I will have my fuckin' day of revenge.

di mharrytheniall
(/viewuser.php?uid=224269)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***



Capitolo 1
*** I ***


May 20 2009.

-Fai schifo,sei una perdente! Nessuno ti amerà mai,sei solo una stupida egocentrica! Il mondo ti odia,fai schifo!-
-No,lasciatemi,mettetemi giù!- urlavo, mi dimenavo, facevo di tutto per cercare di fargli lasciare la presa.
-Sei un perdente,Stefani! Perfino il tuo nome fa schifo!- e mentre dicevano questo, mi lasciarono… nel cassonetto. Si voltarono e mi abbandonarono lì, in un cassonetto di una via periferica di Londra.
-Avrò il mio fottutissimo giorno di vendetta. Ve lo giuro,luride bastarde.- mugugnai. Stavo per esplodere,per cedere in un grande pianto, ma no,non l’avrei fatto. Non potevo farlo,gli avrei semplicemente dato soddisfazione,avrei fatto ciò che volevano. Non potevo. Presi un bel respiro profondo e cercai di uscire da quel contenitore puzzolente,sperando che nessuno mi avesse visto.
-Eri in un cassonetto?- sentii una voce non familiare pronunciare questo,rimasi impietrita: poteva essere un maniaco o altro,era tardi ormai.
-N-no.- balbettai senza girarmi,non avevo il coraggio. Per quella notte,ero stata già abbastanza coraggiosa.
Si avvicinava,sentivo i suoi passi. In preda al panico inizio a camminare anche io,cercando di uscire da quell’oscuro vicoletto. Forse la bella serata non si era ancora conclusa.
-Perché eri lì?- urlò. Ormai non potevo scappare,mi aveva vista..chiunque egli fosse. Mi girai di scatto e vidi un ragazzo su per giù della mia età. Si avvicinò ancora di più,lentamente.
-Vuoi parlarne?- mi chiese,un po’ indeciso. –Magari ce ne andiamo da questo vicolo triste e facciamo un giro in centro.-
-No grazie,sono già in ritardo. I miei genitori sono sicuramente preoccupati.-
-Dai,ti accompagno a casa. O se non vuoi che io sappia dove abiti,ti accompagno fino in centro.-
Non mi sembrava un ragazzo cattivo, insomma aveva la mia età, era di bell’aspetto,curato. Anche se..non bisogna mai fidarsi delle apparenze.
-Mh,va bene. Andiamo.- gli faccio segno e inizio ad incamminarmi, non volevo stare più un secondo in quel vicolo.
-Ehi,rallenta. Altrimenti non ti accompagno,ti seguo!-
Mi girai e cercai di sorridergli il più naturalmente possibile,ma fallendo. Non riuscivo proprio a divertirmi,ormai. Le mie ‘amiche’ mi avevano appena buttato in un cassonetto,avevo tutte le mie ragioni per non essere di buon umore.
–Sei lento.- continuai a camminare spedita.
-Cosa?Tu hai messo il turbo!- fece una piccola corsetta per arrivare al mio stesso punto.
-Comunque piacere,mi chiamo Harry.- si girò verso di me e tese il braccio, ma io feci finta di non vederlo e continuai a camminare a testa bassa.
-Piacere..Stefani. – cercai totalmente di ignorarlo durante quella passeggiata, anche se fu difficile.
-Cosa ci facevi in un cassonetto?- chiese titubante.
-Cosa? Io non ero in un cassonetto.- risposi con un tono un po’ infastidito. Accidenti,mi avevi vista,perché doveva infierire?
-Scusa.- si era accorto del mio fastidio,ero stata troppo sgarbata.
-No,non scusarti..scusami tu, sono stata sgarbata. E’ che oggi non è proprio giornata.- alzai gli occhi verso di lui. Eh già,anche lui,come il resto della popolazione mondiale,era più alto di me. Abbassai subito dopo lo sguardo, non volevo che vedesse i miei occhi lucidi più di quanto li abbia già visti.
-Hai un sogno,una passione?- stava cercando di ravvivare un po’ la conversazione..effettivamente era smorta.
-Sì, vorrei diventare una star..come Britney Spears. La mia passione è il pianoforte,lo suono da quando avev- mi bloccai,deglutii. C’erano ancora,quelle fottutissime idiote erano lì.- Senti,ci giriamo?-
-Perché?- chiese confuso.
-Ci sono delle persone che..preferirei non vedere.- fortunatamente capii al volo,non gli dovetti spiegare tutta la vicenda.
-Signor sì,signora!- fece una buffa imitazione di un militare..stava cercando di farmi ridere? Davvero qualcuno voleva che io stessi bene? Mi limitai a sorridere,non ero abituata a situazioni del genere. Ci girammo e ripresi a parlare.
-Suono il pianoforte da quando avevo quattro anni. Invece qual è la tua passione?-
-Cantare,voglio diventare anche io una star famosa..sarebbe davvero un sogno.-
-Beh,a tutti piacerebbe. Tutti vogliamo fare la vita dei ricchi,famosi e amati da migliaia di fan. Comunque..io abito qui vicino. Magari ci sentiamo.- mi allontanai rapidamente,salutandolo con un cenno della mano e un sorriso.
-Aspetta,come facciamo? Non so il tuo numero o il tuo cognome!- urlò per farsi sentire.
Continuando a camminare,gli urlai di rimando.
–Germanotta!-



Sì,fa cagare ed è spudoratamente copiato dalla vita di Stefani Germanotta..ma lei e gli One Direction sono i miei idoli.e.e
Lasciate una recensione? Anche negativa,basta che la lasciate.çç
Prossimo capitolo tra qualche giorno (o di meno),se vi piace! xx
-mharrytheniall.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** II ***


May 21 2009

Tornai a casa velocemente, anche se ormai ero già in ritardo. Non dovevo fare molta strada, eppure mi sembrò il tragitto più lungo che avessi mai fatto. Camminavo con il terrore di ritrovare quelle oche, anche se prima o poi avrei pur dovuto affrontarle. Le loro parole mi rimbombavano nella testa. ‘Fai schifo,sei una perdente! Nessuno ti amerà mai.’ Perché lo avevano detto? Perché tutto quest’odio verso di me? Cosa avevo fatto? Non riuscivo proprio a spiegarmelo. Da quando iniziai le superiori, mi fecero subito sentire una perdente,una sfigata. ‘-Oh, chi abbiamo qui? Una ‘bella’ nasona.’ Questo furono le prime parole che mi dissero il primo giorno di scuola. Poi improvvisamente diventarono mie amiche, e io come una stupida caddi nella loro trappola. Continuai a camminare con lo sguardo basso e gli occhi lucidi. ‘Ti vendicherai,Stefani. Ti vendicherai.’. Cercai di convincermi che un giorno mi sarei vendicata..ma chi volevo prendere in giro? Sono nata perdente,sarò sempre perdente. Nessuno mi apprezzerà mai. Arrivai finalmente a casa, tra mille pensieri che mi rimbombavano nella testa, dove mi aspettava un’altra bella sorpresa..che fantastica serata.
-Sono a casa.- dissi a tono basso,non volevo litigare con i miei genitori, non volevo istigarli. Stavo per salire le scale e andare in camera mia,ma fui interrotta.
-STEFANI!- urlò mia madre dalla cucina. Era arrabbiata ovviamente, ma come potevo compatirla? Ero arrivata tardi a casa,oltre al fatto che le do sempre delusioni. Ma adesso come avrei potuto difendermi? Come avrei potuto spiegare il motivo del mio ritardo? Sicuramente non le avrei detto di essere stata gettata in un cassonetto e di essermi fatta accompagnare da uno sconosciuto.
-VIENI SUBITO QUI!- era giunta la mia ora,dovevo andare.
-Eccomi mamma.- andai da lei con lo sguardo basso,indossando ancora la borsa e la giacca.
-Spiegami perché sei in ritardo.- era seduta sulla sedia della cucina insieme a mio padre, che stava per crollare dal sonno e non riusciva neanche a parlare.
-Io..n-non ho visto che si era fatto tardi,scusa.- non avevo il coraggio di guardarli negli occhi. Ero già triste di mio,poi il loro interrogatorio mi faceva ricordare di nuovo ciò che era successo poco fa e di conseguenza ero sul punto di piangere.
-Hai un odore strano.- borbottò mio padre nel dormiveglia. Bam,scoperta. O forse no? Insomma, non è cosa da tutti i giorni essere stata buttata in un cassonetto, non è la prima ipotesi a cui si va a pensare.
-No,ti sbagli.- ero nel panico, mentii spudoratamente. Non volevo spiegargli tutta la faccenda,probabilmente mi avrebbero mandato da chissà chi a fare chissà cosa. Mia madre mi stava esaminando, mentre io continuavo a tenere lo sguardo basso. Tra poco avrebbe capito l’accaduto, ne sono certa.
-Vai in camera tua.- si limitò a dire questo con tono deciso.
Mi trascinai pesantemente per le scale e quando finalmente arrivai in camera mia,mi lanciai sul letto. Mi stavo preparando psicologicamente al discorso che mia madre mi avrebbe fatto tra pochi minuti. Mi avrebbe chiesto cosa succedeva,di ignorare quelle ragazze e bla bla bla. Il consiglio più stupido che si possa dare. Non si possono ignorare le malefatte,neanche se ci si prova. L’uomo ha bisogno di vendetta. Erano passati dieci minuti,io ero ancora lì e mia madre non era ancora venuta. Chissà, forse questa volta non ci avrebbe provato. Feci una doccia veloce,misi il pigiama e mi fiondai nel letto. Dopo quella serata, non volevo più fare o pensare a niente,solo una sana dormita. Riuscii ad addormentarmi senza piangere, -Wow- pensai. –Sto migliorando.- 


Questo capitolo è decisamente smorto,lo so. Non c'è nessun momento Stharry(?).Volevo postarlo domani, ma..missione fallita lol.
Cooomunque,il prossimo sarà più carino, lo sto già scrivendo.
Aspetto le vostre recensioni,negative o positive! xx
-mharrytheniall

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** III ***


May 21 2009.
May 22 2009.

 

 

  Ovviamente quella notte non riuscii a dormire bene. Non solo per ciò che era accaduto, ma anche perché si era scatenato un acquazzone degno di Londra. La pioggia batteva ininterrottamente contro la mia finestra,facendo un rumore insopportabile. Il mattino dopo l’acquazzone si era calmato, tuttavia non riuscivo vedere nient’altro che una nebbia densa. Sembrava di stare in una gabbia,il cielo era praticamente invisibile nonostante fossimo a maggio. La colazione con i miei genitori fu tranquilla, non cercarono di capire cosa fosse accaduto l’altra sera, anzi, non mi rivolsero proprio la parola. Non stetti a chiedermi il perché, era sicuramente meglio così. Uscirono da casa per primi per recarsi al lavoro  e ,rimasta sola, mi andai a sedere sul divano nel salone,rimanendo lì per un po’. Non volevo arrivare molto presto a scuola, ma non ce la facevo più a poltrire, così uscii e mi incamminai. Mi aspettava un’altra giornata d’inferno passata sentendomi dire ‘nasona’, ‘denti da coniglio’,’sfigata’ e tante altre belle parole. Forse oggi si sarebbe aggiunto un nuovo insulto, quale sarebbe stato? ‘Mrs. Cassonetto’ o qualcosa di più originale? Non riuscivo a smettere di pensarci, eppure ero abituata al bullismo. Questa volta,però, avevano decisamente esagerato. Mentre camminavo, mi guardavo intorno. Nonostante non fossero neanche le otto di mattina,Londra era già sveglia. O forse non si era mai addormentata? C’erano persone ovunque: chi si recava a lavoro mantenendo la loro valigetta 24 ore, chi era uscito per fare jogging, e chi,come me, stava andando a scuola.

-STEFANI! STEFANI!- mi sentii chiamare. Chi poteva essere ora? Mi girai, cercando di capire da dove provenisse quella voce e vidi il ragazzo di ieri salutarmi dall’altro lato della strada. Lo salutai di rimando, accennando un sorriso e riprendendo subito dopo a camminare con lo sguardo basso, non volevo incontrare nessuno; ma lui attraversò, e tutt’a un tratto, me lo ritrovai affianco.
-Ciao.-  sussurrò al mio orecchio. Mi girai di scatto verso di lui e lo guardai un po’ stranita, come aveva fatto a riconoscermi? Ma soprattutto, perché bisbigliare?
-Come hai fatto a riconoscermi?- chiesi con tono curioso.
-Ho un particolare talento nel riconoscere le persone.- disse sicuro di sé,alzando le sopracciglia e mostrandomi un grande sorriso. Wow,era davvero un bel ragazzo. Pelle diafana,occhi verdi come un prato di primavera, sorriso luccicante e dei ricci capelli castani che contornavano il tutto. Non avevo mai prestato così tanta attenzione all’aspetto fisico di un ragazzo..beh forse perché non appena guardo qualcuno della mia scuola,iniziano gli insulti.
-Mh, wow.- mi limitai a dire quello, ero troppo concentrata sul suo viso per pensare a qualcosa di sensato da dire.
-E tu come mi hai riconosciuto?-
-Ho riconosciuto il tuo ammasso di ricci lì sulla testa e la tua voce .- dissi indicando i suoi capelli. Scoppiò in una fragorosa risata,che però interruppe subito.
-Ascolta,devo scappare, ci vediamo qui all’uscita da scuola?- mi chiese,mentre era già pronto per allontanarsi.
-Mh, sì, perché no. Ci vediamo verso l’una qui. -
-Perfetto. - mi sorrise di nuovo, per poi girarsi ed allontanarsi.
Dopo quella chiacchierata, mi affrettai per arrivare in orario a scuola e fortunatamente ci riuscii. Avevo appena messo piede nel giardinetto che antecedeva l’edificio, ma già iniziarono gli insulti. Un gruppo formato da una decina di ragazzi appoggiati ad un albero diede il via alla festa, e fu seguito a raffica da tutti gli altri presenti. Ovviamente il tutto era contornato da grasse risate. Tutta la scuola sapeva ciò che era successo ieri sera, beh infondo me lo aspettavo da quelle tre troiette.
-Com’era la gita nel cassonetto?-
-Ieri hai finalmente ritrovato il tuo habitat naturale!-
-Il tuo naso c’entrava in quel cassonetto o stava stretto?-
Li ignoravo, continuavo a camminare a testa bassa per non incrociare lo sguardo di nessuno.
‘Avrò il mio giorno di vendetta.’. Ormai da quando avevo iniziato il liceo, mi ripetevo sempre questa frase. Era diventato il mio motto, mi auto-incoraggiavo. Pensavo a quando un giorno sarei stata su un palco, sarei stata amata da milioni di fans e fatto morire d’invidia quegli stronzetti.
La giornata scolastica passò così, tra gli insulti..come al solito. Finalmente finì e mi affrettai ad uscire,non volevo starci un secondo di più. Durante quelle cinque ore di pura tortura, il tempo era peggiorato. Stava per arrivare un altro acquazzone ed io, ovviamente, non avevo l’ombrello. Arrivai velocemente dove mi ero data ‘appuntamento’ con Harry, anche se non era un vero e proprio appuntamento. Diciamo…un incontro. Mi sedetti su una panchina e presi in mano il mio cellulare per ingannare il tempo. Entrai su Facebook e visitai il profilo di una di quelle tre troiette, la capogruppo. Forse era l’unica con un cervello, lei faceva e le altre due la seguivano. Aveva pubblicato delle nuove foto, nelle quali rasentava il nudo.
‘Che zoccola.’ Pensai.
-Hey Stefani!- mi chiamò da lontano, era finalmente arrivato. Posai il cellulare nella tasca e gli andai incontro sorridente. Ero felice di rivederlo, almeno mi sarei distratta un po’. E la parte migliore era che lui non frequentava la mia scuola e non sapeva quanto sono ‘sfigata’. Tuttavia, non volevo farglielo capire, non sapevo ancora se era tutta una trappola o no.
-Oh, ci sei. Pensavo che mi avresti dato buca anche tu.- dissi con nonchalance.
-Nah, io non do mai buca alle persone, non è nel mio stile. -disse con tono spavaldo. Ci guardammo negli occhi per qualche secondo, fin quando io non scostai lo sguardo e accennai una risatina. Dopo aver riso anche lui,fece qualche passo avanti e si mise di spalle proprio davanti a me. Che diavolo stava facendo? Poi all’improvviso si girò.
-Posso avere l’onore di accompagnarla a casa, dolce donzella?- Fece un inchino e mi tese la mano. Oh mio Dio, e ora che faccio? Ero nel panico. Insomma, chiunque avrebbe accettato, ma.se fosse un amico di quelle tre? Non volevo ricadere nella trappola. Diventai rossa in viso, mentre il tempo scorreva velocemente.
TIC TOC. Dovevo prendere una decisione.
-Certo. - dissi decisa afferrando la sua mano. Avevo finalmente presa una decisione..ma era quella giusta? La gente ci guardava stranita, con un’espressione del tipo ‘Quei due sono schizzati.’, ma poco mi importava.
-Perfetto, allora incamminiamoci!- ritornò al mio fianco e, prendendomi sottobraccio, inizio a saltellare … iniziammo a saltellare. Due idioti, due completi idioti. Tuttavia era bello, mi stavo divertendo e dimenticando  quello che era successo stamattina. Ma…tutte le cose belle finiscono:  non facemmo neanche una decina di passi che iniziò a piovere.
-Mi sa che dobbiamo rimandare la nostra passeggiata saltellante, che ne dici di una bella corsa?- mi chiese guardandomi negli occhi e mostrandomi un largo sorriso.
-Sono pronta. -dissi con un’espressione spavalda dipinta sul mio viso. Mi afferrò la mano e iniziammo a correre come due forsennati. L’acquazzone diventava sempre più forte, ma non ci facevamo caso. Beh, è proprio vero: quando si chiude una porta, si apre un portone. O forse no?





Allora,questo capitolo è abbastanza lungo. Non riesco a trovare una dimensione giusta,lo ammetto.(?)
No,la verità è che da domani pomeriggio a domenica pomeriggio non ci sono,quindi per il prossimo capitolo dovete aspettare domenica sera. e.e
Questo è un modo per farmi perdonare,anche se dovreste perdonare i miei genitori, loro hanno deciso di partire LOL
Cooomunque,grazie mille per le recensioni e un grazie a voi che seguite la storia, mi avete messa come autrice preferita e avete messo la storia tra le ricordate. Grazie anche a voi che avete letto fin qui.
Mi volatilizzo e vado a cena,ciaaaao.:3
-mharrytheniall 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1219739