Amore di Madre

di Paperetta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 

 




Fandom
: Harry Potter

Personaggi: Nascissa Malfoy, Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Severus Piton

Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale

Rating: verde

Avvertimenti: missing moments

Contesto: più contesti, II Guerra Magica/Libri 5-7

 

Amore di Madre

 

PROLOGO

Quando viene insegnato che gli esseri umani più degni sono quelli dal sangue puro, e quando ciò viene ripetuto costantemente nel tempo, è estremamente difficile cambiare modo di pensare.

Narcissa Black era ancora ferma in questa sua convinzione, come lo era stata sempre sin da quando era bambina, e sua madre, suo padre, la sua famiglia la educavano secondo la tradizione dei nobili purosangue.

Ciò che, invece, dopo tanti anni era cambiato, erano le sue priorità. Col tempo, alla causa dei Purosangue si era sovrapposta la sopravvivenza della sua famiglia, soprattutto del suo amato e unico figlio. Da quando il Signore Oscuro, due anni prima, aveva comunicato il desiderio di avere al più presto Draco tra le fila dei suoi servitori, tutto a un tratto la sua vita era cambiata, aveva cominciato a sgretolarsi tra le mani, lentamente ma in modo continuo, fino al giorno in cui Lucius venne arrestato. In quel momento, da sola nella sua immensa casa, aveva capito che non le importava più nulla, né della causa, né dei Mangiamorte, né della vittoria; per quanto fosse ancora convinta delle proprie idee, non c'era niente che potesse essere al primo posto nei suoi pensieri, se non la salvezza della sua famiglia.

Tuttavia, si era resa conto di non essere in grado, con le sue sole forze, di riuscire in quella impresa. Lucius era in prigione e il suo destino era già da tempo nelle mani dell’Oscuro Signore; per quanto l'idea le facesse male come una pugnalata al cuore, sapeva che, anche qualora fosse uscito da Azkaban, avrebbe trovato solo tortura e morte per gli errori commessi, per cui, forse, era quasi meglio che restasse là, imprigionato e vivo. Ma Draco... Draco era solo un ragazzo, non sarebbe mai stato in grado di compiere la missione. Sarebbe morto nel tentativo, o arrestato e consegnato al bacio dei Dissennatori. E l'unica persona che avrebbe potuto aiutarla, che sarebbe stata in grado di proteggerlo e di tenerlo lontano da lui, era anche l'unico Mangiamorte di cui riuscisse a fidarsi, l'unico che sembrava aver conservato ancora un briciolo di umanità, che invece molti altri avevano perso da tempo.

 

*****

NdA – Salve a tutti! Dopo secoli che non scrivo niente di più lungo di una one-shot, finalmente ho finito qualcosa in vari capitoli: non ci speravo più :P

E non pensavo nemmeno che mi sarebbe piaciuto così tanto scrivere di questi personaggi (a parte Severus: amerò sempre scrivere di lui!). In particolare, dopo aver visto le due parti del settimo film ho iniziato ad apprezzare moltissimo Narcissa, ora quasi la adoro, e mi è venuta voglia di scrivere una storia proprio su di lei e in particolare, in questo caso, sulla sua paura di perdere Draco e sul suo rapporto con Severus.

La storia è già conclusa ed è composta da sei capitoli più prologo ed epilogo; proverò ad aggiornare con un capitolo, massimo due a settimana.

Spero che la storia vi piaccia, ma soprattutto di aver reso bene i personaggi di Narcissa e Severus.

Un saluto a tutti!:D

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1

[...] "E se dovesse rendersi necessario... se Draco dovesse fallire..." sussurrò Narcissa (la mano di Piton si mosse nella sua, ma lui non la ritrasse), "vuoi tu portare a compimento l'impresa che il Signore Oscuro ha ordinato a Draco di eseguire?"

Ci fu un attimo di silenzio. Bellatrix li guardava, la bacchetta sopra le loro mani intrecciate, gli occhi spalancati.

"Lo voglio" disse Piton.

Il volto stupefatto di Bellatrix si accese di rosso nel bagliore di una terza lingua di fiamma, che esplose dalla bacchetta, si aggiunse alle altre e si strinse attorno alle mani intrecciate, come una fune, come un feroce serpente. […]*

 

Dopo essersi guardati negli occhi per qualche istante, in silenzio, fu Bellatrix a parlare per prima.

 ora di andare, Cissy".

Mentre la sorella usciva dalla stanza e si avviava verso l'ingresso, Narcissa lanciò un'ultima occhiata all'uomo con il quale aveva appena stretto il Voto Infrangibile. Era molto più calma, ora che aveva ricevuto la promessa di un aiuto per il suo Draco.

"Ti ringrazio, Severus. Non sai quanto ti sono grata per questo" disse. L'uomo rispose con un leggero cenno del capo e si voltò verso la finestra. Narcissa capì che era il momento di andare e uscì dalla casa, raggiungendo la sorella che la aspettava fuori, subito dietro il vicolo.

Dopo essersi smaterializzate, nel giardino del maniero dei Malfoy, Bellatrix poté finalmente sfogare quanto si era tenuta dentro da quando erano arrivate nella casa a Spinner's End.

"Non ci posso credere! Il Signore Oscuro che rivela una cosa così importante a Piton, a quel traditore, verme schifoso..."

"Bella!" la rimproverò Narcissa, voltandosi e guardandola dritta negli occhi. Entrambe parlavano a voce molto bassa, quasi sussurrando, per paura di essere udite da qualcuno. "Severus ha fatto molto stanotte, per me e per Draco. Ha stretto il Voto Infrangibile!"

Bellatrix storse il naso. "Beh, non mi interessa: continuo a non fidarmi di lui. So che sta tramando qualcosa, ne sono certa come sono certa del mio nome".

"E tu pensi che avrebbe acconsentito a stringere il Voto se non fosse dalla nostra parte, Bella? Se fosse davvero con Silente, di certo non sarebbe disposto a ucciderlo per salvare Draco".

"So benissimo quello che ha fatto e cosa comporta venir meno al Voto, ma ripeto, Cissy, che non mi fido di lui. Lo conosco fin troppo bene, deve avere in mente qualcosa. Potrà anche fare quello che ha giurato, ma ci sarà sotto qualcosa, lo so."

Narcissa stava cominciando a spazientirsi. Era stanca, stressata e affamata e quella discussione le stava facendo venire anche un gran mal di testa. Decise di porvi fine subito, allontanandosi dalla sorella verso il portone d'ingresso.

"Cissy, dove vai?" chiese Bellatrix. Detestava essere interrotta.

"Vado a mangiare e poi a dormire. Tanto ho capito che non riuscirò a farti desistere, quindi tanto vale finire qui la discussione".

"E va bene, fa come vuoi!" esclamò la sorella maggiore. Bellatrix rimase ancora un po' nel giardino, probabilmente per far scemare la rabbia che l'aveva assalita.

Narcissa entrò nella sua immensa casa. Chiamò un elfo domestico, che si materializzò all'istante di fronte a lei.

"Mio figlio dov'è?" chiese, mentre si toglieva il mantello e saliva le scale del salone d'ingresso, senza degnare l'elfo di uno sguardo.

"È nella sua stanza, mia signora" rispose lui, con fare sottomesso.

"Bene. Ora vai a riempire la vasca, voglio farmi un bagno. E avvisa gli altri di preparare la cena per due persone... no, per tre".

A volte dimenticava che ora la sorella viveva lì con loro. Un tempo le faceva piacere passare del tempo con lei, ma dopo la fuga da Azkaban era così cambiata che quasi non la riconosceva; era più folle di prima, ossessionata dal Signore Oscuro e da tutto ciò che lui faceva o diceva, senza curarsi di nessun altro al di fuori di lui. Era certa che non avrebbe esitato a vendere lei, Lucius o Draco pur di ricevere gli onori del suo padrone e questo, se da un lato le dava tanta tristezza, dall'altro la terrorizzava. Più di una volta si era sorpresa a pensare quanto avrebbe preferito che rimanesse dov'era, in prigione, e se n’era vergognata.

Salì diverse rampe di scale e percorse alcuni corridoi, prima di arrivare nella sua camera da letto. Le sembrava vuota, ora che Lucius non stava più lì; era abituata da anni a dormire insieme a lui, ma ora quel letto le sembrava troppo grande, e la stanza troppo spoglia.

Camminò fino all'armadio, lo aprì e prese degli abiti puliti; uscì dalla camera e si avviò verso il bagno. Quando fu immersa nella schiuma profumata cercò di rilassarsi un po', ma vi riuscì solo in parte, perché la sua mente sembrava non avere l'intenzione di lasciarla riposare. I pensieri correvano a Draco, che con molte probabilità non avrebbe avuto voglia di mangiare con lei; a Bellatrix, che avrebbe continuato a rimproverarla per quello che aveva fatto fino a quando non le avesse dato ragione; a Lucius, chiuso nella sua cella ad Azkaban sorvegliata dai Dissennatori; ma, soprattutto, non smetteva di pensare a Severus. Nonostante le dicerie sulla sua lealtà, nonostante il suo carattere chiuso e scontroso, aveva deciso di aiutare lei e suo figlio, anche a costo della sua vita. Quando si era recata a Spinner's End, non nutriva molte speranze sulla risposta che le avrebbe dato; in realtà, neppure lei aveva idea di cosa avrebbe potuto fare per salvare suo figlio, perché dentro di sé era consapevole che il Signore Oscuro non avrebbe cambiato idea.

Si sentiva un po' in colpa. Severus era sempre stato un caro amico di famiglia, oltre che l'insegnante preferito di Draco; lo conosceva da quando lui era al primo anno ad Hogwarts e lei al quinto e, anche se all'epoca si frequentavano poco, in seguito era stato ospite nel loro maniero innumerevoli volte. L'aver accettato di pronunciare il Voto Infrangibile era stato un segno di grande amicizia, perché la posta in gioco era la più alta e la missione tra le più difficili, considerando che nemmeno il Signore Oscuro vi era ancora riuscito.

Se Draco fosse uscito vivo da quella vicenda, lo avrebbe dovuto solamente a lui.

*****

-          [Harry Potter e il Principe Mezzosangue, capitolo 2]

NdA – Ecco il primo capitolo! Qui ho voluto cercare di delineare un po’ meglio i pensieri di Narcissa subito dopo aver stretto il Voto Infrangibile, in modo che si capisse quello che pensa di Severus; non credo proprio che sospettasse un tradimento da parte sua, però, secondo me, è possibile che avesse la sensazione che non fosse così malvagio come si pensava.

Sono anche convinta che avesse davvero paura della sorella e che fosse anche un po’ combattuta: da una parte le voleva bene e le faceva piacere rivederla, dall’altra era consapevole di quanto fosse crudele e spietata e disposta a fare qualsiasi cosa per Voldemort.

Spero di averla resa bene e che il capitolo vi sia piaciuto :D

Ringrazio ayumi_L e Charlene per le recensioni ;D

 

Alla prossima!

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2

 15 agosto 1991, Maniero dei Malfoy

Erano le sei del pomeriggio e qualcuno bussava alla porta. Una donna, presumibilmente una cameriera, si diresse a passo svelto verso l’ingresso e aprì.

“Buonasera signore” disse e si fece di lato per far entrare l’ospite. “Prego”.

L’uomo sembrava conoscere la casa, perché si incamminò subito verso le scale senza aspettare che la cameriera gli mostrasse la strada, o lo annunciasse. Quando fu al piano di sopra si trovò in un salone molto grande, con ampie finestre, un camino spento e una mobilia antica e pregiata.

Severus, eccoti” fece una donna dai capelli biondi, alzandosi dalla poltrona su cui era intenta a leggere un libro. “Temevo non saresti più arrivato”.

“Ti chiedo scusa, Narcissa, ma sono dovuto andare a Hogwarts per parlare col preside. Lucius?”

Lucius sta per tornare. A quanto pare è una giornata ricca di impegni, visto che anche lui è stato trattenuto al Ministero più del previsto” disse. Si voltò e chiamò a voce alta: “Dobby!”

Un elfo domestico comparve dal nulla proprio accanto a lei, con la testa china e le braccia lungo i fianchi.

“Sì, mia padrona?”

“Manda a chiamare Draco, digli di scendere in salone, e poi portaci subito da bere” ordinò con voce ferma e l’elfo si smaterializzò all’istante.

Narcissa si rivolse di nuovo a Severus.

Draco è molto entusiasta all’idea di cominciare la scuola. Sappiamo già che sarà un Serpeverde, naturalmente”.

“Non ho dubbi in proposito” convenne Severus, con un mezzo sorriso ironico. “L’ipotesi che possa finire in un’altra casa è tanto probabile quanto lo è che io insegni Difesa quest’anno”.

“Il vecchio non molla, vero?” fece Narcissa, con una smorfia sprezzante. “Quanti anni sono che chiedi quel posto?”

“Tanti quanti insegno” rispose Severus. “Ormai credo che sia una battaglia persa, ma continuerò a fargli avere la mia domanda sul tavolo in ogni caso”.

“Spero che prima o poi ceda. Proprio tu saresti il più indicato per quella materia, e invece ogni anno assume qualche mago che a malapena raggiunge un quinto del tuo livello”.

Severus ghignò di nuovo.

“Così mi lusinghi, Narcissa”.

“Ma è la verità” rispose lei. “Tu meriti molto di più, Severus… oh, ecco Draco” aggiunse poi, quando un bambino con i capelli ancora più biondi dei suoi e gli occhi azzurri fece il suo ingresso nel salone.

“Mi hai fatto chiamare, Madre?” chiese il bambino, rimanendo sulla soglia della porta.

Narcissa gli fece cenno di avvicinarsi. “Sì, Draco. Credo che tu ricordi Severus. E’ venuto qui da noi diverse volte”.

“Sì, me lo ricordo” rispose. “Hai detto che sarà anche il mio insegnante di Pozioni”.

“Esatto. E sarà anche il direttore della tua casa, visto che è certo che sarai un Serpeverde”.

Draco strizzò leggermente gli occhi, come se stesse cercando di ricordare qualcosa. Nel frattempo, si era avvicinato ai due; lanciava spesso delle occhiate all’uomo di fronte a lui, con uno sguardo particolarmente curioso e al contempo ammirato.

“E questo significa che…?” chiese.

“Significa che sono il responsabile di tutti gli studenti Serpeverde e che dovrai rivolgerti a me per qualsiasi cosa riguardi la tua casa. E aggiungerei che sono anche responsabile dei guai che tu e i tuoi compagni combinerete” aggiunse.

“Cosa che non succederà. Vero, Draco?” intervenne Narcissa, guardando il figlio dritto negli occhi.

“Certo, Madre” rispose lui, con fare un po’ contrariato. Probabilmente era una frase che aveva sentito parecchie volte prima di allora. Poi aggiunse: “Posso andare ora?”.

Narcissa guardò un grande orologio a pendolo sul muro, pensò per qualche istante e poi rispose:

“Sì, vai pure, ma per le otto e mezza devi essere pronto per la cena. E’ chiaro?”

Draco annuì e si allontanò da loro, uscendo dal salone. Severus pareva divertito.

“Sembra un soldatino. Non credo che mi creerà problemi”.

“Lo spero per lui” disse Narcissa mentre si sedeva sul divano. “È un bambino ben educato, ma è pur sempre piccolo e non vorrei che ci mettesse tutti in imbarazzo con qualche stupidaggine. Ricordi il ricevimento dell’anno scorso? Si è nascosto per ore con i suoi due amici, non riuscivamo più a trovarlo. Alcuni invitati ci hanno chiesto se avesse paura a stare lì”.

“Credo che ci voglia più di qualche scherzo da adolescente per infangare il vostro nome, o per dare l’idea che tu non abbia fatto un buon lavoro con lui” osservò Severus con ironia, e questa volta fu Narcissa a rispondere con un mezzo sorriso:

“Così mi lusinghi”.

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Narcissa camminava avanti e indietro da quasi un’ora. Non trovava una posizione che le andasse a genio; aveva provato e sedersi sulla poltrona, a stendersi sul letto e a poggiarsi contro il davanzale, ma non riusciva a stare ferma per più di tre minuti.

Era in preda all’ansia da ore. Nemmeno il trucco era riuscito a far scomparire del tutto le pesanti occhiaie che le lunghe notti insonni le avevano procurato, e la cosa pareva non le importasse affatto. Il piano per uccidere Silente e conquistare Hogwarts era iniziato quella sera, ma ancora non avevano ricevuto notizie. Nella villa era rimasta solo lei, benché nelle ore precedenti vi si fossero riuniti parecchi Mangiamorte e il Signore Oscuro in persona - e Narcissa aveva la fastidiosa sensazione che non sarebbe stata l’ultima volta.

Aveva una paura immensa per il suo Draco. Si ripeteva continuamente che quella missione era una follia, che sarebbe stato ucciso, o magari sarebbe tornato vivo, ma il Signore Oscuro lo avrebbe punito per il suo fallimento.

Più di una volta si era dovuta sedere e più di una volta aveva pianto, china in avanti con il viso tra le mani. L’attesa era divenuta insostenibile e l’orologio sembrava segnare sempre la stessa ora, come se il tempo scorresse a velocità dimezzata.

Mentre era poggiata contro il muro, con le mani dietro la schiena e lo sguardo perso in qualche punto imprecisato del soffitto, Narcissa sentì delle voci provenire da fuori. Si precipitò alla finestra e guardò nel giardino.

Alcune figure vestite di nero erano comparse davanti alla villa e stavano attraversando il cancello, che al loro passaggio si trasformava in fumo.

Il respiro di Narcissa si fece improvvisamente più veloce e il cuore pareva sul punto di scoppiarle nel petto. Uscì dalla stanza e percorse il lungo corridoio più veloce che poté, prestando attenzione ad ogni rumore che provenisse dall’ingresso. Attraversò il salone, scese l’ultima rampa di scale e si trovò finalmente nell’ingresso.

Davanti a lei c’erano alcuni Mangiamorte, di cui poco le importava, insieme a Bellatrix, Severus e Draco. Vivo.

Il sollievo aveva preso il posto dell’ansia così velocemente, che per poco non ebbe un malore. Si precipitò verso suo figlio e lo abbracciò forte.

Il ragazzo, tuttavia, si liberò quasi subito dall’abbraccio, e dopo aver guardato per un attimo la madre negli occhi si allontanò dal gruppo, sparendo dietro una porta; Narcissa si mosse istintivamente per andargli dietro, ma si fermò e decise che fosse meglio informarsi prima su ciò che era accaduto.

Gli altri Mangiamorte cominciarono a parlare con fare concitato e soddisfatto. A quanto pareva, la missione era stata portata a termine con successo. Si guardò attorno per cercare Severus, ma lo vide che si allontanava su per le scale. Lo seguì in silenzio fino ad un salotto che di solito non veniva utilizzato.

Entrò e si chiuse la porta alle spalle. Severus era seduto sul divano, la testa china all’indietro e gli occhi chiusi.

Severus…”

Narcissa si avvicinò con passo incerto e si sedette accanto a lui. Vide che aveva alcuni tagli sul viso, provocati più probabilmente da qualche creatura che da un incantesimo.

“Lo hai fatto tu?” chiese. Severus rispose dopo qualche secondo, ma rimase ancora con la testa reclinata all’indietro.

“Sì. Dovrò nascondermi qui per qualche tempo, se per te non è un problema”.

“Certo che puoi restare!” esclamò lei, come se fosse una cosa ovvia. “Tutto il tempo che vuoi”.

Si sentiva in colpa. Era consapevole del fatto che per compiere la missione al posto di Draco aveva dovuto fare molti sacrifici, aveva rischiato addirittura la vita, non solo per le conseguenze del Voto Infrangibile ma perché aveva dovuto affrontare Silente, un mago detestabile ma di certo estremamente potente; ora stava lì, stanco e ferito, e le sembrava che fosse tutta colpa sua. In realtà sapeva che il Signore Oscuro avrebbe in ogni caso chiesto a lui di intervenire, nell’eventualità in cui Draco avesse fallito, ma era stata pur sempre lei ad indurlo a pronunciare il Voto, privandolo di qualsiasi via di uscita.

Severus si spostò in avanti e si voltò a guardare la donna, con sguardo indecifrabile.

“Tra poco arriverà qui per parlare con me e con gli altri. Proverò a dirgli che Draco ha fatto comunque un buon lavoro, ma non posso garantirti che non deciderà di punirlo in ogni caso. Di certo non ci andrà pesante, perché sarà di buon umore, ma sia tu che io sappiamo che lo farà. Mi dispiace, ma non sono in grado di aiutarlo ora”.

Narcissa gli prese una mano tra le sue e lo guardò dritto negli occhi.

“Hai già fatto abbastanza per lui, Severus” disse. “So quello che potrebbe succedere, aspettavo questa eventualità, ma ora Draco è a casa, vivo, e lo devo solo a te. Resta qui quanto vuoi e riposati”.

Severus annuì lievemente con un cenno della testa, ma non poté aggiungere altro perché una gelida risata trionfante echeggiò per tutto il castello.

 

 

****
NdA – buonasera a tutti! Spero che da voi non ci sia il caldo che c’è nella mia stanza ora =/

In questo capitolo ho voluto fare una sorta di confronto, un parallelo tra Narcissa e la sua vita prima e dopo, per sottolineare il grande cambiamento che ha attraversato; spero che questo cambio di atmosfera si sia percepito perché ci tenevo molto a rappresentarlo.

Severus è un po’ restio a parlare nella seconda parte, perché come be sappiamo non gli ha fatto certo piacere far fuori Silente; nella prima, invece, ho voluto rappresentarlo più a suo agio, perché, per quanto sia antipatico e scontroso, penso che con queste persone, che conosce da anni e anni e con cui è cresciuto, si trovi comunque bene.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto: alla prossima!:D

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

[…] “Come mai i Malfoy sembrano così scontenti della loro sorte? Il mio ritorno, la mia ascesa al potere, non è proprio ciò che hanno professato di desiderare per tanti anni?”

“Ma certo, mio Signore” disse Lucius Malfoy. La sua mano tremò mentre si asciugava il sudore dal labbro. “L’abbiamo desiderato… lo desideriamo” […]

 

I Mangiamorte furono congedati dopo che Nagini ebbe consumato il suo pasto. La scena era stata delle più nauseanti e pochi tra i presenti erano riusciti a guardare; tra questi, sicuramente c’era Bellatrix, che con sguardo folle aveva osservato il corpo della donna dilaniato a poco a poco dal serpente. Severus aveva distolto anch’egli lo sguardo, così come i coniugi Malfoy, mentre Draco, con occhi spalancati, era stato più volte sul punto di vomitare.

La lunga tavola era coperta di sangue e stralci di carne umana ed emanava un odore nauseabondo.

Dopo la riunione, Voldemort aveva trattenuto Severus a parlare con lui e Lucius e Narcissa ne avevano approfittato per allontanarsi il più possibile dal salone, portando con sé un Draco sconvolto; il ragazzo non aprì bocca finché non fu arrivato davanti alla sua camera, avvisando che sarebbe andato a dormire e di non voler essere disturbato. C’era poco da dire per aiutarlo, in quel momento.

Marito e moglie si chiusero nella loro camera. Lucius si sedette sul letto, chino in avanti coi gomiti poggiati sulle ginocchia; Narcissa invece si avvicinò alla finestra, intenta ad osservare la luna che risplendeva piena nel cielo notturno.

Nessuno dei due parlò per parecchio tempo. Entrambi erano persi tra i loro pensieri e sembravano essersi dimenticati l’uno della presenza dell’altro. Dopo un po’, Narcissa parve riprendersi da quello stato di contemplazione e si avvicinò al marito, sedendosi accanto a lui sul letto.

“Dobbiamo mandare Draco a Hogwarts” disse, guardando dritto davanti a sé. “Non mi interessa se lui vuole rimanere. Deve stare il più lontano possibile da questo posto e da… scene come quella di questa sera”.

Lucius annuì con la testa.

“Hai ragione. Sempre se il Signore Oscuro sarà d’accordo…”

“Lo sarà” rispose Narcissa. “Se resta qui non avrà alcuna utilità, mentre a Hogwarts potrà collaborare per tenere sotto controllo la situazione”.

I due rimasero nuovamente in silenzio per qualche minuto. Poi Narcissa si voltò a guardarlo. Non lo faceva quasi mai da quando era tornato a casa; era sempre stata abituata al suo portamento fiero, alla sua voce calda, alla sicurezza che le dava, mentre ora lo vedeva distrutto, poco curato e deriso dagli altri, e questo non poteva sopportarlo. Gli posò un bacio sull’angolo della bocca e si alzò.

“Dove stai andando?” chiese Lucius.

“Vado a cercare Severus. Ora che il Signore Oscuro vuole che diventi preside, sarà in grado di controllare che non succeda nulla a Draco. Noi da qui siamo completamente impotenti…” disse Narcissa, e quelle parole fecero male ad entrambi, due maghi da sempre abituati ad avere tutto sotto controllo, ad usare qualsiasi mezzo per difendere la loro famiglia, e ora costretti a sperare nell’aiuto di qualcun altro.

 

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Nda - Chiedo immensamente scusa per il ritardo! Non mi sembrava il caso di aggiornare ad agosto e inizio settembre, perché ho notato che, soprattutto ad agosto, il sito era naturalmente meno frequentato del solito; avrei voluto postare in questi ultimi dieci giorni, ma l'influenza è gentilmente giunta a farmi visita per ben due volte e mi è completamente passato di mente. Quindi, pardon!:P

Ho scritto questo capitolo per dare un'idea di quale potesse essere l'atmosfera dei due Malfoy in quel periodo, data sia dalla preoccupazione per il figlio sia dalla loro impossibilità a fare alcunché in casa loro.

Spero di averli resi bene. A presto (lo prometto!;P) con il prossimo capitolo!

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4

 

Severus Piton sedeva alla sua scrivania, nell’ufficio che un tempo era appartenuto ad Albus Silente. Non gli piaceva occupare quel posto. Si sentiva indegno, come se non avesse avuto alcun diritto di stare lì, nonostante fosse stato proprio il vecchio preside a chiedergli di ucciderlo prima che lo facesse la maledizione.

Oltre al rimorso e alle preoccupazioni che lo tenevano sveglio la notte, dall’inizio dell’anno si era aggiunta anche la noia; trascorreva le giornate nel suo ufficio, ad eccezione di quando veniva convocato da Voldemort, e si dedicava a noiosissime scartoffie del tutto inutili, visto che ormai Hogwarts era una scuola solo per definizione. Inoltre, c’erano anche quei maledetti Carrow e le loro punizioni; per quanto fosse sempre stato un insegnante severo e spesso ingiusto, non poteva tollerare che venissero inflitte pene corporali o maledizioni ai suoi allievi, perciò dovette prendere più volte in mano la situazione ed anticipare i due fratelli Mangiamorte, ordinando a chi venisse portato da lui di lucidare coppe, pulire i bagni, riordinare vecchi archivi: tutto ciò che potesse tenerli lontani da una maledizione Cruciatus.

A questo si aggiungevano gli ordini impartiti da Silente, nel quadro appeso al muro, e la costante attenzione che doveva prestare nel non far trapelare niente delle sue vere intenzioni.

Tra le poche occasioni in cui si sentiva un po’ meno fuori posto e vagamente meno stressato, vi erano le visite che Narcissa faceva periodicamente a scuola. Sapeva che, con la scusa di voler scambiare due parole con lui, cercava informazioni su suo figlio e desiderava vedere con i propri occhi che stava bene.

Una di quelle visite avvenne poco prima dell’inizio della primavera.

 

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Narcissa si materializzò davanti ad Hogwarts, una notte di metà marzo. Ormai la neve era scomparsa del tutto, rendendo di nuovo visibili alla luce della luna i prati verdi e qualche fiore che cominciava a spuntare dal terreno. Sembrava che la natura non volesse arrendersi al potere della morte.

Salutò con poco interesse alcuni Mangiamorte che incontrò sulla strada verso l’ufficio del preside, ma i suoi occhi erano ben attenti a guardarsi attorno; cercava con lo sguardo suo figlio Draco, sperando di scorgerlo con la coda dell’occhio, ma i corridoi erano praticamente deserti. Di certo non era più preoccupata come lo era stata fino a qualche mese prima. Da quando era rientrato a scuola e si era allontanato dal rifugio del Signore Oscuro, cioè dalla loro stessa casa, era certamente più al sicuro e questa consapevolezza si era tramutata in più ore di sonno durante la notte; diversamente da suo marito, le cui condizioni di stress erano legate soprattutto alla derisione, al rimprovero e alle punizioni del suo Signore, per lei dipendevano quasi esclusivamente dalla salute del suo unico figlio, perciò, anche se avere la casa invasa da morti e prigionieri e vedere suo marito ridotto in quello stato le procurava particolare fastidio e rabbia, sapere che suo figlio era lontano da tutto quello la rendeva più forte. Anche Severus sembrò notarlo, quando si incontrarono appena fuori dal suo ufficio.

Narcissa. Ti trovo meglio”.

“Ti ringrazio” rispose. Poi aggiunse: “Non entriamo?”

“Preferisco di no. Sai, il ritratto di Silente…”

Narcissa annuì, incamminandosi con lui verso la parte opposta.

“La mia casa è diventata invivibile, Severus” disse lei dopo un po’, seria e a voce bassa per non farsi sentire da orecchie indiscrete. “Certo, sai che mi fa piacere che il Signore Oscuro stia nella nostra casa, però… i prigionieri, i cadaveri… “

“Ma l’hai detto tu stessa che è un piacere avere con voi il Signore Oscuro, quindi anche questo piccolo inconveniente non dovrebbe essere un grande problema”.

Narcissa inarcò un sopracciglio.

Severus, Bella non è con noi, quindi non fingere che anche tu non ne saresti infastidito”.

Severus ghignò.

“Bella no, ma molti altri sì, perciò fai attenzione a quello che dici”.

Narcissa respirò a fondo. Aveva ragione, doveva trattenersi; non poteva assolutamente permettere che si spargessero certe voci, per quanto fosse più che certa che tutti avessero intuito qualcosa, visto che né lei né LuciusDraco davano l’impressione di essere poi così entusiasti.

“E non c’è un posto in questo immenso castello in cui possiamo parlare senza essere disturbati?” chiese. Severus pensò qualche istante prima di rispondere.

“Il mio vecchio ufficio nei Sotterranei è ancora a mia completa disposizione. Uno dei pochi vantaggi di essere preside” aggiunse, con una smorfia. Così, si incamminarono verso la parte più bassa della scuola, ma nel tragitto intercettarono Amycus Carrow e uno studente molto giovane al suo seguito. Il bambino tremava e si tormentava un labbro con i denti, nervoso.

“Dove stai portando il signorino Green, Amycus?” chiese Severus, fermandosi davanti a lui.

“Ho appena sorpreso questo ragazzino nella Guferia mentre inviava una lettera” disse il Mangiamorte, strattonando il piccolo studente per un braccio. Severus sembrava un po’ scettico.

“E che problema ci sarebbe, dunque?”

Amycus estrasse una busta da una tasca del mantello e gliela porse. “Stava chiedendo di tornare a casa perché secondo lui le punizioni sono troppo dure. Gli faccio vedere io qual è una vera punizione…”.

“Tu non farai niente del genere” disse Severus e l’espressione di Amycus fu come se l’avesse innaffiato con acqua gelida. “Si dà il caso che io conosca i genitori del ragazzo e che siano di sangue puro da intere generazioni. Non mi sembra che le azioni del signorino Green richiedano un provvedimento così estremo: pulire la Guferia senza magia direi che è molto più adeguato”.

“Ma… Piton…”

“Non farmi ripetere” minacciò Severus, che si rivolse poi al bambino: “Seguimi”.

I tre lasciarono Amycus Carrow da solo nel corridoio, evidentemente furioso e offeso al contempo. Dopo aver percorso un corridoio e una rampa di scale, Severus si fermò e si voltò verso lo studente, sovrastandolo e guardandolo con severità.

“La prossima volta potrebbe non andarti così bene, signorino Green. Mi sono spiegato?”

Il bambino Tassorosso annuì velocemente con la testa e al cenno del professore si allontanò verso la sua sala comune. Severus e Narcissa proseguirono invece verso i Sotterranei.

Narcissa non pensava che Severus sarebbe intervenuto per salvare quel bambino. Sarebbe stato forse un comportamento più adatto a lei, che era madre, ma non se lo aspettava da lui, il braccio destro del Signore Oscuro. Decise però di non fare domande sulla vicenda.

Arrivarono nel vecchio ufficio che per tanti anni era stato abitato da Severus, prima che si trasferisse in quello del preside. In realtà, sembrava che la stanza non fosse affatto abbandonata.

“Ci vieni spesso qui?” chiese Narcissa, ma non ottenne risposta. Rimase in piedi in mezzo alla stanza, guardandosi attorno. Era già stata una volta in quel posto, anni prima, quando si era recata ad Howarts per un colloquio sulla carriera scolastica di Draco. Non era certo il genere di arredamento che preferiva, ma almeno erano in una zona tranquilla; aveva davvero bisogno di una chiacchierata tra amici come quelle di un tempo, senza preoccupazioni, minacce di morte o urla disumane provenienti dai prigionieri nelle segrete.

Severus si sedette sulla sua sedia dietro la scrivania e invitò Narcissa a fare altrettanto, indicandone un’altra di fronte al tavolo. Fece comparire dal nulla una bottiglia e due bicchieri, che si riempirono di una bevanda rosso intenso.

“Vino elfico?” chiese Narcissa, prendendo il bicchiere. “L’ultima volta che me l’hai offerto, ero in condizioni imbarazzanti”.

“Mi ricordo” disse Severus, bevendo un sorso. “Ora direi che stai molto meglio, anche se continui ad essere preoccupata per Draco. Cos’è che ti turba? La missione è stata conclusa e lui ora è a scuola, dunque non vedo il motivo per cui debba darti ancora così tanta pena da arrivare fin qui”.

Narcissa osservò il vino nel proprio bicchiere, prima di berne un altro po’.

“Lo so che non corre più i rischi di prima, Severus, ma cerca di capirmi. È il mio unico figlio e nell’arco di un anno ho rischiato di perderlo così tante volte che la paura mi è rimasta incollata addosso. Ho sentito dire inoltre che c’è un gruppetto di ragazzi che fanno resistenza e non perdono occasione di attaccare battaglia con i Serpeverde: non vorrei che gli succedesse qualcosa nel tentativo di fermarli”.

Severus poggiò il bicchiere sul tavolo e si lasciò andare contro lo schienale della sedia.

“Ammetto di aver pensato anch’io a questa eventualità. Ho detto a Draco di non esporsi troppo, ma lui vuole qualcosa da fare”.

“Qualcosa da fare?” chiese Narcissa, sorpresa. “Non gli basta quello che ha dovuto passare l’anno scorso? Possibile che non abbia ancora capito?”

“Si sente frustrato per aver fallito la missione, sa che il Signore Oscuro è molto deluso e vorrebbe fare qualcosa per sentirsi utile”.

Narcissa svuotò il bicchiere e si sporse lievemente in avanti.

“E cosa spera di fare di così importante da riconquistarsi la stima del Signore Oscuro?” chiese.

“Non ne ha idea. Non credo nemmeno che voglia farlo per la sua stima; probabilmente, è più per sé stesso che per gli altri”.

Narcissa chiuse gli occhi. “Sciocco ragazzo…”

Nessuno dei due parlò per qualche minuto. Severus guardava un punto imprecisato della parete alla destra della scrivania, mentre Narcissa stava ancora rimuginando su quanto appena detto, sempre con occhi chiusi. Intanto, all’esterno, il vento cominciò a soffiare forte e a battere con insistenza sul vetro della finestra.

Lucius come sta?” chiese Severus dopo un po’.

“Certo che trovare un argomento di cui mi faccia piacere parlare ultimamente è assai difficile” rispose lei con triste ironia, provocando un sorriso altrettanto ironico sulle labbra dell’altro. “Sta come l’hai visto l’ultima volta. Ha perso la stima di cui godeva, viene costantemente denigrato e punito dal Signore Oscuro e gli altri Mangiamorte ridono alle sue spalle. Per lui tutto questo è stato un duro colpo… è totalmente diverso dal Lucius che conoscevo. Vorrei che tornasse come prima, ma è molto difficile”. Esitò un attimo. Si versò un altro po’ di vino e ne bevve un sorso, come per trovare il coraggio di dire qualcosa. “Ci sarebbe un solo modo per tornare… come prima… come fino a qualche anno fa…”

Severus la guardò dritta negli occhi. Sembrava volesse capire qualcosa osservandola più attentamente e per questo Narcissa, dopo qualche secondo, distolse lo sguardo, fissando la scrivania di fronte a lei.

“Farò finta di non aver capito, Narcissa”.

Severus…”

“Se chiunque altro ti sentisse dire una cosa del genere, specialmente tua sorella, potresti pure buttarti nel Lago Nero e faresti una fine più rapida e indolore”.

Narcissa si sporse ancora più in avanti, appoggiandosi con le braccia alla scrivania.

“Ma tu non sei chiunque, Severus. Non è la prima volta che mi senti dire una cosa del genere, ma a differenza di quella folle di mia sorella non ti sei mai scandalizzato, non mi hai mai intimato di rimangiarmi tutto… mi hai solo detto di stare attenta, attenta a quello che potrebbero pensare gli altri. Non a quello che pensi tu…”.

Narcissa non era mai stata un’abile Legilimens e non era mai riuscita a capire cosa passava nella mente di Severus, però lo conosceva, lo aveva visto crescere e cambiare ed era certa che avesse qualcosa di diverso, che non fosse lo spietato Mangiamorte che sembrava; glielo aveva confermato lui stesso poco prima, quando aveva sottratto quel bambino alle maledizioni di Amycus, e un anno addietro, quando aveva giurato di proteggere suo figlio anche a costo di rischiare la propria vita. Per questo si era sempre rivolta a lui nel momento del bisogno, perché aveva questa convinzione, o forse ancora una speranza, che anche lui, in fondo, volesse esattamente ciò che voleva lei. Che finisse.

Ma non aveva il coraggio di chiederglielo. Sapeva che il suo intuito non era affatto infallibile e, se si fosse sbagliata, avrebbe visto la morte prima ancora di suo figlio e di suo marito. Anzi, probabilmente la avrebbero seguita poco dopo.

Decise di rimangiarsi tutto. Si alzò in piedi di scatto e prese il mantello, che aveva poggiato sullo schienale della sedia quando era arrivata.

“Perdonami. Non avrei dovuto...” disse. Si voltò verso la porta e fece per uscire, ma la voce di Severus la fermò.

Narcissa”. Si alzò anche lui e si avvicinò a lei. Aveva veramente l’impressione, guardandolo negli occhi, che stesse decidendo in fretta cosa dire. Una ulteriore conferma ai suoi dubbi. “Tu rischi davvero troppo a parlare così. Anche solo a pensarlo. Hai ragione, non ho reagito come avrebbero fatto altri, ma solo perché ti conosco e so che l’unico motivo per cui dici questo è la paura per tuo figlio”.

“È proprio per questo, Severus” disse lei, con gli occhi che sembravano riprendere vita. “Nessun altro lo capisce. A nessuno importa se Draco vive o muore, basta che compia le sue missioni e obbedisca al Signore Oscuro. E Bella darebbe i suoi stessi figli, se ne avesse, pur di obbedire ai suoi ordini: lo ha detto lei stessa! Cosa vuoi che le importi del mio di figlio! E tu… tu sei l’unico che mi abbia ascoltata…”

Severus la guardava dritto negli occhi, senza distogliere lo sguardo neanche per un momento.

“Non l’ho fatto solo per Draco. Il Signore Oscuro lo avrebbe chiesto comunque a me, se avesse fallito”.

“Sì, ma in quel caso non saresti morto, se non fossi riuscito a…”

Narcissa… basta”. La interruppe con voce seria, che non ammetteva una parola di più. “Il mio interesse verso la salute tua e di tuo figlio è indiscutibile, però ti prego di non mettere ulteriormente in discussione la mia lealtà verso l’Oscuro Signore”.

Narcissa capì che avrebbe fatto meglio a chiudere lì la discussione, prima di commettere qualche passo troppo azzardato. Riprese completamente il controllo di sé.

“Perdonami, Severus. È la stanchezza, non so più quello che dico.” Poi si congedò: “Ora è meglio se vado”.

 

 

 

Nda – ecco un nuovo capitolo! È uno di quelli a cui tengo di più, perché mi è servito per delineare meglio il rapporto di amicizia tra Narcissa e Severus.

Se non si fosse capito bene, quando Narcissa dice: “Ci sarebbe un solo modo per tornare… come prima… come fino a qualche anno fa…” intende dire che l’unico modo sarebbe che Voldemort se ne andasse di nuovo; Severus capisce cosa vuole dire e, anche se lui per primo vorrebbe che tutto quello finisse e che Voldemort fosse sconfitto, non può naturalmente dirle la verità e le consiglia di non farsi sentire da altri. L’ho descritto un po’ combattuto, perché nel mio immaginario Narcissa è una delle poche persone che lui considera amiche e vorrebbe tanto potersi confidare, ma il suo buon senso alla fine prevale.

Spero che questo incontro tra i due risulti abbastanza realistico!

Ah! Se per caso trovate delle “E” maiuscole che mancano di accento, ma hanno invece l’apostrofo, non è perché sono sgrammaticata; purtroppo, nei forum, nei blog e nella maggior parte dei siti che frequento non c’è modo di fare la “e” maiuscola accentata, perciò mi tocca metterla con l’apostrofo e purtroppo ormai mi viene automatico anche quando scrivo con i normali programmi di scrittura con cui invece sarebbe possibile; quando correggo, uso la funzione “trova e sostituisci” e le modifico, ma qualcuna potrebbe scappare (oppure potrei proprio dimenticarmi di cambiarle!:P)! Pardon!

Un ringraziamento a tutti coloro che recensiscono o leggono senza recensire!;D

Un bacio a tutti!

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5

8 luglio 1980, Maniero dei Malfoy



Era pieno pomeriggio. Le tende erano state tirate e la camera era immersa nella penombra, di modo che il sole non la rendesse troppo calda.

Seduta su di una poltrona posta vicino al letto stava Narcissa Malfoy. In braccio teneva un lungo lenzuolo bianco, ricamato con meravigliose trame di pizzo, che avvolgeva il piccolo Draco nato da appena un mese. Era ancora difficile capire sotto quali aspetti somigliasse al padre e sotto quali altri alla madre, tranne che per gli occhi, grigi come quelli di Lucius.

Dopo averlo cullato senza sosta per quasi un’ora, si era finalmente addormentato tra le sue braccia. Narcissa ora lo guardava e con le dita gli carezzava il mento e la guancia. Qualche volta si avvicinava alla sua fronte e vi posava un bacio, trattenendo il respiro per paura di interromperne il sonno.

Il mio piccolo Draco” sussurrò, sorridendo. “Il mio bambino... sei il nostro orgoglio più grande, lo sarai sempre. Piccolo mio…”

Diede un ultimo bacio sulla fronte di Draco. Il piccolo strinse forte i pugni ed emise un leggero lamento, ma non si svegliò.

Narcissa poggiò la testa contro lo schienale della poltrona e chiuse gli occhi, godendosi appieno ogni istante di quella serenità che, negli anni a venire, avrebbe rimpianto con dolore.



*#*#*#*#*#*#*

La porta del salone si spalancò di colpo, sbattendo contro il muro retrostante. Narcissa entrò con passo spedito, diretta verso il marito. Lucius sedeva su una sedia accanto al tavolo, intento a parlare con un uomo dai capelli castani e la barba lunga fino al petto.

Devo parlare con mio marito” disse Narcissa, gelida, e l’uomo si accomiatò senza farselo ripetere. Narcissa si rivolse a Lucius. “Perché Draco è qui? Cosa succede?”

L’Oscuro Signore lo ha convocato, vuole parlare con lui”.

Gli occhi di Narcissa si spalancarono.

Perché? Cosa vuole da lui?” chiese. Ogni volta che il Signore Oscuro pretendeva di parlare con suo figlio veniva assalita dal terrore; temeva che potesse affidargli una nuova missione impossibile da portare a termine, magari per colpa dei numerosi fallimenti di Lucius, oppure che volesse punirlo per qualcosa che aveva fatto.

Non ne ho idea, Narcissa. Questo pomeriggio mi ha detto che voleva vederlo per parlargli di una questione importante, ma non ha voluto dirmi di più. Ho mandato subito qualcuno a prenderlo”.

E tu non mi dici niente?” chiese Narcissa, furiosa. Anche Lucius cominciò a scaldarsi.

Non ho avuto il tempo di farlo. Mi aveva detto di chiamarlo immediatamente!”

Però anche dopo hai evitato di avvertirmi” continuò lei. “Non posso fidarmi più nemmeno di te, Lucius?”

Ma che cosa dici? Certo che ti puoi fidare di me, Narcissa, ma gli ordini del Signore Oscuro vengono prima di qualunque altra cosa. Non siamo nella posizione di farlo aspettare, lo sai...”

Quelle parole non fecero che aumentare la rabbia di Narcissa, perché stava evitando di rispondere alla sua domanda. Avrebbe sicuramente detto qualcosa di cui si sarebbe pentita, se in quel momento non fosse entrato proprio l’oggetto della loro discussione.

Draco!” esclamò sua madre, voltandosi verso la porta. “Cosa è successo?”

Niente, Madre. Devo tornare a Hogwarts. Ero solo venuto ad avvisarvi…”

Ma Narcissa aveva imparato che “niente” dopo un colloquio col Signore Oscuro significava tutt’altro; suo figlio aveva un colorito troppo chiaro anche per lui e gli occhi erano arrossati.

Come sarebbe! Ti ha dato una nuova missione? Che ti ha detto?”

Niente!” esclamò Draco. “Quante volte vuoi che lo ripeta? Ora devo andare”.

Draco!” Narcissa si avvicinò rapidamente a lui. Lo afferrò per un polso e lo fece voltare, ma a quel tocco suo figlio fece un'orribile smorfia di dolore e ritrasse subito il braccio. La paura di Narcissa non faceva che aumentare. Anche Lucius cominciava ad allarmarsi e infatti si alzò, avvicinandosi ai due.

Rispondi a tua madre, Draco. Che ti ha fatto?” chiese.

Ve l’ho detto. Niente! E’ solo il Marchio che brucia, tutto qui. Mi ha detto che d’ora in poi dovremo aumentare i controlli a scuola e mettere fuori gioco tutti quelli che sostengono ancora Potter.”

E come pensi di fare?” chiese suo padre. “Sai già chi sono, dove si nascondono?”

Ho dei forti sospetti, riuscirò a trovarli. E non chiedere l’aiuto di Piton, Madre: so cavarmela benissimo anche senza di lui”.

Narcissa fece per replicare, ma Draco approfittò di quel momento di esitazione per andarsene, accomiatandosi con un saluto rapido e distaccato.

Draco!” lo chiamò lei, ma non ottenne risposta. Lucius emise un sospiro che denotava stanchezza, mentre sua moglie si voltò verso di lui.

Tu sai cosa gli ha fatto, vero?” gli chiese. “Perché il marchio gli bruciava così?”

Lucius cercò di evitare il suo sguardo, per questo si voltò verso la finestra. Fuori, il vento soffiava con una forza spaventosa, sbattendo contro il vetro che cigolava sotto i suoi colpi.

Il Signore Oscuro ha l’abitudine di… darci un’idea di quello che potrebbe succedere se falliamo un compito che ci viene affidato. Credo che si sia procurato delle ferite sul proprio braccio con un incantesimo, in modo che anche Draco potesse sentirne il dolore. Oppure…”

Oppure…?”

Lucius pareva restio a continuare la frase. Parlava come se tutto quello lo avesse già provato lui stesso, sulla propria pelle.

Oppure potrebbe avergli impresso un altro marchio sopra quello vecchio, più di una volta… lo ha fatto con molti di noi” disse, afferrandosi il polso sinistro con la mano destra.

Dietro di lui, Narcissa piangeva in silenzio.



***

NdA – ecco il quinto capitolo! Che bello, mi sto ricordando di aggiornare!*_* Di solito tendo a dimenticarmi!xD

In questo capitolo ho voluto proporre due parti quasi completamente opposte tra di loro, in modo che risultasse più evidente il cambiamento che c'è stato in Narcissa e la sua vita in questo arco di tempo. Inoltre, ritengo che fosse una madre affettuosa, anche perché Draco è il suo unico figlio, e che riponesse molte speranze in lui.

Ah! Una domanda. Secondo voi dovrei alzare il rating da verde a giallo? Mi sta venendo il dubbio per la scena del serpente del primo capitolo e per la descrizione della tortura del marchio qui; non è niente di che, ma sinceramente non riesco a decidere! Ditemi un po' voi che ne pensate, grassie ;D

Allora a presto con il capitolo 6!

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


CAPITOLO 6

Harry Potter è stato avvistato ad Hogwarts, mio Signore”.

Peter Minus sembrava piccolo piccolo, chino su se stesso, di fronte al suo padrone.

Lord Voldemort si voltò lentamente, un ghigno di trionfo stampato sul volto magro.

Bene… molto bene. È tutto come avevo previsto”.



*#*#*#*#*#*#*

Severus si gettò fuori dalla finestra, ma non volò molto lontano. Decise di nascondersi nella Foresta Proibita, in attesa di capire cosa avrebbe dovuto fare.

Si sentiva furioso, stanco, triste. Non avrebbe mai voluto combattere contro i suoi colleghi, soprattutto contro Minerva.

Lo aveva chiamato vigliacco… lo aveva sentito bene. Non poteva sopportare che qualcuno gli desse del codardo, dopo tutto quello che aveva fatto per loro, dopo aver rischiato la propria vita, dopo le torture che il Signore Oscuro gli aveva inflitto nel dubbio di un tradimento. Era intollerabile.

Ma loro non sapevano. Non lo avrebbero mai saputo. Per tutti, sarebbe stato sempre e solo Severus Piton, l’assassino di Silente, la feccia che ne aveva usurpato il posto, il Mangiamorte che aveva tradito l’Ordine, il codardo che fuggiva nei momenti più importanti.

Avrebbe dato qualsiasi cosa per sentirsi dire “grazie”. Perché per quanto fosse antipatico, sarcastico, severo, non di buona compagnia, era pur sempre un uomo, un uomo con un cuore e un’anima, e dopo tanti anni anche quelle piccole cose erano divenute importanti.

Era immerso nel buio intenso della foresta, appoggiato con la schiena contro un albero. I rami attorno a lui erano così fitti che il castello era scomparso dietro di loro, facendogli perdere l’orientamento. Sarebbe dovuto andare dal suo padrone, ma preferì aspettare ancora un po’; non ardeva dalla voglia di essere punito per la sua fuga ed era certo, in ogni caso, che il Signore Oscuro sarebbe arrivato a breve insieme al suo esercito di Mangiamorte, Giganti, Dissennatori, Ghermidori e tutte le creature magiche che, negli anni, era riuscito a portare dalla sua parte.

L’idea dell’imminente battaglia non faceva che aumentare la sua preoccupazione. Ricordava ancora ciò che Silente gli aveva detto più di un anno prima a proposito di Potter; quando sarebbe stato il momento opportuno, ovvero quando il Signore Oscuro avrebbe messo Nagini sotto protezione magica, avrebbe dovuto metterlo a conoscenza della sua missione: morire.

Ma come fare? Come avrebbe potuto fidarsi di lui, quando lo credeva l’assassino del suo adorato preside, il traditore dei suoi genitori, il braccio destro del Signore Oscuro?

Non aveva idea di come agire… forse, ma era ancora solo un’ipotesi, avrebbe potuto mostrargli i propri ricordi, ma anche in quel caso non sapeva come mettere il tutto in pratica.

Mentre questi pensieri affollavano la sua mente, il Marchio Nero cominciò a bruciare.

Il Signore Oscuro lo stava chiamando.



*#*#*#*#*#*#*

I Mangiamorte avevano appena lasciato il castello dei Malfoy. Nel grande maniero erano rimasti in pochi; Narcissa e Lucius erano nel salone in cui, di solito, si svolgevano le riunioni, mentre il Signore Oscuro stava parlando con qualcuno in un’altra sala della casa.

I coniugi Malfoy sedevano vicini sopra un divano, in attesa di ordini dal loro Signore.

Lucius…” sussurrò Narcissa, con una nota di panico nella voce. Aveva l’aspetto di chi non dorme da giorni. “Dobbiamo trovare un modo per portare via Draco. Sta per scatenarsi l’inferno in quella scuola”.

Lo so” rispose Lucius. Pareva che l’ansia per suo figlio avesse assalito anche lui; probabilmente, era così già da prima, ma solo ora sua moglie riusciva a percepirlo. “Sto pensando a come fare. Finché lui non ci dà l’ordine noi non possiamo muoverci, ma se aspettiamo che lo scontro cominci sarà difficile trovarlo”.

Sua moglie non rispose. Non aveva quasi più la forza di parlare, tali erano l’angoscia, la paura e la frustrazione che la affliggevano. Lucius continuò.

Dovremo cercare gli altri Serpeverde: di certo loro saranno in grado di darci qualche indicazione per trovare Draco. E non appena noi… mio Signore!”

Entrambi si alzarono in piedi, nel momento in cui il Signore Oscuro entrò nel salone, accompagnato da Severus.

Raggiungete immediatamente i vostri compagni ai confini di Hogwarts” disse. Con la mano destra carezzava la testa del suo serpente, sui quali gli sguardi dei presenti si posavano continuamente. “E ricordate: un altro fallimento non sarà tollerato”.

Si smaterializzò un istante dopo.

Dovete trovare vostro figlio” disse Severus rivolto ai due Malfoy. “Questa volta non sarà come le altre”.

Lo sappiamo” rispose Lucius. “Appena ci darà l’ordine di attaccare, entreremo nel castello a cercarlo. Speriamo solo di fare in tempo…”

Severus annuì.

Ora andate, o perderà la pazienza”.

Prima di smaterializzarsi, Lucius si avvicinò all’amico, poggiandogli una mano sulla spalla.

Spero di rivederti, alla fine” disse. Severus ghignò.

Lo stesso vale per me. Vedi di non farti uccidere, o il mio ultimo ricordo di te sarà con la barba incolta e un occhio gonfio: è un’immagine che non ti rende giustizia”.

Lucius aveva sempre apprezzato l’ironia di Severus. Rispose con un sorriso altrettanto ironico e si smaterializzò. Sua moglie, tuttavia, non lo seguì subito.

Severus… ho una brutta sensazione. Non mi sono mai sentita così prima”.

Lo so” rispose l’altro. “Ho lo stesso presentimento. Ma tu ora vai. Vi ha detto di raggiungerlo immediatamente, non l’hai sentito?”.

L’ho sentito, ma…” esitò. Sembrava voler dire qualcosa di importante, ma senza trovare le parole adatte. Severus parve capire qualcosa, perché si avvicinò un po’ di più e le prese lentamente i polsi con le mani.

Andrà tutto bene. Draco sa il fatto suo. Conosce molti incantesimi e io stesso gli ho insegnato alcuni trucchi per cavarsela in situazioni di pericolo. Oltretutto, ci saranno i suoi amici Serpeverde a cui potrete chiedere informazioni utili per trovarlo, quindi ora vai e cercalo”.

Narcissa lo guardava, gli occhi lucidi e supplichevoli. Posò la fronte contro il suo petto e lasciò che le lacrime le rigassero il volto. Non poteva vedere la sua espressione, ma le bastò sentire la mano del suo caro amico che le carezzava i capelli in un modo che non pensava potesse essergli proprio, per capire che non si era mai sbagliata sul suo conto. Ora ne era certa.

Grazie, Severus”.



*****

NdA – Vi chiedo umilmente PERDONO per questo ritardo ç_ç Tra l'inizio delle lezioni all'Università ed i preesami a novembre mi sono completamente dimenticata di aggiornare!

Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento. Ho voluto rappresentare meglio lo stato d'animo di Severus (un personaggio difficilissimo da descrivere, ve l'assicuro!), ma anche quello di Narcissa e Lucius prima della battaglia e infine ancora un “sguardo” sul rapporto tra Narcissa e Severus.

Ora vi saluto, vi auguro buona lettura e vi informo che il prossimo (e ultimo) capitolo verrà pubblicato tra una settimana o dieci giorni al massimo ;D

Buona domenica!

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Capitolo 8
*** Epilogo ***


EPILOGO

 

Fuggire. Nessun altro pensiero occupava la mente dei tre Malfoy.

Il tradimento era punito con la morte, e loro avevano tradito. Narcissa aveva tradito. Restare avrebbe significato la fine, una fine lunga e carica di dolore, per lei, per suo marito e per suo figlio; proprio il gesto che aveva compiuto per ritrovare Draco, la menzogna, rischiava ora di condannarli tutti.

Giunti nel maniero, completamente vuoto, prepararono ciò che era necessario per la fuga; poche cose, pochi ricordi, poche ricchezze: solo ciò che bastava per sopravvivere lontano, in un nascondiglio che chissà per quanto tempo avrebbe dovuto accoglierli.

La prospettiva di abbandonare la propria casa era meno dolorosa, sapendo ciò che li avrebbe attesi: la paura per la furia del Signore Oscuro aveva preso il sopravvento sulla malinconia della partenza.

Ma sarebbero riusciti a trovare un posto sicuro? Esisteva davvero un luogo dove nascondersi da lui? Ne dubitavano… per quanto riflettessero e cercassero di ricordare un posto conosciuto, non avevano idea di quale fosse più sicuro. Avanzarono diverse proposte, ma ognuna di quelle città, di quelle case, di quelle persone sarebbe stata una trappola, perché anche il Signore Oscuro ne era a conoscenza.

Alla fine, optarono per una vecchia casa in Irlanda, un rifugio che dei lontani parenti di Lucius avevano usato durante la Prima Guerra Magica. La speranza era che potesse nasconderli per un tempo sufficiente a trovare una nuova sistemazione.

Tutto era pronto per la fuga dei Malfoy. Vicini, nell’ingresso di casa, si guardarono per un attimo, l’ansia, la paura, la tristezza negli occhi, ciascuno sperando che gli altri lo raggiungessero sani e salvi.

Ma mentre pensavano al luogo da raggiungere, appena prima di smaterializzarsi, padre e figlio alzarono lentamente la testa. Si guardarono l’un l’altro, un’espressione che raccoglieva emozioni contrastanti: sorpresa, paura, ansia, speranza. Ciascuno sbottonò la propria manica sinistra, mentre Narcissa li osservava con un presentimento che non aveva il coraggio di esprimere. E quando i polsi nudi furono liberi dal tessuto, il cuore prese a battere più forte, quasi stesse per scoppiare.

Tutte quelle sensazioni si riunirono in una sola, un sollievo che nessuno di loro avrebbe mai sperato di provare. Ora respirare era quasi più semplice.

Il Marchio Nero era scomparso.

Narcissa corse tra le braccia del marito e si lasciò andare in un pianto disperato e senza freni, scagliando fuori tutta l'angoscia, la paura e le lacrime che per mesi aveva tenuto dentro di sé, nel terrore di essere scoperta. Lucius, più stanco e sfatto che mai, la strinse forte, baciandole i capelli e allungando un braccio verso Draco, ancora sconvolto e incredulo, trascinandolo in un abbraccio collettivo che mai nessuno si sarebbe aspettato di vedere dalla famiglia Malfoy.

 

***

NdA – Ho un vago ricordo di aver scritto che avrei pubblicato in una settimana... ehm... temo che questa settimana sia diventata tipo nove mesi... coff...

Chiedo scusa!!!! T__T Ok, non vi dirò balle: mi sono dimenticata!! In quei giorni mi sono trovata con cinquantamila cose da fare, per cui mi son detta: “Dai, pubblica appena hai una mezz'ora libera, giusto per rileggere e aggiungere le note d'autore” e poi, PUFF! Dimenticata! Che vergogna... che vergogna...

Mi perdonate??ç__ç

Ok... diamo qualche informazione sul capitolo! So che nel libro i Malfoy rimangono al castello, ma ammetto che ho trovato per certi versi più stimolante, per quanto riguarda la fine di questa fic, la versione del film, in cui se ne vanno lasciando Voldemort, Bellatrix e compagnia cantante ai loro problemi (anche se l'immagine del libro in cui sono abbracciati in un angolo è bellissima *_*).

L'ho voluta concludere così, con un abbraccio collettivo che segna la fine di un lungo periodo di sofferenza per la loro famiglia, in cui hanno pensato di perdere tutto; credo che una cosa del genere possa tirar fuori un po' di affetto reciproco anche tra i Malfoy!

Dunque, questo era l'epilogo! Spero tanto che la storia vi sia piaciuta e spero soprattutto che non vogliate farmi a fette nel sonno per questo immenso ritardo!>//<

Non ho idea di cosa scriverò prossimamente; ho qualche idea, ma per scaramanzia non dico niente, perché di solito quando annuncio qualcosa poi mi passa la voglia di farlo!xD Sarà una sorpresa anche per me, mi sa!

Un saluto a tutti, grazie infinite per tutte le belle recensioni che ho ricevuto e buon fine agosto (se così si può dire ç_ç) :D

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