Don't be scared.

di thatsmylastsong
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** - I just want you to know who I am. ***
Capitolo 2: *** - Like i'm made of glass. ***
Capitolo 3: *** - Anywhere but here. ***
Capitolo 4: *** - Mad world. ***
Capitolo 5: *** - Black star. ***
Capitolo 6: *** - You're off the hook. ***
Capitolo 7: *** - Goodbye. ***
Capitolo 8: *** - By your side. ***
Capitolo 9: *** - It's never as easy as we believe. ***
Capitolo 10: *** - Stronger than fear. ***
Capitolo 11: *** - So cold. ***
Capitolo 12: *** - Dark paradise. ***
Capitolo 13: *** - Where it all began. ***
Capitolo 14: *** - Little wonders. ***



Capitolo 1
*** - I just want you to know who I am. ***


< C'è talmente tanto freddo qui fuori che tra qualche istante mi si staccherà la vagina dall'inguine e dovrò riattaccarla con la colla a stick e non reggerebbe nemmeno > 
Esordì Miley, traendo come risultato, l'aver scioccato il suo più caro amico.
< Dì la verità, quante volte ti sei vista 'Magnolia' prima di spegnere la televisione?> chiese Thomas.
< Due. Quattro. D'accordo, nove, ma non è poi così grave se pensi che fino a qualche settimana fa ero ossessionata da 'L'ultima seduzione'> 
Thomas le sorrise pacamente, senza però riuscire a nascondere l'espressione di disgusto che ormai era dietro l'angolo del suo volto
< Sei una maniaca. Non mi sorprenderei se tra qualche anno ti arrestassero per aver importunato una bambina al parco giochi >
< Non essere così melodrammatico Thomas. Solo perché adoro i film osé non significa che mi metta a fare chissà quali fesserie come comprare un vibratore a forma di unicorno. Io sono una tipa a posto >
gli sorrise, per rassicurarlo, anche se in cuor suo sperava che la preoccupazione di Thomas non fosse reale
< Osé? Evidentemente hai i prosciutti davanti agli occhi, Cyrus. Quelli sono film porno, altroché. Ci manca solo Rocco Siffredi che si mette a ridere e a commercializzare una marca di patate. Sì, ho detto 'patate' >
< E poi sarei io la futura maniaca sessuale? > 
disse Miley, dimenticandosi il freddo che la tormentava.
< Ti supplico parliamo di cose importanti. Come, ad esempio... hai sentito William? Insomma, vi siete... parlati? >
Miley, sentendo pronunciare quel nome, iniziò a sentire dolore al buco dell'anima.
< Non osare più chiedermi di lui altrimenti mi rimetto a parlare di film porno >
< Allora lo ammetti che sono porno >
disse Thomas per sdrammatizzare, rendendosi conto che non avrebbe dovuto tirare fuori un argomento così doloroso. Non quel giorno.
< Smettila Thomas. Comunque, se proprio ci tieni a saperlo, no; non ho più avuto contatti con lui e quando lo incrocerò nei corridoi sentirò solo il suo odore >
< Non ti seguo >
< Il suo odore. Ovvero, quello di sterco di mucca >
Thomas sorrise, ma sapeva che Miley non era in vena di scherzi.
< Sei così forte. Comunque tu meriti di meglio, sei una ragazza meravigliosa che dimenticherà quell'imbecille il prima possibile >
< Io non ho bisogno di dimenticare William. Ho solo bisogno di ricordare senza lacrime; e ora ti prego, cambiamo discorso >
disse Miley, esageratamente secca.
< Come desideri... d'altronde sarai emozionata anche tu per il grande evento >
disse Thomas, con gli occhi sbrilluccicanti.
< Di che parli? > 
< Miley, ma li leggi i quotidiani o no? Oggi arriverà qui il nuovo preside, Nicholas Jonas >
esclamò estasiato.
< Ora dovrei saltellare su e giù per la gioia? >
se ne uscì Miley, totalmente noncurante.
< Direi! Quel ragazzo è una delle menti più brillanti della nostra epoca e ha solo 23 anni. No dico, non è pazzesco? Si è laureato alla facoltà di scienze della formazione della Johns Hopkins University in soli due anni! Quel ragazzo è letteralmente un genio! >
< Ma non bisogna avere almeno 7 anni di insegnamento alle spalle prima di diventare preside? >
< Per Natale ti regalerò un apparecchio acustico, mia cara. Sveglia! E' un genio, a lui non servono >
< Senti, a me non importa se il figlio illegittimo di Einstein sarà il nostro nuovo preside. Quest'anno mi concentrerò solo su me stessa. Basta ragazzi >
< Hai intenzione di convertirti al lesbismo? >
< Stai zitto > appena la campanella suonò, Thomas e Miley iniziarono ad avviarsi nei meandri del loro primo terzo anno di liceo e si sentivano tutto, tranne che eccitati.
Miley fece appena in tempo a sentire il caldo penetrarsi nelle viscere che... eccolo lì, il futuro premio Nobel per... qualcosa. Nick e Miley si incontrarono. 
Durò qualche istante, giusto il tempo di concepire la fisionomia e, perché no, il riflesso che i loro occhi prendevano alle luci al neon dei corridoi scolastici ma lo fecero, si guardarono. Non era stato nulla di speciale, né tanto meno romantico, ma accadde, e quella non fu la fine, ma l'inizio.
Gli sguardi si staccarono e Miley si voltò verso Thomas, parecchio incuriosita.
< E' lui? >
< Esattamente >
Thomas era come infastidito che Miley lo avesse anche solo guardato. A volte la sua gelosia è irrazionale, non la capisce nemmeno lui.
< D'accordo signorina, io vado in classe, ci vediamo in pausa pranzo >
Si abbracciarono e si separarono, come erano soliti fare da... tutta la vita a questa parte.
Mentre Miley riponeva i libri meno importanti nell'armadietto, iniziò a squillarle il cellulare ed il numero che vide sulla schermata era anonimo.
< Pronto? >
< Non preoccuparti troia, ora ci penserò io a porre fine alle tue sofferenze. Morirai, presto > e l'interlocutore o interlocutrice riattaccò.
A Miley si raggelò il sangue, perché queste parole erano fin troppo crudeli, anche per uno scherzo che a lei non piacque affatto.

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Capitolo 2
*** - Like i'm made of glass. ***


Miley spense il telefono e se lo ficcò nella tasca destra della sua felpa, per evitare che qualche altro idiota la chiami solo per farle credere che qualcuno la voglia morta.
Posò lo sguardo sul suo orologio e si rese conto che doveva filare in classe, se non voleva finire nell'ufficio del nuovo preside proprio il primo giorno di scuola.
< Hey Miley, vieni, ti abbiamo riservato un posto! > le gridò una sua compagna di classe, che da qualche anno era anche diventata una sua buona amica.
< Ti ringrazio molto, Rosie. Allora, il professor Upton quanto ci mette ad arrivare? >
< Come mai sei così impaziente? No. Non me lo dire. E' per il nuovo preside, non è così? >
< Cosa? No. Solo che quello stronzo di Upton mi ha dato da leggere un sacco di libri per le vacanze estive e in più dovevo scriverne la recensione, perciò... prima arriva prima inizia il calvario > disse sinceramente Miley.
< Beh, noi invece aspettiamo tutte lui. Mamma mia... no dico, hai vista che sedere? Mi servirà un fazzolettino di carta perché ho già bagnato la sedia > disse Rosie, su di giri.
< Sei unica >
< Beh, allora penso che non lo penserai più quando ti farò questa domanda perché... sicuramente non sarò l'unica ad avertela fatta >
< Siete tutti insopportabili oggi. No, non ho più avuto niente a che fare con William >
< Tesoro, lo sai che io sono dalla tua parte, ma dovete chiarire! Insomma, voi siete la coppia perfetta >
< Eravamo... o per lo meno, io ero innamorata di lui ma eravamo sbagliati insieme e quello che è successo 5 mesi fa è stata una benedizione >
< Non puoi pensarlo sul serio >
< Sono serissima > e quel 'serissima' diede un taglio netto alla conversazione.
 
< Buongiorno, ragazzi miei > esordì il professore di storia James Upton mentre irruppe nella classe con il nuovo preside.
< Immagino vi siano giunte delle voci, ma... ora lo metterò per iscritto. Nicholas Jerry Jonas è il vostro nuovo preside e, banda ti rape marce, se solo provate a dargli fastidio, giuro su Dio che... > Upton non fece in tempo a finire la frase, sentendo la mano sinistra di Nick sulla spalla, per tranquillizzarlo e lasciare a lui la parola.
< Ciao a tutti. Sono Nicholas, ma non penso che la scuola voglia che mi chiamiate così, perciò, vi invito a chiamarmi 'signor Jonas'. E' vero, per quest'anno sarò il vostro nuovo preside e l'anno prossimo... chissà cosa ci riserverà la vita > mentre Nick parlava, Miley si rese conto di quanto fosse bello. E tanto anche. Aveva una camicia da boscaiolo con i migliori risvolti che avesse mai visto in vita sua e poi... le sue braccia... no, basta. 
< Voglio concludere dicendo che è un piacere essere qui e spero di non vedervi mai nel mio ufficio > era evidente che Nick ebbe subito un ottimo impatto sui ragazzi, visto che tutti risero di gusto... tranne Miley. La sua testa era ancora fuori dall'aula, pensando a quella strana telefonata.
Nick uscì dall'aula lanciando a Miley, quello che sembrò un sorriso ambiguo.
< Bene, allora. Come sono andate le vacanze, putridi insetti? > esordì Upton, prima di iniziare la lezione.
 
Mentre Miley correva verso il bagno, avendo sempre avuto problemi di vescica, venne bloccata per il braccio con una stretta non indifferente.
< Ma che... > 
< Ciao, Miley. E' bello rivederti > Miley rimase qualche istante paralizzata, prima di realizzare chi le stava rivolgendo la parola.
< Ciao William. Spiacente di non poter dire la stessa cosa >
< William? Un tempo mi chiamavi Will >
< Beh, il fatto è, William, che un tempo io e te eravamo un 'noi', mentre ora siamo un 'tu' ed un 'io che deve andare al bagno' > Miley si incamminò verso la porta che conduceva al bagno delle ragazze, ma William le si mise davanti >
< Insomma, ma che vuoi? >
< Parlarti! Spiegarti... >
< Io non voglio fare niente del genere. Mi fai schifo e le cose non cambieranno >
< Ma potrebbero! >
< No, William, non possono, perché quello che hai fatto è stato imperdonabile e se solo ci ripenso, mi viene una voglia matta di farti ingoiare un mio pugno >
< CAZZO, SO DI AVER SBAGLIATO, MA SONO UMANO, COMMETTO ERRORI > esordì William, alzando involontariamente il tono di voce.
< Chiudi il becco. Dei tuoi errori me ne sbatto e ora levati! >
< No! Miley... amare è impegnativo e io ho fatto una cosa orribile, ma sono cambiato >
< Tu non sei cambiato, sei soltanto peggiorato. Oh, ma davvero? Beh, magari hai ragione. Magari amare è impegnativo, ma impegnarmi a farti star bene, a capire cosa c'è che non va, ascoltarti quando vuoi confidarti, prendermi cura di te, abbracciarti, vederti sorridere, passare le giornate a letto con te è l'impegno più bello del mondo... era. Perché ora, nonostante l'amore che non dovrei provare per te... sono pronta ad iniziare a dimenticarti, perché tu non meriti di essere ricordato. Non da me >
< Ma, Miley >
< NO > nell'udire quel 'no' finale, qualcuno irruppe nel loro diverbio.
< Ragazzi, tutto a posto? >
< Sì, signor Jonas > disse William, quatto quatto, prima di svignarsela.
< E tu? Stai bene? > chiese Nick a Miley.
< Sì, certo >
< Davvero? Ti ho notata... in corridoio e ad un certo punto, dopo aver riattaccato al telefonino, ti ho vista molto turbata >
< Oh... b-beh, non si preoccupi, era solo lo scherzo di un imbecille >
< Sicura? Non c'è niente che desideri dirmi? > chiese Nick, con un tono molto sospettoso.
< No signore, niente > gli sorrise gentilmente e filò in bagno, prima di farsi la pipì addosso, davanti ad uno strafigo. Preside sì, ma strafigo pure.
 
Durante la pausa pranzo, Miley si diresse verso Thomas, che era, come al solito, ad aspettare lei. Si sedette accanto a lui sistemandosi il vassoio.
< Salve bellissima fanciulla! Come è andato il primo giorno? >
< Fino ad adesso? Una vera merda >
< Hey, perché? Che è successo? >
< Guarda, non ci crederai, ma qualche imbecille mi ha telefonata dicendomi... > ma venne interrotta.
< Aspetta, aspetta, ho dimenticato la maionese, mi aspetti per favore? >
< Naturalmente > disse Miley, sorridendo. Appena Thomas si allontanò per prendere la maionese, Miley notò una piccola busta sotto la propria sedia. La aprì all'istante.
 
''Spegnere il telefono non ti servirà, troietta. Il gioco l'ho iniziato io e lo finirò altrettanto. Azzardati a dire qualcosa a qualcuno e questo qualcuno farà una brutta fine''.
 
Nemmeno il tempo di pensare a quello che c'era scritto, che Miley nascose quella busta, terrorizzata, perché si rese conto che quello non era più solo un gioco.
 
< Okay, la maionese non la avevano, ma in compenso... hey, va tutto bene? Mi devi dire qualcosa? > chiese Thomas, notando qualcosa di strano nello sguardo di Miley.
< No Thomas, niente > mentì.

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Capitolo 3
*** - Anywhere but here. ***


Dopo aver mangiato controvoglia un piatto di spaghetti, Miley si diresse in fretta e furia, fuori dalla mensa, appoggiando la schiena contro una parete del corridoio, appoggiandosi la mano sinistra contro la fronte, per poi farla scorrere lungo il viso, fino ad arrivare al mento.
Non sapeva più se quella che stava vivendo, fosse la realtà oppure una stupido incubo del quale era la protagonista.
Sentì il cellulare vibrare e sobbalzò.
 
''Sono più vicino di quanto pensi''
 
Il numero era anonimo e Miley non riusciva nemmeno a muoversi, a causa dell'ansia che la stava opprimendo.
Lei non aveva mai fatto del male a nessuno, perché diamine qualcuno avrebbe motivo di farla stare così male? Non ha senso.
Sentì dei passi provenire dal fondo del corridoio e a quell'ora tutti erano a pranzare... tranne, magari, il colpevole di questa perversa brava.
Si voltò di scatto, e iniziò ad andare contro quei passi, nonostante si sentisse le gambe pesanti. 
Ormai c'era quasi, stava per raggiungerlo.
Miley non era mister muscolo, ma di certo aveva una forza fisica non indifferente.
Era decisa a stendere quella persona disgraziata.
Ormai, c'era quasi.
Appena la sagoma apparse, Miley non esitò e le sferrò un bel calcio nel naso.
Ecco, era fatta, aveva vinto.
Oppure l'esatto contrario.
< Oh mio Dio! > disse Miley, vedendo il futuro passarle di scatto: lei, commessa ad un McDoland's fino all'età pensionabile. 
Sì, era quella la fine che avrebbe fatto, avendo dato un calcio potentissimo... al preside.
< Sei uscita fuori di senno per caso? > tuonò lui, mentre si asciugava il sangue che fuoriusciva dalle narici.
< S-s-signore, sono costernata, non avevo idea che fosse lei, io credevo che fosse... > ma si fermò. Non poteva di certo dirgli chi credeva che fosse, l'avrebbe scambiata per una matta.
< CHI? > urlò lui.
< Nessuno signore > disse Miley, con sguardo basso, consapevole di aver fatto la figura dell'idiota.
< Ci vediamo nel mio ufficio tra dieci minuti > e Nick si allontanò, per darsi una ripulita.
Miley non poteva credere di aver fatto una cosa del genere al preside più carino del mondo per colpa di chissà chi.
Questa storia doveva finire.
 
Ormai, Miley era nell'ufficio di Nick da dieci minuti senza fiatare.
< Staremo qui anche tutta la notte se non ti sbrighi a spiegarmi il motivo del tuo gesto, quindi, muoviti > Miley era terribilmente sensibile, il tono che usò Nick la fece stare molto male. 
Miley continuò a girarsi i pollici, senza nemmeno prendere in considerazione l'idea di confessare. Non poteva, dopo quello che le aveva scritto quel maniaco o maniaca, nella lettera.
< Va bene > disse, schiarendosi la voce, per riprendere a parlare < non voglio essere cattivo, quindi, ti lascio scegliere: se tu mi spieghi quel calcio, io ti lascerò andare senza conseguenze indipendentemente dalla tua risposta e la cosa finirebbe qui. Oppure, starai con me in aula punizioni a riordinare schedari >
< L'aula punizioni andrà benissimo grazie > disse Miley. Nick la guardò con stupore. Sono un pazzo, pensò lui, sceglierebbe l'aula punizioni. Nonostante tutto, lui l'accontentò.
< Bene, seguimi >
uscirono dall'ufficio, salendo 2 rampe di scale per arrivare all'aula punizioni.
< Siediti, svelta > tuonò lui, irritato. Miley si sedette, per niente pentita di avergli dato quel calcio, anche se non era per lui.
< Questi > disse lui, mentre appoggiò una pila di fogli sopra un lungo tavolo di quercia < sono le schede che dovrai ordinare in ordine cronologico > Miley rimase di sasso. Erano più di mille. < allora, ultima chance: vuoi dirmi che ti è preso? >
< No... signore > disse Miley, a malincuore.
< Come desideri. Buon lavoro, allora > Miley sorrise irritata alla vista di quegli schedari, e iniziò, laboriosa, ad ordinarli.
 
Dopo quasi due ore, finì il suo minuzioso lavoro e si diresse verso Nick per comunicarglielo.
< Ho finito, signore. Posso andare ora? >
< Certo che no. Siediti > e così fece.
< Posso farti una domanda? > chiese Nick.
< Signore, la prego. Non mi chieda il motivo, non c'è verso che possa riuscire ad estorcermelo.
< Non era questo che volevo chiederti > Miley ne fu sorpresa.
< Oh... allora dica pure >
< Come stai? > Come stava? Il preside che avrebbe vinto maglietta bagnata 2012 le stava chiedendo come stava? Incredibile.
< Non lo so più > si sorprese della risposta che diede... perché era la verità.
< Io sono qui solo da un giorno, ma... mi sembri turbata. Centra qualcosa quel ragazzo con cui hai discusso qualche ora fa? >
< Sì... beh, è il mio ex ragazzo >
< Non siete più in buoni rapporti? > Miley avrebbe tanto preferito che si facesse gli affari suoi.
< Già... sa com'è, quando scopri il tuo ragazzo che ti tradisce con la tua migliore amica... non si è più pane e ciccia come prima > non avrebbe voluto dirglielo, ma almeno lui non avrebbe più pensato a nient'altro.
< Mi dispiace molto, Destiny Hope > DESTINY HOPE? Detestava che la chiamassero con il nome di battesimo, non si  identificava in esso, ma, essendo il preside, non si sentiva di contraddirlo.
< Grazie... > e gli sorrise.
< Lo sai, trovare quella persona che, nonostante i tuoi mille difetti, dica d'amarti esattamente così come sei, è la cosa più bella del mondo... e la più difficile > 
< Lo so. Insomma, io non penso che la vita faccia schifo solo perché un idiota mi ha tradita, però... non sono felice, ecco >
< E' una cosa che accomuna tutti, Destiny Hope >
< Non è vero, lei è felice >
< Cosa te lo fa pensare? > chiese Nick in tono scettico.
< Ha frequentato scienze della comunicazione, si è laureato in pochissimo e ora è preside. Deve essere felice >
< Questo non ha nulla, NULLA a che fare con la felicità > a Miley sembrò quasi che Nick si stesse... aprendo con lei. Le faceva piacere.
< Oh... capisco >
< Puoi andare se vuoi > disse Nick, freddamente. Ma Miley non voleva andarsene. Voleva rimanere a parlare per sempre con quest'uomo, che tanto la affascinava.
< Se vuole posso restare qui... io... insomma... > Nick fece una strana smorfia, che sembrò assomigliare ad un sorriso.
< Beh... no. Vai, è meglio > 
< Come vuole. Arrivederci > e si allontanò. Appena lo fece, le squillo il telefono: Anonimo.
< D'accordo, il gioco è bello quando dura poco. Io non ho paura di te nè delle tue minacce del cavolo. Sei patetico > rispose a tono Miley, stanca di quella situazione.
< Non ti conviene provocarmi > disse la voce.
< Tu dici? Oh, che paura che mi fai. La verità è che sei bravo a parole ma a fatti fai pena!! >
< Vuoi i fatti? Li avrai > e riattaccò. Miley non ci poteva credere. Aveva firmato la sua condanna.
Non se la sentiva di andare via. 
Non adesso.

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Capitolo 4
*** - Mad world. ***


Miley si sentiva profondamente instabile.
Non aveva la forza di percorrere la strada di casa, chissà che le sarebbe successo.
Così, fece un gesto audace.
< Ehm... signor Jonas? > Nick la guardo appena.
< Non ti avevo dato il via libera per andare a casa? >
< Sì, ma... non lo posso fare >
< Come hai detto? >
< Io non posso andare a casa > disse Miley, scandendo bene tutte le parole. Nick era scioccata da tale sincerità.
< Destiny Hope, che c'è che non va? >
< No, la prego, non mi faccia domande, posso solo restare qui con lei, in silenzio? >
< In silenzio? Spero che tu stia scherzando. Sembri sconvolta e... no, non ti farò domande sull'argomento ma ti posso assicurare che non staremo in silenzio. Chiaro? > disse Nick, accennando un sorriso.
< Chiaro > rispose entusiasta Miley < non vorrei sembrarle invadente, ma... visto che siamo qui, le posso fare qualche domanda? >
< Sicuramente > rispose Nick, ben disposto ad ascoltarla.
< Lei è davvero un genio? >
< Sì >
< Accidenti, che modestia... >
< Non si tratta di modestia, mia cara. E' un fatto. Sono incredibilmente intelligente per quanto riguarda certe cose, mentre in altre sono una schiappa > Miley accennò un sorriso.
< Lei ha una ragazza? > chiese, senza il minimo accenno di imbarazzo.
< No >
< Come mai? >
< Devo avere qualcosa di storto, evidentemente >
< Io non la penso così. Insomma, è vero che di lei non so niente ma a me sembra a posto >
< Sei gentile, Destiny Hope. E ora posso fartela io una domanda? >
< Certo! >
< Sei felice? > ecco, colpita e affondata.
< No, signore >
< Te la senti di dirmi il motivo? >
< Non saprei. L'unica cosa che so' è che mi sento profondamente infelice... magari perché ho smesso di sentirmi  speciale; magari perché sono un rottame umano. Lo sa, 5 mesi fa ho sgamato il mio ex-ragazzo che faceva sesso con la mia ex-migliore amica. Ero così sconvolta che non riuscii a provare nemmeno un accenno di dolore, anche se arrivò, poi. Eccome se arrivò. Lui cerca ancora oggi motivazioni inutili per giustificarsi, mentre io lo ignoro. Evidentemente non sono stata abbastanza né come amica, né come fidanzata, perché in un solo colpo, persi entrambi. Certo, il mio migliore amico Thomas mi è stato accanto ma... perdere l'amore è come perdere un organo. Il cuore... beh, il cuore è fragile e delicato. Fallo a pezzi e non rimetterai più insieme i cocci, se era vero amore >
< E lo era? >
< Per me sì >
< Da quello che ho ascoltato, non c'è ombra di dubbio. Tu sei straordinaria >
< Dice... a me? > 
< Certo. Tu sai di essere profondamente infelice in questo momento, e non lo nascondi. Non è che lo metti in mostra ma non ti importa se la gente se ne accorge. Tu non hai paura di mostrare le tue debolezze, perché un giorno saranno le tue più grandi forze >
< Ma come è possibile? Lei non mi conosce, eppure... lei ha capito. Lei mi capisce >
< Io capisco che nessuno riesce sempre a sorridere alla vita, prima o poi si crolla >
< E... di solito, quanto ci vuole per rialzarsi? >
< Non c'è una scadenza. Dipende tutto da te >
Improvvisamente, ci fu un blackout.
< Signor Jonas, è ancora lì? > 
< Sì, sono qui! Ascolta, vado a controllare l'interruttore, nella speranza di trovarlo. Tu non ti muovere mi raccomando.
Quello di schiodarsi da lì era l'ultimo dei pensieri di Miley.
Erano soli in aula punizioni e a lei stava per venire un attacco di panico, perché Nick non era ancora tornato e lei stava iniziando ad agitarsi notevolmente.
All'improvviso, di scatto... accadde.
Miley sentì uno sparo.

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Capitolo 5
*** - Black star. ***


In un primo momento, l'istinto di Miley le diceva di stare immobile, ma in un secondo momento, tra la montagna di merda che stava ingoiando in queste ore, c'era una vocina nella sua testa che le imponeva di andare da lui ed è ciò che fece.
Corse.
Corse come se stesse scappando da qualcosa, invece di raggiungere qualcuno. 
Aveva il fiatone ormai e, avvolta nel buio, non aveva ancora trovato Nick; ma, improvvisamente, la luci ricomparse. 
< Destiny Hope... > Miley sobbalzò.
< Oh mio Dio! > 
< Ho trovato l'interruttore, anche se ancora non so come io ci sia... hey, calmati >
< No! No, io pensavo che le avessero... sì insomma... > non riusciva nemmeno a dirlo.
< Ssssh > così, spontaneamente, l'abbracciò.
L'abbraccio di Nick non era un abbraccio comune.
Tutt'altro.
Mentre la stingeva, appoggiò le proprie labbra contro la fronte di Miley e iniziò a cullarla finchè lei non smise di singhiozzare.
Sapevano entrambi che non era permesso, ma nessuno dei due sembrava intenzionato di staccarsi dall'altro.
< Se vuoi ti lascio andare > le sussurrò Nick. Miley scosse la testa e stettero abbracciati per un tempo inesorabile.
 
< Io ora devo andare > esordì Nick, quando rimisero piede nell'aula punizioni.
< Già. Io invece credo che rimarrò qui. Sa', mi ero dimenticata di avere una ricerca importante da consegnare per domani > mentì Miley.
< D'accordo. Beh... è stato strano prima >
< Non poi così tanto > ed era vero. Nick aveva 21 anni e Miley ne avrebbe compiuti 18 tra qualche mese. La differenza d'età era minima.
< Sono il tuo preside, Destiny Hope. E' stato strano eccome >
< Lei trova? > 
< No, per niente > Oddio. Miley, nell'udire quelle parole, ebbe i brividi. Non doveva dimenticarsi che quel ragazzo, nemmeno due anni fa, era un adolescente, proprio come lei.
< Non ce la faccio più > esordì Nick.
< Oh... > già, era ovvio. Avere a che fare con lei doveva essere esasperante, pensò.
< Devo farlo >
< Cosa? >
Accadde in un attimo. 
Lui la baciò. Ancora e ancora e ancora e ancora, fino a far toccare le loro lingue < Dio. Ci pensavo dal primo momento che l'ho vista >
< Ti prego. Ti ho appena baciata, dammi del tu... >
< Davvero posso? >
< Direi di sì > e la ribaciò, a stampo questa volta.
< Ci vediamo in giro... Miley > e se andò, schioccandole un dolcissimo bacio a stampo.
Miley era su di giri per l'emozione.
Non capiva se lo schock più grande fossero i baci focosi, o il fatto che lui l'avesse chiamata 'Miley' per la prima volta.
Il pensiero di lui che la baciava le rimarrà in presso per molto tempo, ma, per adesso, un altro pensiero le si addentrava nella testa.
Com'è che l'unica in tutta la scuola ad udire lo sparo fu lei? 
Ma soprattutto, chi è che aveva staccato la luce?
Miley credeva di saperlo.
In un lampo, il telefono di Miley vibrò.
 
''Ti avevo sottovalutata. Oltre che troietta, sei anche ribelle. Mi ecciti e mi fai incazzare allo stesso tempo. Bene. Ora sei nei guai. Vi concederò un ultimo ballo. Se non vi lascerete dopo di esso, lo sparo sarà reale e solo allora sceglierò chi di voi due sarà la vittima. Ci sentiamo''.
 
Erano passati tre mesi e la relazione tra Nick e Miley andava a gonfie vele ed erano sempre tre mesi che, ormai, non riceveva messaggi minacciosi.
 
< Hey Mils! Ti ho cercata dappertutto! > esordì Thomas, appena vide Miley appoggiata al suo armadietto.
< Ora mi hai trovata > disse una Miley sorridente < dimmi tutto >
< Beh, volevo chiederti... se volevi venire con me >
< Dove? >
< Al ballo scolastico invernale, sciocchina! >
 
Vi concederò un ultimo ballo. Se non vi lascerete dopo di esso, lo sparo sarà reale e solo allora sceglierò chi di voi due sarà la vittima
 
No. Non poteva essere. Quel maniaco si riferiva proprio al ballo di cui stava parlando Thomas. Come aveva fatto ad essere così stupida e a non pensarci? 
La sua felicità era messa dura prova, perché succede sempre così. Ci vuole davvero poco per distruggere qualcosa. Basta una parola di troppo, un gesto sbagliato e non si sa più sorridere come una volta.
 
< Miley? Allora? >
< Ehm... ci penserò > concluse lei.

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Capitolo 6
*** - You're off the hook. ***


Il 'Winter's Dream', ovvero il ballo d'inverno, era iniziato da oltre un ora e, dopo averlo evitato tutta la sera, fu Nick a prendere l'iniziativa.
< Mi concede questo ballo, giovane fanciulla? >
< Non penso sia prudente >
< E' un ballo. Che dovremmo fare oltre a ballare? E poi, se tu accettassi, mi faresti l'uomo più felice che ci sia questa sera > Miley accettò e, appena si strinsero, al suono della colonna sonora, Miley dovette prendere coraggio.
< Devo parlarti di una cosa importante >
 
Hold me 
Even though I know you're leaving 
And show me 
All the reasons you would stay 
It's just enough to feel your breath on mine 
To cool my soul and ease my mind 
You've go to hold me and show me love 
 
< Dimmi pure, Mils >
< Penso che dovremmo lasciarci > disse, gelida.
< Ma che di stai parlando? >
< Non sei molto perspicace. Ti ho detto che dovremmo anzi, dobbiamo lasciarci >
< Tu non... non puoi dire sul serio >
< Non sono mai stata più seria. Nick, mi stanno capitando delle cose, delle cose che non posso spiegarti per validi motivi e non posso permettermi di starti accanto. Non posso permettere di stare accanto a nessuno >
< No, frena un secondo. Tu mi stai lasciando senza un motivo! Se tu mi dicessi cosa ti turba, noi... >
< Noi, non possiamo fare nulla. Nick io non riesco più a starti accanto senza faticare a pensare che sei a rischio >
< A rischio di cosa > Miley dovette mordersi la lingua per non sputare il rospo.
< Non posso... dirtelo >
< Ma certo. E io che pensavo che tra noi ci fosse qualcosa di davvero... cazzo Miley, non puoi. Io non ti permetto di allontanarti da me. Tu sei l'unica, L'UNICA cosa in vita mia che abbia mai avuto un senso per me. Il fatto è che tu mi hai travolto all'improvviso senza che io potessi fermarti. Ti sei infilata nella mia testa come se ci fosse la porta aperta, come se qualcuno ti avesse detto di entrare. Il fatto è che però nessuno ti aveva invitato, ma tu lo sapevi che dovevi arrivare. E in fondo lo sapevo anch'io; e adesso mi stai... no, non è plausibile come cosa >
 
Give me 
Just one part of you to cling to 
And keep me 
Everywhere you are 
It's just enough to steal a heart and run 
And fade out with the fooling sun 
 
Miley riusciva a malapena a respirare. Il dolore era soffocante
< L'unica cosa che voglio in questo momento è stare tra le tue braccia, per sempre. Odiami se vuoi >
< Sarebbe bello riuscire ad odiarti. Sarebbe bello riuscire a capire cosa ti turba. Ma non lo posso fare, senza sentirmi un idiota, perché è evidente che tu non mi ritenga all'altezza di proteggerti >
 
Oh, please don't go 
Let me have you just one moment more 
Oh, all I need 
All I want is just one moment more 
You've got to hold me and keep me 
 
< Tu sei il mio eroe, protezione o meno. Tu mi hai salvata e ora sta a me... ogni cosa. Quando il ballo finirà io mi volterò, andrò a casa mia e consumerò il materasso e il mio cuore di lacrime ma il pensiero che tu sarai... fuori dai guai, mi conforterà >
< Non te lo lascerò fare. Resta. Non distruggermi, ti prego > quel tono, quella voce, fecero crollare Miley.
 
Tell me that someday you'll be returning 
And maybe 
Maybe I'll be here 
It's just enough to see a shooting star 
To know you're never really far 
It's just enough to see a shooting star 
To know you're never really gone 
 
< Ti amo > disse Miley, senza riflettere, lasciando semplicemente parlare il cuore.
< Ti amo anche io. Ti amo e non voglio che accada. Non voglio lasciarti andare >
< Maledizione, non rendermi le cose difficili. Smettila di farti amare così tanto e se non vuoi farlo per te... fallo per me. Nick, fallo per me >
 
Oh, please don't go 
Let me have you just one moment more 
Oh, all I need 
All I want is just one moment more 
 
< E' davvero questo quello che vuoi? > chiese Nick, in procinto di lasciarsi andare in un sano e doloroso pianto.
< No > disse Miley, con un nodo in gola troppo grande da sostenere.
 
 
Oh, please don't go 
Let me have you just one moment more 
Oh, all I need 
All I want is just one moment more 
You've got to hold me and maybe I'll believe 
 
Si strinsero, per quella che probabilmente sarebbe stata l'ultima volta.
Mentre stavano ancora, ballando, Miley abbassò lo sguardo, colma di umiliazione e vi lesse un biglietto che si trovava sotto i propri piedi.
 
''Sei stata brava. Ho apprezzato il gesto, ma, purtroppo per te, è stato vano. Preparati al peggio''
 
Miley strinse Nick a se più forte che poteva. Per l'ultima, dolorosissima volta.
 
So hold me 
Even though I know you're leaving

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Capitolo 7
*** - Goodbye. ***


Così finalmente, ebbe la forza di lasciare andare lui. 
Di lasciare andare loro.
Quando si slegò dalla dolce stretta di Nick, a Miley sembrava di aver perso qualcosa: la sua dignità.
< Allora... ci vediamo > disse lei. Nick le voltò le spalle e andò a sedersi il più lontano possibile da lei, rimanendo, per loro sfortuna, nella stessa identica stanza, in mezzo a gente felice e spensierata.
Aveva perso tutto. 
Thomas stava ballando con una carinissima biondina e lei fu felice di vederlo stare così bene. Almeno uno dei due si stava godendo la serata.
Nick iniziò a parlare con una supplente e Miley si ritrovò a fare i conti con se stessa. 
Molto probabilmente quel pazzo avrebbe fatto qualcosa, quella sera e lei doveva fermarlo.
Ma lì, in quel momento, Miley avrebbe soltanto voluto stringersi a lui e singhiozzare come una bambina che ha perso il proprio palloncino facendolo volare via.
Soltanto che lei non l'aveva fatto volare via il palloncino, l'aveva soltanto stretto forte, tanto forte da farlo scoppiare. 
Perchè succede sempre così purtroppo, più stringi una cosa più rischi di perderla.
Uscì dalla sala da ballo, per perdersi nel silenzio dei corridoi.
Si guardò attorno e notò che era tutto incredibilmente calmo. 
Fin troppo.
Con calma, fece il giro dei corridoi ma non vi trovò anima viva; doveva esserne sollevata, invece tutto ciò non faceva altro che farla agitare ulteriormente.
Proprio quando pensava di essere sola, qualcuno non meglio identificato le piombò dietro la schiena e le diede un colpo pieno di violenza, dietro la nuca con un oggetto di metallo che fece immediatamente perdere conoscenza a Miley.
 
Dopo quella che sembrò un eternità, si svegliò.
Non sentiva un grosso dolore e aveva capito che la festa era ancora in atto.
Era spaventata e confusa e, accanto a sé, vi trovò una pistola, molto probabilmente, era l'oggetto con la quale era stata colpita.
Di fianco ad essa, c'era un biglietto.
 
Uccidi Nicholas Jonas o io ucciderò te.
 
Miley prese con sé la pistola, più carica che mai.
Non voleva morire e di certo non voleva che morisse l'uomo che amava.
Si sentì uno sparo e questa volta fu vero.
Questa volta fu spaventoso.
Questa volta, lo sparo fece morire qualcuno.
 
I have died everyday waiting for you, 
darling don't be afraid i have loved you 
for a thousand years, I'll love you for a thousand more,
all along i believed I will find you
time has brought your heart to me, I have loved you
for a thousand years, I'll love you for a thousand more.

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Capitolo 8
*** - By your side. ***


Al funerale di Miley, vi erano tutti.
Parenti straziati, amici distrutti, professori addolorati.
E poi c'era Nick, che provava tutte queste cose contemporaneamente.
La cerimonia era quasi terminata e Nick chiese al parroco che aveva celebrato il funerale, di non sotterrare immediatamente la bara. 
Nick voleva parlare con lei, per quanto potesse.
Il Pastore Harris accettò, leggendo l'amore negli occhi di costui.
 
When you try your best but you don't succeed 
When you get what you want but not what you need 
When you feel so tired but you can't sleep 
Stuck in reverse 
 
< Miley > disse Nick.
Consapevole del fatto che la sua Miley non era più con lui, pronunciò ugualmente il suo nome. 
Come se non fosse mai andava via da lui. 
Da tutti quanti.
< Miley, amore mio. Tu ti rendi conto che io adesso non so come andare avanti, vero? Spero tu sia consapevole che ti amo talmente tanto... io... > non riuscì a finire la frase.
Il pianto lo aveva già consumato durante i 6 giorni precedenti, ma non ne aveva mai abbastanza. 
Era inutile cercare di controllarlo.
Il minimo accenno del suo sorriso faceva scattare in lui qualcosa di terribile. Atroce all'inverosimile.
 
And the tears come streaming down your face 
When you lose something you can't replace 
When you love someone but it goes to waste 
could it be worse? 
 
< Lo sai, quando ti vedevo sbadigliare, tu stropicciavi gli occhi e a me si stropicciava il cuore. Tu sei il mio cuore; e ora che ha smesso di battere... non sono più niente. Perché... perché tu sei me più di quanto io sia me stesso. I-i-io... ricordo che un pomeriggio soleggiato, mentre eravamo a casa mia, tu ti eri messa a leggere un libro della Austen... 'Persuasione', se non vado errato. Io ti chiesi di cosa trattasse il libro e tu mi dicesti che parlava di un amore all'apparenza impossibile per quei tempi. Io ti dissi che non ci sono amori impossibili e che tutto può essere superato. Ma... ma tu, sorridendomi teneramente, mi dicesti che a volte l'amore non basta e io da lì capii di amarti, perché eri saggia e sapevi che c'era un limite a tutto. E avevi proprio ragione: l'amore non basta, perché non sai quanto desideri che il mio amore ti possa riportare alla vita > 
 
Lights will guide you home 
and ignite your bones 
And I will try to fix you 
 
< Poi, appena finito il capitolo, tu venisti da me e mi baciasti dolcemente e io compresi di essere un uomo fortunato perché avevo te e tu avevi me. Ma ora... ho perso entrambe le cose e non riesco a capacitarmene > 
 
High up above or down below 
when you're too in love to let it go 
but If you never try you'll never know 
Just what your worth 
 
< Quanto vorrei che tu mi dicessi di non preoccuparmi, che tornerai a presto... e questo è solo un sogno. Un sogno perverso, sadico e crudele > 
 
Tears streaming down your face 
When you lose something you cannot replace 
Tears streaming down your face and I 
 
< Ma, in caso non fosse così... ti giuro, amore mio, che troverò e torturerò chi ti ha fatto questo. Marcirà e si pentirà di aver messo fine ad una vita così meravigliosa. Ti giuro che ti renderò giustizia, amore mio. Lo giuro >
 
Lights will guide you home 
And ignite your bones 
And I will try to fix you

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Capitolo 9
*** - It's never as easy as we believe. ***


Da due mesi a questa parte, Nick non aveva più messo piede fuori casa.
Si faceva mandare il lavoro scolastico a casa e il dolore lancinante che sentiva al petto non lo lasciava stare nemmeno per un secondo.
La relazione tra lui e Miley era stata messa a nudo e nessuno lo rimproverò.
Stava troppo male.
Sulla tomba di Miley, giurò che avrebbe scoperto chi l'aveva uccisa... ma rinunciò.
I primi giorni andò dalla polizia ma sembrava che gli agenti non volessero aiutarlo... come se nascondessero qualcosa.
Avrebbe dovuto insistere, ma era ormai caduto in depressione e niente avrebbe potuto schiodarlo da lì.
A parte compilare pratiche e dirigere la scuola dal proprio domicilio, Nick non faceva praticamente nient'altro.
L'amore che provava per Miley diventava sempre più grande e il dolore faceva altrettanto.
Era il 19 Febbraio e quel particolare giorno, accadde l'inimmaginabile: qualcuno venne a fargli visita.
Questa persona bussò parecchie volte prima di convincere Nick ad aprirle la porta.
< Salve > 
< Ciao. Senti, apprezzo la tua visita signorina, ma... sono molto indaffarato e... >
< Senta, verrò al dunque. Io ero una amica di Miley e, beh... lei mi ha messa al corrente della vostra relazione > Nick stava per sbatterle la porta in faccia ma questa ragazza lo bloccò < no, la prego! Senta, io so che lei sta da merda e mi creda, anche io! Voglio giustizia e la voglio subito e, beh... sono fermamente convinta che la vuole anche lei > Nick le fece strada.
La stava facendo entrare.
< Come sta? > chiese la ragazza?
< Come sto? No dico, ma non ti accorgi delle bufere strette al cuore quando mi chiedi 'come sta?' >
< Mi perdoni, signore >
< Non scusarti. Ad ogni modo, io so chi sei. Insomma, hai i voti più alti di tutta la scuola, sei senz'altro... una leader, ma non ti ho mai vista con... lei >
< Sì, lo so. E' una lunga storia... > disse la ragazza, con tono elusivo.
< Ho tempo > disse Nick.
< Ecco... è parecchio imbarazzante, comunque... io e Miley eravamo grandi amiche, anzi, eravamo migliori amiche. Ma ad un certo punto non lo fummo più e in parte è stato per colpa mia. Vede... una sera, mi sorprese a fare sesso con William il suo ex-ragazzo. Provai a chiederle scusa un milione di volte ma lei non ne volle sapere nulla. Lei mi odiava e faceva bene ma... ora voglio giustizia; ora voglio... fare del mio meglio per farmi perdonare, anche se magari è troppo tardi > Nick le accennò un sorriso.
< E' un gesto meraviglioso il tuo ma non capisco perché sei qui >
< Sono qui perché mi serve il suo aiuto per renderle giustizia! Non posso farcela da sola e la polizia è fin troppo elusiva, non vuole collaborare e Dio solo sa perché. Signore, mi serve lei! >
< Il dolore... non posso. Non ci riesco, io non ho più forza >
< Se Miley fosse qui la prenderebbe a calci nel sedere! >
< Se Miley fosse qui io non starei così da schifo! La amo ma non ci riesco... è troppo difficile >
< Lo so, mi creda! Ma non è difficile... è doloroso, non difficile. La prego signor Jonas... la prego! > Nick rimase in silenzio prima di decidere, e prese una decisione.
< Ci sto >
< Grande! Oh, la ringrazio signore! >
< Ma... non penso che ci riusciremo. Non sappiamo neanche da dove cominciare >
< Lei non lo sa, ma io sì! Basta solo che, ehm... prendiamo il telefonino di Demi. Non creda che non l'abbia osservata anche io! E' chiaro che qualcuno le stava creando problemi e quel qualcuno potrebbe essere l'assassino >
< Ma... come? Come faremo a prenderlo? >
< Ci verrà in mente qualcosa > la ragazza stava per andarsene ma Nick la fermò.
< Aspetta! Non... non ricordo il tuo nome >
< Io sono Demi, signore. Demi Lovato >.

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Capitolo 10
*** - Stronger than fear. ***


< Ascolta Demi, io ho accettato tutto questo per l'amore che provo per... sì, insomma, per lei; ma promettimi che non faremo nulla di stupido >
< Te lo prometto >
 
< Mi sento molto stupido > esclamò Nick irritato, mentre si trovavano di fronte alla caserma della polizia, vestiti di nero, come se fossero dei malviventi.
< Senti, ti darò del tu perché... perché mi va. Ascolta, noi siamo qui per Miley quindi evita di lagnare e continua a camminare. Ci siamo quasi e... vedrai che troveremo il modo per entrare > esordì Demi, parecchio nervosa.
Quando si trovarono di fronte alla porta della caserma, Demi tirò fuori una forcina per capelli.
< Ti prego, dimmi che stiamo facendo >
< E' molto semplice. Io cercherò di scassinare questa specie di serratura con la mia forcina, dopodiché, tu entrerai dentro la caserma e farai di tutto per trovare e sottrarre alla caserma il telefonino di Miley. Chiaro? >
< Io dovrei entrare lì dentro? Non posso >
< Quando qualcuno dice Quando qualcuno mi dice "non posso" io penso subito che intenda "non ho voglia di fare tutto il possibile per potere". Lo sai, ci entrerei io ma... visto che non hai fatto che scassarmi le balle fino allo sfinimento... ci andrai tu e se ti rifiuterai... io... ti sputerò in un occhio. Sono stata chiara? >
< Dio, non ti sopporto >
< La cosa è reciproca. Dai, entra! > Nick entrò, cercando di fare meno baccano possibile.
Non vi erano poliziotti all'orizzonte, così si mise a cercare il telefonino della sua amata.
Aprì tutti i cassetti presenti, per non parlare degli armadietti e alla fine... lo trovò.
Era in una busta trasparente e, appena lo avvistò, lo prese immediatamente con sé.
< Nick, nasconditi, sta arrivando qualcuno! > al suono di quell parole, sia Nick che Demi si misero sotto una delle scrivanie, sperando di non essere beccati. 
Questa persona aveva degli stivali neri, decisamente maschili,  che facevano un gran rumore a contatto con il suolo.
Si aggirò per la caserma\centrale di polizia per mezz'ora, dopodiché se ne andò.
< Oddio... ma chi era? > chiese Demi.
< Non ne ho idea, ma ho la sensazione che stesse cercando... questo! > disse Nick, mostrandole il cellulare.
< Grande! Ora usciamo, prima che ritorni! >
Appena uscirono dalla caserma\centrale di polizia, Nick non sembrava sentirsi bene.
< Hey, come mai quella faccia? > chiese Demi, preoccupata.
< Mi manca >
< Lo so. Anche a me >
< Mi dispiace se non ho fatto altro che lamentarmi, è solo che... sono stravolto >
< Lo capisco, ma non sei solo! E poi, con tutte le tue lamentele, se Miley fosse stata qui ti avrebbe dato del minchione >
< Non lo avrebbe mai fatto >
< Hai ragione, quella sarei stata io >
< ... Demi, ti sto chiedendo scusa >
< E io le accetto ma non darai mai il massimo se ancora non riuscirai a pronunciare il suo nome! Insomma, questa è psicologia spicciola >
< Come hai detto? >
< Ho detto che non riuscirai... >
< No, l'ultima parte, quella della psicologia spicciola! >
< Dove vuoi arrivare? >
< Ora so come rintracciare l'assassino >.

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Capitolo 11
*** - So cold. ***


Il giorno dopo, Nick e Demi fecero ingresso dentro la scuola, assieme. 
Tutti sorrisero al loro caro preside, che non vedevano più da oltre due mesi.
< Hey, Demi... perché ci sono i poliziotti qui a scuola? >
< Ci sono da quando Miley... beh, insomma, ci sono da quando è successo ciò che è successo. Ma non so perché sono qui. Non rispondono alle domande di nessuno e sembra quasi che sospettino di chiunque, è snervante > rispose Demi.
< Ho capito. Beh, ora vieni nel mio ufficio, ho bisogno di te >
Appena entrati nell'ufficio di Nick, Demi si sedette sulla sua sedia.
< Vuoi che ti porti anche un succo d'ananas? > chiese Nick, sarcastico.
< Spiritoso. Andiamo, dimmi qual'è il tuo piano, non c'ho dormito la notte > Nick, per tutta risposta, tirò fuori un sacco di schedari.
< Sai cosa sono questi? >
< Dei... fogli? >
< Grazie, sapientona. Ma, oltre a questo, sono... >
< No! Non dirmi che sono quello che penso! >
< Lo sono eccome >
< Oddio! Quelli sono i resoconti delle nostre sedute psicologiche dell'inizio dell'anno, ma certo! La strizza cervelli ci ha incontrati uno per uno e ci ha... beh, interrogati, in pratica >
< Lo so bene! Ascolta, leggendo questi documenti privati potrei scoprire il profilo psicologico di quel gran figlio di puttana, nonché la sua identità! >
< Ma è geniale! E... io ora cosa faccio? >
< La studentessa > rispose Nick, sorridendole.
Quando Demi si trovò sulla soglia della porta, gli disse un'ultima cosa.
< Hey, Nick... sei forte! >
< Anche tu, Demi. Ma sai, vorrei esserlo di più, ma senza tenere Miley per mano, traballo ancora un po' > Demi sorrise soddisfatta e uscì dall'ufficio di Nick.
 
< Hey Demi! > esclamò Thomas, facendole segno di andare a sedersi con lui.
< Ciao Thomas! > disse, mentre prendeva posto < allora, come stai? >
< Come dovrei stare secondo te? > chiese Thomas, pensando che fosse la domanda più stupida del mondo.
< Oddio, mi dispiace. E' che manco un po' di tatto a volte >
< Già >
< Allora, cosa... cosa combini di bello? E' da secoli che io e non parliamo >
< Non so cosa dirti. Però sai, in questo periodo... mi annoio. Senza Miley è praticamente impossibile strapparmi un sorriso >
< Thomas, andrà meglio, credimi >
< Tu dici? >
< Io dico! > esclamò Demi, entusiasta. 
< Fantastico > disse Thomas, sfoderando un grosso sorriso.
I due rimasero a parlare per l'intera pausa pranzo.
Infondo, si erano mancati.
 
Nel frattempo, Nick stava controllando tutte le schede psicologiche degli studenti, senza avere però buoni risultati.
Però, ad un certo punto, si ritrovò ad analizzare una scheda... tutt'altro che ordinaria.
Così, Nick prese il telefono di Miley e lesse i messaggi contenuti all'interno, confrontandoli con le osservazioni della scheda psicologica di uno degli studenti.
 
Spegnere il telefono non ti servirà, troietta - Lo studente ha esplicitamente dichiarato di odiare le stupide troiette.
Il gioco l'ho iniziato io e lo finirò altrettanto - E' irrazionalmente competitivo, quasi ossessionato da qualunque gara o gioco.
Sono più vicino di quanto pensi - E' ansiolitico e ed è perennemente angosciato.
 
< Oddio > sussurrò Nick tra sé e sé.
Aveva scoperto l'identità dell'assassino.
 
Era ormai buio e per tutti era l'ora di andare a casa; mentre Demi andò in bagno per rifarsi il trucco, le vibrò il telefonino.
 
''Preparati a morire, troia''
 
Demi si sentì mancare, non ci poteva credere.
Stava succedendo quello che era capitato a Miley. 
Uscì dal bagno come una furia, si guardò un attimo in torno, ma, prima che potesse voltarsi, qualcuno la prese da dietro, le mise un fazzoletto di carta premuto sulla bocca per non farla urlare e se la trascinò con se. 
Demi non riusciva a liberarsi, la stretta era troppo potente.
Abbassò lo sguardo per qualche istante e si accorse che la persona che la stava prendendo, aveva gli stessi stivali da uomo che vide con Nick quando erano alla centrale di polizia.
Così, all'improvviso, scomparvero nell'ombra.

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Capitolo 12
*** - Dark paradise. ***


Dopo che quell'identità aveva stretto Demi procurandole un dolore atroce, se la portò via, dalle tenebre dei corridoi scolastici, per poi ritrovarsi appena fuori da scuola.
A quel punto, la lasciò.
Demi non sapeva quale reazione avrebbe permesso a quella persona di non ucciderla.
Non si era mai sentita tanto impotente in vita sua.
< Se... se tu mi ucciderai sappi che non la farai franca ancora a lungo. Prima o poi marcirai all'inferno. Ora, fa quello che vuoi fare, maledetto vigliacco > disse Demi, senza voltarsi minimamente per dare un occhiata al viso di quella persona.
< Guardami > disse la persona, con tono autoritario.
< N-no... >
< Demetria Devonne Lovato, ti ho detto di guardarmi e se non lo farai giurò che ti ficcherò qualcosa in un posto dove non è molto piacevole ritrovarsi con delle cose ficcate > il battito cardiaco di Demi accellerò notevolmente. 
Talmente tanto, che mentre si girò, rischiò di cadere distesa a terra.
Sì, proprio così.
< MILEY!!! >
 
Mentre Nick stava fissando la scheda psicologica dell'assassino da più di mezz'ora, qualcuno bussò alla sua porta.
< Avanti >
< Salve, preside. E' permesso? > Sì, proprio così.
Quello era l'assassino.
< Tu... tu, dannato figlio di puttana... tu, lurido... >
< Riempirmi di insulti non le servirà, signore > disse, prima di puntare una pistola addosso a Nick.
< Ma bravo, vedo che il fegato... ti manca eccome >
< Non le conviene stuzzicarmi, sa? Sono io quello con il dito sopra il grilletto > disse l'assassino, compiaciuto.
< Non ti vergogni di ciò che sei? Di ciò che hai fatto a Miley? COME? COME HAI POTUTO? IO L'AMO! >
< Vergognarmi? Perché mai? Io l'ho trovato un diversivo molto interessante per ammazzare il tempo e poi, mi creda, non avrei mai voluto farla morire, ma sa come vanno certe cose >
< Sei morto... te lo giuro >
< Lei mi terrorizza tanto quanto mi terrorizzava quella puttanella. E poi, nono di certo io quello che sta' per morire. Ma non voglio decedere ora. Prima... deve soffrire, deve angosciarsi, lei... deve >
 
Demi era sconvolta, scioccata, totalmente confusa.
< Sei... uno... zombie? >
< Sì > rispose Miley.
< D-davvero? >
< Certo che no! Che razza di domande fai? >
< Oh, M-Miley... > Demi stava per abbracciarla, ma lei si scansò.
< Non ti azzardare a toccarmi di tua spontanea volontà > Demi, senza saperne il motivo, scoppiò a piangere < smettila di frignare >
< Ma non lo capisci? Sono... oddio, ti prego, lascia che ti abbracci >
< No, questo non accadrà mai. Ti ho messa in salvo perché non volevo che qualcuno di innocente... sotto alcuni punti di vista, morisse; non perché mi sei mancata >
< Tu... tu invece mi sei mancata e... Nick! A lui manchi tanto da fargli male >
< Non parlare di lui come se ti fregasse qualcosa >
< Ti prego, ti prego dimmi come è possibile che tu sia viva! Mils, ti scongiuro! >
< Prima di tutto, non chiamarmi così. Vedi, è stata una cosa imprevista, persino per me. Dopo che l'assassino mi ha sparato, l'ambulanza mi portò dritta in ospedale, ma avevo perso troppo sangue, così loro non credevano che io ce la facessi. Ma ce la feci. L'assassino era convinto di avermi ucciso così... >
< Ma certo... tu inscenasti la tua morte per poter capire indisturbata chi fosse il presunto assassino... quello che ti tormentava, non è così? >
< Esatto. Ma non avrei potuto farcela da sola, così, chiesi alla polizia di dire a tutti che ero morta, tranne ai miei genitori. Senza i poliziotti, non ce l'avrei mai fatta >
< Miley... tu non hai idea di quanto abbiamo bisogno di te, ora! Ma... tu hai fatto soffrire Nick in una maniera assurda, ciò che ha vissuto è stato l'inferno! Non penso che ti possa perdonare, nonostante l'amore che prova per te! >
< Sai, magari hai ragione. D'altronde, Si fa prima litigare e ad urlarsi i reciproci difetti, si fa prima ad odiarsi che a prendersi per mano. Amarsi e basta, chiedere scusa e baciarsi è pericoloso, si rischia di essere felici > al suono di quelle parole, Demi se ne fregò e andò ad abbracciarla. Miley ricambiò l'abbraccio e la strinse.
< Ora... ora dobbiamo andare dentro, da Nick! > esclamò Demi, raggiante.
< Ma allora non ragioni. Secondo te perché ti ho portata via dalla scuola? >
< Oddio... non vorrai dirmi che... >
< Invece sì. L'assassino è lì dentro > concluse Miley.

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Capitolo 13
*** - Where it all began. ***


< Ma allora che ci facciamo ancora qui? Dobbiamo andare a soccorrerlo! > tuonò Demi.
< Hai proprio ragione > le rispose Miley, più che altro con tono ilare.
< E' tutto uno scherzo per te? >
< Lo è per te! Svegliati! Se ora noi entrassimo ci farebbe davvero fuori, a meno che... >
< Cosa? Che vuoi fare? >
 
< Non credi di aver commesso abbastanza puttanate... Thomas? > chiese Nick.
< No... signore >
< Vuoi vedermi soffrire? Beh, non dovrai impegnarti molto per riuscirci. Basta che mi guardi negli occhi e capirai di avermi tolto tutto >
< TU NON L'AMI COME L'AMAVO IO! > urlò Thomas.
< Lei è morta a causa tua e ora mi vieni a dire che l'amavi? > tuonò Nick. Quella era la prima volta che diceva al alta voce che Miley era morta.
A quel punto, Thomas gli sparò alla spalla e Nick giacque a terra < cazzo... > sussurrò, dolorante.
A quel punto, Thomas si chinò accanto a lui, tanto da fargli sentire il suo alito mefitico.
< Vuoi sapere perché l'ho uccisa, non è così? E' estremamente semplice: lei non ha ucciso te. Non volevo che finisse come è finita ma questa è la vita... o, nel suo caso... la morte. Volevo talmente spaventarla da farle provare quell'irresistibile bisogno di chiedere il mio aiuto. Ma lo fece? Certo che no. Mentre io ero intento a conquistarla tu l'avevi già fatta innamorare e così... volevo che tu morissi. Ma stai tranquillo: la raggiungerai molto prima di quanto credi >
< C-conquistarla? > chiese Nick con voce soffocata, con la mano destra che premeva contro la spalla per non farlo morire dissanguato < Hai un modo c-curioso di conquistare... le... donne >
< Già, lo ammetto. E non è finita qui, la tua nuova amichetta farà la stessa fine di Miley se non collaborerà con e poi chissà... potrei chiederle di uccidere sua madre. Tu cosa suggerisci? > chiese Thomas, con tono tranquillo con una vena di pazzia.
< Ti suggerisco di internarti >
< Risposta sbagliata > così, Thomas gli sparò di nuovo, questa volta, sull'altra spalla.
Nick gemette, ormai senza fiato.
< BASTA! > tuonò una voce dietro di lui < Lascialo stare, è me che vuoi! >
< Guarda, guarda, la piccola Demi. A cosa devo questo onore? > chiese Thomas, quasi divertito.
< So quello che hai fatto a Miley e ti assicuro che non ci riuscirai a farlo di nuovo né con me né con Nick! >
< Io ho i miei dubbi. Insomma, potrei premere il grilletto e il caro preside... schiatterebbe > Demi, a quel punto, si rese conto di aver stuzzicato il cane sbagliato.
< Oppure... tu > senza esitare, Thomas sparò a Demi nel ginocchio destro. 
< Maledetto... > imprecò Demi, anch'essa a terra.
< Ora ditemi, chi verrà a salvarvi adesso? > chiese retorico Thomas.
< Io > un'altra voce dietro Thomas, gli fece rizzare i peli del petto.
< Tu... non è vero... > disse lui terrorizzato a morte.
< Chi non muore si rivede, eh? Sai, ti devo proprio ringraziare per quello sparo, è stato una benedizione, credimi. Ho finalmente imparato che per arrivare da qualche parte, a volte, bisogna andarsene > Thomas rimase immobile < hey, va tutto bene? Sembra quasi che tu abbia visto un fantasma > disse Miley, serenamente.
< Io ti ho UCCISA! > tuonò lui, furioso.
< Tu dici? A me non sembra. Oh, e se ti stai chiedendo come mai non ho un impressione scioccata nel volto... credimi, ho avuto del tempo per averla.
Thomas le stava già puntando la pistola addosso, ma qualcuno alle sue spalle, gliela levò. 
< Polizia di Nashville. Ti dichiaro in arresto >
< No... NO! Non potete! Dovete rinchiudere quella puttana, non me! > il poliziotto più corpulento della città, lo tenne fermo mentre Miley gli si avvicinava.
< Tesoro, ma allora non lo hai capito... sono IO la stronza qui > e gli sferrò un pugno che gli fece perdere conoscenza.
< Ottimo lavoro, Mils! > 
< Ottimo lavoro a te, Bob >
L'ambulanza arrivò subito dopo l'arrivo della polizia per soccorrere Nick e Demi.
Ma Miley rimase lì, per qualche ora, capendo che ora non aveva più nulla da temere.
Rimase lì, dove tutto ebbe inizio.
 
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Angolo autrice: heylà, bella gente!
mi devo scusare per la sfacciata banalità riguardante l'identità dell'assassino, ma... è andata così xD
nonostante la storia non sia ancora finita, ci tenevo a ringraziare tutti i lettori, e soprattutto, i recensori!
grazie davvero per quello che scrivere, mi riempite sempre di gioia! :3
Un bacio, El! :)

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Capitolo 14
*** - Little wonders. ***


< Allora, come ti senti? >
< Bene. E stavo bene anche le precedenti due... mila volte che me lo hai chiesto. E' inutile che resti tutto il tempo qui da me in ospedale, prima o poi, dovrai andare da Nick e affrontarlo, ormai sa bene che sei viva > esordì Demi, ormai esasperata alle attenzioni eccessive dell'amica.
< Questo lo escluderei a priori. Insomma, è passata solo una settimana, magari non è ancora pronto per vedermi > 
< Non è pronto lui... o non sei pronta tu? > chiese Demi, saggiamente.
< Lui, che domande > così, Miley si sedette di fianco a Demi, con le braccia conserte, pronta a non cedere.
< Non essere ridicola. Si può sapere perché hai così tanta paura di andare a casa sua? >
< Io... io ho paura di leggergli l'odio nello sguardo e sono più che certa che non riuscirei a reggerlo >
< Odiare te? Ma cosa ti sei pippata? Lui ti ama, capito? Ti ama! >
< No! Lui ama la ragazza che non l'ha abbandonato, che non l'ha lasciato a soffrire come un cane >
< Nick non è stupido. Sa' bene che lo hai fatto per proteggerlo, per proteggere tutti noi >
< Se la pensasse così, mi avrebbe già fatto, che ne so... uno squillo sul cellulare. Invece niente > disse Miley, con un filo di voce.
< E allora vai tu e affrontalo. Comunque andranno le cose, ti sarai tolta un bel peso dallo stomaco, credimi >
< Sì ma, anche se andassi io... cosa potrei mai dirgli? >
< Semplicemente... la verità >
 
Miley si trovava ormai a pochissimi passi dalla casa di Nick e ogni sua vocina nella testa, le diceva di non aspettare, di non arrivare al 'troppo tardi'.
Bussò, talmente piano da desiderare di non essere udita, ma fu udita, eccome.
Appena Nick la vide lì, di fronte a sé, sentì una scossa al cuore.
Non si dissero nulla, nemmeno si salutarono.
Insomma, Miley non si aspettava certo un saluto caloroso, ma almeno il minimo che richiedevano le buone maniere.
Invece... niente.
Se ne restavano lì a fissarsi e il tutto era controproducente.
Miley non si era mai sentita peggio, ma prima di poter assaporare del tutto il proprio disagio, Nick la baciò di getto.
Quel bacio era pieno d'amore, rabbia, amore, risentimento, amore, spossatezza, amore.
Entrarono in casa e Nick sbatté violentemente la porta.
< Ti prego, non dire niente > disse lui, scostandole una ciocca di capelli.
Lei lo ribaciò con una intensità tripla, rispetto al primo bacio.
Si guardarono con così tanto amore, che l'amore in sé, vero, puro, impallidiva dinnanzi a loro.
Nick la strinse in vita e Miley, ormai persa ogni inibizione, gli strinse le braccia al collo.
Erano entrambi smarriti ed eccitati.
Miley era andata da lui per parlare, non di certo per fare l'amore.
Quell'amore che le annebbiò la mente e le mandò in tilt i freni.
Arrivati in camera da letto.
< Miley... > disse Nick, in un sussurro.
< Shhh. Si era detto di non dire niente > disse Miley, prima di togliersi la maglietta.
La ragazza iniziò lentamente a baciargli il collo, fino ad apparire sempre più vogliosa, mentre Nick la cingeva a sé.
Si baciarono ovunque fosse possibile, in qualunque posto provocasse un certo piacere.
Nick le accarezzo la gota con tenerezza, fino ad arrivare, lentamente e allo stesso tempo con foga, a penetrarla.
 
Mentre Nick si stava riabbottonando la camicia, Miley non riusciva a togliergli gli occhi di dosso.
< Io ti amo, va bene? Ti amo più di quanto non ami... al diavolo. Io non posso paragonarti a niente perché il mio amore va oltre qualsiasi cosa >
< Dobbiamo discuterne proprio ora? > chiese Miley, con un velo di irritazione nella voce.
< Sì. Il fatto è che con te la voce non mi trema e sono tutto quello che con gli altri non sarò mai, capisci cosa sei? Tu sei l'amore. Quello che ti sconvolge e non ti farà più innamorare di nessun'altra. Tu dici che a volte l'amore non basta? E allora che mi dici del troppo amore? E' quello... che ti disintegra >
< Nick, ascoltami! Tu sai perché me ne sono andata >
< Certo che lo so e non sono arrabbiato con te per questo! Sono arrabbiato con te perché non mi hai dato una singola speranza del tuo ritorno... niente. Il dolore che ho provato non lo riuscirei a reggere una seconda volta. Cerca di capire > Miley non disse niente, oltre a...
< Ti amo anche io >
 
Uscendo da casa di Nick, quest'ultimo le urlò qualcosa, in lontananza.
< Credi che un giorno saremo ancora io e te? >
< Lo spero davvero. Chissà. Anche i piccoli miracoli possono accadere! >
 
10 anni dopo.
 
< Destiny Hope Cyrus, prometto di amarti, di onorarti, di starti vicino nei momenti difficili, di essere la tua ancora nei momenti di salvataggio, di proteggerti, di difenderti, nel bene e nel male, perché tu sei l'unica persona, per la quale cucinerei un brodo di pollo alle quattro del mattino, se solo tu me lo chiedessi. Prometto di amarti, perché è la cosa che amo di più. TU sei la persona che amo di più > dichiarò Nick, raggiante.
< Nicholas Jerry Jonas, prometto di amarti e onorarti, anche nonostante tutti i litigi, le incomprensioni e gli intoppi che questo lungo e altrettanto meraviglioso cammino, ci riserveranno. Prometto di trattarti con rispetto e di starti accanto anche quando non vorrai, perché sarà lì, che avrai più  bisogno di me, amore mio >
< Con il potere conferitomi dalla chiesa di Malibù, io vi dichiaro marito e moglie > i due si baciarono appassionatamente, sempre più vicini, sempre più innamorati.
E non importa se non vissero sempre felici e contenti, perché è nei momenti di buio che si può vedere la vera luce della coppia.
L'importante è che... vissero.

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