Sentieri Selvaggi

di Rosie Bongiovi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo I ***
Capitolo 3: *** Capitolo II ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Qui, ogni sfida viene accettata. Dire di no significa perdere il proprio onore.

Qui, una provocazione non è altro che la scintilla che fa esplodere uno scontro, nel quale ci sarà sempre un cadavere.

Qui, sopravvive solo il più scaltro ed il più veloce.

Qui, bisogna combattere contro le intemperie del tempo, trovando sempre una strategia per tirare avanti.

Qui, nel far west, premere il grilletto equivale a salvare la propria vita e porre fine a quella del proprio nemico.

Ed è proprio quello che sto per fare.

Lancio un'occhiata carica di sfida all'uomo di fronte a me, che mi osserva con ripugnanza. La mia mano si avvicina alla mia cintura, pronta ad afferrare l'arma, una Colt 45 Cavalry dorata, e cancellare quel sorriso strafottente dipinto sulle sue labbra. Abbasso il mio capello, in modo tale che si possa vedere solo la mia bocca, increspata in un sorrisetto arrogante, pronto a trasformarsi in una risata dettata dalla soddisfazione.

Ecco il conto alla rovescia.

“3”.

Sparerò alla cieca, come sempre. Non ho mai sbagliato e mai capiterà.

“2”.

Duelli simili sono all'ordine del giorno, qui.

“1”.

Ed io sono al 4°, oggi.

“0”.

Estraggo la pistola e, nell'arco di mezzo secondo, premo il grilletto. Guardo la pallottola che trapassa il petto del mio sfidante e, mentre mi sembra che stia passando un'eternità, un grido di gioia parte dalla bocca dello stomaco, per poi raggiungere le mie corde vocali.

Qualcuno sta applaudendo, qualcun altro sta urlando, ma io riesco solamente a sentire l'aria spostata dal corpo della vittima, che sta cadendo lentamente a terra, in quella terra rossa, conosciuta fin troppo bene dalle suole dei miei stivali. Soffio sulla volata della pistola, per poi rimetterla da dove l'avevo estratta. Cammino verso il saloon e, ora, si riesce solamente a sentire il suono provocato dagli speroni di metallo. Spalanco le porte e mi siedo al bancone, nel silenzio totale.

“Il solito” sibilo al barista, che si affretta a prendere un bicchierino e a versarvi dentro del buon vecchio whiskey americano.

“Un altro successone, eh?” mi dice una voce, appartenente ad un vecchio, che passa più tempo sullo sgabello ad ingurgitare alcolici che a casa sua. Bevo il whiskey con un sorso solo e gli rispondo.

“Ebbene sì. Ma mi sto annoiando, se devo essere sincera”.

“Un uomo ti stava cercando. Magari potresti essergli d'aiuto e trovarti qualcosa da fare” mi dice, indicandomi un tizio parecchio alto ma al contempo gracile, dalla faccia poco raccomandabile. Mi sorride e poi esce dal locale. Evidentemente vuole essere seguito. Porto la mano sulla guancetta della mia cavalry e lo raggiungo. Meglio essere previdenti.

“Nightmare Glory. La cowgirl più temuta di tutta la contea. Così tanto che addirittura gli sceriffi ti stanno alla larga” dice, mostrando di possedere una voce cavernosa.

“Posso sapere cosa vuole da me?” chiedo.

“Senti, non ci girerò molto attorno. Ho bisogno di te e della tua astuzia e sono disposto a darti un compenso in denaro, se collaborerai”. Rimango in silenzio per un istante.

“Parla”.

“Quella cagna della mia futura moglie è fuggita a pochi giorni dal matrimonio. Devi riportarmela qui, viva” spiega, porgendomi una fotografia di una ragazza dai capelli scuri, non molto lunghi, ed un abbigliamento piuttosto audace per le donne di oggi.

“Posso sapere il suo nome?” chiedo poi, dopo aver fissato bene in testa la sua immagine.

“Asuka. Si chiama Asuka. Comunque non la cercherai da sola. Nonostante la sua corporatura piuttosto gracile, sa difendersi fin troppo bene. Ti accompagnerà lui”. Detto fatto, un uomo piuttosto alto e dal fisico atletico fa la sua comparsa. Ha dei capelli castani ed un fascino al quale pochissime donne potrebbero resistere. Indossa una camicia bianca, una grossa cintura alla vita e dei pantaloni neri. Ai piedi porta degli stivali che raggiungono le ginocchia, con degli speroni dorati, luccicanti, sicuramente acquistati da meno di due settimane. Mi osserva e, per la prima volta nella mia vita, non sono in grado di decifrare l'espressione di qualcuno.

“Lui è Miguel Rojo Caballero. Avete un mese di tempo per riportarla qui, dopodiché il vostro compenso diminuirà giorno dopo giorno. Allora, signorina Glory.. Accetta?” chiede infine, porgendomi la sua mano callosa. La scruto per un attimo, poi la stringo con vigore.

“Accetto”.

 

Nota dell'autrice:

Buongiorno fandom di Tekken! Ebbene, sono tornata con un'altra long, stavolta, però, ambientata nel 1900. Dopo aver acquistato il meraviglioso "Red Dead Redemption", non sono riuscita a resistere alla tentazione di scrivere un'AU con i personaggi del nostro adorato videogioco.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno. Critiche e consigli sono ben accetti!

 

Al prossimo capitolo,

 

Rosie

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Capitolo 2
*** Capitolo I ***


 

“Non sei uno di molte parole, eh?” domando al mio nuovo compagno di viaggio. Siamo partiti da mezz'ora e l'unica cosa che è stato capace di dire è stata 'Hai la tua mappa?'. Ma certo che ho la mia mappa, per chi mi ha presa?

Di solito nemmeno io sono una gran chiacchierona, ma quel silenzio, a tratti interrotto dagli zoccoli e gli sbuffi dei cavalli, comincia a darmi sui nervi. Mi volto alla mia sinistra ed incrocio il suo viso, sul quale non noto alcuna imperfezione, alcuna cicatrice, alcun graffio. Solo un po' di barba appena accennata.

Le sue labbra si increspano in un sorriso amaro e mi guarda, aggiustandosi il capello che porta su quella criniera castana, rigorosamente spettinata.

“Non ho nulla di cui hablar” risponde poi, dimostrandomi di possedere un irresistibile accento spagnolo. Peccato che io sia impegnata con il mio unico vero amore, Thunder.

Il mio cavallo.

“Non hai una storia, Rojo?” insisto, mentre il mio destriero si ferma di fronte ad un cactus, nitrisce e, infine, lo evita, passandoci di fianco. Pigro come la padrona di prima mattina, 'parlandogli' forse sperava che la pianta grassa si sarebbe spostata, anziché riservare a lui questa terribile fatica.

Claro que si” dice, prendendo una profonda boccata d'aria e aggiungendo “Ma nulla che io voglia contarte”. Mh. Mi hanno affibbiato mr.Simpatia 1910.

“Non mi avresti mica fatto un favore. Era semplicemente per fare conversazione” sibilo, acida. Accenna una risatina e torna a guardare l'orizzonte con le sue iridi castane. Non mi voglio mostrare irritata, significherebbe rivelare il mio lato debole, che solo Thunder conosce e che non intendo mostrare a nessun essere umano. Proseguiamo in una zona desolata nella quale, giusto un mese fa, mi sono scontrata con un gruppo di profanatori di tombe e saccheggiatori. Gente odiata da tutta la contea, che ora marcisce in galera e gioca a bruciare mie fotografie.

Indirizzo il cavallo verso quello che era un villaggio, perlomeno fino a qualche mese fa, composto da occhio e croce sette case, tutte rovinate, nonché futuri rifugi di qualche coyote o, peggio ancora, di qualche ricercato inesperto. E' una scorciatoia, seppur macabra, per raggiungere il luogo che ci ha consigliato il nostro 'datore di lavoro'.

Donde estamos?” chiede, arcuando le sopracciglia.

“Perché, hai paura, Rojo?” domando io, con una punta di veleno nella voce.

“Io non ho temor de nada, Glory” replica. La sua sicurezza scompare subito dopo aver sentito il suono di uno sparo, che spaventa inevitabilmente anche i cavalli.

“Dicevi?”. Con una carezza sul collo di Thunder riesco a calmare l'animale, dal quale scendo velocemente. Estraggo la pistola e cammino lentamente, per addentrarmi nel paesino abbandonato.

Que estàs haciendo?!” chiede, sbalordito.

“E' la mia contea, Rojo. Intendo difenderla. Se hai paura non sei autorizzato a seguirmi”.

“Ti ho già detto che no tengo paura di niente”. Abbandona il cavallo accanto a Thunder e prende la sua di arma, un Winchester che sembra nuovo di zecca. Camminiamo tentando di fare meno rumore possibile e ci avviciniamo ad una delle villette abbandonate, dalla quale proviene una voce maschile piuttosto grossa. “Que està diciendo?”.

“Se fai silenzio posso sentire, no?”. Miguel mi rivolge un'occhiata scocciata, mentre io mi avvicino alla porta.

“Sceriffo, lei ha capito perfettamente quello che deve fare per me”.

“Ed io le ho detto chiaramente che non lo farò. Piuttosto mi farò mangiare le budella dagli avvoltoi”.

Suono di uno sputo, seguito da quello sonoro di uno schiaffo in pieno volto.

“Sceriffo?” chiede mr.Simpatia, al mio orecchio.

“Non promette nulla di buono.. Precipitati alla finestra non appena io ho buttato giù la porta. Se le cose si mettono male, spara a tutti eccetto all'uomo con la stellina attaccata alla giacca”.

Yo sé chi è lo sceriffo” replica, offeso.

“Muoviti” concludo io, poi la mia attenzione viene richiamata dalla voce femminile che stava parlando fino ad un secondo fa con l'uomo in ostaggio.

“Allora, mio caro, se vuole che gli avvoltoi le facciano visita.. Credo proprio che l'accontenterò”. Non attendo ulteriore tempo, perché sapevo già che quella frase avrebbe preceduto la morte di qualcuno: con un calcio secco riesco a sfondare la porta e nel mio campo visivo compaiono una donna alta, dai capelli rossi e lisci, che conosco fin troppo bene per i miei gusti, ed un uomo intorno ai cinquant'anni, brizzolato e con dei lunghi baffi grigi.

“Anna Williams, getta immediatamente quell'arma!” grido, con la pistola puntata su di lei. Mi sorride appena e mi guarda divertita, come se avessi appena raccontato una barzelletta.

“Quale? Oh, questa?” chiede, sbattendo le palpebre, per recitare al meglio la parte dell'innocente. La sua espressione cambia da un momento all'altro e rimango sbalordita quando, anziché lanciare la pistola di fronte ai miei piedi o indietreggiare, spara in direzione dello sceriffo, seduto su una sedia di legno, ovviamente legato. L'uomo lancia un urlo di dolore e la finestra viene rotta dai proiettili di Miguel che, senza offesa, ha una mira davvero penosa. Insomma, c'è un solo bersaglio da colpire e lui becca la fila di vasi in bella vista su una mensola? Non ho parole.

Con uno scatto felino, la donna si abbassa, evitando il mio proiettile che avrebbe dovuto colpirle la spalla. Di solito non amo sparare ai ricercati, preferisco ferirli per poi incaprettarli e consegnarli alla giustizia. E' molto più soddisfacente vederli dietro alle sbarre che tre metri sotto terra.

Sparo ancora, stavolta mancandola veramente di poco e Anna, con una verticale, scappa nella stanza di fronte al soggiorno, chiudendo la porta alle sue spalle.

“Rojo, libera lo sceriffo e portalo in salvo!” urlo allo spagnolo. Se non è capace ad usare un fucile, tanto vale che si renda utile in altre maniere.

Come mi aspettavo, la serratura è bloccata, perciò utilizzo la stessa tecnica che ho riservato poco fa alla porta principale. Entrata nella cucina, dalla finestra riesco a vedere Anna raggiungere il suo cavallo. Giusto per avere una visuale più ampia, scavalco la cornice della finestra, ma la mia azione si rivela essere del tutto inutile: la donna, scegliendo di fuggire verso destra, ora è in mezzo a svariati cactus, cespugli e rocce. Insistere significherebbe sprecare proiettili preziosi.

Lascio la casa e raggiungo Miguel, che sta parlando con lo sceriffo, che è seduto con la schiena appoggiata ad un pozzo prosciugato.

Tiene un proiettile en el brazo” mi spiega il moro, indicando l'avambraccio dell'uomo.

“Dobbiamo portarlo immediatamente da un medico”.

“Ce n'è uno ottimo nel mio villaggio” ci informa, con voce stanca. “Non è molto distante da qui”.

“Noi la portiamo, ma ad una condizione” dico io, guardandogli il viso. Ha un occhio nero ed il labbro spaccato. Mi chiedo da quanto tempo fosse nelle grinfie della Williams. Annuisce ed io proseguo. “Deve dirci che cosa voleva quella donna da lei. E se ha visto una ragazza”.

“Tutto quello che volete. Sono in debito con voi”.

 

Dopo essere giunti dal medico di fiducia dello sceriffo di Defend Springs, un'immensa pianura dal territorio fertile e con una collinetta su cui è situata una chiesa, io e Miguel veniamo invitati a lasciare la stanza, con il consiglio di fare un giro nei paraggi e di ripresentarci tra mezz'ora. Così facciamo, finendo per girovagare in un paesino accogliente, popolato soprattutto da famiglie e uomini d'affari.

Este es el ùnico lugar in cui non ci sono brutte facce” commenta lo spagnolo. Colgo un po' di stupore nella sua osservazione.

“Questo posto è perfetto solo in apparenza, Rojo. Sono questi paesini che nascondono i criminali più pericolosi e gente per bene, ma solo esteriormente. Basta dare un'occhiata laggiù” dico io, facendo un cenno col capo verso due uomini in disparte che stanno confabulando chissà cosa, mentre uno, con nonchalance, estrae una pistola dalla giacca e la passa all'altro, che si affretta a nasconderla. “Che ti dicevo? Affari sporchi, segreti, piccoli furti. Basta pagare il testimone o ucciderlo, ed ecco che sembra tutto perfetto”.

“La sai lunga su estas cosas, mh?”.

“Ho viaggiato tanto e ho visitato più posti di quanti tu possa immaginare. Ormai ho occhio per cose simili”.

Entiendo..”. Entrambi capiamo che la nostra conversazione è finita qui, perciò tanto vale rimanere in silenzio e camminare, senza sapere bene dove ci stiamo dirigendo. Il nostro giro dell'oca di conclude quando, tornati di fronte allo studio medico, il dottore ci annuncia che lo sceriffo può ricevere la nostra visita. Lo troviamo adagiato su un letto malandato, ma dalle lenzuola pulite, con una benda attorno al braccio.

“Bene, ecco i miei salvatori. Potete farmi qualsiasi domanda” dice, riservandoci un sorriso piuttosto debole.

“Non intendiamo trattenerla a lungo” rispondo io, avvicinandomi. “Ci dica solo quello che voleva la signora Williams”.

“Non è la prima volta che ho a che fare con lei. Già il mese scorso ho cominciato a ricevere sue minacce, ma non vi ho dato molto peso, sottovalutandola erroneamente. Per farla breve, vuole che io liberi Feng Wei, uno degli assassini più temuti e feroci che sia mai esistito. Sono riuscito ad arrestarlo e rinchiuderlo giusto tre mesi fa. Dovrei scarcerarlo per avere in cambio la mappa di tutti i rifugi dei ladri di mandrie, ma sono più che certo che sia un modo come un altro per imbrogliarmi”.

“Non le ha detto per quale motivo ha bisogno di Wei?” chiedo, con fare pensieroso, mentre cerco di trovare un nesso logico tra Anna e quell'uomo. Lo sceriffo scuote la testa.

“No, non mi ha detto nulla” dice poi, dispiaciuto dal fatto di non essere riuscito ad aiutarmi.

“Non si preoccupi, lo scopriremo. Ah, un'ultima cosa, poi la lasciamo riposare e togliamo il disturbo”. Dalla tasca dei pantaloni estraggo la fotografia di Asuka e gliela porgo. “Sa dirmi se l'ha vista?”. La fissa per qualche secondo, poi annuisce.

“E' arrivata qui giusto la settimana scorsa. Sembrava parecchio spossata. Ha affittato una stanza e la mattina successiva è ripartita”.

“Era sola?” continuo, sperando di ottenere più risposte possibili.

“No, c'era un'altra donna insieme a lei.. Ma sono solo riuscito a vedere dei capelli castani, era voltata”.

“E non ha sentito nulla? Intendo, non hanno detto niente riguardo ad una destinazione da raggiungere, un posto dove andare?”.

“New Brave. Ho sentito che chiedeva indicazioni ad un passante”.

“Non c'è tempo da perdere” dico, rivolta a Miguel. “Sceriffo, ci è stato di enorme aiuto. Grazie mille” concludo poi, trascinando con me lo spagnolo e correndo verso i cavalli. 

 

Nota dell'autrice:

Chiedo scusa ai lettori per aver aggiornato così tardi, ma l'ispirazione non collaborava, anzi. Però eccoci qui con il primo capitolo! 

Ringrazio le mie fedeli Lady Phoenix, Orsacchiotta Potta Potta e Angel Texas Ranger che hanno recensito il prologo.


Fatemi sapere che ne pensate ;)

 

 

Rosie

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Capitolo 3
*** Capitolo II ***


 

“Nightmare, a donde vas? Non abbiamo el tiempo de cercare la mujer con i capelli rossi!” esclama Miguel, aumentando il mio nervosismo. Ormai devo accettare il fatto che io e miss colite diventeremo grandi amiche, sia per colpa di Anna che per questa storia di Asuka. E lo spagnolo non facilita le cose, anzi.

“Se Wei esce dal carcere, ritrovare quella ragazza sarà l'ultimo dei nostri problemi. Sai, non potremo fare un granché da una tomba” replico io, montando su Thunder e fissando il moro che, nell'arco di tre secondi, sbuffa e fa altrettanto, ritrovandosi sul suo di destriero.

“Dopo, però, non sono ammesse otras distracciones”.

“Distrazioni, dici? Bere al saloon è una distrazione, giocare a poker lo è, ma cercare di fermare una bandita dallo scarcerare un assassino, beh, a casa mia è tutto fuorché una distrazione”. Perché cavolo non lo capisce? “Senti, dato che tu sei di una lentezza esasperante con le armi, se proprio non te la senti e preferisci ritrovare Asuka, fai con comodo. Riferisci al povero disgraziato senza una futura moglie che io me ne sono andata per un'emergenza e basta”.

Yo no estoy lento con le armi!”.

“Ma certo, come vuoi tu. Ora, se sei interessato, seguimi, altrimenti fai dietro front e”.

“Vengo” mi interrompe, per poi mettersi al mio fianco.

“Non sono ammesse lamentele. Chiaro?”.

Claro”.

“Bene. Allora, adesso dobbiamo solamente cercare una persona che conosce fin troppo bene la 'mujer con i capelli rossi'” dico io, mentre Thunder, come se mi avesse letto nel pensiero, inizia a galoppare.

“Cioè?”.

“La sorella. Abita ad un paio d'ore da qui e sono sicura che sarà molto, molto felice di lavorare contro Anna”.

Porque conosci le Williams?”.

“Non è una storia breve” rispondo io.

“Direi che tenemos el tiempo necesario per le storie lunghe”. Non ha tutti i torti.

“Sembrerà strano ma.. Qualche anno fa, non stavo dalla parte dei buoni. Insomma, nemmeno ora, siccome non ho messo le armi in cantina e non mi sono sposata con qualche uomo d'affari. Però amavo infrangere qualsiasi tipo di legge. Io ed Anna eravamo un duo fenomenale. Ci dividevamo bene i compiti: io aprivo qualunque tipo di cassaforte e lei ammaliava le guardie, spesso e volentieri facendole fuori anziché pagare il testimone e perdere il denaro appena 'guadagnato'. Col passare del tempo, però, Anna mi disse di essersi stancata di questi piccoli furti. Voleva passare alle cose serie. Per questo, una sera, mi mostrò il piano che aveva preparato: liberare i quattro assassini più temuti di tutte le contee, ovvero Feng Wei, Kazuya Mishima, Craig Marduk e Bryan Fury, e mettere in ginocchio tutti i villaggi e tutte le città, riunendoli sotto il nostro potere”.

 

Night, è un'idea grandiosa!”.

Anna, io.. Non ne sono sicura. Insomma, abbiamo un sacco di soldi, ancora gli sceriffi non conoscono i nostri visi.. Perché rovinare tutto con un piano simile? Stiamo rischiando troppo” dissi io, scuotendo la testa ed alzandomi dalla sedia di legno in quel soggiorno malandato, nel nostro 'rifugio dei tesori', come si divertiva a chiamarlo lei.

Avanti, potrebbe essere la nostra svolta decisiva. Agiremo come sempre, però non ci dovremo addentrare in una banca o in un negozio, bensì in una prigione”.

E' troppo rischioso”. Calcai per bene l'aggettivo: volevo che capisse che era l'idea peggiore che avesse mai avuto e che non ero per niente disposta a seguirla in questa follia.

Sei sempre stata così, tu” esordì poi. “Insicura, impaurita dalle novità. Da quando hanno ucciso tuo fratello, non ti passa nemmeno per l'anticamera del cervello di osare”. A sentire quelle parole, non potei fare a meno di avvicinarmi a lei, afferrarla dalla camicia di cotone a quadri rossi e marroni e spingerla contro la parete, sollevandola da terra di pochi centimetri.

Non ti devi permettere, sono stata chiara? Non ti permettere di nominare lui” dissi io, rabbiosa, riservandole lo sguardo più minaccioso e diretto che potessi fare. Dopo essermi accertata che avesse appreso per bene quelle parole, mollai la presa, innervosita. La vidi sistemarsi il colletto dell'indumento, mentre i suoi occhi mi scrutavano, impauriti ma al contempo infuriati. Non le piaceva essere sfidata in nessuna occasione. Era sempre stata una donna piuttosto suscettibile e facilmente irritabile e questo la rendeva più debole e vulnerabile di quanto pensasse.

D'accordo, fa' come vuoi” replicò infine, prendendo una valigia di cuoio e mettendovi dentro delle banconote, due pistole e varie pietre preziose, queste prese direttamente da una miniera nei pressi delle Montagne Rocciose. “Sai cosa significa questo, Nightmare?” chiese infine, ormai di fronte alla porta d'ingresso.

Che non ti rivedrò più, immagino”.

No, mi rivedrai, mi rivedrai eccome. Però sarà giusto qualche secondo prima di spararti una pallottola in fronte. Prima voglio che tu veda dove sono arrivata senza il tuo aiuto” e, così dicendo, abbandonò la casa, sbattendo la porta e sollevando della polvere che si era adagiata sul pavimento.

 

“Ha fatto una bella uscita drammatica” commento, sarcasticamente.

“Continua..”.

“Non c'è molto da aggiungere. Io ho lasciato il posto, abbandonando la mia carriera da scassinatrice provetta, e ho iniziato a viaggiare, per trovare un posto che non mi ricordasse necessariamente né Anna, né il posto dove sono cresciuta e in cui...”.

“In cui hai perso tuo hermano?”. Annuisco debolmente.

“Già. In cui ho perso mio fratello”.

Cual era su nombre?”.

“Miguel non.. Non ti offendere, ma preferirei non parlarne con te. Anzi, a dir la verità evito sempre l'argomento. Quindi, se non ti dispiace..”.

No se preocupe” conclude, facendomi l'occhiolino. Dopo qualche secondo di silenzio, ecco che parla ancora. “Yo tambien ho perso mi hermana”. Rimango un po' scioccata a sentire quelle parole, ma, per rispetto nei confronti dei suoi sentimenti, resto zitta, in attesa che sia lui ad aggiungere altro. “Yo sé come ci si siente”. Allora io e lo spilungone qualcosa in comune ce lo abbiamo. Certo, forse sarebbe stato più bello sapere che condividevamo la passione per il poker, anziché l'aver assistito alla morte dei nostri fratelli. Però il fatto che mi abbia rivelato una cosa simile mi fa sorridere. Sento che si sta sgretolando il cemento che divideva le nostre persone. Chissà, magari alla fine potrei pure pensare che mi sta simpatico per essere uno che non ha mira con qualsiasi tipo di oggetto con proiettili.

“Grazie per.. Avermi detto questa cosa”.

De nada. Mi sembrava giusto dirte que non sei l'unica che ci è passata”. Di nuovo quella stupida mancanza di parole. “Pero.. La mujer ha fallito nell'intento, no?".

“In effetti è riuscita a liberare solamente Bryan Fury. Anche se.. E' quello che temo maggiormente, se devo essere sincera”.

“E porque non era hay con lei e lo sceriffo?” chiede, confuso.

“Francamente non ne ho idea.. Non so come si siano organizzati e divisi i compiti. So solo che non possiamo permetterle di liberare quegli altri tre squilibrati che non giocano ai ferri di cavallo ma a squartare gente”. Rabbrividisco, perché l'immagine creata dalla mia mente mi fa venire il voltastomaco.

“Ehi, Nightmare, guarda!”. Miguel indica un uomo dai lunghi capelli neri legati in una coda che sta facendo a pugni con un uomo ben piazzato, ma che, anziché reagire, le sta prendendo di santa ragione. Lo scontro si conclude con l'omone a terra e la vittoria dell'avversario, che estrae una corda con cui gli lega i polsi.

“Mark Johnson, sei in arresto per rapina in banca, tre omicidi e per aver ucciso una mandria!”. Noto che il vincitore ha una stellina d'oro attaccata al gilè di cuoio. E' decisamente lo sceriffo più giovane che io abbia mai visto. Incrociando il suo viso ed i suoi occhi a mandorla, mi accorgo che ha evidentemente origini asiatiche. Questo è ancor più insolito.

“Beh, possiamo and” mi volto a destra ma mi accorgo che Miguel è appena sceso dal cavallo. “Che fai?”.

“E' tardi, Night. Ripartiremo domani mattina”.

“Ma se viaggiamo di notte raggiungeremo l'altra Williams e”.

“Io sto aquì esta noche. E tu dovresti fare come me. Tu es una chica indifesa, potrebbe succederti qualcosa di male a viaggiare col buio”. Lo fulmino con lo sguardo.

“La chica indifesa sa badare a se stessa”. Lo spagnolo accenna una risatina e si addentra nella cittadina. “Tu es una chica indifesa. Ma fammi il piacere”. Thunder più che nitrire sembra ridacchiare. “E tu non dargli corda! Ma da che parte stai, mh?”. Il cavallo sbuffa e segue lo spilungone. “Stai attento o metto gli speroni affilati. Non provocarmi”.

“Night, aquì hanno due camere libere. Los caballos portiamoli in stalla”. Annuisco ed abbandono la sella del mio destriero traditore.

Dopo aver sistemato gli animali, otteniamo le chiavi delle stanze.

“Si parte di mattina presto. Intendo arrivare il prima possibile da Nina”.

Donde vives?”.

“True Tapes. Con un po' di fortuna, potremmo anche scoprire dove sono i tre criminali sulla lista dei desideri di Anna” commento, mentre saliamo una scalinata.

“Lo sceriffo di prima non potrebbe saperlo?”.

“Mh.. Direi di sì. Propongo di mangiare qualcosa ed andare a parlargli”.

Perfecto. Ci vediamo giù tra dieci minuti” conclude Miguel, accennando un sorriso ed aprendo la porta della sua camera. Io faccio altrettanto, ritrovandomi in un'accogliente stanza interamente di legno, con un letto singolo appoggiato al muro, delle tendine di un rosa pallido, una cassettiera di legno di noce ed un baule di fronte alla finestra, il tutto illuminato da una lampada a parete. Appoggio il cappello e la cintura sul mobile e mi stendo sul letto, tirando un lungo sospiro. Era da un bel po' di tempo che non viaggiavo in questa maniera, non ci sono più abituata. Estraggo la cartina dalla tasca dei miei pantaloni e la osservo.

: - Anna è partita da Dry County, poi è giunta a Tess Country per liberare Bryan, poi ad Armadillo per ottenere denaro -. Ricordo ancora quando trovai l'articolo di giornale che parlava della Ricercata rossa e del nuovo braccio destro. Erano morti venti innocenti in quella occasione.. Scaccio il pensiero e torno a rivolgere la mia attenzione sulle località. - Infine è stata a Defend Springs per minacciare lo sceriffo ed ottenere la scarcerazione di Wei -. Continuo a guardare la mappa. Sono impazzita o.. Mi alzo di scatto e apro la cassettiera, nella quale trovo dell'inchiostro ed un pennino. Faccio dei punti sulle località nelle quali è stata Anna e rimango stupita quando, unendole, inizia a formarsi il disegno di una stella.

: - Ma certo.. E' talmente fissata con il potere, che non poteva evitare di scegliere proprio il simbolo che portano gli sceriffi -. Le località mancanti per concludere la figura sono New Brave, Old Rock, Faith City, Wolf Village e Flame Land. Esco celermente dalla stanza, soddisfatta della mia scoperta, che segnerà una volta decisiva nelle nostre ricerche.

“Miguel!” spalanco la porta e busso alla sua. Lo spagnolo mi apre dopo un paio di secondi, con la camicia bianca tra le mani e con i capelli bagnati, ancor più spettinati del solito.

Que pasa?" mi chiede, confuso.

“Guarda!”. Gli porgo la mappa, che osserva per qualche istante con espressione pensierosa.

Una estrella..”.

“Esatto. Le località in cui è stata Anna,  se unite, formano una stella. Ho segnato anche quelle mancanti per completare il disegno e, in questa maniera, abbiamo l'opportunità di precederla e fermarla. Dobbiamo partire immediatamente. Se lei si fermerà di notte, riusciremo ad arrivare a New Brave prima di lei e prenderemo due piccioni con una fava, siccome lo sceriffo di Defend Springs ci ha detto che è lì che si è diretta Asuka. Allora?”.

“Allora, vamos!”.

 

Nota dell'autrice:

Sì, lo so, sono imperdonabile e dovevo aggiornare vent'anni fa, ma non è stato un periodo pieno di ispirazione, quindi chiedo venia ç_ç

Beh, spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento ^^ (a me non convince per niente, ma dettagli).


Un grazie particolare ai miei tre angeli personali, Lady Phoenix, Orsacchiotta Potta Potta e Angel Texas Ranger.

 

Al prossimo capitolo!

 

Rosie

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