le mani per non sentire le lagne di Perrie, che tra l’altro ancora piangeva.«Ditemi che questo strazio è finito» sussurrò lui, e quando Olly posteggiò la macchina, fu proprio Liam il primo ad uscire dalla macchina: aveva le guance rosse per la rabbia e il fumo che quasi gli usciva dal naso.

«Dai, finalmente ti sei liberato di Barbie passione rompipalle e possiamo goderci la giornata» Olivia lo prese sottobraccio e gli poggiò la testa sulla spalla. Diciamo che da quando stavano per baciarsi, prima, sull’autostrada, qualcosa in lei era cambiato: adesso, non dico che s’era innamorata di Liam Payne, migliore amico di suo fratello, ma diciamo che lo guardava con occhi diversi.

Le piaceva il suo profumo, le piaceva anche nascondere il viso nell’incavo del suo collo, le piaceva proprio stargli accanto, ma dato che Olly non aveva mai avuto storie serie e niente di tutto ciò, queste situazioni un po’ la turbavano, soprattutto se si trovavano davanti ad altre persone, come in questo caso.
«La smettiamo di fare i piccioncini?» domandò acido Zayn, probabilmente preso da un attacco di gelosia, incomprensibile tra l’altro dato che a lui non era mai importato un fico secco di Olivia Horan, i suoi canoni di bellezza erano altri: a lui piacevano le Barbie bionde con gli occhi azzurri, quelle che mangiavano poco in presenza di altre persone, e quelle che per Natale preferivano di gran lunga un anello Tiffany al posto di una giornata insieme per fare l’albero. Insomma, una ragazza da portarsi e mostrare in giro, non una con cui condividere le giornate.
«Ma fatti gli affari tuoi, carciofo» sibilò Olly, che piano piano stava riuscendo a portare avanti il suo piano: stava distruggendo Zayn, la persona che aveva odiato sin dal principio, quello che aveva fatto cambiare suo fratello Niall nei suoi confronti.
Perrie stava indietro, lontana da Zayn che camminava guardandosi i piedi con le mani dentro la felpa rossa Jack Wills. Non riusciva a capire perché tutto ad un tratto Liam, proprio il Liam Payne che conosceva benissimo, quello fidanzato con Danielle, si stava attaccando come una cozza allo scoglio, a Olivia.
Insomma proprio l’Olivia Horan che nessun ragazzo avrebbe voluto accanto: con i suoi attacchi di pazzia, con il suo amore spropositato per McDonald’s, con la sua statura da nano da giardino, cavolo, non aveva niente a che vedere con Danielle Peazer.
«Busso?» chiese di nuovo Olly, arrivata insieme a Liam per prima di fronte alla porta di casa.
Dopo che Zayn annuì con la testa mosciamente, Olivia bussò alla porta, stringendosi  ancora di più a Liam, ignara della persona che avrebbe aperto.
«Ciao amore!» esclamò una ragazza con i capelli ricci – più che ragazza era sul serio un cespuglio informe – di un colore indefinito che andava sul biondo e sul castano chiaro, fiondandosi su Liam, facendolo separare violentemente da Olly. Quest’ultima prese a guardare entrambi con una smorfia schifata, come se d’improvviso tutto quello che aveva pensato s’era ritirato: non pensava che Liam fosse davvero fidanzato.
«Scusami, e tu chi saresti?» domandò acida la donnacespuglio che stringeva Liam manco se fosse sul serio di sua proprietà.
Olivia sentiva Zayn sghignazzare da dietro, cosa che la portava soltanto ad essere più arrabbiata: strinse i pugni contro i fianchi e si girò proprio verso di lui.
«Uno pari, Malik, ma non è finita qui» ringhiò.
Danielle era stata chiaramente invitata da Zayn, per fare un dispetto ad Olivia. Chissà se aveva capito che proprio Olly stava tramando alle sue spalle.
«Sono Olivia Horan, e adesso gradirei passare» sputò in faccia a Danielle, e la spinse di poco per entrare in casa dei nonni Malik, dove le si parò di fronte proprio suo fratello.
«Olivia, cosa diamine stai facendo?» domandò Niall, mettendosi le mani sui fianchi e guardandola con aria severa.
La piccola Horan guardò a terra per non affrontare quello sguardo che le ricordava tanto suo padre, con il quale non aveva mai avuto un bellissimo rapporto. Lui e Niall erano uguali, anche se con suo fratello non aveva mai avuto problemi.
«Lasciami stare Niall, forse la mamma ha sbagliato a farmi venire qui per Natale» disse lei, scostandosi e provando a scappare dalla presa di suo fratello, che nel frattempo la teneva per le spalle.
Il biondo addolcì improvvisamente lo sguardo, e per la prima volta dopo tanto tempo, l’abbracciò sinceramente, stringendosela al petto come se fosse una piccola cosa da proteggere: la sua piccola Olivia.
«Dovresti smetterla di fare cose stupide, Ols» sussurrò lui, per poi lasciarla andare dopo averle dato un bacio sulla fronte. Niall non era mai stato un tipo proprio maturo, nonostante i suoi diciannove anni, aveva ancora voglia di giocare e di fare il bambino, ma adesso, era come se Olivia avesse di fronte a sé suo padre, e non suo fratello.
Si liberò dall’abbraccio e andò alla ricerca dei parenti di Zayn, anche solo per salutarli, per educazione insomma, sebbene avesse voglia soltanto di prendere la sua Mini Cooper e tornare a Mullingar prima di subito.
Rintanarsi sotto le sue coperte di Hello Spank e guardare Sixteen and Pregnant come faceva di solito a casa sua, nelle giornate di pioggia.
«Ciao Olivia, benvenuta!» esclamò una signora sulla settantina, con i capelli bianchi e con le tipiche forme rotonde di tutte le nonne del mondo: era davvero una bella signora, con qualche tratto che richiamava l’Oriente, ma niente di più. Poteva benissimo essere scambiata per una nonna Europea se non avesse la pelle leggermente ambrata e gli occhi scurissimi, ma aveva decisamente fascino per essere un’anziana.
«Buongiorno signora Malik, spero di non essere di disturbo» sentenziò lei, stringendole la mano, mossa azzardata perché subito dopo si trovò stretta tra le “grinfie” della nonnina, effettivamente affettuosa nei confronti di chiunque.
«Almeno tu ti fai abbracciare, non come quella Perrie» sussurrò la nonna all’orecchio di Olivia, che cominciò a ridere in modo subdolo: anche in questo superava Miss SonoPerfetta Edwards «sono sicura che tu potresti essere sicuramente una fidanzata perfetta per il mio nipotino» disse e la lasciò andare. Olivia non aveva pensato al vero significato di quella frase, aveva soltanto provato un immenso piacere nell’avere la preferenza di quasi tutti i familiari di Zayn, rispetto all’ornitorinco platinato.
 
A tavola si respirava proprio aria Natalizia, ma Olivia, che aveva lo sguardo puntato sui due piccioncini Payne che si stringevano le mani anche mentre mangiavano, veniva voglia di prendere il tacchino al centro della tavola e metterlo in testa a Danielle per domare quei capelli orribili e crespi: che fosse gelosia o solo sentimento di vendetta? Cavolo, Liam l’aveva protetta da tutti, l’aveva quasi baciata e adesso si stringeva a Danielle come fosse suo marito? C’era qualcosa che non andava bene.
«Ah ovviamente dopo mangiato, avevamo pensato di uscire» sentenziò proprio la Peazer, guardando Olivia, anche se si rivolgeva chiaramente a Zayn «solo le coppie» sorrise e aspettò qualche risposta da parte dei presenti: coppie ce n’erano solo tre, e neanche, dato che Eleanor, la ragazza di Louis era dai suoi parenti a Londra.
«Io avevo pensato di fare un giro qui intorno, nessuno che si vuole unire a me?» disse Ols, guardando Zayn, sorridente: sapeva già quale  sarebbe stata la sua prossima preda «Harold, tu non vuoi venire con me? Non hai niente da fare» chiese stavolta verso Harry che si stava ingozzando di patatine fritte come se non ne avesse mai viste.
«Mh, si, insomma, se non rompi okay» disse con la sua solita intelligenza lui, sorridendo. Era davvero un bel ragazzo, ma a Olivia non interessava quasi per niente. Era davvero troppo stupido per i suoi gusti, anche se i suoi compagni “d’avventura” non erano tanto meglio.
Soddisfatta Olivia continuò a mangiare, con il sorriso sulle labbra, sicura che almeno lui sarebbe potuto cadere nella sua trappola. Ehi, Ols non era mai stata una mangiauomini, ma anche se ‘sti One Direction non avevano mai mostrato di nutrire una certa simpatia per lei, adesso stavano cadendo piano piano tutti ai suoi piedi.
 
Quando finirono di mangiare, Olivia si sedette su di una panchina nel giardino per ascoltare un po’ di musica e migliorare ulteriormente il suo piano d’attacco a Zayn, quando proprio quest’ultimo si sedette accanto a lei, accavallando le gambe.
«Malik sei peggio di una malattia terminale» disse esasperata, togliendosi le cuffie ma spostandosi un po’ più in là, per stargli lontana.
«E come mai allora, stai facendo di tutto per darmi fastidio?» domandò lui avvicinandosi ancora di un po’ ad Olivia, che ormai si trovava seduta per metà sul bordino della panchina.
«Hai manie di protagonismo, non sto facendo niente di tutto ciò» sorrise lei, ma dato che aveva provato a spostarsi di un altro po’ si ritrovò rovinosamente a terra, seguita da Zayn, tra l’altro, che come un idiota si era aggrappato al suo giaccone per provare a non farla cadere.
Diciamo che non era proprio una delle migliori posizioni per due che si odiano: Zayn era sopra Olivia, che tra l’altro si stava quasi per congelare dato che a terra l’erba, si, c’era ma era ricoperta da un alto strato di neve compatta.
«Mi stai dicendo che se ti baciassi tu saresti indifferente?» domandò lui prendendo il mento di Ols con la mano destra, mentre la sinistra affondava – seppur dolorosamente – la mano nella neve per tenersi eretto su di lei.
«Completamente» annuì lei, cominciando a battere i denti per il freddo.
Nonostante il ghiaccio che tra poco le avrebbe perforato la schiena, le sue guance erano più rosse che mai, e non poteva fare altro che guardare Zayn negli occhi, cercando di convincersi che fosse il ragazzo più orribile di tutta l’Inghilterra.
Fu quando le labbra di Zayn si appiccicarono alle sue però, che sentì il cuore scoppiarle dal petto, partito completamente per la tangente anche lui. Non riuscì neanche a farlo staccare perché le sue mani erano come congelate sul suo corpo, a ricercare quel po’ di calore che la sua felpa poteva darle.
Non le importava neanche della neve che li stava piano piano ricoprendo: si sarebbero presi la febbre, se non la polmonite, entrambi se non sarebbero entrati subito a casa. Ma, riuscite a crederci?, di quel pericolo ad Olivia non importava minimamente.
Le labbra profumate di Zayn erano ancora sulle sue, e Ols strizzava gli occhi per non vedere, per non realizzare chi aveva davanti: sarebbe stata la fine se qualcuno li avesse scoperti.
D’improvviso, proprio con questa riflessione, pensò per un secondo a Liam, e sentendosi profondamente in colpa si alzò di scatto, staccandosi violentemente da Zayn e corse verso casa, completamente bagnata, lasciandolo ancora con la mano nella neve e le labbra calde.

 

 

___________ 
 

Buongiorno ragazze mie! Oggi sono a casa, non sono andata a scuola e dopo un'immensità di tempo ho deciso di postarvi un altro capitolo – anche più consistente – della mia fan fiction, che tra l'altro io adoro. Capitemi, per voler andare bene a scuola sto rinunciando un po' a tutto quello che riguarda il computer e la scrittura. Dopotutto il terzo anno di liceo non è facilissimo e punto ad avere una media sempre migliore di quella dell'anno precedente. Vabbè, che posso dirvi ... Ed Sheeran mi aiuta in qualsiasi cosa, mi ha fatto ritornare l'ispirazione dopo tantissimo tempo ed è a lui e a tutte le sue fan che dedico questo capitolo. Capite che il bacio tra Zayn ed Olly non segna per niente l'inizio di una loro ipotetica storia, io prima di arrivare ad un finale "e vissero tutti felici e contenti" vi farò penare e anche molto, perché non mi piacciono le cose che accadono troppo in fretta. 
Vi mando un bacione enorme, grazie di seguirmi, siete ventidue splendide persone che continuate ad avere questa storia tra le seguite, grazie di non avermi abbandonato. 

Ari

 

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Capitolo 8
*** VIII ***


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Capitolo 8

 

Oh well, she's a local girl, no make-up 
'Cos she knows me well hair tied up
in elastic band with a kiss on the cheek 
for her one-night man 

 

__________

 

«Cosa diavolo hai fatto?» tuonò Niall appena vide Zayn rientrare con un sorriso sornione a casa: aveva visto tutto dalla finestra – quasi per caso -, non c’era bisogno di spiegare nulla.
L’irlandese era furioso, queste vacanze stavano andando di male in peggio e il fatto che Zayn adesso sorridesse soddisfatto non aiutava di certo la situazione! Olivia era sparita ormai da un paio di minuti, ma proprio Niall non aveva intenzione di andare a cercarla perché le avrebbe gonfiato la faccia. Come poteva permettersi di venire a Bradford per rovinare il Natale a tutti loro? In un impeto di cattiveria riuscì anche a pensare che sarebbe stato meglio se fosse ritornata a Mullingar, lontana dai suoi amici e dalle persone a cui teneva di più, ma poi pensò che in fondo tra queste vi era anche lei, e si maledì anche solo per averlo pensato.
Se solo mia madre sapesse tutto!
«Dimostrato che tua sorella non mi è indifferente» disse il pakistano prendendo a guardarsi le unghia con addosso sempre lo stesso sorriso strafottente: a volte sembrava assumere comportamenti da donna subdola e impertinente, e fino a quando questo non danneggiava nessuno poteva stargli anche bene, ma qui in gioco c’erano più di una persona.
«Ma per favore! Mia sorella non è minimamente interessata a te!» esclamò Niall indignato, guardandolo in cagnesco.
Aveva i pugni stretti contro i fianchi e si stava sicuramente trattenendo dal piantargli una bella cinquina sulla guancia.
«E come mai non ha opposto resistenza?» continuò Zayn, sempre più sicuro di sé.
Il biondo infilò entrambe le mani nelle tasche dei pantaloni come a soffocare l’impulso violento che aveva avuto pochi secondi prima e sbuffò sonoramente, cercando nella sua testa una ragione per la quale Olivia avesse potuto baciarlo.
Non ce n’erano.
«Senti, non è questo il punto della situazione: pensi che Perrie sarebbe contenta?» domandò, lasciando Zayn interdetto.
«Ops, non ci avevo pensato» peccato che la sua interdizione durò poco meno di cinque secondi: ritornò a sorridere dopo poco, facendo avanti e indietro per la cucina, dove Waliyha Malik stava mettendo i piatti nella lavastoviglie, chiaramente forzata dalla madre.
«Sei un insensibile» sbottò Niall, gridando come una donnicciola in menopausa: che questi cinque ragazzi fossero sottosviluppati si sapeva già da tempo, ma che avessero tutti la caratteristica di comportarsi da donna isterica era una novità abbastanza inquietante.
«Perrie non dovrebbe saperlo» Zayn si avvicinò a Niall, portandosi due dita sotto gli occhi come a voler dire “guarda che ti controllo” per poi dileguarsi nel salone, dove metà della famiglia era ancora riunita.
Niall sospirò nuovamente, cercando di trovare un angolo opportuno in cui sbattere la testa: le vacanze non erano mai state così pesanti.
 
Olivia era nella sua macchina da ormai trenta minuti, immobile con le mani fisse sullo sterzo, le chiavi nella toppa e lo sguardo puntato verso l’insegna che portava all’autostrada più vicina per raggiungere Bradford.
Non che avesse interesse nel ritornare a casa dei Malik, ma doveva per lo meno passarci per riprendere tutta la roba che vi aveva lasciato.
Non aveva intenzione di stare un secondo di più con quell’essere spregevole. Perché l’aveva baciata? Che fosse davvero interessato a lei? Che il suo piano contro Perrie Edwards stesse andando in porto? Cavolo, nella sua testa c’era solo confusione, anche se quel bacio le stazionava ancora in mente, creandole un forte disagio.
«Merda» biascicò coprendosi il viso con le mani e maledicendosi in ottomila lingue – evitando accuratamente qualsiasi riferimento al Pakistan – e cercando di esaminare razionalmente ciò che era successo.
Okay, si erano baciati, o meglio, Zayn Malik l’aveva baciata per pura ripicca. Ma no, forse non era una ripicca, forse voleva realmente baciarla … no, impossibile. Zayn aveva sempre odiato Olly, non c’erano motivi per baciarla così da un momento all’altro.
Se c’era una cosa che però non sapeva Olivia Horan, era che Zayn Malik poteva essere la più furba delle persone: poteva rigirarsi le ragazze come delle marionette, poteva far confondere le menti più eccelse, insomma, a volte sapeva essere davvero subdolo, anche se in fondo era il ragazzo più dolce di questo mondo – con chi considerava del suo stesso livello di intelligenza.
Cercò di scacciare questi pensieri assurdi dalla sua testa agitando la mano destra davanti ai suoi occhi, e accese la radio, pensando che Ed Sheeran potesse aiutarla in casi come questi.
«…this feels like I’ve fallen in love…» la voce calda di Sheeran inondò l’abitacolo della macchina, e Olly cerco di rilassarsi alle prime note di Kiss You, tra l’altro sua canzone preferita. Ci sarebbe pure riuscita se ogni singola parola della canzone non le richiamasse il bacio di pochi minuti prima.
Non si stava innamorando! Come poteva piacerle un ragazzo così vanesio? Non era da lei cadere nelle trappole dei ragazzi stronzi come Zayn. Vabbè, il fatto che non fosse caduta mai in nessuna  trappola non aiutava molto la situazione ma preferiva non pensarci.
Magari poteva essere stato il fascino del primo bacio che stava facendo scaturire in lei questa paura immane di rivederlo. Non era stato un vero e proprio bacio, aveva soltanto poggiato le labbra sulle sue, non c’era stato niente di “pericoloso”, ma l’aveva sentito…vero.
Scese dalla macchina indispettita: non doveva pensare a queste cose! Era venuta a Bradford, a casa dei Malik, soltanto per passare un po’ di tempo con suo fratello. Niall. Niall Horan, non per sbaciucchiarsi con i suoi amici, che tra l’altro odiava.
«Stai bene?» domandò una voce purtroppo molto familiare. Liam.
Era mai possibile che ogni qual volta Olly si trovasse disperata nella sua macchina, c’era sempre un pronto Liam Payne disponibile a “salvarla”? Forse non era umano.
«Proprio tu non puoi venire a parlarmi, adesso» disse indignata Olivia, che sapeva essere anche la più sgradevole delle persone con un po’ più di impegno.
«Scusa» aveva capito tutto.
Aveva capito che c’era rimasta male per il fatto di Danielle, aveva capito che non avrebbe dovuto cercare di baciarla perché era fidanzato e aveva capito che era successo qualcos’altro.
«Pensavo che almeno tu non fossi stronzo» disse di rimando lei, scendendo dalla macchina e mettendo l’antifurto. Era ricoperta ormai da una coltre di neve, infatti non sapeva proprio come avrebbe dovuto fare per muoversi da lì. Ci avrebbe pensato Yaser, anche se il pensiero non le infondeva maggior conforto.
«Ascoltami, non le ho detto io di venire» Liam le sfiorò il braccio con la mano, cercando di trattenerla dato che Olly aveva deciso ormai di rientrare in casa.
«Non mi interessa, hai cercato di baciarmi e sei fidanzato» sbottò «anzi, quasi sposato» si corresse, dato che Danielle lo trattava come tale.
Liam prese un lungo respiro prima di poggiare entrambe le mani sulle spalle di Olivia, che ormai s’era bloccata con una smorfia di indignazione sul viso: stava con le mani sui fianchi, aspettando che il ragazzo finisse di parlare per andare a catapultarsi sui dolcini di nonna Malik.
«Non volevo farti male,  è che…mi fai uno strano effetto» disse, strizzando gli occhi e guardando per terra.
Okay, c’era qualcosa che non andava: era la seconda volta in una sola giornata che si ritrovava in situazioni equivoche, quando nella sua vita da teenager non c’era stato neanche un ragazzo carino che la calcolasse. Babbo Natale stava cercando di aiutarla, ma nel modo - e nel tempo – sbagliato.
«Che effetto ti faccio? Quello di andare in bagno?» Olivia sbuffò a ridere, prendendolo in giro, ma ricevendo soltanto un buffetto amichevole sul viso, che la costrinse ad arrossire più del previsto: improvvisamente aveva dimenticato tutto il casino con Zayn, che restava comunque un bel problema da risolvere.
«Sei così bella, cazzo» imprecò lui, avvicinandosi pericolosamente al viso di Olivia, che stava quasi per ricadere nella trappola: oh, una volta che hai provato non si finisce più, non è così?
Lei però scosse la testa, allontanandosi da Liam a malincuore, malgrado la calamita che da un paio di giorni li attraeva e sforzandosi di guardarlo in modo duro.
«E tu sei così fidanzato, idiota!» esclamò lei, scuotendolo dalle spalle «Perché non vai da Danielle? Credo proprio che stia giocando con le Barbie al piano di sopra insieme a Perrie! Loro si che si impersonano alla perfezione!» rise e si avvicinò per dargli un bacio sulla guancia.
«Olivia…» cercò di dire Liam, ma Olly se n’era già andata, con la testa piena di problemi e il cuore che le batteva forte per l’emozione.
Perché in presenza di Liam diventava tutto più semplice e in presenza di Zayn tutto diventava confuso e disordinato? C’era qualcosa che non andava.

 

__________

 

Buongiorno ragazze! Non potevo più aspettare, dovevo per forza mettervi il capitolo perché scrivo da giorni cancellando e ricancellando, e alla fine è venuto fuori questo. Spero non sia troppo brutto, lascio a voi i commenti.
Un bacio enorme,
Ari

 

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Capitolo 9
*** IX ***



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Capitolo 9


«Amore di mamma!» esclamò improvvisamente mamma Horan, quasi perfornando un timpano ad Olivia che stava all'altro capo del telefono. In effetti non si erano sentite per questi giorni, l'aveva soltanto avvisata quando era arrivata a Bradford sana e salva.

«Ciao, mamma» disse Olly buttandosi sul letto della stanza degli ospiti di casa dei nonni di Zayn, che non era particolarmente morbido come quello di casa sua, in Irlanda.

Si massaggiò la schiena mentre la madre le parlava del meraviglioso Natale che aveva passato insieme al suo nuovo compagno, del fatto che la loro cuginetta Phoebe fosse finalmente nata e che la zia era contenta e stavca benissimo. Queste erano le solite chiacchere che Maura le riservava: a Niall non parlava mai così, perché sapeva che non l'avrebbe neanche ascoltata; non che Olivia stesse ascoltando attentamente, ma sentire la voce di sua madre bastava a farla sentire un po' a casa.

«Oh, Greg è andato da tuo padre per Natale» Greg Horan era il fratello maggiore di Niall ed Olivia. Proprio Olly aveva un rapporto a dir poco meraviglioso con quest'ultimo anche se si trovava sempre fuori Mullingar per lavorare e per l'Università, che faceva in Italia. Comunque Greg da piccolo aveva deciso di andare ad abitare da loro padre, Bobby, quando si separarono, e da quella volta mamma Horan si offese così tanto che non si parlarono per anni.

«Dai, lo sai com'è fatto Greg» rispose Olivia, sopprimendo uno sbadiglio che le era venuto: oltre al fatto che l'argomento fosse abbastanza soporifero, c'è da dire che la notte scorsa non aveva dormito neanche un po'. Il quasi bacio con Liam e l'effettivo bacio con Zayn le avevano confuso la testa e non era riuscita neanche a prendere un po' di sonno.

«Ma tu che mi racconti? Gli amici di Niall sono carini?» domandò Maura. 

Se fossero state faccia a faccia Olly era sicura che sua madre le avrebbe dato una bella gomitata sul fianco, con gli occhi ammiccanti e il suo solito fare da ragazzina che non le si addiceva per niente.

«No» borbottò Olly come a soffocare il discorso, anche se sua madre avrebbe continuato a chiederle fino alla fine della telefonata se ci fosse qualcuno che le interessava.

Proprio mentre Maura si stava sforzando di ricordare il cognome di quello Pakistano Olly cominciò a sentire rumori strani dalla stanza accanto: da lì a poco sarebbero dovuti partire, per ritornare a Bradford, quindi pensò che qualcuno stesse semplicemente facendo i bagagli. 

Certo, al fatto che nella stanza accanto avessero dormito proprio Zayn e Perrie non pensò minimamente se non quando le urla dell'ornitorinco la "risvegliarono" dal torpore. 

«Scusa, mamma, devo andare» così Olly chiuse la telefonata per poi attaccare l'orecchio al muro in comune che avevano la stanza di Zayn e Perrie e la sua: sembrava una specie di spia, stile Kim Possibile, con entrambe le mani e l'orecchio destro sul muro e un piede mezzo alzato per non si sa cosa. Non era né in una posizione normale né era normale di suo, diciamo che aveva una percentuale di pazzia e di stupidaggina elevata.

«Perrie sembri assatanata, la vuoi piantare per un secondo?» urlò esasperato Zayn mentre qualcosa si infrangeva contro l'altra parete: che Perrie stesse lanciando vasi cinesi a destra e a manca? 

«Perché mi hai portato in vacanza se è due giorni che non mi parli neanche? Abbiamo dormito insieme e non mi hai neanche sfiorata!» esclamò quella, piagnucolando e continuando a lanciare oggetti indefiniti. 

Olivia non potè fare a meno di ridere: scoppiò in una risata fragorosa, se dovette persino chiudersi la bocca per paura di essere scoperta. 

Il piano principale di Olly, ricordiamolo, era sempre stato quello di far sparire Perrie Edwards per sempre dalla vita di Zayn, anche solo per il gusto di vederlo soffrire, ma piano piano stava cominciando a capire che a lui di Perrie non interessava proprio niente e anzi, se fosse scomparsa gli avrebbero fatto soltanto un favore. 

«Lo ammetto! Ma sei una piaga, Perrie, sei solo una piaga! Non fai altro che lamentarti e sembri una bambina di due anni!» esclamò Zayn, facendo qualche passo presumibilmente verso la porta.

«Perché allora non mi lasci? Lasciami!» era totalmente impazzita.

Olly era sicura che Perrie avesse gli occhi fuori dalle orbite e quei quattro peletti che si ritrovava in testa si muovessero come i capelli di Medusa, adirati contro Zayn. Altro che principessa senza peccato, la Edwards era soltanto una stupida ragazzetta finta come le sue stesse unghia.

«Fanculo» imprecò il ragazzo, e sbatté la porta, uscendo dalla stanza della sua ragazza.

Peccato che Zayn nei momenti di poca lucidità, come per esempio in quel momento, non capiva davvero niente: la porta della stanza di Olivia all'improvviso si aprì e si ritrovò davanti un'Olly versione Kim Possibile attaccata al muro.

«Sfigata, non hai una vita sociale» borbottò lui, facendo qualche passo verso Olivia piano piano riprendendo il sorriso. La stava prendendo in giro, ed era chiaro anche agli occhi confusi della mora che adesso indietreggiava, cercando di raggiungere il letto. 

Non aveva voglia di fare un'altra brutta figura e finire nelle sue grinfie, anche se ci stava benissimo.

«Perché non ritorni da tua moglie, Malik? Non ti voglio tra i piedi» disse Olivia, arricciando il naso e sedendosi sul letto, cercando di spostare gli occhi dalla sua figura.

Le faceva semplicemente schifo, non perché fosse brutto, ma perché non aveva avuto il coraggio neanche di dirle qualcosa dopo il fatidico bacio. Avevano mangiato ed erano tornati ognuno nelle loro camere, anche se le coppie avevano deciso di andare al cinema.

«Come, non hai sentito? Credevo non ti fossi persa neanche una parola» si stava avvicinando sempre di più, e Olivia stava ferma, con un groppo in gola e lo stomaco sottosopra. Ma perché aveva chiuso la telefonata con sua madre e aveva deciso di non farsi gli affari suoi?

«Stavo solo controllando se sul muro non ci fossero strani insetti» Olly si alzò di scatto e raggiunse Zayn senza più paura, lo prese per le spalle e distolse il pensiero - e il desiderio - di tirargli un calcio nei genitali, giusto per vederlo esanime a terra.

Olivia a volte sapeva essere autorevole, oddio, non aveva mai provato ad essere autorevole con un ragazzo stronzo come Zayn Malik, ma con il suo migliore amico c'era riuscita e anche più volte. 

Non era una persona particolarmente forte, non aveva mai fatto a botte con qualcuno ma quando doveva dire qualcosa senza peli sulla lingua la diceva senza alcun problema o vergogna.

«Chi vuoi prendere in giro? Lo so bene che sei pazza di me» ringhiò il pakistano, afferrando i fianchi di Olivia e premendosela contro. Allo stretto contatto - forse un po' troppo stretto - quest'ultima sussultò, e diventò per l'ennesima volta rossa come un pomodoro. Adesso non erano sulla neve, non erano in mezzo all'autostrada né in nessuna situazione scomoda ma la confusione in testa restava lo stesso. Perché diamine si comportava in quella maniera con lei dopo un anno di dissidi? Perché proprio adesso aveva cambiato idea su di lei? 

«Sei solo un egocentrico assurdo» gli sputò in faccia Olivia, allontanandosi improvvisamente e scappando via dalla sua camera, alla ricerca di un posto dove poter stare tranquilla.

Liam e Niall erano stati "scelti" da Yaser, il padre di Zayn, per caricare i pochi bagagli che tutti avevano portato nelle due macchine: ovviamente nella macchina di Olivia non c'entravano molte borse, perché la Mini Cooper è una specie di buco, ma adesso era proprio quella che stavano riempendo fino al possibile. 

«Niall, sto pensando di lasciare Danielle» il biondo si girò di scatto verso Liam e, interdetto, restò un paio di secondi con la bocca aperta: era da più di un anno che Danielle e Liam stavano insieme, come poteva adesso pensare di lasciarla, dopo che aveva mangiato il cervello a tutti su quanto l'amasse? Okay, stavano impazzendo tutti quanti. Solo Harry e Louis ancora erano normali, o per lo meno, mantenevano un comportamento coerente con quello che erano sempre stati.

«Ho paura che stia cominciando a piacermi un'altra ragazza» disse lui, come a giustificarsi, dato che Niall non parlava da più di cinque minuti e lo fissava sconcertato.

«Oddio, lo sapevo. Sapevo tutto fin dall'inizio» rispose Niall, passandosi una mano sul viso sempre con quell'aria un po' combattuta; non aveva idea che la ragazza che a Liam adesso interessava era sua sorella. 

«Come hai fatto a scoprirlo, scusa?» domandò Liam, un po' perplesso, dato che prima di allora non aveva mai dato segnali che facessero intendere il suo interessamentro. Anzi, Payne metteva in dubbio persino che Olivia stessa lo sapesse.

«Lo so perché quando Zayn ci ha presentato Perrie tu avevi gli occhi che brillavano!» esclamò l'irlandese. Liam sorrise, e anche se Niall non ci trovava proprio nulla da sorridere in una cosa che avrebbe potuto scatenare un putiferio, sorrise di rimando «Lo sai che è un guaio?» domandò.

«Niall, amico, ascoltami. Come pensi che possa piacermi una Barbie bionda senza cervello?» spiegò calmo lui, mettendogli una mano sulla spalla e continuando a ridere.

Dio, aveva sul serio pensato che potesse piacergli Perrie? La stessa Perrie con il cervello di una nocciolina - e neanche - che diceva di amare Zayn ma che alla prima occasione gli avrebbe volentieri messo le corna? Ma dai, per piacere. Non che Danielle fosse un lume di scienza, ma almeno si volevano bene e non stavano insieme solo per le copertine e le apparizioni in pubblico.

«Scusa ma allora chi ti piace? Non dirmi quella che ci ha presentato Harry l'altro giorno perché credo di poterti uccidere» in quel gruppo l'intelligenza non era uno dei tratti distintivi.

«Cazzo, Niall! Com'è che non capisci?! Mi piace tua sorella!» urlò Liam.

«Ciao ragazzi, non è che avete visto...?» Olly corse verso suo fratello, e fece per saltargli sulle spalle ma non fece neanche in tempo a completare la frase perché rimase come pietrificata con le mani sulla schiena di suo fratello e le labbra schiuse. 

Non voleva credere a quello che aveva sentito: qualcuno a cui piaceva Olivia Horan? E quel qualcuno era lo stesso Liam Payne che conosceva da non più di una settimana?

«Sarà meglio che io vada» bisbigliò per poi sparire in casa di nonna Malik. 

Era già la seconda volta che fuggiva sia da Zayn che da Liam, ma perché tutto stava diventando così complicato? E dire che era stata proprio lei stessa a mettersi in questo pasticcio cercando di mettere i bastoni fra le ruote a Zayn. E ora? Cosa avrebbe dovuto fare?

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Io vi amo. Vi amo perché lo scorso capitolo sono arrivata a CINQUE MERAVIGLIOSE RECENSIONI e anche se sono pochissime in confronto a delle grandi autrici che ci sono in questo sito, credetemi, mi fate la persona più felice di questo mondo. Mi sento amata, mi sento voluta bene e mi sento apprezzata, cosa che io non sono quasi mai.

Fatemi sapere cosa pensate riguardo al capitolo. Io continuo ad amare Liam ed Olivia insieme, ma poi scrivo le parti Zalivia e mi vengono gli occhi a cuoricino. Quanto posso amarli? Potete dirmi cosa ne pensate, quale coppia preferite e come pensate che io stia scrivendo? Vi prego, non abbiate timore a dirmi le cose come stanno, prendo le critiche come i complimenti. 

Detto, questo, vi mando un bacione, ma grosso grosso :) 

Ari

f

 

 


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Capitolo 10
*** X ***


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Capitolo 10

 

with you, shawty with you


Una volta finito di caricare i bagagli tutti erano pronti per partire: anche se erano passati a malapena due giorni, ad Olivia un po' dispiaceva andare via da casa dei nonni di Zayn, dove il clima era così tenero e natalizio che le ricordava tanto casa sua a Mullingar. Certo, c'erano stati dei problemi per i quali Olly aveva la testa confusa, ma questo adesso non importava.

«Manteniamo gli stessi posti dell'andata?» chiese Perrie, che arrivava proprio in quel momento. 

Ma come poteva essere sempre perfetta anche dopo il litigio con Zayn? Diavolo, Olivia aveva litigato con più o meno trenta persone da quando si trovava a Bradford ed era sempre un disastro, dopo: piangeva, il trucco le colava irrimediabilmente sulle guance, gli occhi le diventavano rossi e gonfi manco se si fosse fatta di qalcosa e le guance le si trasformavano in due pomodori. Insomma, davvero uno scempio, e Perrie invece, sembrava sempre uscita dalla copertina di Vogue.

«Se volete» disse senza cura Olivia, che già sedeva al posto di guida con le mani ferme sul volante e lo sguardo rigido. Non aveva ancora del tutto digerito le parole di Liam; oddio, non che non le piacesse il fatto che qualcuno finalmente si interessasse a lei, ma lui era fidanzato e lei si sentiva tremendamente in colpa.

«Dai amore, questa è l'opzione meno peggio se ci pensi» Zayn arrivò trionfante vicino alla Mini Cooper, stringendosi Perrie contro, proprio come aveva fatto con Olly neanche un'ora prima. Perché le si accartocciava lo stomaco mentre guardava questa scena patetica? Zayn Malik era una delle persone più inutili di questo mondo, adesso ne era sicura.

«Sei sicuro?» chiede la bionda, mettendo entrambe le mani sulla nuca di Zayn, stampandogli un delicato bacio sulle labbra, sulle stesse labbra che la sera prima avevano toccato quelle di Olly.

Si contorse in due per lo schifo, e cercò di prendere il cellulare, giusto per ingannare il tempo anche se con la coda dell'occhio andava sempre cercare quei due. Non poteva crederci.

«Ols» sussurrò Liam, accaparrandosi il sedile anteriore, proprio vicino ad Olivia. 

«Non ho voglia di parlare, te lo devo dire altre volte?» Olly non lo guardò neanche un secondo negli occhi perché sapeva che non gli avrebbe saputo resistere. Lo odiava, perché in fondo non le era indifferente, ma non voleva neanche creare ulteriori casini: suo fratello l'avrebbe cacciata e odiata definitivamente. 

«Dimentica quello che ho detto a Niall» il castano cercò la destra di Olivia, poggiata sul cambio e la strinse, portandola sulla sua gamba. Ancora Olly guardava la scena raccapricciante dei baci tra Zayn e Perrie; tutto andava bene, ma guardare negli occhi Liam era una cosa da evitare per i prossimi giorni.

«Perché dovrei dimenticarlo?» domandò lei, cercando di liberarsi della presa della sua mano. Non c'era però alcun verso di liberarsi della mano di Liam, che l'attirò anche a sé, fregandosene del fatto che probabilmente Danielle avrebbe potuto vederli, dato che stava proprio per andarsene anche lei. Con la mano libera prese Olivia per il mento e la costrinse a guardarlo negli occhi.

Si guardarono per un tempo interminabile, per lo meno, fino a quando Olly si divincolò dalla sua presa e gli fermò entrambe le mani.

«Liam, basta, ho capito quello che hai detto a mio fratello, non facciamo teatrini inutili» disse lei.

Le sembrava di stare vivendo in un libro di Stephen King, dove le situazioni si fanno sempre più inquietanti e poi ci scappa il morto. Ecco, lei sentiva che il morto sarebbe stata lei.

«Mi piaci, Olivia Horan. Come diavolo posso fartelo capire?» domandò Liam, avvicinandosi sempre di più a lei, come a volerla baciare. Infatti stava pericolosamente avvicinando le mani al suo viso, di nuovo, e stava già quasi per socchiudere le palpebre: questo faceva sì che il segnale rosso d'allarme cominciasse a brillare all'impazzata nella testa di Olly.

«Come devo farti capire che sei fidanzato?» lo pregò quasi lei, finalmente accennando un sorriso, che le era come scomparso da quando aveva sentito Liam parlare con suo fratello.

Era possibile che ogni volta che un ragazzo diceva di essere interessato a lei si bloccasse in quel modo? Era successo già un bel po' di volte che evitasse situazioni "pericolose" nascondendosi dietro la sua finta corazza.

«Mi hai fatto perdere la testa» disse d'improvviso lui, senza distogliere lo sguardo da Olivia, che imbarazzatissima, lo fissava senza sapere cosa dire. 

«Partiamo?» domandò ad un certo punto Zayn, che per la prima volta in vita sua si rendeva utile interrompendo quella difficoltosa situazione: che avrebbe dovuto dirgli? "Scusa, ma sei fidanzato e non posso baciarti" o "Scusa, sai, non sono mai stata impegnata e non so come funzionano queste cose"?

«Olivia, posso darti il mio cd così lo sentiamo in macchina?» disse Perrie, masticando rumorosamente una chewingum dall'odore rivoltante. Avete presente quelle schifose gomme americane che sanno di fragola che fanno palloncini di due metri? Ecco, quelle.

«Perché, quelle come te sanno cantare?» domandò lei, con tono serio seppur la stesse chiaramente prendendo in giro. Chissà perché Olly si comportava da gran donna superiore nei confronti di chi odiava e da ameba che non sa parlare con le persone che forse potevano interessarle.

Liam rinunciò definitavemente a parlare con lei quando notò che non lo guardava neanche per sbaglio: fissava la strada, seria, stringendo la mascella ogni tanto. Aveva delle deliziose fossettine sulle guance, e quando guidava metteva su uno sguardo che faceva ridere, tutta seria e concentrata, sembrava una bambina di sei anni intenta ad imparare a scrivere. 

Quei suoi occhi verdi stavano cominciando a farlo impazzire piano piano; non gli importava più di niente quando Olivia gli era accanto, e anche se questo succedeva poche volte, gli bastava eccome.

Non aveva mai provato niente del genere nei confronti di qualun'altra diversa da Danielle. Lei si, era davvero una bella ragazza, le voleva un bene dell'anima, ma era come se il loro bellissimo rapporto si fosse indebolito, e anche di molto.

La combriccola arrivò a Bradford, a casa Malik, che già era buio. Il sole era tramontato da un pezzo, e gli occhietti di Olivia stavano cominciando ad essere nauseati dalla vista della strada. C'era molta confusione in autostrada, e dovettero sorbirsi ore e ore di fila che forse Yaser non aveva dovuto affrontare.

«Finalmente siamo arrivati» disse sbadigliando Zayn, uscendo per primo dalla macchina, seguito da Perrie che entrò trafelata in casa, dove probabilmente avrebbe dormito per l'ennesima volta. Quella ragazza forse aveva paura ad addormentarsi da sola, perché da quando Olly la conosceva non passava serata senza Zayn, e questo le dava uno strano fastidio, come se non avesse neanche mai un attimo di tempo libero per attuare il suo malefico piano.

Liam scese per ultimo, stiracchiandosi e risvegliandosi lentamente dal suo torpore. Aveva dormito quasi tutto il tempo del tragitto, anche se - e ne era sicura - Olly l'aveva beccato più volte mentre la guardava con il braccio fuori dal finestrino e lo sguardo contento.

«Grazie, Ols» disse, baciandole la fronte delicatamente e scendendo dalla macchina, dove ella rimase per un paio di minuti, in attesa di elaborare tutto quello che era successo durante quei giorni. Solo confusione.

Scese dalla macchina, pronta a scaricare il cofano pieno di valigie rosa con strane facce di gattini senza bocca probabilmente appartenenti a Perrie. Ovviamente non s'aspettava di trovare uno Zayn in piedi di fronte al cofano pronto a scaricare insieme a lei.

«Stai aspettando che qualcuno ti faccia una statua d'oro?» chiese lei, ironica, aprendo il cofano e costringendolo a spostarsi: non aveva tempo da perdere con lui, avrebbe fatto anche tutto da sola, ma con Zayn non voleva più parlare. 

«Veramente volevo solo aiutarti, ma se vuoi farmi una statua fai pure» rispose con il suo solito egocentrismo. Olivia già aveva imparato a conoscerlo, quindi fece un cenno con la testa e cominciò a togliere tutte quelle orribili valigie rosa dalla sua macchina.

«Olivia» si sentì bloccare all'improvviso.

Cavolo era la seconda volta! Ma com'era possibile che se succedeva una cosa con uno, succedeva la stessa cosa con l'altro? 

Certo, Zayn era molto più rude di Liam, dato che adesso la teneva direttamente per i fianchi, facendo aderire perfettamente i loro due corpi. Il suo profumo Abercrombie le arrivò dritto in testa, travolgendole quei pochi sensi che le erano rimasti attivi. Olly odiava quel tipo di profumo troppo forte, ma in quel momento era come stordita.

«Lasciami stare o sarò costretta ad usare le maniere forti» lo minacciò lei cercando di divincolarsi dalla sua presa.

Ovviamente era pressoché impossibile dato che lei era uno scricciolo alto a stento un metro e sessanta e lui era una specie di roccia alta due metri: sembrava una specie di colosso.

«Lo vuoi un altro bacino?» Zayn protese le labbra verso Olly, e prima di potersi divincolare nuovamente, e di sfuggirgli, lui la baciò con prepotenza, appiccicando le sue labbra a quelle di Ols, e appoggiandola con delicatezza alla macchina.

Sembrava una scena di un film, tutto era davvero molto bello, ma Olivia non la pensava allo stesso modo: desiderava soltanto andare via e scappare nella sua stanza. Si sentiva incredibilmente in colpa per Liam, per Niall ma allo stesso tempo sentiva che ogni volta che stavano insieme, la distruzione di Zayn procedeva sempre più.

Improvvisamente, sentì la lingua di Zayn inoltrarsi piano nella sua bocca, ricercandone ogni angolo. Olivia non aveva mai provato tante sensazioni messe insieme, era come se provasse odio e benessere contemporaneamente.

«Lasciami, ho freddo e voglio entrare» gli ringhiò, interrompendo il bacio e togliendogli le mani da sopra i suoi fianchi. Aveva ancora il suo profumo in testa, impresso sulla sua pelle. 

Possibile mai che ogni volta che lui decideva di baciarla doveva essere di sera e fuori, dove c'erano quasi meno cinque gradi? 

«Tieni questa» disse Zayn, sfilandosi la felpa Hollister blu scura e mettendogliela sulle spalle. Lui era rimasto a maniche corte, tanto che Olly riusciva a vedere i suoi muscoli ben definiti e quei suoi tatuaggi tanto orribili.

«Riprendila, non ne ho bisogno» deglutì a fatica, cercando di ridargli la felpa: non ce la faceva a vederlo tanto nudo, si sarebbe preso un malanno.

Il pakistano le rimise la felpa sulle spalle e la imprigionò di nuovo in un bacio lungo un secolo. 

_____



Buonasera ragazze! Oggi in occasione del compleanno di quella bestia di Erika ho deciso di postare un nuovo capitolo, sebbene questo mi sia venuto davvero BRUTTO. Non so come voi facciate ancora a seguire la mia storia, davvero AHAHA :) Comunque, da adesso in poi non credo che ci saranno più momenti dolci come questo con Zayn, perché adesso è tutta una SALITA. Vi ricordo inoltra che ho deciso di concludere la mia fanfiction con il ventesimo capitolo, cioè tra esattamente dieci capitoli :) Se poi avrò voglia di scrivere ancora - cose che succederà - cambierò il programma.

Vi bacio tutte,

Ari

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Capitolo 11
*** XI ***



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Capitolo 11

 

'cause there'll be no sunlight
if I lose you, baby


«Dannazione!» esclamò Olly cominciando a correre verso casa, dato che un'improvvisa pioggia l'aveva colta proprio quando aveva deciso di uscire fuori per prendere un po' d'aria. 

Non c'era verso di uscire da casa Malik, ogni volta che tentava di mettere un piede fuori qualcosa la costringeva di nuovo a ritornare, come se ci fosse una calamita da qualche parte.

Non che gliene fregasse qualcosa, ma adesso avrebbe davvero preso la febbre dato che era bagnata da capo a piedi: persino lo schermo del telefonino era inzuppato. Si sentiva appiccicosa e umidiccia, e la corsa che stava facendo contribuiva soltanto a farla bagnare di più. 

La sua espressione non era delle migliori quando cominciò a bussare pesantemente contro casa dei Malik, intenti a fare colazione.

Il ricordo di quello che era successo la sera prima contro la macchina le appariva vago, era come se non volesse farsi venire in mente Zayn per partito preso. 

«Ma che stavi facendo fuori con questa pioggia?» Olly arricciò il naso. Zayn le aveva aperto la porta e stava puntando lo sguardo sul suo petto, dal quale, a causa della maglietta si riuscivano ad intravedere le poche forme delicate di Olivia, sempre coperte da abiti accollati.

Cercò per l'ennesima volta di schivare il suo sguardo, cercando di passare oltre, ma il pakistano oppose resistenza, allargando le braccia e sorridendo sornione. 

Perrie se n'era già andata perché Trisha aveva deciso che si sarebbero riuniti di nuovo tutti il giorno dopo, e che c'era bisogno di un giorno di riposo dalle enormi tavolate e dalle troppe persone.

Ovviamente Louis, Harry e Liam erano rimasti a casa Malik, dove dormivano insieme a Niall e Zayn proprio nella stanza di ques'ultimo, tutti con il sacco a pelo. Si divertivano come dei bambini di dieci anni alla loro prima uscita fuori, e il bello era che la loro stanza era proprio accanto a quella di Olivia - proprio dove avevano litigato con Perrie - e per prendere sonno, ogni notte, era un'impresa epica.

«Sono andata in biblioteca» ecco, questa probabilmente era un'affermazione che Zayn non aveva mai sentito fare ad una ragazza. C'è da dire anche però che il quoziente intellettivo delle ragazze con cui usciva era pari a quello di uno scimpanzè.

«C'è una biblioteca a Bradford?» domandò lui, grattandosi la testa e assumendo un'espressione degna di un vero idiota. 

Olivia non gli diede risposta e sgattaioltò da sotto le sue braccia, raggiungendo a passo spedito la sua stanza, dove, appena raggiunse il letto si immerse nela lettura di Cime Tempestose.

Proprio quando Heathcliff e Catherine si proclamavano amore qualcuno bussò alla porta, e credendo potesse trattarsi di Zayn, andò ad aprire pestando i piedi e con le labbra increspate: si era anche già tolta i jeans e stava in pigiama.

«Liam?» chiese sconvolta Olly vergognandosi come un'idiota. Aveva quella reazione ogni volta che lo vedeva. Quei suoi capelli cortissimi - si intravedeva appena che erano castani - e quell'espressione  tranquilla in volto le infondevano uno strano calore nel cuore. Era sempre perfetto: indossava un paio di jeans e una camicia a quadri che lo faceva sembrare ancora più scolpito di quel che già era. 

«Posso?» domandò lui, anche se entrò ugualmente senza permesso. 

Stettero dieci minuti uno di fronte all'altro senza sapere cosa dire, senza trovare le parole da dirsi. La situazione non era delle migliori, anzi, erano in soggezione tutti e due, tanto che Liam fissava la punta delle sue scarpe.

«Come mai hai la felpa di Zayn?» domandò sbalordito lui, prendendo la parola e tastando la felpa, per assicurarsi che fosse sul serio quella del suo migliore amico.

«Sentivo freddo di notte, e nell'armadio di Waliyha ho trovato questa» si giustificò Olivia, stringendosi le mani e guardandolo negli occhi. Era una bugia bella e buona, e Liam lo sapeva perfettamente.

«Non dire cazzate, Zayn ieri in macchina aveva questa felpa» stava alzando la voce, ed Olly odiava quando qualcuno alzava la voce con lei «Scusa» continuò, passandosi una mano sulla fronte e sospirando. Non si era reso conto di stare aggredendo Olly, che in questo periodo stava diventando sempre più importante.

«Abbracciami» chiese Olly, stranamente, sospirando e avvicinandosi a Liam, che aveva abbandonato la sua espressione contrita, e adesso si sforzava di sorridere. Olivia aveva dei tratti dolcissimi, non poteva non perdersi ad ammirare la sua pelle diafana, era davvero impossibile.

Si abbracciarono, forte, Ols gli avvolse la vita con le braccia e lui la tenne tanto stretta da quasi non farla neanche respirare. Era una sensazione così bella che Olivia temette potesse finire da un momento all'altro, ma restarono così, corpo contro corpo, cuore contro cuore.

«Zayn non voglio ripeterlo, cosa stai facendo a mia sorella?» domandò il biondo irlandese, poggiando il sedere sul davanzale della finestra. Aveva visto tornare Olivia in casa con la felpa preferita di Zayn addosso e questo non era mai successo neanche con Perrie: della serie che i suoi vestiti erano sacri e non poteva toccarli nessuno.

«Non sto facendo niente, è lei che si fa i film mentali» Zayn l'aveva sparata grossa, ma sapeva di non poter dire che forse un po' gli piaceva.

Dopotutto Olly era a casa sua da soltanto una settimana, era impossibile che lui cambiasse idea sul mondo delle ragazze così repentinamente. Era soltanto la stupida - e solita - voglia di Zayn di avere tutto sotto i suoi piedi, di ottenere il mondo.

«Perché dovrebbe farsi i film? Sei tu che la stai illudendo» disse Niall, stringendo la mascella.

Non le piaceva per niente che sua sorella venisse presa in giro in quel modo, non da lui, non da uno dei suoi migliori amici. Considerava Zayn e il resto dei ragazzi come una seconda famiglia, erano tutti fratelli, ma i fratelli non si comportavano in questo modo.

«Mi diverto, Niall, lascia stare» il ragazzo si sedette sul letto di camera sua e non smise di sorridere. Che stesse mentendo? Questo l'irlandese non poteva saperlo, ma se c'era una cosa che sapeva è che tutti questi casini gli stavano rovinando il Natale: era possibile che due dei suoi amici si fossero interessati a sua sorella? Se l'avesse saputo avrebbe avvertito sua madre e l'avrebbe fatta rimanere a Mullingar, non per qualcosa, ma il Natale dovrebbe essere una festa tranquilla.

«Stai prendendo in giro Olly solo per tuo divertimento?» soffiò Niall, tenendosi il capo con le mani e lasciandosi cadere sul letto di fianco a Zayn. Stava con l'addome contratto e i gomiti sopra le ginocchia: quella casa assomigliava sempre più ad un ospedale psichiatrico.

«Più o meno si» confessò Zayn, guardandosi le unghia e assumendo un'espressione divertita. Niente lo scalfiva, da quando Niall lo conosceva l'aveva sempre visto con quell'espressione divertita addosso, soltanto ad X Factor la sua personalità era uscita un po' di più.

Certo il fatto che le pareti di casa Malik fossero di cartongesso e che la stanza di Olly fosse proprio lì accanto non era proprio efficace, per nascondere una situazione.

«Lurido idiota» ringhiò Olly, che si era da poco risvegliata, certo, giusto in tempo per sentire la conversazione tra lei e suo fratello, perfetto. 

Quando si alzò dal letto e aprì la porta suo fratello le passò davanti, e si fermò di fronte a lei con un'espressione strana; forse la faccia di Olly però non era tanto meglio. In questo momento avrebbe potuto uccidere ogni membro della famiglia di Zayn, avrebbe potuto dare fuoco alla casa e scappare a Mullingar senza dire niente, era troppo arrabbiata.

«Hai sentito tutto, vero?» domandò Niall, abbracciando la sorella e dandole un bacio sul naso «Lascialo stare, probabilmente non diceva neanche sul serio» sussurrò-

«Niall?» lo richiamò Olivia, scostandosi dal biondo e guardandolo negli occhi «Vado via» disse, e richiuse la porta della sua stanza.

____

Madonna ragazze, io non riesco a capire che mi sta succedendo! Sto scrivendo ogni giorno. Perdonatemi se non faccio capitoli lunghi ma NVU non mi fa il conto delle pagine e al momento non posso usare Word perch il mio pc dà i numeri. Comunque, oddio, consigliatemi. Temo che stia riuscendo una vera merda, e non voglio propinarvi schifezze, sul serio. Non abbiate timore di dirmi quello che pensate perché come al solito vi dico che io prendo le critiche come i complimenti. AAHHHAAH non sono normale. By the way, ho trovato uno SPETTACOLARE foto montaggio di Zayn e Lucy Hale, che vi metto tanto per farvi capire quanto sono PERFETTI Ols e Zayn. 

Vi amo tutte,

Ari

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Capitolo 12
*** XII ***


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Capitolo 12

 

I wanna get in trouble,
I wanna start a fight


Olivia aveva sbattuto la porta della sua attuale stanza tanto forte da aver attirato l'attenzione di tutta la famiglia Malik che sentiva borbottare al piano di sotto: sicuramente Trisha si stava chiedendo come mai Olly si stesse comportando in questo modo così burbero, dato che non le sembrava una ragazza che portava problemi. La madre di Zayn aveva il pregio di capire il carattere delle persone con un solo sguardo, no, non è che fosse sensitiva, probabilmente sapeva soltanto ascoltare la gente. Yaser, ovviamente, non aveva sviluppato molta simpatia nei confronti di Olly Horan, e forse proprio per questo era sulla sua poltrona in salone a mormorare tra sé e sé qualcosa contro l'irlandese. 

Era molto arrabbiata, così tanto da fare uscire un lato di sé che neanche lei conosceva: come poteva permettersi Zayn di prendersi gioco di lei in questo modo? Non era lei che doveva farlo cadere e fare scacco matto? Stavolta aveva fallito miseramente, si era fatta prendere in giro come se niente fosse, era cadute in tutte le trappole che il pakistano abilmente le aveva teso. Com'era possibile?

«Vaffanculo!» imprecò Olly, buttando alcuni libri in valigia e tirando giù dall'armadio tutti i suoi vestiti. Cavolo, non ne poteva più di quella situazione! Non riusciva più a reggere il peso di stare tra due poli. 

Non stava male a casa dei Malik, anzi, soprattutto quando erano andati tutti insieme a Manchester a casa dei nonni aveva passato delle giornate piacevoli, nelle quali non pensava troppo alla nostalgia che provava nei confronti di sua madre, di Clarisse e della sua Mullingar, che seppur una piccola città, era sempre il posto in cui si sentiva a casa.

Si sedette sul suo letto, mentre le lacrime le scorrevano lungo il viso. Si sentiva tanto un'idiota: non piangeva certo per il dispiacere, sia chiaro! Piangeva soltanto perché aveva fallito la sua impresa, piangeva perché nessuno mai si era permesso di prendere in giro Olivia Horan. Non perché fosse la queen bee della sua scuola, ma perché era proprio una persona buona.

«Apri» conosceva quella voce, o meglio, aveva imparato a conoscere quella voce dal primo giorno in cui l'aveva conosciuto. 

Suo fratello gliel'aveva presentato come Zayn Malik, una delle persone più importanti della sua vita, ma adesso si stava trasformando nell'incubo ricorrente di Olly. 

«Vai via, Malik, hai vinto tu» urlò Olly, dall'altra parte della porta. Non aveva intenzione di aprirgli la porta, anche se sapeva benissimo che sarebbe entrato ugualmente, perché non voleva proprio vederlo più. Se avesse potuto sarebbe andata via senza dire niente a nessuno, ma dato che i signori Malik l'avevano ospitata per ormai quasi una settimana erano d'obbligo i ringraziamenti e i saluti.

«Olivia fermati, che cazzo stai facendo?» Zayn era entrato nella stanza, ovviamente, dato che la resistenza che stava opponendo Olly era nulla in confronto alla forza che aveva il ragazzo.

A Zayn la piccola Horan non piaceva. Odiava il suo carattere, non le piaceva che fosse così stronza con lui, non le piaceva che gli andasse sempre contro. Gli dava proprio fastidio vederla, ma nello stesso tempo ogni volta che fissava gli occhi su quelle labbra rosee e carnose sentiva la testa andargli in fiamme ed entrava in confusione perché lui non provava quasi mai queste sensazioni da umani. Le ragazze per lui erano solo dei giochi, un amabile passatempo da consumare la sera.

«Non mi toccare» ringhiò lei, scacciando la mano che Zayn aveva allungato verso il suo braccio. Olivia non aveva minimamente intenzione di parlare ancora con lui; per lei aveva chiuso.

Zayn all'improvviso la ingabbiò con le sue braccia e le fece aderire la schiena con la parete: la teneva stretta come in una specie di abbraccio, soltanto che la stava stritolando tanto che il suo cortpo era completamente appiccicato a quello di Zayn che ne riusciva addirittura a sentire il battito del cuore, che correva come un cavallo impazzito. Olivia s'era trasformata nella versione femminile di satana, aveva un'espressione assolutamente irriproducibile che a Zayn faceva davvero ridere.

«Non volevo dire quelle cose» confessò,  biascicando le parole. 

Olly sentiva il suo respiro infrangersi sul proprio collo, e questo non faceva che alimentare il fuoco che le scorreva nelle vene: l'avrebbe voluto ammazzare. Come poteva rimangiarsi le parole, adesso? Gli sembrava che Olly fosse stupida del tutto, allora.

«Non sono una stupida e ora voglio andare a casa, lasciami!» gli urlò lei in faccia, cominciando a dimenarsi con scarso successo: lui la teneva così stretta che Olly faceva anche fatica a respirare. Con pochi movimenti le era già venuto il fiatone e sudava freddo. Non si era mai sentita così male in vita sua, forse solo quando l'avevano operata al braccio aveva provato così fastidio.

«Cosa concludi andandotene? Mi penseresti ugualmente e non potresti più avermi» azzardò lui, consapevole che con quelle parole avrebbe definitivamente scatenato l'ira di Olly. Lo faceva anche un po' a posta, perché le piaceva particolarmente Olivia arrabbiata: Zayn ormai era uscito fuori di testa per quelle labbra arricciate e quel naso all'insù.

«Guarda che tu non mi piaci neanche un po'! A dire la verità mi fai solo schifo! Vattene, vai con la tua barbie bionda con il cervello pari a quello di un sasso! Siete la coppia perfetta!» esclamò, rossa per la rabbia. 

«Almeno lei è bella» disse Zayn, sorridendo come un ebete. Chiaramente era una provocazione, dato che lui aveva completamente perso il senno per Olivia, anche se non voleva ammetterlo neanche a sé stesso. Si sentiva vulnerabile alla sua presenza, era come se tutto quello che aveva capito della sua personalità si annullasse in un solo istante.

«Muori» ringhiò l'irlandese infuriata.

Il rumore che il pugno che Olivia diede in pieno viso a Zayn fece più rumore del previsto: la piccola Horan non aveva mai alzato le mani a qualcuno, se non a suo fratello Niall quando giocavano alla lotta da piccoli, nel lettone di mamma e papà, ma adesso si sentiva una pugile professionista data l'espressione contrita di Zayn. Anche se quest'ultimo aveva dei muscoli di ferro, aveva fatto male; il naso aveva preso a sanguinare, ma il viso di Olly non era minimamente dispiaciuto, anzi, sul suo viso stava un'espressione trionfante.

Con tutto il sangue che però gli usciva dal naso, Zayn si mosse improvvisamente, senza dire niente, e con Olivia ancora tra le braccia cominciò a camminare verso il letto; una volta arrivati abbastanza vicini, sdraiò Olly sul letto - con poca gentilezza - buttandolesi di sopra.

«Vai via, mi fai schifo» disse ancora Olivia, riempendolo di pugni da tutte le parti. Il naso continuava a sanguinare, ed era sicura che l'aveva riempito di lividi, data la violenza con la quale lo stava colpendo.

Proprio quando Olly stava cominciando ad arrendersi, Zayn però si alzò senza dire niente e andò via dalla stanza, sbattendo per l'ennesima volta la porta.

Aveva salutato tutti, seppur velocemente, e adesso aveva aperto la portiera della sua Mini Cooper per mettere dentro la valigia e chiamare velocemente sua madre, per dirle che stava arrivando. Sapeva che a Maura non sarebbe piaciuta la notizia, d'altronde le aveva fatto affrontare questo viaggio solo perché voleva che lei e Niall ritornassero uniti come un tempo, ma niente ormai poteva funzionare. Suo fratello viveva ormai per i suoi nuovi amici, non calcolava più quelli vecchi, non gli importava più della sua famiglia né tanto meno di sua sorella; si spostava in continuazione, un giorno era in America, un altro in Nuova Zelanda, e di certo non avrebbe mai voluto passare le vacanze con una tipa noiosa come sua sorella Olivia. Lei l'aveva sempre immaginato, ma aveva voluto tentare e purtroppo c'aveva soltanto guadagnato un'ennesima delusione e un mucchio di problemi da risolvere da sola. Viveva in un perenne incubo. 

Vide Niall avanzare verso di lei, insieme a Liam e per un momento desiderò soltanto correre verso la sua macchina e scappare a gambe levate: non aveva voglia di sentire più nessuno, era già stata presa in giro abbastanza.

«Vi lascio soli» Niall si strinse nelle spalle e guardò la sorella prima di rientrare in casa e lasciarla sola con Liam Payne. Wow, una qualsiasi ragazzina sarebe morta per averlo davanti. Diamine se era bello. Olly adorava il modo il cui i suoi occhi la guardavano, adorava le sue mani, adorava tutto di lui ma era come se qualcosa la bloccasse.

Improvvisamente però, corse verso di lui, che ancora era abbastanza lontano da lei, e gli saltò in braccio, baciandolo dolcemente. 

Liam rimase un attimo interdetto, ma non ci impiegò poi tanto tempo a metterle le mani sulle cosce e cominciare a baciarla con trasporto: aveva desiderato quel bacio da tanto, tantissimo tempo, forse dal primo momento in cui l'aveva vista, e adesso che se ne stava andando si era finalmente "concessa", le aveva concesso le sue labbra.

Rimasero lì per una buona manciata di minuti, poi Olivia gli stampò un ultimo bacio sulle labbra e corse in macchina, facendo partire il motore e scomparendo dal vialetto.

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Buonasera ragazze! Ovviamente non ho resistito a postare un altro capitolo! Dopotutto sono ufficialmente in vacanza, e siccome oggi è una giornata piuttosto felice per me ho scritto, anche solo per allietarmi la giornata ancor di più AHAHAH, non sono normale. Ragazze, non sapete come mi piange il cuore aver fatto litigare Zayn ed Olivia, perché vi giuro che più guardo fotomontaggi di loro due insieme, più mi convinco che sono PERFETTI insieme. Ma si può? Oddio, l'amo anche con Liam, ma .. con Zayn è tutta un'atra roba.

Comunque devo dirvi un paio di cose: la prima è che stavo pensando di continuare la one shot che ho scritto ieri, Endlessly, e volevo sapere il vostro parere a riguardo perché mi stanno venendo in mente troppe idee che ho voglia di svilppare. E' davvero importante per me. Poi, niente, volevo dirvi che siamo arrivati a 40 RECENSIONI e 37 SEGUITE, e ve lo giuro .. VI AMO. Vi amo con tutto il mio cuore. Potranno anche non sembrarvi tante, ma, diamine, per una come me che non ha mai ricevuto mezzo complimento per come scrive tranne da alcuni amici, è davvero tanto, quindi vi ringrazio con tutto il mio cuore e mi auguro che continuiate a seguire la mia storia.

Vi mando un bacione ENORME, come al solito,

Ari

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Capitolo 13
*** XIII ***


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Capitolo 13

 

your hand in mine
and all your time


Non sapeva perché era andata via così, senza neanche pensarci su un minimo. Sapeva soltanto che se fosse rimasta, avrebbe preso un coltello da cucina e avrebbe ucciso Zayn nel sonno, come in una specie di film dell'orrore: Olly non aveva mai baciato un ragazzo prima del pakistano, ed era forse per questo che solo a sapere che lui la stava prendendo solo in giro le salivano i nervi a fior di pelle.

Era già sul traghetto, dato che per arrivare in Irlanda doveva prenderlo, e guardava il mare cercando di non pensare alla sua nausea ricorrente e al fatto che le venisse da vomitare: odiava salire sulle barche, soprattutto se grandi e inquietanti come quei traghetti, che oltretutto facevano anche una puzza strana che proprio non riusciva a sopportare.

Il suo telefono non smetteva di suonare, chiamava un momento Maura, un momento Bobby - suo padre - e un momento Niall. Tutta la sua famiglia era preoccupata per la sua salute: non aveva mai affrontato un viaggio così lungo da sola e senza chiamare per tutto il tragitto. Sapevano benissimo che Olly era una persona abbastanza paurosa, infatti all'andata non era passato un secondo senza che chiamasse o sua madre o suo padre.

«Chi è?» aveva chiamato un numero sconosciuto, che non aveva in rubrica e per curiosità aveva risposto. In realtà aveva paura che le rispondesse la voce fastidiosa di Zayn, ma sapeva che non le interessava niente di lei, quindi il pericolo non c'era neanche.

«Ti giri?» domandò la voce di un ragazzo che conosceva benissimo. 

La domanda però le suonava strana, dato che proprio quel ragazzo non aveva motivo di fargliela: insomma, anche se si fosse girata non avrebbe trovato nessuno perché era praticamente impossibile che l'avesse seguita con la macchina e - soprattutto - l'avesse raggiunta.

«Liam?» Olly si era girata, e aveva trovato il bel castano di fronte a lei, con il telefono vicino all'orecchio e un sorriso smagliante sul volto. Gli brillavano gli occhi, probabilmente perché il volto di Olivia gli faceva battere il cuore. L'irlandese non era a conoscenza dei veri sentimenti che Liam provava nei suoi confronti, sapeva soltanto che l'interesse - a livello fisico - era reciproco, anche se la sua mente era piena di Zayn Malik, sebbene si rifiutasse di pensare che le potesse piacere. Cioè, diavolo, ad Olivia Horan non poteva piacere Zayn, era matematicamente impossibile, come dire che due più due fa cinque. Una cosa inimmaginabile.

Eppure in quel momento non faceva altro che pensare a Zayn, forse perché l'aveva fatta arrabbiare troppo, ma anche avendo Liam davanti non riusciva a non pensare a quel profumo, che tra l'altro ancora sentiva sulla felpa, che ancora aveva addosso. 

«Non potevo restare lì a guardare senza fare niente» sentenziò il ragazzo, avvicinandosi ad Olly che s'era poggiata sulla ringhiera.

Le onde rumoreggiavano sotto di loro, e Liam avanzava sempre di più verso di lei che sentiva il cuore batterle forte, sempre più forte. Aveva la testa confusa perché se da un lato stava cercando di reprimere quello che cominciava a provare per Zayn, ogni volta che vedeva Liam non capiva più niente, entrava totalmente in trance

«Ho bisogno di ritornare alla mia vita normale, Liam» sospirò Olly, avvolgendo le braccia intorno alla vita del castano, poggiando la testa sul suo petto. Aveva un maglioncino rosso di cashmere a cui Olly adorava appoggiarsi: era un tessuto morbidissimo.

Liam le cinse le spalle con le braccia e le baciò il capo, socchiudendo gli occhi. Sembravano una coppietta felice, due persone innamorate che si incontrano sul traghetto e aspettano di scendere per affrontare una nuova vita insieme, ma Olly e Liam non erano niente di tutto questo. Lui era fidanzato, e tra l'altro ancora non aveva detto niente a Danielle, di cui si era completamente dimenticato e a lei non andava di passare per la ragazza stronza che l'aveva cambiato.

«Perché non posso far parte della tua vita?» domandò lui, baciandole il naso e prendendole il viso con entrambe le mani: era così piccola. Aveva un viso deliziosamente rotondo e niveo, totalmente bianco fatta eccezione per le guance che si tingevano di rosso ogni volta che si imbarazzava.

«Te l'ho detto un milione di volte: sei uno dei migliori amici di mio fratello Niall, hai un sacco di ragazze che ti fanno il filo, i paparazzi che ti inseguono e soprattutto una zavorra come Danielle» spiegò lei, sorridendo. Quando sorrideva era ancora più bella, perché le spuntavano le stesse fossette deliziose che aveva Harry. Liam si era decisamente innamorato di Olivia. Era successo in poco tempo, gli era bastato un minuto per innamorarsi di lei: già dal momento in cui era andato in macchina a consolarla la sera della Vigilia, di spontanea volontà avrebbe dovuto capirlo.

Si era innamorato delle sue guanciotte rosse, si era innamorato delle sue fossette, dei suoi capelli lungh e neri e soprattutto dei suoi occhi verdi. Ogni volta che la vedeva sudava freddo e aveva una tale voglia di stringerla che rischiava quasi di perdere il senno. Perché lei non provava le stesse cose per lui? Liam era sicuro che l'attrazione fisica c'era, ed era evidente, ma era altrettanto sicuro che lei provasse qualcosa di più forte per Zayn. Il fatto stesso che volesse escogitare qualcosa per farlo stare male, presupponeva un implicito interessamento.

«Ho intenzione di lasciare Danielle, il fatto che io sia amico di Niall non implica niente e mi piaci da morire. Veramente tanto. Perché non riesci a capirlo?» la voce di Liam appariva esasperata, era come se avesse finito tutte le parole per descrivere cosa provava. L'aveva confessato, aveva confessato che era innamorato di lei. 

«Non sono Danielle. Io faccio brutte figure, io inciampo, non so camminare sui tacchi e non so fare niente in pubblico. Non posso essere la tua ragazza» la sua confessione aveva lasciato perplessa Olivia che adesso guardava Liam con sospetto: nessuno le aveva mai confessato il proprio interessamento verso di lei in maniera così esplicita. 

Il traghetto stava ormai per toccare la terra irlandese, e Olly respirava a pieni polmoni l'aria della sua madre patria: finalmente si sentiva a casa, anche se l'aspettavano ancora molte ore di tragitto.

«Starò a Mullingar per un paio di giorni. Ho già avvisato Niall» disse Liam, ignorando completamente le parole di Olly. Per lui quello che aveva detto non aveva senso; a lui non importava che la sua ragazza portasse tacchi chilometrici, e dire la verità non gli importava neanche che fosse adatta per apparire sulle copertine dei giornali. 

«Non c'era bisogno di seguirmi» rispose, sospirando. Voleva bene a Liam, era stata la prima persona - nonché l'unica - a consolarla appena arrivata a Bradford, e apprezzava tutto quello che faceva per lei.

«Sono interessato a te, era ovvio che ti avrei seguita» la strinse a sé, stampandole un bacio sulle labbra e la guardò negli occhi: era da più di un quarto d'ora che stavano lì a parlare.

«Lo sanno tutti, vero?» chiese Olivia, nascondendosi nell'incavo del suo collo. Aveva un piccolo neo, più somigliante a una voglia che ad altro, proprio sul collo a cui non aveva mai fatto caso. Era davvero carino.

«Più o meno si. Sanno tutti che sei arrabbiata, e sanno tutti che io sono venuto a riprenderti. Trisha c'è rimasta molto male, se devo dirti la verità» non parlarono d'altro. Restarono abbracciati per la milionesima volta, a guardare il sole arancione che annegava in un mare tinto di rosso.


Zayn stava sul davanzale della finestra con una pallina di gomma in mano che lanciava ripetutamente sul tappeto: Olivia se n'era andata da quella mattina e il silenzio era sceso su casa Malik. Perrie ancora non si vedeva, sebbene lui l'avesse chiamata più volte al telefonino. Non che le interessasse vederla, ma era un passatempo adatto per scacciare quella tristezza che voleva scacciare: non poteva essere triste a causa della partenza di Olly. Quante volte se l'era detto che non gli piaceva? Lui la odiava, ma era come se i loro due corpi si attraessero come due calamite.

«Sei ancora vivo?» il biondino irlandese entrò nella sua stanza senza neanche bussare. Beh, in effetti stava chiuso lì dentro da più di due ore, e sembrava come in una specie di coma. 

«Più o meno» rispose, sospirando e guardando l'amico. Niall si che era un amico sincero. Zayn non parlava più con Liam da quando aveva notato il suo interesse per Olivia, una volta partiti per Manchester. Gli aveva dato un gran fastidio, forse perché tutti e due stavano puntando allo stesso obiettivo - anche se lui per scopi molto meno nobili - e questo non gli andava bene.

«Secondo te tua sorella tornerà?» disse ancora Zayn, fissando lo sguardo stavolta su un punto impreciso del muro. Non stava bene, era più che evidente; aveva il viso sciupato e un'espressione contrita che non era affatto usuale per la personalità di Zayn: aveva sempre quel sorriso falso e malizioso addosso, quasi nessuno era mai riuscito a toglierglielo di dosso, tranne Olivia Horan.

«No, non credo. Penso che passerà il Capodanno a guardare Jersey Shore, ma essendo orgogliosa non credo proprio che tornerà a Bradford» Niall si lasciò cadere sul letto del suo amico, sdraiandosi e tenendosi la nuca con le mani, fissando gli occhi sul tetto. 

«Non ero sincero quando ti ho detto che la stavo prendendo in giro. Sai come sono fatto» sì, Zayn, lo sappiamo tutti come sei fatto. Niall in particolare sapeva benissimo che Zayn diceva le cose tanto per far prendere aria alla bocca, per nascondere quel po' di cuore che aveva ancora.

«Ti interessa Olly?» domandò Niall, girandosi di scatto verso Zayn, che ancora guardava fuori dalla finestra, come se aspettasse la piccola Horan e la sua Mini Cooper rosso ciliegia. Certo che il biondo non aveva minimamente pensato che sua sorella potesse fare strage di cuori; era davvero una bella ragazza, ma non era il loro tipo di ragazza. 

«Ma che cazzo ne so,» il pakistano si passò una mano sul viso, sistemandosi il ciuffo mezzo biondo. Se l'era tinto per una stupida scommessa persa contro Harry ma pian piano si era abituato a vedersi in quel modo, tanto che cominciavano a piacergli «probabilmente si» confessò.

Restarono entrambi in silenzio per un tempo infinito fino a quando la porta principale di casa Malik si aprì di botto: Perrie Edwards era arrivata e aveva cominciato ad urlacchiare come al solito.

______

Buonasera! Sono di nuovo io! Ormai sto prendendo il ritmo di aggiornare ogni giorno, anche se non so se sia un difetto o meno, finisco con l'avere fretta di postare per sapere le vostre opinioni e non controllo gli errori di ortografia e/o di di grammatica. Spero comunque che vi piaccia, stamo cominciando ad avviarci verso il finale della fan fiction, e non sapete come questo mi renda triste. E' stato un bel viaggio, che ho cominciato a inizio di quest'estate e che finirò credo verso i primi di Febbraio se non prima. Dovrebbero essere 20 capitoli in tutto, l'ho già detto, ma credo che l'allungherò di un po' perché mi stanno venendo un paio di idee simpatiche. Comunque, sono curiosa di sentire cosa ne pensate, come al solito. Se passaste dalla mia one shot, sarei felicissima perché ci tengo davvero tanto: ci ho messo tutta me stessa. Ah, se vorreste essere aggiornate sui nuovi capitoli su twitter scrivetemi il vostro nick in una recensione :) 

Un bacio enorme,

Ari

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Capitolo 14
*** XIV ***




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Capitolo 14

 

your hand fits in mine
like it's made just for me


Quell'inverno a Bradford nevicava a più non posso. Oddio, non che fosse strano, perché nevicava quasi ogni inverno, ma a Dicembre, nel periodo natalizio la neve acquistava un valore diverso. La neve contribuiva a rendere tutto più magico, tutto più natalizio. Safaa Malik adorava la neve, era come se al posto di piccoli fiocchi, il cielo facesse arrivare sulla terra centinaia e centinaia di caramelle; la piccola, quando nevicava, passava le sue giornate in giardino a fare angeli di neve e pupazzi, ma il suo passatempo preferito era prendere a palle di neve suo fratello Zayn.

«Dai Zayn! Non fare il vecchio, perché hai questa faccia?» domandò Safaa con la sua vocina da soprano. Zayn non aveva mai conosciuto una bambina con una voce alta come quella di sua sorella; era una cosa incredibilmente fastidiosa per l'udito di chiunque ma la famiglia Malik aveva imparato ad amare la sua vocina stridula e le sue guanciotte rosse.

«Safaa un momento, sto pensando» rispose il fratello, beccandosi così una palla di neve in pieno viso: e quando mai Zayn Malik si fermava a pensare? Lo sforzo più grande che faceva era pensare a cosa doveva mettersi la mattina, come sistemarsi i capelli o al massimo decidere tra un maglioncino Abercrombie e uno Ralph Lauren, uno sforzo veramente incredibile. Adesso però, stava pensando al Capodanno. Era decisamente la sua festa preferita, e tra l'altro, era il primo Capodanno che avrebbe passato insieme a tutti i suoi migliori amici, dato che era da inizio Dicembre che tutti alloggiavano a Bradford. Avrebbe voluto fare una festa, ma era come se da quando Olly era andata via qualcosa in lui s'era spento; quella ragazza l'aveva fatto andare letteralmente fuori di testa: pensava ogni giorno a lei, ai suoi occhi e al fatto che proprio in quel momento lei fosse con Liam, ovvero una delle persone più importanti della sua vita. Oh, andiamo, Zayn all'inizio aveva in antipatia Olivia, ma con il tempo aveva cominciato a pensare a lei sempre più spesso, voleva distruggerla, farla stare male: aveva gli stessi identici pensieri che l'irlandese aveva per lui. Volevano distruggersi a vicenda, ma alla fine lui finiva sempre per baciarla e rovinare tutto. Che fosse sinonimo di un certo interesse da parte di Zayn nei suoi confronti? Forse si, e l'aveva anche confessato a Niall, il più bravo del gruppo ad ascoltare, il più fedele.

«Ma che ci fate qua fuori? Non state congelando?» Perrie Edwards piombò improvvisamente nel campo visivo di Zayn, provocandogli un attimo di fastidio: non poteva arrivare così a interrompere bruscamente il suo momento profondo. La bionda si sedette vicino a Zayn, proprio sulla stessa panchina di qualche giorno prima, quella del bacio con Olivia. A pensarci gli faceva quasi impressione: insomma, era riuscito a vincere la prima scommessa con quel bacio, le aveva fatto crollare la ragione, l'aveva fatta confondere. Cavolo, adesso, dopo l'ultimo bacio con pugno annesso anche Zayn era abbastanza confuso perché, se prima non era minimamente interessato a lei, adesso cominciava ad essere addirittura geloso di Liam.

«Veramente volevo stare da solo» sentenziò, sospirando e continuando ad osservare sua sorella Safaa costruire una specie di pupazzo di neve più somigliante a Justin Bieber che ad altro.

«Da quando è arrivata la sorella di Niall non mi calcoli più, te ne sei reso conto?» domandò Perrie, accavallando le gambe e cominciando a masticare rumorosamente una chewingum alla fragola.

Per esempio, Zayn odiava quando la sua "ragazza" assumeva questo strano comportamento da ragazza futile e senza cervello: sembrava davvero un'ameba dai capelli biondi, mentre il pakistano sapeva che non era tutto fumo la ragazza che conosceva ormai da un anno.

«Perrie mi dai fastidio,» disse lui, girandosi di scatto verso di lei. Diamine, quel continuo ruminare gli dava sui nervi e Perrie non poteva pensare di continuare a parlare pacificamente con lui se continuava a fare quel rumore «in questi giorni sei fastidiosa. Mi stai sempre addosso e non mi lasci andare un minuto! Sei appiccicosa!» esclamò Zayn sbuffando. 

L'espressione della Edwards cambiò radicalmente in pochi secondi: fino ad un secondo prima era la ragazza più felice della terra e adesso sembrava un incrocio tra un toro arrabbiato e un gatto depresso; aveva voglia di piangere e di spaccargli la faccia contemporaneamente. Perrie teneva a Zayn, ci aveva messo tanto per conquistarlo, e adesso non poteva lasciarselo scappare a causa di una ragazzina irlandese arrivata all'ultimo istante.

«Sono la tua ragazza, è anche normale che io voglia stare con te» pur avendo un'evidente espressione arrabbiata addosso, la sua voce appariva calma e pacata, come se gli stesse dicendo la lista della spesa o cose del genere.

«Ti prego, evitiamo di parlarne adesso, potrei risultare sgradevole» Zayn si girò ancora, roteando gli occhi e evitando di guardare Perrie. Sua sorella Safaa era ancora sdraiata per terra, con i capelli completamente bagnati e i vestiti pieni di neve: si sarebbe presa un raffreddore e Trisha, la loro mamma, avrebbe rimproverato lui per non essere stato attento abbastanza.

«Cos'è, ti ho stancato per caso? Non sono più abbastanza per Sua maestà?» disse sarcastica lei, ridendogli in faccia: ecco, se c'era un'altra cosa che dava un immenso fastidio al nostro caro pakistano era proprio che qualcuno gli ridesse in faccia. Era una cosa che lo mandava in bestia, aveva il potere di trasformarlo in una donnetta isterica. 

«Si, mi hai stancato. Mi hanno stancato tutti i tuoi comportamenti che mi fanno vergognare, mi hai stancato perché hai il cervello grande quanto una nocciolina, mi hai stancato perché non fai altro che pensare ai tuoi capelli e sinceramente mi hanno stancato le tue chiacchere. Sei pregata di andare da un'altra parte, voglio stare da solo a pensare» disse Zayn tutto d'un fiato, facendo sbiancare Perrie che adesso da arrabbiata stava passando alla fase sono incazzata nera. Certo non era piacevole sentirsi dire dal ragazzo con cui si sta da più  di un anno quelle parole: la stava praticamente mollando, o si stava prendendo una cosiddetta "pausa di riflessione", cose che faceva soltanto irritare ancor di più la bionda che desiderava soltanto spaccargli la faccia.

«Mi stai mollando, Zayn Jawaad Malik?» era tanto che sapesse il suo nome per intero, questo Zayn doveva riconoscerlo, eh. In effetti Perrie forse non sapeva neanche il giorno del suo compleanno: si conoscevano pochissimo perché non si dicevano mai niente, al massimo potevano parlare dei concerti di Zayn o di quello che Perrie faceva con le Little Mix, e già era un argomento serio.

«Ti sto mollando Perrie, e gradirei che tu sparissi dalla mia vista per un paio di giorni» in poche parole Zayn le stava dicendo di non farsi vedere più, perché soltanto vedendola gli veniva il nervoso. In effetti non era proprio una cosa carina da dire, ma era proprio una caratteristica di Zayn dire le cose senza neanche riflettere sugli effetti. 

«Perché non ti porti a letto la sorella di Horan, eh? Ora ne hai tutte le facoltà!» esclamò la sua ex ragazza, scattando in piedi e agitando il dito indice in faccia al pakistano, che la guardava sospirando: era proprio un'ameba. 

«Sei proprio un'illusa. Tu pensi che non l'avrei fatto se ne avessi avuto la voglia? Il fatto che io fossi fidanzato con te non vuol dire niente, sia chiaro» rideva Zayn e continuava a sputarle addosso cattiverie gratis, ma non poteva farci niente, aveva voglia soltanto di togliersela dai piedi e di pensare a quello che realmente provava. Insomma, Zayn Malik non si era mai sentito così in vita sua, questo voleva pur dire qualcosa! 

Sentendo le parole del ragazzo, Perrie girò i tacchi e senza dire nulla, col naso arricciato andò via, verso la sua macchina rosa che teneva nel vialetto. 

«Perché quell'idiota della tua ragazza se n'è andata?» disse Waliyha ridendo, sedendosi accanto a suo fratello. Lo vedeva lontano un miglio che non stava bene, d'altronde aveva sempre mostrato un certo interesse per Perrie, quindi era abbastanza strano che la mandasse a quel paese in quel modo.

«Non mi lasciava in pace neanche un secondo e l'ho mandata a fanculo» sbuffò Zayn, sfilando dal pacchetto di Marlboro una sigaretta e portandosela tra le labbra «ti sembra normale che mi disturbi mentre sto pensando?» disse acido lui, dipingendo la situazione più grave di quel che fosse.

«Ti piace Olly» disse Waliyha sorridente, sapendo di avere ragione: sapeva leggere lo sguardo di suo fratello si da quando erano piccoli, erano come gemelli, si capivano subito.

«Non mi piace Olivia» negò Zayn, scuotendo violentemente il capo e cercando di autoconvincersi: sapeva benissimo che gli piaceva Olly, e anche tanto, ma non voleva apparire come un pappamolle.

«Non negare le cose anche a te stesso, Zà, finisci solo per incasinare di più le cose» Waliyha gli diede una pacca sulle spalle per poi ritornare dentro in casa, non prima di aver messo sulle spalle della sorellina Safaa un giubotto ancor più pesante. 

Era vero, non poteva continuare a negare l'evidenza: Olly gli piaceva, e doveva fare di tutto per strapparla dalle braccia di Liam e parlarle seriamente. Magari non sarebbe successo niente, ma Zayn era abbastanza sicuro che ce l'avrebbe fatta ad averla di nuovo vicina. 


Mullingar era una città piccola, decisamente più piccola di Bradford che comunque era una città abbastanza grande e caotica: l'Irlanda era un mondo a parte rispetto all'Inghilterra, e Olly amava follemente la sua madre patria proprio per questo; si distingueva da qualsiasi paese, e ogni volta che vi tornava il suo cuore si riempiva di gioia. 

«Cosa stai leggendo?» disse Clarisse, la sua migliore amica, cercando di sbirciare lo schermo del telefonino dell'amica «Non dirmi che Zayn ti ha mandato un messaggio!» dopo averle raccontato tutta la storia, Risse era decisamente pro Zayn  e in tutto quello che Olly faceva, cercava di infilargli anche il pakistano. Era convinta che si sarebbero messi insieme prima o poi.

«Si, ma non è nulla di importante» mentì Olivia, buttando il telefono dall'altra parte della stanza.

Da quanto tempo non entrava in casa sua? Due settimane? Le sembrava di essere stata via per mesi e mesi, quando invece era via da appena quattordici giorni se non molti di meno. C'era un insolito ordine e soprattutto tutti i vestiti che di solito erano ammucchiati sulla poltrona vicino alla finestra erano riposti tutti ordinatamente nell'armadio, come anche le scarpe e le pantofole che giacevano sotto il letto da qualche secolo. Maura s'era data da fare anche nelle vacanze di Natale, ma d'altronde una maniaca dell'ordine come lei, poteva non pulire in assenza dei figli?

"Lascia stare Liam e ritorna qui da me"  lì per lì Olivia aveva pensato che il messaggio fosse da parte di suo fratello Niall, ma era pressoché impossibile dato che nella sua vita messaggi così non gliene aveva mai mandati, e poi ogni dubbio era sfatato dalla presenza di una piccola "Z" in fondo al messaggio che lasciava presupporre il mittente: Zayn Malik le aveva mandato un messaggio.

Chissà come aveva fatto a prendere il suo numero, e chissà per quale assurdo motivo voleva che proprio Olly tornasse da lui. 

«La felpa che hai addosso è sua?» domandò Risse, cominciando a tastare la felpa come se al posto di Olivia ci fosse proprio Zayn, di cui era innamorata più o meno da quando Niall le aveva presentato i membri del gruppo.

La piccola Horan annuì senza troppo entusiasmo diventato subito rossa: sperò che la sua migliore amica non notasse quello strano rossore, altrimenti avrebbe scoperto quel che realmente provava. Dall'ultimo bacio che si erano scambiati qualcosa era cambiato, quella felpa Hollister era diventata il suo rifugio e non aveva intenzione di levarla: faceva profumo di Zayn.

L'orgoglio tipico di casa Horan però, non le permetteva di prendere la sua Mini Cooper, lasciare tutto e correre di nuovo da lui per assaporare nuovamente il sapore delle sue labbra. 

«Per me è amore» Clarisse metteva troppo entusiasmo in tutto, e non si rendeva neanche conto che stava incoraggiando il ragazzo che aveva sempre desiderato e la sua migliore amica a mettersi insieme: probabilmente, neanche se ne rendeva conto.

«Possiamo ritornare a parlare della cena di Natale?» domandò Olly, cambiando radicalmente discorso e mettendosi in bocca un marshmallow: il cibo era in grado di salvarla da ogni situazione, sempre. 

_______

Okay, è Natale e io vi posto un capitolo invece di stare con i miei parenti di là! Lo so, sono strana ma credetemi, oggi per me non è una bella giornata e stare al computer mi fa stare un po' meglio. Solo il videomessaggio d'auguri dei One Direction oggi mi ha illuminato la giornata: il ragazzo che mi piace non ha risposto al mio messaggio, ho avuto i miei cugini - che odio - a casa tutto il giorno e mi fa male anche la pancia, quindi comprenderete che oggi non è una giornata bellissima per me.

Spero comunque che per voi non sia stato lo stesso e vi faccio i miei migliori auguri. Spero anche che vi piaccia il capitolo che credo sia venuto più lungo del solito: forse mi sono persa in qualche punto, ma non ho riletto, perdonatemi, non ne ho neanche la forza. Vi voglio un mondo di bene, come sempre, e vi mando un mega bacio!

Ari

 

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Capitolo 15
*** XV ***


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Capitolo 15


Maura da sempre aveva un concetto sbagliato di "piccolo pranzo per quattro persone": mamma Horan non cucinava mai poco, e soprattutto non era in grado di cucinare per solo quattro persone. Quando preparava i pranzi o le cene si figurava di dover cibare un centinaio di persone. Anche quella mattina aveva cucinato per tutta l'Irlanda, sebbene a pranzo ci fossero soltanto Olivia, Liam e suo compagno: sembrava un pranzo per far conoscere il fidanzato ai genitori, ma Olly non ci aveva pensato completamente, per lei Liam era soltanto un amico, anche se si erano avvicinati molto.

C'era già odore di pudding misto a pesce fritto e patatine; ovviamente avrebbe voluto fare anche i noodles, il piatto che più le veniva meglio, ma sua figlia l'aveva bloccata. 

«Buongiorno, signora Horan!» esclamò Liam scendendo le scale e andando ad abbracciare Maura, che non si faceva chiamare già da un po' di tempo "signora Horan" - ammoniva chiunque la chiamasse così «Tutto bene?» erano due giorni che Liam alloggiava a casa loro, e già aveva fatto amicizia con la madre dei fratelli Horan e il rispettivo compagno. Non conosceva Bobby Horan, ma gli era stato riferito che persino i suoi figli lo vedevano di rado, quindi non era un problema. Certo, il compagno di Maura era abbastanza autoritario e gli incuteva timore, ma sapeva che per Olivia non aveva nessun peso, quindi non ci teneva come con sua madre a fare bella figura.

Non sapeva perché aveva accettato di prendere parte a quel pranzo, Liam era una persona timida, un po' sulle sue, e Olly non era ancora la sua ragazza - anche se ci sperava da quando era arrivata a Bradford - quindi non doveva neanche sforzarsi più del previsto.

Erano due giorni che non rispondeva alle chiamate di Danielle, con la quale aveva sempre avuto un rapporto morboso soprattutto quando non erano vicini; gli aveva scritto circa cinquanta messaggi tutti in una sola serata, ed era proprio per questo che lui aveva staccato il telefono e l'aveva posato nella sua macchina, con la quale aveva raggiunto Olivia in Irlanda. Non gli interessava più, si era come annullato da quando aveva conosciuto la piccola Horan. 

«Oh Liam, hai notizie di mia figlia? Sta in quel bagno da ore ed è quasi pronto!» esclamò Maura con il suo vocione da donna matura e con un sorriso a trentadue denti: quella signora gli metteva un'allegria strana. Non era proprio magra, era la classica mamma irlandese sempre ai fornelli e perennemente sorridente: adesso stava preparando la tavola piena di decorazioni, benché il Natale fosse passato già da un paio di giorni.

«L'ultima volta ho sbirciato e stava decidendo se mettersi i pantaloni o la gonna» rise il ragazzo, grattandosi la nuca imbarazzato. L'aveva sbirciata dallo spiraglio della porta, era vero, ma non perché fosse un maniaco sessuale psicopatico, ma perché aveva un'espressione così carina che non aveva resistito: quel broncio delizioso e quei capelli tirati su che lasciavano intravedere il collo niveo gli facevano salire il sangue alla testa, lo ubriacavano completamente.

«Ti piace molto, mia figlia?» la classica madre curiosa. Ecco Liam adesso era davvero imbarazzato, gli erano anche venute le guanciotte rosse e aveva preso a guardarsi i piedi: raramente si sentiva così, neanche in presenza dei genitori di Danielle aveva reagito in questo modo alla classica domanda che anche loro gli avevano posto.

«Non stiamo insieme, però si, mi piace abbastanza, solo che credo non sia ricambiato» disse, strizzando gli occhi e appoggiandosi alla credenza in cucina, cercando di evitare lo sguardo inquisitorio di mamma Horan: forse Olly non si sbottonava mai più di tanto con sua madre, e di conseguenza quindi, quest'ultima non sapeva granché della vita di sua figlia.

«Oh vedrai che si convincerà, sei proprio un ragazzo dolcissimo» Maura gli diede una pacca sulla spalla destra, mentre mescolava vigorosamente una crema al cioccolato profumatissima.

A Liam già brontolava lo stomaco solo a sentire il dolce profumo che le pietanze di Maura emanavano e non vedeva l'ora di mettersi a tavola.

«Sono in ritardo?» all'improvviso la voce di Olly si espanse in cucina, e Liam girò subito lo sguardo verso le scale, dalle quali si stava scapicollando la mora tutta contenta. 

Indossava un delizioso abitino bordeaux fino al ginocchio, con un grazioso scollo a barca e le maniche a tre quarti: ovviamente dentro casa la temperatura era di molto superiore, dato che fuori nevicava e c'era un freddo polare. I collant che portava erano coprenti, ovviamente neri, e aveva un paio di tacchi dello stesso colore del vestito che non sapeva neanche portare: barcollava, era proprio una frana su quei trampoli, ma era anche per questo che a Liam piaceva così tanto. Era sempre abituato a frequentare ragazze che non sapevano camminare su scarpe più basse di otto centimetri, con rossetti incredibili e truccate pesantemente. Era questo il desitno di una star, diciamoci la verità, le fidanzate dei cantanti sono quasi sempre modelle o attrici famose, mai ragazze acqua e sapone come Olivia Horan.

«Amore, Clayton arriva tra poco, vedi di metterti quei tacchi, non farmi fare brutta figura, su, sbrodolina» i soprannomi di cui parlava sempre Niall allora erano davvero imbarazzanti. Olly era sbiancata: non la chiamava in quel modo assurdo già da un paio di anni, e aveva scelto il momento meno propizio per riprendere la tradizione

Liam rideva sotto i baffi, non osando neanche avvicinarsi ad Olivia: aveva improvvisamente imbarazzo anche a guardarla, dopo la domanda strana che gli aveva posto Maura.

«Mh, è successo qualcosa?» domandò proprio Olly, cominciando a mettere i tovaglioli sopra i piatti e i bicchieri da vino sul tavolo. La tavola era apparecchiata come se fosse Capodanno o una festa importante, mentre invece stavano solo aspettando il patrigno di Olivia; Clayton era evidentemente una persona molto importante per mamma Horan, che stava preparando tutto alla perfezione.

«Oh no, stavo soltanto appurando che Liam è uno zuccherino. Aveva ragione tuo fratello!» esclamò Maura, poggiando la crema sul ripiano della cucina e girandosi di scatto verso i ragazzi «A proposito, ma quel disgraziato del mio piccolo cuoricino zuccheroso, che sta facendo?» Niall per Maura era come una specie di dio, era infatti il suo cocco da sempre, ma che poteva farci? Le dava continuamente soddisfazioni, e da quando avevano avuto quel successo dopo X Factor stava quasi sempre davanti alla televisione o alla radio per sentire il suo cuoricino zuccheroso.

«Lo sai che è a Bradford, da Zayn, mamma. Si starà divertendo» Olly sbadigliò, cercando di evitare il discorso: non sarebbe mai più tornata in quella città, ne era sicura. Evitava come si evita la peste qualunque discorso o situazione che le ricordasse Zayn Malik, anche se dormiva ancora con la sua felpa e pensava ancora ai baci che si erano scambiati. I suoi occhi la tormentavano anche nel sonno, e quel profumo, seppur in quel momento lontanissimo, le torturava l'esistenza.

«Buongiorno!» esclamò allegramente Clayton, che evidentemente possedeva già le chiavi di casa: Olly arricciò il naso infastidita, quando apprese la notizia, e lo salutò con un cenno, non provando neanche ad avvicinarvisi. Non le piaceva per niente il nuovo compagno di sua madre, soprattutto perché odiava il fatto che Maura si ostinasse a farlo considerare un sostituto di suo padre Bobby.

«Piacere, Liam Payne» il castano gli porse la mano che Clayton strinse con forza: gli sembrava una persona non del tutto sincera, ma Maura sembrava più che allegra in sua presenza, quindi accettava di buon grado la sua presenza.

«Sei il fidanzato di Olivia?» disse l'uomo brizzolato con un forte accento americano. Liam odiava gli americani e il loro accento. Lui era di Wolwerhampton, un inglese doc, con un accento altrettanto perfetto, quindi già stentava a sopportare l'accento irlandese, figuriamoci quello poco elegante degli americani. Sorrise comunque, scuotendo il capo. No, non erano fidanzati né impegnati e a quanto pare Olivia ci teneva a precisarlo dato che faceva 'no' anche con l'indice.

«Mangiamo?» era un uomo che faceva molte domande a quanto pare: sembrava una copia spiccicata di Romney, il candidato americano, e questo già contribuiva a renderglielo antipatico.

Si misero tutti a tavola e cominciarono a mangiare tranquilli, senza dire una parola; Olly non parlò per quasi tutto il pranzo, solo una volta prese la parola per chiedere il permesso di andare in bagno. Le squillava il telefono e se sua madre l'avesse saputo le avrebbe staccato la testa.

Andò quindi in bagno e appena vide il numero sconosciuto rispose, un po' esitante.

«Chi è?» chiese lei, leggermente spaventata. Era una persona timorosa, e molte volte l'avevano chiamata con lo sconosciuto per farle degli scherzi idioti. Generalmente non rispondeva, ma pur di evitare un pranzo con Clayton e sua madre avrebbe fatto di tutto: le dispiaceva soltanto per Liam.

«Sono Zayn, Olly» improvvisamente piombò il silenzio. Ad Olly venne una gran voglia di riattaccare il telefono e salire in camera sua a piangere: non voleva parlare con lui, voleva soltanto rimuoverlo dalla testa una volta per tutte. Dalla sera della Vigilia erano passati appena cinque giorni, e da quando era arrivata a Bradford era passata non più di una settimana, ma già Zayn le era entrato in testa. Liam le piaceva, ma le piaceva come amico. Era indubbiamente un ragazzo fin troppo bello, ma Zayn ormai lo vedeva anche nei sogni, per la maggior parte erano incubi ma vabbè. 

«Che cosa vuoi?» chiese poco garbatamente Olly, sedendosi sul bordo del lavandino e sospirando. Avevano una casa abbastanza grande sebbene la famiglia Horan non fosse mai stata eccessivamente ricca o cose del genere: vivevano bene, ma non navigavano nell'oro. Niall ovviamente aveva contribuito al benestare della famiglia, dati i suoi frequenti regali, ma stavano comunque bene, non potevano lamentarsi.

«Mi manchi, ti voglio qua» stava sussurrando, parlava così piano che Olly a stento riusciva a sentirlo. C'era chiasso da entrambe le parti: riusciva a sentire la voce della piccola Safaa e i rimproversi di Yaser, e probabilmente Zayn riusciva a sentire la voce di sua madre e le risate di Liam.

«Non scherzare, idiota, non sono in vena» sospirava di nuovo, Olivia. Aveva lo sguardo fisso sulla tazza del water; sentiva il respiro regolare di Zayn, e mai come in quel momento desiderò essere vicino a lui, per baciarlo e per abbracciarlo stretto. Non poteva, non poteva pensare a lui in quel modo con Liam Payne che pranzava con sua madre e il suo patrigno.

«Ho lasciato Perrie per te» disse, alzando la voce e assumendo un tono duro, il solito tono che usava con Olly quando la prendeva in giro. Chissà se ancora aveva l'occhio nero dal pugno di un paio di giorni prima. 

Sapere che aveva lasciato Perrie per lei le fece quasi esplodere il cuore dal petto: non era possibile, non era da Zayn. Non poteva averle confessato tutto così, come se niente fosse! Doveva per forza essere uno scherzo organizzato da Harry o da Louis. 

«Se è uno scherzo, non è divertente» disse Olly scendendo dal lavandino e cominciando a girare nel bagno, come se stesse aspettando una risposta importante. Aveva le mani che le sudavano e tremava come una foglia: perché era così agitata?

«Io ti amo, Horan» le disse, soffiando nell'altoparlante creando una specie di interferenza.

Non era uno scherzo, Zayn aveva avuto il coraggio di confessarle i suoi sentimenti, incoraggiato da Niall. Era innamorato di sua sorella, si era perdutamente innamorato di Olly e doveva dirglielo.

Olly rimase a bocca aperta un paio di secondi e chiuse improvvisamente la telefonata, senza neanche rispondere: non sapeva cosa dire enon aveva voglia di parlargli. La sua voce le rimbombava in testa, quel ti amo le era arrivato dritto al cuore che adesso era uscito a fare un giro, a quanto pare. Zayn le aveva distrutto quel po' di cervello che le era rimasto, s'era portato via anche l'ultimo briciolo di sanità mentale che l'era rimasto.

Uscì di corsa dal bagno, togliendosi i tacchi e mettendosi addosso la sua felpa, di nuovo. Era scalza, ma non le importava niente: doveva uscire a prendere aria, magari a leggere un secondo o ad ascoltare Ed Sheeran, che la calmava sempre.

«Esco un attimo» urlò senza neanche ricordarsi di Liam che imbarazzato continuava a mangiare e uscì sbattendo la porta, sperando che nessuno avesse notato le lacrime che copiose le scorrevano sulle guance rosee.

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Oh madonna, i miei poveri sentimenti! Questo capitolo è stato molto, ma molto duro da scrivere. Sicuramente è riuscito piccolissimo e cortissimo ma credetemi, vi prometto che il prossimo sarà lungo, anche perché da domani comincio a scrivere dal computer di mio padre che mi conteggia le pagine. Purtroppo NVU ha solo questa pecca: potrei scrivere all'infinito e non so né il numero di parole né il numero delle pagine, e questo mi fa entrare in confusione, quindi scrivo poco e non me ne rendo neanche conto. Mi scuso con voi per questi capitoli mini, ma vi giuro che è un problema prettamente tecnico, non posso farci nulla. Comunque, spero vi piaccia ugualmente. La fine è vicina, e non sapete come mi piange il cuore. Mi sono legata veramente alla fan fiction perché è la prima che raggiunge quasi le 50 persone che SEGUONO la mia storia e le 26 che la PREFERISCONO. Ringrazio chi recensisce, chi la mette tra le seguite, tra le ricordate, tra le preferite e anche chi passa soltanto a leggere una frase e chi richiude subito la pagina. Grazie.

ps. saluto Carlotta, che ho imparato a volere bene sul serio anche se non ci conosciamo benissimo. se passaste dalle sue storie sarebbe fantastico :) scrive benissimo! (CharlotteisnotReal__)

Un bacione a tutte voi,

Ari

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Capitolo 16
*** XVI ***




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Capitolo 16



Sentiva la voce confusa di Zayn anche adesso che stava ritta in piedi di fronte ad  una vetrina colorata: apparteneva ad un negozio di vernici, solo che non lo sembrava quasi per niente. Una miriade di lucine lampeggianti stavano attorno ad un alberello di Natale non troppo grande, mentre un paio di bastoncini di zucchero erano in mano ad un omino di marzapane dalle dimensioni impressionanti per essere soltanto un oggetto decorativo di un negozio di vernici.
Olly non sapeva perché si trovava davanti alla vetrina del signor O’Brian – lo storico ferramenta di Mullingar –, fatto sta che continuava a fissare l’omino di marzapane senza dire niente, avvolta nella sua sciarpona rossa e stringendo i pugni nelle tasche della felpa.
Aveva chiuso gli occhi e respirava profondamente: c’era qualcosa che non andava. No, non andava il fatto che Zayn Malik improvvisamente le avesse confessato di amarla. Non andava perché si erano sempre odiati; insomma, non andava per una serie infinita di motivi che Olly non aveva neanche voglia di elencare.
Lei non aveva alcuna voglia di essere presa in giro, anche se mai aveva provato la vera sofferenza che comporta amare realmente qualcuno. Chissà com’era soffrire, chissà come sarebbe stato per lei amare qualcuno più di sé stessa. Aveva sempre ammirato la sua migliore amica Clarisse: insomma, anche se non era la più bella del mondo, aveva sempre avuto un sacco di ragazzi dietro. La maggior parte le andavano dietro per il suo carattere, era decisamente una testa calda ed Olly era decisamente un’anonima irlandese sorella di una delle più grandi star del momento; questo era Olivia Horan, l’ombra di suo fratello Niall, la ragazza da evitare perché troppo chiusa, quella che tutti reputavano noiosa. Non c’era mai stato un ragazzo che le si fosse avvicinato per dirle neanche un semplice “ciao!”, lei se ne stava con Clarisse a mensa e mangiava il suo panino in silenzio.
Era per questo che adesso non sapeva che fare: probabilmente il suo cuore l’avrebbe voluta tra le braccia di Zayn a Bradford, ma diavolo, c’era Liam a casa sua e lei non era un mostro: non avrebbe potuto lasciarlo lì dopo tutta quella strada.
Zayn era cuore, Liam era testa, oppure era al contrario? Forse la sua testa voleva Zayn perché s’era autoconvinta di voler distruggere lui e il rapporto con la sua fidanzata. Forse.
Tolse la destra dalla tasca della felpa di Zayn e ne estrasse il telefono. Sapeva chi chiamare: Niall conosceva Olivia a memoria, conosceva tutte le sfumature del suo carattere chiuso, conosceva anche quante rughette le venivano a formarsi quando rideva.
«Era ora» quando la voce calda e rassicurante di suo fratello il fastidioso rumore dell’attesa si ruppe improvvisamente e Olly tirò un respiro di sollievo. Odiava anche aspettare. Era come se aspettando si annullasse completamente, come camminare su un filo di nylon ad occhi chiusi.
«Ho bisogno di te» disse Olly, scoppiando a piangere. Le lacrime le scorrevano calde sulle guance, e si infilavano sotto le pieghe della sciarpa, fino a toccare la pelle del collo. Le provocava uno strano senso di disagio piangere, si sentiva vulnerabile al mondo. Non piangeva di fronte a nessuno neanche per motivi futili, neanche per commozione. Non le piaceva mostrarsi scalfibile, ciò che in realtà era. Olivia Horan era come il talco: il primo minerale della scala di Mohs, l’elemento più scalfibile che ci sia sulla Terra.
«Te l’ha detto, non è vero?» domandò lui, sospirando e lasciandosi probabilmente cadere su un letto o su una sedia: ne aveva sentito il tonfo delicato.
Non era molto tardi, a dire la verità non erano neanche le cinque del pomeriggio, ma già la tipica brezza serale cominciava a sferzarle il viso; tirò la zip della felpa fino alla fine e  rifugiò il viso nella sciarpa, sperando di riuscire ancora a sentire suo fratello.
«Mi ha detto che mi ama» Olly chiuse gli occhi e si appoggiò alla parete del negozio di ferramenta, sperando che il signor O’Brian – abitando nel retro bottega – non uscisse con un paio di martelli per romperle la testa.
«Lo so» disse Niall esitante. Forse non aveva ancora chiaro perché mai Zayn amasse sua sorella o forse era semplicemente stanco di combattere con tutta questa storia: aveva cominciato a stressarsi sin da quando Olivia era arrivata e avevano cominciato quella stupida lotta da bambini piccoli. L’aveva visto subito che quei due prima o poi sarebbero finiti per avvicinarsi troppo a causa di quella sfida, e così era stato. Il suo migliore amico aveva cominciato sempre a parlargli di lei, c’era rimasto male quando se n’era andata senza dire niente, aveva lasciato Perrie e adesso le aveva addirittura confessato di amarla.
Dov’era finito lo Zayn Malik che conoscevano tutti? Quello che non si preoccupava di far stare male una ragazza, quello che non permette ad una qualunque di dargli un pugno: lo Zayn che avevano conosciuto ad X Factor se n’era andato, puff, sparito per sempre. E per cosa? Per il sorriso di Olivia Horan. Ma non solo per il suo sorriso, era sparito anche per la forma ovale del suo viso, le sue gambe snelle e le sue fossette deliziose. S’era innamorato persino del suo modo di fare, dei suoi schiaffi e delle sue urla acute.
Niall era a conoscenza di tutto questo, l’aveva sentito lamentarsi per due settimane del comportamento di sua sorella, ma l’aveva sentito quasi piangere per la sua partenza improvvisa. L’aveva visto quando, con la scusa di una pagliuzza nell’occhio, aveva nascosto abilmente una piccola lacrima. Aveva visto tutto.
«Che cosa dovrei fare?» Olly era distrutta, non aveva voglia di lasciare Liam come se niente fosse stato e in realtà non ne aveva neanche la forza. Era stato proprio Liam il primo a proteggerla da tutto e da tutti, la prima sera a casa dei Malik; era stato Liam a tenerle compagnia quando in macchina, nel tragitto per Manchester, Zayn e Perrie non facevano altro che lamentarsi di ogni minima cosa.
Olivia stava tra due poli: da un lato si chiedeva perché l’ultimo giorno a Bradford lei avesse voluto baciare Liam e dall’altro il “ti amo” di Zayn le distruggeva il cuore.
«Lui ti ama» due a zero per Zayn Malik: anche suo fratello adesso gliel’aveva confermato. Le aveva confermato che non era stata vittima di uno stupido scherzo di cattivo gusto, sebbene per un secondo avesse preferito esserlo «ma tu lo ami?» continuò Niall, scandendo bene le parole e parlando piano. Sapeva bene che Olly voleva imprimersi nella mente i suoi consigli, che avrebbe seguito alla lettera: era così piccola, ancora non sapeva bene neanche com’era fatto un ragazzo e Zayn non poteva pretendere grandi cose.
«Io non credo, cioè non lo so» Olly continuava a strizzare gli occhi, come a voler focalizzare meglio il viso del pakistano. Lo amava? Le piaceva? Non lo sapeva neanche lei in fondo. Sapeva però che ogni volta che si stringeva a lui il cuore le usciva fuori dal petto. Non poteva però sapere se questo era causato dal famigerato amore che da tutti era evitato come se si stesse trattando della peste. Era così brutto amare? Cosa c’era di sbagliato nel desiderare una persona? Desiderare solo quella in tutto l’universo, nient’altro. Niall c’era caduto già più di una volta, ma Olly no, benché avesse desiderato ardentemente persino di soffrire pur di amare qualcuno. Non c’era riuscita, non c’era riuscita non perché fosse brutta o fosse un rigetto della società: non c’era riuscita perché semplicemente perché aveva sempre avuto paura del per sempre.
«Perché odiavi Perrie?» il biondino si passò una mano sul viso, per cercare di fare ragionare la sorella che aveva bisogno soltanto di essere spinta.
«La odio ancora, non credere» lo corresse lui, accennando un sorriso, il primo della giornata «beh, perché è perfetta. Perrie è perfetta in tutto quello che fa. Sa cantare, mentre io sono stonata come una capra, Perrie ha i soldi ed è uscita da un talent show, mentre io a stento lavoro in un negozio di dischi per mantenere mamma che ha perso il lavoro, perché Perrie è bionda naturale e io ho un colore di capelli assolutamente indecente. Perrie sa ballare, sa suonare e ha dei vestiti perfetti. È sempre sorridente, non mostra mai di essere debole e…» lì Olly si fermò perché sapeva di stare per dire una cosa azzardata, una cosa però che le stava per uscire dalle labbra e che le veniva direttamente da quell’oscuro posto chiamato cuore che ancora non conosceva bene.
«E…?» la incitò Niall, che a quanto pare aveva fatto centro. Forse sapeva ciò che la sorella avrebbe detto ed era per questo che adesso sorrideva. Erano in quei pochi momenti di intimità tra di loro che si rendeva conto di quanto ad Olivia avesse fatto male la mancanza di Bobby nella loro vita. La figura di un padre non ricopre soltanto una carica legale, ma ne ricopre anche un’altra forse anche più importante: quella spirituale. Senza Bobby, Olly non aveva avuto nessuna spalla forte su cui piangere, non aveva saputo proteggersi da sola da alcune situazioni, si era sempre rifugiata proprio in Niall.
«E sta con Zayn» rispose Olivia, facendo scivolare la schiena lungo la parete e poggiando il sedere per terra. Si cinse le ginocchia con la mano sinistra e vi chinò sopra il capo, ragionando su quanto aveva appena detto.
Chissà, magari era stato proprio per questo che sin dal primo momento aveva nutrito una profonda antipatia per quella coppietta felice. Zayn era il sogno di un miliardo di ragazzine, e non poteva confondersi anche lei in quella massa di fan deliranti. Lei era semplicemente Olivia Horan e non voleva avere niente a che fare con gli amici di suo fratello, ma quello sguardo, quella voce calda le era entrata dentro dalle prime note di Let me love you  e non c’era stato verso  di togliersela dalla testa. Gli occhi scuri, la pelle ambrata e quel profumo così forte le macchiavano il cervello.
«Hai la tua risposta già così, sbrodolina» disse scherzando Niall. Tutti la chiamavano così nella sua famiglia sin da quando era piccola perché quando Maura le faceva bere il thè lo buttava tutto di nuovo sul tavolo.  Non erano brutti ricordi, il biondo teneva tutto nel cuore, ed era sicuro che si sarebbe impresso nella mente anche Olivia per la prima volta innamorata piangente al telefono.
«Ti voglio bene» mormorò Olly, maledicendosi mentalmente di essere partita così in fretta per Mullingar. Era maledettamente impulsiva e lunatica, cambiava umore così spesso che chiunque faceva fatica a starle dietro. Non erano pochi i chilometri che separavano la sua piccola città da Bradford, ma li avrebbe fatti anche a piedi pur di rivedere di nuovo quegli occhi scuri, e perdercisi dentro anche solo per l’ultima volta.
 
«Perché stai rifacendo i bagagli?» domandò Liam leggermente teso. S’era sbottonato la camicia di un paio di asole per il nervoso. Olly l’aveva lasciato da solo a pranzo con la sua famiglia per sparire un sacco di tempo; a dire la verità aveva anche avuto paura. L’aveva vista uscire con le lacrime agli occhi, ed era più che normale pensare che avrebbe fatto danno da un momento all’altro. Non la conosceva benissimo, la conosceva quanto Zayn, Harry e Louis, ma già sentiva che c’era un legame speciale tra di loro.
«Ritorno a Bradford, devo sistemare una cosa» disse frettolosamente la bruna, infilando in una piccola borsa tutto quello che le sarebbe servito: un ricambio e una bottiglietta d’acqua per il viaggio. Stavolta non sarebbe andata con la macchina, no, stavolta avrebbe preso il primo treno che la portasse in Inghilterra e avrebbe trovato un modo per raggiungere Bradford; qualunque cosa le sarebbe andata bene in quel momento.
«Non mi dire che stai andando a Bradford per Zayn, perché sennò giuro che non ti capisco!» urlò esasperato Liam contro Olly, che stava continuando ad infilare roba in quella minuscola borsa straripante: sarebbe scoppiata entro poco se non l’avesse smessa.
«Liam ti prego non mi irritare: sono già abbastanza nervosa di mio, non ti ci mettere anche tu!» esclamò di rimando Olly, smettendo per un attimo di tormentare la sua povera borsa – tra l’altro regalatale da Niall – e guardando bene il castano negli occhi.
«Non ti piaccio? Dimmelo subito, Olivia, dimmelo e me ne vado!» l’aveva presa di nuovo per le spalle: quanto lo odiava quando la prendeva in quel modo? Si sentiva ancora più piccola di quanto non era già; avrebbe voluto tirargli un calcio quando si comportava in quel modo, ma poi guardava il suo faccino tenero e cambiava idea. Perché l’amore doveva essere così complicato?
«Mi piaci» disse calma, cercando di spiegargli i suoi sentimenti «come amico, però. Sei una persona meravigliosa Liam, te lo giuro, ma non riesco a prenderti in giro, ti voglio troppo bene per farti del male» si liberò miracolosamente dalla stretta del ragazzo e appoggiò entrambe le mani sulle sue guance, guardandolo teneramente. Aveva una pelle morbidissima, proprio come quella di un bambino e il fatto che non avesse quasi capelli lo rendeva ancora più attraente. Anche a guardarlo negli occhi però, non riusciva a provare niente di che, il cuore le partiva ma poi ritornava indietro, assumeva di nuovo un battito regolare, non si smuoveva più di tanto.
«Mi hai preso in giro, o che altro?» domandò lui, staccandosi di colpo da lei e camminando a passi ampi verso la finestra. Camera di Olly non le era mai sembrata più piccola. Voleva soltanto scappare, ritornare a casa sua a Wolwerhampton e non vedere più nessuno per un paio di mesi: aveva vissuto più in queste due settimane che nel resto dell’anno.
«Non ho preso in giro nessuno, Liam. Hai soltanto avuto fretta, troppa fretta per una come me che non ha mai avuto un ragazzo» non era solo quella la verità, la verità più grande è che era interessato a uno dei suoi migliori amici, a quello che miracolosamente riusciva sempre ad ottenere tutto rigirandoselo per bene. E Liam lo sapeva.
«Ti piace Zayn, ti sei accorta di desiderare Zayn, non dirmi cazzate!» Olly non aveva mai visto Liam in questo stato. La sua rabbia era totalmente esplosa ed era diventato rosso come il maglioncino che la prima sera indossava a casa Malik.
«A me non piace Zayn! Devo soltanto chiarire un discorso con lui!» ma che discorso Olivia? Quale discorso dovete chiarire tu e Zayn? Non c’è alcun discorso da chiarire.
«Dimmelo in faccia, dimmelo adesso che non ti piace – sbottò, girandosi verso di lei con gli occhi scintillanti di rabbia – se me lo dici ti lascio in pace» le prese un braccio e la scosse vigorosamente. Olly cominciava a spaventarsi davvero, ma chiuse gli occhi, prese la sua borsa e uscì dalla sua stanza senza neanche guardarlo in faccia. Non conosceva quella persona, quello era un Liam violento che non le piaceva per niente.
Prese nuovamente il telefono, che non aveva mai usato così tanto in vita sua, e provò a chiamare di nuovo il numero che le era apparso sul display poche ore prima.
«Olly – rispose Zayn quasi subito – aspettavo la tua chiamata» la ragazza sorrise, quando sentì il pakistano pronunciare il suo nome e parlarle, di nuovo. Era lo stesso Zayn che le aveva confessato poco prima di essere innamorato di lei. Lo stesso che l’aveva baciata in mezzo alla neve, e contro una macchina. Lo stesso che aveva picchiato a Bradford contro la parete della stanza di Waliyha, che le era stata assegnata.
«Sto venendo a Bradford con il primo treno che riesco a prendere» disse lei, passando davanti a sua madre e salutandola con un cenno: avrebbe capito, d’altronde era sempre stata abituata a vedere i suoi figli andare via senza neanche sapere il perché. Avevano una famiglia un po’ strana, imperfetta, ma a Maura stava bene così, cosa poteva fare altrimenti?
«Ti aspetto alla stazione, non vedo l’ora di abbracciarti» soffiò nell’altoparlante il ragazzo, che evidentemente parlava sempre sottovoce per qualche assurdo motivo.
Questa sua ultima affermazione fece brillare gli occhi di Olivia che cominciò a correre sempre più veloce verso l’autobus che l’avrebbe portata alla stazione di Mullingar.
«Anche io, Zayn – disse palpitante – davvero».
 

______

 
Capitolo abbastanza difficile, lo so, ragazze mie, ma che ci posso fare? Non sapevo proprio cosa scrivere: sapete quando viene quello strano blocco che scrivete e poi cancellate tutto o addirittura chiudete il foglio Word come faccio sempre io? Ecco. Ho avuto questo da un paio di giorni a questa parte ma non ve lo volevo dire per non scoraggiarvi, oggi ho postato perché m’è venuta un’idea carina (mi sta aiutando molto una mia amica devo dire, che mi spinge sempre a cercare di non abbandonare la storia) e spero davvero che vi piaccia. Siete il mio orgoglio! Lo giuro, vi voglio bene, ma ormai vi sarà pure  venuta la nausea di quante volte ve l’ho detto.
Vi mando un bacissimo,
Ari

 

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Capitolo 17
*** XVII ***


 


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Capitolo 17

 
 La stazione di Bradford non era così piccola come Olivia si aspettava: appena scesa dal treno fu inghiottita da un turbinio di persone, tanto che per uscire dall’occhio del ciclone dovette spingere un bel po’ di persone. Gente che si scapicollava per prendere l’ultimo treno per Londra, gente che semplicemente dormiva sulle panchine con una bottiglia di rum in mano, e poi c’era semplicemente Olly, con una borsa nella destra e una bottiglietta d’acqua nella sinistra. Era abbastanza frastornata: tutto era accaduto con troppa fretta, non aveva mai visto Liam arrabbiato in quella maniera e non aveva mai sentito Zayn così dolce al telefono. Le sembrava di stare vivendo un sogno – o un incubo? – abbastanza inquietante.

Stava sui gradini di quella stazione da ormai più di un’ora da quando era arrivata da Mullingar. Aveva viaggiato per una giornata intera se non di più, ed era davvero stanchissima; i letti di quel treno erano più simili a delle lastre di marmo che ad altro, di conseguenza non aveva chiuso occhio.

Sebbene quindi fosse arrivata da più di un’ora di Zayn non c’era neanche l’ombra: le aveva promesso che sarebbe arrivato in tempo, non aveva fatto altro che mandarle messaggi la notte scorsa con frasi smielate e cose che ad Olly facevano un po’ ridere in realtà, ma era stato davvero carino, e la sua testa aveva preso a girare solo attorno a Zayn Malik.
Non vedo l’ora di abbracciarti” aveva detto, ma di Zayn non si vedeva neanche l’ombra.
Ad ogni ragazzo che passava davanti a lei Olly perdeva un battito; perché si era dimenticato di lei alla stazione se le aveva promesso di esserci?
Perché Olly si era fidata di una persona che neanche conosceva bene e che l’aveva baciata un paio di volte per gioco? Quel “ti amo” era forse stato così fatale per il suo cuore? La risposta era ovviamente positiva. La sua voce calda attraverso il telefono le risuonava ancora forte in testa, era ubriaca della sua voce.
Si poggiò la bottiglietta d’acqua sulle labbra e ne bevve un sorso: solo questo poteva fare nell’attesa di Zayn.
L’orologio continuava a scandire forte i minuti, che le bruciavano il cuore, che le infierivano colpi letali. Era tremendo. Quando però sia il suo orologio che quello della stazione segnarono le sei del pomeriggio, Olivia decise di prendere la sua borsa – fedele compagna che le stava a fianco – e di andare a cercare un taxi.
Non avrebbe voluto vedere Zayn, avrebbe voluto soltanto avvertire Niall di essere in città e poi avrebbe cercato una camera d’albergo nella quale vedere un film e trascorrere così la notte di Capodanno. Cos’era poi la notte di Capodanno? Un pretesto stupido per fare festa, per ubriacarsi e per fare cose che magari nel corso dell’anno non si aveva il coraggio di fare. Erano diciotto anni quasi che Olivia Horan passava il Capodanno da sola, con sua madre sul divano a vedere quegli stupidi programmi dove a dieci secondi dalla mezzanotte si faceva il conto alla rovescia.
Non era una persona alla quale piaceva particolarmente bere o fumare, era una semplice ragazza che non aveva voglia di andare a ballare o di andare a casa di amici con duemila altre persone. Il suo sogno era sempre stato quello di passare il Capodanno con un suo eventuale ragazzo e baciarlo a mezzanotte: quello era stato il suo desiderio più grande da quando vedeva ancora Bobby e Maura baciarsi sotto le stelle al primo secondo dell’anno nuovo.
«È venuta a Bradford per il Capodanno, signorina?» domandò il taxista appena Olly entrò nella sua macchina. Era un signore sulla sessantina, con un buffo cappello nero e una divisa formale.
«Perché dovrei essere qui per Capodanno?» chiese lei, sforzandosi con tutto quel che poteva di non essere acida, ma non riuscendoci bene, evidentemente.
«Essendo oggi il trenta Dicembre! Domani è tutto chiuso, quindi si presume che lei resti qui» esclamò decisamente rabbuiato.
Non parlarono più, i loro respiri erano intervallati soltanto dalla voce calda di una cantante locale che doveva aver vinto un qualche talent show, e lo sguardo di Olivia altalenava tra il tachimetro e il finestrino, per segnalare al taxista l’abitazione dei Malik.
«È qui» disse secca l’irlandese, facendo frenare di botto l’uomo, che si alzò per aprirle la portiera manco fosse stata su una limousine e le sorrise dolcemente.
«Buon anno nuovo, signorina» disse, e poi sparì con il suo piccolo taxi nero nel grigiore di Bradford.
 
«Com’è possibile che non ci sia nessuno?» si chiese Olly dopo aver bussato almeno cinque volte. Nessuno aveva risposto né al citofono né si era presentato di fronte alla porta di casa dopo i ripetuti colpi che Olivia le aveva dato.
Dopo un buon quarto d’ora decise di chiamare suo fratello al telefonino per chiedergli dove diavolo fosse. Perché Zayn aveva acconsentito a farla venire se poi non ci sarebbe neanche stato a casa? I suoi nervi stavano cominciando a salire sempre di più, sentiva il sangue ribollirle in testa e sapeva che avrebbe spaccato qualcosa contro quella porta se nessuno le fosse venuto ad aprire.
«Ols, ma che ci fai qua?» domandò stupito Niall aprendo improvvisamente. Perché non aveva aperto subito?
La sua figura le fece subito venire le lacrime agli occhi: gli corse incontro per poi abbarbicarsi su di lui come una scimmia. Il biondo restò interdetto per un paio di secondi, ma mise subito entrambe le mani sulla schiena della sorella tenendola stretta.
Sapeva benissimo cosa si stava consumando tra le mura di quella casa, e avrebbe voluto tenerla lontana da ogni male: era sicuro che il suo cuore non avrebbe sopportato altri colpi.
«Zayn mi ha chiesto di venire – perché cavolo quel ragazzo era così stupido? Niall avrebbe voluto ucciderlo in quel momento per quello che stava facendo a sua sorella, ma non poteva fare assolutamente niente, soltanto tenere Olly lontana da quella casa – fammi entrare, Niall, sento che c’è qualcosa che non va»
Olly si liberò della stretta di suo fratello ed entrò in casa, correndo al piano di sopra: sentiva la presenza di Zayn in casa, sapeva che stava succedendo qualcosa. Era come una scossa elettrica, qualcosa che ti colpisce il cervello e ti manda piccole scariche di corrente attraverso il corpo.
Salì le scale in fretta, giungendo davanti alla camera di Zayn dalla quale non proveniva alcun rumore particolare: era ormai sera, e sebbene ci fosse qualche luce accesa non riusciva a vedere nulla dallo spioncino della porta. Si sentiva come James Bond in uno di quei suoi film assurdi, ma doveva sapere che stava succedendo. Perché Zayn non era venuto a prenderla alla stazione e l’aveva lasciata lì come un’idiota dopo averle detto “ti amo”?
Aprì la porta di scatto, trovandosi di fronte una scena che le spaccò il cuore a metà: Perrie e Zayn si stavano baciando appassionatamente sotto le coperte.
Fu come vedere il mondo sgretolarsi di fronte ai suoi occhi: ecco perché Olly si difendeva dall’amore graffiando e provando ad essere apatica.  Essere innamorati non era così bello se poi si provavano sensazioni così brutte; era qualcosa che Olivia non riusciva neanche a spiegarsi, come se il suo cuore avesse fatto “crac” e si fosse rotto definitivamente.
Quando il pakistano si girò verso Olly assunse un’espressione che mai lei gli aveva visto in faccia: forse i sensi di colpa avevano attanagliato improvvisamente il suo cuore, oppure semplicemente non era in sé, ma la sua bocca aperta e i suoi occhi sgranati non dicevano niente di buono. Certo, non vorrebbe essere stata nei panni di Perrie, ma non avrebbe voluto neanche essere nei suoi di panni:  non riusciva a proferire parola, stava davanti alla porta interdetta, con la fronte corrugata e le labbra arricciate.
Zayn provò a muoversi, ad uscire da sotto le coperte e a raggiungere Olly, ma quest’ultima fu più veloce e richiuse dietro di sé la porta scendendo in fretta e furia le spalle per cercare di andare via da quella maledetta casa.
Ma chi gliel’aveva fatto fare di ritornare a Bradford con il primo treno e lasciare che Liam tornasse a Wolverhampton per Capodanno?
«Olly, cazzo, aspettami!» urlò Zayn attorcigliandosi una coperta attorno alla vita e scapicollandosi giù per le scale.
Olivia si fermò di fronte alla porta per guardarlo: era dannatamente bello come al solito, persino con solo una coperta addosso; quei muscoli definiti e quelle spalle larghe non facevano altro che alimentare il pensiero costante che lei aveva di lui, ma non poteva rimuovere facilmente l’arrabbiatura: l’aveva fatta venire da Mullingar in fretta e furia e poi l’aveva trovato a letto con Perrie.
Zayn la raggiunse in poco tempo, e con gli occhi completamente rossi prese Olivia per le spalle e cercò di bloccarla.
«Stai qua, resta, posso spiegarti tutto!» esclamò, cercando di prenderle il mento per costringerla a guardarlo negli occhi.
«Zayn vaffanculo!» disse, e sbatté la porta dietro di sé.

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Buongiorno ragazze, lo so, è passato un po’ di tempo dall’ultimo aggiornamento rispetto al mio solto ritmo, ma sta riniziando la scuola e oltretutto sono stata fuori per Capodanno, quindi non ho neanche toccato il computer. Questo capitolo a me fa SCHIFO, quindi mi dispiace che ve l’abbia dato da leggere, ma ho provato a scrivere almeno dieci volte: è riuscito fuori questo, non so fare di meglio evidentemente. Ultimamente la mia ispirazione se n’è andata a quel paese AHAHAH, comunque, spero che non vi faccia così schifo come fa a me. Vi mando un bacione e BUON ANNO!
ps. tinypic non mi carica le gif, ora provo dall'altro computer, magari funziona meglio -.-, scusate!
Ari




 

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Capitolo 18
*** XVIII ***




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Capitolo 18

"nella tua trappola ci son caduta anche io"



Il cielo su Bradford era più cupo che mai, sembrava proprio che qualcuno avesse ascoltato Olly piangere e avesse voluto punire tutti quelli che avevano intenzione di uscire per Capodanno. I lampi squarciavano il cielo e la bruna, dalla finestra di uno squallido motel sperava che uno di questi potesse cadere sopra la testa di Zayn Malik, il creatore di illusioni più in gamba dell'Inghilterra; cosa diavolo era successo due giorni fa? Cosa l'aveva spinta ad andare via da Mullingar e a lasciare Liam a casa sua, come se lui non avesse fatto assolutamente niente per manifestarle il suo interesse? Zayn. Zayn le aveva detto "ti amo", gliel'aveva sussurrato al telefono con quella voce calda che era ancora in grado di provocare il capogiro ad Olivia. Assurdo, assurdo come una ragazza che mai si era innamorata in vita sua adesso provava tutti quei sentimenti per una sola persona: odio, amore, di nuovo odio e di nuovo amore. 
Se n'era andata da casa sua nonostante lui l'avesse rincorsa mezzo nudo per un bel tratto lungo di strada e s'era andata a rifugiare in un motel di periferia, dove era assolutamente sicura che nessuno potesse trovarla. 
Accostò le tendine stando attenta a non toccarle più di tanto - chissà quante colonie di tarme vi erano attaccate - e si lasciò cadere sul divano, accendendo il piccolo televisore che aveva davanti.

«Siete pronti al countdown di Capodanno?» chiese una signora sulla quarantina, avvolta in un tailleur rosso fuoco indossato per scopi puramente scaramantici: le stava davvero male quel colore addosso, pensò l'irlandese arricciando il naso.
Cercava di non pensare più di tanto a quello che le aveva spaccato il cuore qualche ore prima: la visione di Perrie su quel letto l'aveva fatta tornare al giorno dell'incidente sull'autostrada, Olly adesso si sentiva proprio come la sua Mini Cooper rosso ciliegia: ammaccata da una macchina più costosa.
Cos'era poi Olivia Horan in confronto a Perrie? Meno di zero. Olly non cantava, Olly non appariva su tutte le copertine dei giornali scandalistici, ad Olly non venivano proposti servizi fotografici. Quante volte se l'era ripetuto che il suo scopo non era quello di conquistare Zayn, ma quello di distruggere quell'odiosa bionda ossigenata? Non era servito proprio a niente, era caduta nella trappola del bel pakistano e Perrie Edwards era addirittura passata in secondo piano.

«Sono sicura che tutte voi, care donne, avrete la vostra dolce metà accanto a cui dare il bacio della mezzanotte!» esclamò la donna vestita di rosso, facendo diventare Olly verde di rabbia: era sempre stato il suo sogno quello di baciare qualcuno all'ultimo rintocco, ma al momento c'era soltanto un cuscino feccioso accanto a lei, nessuno Zayn Malik ad abbracciarla.
«Meglio cambiare canale» borbottò Olly prima di afferrare il telecomando e selezionare MTV dai canali predefiniti.
Subito il faccione bianco e nero di Zayn nel loro nuovo video musicale le si palesò  di fronte e si maledisse per non aver lasciato blaterale la signora in rosso.
Non si accorse nemmeno che seguendo con le labbra le parole della canzone - che conosceva a stento per via di suo fratello - si assopì leggermente, facendo aderire la testa al cuscino.


«Dieci, nove, otto, sette...» 
Olly si svegliò di soprassalto, appena in tempo per non perdere lo scoccare della mezzanotte: okay che non le importava proprio niente, però le sembrava triste dormire come un'anziana proprio in quel momento: chissà dov'erano in quel momento Niall o sua madre Maura. Di sicuro non su un divano appena svegli come Olivia, magari sua madre era con il suo compagno e Niall era con i suoi amici a divertirsi in qualche discoteca sebbene il tempo non lo permettesse poi più di tanto.

«Sei, cinque, quattro, tre, due, uno» improvvisamente qualcuno bussò alla porta, e Olly scattò subito in piedi pensando che si potesse trattare del proprietario del motel.
Andò ad aprire la porta, e in quel nanosecondo credette che il mondo le stesse crollando addosso di nuovo nel giro di poche ore.

«Zero» le soffiò Zayn sulle labbra, facendo aderire le proprie con quelle di Olivia.
L'irlandese forse neanche si ricordava di quanto un bacio di Zayn fosse meraviglioso; le sue mani morbide le accarezzavano teneramente le guance rosee, e - da quello che Olly vedeva quando schiudeva di poco le palpebre - aveva una faccia così serena che in un secondo tutto quello che aveva combinato precedentemente svanì dalla sua mente.
Le loro lingue giocavano dolcemente: probabilmente era un bacio desiderato da troppo tempo, anche se non era il loro primo. Dopo quel "ti amo" sia Zayn che Olly non avevano desiderato altro che vedersi e abbracciarsi forte. 

«Spero di aver esaudito il tuo desiderio» sussurrò il pakistano, facendo infrangere il suo respiro sul collo di Olly, che aveva ancora gli occhi chiusi; il rumore della televisione la disturbava non poco, ma in quel momento voleva soltanto sentire Zayn accanto a sé, non le importava di nient'altro.
Olivia aprì gli occhi chiari e fissò il ragazzo che si era allontanato di poco da lei, e respirava affannosamente probabilmente per via della corsa fatta per arrivare in tempo da lei: indossava una maglietta rossa, così aderente da individuare facilmente gli addominali che con il tempo si era fatto. Era vestito davvero leggero, ma se Olly conosceva un po' Zayn, non aveva neanche pensato al fatto che fuori casa potessero esserci zero gradi o anche di meno, era fin troppo impulsivo.

«Stronzo» disse piano Olly, annullando di nuovo la distanza tra di loro.
Zayn cingeva il corpo esile della piccola Horan con forza, come se non volesse più farla scappare: era vero che l'amava, e se n'era accorto a maggior ragione quando Perrie era venuta a casa sua quel giorno per spingerlo a provare di nuovo a stare insieme. 

«Ti amo - sentenziò Zayn guardandola negli occhi con l'espressione più seria del mondo - e te lo ripeterei all'infinito se per fartelo capire bastasse questo»
Una lacrima scese solitaria lungo la guancia di Olly, che portò di nuovo le labbra su quelle di Zayn, forse per zittirlo, forse perché quella parola le faceva troppo male, forse perché sapeva che sarebbe stato il loro ultimo bacio.

«Ti amo anche io, Zayn Jawaad Malik, ma sei un fottuto bastardo» disse, dandogli un ennesimo bacio a fior di labbra, per poi appoggiare la testa contro il suo petto: probabilmente era solo vicino a lui che si sentiva a suo agio, con nessun ragazzo si sarebbe sognata di fare in quel modo.
Zayn le prese il viso tra le mani e la baciò di nuovo, ancora più teneramente: aveva il solito profumo penetrante, quello che la prima volta le aveva dato così fastidio. Era un momento perfetto, e Olly desiderò ardentemente che non finisse presto.

«Voglio stare con te, è la sola cosa che voglio - la prese per le spalle e la guardò dritta negli occhi - e se devo combattere per averti, lo farò, non preoccuparti»
Olly lo guardò sospirando: perché se l'amava aveva probabilmente passato una notte con Perrie? Perché s'era scordato di venirla a prendere alla stazione se gliel'aveva suggerito lui stesso?

«Perché non sei venuto a prendermi oggi pomeriggio?» domandò lei, buttandogli le braccia al collo e aggrappandosi al suo petto ancora di più.
«Perché sono un coglione - disse baciandole il capo, teneramente - non voglio neanche giustificarmi perché sarebbe soltanto ridicolo»
Olivia sospirò di nuovo, doveva pensare a cosa fare con lui: non poteva perdonarlo immediatamente e fiondarsi tra le sue braccia come se non fosse successo niente, aveva baciato Perrie poche ore prima, non l'aveva semplicemente ospitata a casa sua. D'altra parte però, si sentiva perfettamente completa in quel momento, come se non ci fosse posto migliore in cui stare.
Non sapeva cosa diavolo fare, si sentiva in una bolla di sapone, non sentiva più neanche la televisione tanto stava bene. 
  
«Cosa dovrei fare per farti capire che ti amo veramente?» Zayn sospirò, puntando lo sguardo in alto e maledicendosi mentalmente per aver lasciato che Perrie lo baciasse.
Sin dal primo momento in cui l'aveva vista, anni prima, quando Niall aveva presentato loro la sua famiglia, Olivia l'aveva colpito particolarmente: quando l'aveva vista era stato come se gli fosse arrivato un camion addosso. L'aveva paralizzato al muro, quello sguardo l'avevca fatto cadere ai suoi piedi.

«Abbracciami e non mi lasciare più» sussurrò Olly, facendo un passo indietro e facendo varcare la soglia a Zayn, le dava fastidio che qualcuno potesse vederli.
«Tutta la vita, se vuoi» deglutì e l'abbraccio di nuovo, ancora più forte e ancora con più sentimento: quei due trasudavano amore da tutti i pori, ma gli unici a non capirlo erano proprio loro.
Olly aveva il fiatone, ma cercava di trattenerlo, nascondendosi nell'incavo del collo di Zayn baciandogli la pelle ambrata con tenerezza: il suo profumo era in grado di mandarla al manicomio.



_____

Buongiorno ragazze! Oddio mi sento tremendamente in colpa per non aver postato prima, ma ho avuto parecchi impegni da quando è iniziata di nuovo la scuola. Poi sto anche lavorando per i biglietti del concerto dei One Direction, al quale probabilmente andrò con le mie migliori amiche e capite che per convincere i miei genitori devo impegnarmi davvero TANTO e non posso stare al computer.
Spero comunque che questa merdina vi sia piaciuta, e vi ricordo che tra due capitoli la mia storia è UFFICIALMENTE FINITA! Madonna, mi scende una tristezza infinita, ma non posso farci niente, tutte le cose hanno una fine, e la long è quasi arrivata al capolinea.
Vi mando un bacione,
ps. se potete, mi fareste un piacere enorme se passaste dalla mia nuova oneshot su Liam e Holland Roden "Stupid", se non volete fa niente :)
Ari


 

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Capitolo 19
*** XIX ***





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Capitolo 19

she's like cold coffe in the morning
i'm drunk off last night's whisky and coke [...]
and you can stay with me forever
or you could stay with me for now



Un raggio di sole illuminò improvvisamente la piccola stanza, tingendo tutto di un giallo splendente: Olivia sbadigliò rumorosamente, non rendendosi conto di avere uno Zayn ancora addormentato a fianco. Le lenzuola profumavano in una maniera incredibile di lui, che persino nel sonno le cingeva i fianchi. Olly prese a guardarlo con gli occhi ancora insonnati, era davvero splendido: il suo respiro regolare, intervallato da qualche russo - purtroppo aveva questo piccolo e divertente difetto - le si infrangeva addosso, data la vicinanza con il suo corpo. Non si ricordava assolutamente niente di quello che era successo la sera prima, ma avere vicino Zayn era una rassicurazione.
L'irlandese cercò di liberarsi dalla presa ferrea del bruno e si sedette sul bordo del letto: faceva davvero freddo, ma c'era da capirlo dato che era praticamente in pantaloncini e top. Sbadigliò una seconda volta, cercando stavolta di assomigliare meno ad uno scaricatore di porto e si alzò, per prendere dal mucchietto di vestiti a ridosso del letto il maglioncino rosso di Zayn.
«Ols - disse improvvisamente Zayn - dove stai andando?» puntellandosi sui gomiti si sedette sul letto, guardando la ragazza con il suo maglione: riusciva ad essere bella anche con quasi niente addosso, era una cosa assurda. 
«Volevo soltanto guardare il tempo» Olly fece spallucce, fermandosi a guardarlo vicino alla finestra; dovette strizzare un po' gli occhi per mettere a fuoco bene dato che la luce era quasi accecante.
«Perché non ritorni qui? C'è freddo» disse il pakistano, facendo un mezzo sorriso.
Era vero, nonostante il maglioncino - leggero per altro - di Zayn, Olivia sentiva ancora freddo, quindi non si fece ripetere due volte la proposta anche perché abbracciarlo e rintanarsi sul suo petto era una sensazione più che bella. 
A passi lenti si avvicinò al letto e vi balzò sopra, infilandosi sotto il piumone cercando il corpo di Zayn, che prontamente circondò con le braccia, appoggiandovi la testa sopra: aveva sempre quel profumo pungente che tanto aveva odiato, ma che adesso era la cosa che più desiderava al mondo sentire. 
«Quanto sei brutta struccata, eh» sussurrò Zayn prendendo in giro Olly, che teneva stretta stretta come fosse una cosa davvero fragile.  Le carezzò una guancia con il dorso della mano, sorridendo: era più che ovvio che Zayn scherzasse, dato che l'irlandese gli piaceva in qualunque modo.
«E tu sei brutto in qualunque modo - disse Ols cacciando fuori la lingua e dandogli un buffetto sulla testa - specialmente adesso che hai questa voce da trans» 
In effetti non aveva proprio la voce melodiosa che tutte le fan dei One Direction probabilmente si aspettavano, di prima mattina Zayn sembrava un incrocio tra Satana e un cavallo morente ma ad Olivia non importava minimamente, anzi le faceva soltanto ridere il fatto che non fosse sempre perfetto.
«Ma per favore! Io sono Zayn Malik, non sono mica uno qualunque!» esclamò il ragazzo, stampandole un leggero bacio sulle labbra. 
Olly, al contatto con la sua bocca sussultò un momento, e per un attimo credette di volersi ritirare per qualche assurda ragione dettata dal suo cervello e da tutti gli avvenimenti precedenti, ma senza neanche ragionare per più di un minuto si fiondò sulle sue labbra, baciandolo appassionatamente.
Dopo qualche minuto Olly si staccò, sorridendo e tenendo entrambe le mani sulle guance di Zayn, non smettendo neanche un secondo di guardarlo: con quei capelli scompigliati, quella barba incolta e quelle labbra rosse era ancora più bello, pari al David di Donatello, nell'ottica dell'irlandese.
«E io sono Olivia Horan, e allora? Sono anche più importante di te, tra poco!» esclamò la ragazza, facendogli l'occhiolino e scostandosi di poco dal ragazzo, ancora accartocciato tra le coperte bianche.
Il sole era ormai alto su Bradford nonostante la forte pioggia che la sera prima aveva colpito i tetti della cittadina inglese e tutto in quella squallida stanza d'albergo aveva preso un colore decisamente più caldo.
«Oh certo, sei più importante di me, e perché, scusa? Canti?» la provocò Zayn, riempendola di baci sul viso, dappertutto: sul naso, sulle guance, sulle labbra, sulla fronte, sul collo.
«Per esempio perché sono una donna, e già questo dice molto - rispose Olivia, arricciando il naso - e poi perché faccio il miglior caffè di tutta l'Inghilterra» si vantò lei intrecciando i piedi con quelli di Zayn.
«Ah davvero, signorina Horan?» domandò il pakistano, sfregando il proprio naso contro il suo. 
«Davvero, ma non ho la minima intenzione di fartene uno» lo fregò lei, chiudendo gli occhi e accoccolandosi per l'ennesima volta sul suo petto.
Zayn le diede un altro bacio sulla punta del naso, delicato, e se la strinse a sé, cingendole le spalle con le braccia e tenendo sempre intrecciate le gambe alle sue. Erano perfetti insieme, no, non come nei film o come in quelle storie patetiche, erano perfetti perché tutto intorno a loro adesso aveva preso un colore diverso, tutto era silenzioso, circondato dalla loro aura positiva. Più volte il pakistano si maledisse per tutti i danni che aveva combinato, ma ogni volta che guardava Olivia in viso ritornava quella situazione assurda, quel mal di testa da sbornia colossale, quel camion che gli arrivava in faccia a trecento chilometri all'ora, e tutti i pensieri evaporavano dal suo cervello, lasciando posto soltanto ai suoi occhi.
«Posso dirti di nuovo quella cosa?» domandò improvvisamente Zayn, rompendo l'assoluto silenzio che si era creato nella stanza.
Olly lo guardò perplessa, non capendo cosa il ragazzo volesse dirle, ma sorrise dolcemente e prese a carezzargli con l'indice il petto scoperto.
«Dimmi tutto, Mr Malik» scherzò lei, tirando su col naso e continuando a sorridere.
C'era qualcosa nello sguardo di Zayn che la faceva morire: forse quegli occhi scuri, profondi, da perdercisi dentro, o forse addirittura quei capelli neri morbidi anche senza pettinarli. O addirittura la pelle, la pelle morbida del collo o gli addominali appena accenati. Non sapeva decidersi, insomma.
«Ti amo» disse di botto il ragazzo, puntellandosi sui gomiti e sovrastandola di qualche centimetro.
Non le diede neanche il tempo di reagire che si fiondò per la seconda volta sulle labbra di Olivia, che non esitò neanche un secondo a ricambiare il bacio.
Non stavano insieme, né quello che avevano avuto la sera prima e in quel momento aveva significato davvero quealcosa - Olly era davvero troppo orgogliosa - ma quello si, che era davvero uno dei giorni più belli della sua vita e, si sa, chi è felice a Capodanno è felice tutto l'anno, no?

Niall era alla stazione di Wolverhampton da più di un quarto d'ora, davanti ad un Liam più scuro del solito vestito di grigio e con un paio di occhiali da sole che coprivano evidentemente le occhiaia scavate sul suo viso. Certo, il biondo non aveva mai visto il suo migliore amico in quelle condizioni, e si maledisse più volte anche perché non sapeva come aiutarlo.
«Liam, non puoi stare così per una ragazza, cazzo!» sbraitò Niall prendendo l'amico per le spalle e scuotendolo ripetutamente: non poteva stare male sul serio per sua sorella, non si conoscevano neanche da tanto tempo!
«Niall, io sto male per ciò che mi pare, intesi?» disse il castano, passandosi una mano sul viso e cercando di liberarsi dalla presa dell'amico.
Non l'aveva presa bene, quando Olivia se n'era andata tutto gli era crollato addosso. No, lì per lì non ci era neanche rimasto male, ma era rimasto stupito dal suo cambio improvviso. Insomma, Zayn l'aveva tradita più volte, l'aveva soltanto presa in giro, mentre lui era disposto a dare il mondo per lei e cosa aveva fatto? L'aveva lasciato in Irlanda senza neanche una buona spiegazione. 
Era sempre così: ogni volta che credeva di aver conquistato per bene una ragazza, questa fuggiva dal suo antagonista o semplicemente fuggiva e basta. Non era destino evidentemente che Liam si mettesse con qualcuna per cui davvero provava qualcosa sebbene fosse famoso e pieno di soldi.
«Sei stupido, sei un fottuto stupido, lasciatelo dire - imprecò Niall, con il suo accento irlandese e con la sua solita poca delicatezza - mia sorella non è il tipo per te, vuoi capirlo?» 
«Danielle è il mio tipo, allora?» sbuffò e cercò di guardare altrove. 
La stazione di Wolverhampton non era niente di che, ma d'altronde neanche la città era così bella: non c'era praticamente niente, soltanto un centro commerciale enorme e quattro casette industriali. Niall lo sapeva perché era venuto diverse volte a trovare la famiglia del suo migliore amico, e aveva avuto modo di visitare anche il centro dato che casa Payne era proprio lì.
«Devi soltanto aspettare, ma non sono io a dovertelo dire, diamine! Liam James Payne! Sei adulto e vaccinato e credo che tu sia maturo abbastanza da capire che stai sbagliando tutto»
Liam abbassò lo sguardo, sentendosi improvvisamente colpevole per tutto quello che aveva fatto in quei pochi giorni: era stato proprio lui a spingere Olivia verso sé benché lei non disprezzasse affatto.
«Tu capisci che se avessi qui davanti Zayn gli spaccherei la faccia? Ma non posso, non posso rovinare tutto per tua sorella. La band è più importante, noi siamo più importanti, ma sai anche come sono fatto e non posso farmi passare tutto subito» disse guardandolo di nuovo negli occhi.
Liam sapeva che tutto si sarebbe risolto in poco tempo, anche perché sarebbero dovuti partire per l'America entro pochi mesi e non potevano mandare tutto all'aria per una stupida ragazza. 
«Il nostro gruppo non si scioglierà per amore, Liam, ripeti dopo di me amico» disse piano il ragazzo, attaccandosi al muro e sistemandosi meglio il cappuccio nero sulla testa sperando di non essere riconosicuto da qualche ragazza presente.
«Il nostro gruppo... non si scioglierà per amore» asserì Liam, sforzandosi di sorridere almeno un minimo all'amico che era venuto a posta per lui e per farlo sentire meglio, dato che aveva anche passato il Capodanno da solo.
«E non fare l'offeso o l'arrabbiato, che tanto non ti crede nessuno» scherzò l'irlandese cominciando a ridere con la sua solita risata da celebroleso: gli metteva un'assurda allegria quando Niall rideva a quel modo, era semplicemente incredibile.
«Sono insieme, vero?» domandò Liam dopo aver riso per dieci minuti a causa del biondo.
La sua domanda era chiaramente riferita a Zayn e ad Olivia, cosa che Niall aveva capito anche abbastanza bene. 
«Chi? Danielle e Perrie? - scherzò ancora Niall, accennando alle ex dei suoi amici - Comunque, non lo so, ma credo di si dato che Zayn non ha passato il Capodanno con noi» sospirò e riprese a sorridere dopo poco, cercando di infondere un po' di tranquillità in più al suo amico: non doveva davvero abbattersi per così poco, perché poi se avrebbe dovuto affrontare problemi seri si sarebbe ucciso o qualcosa del genere.
«Va bene, non importa» sbuffò Liam avvicinandosi all'amico biondo e abbracciandolo calorosamente. Sperò che nessuno li riconoscesse perché odiava mostrare affetto così pubblicamente: a Niall però voleva un bene sincero, di uno di quelli che non passa facilmente. Per Liam, l'irlandese era come un fratello ormai, anche se tutti lo erano, ed era consapevole che sarebbe stato sempre al suo fianco.


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Buongiorno ragazzuole mie! Lo so che vorreste picchiarmi a sangue perché non ho aggiornato subito, ma credetemi sono in una situazione ASSURDA con la scuola: della serie che ho un sacco di compiti, e dato che si, andrò al concerto a Berlino, non posso permettermi di andare male. SPERO con tutto il mio cuore che il capitolo vi sia piaciuto anche perché il prossimo sarà l'ultimo (non contando l'epilogo che però non sarà particolarmente lungo, eh) :( cioè non posso pensarci che mi viene la tristezza! Alla fine questa è una delle poche fan fiction che ho scritto io che non mi dispiace, quindi .. BOH. Fatemi sapere quel che avete pensato leggendo.
PS. MI DISPIACE un casino perché non rispondo alle recensioni, ma VI GIURO che vi leggo e VI AMO TUTTE! Appena ho un angolino di tempo prometto di rispondere a tutte.
Vi mando un bacio super enorme,
Ari


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Capitolo 20
*** XX ***




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Capitolo 20


«La pianti di russare come mia nonna?!» esclamò Niall, accartocciandosi il piumone addosso, cercando di coprirsi la testa con il cuscino: Zayn russava come un trombone da più di due ore e il biondo, ricordato come il ragazzo dal sonno in assoluto più leggero, non riusciva a prendere sonno sebbene fossero comunque le sette di mattina e non avrebbe più potuto dormire a lungo.
Niall e Olivia sarebbero dovuti partire la mattina del giorno dopo dato che Maura avrebbe fatto il compleanno di lì a poco, e i due erano stati gentilmente obbligati dal patrigno a partecipare alla festa a sorpresa per la loro mamma. Solo a pensare alla voce di quell'uomo a Niall si gelava il sangue nelle vene, e la giugulare cominciava a pulsare: non gli piaceva per niente, ma non poteva impedire a Maura di stare con lui, non era suo diritto, come non lo era di Olly.
«Io non russo come nessuna nonna! - esclamò Zayn con la voce ancora impastata dal sonno e alzandosi piano puntellandosi sui gomiti - Anzi, io non russo affatto!»
Zayn con la faccia sconvolta dalla notte passata in bianco con Olivia guardò il suo migliore amico con un'espressione poco carina: il naso arricciato e gli occhi ridotti a una piccola fessura scura.
«Se tu non russi io mi chiamo Michael Jackson» sussurrò Niall trattenendo una risata. Il pakistano faceva morire dal ridere con addosso quell'espressione "minacciosa"; in realtà faceva ridere quasi sempre ma appena sveglio - e Niall lo sapeva benissimo - era uno spettacolo sconcertante.
«Senti, Michael, pensi che tua sorella sia sveglia?» domandò Zayn, alzandosi di scatto e cominciando a camminare su e giù per la sua stanza completamente privo di vestiti se non per un paio di pantaloncini della tuta che gli arrivavano fino al ginocchio: anche con meno quarantotto gradi Zayn avrebbe dormito seminudo, era ormai un'abitudine strana che aveva sin da quando era piccolo.
«Ma perché parli di mia sorella da ventiquattro ore? - chiese l'irlandese sospetto, anche se sapeva perfettamente che le cose tra Zayn e Olivia stavano procedendo alla grande - Attento a quello che fai, fratello, te lo dico sinceramente!»
Sebbene Niall non vedesse più molto spesso la sorella a causa dei continui impegni che lo tenevano lontano da casa era legato a lei più di quanto tutti si potessero immaginare: fino a quel momento nessuno però si era interessato con particolare attenzione ad Olly e tutto era filato liscio, ma adesso che uno dei suoi migliori amici aveva persino trascorso una notte fuori con lei tutto stava cambiando.
«Ho intenzione di proporle di stare insieme, oggi, ti darebbe fastidio?» Zayn adesso era fermo davanti alla porta della sua stanza, la sua schiena aderiva perfettamente sulla superficie liscia del legno scuro e guardava serio Niall, che giaceva ancora nel letto, mezzo sotterrato dai piumoni che Trisha si era premurata di fargli trovare.
«A me no, ma a Liam darebbe molto fastidio» sospirò il biondo rigirandosi tra le lenzuola e grattandosi con vigore il capo come se gli prudesse qualcosa, anche se in realtà era semplicemente in cerca di una soluzione plausibile per far parlare nuovamente Liam con Zayn.
«Che cazzo, perché sono in questo macello? - chiese Zayn mettendosi a braccia conserte - Non poteva stare con Danielle, semplciemente?» domanda quasi retorica dato che conosceva già la risposta.
E lui? Lui non poteva rimanere con Perrie e non complicare ulteriormente la situazione? D'altronde era stato proprio Zayn a cacciarla fuori il giorno di Natale, era stato lui che aveva ammesso di prenderla in giro davanti a tutti, era stata lui a trattarla male di fronte ai suoi genitori. Era colpa sua.
Era colpa sua anche se adesso non desiderava niente di più che Olivia. Olivia Horan era diventato il suo chiodo fisso, il motivo per cui alzarsi dal letto e sorridere tutte le mattine. Non gli usciva più dalla testa e questo non era un bene, perché gli crivellava le idee e attanagliava il suo cuore.
«Devi parlargli, lo sai anche tu» lo rimproverò Niall che evidentemente poteva interpretare, dalle espressioni di Zayn persino i suoi pensieri.
«Lo so» sospirò il moro, e uscì dalla stanza diretto alla porta accanto. La stanza di Olivia.

Zayn chiuse lentamente la porta della stanza che era stata di Doniya dietro di sé e si fermò di fronte al suo letto, sedendosi sul bordo delicatamente e cominciando ad osservarla attentamente, in tutti i suoi particolari: le labbra rosse, la sua impercettibile cicatrice nascosta dall'attaccatura dei capelli, persino i suoi movimenti appena visibili non passavano inosservati.
«Oddio, ma che ci fai qui?» domandò Olivia spalancando di colpo gli occhi verdi e puntandoli in quelli scuri del ragazzo che si ritrovava di fronte: capì in un batter d'occhio che si trattava di Zayn. Del suo Zayn. 
Lo guardò fisso per un paio di secondi, lui stava chino su di lei, con le mani salde al materasso e il viso a meno di tre centimetri dal suo: sentiva il respiro di lui infrangersi sul suo collo, caldo e inebriante.
«Ti ho svegliata, lo sapevo» mormorò lui, avvicinandosi ancora di più alle sue labbra, e sfregandole dolcemente con le sue, chiudendo gli occhi.
Olly si alzò lentamente raggiungendo le labbra di Zayn e baciandolo con dolcezza: adorava il profumo di bucato fresco che aveva addosso di prima mattina, indipendentemente dalle lenzuola.
Gli teneva le guance ancora non sbarbate con entrambe le mani, e lo attirava a sé sebbene Zayn stesse per cadere dal letto, dato che Olly occupava buona parte del materasso con le sue posizioni da bradipo. Quando se ne accorse - un po' troppo tardi, a dir la verità - scostò le scoperte e con il pigiama ridicolo che si ritrovava addosso si alzò e, costringendo a far alzare anche Zayn, gli si buttò letteralmente addosso, con le gambe incatenate al suo busto e le braccia attorno al suo collo.
«Non fa niente, è stato un bel risveglio» sussurrò lei, donandogli un bacio leggero sulla fronte.
«Comunque fai dei rumori strani quando dormi, Ols, tanto per dirtelo - scherzò Zayn, prendendola in giro - mica come me che non mi sento neanche!»
«Ma smettila che ti sentivo anche da qua stanotte che russavi quasi peggio di mia nonna Rose!» esclamò lei, dimostrando a Zayn che forse Niall aveva ragione.
Riflettendo su questo ovviamente gli scappò una risata, ma non avrebbe rivelato ad Olivia il motivo neanche sotto tortura: non poteva ammettere che effettivamente russava.
«Volevo parlarti a proposito di una cosa .. abbastanza importante» sentenziò improvvisamente Zayn lasciando scivolare giù dalle proprie braccia Olly e facendola sedere sul davanzale della finestra per poi mettersi davanti a lei e prenderle il viso tra le mani, dolcemente.
La guardava con un mezzo sorriso sulle labbra e aveva la tentazione dannata di fiondarsi sulle sue labbra, ma sapeva bene che in un momento serio come quello avrebbe dovuto trattenersi.
«Ti amo, te l'ho già detto per caso?» domandò lui prendendosi in giro da solo, tra l'altro, dato che conosceva già la risposta.
Olivia, infatti, si morse un labbro per cercare di trattenere una risatina dovuta alla domanda idiota: quante volte gliel'aveva ripetuto quel "ti amo"? Una volta quando era in Irlanda, un'altra allo scoccare della mezzanotte il giorno di Capodanno e un'infinità di volte mentre dormivano insieme, stretti.
«Si, ma non c'è bisogno di ripetermelo costantemente - rise lei, baciandogli l'angolo della bocca- lo so già che mi amano tutti»
Strizzò gli occhi e si stiracchiò: non poteva nascondere il fatto che aveva ancora sonno, ma dato che erano appena le otto di mattina era più che plausibile.
«Ma smettila, Olivia, non ti montare la testa» rise Zayn, tirandole un buffetto su di una spalla.
«Jawaad, o come cavolo ti chiami, non cominciare perché sennò ti faccio il solletico fino allo svenimento!» lo minacciò Ols, muovendo le dita come se ci fosse qualcosa di magico.
«Non mi sfidare, bambina» sussurrò malizioso Zayn, cominciando a farle il solletico sotto le ascelle e costringendo Olly a buttarsi di nuovo sul letto per sfuggirgli: se c'era una cosa che a stento riusciva a sopportare era il solletico. Non se lo faceva fare neanche da Niall, tanto era sensibile.
«Zayn ti prego, smettila, non respiro!» esclamò lei tra una risata e l'altra. Probabilmente aveva svegliato mezza casa, ma non riusciva a smettere sul serio.
Improvvisamente si ritrovò il pakistano di sopra, cosa che imbarazzò non poco Olivia, ma che non impedì alla stessa di continuare a ridere come un'ossessa. Di colpo però Zayn si fermò e le bloccò entrambi i polsi, guardandola seria.
«Proviamo a stare insieme? - domandò lui, stringendole ancor di più i polsi, tanto che quasi le fece male - Non accetto un "no" come risposta»
Olly dopo un primo momento di sconcerto, chiuse gli occhi e si lasciò guidare dalle sue sensazioni: sapeva benissimo a quello a cui andava incontro. Sapeva che non sarebbe sempre stata vicina a Zayn, continuamente in tour, sapeva anche che non avrebbe potuto assillarlo ogni dieci minuti al telefono perché aveva da lavorare, e sapeva anche che le sue fan non avrebbero reagito bene.
Tutti la conoscevano come "la sorella di Niall", c'erano ragazze che addirittura sapevano cosa le piaceva da mangiare, la data del suo compleanno e persino il suo profilo personale di Facebook. La fermavano per strada per chiederle di suo fratello, nessuno si preoccupava di lei. Adesso però, tutto sarebbe cambiato. Essere conosciuta come "la ragazza di Zayn" le avrebbe fatte impazzire, si sarebbero scatenate contro di lei, ma cosa poteva farci se si era innamorata perdutamente del suo peggior nemico? Cosa poteva farci se invece di eliminare Perrie era finita per innamorarsi dell'ultima persona di cui mai si sarebbe aspettata? Niente.
«Si - sussurrò dolcemente - probiamo a stare insieme»
Non le lasciò neanche il tempo di completare bene la frase che Zayn si fiondò sulle sue labbra, imprigionandola in un bacio quasi asfissiante.


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Buongiorno ragazze! Forse vi ho fatto aspettare un po' meno del solito stavolta ma vi giuro, questa settimana (o quel che è passato) è stata INFERNALE. Ieri sera mi sono messa a scrivere ma una mia amica ha avuto la BRILLANTE idea di venire a casa mia mentre io ero a scuola, leggere la fan fiction e CHIUDERE TUTTO SENZA SALVARE. Ditemi se non dovevo ucciderla a colpi di scarpe.
Comunque, spero vi sia piaciuto. Questo è proprio l'ultimo capitolo della fan fiction, ci rivedremo con l'epilogo e già mi piange il cuore.. AHAHAHHA sappiate che dovrete subirvi un POEMA OMERICO nel prossimo capitolo perché devo ringraziare tante, tante persone.
Intanto vi bacio e vi saluto,
Ari

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Capitolo 21
*** Epilogo ***


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Epilogo
 
Due anni dopo

Last Christmas
I gave you my heart


«Ecco, lo sapevo, siamo in ritardo! Come puoi sempre essere così imbranato? - starnazzò Olivia dalla porta del bagno mentre aspettava il suo fidanzato ancora di fronte allo specchio - Sei peggio di una donna!»
Conosceva Zayn ormai da parecchio, e sapeva benissimo che non si sarebbero sbrigati presto: peccato che all'appello mancassero solo loro due e tutti li stavano aspettando da circa due ore.

«Ma non vedi come ho i capelli? Cioè sembro un carciofo» esclamò Zayn con una vocetta da checca isterica. Non si era neanche vestito ancora tant'è che era ancora a petto nudo e attorcigliato ai fianchi aveva semplicemente uno striminzito asciugamano bianco, che, purtroppo per Olly, evidenziava tremendamente i muscoli scolpiti del pakistano.
Olivia sospirò profondamente per non perdere la calma: erano due anni che vivevano insieme ed erano due anni che ogni volta che dovevano uscire Zayn le faceva perdere tempo. Ormai quasi ci aveva fatto l'abitudine; si appoggiò allo spigolo della porta con il fianco destro e pensò seriamente di spararsi un colpo dritto in testa.

«Cioè tu ancora ti devi svegliare? Zayn ci siamo svegliati alle otto, è impossibile che tu alle due non sia ancora pronto! Harry ci pesterà, io ti avviso!» esclamò l'irlandese con un tono leggermente isterico.
Il pranzo di Natale sarebbe dovuto iniziare più di un'ora prima e, tra l'altro, avrebbero dovuto cercare per tutta Londra per trovare casa di Harry, abilmente situata in un posto imprevedibile.

«Olivia, ti prego non farmi pressioni! Piuttosto, la prossima volta questo gel mettilo per fare il gelo di mandarino, forse sarà più utile a te che a me!» sbuffò lui, girandosi verso la sua ragazza e sorridendo.
Due anni, due anni in cui avevano fatto tante, troppe cose: Zayn aveva provato a trasferirsi a Mullingar da Olly in modo che lei potesse finire la scuola con lui accanto, ma non c'era riuscito troppo bene a causa dei tour e delle signing continui; avevano trascorso un'estate in Kenya e Olly aveva avuto il coraggio anche di presentarlo al padre Bobby come suo fidanzato ufficiale. Appena l'irlandese aveva compiuto vent'anni, si era trasferita a casa di Zayn a Londra per frequentare il College.

«Zayn, ti prego» lo ammonì seria lei, cercando di mantenere un'espressione corrucciata ma non riuscendoci neanche un po': quando si trovava di fronte al suo bel ragazzo non riusciva a trattenere il sorriso. Certo, c'erano stati i momenti in cui aveva voluto tornarsene a Mullingar, anche i giorni in cui l'avrebbe volentieri buttato dal balcone, ma era incredibile come dopo cinque minuti tutto tornasse come prima, e forse anche meglio.
«Vieni qui» le intimò il ragazzo, aprendo le braccia e stringendo Olivia come se non la vedesse da mesi. 
«Non mi abbracciare a tradimento perché lo sai che non ci casco» rise Olly, accoccolandosi sul suo petto e lasciandogli un lieve bacio sulla clavicola sporgente.
«Cazzo, e io che pensavo di riuscirti ad abbindolare - la prese in giro Zayn, stringendo le mani sui suoi fianchi e baciandole la fronte - dai, mi dò una pettinata e andiamo»
Olivia annuì stringendo forte il suo ragazzo: adesso l'invito a casa di Harry suonava lontano e di disturbo. Avrebbe voluto passare il Natale soltanto in compagnia di Zayn, magari sul divano a mangiare porcherie e a guardare qualche film demenziale del genere che piaceva a loro. 
Per il compleanno di Olly erano rimasti a casa e avevano passato la giornata così, accoccolati sul divano, lei con la testa sulla sue gambe e lui con gli occhi costantemente su di lei. Erano una bella famiglia, si amavano e si completavano a vicenda, e questo appariva strano, dato che fino a qualche anno prima avevano progettato di distruggersi.

«Sei sicura di voler andare a casa di Harry? Credo ci sia Perrie» Zayn parlava con sincerità, neanche lui avrebbe voluto andare a casa del suo migliore amico. Non perché fosse da Harry, per carità, ma perché gli andava di prendere una pausa da tutto e da tutti dopo il duro lavoro di quell'anno, e soprattutto perché ci sarebbe stata anche l'oca bionda, stretta in uno dei suoi soliti Chanel.
«Dobbiamo andare, Mr Malik, ci sarà anche mio fratello e lo sai che non me lo perdonerebbe» sussurrò Olly, pensando proprio a quello stupido di Niall: da quanto tempo non lo vedeva? Da poco, da veramente poco. Veniva quasi sempre a dormire a casa loro, e la maggior parte delle volte era così ubriaco che dormiva sul pavimento invece che sul letto. 
«Liam porta Emilia, la sua nuova ragazza italoamericana, ancora non l'ho conosciuta» disse Zayn, liberando Olly dall'abbraccio non prima di averle stampato un bacio sulle labbra.
In effetti Liam ultimamente era sparito per via di Emilia: una ragazza conosciuta a Miami con la quale si era messo insieme durante uno degli ultimi tour in America. 

«Non mi piace molto questa Emilia, l'ho vista una volta e sinceramente non mi pare tutto sto granché, io sono di gran lunga molto meglio» si vantò Olivia - prendendosi in giro da sola - guardandosi le unghia rovinate a causa del suo continuo mangiarle.
«Eh, però sei mia, guarda che casualità» disse Zayn, prendendo con la sinistra le guance di Olly e baciandola con violenza. La sentiva sua da sempre, come se prima di Olly non avesse avuto nessuno, come se non conoscesse altra persona che lei. 
Certo, le fan dei One Direction non avevano preso bene la notizia della rottura con la magnifica Perrie delle Little Mix: non riuscivano ad amare la sorella di Niall come ragazza di Zayn, ma tutto alla fine si era risolto, bastava solo non curarsi dei commenti cattivi, delle foto colme di odio.

«E tu? Tu con Perrie come farai?» disse la bruna ignorando apparentemente le parole precendenti di Zayn, sebbene le avesse prese e impresse a fuoco nel suo cuore. 
Era sua, completamente sua. Sua dal primo giorno, sua sin da quando avevano litigato sull'autostrada, sua sin da quando Zayn l'aveva presa e baciata sulla neve. Sua, semplicemente.

«Non ho bisogno di guardare Perrie, cretina» rise lui, dandole un buffetto e infilandosi velocemente un maglioncino azzurro: tutti i colori gli stavano meravigliosamente, ma il rosso e l'azzurro, con la sua carnagione ambrata risaltavano persino il colore scuro delle sue iridi.
Olly scese velocemente le scale, abbandonando Zayn in bagno - sicura che in pochi minuti sarebbe scesa - e si specchiò non troppo accuratamente all'ingresso: aveva un semplice vestito color prugna, stretto sulle cosce e più o meno fino al ginocchio. Un paio di decollète forse troppo alte le fasciavano i piedi da bambina - appena trentasei centimetri - mentre i capelli scuri erano legati in uno chignon alto sulla testa: si era ripromessa di non andare troppo elegante a quella cena, ma Zayn le aveva regalato quel bellissimo vestito e non aveva potuto trattenersi.

«Non sono bellissimo?» chiese vanitoso Zayn, scendendo le scale di corsa e catapultandosi verso la ragazza. L'afferrò per le spalle e la scosse: sembravano una coppia di migliori amici quando facevano così, ma la cosa bella in un rapporto non era forse anche questa?
«Zayn, mi fai male, idiota!» esclamò Olly scrollandosi Zayn di dosso: quando faceva in quel modo era insopportabile, la trattava come se fosse un maschio e di conseguenza incapace di sentire dolore.
«Dai, amore, lo sai che scherzo» rise lui, prendendole di nuovo le guance e baciandola delicatamente. 
Olly l'abbracciò, carezzandogli leggermente una guancia, constadando che non s'era fatto neanche quella mattina la barba, cosa che l'irlandese odiava profondamente. Odiava il fatto che le irritasse la pelle soltanto quando la sfiorava.

«Devi farti la barba, perché sennò non ti bacio più» disse staccandosi dall'abbraccio e mettendosi a braccia conserte, con il broncio.
«Ma non eravamo in ritardo?» provò a giustificarsi lui grattandosi la nuca, da perfetto imbranato. Era davvero, davvero pigro in tutto, anche quando qualcosa lo riguardava personalmente: figurarsi se aveva tempo per farsi la barba, che poi ultimamente purtroppo aveva preso a piacergli.
«Per questa volta sei scusato» disse Olly, sistemandogli i bottoncini del cardigan scuro.
Uscirono velocemente, tirandosi dietro la porta e dirigendosi verso la Bentley Continental di Zayn, caso raro dato che Olivia preferiva sempre spostarsi con la sua amata Mini Cooper, Zayn guidava anche peggio di lei, il che era tutto dire.
Proprio la ragazza si vide costretta a mettersi seduta sul posto del passeggero - la solita superbia di Zayn e la gelosia nei confronti della Bentley l'avevano sempre vinta - e ad osservarlo mentre cercava di capire come funzionasse il cambio: proprio uguale a Michael Schumacher.

«Cerchiamo almeno per stavolta di arrivare sani e salvi?» domandò sarcastica Olly, guadagnandosi un bufferro sulla guancia. 
Erano proprio adorabili quei due insieme, vero?

Arrivarono a casa di Harry che erano già le tre e mezza, e tutto quel che c'era di commestibile era già stato mangiato da Niall. Restavano soltanto delle bietole e delle lenticchie schifose, che Olly e Zayn furono costretti a mangiare: a tavola c'erano proprio tutti. Emilia e Liam, Eleanor e Louis, Harry a capotavola con la sua fedele compagna - la forchetta - e Niall che cercava di nascondere da sua sorella l'ultimo pezzo di pollo rimasto. 
Perrie era messa in un angolo, che giocava con una foglia di lattuga manco fosse una tartaruga: aveva guardato malissimo Olly e Zayn appena erano arrivati, non perché fossero arrivati in ritardo, ma probabimente proprio perché fossero lì.

«Ma vi siete persi?» chiese Harry, infilzando la forchetta in un pasticcino alla crema e portandoselo tutto in bocca, masticando rumorosamente.
Incredibile come i maschi fossero maleducati in campo di cibo: meno male che tutti erano amici fra di loro - tranne poche persone a caso - perché le figuracce sarebbero state assurde.

«Styles, in un posto più sperduto sta casa di merda potevi comprarla» si lamentò Zayn, guardando schifato le bietole senza olio rimaste nel suo piatto.
«Però è davvero bella, fratello, devi ammetterlo che è diecimila volte più bella della tua» lo pizzicò il riccio, lanciando una breve occhiata ad Olivia, che parlava con suo fratello.
Da quando stavano insieme il suo amico metà pakistano era cambiato radicalmente: preferiva un film a casa che uscire ed andare in discoteca ad ubriacarsi, portava Olly a fare shopping e addirittura avevano passato un weekend come coppia a Bradford a casa dei suoi genitori.

«Ma smettila, hai un giardino che sembra una topaia» scherzò Zayn, dandogli un pugno sulla spalla.
«Hai intenzione di sposarla?» domandò improvvisamente Harry, puntandogli lo sguardo addosso.
L'aveva fatto a posta: sapeva benissimo che ancora era presto per entrambi, ma sapeva altrettanto bene che Zayn l'avrebbe fatto senza esitare. Aveva visto che Olly sarebbe stata quella giusta. Dove Zayn aveva lacune, Olivia era pronta a comargliele e dove Olly mancava di protezione, Zayn era sempre disponibile a spaccare la faccia a chiunque.

«Non voglio parlarne qui.»
Olly si girò di scatto verso i due amici, lasciando perdere per un attimo Niall che ingurgitava la montagna di cibo che aveva accumulato sul suo piatto e guardò perplessa Zayn: perché lui ed Harry stavano parlando sottovoce? E soprattutto perché sentiva uno strano presentimento?

«Cosa stai tramando? Non è che per caso mi tradisci?» incalzò Olivia, assumendo un'espressione contrita e sospettosa: ormai era diventata abitudine anche quella sua espressione.
«Si, ti tradisco con Harry» disse serio Zayn, cercando di avvicinarsi alla sua fidanzata, ma rimanendo amaramente deluso dato che al posto di un bacio ricevette soltanto uno schiaffo sulla bocca.
«Come osi!» esclamò lei, offesa. 
La scena era davvero comica: per quanto assurda la risposta di Zayn fosse stata, Ols c'era cascata come una pera, a causa della sua continua gelosia nei confronti del pakistano.

«Si, ti tradisco ogni giorno con Harry, poi con Louis e poi con tutti gli altri» rise il ragazzo, continuando a prendersi gioco di lei davanti a tutti. 
Provò ad avvicinarsi di nuovo ad Olivia, incassando per la seconda volta un insuccesso: stavolta si beccò un sonoro schiaffo sulla guancia, forte tanto da lasciargli l'impronta delle cinque minuscole dita di Olly sul viso. 

«Ti odio» disse lei, mettendosi a braccia conserte e allontanando la sedia da quella di Zayn.
Almeno due volte al minuto avevano queste discussioni infantili, tanto che ormai Malik non ci faceva più caso e anzi, coglieva l'occasione per prenderla in giro e divertirsi un po'.

«Signori e signori, questa è la donna che voglio sposare» sorrise lui, bloccandole le spalle e afferrandole il viso con entrambe le mani: tutti restarono in silenzio, fino a quando Niall non emise un rutto sonoro. Era questa la famiglia che Olivia Horan, s'era scelta, e quelle - ne era abbastanza sicura - sarebbero state le persone che avrebbe sempre avuto accanto. Fino alla fine.


FINE 

__________



Sto per piangere. No ragazze, io sto per PIANGERE. E' finita. E' finita la STORIA INFINITA. AHAHAH, da quanto tempo è che scrivo questa fanfiction? Credo più o meno da Aprile 2012, e adesso che siamo nel 2013 e Olivia fa quasi un anno, boh .. mi viene davvero da piangere. E' la prima volta che finisco seriamente una fanfiction, per cause che tutt'oggi sconosco, non ne ho mai completata una, ma sin dall'inizio sapevo che questa sarebbe stata la prima. L'idea della fanfiction in sé è molto, molto banale: onestamente, quante storie su Zayn - e sugli altri - avete letto così? Tante, e sono davvero lusingata che voi, SESSANTAQUATTRO PERSONE abbiate seguito la mia storia. Ho partorito finalmente la mia ZALIVIA, e credo che tutte voi siate rimaste contente dell'Epilogo. Non è niente di che, sia chiaro, ma non volevo esagerare. Essendo che la storia praticamente era già finita per me con lo scorso capitolo, questo è stato soltanto per regalarvi(ci) un ultimo momento Zalivia. 
Devo ammetterlo, mi è piaciuto davvero tanto scriverlo, perché ormai Zayn ed Olly sono diventati parte di me, mi sono davvero affezionata a scrivere di loro e ai loro personaggi, tanto che quasi mi dispiace finire qua 'Come ammazzare la fidanzata del tuo peggior nemico e vivere felici'.
Va bene, parto con i ringraziamenti e poi vi lascio in pace:
RINGRAZIO:
1) Erika e Roberta, le mie migliori amiche che sicuramente staranno leggendo e che devono promettere di dimenticarsi immediatamente del fatto che io stia dedicando loro uno spazio in questa fan fiction: vi voglio bene, ma questo lo sapete già e quindi evito di ripeterlo altre 200 volte.
2) harrys, che è stata d'aiuto in questo periodo anche se probabilmente non leggerà questa dedica dato che credo non segua questa storia. Lu, grazie per avermi dedicato una tua fanfiction, grazie veramente di tutto l'aiuto e di tutti i complimenti che continui a farmi. Sei forte.
3) jas_ per aver fatto il primo banner della storia, dopo grazie ad egg___s ho imparato a farli da sola anche se non con lo stesso risultato (credo).
4) Charlie che è sempre d'aiuto. Ormai è da un po' che ci conosciamo e che ci "recensioniamo (?)" rispettivamente le fanfiction, ho imparato a volerti bene davvero e ti stimo come persona. Grazie per tirarmi sempre su il morale con le tue recensioni bellissime.
5) Voi sessantaquattro lettrici che mi avete portato tanta, tantissima felicità, non so più come ringraziarvi, a voi il VENTUNESIMO e DEFINITIVO ringraziamento. Vi voglio bene.
6) Giorgio, vabbè, tu non hai fatto niente, non sai neanche dell'esistenza della fanfiction ma ti ringrazio lo stesso, perché tu sei tu, e io sono io. 
7) I miei ragazzi, i One Direction: fonte di ispirazione, fonte di vita, di rassicurazione e momento di conforto nei momenti brutti. Vi amo con tutto il mio cuore ormai da due anni, e non ho intenzione di lasciarvi neanche pagata.
Basta, ho scritto abbastanza, non posso vedere tutto sto rosso nella pagina, sembra che io abbia fatto una strage (AH-AH CHE BATTUTA DI MERDA), bhu, basta, vi saluto. Spero che voi continuiate a seguire le mie storie, dato che ho postato e posterò sempre altre fanfiction.
VI MANDO UN BACIO ENORME COME AL SOLITO,
Ari


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