Check My Soul

di Hokuto
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


cmy Check My Soul

Salve, il mio nome è Gwendoline, per gli amici Gwen. Ho sedici anni ed ho appena terminato le scuole medie. Sono piuttosto magrolina e cadaverica (letteralmente! La mia pelle è bianchissima!). Riguardo il mio stile.. c’è chi insinua che sia Dark, chi Gotica, chi, semplicemente, una “folle”. In verità io non mi identifico in nessuna di queste categorie: io sono me stessa, nient’altro. Solo perché prediligo colori come il nero o il verde scuro, non vuol dire che la gente abbia il diritto di “etichettarmi” a suo piacimento. In quanto a “relazioni sociali”, bhe… devo dire che non ho un grande successo. Ho un solo amico: Trent. Bhe, non è proprio un “amico”, visto che siamo ufficialmente fidanzati! Lui è un ragazzo fantastico: dolce, gentile, sincero… Con dei bellissimi occhi verdi e capelli neri. Ci conosciamo fin da quando avevamo sette anni: siamo praticamente cresciuti insieme. Ci frequentiamo seriamente da diversi anni: tra due settimane  saranno cinque! Con lui sono a mio agio, riesco a sentirmi felice e “apprezzata”. Domani inizieremo le superiori, e io sono terrorizzata. Insomma.. già nella vecchia scuola, per riuscire ad instaurare una “conversazione” con i miei compagni, ci ho messo quattro anni quindi, se penso di dover ricominciare tutto da capo… Fortunatamente io e Trent siamo capitati nella stessa classe! Quando lo ha saputi mi ha sorriso, dicendomi che ci avrebbe pensato lui a “difendermi” ed a “proteggermi”. Dio, quanto lo amo! Sono sicura che con lui andrà tutto bene: chi ha bisogno di amici, quando si ha un Trent?
***
La mattina seguente mi alzai, come al solito, di buon'ora: Non so il perché, ma dentro le mura di casa mia non riuscivo a dormire per più di sei ore filate. Giunsi in bagno a passo lento e costante, per poi specchiarmi: Cielo! I miei capelli non potevano essere ridotti peggio. Scossi la testa, poi li pettinai. Ogni volta che terminavo con una ciocca, l’ansia in me diventava sempre più grande, come se avessi un brutto presentimento. Mi levai la maglietta extra-large degli “evanescence” che usavo come pigiama (quanto lo adoro!) e, una volta aperto l’armadio in camera mia, presi fuori i primi vestiti che ci trovai dentro. Sì, erano accettabili: gonna verde scuro, con pantacollant abbinati e maglietta nera. Uscii di casa prestissimo, come tutti i giorni, e corsi nel campo dietro l’abitacolo a sdraiarmi, prima di dover veramente iniziare un nuovo anno scolastico. Chiusi gli occhi e sorrisi, mordendomi il labbro inferiore, mentre pensavo a Trent, che aveva promesso di starmi accanto ed aiutarmi… Era dolcissimo!
“Ehi, Goticuccia! Hai intenzione di scabottare ANCHE il primo girono di superiori? Ma vuoi proprio farti prendere di mira dai professori? Chiese ridendo una voce sopra di me. Cazzo, quanto odiavo essere chiamata in quel modo ma, dato che a farlo era LUI, non ci facevo neanche caso… Possiamo quasi dire che lo trovassi adorabile, quel soprannome, pronunciato da quella meravigliosa voce.
“Trent! Ma.. che ore sono?”
“Le otto meno dieci…”
“Merda! Mi ero addormentata! Ma.. perché non mi hai svegliata prima??” Chiesi, facendo una scatto che, sono sicura, il prof di educazione fisica avrebbe apprezzato non poco. Sorrise.
“Perché eri così carina addormentata!” Credo di essere arrossita a tal punto, da diventare colorata con un peperone.
“Muoviti, “pigrona”, se no facciamo tardi!” Rispose, prendendomi la mano e cominciando a correre, in direzione della scuola. Lo seguii, ridendo: Sarebbe stato un bellissimo anno!
***
Entrammo nel corridoio, sempre con le mani appiccicate le une alle altre. Trent doveva essersi accorto che ero nervosa, così mi sorrise.
“Dai, Tesoro.. Non ti preoccupare! Posso garantirti che passerai degli anni indimenticabili!” Poverino, a volte penso che, se fossi io al suo posto, mi darei dell’idiota non so quante volte al giorno. Ma, il fatto che non avesse neanche mai lontanamente pensato di dirmi una cosa del genere mi faceva impazzire; Eh sì, ero proprio innamorata. Per me Trent era tutto il mio mondo, la mia vita… Non potevo certo immaginare quello che sarebbe successo a partire da quello stesso giorno.
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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


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Check My Soul
_Capitolo 2_


Dopo circa dieci minuti passati in quell’affollatissimo corridoio, sballottati da una parte all’altra, a causa di ragazzine urlanti che seguivano i “bellocci” dell’ultimo anno, comparve davanti a noi un uomo dai folti capelli neri, con barba ispida e un sorrisetto a dir poco irritante. Dopo essersi schiarito la voce, iniziò a parlare.
 “Buongiorno ragazzi! Mi chiamo Chris, Chris Mc. Lane e sono il preside di questo istituto. Come ben saprete, il “Total Drama High School”, vanta un grande prestigio: Mi aspetto, di conseguenza, un comportamento degno del nome di questa scuola. Ora vi prego di dirigervi silenziosamente nelle vostre aule, per lo svolgimento della prima lezione…. Ah, giusto! Vi auguro anche un felicissimo anno scolastico! Non vi preoccupate, se seguirete adeguatamente le regole disciplinari e vi impegnerete a fondo nello studio, non avrete alcun problema… Con il sottoscritto, intesi?”
In quell’istante la porta d’ingresso si spalancò e, sulla soglia, comparve un ragazzo dall’aria minacciosa. Strizzai gli occhi, per vederlo meglio: Aveva capelli scuri, con una cresta verde, stile “moychano”, pizzetto nero e una marea di pircing su tutta la faccia. Indossava una maglietta nera, con sopra un teschio e dei pantaloncini di jeans, con all star rosse. Sembrava più grande di noi, doveva essere un ragazzo di quarta
“Vedo che siamo in ritardo già al primo giorno di scuola, eh?”
“Bha, sinceramente signor preside-del-cazzo visto uno, visti tutti!” Replicò, con aria di sfida.
Strabuzzai gli occhi: Come si permetteva di parlare così? . Il nostro nuovo preside si scostò una ciocca di capelli dalla faccia e annunciò.
 “Ecco ragazzi: Questo è il classico esempio di cosa succede a  chi “trasgredisce” alle MIE regole.. Duncan, caro, ricorda alle nostre matricole la tua “storia”…” Quello strano ragazzo sorrise, malizioso, poi raggiunse il Sr. Mc. Lane, sottraendogli “la scena”.
“Ehi, come va? Mi chiamo Duncan e.. Bhe, che dire, sono un tipo molto simpatico ed estremamente Sexy…”
“No, non quel tipo di storia… Quella all’interno della scuola!” Lo rimproverò l’adulto.
“Ahh.. ma che palle: lei e La sua stupidissima scuola del cazzo.. Come desidera: Sono stato bocciato per due anni di fila quindi, anziché essere in quarta, sono solo in terza e…” Si fermò per qualche istante, continuando a fissare un punto preciso tra l’orda di studenti davanti a lui. Ad un certo punto mi accorsi che quel punto ero proprio io. Imbarazzata girai la testa prima a destra, poi a sinistra, per controllare e… Stava guardando proprio me! Quello che prima era un “broncio”, adesso era diventato un sorriso, a metà fra l’inquietante e l’eccitato.
“Ecco, cari studenti del primo anno: vi basti vedere questo pessimo elemento e cercare di comportarvi diversamente da lui! Ed ora… filate subito in classe!” Concluse, prendendo in mano la tazza di caffè che il suo segretario aveva portato per lui. Mi aggrappai ancora di più al braccio di Trent, per evitare di incontrare ancora quello stranissimo tipo.
“Ehi, piccola, che ti prende?” Domandò lui dolcemente.
“Mhh? No, niente, solo… Andiamo! Se no facciamo tardi!”
“Hai ragione… Vieni!”
Passammo l’intera mattina nella nuova sezione, a conoscere i prof e i compagni, mai visti prima d’ora. Naturalmente, Trent si era seduto nel banco accanto al mio. Credo che avessero tutti capito subito la relazione fra noi due, perché tutti i ragazzi, quando passavano affianco a noi, davano un colpetto al braccio del mio fidanzato e gli facevano l’occhiolino, mentre le ragazze mi fissavano, un po’ sorprese e un po’ ammirate. Come primo giorno, per il momento, non stava andando poi tutto così male. Al termine delle lezioni, una volta fuori dall’istituto, capii di aver dimenticato al suo interno il mio cellulare: che testa! Come potevo essermi dimenticata una cosa così preziosa? Così, dopo che Trent mi baciò sulla fronte, promettendo di aspettarmi, rientrai dentro. Corsi affannata per il lunghissimo corridoio,ormai tutto buio ed entrai nella mia nuova classe. Fortunatamente era ancora sotto il banco. Sospirai, sollevata, e lo presi velocemente, poi lo accesi e notai di aver ricevuto un messaggio: Era Trent!
“Tesoro, mi manchi già tantissimo!
Torna presto!
Trent”    
Sorrisi, scuotendo la testa: solo lui poteva fare una cosa così dolce con tanta naturalezza. Continuando a guardare lo schermo avanzai verso l’uscita, ma andai a sbattere contro qualcosa anzi, meglio dire contro qualcuno. Distolsi l’attenzione dall’apparecchio elettronico e dissi, seccata.
“Senti, io avrei fretta e..” Ma, di colpo, il mio cuore smise di battere e il corpo si immobilizzò: Era… era proprio lui…
“Ehi… Sono Duncan, ti ricordi di me?” Certo, arrivati a questo punto,  avrei potuto “sgusciare” via da quella situazione e correre tra le braccia del mio ragazzo, chiedendogli di aiutarmi ad allontanare quello strano tipo da me, ma… se mi fossi comportata in questo modo, non sarei qui a scrivere questa storia, vi pare?

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_Capitolo 2_
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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


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_Capitolo 3_


Deglutii, agitata.
“Ehm.. Ciao Duncan.. S-sì, mi ricordo: sei quello dell’annuncio…” Il ragazzo sorrise, appoggiando una mano allo stipite della porta, impedendo tutte le possibili via di fuga.
“ ”Quello dell’annuncio?” Non ti sembra, come dire… Per niente carino, come soprannome?” Arrossì, poi risposi.
“Io… Non lo so, dimmi come vuoi essere chiamato e io ti chiamerò così!” Ma…. Che cazzo stavo dicendo? Evidentemente il moro stava pensando la stessa cosa, perché scoppiò in una fragorosa risata.
“Hai ragione, scusa. Mh… Va benissimo Duncan.” Annunciò ammiccando.
“Sai, sei una ragazza “particolare”. È da questa mattina che sei rimasta impressa nella mia mente, appena ti ho notata, fra la folla. Insomma, il tuo look, i capelli, il volto…” Ecco, ci risiamo. Allora è davvero come tutti gli altri. Mi darà della gotica-sfigata, etichettandomi per i prossimi anni con questo appellativo.
“… Mi fai impazzire, letteralmente!”
“Senti, puoi anche evitare di.. Cosa?!” Impazzire? Io lo facevo.. IMPAZZIRE?!
“Sì, insomma, sei davvero.. Come posso dire.. Speciale!” Quest’ultimo aggettivo, lo pronunciò fissandomi, oserei dire, dolcemente: Cavoli, aveva degli occhi magnifici, verde acqua, intensi, travolgenti… Scossi velocemente la testa: Che combinavo? Io… Io era fidanzata con Trent… Oh mio Dio! Trent! Lo avevo completamente dimenticato!
“Cazzo!”
“… Cosa… ?”
“Scusami, Duncan, ma devo correre fuori! Sai, io ero venuta solo a prendere il mio cellulare! Devo assolutamente tornare dal mio…” Non so il perché, ma non riuscii a pronunciare la parola “fidanzato”; proprio non mi usciva dalla bocca!
“… Devo uscire!” Tagliai corto, per evitare di fare altre figure di merda. Ma, mentre stavo per andarmene, il compagno con i capelli alla Moychana, mi prese per un braccio.
“Aspetta! Senti…” Proprio in quel momento, partì la suoneria del mio fottutissimo cellulare; perché proprio ora? Oh… Ma che diavolo andavo a pensare! Lo sollevai, leggendo l’icona sul display:
 “Chiamata in Arrivo da: Trent!”
Portai l’apparecchio elettronico all’orecchio e risposi.
“Pronto?”
“Gwen, Amore, tutto ok? È da un po’ che sei là dentro… Va tutto bene?” Chiese affannato. Diedi una rapida occhiata a Duncan, che mi scrutava sospetto, poi ripresi.
“N-no, cioè sì, tutto bene… Mi ha chiamata mia madre, ecco perché ci sto mettendo tanto: Adesso arrivo!”
“Ok, ti aspetto!” Disse, allegro, poi chiuse la chiamata. Ci fu un attimo di silenzio, interrotto poi da Duncan .
“Quindi quello era il tuo… Fidanzato?!” Non sapevo cosa rispondere, cioè… Sapevo che la risposta era sì, però…
“Ho capito…” Ok, adesso ero convinta che non mi avrebbe più parlato, invece sorrise, in modo estremamente malizioso.
“In tal caso, digli pure che la tua “mamma” ti terrà occupata mooolto tempo, d’ora in poi…” Concluse, facendomi l’occhiolino. Poi si voltò e scomparve, lasciandomi libera di tornare indietro. Rimasi scioccata: cosa aveva voluto dire, con quella sua uscita finale? Che ci saremmo rivisti? In che modo mi avrebbe tenuta occupata? Cominciai ad ansimare, mentre mi dirigevo dal mio vero ragazzo. Appena comparvi sulla soglia della scuola, mi intravide e sventolò il suo braccio in aria.
“Gwen! Muoviti!” Lo raggiunsi, facendo finta che non fosse mai successo niente, in quel quarto d’ora.
“Tesoro! Stavo iniziando a preoccuparmi! Allora? Come ti è sembrato il primo giorno di scuola?” Avvampai improvvisamente. Cavolo… Perché non riuscivo più a guardare Trent negli occhi? Perché mi appariva sempre la faccia di quello strano tipo in mente?
“Sì, è stato.. divertente…?”
“Questo è lo spirito giusto!  Ahh… Ho una fame che non ci vedo: Che ne dici se ci andiamo a fare un panino al Mac dietro l’angolo? Offro io…!” Sorrisi: era così dolce…. Basta! Dovevo smetterla di farmi “pare mentali” e… Continuare la mia vita come se niente fosse!
“In tal caso…” Risposi maliziosa, prendendolo per mano. Mi diede un bacietto sulla spalla, poi mi abbracciò e camminò insieme a me per tutto il tragitto.
***
Quella sera, tornata a casa, mi buttai sul letto, distrutta e chiusi gli occhi. Cercai di non pensare alla giornata trascorsa, ma di concentrarmi sul mio fidanzato. Ero talmente stanca, che credo di essermi addormentata  sul colpo. Ricordo solo che improvvisamente mi trovavo in una bellissima stanza, con un letto a baldacchino enorme e pieno di cuscini morbidissimi. Ero tutta eccitata e mi ci ero fiondata sopra, sollevando una miriade di piume. Ad un certo punto era entrato nella camera un ragazzo; non capivo chi fosse, però ero certa che fosse il mio “lui”. Osservai il mio corpo, notando di essere rimasta in intimo. Però ero tutto, fuorché imbarazzata. Dentro di me avanzava una strana sensazione, come di eccitazione. Il ragazzo si era seduto al mio fianco ed aveva iniziato a “collocarmi”, dolcemente: doveva essere per forza Trent! Cominciammo a baciarci, sempre più passionalmente, fino a toglierci quel poco che ci restava addosso. Lui ora mi stava possedendo lì, sul quel letto. Le sue grosse e forti mani percorrevano lentamente tutto il mio corpo, lasciandomi addosso una sensazione a dir poco paradisiaca. Gemevo, Gemevo dal piacere sempre di più, fino a quando…
“Ah… Duncan…” Aprì gli occhi alla velocità della luce.
“DUNCAN?” Urlai. Corsi nel bagno a specchiarmi: ero totalmente rossa in faccia e con i capelli tutti scompigliati. Stavo ansimando e il mio cuore batteva all’impazzata. Tornai in camera con cautela.
Era… Era stato il mio PRIMO sogno erotico! E, per di più… Su Duncan! Coprii la mia faccia con un cuscino, cercando di soffocarmi, ma quest’ultimo mi ricordò quello della stanza nel mio sogno, così lo caccia velocemente a terra. Oh mio Dio! Cosa mi stava succedendo? Perché non avevo sognato Trent? In quel momento entrò mia madre.
“Gwendoline, tutto bene? Ti ho sentita urlare…”
“Sì mamma, tutto bene!” Mentii: non potevo certo dirle che avevo fatto il mio PRIMO sogno erotico su un delinquente conosciuto il giorno stesso a scuola!
“Mhh.. Se lo dici tu… A proposito; ha appena chiamato Trent, dice che sta venendo a prenderti: Mi raccomando, tornate presto che domani c’è scuola!” Me ne ero totalmente dimenticata: quella sera avevo un appuntamento con il mio fidanzato! Ma… come facevo ad andarci in quello stato? Di colpo suonò il campanello.
“Gwen, sono arrivato! Pronta per la cena?”

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_Capitolo 3_
END


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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


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Check My Soul
_Capitolo 4_

Mi svegliai alle sei di mattino, per i sensi di colpa. Alla fine, la sera scorsa, mi ero inventata una finta nausea, per saltare l’appuntamento. Povero Trent! Come ho potuto fargli una cosa del genere? Lui che è sempre stato dolce e SINCERO con me… Sospirai, appoggiando pesantemente i piedi sul parquet in mogano. Mi diressi verso la  scrivania, per preparare la cartella del  secondo giorno di scuola. Mentre la “farcivo” di libri e quaderni, un fogliettino cadde per terra. Lo raccolsi, incuriosita: non ricordavo di avere un pezzo di carta piegato dentro il diario. Velocemente lo aprì, sperando che fosse una dolce frase del mio ragazzo, che mi avrebbe fatto dimenticare quel… “tizio”, ma si sa, la vita non va mai come vorremmo.
“Ho visto il tuo ragazzo: Non mi dirai che fai sul serio!
Duncan!”
Colsi un senso di presa per il culo, in quel messaggino, che subito stracciai in mille pezzi: e “quello” quando lo aveva trovato il tempo di infilarmi qualcosa nello zaino? Forse quando stavo per tornare a casa… AHH! Che nervi! Come si permetteva di criticare Trent? Solo perché non aveva i suoi occhi profondi, il suo sorriso malizioso, il suo fisico così… Ma cosa cazzo stavo dicendo? Scossi la testa  e buttai nel cestino quel che restava della “comunicazione” ricevuta, poi scesi le scale. Aprì di scatto la porta ed uscii.
“Gwen!” Mi voltai.
“Trent! Che.. Che ci fai qui alle sei e mezzo?”  Era veramente presto, rispetto al solito orario di incontro. Mi sorrise.
“Quando lamia ragazza sta male, non esiste “presto” o “tardi”… Sono venuto a vedere come stavi, ieri sera mi sono preoccupato…”
“Oh, non è niente! Eco, stavo solo… mhh… Avevo la nausea perché… Le mie cose! Ehh sì, proprio loro…” Inventai una delle scuse più banali che esistono sulla faccia della terra. Trent fece una faccia preoccupata, poi rispose.
“Ok, adesso …?”
“… Oh, adesso sto benissimo! Si sono calmate!”
“Mi fa piacere..” Sussurrò, afferrandomi e stringendomi a sé. Abbassai lo sguardo: Mi sentivo malissimo per avergli mentito e perché  continuassi a farlo! Mi staccai.
“Su, andiamo: ho fame! Portami a fare colazione in un bel posto!”
“Certo Amore, tutto per te!”
***
“Allora… Chi di voi ragazzi sa dirmi quanto vale il parametro “k” nell’equazione 4x^2 + 5kx – 2= 0, in modo tale che la somma delle sue radici sia due ? ” Che palle, odiavo la matematica! E, per di più, dovevo sorbirmela alle ultime due ore di una giornata interminabile. Non ne potevo più con questi parametri e coefficienti! In questa scuola si sentivano liberissimi di iniziare il vero programma delle superiori fin dal secondo giorno! Poggiai la testa sulle mie mani, cercando di avere un’aria, quanto più, vagamente interessata.
“Signorina Gwendoline, vuole rispondere lei alla domanda?” Improvvisamente mi drizzai.
“La risposta, dice? Sicuro, dunque…”
“ 8/5!” Sentii che Trent mi stava suggerendo.
“ 8… 8/5?!” Il professore sfoggiò un sorriso smagliante.
“Molto bene, Gwendoline! Ora, passando alla prossima richiesta…” Mi voltai verso Trent, ancora sotto shock, per essere stata chiamata all’improvviso.
“Grazie… Grazie mille!” Sorrise, dolcemente.
“Figurati, piccola…” Ora che ci pensavo meglio… Io non gli avevo mai dato un “nomignolo”..! Lui mi aveva sempre chiamata “Gwen, Goticuccia, Piccola, Tesoro, Amore” … e io: niente! Ma, non se ne era mai lamentato, quindi forse… Improvvisamente venni interrotta dal rumore di qualcuno che bussava alla porta.
“Avanti!” Urlò il signor Thompson. Dall’ingresso entrò una bellissima ragazza: pelle mulatta, capelli marroni chiaro che le arrivavano alle spalle, occhi scuri e un’aria sicurissima di sè.
“Buongiorno professore!” Cinguettò quella.
“Buongiorno signorina Courtney. Cosa posso fare per lei?!”
“Se non le dispiace, vorrei ricordare ai ragazzi che le elezioni per i rappresentanti di istituto si terranno la prossima ora nell’aula magna.” Sorrise, chiudendo gli occhi.
“Benissimo, saremo lì all’orario previsto.”
“Molto bene. A più tardi!” Concluse, uscendo con estrema eleganza. In confronto mi sentii uno schifo. Ero tutto il suo contrario: Per niente elegante, goffa e non emanavo luce propria, come lei.
***
Quando suonò la campanella, si levò nella classe un mormorio seccante.
“Buoni, ragazzi! Ora ci dirigeremo IN SILENZIO in aula Magna. Su, veloci che siamo in ritardo!” Trent mi prese la mano, cercando di non perdermi tra la “ressa”, ma io non avevo per niente voglia di andare in quel posto a sorbirmi i “discorsi elettorali” di qualche pallone gonfiato con la speranza di poter cambiare il mondo, diventando “rappresentante-di-istituto”!.
“Mhh, scusami Trent, ma… Devo andare in bagno, sai, le mie cose…” Mi baciò velocemente a stampo.
“Non devi dire nient’altro: Ci vediamo dopo, ti terrò un posto vicino a me!” Sorrisi ed annuii allo stesso tempo. Una volta rimasta sola in classe, mi sdraiai su un banco: ero stanchissima! Quella notte avevo dormito veramente poco! Chiusi gli occhi per qualche istante.
“Ehi, raggio di luna! Adesso scabotti anche le elezioni per il rappresentante?” Questa voce… Non era possibile!
“DUNCAN!”
“Si, sono proprio io! Allora mi riconosci…” Mi alzai immediatamente, con il cuore che mi batteva all’impazzata.
“Sei bellissima quando ti trovi in imbarazzo” Sussurrò, una volta avvicinatosi al mio orecchio. Subito lo allontanai.
“Ma smettila di dire cazzate: io non sono affatto in imbarazzo, poi… Raggio di Luna? Cos’è, una presa in giro?” Chiuse gli occhi e si appoggiò contro al muro.
Certo che No. Vedi, io non sopporto il sole; mi ricorda tanto quell’esagitata della mia ex. Mentre la Luna… è così bella e misteriosa, ma allo stesso tempo irraggiungibile, proprio come te.” Rimasi in silenzio e ferma per diversi secondi: Quella… Era in assoluto la cosa più bella, dolce, romantica che qualcuno mi avesse mai detto, in tutta la mia vita! Perfino Trent non ci era mai arrivato a dirmi una cosa del genere. Il moro aprì gli occhi.
“Che c’è, ti ho stupita?” Annuii, ancora stupita. Sogghignò, poi tolse le mai dalle tasche e mi si avvicinò, mettendomi spalle contro al muro.
“Gwen, io....” Ma non fece in tempo a finire la frase, che dall’ altoparlante qualcuno annunciò.
“Stanno per iniziare le elezioni per i rappresentanti di istituto! Preghiamo gli studenti che ancora non si sono recati in aula magna, di farlo immediatamente, grazie!” Io e Duncan ci fissammo negli occhi per qualche istante, poi lui disse.
“Senti… Ti va di venire con me?”

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_Capitolo 4_
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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


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_Capitolo 5_


Ed eccomi lì: sballottata da una parte all’altra del corridoio, trainata da quello che potevo definire… il mio nuovo “amichetto”.
“Duncan, si può sapere dove mi stai portando?” Non si voltò; era troppo occupato ad evitare di farmi sbattere contro i numerosi armadietti, disposti in fila.
“Alla riunione, ovvio!” Sgranai gli occhi. Non era possibile: lì c’era anche Trent!
“No! Stai scherzando, vero?” Lo fermai.
“Cosa fai? Io.. non ci voglio andare in quell’aula! Queste cose mi annoiano e..”
“… E hai paura che mister macho possa vederci assieme, giusto?” Concluse lui, sorridendo.
“Esatto, quindi… ASPETTA UN MOMENTO! Cosa cazzo mi fai dire? Veramente io…” Ma non riuscii a trovare nessuna fottuta scusa. Il moro rise, scuotendo la testa.
“Che coppia che siete, voi due!” Improvvisamente mi venne in mente il bigliettino di quella mattina. Lo strattonai.
“Giusto: aspetta un attimo! Come ti è venuto in mente di mandarmi un messaggio in quel modo? Sai cosa sarebbe successo se Trent lo avesse letto?” Mi tappai subito la bocca.
“Quindi… Si chiama Trent!” Sogghignò Duncan. Abbassai lo sguardo: Come avevo potuto fare una cosa del genere? Adesso chissà che avrebbe combinato quel “bulletto”. Mi sollevò il viso con il pollice e l’indice, delicatamente.
“Mi sono dovuto arrangiare, in un qualche modo. Vedi… Non ho il tuo numero di cellulare…” Avvampai. A cosa… A cosa aveva voluto alludere? Al fatto che lo desiderava? Ardevo, letteralmente, dalla voglia di darglielo ma… TRENT! No, io ero già fidanzata! Non lo dovevo scordare! Incrociai le braccia, distogliendo lo sguardo.
“B-bhe, questo perché io non do le mie… “informazioni” personali in giro, a chiunque..”
“Oh, ma Raggio di Luna.. Io non sono chiunque: Sono Duncan!” Trascorsero pochi secondi, prima che io scoppiassi a ridere come una totale cretina. Ovviamente, sapevo che quella stupidissima battuta, se così si poteva definire, era pietosa ma, il modo in cui l’aveva detta era… Bhe; esilarante!
“Sono felice di averti fatto ridere, Dolcezza. Ora è meglio che ci muoviamo!” Rispose, continuando a correre. Ormai mi ero arresa: speravo solo che il mio fidanzato non ci vedesse. Quando entrammo nell’immensa stanza, stracolma di gente, le luci erano soffuse: perfetto! Ci sedemmo sui gradini, in fondo alle scale, cercando di non farci beccare dai prof.
“Allooora Duncan… Come mai tanta fretta di venire a questa stupidissima “cosa”? Non mi dire che ti sei candidato!” Domandai, fingendo un’espressione sorpresa. Lui rise.
“No, figurati! Solo… Vedi quel vecchiaccio laggiù?” Rispose, indicando Chris.
“Certo! È il preside, no?”
“Esatto! Quello, non so se hai notato, mi sta col fiato sul collo, quindi… Sono stato “costretto a partecipare”… Lo so: è una grande rottura ma… Ehi! Tra dieci minuti si stuferà di starsene con le chiappe su quella sedia e alzerà i tacchi: Sarà allora che noi due faremo la… “Grande Fuga”! Ci stai, Raggio di Luna?” Il mio cervello stava continuando a gridarmi: Noo! Annulla tutto e corri dal tu fidanzato, ma il mio cuore…
“Ci sto, “tesoro”…” Conclusi maliziosamente. Ma che cazzo stavo facendo? Non avevo mai chiamato nemmeno Trent tesoro! Perché farlo con Duncan?! Scossi velocemente la testa. Passammo la mezz’ora successiva a parlare amabilmente, scoprendo di avere tanto in comune e, quando dico tanto, intendo TUTTO! Ascoltavamo la stessa musica, guardavamo gli stessi programmi, ci piaceva lo stesso cibo… Roba da pazzi! Con il mio fidanzato, l’unica cosa che avevo in comune era l’amore… ERA? Perché ho detto era? Volevo dire È!
“Ahah ma dai, dici sul serio?”
“Lo giuro!”
“Non ci credo che hai conosciuto la cantante degli evanescence!”
“Invece è proprio così! Che ragazza…” Si gongolò lui. Ad un certo punto la sua espressione si rabbuiò. Seguii il suo sguardo e notai che sul “palco” era salita.. La ragazza di questa mattina!
“Ehi! Ma io quella la conosco! È entrata da noi due ora fa, per comunicarci delle elezioni! Aspetta, il suo nome è…”
“... Courtney” Concluse il ragazzo, con lo sguardo pieno di disprezzo. Cosa… Cosa stava succedendo? Perché si comportava in questo modo?
“Duncan, che ti prende…? Perché odi tanto quella ragazza?” Sospirò, quasi in imbarazzo.
“Raggio di Luna… Posso “confidarti” un segreto?” Il cuore mi batteva forte.
“Sì, certo!”
“Quella… è la mia ex Ragazza…”  Improvvisamente smise di battere.
“La tua.. ex?” Era come se si fosse frantumato in mille pezzi. Io… mi sentivo malissimo!
“Ah, capisco. Scommetto che provi ancora qualcosa per lei… tipico!” Risposi, acida. Ma perché me la stavo prendendo tanto con lui? In fondo ero fidanzata! Poi… loro non stavano neanche più insieme! Però..
Il moro sgranò gli occhi, preoccupato.
“Noo! Ehi, Raggio di luna, non fraintendermi: io lei la odio! Sai… è stato per colpa sua che sono stato bocciato, l’anno scorso.”
“C… Come?” Adesso era veramente curiosa.
“Ok, allora: il primo anno che sono stato segato… Era per via del mio modo di fare “bullesco”. Ma, l’anno scorso… Ah, scommetto che a te non interessa!” Sospirò, girandosi. Lo presi dolcemente per un braccio.
“No, continua pure.” Mi fissò.
“Bhe… All’inizio dello scorso anno scolastico ero intenzionato a fare del mio meglio. Poi ho conosciuto lei e me ne sono innamorato alla follia. Ma la nostra storia non era destinata a continuare, insomma, siamo totalmente diversi: lei una principessina viziata, mentre io…” Si indicò. Sorrisi.
“So cosa vuoi dire… Comunque, stavi raccontando?”
“… Così un girono, dopo circa sei mesi, la chiamai in disparte e le spiegai tutto, ma lei non la prese bene. Dopo la nostra rottura continuò a tempestarmi di SMS e mail di rimpianto, tanto da rendermi la vita un inferno. Ogni volta che mi incrociava nel corridoio o mi parlava mi faceva sentire uno schifo. Quindi… Alla fine persi l’anno, di nuovo.” Aveva un’aria così triste, che non potei fare a meno di abbracciarlo.
“So per certo che quella con Courtney non è stata una storia seria, ma  solo un mio capriccio, però… mi è costato la promozione.”
“Dai, coraggio… Mi dispiace molto per la tua “storia”, ma sono sicura che quest’anno ce la farai!” Sorrisi. Lui mi imitò.
“Sì, ne sono sicuro anche io.” Il suo sguardo incontrò il mio per qualche secondo.
“Lo sai perché?” Scossi la testa, deglutendo.
“Grazie a te.” Cazzo!
“A.. A me? Guarda che se vuoi ripetizioni non te lo consiglio, perché io non sono poi così tanto…” Mi portò l’indice sulle labbra.
“No, perché vederti mi fa stare bene e, quando sono con te, sento di poter riuscire a fare di tutto, anche se ci siamo appena conosciuti! Mi fai provare sensazioni del tutto nuove: Passione, e intendo VERA passione, affetto…” Il mio battito cardiaco era aumentato a tal punto, che credevo mi scoppiasse la cassa toracica, da un momento all’altro.
“D.. Duncan, io…”
“Gwen, ti Amo.”


Check My Soul
_Capitolo 5_
END


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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


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Check My Soul
_Capitolo 6_


“C.. Cosa?” Balbettai.
“Ti Amo, Gwen!” Ripeté lui, impassibile. Non sapevo che fare: ero letteralmente nel pallone! Insomma.. L’unica dichiarazione della mia vita l’avevo ricevuta da… TRENT! Il mio ATTUALE fidanzato! Non potevo ricambiare questo amore, insomma…
“Ah.. i-io…” Senza proferire parola, il moro mi si avvicinò sempre di più, sempre di più, fino ad arrivare ad un centimetro dalle mie labbra, che fremevano dalla voglia di appoggiarsi sulle sue.
Cercavo in tutti i modi di pensare al mio fidanzato, ma non ci riuscivo, per quanto ci provassi. Ok, era il momento: stavo per baciare…
Ad un tratto le luci si accesero, proprio sulla nostra “corsia”. Sobbalzai, staccandomi da lui.
“Ed ora, cari compagni…” Disse la ragazza sul palco.
“È arrivato il momento di votare! Mi raccomando, fate la scelta giusta!” Concluse, strizzando l’occhio. Un boato si alzò fra gli studenti. Io e Duncan ci fissammo.
“P- Pensi che la tua ex ci abbia…”
“Gwen!” Mi chiamò una voce. Chiusi lentamente gli occhi e mi girai. No, non poteva essere proprio..
“Trent!” Ecco, come non detto.
“Che bello: ti ho trovato, finalmente!” Inventai. Il ragazzo col taglio alla Moychana roteò gli occhi.
“Amore… Ti ho aspettato per tutto il tempo, dove ti eri cacciata?” Domandò. Mi morsi il labbro inferiore.
“Bhe… Dopo essere stata in bagno a causa delle “mie cose”, sono uscita, solo che… una volta entrata qua dentro era tutto buoi e non riuscivo a vedere dove ti trovavi e..” Trent spostò lo sguardo sul mio “compagno”,
“E lui? Era con te?” Rimasi a bocca aperta, senza riuscire a spiccicare parola. A quel punto il moro intervenne.
“No. L’ho incontrata cinque minuti fa, mentre rientravo dal mio consueto “giretto per i corridoi” mattutino. Le ho chiesto cosa ci faceva da sola, ma lei non ha fatto in tempo a rispondermi, che sei arrivato tu… Trent, suppongo.”
“Si, sono Trent. Bhe, se è così.. Grazie per aver cercato di aiutare la mia goticuccia…!” Sorrise, ammirato. Odiavo dovergli mentire, mi faceva sentire malissimo. Subito mi prese per mano.
“Bene tesoro… Ora dobbiamo andare a votare: Quella Courtney ci sa proprio fare! Voterò certamente per lei!” Io e Duncan ci fissammo. Immediatamente staccai la mia mano dalla sua.
“Eh no! Io quella non la voto! Per niente!” Mi imbronciai, mentre il ragazzo di fronte a me, cercava di trattenere una risata. Trent sgranò gli occhi.
“Come? Non.. Non ti è piaciuto il suo discorso?”
“Per Niente” Sillabai, offesa. Perché quella riusciva a conquistare tutti i miei uomini? Cioè… ma che andavo dicendo?!
“Allora.. l’andrò a votare da solo… Ci vediamo in corridoio, ti va?” Mi domandò. Annuii. Mi diede un bacietto sulla guancia, poi mi lasciò lì: in balia di Duncan. Quest’ultimo, una volta che il moro si fu allontanato, scoppiò a ridere.
“Sei dolcissima, raggio di luna, lo giuro! Non voler votare Court, per me.. Ti adoro, sempre di più.” Concluse, fissandomi negli occhi. Volevo poter mentire dicendo.
“Per te? Ah, sei scemo? Guarda che non l’ho fatto per il motivo che pensi!”Ma… non ci riuscivo! Mi limitai ad arrossire.
“D.. Dovere. Tu prima mi hai “coperto” con il mio moroso, quindi..”
“Già, a questo proposito… Dove eravamo rimasti?” Domandò malizioso, mentre prendeva il mio mento fra il suo pollice e l’indice.
“No, Duncan!” Riuscii a ribattere.
“Che c’è? Mi sembrava che lo volessi anche tu.” Rispose. Arrossii ancora di più.
“Sì.. No… Cioè… Non posso!”
“… O non vuoi?” Sentenziò, bruscamente.
“Sai benissimo che NON POSSO… Ho questa specie di storia con Trent e..” Specie? Perché avevo detto “specie”?! Il mio compagno lo indicò.
“Con il Sr. “goticuccia”? No,dico, fai sul serio?!” Chiese, ironico. Sospirai. Ormai, non lo sapevo più neanche io.
“E, dimmi.. sarebbe questo il problema?!” Non parlai: era ovvia la risposta. Di colpo il moro mi sorrise, malizioso.
“Benissimo…” Sussurrò, prima di allontanarsi, a passo veloce. Lo seguii di getto, un po’ inquieta: si dirigeva verso il mio fidanzato. Ora che aveva intenzione di fare?! Non lo voleva mica prendere a pugni, vero?! Tentai di fermarlo, prendendolo per un braccio.
“No, Duncan, non farlo!” Ma lui non mi stava ad ascoltare e si era già liberato dalla mia presa. Arrivato a pochi metri dal suo “obbiettivo”, urlò.
“Ehi, Trent!” Il ragazzo si girò, incuriosito. Fu questione di pochi secondi.
Duncan portò la sua faccia a pochi centimetri da quella di Trent e, dopo averlo preso per la cravatta, lo tirò addosso a sé, baciandolo. E non era un semplice bacio, bensì uno di quelli lunghi e con la lingua! Sgranai gli occhi, sconvolta. Tutta la gente intorno a noi, osservava la scena, turbata e divertita allo stesso tempo. Quando, finalmente, Duncan lasciò il compagno, si diresse verso di me e, sorridendo, sussurrò.
“Adesso ho anch’io una specie di “storia” con Trent… Ne vogliamo riparlare, di quel bacio?!” Mi fece l’occhiolino, poi tornò in classe. Non… Non riuscivo ancora a crederci e, a quanto pare, nemmeno il mio fidanzato.
“Trent; Come.. Come ti senti?” Domandai, cercano di non ridere perché, tutto sommato, era stata una scena divertente. Il moro balbettò.
“Quello mi ha..”
“Baciato.” Conclusi io. Lui scosse la testa, ancora “sotto chock”. In quel momento arrivo il signor McLane.
“Che ci fate ancora qui voi? Chi ha già votato deve tornare immediatamente in classe.” Obbedimmo all’istante. Per le ore successive, cercai di non parlare o entrare in contatto con Trent, per  dargli il tempo di riprendersi.
Chissà, magari da quello che era successo, avrei potuto ricavarne qualcosa di buono.


Check My Soul
_Capitolo 6_
END

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


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Check My Soul 
 -Capitolo 7_

Passò l’intera mattinata senza che io e Trent ci parlassimo. Doveva essere ancora molto sconvolto per la storia del bacio. Mi dispiaceva per lui, insomma: se la tipa che ci prova con il mio ragazzo mi avesse baciato.. Non so come avrei reagito… forse peggio! Finalmente suonò la campanella della pausa pranzo.
“Ragazzi, un secondo ancora di attenzione!” Sovvenzionò il professore di letteratura. Tra i compagni si sparse un brontolio.
“Volevo solo ricordarvi che il nome del vincitore delle elezioni di questa mattinata è esposto nella bacheca in sala mensa.” Ah, già.. Le elezioni! Me n’ero scordata. Speravo intensamente che quella Courtney non avesse vinto. Pensare.. Che fino a poche ore prima la credevo un “modello” da imitare. Roteai gli occhi e mi alzai dal banco, ma una mano mi fermò.
“Ehi piccola!” Si era ripreso. Sorrisi.
“Ehi Trent! Stai meglio?”
“Sì.. Scusa tesoro se non ti ho parlato per questo lasso di tempo, ma…” Scossi la testa.
“Non ti preoccupare! Ti capisco!”
“Ora posso dire di averle davvero provate tutte..!” Scoppiamo a ridere, poi mi strinse attorno a se.
“.. E posso concludere che preferisco le donne. In particolar modo te.” Sorrisi, imbarazzata. Lentamente poggiò le sue labbra sulle mie. Quando quel bacio terminò, distolsi lo sguardo. Perché? Perché non provavo più quella favolosa sensazione di affetto di un tempo? Perché mi sembrava come se mi avesse dato solamente una pacca sulla  spalla? Questa proprio non ci voleva, in un momento simile!
“Uhh! Molto meglio il bacio di una ragazza! Ed ora che ne dici di andare a pranzo?” Propose, toccandomi il naso con l’indice.
“Sì, andiamo..” Mi prese per mano, conducendomi fino alla sala mensa dove, proprio al centro della stanza, in piedi su un tavolo, c’era quella ragazza ispanica. Ridussi gli occhi ad una fessura.
“Grazie mille ragazzi! Grazie per avermi eletta vostra Rappresentante! Giuro che non ve ne pentirete!”
“Troppo tardi..” Borbottai.
“Hai detto qualcosa tesoro?” Domandò il moretto al mio fianco.
“Nono.. Senti, io vado al bancone a prendere qualcosa, perché sto morendo di fame: Tu mi aspetti qui?” So che è una cosa brutta da dire, ma speravo tanto che la risposta fosse sì…
“Certo amore mio! Io ascolterò il suo discorso… Fai presto mi raccomando!” Sorrisi, in modo sforzato.
“Ok..” Poi corsi via. Ne avevo davvero abbastanza di quella tipa e del modo in cui riusciva ad “abbindolare” gli altri.
“Ehi, raggio di Luna!” Sentii improvvisamente chiamare. Mi girai.
“Duncan!” Ammiccò.
“Hai visto? Mi sa che non ce ne libereremo mai…” Sbattei il vassoio che avevo appena preso in mano sul tavolo, irritata.
“Già…” Lui scoppiò a ridere.
“Sei dolcissima!”
“Uffa! La smetti di ripeterlo?” Lo ripresi io, mentre scorrevamo in fila, per poter prendere del cibo.
“Ma che ci posso fare se è la verità? Sei così carina quando ti arrabbi..” Alzai lo sguardo al cielo, tentando di nascondere il fatto che ero lusingata.
“Eee… Il premio per la frase da film-romantici-fino-alla-nausea più banale e scontata va a.. DUNCAN!!” Lo presi in giro. Lui rise, nuovamente.
“Hai ragione; posso fare molto meglio di così! Mhh.. Che ne dici di: Mi fai letteralmente impazzire, raggio di Luna, perché con la tua dolcezza  ti sei fatta largo nel mio cuore ed ora non posso fare a meno di pensare sempre e soltanto a te..” Mi sussurrò in un orecchio. Arrossii, diventando quasi bordeaux. Questo… Era così romantico…
Aprii la bocca, come per ribattere, ma non riuscii a dire nulla. Lui sorrise, malizioso.
“Ho fatto centro?”
“Signorina, è il suo turno!” Una voce rauca mi riportò alla realtà. Alzai lo sguardo e rividi quella specie di cuoco burbero che tutti i santi giorni, si ostinava a rifilarci le sue “schifezze”.
“Allora, che ti do?” Guardai attentamente la “roba” esposta… Diciamo che, quelli con l’aspetto meno rivoltante, erano i panini.
“Ehm… un Hamburger con Ketchup e patatine.” Il ragazzo dietro di me mi poggiò una mano sulla spalla.
“Due, per favore…” Aggiunse. Lo fissai.
“Non ti agitare, raggio di luna, pago io!” Disse, estraendo dalla sua tasca dieci dollari. Scossi la testa, poi mi sedetti al primo tavolo libero e lontano da tutti, seguita dal mio compagno.
“Wow, dieci dollari? Pensavo che uno come te sopravvivesse rubando i soldi per la merenda ai poveri secchioncini indifesi..” Lo “punzecchiai”.
“Eee… Il premio per l’idea più stereotipata e banale dei bulletti-da-liceo va a…” Ok, forse questa me l’ero cercata.
“Ok ok, ho capito..”  Risposi, ridendo. Addentai un morso di Hamburger, seguito da un sorso di Sprite.
“Mi piaci, Gwendolyne” La bevanda mi andò di Traverso.
“Coff Coff… Come.. Come fai a sapere il mio nome completo?”
“Bhe.. L’ho cercato nei registri di classe!” Certo, ovvio.
“Ti prego, non chiamarmi così.. è orribile, quel nome.” Sgranò gli occhi.
“Cosa? No, guarda che è bello! Insomma.. Sempre meglio di Courtney!” Ci fissammo per pochi istanti, poi scoppiammo a ridere come due scemi.
“Ahah, ok: hai vinto tu.” Mi arresi. Come risposta, lui mi scostò una ciocca di capelli dalla fronte e sussurrò.
“Mi piaci davvero, davvero tanto…” Arrossi.
“Duncan, io.. Tu… Non possiamo…” Alzò un sopracciglio.
“È ancora per la storia di Trent? Ma quello è un porco! Guarda..” Disse, tirando fuori dalla tasca una foto.
“Ho anche la prova che ti tradisce: Con un uomo, per giunta! Che porcellino..” Lo prese in giro.
“MA QUELLO SEI TU!! Poi, non è stato certo lui a saltarti addosso e ficcarti la lingua in gola! A proposito, grazie per avermelo ricordato: Sono ancora arrabbiata con te!” Sbuffai. Non ci potevo credere: aveva fatto anche la foto! E ne andava fiero! Portò una mano davanti alla bocca.
“Cosa cosa? Non mi dirai che sei GELOSA !?”
“Eh? Ma come ti salta in mente?!” Mi fissò, malizioso.
“Io non poteri mai… figurati se… Bhe, forse un pochino…” Risposi, distogliendo lo sguardo. Insomma, il mio fidanzato era riuscito a baciare il ragazzo che mi piaceva prima ancora che potessi farlo io! Voi come vi sentireste?! Un momento.. Che mi piaceva?
Cercò di trattenere una risata.
“Oh mio Dio, raggio di Luna! Finalmente lo hai ammesso!” Esultò, abbracciandomi. Il mio cuore ora batteva come mai prima d’ora. Non ero mai stata così a “contatto” con lui prima d’ora! Una volta staccati, mi prese per mano e mi trascinò fuori dalla mensa.
“Ehi, ma dove stai andando?!” Provai ad informarmi, senza alcun risultato. Ad un certo punto si fermò; eravamo tornati in classe.
“Duncan ma.. Perché mi hai riportato qui?” Il moro sollevò il mio mento con l’indice.
 “Per fare questo..” Concluse, baciandomi.


 Check My Soul 
 -Capitolo 7_
 END

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Check My Soul
_Capitolo 8_


Lentamente chiusi gli occhi e tutte le mie angosce scomparvero: Niente più Trent, o Courtney, o Scuola… Eravamo solo io e Duncan. Riuscivo a sentire la sua lingua nella mia bocca ed era una sensazione magnifica. Continuammo a scambiarci effusioni per un tempo indeterminato. Le sue mani forti, ma allo stesso tempo delicate, erano fra i miei capelli, e mi accarezzavano la testa, mentre il mio bacino era praticamente incollato al suo. Non ci staccavamo mai, se non per riprendere fiato. Era davvero una sensazione eccitante. Non credo di aver mai provato nulla di simile, con Trent… No, per niente.
Ci fissammo, per parecchi istanti.
“Anche io…” Sussurrai, alla fine. Il moro mi guardò, interrogativo.
“Anche tu cosa, raggio di Luna?”
“Anche io ti amo…” Proferii, con un filo di voce. Ero così imbarazzata, che mi veniva voglia di urlare.
La sua espressione si addolcì.
“Sei fantastica.” Rispose, per poi riprendere da dove ci eravamo fermati. Potevo tranquillamente concludere, che avevo trovato un nuovo ed eccitante Hobby. Avremmo potuto andare avanti fino a sera, se non fosse stato per “loro”.
“Ahah vedrai, ti lascerò di stucco!” Una vocina ci interruppe: Qualcuno stava per entrare in classe. Immediatamente ci separammo, finendo uno su un banco e l’altra sulla cattedra.
“Ne sono sicuro e.. Gwen!” Dalla porta entrarono Trent e Courtney. Impallidii. Perché proprio lui, proprio ora?!
“Trent, Amore…” Oh no! Non lo avevo mai chiamato in quel modo! Speravo con tutta me stessa che non intuisse che stava succedendo qualcosa, alle sue spalle.
“Cosa.. Cosa ci fai qui?!” Lui mi si posizionò davanti agli occhi.
“Bhe, ero venuto con Courtney a vedere il programma che aveva preparato, ma… Che ci fai tu qui! Era da venti minuti che ti aspettavo! Sei rimasta qua per tutto il tempo?!” Venti minuti?! Io e il mio compagno avevamo limonato… Per venti minuti?! È proprio vero, che il tempo vola.. Cercai di difendermi, ma l’ispanica me lo impedì.
“Duncan! Anche tu qua? Che ci facevi con la fidanzata di Trent, scusa?!” Domandò, con una punta di perfidia. Subito il mio “fidanzato” si voltò.
“Tuu… Tu sei il ragazzo che mi ha baciato!” Duncan alzò un sopracciglio.
“COSA?! Duncan, adesso sei diventato pure Gay?! Ahahaha che sfigato che sei!” Lo sfotté quella ragazza. Che nervoso! Ridussi gli occhi ad una fessura, con l’intento di saltarle addosso e strapparle tutti quei perfetti capelli marroni che si ritrovava in testa.
“Ah, per niente cara e vecchia Court… Credimi, io non sono Gay, però… Avrei tutti i diritti di esserlo, dopo che sono stato fidanzato con  te!” Le rispose lui, per le rime.
Lei rimase di stucco, forse non se lo aspettava. Io, invece, scoppiai a ridere.
“Ahahah! Bella questa Duncan!” Aggiunsi, battendogli un cinque. Lui mi fece l’occhiolino.
“Ok, ADESSO BASTA!” Tuonò Trent.
“Qualcuno, per favore, mi spiega che sta succedendo?!” Domandò, parecchio seccato. Subito Courtney si portò i pugni sui fianchi e rispose.
“È ovvio, Trent… Questa Troietta ci sta provando con il mio ex…” Restammo tutti in silenzio, per qualche istante. Ok, questo era Troppo, non ne potevo già più di lei.
“Amore… è vero quello che..” In un attimo le balzai addosso, portando le mie mani fra i suoi capelli e tirando, più forte che potevo.
”AHHH! MI FAI MALE TORIAAAA!” Strepitava la mia avversaria, ma io non l’ascoltavo. Come risposta lei mi tirò uno schiaffo sul viso ed io le strappai una manica della camicetta.
“PRENDI QUESTO STRONZA!” Risposi, ormai infuriata. Nel frattempo,  i ragazzi ci osservavano, ammirati.
“Ferme Ferme! Smettetela di picchiarvi!” Cercava di “sbollirci” il mio fidanzato. Duncan, invece, non riusciva a dire niente: era troppo stupefatto del mio comportamento.
Ad un certo punto il preside entrò correndo dalla porta e, vedendo la situazione, cacciò un urlo.
“SMETTETELA IMMEDIATAMENTE!” Quando, finalmente, ottenne la nostra attenzione, aggiunse.
“Catapultatevi in presidenza… ORA!” Svogliatamente lo seguimmo. Courtney mi lanciò un’occhiata di fuoco, sussurrandomi.
“Questa me la pagherai fottuta bastarda..!” Le feci il verso.
“Uhh.. Che paura! Da domani non verrò più a scuola, a causa tua Buuu…!” Lei voltò la testa, oltraggiata. Duncan mi raggiunse.
“Raggio di Luna…” Sospirai.
“Scusami Duncan! Davvero.. Io non so cosa mi sia preso! Io… Non ci ho visto più e…” Il mio”amante” aspettò che tutti svoltassero l’angolo, poi mi poggiò spalle al muro e mi baciò, con passione.
“Gwen.. Gwen… Cazzo! Sei stata fantastica! Ti giuro che… avrei voluto fermarvi, solo per poterti saltare addosso e…” Ma, in quel momento, una testa spuntò dall’angolo.
“Voi due, muovetevi!” Ci guardammo, trattenendo una risata, e tornammo in fila.
***
“Che palle!” Sbuffai.
“Una settimana di punizione!” In realtà non mi dispiaceva affatto, perché l’altra persona che doveva restare con me era… Duncan! Ehh già: a quanto pareva, alla fine, Courtney e Trent erano stati ritenuti “Innocenti”..
Il ragazzo col taglio alla moychana mi sorrise, malizioso.
“Tesoro..!” Sbuffò Trent.
“Mi spieghi che ti è saltato in mente?! Hai aggredito la presidentessa del consiglio studentesco!” Roteai gli occhi.
“Trent, ma ti rendi conto?! Mi aveva chiamata TROIA! A me!” Spiegai, non aggiungendo il VERO motivo per cui no riuscivo a sopportarla. Il mio “fidanzato” sorrise e mi abbracciò.
“Piccola.. Ti sei arrabbiata perché ti ha accusata ingiustamente di tradimento?!” Fissai Duncan e lui fissò me, facendo spallucce.
“Ehmm.. Sì! Esatto: proprio così!” Mi giustificai. Scosse la testa.
“Ma Goticuccia! Non ne avevi bisogno: io ti credevo! So benissimo che non mi potresti mai tradire, insomma: io e te stiamo alla grande assieme!” Alle sue spalle, il moro tossì, lievemente.
“Ora io devo andare a casa, amore mio. Mi raccomando, tu fa la brava!” Si raccomandò.
“Certo…” Poi, una volta giratosi verso Duncan, sibilò.
“E tu.. stai attento, chiaro?!” Il compagno fece gli occhi dolci.
“P- Perché dici queste cose? Pensavo che ormai fossimo “amici”..” Cercai di trattenere una risata, mentre Trent rabbrividiva.
“Meglio che Vada… Ci vediamo dopo, eh Tesoro?” Annuii.
Aspettai che il moro se ne andasse, poi fissai Duncan. Non so se fosse stato a causa dell’adrenalina dovuta alla mia prima “scazzottata”, o al mio primo bacio con lui, ma.. Mi sentivo eccitatissima.
“E ora…” Domandai.
“Che vogliamo fare?”

Check My Soul
_Capitolo 8_
END

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


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Check My Soul
_Capitolo 9_



Duncan inarcò un sopracciglio.
“In che senso?” Mi avvicinai a lui, continuando a fissarlo negli occhi.
“Bhe..” Mormorai.
“La scuola ormai è finita e.. Mancano ancora diverse ore all’inizio delle lezioni…” Lui sorrise.
“Raggio di luna, le lezioni iniziano domani…” Socchiusi gli occhi.
“Appunto.” Non so da dove avessi preso tutto quello sex-appeal, ma.. Wow: funzionava alla grande! Il mio compagno mi avvolse con un braccio la schiena, attirandomi a sé.
“In questo caso…” Rispose, poco prima di baciarmi. Finalmente non avevamo nessuno a poterci scocciare. Finii spalle contro il muro. Mentre con una gamba cingevo la sua vita, con le braccia mi reggevo al suo collo. Ci stavamo scambiando effusioni estremamente passionali e abbastanza… Erotiche. Roba che, con Trent, non avevo neanche mai lontanamente pensato di fare. Lentamente il moro si tolse la maglietta e portò una mano sotto la mia, fino ad arrivare al seno. Sgranai gli occhi. Forse.. Stavamo correndo troppo? Mi staccai da lui.
“D-Duncan…” Lui mi fissò.
“C’è… C’è qualche problema?!” Lo osservai, senza maglietta. Aveva un fisico… Perfetto! Seguii quella serie di addominali, perfettamente scolpiti sul suo torace, fino ad arrivare al bacino, poi… Arrossii.
“N-no, cioè… Io… Non l’ho mai fatto, ecco…” Bisbigliai, imbarazzata: insomma, non avevo idea di come comportarmi. Lui si portò una mano alla bocca.
“Noo!” Disse, turbato.
“Sei ancora vergine.. Nonostante tu sia fidanzata con Mr. Goticuccia?! È… è davvero uno scandalo…!” Mi prese in giro, incrociando le braccia e distogliendo lo sguardo. Scoppiai a ridere.
Povero Trent… A volte pensavo che non si meritasse tutte quelle prese in giro.
Tornato serio, Duncan mi accarezzò il viso.
“Bhe, diciamo che lo avevo sospettato.” Mi fece l’occhiolino e io la linguaccia.  Improvvisamente si rimise la maglietta, lasciandomi un po’ scossa.
“Ma che fai..?” Gli domandai. Non.. Non aveva mica perso interesse per me, vero?! Mi si avvicinò.
“Non posso mica permettere che il mio raggio di Luna preferito perda la verginità in una scuola del cazzo come questa e, soprattutto…” Spiegò, indicando il banco sul quale mi ero seduta.
“.. Non sul banco del mio “rivale”…!” Osservai meglio: Era Proprio il banco di Trent. Mi alzai, di scatto. Lui mi prese per mano.
“Ti va di “scabottare” la punizione?!”
“Bhe…” Chiesi, maliziosamente.
“Non saprei…. L’alternativa alla detenzione quale sarebbe?” Scosse la testa, divertito.
“Vieni qui che te lo dico.” Avvicinai il mio orecchio alla sua bocca e lui mi sussurrò una frase che, per ovvi motivi, non posso trascrivere. Vi basti sapere che… Trent non si sarebbe mai azzardato neanche a pensare lontanamente ad una cosa del genere!
Rimasi in mobile tre secondi, per riprendermi, poi aggiunsi.
“Che stiamo aspettando?”
***
“Allora Gwen: è tutto chiaro?!” Domandò il mio “capo”. Annuii.
“Bene: diamo inizio all’operazione: Offri-a-raggio-di-luna-la-miglior-scopata-della-vita.” Risi, poi gli diedi l’ok.
Mentre lui corse alla velocità della luce in presidenza, fingendo di essere preoccupato, io mi portai le braccia allo stomaco, avvolgendolo, ed iniziai ad urlare.
“AHHHH! CHE MALE..!” Dopo circa un minuto il preside corse agitato verso di me.
“Signorina Gwendolyne! Che le è successo?” Domandò. Finsi di soffrire parecchio.
“Signor.. Mc.Lane.. N-Non mi sento bene...! Mi gira la testa e la pancia mi fa un male tremendo!” Lui mi scrutò, sospetto.
“Sicura?!”
“Sì..” Si alzò ed osservò il suo assistente, che gli fece un cenno.
“Bhe.. Dal momento che l’infermeria è chiusa… Ti conviene tornare a casa.” Poi si girò verso il mio compagno.
“Ma tu, caro il mio Ribelle… Starai qui e farai il lavoro di tutti e due! Non ti permetterò di approfittarti della situazione!” Lo minacciò il preside, puntandogli contro l’indice. Lui spalancò gli occhi.
“Ma, signor Mc. Lane… io non avevo nessuna intenzione di approf…” Ok, era di nuovo tornato il mio momento. Cacciai un lamento.
“Ma preside! Io sono troppo debole per poter camminare fino a casa e… I miei genitori staranno al lavoro fino alle nove di questa sera!” Dissi, scoppiando a piangere. Sapevo che tutti quegli anni di esercizio, per “schivarmi” le punizioni dei miei mi sarebbero serviti!
Chris fissò nuovamente l’assistente.
“Bhe, io… Ho troppo lavoro da svolgere, per poterti accompagnare e…”  Sospirò.
“E va bene.. Duncan, accompagnala a casa e resta con lei: assicurati che la sua condizione migliori, intesi?!” Duncan schioccò la lingua.
“Ne può stare certo!” L’uomo dai capelli neri scosse la testa.
“So già che mi pentirò di questa decisione.. Andate!” Ci concesse, clemente. In un secondo Duncan mi sollevò stile “sposo che prende la sposa, per portarla in casa”, e mi accompagnò dolcemente fino alla sua macchina. Una volta dentro si portò le mani fra i capelli.
“Raggio di Luna sei stata Grande!!” Era su di giri.
“Hai visto la sua faccia? Era tutta “ohh!” E… Wow! Ma dove hai imparato a piangere in quel modo?!” Domandò, mentre metteva in moto il veicolo. Feci spallucce.
“Un po’ qui, un po’ lì…” Sorrisi. Lui mi strinse la mano.
“Ed ora… Inizia il divertimento!” Concluse, spingendo più che poteva sull’acceleratore. L’automobile sfrecciò alla velocità della luce.
Gli diedi le indicazioni per arrivare a casa mia: i miei genitori sarebbero stati fuori fino a tardi e avremmo avuto la casa tutta per noi.
Una volta arrivati, scendemmo dalla macchina e ci dirigemmo vero la porta. Ormai mancava veramente poco al “grande momento”: Ero eccitatissima! Per fortuna che quella mattina mi ero messa della biancheria veramente notevole! Ora che ci penso… Da quando è iniziato questo nostro “flirtare”, facevo molta più attenzione nello scegliere i vestiti… e l’intimo. Scossi la testa, poi tirai fuori dalla borsa le chiavi e le infilai nella serratura. Stavo per riuscire ad aprirla, quando una voce mi bloccò.
“Gwen… Che ci fate voi due, qui?!”

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_Capitolo 9_
END

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


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Check My Soul
_Capitolo 10_


Mi voltai, lentamente. Difficile poter immaginare chi fosse.
“Ah, Trent…” Appunto. Il mio fidanzato incrociò le braccia, con aria severa.
“Allora?” Fissai Duncan.
“Ecco…” Cercai di essere credibile, portandomi un braccio allo stomaco.
“Dal momento che stavo poco bene il preside ha incaricato Duncan di portarmi a casa, per poter riposare.”
“Esatto!” Confermò il mio compagno. Il moro sospirò.
“Amore… Perché non hai chiamato me? Sarei corso immediatamente!” Cercai di sorridere, debolmente.
“Ma no… Tu fai già tanto per me! Non volevo disturbarti!” Lui mi abbracciò.
“Piccola…! Tu non mi disturbi mai! Sai benissimo che per te farei qualsiasi cosa!” Mi venne una fitta allo stomaco: Mi sentivo terribilmente in colpa per quello che stavo facendo a Trent. In fondo, lui era sempre stato gentile con me e non si meritava questo: Dovevo al più presto chiarire la situazione con lui e smettere una volte per tutte di prenderlo in giro.
“Trent.. Senti, io vorrei parlarti..” Mi fissò.
“Certo Amore, di che si tratta?” L’altro ragazzo mi osservò, incerto.
Io… Amavo Duncan, seriamente! Ma… Non volevo che Trent mi odiasse! Ci tenevo a mantenere un buon rapporto anche con lui. Dovevo trovare le parole giuste, per annunciargli la rottura.
“Ecco…” Ma qualcuno mi interruppe.
“Gwendolyne, tesoro! Che ci fai fuori di casa?” Seguii con lo sguardo da dove proveniva la voce: era mia madre.
“M-Mamma! Ma tu… Non dovevi lavorare fino a tardi?” Domandai, ansiosa. Lei scosse la testa.
“No, alla fine mi hanno dato la serata libera. Ma non cercare di cambiare argomento.” Mi morsi il labbro inferiore.
“Mi ha appena chiamata il tuo preside.” Sbiancai. Cazzo! Ero MORTA! Le aveva di certo parlato del piccolo “incidente” di poche ore prima.
“Mi spieghi per quale motivo hai preso a pugni una tua compagna? Poi, non avevi un fortissimo mal di pancia, signorina!?” Aprii la bocca, poi la richiusi: Non sapevo che dire! Forse… Avrei fatto meglio a raccontare la verità e beccarmi la punizione, qualunque essa fosse stata. Ma, proprio mentre stavo per arrendermi, Duncan venne in mio aiuto.
“Se lei mi permette, signora, vorrei spiegarle tutto io.” Si fece avanti. Mia madre lo scrutò.
“E tu chi saresti?!” Domandò. Lui sorrise, porgendole la mano.
“Mi chiamo Duncan e sono un amico di sua figlia.” La donna arrossì, portandosi una mano alla bocca.
“Ohh, piacere mio, Caro!” Ok, questo era sempre stato uno dei suoi problemi: aveva un debole per i bei ragazzi. Quando le avevo presentato Trent, la prima volta, non aveva smesso una volta di fargli  i complimenti per il suo aspetto, mettendolo forse un po’ a disagio. Lei pensa che, avendo solo 31 anni,  possa permettersi di fare certe cose.
“Come le stavo dicendo…” Continuò il mio compagno.
“Si è trattato tutto di un malinteso: Una ragazza ha offeso Gwen, attribuendole un soprannome disdicevole, ad una persona come sua figlia, mi creda. A quel punto Gwen si è “difesa”. Tutto qua. Sa, signora, come sono fatti  i presidi; Tendono ad esagerare sempre tutto!” Spiegò, con tono perfettamente composto ed educato: Non lo avevo mai visto comportarsi in quel modo! Perfino Trent restò a bocca aperta.
“Ohh.. è Dunque questa la verità, Gwendolyne?” Annuii.
“Si mamma, assolutamente!” Aggiunsi, sorridendo a trentadue denti. Non potevo credere che se la fosse bevuta! In questo caso… Devo dire che la morbosa passione di mia mandre per i ragazzi carini.. è stata utile!
Di colpo mi fissò.
“Ed ora.. Stai bene? Il Sr Mc. Lane aveva detto che ti erano venuti dei crampi assurdi e che non riuscivi a stare in piedi!”
“Sì mamma: Duncan mi ha accompagnata in farmacia e ho preso un “Oky”… ora sto meglio!” Le sorrisi. Lei mi ignorò, tornandosi a girare vero i miei compagni.
“Tutto è bene quello che finisce bene! Ed ora, miei cari ragazzi.. Che ne dite di fermarvi a cena?” Squittì. Trent esitò.
“Bhe… Suppongo che non ci siano problemi…”
“ E tu, caro?!” Aggiunse, fissando il mio “amante”. Lui mi scrutò, poi osservò mia madre.
“Se insiste…”
Ottimo!” Trillò la donna.
“Vado subito a mettermi all’opera! Preparerò la mi speciale pizza!” Concluse, correndo in cucina. Adesso eravamo rimasti solo noi tre. Calò un silenzio imbarazzante, per qualche secondo.
“Allora…” Iniziò il mio fidanzato, abbracciandomi.
“Questa sera ceneremo tutti assieme eh?” Annuii, dandogli una paca sulla schiena.
“Già, a quanto pare…” Po i mi rivolsi al moro.
“Ehi Duncan: vuoi telefonare a tua mamma? Così la puoi avvisare?” Lui scosse la testa.
“No, grazie. Questa sera sarei rimasto comunque da solo a cena, perché mia madre esce con delle sue colleghe… bha!” Bofonchiò. Improvvisamente il ragazzo che mi stava abbracciando sgranò gli occhi.
“Un momento! Ora che ci penso.. Devo avvisarla!” Tirò fuori il cellulare e compose il numero. Mentre era occupato a fissare il display, io e Duncan ci scambiavamo occhiate maliziose.
“Cavolo!” Imprecò il moretto.
“Che c’è” Domandai, speranzosa. Se sua madre non lo avesse fatto restare a cena, sarebbe stato perfetto!
Quanto ero cattiva nei suoi confronti… Un po’ me ne vergognavo.
“Non risponde: ha il telefono staccato. Mi sa che devo andare fino a casa per parlarle.” Sì: questo andava bene ugualmente! Avrebbe lasciato a me e al mio compagno il tempo per stare insieme almeno mezzora.
“Bhe, allora che aspetti? Vai!” Lo incitai. Poi mi corressi.
“Cioè… Così torni il prima possibile!” Lui mi sorrise.
“Ok, amore… Mi mancherai.” Il ragazzo al mio fianco si portò le mani sulle guance.
“Oh, ma sciocchino… Io non mi muoverò da qui..” Mi morsi il labbro inferiore, tentando di trattenere una risata. Trent lo fissò.
 “.. Ci vediamo, eh? E non ti azzardare a farle la stessa cosa che hai fatto con me, chiaro?!” Era serio. Duncan gli poggiò le mani sulle spalle.
“Trent… Caro Trent.. Quello che noi due abbiamo fatto... !”
“Che TU hai fatto!” Lo rimproverò il moro.
“… Comunque… è stato “speciale”! Capito, dolcezza?!” Gli domandò, ammiccando. Trent si staccò da lui e, dopo aver roteato gli occhi, seccato, salì in macchina.
Ed eccoci rimasti soli: noi due.
“Capito Dolcezza?! Ma fai sul serio” Domandai, ridendo come una scema. Lui alzò un sopracciglio.
“Perché? Sei gelosa?!” Smisi di fare quello che stavo facendo e lo osservai, con aria di sfida.
“Per niente…” Risposi, schioccando la lingua. Poi proposi.
“Ti va.. Di salire in camera?” Mi squadrò da capo a piedi.
“Certo Goticuccia.” Gli tirai una gomitata.
“In quel modo può chiamarmi solo Trent, chiaro?” Lo presi in giro. Lui socchiuse gli occhi.
“Ah sì, eh?!”
“Sì” Annunciai, divertita.
“In tal caso…!” Di colpo mi sollevo.
“Che… che stai facendo?!” Gli domandai.
“Adesso ti faccio vedere una cosa che solo io posso farti…” Lo guardai, maliziosa.
“E che aspetti?”

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_Capitolo 10_
END

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


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_Capitolo 11_


Salimmo rapidamente le scale, fino ad arrivare nella mia stanza.
“Ehm non fare caso al disordine…” Avvisai il moro.
“Sai… Non sono una grande fan delle “pulizie domestiche”.” Ammisi. Lui roteò gli occhi.
“Ma fammi il piacere! Pensi che camera mia sia messa meglio?!” Sorrisi.
“In tal caso.. Entra pure!” Una volta entrato, Duncan scoppiò a ridere.
“E questo ti sembra disordine? Raggio di Luna, hai ancora molto da imparare..!” Sbuffai.
“Uffa! Smettila di prendermi in giro.” Il ragazzo si avvicinò a me e, dopo avermi sussurrato uno.
“Scusami Raggio di Luna…” Mi baciò. Chiusi gli occhi, calandomi completamente nell’atmosfera. Prima, però, bisognava prendere delle precauzioni… Tipo chiudere a chiave la porta e accendere lo stereo, per non far capire a mia madre cosa stava succedendo ai “piani alti”. Misi su una compilation che avevo fatto da poco. Partii la prima canzone: Face Down dei Red Jumping Apparatus.
In seguito mi sedetti sul letto, abbracciata dal mio “amante” e cominciai a pomiciare con lui. Ogni volta che le mie labbra toccavano le sue, mi emozionavo, come se fosse la prima volta.
Da quando avevo iniziato a “flirtare” con lui, tutto era cambiato: Avevo come l’impressione che l’amore  mi fosse andato al cervello! Non riuscivo più a ragionare con lucidità, quando era al suo fianco e… era la prima volta che mi capitava una cosa del genere.
Lentamente le sue mani scivolarono sotto la mia gonna, fino ad arrivare alle mutandine.  Strinsi il pugno attorno sulla sua maglietta nera. Ci stavamo spingendo, pian piano, oltre ad una semplice “limonata”. Aprii gli occhi e lo fissai, per pochi attimi. Poi lui mi sdraiò dolcemente sul letto, e mi si posizionò a cavalcioni sopra. Continuò a baciarmi lungo al collo, fino ad arrivare al mio busto. Con una mano slacciò il reggiseno, in modo davvero delicato. Poi…
DRIIIIIIIIN! Qualcun suonava alla porta. Duncan si alzò dal letto, seccato.
“Certo che quel Trent è perfetto, come Anticoncezionale!” Scoppiai a ridere.
“Giuro che, se mai da grande mi permetteranno di dare un nome ad un preservativo, lo chiamerò TRENT.. O Mr. Goticuccia, dipende dal CopyRight…!”  Gli poggiai una mano sulla spalla.
“Bhe, fino a quel momento, devi fare buon viso a cattivo gioco.. Passami la maglietta!” Aggiunsi. Lui obbedì. Rapidamente diedi un “giro di chiave” alla serratura, e ordinai a Duncan di sedersi sul pavimento, per non far destare sospetti.
“Ed ora… Facciamo finta di parlare di qualcosa!” Lui mi fissò malizioso.
“Che ne dici se ti raccontassi quello che ho intenzione i farti, quando lo scocciatore se ne sarà andato?” Arrossii.
“No… Non credo sia una buona idea!” Il compagno ridusse gli occhi ad una fessura.
“… Oh sì che lo è… Vediamo, potrei partire con l’aprirti le gambe e…” Portai velocemente una mano alla sua bocca.
“Duncan, abbassa la voce, se ti sente Trent..” improvvisamente il mio “ragazzo” entrò dalla porta.
“Sentire cosa?!” Domandò, ingenuo.
“Ah, bhe..” Duncan si alzò in piedi.
“Che mi sei mancato molto piccolo!” Disse, aprendo le braccia in segno di saluto. Trent fece un passo indietro.
“La vuoi smettere, una volta per tutte, di comportarti in questo modo?!” Comandò il moretto.
“In che senso?!” Domandò il compagno inclinando la testa. L’altro si limitò a colpirsi la fronte.
“Lasciamo stare… Gwen, amore, scusa se ci ho messo tanto, ma mia madre mi ha mandato a comprarle del latte, prima di darmi l’ok.” Lo fissai, sorpresa.
“Guarda che.. Ci hai messo solo venti minuti..” Trent ricambiò il mio sguardo.
“No, amore.. Ne sono passati quarantacinque, di minuti.” Osservai l’orologio: Cavolo! Dovevo imparare ad avere più cognizione del tempo, quando stavo con Duncan!
In quel momento anche mia madre entrò nella stanza.
“Ragazzi, è pronto. Potete accomodarvi in sala da pranzo.” Disse, dolcemente. Si vedeva che avevamo degli ospiti. Quando eravamo da sole, si limitava a cacciare un urlo.
 Mia madre era davvero una donna molto strana: Capelli rossi fuoco, lunghi fino alle spalle, pircing all’ombelico ed un fiso che avrebbe fatto invidia a qualsiasi adolescente. Aveva un tatuaggio, dietro la spalla destra, e portava sempre vestiti, come dire… “giovanili”. Sembrava una mia compagna di classe, più che mia madre. Quando io sono nata, lei aveva solo 15 anni ed ha dovuto lasciare le superiori, per occuparsi di me (Inutile dire che era, ed è tutt’ora una persona contro l’aborto). Adesso lavora come assistente del suo migliore amico, in un’agenzia immobiliare. Insomma, passa le telefonate, compila i moduli… Tutte le cose che fa un’ assistente.
Ci sedemmo attorno alla tavola, seguendo la disposizione: Duncan - Io - Trent (Non contento che avessi Duncan al mio fianco)- Mamma(Dalla parte opposta).  Dalla cucina proveniva un buon profumo di origano fresco.
“Ecco le pizze!” Annunciò mia mamma, portando in tavola quattro vassoi giganti.
“Bianca con olive nere per Gwen, Rossa per Trent, Margherita per me e.. Duncan, tesoro… Non sapevo quali fossero i tuoi gusti, così te ne ho fatta una con salsiccia e patatine, basandomi sull’esatto opposto dei gusti di Trent, Perché tu mi sembri proprio il suo contrario..!” Annunciò, ridendo, la donna. Il compagno mi tirò una “gomitata” sotto al tavolo, poi rispose.
“Va benissimo signora! Adoro questo tipo di pizza, grazie mille!”
“Oh, ma figurati!” Concluse la rossa, sorridendogli: Non è che adesso ci voleva flirtate anche lei, vero?!” Tossii, per distrarla.
“Grazie mamma.” Dissi, rapida.
“Prego, Gwendolyne. Allora, Ragazzi: Che mi raccontate della vostra nuova scuola?”Chiese.
“Veramente.. Duncan è al terzo anno, anche se dovrebbe essere al quarto..” Precisò Trent, con un filo di ironia nella voce. Avrei voluto ucciderlo. Mia madre socchiuse gli occhi.
“Ohoh, quindi hai tre anni in più di mia figlia… Interessante…” Annotò a voce alta, poi mi fissò, sorniona. Io rabbrividii: Che aveva in mente?! Cercai di cambiare argomento.
“Ehi! A proposito! Oggi ci sono state le elezioni per il rappresentante…”
”Ah sì? Quella che hai picchiato?” Mi rinfacciò la rossa, sorridendo. Ok, era stata una pessima idea. Fortunatamente il mio compagno mi venne in aiuto.
“Signora…”
“Ti prego, chiamami Rachel..” Concesse lei.
“Ok, Rachel. Stavo dicendo… Visto che sia io che sua figlia siamo state ingiustamente puniti, vorrei chiederle il permesso di farmi perdonare, portandola a casa tutti i giorni per le prossime due settimane.” Disse, in tono galante. Immediatamente Trent appoggiò il pezzo che stava mangiando e replicò.
“No! Cioè, voglio dire… Non ti devi disturbare Duncan.. La posso portare a casa io! L’ho sempre fatto, non mi scoccia per niente!”
“No, ma io insisto…” Sillabò Duncan.
“Trent, non.. Non mi voglio approfittare sempre di te!” Aggiunsi io.
Mia madre li osservò, storcendo la bocca, poi notò.
“Ragazzi… Vedo della tensione fra voi tre..” Io e il mio “amante” ci fissammo, agitati. Rachel schioccò le dita.
“Oh Mio Dio! Non ditemi che Tra voi due c’è una specie di “storia”… E Gwen ne era all’oscuro!” Concluse, eccitata. Ci fu un attimo di silenzio, poi il moro, dopo essersi alzato in piedi, abbassò lo sguardo.
“Ebbene.. è proprio così, Signora!” Trent sgranò gli occhi.
“Cosaa?! Ma non.. Non è assolutamente vero!” Si difese. A quel punto il ragazzo col taglio alla Moychana lo abbracciò.
“Ma non devi nascondere il nostro amore, ora che è stato scoperto!” Il moretto, cercava di togliersi da quella presa, mentre mia Madre rideva come una scema: Come se non bastassi io a farmi fare delle figure di merda!
“Mamma!” Gridai.
“Suvvia Gwendolyne.. Stavo scherzando! E anche i tuoi amici, suppongo..” Loro si fissarono ed annuirono.
Perfetto: Questa cena non poteva andare meglio di così…
***
Una volta sparecchiato, accompagnai i ragazzi alla porta.
“Grazie mille per esservi fermati e… Scusate il comportamento di mia madre…” Mi scusai, imbarazzata.
“Ma stai scherzando? Tua mama è fortissima!” Rispose Duncan, poggiandomi una mano sulla spalla. Sorrisi.
“Bhe, buona notte, allora!”
“Sì amore.. A domani!” Disse Trent, mentre il ragazzo dietro gli faceva il verso.
Aspettai che se ne andasse, poi baciai Duncan, sotto la soglia della porta.
“Ti Amo..” Sussurrai.
“Ma quanto siamo dolci eh? Anche io ti amo..” Continuai a “salutarlo” per circa dieci minuti, poi aggiunsi.
“Ora devo rientrare… Ci vediamo domani.” Lui mi fece l’occhiolino.
“Non vedo l’ora, Raggio di Luna” Sussurrò, poi salì in macchina e se ne andò.


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_Capitolo 11_
END

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


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_Capitolo 12_


Rimasi a fissarlo, sulla soglia della porta, mentre si allontanava, con un sorriso inebetito sulle labbra. All’improvviso una mano si poggiò sulla mia spalla.
“Ahh L’amore..! Mi ricordo ancora quando, alla tua età, uscivo con quattro ragazzi contemporaneamente.. O forse erano cinque? Bhe, certamente uno di loro aveva la ragazza e…” Mi voltai, di scatto.
“Mamma! A cosa vorresti alludere?!" Domandai, quasi sconvolta dalle sue “deduzioni” improvvise. Lei mi osservò, perplessa.
“Vuoi dire che non stai mettendo le corna al povero Trent?!” Arrossii.
“Ma no! Cosa ti salta in mente?! Io e Duncan siamo solo AMICI!!!” La donna al mio fianco sorrise, sorniona.
“Gwendolyne.. Io non ho mai nominato Duncan..” Mi portai una mano alla bocca. Cazzo! Mi ero fottuta da sola. La rossa scoppiò a ridere, portando la testa all’indietro.
“Che dolce che sei, tesoro! Ti lascio ai tuoi “problemi” adolescenziali!” Aggiunse: Che madre fantastica, che mi ritrovavo..
“Però, prima di dormire, rifletti su questo: Nella mia vita anche io ho fatto tanti errori. So benissimo quanto fa male, essere traditi alle spalle, credimi.. In quanto a Madre e amica, ti consiglio di troncare con Trent il prima possibile, se veramente sei innamorata di Duncan…” Corsi velocemente in camera, cercando di evitarla. Mi chiusi a chiave dentro la stanza e sprofondai nel letto, sospirando.
Mi dispiaceva molto ammetterlo, ma… Cazzo, quanto aveva ragione! Non potevo far stare male una persona che con me è sempre stata dolcissima. Abbassai lo sguardo, poi decisi: il giorno dopo glielo avrei detto, cascasse il mondo!” Stabilito questo punto, mi tolsi velocemente i vestiti e mi infilai sotto le coperte per dormire: Si erano già fatte le 24:57.
***
Camminai lungo il corridoio della scuola, ancora molto assonnata. Aprii il mio armadietto, per prendere i libri.
“Ehi Amore!” Era lui! Ok, ce la potevo fare.
Continuavo a ripetermi “ Gwen.. sii coraggiosa: abbi le palle, per una volta! Devi confessargli la verità e rompere con lui…”
“Trent! A proposito del “discorso” di ieri…” Mi sorrise.
“Sì, che c’è tesoro?”
“Ecco…” Ma qualcuno mi bloccò.
“Gwendolyne, Giusto?” Domandò una vocina. Alzai rapidamente lo sguardo, inorridendo: era Courtney. Trent sorrise.
“Ahh, Court! Vi lascio “sole”!” Sussurrò, facendo l’occhiolino alla moretta. Portai una mano in avanti.
“Ma, io ti devo…”
“Finirai dopo, Goticuccia! Io intanto vado in classe!” Rimasi perplessa, per pochi secondi, poi schiarii la voce.
“Bhe, che vuoi?!”  Chiesi, acida. Lei si scostò una ciocca di capelli dal viso.
“Io volevo.. Farti le mie scuse.” Cominciò. Sgranai gli occhi.
“Le tue che?!”
“Sì, le mie scuse…! Sai, ieri sera mi ha chiamato Trent e… Mi ha spiegato tutto quanto. Mi dispiace di averti dato della sgualdrina! Non ne avevo nessun diritto!” Sorrise, con una dolcezza tale, che NESSUNO avrebbe mai potuto ribattere.
“Ah bhe, grazie…” Dissi, senza sapere il perché. Courtney mi poggiò una mano sulla spalla.
“So che diventeremo buone amiche!” Poi, esitò qualche istante.
“Senti.. Posso confidarti un segreto?” Mi passai la lingua sui denti.
“Sì…” Il mio cuore iniziò a battere all’impazzita. No, non poteva dirmi proprio QUELLA frase in QUESTO momento…!
“Penso che tu ormai sappia che io e Duncan siamo stati fidanzati.” Annuii.
“Bene. Vedi, io… Penso di aver reagito in quel modo, ieri, perché in realtà, sotto sotto..” Oh no, no! Le stava proprio per dire. Con un riflesso incondizionato, mi tappai le orecchie, non capendo un accidente di quello che aveva detto.
“Gwen! Gwen tutto bene?! Hai forse mal di testa?!” Mi domandò la compagna, accorgendosi dei miei movimenti.
“Eh? Ah, tranquilla è tutto ok, però io, ecco.. Devo andare a lezione: a dopo!” Mi sbrigai, a “concludere”, per poi scappare da tutt’altra parte. Non poteva essere, proprio ora che io e Duncan iniziavamo a “fare su serio!”. Dal momento che non stavo prestanto minimamente attenzione a dove stavo andando, mi scontrai con un ragazzo: era Duncan.
“Raggio di Luna!” Gridò lui, eccitato.
“Sono così felice di rivederti: Mi sei mancata!” In quel momento, scoppiai a piangere: Così, senza un fondato motivo. Il moro sgranò gli occhi.
“Raggio Di Luna, che c’è?! Qualcuno ti ha fatto qualcosa di male?!” Domandò, in modo estremamente protettivo. Con la mano cercai di asciugarmi le lacrime.
“Courtney.. Courtney ti ama ancora…!” Lui mi fissò, interrogativo.
“Cosa? No, guarda che è imposs…” Ma non lo lasciai terminare.
“Invece è così: Lei ti ama ancora e adesso.. Adesso tu ti accorgerai di quanto lei è migliore di me e mi abbandonerai, per tornare a diventare il suo fidanzato.. E io non potrò farci niente, perché in realtà sono ancora la ragazza di Trent, quindi non dovrei neanche essere dispiaciuta per questa storia!” Spiegai, fra un singhiozzo e l’altro.
Dio, che vergogna! Mi stavo comportando come una bambina!
Chi lo avrebbe detto che tutto lo stress accumulato si sarebbe riversato su di me in un modo simile?!
Duncan sorrise, dolcemente, e mi accarezzò la testa.
“Raggio Di Luna… E tu pensi seriamente che, dopo che una ragazza ha pianto in questo modo, perché aveva paura di perdermi, io possa scegliere un’altra persona? Tu.. Mi hai appena dimostrato quanto mi ami! Io.. Ti giuro che nessuno era mai arrivato a piangere, per me…” Disse, prendendomi la faccia tra le mani e asciugando coi pollici le lacrime. Lo fissai, imbarazzata.
“Io, ecco…” Di colpo mi lasciò, inginocchiandosi al mio cospetto.
“D-Duncan ma che stai..?”
“Gwen, Ti prometto solennemente che non ti lascerò MAI! Staremo sempre insieme perché, e questa volta ne sono sicuro, sei la ragazza con la quale desidero passare il resto della mia vita!” Rimasi immobile, arrossendo di colpo. Dal momento che eravamo in una stanza vuota, nessuno poteva sentirci.
“Vuoi diventare la mia fidanzata ufficiale?” Mi coprii la bocca con le mani: Certo che lo volevo: dal primo giorno che lo avevo visto! Gli piombai addosso, abbracciandolo.
“Sì, certamente!” Lui mi baciò, passionalmente poi, ridendo, mi sollevò, prendendomi in braccio. Mi sembrava di vivere in un sogno, in un bellissimo, meraviglioso sogno! Ma, come ogni sogno, c’è sempre il momento in cui ti svegli e capisci di dover affrontare la realtà e, quella "realtà".. Era Trent.
A passo veloce e deciso, mi diressi nella nostra aula, ormai piena di studenti. Appena mi vide, il moro mi fece un cenno.
“Allora tu e Courtney avete..” Ma io non lo lasciai terminare.
“Trent, io ti devo parlare, e devo farlo ADESSO!” Comandai, impassibile. Ormai avevo aspettato troppo tempo.
“Ehm… Dimmi tesoro…” Mi morsi il labbro inferiore, prendendolo in disparte.
“Vedi.. A proposito di noi, Trent… Io.. Io ti voglio un bene dell’anima, sul serio! Sei stato il mio primo ragazzo e rimarrò sempre legata a te..” Cominciai. Lui mi prese le mani.
“Anche io Amore!” Mi sciolsi dalla sua presa. Non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi.
“.. Ma… Non ne sono molto sicura, cioè, io… io…” Lo sguardo del ragazzo si rabbuiò.
“Che.. Che stai cercando di dire, Goticuccia?” Basta: Non potevo più tirarmi indietro! Alzai lo sguardo, scontrandomi con il suo.
“Trent.. Tra noi due e finita.”

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_Capitolo 12_
END

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


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Check My Soul
_Capitolo 13_


Ancora non ci potevo credere! Avevo appena mollato il mio primo fidanzato! Ma.. Ne era valsa davvero la pensa?
Osservai la sua espressione, in quel preciso momento. Non gliel’avevo mai vista addosso.
“Finita? Cosa?” Domandò, con un filo di voce. Riuscii a percepire il lento scricchiolio del suo cuore che si spezzava: quasi mi veniva da piangere.
“Trent! Aspetta, io.. Non volevo farti stare male, solo che… Non ce la facevo più a mentirti e a prenderti in giro in quella maniera!” Mi giustificai, cercando di farlo distrarre.
“Mentire? Prendere in giro? Ma che stai dicendo, Gwen?!” Era serio, fin troppo. Mi morsi il labbro inferiore.
“Bhe, ecco..” Non sapevo in che modo spiegargli come stavano le cose.
“Allora?” Gridò.
“Vedi, io e Duncan.. Insomma, noi due…” Il moro ridusse gli occhi ad una fessura.
“Voi due.. COSA?!!” Sillabò. Il mio respiro so fece sempre più affannoso: Perché era così difficile fare la cosa giusta?
In quel momento entrò il preside.
“Seduti, seduti ragazzi.” Ci catapultammo tutti  nei rispettivi banchi.
L’uomo si guardò intorno, storcendo la bocca.
“Bene. Dal momento che il vostro professore di Letteratura è a casa malato e noi non abbiamo nessun supplente disponibile…” Fece una breve pausa, poi sospirò.
“Oggi siete liberi di tornare a casa.” Un urlo si elevò fra la classe. Chris alzò la voce.
“Comunque… Sia voi che l’altra classe dovrete portare il permesso, domani. So benissimo che non ha molto senso, come cosa, ma.. Viste le circostanze… Andate!” Un momento.. Aveva detto altra classe? Ma.. Gli unici professori assenti quel giorno erano il signor Wilkins e la Signora… Debnis! La prof di Matematica della classe terza! Allora anche Duncan poteva uscire! Sorrisi, eccitata: Avremmo avuto la giornata tutta per noi, senza scocciatori, ora che… Oh no! Trent.. Dovevo terminare la spiegazione!
Cercai di “squagliarmela” tra la ressa, ma una mano mi afferrò il braccio.
“Dove pensi di andare?!” Disse, il ragazzo. Cercai di sorridere.
“Bhe io.. Stavo andando fuori e..”
“PRIMA finisci il tuo discorso…” Aggiunse, sempre più freddo. Non mi aveva mai trattata in quel modo. Aspettammo che tutti i nostri compagni uscissero, poi continuai.
“Vedi, io e Duncan… Ci Amiamo. Ecco: l’ho detto! È da quando ci siamo conosciuti che provo qualcosa per lui e.. All’inizio pensavo che fosse solo una piccola, innocua, banale cottarella, di quelle che provi quando vedi un bel tipo in televisione, ma che, alla fine, dura solo pochi minuti. Però… Con il passare dei giorni… Mi sono resa conto che era molto di più di una semplice “cottarella”. Io e Duncan… Ci amiamo veramente tanto! Mi dispiace, Trent. Ho cercato di dirlo in modo che fosse meno doloroso per entrambi.” Spiegai. Finalmente lo avevo detto! Niente più pesi sullo stomaco! Il mio compagno schioccò la lingua, sorridendo nervosamente.
“Voi due vi amate, eh?!” Annuii. Scosse la testa.
“E.. C’è altro?” Domandò.
“Altro?!”
“Non fare la finta tonta, Gwen! Vi site già baciati o, peggio, avete già…” Non terminò la frase, io arrossii.
“Bhe, ci siamo solamente baciati due, tre volte al massimo…” Seguì una breve pausa di silenzio. Trent era sconvolto, glielo si leggeva in faccia. Allungai una mano, per poggiarla sulla sua spalla.
“Trent, io…” Ma di colpo lui mi blocco.
“TACI!” Urlò, alzando il suo braccio contro di me, come per darmi uno schiaffo. Io mi coprii la faccia, cercando di non piangere. Sentivo che mi stava per picchiare, ma non ci potevo fare niente: evidentemente me lo ero meritata.
Di colpo sentii qualcuno muoversi, correndo a coprirmi. Aprii gli occhi e lo vidi: era Duncan!
“Duncan, cosa…”
“Stai bene, Raggio di Luna?” Domandò, senza neanche guardarmi.
“Sì, ma..” Il ragazzo con i capelli alla moychana fissò severamente il suo “avversario”. Trent distolse lo sguardo e abbassò il braccio.
“Cosa pensavi di fare, eh idiota?!” Lo attaccò, il mio “amante”.
“Così… Voi due vi frequentavate alle mie spalle, eh?” Rise, nervosamente il primo.
“Mi fate davvero pena, sapete? Siete solo due traditori, tutto qua. Per non parlare di te, Gwen…” Rispose, carico di ira. Mi tappai la bocca, scoppiando in una marea di lacrime. Non fraintendetemi: Ero contenta di aver troncato con lui, perché volevo stare con Duncan, ma… Sentirmi rinfacciare quanto fossi stata meschina nei suoi confronti… Bhe, quello faceva molto male.
“Gwen, almeno, è stata onesta e ti ha detto le cose in faccia. Non come una certa persona, eh Trent?” Il mio ormai ex ragazzo, sbiancò, mentre io sgranai gli occhi.
“Cosa?” Sussurrai. Il moro davanti a me sorrise.
“Sì, Trent.. Dì a Gwen cosa avete VERAMENTE fatto tu e Courtney, quando lei era qua in punizione…” Il moro abbassò lo sguardo.
“Trent tu…”
“Ha baciato la tua “nemica” e.. Indovina? Non ti ha detto niente!” Spifferò il mio nuovo fidanzato. Immediatamente mi alzai, furiosa.
“COSA?! Cioè, scusami.. Tu mi hai fatto passare il momento più brutto  della mia vita, rinfacciandomi il mio comportamento e facendomi soffrire in un modo assurdo… E tu hai fatto la stessa cosa?
Sei soltanto un ipocrita, Trent! Non voglio più vederti!” Gli urlai, lasciandolo di stucco.
Non so come, non so perché, ma ero passata dalla parte di quella alla quale era stato fato un torto.
Ormai non sapevo più cosa provare.
Uscii dalla scuola, liberata da un grosso peso.
Sospirai.
“Allora, Raggio di Luna? Ti senti meglio?” Annuii.
“Ma tu come facevi a saperlo?” Domandai, curiosa, al mio compagno. Lui alzò gli occhi al cielo.
“Bhe, vedi.. Prima, quando sei corsa da me in lacrime, mi sembravano strane le tue “affermazioni”, così sono andato a parlare con Court e.. Le ho “estrapolato” la verità…” Lo scrutai, sospettosa.
“Ah sì? E come hai fatto ad “estrapolargliele”? L’hai, per caso, baciata anche tu?” Il moro rabbrividì.
“Sei  pazza? Quella con un bacio ti ruba l’anima! È una strega di alto livello, eh?” Scherzò, lui.
Scoppiai a ridere: una battuta era proprio quello che ci voleva.
“Come fai a conoscermi così bene, dopo solo pochi giorni che ci frequentiamo?” Domandai, avvinghiandomi a lui. Duncan sorrise.
“Perché ti amo” Rispose, spostandomi una ciocca di capelli dalla fronte e baciandomi.
Finalmente ce l’avevo fatta: mi ero fidanzata ufficialmente con Duncan! Niente più Trent o Courtney tra le scatole, solo io e lui.
Ero decisamente pronta a fare sul serio, più di quanto non avessi mai fatto con il mio ex.

Check My Soul
_Capitolo 13_
END

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


aaa *AVVERTENZE:*
Questo capitolo contiene una “scena” non adatta alle persone, bhe… “pure ed innocenti” (E, con questo, voglio dire a Riting Arancio… Insomma, non ho scritto poi niente di che, in fondo)… xD
Consiglio, di conseguenza, a coloro che non se la sentono, di non leggere. ^^
D’altra parte… il riassunto del capitolo è estremamente semplice. Quindi, chi non lo avesse letto, ma volesse comunque avere un “sunto” può benissimo mandarmi un messaggio “privato” su EFP ^_^
A tutti gli altri.. Buona (Sporcellosa) Lettura!


Check My Soul
_Capitolo 14_


Mi strinsi forte a lui.
“Allora…” Iniziò Duncan.
“Allora..” Continuai io, divertita.
“Cosa vogliamo fare, Gwendolyne? Mia mamma è fuori fino a domani mattina, dal momento che va a trovare mio padre a Toronto. Sai, è via per lavoro..” Lo guardai, maliziosa.
“Che ne dici di passare la giornata “assieme”?” Domandai, fissandolo negli occhi.
“Ohoh Raggio Di Luna! Che persona impudente che sei!” Risi, poi seguii il mio nuovo fidanzato sulla sua auto. Mi sedetti, al suo fianco, ed accesi la radio: Davano “Just Dance” Dei Vanilla Sky.
Partimmo in quarta.
“Ehi, raggio di Luna. Prima di andare a casa vuoi fermarti da qualche parte?” Portai un dito alla bocca e riflettei: Stavo per avere la mia prima volta, cosa mi sarebbe servito?
Niente giocattolini erotici, poco ma sicuro! Non ero neanche certa di sapere come si faceva sesso, figuriamoci l’utilizzo di quei… “cosi”!
Poi, bhe… Biancheria sexy ce l’avevo, preservativi… ECCO! Ci mancavano i preservativi! Dovevo dire al mio compagno di fermarsi in farmacia. Però.. Lui non mi aveva detto niente.. Non è che se gli avessi detto di voler comprare dei preservativi, si sarebbe offeso, vero? Cioè.. era naturale che io non volessi aspettare un figlio come mia mamma a sedici anni!
Dovevo essere davvero molto turbata, mentre ragionavo, perché Duncan alzò un sopracciglio e chiese.
“Ehi, va tutto bene?!” Improvvisamente tornai nel mondo “reale”, annuendo.
“Eh, cosa? Ah sì.. tutto benone!” Risi, nervosamente. Il ragazzo al mio fianco mi osservò.
“Dimmi la verità, Gwen…” Io sospirai.
“Ecco, mi sono ricordata che ci mancano i.. Preservativi…” Duncan sorrise.
“Tutto qua il problema? Ce li ho io! Li tenevo dal primo giorno che ti ho conosciuta!” Concluse, soddisfatto. Io incrociai le braccia.
“Dal primo giorno? Eri così sicuro di te?!” Scosse la testa.
“No, è che non ero per niente sicuro di Trent!” Risi.
“In effetti…”
Improvvisamente ci fermammo nel garage di una casa immensa: giardino nel quale ci avrebbero potuto costruire un parco e dentro dieci stanze diverse, disposte in due piani.
Entrammo dentro e non riuscì a trattenere un urlo.
“WOOOW! Ma.. Questa casa è ENORME! Duncan, non mi avevi detto di essere ricco sfondato” Ci scherzai sopra. Lui mi sorrise.
“Volevo farti una sorpresa!” Passammo l’ora successiva a fare il giro completo della casa. Il moro mi aveva fatto vedere tutte le stanze ed io ero rimasta di stucco: Una casa assolutamente meravigliosa!
“Cavolo…” Sussurrai.
“Cosa?!”
“Cioè… io perderò la verginità in una “villa” del genere?!” Mi portai le mani sulle guance.
“Mi sento tanto una di quelle principesse viziatele che gestiscono un “harem” privato nel loro castello!” Duncan scoppiò a ridere.
“Scusa, raggio di luna, ma… Che cartoni guardavi da piccola?! Principesse con Harem segregati nel castello? Ahahah..” Gli feci la linguaccia.
All’improvviso mi venne un flache: Duncan… era ancora vergine?
Certo, non avevamo mai sfrontato questo argomento ma… Lui aveva già 18 anni ed era stato fidanzato con quella Courtney per due …
Mi morsi il labbro inferiore.
“Qualcosa non va, Raggio di Luna?!” Domandò lui.
“Eccooo.. No, niente, solo… Mi stavo chiedendo se.. Per caso tu sia ancora vergine..” Il ragazzo inarcò un sopracciglio.
“Come mai questa domanda?” Feci spallucce. Il cuore mi batteva a mille. Sapevo, per certo, che lo aveva già fatto! Però questo… Voleva dire che non era del tutto “mio”. Tempo prima era stato della rappresentante, che gli aveva tolto la verginità.
“No, in effetti non lo sono più… Ma, non è un problema, vero?!” Arrossii, imbarazzata e agitata.
“Ahh no! Ahah… Ma cosa dici: Meglio! Così almeno uno di noi due sa come si fa!” Cercai di scherzarci sopra. In realtà questa cosa non mi lasciava certo indifferente.
Evidentemente Duncan se ne accorse. Sorrise, dolcemente, facendomi sedere sul letto.
“Raggio Di Luna… Il fatto che non sia più vergine, non significa che non possa amarti fedelmente. È vero, lo ammetto, ho fatto anche io i miei errori con Courtney, ma ti garantisco che, se potessi tornare indietro, non lo farei mai, se aspettando, avessi avuto l’opportunità di farlo con te!” Aveva uno sguardo così sincero e leale, che non potei fare a meno di baciarlo.
“Sono stato “perdonato”?” Domandò, speranzoso. Scossi la testa, divertita.
“Ma io non ce l’ho mai avuta con te.. Tranne quando hai baciato il mio ex!” Scherzai. Lui fece una faccia scandalizzata.
“Ma, Gwen.. Io lo AMAVO…” Presi il cuscino e glielo tirai in faccia.
“Ah sì, eh?!” Chiese lui, facendo altrettanto. Passammo venti minuti a “farci la lotta” poi, una volta che mi aveva “atterrato”, ci baciammo.
Era così bello poter pomiciare con lui, senza che la mia coscienza mi facesse sentire in colpa per Trent!
Lentamente il moro mi tolse la maglietta, poi la tolse a sé stesso. Continuò a baciarmi, lungo il collo, poi sempre più giù, fino ad arrivare al mio seno. Delicatamente slacciò anche il reggiseno, posandolo sul pavimento. Mentre lui era intento a spogliarmi, io continuavo a baciarlo, portandogli le mani attorno al collo.
Era così eccitante!
Il mio cuore batteva talmente forte, che pensavo mi dovesse esplodere la cassa toracica da un momento all’altro.
Eravamo rimasti tutti e due mezzi nudi.
Il ragazzo tirò fuori un preservativo dalla tasca dei pantaloni.
“Allora Raggi o Di Luna, sei pronta? O preferisci aspettare?” Domandò, prudentemente, sventolandomi l’anticoncezionale sotto gli occhi. Io lo afferrai.
“Mi sembra di aver aspettato abbastanza, no?” Risposi, maliziosa.
Con un movimento stranamente rapido, aprì la confezione e infilai il preservativo al mio compagno.
Ok, eravamo pronti. Si mise a cavalcioni sopra di me, portando una mano nelle mie mutandine, per poi togliermele.
Poi…
Poi facemmo l’amore.
Niente più Courtney o Trent: Eravamo solo noi due.
Non riuscivo nemmeno a descrivere la meravigliosa sensazione che stavo provando in quel momento. Era come… Come morire di mille piccole estatiche morti. Gemevo, chiudendo e aprendo i pugni, tra le lenzuola.
Non mi prendete per una stronza, ma… Credo che con Trent non avrei mai provato una sensazione del genere
***
Ci sdraiammo, uno a fianco dell’altro, nel letto.
Ansimavamo, ancora distrutti per le precedenti prestazioni.
“Wow..” Sussurrai io.
“Wow... Sul serio! ” Ripeté il compagno.
“Lo sai che poco fa…” Iniziai.
“È stato…” Aggiunse Duncan.
“Fantastico?” Conclusi, eccitata.
“Grazie Raggio Di Luna!” Mi sorrise lui.
“Ah, bhe… Io facevo atletica da piccola: Ti ho strapazzato?!” Scherzai, vantandomi.
“Totalmente.. Sia fisicamente che cerebralmente!” Scoppiai a ridere.
Ero arrivata al punto della mia vita, in cui avevo tutto quello che sognavo da anni:
Un fidanzato meraviglioso.
Una “prima volta” Fantastica
Cosa poteva chiedere una ragazza di più?
Improvvisamente il campanello suonò.
Rapidamente i vestimmo e andammo a controllare chi potesse essere.
“Duncan, so che sei in casa: Apri!” Era Courtney.

Check My Soul
_Capitolo 14_
END

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


aaa
Check My Soul
_Capitolo 14_


Osservai Duncan, interrogativa.
“Hai per caso invitato anche lei, per il secondo giro?!” Domandai, cercando di “sdrammatizzare” la situazione. Lui sgranò gli occhi.
“Diavolo,no!” Mi scappò una lieve risata.
“DUNCAN! APRIMI IMMEDIATAMENTE!” Urlò la morettina, fuori dalla porta.
Seccato, il ragazzo le obbedì.
A passo svelto e pesante, Courtney entrò nella casa, stringendo i pugni, lungo ai fianchi.
Si posizionò davanti al mio fidanzato che, tra parentesi, era in mutande, e sfoderò uno degli sguardi più arrabbiati che avessi mai visto in vita mia.
“Sei uno STRONZO!” Gli gridò, in faccia.
Lui inarcò un sopracciglio.
“Oh, bhe… Ciao anche a te Courtney! Benvenuta in casa mia!” Lei lo ignorò.
“Quello che ti ho rivelato in confidenza questa mattina, era un segreto! Che motivo avevi di andarlo a spifferare a Trent, eh?!” Probabilmente non mi aveva visto, così decisi di non intromettermi nella discussione, rimanendo in disparte, sul divano.
“Che motivo avevo? Ma.. Courtney! Era Letteralmente saltato addosso a Gwen, aggredendola! Le stava perfino per tirare uno schiaffo, dopo che lei, onestamente, aveva rotto con lui!” Mi difese il moro, serio. La presidentessa rimase stupita.
“Cosa? Si stavano già lasciando..?” Il compagno sorrise, con aria di sfida.
“A quanto pare il tuo dolce Trent non ti racconta poi tutto, eh?” La moretta Arrossì.
“Ma.. Perché mai avrebbero dovuto…” In quel momento, spostò lo sguardo su di me: in reggiseno e mutandine, seduta sul divano, con i capelli tutti scompigliati. Si passò la lingua sui denti, poi disse.
“Ah.. Ho capito.”Duncan mi prese, per poi abbracciarmi.
“Esatto; perché lei ama me. Ed ora, come puoi ben vedere, siamo fidanzati!” Arrossii, imbarazzata: il ragazzo con i capelli alla moychana.. Non solo mi aveva difesa davanti alla sua, mi rode ammetterlo ma, sexy ex, ma ora mi stava proprio presentando come sua ragazza ufficiale! Il cuore mi batteva fortissimo.
Courtney scosse la testa.
“Povera, povera Gwen…” Sogghignò.
“Tu non hai idea… Dello sbaglio che hai fatto a fidanzarti con questo scimmione..! Io ci sono stata per due anni e … Non ti darà molte soddisfazioni. Credimi; ragazzi come Trent, non se ne trovano in giro!” Ma chi cazzo si credeva di essere, per poter parlare male del MIO fidanzato in quella maniera?! Mi staccai immediatamente dalla presa sotto la quale ero esercitata, e mi portai faccia a faccia con lei.
“Cioè ragazzi ossessivi che, non appena una qualunque troietta con delle belle tette gli passa davanti se la sbaciucchiano? È questo il tipo di ragazzo che è raro da trovare? Strano.. Perché io ne vedo parecchi, in giro!” I due ex mi fissarono, sorpresi.
“Sai, invece, qual’ è un tipo di ragazzo che è difficile da trovare?!” Mi girai, indicando Duncan.
“Lui. Sì, è vero: Tu sei stata la sua fidanzata per due anni e, probabilmente, sei stata la prima ad essere amata a fondo da lui ma.. Sai che ti dico? Se davvero pensi quello che hai detto poco fa,  bhe.. Vuol dire che tu, mia cara, non lo hai mai amato veramente, perché, se lo avessi amato un quarto di quanto non abbia fatto io in queste settimane, sappi che non lo avresti mai lasciato andare.” Conclusi. La mia “avversaria” rimase a bocca aperta, non sapendo che ribattere.
“Ed ora, se permetti, vorremmo trascorrere la giornata da soli, come è solito fare a una coppia! Oh e… Se vedi Trent, per caso, digli che Gwen gli augura di essere felice, ora che ha il “via libera” per uscire con te, ok?”  Aggiunsi, sbattendole la porta in faccia.
Una volta accertata che fosse salita in macchina e se ne fosse andata, mi buttai di peso sul divano, sospirando.
“Ehm. Duncan.. Scusa se ti ho messo in imbarazzo..” Mi scusai: forse avevo un po’ esagerato.
“Ti giuro che non volevo..” Ma non feci in tempo a finire che lui mi sollevò dal divano.
“Ma.. che fai?!” Domandai, arrossendo.
“Ti porto in camera” Rispose il ragazzo, tranquillamente.
“Come? E.. perché?!” Mi appoggiò sul letto poi, sorridendo maliziosamente, confessò.
“Perché, Raggio Di Luna, non sono mai stato attratto tanto da una ragazza in vita mia..! E, sai com’è… Visto che sono un maschietto… Questo “sentimento” si manifesta in me in un modo un pochino diverso, rispetto a quello di voi ragazze…” Ricambiai lo sguardo, aggrappandomi al suo corpo.
“In tal caso…” Aggiunsi, prima di rifare l’amore con lui.
Francamente, iniziavo a preoccuparmi: Fare sesso con Duncan mi piaceva veramente tanto! Ma.. e se fossi diventata come una di quelle “ninfomani”, stile “Sex and the City”? Il solo pensiero di somigliare a “Samantha”, mi faceva rabbrividire.
Così, mentre ci stavamo rivestendo…
“Senti, Amore…” Amore?! Oh mio Dio! Come mi erano uscite, quelle parole?! Arrossii.
“C-Cioè, Duncan!” Lui sorrise.
“Guarda che non mi offendo mica, se mi chiami Amore..” Feci spallucce.
“Bhe, ecco Duncan Amore…” Lui scosse la testa, divertito.
“Posso farti una domanda?!” Chiesi, tirando su la lampo del mio vestito nero.
“Spara!” Rispose, infilandosi la T-Shirt scura, con sopra il teschio.
“Ecco, non so come chiedertelo, ma… Io ti sembro per caso una di quelle maniache protagoniste di “Sex and The City”?!” Dissi, tutto d’un fiato. Lui si girò, inarcando un sopracciglio.
Che stupida!
Probabilmente lui neanche sapeva chi fossero, quella ragazze!
“Tu? Non mi sembra proprio, perché me lo chiedi?” Oh. Allora lo sapeva! Forse Courtney lo obbligava a guardare quel genere di Telefilm. Anche se, la loro immagine seduti uno a  fianco dell’altro, intenti a guardare un programma mezzo porno, mi faceva saltare i nervi.
Cercai di tornare alla realtà.
“No, niente…” Conclusi, Provando a concentrarmi sui capelli.
Il moro si portò i pugni sui fianchi.
“Gwendolyne… Adesso mi spieghi il motivo della tua domanda” Ordinò. Io gli feci la linguaccia.
“No!” Lui scosse la testa, sorridendo.
“In tal caso..” In un attimo mi arrivò da dietro, portandomi le mani sui fianchi ed iniziando.. a farmi il solletico!
“Ahahah Duncan, smettilaaaa!” Cercavo di implorarlo, ma lui non voleva sentir ragione.
“Dimmelo!”
“Noo.. ahah.”
“Allora io continuo!” Ci dimenammo per circa due minuti, poi cedetti.
“PERCHÈ  MI PIACE DA MATTI FARE SESSO CON TEEE!” Urlai, per poi coprirmi la bocca, imbarazzata.
Seguirono pochi attimi di silenzio, interrotti dalla risata del mio compagno.
“Oh, raggio di Luna… Sei dolcissima!” Io misi il broncio.
“Dolcissima? Ma Duncan! Dopo essere stati a letto assieme, mi aspetterei, come minimo, un “sexy”..!” Il ragazzo si asciugò una lacrima dall’occhio.
“Ahah.. Hai perfettamente ragione: Raggio di Luna, sei Sexy, Assolutamente sensuale!” Annuii.
“Così va meglio.”
“E, sai che ti dico?!” Aggiunse.
“Cosa?!”
“Che, se ragionassimo in questo modo… Io dovrei essere il PROTAGONISTA di quel telefilm..!” Sussurrò, facendomi l’occhiolino.
“Duncan, stai alludendo a qualcosa in particolare?!” Lo sfottei, divertita.
“Forse, Gwendolyne, Forse…” Scoppiammo a ridere.
Improvvisamente il mio stomaco brontolò.
“Hai fame?”
“Eh.. Un pochino..” Ammisi.
Il moro mi sorrise.
“In tal caso.. Prendi le chiavi e seguimi: ti porterò a mangiare nel miglio ristorante della zona.”

Check My Soul
_Capitolo 14_
END

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


asd *AVVERTENZA*
Ok, scusate... Preciso solamente una cosa:
Il Film "La Cosa più Dolce.." (The Sweetest Thing..)
Citato all'interno della Fiction..
Esiste Davvero (L'ho visto personalmente, essendo una GRANDE fan di Cameron Diaz ^^).. Canzoncina Compresa (...)
Quindi... Ve lo consiglio *w*
Detto Questo...
Buona Lettura ^w^

Check My Soul
_Capitolo 16_



Dopo circa un’ora e mezzo eravamo di ritorno.
“Cavolo, non credo di aver mai mangiato così bene, in vita mia!” Duncan scosse la testa.
“Raggio Di Luna, dici così solo perché era affamata..” Feci spallucce.
“Forse.. Non avevo idea che il sesso portasse via così tante energie, giuro!” Risposi, buttandomi sul soffice divano bianco panna, nel salotto del mio fidanzato.
“Già..” Concordò lui.
“Lavoro duro, il sesso..”
“Sì, però… è piacevole!” Dissi, maliziosamente.
“Ah, bhe… Naturalmente!” Sorridemmo poi, una volta “rannicchiata” fra le sue braccia, accendemmo la tv.
Improvvisamente, dentro la mia testa, scattò una scintilla.
“Giusto! Questa sera danno “La cosa più Dolce”, con Cameron Diaz!” Il mio compagno alzò un sopracciglio.
“Ti piace Cameron Diaz?” Annuii.
“Sì. Fin da quando eravamo piccoli, io e Trent guardavamo…” Ma subito mi fermai.
Oh no!
Ma perché ero così stupida?!
Perché non capivo che stavo ferendo Duncan, continuando a nominare il mio ex?
Mi morsi il labbro inferiore.
“Scusami! GIURO che non volevo dire Trent.. Mi è scappato e…” Il moro mi baciò sulla fronte.
“Raggio Di Luna… Non sono un mostro: Capisco che, appena usciti da una relazione, si possono commettere “errori del genere”! So quanto mi ami e non ho paura dei cosiddetti “ex-files”. Poi…” Si tolse la maglietta.
“Anche io ho avuto una storia con quel ragazzo… Bei tempi, ehh già…” Mi prese in giro. Gli feci il verso, poi mi strinsi a lui, ancora più forte di prima.
“Lo sai che ti amo?” Tossì.
“Credo.. Credo che tu me lo abbia dimostrato abbastanza questo pomeriggio…” Scossi la testa, divertita.
Come riusciva a trovare in ogni fottuto momento la cosa giusta da dire, senza rischiare di compromettere la situazione?!
Quel ragazzo era davvero un mistero, per me. Un bellissimo, piacevole mistero.
***
“Ahah Raggio di Luna sei una MA-NI-A-CA!” Mi “canzonò” Duncan, riportandomi a casa.
Io arrossii.
“Dai! Smettila: Non potevo sapere quello che succedeva! Me lo avevano consigliato, il film!” Mi difesi, cercando di non scoppiare a ridere.
Guardando il film, eravamo arrivati ad un punto in cui, nel bel mezzo del ristorante, le tre protagoniste si mettevano a cantare una canzoncina, chiamata “È grosso e non ci entra”.
“E chi te lo ha consigliato, Trent?! Mh… Non ti vengono certi sospetti..?!” Incrociai le braccia.
“Ah, non è più un mio problema: Ora spetta a Courtney “chiarire il mistero”!” Aggiunsi.
Il moro scoppiò a ridere.
“Ancora una volta, hai ragione!” Sorrisi, vittoriosa.
Arrivati davanti a casa mia, fermò l’auto e mi fece scendere.
“Sono stata davvero benissimo oggi, Duncan. Grazie per la meravigliosa giornata!” Ringraziai, di cuore.
Lui sorrise.
“Grazie a te..” Concluse, baciandomi per venti interminabili minuti.
Improvvisamente il rumore di un veicolo che si fermava ci interruppe: Era l’auto di mia madre.
Ci staccammo subito, cercando di non ridere.
“Gwen, tesoro, che ci fai qua fuori?” Domandò, tutta allegra, come suo solito.
“Ecco,io..”
“E come mai ti ha accompagnata Duncan e non…” Si fermò.
Mi osservò rapidamente, poi osservò il mio compagno.
“OHHHH MIO DIO! TESORO! FINALMENTE VI SIETE FIDANZATI!” Gridò, facendo quasi svegliare tutto il vicinato.
Sgranai gli occhi.
Ma come cavolo faceva a sapere..?
“Mamma! Ma come… Si nota così tanto che siamo fidanzati?!” Domandai, dando una rapida occhiata al ragazzo accanto a me.
La rossa, sfoderando il suo sguardo più malizioso, disse.
“No Gwen: è che hai un succhiotto grande come una medaglia sul collo! E non penso proprio che Trent..” Arrossii di colpo, coprendomi la parte in questione.
“MAMMA!” Urlai.
Cazzo, ma perché tutte capitavano a me?!
Rachel mi ignorò e corse ad abbracciare Duncan.
“Ben entrato nella famiglia, caro!”
“Ah.. Grazie mille Rachel!” Rispose, sorridendo.
“Bene…” Dissi, staccando mia madre dal mio fidanzato.
“Ora tu entri in casa, ok mamma?!” Lei mi fece la linguaccia, portandosi le mani dietro la testa.
“Che antipatica che sei! Va bhe.. Ma vedi di rientrare fra dieci minuti, che è già mezzanotte e quarantacinque.” Sbuffò, poco prima di ubbidire al mio “comando”.
Una volta rimasti soli, sospirai.
“Perdona… Mi madre..” Il moro rise.
“Ma stai scherzando, vero? Rachel è una donna molto simpatica! Non come MIA madre e.. A questo proposito…” Aggiunse, carezzandomi il viso.
“Ti devo.. No, anzi: Ti VOGLIO far conoscere ai miei genitori, visto che abbiamo una storia seria.” Annunciò, dolcemente.
Il mio cuore iniziò a battere rapidamente.
I suoi genitori… Ma era un passo importantissimo, per una coppia!
“C-Certo, con piacere! Però…” Lui mi fissò.
“.. Prima è meglio che mi scompaia il succhiotto. Sai, non tutti la prendono benissimo, come quella rintronata di mia madre!”
“EHI!” Mi rimproverò una voce acuta, proveniente dall’abitazione.
“Meglio che ora vada… A domani!” Duncan mi baciò dolcemente.
“A domai, Raggio Di Luna!” Sussurrò, poco prima di tornare a casa.

Check My Soul
_Capitolo 16_
END



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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


aa
Check My Soul
_Capitolo 17_

Quella notte non riuscii davvero a prendere sonno.
Ripensai alla giornata che, oramai, era già terminata da diverse ore.
Alla mia prima volta.
A Duncan.
Ero davvero innamorata!
Questa storia con lui mi prendeva ogni giorno di più, fino ad arrivare al punto in cui non riuscivo neanche a dormire.
Chissà se anche al mio fidanzato succedeva la stessa cosa..
No, probabilmente per lui era diverso: Per i ragazzi lo è sempre.
Sospirai, cercando di trovare una posizione comoda, nel letto.
Ad un certo punto, la mia porta cigolò.
“Gwen.. PSSS… Gwen, tesoro, sei sveglia?!” Mi chiamò una voce: Era Rachel. Di colpo mi sedetti sul morbido materasso.
“Mamma! C’è qualche problema?” Domandai, affannata.
Lei mi si avvicinò, scuotendo la testa.
“No, solo.. Come l’ha presa Trent?”  Rimasi i silenzio, pochi secondi, poi mi girai dalla parte opposta.
“Non lo voglio rivedere mai più, quell’ipocrita!” La rossa inarcò un sopracciglio.
“Ipocrita? Gwendolyne.. Che è successo?” Le raccontai, per filo e per segno, la nostra “discussione” della mattina precedente.
Dopo circa dieci minuti eravamo sedute una di fronte all’altra sul letto, gambe incrociate, con i cucchiai dentro una vaschetta gigante di gelato alla nocciola.
“No no, aspetta.. Trent se la faceva con Courtney alle tue spalle… E ha avuto da ridire quanto ha saputo di te e Duncan?”
“Esattamente!”
“Che troia!” Aggiunse lei, sogghignando.
“Mamma! In fondo Courtney è stata…” Ma la donna mi interruppe.
“Veramente mi riferivo a Trent…” Scoppiammo a ridere, fino a quando gli occhi non ci lacrimarono.
“Ahah questa non me l’aspettavo da te… ahah”
“Bhe,  è la verità.” Aspettò che l’atmosfera si fosse calmata, poi mi poggiò un braccio sulla spala.
“Seriamente, Gwen… Trent ha sbagliato, sono d’accordo, ma.. Anche tu, prima di mollarlo, lo avevi tradito. Ora, so benissimo che tu hai fatto la cosa giusta confessandogli la verità, ma… Sai che i ragazzi sono “strani”…” La fissai, incuriosita.
“Con questo cosa vuoi dire?” Sospirò.
“Voglio dire che… Secondo me tu e Trent dovreste chiarirvi.. Insomma, siete amici da quando avevate sei anni e, prima di Duncan, era l’unica persona con cui passavi tutto il tuo tempo.” Sospirai:
Cavolo, quanto aveva ragione!
Pensai rapidamente al futuro.
Per quanto amassi alla follia Duncan, mi sarebbe dispiaciuto perdere un buon amico come lo era stato Trent.
Annuii.
“Hai ragione..” Mia madre mi sorrise.
“Bene, ora è davvero meglio andare a letto, sono già le tre e mezzo e… fra neanche quatto ore tu ti devi alzare…” La ringraziai, per i preziosi consigli, e tornai a “cercare” di dormire.
Dovevo ricredermi su Rachel.
Certe volte.. Era proprio forte!
***
Quella mattina arrivai a scuola di buon mattino, tutta eccitata:
Potevo finalmente frequentare Duncan apertamente, senza più “mezzi trucchetti”.
Raggiunsi velocemente il mio armadietto e, una volta inserita la combinazione, presi fuori il libro di Algebra.
Improvvisamente una mano mi bloccò.
Sorrisi.
“Ehi Fidanzato!” Dissi, voltandomi. Duncan mi osservò, divertito, poi rispose.
“Cosa c’è, Fidanzata?” Feci spallucce.
“Niente, solo che mi piace troppo dire questa parola!” Il moro scosse la testa.
“A proposito… Oggi non c’è via di scampo: Dobbiamo scontare la nostra “pena”..” Mi informò.
Lo presi per il colletto della divisa, tirandolo verso di me.
“Uhh.. Stare da sola con te per due ore intere, qui da soli… Non vedo l’ora…!” Aggiunsi, maliziosa. Lui inclinò la testa.
“Stai attenta, Raggio Di Luna.. Se continui così poteri anche saltarti addosso!”
“E chi ti ferma?!” Chiesi, sarcastica.
Improvvisamente mi sollevò, facendomi poggiare con le spalle all’armadietto, ed iniziò a baciarmi.
La gente che passava nel corridoio ci osservava stupita.
Sentivo chiaramente tutti quegl’irritanti commentini, del tipo.
“Ma quella è la gotica che ha picchiato la presidentessa del consiglio studentesco?!”
“Non era fidanzata?!”
“Io ho sentito che l’ha mollato per quel bulletto…”
“Oh.. Che stronza.”
Ma non me ne importava assolutamente niente.
Adesso avevo Duncan e non potevo desiderare altro.
A parte…
Mi staccai dal ragazzo, sospirando.
“Che c’è?” Domandò lui, preoccupato.
Lo osservai, poi gli raccontai la chiacchierata che avevo avuto con mia Madre la notte scorsa.
“Quindi, secondo te..”
“Raggio Di Luna… Rachel ha ragione. Insomma, non mi fraintendere, io Trent  continuerò a detestarlo con tutto il cuore, per quello che voleva farti, ma… Capisco che, per te, è importante averlo come amico e.. Lo rispetto!” Rimasi sconvolta: Come poteva essere così dolce?!
“Ma ti avverto…” Aggiunse.
“Se vedo che lui prova anche solo a flirtare con te di nuovo, questa volta potrei ricorrere ad azioni più “equivoche” di un semplice bacietto…” Mi si accapponò la pelle.
“Signor sì, Fidanzato” Ripetei io.
“Perfetto, chiarito questo particolare… Andiamo alla ricerca di Trent!”
***
“Ehi piccolo, come stai oggi?” Chiese una voce armoniosa.
Il moro sospirò, passandosi una mano fra i capelli.
“Non bene, Courtney: Non bene.” La ragazza lo abbracciò, dolcemente.
“Trent… Mi dispiace per Gwen, davvero. Ma ormai devi voltare pagina! Lei ha Duncan e tu.. Bhe, tu hai me!” Precisò, sorridendo a trentadue denti.
Il compagno la fissò.
“Lo so, Courtney, ma.. è che ci sto male! Io e Gwen eravamo amici da  nove anni! Io le volevo davvero molto bene. E adesso.. Lei neanche mi vuole più parlare. Mi dispiace, ma io ci sto davvero troppo male.” Sospirò.
“Vedrai che tutto si aggiusterà.. Lasciale il tempo di stufarsi di Duncan e..”
Improvvisamente piombai davanti a loro, imbarazzata.
Sentivo le loro occhiate critiche addosso, ma cercavo di ignorarle.
Poi mi feci coraggio.
“Trent… Posso ararti un attimo, in privato?”

Check My Soul
_Capitolo 17_
END

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


aaa
Check My Soul
_Capitolo 18_

Trent incrociò il mio sguardo, per pochi istanti, poi annuii.
“D’accordo, andiamo in biblioteca..” Propose, facendomi strada.
Durante il "tragitto" restammo in perfetto silenzio.
La gente ci osservava, critica, mentre ci allontanavamo dai nostri "amici".
Cercai di prepararmi un discorso, ma non ci riuscii.
Ero troppo nervosa.
Una volta arrivati, dopo esserci seduti sui freddi tavoli della stanza, sospirai.
“Ecco… Il motivo per cui volevo parlarti è che… Mi dispiace.” Confessai, abbassando lo sguardo.
Il mio compagno sgranò gli occhi.
“Come?”
“Sì, bhe… Mi dispiace di aver reagito in modo così esagerato, in fondo anche io non mi sono comportata meglio e… Ho sbagliato” Confermai.
Il moro mi poggiò una mano alla spalla.
“No, avevi ragione tu, Gwen: Non avrei dovuto essere così meschino, con te..! Se penso che stavo per tirarti uno schiaffo… Ahh non me lo sarei mai perdonato!” Sorrisi, dolcemente.
“Lo so… Sai, Trent, ti volevo anche ringraziare.” Il ragazzo inarcò un sopracciglio.
“Ringraziare? E per cosa, scusa?”
“Per tutto quello che hai sempre fatto per me. Tu… Mi hai trattata come una principessa ed io, bhe… Tutto il contrario. Voglio dire: Non ti ho mai neanche chiamato “amore”, in cinque anni di fidanzamento!” Aggiunsi, presa dai sensi di colpa.
“Io penso.. Penso proprio che questa fosse una delle caratteristiche per cui mi facevi impazzire. La tua apparente freddezza che, in fondo, non era altro che affetto.” Mi portai una mano alla bocca, cercando di non commuovermi.
“Trent.. Io non voglio perderti! È vero, amo Duncan, come tu penso amerai Courtney, ma.. Ci tengo troppo alla tua amicizia! Seriamente, io..” Ma il moro non mi lasciò finire di parlare, scompigliandomi i capelli.
“Gwen.. Anche io voglio essere, quanto meno, tuo amico! In fondo… Chi ti conosce meglio del sottoscritto? “ Scherzò lui, pavoneggiandosi. Io scoppiai a ridere.
“Grazie Trent, sul serio.”
“E di cosa, Goticuccia?”
***
Nel frattempo, Courtney e Duncan, erano rimasti da soli nell’atrio.
Non volevo ammetterlo, ma… Ero abbastanza preoccupata. Insomma… La mora era come una “calamita” per i MIEI fidanzati.
“Ah… Che sfigato che sei, Duchino..” Lo prese in giro lei.
“Who Courtney, rallenta: Non sono neanche le otto di mattina e tu già mi insulti?” Scherzò lui.
L’ispanica roteò gli occhi, seccata.
“Guarda che sono seria… Hai fatto un grosso errore a lasciarli “parlare”, da soli…”
“Ah sì? E perché mai, scusa?” Domandò, ironico.
“Perché… Si sono mollati da neanche ventiquattro ore!
È OVVIO che c’è ancora passione fra di loro! Adesso si staranno sbaciucchiando amabilmente fra i volumi erotici della biblioteca e tu, bhe.. Non ci puoi fare assolutamente niente.”
Il mio fidanzato scoppiò a ridere.
“La tua, ehm.. Come la posso definirla… “Teoria”, fa acqua da tutte le parti.
Punto numero uno: Qua a scuola non ci sono libri tipo il “Kamasutra” e..
Punto numero due: Io mi fido di Gwen!” La morettina scosse la testa.
“Tu ti fidi troppo della gente,Duncan.”
“E tu troppo poco, Courtney ” La zittì lui.
Rimasero in silenzio per svariati minuti, poi la compagna si informò.
“Perché..?”
“A cosa ti riferisci, questa volta?” Chiese il ragazzo, seccato.
“Perché proprio Gwen? Voglio dire… Non ha un seno enorme, o un sedere da applausi, ne è particolarmente intelligente… Allora perché hai scelto PROPRIO lei!?” Disse, quasi offesa.
Duncan la bloccò, sbattendo un braccio conto al muro.
È  proprio per questo motivo che mi piace: Perché NON è te!
È una ragazza dolce, gentile, simpatica e, per quanto mi riguarda, assolutamente bellissima, che mi ama davvero…
Come ho detto: Il tuo contrario.” Courtney sgranò gli occhi: era allibita, non ci poteva credere.
In quel momento io e Trent li raggiungemmo.
“Raggio Di Luna! Vi siete chiariti?” Annuimmo, felici.
“Sì! Finalmente tutto è tornato alla normalità!” Aggiunse il mio ex.
Improvvisamente sul viso di Courtney si formò un sorriso che faceva accapponare la pelle.
“Bene…” Ghignò.
“Allora non vi dispiacerà se, questa sera, facciamo un uscita a quattro, vero?” Io e Duncan ci fissammo.
“Per me non è un problema.. Per te, Duncan?” Lui sbuffò.
“Se è proprio necessario..” Prima che l’altro ragazzo potesse ribattere, la compagna intervene.
“Sì, è necessario!” La scrutai da cima a fondo, non convinta di quell’invito, poi mi arresi.
“D’accordo..  Allora ci vediamo alle otto davanti al ristorante in questione, che sarebbe….” Lasciai la frase in sospeso, in attesa che qualcuno la terminasse.
“Davanti al “Wawanakwa’s café”, ok?” Concluse la rappresentante.
“Mh.. Perfetto, direi..”
“Ora.. è meglio che noi due ce ne andiamo, Raggio Di Luna, se no non faremo in tempo a pomiciare, prima che suoni la campanella!”  Finalmente potevamo permetterci di dire certe cose in pubblico! Anche se forse, sarebbe meglio trattenere certi pensieri.
Scoppiai a ridere, divertita.
“Ok, Andiamo.. Ciao, A Dopo!” Salutai i nostri compagni, prima di allontanarmi dietro l’angolo.
Una volta rimasti soli, Trent si posizionò di fronte alla ragazza.
“Courtney! Ma che ti è saltato in mente?! Te l’ho già spiegato poco fa: A me non interessi, tu. Ok, ci siamo baciati, ma.. La verità è che mi ero fatto prendere dal momento e… per quanto mi faccia ancora male ammetterlo, non ho completamente dimenticato Gwen, quindi…” Ma la moretta lo zittì subito.
“Idiota! Neanche a me interessi, tu! Sei più piccolo di me di due anni! L’uscita a quattro è solo uno stratagemma!” Il ragazzo la fissò, inarcando un sopracciglio.
“Uno Stratagemma.. Per cosa?!”
Courtney ridusse gli occhi ad una fessura, portandosi i pugni sui fianchi.
“Per riprendermi Duncan.”

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_Capitolo 18_
END

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


aaa
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_Capitolo 19_


Trent sgranò gli occhi.
“Cosa?” La moretta sbuffò.
“Uffa! Ma non capisci? A me piace ancora Duncan! E me lo voglio riprendere!” Il compagno scosse la testa.
“Ma.. Come mai tutto a un tratto la passione per lui si è riaccesa? Voglio dire.. Fino a ieri, quando me ne parlavi, lo insultavi di continuo e.. Dicevi di non voler più avere a che fare con lui!”
“Sì, ma.. Ieri pomeriggio, quando sono andata a casa di Duncan per parlargli e ho visto Gwen mezza nuda sul suo divano… Credo che mi sia “scattato” qualcosa…” Il mio ex arrossì, di colpo.
“Mezza.. Mezza nuda?! Cioè vuoi dirmi che stavano per fare…”
“Lo avevano già fatto! Lei aveva i capelli tutti arruffati ed erano entrambi rossi in viso.” Concluse Courtney.
Il compagno rimase in silenzio per pochi secondi.
“Quindi Gwen non è più vergine?” Improvvisamente la ragazza prese Trent per le spalle e lo fulminò con lo sguardo.
“COSA? Aspetta.. Tu non te l’eri mai portata a letto?!” Chiese, seccata.
“Bhe, no…” La presidentessa cacciò un urlo.
“AHHH NON è POSSIBILE!” Era fuori di sé.
“Ma a te che importa, scusa?!” Si informò Trent, quasi offeso.
“Mi importa eccome! Perché, se tu non l’hai mai portata a letto… Quella con Duncan è stata la sua “prima volta” e… NO! Non posso accettare una cosa del genere! Questo è un motivo in più per legare quei due!” Spiegò, tirando un calcio all’armadietto. Il moro indietreggiò, un po’ preoccupato.
“Courtney, ora cerca di…”
“No, Trent.. Ascoltami!” Lo interruppe, lei.
“Adesso ti spiegherò per filo e per segno quello che faremo questa sera, così potremo finalmente separarli!” Aggiunse, soddisfatta.
Il ragazzo scosse la testa, turbato.
“No, aspetta. Io.. Ho appena fatto “pace” con Gwen.. Non voglio che mi odi ancora! Voglio solo che sia felice e non farei mai niente che potesse farla stare male, ancora…”  Ribatté lui.
“Ma, Trent, pensaci un attimo: Se facciamo in modo che si mollino a causa di eventi che non centrano assolutamente niente con noi.. Gwen correrà a consolarsi fra le tue braccia e Duncan.. Bhe, sarà solo un brutto ricordo. Non temere, ci penserò io a tenerlo lontano da quella “gotica”, a forza di ..” Ma si trattenne.
Si schiarì la voce, poi domandò.
“Allora… Ci stai?”
***
Le cinque ore di quella giornata scolastica, passarono rapidissime.
Strano.. Ma vero!
“Allora Trent…” Domandai, mentre facevo la cartella.
“Eccitato per questa sera?” Ero così felice di poter tornare ad avere una conversazione normale con lui! Ora finalmente non dovevo nascondergli più nulla della storia fra me e Duncan.
“Ehm.. Non penso. Piuttosto.. è vero che non sei più vergine?”
Bhe.. A parte questo, forse.
Arrossii, improvvisamente, cercando di cambiare discorso.
“Cosa? Ahah ma come puoi pesare…”
“Me l,o ha detto Courtney” Colpita.. e Affondata!
“Oh. Bhe, in effetti è così, ma…” Lui scoppiò a ridere.
“Ahah Gwen, non devi essere in imbarazzo: Siamo amici ora! Puoi.. Anzi, DEVI assolutamente raccontarmi i tuoi segreti!” Sorrisi.
“Sì, hai ragione..”  Di colpo lo abbracciai, lasciandolo parecchio sorpreso.
“Cosa..?”
“Grazie, trent! È bellissimo sapere di avere un amico fantastico come te! Sai, all’inizio pensavo che ci avresti messo molto per accettare la mia storia con Duncan, ma.. Sono felice di poter constatare il contrario! Ti Voglio Bene! Esatto..! Io, Gwendolyne la “gotica”…” Scherzai.
“Ho annunciato a voce alta, che ti voglio bene!” Terminai, lasciandolo dall’abbraccio ed esibendomi in un elegante inchino.
Il moro arrossì, abbassando lo sguardo.
“Ahah dai, andiamo che mi devo vedere con il mio fidanzato fuori dalla scuola. Dio! Quanto amo dire quella parola…!”
“Sì..” Sussurrò il mio ex.
“Arrivo subito. Tu intanto vai pure.. Ti raggiungo.”
”Ok” Annuii, poco prima di lasciarlo da solo in aula.
Una volta isolato, Trent sospirò.
“Gwen, perdonami… Tu non te lo meriti”
***
“Raggio Di Luna! Era ora che arrivassi!” Si lamentò il mio fidanzato.
“Scusami Duncan… Stavo parlando con il mio nuovo amichetto.” Duncan sorrise.
“Guarda che se continui a chiamarlo così, tutti penseranno che sia Gay!” Mi portai una mano sulla bocca, cercando di trattenere una risata.
“Oh mio Dio, è vero!”
“Va bene che ci siamo sbaciucchiati quella volta, ma.. Non ti sembra di trarre conclusioni troppo affrettate?” Gli tirai un “delicato” colpo alla spalla.
“Ahah, molto divertente..” Lo presi in giro.
Lui alzò gli occhi al cielo.
“Senti.. Ti ricordo che, prima di andare in centro, dobbiamo scontare la pensa!” Osservò lui.
“Già, hai ragione..” Annuii, prendendolo per mano.
“Che facciamo, mariniamo per andare con Trent?” Propose.
Rimasi a bocca aperta.
“Oh Mio Dio! Ma allora voi due siete veramente Gay!” Gli sussurrai, prima di iniziare a correre, lungo i corridoi.
Lui mi inseguii, divertito.
“E va bene, Raggio Di Luna, se la metti così.. Mi converrà dimostrarti il contrario!” Scoppiammo a ridere, fino a quando il signor Mc. Lane non ci piombò davanti.
A quel punto, cercammo di mantenere un aria seria.
“Ah, ma guarda un po’ chi si rivede…!” Sogghignò.
“Salve…” Sussurrammo, ricomponendoci.
“Non ci provate neanche: Oggi non ve la schivate, la punizione, miei cari!” Ordinò.
In effetti.. Su due giorni, avevamo già saltato due punizioni.. Non male, direi.
“Ovviamente no, Signore!” Rispose Duncan, facendo il saluto militare.
L’uomo lo scrutò, seccato.
“Smettetela di correre e mettetevi al lavoro: La biblioteca non si pulirà da sola!” Ruggì, poco prima di sbattere la porta della presidenza.
Io e il moro ci fissammo, divertiti.
Lentamente entrammo nella stanza da “spolverare” e ci assicurammo che non ci fosse nessuno.
Dopo di che.. Iniziammo a fare i “fidanzatini”.
Ci sbaciucchiammo sul bancone per mezz’ora, poi iniziammo a toglierci i vestiti.
Ad un tratto Duncan sgranò gli occhi.
“Senti, Gwen..”
“Sì?”
“Dici che qui c’è un “Kamasutra”?” Inarcai un sopracciglio.
“Qui? Nella biblioteca della scuola? Non penso proprio, perché?” Lui sorrise, schioccando la lingua, quasi come se fosse sollevato.
“No, niente..”Aggiunse, prima di iniziare a “darsi da fare”.
***
“Wow…” Sospirai, una volta terminato.
 “Ogni volta che lo facciamo mi sembra sempre se fosse la prima!” Il moro inclinò la testa.
“Sarà perché è solo la terza volta, tesoro..!” Precisò.
Io gli feci la linguaccia, poi mi alzai, per rivestirmi.
Improvvisamente mi squillò il cellulare, che tenevo nella tasca dei Jeans, indossati in quel momento.
“Gwen… O ti sta vibrando il sedere, o qualcuno ti sta chiamando..” Mi morsi il labbro inferiore, divertita.
“Penso.. Penso proprio che mi stiano chiamando..” Lui alzò un sopracciglio.
“Ne sei sicura?!” Scossi la testa, poi risposi.
“Pronto?”
“Gwendolyne.. Ho letto solo ora il tuo messaggio e.. Dove vai di bello, questa sera?” Era mia madre.
“Vado al Wawanakwa’s Caffè con Duncan Courtney e Trent!” Spiegai, infilandomi gli stivali.
“Ah.. Allora sei riuscita a fare pace con lui!” Squittì la rossa.
“Sì, mamma..”
“Benissimo! E ora, un’altra importante domanda..”
“Sì?”
“Dove sei adesso, Tesoro?” Socchiusi gli occhi ad una fessura.
“A scuola, mamma.. Ti ricordi che sono in “punizione” per una settimana?” Sentii una risatina.
“Sì, ma… La punizione dura due ore tutti i pomeriggi… E adesso sono già le sette di sera, piccola mia.” Rimasi senza parole: Cazzo! Io e la mia stupidissima cognizione del tempo sballata!
“Sei fortunata che oggi c’è il consiglio docenti e non hanno ancora chiuso l’edificio!” Mi battei una mano sulla fronte, imbarazzata: Meno male che nessuno ci aveva visti…
“Ma, dimmi… è davvero così bravo da durare per ben tre ore, Duncan?” Arrossii di colpo, diventando rossa come un peperone.
Il mio fidanzato mi corse incontro.
“Tutto bene..?” Domandò, preoccupato.
“MAMMA!!!!” Le urlai, per telefono. Lei si limitò a ridere di gusto.
“Ahh l’adolescenza..! Ora ti lascio, così ti vai a “divertite”! Ciao amore!” Mi salutò, poco prima di buttarmi il telefono in faccia.
Rimasi paralizzata dall’imbarazzo, per diversi secondi.
“Allora..? Che succede?!” Fissai Duncan, quasi divertita.
“Amore.. Sono già le sette… Meglio che andiamo.”

Check My Soul
_Capitolo 19_
END

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


aaaaaaaaaaaaaaa
Check My Soul
_Capitolo 20_

Una volta in macchina, raccontai al mio fidanzato tutta la conversazione appena avvenuta.
“Ahahah! Cosa? Ti ha davvero fatto una domanda del genere?” Scoppiò a ridere.
“Sì.. Ma non c’è niente di divertente in tutto questo! Cazzo…
Così sembra quasi che lei abbia scoperto che ho perso la verginità..”
“Perché lei lo ha scoperto, Gwen!” Puntualizzò Duncan.
Feci schioccare la lingua.
“Ohh sì: Tu mi sei davvero di grande aiuto, tesoro!” Lo presi in giro.
Lui mi bacio sulla fronte, sornione.
“Come mai volevi tenerglielo nascosto?
Rachel mi sembra molto una donna da “Una Mamma Per Amica!”..” Domandò il moro.
“Sì, hai centrato il punto: Forse lo è anche troppo! Poi..” Risposi, posando la mia mano sopra la sua, occupata a cambiare marcia.
“.. Quello che facciamo deve restare fra me e te, perché, vedi.. Potrebbe capitarmi di fare cose che tu neanche ti immagini e.. Se vai a spiattellare tutto in giro, bhe… Sveleresti solo i miei trucchi, e..
Un mago non li rivela mai, no?” Conclusi, maliziosa.
Il mio compagno sorrise, arrendevole.
“Giusto! Uno a zero per te!” Esultai, scherzosamente, poi accesi la radio.
Davano il tormentone del momento “Last Friday Night” Di Katy Perry.
Portai le braccia dietro la testa e mi appoggiai per bene allo schienale, schiudendo gli occhi: La mia vita avrebbe forse potuto andare meglio?
***
Courtney era arrivata dieci minuti in anticipo all’appuntamento, insieme a Trent.
“Courtney, io… Non ne sono molto sicuro..” Confessò Trent, in preda dai sensi di colpa. La morettina roteò gli occhi, parecchio seccata.
“Insomma, Trent: Comportati da uomo! Pensa a quanto potrai divertirti a “sbatterti” quella Darkettona, una volta che avrà mollato Duncan!” Cercò di convincerlo lei.
Il ragazzo al suo fianco arrossii.
“COURTNEY! Non dire così! Insomma, io e Gwen..” Ma non riuscì a terminare la frase: Era troppo imbarazzato.
“Cavolo.. Ci credo che Gwen ti ha mollato..” Sussurrò la rappresentante.
“Cosa?”
“No, niente.. Ho detto che, un girono, farete degli splendidi bambini, assieme..” Il compagno sbuffò.
“sì, certo… Ma si può sapere perché cappero siamo venuti qua in anticipo?” Courtney lo fissò, leggermente irritata.
“Perché dobbiamo accordarci sugli ultimi dettagli con… Lindsay!” Gridò, alzando la mano in segno di saluto.
Improvvisamente comparve al loro fianco una ragazza stupenda: Gambe lunghe, che non finivano più, un sedere da applausi, due tette che erano la fine del mondo e una miriade si capelli biondo grano. A completare il tutto, occhi azzurro cielo e vestitino rosa super aderente.
Trent non poté fare a meno che arrossire.
“Ciao Court! Scusa il ritardo, ma io e Beth..” La moretta la interruppe.
“Sì sì, certo: Non mi interessa. Piuttosto… Hai capito bene cosa devi fare, vero?” La biondina annuii, sorridendo.
“Certo! Arrivo al vostro tavolo dopo circa venti minuti che vi siete seduti ed inizio il mio “discorso”..!” Spiegò.
Il ragazzo in loro compagnia inarcò un sopracciglio.
“Discorso…? Di che state parlando, voi due?” Courtney sorrise, maliziosa.
“Oh, lo vedrai Trent, Tra poco lo vedrai…”
***
Una volta incontrati davanti al “Wawanakwa’s Café”, dopo esserci scambiati saluti e abbracci, oserei dire, sforzati, scegliemmo un tavolo nell’area esterna e ci sedemmo.
“Allora Ragazzi..” Iniziò l’ex del mio fidanzato.
“Che cosa ordinate voi due di bello?” Io e Duncan ci fissammo.
“Bhe, non so tu, Raggio Di Luna, ma io ho una fame pazzesca..!”
“Anche io! Questa sera sono proprio esausta…” Sospirai, sorridendo.
La rappresentante ci fissò, severamente.
“Perché?!” Domandò, acida.
“Ecco.. “ Iniziai io.
“… Non c’è un motivo particolare, davvero!” Ok, sapevo benissimo che Courtney era a conoscenza del sesso tra me e Duncan, e che aveva capito il motivo della mia stanchezza, ma..
Non gliel’avrei MAI data vinta!
C’era qualcosa che non mi convinceva, in lei…
“GIà, Courtney.. Vogliamo ordinare?!” Chiese Trent, nel tentativo di cambiare argomento.
Lo guardai, piena di gratitudine, dedicandogli un immenso sorrise.
Lui distolse lo sguardo.
Che strano: Non era da lui fare una cosa del genere!
“Sì...” Sibilò Courtney, irritata.
Trascorremmo la prima mezz’ora a chiacchierare in modo tutt’altro che “naturale”.
Quando il cameriere ci portò le ordinazioni, levai gli occhi al cielo, parecchio sollevata, suscitando l’ilarità del mio compagno.
Era così dolce.
Mi aveva preso la mano sotto al tavolo, ed ora la stava stringendo forte.
Il mio cuore batteva a mille.
Non so come mai, ma.. Anche in un’ uscita a quattro, in un ristornate pieno di gente… Riuscivo comunque a rinchiudermi in una sorta di “bolla”, contenente solo me e il mio fidanzato.
La moretta, nel frattempo, si guardava attorno, nervosamente.
“Che fai Court?” Le bisbigliò il suo finto fidanzato, cercando di non farsi sentire da noi.
“Sto aspettando chi-sai-tu..” Sussurrò, agitata.
“Cavolo… Quella stupida è già in ritardo! Non è neanche capace di.. Oh! Eccola! Presto voltati: Fai finta di niente!” Il ragazzo obbedì.
“Allooora!” Cinguettò l’ispanica, fissandomi dritta negli occhi.
“Come lo trovate il cibo?”
“Molto buono..” Risposi, addentando un morso del mio Hamburger.
Improvvisamente una vocina interruppe la nostra cena.
“Oh Mio Dio! Duncan, ma.. Sei proprio tu?!”
Il mio fidanzato alzò lo sguardo, interrogativo.
“Sì,ma tu chi..?” Ma la biondina non lo lasciò terminare.
“DUNCAN!” Gridò, saltandogli al collo.
“Oh, finalmente ti ho trovato!” Squittì.
Io la fissai, critica.
Chi era quella?
Ma, soprattutto, chi le aveva dato il permesso di “strusciarsi” il MIO ragazzo sulle sue tette?!
“Ehm, ok.. Forse hai sbagliato..”
“Si può sapere perché sei corso via con tanta fretta l’altra sera?” Domandò, facendo gli occhini dolci.
Scossi la testa, interrogativa.
L’altra.. Sera?!
Duncan reagì alla stessa maniera.
“Cosa?! Guarda che io…”
“E non cercare scuse, sciocchino!” Aggiunse, poggiando il suo indice sul naso del moro.
“Io mi aspettavo il “quarto” round.. Capisci quello che voglio dire, no?” Sussurrò, estremamente maliziosa.
“Sì, credo che lo abbiano capito tutti..” Sillabai io, incrociando le braccia.
Il mio compagni mi fisso, scombussolato.
“Gwen.. Non penserai davvero che io..” Ma la ragazzina lo interruppe.
“Oh Mio Dio.. Ma lei è “quella” Gwen? La verginella che non voleva dartela? Quella “bamboccietta” che avevi giurato di “marcare stretto” fino a quando non fosse venuta a letto con te? Ahahah ma dai! Com’è piccolo il mondo! Alla fine sei riuscito nel tuo intento?” Cinguettò, radiosa.
Sgranai gli occhi, sconvolta.
“VERGINELLA? BAMBOCCIETTA?!” Urlai, con le lacrime che mi salivano agli occhi.
Allora.. Tutto quello che mi aveva detto fino ad ora.. No, non poteva essere vero…
“GWEN!” Gridò Duncan, alzandosi in piedi.
“Giuro che non ho mai detto niente del genere! Non l’ho mai neanche vista io, questa qua!”
“Ma come, cucciolotto… Se l’altra sera mi avevi confessato che, con Gwen, saresti riuscito a farti sessanta ragazze in tre mesi.. Non te lo ricordi più, tesorino?” Disse quella biondina.
Courtney scosse la testa, cercando di nascondere la felicità dovuta al suo piano riuscito con successo, mentre Trent non riusciva neanche a guardare la scena, vergognandosi per il “brutto tiro” che mi aveva giocato.
“La.. Sessantesima?!” Ero sconvolta, non sapevo se disperarmi o arrabbiarmi.
Allora… Tutte quelle promesse che mi aveva fatto, tutte quelle parole dolci..
Non erano altro che delle bugie.
Riuscivo a sentire lo scricchiolio del mio cuore che si rompeva in mille pezzi.
Piano Piano.
Le lacrime non riuscivano più a trattenersi, straripando dai miei occhi.
Io… Ero stata solo un’illusa.
Il moro mi portò le mani sulle spalle.
“Gwen! Devi credermi: Non é vero niente, di quello che ti ha detto questa qua! Io non ci ho mai neanche parlato!”
“Sì..” Intervenne Courtney.
“… Perché eri troppo occupato a scopartela!” Puntualizzò.
La sola immagine di quella scena mi faceva venire la nausea, letteralmente.
Mi portai una mano davanti alla bocca, poi corsi in bagno, per vomitare.
Non credo di essermi mai sentita peggio, in vita mia.
“GWEN, ASPETTA!” Gridò il mio “fidanzato”, tentando di seguirmi, ma la sua Ex lo bloccò,
“Duncan, resta qua: una ragazza che non ti crede, bhe.. Non ti ama veramente..” Cercò di convincerlo, ma lui si “liberò” da quella presa.
“Stai Zitta!” Le urlò, facendole fare un balzo sulla sedia.
“Gwen era la cosa più importante della mia vita, ed ora…” Poi, preso dall’ira, si voltò, verso la ragazzina bionda.
“Tu.. SI PUÒ SAPERE CHI CAZZO SEI?! Perché hai deciso di rovinarmi la vita?!” Lindsay indietreggiò, boccheggiando.
“Io.. Io…”
“Dunchino, lasciala…” Provò a richiamarlo la presidentessa, invano.
“Dimmi chi sei.. ORA!” Sibilò, pieno di collera.
La biondina si mise a piangere, terrorizzata.
Trent era scioccato: Tutto questo casino, in parte, era colpa sua.
Come poteva aver fatto una cosa del genere?
Aveva fatto star male tre perone contemporaneamente.
Il suo respirò diventò sempre più affannoso, fino a quando..
“BASTA! NON NE POSSO PIÙ  DI TUTTO QUESTO!” Duncan lo fissò.
“Di che stai parlando?!” La moretta gli fece cenno di smetterla.
“La colpa non è di Lindsay.. ma mia!” Confesso, sospirando.

Check My Soul
_Capitolo 20_
END

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Check My Soul
_Capitolo 21_


Duncan ridusse gli occhi ad una fessura e, distolta l’attenzione da Lindsay, si diresse verso Trent.
“Cos’hai detto?” Sibilò, in maniera quasi impercettibile.
Il compagne deglutì, arrendevole.
“Bhe, ecco… Non riuscivo a sopportare l’idea che Gwen mi avesse mollato e… Ho ideato tutta questa messa in scena per convincerla che con me sarebbe stata meglio…” Abbassò lo sguardo, pieno di rimorso, poi chiuse gli occhi e strinse i pugni, aspettandosi una qualsiasi reazione corporea; per come si era comportato, si sarebbe meritato questo e altro.
Il compagno con i capelli alla moychana osservò attentamente le due ragazze a lui circostanti, poi tornò a voltarsi.
“Coraggio” Disse al moro, tirandogli una spinta.
“FILA a parlare con Gwen, spiegandole per filo e per segno la verità.” Trent sgranò gli occhi. Non lo aveva neanche insultato, né tirato un cazzotto in piena faccia, niente.
“Cosa? Ma io..”
“Ho detto vai! Sei suo amico, no? Merita di sapere la verità..” Il ragazzo obbedì immediatamente.
Quando ormai la sua sagoma era scomparsa dietro la porta d’ingresso, l’ispanica si portò una mano alla bocca, fingendo sorpresa.
“Quel Trent, che persona orribile! Usarmi in questo modo per i suoi loschi piani! Ah, ma appena mi capita a tiro..”
Ma non fece in tempo a finire la frase che Duncan le tirò uno schiaffo in  faccia. Non fraintendete, non uno di quegli schiaffi violenti, che ti lasciano il segno delle cinque dita sulla guancia per tre giorni, ma uno di quegli schiaffi pieni collera ed intrisi di odio.
La biondina al loro fianco fece un salto all’indietro , cercando di trattenere le lacrime di terrore, mentre Courtney si coprì la zona colpita, guardando impaurita l’ex fidanzato.
“D-Duncan…”
“Guarda Bene, Courtney, che mi sono trattenuto, anche se mi rendo conto che non avrei dovuto farlo, perché una persona che si comporta come hai fatto tu, per via di un semplice capriccio da “Bimba Viziata”… Bhe, si meriterebbe molto di peggio!”
Quasi non riusciva a crederci.
“Cosa? Ma io..”
“Oh, per favore, risparmiami la tua sceneggiata: so benissimo che Trent ha agito sotto tuo ordine… Sei davvero una persona spregevole, convincere gli altri a fare del lavoro sporco, per non “macchiarti le mani” da sola…” A quel punto la morettina non riuscì a trattenere le lacrime.
“Ah sì, eh? Ma a me non ci pensi? Io sono stata la tua ragazza per due lunghissimi anni, e tu hai voluto rovinare tutto! All’inizio pensavo fosse stata la cosa migliore lasciarci, ma quando ti ho visto con quella… Non ci ho visto più!”
Tutti i clienti del Wawanaqua’s café avevano assistito alla scena in religioso silenzio, sprigionando solo in quel momento una miriade di commentini sull’accaduto.
“Sì, ma devi capire che le cose non vanno sempre come vuoi tu, Courtney! Non puoi pretendere che tutti stiano ai tuoi ordini.
Se tratti le persone in questo modo, come pensi di dover essere trattata poi? È proprio per questo che ho mollata Court: Sei viziata e Cattiva! Sei riuscita a fare piangere una ragazza fantastica come Gwen per un tuo stupidissimo “bisogno”? Sai che ti dico?” Sorrise, ironico, scuotendo la testa.
“Addio Courtney. D'ora in poi non provare più a venirmi a cercare, o a parlare: per me sei morta.”
Concluse, poco prima di girarsi e correre nel bagno della caffetteria.

***

Trent entrò nella toilette delle ragazze, cercando di capire dove mi trovassi. La sua attenzione venne subito catturata dal rumore di un pianto, del mio pianto.
Fu come se gli avessero tirato un pugno allo stomaco.
Lentamente si avvicinò a me.
“Ehi.. Ehi Gwen, tutto ok?” Cercai di ricompormi, ma non ebbi un grande successo.
“Trent, io.. io…” E di nuovo giù a singhiozzare.
Era come se volessi comunicare qualcosa a tutti i costi, ma l’unico modo che avevo per farlo erano le lacrime.
Il mio ex mi osservò, con lo sguardo pieno di dolore, poi mi abbracciò.
“So che ora mi verrai a dire che avevi ragione, che sono stata una stupida a fidarmi di lui e a mollarti, ma… Io lo amavo veramente. Gli ho dato tutto ciò che potevo offrirgli, ma evidentemente non era abbastanza…” Sussurrai, con la faccia sprofondata nel suo petto.
Era come quando avevamo nove anni: Eravamo alle elementari, e una ragazzina mi aveva presa in giro in modo veramente cattivo, perché mio padre se n’era andato di casa, appena saputo che Rachel era incinta. Mi sentivo uno schifo, e mi ero rinchiusa nello sgabuzzino dei libri vecchi.
Poi arrivò Trent, a consolarmi; mi abbracciò e mi disse che non dovevo ascoltare quei commenti perfidi, e che, se mio padre avesse conosciuto sua figlia, non se ne sarebbe mai andato di casa.
Era uno dei ricordi più cari che avevo.
Fortuna che avevo un amico come Trent, al mio fianco, anche in momenti di questo genere.
Di colpo il moro mi staccò da lui, con la faccia seria.
“Gwen, io… Non credo che potremo essere più amici… Ti faccio solo stare male e vederti così mi distrugge.”
Sgranai gli occhi, incredula: Ma di cosa stava parlando? Farmi stare male? Se mai ero io che lo facevo preoccupare!
“Trent ma cosa…” In quel momento  ci raggiunse Duncan; sembrava parecchio affannato.
“GWEN!” Gridò, correndomi in contro.
Ancora turbata, fissai i due ragazzi molto attentamente.
Duncan mi guardava preoccupato, mentre Trent neanche riusciva ad alzare lo sguardo.
Era tutto troppo strano.
Cercavo in tutti i modi di capire cosa stava succedendo. Ripensavo all’intera giornata, alla cena, alle parole del mio amico, e a quelle del mio fidanzato, fino a quando… Riuscì ad incrociare lo sguardo con quello del moro.
“No…” Bisbiglia.
“Trent, tu non hai…” Ma lui scosse la testa.
“Mi dispiace, Gwen: io davvero non ti merito.” Poggiò una mano sulla spalla del “rivale”.
“Lui.. Lui ti ama molto, spero siate felici assieme, davvero” Concluse, cercando di abbozzarsi un sorriso in faccia, prima di saparire.
Una volta rimasti soli, saltai letteralmente addosso al mio compagno, ricominciando a piangere.
“Oh Duncan, mi dispiace! Non avrei mai dovuto dubitare di te! Sono un’idiota..” Lo strinsi ancora più forte, mentre lui mi accarezzava i capelli.
“No, Raggio Di Luna, non è colpa tua… E nemmeno di Trent!”
“Eh?”
“Si è mosso sotto comando di quella stronza..” Disse, tirando un pugno al lavello.
“Giuro che colei ho chiuso: Neanche più una parola!”
Lo fissai, percependo la sua collera. Lentamente mi avvicinai alle sue labbra con le mie e lo baciai. Un bacio lungo ed interinabile. Le mie mani sulle sue guance, le sue sul mio bacino, e mi sentii nuovamente sollevata.
Come se non fosse successo niente, in quell’ora infernale.
“Ti prometto che non dubiterò più di te, Duncan”
Mi sorrise, in quel modo dolce e rassicurante che solo lui sapeva fare.
“E io ti prometto che non accetterò più di fare uscite a quattro, Raggio di Luna..”
Risi di gusto, per la prima volta, in quella lunga serata.

 
Check My Soul
_Capitolo 20_
END
 

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


aaa
Check My Soul
_Capitolo 22_


Decidemmo di tornare immediatamente a casa ma, quando ci recammo al tavolo, Courtney e Lindsay se n’erano già andate.
Anche di Trent non c’era traccia.
Ancora non ci potevo credere; perfino la nostra amicizia era finita..
“Vieni dai, ti accompagno a casa” mi disse Duncan, sorridendo.
Fortuna che avevo trovato un fidanzato come lui! Era così… così tutto. Gli strinsi forte la mano, intrecciando le mie dita con le sue.
“Andiamo”
Pagammo il conto che, ovviamente, nessuno aveva pensato di saldare, e salimmo sulla sua auto.
Durante i dieci minuti di tragitto mi scusai con lui ancora una cosa come un centinaio di volte, fino a quando, ad uno stop.
“Davvero, io sono assolutamente disp…” Il moro si girò rapidamente e mi baciò, lasciandomi perplessa.
“Stai per caso cercando di farmi stare zitta, Duncan?” Chiesi, maliziosamente.
 Lui mi fece l’occhiolino, poi riprese a guidare.
“Mhh, chissà” Dio, quanto mi faceva impazzire!
Quando, sfortunatamente, arrivammo a destinazione, il mio compagno mi scortò fino alla porta.
“Raggio di Luna, siamo arrivati” Lo strinsi a me.
“Lo so..” Restammo in silenzio per qualche minuto.
Dopo quello che era accaduto quella sera, non avevo voglia di stare da sola in casa.
Avevo bisogno di compagnia, della sua compagnia.
“Ti prego, resta a dormire qua..” Sussurrai, sprofondando nel suo petto.
Il ragazzo con i capelli alla Moychana si portò una mano sulla fronte.
“Cavolo, pensavo non me l’avresti mai chiesto!” Scherzò.
“Bhe.. Mi farò ripagare dell’attesa..” Dissi, giocherellando con il suo orecchio.
Ci osservammo, sensualmente.
“GWEN!” Improvvisamente Rachel uscì di casa a braccia aperte: inutile dire che mi fece prendere un infarto.
“M-Mamm..” Ma non feci in tempo a parlare, che lei corse ad abbracciarmi.
Con la coda dell’occhio riuscivo a vedere il mio fidanzato che spostava lo sguardo, cercando di non ridere. Davvero simpatico, lui.
“Oh Gwen! Avevi ragione a dire che Courtney è una sgualdrina! Quello che ti ha fatto questa sera è stato orribile! Se per caso dovessi scontrarti con lei un’altra volta, a scuola, ti do il permesso di picchiarla, questa volta più forte, però!” Cercò di consolarmi, sempre se quello si poteva chiamare “consolare”…
Aggrottai le sopracciglia, parecchio turbata.
“Un momento. E tu come sai queste cose?”
“Me le ha scritte Duncan per messaggio!” Sgranai gli occhi. COSA?!
“Ho pensato che saresti stata stanca e troppo triste per raccontare l’accaduto a Rachel, una volta tornata a casa, così l’ho messa al corrente io per te.” Non ricordo neanche se ho ascoltato quello che stava dicendo, in quel momento; ero troppo sconvolta.
“Duncan… Da quando messaggi con mia madre?!” Non sapevo se essere felice che si fosse integrato pienamente nella mia vita, o preoccupata (per mia madre, ovviamente).
Il moro fece spallucce.
“Direi da quando Rachel mi ha inviato un messaggio, questo pomeriggio, chiedendomi che cosa avevamo in programma” Rispose, con nochalance.
Ero allibita!
Adesso la rossa si metteva a molestare PURE il mio fidanzato? La fissai.
“E TU come lo hai avuto il suo numero?” Mi sorgeva un terribile sospetto.
Lei fece un sorriso a trentadue denti.
“Dal tuo cellulare, amore” Sospetto fondato.
Certo! Come se fosse una cosa normale!
“MAMMA!”
“Gwen, tesoro, non urlare, che se no il Signor Pierce, il nostro vicino, si mette a rompere!” Chiusi gli occhi e scossi velocemente la testa.
“Mi spieghi perché lo hai fatto?”
“Come Perché?! Duncan ormai fa parte della nostra famiglia!
Inoltre… Bhe, è molto sexy e, se con te non dovesse funzionare…” Ok, questo era davvero il colmo. Per oggi non poteva dire stronzata peggiore.
“RACHEL!” Ma era per caso impazzita?
Riuscivo chiaramente a vedere Duncan  che stava morendo dalle risate. Meno male che almeno lui la trovava divertente, perché io proprio non ci riuscivo.
“Stavo scherzando, non ti preoccupare” Rispose Rachel, mentre il moro mi abbracciava, ancora con le lacrime agli occhi.
Morivo dalla voglia di uccidere quella donna ma, visto che dovevo chiederle un favore, in quel momento, sapevo che sarebbe stato meglio sorvolare.
“Ah senti mamma…”
“Sì. Duncan può fermarsi qua a dormire, se gli va, anche se credo che la risposta sia scontata..” Disse, portandomi dolcemente un dito sul naso.
“Come facevi a..?”
“Tesoro, ti ho portato in grembo per nove mesi, e cresciuta per sedici anni: Vuoi dire che non ti conosca? Non mi hai neanche fatto una delle tue solite “scenate”, quindi era ovvio che avessi qualcosa da chiedermi e, bhe, mi è bastato fare due+due…” Spiegò, sorridendomi sorniona.
Retifico: Con lei non so mai se stare tranquilla o preoccuparmi.
“Allora Grazie..” Conclusi, velocemente.
L’unica cosa che volevo, in quel momento, era stare da sola con il mio moroso. Lo presi per mano e mi diressi verso l’ingresso.
“Oh e, Gwen… Ancora un’ultima cosa” Mi voltai, seccata.
“Ripeto: Vedi di non URLARE, altrimenti il signor Pierce viene a lamentarsi del chiasso..” Sussurrò, schioccando la lingua, mentre mi passava di fianco e mi scostava una ciocca di capelli dal viso.
Arrossii, veramente molto, molto imbarazzata.
“RACHEL!”
“Non si preoccupi, Gwen non è una che urla, a letto..”
“DUNCAN!” Entrambi scoppiarono a ridere di gusto; ancora non capisco cosa ci trovino di divertente nella mia vita “privata”, chiamiamola così.
Infine, mia madre mi fece una linguaccia e, dopo avermi salutata con un
“Brava Porcellina!” Sparì.
Cercai di massaggiarmi le tempie, per evitare il mal di testa.
Quella era davvero stata una lunga giornata..
***
Una volta saliti nella mia stanza, decidemmo subito di metterci in pigiama; io con la mia amatissima maglia taglia XXL e lui… In Boxer.
Il moro mi fissò, sorridendo.
“Quanto sei Sexy.” Roteai gli occhi, scuotendola testa.
“Sì, certo..”
“No, guarda che dico sul serio: io adoro le ragazze che si vestono in questo modo, anziché mettersi un pigiamino di raso con il pizzo rosa sul decoltè, come se fossero delle sottospecie di bamboline” Spiegò, facendomi l’occhiolino, poco prima di buttarsi di peso sul letto, con le mani dietro la testa.
Mi sdraiai di fianco a lui, poggiandogli una mano sul petto.
“Ehi Gwen..” Incrociai il suo sguardo.
“Mh?”
“Hai un portatile, no? Perché non ci guardiamo un film?” Rimasi immobile per qualche istante. Ma.. Non voleva fare sesso con me?
Ok, ora non pensate che sia una ninfomane, solo che.. Fino a poco fa era eccitato all’idea di venire a dormire da me, ed ora… Era finito tutto? Si era già stufato?
“Sì” Risposi, cercando di sorridere.
Poi, di colpo, l’illuminazione! Magari intendeva un film porno!
Del tipo: io e lui, da soli nel letto, a guardare un film porno…
Certo, era tutto chiaro!
Presi in mano l’apparecchio elettronico e glielo porsi.
“Quel genere di film non ce l’ho..” Sussurrai. Lui mi guardò interrogativo.
“Di quale genere parli?”
“Lo sai..” Dissi, salendo sensualmente sul letto.
“Ma ti assicuro che non c’è bisogno di guardarlo per...” Ma il mio compagno, intento a frugare fra le cartelle presenti sul mio dextop, mi interruppe.
“Invece ce l’hai: Sherlock Holmes 2! Non ho ancora avuto modo di guardarlo; tutti dicono che è meraviglioso, anche meglio del primo.”
“Ah, intendevi un film di azione..”
“Esatto, a cosa pensavi?” Sobbalzai; non potevo certo dirgli la verità!
“Niente, niente!” Ero tornata al punto di partenza.
Ma cos’avevo di diverso da quel pomeriggio, quando mi era letteralmente saltato addosso, in biblioteca?
Forse.. Il pigiama!
Magari poco fa aveva mentito e in verità gli faceva schifo! Ma certo!
Velocemente me lo tolsi, suscitando un suo sguardo perplesso.
“Sai, avevo caldo..” Mentii.
“Ah, ok. Dai, avvicinati a me che comincia!” Rispose lui, cercando di cambiare argomento.
Ancora una volta avevo fatto un buco nell’acqua.
Questa era guerra.
Mi accoccolai fra le sue braccia, stringendomele attorno.
Le nostre pelli or erano a stretto contatto fra loro, ma… Per l’ennesima volta, non si degnò di considerarmi.
Mi stavo rendendo davvero ridicola, oltretutto.
Sospirai, arrendevole, poi mi girai di lato.
Probabilmente non aveva ancora superato quello che era successo a cena.
Cavolo! Perché non gli avevo creduto? Sicuramente lo avevo ferito..
All’improvviso, proprio quando stavo per rassegnarmi, sentii qualcosa. Ma.. Era proprio quello che pensavo io?
“Duncan, ma ti è..”
“Raggio di Luna, certo che tu non mi rendi le cose facili, eh?” Lo fissai.
“Cosa? Se mai sei tu che hai perso ogni interesse per me. O almeno, credevo…” Gli rinfacciai, alzando un sopracciglio.
Mi sentivo tanto come Carrie Bradshow in una “giornata tipo”
Il mio fidanzato sgranò gli occhi.
“Ma che… Io non ho affatto perso interesse per te, anzi..” Fece spallucce, guardando prima in basso, poi me.
“Allora perché mi ignori in questo modo?” Lui sospirò.
“Raggio di Luna, io non sono così orribile; So che sei triste per la storia di Trent, e non ti chiederei mai di fare sesso in un momento del genere! È anche vero che, se tu mi saltelli in braccio mezza nuda, non mi aiuti!” Rimasi attonita, per qualche istante, poi mi morsi il labbro inferiore, sorridendo.
Dio, quanto era dolce? Cioè, quello che aveva detto.. Era davvero fantastico!
Se fino a poco prima avevo in testa un milione di pensieri, angosce, paure, di colpo svanirono tutte.
Sapevo per certo che sarebbero tornate, non a caso sono una delle ragazze più complessate che esista, ma.. Per il momento l’unica cosa su cui riuscivo a ragionare era Duncan.
Lo baciai, chiudendo gli occhi e portandogli le mani fra i capelli.
“Ti amo.”
“Anche io” Rispose, tirandomi un colpetto alla testa.
“Come potevi pensare che avessi perso interesse per te? Certe volte mi fai davvero dubitare della tua intelligenza, ragazza!” Risi, poi mi tolsi dalla presa e mi appoggiai al suo fianco.
“Bene, vogliamo guardarlo, questo film? Mettilo da capo, però.”
“Con piacere!”
“Sai, l’ho scaricato giusto ieri: non l’ho mai visto.”
E, tutt’ora, di quel film, sia io che Duncan, sappiamo dirvi solo questo: Sherlock Holmes, nei panni di un anziano signore orientale, cerca in tutti i modi di fregare una lettera a Miss Adler..

Check My Soul
_Capitolo 22_
END

_Angolo dell’Autrice_
Ciao ragazze ( e ragazzi, ovvio xD) :D
Vi chiedo umilmente perdono per la mia assenza da questo fandom di ben. 9 mesi! Avrei potuto concepire e partorire un bambino, in tutto questo tempo (Ma, non vi preoccupate, non l’ho fatto! xD). Veramente, perdonatemi, ma sono stata impegnata con la stesura del copione della prima puntata di un telefilm che ho creato.
Ok, ora vi spiego tutto xD
 *Visto che da grande voglio fare la sceneggiatrice, (cioè quella che scrive i copioni di telefilm), ho deciso di cominciare a fare pratica, dal momento che fra soli due anni dovrò andare all’università (in America, perché gli attori italiani mi fanno davvero schifo, quindi spero di trovare lavoro là) ☺
A presto e... Grazie ancora per le numerevoli e bellissime recensioni ç_ç

P.s. La storia.. Non è finita! xD Lo dico A scanso di equivoci :) Baci
By Hokuto :3

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