I dolori della giovane Angelica

di sawadee
(/viewuser.php?uid=11223)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Seconda settimana. ***
Capitolo 2: *** Single Ladies ***
Capitolo 3: *** Hei, do you remember? You used to call me ***
Capitolo 4: *** Survivor ***
Capitolo 5: *** Quando c'era ***
Capitolo 6: *** Suspiria de Profundis. ***
Capitolo 7: *** Grosso guaio a China Town ***
Capitolo 8: *** Un tranquillo week end di paura ***
Capitolo 9: *** Happy birthday to me, Happy birthday to me! ***
Capitolo 10: *** Coena Trimalchionis ***
Capitolo 11: *** La mia vita è un film dell'orrore ***
Capitolo 12: *** Uomini che odiano le donne ***
Capitolo 13: *** Fantozzi ***
Capitolo 14: *** Quattro quartetti (e un prologo) ***
Capitolo 15: *** La casa dalle finestre che ridono. ***
Capitolo 16: *** Il grande Lebowski ***
Capitolo 17: *** Test Psicologici ***
Capitolo 18: *** Primo maggio ***
Capitolo 19: *** Comunione ***
Capitolo 20: *** La torre nera ***
Capitolo 21: *** Again survivor ***
Capitolo 22: *** Santa Pazienza ***
Capitolo 23: *** A Chorus Line ***
Capitolo 24: *** Maya. La popolazione, non l'ape. ***
Capitolo 25: *** Ruit hora (Virgilio) ***
Capitolo 26: *** Trenitalia, ti odio!!! ***
Capitolo 27: *** Sopravvivenza ***
Capitolo 28: *** Una piaga sociale ***
Capitolo 29: *** Dottoreeeeee, mi fa la ricetta? ***
Capitolo 30: *** Di falchi e di colombe ***



Capitolo 1
*** Seconda settimana. ***


Ok, so che l'idea del blog va abbastanza, in questo momento, e devo ammettere che l'ho ripresa da Lady Notorius, che la sta usando per la sua ultima fatica letteraria.

Il nome "Angelica" me lo ha dato una mia collega di dottorato, che ringrazio.

Con cadenza nei limiti della disponibilità del mio tempo, aggiornerò questa storia anche sul mio blog.

Il post sentimentale in cui Angelica ci racconta come sopravvive al lasciaggio.

"Bambini, non rifatelo a casa!"

Diciamolo, dopo 24 anni in cui ti sei considerata una paria dell'amore, una che proprio nessuno se la filava, i due anni con una certa persona sono stati forse i più pieni emotivamente che tu abbia mai avuto. Oltretutto ci ho proprio creduto, stavolta, che il finale fosse "e vissero felici e contenti", era un sogno rosa che ti faceva vedere il mondo su una nuvoletta piena di petali di fiori. E pace che ci fossero i problemi e tu oscillassi tra la psicotica e la zuccherosa, perché avevi lui. 


Però, pure per Cenerentola arriva mezzanotte e, siccome anche lì, secondo te le favole si son scordate di dirci che quando il principe l'ha vista piena di cenere e, magari, capace di parlare, ha preferito Paris Hilton, che almeno aveva la dote e, se anche non l'ascolti, è uguale, anche la tua fiaba è finita. Lasciando ricordi belli e tanti detriti da spostare, letteralmente visto che è l'inverno più nevoso dal tuo anno di nascita.
 Ovviamente ti sei proposta di fare la persona adulta e matura, ma,ecco, non hai considerato che non sei solo zuccherosa come la glassa della cassata, ma sei pure appiccicosa come la colla e abitate a solo 500 metri in linea d'aria. Oltretutto, lui abita proprio sopra al tuo videonoleggio preferito, quello dove trovi quelle belle mattonate che ti guardi tanto volentieri e che ti bocciava senza appello.
E aggiungici che tu, decisa come un budino, lo hai lasciato. Perché sei un genio del male.  E, perché, va bene, va bene, la dignità, ma dillo sinceramente che ti manca.  Poi pensi che tante coppie stanno insieme senza avere una minima idea di cosa sia l'amore e tu ne avresti in abbondanza, ti piglia la depressione e ti vedi un film austroungarico con i sottotitoli in ugrofinnico ricostruito, così almeno ti senti intelligente e riprendi la tua tremebonda decisione.
Perché la tua sublime intelligenza emotiva è pari a quella di un chiodo (e il chiodo potrebbe citarti per diffamazione), dato che in due anni non ti sei nemmeno accorta che lui, beh, aveva problemi con il tuo carattere infernale.
Quindi ti ritrovi, dopo due anni, a ricordarti che:- Ehi, sai, volevo fare la sceneggiatrice di fumetti.-, a cercar di finire una tesi di dottorato  (che il professore continua a bocciarti senza appello quello che gli proponi, ma sei fiduciosa, prima o poi ci prenderai), a viver con i tuoi e il tuo unico hobby è la palestra. Già. Non che tu abbia il fisico da palestra, tu al massimo sei campionessa olimpica di soffio della minestrina, ma renderti ridicola, sempre siccome sei un genio, ti viene troppo bene e non vorrai certo far perdere al mondo l'occasione di vederti quando riesci a darti un peso sul piede, andare contro la cavallina e battere contro il muro da ferma.

Mi chiamo Angelica, ho 26 anni (più 27 che 26) e ho lasciato il ragazzo di cui ero innamorata e a cui devo i due anni più belli della mia vita. I motivi ci sono, ma non vanno detti sicuramente in un blog. Faccio un dottorato di ricerca, perché, se devi fare la disoccupata, meglio farlo con stile. Vado in palestra, come ho detto, ma non sono sempre così ridicola. A volte riesco a dare il mio naso sul peso.
A parte ascoltare quasi qualunque cosa sia stata registrata su supporto e caricata su youtube, mi piace leggere. Bella forza, visto che sono laureata in lettere classiche.
Dovrei dire che nonostante questo sono una capra. Ma probabilmente finirò a fare la disoccupata con stile, per cui meglio che lo dica subito: a scuola e università son sempre andata piuttosto bene, l'odiosa prima della classe, che ha studiato nella Scuola e nell'Università per secchioni. Non so come andrà la tesi di dottorato, non penso tanto bene, però, almeno ci si prova. Il fatto di essere la prima della classe e anche non particolarmente dotata di curve (diciamo che sembro uno stecco vestito) ha reso la mia vita sentimentale un susseguirsi di insuccessi di proporzioni bibliche, per non dire colossali, fino a due anni fa, in cui finalmente mi sentivo in Paradiso. Certo, ho l'insopportabile incapacità di non riuscire a mettermi nei panni degli altri, per cui ho sempre qualche difficoltà a relazionarmi con il resto del mondo.
Vivo con i miei, probabilmente perché, dopo avermi messa al mondo, si sentono responsabili di quanto potrei combinare non abitando con loro (anche se gli anni della laurea sono stata fuori casa).
Siccome sono un  portento in quello che non va fatto in situazioni sentimentali, vi racconto cosa sono stata capace di fare l'altro ieri al mio videonoleggio preferito. La mia amica Laura, laureanda in neuro-psichiatria infantile, ha preso appunti. Credo voglia pubblicarci un articolo sopra.

Entro al videonoleggio con la mia camminata un po' sbilenca da poiana (fuori ha nevicato e, ovviamente, sono ruzzolata a valle da casa mia che è proprio in cima al paese: tutto questo perché volevo chiamare la mia amica Rosa, che vive a Londra e lei tiene un blog su quanto è sfigata, dato che la Sfortuna è innamorata persa di lei e non si scolla). Ovviamente chi è che bello come un attore di Hollywood (a già, perché ancora oggi nessuno è riuscito a capire come un tale figo si sia accontentato di una specie di scorfano, cioè, la sottoscritta), mi si gira? Ma il mio ex, chiaro!
Che, ovviamente, siccome sono un genio, ho lasciato io.
- Ciao, ehm.- provo abbastanza costernata.
- Ciao.- mi fa un maxi sorriso.
Sto immaginando mentalmente il party che ha dato quando si è lasciato dall'arpia che frequentava, ossia la sottoscritta, e mi inizia a piangere il cuore. In realtà inizio a piangere.
- Angelica, stai bene?-
- Ehm, una leggera congiuntivite.-
Dopo di che rientra il proprietario del negozio con la pala (è andato a togliere un po' di neve dal vialetto) e io gli faccio- Non è che me la presti?- perché sono già in modalità psicopatica.

- Ma è possibile, Angelica, che tu oscilli tra l'essere Betty Elms e Diane Selwyn nella tua vita? Certe volte pure la mora, va beh.-
Ora, va bene che lo ripete pure la mia amica Morgana (con un nome simile non chiedetevi perché si stia laureando in filologia celtica, ma continui a impallarsi su quell'esame, piuttosto ringraziate dio che non sia un'eroinomane), ma qui che me lo dica anche l'uomo perfetto - che di difetto ha di odiare, tra gli altri, David Lynch- è un po' troppo. Anche perché a me Lynch, invece, piace.

Praticamente va a finire con me che piango attaccata alla sua giacca:- Perché è finita, perché!- e un:- Non ti voglio mai più nella mia vita,ti cancello da tutti i social network (o tempora, o mores), dalla rubrica, da qualunque cosa!-
Me ne vado, prendendo la porta. Sicura che terrò fede a quanto sto dicendo, almeno fino a che non lo rivedrò.

Sapete, tre persone mi hanno detto:- ti amo.- in vita mia.
La prima era il mio primo ragazzo. Il fatto che ora siamo amici prova che probabilmente non era così vero.
Il secondo è stato un altro ragazzo che ho scoperto essere fidanzato.
Il terzo che me lo ha detto mi ha anche augurato di trovarmi in breve un altro che mi avrebbe dichiarato il suo amore e che sarebbe stato perfetto per me, perché lo meritavo.
Mi sento un'imbecille. Il prossimo che mi dice "ti amo" lo denuncio direttamente per crudeltà psicologica.

Ehi, ehi, un attimo. Lui è cambiato di botto, è come rassegnato a tutto. Non ti convince, ha uno strano baluginio (sei tu che sei paranoica, ma va beh) e, soprattutto, ti cita un film di Lynch. Prendi il telefono di corsa e fai il numero di Morgana, che è abbastanza alticcia da risponderti:- Morgana.- urli delicata come Fred Flinston:- BOB si è impossessato del mio ex ragazzo! Dobbiamo salvarlo!-

Perché nella vita, se devi essere matta, meglio esserlo sul serio.

 

Musica: "Se potessi, amore mio" Tenco.

Umore: mistico.

Luogo: camera da letto.


*****

Betty e Diane sono i due personaggi interpretati dalla Watts in Mulholland Drive di David Lynch. Uno è tutto sdolcinato e affettuoso (per altro è l'unico nella filmografia di Lynch ad avere una parvenza di storia d'amore non malata), l'altro è, invece, disperato e ha ormai ben pochi scrupoli, a seguito di una storia d'amore finita molto male e molto poco sana. Più di questo non dico, ma vi consiglio il film.

Bob è una citazione da un "ente" (ma è limitativo) di "Twin Peaks", che si impossessa degli esseri umani e li rende malvagi del tutto quando fa soggiacere la loro parte buona.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Single Ladies ***


a Lady Notorius,

            ad Anjali.

E un po' se lo merita,

ad Ulisse 85.

 

Single ladies.

 

umore: crappy.

Musica: "Murder ballads", Nick Cave and Bad Seed.

 

Bene, siamo a 21 giorni di "solitudine"  di ritorno (il termine "singletudine" non mi piace, non è registrato nel dizionario, è da analfabeta. Personalmente, con tutto il mio snobismo, meglio soli che ignoranti...).

 

Condizione fisica: Va meglio, non piango più 12 ore al giorno e ho smesso di rimanere in biblioteca con gli occhiali scuri (- Ho la congiuntivite, scusatemi-), con un'aria che pare uscita da un film anni 80-90 sulla mafia. 

Il mal di testa da disidratazione persiste, ma ho smesso di mettere giacche di pelle nera, lunghe fino ai piedi e anfibi e rispondere, quando mi chiedono come stia, che sono pronta a sbriciolare il cervello a tutti.

Il massimo è stato che pare abbia veramente urlato:- Here comes the pain.- prima di uscire dal bagno della palestra.

Riesco anche a evitare di ruggire.

Rispondo, ormai, con un cordialissimo:- Nulla so, nulla!-. Con leggero accento palermitano, ma va beh, fa niente.

Non so perché ultimamente ho sentito qualche collega dire che sembro affiliata alla mafia o alla yakuza, non riesco proprio a capirne il motivo.

 

Condizione mentale: Qualche giorno fa stavo risentendo storia a un ragazzino che aveva un'interrogazione.

Ho provato a caricarlo.

E secondo voi cosa ho fatto? Gli ho recitato il monologo di Russel Crowe ne "Il Gladiatore" all'esercito. Non so perché mi è scoppiato a ridere in faccia mentre brandivo il Rocci.

 

Lavoro: La tesi cerca di scriversi da sola, però, ho iniziato a consegnare parti ai professori che dovrebbero essere più o meno capitoli della stessa.

Due settimane se ne sono andate alla ricerca infinita di un articolo che mi serviva assolutamente e, grazie all' fbi, non si trova da nessuna parte in maniera gratuita. Ha faticato di meno Indiana Jones per trovare il Graal, non sto scherzando, che io per reperirlo. Aggiungetevi che io una volta mi sono persa per casa mia (due camere, cucina e bagno, totale di 80 metri) e potete immaginarvi quanto ci abbia messo a trovarlo. Avevo pensato di compralo, ma, dato che la casa editrice lo mette in vendita solo nel volume in cui è raccolto, vuol dire che la spesa è di euro 372, 00. Ci sarebbe anche l'opzione pdf, alla modica cifra di 300 euro, ma al momento, non so perché ho difficoltà a leggere al computer, chissà perché!

Manco a dirlo, l'unica copia in Italia non è a X..., dove abito io. Ho chiesto ad amici se in biblioteche vicino dove abitavano loro ce ne fossero copie, ho messo in moto tutti quanti loro.

La povera Elisa si è beccata 28 telefonate in un giorno per sapere se era riuscito a trovarlo.

A fine settimana chiamo un mio carissimo amico per chiedergli come stesse e... da dan, indovinate cosa stava leggendo? Ecco, appunto.

 

Misteri della vita: In tre settimane ho ricevuto otto inviti a uscire da altrettanti allupati cronici. Ho ovviamente rifiutato: non ci tengo a uscire con dei maniaci sessuali.

 

Uscite da single: Venerdì, dopo la palestra, ho avuto la geniale idea di uscire e andarmene al compleanno di una delle mie amiche storiche.

Ho impiegato appena 22 miseri minuti solo per mettere il copriocchiaiei e il fissante del trucco, quello contro l'acqua, il sudore, la benzina, Fukushima, l'atomica iraniana e qualunque altra cosa esistente al mondo possa danneggiare il mio trucco.

Già! Mi sono truccata, miracolo!

Va anche detto che, dopo nemmeno 8 minuti, è iniziato a nevicare che nemmeno a Cortina D'Ampezzo durante la stagione.

Il fatto è che quando ho visto in bagno, nello specchio, un panda gigante sottopeso mi sono accorta che, forse, avevo bisogno di un aggiustata. Purtroppo, sono ormai troppo vecchia per fare l'emo e ancora troppo giovane per essere Alice Cooper ai tempi d'oro. Intanto, le mie gambe iniziavano a essere preda di crampi, dolori, qualunque forma di affaticamento vi venga in mente, nemmeno avessi scalato il Monte Everest in solitaria senza bombola e acqua.

Nella mia genialità, infatti, avevo chiesto all'istruttore di palestra, per una volta, di non fare step. Il suo sorriso angelico e il suo entusiasmo nel rispondermi di sì dovevamo farmi capire che non era stata una buona idea e dovevo cambiare immediatamente sala.

Come avrete capito, però, io non brillo per acume.

Risultato: sono due giorni che non riesco a camminare, se non con dolori atroci. Devo ancora capire cosa ci abbia fatto fare, so solo che ho perso 3 chili secchi in un'ora. Non sono riuscita a infilarmi i pantaloni, per uscire di sera, visto che non riuscivo a piegare le gambe, quindi, ho optato per un maxi maglione (ovviamente avevo messo, visto che fuori fanno meno 12 gradi, un paio di calze di lana abbastanza spesse da causarmi l'orticaria).

Il che non sarebbe tanto male, se non fosse che era abbastanza corto da far passare il vestito di Belen a Sanremo per un abito di buon gusto, casto e sobrio.

E secondo voi, io come ho le gambe?

Ma ovviamente due belle salame da sugo, con polpaccio da coscio di suino e coscio da elefante. Altro che le gambe di Virginia Oldoini!

Ho le gambe da farci la polenta con i porcini, io!

Le mie amiche sono passate a prendermi e si sono trovate in macchina un incrocio tra una battona di quarta categoria e Totò e Peppino a Milano. Avevo persino il colbacco in testa, con tanto di stella dell'Armata Russa, preso direttamente a San Pietroburgo sulla "Prospettiva Nievskij".

 

Laura non ha quasi commentato, ormai è rassegnata.

La festeggiata, Valentina, non ci ha fatto tanto caso, per fortuna.

Il resto del locale deve avermi presa per una scappata dal locale manicomio, ma non ci faccio caso, ci sono abituata.

Non ho ordinato alcolici, dato che non ci crede nessuno che abbia l'età minima per ordinarli e il cameriere si è rifiutato di servirmeli, chissà perché.

 

Condizione mentale 2: In tutto questo il 14 ho fatto finta di non ricordarmi che fosse il 14 febbraio, giorno di san Valentino, mi sono limitata a vederlo in treno.

Ho contattato uno dei massimi esperti di Lynch che conosco, per salvare il mio amore.

Dovevamo vederci sabato, ma voi come immaginate che io potessi stare dopo essere uscita senza gonna o pantalone e con un colbacco?

Ovviamente febbricitante.

Siccome anche il mio amico è fortunello (è stato piantato sull'altare una volta, giusto per farvi capire il tipo), la sua macchina si era rotta.

Quindi, niente discussione su come far scappare Bob senza uccidere il mio ex.

 

Condizione psichiatrica: Ho passato sabato e domenica a cercare di farmi passare il mal di gola, con la visione di allegri film (il più allegro è stato La fontana della Vergine di Ingmar Bergman, seguito a ruota da altri film lietissimi e gioiosi in un crescendo rossiniano, tra cui il divertente e leggerissimo Melancholia) e l'ascolto di musiche che migliorano il mio umore in modo esponenziale (tra i gruppi gettonati: gli Smiths. Vi basta sapere che io, se ascolto per caso gli Smiths, inizio a pensare al modo più cruento per suicidarmi?). Credo che solo la noetica e la patafisica possano risolvere i miei problemi esistenziali.

 

Condizione neurologica: son due giorni che non lo vedo. Chissà con chi sarà, ora!

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Hei, do you remember? You used to call me ***


Hei, do you remember me? You used to call me "love".

Ossia, ormai si è arrivati alla consapevolezza che e' finita.

 

Musica: Anna Calvi, Anna Calvi.

Umore: altalenante.

 

Oggi pomeriggio ho letto un mail carinissimo da una donna che santificheranno a breve, in quanto mia relatrice, la quale mi chiedeva se avessi problemi di dislessia, visto come scrivo. In realtà, a questo punto, direi di sì, dato che le parole mi rimangono più sulla tastiera che nel file. Non è colpa mia se, anche quando parlo, il 90% di quello che vorrei dire proprio non esce, rimane incastrato come un osso di pollo o una lisca in gola. Forse, dovrei andarmi a far dare la benedizione di San Biagio, ma io sono del tutto atea.

A parte questo, la tesi procede e cerco di non guardare il calendario, perché è di nuovo domenica e sono passati 28 giorni (praticamente un ciclo mestruale, ma l'umore è solo quello da sindrome premestruale, ossia pessimo) da quando ho chiuso.

 

Ovviamente, ci prendo il treno insieme e il povero cristo mi ha detto che sta meglio e che spera lo stia anche io, come che accetti che è finita. Ok, capisco cosa intendi dire e apprezzo la preoccupazione, ma, alla fine della fiera, sono io ad averti lasciato e, se avessi pensato che poteva continuare, sarei rimasta con te, invece di restituirti l'anello.

Qualcuno mi spiega perché tutti, lui compreso, continuano a pensare che sia sull'orlo del suicidio? Non ho intenzione di ammazzarmi.

Sono pallida, mi soffio il naso di continuo, questa settimana, ma perché ho il raffreddore, dato che la mia estrema intelligenza mi ha detto che avrei fatto in tempo, martedì, a tornare a casa prima che scoppiasse il diluvio universale e, quindi, non ho preso l'ombrello. Geniale no?

 

Comunque, cari lettori del mio blog, cibernauti nelle poche rotelle della mia mente, non voglio che pensiate male di Alessandro, perché non se lo merita affatto e questa, temo, è l'unica cosa seria di questo blog, visto che ormai, converrete con me, credo che abbiate capito che la mia vita è un susseguirsi di eventi surreali e demenziali, tutto fuorché seri.

 

Oggi gli ho mandato un messaggio per sapere cosa si sarebbe fatto del concerto di Loreena McKennit (ebbene sì, ascolto anche musica folk e avevamo preso i biglietti prima che finissero) e mi ha detto di non preoccuparmi di restituirgli i soldi, che non sarebbe venuto e che potevo andare con la mia migliore amica. Domani cercherò di ridarglieli ugualmente, vedremo chi la spunta.

 

Parliamo degli ultimi due giorni.

Possibile che le madri che hanno avuto una prole di sesso femminile non sbandierino le lauree con lode, le ottime posizioni lavorative (va beh, lasciamo perdere che è un momento di crisi economica e, ormai, ad avercelo un lavoro!), ma solo i fidanzamenti e i matrimoni?

E' divertente notare quanta perfidia vi può essere nel dire:- Ma ti rendi conto, mia figlia ha voluto un Vera Wang semplicissimo, nessuno si accorgerà di quanto vale.- alla madre di un'altra ragazza, notoriamente single.

A mia madre è capitato giovedì e non ha perso occasione per raccontarmelo. La mia risposta, con il mio miglior sorriso, è stato:- Mamma, pensa positivo, non dovrai mai spendere i soldi per il mio matrimonio, rimarrò sempre con te! Dille che noi, quei soldi, invece, li spendiamo in beauty farm, ci odierà sicuramente!-

 

E, poi, visto che ho preso l'argomento, vogliamo parlare della fantastica domanda:- Ma Sara, Sara quando è che si sposa?-?

L'ultima volta che la mia prozia, ovviamente zitella, il che è successo stamattina, mi ha domandato:- Angelica, ma quando è che ti sposi?-, ho risposto:- Quando legalizzeranno il matrimonio omosessuale.-

Per fortuna, mia prozia è sorda come una campana a morto e rifiuta di mettere qualunque tipo di apparecchio, altrimenti avrebbe iniziato a tirarmi addosso l'acqua della Madonnina di Lourdes e avrebbe chiamato Padre Amorth per esorcizzarmi.

In realtà, la mia prozia si sarebbe pure fatta fare l'apparecchio elettronico, di quelli ultimo modello che, appunto, costano come un Vera Wang (che abbia risparmiato i soldi del vestito da sposa per previdenza sulle orecchie da anziana?), ma rifiuta di metterli perché le danno tanto tanto fastidio: quando li usa, infatti, dice che sente cose molto spiacevoli, proprio come le nostre voci. Adorabile la prozia no?

 

 

Dato che sono ormai tre anni e passa che ho Saturno contro, sto solo aspettando che Saturno si levi dalle scatole, perché è un periodo dove non ne va una dritta. In realtà, io non ho mai creduto all'oroscopo, ma, la sera, per riscontro, mi rileggo le previsioni di un'amica astrofisica che si diletta di astrologia e sono giunta alla conclusione che questa porti malissimo. La mia amica, Sara, continua a dire che è colpa di Saturno; sarà, solo che sa sempre in anticipo quando qualcosa mi sta per andare male e la cosa non mi piace per niente.

Non sono superstiziosa, ma questo è anno bisestile e tutti quelli che sento stanno vivendo una serie di catastrofi personali.

Dalle cose serie, come l'amico che ha dovuto fare un trapianto di rene con urgenza, alle cose scoccianti ma divertenti, come il mio amico Andrea (ne ho vari, distinguiamoli su base fisica: questo è bassino)- non molto attraente, in verità- che è stato scambiato dai giornali, per omonimia, con una nota attrice pornografica, che subisce prese in giro sulla sua (presunta) quarta di reggiseno ormai da un mese e mezzo.

 

Voglio dire,  solo per fare un esempio in concreto, ieri ho chiamato Rosa, su skype, visto che è in Inghilterra e io non ho abbastanza soldi per chiamarla sul cellulare. Quando mi ha raccontato quello che le sta succedendo, mi è venuto spontaneo consigliarle di rivolgersi per davvero a Padre Amorth, perché personalmente non ho nessun'altra soluzione che possa fare al caso suo in mente!

 

Nel mio piccolo, oltre alla tesi che non riesco a far in modo che si scriva da sola (e sarebbe scritta molto meglio di come possa fare io), due mattine fa, mia madre ha avuto la brillante idea di andare in bagno senza accendere la luce: è inciampata in una di quelle trappole che si ostina a chiamare "tappeti persiani" (uno zaronim, se vogliamo proprio essere esatti) e  ha battuto la testa contro la porta del bagno.

Erano le cinque e cinque del mattino e non è il massimo essere svegliati da un tonfo allucinante, seguito da un gemito di dolore.

Papà l'ha portata immediatamente al pronto soccorso. E' rimasto in sala di attesa ad aspettarla per 12 ore, seduto accanto a una signora nauseatissima che aspettava il marito.

Quando gliel'hanno riconsegnata, i medici hanno detto a babbo che non aveva assolutamente niente, ma era anche del tutto rintronata.

Va bene che mamma è talmente stanca che ultimamente non si sente la differenza, ma non è il massimo.

Quanto alla signora nauseata: non era incinta, era influenzata. Anche mio padre è di là che vomita e ha già infettato mamma.

AIUTO!

Questo non è un virus normale, è peggio dell'ebola a giudicare dai loro lamenti e io non voglio morire.

Vi prego, se leggete questo post, fornitemi i medicinali, i viveri, portatemi via se riesco a non ammalarmi, insomma, in una parola, venitemi a salvare.

 

 

Ieri sera mi ha telefonato Alessandro, il primo ragazzo con cui sono uscita. E' diventato un mio carissimo amico, dal momento che non siamo mai stati innamorati l'uno dell'altra. Si è fidanzato da poco e mi ha chiamato per sapere come stessi.

Alla fine, ho chiuso la telefonata con un:- Mi sa che devo evitare gli uomini di nome "Alessandro".-

Più facile a dirlo che a farlo: sono del tutto fissata con Alessandro Magno, il che non è davvero il massimo nella vita.

Solo che Alessandro Magno è morto, quindi, non può fare danni. Dato che le uniche lingue che imparo sono quelle morte, le uniche culture che mi interessano sono scomparse da secoli, gli unici autori che leggo sono defunti, dovrei letteralmente mettermi l'anima in pace e ritenere che anche l'uomo per me sia morto tanti secoli fa.

 

Meglio che aggiunga qualcosa: non voglio essere fraintesa o trovarmi in una situazione spiacevole, dato che ultimamente dico mezza cosa e mi trovo a viverne la versione estrema, nemmeno fossi Bear Grills.

La necrofilia vera e propria, non metaforica come quella per le lingue, invece, mi fa schifo. Quindi, cari zombies[1], evitate di venire sotto casa mia, non mi avrete! Muahahahaha.

 



[1] Come direbbe Eco: "Nemmeno i fans dei peggiori barbarismi pluralizzano i termini stranieri". Ghghghg.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Survivor ***


Survivor.


Umore: sconvolto.

Musica: “Until the end of the world (soundtrack)”, Aa. Vv.


Una breve precisazione: non sono una fan di Wenders, al contrario, ne apprezzo quasi solo le colonne sonore.



Il mio status di fb di ieri sera recita: “Lezione di step di oggi. Sembrava un film di Lynch. Non ci capisci un ciufolo, ma sai che qualcuno si farà tanto male”.


Ok, capisco tutto, capisco che ormai sono 6 mesi (da settembre) che faccio step con questo istruttore (per altro bravissimo), ma non è possibile che una lezione di step si trasformi in un massacro stile Vietnam.

Non è possibile proprio che mancassero solo i Viet Cong e sembrasse di stare in un campo di battaglia.

In pratica, ieri ci è toccato mettere gli step in cerchio (niente di trascendentale, anzi) e fare una coreografia, tutto sommato, persino per me, semplice.

Benissimo, avete mai fatto il cerchio alle 8 e mezza di sera e, magari, alla vostra prima lezione dopo 29 anni in cui la vostra massima attività fisica è stata andare a comprare le pastarelle in pasticceria? Perché tanto sarete lenti a fare la coreografia, tanto sarete veloci a mettervi a sedere sullo step del vicino (il MIO nella fattispecie).

O, peggio ancora, laddove si faccia una coreografia su due step con compagno, vi fermerete proprio dove finirà lui l'esercizio, mentre lui (cioè io) sta facendo un giro su sé stesso con passo... Con conseguente caduta stile Stanlio e Ollio.

Sembrava una puntata di Jackass, con la differenza che io non sono una stuntman professionista e non ci tengo a diventarlo.

Praticamente, dopo ieri, rispetto a me, Bear Grill è un principiante!

Non me la prendo con chi ha ripreso, per il fatto di non farcela, ma piuttosto per il sedersi sugli step nel bel mezzo di una coreografia... Quanto all'istruttore, è bravissimo per carità di dio, però, magari, poteva accorgersene che la biondina nuova non era propriamente allenata.

Ora ci sono anche certe persone che sono casi patologici, tra cui mi metto io, però... a tutto c'è un limite!

Non è che io sia un mostro di coordinazione, una delle mie maestre di danza mi chiamava “lo scaricatore svaccato”, vado a sinistra quando dovrei andare a destra (è che proprio non ci riesco ad andare a destra, manco in palestra), ma evito di mettermi nel bel mezzo dei piedi di due che fanno aerobica!


Tremo all'idea che la lezione di venerdì sia di nuovo così.

Ho la netta sensazione che sabato mattina mi troverò, a un'ora antelucana, davanti casa di Andrea tutta infasciata (per altro il prontosoccorso al mio paese non c'è più, quindi, dovrlò farmi ore e ore di fila all'unico rimasto per 4 paesi in zona, oppure opterò per farmi da sola i blocchi di fortuna, nella speranza che non ci sia niente di rotto). Povero Andrea, che poveraccio, non ha scelto di specializzarsi in ortopedia per me!


In tutto questo, stamattina ho visto Ale. Mi sono avvicinata che dormiva e l'ho svegliato involontariamente (per poco non mi ha aggredita! Ho rischiato la vita, che uomo pericoloso!), però, poi mi ha sorriso e salutato, quando mi ha riconosciuta.

L'ho visto sereno, nonostante il lavoro.

Mi sa che ne sta uscendo bene e la cosa è confortante.

Non sempre le storie vanno come si vorrebbe, anzi, nella mia vita di solito non vanno proprio, quindi, evitiamo di farci troppo male.

Non ce l'ho affatto con lui, oggi mi ha anche fatto gli auguri per la festa della donna e si è sorbito le mie lamentele burocratiche, poveraccio.


Stasera dovrei andare a casa della mia insegnante di pilates per un post-cena per l'otto marzo, ossia per la festa della donna (che personalmente trovo solo una trovata becera e maschilista per darci il contentino, ma tant'è...).

Il problema è che di macchina dipendo completamente da Laura, visto che io NON guido, e lei stasera, forse, non può perché sabato deve andare a un convegno e vorrebbe anche studiare per gli ultimi esami (si sta laureando in neuropsichiatria, come vi ho già detto).

Le avevo proposto di andare io al convegno al suo posto, ma mi dicono non si possa fare e mi ha ricordato che, prima o poi, dovrò imparare a guidare.

Oddio, in realtà, ho preso la patente, a diciott'anni appena compiuti (e al primo tentativo!), ma ho smesso di guidare per il bene mio e altrui dopo il terzo incidente.

Vi dico solo che durante la mia PRIMA lezione di guida mi è venuto addosso un tir mentre ero nel parcheggio.

Come avrete capito, già questo era un presagio negativo, la mia guida è nata sotto una stella rossa, il fatto di guidare ha visto nefasti auspici, insomma, meglio che smetta di intasare le strade e distruggere me stessa e le macchine.

Appunto, Andrea ormai è abituato a rimettermi apposto le ossa dalla palestra, ma da un incidente in macchina mi sa che non basta per rincollarmi, fatte le debiti proporzioni.


In tutto questo, Rosa è venuta in Italia e ovviamente la settimana in cui potevo sentirla comodamente al telefono senza spendere una paccata di soldi è stata la settimana in cui, per non chiamare Ale cinque volte al giorno, ho tenuto il cellulare spento da mattina a sera.

Fantastico.


Ieri sera ho sentito il mio migliore amico, Paolo. (Quando dico che ho amici maschi, ho molte persone che mi guardano male e dicono che non è possibile. Di solito rispondo che il fatto di avere una zero di tette aiuta a far sì che i maschi ti vedano come un'amica, piuttosto che come altro...)

E' rimasto nella città dove l'ho conosciuto e si barcamena tra vari lavori, per rimanere a fare il ricercatore in qualche modo.

Ha una decina d'anni più di me ed è una delle persone più carine che conosca.

Per telefonarmi, però, così tardi deve essere successo qualcosa di gravissimo.

Ieri è andato al solito pub, quello che eravamo usi frequentare e lì è successo qualcosa di inatteso, di tremendo, di inimmaginabile: il proprietario ieri ha mandato musica classica.

Sono ancora sconvolta dalla telefonata di ieri notte.

Credo che l'inferno abbia ghiacciato, si sia sciolta la lastra di ghiaccio descritta da Dante Alighieri, che i Maya avessero davvero ragione: il mio amatissimo pub che trasmette musica classica!

Non che io abbia niente contro la musica classica, non si suona il violino da quando si hanno 4 anni se non si ama la musica classica (soprattutto barocca e soprattutto Bach), ma chi legge e ha presente il pub è sicuramente rimasto sconvolto quanto me.

E' come se il proprietario vi avesse messo una macchina del caffè o avesse iniziato a servire cioccolate calde con i biscottini.

Il pub è, infatti, caratterizzato dal fatto di trasmettere solo rock o, al massimo, metal (e, come avrete capito, non servire caffè o latte o simili, al massimo vi prepara in cucina un thea, se ha qualche bustina, se vi sentite male. In realtà, il proprietario, se state male, di solito, vi fa fare dalle ragazze – o in caso di clienti a cui è molto affezionato se ne occupa personalmente- un canarino.

Io che sono del tutto astemia -già, ma figuratevi se già sono così senza bere, figuratevi cosa sarei se bevessi! – ero specializzata in bicchieroni d'acqua e penso di essere l'unica degli avventori a non prendere la birra o una vodka. Inoltre, i panini cotoletta o salsiccia di quel pub sono un'istituzione in città).

DI buonissimo livello, tutto quello che volete, ma solo ed esclusivamente rock.

Ieri Paolo è entrato nel pub sulle note della “Cavalcata delle Valchirie” e la serata è proseguita con questo tenore.

Io, però, il proprietario, proprio non ce lo vedo a voler invadere la Polonia.

Boh?


Sicuramente, dopo che il pub ha mandato musica classica, ho la certezza che i Maya avessero ragione e che siano in vista delle tragedie.

Voi, lettori, sappiate, dunque, che vi ringrazio per starmi leggendo. E, alle lettrici, buona festa della donna.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Quando c'era ***


Quando c'era "lui"...

 

Umore: rassegnato!

Musica:  "Canzoni a manovella", Vinicio Capossela.

 

 

Informazione tesi: qualunque informazione sulla mia tesi sarà, da questo momento, indisponibile, se si eccettua il conteggio dei vasi rotti, i piatti tirati, i pianti e la disperazione di fronte a una sfida impari tra me e la Sapienza, con la "esse maiuscola".

Periodo: down, down, down. Oggi con un collega di università più grande, quasi Dottore di ricerca in Filologia Classica, Luca, siamo andati a trovare un caro amico comune in ospedale. Ovviamente sono riuscita a perdermi, finire in tutti i reparti possibili e immaginabili tranne quello giusto, e riuscire a cercare l'amico per tutto l'ospedale, dato che mi ero persa. 

Comunque, l'impresa, nonostante il mio senso dell'orientamento pari a zero, è stata compiuta e ho raggiunto il reparto dove il mio amico è ricoverato. Sono anche riuscita a passare a salutare Andrea, che fa la specializzazione lì (ovviamente mi sono fatta accompagnare da Luca, perché altrimenti non ci sarei mai arrivata da sola. Ha tremato all'idea dei danni fisici che potevo portare con me quando l'ho contattato, poi ha scoperto che ero lì per altri motivi e credo abbia ripreso a respirare). Sto disperatamente provando a convincerlo a NON curare e lasciar zoppicanti i calciatori della squadra che non tifo della zona, ma mi continua a ripetere che ha fatto il giuramento di Ippocrate e non può. Inoltre, il suo lato umano glielo impedirebbe a prescindere e sono bravi ragazzi.

 Uffa!

Comunque, se domani dovessi morire di qualche strano malanno, non fateci caso: ho iniziato a grattarmi da quando sono salita su un ascensore per raggiungere il dodicesimo piano. Solo dopo essere scesa, infatti, ho letto che c'era scritto: "Non usare, riservato ai rifiuti speciali".

 

Argomento del giorno.

Quest'oggi vi parlerò di un argomento in cui mi sono ritrovata immersa fino al collo. Purtroppo, sarà complicato e anche poco divertente, però, è la vita di molti e, magari, ci si mette una buona parola.

Una famosa poesia di epoca fascista, rielaborata anche dal buon vecchio Benigni per un noto politico italiano, dato che la madre dei due personaggi si chiamava allo stesso modo, concludeva che l'Italia intera era stata per così dire "fregata" dalla nascita di Mussolini.

Ecco, io sono "fregata" a 66, quasi 67 anni, dalla sua morte e a soli 79 anni da un decreto regio. Ancora vigente.

 

I fatti.

 

Dopo anni e anni di promesse, speranze, lacrime e sangue, finalmente, sono usciti i bandi per il tirocinio formativo abilitante, ossia, alleluja, ci si può abilitare all'insegnamento.

Bellissimo, fantastico, meraviglioso.

Non vedevo l'ora di poterli fare, anche perché a ottobre mi ritroverò senza un quattrino e, forse, è il momento giusto di ricordarsi che dovrei trovarmi un lavoro di sorta e, quindi, mi sono gettata sul decreto per capire cosa dovessi fare, se mi mancassero dei cfu (crediti formativi universitari) etc. etc. etc.

Purtroppo, proprio al primo punto, il decreto recita che chi sia iscritto al dottorato non possa partecipare, per via di un decreto regio (giuro, c'è proprio scritto esplicitamente, "decreto regio") del 1933.  

Quando l'ho scritto sulla bacheca fb di una mia collega, un mio collega di dottorato (che ha ormai finito) ha commentato che era un'"angelicata", ossia una di quelle uscite astruse che mi caratterizzano.

Sì,  ma nemmeno io arrivo a questi livelli.

Devo essere sincera, oggettivamente non lo avessi letto sul bando, avrei pensato a una presa in giro, invece, il decreto regio esiste veramente e ha ancora potere legislativo, dato che non è mai stato abrogato del tutto.

Alcuni articoli ne sono stati abrogati, come ci si poteva aspettare, ma non quello che rende non compatibile il tfa con il dottorato (per altro: il tfa è stato istituito a novembre del 2011; il dottorato il 21 febbraio... 1980; la faccenda è un po' complessa, ma basta leggere il decreto regio, che è, ahimè, chiarissimo, per capire perché. In pratica, si può frequentare o una sola scuola o un solo istituto superiore o una sola facoltà per volta e non sono assolutamente compatibili tra di loro. Le uniche scuole escluse sono quelle sancite da un altro comma, comunque sia, io non ci rientro. Non so perché la cosa non mi stupisce. Io non ci rientro MAI! Sono 26 anni che mi tocca fare i salti mortali qualunque cosa voglia fare. Comunque, sia, il mio primo commento è stato "Accidenti, mi vien da fare la spiritosa, avevano davvero paura che ci si affaticasse.", detto, però, in modo molto meno educato...).

Ovviamente sono due giorni che tiro "accidenti", con la finezza tipica di uno scaricatore del porto di Livorno, ai firmatari, Vittorio Emanuele, Mussolini, Jung e il ministro della Pubblica Istruzione del 33, che era Ercole (e non Gentile, come pensava un mio amico. Tiè, avevo ragione io!).

Ne ho anche tirati ai guardasigilli e a tutti i nomi che ho trovato nel decreto originale, per correttezza filologica.

Sono consapevole che molto probabilmente non riuscirei a fare il tfa mentre cerco di lottare contro la tesi di dottorato, ma ho molte amiche che vi riuscirebbero tranquillamente.

Non mi stupisce che il decreto sia stato fatto da uomini: le mie amiche sposate sono tutte abituate a fare trentamila cose insieme. Non mi pare un caso che il fascismo cercasse di eliminare le donne dall'Università; avrebbero dimostrato l'assurdità di leggi come questa e di essere meno brave degli uomini, come poi è puntualmente successo!

Ci fossero state le mie amiche, ai tempi di Mussolini all'università, altro che due lauree per volta, anche cinque tutte insieme!

 

 

Milf o Minf?

 

Dato che questo blog nasce per raccontare come noi poveri zitelli sopravviviamo al fatto di essere lasciati, oggi dedicherò parte del blog a uno dei miei più cari amici, che insegna "Storia dell'arte" allo, beh, dove capita.

Vi ho già parlato di uno dei massimi esperti di Lynch? Ecco, vi racconterò cosa gli è capitato ultimamente.

Il mio amico è ovviamente uno degli innumerevoli precari della scuola, una categoria che in Italia costituisce la nervatura stessa del sistema. Altro che "l'Italia è una Repubblica fondata sul Lavoro", "L'Italia è una Repubblica fondata sul precariato"!

Comunque sia, ha una supplenza annuale in un piccolo liceo scientifico e ha una studentessa piuttosto bella e anche un pochino, beh, diciamo, procace. Sia fisicamente sia caratterialmente.

Al telefono continuavo a dirgli che, di certo, la ragazza era solo un po' esuberante, ma quando mi ha detto di come si è presentata vestita (o, per meglio dire, "svestita") in classe e che ha dovuto chiamare la Preside a ricordarle che non era in spiaggia (il 20 gennaio), ho iniziato a tremare per i casotti in mezzo a cui poteva trovarsi il mio amico.

Benissimo, due settimane fa, il povero piccolo indifeso Luca (si chiama come il compagno di Università di cui sopra) si è trovato in un bar una bionda che ha passato da un po' la cinquantina, formosa stile Valeria Marini, biondissima, provocantissima  e sminigonnatissima, che gli ha offerto un caffè.

Trattavasi, come poteva essere altrimenti, della madre della studentessa in questione, che voleva parlare con il docente (alla buon'ora, un mese e passa dopo!) della strigliata che la sua casta e pudica bambina aveva ricevuto dalla Preside.

A sentire il suo forbito e raffinato eloquio, oltre che alla ricchezza delle argomentazioni (traduco in romanesco per dare l'idea- Mi fi'a è bella, se po' mostra', nun vedo perché se deve da copri', solo perché quea Preside è 'nvidiosa de quanto è bella-), il mio amico ha capito di avere a che fare con una battaglia persa in partenza.
La donna, oltretutto, gli ha anche dato segnali (spera di sbagliarsi, dato che ha l'età della sua, di madre) di volerci provare abbondantemente con lui.

Luca se l'è data a gambe e ha commentato con un:- Già quella che voglio non mi si piglia, ma almeno quella che voglio non potrebbe essere mia madre.-

Quella che vuole è una sua carissima amica, la quale si è accorta di tutto, ma che ha una paura boia delle conseguenza.

Due giorni fa gli si è presentata in casa, manco fosse "Joey Potter" di "Dawson Creek", dalla finestra di camera sua, dopo essersi arrampicata.

Gli ha lasciato un anemone e gli ha detto solo:- Chissà che sarà!- e si è calata giù dalla finestra, stile gatto ninja.

Mah?

Io non la conosco, ma spero bene per il mio amico. Soprattutto, visto che è già un precario della scuola, il che implica che di sfiga ne ha già abbastanza, non vorrei vederlo fregato un'altra volta in vita sua. Quindi, bella signorina Diamante (sì, si chiama Diamante e fa il medico), se mi leggi, trattami bene l'amico o te la vedi con 48 chili di donnino incavolato! Sono pericolosa, faccio fitboxe! (Quando non mi auto-infortuno).

 

 

Sabato sera.

 

Sabato sera sono uscita con due miei amici.

Una è, come ci si può aspettare, la mia Laura, che si sente responsabile di calmarmi, frenarmi, studiarmi e, alla bisogna, sedarmi (credo abbia scelto di fare la tesi in "neuropsichiatria infantile" in larghissima misura per causa mia e sono quasi sicura che la mia non sia megalomania), l'altro è l'amico medico, Andrea, di cui sopra.

Andrea si occupa di traumi.

Non so perché è uno dei miei amici che vedo più frequentemente. Ormai è rassegnato a vedermi arrivare a casa sua/in ospedale più o meno distesa, più o meno respirante, più o meno dolorante.

Più di qualche mia amica sostiene che sia per i suoi begli occhi che non faccio altro che infortunarmi, distruggermi, ammazzarmi in maniere anche abbastanza articolate e colorite.

No, no, ragazze, vi assicuro di no.

E' che sono proprio imbecille come sembro.

 

Alla prossima settimana.

 

 

****** *************************************************************************

Il film della scorsa settimana era "Contagion" di Sodenbergh (2011). Non un grandissimo film, anzi, ma rendeva bene l'aria che si respirava a casa mia.

Il film di questa settimana è "Giovani, carini e disoccupati" ("Reality Bites"), di Ben Stiller (1994). Perché é quello che sarò a breve. Giovane (un po' meno ogni giorno, ma ancora per un po'), carina (si spera lo sia) e disoccupata. Devo ringraziare Elisa per avermi fatto leggere l'anno del decreto regio (il che mi ha portato a indagare), Francesco B. per avermi accompagnato a trovare un amico in ospedale, Francesco N. per raccontarmi i suoi affari e autorizzarmi a riadattarli, Anjali e Gian per la serata di domenica, Lady Notorius per starmi a sentire, Bruna C., Giulia C. e Ilaria T. per l'assistenza "pissicologica". Grazie anche a Federica C. per la telefonata e a Ilaria A. per le chiacchiere serali. Inoltre, grazie a Nadim per starsi sciroppando il mio blog e a Peppe per tutto.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Suspiria de Profundis. ***


A Lady Not,

a Federica,

alle donne del caffè,

            a chi ha fatto la domanda su

quale fosse il mio horror preferito.

SUspiria De Profundis.

 

umore: infernale.

musica: Non ho sonno, Goblin.

 

Svegliarsi la mattina di sabato e trovarsi con:

 

            1) un dolore a muscoli che non avresti nemmeno mai immaginato di avere.

            2) un bozzetto di roba che sembra uscito da un film di Murnau per quanto fa paura, ma che dovrebbe essere un pezzo della vostra tesi di dottorato.

            3) Un mal di testa indecente (nello specifico dovuto all'allergia a dio-solo-sa-quale-specie-aliena.)

 

Ti trascini in bagno, hai un infarto per l'apparizione di uno zombie nello specchio, un mostro che fa passare quelli di Romero per rassicuranti (tranquilla, ti sei solo appena alzata), cerchi di darti una lavata (ma rinunci, causa impossibilità oggettiva, a darti un'aria umana), vai in cucina, metti la caffettiera sul fuoco.

Il profumo del caffè si inizia a spandere. Lo versi e cerchi con difficoltà di non ustionarti. Eviti di metterci lo zucchero e ingolli, mentre, siccome sei "normale", inizi a pensare a come lo prendano amici e familiari.

A te il caffè piace amaro, decisamente privo di qualunque forma di dolce, non come un certo amico (Andrea, ce l'ho con te...) che ci mette talmente tanto zucchero che ti chiedi se abbia sviluppato l'insulinoresistenza o abbia già il mellito in stadio avanzato. In pratica, il cucchiaino rimane in piedi nello zucchero!

Finalmente ti accorgi che c'è una torta di pere e mandorle sul tavolo della cucina e inizi a pensare che una fettina...

Finisci per mangiartela tutta.

 

Alzi la mano chi non ha mai avuto un risveglio così al sabato/domenica mattina!

Ecco, molti di voi magari il giorno prima si sono dati alla coena Trimalchionis, a un pasto abbondantemente innaffiato da alcol (o anche solo all'alcol).

Io no, mi sono limitata a lavorare 12 ore a un capitolo della tesi (e cercare di capire cosa abbia scritto nella settimana precedente, un'impresa che avrebbe fatto desistere Champollion e Ventris[1]) e ho fatto un'ora di total body in cui l'istruttore mi ha detto gentilmente:- Il bilanciere puoi caricarlo leggermente di più, aggiungi un chilo da una parte e uno dall'altra.-

Sono state le ultime parole famose.

Lasciamo perdere la risata che è riecheggiata per tutta la palestra durante i sollevamenti del bacino quando è partita "Raggasex"[2] con l'istruttore che ha commentato con un:- Non era voluto.- tra il divertito e l'imbarazzato.

Credo di aver riso per la frase in un modo che gli addominali mi avrebbero fatto male a prescindere.

Lasciamo anche perdere che da brava idiota mi sono messa a fare il pezzetto di coreografia in modo pseudo-sexy per salutare un mio amico fuori dalla porta (considerando che il cha cha cha mi veniva malissimo quando facevo danza per ore e ore tutti i santi giorni, potete immaginare cosa combini ora).

Tutto sotto controllissimo.

Insomma, è solo un'ora, posso farcela a fare 30 piegamenti e 20 sollevamenti di un bilanciere da totali tre chili!

Bene, stamattina, mi fa solo tutto stramalissimo.

E, nonostante il caffè e un po' di colore, al massimo posso sembrare la sposa di Dracula dopo che ha assaggiato una goccina di sangue di vergine (cioè, sul punto, visti i tempi e i costumi, di morir di fame).

La mia faccia al mattino fa veramente paura, non sto scherzando.

Una mia amica, dopo avermi vista la mattina appena sveglia, ha commentato:- Capisco perché sei una tale fanatica di horror e non ti fanno né caldo né freddo. Sei abituata a vederti allo specchio al mattino.-

Appunto.

Prima o poi dovrò prendere un gatto tutto per me, tutto nero, e non lo chiamerò Norman, come ha fatto una mia amica. (Il nome completo è "Norman Bates", se avete visto "Psycho", sapete chi è. Benissimo, ora la mia amica si lamenta che il suo gatto graffia chiunque ed è completamente psicopatico. Ma davvero? Visto che ci sei, la prossima volta, chiamalo direttamente Charles Manson[3]!)

 

Ieri sera Laura ed io siamo andate a cena della mia istruttrice di yoga-flex (niente filosofia-religione in quello che faccio io, che se padre Amorth dice che una cosa non è da fare, io sarò pure una miscredente e razionalista, ma non la faccio, che non si sa mai. Va che ha ragione Dario Argento, che è cattolico praticante e, quindi, all'inferno ci crede, e l'inferno è davvero come in un suo film, a vedere il film mi faccio due risate, a viverlo, un po' meno. E, sì, non sono paga di mettermi in ridicolo con il total body e il fitness. Adoro anche rimanere annodata e non riuscire a sciogliermi da sola le braccia dalle gambe.).

Mi ha fatto la pizza con le cipolle! Io adoro la pizza con le cipolle! O meglio, io adoro le cipolle in tutte le loro forme, come l'aglio.

Credo di aver sviluppato tale adorazione per spazzar via ogni dubbio dovuto ai miei canini molto sviluppati e al mio colorito piuttosto vivace (si fa per dire, le mie compagne di classe volevano piantarmi un paletto di frassino nel petto. Ora, a pensarci bene, tutto il torto del mondo non glielo posso dare, ma temo fosse più legato alla mia media scolastica che al mio colorito. Uhm...)

Grazie qui pubblicamente, per la pizza con le cipolle e l'ospitalità. Io amo la pizza con le cipolle.

Vero che vuol dire girare sempre con un tubetto di dentifricio e uno spazzolino nella propria vita, ma... sono cipolle, sono buonissime, ecco!

 

In treno continuo a incontrare Ale. Sta bene. Si scambiano due chiacchiere, cerco di essere gentile il più che posso. Non ce l'ho con lui, le storie finiscono. Le mie, quanto meno, sempre.

 

Due giorni fa Alex (il primo ragazzo con cui sono uscita. Mamma mia, sto capendo perché la lingua evita il più possibile l'omofonia, l'omografia. Nella mia vita è un dramma di omonimie continue) è passato a salutarmi in università.

Davvero, benedetto il giorno che ti ho lasciato, mi sono trovata un amico.

 Senza ironia.

Ma è possibile che come fidanzati facessimo schifo, ma come amico non potrei mai fare a meno di lui? Veramente, siamo la prova che non è vero che amico maschio e amica femmina finiscono per andar male perché uno/una dei due vuole altro. A parte che, quando è così, secondo me, non c'è amicizia (ma io sono molto precisa nel delimitare i sentimenti), però, noi siamo la prova scientifica, acclarata, che, se un ragazzo e una ragazza sono fatti per diventare amici, lo diventeranno e basta. E' impossibile che tra lui e me ci sia del tenero, è che proprio si sa, in modo scientifico, post prova empirica, che NON potrebbe mai succedere niente dal punto di vista amoroso tra di noi.

In effetti, all'epoca potevamo capirlo prima, dalle facce sconvolte quando abbiamo annunciato di star uscendo insieme, che non eravamo fatti per star insieme.

Qualcuno una volta disse:- Ogni volta che la gente è d'accordo con me, provo la sensazione di avere torto.- Nel mio caso, soprattutto quando si parla di sentimenti, io ho a prescindere torto e gli altri ragione. Dovrei ascoltare di più Laura, decisamente.

 

 

Allora, tra meno di 12 giorni è il mio compleanno.

Dato che so che voi lettori siete tutti miei fan e mi amate follemente, so che mi manderete doni, diamanti, etc.

Non è necessario, davvero. Basta che mi facciate una donazione in denaro, ricordatevi, sono una povera addottoranda, una disgraziata morta di fame!

 Scherzi a parte, vorrei riuscire a contattare Rosa, che è un po' che non riesco a contattarla.

Credo di comprarmi l'ennesima maglietta di "Star Wars" e l'ennesimo horror di accatto.

Se non si fosse capito, la mia cultura cinematografica, in realtà, è più che altro la consolazione di sentirsi intellettuale e intelligente e sapiente, in realtà, non ci capisco un tubo e vedrei solo horror.

Che allegria.

 

 

In tutto questo il grande sacerdote di Lynch ha avuto l'ennesimo danno alla macchina, quindi, l'incontro salta anche questo week end. Si sta mettendo tutto contro di me e il salvataggio di Ale! Che, poi, non deve tornare necessariamente con me, però, almeno si salvi.

 

Alla prossima, nel tempo che mi lascia la tesi.

 

 

********************************************************************************

 

Il titolo di questo capitolo riprende un'opera di de Quincey, da cui è partito, poi, anche Dario Argento per la "Trilogia delle madri". Se non si fosse capito, non avevo idee per questo capitolo, ergo, ieri ho visto provvidenzialmente in un gruppo fb di cui faccio parte, la domanda:- Qual è il tuo horror preferito?- Ora, dopo lo sclero che ho avuto, è stato naturale, finalmente, iniziare il capitolo.

Spero che vi divertiate a leggerlo almeno un po' rispetto a quanto mi sono divertita io a scriverlo.

 

 

 



[1] Champollion è noto per essere stato il primo a decifrare i geroglifici. Ventris è famoso per aver decifrato il lineare B, ossia il miceneo, che prima di lui era considerato impossibile da leggere.

[2] La canzone in questione contiene un orgasmo femminile.

[3] Norman Bates è lo psicopatico protagonista di "Psycho", con l'hobby per la tassidermia e l'omicidio seriale. Charles Manson è noto per una strage particolarmente cruenta, era satanista e psicopatico...

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Grosso guaio a China Town ***


Grosso guaio a China Town.

 

umore: rilassato.

musica: Lanterne Rosse, Vinicio Capossela.

 

Precisazioni: Uhm, sul fatto che i film horror non mi facciano né caldo né freddo, dalla regia (Paolo) mi stavano ricordando l'urlo disumano che ho lanciato durante la visione del remake di "Psycho" in compagnia di quello che all'epoca era il mio migliore amico.

Vuole la leggenda che abbia praticamente scagliato il povero mac (e un mio collega qui scuoterà la testa:- Ma che ti ha fatto quel povero Steve Jobs?-) del mio amico il più lontano possibile (il mac è finito fracassato contro il muro), non appena...

Ok, lo confesso, ho avuto una reazione inconsulta quando girano la poltrona con sopra la mummia della madre. Ho completamente dato di matto (non che di solito sia normale o le mie reazioni siano equilibrate... Diciamo più della mia norma, va bene così?).

Verissimo, ho il terrore delle mummie, non ci posso far niente.

Se siete in un museo dotato di sezione egizia e vedete una povera imbecille che si nasconde da certe stanze e manda in avanscoperta altri, prima di entrare, se è una saccentuzza da quattro soldi che dice:- No, è della XIV dinastia.- con voce seccatissima o:- Questo geroglifico non vuol dire "levarsi", vuol dire "sorgere".- con aria scocciata, ecco, se è mora, porta gonna e occhiali scuri, salutatemi pure, sono io.

Laura e Andrea mi fanno presente che i preparati anatomici e le mummie delle catacombe di Palermo non mi hanno fatto né caldo né freddo, ed è vero, perché è una fobia ondivaga.

O sarà che semplicemente lì so cosa vada a vedere e non svengo, non fiato, non mi fa senso.

Pensate che ho persino affrontato il museo egizio di Torino: basta che sappia che ci sono e dove sono, mi devo solo preparare psicologicamente.

Al British non ho fatto una piega davanti ai vari organi e le varie mummie sfasciate, ma sapevo che erano tutte in quella stanza.

E' l'effetto sorpresa che mi frega. Lì lancio acuti che nemmeno un soprano riuscirebbe a raggiungere.

Diciamo che, quando studiavo ancora all'università per la triennale, andai con la classe di papirologia in visita a una biblioteca che conserva una bella collezione di papiri e ce ne lasciarono vedere uno.

Ho preso in mano il vetrino con il papiro proprio mentre dicevano che proveniva dal cartonage di (ossia l'imballaggio che ricopre) una mummia. Sulla sillaba "mum-" per poco non l'ho fatto andare per terra. Grazie al cielo non l'ho rotto: è finito sulla mia pancia (Che schifo! nonostante il vetro, schifissimo!) quando mi sono accasciata per terra svenuta.

 

 

O tempora o mores: Oggi è il compleanno di uno degli amici più cari del periodo universitario (e anche dopo). Ci credete che ho talmente tanto daffare con la tesi che me lo stavo dimenticando? E' che non ha fb, colpa sua, e ditemi, quanti compleanni riuscite a ricordarvi (madre e fidanzata non valgono...) senza fb? (scherzo ovviamente, Teo, auguri!).

 

Vicende odierne: Oggi ho avuto nella mattinata un controllo dal dentista (strano ma vero: non ho paura del dentista. Mia madre ne è terrorizzata, io non faccio né ai né bai. Ne è talmente terrorizzata che minaccio di propinarle "Il maratoneta"[1] ogni tre per due) e, poi, sono andata a un ristorantino cinese a pranzo, proprio al centro della città più vicina.

E' molto rinomato in quanto fa vera cucina cinese, ossia, niente a che vedere con il solito riso alla cantonese e la cucina dell'orrore, quella veramente, che propongono i ristoranti cinesi in Italia.

Fa anche qualche piatto di cucina del Quantung, quindi, oddio, con il riso alla cantonese ha a che fare davvero, ma, insomma, ci siamo capiti, no? E' tra i pochi posti a fare l'anatra laccata alla pechinese a regola d'arte, secondo quanto mi ha detto una mia amica che a Pechino ci ha abitato davvero.

 

Sono andata con un'amica, Sara, che studia sempre nella stessa città dove sono io ora, che mi ha presentato il suo simpatico miglior amico.

Finalmente un altro maschio, eterosessuale, che si interessa di accessori! E dire che ho sempre pensato che mio babbo fosse un rara avis, una vera e propria mosca bianca.

 

Talis pater...: A, sì, perché io non vi ho mai parlato di mio padre. Ok, io sono figlia unica, quindi, potete immaginarvi il solito rapporto di una famiglia normale tra babbo e figlia, dunque, femmina abbastanza viziata, coccolata dal babbo etc.

Però, mio padre ha una peculiarità che non ho riscontrato in nessuno dei babbi delle mie amiche. Ok, è un maestro, a cui piace leggere, vedere film etc. (in compenso io di cinema e letteratura capisco davvero poco); è un ex sportivo a cui piace andarsene a nuotare o a correre (immaginatevi che delusione avere me per figlia!). Ma il lato davvero sui generis di mio padre è che ha la passione per prodotti corpo e viso e per la moda.

Da sempre.

Mia cugina sostiene che sia stato mio padre il primo a comprare uno scrub nella famiglia e, conoscendolo, è probabile.

Per farvi capire mio padre: festa del papà.

Ha chiesto una crema per il contorno oculare per le borse. Quando l'ha aperta, era felice come potrei esserlo io davanti al LIV[2].

Poi la gente si chiede perché io sia strana e abbia seri problemi nel capire cosa sia eccentrico e cosa no. O, soprattutto, perché sia l'unica dei miei amici a riconoscere a vista un metrosexual da un gay e, quindi, dire:- Buttati.- o -Non buttarti- all'amico/amica di turno.

 

... talis filia: Comunque, stamattina la povera Sara è stata trascinata a vedere (vedere, che i soldi mi mancano) le vetrine. Credo di averla fatta uscire matta mentre uggiolavo a metà tra il piacere (estetico) e il dolore (per la scarsezza pecuniaria) di fronte alla vetrina di Bulgari e quasi piangevo nel nuovo negozio di Louis Vuitton (chiedo venia se sto facendo pubblicità occulta, mi sembrano talmente famosi e talmente lontani dai miei standard di spesa da credere di non star promuovendo nulla, in realtà).

Sara ha anche commentato che la mia faccia davanti a Cartier è del tutto rimarchevole...

Ovviamente il karma l'ha punita, dato che ha perso un gancetto di un paio di orecchini nuovi, (da fuori campo si chiede una risata satanica, please).

E' riuscita a scandalizzarmi, adora la cucina "cinese" e riesce a bere solo l'earl grey! Che bestemmia, che bestemmia!

Ok, io con il tea sono vagamente maniacale, ma solo vagamente. Io riesco -certo, come no!- a berlo con la bustina. Credo che preferirei uccidere l'uomo della mia vita piuttosto... Non ho comprato 8 chili di tea in una botta sola e non ho tra i preferiti le "Mariage Frères"[3], perché posso essere pure una morta di fame, ma un buon tea val bene un ordine! Mia madre e mio padre erano tanto felici quando gliel'ho portato, perché almeno quello lo abbiamo in comune.

Comunque, Sara non ha voluto nemmeno assaggiare quel bel tea al gelsomino che ho preso io per accompagnare l'antipastino e poi il mio bel piatto di verdure, che, se posso evitare di mangiare la carne, lo faccio, sono tanto più contenta e già a pranzo ho mangiato gli gnocchi con il sugo di salsiccia.

E, poi: perché l'anatra laccata è considerato uno dei piatti più buoni al mondo e la porchetta no[4]? Davvero, ora pretendo che anche le spuntature di maiale con le fave e la porchetta entrino tra i piatti più noti per la loro raffinatezza nella cucina mondiale!

E che cacchio, un po' di par condicio, per quel povero adorabile porco, che mi è sempre stato tanto simpatico.

Cosa ha di più l'oca?

Voglio dire, si dice pure per insultare la gente che è un'oca. Quando si dà del maiale a qualcuno, va beh, non è un complimento, però, almeno i piatti d'oca sono nel paradiso dei gourmet.

Cosa ha che non va il povero porco?

Insomma, Giordano Bruno sarebbe stato sicuramente d'accordo con me, lui amava il porco!

A sto punto, quasi quasi, appena vado ad abitare da sola, di animale domestico, invece del gatto, mi prendo un bel suino. Piccolo, presente i maialini da compagnia tipo quello che aveva George Clooney?

Credo che lo chiamerei Alessandro Magno, mi pare un buon abbinamento di nome per un maialotto!

Se c'è una carestia, almeno, per un po' riesco a sopravvivere...

A mangiare il gatto, invece, non ce la potrei proprio fare.

Comunque, per quanto riguarda l'oca, la prossima volta mi ricordo il bancomat e, soprattutto, di prenotarla in anticipo, così vi faccio sapere!

 

Sara ha chiuso il pranzo, dopo un delizioso riso con brasato di maiale (perché il porco ritorna sempre nei miei discorsi), con un dolce al cioccolato con agrumi e zenzero.

Decisamente, devo capire la ricetta e propinarlo in giro, come faccio spesso (devo confessare che io faccio come Artusi: raccolgo le ricette, ma faccio eseguire ad altri... Va beh, io mi riservo il ruolo più difficile: assaggiare, valutare, capire la difficoltà e come bilanciare gli ingredienti. E' un ruolo difficilissimo, ma qualcuno deve pur farlo!).

Il mio dolce era insolito, con un sorbetto di tea verde decisamente invitante, accompagnato da una specie di budino di latte di soia, che può non piacere, ma insieme al sorbetto era veramente buono.

Devo confessare di aver sbavato, come mio solito, più sulle verdure che sul dolce.

Lo so, sono proprio strana, anzi, stranissima, anzi anormale.

Non ci posso fare niente, ma sono il tipo da salato.

Però mangio anche i dolci, basta che mi riesca a riempire la pancia.

Già.

 

Condizione psichiatrica: Oggi non ho visto Ale: con il fatto della visita sono andata prima dal dentista. Uffa. La sua assenza fa decisamente male.



[1] Il cattivo del film è vviamente un dentista.

 

[2] E' un'opera che a una che studia linguistica farebbe MOLTO piacere ricevere. La lancio lì, visto che tra 9 giorni è il mio compleanno.

[3] E' una delle marche di tea francesi che è considerata tra le più buone al mondo.

[4] Sto ovviamente scherzando. I miei amici gourmet lo sanno.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Un tranquillo week end di paura ***


un tranquillo Week end di Paura.

 

umore: creepy.

musica: Swordfishtrombones, Tom Waits (non è il mio cantante preferito, no no... Poco. Prima o poi andrò a un suo concerto, è solo un imperativo categorico morale).

 

Telefonata dell'orrore, altro che "Dial M for murder"[1].

 

Ok, ditemi che ho capito bene.

Mi ha telefonato in preda a disperazione (accidenti, certo che deve avere proprio una vita facile se si dispera per così poco) una cara amica.

Sua cugina, studentessa di terza liceo (pensate quanto sono vecchia: si chiamava "prima liceo" quando IO frequentavo il classico), le ha chiesto di darle una mano a fare i compiti di italiano.

Benissimo: deve scrivere un racconto a partire da una frase di Grey's Anatomy.

Niente da ridire, peccato che non le facciano studiare nemmeno per sbaglio l'Orlando Furioso e la Divina Commedia non l'abbiano neanche aperta. A quanto ho capito, non c'è nemmeno la remotissima possibilità che questo accada.

La ragazza non ha idea di come si faccia un tema tradizionale e le danno un r-a-c-c-o-n-t-o, senza darle una nozione su come debba essere costruito.

Insomma, ha problemi a leggere un testo normale, visti i professori, a fare un'analisi del testo e le danno un racconto su una frase da un telefilm terrificante sulla comunicazione telematica?

O tempora, o mores, mi sembro Catone (uno dei due bacchettoni a scelta) che cita Cicerone!

 

Mi ricorda il più scrocca-stipendi dei miei professori del liceo, quello di italiano (sì, al contrario del 90% del mondo ho un pessimo ricordo del professore di italiano e ottimo di quello di matematica... Ve l'ho detto che la mia vita è al contrario! A parte il fatto che io ODIAVO fare i temi, almeno matematica sapevo cosa dovessi fare, il tema dovevo crearlo io, non so se riuscite a capire cosa intendo dire).

Ma al classico ci mandano solo degli scalza-cani a insegnare italiano? Insomma, voglio dire, è un liceo classico!

Dovrebbe essere importante la letteratura, imparare a scrivere in modo chiaro...  Mi sa che questa non ha di meglio da fare che guardare la tv.

Va beh, non che io non la guardi, ma, insomma... (e metto i puntini di sospensione perché sono senza parole).

 

De Convegno convegnorum. 9 ore di convegno, molto interessante, ma, ohimè, stremante!

 

Sono stata a un convegno di cui ho capito pochissimo. Era sulla lingua parlata da un gruppo di mendicanti vissuti a Cipro nel XI sec.

E' stato terrificante. Rendersi conto che c'è gente che studia argomenti così settoriali e che lo faccio anche io può essere, talvolta, scoraggiante. Forse ha ragione un mio collega che dice che nessuno capisce poi l'utilità di quanto studiamo. Io rispondo sempre che l'utilità non può essere mai evidente subito e magari con il tempo, qualcosa se ne caverà, ne verranno fuori le applicazioni e il fatto di essersi occupati del perfetto durante il periodo ellenistico risolverà il problema della fame nel mondo e delle guerre!

Sì, sono un'ottimista, lo ammetto.

Scherzi a parte, il convegno, nonostante tutto, è stato interessante.

Peccato che ne sappia quasi niente degli argomenti presi in considerazione, cosa che ha ridotto molto il mio apprezzamento.

 

In realtà, è molto più traumatizzante l'argomento del convegno dove è andata una mia amica, in cui si analizzava, dal punto di vista linguistico, un film di Truffaut. Il punto era che la suddivisione del racconto in scene al massimo può far riferimento alla narratologia e non c'era una mezza parola di linguistica vera.

La dura vita di noi che studiamo "linguistica" e no, non facciamo lingue.

E no, non studiamo necessariamente inglese, per carità di dio!

Ahimè, che durissima vita quella del povero disgraziato che fa un dottorato!

Ahimè, che durissima vita quella del povero disgraziato che studia una materia che porta a pensar tutt'altro a quelli cui dici cosa fai!

 

Master e piscina.

 

Ieri mi sono coperta di ridicolo in piscina: mesi fa mi è caduto un peso su un piede, mentre facevo qualcuno dei corsi di sopravvivenza a cui continuo a iscrivermi nella speranza di acquistare una "forma" fisica. Si è pestata l'unghia dell'alluce.

A un certo punto sento qualcosa all'alluce e mi accorgo che si sta staccando l'unghia. Ovviamente con chi potevo essere in vasca? Ma con Ale, ovviamente.

Ho saltellato come un pollo per mezz'ora dentro e fuori dalla vasca, finché l'unghia non si è staccata in modo autonomo, e non ho ripreso a nuotare normalmente.

Della serie, più cercate di farvi vedere sereni, dignitosi e distaccati, più il vostro corpo reagirà rendendovi ridicoli.

Fantastico no?


Nota: perdere un'unghia pesta non fa male. Se non credete a me, potete credere a mia zia. Ora, al vederla non vi verrà mai in mente, ma mia zia è una nota imbranata. E' in grado di farsi male da ferma: si è presa uno strappo muscolare da seduta su una poltrona mentre beveva una cioccolata calda, non sto scherzando. Ormai le sono cadute le unghie di tutte le mani e tutti i piedi almeno due volte.

Meriterebbe un capitolo a parte. 

Non le ha mai fatto male.

 

Stamattina, non paga dei danni al quel po' di reputazione che ancora ho, sono andata a un master di joy walk e spinning.

Benissimo, credo che tutti voi sappiate cosa sia lo spinning e come funzioni. Si sale su una cyclette e si pedala a ritmo, mentre si regolano poi le varie resistenze come se si fosse in salita o in discesa.

Il joy walk scopro che meno persone sanno come si fa.

In pratica, si fa su un tapis roulant (in questo caso di quelli che muovi con le tue sante gambine camminando, non elettrico, quindi, bensì meccanico) e si cammina a ritmo, in salita.

Dicono che faccia molto bene all'organismo. Per me è stato pensato dal maestro di torture di Torquemada, per sbarazzarsi di qualche povero ebreo particolarmente deboluccio.

Letteralmente si chiama "camminata felice".

In realtà, i miei muscoli lo sono molto meno, ho i glutei che gridano vendetta da stamattina.

Per fortuna, alla lezione di joy walk c'era Laura, che da brava quasi medico si assicura che non mi faccia del male/lo faccia a qualcuno.

Comunque, la cosa più simpatica della faccenda è la seguente: vogliamo parlare del fatto che per me è quasi impossibile camminare come le altre su quei cosi perché sono abituata a portare i tacchi?

 

Rivelazioni.

 

All'uscita dalla lezione Laura si guardava le scarpe con aria quasi colpevole. -Angelica, ma se mi prendo un caffè con Ale, da amica, ti arrabbi?-

Me la sono guardata.

- No che non mi arrabbio. Perché dovrei? Siete diventati amici. Anche se ci esci in altro modo non mi arrabbio mica.-

- Sei sicura? Ma no, è solo da amica-

Sì, lo so, Laura, lo so, ma non farti venire le paturnie, davvero.

- Sì, non ce l'avrei mai con qualcuno che uscisse con lui. Semplicemente, voi siete amici, non vedo il problema. Non faccio mai scegliere le persone tra me e gli altri in amicizia. E, poi, parliamoci chiaro, io ci spero proprio che si trovi una brava ragazza che lo faccia contento.-

Il bello è che non è una balla.

Non è che perché una persona non è adatta a me, me la prenda o gli auguri di non aver una bella vita. Insomma, va bene che sono matura come un cucciolo di bertuccia, però, alle basi della convivenza civile ci arrivo anche io. Boh?

Unica cosa che non reggo sono le balle alle domande esplicite, dato che poi alla fine si viene sempre a sapere la verità. Un po' perché la gente non sa proprio farsi gli affari propri, anche se non gli si dice niente, un po' perché è come il petrolio, viene a galla sempre tutto. E' il motivo per cui non dico bugie.

Troppo facile essere sbugiardate.

 

In tutto questo sono due mesi che sono single e sono sopravvissuta senza farmi male.

Yeah.

Non ho nemmeno fatto male a nessuno ancora.

Sarà che con la tesi ho poco tempo e mi basta davvero massacrarmi in palestra: oggi pomeriggio sono rimasta con il sedere incollato alla sedia a scrivere e correggere un capitolo che è incomprensibile persino per me che l'ho scritto, fate voi.

Tra meno di 4 giorni avrò la tenera età di 27 anni, wow.

 

P. S. Ieri sono andata a cena con la mia Laura, va a finire che cambio sponda e mi metto con lei.

Donna della mia vita! Non so come la prenderebbe il ragazzo, ma, costante da 23 anni, il mio tessoro (detto con il tono di Gollum, ovviamente!).



[1] Titolo originale di "Delitto perfetto", film di Hitchcock con Grace Kelly.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Happy birthday to me, Happy birthday to me! ***


Happy Birthday to me, happy birthday to meeee!


Umore: drunk.

Music: Bad as me, Tom Waits.


Come sci sono finita in discoteca hic su un hic cubo?

Uhm, il tutto è gh iniziato sic tre ore fa, hic...

Hic.


No, in realtà, il mio compleanno non è andato così e, forse, un whisky mi ci vorrebbe davvero. Potrebbe persino migliorarmi l'umore. (Uhm, considerate che non bevo perché tanto l'alcol non riesce a rilassarmi, rimango con lo stesso umore e la stessa mancanza di lucidità, quindi, forse no, ma... tentar non nuoce. Tra l'altro, forse, se bevessi diventerei normale e imparerei a guidare!).


28 marzo, ore 19 e 30: mio padre si rompe una mano. Ebbene sì, il mio adorato babbino, che non fa altro che dirmi di stare attenta, si è dimenticato di avere una mano in mezzo quando ha chiuso una porta blindata.

Mano fratturata, un polpastrello andato, 40 giorni a casa dal lavoro con possibile aumento della prognosi.

Bene.

Nottata al pronto soccorso, ovviamente, e nemmeno con la soddisfazione di vedere qualche camice dotato di corpo decente.


29 marzo, ore 00. 00, 02. Iniziano i messaggi sulla bacheca fb, grazie ragazzi! Carla ha anche fatto il conto alla rovescia sulla mia bacheca stile partenza Shuttle.

Mi metto a sentire “Bone machine” di Tom Waits (ok, io sono convinta che Tom non venga a suonare in Italia perché sa che c'è il rischio che io abbia un infarto... Ne sono convinta, lui è la mia voce guida, sento sempre la sua voce nei momenti peggiori). Finito il disco, mi telefona Alex, il mio amico, e siamo rimasti al telefono fino alle 3 e 40. Dato che non è che io ho l'insonnia, è lei ad avere me, potete ben capire che soffrire entrambi di insonnia ha cementato l'amicizia. Almeno c'è qualcuno che mi risponde/telefona in piena notte, mentre mi rigiro nel letto, e mi fa compagnia.


29 marzo, ore 6 e 10. Vengo svegliata da un attacco di ragli (si scoprono essere, invece, tosse, mo capisco perché la pertosse viene chiamata “tosse asinina”) provenienti dalla camera accanto. Mia madre, che, al momento, ha la voce di Rosa Russo Jervolino, è influenzata DI NUOVO!


29 marzo, ore 7 e 20. Pronta al gelo siberiano (a Roma stanno facendo a mezzogiorno 33 gradi, ma al mattino ad Albano fa ancora freddino. Poi, dici perché siamo tutti con la raucedine), affronto la strada, nelle cuffiette “Old Ideas” della voce da cui discendono tutti i Nick Cave, Leonard Cohen. Ci credete che non ero ancora riuscita a sentirmi l'ultimo album di L. dopo 12 anni che non pubblicava assolutamente niente? (In realtà, non capisco un fischio né di musica né di cinema né di letteratura, mi limito a sentire le cose da snob intellettuale del cappero per far credere alle persone che sono intelligentissima, impegnata e ho una vasta cultura. In verità, il mio unico vero interesse sono le scarpe, ma non diciamolo in giro. Uhm, forse anche la tesi, prima che iniziasse a diventare una lotta stile “Highlander”. Devo finirla prima che lei finisca me.).

Arrivo alla stazione di Albano e salgo sul treno che, grazie, Signore, grazie, è già arrivato.

Salgo e ovviamente c'è Ale sul treno. Mi ha fatto il regalo, un fumetto che cercavo da mesi.


Cioè (indulgiamo in sciatterie linguistiche, forza!), io lo lascio e lui mi fa il regalo di compleanno. Oltretutto, ha dovuto cercarlo e fare l'ordine per essere sicuro di trovarmelo.


Fantastico, le possibilità sono due: o voleva ringraziarmi per averlo salvato da me, oppure, se gli do fuoco a casa, me ne regala una.

Uhm, ho la sensazione che l'opzione esatta sia la prima. Chissà perché!


29 marzo, ore 7 e 57. Squillo del cellulare. Messaggio ricevuto.


“Esimia dottoressa Angelica X, Le comunico che le Sue profferte mi giungono gradite, ma non potrò desinare con Ella nel giorno da Ella indicatomi, in quanto, come spero Ella si ricordi, sono in quel di Berlino per lavoro. Angelica, hai sbagliato a mandare un mex.”


Un mio amico che, povero diavolo, si chiama anche lui Alessandro.

Ne ho 27 in rubrica, li ho contati.

Il mio compagno di banco della quinta ginnasio e un altro compagno di classe del liceo, due compagnetti delle elementari, due ex fidanzati, tre ragazzi della palestra, due ragazzi dell'associazione, quattro ragazzini delle ripetizioni, tre compagni di università, un collega di dottorato, 2 conoscenti dei tempi dell'università che facevano parte del mio gruppo, il mio parrucchiere e, ultimo, ma non ultimo, mio cugino.


Una volta mi è persino capitato di mandare un mex per Ale a un collega di dottorato (oltre le innumerevoli volte che ho aperto con lui conversazioni su fb perché sbagliavo finestra e mi imperticavo, per non essere maleducata, in discussioni lunghissime e inutili a cui rispondeva con invariabile cortesia. Mi son sempre chiesta se sia dovuto al fatto che


a) sia consapevole di dover pagare il karma di qualche colpa ancestrale – forse in qualche vita precedente ha inventato il joy walk o l'acqua gym? -;

b) appartenga, in realtà, a una religione, tipo il giainismo1, che impone di esercitare compassione e misericordia verso tutte le creature;

c) sappia che ai matti bisogna sempre dar ragione.)


Tra l'altro, l'ho già detto che ho dei colleghi adorabili? Si sono tutti ricordati che era il mio compleanno, grazie ragazzi! (E, poi, non mi hanno ancora lanciato dalla finestra, per quanto continui a proporre di tappezzare la biblioteca di foto di Ben Affleck... Uhm.)

Boh? Chi può svelarci l'arcano su codesto comportamento?


Arrivo in università e la giornata procede normale fino verso le cinque e mezza, quando torno a casa. Ci son giusto state le solite telefonate di rito (graditissima quella dal Belgio di Francesco, grazie mille!).

Mi catafletto in palestra, mi faccio un po' di tapis roulant (non da tortura ovviamente), riesco a evitare di farmi male, corro a casa e scendo da mia nonna verso le 7 e mezza.



29 marzo, ore 7 e 34. Ora, grazie zia che mi hai preso la torta, ma capisco tu non abbia pensato che sarei passata prima di cena (e mangiarmi una fetta di torta prima di cena vuol dire che, poi, non avrò tanta fame) e, soprattutto, ma di tutte le torte sulla faccia della terra, proprio la “Mimosa” al cioccolato? No, io lo so che sono strana, ma a me la crema al cioccolato non mi ha mai fatto impazzire. Non si può avere una torta di mele, o se è giudicata inadatta per un compleanno, una crostata di frutta?

A ogni modo, mi ha regalato due paia di scarpe. Come non perdonarla?


Non ho cenato da nonna perché mamma, di nuovo, sta male, quindi, siamo tornati a casa.

Grazie al cielo, mia madre, post coena, ha tirato fuori, prima di sentirsi male, una torta di fragole.

Alleluja, alleluja!

Se non si fosse sentita male, me la sarei gustata molto di più.


Ultim'ora: Alex mi ha regalato un orecchino stile piercing in corno, enorme, a forma di serpente (considerato che mi vesto con gonne al ginocchio, camicie bianche e golf, e non ho piercing è anche abbastanza spiritoso). Ho una vaga (diciamo “vaga”, va) fissa per i serpenti. Ho un anello a forma di serpente che indosso sempre, ho degli orecchini, vari ciondoli, altri anellini, una serie di riproduzioni tra uroburi (il serpente che si mangia la coda), cobra in posizioni di attacco etc.

Si dice che sia anti-jella, non so se sia vero (non direi), però, lo trovo un animale bellissimo.

E' un cobra in posizione di attacco inciso in corno. Amore lui! E' bellissimissimo!


Una mia amica sta scrivendo una serie di racconti i cui personaggi femminili sono ispirati a sue amiche e conoscenti.

Ovviamente, con una risatina sadica, mi ha fatto sapere che nel racconto, io sono un'archeologa (indovinate qual è l'unico esame per cui stavo per mollare l'Università e l'unica materia che mi ha dato problemi studiare? Esatto!). C'è di mezzo Ben Affleck (quel tesoro della mia amica mi ha mandato video di Ben Affleck tutto ieri. Mi son rifatta gli occhi. Ecco, la mia fissa per i serpenti è evidente, ma è discreta. Quella su Ben Affleck raggiunge punte di fangirlismo da 15enne in piena sindrome ormonale, come avrete capito. Non è che mi piaccia Ben Affleck, di più. Soprattutto, non lo conoscerò mai, quindi, posso tranquillamente evitare di scoprirne lati negativi, che non mi piacerebbero mai o, peggio ancora, di innamorarmene davvero. Questo, oltre a una statura superiore al 1, 83 e a un'indubbia prestanza fisica, lo rende il mio uomo ideale).


Ho trovato... Meglio che ve la racconti tutta.

In un bar che ha sempre cose deliziose (e ha veramente di tutto, dai biscottini di frolla al burro, ai biscottini allo zenzero, ai macarons, alle mousse), l'ho trovata!

Ero incredula, come un'esploratore spagnolo nel cinquecento nel trovare una chiesa in una foresta reputata vergine; sì, mi sono quasi commossa. Voglio dire, è più di un anno che non mangio pecan pie. Ora, non sono fissata come il personaggio di Ben Affleck in un orrendo film (Frankenheim è morto subito dopo averlo girato e finito e dicono non stesse bene mentre lo faceva. Si vede dal film, poveraccio), ma, voglio dire, del pecan pie a X nella stazione centrale. E' un evento!

Ho persino chiesto: “Scusi, cosa è?”

“Una torta di noci con sciroppo.”

“Ma è pecan pie?”

“Sì, la conosce?”

“Sì” ormai commossa in lacrime, ho pensato che non la potevo mangiare perché, come al solito, non posso assumere troppi latticini. Ammirarla, per ora, deve bastarmi!

Sigh.







1Religione indiana, nata sulle indicazioni di Mahavira (559-527 a. C. circa), che predica la non violenza, la verità, la castità e fa passare tutte le altre confessioni al mondo per violente! Chi la pratica ha il divieto di mangiare cibi animali, molti vegetali (perché potrebbero contenere organismi senzienti), di mangiare dopo il tramonto. Deve praticare la totale compassione verso tutti, filtrare l'acqua (sempre per evitare organismi) e deve svegliarsi prima dell'alba, perché la luce del sole deve trovare il credente vigile e attivo per il bene. E' molto poco praticata (non so perché, ma la cosa non mi stupisce...), ma ha influenzato fortemente molte religioni e molti filosofi.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Coena Trimalchionis ***


Coena Trimalchionis

 

umore: rilassato (sono in pausa sigaretta dalla mia tesi)

musica: Black Sabbath, Black Sabbath

 

Festa/party di compleanno.

Dal momento che il mio compleanno cadeva durante la settimana, ho spostato la data della mia cena con gli amici al sabato.

Non ho cucinato io, altrimenti la frittata sfatta di Bridget Jones -con la famigerata zuppa azzurra di porri- sarebbe sembrata davvero un piatto di alta cucina. Per non parlare del dolce, io, al massimo, potevo offrire un simpatico budino carbonizzato (e, insomma, per carbonizzare un budino ce ne vuole, ma l'ho fatto!) o andarlo a comprare in pasticceria.

 

Sono riuscita, comunque, a combinare un disastro dietro l'altro: dall'orario durante le punte massime di traffico, alla data coincidente con qualunque impegno vi venga in mente, al luogo difficilmente raggiungibile non ne ho presa una che è una!

Davvero, Bridget Jones l'avrebbe organizzato meglio.

Sarà la laurea in lettere in comune a renderci imbranate? O il fatto che io, al contrario di Bridget, a Oxford ci sono stata - anche se solo come visitor, che, detto così, sembra che sia stata un'aliena che mangiava topi- il che aumenta le mie mancanze in altri lati della vita?

Boh, in fondo, io ho fatto lettere classiche, non potete pretendere troppo da me.

Ho organizzato, quindi, per le 8 e 30 in uno dei ristoranti/pizzeria di X. che preferisco (il fatto che ci andassero a mangiare D'Annunzio e Pasolini -ammazza che accoppiata compatibile, ovviamente, non insieme, data la cronologia dei due- non incide sul mio snobbismo nell'apprezzamento che provo per il locale. Oddio, è da dire che fanno dei fiori di zucca fritti talmente notevoli che, semmai, si capisce perché ci andassero tanto volentieri tutti e due).

 

Inoltre, aggiungete che Laura non ci sarebbe stata (laurea di una sua amica), come neanche Valentina (a Bologna dal ragazzo, che è in ospedale lì per un intervento), il che aumentava il rischio di mie gaffes.

 

Già sabato mi son dovuta svegliare presto per farmi le analisi del sangue e ho scoperto che il dottore, il mio eroe che mi riesce a beccare le vene, si è rotto un braccio. (Comunque, brava l'infermiera che si è limitata a bucare due volte per trovare la vena! E' un record: non ho assistito alle solite scene dell'orrore, di me con l'ago infilato nel braccio e il sangue che NON esce, visto che non si riesce a beccare la vena). Ho anche fatto l'ecg (controllo completo, yeah!) con un'infermiera, amica di mia nonna, che mi ha chiesto quando mi sposo e quando mi laureo.

Alla seconda domanda ho risposto che ho finito e sto facendo il dottorato; alla prima ho opposto il silenzio stampa.

Comunque, è andata a finire con il solito:- Ciao Angelica. Mi ti ricordo quando eri una bambina piccola piccola, mamma mia, quanto sei diventata alta crescendo!

 

Cioè, io sono alta una mela e una virgola e la gente sfotte pure!

Dunque, sabato, ricapitoliamo: sveglia alle 5 e mezza, studio fino alle 7, analisi, studio fino alle 4, nel pomeriggio un convegno supermega interessante sull'uccisione dei maiali nella cultura romana (giuro), a cui non ho potuto evitare di presenziare, la mia solita corsa di 10 km giornalieri e, infine, mi faccio la doccia e mi posso preparare.

Qualche giorno fa si è svitato il rubinetto del lavandino. Mamma ha chiamato l'idraulico a ripararlo. Il tipo mi sa che non era tanto competente: quello che era un piccolo danno è diventato di tale entità che, nel mobiletto in cui è incassato il lavandino, mamma ha dovuto mettere una bacinella per la raccolta dell'acqua.

Dunque, indovinate i miei trucchi dove sono? Ma sotto la bacinella! E indovinate chi è il genio che si è rovesciata sul vestito nuovo tutta l'acqua lercia? Esatto! Angelica!

 

In tutto questo mi arriva un messaggio di quella che chiamo "sorella" (allora, io sono 1, 10, bruna, occhi neri; lei è bionda, 1, 80, occhi blu mare e manco mi somiglia di viso. Mi spiegate perché quello scoppiato del mio prof. di filologia g. ci ha prese per sorelle quando mi è venuta a trovare a Z. quando ero all'università? Capisco che siamo praticamente cresciute insieme, ma, insomma... Diciamo che a nessuno potrebbe venir in mente che siamo parenti).

In teoria, Elena è tostissima: sarebbe laureata in Giurisprudenza e starebbe prendendo la seconda laurea in economia, oltre a fare il praticantato. E' giovanissima, sta in uno studio fighissimo, ci è entrata grazie a voti altissimi etc.

In pratica, è tosta ancora più di quanto sembri: è schiavizzata da quella psicotica della madre del suo capo, una pazza di settant'anni, ex regina del foro, che la tratta in un modo che fa sembrare Miranda di "Devil wears Prada" un angioletto.

Sono circa 3 sabati che alle due di notte è ancora in studio. Viene, però, deve andarsene in anticipo: ha vinto dei biglietti per il teatro, ma deve accompagnarci la zia e la madre, dato che la pazza le ha detto di passare a prendere una pratica lasciata in portineria e portargliela dopodomani.

Any comment ragazze e ragazzi?

 

Benissimo, mi cambio di abito (e per trovarlo c'è voluta una missione speleologica nel mio armadio) e, mentre sto uscendo, mi arriva una telefonata.

 

Il povero Luca, mio amico campano, prof di liceo, pure lui, ma di matematica, che doveva essere in zona per uno spettacolo teatrale e a cui, quindi, ho detto di venire al mio compleanno, ha avuto problemi con un overbooking e, dunque, è bloccato a Milano.

 

Esco di casa, vedo il cellulare e scopro che Andrea è bloccato nel traffico che non si aspettava così... intenso è un eufemismo, ecco.

Credo che abbia subito 4 telefonate mie in cui gli indicavo 5 possibili destinazioni alternative (che uomo paziente, non mi ha nemmeno indicato lui un certo posto a me).

Arrivo finalmente al ristorante, ovviamente in ritardo, con la povera Diane che è rimasta ad aspettare da sola.

Mi sono supersentita in colpa, dato che a) ha 17 anni; b) le avevo detto un orario e sono arrivata dopo.

Mi telefona, intanto, la mia sorellina che è in ritardo per il traffico.

Arriva, intanto, Elisa, direttamente dalla piscina dove insegna.

Andiamo a recuperare il nostro unico uomo della serata, dato che Alex mi è venuto ad avvisare in biblioteca che non ce l'avrebbe fatta a venire, e finalmente lo becchiamo!

Santo Andrea martire!

 

Finalmente iniziamo a cenare.

Ci portano l'antipasto misto.

Mezzo locale si gira per le risate quando Elena racconta di quando sua madre la fece andare in vacanza studio perché tanto c'ero io. Come potete immaginare, il risultato è stata che l'ho traviata e traumatizzata al punto di essere finita a studiare Legge nel desiderio di evitarmi l'altrimenti inevitabile carcere.

Continuava a chiedere ad Andrea se avesse il Parkinson dati dei vuoti di memoria (io non credo li abbia veramente, sono più che altro convinta che registri solo quello che vuole).

Elisa racconta di un paio di volte con me al mare, in cui ancora bevevo Margarita alle 9 del mattino per colazione (il che è impossibile, al massimo poteva essere Long Island).

Elena ha anche remembrato la nostra prima volta all'indiano, in un locale di Dublin nel lontano 19XX: io che la convinco a prendere il chai (che lei detestava), lei che, aveva undici anni, voglio dire, ordina un Tikka Masala Chicken piccante e chiede l'aggiunta di piccante (con me che la guardavo allibita, perché per me non aveva capito) e non riesce quasi a mangiare... Ah, che ricordi!

Credo mi rinfaccerà a vita che mi sono ingollata tutto il latte e l'ho lasciata a tea per tutta la cena, quindi, con la bocca in fiamme.

Tra l'altro, il prof che ci accompagnava le disse di piantarla, finché non assaggiò il piatto.

Si tolse persino il maglione, dopo, mentre sudava per mezzo pezzettino di pollo.

 

Abbiamo anche raccontato della nostra escursione in Irlanda nelle feci di cavallo o di quando io ho vomitato a Stonehenge sulla tomba di Uther Pendragon, tirando accidenti a Merlino... Che volete che sia?

Comunque,  per fortuna, se ne è andata via prima di narrare la volta che ho esposto una lettera di un corteggiatore con gli errori grammaticali segnati in blu e rosso e i consigli sull'uso di un buon dizionario... Uhm.

 

Elisa, invece, ha ricordato di noi al mare e in piscina. Che carina!

Diane ha tranquillamente parlato con il nostro Andrea che è stato, spero per lui, veramente beato tra le donne.

Abbiamo riaccompagnato Elisa a casa e, fine serata, Andrea ed io ci siamo ritrovati al mare, in un paese vicino (dopo che io ovviamente non mi ricordavo la strada e gli ho fatto perdere un'ora a cercare l'indirizzo), in un locale a rammentare.

Pare che gli abbia anche consigliato di leggersi Black Friars, tra le cose allucinanti che gli ho raccontato.

Propongo decisamente la beatificazione del giovanotto.

 

Sono tornata a casa alle tre e il giorno dopo mi sono svegliata alle 9 per studiare, visto che poi sono andata in piscina.

 

Non so perché ieri sera sono crollata alle 10, ma chissà perché.

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** La mia vita è un film dell'orrore ***


La mia vita e' un film dell'orrore

 

umore: elettrico.

musica: Bone machine, Tom Waits.

 

Oggi la mia giornata è stata un completo delirio.

 

Ore 7 e 10. Salgo sul treno che mi porta a X, convinta che dormirò tranquillamente. Per un'ora e dieci viene trasmessa, non è una battuta, "La cavalcata delle Valchirie" di Wagner a palla, che non è esattamente una musica che concili il sonno, al massimo fa venire voglia di invadere la Polonia. Era lì che dovevo capire di dover prendere il treno per tornare a casa, ma, siccome sono cretina, me ne sono andata in dipartimento.

 

Ore 9 e 22. Cado quasi addosso a un professore del mio collegio di dottorato e lo evito finendo contro un armadio. Ho il livido sul braccio.

 

Ore 9 e 37. Dopo infiniti tentativi il mio pc si è finalmente acceso, non so se dipenda dalla mia imbranataggine o dal fatto che lavoro con un lap top del 1815 a. C.

Peccato che nemmeno due minuti dopo sia irrotta in dipartimento la mia amica Dalia, con due occhiaie che neanche un cantante goth riuscirebbe ad emulare, gli occhi rossi rossi. Ora, intendiamoci, io adoro Dalia, ma il suo look non è migliorato dal fatto che sia innamorata di un pittore a cui non lo ha mai detto e che continua a stare con una moglie che lo riempie di corna.

Tra l'altro, poverina, aveva deciso di venirmi a portare il regalo di compleanno, ma, ovviamente, ha ricevuto una telefonata del cieco di Sorrento (perché solo un cieco potrebbe non accorgersi che lei è innamorata di lui), mentre veniva. Insomma, è proprio vero che la sfiga ci vede benissimo: non solo ha una situazione un po' bruttina sentimentale, ma è anche amica mia!

 

Ore 10 e 20. Siedo davanti al dipartimento con Dalia, quando arriva Bianca, una ragazza con cui ho fatto amicizia, dato che spesso va a studiare in biblioteca al piano di sopra. Ha lasciato il ragazzo sette mesi fa e ha scoperto che lui ha un'altra da qualche mese, nonostante vada a piangere da lei. Siccome Bianca, però, è una gran donna, lo ha rimesso apposto con una risposta che mi sono segnata e che ci sarebbe da usare solo per vedere la faccia del tipo a cui la stai dicendo. Dio, che classe! Quanto a me, non c'è molto da dire, anzi, non ho molta voglia di dir molto, tranne che ne sto uscendo e sto meglio. A volte, lasciare fa un gran bene ai nervi di entrambi, ecco!

 

Ore 10 e 30. Entro in bagno e ne esce una tipa che ha la geniale idea di collassarmi davanti. Purtroppo c'ero io lì, che non riesco a comportarmi come una persona normale, e, mentre le tengo i piedi sollevati, aspetto che mi risponda al cellulare il 118 (si è anche creato un capannello che prendeva amabilmente il tea con i pasticcini -o, forse, mangiava pop corn- mentre assisteva alla scena, mentre Bianca mi reggeva il cellulare e Dalia era andata a chiamare aiuto). Benissimo, visto che io non sono sana di mente, cosa ho fatto? Ho tirato fuori la mia faccia più cinica possibile e ho iniziato a elencare:- Uhm, sincope vaso-vagale, ischemia cerebrale, infarto del miocardio, chissà quale malattia che non so quale possa essere, morbo di Graves, sindrome di Behçet, non è sicuramente lupus. Sono quasi sicura, però, che siano dolori mestruali[1].

La poveretta è rinvenuta con una pazza che le teneva le gambe, mentre sparava le patologie che sente in "Scrubs" (unico telefilm di ambito medico che segua, anche se più o meno mi capita di vedere spesso, come avrete capito dal riferimento al lupus, il "Dottor House". La vera fan della serie, però, è mia madre, anche se non ho mai avuto il coraggio di chiederle se è nostalgia di quando era studentessa o merito di Hugh Laurie). Credo di averla terrorizzata mentre rinveniva e mi sentiva, comunque, mi ha detto che aveva fortissimi dolori al basso ventre e di avere il ciclo. E' finita che le ho detto che NON le davo uno dei miei preziosissimi antidolorifici (non esco senza nella borsa, ma non li do ad altri, perché NON mi prendo responsabilità: la mia mancanza di voglia di prendermi responsabilità è il motivo per cui NON ho fatto Medicina, anche se, naturalmente, la mia nota insensibilità, il non far contenti i miei professori del liceo e mio padre e lo stupire tutti quelli che si aspettavano la facessi hanno avuto il loro peso nella scelta).  Intanto, mi sono accorta che tutto il dipartimento improvvisava un meeting sugli antidolorifici lì davanti, con me che mi son fatta da parte e ho aspettato l'ambulanza. (In realtà, va evidenziato che, dopo la mia bizzarra telefonata, il segretario ha richiamato il pronto soccorso che è intervenuto e che il capannello era disposto a portare la ragazza a braccio in ospedale, bisogna essere del tutto onesti). Credo di aver scambiato anche opinioni sull'inefficacia dell'iboprufene e, ormai, tutto il dipartimento sappia che mi funziona solo il nimesulide. Mi sono messa anche io nel gruppo "scampagnata anti-dolorifica", che non sia mai che io passi per una persona seria

 

Ore 11. 15  Rientro in dipartimento e vedo una collega che ha quasi finito, che mi sta molto simpatica, e che non vedo da mesi, ma non faccio in tempo a salutarla.

Arriva la telefonata. E' tornata Chiara da Oxford, per cui mi scaravento fuori e mi faccio raccontare le ultime novità, mentre scrivo la tesi sfruttando quel poco che resta della batteria del mio lap top. Anche Chiara è -ovviamente, poteva essere altrimenti?- inspiegabilmente single e pare che attiri i matti ben peggio di me. In effetti, devo essere sincera, io non attraggo i matti, sono una calamita per gli psichiatri, come mi ricorda il buon vecchio Manuele, e lo sono solo come caso clinico.

 

Ore 13 e 20. Mi metto a lavorare, quando arriva Elena che mi sta facendo un'improvvisata e mi rapisce per pranzo.

Abbiamo pranzato in un locale dove c'era metà dei miei colleghi e l'altra metà erano professori.

Ho fatto a stento in tempo a fare gli auguri a tutti. Come sono entrata, sono scivolata contro un professore che ha potere di vita e di morte all'Università e ho travolto due tavolini.

Ho presentato Elena a un mio collega come:- Una delle persone che mi conosce meglio.

Ha risposto:- Poveretta.

Al mio:- Può raccontarti le mie pazzie di anni, per prendermi in giro meglio- ha risposto con un:- No, guarda, basta mezza giornata con te.

 

Ore 14 e 40. Accompagno Elena a studio e decido di tornarmene a casa con il treno delle tre e un quarto.

 

Ore 14 e 45. Mi telefona Carla. Ha rischiato di essere investita per star a sentire le mie panzane, ma, insomma, è sopravvissuta! Sta finendo gli esami, quando si laureerà andremo insieme a prenderci una sbronza. Per festeggiare di essere sopravvissute, immagino.

 

Ore 15 e 14. Sono ormai comodamente seduta sul treno quando si sente un annuncio. Un convoglio è bloccato a C., un paese sulla linea, e, quindi, c'è un ritardo di due ore sulla tratta  che collega X con il Sud d'Italia

Praticamente ho preso un treno talmente carico che in un paese civile, tipo il Bangladesh, ci avrebbero messo sul tettuccio per farci stare, ho atteso una navetta e, alla fine, dopo un ulteriore spostamento in treno, ho dovuto telefonare ai miei per farmi venire a prendere. Devo dire che trenitalia ci tiene a me, mi fornisce una meravigliosa sauna gratuita e mi fa fare dei meravigliosi esercizi di equilibrio che nemmeno quando faccio bosu riuscirei a fare. Il tutto al modico prezzo di un abbonamento annuale e, minimo minimo, una volta al mese. Inoltre, mantiene la mia mente elastica, nel cercare di capire come svangarla.

 

Ore 18 e 30. Ormai vedevo le palme e iniziavo a esperire il fenomeno del miraggio, quando riesco a salire a casa e prendere la borsa per la palestra.

 

Ore 19. Non c'è il solito insegnante, ce ne è uno ancora più nazista del solito. Ho iniziato a pensare che mi ci voleva Manuele dopo nemmeno dieci minuti. E' specializzando anestesista.

 

Al quindicesimo minuto ho pensato che, per fortuna, non sono a rischio infarto sotto sforzo, al ventesimo che, se non mi veniva stasera, non mi sarebbe mai più venuto.

Credo che a fine lezione, seduta su uno step, stravolta, abbia detto a Laura, imitando la voce di Giancarlo Giannini:-  tranquilli, ho un cuore che non molla mai, non sono ancora pronto a fare fagotto.[2]

 

Ovviamente, l'ora dopo mi è sembrata una passeggiata.

 

Ore 9 e 30. Esco dalla palestra, sotto braccio a Laura, tutta carina nel suo impermeabile bianco, per andare a cena con lei e Sandrina.

 

Ore 10 e 50. Mi portano finalmente il mio piatto di verdure. Ordino una fettina di pollo alla birra, perché sto per divorare tutto il tavolino, nonostante io odio con tutta me stessa il pollo (e non ami nemmeno la carne: anzi, a essere sincera, NON mi piace proprio, tolti alcuni tipi che dimostrano le mie radici sarde e contadine, alla faccia della raffinata intellettuale che cerco di essere). Ho passato la serata a cercare di sorridere, ma, in realtà, non ho fatto attenzione a nulla. Stavo l-e-t-t-e-r-a-l-m-e-n-t-e per morire di fame.

 

Ore 00. 00 Cerco di chiamare Rosa. Non risponde. Quale calamità le sarà capitata?

 

 

********************************************************************************

 

Ringrazio le amiche (e gli amici) che mi seguono e che mi autorizzano a usarli come spunto in questi capitoli. I dati, i nomi e i fatti sono ovviamente modificati grazie alla mia fervida immaginazione. Grazie mille.



[1] Mi scuso con gli amici medici che mi leggono per eventuali panzane, ma è quello che ho sparato. Preciso che NON è il mio lavoro e non riesco a rimanere seria per cinque minuti. Tra l'altro la sindrome di Behçet è rarissima, per cui il fatto di averla sparata è dovuta all'attesa di risposta del 118. Lungi da me volermi attribuire meriti di responsabilità che NON ho o, peggio ancora, la voglia di aiutare qualcuno, il mio comportamento è attribuibile solo al desiderio di passare quel tempo senza che nessuno mi potesse accusare di omissione di soccorso. Ho, pur sempre, una tesi da finire.

[2] Il riferimento è a un film che Laura ama particolarmente, Carlito's way. Al Pacino è doppiato da Giannini.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Uomini che odiano le donne ***


uomini che odiano le donne (a Messa, il giorno di Pasqua).

 

umore: diabolico

musica: Da solo, Vinicio Capossela (da sola, come finirò per tutta la vita. Non è colpa vostra, sono io ad avere un gusto disastroso in fatto di uomini).

 

Venerdì santo. La passione secondo mio padre. Mio padre venerdì non riusciva ad alzarsi per la lombosciatalgia. Di nuovo. Siamo rimasti al pronto soccorso per tre ore prima che lo facessero entrare. Sta diventando una situazione fin troppo usuale rimanere seduti lì, ad attendere che lo chiamino, con il suo bel codice.

Ormai i medici ci salutano per strada, i barellieri e gli infermieri si fermano a fare quattro chiacchiere con mia madre. Un medico, contro il suo stesso interesse, ci ha consigliato di andare tutta la famiglia a Lourdes.

A ogni modo, stavolta, per mio padre, è andata a finire che deve (nuovamente, è solo la seconda volta in meno di due mesi) fare le punture. Nel pomeriggio mi ha accompagnato in palestra e aiutata a organizzare la bibliografia. In palestra si è sentito male quando mi ha visto con il bilanciere in mano: ha pensato di sollevarlo lui, ora, e si è sentito male, diciamo per simpatia. Per farmi aiutare da lui con la bibliografia, mi sono trovata con tutt'altro nella lista rispetto a quello che avevo consultato.

Yeah.

 

Sabato santo. Mi sono svegliata tardissimo, giusto in tempo per andare in piscina prima che chiudesse, alle due.

Ho lavorato e sono stata trascinata a fare shopping dai miei, che si lamentano che ho pochi vestiti (veramente ho un armadio pieno, è solo che mi regalano vestiti che non metto!). Ho trovato il mio vestito ideale, ovviamente, ma ha un prezzo che potrei corrispondere, in vita mia, solo vendendomi un polmone al mercato nero o con la prostituzione d'alto bordo, che, vista la mia fisicità, non credo sia una strada praticabile nel mio immediato futuro.

Nessuno mi ha voluta accompagnare a F. alla veglia pasquale in greco. Sono gravemente offesa per questo motivo. Qualcuno mi ci porti!

 

Domenica. Ho accontentato la mia dolce e simpatica prozia e sono andata con lei a Messa per Pasqua. A parte che è completamente sorda e commentava ad alta voce quello che credeva di capire della celebrazione, ha continuato a ribattere che brucerò all'inferno perché non volevo ripeterle all'unico volume cui ci sente quello che diceva il sacerdote.

Grazie zia, grazie.

Il parroco ha avuto la geniale idea di darci di incenso, soprattutto dopo aver visto la mia prozia seduta accanto a me. Credo che sia convinto (ma anche io lo sono) che, in realtà, mia prozia sia Lucifero in persona. Il problema è che io sarei allergica all'incenso, per cui mi sono ritrovata mezza intossicata e al mio tossire mia zia se ne è uscita con un:- Devi essere posseduta!- quasi gioioso, dato che è sicura che la mia allergia sia dovuta alla presenza di un diavolo nel mio corpo. In  realtà, è convinta che il diavolo sia ovunque, tranne in lei. Il bello è che l'ha gracchiato proprio nel bel mezzo della celebrazione, con il parroco che mi ha guardato con commiserazione.

Il bambino del banco dietro, invece, era una peste di due anni che ha continuato a darmi calci e capocciate sulla schiena, con la madre che guardava le imprese del pargolo beata e tranquilla. Mi ha anche detto, a fine Messa:- Deve stargli simpatica!

Ma che carino, se ora che ha due anni le riempie di calci e testate, quando cresce, cosa fa? Le sventra direttamente?

 

Vi risparmio il pranzo, si sono salvati solo i carciofi fritti, che adoro. Credo di essere rotolata di nascosto via, per salvarmi.

Alessandro mi ha fatto gli auguri con un messaggino, a me e a tutti i miei cari, compresa la prozia. Che dolce! Sulla prozia non so, però, se sfottesse, anche se va detto a sua discolpa che non la conosce, nemmeno di fama.

Pasquetta. Mi sono nascosta in camera mia per lavorare alla tesi, ma sono stata proditoriamente e violentemente portata a pranzo dalla prozia di nuovo, non posso sopravvivere! In tutto questo la mia amata Laura è scesa al paese a trovare i parenti della madre e anche Elena mi ha abbandonata. Quindi, il mio lunedì dopo Pasqua è stato a casa con mia prozia. Ha iniziato a urlare contro i costumi moderni. Catone l'avrebbe trovata fin troppo moralista anche per i suoi gusti.

Inoltre, aggiungete che la mia amatissima palestra era chiusa. Mi sento decisamente orfana. Non mi sono nemmeno potuta sfogare contro un punching ball.

Martedì. Mia madre si è arrabbiata perché non ho preparato il pranzo mentre lei ha riportato mio padre in ospedale per la medicazione alla mano. Magari se mi avesse lasciato la lista delle cose che voleva preparassi, lo avrei anche fatto. Secondo lei dovrei essere dotata di telepatia, visto che se non avessi approntato quello che lei aveva in mente sarebbe stata, comunque, una tragedia. Almeno così ho risparmiato le mie misere forze!

Lasciamo stare che è meglio.

Io non sono pigra, sono solo estremamente, decisamente, fantasticamente previdente!

Nel pomeriggio sono andata dall'endocrinologo (come il 5-15% delle donne ho un certo problema di tiroide, io, però, al contrario dell'80% di queste donne lo so e, quindi, mi curo! muahahahahahahaha!), sempre con mia madre. Gliel'ho fatta fare a piedi.

Era talmente convinta che fossimo in ritardo e di aver camminato talmente tanto a lungo da aver citofonato subito, prima di guardare l'orario e accorgersi che eravamo in anticipo di 45 minuti. Che volete che sia? Però, mentre andavamo, le ho fatto prendere il miglior gelato al pistacchio di Roma.

- Angelica- Il medico mi conosce da quando avevo 10 anni- mi sa che sei un po' stressata.

E io, isterica:- Ma come osa pensarlo?

-Devi consegnare la tesi di dottorato a breve, vero?

Ho taciuto e guardato le scarpe.

Quell'uomo mi legge dentro.

Mi fa paura!

Cosa buona: dalla pesata peso meno di un anno fa, ma peso anche due chili di più di quanto pesassi in palestra prima di Pasqua. Vero che ero del tutto vestita e ho mangiato come un porco questi due giorni. Uhm, aggiungete che ho avuto qualche problema a trovare il bagno vuoto a casa, visto che siamo tutti quanti in casa. Allegria, le mie funzioni non ne stanno beneficiando affatto! (scusatemi per l'informazione schifida, ma avevo bisogno di sfogarmi).

 

Sul ritorno da X, in macchina, mi sono persa e trovata in un paese vicino. Credo di dover comprare un tom tom, visto che mia madre era sconvolta di come non sappia leggere le cartine. Non è colpa mia se ho il senso di orientamento di un verme ubriaco (senza offesa per il "delizioso" animaletto dedito a bacco e incapace di ragionare).

Sono riuscita ad avvisare Andrea e Luca della mostra su Antinoo qui vicino. Chissà se ci riusciremo ad andare insieme. Li vedevo di più quando abitavamo molto più distanti di ora.

Fantastico, vero?

Mentre ero al telefono con Luca, l'esperto di Lynch, è giunto di nuovo il bambino della Messa. Mi ha tirato un calcio agli stinchi ed è scomparso ridendo.

Sua madre non mi ha nemmeno chiesto scusa, l'ha guardato con un sorriso. Non mi risulta di conoscerla, perché ce l'ha con me? Oppure è felice di aver messo al mondo il nuovo Jack The Ripper?

Con questo interrogativo vi lascio alla prossima puntata su questo blog.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Fantozzi ***


 

A Santa Carla, per rispondere al telefono, anche quando la stanno per investire.

Per aver risposto mentre la trascinavano per negozi di abiti da sposa.

Per non essersi rotta la caviglia e avermi, dunque, evitato sensi di colpa.

Per l'accento siciliano, che è una benedizione.

 

Fantozzi

 

umore: triste.

musica: I'm your man, Leonard Cohen.

 

 

 

Sfiga, senti, ti faccio un pubblico appello dal mio blog, non è che ti levi un po' dalle balle?

Va bene, io sono quella che ha teorizzato che la fortuna non esiste, ma la jella sì, quindi, visto che riconosco il tuo potere, ti prego, lasciami in pace. Davvero, se ti sei innamorata/o (non so se tu abbia un sesso) di me e di Rosa, ti offriamo un sacrificio, quello che preferisci, purché tu te ne vada il prima possibile! Infondo, tutte le mie amate tragedie greche lo dimostrano: esiste solo la sfortuna, sia se non agisci sia se agisci. Se agisci, nella vita hai sempre una seconda scelta, peccato che siano entrambe sbagliate. Il senso stesso del tragico è nel fatto che qualunque sia la tua scelta, andrà male.

 

Ore 10. 00 Entro sul sito dell'anneé philologique (per chi non lo sapesse è il sito che offre la bibliografia ragionata sul mondo antico aggiornata alle uscite di articoli e monografie della settimana precedente praticamente) e scopro che la GERMANIA (sì, la GERMANIA, ci rendiamo conto?) ha promulgato delle leggi per cui non sarà più finanziata la sede più importante, che è quella tedesca, e, quindi, quasi sicuramente chiuderà tutta la baracca. Per me questa notizia equivale alla notizia per Laura -sto ripetendo l'esempio che ho fatto a lei- che le macchine per gli ecg non verranno più prodotte. A livello personale mi sono sentita come se mi avessero passato una pressa sul corpo. Ho sofferto in vita mia, credo anche per motivi molto più gravi. Eppure, questa sensazione di impotenza mi ha preso in gola. Non per qualcosa, è la Germania che taglia. Un mio amico ha postato una cosa su fb, oggi "Greece is collapsing, Iranians are getting aggressive, Roma is in disarray. Welcome to 430 b. C.". Aggiungiamo un "La Germania non conosce il mondo classico"?

 Visto che la sfiga non basta, ho una simpatica nevralgia dentaria, di cui soffro da una vita, che da lunedì non mi dà tregua, e alle 10 e 02 non so se per il dolore fisico o morale mi sono messa a piangere. Fatto sta che io ho sempre il nimesulide (sì, lo so che fa male, ma prendo massimo una bustina quando sto per svenire di dolore, il che implica che alla fine certe volte svengo lo stesso, ma va beh. E prima che mi diciate che ho una soglia bassa di dolore, io ho aspettato con una gamba rotta e scomposta 8 ore al pronto soccorso senza lamentarm... Oltre tutto credo di essere tra le poche in Italia a prenderlo poco e solo per gli unici tre motivi per cui è possibile che sia prescritto...).

 

Domani ho il concerto di Loreena McKennitt a X, (ho proposto ad Andrea di andare, il quale mi ha detto di sì. Deve essersi fatto un esame di coscienza e aver pensato che è l'unico tra i miei amici abbastanza grosso da evitare a un'ossessa -la piccola dolce Angelica- di saltare addosso alla McKennitt -oltre che l'unico abbastanza paziente per farmi da baby sitter quando ho mal di denti). Ovviamente al momento sono ridotta con: nevralgia dentaria, una caviglia che mi fa male solo a pensarci e ci manca solo che mi venga la diarrea a fischio o l'emorroidi a grappoli, per citare una mia amica. Dovessi stirare lì, io ci vado. Davvero, io ci vado, ormai è una faccenda tra me e lei.

 

La caviglia dolorante.

Siccome io sono cretina, oltre che pazza, domenica mattina sono andata a un corso di quella sottospecie di tortura che si chiama "zumba". Benissimo, corso divertente, la bambina dell'istruttore, con quelle sue guanciotte rotonde, corrisponde quasi all'unica immagine di bambina di cui dico "Che bella" (le Sante da bambine dipinte nelle chiese). Solo che sono finita lunga, in quanto qualcuno mi ha fatto (involontariamente mi auguro) lo sgambetto, per cui sono ruzzolata.

Ovviamente continuo ad andare in palestra.

Oggi ci sono andata con un bel nimesulide in corpo. Già di mio ho la pressione bassa, ecco, tra gli effetti collaterali del nimesulide RARI c'è la fluttuazione di pressione, cosa che non capita mai. Secondo voi, a me cosa non è successo se non che si è abbassata? Ho finito la lezione in piedi (io sono sempre in piedi, pure con le gambe rotte), ma ci vedevo un po' scuro e avevo di nuovo le mie occhiaie che farebbero invidia a un  emo o Alice Cooper ai tempi duri.

 

Pressione.

Siccome sono affetta non solo da cretinismo, ma anche da qualche altra grave patologia che mi ha manomesso tutte le sinapsi, ultimamente ho deciso di iniziare a misurarmi la pressione e oscillo su 40/90 quando è alta.

Benissimo, vado a farmela misurare dal mio medico e me la fa misurare dal tirocinante. Un pezzo di figo moro con gli occhi verdi. Io ho un debole per i mori, non ci posso far niente, oltre che la bellezza in generale. Io amo la bellezza, in tutte le sue forme, matematica, estetica, fisica! Benissimo, dalla misurazione, alla fine, risultava che di pressione avessi 200/120.

 

Legge della donna con pressione bassa. Se ti misura un figo la pressione, ti uscirà alta. Risultato: cercheranno di convincerti a prendere farmaci per abbassarla e se lo farai morirai. Perché la fortuna non esiste, esiste solo una dilazione della sfiga, che arriverà rafforzata in modo proporzionale rispetto al ritardo.

Avete presente Edipo? Ecco, lui sposa quella figa di Giocasta. Sua madre.

 

Ovviamente sto subendo le prese in giro di tutte le mie amiche da giorni.

 

Droghe.

Ho scoperto pottermore. Ok, io lo so che ho superato gli undici anni da un pezzo, ma devo essere sincera, quando ho letto "Harry Potter e la pietra filosofale", ci sono rimasta malissimo. Avevo già 13 anni e non mi era arrivata nessuna lettera per Hogwarts.

Quando sono finita a Oxford in borsa, ho girato con una sciarpa di Gryffindor per tutti i posti dove l'avevano girato, senza riflettere che per i successivi mesi avrei dovuto lavorarci in alcuni di quei posti, e mi sono fatta fare le foto dai bibliotecari.

E' vero, da drogata so che mi dovrei piuttosto disintossicare da fb (che ho ridotto nell'ultimo periodo alla sera e a ora pranzo, perché tengo aperto, ma non ci sto: ho una tesi io. Una vita no, ma una tesi sì), ma... Pottermore!!!

Un sito dove puoi esplorare i libri e fingere di essere un maghetto pure tu!

La bambina che è in me gode!

Ovviamente ho la bacchetta con i crini di unicorno (sì, quella da puri di cuore, si vede proprio che la fessaggine mi si legge in faccia anche nei test al computer), sequoia ("il legno dei fortunati" nella tradizione, ma la didascalia corregge il tiro con un "in realtà, si tratta di persone che girano in fortune pure le catastrofi o le prendono con leggerezza". Uhm, così mi suona di più) e sono Gryffindor (perché il fatto che le cose che dico le sputo in faccia senza nessuna remora e con totale mancanza di lucidità non poteva farmi entrare sicuramente nelle altre. Insomma, sono un'incosciente, idiota, troppo buona, che si fida di tutti e superficiale. Praticamente Angelica in persona). Guardate, tutti dicono nelle fanfiction che Gryffindor e Slytherin sono due facce simili. Scusatemi se lo dico, ma a me sembra che a Slyth, tolto Snape, siano tutti molto più furbi e intelligenti. Va beh.

Per me Gryffindor per la Rowling è il posto dove nessuno vorrebbe, in realtà, essere smistato se ci pensate bene. "Hufflepuff" è descritto male nelle fanfiction, ma di fatto lo frequenta Diggory, che è di successo e di caratteristiche ha la perseveranza, la tenacia, il duro lavoro, il fair play e la lealtà (che non è, quindi, di Gryffindor!). Non la stupidità o altro, come dicono gli invidiosi.

Slytherin dà la grandezza, son furbi, son quelli che ci arrivano. Magari sono un po' arrivisti e alcuni non puliti, ma non la vedo così negativi. Valuta la capacità di saper comandare, l'abilità innata, l'ambizione e la decisione.

A Ravenclaw c'è quella simpatica Luna, che è eccentrica, ma anche tanto intelligente. E' quella delle persone intellettuali, con un bel cervello, valuta la cultura prima di tutto nel senso più ampio.

A Gyffindor si valuta il coraggio, l'audacia (due bei modi per dire l'incoscienza, in pratica, visto che i personaggi di questa casa nel romanzo fanno scelte nelle loro vite che ci vuole coraggio a definire sensate!!!), i nervi (nel senso che li fanno venire agli altri e gli altri devono averli saldi per starci a contatto) e la cavalleria. In pratica un codice di violenza medievale privo di senso.

 

Secondo voi io dove potevo finire? Ma ovviamente dove era Albus Silente. Non per niente adoro i pezzi di fighi, la musica da camera, lavorare a maglia, la marmellata di lamponi (è davvero la mia preferita), il bowling (e dimostro tutto il mio coraggio lì: sono incapace, continuo a farmici male). Non capisco perché tutti si ostinino a continuare a regalarmi libri e mai nessuno calzini per fare pilates. Chi lo sa!

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Quattro quartetti (e un prologo) ***


Quattro quartetti (e un prologo)

 

Musica: Epica, Kamelot (ebbene, ce l'ho. Ahahahahahaha!)

Umore: elettrico!

 

 

 

Segnalazione. KAgency, di Romina75. http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=964788&i=1

La signora in questione ha scritto una storia in cui ha inserito alcuni suoi contatti come casi di un'agenzia di bei giovanottoni. In un capitolo, sotto il nome di Margareth, ci sono io. Un'archeologa completamente isterica e schizzata, che parla a macchinetta. Devo dire che è stata anche più buona nel descrivermi rispetto a come sono in realtà (a parte che non potrei mai fare l'archeologa. Mi stavo sparando quando ho preparato gli esami di archeologia e li ho odiati profondamente. Della serie: l'arte mi piace, ma doverla studiare puntigliosamente... Uhm, non fa per me).

 

 

Benissimo, ho finalmente dormito, ergo posso riprendere ad aggiornare. Praticamente in totale, dalle 5 del mattino di giovedì alle 5 di stanotte di sabato ho dormito scarsa mezz'ora in treno, quindi, le battute che facevo erano purtroppo del tutto involontarie. Non sono stata benedetta improvvisamente da un sense of humour irresistibile e corrosivo. Semplicemente, mi sono scesi tutti i freni inibitori per la stanchezza e la mia visione naïve ed eccentrica della vita è uscita insieme ai miei veri giudizi, spesso più impietosi di quanto sembri normalmente.

 

Andiamo senza un ordine cronologico rigoroso oggi, perché voglio concludere con il top degli ultimi due giorni.

 

Mi sono beccata un'ammonizione disciplinare (con quasi tutti i compagni di dottorato) per non essere andata a un convegno in dipartimento mercoledì pomeriggio. Ho scoperto che bisogna avvisare per le assenze. Va beh, tanto erano motivi di salute, però, ci sono rimasta malino. Tanto malino. Quasi lo stesso malino dopo due ore con il mio amatissimo istruttore di palestra ieri sera: non ho più le spalle. Il dolore ha lasciato spazio all'insensibilità, credo che morirò a breve. Alla fine della seconda ora mi ha detto che non fa fare nemmeno ai pompieri quello che ci ha fatto fare ieri sera. Per poco non l'ho ammazzato con le mie stesse mani.

 

Ieri sera sono andata a prendermi una coppetta di fragole con la panna (IO AMO LE FRAGOLE CON LA PANNA! PANNA! PANNA! PANNA! Se non fossi leggermente intollerante ai latticini, sarei già morta per eccesso di consumo di panna. Con i lamponi - io amo i lamponi, adoro i lamponi, ho creato un culto del lampone selvatico-, con le fragole, con le ciliegie, con le mele, con le pere, con le pesche, con il caffè, con il cioccolato, con qualunque cosa vi venga in mente ci possa stare, da sola, in compagnia, di nascosto, pubblicamente. In cucina, in camera da letto, di corsa, in piedi, seduta, purché sia PANNA!) con Laura e Diane. Mentre stavo andando, ho telefonato a una mia amica che mi ha passato la figlia. Mi ha anche invitato ad andarla a trovare, è bellissima! Penso che Laura non mi abbia mai visto parlare così volentieri con qualcuno di quell'età in tutta la sua vita. Ha cinque anni, ma, cavolo, sembra tanto più grande! Vero che ho anche sconvolto Laura in palestra. Mi sono fermata a salutare una bambina. Lì ha capito che dovevo essere stanca: di solito non guardo i bambini e non mi fermo a giocarci.

Laura mi ha chiesto:- Ma hai "Il signore degli anelli"?-

E io, piena di panna fin sopra i capelli:- Guarda, credo di sì. Però ho sicuramente i saggi sul "Beowulf" e il saggio sulla parentela tra gallese e inglese, li vuoi?

E' seguito un silenzio imbarazzato. Non so perché le mie amiche volevano chiamare dei signori con il camice.

In realtà, preferisco l'horror al fantasy, però... Stavo solo citando il "Silmarillion", perché ho la mentalità di una bambina di dodici anni e NON sono andata in giro per Oxford con la sciarpa della Lazio sui posti di Tolkien, "Alice in Wonderland". Il top l'ho raggiunto nella Duke Humphrey Library. Sono entrata lì diretta, proprio appena ricevuta la tessera. Mi son fatta fare le foto il primo giorno che sono arrivata con la sciarpa di Gryffindor lì, nella Divinity Room e nella sala da pranzo di Christ Church. Uhm. Per esattezza, nella Duke Humprey, ho chiesto la foto ai bibliotecari e gli ho detto che ero sicura che fosse il posto preferito di Albus. Considerando che nei giorni successivi mi avrebbero visto tutti i giorni per motivi di studio, forse, non è stato il massimo dell'intelligenza. Però, mi hanno sorriso poi per due mesi. Il signore gentile che mi ha fatto la tessera mi chiamava "la signorina di harry potter".

 

Ho anche fatto conoscere Pottermore ad Andrea del piano di sotto, che mi si è iscritto pure al certamen di latino del mio vecchio liceo. Sono commossa. Anche se è uno slytherin, come mago Merlino, e ha una bacchetta con il cuore di drago. Bravo figlioccio (di mio padre), bravo, bravo tesoro! Vai, vinci e torna a casa!

 

Giovedì mattina. E' arrivato un fondo librario. Sono consapevole che la mia utilità in questi frangenti possa essere solo quella di far morire dal ridere (o dal nervoso) chi effettivamente fa il lavoro di riordino e spacchettamento. Il grosso del lavoro lo hanno fatto due colleghi e un ricercatore con una professoressa e il bibliotecario. Poi sono arrivati rinforzi. Io mi sono limitata a far notare (in modo veemente e in dialetto) l'utilità di avere delle edizioni critiche di testi scientifici in biblioteca (è solo vagamente correlato con il fatto che io debba fare le scale per andare a prenderne alcuni al piano di sotto e rischi ogni volta la vita. Ovviamente sono saltata su per Dioscoride, come Zenone de "L'opera al nero"). Ammirazione per un collega, un ricercatore e un bibliotecario che si sono caricati dei carichi di libri pesantissimi. Se li avessi presi io, probabilmente, sarei dovuta correre in ospedale e mi sarei sentita ripetere "DEFICIENTE!" da vari amici.

 

Giovedì pomeriggio. A casa. Finito di studiare alle 6, cataflettuta a truccarmi, chiacchierata con Andrea per gli ultimi accordi e via, concerto arrivo.

Ovviamente diluviava, perché la legge di Murphy prova che non può non piovere se c'è un concerto che ti interessa e, quindi, se io devo andare a un concerto, diluvierà come minimo. Ho evitato di mettermi il costume tradizionale irlandese, perché avevo paura di infradiciarlo tutto. Sì, ho un costume irlandese, ovviamente ben nascosto nell'armadio: nel numero imprecisato di mie fisse, l'Irlanda è una delle più antiche; una sera Laura mi ha trovato con una pinta di Guinness -che non ho bevuto- a cantare "Molly Malone" a gola spiegata. Mia madre a 13 anni, per svegliarmi un po', ebbe la geniale idea di spedirmi in vacanza studio in Irlanda: sono tornata con un flauto irlandese e una decina di libri sull'Irlanda, compresa l'opera completa di Yeats (è stato l'inizio della fine: ho letto l'opera di Crowley perché avevo letto della "Golden Dawn" nella biografia di Yeats)... No, decisamente non è stata una buona idea. Ora che il rapporto della mia famiglia con l'Irlanda sia abbastanza stretto, è un fatto: i miei si sono messi insieme per colpa -visto che sono nata io, colpa!- di Oscar Wilde -per fortuna sono nata femmina, sennò Oscar me lo beccavo tutto, come secondo nome. Mia madre è una lettrice compulsiva di Stoker, quanto a mio padre, a un certo punto della vita, si è messo a studiare gaelico, non chiedetemi perché (io non mi faccio MAI domande sui/ai miei parenti, mi limito a prendere atto). A oggi, quando mi dicono "Irlanda" mi sbrilluccicano gli occhi e proclamo la meraviglia di Gallway, Dublin e Cork a chiunque sia disposto ad ascoltarmi, ormai ben pochi. Credo di avere da qualche parte anche la biografia di Maud Gonne Mcbride. Ci credete che se mi dite Irlanda e Camargue io perdo completamente il ritegno (cala, Angelica, cala: tu il ritegno non sai dove stia di casa!)? Se conoscessi qualcuno disposto a trasferirsi con me in uno di questi due posti, temo che rischierebbe davvero il mio amore eterno.

Si mangia anche bene! (L'idea di mia madre per farmi imparare l'inglese, però, non ha dato i risultati sperati: il mio inglese parlato, invece, fa ancora schifo, come possono confermarvi tutti - io sono portata per l'apprendimento passivo di una lingua, soprattutto lettura e comprensione. In realtà, a me piacciono solo le lingue MORTE. Non  vive, non moribonde, non in agonia, non malate. Morte. Penso di soffrire di una forma di necrofilia molto spinta.)

 

 

CONCERTO!

 

Bene, per prima cosa, devo ringraziare Andrea per la perfetta cortesia, non avermi scaraventata di sotto in platea o per le scale, fuori dalla macchina e, poi, investito, nonostante la mia logorrea... (Spero che la fidanzata mi perdoni per il fatto di portarlo sulle vie della perdizione. Posso assicurarle che è del tutto involontario e il mio senso dell'orientamento in macchina è pari a quello di un ubriaco -senza offesa per l'ubriaco, ovviamente).

Per seconda, devo ringraziare Graine per avermi preparata adeguatamente alla serata. Go raibh maith agat.

 

 

Cosa dirvi di Loreena McKennitt?

 E', come ha detto una ragazza su fb, f-a-v-o-l-o-s-a.

Dal vivo è fantastica, semplicemente fantastica.

Il concerto è partito con un annuncio di un membro dello staff italiano che è andato leggermente in confusione. Ammetto lì di aver tremato e pensato:- Se questo è il buongiorno...-

Grazie al cielo non é affatto proseguita in questo modo, perché sennò davvero avrei avuto le prove che Dio esiste, ma devo averla fatta davvero grossa.

Allora, visto che la mia memoria è quello che è, ma non sono ancora affetta da dementia praecox, i brani più o meno me li ricordo, ma non posso darvi l'ordine preciso.

Sicuramente è partita con "the highwayman", si è poi presentata parlando di Yeats e ha cantato "down by the salley gardens" (Gort na Saileán). E poi "Bonny swan", "Lady Of Shallott" (Tennyson!), "Santiago" (dove ha permesso di fotografare, mito! Peccato che le mie capacità fotografiche siano pessime), "the darkest nigh of the souls" (la canzone grazie a cui l'ho conosciuta: stavo leggendo Giovanni della Croce ed è andata a finire che ho scoperto la McKennitt. Ma sono l'unica a notare che tra la McKennitt e Giovanni potrebbe esserci il medium di Eliott?), "lullaby", di nuovo Yeats con "stolen Child", meraviglioso momento immigrazione irlandese con "Emigration tunes" seguita da "Bonny Portmore", "the mummers dance", "the wind that shakes the barley", "the old ways" etc etc.

La voce della McKennitt è meravigliosa, ha riempito tutto l'auditorium di Roma. A parte che sono morta dal ridere quando ha dichiarato il suo amore per il gelato italiano (-non riesco più a entrare nei costumi!- ma ti adoro!!!), è veramente un piacere vedere una professionista di questi livelli suonare e cantare dal vivo.

Ha chiuso con "Never Ending Road" (Amhrán Duit), che trovo meravigliosa e se ne è andata per... essere richiamata. E'ovviamente tornata sul palco per il bis, grande!

Gli effetti di luce sono meravigliosi, lei è tutto fuorché un pezzo di legno sul palco. Riempe il pubblico, è incredibile.

Capisco perché ci fossero tante mie amiche che mi avevano detto che mi invidiavano per poterci andare.

E' eccezionale.
Davvero. Oddio, sono consapevole che potrei ripeterlo per tutto il paragrafo, ma quella donna scatena una vera e propria magia sul palco, è... WOW!

Non me lo aspettavo, è stato meglio del previsto.

Quel che è davvero incredibile è che riesce anche ad essere la manager di sé stessa e si organizza tutto da sola. Non ha nemmeno una casa produttrice, mito! (Si nota il mio dentino avvelenato verso le case produttrici?)

E' eccezionale, è persino bellissima quando canta o suona.

Suona tantissimi strumenti, tutti bene, e posso dirvelo perché, beh, non era sicuramente in playback.

Eccezionale! Anche gli artisti, il violinista, la violoncellista, il banjo e la batteria! (Deviazione personale, ho messo per primo il fiddle, perdonatemi).

Se fossi stata leggermente meglio, me lo sarei goduto anche di più.

Grazie, Andrea, grazie per essere venuto!

Davvero, di nuovo: Go raibh maith agat!

 

Ho la netta sensazione che probabilmente a breve mi rimuoverà da fb e dalla sua vita: usciti dal concerto, sono riuscita a parlare talmente tanto da portarlo in zone non meglio identificate di X in piena zona squallor, siamo finiti dietro lo stadio, al Ministero, ovunque fuorché in un ristorante. L'ho fatto tornare a casa dopo le due, gli ho fumato in faccia (ovviamente, Andrea, invece, non fuma), gli ho fatto rincorrere un taxi perché ho preso per motivi di duplice valenza che gli ho abbondantemente descritto la decisione di tornare a casa immantinentemente, gli ho fatto ascoltare Cyndi Lauper (io ODIO Cyndi Lauper, al quinto ascolto di "True colors" di fila stavo per usare il mio cellulare come arma contundente contro le macchine parcheggiate vicino alla strada) mentre aspettavo che mi trovassero un taxi e, alla fine, dopo un'ora e passa, sono riuscita a salirci sopra.

Credo che prima o poi mi ammazzerà e butterà il corpo, per l'esasperazione. E' paziente, molto, ma non approfittiamocene.

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** La casa dalle finestre che ridono. ***


La casa dalle finestre che ridono.

 

umore: happy

musica: ---

 

 

Ok. Ce l'ho con te, Sfaiga o, come avrebbe detto il mio amato Archiloco, il Rusmòs![1] Non è che per una notizia positiva me ne devi dare due (facciamo tre? L'avviso che ho tra un paio di settimane una relazione di dottorato non so come catalogarlo, è arrivato, ma preferivo averlo prima... Uhm) brutte.

Oggi mi è capitata una di quelle giornate in cui ti appelli a qualunque divinità conosciuta per sopravvivere e, nonostante questo, sorridi. Di cuore.

 

Ore 00. 01 Mi chiama la mia migliore amica dell'Università. Ora è difficile immaginare due persone più diverse di me ed Anna. Anna è stabile mentalmente, studia arabo, è felicemente fidanzata. Oltre tutto è profondamente credente, cosa che le ho sempre invidiato. E' intelligente, non ha spinte masochiste, impara le lingue vive tranquillamente, ha tanti amici, è una delle persone migliori che vi possa capitare di incontrare. Fa ridere, è femminile, senza bisogno di tacchi o belletto. E' bellissima, semplicemente. Le voglio bene, è più giovane di me. Abbiamo persino frequentato insieme un corso di paleografia araba, in cui siamo sopravvissute al "Picatrix" e alla temibile maledizione del jinn che era minacciata nel colofone (Siamo anche reduci da un corso di arabo. In cui ho collezionato figure allucinanti con il professore di arabo. Gli uomini molto belli - o molto affascinanti - mi mettono in soggezione. In questo caso trattasi di uno dei due uomini più belli - o affascinante - che abbia mai visto. Santi numi, credo che solo con un'altra persona abbia fatto un numero di gaffes paragonabili...)

Comunque, giungiamo al punto. Se ancora credo che l'amore possa esistere, devo dire che tra i motivi per cui ci credo è che ho visto loro due. C'è grazia tra di loro.

 Non puoi descriverlo, è una di quelle cose che provi e basta (magari quando non dovresti e con chi non dovresti), ma sai che c'è e diventa come una droga, già la prima volta che la provi. Sono tutto quello che ho sempre pensato ci debba essere in una coppia.

Mi ha invitato al matrimonio, a breve.

Che la lotta ai carboidrati abbia inizio, così entrerò nel vestito!!! (mi sto aspettando qualche rispostaccia da qualcuno.)

Ok, lo confesso. Mi aspettavo di avere la solita reazione della serie:- Ma chi te lo fa fare!-, le battute sul matrimonio come contratto delle galline (qui c'entra un lunghissimo riferimento a un convegno di iranistica sui mercanti ebrei con influsso dell'aramaico di cui non credo interessi niente a nessuno, tranne forse a qualche mio amico di dottorato. Me lo ha raccontato una mia amica che fa il dottorato  ad Y che c'è andata). Insomma, la solita cinica in cui mi riconosco, il modo in cui commento i matrimoni (tolto quello di un cugino, quello mi ha fatto davvero piacere andarci), ma che comunque farà la battuta dura verso il romanticismo. Magari con la figuraccia incorporata, perché a quella sono abbonata.

Invece, sono talmente emozionata che non mi riconosco.

Ho urlato, saltato per casa, stile commedia americana di quarta categoria. Tra l'altro, il mio insegnante di palestra ha cercato di farmi venire un infarto ieri, di nuovo. Ovviamente non ci è riuscito.

Benissimo, l'impresa di farmi avere un collasso è riuscita alla mia migliore amica, dato che la mia prima reazione è stata vedere tutto nero, prima di rinvenire sul pavimento e scoppiare a piangere di gioia e iniziare a urlare tutto insieme (il tutto dal pavimento ovviamente).

Per altro, non ho pregato nessun dio, ho solo emesso segnali fatici (spero lo fossero, sennò la mia comunicazione NON è umana) e, quando sono riuscita a rialzarmi, mi sono versata un buon rum (che mi ha regalato suor Liliana per i venticinque anni, lunga storia). Non ho invocato divinità, ho preso un rum. Bene, ora sappiamo come reagisco alle sorprese e come faccio gli auguri.

Sto sorridendo da sola come un imbecille da buone 22 ore.

Nonostante tutte le brutte notizie di oggi.

 

Ore 07: 40 Chiamo Luca, uno degli amici professori, quello campano, per sapere se sta bene (mi lamento sempre che sento poco i miei amici, per cui ultimamente sto allungando il braccino per telefonare). Siamo finiti a parlare del rispettivo rapporto con la palestra, il mio è, come sapete, pessimo. Continuo a vedere "la vie en rose", per citare la Piaf. Non ho nemmeno dormito, se è per questo, sovraeccitata.

Mi hanno detto in biblioteca che sembravo felice. Non mi avevano mai visto così. Felice, banalmente detto.

No, non sembravo felice, io ero felice. Ho persino preso una bibliotecaria per la vita e le ho fatto fare un giro di valzer, così, en passant. Mi ha guardato allibita, di solito sono seria.

 

Ore 9 e 20. Primo squillo del cellulare. Ricevo la notizia che il papà di un mio amico è in pessime condizioni.

 

Ore 9 e 40. Il papà di una mia amica versa in cattive condizioni di salute.

BENE! Sto cercando di alleggerire la notizia per entrambi gli amici, ma purtroppo in queste situazioni nemmeno la mia stralunatezza può far niente. Son quelle cose che mi fanno parlare delle due notizie brutte, perché si parla di situazioni gravi. Mi dispiace solo che continui a essere dannatamente di buon umore per via della mia amica.

 

Ore 9 e 55. Mi trovo davanti delle rune. SIC!

Sì, avete capito bene. Nel mio studio mi sono imbattuta in una roba delle lingue germaniche e in un libro (che, nella prima frase della prima pagina, definisce la formazione di questa robaccia -che, mo lo confesso, ma mi giudicherete davvero una sfigata, a me piace tanto- una "Katastrophe". Non mi va di spiegarvi cosa siano, vi basti "Katastrophe") che stavo consultando mi sono ritrovata con degli esempi scritti con le rune e NON traslitterati (Gioia in me nel profondo).

 

Ore 11 e 30. Mi avvio a prendere un'amica russa, Natalja, che non vedo da due anni.

Natalja si è laureata in lettere classiche l'anno scorso, ma ovviamente fa tutt'altro. La giornalista online, purtroppo in russo, quindi non posso linkarvi nulla.

Temo di averla sconvolta, ma mi ha fatto davvero piacere rivederla.

Le ho fatto il quarto grado sulla situazione politica in Russia davanti a un caffè, peccato che lei sapesse di quella italiana più di quanto ne sia a conoscenza io. Soprattutto, mi dava notizie catastrofiche dal punto di vista dei diritti umani e di censura in vari stati (non solo Russia) e io continuavo a sorridere perché pensavo ad Anna.

 

Ore 12 e 40. Arriva Elena, a capelli dritti. Letteralmente. Lasciamo perdere che da tre anni ho scoperto la piastra. Se vogliamo essere gentili con i miei capelli, la mia chioma, dopo la piastra, sembra quella di un leone particolarmente spettinato (Beethoven rispetto a me è dotato di capelli lisci e ordinati...). Però, ho avuto una soddisfazione, in realtà, molto stupida. Oggi anche lei non era proprio perfettamente in linea con i capelli. Gh! (Scusatemi, sono soddisfazioni. Elena è dotata di uno stupefacente biondo oro, con morbide onde. Io ho un mossiccio del cavolo, praticamente quasi riccio, crespissimo, nonostante lo shampoo anti-crespo, terrificante, se vogliamo essere realistici. Presente la testa di Medusa? Ecco, i suoi serpi almeno hanno una forma. Qualunque cosa possa tentare, tanto, il risultato pare un cactus nel caso migliore. Qualunque cosa faccia lei, rimangono spighe di grano, morbide trecce, delicate onde d'oro etc. etc. etc. vedete qualunque petrarchista).

Si è messa al tavolino con me e ha seguito la conversazione tra me e Natalja, dichiarando che è una fortuna che io mi occupi di gente morta e sepolta e non faccia la giornalista, altrimenti sarei già stata eliminata.

Che bello quando la gente ha questa considerazione di te.

Natalja è andata a recuperare i suoi parenti, che ha portato a visitare X.

Sono rimasta con Elena, all'aggiornamento settimanale. E sorridevo, sorridevo, con una consapevolezza sotto i baffi.

Insomma, i soliti problemi al lavoro, il fidanzato distante etc etc etc.

Allegria.

Alla fine siamo finite a mangiare su un muretto, con lei che mi ascoltava e vedeva ridere senza motivo.

Ok, io non sono sana di mente.

E' solo che... mi sono emozionata.

Già.

Ok, sono sicura che morirò felicemente zitella, con un gatto e basta, forse divorata da un pastore tedesco. Per questo, ricordatevi di telefonarmi.

Però, lo dicevo ieri a Laura.

Non ho lo schifo delle coppie, né le invidio.

Non ho mai dato chissà quale peso alla mia vita sentimentale, sarà che la pressante tensione dell'essere una precaria (e sì che avere un dottorato con borsa vuol dir essere fortunati oggi giorno) o un approccio troppo intellettuale mi hanno sempre impedito di incentrarci i miei pensieri.

Semplicemente, se so di non poter dar tutto, evito di imbarcarmi in un rapporto. Se so di poter dar tutto (e riceverlo) ben venga, altrimenti niente rapporti.

E' per questo che sono sicura che ogni tanto dovrete telefonarmi, tra qualche anno, perché sennò mi dimenticherò di annaffiare i gerani e voi non volete che le zanzare mi mangino viva, vero?

Sapete, anche solo per rendervi conto se sono ancora viva.

Mi farebbe piacere, cercherò di essere gentile con voi, anche se non vi riconoscerò tanto.

Ho già iniziato a parlare con i gatti (in realtà, anche con i corvi della facoltà e con il pitone. Oddio, la storia del pitone suona strana a pensarci bene. Però, è una storia bella, direi, morale. E non pensate male, maliziosi. Mio cugino ha salvato un pitone di un circo che stava chiudendo. Una bestiolina minuscola. Se l'è portato a casa, perché altrimenti non si sa dove sarebbe finito. Lo ha chiamato Pino. Pino è un bel nome per un pitone. Almeno credo. Comunque, quando lo vado a trovare, lo saluto sempre. Sapete che mi piacciono tutti gli animali, anche i serpenti. Oddio, ma perché mi sono impelagata -anzi, "impelagatta"- in questo discorso? Ma perchè? Comunque, ora Pino è sopra i 4 metri. E io lo saluto. Bene. Va beh, chiudiamo questa parentesi prima che diventi davvero imbarazzante).

Comunque, sono visibilmente commossa e continuo a sorridere come un imbecille.

 

Ore 15 e 30. Studio fino alle 17 e 45, giusto in tempo per correre in palestra. Riesco a spezzarmi l'unghia di un piede (quell'unghia di cui vi parlavo qualche giorno fa) con il tirar calci contro il sacco.

Fantastico, fa un male bestia.

Ora mi son rimessa a studiare, speriamo bene.

Non sopravviverò.

Non ce la posso fare.

 



[1] Archiloco, poeta greco vissuto tra il 680 e il 645, considerato il primo grande lirico greco. Secondo la tradizione avrebbe inventato il giambo. A parte i suoi problemi sentimentali (probabilmente fittizi), ha scritto un compianto per il cognato morto in mare, in cui compare la parola "rusmòs", ossia "alternanza/cadenza/ritmo" (la parole equivale a "ruthmòs" in altri dialetti). E' tra le mie quattro poesie preferite. Vi do una traduzione di massima di Archiloco, frammento 128, verso 7: conosci quale alternanza (scil. tra bene e male) possieda gli uomini.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Il grande Lebowski ***


Il grande Lebowsky

 

 

umore: sopravvissuta!

Musica: Ok Computer, Radiohead

 

 

PROVA CON CHTULhU!!! ALMENO LUI FA MENO MALE DI UNA PALLA DA BOWLING IN FACCIA!

(proposto da Alex ieri notte al telefono)

 

Questo è il mio nuovo slogan personale.

 

Ieri sera, sono uscita con Laura e dei suoi amici molto simpatici: Laura è seriamente preoccupata per me ed è convinta che abbia iniziato a farmi di droga nell'ultima settimana (Solo perché l'annuncio che una mia amica si sposa mi ha fatto capire che: sono grande e mi ha fatto rimettere tante cose nella giusta prospettiva. E, insomma, mi conosce: non ho mai preso psicofarmaci né oppio né cocaina, però... sembro ubriaca, son felice come un'ubriaca e non accenna a passarmi. Ho solo iniziato a mandare messaggi ai miei amici in cui chiedo si sposino il prima possibile, se è questo l'effetto che mi fanno i matrimoni. A Luca ho consigliato, persino, di fare una fuitina, se non si dà una mossa, con Diamante. Non so se Diamante sia d'accordo, ma fa niente! Agisca, agisca! Sposatevi tutti e invitatemi, l'effetto è meglio di boh? Non lo so, non ho mai provato niente che mi facesse questo effetto.

Sarà che sono come il mio professore di glottologia che tutti i giorni va a vedere i manifesti e dice:- Anche oggi non ci sono?-. Solo che lui lo fa con i morti, io con il matrimonio.

Chissà.

Non voglio pensare quando arriveranno i nipotini. Iniziamo a fare opera di convincimento sugli amici.

Non sto nella pelle all'idea dei bambini dei miei amici: ti diverti a giocarci, ma non hai responsabilità.

Non vedo l'ora! Un piccolo  anno, una luchina, un mini-andrea, baby-Laura...

Oddio, non ho senso materno, ma come zia mi ci vedo troppo! Gli racconterò tante belle cose su Platone e Aristotele, gli leggerò Bakunin... Sapranno tutto su Yoda e non vedranno i teletubbies. 

A 8 sapranno tutto su Sofocle, a 13 anni gli regalerò scatole di profilattici, perché siano al sicuro, a 16 voi gli comprerete il motorino e io glielo farò riparare quando lo distruggeranno, a 18 gli impresterò -senza farmeli ridare- i soldi per danni a cose, oggetti, macchine e atti criminosi. Pagherò le loro cauzioni.

Li accompagnerò dal ginecologo, li porterò a giocare a pulsar, allo stadio a tifare Lazio e Real. Giocheremo insieme a “grand theft auto” e quando vorranno diventare salutisti/vegetariani, ci penserà la zia Angelica a insegnargli come distruggersi, comunque, il fegato/i polmoni.

Insomma, farò tutto quello che vi aspettate da una zia amorevole. Unica cosa, tra un matrimonio e l'altro, datemi un paio di giorni per mangiarmi un piatto di pasta e della panna e il tempo per rimettermi a dieta tra i vari pranzi di nozze, che non ce la posso fare ad andare avanti a bresaola e rucola senza uno spazio per qualcosa che mi piaccia ogni tot né voglio ingrassare, che finalmente ho trovato un abito che mi piace.

E' fuxia, leopardato, corto, con la gonna a balze e i decori verdi, blu e gialli. Sobrio, proprio come piace a me, perfetto per un matrimonio).

 

Laura mi ha convinta ad andare a giocare a bowling. Ora, saranno anni che non gioco, diciamo dall'ultima volta che ho seguito dei corsi in Germania, quindi, ero ancora in pre-Ale (non che Laura, invece, negli ultimi 6 anni, sia stata un'affezionata al nobile giuoco. Mi stava confessando che l'ultima volta che ha giocato doveva ancora diplomarsi!).

 

Benissimo, il bowling è uno sport pericoloso. Me lo aveva avvisato santo Alex martire e me lo aveva avvisato pure Carla, ma io non sento chi mi mette in guardia contro il pericolo.

E, così, come mi ha insegnato il mio amico Marco, il regista, a forza  di film, mi sono ritrovata con delle scarpette (34, porto il 34) del milleottocentododici avanti Cristo sulla pista a cercare di non pensare a tutte le malattie che potevano trasmettermi. A parte che i miei calzini rossi-bianchi e blu erano in tinta con questo fetido oggetto infetto, esistono delle foto che comprovano che le abbia infilate.

 

E' stato pericolosissimo.

Sono inciampata 20 volte (una a tiro) nel gradino che portava dalle sedie alla pista, ho preso uno con la palla da bowling, che, poveretto, manco era nel bowling (mi è partita la palla... Non sono brava nei giochi con le palle, cioè, in realtà, è proprio tutto quello che richiede l'impiego di me o parti di me che non mi riesce tanto bene...), però, se venissero dati punti per mettere la palla nella canalina (di sinistra, ma su questo non avevamo dubbi) avrei vinto. Ho anche fatto fallo perché la palla non mi si staccava dalle mani, un paio di volte, e l'ho accompagnata con tutto il corpo.

Laura si è nettamente troncata un ginocchio, siccome è una piccoletta alta e "pesante" come una mela, la palla l'ha trascinata con sé un paio di volte ed è caduta.

Altri danni riguardano una sua amica, che si è stirata il gomito, un ragazzo che è scivolato e un'altra amica di Laura che è andata sulla pista dietro alla palla. Per fortuna che la sua amica fa traumatologia, perché alla fine eravamo tutti con il ghiaccio.

 

Quindi, ricapitolando: ho quasi ammazzato un povero cristo che passava nel parcheggio fuori (la finestra era aperta, l'ho centrata in pieno e... uhm, non è il massimo della vita iniziare così una carriera da serial killer), mi sono distrutta caviglia e ginocchio (perché ho sentito un netto stronk quando mi sono rialzata da un tiro. Già io tiro da inginocchiata, senza rincorsa... Va beh, no comment), mi sono data una palla da bowling su un piede e oggi zoppico vistosamente, ho chiamato un collega per farmi aiutare a salire le scale.

 

Alex ieri sera mi ha telefonato per parlarmi della birreria(erano le 2 e 30 quando mi ha telefonato) e mi ha trovata sveglia che cercavo di capire se prendermi un antidolorifico o no.

 

No, ma sto bene, davvero.

Insomma, una partita al bowling che si trasforma in un bollettino di guerra, non capita anche a voi tutte le sere?

La prossima volta che Laura mi propone di andare a giocare a bowling, io propongo di evocare Chtulhu, perché il risultato sarà meno doloroso per tutti. Magari risolvo anche tutti i problemi mondiali: non ci sarà più un mondo dopo. (Qualcuno doveva proporlo quando è partita la crisi, facevamo prima).

 

Ho cercato di indorare la pillola ad Andrea (tanto lo so che mi darà dell'imbecille, quando saprà come mi sono infortunata, perché mi presenterò a un orario antelucano davanti a casa sua ululando di dolore nei prossimi giorni) mandandogli un mex in cui proclamo come sono felice di vivere in questo periodo (sa quanto posso essere insopportabile da depressa), mi sa che mi ha preso per più psicolabile del solito o anche lui avrà iniziato a pensare che mi faccio di droghe. Spero non gli venga voglia di rovinarmi l'ottimo umore di questi giorni. Alex ha commentato che nessuno che abbia giocato a bowling possa prendermi in giro. Speriamo. E, nonostante il dolore, rido come una scema.

 

Ieri Emanuele mi ha mandato un messaggio: un suo amico vorrebbe conoscermi. Fa lo psichiatra.

 

Non so perché vedo dell'interesse scientifico e non sentimentale.

Ma tanto non esco manco con costui.

 

Perché ricordatevi la perla di saggezza della zia Angelica:

 

L'uomo perfetto esiste, ma:

 

a) a me non interessa perché sai che palle!

b) è gay

c) è sposato felicemente

d) è sposato infelicemente, ma ha un senso di colpa che, in confronto, un tedesco sul nazismo è pacificato;

e) è il tuo migliore amico (diciamo che io divido nettamente tra amici e amanti. In un certo senso, è amore pure quello, ma di altro tipo);

f) è tuo padre (sempre amore è, ma di altro tipo);

g) è un parente con cui è illegale fare sesso (non casi come precedenti);

i) è un intellettuale di destra, dunque, in realtà, non esiste.

 

 

Santa Carla dalla Sicilia, ti prego, perdonami per l'assenza in codesto capitolo, ti telefonerò a breve!

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Test Psicologici ***


Test Psicologici

 

umore: altalenante.

musica: Master of Reality, Black Sabbath

 

 

Ore 8 e 20.

Bellino il test che mi ha invitato il mio migliore amico. Ancora migliori i risultati.

In realtà nego qualunque validità scientifica al Myers-Briggs test.  Il punto è che io nego validità scientifica a qualunque teoria o pratica non sia falsificabile, a qualunque cosa non sia dimostrabile e riproducibile e non preveda una spiegazione plausibile riportabile a una scienza dura, quindi, praticamente, si salva veramente poco!

Ovviamente, siccome la coerenza è importante, sono fissata con il linguaggio e la comunicazione in lingue morte dove non avete idea di quanta matematica applichi (scherzi a parte, chi sa sta ridendo per questa frase. Soprattutto chi sa quanto sia morbosamente legata ai miei studi e chi conosca l'importanza della falsicabilità in linguistica). Prima che mi si fustighi, per me non c'è una netta differenza di dignità tra arti e scienza ed è solo l'aria fritta a lasciarmi perplessa. Non potrei vivere senza arte, senza letteratura o senza musica, mi piace leggere un buon libro di critica o di mistica prima di andare a dormire, ma per me, la scienza è un'altra cosa. Non è sicuramente la critica letteraria, ecco, o la storia dell'arte, ma con questo penso che andrebbe rafforzata l'importanza per le cose apparentemente prive di applicazioni pratiche evidenti nell'immediato (che nel lungo nessuno di noi può saperlo: magari discutere di Goethe può risolvere una crisi mondiale che rischia di evolvere in conflitto nucleare, che ne sapete voi?) nei programmi scolastici (NON sto tirando acqua al mio mulino, no no!) e bisognerebbe smetterla con le valutazioni che tanti danno in queste dicotomie (scienza contro arte), che, di solito, sono prive di consistenza. Il giorno che la gente capirà l'importanza della bellezza, forse, capirà molto di più del mondo che lo circonda.

A ogni modo, in questo caso, il MBIT non ha una grande validità nemmeno per chi lo appplica.

Comunque, ho sottoposto il test anche a Laura e a Luca, il prof campano, oltre che a qualche altro amico.

Ovviamente io sono uscita INTP. Ma, leggendomi, voi psicologi, voi esploratori della psiche umana, voi scienziati, voi miei conoscenti da qualche tempo, voi colleghi adorati, voi amici che mi conoscete bene, nutrivate qualche dubbio sulla mia psicopatia?

Come Sherlock Homes. (Immagino anche come House, dato che è modellato su Sherlock, come mi ha fatto presente mia madre. Tra l'altro, mamma, quando lo ha saputo, ha guardato il mio armadio aperto -diciamo che l'ordine non è il mio forte, soprattutto se... cercano di impormelo-, il mio pacchetto di sigarette e il mio leggio, con i miei libri sparsi per tutta la stanza, tra cui anche roba di fisica e matematica -ognuno ha gli hobby che si merita!- e ha commentato:- Sì, in effetti, però, lui è più efficiente socialmente di te. Anche più portato per le relazioni a lungo termine.)

Nella prima riga della presentazione del mio test c'è scritto chiaramente: "naturalmente portati per la linguistica". E' interessante, anche perché dal test risulta la simpatica incapacità di comunicare in modo comprensibile agli umani, che mi fa passare per una drogata o per completamente schizofrenica.

Il massimo è che oggi, poco prima di pranzo, mi sono trovata per le scale del dipartimento, visibilmente claudicante, a portare un capitolo di roba alla prof, mentre tiravo bestemmie a tutti i pantheon conosciuti (e anche inventati) e biascicavo con un amico al telefono che mi devo far prescrivere qualche farmaco, perché sto svalvolando di testa. Non è che ho l'ansia da tesi, è l'ansia che ha sia me siala tesi in pugno. No, ma è possibile che io fossi troppo impegnata a pensare a una saldatura di preverbo con il verbo che non mi torna per accorgermi di un gradino e sia piombata per terra direttamente sul ginocchio? Un collega di un altro dipartimento che ha fatto i test con me ha commentato:- Non ti bastavano le risposte che dai di solito, volevi pure iniziare a zoppicare come House?

Ho risposto che a lui, invece, non basta essere uscito nello stesso tipo di Bush, ma dimostra di averne anche le stesse capacità mentali.  (Per fortuna è un ragazzo molto intelligente ed è sbottato a ridere).  Il mio ex sosteneva che somigliavo a Bones del telefilm. Dopo lunga visione notturna (l'insonnia è una brutta bestia), sono giunta alla conclusione che io AMO i serpenti, odio avere delle responsabilità, capisco le battute e l'uso metaforico del linguaggio e, quindi, no grazie, non posso essere Bones. Ha anche dei capelli troppo ordinati per poter coincidere con me e, nonostante ci siano degli interessanti punti di contatto, lei ha una visione delle relazioni interpersonali che è molto più emotiva e sana della mia. Non mi stupisce, dunque, che io sia single. Vi dirò, sono quasi sicura che io morirò single, ma questo è un dettaglio. Ricordatevi di telefonarmi.

 

Laura è uscita estroversa. La cosa mi lascia abbastanza perplessa, come anche il fatto che sia uscita Judging. Ero convinta uscisse pari pari a mio padre. Ovviamente è razionale, cosa su cui avrei messo la mano sul fuoco.

A questo punto, devo dire che forse la mia mancanza di timidezza dipende totalmente dalla mia assenza di rispetto per le convenzioni sociali, mentre Laura non è timida e non ha problemi a relazionarsi con il resto del mondo. Ma beata lei, io sono stremata quando devo parlare per più di cinque minuti dal vivo con qualcuno che non è nel cerchio più interno delle mie amicizie!

Ho bisogno di un caffè (senza zucchero, grazie) per riprendermi.

Luca, invece, che ho tenuto quasi un'ora al telefono nel pomeriggio, è uscito anche lui estroverso e Judging. Inoltre lui ha dei sentimenti, mentre io e Laura probabilmente no (ma Laura li ha, al contrario di me). Praticamente il mio opposto. Infatti, è molto bravo a comunicare e fare amicizia con il resto del mondo. Io no.

 

La mia amica che lavora in Inghilterra è anche lei estroversa, ma non avevo dubbi. Lei anche come insegnante ce la vedo. In pratica, noi introversi e nerd senza cuore siamo in netta minoranza.

 

Ore 10 e 10.

Oggi ci ha provato un tipo in dipartimento. Sta facendo scendere l'artiglieria pesante, ora è arrivato a presentarmi la sorella. Credo, però, di averlo terrorizzato abbastanza con la mia lunghissima discussione sui feromoni e roba varia, con cui gli ho dato, manco troppo tra le righe, del porco. L'ho lasciato consigliandogli una buona marca di cioccolato, comunque, con quella produce serotonina lo stesso.

 

A ogni modo, finalmente sto capendo come imbastire la tesi, grazie alla santa donna della mia tutor (santa subito, in vita, siamo pure a Roma). Se mi addottoro, come ho già accennato a qualcuno, mi compro la moto.

L'ho già vista, bella che è.

Qualcuno mi ha fatto presente che peserei 47 chili e che, forse, se riprendessi a guidare la macchina sarebbe meglio.

Prima o poi. Tanto lo so che mi comprerò la macchina e riprenderò a guidare, però, lasciatemi sognare la moto.

 

Bene, come molti di voi sapranno, domani è primo maggio.

Vi prego, qualcuno mi venga a salvare dall'orda barbarica!

In pratica, domani sarò circondata da gente che crede (il problema non è "credere", il problema è tentare di rendere me un'accolita) nell'antroposofia indianeggiante (vi prego, vi prego! Non potete chiedere le cose a me, perché ho seguito due corsi di sanscrito! Voglio dire, siete la reincarnazione della principessa vattelapesca, perché non vi ricordate la vostra lingua madre?), nell'omeopatia (il prossimo che mi parla di  "memoria dell'acqua" si trova sul naso il mio manuale di chimica del liceo!), nell'approccio olistico (questa qualcuno me la deve spiegare. No davvero, qualcuno mi telefoni e me la venga a spiegare) e seguono diete a sola base di insalata.

In pratica, diete insostenibili se non siete dotate di abomaso.

Qualcuna crede pure negli dei dell'Olimpo e nella vita post-morte. Non ho intenzione di offendere nessuno, ma la mia idea sarebbe di farmi ammazzare e, poi, rianimare da qualcuno, così, quando torno, vediamo chi aveva ragione. Ovviamente non lo propongo a gente disposta a farlo, proprio perché non ho la certezza di tornare, ma lo uso di solito con amici un po'... bigotti che vogliono fare proselitismo. Non ce l'ho con i credenti, per inciso, anzi, li invidio. Comunque, visto che sto delirando in libertà, un mio carissimo amico è stato in morte cerebrale e non ricorda un fico secco dei momenti in cui è stato clinicamente morto. Niente tunnel di luce, niente di niente. Quanto ai tunnel di luce, hanno una spiegazione scientifica, quindi, vi prego, non venitemi a smarronare e parlami di esperienze di premorte che di premorte non hanno niente.

Comunque sia, ora che ci penso, mangiano solo erba. A parte che domani io mi farò una fiorentina (e chi mi conosce sa che io ODIO/ABORRO/DETESTO/SCHIFO la carne: se la mangio è solo perché ci ho provato a far senza, anche eticamente mi convinceva, ma... uhm, diciamo che ho avuto qualche problema grave per cui ho dovuto riprendere) davanti a loro, mi sta venendo da pensare che la dieta sia giusta per loro perché sono dotate di abomaso.

 

Non condivido il loro entusiasmo per queste cose, qualcosa, che mi sembrava sensato, l'ho anche provato e, lo ammetto, ho fatto reiki. Volete mettere la tranquillità di dormire senza vicini molesti che producano qualunque sorta di rumore vi venga in mente per un'ora di fila? Sono disposta a pagare anche molto di più. Non so se sia il reiki o sia la dormita o il mix di entrambe, ma io esco da quelle sedute rinata!

 

A ogni modo, spero che mi salvi la piccola Dalia che mi trascinerà per musei.

Sto aspettando il messaggio da quasi un'ora. DALIAAAA!

 

Ore 23 e 41.

Il messaggio di Dalia compare sul mio cellulare. Me lo ha spedito un'ora fa, appena uscita da lavoro (doppiatrice. E già. Fa un lavoro figo lei. Non come me. Nel senso, per me il mio lavoro è fighissimo, ma mi rendo conto che non so se un dottorato si possa considerare tale e che possa sembrare noioso. Va beh). E' il mio cellulare a essere buono solo per cuocerci le uova. Domani mi trastulla per musei, che costano solo un euro.

Questa cosa mi riempie di gioia.

Dalia mi sta simpatica (è una delle poche persone a cui ho rivolto la parola per prima) e mi salva dalle matte. Insomma, il mio pensiero positivo del mattino che mi consente di alzarmi da letto è la possibilità di essere circondata da persone da cui possa imparare e saperne di più.

Vuol dire anche che, domani, avrò la mia solita sveglia delle 6 e 20, ma... volete mettere il piacere di stare in un museo? I quadri non sparano scemenze.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Primo maggio ***


Primo Maggio

 

umore: allegro

musica: The Mystic Dream, Loreena McKennitt.

 

 

Benissimo, anche oggi è stata una levataccia, ma ne è valsa sicuramente la pena.

Alle 8 e 20 ero sul diretto per X (che, come avrete capito tutti, è la capitale). Ho fatto il viaggio con una tredicenne combinata in un modo in cui non mi vestirei neppure se dovessi sedurre qualcuno a cui piace il genere o dedicarmi al burlesque (nuovo sport nazionale, wow!, è usare eufemismi. Basta saperlo, mi ci dedicherò molto volentieri.)

Alle 9 e 15 consegnavo una copia del mio romanzo preferito a Dalia, che era ad aspettarmi al binario. (-Sei l'unica romana che conosco puntuale!- -Sarà che la mia famiglia non è di Roma?

In realtà, so essere anche davvero ritardataria. Se mi sento costretta, per qualunque motivo, da qualcuno, faccio anche ore di ritardo, senza battere ciglio. Dato che considero costrizione praticamente tutto, non è il massimo. A ogni modo, è il mio modo per dire che c'è qualcosa che non va... Molto sano, no?)

Se qualcuno se lo stesse chiedendo, il mio romanzo preferito è "L'opera al nero". Temo di aver terrorizzato Dalia quando ho detto:- La traduzione non è un granché, per cui...

Poi si è accorta che era in traduzione italiana e mi stavo scusando.

Confessalo, Dalia, che hai avuto paura che te lo avessi regalato in francese!

 

Bene, siamo andate al MNAO (Museo Nazionale di Arte Orientale, palazzo Brancaccio). Abbiamo deviato solo per urlare:- Bellissimi!- in contemporanea, come due bambine imbecilli (21 e 27 anni e io sono la più anziana e anche quella con la voce più acuta... Uhm.). C'erano due gatti su un muro. La loro reazione è stata molto gattesca. Hanno aperto un occhio, hanno pensato:- Chi sono ste due cretine?- e si son rimessi a dormire, ignorando clamorosamente due saltellanti creature che scattavano foto stile turisti giapponesi.

Ho chiamato "signorina" una gatta, dato un bacio sul muso a Gilberto (il dinosauro che Dalia ha attaccato alla borsa) e mi sa che mi ci vuole più Dalia nella mia vita, perché è una delle pochissime persone in grado di farmi perdere qualunque remora nel mostrarmi per quello che sono: un'imbecille patentata la cui vera età mentale è cinque anni.

All'entrata a Palazzo Brancaccio abbiamo preso direttamente il giardino (bello bello bello!), invece della porta. Noto con piacere che stavo per finire in fontana visto il mio entusiasmo nella mia corsa (claudicante, vedi ieri). Dalia mi ha trattenuto per il braccio per un pelino. Ovviamente aveva la maglietta con il gattone nero sensibilizzazione pro-yaoi!

Mi ha fatto vedere delle tavole bellissime di una fumettista poco nota, in cui c'è un uso dell'azzurro che è da panico.

Siamo riuscite ad arrivare finalmente all'ingresso dopo la mia elegante zoppicata per le scale, con sorriso del cavolo (ma non è niente, Dalia, non è niente! - Stai facendo l'imitazione di House?- Oh, io manco lo guardo! Una certa dignità mi stava portando a non dirle che mi sono cappottata per le scale perché stavo pensando a un preverbo... Uhm, poi, l'ho ammesso, ma la sua reazione non è stata proprio quella che che mi aspettavo).

Bene, va detto che Dalia mi ha confessato che non trova mai nessuno disposto ad andare per musei e metterci il tempo che ci mette lei. Ci siamo abbracciate tipo ragazzine di cinque anni. Perché la capisco, ho passato un po' di anni della mia vita a non poterci andare se non di nascosto (lunga storia) o con qualcuno che sbuffava.

Abbiamo discusso del cieco di Sorrento, della mia visione del tutto disincantata dei sentimenti (alla fine, sono più romantica di quanto sembri).

 

Non ero mai stata al MNAO. Devo essere sincera, spesso sono da quelle parti, sia per motivi di acquisti librari sia per la zona, ma non c'ero mai stata.

Il palazzo è bello (il giardino incantevole: c'è una fontana monumentale deliziosa), la parte indiana la consiglio. Siamo entrate direttamente lì, con me che mi sono trovata davanti una statua di Parvati, la dea dei monti (vi evito una lezioncina di mitologia indiana, vi invito piuttosto ad andare a vedere il museo). Mi sono anche sentita meno inutile perché sapevo cosa fosse il linga e cosa  la shakti (principio maschile e principio femminile, semplifichiamola così. Anche su questo, vi invito ad andarveli a vedere, è abbastanza evidente cosa siano - ne ho due piccole riproduzioni in camera da letto, va beh, sono nascoste che non voglio essere presa per maniaca, se mi capitasse qualcuno che le riconosce. Tra l'altro, le ho nascoste talmente bene, in quel casino che dimostra l'esistenza delle infinite possibilità di crescita dell'entropia che è la mia camera da letto, che non so dove siano finite). I dipinti esposti son bellissimi, come gli oggetti dall'Iran. Le riproduzioni di Shiva sono raffinatissime (e ovviamente Dalia non poteva non essere una fan di Salgari! Siamo entrambe piuttosto arrabbiate per la fine delle sue protagoniste donne: non ce ne è una con un minimo di balle che sopravviva. UNA!).

Gli ori iraniani e arabi sono splendidi, davvero delicati. Abbiamo iniziato a fare sugli stessi:- Voglio questo, questo, questo!-

 Ovviamente c'erano delle ceramiche da Ebla, davanti a cui Dalia mi ha fatto una domanda su Paracelso (la persecuzione di quest'uomo nei miei confronti, pur morto e sepolto, continua). Poi, va beh, lasciamo perdere che, non essendoci nessuno o quasi in giro per il museo, il tono della conversazione tra Dalia e me era altissimo. Credo che fosse incentrata su di tutto, dallo yuri a videogiochi, a esami -studia "Storia dell'arte"- alla mia tesi -forse è l'unica a cui rispondo in modo umano se mi chiede della stessa. No, ma va bene: domanda sul pezzo, spiegazione, comprensione, intervallata da scambio di opinioni e informazioni di assoluto interesse. La gente va per musei per stare tranquilla e si ritrova una dottoranda pazza davanti a una fontana con ibis di epoca Meji che discute se starebbe bene in camera sua. Non mi sono messa a raccontare che ho già scelto l'abito per il matrimonio a voce alta e l'ho descritto? E' una cosina sobria sobria, leopardata, fuxia. Non so perché una signora è svenuta solo sentendo la descrizione.

Comunque, consiglio visione della sala giapponese. Ci sono dei quadri talmente belli: ce ne è uno, nel tavolo centrale, di una donna seduta, vestita di bianco, che tiene le ginocchia tra le mani, di una delicatezza estrema. Sono stranamente seria nel consigliarlo.

Ci ha fermati un pazzo che ci si è messo in mezzo alla conversazione.

 

Come ha commentato Dalia:- Solo con Angelica P. mi capitano queste cose!

Io:- Perché la mia funzione è mostrare i punti deboli e la mancanza di logica e coerenza nel mondo circostante. Far capire il surreale nel mondo a chi mi circonda.

Non so perché sia scoppiata a ridere! Comunque, va detto che è una delle pochissime persone con cui inizio a fare "labbruccio", da cui mi lascio abbracciare, e per cui mi ritrovo inginocchiata davanti a un peluche dichiarando:- Onorata di fare la vostra conoscenza maestà- prima di baciargli la zampa.

O, peggio ancora, il nostro è un chiaro segnale di adamerinismo: ci mettiamo a parlare con i gatti per strada. Vero che preferisco parlare con gli animali che con gli esseri umani, ma solitamente non lo lasciamo vedere troppo in pubblico. Speriamo nessuno mi interni.

 

Dopo il MNAO, siamo andate a Palazzo Massimo alle Terme.

In realtà, ogni volta che posso vado a Palazzo Massimo.

Qualcuno dirà che è per la Niobide. Altri penseranno che è per il Pugilatore o per il Discobolo. Altri, che un po' più conoscono il mio gusto per lo strano e lo sconosciuto, per qualche bassorilievo, in cui il marmo è trattato come se fosse un tessuto ed evidenzia delle forme muliebri. Di certo, amo le forme della Afrodite accovacciata di Doidalsa. Sicuramente a nessuno verrà in mente che mi affascini la mummia dei devoti di Iside (Dalia mi ha trascinato via dal filmato, prendendomi per mano, come a una ragazzina incantata, visto che ero cianotica... Come ho già scritto, ho gravi problemi con le mummie egizie, non di altro tipo, quelle egizie. Poi, altra cosa: la mummietta in questione. Aveva addosso un corredo da principessa -quello l'ho guardato senza fiatare: gioielli e armi. Mi fanno lo stesso identico effetto.- e aveva carenze nutrizionali. Ma sti genitori, dico io, sono parenti delle tipe dell'aggiornamento precedente? Comunque, la parte di oreficeria è notevole, se siete interessate consiglio una scappata). Altri penseranno ad Antinoo e la sua delicata linea dei capelli. Ma, in realtà, sono banale più di quanto sembri.

In realtà, al terzo piano, c'è il posto che amo di più a X. Potessi, ci andrei tutti i santi giorni. Mi ricarica le batterie stare lì dentro.

E' l'affresco del ninfeo sotterraneo di Livia.

Non so se i colori fossero quelli originali, quanto abbia fatto l'umidità.

E' un giardino, dipinto, con uccelli e frutta.

Sembra solo di poter allungare la mano. Il cielo sfolgora, di un azzurro talmente intenso da essere cupo. Gli alberi sembrano veri, se si socchiudono leggermente gli occhi, in modo da non notare i danni del tempo. Gli uccellini son piccoli, ma sembrano veri, come i cotogni e i melograni. A volte mi tolgo gli occhiali (sono miope) e rimango lì così. Non so, è rilassante. Non c'è nessuno, mi carica le batterie.

Abbiamo pranzato sotto un pergolato di rose bianche davanti alle Terme, proprio di fronte all'ingresso del museo. L'aria profuma di lavanda. E' veramente un bel posto, purtroppo, non ho mai tempo di passarci. Abbiamo discusso del cieco di Sorrento e di altri problemi sentimentali e non solo. Purtroppo si è messo a piovere, ovviamente, proprio quando stavo iniziando a dire che ero un pochino stanca e mi sarei riposata lì tanto volentieri. Che bello, la gita al Giardino degli Aranci è da rimandare. Ma la faremo, costi quel che costi!

 

A fine giornata, Dalia mi ha presentato "Gatto", il suo gatto. E' bello, peccato gli piacciano solo i maschi, quindi, scappa anche dalla legittima proprietaria.

 

Son tornata abbastanza presto: non ho una vita, ho una tesi che mi aspetta a casa, implacabilmente bisognosa di me.

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Comunione ***


Comunione.

umore: sazio, basta cibo.

musica: la confusione delle scale.

 

Vi comunico che il 2 maggio sono passata a casa di Dalia e ho avuto il piacere di conoscere il fratello. Fantastico. Mi ha suonato un pezzo di Bach (quando sento Bach divento credente. In realtà, ci divento pure quando parlo con una persona veramente intelligente e, quindi, interessante. Se, poi, sono belli e molto grossi -e non sono già miei amici- diventano "Interessanti" con la "i" maiuscola. Peccato che, per citare una mia amica, gli uomini "Interessanti" sono come i cessi pubblici: quando ci sono, sono occupati). Inoltre, il gatto si è lasciato abbondantemente carezzare dalla sottoscritta, amore lui! Mi è anche arrivata la comunicazione della data della mia morte mentre ero lì. Quel giorno mi ci vorranno un anestesista (o almeno un esperto di rianimazione cardio-polmonare), uno psichiatra e un esorcista per sopravvivere. Tutti molto bravi.

In tutto questo, mamma mi ha regalato "Agilulfo" e Medardo, due orecchini a forma di gufo. "Agilulfo" per l'"Orlando furioso", dato che vola sulla luna, e "Medardo" per il "Don Chisciotte"[i]. Il che prova che sono piuttosto malata di mente. Ho anche un pinguino di peluche di nome "Aristofane", dato che è un uccello con la testa tra le "Nuvole"[ii].

Sara mi ha vista presentarmi al solito bar siciliano con i due gufi che scampanellavano. Ho finalmente capito perché veniamo attaccate da gente che ci dà rituali, ci chiede cose di esoterismo (premetto che lei ed io abbiamo la stessa visione spirituale). Sara ha un triskelion in vista al collo e io ho un'ossidiana. No, ma va bene! A nessuno viene in mente che lei potrebbe essere siciliana/appassionata di Irlanda e io sarda? Troppo difficile? Lei mi sta sopportando sulla mia nuova ossessione e mi ha visto ingozzarmi di mandorle. Adoro le mandorle (ma non quanto la panna!).

 

Ho iniziato le correzioni al capitolo sull'aoristo che mi ha dato la prof. Wow, sta iniziando ad andare meglio, sono commossa.

 

Oggi sono stata di comunione.

Comunione. Non di beni, non di anime. No, una prima comunione delle gemelle (identiche, sarebbero state la gioia di Mengele, povere cucciole) della mia madrina.

O yes, perché, come quasi tutti gli italiani, sono battezzata, comunicata e cresimata. I miei genitori sono cattolici praticanti, oltre tutto. Elena e io adoriamo i nostri, ma li ribattezziamo "Santa inquisizione di Spagna", quando siamo in vena.

No, non sono diventata così per reazione, sono così per carattere, malato. Immagino semplicemente che nel Cinquecento mi avrebbero bruciata sul rogo come strega o come eretica. Anzi, come dice il priore dei Cordiglieri a Zenone nella solita "Opera al Nero":- Dubito che voi abbiate abbastanza fede per poter essere eretico.

Ho bisogno di mettere in discussione tutto, capite cosa intendo dire?

 

Allora, la mia madrina è una donna adorabile, tanto è che non mi sono lamentata all'idea di andarci, non ho detto nulla a casa. Vi basti sapere che ha pagato le bomboniere a un'onlus e passato tra i tavoli l'informativa contro la pena di morte (argomento su cui io divento pesantemente intollerante. Ho perso più amici per aver detto:- Non sono contrario alla pena di morte- che per altri motivi. Praticamente le mie uniche liti veramente gravi sono state con persone che hanno fatto affermazioni contro la Dichiarazione universale dei Diritti Umani, per dirla papale papale. E non tanto per buonismo, quanto per motivi logici). Davvero, dicono che tutti noi prendiamo tre pregi e tre difetti dalla madrina di battesimo (e dal padrino, di cui vi parlerò un'altra volta).

Siamo entrambe piuttosto sfortunate: insomma, le cose le facciamo ugualmente, ma siamo due grandi teorizzatrici sulla sfiga, a causa di una lunga frequentazione con la stessa. E' il punto fermo della nostra vita!

Siamo entrambe abbastanza anti-convenzionali rispetto alla media delle persone che si incontrano per strada, il che è sia un pregio sia un difetto. Insomma, capisco che possiamo sembrare disarmanti.

Siamo ambedue molto introverse, il che è sia un pregio sia un difetto.

Ovviamente è fissata con linguistica, ma ci è arrivata da lingue. (Facciamo lunghe chiacchierate sul Beowulf o il sistema verbale, più raramente di letteratura inglese, ma è un sollievo parlare con lei al telefono).

Non so perché, avrei tanto voluto, piuttosto, la sua perfetta pronuncia oxoniense, rispetto alla sfiga. A ogni modo, è sempre stata brava a scuola, forse, anche l'essere una secchiona l'ho ripreso da lei. Saremmo anche animaliste: non si spiega sennò i soldi spesi in trucchi pur di essere sicure che siano ipoallergenici e non testati su animali.

 

Certo, ammetto che il mio sogno stamattina sarebbe stato quello di presentarmi in Chiesa vestita da cupa mietitrice, come il pazzo di Los Angeles che andava così vestito davanti a casa dei vecchietti, ma, siccome alla mia madrina le voglio bene, non l'ho fatto. Quindi, mi son vestita, come dico io, da pinguino. Nero tailleur con gonna dritta al ginocchio, camicia bianca e nera (con gran gioia di mio padre, che è gobbo) con collo alla coreana, capelli che avrei fatto la piega, ma ovviamente pioveva, per cui sono tornati al loro naturale mosso e un paio di orecchini di corallo giganti. Il solito anello con serpente al dito. Trucco più o meno pesante (me lo son rifatto due volte, perché sono stata capace di prendermi a mascarate le guance... No comment). Le mie adorate decolletes color canna di fucile con tacco gioiello. Sveglia alle 9 di domenica, per una cerimonia alle 11. Non ce la posso fare, non lo rifarò a breve.

 

Odio le cerimonie, le ho sempre odiate. L'incenso mi affumica (oddio, ricordo ancora l'esame di Storia medievale dato con una simpatica professoressa che metteva l'incenso rilassante. Non so quale usasse, ma so che quello era meraviglioso. In realtà, gli unici incensi che sopporto li vende una mia amica a Y. Sono naturali e li produce un'onlus, i proventi vanno per aiutare delle donne di dove vengono prodotti). Le bambine vestite tutte uguale, come i maschietti. Ora, capisco che non è necessario vestirle da spose a nove anni (sinceramente non vedo nemmeno la necessità di sposarsi con il megavestito), ma così, tutte in divisa. Mamma mia. Sì, ok, non fa differenze tra chi può comprarsi il vestito super e chi no, però... Mamma mia, a me le divise intristiscono, a meno che non abbiano effettiva ragion d'essere.

Comunque, va detto che mia madre, catechista, predicava per la sobrietà delle bambine della comunione. Era tutto un:- Comprati qualcosa di sobrio, sobrio, sobrio.

Per questo io, che a nove anni dimostravo già il carattere che si sarebbe confermato per i successivi 18 anni dopo, mi portai la prozia, nota megalomane, a scegliere il vestito. La scusa fu che me lo regalava lei. Lo scegliemmo insieme e mi presentai in chiesa con un abito di pura seta interamente ricoperto di pizzo Chantilly che mi faceva sembrare una gigantesca meringa. In una sola occasione ho risolto due problemi: ho messo l'abito da principessa sogno delle altre bambine (e le ho fatte morire di invidia) e mia madre ha capito che ai matti bisogna lasciarli in pace.

Ora, io non sono una frequentatrice abituale di chiese, ma, durante le celebrazioni, tendo a non camminare per la chiesa, mangiare chewing gum, telefonare, mandare messaggi con il cellulare, sbragarmi completamente durante la consacrazione etc etc. Ho rispetto quanto meno per chi crede.

Mi ha anche stupito la celebrazione. Passi l'Alleluja delle lampadine, con tanto di coreografia stile Sister Act (a me sembra un po'... Va beh, non è grave). Solo che non mi ricordavo si cantasse The sound of silence durante il Padre Nostro. Ammetto che con lo sguardo ho cercato di vedere se arrivasse Dustin Hoffman armato di croce a rapire una delle ragazze! Poi, ho riflettuto che non era un matrimonio. Ma va bene!

La messa è degenerata in un casotto generale.

Il prete ha pure fermato la celebrazione per la bolgia, a un certo punto, con richiamo al silenzio.

Sono uscita con un mal di testa atroce. Mamma mia.

 

Il pranzo è andato bene. Mi son trovata al tavolo con i cugini e i nipoti di madrina, che più o meno hanno la mia età. Mi è dispiaciuto per suo nipote, che ha 18 anni, si sarà sentito fuori posto.

Son simpatici, molto educati, non ci ho litigato.

L'orrore sono le signore anziane che ti dicono:- Ma quando ti sposi? (quando ti laurei, quando fai figli... etc. Verrebbe veramente da rispondere male, ma non lo fai, per non rovinare l'atmosfera. Basta però!)

- Ehm, mai?

- Non dire così, che il signore ci pensa.

- No, ma io non ho intenzione di accoppiarmi con un povero cristo.

- Ma che dici!

- Ma sì, gli volete così male a sto povero eventuale marito?

 

Mi sposerei solo per 2 motivi.

Fare una cortesia a un amico; avere dei diritti altrimenti non riconosciuti in Italia se dovessi pensare di volere un figlio da un uomo. Che sono anche gli unici motivi che mi spingerebbe a decidere di prendere casa con qualcuno.

Sono decisamente troppo indipendente per vivere con qualcuno senza un motivo serio.

Fin'ora, in realtà, no, va beh, in realtà, c'è una persona con cui farei subito un figlio, ma non vi dico chi è. E non è nessun mio ex.

Comunque, siamo tornati alle 7 e 40 di sera. Una tragedia, niente partite e giocava la Lazio. E' scattato il piano infernale (ho i messaggi gratis). Manuele, Luca e Andrea si sono ritrovati il messaggio in cui gli chiedevo i risultati delle partite. Non è per qualcosa, ma, dato che la Juve giocava stasera, mio padre non era intenzionato a sgattaiolare a chiedere a un cameriere e io mi vergognavo troppo. Almeno uno dei tre doveva rispondere! Luca mi ha mandato entrambi i tempi. Santo da vivo. Grazie, mi sono commossa. Mio padre, invece, si era incaricato di sapere i risultati delle presidenziali in Francia. Il "meno male" di mio padre racchiude tutto quello che la mia famiglia ha da dire su Hollande. Oggettivamente, ritengo sensate molte delle riforme che dovrebbero partire, forse perché sono quelle proprie di un paese civile. Lasciamo perdere, che se inizio a parlare di come la pensi davvero in politica, sarebbe complessa e non mi identifico in nessun partito. Credo troppo nella mia libertà di opinione e onestà intellettuale per poter essere di un partito. Diciamo che, prima di tutto, metto il rispetto per me stessa e gli altri. Poi c'è la visione pragmatica e quello che vorrei davvero. Ho seri problemi con le imposizioni, comunque, ve l'ho detto. Le mie uniche vere leggi sono quelle del cuore e della logica.

Apprendo, tra l'altro, dall'urlo belluino che arriva dalla camera affianco che la Juve ha appena vinto il campionato. Quello era mio padre, decisamente. Si era dimesso da tifoso e non era più tanto convinto, come è che sembra tanto felice?

Vado a vedere che sta succedendo, mia madre mi ha chiamato.

Oh santa miseria! Mio padre sta facendo il trenino per le scale del condominio. In pigiama.

 

 

 



[i] Agilulfo/Astolfo (in realtà l'autrice, Marcel, ha davvero due orecchini a forma di gufo, di cui uno si chiama "Astolfo", che Agilulfo, per quanto suoni come nome per un gufo, è un re longobardo e d'Italia morto nel 616) è un personaggio dell'"Orlando furioso" (che è uno dei miei libri preferiti). Va fino alla luna per recuperare il senno di Orlando e farlo tornare saggio. Ecco, il gufo è simbolo di saggezza, mi sembrava un bel nome per un gufo. Medardo è sempre nell'Orlando, ma in realtà si chiama Mambrino. E' un re moro, noto nei poemi cavallereschi, per un elmo che rende invisibili. Don Chisciotte scambia una bacinella di un barbiere per l'elmo di Mambrino, dando vita a uno degli episodi più esilaranti del romanzo. Lo so che è infantile, ma io metto nomi anche ai computer, va detto.

[ii] Aristofane, spero sappiate chi sia. Comunque, gli ho dedicato la mia tesi triennale. E' un commediografo greco veramente geniale, che ha scritto, tra le sue molte commedie, un'opera dal titolo "Gli uccelli" e una dal titolo "Le nuvole". Spassosissime.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** La torre nera ***


La torre nera (ossia dove è rinchiuso il cervello di Angelica).

 

musica: Chansons de Trouvères, Laurence-Hillier

umore: uhm.

 

 

Io, Angelica, raggiungo delle punte di sbadataggine che un quarto mi renderebbe degna erede e rivale di Bridget Jones.

Stavolta non ho dato fuoco a casa mentre cucinavo, no, mi sono solo accorta che probabilmente sette anni fa sono stata molto sgradevole e molto fredda con uno che ora è uno dei miei più cari amici.

Ho cercato i messaggi e ho realizzato, in quella bolgia che è la mia casella di posta elettronica, che non solo trattavo malissimo il povero Francesco, ma che:  nel 2006 sono stata di una maleducazione infinita con il povero Andrea in occasione di uno dei più grossi spaventi della mia vita (se mi leggi, a distanza di anni: era il colon e mi hanno sbagliato le analisi, no, ma parliamone! all'epoca mi vergognavo troppo a  dirti che soffrivo di stipsi, mentre ora non ho remore a dichiarare al mondo che il mio intestino è più preciso di Kant: ore 6 e 22 precise tutte le mattine) ; tra il 2004 e il 2009 ho tirato dei due di picche clamorosi a dei poveri cristi che, in realtà, ora sono anche miei amici - il che prova che sono persone intelligenti, l'hanno presa sportivamente (e meno male, il più piccolo è grosso tre volte la piccola Angelica); ho trattato in svariate occasione  la gente come se fosse non so bene se un essere umano o un simpatico oggetto.

Non ho mai detto a Luca grazie per tutta la compagnia e le correzioni in questi anni, ho dimenticato tanti grazie all'amico regista, non ho mai ringraziato abbastanza Beatrice, ho sempre rimandato ringraziamenti vari ed eventuali. Li faccio qui per chi mi legga.

Molti ci sono stati in momenti davvero bui, in realtà, ragazzi, non dimentico mai un messaggio, solo non riesco a mandare la risposta perché sono l'idiota del villaggio globale.

Comunque, ieri sera ho realizzato di aver tirato un due di picche epocale, con parole mitologiche (qualcosa del tipo:- Sì, ma sei simpatico a prendermi in giro, sai che sto uscendo con uno sportivo tanto geloso!) che provavano che non avessi nemmeno capito un cavolo. L'ho chiamato telefonicamente.

Praticamente l'ho investito, come mia abitudine:- Ma ti ho dato un due di picche?

- Me ne hai tirati tre in 12 anni.

- Scusami, perdono!

- Non fa niente, davvero, Angelica, non è per dire, ma ho una figlia di 3 anni e sono felicemente sposato! Se sette anni fa non mi avessi dato il due di picche non sarei mai andato al bar e non avrei conosciuto Denny (la moglie ndA) quella sera!  Solo un avviso per te: la prossima volta, magari, cerca di accorgertene che stai dando un due di picche.

 

Questo spiega anche perché non ho una vita sentimentale degna di questo nome. Va bene che, in realtà, l'unico amore della mia vita è Laura, la quale quando leggerà questa frase si chiederà se mi sono bevuta il cervello veramente. Io le ripeto che sembriamo i due amiconi di "Scrubs", quindi... (anche se lì sembriamo più io e Francesco, il mio amico geniale che insegna linguistica in Germania, solo che fare una soap su due linguisti non risultava tanto interessante. Oddio, su Francesco che è anche stato disperso nel Sudan, forse sì, ma su di me molto meno).

 Laura, amour, tu che conosci la verità sul mio cuore, non dire nulla in giro, che sono più ridicola di un'adolescente allupata. Non posso continuare a dedicare distici elegiaci in greco classico a Ben Affleck a 27 anni. E' peggio di un film dell'orrore.

 

Non solo: so per certo che Dalia è ematofobica -forma lieve per fortuna-, ma, soprattutto, le fa schifo l'idea del taglio delle vene e cosa le ho regalato? Ma "l'opera al nero"!

Voglio gli applausi da fuori scena.

 

Fa il paio con- Come sta il signor Alberto?- chiesto oggi pomeriggio a sua moglie sotto il manifesto funebre in cui compare il nome del marito e il cognome, che io avrei anche potuto leggere.

In pratica, io potrei vivere in un romanzo dell'orrore e non accorgermene, perché sono troppo impegnata a parlare di metaplasmi. Questo mi rende profondamente infelice: sapete quanti soldi potrei risparmiare in film/romanzi horror?

 

In tutto questo: mi si laurea Francesca e, dato che non so farmi gli affari miei, mi sto  seguendo la sua tesi (la sua è scritta bene, non come la mia). E' su un argomento su cui mi sono resa conto, sempre ieri sera, mentre ero dedita alla speleologia, ho avuto un lungo scambio di opinioni con vari amici, Alex compreso- il che mi ha fatto sentire meno nerd e meno sfigata. La poveretta di Francesca, quindi, non è solo incalzata dal professore, ma anche da me, che voglio sapere come andrà a finire il commento.

 

Ieri mi telefona il mio migliore amico (spezziamo una lancia in favore dei rapporti di amicizia uomo-donna, io ho tanti amici maschi che non ci provano con me! Sarà perché ho la zero di tette?). Ha trovato una biografia di Paracelso e, ovviamente, vuole regalarmela. Quel cerusico da quattro soldi vissuto in un'epoca barbara mi perseguita.

 

Il mio tutor si è trasformato in una specie di psichiatra, stavo per mettermi a piangere per ringraziarlo; la tutor non avrà mai abbastanza dediche di ringraziamento.

 

Ho un leggero attacco di cervicale, ne parlavo oggi al telefono con Santa Carla da Catania, martire (insomma, povera crista, sopporta me!). Laura oggi non è venuta in palestra, proprio ora che ha finito un corso di rianimazione cardiopolmonare ha deciso di smettere di venire. Secondo me non vuole responsabilità penali.

A fine lezione, oggi, tra l'altro lezione avvenuta tra gli incensi e degli effluvi di piante non meglio identificate (l'ora prima c'era stato qualcosa di orientale che NON ho voluto provare con la scusa della relazione di dottorato di questa settimana) Diane era completamente spompata, io stavo per morire. A un certo punto ho urlato:- Ma, insomma, non  è mica "Tana delle tigri" questa palestra.

Diane mi ha fatto un maxi sorriso e ha replicato:- No, infatti. Manco alla Divina Scuola di Hokuto.

L'istruttore ha solo sorriso e mi fa:- Coraggio, tigre, solleva di più quel bilanciere.

Sono morta. Non ho più le spalle! Giacciono con lo scudo di Archiloco, su qualche cespuglio, o forse nello spogliatoio.

 

Siccome, però, questo blog nasce come un tentativo di creare uno studio sociologico sulle condizioni di una giovane labile mente femminile che si ritrova single, devo dare delle indicazioni sul contesto socio-culturale in cui la giovane Angelica si muove.

Benissimo: in una delle vie più belline del mio paese, è pieno di piccioni, la cui regolarità, diciamo, è ben più frequente della mia e anche molto più preoccupante per i passanti, lasciatemelo dire. Stanno restaurando dei tetti (i palazzi sono rinascimentali, mica micio micio bau bau) e ci sono gli operai.

Dei signori non hanno deciso di aprire la stagione della caccia al piccione con anche la scusa di farsi una grigliata? (va beh che io dico sempre ai cacciatori di sparare ad altri volatili, oddio, ragazze, questi discorsi sui volatili volano ultimamente nell'aria troppo frequentemente.  Sarà colpa delle mie letture sul tantra o del fatto che sto organizzando un addio al nubilato?) Benissimo, il risultato è stato: due operai impallinati molto incavolati che rincorrevano i proprietari dei cacciatori e i piccioni che sono rimasti al loro posto.

 

In tutto questo, mi telefona mia cugina Ildengarda (sì, ho una cugina di nome Ildengarda, e allora?). Ha due gemelli di quattro anni, un maschietto tutto timido, carino, contegnoso, sa già leggere, e una femminuccia che, per quanto mia cugina -nonostante il nome- sia una madre amorevole e sia lei sia suo marito siano due genitori carini e presenti- è una terrorista (io la trovo adorabile, ma va beh). Il povero maschietto è stato picchiato dalla sorellina e con la scusa "vado in bagno" ha telefonato ai carabinieri per farsi venire a salvare. La madre che era mancata meno di quattro minuti netti si è, dunque, trovata in una situazione surreale.

 

Ho avuto una discussione con un tipo che sostiene che esista un "dna uralico" e razze in senso scientifico. Gli ho cercato di spiegare qualcosa sia degli studi di Cavalli Sforza (sì, li ho dovuti leggere) sia del fatto che il concetto razza non esista in biologia o in scienza, ma mi ha continuato a dire che sono politicamente corretta e non so un tubo di scienza (però, forse, rispetto a un laureato medio in Storia, qualcosa ne so). Ho cercato di semplificare, per quanto le mie letture siano semplificate.

Mi ha anche detto che non ho idea di cosa sia il dna o una razza e che è un grosso problema che io non veda la differenza tra un aborigeno e un nordico. Non si preoccupi, la vedo subito tra un ignorante e un colto e anche tra un intelligente e un imbecille.

Comunque, se tanto ci tiene, il concetto di "razza" è usato in zootecnia. Se lo usa, anche per se stesso, scelga pure se si sente più un'awassi o una frisona.

Senza offesa per mucche e pecore.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Again survivor ***


Again survivor.


Musica: Synaulia, Musica dell'Antica Roma, vol I e II.

Umore: in botta ancora da venerdì.


Benissimo, venerdì ho avuto il passaggio di semestre. Possibile che di tutti i giorni dell'anno ogni volta che si decide che ci sarà un appuntamento del dottorato ci debba essere lo sciopero generale dei mezzi a Roma? E' vero che di scioperi ce ne sono praticamente uno la settimana, ma quelli generali li becchiamo sempre con gli appuntamenti di lavoro.

Inoltre, hanno beccato la giornata più calda degli ultimi 2000 anni a Roma.

Nel mio caso è andata, più con infamia che con lode, a quanto pare (ma lo sapevo già) sono in "leggero" ritardo sulla tabella di marcia.

Va bene, mi aspetta di rimboccarmi le maniche e alla fine spero che Laura e Andrea mi tengano le manine mentre mi addormentano prima di farmi l'elettrochoc, quando tutto questo sarà finito -o anche prima. (Ci vedo, piuttosto, Andrea che mi tiene ferma -insomma, sei 1, 90, io 1, 63, non è uno scontro alla pari- e Laura che prende la rincorsa e mi tira una bella padellata sulla nuca per cercare di farmi rinsavire).


Abbiamo aspettato nel corridoio per buone due ore, con i colleghi che rinverdivano eventi su colleghi passati, presenti e, poco ci mancava, futuri, come i natali di Dickens.

Ovvio che ci sia il solito uomo bravissimo, Alessandro, che praticamente ha finito, proprio come un'altra collega. Noto cabarettista, Alessandro, se non dovesse sfondare come linguista, cosa che reputo alquanto improbabile, ha tutte le carte in regola per diventare la versione migliorata di Checco Zalone. (Mo mi ammazza, perché sì, è pugliese, ma non è di Bari). Maria, invece, è di una città che molto ha sofferto per colpa prima della natura e, soprattutto, degli uomini. E' bravissima e ha sempre la soluzione rapida in tasca, forse, perché applica l'antica e difficile arte dell'arrangiarsi.

Nel corridoio sembravamo una scolaresca in libera uscita, mi chiedo se sia proprio normale ridursi così durante i collegi di dottorato, mentre si aspetta, o sono i miei colleghi a essere persone umane con capacità intellettuali aliene (nel senso di superiori) al resto del genere umano (che le mie sono inferiori). Non lo so, gli incontri con loro sono una versione molto migliorata delle gite scolastiche (sì, io ero quella che vomitava in autobus, che nessuno voleva mettersi vicino a lei e che aveva l'apparecchio e gli occhiali, quindi, penso che quasi qualunque cosa sia meglio delle gite scolastiche, però, diciamo delle gite scolastiche di persone normali con delle vite normali senza gravi problemi mentali).

A volte mi chiedo in base a cosa io sia riuscita a entrare, il tema infondo non è andato nemmeno tanto male, boh?

A termine discussione ci siamo messi sul prato dietro la facoltà (stile barboni, avrebbe detto Ale, eppure, ho iniziato a far sparire la sua voce dalle mie orecchie e mi sono buttata per terra, come avrei fatto anni fa), rivangando episodi della vita sentimentale mia e altrui. Come al solito, vengo messa in mezzo (o per meglio dire, mi metto in mezzo e vengo opportunamente cazziata dai seniores) nel racconto degli eventi più catastrofici e imbarazzanti nei miei ventisette anni di esistenza terrena.

Ho anche ammesso di aver praticato danza e seguito un corso di burlesque (senza Berlusconi, ovviamente, e non nel senso impiegato da lui) pubblicamente. Ci mancava solo parlassi di Pino ed eravamo apposto. Ammesso che io abbia mai avuto credibilità agli occhi dei miei colleghi, me la sarei giocata definitivamente.

Immagino fosse la disidratazione che mi porta a narrare gli eventi più imbarazzanti della mia vita (no, è che son proprio scema di mio).

Ci si è anche avvicinato un tipo, forse ubriaco, visibilmente strano, che ci ha chiesto se avessimo delle cartine. Ho cortesamente risposto di no e lui ha ribattuto:- Rega', co' sta faccia a robba che te fumi deve da esse' proprio bbona- con un leggero accento che non mette in dubbio la provenienza romana del soggetto.

Ce ne sarebbero di belline da raccontare, come la cortesia di alcuni colleghi (come Massimo di Roma, che mi sopporta quotidianamente in biblioteca e ormai sa tutta la mia vita sentimentale e non solo, o un ragazzo di Lecce), i pranzi con Maria che ogni tanto è in biblioteca (ma vive lontano). Ho anche promesso a un collega sardo, molto simpatico, Marco, che gli avrei dato l'indirizzo di questo blog, ma non so se avrò il coraggio di farlo.


In serata sono andata a vedere “Dark Shadow” con Laura. Mentre uscivamo dal cinese dove ci siamo distrutte il fegato (ma, insomma, Laura, tu non saresti quasi medico?), prima di andare al cinema, ho visto una libreria e non ho resistito. E' strano dirlo, ma da quando ho lasciato Ale ho ripreso a leggere, andare al cinema, vedere mostre. E anche a lavorare, cosa che stavo lasciando scivolare giù.

Benissimo, siamo entrati. Cosa ho visto? Il cartellone del nuovo libro di McGrath, “L'estranea”.

Ho iniziato a saltare e starnazzare per tutto il negozio, urlando che lo volevo, che conoscevo bene la situazione manicomiale e malati mentali sotto gli occhi di una commessa visibilmente preoccupata. Credo abbia avuto paura di me, perché si è sbrigata a servirmi, ma Laura ha provato a tranquillizzarla, sussurrando qualcosa come:- La conosco, sono psichiatra, non si preoccupi.

Durante il film mi ha anche chiesto qualche volta di smettere di fare così tanto rumore, il problema è che stavo morendo, in senso letterale, dalle risate, davanti al vampiro e alla strega. Mentre i due distruggevano la camera ho riso talmente tanto che sono caduta dalla poltrona, scagliando la bottiglietta d'acqua e il contenuto della borsa per tutto il cinema (grazie al cielo l'ho recuperato).

Ho avuto il mal di pancia tutto il giorno dopo per il gran ridere.


Sabato ho dormito tutto il santo giorno per riprendermi.



Domenica ho provato a lavorare.


Stamattina ho preso il treno e ho visto Ale con una ragazza con cui penso stia uscendo, dato che sono scesi mano nella mano. Il comico è che io gli avevo detto:- Provaci con lei- e lui:- Ma no!- dato che li ho presentati io! Son proprio una santa, non solo ti mollo, ma ti presento pure il nuovo amore!

E' strano, ma non ho provato né strazio né dispiacere.

E' vero, è passato poco tempo, ma ho sempre pensato che nessuno di noi debba bloccare qualcun altro dall'essere felice. Mi verrebbe da sfotterlo, perché ha sempre detto “Bionde no” “seno grosso no” (e ammetto che tra me e lei ci sia ANCHE un abisso CULturale, vinto da lei ovviamente), ma so che la potrebbe prendere per un atto di rivincita o di sofferenza, che in me al momento non c'è. Le storie finiscono, l'ho sempre pensato.

Almeno le mie.


Forse sono fatta per rimanere single. Quanto meno, visto come sono io, il fatto che cerchi di mantenermi il più possibile single è una prova che sono davvero attivista per i diritti umani.

Comunque, la fondazione della religione della panna sta trovando altri adepti e nuovi accoliti. Abbiamo anche l'oracolo, Francesca di Lecce. Chissà se riusciremo a non pagare le tasse con la scusa dei nostri templi privati.





Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Santa Pazienza ***


Santa pazienza. (ossia quella che Santa Carla da Catania ha con me)

 

umore: fatta di antidolorifico.

musica: Mermaid Avenue Vol. II, Wilco and Billy Bragg.

 

Angelica ha al momento un braccio praticamente inerte intorno al fianco, quindi, sta sotto antidolorifici e non fate caso ai refusi.

Quel simpatico essere del mio istruttore di palestra ha avuto la geniale idea di farci fare un esercizio per cui ho perso l'uso del braccio e della spalla almeno per i prossimi tre giorni. Ho anche allegramente portato un po' di casino in sala pesi, dove, mentre cercavo di non porre fine alla mia vita sul tapis roulant, ho interrogato la piccola Sara su elettrodinamica. Gh. Le ho anche messo il voto. Insufficiente, ovviamente. (Il voto non è dovuto al fatto che sono rimasta incastrata nel fly[1] e non riuscivo a uscirne fuori. Io non sono Houdini, va bene? Io rimango incastrata negli attrezzi e non so come liberarmi.)

In tutto questo, sto discutendo con la mia amica Flavia, aspirante psichiatra (e paziente aspirata, come ci tiene a precisare), se sia eticamente irreprensibile comprare dei rossetti di Chanel (io propenderei per il no, ma io non compro cosmetici testati su animali da quando avevo 16 anni e sono un po' una specie di integralista sulla cosmesi. E già, perché io sarei allergica praticamente all'intero mondo , quindi, mi toccano quelli testati in clinica dermatologica, che costano circa il quadruplo. Non mi ricordate quanto ho speso per l'ultimo khol che mi sono comprata, perché ci avrei sfamato per un mese un bambino africano). In tutto questo, sto cercando di capire se debba chiamare o meno la protezione civile, dato che Elena è scomparsa e ha in macchina la mia più grande soddisfazione degli ultimi giorni nonché il motivo della mia discussione: una gonna di una marca che non posso dire per non fare pubblicità occulta (presa all'outlet, non sono mica Paris Hilton) taglia 36 che mi va benissimo. Taglia 36 italiana, attenzione.

Già mi vedevo con camicia bianca di altra marca che non posso nominare (sempre il miracoloso outlet e il fatto di avere una taglia da bambina, faccio shopping in un modo meraviglioso, risparmio tantissimo!), sandalo nero con nastro nero intrecciato che sale sulla caviglia, capello incollato al cranio, stile mascolino anni 20-30 (io li porto corti per una questione di sopravvivenza altrui: sembro il leone di Cleopatra o Cleopazza, per che razza di capelli mi ritrovo. La gente muore letteralmente di ridere quando dico che ho provato a pettinarmi.[2]). Avrei perfezionato tale immagine con le perle alle orecchie, foulard color sangue, solo un po' di khol e, soprattutto, questa gonna meravigliosa, fantastica, che mi fa sentire meravigliosamente esile e non lo scrocchiazeppi che sono. Guardate, non vi lamentate delle curve, pensate come ci si può sentire a essere senza una curva, piuttosto dotata solo di rientranze.

Ecco, visto l'abbigliamento sopra descritto, è immorale metterci il burro cacao neutro, ci vuole un rossetto rosso bordeaux e sto discutendo con Flavia su quale possa prendere senza ritrovarmi al pronto soccorso ricoverata di urgenza per choc anafilattico e senza avere sulla coscienza un povero topino indifeso (e il fatto che ho avuto un topino per animaletto da compagnia da bambina, mentre un barboncino mi ha aggredita senza motivo a cinque anni -mamma sostiene gli abbia pestato la codina, ma non è vero!- non c'entra niente con il fatto che se leggo che son cani, protesto, ma non faccio una piega, mentre per i topini mi metto a piangere come una bambina di cinque anni).

 

La mia religione della panna trova altri proseliti, anche tra gli uomini. Siamo già a dieci persone. Le ultime lezioni di crescita spirituale, argomento che come somma sacerdotessa (la Pizza, altro che la Pizia) mi sta estremamente a cuore, sono state su: "come non ubriacarsi, ma bere a scrocco per ore", "come mettere al tappeto un eventuale rivale/vittima sacrificale", "come mangiare un kiwi trasformandolo in un'arma di distruzione di massa" (Una mia amica, a mensa, mangiandolo con il cucchiaino -che barbarie, che barbarie!- è stata capace di catapultarlo sulla camicia nuova dell'assistente di un esame che doveva sostenere mezz'ora dopo. Uhm.)

Sto iniziando a pensare che prima o poi svilupperò di nuovo l'intolleranza ai latticini, ma per ora non importa. PANNA! Tanta panna, tutta panna, ovunque panna.

 

Questo fine settimana, né Dalia né Elena sono state raggiungibili: troppo impegnate con la Juventus.

Nel senso che Dalia è rimasta bloccata in mezzo a uno scontro tra juventini e tifosi del Napoli, mentre Elena da un tifoso juventino (comico, dato che anche lei tifa Juve) che le ha dato una consegna di lavoro da completare entro domenica a 00. 00. 02. Giuro che era scritto così sul foglio che mi ha mandato.

Laura mi ha abbandonato: è nel nord Italia a portare soccorso alle popolazioni colpite dal terremoto. Ma quanto amo quella donna? Troppo. E' anche socialmente utile, amatela con me e rimanete inutili sul divano, così non fate danni (ma mandate aiuti economici, a meno che non possiate essere meno pasticcioni di me e andare a dare una mano, forza).

In tutto questo: devo finire la tesi a tempo record. Quella che un caro amico ha ribattezzato "cacalippa" sta facendo miracoli. Sono convinta di farcela, non so come, non so perché, ma sono convinta. Nella vita la convinzione è proprio tutto.

Sto dando ragione a Dalia (e mi sento che abbia ragione) sul fatto che il cieco non può riamarla sulle lunghe. Ora, io lo spiego con il Canto V dell'Inferno, versi 100-108 (ho buttato a indovinare, se ci ho preso, stimatemi!)[3], il che depone sicuramente sul fatto che io sia una persona sana di mente.

 Quanto a me, sinceramente, non capisco che cosa abbia fatto ad Ale che sta in treno con la ragazza con cui esce e mi guardi allibito quando passo per andare in bagno. Tranquillo, non stalkero. Non me ne importa un fico, è questo che vorrei che capisse. Lo scrivo qui, visto che mi legge. Può uscire con chi vuole, già quando stava con me i patti erano chiari: "fa quello che vuoi, purché ne parli apertamente con me". Inoltre, aggiungetevi una cosa d'obbligo: io credo che se pensi che io stalkero, ha bisogno dello psicologo. Io non ho bisogno di stalkerare, io so a prescindere! Sono veggente come Jung. Unica cosa: se gentilmente mi ridai il pc.

Infatti, è divertente notare come la gente si scordi di restituirti prestiti che contengono dati personali e che gli hai prestato due anni fa, quando diventa ex. Ah, che seccatura doverlo ricordare! Sembra sempre che tu voglia attaccare bottone, mentre, in realtà, ti serve un file che contiene un seminario su Euripide scritto nel ''15- 18, mentre ti pioveva addosso in trincea e tua madre non sapeva a quale battaglione mandare le mutande di lana, (i miei famigerati mutandoni di lana per quando nevicava -perché a Pisa nevica che nemmeno a Chamonix il 30 gennaio secondo mia madre, cosa credete?-  che fanno sembrare i mutandoni di Bridget Jones una cosa estremamente sexy.)

Dunque, io sono sana di mente: sono convinta di farcela con la tesi, non capisco perché il mio ex rimanga di sasso quando lo saluto con il sorrisone, passo il mio tempo libero (dalle due alle quattro di notte) a leggere "Il libro rosso" di Jung, so che mi presenterò alla discussione di tesi di dottorato dopo essermi presa una bella dose di benzodiazepine (Non ho mai preso psicofarmaci. Come direbbe un mio amico: -E si vede, sei completamente sciroccata. Forse ti farebbero bene), faccio telefonate improbabili in cui mi dichiaro "morta", cerco di consolare amiche che si stanno addottorando, mi rendo ridicola con colleghi seniores e iuniores, sto cercando di convincere tutti dell'importanza di leggere "Psicologia del Graal" di Emma Roschenbach in Jung (mio padre me lo ha appioppato a sedici anni, cosa pretendete?), non mi è piaciuto "A dangerous method" perché mi è piaciuto troppo "Prendimi l'anima".

Inizio a capire perché i miei amici psichiatri non facciano altro che dirmi "no, ma non sei matta" e intanto mi promettano tutti che mi regaleranno una camicia tanto carina che si lega sulla schiena. Portatemi la panna in quella saletta buia con le pareti ricoperte da cuscini. L'importante è che non sia il set di qualche film. Non sono né telegenica né fotogenica. Consideratemi solo per gli horror.

P.s. ci sono cose su cui anche Angelica non scherza. I morti, a meno che non l'abbiano autorizzata in vita, sono tra queste.

 

 



[1] Una macchina che serve per le spalle. Inventato da Torquemada, è stato molto usato dalle varie inquisizioni per ottenere confessioni. Purtroppo, nessuno è mai sopravvissuto, cosa che ha deposto contro il suo utilizzo.

[2] Non voglio nemmeno farvi vedere le foto di quando li avevo lunghi; i compagni di università, dopo le lezioni di tedesco, ritrovavano tra i miei boccoli gli oggetti perduti, manco fosse la superficie della Luna nell'Orlando Furioso. Una volta un mio amico mise il bancomat sul banco: chinai la testa all'indietro per chiedergli una cosa e, zac, il bancomat rimase incastrato tra i miei capelli e dovemmo eliminarlo spostando un capello per volta

[3]  Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.
Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.
Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense.
Queste parole da lor ci fuor porte. 

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** A Chorus Line ***


A chorus Line. (la mia vera idea di horror)

 

umore: devastata di stanchezza.

musica: Bloodlust and Perversion, Carpathian Forest

 

 

La grande verità di oggi è "se andate in giro per aree archeologiche, non mettete i tacchi, soprattutto se siete con una persona che, quando vuole fare una passeggiatina in montagna, va sull'Annapurna".

 

Oggi ho rivisto due carissimi compagni di università, Francesca e Giovanni. Erano tre anni che non li vedevo e abbiamo fatto il giro di Roma a piedi. Giovanni è appena tornato (non è una battuta) dall'Annapurna, quindi, vi potete immaginare che ritmi di marcia possa avere rispetto alla vostra atleticissima Angelica. Io ero convinta di camminare poco oggi (ero sicura ci saremmo presi un caffè seduti, pensate che ingenua!) e, normalmente, come è mia buona abitudine dato che sono alta una mela o poco più, avevo i tacchi. Non vi dico in che condizioni ho i piedi (LAURA! AIUTO!).

 

Punti salienti: gli ho presentato Dalia, dato che ormai è uno dei punti fermi della mia vita. A parte che si è sentita male quando è passato un esponente di un partito che mi sta veramente sulle scatoline e io ho commentato con un:- Vedete, è il suo potere nefasto-, Dalia vagava con una dolce raffigurazione dell'invisibile unicorno rosa  in braccio -che non è invisibile ed è un peluche che le ho regalato io; lei mi ha regalato una maglietta pro-yuri.

Siamo entrati nel Pantheon, credo fossero secoli almeno che non entravano nel Pantheon persone così, per usare un eufemismo, poco convenzionali e tanto malate di mente. I miei amici, dopo cinque anni, sono abituati alle mie stranezze e alle mie frasi eccentriche, grazie al cielo. Immagino che non gli interessasse molto il discorso sul cieco di Sorrento e il tegame che lo accompagna (tegame/budello: toscanismo per giovane di facili costumi). Francesca continua ad avere uno dei più bei tatuaggi che abbia visto: orecchio, piccolo, sembra un orecchino. E' uno spettacolo. Ma come si fa che è sempre più bella?

Mi hanno trovato più scoppiata che mai (ora, però, faccio anche boxe), incasinatissima con la tesi, ma, porco boia, quanto mi sono mancati?

Certo che passare dal vedersi tutti i giorni al non vedersi per anni è veramente dura.

 

In tutto questo, io odio Giovanni. E' stato sull'Annapurna. Lo sto letteralmente invidiando in un modo in cui non credo di aver mai invidiato nessuno: mentre io marcisco sulle scartoffie della tesi, lui si è fatto gli 8.000! Si è anche laureato, ma è stato sull'Annapurna. No, l'Annapurna, dico io! Nepal, presente dove è?

Credo che sia una di quelle cose che vorrei fare e non farò mai. Adoro la montagna, per mancanza di tempo sono buoni tre anni che non ci vado (dall'estate in cui mi sono laureata.) Va detto che io vado a chilometraggio illimitato ovunque: ho cercato di macinare chilometri e musei a Vienna, ma purtroppo ho ricevuto dei freni da Ale. (Insomma, io non capisco cosa abbia il resto del mondo contro il farsi più musei possibile al giorno. Si è pure adirato perché l'ho trascinato a vedere la Venere di Willendorf con l'apertura serale del Museo di Storia dell'Arte Naturale, salvo ridere come un bambino per i dinosauri).  Comunque, tornando al trekking: camminerei per ore in montagna, adoro scalare, peccato il fisico non mi consenta la preparazione atletica sufficiente.

Lo detesto, però, ringrazio il cielo che non mi abbia detto che è andato a scalarsi l'Annapurna: con il tasso di incidenti che c'è, non ci avrei chiuso occhio.

 

Preparazione fisica: la mia è scarsissima. Sono riuscita a escoriarmi una mano (con il guantone!) nel tirare pugni contro un sacco (Andrea, portami i cerotti! Sì, Luca, capisco che ormai sei terrorizzato dal racconto delle mie vicende sportive, ma tranquillizzati: non morirò a breve). Per inciso, è stato il contatto con il guantone a escoriarmi. Sono un genio del male, il tutto è avvenuto durante l'ora di fit-boxe.

Dato che non mi basta rendermi ridicola così, do fondo al mio lato "tronco d'albero" con l'ora successiva. Un tronco di pino sarebbe più sexy e mobile di me, durante un'ora di zumba. A parte che non capisco l'utilità fisica, ma al guardarmi allo specchio sembro davvero l'incrocio tra uno zombi in avanzata decomposizione e un chiodo, con i miei movimenti estremamente mobili e rapidi.

Diane è rimasta allibita, sono rimasta nascosta dietro di lei durante tutti i 57 minuti e 23 secondi (li ho cronometrati) in cui mi sono resa ridicola. Poi, per fortuna, l'ora è finita. Sono riuscita a fare due figure di BIP in due secondi. Una ragazza aveva la maglia con Miss Piggy e io:- Uh, ti adoro maialotta! Un'altra neofita della zumba indossava una maglia stampata con un succulento lecca-lecca- Wow, adoro succhiare e leccare.

Fantastico, mi hanno presa per una maniaca.

Diane era sconvolta di me che mi nascondevo dietro di lei, poi, si è ricordato di una creatura mitologica, mezza tronco di legno e mezza lingua di cui parlava la sua insegnante di danza (una delle mie) che si nascondeva dietro le persone durante le ore di lezioni. In effetti, Laura ci era abituata a ritrovarmisi dietro e sembrare la dea Kalì visto che le mie braccia sembravano sue (anche se va detto che ero più alta di lei e non era facilissima). In tutto questo l'istruttore è preso da attacchi di genio. - In due file, una davanti all'altra, come in High School Musical.

Ho avuto un conato di vomito.

Passi ancora A Chorus Line, non è il mio genere, ma potrei sottoscrivere una delle canzoni (quella che parla del fatto di non avere il fisico e di essersi rifatte per trovar lavoro, per chi mi leggesse che non ha capito a cosa mi riferisca, la canzone si intitola Dance: Ten; Looks: Three [Tits and Ass] e consiglio l'originale con Pamela Blair. Prima o poi dovrò applicare), ma High School Musical? Ma stiamo scherzando? Mi sono messa i Gogoroth appena a casa per riprendermi! Ho cercato di mettermi in riga con Diane, ma ho fatto un casotto micidiale. Meno male non ho ammazzato nessuno.

Il mio istruttore ha cambiato metodo di allenamento: è ancora più duro. Oggi gli ho fatto un maxi sorriso e fatto presente che non parto per Londra il prossimo mese. Non ha colto, finché non gli ho spiegato delle Olimpiadi.

Mi ha risposto che mi farebbe piacere mettermi il costume e avere un bel fisico. Ho risposto che io non ho un bel fisico, io sono bellissima e, comunque, non vado al mare.

 

Passerotti. Ieri ho terrorizzato Sara. Ci siamo viste per pranzo e siamo andate a prenderci un caffè al barino di fiducia. Benissimo, Sara stava parlando di cornetti con la cassiera e a me è partito un flash sull'uomo più bello che abbia mai visto, ovviamente mentre aveva un cornetto con la panna in mano e lo mangiava. Non ho più guardato il cornetto allo stesso modo.

La cassiera era imbarazzata. Mi sono seduta fuori e ho dato pezzettini di pane ai passerotti. Sara sostiene che gli abbia gettato un'intera brioche, ma è falso. Io non comprerei mai una brioche vuota per darla a dei volatili... (Non ci crede nessuno, lo sanno tutti che cambio persino voce davanti agli animali: mi piacciono tutti, devo ancora trovarne uno che non mi piaccia. In dipartimento la bibliotecaria ha adottato dei passerotti e io gli parlo in versi, manco fossi Catullo. Uno, soprattutto, mi è simpatico: era un passerottino magro magro prima, ora è quasi obeso. Considerate che prima faceva:- Pio, pio- quando gli davo il dito per beccarlo. Oddio, se state pensando male, pensate che è un passero vero, posso mettere le foto. Ora fa:- PIOOOO, PIOOOO- con voce baritonale...).

Comunque, anche Sara ed Elena sono ufficialmente adepte alla religione della panna. Elena ha avuto problemi con le deiezioni di un volatile, mentre andava a fare un esame. Dicono porti bene.

Speriamo, a giudicare dal voto dell'esame direi che è andata bene: peccato che a trarre un giudizio dalle condizioni della giacca e dalle dimensioni deve averle defecato addosso il roc[1] o che gli pterodattili non si sono ancora estinti, sono vicini a noi e ci hanno dichiarato una guerra chimica che nemmeno è lontanamente immaginabile!

Non so se anche Rosa voglia convertirsi o è ancora attaccata al solo invisibile unicorno rosa. Ma la religione della panna è come la Chaos Magick o la religione dell'antica Roma: accetta tutte le credenze, potete anche essere cattolici e seguaci della panna, buddisti, islamisti, quello che volete, purché veneriate il potere della sacra panna. Noi non siamo integralisti, accettiamo tutti. Basta che non ci facciano pagare le tasse, ci regalino tanta panna e ci lascino campare con le nostre convinzioni.



[1] Uccello mitologico gigantesco. Se ne parla ne "Le mille e una notte".

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Maya. La popolazione, non l'ape. ***


Maya. Non l'ape, la popolazione.

 

umore: sospeso.

musica: Visions, Stratovarius (mi sembra adeguato con il giorno)

 

 

Stanotte, a mezzanotte e quattro minuti, Sole, Terra e Venere saranno invidiatissime (almeno da molti miei amici maschi piuttosto candidi ed espliciti nel farmi confidenze), dato che saranno impegnate in un ménage à trois, visto che saranno in congiunzione (ora l'amica astrofisica mi tira un libro in testa). A ogni modo, pare che ci sarà la fine del mondo.

Lo hanno previsto i Maya, che pare prevedano solo sciagure, manco fossero Nostradamus. Ora, a parte il fatto che a me Nostradamus sta pure simpatico, anche se non ci credo, i Maya li hanno fatti estinguere, sono stati vittima di un ennesimo genocidio negli anni ''80 che è stato denunciato solo da poche associazioni, è ovvio che prevedano tragedie e catastrofi per quanto riguarda gli occidentali, la vedo un po' come una vendetta. E, poi, va beh, non è che al tipo che stava scolpendo gli è finita la pietra?

Siccome, però, a me non piace lasciare le cose a metà, mi sa che ora vado sotto casa dell'uomo più bello del mondo (magari sì, ce la faccio ad arrivarci prima di mezzanotte), e gli dichiaro tutto il mio amore per lui, che dura da 14 anni senza trovare un vero sfogo emotivo, dato che mi ritengo troppo fessa per riuscire a mettermici.

In tutto questo, Gioia è tornata dal suo periodo a Oxford, speso nella stessa famiglia che mi ha ospitato (non è per dire, il recapito gliel'ho dato io), e mi ha aggiornato sulla sua vita sentimentale. Capisco di aver scandalizzato anche lei quando tiro le pagnotte ai passeri (son così carini e, poi, son sacri a Venere, magari è la volta buona che la smette di avercela con me, se gli coccolo gli animaletti!). Stendiamoci sette veli pietosi, che va bene che "anno bisesto, anno funesto", va bene che quest'anno è un anno orrendo, però, insomma, si sta seriamente esagerando.

Tranne forse un amico di cui non farò il nome, (e nemmeno il cognome, perché altrimenti mi sembra gufargliela), pare che non ci sia un mio amico che ha una vita sentimentale tranquilla, senza scossoni, per cui non ci sia bisogno dello psichiatra.

Uno, dico, uno!

Anna non fa testo, perché è la donna perfetta e non intendo gufargliela.

 

Comunque, se fosse vero, se mi leggi, uomo più bello del mondo, perdonami per non avertelo detto prima, nella tua somma bontà. Ti prego. Magari ti saresti accorto di una cozzetta che ti voleva, ti voleva tanto. Solo che ho sempre avuto troppo senso del ridicolo per dirtelo, perdonami.

Non importa se non mi conosci, non importa. Io ti amo, perché amo troppo la beltade. Spero tu colga che non ti sto sfottendo. Ho pensato di telefonarti dicendoti:- Amami, ti prego, cedo la mia virtù lungamente serbata alla tua virilità- ma non l'ho fatto perché, sinceramente, sapeva troppo di presa in giro.

 

Laura, perdonami, per tutte le volte che ti ho messo in imbarazzo dicendo che ti avrei sposata. In realtà, io sono contraria al matrimonio e alle responsabilità, mi sarei limitata a concupirti. Ma non dubitare mai di essere la donna della mia vita!

 

Elena, sores, te vojo bene assaje; Diane, Luca, Valeria, Anna e quanti altri: senza di voi non sarei giunta a questo punto! Ale, mio caro architetto, mi mancherai! Addio, amici, addio: non credo nell'al di là, ma se finisse il mondo, Andrea, ricordati quello che sai sul mio funerale!

 

Un po' di cronaca di questi giorni: Sabato sera sono uscita con Laura e siamo finite all'"Infioratina", ossia i quadri fatti di petali di fiori fatti dai ragazzini piccoli. Alcuni son bellini, ma altri sembravano fatti sotto assunzione di stupefacenti di dubbio valore, dei veri e propri trip. Inguardabili, con la mia solita spontaneità ho rischiato di farmi prendere a calci da qualche ragazzino che ci ha lavorato, dato che il senso di schifo non riesco a dissimularlo. Speriamo bene per le "Infiorate" future, se questi sono le nuove leve che si dedicheranno a montarla. Speriamo!

 

Domenica: sono finita alla fiera delle fragole di bosco a Nemi. Io adoro Nemi, davvero, anche se non mi trasferirei mai nel bosco: girare con una spada rischiando di essere ammazzata da chi vuole un ramo d'oro... Ma anche no!

Avevo proposto a Elena di andare lì convinta che non ci sarebbe stato nessuno: ho beccato la fiera delle fragole più importante di Italia. Per arrivare al paese, abbiamo dovuto parcheggiare al campo sportivo e prendere una corriera che definire "di fortuna e pittoresca" è un grosso eufemismo. Tanto, a Elena e a me non va mai niente liscio, ci capita sempre di tutto di più. Dall'Irlanda a oggi, nel curriculum dovremmo inserire il capitolo "disastri, catastrofi" e quello "situazioni surreali". Comunque, a Nemi c'era un casino bestiale, vero e proprio terror panico nel bosco, le epigrafi di Diana ovunque (ecco, Nemi come saprete era sede di uno dei più importanti santuari dedicati a Diana nel Lazio, c'è un'intera stanza al British Museum piena di reperti provenienti da qui), con Elena che ha provato a dire:-Ma quanto rompe sta...- e io le ho tappato la bocca.

Non è che ci creda, ma, se è davvero come la descrivono nei miti, c'è un motivo per cui i Greci facevano un tempio ad Artemide dovunque andassero: una tale piantagrane che era meglio avercela per amica a vita.

Quindi, non facciamo battute, che non ci credo, ma meglio non rischiare!

C'era un gruppo che cantava un dialetto che sembrava quasi del sud all'orecchio di Elena (la teoria di Lorenzetti sui dialetti dei Castelli! Da linguista qualcosa mi verrebbe da dire, ma non vi tedierò, dato che vista la fine del mondo prossima vorrete arrivare presto al termine di questo capitolo), la gente che sciamava per strada, il sindaco (che doveva distribuire le fragole gratis -panico!) al telefono che sbraitava. Un casotto di prima categoria.

Mi sono ritrovata per terra con il ginocchio disintegrato, visto che mi ha puntato le gambe un bambino di sei anni (il solito che se la prende con me), son finita con Elena che mi sorreggeva al giardino Ruspoli con la mia coppetta di fragoline di bosco con la panna (non sia mai che non adempio al culto da me stessa fondato) e, intanto, mi dice Elena, pare che abbia recitato Ovidio, "Le metamorfosi".

No, ma io sto bene di cervello, secondo me prima o poi mi fanno davvero il tso. Il ritorno è stato anche peggiore, con me che saltellavo allegramente su un ginocchio solo.

 

Lunedì: Laura è finalmente tornata in palestra. Ha resistito stoicamente ai metodi di allenamento del nostro meraviglioso allenatore. Prima o poi morirò di infarto, siete avvisati.

 

In tutto questo, oggi è l'ultimo giorno del mondo. Vado a lavorare alla tesi, va. Che è meglio.

 

 

 

*******************************************************************************************************

 

Grazie a tutti i lettori, anche quelli che non mi conoscono! Non mi immaginavo che a qualcuno mi avrebbe seguito anche se non gli avessi puntato addosso un fucile a canne mozze! Grazie!

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Ruit hora (Virgilio) ***


Ruit hora.

musica: Orff, Carmina Burana (richiesta di mia madre, che non li riconosceva durante lo spettacolo. uhm. Sto anche traducendo)

umore: stanchezza, mannaggia alla pressione bassa (e ieri l'istruttore ha iniziato l'ora con un "Vi ammazzo" che non prometteva niente di buono)

Solo il mio vecchio liceo può decidere di mettere la recita scolastica la stessa sera di Italia-Croazia (per fortuna: partita alle 6, teatro alle 8 e mezza). A parte le mie perplessità su un calciatore di cui non farò il nome, ma vi potete immaginare chi è, se mi conoscete, devo dire che sentire la partita in palestra e saltare al collo dell'istruttore per il goal dell'Italia (non mi fate parlare, sette palle goal mangiate nel primo tempo, sette!) e commentare:- Chissà quanto è contento papà (notoriamente juventino) è un'esperienza mistica.

Il secondo tempo l'ho visto svaccata in poltrona, accanto a mio padre (tutto felice per il suo nuovo olio all'albicocca per le cuticole: perché mio padre usava il detox per la pelle nell'81, quando in Italia nemmeno si sapeva cosa fosse e neanche una show girl/attrice/modella probabilmente se lo sentiva proporre) e con mia madre che dalla cucina commentava che non aveva mai sentito una tale sequela di insulti ai danni di un calciatori italiani. Il bello è che quando lei ha deciso di non guardare la partita perché non vuole insultare qualunque persona esistente sulla faccia della terra e negli unici cinque minuti che ha visto stava per avere un infarto. Ma va bene! Intanto ho sentito amiche di giù, di su.

In questi giorni ho rivisto (mentre cerco di non morire dietro alla mia) la tesi di una mia amica. E' una tesi splatter: descrive gli autori di alcuni codici di manoscritti e quello che è finito meglio è stato castrato! Il migliore è un certo Giovanni dalle dita mozze: gli hanno amputato mani e piedi, naso e orecchie (è comunque sopravvissuto, non sempre la vita è clemente).

 

Comunque, sono appena tornata da una serata sconclusionata a teatro. Sconclusionata perché cercare di far capire Beckett a mia madre è come tentare di farle ripetere il "decervellamento", anche se le si è spiegato tutto quello di cui tratta (e io ho fatto la triennale, la triennale, con un professore che insegna anche "drammaturgia antica"). Non  ci capisce nulla e non ci vuole capire nulla, però, siccome mia madre è in grado di far conversazione su qualunque cosa (e al contrario di me è affabile, se devo essere sincera, glielo invidio), inizia a sparare ipotesi alternative, che fanno venire i capelli bianchi a chi ne sappia un po'. Io non mi trattengo, vi immaginate che succede? Il punto che mia madre con il teatro dopo il 1860 (e qualcosa anche precedente) è come me con certi pittori ipermega osannati: non li reggo, non li sopporto e ammetto di non capisci nulla. Va bene, io non faccio testo, il mio pittore preferito è Goya, per cui potete immaginarvi a che livello di paranoia arrivi. Adoro Bosch e quadri di visioni infernali, fate vobis! Anche se trovo vagamente inquietante che mia madre abbia comprato il quadro di un demone bambino senza occhi, che cerca di spacciare per "La piccola fiammiferaia" e trova tenera. Ora, capisco che abbia avuto me per figlia, però... Trovare tenero il demone babilonese che ha messo all'ingresso e terrorizza omoni alti due metri e larghi tre è un po' eccessivo per chiunque.

Comunque, non si può lamentare che le tappo la bocca e faccio la maestrina se faccio presente che "gli uomini grigi" sono in "Momo" di Ende e non in Beckett! Che cavolo! O che le maschere bianche sono kabuki! Insomma, mamma, ho dato tre esami di teatro, scommetti che se sbagliassi e dicessi "pat" invece di "atp" tu faresti di peggio?

Siamo andati a vedere il figlioccio di mio padre, Andrea (per altro è stato bravo bravo nel certamen di latino che ha fatto, orgoglio stile vecchia zia mode on). Mio padre e io ci siamo messi allegramente dietro a tutti, prima che aprissero la sala (e devo notare che il mio medico di base era lì vicino. Papà e io NON siamo ipocondriaci, per niente proprio... Scherzo ovviamente, devo far presente che almeno quattro persone mi hanno offerto una sedia perché sanno che soffro di pressione bassa e c'era un caldo infernale? Una era la bidella del mio piano al liceo, praticamente tra docenti e preside c'erano mezzo Foscolo invariato. Mamma mia, da pazzi). Non è che sono sociopatica o asociale, è che la gente mi dà fastidio. Ho anche capito che devo sposarmi con uno tipo mia madre, attira lei l'attenzione e fa lei conversazione, mentre mio padre e io possiamo fare tranquillamente battute taglienti sul resto del mondo. Comunque, la prossima volta facciamo vestire mamma da Belfagor, così è evidente a tutti il suo spirito da anima della festa.

Lo spettacolo si è aperta con presentazione della vecchia preside del liceo (che è andata in pensione, ma siccome lei ci fece ripartire il giornalino e il corso di teatro, ormai c'è sempre. Sì, scrivevo sul giornalino scolastico: avevo la posta del cuore, parliamo di questa mia attività. La mia immagine era una pecora sul lettino, presente "tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso e non avete mai osato chiedere"? Sì, mio padre è sardo e, sì, ci ironizzo sulle mie origini). Un'istituzione, signori, un'istituzione. Laureata in fisica nucleare (non sto scherzando), massimo dei voti, ha la tendenza a NON sapere l'italiano. Come si sia laureata è un mistero non spiegabile. O ha trovato tutti professori che parlavano solo dialetto locale (e non è impossibile) o ha fatto solo scritti. E' riuscita a inanellare 3 congiuntivi sbagliati, ho visto buona parte dei professori presenti (e io pure l'ho fatto, ammetto) sbiancare. In realtà, oggi va detto che si è trattenuta. Rimasta storica, durante l'occupazione del 2001 (ammetto, ho partecipato), la sua "Se rompete quarcheccosa ve cionco 'e mane" in dialetto purissimo.

L'argomento dello spettacolo era il tempo che tutto porta via e nulla conta più. In realtà, una parte di me ha sempre trovato consolatorio il fatto che tutto finisca. Porta via anche gli errori ed è uno stimolo a far del proprio meglio, ma non per sé, per chi resta. Che poi tanto tutto tendenzialmente vada a scatafascio è qualcosa di ancora più profondamente vero (ma pensate positivo, nel tempo dell'eternità, qualunque cavolata facciate scompare! E' consolante, certe volte, fidatevi. Voglio dire, pensate che da qui a 100 anni nessuno ricorderà di quando vi siete presentate a una festa vestite, il vostro amico da "vampiro" e tu da "vittima" perché avevate capito che era qualcosa di legato ad Halloween -era il 31 ottobre- e al sangue. Era una festa per fondi all'avis ed erano tutti in ghingheri. Per altro prima che si diffondesse la mania "twilight", quando i vampiri erano della Rice o di Stoker -o nel mio caso... ehm. Fanu Le Sheridan)

Andrea ha recitato benissimo, il mio amichetto è proprio bravo bravo! Bello de zia, quanto sono orgogliosa di te!

Comunque, era sulla scomparsa di tutto e la fine di tutto, mondo compreso. Finalmente qualcuno che si ricorda che di una morte bisogna morire.

Hanno poi proiettato il cortometraggio, perché al mio vecchio liceo c'è anche il laboratorio di cinematografia. Anche lì ha collaborato una ragazza, amichetta mia di palestra per una scena molto molto ben fatta sul razzismo (Lei con pantaloncini di jeans cortissimi e calza coprente. Il professore le fa, dopo una tirata razzista che riprendeva pari pari un discorso di un politico:- E sti pantaloncini corti, prossima volta, mettiti un gonnellino di banane- e lei:- Io la denuncio per razzismo!- Boato in sala, perché è timidissima, veste castigata a livelli che ogni tanto in palestra la sfotto io -nota per vestirmi come una suora- e il professore l'adora). In estrema sintesi, il cortometraggio sviluppava l'idea di un farmaco somministrato ai ragazzi per tenerli buoni, la "rimbecillina". Dava, però, effetti collaterali spaventosi e il ministro della coercizione veniva sospeso. Tutto sembrava tornato alla normalità, che si scopriva essere anche il nome di un farmaco ancora più subdolo che obnubilava tutti, con i poteri forti che così potevano spadroneggiare. Si chiudeva con un messaggio -inascoltato- dell'unica rimasta cosciente. La dedica era a Grifi, non è per dire.

 Insomma, un po' "matrix", un po' "grande fratello" (non quello rai) e girato tecnicamente benissimo, con il giusto retrogusto di amaro in bocca (anche i miei sono rimasti davvero colpiti). Ieri Andrea (l'ortopedico) ha detto una frase che ha riassunto perfettamente tutto il mio punto di vista sulla vita (e il lieto fine in letteratura). "I lieti fine li odio perché sono falsi. Nella vita reale purtroppo non accadono quasi mai".  (Andrea, io lo so che mi leggi, perché ti appioppo tutti i capitoli e chiedo scusa se sto usando questa frase senza autorizzazione, ma la sottoscrivo tutta.)

Benissimo, ma parliamo del fatto che sono emozionata per la mia Laura che ha consegnato la domanda di laurea. Amore mio, non vedo l'ora di esserci!

Ho visto Dalia un po' giù. Devo far curare da un bravo oculista il cieco, deve recuperare la vista. Sì, urge davvero.

Santa Valeria, ti telefono a breve e, Santa Carla, cerco di lasciarti alle tue cose, perché non mi va di disturbarti.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Trenitalia, ti odio!!! ***


Trenitalia, ti odio!!!

musica: Inno di Mameli dal televisore pre-partita (a breve "God save the queen" e, poi, partita).

umore: pre partita. Non mi parlate.

 

Va bene, scrivo questo post di corsa poco prima di Italia-Inghilterra (indosso una canotta macchiata, un paio di pantaloncini bucati, mangio frittata di cipolle e sono dedita al rutto libero. Ecco che esce la mia vera genetica: sono la figlia nascosta di Fantozzi, altrimenti non si spiega la sfiga). Ho un consiglio per Balotelli: visto che gli inglesi un po' di paura di lui ce l'hanno, inizi a fare il pazzo, con smorfie, urla, boccacce e filastrocche prive di senso che tanto non capiscono, ma fanno paura. Mentre lui distrae gli avversari, Pirlo e Cassano segnano[1].

La tesi va, più o meno a rilento, più o meno. Praticamente i due Luca e Andrea grande prima o poi mi sbatteranno fuori dalla loro vita, stufi dell'ammorbamento continuo e dalle mie paranoie. Il mio migliore amico mi ha definito "confusa" e il mio relatore di tesi mi sta facendo da psichiatra. Bello. Laura si dovrebbe laureare a breve, quindi, è sotto con la tesi ai miei livelli, speriamo bene. Perdonami per il mex, ma puoi capirmi, sei sotto con la tesi e ti ritrovi a fare tutto a orari indecenti.

 

Venerdì cena di palestra. E' stato un susseguirsi di scene spaventose. Io mi sono messa vicino a Laura e alla nostra Diane.  Lasciamo perdere, ho avuto paura che qualcuno si spogliasse addosso al ragazzo di taekwondo... Scene pietose (divertenti), su cui stendiamo i sette veli che si stava togliendo sul tavolo più di qualcuno.

Sabato scorso mi sono ritagliata i capelli.

Vi pare normale che il mio parrucchiere mi abbia dato appuntamento alle 12 e mi abbia iniziato a tagliare i capelli alle 2 e 40. Intanto chiacchierava con il mondo intero e non mi guardava la testa. Ora, Lui è il DIO del capello e sono uscita con un taglio perfetto (per riuscire a pettinarlo io, che sono imbranatissima, deve essere perfetto), ma mi ha lasciato 30 minuti in piedi prima di farmi pagare e capire che mia madre era lì fuori che mi era venuta a prendere in macchina. Uhm. Io gli regalo il "De Brevitate vitae" di Seneca veramente, che, se non l'avete letto, ve lo consiglio, ma solo se siete di ottimo umore. E' il motivo per cui non arrivo mai in ritardo (a meno che non ci siano motivi gravi/sia veramente incacchiata): il tempo, infatti, è l'unica cosa che non torna indietro e fa delle tirate contro i ritardatari. Seneca lo ripete talmente tanto che alla fine vi sentite talmente in colpa che, se non vi suicidate, non arriverete mai più in ritardo da nessuna parte.

 

Mia madre mi è venuta a prendere perché ultimamente passo quasi tutto il mio tempo libero sul pavimento. In realtà, di mio, io ho la pressione piuttosto bassa (diciamo che la minima non è percepibile dall'orecchio umano e non è rilevabile da nessuno strumento di misurazione?) e, d'estate, divento particolarmente affettuosa con il pavimento. Lo calpestano tutti, si sente solo, quindi, io l'abbraccio. Non vi preoccupate, se mi vedete  che non vi rispondo e sono particolarmente assente, portatemi un caffè, il povero Massimo martedì si è ritrovato me che gli sono caracollata sulle scale, proprio addosso.

 

A ogni modo, credo che Trenitalia sia complice della situazione e sia pagata da qualcuno per uccidermi.

Vi racconto il mio ritorno a casa medio da lunedì a oggi.

 

Ore 16: esco (di solito cacciata a calci, visto che in teoria sarebbe chiusa e mi lasciano imbucare solo perché sono un'addottoranda. Diciamo che a un certo punto vorrebbero tornare anche loro dai parenti, famiglie etc.)

Ore 16 e 05: cerco di non perdermi, sotto 50° all'ombra, mentre avanzo, simile a un tuareg a caccia della poca ombra tra l'Università e la Stazione.

Ore 16 e 14: sono in Stazione, sudatissima, con il fiatone, e mi sottopongo all'attesa del binario. Di solito sarebbe il 18, quindi, visto che è praticamente dall'altra parte della stazione, me la faccio a piedi fino al binario in questione. Cerco di camminare più velocemente possibile, nei limiti del non morire per dissolvimento nei liquidi persi.

Arrivo al 18 e arriva l'informazione che il treno è in ritardo di X minuti (tempo variabile tra 5 minuti e 3 ore e 40).

Ore 16 e 24: Un annuncio incomprensibile squarcia il silenzio (si fa per dire). Non si capisce nulla, io di solito aspetto quello in inglese. Il treno per il mio paese partirà di lì a cinque secondi netti dal binario X. L'unico modo per raggiungerlo è passare per il binario Y, nella speranza di non essere arrotati dal diretto delle 16 e 24 per Sessa Aurunca (giuro che esiste ed è nella provincia di Caserta).

Ore 16 e 24 e 10 secondi. Evito di essere uccisa dal treno rotolando stile James Bond e riesco a risalire al binario Y. Dove, ovviamente, non c'è traccia del mio treno.

Ore 16 e 31. Il mio treno è al solito 18. Si torna indietro, sempre di corsa, stavolta evitando il diretto per Ancona delle 16 e 22, in ritardo di 9 minuti.

Ore 16 e 32 e 00. Corri, corri che il treno sta per partire.

Ore 16, 32 e 3 secondi. Hai battuto tutti i record di velocità, altro che Usain Bolt, e... Sì, ce l'hai fatta! Ti si chiude la porta dietro. Cerchi un posto, mentre ti accorgi che il treno destinato è un carro bestiame e la temperatura è stranamente altissima.

Ore 16 e 43. Il tuo treno non è ancora partito. Ti accorgi che il condizionatore manda aria bollente (nonostante siano i giorni più caldi dell'anno)

Ore 16 e 50. Non sei ancora partita, lavori sul lap top nei limiti del possibile, hai la pressione sotto il plateaux delle scarpe. Chiedi al controllore di abbassare la temperatura e/o chiudere il condizionatore. Non può.

Ore 17 e 04. Per due minuti, netti, viene inviata aria gelida. Il tempo perfetto per beccare la polmonite. Cerchi disperatamente di capire dove siano gli scienziati che conducono l'esperimento. Non c'è un'altra spiegazione possibile: stanno cercando di spingervi al limite, sono esperimenti di sopravvivenza estrema. Non sai chi c'è dietro, ma ti viene solo da pensare che Mengele ha trovato dei degni eredi. Al controllore, sciolto e, poi, congelato come te, dici che per logica le cavie di esperimenti andrebbero avvisate e pagate. Lui, poveraccio, annuisce.

Ore 17 e 06. Ricomincia il caldo bestiale. Ironizzo sul bisogno di un plaid con una passeggera. In realtà, non tanto: ti isolerebbe dal caldo circostante!

Ore 17 e 59. Sei ormai sciolta, vedi la Madonna, ci parli e leggi fuori dal finestrino il nome del tuo paese. Sei arrivata e sai che non c'è il rimborso.


TRENITALIA! DOVRESTI PAGARMI TU PERCHE' VIAGGIO CON TE!

 

Venerdì ho finito alle 2 e ho deciso di prendere metro e autobus. L'autobus si è bloccato sull'Appia, in una zona priva di alberi, rotto. Alle 3 del pomeriggio (ora reale 2).

Ho dovuto chiamare i miei per farmi venire a prendere.

Quel giorno, mia nipote era nella città più calda di Italia a fare la versione di greco per la maturità. Le è uscita una versione che tutti hanno giudicato difficile (quanto meno per il basso livello medio degli studenti attuali -per fortuna ci sono le eccezioni). Mi ha telefonato appena uscita, mi ha detto quello che ha riconosciuto di sintassi e per me ha fatto bene, speriamo bene.

Però, ovviamente, è mia nipote. Non poteva di certo uscirle una versioncina facile facile in un giorno con temperatura accettabile e con un condizionatore funzionante. Perché, come potete immaginarvi, dato che la sfiga è genetica e io e lei abbiamo, tra l'altro, quel gene lì in comune, il sistema del suo liceo era rotto. Anche le mie amiche, vedi Santa Carla da Catania e santa Valeria da Fano, (oltre che Rosa, il cui cellulare sta iniziando a dare segnali di possessione demoniaca come minimo) ne sono fornite.

Amen fratelli.

Buona partita.



[1] Si ringrazia Gian Maria per avermi ceduto la battuta.

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Sopravvivenza ***


Sopravvivenza.

 

musica: Queen, Greatest hits.

umore: tranquillo

 

post inviato il 30 giugno 2012

 

Allora, è in arrivo Caronte (anzi, quando sarò riuscita ad aggiornare, visto la pressione che mi ritrovo, potrebbe essere anche andato via: paio un bradipo) che, con il nome che gli hanno messo, non deve essere una cosa simpatica.

Insomma, voglio dire. Caronte? Magari pure Anubi o simili, perché no? Proprio il nome di quello che ti porta nel regno dei morti? Cosa è, un modo simpatico per avvisarci che stiamo per morire tutti?

Personalmente non sono sicura di poter sopravvivere a quello più finale degli "Europei". 

Lo ammetto, mi dispiace per i cani, mi dispiace di più per gli orfani e per le leggi contro l'omosessualità, ma non conosco nessuno che sia riuscito a far un vero boicottaggio alle partite, tanto valeva scrivere, piuttosto, al governo o farlo un po' prima qualcosa. Inoltre, i metodi barbarici di eliminazione dei randagi si usano nei paesi dell'est da anni, forse, a questo punto, magari, finalmente se ne parla e arrivano fondi internazionali per cambiare metodi.

Non accetto, però, quelli che mi vengono a dire:- Eh, ma chi se ne frega delle leggi contro l'omosessualità o la sparizione degli orfani, non sono loro a essere massacrati. Povere bestie.

 

A parte che si cerca di fare qualcosa sia per animali sia per umani, ma se potessi far per solo uno, farei qualcosa per un umano, per quanto sia fermamente convinta che gli uomini siano peggio degli animali spesso. Mi piacciono i cani, ma credo venga prima un bambino e applico questo principio sempre.

A meno che non ci sia una gatto, lì come fai a non occuparti prima di un dio? (Scherzo)

 

Ieri, durante Italia-Germania, sono stata irraggiungibile; le solite malelingue, però, dicono che minivicino e io fossimo nella piazza centrale del paese seduti davanti al maxi schermo a strillare come aquile. A parte questo, mi fanno schifo gli eccessi del tifoso medio, i titoloni dei giornali etc.

E' una partita, ragazzi, prendetela come tale.

 

Ieri ho viaggiato su un carro-merci che è rimasto fermo in uno snodo ferroviario per 40 minuti senza aria condizionata. Poi la gente mi chiede perché d'estate dimagrisco: chiamasi effetto sauna bruciagrassi, come dice Santa Carla da Catania.

 

Laura sostiene che non sa che fine abbia fatto e che non si capacita che non le racconti niente: il punto è proprio che non c'è niente da raccontare, a meno che non le interessi l'inagentività del soggetto.

 

 

I miei familiari si son preoccupati per il pronto soccorso, era troppo che non li vedevano, quindi, è stata settimana di scampagnate all'unico pronto soccorso del paese.

 

Papà è di nuovo bloccato con la lombosciatalgia (io continuo a dirgli che l'omeopatia non funziona, ma pare non darmi retta, continua a pensare di curarla così, finché non si è costretti a portarlo al pronto soccorso e dargli bombe di antidolorifici) e la prozia è caduta dalla sedia (misteriosamente, visto che era seduta e non si è fatto nulla. Io son cattiva, ma ho la sensazione che l'elefantessa matriarca si sentisse trascurata e volesse un po' di attenzione. Ho scritto un mex a vari amici, tra cui Andrea: "Zia caduta, portata al pronto soccorso per scrupolo da mamma". Risposta correttissima di Andrea con "Beh, se è diabetica, sente poco il dolore" e mia risposta "Mia zia non è diabetica, mia zia è diabolica.")

 

Quanto a me, sto vivendo una bellissima storia d'amore. E' un po' duro, ma fresco. Mi sostiene sempre, in ogni mio singolo passo, arresta ogni mia caduta con fermezza. Tutte le estati il nostro rapporto riprende e assume le sfumature di una vera e propria battaglia sociale: regalo abbracci a chi viene calpestato da tutti, anche se di solito possono sembrare atti da incosciente. Si chiama pavimento (maledetta pressione bassa). Ti tradirò passionalmente con il magnesio, però, perché non posso continuare a farmi portare caffè da Massimo mentre lavoro.

                                                                                                           

 

Sabato ho la festa di laurea di Valentina, che ha discusso finalmente. Oggi ho approfittato della festa di San Pietro e Paolo per andare a comprarle il regalo. Se prova a spostarla a domenica, però, l'ammazzo.

 

Ho finalmente avuto l'onore di vedere le foto di un corteggiatore di Dalia. E' 194 di sportivo, studia medicina, - si chiama Andrea pure lui -, ha un paio di occhi pazzeschi e di viso è la versione più figa di Ian Somerhalder, senza scherzi. Nelle foto io cosa vado a notare? La cifosi.

No, ma bello. Sono un genio del male.

Notare la cosa giusta. Sbavante, vado a dire a Dalia:- Ma ha la cifosi perché è timido?

Geniale. Non è la prima volta che mi capita. Pezzi di figo clamorosi, altissimi (sotto il 1, 82 non vi avvicinate, meglio se siete 1, 90), ovviamente sportivi, e io vado a notare la cifosi (me ne son capitati pochi sott'occhio di ragazzi alti senza). Aggiungetevi che ho la passione per Mark Spitz e avrete il quadro completo.

Sono malata di testa.

 

In tutto questo, sto avendo infarti continui per via di Italia-Spagna.

 

aggiornamento 02 luglio 2012 00: 12

 

umore: non pervenuto.

Musica: non pervenuto.

 

Ok, come ha detto un mio contatto di fb: io sono sarda, non sono italiana oggi. Mai vista una finale finita con 4 a 0. Un altro mio contatto mi ha rivelato che ad Agrigento la processione di San Calogero non si è svolta motivo bestemmie e i fuochi non son stati sparati per punire il santo della mancata vittoria. Dopo 3 minuti di partita, mia madre mi ha chiesto che mi sembrava della partita (mia madre pensa che io sia il polpo Paul, probabilmente mi vuole pure fare in insalata con aglio, limone e alloro). Io ho commentato solo- 4 a 0. Per i vivi.-

Mamma cinque minuti dopo mi è entrata in camera e mi fa:- Inguaribile ottimista.

Praticamente, in campo c'era la Spagna e i morti viventi, come li ha chiamati qualche amico. Una roba allucinante: erano convinti di giocare a Quidditch contro Grifondoro? Erano vivi? Erano morti? Io non ci ho capito niente.

Non so se siamo arrivati lì per coprire lo spread, lo scandalo calcio-scommesse, qualunque cosa vi venga in mente, ma stanotte in campo da una parte c'era la Spagna  e dall'altra la Nazionale dello stato degli Inferi (e sulla carta per me la squadra migliore era quella teutone, anche se va detto che la Germania ha il terrore dell'Italia. Io non ricordo un loro incontro vinto bene dalla Germania, da quando ho memoria).

A tre minuti della fine, ho sperato che Prandelli dicesse che ci stavamo ritirando dall'Europeo o che non stavamo giocando come protesta per diritti umani e animali, ma così non è stato.

Mio padre e mia madre non hanno emesso un suono: impietriti.

 

Siamo un popolo dipendente dal calcio, da uomini che corrono in mutande dietro una palla. Purtroppo, in questo, sono abbastanza isterica e tifosa anche io. (Nasconde i romanzi di Gianni Brera dalla scrivania). Mannaggia alla partita. Domani mi riprendo, mi aspetta una settimana con il muso fino alle ginocchia.

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Una piaga sociale ***


Una piaga sociale.

 

music: In search of Simurgh, Radiodervish

umore: scocciato, cerco di tenermi controllata.

 

Benissimo, vediamo di aggiornare, perché, sì, lo so, vi sono mancata. Il problema è che tra tesi e quant'altro queste settimane son state convulse. (No, son sincera, mi son fatta pervadere dalla pigrizia più totale la sera e non mi è andato di aggiornare).

Affrontiamo un argomento che è una piaga sociale. Non se ne parla abbastanza, ma chi ne è vittima ha bisogno di tutto il supporto morale (ed economico) che potete dargli.

Oggi parliamo di...

L'amica che cerca disperatamente di accoppiarvi, laddove voi magari siete felicemente single (e non parliamo dell'amica che prova ad accoppiarvi sbagliando magari pure orientamento sessuale sia vostro sia altrui... Sigh.).  E' una piaga d'Egitto, anzi, è peggio di tutte le piaghe di Egitto messe insieme. Perché la gente non capisce che si può essere single e felici?

Perché?

 

Ieri sera ho sopportato una serata dove, se ci fosse stata Laura (e due sue amiche molto simpatiche che mi han conosciuta in versione scaricatrice di porto), avrei ammazzato la nostra Elisa.

Non è per cattiveria, è che proprio abbiamo un target completamente diverso. Come ho enunciato ieri: ho bisogno di uno che mi porti al ristorante di classe, mi parli di arte e mi sappia scegliere un vino, mi rompa poco le scatole, preferibilmente che sappia che vuol dire studiare (magari perché è sempre al lavoro, da cui l'enunciazione del mio professore di tesi:- Trovati un medico o una spia, son sempre fuori per lavoro e ti lasciano lavorare), e poi, nel privato, mi rivolti come un pedalino. Però sia anche romantico, elegante, fine, intelligente, ma non tormentato e pieno di seghe mentali inesistenti, disposto sia a venire a teatro con me a sentire lirica sia il giorno dopo a farsi un festival metal in Slovenia, proporrei (chiamare Angelica ore pasti se siete disponibili per l'ultimo punto). Per favore, poi, vada in palestra, ma mantenga il pancino. E' la prova che è un uomo intelligente: uno che si tiene abbastanza andando in palestra, ma non si nega i piaceri della vita. Poi, deve essere sensibile, lasciarmi indipendente, ma esserci per i miei tremendi tormenti interiori. Praticamente ho bisogno di un intellettuale di destra (ma di destra no, per carità, che dopo due giorni gli tiro in faccia tutto il servizio di piatti e bicchieri della nonna) secondo la Soncini: una razza estinta con Indro Montanelli. Va beh, faccio prima a prendermi un animale da compagnia: sto pensando seriamente a una poiana, visto che il falco è troppo difficile da tenere.

Benissimo, poi, Elisa, è  partita malissimo: non mi si può proporre un biondo (e già qui NON ci siamo decisamente), alto più o meno come me con i tacchi (doppio no) la cui espressione bovina mi fa capire che ha problemi a leggere persino la prima pagina della "Gazzetta dello sport" (e non ho niente contro chi la legge: la leggo anche io. E leggo anche il "corriere dello sport". Va beh, va detto che di me si dice che sia quella abbonata al "The Economist" -vero- e a "Il sole ventiquattrore" -vero- che legge di nascosto avidamente "Vogue". E' falsissimo, io leggo raramente Vogue, ma sempre il "Corriere dello Sport".)  

Non è colpa mia, non mi piace il tamarro pesante. Mi ha anche proposto un ragazzo interessante: un caso sociolinguistico a cui dedicarmi dopo la tesi. Non riuscivo nemmeno a capire in che lingua parlasse: nega la x-barra chomskiana. A un altro ho detto che capivo che i feromoni lo portassero a essere attratti da me, succede anche ai cani e gli consigliavo una lunga amicizia con Federica (ehm... la mano amica).

Quanto al locale, meno male che ieri dovevamo rimanere a casa di Laura (a cui ho provato a fare avances sessuali: fin'ora con gli uomini mi è sempre andata male, lei ha nel carattere tutto quello che trovo in un uomo, magari fin'ora ho sbagliato tutto. Sto pensando che lei abbia tutto quello che cerco nel carattere perché siamo entrambe eterosessuali e di base valga la legge per cui né Wilson né House possono trovare una donna: hanno già trovato quello che cercano, ma purtroppo sono eterosessuali): son tornata a casa alle 2 e passa.

Elisa:- E, dai, trovati qualcuno.

E io, con la solita risposta:-Qua metà li protegge la legge, l'altra metà la natura.-

 Le amiche di Laura son simpatiche, mi son trovata bene.

Comunque, io ho un modo per arginare l'amica che prova ad accoppiarvi: le dico la verità sull'animale che vorrei prendermi per casa, ma con il nome scientifico. Di solito non capisce che parabuteus è la poiana di Harris (presente il film "Ladyhawke"? una specie di quello, ma Isabeau è trasformata in una poiana codarossa); quando poi ci arriva, è troppo impegnata a chiamare la neuro mentre voi ve la svignate.

 

Animali domestici: il mio sogno nel cassetto è prendermi un falco pellegrino. Un falcone per l'esattezza, una femmina. Il mio primo ricordo son due falchi che si passano un uccellino. Ce ne è una colonia bellissima dietro casa e ne ho visti recentemente anche a Termini. Il falco è il mio animale preferito, da sempre. Mi son informata, però, e bisogna a prescindere addestrarli: inoltre, non ama molto interagire. Però, ho scoperto che la poiana ama stare in contatto con le persone, anche guardarsi la televisione con il padrone. Quindi, finalmente avrei qualcuno con cui guardare la televisione e i miei amati torture porn senza che gli venga un infarto per i miei commenti acidi/per la roba che mi vedo. Avevo pensato a uno smeriglio o a un gufo, ma son un po' difficili da tenere come primo animale.

La mia grande paura è la storia dell'addestramento, la vivrei male proprio io (se, però, è perché è nato in cattività e altrimenti scappa e si fa male, potrei farglielo fare, ma solo per l'animale stesso). Caccia non se ne parla proprio!

Io son quella che ha fatto amicizia con i corvi reali dell'Università, che gli porta il grasso del prosciutto.  Sono fortissimi, mi vengono a cercare in biblioteca, quando faccio tardi per andargli a portare la pappa. Però, io non addestro e non addomestico, io nutro e loro mi onorano della loro amicizia. Abbiamo anche un passerotto in dipartimento; il prof non lo voleva, ma quando gli si è avvicinato gli è andato a comprare i semini e ora è decisamente obeso. Sara sostiene che io sia causa di obesità negli animali, ma va beh. Comunque, i miei amici mi han regalato la tazza con la scritta "gattara doc".

Non sono andata al matrimonio della tipa del Vera Wang (che non ha preso un Vera Wang, ma una marca ancora più cara che, però, è meno conosciuta e, quindi, sarebbe pubblicità occulta) di cui ho parlato tempo fa (Se non ve lo ricordaste: 18.000 euro di abito da sposa. Affari tuoi, voglio dire, se puoi spenderli, ti invidio. Semplicemente, non capisco tua madre che dice che siamo tutti troppo burini quando vedremo il vestito per capirne il valore economico). Due giorni prima del matrimonio mi ha chiesto quando mi trovavo un ragazzo. -Ma io voglio una poiana.

-Come una poiana!

- Sì, così nessun potrà dire "similes cum similibus" e che sto con un pollo.

Si è offesa, non so perché.

Ma io voglio davvero la poiana! Tanto bella la poiana.

Nessuno vuole regalarmi una poiana. Luca ha provato a dirmi che è scomoda, ma lui non capisce la bellezza della poiana e la sua adattabilità all'appartamento (casa mia è detta "il buco").

Mio padre ha detto che se me la compro da sola, lui me la fa tenere. Mio padre non sa che una poiana costa molto meno di quanto lui immagini. Povero papà, che si troverà una poiana per casa.

Ma, d'altronde, è una vendetta per il fatto che non si ricordi che non mangio il cioccolato al latte. Ho capito che degli uomini non ci si poteva fidare a cinque anni. Mi ordinò un cono gelato alla nutella. Io odio la nutella. Già.

 

50th Shades. Ebbene sì, l'ho letto. Il romanzo erotico di cui tutti parlano. Io l'ho letto. Maronna murena, che gigantesca boiata. Ho letto tutti e tre. Ho lasciato basito Andrea, quando gliel'ho detto (per altro con commenti non lusinghieri sul libro), scorsa settimana, mentre mi rimetteva apposto una caviglia a cui mi son fatta male (no, va beh: io sono imbranata e mi ci intigno. Ho lasciato k1, quando facevo kickboxing per richiesta esplicita dell'allenatore: io peserei 47 chili su 1, 63, di solito mi trovavo contro il muro dopo voli più o meno spettacolari). -Tu mi dici che è scritto così male e lo hai letto?

- Ho letto anche "Twilight". Tu critichi tanto Harry Potter, ma ti assicuro che è carino e tanto. E' per bambini. E' "Twilight" che io trovo tremendo. Ma tremendo proprio. Una delle cose peggiori che abbia letto.

- Ma lo hai mollato a metà.

- No, arrivata alla fine, schifatissima per altro.

- Perché questo masochismo?

- Perché io non parlo mai male di quello che non conosco. E, poi, perché lo sai, ho forti tendenze autolesionistiche!

 

A pensarci, forse, non è del tutto falso. Già.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** Dottoreeeeee, mi fa la ricetta? ***


Dottoreeeeee, mi fa la ricetta? (ancora poco e potrò dirlo a Laura)

musica: Chariot of fire, Vangelis

umore: serena.

 

 

Son consapevole del mio ritardo ritardosissimo, ritardante, peggio di un ciclo che salta e viene quando siete al mare dopo due anni/avete trovato un partner dopo un'astinenza decennale, (pensavate di avermi scampata? E, invece, no!) quel che preferite, ma son presissima con la tesi e la scorsa settimana è stata un pienone allucinante (dalla regia qualcuno sta anche insinuando che stia guardando tutte le gare di scherma maschile -e non perché son appassionata di scherma. Seguo anche la scherma femminile, ecco, e non è mica solo perché mi piace veder vincere la squadra nazionale -anche se tendenzialmente ho un'idea di patriottismo che non è tradizionale! Vogliamo parlare della squadra femminile di fioretto? Ho quasi perdonato la Vezzali per il "da lei mi farei toccare" detto a Berlusconi, non sto scherzando. Comunque, sì, mi improvviso commentatrice tecnica per nuoto - mi piace vincere facile: son istruttrice- e scherma. E' un duro lavoro, qualcuno deve pure spiegare a mia madre cosa è una "frecciata" -e, comunque, è evidente anche a mamma quanto sian belli Tarantino, Montano e Aspromonte che, pur biondo, mi è sembrato gradevole, diciamo così. Poi quel Gigino Samele mi sembra abbastanza alto e grosso da piacermi, regia conferma? La regia suggerisce che io segua sport solo se son praticati da uomini alti e grossi; non è esatto, correggete in alti, grossi e fighi).

 

Sì, perdono, soprattutto Laura perché ho promesso che avrei celebrato la sua laurea, come Cristo comanda, o, anzi, visto l'argomento, Apollo medico comanda, con un bel peana. Purtroppo non ne sono in grado, Apollo mi ha tirato addosso la cetra e mi ha detto di scrivere il blog, perdonami e rassegnati al volere del dio!

 

Mi dispiace, mi libero solo stasera.

Che volete che abbia fatto questa settimana? Questa settimana ho solo fatto gli appostamenti a Uto Ughi dopo un concerto (Angelica, sette volte sette medaglia d'oro mondiale e olimpica di rendersi ridicola, dovrei proporla come specialità al CONI), ho sentito gli amici, Luca in primis che han provato il TSO, ossia il TFA (una cosa micidiale a quello che ho capito, da fare a tappe e in cui alla fine si paga una cifra immorale), son andata a vedere una produzione di danza contemporanea, ho quasi finito un capitolo di tesi imbastito ex novo, ho ascoltato tutte le mie amiche al telefono parlare di tuniche e mantelli (pare che quasi tutti quelli che conosco si sian dati appuntamento a un festival celtico, quasi tutti in costume! Il brutto è che in alcuni casi son io che ho attaccato l'irlandesite acuta alle persone che, nel loro caso, si è trasformata in celtismo cronico. Personalmente a me piace vincere facile e continuo a tifare per i greci, il che è vero solo in parte, non disprezzo nessuno, ma, pur di non passare per leghista, tengo nascosti i gioielli celtici e le cosine celtiche che pure ho, per motivi ovvi di amicizie e di lavoro; comunque sia, per quanto Anna insista che è l'ultima volta che possiamo andare entrambe da donne libere, io non mi avvicino nemmeno quest'anno: troppa gente lì che vuole farmi la pelle, chissà perché). Inoltre, in questa settimana, ho anche rotto le scatole a varie ed eventuali, salvato il mondo dall'Apocalisse, visto tutto il Mahābhārata di Peter Brook, ammirato dei deliziosi sportivi (le loro performance, maliziosi!) alle Olimpiadi e seguito un corso sulla divinazione attraverso le strida dei gabbiani (Angelica, cala, questa è poco credibile, sei notoriamente scettica e vivi lontano dal mare).

 

Ah, sì,  Uto Ughi, questa è verissima (come le ore di visione di Peter Brook): praticamente, sabato scorso, mini-Andrea ha cercato di chiamarlo e di convincermi ad avvicinarmi dopo un concerto, ma io son un filino imbranata, ergo, mi son appostata con la grazia di un armadillo ubriaco finché non ho fatto letteralmente pena alla sorella di un'amica delle superiori.

No, perché, forse, non ve l'ho raccontato, ma son leggermente fan di Uto Ughi: il primo cd che ho comprato in vita mia era suo e avevo dieci anni. Aggiungeteci che son la donna che ha distrutto le orecchie del vicinato per anni con gli esercizi musicali.

A parte suonar malissimo la batteria (tranquilli, non la suono da anni), cercare ogni tanto di vedere se ancora riesco a mettere le mani sul pianoforte ("mettere le mani": nel senso di "usare violenza" visti i risultati), ho torturato per anni i vicini tutti i santi giorni per tre ore almeno al giorno con tutti i colpi d'arco possibili e immaginabili, dato che alla tenera età di quattro anni ho puntato i piedini finché non mi han comprato un violino. (Sì, lo so, ero un'iperattiva, qualcuno dalla regia suggerisce che lo sia ancora).

Il risultato ha superato ogni aspettativa: mi han telefonato da vari governi per offrimi un posto di lavoro presso di loro come maestra di torture,  ma da brava socia Amnesty ho rifiutato.

Solo per farvi capire come suono: un giorno mi stavo esercitando e mi han telefonato per dirmi che avrebbero telefonato alla "Protezione Animali" se non smettevo di torturare il gatto. C'è poco da dire: stavo studiando i "Capricci" di Paganini. Aggiungetevi che son più stonata di un gatto in amore e, quindi, potete immaginare cosa succedesse quando studiavo solfeggio: c'era la fila di gatti sotto casa che miagolava e i vicini piangevano per il dolore.

Vi dirò, c'è anche di peggio: il mio talento per la fotografia e per il disegno. Sembrano tutte foto scattate durante una scossa tellurica almeno di settimo grado, mentre ancora oggi non son in grado di disegnare una margherita. Troppo difficile. Odio anche essere fotografata, il che, per chi conosce la persona che sta dietro "Angelica" in prima persona, suona tristemente ironico.

 

In tutto questo: son citata nei ringraziamenti di una tesi di dottorato (non so bene per quale motivo, visto che il mio hobby è disturbare l'autrice) e una di laurea triennale.

Wow.

Martedì della scorsa settimana si è laureata Chiara, la mia amica che è stata a Oxford, con una tesi bellissima, ma che non son riuscita a vedere.

In pratica, l'appuntamento era alle 9 e mezza, per la discussione, dato che era terza. Lei è arrivata alle 8 per l'appello e, come l'ha vista, un relatore l'ha fatta accomodare, mandando al diavolo l'ordine (per farle il regalo ho scoperto un nuovo negozio in cui dilapiderò gli ultimi stipendi: il monomarca della Desigual a Termini. Dramma della mia vita, lo shopping). Sono arrivata e Chiara indossava già la corona d'alloro sulla testolina.

 

Ok, questo lungo preambolo è solo servito per dire che raccontare quello che è l'avvenimento clou, tanto che è il titolo della vicenda.

Giovedì scorso si è laureata Laura, come avrete capito dal titolo: il che vuol dire che giovedì son stata di mattina dove si è laureata, son arrivata senza perdermi e ho cercato di non disturbare troppo.

 La tesi è una figata bestiale: non ci ho capito molto, ma era perfettamente impacchettata a quello che ho capito e la pubblica, perché ha scoperto un sacco di cose utili. Alla fine han letto (malissimo, ho avuto tre infarti sui nomi greci; non so chi fosse il ragazzo, ma spero per lui non abbia fatto il classico) il "giuramento" trasmessosi sotto il nome di Ippocrate (sì, son una precisetta insopportabile su queste cose, ma non è suo ed è sicuramente più tardo).

Capitemi bene, se vince il Nobel, la ricatterò a vita con l'idea di mandare la foto di lei appena laureata che si attacca direttamente alla bottiglia di spumante in piedi su un muretto, con la coroncina di alloro. Vivrò i prossimi anni con questa speranza.

Comunque, parliamo del suo completo di laurea celeste polvere che le stava un incanto (e, se dice un'altra volta che è grassa, la sgozzo), del fatto che c'era il mitologico professore di Filosofia delle superiori (con cui son finita a parlare di Rembrandt e dell'Hermitage -sì, son stata a Pietroburgo, lunga storia), che i suoi amici di medicina son simpatici e non han chiamato la neuro nonostante i miei deliri?

Alla discussione  c'era anche Alessandro, presosi apposta un permesso di lavoro. So che si è ri-fidanzato da qualche mese: non si preoccupi per me, son sicura che Phelps non veda l'ora di sposarmi. E' brutto, ma la sua pagina twitter e le sue interviste o son curate dagli stessi autori di David Letterman o denotano che è un genio. Non può essere così naive, non può! (In realtà, non esistesse Laura, punterei a Spitz, visto che è pure laureato in medicina. Purtroppo, esiste Laura, temo sia l'unico amore della mia vita).

 

Insomma, costringere la povera pneumologa simpatica (che si chiama Vale) ad accompagnare il professore e me a prendersi il caffè è stato un atto tremendo che mi avrà peggiorato ulteriormente il karma nella prossima vita (meno male che non ci credo!).

 

La sera ci ho messo un'ora per truccarmi per essere degna della mia amorina. Non per cattiveria, ma io sono imbranata con i pennelli e stuccarmi mi viene malissimo. Una volta visto che il risultato era quasi decente, ho bloccato tutto con il fixer: Laura mi aveva già minacciato che mi avrebbe costretta a ballare e non volevo trovarmi con un mascherone scolato intorno al viso. Mi son infilata i tacchi, tanto lo sapevo che con la mia solita fortuna sarei finita a ballare con qualcuno di almeno quaranta centimetri più alto di me (quaranta di meno la vedo difficile).

La festa era in una villa bellissima, un bel casolare, che siamo riusciti a non distruggere. Ammetto che quando son entrata ho avuto il terrore di poter fare danni allucinanti: rompere qualche specchio, cadere nella fontana, mettermi a bestemmiare davanti alla cappellina. Invece, in onore della nostra superdoc., mi son trattenuta e ho cercato (nei miei limiti) di comportarmi bene e non farmi male. Propongo di inserire una menzione d'onore nel premio Darwin per chi si macchi di autolesionismo nel modo più ridicolo. Ne avrei diritto tutti gli anni alla menzione (anche se temo la concorrenza paterna).

C'era anche la fontana: Laura non ha voluto esservi buttata, abbiamo insistito, ma è stata irremovibile. Aveva un delizioso vestito nero e bianco, che le stava un incanto (ma lei è magra e fatta bene, quindi, potrebbe pure mettersi un sacco dell'immondizia addosso).

Porca miseria, io son saltata quando è arrivato Andrea perché non mi ero accorta di averlo dietro e mi ha salutato, questo la dice sul mio coraggio: mi ha fatto prendere un coccolone, ma ho finto di non essere spaventata.

Prima regola di Lao Tze: mai mostrare paura, nemmeno se stai per morire. L'odore tanto non puoi nasconderlo, se te la fai sotto.

 

Il menù è stato qualcosa di pantagruelico, diciamo che non ce l'ho fatta ad assaggiare tutto. Ottimo, scelto da Laura e gentilmente offerto dai suoi genitori.

C'era un tavolo di aperitivi, poi un tavolo solo per i salumi e i formaggi (menzione d'onore alla mozzarella di bufala), un tavolo intero di antipasti di mare (carpacci, cus cus, frutti di mare, insalatine) e un angolo dove ti friggevano davanti dei cartoccetti di verdure, olive ascolane e crocchette, oltre a darti degli arrosticini caldi. Molti han pensato che fosse la cena, ma ovviamente c'erano quattro interessanti primi, poi i secondi con i contorni (sia carne sia pesce) e i dolci. Mamma mia, quanta roba e tutta ottima!

Ho cercato di non essere logorroica al tavolo, special thanks to vicini di tavolo, miglior amico di Laura e fratello, neuropsichiatra infantile simpatica, la donna, Elisa, che mi cerca un fidanzato con suo consorte e Gabriela (scritto così) di palestra con fidanzato. Non ci ho nemmeno provato ad avvicinarmi alla carne, troppo per il mio limitato pancino.

Tra primi e secondi Laura ci ha portato a ballare e ci siamo ritrovati con l'animatore che ci ha dovuto rispiegare le mosse de "La bomba" e quant'altro. Sincera sincera, mi ricordavo solo "il ballo della casalinga" ("diventa una pazza" è la parte che faccio meglio, chissà perché!) e non mi han messo "il pulcino Pio", faccio un'ottima imitazione di tutti gli animali della fattoria.

Tra i miei spasmi e i miei tentativi di scappare mi son ritrovata a ballare con il povero Andrea che ha subito imperturbabile i mie tacchi che gli infilzavano i piedi. Ma non è stato certo l'unico che ha avuto il piacere di ricevere un pestone dalla sottoscritta: ci è toccato "il ballo della scopa" con le pene per chi rimaneva con la scopa in mano.

Uno schiaffo del soldato con il migliore amico di Laura a cui non è bastato ricevere un pestone da me, poveretto, la neuropsichiatra simpatica (che conosce bene "Daredevil", yeah!) che ha interpretato un'allegra cavallerizza sopra un poveretto -conosciuto sulla bacheca di Laura in un'amena discussione sul metal (yes, ascolto metal)- che doveva far da cavallo (Epica la risposta:- Che verso fa il cavallo?- - Che BIP ne so?-) e il meraviglioso spogliarello di un povero ingegnere alla nostra Laura sulle note di "Hot Stuff".

Brindisi e torta, (due tavoli coperti di dolci -tra cui creme caramel, su cui mi son fiondata- e uno di sculture di frutta), con ritorno a casa verso l'una e mezza. Laura ha scelto la "fragolosa", che è una delle mie torte preferite. Solo per questo più 20000 punti! Al brindisi mi son quasi commossa (in realtà, quando l'han proclamata "dottoressa" la mattina, mi sono commossa davvero).

Grandissima festa di laurea e grandissima Laura. Ogni giorno si avvicina quello in cui inizierai a farmi le ricette. Per gli psicofarmaci, ovviamente.

 

Momento serio: devo ringraziare "Laura" per tutti questi anni di amicizia e per avermi permesso di essere vicina a Lei giovedì scorso. Fuori di scherzo, grazie mille davvero di tutto. Anche ai tuoi.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** Di falchi e di colombe ***


Di falchi e di colombe.

 

musica: Leonard Cohen, "Old Ideas".

umore: evitiamolo, va.

 

La mia vita ultimamente è del tutto dedita a una tesi di dottorato che mi sta succhiando il sangue,  mi sento davvero Bram Stoker, a sto punto. Non sto contattando Santa Carla da Catania da due settimane perché non riesco a finire a orari decenti. Chiedo scusa a lei e a Romina, chiedo scusa alla collega, agli amici, ma devo chiudere, son arrivata alla rottura, al "voglio chiudere". Sto dando più segni di squilibri del solito, lo so che Laura sta iniziando a pensare di farmi trasferire a psichiatria come lungodegente.

 

Nella mia somma intelligenza sono andata in Biblioteca Nazionale, ovviamente era chiusa, perché io gli orari NON li guardo: parto dal presupposto che è la Nazionale, sarà sempre aperta tranne domenica e Ferragosto e Natale. Invece no, ha le ferie estive!  Quindi, sveglia all'alba e un'ora di freccia marrone (non so se lo sapete, ma prendo la linea di treno che ha il record di lentezza in Europa. Ultimamente, negli ultimi tre giorni, ha conquistato gli orrori, ehm, volevo dire, gli onori della cronaca per due allagamenti e per il tentativo di ingrandire una galleria impiegando un treno a due piani -con conseguenti bestemmie dei passeggeri e ritorno indietro del convoglio ferroviario. Qualche giorno fa han anche provato a lapidare il treno e i responsabili e non è una battuta: a una stazione li han aspettati con le pietre in mano. Un mio amico, dopo un viaggio lì, ha capito perché son diventata così brava a fare bird-watching e beccare la risalita del falco pellegrino, che è una delle cose più virtuose che possiate fare nel bird-watching: ho tutto il tempo per dedicarmici un'ora tutti i giorni). Vista la chiusura del luogo ove volevo recarmi, son andata a far colazione nei pressi della sede centrale di un noto giornale (non dico l'argomento, ma è uno dei pochi che leggo) e son caduta (da ferma, al solito) addosso a un giornalista. A, sì, per la cronaca (beh, ok, giornalista-per la cronaca, la pianto di cercare di creare battute squallide, ma con sto caldo mi evaporano dal cervello), tenevo in mano un bicchiere di "latte e menta" e... lui aveva la giacca proprio sulla traiettoria del liquido...

Angelica, ce la puoi fare. (Qualcuno ha il numero di un bravo esorcista?)

 

Ieri pomeriggio son andata a prendermi un aperitivo con Elena nei pressi del lago, zona amena dove, come avrete ormai capito dalla mia ossessione per questi animali, nidificano rapaci di vari tipi (POIANE! ne voglio una!), proprio sullo strapiombo. Per arrivarci mi son fatta l'intero sentiero di San Michele a reggermi tra sorella e scorrimano. Non è colpa mia, ma sono un pochino imbranata. Un pochino tanto. Nel senso, nessuno mi ha mai visto bere qualcosa  mentre cammino: ci ho provato, lo ammetto, ma son quasi morta affogata con mezzo sorso, mentre il restante liquido mi è finito addosso. Riesco a cadere da ferma, continuo a dire che è un tentativo di furto dell'arredo stradale, ma ormai non ci crede più nessuno (sono di una fessaggine onesta che fa paura) e sanno tutti che son solo imbranata, per questo finisco addosso a qualunque arredo stradale quando passeggio.

Comunque, Elena non mi ha fatto ordinare il tè verde. Io adoro il tè verde, ma lei è memore di quello che ho fatto al mio amichetto (si fa per dire, è 1, 98) di università, il dolce Paolo, detto "Pao" (il nome "Paolo" vuol dire "piccolo", metterlo a lui è proprio una presa per il BIP!). Non è colpa mia se sono caduta da ferma e ho mandato tutto il contenuto della teiera (di ghisa, giapponese: avevo pure preparato il goykuro, se sapete quanto costa, capirete la disperazione di tutti) sulla sua testa. E, poi, poteva andargli peggio: potevo colpirlo con la teiera. (Pao ci tiene a conteggiare anche la distruzione di due ipod, due laptop, un i-pad, due cellulari, nokia compreso. Credo che nemmeno Chuck Norris ci sia riuscito-sono riuscita a bruciare un nokia con la coca-cola, sì! Non era mia, la stavo passando a Beatrice, un'amica di università ora avvocato- tutte avvenute tramite rovesciamento di liquidi. Dice che non conteggia le volte che è finito in tintoria per colpa mia perché sarebbe sparare sulla croce rossa. Beatrice ricorda solo che una volta ho rovesciato in un colpo solo 3 caffè all'imbarco per l'Elba e, poi, sono sparita per macchiarmi la camicia. Mi han cercato per un'ora, per tutto il porto, prima di trovarmi che giocavo sulle scale mobili lì dietro con un gatto -terrorizzato- in braccio. Basti dire che Paolo mi chiama "disastro" o "topolino" o "calamità naturale". Il bello è che mi è venuto a trovare a Roma perché non può stare troppo a lungo senza di me -e nemmeno io senza di lui, ma questi son dettagli. La cosa divertente è che lui, 1, 98 di lottatore, sostiene di aver paura di me che gli arrivo al gomito, per quello che mi faccio/faccio agli altri. Il mio ex schermidore non mi lascia affettare il pane, perché ha troppa paura che mi faccia partire un braccio. In realtà, inizio a sudare freddo già quando ho un piatto da buffet o un bicchiere in mano e sono in piedi. Mi diventa impossibile muovermi, ma tanto riesco a cadere anche da ferma, altro che le donne imbranate che vanno di moda ora nei romanzi -tutte epigone dell'unica, vera Lady Oscar spacca-bicchieri del manga e di Bridget Jones).

Mentre mi andavo a sedere con Elena, ho travolto un tavolino che è finito per terra (per fortuna sopra c'era solo un posacenere di plastica). Il proprietario è arrivato e io:- E' solo un tentativo mal riuscito di furto.

Non so perché Elena mi ha presa per il polso e sibilato:- Non peggiorare la tua posizione.

Ho rovesciato due clienti e sono riuscita a mettermi a sedere. La vena della tempia del proprietario pulsava.

Elena mi ha ordinato latte e menta, mi ha detto che il "negroni" non me lo prendo davanti a lei. Sigh. Ne avevo proprio bisogno.  Tra 20 giorni si sposa la mia migliore amica, sono grande!

Peccato sia arrivato un piccione che ha bevuto dal bicchiere di Elena. Così, senza dire né "a" né "bai".

Non è la prima volta che mi succede, una volta è successo che un colombo si sia ciucciato tutto il Gewürztraminer di Morgana (Ginevra Morgana, nome completo), ma il seguito ha dell'incredibile. E' arrivato una poiana. Giuro.

Planata sul tavolo.

Elena è scappata urlando come un aquila (tra rapaci...).Io lì, nel casino- Ciao falchetto- tutta felice e contenta. Ovvio, una reazione normale io mai!

E la poiana NON mi ha fatto niente. Il colombo è rimasto un attimo a guardarlo, prima di scappare. Pure scemo, voglio dire. E la poiana dietro, a caccia.

Il proprietario mi ha cacciata dicendomi che l'imbranataggine non è delitto, ma di richiamare subito il pennuto.

In macchina Elena ha commentato che se non l'avesse visto non ci avrebbe mai creduto. -E' proprio il tuo cBIP di fBIP pennuto di mBIP.

Io, per tutta risposta, ho messo i Pooh, "L'aquila e il falco", seguita dall'allegrissima "Isabel".  (Non sono una fan dei Pooh, alcune mi piacciono, però. Ho scoperto che "Parsival" è un ottimo disco, grazie Brian! Mi ha pure fatto conoscere i dEUS che non conoscevo. L'unico dramma è quando mi ha citato i "Blind guardian" e per le successive due ore ho cantato a squarciagola per casa,  però,  va bene). Comunque, per tornare a "Isabel", io la interpreto e la canto, è questo il tragico.

 

Sabato sera son andata a cena da un'amica di università, che ho scandalizzato. Va beh, ormai ci siamo abituate. In gelateria ho solo recitato l'epigramma di Marziale (109) alla maltesina Issa a una maltesina cucciola che continuava a cercare di addentarmi il nastro del vestito (sì, ero per terra, va beh, io che gioco con un cucciolo? Ma vi pare? 8 anni mentali. Ho 8 anni, sono rassegnata). I proprietari mi han preso per una strega, visto che... ehm, l'ho detta in latinorum. Va beh, ma dai, gli stavo sorridendo alla cucciola (due mesi di pelosina tutta bianca e batuffolina) che continuava a cercare di giocare con il nastro! Gente malfidata.

 

Ho fatto il furto del secolo: mio padre ha un paio bellissimo di Ray Ban che tiene più cari della macchina e che non mi ha mai lasciato mettere. E' uscito senza portarseli dietro. Sono uscita con loro sul naso e sono riuscita a NON romperli. Gioite con me! (però ho rotto la ciotolina "Ming" che han regalato a mia madre, dite che mi ammazza?)

 

In tutto questo: riuscirò ad andarmi a vedere "la congiura della pietra nera" al cinema? Non mi convince solo il finale, perché me lo hanno raccontato. Io guardo i wuxu pian solo perché son sicura che finiscano malissimo!  

 

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=957216