My life as Des

di Desty
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter One: L'inizio di una nuova vita... che schifo di vita ***
Capitolo 2: *** Chapter Two: Midnight Cours ***
Capitolo 3: *** Chapter Three: Giuro solennemente di non avere buone intenzioni ***
Capitolo 4: *** Chapter Four: Are you fuckin' kidding me?! ***
Capitolo 5: *** Chapter Five: A.F.D.M. : Associazione Figure Di Merda. ***
Capitolo 6: *** Chapter 6: Colazione da Starbucks ***
Capitolo 7: *** Chapter Seven: Anche i duri hanno un cuore. ***
Capitolo 8: *** Chapter Eight: due poli che continuano ad attirarsi ***
Capitolo 9: *** Chapter Nine: The Wedding ***
Capitolo 10: *** Chapter Ten: If you want, all is possible. ***



Capitolo 1
*** Chapter One: L'inizio di una nuova vita... che schifo di vita ***


Chapter 1.

“L’inizio di una nuova vita… che schifo di vita!”

 

Il grande cancello nero di ferro battuto si aprì automaticamente non appena la nostra macchina si fermò davanti ad esso lasciando così intravedere una grande casa bianca a due piani e un enorme giardino pieno di aiuole con fiori di diverso tipo e colore. Il giardino era grande e di un verde molto acceso, era tenuto bene e questo mi fece pensare che molto probabilmente avevano un giardiniere personale che giornalmente se ne occupava; al centro di esso proprio in bella mostra c’era una grande quercia con grosse foglie verdi e situata su uno dei suoi grossi rami c’era una piccola casetta di legno molto graziosa. Mio padre parcheggiò la macchina nel garage e spense l’auto e con essa anche l’aria condizionata, fui subito pervasa da un’ondata di calore che mi costrinse a togliere la camicia di jeans che indossavo, rimasi con la canotta bianca.

-Des scendi dall’auto e aiutaci con i bagagli- disse mio padre picchiettando con le dita contro il finestrino dell’auto nella quale ero ancora dentro.

Personalmente non avevo proprio voglia di scendere, volevo restarmene chiusa lì dentro per sempre visto che l’altra opzione era quella di continuare a vivere con la nuova moglie di mio padre e i suoi due figli. Ebbene sì, dopo due anni dalla morte di mia madre mio padre aveva conosciuto questa Anne Cox e dopo vari appuntamenti e inviti a casa, lui si era finalmente deciso a chiederle la mano e adesso, a una settimana dal loro matrimonio ci siamo trasferiti da loro, nella periferia di Londra, e sinceramente non sono particolarmente d’accordo visto che ho dovuto lasciare tutti i miei amici.

-Des, hai deciso di accamparti lì dentro?- mio fratello Alex aprì improvvisamente la portiera della macchina facendomi sussultare, lo guardai in cagnesco e acconsentì con la testa, lui rise di gusto.

Da quando ero venuta a sapere che saremmo stati noi a trasferirci, non avevo più parlato né con mio padre né con mio fratello e lui sembrava trovare la cosa molto divertente, io un po’ meno ma la cosa sembrava non importare a mio padre. Finalmente scesi dalla macchina e presi le mie nove valige e le trascinai con forza e fatica fino alla porta d’entrata. Il vialetto che portava dal garage alla casa era fatto tutto di ghiaia quindi potete immaginare l’enorme fatica che feci, fortunatamente però Gemma, la figlia di Anne venne in mio aiuto e con un radioso sorriso portò il resto dei miei bagagli. Personalmente non odiavo né Anne né Gemma, solo detestavo il fatto di aver cambiato città, di aver lasciato tutti i miei amici e tutte le persone care che avevo.

-Com’è andato il viaggio?- domandò lei raggiungendomi e facendomi un radioso sorriso.

Gemma era davvero una bella ragazza di 21anni, era alta e snella con una chioma di capelli neri e lisci proprio come quelli di sua madre, gli occhi invece erano di un grigio corvino e le labbra carnose e rosse, la prima volta che la vidi mi ricordò vagamente bianca neve.

-Beh, abbastanza stancante- risposi ricambiandole il sorriso.

Era davvero gentile e simpatica con me al contrario di suo fratello Harry… già, Harry. Avete presente quelle persone che vi stanno letteralmente sul culo a pelle, senza neanche bisogno di conoscerle? Beh Harry Styles è una di quelle persone. Alto, fisico perfetto, capelli neri e ricci tutti spettinati, gli occhi di un verde cristallino e le labbra sottili e rosee, la dentatura perfetta e ogni volta che sorrideva gli si formavano due fossette dannatamente sexy per tutte le ragazzine in fase ormonale, semplicemente odiose per me.

Harry Styles era dannatamente sexy e sfortunatamente lui lo sapeva così sfruttava la cosa a suo vantaggio: si portava mille ragazze a letto e mi faceva letteralmente andare fuori dai gangheri. Ricordo che la prima volta che lo conobbi e lo portai a visitare il paese non aveva fatto altro che provarci con tutte le ragazze gli passavano di fianco e a farmi battutine pessime sul colore dei miei occhi, uno è verde mentre l’altro è azzurro. Quando finalmente arrivammo alla porta principale (non riesco ancora a capire come mai non siamo passate dal retro) trovammo Anne, mio padre e mio fratello sulla soglia ad aspettarci.

-Alla buon ora- disse quest’ultimo tirandomi una pacca sulla spalla, lo fulminai con lo sguardo e gli tirai una gomitata nel fegato, lui fece una smorfia assurda e sentì Gemma e Anne ridere leggermente.

-Oh Des è un piacere rivederti, come stai?- domandò Anne abbracciandomi e dandomi due affettuosi baci sulle guance.

-Potrebbe andare meglio, grazie. Tu come stai?- domandai rivolgendole un sorriso sghembo, mi resi conto che la mia risposta non era delle migliori ma lei sembrò non prendersela.

-Sono così felice di avervi qui che non puoi neanche immaginare!- rispose con gli occhi colmi di gioia, riuscivo a notare perfettamente che lei e mio padre si amavano davvero ogni singola volta che li vedevo insieme; lei aveva sempre gli occhi lucidi e una piccola scintilla negli occhi mentre mio padre non riusciva a togliersi quel sorriso da demente che aveva anche quando stava con mamma.

Ero tremendamente felice per loro.

Entrammo in casa e Anne ci fece lasciare tutti i bagagli nell’ingresso. Era la prima volta che entravo in casa loro e ad essere sincera rimasi senza parole, era davvero splendida. Il salotto era enorme con due grossi divani ad angolo bianchi e blu, c’era una grossa porta finestra che dava al giardino sul retro con due enormi tende blu e bianche di seta, davanti ai due divani un enorme tappeto bianco e sopra di esso un tavolino di vetro. Di fronte c’era un grosso mobile bianco con sopra un televisore a schermo piatto, un lettore DVD, una X-Box e alcune foto. Attaccata ad una parete c’era una credenza di vetro e dentro tante foto incorniciate, attaccati al muro poi c’erano diverse stampe delle varie città europee. Proprio di fronte all’entrata principale c’era una rampa di scale tutte di marmo bianco con la ringhiera di un nero lucido.

Anne ci fece accomodare in cucina e anche per quella stanza rimasi senza parole; era di un arancione scuro con qualche spruzzo di giallo, al centro un grosso tavolo di legno chiaro e vari mobili antichi.

-Gradite qualche cosa da bere?- domandò Gemma aprendo il frigo, io scossi la testa e ringraziai con un sorriso.

-Per me va bene dell’acqua, grazie- rispose mio fratello sedendosi vicino a me, di fronte a noi c’erano mio padre e Anne.

Fortunatamente di Harry ancora nessuna traccia, sospirai e incrociai le braccia contro il petto attirando gli sguardi di tutti i presenti per pochi secondi.

-Allora Anne, Harry come sta?- domandò Alex dopo un lungo sorso d’acqua, lo fulminai furtivamente con lo sguardo e lui ammiccò un occhiolino, Gemma notò questi scambi d’odio e finto amore e sorrise divertita.

-Oh sta benissimo, è entusiasta del fatto che siate venuti a vivere qui, era sotto la doccia ma penso abbia finito e dovrebbe scendere a momenti- rispose Anne con il suo solito sorriso dolce come il miele. Sentimmo un tonfo dalle scale e cinque secondi dopo Harry fece il suo ingresso in cucina sorridente più che mai scompigliandosi i riccioli neri.

Ed ecco che quando parli del diavolo, spuntano le corna.

-Andrew! Alex! È un piacere rivedervi!- disse con la sua voce roca e dannatamente sexy a mio padre e mio fratello ignorandomi completamente.

“Grazie signore grazie! Anzi se magari fai proprio in modo che per il resto della mia esistenza (no fai della sua perché tanto so che morirà prima di me) non mi consideri mai più” pensai tra me e me lasciandomi scappare un sorrisino.

Mio padre si alzò dalla sedia e lo abbracciò fortemente salutandolo e sorridendogli mentre Alex gli batté il cinque e si diedero una forte spallata a vicenda, alzai gli occhi al cielo pensando che si comportavano come due bambini di 10 anni.

-Harry e Des non la consideri nemmeno?- domandò Gemma lanciandogli un’occhiataccia, sgranai gli occhi cercando di farle capire che me ne fregava meno di zero dei saluti di Harry; sfortunatamente lui lo notò divertito.

-Volevo salutarla per bene- disse avvicinandosi a me e con forza mi fece alzare dalla sedia tirandomi verso di lui per poi stritolarmi in un abbraccio forte e caloroso al contrario del mio che era debole e insignificante, lui se ne accorse e rise di gusto.

-Mi sei mancata begli occhioni- mi sussurrò in un orecchio così piano che quasi feci fatica anche io a capire. Senza farmi vedere gli tirai un calcio nello stinco e lui si allontanò subito da me con quel suo solito sorrisetto e le sue fottute fossette.

-Des immagino sarai stanca, se vuoi posso mostrarti la tua camera- disse con fare elegante e gentile ma per quel poco che lo conoscevo, sapevo che nella sua piccola testa da cercopiteco si formulava già un secondo fine. Scossi la testa violentemente.

Mi limitai a rispondere con un secco e deciso –No grazie- ma come sempre mio fratello decise di rompere le uova nel paniere e farmi girare le ovaie.

-Andiamo Des, Harry è così gentile e tu rifiuti in un modo così maleducato. Avanti accetta l’offerta- disse con un ghigno sul viso.

Ma che cazzo?! Avevano deciso di coalizzarsi contro di me?! Feci una faccia seccata e uscì dalla cucina diretta verso i bagagli, pochi secondi dopo sentì Harry che mi raggiungeva con passo elegante e deciso e con quel suo sorrisetto strafottente e le sue fottutissime fossette. Prese tre delle mie valige e iniziò a salire le scale, lo raggiunsi poco dopo.

-Si può sapere quanta roba ci hai messo? Pesano più di me e di te messi insieme!- disse trascinando a fatica le mie valige, sorrisi soddisfatta.

-Ti stai per caso lamentando? Tecnicamente dovrei essere io qui a lamentarmi visto che la ragazza tra i due è la sottoscritta- risposi con una leggera nota di gioia nella mia battutina, lui sorrise maliziosamente e con un movimento della testa si scostò un ricciolo nero che gli ricadeva sulla fronte bianca.

-Touchè- fu la sua unica risposta… e che cazzo voleva dire?! Ok non sono un’amante del francese, del tedesco, dello spagnolo o di qualsiasi altra lingua, l’unica che so parlare abbastanza bene è l’italiano visto che mia mamma veniva da Venezia.

Finita l’enorme rampa di scale Harry mi fece percorrere un lungo corridoio pieno di foto e quadri che riempivano le pareti bianche tra una porta e l’altra, cavoli quella casa era enorme e mi ci sarebbe voluto un anno per conoscerla bene.

Alla fine dell’interminabile corridoio Harry si fermò davanti ad una porta di legno marrone chiaro (forse l’unica visto che le altre erano tutte bianche o grigie) e l’aprì. Fui accecata da un’ondata di bianco candido e da una luce abbagliante proveniente da una delle venti finestre che si trovavano in quella camera. Harry mi fece segno d’entrare e non me lo feci ripetere due volte. Le pareti erano appunto di un bianco candido e ricoperti da piccole orchidee blu, c’erano due letti: uno matrimoniale con sopra un copriletto blu notte e con delle asti bianche dalle quali scendevano delle tendine intonate al copriletto; l’altro era un letto singolo con delle semplici lenzuola bianche. Di fianco c’era un comodino bianco con sopra una bajour. Di fronte al letto c’era un armadio a muro con venti anche che occupava tutta la parete e la cose mi fece molto piacere. Alla destra del letto c’era una porta finestra con delle tendine di velluto blu notte e se ci uscivi riuscivi a vedere un’enorme distesa di prato fiorito. Era una camera semplicemente splendida, come tutta la casa del resto. Senza neanche accorgermene feci spuntare un radioso sorriso sul viso e questo lo notò anche Harry.

-Ti piace?- domandò appoggiando i bagagli al muro e buttandosi a peso morto sul letto, lo guardai infastidita, quel letto era mio.

-Se mi piace? È splendida!- risposi avviandomi alla porta finestra e uscendo fuori sulla terrazza. Riuscivo quasi a sentire il profumo dei fiori del prato e il calore del sole che mi puntava contro.

-Speravamo ti piacesse. Io e Gemma ci abbiamo lavorato parecchio- rispose sbucando all’improvviso di fianco a me, sussultai leggermente per lo spavento e anche per la sorpresa. Lui? Che lavorava? Alla mia stanza? No cosa? Ok, il vero Harry Styles l’hanno rapito gli alieni.

“Grazie di cuore alieni!” pensai ringraziandoli veramente.

-Si beh, Gemma ha fatto il tutto, io ho approvato le sue decisioni- aggiunse poi con un’alzata di spalle.

“Ah ecco mi sembrava. Scusate alieni, posso capire che neanche voi lo vogliate” pensai di nuovo, mi capita spesso di parlare con me stessa e la maggior parte delle volte finisco col pensare a minchiate.

Senza proferir parola rientrai in camera seguita di nuovo da Harry ma questa volta toccò a me buttarmi a peso morto sul letto rovinando il lavoro che aveva fatto Gemma col prepararmelo,

Harry rise sonoramente magari notando la mia imbarazzante ma adorabile goffaggine, decisi di ignorarlo e mi misi a fissare il soffitto bianco con quei fiorellini blu quando Harry come suo solito decise di rovinare il tutto buttandosi di fianco a me.

-Ascolta, ti ringrazio per avermi mostrato la camera ma, non hai di meglio da fare?- domandai rivolgendogli un breve sguardo, lui come suo solito stava sorridendo. Scosse improvvisamente la testa facendo muovere la sua matassa di riccioli neri come la pece.

-Veramente avrei una partita in sospeso alla X-Box- rispose con fare pensieroso e improvvisamente si alzò dal letto scompigliandosi ancora di più i capelli.

-Se hai bisogno sono nella camera qui di fianco, bussa tre volte grazie- e con fare teatrale uscì dalla camera noncurante di sbattere la porta che rimasi a fissare per qualche minuto.

“Sia santificata l’X-Box” pensai rigirandomi nel letto evitando di pensare ai vestiti che tecnicamente avrei dovuto sistemare.

Socchiusi leggermente gli occhi e mi addormentai profondamente.

 Angolo autrice <3
Ave gente :D Ecco qui il primo capitolo della storia, spero vi piaccia :3 E spero vivamente di ricevere qualche piccola, minuscola recensione *-*

However, come potete aver capito, Des non è una ragazza normale e non ama particolarmente la sua nuova vita nella periferia di Londra. Bene, sono una ragazza di poche parole quindi, non so che dire spero solo che il capitolo vi piaccia <3 Vi mando un grosso bacio bellezze.

Destiny
P.s. vi lascio una foto degli adorabili fratelli Jones: Des e Alex :3

Des: http://tinypic.com/view.php?pic=etw5k4&s=6
Alex: http://tinypic.com/view.php?pic=33o2qnc&s=6

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Capitolo 2
*** Chapter Two: Midnight Cours ***


Chapter 2.

Midnight Cours”

 

Una leggera luce mi illuminò il viso dandomi così fastidio che fui costretta a svegliarmi.

Quando mi decisi ad aprire gli occhi notai che fuori il cielo era già scuro e che la luna era già alta, guardai l’ora: erano le undici e mezza di sera, quanto cavolo avevo dormito?! Mi alzai immediatamente dal letto inciampando nelle mie scarpe ma fortunatamente riuscì a non cadere.

Evitando di fare il minimo rumore mi avvicinai alla porta e l’aprì leggermente, il lungo corridoio era completamente buio tranne per una luce fioca che usciva dalla piccola fessura della porta vicino alla mia.

Uscì dalla camera e dimenticandomi del fatto che Harry mi aveva detto di bussare tre volte feci irruzione in camera sua e lo trovai disteso sul letto completamente nudo (tranne per un leggero pezzo di lenzuolo che grazie al cielo gli copriva l’amichetto Willi) intento a giocare all’X-Box.

Diedi un leggero colpo di tosse cercando di camuffare una risata spontanea alla visione che mi si era piazzata davanti, lui tranquillamente mise pausa alla partita e alzò lo sguardo su di me.

-Sei completamente nudo- quelle furono le uniche parole che riuscì a pronunciare mentre dentro di me stavo scoppiando in una risata isterica che avrebbe svegliato tutto il vicinato.

-Tu sei in perizoma e canotta- rispose tranquillamente alzando un sopracciglio.

Che cosa?! io non sono in canotta e peri- “oh cazzo!” pensai abbassando lo sguardo. E quando cavolo me li sarei tolta i pantaloni?! Presi i lembi della canotta e la abbassai il più possibile causando così una perfetta visuale del mio reggiseno, allora la tirai su ma con scarsi risultati.

I miei vani e imbarazzanti tentativi di coprirmi fecero ridere di gusto Harry.

-Smettila di ridere razza di porco pervertito!- dissi mentre sentivo le mie guancie prendere pian piano colore.

-Guarda che sei tu che sei piombata in camera mia- rispose in preda alle convulsioni per le risate, imbarazzata come non mai abbassai lo sguardo e notai un paio di pantaloni buttati a casaccio sul pavimento, li raccolsi e me li infilai immediatamente sperando di far cessare le risate di Harry che però aumentarono a dismisura.

-Che c’è adesso?- chiesi ormai in preda alla disperazione più assoluta.

-Sai che quelli non sono pantaloni ma sono un paio di boxer vero? Sono i miei boxer- disse asciugandosi una lacrima, sgranai gli occhi e osservandoli attentamente erano veramente dei boxer.

“Ti prego signore aiutami! Fa comparire una botola davanti a me nella quale io possa nascondermi a vita!” pensai e istintivamente controllai per terra nel caso una botola fosse comparsa magicamente.

-Ti prego dimmi che quando avevi su queste mutande non hai fatto nulla!- dissi quasi supplichevole, le sue risate cessarono di colpo e mi guardò interrogativo poi la sua espressione mutò completamente facendo comparire un ghigno odioso sul suo visetto da finto angelo.

-Che intendi dire?- domandò fingendo di non capire nulla, mettendosi a sedere e trascinando con sé il lenzuolo che, grazie al cielo, continuava a coprirgli Willi.

-Andiamo hai capito benissimo! Ti scongiuro dimmi che non ci hai fatto nulla altrimenti potrei urlare come una pazza- risposi guardando con riluttanza prima i boxer poi lui.

Arricciò leggermente la bocca e alzò lo sguardo al cielo, come se stesse riflettendo.

-Scusa, che boxer sono?- domandò indicandoli con un dito, io li guardai a fatica visto che la stanza era illuminata solo dallo schermo della televisione.

-Se non sbaglio sono blu a righe bianche- risposi sforzando la mia pessima vista, lui ritornò a fare l’espressione “pensatrice” e dopo mille interminabili secondi si degnò di rispondermi.

-No, sono quelli che avevo su oggi, quindi non ci ho fatto nulla- rispose poi tranquillamente posando il gioistic sul comodino di fianco al letto, io rilasciai un profondo respiro e mi accasciai contro il muro, lui sorrise divertito. Ma cavolo non aveva nulla da fare oltre che sorridere e farmi fare costantemente figure di merda?!

-Ok dopo questa bellissima scena da cabaret, che ci fai qui?- domandò per poi bere un sorso d’acqua dalla bottiglia poggiata di fianco a letto per terra, alzai lo sguardo su di lui, perché ero in camera sua? Ah si avevo fame!

-Volevo chiederti se era rimasto qualche cosa da mangiare e non conoscendo la casa mi avrebbero sicuramente scambiato per un ladro- risposi appoggiando la testa contro il muro e massaggiandomi lo stomaco che aveva iniziato a lamentarsi.

-Un ladro molto imbranato. Va bene ti accompagno in cucina- rispose.

Notai che stava per levarsi il lenzuolo di dosso allora presi la prima cosa che trovai per terra e gliela lanciai addosso coprendomi gli occhi con una mano.

-Ehi! È questo il ringraziamento?-

-Ti prego evita di mostrarti nudo ai miei occhi!-

-Scemotta guarda che non sono nudo!- rispose facendo una leggera risatina.

-Si invece!- risposi senza togliermi la mano dagli occhi.

Lo sentì alzarsi dal letto e lentamente avvicinarsi a me, posò la sua mano sulla mia e delicatamente me la sposto, sbarrai immediatamente gli occhi e lui rise di nuovo.

-Des ho su i boxer- disse assumendo il suo tono elegante e gentile, cazzo se odiavo quel suo modo di fare!

Aprì leggermente un occhio e vidi che in effetti portava un paio di boxer bianchi aderenti di Calvin Klein. Pensai che avevo fatto l’ennesima figura di merda e iniziai a maledirlo in venti lingue diverse (che ovviamente non so).

-E comunque mi hai fatto abbastanza male lo sai?- mi prese per le braccia e con delicatezza mi alzò dal pavimento, rimasi abbastanza scioccata.

-Perché scusa?- domandai corrugando la fronte

-Tu non sentiresti dolore se qualcuno ti tirasse addosso un all-star?-

-Beh, molto probabilmente sì- risposi mentre dentro di me gioivo per la botta di culo che avevo avuto.

Uscimmo dalla sua camera e con passo leggero sgattaiolammo in cucina (dopo che io sbagliai venti porte). Entrati in cucina mi catapultai sul frigo (o almeno quello che credevo il frigo) e puntualmente rischiai di farmi cadere addosso un’infinità di padelle visto che avevo aperto lo scaffale delle pentole. Grazie al cielo Harry mi prese per un braccio e mi trascinò a lui evitandomi così una morte prematura causata da una valanga di oggetti di latta.

Intrappolata tra le braccia di Harry e con il viso appiccicato al suo petto nudo e caldo, iniziai a ridere inconsciamente ignorando il fatto che Harold continuasse a stringermi sempre di più a lui che sembrava paralizzato anche se dopo mie varie risate sentì anche Harry seguì le mie orme e si lasciò in una risata fragorosa. Da tanto stretti che eravamo sentivo il suo petto alzarsi e abbassarsi velocemente; era caldo e bianco come il latte anche se ben messo (visto che aveva una bella tartaruga).

Cessate le risate cercai con tutte le mie forze di staccarmi da Harry che sembrava approfittarsene un po’ troppo per quella situazione visto che continuava a stringermi a lui, così dopo varie spinte riuscì a liberarmi dalla sua presa e mi sedetti sul tavolo guardando Harry che apriva il frigo; osservò il contenuto a lungo.

-Allora, potrei prepararti un panino- disse lui infilando ancora di più la testa nel frigo. Arricciai il naso e incrociai le gambe.

-Avrei voglia di pizza- risposi poggiando il mento sui polsi facendogli un sorriso radioso.

-Perché secondo te io a mezza notte chiamo una pizzeria d’asporto per farti fare una pizza?- domandò lui con tono scettico e finalmente voltandosi verso di me. Rizzai la schiena e gli sorrisi radiosamente.

-Lo faresti davvero?- domandai con una gioia addosso, avevo veramente voglia di pizza con peperoni e doppia dose di mozzarella super filante. Ed ecco lo stomaco che riprendeva a brontolare per via dei miei meravigliosi pensieri su quel delizioso cibo.

-No- rispose secco Harry spegnendo il barlume di speranza che piano piano si accendeva dentro di me e riempiva il mio stomaco di gioia. Ripiegai la schiena e poggiai di nuovo i gomiti sulle cosce e il mento sul palmo della mano con espressione sciatta.

-Vada per il panino- risposi notando che Harry si era già messo all’opera con pane e affettato, tempo due secondi me lo passò e con noia mangiai il mio noioso panino con prosciutto che riuscì giusto a riempire 1/100 della mia fame, ma per lo meno apprezzai il gesto di Harry che continuava a fissarmi con aria sveglia mentre mi cibavo. Finito il panino lo ringraziai e (questa volta lo sapevo) aprì il frigo per controllare se ci fosse qualche cosa d’altro ma riuscì a trovare per lo più bevande alcoliche e analcoliche e qualche busta di affettato con dei pomodori e varie verdure, rimasi abbastanza delusa.

-Non siamo molto forniti, la maggior parte delle volte facciamo spesa all’ultimo secondo- disse Harry alzando le spalle e notando la mia espressione delusa al massimo. Una cosa che adoravo particolarmente era mangiare e quando io, papà e Alex ce ne stavamo nel Chershire il nostro frigo era sempre pieno di cibo (anche perché mi occupavo personalmente della spesa essendo l’unica donna di casa dopo la morte di mamma).

-Ho notato… vabbè me ne torno a dormire- risposi trascinando il mio piccolo corpicino verso le scale lasciando da solo Harry in cucina con una faccia abbastanza strana per il mio comportamento. Scusate ma amo con tutta me stessa mangiare ed è una profonda delusione quando non si riesce a soddisfare quel fantastico bisogno. Salì la rampa di scale e mi avviai per l’enorme corridoio quando sentì l’impulso di andare in bagno. Ero fottuta, dove cazzo era?! Scesi di corsa in cucina a cercare Harry ma non era più dove l’avevo lasciato, rimasi abbastanza stranita anche perché non l’avevo sentito salire dietro di me; provai in camera sua ma non era nemmeno lì e pian piano la necessità del bagno cresceva sempre di più. Se non trovavo Harry mi mettevo a farla in giardino.

Decisi di andare ad intuito, avvicinai l’orecchio ad una delle mille porte e riconobbi prima il russare di mio padre, poi quello di Alex quindi sapevo per certo che quelle due camere erano da letto. Ora ero veramente fottuta perché non sapevo qual’era la camera di Gemma e quali altre stanze mi sarei potuta trovare davanti, pensai che magari Harry aveva una stanza personale dove faceva le sue “cose” con il piccolo Willi, trattenni una risata quando nel cervello mi si presentò l’immagine del suo piccolo Willi grosso come una nocciolina e lui che ci giocava.

Sentivo il bisogno del bagno crescere e decisi di andare ad intuito e aprì una porta a caso, la stanza che mi si presentò davanti era praticamente un piccolo paradiso per me; era una stanza bianca con le piastrelle del pavimento di un azzurro cielo. C’era una sola finestra con delle tendine intonate al mare e al centro della stanza c’era un grosso pianoforte di legno, alle pareti c’erano appese un’infinità di chitarre di diverso tipo, una grande batteria e due bassi. Rimasi immobile a fissare quello splendore di pianoforte; prima della morte di mia madre adoravo suonare, specialmente il piano, avevo partecipato a varie gare e seguito un’infinità di lezioni private e costosissime però, dopo la brutale morte di mia madre rimasi così scioccata che non suonai più. Con passi lenti e tremanti mi avvicinai al piano e con tantissima calma ci girai intorno poggiandoci sopra le dita tremanti e toccando quel materiale lucido e liscio. Finito il giro mi sedetti sullo sgabello di fronte al piano e lentamente sfiorai i piccoli tasti neri per poi passare a quelli bianchi, sentì una fitta allo stomaco e ritrassi subito la mano cercando di trattenere le lacrime che sentivo già pronte per uscire dal condotto lacrimale.

-Che diavolo ci fai qui?- domandò Harry facendo sbucare la sua massa di ricci dalla porta, mi voltai di scatto e immediatamente mi alzai dallo sgabello picchiando così il ginocchio sulla tastiera del pianoforte, dovetti posarmi una mano sulla bocca e premere con tutte le mie forze per non far si che il mio urlo si sentì per tutta la casa e per tutto il vicinato. Rimasi per qualche minuto in silenzio ignorando la faccia divertita di Harry che fulminai puntualmente con lo sguardo.

-Ti stavo cercando- dissi con voce tremante per via del dolore.

-Ero in bagno- rispose tranquillamente e io lo maledissi lanciandogli una macumba, cazzo anche a me serviva il bagno!

-Mostrami immediatamente dov’è!- urlai dimenticandomi del fatto che magari gli altri potessero dormire vista l’ora.

-Shhhh!!! Dormono! Vieni con me!- disse abbassando immediatamente il suo tono di voce, facendolo somigliare ad un sussurro, si avvicinò e mi prese per mano trascinandomi fino alla fine del corridoio dove c’era la mia stanza, però invece di andare dritto mi girò verso destra piazzandomi davanti ad una porta con attaccata una targhetta dove sopra c’era scritto a caratteri cubitali “BAGNO”. Ci rimasi letteralmente di merda, il bagno era proprio alla destra di camera mia e di fronte a quella di Harry, e la cosa scioccante era che non avevo nemmeno visto la targhetta. Mi voltai verso Harry e notai che aveva le braccia incrociate e le sopracciglia alzata, arricciai le labbra e abbassai lentamente lo sguardo.

-Sei una psicopatica- mi scompigliò i capelli e sparì in camera sua senza darmi il tempo di ribattere, sbuffai e finalmente mi chiusi in bagno. Finito il tutto mi diedi una veloce occhiata allo specchio; i capelli neri leggermente ondulati e spettinati, le lentiggini sul naso, gli occhi di colore diversi: uno azzurro e l’altro blu, la pelle color latte e le piccole labbra. Ero sempre la solita. Sbuffai e me ne tornai in camera mia e mi buttai sul letto ignorando il fatto che non avevo nemmeno un po’ di sonno e che le valige erano ancora tutte da disfare.


 

Angolo Autrice <3


Buon Giorno People :D
Beh, ho deciso di postarvi anche il secondo capitolo così magari vi sciogliete un pò e recensite *-*

 

Bene come avrete capito la nostra Des ama suonare il piano anche se ha un po’ paura e col tempo si scoprirà anche il perché e… so che forse non dovrei ma… Harry l’aiuterà parecchio ;D Ok ora che ho fatto la guasta feste come mio solito, posso dileguarmi!

Un bacione, Destiny

p.s. nel prossimo capitolo comparirà un adorabile marinaretto <3


 

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Capitolo 3
*** Chapter Three: Giuro solennemente di non avere buone intenzioni ***


Chapter 3.

Giuro solennemente di non avere buone intenzioni

Trascinai il mio corpo stanco giù dalle scale evitando di inciampare ad ogni singolo passo e appoggiandomi costantemente alla ringhiera che il quel momento divenne la mia migliore amica. Quella mattina la casa era particolarmente silenziosa e profumava di rose, il giorno prima di primule. Con passo lento e noioso (una tartaruga non avrebbe avuto problemi a superarmi) strisciai in cucina alzando una mano in segno di saluto, ci rimasi di merda quando vidi che era vuota. Controllai l’ora e notai che era abbastanza presto, insomma le dieci e mezza può essere considerato presto, no? Mi avviai verso il frigo e lo aprì prendendo il cartone di latte e proprio da Miss Finesse bevvi a canna senza preoccuparmi di prendere un bicchiere o una tazza per poi esibirmi in uno spettacolo di rutto libero, tanto non c’era nessuno. Con gli occhi semi chiusi cercai tra gli scaffali una scatola di cereali e mi ci vollero vari tentativi prima di beccare l’anta giusta dove tenevano biscotti e cereali, mi sentì al settimo cielo. Presi una sedia e con molta goffaggine e sonnolenza mi arrampicai sulla sedia e presi i cereali Nesquick che tanto adoravo e dopo essere saltata con un balzo giù dalla sedia mi ingoffai di cereali riuscendo a colmare il vuoto nello stomaco che mi tenevo da ieri sera dopo il tristissimo panino che mi aveva preparato Harry.

Finita la mia perfetta colazione mi avviai, sempre molto lentamente, in camera e iniziai a rovistare tra le valigie alla ricerca di qualche cosa da mettere addosso, optai per un paio di shirt, una canotta gialla e un cardigan nero abbinato alle all-star. Avevo messo praticamente già a soqquadro tutta la camera per via dei vestiti lanciati per aria, prima o poi (molto probabilmente POI) li avrei sistemati.

Quando uscì dal bagno mi sentì rinata, avevo fatto una bella doccia, mi ero messa dei vestiti abbastanza decenti e ero riuscita a truccarmi senza sbavare neanche un po’ di matita, indossavo il mio profumo preferito e mi sentivo felicissima per il fatto che fossi a casa da sola e sinceramente non mi importava nulla di dove fossero gli altri. Potete immaginare come ci si sente a stare in una mega villa da soli? Beh, provateci poi ne riparleremo.

Scesi di corsa in salotto e mi paracadutai sul divano accendendo con un tonfo lo stereo visto che il mio gomito destro finì sul telecomando. La canzone era American Idiot dei Green Day, lanciai un urlo di gioia e iniziai a saltare sul divano cantando a squarciagola

-Don't wanna be an American idiot.
Don't want a nation under the new mania.
And can you hear the sound of hysteria?
The subliminal mind fuck America-

E con un balzo saltai sull’altro divano evitando di non precipitare sul tappeto mentre facevo la funambola.

-Welcome to a new kind of tension.
All across the alienation.
Everything isn't meant to be okay.
Television dreams of Tomorrow…-

Stavo per finire la strofa della canzone quando sentì il campanello suonare facendomi così terminare il mio mini concerto con pubblico composto da un tavolino di vetro e un tappeto bianco. Feci un breve inchino e corsi verso la porta, l’aprì di scatto e per quasi non scoppiai a ridere per la fantastica visuale che mi si parò davanti. Un ragazzo alto (molto più alto di me, beh quasi alto come Harry), ben messo, i capelli color miele con qualche sfumatura scura e gli occhi paragonabili al cielo e una leggera barbetta che gli circondava la bocca sottile e perfetta. Per sé non era un brutto ragazzo e non era quello il motivo per cui stavo per andare in crisi epilettica, la causa era il modo in cui era vestito: una t-shirt bianca con delle piccole righe blu, un paio di pantaloni bianchi con il risvoltino che superava la caviglia e un paio di Tom’s abbinate alla maglietta, sembrava uno di quei gondolieri veneziani di cui mamma mi parlava sempre.

Quando gli aprì la porta mi sorrise radioso e affondò le mani nelle tasche dei pantaloni iniziando a dondolarsi sui talloni.

-Ciaaao, sono Louis, tu saresti?- domandò spostando leggermente la testa da un lato scrutandomi da capo a piedi, incrociai le braccia contro il petto e iniziai a battere velocemente il piede sul pavimento, odio quando la gente mi fissa, specialmente quella che non conosco.


-Sono Des. Che vuoi?- domandai dandogli fuoco con lo sguardo e cercando di trattenere una fragorosa risata per via del suo “favoloso” modo di vestire. Louis non appena sentì il mio nome sorrise radioso e gonfiò il petto continuando a dondolarsi sui talloni.

-Quindi sei tu la famosa Des, scusa, Harry è in casa?- domandò poggiandosi contro lo stipite della porta facendo un sorrisino sghembo.

Alzai le spalle noncurante -E che ne so- risposi tranquillamente prossima a chiudere la porta e tornare a finire il mio grandioso concerto per il mio meraviglioso pubblico che mi acclamava, Louis però fu più svelto e con un piede bloccò la porta e si infilò in casa con un gesto veloce che mi lasciò spiazzata. Agile il veneziano.

-Come fai a non saperlo? Fino a prova contraria vivete insieme- rispose appoggiandosi contro il muro e incrociando le braccia al petto cercando di imitarmi.

-E fino a prova contraria non siamo a Venezia eppure tu sei vestito come un gondoliere quindi, ci sbagliamo entrambi- risposi seccamente alzando gli occhi al cielo, orgogliosa però della mia bellissima battuta, Louis iniziò a ridere e si sbilanciò in avanti e con una mano mi scompigliò i capelli come se non fossero già spettinati di loro, gli feci la linguaccia e mi allontanai da lui di un passo e quasi non cadde, trattenni l’ennesima risata.

-Comunque non è casa, ti conviene passare più tardi- aggiunsi aprendogli la porta e facendogli segno di uscire lui però non mi considerò minimamente e si fiondò sul divano che qualche minuti prima mi faceva da palco posando beato i piedi sul tavolino, gli lanciai un’occhiataccia e, dopo aver sbattuto la porta, mi avvicinai a lui sedendomi sul secondo divano.

-Non hai nient’altro da fare?- domandai incrociando sia braccia che gambe continuando a fulminarlo con lo sguardo, lui continuò a fare zapping alla televisione lanciandomi ogni tanto qualche occhiata divertita.

-Veramente no e poi ho appuntamento con Harry, sono sicuro che arriverà a momenti- rispose lui coricandosi tranquillamente come se la casa fosse sua, lo detestavo già, ci scommetto di tutto che lui e Harry erano fratelli gemelli eterozigoti separati dalla nascita e rincontrati per puro caso dopo diversi anni.

Restammo in silenzio per diverse ore mentre Louis continuava a cambiare costantemente canale facendomi venire un tremendo mal di testa e uscire dai gangheri, iniziai a pregare che Harry arrivasse il prima possibile per portarmelo via dalle palle.

Le ore passavano e di Harry neanche l’ombra, mi stiracchiai sul divano e notai che finalmente Louis si era addormentato, mi alzai e sgattaiolai fuori di casa con il pacchetto di sigarette in mano, mi sedetti sul primo scalino e appoggiai la schiena contro la porta accendendo una sigaretta. C’era una calma e una tranquillità indescrivibile, nessuna macchina che passava, nessun gruppetto di ragazzine che urlava e nessuna vecchietta pronta a commentare anche il modo di respirare. Si sentiva solo il sole caldo puntarti addosso e il vento fresco sfiorarti dolcemente i capelli, ogni tanto si vedeva qualche uccellino volare e fare rumore con le sue ali, ma era un rumore piacevole. Socchiusi gli occhi e continuai ad ascoltare il rumore del vento e degli uccelli fino a quando non sentì una macchina frenare bruscamente sulla ghiaia e una portiera sbattere, sussultai per lo spavento e rizzai in piedi. Guardai preoccupata Harry che con passo spedito e incazzato mi veniva in contro, aveva un’espressione tirata e quasi delusa. Decisi di non andargli in contro e di aspettare che mi raggiungesse, non ci avrebbe messo tanto visto la camminata rapida e le gambe terribilmente lunghe, rimasi scandalizzata visto che in cinque secondi mi raggiunse, io ci avrei messo come minimo 10 minuti. Mi si affiancò e senza degnarmi di uno sguardo poggiò la mano sulla maniglia poi però si bloccò e abbassò la testa, io continuai a fissarlo senza proferir parola.

-Vuoi una foto?- domandò seccato con la voce ancora più roca senza alzare la testa, incrociai le braccia al petto, ecco l’Harry sfacciato e maleducato.

-No grazie, ce ne sono già abbastanza in giro per la casa- risposi secca guardando come i suoi ricci ricadevano perfetti sul suo viso e come il nero facesse contrasto con col bianco della pelle. In fondo non era una brutto ragazzo, quello che lo fregava era il suo caratteraccio che cambiava da un’ora all’altra.

-Allora potresti anche smettere di fissarmi!- urlò per poi alzare di scatto la testa mostrandomi finalmente gli occhi di un grigio acceso contornati dal lucido e dal rossore delle lacrime pronte ad uscirgli, ci rimasi quasi male.

Spostai immediatamente lo sguardo altrove e me ne andai nel giardino sul retro, che razza di cretino! Di corsa raggiunsi la grande quercia che se ne stava al centro del giardino e mi arrampicai fino ad arrivare alla casetta sull’albero e mi coricai lì dentro. Non era particolarmente spaziosa, ci stavano al massimo due persone, era fatta tutta di legno e non era nemmeno nuova, doveva avere un bel po’ di anni. C’era una piccola finestra sulla destra e un grosso buco sul tetto e su ogni parete si leggeva a caratteri cubitali e di diverso colore HARRY’S RULES. Sorrisi e iniziai a fissare l’enorme buco sul tetto, riuscivo a vedere il cielo che d’azzurro e limpido, diventava grigio e cupo proprio come gli occhi e l’umore di quel demente.

Bussarono alla porta e contro voglia di alzai dal letto e mi trascinai fino alla porta. E adesso chi era?! Erano già venuti Alex e Gemma singolarmente e si erano trattenuti per non si sa quanto tempo, volevo starmene un po’ da sola prima di cena ma a quanto pareva non era possibile. Aprì la porta e trovai il viso di Harry a pochi centimetri dal mio, sbuffai e gli sbattei la porta in faccia, era l’ultima persona con la quale avrei voluto anche il minimo rapporto, anche uno sguardo mi avrebbe costretto ad ucciderlo. Ok, ci ero rimasta male per come mi aveva trattata e visto che sono abbastanza permalosa me la prendo molto facilmente anche perché non mi ero neanche azzardata a parlargli, lo stavo solo guardando.

-Ahia! Ma sei scema o cosa?!- urlò aprendo di scatto la porta tenendosi una mano sul naso. Risi divertita notando che piano piano il naso gli diventava rosso poi però riacquistai la mia espressione offesa e incazzata.

-Che vuoi?- domandai seccata voltandomi e incamminandomi verso il balcone che adoravo come la mia stanza.

-Sono venuto ad avvisarti che la cena è pronta e… a scusarmi per oggi- disse spuntandomi di fianco e grattandosi con la mano libera il capo, lo guardai ancora offesa e senza dire una parola ritornai in camera e uscì senza neanche aspettarlo, adoravo quando la gente mi implorava di perdonarla per di più se poi era Harry Styles, la cosa mi piaceva ancora di più.

-Non si aspetta neanche?- domandò lui raggiungendomi in poco e affiancandosi a me che cercavo di camminare il più veloce possibile cercando di seminarlo ma i tentativi con lui erano vani. Decisi di ignorarlo e non rispondergli, mi prese per mano e mi costrinse a fermarmi di colpo strattonandomi. Odiavo quel gesto visto che l’aveva fatto anche la sera precedente e mi ero trattenuta giusto perché era sera e volevo evitare di svegliare tutti.

-Andiamo Des scusa, io… insomma ero abbastanza incazzato, figurati che ho anche risposto male e Lou e… a lui non rispondo mai male, è il mio migliore amico- disse facendosi spuntare un sorrisino debole sul viso, io sbuffai, ora che mi ha avvertito che il gondoliere è il suo migliore amico e che ha risposto male anche a lui, che cosa ci guadagnava? Sicuramente io nulla.

che… ascolta oggi non è stata una buona giornata e… - iniziò a fummo interrotti dalla voce di mio padre che ci chiamò dalle scale chiedendoci se per caso avevo ucciso Harry, mi feci scappare un sorriso e abbassai lo sguardo poi mi liberai dalla mano di Harry e scesi di corsa le scale piombando in cucina. Sentivo uno strano calore nella mano destra, quella che poco prima era incastrata a quella di Harry. Lo ignorai e mi concentrai sul meraviglioso polpettone che mi si presentò davanti.


Angolo Autrice :3
Ok, qui nessuno mi caga ç___ç mi sento molto una forever alone D: Qualche anima pia che recensisce per la gioia di questa povera disperata? *-* Ve ne sarei molto grata :3

However,

secondo voi Des non è adorabile quando fa l’incazzata? E Harry non è semplicemente splendido quando cerca di scusarsi? Per me sì :3 sono entrambi adorabili *-*

Bene come avete letto, Louis (anche se per poco) è entrato in azione e Harry è incazzato per qualche cosa che, molto probabilmente, si scoprirà nel prossimo capitolo. Ok, visto che non so che dire mi catapulto via (forse non ha senso ma… insomma amen enjoy the life! :D)

Mi raccomando: “Giurate solennemente di non avere buone intenzioni!” Oh my Weasley Twins <3

E magari per invogliarvi a recensire, vi lascio una foto dell'adorabile Larry Stylson <3

http://tinypic.com/view.php?pic=2j46mgk&s=6

Insomma sono adorabili *-*

Vi mando un grosso bacio, Destiny  

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Capitolo 4
*** Chapter Four: Are you fuckin' kidding me?! ***


Chapter 4.

Are you fuckin’ kidding me?!”

 

Sbuffai realizzata e con un tonfo mi sedetti per terra soddisfatta per lo splendido lavoro che avevo fatto. Finalmente mi ero decisa a sistemare la moltitudine di vestiti nell’armadio e non vi dico come possa essere stato stancante ma soprattutto snervante. Sentì il campanello suonare ma lo ignorai, sarebbe andato Harry ad aprire, continuai a starmene lì seduta sul pavimento a fissare lo splendido lavoro.

Il campanello suonò di nuovo e il suono fu più prolungato, sbuffai cercando di ignorare quel fastidioso rumore acuto che risuonava per tutta la casa.

“Ok Des, il tuo prossimo lavoro sarà quello di cambiare di nascosto il campanello… magari con uno che quando lo suoni fa partire tutto l’album dei Paramore” pensai mentre il campanello continuava a suonare. Ma porco cavolo dov’era Harry quando avevo bisogno di lui?!

-Des và tu!- urlò la voce di Harry da una parte non ben definita dell’enorme villa, alzai gli occhi al cielo e battei la mani chiuse a pugno sul pavimento mettendomi poi a gattoni e gattonando fino alla porta di camera mia. Quanto cavolo gli costava andare ad aprire?! Tanto sicuramente sarebbe stato uno di sua conoscenza (spero vivamente che sia il marinaretto così mi farò due risate per il suo modo di vestire). Scesi lentamente le scale maledicendo Harry e chiunque stesse suonando quel fottuto campanello, arrivai alla porta e dopo aver sbuffato una ventina di volte, aprì la porta ed ecco il perfetto marinaretto davanti alla porta. Quel giorno indossava una maglia blu con le maniche a tre quarti e le righe bianche, un paio di pantaloni rossi e delle Tom’s blu. I capelli erano sempre gli stessi solo un po’ più spettinati del giorno precedente e si era fatto la barba ma con scarsi risultati perché riuscivo ancora a vederla, era quel che si può definire “una barbetta sexy”.

-Buon pomeriggio simpaticona- disse Louis facendomi l’occhiolino ed entrando tranquillamente in casa senza ricevere un permesso da parte mia, alzai gli occhi al cielo e chiusi la porta di scatto.

-Buon pomeriggio a te marinaretto - risposi avvicinandomi a lui che stava comodamente per buttarsi sul divano, lo presi per un braccio -Se cerchi Harry è in camera sua e non penso sia intenzionato a scendere visto che ha mandato me ad aprirti- dissi trascinandolo verso le scale, lui rise divertito.

-Allora sei la sua schiavetta- disse ridendo, io lo fulminai con lo sguardo e iniziai a stritolargli il braccio che avevo tra le mani, lui lanciò un urlo di dolore e scostò subito il braccio e si allontanò di qualche passo da me.

-Sia chiaro, non sono la schiavetta di Harry- dissi guardandolo dritto negli occhi e puntandoli l’indice contro il petto. Anche il suo era come quello di Harry, palestrato e perfetto. Louis rimase in silenzio per qualche secondo.

-Scusa, non pensavo potessi prendertela così tanto- biascicò poi con sguardo serio, che però durò pochissimi secondi perché poi tornò ad essere allegro e solare, l’avevo visto solo due volte ma aveva sempre quell’espressione.

-Ok, ora che abbiamo chiarito, puoi andartene in camera da Harry- dissi salendo le scale, passando due scalini alla volta e sbarrandomi in camera ignorando Harry che se ne stava appoggiato contro la porta di camera sua. Ero ancora abbastanza incazzata con lui per il giorno prima, e poi adoravo vederlo mentre mi chiedeva scusa.

Presi una sigaretta dal pacchetto e uscì sul balcone, iniziai a fissare il campo fiorito che mi si presentava davanti, era una cosa fantastica. Finita la sigaretta rientrai in camera per andarmene in bagno ma fui attirata dalla conversazione che Harry e Louis stavano tenendo nella camera di fianco alla mia. Mi appiccicai contro il muro e iniziai ad ascoltare.

-Hazza mi dispiace, insomma non avrei mai pensato che potesse succedere così presto- riconobbi la voce acuta e simpatica di Louis. Sentì Harry sospirare, cavoli con la porta semichiusa non riuscivo a vedere nulla! A gattoni aprì leggermente la porta cercando di non farmi notare, vidi i due ragazzi seduti sul letto, Harry mi dava le spalle mentre riuscivo a intravedere il viso di Louis.

-Che vuoi che ti dica Tommo, quasi non ci credo neanche io- rispose di rimando Harry, che diavolo era successo?! Notai Louis che volgeva lo sguardo verso la porta e di scatto mi appiccicai al muro, come se dovessimo fare una fusione. Ero seduta sul pavimento con le gambe premute contro il petto e la schiena che a momenti entrava in simbiosi con il muro e rimasi in quella posizione scomoda fino a quando con la coda dell’occhio non notai che Louis era tornato a guardare Harry.

-Andiamo, sicuramente ce ne saranno altre- disse il marinaretto picchiettando la spalla di Harry. Ahhhh era stato mollato dalla ragazza! Non sapevo fosse fidanzato, però sembrava tenerci parecchio visto che ieri era tornato a casa davvero molto incazzato.

-Si ma… nessuna potrà mai essere come Mia- Harry sembrava veramente distrutto. Un momento… Mia?! Sembrava più un nome da gatto, alzai le spalle e continuai ad ascoltare. Sapevo perfettamente che quello che stavo facendo poteva essere sbagliato ma, insomma, permettetemi un po’ di curiosità.

-Coraggio Hazza! Ascolta questa sera che ne diresti di uscire con me e gli altri? Potresti invitare anche Des!- propose Louis balzando in piedi, io di scatto ritornai in simbiosi con il muro cercando di farmi piccola per non essere vista.

-Beh, si magari… - rispose Harry con una scrollata di spalle facendo muovere anche tutti i ricci, sbarrai gli occhi e iniziai a scuotere velocemente la testa, non volevo conoscere i suoi amici, era già tanto se avevo conosciuto Louis. Li vidi alzarsi e avvicinarsi alla porta, immediatamente iniziai a strisciare sul pavimento cercando di raggiungere il bagno ma fui colta in fragrante dai due. Louis era in preda ad un attacco di ridarella acuta mentre Harry sembrava più che altro scioccato dalla mia posizione: stravaccata sul pavimento e un braccio che si allungava verso il bagno.

-Beh? Che volete?- domandai cercando di nascondere l’imbarazzo e fingendo che tutto fosse normale. Harry si accucciò di fronte a me perforandomi con quegli occhi verde speranza.

-Tu hai dei seri problemi mentali, te l’hanno mai detto?- con una mano mi scompigliò i capelli, gli feci la linguaccia.

-Che c’è? Adesso non posso neanche starmene coricata sul pavimento?!- domandai irritata mentre cercavo di autoconvincermi che quello che stavo facendo fosse una cosa comune, da tutti i giorni.

Anche Louis si affiancò ad Harry e oltre ad essere perforata dallo sguardo verde speranza adesso si era anche messo in mezzo lo sguardo azzurro cielo del marinaretto, poteva andare peggio?

-Ascolta, se non sei troppo impegnata a coccolare il pavimento, ti andrebbe di uscire con noi e il resto del gruppo questa sera?- domandò Harry continuando a fissarmi, io rimasi immobile a boccheggiare senza sapere cosa rispondere. Insomma tre giorni che ero lì e non avevo ancora messo piede fuori di casa, mi sarei suicidata molto presto; però non me la sentivo di conoscere gli amici di Harry, che sicuramente sarebbero stati dei pervertiti come il presente (anche se Louis non lo sembrava tanto nonostante fosse il suo migliore amico).

-Sai amico, avevi ragione, i suoi occhi sono una cosa impressionante- disse d’un tratto Louis che sembrava interessato a farmi una radiografia sia interna che esterna. Ed ecco che ricominciavano le battutine sui miei occhi. Sbuffai e cercai di mettermi a sedere tirando per sbaglio un calcio alla caviglia di Louis.

I due ragazzi si scambiarono sguardi divertiti, sapevo che stavano programmando delle pessime battute.

-Si va bene vengo grazie!- dissi il più velocemente possibile e sgattaiolando in bagno per evitare di subire quella tortura. Li sentì ridere in sottofondo, roteai gli occhi e cercai di ignorarli.

~

Quel pomeriggio Anne era a casa dal lavoro, Gemma aveva un appuntamento dal parrucchiere, Alex semplicemente cazzeggiava come suo solito mentre papà era al lavoro. Io e Anne ce ne stavamo in cucina e la stavo aiutando a sistemare la spesa mentre Harry portava le buste dalla macchina.

-Des, ti stai trovando bene?- domandò ad un tratto Anne speranzosa di una mia risposta affermativa, in effetti mi stavo trovando abbastanza bene nonostante la convivenza con Harry che non era poi così male. Poi me ne stavo da sola, l’unica cosa mi mancava un casino Cece e sapevo che fino a Sabato non avrei potuto vederla. Pensai che mancavano solo 5 giorni al matrimonio e non mi ero ancora preoccupata di trovare un vestito o magari di chiedere se c’era bisogno con i preparativi.

-Molto, grazie mille Anne- risposi passandole una scatola di pasta che ripose ordinatamente nello scaffale. Quando finimmo di sistemare ci sedemmo fuori sulle sdraio che si trovavano nel giardino sul retro. Era una cosa fantastica starsene lì, anche se preferivo di gran lunga il mio balcone. Harry ci raggiunse con in mano una bottiglia di cola che puntualmente gli fregai con un sorriso malizioso.

-Des ti andrebbe di essere la mia damigella d’onore?- domandò improvvisamente Anne facendomi sputare la cola che avevo appena bevuto. Io?? Damigella d’onore?! Cosa?! No, no, no, no, no, no!! L’ho già detto no?

“Mi stai fottutamente prendendo per il culo, Anne?!” pensai tra me e me fissando Anne come se fosse una completa sconosciuta. Poi notai che la sua espressione era piena di speranza e gioia, potrò anche essere un mostro ma, insomma delle volte anche io ho dei sentimenti e sapevo perfettamente che se avessi rifiutato l’offerta ci sarebbe stata malissimo. Respirai profondamente per un paio di volte.

-Mi farebbe veramente piacere- risposi facendole un finto sorriso e ignorando lo sguardo divertito di Harry. Cazzo quanto gli avrei tirato volentieri un pugno.

Angolo Autrice <3
Bene, eccomi di nuovo qui a rompervi le scatoline :P Non so che ho in questi giorni, sono molto ispirata, e poi magari continuando a postare capitoli qualche lettore potrebbe lasciarmi qualche piccola recensione?? *-* (andiamo fingete che davanti a voi ci siano Harry, Louis, Liam, Zayn e Niall che vi fanno gli occhioni dolci per recensire la mia storiella :3) 

However,
dopo avervi supplicato insieme alle nostre cinque carotine, parliamo un pò del capitolo.
Sinceramente non ne sono molto convinta ma per lo meno si è un pò capito come mai Harry è "incazzato" e poi ammettetelo, Des non fantastica? :') Ok, dopo avervi supplicate, scongiurante e aver costretto i ragazzi a farvi gli occhioni dolci, mi dileguo visto che sono una forever alone ç___ç

Un grosso bacio bellezze, Destiny

Oh quasi dimenticavo, vorrei ringraziare Helena_Horan per aver recensito il 3° capitolo, spero ti piaccia anche questo <3

P.s. vi lascio con questo dolcissimo Zayn e il suo cagnolone che vi scongiurano di recensire <3
http://tinypic.com/view.php?pic=md358k&s=6

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Capitolo 5
*** Chapter Five: A.F.D.M. : Associazione Figure Di Merda. ***


Chapter 5.

A.F.D.M: Associazione Figure Di Merda.”

 

-Des muoviti non voglio far tardi per colpa tua!- urlò Harry bussando per l’ennesima volta alla porta di camera mia mentre lanciavo l’ennesima maglietta sul letto. Aprì di scatto la porta e mi ritrovai faccia a faccia con quel beota con lo sguardo da pesce lesso.

-Ascolta, posso capire che tu sia incazzato per la tua ragazza ma non prendertela con me, ho bisogno di tempo per prepararmi!- sbattei la porta ignorando il suo sguardo perplesso e tornai a frugare nell’armadio alla ricerca della mia maglietta preferita, quella grigia dei Ramones. Dove diavolo era finita?! Entrai letteralmente nell’armadio, mi sentivo tipo Alice in wonderland anche se ero solo ricoperta di vestiti (più che altro felpe, jeans, shirt, canotte e cardigan; era difficile trovare un vestito nel mio armadio). Rovistai per una ventina di minuti e quando finalmente riuscì a trovare la mia adorata maglietta esultai di gioia e mi sentì quasi un Dio.

Infilai la maglia, un paio di jeans neri stretti in fondo e le mie adorate Vans bianche, mi scrollai i capelli, misi un po’ di matita e del mascara, presi cellulare e uscì dalla camera realizzata. Vidi Harry seduto per terra con la testa appoggiata contro il muro; rimasi scandalizzata: eravamo vestiti uguali. Quando si accorse della mia presenza si mise in piedi e mi fissò scioccato. Devo ammettere che la situazione era molto imbarazzante visto che ero vestita nello stesso modo di un ragazzo (non che la cosa mi turbasse visto che ci ero abituata, solo vestita come Harry, mi faceva sentire strana).

-Stai benissimo questa sera- disse indicando la mia maglietta, identica alla sua. Sorrisi leggermente dando una scrollata di spalle, devo ammetterlo: non mi sentivo particolarmente a mio agio in quella situazione.

-A me piacciono i tuoi jeans- risposi per smorzare un po’ la tensione che si stava creando a causa mia. Restammo per qualche secondo in silenzio a fissarci abbastanza imbarazzati, magari sperava che andassi a cambiarmi ma, no grazie, adoravo quella maglietta e mi piaceva com’ero vestita nonostante anche lui indossasse i miei stessi abiti.

-Ci conviene andare, non eravamo in ritardo?- mi incamminai alle scale e in breve tempo Harry mi raggiunse continuando a stare in silenzio. In salotto c’erano papà e Anne accoccolati che guardavano la tele. Quella sera Gemma era uscita col suo ragazzo, Liam, mentre Alex era andato in discoteca con i suoi futuri compagni d’università che aveva già conosciuto. Alex era all’ultimo anno di università mentre io tecnicamente avrei dovuto frequentare il primo anno, solo che non era ancora arrivata la lettera d’ammissione da Oxford che avevo spedito a Giugno, ovvero il mese scorso. Salimmo in macchina senza proferir parola e restammo in silenzio per un bel po’ di tempo fino a quando non fu Harry a parlare.

-E comunque, non sono stato lasciato dalla mia ragazza- disse cambiando marcia e stazione radiofonica. Mi voltai verso di lui con aria perplessa.

-Scusa, allora Mia?- domandai senza pensare che così avrebbe capito che avevo origliato la sua conversazione con Louis, anche se sicuramente lo aveva già capito da quando mi aveva beccata stravaccata sul pavimento.

Harry rise di gusto e sonoramente che fu costretto a tirare indietro la testa dimenticandosi momentaneamente della strada, solo il suono di un clacson lo costrinse a posare di nuovo lo sguardo sull’asfalto.

-Mia è il mio gatto, è morta ieri… per quello ero così incazzato- rispose diventando serio e cupo, immaginai ci stesse veramente male. Restai un po’ in silenzio capendo che in cinque secondi ero riuscita a fare una grandissima figura di merda e a far rabbuiare Harry.

Complimenti Des, seriamente delle volte dovresti metterti un grandissimo pezzo di nastro adesivo sulla bocca e farti rinchiudere in una camera d’isolamento così eviti di stare a contatto con le persone” poggiai la testa contro il finestrino e mi puntai l’aria condizionata addosso, quella sera si moriva di caldo. Ogni tanto lanciavo qualche sguardo furtivo a Harry e notai che la sua espressione era sempre la solita: cupa e triste. Mi sentivo abbastanza uno straccio anche perché già non ero in grado di consolare le persone che conoscevo bene, figuriamoci Harry che non lo conoscevo benissimo.

-Beh, come sono i tuoi amici?- mormorai lentamente sentendomi abbastanza in imbarazzo per le mie grandissime figure.

-Lo scoprirai da sola, non voglio rovinarti la sorpresa- rispose abbozzando un sorrisino leggero. Ok potevo immaginare che ci stesse male ma quella situazione mi stava letteralmente distruggendo! Sbuffai e posai di nuovo la testa contro il finestrino con l’aria condizionata che mi puntava dritta alla testa provocandomi così un leggero mal di testa. Di tanto in tanto lanciavo occhiatine ad Harry, se ne stava lì, cupo e con lo sguardo assente a guidare. Ma dove cazzo abitavano i suoi amici? Non vedevo l’ora di scendere da quella macchina e rintanarmi su un balcone o nel giardino della casa di Louis da sola e specialmente senza quell’Harry noioso e depresso.

-Sentimi bene, posso capire che tu ci stia male ma insomma, è un gatto! Mi dispiace ma sinceramente mi sta innervosendo parecchio vederti così!- sbraitai d’improvviso dopo l’ennesimo sospiro di Harry che mi guardò quasi sconvolto. Ve l’ho già detto che sono molto schietta e impaziente?

-Scusa, ma ci ero davvero affezionato- rispose abbassando lo sguardo dimenticandosi di nuovo della strada.

“Nota per te Des, non salire mai più in macchina con Harry, si distrae facilmente e potresti perdere la vita” pensai notando che stava per mettersi a piangere. Roteai gli occhi, oh signore no! Com’è possibile che un ragazzo si metta a piangere per un gatto?!

-Styles non dirmi che stai piangendo!- urlai riuscendo a superare anche la musica che proveniva dalla radio facendo spaventare così anche Harry.

-Non puoi capire come ci si sente! Non hai mai perso qualcuno d’importante per te!- sbraitò a sua volta levando per qualche secondo le mani dal volante, sgranai gli occhi.

-E secondo te perdere mia madre non è perdere qualcuno d’importante?!- urlai sentendo gli occhi gonfiarsi e le lacrime percorrere velocemente il mio condotto lacrimale, tirai un profondo respiro e le ricacciai dentro com’era da abitudine ignorando lo sguardo scioccato e dispiaciuto di Harry. Sapevo perfettamente che lui e Gemma non erano a conoscenza della morta di mia madre, e la decisione era stata mia; avevo scongiurato papà di non dire nulla molto probabilmente perché ogni volta che qualcuno lo veniva a sapere mi trattava come una piccola orfanella disperata e io non lo sopportavo veramente. Odiavo ricevere compassione dagli altri.

-Scusa, insomma io… beh non sapevo che… ehm… mi…- balbettò lui con voce tremante, sapevo che mi stava fissando con quei suoi occhioni verdi e immaginavo che il suo sguardo fosse pieno di compassione.

-Lascia stare, pensa a guidare piuttosto- risposi con un’alzata di spalle e iniziando a concentrarmi sul panorama. Notai che eravamo arrivati in centro Londra, riuscivo a vedere il London Eye, il Big Ben, Il London Bridge e tutte le varie cose che rendevano Londra una delle città più belle d’Europa. Sentì la macchina svoltare a destra per poi fermarsi di colpo. La casa sembrava una villa proprio come quella di Harry; le pareti erano di un rosso acceso e nonostante fosse buio la porta d’ingresso spiccava per il suo colore bianco acceso. Certo che la casa era proprio bizzarra come il proprietario. Scesi di colpo dalla macchina e senza rendermene conto sbattei la portiera, immaginai che Harry mi avrebbe fatto il culo mentre si limitò a lanciarmi un veloce sguardo pieno di compassione. Con passo spedito arrivai di fronte alla casa d’ingresso e aspettai che Harry mi raggiungesse prima di bussare. Le luci della casa erano tutte accese e si sentiva un grande brusio provenire da ogni stanza nella quale la luce era accesa.

Non appena Styles mi si affiancò alzai un braccio per bussare ma l’arrivato me lo blocco abbassandomelo lentamente per poi incastrare le dita della sua mano nelle mie. Rimasi un po’ stupita da quel gesto e normalmente mi sarei scansata tirandogli un ceffone visto che odiavo essere tenuta per mano, invece con mia grande sorpresa rimasi lì con la mano nella sua a fissare l’espressione distrutta di Harry.

-Scusami, sono un idiota- sibilò abbassando la testa e fissandosi le scarpe, i suoi riccioli gli coprivano il viso impedendomi una perfetta visuale del suo viso. Non mi sarei mai aspettata che reagisse in questo modo, e sinceramente non credevo potesse essere cosi… sensibile (?). Gli strinsi la mano e sorrisi raggiante.

-Tranquillo Harold, sono passati due anni, ormai ci ho fatto l’abitudine- risposi dandogli uno strattone, lui alzò lo sguardo e i nostri sguardi si incrociarono.

-E poi scusa ma… questa maglietta sta meglio a me che a te- aggiunsi facendogli una linguaccia, lui sorrise divertito.

-Starai scherzando spero- rispose spostandosi dei riccioli dalla fronte con un movimento leggiadro della testa. Entrambi ridemmo e restammo a fissarci con la sua mano intrecciata con la mia.

-Ehm, ehm, interrompo qualche cosa?- domandò una voce che non conoscevo proprio dalla porta di casa, entrambi sussultammo e quando mi voltai mi ritrovai faccia a faccia con un ragazzo davvero affascinante. Era alto, i capelli corti color castano chiaro spettinati e tirati su in una specie di cresta, gli occhi color del miele e un visino davvero grazioso, notai che aveva un’adorabile voglia sul collo. Indossava un paio di jeans blu chiaro e una maglia gialla che si intonava con le all-star che portava ai piedi.

-Ehi Payne, ma scherzi? Nulla stavamo per bussare- rispose Harry, notai una leggera nota d’agitazione nella sua voce, e notai che a “Payne” comparve un sorriso molto malizioso sul viso. Io rimasi in silenzio mentre cercavo di farmi piccola piccola per non essere notata da “Payne”, ma come ogni volta i miei tentativi furono vani.

-Ciao! Io sono Liam, tu devi essere Des vero? Sai Harry ci ha parlato un po’ di te, e anche Louis, dice che sei simpatica, per me è un piacere conoscerti e sono onorato di passare una serata con te- disse Liam tutto d’un fiato mantenendo un’aria elegante e raffinata, gli sorrisi onorata, nessun ragazzo mi aveva mai parlato così.

-Esatto, sono Des e… è un piacere conoscerti Liam - risposi stringendoli la mano che mi stava porgendo.

-Ma non stare lì sulla soglia della porta, entra pure- mi fece segno d’entrare e senza farmelo ripetere due volte obbedì sorridendogli. Aspettammo che anche Harry entrasse e poi chiuse la porta con un tonfo.

-Harry, grazie al cielo, io non ce la faccio più- disse Liam con un sospiro scuotendo la testa, io lo guardai stranita mentre Harry alzò gli occhi al cielo, immaginai che ovviamente aveva capito di cosa stesse parlando Liam, al contrario mio.

-Cosa stanno combinando questa volta?- domandò Styles con aria stanca, quasi distrutta, io però continuavo a non capire.

-Da dove posso cominciare? Niall è da quando è arrivato che se ne sta piazzato davanti al frigo con il telefono in mano che cerca di contattare Nando’s nonostante l’ora; Zayn si rifiuta di uscire dal bagno perché dice che il suo ciuffo non è perfettamente angolato con qualche cosa che non ho capito e Louis ha categoricamente espresso di non voler togliersi il costume da Peter Pan che gli abbiamo regalato l’anno scorso e continua a buttarsi giù dal letto continuando a sbraitare contro una trilli che non esiste perché non gli lancia addosso la sua “polvere fatata” e poi urla sempre a una Wendy immaginaria di scappare con lui sull’isola che non c’è- rispose d’un fiato Liam con la stessa espressione che aveva Harry. Io rimasi completamente scioccata.

“Des si può sapere dove cacchio sei finita? Qualche cosa di normale a te no eh? Cavolo vuoi un consiglio? Scappa il prima possibile su un’isola deserta e continua con la tua vita da solitaria, anche se quel Niall dev’essere un gran figo se ama anche lui mangiare” mi lasciai scappare un sorrisino che fortunatamente i due davanti a me non notarono, altrimenti mi avrebbero scambiata per psicopatica (anche se ovviamente Harry lo sospettava già).

-Ok allora io vado da Louis e per lo meno cerco di convincerlo a non sembrare un completo rincoglionito chiedendogli se può evitare di parlare con trilli e Wendy, tu và da Niall e fagli una delle tue prediche sulle diete. Des ti dispiacerebbe andare da Zayn? Devi solamente piombare in bagno e dirgli che è un figo assurdo e che i suoi capelli sono uno spettacolo- elencò Harry come se fosse un comandante che impartisce ordini al suo esercito. Inizialmente fui abbastanza scettica poi notando lo sguardo disperato di Liam e Harry, decisi di accontentarli e mi feci spiegare dove fosse il bagno.

Bussai tre volte alla porta e una voce profonda e dolce mi diede il permesso di entrare. Aprì la porta e vidi un ragazzo alto, con la pelle color dell’ambra, i capelli neri come la pece e lisci erano veramente perfetti nella loro strana pettinatura, gli occhi erano di un colore simile al cioccolato al latte; indossava un paio di jeans grigi, una maglia bianca con lo scollo a V e una giacchetta nera di pelle. Cavoli rimasi quasi senza parole, possibile che tutti gli amici di Harry fossero così dannatamente fighi, ma anche così dannatamente strani?

-Ehi, tu saresti?- domandò Zayn rivolgendomi uno sguardo, io scossi la testa ritornando alla vita reale e per qualche secondo rimasi in silenzio.

-Oh, ehi sono Des e… cavolo che bei capelli! Insomma sono semplicemente perfetti!- dissi senza neanche il bisogno di fingere, i suoi capelli erano davvero perfetti. Zayn sorrise radioso e si voltò completamente verso di me. Aveva un’aria da tenebroso e semplicemente sexy, grazie alla sua maglietta riuscivo a intravedere parte del suo petto, cavolo rimasi di nuovo senza parole.

-Quindi sei tu la sorellastra di Styles? Cavoli avevano ragione, sei veramente bella e i tuoi occhi sono una cosa fantastica- disse avvicinandosi lentamente a me, sgranai gli occhi e sussultai quando me lo trovai a pochi centimetri, cavoli non era possibile, non riuscivo a spiaccicare parola davanti a lui.

-Beh si ecco, ehm… insomma si ecco, no cioè volevo dire che, io insomma si sono la sorellastra di Harry- farfugliai mordendomi costantemente il labbro inferiore talmente forte da farmelo quasi sanguinare.

“Per la chitarra elettrica di Slash ti prego signore procurami un jet privato col quale posso partire e scappare da qua” pensai notando che mi sentivo alquanto in soggezione con Zayn a pochi passi da me.

-Allora, credi veramente che i miei capelli siano perfetti? È che Louis ci ha tirato una manata sopra e non vorrei si fossero appiattiti- si passò una mano sul ciuffo cercando di tirarselo ancora più su, feci un sorrisino sghembo e acconsentì con un cenno del capo.

-Oh si sono veramente perfetti- dissi cercando di non balbettare e concentrandomi su qualcosa che non fossero gli occhi, le labbra e il viso perfetto di Zayn. Ok, posso diventare anche molto imbranata se un ragazzo mi colpisce particolarmente.

-Grazie mille Des, allora hai già conosciuto gli altri?- domandò passandomi una mano davanti agli occhi visto che mi ero imbambolata a fissare il gabinetto oltre Zayn.

-Ehm… si cioè ho conosciuto Louis e Liam… e te ovviamente. Poi c’è un certo Naiall o Neill non ricordo bene il nome forse perchè non l’ho ancora visto e l’ho sentito nominare solo una volta- arricciai le labbra pensando a come si chiamasse quel ragazzo che se ne stava davanti al frigo e chiamava Nando’s.

- Niall, e tranquilla quando riusciranno a schiodarlo dal frigo e a convincerlo che Nando’s a quest’ora non consegna più a domicilio, conoscerai anche lui- rispose Zayn con un sorriso semplicemente fantastico, rimasi imbambolata a fissarlo ignorando che poco dopo la sua espressione mutò da divertente a stranita.

-Ti capita spesso di imbambolarti?- domandò posando le mani sulle mie spalle e scrollandomi leggermente, avvicinando sempre di più il viso al mio. Sentì le guancie colorarsi vivacemente e d’istinto mi allontanai velocemente inciampando nel tappetino e cadendo come un sacco di patate per terra invocando così tutti i santi del paradiso e provocando una grossa risata per Zayn. Con una mano iniziai a massaggiarmi il posteriore.

“Des ricordi l’idea dell’isola deserta e della vita solitaria? Ecco io continuerei a tenerla in considerazione” e forse non avevo neanche tutti i torti visto che in una serata ne avevo già combinate così tante che in tutta la mia vita. Finito l’attacco di ridarella Zayn mi porse una mano aiutandomi ad alzarmi, il posteriore mi faceva un male terribile e sicuramente il giorno dopo mi sarei trovata un livido grosso come la casa di Harry.

-Ti sei fatta male?- domandò con fare premuroso, mi morsi nervosamente il labbro inferiore (se continuavo così per fine serata me lo sarei staccato del tutto) e continuando a massaggiare il punto in cui mi faceva un male bestiale scossi velocemente la testa. Lui sorrise e continuò a fissarmi con quegli occhioni dolci e profondi.

-Sai, penso ci convenga scendere, magari si stanno preoccupando- dissi d’un tratto uscendo dal bagno con una natica che mi faceva un male terribile e seguita da Zayn che non mi toglieva gli occhi di dosso. Mentre camminavamo passammo davanti ad una camera dove riuscì a vedere un Louis vestito da Peter Pan che si lamentava con un Harry ormai in preda alla disperazione. In tutta sincerità Louis non era male vestito tutto di verde con il cappellino e una piuma rossa che spuntava e le Tom’s verdi che indossava stavano benissimo con tutto il completo, secondo me era un perfetto Peter.

-Harold allora tutto bene?- Zayn entrò in camera e si sedette sul letto di fianco a Harry che non la smetteva di scuotere la testa esasperato, vi assicuro che la scena era molto comica. Harry puntò lo sguardo su Zayn poi si spostò su di me -Aiutami- mimò con le labbra e con lo sguardo pieno di disperazione, corrugai la fronte e con un sospiro entrai in camera e presi Louis, che non la smetteva un secondo di lamentarsi perché Harry non gli permetteva di parlare con trilli e Wendy immaginarie, per il colletto tirandogli il viso verso il mio così che i nostri occhi potessero incrociarsi perfettamente senza il bisogno di alzare la testa.

-Ascolta Lou, posso chiamarti Lou vero? Perfetto. Vuoi la verità? Se continui a parlare con le tue trilli e Wendy immaginarie sembri un pazzo squilibrato. Non ti stiamo proibendo di vestirti da Peter Pan, che tanto per la cronaca stai benissimo, solo evita di sembrare un cretino ok? Te lo chiedo per favore- dissi tutto d’un fiato apprezzando il fatto che Harry e, specialmente Zayn, mi stessero guardando con ammirazione.

-Non è che ti andrebbe di farmi da Wendy?- domandò Louis facendo gli occhioni da cerbiatto, aveva un visino così adorabile e non sembrava per niente un ragazzo di… quanti anni aveva Louis? Oh beh fa nulla poi l’avrei chiesto.

-Se lo faccio, la smetterai di parlare da solo come un coglione?- alzai gli occhi al cielo e lui fece un sorriso a 360°, di scatto mi abbracciò facendomi face un giro completo non smettendola di ridere. Ok, nonostante le grandissime figure potevo sentirmi realizzata visto che ero riuscita a far uscire Zayn dal bagno e a convincere Louis a non parlare da solo; chissà come se la stava cavando Liam con Niall? La risposta mi arrivò non appena entrai in cucina col resto del gruppo. Niall continuava a starsene con la testa infilata nel frigo e col telefono attaccato all’orecchio mentre Liam era seduto su una sedia che lo fissava con faccia scioccata. Wow certo che quei ragazzi erano parecchio strani.

Niall aveva l’aspetto tipico irlandese: era alto e ben messo, i capelli biondi (sicuramente tinti) erano corti e spettinati, gli occhi azzurri e aveva un viso angelico e la dentatura non era particolarmente perfetta ma quel “difetto” lo rendeva ancora più perfetto.

- Niall, potresti gentilmente staccarti da quel frigo e smetterla con quel telefono e salutare Des?- domandò Liam guardandolo supplichevolmente, mi feci scappare una leggera risata quando vidi che Niall lo ignorò completamente. Harry mi posò una mano sulla spalla e io capì immediatamente cosa stava per chiedermi, dopo quella sera avrebbe dovuto farmi un monumento. Con passo deciso mi avvicinai a Niall e senza nessun problema gli strappai il telefono dalle mani e chiusi di scatto il frigo fregandomene se la tua testa rischiasse di essere spiaccicata. Lui mi fulminò con lo sguardo per pochi secondi.

-Ciao, sono Des, penso ti abbiano già parlato di me. Bene, ora ascoltami bene, mi dispiace avvisarti che Nando’s a quest’ora non fa più consegne però, che ne diresti se una di queste sere ce ne andiamo lì a cena e ordiniamo di tutto e di più visto che è il mio ristorante preferito?- dissi senza staccargli gli occhi di dosso, lui sorrise come se gli avessi appena detto che aveva vinto una scorta intera di merendine a vita e senza neanche conoscermi mi abbracciò.

-Davvero? Non mi stai prendendo in giro come questi insensibili?- domandò puntandomi quegli occhioni azzurri addosso, gli sorrisi dolcemente e acconsentì con un cenno del capo. Tutti mi guardarono e mimarono un grazie con la bocca. Mi avvicinai ad Harry.

-Sappi che mi devi tre favori- gli sussurrai all’orecchio, lui sorrise ma allo stesso tempo sembrava anche un po’ preoccupato. Sorrisi soddisfatta e continuai a conversare con i suoi amici. Ripeto, quei ragazzi erano parecchio strani.

Angolo Autrice <3
Ave People! Vas Happenin'? :D Ok, anche se nessuno ( a parte qualche anima pia che per compassione recensisce) io continuo a postarvi capitoli visto che sono moooolto ispirata u.u

However,
come avrete sicuramente letto la nostra Des ha conosciuto il resto del gruppo e subito ha capito che non sono particolarmente normali (ma sono adorabili proprio per questo no? *-*). Ok visto che amo fare la guastafeste vi informo che nel prossimo capitolo si conoscerà un personaggio non particolarmente gradito a Des e ha a che fare con Harry, vi lascio con la curiosità :P
Perfetto ora ringrazio di cuore 1DItaly per aver recensito la storia :3 E invito voi a recensire -mi accontento anche di 10 parole ç___ç giusto per sapere se la storia vi piace, oppure se avete dei consigli da dare-
Vi lascio con queste cinque carotine e i loro occhi semplicemente stupendi che vi invitano a recensire -insomma non potete dire di NO a loro *O*-

http://tinypic.com/view.php?pic=2r3jbxf&s=6

Un bacione, Destiny

AAnAn

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Capitolo 6
*** Chapter 6: Colazione da Starbucks ***


Chapter 6.

Colazione da Starbucks”

 

Mi rigirai per l’ennesima volta nel letto sospirando sonoramente. Non ero riuscita a chiudere occhio per tutta la notte, il motivo? Harry Styles. La serata non era andata poi tanto male, anzi mi ero divertita parecchio insieme a tutti i suoi amici. Insomma anche se strani erano davvero molto simpatici e mi avevano trattata come una di loro rendendomi costantemente partecipe nonostante ogni tanto cercavo di isolarmi per mia scelta; non sono mai stata una ragazza che ama stare in gruppo, ma quella sera mi ero dovuta ricredere. Ecco, finita una delle più splendide serate della mia vita, c’era stato il viaggio di ritorno da sola con Harry, e quello era riuscito a rovinare tutto. Finalmente soli, Harry aveva pensato bene di continuare a fissarmi con lo sguardo pieno di compassione per via della “rivelazione scioccante” che aveva ricevuto durante l’andata. Per la prima volta una persona aveva continuato a chiedermi come stavo, se mi mancasse, com’era fisicamente e caratterialmente mia mamma e varie cose sulla mia vita prima della sua morte. Nessuno si era mai preoccupato così per me, ma per mia scelta, ero io a chiedere di non fare domande, anche perché odiavo parlare di me stessa e dei miei sentimenti fin da piccola, e dopo la morte di mia madre ero anche peggiorata. Io da vera ragazza educata che sono, semplicemente me n’ero stata zitta ignorandolo completamente fino a quando non fummo arrivati a casa all‘una del mattino, dove scesi di corsa dalla macchina e mi rinchiusi in camera ignorando di nuovo il suo bussare continuo che però cessò attorno alle due. Ed ora eccomi lì, alle sei del mattino a fissare imbambolata le pareti spoglie della mia camera. Sbuffai e scalciai via le coperte, quella sera morivo letteralmente di caldo e il peso delle coperte addosso sembrava opprimermi e mozzarmi il fiato. Mi alzai e corsi ad aprire ogni singola finestra per far entrare anche il minimo filo d’aria, decisi anche di aprire la porta e sul lato destro, attaccato al muro, c’era Harry che dormiva beato. Aveva la testa china in avanti quindi gran parte dei riccioli gli ricadevano morbidi e leggeri sulla fronte, la bocca semi chiusa e le lunga ciglia nere sembravano quasi sfiorargli le guancie bianche. Le grandi braccia posate delicatamente sulle ginocchia ritirate contro il petto. Indossava ancora i vestiti della sera precedente fatta eccezione per le scarpe che si era tolto e aveva poggiato sul pavimento di fianco a lui. Sentivo il suo respiro forte, e rimasi quasi felice del fatto che Harry potesse addirittura addormentarsi davanti alla porta di camera mia. Sorrisi e mi accucciai di fianco a lui e cercando di non fare molto rumore gli scostai lentamente i riccioli dalla fronte mostrandomi così una visuale perfetta del suo viso. Continuai a sorridere osservando come sembrasse piccolo e indifeso mentre dormiva. Non mi sarei mai aspettata che potessi trovarmi bene a condividere la casa con lui, e che il presente dormiglione potesse essere così gentile con me. Insomma il mio primo giorno in quella casa era sceso con me per prepararmi qualche cosa da mangiare; poi il giorno in cui aveva scoperto che la sua gattina era morta e mi aveva risposto male, era subito venuto a chiedermi scusa e non aveva smesso fino a quando non avevo ripreso a parlargli come se nulla fosse; aveva deciso di presentarmi ai suoi amici; si era preoccupato di come stessi non appena venne a sapere della morte di mia madre. Insomma, Harry Styles non era proprio il ragazzo che immaginavo, solo si rendeva figo davanti alle ragazze perché sapeva di essere figo. Dalla sua bocca uscì un leggero sospiro, sentivo il profumo dei suoi capelli, un misto di menta e mela, rimasi in silenzio a farmi inebriare dal suo profumo e ad osservarlo mentre dormiva beato; praticamente l’unica sfigata che non riusciva a dormire in quella casa ero io, per di più per colpa di quello che davanti a me dormiva come un bambino. Mi sedetti accanto a lui e mi lasciai scappare un sospiro, sapevo che tra qualche ora mio padre si sarebbe svegliato per andare al lavoro insieme ad Anne, mentre Alex e Gemma sarebbero andati sicuramente a parlare con il wedding planer per ordine dei futuri sposi quindi sicuramente mi avrebbero trovato lì seduta, ma conoscendomi non avrebbero fatto domande.

Onestamente sentivo le palpebre che iniziavano ad essere pesanti e stanche per via della mia bellissima notte in bianco a torturare il letto con i miei continui rigiri e pugni per la rabbia. Senza neanche accorgermene posai lentamente la testa sulla spalla di Harry e mi addormentai profondamente con il suo respiro che delicatamente mi sfiorava i capelli e il profumo dei suoi capelli che continuava ad inebriarmi le narici.

~

 

Harry aprì gli occhi molto lentamente, sentiva un leggero peso sulla spalla e un profumo di vaniglia proprio sotto il naso. Con una mano si strofinò gli occhi e sbadigliò sonoramente, aveva dormito malissimo e si sentiva il collo a pezzi e il posteriore era completamente addormentato, si ripromise di non dormire MAI più sul pavimento e contro il muro. Sospirò e appoggiò la fronte sulle ginocchia ripensando a quanto fosse stato stupido la sera prima con Des, non sapeva sua madre fosse morta, nessuno gliel’aveva detto e non riusciva a capire il motivo. Molto probabilmente perché Des non voleva essere assillata dalle domande concluse ricordando la reazione della ragazza durante il viaggio di ritorno, in poche parole l’aveva completamente ignorato e non appena la macchina si era spenta era corsa in camera, lui l’aveva seguita e aveva continuato a bussare alla sua porta fino alle due del mattino, quando ormai esausto si era appoggiato contro il muro ed era caduto in un sonno profondo senza neanche accorgersene. Sentì un leggero sospiro provenire dalla sua spalla sinistra, si voltò di scatto e si trovò faccia a faccia con l’adorabile visino di Des. Sorrise inconsciamente e rimase a fissarla, il suo nasino ricoperto di lentiggini, le sue labbra sottili e rosse, il suo visino bianco come la neve e i suoi capelli arruffati neri come la pece e lunghi fino al seno. Sin dal primo giorno Harry era rimasto colpito da quella ragazza, non era come tutte le altre, aveva una sua personalità e non aveva paura di dire quello che pensava. Era diversa anche nel modo di vestire, insomma è strano per Harry trovarsi di fronte una ragazza vestita proprio come lui, e che non si fa mille problemi iniziando a sbraitare dicendo che non è possibile essere vestiti nello stesso modo di un’altra, immaginiamoci poi come un ragazzo. Sorrise divertito al pensiero della sera precedente a quando se l’era trovata di fronte. La vide arricciare il nasino come faceva ogni volta che sorrideva e scuotere leggermente la testa sfregandola sulla sua spalla. Lentamente le fece passare il braccio attorno alle spalle facendole posare la testa sul suo petto, con le dita iniziò a giocare con le punte dei suoi capelli. Era bella, davvero bella. E strana, davvero strana. Continuò a fissarla con un sorriso enorme stampato in viso.

-Harry… è sbagliato- sussurrò cercando di scacciare ogni pensiero che faceva su Des. La vide arrotolare le dita tra la sua maglietta, sentì una fitta allo stomaco e poggiò di nuovo la testa contro il muro cercando di riaddormentarsi con i capelli tra le sue dita.

~

 

Sentivo gli occhi tremendamente pesanti e la bocca incredibilmente secca e appiccicosa, sentivo la pelle umida e sapevo di non essere più sulla spalla di Harry ma sul suo petto visto che stringevo la sua maglia nelle mie mani e sentivo le sue dita tra i capelli.

-Giorno bella addormentata- disse con la sua voce roca e profonda, sorrisi e mi stiracchiai cercando di sgranchire bene braccia e gambe. Nonostante abbia dormito appoggiata a lui, mi sentivo completamente a pezzi e non osavo immaginare come si sentisse lui.

-Giorno- biascicai, la mattina non ero particolarmente loquace ed espansiva, specialmente se avevo passato la notte in bianco per poi addormentarmi alle sei sulla spalla di Harry Styles seduta sul pavimento causando così un forte dolore al livido che mi ero procurata la sera precedente per via di Zayn.

-Dormito bene?- domandò continuando a giocare con i miei capelli, lo lasciai fare, stranamente fatto da lui non mi dava particolarmente fastidio anche perché aveva un tocco terribilmente delicato e piacevole. Solo un’altra persona aveva il “permesso” di giocare con i miei capelli, e quella persona era mia madre.

-Non particolarmente, ho passato la notte in bianco, mi sono addormentata solo quando ho toccato la tua spalla- risposi in tutta sincerità, lo sentì ridere e lo seguì anche io. Le nostre voci erano entrambi roche quindi le risate non erano particolarmente squillanti come al solito.

-Allora sono comodo-

-Possiamo dire di sì, sei particolarmente comodo-

-Questo mi lusinga-

-Non ti ci abituare, solo perché è mattino e non connetto ancora bene-

-Mi sembrava anche fin troppo strano. Tranquilla, non mi ci abituerò- rispose in tono quasi amaro. Mi rigirai poggiando il capo sempre sul suo petto ma col viso all’insù, così che i nostri volti fossero faccia a faccia. Aveva l’aria stanca, un po’ come la mia, nessuno dei due aveva passato una bella nottata, il pensiero che fosse rimasto lì a dormire sul pavimento solo perché era preoccupato mi attraversò velocemente nella testa, la scossi violentemente e ritornai a fissare Harry nei suoi occhioni verdi.

-Hai fame? Ti andrebbe di andare a fare colazione?- propose sorridendomi, in effetti sentivo un certo languorino (come ogni secondo del resto), gli sorrisi a mia volta e mi tirai su in piedi porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi.

-Cinque minuti e son pronta- dissi aprendo la porta di camera mia, mentre lui si dirigeva verso la sua.

-Se è come ieri sera, facciamo che mi faccio trovare in salotto tra un’ora- mi fece un breve occhiolino e si chiuse in camera sua, gli feci una linguaccia ed entrai a mia volta in camera catapultandomi diretta all’armadio alla ricerca di qualche cosa da mettere. Il tempo fuori non prometteva bene, il cielo era nuvolo e finalmente il caldo torrido che mi aveva assillato per tutta la notte era cessato lasciando spazio a forti folate di vento gelido. Nonostante fosse Luglio, il clima inglese non si smentiva mai. Mi infilai un paio di jeans blu, una felpa arancione con stampata proprio al centro la scritta RIOT! e infilai le mie sacrissime All-Star bianche. Mi scrollai i capelli e aspettai che Harry uscisse dal bagno per entrarci io e lavarmi per bene, da vera cretina mi ero vestita senza neanche entrare in bagno.

Scesi di corsa le scale e trovai Harry seduto sul divano intento ad una partita di Fruit Ninja con il suo i-Phone, gli corsi in contro e gli scompigliai i riccioli già spettinati di loro, lui sorrise e interruppe la partita alzandosi dal divano.

-Dai, non ci hai messo particolarmente tanto- disse strofinandomi una mano sui capelli, gli feci la linguaccia e chiusi un occhio tirandogli una leggera gomitata.

-Guarda che è solo colpa tua, sei tu che sei stato chiuso per un’ora in bagno-

-Ehi, mi ci vogliono 45 minuti solo per i capelli e poi, questo bel faccino ha bisogno delle giuste cure- mi fece un occhiolino e si avviò verso l’uscita con le chiavi della macchina che gli tintinnavano in mano, roteai gli occhi e lo seguì chiudendo a chiave la porta. Salì in macchina e mi sedetti al posto del passeggero allacciandomi la cintura. Lui salì a sua volta e accese il motore della macchina uscendo dal vialetto di casa e dirigendosi verso un bar.

Io, com’era da abitudine su ogni macchina nella quale salivo, iniziai a cambiare di continuo stazione radiofonica alla ricerca di una canzone che mi colpisse particolarmente. Mi fermai di colpo quando sentì le note di

“She will be loved” dei Maroon 5, uno dei miei tanti gruppi preferiti. Fregandomene altamente di avere Harry di fianco che guidava iniziai a cantare a squarciagola insieme ad Adam la sua splendida canzone.

-Beauty queen of only eighteen
She had some trouble with herself
He was always there to help her
She always belonged to someone else-

Sorrisi cercando di ignorare gli sguardi divertiti di Harry, sapevo perfettamente di non cantare bene, di essere stonata e delle volte sbagliavo anche qualche parola, però mi divertivo e mi faceva sentire bene cantare. Non lo facevo quasi mai con un pubblico davanti, infatti mi stupì vagamente quando cantai direttamente davanti ad Harry fregandomene altamente.

-It's not always rainbows and butterflies
It's compromise that moves us along
My heart is full and my door's always open
You can come anytime you want -
fu Harry a cantare e mi sorpresi parecchio per la sua bellissima voce, insomma cantava davvero bene! Grazie alla sua voce roca e tremendamente sexy sarebbe riuscito a mandare in visibilio tutte le ragazze che avrebbe voluto. Io rimasi solo affascinata.

-Cavoli, sappi che in tua presenza non canterò mai più- gli dissi scherzando, lui sorrise divertito e schioccò la lingua tra i denti.

-Sappi che anche tu hai una bellissima voce, sei intonata, davvero- mi rivolse uno sguardo e io lo ricambiai, non ero abituata a ricevere complimenti, anzi, li detestavo particolarmente perché mi facevano sentire in imbarazzo e poi non sapevo mai cosa rispondere oltre ad un misero e semplice -Grazie- cercando con tutta me stessa di non arrossire.

Parcheggiò la macchina davanti a StarBucks e scendemmo entrambi dalla macchina per poi entrare nel bar; non ero mai stata in uno StarBucks e mi sentivo particolarmente eccitata visto che avevo sentito parlare dei suoi buonissimi e vastissimi frappuccini, della sua vasta scelta di ciambelle e brioches, dei suoi deliziosi caffè di diverso gusto e dei suoi famosissimi milk shake semplicemente superbi. Quando entrai una vasta ondata di diversi e dolcissimi profumi mi invasero le narici, sorrisi come un’ebete e corsi immediatamente alla vetrina dove c’erano le paste, le brioches e le ciambelle spiaccicandoci la faccia contro. Harry mi guardò divertito e iniziò a ridere, io gli sorrisi e senza neanche pensarci gli gettai le braccia al collo abbracciandolo, mi sentivo così felice per nulla.

-Allora, dimmi cosa vuoi che la ordino io, tu cerca un posto visto che è raro trovarne uno qui dentro- disse lui allontanandosi dopo un po’ da me e mettendosi in fila alla cassa, io obbedì e mi misi alla ricerca di un tavolo libero per due, ne trovai uno in fondo lontano dalla cassa e vicino alla vetrata. Mi sedetti e iniziai a fissare Harry alla cassa. Era alto, terribilmente alto; i capelli riccioli e neri che gli ricadevano morbidi sulla fronte, gli occhi di quel meraviglioso verde che quel giorno tendevano molto al grigio per via del tempo, le sue adorabili fossette che comparivano ogni volta che sorrideva. Quel giorno indossava un paio di jeans blu stretti con una felpa viola della Jack Wills e un paio di all-star bianche. Lo vidi parlare con il cassiere e dopo una ventina di minuti lo vidi avvicinarsi al tavolo nel quale ero seduta io con in mano un vassoio con sopra due caffè, uno sicuramente alla cannella visto che l’avevo ordinato per me, due ciambelle e due brioches al cioccolato. Gli sorrisi radiosamente e presi la ciambella piena di crema alla vaniglia con sopra tutti i bastoncini di zucchero e gli diedi un morso gigantesco sporcandomi il naso di zucchero a velo e crema. Harry sorrise e avvicinandosi lentamente con un tovagliolo in mano mi pulì gentilmente.

-Deduco che la ciambella ti piaccia- disse ridendo, io acconsentì con la bocca piena di quella squisitezza, quando lo cacciai giù presi il mio bicchierone di caffè alla cannella e lo trangugiai direttamente rischiando di provocarmi un’ustione di nono grado alla gola, tossì sonoramente provocando di nuovo delle forti risate da parte di Harry.

-Se rischi di morire, giuro non ti porto più a fare colazione qui dentro- aggiunse sempre ridendo, la mia espressione mutò completamente diventando letteralmente terrorizzata.

-NO! Ti prego! Ti scongiuro! Insomma prometto che mangerò con più calma! Solo portami ancora qui!- lo scongiurai facendogli gli occhioni dolci, lui rise divertito e mi pizzicò una guancia.

-Stavo scherzando Des. Se vuoi ti porterò ogni mattina a fare colazione- le due dita che prima mi avevano pizzicato la guancia, adesso scendevano lentamente accarezzandomi dolcemente la pelle, sussultai leggermente, volevo allontanarmi ma c’era un qualche cosa che me lo impediva, molto probabilmente ero troppo concentrata a guardarlo negli occhi. Senza neanche accorgermene mi ritrovai a un centimetro da lui che se ne stava lì a fissarmi con un sorriso a bocca chiusa stampato sul viso.

-Oh ma Harolduccio che ci fai tu qui?! Mi sei mancato!- una biondina con la voce da oca strozzata si intromise tra noi due gettando le braccia al collo di Harry e piazzandomi il suo posteriore diretto in faccia, mi allontanai di colpo facendo scricchiolare la sedia. Non sapevo per cos’ero più scioccata, se per il quasi “bacio” con Harry o se per il posteriore della biondina stampato in viso… ok entrambe erano terrificanti. Lanciai un’occhiata scettica ad Harry che era più che altro sorpreso, le sue mani gli ricadevano lungo i fianchi al posto di circondare le spalle di quella ragazza a me sconosciuta.

-Ehi Naomi, che ci fai qui?- domandò con tono piatto e secco, guardando senza espressione la bionda che aveva tranquillamente preso una sedia e si era posizionata tra me e lui, dandomi le spalle e impedendomi una completa visuale di Harry.

-Beh, come ben sai ero partita per girare il film per il quale mi avevano chiamata. Solo mi sono ricordata che tra qualche giorno tua madre si sposa allora, ho pensato bene di tornare qui a Londra per essere la tua compagna di ballo! Dopo tutto, sono o non sono la ragazza di Harry Styles?!- gli prese il viso tra le mani e gli stampò un bacio sulle labbra rosee facendomi trattenere il fiato per qualche minuto, poi ritornai a concentrarmi sulla mia colazione.

-Oh… ehm, wow. Ah Naomi, lascia che ti presenti Des!- mi indicò proprio mentre stavo per pulirmi l’ennesima macchia di zucchero a velo causata da quella deliziosa bomba calorica che mi aveva portato per colazione Harry. Sorrisi ad entrambi e mi limitai ad alzare la mano in segno di saluto, capì subito di non piacere particolarmente a Naomi notando la sua espressione disgustata in viso, Harry invece mi sorrideva radioso e continuava a strofinarsi il naso per indicarmi proprio il punto giusto in cui ero sporca.

-Ah, saresti tu Des? Beh Harolduccio le tue idee di “carina” si sono abbassate molto. Fortuna che hai me tesoro!- ed ecco l’ennesimo bacio sulle labbra di Harry. Alzai gli occhi al cielo e bevvi un sorso di caffè finendolo completamente, approfittai del momento per rubare il caffè di Harry e anche la sua ciambella alla mela.

-Oh Harolduccio non puoi neanche immaginare quanto sia stancante la mia vita d’attrice. Insomma non si ha mai un momento libero, però ha anche i suoi aspetti positivi: ho conosciuto molti attori famosi e quando mi incontrano per strada continuano a chiedermi autografi e mi riconoscono subito, e questa si che è una vera e propria soddisfazione- Naomi non la smetteva di parlare e sembrava non essere intenzionata a farlo, ogni tanto lanciavo qualche occhiata disperata ad Harry e lui la ricambiava. Mi domandavo che film avesse fatto perché sinceramente non l’avevo mai vista comparire sul grande schermo da quanto ricordassi, insomma non aveva un viso familiare e sicuramente se mi fosse passata di fianco l’avrei scambiata per un semplice passante e non per la “grande” attrice la quale si definiva. Quando ebbi finito anche la colazione di Harry mi alzai dal tavolo esausta da quella radio rotta e lanciai un’occhiata ad Harry, il quale capì subito e si alzò a sua volta.

-Ehm Naomi scusa ma dobbiamo tornare a casa, insomma sicuramente Alex, il fratello di Des nonché mio prossimo fratellastro, e Gemma ci staranno aspettando. Si beh, ci sentiamo ok?- disse Harry allontanandosi velocemente dalla bionda che mi scoccò un’occhiata piena d’odio, le sorrisi freddamente e seguì Harry fuori dal bar felice come una pasqua per quella splendida colazione. Salimmo entrambi in macchina.

-Harry, sai, se ogni mattina che mi porterai a fare colazione lì, ci sarà anche lei, scusa ma non credo di farcela- ammisi in tutta sincerità, Harry sorrise e alzò le spalle.

-Non mi sarei mai aspettato di trovarla lì, credevo fosse ancora in America. Scusa, mi chiama Gemma- estrasse il cellulare dalla tasca dei jeans e rispose rischiando così di investire una vecchietta che attraversava tranquilla, la vecchietta alzò il bastone da passeggio minacciandoci e io scoppiai letteralmente a ridere vedendo l’espressione terrificata di Harry.

Angolo autrice ;D
Good morning people! Ci sono ancora yeeep :D Ok, vi chiedo scusa se è da un pò che non aggiorno ma è tornata la mia migliore amica e in questi giorni ci siamo date alla pazza gioia *-*
However
in questo capitolo Harry e Des si avvicinano e scatta quasi un bacio che però Naomi decide di interrompere ><" Vi avviso che nel prossimo ci sarà un momento intimo molto, molto, moooolto figo tra i due protagonisti :3 *-* :Q___
Occheeeei, la smetto di stressarvi l'anima u.u
Ringrazio di cuore 1D_Italy per aver recensito, giuro ti adoro <3 e tutti quelli che hanno messo la storia tra le ricordate/preferite e vi invito a recensire bellezze <3

Vi lascio con una foto di Naomi ;D
Un bacione, Destiny  


http://s1157.photobucket.com/albums/p585/giuls_3/?action=view¤t=Naomi.jpg

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Capitolo 7
*** Chapter Seven: Anche i duri hanno un cuore. ***


Chapter 7.

Anche i duri hanno un cuore.”

 

Poggiai delicatamente le dita sui tasti bianchi provocando così un Do minore e un Re minore, poi le spostai suonando così un La e poi un Mi quando una forte scossa mi percorse la schiena e ritrassi immediatamente la mano tremante. Sospirai e trattenni le lacrime che se ne stavano lì al bordo degli occhi pronte per rigarmi il volto. Non toccavo un pianoforte da due anni, e pensavo che non l’avrei più fatto, eppure quando ero entrata in quella stanza piena di vari strumenti musicali e avevo visto quell’enorme pianoforte di legno lucido davanti a me, avevo sentito un misto di gioia e amarezza riempirmi il cuore e mi sorpresi quando riuscì per lo meno a fare più di una nota. Sapevo perfettamente che sia Alex che mio padre speravano segretamente che io riprendessi a suonare e a fare le mie esibizioni. Da piccola avevo partecipato a tantissime esibizioni e in alcune ero riuscita anche ad arrivare prima procurando così una grande dose d’orgoglio a tutti i miei famigliari. Già, peccato che fu per colpa di una di quelle fottutissime esibizioni che mia madre morì. Per un secondo mi apparve il corpo di mia madre disteso sul lettino d’ospedale attaccato a tutte quelle macchine che cercavano di tenerla in vita, tutti ci speravano tranne me, sapevo perfettamente che non ce l’avrebbe fatta, la vedevo, era ridotta malissimo. Ormai al limite della sopportazione lasciai libero sfogo a quelle maledettissime lacrime che non riuscivano più a starsene chiuse dentro di me. Sentì qualcuno sospirare e mi asciugai immediatamente gli occhi voltandomi di scatto, Harry era lì appoggiato alla parete che mi fissava con uno sguardo pieno di tristezza e di compassione, lo guardai leggermente e poi distolsi lo sguardo sentendo che le lacrime mi stavano di nuovo implorando di uscire, ma decisi di non accontentarle.

-Se vuoi me ne vado, così puoi piangere- disse d’un tratto incrociando le braccia al petto, sospirai.

-Non voglio piangere- mentì, morivo dalla voglia ma io in primis detestavo farlo, e per lo meno la presenza di Harry me lo impediva, scosse la testa e si avvicinò a me lentamente per poi sedersi di fianco a me sullo sgabello e asciugarmi una lacrima che lentamente scivolava lungo la mia guancia con un pollice. Mi sorrise dolcemente.

-Des, non dovresti avere paura di mostrare i tuoi sentimenti ogni tanto, sappi che non ti giudicherò affatto- con tono affettuoso mi guardò con gli occhi lucidi mentre io mi sentivo quasi un cagnolino impaurito e da solo. Già, da solo. Avevo passato gran parte della mia vita a chiudermi in me stessa e a tenermi tutto dentro, allontanando quasi tutti quelli che cercavano di starmi vicino, compresi mio padre e Alex, l’unica con cui riuscivo a sfogarmi era mia mamma, ma dopo la sua morte ero peggiorata ancora di più.

-Non ho paura di essere giudicata da te- ed ecco la seconda bugia. Anche se non sembra, mi preoccupavo parecchio di quello che la gente pensava di me, e così innalzavo muri su muri nascondendomi e standomene la maggior parte delle volte da sola, senza nessuno. Non avevo proprio amici con i quali uscivo tutte le sere, andavo a ballare, ci vedevamo il pomeriggio, ridevamo e scherzavamo divertendoci come matti. Avevo solo dei compagni di scuola con i quali passavo le cinque ore in quelle mura e poi non sentivo per il resto del giorno. L’unica ragazza della quale mi fidavo era mia cugina Cece, che consideravo come una migliore amica e una sorella adottiva.

-Secondo me sì, e anche tanto. Des, te l’ho detto, se vuoi me ne vado così ti lascio da sola- mi accarezzò una guancia sorridendomi, era un sorriso affettuoso.

-Harry, ti prego non lasciarmi da sola- appoggiai la testa contro il suo petto e le lacrime presero il sopravvento su di me uscendo a raffica dai miei occhi bagnandomi il volto e la maglietta di Harry che stupito da quel gesto mi circondò con le sue braccia accarezzandomi dolcemente i capelli.

-Scusa…- fu l’unica parola che riuscì a pronunciare interrotta dai singhiozzi e dalle lacrime che uscivano veloci e salate scendevano lungo le mie guancie, lui posò delicatamente le labbra sulla mia fronte e mi strinse ancora di più. Non mi sarei mai aspettata di aprirmi in quel modo con Harry, eppure mi usciva tutto spontaneo, senza neanche pensarci.

-Non devi neanche scusarti- disse con le labbra poggiate sulla mia fronte, sorrisi e mi strinsi ancora di più a lui. Alzai il viso per incontrare i suoi occhi, sembravano quasi brillare al contrario dei miei che sicuramente erano gonfi e rossi.

-Non sapevo suonassi il piano- disse d’un tratto sfiorando un tasto dello strumento, sospirai e abbassai lo sguardo asciugandomi una lacrima.

-Suonavo, ora non più- risposi con la voce roca spostando lo sguardo nervosa.

-Come mai?- domandò corrugando la fronte dubbioso, sospirai di nuovo, sentivo le mani che iniziavano a tremare. Non sapevo se raccontare il tutto a Harry, ma visto che ormai mi aveva visto piangere, beh, decisi di raccontaglielo direttamente.

-Ormai non suono da due anni. Smisi il giorno in cui i dottori ci annunciarono la morte di mia madre, esattamente il 24 dicembre 2010, la vigilia di Natale e due giorni dopo la mia ultima esibizione. La sera del 22 dicembre, era la sera più importante della mia vita, ero finalmente arrivata alla finale di pianoforte a livello internazionale e mia madre aveva promesso di esserci, peccato che non arrivò mai. Il mio turno era alle 20.15 precise e suonavo per seconda, quando salì sul palco lanciai un’occhiata tra il pubblico, mio padre e Alex c’erano già mentre il posto dedicato a lei era vuoto. Suonai il brano che io e il mio insegnante avevamo deciso per me e quando terminai scesi immediatamente dal palco e la chiamai immediatamente, per le prime chiamate il cellulare suonava a vuoto mentre alla quarta chiamata ricordo che rispose una voce maschile, dura e decisa; non era la voce dolce e tranquilla come quella di mia madre. Mi disse che Marissa Jones era stata ricoverata nel London Central Hospital a causa di un frontale con un camion, lei andava troppo veloce per arrivare in tempo alla mia esibizione mentre il camion stava viaggiando nella corsia sbagliata a causa dello stato d’ebbrezza. Terminai immediatamente la telefonata e corsi da mio padre e Alex avvertendoli di quello che era successo. Raggiungemmo in tempo record l’ospedale rischiando parecchie volte di uscire dalla strada a causa del ghiaccio. Ricordo che non smettevo un secondo di tremare e piangere, in preda ad un attacco di panico che peggiorò non appena vidi il corpo esile e bianco di mia madre disteso sul lettino d’ospedale e a quelle macchine infernali che tentavano di riportarla in vita insieme ai dottore che continuavano ad uscire e ad entrare dalla sala operatoria, era un continuo via vai. Per due giorni interi rimasi in quel fottutissimo ospedale rinchiusa in quella tremenda camera azzurro pallido che puzzava in una maniera terribile, continuavo a tenere stretta la mano ormai fredda di mia madre. Sapevo perfettamente che se ne sarebbe andata a causa mia, per colpa di quella stupidissima esibizione. Il 24 dicembre alle ore 10.30 mia mamma morì davanti ai miei occhi. La sua mano divenne ancora più fredda e la leggera presa che aveva nella mia svanì completamente. Decisi allora di non suonare mai più- avevo ripreso a piangere e notai che anche Harry aveva gli occhi gonfi e rossi, il viso rigato da piccole e poche lacrime che lentamente si poggiavano sulle sue labbra rosse e sottili. Mi strinsi di nuovo a lui sorpresa di tutto quello che stavo facendo, non mi ero mai aperta così con nessuno, nemmeno con i miei famigliari, solitamente non parlavo mai dei miei problemi, di quanto mi sentissi frustrata o distrutta interiorimente, semplicemente diventavo acida con tutti e mi chiudevo in me stessa. Mentre da quando avevo iniziato a vivere con Harry, ero diversa, mi sentivo diversa; con lui ero riuscita ad aprirmi, ero riuscita a piangere, a sfogarmi e per la prima volta avevo raccontato a qualcuno com’era morta mia madre.

-Des, mi risparmio i soliti mi dispiace e varie frasi che dicono quelli che non sanno cosa dire. Sappi solo che se hai bisogno, in qualsiasi momento del giorno e a qualsiasi ora io ci sono. Insomma non sono il massimo però, per lo meno hai una maglietta sulla quale piangere e sfogarti- disse notando che con le mie lacrime gli avevo completamente formato una macchia gigantesca sulla maglia, sorrisi e mi asciugai una lacrima, l’ultima che uscì dai miei occhi. Anche lui sorrise mentre con il dorso della mano si strofinava gli occhi. Non avrei mai creduto che Harry Styles potesse essere così, semplicemente adorabile. Però quel momento “intimo”, se lo si può definire così, era durato anche fin troppo a lungo, mi alzai di scatto dallo sgabello spaventandolo leggermente, sorrisi divertita dalla sua espressione.

-Scusa ma devo scappare, mi presti la tua macchina vero? Grazie mille- con una mano gli scompigliai i ricci e uscì di corsa dalla stanza lasciando Harry da solo con un’espressione stupita in viso. Di corsa scesi le scale e non appena trovai le chiavi della Range Rover di Harry, uscì di casa e non appena accesi il motore uscì dal vialetto diretta al negozio d’animali di Londra. Stranamente volevo fare un qualche cosa per ringraziare Harry, un qualche cosa di abbastanza speciale e sapendo che la sua gattina era morta, decisi di prendergliene una nuova. Ultimamente stavo reagendo sempre di più impulsivamente invece di mettermi lì a ragionare e la cosa mi piaceva abbastanza, anche se avrei rischiato di fare parecchie cazzate.

Des, sai perfettamente che Harry ti sta peggiorando, vero? Ok, quindi cerca di starci insieme il più possibile perché così mi piaci parecchio bebe!” ok, ero completamente andata visto che il mio cervello iniziava a sparare minchiate peggiori del solito. Sorrisi scuotendo lentamente la testa molto divertita. Abbassai il finestrino con Misery Buisness dei Paramore col volume al massimo, urlai e risi contemporaneamente. Mi sentivo quasi rinata, e tutto quello era solo merito dello sfogo con Harry. Arrivata in centro a Londra parcheggiai a Piccadilly Circus e ignorando i tuoni provenienti dal cielo mi diressi senza ombrello al negozio di animali. Quando entrai mi misi subito alla ricerca di una gattina piccola da comprare, mi colpì particolarmente una piccolina tutta bianca che non la smetteva di stare ferma un secondo e continuava a fare dispetti ai due gattini neri che erano insieme a lei. Aveva un occhio verde smeraldo e l’altro azzurro ghiaccio, sorrisi e mi accucciai di fronte a lei cominciando ad accarezzarle le orecchie, lei subito iniziò a leccarmi le dita e a giocarci con le zampine minuscole.

-Mi scusi, è possibile comprarla?- domandai rivolta al commesso nerd che continuava a fissarmi, sorrise radioso mostrando così una fila di denti coperti di metallo a causa dell’apparecchio.

-Certo, vuole una gabbietta, cibo per gatti e spazzole apposite?- domandò sputacchiando ogni volte che pronunciava una S o una C, sorrisi continuando a giocare con la gattina.

-No la gabbietta no grazie, preferirei uno scatolone aperto, poi prenderò anche delle crocchette- risposi prendendola in braccio, lei si stiracchiò distesa sulle mia braccia e cominciò a fare le fusa. Il commesso in breve tempo mi procurò quello che avevo chiesto, infilai la gattina nello scatolone e ci misi dentro un po’ di croccantini poi presi un pezzo di carta e una biro scrivendoci sopra:

“Ciao! Il mio nome è Maya :D Ti ringrazio davvero tanto per avermi preso con te e non vedo l’ora di dormire ai piedi del tuo letto e di farmi coccolare, sono una gattina adorabile :3.

Harry, trattala bene altrimenti vedi! Grazie per tutto” decisi di non firmare. Pagai il commesso e uscì dal negozio, fortunatamente non pioveva ancora anche se il tempo annunciava un violento temporale. Corsi in macchina e poggiai lo scatolone contenente Maya sul sedile del passeggero e misi in moto il motore. Arrivai a casa in tempo record anche se sicuramente tutti avevano già cenato e si erano rintanati sul divano in salotto. Decisi di entrare dalla porta sul retro sbucando così in cucina, poggiai Maya sul tavolo e lanciai uno sguardo in salotto per controllare se Harry fosse lì o meno. Fortunatamente non c’era, sicuramente era segregato in camera sua a farsi la solita partita di Assasin’s creed alla X-Box. Presi lo scatolone poggiato sul tavolo e uscì dalla cucina.

-Des si può sapere dove sei stata? E poi che ci fai con uno scatolone in mano?!- Alex si alzò dal divano ma con un piede cercai di allontanarlo, lui si ritrasse.

-Sta lontano, e poi sai perfettamente la mia regola: Niente domande! Pensavo che ormai dopo 18 anni con me l’avessi capito- risposi allontanandomi da lui ignorando gli sguardi perplessi di tutti i presenti e con passo spedito raggiunsi le scale.

-Des, cara, vorrei ricordarti che domani ci sarebbero le prove per il vestito alla Boutique Sunshine di Madame Roxanne, vieni su con me o con Harry e gli altri?- domandò Anne con una nota di timore nella voce, le sorrisi radiosa.

-Oh si certo, le prove per l’abito. Ehm… Anne ti dispiace se aspetto l’arrivo di Cece poi decidiamo?- domandai cercando di non inciampare su quegli scalini, lei sorrise apprensiva e con un cenno del capo acconsentì.

Salì le scale attenta a non finire per terra mentre Maya con le zampette si aggrappava al bordo dello scatolone strusciando il nasino umido contro il mio. Sorrisi e raggiunsi la camera di Harry, poggiai lo scatolone per terra e bussai tre volte per poi chiudermi in camera e buttarmi sul letto, presi di corsa l’i-pod e mi infilai le cuffie nelle orecchie, partì Born for this dei Paramore a tutto volume giusto in tempo per notare con la coda dell’occhio un Harry affacciato alla porta con Maya in braccio che con le zampine giocava con la sua maglia. Finsi di non notarlo e con le mani iniziai a suonare una batteria immaginaria mentre con i piedi scalciai per aria a ritmo di musica. Si avvicinò a me e mi tolse entrambe le cuffiette con una mano guardandomi sorridente. Alzai scettica un sopracciglio mentre lui si sedeva sul mio letto.

-Grazie, è adorabile, e amo particolarmente i suoi occhi- disse poggiandola sul letto, Maya iniziò a camminare lentamente cadendo un paio di volte provocando dei sorrisi sia miei che di Harry.

-Si piacciono anche a me, e non capisco il grazie ma… prego- risposi fingendo di non sapere nulla, lui sorrise e scosse la testa.

-Ok va bene, fingiamo che non sia stata tu a regalarmi Maya- mi fece un occhiolino e gli sorrisi cercando di fargli capire che lo ringraziavo.

-Ti andrebbe di giocare con noi?- domandò Harry grattando dolcemente la testolina di Maya, sorrisi e la presi in braccio stringendola delicatamente a me, lei iniziò a fare le fusa.


Angolo autrice ;D
I'm Back! :D Occheeei gente ecco il settimo capitolo che sinceramente è il mio preferito per vari motivi. Lo considero il più romantico della storia (si beh, la mia idea di romanticismo è molto ridotta D:) ma comunque spero vi piaccia *-*
However,
ringrazio pHazza_ per_ Hazza e 1D_Italy che rcensiscono la mia storia e chiunque abbia messo la storia tra ricordate/preferite. Spero vi piaccia anche questo capitolo *O*
Lot Of Love Destiny

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Capitolo 8
*** Chapter Eight: due poli che continuano ad attirarsi ***


Chapter 8.

“Due poli che continuano ad attirarsi”

 

Ormai continuavo a fare avanti e indietro per il salotto ansiosa e speranzosa che da un momento all’altro la porta principale si sarebbe aperta e Cece sarebbe entrata in tutto il suo splendore. Io e Cece eravamo così diverse ma così unite. Lei lunghi capelli rossi tutti ondulati; io lunghi capelli neri lisci costantemente spettinati. Lei alta un metro e settanta; io centosessanta centimetri. Lei occhi color grigio cielo; io occhi di due colori diversi. Lei labbra carnose e rosse; io labbra sottili e rosee. Lei pelle rosea; io bianco latte. Lei si vestiva come una ragazza; io rischiavo spesso di ritrovarmi vestita come il mio futuro fratellastro. Lei elegante e raffinata; io… beh evito di commentare questa parte. Lei aperta e gentile con tutti; io chiusa e gentile solo con chi volevo. Insomma, due poli opposti che però passavano gran parte del loro tempo insieme e continuavano ad attirarsi. Raggiunsi per la millesima volta le scale, feci un mezzo giro e ripresi a percorrere con passo spedito il salotto. Harry e Maya continuavano a seguirmi con lo sguardo comodamente stravaccati sul divano. Nonostante la gattina fosse lì da neanche un giorno, era come se fosse in quella casa da una vita; si faceva coccolare da tutti, ma specialmente da me e Harry, avevamo deciso che una sera avrebbe dormito con lui e una sera con me ai piedi dei nostri letti.

-Sai Des, penso che stia venendo il mal di testa anche a Maya oltre che a me. Potresti anche smetterla- disse d’un tratto Harry, scossi la testa.

-Voi potreste anche smetterla di fissarmi- risposi di rimando senza smettere di fermarmi. Lui sorrise divertito continuando a seguirmi con lo sguardo, sorrisi anche io a causa sua.

-Ascolta, che ne diresti di sederti qui sul divano con me e la piccola Maya che ha voglia delle tue coccole sul pancino?- domandò picchiettando con una mano il divano, mi fermai e gli sorrisi divertita facendo quello che mi aveva appena consigliato. Iniziai a fare i grattini sul pancino di Maya che iniziò a fare le fusa mentre lentamente i suoi occhietti si chiudevano. Harry mi sorrise di nuovo, ormai era quasi sempre un continuo scambio di sorrisi e la cosa mi piaceva particolarmente.

-Dov’è la mia Desty?!- la porta si spalancò improvvisamente, riconobbi subito la voce raffinata di Cece e immediatamente scattai in piedi, scavalcai il divano con un salto e corsi tra le braccia della mia migliore amica.

-Cece! Dio se mi sei mancata!- le urlai praticamente nelle orecchie, lei rise entusiasta e mi strinse talmente forte da mozzarmi il fiato.

-A chi lo dici Desty! Ma sta tranquilla che per tre settimane non ti libererai facilmente della sottoscritta!- lei era l’unica a chiamarmi Desty perché adorava il mio nome e visto che io proibivo a tutti di chiamarmi Destiny, l’unico soprannome che si avvicinasse al mio nome era Desty.

-Non puoi immaginare quante cose debba raccontarti! Poi io e te dovremmo parlare seriamente e in privato perché la tua telefonata di ieri sera mi ha fatto riflettere parecchio e sono arrivata ad una mia conclusione- disse guardandomi dritta negli occhi con aria furbetta, roteai gli occhi e mi pentì immediatamente di averle raccontato del mio sfogo con Harry per filo e per segno.

-Oh e tu devi essere Harry! È un piacere! Desty mi ha parlato parecchio di te!- Cece strinse calorosamente la mano di Harry che in breve tempo si era posizionato di fianco a me.

-Davvero?- domandò guardandomi sorpreso, fulminai con lo sguardo Cece che sorrise elegantemente a Harry che continuava a guardarmi sorpreso.

-Si beh, le ho parlato di te come le ho parlato di Anne, di Gemma, e dei tuoi amici- risposi per pararmi, in effetti ogni volta che chiamavo Cece, alla fine finivo a raccontarle ogni singola cosa successa con Harry durante la giornata, ma solo perché passavo la maggior parte del tempo con lui.

-Des, perché non mostri a Cece la vostra camera? Harry, mi aiuteresti con i bagagli?- mio padre fece il suo ingresso in salotto con due valige e un borsone, Harry prese immediatamente il borsone. Io e Cece iniziammo a correre verso la camera seguite da loro due che poggiarono il tutto davanti alla porta.

- Louis e gli altri dovrebbero arrivare a momenti, quando ci sono vi avviso che andiamo, va bene?- domandò Harry poggiandosi contro il muro davanti a noi. Acconsentimmo con un gesto del capo e ci barricammo in camera buttando le valige contro il muro e buttandoci sul letto.

-Ok, vuoi che comincio a parlare oppure vuoi che ti dia la mia sorpresa?- domandò guardandomi di lato, sorrisi e la guardai maliziosa, lei capì subito la risposta e si alzò dal letto andando verso una delle due valige.

-Allora? Di che sorpresa si tratta?- domandai curiosa mettendomi a sedere sul letto sporgendo leggermente il busto in avanti per sbirciare oltre di lei.

-Sai che durante una nostra chiamata mi hai detto che sì, la camera ti piaceva ma la sentivi spoglia e non tanto tua, giusto?- sembrava che quel discorso se lo fosse preparato un mese prima per fare bella figura, quasi dovesse parlare davanti ad un pubblico importante. Con un cenno del capo acconsentì e lei sorrise tirando fuori varie cose dalla valigia.

-Perfetto, allora prima di andare in aeroporto mi sono fermata nella tua vecchia casa e ho preso un paio di cose da camera tua- si voltò verso di me con in mano tantissimi poster e varie fotografie sia vecchie che odierne, sorrisi e mi buttai giù dal letto gattonando verso di lei velocemente e saltandole letteralmente addosso quando la raggiunsi. L’abbracciai forte ringraziandola parecchie volte mentre lei rideva divertita. Quando mi staccai da lei, mi aiutò ad attaccare tutti i miei vecchi poster dei Paramore, dei Green Day, dei Maroon 5 e di P!nk. Poi c’era la mia vecchia parete di sughero ricoperta di foto di quando ero piccola insieme ad Alex, mamma e papà; insieme a Cece e di tutti i posti in cui ero stata da bambina: Australia, Germania, Italia e anche in America. Avevamo viaggiato parecchio e visitato dei posti fantastici. Finito il nostro lavoro lo osservammo soddisfatte, ora quella sì che era realmente camera mia.

-Sai però, un po’ mi dispiace per il lavoro di Harry- Cece sospirò e si buttò sul letto facendolo sbuffare e scompigliando tutte le coperte.

-A me più che altro dispiace per quello di Gemma, ha fatto praticamente tutto lei- dissi facendo lo stesso di mia cugina, lei rise divertita mentre io le lanciavo occhiate preoccupate.

-Gemma? Guarda che Harry non l’ha fatta entrare in camera neanche un secondo visto che doveva lavorarci solo lui!- continuò a ridere intanto io facevo fatica a capire quello che diceva a furia dei singhiozzi e degli acuti.

-Ok Cece, penso che il viaggio ti abbia ti abbia fatto parecchio male! Harry che lavora? Per favore da dove l’hai tirata fuori?-

-No mia cara Desty, non mi sono inventata nulla, solo me l’ha detto Gemma quando mi ha accompagnato per un pezzo di strada fino qui a casa- con una scrollata di capelli mi guardò solennemente mentre io mi facevo piccola di fianco a lei. Harry mi aveva detto che più che altro Gemma aveva fatto il tutto mentre lui si limitava ad approvare, vabbè cercai di ignorarlo e cambiai letteralmente discorso.

-Perfetto, ora di cos’è che volevi parlarmi?- domandai frettolosamente facendo spuntare un sorrisino malizioso sul viso di Cece, avevo quasi sempre un leggero filo di paura a parlare con lei visto che mi capiva con uno sguardo e la maggior parte delle volte aveva sempre ragione.

-Di te, di Mr.Styles, e di quello che sta succedendo tra voi due- sorrise sorniona e io roteai gli occhi, non stava succedendo nulla, ci stavamo solo avvicinando come futuri fratellastri. Fortunatamente il bussare della porta ci evitò il discorso che sicuramente Cece avrebbe ritirato fuori la sera durante le nostre chiacchierate notturne prima di andare a dormire. Aprì la porta trovandomi così faccia a faccia con Harry e Louis che sorrideva radioso come suo solito, quel giorno però stranamente indossava un semplice paio di bermuda di jeans con una maglietta bianca con lo scollo a V e un paio di mocassini bianchi e blu. Senza dire una parola feci cenno a Cece di seguirmi e uscimmo dalla camera scendendo di corsa le scale, in salotto ci stavano aspettando Liam, Niall e Zayn.

-Ragazzi lei è Cece, la cugina di Des, resterà qui per tre settimane e… trattatela bene vi prego- disse Harry indicando Cece che di fianco a me sorrideva radiosa, specialmente a Liam che non le staccava gli occhi di dosso già mentre scendeva le scale.

-Ciao ragazzi! È un piacere conoscervi- sorrise dolcemente e strinse la mano a tutti mentre si presentavano, anche lei rimase colpita da Liam, non che la cosa m stupì particolarmente visto che era praticamente identici caratterialmente. Posati e raffinati entrambi.

-Scusate ma mia madre ci aspetta per le prove del vestito quindi… muoviamoci! Des vieni in macchina con me?- mi domandò Harry mostrandomi le chiavi della macchina che teneva in mano, mi stavo parecchio abituando alla sua Range Rover e poi, avevo sempre avuto un debole per le macchine grosse. Sorrisi e acconsentì con un cenno del capo così uscimmo tutti di casa diretti alle macchine. Liam si offrì di accompagnare Cece mentre Louis sarebbe venuto su da solo con la sua Mini blu, Zayn e Niall insieme con L’Audi sportiva di Zayn. Stavamo per salire in macchina quando una decapottabile argento splendente si fermò di colpo davanti al cancello d’ingresso mostrando a tutti Naomi con addosso un mini abito scosciato, in testa un cappello bianco stile Audrey e non appena scese dalla macchina si videro anche i trampoli sui quali camminava.

- Harolduccio, dove vai? Non hai ricevuto il mio messaggino dove ti dicevo che mi devi assolutamente accompagnare a prendere un vestito per il matrimonio?- cavoli, non mi era mancata per niente la sua voce acuta e insopportabile. Mi lanciò un’occhiataccia per poi concentrarsi di nuovo su Harry. Sicuramente non le stavo particolarmente simpatica, ma la cosa era perfettamente reciproca.

-Oh… si forse l’ho ricevuto ma, ultimamente non controllo più il cellulare… comunque, non posso perché devo andare a fare le prove del mio abito- rispose con voce piatta e scocciata, sicuramente non aveva una voglia matta di stare lì a parlare con quella… ehm… ok, non trovo un aggettivo adatto per descriverla che non mi costringa a censurarlo.

-Ma è perfetto! Vengo con te! Scommetto che andrete alla Boutique Sunshine di Madame Roxanne e io adoro quel negozio, ha sempre dei vestiti così fantastici! Ehi piccoletta se ti sposti magari salgo in macchina- mi prese per una spalla spostandomi da vicino alla portiera aprendola.

-Scusa Naomi, hai la tua macchina, perché non vieni con la tua?- domandò Harry seccamente, lei gli sorrise radiosa.

-Oh Harolduccio sono già in riserva e non penso di riuscire a fare tutto il tragitto senza rischiare di rimanere a piedi, e poi non c’è neanche un distributore qui vicino dove io possa fare il pieno. E poi Des può sempre andare sul sedile posteriore- sorrise malefica e mi lanciò una delle sue solite occhiatacce, secondo me era una sorta di maledizione.

“Des, ricordati di portarti sempre una bottiglietta d’acqua santa dietro così nel caso la incontrassi sai cosa fare” perfetto, il prima possibile sarei andata in chiesa.

-Beh, Des non può stare dietro perché soffre la macchina e rischierebbe di vomitarci addosso- Harry mentì spudoratamente e io me ne accorsi subito perché aveva iniziato a parlare velocemente, quasi si capivano le parole.

-Non c’è problema, Des può sempre andare con Louis, tanto è da solo no?- Naomi sorrise di nuovo in quel modo maligno e Harry si arrese al fatto che doveva per forza trasportare Naomi fino alla Boutique. Louis mi sorrise e io mi avviai verso la sua macchina salendo al posto del passeggero. Era piccola ma confortevole, anche se avrei preferito di gran lunga la Range Rover di Harry.

~

 

-Perfetto tesoro adesso fai un giro su te stessa e dimmi se non sei splendida!- Madame Roxanne mi prese una mano facendomi roteare, io mi sentivo nauseata. Avevo già provato una ventina di vestiti e nessuno si addiceva a me, nemmeno uno, un fottutissimo vestito che potesse starmi decentemente. Beh, secondo Anne e gli altri, per via del mio fisico qualsiasi vestito mi stava bene, peccato che io non mi vedevo con nessuno di essi.

-Mi spiace Madame Roxanne ma…- iniziai a balbettare passandomi una mano tra i capelli.

-Ma non ti vedi nemmeno con questo- sbuffò Madame massaggiandosi le tempie velocemente e sistemandosi gli occhiali e mezza luna sul naso alla francese.

- Anne, cara, questa ragazza è un caso disperato. Ormai le ho fatto provare mezza Boutique ma nessun vestito le piace. Je ne sais pas! Elle est très… très… je ne sais pas- sbraitò lei non appena vide Anne arrivarle in contro. E vorrei ben vedere che non mi trovavo con nessun vestito, ne avevo provato uno verde pisello terribilmente lungo per me e decisamente stretto specialmente nelle caviglie, mi sentivo quasi una sirena. Poi me ne aveva fatto provare uno fuxia e nero con corpetto super stretto che mi faceva arrivare a una quinta di reggiseno (cosa che io porto una seconda) e una gonna tremendamente corta tutta a balze. E per finire mi aveva fatto indossare un tubino rosso lucido monospalla con una quantità di fiori finti attaccati alla spallina che mi impediva una visuale.

-Madame Roxanne, permette che io dia un’occhiata, magari trovo qualche cosa per Des- Anne mi salvò la vita con quelle parole. Nel frattempo mi chiusi nel camerino togliendomi il vestito e infilandomi l’accappatoio. Cece aveva già trovato il suo vestito un’ora fa. Era di un rosa pesca tutto ricamato con un corpetto a cuore e sotto il seno un ricamo calcato che indicava l’inizio della gonna che cadeva morbida fino al ginocchio. Naomi invece si era trovata un tubino argento semplice tutto ricoperto di paillettes. I ragazzi con il solito smoking: nero e bianco con cravatta di diverso colore. Insomma, mancavo solo io. Uscì dal camerino e mi sedetti di fianco a Cece che sorrideva radiosa.

-Sono esausta- dissi scivolando lentamente lungo la sedia, Cece rise come suo solito.

-Non ti ho mai vista con così tanti vestiti- mi scompigliò i capelli con una mano e sorrise divertita, io invece avevo un muso che raggiungeva quasi il pavimento.

-Sai, per me non è divertente- risposi acida, detestavo provare cose su cose quando sapevo perfettamente che nessuna sarebbe stata perfetta per me, avrei preferito mille volte andare al matrimonio con addosso dei jeans e una maglietta un po’ più femminile delle mie con ai piedi un paio di all-star e con i miei soliti capelli tutti spettinati senza l’ombra di trucco.

-Veramente lo sarebbe stato, solo ti è venuto questo musone da quando Naomi ha preso il tuo posto nella macchina di Harry- incrociò le braccia al petto e mi guardò dall’alto al basso. Sbuffai e roteai gli occhi incrociando a mia volta le braccia al petto, non è che mi era venuto il musone per quello, solo sapevo che non avrei trovato nulla e poi per ogni vestito che provavo c’era quell’oca che continuava ad urlare per tutto il negozio che sicuramente quel modello sarebbe stato meglio a lei, oppure che mi faceva troppo grassa, che mi faceva troppo bassa, che il colore non mi si addiceva, che mi stava malissimo e tutte le piccole frasi acide che ti perforano come un coltello nella schiena.

-Smettila, e ti prego non nominarla nemmeno. Solo il nome mi fa girare i neuroni- ammisi lanciandole un’occhiatina da dietro Cece. Alta e magra, stava provando un vestito nero scosciato troppo semplice per lei. Ogni due secondi picchiettava la spalla di Harry mentre lui era intento a chiacchierare con Niall e Liam dei loro vestiti.

-Oh Des! Ascolta ci serve un parere, potresti venire qui un secondo?!- domandò lui notando che stavo fissando tutto il gruppetto, con un cenno del capo acconsentì e mi avviai verso di loro prendendo Cece per la mano e trascinandola dietro con me.

-Dica- dissi quando li raggiunsi. Cavoli in smoking stavano davvero bene, tutti alti e ben messi in quel completo risultavano tremendamente sexy.

-Allora, io sinceramente al posto della solita cravatta, vorrei optare per il farfallino, tu che ne pensi? Liam e Niall non sono d’accordo ma… vorrei un parere femminile- disse mostrandomi una cravatta nera semplice e un farfallino bianco come la sua camicia.

-Beh Harolduccio, secondo me la cravatta ti starebbe decisamente meglio- intervenne Naomi senza che nessuno la interpellasse, Harry sembrò non considerarla e continuava a farmi dondolare davanti gli oggetti del suo dubbio.

-Non saprei, il farfallino è figo - ammisi con un’alzata di spalle cercando di ignorare il più possibile le occhiatacce di Naomi e lo sguardo divertito di Cece.

-Perfetto! Visto ragazzi? Vi avevo detto che il farfallino è figo!- trionfante Harry alzò il farfallino in aria e lo fece roteare un paio di volte. Liam e Niall scossero la testa lentamente ma notai che dietro la mano stavano sorridendo.

- Harolduccio, io però ti avevo consigliato la cravatta- Naomi sembrava letteralmente incazzata, Harry la guardò stupito.

-Ah si? Beh, scusa ma non ti avevo sentita. Ragazzi andiamo a cercare Lou e Zayn, sicuramente si saranno persi, sappiamo tutti e tre che questo per loro è il paradiso. Ah Des se non sbaglio mia mamma ti sta facendo segno di andare da lei, sicuramente avrà trovato un abito perfetto per te. Poi veniamo a vederti non appena troviamo i due. A dopo e grazie- mi passò dolcemente una mano sulla spalla e mi sorrise per poi correre dietro a Liam e Niall. Sorrisi e con Cece andai verso Anne che stringeva in mano un vestito che mi lasciò completamente senza parole. Aveva un corpetto argento, la parte sotto era di un bianco candido che cadeva morbido fino a sopra il ginocchio a sbuffo, sotto il seno partiva una fascia morbida che avrebbe formato la spallina sinistra del vestito lasciando la spalla destra scoperta. Lo guardai incantata, per la prima volta mi ero innamorata di un vestito.

-Ti piace?- domandò titubante Anne, io l’abbracciai forte stritolandola quasi.

-Se mi piace? Anne ti giuro per la prima volta mi sono innamorata!- risposi sinceramente provocando la sua risata e quella di Cece che ammirava con occhi sognanti il mio vestito.

-Allora che ne diresti di provarlo?- domandò porgendomelo, lo presi con cura e di corsa mi infilai nel camerino pronta a provare quella meraviglia. Prima di uscire mi diedi un’occhiata allo specchio e mi sentì carina, mi piaceva davvero quel vestito. Uscì e feci un giro su me stessa, Anne e Cece trattennero il fiato, Madame Roxanne aveva addirittura gli occhi lucidi.

-Sto... Bene?- domandai titubante.

-Desty, sei una favola! Dopodomani, al matrimonio, farai faville!- Cece mi abbracciò stritolandomi, io sorrisi e ringraziai Anne per lo splendido vestito da damigella.


Look at me :D

Eccomi gente con l'ottavo capitolo della storia *-* Mi duole informarvi che la storia sta per giungere al termine ç___ç

However
Cece ha fatto il suo ingresso e personalmente, la adoro come personaggio anche se Des rimane un mito per me ;P Beh, che dirvi? Spero il capitolo vi piaccia e spero di ricevere qualche recensione (si mette in ginocchio e vi supplica di recensire anche con un monosillabo .-.)
Occheeei, la smetto promesso u.u
Vorrei ringraziare chi ha recensito il capitolo precendete e chiunque abbia messo la storia tra ricordate/preferite e spero anche questo capitolo vi piaccia :3
Vi lascio con una foto di Cece e con i vestiti che indosseranno lei e Desty al matrimonio:

Cece: http://tinypic.com/view.php?pic=2du9hu8&s=6

Cece's Dress: http://tinypic.com/view.php?pic=35hr7sy&s=6

Desty's Dress: http://tinypic.com/view.php?pic=qn1ste&s=6

Un bacione Destiny ∞

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Capitolo 9
*** Chapter Nine: The Wedding ***


Chapter 9.

The Wedding”

 

Il sole splendeva alto nel cielo, gli uccelli cinguettavano liberamente posandosi sui rami degli alberi, le rondini volavano tranquille nei loro gruppi, un leggero venticello si liberava di tanto in tanto e tutto sembrava tranquillo al di fuori di casa Styles. Nell’enorme villa c’era un casino infernale: Parrucchieri e truccatori continuavano a fare avanti e indietro per tutta la casa, Anne era in preda ad un attacco di panico visto che si era svegliata con un enorme brufolo sul viso proprio sul mento e continuava ad urlare dicendo che si vedeva ingrassata e che sicuramente il vestito non le sarebbe più entrato. Gemma intanto non riusciva più a ricordare dove avesse messo il suo vestito e quindi saltava di camera in camera e buttava giù tutti gli armadi per ritrovarlo. Cece non la smetteva di piangere per l’emozione rovinando così ogni secondo il suo make up e il truccatore era costretto a rifarglielo ogni volta e io… io tranquillamente me ne stavo chiusa a chiave in bagno con addosso il mio vestito da damigella perché non volevo che mi truccassero o pettinassero e poi, avevo una paura tremenda. Sentivo l’ansia che continuava a crescere, insomma dopotutto mio padre si stava per risposare con una donna che non era mia madre e… per quanto potesse farmi piacere, un po’ di dispiacere restava comunque.

-Desty sei qui dentro?- riconobbi la voce di Cece dall’altro lato della porta, alzai la testa da sopra le ginocchia e osservai la porta bianca di fronte a me.

-Forse- risposi la prima cosa che mi passò per la mente facendo così ridere Cece e il parrucchiere francese che se ne stava da mezz’ora davanti alla porta. Sorrisi leggermente anche io poi tornai a sentire quell’insopportabile dolore allo stomaco.

-Vuoi uscire?- domandò Cece picchiettando con le perfette unghie contro la porta.

-No- risposi scuotendo violentemente la testa.

-Andiamo Desty, devi pur uscire! Altrimenti il matrimonio te lo scordi!-

-Va bene, il bagno non è poi così male sai!?- urlai cercando di superare le urla isteriche del parrucchiere che aveva iniziato a sbraitare in francese e sicuramente mi stava mandando a quel paese.

-Oh Harry sei un miracolo! Ascolta Desty non vuole uscire dal bagno, prova a parlarle tu perché io ci ho già provato una volta ma non vuole uscire e… Pierre ha iniziato a dire cose poco gradevoli su di lei- sentì Cece e sbuffai sonoramente visto che aveva chiamato Harry, e sicuramente con la forza o senza mi avrebbe tirato fuori dal bagno conoscendolo e conoscendomi.

-Ok. Cece ti conviene andare da Cleo a risistemarti il make up, sembra tu abbia pianto e Pierre, si vous plait, ma mere cherche toi, vous pouvez aller avec Cece- Harry sapeva parlare francese così perfettamente, sembrava una seconda lingua per lui e sentirlo parlare sembrava emozionarmi. Sentì Cece e Pierre allontanarsi e il peso del corpo di Harry che si posava delicatamente sulla porta, ecco che ripartivano le fitte allo stomaco.

-Harry sappi che non ho intenzione di uscire di qui!- urlai. Mi sentivo molto una bambina che si nascondeva dai genitori visto che non l’avevano accontentata comprandole un giocattolo che a lei piaceva.

-Non ho intenzione di farti uscire… solo ti andrebbe di farmi entrare?- rimasi per qualche secondo in silenzio poi di scatto mi alzai e mi avvicinai alla porta per aprirla di scatto facendo quasi cadere Harry che mi sorrise radioso cercando di non farmi ridere per la figura di merda che stava per fare.

-Muoviti ad entrare, non voglio che qualcuno mi veda e mi costringa ad uscire- risposi velocemente facendogli segno, lui con calma entrò e si sedette sul bordo della vasca, io chiusi la porta e diedi un giro di chiave.

-Ti sta benissimo il vestito, e sicuramente con un po’ di trucco e una bella pettinatura, diventeresti ancora più splendida- mi disse perforandomi con i suoi occhioni verde smeraldo che quel giorno brillavano anche più del solito per via del sole e dell’emozione.

-Non provarci nemmeno Styles, non funzionano con me queste tattiche-

-Non era una tattica, era la verità-

-Smettila-

-Ti dà proprio così fastidio?-

-Abbastanza-

-Scusa, non lo faccio più- abbassò lo sguardo e iniziò a guardarsi le all-star bianche che stavano benissimo con i suoi pantaloni neri e la sua camicia in tinta con le scarpe. Il farfallino non era ancora allacciato e notai che i suoi tentativi erano proprio pessimi.

-Ti serve una mano?- domandai avvicinandomi a lui.

-Sono pessimo, vero?- domandò alzando leggermente l’angolo destro della bocca.

-Direi- mi inginocchiai davanti a lui e iniziai a trafficare con il suo farfallino. Alzai lo sguardo e i nostri occhi si incontrarono e i nasi si sfioravano.

-Che cos’hai Des? Perché non vuoi uscire?- domandò spostandomi un ciuffo di capelli all’indietro. Arricciai il naso e sentì di nuovo quella fitta allo stomaco talmente forte che mi costrinse a posarci sopra una mano cercando di placarlo.

-Non lo so… paura… agitazione… emozione e poi… insomma mio padre sta per risposarsi- ammisi mettendomi a sedere sopra i talloni sospirando.

-Hei, ti capisco, anche io sento lo stesso… fino a qualche mese fa ero io l’uomo di casa e dopo oggi… ce ne saranno altri due e uno di loro sarà il nuovo marito di mia madre… insomma, è normale ma sono sicuro che tuo padre non si dimenticherà mai di te Des. Nessuno potrà mai dimenticarsi di te, sei unica e… si beh, hai capito- con due dita mi alzò il mento così che i nostri sguardi si incrociarono di nuovo, sorrisi leggermente per fargli capire che lo ringraziavo per quelle parole, aveva colto nel segno, avevo paura che mio padre si dimenticasse di me.

-Allora, che ne diresti di uscire di qui e chiamare Pierre e Cleo?- domandò accarezzandomi una guancia sorridendo, acconsentì con un cenno del capo e lui si alzò sorridendo dal bordo della vasca porgendomi una mano aiutandomi ad alzarmi.

Appena uscì dal bagno Pierre e Cleo mi trascinarono via da Harry e mi portarono in camera per iniziare a tartassarmi con phone, spazzole, ferro, pennelli, ombretti, matite, mascara e tutti oggetti infernali per me.

-Oh madamoiselle tu est très chic!- disse Pierre asciugandosi una goccia di sudore dalla fronte, in effetti non mi sentivo particolarmente brutta, e dovetti ammettere che avevano fatto un ottimo lavoro.

 

 

~

 

-Vuoi tu Andrew Tomas Jones prendere Anne Cox come tua legittima sposa?- domandò il prete lanciando prima un’occhiata a mio padre, poi una ad Anne che da quando era salita in macchina per dirigersi nella piccola chiesetta, non aveva smesso un secondo di sorridere e trattenere le lacrime.

-Lo voglio- rispose mio padre prendendola per mano e guardandola con tanto amore, aveva la stessa espressione di quando guardava la mamma, e quello sapevo perfettamente che era il suo sguardo da innamorato.

-E vuoi tu Anne Cox prendere Andrew Tomas Jones come tuo legittimo sposo?- domandò di nuovo il parroco sorridente e con in mano la bibbia, che di tanto in tanto apriva come se li dentro ci fosse scritto quello che doveva dire.

-Lo voglio- rispose Anne con voce tremante e felice, portandosi un dito sotto l’occhio e asciugando una piccola lacrima che lentamente scivolava lungo la guancia.

-Dai poteri a me conferiti, vi dichiaro marito e moglie, può baciare la sposa- e senza farselo ripetere due volte entrambi si avvicinarono e si scambiarono uno dei baci più belli che avessi mai visto. Mi scostai un ricciolo da davanti agli occhi e lanciai uno sguardo veloce ad Harry, che mi guardava sorridente e scambiava parole veloci con Louis, che stava proprio dietro di lui. Avevo notato che Naomi non si era vista per tutta la cerimonia, non che la cosa mi dispiacesse, solo sembrava strano perché le poche volte che l’avevo vista, non aveva fatto altro che scassare le ovaie sul fatto del matrimonio.

Finito il bacio appassionato io e le altre damigelle insieme ai testimoni e a tutti gli altri invitati uscimmo dalla chiesa pronti per il lancio del riso ai novelli sposi, e con mia grande agilità riuscì a beccare mio padre nell’occhio.

-Ehi Des, vieni con me?- domandò Harry prendendomi per un polso, indicandomi la sua Range Rover,

-Dove scusa?- domandai non afferrando al volo dove volesse andare.

-Al ricevimento volpe- rispose lui scuotendo la testa, io sorrisi come una demente e acconsentì con un cenno del capo.

-Aspetta, Cece?- domandai fermandomi di colpo e lanciando occhiate veloci in giro per vedere dove fosse e dove fossero anche gli altri del gruppo.

-Tranquilla Liam ha detto che ci avrebbe pensato lui, adesso muoviamoci che dobbiamo arrivare lì prima degli sposi e non so se facciamo in tempo per via del traffico- mi strattonò e iniziò a correre tenendomi per mano, io però già facevo fatica a camminare lentamente, figuriamoci correre per di più come faceva lui.

-Styles! Cavolo sono un’impedita con questi trampoli, potresti avere un po’ di pietà e non correre?- domandai fermandomi. I miei poveri piedi sospirarono esausti mentre Harry mi fissava, sembrava quasi agitato, insomma avremmo fatto sicuramente in tempo.

-Non c’è tempo. Vieni qui, ti porto io alla macchina- così dicendo infilò un braccio dietro le mie ginocchia e l’altro a metà della mia schiena, io mi aggrappai al suo collo e iniziò a correre verso la macchina. Perché diavolo l’aveva parcheggiata così lontano?!

-Sai, sembriamo noi i novelli sposi- disse ridendo, io arrossì violentemente e scossi la testa, non mi passava neanche per l’anticamera di cervello di sposarmi, poi figuriamoci con lui!

-Non dire cazzate Harry, piuttosto apri la macchina- dissi notando che aveva raggiunto la sua Range Rover.

-Mi spieghi come faccio a prendere le chiavi, con te in braccio?- domandò con tono sarcastico, io con un salto scesi e per poco non mi slogai la caviglia per via di quei trampoli tacco 12 che avevano deciso di torturarmi i piedi, le caviglie e tutte le gambe.

-Muoviamoci!- urlò salendo in macchina, ma che cacchio gli prendeva?

“Styles… ricorda la legge del Keep Calm! Andiamo!” pensai tre me e me mentre salivo in macchina e non appena mise in moto, mi tolsi le scarpe tirando un sospiro di sollievo.

-Scusa ma… Naomi?- domandai troppo curiosa di sapere come mai non si era vista per tutta la cerimonia.

-Ha detto che verrà al rinfresco, è per questo che voglio arrivare il prima possibile, così magari riesco a non beccarla subito appena arrivato, ma avere qualche secondo o minuto di libertà- disse premendo sempre di più sull’acceleratore, rischiando parecchie volte di tamponare le macchine davanti a noi, sorrisi leggermente pensando che Harry con la macchina era un pericolo pubblico e che io ogni volta da vera cretina andavo sempre con lui.

-Allora tu e Louis, durante la cerimonia, stavate parlando di questo?- domandai abbassando leggermente il volume della radio, lui sorrise e scosse la testa.

-Veramente stavamo discutendo su quanto fossi carina, e del fatto che lui volesse chiederti di uscire- rispose come se la cosa fosse normale, mi sentì parecchio in imbarazzo e rimasi a fissare il cruscotto davanti a me.

-Ovviamente, gliel’ho proibito- aggiunse notando il mio imbarazzato silenzio.

“Ah bene Styles sapere che gliel’hai proibito, mi farà dormire sogni tranquilli! Che razza di idiota! Resta comunque il fatto che mi sento in imbarazzo!” pensai sistemandomi un ricciolo che cadeva sugli occhi abbastanza nervosamente.

-Ok. Bene. Ora gira a destra poi siamo arrivati- dissi all’improvviso facendogli gesto con la mano destra, lui con un cenno del capo fece quello che gli dissi poi parcheggiò nel posto riservato a lui e scese dalla macchina, io rimasi dentro a fissare quei mostri di fronte e me: belle, bianche e alte, decisamente troppo alte e trappole mortali per i miei poveri piedi.

-Scendi o no?- domandò Harry aprendo di scatto la mia portiera, scossi la testa.

-Primo, detesto le feste, secondo odio queste scarpe e terzo… ci sarebbe da fare il discorso davanti a tutti ma… non ho preparato nulla- ammisi giocando nervosamente con la gonna del vestito, Harry sorrise.

-Ok tranquilla, ho la soluzione per tutto. Se detesti le feste, tranquilla che con me e i ragazzi le adorerai; dammi cinque secondi, ti ho preso un paio di all-star bianche questa mattina dalla tua camera sapendo che non avresti retto fino alla cerimonia e per il discorso, l’ho fatto io anche per te- mi porse le scarpe e un foglietto di carta, sopra c’erano scritte un paio di frasi belle e anche divertenti con una scrittura tipica di un ragazzo anche se abbastanza comprensibile e lineare. Rimasi letteralmente spiazzata dal gesto di Harry, insomma come poteva conoscermi così bene nonostante fosse passata solo una settimana dalla nostra nuova convivenza? Mi aveva portato un paio di scarpe sapendo che non avrei retto i tacchi e per di più mi aveva scritto il discorso per il matrimonio. Harry si era dimostrato completamente diverso da come me lo immaginavo, in quella settimana mi era stato vicino ed era persino riuscito a farmi sentire bene, con lui ero riuscita ad aprirmi e a piangere raccontandogli tutto di mia madre e di come mi sentissi. Gli volevo bene, davvero bene e…

 

“No Des, non ti azzardare nemmeno a pensarlo! NO, NO, NO!” pensai scacciando via il pensiero che per pochi secondi mi aveva attraversato.

-Grazie Harry. Insomma io… non so seriamente cosa dire- ammisi guardandolo sorridermi soddisfatto.

-Tranquilla, adesso però ti prego infilati le all-star e scendi dalla macchina, voglio per lo meno godermi qualche secondo di questa festa prima che arrivi Naomi - mi infilai le scarpe e scesi dall’auto quando d’improvviso e senza rendermene conto lo presi per mano, forse era l’abitudine visto che continuava a farlo anche lui. Inizialmente rimase sorpreso da quel gesto poi sorrise e strinse ancora di più la mia mano nella sua mentre io continuavo a fissare la ghiaia che veniva calpestata dai nostri piedi. Entrammo nel locale che avevano affittato per il rinfresco, non era per niente male anzi, era molto spazioso e illuminato. Le pareti di un bellissimo azzurro pallido mescolato ad un bianco candido, c’erano tantissimi tavoli a riempire la sala: erano circolari e ogni tavolo poteva “ospitare” sette persone, le tovaglie e i copri sedia erano intonate al colore delle pareti e poggiati su ogni tavolo c’era un vaso contenete orchidee blu notte. Louis ci venne in contro e saltò letteralmente addosso ad Harry che fu costretto a lasciarmi la mano per prendere Louis in braccio, sorrisi e mi avviai verso Cece, Liam e il resto del gruppo che stavano attaccati al piccolo bouffe per via di Niall che sicuramente stava morendo di fame.

-Ehi piccola Des, come siamo semplicemente stupende oggi- disse Zayn avvicinandosi e passandomi un braccio attorno alle spalle, sussultai e mi sentì arrossire leggermente.

-Oh… grazie Malik. Anche tu non sei male sai?- risposi osservando come stesse bene in smoking. I pantaloni neri e la camicia bianca slacciata nei primi due bottoni, la cravatta nera allentata e la giacca nera aperta. Cavoli stava davvero bene, per non parlare del suo viso, del suo sorriso, dei suoi occhi, dei suoi capelli…

-Desty tra poco sbavi- sussurrò Cece al mio orecchio passandomi di fianco con Liam e andandosi a sedere al tavolo che era riservato a noi, la fulminai con lo sguardo e notai che anche Louis, Niall e Harry erano andati a sedersi al tavolo mentre la sala stava iniziando a riempirsi con gli invitati. Guardai prima Zayn poi lanciai una veloce occhiata a Harry che parlava tranquillamente con Liam e Cece mentre lanciava veloci occhiate a me e Zayn ancora al bouffe.

-Che ne diresti di sederci anche noi?- domandai indicando il tavolo, lui acconsentì e insieme andammo a sederci, mi misi tra Harry e Zayn, perfetto.

-Tra poco dovrebbero arrivare gli sposi, Gemma mi ha appena avvisato, la macchina è qui vicino- disse Harry spostandomi leggermente la sedia per farmi sedere, lo ringraziai con un sorriso.

-Perfetto, quindi tra poco mi toccherà fare il discorso?- domandai nervosa giocando con il foglietto che mi aveva dato Harry, lui da sotto il tavolo mi poggiò una mano sulla gamba.

-Tranquilla, possiamo farlo insieme- aggiunse sotto voce, istintivamente poggiai la mia mano sulla sua e la strinsi cercando di fargli capire che lo ringraziavo.

 

~

 

-Ragazzi il discorso migliore che si possa sentire ad un matrimonio!- Cece si congratulò con me e Harry che avevamo appena finito il nostro discorso. Finalmente Anne aveva lasciato andare le lacrime, mio papà non la smetteva un secondo di sorridermi e quando era arrivato il momento degli abbracci, sembrava non volesse lasciarmi andare. Alex, oltre ad averci provato per tutto il discorso con una delle nipoti di Anne, alla fine mi aveva abbracciata affettuosamente scompigliandomi i capelli.

-Grazie mille Cece, tutto merito di Des che nonostante l’agitazione è riuscita a fare tutto naturalmente ed è riuscita a rendere divertente anche un momento così importante- ammise Harry spostandomi la sedia per farmi sedere, lo ringraziai e mi sedetti, lui sorrise e prese da bere lanciando sguardi perplessi a Louis che continuava a guardarci.

-Smettila, ero tremendamente agitata e poi sono riuscita ad inciampare anche con le all-star - risposi abbassando lo sguardo.

-Guarda che è per questo che sei riuscita a renderlo divertente- aggiunse Louis sporgendosi verso di me sorridente, da sotto il tavolo cercai di tirargli un calcio.

-Ahia! Chi diavolo è stato?!- Niall si alzò di scatto dalla sedia portandosi le mani al ginocchio.

-Sicuramente Louis che cercava di tirare un calcio a me- risposi immediatamente facendo la linguaccia al ragazzo davanti a me, lui mi guardò perplesso per poi ritrovarsi con la faccia a pochi centimetri dal piatto per colpa della sberla che gli aveva tirato Niall per ripicca. Lui lo guardò male pronto per vendicarsi ma Liam si mise in mezzo facendo sedere Niall e placando Louis con una battuta molto superficiale che però lo fece morire dalle risate.

-Sai pensavo che quella sera si comportassero in quel modo solo per divertimento ma… dopo questa scena capisco che sono proprio così- sussurrai ad Harry che cominciò a ridere divertito sia per la scena che per la battuta.

-Cavoli, ma quando arriva da mangiare?- domandò Cece passandosi una mano tra i capelli rossi, facendo illuminare gli occhi di Niall.

-Scommetto arriverà presto, a meno che Niall non si sia intrufolato di nascosto nella cucina e abbia divorato tutto- disse Zayn sorridendo, facendoci ridere tutti tranne Niall che lo fulminò con lo sguardo.

-Andiamo Niall, sappiamo perfettamente che non l’hai fatto. Perché non l’hai fatto, vero?!- Liam lo guardò alzando un sopracciglio notando lo sguardo vuoto di Niall, come se volesse nascondere qualche cosa.

-Tranquilli che non ho fatto nulla- ammise dopo qualche secondo di silenzio, sorrise radioso facendoci tirare un sospiro di sollievo.

-Grazie al cielo, perché sinceramente sto morendo di fame!- ammise Louis alzando le mani al cielo.

-Allora siamo in due e a quanto pare le nostre preghiere sono state ascoltate- aggiunse Cece notando che i camerieri stavano iniziando a servire la cena.

 

~

 

Finita la cena restammo seduti per qualche minuto al tavolo per vedere il taglio della torta e il lancio del bouquet, lo presi io ma lo cedetti molto volentieri a Cece che fin da piccola desiderava riceverne uno, lei adorava i matrimoni e tutte quelle cose dolci. Io, da sua vera opposta che sono, non ne ero una fanatica e per di più non credevo per niente alla storia che se predi il bouquet della sposa, troverai il tuo vero amore. Dopo aver divorato anche il dolce, i due novelli sposi aprirono le danze e furono seguiti da Gemma e il suo ragazzo, Alex e la nipote di Anne e infine si aggiunsero anche Cece e Liam. Restammo io, Harry, Zayn, Niall e Louis seduti al tavolo a fissarci come cinque dementi che non hanno proprio nulla da fare. Mi accorsi che di Naomi non si era vista nemmeno l’ombra, non che la cosa mi dispiacesse affatto, e neanche Harry sembrava particolarmente dispiaciuto per l’assenza della sua ragazza.

-Harreeee che ne diresti di andare a ballare?- domandò Louis alzandosi dalla sedia e prendendo Harry per mano trascinandolo in mezzo alla pista da ballo e iniziarono a ballare accompagnati dalle note di Take me away. Iniziai a ridere per via dell’assurdo modo di ballare dei due ragazzi che erano riusciti ad attirare gli sguardi di tutti i presenti.

-Che ne diresti di andare anche io e te?- domandò Zayn sussurrandomi all’orecchio, sussultai e acconsentì con un cenno del capo e mi alzai dalla sedia.

-Aspetta Niall perché non vieni con noi?- domandai notando che il povero biondino irlandese se ne stava lì seduto al tavolo, mi sorrise e ci seguì sulla pista da ballo, ma lasciò immediatamente da soli me e Zayn perché una delle mille cugine di Harry gli aveva chiesto di ballare e lui si era dileguato con lei. Zayn mi cinse la vita e io posizionai le mani sulle sue spalle e iniziammo a ballare lentamente. Entrambi ci sorridevamo e di tanto in tanto mi faceva girare, la mia scarsa bravura nel ballo si notava parecchio ma Zayn faceva di tutto per non farmi sentire in imbarazzo.

-Chiedo scusa, mi lascerebbe danzare con questa donzella per qualche istante?- Harry picchiettò sulla spalla di Zayn che si scostò lasciandomi i fianchi e facendo spazio ad Harry che lo ringraziò con un sorriso. Vidi Zayn andare in contro a Louis mentre Harry con una mano mi cinse un fianco mentre con l’altra strinse la mano destra, io misi la mano libera sulla sua spalla, intanto partì Isn’t she lovely e iniziammo a ballare l’uno contro l’altra. Ogni tanto mi lasciavo scappare qualche sorriso imbarazzato e lui mi sorrideva come per incoraggiarmi.

-Come mai questo linguaggio forbito?- domandai ricordando come aveva chiesto a Zayn di lasciargli il posto come mio ballerino, lui sorrise e alzò le spalle.

-Non saprei mia cara donzella, solo credo che questo tipo di linguaggio sia più appropriato ad una cerimonia così importante- mi sorrise e si scostò i capelli dalla fronte con un movimento elegante del capo. Mi morsi il labbro inferiore, era tremendamente bello; i ricci neri che gli ricadevano morbidi, i suoi occhi verde cristallino, le sue fossette e il suo sorriso. Abbassai lo sguardo.

-Sa mio caro gentil uomo credo che questo tipo di linguaggio sia molto noioso e inappropriato ad una ragazza come me, quindi la prego non usarlo più- dissi per stare al gioco.

-Le chiedo umilmente perdono e… prometto che non parlerò più in quel modo- sorrise e mi strinse ancora di più a sé, io poggiai la testa contro il suo petto inspirando a pieno il suo profumo.

-Stanno così bene insieme- dissi notando Anne e mio padre che ballavano l’uno attaccato all’altra e si sorridevano scambiandosi baci affettuosi, sorrisi e mi strinsi ancora di più ad Harry.

-Molto, davvero molto. Poi sono così felici insieme- aggiunse Harry poggiando il mento sulla mia testa cercando di non farmi male.

-Sono contenta che mio padre abbia conosciuto una donna splendida come tua madre, Harry-

-La cosa è reciproca, Andrew è fantastico, proprio come te- alzò la testa dal mio mento, la alzai anche io e ci fissammo negli occhi, i nostri corpi appiccicati, i nostri volti a pochi centimetri che lentamente continuavano ad avvicinarsi, ormai i nostri nasi si toccavano eravamo praticamente ad un passo dal baciarci quando la tasca di Harry si illuminò e iniziò a vibrare. Ci staccammo immediatamente e lui estrasse il cellulare dalla tasca guardando la schermata, immediatamente si rabbuiò.

-Scusa ma devo rispondere, arrivo subito- mi scoccò un bacio sulla fronte per poi allontanarsi e uscendo nel giardino sul retro del locale, io rimasi qualche secondo in mezzo alla pista a fissarlo quando Cece mi prese per un braccio trascinandomi fuori dalla pista e portandomi in un angolino appartato della sala.

-Oddio Desty! Non vi ho tolto gli occhi di dosso neanche per un secondo! Insomma tu e lui stavate per baciarvi!- sembrava quasi in preda all’extasi mentre sorrideva radiosa e mi stritolava il braccio, rimasi imbambolata a fissarla senza sapere cosa dire. Insomma io e lui stavamo veramente per baciarci, per la seconda volta e la cosa era sbagliata, tremendamente sbagliata, eravamo appena diventati fratellastri, e tecnicamente non era giusto, corretto e persino… illegale, almeno credo.

-Desty? Sei ancora tra noi?- Cece mi sventolò una mano davanti agli occhi e li sbattei velocemente sussultando leggermente.

-Scusa… è solo che… insomma, è sbagliato Cece, non posso, non devo ma…- balbettai ancora scioccata, fui costretta ad appoggiarmi contro il muro e Cece si mise di fianco a me prendendomi la mano.

-Desty, non è sbagliato e se vuoi, puoi. Insomma tra te e Harry non c’è nessun legame di sangue e per di più non possono neanche fare storie perché non avete lo stesso cognome, e poi… è inutile rinnegare quello che provi- Cece scivolò con me lentamente fino ad arrivare a sedersi sul pavimento con me. Aveva ragione, non potevo rinnegare quello che provavo ma, il problema era che neanche io sapevo quello che provavo.

-Già… peccato che la cosa non sia particolarmente facile- risposi poggiando la testa sulla sua spalla, lei iniziò a giocare con i miei ricci mentre io iniziai a giocare con la gonna del suo vestito.

-Se lo vuoi, tutto è possibile- disse sorridendo, ecco che iniziava con le frasi sensate che leggeva nei suoi libri pieni di citazioni famose.

-Non in questo caso-

-Volere è potere-

-Stai sparando frasi a caso?-

-Non del tutto-

-La smetti?-

-Va bene. E comunque, andiamo Desty, segui il tuo cuore- mi baciò sulla fronte e si mise in piedi trascinandomi su con lei.

-Grazie Cece. Ti voglio bene, davvero. E adesso muoviti e và da Liam che sembra un cane sperduto e non ha smesso un secondo di fissarci, quindi corri!- le sorrisi dandole una leggera spinta e lei dopo un sorriso corse da Liam mentre vidi che Louis mi stava venendo in contro.

-Ehi simpaticona- mi sorrise strizzandomi una guancia.

-Ehi marinaretto - gli risposi strizzandogli a mia volta la guancia, lui sorrise.

-Ti andrebbe di ballare?- domandò indicando con un cenno del capo la pista da ballo, acconsentì e sotto braccio con Lou mi avviai alla pista da ballo.

 

~

 

Harry spense addirittura il cellulare dalla rabbia, era stanco e stufo. Naomi gli aveva dato per l’ennesima volta buca per via del suo lavoro da attrice, se si poteva considerare attrice visto che faceva solo la comparsa per film scarsi e senza senso che la maggior parte delle volte non uscivano neanche nelle sale cinematografiche. La loro “relazione” durava ormai da dieci mesi e da nove faceva veramente schifo. Non si vedevano mai, ogni volta che Harry la chiamava partiva la segreteria telefonica e le poche volte che si sentivano si parlava solo e soltanto di lei e del suo stupido e assurdo lavoro. Scosse la testa e si sedette sul bordo della fontana, sentendosi sollevato di aver finalmente chiuso quella relazione che ormai era andata completamente a puttane. Prese una bella boccata d’aria e iniziò ad ascoltare il silenzio. Chiuse gli occhi e il volto di Des gli apparve immediatamente davanti, sorrise volontariamente. Sapeva perfettamente che quello che provava per lei era sbagliato, tremendamente sbagliato ma bello, troppo bello. Quando stava con lei tutto spariva, restavano solo lui e lei, le preoccupazioni sembravano non esistere. Riaprì gli occhi e davanti a lui vide il nulla. Aveva mille idee che gli ronzavano per la testa ma nessuna gli sembrava talmente perfetta da essere utilizzata con Des. Sentiva il bisogno di parlarle, di dirle tutto quello che provava, di tutto quello che sentiva ogni volta che stavano a pochi centimetri l’uno dall’altra. Sapeva perfettamente che la cosa non era delle più giuste ma, se ne fregava altamente perché quando una cosa lo rendeva felice, faceva di tutto pur di averla; Des lo rendeva felice. Sentì un colpo di tosse e alzò lo sguardo, riconobbe subito il vestito bianco candido della ragazza che se ne stava appoggiata sul tronco di un albero a pochi centimetri da lui, subito si alzò e le corse in contro.

-TI prego, possiamo parlare?- domandò prendendola per mano.

-Credo sia d’obbligo parlare- rispose stringendo la sua mano in quella di Harry che sorrise radioso dimenticandosi anche come si chiamasse.

-Perfetto, sediamoci- disse lui posandole una mano sulla schiena e camminando di fianco a lei fino alla fontana.

 

~

 

Io e Harry eravamo seduti sulla fontana del giardino sul retro del locale e nessuno dei due aveva ancora aperto bocca. Sinceramente avevo talmente tante parole e frasi che mi passavano per la mente ma non appena credevo di aver trovato quelle giuste me ne venivano altre in mente che sembravano più adatte.

-Des… io… insomma… non so bene che dire. È passata solo una settimana da quando sei entrata nella mia vita ed è stata una delle settimane più belle che avessi mai passato. Con te tutto sembra sparire. Riesco ad essere veramente me stesso e non il tipico ragazzo che cerca di conquistare tutte solo perché sa di essere bello. Riesci a tirare fuori il meglio di me e… insomma c’è questo pensiero che mi sta letteralmente tormentando. Mi piaci Des, in tutto e per tutto- Harry sembrava letteralmente agitato anche se non aveva smesso un secondo di guardarmi dritto negli occhi. Senza pensarci due volte mi alzai dalla fontana e mi misi davanti a lui, così che fossimo alla stessa altezza, gli presi il viso tra le mani e feci quello che avevo già perso due volte, posai delicatamente le mie labbra sulle sue, erano morbide e calde. Lui ricambiò immediatamente e per non so quanto tempo restammo lì a baciarci lentamente, quasi avessimo paura. Mi sedetti sulle sue gambe senza staccarmi da lui e mentre le nostre labbra si muovevano lentamente le nostre lingue si cercavano, come se l’una avesse bisogno dell’altra. Con una mano giocavo con i suoi ricci mentre con l’altra gli accarezzavo una guancia, lui invece mi stringeva sempre di più a al suo corpo. Avrei desiderato che quel momento non finisse mai, anche perché era uno dei più belli che avessi mai passato.

Here I am :D
Buoooon giorno gente!! Beh, visto che ieri sera mi hanno chiesto di continuare, e visto che sono molto clemente u.u, ho deciso di pubblicare anche il nono capitolo della storia: il matrimonio *-* Ok, ammetto che il capitolo è un pò lunghino ma spero vi piaccia davvero :3
Che dire? Finalmente Harry e Des si sono baciati!!! :'D Insomma, non siete emozionate anche voi? O sono solo io che da vera malata mi emoziono?
However,
ringrazio tutti quelli che hanno recensito la storia (vi A D O R O, davvero :'D) però mi duole informarvi che il prossimo capitolo sarà l'ultimo *sono indecisa se mettere l'epilogo o no D:*
Spero vi piaccia anche questo capitolo :3 e attendo altre vostre recensioni
Un bacione, Destiny ∞

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Capitolo 10
*** Chapter Ten: If you want, all is possible. ***


Chapter 10.

“If you want, all is possible”

 

Mi girai a destra, mi rigirai a sinistra e cinque minuti dopo subito a destra per finire con arrotolarmi tutto il lenzuolo addosso e cadere dal letto picchiando il ginocchio talmente forte da farmi lacrimare gli occhi. Avevo la testa che esplodeva, sembrava che un martello pneumatico e un picchio si fossero messi d’accordo per tartassarmi i neuroni. Sentivo la bocca tremendamente secca e il dolore al ginocchio aumentava sempre di più. Aprì gli occhi e mi misi sulla schiena trovando il viso di Cece a pochi centimetri dal mio.

-Va tutto bene?- domandò lei sussurrando anche se a causa del mal di testa fui costretta a poggiarmi le mani sulla fronte perché sembrava che mi avesse appena urlato nelle orecchie. Della serata precedente ricordavo poco e niente e l’ultimo pensiero lucido che avevo era il bacio con Harry, la cosa non mi faceva particolarmente piacere. Scossi lentamente la testa cercando di muoverla il meno possibile.

-Sto malissimo- risposi. La mia voce era roca e secca, la gola sembrava andarmi a fuoco e una forte nausea nasceva lentamente. Il pavimento era gelato e scomodo allo stesso tempo e con tutta me stessa desideravo tornarmene nel letto.

-Urge il rimedio di nonna Ash?- domandò lei sempre a bassa voce, la testa sembrò esplodermi una seconda volta. Cacchio se urgeva il rimedio di nonna Ash.

-Urge davvero- risposi sempre con la voce da Trans che mi ero ritrovata quella mattina a causa della sbornia. Cece scese dal letto e con molta calma mi fece alzare e coricare di nuovo sul letto. In due minuti rischiai di vomitarle addosso una ventina di volte. Poggiai la testa sul cuscino e la sentì quasi sospirare di sollievo.

-Desty aspetta qui, tra mezz’ora torno con il rimedio di nonna Ash - Cece mi baciò sulla guancia e dopo una strizzata d’occhio uscì dalla camera socchiudendo la porta. Sbuffai e mi portai due dita alle tempie massaggiandole lentamente. Dopo esserci baciati io e Harry eravamo rientrati e la festa aveva iniziato a scaldarsi, Louis e Niall erano già completamente ubriachi mentre Zayn era in preda a una leggera sbornia. Liam e Cece erano stati gli unici due a non bere, lui per problemi ai reni mentre lei perché non reggeva neanche un cioccolatino al Rum. Io inizialmente avevo deciso di berne solo due o tre mentre alla fine per colpa del marinaretto, dell’irlandese e del riccio ero finita coll’ubriacarmi e a non ricordare com’era finita la serata. Poggiai le mani sugli occhi per cercare di coprire il filo di luce che entrava dalla porta socchiusa. Sentì la porta aprirsi di colpo, fortunatamente Cece ci aveva messo meno di mezz’ora per preparare il super rimedio della nonna contro la post-sbornia.

-Già fatto? Grazie al cielo Cece mi sembra di morire- dissi con la voce meno roca ma con la gola ancora in fiamme. Sentì una risatina, e la voce era maschile. No, non era sicuramente Cece.

-Veramente Cece è ancora in cucina- riconobbi subito la voce di Harry e lo sentì sedersi sul letto di fianco a me posandomi una mano sulla coscia. Sorrisi involontariamente e poggiai una mano sulla sua anche se non sapevo molto bene come comportarmi con lui dopo il bacio della sera precedente.

-Presumo tu non riesca a reggere molto bene l’alcool- disse poggiando le labbra sulla mia fronte, sorrisi alzando leggermente gli angoli della bocca e aprì gli occhi trovandomi faccia a faccia con Harry che sorrideva radioso, lui non sembrava in preda ad un attacco post-sbornia. Era tranquillo, il viso rilassato e non sembrava avere neanche un filo di mal di testa o la voglia di vomitare, beato lui.

-Non particolarmente… mi sento morire- risposi in tutta sincerità cercando di mettermi a sedere, lui mi aiutò alzandomi il cuscino e poggiandolo contro il muro.

-Dai tranquilla che passa e se ti interessa, ho un modo davvero fantastico per non farti pensare al mal di testa e alla nausea- sorrise malizioso avvicinandosi a me.

-Potresti anche mostrarmelo- risposi lasciandolo avvicinarsi, in pochi secondi le nostre labbra erano appiccicate e lentamente si muovevano mentre le lingue si cercavano, effettivamente non pensai alla testa e alla nausea.

-Allora, ha funzionato?- domandò allontanandosi da me di poco e scostandomi un riccio davanti agli occhi. Sorrisi e dopo avergli dato un bacio a stampo acconsentì.

-Scommetto che lo usi con ogni ragazza che ti ritrovi con la post-sbornia- risposi ritornando contro il muro e incrociando le braccia al petto, lui sorrise e scosse la testa.

-Ti garantisco che sei la prima ragazza con la quale sperimento questa tecnica- ammise accarezzandomi una guancia.

-Non ci credo- lo presi in giro scompigliandogli i ricci neri, lui socchiuse gli occhi e mi fece una linguaccia, io arricciai il naso e lui si avvicinò ancora di più a me.

-Dovresti, invece- ammise lui, io poggiai la testa contro il suo petto mentre lui iniziò a farmi dei lenti e dolci grattini alle orecchie facendomi rilassare tremendamente.

-Sai… molto probabilmente dovremmo parlare di ieri sera- dissi d’un tratto alzando lo sguardo su di lui che abbassò il suo per potermi guardare, mi sorrise dandomi un bacio sulla fronte.

-Direi ma sarebbe meglio aspettare la tua lucidità. Cece dovrebbe arrivare a momenti con il rimedio di nonna Cash- rispose lui continuando con i grattini dietro le orecchie, sorrisi e scossi la testa.

-Genio, è Ash. Il rimedio di nonna Ash- lo corressi come una maestrina, lui sorrise e si passò una mano tra i capelli sorridendo imbarazzato.

-Chiedo umilmente perdono- disse mettendo le mani davanti al viso, notai che erano incredibilmente grandi rispetto alle mie che sembravano letteralmente minuscole.

-Beh… sai come potresti farti perdonare- risposi sorridendo maliziosamente, lui capì al volo e posò le sue labbra sulle mie dolcemente. Adoravo i suoi baci, mi facevano sentire felice e senza pensieri visto che sembravo essermi dimenticata del mal di testa e della nausea.

-Chiedo scusa ai due novelli piccioncini ma… Desty il rimedio è pronto- Cece piombò in camera sbattendo la porta e piombando sul letto facendo dividere me e Harry porgendomi sotto il naso il bicchierone pieno di liquido verde. Non ero mai stata a conoscenza di cosa ci fosse in quell’intruglio anche perché se l’avessi scoperto sicuramente non l’avrei mai più bevuto. Come da tradizione mi tappai il naso e trangugiai quello schifo verde pisello tutto d’un fiato facendo una faccia schifata non appena allontanai il bicchiere dalla mia bocca.

-Fa davvero così schifo?- domandò Harry scettico pensando che lo stessi prendendo in giro, Cece per prova gli posò il bicchiere vuoto sotto il naso e subito il riccio fece una faccia disgustata e lo allontanò da sé ringraziando Cece sarcasticamente.

-Bene ragazze, avete tempo venti minuti ciascuna per prepararvi poi vi porto a fare colazione. Io chiamo i ragazzi, ci vediamo giù in salotto- Harry si alzò dal letto e mi scoccò un veloce bacio a stampo e si limitò a salutare con la mano Cece che sorrideva maliziosa. Aspettai che uscì per poi alzarmi dal letto e dirigermi verso l’armadio. Presi un paio di jeans bianchi e una felpa rossa della Jack Wills notando che fuori il tempo non era dei migliori; Cece al contrario mio prese un paio di jeans grigi con un maglione elegante bianco. Completamente opposte.

-Alloraaa, alla fine… tu e Harry… insomma, state insieme no?- domandò lei tra l’entusiasta e la maliziosa, sorrisi imbarazzata e abbassai lo sguardo.

-Non lo so… sinceramente dobbiamo ancora parlarne- ammisi. Non sapevo se Harry e io stavamo insieme, dopotutto eravamo fratellastri e magari lui non voleva una cosa seria per paura o chissà che. Notai che Cece stava per proferir di nuovo parola quindi cercai un examotage correndo in bagno per prepararmi, quando terminai corsi di sotto in salotto e mi buttai sul divano addosso a Harry che stava parlando al telefono con Louis.

-Ok Tommo tranquillo nessun problema. Allora dì a Liam che ci troviamo direttamente davanti a Starbucks. Saluta tutti- disse riattaccando il telefono. -Allora, Louis è a casa dei suoi per il compleanno di sua sorella Lottie, Niall ha fatto congestione ieri sera e Zayn gli regge la testa sul gabinetto…- continuò poi rivolto a me. Ero praticamente distesa sopra di lui che era costretto ad incrociare leggermente gli occhi per potermi vedere in viso.

-Oh, mi dispiace… spero nulla di grave- risposi abbassando lo sguardo, lui mi strinse contro di sé e mi baciò i capelli.

-Stanne certa, Niall e Zayn ci sono abituati, è una cosa normalissima - mi sussurrò alle orecchie, sorrisi maliziosamente e con le mani iniziai a giocare con i suoi ricci.

-Sai Harry… credo sia il caso di parlare- poggiai il mento contro il suo petto per poterlo guardare completamente negli occhi, lui sorrise e mi scostò un riccio dagli occhi.

-Des… sappi che non mi interessa minimamente se siamo fratellastri, se è legale o illegale… sappi solo che a me interessa quello che sento e… credo tu mi piaccia, anzi ne sono certo- disse prima che potessi aprire bocca, sorrisi e senza pensarci un secondo lo baciai dolcemente facendomi passare i suoi ricci tra le dita mentre lui giocava dolcemente con le punte dei miei capelli. Non avrei mai immaginato di legarmi così a lui e stavo iniziando a pensare che per la prima volta potesse essere una cosa seria.

-Harry… grazie- sussurrai staccandomi da lui, mi sorrise ma non rispose si limitò a darmi un veloce bacio a stampo.

-Quindi… stiamo insieme… seriamente?- domandai poi titubante.

-Direi proprio di sì- rispose senza pensarci un secondo baciandomi di nuovo dolcemente.


Look at me!
Buon salve mie care lettrici :3 Allora... non c'è bisogno che mi diciate che questo capitolo è corto, penoso e che fa schifo perchè lo so già da sola è solo che dopo il grande bacio al matrimonio... non sapevo bene più che scrivere ç____ç Comunque spero per lo meno vi "interessi" *si mette in ginocchio e prega che il capitolo piaccia comunque nonostante lo schifo che ha scritto*

However,
Su questo capitolo, sinceramente, non ho nulla da scrivere solo che finalmente Harry e Des stanno insieme *suonano le campane e volano le colombe*, che Naomi è andata dal prete a farsi benedire *ecco a proposito, chiedo scusa se non ho raccontato bene della rottura tra Harolduccio (D:) e Naomi ma essendo la storia, concentrata specialmente su Des, i POV di Harry erano una cosa occasionale*
Beh... insomma che dire? Che tra poco piango perchè la storia è finita e Des mi mancherà un casino con i suoi mini concenrti dei Green Day, con le sue maglie assurde *ah e non potete immaginare quante altre volte si troverà vestita come Harry*, mi mancherà anche Maya ç___ç Oddio adesso sono un pozzo D':

Ok la smetto ve lo prometto. u.u
Bene, ringrazio TUTTI quelli che hanno recensito questa piccola storiella, ringrazio TUTTI quelli che hanno messo la storia tra le preferite/ricordate, ringrazio TUTTI i lettori silenziosi e... beh un grazie di cuore a TUTTI <3

P.s. nel caso vi interessasse, sto scrivendo due nuove FF: "When we first met I had no idea that you would be so important and dangerous for me" dove il protagonista è Harold.
La seconda: "Hey soul sister, I don't wanna miss you (again)" dove il protagonista è Tommo *-*
Bene, ora vado visto che l'angolo autrice sta diventando più lungo del capitolo D: ahahah
Un bacione Destiny

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