Lights will guide you home

di Frency94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo I ***
Capitolo 3: *** Capitolo II ***
Capitolo 4: *** Capitolo III ***
Capitolo 5: *** Capitolo IV ***
Capitolo 6: *** Capitolo V ***
Capitolo 7: *** Capitolo VI ***
Capitolo 8: *** Capitolo VII ***
Capitolo 9: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 10: *** Capitolo IX ***
Capitolo 11: *** Capitolo X ***
Capitolo 12: *** Capitolo XI ***
Capitolo 13: *** Capitolo XII ***
Capitolo 14: *** Capitolo XIII ***
Capitolo 15: *** Capitolo XIV ***
Capitolo 16: *** Capitolo XV ***
Capitolo 17: *** Capitolo XVI ***
Capitolo 18: *** Capitolo XVII ***
Capitolo 19: *** Capitolo XVIII ***
Capitolo 20: *** Capitolo XIX ***
Capitolo 21: *** Capitolo XX ***
Capitolo 22: *** Capitolo XXI ***
Capitolo 23: *** Capitolo XXII ***
Capitolo 24: *** Capitolo XXIII ***
Capitolo 25: *** Capitolo XXIV ***
Capitolo 26: *** Capitolo XXV ***
Capitolo 27: *** Capitolo XXVI ***
Capitolo 28: *** Capitolo XXVII ***
Capitolo 29: *** Capitolo XXVIII ***
Capitolo 30: *** Capitolo XXIX ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 

 Lights will guide you home
 

 

Prologo.
 

Da qualche minuto sono qui, in camera mia, ad osservare il paesaggio fuori dalla finestra, piove, sento il rumore dell'acqua scrosciante.
Il cielo è completamente ricoperto di nuvole, è così grigio, così deprimente... stranamente però questo non mi contagia, proprio per niente, al contrario, mi sento bene.
Mi sento bene perchè dopo tanti anni spesi a combattere i miei demoni personali, dopo tante sofferenze finalmente sono nuovamente felice.
Felicità... una parola che da tempo avevo dimenticato e che non speravo di poter provare ancora... e per questo devo ringraziare solo una persona, colei che ha saputo vedere oltre alle apparenze e che mi ha salvato dal baratro in cui stavo precipitando inesorabilmente: BRITTANY. 

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Capitolo 2
*** Capitolo I ***


Capitolo 1.

 

Fin da bambina ho sempre cercato di nascondere la vera Santana.

Mi sono sempre atteggiata da vera stronza con tutti, a scuola sono sempre stata la più popolare e ho sempre avuto schiere di ragazzi ai miei piedi, pronti a soddisfare ogni mia richiesta. Tutti mi odiavano e a me andava bene così, non potevo permettermi che qualcuno mi scalfisse quella corazza che avevo impiegato tanto tempo a costruire.

La realtà è che non potevo mostrare agli altri ciò che realmente ero, una ragazza fragile, con cui la vita è stata veramente crudele; quindi preferivo indossare una maschera per poter apparire, almeno agli occhi degli altri, sicura e determinata.

Qesta mia copertura però cadeva quando mi ritrovavo da sola, allora usciva la vera Santana, che ha sofferto talmente tanto nella sua esistenza che non riesce più a piangere.

L'unico modo che ho trovato per superare gli ostacoli che quotidianamente mi propone la vita è l'alcohol e nell'ultimo periodo la droga, così, anche se per poco tempo, riesco a rilassarmi e a non pensare a nulla; e ironia della sorte, i miei non si sono accorti di nulla, non hanno mai avuto neanche un sospetto di tutto ciò, e questo dimostra quanto mi vogliano bene!
A causa loro fin da piccola ho dovuto sempre contare solo ed esclusivamente sulle mie forze, ho dovuto affrontare da sola dei momenti orribili, primo fra tutti la morte di mio fratello, l'unica persona che abbia mai mostrato un briciolo di attenzione nei miei confronti. Ho dovuto superare il lutto senza nessuno che mi confortasse e per anni ho dovuto sopportare la rabbia dei miei genitori nei miei confronti, la due persone che ti dovrebbero amare e proteggere e non odiarti perchè non sei morta al posto del loro amatissimo figlio.

Da quel momento ho eretto un muro attorno a me, per celarvi dietro tutti i miei dispiaceri.
Questo però incomincio a indebolirsi quando entrai nel Glee Club.


Continua...

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Capitolo 3
*** Capitolo II ***


Capitolo 2.


 

Mi ero iscritta al Glee Club un po' perchè avevo sempre avuto un debole per il canto, ma soprattutto perchè poteva essere una scusa per passare il minor tempo possibile a casa, sotto gli sguardi colmi d'odio dei miei.
Era l'unico momento della giornata in cui mi divertivo veramente, ovviamente mi dovevo atteggiare da stronza, come ero conosciuta da tutti, e questo era uno dei motivi per cui anche li i miei compagni cercavano di starmi alla larga.
Il problema è che io iniziai ad affezionarmi a loro e questo mi faceva soffrire maledettamente, io non potevo!
Malgrado il mio atteggiamento i ragazzi cominciarono ad apprezzarmi e ad avvicinarsi a me, soprattutto una ragazza, Brittany Pierce.

Tutto cominciò un giorno, dopo le lezioni, mi stavo dirigendo alla mensa, quando all'improvviso me la trovai davanti.
"Hey, come va?" mi chiese.
"Bene" risposi secca, cercando di superarla, ma lei mi seguì.
"Ho notato che sei sempre da sola a pranzo, perchè? Hai litigato con qualcuno?" disse tutto ciò d'un fiato, fissandomi in attesa di una risposta.
Allora io presa alla sprovvista da quella domanda non risposi, ma mi limitai a camminare.
Quindi Brittany, stanca di aspettare una risposta disse "Sai, l'ho chiesto alle mie fatine e hanno detto che va bene se passo un po' di tempo con te, gli orchetti non mi perseguiteranno per questo!"
La guardai con un'espressione stranita, non avevo mai sentito nulla di così folle, e lei sembrava seria, non mi stava prendendo in giro. Notai nel suo tono di voce un'innocenza e una purezza tali che non potei negarle un pasto in compagnia, anche se il mio istinto mi diceva che non avrei dovuto farlo, che anche lei era una minaccia.

Ci sedemmo e iniziammo a mangiare, mi sentivo terribilmente a disagio anche se non lo davo a vedere.
Lei allora iniziò a parlare "Ti ho sentito cantare al provino per il Glee Club, sei davvero brava! A proposito, non so se lo sai, ma io mi chiamo Brittany!" concluse con il sorriso sulle labbra.
Io non sapevo cosa fare, non sapevo cosa risponderle, nessuno prima di quel momento mi aveva fatto un complimento che non fosse per il mio fondoschiena. Sussurrai un grazie e mi alzai velocemente, appoggiai il vassoio del pranzo e corsi via, tutto questo sotto lo sguardo interrogativo di Brittany. 

Sentivo che le mie difese stavano calando.


Continua...

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Capitolo 4
*** Capitolo III ***


Capitolo 3.

 

Correvo, sempre più velocemente, sentivo i miei occhi riempirsi di lacrime, non potevo farmi vedere piangere. Cercai di raggiungere il bagno ma inciampai,  avvertendo una fitta tremenda al ginocchio, non me ne curai e ricominciai a correre, un po' zoppicante, verso il bagno. 

Una volta dentro chiusi la porta a chiave, appoggiai la schiena al muro e mi accasciai a terra, sentendo le lacrime calde che mi cadevano sulle guance. Improvvisamente la corazza che avevo impiegato anni a costruire si stava spezzando e non riuscivo a capirne il motivo. Non capivo perchè un semplice complimento mi facesse quell'effetto.
Qulche minuto dopo sentii dei passi e qualcuno che bussava. "Santana! Santanaaa sei tu???" Era Brittany, doveva avermi seguito fuori dalla mensa, ma cosa potevo fare? Non potevo uscire come se niente fosse e fingere di stare bene, era evidente, io non stavo bene!
All'improvviso vidi la testa della bionda spuntare da sopra la porta, sobbalzai, non me l'aspettavo.
"Hey Santana, tutto be.." iniziò ma si bloccò subito dopo aver notato il mio viso rigato di lacrime. Capii che ormai non potevo più nascondermi, e mi rimaneva solo di aprire la porta e sentire ciò che aveva da dirmi. Così lentamente mi alzai, cercando di ignorare il ginocchio che pulsava, e aprii la porta.
Appena fui davanti a me fece una cosa che non mi sarei mai aspettata: mi abbracciò. 
Non ero mai stata abbracciata da nessuno, non mi tirai indietro, era una bella sensazione, mi tranquillizzava in qualche modo; così, stretta in quell'abbraccio, ricominciai a piangere, a lasciare andare quelle lacrime che per troppo tempo avevo trattenuto. 
Lei sembrava comprendermi in qualche modo, e mi strinse più forte, accarezzandomi la schiena nel tentativo di calmarmi. Dopo un tempo che mi sembrò interminabile, le lacrime smisero di uscire dai miei occhi e mi scostai da lei, imbarazzata.
Allora lei mi accarezzò una guancia e mi disse "Qualche volta sfogarsi va bene, lo sai? Lo dico sempre anche a Lord Tubbington, il mio gatto, quando è triste perchè non può fumare!" Non potei fare a meno di sorridere a queste parole, quella ragazza era di una dolcezza ed ingenuità indescrivibili.
La ringraziai, sinceramente, e mi avviai verso la porta del bagno, però il ginocchio mi cedette e caddi sotto lo sguardo spaventato di Brittany che corse subito ad aiutarmi. "Ti sei fatta male? O mio Dio Santana il tuo ginocchio è.." fu allora che mi accorsi che il mio ginocchio era diventato completamente nero e la rotula non era dove dovrebbe stare normalmente.
Mi aiutò ad alzarmi e ci dirigemmo verso l'infermeria.


Continua...

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Capitolo 5
*** Capitolo IV ***


Angolo dell'autrice: Ringrazio tutti quelli che hanno messo questa storia fra le seguite, le ricordate o le preferite. Recensite e fatemi sapere cosa ne pensate!
Buona lettura!!! :D 


Capitolo 4.


Riuscii ad arrivare in infermeria attaccandomi alle sue spalle, anche se con fatica dato che era almeno quindici centimetri più alta di me.

Appena entrata mi fecero stendere sul lettino e mandarono fuori Brittany. 
Iniziarono a tastarmi il ginocchio, mentre tentavo invano di non urlare per il dolore, e dopo qualche controllo mi dissero che non era nulla di grave, una distorsione che una fasciatura rigida e qualche settimana di riposo avrebbero potuto curare. Allora mi fasciarono praticamente l'intera gamba, talmente stretta che il sangue faticava a circolare, e mi diedero un paio di stampelle che mi avrebbero accompagnato per le successive due settimane.
Uscii e notai che la biondina era rimasta li fuori tutto il tempo, ad aspettarmi.
"Allora? E' tutto a posto?" chiese guardando il ginocchio fasciato.
"Sì, grazie. E' solo una distorsione." le sorrisi e lei fece lo stesso.

Era l'ora del Glee quindi ci incamminammo lentamente verso l'aula, cercando di non inciampare con le stampelle. Una volta arrivate notai che tutti i miei compagni mi stavano fissando, così come Shuester, in attesa di una spiegazione. Allora Brittany cominciò "Hey ragazzi, non è mica un'aliena! Non c'è bisogno di guardarla in quel modo!"
Tutti scoppiarono a ridere e la mia faccia diventò bordeaux, quindi spiegai "E' solo una distorsione!"
Il professore si affrettò portarmi una sedia e iniziammo la lezione.
Come solito Rachel "prima donna" Berry si alzò e inizio uno dei suoi dialoghi eterni su come noi non riusciamo a trasmettere emozioni quando cantiamo e su come lei sia perfetta in tutto. Tornando a rivestirmi del mio solito atteggiamento cominciai a sbuffare e a sfotterla per il suo modo di vestire, in modo da provocare l'ilarità generale.

Finita la lezione uscii dall'aula, altri dieci minuti e l'orario scolastico sarebbe finito e sarei duvuta tornare a casa; dopo una giornata del genere avevo proprio bisogno di sdraiarmi e pensare.
Casa mia non era vicino alla scuola, abitavo nella periferia di Lima e per arrivarci c'era almeno mezzora di strada. Mi sentii morire al pensiero che avrei dovuto percorrerla da sola e  con un paio di stampelle che a mala pena riuscivo ad usare.
Non mi scoraggiai e appena suonò la campana mi misi la borsa a tracolla, presi le stampelle e mi incamminai all'uscita.


Continua...

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Capitolo 6
*** Capitolo V ***


Capitolo 5.



Percorse poche centinaia di metri in direzione di casa dovetti fermarmi a causa della stanchezza e del dolore alle braccia, non abituate a sforzi del genere. Trovai una panchina al bordo della strada e mi sedetti, osservando per qualche minuto le macchine che mi superavano a gran velocità. Raccolsi le stampelle e mi rialzai, pronta a riprendere il cammino verso quella casa in cui ero così mal accetta.

Camminai per qualche altro minuto, rimuginando su ciò che mi avrebbero detto i miei vedendomi ridotta in quello stato, all'improvviso però una macchina accostò, feci finta di niente e proseguii.
La macchina si fermò nuovamente al mio fianco, così decisi di fermarmi, ero sicura di chi avrei trovato in quella macchina. Infatti non appena si abbassò il finestrino vidi una chioma bionda: Brittany.

La osservai un attimo, sembrava arrabbiata "Santana cosa diavolo stai facendo?!"
Presa alla sprovvista da quella reazione ci misi qualche secondo a capire ciò che aveva detto e alla fine risposi con un filo di voce "Sto tornando a casa..."
Restò in silenzio un attimo, poi alzando il tono di voce disse "Il dottore ti ha detto di stare a riposo! Il tuo concetto di riposo sarebbe camminare per chilometri?! Sali in macchina, ti accompagno io" mi sorrise dopo aver detto queste ultime parole.
"No, grazie" risposi, anche se la sua più che una richiesta mi sembrava un obbligo, non ci tenevo a mostrarle la topaia in cui vivevo, così ripresi a camminare.

Brittany scese velocemente dalla macchina e si piazzo davanti a me, impedendomi di proseguire "Guarda che non sali di tua volontà ti ci porto di peso! Intanto sei talmente leggera!"
"Perchè lo fai?" chiesi, cercando di evitare il suo sguardo.
"Perchè il dottore ha detto che non devi fare sforzi!" rispose come se fosse la cosa più ovvia al mondo.
"No, non intendo questo, ma... perchè ti preoccupi per me? Insomma, sono sempre stata una stronza, lo dicono tutti" dissi tutto di un fiato.
"Non è vero, non lo sei. Tutti dicono questo solo perchè non sanno andare oltre le apparenze!"
A sentire quelle parole mi commossi, era la seconda volta in un solo giorno che succedeva e per Santana Lopez non era affatto normale. Sentii riaffiorare le lacrime, così guardai verso terra, cercando di non farle notare a Brittany.
Però non le sfuggirono, mi alzò il volto proprio quando queste cominciavano a rigarmi le guance, le asciugò con il dorso della mano.
Riprese a parlare "Va bene, non vuoi che ti accompagni a casa tua, ma almeno vorresti venire da me? Ti faccio una cioccolata calda almeno ti tranquillizzi un po'!" Mi fisso con uno sguardo implorante al quale non seppi resistere, così accettai.

Mi aiutò a salire in macchina e una volta partite cominciò a farneticare su quanto Lord Tubbington sarebbe stato felice di conoscermi.


Continua...


Angolo dell'autrice: Aspetto le vostre recensioni per sapere se vi piace la storia e se avete qualche consiglio da darmi per migliorare! Baci :) Frency

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Capitolo 7
*** Capitolo VI ***


Capitolo 6.



Dopo circa dieci minuti di strada arrivammo a casa sua.

Rimasi a bocca aperta, non avevo mai visto una casa del genere, era enorme, circondata da piante e aiuole con fiori di svariati tipi.
Parcheggiò e mi aiutò a scendere mentre io continuavo ad ammirare il paesaggio circostante, poi, riprese le stampelle, percorsi il vialetto che portava all'ingresso. Aprì la porta e mi fece entrare, non essendo mai stata a casa di nessuno dei miei compagni non sapevo come comportarmi e così restai li, davanti alla porta, in attesa che Brittany mi dicesse cosa fare.

Mi guardò e iniziò a camminare per la casa "Dai vieni, andiamo in cucina"
La seguii, cercando di non combinare danni con le stampelle che non ero ancora abituata ad usare; entrammo in cucina e mi fece cenno di sedermi.
"Ti piace la cioccolata vero?" Annuii, continuando a stupirmi di quanto fosse gentile con me.
Cominciò a prepararla, mentre io la osservavo in silenzio; a un certo punto vidi qualcosa di enorme entrare in cucina, sobbalzai e restai scioccata nel constatare che quell'enorme massa di pelo era un gatto.
La bionda lo vide e si affrettò a fare le presentazioni " Santana questo è Lord Tubbington! Lord Tubbington lei è Santana!" Lo prese in braccio e dopo avergli accarezzato il muso cominciò ad interrogarlo "Hai fumato vero?! So che l'hai fatto, non mentire!" il gatto rispondeva facendo le fusa "Sono molto arrabbiata con te, e ora fila in camera tua!" così salto a terra e uscì dalla cucina rotolando, a causa dell'enorme peso che le zampe non riuscivano a sopportare.
Non avevo mai assistito a nulla di così folle e dovetti sforzarmi per non scoppiare a ridere.

Nel frattempo la cioccolata era bollita, e Brittany la verso in due tazze, si sedette al tavolo e me ne porse una.
La ringraziai e ne bevvi un sorso, sentii immediatamente una sensazione di calore e stetti bene per qualche secondo, poi però mi assalì un dolore lancinante alle tempie, accompagnato, poco dopo, da una nausea terribile.

Mi alzai velocemente e cercai di correre, senza stampelle verso un bagno. Inciampai, nuovamente, cadendo proprio sul ginocchio fasciato e il dolore fece aumentare ancora la sensazione di nausea.
La padrona di casa mi raggiunse subito, mi fece rialzare e, vedendo il pallore del mio viso, mi portò al bagno più vicino; una volta dentro arrancai verso il water e vomitai, vomitai l'anima, mentre Brittany mi teneva indietro i capelli e mi accarezzava la schiena in un tentativo di calmarmi.

Mi ripresi dopo qualche minuto e mi accasciai a terra, sfinita. Lei si mise subito al mio fianco, preoccupata "Santana, come stai?"
Non risposi, ero troppo stanca.
Allora, vedendomi in quello stato mi prese in braccio e mi portò in quella che sembrava essere camera sua, dove mi fece stendere sul letto. Cercai di scusarmi ma lei mi fece segno di non preoccuparmi, mi coprì con una coperta e si sedette al mio fianco, accarezzandomi i capelli e facendomi cadere velocemente tra le braccia di Morfeo.


Continua...

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Capitolo 8
*** Capitolo VII ***


Capitolo 7.


Non so per quanto tempo dormii, minuti, ore, non lo sapevo.
Aprii gli occhi cercando di ricordare cosa era successo e dove mi trovavo.

Non appena misi a fuoco la stanza ricordai tutto: la distorsione al ginocchio, Lord Tubbington, la casa di Brittany...
Passò qualche secondo e mi voltai di scatto quando vidi spuntare la bionda dalla porta "Come ti senti? Meglio?" chiese, sedendosi accanto a me.
"Sì, grazie." risposi sorridendo "Scusami, non volevo disturbarti" mi fece cenno di non preoccuparmi.

"Ma quanto tempo ho dormito?" chiesi
"Due ore, o poco più"
Mi alzai di scatto, avvertendo una fitta al ginocchio "Devo andare, non voglio essere di peso."
Non mi fece fare un altro passo "No, Santana, vieni qui!" mi ritirò a sedere sul letto al suo fianco "Tu a casa da sola non torni, quindi: o ti fai accomppagnare.." abbassai lo sguardo e quella vedendomi continuò "...oppure,e mi sembra la soluzione migliore, stai qui da me anche sta notte! Almeno posso essere certa che tu non stia male ancora!"
La fissai un attimo pensando che intanto a casa i miei non si sarebbero neanche accorti della mia assenza "Va bene, resto" le sorrisi "ma sei sicura che non sia un problema? Che i tuoi genitori sono d'accordo?"
"Certo! E comunque per loro non è un problema, sono in Europa per un viaggio di affari e non torneranno prima di tre settimane."
La ringraziai ancora per l'ospitalità, non avevo mai detto la parola grazie così tante volte quanto in quel giorno.
"Ma ti pare?! E' bello stare con qualcuno che non sia Lord Tubbington qualche volta." vidi i suoi occhi velarsi di malinconia, era evidente che neanche lei aveva tanti amici, e forse era dovuto al suo essere bizzarra. 

Sorrisi fra me e me, era la prima persona dalla morte di mio fratello di cui sentivo di potermi fidare, era un'amica e ciò suscitava in me una sensazione molto strana, ma altrettanto piacevole.

Rinvigorita presi la parola "Lo so che il dottore mi ha detto diriposare e non fare sforzi, ma non penso avrà nulla in contrario se faccio qualche passo, giusto quelli che mi servono per seguirti mentre tu mi fai da guida in casa tua!" la guardai con un'espressione implorante che la fece ridere "Sai, non ho mai visto una casa di questo genere se non nei film... o nei miei sogni!"
Brittany si alzò e mi aiutò a prendere le stampelle, mi prese sotto braccio e con un sorriso a trentadue denti cominciò a farmi da guida attraverso tutti i corridoi e le stanze di casa sua.


Continua...



Angolo dell'autrice: Ringrazio ancora una volta tutti quelli che mi seguono, che hanno questa storia fra le preferite o le ricordate. Ringrazio in particolar modo chi ha recensito.
Recensite ancora e fatemi sapere cosa ne pensate! :D Baci
Frency

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Capitolo 9
*** Capitolo VIII ***


Angolo dell'autrice: scusate se in questi giorni non ho aggiornato ma sono stata presissima con la scuola e gli allenamenti! Buona lettura! :D Frency

 




Capitolo 8.



Mi mostrò la casa in lungo e in largo, l'unica parola che riuscivo a pensare era: fantastica.

Finito il tour la seguii in cucina, erano ormai le 19 e 30 e stavamo letteralmente morendo di fame; Brittany cominciò ad armeggiare ai fornelli e in poco più di mezzora ci preparò una cenetta degna del migliore ristorante di Lima.
"La cena è servita!" disse soddisfatta, servendomi un piatto di spaghetti. Aspettai che si sedesse anche lei e poi cominciai a mangiare tutto quel ben di Dio. Era tutto squisito "Brittany... ma sei... bravissima!" esclmai, mentre divoravo voracemente tutto ciò che mi poneva davanti.
Finita la cena la aiutai a sparecchiare e a pulire la cucina, ignorando ogni sua protesta; dopo di che mi accompagnò in salotto e mi fece accomodare dul divano, davanti all'immensa televisione a schermo piatto.

Prese il telecomando e si sedette accanto a me, accese la tele e dopo aver fatto un po' di zapping si fermò su un canale, stava iniziando un film della Disney: Pocahontas.
Vidi un grande sorriso aprirsi sul volto della bionda "Fantasticooo! Adoro questo film, a te piace?"
"Non lo so, non l'ho mai visto!" le risposi e vidi il suo viso sorridente mutare in un'espressione stupita.
"Cosa? Non dici sul serio vero?!" annuii "Ok, va bene. Allora mettiti comoda, lo guarderai adesso con me!" Mi sorrise e mi mise un braccio intorno alle spalle, tirandomi a se. Mi misi comoda al suo fianco e, come se fossimo amiche da anni, appoggiai la testa sulla sua spalla, sorridendo.

Così cominciammo a guardare il cartone e mi resi conto subito che era veramente fantastico, come aveva detto Brittany.
A un certo punto notai che lei mi stava fissanto "Che c'è?" le chiesi incuriosita.
"Sai che sei identica a Pocahontas?! Sei bellissima!"
Arrossii e la abbracciai, e restammo così per qualche minuto. Poi mi diede un bacio in fronte e mi disse "E' tardi, andiamo a dormire?"
Annuii e subito dopo le chiesi "Io dove dormo?"
Si stupì di quella domanda "Con me, ovvio! Il mio letto è enorme, ci staremo comodamente tutte e due!"

Arrivammo in camera sua, mi diede un pigiama che indossai subito; mi guardai allo specchio e scoppiai a ridere, era enorme per me, e ad ogni passo i pantaloni rischiavano di cadermi.
Anche lei si mise a ridere non appena mi vide, io allora finsi di essere offesa e mi sdraiai sul letto, dandole le spalle.
Si sdraiò pure lei mi tirò per il braccio, facendomi voltare. Mi misi a ridere nuovamente e istintivamente le presi la mano, lei di rimando strinse la mia.

Ci addormentammo così mano nella mano, due anime sole, che dopo tanto tempo e tante sofferenze avevano trovato qualcuno con cui condividere gioie e dolori ed essere, dopo tanto tempo, felici.


Continua...

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Capitolo 10
*** Capitolo IX ***


Capitolo 9.

 


La mattina successiva mi svegliai presto, uscii dalla stanza cercando di fare il minor rumore possibile e, prese le stampelle, mi diressi in cucina. Mi misi subito ai fornelli e preparai una mega-colazione per ringraziare Brittany di ciò che aveva fatto per me il giorno precedente.

Avevo appena finito di apparecchiare quando la vidi entrare in cucina; aveva un'espressione confusa che mutò in gioia non appena mi vide.
Allora parlai "Volevo ringraziarti per tutto ciò che hai fatto per me, non so cos' avrei fatto ieri senza di te!" Si avvicinò e mi abbracciò.

Dopo aver fatto colazione andammo a cambiarci, ancora una volta dovette prestarmi dei vestiti dato che quelli che indossavo il giorno prima erano in uno stato pessimo; aprimmo il suo enorme guardaroba ed optammo per una gonna ed un maglioncino che lei non metteva da qualche tempo dato che le erano stretti.

Una volta pronte salimmo in macchina e Brittany guidò fino a scuola, arrivammo in anticipo ma decidemmo di entrare subito comunque. Lei uscì per prima dalla macchina e poi aiutò me a scendere, dopo di che salimmo le scale per arrivare all'ingresso.
Nonostante l'ora i corridoi erano già gremiti di ragazzi, improvvisamente sentii gli occhi di tutti puntati su di me, era una brutta sensazione e mi mettava a disagio; aumentai il passo per arrivare il più velocemente possibile all'aula del glee in cui avevamo la prima ora, Brittany si affrettò a seguirmi.

Entrammo, era presto e quindi l'aula era ancora vuota.
Mi sedetti a riprendere fiato e la bionda si mise di fronte a me "Hey, tutto bene?"
"Sì, scusa, è solo che non mi piace essere osservata" annuì  e si sedette di fianco a me.

Dopo aver ripreso a respirare normalmente mi alzai, sotto lo sguardo curioso di Brittany, e andai al piano.
Non avevo mai preso lezioni, ma avevo un buon orecchio e una sorta di talento innato che mi rendevano suonare una cosa naturale; così a volte dopo il glee, quando l'aula era vuota e la scuola semi deserta mi sedevo al piano e mi sfogavo perdendomi fra scale, accordi e arpeggi.

Mi misi comoda sullo sgabello e iniziai con qualche accordo, dopo di che una canzone si insinuò nella mia mente ed iniziai a cantare: The Colors of the Wind.

You think you own whatever land you land on
The Earth is just a dead thing you can claim
But I know every rock and tree and creature
Has a life, has a spirit, has a name

Riuscivo a sentire solo il suono del piano e la mia voce, l'unica cosa che vedevo era Brittany, che mi guardava piena di ammirazione. Mi persi nei suoi occhi magnificamente blu mentre la canzone diventava sempre più intensa.

You think the only people who are people
Are the people who look and think like you
But if you walk the footsteps of a stranger
You'll learn things you never knew you never knew

Ero talmente presa dalla canzone che non mi accorsi neanche dei ragazzi del glee che cominciavano ad entrare in classe, continuai a cantare, stavo bene.

Have you ever heard the wolf cry to the blue corn moon
Or asked the grinning bobcat why he grinned?
Can you sing with all the voices of the mountains?
Can you paint with all the colors of the wind?
Can you paint with all the colors of the wind?

Finii di cantare guardando ancora Brittany e solo allora, sentendo gli applausi, mi accorsi che l'aula si era riempita, arrossii immediatamente.

Il signor Shuester di avvicinò "Caspita Santana, sei straordinaria!"
"Fantastico! Ragazzi... ho trovato il tema per questa settimana : Disney! Voglio che ripensiate alla vostra infanzia, a quelle canzoni intramontabili che vi hanno fatto sognare da piccoli e che continuano a farlo ancora oggi, anche se non lo ammetterete mai!"


 

Continua...

 

Angolo dell'autrice: Mi scuso in anticipo se questa settimana non riuscirò ad aggiornare spesso, ma ho un sacco di materie da studiare! Baci :D
Frency

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Capitolo 11
*** Capitolo X ***


Capitolo 10.
 


Si misero tutti subito a discutere su quale canzone proporre e a ricordare la loro infanzia.

Restai in silenzio per un po', a pensare, da bambina non avevo mai visto i film della disney, mi sarebbe piaciuto, ma ero troppo impegnata a cercare, inutilmente, di farmi notare dai miei genitori.

Mi voltai verso Brittany "Hey, Brittany..." non sapevo come chiederglielo.

"Sì?" rispose, incitandomi a continuare.
"Non è che potresti... darmi qualche ripetizione su i film della Disney?" le chiesi.
Rimase piuttosto stupita dalla richiesta ma accettò. "Sì, certo! Allora dimmi quelli che hai già visto!"

Mi sentivo abbastanza ridicola "mmm... a dir la verità ho visto solo Pocahontas!"
La bionda sgranò gli occhi "Houston, abbiamo un problema! Qui la situazione è più tragica di quanto pensassi... allora, dopo scuola vieni a casa mia, ok?"

"Va bene!" le sorrisi.
"Penso che dovrai rimanere a dormire da me anche sta notte, hai bisogno di un'overdose di Disney! Non è un problema vero?"
Ci pensai un attimo "No, certo che no! Prima però dovrei andare a casa a prendere almeno un cambio e il pigiama."

"Nessun problema, ti accompagno io! Non accetto un no come risposta, non puoi camminare con la gamba in queste condizioni!"
Abbassai lo sguardo, mi vergognavo troppo del posto in cui vivevo; però sentivo che di Brittany potevo fidarmi e quindi accettai, un po' incerta.

Finite le lezioni uscii dalla porta principale e vidi che Brittany era li ad aspettarmi. Andammo alla macchina e le indicai la strada per casa mia. Guidò per più di mezzora "E tu volevi fare tutta questa strada a piedi con le stampelle?"

"Mi tengo in forma!" le risposi ironicamente.

Eravamo arrivate: feci accostare Brittany mentre la vedevo guardare il palazzo fatiscente, con finestre rotte e parti di muro mancanti, in cui vivevo fin da piccola. "Ci metto un attimo, mi aspetti qui?" la vidi annuire, così presi le stampelle e mi feci strada in direzione dell'ingresso.

Entrai in casa, i miei non c'erano, sollevata andai in camera mia e, aperto l'armadio, tirai fuori i miei vestiti più belli, dopo di che presi il pigiama e misi tutto in una borsa. Appena uscii dalla stanza però vidi entrambi i miei genitori venire verso di me, riuscivo a leggere l'odio nei loro occhi.

"Dove cazzo hai preso quei vestiti?!" chiese mia madre puntando gli indumenti che Brittany mi aveva prestato "Gli hai rubati! Non è cosi?!"
Non feci in tempo a rispondere che mi ritrovai scaraventata a terra da un pugno di mio padre, sentii altri colpi all'addome e poi il nulla, tutto diventò nero.

Sentii una voce, era famigliare, ma non riuscivo ad identificarla. Aprii gli occhi, sentii ogni parte del corpo dolere.
Vidi qualcuno correre verso di me, solo allora capii chi era: Brittany.
"Noo" cercai di dire quando mi si avvicinò, sentii le lacrime bagnarmi il viso.

"San, ti prego non ti agitare, ora ti porto via di qui!" Mi sollevò e mi portò in macchina, dopo di che iniziò a guidare a tutta velocità.
L'unica cosa che riuscii a dire prima di svenire nuovamente fu "Britt di prego, non portarmi in ospedale!" dopo di che non sentii e non vidi più nulla.

Continuavo ad avere incubi, vedevo i miei che mi pestavano a sangue, mi svegliai di colpo. Ero confusa, non capivo dov'ero fino a quando vidi il volto di Brittany, era visibilmente teso e preoccupato.
"San, come stai?" chiese apprensiva. Le lacrime cominciarono nuovamente a rigarmi le guance, mi vergognavo troppo di ciò a cui aveva dovuto assistere. MI abbracciò stretta, provocandomi dolore alle costole, ma non ci feci caso, appoggiai la fronte alla sua spalla e mi sfogai. Non dovevo più nasconderle niente, potevo essere finalmente me stessa con lei.
Ci staccammo dopo minuti interminabili "Vuoi una tazza di cioccolata?" mi chiese dolcemente.

Annuii, mi aiutò ad alzarmi, mi faceva male tutto ed ero talmente debole che non riuscivo neanche a camminare appoggiandomi sulle stampelle, così mi sorresse lei fino alla cucina, dove mi fece sedere su una poltrona mentre lei cominciava a scaldare il latte.

Dopo qualche minuto di silenzio fu lei a parlare "San... chi è stato a.. a farti questo?"
Mi chiese quasi bisbigliando "I miei genitori" risposi imbarazzata.
Subito si girò e mi fissò, abbassai gli occhi, non potevo sopportare la commiserazione che il suo volto esprimeva.
Si inginocchiò di fronte a me "Vuoi parlarne?"
 


Continua...
 

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Capitolo 12
*** Capitolo XI ***


Angolo dell'autrice: Scusate per il ritardo!!! Buona lettura! :) Frency


 


Capitolo 11.


"Vuoi parlarne?", quelle due parole continuavano a rimbombarmi in testa, avevo paura di raccontarle la mia storia, sarebbe stato il colpo di grazia a tutte le barriere che mi ero eretta attorno; allo stesso tempo, però, morivo dalla voglia di dirle tutto, di togliermi questo peso. Allora decisi di farlo. Annuii, mi tese la mano per aiutarmi ad alzarmi e andammo a sederci in salotto, sul divano.
Mi strinse la mano, cercando di incoraggiarmi a parlare, esitai per qualche secondo, poi, sospirando, iniziai "E' iniziato tutto quando avevo sette anni, un giorno, dopo essere tornata da scuola, vidi i miei in soggiorno, erano disperati e non capivo il motivo. Mio padre si alzò e iniziò a schiaffeggiarmi, e quando si fermò mia madre mi disse che mio fratello era morto in un incidente d'auto. Mi cadde il mondo addosso, lui era l'unica persona che mi avesse mai voluto bene..." mi fermai, sentivo gli occhi inumidirsi, Brittany mi strinse più forte la mano e continuai "Da quel giorno i miei hanno iniziato a maltrattarmi quasi quotidianamente e hanno continuato a dire che sarei dovuta morire io al suo posto. Ultimamente le violenze sono diventate sempre più frequenti, non riesco più a sopportarlo  per questo ho iniziato a bere e a drogarmi, almeno quando accade non sono lucida e fa meno male." Mi vergognavo, nascosi il volto fra le mani.
"E non hai mai detto niente a nessuno?" mi chiese, accarezzandomi la mano.
"Non posso, non conosco quasi nessuno e non saprei dov'altro andare!" Dissi, mentre il mio corpo iniziava ad essere scosso dai singhiozzi.
Mi prese per le spalle, costringendomi a guardarla "Ora hai me, non permetterò che ti facciano ancora del male, hai capito?"
La abbracciai e piansi, quelle però non erano lacrime tristi, erano ricche di speranza.
Ci staccammo e le sorrisi, lei mi posò un bacio in fronte e mi asciugò le lacrime col dorso della mano.

"Allora... hai un problema con la Disney, non è così?"
"Sisignora!"
"Benissimo, allora sta sera ti propongo... vediamo un po'..." tirò fuori da sotto il divano uno scatolone pieno di cassette della disney "allora.... Mulan! Va bene?"
"Certo!"

Fece partire il film e mi misi comoda, appoggiandomi a Brittani che mi avvolse le spalle con un braccio.
Continuammo a guardare film fino a quando, sfinita mi addormentai con il capo poggiato sulle sue gambe.

La mattina seguente mi svegliai nel letto di Brittany, doveva avermici portato mentre dormivo. Cercai di alzarmi, mi faceva male tutto. Mi scoprii la pancia e vidi che era coperta di lividi. In quel momento entrò la bionda che, vedendo lo stato del mio corpo, mi fece cenno di non alzarmi. "Tu oggi non ci vai a scuola!" mi disse con un tono autoritario.
"Devo andarci, dove vado se no?"
"Ovvio no? Stai qui a RIPOSARTI con me!" rispose allegra.
"E tu non ci vai a scuola?" le chiesi divertita.
"Nein, oggi sarò la tua infermiera personale! Sono pronta a fare ciò che vuole signorina Lopez!"
Mi misi a ridere "Ok signorina Pierce!"


Continua...



 

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Capitolo 13
*** Capitolo XII ***


Capitolo 12.



Mi obbligò a stare sdraiata per tutto il giorno, nonostante le mie proteste. 
Mi portò la colazione a letto, dopo di che si sdraiò al mio fianco e cominciò a parlare delle canzoni che avremmo potuto cantare al glee.
"Sai, sta notte ho pensato un po' a quale canzone proporre ma non sono arrivata a niente! Ci sono troppe belle canzoni!" disse.
"Anche io ci ho pensato, ma ho visto troppi pochi film per poter trovare una canzone che mi rispecchi!" 
Mi guardò e un sorriso le si dipinse in volto "Aspetta un secondo!" corse fuori dalla stanza, incuriosendomi.
Ritornò dopo qualche minuto portando con se lo scatolone con i film Disney e una ciotola enorme piena di Pop Corn.
"Pronta ad un'altra overdose di Disney?" chiese divertita.
Mi misi a ridere e risposi "Assolutamente sì! Cosa mi proponi oggi?" 
"Vedrai!" fece partire il film e si sdraiò comodamente al mio fianco, iniziando subito a divorare pop-corn.

Guardammo di seguito un po' di film tra i quali La bella e la bestia, Tarzan, il gobbo di Notre dame; mi divertivo, stavo recuperando quella parte di infanzia che non avevo potuto vivere, che mi era stata strappata così violentemente.

Alla fine ci mettemmo a parlare del più e del meno, finimmo così a parlare della scuola, delle amicizie.
"Sai, mi è sempre piaciuto andare a scuola..." dissi e notai la sua espressione stranita "...ho sempre aspettato con ansia la mattina. La scuola è l'unico posto in cui non mi devo preoccupare dei miei genitori. Purtroppo però non sono mai riuscita a legarmi con nessuno, ho sempre avuto paura che qualcuno potesse scoprire ciò che succede quando torno a casa. Negli anni mi sono sempre celata dietro una maschera, tu sei l'unica ad essere riuscita a vedere oltre! Grazie..." mi saltò al collo e mi abbracciò, stava piangendo. 
Questa volta fui io ad asciugarle le lacrime e ad abbracciarla più forte.
"Grazie a te! Anche tu sei l'unica ad accettarmi per quella che sono." sorrisi, non mi aveva mai ringraziato nessuno, in un modo così sincero.

Dopo aver visto altri film andammo a dormire, il giorno dopo saremmo dovute tornare a scuola.
Ci addormentammo vicine, mano nella mano, felici.


Continua...

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Capitolo 14
*** Capitolo XIII ***


Capitolo 13.



 

La mattina seguente mi svegliai grazie al dolce profumo delle brioches e del caffè che Brittany mi aveva portato, premurosamente, a letto.
Era presto così si riinfilò anche lei sotto le coperte e facemmo colazione insieme, dopo di che, bevuto anche l'ultimo sorso di caffè, ci alzammo e ci preparammo con calma per andare a scuola.

Una volta arrivate cercò il parcheggio più vicino all'ingresso, dopo di che entrammo nell'edificio. Avevamo materie diverse quella mattina così, dopo avermi accompagnato nell'aula di storia in cui avrei avuto la prima ora, mi saluto e andò nella sua classe.
Restai sola pochi minuti prima che l'aula si riempisse.
Mi piaceva storia, come quasi tutte le altre materie del resto, quella mattina però non riuscii a seguire attentamente nessuna delle lezioni, ero troppo impegnata a pensare al glee, alle canzoni che avrei potuto proporre, a Brittany... non vedevo l'ora della lezione successiva per stare ancora con lei e per fare ciò che più di tutto mi faceva sentire viva: cantare.

Alla fine dell'ultima ora scattai in piedi e mi misi praticamente a correre fuori dalla classe, rischiando più volte di inciampare. Arrivai al mio armadietto e nella fretta di mettere  via i libri delle ore precedenti feci cadere tutto. Sbuffai e notai che mi si erano avvicinate, ridendo, Brittany e Quinn, un'altra ragazza del glee. Mi abbassai a recuperare i libri ma quelle mi fermarono e li raccolsero al mio posto.
"Pronte per il glee?" chiese Quinn sorridendo.
"Certooo!" esclamò Brittany, iniziando a saltellare come una bambina.
Ci incamminammo verso l'aula mentre la bionda ci precedeva saltellando.
"Ah Santana" iniziò Quinn "volevo farti i complimenti per l'altro giorno, ieri non c'eri e non ho avuto modo di farteli. Sei stata davvero strepitosa!"
"Grazie!" risposi con sufficienza, atteggiandomi da stronza come facevo con tutti, tranne che con Brittany.
"Puoi smettere di fare la stronza con noi del glee, sappiamo che non sei così, che è solo una maschera" la fissai "Sai... quando canti sei come un libro aperto scritto in caratteri cubitali."
La guardai sorpresa, dopo di che abbassai lo sguardo arrossendo.

Nel frattempo ci affiancò Brittany "Hey, come mai siete così lente?" mi mise una mano sul fianco e io non riuscii a trattenere un urlo di dolore, i lividi che avevano provocato i miei erano ancora molto dolorosi.
"Oddio, scusa San, mi dispiace un sacco..." si affrettò a dire, ammutolendosi quando la guardai, capendo che non volevo che nessuno oltre a lei fosse a conoscenza della mia situazione.
Quinn fece da spettatrice a tutto questo, ma notando i nostri sguardi fece finta di niente e restò in silenzio.

Arrivammo all'aula del glee e la trovammo già piena, mi sedetti di fianco a Brittany e non potei fare a meno di notare che Quinn si era avvicinata agli altri parlando sottovoce, in modo che non riuscissi a sentire, notai gli sguardi che si spostavano nella mia direzione ma feci finta di niente.
In quel momento arrivò Shuester "Allora ragazzi, siete pronti?" Tutti annuirono "Allora avanti i primi, c'è qualcuno di voi che ha già trovato una canzone da proporre?"
Ovviamente la prima ad alzare la mano fu Rachel "Io ho trovato una canzone adattissima a me" la fissammo tutti in attesa che ci degnasse almeno del titolo della canzone "è the Beauty and the Beast, dal film la bella e la bestia"
"Scelta scontata!" gridarono in coro Kurt e Mercedes.
La Berry non ci fece caso e cominciò a cantare. Fece, come al solito, una performance magnifica che fu applaudita dall'intera classe.
I secondi ad esibirsi furono Mike e Tina che ci proposero una versione emozionante di A Whole New World da Aladin.
L'ora si concluse e uscimmo tutti dalla classe, mi si affiancò subito Brittany "San, mi dispiace un sacco per prima, non volevo!" disse con un'espressione abbattuta.
"Non ti preoccupare!" Le dissi, sorridendole.
Dopo di che uscimmo da scuola e tornammo a casa.

 

Continua...

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Capitolo 15
*** Capitolo XIV ***


Angolo dell'autrice: ringrazio tutti quelli che hanno questa ff fra le preferite, le seguite... ringrazio in particolare chi recensisce! Buona lettura :)
Frency



Capitolo 14.


Non dissi una parola per tutta la strada, continuavo a pensare a ciò che Quinn avrebbe potuto aver detto agli altri ragazzi, non so perchè ma questo pensiero mi agitava parecchio, ero sicura che Quinn avesse capito qualcosa, anche se non sapevo cosa.

Anche Brittany rimase in silenzio per tutto il tragitto, probabilmente si sentiva ancora in colpa per ciò che era successo prima, anche se non aveva la benchè minima colpa. Le mie teorie trovarono una conferma quando, varcato l'ingresso di casa sua, scoppiò a piangere.

Mi avvicinai subito a lei che si affrettò a dire, scossa dai singhiozzi "Santana, io..io,non avrei dovuto.. non..non li..davanti a Quinn" continuò per qualche minuto fino a che non la fermai.
"shh, non ti preoccupare, non hai fatto niente! E sono sicura che Quinn non si è accorta di nulla!" la rassicurai, non credendo neanche io alle mie ultime parole. Le posai una mano sulla spalla e lentamente si tranquillizzò.
Mi sorrise "Grazie!"

Le presi la mano e andammo in cucina. Ci sedemmo e iniziammo a fare i compiti per il giorno seguente. Mi immersi nello studio, cercando, almeno per qualche ora, di non pensare a nient altro.

Una volta finito erano le sei e mezza e stavamo, letteralmente, morendo di fame.
Allora disse "Che ne dici se sta sera andiamo a mangiare fuori?"
"Brittany, non posso, non ho soldi per pagare." le risposi dispiaciuta.
"Ma non devi preoccuparti; pago io!" 
"No, non voglio approfittarmi di te." le dissi, notando che era diventata improvvisamente seria.
"Primo: i miei sono ricchi, quindi non ho alcun problema per il pagamento; secondo: smettila di dire che ti stai approfittando di me, perchè NON E' VERO!"
Mi convinse "Va bene... però di devo chiedere un piccolo favore.."
"Spara!" mi disse, con un sorriso a trentadue denti, felice di avermi convinto.
"Domani, dopo scuola, potresti portarmi a casa mia?" le chiesi, aspettando la sua reazione.
"Cosa?" chiese confusa.
"Non, ho intenzione di rimanere lì!" precisai subito "Ma vorrei prendere i miei guadagni che ho nascosto in camera, e altre due cose a cui tengo molto."
"E se ci fossero i tuoi?" mi chiese preoccupata.
"Non credo saranno a casa." risposi non troppo convinta.
"Va bene, ma io vengo con te!" disse con un tono imperativo.
Annuii "Grazie mille!" la abbracciai stretta "Ti voglio bene Britt!"

Ci preparammo per uscire, io indossai un paio di jeans neri stretti e una camicetta verde, i miei vestiti preferiti, fra quelli che avevo preso a casa mia qualche giorno prima.
Una volta pronta aspettai che Brittany uscisse dal bagno. Quando lo fece restai incantata, era bellissima. Indossava un vestito bianco corto e un coprispalle nero, in tinta con le scarpe col tacco che la rendevano ancora più alta; il suo volto era incorniciato dalla chioma di capelli biondi che aveva lasciato sciolti.
Rimai in fissa per qualche secondo, non appena mi ripresi le dissi "Santo cielo, sei bellissima!" e lei mi sorrise, arrossendo.

Dopo di che presi le stampelle e mi diressi con lei alla macchina.
Non sapevo esattamente dove mi avrebbe portato, lo capii solo quando ci fummo davanti: era il Breadstix, il ristorante più bello e costoso della città.

Mi voltai ancora a bocca aperta verso di lei che mi sorrise "E' una serata speciale e sono con una persona molto speciale! Quindi..."
Scattai verso di lei e le diedi un bacio sulla guancia, dopo di che uscimmo dalla macchina e entrammo nel ristorante.


Continua...

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Capitolo 16
*** Capitolo XV ***


Capitolo 15.

 

 



Non appena varcammo la soglia del ristorante fummo affiancate da una cameriera "Cosa posso fare per voi?" chiese con gentilezza.
Brittany rispose prontamente " Ho prenotato un tavolo per le otto!"
"Nome?"
"Pierce" disse velocemente.
"Ok, seguitemi" ci fece strada attraverso il ristorante, mentre cercavo con tutta me stessa di non inciampare.

Il nostro tavolo era abbastanza isolato, vicino ad una finestra; ci sedemmo e ci portrono i menu, iniziai a sfogliarlo, leggendo la lunga lista di piatti che il ristorante proponeva. Non conclusi niente e decisi che avrei preso le stesse cose di Brittany.

La cameriera arrivò subito a chiedere le ordinazioni "Siete pronte?"
"Sì, allora... io prendo gli spaghetti ai frutti di mare e da bere... acqua!"
"Va bene, per te?" chiese e mi guardò, in attesa di una risposta.
"Lo stesso"
"Perfetto, scusate ma oggi il ristorante è pieno quindi dovrete aspettare una ventina di minuti!"
"Non c'è problema" rispose la bionda.

Appena la cameriera se ne andò Brittany cominciò a parlare, non sentii una parola di ciò che disse, ero troppo presa ad ammirarla, non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso, era bellissima.
Dopo un po' mi accorsi che anche lei mi stava fissando, così distolsi lo sguardo, imbarazzata.
Una strana sensazione mi pervase, non capivo cosa mi stesse succedendo, non ero mai stata attratta da persone del mio stesso sesso, eppure mi trovavò lì ad ammirare una ragazza, un'amica anzi, la mia unica amica.

Scacciai questi pensieri dalla mia mente quando vidi arrivare la cameriera con ciò che avevamo ordinato.
La serata passò velocemente, fra chiacchere e risate, dopo di che la bionda pagò il conto e tornammo a casa.

Nessuna delle due aveva la benchè minima voglia di dormire, così Brittany decise di farmi vedere un altro film. Iniziò a spiegarmi "Questo non è della Disney ma è spettacolare lo stesso, ha una colonna sonora veramente straordinaria!"
"Fantastico!" risposi sorridendo.
Ci accoccolammo sul divano, una vicina all'altra, e fece partire il film. Era Il Principe d'Egitto. Rimasi incantata davanti alla TV per tutto il film, era veramente bellissimo ed emozionante.

Finito il film Brittany mi guardò e mi chiese "Tu ci credi?"
"In cosa?" risposi incuriosita dalla domanda.
"In Dio."
"Ah, no...non più!" risposi, provando vergogna.
"Davvero? E perchè, se posso chiedere?"
"Ho sofferto tanto nella mia vita, ho pregato tanto affinchè la mia condizione migliorasse, ma non è mai successo nulla, anzi, ha continuato a peggiorare." dissi, guardandola in attesa di una sua reazione.
"Magari le tue preghiere si sono esaudite in ritardo!" disse sorridente.
"Cosa vuoi dire?" le chiesi interessata a ciò che stava dicendo.
"Hai trovato me e io ho trovato te! Trovare un'amica è ciò per cui ho pregato tento. Per me tu sei una specie di miracolo, il nostro incontro lo è!" disse alzando progressivamente il tono di voce.
Sorrisi e l'abbracciai, provando una sensazione di calore che non avevo mai provato prima "Ti voglio bene Britt!"
"Anche io San, Ti voglio benissimo!" rispose stringendomi forte a se.

Ci addormentammo sul divano, abbracciate e col sorriso stampato sulle labbra. 
Era stata una serata davvero fantastica ed ero pure riuscita a trovare la canzone da portare al Glee il giorno seguente.



Continua...

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Capitolo 17
*** Capitolo XVI ***


Angolo dell'autrice: ringrazio nuovamente tutti, in particolare chi recensisce. Questo capitolo è un po' più lungo degli altri, spero comunque che vi piaccia! :) Buona lettura
Frency





Capitolo 16.

 


La mattina seguente arrivammo a scuola in anticipo, come al solito, allora ci sedemmo per qualche minuto sul muretto vicino all’ingresso, a chiacchierare e a ridere come delle pazze.

Dopo di che entrammo a scuola e dopo essere passate dagli armadietti a prendere tutto il necessario, andammo verso l’aula del Glee, in cui avremmo avuto la prima ora.

 

Ci trovammo solo Kurt e Quinn che, stranamente mattinieri, ci salutarono calorosamente non appena ci videro “Ciao ragazze!”

“Buongiorno!” rispose Brittany con un sorriso smagliante mentre io mi limitai a fare un cenno col capo.

 

Poco per volta l’aula si riempì e per ultimo arrivò il professor Shuester “Buongiorno a tutti, allora … chi vuole esibirsi per primo oggi?”

“Io!” ci girammo tutti verso la persona da cui proveniva la voce: Brittany “Avendo notato che tutti voi avete portato delle canzoni serie, ho deciso di sdrammatizzare un po’, quindi … ho deciso di cantare: Hakuna Matata!”

Iniziò a cantare, improvvisando un balletto a dir poco esilarante; non riuscivo a smettere di sorridere come un’ebete guardandola, così carina ed innocente, era veramente adorabile.

Finita l’esibizione tutti applaudirono divertiti e lei, dopo avermi dato il cinque, tornò a sedersi contenta al mio fianco.

 

Uno alla volta si esibirono tutti i ragazzi, proponendo le canzoni più diverse ed interpretandole a modo loro.

 

Alla fine toccò a me, mi alzai ed iniziai a spiegare “La canzone che voglio proporvi non è di un cartone della Disney, spero non sia un problema.” dissi speranzosa, guardando Shuester.

“Nessun problema! Prego…” disse invitandomi a cominciare.

 

Presi posto al pianoforte ed iniziai a suonare, sotto lo sguardo ammirato di tutti, guardai Brittany che mi fece cenno di aver capito il pezzo che stavo per cantare: When You Believe.

Iniziai a cantare, senza distogliere lo sguardo dai suoi bellissimi occhi azzurri.

 

Many nights we've prayed

With no proof anyone could hear

In our hearts a hopeful song

We barely understood

Now we are not afraid

Although we know there's much to fear

We were moving mountains long

Before we knew we could 

 

Il testo della canzone rispecchiava pienamente ciò che avevo passato, il dolore che ero stata costretta a sopportare per così tanto tempo e che forse, grazie a Brittany, potevo lasciarmi alle spalle. La guardai e notai che lei stava facendo lo stesso, mi sentivo protetta, al sicuro.

 

There can be miracles, when you believe

Though hope is frail, it's hard to kill

Who knows what miracles you can achieve

When you believe, somehow you will

You will when you believe 

 

Sentii i miei occhi riempirsi di lacrime, lacrime di gioia, ma non smisi di cantare; non mi importava ciò che avrebbero pensato gli altri, per me importava solo una persona: Brittany, era a lei che stavo dedicando la canzone. Vidi che anche i suoi occhi stavano diventando lucidi, mentre contemporaneamente le si apriva un grande sorriso sulle labbra.

 

Yet now I'm standing here

My heart's so full I can't explain

Seeking faith and speaking words

I never thought I'd say

There can be miracles, when you believe

Though hope is frail, it's hard to kill

Who knows what miracles you can achieve

When you believe, somehow you will

You will when you believe 

 

Appena finii di cantare vidi tutti i miei compagni, nessuno escluso, alzarsi in una standing ovation.

Brittany corse da me e mi abbracciò “Grazie San! Grazie mille!”

Mi strinsi più forte a lei “Grazie a te!”

Ci staccammo e, tenendoci per mano, senza dare nell’occhio, tornammo a sederci.

 

“Bene ragazzi, ora è il momento di votare il migliore della settimana”

Ognuno scrisse un nome su dei bigliettini, che poi vennero raccolti dal prof.

Dopo averli aperti tutti disse “Questa settimana vince… all’unaminità… SANTANA!”

Rimasi di stucco, non me l’aspettavo, avevo fatto una bella esibizione ma non giustificava i voti da parte di persone che mi avevano sempre odiata; ero sinceramente commossa, qualche lacrima mi rigò il volto e quasi senza che me ne accorgessi fui coinvolta in un abbraccio di gruppo.

 

Le altre ore passarono velocemente e quando la campanella suonò  aspettai Brittany all’ingresso; mi avrebbe dovuto accompagnare a casa mia. Questo pensiero mi agitava parecchio, annullando la felicità che avevo provato quella mattina, e a quanto pare faceva lo stesso effetto su Brittany, vista la sua espressione non appena mi raggiunse. 

“Sei pronta?” le chiesi.

“Sì… tu?”

Sospirai “Sì, andiamo…”

 

 

 

Continua…

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Capitolo 18
*** Capitolo XVII ***


 

Capitolo 17.

 
 
 
 

Rimasi in silenzio per tutto il tragitto, lo sguardo fisso nel vuoto, la salivazione azzerata e le mani tremanti; avevo paura che i miei potessero saltare fuori da un momento all’altro e farmi del male, fare del male a Brittany, non mi sarei mai perdonata se le fosse successo qualcosa.

Mi schiarii la voce “Brittany…non sei costretta a venire”

Vedendomi terrorizzata mi guardò, costringendomi a guardarla negli occhi “Io vengo con te, capito?! Non ammetto obbiezioni!” Annuii.

 

Scendemmo dalla macchina e varcammo la soglia di quel palazzo fatiscente. Arrivate davanti alla porta del mio appartamento mi bloccai, presa dal panico, ed iniziai a sudare freddo.

Brittany mi prese la mano, a quel tocco sentii come una carica elettrica attraversarmi tutto il corpo, aprii lentamente la porta.

 

La casa, fortunatamente, era deserta. Corsi in camera mia, tutto ciò a cui tenevo era nascosto in una scatola sotto il letto. Brittany mi aiutò a prenderla, dopo di che, con la stessa velocità con cui eravamo entrate, uscimmo, lasciandoci alle spalle la casa in cui erano ancora evidenti i segni del pestaggio di qualche giorno prima.

 

Tornammo velocemente a casa di Brittany, corsi in salotto e mi buttai sul divano, sfinita. Mi presi la testa fra le mani, sentendo che le lacrime stavano iniziando a rigarmi il volto.

Fui subito raggiunta da Brittany “San, stai bene?” chiese e notando il mio volto rigato dalle lacrime si avvicinò e mi abbracciò.

 

Dopo di che, quando mi fui calmata, mi porse la scatola contenente i miei averi. Vedendo la sua curiosità aprii la scatola ed iniziai a spiegarle ciò che conteneva “Qui c’è tutta la mia vita…” presi in mano una cornice e gliela mostrai “Questo è mio fratello… era bellissimo!” le dissi e ricevetti uno sguardo pieno di dolcezza, presi un topolino di peluche “Questo me lo aveva regalato lui, poco tempo prima dell’incidente.” mi strinse a se, posandomi un bacio sui capelli.

“E questi?” chiese indicando i DVD e le cassette nella scatola.

“Sono musical, ho sempre amato la musica, così d’estate, quando raccimolavo un po’ di denaro con qualche lavoretto, andavo subito a comprare un film!” dissi orgogliosa “Gli hai mai visti?”

Scosse la testa “No”

“Qualcuno ha bisogno di ripetizioni di musical?!” chiesi con lo stesso tono che aveva usato lei qualche giorno prima parlando dei cartoni della Disney. “Scegli te!”

 

Dopo aver rovistato un po’ nella scatola prese Hair “Ottima scelta!” le dissi soddisfatta.

Fece partire la cassetta, dopo di che si accoccolò al mio fianco, tenendomi la mano.

Quei gesti mi facevano uno strano effetto ogni volta, mi facevano sentire viva come non mai.

“Ti voglio bene, Britt” le sussurrai in modo quasi impercettibile.

Lei se ne accorse “Anche io San, tanto!” disse voltandosi e regalandomi uno dei suoi sorrisi più radiosi e guardandomi con quegli occhi azzurrissimi che mi fecero arrossire, e tuttavia  non abbassai lo sguardo.

 

Alla fine del film eravamo entrambe in lacrime, non importava quante volte lo avessi visto, ogni volta quel finale così inaspettato e triste faceva sempre lo stesso effetto. 

 

Dopo aver smesso di piangere come delle fontane ci alzammo e andammo a mangiare. Dopo di che andammo a dormire.

 

Mentre mettevo il pigiama mi ricordai una cosa “Britt, domani mi tolgono la fasciatura al ginocchio!”

“E’ vero! Almeno da domani potrai venire a passeggiare con me e Lord T.!" disse, sprizzando gioia da tutti i pori.

 

Ci addormentammo sfinite e contente dopo la giornata appena trascorsa.

 

 

 

 

Continua… 

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Capitolo 19
*** Capitolo XVIII ***


Angolo dell' autrice: so che è da un'infinità di tempo che non aggiorno, ma sono stata straimpegnata con la scuola e la palestra, quindi chiedo umilmente perdono e posto un nuovo capitolo! Buona lettura! :D Frency94




Capitolo 18.



Il giorno seguente a scuola non successe nulla di particolare.
Al termine delle lezioni mi diressi in infermeria dove mi tolsero la fasciatura al ginocchio, permettendomi di camminare senza l'aiuto delle stampelle; infine tornai a casa con Brittany.

Fortunatamente era una bella giornata, così decidemmo di fare una passeggiata e la bionda portò con se Lord Tubbington dicendo che aveva bisogno di fare moto per poter dimagrire.
Camminammo per una mezzoretta per le strade di Lima dopo di che ci fermammo in un parchetto e mi sedetti su una panchina, permettendo al ginocchio, che non era ancora guarito del tutto, di riposare.

Brittany nel frattempo stava correndo da tutte le parti cercando di far muovere in qualche modo quella palla di pelo di Lord T che la guardava stranito, non avendo la minima intenzione di scomodarsi.
Era una scena veramente comica e non riuscii a fare a meno di scoppiare in una fragorosa risata. Brittany allora si sedette al mio fianco con la faccia imbronciata "Non c'è niente da ridere Santana, se va avanti così quel gatto fra un po' non riuscirà nemmeno a camminare!"
Dopo qualche secondo però scoppiò a ridere anche lei.
Si volto verso di me "Sai, San, è bello vederti ridere!"

Non so cosa mi prese o per quale motivo lo feci, ricordo solo che mi avvicinai a lei e le stampai un bacio leggero sulle sue labbra morbide, sentendomi immediatamente pervasa da una sensazione di calore.

Mi staccai immediatamente e mi alzai confusa della mia stessa azione.  Iniziai a correre lontano da quel luogo, lontano da lei.
Sentivo le lacrime rigarmi il volto, sapevo di aver fatto una stupidata "Complimenti Santana Lopez, sei un' idiota, hai rovinato tutto!" dissi a me stessa e nel momento stesso in cui lo dicevo sentii una mano calda afferrarmi il braccio.
Mi voltai di scatto: era Brittany "Tu non hai rovinato proprio nulla" disse avvicinandosi a me "Avrei fatto esattamente la stessa cosa ma tu mi hai preceduto"

Così mi prese il volto fra le mani e sentii le sue labbra sovrapporsi alle mie, in un bacio diverso da quello precedente, un bacio colmo di affetto.
Ci staccammo dopo quelle che mi sembrarono ore e sui nostri volti, arrossati per l'imbarazzo, si dipinse il sorriso.

Ci prendemmo per mano e ci dirigemmo nuovamente verso casa, con la consapevolezza che quel bacio era l'inizio di qualcosa, anche se nessuna delle due sapeva definire cosa fosse.



Continua...

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Capitolo 20
*** Capitolo XIX ***


Capittolo 19.

 

Passammo tutta la notte a parlare, felici, finalmente, di aver rivelato i propri sentimenti per l’altra.

Provammo a spiegarci il motivo per cui due ragazze, dichiaratamente etero, avevano cambiato improvvisamente il proprio orientamento sessuale, ma non trovammo risposte a questa domanda se non una: l’amore è cieco.
Non scegliamo noi di chi innamorarci ma è il destino che se ne occupa e questo era il nostro e non potevamo esserne più felici.
 

L’unico problema sarebbe stata la scuola, un covo di omofobi in cui non puoi permetterti di mostrarti per quello che sei se non vuoi essere vittima di bullismo. Decidemmo così che avremmo mantenuto la nostra relazione segreta, il che poneva su tutto un elemento di mistero che rendeva il tutto ancora più eccitante.


Il giorno seguente ci alzammo di malavoglia per andare a scuola.
Ci scambiammo un bacio veloce in macchina e dopo di che entrammo nell’edificio facendo finta di niente.


Avevo una strana sensazione, la sensazione che quel giorno sarebbe successo qualcosa di brutto, ma scacciai subito questi pensieri dalla mia testa pensando che fossero dovuti al mio noto pessimismo.
 

Le prime ore furono monotone ma fortunatamente passarono velocemente e ben presto arrivò l’ora del glee.

Presi posto al fianco di Brittany e la lezione cominciò con uno degli odiosi monologhi della Berry, fortunatamente però fu interrotta quando entrò una bidella “Buongiorno signor Shuester, il preside ha chiesto se lei e la signorina Lopez potete recarvi nel suo ufficio.”

Shuester dopo un attimo di incertezza rispose “Sì, certo. Arriviamo subito”

Mi voltai verso Brittany, cosa poteva volere il preside da me? Avevo fatto qualcosa di male?

Lei mi incoraggiò ad andare e così seguì il proff.


Appena varcai la soglia dell’ufficio mi ritrovai davanti chi non mi sarei aspettata.

I miei genitori erano lì, in piedi in mezzo all’ufficio “Santana, mi dispiace doverti dare questa brutta notizia, ma la nonna sta molto male” cominciò mia madre.

Nonna? Io non ho una nonna! Avevo la gola secca e non riuscivo a parlare.

“Santana non sarà presente alle lezioni per un po’ di tempo, mi dispiace signor Shuester!” disse poi mio padre.

“Non si preoccupi, Santana ha degli ottimi voti, qualche assenza non influirà sul suo rendimento”


Non capivo cosa stesse succedendo, vedevo tutto al rallentatore, come in un film. I miei che congedavano Shuester, che davano la mano al preside e che mi conducevano fuori dalla scuola.
 

Una volta fuori cominciarono a strattonarmi con violenza “Pensavi di poterci scappare così facilmente?” Uno schiaffo mi colpì la guancia “Sei una troia Santana, ma adesso non ci scappi!”
 

Fui scaraventata in macchina, sentii qualcosa stringermi la gola, impedendomi di respirare, dopo di che tutto intorno a me divenne nero.



Continua...

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Capitolo 21
*** Capitolo XX ***


Angolo dell' autrice: Da questo capitolo in poi si alterneranno i punti di vista di Santana e di Brittany. Fatemi sapere cosa ne pensate... Buona lettura! :D Frency94





Capitolo 20.



Brittany POV

 

Quel colloquio col preside non prometteva nulla di buono, ero veramente preoccupata.

Vedere il volto impaurito di Santana prima che lasciasse la classe mi aveva resa pensierosa.

Brittany non essere pessimista! Magari l’avrà convocata solo per il suo ottimo rendimento scolastico. Pensai, non credendoci neppure io.


Dopo una decina di minuti Shuester rientrò in classe, da solo.

“Dov’è Santana?” mi apprestai a chiedere.

Egli rispose con un’aria affranta “Sua nonna sta molto male…” nonna? Entrambe le nonne di santana sono morte prima che lei nascesse “… i suoi genitori sono venuti a prenderla..”

Non fece in tempo a concludere la frase che subito mi alzai accecata dalla rabbia e dalla preoccupazione “Cosa? I suoi genitori?”

Preso alla sprovvista dalla mia reazione Shuester cercò di calmarmi “Brittany, ma cosa ti prende? E sì, i suoi genitori sono venuti a prenderla, cosa c’è di strano?”

Le lacrime cominciarono a rigarmi il volto “Cosa c’è di strano?! Santana non ha una nonna e i suoi “genitori” abusano di lei da quando è morto suo fratello! Ecco cosa c’è di strano… ma scommetto che nessuno di voi si è mai accorto di tutto ciò, non riuscite a guardare a un palmo dal vostro naso.”

Fui bloccata nuovamente da Shuester “Bittany ora basta! Mi sono stancato, i genitori di Santana sono delle ottime persone, non dovresti dire queste cose!”

Ero accecata dall’ira e a queste parole non seppi trattenermi “Certo, come no! Perché voi non l’avete trovata a terra svenuta in un bagno di sangue dopo essere stata picchiata da loro!” detto questo sbattei violentemente la porta e uscii correndo.
 

Arrivata all’uscita però sentii qualcuno chiamarmi, mi voltai: erano Quinn e Puck.

“Ascoltaci Brittany! Noi ti crediamo e vogliamo aiutarti.”

Una nuova ondata di lacrime cominciò a bagnarmi il volto “Grazie, ma… non so nemmeno io cosa fare!”

Quinn si avvicinò e mi abbracciò “Shh, non agitarti… troveremo un modo!”



 

Santana POV
 

Che cosa sta succedendo? Mi ci volle qualche minuto per ricordare tutto ciò che era accaduto, il preside, i miei genitori, la macchina… il ricordo di tutto ciò mi procurò un conato di vomito che per poco non mi strozzava.
 

Mi guardai intorno, non ero più in macchina, ero a casa mia. 

Cercai di alzarmi ma inutilmente, c’era qualcosa che mi bloccava.
Urlai ma mi pentii immediatamente di averlo fatto.

Mio padre mi si parò davanti agli occhi “Bene, bene, bene… ti sei svegliata finalmente!” disse quelle parole con rabbia, dandomi poi uno schiaffo.

Mi volti, vidi mia madre con in mano un coltello, si avvicinò a me “Ora ti farò provare il dolore che ho dovuto sopportare quando mio figlio è morto per colpa tua, lurida cagna!”
Mi prese il braccio con forza e lo incise in profondità con il coltello che aveva in mano; il sangue cominciò ad uscire.

“Ti è bastato oppure…” disse con un ghigno mentre mi infliggeva un’altra ferita, più profonda all’addome.


Cominciavo a sentirmi sempre più debole e come se non bastasse mio padre iniziò a tirarmi calci ovunque, fino a quando mi colpì alla testa e ancora una volta il buio mi circondò.




Continua...

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Capitolo 22
*** Capitolo XXI ***


Capitolo 21.





Brittany POV

 

Ero talmente preoccupata da non capire più nulla di ciò che stava accadendo.

Fu Puck a prendere in mano la situazione e a risvegliarmi dai miei pensieri “Brittany, tu sai dove abita?”

Annuii debolmente.

“Ok, se abbiamo fortuna l’hanno portata lì! Andiamo?”

Fu Quinn a parlare questa volta “Va bene ma… non è pericoloso?” chiese incerta.

“Senti se quello che Brittany è vero Santana è in grave pericolo, quindi non mi sembra il caso di esitare!”

Ripresi il controllo di me stessa e dissi “Sbrighiamoci, abita lontano da qui!”


Corsi verso la macchina e, una volta fatta mente locale sul luogo in cui devo andare, sfrecciai a tutta velocità verso la casa di Santana, sperando che per lei non fosse troppo tardi.




 

Santana POV

 

Continuavo ad alternare svenimenti e brevi attimi di lucidità, interrotti immediatamente dalle violenze dei miei.

Non sentivo più dolore, mi sentivo come anestetizzata. Ormai neanche le ferite inferte con il coltello mi facevano male.

Sentivo solo freddo… un terribile freddo.
Ero consapevole che fosse arrivata la mia ora ma nella mia mente continuava a tartassarmi un motivetto, un pezzo del brano che avevo portato al Glee.

“there can be miracles Wheel you believe” continuavo a ripetermi mentalmente quella frase. 
 

Devo farcela, devo farcela per Brittany… non voglio che soffra a causa mia.
 

Sentii in lontananza una porta che sbatteva e lentamente aprii gli occhi. I miei genitori se n’erano finalmente andati ma un pensiero si fece sempre più spazio nella mia testa Sono sola questa volta, nessuno verrà a salvarmi… le lacrime cominciarono a rigarmi il volto e i singhiozzi che mi squotevano il corpo non fecero altro che aumentare le emorragie.
 

Sentii la porta aprirsi nuovamente e chiusi gli occhi, non avendo il coraggio di guardare nuovamente la causa di tutto il dolore che provavo.

Non erano le loro voci però, ma quelle di chi non mi sarei mai aspettata.

Aprii gli occhi e vidi Quinn che emetteva un urlo stridulo e indicava a chi era con lei di raggiungerla.
 

Non appena vidi Brittany varcare la soglia le lacrime cominciarono a sgorgare dai miei occhi con più violenza e i singhiozzi divennero più dolorosi.

Sentii la voce di Puck “Quinn presto chiama un'ambulanza!”

Brittany si accovacciò al mio fianco accarezzandomi delicatamente il volto. Lacrime silenziose iniziarono a rigarle le guance candide e in un sussurro disse “Cosa ti hanno fatto… come hanno potuto!?”
 

Anche Puck si accovacciò al mio fianco e per la prima volta da quando avevo lasciato la scuola riuscii a dire ciò che uscì come un flebile sussurro “Sono stanca…”

Brittany mi prese il volto fra le mani “San, non devi addormentarti! Resta con noi… ti prego!”

Annuii e cercai di tenere lo sguardo fisso nei suoi occhi azzurri ma era dannatamente difficile. “Ho freddo…”

Brittany mi guardò colma di apprensione “Aspetta un secondo, prendo una coperta.”


Nel frattempo mi si avvicinò Quinn che, accarezzandomi i capelli mi disse “Mi dispiace… siamo stati così ciechi… mi dispiace”

Cercai di risponderle ma le forze mi stavano abbandonando e non mi uscì altro che silenzio.


Poco dopo tornò Brittany con la coperta, la stese delicatamente contro il mio corpo scosso dai tremiti, e si impregnò velocemente di sangue, attaccandosi al mio corpo.

Ero stanca, troppo stanca. Riuscii solo a trovare la forza di dire a Brittany due parole: “Ti amo” prima di sprofondare nuovamente nel buio, sentendo i suoi singhiozzi.



Continua...

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Capitolo 23
*** Capitolo XXII ***


Angolo dell’ autrice: ecco un altro capitolo! Ringrazio chi legge questa storia e in modo particolare chi recensisce, è bello sapere il vostro parere! Buona letttura e… fatemi sapere cosa ne pensate! :)

Baci :) Frency94

 

 

 

 

Capitolo 22.

 

 

 

(Brittany POV)

 

 

Ti amo… le sue parole continuavano a rimbombarmi in testa mentre Santana sprofondava nuovamente nel buio.

“San ti prego, non lasciarci…” la scuotevo e le parlavo ma nulla, era troppo debole per riuscire a svegliarsi nuovamente.

 

Sentii la voce preoccupata di Puck “Ma quanto cazzo ci mette ad arrivare quell’ambulanza…” dovette interrompersi quando sentimmo il suono delle sirene avvicinarsi al palazzo. Quinn si alzò e uscì dalla casa per indicargli dove eravamo.

 

I paramedici entrarono subito con una barella “Dovete spostarvi da li, dobbiamo accertarci che la colonna vertebrale non abbia subito danni prima di metterla sulla barella”

Non volevo staccarmi da lei e Puck dovette allontanarmi con la forza.

 

Restarono sconvolti anche loro dalla quantità di sangue che aveva perso “Dobbiamo sbrigarci! Non ha molto tempo!” la misero cautamente sulla barella e si diressero velocemente all’ambulanza “Può venire solo uno di voi!”

Mi riscossi subito “vengo io!”

“Va bene, veloce!”

 

L’ambulanza sfrecciò a tutta velocità non appena chiusi lo sportello dietro di me.

Attaccarono immediatamente Santana ad un respiratore mentre i paramedici, con cautela, cercavano di bloccarle le emorragie con delle garze. “Come si chiama?”

Mi voltai verso di loro “Santana… Santana Lopez.”

“Ok, sai chi è stato?”

Esitai un attimo, sentendo le lacrime che ricominciavano a rigarmi il volto “I…i suoi… genitori”

Vidi i loro occhi sbarrarsi al pensiero di tanta malvagità. “Ce la farà vero?”

Non risposero “Ce la farà?” chiesi nuovamente alzando il tono di voce.

“Mi dispiace signorina… ma non possiamo darle questa certezza…” disse discpiaciuto uno dei paramedici.

 

A quelle parole sentii una morsa allo stomaco e le lacrime divennero più copiose. 

Le presi una mano fra le mie e le diedi un bacio sul dorso “Ti prego San, resisti! Fallo per me… fallo per.. Noi! Ti amo anche io…”

Sentii la sua mano stringersi intorno alla mia. La guardai ma non era sveglia.

 

Arrivammo velocemente all’ospedale e fui costretta a separarmi da lei, mentre veniva condotta d’urgenza in sala operatoria.

Andai a sedermi nella sala d’aspetto, dove fui raggiunta subito da Puck e Quinn che mi abbracciarono, cercando di consolarmi.

 

 

 

(Santana POV)

 

 

Dove sono? Cosa sta succedendo? Non capivo cosa stesse accadendo, sentivo delle voci confuse e una luce accecante mi impediva di aprire gli occhi.

 

Nella mia mente risuonava una frase detta dalla voce affranta di Brittany Anche io ti amo, forse le avevo solo immaginate ma mi rendevano felice.

 

“E’ andata in arresto! Presto, prendete il defibrillatore!”

 “Libera!”

 

L’immagine di Brittany mi si parò davanti agli occhi.

 

“Libera!”

 

I suoi meravigliosi occhi azzurri e la sua carnagione così candida.

 

“Libera!”

 

Dovevo resistere, dovevo farlo per lei!

 

“Il battito è tornato, dobbiamo richiuderla al più presto, ha già perso troppo sangue.”

 

 

 

(Brittany POV)

 

 

Era sotto i ferri da più di tre ore e più il tempo passava più le mie speranze vacillavano.

 

Finalmente uscì un’infermiera “Santana Lopez?”

“Noi! siamo qui per lei. Allora?” l’ansia era alle stelle.

“Le lesioni subite sono gravissime, le è stato perforato lo stomaco e il fegato è irrecuperabile…”

“Quindi?”

“Malgrado tutto ce la farà!” tirai un sospiro di sollievo. “Ora le stanno facendo gli ultimi controlli, non sappiamo quando si sveglierà ma potrebbe volerci qualche giorno”

 

Saltai giù dalla sedia e corsi ad abbracciare la donna “Grazie, grazie mille!” 

Mi staccai imbarazzata “Possiamo vederla?”

“Sì, certo. Seguitemi…”

 

Puck e Quinn che erano rimasti in silenzio fino a quel momento mi affiancarono e andammo insieme verso la stanza di Santana.

 

 

 

Continua…

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Capitolo 24
*** Capitolo XXIII ***


Capitolo 23.


 

 

 

Brittany POV
 

Seguimmo, agitati, l’infermiera attraverso gli intricati corridoi dell’ospedale verso la camera di Santana.

Dovemmo aspettare qualche minuto prima di entrare perché i medici stavano procedendo agli ultimi controlli della giornata.
 

Quando finalmente ci fecero entrare restai sconvolta dall’immagine che mi si presentò davanti: Santana era adagiata sul letto, le braccia completamente fasciate a così anche l’addome, il suo volto era ricoperto di lividi e immaginai che dovesse essere in quello stato anche il resto del corpo, anche se era sovrastato dalle coperte. In quel momento era così indifesa, così vulnerabile…
 

Mi sedetti al suo fianco e le presi la mano, mentre le accarezzavo il volto delicatamente “Come hanno potuto fare questo?”

Sentii Puck al mio fianco “Gliela faremo pagare a quei bastardi!”
 

Fui scossa da dei gemiti provenienti da Santana e non appena mi voltai a guardarla si alzò di scatto respirando a fatica “Dove sono?” chiese con un filo di voce mentre le lacrime cominciavano a rigarle il volto e il respiro diventava sempre più affannato.

Mi avvicinai e l’abbracciai, lasciandola sfogare fra le mie braccia “Ssh, piccola … va tutto bene, sei in ospedale” Si strinse di più a me, come se tutt’a un tratto si fosse ricordata ciò che le era accaduto.

 

 

Santana POV

 

Stare fra le braccia di Brittany mi faceva sentire al sicuro, ma un pensiero si insinuò nella mia mente.
 

Mi staccai un attimo da lei “Loro… dove sono?” 

Ci mise qualche secondo a capire che stavo parlando dei miei genitori, e quando ne fu consapevole si rabbuiò “Non lo sappiamo, i poliziotti li stanno cercando…”

I singhiozzi che mi scuotevano poco prima vennero amplificati, il fiato divenne corto e il mio corpo cominciò a tremare vistosamente.

Vidi avvicinarsi a me Puck, mi prese le spalle “Santana, calmati…” ma come potevo calmarmi? I miei erano in città a piede libero “respira…” cercai di regolarizzare il respiro ma il panico continuava a prevalere.

Mi abbracciò, mentre la mia mano era ancora stretta fra quelle di Brittany.
 

Dopo qualche minuto il mio respiro si regolarizzò, anche se le lacrime continuavano a rigarmi il volto.

“Grazie” gli dissi sinceramente.

“Santana Lopez che ringrazia?! Questa me la segno sul calendario!” disse strappandomi un sorriso “Ora io e Quinn dobbiamo andare, torneremo domani mattina a vedere come stai, va bene?” annuii debolmente.
 

Una volta usciti Brittany mi abbracciò nuovamente e le sue labbra trovarono rapidamente le mie bisognose di quel contatto, che si unirono in un bacio bagnato dalle lacrime che senza interruzioni continuavano a scendere dai miei occhi arrossati.

Dopo quel bacio Brittany si arrampicò sul letto, sdraiandosi al mio fianco e cullandomi silenziosamente, lasciandomi lievi baci sulla fronte, sugli zigomi, per poi tornare sulle mie labbra, permettendomi di sfogare tutte le lacrime represse nel tempo.
 

Mi sentivo così vulnerabile e insicura, eppure fra le sue braccia sapevo di essere al sicuro “Britt?” chiesi con la voce ancora tremante.

“Sì San?”

“Grazie!” le risposi stringendomi ancora più a lei “Ti amo”

Mi diede un bacio in fronte “Anche io ti amo San, ti amo più di qualsiasi altra persona al mondo!”
 

Riprese a cullarmi, accarezzandomi i capelli e stampandomi lievi baci sul volto, così accoccolata fra le sue braccia forti caddi in un sonno profondo e senza incubi.

 

 

Brittany POV

 

Vederla addormentata fra le mie braccia era uno spettacolo meraviglioso.
Era stupenda anche con i lividi e i tagli che le increspavano la pelle perfetta.

Era come un tesoro inestimabile che andava custodito in tutti i modi, e io l’avrei fatto, l’avrei protetta da tutto e da tutti, perché aveva già patito tanto nella sua vita e non meritava di soffrire ancora.

La strinsi di più a me, cercando di non svegliarla e di non farle male, infine mi addormentai, sfinita da quella lunga giornata, beandomi della vista del suo volto angelico.

 

 

Continua…





Angolo dell' autrice: eccoci qui alla fine di un altro capitolo! Spero vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate! ;)  Baci
Frency94

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Capitolo 25
*** Capitolo XXIV ***


Angolo dell' autrice: Ringrazio di cuore tutti voi che seguite, ricordate, preferite, che leggete in silenzio e soprattutto voi che recensite! Buona lettura e, come sempre, fatemi sapere i vostri pareri! :D Baci
Frency94





Capitolo 24.

 

 

 

Brittany POV

 

Mi svegliai presto la mattina seguente, molto presto, a giudicare dalla striscia di cielo visibile dalla stanza dovevano essere circa le sei del mattino.

 

Sentivo il respiro regolare di Santana che dormiva ancora profondamente fra le mie braccia, le spostai delicatamente i capelli dal volto e, ancora una volta, mi misi a contemplare i suoi lineamenti perfetti: le labbra carnose, gli zigomi pronunciati, gli occhi ancora gonfi a causa del pianto …

Era la perfezione fatta persona.

 

Appoggiai le mie labbra alla sua fronte e a quel tocco aprì gli occhi “Buongiorno” le dissi sorridendole.

Non rispose ma si rannicchiò tremante al mio fianco.

“Hai freddo?” le chiesi, sconcertata da quell’ atteggiamento.

Annuì, così tirai più su le coperte e le accarezzai la schiena, cercando di scaldarla. 

Le toccai la fronte, era bollente, probabilmente una reazione del suo corpo alle ferite. “San, hai la febbre… vado a chiamare un medico.” dissi alzandomi.

Sentii la sua mano che afferrava il mio braccio e mi voltai a guardarla “Britt ti prego… non lasciarmi da sola, ti prego!” disse implorante, mentre gli occhi le si inumidivano.

Vidi il terrore nei suoi occhi, la paura di essere abbandonata. 

L’abbracciai mentre era scossa dai singhiozzi e le sussurrai all’orecchio “Ssh… piccola, sono qui… non ti lascio!”

Mi sdraiai nuovamente, cullandola e cercando di tranquillizzarla.

 

Erano ormai le sette e mezza quando due medici entrarono nella stanza “Buongiorno ragazze, dormito bene?” ci chiesero sorridenti.

Dopo la nostra risposta ripresero a parlare, rivolti a me “Ci dispiace ma ora non puoi rimanere in questa stanza, dobbiamo fare degli accertamenti e degli esami.”

“Sì, certo” risposi, per nulla sorpresa da quella richiesta. 

 

Guardai Santana che aveva impressa in volto la stessa espressione impaurita di poco prima “Hey San, non preoccuparti! Sono qui fuori, non vado da nessuna parte…” la rassicurai.

La vidi annuire debolmente prima di uscire dalla stanza.

 

 

 

Santana POV

 

Non appena Brittany uscì, chiusi gli occhi, cercando di calmarmi. Santana, calmati! Non azzardarti a piangere ora!

 

Passai la mattinata come una bambola nelle mani dei medici, senza fiatare, ascoltando ciò che avrei dovuto subire nelle settimane successive.

 

 

 

Brittany POV

 

Dopo qualche minuto da quando ero uscita dalla stanza mi vennero in contro Puck e Quinn.

Mi porsero una tazza di caffè che accettai riconoscente.

 

“Come sta?” mi chiese Quinn.

“Ha la febbre alta, ora le stanno facendo degli esami…” dissi lasciando trasparire la mia preoccupazione.

Fu Puck a parlare poi “Come sta reagendo a tutto.. Questo?”

Sospirai prima di rispondere “Ha paura… ha paura di restare da sola… sta mattina ha avuto una crisi di panico quando mi sono alzata a chiamare il medico.”

“E chi può biasimarla?” disse Puck con un’aria pensierosa “Dopo tutto ciò che ha passato è il minimo!”

 

Ero spaventata dalla domanda che stavo per fare ma non avevo alternativa “Avete notizie dai poliziotti?”

Quinn rispose sconsolata “Nulla, non li trovano da nessuna parte. Sono quasi sicuri che abbiano lasciato Lima.”

Sapevo che sarebbe stata quella la risposta ma sentirla fu comunque un colpo al cuore “Non dobbiamo mai lasciarla sola, mai! Non posso permettere che venga logorata dalla paura!”

“Sono d’accordo…” Quinn fu interrotta quando i medici uscirono dalla stanza permettendoci di entrare.

 

 

 

Santana POV

 

Vidi Brittany varcare la soglia della camera, seguita da Puck e Quinn. Avrei voluto dirgli tutto ciò che mi avevano detto i medici: le terapie, gli interventi… ma ero troppo stanca l’unica cosa che riuscì a dire fu “Ciao” prima di stringermi ancora di più nelle coperte.

Quinn si avvicinò e mi mise una mano sulla fronte “Cavolo San, sei bollente!”

Cercai di parlare ma la mia voce era tremolante a causa dei brividi che mi scuotevano “I medici..hanno detto..che è una..risposta del..mio sistema immunitario..alle ferite..” finii la frase completamente senza fiato.

Quinn mise una sedia accanto al letto e si sedette, accarezzandomi i capelli “Britt dovresti andare a mangiare qualcosa, è da ieri mattina che sei a digiuno.”

La vidi annuire “Sì, lo so, sto morendo di fame. Tra l’altro devo andare a casa a prendere un paio di cose.” mi irrigidii a sentire quelle parole e lei se ne accorse.

Si avvicinò a me e accarezzandomi la guancia mi disse “Non preoccuparti, torno subito!”

Annuii, sull’orlo delle lacrime per poi dire “Ti prego… non andarci da sola!”

“Ti accompagno io” disse Puck.

 

Uscirono dalla stanza lasciandomi con Quinn che continuava ad accarezzarmi i capelli cercando di calmarmi.

“Grazie” le dissi dopo un attimo.

“È la seconda volta in soli due giorni che ti sento ringraziare, devo preoccuparmi!?” mi chiese facendomi ridere, prima che la febbre prevalesse su di me, facendomi riaddormentare.

 

 

 

Continua…

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Capitolo 26
*** Capitolo XXV ***


Angolo dell' autrice: Buooongiorno! ;) Allora... questi capitoli sono, come posso dire... di transizione; mi servono a far capire la crescita del rapporto fra Santana e Brittany! Spero comunque che vi piacciano... Buona lettura e fatemi sapere cosa ne pensate!
Baciiii
Frency94




Capitlolo 25.

 

 

 

 

Brittany POV

 

Puck mi accompagnò a casa velocemente. Salii le scale e dopo aver preso il minimo indispensabile per passare la notte in ospedale, un cambio, il pigiama e lo spazzolino, tornai giù dove trovai Puck ad aspettarmi, pronto per tornare da Santana.

 

Varcammo la soglia dell’ospedale e dopo aver fatto qualche metro mi ritrovai davanti Shuester  “Brittany…”

Non lo lasciai parlare ma mi affrettai a superarlo.

“Brittany, mi dispiace!” disse afflitto.

Allora mi fermai “Sì, certo… le dispiace ora che Santana è stata massacrata ed era ad un passo dalla morte… ma dopo tutto i suoi genitori sono delle ottime persone!” dissi con tutta la rabbia che mi ribolliva in corpo.

“Mi dispiace, avrei dovuto ascoltarti sin dall’inizio… mi dispiace veramente!” disse nuovamente.

Feci un cenno di assenso, vedendo che le sue scuse erano sincere, poi mi diressi verso la stanza di Santana, lasciandolo pensieroso, con Puck.

 

La trovai addormentata, con Quinn al suo fianco che la osservava in silenzio. Mi avvicinai a lei e quasi in un sussurro le dissi “È bellissima, vero?” 

Lei si voltò e mi sorrise “Già… state benissimo insieme!”

Feci un sorriso compiaciuto, prima di avvicinarmi al suo letto e stamparle un bacio leggero in fronte.

Quinn si alzò “Ora è meglio che vada… sono sicura che le farà piacere svegliarsi con te al suo fianco.”

 

La ringraziai e, dopo esserci salutate, mi sedetti al fianco del letto, aspettando che si svegliasse.

 

 

Santana POV

 

Aprii lentamente gli occhi e fui felicemente sorpresa di trovarmi di fronte Brittany che mi guardava sorridente “dormito bene?” mi chiese con il suo solito sorriso stampato sulle labbra.

Annuii, e le feci cenno di venire a sdraiarsi al mio fianco e, ovviamente, lei non se lo fece ripetere due volte.

Si sdraiò cautamente al mio fianco, attenta a non farmi male, e mi strinse a se, sfiorando delicatamente le mie labbra con le sue, in un bacio casto e dolce.

 

“Cosa ti hanno detto i dottori sta mattina?” mi chiese, guardandomi negli occhi.

Abbassai un secondo lo sguardo e, dopo aver preso fiato, parlai “Mi hanno detto che devo essere operata nuovamente, ho bisogno di un fegato nuovo… se non voglio passare il resto della mia vita a fare la dialisi… poi la riabilitazione sarà piuttosto lunga…”

“Hai paura?”

Aspettò la mia risposta che arrivò dopo qualche secondo “Quando sono con te no…”

 

Ed era vero, fra le sue braccia mi sentivo al sicuro ed era una sensazione bellissima.

 

 

Brittany POV

 

Quando sono con te no… sentii una lacrima rigarmi il volto.

“Britt, cosa c’è? Perché piangi?” chiese preoccupata, asciugandomi dal volto quella lacrima solitaria.

 

Quella ragazza mi stupiva ogni giorno di più, era di una dolcezza indescrivibile. Le presi il volto e la baciai nuovamente, con trasporto e lei rispose a quel bacio con entusiasmo.

Ci guardammo negli occhi per dei momenti interminabili.

 

Arrivò velocemente l’ora di cena e un’ infermiera porto a entrambe un vassoio contenente il menù della giornata. Divorai tutto in pochi minuti, mentre Santana, ancora febbricitante, mangiò solo qualche boccone, per poi tornare a sdraiarsi sfinita.

 

Era ormai ora di andare a letto quando sentii qualcuno bussare alla porta, mi affrettai ad aprire e con  immenso stupore mi trovai davanti Puck e Quinn, seguiti da tutti i ragazzi del Glee.

Li feci entrare e vidi subito l’espressione di Santana mutarsi in una maschera di terrore, mi affrettai a stringerle la mano tremante.

 

Fu Mercedes la prima a parlare “Senti Santana… noi volevamo scusarci! Siamo stati veramente degli stupidi. Ti abbiamo sempre giudicato a priori, senza conoscerti veramente… ci dispiace tantissimo. Spero che potrai perdonarci…”

Dopo di lei, uno per volta, si scusarono tutti i ragazzi.

 

Continuavo a guardarla, era visibilmente emozionata, e lo so poteva notare dal luccichio dei suoi occhi, che imploravano contro il suo volere, di far scivolare sul suo splendido volto le lacrime.

“Grazie mille!” disse non riuscendo più a trattenere le lacrime.

 

Restarono per un’oretta a parlare del più e del meno, fino a quando Santana, stremata si addormentò fra le mie braccia.

 

Dopo avermi salutato uscirono tutti. Spensi la luce e mi sdraiai più comoda al suo fianco, tenendola stretta fra le mie braccia.

 

Più la guardavo più mi rendevo conto di quando fossi perdutamente innamorata di lei, dei suoi pregi e dei suoi difetti.

Mi aveva stregato quella ragazza “Dio Santana quanto ti amo!” dissi accarezzandole una guancia per poi cadere anche io in un sonno profondo.

 

 

Continua…

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Capitolo 27
*** Capitolo XXVI ***


Angolo dell’ autrice: chiedo umilmente perdono per l’aggiornamento un po’ ritardatario! ;)

Grazie mille a voi che recensite! Buona lettura e fatemi sapere cosa ne pensate! Baciii 

Frency94

 

 

 


Capitolo 26.

 

 

 

Santana POV

 

Era passata quasi una settimana ormai, da quando ero stata ricoverata e le cose non andavano affatto meglio, non solo dal punto di vista fisico, ma soprattutto dal punto di vista psicologico.

Gli attacchi di panico erano sempre più frequenti, mi sentivo al sicura solo quando ero fra le braccia di Brittany, ma lei non poteva stare con me ventiquattro ore su ventiquattro, dopo tutto aveva una casa a cui badare e quella enorme palla di pelo da sfamare.

 

Anche quel giorno arrivarono i medici a farmi i soliti controlli di routine e Brittany fu costretta ad uscire dalla stanza “Hey San, vado un attimo a casa a dar da mangiare a Lord T, va bene?”

Annuii debolmente, prima di sottomettermi completamente al volere dei medici.

 

 

 

Brittany POV

 

Uscii dalla stanza, lasciando Santana nelle mani dei medici. 

Odiavo quel momento della giornata, mi si stringeva il cuore ogni volta che incrociavo i suoi occhi da cucciolo impaurito mentre stavo uscendo. Ma non avevo altre possibilità.

 

Salii in macchina e in men che non si dica arrivai davanti al cancello di casa. 

Non feci neanche in tempo ad entrare che mi ritrovai Lord T che si strusciava sulla mia gamba, facendo le fusa. Lo presi in braccio, cercando di farmi perdonare per averlo trascurato in quei giorni, dopo di che lo portai in camera sua e gli diedi da mangiare.

 

Scesi di nuovo al piano terra e non appena mi trovai di fronte all’entrata, diretta verso la cucina, vidi la porta d’ingresso aprirsi. 

Sobbalzai, e per poco non mi venne un infarto. 

 

“Tesoro, come stai?” mi venne incontro mia madre abbracciandomi.

“Mamma, papà… cosa ci fate qui?” chiesi piuttosto stupita di vederli.

Fu mio padre questa volta a parlare “Sono passate tre settimane e poi… non sei felice di vederci?” chiese abbracciandomi a sua volta.

“Amore quanto è bello vederti!” disse nuovamente mia madre “Ti abbiamo portato tenti regali!” 

“Io… vi devo dire una cosa…” dissi titubante.

“Non sarai mica incinta?” chiese mio padre allarmato.

“Cosa? Io.. Incinta!? NOO!!” vidi i loro visi distendersi. “Venite, sedetevi” li condussi in soggiorno.

“Su bambina mia…” disse mia madre incitandomi a parlare.

 

Dopo qualche secondo di silenzio cominciai a parlare. 

Gli raccontai tutto, di Santana, della sua famiglia, di ciò che le era successo e non tralasciai neanche di parlargli del tipo di rapporto che si era instaurato fra di noi, dopotutto erano sempre state due persone aperte al mondo e fui contenta di vedere che accettavano la cosa con entusiasmo.

 

Fu mio padre il primo a parlare “E ora come sta?”

“È in ospedale, dovrà subire un altro intervento e una lunga riabilitazione” dissi cercando di decifrare l’espressione sul volto di mia madre.

Fu lei infatti a parlare poco dopo “Oh povera ragazza, che genitori perfidi!” disse veramente dispiaciuta “Dovremmo venire con te a trovarla! Penso che sapere che anche noi l’appoggiamo le farebbe piacere no?” 

“Sì, certo! Fra una mezzoretta io torno la, volete venire?”

 

 

Santana POV

 

Dopo quasi due ore in cui i medici continuavano a farmi esami su esami ne entrò un altro, che fece cenno agli altri di uscire.

 

Si mise al mio fianco “Allora Santana, come stai?” chiese con il sorriso sulle labbra e notando che non avevo intenzione di rispondere a quella domanda disse “scusa, domanda stupida!”

Dopo qualche secondo cominciò a parlare di nuovo “Questa mattina ha chiamato la Banca Trapianti, hanno detto che è disponibile un fegato compatibile, se per te va bene l’intervento si potrebbe fare domani mattina.”

 

Mi presi qualche minuto per pensare e poi risposi in modo secco “Va bene.”

Si alzò e mi mise una mano sulla spalla “Vedrai che andrà tutto bene” disse cercando di infondermi coraggio. Dopo di che uscì dalla stanza lasciandomi da sola a riflettere su ciò che avrei dovuto affrontare.

 

Sentii qualcuno bussare e non appena mi voltai vidi il volto sorridente di Brittany che si stava avvicinando a me.

“Tutto bene?” chiese, dopo avermi dato un bacio sulla guancia.

Annuii. “Bene perché ci sono due persone che devo farti conoscere!” 

La guardai con aria interrogativa e vedendo il mio sguardo fece cenno a due persone di entrare.

 

Vidi un uomo e una donna sulla quarantina varcare la soglia della camera. Erano entrambi alti, biondi e con gli occhi azzurrissimi. 

“San ti presento i miei genitori!” disse Brittany sorridente “Susan e James Pierce”

Entrambi mi sorrisero ma fu la donna a parlare “Britt ci ha spiegato tutto ciò che ti è accaduto, ci dispiace moltissimo! Sappi che per qualsiasi cosa noi ci siamo!” disse sorridendomi.

Restai spiazzata da tanta gentilezza Ecco da chi ha preso Britt.

“Grazie, ma…” non riuscii a finire la frase che fui interrotta dal padre.

“Non ti preoccupare, ci piace rendere felici le persone! Se tu sei felice lo è anche Britt, e se lei è felice lo siamo anche noi!” disse sorridendomi.

 

Restarono a parlare amabilmente con noi per più di un’ora, dopo di che si congedarono lasciandoci sole.

 

“Cavolo Britt, i tuoi sono mitici!” dissi colpita.

“Già..” rispose lei amaramente.

“Che c’è?” le chiesi preoccupata, facendole segno di sdraiarsi al mio fianco.

“È solo che… sarebbero ancora più mitici se passassero un po’ più di tempo con me.” disse triste.

 

Mi avvicinai di più a lei e le accarezzai il volto fino a che non si riscosse dai suoi pensieri “Cosa ti hanno detto i dottori?”

“Il mio corpo sta reagendo bene alle terapie e….” mi bloccai e non riuscii a finire la frase.

“e?” mi incoraggiò Brittany alzandomi il volto in modo da potermi guardare negli occhi.

“… mi operano domani mattina” risposi, mentre la paura che avevo cercato di scacciare cominciava a riaffiorare.

“Hai paura?” mi chiese abbracciandomi stretta.

Non riuscivo a mentirle “Sì… tanta” mi strinse più forte a se.

“Vedrai che andrà tutto bene… tu sei forte San, supererai anche questo ostacolo” disse tranquillizzandomi, mentre le sue labbra si avvicinavano alle mie, in un bacio di cui avevamo entrambe un immenso bisogno.



Continua...

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Capitolo 28
*** Capitolo XXVII ***


Capitolo 27.

 

 

 

 

Santana POV

 

È solo un’altra operazione… solo un intervento, non c’è niente di cui preoccuparsi è quello che continuavo a ripetermi dalle tre di notte, quando mi ero svegliata, troppo agitata per poter dormire.

Sentivo il respiro regolare di Brittany che in quelle ore era come un calmante per me e mi impediva di piangere o urlare il mio terrore.

 

Cercai di alzarmi da quel letto, da quando ero in ospedale mi avevano confinato li, impedendomi di alzarmi, ma non ce la facevo più.

Mi misi a sedere a fatica, sentendo tutto il dolore che quel movimento provocava alle mie ferite non ancora rimarginate. 

Cercai di raggiungere la finestra, aggrappandomi a qualunque cosa, dopo di che mi accasciai a terra, sfinita per lo sforzo.

Sentivo gli occhi che iniziavano a pizzicarmi, implorandomi di lasciare andare le lacrime. Non riuscii a resistere oltre e sentii le lacrime che si facevano strada sulle mie guance.

 

 

 

Brittany POV

 

Aprii gli occhi ed una sensazione di sconforto si fece spazio dentro di me, vedendo che Santana non era al mio fianco. 

Mi alzai velocemente e la vidi, accucciata in un angolo della stanza, scossa da singhiozzi silenziosi.

 

“San…” mi avvicinai a lei, che alzò un momento il volto, mostrando gli occhi gonfi per il pianto, ma lo nascose subito.

Mi sedetti al suo fianco, abbracciandola “San… non preoccuparti, andrà tutto bene!” dissi mentre la sentivo distendersi fra le mie braccia.

Si strinse di più a me, singhiozzando sonoramente “Shh piccola… ci sono qui io…”

 

Riuscì a calmarsi solo dopo qualche minuto “Che ne dici di ritornare a letto?” le chiesi e la vidi annuire.

“Britt…”

“Sì?”

Vidi la sua fronte imperlata di sudore “Non..non riesco ad alzarmi..”

Mi avvicinai e, dopo averle asciugato la fronte, la presi in braccio, per adagiarla poi sul letto.

“Dormi ora…”

“NO, voglio stare qui con te… ti prego!” disse implorandomi.

“Va bene.” le scostai i capelli e le accarezzai la guancia, mentre lei si avvicinava sempre di più a me, stampandomi un lieve bacio sulle labbra.

 

Restammo a coccolarci fino a quando i medici entrarono in camera, per preparare Santana all’intervento.

 

Prima di uscire la baciai, cercando di infonderle tutto il coraggio di cui ero capace.

“Ci vediamo dopo!” Le dissi sorridendo.

 

 

 

Santana POV

 

La vidi uscire dalla stanza sorridendomi Santana, non voglio sentire scuse, devi superare anche questo osctacolo, devi farlo per lei! pensai presa da un improvviso coraggio.

 

Vidi i medici muoversi velocemente attorno a me. Mi spostarono sulla barella e dopo avermi portato in sala operatoria mi anestetizzarono. 

Poi non sentii più nulla.

 

 

 

Brittany POV

 

Dopo aver lasciato la stanza mi diressi verso il bar dell’ospedale, cercando di ingannare il tempo.

 

“Hey Brittany!” erano Puck e Quinn.

“Ciao ragazzi”

“Come sta Santana?” chiese Quinn, vedendomi preoccupata.

“È in sala operatoria, hanno trovato un fegato compatibile ed ora la stanno operando.” dissi tutto d’un fiato.

“Cavolo… speriamo vada tutto bene…” si intromise Puck, pensieroso.

“Già…” 

Quinn allora cercò di tranquillizzarmi “Vedrai che andrà tutto bene! Ora di va di fare un giro?”

“Ma sì, dai. Almeno non ci penso…” risposi, accettando la sua proposta.

 

Passammo qualche ora in un parco li vicino, parlando del più e del meno, cercando di non pensare a ciò che, proprio in quelle ore, stava subendo Santana; dopo di che tornammo in ospedale.

 

Stare lì, nella sala d’aspetto, senza ricevere notizie di alcun genere era snervante, sentivo i nervi a fior di pelle, ma cercai di stare calma… per lei.

 

Passavano le ore e di Santana non avevo ancora alcuna notizia.

Arrivarono anche i miei genitori, a sostenermi durante quella tremenda attesa.

Il tempo pareva essersi fermato, ero fra le braccia di mia madre che cercava di tranquillizzarmi, mentre mio padre mi accarezzava dolcemente i capelli. Non preoccuparti, sta andando tutto bene, è normale che ci voglia tanto tempo. continuavo a ripetermi mentalmente.

Ad ogni minuto che passava però le mie speranze iniziavano a vacillare.

 

Dopo circa sette ore che Santana era sotto i ferri vidi uscire un’infermiera “Santana Lopez?”

Mi alzai di scatto. Cercai di decifrare la sua espressione: era triste, dispiaciuta.

“Come sta?” chiesi e una morsa mi prese lo stomaco quando vidi che lei indugiava a rispondere.

 

 

 

 

Continua…

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Capitolo 29
*** Capitolo XXVIII ***


Angolo dell’ autrice: Scusatemi per il ritardo nell’aggiornamento! Buona lettura… fatemi sapere cosa ne pensate! ;)

Baciii
 

 

 

 

Capitolo 28.

 

 

 

Brittany   POV

 

“Come sta?” chiesi nuovamente, alzando il tono di voce.

“Lei… lei… è viva.” disse con un’espressione rassegnata.

“Che… cosa intende?” chiesi, lievemente rincuorata dalla sua risposta precedente.

Fece un lungo sospiro prima di cominciare a parlare “Durante l’intervento ci sono state delle complicazioni…” la guardai, incitandola a continuare “il suo corpo era ancora troppo debole per poter affrontare un intervento di questa portata… è andata in arresto due volte, perciò il suo cervello è rimasto per un tempo non indifferente senza ossigeno. Non abbiamo ancora fatto una stima dei danni riportati…”

 

Non ce la facevo più ad ascoltarla, volevo delle risposte “Ora dov’è?” chiesi secca, mentre l’ansia continuava ad aumentare.

“È stata trasferita in terapia intensiva.. È in coma… non abbiamo idea di quando si sveglierà forse oggi, forse fra un mese, forse mai… mi dispiace.”

“Posso vederla? La prego…” chiesi implorante.

“Certo, seguimi…”

 

Come pochi giorni prima seguii l’infermiera fino alla camera di Santana. 

Una volta arrivate mi fece entrare. La stanza era molto diversa da quella precedente, più ampia, piena di macchinari medici e al centro di tutto ciò c’era lei, la mia San. 

Sdraiata sul letto, attaccata a molti dei macchinari che avevo visto in giro, per controllare i suoi parametri vitali.

 

Chiusi la porta alle mie spalle e mi avvicinai di più al letto. 

Vederla li distesa, pallida e sofferente, era un agonia. Calde lacrime cominciarono a sgorgare dai miei occhi e il mio corpo cominciò ad essere scosso dai singhiozzi.

 

Non feci in tempo a sedermi che sentii qualcuno stringermi dolcemente, mi girai: era Shuester.

Provavo ancora rancore nei suoi confronti, ma in quel momento non mi importava.

 

Mi strinsi a lui, sfogando tutte le mie lacrime “Shh piccola, non piangere “ diceva accarezzandomi i capelli, cercando di tranquillizzarmi “Ce la farà. Vedrai che supererà anche questa, ne sono sicuro!”

 

Riuscii a calmarmi solo dopo una decina di minuti. “Grazie” dissi, mentre usciva dalla stanza.

“Brittany… parlale, mi hanno detto che riesce a sentirti e che può aiutarla a svegliarsi…”

 

Annuii, per poi tornare al fianco di Santana.

Le presi la mano e cominciai ad accarezzarle lievemente il dorso, persa nei miei pensieri.

 

Non mi accorsi neanche quando iniziai a parlare, le parole uscivano velocemente dalla mia bocca, senza che me ne rendessi conto “Santana, ti prego, ti prego… svegliati! Fallo per me, fallo per noi… ti scongiuro! Ormai la mia vita senza di te non ha più senso, non sono nessuno senza di te… io ti amo!”

Calde lacrime rigavano il mio volto, mentre sentivo la mano di Santana stringersi di più alla mia. 

Nella mia mente si insinuarono le parole di una canzone, che pensavo di aver dimenticato, cominciai a cantare.
 


I can't go on and keep on keep on
 

Crying inside and blame destiny

I can't go on and keep on keep on
 

Crying inside and blame destiny 

I need to know that you'll come back to me, back to me

And you'll come back to me
 

In my arms 

 


Continuai a cantare, sentendo profondamente ogni parola della canzone.


“San, ti prego… svegliati…”



 

Santana POV


Non riuscivo ad aprire gli occhi, per quanto mi sforzassi.

Sentivo la voce, rotta dal pianto, di Brittany che mi pregava di rimanere con lei.

Avevo bisogno di svegliarmi e dirle che ci sarei sempre stata, ma non ci riuscivo e tutto ciò era frustrante.



Cercavo di parlare ma le parole non erano altro che silenzio.


Cercavo di muovermi ma era come se fossi legata.


Britt, sono qui, non ti lascio! Ti amo anche io…



 

Brittany POV
 

La sua mano si stringeva attorno alla mia sempre con più forza, come se volesse parlarmi, ma ogni volta che guardavo il suo volto la vedevo ancora profondamente addormentata.
 

Dopo qualche ora che ero lì mi staccai da lei, diretta alla porta, e non appena il contatto fra le nostre mani venne a mancare sentii i macchinari medici fare strani rumori. 
 

La frequenza del suo battito cardiaco era aumentata notevolmente
.

Mi avvicinai nuovamente a lei, vidi le lacrime cadere silenziose dai suoi occhi, e la mano che prima stringeva la mia, tremare convulsamente.


La strinsi nuovamente e in quel momento successe ciò per cui avevo pregato nelle ore precedenti.



 

Continua…




Angolo dell' autrice: la canzone, che in parte ho riportato, è Yashal di Elisa. Vi consiglio vivamente di ascoltarla.
In particolare questa versione è da brividi! ;)
Baciiii :*

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Capitolo 30
*** Capitolo XXIX ***


Angolo dell'autrice: Scusatemi per l'immeeeensoo ritardo! Inizialmente non riuscivo a trovare l'ispirazione per un nuovo capitolo e quando l'avevo finalmente trovata ero in montagna in Francia, lontana da ogni tipo di accesso a Internet.
Scusatemi ancora e BUONA LETTURA :)
Frency94








Capitolo 29.

 

 

 

Santana POV

 

Accadde tutto velocemente, la sua mano che fino a qualche secondo prima stringeva la mia scomparve, l’unico appiglio che mi teneva ancora sulla terra sparì. 

Vidi il buio avvolgermi, mi sentivo precipitare, il mio corpo era diventato pesante, come di pietra. 

Brittany! Non andare via! 

Al pensiero della bionda la mia caduta sembrò cessare, come se l’amore che provavo per lei potesse salvarmi; più pensavo a lei più il mio corpo diventava leggero e tornava in superficie, lottai con tutta me stessa, ero disperata, volevo rivedere Brittany, quella che da qualche tempo era diventata la mia unica ragione di vita. 

Cercai di aggrapparmi a pareti inesistenti e alla fine sentii calde lacrime che mi rigarono il volto, ero viva.

 

 

Brittany POV

 

Il suo volto era rigato dalle lacrime che, inesorabilmente, continuavano a cadere dai suoi splendidi occhi. 

Feci appena in tempo ad avvicinarmi a lei che iniziò a parlare “Britt, non lasciarmi! Brittany!” la sua voce era flebile e allo stesso tempo implorante.

L’abbracciai immediatamente, decisa a non lasciarla più da sola, neanche per un secondo “Ssh piccola, sono qui, non ti lascio! Non potrei mai farlo…”

Il suo gracile corpo era scosso dai tremiti e le lacrime non accennavano a fermarsi, la strinsi di più a me, attenta a non farle male perché, dopo tutto ciò che aveva passato, non era proprio il caso che io fossi la causa di ulteriore dolore.

Riuscì a calmarsi solo dopo svariati minuti, la adagiai lentamente sul letto, facendola sdraiare nuovamente, tenendo sempre salda la presa sulla sua mano. 

“Ben tornata fra noi Bella Addormentata!” le dissi sorridendole dolcemente.

Il suo volto accennò ad un sorriso di risposta e, dopo qualche secondo, chiese “Cos’è successo?”

Presi un profondo respiro e cominciai a parlare, tenendo ben salda la presa sulla sua mano “L’intervento ha avuto delle complicazioni, eri ancora troppo debole per un’operazione del genere, il tuo cuore è andato in arresto due volte, lasciando il cervello senza ossigeno… sei andata in coma. Mi avevano detto che probabilmente non ti saresti più svegliata…” sentii i miei occhi diventare umidi “…ma sapevo che non mi avresti lasciata sola. Grazie San”

A sentire quelle ultime parole sul suo volto apparve un sorriso, accompagnato da lacrime, lacrime di felicità “Ti amo Britt, lo sai?”

Mi stesi al suo fianco “Ti amo anche io San, non immagini neanche quanto!”

Restammo distese, perse l’una nello sguardo dell’altra per una quantità di tempo indefinibile.

Dopo di che arrivarono i medici che mi rubarono Santana per tutta la sera, permettendomi di tornare da lei solo alle 22.

La trovai distesa sul lettino, sfinita, dopo che era stata rivoltata dai medici come un calzino.

Mi sdraiai al suo fianco e, senza parlare, la cullai fra le mie braccia fino a che non si fu addormentata.

 

 

Santana POV

 

Riuscii a dormire solo per poche ore, mi svegliai fra le braccia di Brittany, profondamente addormentata al mio fianco. 

Restai ad osservarla per qualche minuto, non volevo passare più neanche un minuto lontano da lei. Volevo andarmene da quell’ospedale in cui ne avevo passate troppe.

Avevo bisogno di aria, di libertà, di Brittany… volevo passare ogni momento con lei, la mia mano stretta nella sua.

Si svegliò qualche minuto dopo “Hey, come mai già sveglia?” chiese con la voce impastata dal sonno.

“Stavo pensando…” mi guardò interrogativamente, incitandomi a continuare “…sono stanca di stare in ospedale, non mi importa se non sono ancora guarita del tutto.”

Feci una pausa per raccogliere le idee e sentii la sua mano stringere la mia “Voglio stare con te, solo con te, senza i medici che ci ronzano intorno.” mi sorrise.

“Ne ho già parlato con i miei… sai… loro sono disposti ad ospitarti fin quando ne avrai bisogno…”

“Dici sul serio?” chiesi commossa da tanto altruismo.

“Certo, non voglio lasciarti sola mai più.”

 

 

Brittany POV

 

Il suo volto si illuminò per l’ennesima volta, ma la sua gioia durò poco perché il suo volto tornò a incupirsi “Non posso…”

“Sì che puoi San! Noi ne saremmo felicissimi.” dissi guardandola negli occhi.

“No, non posso… i miei sono ancora la fuori e se venissi da voi sarei solo un problema, vi metterei in pericolo e io non voglio!” disse tutto d’un fiato.

“San non ti devi preoccupare, i tuoi non sanno dove abito e se anche lo venissero a sapere non sarebbe un gran problema no? Si troverebbero in due contro quattro e finirebbero una volta per tutte in prigione…” sembrò convincersi a quelle parole e si strinse ancora di più a me, posando la testa sulla mia spalla “Sei straordinaria Brittany S. Pierce!” disse sorridendo.

“Anche tu Santana Lopez!” risposi posandole un leggero bacio sulla guancia.

 


 

Continua…

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