Più viva che mai

di Usagi_84
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sola ***
Capitolo 2: *** Rose rosse per te ***
Capitolo 3: *** Regalami un sorriso ***
Capitolo 4: *** Ci sono io con te... ***
Capitolo 5: *** Verità e rimorsi. ***
Capitolo 6: *** Un concerto per la Speranza ***
Capitolo 7: *** Paura dei sogni. ***
Capitolo 8: *** Proteggere lei, per salvare l'universo ***
Capitolo 9: *** Il sacrificio della Speranza ***
Capitolo 10: *** Il tesoro più grande ***



Capitolo 1
*** Sola ***


Introduzione

Ricordate la puntata dell’ultima serie in cui Sailor Moon combatte contro Tin Nyanko che le vuole sottrarre il suo seme puro di stella sul tetto della scuola?Bene, ricordate anche che Seiya scaglia una rosa rossa proprio quando Sailor Moon sta per subire l’attacco e lei resta delusa perché si aspettava che fosse stata un’altra persona?Bene di nuovo, ma…se non fosse stato Seiya a scagliare quella rosa?

Buona lettura

Capitolo 1: Sola

Se ne stava sdraiata sul suo letto, una mano dietro la testa, fissando la loro foto, sua e di Mamoru…Dio se era bello…con gli occhi appena appena socchiusi…come ogni volta che sorrideva in modo sincero…dolci…che trasmettevano amore…già, amore…che avrebbe dato per poterli ammirare ancora una volta, solo per un attimo, solo il tempo per permettere al suo cuore di scaldarsi un poco.

Una…due…tre…una dopo l’altra, lacrime cariche di amarezza rigarono silenziose le sue guance…non passava giorno che non pensasse a lui, che non piangesse per lui.

- Dove sei…amore mio…ho bisogno di te…- sussurrò al buio silenzioso della stanza…e altrettanto silenziosa fu la sua risposta - …ho tante cose da raccontarti…e mai come adesso ho bisogno del tuo sostegno…io…non ce la posso fare senza averti accanto…non questa volta…non dopo quello che è successo oggi…- tristi e ancora troppo vivi, i ricordi presero violentemente possesso della sua mente…

Quella sera Usagi aveva conosciuto la morte e la rinascita. Il nemico era riuscito finalmente a sottrarre il suo seme di stella purissimo, come nessun altro nell’universo, e solo grazie al provvidenziale intervento di un’entità sconosciuta aveva potuto salvarsi…

- Principessa…- gridarono allo stremo delle forze le Sailor Star Lights, ma con un’immensa gioia nei loro cuori - …finalmente sei qui, avevamo perso ormai la speranza di…- continuò Star Fighter, ma venne interrotta dalla dolcissima voce della Principessa - No…non parlare in questo modo…la speranza non deve mai abbandonare nessuno di voi…nessuno. Molto presto ne avremo bisogno, fatene sempre tesoro, è la cosa più preziosa che avete…-

Richiamata da quella calda voce, Usagi aprì gli occhi, ma dovette fargli ombra con il dorso della mano per proteggerli dalla luce che avvolgeva la Principessa, ma…santo cielo… stavano letteralmente volteggiando nell’aria, e…lei non sentiva più alcun dolore al petto…era forse morta? No…sentiva calore nel suo cuore…e un poco alla volta fece abituare i suoi occhi scoprendo il volto della Principessa, pieno di tenerezza e forza allo stesso tempo…l’aveva salvata…un attimo prima urlava di dolore inghiottita sempre più velocemente dalle tenebre, un attimo dopo…luce…solo una luce accecante, sembrava fosse stato un attimo…e un’eternità…

Toccò delicatamente terra, solo allora si accorse delle pessime condizioni delle sue amiche, dovevano aver combattuto senza sosta e con ogni mezzo pur di salvarla…già…salvarla…pur non volendo, in quel momento si formarono nella sua mente i contorni del volto del suo eroe…piano piano divennero più marcati, ora poteva distinguere il color oltremare dei suoi occhi, poteva vedere chiaramente il suo meraviglioso sorriso…sorrideva per lei…Mamoru…

In fretta si destò dal suo sogno, le sue amiche erano tutte intorno a lei e l’abbracciavano forte, piangendo

- Credevamo d’averti persa… - riuscì solo a singhiozzare Mars, tutte annuirono fra sorrisi e lacrime…Usagi non potè fare a meno di lasciarsi trascinare, e pianse di un pianto liberatorio, dietro il quale si celava un grande senso di solitudine, che ormai, si era impossessato di lei… - Se solo Mamoru fosse qui…- pensò in preda alla disperazione tra le braccia delle amiche, che non potevano davvero immaginare la reale ragione del suo stato d’animo…

Solo il ricordo la fece tremare, si sentiva così terribilmente sola, anche se in realtà non lo era, lì, in fondo al suo cuore, si sentiva abbandonata…

Lentamente, stanca del suo dolore, si addormentò…solo un’ultima lacrima, immobile all’angolo degli occhi, scese non appena li chiuse, seguendo inevitabilmente il corso lasciato da tutte le altre.

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- Tin Nyanko!!! - tuonò la regina Galaxia - Presentati al mio cospetto…- continuò a denti stretti

- Mi avete chiamata mia reg…- le rispose, ma non potè finire la frase a causa di una alquanto furiosa Galaxia - Risparmiami le tue inutili moine razza di buona a nulla!!! Non è con queste che porterai a termine la missione che ti è stata assegnata!!!-

- Avete perfettamente ragione grande Galaxia…ma…ecco…vedete…io…insomma c’ero quasi, avevo quasi recuperato il seme di stella…Oh, mia regina, avreste dovuto vederlo…splendeva come nessun altro…no…forse come quello del Principe della Te…- al suono di quelle parole Galaxia zittì con il solo sguardo una già terrorizzata Metallia - Non ti permettere mai più di nominarlo in mia presenza…a quest’ora avrei potuto avere nelle mie mani due tra i semi di stella più puri e luminosi…se solo…-

- Mia regina, permettetemi di rimediare al mio errore, vi assicuro che questa volta non fallirò!-

- E sia…-

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- …ko…….ako……-

- Chi c’è…chi…- gridò spaventata Usagi svegliandosi improvvisamente, stringendo ancora in una mano la foto con la quale si era addormentata e scrutando ogni piccolo angolino della camera…il comodino, la porta, la libreria, la finestra, perfino sotto il letto - ma…sono proprio una scema…chi vuoi che ci sia…sono sola in camera - ammise, se pur con rammarico, alzandosi definitivamente.

-…vediamo…oh…sono solo le 5…bè, pazienza, tanto ormai sono sveglia - accese la debole luce della scrivania e si mise a sedere posando la foto davanti a sé.

Istintivamente prese in mano il telefono e compose il numero di casa di Mamoru…

-Tuuu……tuuu……tuuu….Salve, risponde la segreteria telefonica di Mamoru, sono all’estero a studiare, se volete, lasciate un messaggio, altrimenti…- Usagi non permise neanche alla voce metallica di Mamoru di finire l’annuncio…allontanò il ricevitore dall’orecchio - Altrimenti cosa Mamoru…non c’è un’altra alternativa…non ti si può raggiungere in nessun altro modo - di nuovo le lacrime tornarono a bagnare i suoi occhi…poi le guance…giù fino al mento…per poi cadere goccia dopo goccia sulle sue mani strette strette al telefono dal quale ancora si sentiva la voce lontana di Mamoru.

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- Tu tu tu tu tu -…aaah…maledizione!!! E’ occupato!!! – imprecò Seya sottovoce nel silenzio della sua stanza - Sono le 5 di mattina…chi stai chiamando a quest’ora…testolina buffa…-

Il povero Seya non aveva chiuso occhio quella notte, nel suo cuore una lotta tra due sentimenti forti andava avanti ormai da ore…la gioia di aver ritrovato la Principessa…e il terrore di aver potuto perdere Usagi…non era stato capace di proteggerla…aveva solo potuto guardarla straziarsi di dolore…solo il pensarci lo faceva star male, ma non riusciva a fare altro…pensarci…

- Se lui fosse stato lì…se ci fosse stato lui…lei non…non avrebbe corso alcun rischio…io…non sono stato in grado di evitare che ciò accadesse…io…ma cosa credo di fare io…lei non sarà mai mia…piccola Usako…se solo mi permettessi di alleviare le tue sofferenze…di prendermi cura di te…- deglutì faticosamente, come per mandare giù un boccone troppo grosso, come per mandare giù una verità troppo dolorosa.

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Qualcuno, da fuori la finestra, la stava osservando…catturava ogni suo movimento, ogni lieve singhiozzo, ogni piccola lacrima…

- Usako…non piangere…sono qui…sono tornato da te - sussurrò all’alba di quel nuovo giorno…

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Capitolo 2
*** Rose rosse per te ***


Capitolo 2: Rose rosse per te

 

La mattina non era mai stata così tranquilla a casa Tsukino. Erano le 8. Suo padre leggeva il giornale mentre intingeva distrattamente una fetta biscottata nel suo thè ormai quasi del tutto freddo. Sua madre stava già cominciando a riordinare la tavola. Suo fratello Shingo stava scendendo le scale giusto in quel momento e si stupì non poco nel vederla già all’ultimo sorso di thè, così, dopo un attimo di esitazione prese posto accanto a lei, cercando, ironicamente, nei volti dei genitori una spiegazione.

Usagi si alzò da tavola lentamente…molto lentamente, si chinò e prese la cartella appoggiata ad una gamba del tavolo

- Ciao a tutti, ci vediamo sta sera - disse avviandosi alla porta d’ingresso.

 

- … ako… Usako…-

 

Rimase lì…immobile…con un piede infilato nella scarpa per metà…gli occhi sgranati.

Senza accorgersene lasciò cadere la cartella ed il rumore richiamò l’attenzione del resto della famiglia

- Usagi, tesoro, che succede?- le chiese la madre trovandola imbambolata a fissare il vuoto

- … Io… non hai sentito, non avete sentito? Qualcuno mi stava chiamando…-

- Ehm… no tesoro, io non ho sentito nessuno chiamarti - le rispose guardando suo marito, la voce tradiva uno stato d’animo alquanto preoccupato, non aveva mai visto la sua bambina in quello stato, non mangiava più, non sorrideva più, i suoi occhi erano sempre velati da una profonda tristezza, e adesso sembrava che sentisse addirittura delle voci - Sei sicura di sentirti bene?-

- Si mamma, dai, non fare quella faccia preoccupata, è solo che sta notte non ho dormito molto, tutto qui - disse ridendo, cercando di sdrammatizzare

- USAGIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!-

Per un attimo, ma solo per un attimo, a casa Tsukino regnò il panico, tutti si guardavano negli occhi con un espressione interrogativa, soprattutto la povera Usagi, pareva proprio che questa volta non fosse stata l’unica a sentire una voce chiamarla.

Non appena ebbero riconquistato il controllo, sua madre si diresse senza alcuna esitazione verso la porta e l’aprì.

- Buongiorno ragazze, Usagi arriva subito da voi- cinguettò indicando agli altri di guardare fuori della porta - il mistero è risolto -

Una raggiante Minako si stava sbracciando in un saluto oltremodo caloroso, mentre una imbarazzatissima Rei si stava coprendo il viso con la mano libera dalla cartella.

Usagi guardava divertita la scena, indecisa se uscire, o lasciare la povera Rei nell’imbarazzo ancora un po’, ma d’altra parte erano già le 8 e 15 e se non voleva arrivare in ritardo pur essendosi alzata presto, prestissimo a dir la verità, doveva incamminarsi.

- Sto venendo a salvarti Rei, stai tranquilla - nonostante tutto, il suo pensiero tornò a quella voce -…quella di prima non era la voce di Minako…ne sono più che sicura…sembrava quasi la voce di…ma no, che vado a pensare - finì di infilarsi le scarpe, raccolse la cartella, si chiuse la porte alle spalle e sospirando si avviò al cancello. Mano mano che si avvicinava notò lo sguardo serio e deciso delle sue amiche, ne era quasi spaventata.

- Ehi ragazze, perché quelle facce, e poi che siete venute a fare fino a qui?- chiese non appena furono finalmente sulla strada

- Niente, sai com’è, stavano quasi per ucciderti, E TU MI CHIEDI CHE SIAMO VENUTE A FARE FINO A QUI?!?!- esplose Minako isterica.

- Usagi siamo solo preoccupate per te, vogliamo proteggerti, adesso che il nemico conosce la tua identità devi ammettere che sarà impossibile evitarlo, adesso può attaccarti in qualunque momento - le spiegò Rei pazientemente, notando l’espressione affranta della povera Usagi, mentre Minako annuiva ad ogni affermazione.

- Si, avete ragione, ma io posso cavarmela da sola, insomma non è necessario accompagnarmi a scuola - rispose con poca convinzione.

- Non dire sciocchezze, certo che è necessario, il nemico potrebbe nascondersi dietro le sembianze di qualunque persona, dobbiamo tenere gli occhi aperti -

Usagi sapeva perfettamente che avevano ragione, ma tutto questo era davvero esagerato, era decisamente in grado di badare a se stessa…o no?

- AHIA CHE MALE!!!! - neanche a farlo apposta inciampò…povera Usagi.

- Usa si può sapere dove hai la testa?! Avanti tirati su, ti aiuto - ripresero la strada per la scuola e Rei la sgridò come al solito per la sua “testa sempre fra le nuvole”, ma cominciava a pensare che ci fosse qualcosa di veramente serio, e i sospironi che probabilmente Usagi neanche si accorgeva di fare, non facevano altro che confermare la sua ipotesi - a cosa pensi…amica mia -

 

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- Seiya…ehi Seiya svegliati - lo chiamò gentilmente Taiki

- SEIYAAAAAAAAA!!! - gli urlò nell’orecchio non coperto dal lenzuolo Yaten, più impaziente, facendo sobbalzare il poveretto ancora nelle braccia di Morfeo

- AAAAAAH!!! Chi è? Che c’è? - dopo un attimo di assoluto smarrimento si rese finalmente conto che quella era la realtà. Tirò senza troppa forza il cuscino contro il faccino canzonatorio di Yaten, mancandolo clamorosamente - maledetto…questa me la paghi - grugnì con la voce ancora impastata dal sonno, e dopo aver sbadigliato sonoramente, controllò l’ora e… - OH CAVOLO! LE 8 E 20!!! Perché non mi avete svegliato prima! - gridò mentre cercava di vestirsi con una mano e lavarsi i denti con l’altra, tra le risate dei fratelli.

- Ci abbiamo provato, ma tu continuavi a chiamare “Usagi” nel sonno, e per evitare che scambiassi per lei uno di noi due, ci siamo allontanati immediatamente, sai com’è…

- Si, si, siete proprio simpatici voi due, adesso andiamo che è tardi -

A tempo di record era pronto per uscire. Taiki e Yaten si guardarono con aria un po’ preoccupata, un po’ perplessa, entrambi avevano sentito la telefonata, o meglio, il tentativo di telefonata di Seiya di quella mattina, e non sapevano davvero cosa fare per aiutarlo, d’altra parte il cuore di Usagi era già impegnato, e poi loro avevano cose più importanti a cui pensare, ora avevano di nuovo al loro fianco la Principessa, dovevano trovare il raggio della speranza e salvare il loro pianeta, non era uno scherzo, ma sembrava che a Seiya tutto questo scivolasse addosso… solo Usagi nei suoi pensieri…s olo lei.

 

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- Basta ragazze, per favore! E’ tutto il giorno che mi state appiccicate come le api sul miele, insomma posso andare al bagno in santa pace?! - le pregò con finta disperazione Usagi

- Oooops… scusa… non avevamo capito che fosse una cosa così… ehm… privata, vai, vai tranquilla, allora noi ti aspetteremo in classe - disse con evidente imbarazzo Minako, allontanandosi e trascinando con sé le altre.

Usagi entrò sospirando, cominciava a non sopportare più quella situazione, perché tutto doveva sempre e inevitabilmente pesare sulle sue spalle.

Si mise davanti al lavabo e aprì l’acqua, fissando il suo percorso ipnotico. Alzò gli occhi ed incontrò la sua immagine riflessa nello specchio. Le lacrime sgorgarono dai suoi occhi senza che lei potesse fermarle.

-Mamoru… Mamoru maledizione dove sei?! gridò singhiozzando e battendo un pugno contro il piccolo spazio di muro che c’era tra uno specchio e l’altro.

L’urlo di Usagi spaventò una ragazza, chiusa in uno dei bagni di fronte agli specchi, che istintivamente sussultò, battendo le scarpe contro il pavimento.

Scoprendo di essere ascoltata, Usagi chiuse immediatamente l’acqua e uscì di corsa asciugandosi le lacrime con una manica, intanto l’altra ragazza, ancora chiusa nel bagno sospirò sconfortata

- Uffa, c’ero quasi, adesso che era sola avrei potuto approfittarne, questa volta non posso tornare indietro a mani vuote, se non riesco con lei, dovrò cercare di nuovo il Principe, e non è affatto una cosa semplice… - Tin Nyanko uscì dal bagno chiedendosi ancora come il Principe avesse potuto riprendersi il seme di stella, lei non era presente, ma essendo stato attaccato dalla sua regina, non riusciva davvero a spiegarsi cosa l’avesse fatta vacillare…

 

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La guardava ormai da ore, non aveva ascoltato neanche una parola della lezione. Poteva giurare che avesse pianto, i suoi occhi rossi e gonfi erano così eloquenti…era bellissima lo stesso, così, con la luce del sole, quasi al tramonto…sembrava un angelo.

Sebbene l’ultima lezione fosse appena finita, continuava a fissarla mentre lentamente si alzava dalla sedia e raccoglieva le sue poche cose, le sue amiche le si avvicinarono immediatamente cercando di coinvolgerla in qualche attività pomeridiana, ma lei questa volta fu irremovibile

- No… grazie ragazze, ma no, non ho bisogno di tutto questo, io voglio solo delle amiche -

detto questo uscì dall’aula senza aspettare risposta, lasciando tuttavia lì tutte le sue cose.

- Forse abbiamo esagerato un pochino - ammise Makoto cercando sostegno negli occhi delle altre.

- Le abbiamo fatto troppa pressione, è naturale che abbia reagito così - la confortò Amy.

- Chissà come la prenderà Rei…sta mattina si era raccomandata di non lasciarla mai sola… - disse Minako preoccupata.

Seiya aveva assistito a tutta la scena in silenzio, ma era chiara una cosa…

- Ragazze, scusatemi se mi intrometto, ma io credo che abbia bisogno di starsene un po’ da sola, resterò io qua, le parlerò io, deve tornare per forza a prendere le sue cose - le ragazze lo stavano guardando con un espressione di chi si fida poco - andiamo, non fate quella faccia, la proteggerò io in caso di pericolo - cercò di convincerle.

- Forse è la soluzione più giusta, lei si sentirà lasciata in pace, ma non sarà sola - spiegò Amy - nel frattempo noi andiamo al bar di Motoki dove ci aspetta Rei e le spiegheremo tutto con calma - si affrettò ad aggiungere, notando l’espressione piuttosto preoccupata di Minako che evidentemente pensava ancora alla possibile reazione dell’amica.

Dopo un grosso e rumoroso sospiro di Minako, e un’occhiataccia di Makoto in direzione di Seiya, le tre ragazze lasciarono finalmente solo il poveretto che riprese a fissare il banco vuoto della sua testolina buffa. Notò una piccolo disegno in un angolo e incuriosito si avvicinò…due faccine sorridenti, vicine vicine, facevano capolino, quella con i codini era senz’altro lei, l’altra…bè…l’altra non poteva essere che Mamoru, non l’aveva mai visto, solo una volta in foto a casa di Usagi, e adesso qui - Non c’è proprio posto per me nel tuo cuore, vero testolina buffa? - sorrise amaramente continuando a guardare i disegni.

 

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Le aveva viste andare via, ora era più tranquilla, tirò un grosso sospiro di sollievo aggrappandosi alla rete di sicurezza del tetto della scuola e chiuse gli occhi, lasciando che il vento fresco l’accarezzasse, pregava che portasse via anche i suoi pensieri…

- Povera Usagi, non essere triste, ci sono io a farti compagnia ora… -

Al suono di queste parole, seguite da una risatina isterica, il sangue di Usagi gelò all’istante, proprio non si aspettava che il nemico la trovasse anche lì, quanto voleva aver dato retta alle sue amiche…

- Tin Nyanko presumo - chiese sfoderando tutta la sicurezza di cui era capace, non poteva fare altro, era sola. Non perse tempo e indossò i panni della paladina della giustizia - bene, a noi due -

 

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Lo aveva fissato per dieci minuti buoni, il suo banco, aveva messo accanto alle faccine una rosa rossa, un po’ a coprire Mamoru.

Come destato da un sogno, avvertì prorompente l’energia di Sailor Moon. Se si era trasformata doveva essere in pericolo. Non perse tempo, corse più veloce che poteva seguendo con il cuore quell’energia magnifica. Il tetto, era sul tetto, ne era sicuro.

 

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Nessuna delle due aveva ancora sferrato il primo colpo.

- Non hai il coraggio, Sailor dei miei stivali, adesso sei sola, nessuno ti può salvare…NESSUNO!- alzò le braccia mostrando i potenti bracciali che cominciavano già a caricarsi di energia.

Usagi era rimasta colpita dalla verità di quelle parole e gli occhi le si stavano velando di lacrime… - no, non proprio adesso -

- Ho vinto io, Sailor Moon!- gridò tagliente Tin Nyanko, preparandosi a lanciare il suo attacco, ma…

Come un lampo, bellissima, luminosa e rossa, una rosa distrusse la pietra di uno dei due bracciali, annullando l’attacco e andando a conficcarsi ai piedi di Sailor Moon.

In quel momento Seiya spalancò la porta del tetto e la vide lì, mentre si inginocchiava davanti alla rosa, con un espressione che racchiudeva milioni di emozioni tutte insieme.

Stava per dire qualcosa ma qualcun altro lo precedette

- Ti sbagli, lei non è sola… io la proteggerò -

 

Eccomi qui alla fine del secondo capitolo, vi piace?

Ringrazio tantissimo tutti quelli che hanno lasciato un commento e un consiglio e in ordine:

Mile

Semplicementeme

Usagi89

v.carvelli

dolcebunny

Kirby

sailormoon81

merwen

blue1989

Cassandra14

miki90

Dragon85

Ho cercato di mettere meno puntini anche se il mio dito va da solo su quel maledetto tastino…oddio adesso li metto anche nei ringraziamenti…sono proprio puntino-dipendente.

Ho cambiato il nome di Sailor Metallia con Tin Nyanko come mi ha suggerito Dragon85, è che sinceramente proprio non me lo ricordavo, e infine, su richiesta di semplicementeme, ho ingrandito un poco la dimensione del carattere.

Grazie a tutti e spero che continuerete a seguirmi.

Un bacione Usagi_84

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Capitolo 3
*** Regalami un sorriso ***


Capitolo 3: Regalami un sorriso

 

Usagi si voltò lentamente verso Seiya, ma non guardava lui, cercava il proprietario di quella voce così calda e rassicurante, che lei conosceva benissimo, e lo trovò.

Sopra la porta che dava accesso al tetto, proprio sopra Seiya, stava lì, in piedi, indossava fieramente i panni del Principe della Terra…Endymion…e la guardava…il suo cuore mancò un battito…

 

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- Perché l’avete lasciata sola…maledizione?! - Rei stava ripetendo la stessa frase da quando erano uscite dal bar furiosamente disperate. Correvano…più di quanto le loro gambe potessero sopportarlo - Avverto delle vibrazioni negative…molto forti purtroppo, e provengono proprio dalla scuola, ma non riesco a capire esattamente da dove - informò le ragazze, cercando di rimanere calma.

Ormai erano arrivate in prossimità del cancello principale, in quel momento qualcosa fece sussultare la guerriera di Marte…

- Ah!... - gemette arrestando la propria corsa ed aggrappandosi a Makoto, che le era accanto - Avverto qualcos’altro…è un’energia strepitosa, ma non è quella di Usagi! Non riesco a capire, eppure è così chiara…Ragazze, io avverto la presenza di Mamoru…

 

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- Mamoru…sei tu… - disse in un soffio Usagi - …se è un sogno…ti prego…non svegliarmi…-

- No piccola, non è un sogno…- con un lungo salto si portò proprio davanti a lei, e si inginocchiò - sono io, sono tornato per te…per proteggerti - le prese il volto tra le mani,e le asciugò le lacrime…inutile…proprio non volevano saperne di smettere di bagnare le sue guance.

Quel piccolo gesto diede ad Usagi la forza di cui aveva così disperatamente bisogno.

Il suo sorriso s’illuminò d’amore e strinse forte Mamoru, così forte da poter sentire il battito del suo cuore.

Seiya non potè far altro che assistere impotente, e guardare con gelosia quell’amore ritrovato, non l’aveva mai vista sorridere in quel modo, sebbene stesse ancora piangendo…anche questa volta, era arrivato tardi.

Mamoru sciolse l’abbraccio alzandosi rapidamente e voltandosi in direzione del nemico, lo sguardo deciso. Accostò una mano al cuore e subito una luce d’orata si formò in quel punto esatto. La allontanò lentamente, fino a distendere tutto il braccio, e mostrò il suo seme di stella d’oro, sospeso a mezz’aria sopra il suo palmo. Chiuse gli occhi e vi concentrò tutte le sue energie. Fu un attimo. La potenza di Mamoru era davvero devastante e investì in pieno Tin Nyanko che si accasciò a terra terrorizzata e priva di forze. In un debole fascio di luce, generato dalla poca energia rimastale, scomparve, sottraendosi all’ira del Principe.

- Ero sicura che fosse lui…- Seiya sussultò spaventato, non si aspettava che ci fosse qualcuno alle sue spalle, era ancora sconvolto per ciò che aveva appena visto. Le ragazze erano arrivate senza che lui se ne accorgesse - Mamoru è tornato ragazze…ora sarà tutto diverso - sussurrò Rei sorridendo.

Mamoru si voltò nuovamente verso la sua Usako, adesso non piangeva più, ma provata per lo shock, svenne, tra le sue braccia prontamente offerte.

Contemporaneamente erano accorsi anche Seiya e le ragazze. Ami controllò immediatamente il suo stato di salute - Sta bene, è solo un po’scossa, ma il battito è debole, sarebbe meglio se riposasse -

- Portiamola a casa, allora - azzardò Seiya incontrando lo sguardo di Mamoru. I suoi occhi erano quelli di una persona felice e triste allo stesso tempo, carichi di colpa e d’amore. Quel turbinio di emozioni tutte insieme non permisero a Seiya di continuare a sostenere quello sguardo… abbassò prontamente gli occhi e prese a fissarsi le scarpe

- No…la portiamo a casa mia, io devo poter sapere che sta bene…sempre - concluse Mamoru, senza mai smettere di guardare la sua Usako, il suo tono non ammetteva repliche.

 

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Camminavano ormai da diversi minuti, Seiya un po’ indietro rispetto agli altri, osservò tutti, uno per uno. Mamoru aveva un’espressione indecifrabile, portava Usagi in braccio…sembrava che non le pesasse affatto. Le ragazze si scambiavano sorrisi l’una con l’altra, rilassate. E lui? Cosa provava lui? Perché li aveva seguiti? Era preoccupato per la sua testolina buffa? Si, lo era, ma adesso era diverso, come aveva detto Rei poco prima, adesso c’era lui.

Tra un pensiero e l’altro si trovarono davanti alla palazzina dove abitava Mamoru, e lì le sue gambe si rifiutarono di proseguire.

- Ehi Seiya, vuoi restare lì tutto il giorno? - lo prese in giro Rei. Sapeva esattamente come si sentiva Seiya in quel momento, cercava di sdrammatizzare la situazione già delicata di per sé, senza che lui si mettesse a fare il difficile.

- No…scusami hai ragione, ero solo preso dai miei pensieri - mentre parlava si accorse che Mamoru lo stava guardando con la coda dell’occhio, e di nuovo fu colto da un senso di inadeguatezza - perché devo sentirmi così in soggezione, non lo conosco neppure, perché…-

Nel silenzio più assoluto entrarono nel condominio facendosi strada fino all’appartamento di Mamoru, il cuore di Seiya iniziò a battere in modo innaturale, non riusciva a spiegarsi per quale ragione fosse così agitato, era solo un appartamento, si, ma era il suo appartamento… chissà com’era, chissà se c’erano delle foto che li ritraevano insieme… Usagi e Mamoru… era proprio uno stupido, certo che c’erano, ed era per questo che non voleva assolutamente entrare, non voleva vedere la loro felicità, ma ormai era lì, e senza accorgersene, un po’ spinto dalle ragazze, oltrepassò la soglia, e un brivido lo percorse lungo tutta la schiena al suono secco della porta che si richiudeva alle sue spalle.

Era dentro.

Mamoru portò immediatamente Usagi nella sua stanza da letto seguito dalle ragazze, la fece stendere e si assicurò che fosse abbastanza coperta.

Seiya era ancora lì, non osava muovere un solo passo, indeciso se scappare via o entrare anche lui nella stanza dov’erano tutti. Improvvisamente una lucina rossa lampeggiante attirò la sua attenzione. Appena più avanti, alla sua destra, c’era un mobiletto, semplice nella fattura, con sopra una segreteria telefonica, era la sua lucina che lampeggiava.

Pentendosi immediatamente di averlo fatto, premette il pulsante per l’ascolto e subito una voce metallica annunciò che era stato lasciato un messaggio.

- Messaggio 1:“…Mamoru…dove sei…” Fine del messaggio, ore 5:00 del 21 marzo 2007-

Seiya continuava a fissare la lucina ormai fissa della segreteria, non poteva crederci, quella, anche se lontana e ovattata, era la voce di Usagi, un sussurro rotto dai singhiozzi, in un attimo realizzò una pesante verità - E’ lui che stavi chiamando alle 5 di mattina…quando il tuo telefono era maledettamente occupato…non è vero testolina buffa?- tanto era assorto nei suoi pensieri che non si era neanche accorto che Mamoru lo stava osservando con la schiena appoggiata allo stipite della porta della sua stanza, le mani in tasca.

- Non avresti dovuto farlo - fredde e taglienti le parole di Mamoru lo riportarono bruscamente alla realtà.

- Mi dispiace, io…non volevo, non so perché l’ho fatto, mi dispiace - rispose temendo una reazione di qualsiasi genere da parte di Mamoru, ma non fu così, i due continuarono a guardarsi negli occhi per parecchi minuti, questa volta Seiya non si sottrasse allo sguardo, ora inquisitorio, dell’altro, finché…

- mmh….Mamo…Mamoru - mormorò Usagi mentre allungava entrambe le braccia verso l’alto con gli occhi ancora chiusi.

Appena si sentì chiamare, Mamoru cambiò immediatamente espressione sgranando gli occhi per la sorpresa, tanto che anche Seiya fece lo stesso, più per spavento che per altro. Subito Mamoru si precipitò a sedere sul letto accanto a lei e le strinse le mani ancora tese, come se lo stessero cercando.

- Sono qui Usako…sono qui - le sussurrò dolcemente accarezzandole i capelli. Appena sentì la sua voce calda e un poco roca, Usagi aprì lentamente gli occhi e immediatamente incontrò i suoi, quegli splendidi e meravigliosi occhi blu notte, che mai avrebbe potuto dimenticare. Si lanciò tra le sue braccia, senza pensarci, come se in quel momento non esistesse nessun altro, se non loro due. E lui la strinse tanto forte da aver paura di poterle fare male.

- Mi dispiace amore mio, mi dispiace così tanto, è tutta colpa mia, ma non ho potuto far niente fino ad ora - disse Mamoru tutto d’un fiato, come se avesse paura che se si fosse fermato per prendere fiato, poi le parole non sarebbero più uscite.

- Colpa di cosa Mamoru, tu non hai nessuna colpa, tu mi hai salvato la vita…- rispose dolce Usagi che sciolse l’abbraccio per poterlo guardare ancora negli occhi.

Gli stava regalando un sorriso meraviglioso, e lui non poteva fare a meno di sorriderle di riflesso…e anche di sentirsi più in colpa…per non esserci stato quando lei ne aveva bisogno, per non aver asciugato le sue lacrime, per non averla scaldata nei giorni freddi, per tutto…per niente.

- Usako…io devo spiegarti tante cose, a cominciare dal perché non mi sono più fatto vivo da quando sono partito…ma è una cosa che riguarda tutti, siamo tutti in grave pericolo, ed io non sono riuscito a tornare in tempo per… - i suoi occhi si riempirono di lacrime ed il suo sguardo si perse nei ricordi…si voltò verso Seiya, che se ne stava silenzioso sulla porta - …per impedire che ti facessero del male…è una storia lunga… e complicata -

- Io non ho nessuna fretta Mamoru, ti ascolterò quando vorrai parlarmi, l’unica cosa importante è che tu sia qui, ora -

Sorrideva ancora, un sorriso pieno d’amore e comprensione…Dio quant’era difficile sostenere quello sguardo, la dolcezza a volte spaventava più della rabbia, come riusciva a sorridere ancora, ma , in fondo, questa era la sua Usagi, lei aveva sempre un sorriso per tutti.

Ora sorrideva anche lui, le lacrime, il senso di colpa, la tristezza, tutto sparito. Ora c’era solo lei, le accarezzò i capelli, una guancia, le labbra. La baciò.

Seiya non poteva guardare oltre, si confuse con l’ombra del resto della casa, dirigendosi verso il soggiorno. Il mobilio era scarso, ma ordinato e pulito, ogni tanto qualche tocco femminile, segno che la sua testolina buffa era entrata parecchie volte in quella casa…le calamitine sul frigo a forma di coniglio…un cestino di vimini piccolo piccolo bordato con un nastrino rosa, giusto per contenere le chiavi e qualche piccola sciocchezza…e le foto…le maledette foto. In particolare fu attratto da una, si avvicinò lentamente, un po’ incerto se poteva toccarla, o se Mamoru sarebbe spuntato di nuovo alle sue spalle intimandogli che “non avrebbe dovuto farlo”… Al diavolo Mamoru! Prese la foto, erano in tre, e notò che c’erano dei nomi scritti sotto e una data.

- Vediamo…è di un anno fa…”Io”…“Mamo”…”Chibiusa”- Seiya rimase di stucco, quella bambina nella foto assomigliava a Usagi in maniera impressionante, stessa pettinatura, stesso sorriso, stessa espressione degli occhi…e Usagi e Mamoru la stavano abbracciando.

- Chissà chi è questa bambina…- mormorò Seiya.

- Quella bambina…è mia figlia - Mamoru era veramente di nuovo alle spalle di Seiya, che si voltò spaventato, ma notò che i suoi occhi questa volta non avevano nessuna sfumatura d’ira, anzi, per quel che poteva vedere, sorrideva ammirando qualcosa. Seiya seguì con lo sguardo la traiettoria che gli occhi di Mamoru indicavano, cosa mai poteva aver disegnato un sorriso tanto dolce sul viso di quel ragazzo…sul mobile c’era un’ altra foto che ritraeva la stessa bambina mentre litigava con Usagi per una fetta di torta…senza rendersene conto gli scappò da ridere, ma si tappò immediatamente la bocca con la mano - Scusa non ho afferrato quello che dicevi…- cercando di assumere un’espressione seria

- Dicevo… che quella bambina è mia figlia - disse Mamoru con una tale naturalezza da fare invidia anche alla persona più sicura di sé sulla faccia della Terra.

- Figlia…? - Seiya deglutì sonoramente, lasciandosi scappare di mano la foto, presa al volo prontamente da un calmissimo Mamoru - In che…senso? - chiese timoroso della risposta. E in quel momento, l’avrebbe giurato, gli parve di aver visto nello sguardo di Mamoru, qualcosa, tra il divertito e la sicurezza, uno sguardo serio e un poco canzonatorio insomma, di chi la sa lunga, di chi, se avesse potuto, gli avrebbe urlato in faccia “uno a zero per me”con un sorrisetto antipatico…ma naturalmente non lo avrebbe fatto, Mamoru non era tipo da esternare le sue emozioni in questo modo, e…un momento… che fine avevano fatto la colpa, la disperazione, le lacrime di cinque minuti fa?

- Nel senso che la piccola Chibiusa viene dal futuro, ed è…figlia mia e di Usagi - rispose Mamoru guardandolo fisso negli occhi e sottolineando particolarmente le ultime, poche ma significative, parole.

Buio. Improvviso buio. Se lo avessero colpito violentemente al cuore, forse, avrebbe fatto meno male…

- Ah…! - sospirò Seiya, accorgendosi di aver trattenuto il respiro per tutto il tempo che Mamoru aveva impiegato per rispondere alla sua stramaledettissima domanda, tornò a guardare la foto, e questa volta non la trovò poi così tanto divertente.

- Ero venuto solo per dirti che domani mattina ci riuniamo qui da me, ho molte cose di cui parlarvi, e poi, preferisco che Usagi non esca di casa, è ancora un po’ provata, e … chiaramente devono venire anche i tuoi fratelli e la vostra Principessa - concluse Mamoru assumendo un tono più serio, in fondo sapeva di aver messo Seiya in imbarazzo.

- Si certo…ehi aspetta…tu come sai che ho dei fratelli? E la Principessa…come sai di lei?- questa volta anche Seiya era serio, ma Mamoru non si lasciò sfuggire neanche una parola sull’argomento.

- Io…so più cose di quante ne immagini…vi prego di venire domani, soddisferò tutte le vostre richieste- adesso era il tono di Mamoru ad essere cambiato ulteriormente, e con esso il suo sguardo, era di nuovo quel misto di amore e colpa, quello sguardo che purtroppo Seiya non era in grado di sostenere, così si ritrovò ad ammirare le sue scarpe per la seconda volta in un giorno.

Mamoru si allontanò silenziosamente, lasciando Seiya ai suoi pensieri, rientrò nella stanza dove Ami stava ancora controllando scrupolosamente le condizioni fisiche di Usagi, che per la stanchezza si era di nuovo addormentata.

- E’ tutto nella norma Mamoru, deve solo dormire per recuperare le forze - affermò Ami guidando le altre fuori dalla stanza - noi togliamo il disturbo, ci vediamo domani, e spero che riusciremo a fare un po’ di chiarezza su questa situazione -

Mamoru sorrise tristemente all’amica.

Rei fece correre lo sguardo per tutto il soggiorno e alla fine trovò quello che stava cercando.

- Seiya - nessuna risposta, si avvicinò un poco - Seiya…ehi ci sei?- lo chiamò di nuovo passandogli una mano davanti agli occhi - dobbiamo andare, è tardi - lo avvertì dopo aver ottenuto la sua attenzione.

- Si, hai ragione, è meglio se ce ne andiamo -

Mamoru li accompagnò alla porta, ma prima chiese a Rei di avvertire la mamma di Usagi che lei questa notte avrebbe dormito fuori casa.

- Si Mamoru, non ti preoccupare, le dirò, come al solito, che la sua bambina dormirà da me - lo prese in giro, notando che stava arrossendo imbarazzato, e tutti risero, tutti, tranne il povero Seiya che davvero non aveva capito il riferimento, e questo rese il tutto ancora più divertente. Avevano proprio bisogno di ridere un po’.

Rimasto solo, Mamoru tornò da Usagi, avrebbe voluto stringerla forte forte tra le sue braccia, le piaceva così tanto, diceva di sentirti protetta…avrebbe voluto tanto baciare le sue labbra, e trasmetterle tutto il suo disperato amore, ma si accontentò di guardarla dormire… sorrideva… e lui con lei.

- Piccola Usako… anche quando sorridi nel sonno riesci a calmare le mie inquietudini, domani conoscerai tutta la verità, spero davvero che vorrai regalarmi ancora un sorriso…-

 

 

Evviva!!! Ho finito anche questo!!! Che ne dite?

Ebbene sì, il misterioso “lanciatore di rose” è proprio  Mamoru. Spero di aver soddisfatto tutte le amanti di questo personaggio con la piccola rivincita su Seiya “io… so molte più cose di quante ne immagini”e il suo eloquente sguardo “uno a zero per me”.

Mi dispiace di non aver fatto entrare Mamoru in scena prima, ma volevo assolutamente mostrare una Usagi, che senza esitazione trova il suo amore proprio sopra Seiya, insomma volevo sottolineare che Seiya sarà sempre al secondo posto, del resto lo ammette anche lui,”anche questa volta, era arrivato tardi”.

Per sapere dov’è stato Mamoru tutto questo tempo dovrete aspettare il prossimo capitolo, vi anticipo che è un posto dove lui ha potuto finalmente sviluppare un potere attivo, come avete visto, utilizzando il suo seme di stella…il cristallo d’oro…vi ricorda niente?

 

Ringrazio tutti quelli che hanno letto e recensito, e anche quelli che hanno solo letto.

In ordine di recensione:

semplicementeme: lo sai che sinceramente non avevo pensato proprio alla canzone?

Comunque spero di aver soddisfatto la tua curiosità riguardo al perché Mamoru non si faceva vivo, insomma (come ho spiegato nelle note di fine fic), è stato un brutto colpo per Seiya, ma mi dispiace, io tifo per Mamoru

blue1989: ti confesso che quando ho letto il tuo commento una mezza idea di far litigare Mamoru e Seiya mi è balzata in mente, ma d’altra parte non è nella natura del nostro Principe…in fondo non si conoscono per niente, o meglio, Seiya non lo conosce…Mamoru invece “sa molte cose”come hai potuto leggere

sailormoon81: accetto molto volentieri il tuo consiglio, ammetto che anche a me non convinceva molto il MAIUSCOLO e la coda di vocali, ma in quel momento non sapevo come altro rendere al situazione che avevo in mente, forse sarebbe utile cercare di descrivere un po’ meglio il modo in cui parlano i personaggi. Spero di aver soddisfatto anche te con la spiegazione nelle note a fine fic del perché Mamoru non si presenta subito, insomma è stato più per un problema di trama che di altro, ma nel prossimo capitolo saprai esattamente dov’è stato Mamoru per tutto questo tempo.

dolcebunny: Si, ammetto che il mio è un vizio, mi piace interrompere sul più bello, in modo da incuriosire le persone, in modo che non possano fare a meno di continuare a leggere. E…hai visto? Pare che funzioni…; )

v.carvelli: sono contenta che ti piaccia, ecco a te il terzo capitolo

valepigia: anche per te, che ami tanto Mamoru, ho messo una sua mezza rivincita su Seiya, e adesso che si vada a disperare dove vuole…Sai anche io mi sono sempre chiesta se ci fosse stato Mamoru cosa sarebbe cambiato, e quando ho visto quella puntata, ci sono rimasta malissimo anche io come Usagi, nello scoprire che non era stato il suo eroe a lanciare la rosa, e da qui nasce la mia storia.

miki90: ecco svelati i misteri, il lanciatore di rose è proprio Mamoru, forse è un po’ scontato, ma non poteva fare il suo ingresso se non così…

Mile: ebbene sì, Mamo è tornato, ed ha subito bastonato Seiya…hihihihi!

Kirby: Usagi ha reagito nell’unico modo che le si addice…Sorridendo…Purtroppo per sapere di Mamoru, dovrai aspettare il prossimo capitolo, in questo ho preferito concentrarmi sul suo sguardo “colpevole”.

merwen: dai sempre retta al tuo istinto, come vedi ti stava guidando bene, ma sono contenta lo stesso del fatto che non fosse così scontato.

 

Un bacione a tutti

Alla prossima, la vostra Usagi_84

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Capitolo 4
*** Ci sono io con te... ***


Capitolo 4: Ci sono io con te…

 

Camminava su un suolo di polvere argentata, indossava il suo abito bianco come la neve, i piedi nudi, e camminava…lentamente, lo sguardo perso.

Davanti ai suoi occhi, solo rovine, le rovine del suo regno antico…la Luna, era sulla Luna. Un’ombra attirò la sua attenzione, se ne stava dietro ad una colonna, un tempo appartenuta al suo palazzo, e la osservava, ridendo maligna.

Usagi non poteva vederla, l’oscurità la ighiottiva completamente, poteva solo ascoltare la sua risata a denti stretti, attraverso la quale riusciva, senza difficoltà, a percepire tutto l’odio e il disprezzo, ma anche la bramosia, che quell’essere provava nei suoi confronti.

- Tu… possiedi ciò che cerco da sempre…tu, piccola creatura…- un soffio, sottile e tagliente, come se quella voce fosse stata portata dal vento, tanto che aveva dovuto accostare entrambe le mani alle orecchie per poter catturare i suoni.

Un brivido di freddo la percorse lungo tutta la schiena, niente di buono, arrestò immediatamente il suo cammino, è vero, voleva sapere chi o che cosa si nascondesse dietro quell’ombra, ma aveva paura, una paura folle a dir la verità, e ad aumentare quella sensazione orribile, ecco il freddo, eppure non ricordava che sulla Luna ne facesse così tanto. Piccole gocce stavano cadendo dalla sua fronte, acqua, la stava bagnando, solo la sua pelle, le gocce non sfioravano affatto il suo abito, e ancora freddo, insopportabile…-

- Sssh…non agitarti…ehi, piccola, apri gli occhi - la voce calda e rassicurante di Mamoru, rese il passaggio dal sogno alla realtà meno brusco di quanto avrebbe potuto essere.

- Mamo…sei tu - mormorò Usagi.

Ancora un po’ intontita, cercò di tirarsi su, appoggiandosi su un gomito. Nel farlo, si sentì scivolare qualcosa dalla fronte. Un fazzoletto bagnato le cadde sul braccio, e nel seguire la sua caduta con gli occhi si accorse di indossare solo una camicia bianca, doveva essere di Mamoru, poteva sentirne il profumo, e già solo questo calmava la sua ansia, aveva le maniche tirate su e i polsi bagnati. Inarcò un sopracciglio guardando Mamoru con espressione interrogativa.

- Ho dovuto scoprirti e spogliarti, si era alzata la febbre, hai sudato come se ci fossero stati cinquanta gradi, ho cercato di bagnarti con un fazzoletto, e in un’ora la febbre è diminuita, poi hai iniziato ad agitarti, ed a sudare freddo, e ... scusa piccola, ti sto riempiendo di notizie, e sei appena sveglia, scusami davvero, ma mi hai fatto preoccupare sul serio - dai suoi occhi traspariva preoccupazione, ma anche sollievo, sì, per averla vista aprire gli occhi.

- Non ti preoccupare Mamo, adesso credo di stare bene, ma…ecco, in realtà io non ricordo di essere stata così male, ho dormito tutto il tempo - cercò di sdrammatizzare Usagi notando il suo sguardo.

Si alzò, troppo velocemente, dal letto, forse per dare prova della sua salute, ma ottenne solo un giramento di testa e un conseguente cedimento delle gambe.

Finì dritta dritta contro Mamoru, che un po’ sorpreso … e un po’ no, non riuscì a reggere in equilibrio il peso di entrambi.

In meno di un attimo, si trovarono uno sopra l’altra, sul pavimento, nessuna parola…solo un bacio, poi un altro, e un altro ancora…

 

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In una stanza qualsiasi, di una casa qualsiasi, un ragazzo piangeva.

Amore… per lei

Rabbia… per lui

Rimorso… per se stesso

Avrebbe dovuto lasciare andare il pensiero di lei, lasciarlo andar via, non ce la faceva, era doloroso, troppo presto, troppo, troppi avvenimenti, tutti insieme, continuavano a rincorrersi nella sua mente… la rosa… le lacrime e il sorriso di Usagi… Mamoru…

- Perché… perché non posso essere io a prendermi cura di lei, destino infame…- battè con furia i pugni sul cuscino, avrebbe attutito il rumore, i suoi fratelli non avrebbero sentito, erano già sufficientemente preoccupati a causa di ciò che Seiya aveva raccontato loro quella sera.

Ormai era l’alba, presto avrebbero avuto tutte le risposte che cercavano, tutte tranne una - …perché non io…-

 

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Drrriiiin…….drrrrrrriiiiiiin..drrrrrriiiiiin.

- Piantala Minako, tu e la tua brutta abitudine di attaccarti ai campanelli! - la rimproverò Rei ridendo.

- Se preferisci, posso mettermi a chiamarli finché non ci aprono - scherzò Minako.

Perfino la serissima Ami sorrise un poco, sebbene trovasse sconvenienti certi comportamenti.

Erano lì sul pianerottolo da almeno dieci minuti buoni, un bel gruppetto, di certo avrebbero disturbato i vicini se Mamoru non avesse aperto in fretta…

- Arrivo, arrivo! - un mugugno, somigliante ad una voce femminile, rispose alle insistenti scampanellate di Minako.

La porta si aprì lentamente, rivelando una Usagi ancora addormentata per metà, si stropicciava un occhio con la mano libera dalla maniglia della porta.

- Usagi… dove sono i tuoi vestiti? - le chiese maliziosa Minako.

Ooops… indossava ancora la camicia di Mamoru, le piaceva, sì, ma era decisamente troppo grande, e come se non bastasse, i raggi di sole che inondavano la casa alle sue spalle, la rendevano alquanto trasparente, creando quell’effetto “vedo - non vedo”.

Spostò il peso su una gamba, appoggiò una mano su un fianco e con l’altra prese a toccarsi i capelli ormai sciolti e scompigliati.

- Ah… ehm… ecco… i miei vestiti… esattamente… non lo so - bisbigliò arrossendo appena.

Seiya si era sporto appena appena in avanti, in punta di piedi… che visione… se in paradiso gli angeli fossero così, sarebbe morto volentieri… improvvisamente avvertì l’istinto irrefrenabile di stringerla forte, in fondo Mamoru non c’era, forse dormiva ancora, che male poteva fare un abbraccio, cosa lo tratteneva… … era forse la mano di suo fratello Taiki, stretta attorno alla manica della giacca???

Come a volersi fare beffe di lui, Mamoru sopraggiunse immediatamente. Non ricordando affatto la visita dei loro amici davvero così mattiniera, era saltato alle spalle di Usagi, vestito dei soli pantaloni, per farle uno scherzo… come aveva fatto a non accorgersi che la porta era aperta… bè lo scherzo lo fece e se stesso… e a Seiya, ancora in punta di piedi.

Erano faccia a faccia. Silenzio.

- Ehm… prego, accomodatevi - si ricompose immediatamente Mamoru, improvvisamente l’ansia si era impossessata di lui, vedere tutte quelle persone gli aveva fatto tornare in mente che stava per raccontare la verità, dolorosa e imminente.

- Makoto, ti dispiace preparare del thè mentre noi… - Mamoru guardò il loro scarso abbigliamento - … bè… mentre noi ci sistemiamo un pochino - concluse Usagi notando lo stato di confusione, in cui era precipitato Mamoru.

- State tranquilli, penserò a tutto io, ho anche preparato dei biscotti per tutti -

Rapidamente si cambiarono. Usagi ebbe modo di osservare i movimenti scattosi ma perfettamente controllati di Mamoru. Era nervoso. Lo stava diventando anche lei. Ricordò le sue parole così supplichevoli - Perdonami, è tutta colpa mia - colpa di cosa, cosa mai poteva aver fatto…

Scosse la testa, cercando di liberarsi di quei pensieri, sorrise al suo amore e gli strinse la mano.

- Ci sono io con te, coraggio - gli sussurrò in un orecchio, e lo precedette in salotto dov’erano riuniti tutti gli altri.

Mamoru prese per sé qualche altro minuto, per pensare… a cosa poi, c’era solo la verità da dire, nessun giro di parole, no, non era da lui, doveva essere serio e deciso, anche se rischiava di apparire freddo, ma ancora più importante, doveva poter essere il punto fermo della sua Usako.

Raggiunse il salotto trattenendo il fiato, pieno d’ansia, ma i suoi occhi cercarono e trovarono ancora una volta il sorriso di Usagi, e si lasciò sfuggire un sospiro. Sollievo? Rassegnazione? Disperazione?

S’inginocchiò davanti agli altri, in modo da poterli guardare tutti negli occhi, ma prima di intraprendere il suo racconto, s’inchinò in direzione della Principessa, sotto lo sguardo interrogativo dei presenti.

- Sono felice di rivederti, Principessa Kakyou…-

- Anch’io di rivedere te, Principe Endymion - gli rispose sorridendo.

Nessuno ebbe il coraggio di chiedere ciò che ognuno avrebbe voluto, o forse, lo stesso Mamoru non diede loro il tempo.

- A tempo debito verrà rivelato anche questo, ma credo sia meglio iniziare dal momento in cui ho lasciato Usagi all’aeroporto, tutto ha inizio lì…- dopo un lungo e sonoro sospiro, Mamoru cominciò a raccontare, il tono basso, quasi sottovoce, sembrava avesse paura che parlando di lei, li avrebbe trovati, avrebbe trovato lei, Usagi, di nuovo.

- Dopo aver rassicurato Usagi che sarei tornato, per mantenere la mia promessa, sono salito sull’aereo - Seiya drizzò le orecchie…promessa…quale promessa? - eravamo appena decollati, e improvvisamente qualcosa ha colpito l’aereo inondandolo di una luce intensa, accecando i passeggeri, me compreso. Guardando fuori dal finestrino mi sono accorto che l’aereo era finito in una dimensione particolare, dove tutto era immobile, ma in realtà non c’era nulla, la Terra, che vedevo sotto di me fino a poco prima, era sparita. Certo che si potesse trattare di un nuovo nemico sono uscito… c’era lei, Galaxia… e voleva me… - Usagi sussultò appena, Mamoru le strinse una mano, cercando anche in lei il coraggio di continuare - ha strappato con le sue mani il mio seme di stella dal petto. Dolore, solo dolore, poi niente, ero completamente svuotato, sentivo solo le risa di Galaxia, diceva di aver trovato il seme di stella d’oro, quello che controlla la Terra, e che...se questo era qui, ci sarebbe stato anche il suo complementare…il tuo Usagi, il seme di stella d’argento, che controlla la Luna…ho visto come splende, sai? - mentre lui sorrideva appena, triste, lei lo guardava con le lacrime agli occhi, sapeva benissimo quanto dolore doveva aver provato il suo Mamoru - Se lei, ora, aveva nelle mani il potere di controllare la Terra, cosa avreste potuto fare voi, ma d’altra parte, come potevo impedirglielo, sapete benissimo che io non ho mai avuto un potere attivo, e poi, ero troppo debole, il mio corpo stava cominciando già a dissolversi in mille gocce d’energia… Le ho chiesto cosa volesse da noi… l’universo! Così ha risposto, il potere assoluto. Non le importava se milioni, che dico, miliardi di innocenti avrebbero pagato con la vita per il raggiungimento del suo scopo, no…non le importa nulla tutt’ora! - gridò secco, battendo i pugni sul tavolino davanti a sé, e facendo traballare le tazze con il thè - ad un tratto, quando ormai credevo che fosse finita per davvero, ho sentito una voce, e mi diceva di non arrendermi, lei non poteva portarmi via ciò che era mio di diritto, lei non poteva usare un potere che non le apparteneva, dovevo farlo per me, ma soprattutto per te, Usako, dovevo proteggerti, e se io mi fossi arreso, chi l’avrebbe fatto… Con il tuo pensiero disperato nella mente, in un ultimo attimo di vita, mi sono rialzato, l’armatura d’argento ha avvolto immediatamente il mio corpo, la mia fidata spada stretta in pugno, ho guardato Galaxia, deciso, dritta negli occhi e ho teso la mano verso il mio seme di stella, e poi è accaduta una cosa, che davvero mai mi sarei aspettato…

 

 

Lo so, lo so, ci siete rimasti male. Anche questa volta non avete saputo dov’è stato Mamoru, ma qualcuno ci è arrivato hi hi hi.

Mi scusa se ho tardato ma questa settimana è stata infernale… Allora veniamo a noi:

All’inizio pensavo di far raccontare a Mamoru tutto senza mai farlo interrompere da nessuno, mettendo tutto in corsivo come se fosse un ricordo, ma comunicare mano mano le emozione sue e degli altri (Seiya prima e Usagi poi) mi è sembrato di rendere il racconto meno freddo e distaccato, voi che dite?

So anche che questo capitolo dice ben poco, mi sono concentrata ancora sulle loro emozioni, ma fare tutto un capitolo con il solo racconto di Mamo mi è sembrato pesante, così ho deciso di spezzarlo, ottenendo anche suspance (si scrive così…?).

Ok adesso arriviamo ai ringraziamenti, come al solito in ordine di recensione:

 

blue1989: no dai non piangere, anche se io stessa ho sempre le lacrime in tasca…^_^

ti ringrazio per il bellissimo commento che hai lasciato, non pensavo di suscitare così tante emozioni, ma ne sono felicissima, mi impegno sempre per cercare le parole più adatte all’immagine che ho nella mente. Mi dispiace aver aggiornato così in ritardo, purtroppo questa settimana è stata bestiale, ma spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto e che non ti sia  “persa” troppo.

sailormoon81: attendo sempre con ansia le tue recensioni, se non altro ho un punto di vista grammaticale diverso dal mio, sai, rileggendo centinaia di volte la stessa pagina, dopo un po’, perdo la cognizione delle cose, leggo sapendo qual è il tono che deve avere e non ci faccio più caso. Comunque se ti fa piacere non sei l’unica a non sopportare molto Seiya, e come dici tu, “non so se si era capito”. J

Sul fatto che Mamoru sappia tante cose… se rileggi qualche recensione del 3° capitolo…qualcuno c’ha preso su dov’è stato e chi lo abbia aiutato…ma (piccola anticipazione) c’è una terza persona con lui…

Kirby: intanto grazie per i complimenti, poi eccoti nuova suspance…eh sì, dovrai aspettare il prossimo capitolo per sapere perché Mamo si sente in colpa, mi dispiace se non aggiorno più in fretta, ma sono contenta del fatto che ti fa piacere leggere la mia storia.

PrincessAngel: wow quanti complimenti, grazie mille anche a te, credo che sia la prima volta che lasci un commento…quindi doppio grazie per te, fa piacere sapere che la storia piace così tanto, spero ti piaccia anche questo.

dolcebunny: grazie grazie grazie grazie grazie!!! Ma non scioglierti troppo, tanto il freddo è tornato (ah ah ah) ok siamo serie…(ah ah ah) grazie per i complimenti, sono contenta che la mia storia ti piaccia così tanto, è uno stimolo per fare sempre meglio, o almeno ci provo.

valepigia: ooooh!!! bene bene bene, a quanto pare non sono l’unica sostenitrice della campagna evviva Mamo, abbasso Seiya…anche questa volta Mamo l’ha messo in imbarazzo, come si permette di guardare la sua Usako…ok per quanto riguarda Helios ed Illusion……che dire…speravo che Mamoru rivelasse la verità in questo capitolo, e invece…

miki90: wow allora anche fai parte della campagna di cui facciamo parte anche io e valepigia (leggi, il ringraziamento a lei)…bene siamo in tanti!!! eccoti il seguito, tu che azzardi???Dov’è stato Mamo?

v.carvelli: grazie mille per i complimenti, sono contenta che la trovi addirittura stupenda…eccoti il seguito.

merwen: e con te siamo a 4, chi altro vuole unirsi alla campagna evviva Mamo abbasso Seiya??? ok…tu sei anche la seconda che azzarda Illusion…che sia vero???

Mile: oooops…ho sbagliato siamo 5 i sostenitori di Mamo con te…e oltre tutto tu gli ridi anche in faccia…su cosa deve ancora dire Mamo, c’è molto, sappiamo però che conosceva già la Principessa Kakyou…chissà.

akane_val: wow un’altra nuova commentatrice (si può dire commentatrice?...Non credo…vabbè dettagli)con te siamo a 6 per Mamoru e 0 per Seiya…hi hi hi, grazie mille per i complimenti, sono contenta che ti piaccia così tanto la storia e il mio modo di scrivere, ti aspetto ancora.

Usagi89: ooooooh!!! 6 per Mamoru e “1” per Seiya…mi sa che qui sei l’unica a tifare per il povero Seiyuccio…o forse ti fa solo pena…; ) ti ringrazio per i complimenti che mi hai fatto, fa piacere quando una storia che scrivi coinvolge così tanto le persone.

 

Un ultimo ringraziamento va alla mia mammina adorata che è costretta a leggere tutti i miei capitoli, non è molto appassionata di Sailor…anzi, quando ero piccola diciamo pure che non la poteva sopportare…ma per me fa questo ed altro, alla mia amichetta Kiaretta, che sa in anteprima tutto quello che deve succedere, e dulcis in fundo, al mio dolce Mamo-chan, che è a letto malato (è per colpa sua che non ho pubblicato prima) e io ho dovuto assisterlo da brava infermierina, Mamo-chan chiama, Usako corre…J lo ringrazio perché nonostante non gli piaccia un gran chè Sailor Moon (è una cosa da femmine)legge, anzi…si fa leggere i capitoli mano mano che li pubblico.

Ciao a tutti e alla prossima

Bacio Usa

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Capitolo 5
*** Verità e rimorsi. ***


Capitolo 5: Verità e rimorsi

 

- Il mio seme di stella ha brillato, e senza che io facessi nulla, come tirato da una forza sconosciuta, è stato strappato dalle mani di Galaxia, ed è tornato nel mio petto. Il mio corpo è stato avvolto da un’aura d’oro, e in quel momento ho potuto vedere, anche se solo per un momento, il suo sguardo perso. L’energia è aumentata, fino ad emanare una luce così tanto forte da non permettermi di vedere più niente. Devo aver perso i sensi, quando mi sono risvegliato mi sentivo distrutto, privo di forze, ed avevo la vista appannata, ma sentivo distintamente due voci. Una delle due persone si era accorta che mi stavo riprendendo, e si era avvicinata per darmi il benvenuto nel suo mondo.

Ero finito ad Illusion, Helios aveva percepito la mia presenza in uno dei suoi boschi.

Lentamente la mia vista era tornata nitida. Potevo riconoscere distintamente il mio custode, ma non la donna che era con lui - Mamoru si voltò verso la Principessa Kakyou, invitando tutti gli altri, con un gesto della mano, a fare altrettanto - Era lei. Ancora non sapevo chi fosse, né perché era lì, ma avevo fiducia in Helios e nel suo giudizio. - La sorpresa nei volti dei presenti era palpabile, nessuno si sarebbe mai aspettato che la Principessa conoscesse il custode dei sogni, e ancora meno che fosse stata su Illusion.

Quello stesso giorno…bè, dire giorno non è esatto, su Illusion il tempo non è concepito così come sulla Terra, comunque…abbiamo sentito il vostro richiamo, Three Lights, la vostra canzone, il corpo della vostra Principessa ha iniziato ad illuminarsi, ma io, davvero, ancora non capivo. Era giunto il momento che anche io venissi a conoscenza dell’imminente realtà. Così Kakyou mi ha raccontato del suo pianeta, di come Galaxia lo ha distrutto, e della sua fuga fino a qui; Helios la stava nascondendo e la proteggeva dalla malvagia regina, non poteva ancora riunirsi a voi, era troppo pericoloso, era ancora troppo debole, così come lo ero io. Mi ha spiegato che Galaxia aveva bisogno dei semi di stella di tutte le Sailor Senshi dell’universo, e che non si sarebbe fermata fino a quando non avrebbe raggiunto il suo scopo. La cosa mi lasciava alquanto perplesso…esistevano altre Senshi oltre a voi? Ancora prima di poter porre la mia domanda Helios mi ha spiegato che ogni corpo celeste, dotato di un nucleo vivente, possiede un seme di stella, ed ogni seme di stella dà vita ad un custode. Per questo, ognuna di voi ne posside uno.

In passato si è combattuta una guerra per fermare il principio di tutti i mali: Caos. Una Senshi molto coraggiosa, la più potente di tutte, era riuscita ad intrappolare nel proprio corpo questa entità, non potendo eliminarla. E’ ricordata ancora oggi come la Senshi Leggendaria. Purtroppo, Caos è di nuovo rinato, e Galaxia è al suo servizio; i vostri poteri non saranno sufficienti contro di lei, è per questo che dovremo trovare il raggio della Speranza: è l’unica arma effettivamente necessaria, anche se non sappiamo esattamente cos’è, né sotto quale forma si presenta.

Dovevo tornare ed avvertirvi in qualche modo, ma non ne ero in grado, non ancora.

La principessa mi aveva assicurato che non sareste state sole, le sue guardiane vi avrebbero aiutate.

Così il mio custode mi ha chiesto di fare una scelta: tornare da voi, o rimanere lì…e imparare a sviluppare il mio potere.

Ero sconcertato. Io? Un potere? Com’era possibile?

Il mio amore per te, Usagi, aveva vinto ancora, il disperato desiderio di continuare a

proteggerti lo aveva risvegliato.

Ebbene, non era stato il seme di stella a tornare da me, era stato il mio potere a richiamarlo. Per questo motivo ero così spossato, non ero in grado di sostenere lo sforzo.

Istintivamente avrei risposto… torno da loro, torno da lei… ma come ti avrei protetta? Con le mie rose? No, erano bastate a mala pena come diversivo contro mostri e demoni. Questa volta era diverso.

Nel breve tempo che mi ero concesso per pensare, Helios mi aveva permesso di osservarvi… bè, eravate grandi, come ad ogni battaglia, e poi, le guardiane della Principessa Kakyou erano sempre al vostro fianco, anche se tra alcune non correva buon sangue.

Ero pieno di sensi di colpa, e di rimorsi, ma avevo preso la mia decisione: sarei rimasto lì, ma avrei continuato ad osservarvi. - Seiya si perse per un attimo nei suoi pensieri… se li aveva controllati tutto quel tempo, forse si era accorto dei sentimenti che provava per la sua ragazza - Imparavo in fretta, ma usare il mio potere mi stremava, segno che non ero ancora abbastanza forte. Helios mi insegnava anche l’arte della telepatia e mi allenava ad inviare la mia proiezione astrale in altri luoghi, è così che ho cercato di comunicare con te, Usako, è così che ti ho visto piangere nella tua camera, e i miei sensi di colpa aumentavano, come avevo potuto lasciarti sola…

Il giorno in cui sei stata attaccata la prima volta, durante la festa della scuola, io avevo appena concluso finalmente con successo la simulazione di un attacco, ero stremato, di nuovo; davvero non capivo perché non fossi ancora in grado di resistere… ti ho vista gridare di dolore, l’espressione del tuo volto… Dio, non la scorderò mai… ho gridato con te, ero disperato, non sapevo cosa fare, ma non riuscivo a tenermi in piedi - la sua voce iniziò a tremare, i pugni chiusi, tanto stretti quasi da non far passare il sangue, fissava un punto all’infinito poco più avanti delle sue ginocchia - Helios e la Principessa erano accorsi immediatamente per sorreggermi. I miei occhi chiedevano, supplichevoli, aiuto, e lei ha accolto la mia silenziosa preghiera.

E’ così, che sei stata salvata, Usako, la Principessa si è rivelata a voi per questo motivo. - sebbene questa verità sorprese tutti, Mamoru non permise a nessuno di interromperlo - In preda al panico, ho continuato a concentrarmi, cercando di controllare il mio potere, ovviamente non ti perdevo d’occhio neanche per un solo attimo, dopo quello che ti era accaduto, - Usagi gli strinse forte la mano - dovevo fare in fretta, Galaxia ti aveva trovato, maledizione, ma io ero sempre più debole, fino a che Helios, cercando di darmi coraggio, mi ha rivelato che dovevo semplicemente accettare il potere che il seme di stella condivideva con me, non cercare di essere superiore ad esso, volendo controllarlo, per questo ero sempre così stanco dopo ogni tentativo…non capivo bene, ma ho cercato lo stesso di liberare la mia mente da tutti i pensieri, e il mio cuore da tutte le pene… ero in una specie di trance, e in quello stato sono riuscito e mettermi in contatto con il mio seme di stella… potevo sentirla, ogni cellula del mio corpo la sentiva, un’energia incredibile pervadeva il mio corpo, e per la prima volta mi sentivo forte. Quando sono tornato a controllarti, eri sul tetto della tua scuola, ma un’ombra scura era già poco dietro le tue spalle, dovevo intervenire subito, non me lo sarei mai perdonato, se ti fosse successo qualcosa…qualsiasi cosa, e questa volta avevo davvero la capacità di farlo…il resto lo avete visto con i vostri occhi. -

Silenzio. Nessuno osò parlare, Seiya non osò nemmeno respirare.

Tutto questo non faceva altro che accrescere maggiormente l’ansia del povero Mamoru, già a livelli massimi.

Al contrario, Usagi si lasciò trascinare dalle sue emozioni, e gli lanciò letteralmente le braccia al collo. Mamoru si sarebbe accontentato di un sorriso da parte sua, ma di certo non si sarebbe lamentato.

- Oh Mamoru! Non devi sentirti in colpa, so che l’hai fatto per me, so quanto ti è costato - strinse la presa ancora un po’ e subito sciolse l’abbraccio per guardarlo negli occhi, per dimostrargli che lei aveva capito, ma lo sguardo di lui era fisso sul pavimento. Gli accarezzò, dolce, le guance con entrambe le mani, ed approfittò dell’istintivo rilassamento del ragazzo per alzare il suo volto, e costringerlo a guardarla.

- Ehi… pensavi davvero che non avrei capito? So di essere tutta la tua famiglia, e per questo so che non avresti fatto mai nulla per farmi soffrire di proposito… si, è vero, ho pianto molto, e c’è stato più di un momento in cui ho pensato che mi avessi dimenticata, ma adesso so. So che tutto quello che hai fatto fin’ora, è stato solo per potermi salvare… ancora una volta. Ti prego non portare nel tuo cuore il peso di una colpa che non esiste… io ti amo amore mio, ti amo anche per questo. -

Mamoru non credeva alle sue orecchie, da quando la sua Usako, così pigra, svogliata e pasticciona, faceva discorsi tanto toccanti? La solitudine ed il dolore l’avevano fatta crescere così in fretta…

Lentamente, un sorriso fece capolino sul suo viso, continuava a guardarla, rendendosi davvero conto di che angelo avesse accanto; a volte si danno per scontati certi sentimenti, si dà per scontata la stessa persona che ogni giorno ci sorride felice, ed è in momenti come questo che si riesce a guardare oltre, a capire davvero cosa nasconde il nostro cuore, e lui sapeva che quei sorrisi erano proprio per lui, e per nessun altro.

L’amava, l’amava con tutto se stesso.

La baciò con passione e trasporto, tanto che la stessa Usagi ne rimase sorpresa.

- Ti amo anche io Usako, non immagini quanto…- appoggiò la fronte alla sua, e così rimase, fino a che una persona si alzò, e sbattendo con violenza la porta, uscì dall’appartamento.

 

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No. Non ce l’aveva fatta. E come avrebbe potuto. Sapeva di non essere stato affatto gentile ad andarsene in quel modo, ma non aveva certo intenzione di rientrare e chiedere scusa…

- E adesso? Dove me ne vado… Maledizione a te Mamoru!!! - Si pentì immediatamente di aver imprecato senza ritegno, non poteva certo desiderare che fosse morto nelle mani di Galaxia. No, questo no, ma magari che fosse davvero arrivato in America… lontano da lì, lontano da lei, e forse lui avrebbe potuto avere una possibilità, farle capire che … - Ma che cosa mi metto a pensare, chi voglio prendere in giro… tu eri davvero convinta che lui fosse in America, e anche se non hai più avuto contatti con lui, non hai mai spesso di sperare… io… non posso competere con un sentimento così forte… - Si strinse nelle spalle e si avviò verso casa, aveva proprio voglia di farsi una bella doccia, magari il getto bollente dell’acqua avrebbe lavato via i pensieri tristi.

 

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Erano rimasti un po’ tutti di stucco per il comportamento di Seiya, erano ancora tutti lì, seduti per terra, e nessuno diceva una parola, ma tutti si chiedevano la stessa cosa.

- Ehm… forse si è ricordato di un impegno importante… - azzardò Usagi, poco convinta - ehm… no, direi di no - si affrettò ad aggiungere notando che un sopracciglio di Rei si era innaturalmente inarcato.

- No Usa, io direi che c’entra qualcosa di più di un impegno dimenticato - replicò subito, quasi a prenderla in giro - nessuno di voi ha notato la sua espressione triste? - chiese assumendo un tono più serio.

I ragazzi si guardarono con un’espressione di sorpresa, davvero Seiya era triste? Taiki e Yaten, pur senza dirsi niente, sapevano che stavano pensando alla stessa cosa, ma quello che non potevano sapere, è che c’era un’altra persona che aveva il loro stesso pensiero.

- Io credo di conoscere il motivo della sua tristezza - intervenne Mamoru, lanciando un rapido sguardo verso Usagi - e credo sia dipesa dal mio comportamento di poco fa, mi dispiace, non era mia intenzione offenderlo o mancargli di rispetto; ma anche lui dovrebbe cercare di avere più rispetto per me, e capire che Usagi non è un trofeo da vincere, non ha davvero senso che lui si metta in competizione con me - disse serio, rivolgendosi ai due ragazzi.

- Lo sappiamo Mamoru, ci dispiace, Seiya è ancora un ragazzino, si lascia trascinare dai suoi impulsi, cercheremo di parlargli e di farlo ragionare - si scusò immediatamente Taiki abbassando gli occhi, e pensando che Seiya aveva ragione nel dire che lo sguardo di Mamoru metteva una certa soggezione.

- Ti ringrazio Principe Endymion, oggi hai sopportato il peso della verità, immagino che sarai provato da tutta questa situazione, perciò credo che noi andremo via, ma prima permettimi di annunciare a tutti voi, in anticipo, che il gruppo dei Three Lights darà un ultimo concerto, grazie al quale cercherà di inviare un messaggio all’intero universo, cercherà il raggio della Speranza. Bene, allora arrivederci, ma sono sicura che ci rivedremo quanto prima.-

Non appena i tre furono usciti, Usagi disegnò sul suo bel visino un broncio, un po’ per allentare la tensione, un po’ perché parte di quello che stava per dire lo pensava veramente.

- Ehi, Mamo, che cos’è tutta questa confidenza con “quella”, sono un pochino gelosa, non ero io la tua Principessa??? - al broncio si unirono grandi occhioni da cucciolo che provocarono le risate delle ragazze, rimaste lì per chiacchierare ancora un po’.

- A proposito di gelosia, Usa, dobbiamo parlare di una cosa abbastanza seria, bè… non riguarda noi in prima persona, ma… insomma, cosa hai intenzione di fare con Seiya? Lascerai che le cose si sistemino da sole, o vuoi parlarci? - chiese Minako… la solita pettegola…

- Io… non lo so, credo che non ci sia niente da chiarire, lui sa come stanno le cose, sa che gli voglio bene, ma fin dall’inizio, ha sempre saputo anche che per me c’era solo Mamoru - Usagi arrossì, queste cose la mettevano davvero in imbarazzo.

- Io invece credo che sarebbe più corretto se tu gli parlassi e chiarissi subito, potrebbero crearsi situazioni poco piacevoli in futuro - logica e razionale Ami, aveva detto la sua, e come al solito, aveva ragione.

- Si Usako, so che può essere imbarazzante per te, e poco piacevole per me, ma Ami non ha tutti i torti. So bene quello che Seiya prova nei tuoi confronti, ho potuto notarlo non appena l’ho incontrato, senza contare quello che ho avuto modo di vedere da Illusion… Usagi, non sarà facile dimenticarti per lui, si è sempre preoccupato per te, ti ha sempre protetta, ed ha anche sofferto; ormai l’avrà capito anche da solo, e lo dimostra la sua reazione incontrollata di poco fa, ma a quanto pare ha bisogno di sentirselo dire chiaramente, altrimenti, il suo cuore potrebbe non volersi arrendere… - le disse Mamoru, accarezzandole i capelli.

- Si… avete ragione, forse è la cosa più giusta, ma non voglio andare da sola, Mamoru, tu verresti con me? -

Forse Mamoru non si aspettava una richiesta di questo genere, ma Usagi sperava così tanto che accettasse, lei non sapeva davvero cosa avrebbe dovuto dirgli…

 

 

Woooooooooooo! Olè, anche questo è fatto!

Spero che adesso le vostre idee siano un pochino più chiare, vorrei mettere dei disegni alla fine di ogni capitolo per rendervele limpide, ma non so come si fa…^ _^’

Ho cercato di dare anche una spiegazione alle voci che Usagi sentiva, ricordate? “…ako…Usako…”

Sapete non è facile far parlare Mamoru…è sempre così serio e posato, maturo e controllato, anche quando è nervoso e agitato, ma, come abbiamo visto, non quando gli toccano la sua Usako, diventa una bestia!!! Si Mamo, vai così!!!

In questo capitolo, che spero non sia risultato troppo pesante, ho voluto mettere in evidenza la maturità di un uomo come Mamoru “Usagi non è un trofeo da vincere, non ha davvero senso che lui si metta in competizione con me” rispetto all’impulsività di un ragazzino come Seiya “Sapeva di non essere stato affatto gentile ad andarsene in quel modo, ma non aveva certo intenzione di rientrare e chiedere scusa […] Maledizione a te Mamoru!!!”, non tanto per Mamo o Usa, ma agli occhi stessi di Seiya… Insomma come pensa di poter competere con uno come Mamoru

Ok detto questo, passo subito ai ringraziamenti nel solito ordine:

 

v.carvelli: eccoti subito il numero 5, spero che la tua curiosità sia stata soddisfatta.

 

Mile: adesso il racconto è completo, spero di non aver fatto troppa confusione, e soprattutto spero che sia stato sempre bello leggerlo.

 

stella: ma guarda chi abbiamo qui… una nuova recensitrice… (mi sa che non si può dire così in Italiano). Spero davvero che continuerai a seguire la mia storia

 

dolcebunny: si, ti voglio torturare, si, si!!! ah ah ah!!! sono contenta che ti abbia “preso” questa storia e sono contenta che ti piaccia davvero

 

valepigia: ciao socia del club! Allora… che dici? Abbiamo scoperto parecchi altarini in questo capitolo… Spero che non sia troppo pesante, ho cercato di metterci un paio di scene divertenti, altrimenti, sai che tristezza,troppo serio… aspetto con ansia un tuo commento

 

merwen: ok spero che le tue idee siano chiare ora, in realtà la terza persona era Kakyou, ma fa lo stesso, l’importante è che avete indovinato Helios… non era poi così difficile.

 

Usagi89: Oddio addirittura i brividi per l’altro capitolo??!! se me lo dici, perché non dovrei crederci, in fondo mi fa piacere; mi dispiace di aver fatto soffrire Seiya anche qui, ma piano piano si sta mettendo il cuore in pace.

 

sailormoon81: ciao mitica “teacher”!! Che ne pensi? Spero di non aver fatto troppa confusione con i tempi dei verbi e con la punteggiatura, e spero di non averlo appesantito troppo, (per alleggerirlo ho inserito la scena di Usagi-gelosa). Spero anche che i tuoi dubbi sulla storia si siano dissipati.

 

akane_val: non è facile far parlare un personaggio per quasi un capitolo di seguito senza appesantire il capitolo, anche per questo l’ho tagliato, e spero che il risultato sarà apprezzato… si lo so, Mamo è sempre dolce, ma cerco di fargli mantenere una certa maturità, al contrario di quel ragazzino di Seiya. Sono molto contenta anche del fatto che sei riuscita a “vedere” la scena dello scorso capitolo con i tuoi occhi, vuol dire che i miei sforzi non sono inutili

 

Kirby: spero di aver risposto ai tuoi interrogativi, non era poi così difficile immaginare Helios, spero che non sia stato troppo pesante il capitolo, a te com’è sembrato?

 

miki90: il mistero è risolto! Illusion!Se sei una romantica di sicuro ti sarà piaciuto il bacio passionale…

 

blue1989: mi sa che questo un pochino pesante lo è… mmmmmh, comunque spero che i tuoi dubbi siano risolti, e come puoi notare anche qui il sentimento di Seiya è forte, sebbene prevale quello di Mamo.

 

PrincessAngel: come dice lui stesso il suo amore per Usagi ha vinto ancora…ecco come ha fatto a riprendersi il seme di stella, lo so che vi ho lasciato in sospeso, ma se questo è un po’ pesante, figurateli tutti e due insieme…

 

Ringrazio anche tutti quelli che leggiucchiano solamente, e anche quelli che mandano addirittura delle e-mail per farmi i complimenti, grazie a tutti e vorrei dirvi che tengo ad ognuno di voi singolarmente, e che appena leggo i vostri nomi nei commenti mi sembra di conoscervi ormai, mi trovo a dire - ehi guarda chi ha scritto -e poi mi date un incentivo per cercare di fare sempre meglio… mi raccomando continuate a sostenermi.

In questo capitolo c’è anche un mio messaggio personale che non so in quanti hanno colto: “Non dare mai per scontato l'affetto delle persone, tutto quello che fanno per te, un bacio, una carezza, una parola di conforto, un consiglio, un sorriso... non ti è dovuto, consideralo un dono prezioso fatto con il cuore, e non stancarti mai di dire "ti voglio bene" o "ti amo", le persone hanno bisogno di sentirselo dire anche se già lo sanno...non dimenticarlo mai!”

 

Ok non mi resta che augurarvi Buona Pasqua

Bacio Usa

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Capitolo 6
*** Un concerto per la Speranza ***


Capitolo 6: Un concerto per la Speranza

 

Era davanti alla porta del suo camerino da almeno un quarto d’ora, la mano ad un soffio dallo sfiorarla, ma chissà perché, la sua testa proprio non ne voleva sapere di farla bussare.

Per tutto il viaggio in autobus non aveva fatto altro che pensare a cosa gli avrebbe detto, al modo migliore per affrontare il discorso… il modo meno doloroso per lui. Tutto quello che le veniva in mente, erano frasi banali e scontate. No, decisamente non andava bene per niente.

Mamoru non l’aveva accompagnata. A suo dire, aveva già messo Seiya in imbarazzo sufficientemente, e di sicuro non sarebbe stato corretto da parte sua intromettersi in questo modo. Era una questione tra lei e Seiya.

In cuor suo, sapeva che Mamoru non aveva torto… ma era così dannatamente imbarazzante…

Erano già le 6 del pomeriggio, tra nemmeno un’ora ci sarebbe stato l’ultimo concerto dei Three Lights… lei sapeva qual era il vero scopo, ma i loro ammiratori no, e ce ne sarebbero stati davvero tanti… quindi se non aveva intenzione di rendere vani gli sforzi delle ragazze, che erano lì, in prima fila fin dalle prime luci del mattino a tenere un posto anche per lei, doveva trovare il coraggio e bussare a quella maledetta porta.

Era così assorta nei suoi pensieri, che sobbalzò spaventata nel sentir suonare il suo telefono, e nel trambusto di cercarlo per affrettarsi a rispondere…

- Pronto? - oooops… la mano si appoggiò, poco delicatamente, alla porta del camerino di Seiya…

- …Ehm… ciao testolina buffa… -

- Seiya… - esclamò sorpresa.

- Ecco, avevo chiamato per parlarti di una cosa… ma, è un po’ lunga, preferirei vederti…Scusami un attimo…Arrivo! Arrivo! -

- Aspetta… in che senso arrivi?? - il suo timore trovò presto conferma.

Seiya aprì la porta del suo camerino. Davvero non si aspettava di trovarci Usagi dall’altra parte … l’imbarazzo regnava incontrastato, entrambi tenevano ancora il telefono accostato all’orecchio e nessuno dei due accennava a chiudere la bocca, spalancatasi, a chi per la sorpresa, a chi per lo spavento.

- Ciao… Seiya… non mi ero accorta di aver bussato - rise nervosamente.

- Ehi… e tu che ci fai qui? - disse con il suo solito fare spavaldo.

- Io… ecco… veramente…- un tuffo al cuore… già, che diavolo ci faceva lei lì? Non poteva andare a prendere i posti insieme alle sue amiche? No, anche se era molto in imbarazzo, non aveva nulla di cui vergognarsi, avrebbe chiarito una volta per tutte quella situazione.

- Non importa… il mio desiderio è stato esaudito - Seiya sorrise imbarazzato, era il momento di aprirle il suo cuore - sei qui -

- Seiya, io… -

- No, ti prego non mi interrompere, potrei non trovare più tutto questo coraggio…- inspirò profondamente - Testolina buffa, tu… hai cambiato la mia vita, sei entrata nel mio cuore senza che me ne rendessi conto, sapevo che non era giusto innamorarsi di te, ma per il cuore non esiste giusto o sbagliato, e per il mio cuore esisti solo tu… Usagi, so che tu mi vuoi bene, ma io ti amo… - la baciò, dolce, sulla guancia, e lei non riuscì a trattenere una piccola lacrima, che faceva capolino in un angolo dei suoi occhi - vorrei solo averti incontrata prima di lui. So che non ho speranze, ho potuto sentire il vostro amore sincero e profondo, con cui io non posso davvero competere… per questo, oggi dico addio al mio amore, ma non alla mia amica. Ti voglio bene Usagi… io per te ci sarò sempre. Adesso scusa, ma devo prepararmi per il concerto, farai meglio ad andare a cercarti un posto se non vuoi restare in piedi - imbarazzato da morire, ma sorridente e contento di essere stato sincero, si allontanò lungo il corridoio, verso la sala prove.

La lacrima ne aveva chiamate altre, molte altre, tanto che ormai gli occhi di Usagi ne erano pieni, e non sapendo più dove nasconderle, le lasciavano libere di scivolare. Non avrebbe distino l’immagine di Seiya di spalle, se non avesse saputo che era lui. Lo guardava andare via, pensando che era stata davvero una stupida a preoccuparsi di cosa avrebbe dovuto dire, in fondo lei non aveva spiccicato neanche una parola, Seiya aveva detto davvero tutto quello che c’era da dire, molto coraggiosamente, compresi gli argomenti poco piacevoli, non le restava che raggiungere le sue amiche e sostenerlo dalla prima fila.

 

------------------------

 

- Ciao ragazze! -

- Ciao Mamoru, ma Usagi non è con te?- chiese Rei preoccupata - con tutta la gente che sta arrivando finirà per perdersi, sbadata com’è - la prese in giro scherzosamente, portandosi una mano sulla fronte.

- Bè, Usagi ha deciso di andare oggi a parlare con Seiya, non so dov’è ora, alla fine non l’ho accompagnata io qui, non tanto per lei, quanto per Seiya… ma il concerto inizierà fra non molto, credo che ci raggiungerà a momenti -

- Capisco… - Rei gli poggiò, comprensiva, una mano sulla spalla - non deve essere una situazione facile, ma vedrai che capirà. -

- Parli del diavolo… e spuntano i codini - Azzardò Minako indicando una testolina bionda che si faceva strada tra la folla.

- Spuntano le corna, Minako! Possibile che tu non riesca mai una volta ad indovinarne uno? - la corresse Ami, senza tuttavia distogliere lo sguardo dal libro di ingegneria genetica, che si era portata dietro, a suo dire, per ingannare l’attesa.

- Dettagli…! - ribatté, voltandosi dalla parte opposta e incrociando le braccia al petto, fingendosi così offesa.

- Uffa! Finalmente ce l’ho fatta! Scusate per il ritardo, ma… tanto ormai ci siete abituate - rise fin troppo forzatamente Usagi, giunta finalmente alla tanto agoniata destinazione.

- Ehi Usa, che cosa significa questa strana risatina, che cosa è successo con Seiya??? chiese Minako allusiva.

Sebbene ancora imbarazzata, prese coraggio e dopo un sospirone raccontò dell’incontro, di quanto si era sentita sciocca dopo, e di come invece era stato sincero lui, sincero ma consapevole.

Non volendo, Mamoru si lasciò sfuggire un leggero sospiro di sollievo, provocando le risate delle ragazze, ed allentando finalmente la tensione.

- Ah! Scusate ragazze, ma Michiru e le altre non verranno! - ricordò loro Makoto - bè, sapete quanto Haruka non sopporti Seiya… - aggiunse accennando un sorrisino e facendo spallucce

Improvvisamente l’anfiteatro si illuminò, attirando l’attenzione sul sipario, che rumorosamente veniva issato da dietro le quinte.

Gli strumenti erano pronti, la band era sul palco. Seiya si avvicinò al microfono per annunciare l’inizio del concerto. Uno scroscio di applausi lo accolse.

- Vorrei ringraziare tutti voi, per essere qui oggi, ed in particolare una ragazza - i suoi occhi cercarono Usagi, e quando finalmente la trovarono, si accorse che lei era arrossita… eh già, la sua testolina buffa era fatta così… - una ragazza speciale, un’amica preziosa, che non smetterò mai di ringraziare per tutti i bei ricordi… li porterò sempre nel cuore - …certo che le ragazze avrebbero potuto anche evitare di stuzzicarla con pizzicotti e spintarelle varie… e Mamoru? bè lui lo stava guardando, fisso, ma questa volta nessuno sguardo ostile, sorrideva anche lui - per questo la prima canzone la dedicherò a lei e naturalmente… al suo grande amore - Seiya si voltò verso i suoi fratelli, facendo cenno con la testa di attaccare con la base.

Mentre ascoltavano le note di quella canzone, le ragazze e Mamoru avvertirono un gran batticuore, percepirono chiaramente il loro messaggio disperato, alla ricerca della Speranza che li avrebbe salvati, tuttavia richiamò ben altro.

Un lampo accecante, seguito quasi immediatamente da un tuono, squarciò rumorosamente il cielo… possibile che si fosse annuvolato così improvvisamente?

Bè, se il tuo nome è Galaxia, e se hai un potere immenso… allora si, è possibile. Non appena la luce abbagliante si spense, la folla riuscì a vedere chiaramente un essere con le fattezze di una donna sospesa sulle loro teste.

Rideva maligna, senza alcun ritegno.

Il panico si diffuse in meno di un attimo, la gente urlava terrorizzata, cercando riparo fuori dalla costruzione che ospitava il concerto. Chi si arrampicava sui seggiolini, chi correva giù per i gradini, non curanti di quelli che, invece, venivano in senso contrario. Qualcuno era già ferito a causa della violenza che molti avevano usato, spinti da puro spirito di sopravvivenza.

- Poveri umani, guardate quanto siete piccoli e insignificanti al mio cospetto! - mentre infieriva sulla folla impazzita, percepì una forza conosciuta. Cercò avidamente i suoi occhi, prima di credere pienamente alle proprie sensazioni.

- Tu… Dannato Principe! - Galaxia non riuscì a pronunciare nient’altro, tanta era la rabbia e l’odio che padroneggiava nel suo cuore.

Mamoru si mise istintivamente un passo avanti ad Usagi, quasi a volerla nascondere.

Seiya scese dal palco, ed in fretta raggiunse le ragazze, mentre i suoi fratelli si precipitarono dietro le quinte, dov’era nascosta la loro Principessa. Dovevano proteggerla a tutti i costi, senza di lei sarebbero stati persi. Chi li avrebbe guidati, chi li avrebbe incoraggiati a non arrendersi?

Poco sopra il terreno, alle spalle delle ragazze, apparve, silenziosamente, dal nulla una sfera di luce, che svanendo rivelò una loro vecchia conoscenza. Tin Nyanko stava per scagliarsi contro di loro. ma qualcosa glielo impedì, o meglio… qualcuno.

Le Outer Senshi, richiamate dalle urla e dal loro innato senso del pericolo, l’avevano attaccata per prime. Gli altri si voltarono immediatamente, trovando la loro nemica a terra, stremata. Mamoru strinse Usagi, cercando di infonderle un po’ di coraggio, non avevano neanche un attimo da perdere, e lui per primo richiamò a sé i poteri del suo pianeta, indossando l’armatura del Principe Endymion. Le ragazze seguirono il suo esempio, e per ultimo Seiya. Ormai c’era ben poco da aver paura, se dovevano combattere, non si sarebbe tirato indietro nessuno di loro.

Endymion indirizzò la punta della sua spada contro il cielo, contro Galaxia, ma qualcosa lo turbava.

- C’è qualcosa che non va - mormorò quasi tra sé e sé, ma non distolse mai lo sguardo dalla malvagia regina, come se la soluzione fosse proprio lì - Galaxia sta sorridendo… c’è qualcosa che non va, qualcosa… ma cosa… - poi la vide, una piccola imperfezione in quella figura. Spalancò gli occhi, e si maledisse per non averci fatto caso prima.

- Correte… - soffiò, ma notando che nessuno aveva ancora fatto un solo passo - Correte! - gridò indicando dietro le quinte dell’anfiteatro - è solo un diversivo, maledizione! -

Passò in testa al gruppo, per guidarlo nella giusta direzione, tenendo sempre stretta a sé Sailor Moon.

Lo spettacolo orrendo che i loro occhi furono costretti a vedere, li lasciò senza fiato. Galaxia era davanti a loro, com’era possibile… teneva in mano il seme di stella della Principessa. Taiki e Yaten erano riversi a terra, privi di forze, ma ancora vivi.

- Ma bravo il mio Principe… il mio ologramma non ti ha distratto a lungo, sei un ragazzo intelligente, ma… - mostrò, orgogliosa, la sua conquista - … non abbastanza - si congedò così, con un ghigno disegnato sulle labbra, sparendo nel nulla.

- No!!! Bastarda!!! - le lacrime di Star Fighter scendevano copiose, mentre i singhiozzi le rompevano il respiro. Corse ad abbracciare la sua Principessa, ormai poco più di un’ombra - Principessa… ti prego parlami… dì qualcosa, ti prego… non puoi lasciarci così… -

- Il Raggio della Speranza… trovate il Raggio, e ricordate… siete una squadra - prendeva fiato ad ogni parola, ormai non poteva quasi più respirare - siete una famiglia… combattete unite… sempre.- con un dolce sorriso si disperse in mille particelle, avvolta dal suo inconfondibile profumo, lasciando vuote le braccia della sua guardiana.

Sailor Moon era inorridita, non aveva mai visto nessuno a cui era stato sottratto con successo il seme di stella. Le mani premevano sulla bocca, forse a soffocare un grido. Poi lo vide, nella sua mente vide l’immagine di Mamoru, mentre Galaxia affondava i suoi artigli nel petto del ragazzo, mentre stava per sparire… già, anche lui aveva rischiato di fare quella stessa fine. Le gambe le cedettero, ed incontrarono il freddo pavimento. Endymion corse per sorreggerla. Non piangeva. Non parlava. Nulla. Fissava solamente quel freddo pavimento, abbracciando se stessa.

Uranus sopraggiunse dietro di lei, insieme alle altre, tenendo Tin Nyanko, stretta, sebbene fosse svenuta.

- Che cosa… - “Che cosa è successo?” avrebbe voluto chiedere, ma le parole le morirono sulle labbra, lo capiva da sola, e nonostante quello non fosse il momento più adatto, dovevano occuparsi anche dell’essere che portava con sé.

- Scusate, che ne facciamo di lei?- osò finalmente rompere quel silenzio, più pesante e fastidioso di un chiasso assordante.

- Ci penso io - Mars stava caricando il suo colpo migliore, ma una mano piccola e leggera le bloccò il braccio.

- No, Rei, ti prego, io so che posso liberarla, lasciami tentare - Usagi sperava davvero di poterla salvare, in fondo erano tutte Senshi, che senso aveva combattere le une contro le altre.

Tin Nyanko si risvegliò improvvisamente, tanto che Uranus la lasciò andare d’istinto. Era in preda a forti spasmi, non le permettevano di prendere fiato. I suoi bracciali si unirono, costringendola a portare avanti entrambe le braccia, e poi, senza alcun suono o alcuna luce, scomparvero. Aveva fallito, di nuovo.

Invano chiese perdono alla sua regina, era condannata, senza speranza. Anche lei scomparve sotto gli occhi di tutti. Quella vista li lasciò sconvolti, i loro sguardi erano persi nel vuoto, lo stesso vuoto che era anche dentro al loro cuore. Ognuno si lasciò cadere lì dov’era; chi su una sedia, chi contro una colonna.

- Non è giusto! Non è giusto!!! Potevo salvarla… potevo farlo davvero! - questa volta erano le lacrime di Sailor Moon a cadere. Amare. Inarrestabili.

Endymion era allibito quanto lei, la strinse più che poteva, appoggiando il suo viso sui suoi capelli. Dalla sua bocca non uscì alto suono, se non un debole soffio, ripetuto all’infinito come una ninna nanna, affinché calmasse la sua Usako.

Non c’era più tempo, non più.

 

Eccomi di nuovo tra voi. Prima di tutto chiedo scusa per il ritardo, ma il mio adorato Mamo-chan è stato male di nuovo… e che ci volete fare???

Ok in questo capitolo ho di nuovo voluto inserire una scenetta comica all’inizio, credo che sarà l’ultima, ormai la battaglia finale incombe, e ci sarà ben poco da ridere, quindi ho approfittato di questa ultima possibilità.

Mamoru è un ragazzo intelligente ed ha colto dopo poco cosa non andava in Galaxia… e voi avete capito?? Nel prossimo capitolo Mamoru lo spiegherà, ma intanto voi azzardate pure… ; )

Fate attenzione ai sentimenti dei personaggi, dicono qualcosa dell’epilogo, ma non vi posso dire di più…

Adesso vaniamo ai ringraziamenti nel solito ordine:

 

princessangel: lo so che mi sono fatta desiderare, ma è una bella sensazione… spero che il tutto sia chiaro, l’ho riletto tantissime volte, ma io ovviamente “so”…

 

stella: questa volta non sono stata tanto cattiva con Seiya, a parte il fatto che Usagi gli voleva dare questo bel due di picche…lo so che vi fa pena poverino…

 

dolcebunny: woooo ti sei sciolta… bè sono contenta, anche qui ci sono un paio di scenette rrrromantiche.

 

sailormoon81: lo so che era serio il capitolo, ma mi serviva così, per questo ho inserito la scenetta simpatica, e per lo stesso motivo l’ho inserita anche qui, spero ti sia piaciuta.

 

miki90: bè si, Mamo è sempre fantastico, e questa volta scommetto che ti è piaciuto anche Seiya… vero?

 

sissy: a te innanzi tutto do il benvenuto, cerco di seguire i vostri consigli sulla grammatica… non è sempre facile, ma ce la posso fare, sono contenta anzi che ci sia qualcuno che mi corregga da questo punto di vista. Spero che continuerai a seguire la mia storia, anche perché mi pare di aver capito che la trama ti piace… ; )

 

valepigia: spero che anche i sentimenti di questo capitolo siano giunti a destinazione, e spero anche che la tua trepidazione resti sempre intatta, mi piace sapere che attendete con ansia il seguito…

 

blue1989: già… povero Seiya, ma questa volta ha mostrato un po’ di maturità, anche se sempre con un pizzico della sua spavalderia…

 

Usagi89: non so se l’hai notato, ma anche qui c’è un paragone… rileggi il modo di sparire di Galaxia e della Principessa Kakyou… sorridono entrambe, anche se molto molto diversamente…per Seiya… bè, se vuoi gli do il tuo indirizzo e-mail, magari vi sentite  ;D  ah ah ah

 

semplicementeme: Bentornata!!! Direi che i paragoni che hai fatto non sono affatto esagerati… in fondo anche loro due sono una coppia storica, solo che non tutti la conoscono…Per i poteri potenziati… bè ancora non so, ma può essere un’idea…

 

Kirby: sono contenta che la storia ti stia tenendo incollata al monitor, e spero che anche questo capitolo abbia attirato la tua attenzione… e sono anche contenta del fatto che ti abbia colpito la frase del trofeo… sai non tutti colgono queste piccole cose.

 

v.carvelli: eccomi qui di nuovo, ancora a tormentarvi con nuovi interrogativi, ma avranno presto risposta, continua a seguirmi.

 

Ringrazio anche il mio Mamo-chan, che mi ha consigliato di non far accompagnare Usagi da Mamoru per andare da Seiya… ok, lo ammetto sarei stata troppo cattiva… e poi mando un bacio alla mia amichetta Kiaretta, che a Pasqua ha letto ad alta voce ben tre capitoli… povera… anche lei era d’accordo con Mamo-chan sull’incontro con Seiya. A proposito… non potete capire quanto mi hanno preso in giro a causa del “seme” di stella… lo hanno preso per una cosa porno…(non ho parole), e in più ogni volta che nominavo Illusion, mi cantavano il ritornello di quella canzone che contiene proprio questa parola, povera me, incompresa…infine vorrei mandare un sorriso alla mia nuova amica Milena.

Bacio Usa.

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Capitolo 7
*** Paura dei sogni. ***


Capitolo 7: Paura dei sogni.

 

Di nuovo quel posto. Di nuovo la Luna. La stessa ombra, ma questa volta poteva vedere qualcosa di più… piccoli riflessi dorati illuminavano tutta la linea dell’ombra…

- Chi sei…? - chiese intimorita.

- Davvero non mi riconosci, piccola creatura? - rise soddisfatta colei che si nascondeva nell’ombra.

Usagi sgranò gli occhi.

- Non è possibile… - disse in un soffio, stava trattenendo il respiro - tu sei… Galaxia… -

- La prossima sarai tu… Principessina…ti sto aspettando - la additò, senza tuttavia uscire dall’ombra.

Il suo cuore accelerò i battiti, tanto che poteva sentirne il rumore... istintivamente si allontanò da quella figura. Lentamente, un passo alla volta, sembrava così faticoso…

- No… no… no!!! -

 

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- No!!!- Usagi si svegliò urlando. Era nel suo letto, nella sua cameretta - Dio mio… credevo di averla davvero davanti ai miei occhi - sussurrò, senza tuttavia nascondere un nodo alla gola. Scostò le coperte e si mise a sedere, la sua attenzione venne catturata da un bagliore fuori dalla finestra. La Luna, era quasi piena. Socchiuse gli occhi, cercando di ricevere tutti i suoi benefici. Era ancora troppo presto, ma forse… se avesse chiamato Mamoru… - No, non posso chiamarlo per ogni sciocchezza che genera il mio cervellino… insomma, era un sogno… o forse no…? - sbuffò e tornò a sdraiarsi. Lanciò un’occhiatina al telefono sulla scrivania, ma per non cadere in tentazione, si voltò dall’altra parte e affondò il viso tra le coperte.

 

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- Usako!!!! - Mamoru spalancò gli occhi e scattò a sedere così in fretta, che credette di stare ancora sognando. Gli ci volle qualche attimo per rendersi conto che non era sulla Luna, e che Galaxia non stava affatto attaccando la sua Principessa… allora, perché era così in ansia…? Stringeva ancora forte la coperta, e istintivamente si voltò verso la finestra, come faceva ogni volta che aveva pensiero per qualcosa. Ah… che Luna! Le sorrise, come se stesse sorridendo alla sua Usako, e cercando in lei un po’ di conforto, si coricò nuovamente, spostando la testa in un angolino del cuscino, per non rinunciare al tiepido benessere che i suoi raggi gli offrivano.

 

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Quella mattina nessuna delle ragazze sarebbe andata a scuola, era arrivato il momento di scrivere la parola fine, prima che avessero perso la speranza di farcela. Taiki e Yaten erano distrutti, si sentivano schifosamente in colpa per la perdita della loro amata Principessa. La loro speranza l’avevano persa in quel preciso momento.

Mille pensieri affollavano la mente di Usagi. Era in un ritardo stratosferico… se avesse dovuto andare a scuola… ma quella mattina non sarebbe stata sgridata, nessuna punizione, nessun compito, nessun professore a dirle che doveva impegnarsi di più… no quel giorno lei avrebbe salvato il mondo, non si sarebbe arresa, fino alla fine. Se solo avessero avuto la certezza di dove si trovasse quella maledetta strega… Bè, quello era lo scopo del loro incontro di quella mattina, a dire il vero. Trovarla.

- Usagi!!! - la sollecitò sua madre dalla cucina.

- Ho finito, ho finito, eccomi - le rispose cominciando a scendere le scale.

- Benedetta ragazza… ma vuoi proprio che ti caccino da scuola?! - la rimproverò, ma immediatamente si accorse dell’espressione preoccupata della figlia - tesoro, non ti senti bene forse?- poggiò le labbra sulla sua fronte per controllare che non avesse la febbre.

Usagi approfittò di quel momento per abbracciarla forte.

- Grazie mamma… di tutto… - trattenne le lacrime, cercando di imprimere nella sua mente quel tocco gentile, il profumo dei suoi capelli… un giorno anche lei avrebbe cercato di essere una madre dolce e premurosa, come la sua.

- Ehi… sembra che tu debba partire per la Luna, Usagi - al solo sentirla nominare la ragazza sussultò - o forse… dovrei chiamarti “testolina buffa” - la prese in giro facendola arrossire, sapendo che quello era il modo in cui Mamoru la chiamava affettuosamente. - senti un po’… non è che tu e Mamoru avete intenzione di andare da qualche parte oggi? Non è da te essere così tranquilla sapendo che le lezioni inizieranno esattamente tra… 5 minuti - alzò un sopracciglio aspettandosi chissà quale scusa.

- Ma no che dici mamma, dove vuoi che andiamo - le disse, seria - e poi, oggi, il professore della prima ora è assente… è malato - si affrettò ad aggiungere, sfoderando un gran sorriso - bè… allora io vado… ci vediamo più tardi - la salutò più naturalmente possibile, e si affrettò verso la porta.

- Aspetta, la tua cartella… - troppo tardi, era già scappata via… già, “scappata” - che cosa mi nascondi bambina mia… -

 

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Erano già dieci minuti buoni che camminava velocemente, voleva solo allontanarsi il più possibile da casa sua. Continuava a trattenere le lacrime, non poteva certo lasciarsi andare lì, in mezzo alla strada.

Senza rendersene conto, si ritrovò davanti al condominio di Mamoru, forse dormiva ancora, ma era davvero un peccato non approfittare di quell’occasione, poteva parlargli delle paure che in quei giorni stavano riempiendo il suo cuore, senza che qualcun altro ascoltasse, in fondo… erano così rari i momenti in cui potevano stare soli… erano preziosi.

Il portone era aperto, non avrebbe citofonato. Non le andava neanche di aspettare l’ascensore. Salì le scale più rapidamente che poteva, e ancora con il fiatone si fermò davanti alla sua porta di casa, la fissò un attimo, frugò nella taschina nascosta della borsa e ne tirò fuori una chiave a cui era attaccata un piccola rosellina di plastica. Già, Mamoru le aveva dato una copia delle sue chiavi di casa, giusto per le situazioni di emergenza. Bè, la sua, forse, non rientrava proprio in quella categoria… ma forse Mamoru si sarebbe arrabbiato di meno se avesse trovato la colazione pronta…

Fece scattare la serratura il più delicatamente possibile. Era ancora tutto buio per via delle tende chiuse, dopo tutto, aveva fatto bene a non svegliarlo.

Si sfilò silenziosamente le scarpe, le accantonò ad un angolino e in punta di piedi si avviò in cucina. Mise due fette di pane a tostare ed inizò a spremere un paio di arance. Nel frattempo riempì d’acqua il bricco del caffè e lo mise sul fuoco per farlo bollire.

 

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Che strano odore… sembrava quasi che qualcosa stesse bruciando e … che cavalo erano quegli strani rumori… - c’è qualcuno in casa -

Mamoru si alzo dal letto, e molto silenziosamente seguì la direzione da cui provenivano quei suoni, teneva le orecchie tese, attente, cercando di capire di cosa si potesse trattare… bè, non è una cosa semplice appena svegli…

Un paio di scarpe, nascoste nell’angolo accanto alla porta, attirarono la sua attenzione. Davvero troppo piccole e graziose per essere le sue. Erano decisamente di Usagi. Si affacciò in cucina, senza però farsi vedere, voleva spiarla un pochino… era davvero buffa e pasticciona, ma incredibilmente bella.

Era intenta a preparare un vassoietto con il succo d’arancia, il caffè, e… che cosa mancava…?

- Oddio, il pane!!! - disse sottovoce, correndo con le mani nei capelli - troppo tardi…- piagnucolò sconsolata, tirando fuori dal tostapane due carboncini - povera me… e adesso? -

Qualcuno ridacchiò alle sue spalle, e lei per lo spavento lasciò cadere ciò che teneva miseramente in mano, ottenendo solo due fette di pane bruciacchiate e un pavimento da pulire…

- Scusa Usako, non volevo disturbarti… davvero - Mamoru non era riuscito proprio a trattenersi - ma… che ci fai tu qui, non dovevamo vederci al tempio di Rei? Potevi chiamami, almeno. E poi, che ci fai in piedi così presto? - la prese in giro tirandole un codino.

- Bè… ecco… - cercava una giustificazione, ma decise di adottare la “tattica del cucciolo smarrito”. A mali estremi…

- Oh Mamoruccio, mi dispiace di non averti avvertito, mi dispiace di aver combinato questo disastro, mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace, prometto che pulirò tutto io… mi perdoni? - sbatteva le ciglia così velocemente da fare invidia alle ali di una farfalla… come poteva non perdonarla.

- Certo che ti perdono, ma non hai ancora risposto alla mia domanda - le disse agitandole un dito davanti agli occhi, a volerla rimproverare scherzosamente - che ci fai qui? -

- Si, hai ragione. Bè, forse non è così importante… ma questa notte ho fatto un sogno: ero sulla Luna - Mamoru si fece serio, ma la lasciò finire, dopo tutto poteva essere solo una semplice coincidenza - e c’era Galaxia che mi diceva che mi sta aspettando, e che io sarò la prossima, e… - le parole le morirono sulla labbra. Lo sguardo ansioso e terrorizzato insieme di Mamoru l’avevano bloccata - che c’è? - domanda più che ovvia… ma la risposta non lo fu altrettanto.

- C’è che io ho fatto lo stesso sogno, ma vedevo la stessa scena da lontano… una coincidenza? No, io non credo - adesso anche Usagi condivideva le stesse emozioni di Mamoru: ansia e terrore - forse dovremmo anticipare la nostra riunione…-

 

-------------------------

 

- Bè, come al solito sei l’ultima Usagi, e il povero Mamoru è costretto ad adattarsi ai tuoi tempi… - la prese in giro Rei, ma l’amica non reagì affatto - ehi ragazzi, è forse successo qualcosa? Che cosa sono quelle facce? - Usagi e Mamoru si guardarono per un attimo, poi scrutarono gli sguardi di tutti i presenti… erano distrutti. Tutti. Ma dovevano sapere anche loro - ce lo dite o no, ci state facendo agitare! -

- Badate bene, forse è solo una semplice coincidenza, anche se io non credo, ma questa notte io e Usagi abbiamo fatto lo stesso sogno: Galaxia era sulla Luna, e minacciava Usagi, le diceva che lei sarebbe stata la prossima - a quelle parole, Seiya, Taiki e Yaten strinsero i pugni, immaginando a cosa si poteva riferire “essere la prossima” - ripeto, forse non significa nulla, ma… -

- No! questa notte ho avuto una visione - intervenne Rei - è esattamente uguale al vostro sogno, forse ora le coincidenze sono un po’ troppe - proseguì seria.

- Anche il mio specchio mi ha rivelato l’immagine della Principessa, in pericolo, al cospetto di Galaxia - aggiunse Michiru. Il suo specchio non si era mai sbagliato prima d’ora.

Mamoru sospirò sconfortato. Non c’erano più dubbi, Usagi era in serio pericolo.

- La miglior difesa è l’attacco - scattò in piedi Haruka - scopriamo dove si trova e facciamola fuori.

Nessuno diceva una parola. Paura? Indecisione? Di quali altre prove avevano bisogno? Aspettavano che Galaxia la attaccasse?

- Per una volta sono d’accordo con te, Haruka, non ha senso aspettare qui - mormorò Seiya.

Aspettare… aspettare… quella parola risuonò nella mente di Usagi.

- Ehm… credo che Mamoru abbia dimenticato di dirvi una cosa: nel mio sogno, la stessa Galaxia, insomma… ha detto che mi sta aspettando, e se prendiamo sul serio questa cosa, forse dovremmo riflettere anche su questo particolare. - anche se spaventata all’idea, sapeva che non c’era altra scelta, Haruka aveva ragione - se il mio sogno è reale, dobbiamo andare sulla Luna.

- E se fosse una trappola? Insomma ieri credevamo di averla davanti agli occhi, e invece… - Ami pose una domanda a cui non era facile rispondere, ma non per Mamoru.

- Io credo di sapere come fare a capirlo. Dimmi Usagi, ricordi se la sua armatura brillava? Io ero troppo lontano, purtroppo -

- Si, anche se per la maggior parte era in ombra, ho potuto vedere dei riflessi dorati - Usagi rispose, senza pensare a che significato avesse quella rivelazione.

Mamoru cercò ulteriore conferma nelle visioni di Rei e di Michiru… entrambe erano positive.

- Bene, se volete prestarmi un po’ d’attenzione vi spiegherò la mia teoria: ieri, la stessa Galaxia ha detto di aver usato un ologramma… io me ne ero accorto… - lanciò un occhiata triste ai tre ragazzi - … troppo tardi, purtroppo.-

- Come l’hai capito? - chiese curiosa Ami - Il mio computer non ha rilevato nulla di anomalo -

- Semplice, la sua armatura non brillava. Per questo ho appena posto questa domanda, in apparenza così sciocca. Adesso so che non si tratta di una trappola, Galaxia vuole davvero misurarsi con noi, o meglio, vuole eliminarci, ma sono sicuro che la potremo trovare lì -

- Perché proprio la Luna? - chiese Seiya, senza tuttavia preoccuparsi di dare alcuna intonazione alla sua domanda.

- Suppongo che non ci sia un perché in particolare, in fondo lei non vuole conquistare la Terra, le sue mire sono ben più alte, se ricordate, ha bisogno solo dei nostri semi di stella, ma forse vuole…-

- …Me… vuole me, Mamoru. La Luna è la mia terra natale, lei lo sa…evidentemente vuole colpirmi nel profondo. Hai detto tu stesso che ogni corpo celeste dotato di un nucleo vivente possiede un seme di stella, perciò la Luna possiede il Silver Cristal, di cui io sono la custode. Se lei distruggerà la Luna… distruggerà…me. - lo sguardo di Usagi era vuoto, continuava a fissarsi le mani, la voce rotta da un imminente pianto.

- Non devi avere paura, piccola, credo che invece noi saremo avvantaggiati - le disse sollevando gentilmente il suo viso e guardandola con un gran sorriso. Tutti fissarono Mamoru con ansia - ascoltami: il tuo cristallo riceve la sua forza dalla Luna stessa… cosa potrebbe succedere se quel cristallo si riunisse al suo corpo celeste? -

- Si intensificherebbe il suo potere… - soffiò incredula Ami, analizzando i risultati che il suo computer aveva prodotto.

- Esatto! Il mio potere è più forte del vostro per questo motivo. Galaxia non ha tenuto conto di questo piccolo particolare, presa com’è dalla smania di conquistare l’universo… vedrai Usako, andrà tutto bene. E poi noi, ti proteggeremo sempre, non permetteremo a nessuno di distruggere la tua Luna -

Usagi si sentiva un poco sollevata. Certo, non le si prospettava una gita di piacere, ma tornare a casa sarebbe stato emozionante. Sorrise a tutti e scattò in piedi, piena di speranza.

- Io sono pronta. Andiamo! - disse convinta. E senza rendersene conto infuse a tutti le sue stesse emozioni.

Senza perdere altro tempo, richiamarono ognuno i propri poteri. Sentivano nuove energie vibrare tra le loro mani, forse non tutto era perduto, forse potevano ancora farcela. Attivarono il teletrasporto. Destinazione: Luna.

 

Anche questo è fatto!!! Spero abbiate capito come Mamoru ha intuito il trucchetto di Galaxia… ve l’ho detto che era un ragazzo intelligente.

In questo capitolo non succede niente di particolare, ma prima di far entrare nel vivo la situazione ho preferito soffermarmi ancora sullo stato d’animo dei nostri eroi, e quindi sulle loro paure, che per ceri versi possono essere quelle di tutti noi…il sapere di dover affrontare per forza una situazione, l’aver paura che possano far del male ad una persona che ami, il sentirsi in colpa per non aver aiutato un amico o un’amica, la consapevolezza che uno dei tuoi figli ti nasconde qualcosa, bè ce ne sono tanti di paragoni fattibili…

Inizialmente non avevo intenzione di farli andare sulla Luna, ma la storia è uscita da sola senza che io potessi fermarla…

Non credo manchi molto alla fine, ma non temete non vi abbandono, ho già in mente un seguito, alla fine dell’ultimo capitolo vi anticiperò qualcosa…

Ed ora i ringraziamenti:

 

Usagi89: si Seiyuccio è diventato più maturo, e alla luce dei fatti non può farsi trascinare dai suoi sentimenti, ora i suoi fratelli sono più deboli psicologicamente, non che lui se ne freghi, ma c’erano loro con la Principessa, infatti se hai notato non hanno detto una sola parola, hanno silenziosamente stretto i pugni…

 

dolcebunny: anche in questo capitolo ci sono sentimenti forti, e spero che per questo non sia troppo pesante, ma le parole uscivano da sole…

 

v.carvelli: ormai non manca molto, siamo quasi allo scontro finale, tieni duro e ne vedrai delle belle.

 

Hatori: prima di tutto ti do il benvenuto tra i commentatori (si può dire??) di questa storia, sono contenta che ti piaccia, ho mantenuto una linea generale simile all’anime, tranne che in questo capitolo… ho scelto un posto caro ad Usagi per la battaglia finale, spero che continuerai a leggerla.

 

miki90: già, Seiya non può fare niente, ma la difenderà sempre, lei rimarrà sempre una persona importante per lui, e forse anche sulla Luna avrà un ruolo importante.

 

valepigia: wow hai letto lo scorsa capitolo alle 2 e 20… però vedo che sei stata attenta lo stesso, ok il dilemma del trucco di Galaxia è risolto, ci avevi pensato???

 

merwen: che brutta sensazione hai? Non deve essere brutta, anche qui c’è un piccolo indizio…rileggi l’ultimo capoverso, purtroppo non posso dire di più, ma c’entrano i sentimenti positivi di una certa persona…

 

Milena: eccomi qui tesoro, ho trovato i cinque minuti famosi per pubblicare, per il resto del week-end farò l’infermierina… meno male che hai recuperato i due capitoli precedenti, altrimenti leggere anche questo insieme agli altri avrebbe potuto essere un pochino pesante…spero di sentirti presto.

 

blue1989: ti piace la mia scelta di cambiare ambientazione? Ho scelto un luogo caro alla nostra Usagi, e lei proprio “sotto gli occhi di una incredula Galaxia”… bè, dovrai aspettare.

 

Kirby: bè si, la mia Usagi è simile all’anime, è lei che ho imparato ad apprezzare, che mi ha insegnato tanti valori, “sebbene sia sempre un po’ sbadata e pasticciona” (come dice lei stessa nell’ultimissima frase dell’anime… sigh sigh).

 

Kiaretta: Ammmore!!!!! Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto, lo stavi aspettando con ansia, e spero che ti sia piaciuto anche questo, tanto tu l’hai letto prima hi hi hi.

In fondo sono o non sono la tua scrittrice preferita??? Se non commenti anche questo non ti faccio leggere più niente in anticipo…oooops ho dimenticato di dare anche a te il benvenuto qui.

 

Ok mi sembra di aver detto tutto, ci vediamo (s fa per dire) nel prossimo capitolo.

Bacio Usa

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Capitolo 8
*** Proteggere lei, per salvare l'universo ***


Capitolo 8: Proteggere lei, per salvare l’universo.

 

Eccola. E’ ad un battito d’ali. Sembra un immenso oceano d’argento. Eppure, dalla Terra sembrava così piccola, sembrava davvero di poterla tenere sul palmo di una mano. E’ uno spettacolo meraviglioso. Così maestosa, bella da mozzare il fiato. La Luna… che strano senso di malinconia. Sailor Moon si stava facendo trascinare nel vortice dei ricordi… per così tanto tempo si era accontentata di guardarla da lontano, ed ora, era lì… stava per toccare la sua superficie… già si potevano vedere le rovine del suo antico regno… ancora un attimo, uno solo…

Ecco… dopo mille anni, era a casa, di nuovo.

Fece un passo avanti agli altri, sollevò le braccia, come fossero state ali, lasciò andare la testa indietro e respirò a fondo, lasciandosi pervadere da quel turbinio di emozioni.

- Usako… va tutto bene? - le chiese Endymion quasi sottovoce, ma non ebbe modo di dar voce, pienamente, alle sue preoccupazioni. Furono avvolti da una luce bianca, così luminosa da far male agli occhi… proveniva da lei… la Luna aveva avvertito la sua presenza, aveva riconosciuto la sua custode e sovrana - …Serenity…- sussurrò non appena i suoi occhi riuscirono a riconoscere il bianco del suo lungo abito.

- Si… va tutto bene… sono a casa Endymion… te lo ricordi? - tese un dito verso un punto poco più in alto di una colonna… l’unica ancora dritta, a sfidare l’immensità del cielo - è lì che mi hai baciato la prima volta… eri venuto qui, nonostante tuo padre te l’avesse proibito, il tuo mondo ormai era in guerra… e noi avevamo litigato così stupidamente, tu… avresti partecipato alla battaglia, io non volevo, ma non ti dissi il perché… che sciocca. Ricordo quella sera come fosse ieri, guardavo la Terra proprio dal balcone che poggiava su quella colonna… un tuffo al cuore, ti vidi apparire dal nulla e correre verso di me, Ti arrampicasti, così velocemente da non permettermi di reagire, mi ritrovai il tuo viso improvvisamente a sovrastare il mio, mi baciasti con una tale passione e disperazione insieme… “Non potevo andarmene via senza averti detto quanto ti amo”… me l’hai sussurrato in un orecchio, ancora con il fiato corto -

- Si, me lo ricordo, amore mio, me lo ricordo anche io - Endymion sorrise, offrendole una carezza. Non osava distogliere lo sguardo da quella creatura così pura, quasi avesse paura di rompere un incantesimo…

 

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- Finalmente Principessina… - soffiò Galaxia maligna, quasi tra sè e sè. Aveva avvertito la prorompente energia di Sailor Moon… o meglio… aveva avvertito quella della Principessa Serenity.

Sarebbe stata sua… a qualunque costo.

- Non posso… non è giusto…-

- Si che puoi… siamo ad un passo…è nelle nostre mani… noi abbiamo bisogno della sua luce… io ne ho bisogno…-

Silenziosamente, uscì dall’ombra, suo rifugio, e seguì la direzione che l’istinto le suggeriva. L’avrebbe colta di sorpresa.

 

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Era davvero bella… no… bellissima. Star Fighter poteva avvertire i pensieri di Seiya. Con il cuore lui era li - Ti prego… proteggila -

- C’è troppa calma… - Mercury controllava e ricontrollava i dati elaborati dal suo computer - davvero… c’è troppa calma… -

Erano tutti attenti, tesi, aspettavano un attacco improvviso, di qualsiasi tipo, ma devastante. Forse non erano in grado di reggere il confronto…

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Era giunta fino alle rovine del palazzo… lì, la Principessina, sarebbe stata più vulnerabile. La vedeva chiaramente… e su quell’immagine i suoi occhi si ridussero a fessure. Ansia. Rabbia. Odio. Le voltò le spalle, ed impugnò la pesante spada. Cosa credeva di fare da così lontano? Lei… sapeva benissimo quello che faceva.

Galaxia rivolse la punta della spada verso la superficie della Luna stessa… affondò con quanta più forza aveva…

 

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-Ah! - Serenity si accasciò il suolo stringendosi il petto con entrambe le mani, gli occhi spalancati a causa dell’inaspettato dolore.

- Che succede? Usako rispondimi - Endymion era spaventato da morire, non sapeva cosa pensare. La sua Serenity respirava a fatica, cercava di aiutarla ad alzarsi, ma lei si era completamente irrigidita in quella posizione. Si guardava intorno con attenzione, scrutava ogni minimo particolare… finché non vide. Estrasse la spada dal fodero lungo il fianco, e con sicurezza indicò un punto poco lontano da loro.

- Galaxia è lì, vedo il bagliore dorato della sua armatura - Endymion scattò di corsa verso la sua nemica, ma venne fermato da Uranus… - lasciami passare… lei è in pericolo… io devo proteggerla - Endymion era davvero furioso, non potevano perdere tempo prezioso in questo modo…

- No… tocca a noi adesso… tu resta con lei…- sorridendo triste, Uranus si voltò e corse via seguita dalle altre Outer Senshi. Tutte sapevano a cosa stavano andando incontro, ma tutte volevano disperatamente salvarla.

Galaxia uscì finalmente allo scoperto, e senza mostrare alcuna emozione, le accolse nell’unico modo che conosceva… attaccandole…

Non ci fu niente da fare, Galaxia era mille volte più potente, anche con i loro colpi migliori uniti… niente aveva potuto fermare la sua sete di potere… adesso, quattro semi di stella volteggiavano leggeri sopra la sua testa… leggeri come i loro corpi che invece cadevano lentamente, privi di forze ormai. Nessun grido. Nessuna esplosione.

- No!!!!! Non può essere vero…- era accaduto tutto troppo in fretta, Serenity non aveva avuto il tempo per rendersi conto di come Galaxia l’aveva attaccata, che già si vedeva strappare quattro delle sue preziose amiche. Ancora con una mano stretta al petto, si rialzò, il suo abito ormai era tutto polveroso… - Basta!!! Galaxia, adesso basta!!! E’ me che vuoi… vieni a prendermi - le ragazze la guardarono terrorizzate. Mamoru non la guardava affatto, le strinse solo forte la mano, fissava invece una stellina lontana nel cielo… sapeva che l’avrebbe detto.

- Usa… ti prego non farlo… - Mars sapeva che era inutile chiederglielo, avrebbe dovuto impedirglielo con la forza. Loro l’avrebbero protetta… a qualsiasi costo. Era la sola speranza per l’universo.

Ridendo senza ritegno, Galaxia si avvicinò a Serenity, le si fermò a pochi passi.

- Come sua maestà desidera… ti ho presa… - impugnò la pesante spada nera con entrambe le mani, la fece roteare sopra la testa e mirò al collo della sua nemica.

Una lama bianca, quasi trasparente, fu l’unica cosa che impedì al colpo di giungere a destinazione. Una frazione di secondo. Serenity aveva rapidamente sfilato la spada ad Endymion ed aveva egregiamente parato il colpo. Aveva sempre creduto che quella spada doveva essere molto pesante… e invece, la teneva su con una mano sola, con evidente stupore di Endymion.

- Mi dispiace Galaxia, ma non sarà così facile… io qui sono più forte… - Serenity si sentiva stranamente sicura di sé. E’ vero, lo era ogni volta che indossava i panni di Sailor Moon, ogni volta che combatteva, ma questa era diversa.

- Cosa…?! Lei non mi ha detto niente del genere!! - Galaxia pareva furiosa, fissava Serenity dritta negli occhi, ma mai avrebbe abbandonato…

- Lei… chi? - chiese Endymion stupito… chi altro era coinvolto?

- Chi credete che sia io? - rise beffarda, ritirando la spada - Galaxia? Qui di lei ne rimane solo un mero involucro… la sua mente… il suo cuore… io ne sono il padrone assoluto adesso… -

Serenity non credeva alle sue orecchie… qualcuno si era impossessato del corpo di Galaxia? Ma chi… - Se Galaxia è al servizio di Caos, ma quella che ho davanti agli occhi, in realtà, non è Galaxia… può darsi che… può essere che …lei è… -

- Caos… è Caos… - ciò che aveva appena sussurrato ottenne conferma nello sguardo di quella che appariva come Galaxia. Tutti erano increduli, sotto shock.

- Non è possibile… lei non può essere Caos, la Senshi Leggendaria l’ha intrappolata nel proprio corpo grazie al Raggio della Speranza… -più parlava, più Star Fighter si rendeva conto dell’assurdità di ciò che quel discorso l’aveva portata a pensare - se tu sei… Caos… vuol dire che… -

- Si… quella che avete davanti… o meglio, quella che i vostri occhi vedono è Galaxia, o forse dovrei dire Sailor Galaxia, la Senshi Leggendaria, colei che mi intrappolò all’interno del suo corpo… ma come vedete io sono ancora qui! -

- E’ tutto perduto… è tutto inutile… - Star Healer si lasciò cadere pesantemente sulle ginocchia.

- Il Raggio della Speranza è in suo possesso… noi non potremo mai usarlo - sussurrò appena Venus

Caos rise di gusto.

- Che sciocche… non avete ancora capito cos’è il Raggio della Speranza? -

Endymion si era reso improvvisamente conto che non si erano mai soffermati a pensare cosa fosse veramente, a lui per primo era stato detto da Helios, ma non si era preoccupato di capire di cosa si trattasse realmente… Aveva sempre creduto che fosse un cristallo particolare o qualcosa del genere, ma adesso non ne era più tanto sicuro. Istintivamente si portò davanti a Serenity. Lei non glielo impedì, troppo provata e scossa dalla dura rivelazione.

- Reagisci, Usagi… ti prego… -

- Io non posso, non posso combattere contro di lei… ora che so che il suo cuore è solo offuscato dall’oscurità di Caos… non ci riesco, non posso farle del male - a quelle parole Endymion spalancò gli occhi… era finita così? Si arrendeva così?

Caos ne approfittò per cercare di portare a temine il suo piano.

- Allora non ti dispiacerà darmi ciò che desidero… - lanciò il suo attacco contro entrambi

- No!!! Non te lo permetteremo!!! - Mars e le altre Inner Senshi scansarono con un forte spintone i due ragazzi dalla traiettoria… rimanendone loro stesse vittime…il corpo di Mars cadde leggero contro quello scosso di Serenity.

- Rei!!!! No… Rei… perché… - gridò piangendo. Continuava a stingerla… ma più la stringeva, più la sentiva lontana, incorporea…

- Non piangere Usa… non potevamo permettere che la nostra unica speranza perdesse la vita in questo modo… e poi io non potevo permettere che la mia migliore amica … -

- Rei!!! Tieni duro Rei… ti salverò te lo giuro… vi salverò tutte… - non riusciva a capire se erano le lacrime ad offuscarle la vista o se lei era già quasi invisibile del tutto, ma Serenity continuava a guardarla, e guardava tutte le altre sue care e preziose amiche - ve lo giuro… -

Endymion era sconvolto. Avevano salvato anche lui, e lentamente gli stavano svanendo davanti agli occhi, e lui non poteva fare niente per evitare che ciò accadesse. Le guardò tutte, una per una, e non vide delle ragazze, ma i loro sogni, la loro speranza nel futuro… già la loro speranza…

Le Star Fighter erano inorridite, non potevano pensare che in così poco tempo tutte quelle ragazze fossero state private del loro seme di stella … e di conseguenza, della vita. Era davvero finita così? Era davvero quello il loro destino?

Caos non espresse alcuna emozione… per lo meno esternamente…

Per il momento era sufficiente, tutto l’accaduto avrebbe pesato inesorabilmente sulla coscienza della Principessina… avrebbe perso quella maledetta speranza… si sarebbe arresa, ma c’era ancora una cosa che non capiva… perché “lei” non gli aveva detto che la forza della Principessina, sulla Luna, sarebbe stata maggiore della sua?

- Rei, ragazze, non lasciatemi sola… - sussurrò disperata Serenity.

- Tu non sei sola… non lo sarai mai, noi saremo sempre con te… - Mars si dissolse così, lasciando le braccia della sua migliore amica irrimediabilmente vuote…

Approfittando del momentaneo smarrimento dei pochi membri del gruppo rimasti, Caos svanì, portando, stretti a sé, i semi di stella ottenuti.

 

 

Finalmente ce l’ho fatta…

Scusate, scusate, scusate, scusate, scusate, scusate, scusate, scusate, scusate, scusate!

Lo so, sono tremendamente in ritardo, ma non ho potuto in nessun modo pubblicare prima… diciamo che non ero pienamente soddisfatta del capitolo… l’ho letto e riletto centinaia di volte, fino a che l’ho letto con la giusta musica come sottofondo… ed ecco qui il risultato, spero ne siate soddisfatti.

Come avrete notato non ho creato spargimenti di sangue, ho preferito analizzare le singole sensazioni che la stessa battaglia ha suggerito.

Il prossimo capitolo sarà l’ultimo… quindi capite anche voi che finchè non sarò sicura che è tutto perfetto non lo pubblico!!!

In questo capitolo invece ho voluto inserire un certo simbolismo, che non so se è stato notato, anche perché era lì, piccino piccino… avete notato la spada nera e pesante di Galaxia? e quella bianca, quasi trasparente e leggera di Serenity? Bene, Galaxia impugna la” spada della colpa”, lo sappiamo tutti che quando facciamo qualcosa di sbagliato, poi, sulla coscienza pesa…il senso di colpa, come la sua spada pesa sulle sue braccia. Così Galaxia ha la grande colpa di aver permesso a Caos di impossessarsi di lei, e di compiere nel suo nome infiniti massacri, di non aver avuto la forza e il coraggio di opporsi…

Al contrario Serenity impugna la “spada dei giusti”, Serenity dall’animo puro, colei che perdona e libera i cuori dalle colpe, come la sua spada sembra sorretta da una Giustizia Superiore.

Spero di aver spiegato bene quello che era nella mia testa…

in più in questa versione dei fatti, vediamo un Galaxia non in pieno delle sue facoltà mentali, in quanto Caos se n’è impadronito in tutto e per tutto, ma in realtà, i due spiriti coesistono, in quanto Caos non è propriamente uno spirito, ma un entità.

 

Ringraziamenti, solito ordine:

 

princessangel: chiedo perdonissimo…questa volta mi sono fatta attendere un po’ troppo, ma tu già lo sapevi…te l’avevo detto. Spero che ne sia valsa la pena… Grazie per i tuoi Ringraziamenti Speciali, che mi riservi alla fine dei tuoi capitoli, e mi raccomando non mi abbandonare adesso che manca un solo capitolo…

 

valepigia: eh già, Galaxia è sempre più ingorda, ma se hai notato bene, lei non è proprio lei, chissà se la vera Galaxia, quella buona, sia ancora lì da qualche parte…

 

kiaretta: amore hai visto? ti ho mandato il cap via e-mail, non so se lo leggerai prima che io lo pubblichi, cmq, tu hai sempre l’esclusiva… a proposito, quando andiamo sulla Luna??????

 

Mile: bè la vita normale è importante in storie”fantastiche” come queste, le rende più reali, più vicine ai nostri sentimenti, ai nostri desideri… bè, qui non ci sono affatto scene così, ma d’altra parte… siamo sulla Luna.

 

dolcebunny: eccoci, siamo allunati, tanti ricordi, ma anche tanta tristezza… speriamo che anche lei non si perda d’animo…

 

merwen: ed ecco i primi ricordi, vecchi di mille anni… la prima litigata, e il primo bacio…passionale e sincero come solo Mamoru è in grado di fare…Si Galaxia ha fatto un grosso errore… o forse lei voleva proprio che Caos finisse sulla Luna, dove la Principessina avrebbe potuto sconfiggerlo…

 

sailormoon81: La Luna. Grande errore di Caos… si è fidato di Galaxia… la pagherà cara…forse Galaxia ce l’ha portato a posta…

Dovrò correggere quell’errore di punteggiatura, quella piccola virgoletta, che è scappata…

 

blue1989:Anche io la immaginavo una storia interminabile, ma prima o poi, le cose materiali finiscono, ma come ne finisce una, ne inizierà un’altra, e nel prossimo capitolo vi spiegherò di cosa si tratta…

 

Usagi89: si è vero mi piace inserire dei piccoli momenti d’ilarità, certo dove è possibile, altrimenti rischio di fare un bel pasticcio, ma a volte allentano la tensione in un capitolo un po’ pesante…sono contenta che, sebbene siano già 8 capitoli, sono riuscita a mantenere le persone senza fiato, questa è una bella soddisfazione per me…

 

v.carvelli: spero ti piaccia anche questo capitolo, ormai siamo agli sgoccioli, manca solo la battaglia finale, e poi anche la mia storia finirà…

 

miki90: qui non ci sono scene divertenti, al contrario, tanta tristezza e disperazione, ma noi ci fidiamo di Serenity, sebbene sia sempre una gran pasticciona, è una ragazza piena di sogni e speranze…

 

kirby: Galaxia, anzi Caos è fortissimo, ma non dimentichiamoci che qui la nostra Usagi è più forte… tutte la sue amiche si sono sacrificate al suo posto, perché lei è l’unica speranza… detto tra noi… ma quanto ci mette a capirlo in che senso lei è la “speranza”??????

 

Ok ragazzi, mi metterò subito a lavoro per l’ultimo capitolo, vi dico solo il titolo:

“ Il Sacrificio della Speranza” Probabilmente sarà questo, vi lascio immaginare perché…

 

Bacio Usa

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Capitolo 9
*** Il sacrificio della Speranza ***


Capitolo 9: Il sacrificio della Speranza.

 

- Mamoru… che succede? Dov’è Caos? - chiese Serenity improvvisamente spaventata, con le braccia ancora attorno al vuoto.

- E’ ancora qui, avverto la sua presenza - Endymion cercava di nascondere le sue paure, se anche lui fosse crollato… no non poteva permetterselo - Usako so che è difficile per te ora, ma devi reagire, altrimenti sarà stato tutto inutile, la loro morte… sarà stata inutile - faceva uno strano effetto parlare di loro, era appena accaduto, era come se non fosse mai accaduto… nessuno se ne rendeva pienamente conto, la sua mente era così ovattata, come in un brutto sogno… conosceva bene tutte le ragazze, si era sempre comportato come una sorta di fratello maggiore per loro, voleva bene ad ognuna allo stesso modo…

- Come riesci ad essere così freddo… hanno salvato anche la tua vita, sai? - la rabbia momentanea svanì presto, appena incontrò i suoi occhi, carichi di dolore quanto i propri, anche lui soffriva… - scusami…

- E adesso? Che cosa ci resta da fare? Non è giusto… avremmo dovuto morire noi al loro posto, in questo modo tu avresti avuto ancora le tue guardiane, e loro avrebbero avuto il loro punto fermo… invece… non siamo state in grado di proteggere la nostra Principessa… né le nostre compagne - Star Maker battè i pugni stancamente sul suolo lunare, le sue sorelle fissavano, distrattamente, un punto senza fine… qualcuno doveva scuoterle, dovevano ritrovare la forza di combattere l’una per l’altra.

- E’ proprio per proteggerla che si sono sacrificate, perché credono in lei… e adesso sarà lei il vostro centro, la vostra ragione… vi prego affidatevi a lei, è tanto coraggiosa quanto fragile, lasciatevi guidare dalla sua luce meravigliosa - Endymion si alzò dal fianco di Serenity, le tolse la spada dalle mani e la impugnò saldamente… non l’avrebbe voluta abbandonare, ma sapeva che l’avrebbero difesa…

- Ti prego proteggila… se io non sarò più in grado di farlo - mormorò passando accanto a Star Fighter. Si allontanò lentamente, lasciando che gli occhi della Senshi si spalancassero mano mano che capiva il significato delle sue parole. Non aveva intenzione di fermarsi, non avrebbe permesso a qualcun altro di morire al suo posto.

Serenity era ancora a terra e guardava con l’ansia addosso lo sguardo di Star Fighter, che finalmente aveva preso un’espressione dopo l’attimo di smarrimento… triste… era dannatamente triste… cosa le aveva detto il suo Endymion? E perché adesso la guardava con le lacrime agli occhi?

- Ti invoco Caos, principio di tutti i mali… ti sto aspettando - Endymion alzò la spada verso il buio del cielo, doveva per lo meno tentare.

Con lo stesso silenzio con cui era scomparsa, riapparve, davanti agli occhi furiosi di Endymion.

- No Mamoru, ti prego, no!!! Serenity scattò in piedi, cercando di raggiungerlo. Due braccia la strinsero forte, in modo che non potesse più muoversi.

Capì. Capì lo sguardo di Star Fighter. Capì cosa aveva potuto dirgli Mamoru. Era lei che la tratteneva adesso. Mamoru…

Caos sferrò immediatamente il primo colpo. Un altro, e un altro ancora. Endymion non voleva attaccarla, quella era pur sempre una Senshi, e nascosta da qualche parte c’era ancora Galaxia… che poteva fare…

- Rinuncia, arrenditi Principessa, guardati intorno… quanto pensi che ci voglia perché tu rimanga completamente sola…- le gridò sprezzante Caos.

- Taci, demonio! Non osare rivolgerti a lei in questo modo… - soffiò di rimando Endymion.

 

- …Aiutami… Principessa aiutami… -

 

-… Galaxia… - sussurrò Serenity, stringendo le braccia di Star Fighter.

- No Usagi, ormai quello è solo Caos - le rispose, continuando tuttavia a mantenere salda la presa attorno al suo esile corpo.

- Ma io l’ho sentita, ho sentito la sua voce nella mia mente, sono sicura che fosse lei… - insistette la Principessa, senza mai togliere lo sguardo dal suo amato cavaliere, mentre la lotta ancora imperversava, riempiendo l’aria dello stridore delle spade, fortunatamente senza vincitori, né vinti.

Endymion era ferito, se pur lievemente, ancora non aveva preso una decisione, che tuttavia, lo sapeva bene, non sarebbe tardata ad arrivare… presto o tardi la stanchezza sarebbe sopraggiunta… ed allora sarebbe stata la vittoria… o la morte. Già, la vittoria significava colpire Caos a morte, e di conseguenza anche quel che rimaneva di Galaxia… non avrebbe mai voluto macchiarsi di una colpa tanto ignobile quanto questa, ma se uccidere un’innocente avrebbe salvato la sua Usako, allora non avrebbe esitato. Certo ormai della sua decisione, si preparò a scagliare il colpo con tutte le sue forze…

- No, Mamoru! Non farlo! Lei vuole essere salvata, mi sta chiedendo di aiutarla… non puoi combattere contro di lei! - gridò forte Usagi appena si accorse delle intenzioni di Mamoru.

Purtroppo… la distrazione fu fatale per Mamoru, ormai scoperto per aver caricato il colpo, che evidentemente non sarebbe mai giunto a destinazione…

Continuava a guardare Caos, con un espressione indecifrabile, triste e rassegnata insieme, non si era nemmeno accorto che ormai la lunga spada nera era per una buona metà conficcata nel suo addome, fino a che non la tocco con le sue stesse mani, lasciando andare la sua.

Silenzio. Resistette all’impellente bisogno di accasciarsi al suolo fin quando non la sentì gridare. Solo allora si lasciò andare. La sentì gridare tutto il suo dolore, il dolore di chi conosce l’amore, e di chi, inevitabilmente, lo perde…

Star Fighter era impietrita, e con lei anche Seiya… tutto questo era successo davvero? Il fiero Principe Endymion, il coraggioso Mamoru… era davvero… morto? Si senti scivolare dalle braccia, ormai stanche, il corpo scosso di Usagi. Non l’avrebbe fermata, non ci sarebbe riuscita comunque, tanto era il suo dolore.

- Mamoru… amore mio… è tutta colpa mia… perdonami - Usagi singhiozzava, bagnando di lacrime il viso del suo amato Principe.

- Sssh - le appoggiò un dito sulle labbra - non voglio vederti piangere… io amo così tanto il tuo sorriso… la mia spada sarà al tuo fianco, non ti arrendere - il tempo intorno a lui ormai si era fermato, non vedeva altro che i suoi occhi, così luminosi. Non ascoltava altro se non la sua voce, così dolce, l’avrebbero guidato oltre la morte… - Cosa dici amore mio? Non riesco a sentirti, ti prego parlami, il dolore mi strazia…Perché ti nascondi, non posso più vederti, ti prego sorridimi… solo un’ultima volta… ti prego… Ah! Che cos’è questa luce abbagliante… sei forse tu, amore mio? Si sei tu, sento le tue mani stringere le mie, sento il tuo calore, posso vedere il tuo sorriso… il dolore è sparito… grazie amore mio…-

Usagi gridava con quanta più voce avesse di non abbandonarla, di resistere, perché lei l’avrebbe salvato… non avrebbe mai distolto lo sguardo dai suoi occhi, se non fosse stato per quel sorriso che ora era dipinto sul suo viso, ormai rilassato…

Ascoltò il suo ultimo respiro… se n’era andato, lontano chissà dove.

Sensazione strana la morte di una persona cara. E’ come il vuoto, cadere senza arrivare mai, ma quando il tuo cuore se ne rende conto… ecco lo schianto, immediato e devastante.

La reazione di Caos fu davvero inaspettata. Si era preso la sua vendetta contro il dannato Principe Terrestre, la Principessina era irrimediabilmente disperata… bè, avrebbe per lo meno dovuto essere soddisfatto della piega che avevano preso gli eventi… e invece? Cosa provava? Pena? Dispiacere?

 

- Principessa… aiutami… -

 

Il turbinio di pensieri di Usagi fu bruscamente interrotto da quella voce, di nuovo quella voce

- Che cosa vuoi da me? - gridò in direzione di Caos, alquanto sorpreso. Che sentisse anche lui la voce di Galaxia?

 

- Perdonami Principessa… non ho saputo portare il peso delle mie responsabilità, ho perso fiducia in me e nelle mie compagne, ho perso l’amore che custodivo nel mio cuore… ti prego Principessa… aiutami -

 

- Ma questa… è Galaxia… - Star Fighter si guardò intorno, cercando la provenienza di quella voce. Ora capiva cosa aveva sentito poco prima Usagi.

- Non vorrai fidarti di lei! - Star Healer scosse per le spalle la sorella, come a volerla risvegliare da un incantesimo - Non lo capisci? E’ Caos, e sta cercando di uccidere anche noi come… le ragazze, e come Mamoru - aggiunse, nascondendo un fastidioso nodo alla gola.

Star Fighter la guardava come se stesse dicendo delle assurdità… No, non poteva essere.

- Io l’ho sentita, e sono sicura… -

- L’ho sentita anch’io - la interruppe Star Maker - … ma non mi fido lo stesso - nella sua voce solo rassegnazione.

- No, vi sbagliate - gridò scansando le mani della sorella dalle sue spalle - Usagi, io combatterò per te… combatterò con te. Ti prego non arrenderti - gridò in direzione di Usagi, ancora con gli occhi fissi sul sorriso di Mamoru… incapace d’altro.

“…la mia spada sarà al tuo fianco, non ti arrendere…”

Dolce ma intensa, la voce di Mamoru tornò a riempire la sua mente.

Afferrò istintivamente la sua spada ancora lucente, e prima di lasciare il suo corpo, si concesse la magia di un ultimo bacio.

 

- Proteggi la speranza che ti resta Principessa… è preziosa -

 

- Ti proteggerò io Usako, anche a costo… -

- No… non dirlo, non lo sopporterei. Voi non sapete cosa significa veder morire una dopo l’altra le proprie amiche e compagne… perché vi hanno protetto. Ad ogni battaglia, loro non si sono tirate mai indietro per permettere a me di sopravvivere, perché almeno io, come adesso, arrivassi davanti al nemico, perché io, dicevano, ero la loro unica speranza… - improvvisamente qualcosa si illuminò nella sua mente, e nel suo cuore  Proteggi la speranza… è preziosa” - …la speranza… - ormai ne era quasi certa, era la chiave di tutto, lo era sempre stata… No, non si sarebbe arresa, questa volta aveva la Luna dalla sua parte, ma avrebbe rafforzato i suoi poteri tanto da permetterle di usarlo?- … finalmente ho capito cos’è il Raggio della Speranza… Questa volta, tocca a me sacrificarmi - mormorò tra sé e sé, ma non abbastanza a bassa voce da non essere sentita dalle Star Lights.

- Che significa? Che cos’è il Raggio della Speranza? - chiese preoccupata Star Fighter.

- Non mi arrendo! - Usagi, dal canto suo, non la ascoltava, fissava negli occhi Caos, cercandovi un po’ di Galaxia. Sorrideva. - mi stai ascoltando… Galaxia? Io non mi arrendo -

Sollevò con una mano la spada all’altezza del cuore del suo nemico.

- Permettimi di riempire il vuoto che c’è nel tuo cuore… - sussurrò - la sua spada mi guiderà.

Vestita solo di se stessa liberò il suo seme di stella d’argento.

Il suo corpo, si dissolse velocemente, tra le grida delle ultime compagne rimaste, tuttavia la spada di Mamoru era ancora inspiegabilmente diretta contro il cuore di Caos, e il cristallo di Usagi seguiva la direzione che gli indicava.

Non ebbe il tempo di respingerla. Tutta la sua luminosa energia lo riempì prepotentemente, scacciando ogni ombra. Caos abbandonò il corpo di Galaxia, stremata per aver portato quel peso, il peso gravoso della colpa, ma felice per aver finalmente trovato un cuore tanto puro, capace di perdonare… in fondo era tutto ciò che desiderava.

- Grazie principessa… - una lacrima solitaria le rigò il viso… solitaria come lo era stata lei, ma ora sarebbe stato diverso, era tutto finito - grazie… - svanì, lasciando liberi tutti i semi di stella catturati fino a quel momento. Fu uno spettacolo meraviglioso, un gioco di luci e colori. Finalmente tornava la vita.

Il seme di stella di Usagi richiamò quelli delle sue compagne, i cui corpi vi si riformarono attorno. I loro occhi già piangevano, perfino quelli della dura Haruka.

- Usagi, che cosa hai fatto? - gridò Rei al vuoto.

 

- Quello che era giusto facessi amica mia…vi voglio bene ragazze… addio -

 

 

 

Ciao a tutti ragazzi!!! Eccomi tornata con quello che avrebbe dovuto essere l’ultimo capitolo, ma… non lo sarà. Stava diventando davvero troppo lungo e forse un po’ pesante da leggere, con tutte queste sofferenze, vi dico solo che ho pianto mentre scrivevo la morte di Mamoru… sigh sigh.

Spero di avervi emozionato… lo spero davvero tanto.

Adesso non mi resta altro da fare che scrivere l’ultimo (per davvero) capitolo. Qui sono morti tutti…aiuto…

 

Ho voluto inserire un piccolo, ma importante, simbolismo: Galaxia stessa ammette di aver desiderato il perdono “Caos abbandonò il corpo di Galaxia, stremata per aver portato quel peso, il peso gravoso della colpa, ma felice per aver finalmente trovato un cuore tanto puro, capace di perdonare… in fondo era tutto ciò che desiderava” è tutto in questa piccola frase… la mia versione dei fatti vede una Senshi di nome Galaxia, incapace di sopportare la gravità delle sue responsabilità, che convinta di essere sola nell’immenso compito di vegliare sulla pace e la stabilità dell’Universo si lascia sopraffare dalla tristezza e dalla solitudine e abbandona il suo ruolo. Poi, logorata dai rimorsi, si lascia invadere dal senso di colpa… da Caos, che approfittando della sua debolezza prende il sopravvento. Ma in realtà Caos non esiste in quanto entità fisica, Caos è il senso di colpa stesso, che ti rode dall’interno, lasciando così solo un guscio vuoto. Ed eccoci al simbolismo: Caos è la colpa, e Usagi è il perdono, ma per essere ottenuto, sappiamo tutti che la prima cosa da fare, la più importante, è ammettere la colpa stessa “- Perdonami Principessa… non ho saputo portare il peso delle mie responsabilità, ho perso fiducia in me e nelle mie compagne, ho perso l’amore che custodivo nel mio cuore… ti prego Principessa… aiutami -” solo così, Caos rimane spiazzato, non può più appellarsi a niente una volta liberati dal peso della colpa, ed è in quel momento che arriva il perdono, dritto nel cuore, scacciando tutte le ombre…

Spero di aver spiegato bene quello che la mia testolina ha messo in parole, e spero anche di aver reso l’idea della morte di una persona cara “Sensazione strana la morte di una persona cara. E’ come il vuoto, cadere senza arrivare mai, ma quando il tuo cuore se ne rende conto… ecco lo schianto, immediato e devastante.

Ed eccoci giunti ai ringrazoamenti:

 

princessangel: eccomi, si lo so, mi sono fatta attendere, ma credo ti renderai conto da sola che un capitolo pieno di cose “forti” come questo non poteva essere pubblicato tanto alla leggera… e poi io sono una che pensa e ripensa e ripensa prima di dire “Si, va bene!” ma credo sarai contenta di sapere che ci sarà ancora un capitolo…

 

valepigia: si lei c’è! Ed è ancora padrona del suo corpo, ma la mancanza di fiducia la rende schiava del suo senso di colpa… Brava, hai notato anche il simbolismo tra Serenity e la Luna stessa, e anche nel prossimo capitolo avrà un ruolo importante, che riconfermerà il suo legame con Usagi.

 

Mile: ok non svenire… anche se sembra uno sterminio… e anche se i nostri eroi sono morti tutti e due… mai perdere la speranza… chi lo sa che non giunga un aiuto da un altro mondo???? Un altro capitolo ci attende… l’ultimo…

 

sailormoon81: ed ecco che il peggio è arrivato… e siamo ad una svolta… Usagi ha vinto ancora, ma a quale prezzo? Nel prossimo, nonché ultimo, capitolo scoprirai quanto lei sia strettamente legata alla sua Luna…

 

v.carvelli: come avrai capito, ti aspetta ancora un altro capitolo, che questa volta sarà l’ultimo per davvero…

 

Dany: anche se manca un capitolo solo ti do lo stesso il benvenuto in questa storia, ma noi due ci “conosciamo” già… si, ci incontriamo tra i commenti delle storie di princessangel… Sono contenta che la mia storia ti piaccia, ma manca ancora una piccola parte, e può succedere di tutto ancora…

 

Usagi89: brava non ci pensare, infatti questo non è l’ultimo capitolo, ne avrai ancora uno da gustarti… Spero di averti fatto venire i brividi anche questa volta, anche se a me sono venute le lacrime mentre lo scrivevo…

 

Kirby: eccoti finalmente svelato il mistero di Galaxia e Caos, spero di non averlo impicciato più del necessario… e in più ho voluto aggiungere una lettura particolare del Raggio della Speranza, inteso quasi come Perdono, quello che concedono le persone che non si arrendono alla cattiveria, che conservano una fiducia incondizionata, che credono nei buoni sentimenti, quelli come Usagi appunto…

 

merwen: eccoti Galaxia in tutta la sua umanità, infatti che fa? Piange. In realtà come spiegherò meglio nel prossimo capitolo, Galaxia stessa ha scelto la Luna, sapeva che lì la Principessa avrebbe avuto l’appoggio della sua terra natale, e in caso di pericolo… bè… aspetta l’ultimo capitolo.

 

dolcebunny: Usagi ha usato il suo seme di stella, all’interno del quale ha riversato tutta la speranza che aveva… ma quanto le è costato? E adesso? Spero di averti riempito di emozioni anche sta volta, per quanto mi riguarda ho pianto scrivendo della morte di Mamoru…

 

Bene tesori miei, vi lascio nell’attesa dell’ultimo capitolo, con tante sorprese…

Vi voglio bene.

Bacio Usa

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Capitolo 10
*** Il tesoro più grande ***


Capitolo 10: Il tesoro più grande.

 

Il seme di stella d’argento, in un vortice di luce sottile, venne assorbito dalla stessa Luna.

L’unico suono che interruppe il silenzio caduto fu il rumore della spada che, battendo contro il suolo, sollevò un gran polverone.

Nessuno la vedeva, ma sapevano che era ancora lì in qualche modo, percepivano la sua presenza. Qualcuna si aspettava di vederla riapparire da un momento all’altro, continuando a concentrarsi sul punto in cui era sparita. Qualcun’altra aveva preferito voltarsi dalla parte opposta e piangere tutta la sua rabbia.

Ormai allo stremo delle forze, le ragazze lasciarono andare le ultime energie abbandonando l’abito di Senshi.

Una luce abbagliante le distolse dai loro pensieri.

Helios, officiante di Illusion e custode dei sogni, nonché del Principe stesso, apparve accanto al suo protetto.

Lo stupore era leggibile negli occhi di tutte le Senshi, tuttavia, un piccolo bagliore di speranza fece capolino nel cuore di ognuna.

- Helios, puoi fare qualcosa? - chiese Ami timorosa.

- Voi non lo potete sapere, ma il cristallo d’oro ha poteri immensi, insondabili. Saprà riportare in vita il suo custode.- rispose Helios senza tuttavia guardare negli occhi nessuna di loro. Le ragazze erano incredule, non osavano sperare così tanto.

- Hai sentito Usagi… Mamoru vivrà di nuovo - sussurrò al cielo Minako… la solita romantica, piangeva solo al pensiero che il loro amore aveva vinto ancora, aveva superato anche questo ostacolo.

Helios accostò entrambe le mani al cuore di Mamoru, da cui fece mostra di sé il meraviglioso cristallo d’oro. Il suo corpo fu interamente avvolto dalla sua luce…

- Chi mi chiama? Usako sei tu? No non sei tu… è tutto buio qui… no…eccolo  uno spiraglio di luce c’è, ed io lo seguirò, me l’hai insegnato tu, amore mio. Usako… quella luce sei tu… aspetta non venire qui… è così buio… Non mi vedi amore mio? Sono io… sono qui! Mi stanno chiamando, ma io non voglio andare, Usako… aspetta! -

- Usako! - Mamoru si risvegliò gridando il suo nome.

- Mamoru… sei vivo… è un miracolo! - Rei era rimasta immobile di fronte al grande prodigio appena accaduto. Corse ad abbracciarlo, seguita dalle altre ragazze, accertandosi che quella figura fosse reale.

- Dov’è Usagi…? - chiese improvvisamente nel panico. In cuor suo sapeva già la risposta, aveva avvertito il suo spirito di luce oltrepassarlo e tuffarsi nel buio.

- Mamoru… lei… è… - Rei non ebbe il coraggio di terminare la frase. Nessuna ne ebbe il coraggio, era già stato abbastanza doloroso sentirsi dire “addio”…

- Lei ha sconfitto Caos… e… ha liberato Galaxia… Il suo seme di stella è scomparso all’interno della stessa Luna- Seiya pronunciò quelle poche parole cariche di una immensa tristezza, e questo non faceva altro che gettare Mamoru ancora di più nella disperazione. Era vivo si, ma che senso aveva esserlo senza di lei? Improvvisamente si sentì vuoto, incapace di reagire, incapace di provare alcun sentimento, si sentiva come se non sarebbe stato mai più in grado di amare.

- Si è sacrificata… non è vero? - mormorò con la voce spezzata da un pianto imminente - perché… perché!? - gridò al cielo tutta la sua disperazione, stringendo tra le mani la polvere di quel suolo lunare.

Seiya capiva perfettamente il suo stato d’animo. Istintivamente si lasciò andare anche lui, si lasciò cadere sulle ginocchia accanto a Mamoru e, appoggiato alla sua spalla, non cercò più di frenare il fiume di lacrime che scalpitavano per uscire. Piansero uno appoggiato all’altro, consapevoli entrambi di aver perso la persona più importante della loro vita.

- Riportala indietro Helios… ti prego - Ami cercò aiuto nell’unica persona che fino a quel momento si era dimostrata capace di un miracolo.

- Mi dispiace… io non posso fare niente - rispose stringendo i pugni - purtroppo il cristallo della Principessa non possiede la stessa capacità…-

- Quale capacità? - Mamoru si riscosse dallo stato di vuoto in cui era precipitato. Se c’era la pur minima speranza di farla tornare da lui, allora avrebbe tentato.

- Tu sei stato riportato in vita dal tuo seme di stella d’oro Mamoru… ma a quanto pare… - Amy lo mise al corrente di ciò che era accaduto solo pochi minuti prima, probabilmente neanche lui era a conoscenza fino in fondo dei suoi stessi poteri.

- Riportato in vita…? - Era vero allora, era tutto vero quello che aveva avvertito… il buio e la luce, la morte e la vita… era tutto vero - è per questa capacità allora che il mio corpo non svanisce se privato del seme di stella… com’è possibile che il cristallo d’argento non la possieda? - la rabbia esplose nelle parole di Mamoru. Rabbia per l’assurdità della questione, in quel momento nulla aveva senso - E’ grazie a questo che lei un giorno diventerà… - i suoi occhi si intristirono rapidamente - sarebbe diventata… Regina della Terra -

- Ti sbagli - rispose Helios comprensivo - non è il cristallo d’argento che avrebbe fatto di lei una grande Regina, ma è il vostro amore, e quindi l’unione dei due cristalli- concluse, pur sapendo che questo non aiutava affatto il suo protetto.

Mamoru cadde ulteriormente nello sconforto, era davvero finita così? Doveva arrendersi a ciò che il destino gli aveva riservato? Davvero non c’era più nulla da fare? La sua mente viaggiò velocemente indietro nei ricordi: a quando l’aveva incontrata… infinite volte aveva ringraziato il Cielo che quel compito andato male fosse finito proprio sulla sua testa; al suo modo affettuoso di chiamarla “testolina buffa”…e a come lei si arrabbiava ogni volta; alla sensazione meravigliosa di tenerla stretta stretta al petto; ai brividi che solo il suo sorriso era in grado di provocare in lui; alla gioia della scoperta di una figlia. Ora il futuro era irrimediabilmente cambiato. Non ci sarebbe stato nessun Regno per lui e la sua famiglia. Nessuna moglie. Nessuna figlia. Era disposto ad accettare tutto questo?

- No… - mormorò tra sé e sé.

- Cosa dici? - chiese Seiya, credendo di aver perso una parte del discorso-

- Ho bisogno del tuo aiuto Seiya, io devo almeno tentare - Mamoru si aggrappò disperatamente ad un’ultima speranza… “l’unione dei due cristalli”

- Farò tutto quello che vuoi, devi solo chiedere - deciso più che mai, anche Seiya, sebbene non avesse la benché minima idea di cosa gli avrebbe chiesto, avrebbe fatto tutto ciò che era nelle sue possibilità.

- Prendi la mia spada, e rivolgila al mio cuore -

- … Mamoru… non credo di capire, che cosa vuoi fare? - Seiya temette che gli stesse chiedendo di ucciderlo… e se l’avesse fatto davvero?

- Capirai, fa quello che ti dico - finalmente Mamoru aveva riacquistato il suo solito tono fiero e autoritario a cui era impossibile sottrarsi.

Seiya raccolse la spada e la indirizzò contro il petto di Mamoru, trattenendo tuttavia il fiato.

Dal suo cuore si liberò il seme di stella d’oro, e immediatamente venne assorbito dalla lama della spada, che si illuminò di una luce intensa e calda.

Il corpo di Mamoru avrebbe sopportato quello sforzo, e subito la sua mano impugno la spada e rivolse la punta contro il suolo.

- Mamoru che vuoi fare? Sei impazzito? Se colpisci la Luna… -

- Ti prego… fa come ti dico - il suo tono supplichevole non permise a Seiya di ribattere ulteriormente, e senza che se ne rendesse conto si trovò ad affondare la spada, spinto dalle stesse mani di Mamoru.

- Mio Dio… cosa ho fatto… - sussurrò appena. Era sconcertato, non poteva credere di averlo fatto veramente. Tolse rapidamente le sue mani e se le portò strette al petto.

Tutti erano rimasti in silenzio. Nessuno aveva capito cosa realmente volesse fare.

- Usako ti prego, torna da me! - il grido disperato di Mamoru risvegliò qualcosa nella stessa Luna…

 

- Mamoru… amore mio, sei tu? -

- L’hai sentito Principessa? Il tuo cuore ti sta chiamando… torna da lui… -

- Chi sei? -

- Sono te stessa… eppure… non lo sono -

- Non capisco… -

- Io sono la tua custode…e tu lo sei della mia essenza…io sono la Luna, Principessa. L’amore sincero e disperato che riempie il cuore del Principe ha operato il miracolo, sei libera, ti restituisco il tuo corpo, e il tesoro che custodisce…

 

Il suolo si illuminò di un impossibile color argento d’orato, e mille raggi sembravano scaturire dal centro del corpo celeste verso il buio del cielo…

Il seme di stella di Usagi si materializzò davanti agli occhi speranzosi di Mamoru, attorno al quale riapparve, delineandosi lentamente, il suo corpo.

Credeva di svenire, sicuramente sarebbe successo da un momento all’altro, ma a sostenerlo, giunsero pronte due braccia delicate quanto forti. Si voltò rapidamente…

- Principessa… sei tornata… - Questo era davvero troppo per Seiya, le sue ginocchia cedettero inesorabilmente, e per un momento giurò di aver visto tutto nero, sebbene la luce riempiva ancora ogni singolo spazio…

La Principessa Kakyou non rispose, si limitò a sorridere accolta dalle lacrime di Taiki e Yaten.

Le ragazze erano combattute tra sentimenti di felicità e di ansia, osservavano la scena con non poca emozione, nessuna si era avvicinata, c’era ancora troppa luce che feriva gli occhi.

Mamoru… bè, lui era rapito da quell’incantevole Principessa… ed era la sua Principessa, era viva ed era davanti ai suoi occhi in tutto il suo splendore. Non riusciva ancora a credere di esserci riuscito, ma ci aveva sperato davvero con tutte le sue forze.

Usagi si tuffò tra le sue braccia… com’era bello essere di nuovo stretta contro il suo petto, poter sentire di nuovo il battito del suo cuore… era così veloce adesso.

Mamoru le sollevò il viso e le baciò le labbra con tutta la passione e l’amore che sentiva in quel momento.

- Usako… mi sei mancata tantissimo - le sussurrò Mamoru all’orecchio.

- Ma se sono stata via solo pochi minuti… - rispose Usagi sorridendo tra le lacrime.

- I minuti più lunghi della mia vita… credevo d’averti perduta… per sempre - ormai era sul punto di piangere anche lui da un momento all’altro.

- Ma tu mi hai riportato indietro… ti ho sentito sai? - gli sorrise appoggiando la fronte alla sua - dai non piangere… - gli disse felice, asciugando una lacrimuccia mentre scivolava giù per la guancia di Mamoru.

- Ma stai piangendo anche tu? - le rispose cogliendo una sua lacrima e mostrandogliela con fierezza, come fosse stato un trofeo.

Risero entrambi, felici di essersi ritrovati.

- Vostra Maestà… bentornata - Helios si inginocchiò al suo cospetto, sotto parecchie paia di occhi meravigliati.

- Maestà? Helios, sono sempre io… - rispose Usagi.

- No Maestà. Voi oggi incarnate l’essenza della Neo Queen Serenity… posso dimostrarvelo - affermò Helios con sicurezza.

- Helios… mi stai spaventando… io non -

- Permettetemi di osservare il vostro seme di stella - la sua richiesta lasciò tutti stupiti. Era talmente evidente che se Usagi avesse mostrato il seme di stella il suo corpo non avrebbe resistito… eppure il custode l’aveva chiesto.

- Helios… ma che cosa dici? Non ti sembra assurda questa tua richiesta? - questa volta fu Mamoru stesso a controbattere, duro e severo.

- Fidatevi di me, Vostra Maestà, non vi accadrà niente… ve lo prometto - Helios non si era curato affatto delle parole del suo protetto, non lo aveva neanche guardato. Aveva preferito continuare a mantenere un contatto visivo molto profondo con la Principessa… era vitale che lei capisse cos’era successo.

Usagi si lasciò convincere. Volle fidarsi di lui. Trasse un profondo respiro e liberò finalmente il suo luminoso seme di stella.

Luce.

Immensa, calda e ristoratrice.

Usagi possedeva ora un cristallo davvero particolare. Non era d’argento. Non era d’oro.

- Helios… che cos’è questo? - chiese meravigliata.

- Questo è il cristallo che permetterà al nuovo millennio di vedere la luce, è il cristallo che porterà la pace nell’Universo, è il cristallo che farà di voi una grande Regina - proferì Helios con grande solennità, sembrava stesse quasi declamando una leggenda - Principe Endymion, siete consapevole di ciò che avete donato alla Principessa Serenity?- chiese poi rivolto a Mamoru.

- Si… e non me ne pento - rispose accarezzando i capelli della sua amata.

- Vuoi dire che questo è… -

- Si Usako, questo è il risultato dell’unione del cristallo d’argento insieme al cristallo d’oro... grazie a questo ho potuto riportarti in vita… lo farei altre mille volte - disse sorridendole.

- Allora questo è il nostro cristallo… - sorrise ammirando la sua luce - forse è questo il tesoro a cui si riferiva la Luna… - mormorò.

- Usako, credo di non capire… -

- Mamoru… io ho parlato all’ essenza della Luna, lei mi ha lasciato andare dall’oblio in cui ero finita, lei mi ha permesso di ascoltare la tua voce chiamare il mio nome…- rivelò stringendo le mani del suo Principe.

- Vostra Maestà… scusate la mia intromissione… ma non è di questo che si tratta… il tesoro che custodite… è molto più prezioso - non finì quasi la frase che si dissolse nel nulla.

- Helios aspetta!- Mamoru cercò di afferrare l’ombra del suo custode… era andato ormai.

- Ragazzi… io non vorrei disturbarvi… capisco che sia un momento importante e solenne… ma io credo che dovremmo tornare a casa… - Amy, come tutti gli altri era stremata, ma manteneva sempre quel pizzico di saggezza e buon senso.

- Io non credo di farcela… lasciatemi qui… verrò più tardi - Minako si sedette per terra e iniziò a sventolarsi con la mano molto freneticamente.

- Minako… ma ti ascolti quando parli?! - Rei esplose come un vulcano - non è come andare al bar… siamo sulla Luna, non puoi andare e venire a tuo piacimento -

Tutta la tensione accumulata in quelle ore si sciolse immediatamente, e tutti risero di gusto. Era tutto tornato come prima… proprio tutto.

- Sei sicura di farcela? - la voce sempre premurosa di Mamoru, distolse le due dal litigio.

- Si… bè sono o non sono la futura Regina della Terra? E poi siamo ancora sulla Luna, sono sicura che mi aiuterà -

Usagi raccolse tutte le sue energie, e con suo immenso stupore fu investita da un’onda di potere che mai avrebbe pensato di poter incanalare.

- Che cosa vuole fare? - chiese Minako ingenua.

La sua domanda, apparentemente rimasta lì, non considerata, trovò presto una brillante risposta… o meglio, una luminosa risposta.

Un’esplosione di luce li avvolse e come un lampo sparì.

Lentamente tutti gli occhi si riaprirono timorosi.

Usagi stava velocemente riassorbendo quella luce, così contrastante con il cielo ancora scuro, anche se la Luna splendeva meravigliosa… la Luna?!

- Siamo tornati! Ragazzi ce l’abbiamo fatta! - Minako aveva “miracolosamente” riacquistato tutte le energie, ed ora se ne andava su e giù per il parco saltellando ora dalle ragazze, ora dai Three Lights.

- Ehi Usako, ti senti bene? - Mamoru sostenne saldamente Usagi, che sebbene fosse “la Regina della Terra” era pur sempre un essere umano, ed in quanto tale era soggetta a stanchezza, ed in quelle poche ore ne aveva accumulata a sufficienza.

- Si… sto bene, mi sento solo un po’ lo stomaco sotto sopra - disse tenendosi appunto una mano sulla parte dolorante in questione.

- Bè, credo tu sia l’unica… qui stiamo tutti bene… - Minako spalancò gli occhi - …a meno che… - le si avvicinò con fare circospetto senza mai staccare gli occhi dal suo ventre - … bè… io credo di aver capito cos’è il tesoro che custodisci… - iniziò a ridere furiosamente, prendendola per le mani e scuotendole come a volersi congratulare per qualcosa… si, ma cosa???

Un attimo dopo anche Rei ebbe la sua stessa reazione, e Makoto, e Ami, e via via tutti quanti… Per una volta Minako aveva fatto centro… lo aveva sempre detto che le fiction che guardava alla televisione le sarebbero servite a qualcosa… prima o poi…

Usagi e Mamoru si fissavano a bocca aperta… possibile che solo loro due non avevano la minima idea della ragione di tutto quell’entusiasmo?

- Ehi ragazzi, perché non lo spiegate anche a noi? Mamoru si sarebbe pentito presto di aver posto quella domanda.

Minako, raggiante come non mai, si avvicinò a lui e con il suo delicatissimo tatto fece il grande annuncio, purtroppo prima che Rei potesse fermarla.

- Mamoru… diventerai padre! - gli aveva sputato in faccia i fatti, nudi e crudi… le ginocchia cedettero, mancando così alla loro principale funzione: sostenere il corpo.

Usagi, ancora imbambolata per la rivelazione, lo guardò andar giù… non fece assolutamente niente, lo guardò e basta.

Le ci volle un po’ per realizzare l’entità della situazione… diventare madre… gli occhi le si riempirono di lacrime, per una volta avrebbe pianto di gioia.

Mamoru, aiutato prontamente da Seiya… e chi l’avrebbe mai detto… abbracciò la sua testolina buffa.

- Usako… sono così felice… una figlia… finalmente… la nostra piccola Chibiusa - le si inginocchiò davanti e incurante degli sguardi indiscreti degli altri le baciò la pancia…

- Qui c’è mia figlia… ciao piccolina, sono il tuo papà… - la baciò ancora, e ancora, mentre Usagi gli accarezzava la testa… e piangeva come una fontana.

Per un attimo solo, la Luna brillò più del solito. Anche lei, come custode della Principessa partecipava a quel grande evento.

 

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Dietro l’angolo di una casa, una ragazzina stava osservando la scena asciugandosi una lacrimuccia con un dito.

- Bè, allora è così che mamma e papà hanno scoperto del mio arrivo…- abbracciò più stretta la micina che aveva con sé - forse potrei chiedere alla mamma di farmi restare qui… già… sarebbe meraviglioso… forse… forse domani, adesso è ora che io torni a casa.

Ciao mamma, ciao papà - prima di sparire in una nuvoletta rosa, si voltò ancora una volta ad osservare quella coppia di giovani innamorati, che presto avrebbero affrontato la più grande di tutte le battaglie: crescere un figlio.

Sorrise e silenziosamente svanì.

 

Fine.

 

Evviva, la mia “Odissea” ha visto finalmente la parola “fine”.

Spero di avervi emozionato. E spero di non avervi deluso, ma ho creduto giusto inserire anche la piccolina che vede la scena da lontano. E poi ho voluto inserire anche la mia ultima perla di saggezza nelle ultime poche righe.

Ringrazio ancora tutti per il vostro sostegno e per l’ultima volta ringrazierò ognuno di voi.

 

Mile

semplicementeme

Usagi89

v.carvelli

dolcebunny

Kirby

sailormoon81

merwen

blue1989

Cassandra14

miki90

Dragon85

Milena

valepigia

akane_val

princessangel

stella

sissy

Kiaretta

Hatori

Dany

Hachi91

Alla data di oggi 27/06/07 posso contare ben 22 commentatrici… con 105 recensioni totali e in 1253 hanno letto il primo capitolo…posso ritenermi pienamente soddisfatta.

Ma… non temete non vi abbandono… ho in mente il seguito…

Per una volta niente mostri o demoni. La vita scorre tranquilla… più o meno…ma che succede se per una qualche strana ragione (non so ancora quale, ma mi inventerò qualcosa…) Mamoru e Usagi si scambiassero i corpi?

Questa mia idea nasce dal fatto che troppo spesso le persone dicono “ tu non puoi capire… sei una donna” oppure “ sei un  uomo…e gli uomini non le capiscono queste cose” o cose del genere.

Bene, cerchiamo di capirci di più allora. Voglio usare i nostri eroi per fare un piccolo esperimento. Mamoru e Usagi avranno modo di imparare a conoscersi di più, e soprattutto a capirsi di più, senza pregiudizi, riconoscendo che poi tutto sommato non sono così diversi… evidenze a parte…

Per ora vi mando un grosso bacio, ma… sentirete ancora parlare di me.

Bacio Usa

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