Miss Iceberg

di Sayumi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di una nuova vita ***
Capitolo 2: *** Appuntamento movimentato ***
Capitolo 3: *** Fredda come il ghiaccio ***
Capitolo 4: *** Gita al lago... ***
Capitolo 5: *** Scottatura ***
Capitolo 6: *** La prima volta… ***
Capitolo 7: *** L'ultimo saluto... ***



Capitolo 1
*** L'inizio di una nuova vita ***


Miss Iceberg

Cari lettori eccovi a questo strampalato esperimento… è uscita un po’ per caso, più per il bisogno di scrivere qualcosa di romantico. Non è niente di particolare, ma la posto lo stesso…

Premetto che questa fic è postata in contemporanea con la fic “Sei la mia droga” anche se tra loro non vi sono collegamenti di nessun genere sia chiaro… (diciamo che ho troppe fic arretrate da postare e allora ne approfitto :P)

Se avete voglia recensite fa sempre piacere ^^

Buona lettura.

Miss Iceberg

Capitolo 1

L'inizio di una nuova vita

Lo vidi lì. Il mio migliore amico, compagno di banco e di battute degli ultimi quattro anni, seduto sul ciglio di quel marciapiede, che guarda l'asfalto, mentre le macchine dei ragazzi dell'ultimo anno se ne vanno da quell'edificio.

Lo guardo e l'unica cosa che riesco a fare è sedermi di fianco a lui. Lo sapevo, sapevo che lei aveva intenzione di lasciarlo, la sera prima mi aveva telefonato e avevo parlato con la sua, ormai ex, ragazza. Lui sospira e si guarda la mano insanguinata. Aveva appena tirato un pugno al muro e io mi sentivo un verme.

Mi sentivo qualcosa di disgustoso, perchè lo sapevo come sarebbe finita, sapevo che lei si sarebbe comportata a quel modo. Come con tutti. E quella stessa mattina, a lezione l'avevo visto stare male, soffrire, sentire che qualcosa non andava, e mi aveva parlato, avevo scherzato con lui, ma non avevo avuto il coraggio di dirgli nulla, non era compito mio.

Sospirò e alzò la testa, un sorriso amaro era dipinto sulle sue labbra mentre lo guardavo. Come avevo sempre fatto. Ma in cuore mio sapevo che sarebbe stata la fine della nostra amicizia.

Anche se lui non lo diceva ad alta voce sapevo che mi riteneva responsabile della sua sofferenza. Ero stata io a fargliela conoscere e sicuramente lui stava pensando che se non fosse stato per me non starebbe soffrendo a quel modo.

Una parte di me lo odiò per questo. Non gli avevo detto di mettersi con lei, non l'avevo obbligato a fare le scelte che aveva compiuto.

Ma non si può tornare indietro.

Sospirai io, mi voltai a fissare lo stop, mia madre sarebbe arrivata a prendermi a momenti.

Non riuscivo a dire nulla, la gola mi si era seccata, ma non era il caldo di giugno a farmi sentire a quel modo.

Lui finalmente si voltò e cercò di sorridermi.

-Passerà- disse. -La cosa che mi fa imbestialire sai qual'è? Che mi stavo innamorando veramente di lei...-

Fu come se una lama mi trafiggesse in quell'istante, ma la mia solita maschera di perfezione prevalse. L'orgoglio dominò il mio istinto, come aveva sempre fatto in quegli anni, facendomi arrivare ad essere una persona inafferrabile. Sorrisi semplicemente, amaramente, e sospirai. -Capisco.-

Non riuscii a trovare altro da dire. La macchina grigia di mia madre voltò l'angolo e mi sollevai ripulendomi i pantaloni dalla polvere.

-Non ti dirò di farti sentire... so che non è nel tuo stile... all'anno prossimo allora...- parole fredde, quasi superficiali. Uscirono dalla mia bocca. Erano il mio addio.

-Beh siamo sempre amici no?- chiese lui ingenuamente, ma sapeva lui stesso di mentire.

-Certo!- gli strizzai l'occhio e sferrai uno dei miei sorrisi falsi.

Salii in macchina e quel giorno piansi, in silenzio. Mia madre rispettò per una volta i miei sentimenti e rimase in silenzio, sapeva che c'era dell'altro ma nessuno disse nulla.

***Tre anni dopo***

Da quel giorno, l'ultimo giorno di quarta liceo, la nostra amicizia finì.

Avevo infranto una delle regole che mi ero imposta, innamorarmi del mio migliore amico.

Forse era anche per farmene una ragione che avevo spinto una delle mie migliori amiche ad andare con lui.

In cambio ottenni solo il disastro.

Dopo la maturità li persi tutti e due.

Lui, lo sento ancora, ma come si sentono i conoscenti, una volta ogni tanto, se si ricorda di me, allora mi saluta.

So che si è fidanzato ed è innamorato, e dopo due anni di distanza ero felice per lui, nonostante un piccolo rimorso.

Lei, dopo aver conosciuto la compagnia sbagliata, la persi. Ora non ci sentiamo più. Ha un ragazzo anche lei, e ha voluto restare con delle persone con le quali avevo litigato.

In due anni avevo visto gli anni più felici della mia vita sfumare nel nulla, e ora, dopo diversi tentativi e parecchie difficoltà ho ripreso le redini della mia vita.

Quella sera imprecai per l'ennesima scenata che una ex compagna mi faceva.

La sua lamentela era sempre la solita: "Non ti fai mai sentire"

In realtà se non mi facevo sentire era per il semplice motivo che non era necessario sprecare soldi nel telefono per sentirle elencare quanto le manco, quanto la vecchia scuola facesse al caso mio e quanto, al contrario, quella nuova era solo uno spreco di tempo. Poi avrebbe attaccato con le sue suppliche e infine si sarebbe lamentata dei suoi genitori o della sua compagnia.

Ignorai totalmente la finestra del pc che lampeggiava. Dopo di lei altre due persone si stavano lamentando del fatto che fossi sparita nel nulla per giorni.

Sospirai, a volte mi chiedo se capiscono che anche se sembro infallibile e perfetta ho anche io i miei problemi.

Quella settimana i miei problemi erano un taglio di due centimetri che rischiava di farmi infezione e due esami da dare entro la fine della settimana.

Poi ecco la chiamata sul cellulare. Sbattei con forza la penna sulla scrivania e afferrai con rabbia il dispositivo che portava a chiare lettere il nome "Marco".

Era l'ultimo pazzo così convinto da poter pensare di riuscire ad incastrarmi.

-Pronto- il tono che usai era più simile a quello di una persona che veniva svegliata alle 6.00 del mattino da una chiamata inattesa.

-Che allegria! Allora è sabato usciamo?- chiese allegro Marco dall'altro capo.

-Ma tu hai già finito di studiare per l'esame?- chiesi acida, sapendo che essendo del mio stesso corso aveva i miei stessi esami.

-Ovvio che no! Ma tanto si passa lo stesso è inutile studiare!- disse allegro.

Semplicemente schiacciai il pulsante rosso.

Non venite a dirmi che è maleducato... non dopo la sesta volta in una settimana che me lo ripeteva.

Tornai sul mio libro, ma non passarono nemmeno dieci secondi che il cellulare s'illuminò ancora.

-Maledizione!- non risposi e spensi tutto quanto sbattendo la testa sulle fotocopie cosparse per la camera. Mi portai le mani nei capelli, solo allora mi accorsi che erano ancora bagnati. Era luglio ed ero semplicemente esausta. Volevo solo che arrivasse agosto così da poter sperare di avere un po' di pace.

Pio fu il turno della porta.

Quella sera i miei erano usciti per una cena e mio fratello era dagli amici per il fine settimana, vista così sembrerebbe il paradiso... ma il paradiso per me evidentemente non esiste.

Aprii senza stupirmi di trovarmi di fronte Marco.

Mi chiedevo perchè insisteva tanto. Nessuno in 20 anni di vita aveva resistito tanto alle mie battute acide e ai miei rifiuti. Senza dubbio il ragazzo più determinato. Ma restava comunque un povero illuso.

-Devo studiare- due parole, tono gelido e fermo.

-Ma smettila! Sei più preparata tu del prof!- disse lui, guardandomi esasperato.

-Non è vero! Mi mancano ancora 400 pagine e poi ho finito! Non intendo mollare ora! E Lunedì c'è il primo esame!- strillai incrociando le braccia.

-Quanto ci metti a finirle?- chiese lui scocciato.

-Tutta la sera- sorrisi acida facendo per chiudere la porta.

-Ti faccio compagnia allora!- si infilò in casa e mi sorrise angelico.

In quel momento capii che non sarei mai riuscita a finire quel libro.

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Capitolo 2
*** Appuntamento movimentato ***


Miss Iceberg

Allora, ringrazio tutte le persone che hanno letto il primo cap, e specialmente Hatori che ha lasciato il suo commento. Come sempre non anticipo nulla e vi lascio alla fic^^

Ciauuuu

Miss Iceberg

Capitolo 2

Appuntamento movimentato

Ammettiamolo, non è per niente un brutto ragazzo, biondo, alto, ben proporzionato... insomma, davvero niente male!

Anche questo mi fa pensare molto, io non sono bella, non sono magra e nemmeno particolarmente intelligente o simpatica...

Lanciai un'occhiata verso di lui, e lo sorpresi a contemplare la mia libreria. Mi ri-dedicai al libro, ma non riuscivo a leggere nulla, sospirai, quindi mi appoggiai allo schienale.

No, non potevo lasciarmi incastrare da un ragazzo... non era mia abitudine, non mi fido degli uomini figurarsi di uno che conosco solo da sei mesi.

Lo spiai di nuovo e lui questa volta mi stava guardando, sorrideva, poi si avvicinò a me.

-Allora? Regina di ghiaccio ci siamo decise o no?- chiese sarcastico guardandomi e incrociando le braccia in attesa.

Mi limitai a lanciargli un'occhiataccia quindi misi via la penna nell'astuccio. -Vai di là, mi cambio...- sbottai acida, mentre lo spingevo via con la forza.

-Ma io non mi vergogno!- ammiccò divertito opponendo resistenza.

-Sparisci!- mi avvicinai alla scarpiera e afferrai la prima scarpa con il tacco a spillo che trovai, minacciandolo di conseguenza.

-Quella non è nel tuo stile! E poi è invernale!- sogghignò prima di dileguarsi dietro l'angolo e chiudere la porta prima che tirassi realmente la scarpa.

Decisi di optare per una maglia lunga fino a metà coscia nera, con la cintura borchiata che ricadeva larga sui fianchi, un paio di pantaloni a pinocchietto della stessa tinta e le All Star nere a completare il tutto.

Afferrai uno dei miei braccialetti in rame con i ciondoli e un orecchino, quindi mi diressi in bagno.

-Wow che velocità!- esclamò Marco una volta che aprii la porta. -Anche a spogliarti sei così veloce?- chiese malizioso mentre gli passavo a fianco.

-Vaffanculo!- risposi semplicemente, chiudendomi questa volta in bagno.

Una linea di matita nera, un tocco di mascara, una coda semplice ed ero pronta.

-Come siamo gnocche!- continuò lui insistendo con le sue battutine maliziose.

-Se non la smetti ti ficco un dito in un occhio! Poi vediamo se sei ancora in vena di battute.- sibilai sempre più acida, guardandolo con occhi furenti.

-Si tesoro, mi piacciono le donne manesche!- disse facendo l'occhiolino.

-FINISCILA!- strillai mentre lo sbattevo fuori di casa e afferravo la borsa e le chiavi.

Chiusi la casa e scesi le scale dopo di lui, quindi iniziai ad avviarmi a piedi.

-Come non andiamo in macchina?- chiese lui sollevando un sopracciglio.

-Scordatelo, in macchina con te non ci salgo- risposi semplicemente, mentre camminavo con le mani in tasca per la via. Mi fermai dopo una decina di metri e inclinai appena la testa, facendo tintinnare l'orecchino. -Allora? Ti muovi?- chiesi scocciata.

Lui mi raggiunse in fretta e presto si affiancò a me, mettendo a sua volta le mani in tasca.

-Guarda che so guidare bene... e poi qui in paese non ci sono locali decenti- sospirò lui appena arrivati allo stop.

-Non è della tua guida che mi preoccupo infatti...- mi voltai verso di lui e sorrisi angelica, quindi voltai l'angolo e mi diressi verso la piazza.

Parlammo del più e del meno per tutto il tragitto, fino ad arrivare ad un pub che aveva da poco aperto in zona. Non era certo nel mio stile, era pieno di ragazze e ragazzi vestiti da capo a piedi con vestiti firmati e costosissimi, che ascoltava quello che io chiamavo rumore e aveva perennemente la puzza sotto il naso.

Mi rifugiai con Marco in un angolo, lui non sembrava affatto fuori posto, era abituato ad uscire senza dubbio molto più di me, e ordinò senza problemi il suo drink e il mio succo di frutta.

-Sempre astemia tu eh?- chiese lui divertito appoggiandosi allo schienale e posando la mano destra sul tavolo, dette un'occhiata veloce intorno, poi si dedico al suo passatempo preferito, ovvero fare battutine maliziose sui miei modi di fare. -E dire che non si direbbe...-

Mi limitai ad alzare le spalle quindi scrutai preoccupata in giro, constatando che fortunatamente non c'era nessuno che conoscessi.

-Miss ghiacciolo, a volte mi chiedo se sei così anche tra le lenzuola...- mi guardava mangiandomi a dir poco con lo sguardo. Le prime volte mi faceva avvampare e sfiorare il colorito verde-violaceo, ma poi ho cominciato con il farci l'abitudine e rispondere a tono con acidità, mantenendo il personaggio che lui chiamava per l'appunto "Miss Ghiacciolo".

-Temo che resterai con il tuo dubbio per tutta la vita...- finsi di sospirare. -Mi spiace, non è facile, ma sopravviverai.- battei la sua mano fingendo comprensione quindi sorrisi acida.

-Emy, tesoro, cosa ti rende così sicura?- chiese lui come sempre sarcastico.

-Perché mi conosco...- lo guardai seria.

-Ma non conosci me...- constatò lui.

-A maggior ragione è ancora più improbabile che tu scopra la risposta alla tua domanda...- sorrisi angelica al cameriere che aveva appena portato le bevande e lui pago. Non battei ciglio, lo guardai semplicemente malissimo.

-E' inutile che protesti... rassegnati e non fare quella faccia... ne abbiamo già discusso- disse lui estremamente divertito dalla mia rabbia.

-E io ribadisco che non sei in diritto di offrirmi le cose!- sibilai.

-Zitta altrimenti ti obbligo a prendere qualcos'altro da bere..- minacciò lui sempre più divertito.

Io afferrai semplicemente il bicchiere, rovesciai il succo e presi a sorseggiarlo, incrociando le labbra e fissando la porta con sguardo truce.

Lui rise, ma non udii una virgola di quello che disse. La porta si aprì e nel locale entrarono le due persone che meno avrei voluto rivedere in quel momento.

Come un flash i miei occhi si incrociarono prima con la ragazza, poi con l'oggetto del terrore, alle sue spalle.

La mia mente ripercorse il tempo fino a riportarmi alle medie, e a quella giornata di dicembre, in cui avevo rinunciato, forse per orgoglio, forse per paura, al mio primo amore, e conseguentemente anche a tutti gli altri.

Sospirai e mi persi a fissare la superficie lucida del tavolino del locale. La musica era diventata qualcosa di insostenibile e posai il bicchiere sul tavolo.

-Non mi va...- sussurrai appena, ignorando lo sguardo preoccupato di Marco, che ora, non scherzava più.

Fece per aprire bocca, ma la voce falsamente allegra di Valentina lo bloccò.

-Emma! Quanto tempo che non ci vediamo! Come stai?- la vidi fingere un sorriso angelico, mentre scostava con gesto teatrale i capelli lunghi e biondi dietro le spalle. Ovviamente si era tinta... chissà per quale misteriosa ragione...

-Emma!- ecco che la voce di lui mi fece sobbalzare, sollevai lo sguardo e sorrisi solare prima a lei poi a lui. -Ti sei fatta rossa! Stai bene a quanto noto!- sorrideva, incrociai i suoi occhi con i miei, mi sentii improvvisamente scoperta e inspirai a lungo prima di rispondere come a mio solito...

-Già...- fanculo anche al vizio dei monosillabi... possibile che ogni volta che vengo presa in contropiede debba esprimermi a monosillabi?! Quanto sono cogliona!

-Emy, sono tuoi amici?- chiese Marco, sorridendo ai due e poi lanciandomi un'occhiata da "dopo noi due dobbiamo parlare".

-Si... Loro sono Valentina- indicai lei. -E Daniele...- indicai lui.

La sedia davanti a me cigolò -Piacere, Marco- offrì ad entrambi la mano.

-Beh allora è meglio che andiamo...- disse Daniele, che continuava a fissarmi insistentemente. Io da diversi istanti avevo spostato lo sguardo verso un punto imprecisato alle spalle di Valentina e continuavo a sorridere cordiale, manco fossi ebete.

Annuii e mi limitai a parole di saluto, quindi li vidi spostarsi verso il bancone e salutarono il proprietario come vecchi clienti. Notai più volte Daniele fissarmi, ma cercai di non farci caso.

-Finisci quel succo e poi usciamo... qui si sta soffocando...- disse Marco con aria tetra.

Mi limitai a sorseggiare quel che restava del succo, sebbene deglutire mi costava uno sforzo enorme...

Una volta terminata la consumazione Mi alzai e non appena feci un passo sentii la mano di Marco afferrare la mia e trascinarmi fuori salutando distrattamente il proprietario.

Una volta lontani dal locale si decise a rivolgermi la parola.

-Che cos'ha quel bamboccio? E' il tuo ex?- chiese decisamente irritato voltandosi. Non aveva mollato la mia mano e non aveva affatto intenzione di mollarla.

-Non proprio...- sospirai tesa, non succedeva mai che alzasse il tono in quel modo, ma non era lui a turbarmi.

-E allora cosa aveva tanto da guardare?- chiese scocciato.

-Non lo so... non lo vedo dalle medie...- sussurrai con un filo di voce.

-Dalle medie? A me quello sembra saperla fin troppo lunga!- si lamentò continuando a tirarmi avanti.

Mi fermai e sollevai lo sguardo. -Non sono affari che ti riguardano, ti ricordo che non c'è niente tra di noi!- questa volta fui io ad alzare il tono.

Lui fece per ribattere ma si arrese subito. Si avvicinò e lo sentii sospirare.

-Scusa... ma davvero... non mi piace parlare di lui e comunque è storia passata...- tornai a parlare come in sussurro e abbassai lo sguardo.

-No, non ti è passata... posso capire benissimo sia stato importante... e probabilmente anche tu lo sei stata per lui... ma è passato...-

Avrei voluto rispondergli male, ma non riuscivo, avevo solo voglia di piangere in quel momento.

-Ora tocca a me, non ti lascerò andare via come se niente fosse, se non te ne sei accorta sono sei mesi che ti vengo dietro e non mi pare mi sia risparmiato sul fartelo notare!- la sua voce era tranquilla, mentre mi accarezzava i capelli e stringeva la mia mano nella sua.

-Si... l'ho notato tranquillo... così come l'ha notato tutta la scuola...- sibilai... quella era una delle cose che non mi andava della nostra amicizia.

-Fregatene...- sospirò lui quindi proseguì. -Non ti chiedo di venire a letto con me subito...- sollevai un sopracciglio a quell'affermazione guardandolo scettica. -Anche se vorrei farlo... non lo nego...- continuò lui grattandosi la nuca imbarazzato. Sorrisi, era tenero in quel momento. -Ecco, così va meglio! Comunque ti chiedo solo una possibilità!- disse poi in tono gentile.

Lo osservai a lungo rimanendo in silenzio, sospirai più volte mentre mi guardavo intorno... era deserto data l'ora.

Lo vidi poi ammiccare malizioso come al suo solito e lì mi imbestialii notando dove stesse guardando.

Sciolsi la mia mano dalla sua e gli sferrai un ceffone prendendolo in piena faccia e rivoltandogliela.

-Ma perchè!?- chiese tra l'indignato e lo sconvolto.

-Per quello che hai appena pensato!- strillai irritata io avviandomi furente per la via deserta diretta a casa.

-Andiamo! E' normale pensarle certe cose!- mi rincorse lagnandosi per tutto il tempo. -E poi cerca di capirmi, è sei mesi che ci provo!- continuava imperterrito nella sua missione.

-Smettila di sprecare il tuo tempo!- sibilai voltandomi, per poi proseguire sbattendo i piedi dalla rabbia.

-Se vedessi quello che vedo io non la penseresti in questo modo... te l'ho mai detto che hai un bel....-

Mi fermai di scatto e gli puntai il dito contro: -E' meglio per te che non finisci quella frase!-

-Ma è vero!- continuò piagnucoloso anche dopo che avevo ripreso a camminare davanti a lui. -Posso tocc...-

Mi fermai ancora una volta e mi misi le mani sul fondoschiena per precauzione. -Non pensarlo nemmeno!- strillai indignata.

-Oh lo penso eccome!- rispose malizioso lui.

-Non osare!- strillai ancora, per poi prendere a camminare all'indietro e controllando di tanto in tanto dove mettevo i piedi.

-Attenta che cadi, poi mi toccherebbe salvarti, e a quel punto saresti in debito con me e dovresti baciarmi! O ancora meglio magari sposarmi!- sorrise divertito dalla prospettiva fermandosi.

-Ma nemmeno da morta!- sbottai.

-Va beh dai, mi accontento di un contentino... una notte di passione dovrebbe bastare!- Mi fermai e strinsi i pugni dal nervoso che mi stava facendo venire, notai una pigna a bordo della strada e la afferrai lanciandogliela contro.

-Ok, ok, magari non tutta la notte, rispetto i tuoi limiti...- continuò lui schivando la pigna.

Ne afferrai un'altra e la lanciai di nuovo.

-Due ore?- chiese lui alzando l'indice come per rispondere ad una domanda.

Ne lanciai un'altra ancora e questa volta lo sfiorai ad una spalla.

-Mi accontento di una sveltina! Va bene?- sorrise divertito, ma questo lo rovinò perchè al nuovo lancio lo beccai in fronte.

Lui cadde portandosi le mani alla testa e io preoccupata gli corsi incontro.

-Scusami, non volevo!- dissi preoccupata, ma poi lo vidi scoppiare a ridere.

-Adesso mi devi un bacino sulla bua... qui magari...- e si indicò il labbro, che nemmeno era stato sfiorato.

-Te lo faccio vedere io il bacio!- strillai tirandogli un altro ceffone sull'altra guancia.

-Anche io ti amo tesoro...- sibilò tenendosi la guancia con le cinque dita.

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Capitolo 3
*** Fredda come il ghiaccio ***


Miss Iceberg

Miss Iceberg

Capitolo 3

Fredda come il ghiaccio

La settimana seguente riuscii a dare i miei esami, e finalmente potei godermi l'unico mese di vacanza che mi era concesso.

Me ne stavo sul mio balcone a leggere un libro appena acquistato, con gli occhiali da sole e con il costume da bagno e una veste leggera che mi arrivava alle cosce di un bianco quasi accecante. Nonostante fossimo in paese potevo vantare un balconcino interno alla casa quindi nessuno mi avrebbe visto nel mio ozio totale. I miei erano usciti per andare a pescare e l'unico rumore erano le urla di mio fratello e dei suoi amici intenti a giocare alla play station, abilmente soffocate dalle note del mio I-Pod che suonava nelle mie orecchie la mia musica preferita.

La casa era appena stata pulita, mia nonna era da mia zia, la mia cola con ghiaccio era sul tavolino al mio fianco, e l'ombra delle piante di mia madre mi proteggeva dal caldo. Entro due ore sarebbero arrivate le mie amiche, e sarei tranquillamente andata a cambiarmi, e poi sarei uscita sotto il sole delle cinque del pomeriggio, non più caldo sebbene non fosse nemmeno fresco.

Voltai la pagina e scorsi velocemente le varie frasi appassionandomi a quel racconto. Parlava di un ragazzo che scopriva di avere dei talenti nascosti e che presto avrebbe scoperto d'essere membro di una tribù di ninja... tra vari complotti e uccisioni.

Afferrai il bicchiere rinfrescandomi al tocco con il vetro ghiacciato e sorseggiai la bevanda. Faceva un caldo terribile.

Ad un certo punto vidi un'ombra passare e uno strano ronzio nelle orecchie. Ignorai e ripresi a leggere fino a che non mi vidi la testa di Marco sporsi lentamente sopra la mia e la sdraio che lentamente si abbassava sotto di me per il peso eccessivo.

Istintivamente ingoiai di botto il liquido ghiacciato e quasi soffocai.

Mi staccai dalle orecchie le cuffie e tutta la splendida atmosfera fu inesorabilmente rovinata.

-Cosa cazzo ci fai tu qui! Non dovevi andare in vacanza con i tuoi?- sibilai acida mettendo il muso.

-Poi ho deciso di non partire, ho lasciato il biglietto a mia cugina.- se fossi stata in un cartone animato, molto probabilmente delle lacrimone giganti sarebbero sgorgate, assieme alla mia disperazione, dai miei occhi.

Invece non fu così. Rimasi semplicemente immobile e disperata a fissare un punto della parete, con una gran voglia di piangere dal nervoso; mentre vedevo il mio "caro" ospite servirsi da solo del ghiaccio e della cola davanti ai miei occhi, per poi sedersi a gambe spalancate di fianco a me sulla sedia di plastica bianca.

Sospirai rassegnata. -Scusa, ma nessuno ti ha detto che potevi servirti...- dissi in tono piatto, quasi depresso.

-Beh ormai, già che ci sono, tu leggi pure, io mi godo lo spettacolo...- sorrise angelico sorseggiando la sua cola ghiacciata.

Lo fissai chiedendomi a quale spettacolo si riferisse... solo dopo mi ricordai che cosa avevo e cosa NON avevo addosso.

-MANIACO!- strillai tirando a me le ginocchia e coprendomi tirando giù la sopravveste.

-Tanto è trasparente, vedo lo stesso... - sorrise lui estremamente divertito dalla cosa. -Mai pensato al topless?- chiese malizioso.

-Fottiti!- sibilai a denti stretti.-

-Tanto dovrai alzarti per andare a cambiarti... e lì avrò anche la visione posteriore!- incrociò le braccia dietro la testa e sorrise. Si mosse solo per calarsi sugli occhi gli occhiali da sole e quindi tornò a fissarmi divertito.

-Ti detesto...- sussurrai appena, poi vidi il ghiaccio nel secchiello ed ebbi l'idea.

La mia espressione si mutò in un sorriso diabolico. Lui scattò sull'attenti preoccupato.

Mi alzai, lasciando pure che mi vedesse. Lo vidi sorridere compiaciuto mentre mi guardava avvicinarmi a lui, sebbene non potevo leggere nei suoi occhi date le lenti nere, capii da altri movimenti che la cosa gli era gradita.

Mi fermai davanti a lui, spostando appena le sue gambe e incastrandomi, quindi sorrisi di nuovo, questa volta angelica.

-Cosa stai tramando?- chiese lui sospettoso, ma senza muoversi.

-Io? Niente, volevi la tua visione no?- chiesi con falsa aria innocente. Mi chinai su di lui, spingendolo a tirarmi a sè. A malincuore gli presi la mano e la posai sul mio fondoschiena, l'altra sul mio fianco.

-No... non può essere... è troppo bello per essere vero...- sospirò lui, poi mi avvicinai per baciarlo. La mia mano staccatasi dalla sua, ancora sul mio fondoschiena, aveva raggiunto il secchiello del ghiaccio, quindi aveva afferrato due cubetti ancora integri.

Con l'altra iniziai a giocare con l'elastico dei suoi pantaloni. Sfiorai appena le mie labbra con le sue, quindi prima che lui potesse approfittarne, presi velocemente l'elastico lo scostai e ci buttai dentro i due cubetti.

Mi allontanai di corsa mentre lo vedevo urlare per il contatto freddo nelle parti intime e risi diabolica anche dopo essere entrata nella mia stanza.

-Tu! Piccola!... Ah....- lo sentii gridare da fuori.

Quando uscii di nuovo dalla stanza, con delle vesti decisamente più coprenti, fui cauta. Lo trovai davanti alla porta a guardarmi decisamente furioso.

Dall'altra stanza gli amici di mio fratello, che si erano goduti tutta la scena ridevano come delle iene.

Sorrisi angelica, ma lui non fu altrettanto divertito.

-La pagherai cara signorina per il tuo scherzetto!- sibilò furente con una venuzza che gli pulsava sulla fronte.

-Davvero?- chiesi sempre angelicamente, portando un dito alle labbra, ma senza staccarmi dalla maniglia della porta, pronta a richiudermi dietro di essa.

Poi lo vidi avanzare e spingersi verso la porta.

Scappai subito indietro cercando di chiudere la porta a chiave, ma purtroppo non ero abbastanza forte e ora si che ero effettivamente nei guai.

Lui mi spinse lontano dalla porta e la richiuse a chiave.

Poi sorrise diabolico, aprì l'elastico dei pantaloni come avevo fatto prima e ci infilò dentro la chiave. -Ora vieni a prenderla...- sorrise di nuovo.

Io sprezzante incrociai le braccia. Poi guardai l'orologio alle mie spalle. -Tra due ore circa arriveranno i miei... cosa credi che penseranno se mi trovassero in camera chiusa a chiave con una persona che non conoscono?- fui io a sorridere e lui cambiò immediatamente espressione.

-Non ti arrendi mai tu eh?- chiese acido.

-Mai- risposi angelica.

-In ogni caso mi importa poco di quello che penseranno i tuoi, non riuscirai a scappare adesso...- lo vidi avanzare di tre passi e io indietreggiai a mia volta, ritrovandomi spalle al muro.

Cercai di mantenere la mia solita freddezza e sgusciai verso la mia parte di camera, dovevo avere del profumo nei cassetti...

Appena arrivai alla sponda del letto a fianco del comodino lui scattò avanti e mi spinse contro il materasso.

Era sopra di me... potevo sempre tentare un calcio nelle parti intime, ma evidentemente lui aveva intuito il mio piano e mi bloccò le gambe con le sue.

-No signorina- sussurrò guardandomi.

-Mollami o urlo! Se provi a toccarmi ti denuncio!- sibilai con il poco fiato che mi restava.

Cercai di divincolarmi ma mi bloccò le braccia sopra la testa e rimase a fissarmi con i suoi occhi scuri. Ero seriamente preoccupata da quello sguardo e decisi di ricorrere ad un metodo decisamente scorretto e infimo...

Iniziai a far finta di piangere. Le mie doti di attrice e i saggi fatti in passato mi avevano aiutato a imparare a piangere a comando.

-Ti prego... lasciami...- mi lasciai sfuggire un singhiozzo e volsi la testa in modo che le lacrime bagnassero le lenzuola.

Le lacrime non piacevano agli uomini, infatti lui mi mollò e si staccò. Prese la chiave dai pantaloni e me la porse.

-Non voglio averti così...- sibilò irritato.

Un po' schifata afferrai la chiave e corsi verso la porta, poi dopo averla aperta mi voltai sorridente verso di lui.

-Sei un boccalone!- gli feci la linguaccia e lui rimase a guardarmi completamente spiazzato. Fuggii fuori dalla stanza e non appena uscii riconobbi le voci delle mie amiche arrivare dal fondo della strada.

Mi bloccai come se mi avessero colpito, e una strana idea mi fece sobbalzare lo stomaco. Tornai indietro in camera e mi richiusi la porta alle spalle. Mi diressi verso la mia parte di letto e lo guardai ansimando preoccupata.

-Cosa c'è? Puoi anche finirla di fare la sceneggiata, lo ammetto mi hai fregato...- sospirò lui guardandomi dal bordo del letto, dove era rimasto seduto.

-Devi nasconderti!- fu l'unica cosa che riuscii a dire. Lo presi per un braccio e lo portai fuori dalla stanza, spingendolo nel bagno e quindi nella vasca.

-Che diavolo ti prende ora?- chiese lui, gli tappai la bocca con la mia mano e controllai che le voci non fossero ancora troppo vicine.

-Adesso aspetta che me ne vada con le mie amiche, poi tornatene a casa senza farti vedere, ti spiego dopo!- dissi sussurrando in fretta, quindi uscii dal bagno ricomponendomi, e salutando tranquilla le nuove arrivate.

Volevo molto bene alle mie amiche, ma forse per problemi passati forse per l'imbarazzo, non me la sentivo ancora di dirgli di Marco.

Un po' perchè non avevo risposte chiare da dar loro ad un'eventuale domanda del genere: "Ma lui almeno ti piace?"... Dopo qualche breve chiacchiera spinsi le due nuove giunte, Mara e Ilenia, giù per le scale e passai con loro il resto del pomeriggio.

Per tutto il tempo passato con loro non riuscii a dimenticare Marco che mi guardava stranito nella mia vasca da bagno e sospirava.

Avrei dovuto dare delle spiegazioni, ma non sapevo nemmeno cosa dire, e soprattutto cosa non dire... o meglio... avevo paura che lui si facesse strane idee... oppure che capisse che... no, quello non era possibile! Non potevo essermi innamorata di lui, questo no! Categoricamente no!

A sera, dopo aver riaccompagnato a casa le mie due amiche mi trascinai decisamente depressa verso casa.

Mille pensieri mi passavano per la testa, non sapevo più cosa pensare e come affrontare Marco e dirgli il perchè l'avevo spinto a nascondersi.

Salendo le scale notai che la sdraio e tutte le cose che erano rimaste sul balconcino erano sparite, la macchina dei miei era parcheggiata e le canne da pesca erano rimaste fuori dalla porta.

Prima di raggiungere l'ultimo scalino qualcosa mi afferrò alle spalle e mi trascinò di peso giù per le scale.

Marco mi aveva colto di sorpresa ed evidentemente voleva spiegazioni. Sospirai, avevo sperato in una notte almeno, passata a pensarci sopra, ma non avevo quel lusso.

-Perchè quando sono arrivate mi hai nascosto! Non sono una refurtiva!- sussurrò nell'ombra in cui mi aveva appena trascinato.

Sentii nelle mie tasche vibrare il cellulare quindi risposi notando il numero di mia madre. -Ciao, sono in strada... si.... ok arrivo.... ciao....- attaccai e sollevai la testa. -Io...- iniziai.

-Non voglio frottole!- mi ammonì lui, sempre a voce bassa.

-Non sanno di te... e non voglio che lo sappiano...- sperai non mi chiedesse spiegazioni, sebbene sapessi che era impossibile.

-Perchè?- ecco, come volevasi dimostrare.

-Perchè.... non mi va...- evadere... dovevo evadere le sue domande... non poteva tenermi tutta la notte lì.

-Fino a che non mi dici perchè non ti lascio andare- odiavo quando mi leggeva nel pensiero a quel modo... misi il broncio e fissai altrove.

-Non sanno di te perchè non gliene ho parlato...- cominciai... almeno potevo temporeggiare.

-E perchè non gliene hai parlato?- odiavo quando faceva domande... e non volevo dargli quella risposta... avrebbe sicuramente tirato le sue conclusioni.

Mi rimase a fissare per tre minuti abbondanti, senza dar segni di cedimento.

-Perchè è meglio che di ragazzi con loro non ci parli?- chiesi sarcastica, cercando di far risultare la cosa ovvia.

-Smettila di temporeggiare, cosa c'è?- chiese scocciato.

-Tre anni fa....- no non potevo dirlo... mi sentii incredibilmente stupida.

-Cosa?- chiese più comprensivo, notando che stavo cedendo.

-Tre anni fa una delle mie migliori amiche... si era messa con il mio migliore amico... e come risultato... persi sia lei come amica... che lui...- conclusi infine.

-Mi consideri il tuo migliore amico?- chiese quasi amareggiato.

Lo guardai un poco stupita da quella domanda, rimasi in silenzio senza sapere cosa dire... Aprii bocca più volte ma la richiusi senza saper trovare le parole giuste.

-Aspetta.... ma .... Daniele e Valentina...?- chiese lui intuendo qualcosa...

-Si beh... lui alle medie... ma poi è ricapitato alle superiori...- ammisi cercando di cacciare le lacrime che mi bruciavano gli occhi.

-Alle superiori? Vuol dire che è successo più volte?- chiese perplesso.

Annuii semplicemente con il capo, vergognandomi a morte.

Lui si limitò a baciarmi la fronte, scostandomi appena i capelli. -Scema- si staccò da me e mi schioccò con le dita nel punto dove poco prima mi aveva baciato.

-Mi hai fatto male!- sibilai acida e guardandolo torvo.

-Ma smettila! In ogni caso le tue preoccupazioni sono stupide, le tue amiche non mi interessano- e se ne andò via così, infilandosi le mani in tasca e sparendo oltre l'angolo.

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Capitolo 4
*** Gita al lago... ***


Miss Iceberg

Eccomi con il 4° capitolo, ringrazio tantissimo chi legge la storia, e mi fa piacere sia gradita ^^ Non mi aspettavo tante letture da una fic nata così per caso :P Spero di non deludere nei capitoli successivi! (in proposito vi anticipo che tra 3 capitoli saprete che fine farà la storia… U_U)

Ora scappo davvero che ho un mucchio di panni da stirare XDD

A presto!

By Sayu

Miss Iceberg

Capitolo 4

Gita al lago...

Per quattro giorni Marco non si fece nemmeno sentire. Il cellulare rimase immobile per tutto il tempo, mentre io cercai di rifugiarmi dentro ai miei romanzi per non pensare al fatto che non chiamava.

La mattina del quinto giorno alle sette sussultai quando sentii la suoneria partire. Presi di corsa il cellulare, dandomi almeno cento volte della scema e aprii leggendo il display. C'era un messaggio del servizio operatori e lanciai il telefono ai piedi del letto con rabbia, prendendo poi il cuscino e tentando di soffocarmi.

-Non è bello tentare il suicidio, so che ti sono mancato ma mi pare decisamente eccessivo come gesto...-

La voce di Marco mi spinse a sollevare il cuscino e guardarlo dietro l'angolo dell'armadio. Immediatamente gli lanciai un'occhiataccia: -Ti sembra l'ora?- chiesi scontrosa mettendomi a sedere.

-Wow, se è un sogno non svegliatemi! Ma dormi sempre così?- mi chiese con il suo solito modo di fare malizioso, all'inizio non capii poi il caldo sulla pelle mi fece notare che ero solo in reggiseno.

Istintivamente mi coprii con le lenzuola e mi ficcai sotto le coperte avvampando come un peperone.

Lui scoppiò a ridere appoggiandosi al mobile con il braccio.

-Finiscila!- brontolai da sotto le coperte, vergognandomi.

-Su su vestiti tesoro, che oggi ti porto al lago!- esclamò tutto felice. -Se vuoi porta pure il costume! Altrimenti facciamo pure senza! Non è strettamente indispensabile!- continuò sempre divertito.

-Ma sei scemo! Abbassa la voce che di là ci sono i miei!- sibilai piagnucolando terrificata dalla possibile reazione di mio padre.

-I tuoi sono appena usciti, quindi siamo soli in casa- disse prontamente.

-E mio fratello?- chiesi scettica.

-Con loro, prima tua madre mi ha offerto il caffè mentre dormivi... lo sapevi che dormi con la bocca aperta?- chiese quindi sarcastico.

-Sparisci!- strillai lanciandogli il cuscino.

-Ma no! C'è una così bella vista!- sogghignò divertito.

Nel lanciare il cuscino avevo lasciato scivolare le lenzuola e ora ero di nuovo mezza nuda.

-Mi raccomando, il bikini azzurro dell'altro giorno!- disse prima di sparire dietro l'angolo.

Controllai che non mi spiasse mentre mi cambiavo, e per sicurezza indossai anche il costume, quando mi spostai in cucina notai che aveva già tutto pronto, con thermos e asciugamani.

-Fammi capire bene, ma questa roba chi ti ha detto di prenderla?- chiesi acida, non mi piaceva chi frugava in casa altrui.

-Tua madre me le ha preparate! Donna adorabile!- disse sempre allegro afferrandomi per un braccio e trascinandomi fuori. -Ah, verrai in macchina con me, che ti piaccia o no- aggiunse senza mollarmi anche mentre chiudevo la porta.

Dopo un'oretta di viaggio raggiungemmo una località vicino ad un lago di modeste dimensioni. L'aria era ben diversa da quella delle città, mentre l'acqua pareva molto pulita.

Marco prese il suo asciugamano e lo stese sulla ghiaietta, quindi prese a spogliarsi.

Io restai a guardarlo, aveva un bel fisico, nonostante un po' di pancetta era ben tenuto e non somigliava ad una scimmia per lo meno... Ma a cosa vado a pensare? Scossi la testa e mi tolsi i pantaloni. Presi la crema solare a protezione 60 e presi a spalmarla dalla punta dei piedi in su.

-Non mi fai vedere niente di più?- chiese malizioso lui sedendosi di fianco. -comunque se vuoi sulla schiena te la spalmo io- ammiccò divertito.

-Piuttosto tengo su la maglia tutto il giorno!- sibilai prendendo a spalmare anche le braccia.

-Avanti, scherzo! Togli la maglietta che ti aiuto...- disse questa volta serio aspettando.

Mi tolsi anche gli ultimi indumenti e gli passai la crema.

Sentii il liquido freddo scivolare lungo la pelle e poi le sue mani calde a spalmarlo. Uno strano brivido mi percorse, fino a che non si staccò da me.

Poi toccò a me spalmargli la crema. Fu una cosa a dir poco ridicola... ad ogni tocco emetteva gemiti osceni, ringraziai semplicemente del fatto che non c'era nessuna sentirci.

-Finiscila pervertito!- brontolai all'ennesimo gemito.

-Ah! Si Tesoro lì!- continuava sghignazzandosela ogni volta.

-Smettila!- strillai tirandogli un pizzicotto, per lo meno adesso gemeva per qualcosa.

-Ah! Donna manesca!- lo guardai malissimo.

-Ti faccio vedere io la donna manesca!- lo guardai diabolica e iniziai a fargli solletico fino a farlo piegare in due dal dolore.

-Smettila, ok mi arrendo! Basta!- continuava a lamentarsi, mentre mi sedevo sopra di lui e lo bloccavo.

Lui si girò, mi prese per i fianchi e mi costrinse a rimanere seduta su di lui. Non disse niente, ma si limitò a sorridere e a guardarmi.

Feci per alzarmi ma le sue mani mi rimisero a sedere. -Ancora qualche secondo...- disse lui.

Lo guardai negli occhi e stranamente mi ripassò alla mente lo scherzo di qualche giorno prima. Una strana voglia di chinarmi su di lui e baciarlo mi colse di sorpresa.

Scattai in piedi e mi avvicinai all'acqua. Lui rimase a fissarmi per qualche istante puntellandosi sui gomiti poi si decise a sollevarsi e seguirmi sulla riva.

Mi bagnai appena i piedi nell'acqua, mentre lui mi prendeva per i fianchi e mi abbracciava. -Perchè sei scappata?- mi sussurrò ad un orecchio.

Non risposi restando in silenzio e scostandomi appena da lui. Il suo contatto mi faceva rabbrividire.

-Aspetta.... tu non sei...?- iniziò, lo guardai sollevando un sopracciglio distratta.

-Cosa?- chiesi distratta avanzando di un passo nell'acqua fredda.

-Sei mai stata a letto con qualcuno?- chiese di botto facendomi diventare rossa quanto i miei capelli.

-N...non sono affari che ti riguardano!- strillai acida, tornando verso l'asciugamano.

Lui scoppiò a ridere di gusto quindi mi si avvicinò e anche da seduto continuò a ridere.

-Non vedo cosa ci sia da ridere...-

Non smetteva... continuava a tenersi la pancia e ridere, fu così che frugai nella borsa e presi il primo contenitore vuoto che trovai. Mi avvicinai all'acqua ne raccolsi un poco, quindi tornai da lui che tra le risa mi guardò, poi sorrisi e gli gettai direttamente in faccia l'acqua presa.

Almeno così aveva smesso.

-Dai, non ci credo! Hai vent'anni non puoi essere ancora vergine!- disse trattenendo nuove risate.

Mi limitai a guardarlo con freddezza e sorridere diabolica. -Non sono certo come le troie che sei abituato a scoparti-

Sapevo fosse cattiva come frase, ma me l'aveva tirata fuori!

-Andiamo ti sei offesa? Non è una colpa!- si affrettò a dire.

-Allora dimmi cosa ci trovi da ridere!- sibilai furiosa.

-E' che... non l'avrei mai detto... cioè... parli con facilità con i ragazzi, anche se sei spesso fredda con loro... e non sono certo l'unico del corso che...- si bloccò prima di proseguire.

-Cosa?- chiesi scioccata guardandolo.

-Ehm si... un paio di nostri compagni hanno fatto certi apprezzamenti...- disse voltandosi dall'altra parte.

-E tu come fai a saperlo?- sollevai un sopracciglio sospettosa.

-Ne stavano parlando in classe... solo che parlano e basta... - mi sorrise. -Io faccio direttamente i fatti!- ammiccò.

-Quali fatti?!- commentai sarcastica.

-L'altro giorno stavamo per baciarci!- disse lui.

-Stavo facendo finta per metterti il ghiaccio...-

-Si e mi sono anche rimasti i geloni per quello!- sibilò lui furente.

-Tu fai il maniaco!- constatai.

-Se fossi maniaco lo farei con tutte, invece lo faccio solo con te!- sorrise angelico puntellandosi sui gomiti.

-Sei maniaco per le tue battute non per le persone a cui le fai...- commentai acida.

-Non sono maniaco solo perchè voglio portarmi a letto la ragazza che mi piace...- constatò questa volta lui.

Mi limitai ad ignorarlo voltandomi a pancia in giù e fingendomi addormentata.

Dopo una mezz'oretta mi addormentai seriamente e quando mi svegliai avevo un telo che mi copriva le spalle. Al mio fianco mi voltai e con gli occhi appannati notai Marco che stava poggiato sul braccio e mi guardava.

-Buongiorno principessa...- mi sussurrò scostandomi un granello di ghiaia dal volto.

-Quanto ho dormito?- chiesi stiracchiandomi e lasciando cadere il telo.

- Un'oretta...- sussurrò lui in tono gentile.

Sorrisi e mi riappoggiai a terra socchiudendo gli occhi un altro istante.

-Sei davvero tenera quando dormi...- mi sussurrò abbracciandomi.

-Ho caldo... e non aiuti!- sibilai irritata.

-Uffa!- si lamentò per poi voltarsi dall'altro lato. Mi sollevai e sogghignai, quindi, presa da uno strano moto di gentilezza lo afferrai alle spalle e gli scoccai un bacio sulla guancia.

Lui si voltò e mi prese tra le braccia. Mi scostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, mentre mi guardava. Eravamo vicini, ma questa volta non mi spaventava, gli sorrisi e chinai il capo poggiandolo sulla sua spalla e mi accoccolai.

-A volte sei strana...- mi sussurrò. -Ci sono momenti in cui sei più fredda del ghiaccio, ma quando ti intenerisci sai essere molto dolce...-

-Non farci l'abitudine...-

-Mi basta che tu sia altrettanto dolce tra le lenzuola, tesoro, per il resto puoi recitare la parte dell'iceberg con chi vuoi...- sogghignò, spingendomi sulla mia stuoietta e sovrastandomi con il suo corpo. Lo guardai male, come sempre, ma lui sorrise. -Anzi! Devi fare l'iceberg con tutti gli altri meno che con me...- mi sussurrò per poi chinarsi e baciarmi.

Sentii le sue labbra sulle mie e all'inizio fui decisamente sorpresa da quel contatto, poi, però, iniziò a piacermi. Sentii la sua lingua farsi spazio e invadermi, mentre non facevo nulla per fermarlo, anzi. Gli portai le braccia al collo e approfondii il contatto inarcando anche la schiena.

Lui si staccò e mi sorrise ancora. Non disse nulla, mi baciò ancora una volta e poi, sebbene fossi particolarmente riluttante ce ne tornammo a casa.

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Capitolo 5
*** Scottatura ***


Miss Iceberg

Carissimi lettori, annuncio che da questo capitolo la pubblicazione diventerà settimanale! Quindi i prossimi capitoli arriveranno più in fretta!

A fine capitolo lascio due righe a coloro che hanno commentato, un grazie invece a chi legge comunque^^

Buona lettura!

A presto^^

By Sayu

Miss Iceberg

Capitolo 5

Scottatura

Per tutto il restante mese di agosto i miei mi trascinarono in un'estenuante, terrificante e decisamente noiosissima vacanza al mare.

Tralasciando il fatto che la mia pelle è sensibile al sole, e consumai la bellezza di due bottiglie di crema a protezione 80 (peggio che per i bambini)... aggiungendo che non so nuotare, in quanto ho la fobia dell'acqua da che avevo 4 anni... con il contorno di mio padre che mi insultava per ogni più piccolo, insignificante e inutile motivo, quando tornai a casa mi sentii come un uomo che ha passato due settimane in mezzo ad una tempesta marina e tocca la terra per la prima volta.

Mi arrampicai alla maniglia della porta quasi piangendo, stritolai la mia povera gatta ricoprendola di baci (ovviamente lei rispose con unghie e artigli per punirmi dell'averla lasciata due settimane sola, anche se per scelta dei miei), mi fiondai sul mio letto abbracciando il cuscino, accarezzai il mio pc e baciai i miei adorati libri. Insomma, cercate di capirmi... due settimane senza la mia routine abituale, senza i miei amori, in un posto deserto in mezzo a pescatori che puzzano di pesce ammuffito e vermi per esca... con la scottatura (che poi riuscii a beccarmi comunque, nonostante la crema) ero a dir poco felicissima d'essere tornata a casa!

Passai la mattina a sentirmi urlare di ripulire a destra e a sinistra per aiutare mia madre, mio padre ovviamente seduto sul divano con la giustificazione: "C'è il programma di pesca al tonno!" e mio fratello attaccato alla playstation con i suoi amici.

Nel guardarli provai odio allo stato puro per quell'ingiustizia! Io e mia madre a pulire, loro a rilassarsi... mondo crudele!

Terminata anche quella giornata crollai esausta sul mio letto verso le 5 del pomeriggio (ricordo che comunque avevo passato 8 ore in macchina e non avevo chiuso occhio la notte prima). Era così dolce il contatto con le lenzuola fresche! L'aria nel mio paese era decisamente più fredda, quindi era un sollievo incredibile per la mia pelle che scottava ancora per il sole. Lentamente mi lasciai cullare dal cuscino morbido fino a rilassarmi completamente. Sentii osso per osso scricchiolare, fino a raggiungere i muscoli tesi, finalmente in pace anche loro.

Ma secondo voi poteva durare a lungo tutto quello? Ovviamente no...

-Tesoro! Sei tornata!- la sua voce, di Marco, mi colpì alla testa come uno sparo. Se fossi stata un gatto gli avrei soffiato arricciando la coda!

Sollevai, a fatica, la testa dal cuscino di piume, tortura indicibile, e lo fissai, con occhi furenti. -Che vuoi! Sparisci voglio dormire!- sibilai lasciando cadere la testa a peso morto, esausta.

-Ma come, io ti vengo a trovare e tu mi tratti così? Non ti sono mancato?- chiese lui con tono falsamente dispiaciuto.

Quello che feci fu come una specie di ringhio soffocato dalle lenzuola.

-Era un sì quello?- lui si avvicinò e sentii il letto, il mio meraviglioso, comodissimo letto, sprofondare.

Di nuovo un ringhio... non mi avrebbe lasciato in pace, ficcai direttamente la testa tra le lenzuola, il soffocamento mi sembrò quasi la via della Salvezza.

-Amore, ma così soffochi!- disse lui toccandomi una spalla e scostando le lenzuola.

A quel tocco fu come se mi avessero marchiato a fuoco! Dico ma non la vedeva la scottatura! Ero quasi viola! Strinsi i denti e mi feci sfuggire una lacrimuccia dal dolore. -No....n toccarmi!- sussurrai a denti stretti.

-Ops... scottatina?- chiese fingendo un tono innocente.

-Noooo secondo te? Di norma la pelle umana ti pare rosso-violetto?- sibilai sollevandomi sulle braccia e mettendomi a sedere, attenta a non tirare la pelle della schiena.

-Come hai fatto a scottarti?- chiese lui con tono più preoccupato questa volta.

-Tuo padre ha di nuovo tolto l'ombrellone mentre dormivi eh Emy?- una voce femminile mi fece sussultare, se non fossi stata scottata sicuramente sarei diventata bianca... Mara e Ilenia erano sbucate da dietro l'armadio, e ora mi salutavano con la mano sogghignando per la scottatura. -Oh ma che bel rosso aragosta! Che ne dici Ily, ci cuociamo la bistecca?- chiese ridente la più bassa all'altra.

Se vi stiate chiedendo, come era possibile che due oche di quel calibro potessero essere mie amiche, beh me lo chiedevo spesso anche io... Mara era la tipica mora bella e ammirata da tutta la scuola, con la fama di essere sempre la più focosa e passionale, dagli occhi nocciola da cerbiatta, e le forme abbondanti. In realtà era tutta apparenza, vestiva alla moda e cambiava umore con la stessa facilità con cui cambiava il paio di scarpe. Ilenia era più moderata, ma alle volte anche più superficiale. Non seguiva molto la moda, ma in compenso seguiva molto i ragazzi. La tipica bionda ossigenata, di cui si ha il dubbio sia tinta e che conferma lo stereotipo della bionda bella e stupida.

Imprecai silenziosamente, specialmente quando da me, spostarono gli occhi su Marco.

Per questo non volevo che sapessero di lui. Certo, sebbene superficiali, non erano cattive, ma quando vedevano un ragazzo diventavano delle iene, fregandosene se lui fosse stato più o meno impegnato, l'avrebbero braccato, un po' come fanno le sirene.

Con loro due potevi divertirti, scherzare, parlare di tutto, anche perchè entrambe studentesse universitarie sapevano muoversi molto bene nei loro campi di studio...

Ma non potevi presentargli il tuo ragazzo... considerando poi che Marco non lo era nemmeno ufficialmente... nel senso, ci eravamo solo baciati una volta, niente di più... ecco... ora stava per scoppiare un bel problema.

"Chi sono?" mi chiese Marco, facendo il labbiale in modo da non essere sentito.

-Piacere! Io sono Mara!- fece la mora per prima.

-E io Ilenia!- aggiunse l'altra, entrambe porsero la mano, guardandolo con occhi quasi famelici.-Emy cara! Non ci avevi detto che avevi il ragazzo!- sorrise maliziosa poco dopo.

-Marco- fu l'unica replica di lui, mentre mi lanciava un'occhiata non poco preoccupata.

-E pure così carino!- la mora partì subito all'attacco. La vidi chinarsi appena mostrando la scollatura della maglietta, per poi sorridere angelica.

-Eh... eh... non ve l'ho detto? Deve essermi passato di mente...- cercai di giustificarmi, entrambe mi guardarono furenti, non l'avevano presa per niente bene, sapevo cosa avevano in mente, ma non l'avrei permesso... no, non questa volta, non ancora!

-E poi le ho chiesto io di non dirlo in giro! Vero amore?- chiese Marco, tentando di salvarmi, povero, non immaginava in che disastro stava per cacciarsi.

-Comunque vedo che Emy, stai proprio male... non credete sia meglio lasciarla da sola?- chiese Mara, guardando l'amica e fingendosi preoccupata. -E poi sei stanca! Su su, meglio che andiamo, devi riposare!- aggiunse dopo, afferrando con il suo tentacolo il braccio di Marco e trascinandolo fuori.

Lo vidi andare via e mi sentii decisamente distrutta.

Non solo fisicamente, ma ora anche mentalmente.

Sospirai posando la schiena alla parete, il freddo mi fece sussultare. -Ah!- gemetti dal dolore, prima di riuscire a rilassare i muscoli tesi e abituarmi a quella frescura.

L'avevano braccato, in due, e me l'avrebbero fatta pagare... me lo sentivo.

Mi sentii distrutta, sapevo che come amiche sarebbero state pericolose, ma mi ero illusa che, data la mia condizione di single perenne, non si sarebbe mai presentato un ostacolo simile.

Mi sdraiai cercando di rilassarmi un poco, ma riuscii solo a farmi salire le lacrime agli occhi. La gola mi bruciava per via del magone, ma non volevo piangere, in fin dei conti era solo colpa mia...

Potevo solo sperare che quelle due perdessero presto la loro indole da cacciatrici di uomini e si stancassero di Marco...

Anche se sapevo, che fino a che lui sarebbe piaciuto a me loro non avrebbero smesso di torturarlo. Forse, se lui non fosse stato tanto carino ci sarebbe stata qualche speranza.

La mattina dopo, quando mi svegliai, avevo un terribile mal di testa e la pelle bollente. Fissai il soffitto per chissà quanto, fino a che non sentii il cellulare vibrare sulla scrivania.

Mi sollevai tenendomi la testa, quasi si potesse staccare dal corpo, quindi risposi alla chiamata.

-Come stai?- era Marco, dal tono fu molto dolce.

-Potrei stare meglio...- la mia voce suonò roca.

-Uh si sente...- sogghignò lui. -Volevo vederti... beh... nel senso, con calma...-

Sospirai, mi portai la mano tra i capelli, dovevo essere un disastro, non sapevo nemmeno che ore fossero. Sollevai la testa e notai che erano le 10.30 del mattino. -Non credo sia il caso... è meglio se per un po' non ci sentiamo ok?- dissi mezza assonnata. -Magari... ci vediamo a scuola...-

Lo sentii annuire quindi attaccare.

Sospirai, era meglio così in fin dei conti.

Quando tornammo al corso di restauro tuttavia non ci parlammo. Passarono due settimane abbondanti in cui stavamo l'uno dall'altra parte dell'aula rispetto all'altro. Era una tortura ma cercavo di ripetere a me stessa che era la cosa migliore.

Stavo intagliando la gamba di un tavolino in stile Luigi XVI, quando una voce mi riscosse dai miei pensieri.

-Emma, ciao!- era Micael, un compagno di corso. Lo vidi appoggiarsi poco distante da me e iniziare a lavorare sul suo di lavoro.

-Ciao.- risposi educata, non troppo propensa ad una discussione.

-Ma tu e... Marco...- lo indicò con la testa quando mi vide rivolgergli un'occhiata. -Si insomma... state assieme?- chiese con un tono abbastanza timido.

Rimasi un poco spiazzata da quella domanda ma scossi la testa, dedicandomi al pezzo di legno.

-Non prendertela, ma molti pensano che... beh tra voi ci fosse...- cercava di dire una cosa ovvia, perdendosi in inutili chiacchiere. Posai una sgorbia sul bancone in legno e lo guardai.

-Insomma, salta al punto!- esclamai scocciata.

-No, niente, visto allora che tra voi non c'è... beh quello... ti andrebbe di uscire qualche volta?- rimasi a fissare un punto vuoto tra le mie mani.

Un pensiero crudele mi sfiorò, ma lo ricacciai subito, per quanto potessero chiamarmi Regina dei Ghiacci, non volevo mi attribuissero anche l'appellativo di stronza, o ancora peggio.

Feci un profondo respiro e lo guardai. -Non prendertela, ma non me la sento...- cercai di sorridere pacata, ma non bastò evidentemente.

Micael mi fissò indignato -Allora forse deve essere vera la storia che sei lesbica!- detto ciò se ne andò sbattendo gli attrezzi sul tavolo.

Sospirai e inchiodai lo scalpello nel tavolo. Tutti mi guardarono e la prof mi riprese. -Emma! E' forse il caso che tu vada a prendere un po' d'aria!- sbraitò dal fondo della stanza.

Fantastico anche buttata fuori... prima mi insultano e ovviamente devo pagare io per questo.

Mi diressi a prendere un the, magari sarebbe servito a tranquillizzarmi. Arrivata alla macchinetta misi l'importo e aspettai appoggiandomi al muro.

-Emma... cosa è successo?- la voce di Marco, così preoccupata e allo stesso tempo dolce mi fece sciogliere.

Sentii le lacrime bruciarmi agli angoli degli occhi, afferrai il bicchierino e mi avvicinai al balconcino ricacciando indietro il pianto. -Niente- riuscii a dire.

-Ok, questa è la versione per la stampa, a me puoi dire la verità, cosa ti ha detto quel coglione di Micael?-

Magari fosse stato solo lui a farmi stare male... stavo dando la colpa ad una scemenza, per qualcosa di cui ero responsabile io. In realtà mi mancava lui, ma non osavo dirglielo. Non volevo legarlo a me.

-Niente ho detto, s'è solo offeso perchè non ho voluto uscire con lui...- alzai le spalle, sorseggiando la bevanda calda, in un certo senso mi sollevò anche se contribuì a farmi venire più caldo.

-E allora perchè hai piantato lo scalpello nel tavolo?- chiese con quel tono gentile, quasi irritante, mentre si appoggiava dando la schiena al piano inferiore.

Alzai le spalle ed evitai di rispondere.

-Sono due settimane che è iniziata la scuola...- iniziò lui. -Alcuni sostengono che stiamo assieme... altri pensano che tu sia lesbica...-

Alzai gli occhi al cielo. -Capirai, è una vita che mi becco insulti, uno vale l'altro, oramai.-

-Micael sta facendo girare la seconda voce... a loro piace avere cose su cui sparlare... tempo fa avrei riso anche io, ma francamente non mi va che sia tu a rimetterci...- mi guardò intensamente, facendomi venire quasi i brividi. Mi voltai dall'altra parte.

-Dovresti tornare in classe...- sussurrai gettando il bicchiere vuoto nel cestino.

-Non posso...- sussurrò lui.

-E perchè non puoi?- chiesi scettica guardandolo.

Lui sollevò la mano con le nocche sbucciate. -Sono stato mandato dal preside... - alzò l'altra mano con il numerino della coda.

-Ma sei impazzito?- gli chiesi controllandogli la mano e sfiorando appena la pelle escoriata.

-Tranquilla ho preso a pugni il tavolo... anche se avrei voluto ci fosse il suo naso....- disse lui. -Credo stiano ancora tentando di staccarlo dall'appendino però...- ammise poco dopo.

-Sei uno stupido!- strillai guardandolo male. -Fila dal preside!- dissi indicando la presidenza.

-Si mamma!- sogghignò lui scoccandomi un bacio veloce sulle labbra e scendendo le scale.

***

Come ho fatto la settimana scorsa per “Sei la mia droga” questa settimana tocca anche a “Miss Iceberg”…

Confesso che un successo simile per una fic nata davvero per caso e che tra l’altro non sarebbe dovuta essere nemmeno pubblicata non me lo aspettavo… Ma a quanto ho notato le fic nate in modo spontaneo sembrano essere gradite e questo non può che farmi tantissimo piacere… (non so quando ricapiterà ancora una cosa simile :P visto che sono affetta dal classico “blocco dello scrittore” e non è piacevole >.< specialmente quando hai mille idee in testa ma nessuna abbastanza soddisfacente da poter arrivare ad una stesura decente).

Ma veniamo ai lettori ^^

Hatori: non posso non citarti pre prima, hai commentato la mia fic diverse volte, quindi … non posso che ringraziarti e dirti che mi fa piacere la fic ti piaccia ^^ Spero di non deluderti, così come spero di non deludere nessuno nella fine (chi ha già letto altre fic mie sa quanto questo sia uno dei miei timori maggiori…) spero continuerai a leggere :P

Chaosreborn_the_Sad: Spero tu stia continuando a leggere e ringrazio personalmente anche te per il commento e per la lettura della storia^^ (riguardo al capitolo con lo scherzo del ghiaccio… eh era una vita che volevo inserire quella scena in una delle mie fic, ma non avevo mai trovato l’occasione giusta, in quel caso si addiceva troppo bene e non ho saputo resistere XD)

etoil noir: Spero di non deludere nemmeno te con questa fic O_O comunque Marco è un personaggio che personalmente adoro^^ mi fa piacere sia apprezzato

Ginny002: ehehe grazie anche a te per il commento… ^^

kagome84 (>AnGeL<): non so come chiamarti, quindi utilizzo entrambi i nick, comunque, esaudisco le tue richieste e da questo capitolo l’attesa verrà ridotta ad una settimana (salvo imprevisti) ^^ grazie anche a te per il commento.

Brucy: grazie anche a te, mi fa piacere ti siano piaciuti i personaggi^^

Machi: Anche a te un grazie^^ Noto che Marco sembra vincere su tutta la linea rispetto agli altri personaggi :P non può che farmi piacere^^ spero continuerai anche tu a leggere. Ciau^^

Gaia: ehehe Emma senza dubbio sa essere molto tenace, io decisamente non so essere come lei :P comunque grazie mille per il commento e spero continuerai a leggere ^_-

Giuly n: grazie mille anche a te, (se sbagliassi qualche tempo fammi sapere eh? A volte non mi accorgo di alcuni “orrori” di battitura o di ortografia^^;)

costy24: come da richiesta, velocizzerò l’aggiornamento^^ grazie mille per il commento e spero continuerai a leggere^^

E con questo non dovrei aver dimenticato nessuno:P se dovessi aver dimenticato fatemi sapere mi raccomando!^^

A prestissimo (e chi lo sa, magari anche con una nuova fic… se mi passa il blocco U_U)

Bye bye^^

By Sayu

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Capitolo 6
*** La prima volta… ***


Miss Iceberg

Come promesso ci ritroviamo qui dopo una sola settimana… che posso dirvi, la fine si avvicina… questo è il penultimo capitolo T_T

Già mi dispero! La fic, così come “Sei la mia droga” mi mancheranno… così come mancano già di loro le idee per storie nuove… ma prima o poi qualcosa riuscirò a scavare da quella mente bacata! Farò fare al criceto che fa funzionare la ruota nella mia testa gli straordinari…. Sperando che il tempo a mia disposizione mi conceda un attimo per fermarmi a scrivere!

Rispondo qui velocissimamente ad una persona che ha commentato solo lo scorso capitolo… riguardo al carattere di Marco, beh ho voluto farlo di proposito così, ma se devo dire il perché non saprei cosa rispondere, le mie storie (a volte questo è anche un lato negativo della cosa) le scrivo di getto, come mi vengono, senza stare troppo a pensare… cerco di sforzarmi di scrivere come l’ispirazione vuole… e riguardo alla domanda sulla scuola, frequentano un corso post diploma a metà tra l’università e il lavoro U_U nell’indirizzo di restauro… (o almeno l’idea originale era quella…)

Ora scappo velocemente… (sono stanchissima :P)

Alla prossima U_U

By Sayu

Miss Iceberg

Capitolo 6

La prima volta…

Non appena Marco sparì dietro l'aula della presidenza scorsi dietro l'angolo la figura di Micael che si avvicinava.

-Avevi detto che non stavi con lui!- la sua voce era alta, e mi guardai in giro sperando che dalle classi non arrivasse nessun professore. Sospirai e mi avviai all'aula di decorazione. Lui mi seguì come speravo. -Rispondi! Stronza!- mi prese per i capelli costringendomi a girarmi.

-Non ti permettere di usare quel tono con me!- sibilai gelida, fulminandolo con lo sguardo. Mi lasciò andare di scatto ma restò comunque ostile. -Non sono affari che ti riguardano!- sibilai infine, tornandomene nell'aula.

La porta poco dopo si riaprì e Micael entrò furente strillando a squarciagola: -SEI SOLO UNA TROIA!-

Tutti si voltarono a guardarci, era caduto nella trappola come mi aspettavo. Subito la voce della prof risuonò minacciosa. -Micael! Nota sul registro e immediatamente dal preside!-

Mi voltai e sorrisi, era stato incastrato, mi pentii quasi di non averlo usato per liberarmi di Mara e Ilenia, uno così sarebbe stato a dir poco perfetto per loro.

Per tutto il resto della lezione il ronzio del pettegolezzo risuonò nell'aula, specialmente quando Marco rientrò in classe e si spostò a lavorare al mio fianco.

Il giorno dopo nella scuola tutti sapevano della scenata di Micael, ma potevano solo ipotizzarne il motivo.

Stavo tranquillamente seduta sotto l'ombrellone durante il pomeriggio, lavorando su una tavola di disegno geometrico, che dovevo ripassare a china e colorare per il giorno dopo, quando sulla sedia di fianco si sedette Marco, con dietro anche la sua di tavola.

-Mia maestra del disegno geometrico, mi aiuteresti a capire una cosetta?- sogghignò lui scoccandomi un bacio sulla guancia.

-Fa vedere...-

Dopo due ore passate a lavorare, a lavoro ultimato, ci dedicammo ad un rinfrescante the ghiacciato.

-Ti hanno braccato anche a te oggi?- chiese lui, aspirando dalla sua cannuccia rossa, giocando con i cubetti di ghiaccio dentro al bicchiere.

-Scherzi? Hanno troppa paura di venire a chiedermi le cose... a meno che non siano inerenti alle lezioni...- sogghignai diveritia. Il mio titolo di Miss Ghiacciolo aveva i suoi vantaggi.

-Mi continuano a chiedere se stiamo assieme...- disse lui cauto... capii in quel momento dove voleva andare a parare.

-E tu cosa gli hai risposto?- sollevai un sopracciglio, aspettando.

-Bhe mi pare ovvio...- disse lui con tono angelico e ammiccando.

Lo fissai spalancando gli occhi. -Cosa-hai-risposto?- scandii le varie parole.

-Ehm....- stava temporeggiando. Mi sollevai in piedi e lo fissai incrociando le braccia. -Più o meno...-

-Più o meno, cosa?- chiesi a denti stretti.

-Gli ho detto questo... "Più o meno"- lui si grattò la nuca, socchiudendo un occhio aspettandosi un ceffone.

-Che razza di risposta sarebbe?- lo guardai esterrefatta.

-Non lo so, ma dovremmo decidere cosa rispondere forse...-

Lo fissai per qualche istante, in fin dei conti non potevo scappare per tutta la vita. In quei due giorni in cui ci eravamo riavvicinati avevo capito quanto mi era mancato nelle settimane di lontananza. Mi sentii arrossire un poco ma non riuscivo a trovare le parole giuste per rispondere.

Lui aspettò per qualche istante, poi lo vidi alzarsi e accarezzarmi la guancia. Sciolsi le braccia che mi ricaddero lungo i fianchi, quindi lui mi scostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Sentii il suo respiro sfiorarmi la pelle della guancia e poi le labbra. Stavamo per baciarci quando due strilli da oche in calore ci spinsero a voltarci.

-Ciao Marco!- urlarono in coro Mara e Ilenia, sorpassandomi e trascinandolo via da sotto i miei occhi. Lui mi fissò preoccupato, quasi come un pese braccato da due gatte affamate.

Respirai... una volta... due... tre... contai fino a dieci e poi mi voltai verso di loro.

-Ragazze!- strillai, sovrastando le loro urla da gatte in calore. -Giù le mani!- aggiunsi con un sorriso.

-Cosa? Mica è tuo!-gracchiò Mara guardandomi con aria di superiorità.

-E' proprio qui che ti sbagli...- mi avvicinai a loro, posando gentilmente una mano sulle loro spalle e scostandole da lui, che mi guardò con un misto di gratitudine e di divertimento. Le spinsi via e posai le mani sulle spalle di Marco, mi alzai in punta di piedi e lo baciai come non avevo mai fatto prima d'ora in vita mia.

In un certo senso mi sentii come se stessi marcando il mio territorio, ma ben presto ignorai quei pensieri, persa nel bacio.

Mi ero quasi dimenticata dell'esistenza delle due, che strillavano indignate, era come essere sospesi in un'altra dimensione parallela, in cui esistevamo solo io e lui.

Quando mi staccai, lessi nei suoi occhi una luce strana. Sorrisi, vergognandomi e allo stesso tempo restando piacevolmente soddisfatta di quello che avevo combinato. Abbassai un istante lo sguardo per poi rialzarlo ancora una volta.

-Certo che sei proprio una stronza quando fai così!- sibilò a voce bassa Mara, guardandomi malissimo.

-E per quale motivo scusa? Chi primo arriva primo alloggia no? Non lo dici sempre?- gli feci il verso voltandomi verso di lei.

-E' così che mi tratti? Prima esci con me e poi vai con lei?- strillò indignata la mora, sbattendo i piedi per terra.

A quella frase qualcosa mi fece rovesciare lo stomaco. Lo guardai, non capendo a cosa si riferisse. Lui si staccò e questo mi colpì quasi come una freccia al cuore.

-Hai frainteso...- iniziò lui guardando Mara negli occhi.

Mi sentii umiliata in quel momento. Restai immobile a fissarlo, dimenticando completamente l'esistenza di quelle due, volevo solo spiegazioni.

-Emma, anche tu... non è come pensi lasciami spiegare....- si voltò verso di me, ma non riuscii a restare come mi chiedeva, mi diressi verso la mia stanza, sbattendo la porta alle mie spalle, girando la chiave nella toppa.

-Emma, ti prego, non è come pensi... io non... è stata lei a pedinarmi fino a casa! Emma, avanti ascoltami! Lo sai che non me ne frega nulla di quelle due!-

Cercai di respirare, mentre nella mia testa sentivo solo le frigne di Mara che faceva finta di piangere e le parole di Marco che venivano intervallate dalle botte che dava sulla porta.

-Emma! Aprimi!- continuava a ripetere, mentre le due dietro di lui dicevano scemenze su scemenze.

Mi decisi ad aprire la porta e lui subito entrò richiudendo a chiave. -Lasciami spiegare, non è come pensi...-

Guardai il pavimento, stringendomi nelle spalle, aspettando.

-Mi hanno pedinato fino a casa l'altro giorno... e settimana scorsa quella mora si è presentata alla porta di casa mia saltandomi addosso... ti posso giurare che non è successo niente, l'ho rispedita a casa e basta... - mi guardava con occhi supplichevoli e si era persino inginocchiato.

Sciolsi le braccia e lo guardai, sospirai. Poi mi abbassai e lo abbracciai senza dire niente.

-Tu sei solo mio...- gli sussurrai all'orecchio.

-E tu sei mia...- sorrise e mi strinse tra le sue braccia.

Dall'altra parte della porta era caduto il silenzio, evidentemente le due oche se ne erano andate.

Ci alzammo da terra e lo trascinai con me sul mio letto. Spinta da un'audacia che nemmeno sapevo di avere lo baciai, più e più volte, sulle labbra, sul collo, sulla fronte.

Sentivo le sue mani percorrermi lungo i fianchi, sul fondoschiena e poi risalire a sfiorarmi il seno.

Mordicchiai il labbro inferiore, mentre sentivo le sue dita scostare la stoffa e risalire fino al gancio del reggiseno, per poi slacciarlo.

Staccatosi da me prese a baciarmi il collo e scendere lentamente, abbassando le spalline del top, fino a scoprire ciò che poco prima era celato dalla stoffa azzurra e dal pizzo. Scese ancora fino ad arrivare al seno, toccandolo, baciandolo.

Mi abbandonai a quei tocchi per diversi attimi che parvero durare troppo poco.

-Vuoi andare oltre?- mi chiese tra un bacio e l'altro.

A quella domanda mi sentii raggelare. Il mio corpo voleva solo invitarlo, mentre la mia testa era paralizzata dalla paura. Non sapevo come rispondere.

-Non sentirti obbligata...- sussurrò ancora, fermandosi ad aspettare la mia risposta.

Lo guardai per qualche istante, poi cercando di aggrapparmi a quel poco di coraggio che mi restava annuii con il capo e ripresi a baciarlo.

In tutta risposta mi aiutò a spogliarmi e poi io feci altrettanto con lui. Mi fece sdraiare sotto di lui e lo sentii guardarmi in ogni più piccolo dettaglio.

-Ti prego no!- avvampai vergognandomi a morte, poi lui sorrise e riprese a baciarmi prima lentamente, poi con più passione.

Mi abbandonai a quei momenti, prima con paura, poi guidata da lui, tra un bacio ed un sorriso al termine del pomeriggio di settembre.

Per l'ora di cena ci decidemmo a vestirci, e nel silenzio quasi imbarazzante che si era creato fu lui il primo a parlare.

-Sai... dovremmo rivedere il tuo soprannome, Miss Ghiacciolo non ti si addice per niente!- sogghignò lui.

In tutta risposta gli tirai una cuscinata in piena faccia. -Non è divertente!- sibilai. -Prova a dirlo in giro e ti strangolo con queste mani!-

Lui scoppiò a ridere mentre si infilava la maglietta. -Va bene... ci tengo a vivere...-

-Bene...- mormorai dopo un po', risistemando le lenzuola del letto.

Da quel giorno in poi, la mia vita con Marco fu molto più semplice. Nella scuola non abbiamo mai dichiarato apertamente che stavamo assieme, penso semplicemente che l'abbiano capito da soli. In quanto a Mara e Ilenia non si fecero più vive, se non per mandarmi diversi insulti, tutti rigorosamente via sms, non avrebbero mai avuto il coraggio di dire quelle cose apertamente.

Io continuai tranquillamente il corso di restauro.

Mi stavo recando in università, per le materie teoriche, quando in stazione una figura attirò la mia attenzione.

Era un ragazzo di poco più alto di me, e portava i capelli lunghi e lisci. Marco in quel momento era rimasto indietro per via di un libro, e mi trovavo sola, con poco distante Micael che mi guardava male, non aveva preso affatto bene la punizione del preside.

Mi avvicinai alla figura e lo chiamai, mentre restava voltato. -Luca?- chiesi educata.

Lui si voltò, avevo visto bene. Sorrisi pacata a quello che un tempo fu il mio migliore amico.

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Capitolo 7
*** L'ultimo saluto... ***


Miss Iceberg

Salve ragazzi… come questo capitolo si intitola “L’ultimo saluto” anche io vi do l’ultimissimo saluto per questa fic… non so quando tornerò con una nuova storia… al momento sto lavorando, studiando e ho una montagna di fantasy da leggere… (aspettatevi anche la possibilità di ritrovarmi con una storia in quel genere… U_U stavo pensando se riprendere o no una vecchia trama di molti anni fa …) che dire… con il dispiacere nel cuore vi do l’arrivederci. Per Miss Iceberg ho concluso…
Spero di non deludere con il finale che ho scelto… ma come la storia è nata di getto anche il finale ho cercato di farlo altrettanto di getto… Molti probabilmente lo troveranno breve… ma preferisco comunque lasciare immaginare a voi cos’altro potrebbe succedere…

Ringrazio quindi Hatori, Chaosreborn_the_Sad, etoil noir, Ginny002, kagome84, Brucy, machi, Gaia, Giuly n, ciocco, e kikka_hachi… spero di non aver dimenticato nessuno dei commentatori della fic… e ringrazio anche coloro che hanno comunque letto fino alla fine^^

Spero a presto^^

By Sayu

Miss Iceberg

Capitolo 7

L’ultimo saluto…

Mi sedetti di fianco a lui che pareva quasi illuminato dalla mia comparsa.

-Emma! Non mi avevi detto della tua decisione di trasferimento... come mai ?- chiese riferendosi alla scelta dell'anno prima di mollare l'Accademia di Belle Arti per restauro.

Alzai le spalle e fissai le mattonelle della stazione. -Non faceva per me, invece ora mi trovo bene...- sorrisi, come non sorridevo da tanto, come forse non avevo fatto mai. Mi sentivo felice, e il merito era soprattutto di Marco.

-Mi fa piacere!- sorrise, poi di colpo si incupì. -Mi mancate tanto voi della vecchia scuola...- disse.

-Anche a me mancano le superiori...- ammisi, con un po' di tristezza.

-Allora, a fidanzato come stiamo?- chiese ammiccando e dandomi un colpetto al braccio.

Arrossii un poco e poi mi voltai verso l'entrata, sperando che il mio lui arrivasse. -Dovrebbe arrivare a momenti!- Tornai a guardarlo con un po' di vergogna.

-Wow! Ti perdo di vista per un po' e tu cambi così di colpo! Non è la prima volta... ogni volta che ti succede qualcosa ne esci sempre mutata!- disse lui, dandomi una pacca sulla spalla.

-Tutti dobbiamo crescere no?- in fin dei conti anche tu sei cambiato... pensai con amarezza, ripensando all'amico che avevo e che ora mi rendo conto non esiste più.

Lo osservai nei gesti, era gentile, ma non era il ragazzino spiritoso che una volta mi stava seduto di fianco e mi consolava quando piangevo. Sospirai e poi mi voltai di nuovo verso l'entrata. Micael ci stava guardando curioso, mentre vedevo scendere Marco dalle scale. -Aspetta qui!- dissi a Luca, mentre correvo incontro all'oggetto della mia attesa.

Una volta di fronte a lui gli scoccai un bacio e lo trascinai. -Vieni ti voglio far conoscere una persona...- gli sussurrai appena, portandolo vicino a Luca.

Lo sguardo che si scambiarono non fu certo dei più amichevoli. Marco mi prese per la vita e lo sentii stringermi. Continuai a far finta di niente, ma scrutandolo notai un pizzico di gelosia. -Tesoro, questo è un mio ex compagno delle superiori, Luca.- lo presentai.

-Piacere, Marco- si presentò lui. Era freddo, certo, era strano come aggettivo riferito a lui.

-Complimenti sei riuscito a farti chiamare "Tesoro" da lei... nessuno ci era mai riuscito, prima- commentò quasi acido Luca. Non capivo cosa stesse succedendo, ma se non ci salvava il treno sarebbe stato un problema.

Fortunatamente le mie preghiere furono esaudite e il treno si fermò proprio davanti a noi. -Il nostro treno- feci trascinando Marco verso di me. -Ciao!- salutai con la mano e salimmo appena le porte si furono aperta.

Micael si sedette a distanza fortunatamente, così da poterci permettere di parlare più appartati.

-Cosa c'è?- chiesi preoccupata, guardando Marco negli occhi non appena fummo abbastanza appartati.

-Non mi piace il commento che ha fatto il tuo amichetto!- sibilò lui, voltandosi verso il finestrino e appoggiando la schiena contro il sedile.

-Non siamo più amici...- precisai io. -Solo conoscenti.-

-Certo, si vede da come ti guarda!- brontolò lui irritato e incrociando le braccia.

-Non fare il geloso, sai che non ce ne è bisogno!- mi lamentai io sfiorandogli il braccio.

-Lo so, ma visti come vi ho visti io sembravate una coppia perfetta!- fissava ancora fuori dal finestrino e teneva il muso.

Lo presi per il meno e lo costrinsi a guardarmi negli occhi. -Almeno un migliaio di volte all'anno ce lo ripetevano alle superiori, ma la sai una cosa? Ora sono qui con te, non con lui!- lo lasciai andare, mettendo io il broncio.

-Fammi indovinare? Magari leggete gli stessi fumetti, giocate tutti e due di ruolo e vi piacciono gli stessi film!- alzò la voce girandosi verso di me.

-E con questo? Non è in base a queste cose che si stabilisce un rapporto!- sibilai irritata da quelle insinuazioni.

-Ma avete molte più cose in comune di quante ne abbiamo noi due!- lo fissai apertamente negli occhi.

-E allora? Non voglio un fidanzato così! A me tu piaci proprio perchè sei diverso da tutti gli altri!- esplosi, mi alzai in piedi e mi diressi verso un altro sedile.

-Vieni qui! Non abbiamo finito!- sibilò lui afferrandomi il polso.

-Se la pensi così allora è finito tutto!- ora sentivo i lati degli occhi bruciarmi. Mi pesava dire quelle frasi, ma non sopportavo le sue parole.

-Non ci pensare nemmeno!- mi tirò verso di se e mi spinse contro il sedile. -Non ti lascio per questa scemenza!- lo guardai negli occhi, erano lucidi come i miei.

-E allora non dire più che starei meglio al fianco di un altro!- sussurrai tutto d'un fiato.

Lui rimase in silenzio, a guardarmi, poi mi abbracciò tirandomi verso di se. -Scusami...- disse in un sussurro.

Le lacrime presero a scendere senza controllo e cercai di nasconderle ma lui fu più veloce. -Non piangere! Ti prego...- mi sussurrò accarezzandomi la testa.

Non rividi più Luca alla fermata della stazione, quindi la discussione non si ripeté.

La mia vita con Marco divenne parte della routine di tutti i giorni e dopo tre anni, un'impresa di restauro di mobilio antico in comune e una villetta pagata attraverso il mutuo, ci sposammo.

In quanto a Ilenia e Mara, la prima si è sposata, il fidanzato è perennemente cornuto, ma comunque felice, si occupa dei loro bambini e ignora tutti i dispetti che la moglie gli combina. La seconda invece è attualmente single, lei dice "per scelta" sua madre aggiungerebbe "altrui".

Luca, a quanto mi è stato riferito, si è sposato poco dopo di me e ora si occupa dei suoi bambini.

Ma tutto il resto è decisamente un'altra storia.

Fine

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