Alice and DemonWorld

di LostHope
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. La nebbia nera che cambierà tutto ***
Capitolo 2: *** 2. Benvenuti nella villa dell'orrore ***
Capitolo 3: *** 3.Il nuovo Mark ***
Capitolo 4: *** 4. Una banshee al giorno toglie il medico di torno ***
Capitolo 5: *** 5. I dolori del giovane Samael ***
Capitolo 6: *** 6.C'erano due ragazzi al pub ... ***
Capitolo 7: *** 7. Uccidere o essere uccisi ***
Capitolo 8: *** 8. Nightmares ***
Capitolo 9: *** 9. Venticinque giorni dopo ***



Capitolo 1
*** 1. La nebbia nera che cambierà tutto ***


"Per essere più sicure di se, un ottimo modo è indossare il vestito o l'accessorio preferito ... mmm ha senso, ma non posso mica indossare tutti i giorni la stessa maglietta..."
"Che stai leggendo ?"
"I-Io ? Nulla Tammy, una rivista da poco..."
"Si? Dai fammela vedere, tanto i Korn mi hanno annoiata."
Alice sbuffò rassegnata e gli porse la rivista, pronta per la sfuriata
"Alice, hai speso cinque euro per questa ridicola rivista da femminucce ?!?"
"SSSSH non gridare Tammy, sennò il prof ci ammazza"
"Ma chi se ne frega, tanto questo idiota è sordo e cieco !!!" la ragazza indicò il vecchio Pannofili, intento a spiegare il teorema di Pitagora, con una lentezza mortale. "Mi spieghi perché da un anno a questa parte, ti trovo con il naso infilato in queste rivistacce ?! Basta, questa viene ufficialmente eliminata" 
Ecco...Addio, non la rivedrò mai più pensò Alice, mentre l'amica infilava la rivista nel suo zaino.
Tammy indossò una delle cuffie dell'ipod e fissò l'amica, sorridendo
"Dai, spiega !"
"Ecco...voglio solo imparare ad essere più sicura di me, che c'è di male ?"
"Sicura di te, ehhh ?" la giovane mise una mano sulla testa dell'amica, scuotendo la testa in modo teatrale "Prima non ti facevi nessun problema ma,proprio quando LUI si è fidanzato con la nostra compagna di classe Sabrina Io-ho-tutto-voi-nulla-povere-pulci-da-circo, te ti metti a leggere queste riviste del cavolo ! Suvvia, non vorrai diventare come lei, spero!"
Alice spostò lo sguardo verso la fila di banchi a destra, dove c'era Sabrina Slidelight. Era una bella ragazza con i capelli lunghi e color caramello, gli occhi verdi da gatta, alta e snella, sempre vestita con gli ultimi capi alla moda del momento (dopotutto era nata in una ricca famiglia di avvocati) e, sopratutto, era molto sicura di sé e di quello che voleva dalla vita. Alice ,invece, aveva i capelli neri lunghi e indomabili, un paio di occhiali giganteschi, non era alta, indossava solo un paio di jeans e un maglione verde spelacchiato,che vestivano  un corpo acerbo e con un' autostima bassissima. Tammy le diceva sempre che era carina, dolce e che avrebbe voluto avere il suo aspetto da orsetto tenerone. Parlava lei: capelli rossi legati in due trecce, occhi di due colori diversi (splendida giada il sinistro e calda ambra il destro), naso e guance coronate da lentiggini, vestita con una lunga canottiera nera, calze a righe e anfibi. Un mix tra pippi calzelunghe, un rapper e un mastino napoletano, ma aveva qualcosa nel volto che faceva girare la testa hai ragazzi. Ma sono l'unica qui che non assomiglia ad una  top model svedese con una schiera di ragazzi ai piedi !?!?! DEVE ESSERE UN MALEDETTO COMPLOTTO !!! 
Tammy la fissò a lungo, poi sbuffò "Tutte queste seghe mentali per un ragazzo..." strinse i pugni, ringhiando "Tutta colpa di quel finocchio !"
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Mark Green sbuffò dalla noia, spostandosi il ciuffo marrone. La lezione di scienze più noiosa della storia, la Manini non si sprecava con le alghe azzurre quella mattina. L'unica cosa che non lo faceva alzare, prendere l'astuccio e tirarlo a quell'incapace era il fatto che dopo doveva uscito con Sabrina. Meglio lei che una visita dal preside. E poi, per lei stava trascurando Raphael, il suo miglior amico. Avrebbe dovuto farsi perdonare. Già si immaginava la scenata napoletana dell'amico, il modo in cui avrebbe tirato fuori le sue lacrime di coccodrillo e avrebbe detto, con voce rotta, piagnucolante " TU NON MI AMI ABBASTANZA".
Gli comprerò dei fiori, non voglio che la mia "mogliettina" si senta trascurata
La campanella, per allietare il cuore degli alunni, si decise a suonare e tutti fuggirono verso l'esterno, salutando gli amici e riempiendo in fretta e furia lo zaino. Mentre usciva, qualcosa gli andò addosso. Si imbatté in due occhi azzurri, tendenti al violetto. Alice Wright, compagna di classe di Sabrina, la conosceva da cinque anni grazie al tennis.
"Ehi Alice"
" C-ciao Mark..." La ragazza arrossì e si rimise per bene gli occhiali " Come v-va ? T-tutto bene ?"
Mark annuì, sorridendo " Sai per caso se Sabrina è uscita ?"
" Ah...No, è rimasta a parlare con la rappresentante di classe..."
"Oh ok, allora ciao !"
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Finalmente, Tammy era riuscita ad avere l'indirizzo di quella fumetteria, finalmente, una luce illuminava il buio. Peccato che la sua amica Alice era troppo presa a parlare dello stesso argomento: il finocchio e l'oca.
"Perchè Sabrina ? Cioè, capisco che Mark sia un bel ragazzo e se ne meriti una carina, ma perché lei...mi sarebbe andato bene chiunque, ma così mi fa soffrire. Ma perché lo amo, Tammy, perchè mi sono innamorato di lui ?"
" NON LO SO !!! Aggiungiamolo insieme ai cerchi nel grano ed al mostro di Loch Ness, poi vediamo se ti prendono a Mistero ! La vogliamo piantare ?!"
Alice la fissò contrariata  " Io ne parlo quanto mi pare e piace, ok ? E non capisco perché ti arrabbi così..." 
La rossa sbuffò e afferrò per le spalle l'amica. "Il finocchio è un imbecille e tu puoi trovarti di meglio ! Dai andiamo a prenderci un caffè ! Ci andremo la prossima volta alla fumetteria "
" Si ma Mark non è...."
" EH NO ! BASTA !!" Tammy si tappò le orecchie con le dita "Io non ti ascolto più !!!"
"Dai ... Tammy, scusa..."
" La la la... I trade my soul for a wish, pennies and dimes for a kiss...la la la"
Ormai le due erano arrivate ad un semaforo. Una ragazza di vent'anni, alta e bruna, la faccia piena di trucco e vestita in modo provocante passò vicino ad Alice e le guardò male, poi continuò a camminare.
"Ma hai visto quella, Alice ? Sembrava la figlia di Joker !" Tammy si girò, preoccupata, non sentendo l'amica rispondere "...Alice ?"
La mora si era bloccata. Il viso era impallidito di colpo, si era piegata ed aveva cominciato a vomitare. Tremava tutta e non riusciva a rialzarsi. " Tammy mi fa tanto male, tanto, tanto..."
"Ok non ti preoccupare sorella !" La rossa prese sulle spalle l'amica, cominciando a correre.
"...A quanti siamo ?"
"Undici...credo"
" Sono aumentati, merda !"

Alice Wright percepiva i Posseduti. Non sapeva esattamente da cosa essi erano controllati. Ma sapeva solo una cosa: quando una persona cambiava, diventava aggressiva, insomma, quando non era più lei, Alice riusciva a vedere un'aura nera attorno a quella persona. E cominciava ad avere paura. Una fottuta paura.
Tutto era cominciato il giorno in cui aveva incontrato Tamara Slim. Uno dei bambini era diventato aggressivo: cominciò a gridare e tirava sedie contro tutti. Alice si era avvicinata, cercando di capire cos'era quella cosa nera attorno al bimbo. Prese una sedia in piena faccia.
Non era importante quante volte lo ripeteva, nessuno credeva che quel bimbo fosse posseduto.
A parte Tamara, la sua compagna di classe, che il giorno dopo si sedette al suo tavolo da pranzo (dall’incidente, nessuno voleva più sedersi con Alice).
" Sei tu quella che dice di vedere i mostri ?"
"E a-allora ?! Vuoi prendermi in giro anche te ?"
" No..."
"E allora ?"
"...Volevo solo dirti che sei mitica !"
Da lì erano diventate amiche. E Tamara aveva giurato di proteggerla, fino alla fine.

"Una strana tempesta, seguita da una strana nebbia nera, si sta dirigendo verso la città. Non sappiamo ancora bene di cosa si tratti, ma cercheremo di tenervi informati. Per il momento rimanete nelle vostre case, non prendete i mezzi di trasporto..."
Tammy spense la tv e fissò Alice. Dopo due caffè e un po' di televisione spazzatura, era riuscita a farla addormentare, ma sul volto della mora era dipinta una smorfia di dolore, come se stesse facendo un orrendo incubo. Uno spiffero gelido entrò nel soggiorno "Meglio chiudere la finestra"
Tammy si sorprese: con il freddo, era arrivata anche una sensazione di paura spaventosa. La rossa indugiò, poi prese coraggio e chiuse le imposte. Ma sentiva ancora il gelo e il terrore riempire tutta la stanza. Alice aveva cominciato a tremare e la sua espressione di dolore era diventata ancora più intensa.
"Non mi piace...Non mi piace proprio per nulla !"
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"Mark, sei sicuro di voler andare ? Hanno detto di non girare per strada con l'avvicinarsi della nebbia" Sabrina gli circondò il collo con le braccia e cercò di dargli un bacio, ma il ragazzo si mise il casco e le fece una piccola carezza  "Dai, è solo un po' di nebbia, se peggiora mi fermerò e andrò a piedi ! Ti chiamo domani" Salì sulla moto e partì.
Mentre guidava, notò che, piano piano, la città sprofondava in una pesante nebbia. Ma non era grigia. Era nera. Nerissima.
La visuale era coperta, non si vedeva nulla e decise di parcheggiare. Mark si tolse il casco e scese dalla moto, facendo pochi passi. Non riusciva proprio a capire dov'era " Era meglio se rimanevo da Sabrina...chi si aspettava una nebbia del genere ?!".
"...morire."
Il ragazzo si fermò: aveva sentito una voce da qualche parte. C'era qualcuno"C-cosa ?"
"...Ho detto...che hai trovato un ottimo posto....dove morire."
"Ma chi cazz..." balbettò Mark. 
Una macchina nera sbucò fuori dalla nebbia e lo prese in pieno. Il petto cominciò a bruciargli, cadde all'indietro e sbatté ripetutamente la testa sul marciapiede. Rotolò per un po', il dolore si era esteso: ora gli faceva male tutta la cassa toracica e sentiva il suo sangue scivolare giù dalla testa. Non riesco a respirare...qualcuno mi aiuti...
All'improvviso, una strana figura si parò davanti agli occhi del ragazzo. Mark non riusciva a focalizzarla bene, il sangue gli copriva gli occhi.
"Vuoi una mano ?".
La voce di prima.
" Io posso aiutarti a far finire questo dolore, ma dopò avrai un gran debito nei miei confronti. Vuoi lo stesso una mano?”
Mark rantolò e un grumo di sangue gli uscì dalla bocca.
" Lo prendo come un sì"
Il ragazzo continuò a rantolare, il dolore ormai era impossibile da sopportare.
Poi, le sue palpebre si fecero pesanti.
E vide solo nero.

La strana figura lo osservò bene, da vicino.
".....Sei vivo ?"
Il corpo non dava segni di vita. "Mmmm...credo che non importi più il mio aiuto eh ?"
Prese per la collottola il cadavere e lo squadrò: capelli lunghi e bruni, occhi marroni, alto e snello.
"....Ha un bel viso, certo, ma avrei preferito trovare qualcuno di più...mmm..particolare ! E poi, guarda qui come è conciato: sangue, orrendi capelli lunghi e vestiti da fighetto !!! Bhè, dopotutto" fece infine, storcendo il volto in un sogghigno "le mie sorelline dicevano sempre che non ho gusto nel vestire"



La mia prima storia...dopo essere stata costretta a scrivere dalle mie, diciamo "amiche", ho finalmente scritto qualcosa ! Sono felice di aver scritto qualcosa, ma la paura mi attanaglia: e se non piacesse ?!??!
Per ora, vediamo cosa succede. Un saluto e un grazie a chi la leggerà e mi lascerà una recensione (spero di ricevere dei commenti positivi o utili a migliorarmi)
HONK :O)

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Capitolo 2
*** 2. Benvenuti nella villa dell'orrore ***


Secondo capitolo....DIO SANTO XD

Mark Green era stato ricoverato al Caryophyllus’s Hospital. Alice aveva deciso, dopo aver pensato ore e ore, di andarlo a trovare. Dopo la scuola si era fiondata in bagno, aveva fatto la doccia ed era rimasta davanti allo specchio per almeno due orette. Aveva scelto poi di mettersi il suo vestitino azzurro preferito con gli stivaletti grigi e si era tirata i capelli all’insù. Voleva almeno sembrare carina, dopotutto stava andando anche all'ospedale di suo padre.
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“Scusami Anna ?...ANNAAAA ?” Alice era da un’ora che cercava di tirare l’attenzione su di sé, ma l’infermiera alla reception aveva le cuffie del mp3 al massimo. Alla fine, allo stremo, gli strappò le cuffie e gridò un “ANNA !!”
La ragazza, sulla ventina con una bella treccia nera e gli occhi simpatici, si sorprese e la guardò “Oooh sei tu Alice ! Scusa non volevo…cerchi tuo padre ?”
“No ma, per favore, sai dirmi dove posso trovare Mark Green ? Capelli marroni, occhi marroni, alto…?”
“Ok aspetta un secondino !” L’infermiera prese dei fogli dalla scrivania e li passò uno ad uno “Green, Green, Green…Eccolo qui ! Piano terzo, zona rossa , stanza 202 ! Tuo padre è il medico curante, guarda che coincidenza !”
Alice sospirò e salutò l’infermiera ma, dopo pochi passi, andò a sbattere contro qualcuno.
‘Ma com'è che sbatto sempre contro qualcuno, di questi tempi ?!’
Alice alzò lo sguardo e si trovò davanti ad un ragazzo altissimo (sarà stato due metri e qualcosa) che si fissava intorno smarrito, con occhi neri come il carbone pieni di preoccupazione. Si grattò i capelli corvini e con fare dispiaciuto, dopo essersi accorto di lei, chiese “Tutto bene ?”
“S-si scusami… ormai è una abitudine ...”
“Ma figurati, è colpa mia: non guardavo dove andavo ! Non sono bravo ad orientarmi.”
Alice sbatté gli occhi e lo fissò ancora un po’. Le sue spalle muscolose e la sua statura gli ricordavano qualcuno. “Sei per caso…Raphael Juniper ? L’amico di Mark,quello che ha vinto i 20 metri a farfalla nel nuoto ?”
“E tu” lui si concentrò “Tu…hai fatto il torneo scolastico di tennis con Mark ! Alice, vero ?”
Lei fece sì con la testa, poi andò verso l’ascensore "Scusami, ma adesso devo andare. Ci r-rivediamo !". Si accorse, però, che il ragazzo la stava seguendo e si fermò, con un sopracciglio alzato.
“Che stai f-facendo ?”
“Ah…ecco” il ragazzo arrossì “tu sei qui per Mark, vero ? Ecco, è da un ora che giro per quest’ospedale e non l’ho ancora trovato...”. La guardò con occhi pieni di speranza.
“Quindi…vuoi che ti porti da lui ?”
A Raphael si illuminarono gli occhi, come un bimbo a natale.
Ma perché Tammy è rimasta a casa…Lei e il suo stupido One Piece.
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Davanti alla porta 202 un uomo andava su e giù per il corridoio. Aveva una zazzera di capelli bruni e disordinati, due occhi scuri come un cerbiatto, una barbetta ispida sul mento e un camice bianco con qualche macchia di caffè in bella vista. Aveva uno sguardo che vacillava tra la rabbia e la preoccupazione.
“Hai visto quello ? Sembra uscito da qualche film dell’orrore !” Raphael rise e sorrise ad Alice, che lo fissò seria.
“Quello è mio padre”
Il moro arrossì e borbottò uno “scusa” ma lei alzò una mano e sorrise “Non ti preoccupare, non mi offendo mica !”
Il dottore alzò lo sguardo, che si addolcì, alla vista dell’amata figlia, un raggio di luce in quel momento di tempesta. “Ciao, fiorellino ! Sei venuta a trovare il tuo papà ?” poi vide Raphael e il suo sguardo si insospettì “E questo giovine…chi sarebbe ?”
“Papà … questo è Raphael … siamo qui per fare una visita a Mark …”
Lo sguardo del signor Wright si incupì e Alice si spaventò: era la prima volta che vedeva quello sguardo.
“Mi dispiace ma questa stanza è off-limit, non potete assolutamente entrare”
“Ma papà … facciamo in cinque minuti …” lo sguardo di Alice si fece tenero e il padre rimase silenzioso per un attimo infinito.
“… Va bene … vi accompagno. Ma solo cinque minuti !”
I tre entrarono nella stanza. Era una normale stanza d’ospedale, con un televisore, una grande finestra e sei letti d’ospedale vuoti. Vuoti.
“Ehm, mi scusi dottore” Raphael alzò la voce, titubante “Siamo sicuri che questa sia la stanza giusta ? Io qui non vedo nessuno …”
Ben Wright, spalancando gli occhi, sbiancò e uscì di corsa dalla stanza. Afferrò per le spalle la prima infermiera che gli capitò a tiro “Jane, dov’è il paziente della 202 ?!”
“Dottore … lo abbiamo rimandato a casa: aveva solo qualche graffio e livido … e dai controlli non abbiamo rilevato nulla di strano … quindi …” L’infermiera era terrorizzata: Wright stava digrignando i denti.
“MERDA !” scese le scale in fretta, come se volesse andarlo a cercare di persona.
Raphael si guardò intorno “E adesso ? Te ,Alice, che dici ?... Alice ?”
Alice non lo sentiva. In quella stanza sentiva che qualcosa non andava: aveva una strana oppressione al petto, gli cominciavano già a scendere delle copiose gocce di sudore e vedeva sfocato.
Non può essere … non può …
Raphael appoggiò una mano sulla sua spalla “Va tutto bene ?”
Lei cercò di sorridere e spostò la mano del ragazzo “Scusami … i-io devo andare … devo uscire da qui.”
Alice corse fuori dalla stanza e cominciò a correre. Aveva bisogno di Tammy.
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“Ora, mi spieghi perché mi hai portato qui, a casa del finocchietto senza nessun preavviso ? Spero ci sia almeno un ottimo motivo !”
Tammy era altamente scocciata: fino a cinque minuti fa era in pigiama,a leggere l’ultimo numero di One Piece, quando Alice l’aveva chiamata e lei aveva dovuto vestirsi in fretta e furia. Aveva solo un giubbotto di pelle, una minigonna nera e le scarpe spaiate verdi e gialle. Sembrava una barbona !
Alice si morse il labbro, in preda all'ansia “Tammy … i-io credo che Mark … sia un Posseduto”
“… E quindi siamo qui per esorcizzarlo ?”
“N-non lo so … Forse ?”
Tammy tirò fuori dalla tasca del giubbotto un paio di occhiali da sole neri. Se li infilò e fece una faccia da dura “Ho sempre voluto fare il Van Helsing della situazione !”
“Chi ?”
“Lascia perdere, dolcezza.” La ragazza passò il cancello e si diresse verso il portone della casa, seguita dalla mora. Prese la maniglia e spinse. La porta si aprì con un cigolio sinistro.
“H-ho c-cambiato idea” Alice cercò di svignarsela, ma Tammy la prese per una spalla “È solo uno stupido portone cigolante ! Nulla di così terrificante !”
Entrate, si diressero verso la prima stanza. Era tutto buio: qualcuno aveva messo delle assi di legno per non far passare la luce. Inquietante.
Tamara prese la piccola torcia attaccata alle chiavi di casa dalla tasca del giubbotto ed illuminò la stanza: divano nero e lucido, un televisore al plasma, un paio di quadri con paesaggi spettacolari, due vasi con piante esotiche sopra un peloso tappeto color crema. La ricchezza di quella stanza fu un colpo allo stomaco per la rossa: il finocchietto se la godeva parecchio, economicamente.
Alice tremava tutta “Ho la nausea …”
“Pure io … crema e nero … che orrore !”
“No … sento qualcosa” Alice si sedette sul divano e si guardò intorno “secon … secondo te perché ha messo delle assi di legno ?”
“Forse … è diventato un vampiro !!” e mimò due canini con le dita, tirando fuori la lingua.
“N-non s-s-s-scherzare !”
All’improvviso, un rumore di passi riempì la casa. “Merdamerdamerdamerdamerda” Alice si alzò di scatto e si aggrappò all'amica, mentre lei puntava la torcia da tutte le parti, cercando di capire da dove provenisse il rumore.
Poi, il tonfo di qualcosa che cade e si frantuma, dall'alto. ‘Il bastardo è al secondo piano’
Tammy cercò le scale e, appena trovate, le salì veloce come una lepre, con dietro la piccola Alice.
Il corridoio era tetro. Il pavimento era coperto da pezzi di vetro e di ceramica: qualche bimbo cattivo aveva rotto i vasi delle trisnonne, eh ?
La rossa si accorse di qualcosa che si muoveva, in fondo al corridoio. Puntò la torcia e vide Mark Green che cercava di aprire una porta. Aveva le braccia fasciate e un gigantesco cerotto sulla fronte. Tutto normale. Poi il ragazzo si girò e Tamara sentì l’amica sussultare.
“T-Tammy … quello non è … Mark” sentì l’amica reggersi sulla sua spalla.
“Cosa ?”
“Ha … gli occhi verdi …”
Mark riuscì ad aprire la porta e fuggì dentro.
“Fermo bastardo !” Tammy gli corse dietro. I vetri scricchiolavano mentre la ragazza inseguiva ‘Mark’  ed Alice rimase lì, pietrificata  Deve essere un incubo …
Poi decise di seguirla.
La stanza in questione era la stanza di Mark. Alice se ne accorse per il fatto che era piena di foto sue con gli amici, un letto singolo, una scrivania con sopra due trofei e piena di libri scolastici. Tamara era davanti alla finestra aperta e non si muoveva. Poi si girò verso Alice. Aveva uno sguardo terrorizzato.
“Si è buttato dalla finestra…e poi è fuggito…è impossibile: siamo al secondo piano, no ? E poi…aveva…aveva lo sguardo iniettato di sangue. Alice…che cazzo sta succedendo qui ?!”
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-Mentre tu dormivi ci hanno attaccato-
-Attaccato ?! Ma ti sei bevuto il cervello ?! Erano solo due ragazze !-
-Mi stanno cercando, stupido umano ! Potevano essere due Segugi travestiti…Uno di loro emanava una vibrazione ! Non l’hai sentita ?-
-Una vibrazione ?-
-E io che te lo chiedo pure: una delle due aveva una vibrazione fastidiosa ! Mi faceva venire la nausea-
-Almeno smettila di correre, mi sembra totalmente inutile: non ci insegue nessuno !-

‘Mark’ si fermò: in pochi minuti aveva raggiunto il centro della città. Era ancora veloce, anche dentro quel corpo umano.
-Vedo almeno che hai smesso di lamentarti, umano. Niente più “Questo corpo è mio !””MOSTRO””Ti prego liberami”?-
-Ho solo compreso che urlare è inutile. Penso sia meglio collaborare, no ?-
-Ma tu guarda ! Una voce nella mia nuova testa umana  che mi chiede di collaborare  !?
-Mark sorrise, mentre si sedeva su una panchina vicina -Interessante !-
-Noto del sarcasmo ! Comunque, se vuoi sembrare una persona normale, non buttarti dalle finestre e non distruggere vasi e quadri. E poi, domani mattina vai a scuola: non vorrai che qualcuno sospetti qualcosa, vero ? Ora, cerca nella tasca destra dei pantaloni e cerca il numero di Raph: ci potrà ospitare per oggi-
-Va bene va bene, adesso però torna a dormire, pulce-
Il giovane aspettò qualche secondo poi, quando sentì che la presenza nella sua testa si era ‘addormentata’, prese quel coso chiamato cellulare e cercò il numero. Si trovò davanti un ‘Dolce Sabrina’.
Sorrise. L’umano aveva una ragazza, eh ? Meglio lei di un suo pulcioso inferiore, aveva proprio bisogno di svagarsi un po’. Lesse la memoria di Mark e si scrisse l’indirizzo della ragazza sul telefono.
Poi, mentre teneva ancora il cellulare in mano, si ricordò quello che aveva detto la ragazza che emanava quelle tremende vibrazioni.
“Ha gli occhi verdi.”
Si guardò nel riflesso del cellulare: era sicuro di aver nascosto bene gli occhi agli umani, come aveva fatto, allora, a vederli ?
Scosse la testa e continuò ad osservarsi: le sue ferite ormai stavano finendo di rimarginarsi, ma doveva assolutamente cambiare quel taglio di capelli orrendo…e doveva fare qualche modifica al suo vestiario.
Quel corpo era suo ora, doveva esprimere la sua grandezza e la sua potenza.
Dopotutto era Samael, l’ottavo principe dei demoni. La classe non è mica acqua



Ho scritto la storia solo perchè mi hanno minacciato con coltelli, corde, pizzichi e morsi....Hanno persino sequestrato il mio cane (non è vero...ma sarebbe stato figo !) Ho avuto anche bisogno di una prof...GRAZIE FRANCI !!!

E ora... SCAPPO VIA CON VAN HELSING ( quando ne sento parlare, non riesco più a star nei collant XD)

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Capitolo 3
*** 3.Il nuovo Mark ***


vEcco il terzo capitolo....troppa gente mi farà la pelle se non lo metto xD

"E allora ?” Alice guarda Tammy imbarazzata, stringendosi nel cappotto grigio.
“Allora cosa … Ci ho pensato tutta la notte e non so che fare …”
“Non sai che fare ?! Abbiamo tra le mani il figlio del demonio, entriamo in casa sua e quello si butta dalla finestra … ci mancava che vomitasse e  scopasse un crocefisso ed era l’Esorcista spiccicato !!”
Tammy continuò a fare le bolle con il chewing gum e Alice rimase pensierosa. Il tempo, grigio e nuvoloso, rifletteva perfettamente i loro sentimenti e i loro pensieri: dopo la visita a casa Green, non sapevano più che pesci prendere.
Forse … Alice puntò i suoi occhi al cielo dovrò fare come le altre volte …fare finta che non sia successo più nulla …  sarebbe molto più semp …
Due mani gli coprirono gli occhi e una voce allegra chiese “Indovina chi sono ?”
Per poco Alice non prese un infarto. Si spinse in avanti e si girò, terrorizzata.
Si trovò davanti Raphael, in giaccone nero e sciarpa gialla, con le mani alzate “Scusa non volevo farti paura”
“Ah c-c-ciao … mi hai fatto prendere un colpo … non sapevo vivessi qui !”
“ Si, di solito prendo un’altra strada, ma mi sono svegliato prima …” mentre parlava, si era messo a fissare Tammy. Lei lo guardava non male, anzi, lo stava uccidendo con gli occhi “Chi diavolo sei tu ?”
Lui arrossì e tese una mano “ Io sono Raphael Juniper e tu ?”
Lei fissò prima la sua faccia, poi la sua mano e poi sbuffò “Senti, tartaruga ninja, io non vado a dire il mio nome a un pennellone come te” prese Alice sottobraccio e si allontanò “ E ora, se permetti …”
“Uffa, perché adesso mi rispondete tutti male ?! Prima Mark poi voi …”
Le due si girarono. Alice deglutì “Ci hai … parlato ?”
Lui sbuffò e fece sì con la testa “Si … dopo essere stato all’ospedale, ho deciso di chiamarlo. Mi ha risposto in modo strano: la voce era la sua, ma il tono era veramente scorbutico … Mi ha gridato di non rompergli il cazzo e mi ha sbattuto il telefono in faccia”
“E poi ?! “ Tammy gli si parò davanti, sospettosa, facendolo avvampare. Alice scosse la testa Eccola … è entrata in fase CSI … mi dispiace molto per lui …
Il ragazzo,ancora rosso, si portò una mano dietro la nuca “ L-la cosa mi ha insospettito, così l’ho richiamato un’altra volta … stavolta però sembrava lui … però”
“Però ?!”
“P-però sembrava più che recitasse … in modo meccanico, come se qualcuno gli dicesse cosa dire … poi è venuto a salutarmi ed era … ma scusate” il ragazzo prese sottobraccio Alice e sussurrò “ perché vi interessa…e mi spieghi perché questa c’è l’ha con me ?”
“Ecco” Alice pensò: doveva almeno trovare una buona scusa da digli. “Avevo bisogno di parlargli per conto di mio padre: voleva ancora fargli qualche controllo medico. Però non siamo riuscite a trovarlo, mi chiedevo se potevi aiutarci. E non ti preoccupare per Tammy: lei fa sempre così all'inizio, abbaia sempre ma poi non morde mai.”
“Io vi aiuterei volentieri, ma oggi ho un compito e poi devo andare in officina da mio padre … Ed è un vero peccato, è così carina !”
“E lo dici me ? Comunque, grazie”
“Bene” Tammy si avvicinò, con passò di marcia “ora te ne puoi andare, no ?”
“Scherzi ?!” Raph prese sottobraccio anche lei e sorrise “che uomo sarei se non accompagnassi due giovani e belle donzelle a scuola ?”
Alice sorrise, allegra. Tammy lo fissò con odio Io questo un giorno lo uccido.
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Raphael le aveva lasciate davanti alla sua classe, al primo piano.
“ Ma dove l’hai pescato quel pennellone nero ?!” Tammy sbottò, mentre salivano le scale. Da quando Alice faceva amicizia con i pazzi ?
“All’ospedale, quando sono andata a trovare Mark. Ti avevo chiesto di accompagnarmi ma ,testuali parole: ‘Piuttosto che accompagnarti da quel finocchietto e rinunciare a One Piece, mi butto giù nuda da un aereo in fiamme ’! E poi è molto simpatico !”
È amico di quel finocchietto schifoso, è già tanto se non è fidanzato anche lui con un’oca”
Le due passarono davanti alla classe di Mark e Tammy sentì del vociare. Non era ancora suonata la campanella, quindi sbirciò. E quello che vide la fece sbiancare.
“Alice … vieni a vedere…”
Alice si sporse anche lei e guardò dentro: tutti i ragazzi erano attorno ad una figura, seduta in modo scomposto su una sedia. Aveva i capelli marroni tagliati alla moicana, vestito con una giacca di pelle e una maglia rossa. Aveva cinture e bracciali borchiati, tre piercing sopra ogni sopracciglio e due sotto il labbro inferiore. Ogni orecchio aveva due o tre orecchini , gli occhi verdi scintillavano e la bocca rideva allegra, mostrando il canino destro un po’ più appuntito dell’altro. Non c’era dubbio: sotto quello strato di pelle e metallo, c’era Mark. E per poco svenne.
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-Incredibile…ancora non mi spiego perché quegli umani fossero tanto entusiasti ! Dopotutto mi sono solo scopato una… che c’è… perché non mi parli più ?-
- E me lo chiedi, stronzo ?! TI SEI SCOPATO LA MIA RAGAZZA !!!-
Samael si portò una mano alla testa, lasciando sfuggire un gemito di dolore.
Era vero, il demone non aveva resistito. Si era diretto a casa di quella ragazza e avevano fatto sesso. E allora ? Non c’era da arrabbiarsi così tanto, eppure era da tutta la mattina che gli gridava in testa.
- Dai vedila da un altro lato: c’eri anche tu, quindi ce la siamo scopata in due!-
-MI STAI PRENDENDO PER IL CULO, PEZZO DI MERDA ?!?!?! Oddio, appena possibile mi butto sotto ad un treno ...-
- Stai veramente esagerando ora, datti una calmata o giuro che ti cancello !-
All'improvviso, davanti a lui si scontrò una ragazzina.”M-mi scusi”
 La squadrò: capelli rossi, lentiggini, due occhi di colori diversi… aveva un volto con dei bei lineamenti, non male, un sette e mezzo.
“Guarda dove cammini ” La scansò e continuò a camminare.
“Mi dispiace….si fermi un secondo”
Quella gli prese il braccio in una stretta di ferro. “Voglio scusarmi con lei”
-Samael, FUGGI ! Questa è…-
Prima che potesse, allontanarla, lei gli storse il braccio e lo tirò a sé. Si avvicinò e gli sussurrò ad un orecchio “Ci permetti di farti qualche domanda, finto Mark ?”
“Come cavolo fai a sapere…?”
“Fidati, non sei bravo a travestirti. Ti sei fatto beccare subito”
Samael si guardò attorno: non c’era nessuno, dopotutto era ora di pranzo.
“Pensavo che, come mio primo travestimento, non fosse così male…”
“Il tuo primo…quindi sei un…novellino ?” Sentì la presa della ragazza allentarsi un poco.
“La verità ? … Si …”
“Oddio” la rossa l’allentò del tutto e si tenne la pancia dalle risate “Pensavo che fossi un pezzo grosso invece …”
Lui, con una rapidità incredibile, le tirò un calcio per colpirla in faccia. La ragazza lo scansò, ma Samael alzando la gamba la buttò a terra, mettendole solo un piede sul suo petto, con la punta sul suo morbido collo. Tammy afferrò con decisione la caviglia del ragazzo e cercò di spingerlo via: sentiva che gli avrebbe perforato il petto, se non l’avesse fermato in qualche modo. Samael la guardò, sprezzante “Non osare mai più mettermi le mani addosso, lurida puttana, o giuro che ti faccio a pezzi”
“SMETTILA ! LASCIALA STARE !”
Una sensazione strana colpì Samael. Era calda, rilassante, come una ninna nanna, che cercava di cullarlo e tranquillizzarlo. Una sensazione sgradevole, per un demone come lui. La stessa che aveva provato quel giorno , quando erano entrate quelle ragazze in casa sua. Si girò: un ragazzina dai lunghi capelli neri e dai grandi occhiali lo fissava, i suoi occhi azzurri terrorizzati ,mentre fissava l'amica.
- Ecco chi è entrato a casa tua…-
- Alice e Tamara ? Stai scherzando…cosa…cosa c’entrano loro ?! –
- Chi lo sa, tutto è possibile!-
“Sei tu quella che riesce a vedermi, vero ?”
Alice cominciò a tremare e deglutì. “S-si…”
“Interessante” Samael alzò lo scarpone e lasciò libera Tammy, che cominciò a tossire. Poi si avvicinò alla mora e le prese un polso “Tu sei Alice, vero ?”
Lei fece di sì con la testa, lui si leccò le labbra “Dimmi…preferisci che ti spezzi il collo o le gambe ?”
Alice sbiancò e sentì l'altra ragazza tossire e maledirlo.
-Non toccare Alice, BASTARDO !!-
Samael le lasciò il polso  si portò le mani alle tempie “Mamma mia, che seccatura…”
La ragazza rimase a fissarlo, stupita. Davanti a lei, gli occhi del giovane variavano dal verde al marrone.
“Mark…è ancora vivo ?”
Il giovane si bloccò e la fissò: sentì ancora quella sensazione di tranquillità e dolcezza, seguito dall'attenuarsi del dolore alla testa.
“…e se anche fosse ?”
“…Mi ci fai parlare ?”
Lui rimase in silenzio.
-Ehi…ci vuoi parlare ?-
-Certo che si … riesce a vederti … e poi forse … potrebbe aiutarci, no ? …-
-… va bene, ti lascio andare … ma sta attento: se sgarri, ti cancello !-
Mark sentì il rumore di qualcosa che si rompeva ed aprì gli occhi.
Davanti a lui c’era il volto di Alice, sorridente, e sorrise anche lui. Poi, gli arrivò un calcio dritto nel culo.
“TIENI STRONZO !” Tamara aveva il volto rosso per la rabbia.
“MA CHE CAZZ…IO SONO MARK !”
“ERA ANCHE PER TE, È DA UNA VITA CHE TE NE VOLEVO DARE UNO !!!”
Alice prese per le spalle l’amica e la bloccò “Tranquilla…”
“Tranquilla ?!?!? PER POCO NON MORIVO SCHIACCIATA DA UN CAZZO DI ANFIBIO !!”
“Dai…ora Mark ci spiega cosa sta succedendo” la mora alzò lo sguardo e gli sorrise “Vero ?”
Lui fece sì con la testa. Sarebbe stato un pomeriggio lungo.
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Superbia
Avarizia
Lussuria
Invidia
Gola
Ira
Accidia
Samael non rappresentava nessuno di quei sublimi peccati.
 Era, infatti, l’ottavo figlio di Baophet Il Macellaio Delle Anime Perdute, Re dei Demoni e fratello dei Sette Vizi. Il fatto di essere nato per ultimo, era stata una condanna bella e buona: secondo molti demoni, il numero otto era un numero di cattivo auspicio. Suo padre, ritenendo che fosse troppo pericoloso per il piccolo vivere con gli altri demoni, aveva deciso, allora, di rinchiuderlo nel suo castello, per proteggerlo dai suoi sudditi, che di sicuro gli avrebbero fatto la pelle se lo trovavano fuori dal castello.
Aveva quindi vissuto lì, tra quelle quattro mura, tutta la sua infanzia. Mentre i suoi fratelli e le sue sorelle potevano uscire liberamente ed andare in quella nuova dimensione appena scoperta, il mondo umano, piena di povere creature da tormentare, lui era rimasto lì, a vivere la sua infanzia nel castello, passando il tempo tormentando le Tentatrici dall’harem di famiglia, cenando alla Stanza dei Banchetti Infiniti o leggendo i libri Biblioteca degli Eroi, in un tran tran monotono e noisoso. Oppure, se non stava dormendo, poteva sempre trascorrere del tempo con Pocha. Pocha era la sorella più piccola, nata prima di lui e  rispecchiava l’Accidia: stava ore e ore a dormire o a guardare il soffitto, nella sua stanza piena di cuscini . Era anche l’unica che usciva poco e che non lo picchiava. Molto probabilmente perché gli faceva fatica. Però non si annoiava a spiegargli come possedere gli umani, come comportarsi, i loro sentimenti e la loro vita

“Pocha… ma te come trovi gli umani ?”
“…Non so… non sono… così…divertenti…”
“Sicura ? Vorrei anch'io andare lì e tormentarli ! Tutti i demoni ci vanno, io sono l’unico qui che non c’è mai stato nemmeno una volta !”
“…tranquillo…un giorno…anche tu….verrai apprezzato…”
“Ma se nostro padre sta sempre chiuso nella sua stanza e non ci considera ?! Gli altri fratelli e i demoni in generale, se mi vedono, mi picchiano e  mi umiliano !”
“Sono…solo…superstiziosi…scusami...ma ora è il momento del mio pisolino..."
“Si va bene…’Notte Pocha”
Gli altri fratelli li vedeva poco, e meno li vedeva meglio era. Sembrava proprio che avrebbe vissuto e sarebbe morto in quel castello.
Poi, arrivò quel giorno.

Suo padre, ormai giunto l'anno di dichiarare il nuovo successore, ordinò ai figli di ritrovarsi nella Sala dei Banchetti, per rivelare chi sarebbe stato il nuovo re o regina del suo regno: era arrivato il momento di lasciare il trono e dirigersi verso Il Baratro Celeste, una specie di cimitero degli elefanti.
Tutti avevano aspettato con trepidazione quel momento e i figli di Baophet si diressero tutti nella sala dei banchetti.
Erano ormai passati anni e Samael non era  più bambino, era abbastanza cresciuto e forzuto per aiutare Pocha ad uscire dalla sua stanza. Lei, quel giorno, aveva gli occhi che brillavano, il volto rilassato ed illuminato da un bel sorriso. Era la prima volta che la vedeva così raggiante, così ... entusiasta per qualcosa.
“Sammy…questo… è il tuo … giorno”
“Ma che stai dicendo …  Hai dormito male ? Ti è arrivato il sangue al cervello per colpa di quei cuscini del cazzo ?”
“…Non..prendermi in giro…fidati…della tua … sorellona”
L’aveva aiutata a sedersi a tavola, poi si era messo anche lui al suo posto.
Lui e i suoi fratelli sul lato destro del tavolo, le sue sorelle sul sinistro e suo padre Baophet a capotavola. Poi, Il Macellaio si era alzato, aveva cominciato un lungo discorso, su quanto tempo aveva impiegato a scegliere, perché si trovava davanti ottimi figli e futuri re e regine, ma alla fine ne aveva scelto uno. 
Si era messo a camminare.
Poi si era fermato.
Proprio dietro alla  sedia di Samael.
E aveva posto la sua mano sulla sua testa. E lo aveva accarezzato.
“Ho scelto, sarà lui il successore: Samael il Nulla”
Silenzio. Aveva letto i sentimenti trasparire dai volti dei suoi fratelli: stupore, rabbia, invidia, odio.
Solo un volto sembrava felice della notizia: Pocha sorrideva in modo annoiato, come se lo avesse saputo fin dall'inizio.
E da lì erano cominciati i guai.
Quattro giorni dopo la partenza di Baophet,  la notte del quinto, Samael venne svegliato nel cuore della notte da una anaconda gigantesca, con due ali da pipistrello e le squame lucenti. 
Era Pocha. E se sua sorella era nella sua Forma Originale, qualcosa non quadrava. 
Lei lo aveva circondato con le sue spire ed erano volati via, verso la Porta dei Viaggi,la porta che conduceva nel mondo degli umani. Solo quando furono arrivati, lei gli spiegò il perché di quella fuga: Valtiel, il quarto fratello, aveva deciso di ucciderlo e prendergli il trono, portandosi dalla sua parte gli altri fratelli. Quindi, Pocha aveva deciso di mandarlo nel mondo degli umani, dove di sicuro avrebbe potuto travestirsi e nascondersi. Dopotutto, gli aveva insegnato i segreti per possedere quelle semplici creature.

Lo aveva spinto oltre la porta, sorridendo “L’unico che….può….essere il re sei tu,…nessun’altro….può avere…quello… che hai…tu. Nostro…padre se…né accorto,…..fai in modo….di non deluderci”
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Più o meno la storia è questa…”  Mark aveva cercato di riassumere la storia meglio che poteva e ora osservava le due ragazze: Alice aveva uno sguardo pensieroso, Tamara lo fissava, incazzata nera.
“Mi chiedo…” Alice aveva alzato la testa, ancora con lo sguardo concentrato “…come possiamo aiutarlo ?”
Tammy strabuzzò gli occhi “AIUTARLO ?!! PER POCO NON M’HA UCCISO !!! IO DIREI DI RISPEDIRLO DALLA DIMENSIONE DA CUI PROVIENE E…”
“Lo ha chiamato DemonWorld…tanto per darmi un’idea…”
“NON ME NE FREGA NULLA, FINOCCHIETTO !!! ALICE TI PREGO, FAI QUALCOSA !!!”
Mark rimase in silenzio, poi si fermò e cominciò a muovere gli occhi come se stesse leggendo qualcosa.
“Samael ti sta dicendo qualcosa ?”
“Si…vuole fare un…patto…”
Tammy e Alice lo fissarono “Un patto ?”
“Si…dice…che se lo aiuterai” guarda Alice, pallido “ lui farà in modo di non far arrivare più nessun demone qui.”
Alice rimase sorpresa. Niente più vomito ? Niente più paura ?
“Cosa vuole in cambio ?” la rossa, invece, era ancora diffidente.
“Vuole che lo aiutiate a trovare un modo per tornare a casa sua.”
Alice ci pensò, ma Tammy si parò davanti al ragazzo con una faccia incazzata. Molto incazzata.
“E se rifiuta ? Se non lo vuole aiutare ?”
Mark ricominciò a muovere gli occhi e sbiancò.
“D-Dice che… se non l’aiutate… primo,  mi ucciderà in modo doloroso e farà cadere la colpa su di voi…e secondo… se non ritorna nel suo mondo, suo fratello verrà qui.”
“Qual è il problema ? Della tua morte non ce ne frega un cazzo e, se il suo fratello invidioso del cazzo viene qui, se la prenderà solo con te, no ?”
Mark scosse la testa “Suo fratello Valtiel è l’Invidia: prima prosciugherà il DemonWorld, poi verrà qui per eliminare Samael…e prosciugare il nostro mondo…e prosciugare nel senso di rendere la Terra come una prugna secca.”
Alice continuava a rimanere silenziosa, così Tammy sbottò “ UN PATTO DEL CAZZO, ECCO COS’È ! L’UNICO CHE CI GUADAGNA È LUI, NOI OTTENIAMO POCO !! NON CEDEREMO AD UN PATTO DEL GENERE !! VERO, ALI ?”
Alice alzò lo sguardo e si girò verso Mark “Se l’aiuto… te sarai libero…e io non vedrò più i mostri, giusto ?”
Lui si portò la mano dietro al collo, pensieroso “Direi di si”
Alice guardò Tammy, poi lui e poi posò il suo sguardo in basso.
“Va bene…accetto.”
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“Hai deciso di aiutare Samael L’Ottavo Demone…TI SEI BEVUTA IL CERVELLO ?”
Alice rigirò la tazza del caffè tra le mani, imbarazzata “Che problema c’è,ti stai comportando come Tammy: vi incazzate per nulla…”
Per Alice, parlare con sua madre Beth Law era un’impresa. Era una donna sulla trentina, bella, con dei bellissimi ricci neri che gli ricadevano mollemente sulle spalle. Gli occhi azzurri-violetti ,che gli aveva donato, erano fissi su di lei, le labbra rosa stringevano una sigaretta con rabbia e le sue mani giocherellavano nervose con l’orlo della gonna. Era un’ottima maestra d’asilo. Un ottima madre. Ed era  un demone.
Alice sapeva che era un demone e Beth sapeva che sua figlia poteva vedere i demoni, come lo sapeva suo marito, ma pensava fosse una cosa passeggera, per questo non dava tanto peso alle decisioni di sua figlia al riguardo.
Ma ora basta: scoprire che la sua bambina  stringeva un patto con uno dei figli di Baophet, Il Macellaio Delle Anime Perdute, era troppo per il suo povero cuore.
“E adesso” Beth spense la sigaretta nel portacenere davanti a lei “lui dov’è ? E che sta facendo ?”
“Non lo so… Mark è tornato a casa sua…o forse è andato da Sabrina, che ne so io mamma ?!”
“Non deve essere lasciato solo quello: è un novellino, potrebbe combinare casini e farsi beccare !”
Le due rimasero ancora sedute davanti al tavolo della cucina per un po’, in silenzio, quando sentirono suonare il campanello della porta. Beth si alzò, stanca “Ne parliamo dopo con tuo padre. È ancora infuriato per il fatto che sia scappato dall'ospedale, vedrai quando saprà che hai un fatto un patto con lui ! Ci sarà da ridere.”
Alice si portò le mani alle tempie. Quella sarebbe stata una gran gatta da pelare.
Si alzò anche lei per andare in camera sua, quando vide chi c’era alla porta.
Samael. Era davanti a Beth,con due valige in mano e un volto estasiato, come un bambino davanti al suo supereroe preferito.
“Lei…lei è il grande Bethor ! Bethor L’Apocalisse !” i suoi occhi verdi si illuminarono “Ho letto delle sue imprese, di come affogava i marinai e i pirati imprudenti, di come ha inondato isole e città, di quando ha deciso di mollare tutto per sposarsi con un umano ! E chi si aspettava che quella pulce fosse figlia di uno dei più grandi demoni dei periodi antichi !!”
La donna arrossì e si voltò “Che ci fai qui ?”
“Ecco” lui sorrise, sornione “Mi chiedevo…se potevo venire a vivere qui ! Sa, la madre di Mark non c’è, è partita con il suo ragazzo, la governante è in vacanza e avevamo bisogno di un posto dove stare: sa, la casa di questo ragazzo è incredibilmente facile da rintracciare ed è molto lontana da quella di Alice, quindi, sarà difficile per me comunicare e progettare un piano con lei ! E ora che so chi è sua madre, mi farebbe così tanto piacere vivere sotto lo stesso tetto di una leggenda del genere: potrebbe insegnarmi tante cose e sarebbe un onore per me essere suo allievo!”
Alice fece segno di no con la testa alla madre. Lei la guardò e poi fece una faccia seria.
“…Perché no ? Puoi prendere la stanza degli ospiti. La seconda porta a sinistra, dopo aver salito le scale ”
Ad Alice cadde la mascella “Ma mamma !!!”
Samael prese le valige e salì le scale, entusiasta “Lei è molto gentile ! Sarà un onore per me vivere qui !”
Le due rimasero in silenzio. Ed Alice la fissò, arrabbiata.
“Ma come hai potuto cedere in quel modo ?!”
“Che ti posso dire….ha toccato il mio unico punto debole…”
“E quale sarebbe !?”
“Mi ha fatto dei bei complimenti per i miei momenti di gloria…che c’è, amo essere elogiata ! Almeno possiamo tenerlo d’occhio, no ?”
Alice alzò le spalle “Almeno…ora siamo in due a dover spiegare le cose a papà”
Beth deglutì “Eh già…Speriamo che almeno non succeda nulla di brutto !”
Quanto si sbagliava.

evviva ho scritto xD
devo ringraziare le mie amiche che mi hanno spronato a lavorare, anche se non in modo molto gentile... e grazie alla franci che mi corregge sempre :3 ! Ah, una cosa: se siete arrivati alla fine del capitolo (ma chi arriverà alla fine del capitolo...mi leggono in cinque minimo xD) e vi chiedete perchè Tammy ha chiamato Tartaruga Ninja Raphael, è perchè Rapahel è il nome inglese sia di Raffaele che di Raffaello...e sì...spero che qualcuno l'abbia capito...e se vi siete offesi perchè lo spiegato...MI DISPIACE TT^TT !!!

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Capitolo 4
*** 4. Una banshee al giorno toglie il medico di torno ***


Quarto capitolo, yeeeeeeeeeeeah B)

Alice aveva un oppressione allo stomaco. Un peso che non la faceva dormire e nemmeno girare. Dai per favore … è domenica, lasciatemi dormire.
Aprì gli occhi e arrossì, di fronte allo spettacolo mattutino che aveva davanti: l’oppressione era Mark Green, seduto sulla sua pancia, con i capelli bruni spettinati e vestito solo con un paio di boxer blu scuro. Aveva una faccia sofferente e la guardava con gli occhi lucidi. Oddio oddio oddio è così carino … se è un sogno, non svegliatemi, lasciatemi qui con lui e con i suoi occhi verdi, così luminosi …
Occhi verdi.
Occhi. Verdi.
Alice chiuse gli occhi e trattenne un grido di rabbia che avrebbe fatto impallidire persino il grande Hulk. Col cazzo che era un sogno, era un incubo. Un cazzo di incubo.
“Pulce, sei sveglia ?”
Lei afferró gli occhiali e se li mise, cercando di mascherare il rossore “Si … cosa c’è ? T-Ti senti male ?”
A risponderle ci pensò un ruggito che la fece sobbalzare. “Ma che diav …?!?”
“Il mio stomaco” il giovane si tenne la pancia in modo melodrammatico, con l’occhio umido da cucciolo “È dalle tre di stamattina che fa così, non ce la faccio più !”
“S-Samael … si c-chiama fame ! Non p-partorirai il f-figlio di Alien …”
“Il figlio di chi ?!?!”
“Niente … non potevi chiedere a Beth di farti cucinare qualcosa ?”
“Chiedere all’Apocalisse di cucinare per me ?! Tu sei fuori come un balcone ! E poi è uscita: diceva che aveva delle urgenti spese da fare e un certo ‘sconti da non perdere’…”
“Ti pareva: c’è il mercato oggi…”
“E poi ho pure provato a cucinare, utilizzando i ricordi di quella fava di Mark …”
“E il risultato ?”
-------
Il risultato fu che Alice per poco non si spezzò la schiena, cercando di raccattare da terra gusci d’uovo bruciacchiati e i cereali sbriciolati. L’odore in cucina era ripugnante: aveva pure fritto la maionese. E, mentre lei puliva il suo disastro, il maledetto stava trangugiando tutto quello che aveva cucinato la ragazza: uova all’occhio di bue, salsicce, bacon, pancake, cereali, tre dozzine di dolcetti e biscotti e due litri di succo d’arancia. Aveva utilizzato tutte le sue doti culinarie per sfamare Mark. Mica per quel diavolo.
“Non sei un gran cuoco, eh ?” Buttò i tuorli nel cestino.
“Nemmeno tu: ho assaggiato roba migliore di questa !” E giù, altre tre paste ingoiate in un colpo solo. Alice aveva paura che si strangolasse.
“E allora perché stai divorando con così tanta foga ?”
“Perché non mangio da tre giorni … e questi pancake” il ragazzo li sventolò con la forchetta, in modo da intenditore “Li hai un po’ bruciacchiati !!”
La ragazza alzò un sopracciglio “Oh davvero ?”
“Io li cucino meglio”
“Ah si ? E dove sono i tuoi fantomatici pancake ?” La risposta scese giù dal soffitto, sotto forma di una gigantesca e corposa goccia di miele, che le cadde sopra la testa. Lei alzò lo sguardo e scosse la testa, incredula: c’erano ben sei, proprio SEI  pancake attaccati al soffitto, che la guardavano beffardi. Alice si arrese, avrebbe pulito con l’aiuto di Beth, sennò non ne sarebbe mai uscita.
Prese una ciotola di latte e cereali e si mise a sedere di fronte a Samael. Però si bloccò.
“Che c’è ?” chiese Samael, con le guance piene.
“C’è qualcosa che non va … c’è troppo silenzio …”
Si alzò e aprì la finestra. La famiglia Wright viveva in una casa bianca, lontana dalla città e i suoi rumori, vicina ad un bosco. E, invece delle macchine e del traffico, ogni mattina si poteva udire un gran numero di uccelli diversi cantare.
Ma non quella mattina.
Non si sentiva volare neppure una mosca.
Il silenzio venne rotto dal rumore del campanello. Samael la fissò e, con una fetta biscottata in bocca, batté le mani e indicò la porta. Ma guarda questo … crede di  essere il mio padrone ? Se ci fosse Tammy, lei lo avrebbe già rimesso al suo posto !
“Io mica posso andare ad aprire” rispose Mark, sorridendo “Sono in mutande, mia cara, non posso mica aprire la porta così ! E Tammy qui non c’è. Ti si legge in faccia quello che pensi, pulce”
Lei sbatté la porta della cucina e andò verso il portone. Appena prese in mano la maniglia, dei brividi la colpirono.
Deglutì. Ed aprì la porta. Tre ragazze dai capelli neri, alte, snelle, con occhi neri, vestite di verde e ognuna di loro aveva un collare nero borchiato che copriva tutto il collo.  Erano davanti alla porta, sfoggiando un sorriso freddo. Bellissime. E inquietanti.
“Lei è la signorina Wright ?” una delle tre, quella con una treccia lunga e un vestitino semplice, sorrise e porse una mano “Siamo delle amiche della signora Law, è in casa ?”
Alice guardò la mano della ragazza, poi riposò lo sguardo su di lei. Le tremavano le gambe, eppure non percepiva l’aura nera. E per questo facevano ancora più paura.
“Non c’è … m-mi dispiace, non ci sono i miei casa …” E fece per chiudere la porta.
“Oooh ma aspetta !” Un’altra, con i capelli neri corti, bloccò la porta con una mano “Noi dobbiamo vederla ! Possiamo aspettarla insieme …”
“Mi d-dispiace, i-io…”
“Dai non hai cinque anni” la terza, vestita con una gonna corta, la guardò male e Alice rabbrividì: aveva gli occhi rossastri “Facci entrare senza tante storie”.
Ora, anche le altre due avevano gli occhi rossi.
“S-Smettetela … o c-chiamo m-mio f-fratello …”
La donna con la gonna corta sorrise, mostrando una fila di denti aguzzi “ Chi Samael ? Chiamalo, chiamalo, così prendiamo due piccioni con una fava”
Alice, mettendo in gioco tutte le sue forze, sbatté la porta e corse in cucina. Samael era ancora a mangiare “Che c’è ?! Venditori ambulanti ?”
Lei lo afferrò per un braccio e lo tirò via dal tavolo, portandolo fuori dalla cucina, non ascoltando le imprecazioni del demone. Tremava tutta.
Dio ti prego, proteggi Mark.
Lo spinse verso le scale. “Ehi, ma si puó sapere che hai ?!”
“Ascolta” piagnucolò lei, indicando l'ingresso: le tre creature stavano cercando di sfondare il portone.
Samael la guardò male “Hai per caso paura di un paio di venditori ambulanti che non capiscono un no ?”
“NON HAI CAPITO NULLA!!!” Alice cominciò a piangere “CI SONO TRE D-DEMONI CHE VOGLIONO FARTI LA P-PELLE !! N-NON V-VOGLIO C-CHE M-MARK SI FACCIA MALE !!”
“Ah sìììì ?!” al giovane brillavano gli occhi. Si stiracchiò “Interessante !! Finalmente un po’ d’azione. Sai, è da un po’ che non faccio una rissa come si deve ! Vai a nasconderti, pulce, che qui presto ci saranno un paio di ossa rotte !”
“M-M ... MA S-SEI … I-IN M-MUTANDE !”
“Meglio, i vestiti mi sarebbero d’intralcio ! Sarà un ottimo allenam…EHI CHE STAI FACENDO !?!?!”
Alice si era aggrappata, con un certo imbarazzo come un koala alla schiena nuda del giovane. Circondó con le braccia il suo collo e strinse i denti “I-Io Non ti p-permetterò c-che Mark si f-faccia male !”
Samael scosse la testa, staccò la giovane dalla schiena con una sola mano e la lanciò dentro la prima stanza aperta. E la chiuse a chiave.
“EHI, FAMMI USCIRE !!”
“Solo quando avrò distrutto quei tre pesci piccoli !! Te stai lì” scese le scale, con il sangue che gli ribolliva nelle vene “e dopo mi cucinerai delle salsicce come premio, pulce !”
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Samael l’aveva rinchiusa nello studio di suo padre. Da piccola ci passava molto tempo, cercando di capire i suoi libri di medicina e di chirurgia. Ed ora, era nascosta dietro la scrivania, con la tremarella.
Non era riuscita a proteggere Mark da quelle tre. Ma, dopotutto, era sempre così: quando Tammy era nei guai, lei non poteva fare nulla, solo nascondersi.
Non sono riuscita nemmeno a fermare quello stupido !! Ti prego Dio, fai che quelle tre non lo facciano a pezzi !
All’improvviso, sentì dei tonfi che colpivano la porta.
“Signorina Wriiiiiiiight ? Mi faaaaaaaaccia entraaaaaaaaaaaare !! Voglio fare colazione con leeeeeeei”
Era la voce della ragazza con i capelli corti, ma era distorta e metallica. Stava cercando di sfondare la porta.
No no no no è un incubo … cazzo se è un incubo !!
Notò una delle quattro librerie nella stanza, quella a destra della porta. La spinse, per creare una barricata, facendola cadere con un tonfo. I libri si sparpagliarono per il pavimento.
Ma la creatura non mollava, anzi, i colpi aumentarono.
MERDAAAA !! Lasciami stare ! Lasciami stare !!
All’improvviso, gli venne un’idea
Alice si ricordò che Beth gli aveva detto una volta, quando aveva sette anni “Tu possiedi quella che noi chiamiamo La Vibrazione del Domatore !  È un potere molto raro, che riesce a calmare qualsiasi demone. Anche se molti di questi la trovano disgustosa …”
A pensarci, pure Samael aveva percepito quella cosa.
Per riuscirci, però, dovrei arrabbiarmi…e adesso ho solo paura…merda Alice, pensa a qualcosa che ti fa arrabbiare !
Si concentrò, cercando di non far caso alla porta che stava cedendo, di pensare a qualcosa che la facesse arrabbiare. Notò che ce ne erano di cose: Tammy che si cacciava nei guai, Samael che la trattava male e Sabrina. Soprattutto Sabrina.
I tonfi cominciarono a diminuire. “ Ma cheee cavolo signorinaaaa, la smettaaaa di resistereeee”
Perfetto !! Almeno aveva trovato un modo per tenerla tranquilla ! Ma questo voleva dire che le altre due erano con Samael.
Devo trovare un modo per eliminarle !! Non farò di nuovo la figura dell’inutile !!
Il suo sguardo si posò sui libri riversi per terra. E lì lo vide.
Un grande libro con la copertina rossa in pelle, grande e pieno di sottili disegni dorati sopra.
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“Papo, cos’è questo libro ?”
“Mmmh ?! Dove l’hai preso ?”
“Dalla tua libreria ! E pieno di disegni così buffi e colorati, sono bellissimi !”
“Alice …”
“E che nomi strani !! Papo, me lo leggi, non riesco ancora a legg…”
“ALICE !! QUESTO LIBRO È UN LIBRO PERICOLOSO ! Non devi mai più prenderlo dalla mia libreria, è chiaro ?”

“S-Scusaaaa…”
“Dai non piangere … potrai leggerlo quando sarai grande”
----
Ecco papà, ora è il momento di leggerlo.
Prese il libro e lo aprì. I disegni buffi ora le apparivano spaventosi e le scritte ora erano leggibili. Ma mentre cominciava a leggere, la creatura ricominciava a sfondare la porta. Leggere e lasciare che la donna entrasse, o continuare ad arrabbiarsi per tenerla a bada e lasciare morire Mark e quello stupido con la cresta ?
Scelse la prima. Non avrebbe lasciato Mark in quella situazione.
Continuò a scorrere le pagine, finche non le trovò.
Il nome di quelle creature era banshee.
Il disegno le rappresentava perfettamente: una donna bellissima, con una lunga tunica verde, occhi rossi e gonfi e dei veli che le coprivano il collo. Le scritte originali erano quasi illeggibili, ma riusciva a leggere gli appunti scritti dal padre.
Tre…
… modi efficienti …
 … colpirle alla …
testa, spezzargli il collo…
….dargli fuoco…

…dargli fuoco ?! Papà, secondo te come faccio a dargli fuoco ?!?!”
All’improvviso, la porta si spezzò in due e la banshee riuscì ad entrare.
Della bellezza di prima erano rimasti solo i setosi capelli neri. Per il resto, il volto era gonfio, gli occhi rossi e mostrava fiera una bocca piena di denti che avrebbero fatto invidia ad uno squalo. Sia le mani che i piedi possedevano unghie lunghe ed affilate.
“Signorina Wright, non vuooole far colaaazione con meeee ?”
Ad Alice tremavano le gambe. Tammy, a quel punto, avrebbe già preso a calci quella cosa. E lei ? Lei tremava come una foglia.
Mentre la banshee si avvicinava,sbavante, lei, stringendo ancora il libro tra le mani, prese tutto il coraggio che aveva e corse verso la creatura. Prese bene la mira. E la colpì con il tomo alla testa.
La banshee barcollò “C-Cosa diav…?”.
Alice prese fiato e gli tirò un altro colpo.
E un altro, e un altro, e un altro, e un altro, e un altro.
“Signorinaaaa Wright, non oserà …” Le lacrime sgorgavano da quel volto gonfio.
E un altro, e un altro, e un altro.
Alla fine, la banshee era a terra, tramortita. Aveva il volto pieno di ferite sanguinanti.
Alice la guardava, tremante. Aveva mal di testa e la nausea.
Si avvicinò alla creatura e gli strappó il collare. Si sorprese nel vedere il collo della creatura: era raggrinzito e secco, come un ramoscello di un albero centenario.
Alzò il piede, tremante.
“Non oserà, vero..?!?! Non osi, non osi !!” La bashee aprì di scattò gli occhi e la ragazza stillò, pestandole il collo.
Quello si spezzò in due, proprio come un ramoscello sottile e debole.
La banshee spalancò gli occhi e la bocca, come se volesse urlare, ma non uscì nessun suono.
Sulla sua pelle si crearono delle crepe e divenne cenere, partendo dal volto fino ai piedi.
Alice rimase immobile per un paio di secondi, poi si accasciò al suolo e vomitò.
Ma stiamo scherzando ?! Io non posso uccidere ! Orribile, è orribile, perché è successo a me ?!
Si pulì la bocca con la manica del pigiama.
Uscì fuori dallo studio strisciando ed evitando le schegge di legno.
Si alzò e corse in bagno. Prese l’alcool dal ripiano sopra il lavandino e lo aprì. Corse poi in camera dei suoi e aprì il comodino di sua madre. Prese due palloncini che teneva per il suo compleanno e li riempì d’alcool. Fece il nodo e prese dei fiammiferi dal comodino del padre.
Speriamo che funzioni …
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-Sei nella merda, amico-
-Sai, Mark, lo vedo benissimo da solo !-
Samael era allo stremo. Non solo le aveva prese da due Segugi del cazzo, ma creare lo Spazio gli aveva rubato un sacco di energia: era un zona che poteva creare solo lui, dove era capace di teletrasportare persone e oggetti a suo piacimento, ma era molto faticoso crearlo. Ma aveva avuto abbastanza energia per uccidere una di loro, utilizzando come arma il tavolo della cucina, di cui erano rimasti solo degli inutili pezzi di legno. Già questa dimensione era un macello: deserto, rovine e pure un cielo rosso sangue.
Evidentemente, il cambiamento di zona e il caldo avevano sfiancato la banshee che era riuscito ad uccidere.
Ma l’ultima rimasta doveva essere il capo, dato che si muoveva più velocemente ed era molto più forte.
-Ma non erano tre ?! Non mi dirai che una di loro…-
-Cosa ? Stia facendo un bel pranzo con la pulce ? Probabile …-
-Non dirlo neanche per scherzo !-
“Aveva ragione la suprema Lobse, sei solo uno stupido bamboccio !” La banshee sghignazzava, tirandogli un’artigliata in faccia. Samael la scansò di un pelo e le prese il polso, ringhiando “Chi, quella tardona ? Ma se è troppo presa a darla via !”
Cercò di rigirargli il braccio e farle uscire la spalla, ma la donna sorrise e lo tirò a sé. Le unghie dell’altra mano si affondarono nella pelle del giovane.
Samael la spinse via, tenendosi la ferita con una mano.
-Merda…-
-Dobbiamo morire così ? Ed Alice ? Per colpa nostra…-
Sentì qualcosa colpirlo alla schiena.
-Ecco, le sua compagna deve aver smesso di divorare la pulce … bhè, addio nullità !-
… Era ancora … vivo ?
Si tocco la schiena e sentì qualcosa di liquido. Si portò le dita al naso ed un odore pungente lo colpì al naso.
-Alcool ?-
“Scusa !”
Un palloncino azzurro colpì in faccia la banshee. Il suo viso si gonfiò ancora di più “MA CHE CAZZO È ?!”
Samael si girò e vide un Alice tremante con in mano una scatolina nera.
La ragazza gli lanciò la scatolina e lui la prese al volo. “… Fiammiferi ?!”
Ne prese uno velocemente e lo accese. Si buttò di lato.
Fece volare il fiammifero verso la banshee. Quella era troppo presa a cercare di asciugarsi gli occhi.
Al solo contatto con l’alcool la piccola fiammella divampò.
Era un fuoco bluastro, innaturale, e abbrustolì completamente la donna, trasformandola in cenere.
“Merda… per fortuna che ci sei te, eh, schiavetta ?!” Il giovane spense lo Spazio, facendoli tornare in soggiorno.
Samael si alzò e si girò verso Alice. Si era raggomitolata per terra e vomitava, come una bambina.
“Devo presumere che quell’altra ha fatto una brutta fine, eh ?”
“Zit…zitto !! Ho ucciso, capisci, ho ucciso ! È terribile, io…io…io…!”
È la legge della giungla, pulce, uccidere o essere uccisi” gli diede qualche colpetto alla spalla e lei alzò il volto, per poi sbiancare. Indicò il suo braccio destro “Che diav…”
Quando aveva ucciso la banshee con il tavolo, quello si era spezzato in più parti, e un pezzo di tavolo, precisamente una scheggia della gamba posteriore destra lunga quindici centimetri e larga tre, si era infilzata nel suo braccio destro.
“Aaah, questa ? Non ti preoccupare, è solo una piccola scheggia”
“Una piccola sch…” La ragazza diede di nuovo di stomaco.
Samael scosse la testa e la tirò per i capelli “Ma la smetti di vomitare ?!”
“CHE DIAVOLO STAI FACENDO A MIA FIGLIA !?”
Ben Wright era sulla porta, con gli occhi sbarrati puntati sul demone che teneva per i capelli la sua bambina, piegata per terra.
-È suo padre…adesso che gli diciamo !-
- Non ti preoccupare, cosa vuoi che ci faccia ?-
Samael si era aspettato che l’uomo gli andasse incontro, infuriato.
Non si era certo aspettato peró il pugno che lo colpì allo stomaco, mozzandogli il fiato.
Nemmeno della mano che lo teneva per i capelli e  il bisturi lucente che gli puntò al collo.
“E-Ehi a-aspetta…”
“Ti faccio vivere in casa mia, ti faccio mangiare il mio cibo, ed ora trovo il portone di casa mia a pezzi, te sporco di sangue e mia figlia che vomita. Questo” fece una piccola pressione con la punta dell'arma sul suo collo, con uno sguardo freddo negli occhi “mi da un ottimo motivo per ucciderti e dissezionarti, lo sai ?”
Samael deglutì. “S-Sta scherzando vero ?!”
“Papà…”
Il signor Wright lasciò la presa e si accoccolò vicino ad Alice, al solo sentire la sua voce “Tesoro, tutto bene ?!”
“S-Sì” la ragazza mise una mano sulla spalla del padre, che l’aiutò ad alzarsi “Papà, n-non fargli del male ! S-Siamo v-vivi, ti prego, curagli il braccio”
“Ma tesoro…”
“Papà ! Io vado a chiamare Beth … deve aiutarmi a ripulire … Te occupati di lui … e non m-minacciarlo p-più !” salì le scale, per andare a prendere il telefono.
Ben rimase zitto, poi si girò meccanicamente verso Samael e, con occhi di ghiaccio,  sibilò un “Sei fortunato che la mia bambina ti voglia vivo, stronzo ! E se risuccede un’altra volta una cosa del genere “ mimò con la mano il mozzargli la testa, facendo sudare freddo il ragazzo. Poi, salì le scale anche lui.
-Non c’è che dire, gli stai proprio simpatico, Samael-
- Zitto te … ma siamo sicuri che il grande Bethor abbia sposato un umano ?-
- Lo chiedi a me ? Forse, una vita passata circondato da mostri e demoni lo ha reso iperprotettivo !-
- Siete strani, voi esseri umani …-
- E te ne accorgi solo ora ?-


Saaaaaaaaaaaaaaaalve !! Ho scritto pure il quattro.... wow ! chi se lo aspettava ^^
Ringrazio tutti, i miei amici, la mia "prof" fra che mi spiega i miei errori (e trova strane somiglianze con personaggi anime vari XDDD) !!
Ringrazio anche quelli che leggono e non commentano, ma anche quelli che lasciano commenti costruttivi ^^
Ah, ecco un disegnino di Alice proprio fatto perchè non ho nada da far U__U (grazie Reno_Dede per avermi spiegato come si fa....credo di averlo fatto giusto miiiii xDD)


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che gran cazzatina xP ma devo dire che è carina... nella prossima Tammy xD

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Capitolo 5
*** 5. I dolori del giovane Samael ***


Eccoci al quinto.... lungo e con una scena rating rosso .... YEEEEEEEAH BD

Mezzanotte. Samael non dormiva. C’era qualcosa che lo tormentava, qualcosa che non gli tornava. Era questo quello che Pocha chiamava ‘rigirarsi nel letto’?
 Non poteva nemmeno chiedere aiuto a Mark, perché dormiva. E russava.
Era una strana sensazione, sentire uno che russava in testa. Come avere una motosega che ti taglia in due il cervello. Stressante.
Decise di tornare indietro a poche ore fa, per capire il perché di quel tormento…
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Non avevo mai visto nessuno studiare in quella maniera. Nemmeno Zama, la secchiona di famiglia, si era messa a sgobbare sui libri così tanto. Alice si era messa a leggere e studiare un tomo da quando era arrivata Bethor. Ed era ancora lì, quando gli portai la cena.
“Pulce, il rancio !”
Lei alzò lo sguardo e mi guardò il braccio destro. Suo padre aveva fatto un ottimo lavoro, mi aveva curato e fasciato. Per nascondere le bende avevo utilizzato il collare borchiato della banshee di Alice, che mi copriva metà avambraccio.
“Che gusto orrendo …”
“Devo pur nascondere queste ferite ai professori e ai miei compagni …cosa devo dire poi, se ci chiedono qualcosa ?”
“Che t-tua madre è molto amica della m-mia e ti ha lasciato da noi, mentre è in crociera … potresti l-lasciami il cibo ed andare, per favore ? Devo studiare …”

“E stai studiando perché … ?”
Alice prese il vassoio e continuò a leggere “Perché almeno così possiamo sapere come sconfiggerli … e non sto s-studiando, sto ripassando !”
L’avevo osservata mentre prendeva un assaggio di pasta “Ripassi ? Mi stai dicendo che… sai già il libro a memoria ?”
Lei prese un morso di pane e fece di sì con la testa. “I-Interrogami”
Alzai un sopracciglio e sogghignai. Era la prima volta che un umano mi sfidava, anche se per una stupida interrogazione.
“Va bene, pulce” le chiusi il libro e sogghignai “descrivimi…un Ninki Nanka !”
La faccia che fece la pulce era esilarante, con la sua fronte corrugata e le labbra arricciate.
“Allora…uuuh… demone africano, simile ad un drago, con squame nere e una testa grande e piena di aculei”
“Cos’è un Segugio ?”
"U-Una bestia che ha il lavoro di cercare ed eliminare fuggitivi, ma è molto inferiore ai Sicari e ai Cecchini, perché i primi sono molto più forti e costano di più, mentre i secondi fanno parte di un èlitescelta appositamente da voi principi demoni”
“Come sono divise le categorie dei demoni ?”
“Difficile…Superiori, Meschini, Adescatori, Astiosi, Ghiotti, A-Aggressori e  Ignavi !”
“Mmm, sorprendente … come uccide il Ceto ?”
“Facile: affonda le navi e divora i marinai, è un parente di Scilla dopotutto !”
Ero sorpreso: la pulce non era poi così inutile !
-Alice è sempre stata così intelligente…abbiamo avuto molta fortuna a trovarla-
-Suvvia Mark, è solo una stupida pulce … ha imparato solo un paio di cosette sulla mia specie, tutto qui-
Presi la pasta che aveva lasciato a metà e cominciai a mangiare.
La pulce era tornata a leggere il tomo, ma mi lanciava occhiate furtive.
Alla fine smise proprio di leggere  e si mise a fissarmi.
“Uuuh… ho del sugo in faccia ?”
Lei arrossì “No mi chiedevo… ma te e Mark… come fate ? Insomma … vivete tutte due nello stesso corpo, è strano !”
“Non tanto” appoggiai la scodella e mi sistemai sul letto “di solito quando possediamo persone ancora vive o con una volontà forte, il proprietario originale continua a vivere. Per questo di solito scegliamo i morti recenti: non c’è più nessuno che possa rivendicare il corpo e la mente come sua. Devo ammettere, però, che è divertente avere qualcuno che ti chiacchiera e ti russa in testa !”
-Io non russo !-
-Si invece, ho sentito orchi meno rumorosi !-
“Ah, capisco” si girò, poi arrossì di nuovo “Senti … un’altra domanda… cos’è la Forma Originale ?”
“Ah, è la forma con cui siamo nati, quella più potente, ma non la utilizziamo molto. Di solito utilizziamo una forma intermedia… ma che cazzo ti interessa ?”
“Ecco” lei prende il libro e continua a muovere le pagine del libro “ho trovato molti riferimenti ai tuoi fratelli, ma te non vieni mai citato ! E mi chiedevo come fossi…”
Alzai un sopracciglio “Sai che se mi trasformo, renderò il corpo di Mark un insieme di carne maciullata e sanguinolenta ?”
La pulce sbianca, abbassa la testa e mette su una faccia spaventata “Scusa …”
La fisso “… Ti incuriosisce il mio aspetto ? Muori proprio dalla voglia di vendermi ?”
Cercò di fare una faccia seria, mentre faceva sì con la testa, ma i suoi occhi brillano come un bambino davanti ad una caramella.
Sbuffai e chiusi gli occhi. Dovevo assolutamente concentrarmi.
- Senti, ma perché tutta ‘sta manfrina ?-
- Perché se non fermo la trasformazione in tempo, il tuo corpo non mi reggerà ed esploderai come un fuoco d’artificio ! Ora, chiudi il becco, o, se non ti faccio esplodere, il prossimo piercing lo metto sul …-
-OK, BOCCA CUCITA !-
Sento i denti allungarsi, è una sensazione strana, come un formicolio, uguale ha quella delle unghie, le orecchie che diventano a  punta, invece, erano un pochino più dolorose. Ma il peggio erano le squame: bruciavano come il fuoco a contatto con quella pelle poco resistente.
Fermarsi era difficile: sentire la mia vecchia forza che prendeva il sopravvento mi creava un senso di nostalgia, ma era meglio fermarsi, sennò addio corpo.
Aprì gli occhi e mi scappa da ridere, davanti al volto della pulce: è bianchissima, ha la bocca schiusa e gli occhi spalancati come quelli di un cerbiatto investito dalla luce di un tir. Sa di trovarsi davanti a qualcosa di spaventoso, ma non riesce proprio a distogliere lo sguardo e fuggire.
“Sei contenta ?” tiro fuori la lingua, diventata color pece, e mi lecco le labbra.
Sanno di sangue e sale.
Paradisiaco.
Lei deglutisce e afferra un foglio, e con una penna blu comincia a scrivere .
“Che stai facendo ?”
“Ti disegno” si rimette gli occhiali e sorride, ancora con la faccia bianca “e aggiungo una piccola descrizione”
Ghigno “Wow, mi cataloghi come un animale ?”
“Pelle squamosa … lingua nera e orecchie a punta … occhi color smeraldo …”
“Pulce, non stai descrivendo il tuo amico immaginario, ma il Supremo Ottavo Demone ! Non voglio una descrizione da bimbi di cinque anni !”
Lei alza un sopracciglio “… Grande testa di cazzo, narcisista e puzza di maionese fritta !”
Il cuscino che le lanciai in faccia le fece saltare via gli occhiali “Non prendermi per il culo, pulce”
Lei raccoglie il cuscino da terra e me lo tira in testa, schiacciandomi la pettinatura alla moicana.
Le fermo la mano con il cuscino e la fulmino.
“Hai osato toccarmi ? TI MERITI LA MORTE !” e le circondo un fianco con l’altro braccio, alzandola.
“C-Cosa v-vuoi f-fare ?!”
In risposta la butto sul letto, le rubo il cuscino e la colpisco più volte.
“HAI OSATO COLPIRMI !!” rido e continuo, ma lei non sorride più.
La sua faccia è diventata verde.
“Che c’è ? Ti faccio così schifo, ora che mi vedi bene ? Hai preso paura per una cuscinata ?” lancio via l’arma e rido.
“S-Stai … facendo come ho f-fatto io per ucc … ucc … ucc …”
Scuoto la testa. Le avevo ripetuto in quintale di volte che non importava se l’aveva uccisa, l’importante è che non fossimo morti.
-Non se lo toglie dalla testa …-
-Si vede che la pulce non è una brava massacratrice !-
-Ma è ovvio, ha un animo troppo dolce …-
Continua a stare distesa e le porgo una mano “Vuoi una mano?”
Lei l’afferra, ma si blocca. E comincia a ridere. Lascia la mia mano, si alza e  mi afferra le guance, continuando a ridere.
“Le tue squame fanno il solletico !! Sei carinissimo !!”
Rideva e rideva, come se fosse la cosa più buffa del mondo. Almeno, adesso sorrideva e non tremava, ma continuava ad avere un colorino verdastro. Rimango zitto qualche secondo “Senti … non ci devi più pensare, è vero, hai ucciso, ma se tu non l’avessi fatto, io e Mark saremmo morti in una maniera orrenda. Quindi …” tossisco e mi porto una mano alla testa, imbarazzato “… Grazie …”
Lei sorride e continua a toccarmi la faccia “N-Non solo hai delle s-squame che fanno il solletico, ma sai anche l-le buone maniere …”
Poi mi lascia la faccia e si porta una mano alla bocca.
“Allora è vero, faccio veramente vomitare !”
“S-Scusa …p-potresti ?...”
“Andare in cucina e chiedere a Bethor un tè ?” ritorno normale e mi stiracchio mentre vo verso alla porta “… Com’è che sei così gentile ?” Non solo vomita troppo, ma arrossisce troppo spesso.
Mi blocco sulla porta e scuoto la testa distrutto.
“Mica lo faccio per te, ma per la mia incolumità: se tuo padre scopre che ti ho presa a cuscinate e ti ho fatto venire la nausea, mi strappa tutti i piercing e li usa per creare un nuovo bisturi con cui dissezionarmi !”
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Quei due sembrano normali: Bethor lava i piatti, canticchiando e muovendo la testa a ritmo della musica che usciva da una radiolina, mentre Ben Wright legge il giornale, con una sigaretta in bocca ed un espressione corrucciata, aspettando il caffè. Peccato che la prima sia una leggenda nel mondo dei demoni e l’altro un medico che per poco non mi taglio in due come un pezzo di pane.
E non sono nemmeno io tanto normale: li osservo dallo stipite della porta, con la faccia nascosta dal felpone nero che il grande Bethor mi ha ceduto perché ‘era di mio marito, ma si è ristretto in lavatrice’.
-Sei un fifone !-
-ZITTO ! NON HO VOGLIA DI FARMI PICCHIARE DI NUOVO !-
-Dai, ora c’è Beth, no ? Ti proteggerà lei, credo …-
“Hai finito di fissarmi ?” Ben, con il camice addosso e un paio di pantaloni kaki, continuava a tenere lo sguardo fisso sul giornale “Mi disturba essere osservato, soprattutto se ad osservarmi è uno sgorbio dai capelli tagliati male !”
Non ho bisogno di un paracadute… Baby, se ho te* ! Dolcezza, smettila di trattarlo male …”
“Fammi indovinare, mia figlia ha vomitato ancora e ora sei qui per chiedere a mia moglie un tè ! Peccato che mia moglie non abbia ancora capito che l’unico modo è liberarsi della spazzatura, non di farle bere intrugli schifosi !” sbatté violentemente il giornale sul tavolo e si accese una seconda sigaretta perché la prima era caduta.

-Mi sa che non gli piacciamo …-
-MA DAVVERO ?! IO CREDEVO FOSSE FOLLEMENTE INNAMORATO DEL MIO BEL FACCINO !!!!-
“Tu mi prenderai se cadrò … Giù, giù, giù*! Tesoro ci ho messo un’ora a riparare il tavolo, vorrei con facessi movimenti bruschi ! Un tè alla menta e camomilla no ? Lo faccio subito…”
“Ecco, io…” comincio, ma lui mi fulmina e si alza.
“Faccio a meno del caffè Beth, vado al turno di notte. Non so perché, ma c’è qualcosa che mi fa venir voglia di immergermi nel lavoro !”
Da un bacio veloce a Beth ed esce dalla cucina, scansandomi.
“Uff, che tipo ! Ma è così adorabile che gli si permette tutto !” Beth ridacchia come una ragazzina e si mette a fare il tè per la pulce.
Mi siedo e mi porto una mano alla tempia “NON RIESCO A CAPIRE !”
“Perché Ali vomita ? Secondo me è lo stress, poi le banshee e tutta ‘sta situazione …”
“Non parlavo di quello !” mi massaggio le tempie “Non capisco perché voi, Bethor l’Apocalisse, abbiate deciso di lasciare il rango di Generale, per vivere una vita inutile e priva di senso !”
Lei si gira e mi sorride “Non ci vuole molto a capirlo …e smettila, comincia ad usare il tu, mi fai sentire vecchia !”
“Preferisco mantenere il voi, grazie … allora, ditemelo voi, perché io non ci arrivo !”

“Va bene” sorride e si accende una sigaretta “La vita del Generale non è male, è vero, vivi nell’agio, circondato dalle migliori concubine, hai l’ammirazione di tutti … peccato che io trovassi questa vita noiosa !Sono venuta qui, ho incontrato Ben, me ne sono innamorata e l’ho sposato”
“….E PERCHÈ?!”
“Non so …sarà stato il suo viso, il suo sorriso, il suo sarcasmo o i suoi occhi marroni, so solo che da lì non ho più smesso di pensare a lui. Non avevo mai provato nulla di così forte, ma dopotutto, credo sia normale: noi abbiamo rapporti solo per la riproduzione, conosciamo l’amore solo grazie ai libri.
Ma grazie a quello, ho scelto la mia vita: bambini che imparano i colori piuttosto che urla di dolore, il sorriso di mia figlia al posto degli sguardi di terrore, cenare e stare con la mia famiglia piuttosto che affondare le navi … Dalla faccia che fai credo che questa risposta non ti accontenti !”
Faccio sì con la testa “Mi lascia ancora più perplesso”

“Ti basta solo sapere che, per una volta, ho scelto di seguire il cuore, invece del mio istinto omicida !”
Lei si alza e prende il tè, lo versa in una tazza blu a righe e me la porge. Sorridendo.

“Fidati, un giorno lo capirai anche tu!”
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“Un giorno lo capirai … certo certo”
Continua a rigirarsi nel letto, con Mark che russa ancora più forte.
Poi la testa comincia a vibrare e Samael prende paura.
Mette una mano sotto il cuscino, ma è solo il cellulare che vibra.
-Un messaggino a mezzanotte ?-
Legge il mittente: Sabrina.
-Che cazzo vuole questa ?-
 
“Tesoro, non riesco a prendere sonno: i miei stanno dormendo, la finestra del balcone è aperta e c’è una scala vicino. E se un ladruncolo entrasse in casa mia e mi facesse del male ? Per il 'ladro', poi, c’è un bel bottino da rubare <3”
 
“Ma questa si droga … quale bottino e bottino !”
Un secondo messaggio. Stavolta è un MMS.
Lo apre e un paio di mutandine rosse e provocanti riempiono lo schermo del suo cellulare.
“ … Bah, tanto, non ho sonno, devo pur far qualcosa per tenermi occupato !”
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“Hai una cera orrenda, finocchietto !”
Un Samael pallido e con le occhiaie fulmina Tammy con lo sguardo, mentre si siede davanti a lui con un vassoio. Aveva accompagnato i due fino a Burger King dopo la scuola, per sapere per filo e per segno cosa fosse successo.
“Non sono riuscito a dormire”
“Piccino ! Hai provato a tirarti delle padellate in testa ?”
“No guarda, mi basta il padre della pulce, non cominciare a sfottermi anche tu”
La rossa mette i piedi sul tavolino e succhia rumorosamente dalla cannuccia.
“Si direbbe che c’è più gente che ti vuole far la pelle qui che a casa tua !”
“Così sembra” dice il bruno, mentre porta stancamente una patatina alla bocca “comunque, perché sei ancora qui ?! Non hai un altro posto dove andare ?”
“Sono qui solo per Alice … anzi no devo dirti due cose !”
Samael alza un sopracciglio e lei afferra il cheese burger.
“Spara”
“Uno, devi dire alla tartaruga ninja di smetterla di andare in giro a chiedere di me !”
“Chi, l’amico di Mark ? Come si chiama…Ravanello ? Rafano ?”
“Raphael, digli solo di smetterla !”
“Qualcosa da nascondere ?”
Lei sorrise e i  suoi occhi brillarono. Samael tremò: quella ragazza gli dava un senso di malessere.
“Diciamo che non mi piace chi ficca il naso nella mia privacy e quella delle persone a me care … a proposito di persone care, il secondo punto: se per caso ad Alice succede qualcosa o qualcuno gli torce un capello, io ti prendo per quella cresta e farò in modo di farti dormire, per sempre” disse con una voce amichevole, come se stessero chiacchierando di cinema o musica e, per enfatizzare meglio il concetto, gli puntò contro il cheeseburger e lo utilizzo come un coltello, fendendo l’aria.
“… Conti anche il suo continuo vomitare ?”
“No, quello succede spesso !”
“Oh, ok allora !”
Alice arrivò in quel momento e si sedette vicino a Tammy “Di che parlate ?”
“Del perché non siete riusciti a sentire che quelle tre erano mostri !” Tammy sghignazzò e diede un bel morso alla sua ‘arma’.
“Oooh, me l’ha spiegato Beth !” Alice gongola tutta contenta e prende la cola “le Adescatrici e gli Adescatori sono i più simili a noi, quindi gli basta, diciamo, modificarsi il look senza dover possedere qualcuno !”
Tammy diede un altro morso al panino “Un buon modo per risparmiare Posseduti !”
“Comunque, ora io e la pulce dobbiamo progettare un piano, quindi se non ti dispiace …”
“E perché ?”
“Perché tra noi due, te sei quella più facile da possedere: sei stronza, cattiva e irascibile ! Se qualche Sicario decide di usare te, il nostro piano verrà sputtanato ! Ora, vatt…
“Col cazzo, non è una buona scusa” gli occhi bicolori della rossa si posarono su Alice “vi posso essere utile lo stesso, no ?”
“Certo !” Alice sorride “A-Allora ? Il piano ?”
 “Allora” Samael, rassegnato, divorò le patatine e cominciò a giocherellare col ghiaccio della bevanda “Prima di tutto dobbiamo trovarci degli alleati !”
“Alleati ?”
“Si pulce, vuoi affrontare i miei fratelli da sola ? Abbiamo bisogno di creare un gruppo da combattimento !”
Tammy si mette le cuffie nelle orecchie “Ok, non sarà facile, ma possiamo provarci !”
“Secondo, dobbiamo trovare un modo per riuscire ad aprire la Porta dei Mondi: mentre noi possiamo utilizzarla quando vogliamo, voi non potete e dobbiamo trovare un modo per aprirla !”
“D-Difficile…”
“Terzo e ultimo, preparare una strategia per sconfiggere Valtiel !”
Le due ragazze si guardano “Solo tre punti ?”
La rossa ride.
“Allora non ci sono problemi, la squadra anti-demone da il via all’operazione ‘RISPEDIAMO L’OTTAVA NULLITA A DEMONWORLD’ !”
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“Mi sa che ho fatto una gran cazzata accettando quella mentecatta !”
“Non e-essere così cattivo” Alice gli cammina a fianco, titubante “ti vuole aiutare…”
“Vuole aiutare te !” Samael l’aggredisce e lei indietreggia “Io progetto piani e lei fa quel che cazzo gli pare ! E non osare vomitare o giuro che ti trascino per i capelli fino a casa tua !”
“M-Ma si può sapere cos’hai contro di me ?” i suoi occhi azzurri si riempiono di lacrime.
Samael le volta le spalle e continua a camminare. Odiava vedere la gente debole.
Gli ricordava il giorno in cui aveva tentato di fuggire dal castello, quando era solo un cucciolo. Era riuscito a raggiungere un villaggio non poco lontano da casa:
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[scena rating rosso]
Mi sono perso.
Le strade di questo villaggio sono tutte uguali
Le capanne pure.
Mi guardo attorno.
Buio.
La notte è arrivata.
Sento un rumore di passi dietro di me.
Mi volto e un gruppo di oni mi guarda, tutti con i volti affamati ed eccitati.
Mi afferrano,mi scuotono, cominciano a tastarmi la pelle coperta di squame.
Grido di lasciarmi, ma loro non mi capiscono, le mie parole non arrivano al loro cervello di gallina.

Le loro mani, grandissime, mi toccano ovunque e tastano tra le gambe.
Sento qualcosa di bagnato, gli occhi mi si riempiono di lacrime rosse, mentre uno di loro lecca il mio piccolo corpo. Uno di loro mi prende la testa e se la porta sul suo membro, grugnendo estasiato.
Uno di loro che mi morde la coda, sghignazzando, un altro che infila il volto tra le mie gambe, leccando ovunque.
Con la cosa nell’occhio vedo l’unico oni rosso del gruppo, il capo, afferrare una mazza chiodata. E sorride, leccandosi le labbra !
AIUTO !!!
FERMATEVI
BASTARDI
VI ODIO
CREPATEEEEEE !
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“Tro … vato…” Pocha mi guarda con i suoi occhi color bottiglia, scuotendo la testa.
Tremo tutto,rannicchiato per terra e con il sangue che cola dalle mie ferite.
Attorno a me, i cadaveri sbudellati e senza testa di quegli stolti mi circondano, come un cerchio protettivo. Il sangue di uno di loro mi bagna le labbra e vomito, cercando di sputare quell’intruglio rosso al sapore di fango e lo sperma che mi avevano fatto ingoiare. Mi sento debole. Mi sento da schifo.
Una mano di Pocha mi tocca una spalla e io arretro. Lei non si muove, mi fissa pigramente.
“Non … ti preoccupare …” mi prende in braccio e mi porta via. Affondo il volto nella sua chioma bionda e cerco di smettere di tremare, senza riuscirci “Non…è…successo nulla…”
“Odio essere così” sibilo sul suo collo, con le lacrime che ormai sgorgano a fiotti “Ricordati questo volto disperato e piagnucolante, Pocha, perché sarà l’ultima volta che lo vedrai, ti giuro !”
[fine scena rating rosso]
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Samael sente qualcuno che lo tira per la giacca e si gira, spaventato.
Ma è solo la pulce che si asciuga le lacrima e lo tiene per un lembo della giacca.
- Mi dispiace Samael, riesco a capirti, ma non è una buona scusa per prendertela con lei, non è un oni, è una ragazza che sta passando l’inferno solo per aiutarti !-
- Non è una scusa la mia…-
- Non ti da il diritto di trattarla male ! Ci sta pur sempre aiutando, quindi comportati bene con lei !-
Mark e il suo ruolo da coscienza.
Samael rimane in silenzio, continuando a camminare con Alice che lo seguiva, aggrappata alla sua giacca.
“…Perché ?”
Alice alza la testa “P-Perché cosa ?”
“Perché mi stai aiutando ? Ti tratto male e ti prendo in giro, ho il tuo ragazzo in ostaggio, sto creando scompiglio nella vita tua e di quella pel di carote e ti ho fatto uccidere qualcuno !” si gira, con lo sguardo turbato “Non dovresti, che ne so, odiarmi ?”
Alice si asciuga gli occhi e sorride “Perché dovrei ? M-Me lo sono chiesta anch’io, e sono giunta alla conclusione che, dopotutto io e te siamo uguali: d-due poveri bambini che non riuscivano a far amicizia perché erano diversi ! E non sei poi così cattivo, secondo me …”
Samael continua a camminare e si volta. Cerca di nascondere il sorrisino che gli è spuntato in faccia.
“L’hai finito il disegno, piccola ed inutile pulce ? Spero per te che sia spettacolare o ti darò una leccata in faccia con la mia lingua nera”
“URGH ! L-Lo finirò te lo prometto, c-coglione alla maionese fritta !” stringe il lembo della giacca e fa una faccia finto spaventata.
Ridono e continuano a tirasi insulti fino a casa
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“Obbiettivo individuato”
Una figura alta, vestita con un lungo cappotto nero e un cappuccio che gli copre la faccia, osserva i due ragazzi da dietro un angolo.
“Farò in modo di renderti il tuo soggiorno nel mondo degli umani un inferno, fratellino !”
 
* Parachute – Cheryl Cole

Bene ho finito ! mamma mia mi sento potente, anche se ho scritto veramente tanto (o poco...bhooooo xDD)
Comunque, una notiza:
STOP AD ALICE AND DEMONWORLD

cioè, no non smetto di scrivere, ma devo finire una fanfiction che ho cominciato e non riuscivo a finire, quindi:
uno finisco la fanfiction, due la metto, tre ricomicio a scrivere le avventure d'Alice, ora che comincio a mettere il rating rosso BWAHAHAHAA
La fanfiction è su Kingdom Hearts (la sempai fa la ola) ed è uno yaoi (la sempai da fuoco al mio ds, in un impeto di rabbia)
Tutta colpa di una certa persona che scrive meravigliose storie su quella coppia in particolare (non faccio nomi, eh U____U)

vi lascio due piccoli disegni

TAMMY, il personaggio preferito di tutti XD
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e *rullo di tamburi* una Ben (che è un insieme tra Stein e Dc. House) x Bethor !
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Adoro questa coppia *__*, metterò di sicuro la parte in cui si incontrano .... per Tammy, metterò qualcosa nei prossimi due capitoli XDD
Nel prossimo Mark e Samael: trova le differenze !

 

 

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Capitolo 6
*** 6.C'erano due ragazzi al pub ... ***


Ed arrivò il sei, lento lento, come la tartaruga della mia sempai

Alice era una ragazza intelligente e sveglia.
Capiva subito quando la situazione si sarebbe rivolta al peggio.
E per questo, aveva capito che l’idea di Samael rasentava il folle e il masochismo.
“T-TU V-VUOI FARE UN’ALLEANZA CON UNA B-BANDA DI POSSEDUTI ?!”
Lui tira fuori un sorriso divertito e si mette per bene la giacca di pelle nera “Ne avevamo già parlato, no ? Dobbiamo creare un esercito, se vogliamo vincere contro i miei fratelli !”
 “Si lo so” la giovane si sistema la coda di cavallo e trema “M-Ma proprio loro ?”
Li aveva percepiti due giorni fa: una banda di motociclisti, dai capelli ritti da punk e colorati, che giravano spesso per le strade vicino ai grandi magazzini. Avevano un’aura nera  particolarmente maligna, girava voce che avessero rubato e lasciato mezzi morti i componenti di una banda rivale.
L’idea di farsi amici tipi del genere la disgustava e la spaventava allo stesso tempo.
Ed era stanca: aveva girato per la città seguendo Samael e la sua mappa, con il gelo di fine ottobre nelle ossa. Odiava i pantaloni stretti di pelle che il ragazzo le aveva fatto indossare, la camicetta blu e la giacca nera che sarebbero state bene su una ragazza con più curve di lei e tenersi i capelli legati in una coda piena di ciuffi ribelli. Per lui, invece, era un ottimo modo per mimetizzarsi: questo era l’aspetto di un demone comune e se voleva seguirlo, doveva vestirsi così.
“Ma d-dove stiamo andando, d-di preciso ?”
“Non ti preoccupare” fa lui, girando per un vicolo “Siamo vicini, comunque”
La ragazza afferra un lembo della giacca di Samael e cerca di rilassarsi: ormai questo gesto è diventato un’abitudine. “Ma… e Tammy ?”
“Lei non viene”
“Ma se le ho inviato un mess …” mi tappo la bocca con la mano libera. Non avrei dovuto dirlo.
Mi lancia uno sguardo verde e crudele. Non dice niente, sa che non sopporterei la sua rabbia, ma il suo sguardo mi dice che non approva. “Ti avevo detto che non volevo tra i piedi quel burattino da quattro soldi !”
Per lui Tammy è un pericolo: per il suo carattere, la sua migliore amica era il Posseduto perfetto.
“Scusa …”
“Ormai il danno è fatto” continua a camminare e si ferma davanti ad un edificio  “Siamo arrivati !”
 La città di Heart Valley non aveva misteri per Alice, conosceva ogni palazzo e ogni piazza di quella città immersa nei boschi. Ma questo posto non l’aveva mai visto.
Era un edificio scuro, con grandi finestre e una porta coperta da una tenda rossa. Un’insegna di legno dondolava piano, con un lupo nero con corna da montone. La scritta recitava: ‘Wolf’s Hellfire’
Molto incoraggiante. “C-Credo che aspetterò T-Tammy qui fuori …”
“No, devi venire con me !” la prende per la coda e sbuffa “Me ne fotto della pel di carota, noi adesso entriamo e facciamo quello che dobbiamo fare !”
Alice piagnucola e stringe ancora di più il lembo della giacca. Il ragazzo rigira con un dito una ciocca, poi sbuffa e le risistema la coda “Facciamo così, noi entriamo e li cerchiamo, poi per negoziare aspettiamo la stronzetta, ok ?”
Alice fa si con la testa e si stringe a lui “Grazie ..:”
“Ora non apriamoci così tanto” l’allontana, sbuffando “Dai entriamo ! Benvenuta all’inferno, dolcezza !”
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Il locale in cui erano entrati era enorme e pieno di persone.
Tappezzeria verde e tavoli neri come una notte senza cielo, la musica coperta dal rumore dei boccali di birra e dalle risate sguaiate.
Sembrava un normalissimo pub, c’era solo un minuscolo dettaglio.
“Qui … sono tutti Posseduti” Alice si aggrappa alla giacca del demone e spalanca gli occhi, sorpresa.
Ogni persona in quel locale aveva una gigantesca aura intorno, alcuni erano anche mezzi trasformati.
Donne ed uomini con scaglie, code, zanne e ali allo scoperto.
“Come fanno a n-non farsi beccare ?”
“La tenda lì fuori è fatta di un tessuto speciale che permette di identificare i Posseduti” Samael si guarda attorno, disgustato “Se è un umano a varcare la tenda, la porta non si aprirà automaticamente. E non è perché hai avuto culo, è solo la mia influenza che ti ha permesso di entrare qui. Ti ho fatto da mantello per entrare in un postaccio come questo !”
“Mi c-chiedo come tu riesca a leggermi sempre la mente ! … e poi non è così male: sembra accogliente”
“Appunto” il suo disgusto si trasformò in delusione “Mi aspettavo qualcosa di più … che ne so, sangue, budella e teschi al posto dei bicchieri … E non osare vomitare !”
La trascina verso il bancone, dove un uomo stava servendo boccali di birra ad una velocità impressionante.
Ha i capelli rossi arruffati come la barba, un grembiule verde con il simbolo del bar sopra e che copriva la maglia bianca sporca di birra. Gli occhi erano tra il giallo e il verde, aveva una ferita sull’occhio destro e una aura nera che gli alleggiava sopra la testa.
Appena vide i due ragazzi davanti al bancone, l’uomo sorrise, mostrando un canino lungo e d’oro “Benvenuti ! Siete nuovi di questo posto, eh ?”
Samael fa un cenno con la testa e chiede “Una birra”
“Sei di poche parole, mh ?” prende un boccale e ci versa una bottiglia di birra “Io sono Timothy O’Byrne e tu sei …?”
Il ragazzo prende la birra e se la beve tutto d’un fiato, poi sbatte il bicchiere sul tavolo e sorride “Qualcuno di passaggio, un'altra birra !”
Il barista alza un sopracciglio e porge un'altra bottiglia, scuotendo la testa “ I giovani d’oggi: non rispondono mai alle domande e si comportano da spacconi. E per la tua bella ragazza non ordini nulla ?”
Samael beve la birra, fissa l’uomo, poi sposta lo sguardo verso Alice, che era ancora aggrappata a lui e ritorna a guardare il barista. E per poco non si strozza.
“Non è la mia ragazza !”
“Davvero ?” O’Byrne sorride ad Alice, anche lei rossa in volto “Un vero peccato, se fossi ancora giovane …”
“S-Scusi …” Alice porge un fazzoletto a Samael, che si ripulisce incazzato nero, e cerca di sorridere al barista “V-Volevamo solo avere qualche informazione …”
“Oooh, come sei carina !” O’Byrne batte le mani allegramente “Certo dolcezza, chiedimi tutto quello che vuoi !”
“Ecco, noi …” Samel comincia.
“Sai com’è, una ragazza così gentile non mi era capitata da molto tempo …”
“Senti, io …” Samael cerca di imporsi.
“Mi ricordi qualcuno che ho già visto, ti va una birra ? I tuoi occhi poi, splendidi …”
“DICEVO…” Samael ringhia, nervoso.
“Uno strano colore, per essere occhi … di un’umana.”
“ORA BASTA” L’Ottavo demone sbatte il bicchiere sul tavolo, versando una parte della birra sul bancone “Stronzo, ora mi ascolti e te ne freghi della mia schiava, hai capito ? Mi hai rotto le palle !”
“EH NO !” Una voce femminile alla destra di Samael sbottò, incazzata “Non solo ti comporti come una merda, ma mi sporchi pure il bancone ! Sai quanto ci ho messo a renderlo così lucido ?!”
La ragazza che aveva parlato aveva una bellezza stravolgente, Alice rimase stupefatta: capelli di un marrone scuro corti da una parte e lunghi dall’altra, occhi verdi come un prato a maggio, labbra rosa come petali di ciliegio. Indossava un abitino verde con una scolatura da paura, intonato con degli stivaletti marroni e un tatuaggio di un delfino troneggiava sulla sua spalla sinistra, mentre la mano che teneva un mojito verde lime aveva il disegno di un sole viola.
Io questa l’ho vista da qualche parte … Alice continuò a fissarla, mentre aggrediva pesantemente Samael.
“E tu che cazzo vuoi ?”
“Primo, io faccio quel che cazzo mi pare, secondo, modera il linguaggio, stai sempre parlando ad una ragazza! Non sai nemmeno parlare ad una donna ?!” Prende un sorso del mojito e sorride “Mi chiedo come questa bella ragazza stia con te, io ti avrei già strappato quella orrenda cresta !”
“Ok, tesoro, non importunare i clienti !” Il barista fa pat pat sulla testa della ragazza, con il suo sorrisone “Eh tu, ragazzo, so benissimo chi sei, non c’è bisogno di fare lo scontroso, vai a sederti, che questa birra te la offro io !”
Samael , con una nuova birra in mano e un espressione rabbiosa, sussurra all’orecchio di Alice “Parlaci tu, che gli stai simpatica, pulcetta !” se ne va, lasciando la patata bollente alla mora.
“Mmmh, s-scusi signor O’Byrne ..:”
“Chiamami pure Timmy !”
“Ok … T-Timmy … lei sa vero che Samael … è …”
“Il Nulla ?” L’uomo comincia a pulire dei bicchieri “Si, la notizia del suo arrivo gira, cosa credi, che i demoni non sappiano nulla del casino combinato da Valtiel, il Quarto Dannato ? E poi, come non si fa a riconoscerlo: ha un aura molto potente, si sentiva già da fuori dal locale…”
“E gli va bene … c-che io sia …”
“Umana ? Bhè direi, hai qualcosa che non è umano, quindi la porta ti ha fatto entrare”  passa un bicchiere con un liquido scuro ad un cameriere con un corno in mezzo alla fronte “Comunque, davvero, assomigli a qualcuno che conosco ! ”
“Dolcezza, è palese !” la ragazza bruna sorride, arricciando le labbra “I suoi occhi hanno lo stesso colore di quelli di Bethor l’Apocalisse !”
Gli occhi dell’omone si illuminarono, si girò e stacco una foto dal muro. “Ovvio, gli assomigli tantissimo”.
Porge la foto alla giovane “Questa è del giorno che aprì il locale e il grande Bethor è venuto per l’inaugurazione, un giorno da ricordare !” 
Alice guardò l’immagine: una copia del barista giovane e magra che fa uno dei suoi sorrisi e ha un braccio attorno alle spalle di un uomo biondo, con la barbetta e vestito con un camicia rossa. Gli occhi erano i suoi, azzurro celesti.
“M-Mi scusi … ma Beth … non è un uomo … è la mia mamma !”
“Oooh, bhè, forse ha cambiato sesso, chissà …” sorride compiaciuto e poi torna a ripulire i suoi boccali “Allora, figlia di Bethor, cosa volete te e il Nulla da un povero barista come me ?”
“E-Ecco” Alice toglie lo sguardo dalla foto “N-Noi cercavamo … c-cercavamo la banda di Posseduti del grande magazzino … quelli con i capelli tinti …”
Timothy guarda la ragazza del bancone in modo strano, lei fa cenno di no con la testa, poi sbotta verso la mora “Aspetto il ragazzo dietro la porta, quella rossa dopo i tavoli con la tovaglia gialla … Clio, prendi il mio posto..:”
“Qui, mon chèri !” la ragazza si alza e va dietro il bancone, mentre O’Byrne se ne va verso la porta.
“Allora” Clio afferra due o tre bicchieri “Come sta la tua amica, quella che mi ha dato di Joker ?”
Alice rimane silenziosa per qualche secondo, poi arrossisce.
Ora si ricordava dove l’aveva vista: era la ragazza che l’aveva guardata male il girono prima dell’incidente di Mark, solo con meno trucco e più sorridente.
 Oddio, Tammy che figure di merda mi fai fareee …
“Ah … mi d-dispiace”
“Non ti preoccupare, mon petite , non sono arrabbiata … è vero, quel giorno avevo esagerato, ma ero appena arrivata e l’idea di truccarmi mi elettrizzava !” sorride allegra, poi si guarda attorno “ma… e il buzzurro ?!”
Alice si battè una mano sulla fronte: si era dimenticata completamente di Samael !
“Oh, g-giusto, g-grazie …. Ehm …”
“Cliopet, ma chiamami pure Clio ! Vai, che Timothy lo aspetta !”
La folla di gente sembra aumentata, Alice passa per la massa a suon di ‘mi scusi’, ‘non volevo pestarle la coda’, ‘la prego, mi perdoni !’. Alla fine, lo trova. In dolce compagnia.
Seduto ad un tavolo, con una birra in mano, sta chiacchierando allegramente con due ragazze: a sinistra una bella brunetta, con gli occhi blu, tinti con un trucco viola, vestita con una felpa blu, una lunga canottiera nera e una gonna blu oltremare. Si intonava con le ali violacee, da Pixie*. A destra una ragazza altra, con capelli color ala di corvo, vestita di rosso e calze nere, con una coda bianca e nera che si muoveva sinuosa, mentre fissava interessata con i suoi occhi rosso rubino. Questa invece, era un Byakko**.
“S-Samel ?” Alice inclina la testa “Che s-stai …?”
“Oooh, è lei ? La tua ragazza ?!” la brunetta sorride e la saluta con la mano “ Molto carina !”
“Non è la mia ragazza !”
“Ha ragione, Huan Po.” La ragazza dai capelli neri arriccia le labbra e da una gomitata al ragazzo “E la sua schiavetta, hehehe…”
“White !” Samael tirò una pacca sulla spalla della ragazza vestita di rosso “Io non faccio quel tipo di cose, soprattutto con una come lei !”
Huan Po gli tirò un orecchio e sbuffò “Cattivo l’hai resa triste, non si fa non si fa !”
Alice arrossì e si strinse nelle spalle “N-No, e-ecco, solo … Samael, il barista vuole parlare con te … dietro quella porta, q-quella rossa …”
Il ragazzo si alza e da una pacchetta sulla testa della mora e sorride, contento “Brava la mia pulce !”
Mentre si allontana, le due ragazze fanno posto alla giovane. Alice trema un po’, ma si siede, e Huan Po sorride “Ti va qualcosa da bere ?”
“No … grazie …”
“Secondo me non la date a bere !” Huan Po scuote la testa, pensierosa “Siete così carini insieme, di sicuro siete fidanzati !”
Alice fa no con la testa, ma sorride “non siamo fidanzati, ma … il ragazzo che ha posseduto …”
“Ti piace ?” White alza il sopracciglio, interrogativa.
Il rossore della ragazza è una risposta più che sufficiente.
“Huan Po… questo vuol dire …”
“Già !” le due si prendono le mani e gridano, estasiate “AMORE A TREEEEEE !”
Tammy, giuro, se esco viva da qui, ti nascondo tutti i tuoi manga !
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Il rumore di bestemmie e risate usciva dalla porta numero 210.
Alice si era aggrappata a lui e tremava come una foglia.
-Samael, te sei completamente impazzito !-
- Zitto Mark, sono i tipi perfetti !-
-Tipi perfetti ?! Samael, il barista ti ha avvertito ! Guarda Alice, sta morendo di paura ! Torniamo indietro, o finiamo male !-
Mark gli fece riascoltare nella mente le parole del barista. Dietro la porta dove lo aspettava c’era un biliardo, dove il barista stava giocando. Le parole che aveva detto erano state dure, crude.
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La pallina bianca colpisce quella viola. Buca al primo colpo.
“Ragazzo, ti avverto, non metterti in combutta con quei tipi, li conosco troppo bene ! Capisco che devi creare un esercito, ma proprio quei tipi dovevi scegliere ?”
“Sono forti, no ?” Lo guardo sprezzante. Come osava metter bocca sulle mie decisioni.
“Il guerriero migliore non è sempre quello forte …”
“E allora …?!”
 “Ci sono un sacco di demoni qui, un gran numero di loro sono stati grandi guerrieri ! Perché non scegli uno di loro, sono tutti amici miei …”
“Non mi importa ! Hai solo questo da dirci ?!”
 “No, ho da dirti che non puoi comportarti così, avere furia, voler fare tutto in un giorno … in questa maniera, non combinerai nulla in questo modo …”
“Devo lasciare Valtiel distruggere il nostro mondo ?! Devo lasciare Pocha tra i miei fratelli ?!”
“Che ne sai che lei …”

“LEI È ANCORA VIVA E DALLA MIA PARTE ! IO LA DEVO SALVARE !”
L’uomo scuote la testa “E la piccola ? Lei la pensa come te ?”
“Lei fa quello che le dico io ! E starà bene …”
“Tu sei un pazzo, ragionare con quelli e mettere in mezzo una creatura pura come quella … sei un mostro, proprio come dice la leggenda !”
Rimaniamo in silenzio, per un paio di minuti.
Infilo le mani in tasca e lo guardo male. Sta solo perdendo tempo.
“… Va bene, mi arrendo” Timothy scuote la testa e mette via la stecca “Stanza privata 210, salite le scale, a destra … spero che la tua ragazza non si faccia male !”
“Non è la mia ragazza ! E non ti preoccupare, ucciderò chiunque la tocchi”
“Questo mi fa piacere” lo sguardo triste e sconsolato del barista è un colpo allo stomaco. Esco in fretta da quella stanza.
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“S-Samaeeeel” Alice stringe il polso del ragazzo “Tammy non risponde al cell …”
“E allora, mi sa che dobbiamo fare senza di lei …” cerca di sorridere alla ragazza, anche se ha una voglia tremenda di tirargli i capelli “Dai, due chiacchiere e poi torniamo a casa !”
Aprì la porta e il naso di Samael fu colpito da uno strano odore dolciastro.
-Oppio ?-
-Che c’è, pure i demoni hanno dei vizietti !-
La stanza, anche se piccola, riusciva a contenere una ventina di persone. Erano tutti con giubbotti di pelle e creste colorate come quella di Samael, ma i loro volti erano spaventosi. Ad un tavolino, due di loro e l’unico uomo senza cresta giocavano a poker. L’uomo in questione aveva lunghi capelli neri e gli occhi viola scuro, si intonavano bene con i suoi vestiti color notte e l’aurea malvagia che emanava. Samael riusciva a sentire le unghie di Alice ficcarsi nel suo braccio.
- DIO DIO DIO SAMAEL, IO TI UCCIDO !-
-Non ti preoccupare, va tutto bene…-
-Tutto bene un beneamato CAZZO ! FAI IN MODO DI SALVARCI IL CULO !-
“Ehi bimbi, questo non è posto per voi !” Uno con una cresta gialla sudicia sghignazza e si lecca le labbra tinte di viola “ma puoi lasciare la bimba qui, non è mica male !”
“Attento, pesce piccolo !” ringhia Samael, facendo apparire scaglie e zanne “Non farmi incazzare, oggi ho un diavolo per capello !”
“Oooh, che carino ! Difende la sua donna” Tutti ridono, sguaiati.
L’uomo dai capelli lunghi si alza e si avvicina al ragazzo con la cresta gialla. E lo colpisce con un calcio in faccia, facendolo volare contro il muro.
“Mi scuso, caro Ottavo Demone” il sorrisetto dell’uomo è agghiacciante, pure i suoi scagnozzi tremano “ma sa,  queste teste di cazzo sono lente a capire chi si trovano davanti ! Comunque, principino, questo non è veramente posto per voi !”
“Basta con i salamelecchi, sono qui per affari !”
“Affari ? Che genere di affari ?”
“Affari fruttuosi, Kaliku” Samael si guarda attorno, annoiato “ Se non sbaglio, sei stato esiliato qui per aver tentato di rubare alcuni testi dal nostro castello, no ?”
“Avrei preferito essere ucciso, stare qui è una noia abissale … E allora ?”
“Se mi aiuterai insieme alla tua banda a recuperare il mio trono, ti farò tornare a casa e ti darò la possibilità di diventare uno dei demoni più ricchi e rispettabili che siano mai esistiti !”
Kaliku si gratta il mento, si gira e guarda i suoi colleghi.
“Samael … non mi piacciono le loro facce” Alice sussurra e piagnucola, triste.
Il ragazzo le ringhiò contro “Abbiamo finito pulce, ora torniamo a casa …”
Kaliku si giro e sorrise gelido “Non male come proposta, piccoletto ! L’idea di diventare ricco mi attrae e anche andarmene di qui sarebbe un ottima cosa !”
Samael ghignò: finalmente il suo esercito si stava formando. –Aspettami Pocha, sto arrivando !-
“Un peccato che invece dovrò ucciderti !”
Il ragazzo impallidì e i due si trovarono circondati da una ventina di scagnozzi “Cos…”
“Prima del tuo arrivo, un altro è venuto qui, con un offerta migliore della tua” l’uomo dagli occhi viola si siede su una poltrona e prende un coltello a farfalla. Due di loro bloccano il ragazzo e altri cinque afferrano Alice, che cerca di urlare, ma le tappano la bocca. “Mi ha promesso ricchezze e potere qui, grazie al suo aiuto potrei diventare un ottimo capo di mafia o un politico molto potente. E dovrei accettare la tua proposta, diventando uno dei tanti demoni in quel mondo marcio e inutile ? POVERO IDIOTA !”
Samael cercò di alzasi, ma era bloccato: due lance erano puntate su di lui e poteva vedere che tipo di creature erano quei bastardi: Ukobech, un tipo di demone che attacca ed esegue gli ordini in gruppo. Ma il peggio, era che avevano preso Alice.
“Sai cosa può fare il sangue di un Vetala, il demone degli incubi e degli spettri?” l’uomo si fece un taglio su un dito e il sangue colò sul pavimento. Uno strano fumo nerastro uscì da quel liquido, trasformando la stanza. Non erano più in un pub, ma in un bosco con alberi scheletrici e rosso scuro. Il pavimento era diventato color rosso sangue, sabbioso e l’aria era diventata poco respirabile.
Erano nel Mondo degli Incubi.
E i suoi scagnozzi erano ancora più muscolosi di prima.
Samael si guardò attorno “CHE CAZZO VUOI FARE ?”
“Tagliarti la testa e darla al mio alleato, così da poter ricevere il mio pagamento ! Ah, e grazie per averci portato un po’ di carne vergine, i miei amici si divertiranno come folli stasera !”
- SAMAEL, FAI QUALCOSA !-
Vide quegli stronzi aggredire la mora e la senti urlare aiuto.
-No, no, no, no, no, NO ! –
Le lance si alzarono e gli occhi del Vetala brillarono “Il momento dell’esecuzione è arrivato !”
E le lame scesero giù, sulla testa del giovane.
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Alice, mentre cercava di liberarsi da quelle mani artigliate, sentì qualcosa di viscido colpirla. L’odore del sangue le riempì il naso.
Samael … MARK ! Le lacrime uscirono e le bagnarono le guance.
Poi, un Ukobech dai capelli rossicci le si parò davanti e cercò di toglierle i pantaloni.
Mentre scalciava, Alice vide un ombra dietro il suo aggressore.
 E vide il suo braccio venir strappato da delle zanne non umane. L’Ukobech urlò, mentre il suo sangue sgorgava a fiotti.
Alice, con la faccia sporca di rosso, senti la presa degli assalitori diminuire. Vide una creatura squamosa, con una lunga coda e zanne macchate di rosso. Le sue corna ricurve, da montone, infilzarono uno ragazzo dal giubbotto viola.
La ragazza si divincolò e, liberandosi, senti delle braccia avvolgerla e una voce ruggire “HAI FIRMATO LA TUA CONDANNA A MORTO, STRONZO !!”
Alice tremò tutta, a contatto con le squame. Ma perché non sono rimasta a casa ?
 
*Pixie: spiritello delle foreste, conosce i segreti della natura e si diverte a mettere scompiglio tra le coppie di giovani innamorati
 
**Byakko: tigre bianca gigantesca, il suo ruggito provoca tempeste e terremoti. Rappresenta anche l’amicizia e il vero amore

Lo so, non è uno dei miei lavori migliori TT^TT Deve essere la maledizione del sei, si deve essere così ....
Allora, Allora, domandone ... è meglio Mark o Samael ?
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lo so, lo so è fatto un po' così ... è venuta moooolto meglio clio XD
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Adorabile, vero ? 
Ed ora ... mi metto a scrivere il sei e la nuova ff ? direi di siiii ... come direbbe Reno Dedè *prende xaldin* CHE IL VENTO DELL'ISPIRAZIONE VENGA A MEEEEEE \(+.+)/ 
Un bacio a chi legge, a chi commenta e alla mia sempai, che deve assolutamente scrivere (la camicia rosaaaaaaaaa XDDD)

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Capitolo 7
*** 7. Uccidere o essere uccisi ***


Ed eccoci qui ... e buon divertimento :O)

La figura vestita di nero sorride, guardando dentro la finestra del locale, assaporando la vista del suo fratellino che veniva pestato da un pesce piccolo come quel Vetala.
Uccidere o essere uccisi.
Se non uccidi, verrai ucciso o mangiato.
Se ucciderai, vivrai e mangerai.
Questa è la legge, fratellino.
Fammi vedere che l’hai imparata !
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Il Mondo degli Incubi di un Vetala è infinito. Puoi scappare dove vuoi, ma non troverai una via d’uscita se prima non uccidi il Vetala che l’ha creato. Peccato che Samael non sapesse dove fosse. E poi erano circondati, lui e la pulce, dentro la foresta viola, nascosti in una piccola caverna fatta di calce blu. E il pensiero che fosse tutta colpa sua, lo faceva sentire una vera merda.
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Uccidere.
Uccidere.
Io devo solo uccidere.
Lascio che Alice si sieda, prendo la rincorsa e afferro la spalla di un altro demone tra le mie zanne cariche di veleno. E gliela strappo.
L’osso bianco luccica e le urla del coglione si confondono con quelle nella mia testa.
Mark urla.
Ho esagerato.
Ho esagerato.
Se non mi controllo, il corpo esploderà.
Sento che dai miei occhi cola sangue, sento che la pelle si sta strappando.
Prendo un altro pesce piccolo e gli stritolo le gambe.
Sangue, urla, lacrime, imprecazioni.
Mi sembra di essere tornato a casa.
Continuo ad uccidere. Cosa importa ormai, se esplodo ?
Voglio ucciderli tutti.
Tutti.
O verrò ucciso.
Ma io voglio vivere.
O muoio o vivo.
O muoio o vivo.
“SAMAEEEL !” la voce di Alice è un campanello d’allarme.
Smetto di vedere rosso.
E vedo la distesa di cadaveri attorno a me.
Ed un fragoroso applauso, che riempie il vuoto di questo lugubre palcoscenico.
“Oooh, una furia omicida degno dell’Ottavo Demone !” Kaliku applaude, divertito “Uno spettacolo magnifico, un esecuzione impeccabile … e la tua amichetta, che volto adorabile, da vera attrice di film dell’orrore !”
Rimango incredulo, lo guardo schifato. Non oso parlare, ho la gola in fiamme.
“Ed ora, un piccolo colpo di scena, che ne dici ?”
Cerca nella sua giacca e tira fuori una carta. Una carta blu, con uno scheletro sopra.
“Riconosci questo oggetto ?”
Rimango in silenzio e noto un numero sulla carta, un numero tredici che brillava di una luce rossastra.
No, non è possibile.
“Tredicesima arma demoniaca: il Rosario dei Morti !” ride l’uomo, stringendo la carta. Un lungo filo pieno di perle nere e rosse uscì dalla mano del Vetala e, con un sorriso malato, comincia a borbottare parole strane. E il potere di quell’arma si manifestò.
I demoni che avevo ucciso si stavano rialzando. Occhi bianchi e iniettati di sangue, bava verde e pelle azzurro-grigia. Dalla loro bocca uscivano grugniti, non avendo più la facoltà di parlare.
“MERDA !” prendo al volo la mentecatta e comincio a correre, verso la foresta.
Chi si aspettava, l’attacco di un’armata di Ukobech zombificati ?!
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L’unica cosa positiva è che erano cechi, bastava stare zitti zitti e quelli non ti avrebbero mai visto.
Però non potevano rimanere in quella foresta a lungo: Kaliku di sicuro si stava nascondendo e, se volevano uscire di li, dovevano uccidere quel bastardo ! Ma dove poteva essere ?
Samael si prende la testa tra le mani e scuote la testa. Gli occhi continuano a sanguinare, gli brucia la pelle e sente che Mark sta perdendo coscienza.
- Senti, cazzone, non ti preoccupare per me, basta che continui a proteggere Alice !-
Proteggere. Quella parola lo faceva incazzare.
La sua rabbia fece sobbalzare la mora, appoggiata a lui. “Samael ?” sussurrò, osservandolo con i suoi occhioni azzurri tendenti al violetto.
“Proteggere, eh ? Ma chi prendo in giro ….” scuote ancora la testa “Mi dispiace per Mark, ma mi sa che ha puntato sul cavallo sbagliato …”
“Ma che stai dicendo ?” i suoi sussurri diventano ancora più impercettibili, mentre il rumore di passi strascicati diminuiva.
“Che sono proprio un coglione, aveva ragione quel panzone irlandese … pensavo di riuscire a tornare a casa e salvare mia sorella … ma, evidentemente, se non riesco a proteggere te, pulce, come posso pretendere di tornare a casa ? Forse hanno ragione i miei fratelli, forse era meglio se non nascevo…”
Alice rimane silenziosa per un po’. Poi si mette davanti a Samael e sussurra “Appena te lo dico, tu comincia a correre…”
“EH ?”
Una delle sue mani pallide si alzò e calò con forza.
Lo schiaffo che colpì Samael aveva lo stesso rumore di un ramo secco che si spezza.
E gli zombie seguono quel rumore, come le falene che seguono la luce.
“O-ORA !”
Samael la prende di scatto e ricomincia a correre.
“MA SEI DIVENATATA DEFICIENTE ?!?! PERCH…”
“P-Perché ?!” Alice, messa su una spalla del demone come un sacco di patate, si tiene la mano con cui la schiaffeggiato e mugola un “Se o-ora ti lasci andare così, noi non abbiamo s-speranze di sopravvivere ! Questo non è lo stesso Samael c-che ha m-mandato all’inferno le due banshee e si c-crede invincibile, quindi ricomponiti ! E poi, pensi c-che sia contenta di quello che ho fatto ?! Mi sono pure tagliata con le tue scaglie …”
Samael comprese le parole di Alice e rise di gusto, fregandosene degli zombie che li inseguivano “Sei uno spasso, piccola pulce !”
“N-Non scherzo …” disse lei, per poi strillare quando uno degli zombie la prese per i capelli.
Quello poi fece un volo di un metro dopo la gomitata di Samael.
“Ne parliamo dopo, schiavetta … Ora dobbiamo cercare Kaliku …”
“E gli zombie ?”
“Quelli … bhè … se hai idee, le accetto volentieri !”
All’improvviso, si accorse di una figura che si avvicinava pericolosamente a loro.
Prese Alice e la strinse a se, per proteggerla dal calcio del Vetala.
Rotolò di lato, sempre abbracciando la ragazza.
La figura era Kaliku nella sua forma originale: un corpo blu e muscolo, con il volto da elefante e vestito di veli neri e viola. Ringhiò “Perché non funziona, questa stupida arma ? UCCIDETELI, O VI TRASFORMO IN CARNE MACINATA !”
Il rosario brillò con una luce fioca e un gruppo di zombie si diresse verso di lui.
Gli altri zombie si diressero verso la coppia, con Samael che non riusciva ad alzarsi e Alice che cercava di non svenire.
“SAAAAAAMAEL, ALZATI !”
“NON CI RIESCO !”
Lo zombie più vicino ruggì e si avventò su di loro affamato.
Poi un colpo, ed indietreggia.
Un foro si è aperto nella sua fronte, uno spruzzo di sangue e cade morto, definitivamente.
Una esile figura vestita con una tuta nera e una felpa con il cappuccio dello stesso colore salta oltre i due ragazzi e si posa loro davanti. Tira fuori due pistole automatiche e fece saltare la testa ad altri tre zombie. Poi si voltò di scatto e lanciò i caricatori vuoti dietro di se, colpendo in faccia uno zombie che aveva cercato, inutilmente di prendere da dietro la coppia. Poi anche la figura si girò e sparò in testa al povero zombie e il cappuccio gli volò via, mostrando ai due ragazzi paralizzati dalla sorpresa …
“TAMMY ?!”
La ragazza, coi capelli rossi sciolti e un paio di occhiali neri, fece un cenno con la testa e sparò ad altri due zombie. “FINOCCHIETTO !!! COSA NON CAPISCI NELLA PAROLA ‘ASPETTARMI’ ?!”
Veloce, si sposta verso destra. Tira un calcio in faccia uno zombie e , mentre spiaccica la sua testa, punta le due pistole contro altri due, facendogliele saltare anche a loro.
Alice diede di stomaco.
Uno zombie si aggrappò alla gamba di Tammy, ma lei gli sparò in bocca e lo calciò contro gli ultimi rimasti, facendoli crollare.
- Ecco perché mi faceva paura …-
- La conoscevo da anni … e ora questa bomba ?!-
-Ah, Mark, sei ancora vivo ?-
-Eh già !-

Tammy prese a calci anche l’ultimo zombie, spaccandogli il cranio con il suo fidato anfibio.
“Uffa, in Resident Evil fanno tutto così facile …” si lega i capelli rossi sporchi di sangue in una coda, infila le pistole in delle giarrettiere e si dirige a passo svelto verso i due “Ora, mi sa che è il momento di andarcene da qui, mie care statue di sale !”
All’improvviso, Kaliku ricomparve dal nulla e afferrò la ragazza per la felpa.
“NON SOLO QUELLO STRONZO MI DA UN’ARMA DIFETTOSA, ORA PURE COMPARE UNA PUTANELLA CHE FA FUORI I MIEI SCAGNOZZI ? SEI MORTA, STRONZA”
Lei si volta di scatto e il Vetala si trova davanti alla proboscide un fucile a canne mozze.
“Ma che diavolo …”
“Ecco, si, salutamelo !”
E sparò.
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“TU SAI USARE LE ARMI DA FUOCO ?!?!?”
Samael si trattiene dal ridere: vedere Tammy farsi piccola piccola davanti alle sfuriate d’Alice era la cosa più comica che avesse mai visto !
“Ma Ali … te l’avrei detto …”
“E QUANDO ?! IN PRIGIONE ?!”
“Ora calma, non esagerare, è per autodifesa !”
“C-CERTO, PERCHÈ LE ARMI SONO LE MIGLIORI AMICHE DELLA DONNA ! E TU !” la ragazza guarda Samael, con la faccia paonazza e incredula “NON AVEVI DETTO CHE E-ERA IMPOSSIBILE ENTRARE ?!”
Samael cerca per terra nella stanza. La comodità del Mondo degli Incubi era che, come nella sua Dimensione, i cadaveri rimanevano lì “Io non ho mai detto che non si poteva entrare. Ho detto che era impossibile uscire, nessuno vieta di entrare nel Mondo degli Incubi, solo non esistono pazzi del genere !”
Poi trova quello che cerca e lo alza, per vedere meglio. La carta della Morte.
“T-Tieni lontana quella cosa !” Alice rabbrividisce alla vista della carta e Tammy si avvicina curiosa “Perché diceva che l’arma era difettosa ?”
“Perché è un falso …” Samael la strappa e la butta via, sospirando “Mi sembrava strano che gli zombie avessero attaccato Kaliku …”
“E non se ne era accorto ?”
“Ha ingannato pure me, sembra vera … perché si fa tutto così complicato ?”
“Che ne so, finocchietto … comunque Ali” Tammy fa un cenno con la testa alla ragazza mora, che ancora bofonchiava “Vai giù a farti medicare la mano, forse la joker te la guarisce ..:”
“Ah, ecco, l’hai vista anche te ! Tu mi fai fare solo figure di merda …”
Esce dalla stanza e Samael si va a sedere su una poltrona “Uff … troppo lavoro, troppo lavoro !”
Tammy si gira e si dirige verso di lui, mentre continua a parlare “Per fortuna che sei venuta, pel di carota, ho avremo avuto delle belle gr…”
Non finì la frase.
Una delle pistole automatiche aveva la canna che toccava la sua fronte.
Tammy lo fissava, schifata.
-E QUESTA ?!-
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Mamma sorride.
Papà sorride.
Io sorrido.
Siamo tutti e tre felici, nell’unica fotografia di famiglia che ho appeso in camera mia.
La mamma, bella e gentile, che abbraccia mio padre, un uomo alto con i capelli rossi e spettinati, mentre io sono sulle sue spalle. Avevo tre anni lì, ed era stata scattata un mese prima di quel fatto.
Me lo ricordo ancora.
Ero a guardare ‘Il Re Leone’ con la baby sitter e stavo mangiando dei pop corn.
Avevo la febbre, avevo il permesso di rimanere sveglia ad aspettarli.
Il telefono suona e copre la battuta di Scar mentre parla con le iene.
July, la baby sitter, si alzò e prese il telefono, rispondendo tutta sorridente.
Poi, il suo sorriso si affievolisce. Comincia a bisbigliare al telefono.
Sarà quel ragazzo con cui si sbaciucchia sempre … pensai, continuando a mangiare.
Dopo aver messo a posto il telefono, mi disse di vestirmi e di fare veloce.
Mi chiuse il cappotto e mi fece salire sulla sua macchina.
Mi portò in centrale, da mio padre.
Mi lasciò con quello nuovo, Kennedy, che mi fece sedere su una sedia e mi porge una tazza di cioccolata.
E cerca di dirmelo, con molta gentilezza, ma non ci riesce.
Mamma è morta.
Papà è scomparso.
Io piango. Per la prima volta nella mia vita.
---
Dopo un anno passato con la nonna, finalmente vengo a sapere cosa è successo.
Mia madre era riuscita a liberarsi prima dal lavoro in ospedale, aveva cambiato il turno con un’amica.
Stava tornando a casa e non si era accorta dell’uomo che la seguiva.
Le aveva cercato di prendere la borsa, lei aveva lottato.
In termini di forza, mia madre poteva sopravvivere.
Ma lui aveva una pistola.
E l’aveva uccisa.
Mio padre era in centrale, non sapeva che mamma era uscita.
Finché non gli telefonarono e gli dissero di aver trovato sua moglie morta.
Si era alzato dalla sua scrivania e aveva preso la macchina.
Non andò né dove avevano trovato la mamma, né torno a casa.
Sparì e basta.
… Ho capito …
Le armi sono pericolose.
Le armi uccidono e ti portano via chi ti è caro.
Non toccherò mai un’arma. Te lo giuro, mamma, mai nella vita.
---
Mio padre tornò.
Dopo un anno e mezzo.
Un po’ sciupato e senza barba, ma sembrava stesse bene.
Mi ha riportato a casa, mi ha preparato il pranzo, faceva proprio come se non fosse successo nulla.
Mi chiedevo dove fosse, la fregatura.
Era diventato pazzo ?
Voleva fare come quello strano scienziato e riportare in vita mamma ?
Le foto di lei c’erano sempre.
La casa, anche se piccola e povera, era ancora piena di calore.
E papà si comportava bene con me, il suo sorriso era sincero.
… Dov’è la fregatura ?!
---
“Papà … HO DETTO DI NO !”
“Ma tesoro, non hai mai nemmeno provato !”
“COSA DEVO PROVARE ?!?!”
“Dato che ormai siamo qui…”
“QUALE PADRE PORTA SUA FIGLIA IN UN POLIGONO DI TIRO PER IL COMPLEANNO ?!”
“Appunto, per fare esperienza !”
“IO NON VOGLIO IMPARARE A SPARARE ! PREFERISCO MANGIARE VERMI, PIUTTOSTO !”
“ … Voglio solo … che tu sappia difenderti … non voglio perdere nessun altro …”
“Le armi non proteggono, UCCIDONO ! MAMMA, LEI …”
“ … Va bene … hai ragione, non ti costringerò a farlo …”
“BENE !”
---
Cinque anni.
Ne ho cinque eppure capisco le cose meglio dei miei coetanei.
Riesco a capire quando la gente mente e quando dice la verità.
Riesco a capire le vere emozioni della gente solo osservando le loro espressioni.
Per questo, mi sono seduta davanti a quella bambina con il naso fasciato.
Era venuta al funerale di mamma, accompagnata dal padre che lavorava nello stesso ospedale e da sua madre, una donna bellissima. Vestita di nero, quella donna faceva un strano effetto: un angelo nero venuto a vedere la funzione di una povero mortale qualunque. Che fortuna.
Alice Wright ha gli stessi capelli e gli stessi occhi, ma il suo volto è stato rovinato: due giorni fa aveva preso un banco in faccia e parlava di mostri che possiedono le persone.
“Va bene vedo i mostri … e allora ?”
Così … carina.
Un pulcino tutto nero e fasciato.
Si vede lontano un miglio che su questo non mente.
Ha un visino così tenero e triste.
Mi prendo le guance e le tiro, cercando di fare una smorfia buffa.
Mi riesce bene, la moretta ride e le traballano i fondi di bottiglia.
Che carina.
“Alice, vero ?”
“ … Si …”
“Ti va se giochiamo insieme ?”
“ … Certo !”
---
“Ali … cos’hai ?” La faccia della mia amica è uno straccio.
Non aveva dormito, si vedeva benissimo.
“Ho paura”
“Paura di che ?”
“Se un giorno … un giorno, uno di quei mostri … mi viene a prendere e mi porta via ?”
“ … Alice …”
“Si, Tammy ?”
“Dici solo un mare di cavolate ! Nessuno verrà a rapirti …”
“Come lo sai ?”
“Perché … chiunque ci provi … lo ucciderò con le mie mani !”
“ … Davvero ?”
“CERTO ! TI PROTEGGERÒ IO DA QUEI MOSTRI !”
“ … Grazie !”
“E ora basta piangere, mia principessa, che il suo cavaliere la porta alla fiera”
… Mamma … sto per rompere la mia promessa, ma lo faccio per il bene di questo pulcino nero.
“Spero ci sia il tiro a segno !” sorride Alice, prendendomi per mano “Forse hanno ancora quel bel pupazzo dell’anno scorso !”
---
Adoro il tiro al bersaglio.
Soprattutto se il bersaglio è un pupazzo che si muove.
Lo colpisco alle gambe e alle braccia, facendogliele saltare.
Ho solo sette anni, ma sparo come un vecchietto oggi.
“Quella è un arma di precisione, Tamara, non puoi usarla con così tanta leggerezza !”
“Lo so, ma devo andare a studiare da Alice !”
“Uff … quella ragazza sta riuscendo in quello in cui io ho fallito !”
“Cioè ? Farmi studiare ?”
“Esat… Hei, non devi colpire il petto a sinistra” mio padre mi guarda, arrabbiato. Odia quando faccio errori. “Se vuoi colpire il cuore ! Il cuore è nel centro !”
“Aaaaaah, papà non rompere, sono pure in ritardo” mollai la pistola scarica da un lato e presi il mio zaino. “A dopo papà !”
---
Non mi piace parlare al telefono.
Sarà perché non si può vedere il volto della persona con cui stai parlando ?
“Quindi, non ci potremmo vedere giovedì pomeriggio ?”
“Sai … ho cominciato tennis …”
“Ma se mi dicevi che ‘odi qualsiasi sport dove bisogna correre e che preferisci farti mangiare da un Posseduto, piuttosto che correre’ ?!”
“Si … ma .. Mark fa tennis …”
Rimango zitta per due o tre minuti.
“Mark ?”
“Ah, il ragazzo coi capelli marroni … quello che sta nella classe accanto alla nostra …”
“ … Ti piace ?!”
“EH ?! Ecco … forse … non lo so … insomma …”
“Si o no ?”
“… Diciamo di sì …”
“Oh …” sospiro e mi tormento una treccia “Ok, allora ci vediamo venerdì … e mi dici da quando, il perché e come !”
“Ah … ok … ma sei arrabbiata ?”
“Io arrabbiata ? Ma nooo !”
---
“Ricaricala”
“Successo qualcosa ?”
“RICARICALA !”
Scuote la testa, il mio vecchio papà, e prende la pistola automatica, mentre ne scarico un'altra.
“QUEL MALEDETTO BASTARDOOOO !!!”
“Hai preso un brutto voto a scuola ?”
“SE CREDE DI PRENDERE LA MIA ALICE …”
Mio padre ride di gusto. “Il giorno è arrivato, vero ?”
“DI COSA PARLI ?!”
“Succede spesso ai padri: quando la loro bimba comincia ad uscire con dei ragazzi, rifiutano di cederla a qualcuno che non sia come loro … Ma è, appunto, un complesso che viene ai padri, non alle ragazzine di sette anni !”
“COL CAZZO CHE LA LASCIO AD UN TIPO DEL GENERE ! RICCO E COI CAPELLI LUNGHI ! DEVE ESSERE IL RAGAZZO GIUSTO, TIPO … TIPO …”
“Tipo te ?”
“ESATTO” prendo la pistola carica e la punto contro un nuovo bersaglio “APPENA TROVO UN TIPO CHE RIESCA A PROTEGGERLA, MOLLO TUTTO E MI METTO A FARE UNCINETTO !”
“Ahaha, e se non lo trovi e Alice si mette con un senza palle ?” ride di gusto, il mio papà, divertito dalla mia gelosia.
Tirò una raffica di pallottole proprio in mezzo alle gambe del fantoccio.
“… Non vorrei essere nei suoi panni !”
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“Fammi parlare con Mark, specie di re senza palle !”
Samael la guarda, incredulo. Poi chiude gli occhi e scuote la testa.
Quando li riapre, sono spaventati e terrorizzati.
“Ciao, finocchietto senza palle” sorride in modo freddo la rossa, tenendo ancora la pistola contro la fronte del giovane.
“Tammy, ascolta io ..:”
“TI HO DETTO CHE PUOI CHIAMARMI TAMMY ?!”
“Aaaaaah scusa !! Ti prego, non fare nulla di stupido !”
“Stupido ?” i suoi occhi brillano di una luce folle “Uccidere il coglione che ha messo nei casini Alice non è stupido ! Uccidere il coglione che si è fatto possedere non è stupido, liberarmi di te così che la vita della mia piccola Ali torni normale non è stupido ! Stupido è lasciarti vivere !”
“Ti prego, io …” annaspa, si guarda attorno “Mi dispiace, non è colpa mia … io non volevo farla entrare in tutto questo !”
“Non puoi nemmeno immaginare da quanto aspetto questo momento: te che mi supplichi di non ucciderti, messo alle strette dalla mia pistola, affamata di sangue” ride ancora la ragazza, facendo tremare Mark “Anche se ha già mandato un paio di zombie all’altro mondo, la mia piccola amica non è ancora sazia !”
Il ragazzo comincia a sudare e Tammy scuote la testa. Basta con i sotterfugi …
“Suvvia, sarà una cosa veloce” preme ancora più forte la bocca dell’arma sulla sua pelle pallida “Anche se mi dispiace per Samael, lui aveva le palle … mmh, forse è un bene: troverà un corpo molto più figo !”
“E Alice ?!”
“Capirà … e ora zitto, vorrei che non urlassi !”
Si divincola, ma lei gli blocca i polsi “Non divincolarti, o potrei sporcare questa bella poltrona … e sarebbe un peccato”
Gli fa l’occhiolino e poi preme il grilletto “Addio, finocchietto !”
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Uno.
Due.
Tre.
…. “OK BASTA NON CE LA FACCIO !”
Tammy casca per terra e ride come una scema, con la pistola in mano.
Mark rimane silenzioso per due o tre minuti, ma poi Samael riprende il controllo e comincia a ridere.
“ODDIO, PER POCO NON CI SONO CASCATO ANCH’IO !” ride così tanto che gli viene il singhiozzo e la ragazza si rotola a terra, premendo il grilletto della pistola.
Era scarica.
“Com’era la mia faccia ?”
“Spaventosa ! Mi hai fatto venire la pelle d’oca !”
“E il finocchietto ?”
“…. È svenuto !” Samael ride come un folle. Poi si da un contegno e sorride “Perché non hai utilizzato il fucile ? Avrebbe fatto più paura !”
“Quello era ancora carico !” risponde Tammy, tirando fuori l’arma in questione e appogiandola da una parte “Come sapevi che avevo le pistole scariche ?”
“Non lo sapevo, ma l’idea di te che uccidi qualcuno caro alla pulce stonava !” si alza e si sistema la pettinatura, sorridendo malizioso “Devo ammettere, pel di carota, che non sei affatto male: grande attrice, cattiva e bastarda. Sei una di quelle ragazze che mi porterei a letto solo per il gusto di addomesticarle !”
“Oh, che romantico” Tammy gli fa l’occhiolino e arriccia le labbra. “Ti offrirei una cena. L’ultima. E poi ti darei un bel bacio, prima di vederti arrancare sopra un colle con una croce sulla spalla !”
Samael ridacchia, poi torna serio e gli dice, cercando di smettere di sorridere, “Scendiamo, voglio andare a vedere cosa combina quella pulce … E ho voglia di una birra: tutto quel correre mi ha fatto venire sete”
“Perché non la chiami Alice, come fanno tutte le persone normali ?”
“Perché, gli insetti hanno nomi propri?”
E il calcio della pistola si impresse nel collo di un Samael sorridente, felice di aver almeno trovato un alleato su cui contare.
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La scena di fronte hai due aveva un che di inquietante.
Alice pallida, con i capelli sciolti, che sorrideva incerta in mezzo ad un gruppo di demoni che le rigiravano le ciocche nere e discutevano animatamente.
“Hai visto che bella ? Si vede che è figlia dell’Apocalisse !”
“Hanno gli stessi occhi, magnetici !”
“Si, ma lui emanava ormoni ovunque. Quest’adorabile pulcino invece emana tenerezza ! Guardate queste guance, mi viene voglia di prenderle a morsi !”
“MORSI ?!” La voce di White si alzò e la ragazza entrò a far parte della discussione“Solo il suo padrone può darglieli, capito ?!”
“Ma cosa dici ?!” Huan Po la guarda male, continuando ad acconciare le ciocche disordinate di Alice, che tentava di protestare debolmente “Lei si merita un principe azzurro, non un demone sadomaso !”
“MA COSA VUOI TE ?! SAREBBERO PERFETTI INSIEME !!”
“Ma hai gli occhi foderati di prosciutto o che ?! Lei si merita affetto e coccole …”
“MA ANCHE PASSIONE ED EROTISMO”
“Scusate” Clio smette di tenere a bada alcuni ragazzi che stanno cercando di invitare fuori la mora e guarda le due, che ormai stanno strillando “Ma di che parlate ?”
Le due la fissano, schifate “ZITTA TE, BRUTTA VECCHIACCIA !”
“E POI” continua Huan Po “QUELLO PUZZA DI MAIONESE !”
“Ma allora non sono l’unica che sente quell’odore di maionese fritta” sorride Alice, mentre da un cinque alla Pixie, ridendo.
“Ma che …” Tammy è sconcertata, Samael le da una pacca sulla spalla, comprensivo.
“Credo sia la Vibrazione del Domatore” Samael scuote la testa e Tammy fa una faccia ancora più confusa.
“Alice è come una camomilla per demoni: emana una vibrazione che potrebbe calmare e rilassare chiunque … che gruppo di patetici demoni !”
Alice, appena li vide, saltò su e li raggiunse, raggiante. Abbracciò Samael e lo guarda, un po’ preoccupata.
“Te stai bene ? S-Sei ancora depresso ?”
“No, piccola pulce pestifera che non sa nemmeno tirare uno schiaffo decente, sto proprio bene !”
“S-Sicuro ?”
“Ma sì” l’allontana con decisione “Ma ora, perché non rompi le palle alla tua amichetta ?”
La ragazza tira fuori il labbro inferiore e fa il broncio “Con lei non ci parlo … non mi racconta le cose e mi fa a-arrabbiare !”
“Oh … davvero ?” Tammy si mette una mano sulla fronte, drammatica “E chi sarà la tua migliore amica, se ora non mi vuoi più ?”
Alice ride e si guarda attorno, riabbracciando il giovane “Samael, lui si che mi vuole bene !”
“Ma se vomiti tutte le volte che lo guardi in faccia !”
“Non più ! Guarda !” Alice leccò una delle guancia del ragazzo, lasciando di sasso i due e allontanandosi, ridendo “SONO GUARITAAAA !”
La rossa la fissa, basita, mentre abbraccia la ragazza dai capelli corti e le ali, che sta ancora discutendo con l’amica, e mentre ride con un gruppo di ragazze e ragazzi Posseduti.
“Quella ha bevuto, si sente lontano un miglio …”
Tammy fa sì con la testa e ritorna a guardare la scena.
Alice che sorride attorno a tutti quei Posseduti, anche se pallida come la neve fresca, gli fa una gran tenerezza.
Poi, uno strano rumore alla sua destra la fa sobbalzare un poco. Si gira, e si trova davanti Samael, sorridente anche lui e con le guance un po’ rosse. Il rumore viene dalla sua gola.
“… Ottava Nullità …” la sorpresa la fa sbiancare “Tu stai facendo le …”
“OH MAMMA MIA CHE CALDO CHE FA !” la interrompe lui, grattandosi la testa e andando verso il bancone “HO PROPRIO BISOGNO DI UNA BIRRA GELATA ! CHE CALDOOOO !”
“ … Siamo a fine ottobre …”
“AAAH, STATE ESAGERANDO CON QUESTO RISCALDAMENTO ! BIRRA, BIRRA !”
“ … Tu stavi facendo le fus…”
“ALLORA, LA VUOI UNA BIRRA, PEL DI CAROTA, O VUOI RIMANERE A BALBETTARE QUI COME UNA DEFICIENTE !?”
“Se la offri tu … DIAVOLO SÌ !” lo segue, divertita.
Interessante pensò la rossa, prendendo la birra che un barista rosso come lei gli offriva … Samael è un fottutissimo, gatto !
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Male.
Male.
Fratellino mi deludi.

La figura in nero si accende una sigaretta, incazzata. Non è andata come voleva.
Quello spettacolo l’aveva disgustata.
E non poteva essere rimborsata.
I predatori non hanno amici.
Loro uccidono e divorano.
Uccidono e divorano.
Lasciano le carcasse dei loro nemici sulla strada.
Gli amici non esistono.
… La ragazza dagli occhi color infinito.
La colpa è solo sua, vero ?
Se non ci fosse lei, seguiresti la legge della giungla !
Va uccisa.
Eliminata.
Cancellata.
Così sarà più divertente fratellino.
Vederti seguire la legge.
Uccidi o essere ucciso.
Mangiare o essere sbranati.
Questa è la legge.
La legge che ci domina.
La MIA legge !
E la figura sparì, nel buio della notte.
Lo spettacolo, dopotutto, non era ancora finito.

Si ... ho scritto ... evvivaaaaaaa !
Dopo giorni insonni, compiti su compiti, ho scritto qualcosa di intelligente .... e che tutti ameranno, dato che Tammy è stata la protagonista !
Bene, bene, spero che lo leggiate, che vi piaccia, che mi commentiate e .... vi amo tutti ... non so perchè ... ma vi amo ... XDDD
Ah già, ora sto andando cercando di scrivere un'altra ff dem x ax ... cazzooooooooooooooooo .... e un altra fiction ... diooooooo ..... sono tentata di fumarmi l'oppio blu (zexion, lui e le sue allucinazioniiii *_*)
aaah ... oggi niente disegni ... colpa di QUALCUNO CHE MI HA RUBATO IL DISEGNO PIù BELLO (ELEEEEEEE !)
Bene, grazie e buona notte !

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Capitolo 8
*** 8. Nightmares ***


.... *musica celestiale* nemmeno io mi aspettavo questo miracolo ...

Un prato verde alla menta e alberi di cioccolata.
Il cielo è rosa come una caramella e le nuvole sono di zucchero filato.
Come il vestitino rosa con il pizzo all’amarena di Tammy, con le trecce rosse ordinate che prende il tè, davanti a me “Oh, Alice avevi ragione, questo tè alla rosa zuccherata è magnifico ! Molto meglio delle pistole !”
“Vero ?” Clio, vestita con pezzi di frutta e abiti di seta verde, mi porge un altro po’ di tè “Bellissimo, questo posto !”
“Grazie  a te per aver preparato tutto !” la ringrazio, lisciandomi il vestito blu di zucchero e sorrido a Huan Po e White, che non litigano, nei loro vestitini di panna, e discutono normalmente, davanti al nostro tavolino pieno di dolcetti.
Ecco, qui è dove vorrei rimanere, per tutta la mia vita …
 All’improvviso il cielo diventa più scuro. “Starà per piovere ?”
Un attimo.
Il tavolino vola via, calciato, con le tazze e i dolcetti che volano per terra.
Mi volto e impallidisco: un Samael vestito di pelle e borchie, con stivali lunghi e i piercing ancora più inquietanti del solito, ride di gusto e mi afferra, afferrandomi per i capelli e buttandomi su una sua spalla “SEI MIA, PICCOLA PULCEEEEE !”
Mi guardai attorno, spaventata.
Clio si è alzata e sta riempiendo Samael di insulti per il tavolino, mentre White ci guarda, estasiata.
“Siete meravigliosiiiiiii !”
Huan Po, bagnata di tè e con i capelli appiccicaticci, le salta addosso e comincia a picchiarla di brutto “MAI, LEI DEVE AVERE UN PRINCIPE AZZURRO !”
Ho paura, Samael comincia a correre ed è velocissimo.
Ma Tammy non gradisce: dopo essersi slegata i capelli, si strappa la gonna del vestito e tira fuori un mitra, cominciando a sparare all’impazzata.
“NON MI SCAPPERAAAAAAAAAAAAAAAAAAI !”
Ma ormai siamo lontani, mi butta sul prato alla menta e si avvicina, lascivo.
“E ora cambiamo patto: in cambio di Mark, dovrai portare in grembo il suo bambinoooo !”
Mi spaventoo e cerco di spingerlo via, ma lui è troppo vicino.
Loro sono troppo vicini.
Perché ora i Samael sono due, mi guardano disperati e lascivi.
“No Samael, stammi lontano … Samael, smettila !”

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Alice si svegliò, con un gran mal di testa e la bocca impastata.
Strofinò il naso sul suo cuscino e sente odore di pelle.
“Ben svegliata, eh !”
Alza la testa di scatto e batte una craniata contro il tavolino del bar, trattenendo un gemito.
“Un altro incubo su di me ?” Samael sghignazza e si gira una matita tra le dita, mentre continua a leggere il foglio delle iscrizioni.
“Come fai a sapere che c’eri anche tu ?”
“Dai pulce, ti sei messa a dire il mio nome e a fare degli strani gesti tipo cane in agonia !” si mette a fare il verso del cane mentre nuota e ride, mostrando il canino destro “Incubi da sbornia, eh ?”
La mora fa sì con la testa e rimette la testa sulle ginocchia del demone, sbadigliando “Per ora quanti siamo ?”
“Una dozzina !” prende altri due fogli e si gratta la fasciatura alla tempia sinistra “Non credevo ci fosse così tanta gente che voleva aiutarmi !”
“Ah, a proposito” Timothy appare vicino al demone e gli porge una birra, curioso “E questa fasciatura ?”
Samael si incupisce e , dopo un lungo sorso di birra, con tono lugubre “Meglio non sapere …”
“Colpa mia e del mio gin, vero ? Dovevo mettere due punti alla ragazza e avevo bisogno di anestetizzarla …” si scusa allora Clio, porgendo due cole a Huan Po e White, intente a leggere il giornale.
“NON HAI IDEA ! Entriamo a casa che sono le due, lei in braccio a me mezza addormentata, entro piano piano in casa e mi vedo un bisturi passarmi di striscio !”
“Un bisturi ?!” Timothy si trattiene dal ridere.
“TI GIURO, SUO PADRE ERA AD ASPETTARCI IN POLTRONA, CON IL CAMICE SOPRA IL PIGIAMA E UNO SGUARDO DA KILLER !” scuote la testa il giovane, scandalizzato “MA QUELLO DOVEVA ESSERE UN LANCIATORE DI COLTELLI IN UNA VITA PASSATA !”
Alice, ormai, era tornata a dormire e lui continua a scrivere sui fogli “Ma anche voi volete aiutarci ? Non mi sembrate così forti …”
“SI !” rispondono le due al bancone, decise “DIFENDEREMO ALICE DA CHIUNQUE DEMONE MASCHIO SI AVVICINI !”
“Non avendo nulla da fare” ride bonario il barista, tornando alla sua postazione.
Il ragazzo scuote la testa e guarda Alice, che per tutta l’iscrizione aveva dormito come un ghiro, cominciare di nuovo a fare quelle buffe espressioni. Cominciò a grattarle una guancia, annoiato.
La domenica in un pub la mattina era noiosa …
Ma ,all’improvviso, la porta del locale vuoto si aprì, di scatto, per poi chiudersi dopo che Tammy aveva varcato la soglia e dopo che si era nascosta sotto un tavolo. “Aiuto ! MI STA INSEGUENDO !”
“Chi ? Un ammiratore ?”
“Un demone ?”
“Un creditore ?!”
Si girarono tutti verso  Timothy “Non mi direte che sono l’unico inseguito dai creditori ?!”
“SEI l’unico” rise Clio, facendo uscire Tammy da sotto il tavolo ed abbracciandola “Dimmi amore, chi è il bruto che ti insegue ?”
“Amorino” risponde, strusciandosi contro Clio e facendo la bocca a cuore “Ora che ci sei tu, andrà alla grande  !”
“Oooh, se solo non fossi così disordinata e sudicia …”
“Ragazze, siate serie” Alice si alzò, rassegnata “state eccitando troppo Samael … chi è che ti insegue ?”
Si sentirono dei colpi alla porta e Tammy volò sotto il tavolo di nuovo.
“ODDIO MI HA RAGGIUNTO !”
Samael saltò fuori e raggiunse la porta con pochi balzi.
“Ragazzi, appena vi faccio un segnale, spezzategli le ossa !”
“Esagerato !” rise Timothy, ma i suoi occhi diventarono gialli e le zanne si allungarono.
Preoccupati da ieri sera, eh ? Alice tremò un poco e strinse i pugni.
Aprì la porta e un’ombra nera gli saltò addosso, al grido di “ECCOMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII !”
Samael si trovò per terra … con Raphael attaccato ai fianchi del demone come un koala.
“Che ci fai tu qui ?!”
---
Raphael prese un sorso della birra che gli avevano offerto e continuò aguardarsi attorno.
Gli sguardi del suo miglior amico, di Alice, Tammy e di quegli altri non lo infastidivano.
“Allora ?”
“Allora cosa ?” rispose, sorridendo e pulendosi un baffo di schiuma.
“Perché mi segui ?!” Tammy sbatte una mano sul tavolo e lo guarda incazzata, mentre una ragazza dai capelli bruni la sgrida.
“Perché … Bhè, diciamo che è da un po’ che qualcosa non mi torna, c’è un che di strano nell’aria !”
“Ma che ti fumi ?!” sbotta Mark, fissandolo in modo strano.
“Primo, se tu sei Mark, io sono Topolino” comincia Raphael, alzandosi lentamente e girando per il pub.
Poi ricominciò “Secondo, sta succedendo qualcosa in città, gente che sparisce e ricompare, gente nuova che gira …”
La ragazza vestita di rosso fa un cenno ad Alice e sussurra un “Vuoi vedere cha stanno già fuggendo ?!”
“AH-AH ! Allora sapete cosa sta succedendo !”
“Chi, noi ? Figurati figliolo, noi siamo solo un gruppo di baldanzosi perdigiorno che non sanno dove andare la domenica mattina !” rispose l’uomo grosso e barbuto, continuando a girarsi delle carte tra le mani.
“Smettetela, so che qua c’è qualcosa non va ! Voglio solo sapere cosa sta succedendo, non né posso più, mi sembra quasi che tutto il mondo stia impazzendo attorno a me !”
“In effetti” il barbuto prese una carta e se la girò tra le mani “Incarni proprio la numero ventuno, il Mondo ! Interessante …”
“Dolcezza” la bruna si parò davanti all’uomo, con le mani sui fianchi “che ti avevo detto sui tarocchi ?!”
“Cara, mi annoio, vedi un po’ te: o rispondo al ragazzo e gli dico cosa succede, così ci portiamo un altro umano sul groppone, o mi leggo le carte ! Quale delle due scegli, Cliuccia ?”
“Secondo me è meglio se lo diciamo …” Alice guarda Samael e Tammy, mentre le ragazze vestite di blu e rosso fanno cenno di sì con la testa.
Samael guarda Tammy, poi sbuffa “Se ha capito che non sono Mark, mi sembra inutile !”
E fece apparire le scaglie, facendo trasalire il moro.
Seguendo l’esempio del giovane,la ragazza in blu fece spuntare le ali, quella rossa le orecchie da gatto e Clio si fece crescere le branchie.
Chi se lo aspettava …
Rimase con la bocca aperta per un po’, poi Tammy gli si avvicinò e gli disse, con tono di sfida “Sei sicuro di saper reggere a tutto questo ? Non accettiamo gente che smatta dopo pochi secondi !”
“E me lo chiedi ?” rise e mise una mano attorno alla spalla della ragazza, facendola ringhiare.
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“Quuuuuuuuindi” Timothy mise le carte sul tavolo e li guardò, uno per uno “Vedo che ora siete un bel gruppetto! Complimenti !”
“Falla poco lunga panzone” Samael mise i piedi sul tavolo e Tammy gli tirò uno scappellotto dietro la testa
“Su, su, le carte hanno bisogno tempo !”
L’uomo prese i tarocchi e cominciò a fare starni movimenti con le dita, spostando le carte, scoprendole e coprendole, continuando a in un ciclo lungo ed interminabile.
“Scusa, Sarathel …” Raphael si sporse verso il demone, che gli rispose male
 “Samael, stupido ! Se il tuo piccolo cervellino d’oca sta cercando di capire cosa succede qui, te lo dico e vedi di ascoltare: questi sono tarocchi e in questo momento ci stanno facendo una sessione, dato che il qui presente è un Cacciatore di Stelle !”
“Cacciatore di Stelle ?!” ad Alice brillarono gli occhi “Quelli che possono prevedere il futuro ?!”
“Già, Etoile era il nostro unico Cacciatore di Stelle” il demone alzò un sopracciglio e fissò il barista, facendolo ridere come un pazzo, poi continuò “Prima che fuggisse con una delle concubine di mio fratello Gorzia … vero Timothy ?!”
“Oh, dai principino, ce l’hai con me ? Se eri proprio contento di vedere il tuo fratellone disperato !” continuò a far girare le carte, non curante degli sguardi carichi d’ira della ragazza in verde.
Tammy rise, divertita, poi tornò seria “A parte questo, a cosa serve ?”
“Come Samael, non gli hai raccontato la Grande Leggenda ?”
“Avrei dovuto ?”
“E ME LO CHIEDI ?! Vedete” cominciò l’uomo, estasiato.
 
Siamo nati prima ancora della comparsa degli umani.
Eravamo bestie, senza nessun controllo, nessun re, nessun dio, nessuna legge che ci tenesse a freno.
Divoravamo ed uccidevamo tutto quello che trovavamo.
Il Grande Demone, l’unica divinità che aveva un po’ di potere su di noi, fece scendere il suo ottavo figlio, e i figli di altri dei minori, con armi forgiate dalle stelle più luminose.
Domarono e controllarono ogni demone.
Coloro che tentarono di ribellarsi vennero uccisi.
Dal loro sangue nacque il castello del Grande Demone, dove suo figlio dimorò.
Governò per ben ottocento anni.
Il giorno in cui morì, le armi demoniache furono sigillate.
Solo gli esseri che possiedono le caratteristiche delle armi possono usarle.
E si sarebbero liberate solo il giorno in cui l’ottavo demone fosse rinato.
 
“In pratica, se anche la carta della Morte era un falso, vuol dire che ora sono in giro, libere. E se le troviamo, potremmo usarle contro Valtiel ! Per questo le carte che vi ho messo davanti rappresentano il vostro essere, l’arma demoniaca che incarnate. Sono uguali a quelle dei tarocchi, quindi, ora, giratele pure !”
I ragazzi, con le carte davanti, le girarono, trepidanti.
“Il Pazzo” Samael sogghignò “I Guantoni della Luna Piena”
“La Forza” Tammy sorrise e lesse “Il Fuoco del Crepuscolo, che figo !”
“Il Mago” bisbigliò Huan Po “La Luce Del Nord, wow !”
“La Temperanza” sbuffò White “I Punitori … mi aspettavo di meglio …”
“L’Imperatrice” Cliopeth alzò un sopracciglio “La Dolorosa ? Davvero Timmy ?”
“Il Mondo …” Rapahel sorrise “ Il Difensore … haha…”
Alice guardò la carta, incerta.
“Pulce, non ti piace ? Troppo brutta come carta ?”
“No … è carina invece …”
“Sarebbe ?”
“Gli Amanti …” arrossì la mora “La Passione dei Peccatori …”
Timothy la guardò triste “Mi fa piacere che ti piaccia, piccola, peccato che quella carta sia impossibile da trovare, anzi, forse è finita distrutta anni orsono … e te ? Raphael, è vero ?”
“Mmmh, cosa ?”
“La tua carta è al rovescio, vuol dire che qualcosa ti turba …”
Raphael si guardò attorno, preso in contropiede.
Sospirò poi “In effetti, devo dire che ho cominciato ad insospettirmi della situazione … grazie ad Ivy …”
“Ivy ?”
“Mia sorella …”
“Non mi ricordavo avessi una sorella !” Tammy lo fissò.
Lui rispose, contrariato “Era con me al funerale, non ti ricordi ?”
“… Eri anche tu lì ?”
“Mia madre era amica della tua …”
“Ah … ORA MI RICORDO ! Era una bambina carinissima !”
“Già …ma ora è sempre distante … non che non fosse così anche prima, ha sempre le occhiaie, riceve strani messaggi…”
“Messaggi ?”
“Bhè” Il ragazzo si mise una mano in tasca “ Se questo lo possiamo chiamare messaggio …”
Tirò fuori una pallina rosa carne  e la mi se sul tavolo. Aveva un biglietto attaccato e delle scritte rosse brillavano sinistre: “Ho messo un occhio su di te”
La pallina si aprì di scatto, mostrando un iride viola, che cominciò a muoversi.
Era un occhio.
Vivo.
Sbiancarono tutti, solo Samael rimase impassibile.
Rise“… Un demone stalker … questa sì che mi mancava !”
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[scena rating rosso]
Ivy Juniper odiava stare sola in casa, la sera.
Suo fratello, da quando erano cresciuti, passava il suo tempo fuori con gli amici e stava meno con lei.
Si sentiva sola.
Per questo, non gli dispiaceva l’ombra dietro di lei, che le massaggiava la schiena nella vasca.
“Più giù” la ragazza si sciacquò il ciuffo emo blu notte. Invece dell’acqua, una sostanza rosso scuro uscì fuori dal rubinetto. Meglio non sapere cos’è …
L’odore era inebriante, l’ombra continuò a muovere le sue abili mani sulla sua pallida schiena.
“Non ti ribelli più ? Mi piaceva quando mi chiamavi ‘Orribile Pedofilo’ …”
“Spreco di fiato” la giovane si girò verso di lui (presumeva fosse un maschio).
Non riusciva a vederne il volto, era coperto dall’oscurità.-“Già, devo ammettere che mi piace anche così … le donne addomesticate sono carine …”
Una delle sue mani sfiorò il seno della fanciulla, che l’allontanò, lanciandogli uno sguardo nero e cattivo.
“Non ora”
“Ma tu guarda, allora questa pietanza ha un po’ di pepe !”
“Sono stanca” si alza e prende un accappatoio rosa.
Appena lo indossò, divenne una vestaglia di raso nera e rossa. Una catena al polso destro.
“Non ti piace ?”
“Carino … Sadomaso ?…”
“Nah, voglio solo tenerti vicina a me …”
La ragazza uscì sbuffando, con il rumore della catena e dei passi dell’uomo dietro.
Il corridoio dell’appartamento, di solito pieno di foto di famiglia, aveva ora candelabri neri attaccati alle pareti e teschi dorati che la fissavano, con occhi vuoti.
Anche camera sua era stata trasformata: il letto era a baldacchino, raso nero e cuscini rosso sangue. Le finestre sbarrate e un gigantesco specchio sul soffitto.
“Pessimo gusto …”
“Questo è quello che la tua anima desidera …”
“Non sono una troia …”
-“Una concubina di lusso, direi, da ricconi …”-
La ragazza si girò per protestare, ma l’uomo la baciò teneramente.
“Abbiamo poco tempo, non sprechiamolo litigando …”
La raccolse tra le braccia e la mise sul letto, pettinandole i corti capelli con le dita.
“Non ho voglia di lasciare segni come l’ultima volta …”
Lei fece segno di sì con la testa e aprì le braccia, invitandolo.
Lui baciò avido il suo collo e le alzò la vestaglia fin sopra le cosce.
Ivy gemette, diventando rossa sentendo la mano dell’ombra accarezzarle un capezzolo.
“Sei così carina quando arrossisci …”
“S-Smettila !”
La catena al braccio, ad ogni movimento, diventava sempre più stretta.
Quel dolore le creava una strana eccitazione, come anche per il suo compagno.
Era come se quell’ombra fosse legata alla catena.
Dopotutto, non era una creatura umana, quell’uomo che tanto amava.
“Fa male … toglimela …”
“ … “

È doloroso ...”
“Non posso Ivy, non voglio lasciarti …”
“Non scappo mica …”
“ … Ivy …”
Sentir pronunciare il suo nome e sentirlo dentro di lei la fece gemere ancora più forte.
Gli strinse i capelli (se quelli erano capelli) e sussurrò un sensuale “Ti prego …”
Da quando lo conosceva, si sentiva molto più coraggiosa, più donna.
“Ivy … devi farmi entrare dentro di te …”
“ … Mi pigli per il culo ?”
“Non in quel senso … devi lasciarmi il tuo corpo per un giorno … o forse due …”
L’ombra venne e Ivy gli graffiò la schiena.
Si distese vicino alla sua compagna e le accarezzò una guancia, mentre lei lo fissò seria.
“Per cosa ?”
“… Devo eliminare una persona …”
La giovane tremo e scosse la testa “ … No …”
“Come ?”
“NO !” la ragazza si ricoprì, disgustata “Scopare è ok, ma uccidere … no …”
“Ivy, vedi di non farmi arrabbiare ! Non sai nemmeno chi devo uccidere, vedi di fare la brava e lasciarmi il tuo corpo per un po’ !”
Lei cercò di uscire dal letto, ma lui le bloccò i polsi, facendola piangere.
“Perché ?”
“Mi è stato ordinato … vai nella sua stessa scuola, lo uccido e ti ridarò questo bel corpicino come se non fosse successo nulla !”
“Ma non mi ami ? Non pensi a me ?”
“Ma che domande fai ? Guarda che lo faccio anche per noi: prima lo uccido, prima torneremo a scopare come ricci …”
Continuando a tenerle i polsi, fece scivolare una mano sotto la sua vestaglia.
“Ho scopato con così tante ragazze, ma non ho mai trovato nessuna come te, sei così … così …”
Lo spinse via con un calcio in pieno petto, facendogli lasciare la presa e rotolando giù dal letto.
Lui la prese e la bloccò sul pavimento gelato.
“Stavo per dire innocente, ma ho cambiato idea … direi lunatica.”
“Mollami !”
“Ora mi hai fatto venire voglia di tingerti di un bel rosso … ti starebbe  così bene ! E tutta questa dolcezza mi ha definitivamente stancato !”
“Fottiti”
“Dai, fammi divertire un po’ …”
Un dolore lancinante partì dallo stomaco della ragazza, esplodendogli in petto.
Cercò di alzarsi ed allontanarsi dall’ombra, che si era seduta sul letto, divertita.
Odio quando fa così. Perché si comporta in questo modo se mi ama … Perché ?
“Tutto ciò mi ispira una poesia … sei proprio la mia musa, Ivy.”
Strisciò ancora Ivy, con il sangue che scendeva doloroso e lento.
Le parole dell’uomo cominciarono ad apparirgli davanti agli occhi.
Rosse, il suo colore preferito.
Come le scritte dei suoi soliti messaggi.
                                                             
                                                             Sangue,
                                                              Striscia, 
                                                      sporcando la terra,
                                                       cremisi è il colore, 
                                                     bevanda degli immortali,
                                                       macchia indelebile e 
                                                        peccato dell'uomo.

 
Le catene erano aumentate, stringendola e ferendola.
La tirano verso di lui.
Non riesce a respirare, non riesce ad allontanarsi.
Sente qualcosa che le pulsa tra le mani. Qualcosa di vivo.
                                                           
                                                          Scorre dal petto
                                                         cascata di morte,
                                                     c'è un buco, una ferita,
                                                         il sangue è fresco, 
                                                        la freccia ha colpito,
                                                        lacerando la carne.

 
Si ritrova sulle sue ginocchia.
Ha le gambe e le braccia legate, è alla sua mercé più completa.
Un artiglio nero, inumano, le accarezza la guancia, facendola gridare.
                                                                   
                                                                  Artigli,
                                                                 Sibilano,
                                                          strappano il cuore,
                                              pulsano ancora i muscoli stremati,
                                                             amore è pena
                                                       e i rivoli rossi scivolano
                                                                tra le dita.

 

Apre le mani e si trova davanti un cuore. Rosso, palpitante e sporco di sangue.
Vivo.
Comincia ad urlare e lo lascia cadere. L’organo continua a muoversi anche sul pavimento freddo e sporco di sangue.
Il suo sogno si è trasformato in un incubo di raso rosso.
Un umido bacio sulla guancia la fa tremare, sente il sorriso del mostro stendersi compiaciuto sulla sua pelle.
                                                                   
                                                        Cupido sorride.
 

                                                                     
[fine scena rating rosso]
 
“IVY SVEGLIATI ! SMETTILA DI URLARE !”
La mora si svegliò nel panico più totale, sudata e pallida.
Era distesa sul suo letto dalle coperte turchesi.
Accanto a lei, Raphael era seduto sul letto ed era spaventato.
La ragazza aveva addosso solo l’accappatoio di spugna rosa.
Sporco di rosso.
“Ivy, ti senti bene …?”
“Vattene, sparisci. Lasciami dormire …”
“Il tuo accappatoio … e le tue mani ! Ivy, cosa diavolo …”
“Vattene, Raph …”
“Questo è sang…”
“VATTENE ! ZITTO ! LASCIAMI SOGNARE !”
Il ragazzo si alzò dal letto e sbatté la porta, uscendo.
Sentiva l’occhio fissarlo dalla tasca della giacca.
Lo guardava beffardo, divertito.
Ridi bastardo, ridi. Aspetta solo che ti abbia tra le mani e quest’occhio sarà l’unica cosa che rimarrà di te !
---
Alice alzò lo sguardo dal suo quaderno ti matematica e fissò Samael.
-Eccola, ancora con il suo sguardo da coniglietto con il broncio ! Ma cosa diavolo vuole da me ?!-
-Il nostro cellulare, squilla da venti minuti …-
Il demone tirò fuori il telefonino e sbirciò il numero, innervosito.
Sabrina, ancora.
Lo mise di nuovo in tasca, schifato e incazzato.
- EHI !-
- Questa è la sacrosanta verità ! Arrapata e lamentosa !-
“Non rispondi ?”
“Nah, non è importante …”
Il telefonino morì e tornò il silenzio.
Alice continuò a fissarlo.
“Allora pulce ? Cosa farai con la stupida perseguitata ?”
“Appena la vediamo, cercheremo di controllare la situazione …”
“Ah, va bene …”
Tornò il silenzio.
Samael tornò a fissare il televisore, irritato.
Non riusciva a stare nella stessa stanza da solo con quell’insetto dai capelli mori.
Perché l’aveva beccato in un momento di debolezza.
- Potrei dirgli di Sabrina, la farei star male no ?-
-Provaci, e vedi come ti riduco, demone dei miei coglioni !-
Odiava essere preso in contropiede, soprattutto da una tappa del genere !
“Senti … Samael …” la ragazza lo fissava, ancora “T-Ti ho fatto per caso qualcosa di male ?”
Sguardo verde e silenzioso.
“… SI CAZZO ! MI HAI FATTO FARE DELLE CAZZO DI FUSA, UNA COSA CHE NON MI ERA MAI SUCCESSA, MAI, NEANCHE DA CUCCIOLO ! MI SONO SENTITO UNA GRANDE MERDA ! E ARRIVA UNA COGLIONA BALBETTANTE E UBRIACA CHE MI LECCA E MI FA SCIOGLIERE COME LA NEVE AL SOLE ! E QUELLA TROIA DI TAMMY L’HA PURE VISTO ! PERCHÈ NON MUORI TE E QUELLA TUA MERDOSA VIBRAZIONE DEL DOMATORE FINOCCHIO ?!?!”
Samael avrebbe voluto rispondere così. Invece sbuffò un “ … Mi devo abituare alla tua nuova pettinatura … quei codini da bambina …”
- BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOM ! Che uomo, che palle ! –
-ZITTO TE, HAI POCO DA RIDERE !-
Alice arrossì e si arricciò i capelli.
Huan Po aveva insistito per accorciarle i capelli e lei non aveva fatto nulla per fermarla.
Non era male come parrucchiera.
“S-Sto così male …”
“Mi sembri una bimba delle elementari …” il demone cominciò, poi sospirò “… Ma Mark dice che sei molto carina …”
“Ah …” divenne ancora più rossa, mentre scriveva sul suo quaderno “ che gentile …”
Che fitta, che dolore.
Pure il mal di pancia, che demone fortunato che è !
“S-Secondo te Pocha sarà fuggita ?”
“Spero di sì … comunque, è parecchio forte se la caverà … e … mi dici cosa diavolo hai sognato di così terrificante ?”
“NON LO SAPRAI MAI ! M-MAI !”
“Hahahaha, le probabilità che fosse un sogno normale sono molto basse, eh ?”
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… Le … probabilità ….
Sono così … basse …
… Devo … provarci … cavolo …
Cinquanta … cadrò nel … vuoto
… Cinquanta … volerò …
… Voglio rivederlo …
… Faro qualsiasi cosa …

… Qualsiasi cosa …

Allora ... non ho scritto ... per un motivo mooolto stupido: mi hanno dato tutti i profesor layton e ho rigiocato a 358/2 days in versione esperto ... e si sa: un enigma là, un heartless invincibile qua, che alla fine mi sono dimenticata di scrivere e ho lasciato l'otto da una parte ... MA ORA HO SCRITTO ! BWAHAHAHAHHAHAHA ! Ok basta, mi metto a disegnare, che per un po' è meglio se non tocco il ds XD E ovviamente la poesia NON l'ho fatta io, ma Mally, la figlia di Ares con seri problemi con i cespugli (AHAH)
Ringrazio lei, la mia sempai e tutti quelli che hanno letto o recensito ^^

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Capitolo 9
*** 9. Venticinque giorni dopo ***


3 giorni dopo la partenza di Samael
 
Pocha non soffriva di vertigini.
Pocha non aveva paura della morte.
Diciamo che la settima figlia di Baophet non soffriva nulla.
Ma trovava scomodo stare aggrappata ad una corda fatta di coperte e cuscini per tre giorni, patendo freddo e fame (non era una novità), a 74 metri di altezza.
Si, proprio 74.
Aveva avuto tutto il tempo per fare i calcoli.
Aprì gli occhi e cominciò a muoverli, come se leggesse qualcosa.
Quando finì sospirò.
… Le … probabilità ….
Sono così … basse …
… Devo … provarci … cavolo …
Cinquanta … cadrò nel … vuoto
… Cinquanta … volerò …
… Voglio rivederlo …
… Farò qualsiasi cosa …
… Qualsiasicosa …
E fu così che la piccola Pocha fece un volo di 73 metri di altezza.
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“DEFICIENTE ! STUPIDA ! VOLEVI FARE IL VOLO D’ANGELO, AH !? ANGELO UN PAIO DI CORNA D’ORCO !! CHI TI DICEVA CHE IO SAREI ARRIVATO IN TEMPO, EH ?! A QUEST’ORA, SARESTI CIBO PER I TOPI, UNA MELMA DA RACCOGLIERE CON IL CUCCHIAINO !”
“Si, Kotos … sono contenta … di vederti …”
Kotos era l’unico tra i suoi ‘amici’ (li chiamava così perché erano tutto tranne che servitori devoti, ma le stavano simpatici) che faceva parte della categoria degli Iracondi.
Era un gargoyle* giovane, le squame bluastre e una cresta bionda tendente all’arancio.
Un rompi come pochi, che poteva odiarti per qualsiasi cosa.
Come aveva fatto a diventare Generale e a lavorare nel mondo degli umani, solo il Grande Demone lo sapeva.
“DEVI SMETTERLA DI FARE AFFIDAMENTO SOLO SULLE TUE PREVISIONI !”
“ … Ma per il … cinquanta … per cento …”
“TE LO DO IO IL CINQUANTA PER CENTO, TE LO INFILO SU PER IL C... !”
“Smettila Kotos, non fare il volgare !”
Il gargoyle si girò e sbraitò contro l’albero secco dietro di lui.
“SHELBY, SOTTOSPECIE DI CANE IDROFOBO DELLE MIE SQUAME, ESCI E FATTI PESTARE !”
“Ma perché ?!”
“PER COLPA TUA ABBIAMO FATTO UN RITARDO DI TRE GIORNI !!”
“Ma sei tu che avevi sbagliato strada …”
“NON DARE LA COLPA A ME !!! VIENI QUI, PISCIA SOTTO, O TI FAI PESTARE !”
“Col cavolo, se esco fuori e mi avvicino tu mi mangi !”
“TI FACCIO DI PEGGIO SE NON MUOVI IL TUO BEL CULETTO E VIENI QUI, CAPITO ?!”
Una ragazza uscì da dietro l’albero. Indossava un vestito rosso e aveva braccia e gambe di sciacallo, come anche le orecchie e la coda.
Il busto e il volto, però, erano quelli di una giovane donna: pelle abbronzata, capelli neri e corti e occhi color cioccolato.
“Ciao … Shelby … degli … Accidiosi … come va … la vostra tribù …?”
“Bene … cioè, soffriamo la fame, ma tutto bene … suo fratello crea non pochi problemi, eh ?”
Il demone sciacallo si avvicinò al gargoyle, che per poco non l’azzannò alla gola.
“MA SEI IMPAZZITA ?! VUOI MORIRE, STUPIDA!?! STAMMI LONTANA O TI PESTO !”
"Vedi ?! Te vuoi solo litigare ! Ti brucia ancora, vero ?"
La giovane puntò contro il gargoyle il motivo di quella sfuriata: la Ventiduesima Arma Demoniaca, Il Giudizio di Lucifero, una bilancia che poteva essere usata come balestra.
"COSA C'ENTRA QUELL'INUTILE PEZZO DI LEGNO ED OTTONE ?!"
"Ammettilo: ti brucia il fatto che io abbia ottenuto un'Arma Demoniaca ... più precisamente la TUA !"
"VUOI MORIRE ? VUOI CHE FACCIA COME QUANDO ERAVAMO CUCCIOLI ? LA TUA CODA SE LO RICORDA DI CERTO, STUPIDO ANUBIS* !"
Pocha rimase silenziosa, con l'occhio a mezz'asta, mentre i due litigavano selvaggiamente.
Finché una saetta nera non li scaraventò a terra.
"Santo cielo, ancora ?! Smettetela di fare i coglioni, siamo in ritardo !"
Una ragazza che mostrava sedici anni, con setosi capelli neri tendenti al rosso e occhi dorati, si mise le mani sui fianchi, con le orecchie nere da pantera che tremavano di rabbia.
Una pantera demone* non poco infuriata.
"Ma ... Siyah noi stavamo solo ..."
"Perché non passate subito allo scopare ?! RISPARMIATE TEMPO !"
Poi si girò verso Pocha e sbuffò "Io non avevo fatto nulla, Sua Eminenza, ho fatto tardi per colpa loro !"
"... Bugiarda ..."
"Uuuf ... sì, va bene, forse ho sbagliato delle indicazioni, e allora ?! Siamo in ritardo, dovevamo partire due giorni fa ! Avete fatto caso a questo posto ?! QUI C'ERA UNA FOTTUTA PALUDE E ORA C'È UN CAZZO DI DESERTO !"
Pocha sospirò e prese, lentamente, una manciata di terra.
Prima era la Palude degli Oni, il luogo dove aveva ritrovato Samael, anni fa.
Ora era un vero e proprio deserto, per colpa della fame e dell'invidia di Valtiel.
Quanto provi invidia anche contro la natura stessa, vuoi privarla di tutto ...
"Allora ..." Pocha tese le mani verso Siyah, che la prese sulle spalle "... Andiamo ?"
"Bha, sì, basta che non provi più a insinuare che io e questo cagnaccio rognoso ..."
"Ok, dolcezza, non arrabbiarti, ti vengono le crepe alle squame !"
Pocha affondò il volto tra i capelli del demone pantera e sorrise.
I demoni che non sono mai andati nel mondo degli umani, rimangono allo stato brado.
Solo quando arrivano a contatto con loro, imparano e crescono.
Non è possibile una convivenza senza nascondersi ?
"Va bene, muoviamoci" Shelby tirò fuori una mappa e sorrise "Verso il Baratro Celeste !"
 
5 giorni dopo la partenza di Samael
 
"FA CALDOOOOOOOOOOOOOOOO !"
"Smettila di lamentarti Kotos !”
“CREPE ! SULLE MIE SPLENDIDE SQUAME ! FOTTUTE CREPE !”
 “Suvvia, nessuno è morto per un po' di afa !"
"ZITTA SHELBY, FA SILENZIO !"
"Santo cielo, vi ripeto, scopate pure sopra la sabbia rovente, strusciatevi sudati come lumache nella tempesta ,fa molto fuga d’amore, certo … ma STATE ZITTI !"
Siyah trascinò per i piedi Pocha, che aveva preso due insolazioni e perso una ventina di squame.
"DATEMI DELL'ACQUA, IL GARGOYLE VUOLE ACQUAAAAAAAAAAAAA !!"
"Ti abbiamo detto che un po' di caldo non uccide nessuno !"
"SHELBY, CUCITI QUELLA BOCCA DA SCIACALLO SPELACCHAITO CHE HAI!"
"Pochaaaaaaaaa, non morire, la qui presente Siyah ha bisogno di te !"
"... Vedo ... il grande ... demone ..."
"ODDIO, ORA STA MORENDO ?! NON PRENDERMI PER IL CULO, BOA COLORATO !"
"Per la prima volta sono d'accordo con te Kotos: ABBIAMO BISOGNO DI FRESCO, ORA !"
 
8 giorni dopo la partenza di Samael
 
“C-C-C-C-C-credo di aver perso la sensibibibibibibibibi …”
“Oh, suvvia sciacallo dei miei stivali, non è male questo freddo, no?”
“Oh, c-c-c-certo, il nostro gargoyle viziato, a-a-a-appena arriviamo in un b-b-bufera di neve, fa l’a-a-angioletto !”
“S-S-Siyah … come sta P-P-Pocha ?”
“… L’HO P-PERSA !!”
“C-C-COSA ?!”
“Mmm … forse è rimasta indietro …”
“C-Cioè ?! P-P-Perché sei così tranquillo o-o-ora ?!”
“Deve essere l-la n-n-neve ….”
Tornarono indietro e si misero a cercarla.
 
11 giorni dopo la partenza di Samael
 
“T-T-Tre fottuti g-giorni a scavare … ed è un c-cubetto di ghiaccio !”
“Siete veramente lamentosi, voi demoni da deserto,eh ?”
“Z-Zitto e c-c-cammina ! V-Vedi di muoverti, o P-Pocha ci lascia la p-pelle …”
“Uffa, voi femmine, non vi va mai bene nulla !”
“M-Ma s-senti d-d-da che p-pulpito !”
“P-Per fortuna m-manca p-poco !”
 
15 giorni dopo la partenza di Samael
 
“Da quant’è che camminiamo ?”
“Da quindici giorni nostri … da Samael sono passati … due mesi, direi !”
“Sono veramente lenti lì, eh !”
Siyah si sistemò per bene sul tronco che usava come letto.
“Pocha dorme ?”
“Certo, che novità” Shelby sorrise e cerco di scaldarsi davanti al fuoco “A chi tocca fare la guardia, dopo Kotos ?”
“A te.”
“Davvero ? Non mi stai dicendo un’altra delle tue balle ?”
“Giuro.”
Shelby si guardò attorno.
Quel posto, ben 14 giorni prima, era una radura abitata dalle banshee ed era piena di cibo.
Ora era un canyon desolato, la maggior parte delle banshee si era trasferita altrove e gli unici demoni preda che non erano morti di fame non sfamavano per nulla.
“Non sembra nemmeno più il nostro mondo.”
“Puoi dirlo forte ! E tutto ciò perché siamo legati alla maledizione del numero otto e a quelle stupide credenze !”
“La maggior parte dei nostri simili pensano sia una cosa giusta …”
“Oh, certo, tutto questo è giusto ! Ed è pure inutile scappare:appena ogni forma di vita sarà sparita, Valtiel passerà al prossimo mondo… meglio dormire, oppure domani non riuscirò a trasportare Sua Imminenza …” sbadigliò la pantera, girandosi dall’altra parte e mettendosi  a russare come un orco con il raffreddore.
Shelby si alzò e andò a cercare Kotos.
Lo trovò a testa in giù, attaccato ad un ramo per la coda e con gli occhi spalancati.
Era girato dall’altra parte, quindi non poteva vederla.
Sorrise e si leccò le labbra, avvicinandosi silenziosa come un’ombra.
Appena dietro di lui, gli fece il pizzicorino sotto le ascelle, ridendo. Ma Kotos l’afferrò per il collo e la scaraventò a terra, ringhiando feroce.
“N-Non uccidermi ! Sono i-io !”
“S-Shelby ? MA SEI IMPAZZITA ?! LO SAI CHE NON MI DEVI DISTURBARE QUANDO SONO IMPEGNATO A FARE LA GUARDIA !”
“S-Scusa …”
Il gargoyle si alzò, ridendo “Non è poi così tanto diverso da quando eravamo cuccioli, eh ? Le hai sempre prese, anche da Generale !”
“Ahaha … spiritoso …”
“Bene, vado a farmi una dormitina ... ma non era il turno di Siyah ?”
Ovvio, ma ormai che sono sveglia …
Si mise a sedere sul ramo e attivò il Giudizio di Lucifero, guardandosi attorno e accompagnando il suo sguardo con la punta della freccia.
Avrebbe protetto quei demoni che considerava amici, anche se era debole di carattere e non aveva mai scoccato un Dardo della Pena da quando era diventata Generale.
E aveva un grosso debito con il padre di Pocha.
---
“Oh, grande Baophet, Macellaio delle Anime  Perdute, Figlio del Caos e della Dea Lussuriosa, Uccisore dei Mille Serpenti del Dolore, Parente Prediletto del Grande Demone, Lei …”
“Saggio Nuit, se vuoi fare notte a dire tutti i miei titoli, prego, ti preparo subito una stanza dove continuare !”

Lord Baophet fa una strana impressione.
Non è possibile da descrivere.
Bello era di sicuro un dispregiativo !
La sua forma intermedia era scultorea, muscolosa.
E non sembrava così cattivo … spaventoso sì, visto con gli occhi di un cucciolo.
“Mi scusi, Grande Re, sono venuto qui, per portarle questa !”
Mi afferra per una spalla e mi scaraventa davanti a lui, con disgusto.
“Un … Anubis ?”
“Mi dispiace offendere la vostra vista con un tale cane rognoso !”
“Mmm … credo sia femmina, Saggio Nuit”
Il vecchio gargoyle barbuto scosse la testa “Pure femmina, immonda cagna rognosa !”

“E quel’è il problema, saggio Nuit ?”
“I-I-Il Problema ?! SIGNORE, LEI HA DECISO DI STERMINARE ED ELIMINARE I DEMONI SCIACALLO, COLORO CHE HANNO RIVELATO IL SEGRETO DELLA VITA ETERNA AGLI UMANI !”
Ho un groppo in gola e noto, con sguardo terrorizzato, il Re, che si gratta la mascella, pensieroso.

“E dove l’hai trovata ?”
“Una scoperta orribile, Mio Signore: era nascosta nel villaggio dei Gargoyle del Nord, il MIO villaggio ! La nascondeva una delle femmine, coi suoi figli, nel SUO nido ! Un comportamento da scellerati, Grande Venerabile !”

“MMM … quando avrei ordinato l’uccisione di una intera razza ?”
“Signore, non posso essere io a lamentarmi della sua memoria ma …”
“Saggio Nuit, mi ricordo benissimo di NON aver deciso la morte degli Anubis ! Siete voi, sciocchi sudditi, che avete creduto alle parole di un lurido infante …” si girò, con tono neutro, verso la porta “Vero, Valtiel ?”

La porta si aprì e un demone vestito di nero entrò a gran passi “Onorevole Padre, abbiamo solo pensato che la sua non curanza verso quegli ignobili cani…”
“Quindi, te, Gorzia, Lobse e Sopho avete deciso di testa vostra di ‘sistemare’,al posto mio, un intera razza. Complimenti .Non stai perdendo tempo, a quanto pare.”
“Padre, questa non curanza a portato alla fuga di Etoile e la concubina di Gorzia ! Per questo, i demoni possono andare e tornare da quella schifosa spazzatura di mondo, ! Ed è anche per questo …” Valtiel sputò, mostrando i canini appuntiti “Che quella vive qui !”

"Non nominarla con quella lurida fogna che ti ritrovi, sporco figlio di una cagna !!"
Aveva ruggito e la sua voce echeggiava, cattiva, facendoci tremare.
Persino suo figlio aveva le gambe che ballavano.
“Sparisci dalla mia vista, inutile immondizia.”
Il ragazzo fece un inchino veloce e corse via, con la coda tra le gambe.
"E in quanto a questo sciacallo ..." tornò a me, facendo sparire la sua aurea nera con un sospiro "Pocha ha sempre voluto un animale domestico. Conducila nella sua stanza e non parliamone più.”
                                                                                       ---
Avrà la mia età, occhi verdi e boccoli biondi, che incorniciavano un volto squamato.
Eppure, ora l'aveva sulle spalle ed erano nascoste dietro ad un portone.
Erano ad origliare la discussione del Grende Baophet e del saggio Nuit.
"Ma perchè mi hai costretto a fare questo ?!"
"Sssssh ... voglio ... sentire ... inutile ... bestiaccia ..."

"Mi scusi, Lord Baophet, ma ..." il saggio Nuit si avvicinò tremante "In effetti ,dal suo ritorno, non l'abbiamo più vista ... e di chi parlava il giovane principe ?"
Spiai da dietro la porta; il Re si era alzato e avvicinato al gargoyle, piegandosi sopra di lui e con gli occhi che brillavano come quelli di un bimbo a Natale.
"Saggio Nuit, ho incontrato una creatura splendida, una delizia per tutti i sensi !"
"Oh, sono molto contento per lei ... ehm ... che razza è ? Il suo nome ?"

" Suor Francesca !"
Un momento di silenzio assurdo.
Per poco dalla sorpresa non feci cadere la principessa dalle mie spalle.
"N-Non credo di aver capito ... sta ... sta parlando di una suora, un umana ?"
"Sì, è bellissima, con quel pancione e la pelle liscia ..."
"NO, NO, NO, FRENI I CAVALLI E FACCIA UN PASSO INDIETRO !" il gargoyle anche se basso, lo prese per le spalle e cominciò a scuotere Baophet, in preda al panico "PANCIONE ?! NON MI DICA CHE HA PORTATO UN UMANA QUI E CHE
È ..."
Lasciò poi il Re, tornando ad essere solo un umile servitore, terrorizzato da quel sospetto.
"Già, non avevo mai visto una femmina così bella, con un cucciolo in grembo ..."
"STA SCHERZANDO ?! TUTTI I RE, DOPO IL SETTIMO FIGLIO, PERDONO LA CAPACITÀ DI AVERNE ALTRI ! COME DIAVOLO HA FATTO ?!"

“… Quando due creature di due sessi diversi si amano tanto tanto in tutti i sensi, un giorno decidono, a volte però  involontariamente, di afferrarsi per i fianchi e…”
“LA SMETTA DI FARE IL BAMBINO ! Sempre così: appena la riprendono, lei casca giù dalle nuvole e torna a essere il debole demone Accidioso che piangeva quando lo picchiavano!”
Il saggio Nuit fa sempre così: cerca in tutti i modi di trattare Baophet come se fosse il re, ma dopotutto è stato lui ha crescerlo ed educarlo. Era come un figlio per lui … e di solito i cuccioli avevano molta, MOLTA paura di lui.

“ LO CAPISCE CHE QUELLA DONNA HA IN GREMBO IL CAOS IN PERSONA !”
"Sarà un caso particolare, non è detto sia un distruttore ..."
"Caso p ... SANTO LUCIFERO, PAPE SATAN PAPE SATAN ALEPPE !"

"Saggio Nuit, capisco la tua rabbia ma … modera le parole, eh ! Non si dicono certe cose !"
"Ma non capisce ?! L'OTTAVO FIGLIO ! LO DICEVO IO CHE SUO PADRE AVREBBE DOVUTO SCEGLIERE UNO DEI VOSTRI FRATELLI MAGGIORI ! CI SARÀ L'APOCALISSE !"
"Su ... si calmi ... vuole una tisana drenante ?"

"Tisana dre ... MA SI, IL PAPE SATAN CI VUOLE!! Lei sa benissimo cosa succederà ...”
“Andrà tutto bene !”
“Ascolti … la sua posizione è ad alto rischio: non solo ha avuto quattro figlie femmine, ma l’ottavo figlio non lo accetterà nessuno. Sa bene che la maledizione dell’ottavo ci porterà solo distruzione … e quella ragazza … quella suora …”
"Non ti preoccupare, appena partorirà, la riporto a casa sua ! Certo, saranno passati 3 o 4 anni, ma ci farà l'abitudine …"

"... Lord Baophet ..."
Poi silenzio.

Discussione chiusa.
"Un ... fratellino ..."
"Congratulazioni ..."

                                                                                            ---
"Chissà ... come sarà ... il nuovo ... cucciolo ..."
"Sarà simile alla mamma, no ?"
"Lei ... è bella ... occhi verdi e capelli bruni ... non esce mai … dalle sue stanze … come me …"

Tonfi alla finestra e un piccolo gargoyle dalle squame blu entra dalla finestra, con sulle spalle una pantera piccola e nera.
"Ci scusiamo per l'intrusione ..."
"Nessun .... problema ... credo ..."
“CHE CI FATE QUI ? Se tuo fratello sa che siete scappati qui …”
“RILASSATI, NON LO SCOPRIRÀMAI !”
“E … cosa … volete fare …?”
"Uhm ….GIOCHIAMO ALLA GUERRA ?"
"Perché un gioco così vi…”
“A MORTE LA RAZZA INFERIORE !”

“No, fermo, non puoi usare Siyah come arma, non vale !”
“Che … barone …!”

                                                                                            ---
Un rumore e Shelby smette di ricordare i tempi felici.
Il cespuglio davanti a lei si muoveva a scatti.
Sarà uno jacalope ….
Lo stomaco brontolò.
L’idea di avere una di quelle succulente lepri cornute fece vibrare ogni parte del corpo dell’Anubis, che scese quatta quatta e si avvicinò al cespuglio.
Appena sopra il cespuglio, sentì gli artigli svegliarsi e la bava colare.
Spero che Kotos non mi veda mai in questo stato …
Una mano squamosa uscì all’improvviso dal cespuglio e la prese per un fianco, lasciandola di sasso e facendola inghiottire dagli arbusti.
…Oh …OH NO… RAGAZZI, SCAPPATE !
                                                                                          ---
“Siyah … Siyah … SIYAH ALZATI CAZZO !”
La donna pantera si svegliò di soprassalto e si girò di scatto, spingendo via un Kotos infuriato e preoccupato.
Pocha, sveglia da due minuti, vedeva la scena come a rallentatore.
“Cosa … sei venuto a fare le cosacce ? Non pensi a Shelby ?”
“Idiota, è proprio di lei che sono preoccupato ! Non c’è nella sua postazione …”
“Stai scherzando ? Dov’è allora ?”
Dei passi si avvicinano e una voce calma e melliflua si alza, sopra il casino dei suoi due amici.
“Diciamo che è in buone mani, per ora.”
Un demone vestito con abiti suntuosi,la pelle bianca e tatuaggi rossi su tutto il corpo.
I capelli lunghi e legati con un fiocco.
Sembrava un maggiordomo di un alto casato.
“CHE GLI HAI FATTO, STRONZO ?” Kotos non resiste, gli va incontro, con le zanne pronte e fameliche.
Ma il demone lo afferrò e, come in una danza, lo strinse a se, leccandosi le labbra e sussurrando un “Che spirito dal sangue bollente … sarà assolutamente appetitoso !”
E lo baciò, sulle labbra.
“Che … schifo …”
“Oooh che carini … cioè … oh sì, sono proprio carini !”
Siyah può essere un ottima combattente se solo lo volesse … ma si distrae facilmente e non si accorge di quello che succede. Pocha scuote la testa.
La sua amica non si accorge di quel demone femmina, dai capelli spettinati ed azzurri che le si avvinghia da dietro, sorridendo lasciva.
“Oooh … è tutta calda … Aina raffredderà questo spirito bollente !”
Dalle mani del demone parti del ghiaccio, che ricoprì lentamente il corpo di Siyah.
“KOTOS, AIUTO KOTOS, AIU…”
Le parole gli si strozzano in gola, quando il suo amico venne gettato a terra, con gli occhi spenti e le membra molli come un burattino.
“Grazie per il pasto.” Il maggiordomo mise le mani in preghiera e si inchinò, grato.
“Aina ringrazia per la donna !” La selvaggia saltellò, lasciando la statua di ghiaccio appena creata.
Pocha sospirò e aspettò che arrivasse il terzo membro: un gargoyle dalle squame rosse e la cresta cortissima, che teneva per una gamba l’Anubis svenuto.
“Ma no Ginger, dovevi aspettare ! Volevo che vedesse Shelby in questo stato, POI potevi succhiargli l’anima !”
“Scusami  Drang, ma la sua anima era troppo deliziosa …”
“Ahahaha, non digerirla almeno … voglio mio fratello vivo.”
“Aina è stata brava, vero ? Aina è una brava bambina.”
“Sì, sì, il capo sarà contento ! E lei …” Drang si avvicinò a Pocha e sorrise “Sua Emminenza, non è preoccupata per i suoi amici ?”
… Meglio tornare a dormire …
 
16 giorni dopo la partenza di Samael
 
Pocha sospirò.
Kotos e Shelby svenuti accanto a lei.
Siyah un po’ più in là, diventata una splendida statua di ghiaccio.
I due meticci* e il gargoyle divoravano la loro cena, sbranando e sporcando al terra di sangue.
“ … Shelby, Kotos e Siyah … Ottanta, Settanta, Settantacinque …”
“…EH ?” Drang si voltò, con un pezzo di lucertola che spuntava dalle zanne.
“Le probabilità … mi fido, non moriranno … anche perché … chi vi ha … mandato … qui … non vuole … la mia morte … né la … loro …”
Dall’oscurità della notte, uscì un lupo dal pelo rosso e fulvo.
Grosso come un orso, si sedette lì davanti, serio.
“Pft … solo tu … potevi circondarti … di meticci … ma è un difetto … che mi … piace ….”
Il lupo si voltò verso Ginger che fece un inchino “Mi metto subito a lavorare per liberare questi poveri puro sangue, milady.”
“Ma come ?! Aina è stata così brava …”
“Su, su, l’hai sentita, libera la ragazzina perversa …”
I tre si misero a lavorare e rimasero solo loro due, Pocha e la lupa.
-Ti vedo bene Pocha …-
-Anch’io … sono passati due anni, tutto questo tempo rinchiusa in biblioteca.-
-Hai seguito  i nostri pensieri …-
-Ovvio, siete fortunati: sono l’unica ad avere questo potere. A quest’ora sareste già morti, coi cadaveri fatti a pezzi dagli avvoltoi …-
-Ecco la Fenrir* che conosco. La mia sorellona, Zama, la Superba …-
Il rumore di un grido di rabbia e Ginger, il meticcio, le saltò e corse via.
-Mi sa che si sono svegliati …-
-Si riparte …-
 
25 giorni dopo la partenda si Samael
 
“Siamo … arrivati…”
Un gigantesco deserto.
Montagne e tombe.
Tombe grandissime e imponenti.
“Aina si chiede cosa si deve fare.”
“SHELBY, SIYAH, ANDIAMO !”
“Che c’è fratellino, ora che siamo arrivati, vuoi già separarti da noi ? Ginger, è tutta colpa tua !”
“Mia ? Oh, mi dispiace, ma era veramente delizioso … ehi ! Non corra via, Kotos, stavo scherzando !”
Scesero giù, tutti verso le tombe.
Tranne Pocha e Zama, che rimasero sulla duna, in silenzio.
-Sei sicura sia qui ?-
-Si, Zama, ne sono sicura !-
-Un portale nascosto … qui … E se non c’è ?-
-C’è ! E lo troveremo … Samael ha bisogno di noi.-
- ... Spero tu abbia ragione … -
Pocha scivolò giù dalla duna, sorridendo.
-Certo che ho ragione … e adesso muoviti: abbiamo un portale da cercare !-
 

*Gargoyle: rettile, ci sono varie razze di questo esemplare. Possono vivere in luoghi con altissime temperature, ma molti preferiscono il fresco. La loro pelle è una corazza e con le zanne può rompere la pietra. Non vola, ma plana. Il suo aspetto ha tormentato gli scultori delle chiese, che li ha raffigurati come protettori delle chiese
*Anubis: umanoide, possiede parti di sciacallo, come testa, coda e orecchie. Vivono in tribù popolose e sono soliti cacciare in gruppo. Le femmine sono molto aggressive. I maschi sono più docili, molti di loro si sono trasferiti in Egitto, come divinità della mummificazione. Conoscono il segreto della vita eterna.
*Pantera demone: figura africana, sono soprattutto di sesso femminile. Se eccitate, perdono il senso della ragione. Pericolose, ammaliano la preda con dolci parole e l’aspetto.
Dea delle fertilità nelle credenze africane.

*Meticci: demoni nati da un rapporto tra razze diverse. Sono rarissimi, poiché, di solito, i cuccioli prendono le caratteristiche di uno dei genitori. Possiedono poteri speciali, ma sono trattati come la feccia della società. Molti di loro si sono trasferiti, alla ricerca di una nuova vita.

Sarò breve, troppe cose, troppe cose.
La scuola e i compiti e la poca fantasia non aiutano a scrivere ...
Comunque, spero vi piaccia questo piccolo pezzo dove troviamo Pocha e la sua combriccola di demoni ... spero di riuscire a scrivere il dieci senza intoppi !
Un bacio a tutti e alla mia sempai, che fa un piccolo cameo qui XD
ciaooooo :o)

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