L'alchimia non esiste solo tra elementi chimici

di REAwhereverIgo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Allenamenti un po'... bagnati! ***
Capitolo 3: *** Ragazzo o ragazza? ***
Capitolo 4: *** Casa invasa ***
Capitolo 5: *** Invito a cena ***
Capitolo 6: *** Una simpatica compagnia ***
Capitolo 7: *** Dagli errori si impara ***
Capitolo 8: *** Un tramonto speciale ***
Capitolo 9: *** Proposta di matrimonio ***
Capitolo 10: *** Ammissioni ***
Capitolo 11: *** Una divertente serata in casa Key ***
Capitolo 12: *** Nottata fuori casa ***
Capitolo 13: *** Un’ambulanza alle otto di mattina ***
Capitolo 14: *** Dolore ***
Capitolo 15: *** Cercando normalità ***
Capitolo 16: *** Sorpresa di compleanno ***
Capitolo 17: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 18: *** Litigio acceso ***
Capitolo 19: *** La gara ***
Capitolo 20: *** Stammi vicino ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


                                                   Prologo

Sperduta in mezzo agli alberi, poco fuori dalla città, c’è una piccola villa circondata da un grande giardino.

A prima vista sembra una normalissima casa di campagna: i muri erano bianchi con qualche finestra qua e là; il tetto, rosso e spiovente, era a punta; i fiori che la circondavano erano colorati e di varie specie, tra le quali tulipani, papaveri e margherite. Tutto era perfettamente normale, o così sarebbe stato se non fosse stato per…

BOOM!!

La piccola lucertola che sonnecchiava al sole sul muretto fuori dal giardino scappò via veloce, mentre i proprietari della villa uscivano all’aria aperta. Quando la porta si spalancò un’enorme nube di fumo si dissolse nell’aria e i due ragazzi si appoggiarono tossendo ad una delle colonne che sorreggevano la tettoia della veranda.

Non è possibile!” esclamò il ragazzo. Aveva lunghi capelli rossi fissati col gel, che erano rimasti alti e appuntiti come se l’esplosione non ci fosse stata. I suoi occhi erano leggermente truccati, in uno stile gotico-punk che metteva in risalto il colore verde delle iridi.

Trentanove” disse, in risposta, la ragazza. Si tolse la polvere di dosso e lo fissò con aria divertita.

Cosa?” chiese lui, senza capire. Lei si aggiustò i codini biondi che portava sulla testa.

Trentanove volte che sbagliamo” spiegò.

Grazie, senza di te che tieni il conteggio dei nostri errori non sarei sopravvissuto, Larxene. Sul serio, mi sei indispensabile” ribatté sarcastico.

Guarda che non è colpa mia se la formula non va avanti. Ci stiamo lavorando sopra da più di un mese, senza risultati, e mancano solo cinque settimane alla consegna. Che vuoi fare?” s’informò guardandolo. L’altro si passò una mano tra i capelli e sospirò, sconsolato.

Non lo so, davvero non lo so” ammise.

Axel, forse ci serve semplicemente un giorno di vacanza” propose Larxene.

Lui strinse i denti e rimase zitto.

Entrambi avevano ventisei anni e lavoravano per una ditta farmaceutica. Stavano studiando una nuova formula contro l’invecchiamento precoce delle cellule cerebrali, e avevano tempo fino a settembre per prepararla, solo che, dopo sei settimane dall’inizio del contratto, non erano ancora riusciti a fare niente.

Axel lavorava di giorno e studiava di notte per capire dove sbagliavano, ma non comprendeva, e questo lo faceva imbestialire.

All’epoca delle superiori si era diplomato con il massimo dei voti, ed era riuscito a laurearsi con quasi due anni di anticipo rispetto al programma grazie alla sua fantastica memoria fotografica. In poco tempo riusciva senza sforzo ad imparare un intero libro a memoria, gli bastava solo guardare la pagina e fermare ad alta voce le parole più importanti.

Senti, ormai è tardi, tra poco farà buio. Finiamola qui, per oggi, e domani riposiamoci” ripeté Larxene. Al contrario del suo amico, lei aveva sudato sette camice per laurearsi, ma alla fine ce l’aveva fatta. Adesso stava facendo un tirocinio con Axel, suo vecchio amico d’infanzia, nonché compagno di scuola.

Ma non c’è più tempo per riposarci!” si ribellò lui. La ragazza sbuffo.

Senti, non ho una giornata di relax da quasi due mesi, sono stanca, affaticata, sporca, sudata e affamata. Tu fammi lavorare ancora per stasera e io mollo tutto e vado a fare la parrucchiera, ci siamo capiti? Inoltre farebbe bene anche a te staccare un po’: non avevi le occhiaie da quando tua madre ti fece stare sveglio tutta la notte per evitare che tu morissi avvelenato nel sonno dopo che avevi ingerito mezzo litro di colla liquida. Sei in condizioni pessime, fattelo dire” lo sgridò. Axel sbuffò.

Ma è il mio lavoro! Non mi è mai capitato in tutta la mia vita di non sapere come fare per creare un composto! Tra tutte le materie in cui eccellevo, la chimica era quella migliore, e mi fa incazzare rendermi conto che non so come andare avanti in una formula!” esplose.

Stai andando fuori di testa!” gli fece notare Larxene. Il ragazzo si accasciò sul prato e guardò volare una farfalla.

Stiamo parlando solo di domani, vero?” chiese dopo un minuto di lungo silenzio. Lei si illuminò.

Il tuo è un sì?” domandò speranzosa.

Mpf” rispose semplicemente lui. Prendendola per una risposta affermativa, la ragazza iniziò a saltellare felice e lo abbracciò.

Evviva! Domani si dorme!” esultò.

Axel rise di gusto e la fissò controluce.

Quando ridi sei più carina” osservò. Larxene sorrise e lo guardò divertita.

Io sono SEMPRE carina, amico, ricordatelo

Tranne quando sembri un’arpia, certo” annuì lui.

Ma che stronzo! Vogliamo parlare di te e del tuo trucco emo?

Non è emo! E’ gotico, ignorante” si infiammò.

Sì, sì, certamente” lo assecondò l’altra.

Chiedilo al tuo ragazzo. Mi pareva che fosse interessato ai tuoi ombretti, quando è venuto l’ultima volta. Chissà che anche lui…” non riuscì a terminare la frase, che Larxene gli era saltata alla gola.

Non lo dire nemmeno per scherzo!” lo minacciò stringendolo. Era seria, si vedeva benissimo, ma Axel non riuscì a trattenersi dal ridere.

Non è mica un male, sai?” la prese in giro.

Guarda che non sono mica tutti come te” gli fece presente. Si alzarono entrambi e si tolsero i lunghi camici da lavoro.

Ehi, mi spieghi una cosa?” chiese Larxene.

Dimmi

Come mai i camici dei chimici sono bianchi mentre i nostri sono neri?” s’informò entrando in casa.

Perché il capo sono io e decido io il colore” rispose Axel.

Ah, certo” disse, sconsolata, lei.

Senti, visto che domani siamo in vacanza, ti va se chiamo Demyx? Mi manca, sono cinque giorni che non lo vedo” lo implorò poi.

Fai pure. Ho proprio bisogno di un bel fisico da guardare” concesse. A Larxene ci volle qualche secondo per capire cosa intendesse.

Non ti azzardare” lo minacciò.

Uh, che paura! Ora sì che sembri una strega!” esclamò il ragazzo, entrando in bagno. Si chiuse la porta alle spalle e si mise a ridere sentendo gli improperi che l’amica gli stava lanciando.

Con quelle urla in sottofondo, si spogliò e si guardò allo specchio. Dovrei fare un po’ di palestraconsiderò. Iniziò a togliersi il trucco e poi si infilò sotto la doccia.

In lontananza sentì Larxene al telefono con il suo ragazzo e sorrise tra sé e sé. Speriamo che domani vada tutto bene. Quasi quasi faccio vedere alla strega I Segreti Di Brokeback Mountain. Probabilmente mi ammazzapensò.

Sì, perché nonostante vivessero insieme e fossero molto amici da decenni, Axel e Larxene non stavano insieme.

Non perché lei l’avesse respinto o perché lui non l’amasse, no.

Semplicemente perché, con i suoi bicipiti, il suo metro e ottanta e i suoi capelli rosso fuoco, Axel Flame era gay.

 

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Capitolo 2
*** Allenamenti un po'... bagnati! ***


Allenamenti un po’… bagnati

Roxas aveva quasi diciotto anni, e avrebbe iniziato l’ultimo anno di superiori di lì a breve. Era piccolo, con il fisico piuttosto minuto, e i tratti del viso molto dolci e delicati. I morbidi capelli biondi erano ritti sulla testa, e si muovevano con il vento caldo. Da bambino veniva spesso scambiato per una femmina, ma non se la prendeva più di tanto e continuava a farsi gli affari suoi.

Aveva un fratello, Sora, il quale, al contrario di lui, era più robusto e alto. Non aveva ancora capito come questo potesse essere successo, visto che erano gemelli, però la genetica a volte è strana, e quindi aveva smesso di domandarselo.

In effetti, le differenze tra di loro era molte: Sora non solo era più alto e robusto, ma aveva anche lunghi capelli castani che gli davano un aria molto allegra e solare e i suoi occhi erano blu intenso, quasi come il cielo di prima mattina, mentre Roxas aveva delicati occhi celeste chiaro e i capelli biondo acceso.

Ma le differenze non erano solo fisiche: i due avevano caratteri completamente opposti. Il primo era allegro e divertente, molto immaturo sotto tanti aspetti, e odiava con tutto sé stesso studiare (infatti al momento era a casa a recuperare le materie insufficienti); l’altro aveva un temperamento più tranquillo e docile, si arrabbiava di rado e solo se stuzzicato. A scuola aveva nove a tutto, e riusciva perfettamente a unire il divertimento con il dovere.

Nonostante questo, però, i due si volevano molto bene e non avevano alcun problema a convivere, contrariamente a molte altre coppie di fratelli.

Adesso, Roxas era seduto all’ombra di un grande albero, a frescheggiare. Si era trasferito per l’estate a casa dei nonni perché i suoi amici erano andati tutti al mare e i suoi genitori erano occupati con l’albergo di famiglia.

Non che lì ci fossero molti svaghi, però c’erano calma e tranquillità, e questo lo faceva rilassare. Inoltre, poco lontano da casa, c’era una strada sterrata che serpeggiava intorno alle piante nel bosco e che fungeva perfettamente da pista di allenamento per lo skate.

Ogni giorno il ragazzo prendeva la tavola e andava a provare nuove mosse, cercando di scansare i pini e di saltare sopra ai massi. Era frequente che tornasse a casa polveroso e sudato, con qualche taglio qua e là, e sua nonna lo sgridava ogni volta.

Mi farai morire di crepacuore! –diceva- se tu ti facessi male sul serio, io cosa direi a tua madre?” gli gridava. Lui non aveva ancora capito se la sua preoccupazione era quella che lui si ammazzasse o che dovesse affrontare la figlia. Quando ci pensava bene, propendeva per la seconda, ma solo perché conosceva la donna: sua madre era quella che, quando lui e Sora avevano rotto il vaso che c’era nella hall dell’albergo con una pallonata, aveva continuato a urlare e sbraitare facendoli sentire piccoli, piccoli. Se qualcosa non le andava bene o se la deludevi, inveiva contro di te fino a perdere la voce.

Nonna, io vado!” gridò Roxas dal cortile, con in mano lo skate. Lei si affacciò.

Anche oggi? Ma non ti sei allenato abbastanza?” cercò di fermarlo.

No” rispose semplicemente lui.

Potresti fare altro, non credi?” tentò ancora. Ogni volta la stessa storia. Il ragazzo sbuffò.

Del tipo?” chiese. Sua nonna rimase zitta e lui prese il momento e si avviò.

Ci vediamo dopo” la salutò, agitando una mano.

Aspetta!” lo richiamò lei. Adesso iniziava ad innervosirsi.

Che c’è?” domandò in malo modo. La donna iniziò ad attorcigliarsi le mani, nervosa.

Senti, sta’ attento, va bene? Ho sentito al meteo che oggi ci sarà un temporale, e non vorrei che tu ne venissi sorpreso mentre sei in giro” lo avvertì.

Oh. Grazie, nonna, tornerò presto” promise con un sorriso, che lei ricambiò.

Allora divertiti lo salutò.

Un po’ di senso di colpa lo pervase per un istante, ma scomparve subito: in fin dei conti non andava mica a drogarsi, ubriacarsi o a prostituirsi, giusto?

Si mise la tavola da skate sotto i piedi e partì a tutta velocità verso il sentiero.

 

Ahia!” esclamò, quando cadde a terra e un sasso gli lacerò il polpaccio. Strinse i denti e ricacciò indietro le lacrime, cercando di non piangere. Che dolore!

Si controllò la ferita a denti stretti, tentando di non gridare: era parecchio profonda.

Era finito con le ruote dello skateboard sopra un ramo, ed era stato scaraventato a terra, dove un sasso appuntito lo aveva tagliato. Sua nonna lo avrebbe ucciso, di questo era sicuro.

Si mise a sedere sotto un albero per avere un po’ di ombra e cercò di pulirsi come meglio poteva il graffio. Solo a sfiorarlo sentiva un dolore acuto. Perfetto! Mi ci mancava solo questo!pensò arrabbiato. Mancava circa un mese all’inizio della scuola e questo significava che c’era poco tempo per trovare qualcosa di spettacolare per la gara.

L’ultimo giorno di lezioni, infatti, lui e Hayner, dopo un litigio piuttosto acceso (come solito), avevano deciso di sfidarsi con lo skate per finire quella disputa.

Erano nemici da quando avevano cinque anni e lui e i suoi amici lo avevano preso in giro perché sembrava una bambina. Non se l’era mai presa per quell’errore, ma la faccia tosta e il modo in cui gliel’avevano detto lo avevano fatto arrabbiare. Continuavano da quasi quattordici anni a litigare e sfidarsi, ma erano sempre alla pari, e ormai questo non andava più bene. Durante l’ultimo anno di liceo dovevano obbligatoriamente decidere chi dei due era il migliore, o sarebbe stato un problema per la sua salute mentale.

Lui e Sora avrebbero fatto squadra in un percorso a ostacoli che avrebbe preparato Riku, il migliore amico di suo fratello, nonché giudice di gare. Sarebbe stato un due contro due, con la regola che chi cade viene squalificato. Se avesse continuato in questo modo, il primo a esser buttato fuori sarebbe stato lui.

Si fasciò alla meglio la gamba con un fazzoletto e si alzò, provando ad appoggiarsi a terra. Bruciava un po’, ma per il momento poteva andare.

Forza, continuiamo” disse, salendo di nuovo sulla tavola.

 

 

Axel e Larxene avevano passato tutta la mattina oziando e mangiando patatine davanti al televisore. Si erano goduti tre film d’amore e un thriller, poi il ragazzo si era alzato, stiracchiandosi.

Devo tendere i panni” disse, andando alla lavatrice a prendere il bucato.

Guarda che più tardi ci sarà un temporale, non so se ti conviene” lo avvertì l’amica. Lui fissò il cielo, limpido e azzurro, e rise.

Certamente” la assecondò.

Axel, sono seria. Nel primo pomeriggio pioverà molto forte” ripeté, sfogliando una rivista di moda.

E come lo sapresti, di grazia?” si prese gioco di lei.

Lo sento” rispose, alzando le spalle. Lui rimase un secondo basito.

Lo… senti?chiese incuriosito.

. Se annuso l’aria posso sentire perfettamente l’odore dell’elettricità” spiegò. Dopo un primo momento di incredulità, il ragazzo rise forte.

Logico, scusami! Come ho fatto a non pensarci prima? Tu annusi l’elettricità” ripeté divertito.

Miscredente, fai come vuoi, ma poi non ti lamentare se i tuoi panni sono bagnati come quelli di un pesce rosso” lo avvertì. Axel ci pensò un attimo.

I pesci rossi non hanno i vestiti” le fece presente, uscendo di casa con la tinozza in mano.

Lo dici tu” ribatté Larxene, quando lui fu fuori portata d’orecchio.

 

 

Quando il sole iniziò a scomparire, Roxas si chiese se per caso non fosse in giro da più di quello che pensava, poi alzò lo sguardo al cielo. Minacciose nuvole nere si erano addensate sopra la sua testa, facendo presagire un temporale di quelli coi fiocchi. Fermandosi di botto, il ragazzo si sentì paralizzare: i tuoni lo spaventavano non poco.

Come richiamato dal suo pensiero, un lampo squarciò il cielo e il rimbombo lo fece sobbalzare. Si strinse lo skate al petto e cercò di rientrare prima di prendere tutta l’acqua, ma la pioggia iniziò a cadere e si ritrovò bagnato come un pulcino in meno di un secondo.

E la nonna me lo aveva anche detto!” si ricordò, maledicendosi.

Era piuttosto lontano da casa, con lo skate ci aveva messo circa venti minuti per arrivare lì se non di più, visto che aveva continuato ad allontanarsi mentre si allenava. Rientrare con quella pioggia era fuori discussione. E’ fuori discussione anche rimanere qui, però: durante i temporali si deve stare lontani dagli alberi, lo dicono tutti che attirano i fulmini. Non voglio fare la fine del pollo arrostoconsiderò.

Decise di continuare lungo il sentiero su cui si stava allenando, invece di tornare indietro, tenendo un passo piuttosto sveglio nonostante la ferita. I capelli, di solito sparati sulla testa e appuntiti, gli ricaddero sulla faccia, appiccicandosi sopra agli occhi e sulle guance. Così sembro un emopensò. Si scansò la frangetta e continuò a camminare, ignorando il dolore e il freddo.

Ecco, se c’era una cosa che odiava di quel posto, era che quando pioveva la temperatura si abbassava notevolmente anche d’estate. Rabbrividì quando il vento soffiò e si strinse nella maglietta bianca. Com’era possibile che in così poco tempo fossero almeno dieci gradi meno di prima che iniziasse a piovere? Ma fisicamente si poteva fare?

Starnutì e maledisse tutta quell’acqua. La nonna mi ammazza

 

 

T’oh, piove” commentò Larxene quando l’acqua iniziò a scrosciare. Axel la fissò.

Ok, questo è strano” decise. Lei sorrise e si batté il naso con l’indice un paio di volte.

Io te l’avevo detto” gli ricordò. Il ragazzo incrociò le braccia.

Non è possibile. Da scienziato quale sono, ti dico che non è possibile che tu sapessi del temporale, a meno che tu non abbia guardato le previsioni del tempo

Non guardavo la televisione da un mese e mezzo, e lo sai. Con quanto mi fai lavorare, non mi rimane quasi nemmeno il tempo per lavarmi” gli fece presente.

E quindi? Come hai fatto?

Te l’ho già detto: ho annusato l’aria ed ho sentito l’elettricità. Non ci posso mica fare niente se con me funziona così” rispose. Axel rimase zitto e si mise a pensare, confuso.

Mettendosi a sedere sul divano, Larxene decise di divertirsi e aspettare qualche minuto prima di ricordarglielo.

Fece girare la bustina del tè dentro alla tazza che teneva in mano, osservando l’acqua colorarsi di ocra, poi si schiarì la voce.

Ehi, scienziato” lo chiamò. Il ragazzo grugnì in risposta.

Ti disturbo se ti dico una cosa?” domandò, ridendo sotto i baffi.

Sì, e parecchio” rispose lui in malo modo. Gli dava noia il fatto che ci fosse qualcosa che non si spiegava.

Ok” accettò lei. Poi, senza riuscire a contenersi, parlò di nuovo.

Tu ti sei laureato in anticipo perché sei un mezzo genio, con una memoria di ferro, dico bene?” chiese.

Sì, e allora?” ribatté lui, irritato. Larxene rise.

Niente, mi stavo solo chiedendo quando ti saresti ricordato dei panni che hai lasciato fuori stesi” rispose.

Imprecando, Axel corse fuori dalla porta per recuperare i vestiti.

 

 

Roxas continuava a camminare senza meta. Sapeva che stava per allontanarsi dal boschetto che contornava il sentiero perché gli alberi erano sempre più radi, ma non aveva la più pallida idea di dove si trovasse. La pioggia era diminuita e i tuoni avevano smesso di rimbombare già da un po’, però i suoi vestiti erano sempre molli zuppi, così come i suoi capelli e qualsiasi altra parte del suo corpo. Non era stata una grande idea quella di allontanarsi da casa, soprattutto visto che, una volta asciutto, avrebbe dovuto rientrare. Come glielo spiegava a sua nonna che si era perso a causa del panico? L’unico che sapeva della sua paura dei temporali era suo fratello, e lui non avrebbe fatto niente affinché gli altri ne venissero a conoscenza. Si vergognava da morire di questo, anche perché gli sembrava una fobia da bambini, ma non riusciva a superarla.

Scorse in lontananza una casetta, e si chiese se non fosse un miraggio. Il taglio sul polpaccio aveva continuato a pulsare mentre camminava, protestando per tutto il tempo in cui aveva camminato, ma lo ignorò. Accelerò un po’ il passo per avvicinarsi alla costruzione e vedere se era abitata e, nel caso, chiedere di poter usare il telefono per chiamare i suoi e rassicurarli sulle sue condizioni.

Perché diventa tutto sfocato?” si chiese, iniziando a barcollare. Il freddo e l’acqua gli erano entrati nelle ossa e si sentiva stanco e affaticato. La testa gli girava e aveva le guance in fiamme.

N-no, non ora… non svenire” si disse, incitandosi. Gli bastava fare solo qualche altro passo…

 

 

Axel era rientrato in casa di malumore, con i capelli bagnati, i panni in mano completamente molli e i vestiti che aveva indosso zuppi. Aveva continuato a imprecare e a maledire Larxene fino a quando non era entrato in doccia e si era lavato con l’acqua calda.

Lo vedi, signor genio, che anche tu hai le tue debolezze?” lo prese in giro l’amica, entrando in bagno mentre lui si metteva lo shampoo.

Mi perseguiti anche mentre mi lavo? Guarda che potrei dirlo a Demyx

Fai pure, tanto di te non è geloso. Tu sei come una sorella, per me, e io di certo non mi vergogno a vederti nudo” rispose con un’alzata le spalle. Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e scosse la testa, arrendendosi.

Comunque sta iniziando a smettere, se esci velocemente puoi vedere il tuo tanto amato tramonto” lo avvisò, ancora con la tazza del tè in mano.

Sono molle, e fuori è freddo. Solo un idiota uscirebbe così” le fece presente.

E’ per questo che te l’ho detto” rise Larxene.

Veloce come una pantera, Axel prese l’asciugamano e glielo tirò dritto in faccia.

Qualche minuto dopo, quando uscì dalla doccia, il ragazzo guardò fuori dalla finestra. Forse, se si fosse asciugato almeno addosso, avrebbe potuto affacciarsi in veranda e godersi il tramonto.

Era una fissa che aveva sin da piccolo, quella del crepuscolo: si metteva seduto sul cornicione della finestra e guardava il sole scomparire, aspettando il momento in cui tutto si sarebbe colorato di rosso fuoco. Era per quello che aveva tinto i suoi capelli di quel colore.

Quando si era trasferito lì, due anni prima, aveva subito notato che il sole, scomparendo dietro alle cime degli alberi, creava un gioco di luce quasi magico, con i raggi che sembravano quasi psichedelici quando venivano tagliati dai tronchi per poi uscire dal bosco con una forma sempre diversa.

Mandando al diavolo i capelli molli, s’infilò una tuta e si mise un asciugamano intorno alla testa, per poi uscire.

Si beò della vista di quel tramonto, fin quando il sole non fu quasi tutto sotto l’orizzonte. Sentiva il vento freddo sferzargli le guance e ascoltava in un silenzio assoluto i rumori della foresta: gli uccellini che cinguettavano, cercando di asciugare le proprie piume; le foglie che si muovevano; un ramo che si spezzava; dei passi un po’ zoppicanti che risuonavano sul ghiaino. Passi zoppicanti?si chiese. Abbassò lo sguardo e vide un’ombra nera camminare incerta uscendo dal bosco, indefinita perché il sole dietro la rendeva sfocata. Sembrava un’apparizione divina.

Non fece in tempo a stupirsene, che quell’ombra cadde a terra, svenuta.

 

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Capitolo 3
*** Ragazzo o ragazza? ***


Ragazzo o ragazza?

Ci mise solo un secondo ad affiancare quella figura e a voltarla. Aveva i capelli bagnati sul viso, ma sicuramente era una ragazza.

Larxene! LARXENE!” gridò. Si tolse l’asciugamano dai capelli e lo mise intorno alla svenuta per coprirla. Tremava di freddo ed era completamente bagnata, sicuramente era stata sorpresa dal temporale.

L’amica uscì di casa e lo vide inginocchiato a terra con quel fagottino stretto in braccio e si preoccupò.

Mio Dio, Axel! Che diavolo è quello?” domandò impaurita.

Credo sia una ragazza che si è persa. Portiamola dentro, ha bisogno di essere asciugata e curata” spiegò.

Quella cosa? In casa nostra? Ma sei scemo?chiese riluttante Larxene, seguendolo mentre apriva la porta.

No, sono solo un po’ più altruista di te” rispose in malo modo. La ragazzina che teneva al petto ebbe un sussulto quando la poggiò sul divano e gli stese le gambe e fu solo in quel momento che lui vide il taglio profondo che aveva sul polpaccio.

Cavolo, dev’essere stata un’esperienza poco felice per la nostra amica” commentò.

La tua amica, se permetti” lo corresse Larxene, imbronciata. Lui sospirò.

Senti, puoi essere altruista una volta ogni tanto e renderti conto che esistono altre persone oltre a te in questo vasto mondo?” la implorò.

Lo so che ci sono, ma non mi sembra il caso di prendere in casa nostra una sconosciuta solo perché è svenuta e bagnata” ribatté.

E ferita” aggiunse lui. Lei storse le labbra e si avvicinò alla figurina, schifata. Le bastò solo un istante per capire che c’era qualcosa che non andava.

Senti, facciamo una cosa: io la porto in bagno, e tu la lavi un po’, naturalmente togliendole i vestiti, sennò non serve. Nel frattempo preparerò la camera degli ospiti” decise Axel, alzandosi. Larxene non sapeva se ridere o piangere, e così lo guardò male.

Perché devo farlo io?” chiese.

Perché è una ragazza, di certo non posso farlo io” le fece presente. Il ragazzo prese in braccio il fagotto e si diresse verso la vasca.

Axel, posso dire una cosa?

Senti, Larxene, per una volta aiutami e non fare storie. Non puoi sempre pretendere di essere la principessina del reame! Ti ho detto che la laverai, e la laverai” la interruppe.

Sì, ma…” provò a ribattere lei, ma non fu ascoltata.

Niente ma! Dopo che sarà asciutta in un letto con la gamba fasciata me lo dirai, ora non lamentarti

Sì, va bene, però…

La smetti di ribattere?” si spazientì lui, fermandosi di botto a guardarla.

Questa ragazza ha bisogno di aiuto, e non possiamo certo metterla a dormire bagnata e sporca com’è. Lei è una femmina, giusto? E tu sei una femmina, ci siamo? Quindi devi farlo tu, memorizzato?” ordinò. Larxene incrociò le braccia e lo guardò acida.

Il tuo ragionamento non farebbe una piega, genio, se solamente quello non fosse un maschio e tu non mi stessi chiedendo di spogliarlo!” gridò.

 

 

Roxas aveva visto una macchia rossa avvicinarsi a lui, e si era sentito sollevato: alla fine aveva trovato qualcuno. Ma il sollievo non lo aiutò a fare altri passi, e la gamba ferita aveva ceduto, facendolo cadere. Una volta a terra non si era più alzato, soprattutto perché gli mancavano le forze: era stato sotto alla pioggia con quindici gradi di temperatura per più di un’ora e mezzo e la testa iniziò a girare. Non aveva mai avuto una salute di ferro, quindi non si sarebbe stupito se si fosse procurato un malanno di qualche specie.

Aveva sentito delle braccia forti sollevarlo da terra e avvolgerlo in qualcosa di caldo e asciutto e si era appoggiato al petto accogliente del suo salvatore. Si era addormentato in pochi secondi, sfinito.

Adesso, dopo dodici ore di sonno continuo, si risvegliò in un letto che non era il suo, in una camera che non gli era familiare.

Aprì gli occhi e vide tutto il mondo attorno a sé sfocato.

Ohhh…” gemette, portandosi una mano alla testa. Fece per alzarsi, ma non aveva forze e ricadde sul cuscino con un morbido *puf*.

Buongiorno, bella addormentata” lo salutò una voce. Si guardò intorno per capire da dove venisse, e vide una ragazza bionda con due codini sulla testa che erano acconciati in modo buffo e originale: sembravano le antenne di una mantide religiosa.

B-buongiorno…” sussurrò lui, imbarazzato. Lei si alzò dalla sedia su cui era seduta e si avvicinò a lui, andando a toccargli la fronte con la mano.

Direi che la febbre è abbassata, ma non sei ancora guarito” dedusse dalla temperatura.

Dove sono?” chiese in un soffio. Sentiva gli occhi pesanti, ma non voleva riaddormentarsi.

A casa mia, mi pare logico” rispose lei, divertita. Avrebbe quasi riso, se non fosse stato così male.

Come ti chiami?” domandò lei.

Roxas… Roxas Key” rispose, sussurrando sempre di più.

Prima che tu ti riaddormenti, ce la fai a darmi un indirizzo o un numero di casa dove posso trovare i tuoi? Sei qui da un pezzo, non vorrei che si spaventassero” provò a chiedergli lei.

Il ragazzo fece uno sforzo sovrumano per non cedere al sonno prima di aver finito di darle il numero di casa dei nonni, poi chiuse gli occhi e dormì per le quattro ore successive.

 

 

Axel non aveva fatto altro che darsi dello stupido. Come aveva potuto ingannarsi così, pensando che il ragazzino fosse una femmina? Quando gli aveva tolto per bene i capelli dal viso, aveva notato subito che non poteva avere dubbi sul suo sesso, eppure prima era così sicuro…

Quando lo aveva spogliato, per qualche ragione, era rimasto subito abbagliato dalla bellezza del fisico dell’ospite, soffermandosi più del dovuto a lavargli il corpo, poi si era ripreso ed era arrossito. Ma che stava facendo? Ma era matto? Come minimo quella era considerata violenza sessuale su minore!

Lo aveva rivestito con le mani tremanti, poi gli aveva bendato il taglio. Era meno profondo di quello che aveva pensato, ma comunque piuttosto grande.

Solo a quel punto si era accorto che il ragazzo aveva la febbre, così lo aveva coperto e gli aveva messo una pezza bagnata sulla fronte per far abbassare la temperatura.

Come sei premuroso con il nostro ospite” aveva scherzato Larxene.

Sono solo gentile” ribatté lui, continuando a passare il panno sul viso del ragazzo.

Immagino. È gentilezza quella che hai nei pantaloni?” gli tirò una frecciatina lei, indicandolo nel basso ventre. Axel abbassò lo sguardo e vide che aveva ragione.

Puoi darmi il cambio un attimo?” l’aveva implorata. Lei era scoppiata a ridere e si era messa al suo posto.

Magari non imbiancarmi casa” lo aveva preso in giro.

Fottiti” aveva risposto lui, arrabbiato. Si era chiuso in bagno e si era fatto una doccia fredda per far diminuire la tensione, e aveva iniziato a battere la testa contro le piastrelle del muro. Com’era possibile che un ragazzino come quello gli provocasse una tale eccitazione?

Adesso, ancora sveglio nonostante fossero le sei del mattino, era seduto a tavola con una tazza piena di caffè fumante e la testa tra le mani. Nel giro di due ore avrebbe dovuto mettersi a lavorare in laboratorio, ma non era riuscito a chiudere occhio perché continuava a fare fantasie da maniaco pervertito su un bambino.

Si è svegliato per qualche minuto, adesso ho un nome e un numero di telefono, almeno” annunciò Larxene, entrando in cucina. Si stiracchiò e poi si accasciò esausta accanto all’amico.

Ti ha detto come si chiama?” chiese Axel, incuriosito. Lei lo guardò e poi annuì.

Roxas Key” rispose.

Se mi dai il numero, chiamo i suoi genitori” si offrì lui. La ragazza gli passò il foglio.

Non sono sicura che alle sei del mattino qualcuno ti risponda, però” gli fece presente.

Quando tuo figlio scompare, stai sveglio anche tutta una settimana

 

 

Roxas riaprì gli occhi alle dieci e mezza. Intontito da tutte le ore di sonno, ci mise un po’ a ricordarsi cos’era successo, poi schizzò a sedere come una molla. Mia nonna mi ammazzapensò. Si guardò intorno alla ricerca di quella ragazza bionda che lo aveva accudito, ma non c’era nessuno e andò nel panico. Oddio, e adesso che faccio?si chiese, sull’orlo delle lacrime.

In quel momento la porta si aprì e comparve un ragazzo alto e muscoloso con un vassoio in mano. Rimase vagamente sorpreso quando lo vide sveglio.

Oh, buongiorno” lo salutò, posando la roba sul comodino. Si tolse un guanto nero e gli mise una mano sulla fronte.

Non mi sembri più caldo, credo che la febbre sia passata” considerò. A quel contatto, Roxas per qualche motivo arrossì e il suo cuore si mise a battere forte.

Chi sei tu? Dov’è l’altra ragazza?” domandò, nel panico più totale.

Io sono Axel. Capito? Axel. Memorizzalo e tienilo a mente. Larxene è giù a lavorare, le ho dato il cambio io” spiegò.

Axel…” ripeté a bassa voce. Il rosso non poté fare a meno di pensare che, detto da lui, quello sembrava il nome più bello del mondo.

E tu sei Roxas, invece. Dico bene?” chiese.

Sì, mi chiamo Roxas Key” annuì lui. L’altro rise.

Davvero tu ti chiami? Di solito sono gli altri che chiamano me, ma se tu ti chiami da solo fai pure” lo prese in giro. Lui arrossì violentemente e abbassò il capo, zittendosi. Notando il suo disagio, Axel si sedette sul letto.

Un po’ di ironia, forza! In fin dei conti me la merito, ti ho salvato la vita” gli fece presente. Aveva ragione, su questo non c’erano dubbi, però non riusciva a parlare sapendolo così vicino.

Comunque, ti ho portato la colazione. Tè e biscotti. Fossi in te mi preparerei velocemente, ho chiamato a casa tua e tra poco verranno i tuoi a prenderti” lo avvertì. Roxas sgranò gli occhi.

Oh, no!” gemette.

Qualche problema?” s’informò l’altro, preoccupato.

Mia nonna mi ammazzerà” rispose lui, portandosi le mani alle tempie. Axel rise e si alzò.

Niente omicidi in casa mia, è la regola. Se cercherà di farti qualcosa, la fermerò io” promise. Senza riuscire a dire altro, il biondino abbassò lo sguardo sulle coperte e iniziò a giocare con un bordo.

Adesso ti lascio solo. Là a destra c’è un bagno, i tuoi vestiti sono sulla sedia. Quando sei pronto scendi” disse il più grande, chiudendosi la porta alle spalle.

Una volta che si fu assicurato di essere completamente da solo, Roxas sospirò.

Sapeva di essere gay da quando aveva iniziato a fissare il sedere a Riku, il migliore amico di Sora, e si era chiesto come sarebbe stato toccarlo. Non aveva detto niente a nessuno, soprattutto perché se ne vergognava, ed era riuscito a non innamorarsi mai dei suoi compagni di classe, così da evitare che qualcuno si insospettisse.

Adesso, però, si sentiva terribilmente attratto da Axel, e questo lo metteva a disagio. Lo aveva visto per sì e no dieci minuti e già avrebbe voluto che lui lo baciasse e lo stendesse dolcemente sul letto.

Arrossì violentemente rendendosi conto di quei pensieri, e si concentrò sul cibo per evitare un’erezione.

 

 

Ci mise solo dieci minuti a prepararsi, poi scese le scale e arrivò in salotto. Non era enorme, però piuttosto accogliente: c’erano un divano, un enorme tavolo di legno, una televisione, un tappeto rosso fuoco (probabilmente di Axel) e un camino. Un arredamento semplice, ma simpatico.

Si guardò intorno, ma non vide nessuno, così si sedette e aspettò. Larxene non ci mise molto a fare la sua comparsa.

Ma guarda, il bambino sperduto. Ben alzato” lo salutò. Aveva delle occhiaie profonde sotto agli occhi, e sembrava non avesse dormito per niente. Era colpa sua?

Buongiorno” rispose semplicemente lui.

Tua nonna sarà qui a momenti, non sarà una lunga attesa. Noi siamo in laboratorio a lavorare, quindi non possiamo farti da balie, mi spiace” lo avvertì acida.

Non ho bisogno di una balia, non ho due anni!” s’infervorò lui. La ragazza lo fissò sorridendo e portò un dito alla guancia.

Ah, no? E quanti ne hai? Tre?” chiese antipaticamente.

Ne ho quasi diciotto, se permetti” rispose. Larxene spalancò gli occhi.

Che cosa? Sul serio?” domandò incredula. Sembrava molto più piccolo.

Sì, sul serio” ribatté lui. Lei rimase zitta e andò a versarsi un bicchiere d’acqua prima di tornare al lavoro.

Comunque non fare danno, ok? Non mi va di dover pulire dopo aver lavorato tutto il giorno” si raccomandò.

Sì, sì” promise Roxas, solenne.

La vide sparire dietro ad una porta azzurra e si accoccolò meglio sul divano.

Sperò con tutto sé stesso che sua nonna arrivasse il prima possibile.

 

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Capitolo 4
*** Casa invasa ***


 

Casa invasa

Axel uscì dal laboratorio sudato e stanco quasi un’ora dopo e si stupì di vedere Roxas ancora lì. Era accoccolato sul divano, con le gambe tirate al petto, e lo sguardo perso nel vuoto. Non era sicuro che si fosse accorto che lui era lì, così si schiarì la voce per farsi sentire. Il ragazzino sobbalzò, sorpreso.

Tua nonna non è ancora arrivata?” gli domandò, dirigendosi verso la cucina.

No, probabilmente sta aspettando che torni mio nonno per poter prendere la macchina. Di solito lui la mattina va in giro a portare i fiori ai suoi clienti e torna verso l’ora di pranzo” spiegò. L’uomo si riempì un bicchiere d’acqua e ne portò uno anche a lui.

Avete una serra?” s’informò, sinceramente incuriosito. Roxas annuì.

I miei nonni amano i fiori e ne hanno fatto la loro vita” rispose.

E i tuoi? Che lavoro fanno?” continuò a indagare Axel.

Hanno un albergo in città che offre anche servizi come massaggi, terme, idromassaggi… una SPA, in definitiva” “Capisco” commentò l’altro. Si mise a sedere vicino a lui e sorseggiò l’acqua, beandosi di quel momento di riposo.

Invece tu cosa fai?” chiese a un certo punto il ragazzo.

Sono un chimico farmaceutico” gli disse. Nel vedere lo sguardo confuso dell’ospite, rise divertito.

In pratica faccio ricerche sui nuovi medicinali e ne creo alcuni io stesso” lo aiutò.

Aah, ora è chiaro” esclamò Roxas, sorridendo. Poi lo squadrò per qualche secondo, indeciso se fare la domanda che gli era venuta in mente.

Ma tu non sei… insomma, non sei piccolo per esserti già specializzato nella creazione delle medicine?” chiese titubante. Arrossì subito dopo aver terminato la frase e abbassò lo sguardo.

Teoricamente sì, ho solo venticinque anni, però mi sono laureato piuttosto giovane e, nel giro di un anno, sono stato capace di diventare farmacista a tutti gli effetti” rispose. Notò l’imbarazzo del ragazzino e sorrise.

Guarda che non me la sono presa” cercò di tranquillizzarlo. Lui rimase a fissare il pavimento.

Axel fu tentato, per qualche strana ragione, di abbracciarlo e calmarlo, ma si impose di star fermo. Prese un altro sorso di acqua e guardò il soffitto.

Invece tu quanti anni hai?” gli domandò.

Tra poco ne compirò diciotto” confessò lui. L’uomo sgranò gli occhi. Sul serio quel cosino piccino sarebbe diventato maggiorenne di lì a breve?

Capito” rispose. I pensieri che gli erano venuti in mente nel sapere questo erano talmente maliziosi che fece fatica a non cercare di sedurlo lì e subito. Cazzo, Axel, datti una calmata” si sgridò da solo.

In quel momento si sentì qualcuno che bussava alla porta e il padrone di casa si alzò ed andò ad aprire.

Roxas lo seguì, convinto che fosse sua nonna, invece entrambi rimasero allibiti nel trovarsi di fronte un ragazzo biondo con i capelli a spazzola.

Demyx? Che diavolo ci fai tu qui?” lo accolse il rosso. Un po’ imbarazzato, il nuovo arrivato fece una risata isterica.

Eheh, io… ecco… sì, insomma…” iniziò a balbettare. Confusi, gli altri due lo fissarono e attesero.

Solo quando abbassò lo sguardo il biondo si accorse che c’era un ospite e, vedendolo vicino ad Axel, divenne rosso.

Oddio, mi dispiace! Non sapevo che avessi un nuovo compagno!” esclamò stupito.

Roxas ci mise qualche secondo a capire cosa intendesse, mentre l’uomo strinse i denti arrabbiato.

Che cazzo dici, Demyx?!” gli urlò contro. Il ragazzino divenne rosso come un pomodoro e arretrò di qualche passo, lasciando che quei due se la vedessero da soli.

Scusami, avevo creduto che lui… sì insomma, che voi…

Sei venuto qui per rompere le palle o hai un motivo serio?” lo aggredì l’altro.

Ricordandosi il motivo della sua visita, lui tornò serio.

Dovrei parlarti di una faccenda importante, ma senza Larxene intorno” ammise. Come evocata dalle sue parole, la donna apparve dal laboratorio. Nel vederlo, s’illuminò e gli si lanciò in braccio.

Ciao amore!” lo salutò, baciandolo.

Senza essere visto da loro, Axel si voltò verso Roxas e fece il gesto di vomitare. Per evitare di fare figuracce, il ragazzo si girò e rise silenziosamente.

Come mai sei venuto anche oggi? Lo sai che dobbiamo lavorare!” gli chiese smielata.

Mi mancavi tanto, topolina” le rispose.

Ohh, anche tu mancavi a me!” ribatté lei. Nel frattempo, gli altri due stavano rischiando di andare i coma diabetico.

Non riuscendo a sopportare altra zuccherosità, il rosso si mise in mezzo e li divise.

Sì, tutti mancavano a tutti, felice che vi siate ritrovati” disse. Larxene sbuffò.

Sei una zitella acida” lo accusò.

Ognuno ha i suoi problemi, che ci vuoi fare? Oggi a me domani a te” la prese in giro. Lei strinse i denti e incrociò le braccia come i bambini.

Si sentì nuovamente bussare alla porta e Axel andò ad aprire.

Buongiorno!” esclamò un uomo alto, anche lui biondo. “Oh, no…” pensò il rosso.

Luxord?” si stupirono sia Demyx che Larxene.

In persona! Sorpresi?” si presentò lui. Roxas iniziava a sentirsi piuttosto a disagio in quella casa, e pregò con tutto sé stesso che arrivasse qualcuno ad aiutarlo.

Nel frattempo, il padrone di casa era sull’orlo di una crisi nervosa.

E tu, invece, cosa ci fai qui?” domandò, portandosi una mano dietro la testa.

Sono venuto per vedere la mia sorellina, no? Ho anche portato un’amica” rispose.

Una ragazzina mora dai dolci occhi celesti apparve dietro di lui.

Xion?” esclamò il più piccolo.

Roxas?” esclamò a sua volta lei, vedendolo.

Si misero tutti a parlare: Larxene salutò il fratello che, a sua volta, salutò il cognato; il ragazzino si mise a discutere con la sua amica, stupendosi di trovarla lì e chiedendole come stava; Luxord, superati i convenevoli, si presentò a Roxas, il quale, imbarazzato, strinse la mano sia a lui che a Demyx, che si scusò per la figura patetica di cinque minuti prima.

Axel, che già era arrivato al limite massimo di sopportazione quando avevano bussato alla porta la prima volta, pensò che tutta quella situazione fosse alquanto surreale e demenziale e decise di porre fine a tutto questo.

Ok, adesso basta!” gridò. Tutti si girarono verso di lui stupiti.

Sentite, in teoria l’unico ospite che ha una motivazione valida per essere qui è Roxas, il quale, comunque, sta aspettando che sua nonna lo venga a prendere per tornare a casa. Quindi mi sorge spontanea una domanda: tutti gli altri non invitati che diavolo ci fanno in casa mia?!” esplose. Sembrava quasi che andasse in fiamme dal nervoso.

Suonarono al campanello un’ulteriore volta e Axel andò ad aprire con espressione truce.

Non vogliamo più nessuno scocciatore!” urlò, spalancando la porta.

L’espressione spaesata della nonna del ragazzo lo fece sentire un idiota.

M-mi scusi, forse ho sbagliato casa” balbettò la donna.

No, veramente è giustissima!” si mise in mezzo Roxas. Vedendolo, lei gli andò incontro e lo strinse forte.

Mio Dio, meno male stai bene!” esclamò sollevata. Lui si lasciò abbracciare, ignorando gli altri: sapeva di averle dato una bella preoccupazione.

Lei deve essere la signora con cui ho parlato stamani alle sei. Piacere” si mise in mezzo Larxene, tendendole la mano. La donna la strinse e la fissò con gratitudine.

Non smetterò mai di esservi grata per aver salvato e curato mio nipote!” le disse.

La ragazza rimase un po’ basita e imbarazzata, poi sorrise.

Nessun problema, siamo stati felici di aiutarlo” rispose.

Bugiarda, bugiarda, bugiarda!” gridò Axel nella sua mente.

Chi è l’altro inquilino che l’ha aiutata?” domandò, impaziente di ringraziarlo.

Il rosso, imbarazzato per la triste figura fatta poco prima, alzò la mano.

Come se si fosse dimenticata completamente del fatto che lui le aveva urlato contro non più di cinque minuti addietro, lo abbracciò forte.

La sua amica mi ha detto che è stato lei a trovare mio nipote. Grazie per averlo ospitato” disse.

Goffamente, lui dette un’amichevole patta sulla schiena alla donna, che si staccò.

Nonna, forse è meglio se ora andiamo” suggerì Roxas.

Sì, tuo nonno ci sta aspettando qua fuori e tuo fratello è appena arrivato a casa, non vorrei che si preoccupasse più del necessario” annuì lei.

Che cosa? Sora è già arrivato? Ma doveva venire la prossima settimana!” esclamò lui.

Lo sguardo della signora s’indurì, facendolo rabbrividire.

Se tu non ti fossi perso non si sarebbe spaventato e avrebbe aspettato” gli ricordò.

Capendo che era meglio star zitto, Roxas chiuse la bocca.

 

 

Dopo che la macchina dei Key si fu allontanata dal vialetto, tutti e cinque gli altri rientrarono in casa.

Axel, ancora piuttosto arrabbiato per tutto il tempo prezioso che stava perdendo per colpa loro, li fissò tutti con sguardo accusatore.

Adesso, se non vi è di troppo disturbo, potreste spiegarmi uno alla volta come mai mi avete invaso la casa?” chiese con un tono di voce piuttosto inquietante.

Noi siamo venuti solo per una visita di un paio di giorni. Zia mi ha affidato Xion fino a domenica e l’ho portata qui per farle salutare Larxene” disse Luxord.

A me mancava la mia topolina” rispose Demyx.

Che dolce che sei” esclamò la bionda, abbracciandolo.

Axel si massaggiò le tempie, iniziando ad avere un certo mal di testa per tutta quella situazione.

Fatemi capire bene: tutti voi rimanete qui a dormire?” domandò.

Ma certo che rimangono qui a dormire, che domande idiote fai? Anzi, mettetevi tutti a sedere, vi preparo da mangiare!” decise la sua migliore amica. Lui si arrese all’evidenza e sospirò sconfitto.

E va bene, vado a togliermi il camice. Se mi dai anche il tuo, lo porto in laboratorio” disse sconsolato.

La ragazza si tolse l’indumento e glie lo passò, mettendosi poi ad armeggiare in cucina.

Axel si chiuse la porta della stanza alle spalle e si appoggiò al muro con le mani. Non sapeva se prendersela di più con sé stesso per aver aperto a tutti quei debosciati o con Larxene perché non prendeva sul serio il loro lavoro.

Qualcuno bussò.

Mi fai entrare?” gli chiese Demyx, facendo capolino.

Sei già dentro, idiota” gli fece presente lui. Richiudendosi la porta alle spalle, il ragazzo sospirò sollevato.

Bene, qui non ci sente nessuno” esclamò. Axel lo guardò truce, ma lui parve non rendersene conto e sorrise.

Volevo chiederti una cosa” iniziò, per poi fermarsi subito.

Parla” lo spronò il rosso, sedendosi.

Ecco, che ne pensi di questo?” gli domandò, tirando fuori dalla tasca un astuccio piccolo e quadrato, proveniente dalla gioielleria di paese.

L’uomo l’aprì, stando molto attento a maneggiarlo con cura, e vide al suo interno un piccolo anello con un diamante a forma di rombo sopra.

Cos’è?” s’informò, senza capire.

Un anello, mi sembra chiaro” gli rispose Demyx, alzando le spalle. Axel si trattenne dal dargli un pugno.

Intendevo dire: a che cosa ti serve?” riformulò la frase.

Oh! Beh, vorrei regalarlo a Larxene e chiederle se… sì, insomma, se…

Se vuole sposarti?” lo aiutò. Il ragazzo arrossì e annuì scuotendo la testa, e l’altro sorrise.

E bravo il mio Demyx!” esclamò.

Dici che le piacerà?” chiese titubante.

Lui ricontrollò le fattezze del gioiello e poi chiuse la scatolina.

Ne sono sicuro!” lo tranquillizzò. Sollevato, l’altro si accasciò sulla sedia e si stampò in faccia un sorriso ebete.

Meno male, avevo paura che non ti piacesse” ammise.

Escludendo che non deve piacere a me, ma a lei, secondo me è proprio un pensiero carino” disse.

E’ vero che deve piacere a lei, ma i vostri gusti sono praticamente gli stessi e non sarei stato tranquillo se tu avessi disapprovato” confessò.

Approvo in pieno, invece!” assicurò Axel.

Dietro di loro si aprì la porta e si affacciò Xion, un po’ imbarazzata.

Larxene dice di venire a tavola perché tra cinque minuti mangiamo” sussurrò, per poi scappare via.

Quella ragazza ha qualche problema?” domandò Demyx, confuso. L’altro alzò le spalle.

Solo un po’ di timidezza, niente che non si possa risolvere con un po’ di alcool” rispose.

Il biondo rise e lo spinse leggermente.

Sei malvagio” disse. Lui s’illuminò.

Grazie, lo prendo come un complimento

 

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Capitolo 5
*** Invito a cena ***


Invito a cena

Axel aveva deciso di arrendersi a quella situazione e adeguarsi, così si era messo a preparare le stanze degli ospiti, rifacendo i letti e cambiando gli asciugamani nei vari bagni (ognuno aveva il suo). Quando arrivò al letto dove aveva dormito Roxas, notò subito che la sua tavola da skate era rimasta lì. Per qualche motivo il suo cuore si mise a battere veloce e lui sorrise come un ebete.

Quindi dovrà tornare per riprenderlo” ragionò ad alta voce.

Chi dovrà riprendere cosa?” gli chiese una voce alle sue spalle. Lui sobbalzò, voltandosi lentamente: Larxene aveva le braccia incrociate al petto e lo stava guardando sorridendo.

R-Roxas ha lasciato qui della roba, più tardi lo chiamo per dirglielo” rispose incerto. Non era mai stato bravo a nascondere qualcosa all’amica e aveva paura che lei indagasse un po’ più a fondo.

E questo ti rende felice?” domandò infatti.

Axel deglutì, senza sapere come spiegarle quella sensazione di vuoto allo stomaco che sentiva da quando aveva visto il ragazzino.

N-no, figurati” negò, ma la sua voce lo tradiva e chiunque si sarebbe accorto che stava mentendo.

Ehi, non è mica un male se, dopo anni e anni, finalmente ti piace qualcuno” lo rassicurò lei, togliendosi l’espressione maliziosa e sorridendo affettuosa. Lui sbuffò e strinse la tavola tra le mani, iniziando quasi a tremare.

Axel” lo chiamò lei, dolcemente. Gli mise una mano sulla spalla e lo fece girare: sapeva cos’era che lo rendeva così preoccupato, e voleva stargli accanto.

Ti va di parlarne?” s’informò. Ritrovando il suo carattere insolente e sarcastico, lui si scansò.

Non c’è niente di cui parlare, stai tranquilla. Ora fammi finire qui, devo rifare il letto e aggiustare un po’ il bagno” disse, scomparendo nella toilette.

Larxene non era molto affettuosa, né la si poteva definire particolarmente attratta dai rapporti interpersonali, ma Axel era il suo migliore amico e la faceva soffrire vederlo in quelle condizioni. Doveva decisamente fare qualcosa per lui.

 

 

ROXAS!” esclamò Sora, quando il fratello rincasò. Si gettò tra le sue braccia, iniziando a stringerlo forte, quasi strozzandolo. Nel cercare di rimanere in equilibrio, il ragazzo si sbilanciò sulla caviglia malridotta e gemette.

Scusami, non volevo farti male!” gli disse il castano, lasciandolo andare.

N-no, non è niente” lo tranquillizzò l’altro. Si era dimenticato del taglio, anche perché, se camminava, non bruciava più. Sua nonna entrò in casa e si mise subito le mani sui fianchi.

Signorino, direi che stai per passare un enooorme guaio” lo avvertì.

Ben consapevole di esserselo meritato, lui abbassò la testa e aspettò la sfuriata.

Ma ti rendi conto? Ti avevo anche avvertito di non uscire perché ci sarebbe stato un temporale, ma tu non mi hai dato ascolto! Sei così testardo, delle volte! E se non ti avessero trovato? Se tu fossi rimasto nel bosco? Se fossero stati dei delinquenti? Se…

Nonna, per favore smettila con tutti questi se. Hai ragione ad essere arrabbiata, ma ora è passata, no? Forse dovresti essere felice che Roxas è tornato a casa, non pensi?” la bloccò Sora.

Dagli occhi della donna iniziarono a scendere grosse lacrime che le bagnarono tutte le guance. Si avvicinò al biondo e lo abbracciò.

Che avremmo fatto se tu ti fossi fatto male sul serio?” gli chiese.

Non essendo abituato a tali esternazioni di affetto, il ragazzo rimase immobile, senza sapere cosa fare. Da dietro la spalla della nonna, suo fratello gli fece segno di abbracciarla e lui ubbidì, stringendola forte.

Stai tranquilla, va tutto bene” la rassicurò. Rimasero fermi così per un tempo indefinito, poi lei tirò su col naso e sorrise.

Adesso vai in camera, Larxene mi ha detto che hai avuto un po’ di febbre. Riposati e più tardi ti preparerò qualcosa da mangiare” ordinò.

Ubbidendo diligentemente, Roxas si avviò verso la sua stanza, seguito da Sora. Solo quando furono soli, si misero entrambi a ridere forte.

Caspita, deve essersi spaventata davvero tanto” considerò il biondo.

Ci siamo preoccupati tutti. Non hai dato notizie di te per ore e ore, e se non fosse stato per quei due chissà cosa ti sarebbe capitato” gli rispose l’altro.

Non l’ho fatto di proposito! Quando ha iniziato a tuonare mi sono spaventato e sono andato nel panico” si scusò. Raccontò al fratello tutto quello che era successo per filo e per segno, facendogli vedere anche il taglio.

Accidenti, è parecchio profondo!” esclamò quello, nel vederlo. Lui annuì.

Dovrei cambiare la fasciatura, non so quando mi è stata fatta. Axel mi ha solo detto che mi ha medicato” continuò.

Se mi aspetti qui un secondo, vado a prenderti le bende senza farmi vedere da nonna. Non sono sicuro che sia salutare che lei sappia anche della ferita” propose il castano.

Sì, in effetti non hai tutti i torti” gli dette ragione suo fratello.

Sora scomparve dietro la porta, stando ben attento a non farsi scoprire, e lasciò Roxas solo a pensare. Si stese sul letto a fissare il soffitto e stese la gamba, sospirando di sollievo.

Stranamente, l’unica cosa che gli veniva da pensare era Axel: i capelli rossi di Axel; il camice nero di Axel; il trucco bellissimo di Axel; le braccia forti e muscolose di Axel; gli occhi verde intenso di Axel…

Si scompigliò i capelli disperato, nella speranza che quel ragazzo si togliesse dalla sua mente e lo lasciasse in pace, ma era da quella mattina, quando aveva incrociato il suo sguardo, che non faceva che sentirsi emozionato. Emotivamente non era possibile affezionarsi a qualcuno in meno di cinquanta parole, cavolo! L’unico che conosceva che riusciva a legare con tutti anche solo con un semplice “ciao” era Sora, ma lui era un caso a parte: da piccolo faceva amicizia anche con le lucertole che sonnecchiavano al sole davanti casa, per cui non faceva testo.

Ecco qua, bende, cerotti e acqua ossigenata!” esclamò il castano, vittorioso, rientrando in camera. Si sedette vicino al fratello e si mise a medicare la ferita, pulendola con cura e attenzione. Roxas non pensava che fosse così bravo.

Certo che hai fatto pratica quando io non c’ero” commentò infatti. Sora alzò le spalle.

Sai che mi faccio male spesso, soprattutto quando esco con Riku e ci sfidiamo alla lotta con i bastoni, per cui devo sapere come curare tagli, graffi e affini. Che ne pensi, andrà bene così?” gli chiese, spostandosi. Alla caviglia del biondo c’era una fasciatura pressoché perfetta, né troppo stretta né troppo larga.

Direi proprio di sì” lo rassicurò, muovendo un po’ il piede.

Fossi in te ci metterei sopra i pantaloni, almeno la nonna non la noterà. Con quanto è apprensiva, ci mancherebbe anche che lo scoprisse, così ti chiude in casa un mese e non possiamo allenarci con lo skate” commentò. Roxas rise forte, divertito. Suo fratello lo fissò senza capire.

Che c’è?” domandò infatti.

Niente, solo che non ti facevo tanto sveglio!” lo prese in giro l’altro. Sora gli si gettò addosso iniziando a fargli il solletico.

Ah no? Vediamo se riesci a liberarti!” lo sfidò, mettendosi a ridere con lui. Entrambi caddero a terra, rotolando per la stanza e continuando a lottare affettuosamente. Nessuno dei due voleva fare male al fratello, così cercavano solamente di farsi il solletico.

Ok, o… ok, mi arrendooo!” gridò Roxas a un certo punto. Era bloccato a terra, con le mani ferme sopra la testa e rideva come un matto.

Chiedo pietà!” implorò tra le lacrime. Sora si mise a cavalcioni su di lui e lo guardò con aria trionfante.

Dì che sono il più forte!” ordinò.

Non lo dirò mai” si rifiutò il biondo. Lui partì con un altro attacco di solletico.

Oddio, ahahahah, va bene, va bene! Sei… sei il più forte!” ammise, tra una risata e un’altra.

E sono anche il più bello

E sei anche il più… ahahahah, almeno smetti di torturarmi mentre parlo, altrimenti non ce la faccio!” lo implorò.

Dillo!

E sei anche il più bello!” sputò fuori il biondo, cercando di non ridere. Soddisfatto, il castano si alzò e lo lasciò a terra a recuperare le forze.

Ti… uff… ti odio!” gli disse, con gli addominali doloranti per lo sforzo.

No, non è vero, tu mi vuoi bene” lo corresse l’altro. Senza farsi vedere, Roxas gli fece la linguaccia.

 

 

Axel, pensavo… dato che tanto per i prossimi due giorni non lavoreremo, ti va di organizzare una cena con tutti i nostri amici?” propose Larxene. Il ragazzo, che stava preparando il caffè per tutti gli ospiti, la guardò male.

Tradotto? Chi vorresti invitare?” le domandò, timoroso. Tanto la risposta la sapeva già.

Beh, avevo pensato che qui siamo io, tu, Demyx, Luxord e Xion, per cui potremmo sentire anche Xemnas, quel matto di Marluxia, Zexion –anche se non penso verrà-, Laxaeus –che tanto starà zitto da una parte-, il prof. Vexen, Xigbar e Xaldin –che vengono in coppia come solito- e… e…

E Saix, vero?” completò lui. La ragazza annuì con un groppo in gola e fissò di sbieco l’amico, aspettando una qualsiasi reazione da parte sua. Lui, semplicemente, scrollò le spalle.

Per me va bene, non ho problemi di alcun tipo, ormai l’ho superata” le assicurò.

Sei sicuro che sia ok?” chiese. Axel le sorrise e poi le fece segno di sì col pollice.

Sono grande e vaccinato, sono certo che sopravvivrò. Però ti occuperai di tutto tu” disse.

Che cosa? Devi aiutarmi!” si ribellò lei.

Ma nemmeno per idea! Tua la proposta, tue le responsabilità. Io, anche se tu non ci sarai, starò tutto il giorno in laboratorio a lavorare. Qualcuno deve pur farlo, visto che stasera verrà anche il professore e dovremo sopportare una serie di domande infinite sul progresso degli studi. Almeno non dovrò mentire, dicendo che non sono riuscito ad andare avanti nemmeno oggi” spiegò. Larxene mise il broncio e incrociò le braccia.

Sei perfido” lo accusò. Il rosso prese la sua tazza di caffè fumante e le dette un bacio sulla testa.

Ricordati, streghetta, che se fai queste espressioni ti verranno le rughe. Ci vediamo più tardi” la salutò, dirigendosi verso il laboratorio.

Continuò a sorridere fin quando la porta non fu sigillata alle sue spalle, poi sospirò e una tristezza strana s’impossessò di lui. Avrebbe voluto dirle che no, non gli andava bene che Saix andasse a cena da loro, soprattutto dopo tutto quello che era successo.

Non provava più nulla nei suoi confronti, solo tanta rabbia. Non gli importava niente che avesse un altro o che si fosse preso gioco di lui, la cosa che lo mandava letteralmente in bestia era che non aveva avuto il coraggio di andare da lui e scusarsi. Aveva fatto finta di niente, uscendo tranquillamente con il loro gruppo di amici e continuando a sfotterlo anche dopo che lo aveva pregato di non farlo.

Si  mise a mescolare le provette senza nemmeno controllare cosa stava unendo, creando così una gigantesca esplosione.

 

 

Roxas si era svegliato allegro e pimpante. Fuori c’era il sole, tirava un po’ di vento fresco e lui e suo fratello quel pomeriggio sarebbero usciti ad allenarsi con lo skate.

Si mise a sedere sul letto, stiracchiandosi, poi lanciò il cuscino in faccia a Sora.

Ehi, svegliati pigrone!” lo chiamò, scendendo. Il ragazzo grugnì e si girò dall’altra parte, facendolo ridere.

Andiamo, alzati! Ieri la nonna ha detto che portava i croissant con la cioccolata. Vuoi che me li mangi tutti io?” lo minacciò, infilandosi le ciabatte. Come punto da qualcosa, il castano si tirò su velocemente, schizzando fuori dalle coperte.

Quella più grossa è mia!” gridò correndo.

Roxas trattenne una risata e lo seguì con calma, ben sapendo che non gli avrebbe mai finito le brioche.

Quando arrivò in sala da pranzo, si sedette vicino al fratello e si versò un po’ di latte.

Nonno e nonna?” domandò guardandosi intorno.

Non lo fo, quando fono fffeso non f’era neffuno” rispose l’altro. Lo fissò disgustato.

Per favore, evita di parlare con la bocca piena. Ho avuto una panoramica della tua colazione e ne facevo volentieri a meno” lo sgridò nauseato. Sora deglutì.

Non c’è nessuno in giro, penso che siano andati a fare le consegne

Anche la nonna? Non va mai in giro con nonno

Che ti devo dire? Forse avevano tanti fiori da distribuire ed è andata ad aiutarlo” suppose il castano. Roxas non ne era molto convinto, ma si mise silenziosamente a mangiare, prendendo un piccolo morso di croissant alla volta mentre suo fratello ne ingurgitava più di metà con un solo boccone.

Quando ci siamo preparati andiamo a fare uno giro sullo skate? Ne ho un disperato bisogno” chiese Sora, bevendo il latte.

Sì, anche perché dobbiamo allenarci. Giuro che, se Hayner vince, mi taglio i capelli a zero” promise.

Che cosa? Nooo!” si ribellò l’altro, schifato. Teneva moltissimo ai suoi capelli e pensava fosse un sacrilegio anche solo sfiorarli.

Si chiama modo di dire” spiegò il fratello, scuotendo la testa.

Ah” disse solamente il castano, arrossendo.

Finirono di mangiare e si vestirono velocemente, pettinandosi e lavandosi i denti il più in fretta possibile.

Ho un bisogno assurdo di volare sulla tavola!” esclamò Sora, correndo in camera a prendere lo skate.

Forza, vai a prendere la tua, ci troviamo in giardino” gli ordinò, ben sapendo che il biondo la teneva in garage.

Solamente in quel momento Roxas se ne rese conto: quando era arrivato a casa di Axel lui aveva in mano lo skateboard, ma il giorno prima, quando era tornato dai suoi nonni, lui non l’aveva recuperata. “Oh, cristo…” pensò. Rimase fermo in mezzo alla stanza, con gli occhi chiusi.

Ehi, qualche problema?” gli chiese il castano, preoccupato.

La mia tavola è da Larxene” sussurrò il biondo, dandosi un colpo sulla fronte con le mani.

Cheee? Significa che oggi non ci alleniamo?” si lamentò il fratello.

No, peggio: significa che io devo tornare da Axel!” ragionò, col cuore in gola.

Controvoglia, si sedette in giardino ad aspettare che sua nonna tornasse per chiederle il numero di casa Flame.

 

 

Sicuro, non disturbi. Ci vediamo alle sei, ok?” stava dicendo Larxene, sorridendo sotto i baffi. Quando chiuse la comunicazione praticamente rideva come una matta. Demyx la circondò con le braccia e le posò un bacio sul collo.

Come mai così felice?” le chiese.

Ti ricordi Roxas? Quel ragazzino che abbiamo aiutato un paio di giorni fa?

Certo, il biondino che credevo stesse con Axel

Esatto. Ho voglia di divertirmi un po’, stasera” disse criptica.

 

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Capitolo 6
*** Una simpatica compagnia ***


Una simpatica compagnia

Tutti gli invitati alla cena arrivarono a casa Flame alle cinque e mezzo, ora che aveva indicato Larxene. Aveva proposto di stare un po’ in veranda a parlare per poi spostarsi all’interno per mangiare. Non era così elettrizzata da quando Axel l’aveva suggerita al professor Vexen per quello studio dei medicinali come sua assistente personale.

In realtà, era quasi più emozionata pensando al fatto che Roxas stava per arrivare e che lei avrebbe fatto una gigantesca sorpresa al suo migliore amico. Odiava che lui stesse ancora male per quell’idiota di Saix, anche perché lui non meritava il suo dolore, quindi era decisa a fare il possibile perché ritrovasse un po’ di armonia.

Sono arrivati!” gridò Demyx, vedendo le macchine apparire dal vialetto.

Uno dopo l’altro gli otto invitati entrarono in casa, e tutti si scambiarono baci e abbracci affettuosamente.

Larxene, tesoro, sei un fiore!” la salutò Marluxia. I suoi capelli rosa si notavano da lontano, così come il suo ego gigantesco, ma lei gli voleva bene.

Grazie, grande capo, anche tu non stai male” lo ricambiò sorridendo.

Passò i dieci minuti successivi a salutarli uno per uno: Xemnas e la sua pelle abbronzatissima anche d’inverno; Xigbar e Xaldin, che ormai erano inseparabili; Laxaeus, il gigante che stava sempre zitto; l’emo Zexion, che era venuto sorprendendo tutti quanti; il professor Vexen; e infine, il menefreghista Saix.

Ho messo il tavolino circolare in giardino, ci sono già le bevande per l’aperitivo se volete” li istruì.

C’è l’alcool?” s’informò Luxord.

In quantità industriali” rispose lei, serafica.

Allora andiamo a bere, gente: ho bisogno di ubriacarmi!

 

 

Roxas stava andando a casa di Axel con Sora. Aveva insistito affinché lui lo seguisse, anche perché proprio non ce la faceva ad andare là da solo, aveva troppa… cosa? Paura? No, forse è meglio dire che era emozionato al pensiero di rivedere il ragazzo.

Sono simpatici, questi tuoi amici?” domandò suo fratello mentre erano in macchina. Li stava accompagnando il nonno, che però non aveva smesso di tossire da quando erano partiti.

S-sì, diciamo di sì” rispose lui, poco convinto.

Ehi, bambini, siamo arrivati, la casa è quella” li avvisò l’uomo, indicando la villa.

Il biondo notò subito che c’erano un sacco di persone intorno all’edificio e questo non fece altro che accrescere la sua tensione. Però Larxene gli aveva detto che non c’erano problemi se andava.

Caspita, devono essere ricchissimi!” esclamò Sora.

Il nonno si fermò e li fece scendere.

Vi aspetto qui, ok?” chiese. Loro annuirono e si avviarono insieme verso quel gruppo di persone urlanti.

Roxas si zittì automaticamente quando furono praticamente in mezzo a tutta quella gente: come suo solito, non era capace di parlare tranquillamente in presenza di troppe persone, gli veniva l’ansia.

Ehi, ciao ragazzino!” lo salutò la padrona di casa facendosi largo tra gli incitati.

Scusami, forse è meglio se torno domani…” disse a bassa voce. Lei rise e gli dette una pacca sulla schiena.

Ma figurati, vieni pure! Axel ha il tuo skate, vado a chiamarlo!” lo rassicurò.

Il biondo rimase in mezzo a una decina di sconosciuti e cercò con la mano il braccio del fratello, che però non trovò. Si guardò intorno allarmato: dov’era Sora?

Xion! Guarda, ci sei anche tu! Che ci fai qui?” lo sentì parlare.

Sono qui dai miei cugini, ieri ho anche incontrato tuo fratello. Come mai siete tornati?

Lo skateboard di Roxas è rimasto qui e siamo venuti a riprenderlo” spiegò ridendo. Li vide parlare senza problemi e si chiese come diavolo facesse lui a sentirsi così a suo agio tra gente sconosciuta.

Ehi, e tu chi sei?” gli chiese una voce alle sue spalle. Si voltò e vide un uomo con una benda sull’occhio fissarlo incuriosito.

Ah-ehm… io sono Roxas” rispose, tendendo la mano.

Non mi ricordo questo nome. Sei nuovo del gruppo?” domandò.

No, sono qui per riprendere…

Xigbar, non mi mettere sotto inchiesta l’ospite! È qui per Axel e basta!” lo sgridò Larxene, tornando in giardino.

Veramente sono qui per il mio skate” precisò lui.

Che ha Axel, ergo sei qui per lui. Forza, è in laboratorio che finisce di lavorare, seguimi” gli ordinò.

Anche se controvoglia, il biondo le andò dietro senza fiatare, sentendo la bocca asciutta.

Ecco a voi il nostro laboratorio!” lo presentò lei, aprendo una porta. Dietro c’era una stanza non molto più grande della cucina ma decisamente più ingombra: provette, fiale, contenitori di varie forme e dimensioni erano disposti in modo disordinato (o così pareva) sui vari scaffali. C’era un lieve puzzo di bruciato.

Scienziato, c’è qui Roxas!” esclamò Larxene.

Axel spuntò da dietro un enorme mobile bianco. Sorrise non appena lo vide.

Ehilà, Roxas! Come stai?” lo accolse sorridente. La sua migliore amica lo aveva avvertito solo un minuto prima dell’arrivo del ragazzo e lui sapeva benissimo che l’aveva fatto apposta. Se avesse avuto tempo, l’avrebbe strozzata, ma ormai tanto valeva fare finta di nulla.

Bene, grazie. Sono qui solo per riprendere lo skate” disse.

Lo so, infatti la tua tavola è di sopra, al sicuro in camera mia. Con la casa invasa da dodici persone, ho dovuto salvarla” lo informò. “Camera sua?!” pensò il ragazzino, sentendo il cuore battere velocemente al sol pensiero.

Bene, io vi lascio soli. Ci vediamo tra poco” li salutò Larxene, uscendo dal laboratorio.

Scusa il disordine, ho avuto qualche problema con un paio di elementi incompatibili tra loro e…

Sono esplosi?” suppose il biondo.

Esatto, facendo un gran baccano e tanto fumo. Diciamo che non sono molto fortunato ultimamente” si scusò ridendo. Si tolse camice e guanti, appendendoli a un gancio al muro e rimanendo con un paio di jeans strettissimi e una maglietta rossa attillata. “Oddio!

Vieni, ti restituisco ciò che è tuo” lo guidò, uscendo dalla stanza.

Si sentiva il vociare delle tredici persone fuori dalla casa anche con la porta chiusa e Roxas si sentì a disagio a pensare che erano lì dentro da soli. Magari avrebbero potuto… “NO!

Entrò nella camera dove si era svegliato la mattina precedente e vide il suo skate appoggiato al muro.

Ecco qua!” esclamò Axel, chinandosi per prenderla. “Che bel sedere…

A te” gli disse passandogliela.

Il biondo sorrise e la strinse tra le mani, riconoscente.

Grazie, vi ho disturbati proprio molto in questi giornicommentò, un po’ imbarazzato.

Figurati, l’abbiamo fatto volentieri” minimizzò il rosso, con un gesto della mano. Lo fissò negli occhi, rimanendo incatenato a quel verde acceso che sembrava quasi finto.

Ehm… sssì, forse è meglio andare” suggerì Axel, riscuotendosi. Roxas sobbalzò, preso alla sprovvista, e annuì. Era fin troppo facile perdere il senso della realtà con quell’uomo intorno, doveva stare attento.

 

 

Ehi, rimaniamo qui a cena!” esclamò Sora quando uscì di casa.

Cosa?” chiese il biondo, andando nel panico.

Sì, Larxene mi ha chiesto se volevano mangiare qui e io ho domandato a nonno se andava bene. Ci ha dato il permesso, viene a riprenderci più tardi!” spiegò felice. L’altro strinse i denti e cercò di non cedere alla tentazione di ammazzarlo su due piedi.

Che… bellezza” disse, sputando fuori le parole.

Ragazzi, abbiamo due ospiti in più! Salutateli tutti!” gridò Larxene, passando un bicchiere di aperitivo anche a loro.

Benvenuti!” urlarono tutti all’unisono. Il castano mandò giù in un solo sorso la bevanda, mentre Roxas iniziò a berla poco per volta.

Buona!” commentò il gemello.

Furono presentati alla combriccola al completo. Andando in ordine di comparizione: Xemnas era quello abbronzato e super fico; Saix era quello sfigurato; Vexen era il professore matto; Laxaeus era il gigante silenzioso (metteva paura); Zexion era l’emo egocentrico; Marluxia era quello con i capelli rosa, l’ombretto e decisamente gay; Xaldin e Xigbar erano la coppia affermata (ma quanti gay c’erano in quel gruppo?); Demyx era il ragazzo di Larxene (che Roxas aveva già consociuto), mentre Luxord suo fratello; Xion la cugina. Infine c’era Axel, che gli fece l’occhiolino, vedendolo un po’ in difficoltà.

Stai tranquillo, se hai bisogno ti aiuto io” gli sussurrò in un orecchio quando riuscì ad avvicinarlo. Lui lo ringraziò con lo sguardo.

Si misero a sedere dopo aver bevuto un bel po’ di aperitivo e metà dei commensali era già brilla. Il ragazzo ringrazio la sua capacità innata di reggere l’alcool e sorrise, poi guardò il fratello e un po’ della sua positività scomparve: Sora era praticamente ubriaco e stava intrattenendo Xion e Demyx con discorsi assurdi riguardo alla scuola, facendoli ridere di cuore. scosse la testa sconsolato e si chiese come avrebbe fatto a spiegare a sua nonna come mai aveva preso la sbornia.

Allora, Roxas, che cosa fai tu?” gli chiese Marluxia sorridendo.

Studio” rispose lui, secco.

Che classe fai? La prima superiore?” lo prese in giro Xigbar.

Veramente tra un mese inizio la quinta, ma grazie per l’arguta osservazione” lo freddò, guardandolo male. L’uomo rise.

Hai la lingua tagliente, ragazzino, mi piaci!” si complimentò.

E dopo che farai?domandò, seriamente interessato, Axel.

Non lo so, ho molte idee, ma anche tanti dubbi. Probabilmente scienze o medicina” rispose con un’alzata di spalle.

Sul serio?” si stupì il rosso. Lui arrossì e annuì.

Ma pensa tu che casualità” commentò una voce fredda e distaccata. Lui si girò verso Saix con i brividi sulla schiena.

Anche tu uno scienziato? Anche il nostro amato Axel studia chimica, sai?” gli fece presente.

Sì, lo so” rispose, intimidito da quella voce glaciale.

Potreste lavorare insieme, non credi? Sarebbe così… divertente” lo stuzzicò. Il ragazzino rimase immobile mentre quelle parole, che di per sé non significavano nemmeno più di tanto, rimanevano sospese nell’aria.

Saix, se devi aprire quella boccaccia solo per dire fesserie, allora sta’ zitto!” gli intimò il rosso, fulminandolo con lo sguardo. Roxas ringraziò che ci fosse lui perché, contro quell’uomo sfigurato, non avrebbe saputo come comportarsi.

Quando la tensione fu svanita e lui non li considerava più, il rosso lo fissò con sguardo supplichevole.

Ti chiedo di perdonarlo, ha un carattere un po’… uhm… non ho aggettivi al momento ma ti prometto che ne troverò” si scusò. Quel sorriso gentile fu una ricompensa più che generosa e lui ricambiò.

Niente, figurati

 

La serata passò piacevolmente e anche lui si lasciò andare, bevendo un po’ di vino e spumante. Non sapeva dire se ci fosse altro, ma ogni tanto qualcuno gli riempiva il bicchiere e lui lo svuotava.

Alle undici e mezzo suo nonno non era ancora andato a prenderlo e lui iniziava a preoccuparsi. Sora era ormai in casa mezzo svenuto da più di un’ora e tutti gli altri invitati erano ubriachi. Se li avesse visti in quella compagnia li avrebbe chiusi in casa a vita.

In aggiunta, anche lui si sentiva un po’ brillo e non riusciva quasi a tenere gli occhi aperti.

A-Axel” chiamò, biasciando un po’ il nome. Non si era nemmeno reso conto che lo stava portando in camera a dormire.

Che c’è?” gli chiese il ragazzo, posandolo sulle lenzuola, accanto al fratello.

Devo chiamare mio… nonno” balbettò. Sentiva gli occhi chiudersi.

Ci penso io, stai tranquillo” gli assicurò.

Shai, sei gentile… a mala pena mi conosci e mi aiuti taaanto… mi piasci” gli disse, iniziando a perdere i sensi. Il rosso sorrise e gli posò un bacio sulla fronte.

Anche tu mi piaci, piccolo Roxas” sussurrò, fissandolo. Stava succedendo qualcosa di strano, se ne rendeva conto: aveva passato con quel ragazzino non più di sei ore e si sentiva legato a lui in modo indissolubile. Era come un filo legato doppio alle loro vite, che li univa senza scampo. Scosse la testa per quei pensieri assurdi, uscendo dalla camera per lasciarlo dormire. Spense la luce e si chiuse in laboratorio: avrebbe passato un’altra nottata in bianco, di questo era sicuro.

 

 

 

 

 

 

 

"Chiedo scusa per la buffa coppia Xaldin-Xigbar, ma è un'idea nata da quella mente malata di mia sorella minore... quando giochiamo insieme a Kingdom Hearts li scambia sempre e ieri, quando stavo scrivendo questo capitolo, mi ha detto "porca puzzola (testuale), io non li sopporto... Rea, nella tua yaoi falli mettere insieme, per favore, almeno se dico l'uno o l'altro è la stessa!" e quindi ecco qui la neonata coppia più assurda degli ultimi dieci anni! Perdonatemi il colpo di matto, ma mi ha fatta troppo ridere e mi è piaciuta l'idea... un bacio a tutti, a presto"

 

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Capitolo 7
*** Dagli errori si impara ***


 

 

Dagli errori si impara

Roxas si svegliò di soprassalto, sudato e spaventato, e si guardò intorno. Dov’era? Appoggiò una mano sulla fronte e scosse la testa, cercando di focalizzare gli ultimi eventi per ricordarsi qualcosa.

Basta alcool per me” decise, pensando a tutto il vino ingerito durante la cena. Suo fratello russò sonoramente e lo fece sobbalzare, così che riuscì a darsi una collocazione spazio-temporale e un po’ di lucidità si fece spazio nella sua testa. Aveva avuto un bell’incubo, comunque, se era riuscito a svegliarlo: di solito dormiva senza problemi fino a quando la sveglia non suonava, per cui doveva essere stato terribile.

Si alzò dal letto, cercando di evitare di svegliare Sora, e scese in cucina per prendersi un bicchiere d’acqua. Ne aveva decisamente bisogno.

Fece il più piano possibile, scansando come in una danza stramba tutte le persone addormentate a terra: nella penombra riconobbe Marluxia sdraiato sul divano, Xigbar e Xaldin abbracciati a terra e Vexen con ancora una bottiglia di vino bianco in mano. Non si era reso conto che la festa avesse preso quella piega, la sera precedente.

Ehi, buonasera Roxas” lo salutò Axel quando entrò in cucina. Lui arrossì.

Ciaoricambiò, un po’ nervoso. “Riprenditi!” si sgridò.

Come mai sveglio a quest’ora?” gli domandò, con in mano un bicchiere d’acqua.

Avevo sete e sono sceso. Mi dispiace averti disturbato” si scusò. Il rosso gli passò la propria tazza e se ne versò un’altra.

Nessun disturbo, piccolo Roxy” lo tranquillizzò.

Ehi, non sono così piccolo!” si ribellò il ragazzino, infiammandosi. L’altro rise e si avvicinò, toccandogli la testa.

Rispetto a me sì, vedi? Tu sei molto più basso, mi arrivi solo all’altezza del…” ma si fermò, con i battiti accelerati.

Del cuore” completo il biondo, percependo il corpo massiccio di Axel terribilmente vicino al suo.

Dopo un lungo istante di imbarazzo, il più vecchio si schiarì la voce.

Magari non ti va, e ti capirei, visto che sono le tre e mezzo del mattino, ma… hai voglia di venire in laboratorio con me? Ultimamente soffro d’insonnia e non ho altro modo per passare la notte che non sia lavorare” gli propose, sorridendo.

Perché no? Ormai sono sveglio” accettò lui, felice.

Era insensato, innaturale e anche piuttosto delirante che lo volesse così vicino dopo il poco tempo che si conoscevano, ma non ce la faceva, era più forte di lui: si sentiva protetto quando era con Axel. Forse era perché lo aveva salvato, o forse perché era terribilmente alto e attraente, ma ciò non cambiava il sentimento che stava nascendo nei suoi confronti. E Roxas ne era fottutamente spaventato.

Ecco qua! Ci sei già stato prima, quindi non ti farò fare un tour per mostrarti la disposizione delle cose” disse il rosso, infilandosi il camice nero e i guanti.

Posso averne uno anche io?” gli chiese lui, indicando la sua divisa.

Certo, ma non sono sicuro che ci siano della tua taglia” lo prese in giro divertito.

Ah-ha. Non sei simpaticoribatté, un po’ infastidito.

In effetti, non c’erano camici della sua stazza, o erano troppo lunghi o erano troppo larghi. Alla fine optò per un vestito un po’ più lungo ma che non gli impediva di usare le mani.

Bene, adesso mettiti anche i guanti. Non vorrei che ti bruciassi con l’acido” lo istruì, indicandogli un cassetto. Roxas ubbidì e poi tornò vicino a lui.

Ok, a questo punto… di preciso in cosa consiste il tuo lavoro?” s’informò. Axel si mise le mani sui fianchi e iniziò a indicare una serie di fiale e contenitori.

Unisco questi componenti e creo medicine. In realtà il processo è un po’ più complicato di così, ma non mi va di annoiarti con tante questioni superficiali sull’argomento” ammise, scompigliandosi i capelli in quello che il ragazzino considerò essere il gesto più sexy e eccitante a cui aveva assistito negli ultimi diciotto anni.

Ehi, ci sei?” lo richiamò l’uomo, agitandogli una mano davanti agli occhi. Lui sobbalzò.

Sì, scusami!” rispose, imbarazzato. “Datti un contegno, cavolo!

Comunque non… non mi annoi. A me piace, la chimica, è intrigante” gli assicurò, interessandosi ai liquidi colorati rinchiusi nelle fiale.

Questi sono composti, vero? , insomma, non sono elementi puri” domandò.

Esatto. Qualcuno di essi è già fatto perché conosco a memoria i procedimenti della formula, almeno fino a metà. È da lì che mi blocco e non so più come continuare e questo, fidati, è un enorme problema” spiegò.

Fammi vedere” disse Roxas. Era più una richiesta, che un ordine, e Axel fu felice che lui si interessasse al suo lavoro. Inspiegabilmente, si mise a sorridere mentre seguiva i vari passaggi fino al punto in cui si bloccava.

 

Ecco, ora che il composto fuma siamo al momento in cui non so più come continuare” annunciò un’ora dopo. Dalla piccola finestra aperta che c’era sulla parete si vedevano ancora le stelle, ma il cielo iniziava a tingersi di lillà.

Le hai provate tutte?” chiese il biondino, comprensivo.

Tutte, senza escluderne una. Ho memorizzato tutte le formule compatibili e non con il composto, ma non sono in grado di capire dove è che sbaglio” ammise frustrato.

Sai, la mia insegnante di chimica dice sempre che gli elementi, anche quando sembra che non si possano più fondere tra loro, creano un nuovo modo per sorprenderci, facendoci scoprire nuove, bellissime creazioni. È per questo che io amo questa materia, quella donna riesce a coinvolgerti anche se non vuoi” spiegò.

Cavolo, deve essere in gamba” commentò Axel sorpreso.

Lo è. Inoltre mi raccomanda sempre di non dare niente per scontato. Insomma, anche se sembra che la formula sia impossibile, un modo per proseguire c’è sempre” lo incoraggiò. Il rosso sorrise.

Sai, piccolo Roxas, sei una fonte infinita di sorprese” lo adulò. Il ragazzo arrossì.

Figurati” minimizzò alzando le spalle.

Sono serio, mi piace il tuo modo di pensare” confermò di nuovo. Gli dette una leggera spinta con la mano, ridendo, ma il biondo, che non se l’aspettava, scivolò all’indietro.

Nel vedere che lo stava facendo cadere, Axel si sporse sul tavolo per recuperarlo, ma spinse inavvertitamente un flacone pieno zeppo di carbonato di calcio contro il contenitore della formula, ed entrambi si ruppero, mescolandosi.

I due ragazzi rimasero immobili per un lunghissimo momento, incapaci di parlare dalla paura: nessuno dei due aveva la più pallida idea di che cosa sarebbe potuto succedere in quel momento.

Non… non esplode” notò Roxas.

E non si è annullato” commentò l’altro, stupito. Si avvicinarono al liquido sul tavolo e Axel ne prese un campione per studiarlo. Lo mise in un vetrino che poi bagnò con l’acqua e lo posizionò sotto al microscopio.

Che succede?” s’informò il biondo, nervoso. Axel rimase zitto per un po’, senza sapere che cosa rispondere.

Funziona” sussurrò.

Come?” chiese l’altro, non avendolo sentito.

Sta lavorando! Cioè, i due elementi non si scontrano ma lavorano insieme!” esclamò soddisfatto. Abbracciò stretto il ragazzino, scompigliandogli i capelli.

E… ehi! Mi fai male!” si lamentò lui, nonostante ridesse, contagiato dalla felicità dell’altro.

Dobbiamo rifare tutto quanto, e vedere cosa succede. Mi dai una mano?” gli chiese.

E me lo chiedi? Mettiamoci al lavoro!” decise Roxas, iniziando a passare gli strumenti all’uomo.

 

Alle sei del mattino, dopo praticamente tre ore ininterrotte di lavoro, i due si accasciarono a terra, appoggiandosi alla parete, sfiniti.

Non posso credere che la formula sia quella giusta” continuava a ripetere Axel, scuotendo la testa,

Giuro che se lo dici un’altra volta te la faccio ingoiare” disse il ragazzino.

Eppure non posso smettere di ripetermelo ad alta voce per convincermene! Tu non puoi sapere quanto tempo sono stato dietro allo studio di quest’affare, senza che funzionasse, e ora mi capiti tu all’improvviso e mi dai la soluzione come se nulla fosse!” esclamò.

Io non ti ho dato un bel niente, sei tu cheti sei schiantato contro la fiala di carbonato, e poi non ti sono capitato all’improvviso” s’impermalì Roxas.

Sei svenuto davanti casa mia, all’improvviso. Come lo chiami tu?

Coincidenza

Allora sei stato una magnifica coincidenza. Devo aver fatto del bene in un’altra vita se, incontrandoti, ho risolto il problema che da più di un mese non mi faceva dormire” commentò. L’altro arrossì e si tirò un ginocchio al petto.

Ehi, me la togli una curiosità?” gli domandò.

Dimmi pure

Come mai il camice che usi tu è nero?chiese curioso. Axel rise forte.

Perché il bianco è troppo normale. Sì, insomma, io ti sembro un chimico dentro gli schemi? A me piacciono la particolarità e il coraggio di uscire fuori dalle righe, e ho pensato che scegliere questo colore invece di quello standard perché è più speciale

Speciale?

. È diverso e quindi speciale. Essendo solo mio dato che tutti indossano camici bianchi, lo rende una cosa unica e insostituibile” spiegò.

Diverso per te significa… speciale?” si stupì Roxas.

Certo. Per te no?” gli chiese.

Non saprei, non ci ho mai pensato” rispose.

E poi, essendo io diverso dagli altri miei colleghi, ho decisamente bisogno di qualcosa che mi differenzi

Perché saresti diverso?

I miei capelli e il trucco non ti hanno fatto capire niente?” il biondo arrossì.

Ah, diverso in quel senso” capì. Iniziò a girarsi nervosamente le mani e si morse un labbro.

Ti crea dei problemi?” si preoccupò Axel.

No, no, figurati!” si affrettò a tranquillizzarlo.

Sicuro? Mi sembri nervoso” notò.

N-no, è… niente, non importa” balbettò, appoggiandosi al muro e chiudendo gli occhi.

Ehi, Roxas?” lo chiamò l’uomo, girandogli la faccia verso di sé. Oddio, quegli occhi verde smeraldo! Poteva morire ora, sul serio.

S-sì?” rispose. Si avvicinò con le labbra alle sue e vi posò un dolce e casto bacio.

Grazie” sussurrò, allontanandosi. Il ragazzo rimase con gli occhi spalancati per la sorpresa e il cuore a mille. Non riusciva nemmeno a respirare.

Axel si alzò e gli tese una mano.

Sono le sei e mezzo, sono stanco e affaticato. Ti va una bella tazza di caffè con un paio di brioche? Offro io” gli propose. Lui sorrise.

Perché no? Andiamo al bar a prenderli?

 

Festeggiamo qualcosa?” domandò Larxene, quando entrò in cucina e vide la tavola apparecchiata per tredici persone con tazze, croissant e caffè per tutti.

Sì, il fatto che, da oggi, tu ed io siamo ufficialmente in vacanza” esclamò Axel, sorridente. Lui e Roxas avevano già mangiato e il ragazzo era al piano di sopra, intento a svegliare Sora e Xion.

Eh? Mi prendi in giro?” chiese lei scettica.

No. Stanotte sono riuscito, finalmente, a completare la formula e ho già chiamato la casa farmaceutica. Domani porto il tutto in laboratorio da loro e poi ci pagheranno un bonus per il tempo risparmiato” spiegò.

Come diavolo hai fatto?

Ho avuto una… spinta” rispose criptico, ridendo.

Non credo di aver capito” ammise l’amica.

Fa’ niente, anzi meglio così” commentò lui.

Praticamente in contemporanea, tutti gli ospiti di casa Flame entrarono in cucina e borbottarono un assonnato “buongiorno” mettendosi a tavola.

Ci volle poco perché la villa si rianimasse di mille voci, ma stavolta Axel non ne era infastidito, anzi gli faceva piacere che tutta quella gente rallegrasse un po’ la sua vita. Soprattutto Roxas.

Come evocato dai suoi pensieri, il ragazzino entrò in cucina, seguito dal fratello e dall’amica, entrambi sbadiglianti, e gli sorrise. Lui gli fece posto nella sedia accanto alla sua, ma il biondo scosse la testa e si sedette vicino a Sora. In risposta al suo sguardo confuso, gli strizzò l’occhio e si mise un dito sulla bocca.

Il rosso capì: per il momento era più divertente tenere la cosa segreta.

 

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Capitolo 8
*** Un tramonto speciale ***


Mi piaceva l'idea del tramonto, anche perché mi ha fatto venire i brividi nel gioco 358/2, per cui ho voluto metterci il dialogo tra loro due... penso sia una delle parti più belle (evitando di nominare la fine quando Xion sparisce... *piange*)... quindi voglio sottolineare che quella parte di storia non è mia ma dei creatori del gioco Kingdom Hearts 385/2! Tutto qui, buona lettura,    Rea

 

 

 

 

Un tramonto speciale

 

I due fratelli Key tornarono a casa prima di pranzo. La nonna li aveva chiamati per avvertire del suo arrivo e loro si fecero trovare fuori casa ad aspettarla come dei bravi bambini.

Non ho un aspetto troppo distrutto, vero?” chiese Sora, che continuava a stropicciarsi gli occhi. Quando si era alzato a mala pena si ricordava il suo nome da quanto aveva bevuto la sera precedente.

Questa è la quinta volta che me lo chiedi in sette minuti. Ti ho già detto che se la smetti di strofinarti la faccia non sembri uno che ieri sera ha preso una sbornia colossale” ripeté Roxas, scocciato.

Non ho preso una sbornia colossale” si ribellò il castano. Lui lo guardò male.

Ah, no?gli chiese sarcastico.

Beh, forse ero un po’ brillo, ma non ero ubriaco!” rispose.

Immagino. E dimmi, ti ricordi di quando hai provato a baciare Xion?” s’informò, con un sorriso malvagio. Sora arrossì.

I-io cosa?!” esclamò sorpreso. Il biondo trattenne a stento una risata mentre suo fratello correva in casa a chiedere alla ragazza se era vero. Axel, che stava aspettando con loro la nonna, lo guardò severo.

Non è mai successo” disse. L’altro rise forte.

Lo so, ma non ho resistito” ammise, guadagnandosi un cenno di dissenso.

In quel momento videro la macchina dei Key arrivare dal vialetto.

Immagino che dobbiamo salutarci” ragionò Roxas, un po’ contrariato. L’altro sorrise e lo fissò.

Per adesso, ma spero che ci rivedremo… presto” ammise. Il biondo strinse le labbra, poi si aprì in un bellissimo e radioso sorriso.

Me lo prometti?” chiese. Axel vacillò un attimo sotto quello sguardo bellissimo.

Facciamo così: domani pomeriggio, verso le cinque, verrò a prenderti a casa” propose.

Sul serio?” esclamò il ragazzino, felice.

Lo giuro. Tu fatti trovare pronto fuori dalla porta e sali in macchina senza chiedere niente. Memorizzato?” domandò, facendogli l’occhiolino.

Memorizzato” rispose.

 

 

Di preciso, mi spieghi di nuovo perché esci con un uomo?” domandò Sora per la dodicesima volta. Dopo essersi vendicato sul fratello facendogli il solletico fino a quando non riusciva più nemmeno a parlare per le lacrime, il castano aveva iniziato a ricordare qualche discorso della sera precedente e, in particolar modo, aveva focalizzato quanto Roxas e Axel fossero stati vicini e di quanto il gemello sembrasse stranamente attratto dall’uomo, così gli era venuto qualche dubbio. La verità era che il biondo non aveva ma confessato nemmeno a lui di essere gay, soprattutto perché se ne vergognava terribilmente.

E’ un amico. Tu esci con Riku, io esco con Axel” rispose nuovamente. Sora si avvicinò al suo volto e iniziò a muoverlo con le mani, fissandolo per bene.

Che diavolo fai?” esplose Roxas, dopo cinque minuti di quello stropicciamento.

Mmmmh… tu mi nascondi qualcosa” decise dopo un po’. Il biondo arrossì prepotentemente e si staccò.

Non è vero, lo sai che ti dico tutto

E allora dimmi la vera ragione per cui esci con quel tipo” ribatté il castano, incrociando le braccia. Era diventato fin troppo furbo negli ultimi tempi e questo metteva in difficoltà l’altro: dirlo o non dirlo?

Uff, e va bene. I-io

Ragazzi, è pronto il pranzo, venite a mangiare!” li chiamò la nonna dalla cucina. Roxas sorrise raggiante per essere stato inconsapevolmente salvato e corse fuori dalla stanza.

Ehi, fermati! Non puoi fuggire così!” si ribellò Sora, andandogli dietro. Arrivarono in sala da pranzo rincorrendosi e facendo baccano, e quasi si schiantarono contro il tavolo.

Benedetti ragazzi, mi farete morire di infarto prima o poi” li sgridò la donna, sobbalzando quando li sentì arrivare.

Ahahahah, scusaci” dissero insieme, sedendosi.

Entrambi notarono subito che mancava un’apparecchiatura e si guardarono confusi.

Ma… e nonno? Non pranza con noi?” chiese il castano, mettendo in bocca un pezzo di carne senza nemmeno tagliarlo.

Ehm… no, oggi aveva da fare… delle consegne, sì” rispose la donna, tremando impercettibilmente.

Ma all’ora di pranzo? Di solito si ferma proprio per mangiare tutti insieme” considerò l’altro nipote, fissando schifato il fratello ingurgitare la bistecca.

Lo so, ma era una consegna speciale e doveva farla subito. Voi non vi preoccupate e divertitevi” li rassicurò, sorridendo e cercando di essere più tranquilla possibile. Roxas non le credette, ma decise di non chiedere altro e finì il suo pranzo in silenzio.

Quando lui e suo fratello uscirono di casa per andare ad allenarsi con lo skate, si mise a rimuginare sugli ultimi avvenimenti, cercando di capirci qualcosa: prima la nonna andava con il marito a consegnare i fiori, scomparendo per metà giornata, poi l’uomo non si presentava a casa all’ora di pranzo e lei sembrava terribilmente triste per qualcosa… che diavolo stava succedendo?

Attento!” gridò Sora, un attimo prima che lui si schiantasse contro un albero. Sentì un forte dolore alla testa e poi cadde a terra, con il viso rivolto verso l’alto.

Oddio!” esclamò il castano, correndogli accanto. Lo schiaffeggiò leggermente per farlo riprendere, poi, vedendo che non dava segni di vita, andò a prendere la borraccia con l’acqua dalla bora e gliela versò tutta addosso.

Aiuto!” urlò Roxas, mezzo affogato.

Dimmi che non sei morto!” lo implorò il gemello, scuotendolo.

Fe-fe-fermo!” lo implorò il biondo, sentendo la testa scoppiare.

Respiri! E parli! Quindi stai bene!” esultò l’altro, stringendoselo al petto.

Sora, sei tu a non stare bene!” commentò, cercando di divincolarsi. Quando fu riuscito a staccarselo di dosso, si toccò la fronte: c’era un bel taglio poco sopra le sopracciglia, messo in obliquo.

Bene, ci mancava anche questa. Io devo smettere di pensare quando vado sullo skate” commentò sconsolato.

Direi proprio di sì” confermò il gemello, aiutandolo ad alzarsi. Ebbe un po’ di difficoltà, soprattutto perché la botta era stata gigantesca, ma si rimise in piedi e cercò di stabilizzarsi.

Tutto ok?” gli domandò Sora, preoccupato. Lui annuì.

Forse se torniamo a casa è meglio” suggerì.

No, dobbiamo allenarci. Non voglio che Hayner vinca la gara” si rifiutò. Stava per salire di nuovo sullo skate, ma gli vennero le vertigini e sarebbe di nuovo caduto se il fratello non l’avesse sorretto.

Roxas, hai bisogno di stenderti” gli fece presente.

Allora io sto fermo, ma almeno tu continua!” propose disperato. Quella gara lo stava torturando, sul serio: si sognava la notte il risultato e non era mai positivo.

Si sedette su una roccia a fissare Sora fare lo slalom perfettamente e si sentì invidioso: sotto tantissimi aspetti era molto meglio di lui. Perché? Era più allegro, più spigliato, più divertente ed era sempre circondato da amici. Delle volte si domandava come facessero ad essere fratelli. I suoi occhi si rattristirono nel pensare che fosse mille volte meglio e promise a sé stesso che in quella gara avrebbe dato il massimo per far vedere che anche lui poteva farcela.

 

 

Ci vediamo dopo!” salutò Roxas, uscendo di casa e avviandosi sul vialetto.

Ehi, aspetta!” lo fermò Sora.

Che c’è?

Tu non mi hai ancora finito il discorso di ieri” gli ricordò, un po’ arrabbiato. Il biondo arrossì.

Non è niente, sul serio. Siamo amici e usciamo come amici” rispose.

Sei sicuro che sia tutto qui? Che non ci sia qualcosa di più… profondo?domandò, sinceramente interessato. Lui strinse i pugni, ma sorrise.

Fidati, se ci fosse te lo direi” gli assicurò.

Me lo giuri?

Te lo giuro” disse, sapendo di star mentendo alla persona a cui voleva più bene. Il castano sorrise felice.

Allora ok, non ti disturbo più. Divertiti” si raccomandò, rientrando in casa.

Roxas si sedette sul muretto di cemento bianco che chiudeva il giardino e attese. Dopo nemmeno cinque minuti, Axel arrivò con un pick up nero e si fermò davanti a lui.

Ehilà, piccolo Roxas!” lo salutò, sorridente.

Non mi chiamare piccolo!” lo sgridò, salendo sul fuoristrada.

Ma lo sei!” lo prese in giro il rosso, mettendo in moto e partendo.

Lo so, ma tu non sottolinearlo ogni volta!” gli chiese, imbronciato.

Come vuoi. Però è un soprannome carino” lo assecondò l’altro. Lui sbuffò e incrociò le braccia.

Allora? Che hai fatto in questi due giorni?” gli chiese l’uomo, girando ad un incrocio ed immettendosi nella strada provinciale.

Il solito: sveglia, cibo, skate, cibo, skate, lotta con Sora, cibo, letto. Tu?

Ho portato all’azienda farmacologica la formula che abbiamo creato e poi ho fatto un giro in città con Larxene” rispose con un’alzata di spalle.

Capito

Roxas non si sentiva così emozionato da quando aveva avuto come regalo di compleanno la sua prima tavola da skate, a sei anni. Il cuore gli rimbombava nelle orecchie, battendo forte alle costole e facendogli quasi male.

Dove andiamo?” chiese per smorzare la tensione.

No, no, no, no, no, non ci siamo. Ti ricordi cosa ti avevo detto l’altro giorno? Sali in macchina e non fare domande” rispose Axel, soddisfatto.

Ma…

Niente ma, è una sorpresa” lo interruppe.

Nemmeno un piccolissimo indizio?

Nemmeno quello” annuì il rosso.

Il ragazzino incrociò le braccia e aprì il finestrino per sentire il vento sulla pelle e fare in modo di calmarsi un po’.

Comunque, se può farti stare meglio, siamo quasi arrivati” assicurò, svoltando a sinistra. In quel momento un profumato odore di salsedine arrivò al naso di Roxas, che si guardò intorno per vedere dov’erano.

Ehi, ma quello è l’oceano!” esclamò, indicando una gigantesca distesa di acqua brillante. Axel rise e annuì, poi entrò in una stradina sterrata in salita.

Ma come, non andiamo in spiaggia?

No, molto meglio” rispose, cambiando marcia.

Continuarono a salire per altri cinque minuti, poi si fermarono in uno spiazzo ricoperto d’erba da cui si vedeva la baia.

Va bene, ora siamo arrivati” annunciò l’uomo, scendendo dal pick up. Roxas lo seguì.

Qui?” domandò un po’ confuso.

Esatto” annuì l’altro.

Ma qui non c’è niente

Ehi, fidati di me, memorizzato?” lo tranquillizzò Axel, salendo sulla parte posteriore della macchina e sedendosi sul tettuccio. Il biondo lo emulò, mettendosi vicino a lui: da lì avevano una stupenda visione del golfo e i raggi del sole riflettevano l’acqua creando un gioco di luce fantastico.

Caspita!” esclamò il ragazzino, spalancando la bocca. L’altro sorrise.

E non hai ancora visto il meglio” gli assicurò. Tirò fuori dalla borsa che aveva con sé due ghiaccioli.

Vuoi?” gli offrì.

Sì, grazie” annuì Roxas, prendendone uno. Si misero a mangiarlo in silenzio, beandosi di quella visuale, fin quando il sole non iniziò a colorare di rosso e arancio tutto il paesaggio. Fu in quel momento che avvenne: l’acqua cristallina del golfo si accese come una fiamma, assorbendo il rosso fuoco del tramonto e riflettendolo tutto intorno a sé. I raggi del sole furono spediti in ogni direzione, battendo contro la sabbia e le rocce bianche.

Wow!” esclamò il biondo, spalancando gli occhi e sporgendosi verso quello spettacolo.

Te l’avevo detto, no?” gli ricordò Axel, felice che gli piacesse.

E’… è… wow!” disse, incapace di trovare delle parole adatte. L’uomo rise.

Ehi, Roxas, scommetto che non sai perché il tramonto è rosso” suppose. Il ragazzino lo fissò.

Sai, la luce è formata da molti colori  e il rosso è quello in grado di arrivare più lontano” spiegò. L’altro gli tirò una piccola spinta e rise.

E chi te l’ha chiesto? Sapientone!” lo prese in giro. Entrambi si misero a ridere senza un vero motivo, solamente felici di essere lì insieme.

Sai, forse è ora che rientriamo. Non vorrei che i tuoi nonni si preoccupassero” propose Axel, scendendo dal tettuccio.

Penso di sì” annuì Roxas, un po’ contrariato. In realtà non voleva andarsene, gli piaceva stare con lui. Lo metteva di buonumore.

L’uomo si rese conto che lo aveva rattristato, così si avvicinò a lui e lo baciò teneramente.

Ehi, non fare facce tristi, chiaro?” lo sgridò affettuosamente, tenendo la sua faccia con le mani. Il biondo sorrise e si sporse per appoggiargli le labbra sulle sue.

Se fare facce tristi mi ripaga così, direi che ne vale la pena” rispose ridendo.

 

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Capitolo 9
*** Proposta di matrimonio ***


Proposta di matrimonio

Axel rientrò a casa con uno di quei sorrisi ebeti che solo l’amore può far nascere sul viso e parcheggiò nel vialetto, sulla destra, come sempre.

Tutti gli ospiti se n’erano andati, tranne Demyx, Xion e Luxord, che avrebbero ripreso la via di casa tra quella sera e la mattina dopo. O così credeva.

Non fece in tempo a tirare le chiavi fuori dalla tasca che un Demyx affranto e quasi in lacrime uscì di casa e lo sorpassò senza nemmeno salutarlo, salendo in macchina e andando via a tutta velocità.

Axel rimase un attimo sorpreso, poi sentì Larxene che parlava con il fratello e la cugina ed entrò. L’aria che trovò in salotto era piuttosto pesante: la ragazza stava camminando su e giù sul tappeto rosso che lui aveva comprato tempo addietro e si mangiava le unghie (non era mai un buon segno quando succedeva), mentre gli altri due erano seduti sul divano che la guardavano incerto. Luxord si illuminò quando lo vide.

Eccoti, finalmente!” lo accolse, sorridendo. Già questo lo inquietò.

Cos’è successo?chiese incuriosito. Il biondo fissò la sorella, insicuro sul da farsi, poi fu Xion a rompere quel silenzio.

Demyx le ha fatto una proposta di matrimonio” disse. Axel si mise una mano tra i capelli.

 

 

Un’ora prima.

Larxene stava facendo il bucato quando il suo fidanzato la prese da dietro, abbracciandola.

Salve, signorina. Che state facendo?” le chiese, baciandola sulla testa. Lei rise e si voltò, dandogli un vero bacio.

Niente, aspettavo te” rispose. Il ragazzo sorrise e la strinse a sé., sentendo il cuore battere forte pensando alla richiesta che stava per fargli.

Senti, po… possiamo parlare da soli?” le chiese, tremando. Lei si staccò e gli sorrise.

Ma siamo già soli” gli fece notare.

Intendevo in un posto che non fosse davanti alla lavatrice” le spiegò. La ragazza non capì, ma annuì e lo portò al piano di sopra, dove c’erano le stanze degli ospiti.

Qui va bene?” s’informò, entrando in una camera.

Sì, qui… qui è perfettorispose, insicuro.

Lei si sedette sul letto e lo fissò incuriosita, attendendo, ma Demyx non voleva saperne di iniziare e rimase zitto a fissare il pavimento, giocando con la scatolina dell’anello che aveva in tasca.

Allora? Che succede?” gli chiese, impaziente. Lui sobbalzò, quasi si fosse dimenticato della sua presenza, e rise imbarazzato.

Allora, io volevo… cioè, volevo sapere…” balbettò. Furono subito interrotti dallo squillo del telefono, e Larxene andò a rispondere velocemente.

Pronto?” disse. Si mise a parlare concitatamente con qualcuno a poi riattaccò sorridente.

Era solo Aqua, che mi chiedeva se stasera volevamo andare a cena da lei e Terra. Ti va?” propose.

Sì, certo” annuì Demyx, senza praticamente averla sentita.

Per cui possiamo riprendere il discorso più tardi” decise la ragazza, uscendo di camera.

Cosa? N-no!” si ribellò lui, andandole dietro.

Dobbiamo prepararci! Sono quasi le sette, e io devo cambiarmi” gli fece presente, entrando in bagno.

Ma è meglio se parliamo ora” ripeté il biondo da fuori la porta. Lei si affacciò e sorrise.

Allora lasciami fare la doccia, poi mi dici” ordinò, dandogli un veloce bacio sulla guancia. Il ragazzo si accasciò a terra, sconsolato.

 

Eccomi, sono pronta!” annunciò Larxene, entrando in salotto. Demyx era seduto sul divano con in mano un bicchiere di acqua e stava cercando di calmarsi.

Ah, benissimo. Quindi, dicevo…” iniziò, sorridendo ansioso. Lei lo fermò di nuovo.

Cambiati, abbiamo meno di un’ora per andare” disse, indicandogli le scale.

Che cosa? Ma mi avevi detto che…

Sta’ zitto e va’ di sopra a renderti presentabile!” ripeté con un tono che non ammetteva repliche. Il ragazzo era basito, ma ubbidì.

Mentre era in camera che si cambiava, si mise a prendere a pugni un cuscino per la frustrazione: possibile che non lo ascoltasse? Era così insignificante, per lei? Magari, invece, era colpa sua che ne faceva una questione di stato: se si fosse mosso, avrebbe potuto farle la proposta.

Rincuorato, si cambiò il più velocemente possibile, e si precipitò di sotto dove, con suo grande scorno, trovò Luxord e Xion, che erano appena rientrati da una passeggiata. “E che cazzo!” pensò.

Oh, finalmente sei pronto. Prendiamo un aperitivo tutti insieme e poi andiamo” annunciò Larxene, alzandosi e andando in cucina.

Non è che potremmo… parlare?” le chiese Demyx, iniziando a spazientirsi.

Tesoro, abbiamo tutta la notte per parlare, che fretta hai? Adesso prendiamo l’aperitivo” gli rispose. Lui strinse i pugni.

Perché, nonostante ti abbia detto che è una cosa importante, non vuoi ascoltarmi?” domandò irritato.

Perché le tue cose importanti sono stupide” spiegò la ragazza, pentendosene un momento dopo. Il biondo spalancò gli occhi, incredulo.

Ah, ma davvero? Sono troppo più importanti le tue, ovvero lo shopping, la stupidissima chimica e Aqua!” le rinfacciò, gridando.

Scusami, non volevo dire che sono stupide in generale… intendevo dire che sono stupide per me” cercò di correggersi lei, facendo peggio.

Ma senti, senti che cosa viene fuori da una mia semplice richiesta” si stupì Demyx, ridendo isterico. Larxene si arrabbiò.

Ascolta, ora basta. Non volevo dire ciò che ho detto, ho sbagliato a formulare la frase. Non farne un dramma” esclamò.

Forse per te non è un dramma, ma per me si” le fece presente l’altro.

Se per me non è un dramma, non vedo perché dovrebbe esserlo per te” ribatté lei.

Perché mi hai ferito!” esclamò il biondo.

Ma non volevo!

Eppure l’hai fatto! E non trovare scuse idiote, tu pensavi ciò che hai detto

No che non lo pensavo!

Sì, sì lo pensavi, altrimenti non lo avresti ripetuto una seconda volta” la accusò. Larxene strinse le labbra e poi esplose.

Ok, forse lo penso sul serio, però sul serio, amore, ci sono cose che tu reputi importanti e non lo sono affatto!

Non chiamarmi amore, NON LO FARE!gridò, isterico, Demyx. Non era mai andato fuori di testa, non una volta che avesse perso la pazienza, ma si sentiva ferito e deluso. La ragazza rimase allibita da quel comportamento, e capì che forse aveva esagerato.

Va bene, mi dispiace, ma calmati!” disse.

No! Non mi calmo, e non dirmi di farlo! Sei una… un… sei una stronza!” esclamò infine, quasi sull’orlo delle lacrime.

Non ti interessano le cose che reputo importanti perché per te esisti solo tu! Sei un’egocentrica bambina viziata che non sa fare altro che guardarsi allo specchio e volere tutto ciò che può come i bambini!

Ehi, vacci piano con le offese!

Ma dico ciò che penso, no? Come hai fatto tu, per cui non è sbagliato! E sai cos’altro penso? Penso che ho avuto una fortuna sfacciata a non riuscire a parlare, tutto sommato!

Ma che diavolo dici? Di cosa avrai mai voluto parlarmi di così importante?

Di questo!” urlò, tirando fuori di tasca l’astuccio con dentro l’anello. Quando lo vide, Larxene si immobilizzò e il cuore prese a batterle forte in petto.

T-tu volevi…

Sì, volevo chiederti di sposarmi, ma è stato meglio così! Se non sono abbastanza importante per te, allora tanto vale che me ne vada!” gridò, rimettendosi in tasca il gioiello e andando verso la porta.

Fermo, Demyx, non ho mai detto che non sei importante” si ribellò lei, aggrappandosi al suo braccio per farlo rientrare.

Hai detto che non ti interessano le cose che per me sono importanti, quindi non mi reputi importante. È un ragionamento che anche io riesco a fare!

Ragiona un secondo! Se non fossi stato importante per me non starei con te da anni!

Non mi interessa. Non voglio più sentirti dire niente” disse, facendola staccare da sé. Lei si ritirò e lo fissò arrabbiata.

Benissimo, allora vattene! Sii felice con qualcuno stupido tanto quanto te!” gli augurò.

Bene!” esclamò lui.

Bene!” ripeté lei, volendo avere l’ultima parola.

Il ragazzo uscì e sbatté la porta, cercando di non piangere fin quando non fu abbastanza lontano perché nessuno lo sentisse.

 

 

Axel era rimasto zitto mentre Xion parlava, a guardare Larxene camminare nervosamente in su e in giù per la stanza. Teneva le mani stese lungo il corpo, con i pugni chiusi strettissimi, e la bocca strinta.

Poi sei arrivato tu” concluse la mora. Lui la fissò, poi tornò con gli occhi all’amica.

Sei un’idiota, lo sai?” le chiese, senza mezzi termini. Lei si bloccò con lo sguardo furioso.

E’ colpa sua, non mia! È lui l’idiota, è lui quello che se n’è andato!” ribatté, infuriata. Il rosso si alzò e la fronteggiò.

No, la stupida sei tu che non fai altro che vedere te stessa, e sei così orgogliosa da non riuscire ad ammettere che hai ferito l’unica persona sulla faccia della terra in grado di starti accanto!” la sgridò.

Senti, se sei qui per farmi la paternale puoi andare al diavolo!” urlò Larxene, in preda a una crisi nervosa.

Non voglio farti la paternale, lo sai! Ma non posso usare vie traverse per dirti che, se non torni indietro sui tuoi passi e gli chiedi scusa, perderai la cosa più bella della tua vita!

Che cosa ne sai, tu? Che diavolo ne sa uno come te, che ha amato una volta sola?” lo accusò la bionda, iniziando a dargli pugni sul petto. Axel non disse niente, ma la strinse a sé, aspettando che si calmasse.

Che ne sai di che significa?” domandò di nuovo, più flebilmente. Si appoggiò a lui e si mise a piangere.

Voleva sposarmi… voleva sposarmi” ripeteva come impazzita.

Shh, va tutto bene” le assicurò il rosso, accarezzandole i capelli. Lei si aggrappò alla sua maglietta e rimase lì in lacrime per i venti minuti successivi.

 

 

Se stai così male perché non vai da lui?” le chiese il rosso, quando si fu calmata. Xion e Luxord li avevano lasciati soli per gentilezza e ora erano al piano di sopra a fare le valigie.

Perché non posso” rispose Larxene, tirando su col naso.

Che diavolo significa che non puoi?

Che… che non…

Non balbettare, mi fai venire i nervi” la riprese. Lei arrossì e si contorse le mani.

Io non so farlo” sussurrò infine.

Cosa?

Io non so chiedere scusa!” ammise. Axel rise forte e la guardò divertito.

Non sai chiedere scusa? Santo Dio, Larxene, lui è il tuo uomo! Non deve interessarti se sai farlo o no, ma solo quanto tieni a lui e al vostro rapporto. È questo che importa” le disse.

Lo so, ma non l’ho mai fatto, non ho idea di come funzioni. E se non mi riprendesse?

Ma chi? Demyx? Quello è così idiota che ti prenderebbe con sé anche se tu gli spaccassi in testa un vaso e lo tradissi contemporaneamente” le rispose.

Non parlare così del mio Demyx, capito?” s’infiammò la ragazza. Il rosso la fissò e le prese le mani.

Tu vuoi che lui torni con te, giusto?le chiese serio. Lei annuì.

E allora alza il culo, prendi la macchina e vai a implorare perdono in ginocchio” le consigliò, facendole l’occhiolino. La bionda guardò fuori dalla finestra e ci pensò su un attimo.

Stasera non posso” disse infine. Axel era già pronto a sgridarla, ma lei lo fermò.

Anche se io non me ne ricordavo, prima di avere un impegno con me, Aqua e Terra, Demyx doveva andare da sua nonna. Era per questo che se ne doveva andare prima di Luxord e Xion” spiegò.

E se lui è da lei io non voglio certamente disturbarli. Si vedono così poco che non mi sembra giusto” concluse.

Va bene, questa scusa te la posso anche passare, ma domani la prima cosa che farai sarà alzare codeste chiappette da modella che ti ritrovi e portarle dal tuo amore. Memorizzato?” ordinò. Lei annuì, sorridente.

Bene. Vuoi un abbraccio?” le propose. Larxene lo fissò disgustata.

Mai!” esclamò, ridendo. Lui la strinse comunque e lei lo ricambiò, felice di avere un amico così.

Tirò su col naso e poi ci pensò.

Adesso parliamo di te e del piccoletto” decise, staccandosi. Il rosso arrossì.

Di quale piccoletto?” chiese, facendo finta di niente.

Axel” lo riprese lei, con un tono da mammina.

E va bene, scusami. Che cosa vuoi sapere?

Non ne ho idea. Che cosa è successo? Come ti senti?

In realtà, per il momento è successo molto poco. Ci siamo baciati quando ho trovato la formula per la prima volta e oggi pomeriggio la seconda, ma nient’altro” raccontò.

Ma per te è già importante, vero?” gli chiese. Conosceva quello sguardo di trasporto che aveva.

Non so dirti quanto o perché, però sì, ne sono già preso da morire. Roxas è… non te lo so spiegare nemmeno io! Il fatto è che mi sembra di aver trovato qualcuno diverso rispetto ai soliti scemi con cui sto. È intelligente, è simpatico, è carino e… non lo so!” spiegò, un po’ confuso. Larxene rise e gli mise una mano su una guancia.

E vuoi rischiare? Sì, vuoi impegnarti sul serio?” domandò, preoccupata. Axel ci pensò su un attimo.

Penso di sì. È il momento di dimenticare Saix e andare avanti” rispose sorridendo.

Allora ti auguro tutta la fortuna possibile” concluse la ragazza, alzandosi e andando a salutare Luxord e Xion.

Già –pensò il rosso- me la auguro anche io

 

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Capitolo 10
*** Ammissioni ***


Ammissioni

Passarono tre giorni prima che Larxene si decidesse ad andare da Demyx per parlare. Preferiva dire così, che andava a “parlarci” piuttosto che ammettere che andava a chiedere perdono. Anzi, che andavano a chiedere perdono. Sì, perché, non sapendo di preciso come doveva fare, aveva implorato Axel di accompagnarla e rimanere lì almeno per i primi venti minuti, giusto per darle una mano se si trovava in difficoltà.

E che è, il mio ragazzo?” aveva provato a ribattere lui.

No, ma io sono la tua migliore amica, quindi me lo devi” gli aveva detto.

Io non ti devo proprio niente!” si era ribellato.

Sì, invece! Dai, ti prego! Farò tutto quello che vuoi se vieni con me, anche se l’esito della discussione fosse negativo” promise. Il ragazzo la guardò male.

Tutto?” le domandò. Lei annuì

Qualsiasi cosa” ripeté.

Così, adesso, erano entrambi sul pick up di Axel che andavano da Demyx per chiarire la situazione. In realtà il rosso si sentiva piuttosto a disagio ad andare dal ragazzo della sua migliore amica con lei per farli riappacificare quando lui non era nemmeno in casa al momento della discussione. La sua presenza lì era paragonabile a quella di un gatto dentro un frigorifero, più o meno.

Ecco, sta qui, nella traversa sulla destra” lo istruì Larxene, indicando una stradina stretta e piena di automobili parcheggiate. Lui si fermò prima di entrare.

Stai scherzando?” le chiese.

No, perché?

Secondo te io rischio di rovinare il mio pick up infilandomi in quella sottospecie di corridoio un po’ più largo?” domandò retorico.

Cosa vorresti fare, lasciarmi qui e parcheggiare lontano?

 

 

Cinque minuti e cinquecento metri dopo, Axel chiuse la macchina e si diresse verso il vicolo in cui Larxene gli aveva detto abitava Demyx. Al numero nove, si era raccomandata.

Ma tu guarda cosa mi tocca fare per amicizia” si lamentò ad alta voce.

Ehi, adesso parli da solo?” lo prese in giro una voce dietro di lui. Si voltò di scatto, sorpreso di vedere lì Roxas, e sorrise.

Che ci fai tu qui?” gli chiese. Era felice di vederlo, davvero, davvero felice.

Sono venuto a fare la spesa con nonna e Sora” rispose, indicando le buste che aveva in mano.

Ah, in pratica fai la brava massaia” rise il rosso.

Disse quello che guarda tramonti sulle colline come Heidi” gli fece il verso.

Si avvicinò a una macchina da cui spuntavano un paio di gigantesche scarpe scure e passò i sacchetti all’interno, poi chiuse lo sportello.

Beh, li guardo solo quando sono in buona compagnia, in realtà” confessò, facendogli l’occhiolino. Roxas arrossì.

Me l’immagino. Per cui deduco che tu ci sia andato con qualcun altro negli ultimi tre giorni” disse, guardandolo un po’ arrabbiato.

Ehi, non sarai mica geloso, vero?” lo prese in giro Axel. Lui distolse lo sguardo e evitò di rispondere.

La verità è che non mi sono fatto sentire perché Larxene ha litigato con Demyx e non si parlano da quando io sono tornato a casa dopo averti riportato a casa. Sono qui perché l’ho portata da lui per chiarire la questione, ma ho dovuto parcheggiare in capo al mondo dato che il biondino ha avuto la brillante idea di abitare in una strada che è larga più o meno quanto l’ingresso di casa mia” spiegò, avvicinandosi a lui.

L’avrebbe baciato, sul serio, se non fosse arrivata sua nonna in quel momento, nascosta da due gigantesche buste della spesa.

Sora, Roxas, venite ad aiutarmi, per faaaaaaah!” stava per scivolare con tutto ciò che aveva comprato, ma Axel fu più veloce e riuscì a farle ritrovare l’equilibrio, reggendo i sacchetti da sotto.

Grazie!” sussurrò, avvicinandosi alla macchina, sorretta dal rosso.

Si figuri” rispose lui. Nel sentire una voce che non era di nessuno dei due nipoti, si affacciò per vedere chi fosse il gentile ragazzo che l’aveva aiutata.

Ma lei è il signor Flame” esclamò, sorpresa. Il ragazzo rise.

Mi chiami solo Axel” le disse, aprendole la  portiera dell’auto. Lei posò tutto quanto sul sedile posteriore, vicino a Sora, e poi lo fissò sorridente.

Grazie mille per l’aiuto” ripeté.

Non lo dica troppe volte, non ho fatto niente di che” la rassicurò con un gesto della mano.

Sono seria, invece: se non fosse stato per lei sarei caduta portandomi dietro chissà quanti soldi di spesa. Mi ha salvata” disse con un tono quasi disperato. C’era qualche problema di cui Roxas non gli aveva parlato?

Non importa, io ho solo mosso un passo” minimizzò. Scese un silenzio imbarazzato, nel quale il biondino cercava di non parlare per evitare gaffe e la donna si teneva le mani al petto, respirando affannata.

Adesso vado, Larxene mi aspetta per andare da Demyx. Ci vediamo” li salutò voltandosi.

Aspetti!” lo fermò la nonna.

Sì?

Senta, le va di venire a cena da noi stasera? Preparerò la pizza e mi andrebbe di ringraziarla in qualche modo, visto che è stato gentile prima con mio nipote e poi con me” gli propose. Axel non se la sentì di rifiutare, nonostante Roxas gli facesse segno di no da dietro le spalle della signora. Sarebbe stato divertente.

Sì, perché no? Molto volentieri” accettò. Il ragazzino lo fissò, prima incredulo poi arrabbiato, e gli fece il segno di strozzarlo con le mani senza essere visto da nessuno.

Allora ci vediamo dopo. Chieda anche alla sua amica se vuole venire, vi aspettiamo” lo salutò, salendo in macchina. Il rosso mimò al biondo con le labbra un “ci vediamo dopo, piccolo Roxy”, ma lui gli fece la linguaccia, seguendo la nonna.

Quando partirono, lui si avviò verso casa di Demyx per raggiungere Larxene.

 

 

Sei solo un bambino!

Io? Il bambino sarei io? Sei tu che mi hai detto che non te ne frega niente di me!

Queste parole non sono mai uscite dalla mia bocca

Ma andiamo! Hai esplicitamente detto che le mie cose per te non sono importanti!

Solo alcune. Come i fumetti o i videogiochi! Cosa vuoi che me ne freghi a me se il tuo eroe dei manga è morto o se sei riuscito a superare un livello in uno stupidissimo gioco per la playstation?

Ma sono cose che fanno parte del mio essere così! Quindi se per te non sono importanti loro non lo sono nemmeno io

Tu devi avere il cervello di un cetriolo per fare questi discorsi

I cetrioli non hanno il cervello!

Precisamente! Ma ti ascolti quando parli?

Mi ascolto più di quanto non faccia tu, tranquilla! E non mi dire che non ho capito perché mi fai arrabbiare!

Tanto ora non lo sei, vero? Stiamo litigando, se non te ne sei accorto, e tu stai facendo discorsi senza senso

Senti da che pulpito

Axel trovò la porta aperta ed entrò senza chiedere il permesso, sicuro di non sbagliarsi: fin dalla strada si sentivano le loro voci arrabbiate gridare.

Salve” salutò. I due non parvero aver sentito niente.

Cosa vorresti dire, che io faccio discorsi senza senso?

Sì, brava, intendevo dire proprio questo

Mi fai quasi ridere, davvero. Ah-ah-ah, visto?

Smettila di fare la prima donna e scendi dal piedistallo, baby

Scusa, cosa hai detto? Ripetilo un po’ se ne hai il coraggio!

Stavano urlando come due matti, e Axel provò a inserirsi di nuovo.

Ehilà, mi sentite?” disse, e fu ignorato di nuovo.

Sei una prima donna e vuoi essere sempre al centro dell’attenzione. Egocentrica!” ripeté il biondo. Infuriata, Larxene prese in mano un libro dal tavolo e lo tenne sopra la sua testa.

Demyx, non sfidarmi!” lo minacciò.

Non mi fai paura!” la sfidò. Il rosso vide l’amica prendere la rincorsa con il volume e cercò di mettersi in mezzo.

FERMA!” gridò. Sentì il colpo fendere l’aria, ma ormai era già a metà percorso e fu preso in piena testa da un libro contenente ottomila canzoni diverse con annessi accordi. L’ultima cosa che pensò fu che avrebbe dovuto farsi gli affari suoi, invece di farsi convincere a dispensare favori idioti a delle persone idiote.

 

 

Axel? Mi senti?” una voce femminile lo stava chiamando. Cercò di mettere a fuoco, ma non riusciva nemmeno ad aprire gli occhi.

Spero per te che non sia morto, sennò uccido anche te

Ma no che no è morto! È solo svenuto. Mi sa che ci sono andata troppo pesante con quell’affare

Trovi?

Giuro che se non la smettete di litigare vi prendo per il collo e vi butto giù dalla finestra” furono le prime parole che il ragazzo riuscì a dire prima di focalizzare la stanza attorno a sé.

Axel! Dio mio, stai bene!” esclamò Larxene, smettendo di passargli uno straccio bagnato sulla testa.

Più o meno” rispose, aprendo del tutto gli occhi e mettendosi a sedere con un gemito. Si toccò la ferita sulla sommità del capo e ritrasse subito la mano, sentendo bruciare tutto.

Non sanguina, vero?” domandò preoccupato.

No, no, hai solo un gigantesco bernoccolo” lo tranquillizzò Demyx.

Ah, allora tutto a posto” ironizzò lui. Li guardò male entrambi.

Mi spiegate che diavolo stavate facendo? Sono entrato in casa con soli dieci minuti di ritardo rispetto a lei e ho trovato la terza guerra mondiale, con annessi bombardamenti –che, naturalmente, ho subito solo io- . Ma vi sembra un comportamento da persone mature?” domandò. I due abbassarono gli occhi, imbarazzati.

Non è colpa mia” esclamarono insieme.

Ma guardatevi! Sembrate due bambini che litigano per un giocattolo! Ma vi rendete conto?” li sgridò.

Se continuate così giuro che picchio entrambi” minacciò. Rimasero zitti tutti e due per un minuto buono.

Mi dispiace” disse Demyx.

Anche a me” affermò Larxene, imbarazzata.

Eravamo venuti qui per risolvere, non per peggiorare le cose. Io rimarrò qui a fare da arbitro, quindi voi ora mettetevi a tavola e parlate da persone civili” ordinò, alzandosi.

La stanza gli girò intorno per un secondo, poi riuscì a stabilizzarsi e li prese per i gomiti, facendoli sedere con la forza su due sedie.

Iniziamo dalle donne” annunciò.

Che cosa? Perché?” si ribellò Larxene. Lo sguardo di Axel non ammise repliche e lei abbassò lo sguardo.

Cosa devi dire al tuo ragazzo?” le chiese come un padre che dice al figlio di scusarsi con la vicina perché le ha rotto i fiori con una pallonata.

Scusami” sussurrò lei, arrossendo.

Non ti abbiamo sentita

Scusami! Va bene ora? Sono stata un’idiota, perché non dovevo dirti quelle cose offensive, e mi dispiace!” esclamò quasi gridando. Il rosso fece una faccia soddisfatta e si avvicinò a Demyx.

Tu, invece, devi dirle qualcosa?” domandò. Lui scosse la testa, guadagnandosi un colpo sulla nuca.

Te lo chiedo ancora: hai niente da dirle?

Non sono io che devo dire qualcosa! È lei che mi ha offeso” fece presente. Altro colpo.

La smetti di picchiarmi?” lo implorò, massaggiandosi la testa.

No, finché non le dici che ti dispiace e che la perdoni

Ma…” provò a ribattere, ma Axel alzò di nuovo la mano e lui si bloccò.

Va bene, d’accordo, lo faccio. Larxene, scusa se sono fuggito via in quel modo brusco e sì, ti perdono per quello che mi hai detto” declamò, tenendo d’occhio il braccio teso del rosso.

Davvero? Insomma, torniamo… torniamo insieme?” chiese lei, speranzosa. Demyx vide nei suoi occhi che era sincera e annuì.

Rimasero tutti in silenzio per un po’, poi i due fidanzati si gettarono l’uno nelle braccia dell’altro.

Amore!” “Tesoro!” esclamarono all’unisono, abbracciandosi e baciandosi.

Axel uscì di casa lasciandoli soli prima di venire preso da vomito convulso e si avviò verso la macchina.

Mentre camminava, si toccò il bernoccolo e rabbrividì.

E il problema è che non posso nemmeno tornare a casa. Piccolo Roxy, aspettami” disse.

 

 

Perché sei così agitato? È solo una cena!” chiese Sora al fratello. Il biondo non aveva fatto che camminare su e giù per la stanza da quando erano rientrati, aspettando con ansia e timore il momento in cui il rosso fosse arrivato.

Non mi fare domande a cui non ti posso rispondere!” rispose, mordendosi un labbro. Il gemello sbuffò e incrociò le braccia.

Certo che sei proprio uno stronzo” disse. Roxas si immobilizzò.

Cosa?” domandò, sperando di non aver sentito bene.

Sei uno stronzo!” ripeté Sora.

Nonostante tu abbia giurato e spergiurato fissandomi negli occhi che non mi avresti mai nascosto niente, stai evitando di dirmi i tuoi segreti e questo mi fa arrabbiare” spiegò.

Ma non ti nascondo nulla” provo a ribattere lui. Capì subito che non serviva a niente e che mentire stava solo facendo soffrire il gemello, così respirò profondamente.

Ok, forse qualcosa che non ti ho detto c’è, ma…” esitò un attimo, col cuore a mille. E se non l’avesse accettato? Se si fosse schifato? Decise di rischiare nonostante tutto.

Promettimi che non mi giudicherai male, ok?” implorò.

Promesso” rispose Sora.

Va bene, ecco, il fatto è che… insomma, Axel mi… Axel mi… mi…

Piace?” suggerì il castano, incrociando le gambe sul letto. Lui annuì e si aspettò un commento di disgusto o disprezzo, ma l’altro rimase zitto.

Non… non dici niente?

Che devo dire? Sto aspettando che tu mi dica cosa mi nascondi” rispose. Roxas spalancò la bocca, incredulo.

Te l’ho detta!” esclamò.

Ah, davvero? Probabilmente non ero attento. Ripetila

Mi piace Axel!

Sì, questo l’avevo capito da me, ora dimmi il segreto

Ma è questo!

Cioè che sei innamorato del porcospino? Oh, e io che pensavo chissà che

C-che significa? Tuo fratello ti dice di essere gay e tu reagisci così?” si stupì il biondo. L’altro alzò le spalle.

E come dovrei reagire? Sei una persona innamorata di un’altra persona. Non ci vedo il problema” rispose. Poi ci ripensò.

Aspetta, ma tu ti sei fatto tanti problemi per dirmi una cosa del genere?” domandò incredulo. Sentendosi un idiota, Roxas annuì arrossendo. Sora rise forte.

Ma non ce n’è bisogno! Non vedo come mai vergognarsene! Solo perché siete due maschi?

Beh… sì!

E allora? Il mondo è bello perché è vario, sei sempre mio fratello, mica cambia qualcosa!” esclamò. Il biondo ci penso su un attimo e sorrise.

Hai ragione. E io ti voglio un sacco di bene!” disse abbracciandolo.

Passarono l’ora successiva parlando un po’ di tutto: dall’amore allo skate, senza preoccuparsi di essere giudicato l’uno dall’altro.

Alle otto Axel arrivò con il suo pick up e scese, vestito con una camicia bianca e un paio di pantaloni neri strappati sul ginocchio.

Roxas si sentì felice come non mai e scese di corsa per andare ad accoglierlo.

 

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Capitolo 11
*** Una divertente serata in casa Key ***


Una divertente serata in casa Key

Il suo cuore ebbe un sussulto quando se lo ritrovò davanti, fresco di doccia, con i capelli profumati di gel e i vestiti da punk qual era. Dalla finestra l’aveva visto, ma non avrebbe creduto che fosse COSI’ fico, una volta che l’avesse avuto davanti.

Cercò di non dar a vedere quanto si sentisse emozionato e lo raggiunse sorridente.

Ehi, piccolo Roxy!” lo salutò, scompigliandogli i capelli.

Cosa ti dico sempre? Non chiamarmi piccolo” gli ricordò il biondo, riaggiustandosi.

Ma lo sei. E poi ti svelo un segreto” disse, abbassando la voce.

A me i piccoletti piacciono” gli sussurrò nell’orecchio, facendolo rabbrividire.

Axel! Ben arrivato!” lo accolse la nonna, uscendo di casa con le mani sporche di sugo.

Buonasera, signora Key” ricambiò lui, facendosi abbracciare.

Vieni, accomodati pure. Non abbiamo una casa grande quanto la tua, ma è abbastanza accogliente” si scusò, trascinandolo all’interno. Roxas li seguì, ancora scosso dai brividi.

Ecco, mangeremo in salotto. Mio marito non c’è per… affari urgenti, ma noi bastiamo, giusto?” chiese un po’ incerta. Il ragazzo sorrise a trentadue denti.

Meglio pochi ma buoni!” confermò. Si sedette a tavola e fu subito seguito dai due fratelli. Il biondo si mise vicino a lui, mentre l’altro davanti.

Quando la nonna fu tornata in cucina, Sora fissò male Axel.

Mi raccomando” lo minacciò. Il rosso non capì.

Scusa?” chiese confuso.

Non fare doppi giochi o idiozie simile, capito? Se fai del male a Roxas ti picchio” lo avvertì. Lui rise.

Guarda che sono serio! È mio fratello e gli voglio bene, per cui niente cuori infranti” ripeté.

Va bene, va bene. Non ti scaldare” lo calmò. Il biondo era rimasto allibito da quelle parole e stava per tirare una forchetta nella mano a Sora, ma fu fermato dalla mano di Axel.

Ti prometto su quanto ho di più caro che non lo ferirò in alcun modo. Fidati se ti dico che gli voglio bene quanto te, forse di più” promise.

Più di me è impossibile, ma voglio crederti. Però vi terrò d’occhio” lo avvertì.

In quel momento la nonna rientrò in stanza e tutti si zittirono, ma Roxas non poté fare a meno di sentire il cuore battere all’impazzata pensando a quello che Axel aveva appena detto: ci teneva sul serio così tanto a lui?

Vanno bene pasta al forno e salsicce alla brace?” domandò la donna, mettendo sul tavolo una pentola fumante.

Certamente. Io sono un amante delle salsicce” rispose il rosso, facendo l’occhiolino agli altri due, che si trattennero dal ridere. Lei, non avendo capito, fece un sorriso tirato e si mise a servire la cena.

 

Quando finirono di mangiare, Sora si mise a giocare con la playstation, mentre Roxas aiutò la nonna a mettere a posto. Fu seguito a ruota da Axel, che sparecchiò la tavola e asciugò le pentole.

Non devi aiutarci, sei un ospite” lo rimproverò la signora Key, cercando di togliergli di mano l’asciughino.

Lo so, ma siete stati così gentili ad invitarmi e così cerco di sdebitarmi” rispose, alzando il panno e mettendolo fuori dalla portata della donna.

Ma per favore! Ci hai salvati due volte, prima mio nipote e poi me, quindi siamo noi a doverci sdebitare” protestò, arrendendosi e tornando all’acquaio per finire di lavare.

Ma si figuri, non è stato niente di che” minimizzò lui.

In effetti, ci hai ospitati per più di una volta, quindi dovremmo trovare un modo per ricambiare” ammise Roxas, passandogli i piatti da asciugare. Senza farsi sentire dalla donna, Axel gli strizzò l’occhio e poi sussurrò di nuovo.

Se vuoi puoi trovarlo tu il modo per ripagarmi” gli suggerì.

Il biondo avvampò e abbassò lo sguardo. Ma che gli era preso quella sera? Lo voleva veder morire agonizzante dal batticuore? Era crudele a farlo arrossire così.

Terminarono le pulizie e tornarono in salotto, dove Sora continuava imperterrito a giocare al suo videogame.

Guarda che avresti potuto aiutare” gli fece presente il fratello, dandogli un colpo in testa.

C’eravate già voi, io non vi sarei servito. Comunque ahia” si lamentò.

A stare davanti a questi cosi diventi pure ritardato” osservò Roxas, alzando gli occhi al cielo con fare drammatico.

Meglio questi dei libri di scuola. Tu studieresti anche di notte” ribatté il castano, senza distogliere lo sguardo dallo schermo.

Perché io tengo al mio futuro e voglio diventare bravissimo” spiegò il ragazzino, senza arrabbiarsi.

Ah, io avevo creduto che tu lo facessi perché sei un secchione e basta” lo prese in giro Sora. A quel punto suo fratello si arrabbiò.

Ripetilo se hai il coraggio” lo sfidò, iniziando a dargli piccoli ceffoni dietro la nuca.

Ahia! Mi fai male, Roxas” esclamò, cercando di ripararsi con la mano.

Chiedimi scusa” ordinò.

No

E io ti stacco la spina della play” decise. Fortunatamente era più mingherlino e più veloce del castano, e riuscì ad arrivare al filo che collegava il gioco alla corrente prima di lui, strappandolo.

La console si spense con un bruttissimo suono, e Sora lo guardò a bocca spalancata.

Come hai osato?” domandò, iniziando ad avvicinarsi a lui con passo minaccioso.

Così impari a darmi del secchione” rispose l’altro, allontanandosi.

Io. Ti. Ammazzo!” gridò, prima di gettarglisi contro. Ridendo, Roxas iniziò a correre per tutta casa, scansando abilmente il tavolo e le sedie e mettendole in mezzo alla strada del fratello. Solo quando questo fu a un passo da lui, entrambi furono presi per la maglietta e sospesi a mezz’aria.

Ma che diavolo…?

Ora basta” annunciò Axel, stanco di vederli giocare come due bambini piccoli.

Lasciami andare!” protestò Sora, arrabbiato.

Prometti di fermarti e non cercare più di picchiare questo qui?

Prometto” giurò lui. Il rosso lo lasciò andare e lui cadde a terra con le ginocchia.

Potevi usare un po’ di tatto!” protestò, alzandosi.

Non mi andava” rispose l’uomo, con un’alzata di spalle.

Perché lui se ne va e io rimango qui, penzoloni come una salsiccia?” domandò Roxas contrariato. Axel se lo caricò sottobraccio come un sacco di patate, stupendolo: ma quanto era forte?

Perché tu vieni con me” spiegò, aprendo la porta.

Cosa? Dove?” si stupì lui.

Qui fuori. È una bellissima serata e non mi va di sprecarla guardando voi due rincorrervi come gatto e topo

E perché mi porti in giro come se fossi una zavorra?

Perché mi diverte

Il biondo sbuffò e incrociò le braccia.

Andate da qualche parte?” chiese la nonna, arrivando dalla cucina.

No, non si preoccupi, ci mettiamo solo qui davanti a guardare il cielo” rispose Axel, sorridendole. Lei ricambiò il sorriso e si mise a fare altro. Aveva uno sguardo che al rosso piacque poco, e, quando posò gentilmente Roxas a terra una volta arrivati in giardino, sospirò.

C’è qualcosa che non mi hai detto?” indagò. Il ragazzino lo guardò stralunato.

Del tipo?

Non lo so, tua nonna mi sembra… triste, ecco” spiegò. Anche gli occhi del biondo si incupirono, ma scrollò le spalle e lo guardò impassibile.

Non lo so che cosa le succede. Sono un po’ di giorni che lei e mio nonno ci tengono nascosto qualcosa. Non capisco cosa, ma non sono così scemo da non rendermene conto, solo che mi fa paura domandarlo” rispose. Axel comprese che non era un argomento utile per iniziare un discorso con lui, quindi si sdraiò sull’erba e si mise a fissare le stelle. Roxas si stese accanto a lui, sorridendo.

Intorno a loro scese il silenzio, rotto solo dal canto delle cicale in sottofondo.

Mi dici una cosa?” chiese il più piccolo.

Mmh” annuì l’altro.

Cosa ti è preso stasera? Non hai fatto altro che prendermi in giro e lanciarmi frecciatine” indagò. L’uomo trattenne una risata.

Volevo vedere come reagivi a qualche innocua provocazione. Non ti avrò messo in difficoltà spero” rispose, girandosi su un braccio e guardandolo negli occhi.

N-no, figurati” negò il biondo, imbarazzato. Sì, l’aveva messo in difficoltà e molto, visto che le provocazioni erano a sfondo sessuale e lui non ci era abituato.

Meglio così. Anche perché sarebbe un peccato” commentò, accarezzandogli una guancia per poi scendere sul suo collo. Quel contatto fece eccitare Roxas, che sentì il sangue fluire direttamente nel basso ventre. Strinse gli occhi cercando di pensare ad altro: allo skate, alla scuola, ai compiti a… a…

Axel” sussurrò, allontanando la sua mano.

Sì?” rispose a bassa voce lui.

Fermo” sputò fuori con fatica. L’altro si immobilizzò all’istante, ma rimase vicinissimo al suo viso.

Perché?

Perché mia nonna è in casa e se esce e ci vede così intimi dà di testa” rispose, mettendosi a sedere. Il rosso rise e tornò nella posizione iniziale, con il viso rivolto al cielo e le braccia incrociate sotto alla testa.

Senti, ti va di fare una cosa pericolosa?” gli propose il più grande.

Del tipo?” domandò il biondo un po’ preoccupato.

Io adesso me ne vado. Tu aspetta un’ora e poi vieni giù dalla finestra, tanto è al primo piano, non dovresti farti del male. Io ti aspetterò quaggiù al buio, poi andremo a guardare le stelle per tutta la notte. Ci stai?” spiegò. Roxas ci pensò un bel pezzo prima di decidere.

Se mi rompo un braccio ti picchio col gesso, però” rispose. Axel rise.

Rischierò

 

 

Sora mi copri tu allora?

Certamente. Se la nonna chiede qualcosa farò in modo che non si renda conto di nulla” promise di nuovo.

Grazie mille, non saprei come fare senza di te. Io vado, buonanotte” lo salutò.

Divertiti” gli augurò il fratello. Lui aprì la finestra e si sedette sul cornicione, poi guardò sotto di sé. Non era così alto in effetti. Strinse gli occhi e deglutì, un po’ impaurito.

Ci facciamo mattina se non ti lasci cadere” lo prese in giro Axel da sotto. Quando era arrivato?

Va’ via, mi metti ansia!” gli sussurrò.

No, rimango qui a guardarti” rispose il rosso, appoggiandosi al muretto e fissandolo.

Benissimo, fa’ come ti pare” disse Roxas irritato.

Cercando di evitare di pensare che lui lo stava guardando ininterrottamente, il ragazzo si dette la spinta e saltò di sotto. A metà discesa si rese conto che sarebbe atterrato male, e imprecò dentro di sé.

Ehi, non così!” esclamò Axel, andandogli sotto. Lui gli atterrò dolcemente in braccio, senza sapere come fosse successo.

Principessina, va bene cadere tra le braccia del bellissimo e fortissimo principe azzurro, ma così si esagera” lo prese in giro, ridendo. Lui gli dette un pugno sulla spalla e scese dalle sue braccia, rosso in viso.

Mi sembra che stasera tu sia venuto solo per sfottermi” osservò, guardandolo con le braccia incrociate.

Non era nei miei programmi, ma è divertente, sì” rispose, iniziando a camminare.

Roxas sbuffò e lo seguì, un po’ controvoglia.

Dove andiamo?” chiese.

A vedere le stelle, te l’avevo già detto. Non mi ascolti molto, mi pare

Sì che ti avevo ascoltato, ma qui siamo in campagna. Insomma, una volta che anche mia nonna è andata a dormire e le luci saranno spente, potremo vederle anche dal mio giardino

Ti sembro il tipo che si mette a guardare le stelle nel giardino di casa? Mi offendi!

Ehi, porcospino rosso rubino, non ti innalzare!” lo sfotté. Un secondo dopo inciampò in un sasso, sbattendogli contro: si era fermato di botto.

Volevi ammazzarmi? Perché ti sei fermato?

Come mi hai chiamato, scusa?

Porcospino rosso rubino. È quello che sei!” ripeté. Axel si girò e lo strinse tra le braccia, cercando di soffocarlo.

Rimangiatelo, piccolo Roxy!” gli ordinò, scompigliandogli i capelli e ridendo. Il ragazzino cercò di divincolarsi e iniziò a muovere le gambe all’indietro.

No!” rispose, ridendo a sua volta.

Sei malefico!” lo accusò il rosso, continuando a tenerlo fermo.

Anche tu!” ribatté il biondo, riuscendo finalmente a staccarsi. Nel fare ciò rimase impigliato col braccialetto d’argento che Sora gli aveva regalato mesi prima al suo giacchetto.

Ma porca…” iniziò a imprecare, cercando di toglierlo.

Certo che sei una specie di disastro ambulante tu. Fermo, lascia fare a me” consigliò, mettendosi ad armeggiare con il braccialetto.

Non è vero, non lo sono” ribatté poco convinto.

Sì, lo sei. E quando sei con me lo sei di più, dato che sei nervoso” confermò Axel, liberandolo finalmente.

Io non sono nervoso!

Senti ma tu controbatti a tutto quello che dico? Non potresti solo darmi ragione una volta?

No, non sarebbe così divertente” lo scimmiottò, ridendo.

Che vipera!” lo accusò il rosso.

Ripresero a camminare in silenzio, cercando di trovare uno spiazzo in cui mettersi a guardare il cielo in pace. Possibilmente senza sassi che potessero far inciampare Roxas.

Qui va bene?” s’informò il più grande, quando arrivarono in una specie di radura.

Sì, certamente” annuì l’altro, sdraiandosi.

L’altro gli si mise accanto ed entrambi iniziarono a parlare delle stelle.

Se ne vedranno di cadenti?

Siamo un po’ fuori tempo, ma forse sì. Osserviamo” suggerì Axel.

Attesero per un bel pezzo prima di vederne una, che lasciò una scia luminosa lunga e splendente.

Ehi, eccola!” esclamò Roxas, con gli occhi brillanti. Si mise a sedere e chiuse gli occhi, esprimendo un desiderio.

Perfetto, io il mio l’ho deciso. Tu?” domandò, aprendo di scatto gli occhi. Si ritrovò il viso di Axel a un centimetro dal suo, il suo sguardo verde intenso incollato nel suo.

Non mi serve” rispose, baciandolo.

 

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Capitolo 12
*** Nottata fuori casa ***


 

Nottata fuori casa

Che quel bacio era diverso dagli altri, Roxas lo aveva capito da subito. I primi due erano stati dolci, gentili, per niente affrettati, mentre quello… cavolo! Gli faceva girare la testa, si sentiva frastornato dalla passione che Axel ci stava mettendo. Deglutì, cercando di riprendere fiato, ma l’altro non lo fece quasi respirare, si staccò un attimo e riprese subito a torturargli le labbra.

A-Axel… che… che fai?sussurrò, un po’ impaurito e un po’ eccitato dalla situazione.

Sono cose che non si chiedono, si sentono e basta” gli rispose l’altro.

Ma se vuoi un aiuto per capirlo allora ti accontento” proseguì.

Eh?” domandò lui, ma il rosso lo prese per i polsi, che fermò a terra, e gli salì sopra, sorridendo, poi riprese a baciarlo. Roxas sentiva il cuore battere nelle orecchie e il sangue fluire tutto nel suo basso ventre.

Quando l’uomo si appoggiò al suo bacino sentì la sua erezione premere contro il cavallo dei pantaloni ed esitò un secondo.

Ma salve” lo salutò sorridendo. Il biondo arrossì e cercò di tirarsi su, ma l’altro lo tenne fermo a terra.

C-che dia… diavolo fai?” chiese sospirando.

Davvero non l’hai ancora capito?” lo prese in giro, baciandolo sul mento. Certo che l’aveva capito, ma stentava a crederci.

Prima che potesse ribattere qualsiasi cosa, Axel iniziò a scendere, passandogli la lingua sul collo e liberandogli le mani. Roxas rimase fermo, incredulo, senza sapere cosa fare, senza sapere come comportarsi.

Il rosso si mise ad accarezzargli il petto e passò i palmi sui suoi lievi addominali, per poi scendere sotto al tessuto della t-shirt.

A quel contatto il biondo gemette, sentendo il cervello sconnettersi completamente. O quasi.

N-no, Axel fermo!” esclamò, spalancando gli occhi. L’uomo si bloccò, preoccupato.

Che c’è? Qualche problema?chiese, realmente interessato. Roxas arrossì e distolse lo sguardo.

Ti ho fatto male o dato fastidio in qualche modo?

No! Figurati, non è per questo, è solo che… che… sì, insomma, io non ho mai… ehm…

Questa è la tua prima volta?” dedusse il rosso, accarezzandogli una guancia. Il ragazzino annuì, sempre evitando di incrociare quegli occhi verdi come lo smeraldo.

Ehi?” lo chiamò il rosso, prendendogli il viso con le mani e costringendolo a fissarlo.

Guardami” gli ordinò. Lui si arrese a quel tocco, incapace di respingerlo.

Non voglio fare niente che non vuoi fare anche tu, intesi?” lo avvertì. Il biondo sgranò gli occhi.

Non ho detto che non voglio!” si affrettò a precisare. Poi arrossì ancora.

Ho solo detto che non… non so come si fa” ammise. Axel lo accarezzò, per poi baciarlo.

Non avere paura, ti prometto che ti aiuto io” giurò.

E non farà… non farà male?” domandò Roxas preoccupato.

All’inizio un po’ sì, ma poi giuro che ti piacerà da morire

Promesso?” si assicurò, guardandolo ansioso.

Piccolo Roxy, ricorda una cosa: devi sempre fidarti di me. Memorizzato?

Memorizzato” annuì il biondo.

Da quel momento e per l’ora e mezza successiva, non riuscì quasi più a proferire parola.

 

 

Tu hai mai detto ai tuoi genitori di essere gay?” stava chiedendo Roxas, appoggiato al petto di Axel, un po’ di tempo dopo.

Non ne ho mai avuto bisogno. Insomma, mi trucco da quando avevo tredici anni, non credo che ci sia molto da dire, no?” rispose lui, sorridendo.

Dev’essere stato facile, allora” immagino il biondo, sospirando.

In realtà no. Papà non voleva un figlio omosessuale e mia madre… beh, lei è un personaggio. La vedevo poco perché lavorava come attrice in teatro, quindi viaggiava spesso. Quelle volte che ci incontravamo per caso in soggiorno mentre lei finiva di truccarsi per uscire mi diceva che non le importava molto se mi piacevano gli uomini o le donne, bastava che non le tornassi malato di AIDS

Che famiglia simpatica” commentò il ragazzino, ridendo. Anche Axel si mise a ridere, un po’ nostalgico.

In compenso ho trovato persone meravigliose al di fuori di lì. Larxene in primis, con il suo carattere un po’ particolare, e poi anche Demyx, e tutta la banda di matti che c’era a cena con noi l’altra sera” disse.

Anche Saix, vero?” indagò Roxas. A quel nome l’uomo si irrigidì un po’.

Sì, anche… anche Saix. Ma lui appartiene a un’altra epoca della mia vita” rispose.

Il biondo si girò su un braccio e lo fissò, appoggiando la testa sulla mano.

Racconta” lo spronò, davvero interessato. Axel sospirò e fissò le stelle.

Andavo alle superiori, facevo l’ultimo anno. Lui era più grande di me, ma continuava a venire al liceo perché era stato bocciato, anche se non ne ho mai conosciuto il motivo. All’epoca si faceva chiamare Isa, anzi, credo che sia il suo nome di battesimo. Forse dopo si vergognava e l’ha cambiato, chissà. Fatto sta che un giorno si fermò a parlarmi e diventammo molto amici. Eravamo inseparabili. Passai il più bell’anno di scuola mai vissuto, e iniziai ad innamorarmi di lui. Era bello, era forte, era intelligente e poi non mi giudicava per quello che ero, né era geloso della mia memoria fotografica. Alla fine glielo dissi, quando ormai eravamo diplomati e pronti per l’università. E sai cosa rispose? Me lo immaginavo, e devo dire che mi interessi anche tu. Immaginati la felicità. Fu lui a prendermi la verginità, non te lo voglio nascondere, anche perché non sarebbe giusto” ammise. Si fermò, ricordando.

E poi? Cos’è successo?” chiese ancora Roxas, curioso.

Poi, una volta avuto ciò che voleva, si è alzato dal letto… mi ha fissato… e mi ha detto le persone come te, che si fanno trasportare dalle emozioni, mi danno il voltastomaco. Grazie per aver fatto il tuo dovere

Il biondo spalancò la bocca dallo stupore. Nel vedere quell’espressione attonita, Axel rise.

Già, proprio così. Il tuo dovere” ripeté. Erano passati sei anni e, nonostante questo, gli faceva venire una rabbia indescrivibile ripensarci.

Ma come si può?” domandò il ragazzino.

E’ uno stronzo, che vuoi farci? Comunque io ho cercato di evitarlo per qualche tempo, ma lui usciva con noi, con il nostro gruppo di amici, e non me la sentivo di rinunciare agli altri per colpa sua. Non era giusto, capisci? Così ho fatto buon viso a cattivo gioco e ho ingoiato la bile che usciva quando lo vedevo. E oggi sono qua, con te” concluse. Roxas era ancora furibondo.

Come puoi riuscire a stare vicino a lui dopo quello che ti ha fatto, scusa?” l’aggredì. Alla gelosia iniziale si era sostituita una rabbia cieca per chi aveva maltrattato quel ragazzo. Anzi, no: il suo ragazzo.

Ehi, calmati tigre! Non è niente, ormai è passato. Quello che conta in questo istante è che io sia qui, a stringere te tra le braccia” lo tranquillizzò, abbracciandolo forte e facendoselo stendere sul petto.

Il ragazzino cercò di stabilizzare i respiri affannati, ma non ci riusciva. Era infuriato.

Stai tremando” gli fece presente Axel, trattenendo una risata.

Perché non è giusto!” rispose lui, stringendosi al suo petto.

Che cosa?” domandò il rosso, guardandolo di sottecchi.

Che tu sia stato trattato così. È una cosa da animali e da stronzi” spiegò.

Lo so, ma non possiamo farne un dramma. È una cosa del passato, è successa tanto tempo fa. Il tempo va avanti, le persone cambiano e i dispiaceri si superano. Se rimaniamo troppo attaccati a eventi superati non riusciremo mai a goderci l’attimo. Imparalo, piccolo Roxy” gli suggerì, dandogli un piccolo colpetto sulla fronte con l’indice.

Forse hai ragione, ma la rabbia e il dolore rimangono, no?

Forse all’inizio sì, ma poi te ne dimentichi. È come una ferita: all’iniziò brucia, ma solo se la lasci stare poi va via, altrimenti, se la tocchi continuamente, sanguinerà per sempre e lascerà una cicatrice indelebile. Non voglio nessuna cicatrice sul mio bellissimo corpo scultoreo” decise. Roxas gli dette un piccolo pugno nello stomaco.

Non ti elevare, bellimbusto” lo sgridò allegramente. Axel rise e lo guardò divertito.

Per stare vicino a un Dio serve un altro Dio, non lo sapevi? Per cui se io ho il fisico di una divinità, tu sei una divinità per proprietà transitiva” lo istruì.

Ah, certo, mi scusi tanto!” lo prese in giro il biondo. L’altro, a quelle parole, si rotolò sopra di lui e lo bloccò.

Ehi, non mi provocare, tigrotto” lo avvertì. Il ragazzino, scosso dalle risate, lo fissò.

Sennò che mi fai, porcospino rosso rubino?” lo sfidò. Il rosso iniziò a fargli il solletico sui fianchi, facendolo ridere come un matto.

No, fermo! Ahahahah, fermo, fermo! Non respiro! Ahahahah!” esclamò, piangendo.

Chiedimi scusa” ordinò.

Se lo faccio come mi ricompensi?” gli chiese, cercando di recuperare fiato.

Così” rispose  Axel, avvicinandosi a lui e baciandolo. Gli leccò le labbra e iniziò a mordicchiargli la lingua, facendolo sospirare.

Può essere un ottimo argomento di discussione” ammise Roxas, ricambiandolo con la stessa moneta. L’uomo sentì l’eccitazione crescere: quel ragazzino era un pericolo per la sua sanità mentale. E per il decoro pubblico, visto che lo induceva a cadere in tentazione ogni volta.

Vuoi riprovarci?” gli propose, mordendogli dolcemente il lobo dell’orecchio. Non attese nemmeno che il biondo annuisse: gli tolse la maglietta e si lasciò trasportare.

 

 

Quando videro albeggiare in lontananza, i due si alzarono e si rivestirono.

Se mia nonna sapesse che ho dormito fuori, mi ucciderebbe

Ma tu non hai DORMITO fuori. Al massimo hai passato la notte fuori, ma di dormire non se n’è parlato” gli fece presente Axel, chiudendosi la camicia. Roxas pensò che fosse una grave perdita per il mondo intero che lui coprisse quegli addominali così forti e belli e… ok, Key, datti un contegno!

Giusto, ma darebbe di testa comunque. Te l’immagini la scena? Sì, scusami, ho passato tutta la notte steso in un prato a guardare le stelle e a fare l’amore col mio ragazzo e… a quelle parole arrossì e chiuse la bocca. L’uomo rise e lo fissò.

Ripetilo” gli chiese divertito.

No” borbottò lui, chiudendosi la zip dei pantaloni.

Dai, ripetilo” lo spronò, abbracciandolo da dietro. Roxas strinse i pugni, imbarazzato.

E’ stato un flash, scusami” disse.

Ti scusi per quale ragione?

Per aver detto… quella cosa

Che sono il tuo ragazzo? Perché, non è la verità?” domandò Axel, voltandolo verso di sé. Il biondo lo fissò confuso.

Io non lo so. lo sei?” chiese a sua volta.

La domanda l’ho fatta prima io, quindi devi rispondere tu. Se vuoi te la rendo più semplice: vuoi che lo sia?

Il ragazzino distolse lo sguardo e iniziò a giocare col bracciale del fratello.

Beh, se a te fa piacere esserlo… sì, insomma, a me piacerebbe che tu lo fossi” ammise.

Allora considerati fortunato” gli consigliò l’uomo, lasciando la presa.

Perché?

Perché non avrei accettato un no come risposta quando ti avessi chiesto di diventare il mio ragazzo, per cui sei fortunato visto che non dovrò costringerti” spiegò. Roxas rise.

Immagino quali sarebbero stati i tuoi metodi di persuasione” lo prese in giro. Axel lo fissò.

Mi stai sfidando ancora? Credevo ne avessi avuto abbastanza” commentò sorpreso.

Che cosa? Ma non intendevo dire quello! Certo che sei un pervertito, eh?” lo riprese.

Non posso fare altrimenti con te vicino. Mi ispiri sesso, tigre” ammise con un’alzata di spalle. A quelle parole il ragazzino avvampò.

M-ma… ma ti sembrano cose da dire?” lo aggredì.

E’ la pure e semplice verità. Io non dico mai bugie, memorizzalo” rispose.

Comunque non si dice!

Cosa? Che mi ecciti?

Smettila di dirlo!

Quanto sei puro e casto! Quasi, quasi mi trovo l’amante” lo stuzzicò. Scansò velocemente un suo pugno nello stomaco e si mise a ridere quando lui lo guardò con occhi furibondi.

Sei uno stronzo, Axel Flame” l’accusò facendogli una linguaccia. Per calmarlo, lui si avvicinò ad abbracciarlo.

Scusami” disse. Lo baciò sulla testa e attese che smettesse di tenergli il broncio. Alla fine, anche Roxas si mise a ridere.

Che bastardo” commentò, tirando una ciocca di capelli rossi all’altro.

Ehi, non si tocca la mia acconciatura. Se vuoi stare con me ricordatelo” gli consigliò.

Perché? È così morbida” chiese il ragazzino, perdendosi ad accarezzargli i capelli. Era un movimento ipnotico per entrambi, che si interruppe solo quando l’uomo lo baciò.

Stai fermo, o non mi trattengo e tu non torni più a casa” lo fermò.

Perché? Mi rapisci?” domandò lui, annebbiato dall’emozione.

Sì, e ti porterei via con me. E un giorno lo farò, ma non ora o tua nonna mi ammazza. Andiamo, devi risalire in casa” gli ricordò. La magia si spense e lui rientrò bruscamente nella realtà.

Forse hai ragione” ammise. Ripresero a camminare mano nella mano, rimanendo in silenzio per tutto il viaggio.

 

 

Tutto ok? Niente ossa rotte?

Guarda che non sono così impedito

Ah no? Ma guarda, pensavo il contrario

Come siamo spiritosi stasera, vero?

Sto scherzando, lo sai. Ti chiamo domani… cioè, tra un paio d’ore. Dormi bene, piccolo Roxy” lo salutò Axel, facendogli l’occhiolino. Sparì alla vista entrando nel bosco dove, suppose il ragazzino, c’era la sua macchina.

Si tolse i vestiti e si mise in pigiama, entrando sotto le coperte. Suo fratello fece una specie di basso rumore con la gola, simile a quello di un maiale, poi si girò nel letto e tornò a dormire.

Roxas sorrise, ripensando alla sera precedente, e il suo cuore si mise a battere all’impazzata. Forse aveva rinunciato a una nottata di sonno, ma di certo ne era valsa la pena.

 

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Capitolo 13
*** Un’ambulanza alle otto di mattina ***


Un’ambulanza alle otto di mattina

Roxas aprì un occhio, svegliato da un suono che non gli era affatto familiare. Cercò di riaddormentarsi, ma Sora lo svegliò preoccupato e con uno sguardo che non gli aveva mai visto in vita sua.

Alzati! Dobbiamo andare dalla nonna” lo chiamò.

Che succede? Perché tutta quest’ansia?

Il nonno si è sentito male, ha avuto una crisi respiratoria. Lo stanno portando in ospedale!” rispose. A quelle parole il biondo, che si sentiva ancora intontito dal poco sonno, si alzò e corse giù dal letto, raggiungendo l’entrata. Parcheggiata sul vialetto c’era un’ambulanza e tre uomini stavano trasportando l’uomo sulla barella per farlo salire nel retro. Sua nonna piangeva silenziosamente, da una parte, e li guardava portare via il marito.

Che succede?” chiese Roxas, impaurito.

Tesoro, non ora” rispose lei.

Che. Diavolo. Sta. Succedendo?” ripeté lui, arrabbiato.

Anche se non si vedevano molto per il lavoro che svolgeva suo nonno, loro due erano sempre stati molto attaccati. Avevano un carattere molto simile, timido e chiuso per certi versi, ironico e divertente per altri, e c’era sempre stato un legame speciale tra di loro.

“Signora, noi portiamo suo marito in ospedale. Vuole venire con noi o preferisce rimanere con i ragazzi?” le chiese un volontario.

Rimango qui. È bene se spiego ai miei nipoti la situazione” rispose. L’uomo annuì e salì sull’ambulanza, che poi partì a tutto gas con la sirena accesa.

Nonna, esigo subito di sapere cosa cazzo succede qui!” la aggredì il biondo. La donna gli tirò uno schiaffo forte, che lo fece quasi perdere l’equilibrio, poi rientrò in casa.

Non si dicono le parolacce davanti a me” lo sgridò, prima di chiudersi la porta alle spalle. Lui rimase fermo, allibito, con una mano sulla guancia pulsante. Se si comportava così doveva essere qualcosa di serio, per forza. Quindi avevano avuto ragione lui e Axel quando avevano detto che nascondeva qualcosa.

La seguì all’interno dell’abitazione e si sedette accanto a Sora a tavola. Lei portò loro un piatto di latte e biscotti, poi gli si mise di fronte e sospirò.

Ragazzi, c’è una cosa che non vi abbiamo detto” ammise. Tutti e due rimasero zitti, senza toccare la colazione.

Qualche mese fa, circa verso marzo, vostro nonno si sentì male. Un dolore forte ai polmoni, crisi respiratoria e tosse fortissima. Andammo in ospedale e lo tennero lì un paio di giorni per gli accertamenti” iniziò a spiegare. Gli occhi le si riempirono di lacrime, ma le cacciò indietro, imponendosi di essere forte.

Il resoconto non fu per niente buono e abbiamo scoperto che lui è malato… ha un… un…” non riusciva a dirlo,  tanto era il dolore che le provocava.

Ha un tumore, vero?” l’aiutò Roxas. L’aveva capito già da quando aveva iniziato a raccontare, senza sapere come mai se lo immaginasse. Lo sapeva e basta.

Sì, purtroppo sì. E anche grave, ormai esteso a gran parte dei polmoni. All’inizio pensavamo che sarebbe riuscito a curarsi, ma poi ha cominciato a tossire sempre più spesso e sentiva dolore sempre più acuto. Nelle ultime settimane era spesso fuori casa perché andava in ospedale per farsi controllare. Ormai non gli è rimasto più molto tempo” confessò. I due fratelli rimasero paralizzati a quella notizia, immobili.

Perché non ce l’avete detto prima?” chiese Sora.

Non volevamo farvi preoccupare. Non vi sareste comportati nello stesso modo se aveste saputo che ha una malattia terminale e non vi sareste goduti l’estate. Questa è l’ultima vostra estate da liceali e volevamo che fosse come è sempre stata, senza pensieri. Non pensavamo che avrebbe avuto un’altra crisi, e temo che lui… che… lui…” la signora Key si mise a piangere e fu scossa da singhiozzi forti. Anche gli occhi dei gemelli si riempirono di lacrime e entrambi l’abbracciarono.

Lui non tornerà a casa” sputò alla fine.

Nonna, non fare così” la consolò il biondo, piangendo con lei.

Ci siamo noi con te” le assicurò il castano. Tutti e tre rimasero fermi in quella posizione per non si sa quanto tempo prima che il telefono squillasse.

 

Pronto?

Ciao tigre. Come va?

Oh, Axel… ciao” sussurrò Roxas, spento.

Ehi, cos’è successo?

Nulla, non ti preoccupare

Invece mi preoccupo! Sei il mio ragazzo e mi preoccupo per te gli fece presente il biondo attese qualche istante prima di scoppiare in lacrime.

Axel, ti prego… posso venire da te?

 

Mezz’ora dopo era a casa Flame, seduto sul divano con le ginocchia strette al petto.

Roxas, mi dispiace” disse il rosso una volta che ebbe terminato di raccontare.

Anche a me” rispose lui, fissando il vuoto. Non era riuscito a rimanere a casa, ma tanto non sarebbe servito a niente: i suoi genitori erano andati in ospedale e Sora aveva accompagnato la nonna. Avrebbe tanto voluto andarci anche lui, ma non riusciva a pensare che suo nonno era in un lettino anonimo, praticamente in coma, e che non si sarebbe risvegliato mai più. Solo immaginarlo lo faceva piangere.

Vedendo le sue lacrime, l’uomo lo strinse forte al petto.

Perché deve succedere a lui? Magari non ci ho passato molto tempo insieme negli ultimi mesi, ma gli voglio bene, non voglio che muoia!” esclamò, aggrappandosi alla sua camicia.

Perché lascia la nonna da sola? Lei non ce la può fare, ormai è vecchia ed ha passato tutta la vita con lui. Non riuscirà ad andare avanti se non c’è” continuò.

Shh, Roxas, shh… va tutto bene. Si sistemerà tutto” lo tranquillizzò Axel.

Perché deve morire?” gli chiese il ragazzino, con gi occhi pieni di lacrime. Lui ci pensò un attimo, poi sospirò.

Ti dirò la verità, io non ce l’ho una risposta. Studio le medicine e la loro funzione ma non so come ma poi la gente muore lo stesso. Però posso assicurarti che ti starò accanto e non ti lascerò” promise. Il biondo tirò su col naso e poi appoggiò la faccia al suo petto.

Vuoi andare in ospedale? Ti accompagno io” gli propose. Lui annuì, e si alzò.

Lo seguì fin dentro al pick up, ma poi lo ignorò per tutto il viaggio.

La verità è che non ci era abituato. Non aveva mai avuto lutti in famiglia o perdite gravi nelle amicizie, aveva sempre vissuto nell’infantile idea che la morte era qualcosa di lontano da lui. Dava per scontato coloro che amava: sua madre, suo padre, i nonni, Riku, Xion, Axel, Sora… facevano parte della sua vita e nessuno poteva portarli via. O almeno così credeva.

Adesso, però, chiuso in quel fuoristrada, mentre andava in ospedale, si rese conto che non riusciva a sopportare quel dolore.

Siamo arrivati, tigre” lo chiamò il rosso, posandogli una mano sulla guancia. Lui sobbalzò e lo fissò, quasi non si fosse accorto di dov’erano.

Te la senti?” s’informò.

Devo andare. I miei sono tutti lì e io, anche solo pensando che potevo scappare, sono stato un codardo. Però ti prego… vieni con me” lo implorò. Axel gli dette un lieve bacio sulle labbra.

Non ti lascio, memorizzato?” promise.

Grazie

 

La camera dove avevano messo suo nonno era una semplice camera d’ospedale: due letti bianchi, una flebo lì vicino, un bagno e un televisore vecchio tipo messo su una mensola attaccata al muro.

Erano tutti lì: sua madre, suo padre, Sora e sua nonna. Non mancava nessuno. Quando entrò, seguito da Axel, tutti gli occhi si puntarono su di loro, ma lui continuò a stringere la mano del rosso, nonostante le occhiate incuriosite del padre.

Scusatemi per il ritardo” disse, sedendosi vicino al fratello. Lui gli sorrise stanco, poi tornò a fissare il nonno.

Novità?” chiese, per rompere il silenzio. Sua madre scosse la testa.

“Dicono che probabilmente non si risveglierà più. È in coma farmacologico e lo terranno così per fare in modo che non senta il dolore. Pare che abbia sofferto tanto e noi non c’eravamo… io non c’ero” spiegò, iniziando a piangere. Il marito la strinse, cercando di alleviare un po’ quella sofferenza, ma anche lui era provato. Il fatto era che il signor Key era amato da tutti, non si poteva non volergli bene: si era occupato prima della figlia, poi anche del genero quando non avevano casa, e tutte le estati stava dietro ai nipoti. Mostrava sempre un sorriso di comprensione anche quando avevi fatto qualche danno e riusciva a dare affetto a tutti, nessuno escluso. Come mai era proprio lui a doversene andare?

Non possiamo fare niente?” domandò.

No, Roxas. I medici dicono che è meglio così: se ora si svegliasse soffrirebbe troppo” rispose Sora. Lui lasciò la mano si Axel e abbracciò il fratello, che ricambiò.

Adesso dobbiamo solo aspettare…

 

Un paio d’ore dopo i due erano davanti alla macchinetta del caffè per prendere qualcosa da bere. Non che ce ne fosse bisogno, era solo per poter occupare almeno dieci minuti fuori da quella stanza che sapeva di morte lontano un chilometro.

Senti, se vuoi andare a casa vai pure. Almeno per oggi io rimarrò qui con la mia famiglia, quindi non penso che sia indispensabile che tu rimanga qui” disse il biondo, sorseggiando un tè bollente.

Tu hai bisogno di me?” gli chiese il suo compagno, fissandolo intensamente. Avrebbe voluto dire di no, fare la persona forte e farlo andare via per il suo bene, ma non ce la face.

Sì, io ho bisogno di te” ammise.

Allora resto fin quando non andrai via anche tu” decise. Non se la sentiva di mollarlo lì, indifeso com’era. In realtà non aveva conosciuto suo nonno, ma da come gliene aveva parlato doveva essere una persona in gamba. E lui doveva soffrire in modo terribile in quel momento.

Dal fondo del corridoio videro arrivare Sora, con gli occhi lucidi e le mani tremanti.

Roxas, la nonna ha detto che, se vuoi, puoi tornare a casa” gli disse.

Perché solo io e non voi?

Perché lei sa. Si è resa conto di come state insieme e ha detto che se almeno uno di noi riesce a trovare un po’ di sollievo al di fuori di qui, sarà un bene per tutti” spiegò.

Non ho capito” ammise il ragazzino.

Se tu esci con Axel, o comunque ti fai portare a casa, poi dopo sarai in grado meglio di noi di prenderti cura della casa e, magari, di rallegrarci un po’. So che ti sembra pazzesco, ma credo che abbia ragione” rispose. Lui riuscì a capire cosa intendesse il fratello e ci pensò su.

Forse… forse è meglio, sì. Allora noi andiamo e vi preparo la cena, così, quando rientrate, avrete qualcosa da mangiare” decise.

Non credo che qualcuno avrà voglia di cenare” gli fece presente Sora. A Roxas si riempirono gli occhi di lacrime.

Lo so, ma è la cosa più normale che mi viene in mente” ammise triste. Il castano lo abbracciò forte,  poi sorrise stanco.

Ci vediamo dopo” lo salutò rientrando nella camera.

Axel, in tutto questo discorso, era rimasto in disparte. Si sentiva un intruso in tutto quel dolore, ma, per qualche motivo, stava soffrendo con loro. Aveva percepito la disperazione della famiglia di fronte a quella notizia di morte imminente e si rendeva conto che lui, nella sua di famiglie, non aveva mai avuto un amore così infinito né per qualcuno né da parte di qualcuno.

Vieni con me?” gli chiese Roxas, prendendolo per mano.

Non ti lascio” promise.

Nel tragitto fino alla macchina rimasero zitti, ognuno perso nei propri pensieri.

“Guarda, guarda chi si vede” commentò una voce dietro di loro un attimo prima che salissero sul pick up. Si voltarono nel medesimo istante e videro un Saix vestito di bianco arrivare lentamente verso di loro. Il biondo fu subito assalito da una rabbia cieca.

Che cosa vuoi?” chiese in malo modo.

Niente di che, mi stavo solo chiedendo quando foste diventati così intimi” rispose mellifluo. Aveva un tono di voce lento ma preciso, freddo e calcolato.

Fatti gli affari tuoi” intimò il ragazzino. Lui rise divertito, ma aveva una risata così metallica che gli fece venire la pelle d’oca.

Mi piace il tuo modo di fare, sai? Devi essere una tigre. Soprattutto in certe… situazioni” commentò. Quella frase fece irrigidire Axel, che si mise in mezzo e lo guardò male.

Vattene Saix, questo non è un bel momento” ordinò.

Me lo immagino. Allora aspetterò che lo sia e vedrò come si comporta il tuo amichetto. Mi incuriosisce” lo avvertì.

Ti avverto: se ti azzardi anche solo a toccarlo con una mano io ti ammazzo. Ci siamo capiti?” lo minacciò.

Come siamo aggressivi. Stavo scherzando e basta” lo tranquillizzò, voltandosi. Poi sorrise senza essere visto.

O forse no” aggiunse. Roxas si pietrificò a quelle parole e trattenne il respiro involontariamente. Solo quando l’uomo fu del tutto scomparso alla sua vista riuscì a respirare con calma e ad aggrapparsi ad Axel.

Non mi piace. Non mi piace per niente” ammise, tremante.

Non ti preoccupare: finché sei con me non può succederti nulla” gli promise il rosso, abbracciandolo.

Mi porti a casa? Ho bisogno di dormire” lo implorò, sentendo la testa pesante.

Sì, è meglio se ti riposi. Andiamo

 

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Capitolo 14
*** Dolore ***


 

Dolore

Quando arrivarono a casa Key, entrambi erano ancora molto scossi da quello che aveva detto Saix e non riuscivano ad aprire bocca. Roxas era stanco, affamato, triste, depresso e tutte le altre emozioni negative che potevano esistere. Non si era nemmeno reso conto che era rientrato, almeno finché Axel non lo abbracciò e gli accarezzò la testa.

Ehi, tutto bene?” gli chiese. A quel punto gli occhi del biondo si infiammarono e lui lasciò uscire tutta frustrazione che aveva ingoiato fino ad allora, iniziando a dare pugni sul petto al rosso.

No, non va bene, non va bene niente! Mio nonno è in ospedale e sta morendo, i miei non reagiscono e hanno spedito me a casa a fare da brava massaia mentre loro rimangono tutti insieme lì, a controllare che lui non muoia da solo! Se non bastasse tutto ciò, il tuo ex pazzoide e schizofrenico sta cercando non so cosa e ce l’ha con me e, fattelo dire, incute paura. E io non so che devo fare! Non so come cazzo comportarmi con nessuno perché non mi sono mai trovato in una situazione simile, perché sono stanco, perché non voglio affrontare un lutto! Non sono pronto, non adesso! È troppo presto, mio nonno è troppo giovane e non deve andarsene! Non deve…” si sfogò, continuando a picchiare Axel, che non emise un gemito.

Alla fine si aggrappò alla sua camicia come se fosse l’ultima ancora di salvezza nell’universo e scosse la testa.

Non ce la faccio da solo! Mio fratello è più maturo di me in questo senso, perché tutti gli vogliono bene e ha qualcuno su cui contare, mentre io sono… io sono solo un’ombra dietro di lui! Non ho amici, non riesco ad essere allegro e simpatico come lui, e devo essere forte e maturo perché lui non lo è. È così infantile che mi chiedo spesso come faccia per andare avanti, mentre io mi sforzo per piacere agli altri, per non essere lasciato da parte! E ora, invece, sono qui e, per quanto tu possa essere con me, mi sento infinitamente solo. Axel non ce la faccio” ammise. Nonostante tutti colpi che gli aveva dato nello stomaco, lui lo abbracciò ignorando il dolore.

Lo so che è difficile, tesoro. So che vorresti essere con loro, ma Sora ha ragione a dire che tu sei l’unico che può fare qualcosa qui. Se fai vedere loro che esiste un po’ di normalità nonostante ciò che vi sta succedendo, magari sorrideranno. Guardami” gli ordinò gentilmente, alzandogli il viso. Gli occhi celesti e lucidi di Roxas incrociarono quelli verdi dell’uomo, in un momento di infinita tranquillità.

Non devi dire che ti senti lasciato indietro. Non devi dirlo mai. Tu e Sora siete due fratelli, ognuno col proprio carattere speciale, e non sei solo. Mai lo sei e mai lo sarai, capito? Io ci sono, sono proprio accanto a te, memorizzato?” disse. Il ragazzino annuì e poi si staccò da lui.

Forse è meglio se preparo qualcosa da mangiare” decise, andando verso la cucina.

Mentre camminava le poche ore di sonno, il digiuno e tutto il pianto si fecero sentire e lui cadde a terra inginocchiato, sentendo la testa girare.

Non… non mi sento bene…” sussurrò.

 

 

Un paio d’ore dopo si risvegliò nel suo letto, in camera, e si chiese che cosa diavolo fosse successo. Si mise a sedere e si guardò intorno: aveva solo sognato? Suo nonno non era davvero in ospedale in fin di vita? E Saix non aveva davvero mostrato intenzioni poco buone nei suoi confronti?

Ehi, buongiorno. Finalmente ti sei svegliato” gli disse Axel. Quella scena gli sapeva di dèjà vu.

Sì, credo di sì” rispose lui, confuso. Si mise in piedi e raggiunse il rosso, che gli mise una mano sulla fronte per sentire se era caldo.

Devi aver avuto un semplice mancamento causato dallo stress” decise, sorridendo preoccupato.

Quanto tempo è passato da quando sono svenuto?” s’informò lui.

Credo non più di due ore

Che cosa? Quindi sono quasi le cinque del pomeriggio?! Dovevo far trovare qualcosa da mangiare ai miei, sono già tornati?” si agitò.

No, tranquillo. Non c’è ancora nessuno. E poi tu non ti fidi di me” lo prese in giro Axel.

Come? Perché?” si stupì lui, calmandosi all’improvviso.

Pensavi che sarei rimasto due ore senza fare nulla? Mi offendi!” disse teatralmente.

E cosa avresti fatto?

Ho preparato un po’ di insalata di riso per tutti. Non si rovinerà se rimarrà nel frigo per un po’, così avete la cena pronta e, nel caso, anche il pranzo di domani. Per lo meno questo problema è superato” spiegò. A Roxas si riempirono gli occhi di lacrime e si gettò tra le sue braccia.

Grazie” sussurrò, riconoscente.

E, naturalmente, io rimarrò qui con te. Almeno fino a quando mi ci vorrai” concluse sorridendo. Attese pazientemente che smettesse di piangere e poi gli passò un fazzoletto che aveva in tasca.

Forza, andiamo giù, mi è sembrato di sentire una macchina. Probabilmente i tuoi sono arrivati” gli ordinò, spingendolo verso il piano inferiore.

In effetti, nel momento in cui entravano nel corridoio, videro Sora e la nonna aprire la porta, ma dei suoi genitori nemmeno l’ombra.

Mamma e papà?” chiese il biondo, prendendo premurosamente il giacchetto della donna.

Sono rimasti con nonno. I medici hanno detto che il tumore è più esteso di quello che dovrebbe e che non ha molto tempo. Se siamo fortunati sopravvivrà una decina di giorni, ma non di più” spiegò il fratello, spento. Quelle parole gli fecero male, molto male. Così poco tempo?

Noi abbiamo fatto un po’ di riso freddo… cioè, Axel ha fatto il riso, io non ho potuto” annunciò, facendoli mettere a sedere in cucina.

Grazie, tesoro, ma io non ho fame” rispose la nonna con un sorriso stanco.

In realtà nemmeno lui ce l’aveva, ma doveva farsi vedere forte. Aveva ragione il suo compagno nel dire che doveva riuscire a farli stare meglio. Era quello più maturo e poteva farcela. Per il loro bene.

 

 

I sette giorni successivi furono un susseguirsi di turni per rimanere sempre accanto al nonno, per riuscire a stargli accanto nel caso fortuito in cui, almeno per un’ultima volta, avesse aperto gli occhi.

Roxas si stupiva di sé stesso: riusciva a piangere silenziosamente e a sfogarsi quando era lontano dalla famiglia, così che loro, quando rientravano a casa, trovavano un sorriso gentile ad accoglierli. Aveva deciso di non andare quasi mai in ospedale, se possibile, perché in questo modo qualcuno che preparava il pranzo e si occupava delle faccende domestiche c’era. Era il suo unico modo per rendersi utile.

Axel, dal canto suo, non lo lasciò un attimo nemmeno per dormire. Dato che tanto ormai tutti sapevano della loro relazione (anche se il padre non l’aveva presa benissimo), la nonna decise che il nipote avesse bisogno del compagno vicino, così gli aveva chiesto di rimanere da loro almeno fino a che non fosse tutto passato. Felice di poterli aiutare, il chimico si era stabilito temporaneamente in casa Key, e si era messo a dare una mano a Roxas per quanto riguardava l’accudire i suoi parenti.

Una mattina, mentre il biondo stava riposando, telefonò a casa per sentire come stava Larxene. Era sempre così occupato con il ragazzino e con tutta quella storia che si era dimenticato di chiamarla.

Pronto? rispose lei, assonnata.

Buongiorno, qui parla Axel, il bellissimo farmacista che hai l’onore di avere come coinquilino. Come va?

Guarda, ascoltare i tuoi deliri egocentrici appena sveglia mi mancava. Tutto bene, qui è tutto tranquillo. Almeno fino a quando non torno Demyx si è trasferito da noi, così non sono sola

Bene, sono felice per voi che tutto sia tornato normale

Ti sento stanco, Axel. Come procede da te?

Non bene, purtroppo. Roxas fa del suo meglio per dare coraggio agli altri, ma sono tutti distrutti. Nonno Key doveva essere una bellissima persona e il fatto che se ne stia andando sta facendo crollare chiunque

E tu come stai? Immagino sia difficile sopportare una situazione simile

Lo è, non lo nascondo, ma devo aiutarlo. Tu non immagini cosa significhi vedere il dolore della persona che ami e sapere che non puoi fare niente per alleviarlo anche solo quel tanto che basta per farlo smettere di piangere

Ti sento stanco

Non troppo, ho faticato molto di più nel periodo che lavoravamo per la formula

Emotivamente? Non ci credo

Lasciamo perdere. Sapevo che sarebbe stato difficile, quindi non voglio lamentarmi. Anche perché io ho deciso di rimanere qui con Roxas, e non me ne pento. Sarei un vile se non lo facessi

Cavaliere senza macchia e senza paura, per intenderci

Simpatica. No, sul serio, mi fai morire dal ridere

Cercavo solo un modo per sdrammatizzare

Non ti scervellare, o i tuoi bellissimi neuroni si suicideranno. Piuttosto, non abbiamo quasi più parlato da quando tu e Demyx avete fatto pace. Che mi dici? Si parla ancora di matrimonio  oppure l’idea è stata abolita?

In realtà volevo parlartene una volta che tutto questo fosse finito. Avrei una richiesta per te

Oh, sentiamo

Ecco, mi… insomma, hai impegni per il ventuno marzo?

E mi fai una domanda simile il trentuno agosto? Che vuoi che ne sappia io che impegni ho tra sette mesi

Bene, se non ne hai non ne prendere

Significa che vi sposate?

Sì!

Ma è fantastico! Finalmente ti sei decisa a dire di sì a quel povero ragazzo! Raccontami tutto!

Beh, dopo aver… uhm… diciamo fatto pace…

Non scendere nei dettagli, grazie

Sì, infatti. Comunque, dicevo, dopo che ci siamo riappacificati ci siamo messi a parlare e io gli ho chiesto se era serio, quando aveva detto di volermi sposare. Demyx è arrossito, poi si è girato verso il comodino e ha tirato fuori l’astuccio dell’anello e mi ha detto no, non ERO serio, SONO serio, guardandomi con quegli occhi a cucciolo che solo lui sa fare

Non mi ricordavo che tu fossi così melensa

Sei tu che sei una zitella acida. Comunque il resto immaginatelo

Sai una cosa? Sono proprio felice per voi!

E, a proposito del matrimonio, volevo anche farti un’altra richiesta

Ah, sul serio?

Già. Io vorrei che tu fossi il mio testimone

………..

Axel?

Davvero vuoi che lo faccia io?!

Certo, sennò non te lo chiedevo!

Larxene, io… sì! Cavolo, certo che ti faccio da testimone!

Meno male, temevo che avresti rifiutato l’idea!

Scherzi? È un onore! Sei la mia migliore amica ed è il modo migliore che ho di rimanerti vicino nel tuo giorno più felice!

Grazie

Ehi, non ti sarai mica commossa?

Io? figurati!

Non lo devi nascondere a me, non ti giudico mica

Non ti nascondo proprio niente! un’ultima cosa, poi ti lascio andare. Senti se vuole venire anche Roxas, mi farebbe piacere

Sei lungimirante! Hai così fiducia in noi?!

Spiegati perché non ho capito

Sei sicura che tra sette mesi saremo ancora insieme?

Allora no, non ho fiducia in voi. Ho fiducia nel modo in cui vi guardate, come se esisteste solo voi due, ho fiducia nel rapporto che avete creato e nel fatto che ci siete per sostenervi. Perché sono convinta che, anche se ora sei tu ad aiutare lui, quando ci sarà bisogno lui aiuterà te. Siete due parti di una mela, ecco

Larxene?

Sì?

La felicità ti rende melensa!

Come sei cattivo! E io che mi ero sforzata per fare un discorso serio una volta ogni tanto!

Sto scherzando. Anche io la penso come te, quindi gli riferirò il messaggio. Salutami Demyx

Va bene. Ciao, a presto

 

Mancavano ormai solo quattro giorni al compleanno dei gemelli. Nessuno aveva molta voglia di festeggiare, ma la nonna, pur di trovare un po’ di normalità in quel periodo così terribile, pose comunque la questione.

Facciamo almeno una piccola cena tra di noi. Solo noi sei

Sette” la corresse Sora. Lei lo fissò senza capire.

Ho contato male?

No, ma inviterei anche Kairi. È la mia ragazza, in fondo, e mi piacerebbe che ci fosse

Ok, allora solo noi sette. Avanti!” li spronò. Roxas non se la sentiva di negarle quel piccolo piacere, così annuì sorridendo.

Certo, a me sta bene” rispose.

In quel momento i genitori dei due ragazzi rientrarono: la madre aveva gli occhi gonfi e stanchi, mentre il padre la sorreggeva. E fu un istante: tutti i presenti in casa compresero.

No” sussurrarono.

“Il signor Key… è morto”

 

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Capitolo 15
*** Cercando normalità ***


Cercando normalità

Il funerale fu celebrato due giorni dopo, sotto al sole cocente delle due. A nessuno di loro interessava il caldo, nemmeno lo sentivano tanto era forte il dolore. Rimasero tutti uniti, semplicemente in silenzio, e attesero che un po’ di quella sofferenza passasse.

Gli bastava anche il minimo, giusto quel poco perché riuscissero ad uscire da quello stato di trance che si era impossessato di loro e potessero tornare ad una vita pressoché normale.

Axel aveva deciso di tornare a casa perché pensava che fosse un modo per rispettare il dolore dei Key. Era un dolore che non gli apparteneva e si sentiva un intruso a starsene lì impalato come un palo della luce senza far niente.

Furono giorni difficili soprattutto per la nonna, che non parlava più e si rifiutava di mangiare. Aveva gli occhi infossati dal pianto e le mani le tremavano costantemente. I due gemelli temevano in ogni momento una crisi isterica, un crollo di nervi o una reazione talmente terribile da lasciarla quasi senza fiato. Si era tenuta tutto dentro, non aveva più aperto bocca con nessuno dalla morte del marito e non dava segni di volerlo fare.

Sai, forse sarebbe meglio che reagisse” disse una mattina Roxas.

Sì, penso anche io. Se continua così esploderà dal dolore” gli dette ragione Sora.

Esatto. E non credo che il nonno avrebbe voluto che noi ci chiudessimo nella nostra sofferenza. Siamo in cinque a piangere per lui, ed è giusto che ci sosteniamo

Sì, ma cosa possiamo fare? Non possiamo certo andare da lei e scuoterla finché non parla” esclamò il castano. L’altro lo fissò, con un mezzo sorriso sulla faccia.

Ti ho detto di no” lo fermò, prima che l’idea si facesse strada in lui.

E perché? Tanto vale provare, giusto?

NO!

 

Mezz’ora dopo i due erano al piano di sotto, dove la donna stava seduta a guardare il giardino. Le si misero accanto e stettero zitti per un po’, scambiandosi occhiate impacciate. Alla fine fu Roxas a iniziare il discorso.

Nonna? Mi senti?” la chiamò. Lei non distolse lo sguardo dalla finestra.

Nonna, almeno guardami mentre parlo” le disse dolcemente. La donna posò lo sguardo su di lui, con gli occhi spenti e grandi.

Ok, non è una cosa semplice da dire, ma ci proverò comunque” esordì. Prese fiato, ma lei ruotò di nuovo la testa verso il prato e poi indicò un punto immaginario che solo lei vedeva.

” disse semplicemente. I nipoti rimasero un attimo basiti.

Era lì che si metteva tutti i giorni quando eravamo da soli e voi eravate a casa, in città. Piantava i fiori e poi mi sorrideva, agitando una mano in segno di saluto. Come si fa quando siamo bambini e si vuol far vedere ai genitori che siamo stati bravi in qualcosa. È sempre stato lì, in quell’esatto punto, per gli ultimi trent’anni” spiegò, con le lacrime agli occhi. Magari i due ragazzi non avevano fatto nulla, ma dato che lei si apriva era già qualcosa.

Attesero che continuasse, in religioso silenzio.

Sapete, non sono mai stata sola. Ho conosciuto vostro nonno quando ero piccolissima, avrò avuto sette anni e lui dieci o undici, non mi ricordo. Era il figlio di amici di famiglia e ci odiavamo cordialmente. Non faceva che farmi i dispetti, litigavamo ogni due parole, e non facevamo che tirarci i capelli e picchiarci nel fango. So che sembra un cliché, ma è vero, piano, piano quell’odio si trasformò in qualcosa di diverso, di più bello e dolce. Se lui non c’era io mi sentivo sola e se io non c’ero lui si sentiva incompleto. Ma non ce lo saremmo detti mai, nemmeno sotto tortura. Poi un giorno rimanemmo a casa da soli mentre i nostri genitori erano fuori e non ricordo nemmeno il motivo per il quale noi non eravamo andati con loro. Eravamo così impacciati e dolci, mentre non riuscivamo a parlare perché eravamo imbarazzati. Alla fine fu lui a fare il primo passo: ero in piedi in cucina che sciacquavo un piatto in cui avevo mangiato un pezzo di torta di mele di mamma e lui mi baciò dolcemente. Io avevo tredici anni, lui pochi di più, e da allora non ci siamo più separati. E ora io sono sola” concluse, mettendosi a piangere. Roxas e Sora la abbracciarono e cercarono di consolarla.

Non lo sei, nonna. Non sei sola” le disse il castano.

Non riesco a vivere qui, ragazzi, proprio non mi è possibile concepire di rimanere in una casa dove ho così tanti ricordi di lui. Mi risulta straziante anche solo pensarci” ammise. Sembrava così piccola e indifesa.

Allora vieni a stare da noi, vieni a vivere in città” suggerì il biondo, scambiandosi un’occhiata col fratello, che annuì.

Lì non saresti sola, ci saremmo sempre noi” confermò.

Non posso. Io non ho mai vissuto in città, non saprei nemmeno da dove iniziare. E poi questa è casa nostra!” si ribellò debolmente.

Però proprio tu hai detto che ti fa soffrire vivere qua

Sì, ma andarmene… non lo so se ne sono capace

E allora cosa vuoi fare?” le domandò Roxas, sedendosi sul tappeto e fissandola con i suoi occhi celesti come il mare.

Non lo so, tesoro, sinceramente non lo so” rispose lei.

Appunto. E noi, dopodomani, ce ne torniamo a casa. Vuoi rimanere da sola per i prossimi dieci mesi, se non di più, visti gli esami?” la fulminò. Ogni tanto si rendeva conto di essere inappropriato, ma non riusciva a trovare mezze misure e non sapeva fare altrimenti.

La nonna lo guardò come se avesse appena ricevuto uno schiaffo.

Non… non mi ricordavo che voi tornaste a casa così presto” balbettò.

Appunto. Ma non possiamo rientrare a scuola la settimana prossima sapendo che tu stai così. Quindi ti prego, vieni con noi” la implorò.

Ci penserò, Roxas… ti prometto che ci penserò

 

 

Axel aveva deciso di fare ai fratelli Key una sottospecie di festa a sorpresa, anche se, più che una festa, era una cena tra lui, Sora, Larxene, Demyx, la ragazza di Sora e Roxas. Forse si sarebbero aggiunti anche Luxord e Xion, ma non lo sapeva con certezza.

In realtà ciò che cercava di fare era solo di far trovare un po’ di pace e normalità a quei due ragazzi per una sola serata, in modo che, una volta rientrati a casa, avessero la forza per vincere quella benedetta gara di skateboard nonostante quello che avevano passato nelle ultime settimane. Si erano comportati fin troppo bene, più che come due adolescenti avevano affrontato la cosa da adulti fatti anche se non lo erano e si meritavano una piccola pausa.

Ha chiamato Luxord e mi ha detto che viene. Però c’è un problema” gli disse Larxene mentre finiva di incartare i regali per i Key. Lui la fissò scuotendo la testa.

Strano. Non abbiamo mai problemi, noi” commentò.

Di che si tratta?” s’informò. Vide la bionda fissare il pavimento imbarazzata.

Beh, il fatto è che ieri parlava con Xigbar, che gli ha domandato cosa facesse domani sera e lui si è lasciato scappare che veniva qui per la festa di Roxas e Sora. Al che Xigbar gli ha detto che si univa volentieri se poteva, e logicamente avrebbe portato anche Xaldin. Luxord ha detto di sì con la sua solita faccia a schiaffi, ma Xaldin ha detto che per domani avevano un impegno con Marluxia e Zexion, e che non possono abbandonarli. Come sai, Zexion fa scuola da Vexen, che l’ha saputo e l’ha detto a Laxaeus

Fammi indovinare: Laxaeus era a giro con Xemnas come sempre quando gli è stato chiesto e ci dobbiamo portare appresso anche lui

E Saix, che si è appiccicato a Xemnas come una cozza allo scoglio” terminò lei. A quel nome Axel alzò lo sguardo e la guardò male.

Saix non ci entra in casa mia” disse risoluto. Dopo l’esperienza all’ospedale non voleva che si avvicinasse mai più a lui o a Roxas per i dieci secoli successivi.

Lo so, ma come possiamo fare? Diciamo a tutto il gruppo di non venire perché tu non ci vuoi uno solo di loro? Se si arrabbiano hanno ragione” gli fece presente Larxene.

Ma porca troia, quello ha molestato il mio ragazzo!” si ribellò lui.

Sì, ma non puoi chiudere tutto il mondo fuori per proteggerlo. Stagli semplicemente accanto! Sono sicura che non avrà il coraggio di fare del male a nessuno, almeno non per il momento e non sotto gli occhi di tutti” lo tranquillizzò la ragazza.

Ne sei certa?

Al cento per cento” confermò. Lui lasciò da parte i pacchetti e si avvicinò a lei.

Lo sai che cosa si dice di coloro che sono sicuri di ciò che dicono?” le chiese.

No

Ecco, quindi non ripetere mai più di essere sicura al cento per cento. Chi lo è, è un imbecille” la informò.

Sei un bastardo, Axel Flame” lo accusò, imbronciandosi.

Lo so, e mi adori per questo. Ma fidati, dopo quanto è accaduto all’ospedale, non mi posso fidare di Saix

Non ti dico di fidarti, ti dico solo di non escludere tutti i nostri amici per colpa sua! Ci sto io con lui, sarò la sua ombra e, se farà qualcosa di sbagliato, lo prenderò a bastonate nel capo fin quando non morirà” promise. Il ragazzo rise forte.

Me lo prometti?

Te lo prometto

E allora che festa enorme sia” concesse lui, con un sospiro.

 

 

Dove andiamo?” chiese Sora per la duecentesima volta. Kairi era arrivata a casa loro con la sua bellissima macchina nuova (che si era pagata con i risparmi di sei mesi di lavoro) e li aveva prelevati senza dire una parola. Aveva naturalmente chiesto il permesso alla signora Key e poi li aveva bendati, sorridente.

Ti giuro che se non smetti di chiedermelo ti lascio qui” lo minacciò ridendo.

Gira a sinistra” le disse una voce di ragazza. I due fratelli sobbalzarono e si guardarono intorno impauriti.

Chi altro c’è in questa macchina oltre a noi?” chiese Roxas.

Ma come, non mi riconosci?” rise lei. Sì, era una voce familiare, ma no, non la riconosceva.

Sinceramente?” rispose lui.

Qui va bene?” domandò Kairi, imboccando un vialetto un po’ dissestato.

Sempre dritta per cento metri, poi siamo arrivati” confermò la voce.

Dove andiamo?” tentò di nuovo Sora.

La vuoi piantare? Mi fai venire l’ansia!” esplose il fratello. Rimasero tutti zitti per un minuto, poi la rossa spalancò la bocca.

Oddio, ma è quello? Ma è… è gigantesco!” esclamò. Probabilmente Roxas fu l’unico a prendere il doppio senso nel discorso, e si mise a ridacchiare.

Sì, l’edificio è quello” annuì l’altra. La macchina si fermò dieci secondi dopo, e le due ragazze scesero per prendere sottobraccio i fratelli.

Seguite senza fare domande” ordinò Kairi.

Ma…” provò a ribattere Sora.

Senza fare domande” scandì lei per bene, guidandolo nella strada.

Gli altri due rimasero indietro, per libera scelta del biondo.

Xion, siamo da Axel, vero?” chiese, sorridendo. La moretta rise sommessamente.

Quando l’hai capito?

Quando ho associato la tua voce al tuo viso” ammise lui.

Sta’ zitto e fingiti sorpreso” gli suggerì sottovoce la ragazza, quando entrarono in casa.

A entrambi furono tolte le bende e un grido di “Buon compleanno!” si spanse per la stanza, insieme a coriandoli e stelle filanti. Sobbalzarono nel vedere tanta gente a quella festa a sorpresa, e risero di felicità.

Cavolo!” esclamò Sora, sinceramente colpito. Il rosso si avvicinò a loro e fece l’occhiolino.

Un diciottesimo si festeggia sempre e comunque, non importa con quanto ritardo. E poi voi due, domani, tornate a casa, quindi questa era l’ultima occasione per farlo” disse.

Roxas aveva gli occhi lucidi di commozione.

Siete tutti qui… per noi?chiese incredulo.

Io sono qui solo per la torta” ammise Demyx ridendo.

Sta’ zitto, chitarrista da strapazzo” lo prese in giro Luxord.

Passarono i venti minuti successivi a scartare i regali, poi si spostarono tutti in giardino, dove avevano mangiato la prima volta.

Finché è caldo dobbiamo usufruirne” spiegò Larxene, con un grosso sorriso.

Aveva preparato il barbecue con la carbonella e l’alcool, e Axel si mise lì davanti con la carne per iniziare a cuocere la cena.

“Sei tu il cuoco di turno?” lo aveva preso in giro Xemnas.

Lo sai che amo il fuoco” aveva risposto lui ridendo.

Erano tutti così tranquilli e rilassati, allegri e spensierati, che Roxas e Sora per qualche gloriosa ora si dimenticarono del nonno e dei loro problemi.

Si sedettero a capotavola e si misero a parlare con gli invitati, ridendo e scherzando con loro fino a quando le lacrime quasi non gli impedirono di parlare.

Signori, la cena è pronta” annunciò il rosso, portando a tavola la carne.

“Era ora!” esclamò Xigbar, affamato. Si servirono tutti due volte, finendo completamente la scorta di carne per ventidue che Larxene aveva preso, lungimirante, nonostante fossero solo in sedici.

“Quindi domani rientrate?” chiese Marluxia a Roxas.

Sì, tra pochi giorni ricomincia la scuola e dobbiamo ancora fare lo shopping annuale per rifornirci di roba” spiegò.

“Tesoro, se ti serve qualcosa in città chiamami” gli disse, strizzando l’occhio. Axel rise ma si mise in mezzo, minaccioso.

Guarda che lui è mio” gli fece presente, con un tono minaccioso e divertito allo stesso tempo.

“Lungi da me l’idea di togliertelo” lo prese in giro l’altro, ridendo con lui.

Si respirava un’atmosfera tranquilla e rilassata: tutti erano felici. Il biondo riuscì finalmente a pensare che, piano, piano, stavano tornando alla normalità nonostante tutto.

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Capitolo 16
*** Sorpresa di compleanno ***


Sorpresa di compleanno

Axel e Larxene, nonostante avessero cercato di divertirsi il più possibile, erano sempre stati con un occhio puntato su Saix. Non piaceva a nessuno dei due il modo in cui l’uomo fissava Roxas, soprattutto visti gli sviluppi della situazione. Fortunatamente, il ragazzino non si era reso conto di nulla e continuava a divertirsi come se niente fosse, il che rendeva tutto più semplice per i due, che non dovevano dare spiegazioni.

Verso le undici Marluxia, ubriaco, si alzò in piedi.

“Dato che siamo tutti qui per festeggiare i gemelli e dato che entrambi sono fidanzati, propongo che entrambi scambino un bacio con i rispettivi partner. E intendo un bacio vero, non di quelli a stampo” disse. Tutti e due si guardarono e arrossirono.

E’ imbarazzante” si ribellò Sora. Kairi rise.

Dai, cosa vuoi che sia? Non è mica la fine del mondo” lo tranquillizzò, mettendogli una mano sulla sua. Il castano, rassicurato, si sporse sul tavolo e la baciò mentre tutti gli altri applaudivano divertiti.

“Bravi!” gridavano, ridendo. Rimasero incollati per un’eternità, persi nel loro mondo, almeno finché Vexen, irritato, sbuffò.

“Ha detto un bacio, non che vi dovete accoppiare qui” commentò. I due ragazzi si scollarono arrossendo, e poi si misero a ridere con tutti gli altri.

Adesso anche il piccolo Roxas deve farlo!” affermò Demyx, ubriaco quanto e se non più di Marluxia. Il biondo arrossì e fissò Axel.

Non sono sicuro che sia una buona idea” rispose. Il rosso stava per dargli ragione, ma una voce lo fermò.

Allora significa che non siete così uniti, se ti vergogni a baciare il tuo ragazzo in pubblico” ragionò Saix col suo tono lento e calcolato.

Ma non è per questo!” ribatté lui, arrabbiato.

Allora facci vedere, dai. Siamo tutti curiosi” lo sfidò.

Bene!” accettò. Si voltò verso Axel e lo tirò per la cravatta, quasi facendogli male, e baciandolo con quanta forza aveva in corpo. Non voleva darla vinta a quella specie di avvoltoio, e, per farlo arrabbiare ancora di più, si issò a cavalcioni del compagno, che rimase immobile di fronte a tanta intraprendenza.

“Ehi, va bene che siamo tutti maggiorenni, ma datevi un contegno” rise Marluxia. Roxas si staccò e si voltò verso Saix, che aveva la faccia inespressiva ma gli occhi iniettati di sangue.

“Un brindisi alle felici coppiette!” esclamò qualcuno, alzando il bicchiere, seguito a ruota dagli altri. In quel trambusto nessuno vide che l’uomo si era alzato ed era entrato in casa, chiudendosi dietro la porta.

 

Non dovremmo tornare a casa?” chiese Sora verso mezzanotte.

No, ho chiesto a vostra nonna se potevamo dormire fuori e ha accettato, quindi rimaniamo qui e torniamo a casa domani. Anche perché io mi sento piuttosto brilla e non credo di essere in grado di guidare” ammise Kairi. Il castano rise e le accarezzò i capelli.

Bene, io inizio a sparecchiare, se qualcuno vuole aiutarmi” esordì Axel, lanciando uno sguardo più che eloquente verso Roxas, che si affrettò ad alzarsi.

Ci penso io” rispose, prendendo due piatti in mano.

Una volta che furono entrambi dentro, il rosso lo guardò con un’aria minacciosa e incrociò le braccia.

Non devi dirmi niente?” gli chiese. Il biondo distolse lo sguardo.

Nonegò, per niente convinto.

Ma davvero?” lo prese in giro l’altro. Lui mise le mani in tasca, imbarazzato.

E va bene: mi dispiace!” esplose dopo un minuto di silenzio.

Vorrei che tu mi spiegassi come mai una performance del genere” lo implorò l’uomo, appoggiandosi con una mano al tavolo in cucina.

Mi dà sui nervi quello là, ok? È così schifosamente viscido!

E nient’altro?

N-no” rispose, arrossendo più del dovuto. Axel gli andò vicino e gli alzò il viso, così da poterlo fissare negli occhi.

Sicuro?” chiese. Roxas rimase incatenato a quel verde smeraldo.

Nessuno deve permettersi di dirmi che tu ed io non siamo uniti. Nessuno. Soprattutto uno come quello” confessò. Si sentiva uno stupido a dirlo ad alta voce, ma era la verità.

Il rosso rimase stupito da quella dichiarazione, ma sorrise e lo baciò teneramente.

Sei proprio uno scemo” lo prese in giro.

Perché?” s’infervorò l’altro, staccandosi e mettendo il broncio. Lui lo abbracciò.

Non deve interessarti ciò che gli altri pensano di noi, ma ciò che tu pensi di noi. Vuoi sapere cosa penso io?” gli propose, accarezzandogli la testa. Il biondo annuì, sentendo il cuore battere forte.

Io penso che ti amo” ammise, tremando leggermente. Ecco il momento della verità: o la va o la spacca.

Axel?” lo chiamò Roxas, staccandosi di quel poco che bastava per guardarlo.

S-sì?” rispose lui, incerto.

Ti amo anche io” disse il biondo, sorridendo. Si sporse sulle punte per baciarlo e, per un istante, il resto non contò più.

 

 

Tavola sparecchiata. Mezzo gruppo ubriaco. L’altro mezzo addormentato.

Axel e Roxas risero nel vederli in quelle condizioni e portarono in cucina gli ultimi piatti.

Certo che i tuoi amici sono proprio forti” commentò il biondo, divertito.

Sono anche i tuoi amici” gli fece presente l’altro.

Che cosa?” si stupì lui, sgranando gli occhi.

Beh, sono qui per te, giusto? Prima che per Sora sono venuti qui per il tuo compleanno, quindi significa che ti vogliono bene. Per cui sono anche tuoi amici, ormai” ragionò. Il ragazzino non ci aveva mai pensato, ma sorrise capendo che l’altro aveva ragione.

Già, è vero” ammise. Non aveva mai avuto amici stretti, anche perché si trovava in difficoltà nel parlare con persone che non conosceva, quindi gli era scomodo fare amicizia. Le uniche persone che fino ad allora aveva considerato amiche erano Sora, Kairi perché stava con Sora, Xion perché era simile a lui e… e basta.

Comunque, cambiando discorso… ti devo dare una cosa” esordì Axel, posando l’asciughino con cui aveva finito di lavare i bicchieri e guardandolo.

Cosa?” chiese lui, senza capire.

Lo vedrai da solo. Vieni con me” lo prese per un braccio e lo trascinò fuori dalla cucina.

Ehi, posso camminare da solo!” protestò il biondo, cercando di divincolarsi.

Oh, beh, se ne sei convinto” rispose lui, lasciandolo. Dato che non se l’aspettava, quando il rosso lasciò la presa Roxas si sbilanciò all’indietro e cadde a terra.

Potresti essere un pochino più dolce, ogni tanto?” lo implorò, massaggiandosi il sedere.

Uhm, no, non posso” lo prese in giro l’altro, ridendo.

Sei una serpe” lo accusò, alzandosi in piedi.

Sì, ma mi ami, quindi vado bene anche così” commentò l’uomo, salendo le scale.

Un po’ dolorante, il ragazzino lo seguì, incuriosito da tanta segretezza.

Una volta in camera, Axel si chiuse la porta dietro alle spalle e Roxas sorrise malizioso, avvicinandosi felino come un gatto.

Guarda che se mi volevi portare qui, bastava chiederlo” gli disse, ridendo.

Come sei pervertito!” lo accusò il rosso, fingendosi offeso. Il ragazzino mise le mani sui fianchi e lo guardò.

Dimmi che non ci hai pensato pure tu e rimangio ciò che ho detto” lo sfidò. Il rosso cercò di trattenersi,  ma poi rise e lo guardò.

Ok, diciamo che nei miei piani c’è anche quello, ma non è il motivo principale per cui ti ho portato qui” ammise.

Oh. E allora che devi darmi?” chiese il biondo, incuriosito.

L’uomo si avvicinò al comodino e aprì il cassetto, tirando fuori un piccolo pacchetto celeste, con un grosso fiocco dorato.

Questo” rispose, passandogli la scatola.

Con mani tremanti, Roxas si sedette sul letto e lo aprì.

Oh dio!” esclamò, con gli occhi che brillavano. Fece uscire dal piccolo astuccio un braccialetto d’oro con un piccolo ciondolo a forma di stella, che pendeva tintinnando.

Ma è… è bellissimo!” commentò con gli occhi lucidi. Guardò Axel, che si era messo accanto a lui, e quasi pianse di gioia.

Ti piace?” gli chiese l’uomo, sorridendo.

Axel, non so… è stupendo!” balbettò emozionato.

Mi fa piacere” rispose l’altro, sorridendo. Il biondo si gettò tra le sue braccia e lo abbracciò forte.

Sei la cosa migliore che mi sia mai capitata” ammise, ridendo tra le lacrime. Il rosso lo baciò, facendolo stendere sul letto.

Penso di poter dire la stessa cosa” ribatté, baciandolo dolcemente.

 

 

Vado a chiamare gli altri. Non mi sembra giusto che dormano fuori al freddo” disse Roxas, alzandosi.

Mmmh, no, dai. Rimani un altro po’ qui con me” si ribellò Axel, stringendolo per la vita e riportandolo sotto alle coperte. Il ragazzino rise.

Ma non possiamo lasciarli là fuori!” gli fece presente.

Peggio per loro, giusto? Guarda come stiamo bene noi due qui sotto” commentò il rosso.

Sei malefico

Non troppo, solo il giusto” minimizzò.

Sì, ma dato che c’è anche quello scemo di mio fratello fuori, collassato sul tavolo, mi sembra appropriato farlo rientrare in casa, che dici?

Che rottura! Dì la verità, ti interessa più di loro che di me” lo accusò teatralmente l’uomo.

Certo che sei un bambino se ti ci metti!” osservò Roxas, continuando a ridere.

Sì, è tutta questione di allenamento. Non puoi sapere quanto mi ci è voluto a diventare così” rispose l’altro, ridendo con lui.

Torno subito, il tempo di scendere, chiamarli, salire le scale e spogliarmi di nuovo” giurò il biondo.

Promesso?

Promesso

Allora va bene, ma se entro cinque minuti non torni vengo a prenderti per un braccio, memorizzato?” lo minacciò. Il biondo scese veloce e si rivestì.

Ok, capito” rispose, correndo giù per le scale.

Axel rimase con le braccia incrociate dietro la testa a fissare il soffitto, sorridendo come un cretino. È proprio vero che l’amore ti rincoglionisce.

Sentì un rumore, e la porta cigolò lievemente, ma lui non si voltò.

Due minuti e mezzo. Complimenti per la velocità, Rox” le parole gli morirono in bocca quando vide Saix, in piedi alla porta, che lo fissava con un mezzo sorriso.

Aspettavi me?” gli chiese.

Che. Diavolo. Vuoi?” ribatté lui, sedendosi.

Niente di che, ero qui che girellavo e vi ho sentiti ridere, così sono venuto a vedere se la festa poteva esserci anche per me” rispose tranquillo. Mentre parlava era entrato nella stanza e si era chiuso la porta alle spalle. Quel gesto non sfuggì ad Axel, che si irrigidì.

Vattene via, Isa” lo minacciò.

Altrimenti?

Altrimenti ti prendo a pugni finché quel ghigno che hai sulla faccia non scomparirà del tutto” spiegò il rosso. Saix rise freddamente e si avvicinò al letto.

Fallo” lo sfidò.

Sai che potrei, l’ho già fatto con altri

Sì, ma con me non ci sei mai riuscito” gli ricordò.

Potrei benissimo cominciare ora, non scherzare col fuoco” lo avvertì. L’uomo rise e si avvicinò a lui.

Sai che questo mi ricorda qualcosa?” gli disse, accarezzandogli una guancia.

Vattene” intimò dando un colpo alla sua mano.

Mi fai venire la nausea” aggiunse schifato.

Così mi fai male al cuore” si ritirò Saix.

Non sono molto sicuro che tu ne abbia uno” ribatté Axel.

Dipende dai punti di vista. Comunque se proprio non mi vuoi significa che me ne vado” decise.

Il rosso tirò un sospiro di sollievo e si rilassò, abbassando la guardia, ma fu un errore.

 

 

Roxas stava salendo le scale, senza preoccuparsi di fare piano. Tutto il gruppo era rincasato e si era accasciato sul tappeto a dormire, senza avere la forza di alzarsi da lì per arrivare al piano di sopra da quanto alcool aveva bevuto.

Eccomi!” annunciò un attimo prima di spalancare la porta ed entrare nella camera del rosso.

Si bloccò nel vedere che Saix era steso sopra Axel e lo stava baciando.

 

 

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Capitolo 17
*** Ritorno a casa ***


Ritorno a casa

Ritorno a casa

C-che succede?” balbettò Roxas, immobile. Saix si staccò e sorrise malvagio, mettendo su un’espressione innocente e falsa come una banconota da sette euro.

Oh, no, non pensavo che saresti tornato così presto” disse. Axel stava cercando di divincolarsi e vide nitidamente negli occhi del biondo l’emozione del tradimento farsi strada in lui.

No, non è come pensi!” esclamò. L’altro lo teneva ancora fermo con le braccia e si tolse da sopra di lui.

Scusami, piccolo Roxy, non volevo” disse l’uomo, facendo finta di essere dispiaciuto. Quel nomignolo fece rabbrividire il ragazzino, che sentì le lacrime pungergli gli occhi.

Ma cosa cazzo dici, brutto deficiente? Lasciami andare!” gridò il rosso, disperato. Lui ubbidì, ma Axel si tirò su troppo tardi, ormai il biondo era già scappato via.

Prima di andargli dietro cercò i vestiti, che erano finiti sotto al letto, poi si voltò verso Saix.

Tu, lurido bastardo, stammi lontano da ora e per sempre” lo minacciò. Questo rise, poi gli accarezzò una guancia.

Perché, non ti è piaciuto?gli chiese languido. Ingoiando la nausea che lo aveva assalito, il rosso gli prese il polso con la mano e lo fermò.

Io te lo giuro, se ti azzardi a toccare me o il mio ragazzo un’altra volta o anche solo ad avvicinarti a noi ti spezzo le ossa una per una. Capito?” lo minacciò.

Non dire così. In fin dei conti tra di noi c’è qualcosa, no?” tentò di nuovo l’uomo, avvicinandosi per baciarlo. Axel esitò un secondo solo, poi il suo pugno si abbatté sullo stomaco di Saix, che non fu abbastanza veloce da fermarlo. Rimase piagato in due, spezzato dal dolore, e lanciò uno sguardo di puro odio verso Axel, che ricambiò.

Sì, c’è qualcosa: si chiama disprezzo” ammise il rosso.

Sei un idiota se pensi che quel ragazzino sia fatto per te” disse l’altro, cercando di provocarlo. Purtroppo, accecato dalla rabbia, lui abboccò all’amo, e gli sferrò un calcio in una gamba, che si piegò dolorosamente, facendo gridare Isa.

 

 

Roxas, intanto, era corso al piano di sotto, andando a schiantarsi contro Larxene. Aveva gli occhi lucidi e il fiato corto, e la fissò come se non la vedesse.

Ehi, che succede?” chiese lei. Si era appena svegliata per il dolore al collo dovuto alla posizione strana con cui si era addormentata e aveva ancora i sensi appannati.

Di sopra… loro due… non…” il ragazzino si mise a balbettare frasi senza senso, disperato, e la superò con una spinta, scomparendo fuori dalla porta.

Incuriosita, la donna salì le scale e sentì dei gemiti provenire dalla stanza di Axel.

E’ permesso?” chiese entrando. Rimase allibita nel vedere la scena che aveva davanti: il rosso torreggiava sopra a Saix, che si teneva con le mani una gamba e aveva un labbro sanguinante.

Axel, che cazzo fai?” gridò, lanciandosi sull’amico e fermando un ulteriore colpo verso la figura tremante accasciata a terra.

Questo stronzo… fammelo ammazzare!” rispose. Anche se non capiva di che parlava, Larxene continuò a tenere fermo l’uomo, facendo una certa fatica.

Ma sei scemo?” gli chiese, col fiato corto.

Lascialo fare, Larxene, non preoccuparti” le disse Isa, guardandola con gli occhi che sembravano quelli di un matto.

Che diavolo dici, brutto deficiente? Cosa hai fatto a Axel?” lo accusò lei, lottando contro l’amico per fare in modo che non partisse con un ulteriore colpo.

Niente, un semplice bacio non è niente” rispose lui, innocentemente. A quel punto la donna fece due più due.

Brutto figlio di…” sussurrò.

Lasciamelo uccidere, fammelo distruggere!” continuava a gridare l’altro, ancora immobilizzato.

NO! Non capisci? Vuole questo. Ti prego, calmati e va’ a cercare Roxas” lo implorò. Nel sentire quel nome, il rosso si calmò.

Roxas” ripeté, come in trance.

No, Roxas!” esclamò, staccandosi da Larxene.

Dov’è andato?” le chiese.

Non lo so, è fuggito di sotto. Se avessi saputo cosa stava succedendo lo avrei fermato!” si giustificò lei. Axel corse fuori dalla stanza e scese le scale, mentre lei rimase lì con Saix, a fissarlo schifata.

L’uomo rise soddisfatto.

Non importa se gli correrà dietro, tanto lui non gli crederà” commentò, alzandosi. Nonostante il dolore alla gamba, riusciva a stare in piedi quasi perfettamente.

Sai, mi sono sempre chiesta cosa ci avesse trovato in te, sei anni fa, Axel. Come mai fosse così attratto da te. E la risposta mi è sempre incomprensibile” iniziò a dire la donna, con un tono impersonale. Isa la fissò schifato.

Cosa vuoi che me ne importi di ciò che ti chiedi tu?” la aggredì.

Sta’ zitto!” gridò lei, arrabbiata. L’uomo chiuse la bocca.

La verità è che io non ti ho mai sopportato. Tu mi fai vomitare, cordialmente. Sei un viscido schifoso che nella vita trova piacere solo nel far soffrire gli altri. Tu non hai un cuore” lo accusò, avvicinandosi.

Ma ciò che a me fa piacere, adesso, è che tu hai perso” esultò, sorridendo soddisfatta. Saix si irrigidì.

Non ho perso, non perdo mai. Quei due non possono parlarne, non dopo che Roxas ha creduto che Axel l’abbia tradito” ribatté serio.

No, tu non puoi capirlo, ma in realtà, anche se forse al momento Roxas si sentirà sfiduciato, prima o poi comprenderà e ascolterà Axel. Tu puoi provarci quando vuoi, ma non servirà a niente. E sai cos’altro non ti servirà a niente?” chiese. Lui la fissò schifato.

Tornare qui. Tu azzardati anche solo a mettere un solo piede nella nostra proprietà e ti giuro quant’è vero che mi chiamo Larxene che ti uccido io a colpi di fucile scusando la cosa come irruzione in proprietà privata. Capito?” lo minacciò.

Per la prima volta, Saix non seppe cosa controbattere e lei sorrise.

Bene, vedo che hai capito. Qual è la porta per andare via lo sai, giusto?” chiese, indicandogli l’uscita.

 

 

Roxas si era nascosto nel bosco, nello stesso punto in cui era svenuto la prima volta che era arrivato a casa Flame.

Quello che aveva visto doveva avere una spiegazione logica, per forza! Axel non poteva averlo fatto di proposito, lui era nauseato da Saix!

Eppure lo stava baciando… sì, ma lo stava anche spingendo via.

Piangendo silenziosamente si portò le gambe al petto e si strinse nelle braccia, sentendosi minuscolo.

Roxas! Roxas!” si sentì chiamare in lontananza dal rosso, ma non fiatò. Non ce la faceva ad affrontare la questione ora, era scosso.

Dannazione, dove sei?” gridò Axel, cercandolo ovunque. Si fece ancora più piccolo, ringraziando che fosse notte e che il buio lo nascondesse, e continuò a rimanere fermo fin quando l’altro non sospirò.

Lo so che mi senti, ne sono certo! Quindi ascoltami: io non ho mai baciato Saix, capito? È lui che ha baciato me, e devi fidarti! Ti ho già raccontato quello che è successo tra di noi, quindi credimi se ti dico che io cercavo di respingerlo e basta!” spiegò.

In quel momento l’uomo uscì di casa e, anche da lontano, il ragazzino vide nitidamente il volto ferito e la camminata zoppicante. Lui e il rosso si scambiarono un’occhiata di odio profondo, poi se ne andò alla macchina e ripartì sgasando.

Anche Larxene uscì e mise una mano sulla spalla dell’amico, che la guardò triste.

Prima o poi ti ascolterà, dagli tempo” gli assicurò.

Mi crede uno stronzo” rispose lui, tristemente.

No, non lo crede. È solo confuso. Vieni dentro, ora, è tardi” gli consigliò, seguendolo all’interno della casa.

Roxas era ancora fermo, incapace di decidere. Eppure non avrebbe dovuto metterci così tanto, giusto? Insomma, se Saix era conciato in quel modo sicuramente era colpa di Axel che lo aveva picchiato, per cui perché tanta esitazione? Non aveva senso.

Il giorno lo sorprese poco dopo, o almeno così parve a lui. Era rimasto tutta la notte fermo tra gli alberi e si sentiva infreddolito. Si alzò, asciugandosi gli occhi, e tornò in casa, dove, sperò con tutto sé stesso, avrebbe trovato Kairi e Sora già pronti per tornare via.

 

Allora mi raccomando, fateci sapere come è andata la gara” disse Larxene, abbracciando i gemelli.

E tu facci sapere se hai bisogno di qualcosa prima del matrimonio” le ricordò il castano.

Promesso” rispose lei, sorridendo. Roxas distolse lo sguardo quando si trattò di salutare Axel e fissò il pavimento.

Ci vediamo in giro” borbottò.

Ti chiamo” gli promise il rosso.

Non importa, davvero” ribatté lui, ricacciando indietro le lacrime.

Ma io voglio farlo” s’impuntò l’altro.

Allora fallo. Tanto tu vivrai qui, giusto? Per cui non ci vedremo spesso come ora, dato che io sto in città” ragionò il biondo.

In macchina non mi ci vorranno più di dieci minuti per arrivare da te ogni volta che mi vorrai vicino” gli assicurò l’uomo, voltandogli la testa.

Ma adesso non ti voglio. Non per il momento, almeno. Devo capire… cosa significava per te ieri sera” ammise il ragazzino, sull’orlo delle lacrime. Solo lui, Axel e Larxene sapevano cos’era successo e nessuno aveva idea di dove Saix fosse finito.

Come vuoi. Ma quando avrai capito che è stato quello stronzo a baciare me e che io amo solo te, allora ti prego, una chiamata falla” lo implorò, distrutto. Lui annuì, senza avere la forza di aprire bocca, e seguì il fratello in macchina.

Kairi mise in moto sorridente e ripartì salutando tutti con la mano.

Mi sono proprio divertita” commentò quando furono in strada.

Anche io” disse Sora, sorridendo. Roxas rimase zitto e il castano si voltò a guardarlo.

Tu no?” gli chiese. Solo allora si accorse che il biondo stava piangendo silenziosamente.

Ehi, che succede?chiese preoccupato. L’altro scosse la testa, come per dire “Non importa, ora passa”, ma lui non ci credette.

Che problema c’è?” ripeté, ma ricevette ancora solo silenzio.

Puoi fermarti un secondo?” domandò alla ragazza, che annuì e accostò. Scese di macchina e raggiunse il fratello sul sedile posteriore.

Roxas, cosa c’è?” disse ancora. il biondo lo guardò e si gettò tra le sue braccia.

Sora, che cosa devo fare?chiese disperato, singhiozzando. Stupito da questa reazione, poté solamente rimanere fermo ad abbracciarlo.

Qualsiasi cosa sia ti aiuto io, non preoccuparti. Lo affronteremo insieme” cercò di tranquillizzarlo.

 

 

Quindi quel Saix vi aveva già dato fastidio” disse Kairi, seduta con i fratelli Key sul sedile posteriore della macchina.

Sì, purtroppo sì” annuì il più piccolo, tirando su col naso.

Però, se mi hai detto che Axel lo odia, qual è il problema?

Che si stavano baciando. E io non so se credergli quando mi dice che non voleva

Ok, e posso anche darti ragione su questo, soprattutto perché è successo meno di dieci ore fa e tu sei ancora scosso, ma non pensi che lasciarlo andare così sia stupido?” chiese Sora.

Non ho lasciato nessuno!” ribatté Roxas.

Ma così sembra, però” gli fece presente il castano. A quelle parole lui si bloccò, colpito nel segno.

Sai, Sora ha ragione. rischi che Axel creda che tu voglia lasciarlo, e secondo me non è giusto. Si vede da come vi guardate che per lui esisti solo tu e viceversa, per cui, quando ti sarà passata l’arrabbiatura e la tristezza, faresti meglio a chiarire la questione, no?” suggerì Kairi, comprensiva.

E se lui non volesse aspettarmi?

Ti aspetterà, fidati. Tu gli credevi quando ti ha detto di amarti?” gli domandò.

Certo!” rispose lui, sicuro.

Quindi non è cambiato nulla anche se quel verme ha fatto in modo che tu pensassi il contrario. Sono sicura che dentro di te sai già che è stata tutta una macchinazione di Saix e che lui non ti tradirebbe mai” affermò la ragazza, convinta. Roxas strinse le labbra, poi annuì.

Sì, lo so. E so anche che dovrei richiamarlo subito” ammise. Lei sorrise.

No, non subito. Adesso torniamo a casa di vostra nonna e prepariamo tutto ciò che serve per rientrare. Io ho bisogno di una doccia, sinceramente. Quando sarete a casa vostra, in città, potrai chiamarlo

Ma tu hai detto che…

Sì, lo so cosa ho detto, ma se lo fai soffrire un po’ è meglio. Con gli uomini funziona sempre” gli svelò soddisfatta. A quelle parole Sora la guardò arrabbiato.

Ma lo fai anche con me quando litighiamo?” le chiese.

Certamente!” confessò lei.

Sei crudele!” la accusò, imbronciandosi.

Il fratello rise di gusto nel vederli battibeccare così e si sentì subito meglio.

 

 

Nonna, sei sicura di non voler venire con noi? Staresti meglio e noi ti staremmo accanto quando ne avrai bisogno” provò a convincerla Roxas, per l’ennesima volta. Lei scosse la testa.

Per il momento no. Ho bisogno di tempo per digerire la morta del nonno, poi mi rialzerò. Non sono mai stata sola, ma posso farcela” rispose. Il ragazzo sospirò esasperato.

“Mamma, i gemelli hanno ragione: non sei più molto giovane e potresti avere bisogno di aiuto. Stando qui da sola non sei al sicuro” provò anche la figlia.

Come siete noiosi! Io sono forte, non vi provate a dire il contrario, quindi rimango a casa mia!” si arrabbiò la donna, facendo ridere tutti.

“Come vuoi. Se cambia idea basta che tu ci chiami e noi correremo da te, capito?” accettò.

Capito. Ma adesso andate, o tuo marito chiamerà me per sapere se vi ho rapiti” li sgridò, abbracciandoli uno per uno per salutarli.

Ciao nonna” dissero in coro tutti e due.

Mentre stavano per uscire lei richiamò Roxas.

Qualche problema?” le chiese lui.

No, figurati. Solo volevo sapere… Axel verrà a trovarti a casa?” s’informò. Il ragazzo s’incupì, ma fu solo un attimo e poi sorrise.

Spero di sì, nonna. Spero proprio di sì

 

 

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Capitolo 18
*** Litigio acceso ***


Litigio acceso

Quando entrò nella sua stanza, dopo due mesi di assenza, Roxas si sentì vagamente nostalgico. Posò lo zaino e la borsa con tutta la roba che si era portato dietro a terra e si buttò letteralmente sul letto.

Casa dolce casa” commentò. Ripensò alle parole di Kairi e al suo suggerimento e prese in mano il cellulare. “Lo chiamo?” si chiese. Scorse la rubrica fino a trovare il suo nome, ma non dette il via alla telefonata. Rimase semplicemente lì, immobile, a fissare lo schermo. “Che cosa potrei mai dirgli? Mi sento un verme” pensò scoraggiato. In quel momento suo fratello entrò, senza bussare, e si lanciò sul letto accanto a lui, quasi cadendogli sullo stomaco.

Ma sei scemo?!” lo sgridò il biondo, scansandosi.

No, sono Sora” rispose lui, ridendo.

Guarda che non faceva ridere” lo riprese.

A me sì” ribatté l’altro. Rimasero zitti per un po’ a fissare il soffitto.

Allora? Come stai adesso? Hai già chiamato Axel?” gli chiese il castano.

No, non ce la faccio. Mi sento uno stupido per aver dubitato di lui” rispose sconsolato.

Non sei uno stupido. Oddio, forse un pochino sì, ma nemmeno più di tanto

Sempre gentilissimo

Sai cosa intendo. Tutti avrebbero reagito come te, quindi non devi preoccuparti per questo. L’unica cosa che ti rende stupido è il fatto che non ci hai pensato subito, altrimenti avresti capito che quell’uomo stava facendo tutto solo per puro tornaconto personale. Come si chiama, Saix, giusto? Quindi non te ne devi fare una colpa, basta che tu adesso sia sicuro di ciò che Axel prova per te e, soprattutto, di ciò che tu provi per lui” lo consolò. Roxas rimase zitto, poi sospirò.

Sora?

Sì?

Ma tu chi sei e che cosa ne hai fatto di mio fratello?” lo prese in giro, ridendo.

Come sei cattivo!” lo accusò l’altro, salendogli sopra e facendogli il solletico.

Sei tu che sei troppo maturo per i miei gusti” ribatté il biondo, cercando di liberarsi.

Sì, certamente. Adesso te lo faccio vedere io!” esclamò il fratello.

Rotolarono nel letto come due bambini, facendo la lotta un po’ per finta e un po’ per davvero. Tutto si sarebbe aggiustato, in qualche modo.

Almeno, Roxas lo sperava tanto.

 

 

Il giorno prima della gara, finalmente, il biondo si decise a premere invio sul cellulare e a chiamare Axel. Aveva le mani che tremavano e si sentiva impaurito come non mai. “Uno squillo…. Due squilli…” al decimo squillo partì la segreteria telefonica, e lui rimase un po’ deluso, ma decise di parlare comunque.

Salve, qui è Axel Flame che parla. Lasciate un messaggio dopo il segnale e vi richiamerò… sempre se mi state simpatici disse la voce registrata. Il ragazzo rise forte, poi si zittì mentre aspettava il bip che gli diceva di poter parlare.

Ehi, ciao Axel! Sono io… cioè, sono Roxas. Forse dovevo chiamarti prima, ma sai, siamo rientrati e… abbiamo avuto da fare. Comunque volevo… volevo sapere se ti va di venire a scuola domani. Cioè, non a scuola nel senso entrare in classe, ma nel piazzale. Io e Sora sfidiamo la banda di Hayner e mi piacerebbe che tu ci fossi. Sai, ho bisogno di parlarti, perché dobbiamo chiarire. E io devo chiederti scusa. Potrei chiedertelo anche qui, ma non mi sembra adatto. Allora, se vieni richiamami, terrò il cellulare acceso anche stanotte. Ciao” disse. Poi ci ripensò.

Aspetta! Dimenticavo una cosa: ho messo il tuo bracciale, quello con la stella, e spero che mi porterà fortuna. Quasi mi sembra che tu sia con me, almeno. Ok, adesso ho finito davvero. Ciao” salutò, chiudendo la conversazione. Sospirò per cercare di calmare i battiti e di far fermare la mano tremante, poi si accasciò sul tavolo.

Sentì un rumore venire dalla porta e alzò lo sguardo incuriosito.

Oh, ciao papà” esclamò, sorridendo. L’uomo lo guardò un secondo, poi scosse la testa e uscì dalla stanza, lasciando Roxas basito. Aveva fatto qualcosa? Lo aveva ferito in qualche modo?

Ehi, papà, che c’è?” lo richiamò, alzandosi. Lui non rispose e andò in camera, dove si chiuse.

Papà!” disse di nuovo il ragazzo, bussando. Non rispose nessuno.

Tornò in cucina, sconsolato, e si sedette di nuovo.

“Ciao tesoro” lo salutò la madre, appoggiando le buste della spesa sul tavolo.

Ciao mamma” ricambiò lui tristemente. La donna lo fissò.

“C’è qualche problema?” si preoccupò, accarezzandogli i capelli.

Non lo so, dimmelo tu. Papà non mi ha nemmeno salutato, praticamente è da quando siamo tornati che mi evita. Ho fatto qualcosa di male?” chiese sconsolato. Lei si morse un labbro e distolse lo sguardo.

“No, figurati. Sarà solo stanco per il lavoro e non si sente bene” ipotizzò, tentando di consolarlo.

Ma con Sora ci parla, però. Sembra che ce l’abbia con me” ribatté lui.

“Perché mai dovrebbe essere arrabbiato con te? Secondo me sei tu che vedi problemi dove non ci sono” lo tranquillizzò.

Sicura?

“Certo. Ora forza, lavati le mani e apparecchia, tra mezz’ora mangiamo” gli disse sorridendo.

Rincuorato, il ragazzo si alzò e andò in bagno per lavarsi, lasciando la madre ferma a fissare la porta. “Questa cosa non finirà bene” pensò.

 

 

Durante la cena l’unico che parlò fu Sora, che non fece altro che raccontare della sua giornata.

E poi Kairi e io siamo andati al parco, dove c’era Riku, e siamo stati tutto il pomeriggio sul pontile a fissare l’acqua del lago. In realtà, Riku mi ci ha quasi spinto” ammise ridendo. Quando parlava del suo migliore amico e della sua ragazza, gli si illuminavano gli occhi e diventava incredibilmente allegro. Poteva essere successo di tutto, ma in qualche modo il pensiero di quei due lo rianimava.

Ah, Roxas, ho anche visto Hayner. Mi ha detto che domani ci stracceranno con lo skate, ma io gli ho risposto che saremo noi a stracciare loro. Ho fatto bene?” chiese.

Hai fatto benissimo” annuì lui, convinto.

Bene. E poi non voglio fare brutta figura di fronte a Kairi. Ha detto che verrà a vedermi. Axel viene?” s’informò. Nel sentire quel nome al padre cadde la forchetta di mano e fece rumore quando si schiantò nel piatto. I gemelli si voltarono a guardarlo, confusi.

Qualche problema, papà?” chiese il castano.

“No… nessuno” rispose lui, freddo. Fu a quel punto che Roxas iniziò ad avere dei dubbi.

Sei sicuro? Sembri pallido” continuò Sora, fissandolo.

“Ti ho detto che sto bene” ripeté l’uomo.

Se ne sei convinto tu. Che stavamo dicendo?

Mi chiedevi se Axel verrà a vederci” gli ricordò il fratello.

Ah, sì, giusto. Allora? L’hai chiamato dopo la festa?  domandò, realmente incuriosito.

Sì, l’ho chiamato” ammise lui. Vide il padre irrigidirsi con la coda dell’occhio e comprese il problema.

Ti ha risposto?

Certamente” disse. Poi decise di avere la conferma ai suoi sospetti.

In fin dei conti è il mio ragazzo” aggiunse.

La reazione arrivò nel giro di un solo secondo: l’uomo sbatté il tovagliolo sulla tavola e si alzò come una furia, andando a chiudersi di nuovo in camera. A quel punto il biondo fissò la madre, furente.

Nessun problema, eh? Meno male che non c’era nessun problema!” la aggredì. La donna sospirò e poi lo guardò addolorata.

“Ok, forse un piccolo problema ce l’ha, ma non volergliene” lo implorò.

Cos’è, gli fa schifo avere un figlio gay?” chiese arrabbiato.

“Non è questo! Santo cielo, Roxas, non dire una cosa simile. Solo che tu sei arrivato in ospedale con quel tipo, l’hai fatto stare a casa di tua nonna, non ci hai detto niente… tuo padre è un po’ confuso, tutto qui” provò a difenderlo.

La nonna sapeva benissimo chi Axel fosse, è lui che mi ha salvato quando mi son sentito male nel bosco, è lui che mi ha accudito. Quindi non ce lo vedo il problema nel fatto che io l’abbia fatto stare con me mentre il nonno moriva

“Però tu capiscilo… insomma, accettare che tu sia…” esitò e, se possibile, il biondo si infuriò ancora di più.

Cosa c’è, mamma, non riesci nemmeno a dirlo? Sono gay, capito? G A Y!” gridò. Lei sobbalzò quando lui sillabò la parola e si portò involontariamente una mano al petto.

Anche a te fa schifo, vero?” la accusò.

Roxas, fermo” provò a tranquillizzarlo Sora, ma lui batté una mano sul tavolo.

Sapete cosa fa schifo a me? Che se fosse arrivato Sora, magari con una ragazza che non fosse Kairi, e l’avesse fatta stare in camera con noi mentre eravamo in ospedale, questa discussione non sarebbe mai avvenuta. E sai perché? Perché lui è etero. Mamma, lo sai quanto io contavo sull’appoggio tuo e di papà?” le chiese. La donna rimase immobile.

Lo sai?” domandò a voce più alta.

“No, non lo so. Dimmelo tu, forza” lo inviò.

Ci contavo tantissimo. E ora capisco come mai io avessi tanta vergogna di me stesso: perché voi due, che siete le persone a me più vicine, non mi avete mai apprezzato. Lo sapevate che ero gay, l’avete sempre saputo, ma avete sempre cercato di non vederlo fino a che la cosa non è stata evidente” la accusò.

“Ok, adesso smettila, ragazzino” disse lei, alzandosi in piedi.

No, non la smetto! Avete problemi nel fatto che Axel è il mio ragazzo? Benissimo, ma sono problemi vostri. E sei quell’uomo deve dire qualcosa, che me lo dica in faccia!” gridò. La donna gli dette uno schiaffo e lui si zittì, incredulo. Si toccò il punto dove lo aveva colpito, come se avesse paura che non fosse vero.

“Non ti azzardare mai più a dire una cosa del genere, capito?” lo minacciò.

“Mai  più devi parlare di noi in questo modo, e non devi nemmeno avere la faccia tosta di dire che non ti abbiamo mai accettato. Sì, lo sapevamo che eri gay, ma no, non è vero che ti abbiamo disprezzato” ammise. Roxas rimase in silenzio, a guardarla.

“Tuo padre non è arrabbiato con te perché sei omosessuale. Non potrebbe mai esserlo, sei comunque suo figlio. Tuo padre è arrabbiato con te perché tu non hai avuto il coraggio di venire da noi per dirci che finalmente ti eri accettato per ciò che sei, senza vergognartene. Si è sentito ferito perché hai preferito arrivare da noi in un momento delicato come quello mano nella mano con un ragazzo mai visto né sentito, e non ce l’hai nemmeno presentato come il tuo ragazzo, per noi poteva essere chiunque. Ha dovuto spiegarcelo tua nonna chi lui fosse. Ti sembra giusto nei nostri confronti?” gli chiese. Il biondo strinse le labbra e si impose di non piangere.

“Allora? Rispondimi!” gli ordinò la madre. Lui continuò a stare zitto, e lei fece una lieve risata amara.

“Sai che ho ragione, vero? Per quanto mi riguarda sono d’accordo con tuo padre, quindi non mi sentirò in colpa se prenderò le sue difese d’ora in poi. Ma tu pensala come ti pare, in fondo siamo stati noi che ti abbiamo disprezzato per tutti questi anni” concluse, andandosene dalla cucina.

Sora rimase in silenzio finché non sentì la porta della camera dei genitori chiudersi, poi si voltò cautamente verso Roxas.

Stai bene?” gli chiese preoccupato.

No, per niente” rispose lui.

 

 

Quella notte non dormì bene, per niente. Axel non l’aveva richiamato, i suoi non si erano fatti vedere, era in pensiero per la gara con lo skate e, come se non bastasse, una volta che si era calmato suo fratello gli aveva detto che, probabilmente, avevano ragione mamma e papà nel dire che aveva avuto poco tatto.

Alle quattro del mattino si alzò, sconsolato, e andò in cucina per prendere un bicchiere d’acqua.

Trovò il frigorifero aperto e quell’immagine gli dette una sensazione di dèjà vu.

“Anche tu ancora sveglio?” gli chiese il padre, senza nemmeno alzare lo sguardo dal cassetto dei dolci.

Già” rispose lui, allungandosi verso la credenza per prendere un bicchiere.

Rimasero in silenzio per qualche minuto, poi l’uomo sospirò e alzò la testa.

“Forse dovremmo parlare” esordì.

No, non dobbiamo dirci niente” negò Roxas, avviandosi verso la sua camera. Lui lo fermò, trattenendolo per un braccio.

“Ok, allora ti faccio semplicemente i miei auguri per domani. Siate bravi tutti e due” disse. Il ragazzo si voltò a guardarlo, poi esitò.

Grazie” rispose infine. Il padre sorrise.

“Fatevi valere” si raccomandò.

Il biondo rimase immobile con gli occhi bassi, poi alzò lo sguardo.

Scusa papà” esclamò, abbracciandogli la vita. Si era sentito un verme quando sua madre gli aveva spiegato come mai loro fossero arrabbiati con lui, e gli era difficile ammettere che aveva ragione, ma non ammetterlo avrebbe solo peggiorato le cose.

“E di cosa?” gli domandò l’uomo, ridendo.

Mi dispiace di non avervi detto niente, io me ne vergognavo” si scusò.

“Tu non devi vergognarti di quello che sei. Per noi sei sempre stato speciale, e se ami gli uomini o le donne non ci interessa. Ma non devi nasconderti mai” lo sgridò bonariamente.

Hai ragione” ammise Roxas, annuendo con la testa. Il padre ci lasciò sopra un bacio affettuoso e poi lo guardò.

“E ora vai a dormire, capito? Domani devi essere in forma!” si raccomandò. Asciugandosi gli occhi lucidi, lui sorrise.

Buonanotte, papà” lo salutò.

 

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Capitolo 19
*** La gara ***


La gara

 

Il mattino dopo Sora e Roxas sembravano due zombie. Nonostante si fossero preparati per tre mesi consecutivi a questo momento, adesso si sentivano insicuri e incapaci.

Andrà tutto bene” disse il castano, cercando di convincere sia sé stesso che il fratello.

Faremo una figura meschina”ribatté il biondo, depresso.

“Oh, forza! Un po’ di spirito!” li sgridò la madre, sbuffando.

“Dovete essere forti e sicuri di voi stessi” li incoraggiò, senza successo. I due ragazzi uscirono di casa con l’umore sotto i piedi e lo skate in mano.

Axel ti ha richiamato?” s’informò Sora, per non pensare alla gara.

No. O è molto arrabbiato o se ne infischia” rispose il fratello, deprimendosi ancora di più. Sospirarono entrambi quando arrivarono davanti al cancello d’ingresso della scuola.

Ce la possiamo fare” disse il più grande.

Speriamo

“Che fate, avete paura perdenti?” li chiamò qualcuno dietro alle loro spalle. Si girarono entrambi, arrabbiandosi.

“Buongiorno” li salutò.

Hayner” sputarono all’unisono. Lui rise.

“Non consumate il mio nome” rispose altezzoso.

Stai tranquillo, meno ti nominiamo meglio stiamo” gli assicurò Roxas.

“Siete pronti a perdere, femminucce?” gli chiese, sorpassandoli.

Sarai tu a perdere, pallone gonfiato” disse Sora.

“Non penso proprio. Io e Seyfer ci siamo allenati ogni giorno da quando sono finite le lezioni e vi assicuro che le nostre figure sono spettacolari” li informò.

Anche noi ci siamo allenati, quindi non abbiamo paura” ribatté il biondo.

“Sono proprio curioso, sapete? Magari potrei divertirmi, invece di annoiarmi come ogni volta”

Hayner, ti consiglio di sparire se non vuoi che faccia diventare la tua faccia una gemella del ciottolato della scuola” lo minacciò il castano.

“Che paura! Tremo tutto. A dopo, perdenti” li salutò. Lo guardarono entrare nell’ingresso dell’edificio, poi si scambiarono un’occhiata eloquente.

Giuro che lo faccio cadere dallo skate a suon di bastonate in testa” disse il più grande. L’altro rise.

Se hai bisogno di una mano, non esitare a chiamarmi

 

 

Axel si era depresso per bene da quando Roxas era tornato a casa e aveva aspettato che il suo cellulare squillasse ogni singolo giorno. Praticamente era diventato tutt’uno col divano. Alla fine nemmeno Larxene lo sopportava più.

Chiamalo tu!” aveva sbottato una mattina.

Non posso! Gli ho promesso che non l’avrei fatto!” rispose lui.

Sì, ma così sei insostenibile! Sembri uno zombie con i capelli

Sempre di grande conforto, eh” si arrabbiò.

Sul serio, sei in condizioni pietose. Almeno mandagli un messaggio” gli suggerì. Un messaggio, in effetti, non è una telefonata, quindi non andava contro alla promessa che gli aveva fatto.

Sì, questo posso farlo” annuì felice. Si toccò la tasca posteriore dei pantaloni, dove solitamente teneva il cellulare, ma il suo cuore perse un battito nel sentire che era vuota.

Merda” sussurrò, alzandosi di scatto.

Qualche problema?” gli chiese la bionda, avvicinandosi a lui.

Sì! Il mio telefonino non è dove dovrebbe essere” esplose il ragazzo, iniziando a togliere tutti i cuscini dal divano e lanciandoli in aria.

Che diavolo significa?” lo aggredì lei.

Che lo tengo sempre in tasca ma non c’è più! E se Roxas mi ha chiamato, io non gli ho risposto” sipegò.

Stai scherzando, vero? Cioè, tu sei rimasto su codest’affare seduto per tutto questo tempo aspettando che lui ti facesse uno squillo e tu hai perso il telefono?” ricapitolò.

In parole povere” ammise Axel.

Ma allora sei completamente deficiente!” esclamò Larxene, aiutandolo a cercare il piccolo Nokia.

Misero sottosopra il salotto, senza trovare niente, e si guardarono.

Dove l’hai visto l’ultima volta?” gli chiese la bionda.

Non lo so! lo tengo sempre in tasca!” rispose l’altro.

Magari ti è caduto quando ti sei messo il pigiama ieri” suppose lei, pensandoci.

Andiamo a vedere in camera, allora” decise il rosso.

Mentre salivano le scale, la donna continuava a parlare ininterrottamente.

Giuro che se c’è anche solo mezza telefonata di Roxas su quel coso io ti prendo a padellate in testa fino a quando i tuoi capelli ritti non diventeranno lisci come quelli di Vexen” lo minacciò. Axel rise, divertito da quella minaccia particolare.

Se ci riesci ti danno il premio nobel per la pazienza” le rispose.

E poi mi mettono in carcere per averti ammazzato” concluse lei.

Spalancarono la porta di camera e si misero a cerca sotto al letto e dentro le coperte, finché Larxene non alzò il braccio, vittoriosa.

Trovato!” esclamò. Il rosso si precipitò da lei, con le mani tremanti.

Ci sono chiamate?” chiese. La ragazza controllò.

Niente chiamate” rispose. Lui sospirò deluso.

Ma c’è un messaggio in segreteria telefonica” annunciò. A quelle parole l’uomo gli tolse bruscamente il telefono di mano e fece il numero della segreteria.

“Hai un messaggio. Vuoi ascoltarlo?” gli chiese la solita vocina metallica. Lui premette uno e attese.

Ehi, ciao Axel! Sono io… cioè, sono Roxas. Forse dovevo chiamarti prima…….

 

 

“Ci siamo. Siete pronti?” chiese Riku avvicinandosi ai fratelli Key quando suonò la campanella di fine lezione.

No” risposero sconsolati i due.

“Sentite, vedete di non fare figuracce. Non mi va di fare l’arbitro in una sfida in cui vince quello strafottente di Heyner” li avvertì. Sora lo guardò male.

Hai scommesso contro di lui, vero?” chiese sospettoso.

“Certamente” ammise lui, con il suo atteggiamento sicuro di sé.

“Per cui, se non volete restituirmi tutto ciò che ho puntato, vi conviene fargli il culo, a quello” minacciò. Roxas sospirò e si accasciò sul banco.

Ehi, tutto bene?” gli chiese il fratello.

Per niente” rispose lui.

Non ti ha chiamato, vero?” comprese. Scosse la testa tristemente.

Ci siamo noi con te, non ti preoccupare” lo consolò.

Non è la stessa cosa, ma grazie” disse sorridendo a fatica.

“La gara inizia tra cinque minuti, andiamo” annunciò Riku.

 

 

Vai piano!

Non ce la faccio se diminuisco la velocità

Non ce la fai nemmeno se ti ammazzi

Che palle, fidati di me

Non mi pare il caso

Ok, come vuoi. Io tanto non rallento

Axel e Larxene stavano volando con la macchina per strada. Avevano di gran lunga superato il limite di velocità, ma era tardi e non sarebbero riusciti ad arrivare in tempo alla gara.

Comunque ti faccio presente che è solo colpa tua. Se tu non avessi perso il cellulare non staremmo viaggiando a centoventi verso la scuola” gli ricordò la bionda.

La smetti di ripeterlo? Mi fai venire i nervi

Anche a me fa venire i nervi sapere che la mia vita è appesa a un filo e che tu stai bruciando quel filo con il gas!

Ecco, vedo il parcheggio

 

 

“La sfida consiste in un percorso a ostacoli da dover superare in non più di cinque minuti. Conquista più punti chi fa più acrobazie. Se un concorrente cade è squalificato e la squadra avrà quindici punti di penalità e trenta secondi di tempo in meno per finire il percorso. Se qualcuno si ferma è fuori. La coppia che avrà il punteggio più alto vince. Pronti?” disse Riku, con in mano la bandierina gialla che segnalava la partenza.

“VIA!” gridò.

Roxas e Sora partirono a tutta velocità, mettendo subito in pratica alcuni tricks su cui si erano allenati con i massi nel bosco a casa della nonna. Il percorso era disseminato di pali, cunette e buche, alcune delle quali anche piuttosto profonde.

Ci conviene evitarle” esclamò il castano, indicandone una. In quel momento Hayner entrò in quella di medie dimensioni e ne uscì posandosi con la mano sul bordo e alzando lo skate in aria, tenendolo con i piedi. Un applauso esplose dagli spettatori.

Non credo che potremmo vincere, così” ribatté Roxas, preoccupato. Saltò sopra una cunetta, girandosi a 360° e atterrando perfettamente equilibrato. Tante cadute avevano prodotto qualcosa, almeno.

Anche stavolta ci fu un bell’applauso, ma non era soddisfatto.

Fai fare a me la prossima acrobazia” gli chiese Sora, ricevendo l’appoggio del compagno. Si lanciò sorridendo verso uno dei pali e si fermò a un centimetro da esso, inclinando all’indietro la tavola e facendola girare sotto ai propri piedi. Poi fece un salto piuttosto alto, tenendosi con una mano alla sbarra di ferro e con l’altra tirò indietro la tavola, andando a piegarsi con le gambe quasi fino alla schiena, per poi riatterrare con grazia dall’altra parte.

Sei un mito!” esclamò Roxas, ammirato. Lui rispose mostrando il pollice in alto e sorridendo.

 

 

Sono tutti qua, quindi penso che la sfida si svolga qui” disse Axel, cercando di vedere all’interno della pista. Larxene sbuffò.

Perché sono venuta anche io?

Perché mi vuoi bene. Aiutami a passare” la implorò.

 

 

Sora, ci provi tu a fare la buca più grande?” gridò il biondo. In quel momento Seyfer ci entrò dentro, sorridendo strafottente, ma Hayner si arrabbiò nel vedere che il compagno gli stava per rubare la scena e gli andò dietro.

Ma sono scemi?” esclamarono insieme i fratelli. Si avvicinarono alla fossa e continuarono a ruotarle intorno, sapendo che fermarsi significava essere squalificati, e fissarono all’interno.

“Fammi spazio, devo essere io il vincitore!” stava gridando il biondino.

“Se mi vieni dietro così rischiamo di farci male” ribatté l’altro, preoccupato. Senza ascoltarlo, l’altro lo superò e uscì da là dentro facendo una specie di giro contorto su sé stesso e atterrando con grazie.

“Oh, no!” gridò Seyfer. Fece una brusca manovra per scansarlo e cadde rovinosamente a terra.

“Oh, ma che peccato! Abbiamo un eliminato, signore e signori. Seyfer, sei pregato di allontanarti da lì” disse Riku. Il ragazzo prese lo skate sottobraccio e, zoppicando leggermente, se ne andò dalla pista. Nello stesso istante, Hayner concluse il percorso.

“Adesso i fratelli Key sono i soli rimasti in gara. Hanno un vantaggio di quarantacinque secondi sugli sfidanti, ma un punteggio minore. Ce la faranno a finire in tempo?” declamò l’arbitro.

Sora e Roxas si guardarono.

Io vado alla fine, tu fai la buca” urlò il castano. L’altro sbiancò.

Non ne sono capace!” esclamò.

Sì, puoi farlo. Dai, guadagniamo terreno e vinciamo” lo spronò. Il biondo si sentì morire.

 

 

Eccolo, lo vedo!” esultò Axel, arrivando sul bordo del percorso. Vide il ragazzino muoversi ansiosamente intorno a una fosse scavata in terra e sorrise.

Forza Roxas!” gridò per farsi sentire. Lui voltò lo sguardo e incrociò i suoi occhi verdi.

Puoi farcela!” lo incoraggiò.

A quel punto, il biondo chiuse gli occhi e si fermò con lo skate in bilico sull’inizio della buca, sperando che non si trattasse di fallo. Strinse il ciondolo del braccialetto tra le mani e respirò.

Ora” sussurrò. Lasciò andare il peso in avanti e le ruote della tavola si appoggiarono sulla parete accidentata della fossa. Si dette la spinta col corpo, abbassando la testa e prendendo velocità. “Non schiantarti, non schiantarti” si ripeteva.

Quando iniziò a risalire, il cuore gli andò in gola, chiuse gli occhi, stringendoli fino a farseli lacrimare.

Forza Roxas!” gridarono all’unisono Axel, Larxene e Sora.

Lui percepì il terreno allontanarsi dalla base dello skate e iniziò a girare su sé stesso, tenendo le braccia incollate al corpo.

“Uno… due… tre!” esclamò Riku, contando le giravolte.

Il ragazzo atterrò dolcemente e si avviò a tutta velocità verso la fine.

“Dai! Veloce!” urlavano tutti.

Aveva due secondi per tagliare il traguardo. Nello stesso momento, lui, Axel e Sora chiusero gli occhi, pregando di farcela.

 

 

I fratelli Key rientrarono in casa distrutti. Trascinavano i piedi a terra e sbadigliavano sonoramente. I loro genitori li aspettavano in ansia e andarono loro incontro quando li sentirono chiudere la porta.

Nel vederli in quelle condizioni, il loro sorriso si spense sulle labbra.

“Non è andata bene?” chiese il padre. I due si guardarono, poi Roxas si tolse lo zaino, sospirando.

Ecco…” rispose. Dallo zaino tirò fuori un gigantesco trofeo, con uno skate argentato posto in cima.

I signori Key lo fissarono confusi, poi si aprirono in un grandissimo sorriso.

“Ce l’avete fatta!” esclamarono, abbracciandoli. Ridendo per lo scherzo ben riuscito, i figli li abbracciarono felici.

Li abbiamo stracciati” ammisero contenti.

Quella sera, uscirono per festeggiare la meritata vittoria.

 

 

Per cui qual è la tua decisione?

Io ti credo. Non è una decisione, è un dato di fatto. Tu mi hai detto di fidarmi, tempo fa, ed è ciò che voglio fare

Per cui ti sei deciso a capire che quello è una serpe?

Diciamo di sì

Quindi tutto a posto. Bene” Axel si mise le mani in tasca e guardò altrove, mentre Roxas aspettava un segnale che gli facesse capire che era felice della sua decisione.

Ma se tu non vuoi darmi un’altra possibilità per farti vedere che mi fido, lo capisco” aggiunse cauto.

Cosa? No, non volevo dire questo” esclamò il rosso.

Allora dì qualcosa” lo spronò. L’uomo rimase zitto.

Non sono mai stato bravo a parole, purtroppo” rispose sorridendo.

Per cui rimaniamo qui a guardarci negli occhi per i prossimi giorni?” sbuffò il biondo. Axel gli prese il viso tra le mani e lo baciò appassionatamente.

No, io avevo altre idee per farti capire la mia felicità” spiegò.

Sei un pervertito. Un porcospino pervertito” lo accusò Roxas, ridendo.

Rise anche lui e lo fece salire in macchina.

Hai problemi a rimanere da me a dormire?

Ma figurati! Domani è domenica, non devo mica alzarmi presto

Meglio così. Non ho intenzione di farti riposare molto, comunque” lo avvisò, guardandolo malizioso. Mise in moto e il ragazzino scosse la testa divertito.

Porcospino pervertito” ripeté.

 

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Capitolo 20
*** Stammi vicino ***


Stammi vicino

 

Sora, sei pronto?!

Sì, io ci sono. Devo solo trovare le scarpe. Tu?

Io mi sono vestito e profumato un’ora fa. Stiamo aspettando tutti te!

Mi dispiace, sto arrivando!

Axel ci ammazza se facciamo tardi. E Larxene ci tira dietro una delle panche della chiesa

Lo so, lo so. Kairi è già arrivata?

Sono qui!

Ok, eccomi. Vado bene?

Togliti la maglietta dalle mutande, Sora

Ops

Ecco, ora può quasi andare bene. Forza, sbrighiamoci, o quei due ci decapitano

 

 

“Ma guarda chi si rivede! I gemelli Key! Quanto tempo!”

Ciao Luxord. Siamo arrivati con un po’ di ritardo ma ci siamo” lo salutò Roxas. L’uomo rise.

“Non vi preoccupate, il ritardo è l’ultimo dei nostri problemi” rispose.

In che senso?” chiese il biondo, senza capire.

“La sposa ha qualche… chiamiamolo problema tecnico, va’

Del genere?

“Ansia da prestazione. Sta facendo la respirazione rilassante con Axel al piano di sopra ma è piuttosto preoccupata

Sono certo che si tranquillizzerà presto” affermò Sora.

 

 

Nel frattempo….

Non ci vado

Ci risiamo

Se sbaglio qualcosa? Se lui non è quello giusto e mi lascia dopo un anno da oggi perché non mi sopporta?

State insieme da secoli, se non ti ha ancora lasciata non ti lascia più

E se cado e rovino il vestito?

Poco male, non lo metterai mai più

Se mi dimentico la promessa?

Improvvisi. Ti riesce tanto bene

Ho voglia di vomitare

Il bagno è fuori dalla stanza, subito a dritto

Però ho anche fame

Al massimo posso darti una banana

Non sei divertente, Axel

A me ha fatto ridere

Larxene si sedette accanto a lui, poi si alzò, poi si sedette ancora e si rialzò di nuovo.

Mi stai facendo venire il mal di testa, tesoro” le disse.

Ho paura” ammise lei, guardandolo con gli occhi grandi.

E’ normale. Stai per sposarti, in fin dei conti! Però devi superare la paura. Forza! Ci stanno aspettando tutti al piano di sotto” la spronò.

Se inciampo nel vestito?

Dato che ti porterò io all’altare, ti prometto che non cadrai” le assicurò.

Ma se cadi anche tu?

Allora rideremo insieme e andremo verso Demyx. Forza, fiorellino. Dobbiamo andare” le disse ancora. Si alzò e le tese il braccio, ma Larxene non lo prese.

Ti scongiuro, stammi vicino

Fino in fondo” promise.

 

 

Le note della marcia nuziale di Wagner partirono un attimo prima che le porte della chiesa si spalancassero, lasciando entrare la sposa e il suo testimone. Dato che i genitori di lei non c’erano più, Axel aveva accettato con piacere di scortarla fino all’altare per darla in sposa a Demyx, che era teso come una corda di violino. Stava in piedi, dritto come un palo della luce, fermo immobile.

C’è chi è più nervoso di te, vedi?” sussurrò il rosso all’amica in un orecchio.

Forse non vuole più sposarmi” rispose lei, terrorizzata.

Se così fosse, ti giuro che lo prendo e lo infilo nel forno a diecimila gradi” le assicurò.

Quando arrivarono dallo sposo, l’uomo lascò andare Larxene e lo guardò male.

Te la cedo, ma prenditene cura” lo minacciò. Lui sorrise e annuì.

Ora e per sempre” promise.

 

 

Sora e Kairi volteggiavano leggiadri sulla pista da ballo, mentre gli sposi erano a sedere al tavolo centrale sotto agli occhi di tutti. Accanto a loro stavano i testimoni e i compagni dei testimoni, tutti piuttosto allegri.

Ma il brindisi non dovrebbe essere fatto prima delle danze?” chiese Roxas, un po’ confuso.

Sì, ma tuo fratello non stava nella pelle. Inoltre, di solito i primi ad aprire i balli sono gli sposi, mentre stavolta sono stati tutti piuttosto anarchici e si sono precipitati in pista. Che ci vuoi fare? I nostri amici sono particolari” rispose Axel, ridendo.

Se la metti così, allora va bene

Erano entrambi vestiti in smoking e cravatta, ma non riuscivano più a sopportare il caldo di marzo. Avevano voglia di togliersi tutto e mettersi in pigiama, almeno si sarebbero riposati.

Per stare dietro ai preparativi del matrimonio tutti quanti avevano dormito molto poco nelle ultime settimane, soprattutto perché ogni volta qualcosa non andava bene. Prima il vestito, poi i fiori, poi la musica troppo noiosa, poi il prete incapace… alla fine Axel aveva chiuso in casa Larxene e aveva finito i preparativi con l’aiuto degli amici: Marluxia si era occupato delle decorazioni, Demyx e Xigbar della musica, Luxord aveva trovato il parroco, Roxas, Sora, Kairi e Xion si era impegnati a tenere occupata la sposa, Vexen e Xemnas avevano aggiustato i posti al ristorante e gli altri avevano posizionato i regali in un angolo della sala.

Se fuggissimo di qui?” propose il biondo, sussurrando.

Non posso, sono il testimone” gli ricordò il compagno, ridendo.

Che palle” rispose mettendo il broncio.

In quel momento Demyx e Larxene si alzarono per ringraziare tutti gli ospiti e fare un brindisi in loro onore, così iniziò la serie infinita delle persone che andavano al microfono per proporre un brindisi agli sposi.

Vai anche tu?” chiese Roxas ad Axel.

Credi che mi toglierei questo divertimento?” ribatté lui, facendogli l’occhiolino.

Prese il suo bicchiere di spumante e si avviò sul palco, lanciando uno sguardo divertito verso i due amanti.

Buonasera a tutti, io sono Axel Flame, il testimone. Ma credo che tutti voi mi conosciate, giusto?” si presentò. Un applauso partì da fondo la sala e si sparse ovunque.

Grazie, mi fa piacere vedere che sono amato anche qui. Oggi siamo tutti qui riuniti per questi due ragazzi, Demyx e Larxene, e per fare loro le nostre felicitazioni. Ma vorrei farvi capire cosa non è stata la preparazione di questo matrimonio” annunciò. Fece un cenno a un cameriere, che spense le luci, e poi un proiettore si accese, mandando immagini fatte non si sa quando sulla parete bianca.

Le ultime cinque settimane per me e per gli amici stretti di questi due sono state davvero da suicidio. La sposa ha cambiato idea mille volte su tutto –e vi assicuro che convincerla a non cambiare la torta, già ordinata, solo perché la voleva rosa e aveva detto celeste a due giorni dal matrimonio è stata un’impresa-, per non parlare della crisi isterica avuta tra ieri sera e stamani. Tesoro, sapevo che eri nevrotica, ma non credevo così tanto” iniziò. Larxene lo fulminò con lo sguardo.

Ma la sposa è scusata: ha tante cose a cui pensare e tanti problemi a cui far fronte, per cui un po’ di ansia si può anche comprendere. Ciò che ha fatto ridere me e tutti quelli che sono stati dietro all’organizzazione di questa giornata così speciale è stata la crisi di panico dello sposo manifestatasi lunedì. Io e Luxord stavamo finendo di parlare col parroco e abbiamo visto Demyx iniziare a correre su e giù per tutta la navata, gridando a squarciagola Ommioddio, mi devo sposare! Noooooooooooo raccontò. Tutti i presenti si misero a ridere di gusto mentre il sopra citato tentava di scomparire sotto al tavolo.

Vi giuro che recuperarlo e farlo calmare è stata un’impresa in cui ci siamo cimentati io e il fratello della sposa, aiutati da Marluxia e Xigbar” concluse, ridendo con gli altri. Mentre parlava le immagini si erano susseguite sulla parete, inquadrando Larxene, Demyx, il disastro fatto con i fiori quando Axel ci era caduto sopra, chi preparava la musica che faceva finta di suonare l’organo come un pazzoide e tanti altri piccolissimi scorci di quei giorni così surreali.

Alla fine, lui tornò serio.

Ma, nonostante tutti, oggi siamo davvero qui a celebrare questo matrimonio assurdo. E sono felice di aver assistito a tutto, sia le cose belle che quelle brutte, aiutando quando necessario. Sono felice perché adesso posso brindare a questa meravigliosa coppia e dire con orgoglio che io c’ero quando è nata e ci sarò sempre, qualsiasi cosa accada, per aiutarla. E voglio che tutti e due sappiate che vi starò vicino anche quando non sembrerà, perché vi voglio bene. Soprattutto a te, Larxene. Sei la mia migliore amica e, anche ora che sei sposata, lo rimarrai per sempre. Quindi un brindisi per la vostra felicità!” esclamò alzando la coppa. La ragazza era commossa e mimò con le labbra un “Grazie” nella direzione dell’amico, che le fece l’occhiolino.

Bel discorso” si complimentò Roxas quando Axel tornò a tavola.

Grazie” rispose lui, sorridendo.

 

 

Rimanete qui a dormire?” chiese il rosso quella sera ai fratelli Key, Kairi, Luxord e Xion.

Sì, penso che sia meglio. Rientrare in queste condizioni sarebbe un’impresa” rispose il biondo, guardando Sora mezzo addormentato e Xion completamente ubriaca.

Ok, tanto ormai conoscete questa casa, quindi non vi devo nemmeno dire niente” ragionò l’uomo, togliendosi la cravatta.

Gli ospiti si dispersero, ognuno chiudendosi in camera: le ragazze in una, i ragazzi in un’altra.

Io vengo con te” annunciò Roxas, seguendolo nella sua stanza.

Mi dispiace, sono troppo stanco per quello” si scusò Axel, buttandosi sul letto.

Come sei malvagio! Non dormo con te solo per il sesso” s’incupì il ragazzo, sedendosi accanto a lui.

Ah, no? Pensavo di sì” lo prese in giro il rosso, ridendo.

Si misero entrambi in pigiama e si stesero sotto alle lenzuola.

Senti, posso… posso farti una domanda?” chiese il biondo, imbarazzato. L’altro lo guardò, appoggiando la testa su una mano e girandosi su un fianco.

Dimmi pure

Ecco, tu prima hai detto tante belle cose. Che nonostante le difficoltà è stato bello stare vicino a Larxene e Demyx, e che sei felice di questo. E mi chiedevo… se un giorno dovesse… dovesse succedere a te di trovarti al posto degli sposi… saresti felice comunque di tutti i problemi?” balbettò. Axel ci pensò.

Certo” rispose.

Perché?

Perché è dalle difficoltà che si vede l’unione della coppia. Insomma, se fosse tutto facile, non si potrebbe dire quanto davvero i due tengano l’uno all’altro. Ma se anche attraverso le difficoltà riescono a rimanere uniti, allora saremmo sicuri che non si lasceranno più” spiegò.

Capisco” disse Roxas. L’uomo attese che continuasse, aveva capito che voleva chiedere qualcos’altro, ma il ragazzino rimase zitto.

Devi dirmi altro?

No… beh, una curiosità ce l’ho, in realtà

Spara

Ok. Tu ci hai mai pensato al matrimonio? In generale, intendo. Insomma, essendo gay non puoi sposarti, per cui mi chiedevo se…

Se desiderassi comunque unirmi ufficialmente a te, un giorno?” lo aiutò. Il biondo arrossì.

Non per forza a me, ecco” lo corresse. Axel lo abbracciò.

Ma è te che voglio, per cui, se mai ci penserò, sarà solo con te” chiarì. Lui sprofondo nel suo petto, lasciandosi cullare dal suo calore e dalle sue braccia muscolose.

Quindi ci hai mai pensato?

No, in verità no. Mi basta averti così, per cui non voglio complicarmi la vita con inutili domande. E a te basta così?” s’informò. Roxas annuì sorridendo.

Tu mi sei sempre bastato” rispose.

Ciò che importa è quello” sorrise Axel.

Lo tenne stretto finché non sentì il suo respiro tranquillizzarsi e comprese che si era addormentato. Lasciò un bacio sulla sua testa.

Buonanotte, piccolo Roxy

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