A strategic way for us

di Britin_Kinney
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Salve a tutti :) Non voglio portarla per le lunghe, perchè voglio lasciarvi alla fic, però è stata partorita anche questa come tante del mie fan-fiction, durante una notte insonne. Quindì, spero che vi piaccia lo stesso :)
Buona lettura
-Aithusa_Emrys.

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A Strategic Way For Us
Capitolo 1

 
Tutto poteva sembrare normale guardando Camelot da fuori ma entrando all'interno del castello, precisamente nella sala del trono, si poteva osservare come Uther Pendragon soffrisse per la scomparsa di suo figlio: Artù Pendragon. Era sparito, si era dissolto nel nulla come polvere al vento. Merlino era stato convocato dal Sovrano, in quanto servo del principe, per sottoporsi ad un'infinita sequela di domande. Un interrogatorio senza fine fatto dal Re in persona.
"Quando hai visto l'ultima volta Artù?"
"Ieri" ovvero da quando non si trovava da nessuna parte.
"Dove ti trovavi quando è sparito?"
"Nelle sue stanze. Aveva detto che sarebbe andato a caccia, avevo proposto di andare con lui ma il principe ha affermato che siccome - e lo posso confermare- tendo a far fuggire le prede, non ha voluto portarmi con se" La vena in mezzo alla fronte di Uther pulsava convulsamente, ad un ritmo discontinuo.                                                                           
"E per quale motivo non sei andato con lui per controllarlo?!" la voce del Sovrano si era alzata di qualche ottava.
"Non potevo prevedere che non sarebbe tornato" rispose pacato Merlino.
"Dovevi andare lo stesso con lui!" esclamò il Re.
"Ma non potevo disobbedirgli. Lui è il mio padr-" Sciaf! La prima cosa che la guancia destra di Merlino sentì -mentre il suo proprietario parlava- fu il dorso della mano del sovrano su di sé. Merlino si portò le dita fresche sulla parte lesa, sentiva l'orecchio destro fischiare. Gaius si fece avanti.
"Sire, non mi sembra il caso di incolpare il ragazzo. Infondo ha solo obbedito ad un ordine" Uther guardò Merlino come se volesse ucciderlo "Portalo via Gaius o non avrai più alcun assistente" ordinò al mentore di Merlino.
"Certamente, mio signore" asserì il medico, prima di trasportare per le spalle Merlino fuori dalla sala del trono.
"Io non capisco! Che cosa ho fatto per meritare di essere picchiato? Mica ho detto io ad Artù di scappare da Camelot!"
Ed era vero, cosa diavolo c'entrava lui? Perché doveva anche beccarsi bastonate ingiuste? Perché doveva subire tali trattamenti per colpa dell'idiozia cronica che affliggeva Artù? "Vorrei sapere perché è scappato, poi! Come faccio adesso a realizzare il mio destino? Come?" in quel momento nell'umile appartamento entrò il Re.
"Merlino! Ti ordino di andare subito a cercare mio figlio. Sei il suo servitore, tu lo conosci più di chiunque altro, quindi tu meglio di tutti puoi sapere dove potrebbe trovarsi" 
"Ma veramente, io..." 
"Ho detto va a cercarlo!" Merlino restò qualche secondo in silenzio, seduto al tavolo dove pranzavano e cenavano lui e il suo mentore. Probabilmente quella era l'ultima volta che avrebbe visto quel tavolo se fosse andato a cercare l'asino da solo.
"Mi hai sentito?!" Uther si avvicinò pericolosamente al servo, fortuna che Gaius si mise in mezzo.
"Sire, non è necessario ricorrere alla violenza" Uther lo guardò truce e uscì dall'abitazione "Ti conviene andare" mormorò Gaius. Merlino sbuffò.
"Giuro che appena lo trovo lo ammazzo e lo riporto senza vita a Camelot" Gaius rise.
"Non ne saresti capace, neanche volendo" Merlino lo guardò in tralice e uscì dalla stanza. 
Preparò il suo ronzino, strinse la sella con perizia, diede una mela al cavallo e poi dopo essersi assicurato di avere abbastanza riserve d'acqua e cibo - chissà perché sentiva che ci sarebbe voluto parecchio- partì salutando Gaius con un cenno del capo. Cavalcò per parecchie clessidre, fin quando decise che doveva fermarsi, riposare e far riposare anche la povera bestiola dal manto scuro. Sostò vicino ad una fonte, si avvicinò all'acqua trascinando per le briglie il cavallo.
"Bevi, sarai stanco" disse accarezzandogli il lungo collo, anche lui si chinò sulla riva e appoggiò la spada che aveva portato con sé -prelevandola dall'armeria dalle spade preferite di Artù- e mise a coppa le mani per raccogliere l'acqua, la portò alle labbra e bevve avidamente. Si sentiva estremamente stanco e spossato. Per non parlare dei nervi a fior di pelle per la stupidaggine commessa dal principe, stupidaggine per la quale - come sempre d'altronde- stava pagando.
"Su, ti lego all'albero" sussurrò alla bestiola portandola vicino al tronco ai piedi del quale aveva sistemato un fagotto di lana per ripararsi dal freddo e dormire tranquillo. Dopo aver sistemato il cavallo, si infilò nel sacco a pelo a pancia in su, incrociò le mani sopra la testa e cominciò a riflettere.
Perché quell'asino era scappato? Forse era stato attaccato da qualche cinghiale? O semplicemente da dei briganti? Oppure forse da entità magiche o creature dell'antica religione? Probabilmente era finito prigioniero di qualche giro mercantile di schiavi. O era morto? E poi - sarà stata la cento trentaquattresima volta che se lo chiedeva - Perchè era scappato? 
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Bene, risalve :) Qualcuno ha gia captato il motivo della fuga del nostro bellissimo asino? No? 
E chi lo sa...solo io e il cervellino contorto muahahahahah XD 
Grazie per essere passati :)
Mi farebbe piacere se lasciaste qualche commentino, per sapere cosa ne pensate :)
Detto questo, vi lascio una piramide di baci.
Al prossimo capitolo!! :)
-Aithusa_Emrys.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Risalve a tutti, non ho potuto postare prima per il lavoro. Mi stanno massacrando -.-" Perciò con tutta la stanchezza e la spossatezza con cui potevo dedicarmi alla storia... spero che sia venuto comunque bene questo capitolo. 
Buona lettura.
-Aithusa_Emrys.

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A strategic Way For Us
Capitolo 2

 

Passarono ore e Merlino non riusciva a prendere sonno.
Ogni qualvolta le palpebre calavano, nella sua mente si concretizzavano scenari che erano dei veri scempi: tutti riguardanti Artù, ovviamente.
Perché, per quanto Merlino lo odiasse quando lo comandava a bacchetta o quando gli affibbiava i lavori più ingrati e faceva lo sbruffone rigirando il coltello nella piaga per il proprio sadico divertimento, lui gli voleva bene. Perché l'aveva detto il grande drago e alla fine si era accorto che il lucertolone aveva ragione:
'una metà non può odiare ciò che la rende intera'.
Quindi se si completavano a vicenda, in un certo senso, neanche Artù odiava Merlino...
Certo non pretendeva che gli volesse bene, però almeno sopportarlo...
Il nitrito del cavallo interruppe i pensieri di Merlino che subito si mise in allerta impugnando l'elsa della spada, restando in assoluto silenzio.
<<Aaaaah!>> da un cespuglio uscì qualcuno, sguainando come un forsennato la lunga lama che teneva in mano e che rifletteva i raggi lunari.
Si avventò sul mago senza delicatezza alcuna.
Con la furia di un animale inferocito, scagliò il primo affondo che per poco non costò un braccio a Merlino. Certo, il mago ricordava le lezioni impartitogli dall’asino sull'arte del maneggiare una spada ma aveva partecipato a poche delle lezioni che il biondino aveva organizzato apposta per lui.
Merlino però aveva l'impressione che il futuro reggente si divertisse un po' troppo nel vederlo per terra, sporco di fango e sconfitto da lui. 
<<
Il mio servo deve saper maneggiare la spada>> aveva detto Artù guardando il mago mentre con il braccio 
magro e tremante reggeva a stento lo scudo e le ginocchia che disegnavano un buffo, leggero e continuo zig-zag per il peso dell'armatura. <<Anche per una difesa tua personale>> Aveva detto Artù avvicinandosi e lo aveva guardato in modo strano. 'Modo' che Merlino ingenuamente non riuscì a decriptare come:
<<Non vorrei mai che ti accadesse qualcosa>>
Merlino cominciò a sudare quel cavaliere ci dava dentro alla grande... 

Aspetta, cavaliere?                                            
Ma lui era ancora nei confini di Camelot...                                                                                                                       <<Fermo! Fermo! Non voglio combattere!>> Urlò Merlino parando goffamente gli affondi…
<<Merlino?>> si sentì chiamare.
Dopo un attento studio della fisionomia dell'interlocutore, il moretto pensò che avrebbe riconosciuto ovunque quella voce e quei capelli neri...
<<Gwaine?>> chiese sorpreso.
Le spade, precedentemente incrociate nell'aria, si accarezzarono tra loro scendendo verso il terreno umido.

Non appena lo vide Merlino sorrise ma poi si accorse del pericolo che aveva corso.
<<
Ma dico sei impazzito?!>> esclamò rosso in viso, alzando le braccia a cielo. <<Scusa>> Gwaine sorrise.
<<Pensavo fossi uno dei cani di Cendred>>. Lo sguardo truce di Merlino fu tutto quello che servì a Gwaine per
chiudere il becco.
<
<Okay, sto zitto. Non vorrei mai che mi picchiassi. Potresti farmi moolto male!>> il cavaliere tossicchiò una risata bassa contagiando con la sua ilarità anche Merlino.
<<
Ohh, Va al diavolo!>> esclamò abbracciandolo, salutandolo finalmente in una maniera decente che non
richiedesse l'aiuto di spade, affondi e stoccate.


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Bene, di Artù ancora nessuna traccia...Ma lo troveremo presto non temete ;)
E poi Gwaine avrà un ruolo un po' importante in questa storia... anzi diciamo quasi fondamentale...
Bene, detto questo, vi ringrazio per essere passati :)
Grazie mille a Chibisaru81 (Alias la mia piccola vittoria personale) :) 
E... niente, al prossimo capitolo!! :P
-Aithusa_Emrys.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Salve a tutti. Sono molto felice, perchè sono venuta a scoprire che il mio migliore amico è gay me lo ha confessato lui stesso, è fiero di quello che è. E lo sono anche io :) Dopo aver letto le mie fanfiction mi ha abbracciato e stretto forte. Gli voglio un bene dell'anima, ha letto anche quello 'hot' e ha riso a crepapelle. Ha detto testualmente 'magari mi trattassero così bene'. E siamo scoppiati a ridere. Insomma sono molto felice e quando sono felice escon fuori cose buone. Come quando sono eccessivamente depressa e ascolto i Diorama tanto per cambiare XD.
Comunque vi lascio alla storia.
Un bacettino.
-Aithusa_Emrys. 



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A strategic Way for us
Capitolo 3


"Come mai da solo nel bosco?" chiese Gwaine pochi minuti dopo, quando entrambi erano seduti sul tronco di un albero abbattuto dal vento a scaldarsi le mani vicino ad un fuocherello acceso da poco.
"Potrei farti la stessa domanda" rispose Merlino alzando le sopracciglia e sorridendo.
"Sto andando a sud, non posso dirti per quale motivo... Adesso tocca a te" rispose con un luccichio vispo negli occhi neri.
"Sto cercando quel babbeo che mi ritrovo per padrone" confessò Merlin buttando un piccolo rametto ricoperto di muschio verde in mezzo alle fiamme, per poi guardarle mangiarsi il piccolo pezzo di legno. "Aspetta... il tuo padrone? Stai cercando Artù? Come mai?" Gwaine si avvicinò a Merlino, ora più interessato. "Perchè, per qualche astrusa ragione, io devo sempre risolvere i suoi screzi. è scappato dal regno. Nessuno sa il perchè o il come.
Se ne andato e l'ultima persona ad averlo visto, escludendo lo stalliere sono io...
" Gwaine sorrise abbassando lo sguardo "E quindi... fammi indovinare: Uther ha mandato te a cercarlo" Merlino sgranò leggermente gli occhi "Come hai fatto?" chiese sorpreso sorridendo.
"Conosco quel marpione di un Re. è un idiota" Merlino si morse il labbro inferiore facendo un risolino. Gwaine rise e poi sospirò. 
"Posso aiutarti a cercarlo, se vuoi" propose il cavaliere con un'alzata di spalle.
"Te ne sarei grato, sarebbe un piacere" rispose Merlin "Ma adesso dormiamo. Domani cavalcheremo verso est" Gwaine annuì.
"Come vuoi, capo" scherzò, prima di scivolare con il corpo verso il basso e appoggiare la nuca sulla corteccia del tronco sul quale prima era seduto comodamente.
"Buona notte" augurò Merlino chiudendo gli occhi e incrociando le braccia.
"Buona notte, Merlino" rispose Gwaine.
Il cavaliere aspettò che Merlino si fosse addormentato per andargli vicino ed osservarlo meglio. Aveva sempre provato qualcosa per lui, fin da quando lo aveva incontrato alla taverna. Poi era stato talmente dolce ad accoglierlo nella sua stanza, gli aveva dato il suo letto, dormendo per terra. Si era preso cura di lui.
Lo aveva accudito e Gwaine aveva l'impressione di non essere il primo ad aver ricevuto quelle dolci cure. Ricordò quando al mattino gli aveva portato un vassoio con un sorriso che lo avrebbe sempre contraddistinto. "Grazie per averci aiutato, alla taverna" aveva ringraziato Merlino, cortese come sempre, con i suoi occhi dolci, le fossette ai lati delle labbra.
"Mi attirano i casi disperati, non ne ho potuto fare a meno" Merlino aveva sorriso ancora.
Lo ricordava, lo ricordava come fosse ieri. E poi, la sua bocca carnosa che si muoveva parlando ad Artù di quanto fosse ingiusta la decisione del Re.
Infondo, Gwaine l'aveva salvato intrufolandosi nella giostra.
Era anche giusto che convincesse il padre ad alleggerire la sua condanna. E infatti, così fu. Era stato esiliato, ma doveva ringranziare Merlino se si ritrovava ancora la testa sul collo. Gli accarezzò una guancia con le nocche.
"Sei bellissimo, Merlino" gli sussurrò prima di accorgersi che voleva solo pensarlo. Ritirò la mano imbarazzato.
Con le sopracciglia aggrottate e lo sguardo interrogativo -riguardo al suo comportamento, si intende- si sistemò su un fianco dando le spalle a Merlino che per fortuna dormiva e non aveva sentito nulla.
Nel frattempo il fuoco ne approfittò per affievolirsi sempre di più e alla fine spegnersi, l'odore del pino fresco carbonizzato cullò il sonno dei due ragazzi. 

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 Il nostro bel Gwaine è innamorato di Merlin...Ehhh già. Purtroppo devo fare così, me lo ha suggerito il mio cervellino contorto. -.-"
Ve ne sarei grata in eterno se mi faceste sapere cosa ne pensate :) 
Baciozzoli.

-Aithusa_Emrys.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Salve a tutti, mi scuso per l'immenso ritardo. Ma mia madre mi ha costretto ad andare in città e non sono riuscita a dissuaderla. 
Quindi, buona lettura :)

-Aithusa_Emrys.


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A strategic way for us.


"Merlino, psst! Merlino, ho sentito un rumore!" bisbigliò Gwaine squotendolo, premendogli ad intervalli regolari la mano sul fianco.
Il mago costrinse le palpebre pesanti e desiderose di restare chiuse, ad aprirsi.
Si guardò intorno: era ancora buio, ma guardando più in là, ad est, si poteva osservare come il colore del cielo in quel punto fosse chiaro.
Sono le prime luci pensò Merlino mezzo addormentato ed infreddolito. Ma poi squotendo il capo, ordinò al suo sguardo di puntarsi su Gwaine.
"Umh..." biascicò "Che genere di rumore hai sentito?" chiese; la voce roca, sembrava un brontolio.
"Un fruscio" Il cavaliere impugnò saldamente la sua fidata lama.
"Ma che cosa...?" cominciò Merlin poggiando i palmi della mani sul tronco, sollevando il busto.
"Shh, resta quì..." Gwaine si mise in posizione di difesa fissando con sguardo minaccioso il cespuglio da cui aveva sentito provenire un rumore sospetto...Si avvicinò ancora, di poco.
"Avrai sentito male.." un fruscio più conciso giunse alle orecchie di entrambi.
"Dicevi?" lanciò uno sguardo sarcastico in direzione del maghetto che alzò le mani in segno di resa "Ehi tu...fatti vedere" ordinò Gwaine al cespuglio. Improvvisamente dal cespuglio svolazzò una colomba poggiandosi poco lontano da Merlino, che una volta appurato che il pericolo era scampato osservo il volatile, il suo addome si contrasse in silenzio...una, due, tre volte.
Poi scoppiò in risate sguaiate che fecero scappare anche la povera bestiola alata.
"Ehi pennuto, dove hai messo l'armatura?!" gli gridò dietro tra le risate, con le lacrime agli occhi "Scommetto che con la spada ci sapeva fare" commentò, avvolgendosi le braccia all'addome.
"Non è divertente. Ho temuto per la nostr-" un altro fruscio indistinto mise Gwaine in allerta "Se la prima volta era una piccione, la seconda sarà qualcosa di più grosso e sicuramente pericoloso". 
Merlino tacque all’istante.
“Chi è là?” chiese il cavaliere con voce roca “Fatti vedere” ordinò. Merlino aveva un brutto presentimento…
Dopo qualche secondo Artù fece ingresso nella radura con addosso solo i pantaloni e gli stivali.
Era sporco di fango e presentava parecchie escoriazioni, sulle braccia, sui fianchi. Un lungo taglio superficiale sfregiava la sua guancia destra, il sangue era ancora fresco.
Guardò Merlino da sotto le ciocche biondo-grigio per via della polvere che le sporcava.
“Mer...lino” sussurrò compiendo un enorme sforzo e si accasciò al terreno.
Il mago gli corse subito incontro impaurito, terrorizzato.
“Artù! Artù!” esclamava in ansia. Gli prese il viso tra le mani, osservando le sue palpebre chiuse.
Tremava.
“Merlino…” sentì la mano di Gwaine poggiarglisi su di una spalla “Sta' calmo. Puliamolo intanto o le ferite faranno infezione” Merlin puntò i suoi occhioni velati di lacrime in quelli neri di Gwaine.
“Voglio stare un po’ da solo con lui. Mi prenderò io cura di Artù. Tu puoi andare a prendere la legna, per favore?”.
Il cavaliere annuì e passando vicino al cavallo di Merlin gli diede due pacche sul collo, per poi avviarsi a prendere la legna da ardere. Una volta appurato che Gwaine non lo vedesse, Merlin poggiò una mano sul petto di Artù e pronunciò un incantesimo per guarirlo.
Poi si avvicinò alla fonte, si tolse la maglietta, la inzuppò di acqua, la strizzò un poco e poi tornò da Artù.
Con cura e affetto, tamponò piano le piccole ferite non del tutto guarite della magia.
Lo lavò per bene e prese dalla borsa il cambio che si era portato, vestendolo, poiché l’unico indumento che Artù indossava aveva degli squarci qua e là.
Gli sfilò gli stivali, l’unico capo di cui il fato aveva avuto pietà e i pantaloni.
Il principe rimase completamente nudo, sul mantello di Gwaine largo e lungo, sul quale avevano sistemato il principe poche ore prima. Merlino si soffermò a guardarlo, turbato.
I suoi occhi si soffermarono sul suo addome, forgiato da anni e anni di allenamenti.
Distrattamente Merlin si accorse di una mano rosea appoggiata sulla sua... 
“Perché mi guardi così?” si sentì chiedere dal principe.
“Io... io non vi stavo guardando. Stavo osservando
 le vostre ferite” poi alzò piano lo sguardo e vide che il principe stava fissando le loro mani.
“C’è qualcosa che vorresti sapere?” chiese come se sapesse che Merlino aveva delle domande da fargli.
“Sì. Perché siete scappato?” sussurrò.
“Perché volevo proprio che mi venissi a cercare” rispose il principe.
“E per quale motivo?” chiese Merlin.
“Te lo spiegherò dopo. Adesso avvicinati” ordinò con dolcezza.
“Perché mai?” aggrottò le sopracciglia interrogativo il moretto.
“Perché ho bisogno delle tue labbra” passò debolmente una mano dietro la nuca di Merlin e lo attirò piano a sé. Quando furono vicinissimi Artù gli sussurrò.
“Ho avuto paura… quando ti ho visto non ci credevo” Si avvicinò ancora ma Merlin deviò all’ultimo secondo.
“Scusate, sire. Devo andare a cercare Gwaine” balbettò imbarazzato.
“Adesso, Merlin?” gli chiese il principe con dolcezza, in un sussurro.
“Sì. È parecchio tempo che manca. Non vorrei che gli fosse successo qualcosa” Artù sospirò sulla sua mascella per poi lasciare un piccolo bacio su di essa, le sue labbra sostarono per alcuni secondi sulla pelle del moro, poi Artù si scostò da lui e lo guardò per alcuni istanti.
Merlin aveva chiuso gli occhi, il cuore in subbuglio.
“Adesso puoi andare” gli soffiò sul viso vedendolo alzarsi e barcollare mentre camminava. Merlin era completamente stordito.  

Commentateee!!! >=< :)
-A.E.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Risalve a tutti, buona lettura. :)
-Aithusa_Emrys.

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A strategic way for us

 
“Gwaine. Posso… posso dirti una cosa?” chiese Merlino una volta trovato il cavaliere, con le gote in fiamme.
“Certo, Merlino, lo sai che a me puoi dire tutto” rispose distratto prelevando un ramo spezzato e appoggiandolo sul piccolo gruzzolo formatosi tra le sue braccia. Merlino arricciò le labbra prendendo tempo.
Poi con un sospiro confessò “Artù… ha provato a baciarmi” Gwaine si girò verso di lui.
“Cosa?” chiese.
“Okay. Senti, io non lo so come è andata… insomma non dovrei neanche avvicinarmi a lui in quel senso. Invece quando mi avvicino a lui il mio cuore fa le capriole. E non dovrei sentirmi così, capisci? Lui… lui è mio amico” Gwaine fece un sorriso furbesco.
“Quando ‘l’abbiamo ritrovato’ in quelle condizioni. Come ti sei sentito?” pose quella domanda pur sapendo come si era sentito Merlino, aveva visto con quale preoccupazione si era gettato sul suo corpo.
“Cosa c’entra questo?” storse il muso Merlino.
“C’entra. Ti sei preoccupato tanto per lui, l’ho visto. Nei tuoi occhi c’era ansia e tanto affetto” il mago arrossì.
“Non è vero” rispose.
“Merlino…” cominciò Gwaine prendendolo per le spalle “Tu, sei innamorato di lui. Ho visto con quale amore hai curato le sue ferite. Ti ho visto mentre lo lavavi. Come lo osservavi dopo” Merlino scosse il capo.
“E non hai visto altro?” chiese Merlino preoccupato.
“Sì, ma manterrò il segreto, rilassati”
“Hai visto anche mentre cercava di baciarmi, allora?” abbassò lo sguardo, in imbarazzo.
“No, me ne sono andato prima. Comunque, Merlino, quello che cerco di dirti è: se lui è innamorato di te e tu di lui, dovete solo lasciare che il fato faccia il suo corso” consigliò.
“Ma io non sono inn…” si fermò con le labbra ancora ferme a ‘n’ chiuse la bocca e sospirò dal naso. “E d’accordo, vedremo come va a finire”  
Il pomeriggio passò velocemente. Merlin aveva portato con sé uno dei tanti libri di Gaius per studiare un po’ di scienza – nonostante con i suoi poteri, non servisse a nulla- ma comunque si era costretto ad incollare gli occhi sulle parole vergate della carta ingiallita dal tempo, piuttosto che guardare Artù. Non riusciva a guardarlo in viso. Provava imbarazzo per ciò che era successo quel mattino e –doveva ammetterlo- della parole scritte su quell’antico libro, non stava cogliendo il significato neanche di una. Ricordò le labbra umide e calde del principe sulla sua mascella, pensò a come sarebbe stato sentirle sul proprio corpo. A come avrebbe reagito sentendo Artù sopra di sé mentre si muoveva e gemeva il suo nome.
“Merlin… Merlin…”
Dio, sarebbe andato in frantumi... 
Però, si contraddisse poi, il principe era un uomo. E Merlin si diede dell’idiota sconclusionato per aver pensato ad Artù in quel contesto… e… E poi la mano calda di Artù lì, proprio lì, ad accarezzarlo, farlo gemere.
E Artù a pochi centimetri dal suo viso, quella mano rosea e calda tra i loro corpi e Artù che bisbiglia parole dolci.
“Merlin…”
Sì, dillo ancora Artù…
“Merlin?”
Artù…
“Merlin?!” il mago si sentì scuotere bruscamente dal braccio “Ma a che diavolo stavi pensando?” chiese il cavaliere.
“Ero concentrato sul mio libro” mentì, alzandosi e stiracchiandosi “Bene, prendo la cena” si avviò verso il cavallo e dalla bisaccia estrasse una boccia di vetro piena di uova sode sgusciate sott’aceto.
“Umh” Gwaine si leccò le labbra “Hanno un bell’aspetto” commentò.
“Sì, lo so” Si guardò intorno, non vide Artù accanto al fuoco come loro. “Lui, dove…?” Prima che finisse la domanda Gwaine gli indicò la riva della fonte.
“È lì da quando siamo tornati...” ripose, fissando la boccia dal contenuto sicuramente appetitoso per le sue cavalleresche papille. “Merlino… ho fame” si lamentò il cavaliere.
“C-certo… scusa” gli porse la boccia, distogliendo lo sguardo dalla schiena di Artù coperta dalla sua tunica turchese. “Ha indossato i miei vestiti” constatò, guardando Gwaine mentre slacciava il fiocco che teneva stretta al collo del contenitore una pezza di lino grezzo.
“Che hai detto?” esordì Gwaine.
“Cosa? Io? Niente!” rispose “Ceniamo… Artù?” lo chiamò.
“Sì?” rispose la voce del principe.
“Dobbiamo cenare? Vi unite a noi?” chiese Merlino.
“Sì, grazie” confermò l’invito Artù alzandosi dalla riva e avvicinandosi a loro. Si sedette accanto a Gwaine che intanto con sguardo tronfio vide il pezzo di lino volare via.
“Bene” si sfregò le mani avido “Mangiamo” suggerì.
Qualche ora dopo cena Gwaine crollò. Merlin e Artù lo guardavano dormire della grossa e russare sonoramente. Merlin sorrise all’ennesimo suono prodotto da Gwaine.
“È divertente vederlo dormire” commentò.
“Umh, umh” rispose Artù incrociando le braccia sopra le ginocchia “Bhe, io vado a fare un bagno. Vuoi venire anche tu?” lo invitò il biondo “Umh…” cominciò a balbettare Merlin “S-sì, c-certo…Sì, ho voglia di rinfrescarmi un po’” la buttò sul vago.
“Bene” Artù si alzò e cominciò a spogliarsi andando verso il lago.
Merlino restò a fissare le sue spalle possenti, la sua schiena, le sue natiche che davano tutta l’impressione di essere state scolpite dagli dei. Merlino, suo malgrado, non riuscì a reprimere le sensazioni che quella visione provocò. E quindi si alzò dal tronco, si sfilò gli umili indumenti e poi seguì Artù.

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Non ho molto tempo, perchè devo andare, però posso solo pregarvi di commentare. Ve ne sarei grata :)
Bacioni.
-Aithusa_Emrys.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Sì, sono esattamente le 2:40 del mattino ed io sono ancora sveglia -.-" Lo pubblico adesso, visto che ho finito di scriverlo proprio adesso :)
Buonanotte a tutti... anche se a quest'ora starete dormendo tutti...
Vabbuò! Buonanotte a me e Buona lettura a voi.
-Aithusa_Emrys.
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A strategic Way For Us
Capitolo 6


Artù entrò nell'acqua scura che rifletteva il bagliore argenteo della luna che vanitosamente si specchiava nei loro occhi azzurri.
Si fermò quando l'acqua gli arrivò alle ginocchia.
Abbassò lo sguardo e attese.
Merlin gli si fece vicino con le gote arrossate per il non poco imbarazzo e guardò la luna insieme a lui.
A un tratto Artù protese la mano verso la sua afferrandola. Cominciò a camminare, avviandosi nel punto in cui l'acqua era più profonda, Aspettò che Merlin lo raggiungesse e poi si voltò verso di lui, costringendo anche Merlin a voltarsi.
Lo guardò negli occhi, l'acqua si infrangeva contro i loro addomi.
Artù gli poggiò una mano sul collo, accarezzandogli con il pollice la mascella. Merlin chiuse gli occhi e spinse maggiormente il viso contro il calore di quella mano. Artù si avvicinò poggiando la fronte sulla sua e dopo, solo dopo aver lasciato un bacio sulla sua guancia parlò:
"Voglio sapere perché mi hai respinto oggi" sussurrò.
"Perché, Artù... siamo due uomini e tu sei il futuro ered..." Artù gli poggiò un dito sulle labbra.
"Shh" sussurrò lasciandolo scivolare giù sulla sua gola, sul suo addome. Gli sfiorò un fianco latteo e vellutato sotto l'acqua, per poi stringerglielo tra le dita e avvicinare maggiormente il corpo del mago al suo. "Vuoi sapere perché sono scappato?" chiese così, di colpo.
"Sì. Vorrei tanto saperlo" rispose Merlino, sussurrando.
"Perché avevo un piano. Ho previsto che mio padre avrebbe mandato te a cercarmi è così è stato..."
Merlino chiuse gli occhi, si umettò le labbra e poi chiese: "Oggi, mi avete detto che volevate proprio che fossi io a cercarvi. Perché?" Artù portò entrambe le braccia a stringergli la vita, incrociò le mani dietro la schiena di Merlino.
"Te l'ho detto, avevo un piano: Volevo che mi venissi a cercare tu. Solo tu" sottolineò buttando uno sguardo in direzione del giaciglio di Gwaine "A Camelot, non sarei libero di amarti come vorrei. Dovremmo sempre essere costretti a vivere i nostri sentimenti nelle tenebre, ad amarci veramente la notte ed essere sottoposti alla tortura di trattarci da estranei di giorno. Io non potevo più vivere in quella maniera, capisci, Merlin? Stavo rischiando di impazzire. Ogni giorno ti osservavo sorridere, fissavo i tuoi occhi e le tue mani. Più li fissavo più li immaginavo su di me, entrambi" Merlino alzò lo sguardo puntandolo nel suo "Così ho girovagato in lungo ed in largo per trovare un abitazione che ospitasse entrambi. L'ho trovata, Merlin. è una casupola stupenda ai confini di un lago, da dove si possono osservare delle montagne innevate. Sentire l'odore di lavanda, fresia, vaniglia. E poi ci sono tanti fiori e farfalle. Saremmo solo io, te e il nostro amore. A te, spetta solo dire sì oppure no" Merlino sorrise debolmente.
"Artù, in un rapporto di coppia, bisogna essere sinceri. E su di una cosa non sono mai stato sincero con te" cominciò con lo stomaco sottosopra, Artù spostò il peso sull'altra gamba, trascinando entrambi, inconsciamente, al largo. Adesso l'acqua gli sfiorava i pettorali.
"Quale sarebbe questa cosa?" chiese.
“È difficile da dire. Perché ho paura che mi odierai quando lo saprai" mormorò imbarazzato. Poggiò le mani sulle braccia possenti di Artù che lo stringevano forte e facendosi coraggio con quel gesto, confessò. "Io sono un mago" buttò fuori.
Artù rise piano, sommessamente.
"Lo sapevo" disse poi.
"Cosa sapevate?" chiese.
"Che tu facevi e fai tutt'ora uso di magia. Non preoccuparti non è un problema per me. Ti amo ancora di più" gli sussurrò quelle parole con tanta dolcezza e con tanta passione che a Merlin per un attimo girò la testa.
"Fammi tuo, Artù. Voglio essere tuo e di nessun'altro" Artù gli si avvicinò.
Il suo respiro caldo e rassicurante sul viso…
Senza dire una parola, posò piano le labbra su quelle dell'amante. Poi allontanò la bocca dalla sua.
"Sei sicuro di voler andare oltre?" chiese.
Merlin annuì, dapprima titubante, poi lo guardò negli occhi e annuì con vigore e convinzione.
Artù scese ad accarezzargli le cosce per poi risalire con le mani. Lo afferrò con più passione e questa volta Merlin gli si agganciò addosso con tutta la dolcezza che lo contraddistingueva.
Artù con estrema lentezza lo trascinò a riva.
Merlin venne adagiato per metà sull'acqua e per metà sulla sponda. Artù si sdraiò su di lui adagio, senza mai perdere di vista le sue iridi scintillanti.
"Prendimi. Rendimi parte di te" detto questo Merlin portò entrambe la braccia ad accerchiargli il collo, infilò le dita della mano destra tra le ciocche dei capelli alla base della nuca.
Artù fece scontrare le loro eccitazioni. Merlin gemette, affondando le dita nel terriccio.
Artù gli accarezzò una coscia, scendendo, afferrò una sua gamba alabastrina e la portò ad accerchiargli la vita. La mano di Artù scese a sfiorargli l'intimità, Merlin gettò la testa all'indietro, ansimando in cerca di aria.
"Artù..." gemette.
"Sono qui" pronunciò il biondo. Affondò il naso in mezzo al suo petto, baciandogli l'addome. Mosse ancora la mano, facendo boccheggiare il compagno. "Guardami" bisbigliò Artù e Merlino ordinò a se stesso di ubbidire.
Lo guardò. Era un'immagine meravigliosa. Artù, bello più di sempre, lo guardava come se fosse l'unica cosa al mondo per cui valeva la pena vivere, respirare.
Qualche secondo più tardi, dopo aver seguito un percorso immaginario, Artù raggiunse la sua meta.
"È giusto che io ti prepari. Non vorrei sentissi troppo male" si giustificò.
Si sistemò meglio tra le cosce dell'amante. Appoggiò il mento sulla spalla di Merlino e temendo di fargli male, lo penetrò con calma con un dito.
"Ahi" gemette Merlino.
Si inarcò schiacciando il proprio addome contro il petto di Artù. Il principe ritirò la falange e poi spinse ancora. Merlino boccheggiò stridulo, la bocca spalancata, gettò la testa indietro, la sua guancia a sfiorare quella di Artù. Dopo qualche minuto, quando pensò che il mago si fosse abituato inserì il secondo dito.
Merlino gemette più forte, agitandosi tra le braccia del biondo.
Imitò i movimenti della danza più vecchia del mondo e poi, solo dopo aver baciato la tempia sinistra del moro avvicinò le labbra al suo orecchio.
"Vuoi fare l'amore con me?" sussurrò, la voce rotta dal desiderio, deglutì e senti la gola secca, riarsa.
"Sì. Sono pronto ad accoglierti in me" rispose il mago un misto tra il desiderio e l'ansia per la prima volta.
Artù si sistemò meglio tra le gambe che Merlin aprì maggiormente per permettere al principe di stare più comodo.
"Fermami se ti faccio male" Merlin annuì e con una mano Artù diresse il suo membro all'apertura dell'amante.
Merlin chiuse gli occhi e cerco di rilassarsi.
"Respira" sussurrò e poi spinse dentro di lui, penetrandolo.
Entrò per metà nel suo corpo.
"Ahi... fa male" gemette Merlin. Artù gli si fece vicino, vicinissimo.
"Respira. Vedrai che andrà meglio" consigliò. Merlin respirò a fondo e rilassò i muscoli. Artù spinse in profondità.
"Ah" ansimò stridulo, con gli occhi chiusi e la bocca spalancata. Superato l'attimo di spaesamento, aprì piano gli occhi…
Vide Artù su di lui sorridergli. "Sei dentro di me" constatò incantato, sia dagli occhi del principe che dalla veridicità delle sue parole.
"Sì. Stiamo facendo l'amore, sono dentro di te. Riesci a crederci?" Artù sorrise con le lacrime agli occhi "E ti amerò alla luce del sole. Ti sposerò e mi dovrai sopportare per sempre" spinse.
"Potrei accettare" mormorò Merlino, sarcastico.
Artù spinse ancora e ancora.
E Merlino capì che finalmente l'asino aveva fatto bene a scappare.
"Ah, Artù" gemette più forte.
"Merlin..." il principe godette fino a pensare di morire di Merlin.
Qualche clessidra più tardi l'orgasmo arrivò per Merlin che esclamò il nome di Artù, stringendo le dita intrecciate delle loro mani.
Il principe si sistemò meglio alla ricerca del suo piacere, spingendosi in Merlin che adesso rilasciava solo flebili gemiti, quasi inudibili.
Artù raggiunse l'apice e si riversò in lui con un intenso tremolio alla spina dorsale.
"Sposami" gli bisbigliò.
"Certamente, mio signore" rispose Merlin.

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*--* Oddio un po' di sano Merthur-slashato, mi mancava ^-^
Grazie per essere passati :)
Commentateeeee!!! :P
Bye, bye.
-Aithusa_Emrys.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Mi scuso nuovamente per il ritardo >--< Questo capitolo lo dedico a Chibisaru81 :)
Bacioni.
Buona lettura.
-Aithusa_Emrys.




In Questa foto amo lo sguardo di Merlin... è così pieno d'amore. E le fossette poi.. *-----*
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A Strategic Way For Us
Capitolo 7


 

Il caldo tepore del sole baciò la schiena nuda di Artù.
Merlin sotto di lui si mosse, provò ad aprire i suoi occhi, ma quando la sfera bianca sullo sfondo azzurro li investì, si vide costretto a richiuderli.
Passò le braccia intorno al corpo nudo di Artù. Sentì la sua testa bionda accanto alla sua, gli baciò i capelli e poi sorrise.
Restò ad ascoltare il battito del suo cuore e il suo respire regolare. Senza mai aprire gli occhi.
Artù cominciò a muovere la testa mugulando deliziosamente.
"'Giorno, amore mio" si sentì sussurrare Merlin.
"mmm" un dolce gorgoglio si udì dalla gola del mago.
"Avanti, sveglia! Pigrone..." Artù gli lasciò un bacio in mezzo alla fronte.
Poi gli baciò l'angolo delle labbra.
Merlin provò a non sorridere con scarsi risultati, Artù baciò quel sorriso.
"Buongiorno, amore mio" lo salutò il moretto.
"Bene, bene. Vedo che c'è stata una festa alla quale non sono stato invitato" La voce di Gwaine arrivò fino a loro. Il cavaliere stava in piedi con le braccia incrociate sul petto.
Nonostante volesse sprofondare nel terreno dall'imbarazzo, Merlin nascose il viso nell'incavo del collo di Artù e scoppiò a ridere.
"Mi dispiace, Gwaine. Ma alla festa alla quale abbiamo partecipato, temo che si potesse andare solo in due" Merlin gli diede un piccolo schiaffo sulla spalla.
"Smettila, idiota" disse e poi sorrise, guardando il principe negli occhi.
"Sì, sono un bellissimo idiota..." commentò ironico.
"Sì, amore mio... sei bellissimo" Merlin cominciò a scostargli delle ciocche di capelli dalla fronte con le dita, curandosi di guardarlo continuamente nelle iridi, passò una delle ciocche dietro l'orecchio.
"Merlin..." sussurrò amorevolmente Artù.
"Artù..." disse Merlin con lo stesso tono del compagno.
"Gwaine..." commentò ironico il cavaliere "D'accordo, emh... mi dispiace interrompere questo vostro delizioso idillio, ma -sul serio- potreste coprire quelle vostre 'grazie'" fece irritato il gesto delle virgolette "Capisco che siamo tutti uomini qui... però, diamine... fate ribrezzo" fece una faccia schifata.
"Vorresti dire che il mio Merlin non è bellissimo nella sua nudità?" chiese il principe.
"Ohh..." cominciò il mago "E da quando sono il tuo Merlin?" Artù sorrise.
"Da sempre. Ma da stanotte ancora di più" il moretto sorrise.
Cominciarono a scambiarsi sguardi pieni d'amore. Sembravano in trance.
"Oh, mio, Dio. Quì la questione è seria..." cominciò Gwaine parlando ad uno scoiattolo affacciatosi per caso dall'albero accanto al cavaliere.
"Sembrano due procioni in calore... mi fanno senso" disse alla bestiola, lei gli lanciò contro una nocciola che gli finì dritta sulla nuca.
"Ahu!" si lamentò massaggiandosi la parte lesa "Grazie tante, roditore infingardo!" cominciò a scuotere un pugno in direzione del nascondiglio dello scoiattolo.
Intanto Merlin e Artù continuavano a sussurrarsi parole dolci.
"Volete perfavore ascoltarmi?" cominciò Gwaine paziente, per poi sbottare... "MA DICO VI SIETE RINCITRULLITI RAZZA DI IDIOTI?!" Gridò.
"Gwaine..." mormorò Artù.
"Sì, mio signore?" rispose il cavaliere cercando di ricomporsi.
"Quel tono..." sussurrò in trance mentre fissava gli occhi di Merlin "...Non mi piace per niente..." continuò.
"Sì, lo so. Mi dispiace non avrei dovuto innervorsirmi. Vado a raccogliere la legna per questa sera. Almeno mi distraggo un po'" Guardò male il nascondiglio del roditore e poi si avviò nel fitto del bosco.
"Dovremmo alzarci" ragionò Artù.
"Sì, dovremmo" sorrise Merlin.
Artù si mosse e Merlin gemette per la sorpresa.
"Sei... sei ancora dentro di me" sussurrò.
Artù arrossì di botto e la testa gli urlava "Che razza di ineleganza è mai questa, Pendragon?!".
"Mi dispiace doverlo fare... ma devo..." Merlin annuì ad occhi chiusi.
"Certo che devi" sussurrò il maghetto.
Artù mise le mani ai lati dei fianchi magri di Merlin e cominciò ad uscire con poca delicatezza.
"Ahi" Merlin gemette, afferrandogli la braccia con dolcezza "Piano, amore mio" Artù arrossì furiosamente.
"Scusami..." mormorò e si tuffò sulle labbra di Merlin per distrarlo mentre usciva dal suo corpo.
Quando Artù usci completamente, Merlin strinse gli occhi. Poi sorrise ancora.
"Abbiamo fatto l'amore" cominciò.
"Lo so" Artù strofinò il naso contro il suo.
"E io ho... e tu hai..." cominciò, le guance rosso porpora.
"Sì. Ero presente quando è successo, Emrys" commentò. Merlino rise, passò un braccio dietro il suo collo, le dita ancora tra i suoi capelli biondi.
Posò una mano sul suo viso con una delicatezza ed una dolcezza uniche, tanto da far velare gli occhi di Artù di lacrime.
"Sei tutta la mia esistenza, adesso" gli soffiò quelle parole sulle guance rosse come porpora vergine.
Artù lasciò un bacio su entrambe le sue gote arrossate per poi avvicinare le labbra al suo orecchio.
Strofinò la guancia contro la sua, questo gesto fece chiudere gli occhi ad entrambi. Poi, con sentimento, Artù gli sussurrò un: "Ti amo" e sì, lo amava.
Si era davvero sentito pronto per pronunciare quelle parole.
Il cuore di Merlino cominciò a fare un quantità imprecisa di capriole e salti mortali.
Poi passò la braccia intorno alle sue spalle, le sue labbra carnose e dischiuse si avvicinarono all'orecchio del principe.
"Ti amo anch'io, non immagini quanto" Artù sorrise e gli baciò l'orecchio, la guancia l'angolo della bocca e poi le sue labbra. Lasciò che le loro lingue facessero di nuovo conoscenza.
"Ahhh, ancora!" un lamento indistinto e della legna che cadde per terra furono tutto ciò che si sentì, prima di vedere Merlin e Artù scoppiare in risate fragorose.

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Non posso dire molto, perchè vado di fretta, è stato quasi un miracolo che sia riuscito a postarlo °_____°
Quindi posso solo dire: COMMENTATEEEE!! Fatemi sapere la vostra :)
-Aithusa_Emrys. 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Salva a tutti :) Spero che questo capitolo - chiamiamolo di 'transizione'- vi piaccia :)
Non vedo l'ora di scrivere il capitolo delle nozze! *---*
Nel frattempo mi accontenterò di scrivere il prossimo capitolo!! XD
Buona lettura.
Aithusa_Emrys.

PS: IO AMO QUESTA FOTO!!! *-----*


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A Strategic Way For Us
Capitolo 8



Qualche ora più tardi, Artù sembrava più pensieroso che mai, Gwaine stava molando la sua spada, Merlin leggeva.  
Dopo qualche minuto Artù gli si avvicinò.
"Amore mio, devo chiederti una cosa" cominciò, le guance in fiamme, il cuore in subbuglio. "Dopo aver... bhe... ti ho detto una parola..." Merlin arrossì.
"Sì, mi ricordo. Mi hai detto 'sposami' ed io ti ho risposto 'certamente' " rimembrò il moretto.
Gwaine drizzò le orecchie per la curiosità "Non te l'ho chiesto come si conviene" bisbigliò Artù.
Si inginocchiò difronte al moretto.
"Ohh, Artù" soffiò già in lacrime il maghetto.
Artù deglutì e fece una smorfia imbarazzata...
"Bhe... credo che in questi casi si chieda: Vuoi sposarmi?" Merlin restò in trance per una manciata di secondi alchè Gwaine lo squotè dal braccio "Avanti, che aspetti! Di' di sì!" lo incitò.
Merlin sorrise, un misto tra il divertito e l'emozionato...
"Sì!"
Artù gli prese la mano delicamente e infllò l'anello all'anulare sinistro, si alzò e Merlin gli si buttò in bracciò stringendolo.
"Oh, Alleluja. Peccato che non ci sia lo scoiattolo, avremmo commentato insieme" Merlin e Artù scoppiarono a ridere tra le lacrime.
Quando Merlin scese dalle braccia del suo futuro marito, Artù gli passo un braccio intorno alla vita e lo strinse a sè, mentre Merlin con la punta delle dita si asciugava le piccole lacrime ribelli sfuggite al suo controllo.
"Ora, però, abbiamo bisogno di qualcuno che ci sposi" riflettè Merlin.
"Potrebbe..." cominciò Artù guardando Gwaine, la linea dei pensieri del principe era anche quella di Merlin...
"Gwaine, vorresti farci l'onore di sposarci?" chiese Merlin, il cavaliere sgranò gli occhi.
"Cosa? Ma avete bevuto, per caso?" Artù buttò gli occhi al cielo.
"No, idiota. Non abbiamo nessuno che renda ufficiale in nostro legame..."
Gwaine sospirò "E quindi volete che lo faccia io..." continuò la frase di Artù.
"Esattamente" mormorò Merlin e Artù lo guardò con gli occhi del cuore, Merlin arrossì deliziosamente e ad Artù venne voglia di sbatterlo contro il primo albero e baciarlo fin quando i polmoni non avrebbero urlato pietà per la mancaza di ossigeno.
"D'accordo. Emh... cosa dovrei fare?" chiese Gwaine.
Artù si schiaffò una mano sulla faccia.
"Non hai mai assistito ad un matrimonio?" chiese Merlin mentre Artù faceva scivolare la mano dal viso.
"No" rispose Gwaine "Per l'amor di Dio!" fece una faccia schifata.
"Come facciamo adesso?" riflettè Merlin un po' preoccupato per le avversità che gli si stavano presentando davanti.
Ma lui avrebbe celebrato il suo matrimonio. Anche al costo di tornare a Camelot e chiedere ad Uther di potersi sposare con suo figlio nella sala del trono...
Però, riflettendoci, non c'era solo Camelot... C'era anche Ealdor!
Avrebbero potuto sposarsi lì e poi andare a vivere nella casupola che Artù amava tanto.
Sua madre sicuramente sarebbe stata lieta di vederlo felice, innamorato e sposato all'uomo della sua vita.
E Will, sarebbe stato sicuramente contento e... e...
"Merlin, stai sorridendo come un ebete. A cosa stai pensando?" chiese Gwaine, sistemandosi meglio sul tronco.
Il moretto si morse il labbro inferiore con gli occhi lucidi.
"Potremmo sposarci nel mio paese natale..." propose, implorando Artù con gli occhi da cerbiattino ferito.
Artù intrecciò le dita della sua mano a quelle del compagno.
"Se vuoi sarò felice di sposarmi ad Ealdor"  
Gwaine sorrise "E potremmo invitare tutti gli altri" rifletté.
I due innamorati che prima si stavano guardando negli occhi a vicenda, voltarono contemporaneamente il capo in direzione del cavaliere:
"Gli altri chi?" domandarono insieme.
"Gli altri cavalieri. Non mi sembra corretto che partecipi solo io, cos'ho io in più degli altri?" Ragionò.
Dopo averci pensato a lungo, Artù buttò uno sguardo al viso di Merlin.
"Sì, hai ragione" Merlin fece un risolino, ma poi si bloccò "Ma il problema è: come facciamo ad informarli?" chiese.
"Vado io" si offrì Gwaine. "Posso tornare a Camelot senza problemi. Informerò gli altri e partiremo tutti nel cuore della notte" Merlin annuì serio, anche Artù stava seguendo il piano di Gwaine, avrebbe tanto voluto essere con loro e scappare di notte, come dei fuggiaschi.
Ma le avventure ormai erano finite e se sposare Merlin significava rinunciarci allora avrebbe fatto a meno di spade, battaglie, scudi e giavellotti.
"Amore mio, che cos'hai?" chiese Merlin, accarezzandogli una guancia.
"Niente, tesoro" rispose il principe e gli baciò la mano sinistra, chiudendo gli occhi, poi passò entrambe le braccia attorno ai suoi fianchi stringendoselo contro. Artù guardò Gwaine.
"Noi andremo direttamente ad Ealdor" comunicò.
"Quando partiamo?" chiese Merlin che aveva appoggiato la testa sul suo petto, Artù lo cullò.
"Quando vuoi" rispose e gli baciò i capelli.
Gwaine sorrise "L'ho detto e lo ripeto, sembrate due procioni in calore" Merlin rise...
"In calore sicuramente..." sussurrò il biondo all'orecchio di Merlin, prima di mordergli il lobo.
"Oh Dio.." fece Merlin, con un singulto "Ti prego Artù, non parlare più con quel tono. Sto facendo fatica a resistere, se ti ci metti pure tu con le tue frasi allusive non so quello che potrebbe accadere"
Artù rise piano contro il suo orecchio: "E fallo accadere, Merlin. Fallo accadere" rispose il biondo.
"Ma non possiamo adesso" bisbigliò imbarazzato buttando uno sguardo in direzione del cavaliere.
"Gwaine, quando partirai?" chiese Artù.
"Stanotte stessa. Anche subito" Artù arricciò le labbra, sembrava stesse pensando ad una strategia bellica. 
"Converrebbe partire subito, arriveresti in un batter d'occhio a Camelot" consigliò Artù.
Merlin sorrise poggiando entrambe la mani sul suo petto, il suo amato era proprio diabolico quando voleva.
"Potrei andare a piedi, tanto Camelot è ad almeno sei ore di viaggio a piedi. Se mi sbrigo arrivo prima. Prenderò un cavallo quando sarò lì. A voi serve il cavallo di Merlin per andare ad Ealdor è decisamente più lontano" Riflettè tra sé e sé, poi annuì.
"Bene" appoggiò le mani sulle ginocchia e dandosi lo slanciò si alzò dal tronco "Sarà meglio andare".
Merlin fremette sentendo una scossa frizzare dall'osso sacro alla nuca... sarebbe rimasto da solo con Artù.
Cosa avrebbe fatto?  

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Bene, bene, bene. :) Cosa farà il nostro Merlinuccio <___Chi lo sa! Solo io :P
Alla prossima!!!!! :D 
Bacini, baciotti.
-Aithusa_Emrys.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Ri-ri salve. Spero che questo capitolo vi piaccia. Purtroppo non ho trovato una foto abbastanza bella >-<''!! 
Per il prossimo capitolo riuscirò a trovarla, spero. 
Intanto vi lascio un bacione.
E vi do in pasto questo capitolo :P
-A.

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A strategic Way For Us
Capitolo 9


Gwaine camminò per parecchie clessidre,  sostò solo due o tre volte per rinfrescarsi e bere.
Quando vide le torri e gli stendardi diede un sospiro di sollievo.
Camelot era vicina.
Camminò, camminò fino ad arrivare al ponte levatoio entrò salutando le guardie.
Andò dritto a casa di Elyan, bussò.
Dopo qualche minuto il ragazzo di colore venne ad aprire.
"Gwaine!" esclamò il fratello di Gwen "Dove ti eri cacciato?" chiese "Eravamo tutti preoccupati e..." Gwaine gli tappò la bocca.
"Per favore, ascoltami. Devi chiamare tutti e farli preparare. Digli di portare provviste e parecchi cambi di vestiario"
"Mmm? Mmm?" Gwaine buttò gli occhi al cielo e tolse la mano dalle sue labbra scure. "Cosa? Perchè?" chiese Elyan quando riuscì a riprendere la parola.
"Ve lo spiegherò quando saremo in viaggio. Adesso avverti gli altri e riferiscigli ciò che ti ho detto. Io mi occuperò dei preparativi per la partenza" Elyan annuì.
Gwaine gli sorrise e poi frettolosamente si precipitò nelle stalle, prese i cavalli che gli servivano.
Li sellò e mise le briglie a tutti.
Bevve un sorso d'acqua prima di vedere Sir Leon con i capelli ancora arruffati per il risveglio brusco entrare nelle scuderie.
"Che succede, Elyan mi ha detto che dobbiamo partire. C'è qualche motivo preciso?" sbadigliò e si sistemò il mantello.
"Sì, ve lo spiegherò durante il viaggio avremo tutto il tempo che serve per spiegarvi" Leon annuì.
"Dove sono gli altri?" chiese Gwaine.
"Sono qui fuori. Siamo tutti pronti" annunciò.
"C'è anche Percyval?" chiese il cavaliere dagli occhi neri.
"Certamente. Con tutti intendevo proprio tutti" Gwaine sorrise.
"Hai ragione. Forza, aiutami a portare i cavalli fuori" lo incitò.
Leon annui e afferrò i cavalli di Elyan e Lancelot, mentre Gwaine portò fuori il suo quello di Parcyval e quello di Leon.
"Bene, forza, andiamo" ordinò Gwaine una volta che montò sull'equino.
"Dove dobbiamo andare esattamente?" chiese tra uno sbadiglio e l'altro Lancelot.
"Usciamo da Camelot prima, quando saremo al sicuro e avrò la certezza che gli unici esseri viventi ad ascoltarmi sarete voi e gli alberi allora parlerò. Non potrete mai immaginarlo... riguarda Merlin, però. Vi ho dato un indizio. Pensateci..."
Diede due calcetti alla bestiola e il cavallo partì.
Quando furono nel bosco Gwaine che stava in testa tra di loro riuscì quasi a sentire i pensieri di tutti i suoi compagni d'arme.
Nel momento in cui decise che erano abbastanza lontani da Camelot per poter parlare chiese: "Allora, avete riflettuto sull'indizio?"
I quattro cavalieri si scambiano parecchi sguardi parlanti e poi annuirono.
"Merlin è ferito" propose Lancelot con una nota preoccupazione.
"Acqua" rispose Gwaine.
"E tornato nel suo paese perchè il re lo ha picchiato" suggerì Elyan.
Gwaine si girò: "Uther ha picchiato Merlin?!" li guardò con gli occhi sgranati prima di ricomporsi "Comunque... fuoco" rispose.
"È tornato nel suo paese per un altro motivo" continuò Percival.
"Sì, e riguarda anche qualcun'altro" aggiunse Lancelot, stringendo le briglie.
"Ecco, sì, ci siete quasi..." Gwaine sorrise.
"Sicuramente c'entra con la fuga del principe" commentò il taciturno Percival.
Tutti si voltarono nella sua direzione.
"Scusa, cosa dovrebbe entrarci Merlin con la bravata di Artù?" chiese perplesso Elyan.
"Quindi... riguarda Merlin, il suo paese e la fuga di Artù. Quindi riguarda Merlin e Artù insieme nel paese di Merlin" Lancelot aggrottò le sopracciglia "Ma... ma questo non ha senso!" commentò.
"Sì..." cominciò tra le risate Leon "Scommetto che sono scappati insieme per sposarsi" Tutti risero della battuta del biondo, tutti tranne Gwaine e Percyval.
"Centrato in pieno, Leon" rispose Gwaine.
L'eco delle risate dei tre cessò di riempire l'aria tra gli alberi della foresta.
"Nooo" cominciò Lancelot "Davvero sono fuggiti per sposarsi?" chiese.
"Sì" cominciò convinto Percival "Fortuna che il principe parla con me. Avrei potuto indovinare subito il motivo della sua fuga, ma temevo che se il re lo avesse saputo avrebbe fatto giustiziare Merlin" riflettè.
"Che cosa?" chiesero tutti in coro.
"Da un po' di tempo il principe veniva sempre da me a sfogarsi. Mi conosceva da poco ed essendo io un 'quasi estraneo' per lui, si sentiva più a suo agio a confidarmi le sue ansie a le sue paure" spiegò.
"Ebbene?" chiesero di nuovo in coro tutti quanti curiosi come non mai.
"Qualche giorno dopo del mio arrivo a Camelot, vedevo il principe sempre pensieroso, sempre triste. Aveva un'aria così corrucciata che provavo compassione. Un giorno, quando cessammo di allenarci, lo vidi recarsi nel tendone dell'armeria e cominciare a piangere un minuto prima di entrarci. Mi avvicinai entrando, temendo che il principe avesse qualche malore".
Erano tutti presi dal racconto, quasi ipnotizzati dalle parole di Parcyval, pendevano dalle sue labbra.
"Gli poggiai una mano sulla spalla "Sire, state bene?"gli chiesi. Lui prese un respiro profondo tra le lacrime e mi rispose "No, per niente, Percyval" mi sedetti sul tavolo dove Merlino appoggiava sempre la sua armatura  durante i tornei "Sapete che se c'è qualcosa che vi turba potete parlarmene" gli avevo detto, tentando di alleviargli la pena. Di solito parlarne con qualcuno fa bene, quindi gliel'avevo chiesto... "Ho un grosso problema" confessò. Singhiozzava. Ve lo giuro amici miei..." comiciò rivolgendosi agli altri "Non ho mai visto il principe piangere in quella maniera. Insomma lui non piange mai, quindi pensavo fosse una cosa seria".
Tutti quanti annuirono, seri.
"Gli chiesi quale fosse questo problema. Lui mi disse solo un nome, non mi scorderò mai con quale espressione me lo bisbigliò. Aveva gli occhi rossi, dal suo volto traspariva tutta la sofferenza di questo mondo "Merlin..." aveva detto prima di portarsi le mani al volto. A quel punto non potei fare altro che avvicinarmi a lui. In silenzio gli diedi un abbraccio. E lui ricambiò sfogandosi. Pianse tutte le lacrime che aveva in corpo, prima di allontanarsi qualche minuto più tardi e ringraziarmi. Da quel giorno fino a quando fuggì mi raccontò qualsiasi cosa. Di quanto pensasse a Merlin, di quanto lo sognasse. Ne era e ne è tutt'ora innamorato. A Camelot ho visto il principe soffrire così tanto... E penso che tra loro sia amore vero" Alla fine del racconto di Parcyval seguì il silenzio da parte di tutti.
"Okay, ora sappiamo che il nostro principe è sensibile e ama Merlin. Però, non capisco cosa dobbiamo fare noi ad Ealdor"
ragionò Lancelot.
"Diciamo che Merlin e Artù vi hanno invitato al loro matrimonio" sorrisero tutti.
Poi Leon si irrigidì "Ma non abbiamo niente da donargli" pensò ad alta voce, i cavalieri risero.
"Ci penseremo quando saremo lì" propose Elyan.
"D'accordo, come vuoi" rispose pensieroso Leon.
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Vecchi marpioni!!
Io amo i cavalieri!!! XD
Spero vi sia piaciuto questo capitoletto. Davvero ancora per il giorno delle nozze si dovrà aspettare un po' però quando arriverà prometto che sarà di vostro gradimento. Vi do la mia parola.
*Si alza il cappuccio del mantello e va a giocare a dadi con le guardie*
Bacioni.
-A.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Bentornati :)
E dopo una boccata fresca per i cavalieri, riprendiamo con il fuoco XD
Spero vi possa piacere :)
Buona lettura.

SONO ANDATA IN IPERVENTILAZIONE PER QUESTA FOTO!!! *_________________*

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A strategic Way For Us.

Merlino si stese piano a ventre in giù, arrossiva ad ogni parola del principe.
Il maghetto aveva fatto intendere ad Artù che forse voleva dormire...
Una volta qualcuno disse: Un vero sentimento non si dimostra solo e sempre facendo l'amore, ma anche dormendo insieme*.
Merlino era girato su di un fianco e aveva chiuso gli occhi "Merlino?" bisbigliò il principe "Sì, amore mio..." rispose il moretto ad occhi chiusi.
"Niente..." sussurrò Artù avvicinandosi a lui.
Si sdraiò su di un fianco accanto al suo futuro sposo e passò due braccia intorno alla sua vita. Se lo strinse contro e Merlino sorrise. Artù gli baciò la nuca, il collo, la spalla, un punto imprecisato dietro l'orecchio...
"Volevo sapere cosa ne pensi del nostro matrimonio?" gli chiese, appoggiò il palmo della mano sul dorso di quella di Merlino e intrecciò le loro dita.
"Cosa ne penso?" continuò il maghetto "Sì" Artù deglutì e chiuse gli occhi affondando il viso nei suoi capelli, cominciava a rilassarsi.
"Sono felice di sposare l'uomo che amo" La risposta del futuro sposo fu come manna per Artù.
"E... nient'altro?" sembrava avesse voglia di parlare quella sera... Sembrava.
"Sì" cominciò Merlino ricordando la notte in cui Gwaine l'aveva aggredito senza sapere che fosse lui.
"Voglio che sfrutti l'occasione di vivere insieme a me per sempre per insegnarmi l'arte della spada" il biondino strofinò il naso contro i suoi capelli sorridendo "Credevo d'essere stato chiaro alle lezioni" Merlino arrossì per la sua inadempiezza "A dire il vero non ero molto attento. Anche se qualcosa l'ho imparata. Voglio essere bravo come te..." chiarì mentre sentiva il principe strofinare il mento contro la sua spalla, gli lasciò un bacio sul collo.
"Farò tutto quello che vuoi, ma adesso dormi. Domattina avremo un lungo viaggio da fare" consigliò il principe.
"Sì. Hai ragione... Però non riesco a dormire perchè penso continuamente ad una cosa" sussurrò in imbarazzo il maghetto che ormai sentiva chiaramente il suo fondoschiena premere contro l'intimità di Artù.
"È sicuramente la stessa cosa che provoca l'insonnia anche a me" Merlin arrossì furiosamente.
"Voglio entrare io a far parte del tuo corpo, Artù" si sorprese a dire quella frase perchè sentiva che il suo pudore stava pian piano scivolando via dal suo essere.
"Esaudirò il tuo desiderio. Sono quì, Merlino. E ti amo più che mai. Non devi far altro che voltarti e non avere vergogna di ciò che farai" Merlino sollevò la testa voltandosi verso Artù. Mare e cielo si incontrarono per l'ennesima volta in quella giornata.
"È solo che..." cominciò il moretto "Cosa?" Artù gli accarezzò una guancia.
"Non ho idea di come fare. Insomma, Artù... io non ho tutta l'esperienza che hai tu e se dovessi... se dovessi..." il principe gli poggiò un dito sulle labbra "Andrà tutto bene..." Gli baciò una tempia. "Devi fare solo ciò che il tuo cuore sente di fare... Mi affido a te. Qualsiasi cosa accadrà non preoccuparti, ci sono qui io" Merlino annuì rassicurato dalle parole di Artù.
Merlino gli sfilò piano i pantaloni e si tolse anche i propri. Dopo aver baciato la nuca di Artù, l'accarezzò con il nasino arrossato per l'imbarazzo.
"Artù..." cominciò, la voce rotta "V-vuoi davvero farlo?" chiese insicuro.
Artù voltò un po' il capo nella sua direzione giusto quanto bastava per guardarlo negli occhi, portò una mano a stringere la sua.
"Mi fido di te" rispose.
"E sì, voglio farlo davvero. Io ti amo, Merlino" un brivido si arrampicò dispettoso sulla schiena del moro.
"Non... non so come preparati io..." Artù gli sorrise "Non è necessario. Stà tranquillo, sopporterò il dolore. Avanti, ho sopportato di peggio, sono un guerriero, nonchè primo cavaliere di Camelot. Il dolore è all'ordine del giorno. Quindi, vai tranquillo" Merlino deglutì e poi avvicinò il suo membro verso l'apertura di Artù.
"Ho paura di farti male" confessò.
"Non preoccuparti, non mi farai tanto male. Continua" Artù si rilassò e Merlino spinse un po', penetrandolo minimamente.
Artù strinse i denti rilassando i muscoli.
"Mi dispiace, t-ti sto facendo male, vero?" chiese il mago "No, amore mio. Continua così, stai andando benissimo" bisbigliò.
Merlino rincuorato da quelle parole spinse ancora.
"Puoi farlo più velocemente? Come lo strappo di una pergamena, veloce e indolore..."
Merlino aggrottò le sopracciglia.
"Ma così ti farò male" mormorò cominciando a sentirsi in colpa.
"No, amore mio. Non potresti mai farmi male. Fa come ho detto, vedrai che andrà tutto bene" lo rassicurò il principe.
Merlino obbedì alle sue parole, lo penetrò in fretta senza esitare, completamente.
Artù gettò la testa all'indietro la bocca spalancata in un grido muto.
Merlino chinò il busto fino a schiacciare il suo petto contro le spalle di Artù.
Il principe sentì il cuore di Merlin battere contro la propria spina dorsale...
"Mi dispiace, mi dispiace tanto" Le labbra di Merlino cercarono le sue, alla ricerca di un'assoluzione, di un perdono che puntualmente arrivò da parte del biondo.
"Sei tutta la mia vita" rispose il principe.
Merlino sorrise tra le lacrime, passò le braccia intorno alle sue spalle forti e intrecciando le dita alle sue per lo sforzo, si lasciò andare ad una spinta.
"Ah, Merlino..." Gemette Artù ad alta voce... il fatto che fossero soli, scaricò su di Merlino una scossa di adrenalina.
"Ti amo" sussurrò il principe mentre Merlin spingeva ancora provando attivamente per la prima volta in vita sua i piaceri fisici dell'amore...
L'orgasmo colpì entrambi, gridarono insieme il loro piacere, per Merlino fu tutto assolutamente coinvolgente e sconvolgente.
Si accasciò sulla schiena del suo futuro sposo.
Dopo attimi infiniti di silenzio, durante i quali entrambi si ascoltavano respirare, Artù parlò: "Come stai?" gli chiese.
"Sto bene... e tu?" domandò Merlino temendo la risposta.
"Sto benissimo sapendo che anche io adesso ufficialmente ti appartengo" mormorò felice con le lacrime agli occhi.
"Adesso dovrei..." cominciò Merlino. 
"Fa piano, amore mio" gli sussurrò Artù.
Merlino poggiò la fronte sulla sua nuca e uscì con una lentezza struggente, trattenendo il respiro.
Uscì dal corpo del suo amato "Ah" gemette buttando fuori l'aria che aveva incatenato nei polmoni.
Anche Artù aveva trattenuto il respiro.
"Ti ho fatto male?" chiese Merlino.
"La prossima volta sarà diverso" commentò Artù prima di voltarsi in un gesto brusco e rotolare sopra di lui.
"Adesso lascia che sia io a prendermi cura del tuo corpo..." i suoi occhi anelavano il corpo di Merlino.
"Sono quì, che aspetti?" bisbigliò Merlino, prima di vedere la mano dispettosa di Artù scivolare tra le sue gambe aperte.

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Rieccomi, spero vi sia piaciuto :)
Un bacio.
-A.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Salve a tutti, ragazzi.
Prima di tutto volevo ringraziare di cuore la mia amata beta: Elfin Emrys, sei la migliore! :*
E poi volevo fare qualche premessa: Artù non ha mai visto Ealdor, in questo capitolo la vedrà per la prima volta. Will e il padre di Merlino sono vivi :) Odio quando le persone devono morire. E poi più siamo a partecipare al matrimonio di questi due birbantelli, meglio è!! XD
Non vi annoio oltre, buona lettura.

-Aithusa_Emrys.

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A Strategic Way For Us



Artù fece salire Merlino sul cavallo e poi salì sedendosi dietro di lui. 

"Pronto per partire, amore mio?" chiese il principe ad un Merlino ancora assonnato. 
"Certo, non vedo l'ora di farti conoscere mia madre, mio padre e il mio migliore amico" 
Artù aggrottò le sopracciglia e aumentò la stretta sulla vita di Merlino. 
"Il... il tuo migliore amico?" chiese "Sì. Lui è l'unico nel villaggio oltre ai miei genitori a sapere del mio dono" Artù si fece pensieroso, strinse le briglie tra le mani e appoggiò il mento sulla spalla di Merlino, il braccio attorno alla vita del moro lo attirò ancora di più al biondino. 
"Vorrei sapere una cosa" cominciò Artù sovrappensiero "Cosa?" rispose distrattamente Merlin "Perché ti è stato dato questo dono?" Merlino sorrise alla sua domanda. 
"Per te". 
Non avrebbe potuto dare risposta migliore. 
Artù si lasciò cullare dall'andatura del cavallo, altalenante, lenta. 
"Che significa 'per me'?" il biondino sbatté le palpebre. 
"Hai presente il drago che Uther tiene incatenato nelle viscere del castello?" cominciò Merlino sbadigliando. 
"Sì. Cosa ha a che fare con la mia domanda?" il maghetto fece un sorriso più ampio. 
"Ha molto a che fare" mormorò "Quando arrivai a Camelot" cominciò a raccontare "Sentivo una voce profonda chiamare il mio nome continuamente. Fin quando non scoprì che quella voce era il drago. Lo trovai e mi disse che tu saresti stato l'unico Re che sarebbe riuscito ad unire la terra di Albion. Io, avrei dovuto proteggerti e aiutarti fin quando non saresti diventato re e anche oltre. E così ho fatto" Artù aggrottò le sopracciglia per l'ennesima volta da quando aveva aperto gli occhi. 
"E in che modo, scusa? Non credo di averti mai visto usarla per proteggermi" Merlino appoggiò il capo al suo, mentre il principe teneva ancora il mento sulla sua spalla. 
"Vuoi che ti faccia alcuni esempi?" domandò ironico, baciandogli una guancia. 
"Sì, lo vorrei tanto" rispose Artù sorridendo. 
"Ricordi Lady Helen?" Artù annuì. 
"Ecco... ho rallentato io il pugnale salvandoti così la vita. O quando Valiant usava lo scudo magico per falsare il torneo, sono stato io a far uscire i serpenti alla finale mentre combatteva contro di te, per provare che faceva uso di magia. Il grifone..." 
"Ma credevo fosse stato Lancillotto" rifletté interrompendolo sorpreso Artù. 
"No, sono stato io. Quando la bestia errante ti ha morso sono andato l'Isola dei Beati per offrire la mia vita così che tu vivessi. Quando Cedric ha liberato lo spirito di Sigan e delle strane creature hanno attaccato Camelot, sono stato io a fermare loro chi le aveva evocate. Quando il sicario che aveva preso il posto di sir Elinor nel torneo ha provato ad uccidervi, ho fatto sì che la sella si staccasse e che lui cadesse da cavallo. Quando il drago stava per uccidervi sono stato io a mandarlo via, ho distrutto io l'oggetto magico che aveva sguinzagliato l'esercito di morti nella battaglia contro Cendred... sono solo dei piccoli esempi. Potrei continuare all'infinito" Merlino sorrise per l'espressione di Artù: era corrucciato e aveva il labbro inferiore sporgente. Merlino baciò quel broncio. Conosceva quell'espressione... 
"Il resto delle volte però è stato tutto merito del tuo coraggio e del tuo animo nobile" gli sussurrò dolcemente Merlino. 
"mi sono sempre fidato di te e del tuo destino" Il moretto gli baciò una guancia e Artù chiuse gli occhi.
A sera arrivarono ad Ealdor, Artù lo osservò "Questo è il posto in cui sei nato?" chiese poi "Sì. Lo so non è un granché" commentò Merlino.

"No, no. Mi piace" mormorò Artù. 
"Doveva per forza essere così..." bisbigliò il moro ridacchiando "è il posto dove ci sposeremo".
Arrivati a destinazione Artù smontò da cavallo e, afferrandolo per i fianchi, fece scendere anche Merlino che scese lentamente sfiorando con il naso la guancia di Artù: erano così vicini che il principe non resistette dallo sfiorare le labbra del suo futuro sposo con le proprie. Fu un piccolo contatto, che si approfondì maggiormente quando Merlino infilò le mani tra i suoi capelli. Le loro lingue si accarezzarono piano. 
Artù passò entrambe le braccia attorno alla vita fragile di Merlino e lo strinse con possessività. Quando entrambi dovettero respirare le loro labbra si divisero. Merlino appoggiò la fronte contro quella del futuro marito. 
"Sei pronto a conoscere la mia famiglia?" chiese. 
L'oscurità della notte non permise al sorriso del giovane Pendragon di brillare, ma Merlino, grazie alla luna, nella penombra vide che sorrideva.
"Sono pronto" rispose. 
Il mago intrecciò le dita alle sue "Non lasciare la mia mano" lo implorò. 
"Questo mai" lo rassicurò Artù baciandogli una tempia. Merlino sospirò, sembrava nervoso. Bussò alla porta della sua modestissima casetta. Hunith andò ad aprire... quando vide suo figlio si portò entrambe le mani alla bocca, reprimendo un gridolino di gioia. "Chi è cara?" chiese Balinor tentando di sbirciare al di là della porta. "Vieni a vedere" lo incitò la moglie. Il padre di Merlino si alzò dalla sedia e andò a vedere. "Merlino!" esclamò buttandoglisi addosso e abbracciandolo. 
La mano di Merlino dovette lasciare quella di Artù, gesto che non sfuggì all'attenta Unith che prontamente si domandò come mai quei due si stessero tenendo per mano. 
"Allora, figlio mio..." cominciò Balinor dando una pacca sulla spalla al gracile figlio che perse l'equilibrio per un attimo. 
Poi il padre di Merlino si accorse che dietro suo figlio c'era Artù. 
"Oh, perdona la mia mancanza, mio giovane amico. Tu... saresti?" chiese Balinor avvicinandosi per stringergli la mano. 
"Mi chiamò Artù Pendragon, signore" rispose Artù stringendogli la mano. 
"Il principe di Camelot?" Balinor e la moglie sgranarono gli occhi guardando Merlino con aria sorpresa. Il moro arricciò le labbra e ridusse gli occhi a due fessure, colpevole. 
"Io e Artù..." afferrò la mano del compagno fiero del loro amore, orgoglioso della loro unione, trascinandolo dentro casa. 
"Stiamo insieme. E... vorremmo la vostra benedizione per sposarci" terminò il mago cercando la forza nelle iridi di Artù. 
I due genitori li guardarono sbalorditi e si ressero a vicenda, aiutandosi a sedersi l'uno con l'altro. "Me-Merlino ti rendi conto di quell..."
"Mamma, io lo amo e lui ama me, qual è il problema?" strinse ancor di più le dita di Artù che lo guardò in viso preoccupato. Unith dopo un po' sorrise. 
"Hai ragione. Infondo io e tuo padre ti abbiamo insegnato questo, l'importante è che ci sia amore. Non è vero Balinor?" chiese al marito poggiando la propria mano bianca sulla sua. 
Il padre di Merlino rifletté a lungo, per poi guardare Merlino e annuire... 
"Hai ragione" disse al figlio "L'importante è che vi amiate" mormorò per poi vedere tutti rilassarsi in un sorriso serafico, compreso Artù precedentemente teso come una corda di violino. 
"Bhe, sarete affamati... Vi preparo qualcosa da mangiare" esordì all'improvviso Unith. 
"Sì, grazie mamma" rispose Merlino "Artù, posso parlarti un attimo in privato?" chiese il padre di Merlino che guardò Artù come se quel momento fosse stato l'ultimo in cui l'avrebbe rivisto. "Sì, Merlino, anche io voglio parlare con te in privato" disse Unith "Andiamo a preparare il giaciglio per Artù" fece un cenno con il capo in direzione della porta della sua stanza. 
"Certo, madre" rispose Merlino prima di seguire Unith che già si era diretta alla camera del figlio. Merlino strinse un'ultima volta le dita di Artù e poi lo lasciò andare seguendo la madre.


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Grazie per essere passati.
Ringrazio ancora la mia beta.
Baci.
-Aithusa_Emrys. 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Salve a tutti, ragazzi. Mi dispiace non aver potuto postare prima, ma ora come vedete eccolo quì. Al prossimo capitolo, qualcuno metterà i bastoni tra le ruote ai due nostri piccioncini!! XD
Buona Lettura.
Kiss.


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A Strategic Way For Us



"Allora, Artù..." cominciò Balinor quando furono entrambi abbastanza lontani dall'abitazione di quest'ultimo, poggiando una mano sulle spalle del genero.
"Voglio solo dirti una cosa" Artù lo guardò e annuì "Se provi a far soffrire Merlino, ti uccido" e poi sorrise, Artù lo guardò serio e un po' preoccupato, prima di vederlo scoppiare a ridere.
Artù inizialmente fece un risolino nervoso, ma poi imitò Balinor.
"Scherzo, figliolo" gli diede una pacca sulle spalle.
"Mi basta solo sapere che lo amerai e che, davvero, non lo farai soffrire. Non gli spezzare il cuore o ti spezzo le gambe" Artù rise e si rilassò "Ricevuto" rispose. 


Nel frattempo in casa...

"Allora?" chiese Hunith "Allora cosa? Non hai detto niente!" Hunith arricciò le labbra.
"Sai a cosa mi riferisco... Come vi siete conosciuti? Insomma come vi siete innamorati? No, no fammi sapere prima come vi siete conosciuti... o forse e meglio..." 

"Mamma, calmati, respira" Merlino afferrò sua madre per le spalle "Ho molte cose da spiegarti... Anche se su alcune sorvolerei volentieri..." disse, le sue guance diventarono porpora. 
"No, mi devi raccontare ogni cosa. Tutto o niente" Hunith alzò le sopracciglia e chiuse gli occhi "E va bene, va bene..." Hunith prese una sedia si accomodò, si sistemò il vestito e incrociò le braccia in grembo. 
"D'accordo sono pronta. Parla..." suggerì al figlio. Merlino si sedette per terra di fronte a lei con le gambe incrociate. 
"Sono innamorato pazzo" cominciò il moro. Hunith sorrise. 
"Davvero tesoro mio?" chiese "Sì, madre. È incredibile... insomma... È scappato da Camelot per far sì che lo andassi a cercare, è scappato per me capisci? Voleva che lo trovassi.
E poi ha visto una casupola in riva ad un lago. Potremmo vivere insieme dopo esserci sposati. Io... io sono così... così felice che..." si portò le mani al viso cominciando a piangere "Oh, amore mio" Hunith lo raggiunse sul pavimento e lo abbracciò cullandolo. 

"Mi fa stare bene sapere che lui ti rende felice" gli sussurrò. 
"E da domani cominceremo con i preparativi per il matrimonio. Chiameremo anche Will, sarà anche lui felice per te. Vedrai, ci darà una mano e poi dobbiamo vergare una lista di invitati" Merlino sorrise. 
"Comincia con lo scrivere cinque nomi" Hunith si fece pensierosa.
"Cinque... cinque nomi? E chi sarebbero questi cinque?" chiese alzandosi e andando a prendere la pergamena, l'inchiostro e la china. 

"Scrivi... Lancillotto, Percival, Leon, Elyan e Gwaine" a quell'ultimo nome Merlino sorrise.
"Perfetto e... chi sarebbero?" Merlino rise "Oh, lo scoprirai presto, madre" Detto questo gli diede un bacio sulla guancia e si recò in cucina. 

"Cosa cuciniamo?" chiese Merlino a Hunith "Potremmo cuocere del pollo. Tuo padre stamane ne ha catturati tre" sorrise dolcemente ripensando al marito quando quella mattina era entrato in casa con tonnellate di piume ovunque. Sorrise. 
"Allora mamma, potresti prendermi una pentola di rame?" chiese Merlino "Vedo che le avete spostate... non sono più dove ricordavo..." commentò "No, adesso sono lì" Hunith gli indicò un piccolo armadietto in legno accanto al camino. 
"Bene" mormorò tra sé Merlino, andò a prendere una pentola "Ci servirà del rosmarino. Che se non mi sbaglio... è in una di queste bocce" aprì i coperchi uno ad uno e poi aspirando per bene il profumo del rosmarino, si disse che avrebbe preparato ad Artù una cenetta con i fiocchi.
Si mise ad armeggiare in cucina, aiutato da Hunith e in meno di due ore, nella piccola casetta aleggiava un profumino niente male. 
Artù e Balinor rientrarono in quel momento "Alla buon' ora" scherzò Hunith. Balinor le si avvicinò e gli schioccò un bacio dolce sulle labbra. Artù vide Merlino tutto concentrato vicino alla cucina. 
Il suo dolce, buffo, bellissimo idiota... 
Gli si fece vicino da dietro, abbracciandolo. Merlino sussultò ma poi sorrise. Artù appoggiò il mento sulla spalla sbirciando oltre il viso di Merlino.
"Hai preparato tutto tu?" chiese Artù sbalordito "Certo, con l'aiuto di mia madre, ovviamente" sorrise. 

"Ha un buon profumo, sono sicuro che sarà buonissimo, se è stato cucinato dalle tue piccole mani..."
Merlino scoppiò a ridere buttando la testa all'indietro. La nuca appoggiata sulla spalla di Artù per reggersi. Artù che soffocava le risate sulla sua pelle baciandola di tanto in tanto.
Hunith e Balinor osservarono la scena assolutamente incantati pensando all'unisono: "Sì, si amano davvero". 
Merlino tentò di frenare le risate e dopo poco ci riuscì "Ora però, me lo dai un bacio?" chiese il principe "Tutti quelli che vuoi" rispose, languido Merlino, prima di poggiare le labbra sulle sue per un bacio casto e pieno di dolcezza. 
Poi Artù gli sorrise "Mmm, così va meglio" sussurrò, facendo ridere sommessamente Merlino. 


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Ohh, Li amo. *---* Sì, li amo tutti e due, incondizionatamente, completamente, profondamente...... O_o
Wabbè! 
Al prossimo sclero!! XD
Baci.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Salve ragazzi, mi scuso per il ritardo, ma è stata colpa mia >.<" Comunque spero che possa piacervi, lo dedico alla mia beta e Chibisaru81 :)
Un bacio a tutte e due :)
-A.

Ps: Vado a scrafignarmi la nutellaaaaaaaa *ç*


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A strategic Way for Us
 
 
Dopo aver finito di cenare, Hunith e Balinor andarono a dormire.
Artù e Merlino, invece, restarono per rassettare... Bhe, Merlino rassettava, Artù tentava di provare a fare qualcosa che assomigliasse  vagamente al rassettare.
Rosso in viso per la sua incapacità in ambito casalingo, si avvicinò a Merlino. "Non preoccuparti, lo so. Non sei abituato. Siediti, faccio io" Artù sorrise.
"Merlino... voglio aiutarti. Solo perchè da sempre sono stato abituato così non vuol dire che non possa cambiare" Merlino arricciò le labbra.
"Artù, amore mio, ascoltami..." cominciò Merlino avvicinandoglisi "Sarai molto stanco, va a riposare: ho quasi finito" gli accarezzò una guancia "Sicuro?" chiese il principe.
"Più che sicuro" rispose il moro per avvicinarsi e lasciargli un bacio sulle labbra. Artù andò verso la porta e si appoggiò allo stipite stancamente.
Lo osservò a lungo, riflettendo. Dio, stava per sposare quella meravigliosa creatura dagli occhi blu che tanto amava. Se gli fosse stato chiesto: "cosa ti piace di lui?"  avrebbe risposto "Ogni cosa. Tutto, io lo amo. Lo amo da impazzire, alla follia. Morirei se lui non ci fosse" Artù, guidato da questo pensiero andò vicino Merlino e lo abbracciò forte.  
Gli poggiò una mano sulla testa spingendolo contro di sè "Artù?" chiese Merlino contro la sua giacca "Che cosa fai?".
Artù non aveva mai pianto in vita sua. Mai. Solo per Merlino e in quel momento si sentì di piangere per la felicità.
E pianse. Piano... Riuscì a contenersi, era pur sempre un uomo e poi non voleva far preoccupare Merlino che sempre più sorpreso sentiva le mani e le braccia di Artù ovunque stringerlo, accarezzarlo, cullarlo.
Come se in quell'istante avrebbero dovuto separarsi o dirsi addio e Merlino a quel pensiero sentì un brivido di paura percorrerlo.
"Voglio che tu sappia, che sei l'unica mia ragione di vita. Non ti abbandonerò mai. Io, ti amo e ci credo davvero. Non mi sono mai sentito così. Tu mi fai sentire vivo, Merlino" senza allontanare i loro corpi di un centrimetro e stringendolo sempre tra le braccia lo guardò in viso.
"Voglio invecchiare con te, voglio vivere ogni attimo di ciò che resta della mia vita al tuo fianco" Gli occhi diventarono lucidi ad entrambi.
E mentre due figure -Balinor e Hunith- dietro la porta guardavano la scena e sorridevano, dalla finestra un'altra figura guardava e cercava di reprimere le lacrime sostituendole con la rabbia nei confronti del principe.
"Andiamo a dormire adesso" suggerì Merlino prendendo Artù per mano.
Balinor e Hunith si affrettarono ad andare nella loro stanza, chiusero piano la porta appena in tempo.
Merlino aspettò che si sistemasse Artù e poi gli andò incontro. Si sdraiò su di un fianco e pochi secondi dopo sentì la vita accerchiata dalle braccia del biondo che gli accarezzò l'orecchio con le labbra canticchiando a voce quasi inudibile una ninna nanna; tra i baci e il dolce suono della voce di Artù, Merlino si addormentò e dopo pochi minuti il principe lo seguì a ruota.
Hunith e Balinor non avevano resistito, si erano alzati ed erano andati a controllare.
Vedendo con quale affetto Artù cullava e coccolava Merlino si commossero e sorrisero quando notarono che dormivano insieme abbracciati come solo due sposi potrebbero.
E sì, Hunith ce li vedeva già sposati, felici... Il suo Merlino era diventato grande ormai. Sorrise a quel pensiero.

Nel frattempo a Camelot...

"Per i poteri conferitimi dal mio titolo, io, Artù Pendragon Re di Camelot, incorono te Merlino Emrys Co-re di Camelot e mio consorte" La corona calzò alla perfezione  sulla testa scura di Merlino, che si alzò, poichè era sulle ginocchia per l'incoronazione, ovviamente aiutato dalle mani di Artù già agganciate alle sue e si sedette nel trono accanto a quello del Re di Albion, si sporsero l'uno verso l'altro scambiandosi un bacio dolce e pieno d'orgoglio tra le lacrime di gioia.
Un paio di visi felici, compresi quelli di Gaius, Balinor e Hunith...
Morgana si svegliò di colpo nel cuore della notte...

Ritornando ad Eldor...

Il sole cominciò a baciare il piccolo paese natale di Merlino. I due amanti si svegliarono tra baci dolci, mugulii e "Svegliati, idiota" e "Sta' zitto asino..." e poi sentirli ridere sommessamente, sentire ancora schiocchi di baci dolci. Il risveglio perfetto...
"Avete fame?" Hunith spuntò dalla porta con un gran sorriso sulle labbra e gli occhi più lucenti che mai "Appena Merlino resusciterà, faremo colazione" Merlino diede un pugno amorevole sul petto ad Artù "Smettila" fece dolcemente. "Come vuoi" rispose il biondo sorridente. "Dobbiamo fare un sacco di cose oggi, lo sai? O vuoi sposarti quando avremo i capelli grigi?" lo incitò neanche tanto velatamente ad alzarsi il principe. "No, sia mai!" rispose Merlino alzandosi in fretta. "Oh, il miracolo si è compiuto. E menomale che ieri notte non abbiamo fatto niente, sennò immagino che ti saresti svegliato domani sera" Hunith rise e si recò in cucina. "Artù!".
Merlino si sedette in grembo ad Artù incrociando le gambe dietro la sua schiena. Avvicinò il viso a quello del biondo.
"Già è stato un peccato che non si sia fatto niente stanotte. Non è colpa mia se qualcuno si è messo a cantare per farmi addormentare" Artù arrossì "Io..." Merlino lo baciò.
"Sta' zitto. Peggioreresti solo le cose" scherzò e poi risero tutti e due.
"Andiamo" il moro si alzò e uscì dalla sua stanza trascinandosi dietro un Artù felice. Peccato che questa felicità sarebbe stata bruscamente sconvolta da qualcuno che la sera prima tramava curiosando dalla finestra di casa Emrys.
"Buongiorno!" un'esclamazione che fece voltare i due amanti e Hunith in direzione del proprietario di quella voce "Will!" strillò Merlino andando ad abbracciare l'amico, Will strinse più del dovuto e questo ad Artù non piacque per niente -geloso come sempre-.
"Lui è..."; "So bene chi è. Maestà..." Will si inchinò sprezzante "Oh, no, ti prego. Alzati, non devi" il biondo sotto lo sguardo sbalordito di Merlino si avvicinò a Will -che chissà per quale motivo digrignava i denti- e lo fece alzare da terra.
"Certo, mio signore" disse Will "Ti prego, chiamami Artù" pretese con un sorriso il principe.
"Certamente... Artù" il tono era un chiaro tentato omicidio. "Ho una notizia da darti, amico mio. Io e Artù ci sposiamo" Merlino passò le braccia intorno alle spalle di Artù da dietro, guardando l'amico. "Cosa? Cioè... davvero?" tentò di produrre un tono entusiasto. "Sì. Ci aiuteresti nei preparativi?" chiese il maghetto "Ma certamente" rispose Will "Certamente" e poi sorrise falsamente.

Intanto a Camelot...

"Siete davvero sicura di aver visto Merlino e Artù? Non può essere che vi siete sbagliata?" chiese Gwen a lady Morgana rassettando le lenzuola, mentre la figliastra del re guardava fuori dalla finestra rigirandosi al polso un bracciare di giada.
"No Gwen, so cosa ho visto. Sta accadendo di nuovo. Succederà. Ed io non posso che essere felice per loro" Gwen sorrise gelosa.
"Anche io, sono felice per loro" commentò mentre la Lady sorrideva convinta che la sua serva volesse bene a suo fratello e a Merlino come gliene voleva lei. Quello che non poteva immaginare, era che sia Gwen che Will  avrebbero solo contribbuito ad avverare la visione.
 
Ad Eldor

"Artù, ancora. Sali. No... È storto!" si lamentava Will mentre Artù e Merlino tentavano di appendere l'ennesimo tendaggio avorio.
"Più su!" pestò il piede per terra e incrociò le braccia sul petto deciso a rendere la vita di Artù un inferno. Voleva farlo sbottare, esasperarlo a tal punto da far vedere a Merlino la sua vera natura. E purtroppo Will aveva azzeccato la persona... Il temperamento non era il pezzo forte di Artù.
"Perchè non lo fai tu?!" sbottò infatti inacidito, ma contrariamente alle speranze di Will, Merlino si mise a ridere e prese per mano il futuro sposo.
"Amore mio, calmati non è..." in quel momento si sentirono degli zoccoli affondare sul terreno morbido di Eldor.
Dagli alberi spuntarono i cavalieri. "Gwaine!" gridò felice Merlino.
"Sono venuto come vedi e ho portato anche gli afak con me" Rispose Gwaine "Chi sarebbe l'afak?" chiese offeso Elyan.
"Proprio tu, mio caro" Percival gli diede una pacca sulla schiena.
"Ma va al diavolo!" rispose Elyan, portandosi avanti con il cavallo, offeso più di prima.
"E dai, Elyan, sai che scherzano!" tentò di tranquillizzarlo Merlino non appena il cavaliere scese da cavallo. Elyan gli sorrise e lo abbracciò.
"Mi sei mancato, Merlino" disse poggiandogli una mano sulla spalla, poi abbracciò anche Artù. "Sire" lo salutò.
"Artù, mi chiamo Artù non 'sire' "  Elyan sollevò le mani in segno di resa "Scusate" poi si avvicinò a Merlino "Non ha concluso niente stanotte vero?" bisbigliò scherzoso a Merlino che nonostante fosse bordeaux, rispose alla domanda: "No, è il mio migliore amico: lo  fa uscire di senno" spiegò "Merlino" Percival si avvicinò.
Ad uno ad uno tutti abbracciarono Merlino. Gwaine per ultimo.
"Merlino!" esclamò acidamente Will "Sì?" rispose il mago, Artù stava seriamente cominciando ad incazzarsi.
Come si permetteva a parlargli così? Quello sgorbio di un rospo...!
"Non mi presenti i tuoi amici?" Will si avvicinò all'allegro gruppetto.
"Sì, certamente. Loro sono Elyan..." il fratello di Gwen sorrise e strinse la mano a Will "Leon, Percival, Gwaine" Merlino fece un risolino divertito "Lancelot" Anche Lancelot sorrise.
"Piacere. Ora se volete scusarmi ho un matrimonio da organizzare" (Distruggere) Merlino e Artù scoppiarono a ridere..
"Non dovrai più arrovellarti il cervello, con il loro aiuto finiremo in serata" disse il biondino indicando i suoi cavalieri.
"Bene" rispose acido.
"Che caratterino" commentò Gwaine "Mi attirano quelli come lui" sfregò le mani, come faceva sempre quando qualcosa lo intrigava.
Percival gli diede un piccolo pugno sul braccio.
"Scusa..." disse poi, ma Gwaine aveva tutta l'impressione che l'avesse fatto per fargli capire che quella frase gli dava fastidio. O forse aveva bevuto troppo sidro?
Ma da quando erano partiti da Camelot aveva bevuto solo acqua...
"Allora, ragazzi. Vi mostro dove dormirete" Merlino fece cenno ai cinque di seguirlo.
Li guidò verso la stalla, vuota ovviamente, dove erano stati sistemati cinque comodi giacigli.
"Queste sono le vostre stanze... O per meglio dire è la vostra stanza" I cavalieri entrarono a uno ad uno dando ognuno una pacca di ringraziamento a Merlino che accanto ad Artù sulla porta li vedeva ambientarsi, l'ultima pacca gli fece perdere l'equilibrio - era stato Percival, chiaro- e lo fece cadere tra le braccia di Artù che lo aveva afferrato in tempo.
"Grazie, amore mio" I cavalieri a quelle parole si voltarono decisi a far arrossire Merlino a metterlo in imbarazzo come solo loro avrebbero saputo fare.
"Ma sentitelo, com'è carino! L'ha chiamato amore mio" commentò Elyan.
Merlino cambiò parecchi colori "Sì, l'ha proprio chiamato così. Poi guarda il principe come lo stringe!" Merlino imbarazzato tentò di liberarsi dalla presa di Artù che sorprendentemente lo strinse più forte. "Ovvio che lo stringo. È la ragione della mia esistenza, come potrei non farlo?" rispose ostentando una sicurezza che fece meravigliare Merlino.
"Cavolo, siete proprio rincitrulliti, innamorati persi" commentò Leon.
"Hai detto bene" rispose Artù. Poi prima di andare verso di loro, passò le mani dietro la schiena, porgendole a Merlino che le afferrò, il principe se le porto attorno ai fianchi, intrecciando le dita alle sue. Artù si sedette per terra, a gambe divaricate, anche Merlino dietro di lui fece lo stesso, l'addome del mago e la schiena del principe combaciarono come due pezzi di puzzle.
Artù strinse ancora le loro mani intrecciate intorno alla sua vita.
"Non ho visto del buono, in quel... come si chiama... Will" cominciò Leon, che oltre ad essere molto saggio era anche un buon osservatore.
"Sicuramente ti stai sbagliando, Leon" commentò Lancelot.
"Sarà, ma ho visto del marcio in quel ragazzo"



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Ohh, mio caro Leon, sapessi!! 
Comunque... spero vi sia piaciuto.
Ringrazio la mia beta :) e chi ha messo la storia tra le preferite, seguite, ricordate e chi è solo passato per leggerla ;)
Un bacio.
-A.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Ciao a tutti, mi scuso per il ritardo ma, ecco, problemi di connessione! >.<"
Su, mandatemi alla gogna sia per il mio ritardo che per il capitolo cortooo!! >.<""""
-A.

PS: Sul serio, spero vi piaccia, anche se è solo di transizione. =)

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"Uther è morto. Arthur tocca a voi prendere il suo posto!" annunciò Gaius vedendo Arthur annuire.
Il principe si sedette sul letto delle sue stanze.
"Voglio che tu convinca mio zio" ordinò al medico.
"Voglio che tu dica all'intera corte che amo Merlin e che intendo sposarlo. Prenderà posto accanto a me sul trono" Gaius sorrise.
"Sapevo che prima o poi sarebbe andata a finire così. Era così palese, sire" Morgana sorrise nel sonno e inconsciamente pensò che anche lei si era accorta di ciò che Arthur provava per il suo servitore.
"Stasera organizzeremo i festeggiamenti per l'incoronazione e il nostro matrimonio" ordinò il principe.
"Come desiderate, mio signore" Gaius fece un inchino e sereno si avviò nella sala del trono.
Riunì l'intera corte.
"Miei signori..." cominciò il medico "Il principe ha ordinato che si comincino ad organizzare i festeggiamenti per domani. Bisogna occuparsi della cerimonia per l'incoronazione e il matrimonio" dicendo l'ultima parola sorrise pensando al suo figlioccio. A quanto sarebbe stato felice di vedere Merlin sposato all'uomo che amava.
"Matrimonio, Gaius? Non starai perdendo qualche rotella, vecchio mio?" commentò Agravaine sorridendo.
"No. Ve lo assicuro, mio signore. Mi è stato comunicato dal principe in persona. Domani oltre ad essere incoronato si sposerà" Morgana sorrise ancora nel sonno felice per il fratello.
"E... se è possibile saperlo, chi sarà la fortunata che diverrà la regina di Camelot?" Morgana storse la bocca a quella domanda, reduce dall'ultimo sogno nel quale aveva sognato il felice matrimonio tra il principe e il suo servitore.
"Dovreste dire il fortunato... Non ci sarà nessuna regina" Agravaine lo guardò aggrottando le sopracciglia.
"Credo di non aver capito, amico mio" e poi sorrise, tutti i signori della corte sorrisero con lui, dubbiosi.
"Arthur sposerà chi veramente ama, Merlin" non appena lo disse chi si trovava davanti smise di sorridere.
"Ma non è possibile..." commentò lo zio ripresosi parzialmente dallo shock.
"Merlin è un ragazzo... E... e anche Arthur lo è" Gaius annuì alle parole dello zio del principe.
"E con questo?" chiese il medico.
Agravaine restò in silenzio, zittito dalla risposta. Poi annuì tra sè.
"Se è quello che desidera mio nipote e così sia..." Tutti sorrisero.
"Bene" anche Gaius fece un sorriso contento e poi inchinandosi si avviò da Arthur.
"Domani ti sposerai" il principe rise felice e gli venne voglia di andare nelle stanze di Merlin ad abbracciarlo, stringerlo e baciarlo da per tutto.
Morgana sorrise ancora, ma questa volta era un sorriso più ampio.
"Domani c'è anche il banchetto di Beltane. Mi dispiace non essere potuto sposarmi ad Ealdor, era il desiderio di Merlin...".
Morgana si svegliò, recependo ed elaborando quella informazione fin troppo in fretta per essersi svegliata nel cuore della notte.
Il banchetto di Beltane, se tutto quello che aveva sognato si sarebbe realizzato il matrimonio sarebbe avvenuto da lì a... quando era il banchetto di Beltane?! Con il palmo della mano si diede un paio di botte sulla tempia destra.
"Pensa, Morgana! Pensa... quando cade il banchetto di Beltane?... Gwen!" chiamò la mora.
"Sì, mia signora?" la serva si precipitò alla velocità della luce dalla sua padrona.
"Quand'è il banchetto di Beltane?" chiese.
"La prossima luna, mia signora" rispose la mulatta.
"Oddio..." fece la pupilla del Re infilandosi una mano tra i capelli.
"Perchè, mia signora? Se mi è permesso saperlo..." fece cortese la serva.
"Merlin e Arthur si sposeranno quì, a Camelot, il giorno del banchetto di Beltane".
Gwen fece un sorriso falso "Sono contenta, mia signora" commentò, poi si inchinò e si recò nella sua stanza.
Oh, l'avrebbe fatta pagare a quell'idiota di Merlin per avergli rubato l'uomo.
Morgana intanto pensava alle ultime frasi di Arthur nel sogno... Aveva parlato di Ealdor.
Forse si trovavano lì.
"Gwen, torna qui!" chiamò di nuovo la sua serva.
"Ditemi" fece la ragazza.
"Dobbiamo andare ad Ealdor" disse, se lo sentiva si sentiva così profondamente che il fratello e l'amico si trovavano lì.
Intuizione femminile? O potere della preveggenza?!
Entrambi, decise Morgana.
Doveva andare da loro e farli tornare a Camelot, Uther sarebbe morto e avrebbero preso il suo posto due persone senza alcun dubbio migliori e con la forza del loro amore avrebbero potuto mandare avanti dieci regni!
"Dobbiamo andare. Dobbiamo andare" Morgana si accanì sull'anta dell'armadio, l'aprì cercando qualcosa alla svelta. Doveva avvertire Merlin e Arthur doveva dirgli di tornare a Camelot.
Perchè il regno avrebbe avuto bisogno di essere...
"Lady Morgana?" la figliastra del re venne distratta dalla voce della sua serva.
"Non c'è tempo Gwen! Dobbiamo andare" nella fretta si infilò il mantello al contrario.
"Ohh" si lamentò per poi sfilarlo ed indossarlo nel verso giusto.
"Andiamo, adesso" disse poi.
"Ma mia signora, il Re potrebbe..." Morgana si voltò verso di lei sistemando meglio i lunghi capelli.
"Il re sta per morire, lo hai dimenticato?" Gwen scuotè il capo.
"No" Morgana annuì.
"Bene, allora andiamo" poi sorrise felice... presto avrebbe rivisto il fratello.
Non vedeva l'ora di reincontrarli entrambi.
Sperava solo che nessuno avesse sentito quanto lei avesse parlato ad alta voce.
Purtroppo queste sue speranze erano infondate, poiché qualcuno stava origliando e pensò che se Uther fosse morto almeno avrebbe trovato entrambi i suoi figli per dirglielo. 

Ad Ealdor...

"Cosa devo fare con questo?" chiese curioso Gwaine che per poco con si strozzava con un festone.
"Dovresti appenderlo, cretino" commentò Percival.
"Grazie" rispose Gwaine sarcastico "Ma dove?".
Percival si avvicinò a lui e glielo strappò di mano.
"Vuoi fare una cosa utile?" cominciò cortese il biondino.
"Certamente, dimmi..." rispose il moro.
"Siediti e non fare niente. Grazie" tutti, compresi Merlin e Arthur, cercarono di reprimere una risata.
Merlin guardandosi attorno si accorse che Will non c'era.
Il biondino spuntò dopo un'intera ora con un sorriso soddisfatto sulle labbra.
"Non avete ancora finito?" chiese una volta arrivato.
"Meglio che me ne vada, senno lo ammazzo" commentò Arthur e si diresse dentro casa Emrys.
Merlin arricciò le labbra. Will fece spallucce.
"Merlin, posso parlarti da solo qualche minuto?" Tutti i cavalieri si voltarono verso Merlin con uno strano senso di protezione verso di lui, che infondo era sempre stato il più piccolo e fragile del gruppo.
"Certamente" rispose il moro, infondo era sempre stato il suo migliore amico, cosa avrebbe potuto fargli?

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Ahhhh finalmente ho aggiornaaaaato!! Non ne potevo più! XD

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Sono davvero tantissime pagine di Word. Spero vi piaccia, anche perché dopo tutto questo ritardo se farà schifo vorrete picchiarmi! XD
Chiedo perdono per tutto questo tempo (occhi da gatto di Shrek) perdonatemiiiii!!!

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Già, cosa? Un lavaggio del cervello...
"Merlin, quando mi scrivesti per informarmi che i tuoi poteri erano per fare di Artù un Re, ero felice. Però, sono un po' preoccupato adesso. Come farai a compiere il tuo destino? Il futuro di questo enorme regno dipende da te. Se andrai a vivere lontano da Camelot, Artù non diverrà Re e tu non compirai il tuo destino" poi lo abbracciò, gli diede una pacca sulla spalla mostrandosi dispiaciuto e gli passò accanto... un sorriso malvagio incurvò le labbra di Will.
Metà dell'opera era stata portata a termine, ora bisognava solo aspettare che Merlin si suggestionasse a tal punto da lasciar perdere il matrimonio, tornando a Camelot.
Una volta lì, Uther non avrebbe permesso il legame tra il figlio e il servo e allora Will avrebbe portato a compimento il suo piano.
"Morgana!" Merlin sentendo chiamare il nome dell'amica si affrettò a tornare dagli altri e vide la lady smontare da cavallo e correre in braccio ad Artù.
"Sapevo che vi avrei trovato qui. Dov'è Merlino?" il moro le andò incontro sorridendo, lei fece lo stesso e si abbracciarono calorosamente, come due fratelli.
"Ho saputo del matrimonio" fece lei.
"L'avete visto?" bisbigliò Merlin.
"Sì, Merlin. Era tutto splendido!" esclamò.
"E... non so come dirlo ad Artù... ma... Uther sta morendo" Merlin sgranò gli occhi alla notizia.
"Cosa? E come è successo?" chiese il mago.
"È caduto in depressione per la fuga di Artù...".
Merlin abbassò lo sguardo... era lui il motivo della fuga del principe. Dannazione, lui era la causa della morte del padre di Artù...
Più ci pensava più si sentiva colpevole.
"E approfittando delle sue condizioni..." continuò a raccontare la Lady "un sicario si è infiltrato tra le guardie di Camelot e lo ha accoltellato. Gaius ha provato a curarlo ma..." Merlin risollevò lo sguardo.
"Non c'è niente da fare?" chiese.
"No, neanche con la magia. Ho chiesto anche a Gaius: non si può fare niente" Merlin annuì.
"Capisco. Ora... devo dirlo ad Artù" Morgana fece cenno di sì con la testa.
"Sono con te, glielo diremo insieme" Merlin sorrise grato del sostegno che l'amica gli offriva.
"Artù..." lo chiamò Morgana "Io e Merlin dobbiamo dirti una cosa". 
Quando Artù ancora sorridente si avvicinò a loro, Merlin si sentì quasi male pensando di rovinare quel sorriso con la notizia che stava per dargli:
"Tuo... tuo padre è stato... è stat..."
"Merlin!" Morgana afferrò Merlin per evitare che sbattesse la testa per terra, anche Artù era scattato verso di lui, sorreggendolo dai fianchi, lo sollevò e lo portò in braccio dentro casa seguito dai cavalieri che erano sempre più preoccupati per la sua condizione.
"Ma che cosa è successo?!" chiese in preda all'ansia Artù "Perché è svenuto?".
Morgana poggiò delicatamente una mano sulla spalla del fratello.
"Doveva darti una notizia... ma penso che non volesse recarti dispiacere. Nostro padre... sta morendo" Artù la guardò in viso e per un momento Morgana credette che piangesse...
Non fu così.
Si limitò ad annuire.
"Non può che dispiacermi, ma mio padre è stato la causa della mia sofferenza per Merlin. Non dico che mi allieti la notizia della sua morte, ma neanche che mi strazi il cuore" Morgana annuì in apprensione.
"A-Artù..." biascicò Merlin cominciando a risvegliarsi.
"Sono qui, amore mio" Morgana sorrise per il tono dell'appellativo con cui il fratello aveva chiamato il giovane futuro sposo.
"Mi dispiace... non volevo svenire, è che dovevo dirti una cosa ma non volevo turbarti e così non sapevo cosa fare, ero confuso e..."
"Shh, tranquillo. Morgana mi ha detto tutto, non agitarti" i cavalieri sorridevano per fragilità e la dolcezza del principe nel rassicurare l'amante nonostante fosse lui a dover essere consolato per la morte del padre.
"Mi dispiace" fece Merlin.
"Non preoccuparti. Adesso abbiamo un'altra cosa a cui pens..."
"Principe Artù!" si sentì chiamare da fuori la casa.
A Quanto pare era un'abitudine arrivare nel bel mezzo di una frase ad Ealdor!
"Lady Morgana!" i due nominati uscirono fuori Merlin nostante fosse ancora debole, seguì l'amante posizionandosi davanti in modo da coprirlo con il suo corpo se ci fosse stato un imminente pericolo... Per fortuna non era così: si trattava di una guardia di Camelot.
"Che succede?" chiese Artù.
"Vostro padre: è morto" Merlin guardò Artù in viso per monitorare le sue espressioni. Era sicuro, conoscendolo, che dentro stesse soffrendo più di quanto desse a vedere.
"Bene, informa mio zio e..." guardò Merlin "Gaius, che torniamo a Camelot. Dì di preparare tutte le stanze possibili. Ci sposeremo nella sala del trono" La guardia annuì e fece per andarsene, ma poi si voltò.
"Scusate sire, vi sposerete voi e... chi? Se mi è permesso saperlo, ovviamente..." fece, cortese la guardia.
"Lo annuncerò al popolo al mio ritorno, ora vai e riferisci questo ai servi per conto mio, a mio zio e al medico di corte".
La guardia chinò il capo e poi si avviò.

Will diventò rosso dalla rabbia, doveva fare qualcosa...                                                                                        

Il mattino seguente erano tutti pronti per partire ma i cavalli non erano abbastanza, così Merlin e Artù dividerono il proprio. Sul cavallo di Morgana salì anche Will, a Percival e Gwaine toccò viaggiare insieme per cedere il cavallo di Percival a Balinor e Hunith, tutti gli altri usarono i propri.
"La smetti di starmi così appiccicato!" sbottò Percival ad un certo punto.
"Appiccicato?! Ma se nemmeno ti sto toccando!" rispose il cavaliere dai capelli neri.
"Non dire schiocchezze, Gwaine. Fino a mezzo secondo fa avevo le tue braccia da tutte la parti! Se proprio hai paura di cadere da cavallo, puoi tenerti dalla sella, non da quello che ci sta sopra" Solo Artù e Merlino compresero quel: "ci sta sopra" e scoppiarono a ridere.
Che Gwaine si fosse invaghito di Percival? Nhaa... Non poteva essere. O forse sì? Bhe che importava, l'importante era che Percival non lo respingesse, ma da quanto avevano potuto vedere, anche Percival, probabilmente, provava qualcosa -seppur in minima parte- per Gwaine.
“Secondo me ti sei illuso che forse io senta qualche pulsione amorosa per te” Gwaine non finì neanche di concludere la frase, che tutti scoppiarono a ridere, mentre Percival arrossiva fino quasi a traformarsi in un pomodoro maturo.
"Non te la prendere Percival" fece Artù "è innamorato pazzo ma non ha il coraggio di dirlo" Percival sorrise al biondo.
"Artù, credetemi, lui non prova niente. Ha solo bisogno di taverne e piaceri corporei" Gwaine sorrise spudorato e malizioso.
"E se anche fosse, per te sarebbe un problema? Da quando sei geloso di me?" Percival si schiaffò una mano sulla fronte.
"Non ho mai detto di essere geloso di te. Ho solo criticato il tuo precedente stile di vita" spiegò sospirando un attimo dopo, Hunith e Balinor intanto era come se si parlassero con gli occhi, Merlin e Artù erano attenti, come del resto gli altri cavalieri, alla buffa e intersecata discussione tra Gwaine e Percival.
"È un peccato che tu non sia geloso... perché io lo sono, di te... intendo" Percival sbarrò gli occhi, fissando la criniera del cavallo.
"D- di me?" chiese, stranito.
"Sì, di te. Non è colpa mia se sei così cieco da non accorgertene" lo accusò Gwaine.
"Scusami se non mi è stata fatta una dichiarazione d'amore, se nessuno mi ha detto << Tho, guarda, Gwaine prova qualcosa per te >>!" ribattè Percival, alquanto stizzito.
"Vuoi una dichiarazione d'amore?" chiese Gwaine.
"Sì... cioè... no! Voglio dire..." Gwaine si avvicinò piano a lui, stringendogli le braccia attorno alla vita.
"Ti amo. Così va meglio? È comprensibile, adesso, Sir Percival?" gli sussurrò, scherzando un po' Gwaine.
"Sì, adesso è comprensibile" Merlin e Artù li guardarono con un sorriso dolce, inteneriti dalla scena.
"Bene, ora due dei miei cavalieri sono sistemati... Mancate solo voi" fece Artù burlandosi di Elyan, Lancelot e Leon.
"Mi dispiace, sire..." cominciò quest'ultimo "ma io ho già una donna da corteggiare, quindi tecnicamente restano solo loro due" ammiccò in direzione dei due cavalieri accanto a lui, i due ragazzi si scrutarono per un momento e poi si volsero contemporaneamente al cavaliere biondo miele.
"Ma non se ne parla proprio!" smentì il fratello di Gwen.
"Voi siete fuori!" commentò Lancelot, un po' meno determinato dell'altro, guardandolo come se lo vedesse per la prima volta da quando l'aveva conosciuto. Elyan era un bel ragazzo, dolce, con un carattere tutto pepe, era davvero... adorabile, ecco; non riusciva a trovare una qualificazione migliore.
"Non potrà mai accadere niente tra me e Lancelot!" affermò con convinzione Elyan, tirando le briglie per superare Leon con il suo cavallo.
"Dite tutti così!" commentò Artù, mentre Merlin si stringeva maggiormente a lui per stare più comodo, fin quando il biondo non si accorse che si era addormentato.
Dio... era così... così... così meravigliosamente perfetto.
Artù baciò la fronte del maghetto, sorridendo mentre lo guardava con lo sguardo più innamorato di questo pianeta. Hunith si voltò indietro, gettando un'occhiata materna al figlio accoccolato al principe. Aveva un espressione così serena... sembrava fosse cosciente persino nel sonno di star dormendo abbracciato all'amore della sua esistenza, la madre di Merlin sorrise.
"Guardali, Balinor..." bisbigliò al marito, come se da quella distanza potesse destare il figlio.
"Sono così carini..." commentò amorevolmente.
"Hai ragione" fece lui "Proprio come me e te prima di sposarci" Hunith sorrise al compagno, rievocando nella sua mente i ricordi più dolci ed amabili.
Si strinse a lui, figurandosi già le nozze del figlio e del genero, chiuse gli occhi, sistemandosi meglio contro il marito esattamente come Merlin a qualche metro da lei, sul destriero di Artù e si addormentò sorridente. 

L'arrivo a Camelot fu piuttosto calmo, quando arrivarono Arthur lo annunciò a Merlin che ancora dormiva, in un sussurro... Il mago si svegliò piano, mugulando amabilmente contro la sua schiena.
"Siamo arrivati, scricciolo" sussurrò Artù...
Merlin sorrise "Ohh, Camelot dolce Camelot" mormorò felice.
"Dai, andiamo" disse Artù smontando da cavallo, aiutò Merlin a scendere e mano nella mano si avviarono all'interno del maniero.

Uther giaceva ben vestito, con la spada adagiata sul corpo nella sala del trono, quando Artù entrò tenendo stretta la mano di Merlin.
Il mago si inchinò al Re morto, gesto che aumentò l'amore del futuro reggente nei suoi confronti.
"Salve, mio signore" salutò il defunto, Merlin.
Artù sorrise con gli occhi lucidi, pensando che nonostante Uther l'avrebbe ucciso per essere nato con un dono tanto grande e importante, si prostrava a lui e lo riveriva come fosse stato suo padre, suo amico e non un suo possibile assassino.
Uther che tante volte lo aveva fatto rinchiudere, che tante volte lo aveva fatto soffrire, che per tutto quel tempo gli aveva imposto di vivere nell'ombra, nascondendo il suo segreto, mentendogli per non morire tra le fiamme.
Artù si disse che non era giusto provare rancore per suo padre in un momento come quello... l'avrebbe perdonato, perché lui era un uomo migliore di suo padre, l'onore, la nobiltà d'animo e la bontà di cuore non erano qualità a lui sconosciute e di certo Merlin non peccava di tutti questi pregi, lui andava oltre: era speciale, importante, perfetto.
Almeno, per Artù... ma guardandolo adesso, mentre si sottometteva inchinandosi profondamente a chi probabilmente avrebbe decretato la sua morte, non potè che pensare che fosse così per tutti: Merlin era indispensabile e speciale per tutti quanti.
Sarebbe stato un buon re, un buon marito e buon confidente. Sarebbe stato la sua felicità e su questo Artù non aveva alcun dubbio.
Il principe si avvicinò al padre morto, gli baciò la fronte e sussurrò: "Ti renderò orgoglioso, padre. Addio".

"Merlin!" la serva di Morgana si avvicinò con un sorriso fintamente gioviale, mentre abbracciava il moro "Bentornato" gli mormorò.
"Mio signore" si inchinò con formalità al biondo, che le sorrise.
"Ciao, Ginevra" la salutò Artù.
"Mi sono presa la libertà di organizzare un banchetto per il vostro fidanzamento... ho parlato con vostro zio, mio signore" lo informò lei "E ci siamo tuffati nell'organizzazione del ricevimento" Merlin sorrise grato e imbarazzato, non era abituato a ricevere tutte quelle attenzioni, anche se in lui cresceva la consapevolezza che avrebbe dovuto abituarsi ai lussi a ai fasti della corte, sapeva che sarebbe rimasto umile.
"Grazie mille, Gwen. Sei così buona..." la ringraziò Merlin.
Ah... se sapessi cosa ho in serbo per te al banchetto, non mi ringrazieresti, maledetto. E mentre la mente della serva pensava ciò, le sue labbra sorridevano falsamente gioiose.

La sera del ricevimento arrivò e malgrado volesse fare qualcosa per impedirlo, Will, non era riuscito a fare niente.
Uther era morto e il suo piano era andato a monte. Quindi... aveva deciso di rassegnarsi, di lasciar perdere.
Perché lui voleva bene a Merlin e se Artù significava la sua felicità, ebbene, si sarebbe fatto da parte.
Merlin era agitato, per la prima volta si sarebbe presentato come futuro sposo di Artù, ufficialmente.
Se fosse dipeso da lui, lo avrebbe sposato appena arrivati a Camelot, ma tutte le formalità andavano rispettate.
Il giorno dopo ci sarebbe stato il matrimonio e -ahilui!- dopo il banchetto avrebbe dovuto separarsi da Artù. Gli sarebbe stato concesso di vederlo solo all'altare.
Era nervoso ma decise di calmarsi e godersi la bella serata in onore del legame tra lui e il principe.

Sulle labbra di Gwen comparve un sorriso malvagio, quasi sadico, quando versò del veleno nella brocca del vino destinata ad essere servita al banchetto.
Lei stessa l'avrebbe destreggiata, così da fare in modo che solo Merlin ne bevesse. Aveva già progettato un piano: una volta versato il vino nel calice di Merlin, avrebbe sostituito la brocca avvelenata con una contenete semplice vino, posizionata apposta da lei dietro la colonna della sala dove era solita stare in piedi, semmai a Gaius fosse venuto in mente di analizzare il vino all'interno della brocca non riuscendo a capire quale fosse il veleno, non avrebbe trovato neanche il modo di preparare l'antitodo. L'aveva lei e piuttosto che darlo a Gaius per curare Merlin avrebbe inghiottito la boccetta per intero.
Una volta morto Merlin, lei avrebbe consolato Artù, facendolo innamorare di lei. E se Artù l'avesse rifiutata, bhe... allora l'avrebbe ucciso e avrebbe inventato uno stratagemma per farsi eleggere regina di Camelot. Certo... ci sarebbe stato il problema 'Morgana' ma se osava mettersi in mezzo, avrebbe ucciso anche lei, affermando di essere la figlia illeggittima di Uther. Sentiva sempre più vicino il trono e già poteva sentire il metallo della preziosa corona ornarle il capo. Sorrise e stavolta era un sorriso trasognato, luminoso che si trasformò nell'istante in cui prese la brocca per recarsi al banchetto.

"Mie cari commensali..." cominciò Artù osservando le facce sedute al tavolo "Ho il piacere di presentarvi il mio futuro consorte... Merlin?" lo chiamò e Merlin fece il suo ingresso con degli squilli di olifante, con cui le guardie erano solite annuciare l'entrata di un entità di una certa importanza nella corte.
Merlin arrossì entrando, sentendosi troppo al centro dell'attenzione. Ma come diavolo faceva Artù? Con tutte quelle persone a guardarlo? Con tutti quegli occhi a studiarlo? Il futuro reggente sorrise, sollevando la mano a mezz'aria, sulla quale Merlin poggiò allegramente la sua, facendosi condurre al posto d'onore un tempo riservato a suo padre e ad Artù.
Il biondo scostò la sedia di Merlin e lo fece sedere, sentendosi ringraziare con un sorriso da parte del moro. Il maghetto si sedette e Artù lo avvicinò al tavolo spingendo la sedia, poi si sedette accanto a lui. Gwen stava sempre lontana dal principe in modo che non chiedesse a lei di versargli del vino.
Merlin non ne chiedeva e quindi lei decide di riempirgli ugualmente la coppa. Merlin non bevve subito, lei ebbe il tempo di sostituire la brocca 'assassina' con quella normale piazzata apposta da lei stessa dietro la colonna.
Artù si alzò in piedi e, incosapevole di star facendo un favore a Gwen, propose un brindisi.
Anche Merlin ovviamente si alzò e prese il suo bicchiere tra le dita.
"Voglio proporre un brindisi, in onore del mio futuro sposo!" fece sorridente "A Merlin!" levò il bicchiere in direzione di quello del futuro marito, facendoli tintinnare l'uno con l'altro.
Gwen fissava famelica Merlin.
Coraggio, bevi! Bevi, dannazione, bevi! Urlava mentalmente all'indirizzo del moro.
Per suo enorme piacere, Merlin finalmente si portò la coppa alle labbra e bevve.
Quando posò il bicchiere sul tavolo sorrideva ancora.
"Umh..." si schiarì la voce il moro, credendo di avere un groppo in gola.
"Umh- umh" fece ancora, ma il groppo non se ne andava.
"Umh..." Merlin si sentiva soffocare...
"Umh!" afferrò con tutta la forza che aveva in corpo il mantello di Artù... e mentre con una mano si teneva stretta la gola, guardava il principe con gli occhi sbarrati, spaventato da ciò che gli stava accandendo.
"Merlin?" fece il principe, avvicinandosi maggiormente "Merlin! Merlin! Sta soffocando! Aiutatemi!" Will si alzò preoccupato e andò vicino ai due, Merlin aveva ancora gli occhi sbarrati e respirava a fatica, il veleno stava cominciando a circolargli in corpo.
Artù si sentì impotente, non sapeva cosa fare...
"Che cosa gli sta accadendo?!" urlò con le lacrime agli occhi mentre Merlin gli scivolava lentamente addosso, il loro visi vicini, il mago lo guardò ancora con gli occhi sbarrati in quelli del principe, per poi chiuderli con estrema lentezza, stordito dal veleno.
Artù piangeva con il compagno tra le braccia, Hunith e Balinor cercavano di fargli aria, tutti si erano mobilitati per aiutare il giovane mago, tutti meno uno: Gwen.
Era uscita dalla sala senza essere vista da nessuno, tranne Gaius, che - lo avrebbe giurato sulla sua vita- l'aveva vista sorridere soddisfatta e sperava proprio che la vista gli stesse giocando un brutto tiro, tuttavia si risolse nel pensare che, forse, aveva trovato il responsabile dell'accaduto ancora prima di avviare una delle tante inchieste che lo riguardavano in terza persona.

"Prendetemi dell'acqua fresca" ordinò a Morgana che, prontamente, eseguì gli ordini del medico.
Artù aveva portato Merlin in braccio dalla sala del banchetto alla stanza del cerusico, più di una volta era crollato sulle ginocchia mentre la sua vista era offuscata dalle lacrime e, altrettante volte, era stato risollevato dalla gran processione di persone che stava al suo seguito e al seguito di Merlin inerme tra le sue braccia, cavalieri compresi; soprattutto Gwaine che imprecava in continuazione, augurando la morte a chiunque avesse osato avvelenare il suo amico, promettendo e giurando di infliggergliela lui stesso qualora lo avessero trovato.
Lancelot aveva le lacrime agli occhi.
Hunith piangeva e Balinor la sorreggeva per le spalle... mentre andavano dietro il genero che teneva il fragile, inerte Merlin tra le braccia.
Tutti quanti si erano seduti per terra, intorno al letto di Merlin vegliando il suo sonno, Artù invece si era accomodato al suo fianco, tenendo la mano del compagno tra le sue, baciandola continuamente e pregando tutti gli dei e Gaius di trovare un modo per guarirlo.
Purtroppo Gwen aveva fatto sparire la brocca con il veleno ed era stato impossibile ritrovarla e scoprire, così, il tipo di veleno che non permetteva a Merlin di respirare bene.
"Scotta" fece Artù con gli occhi colmi di lacrime.
"È normale sire, la sua temperatura sta salendo. Il veleno è sempre più in circolo... se solo potessi..."
"Cosa?" lo interrupe Artù, speranzoso che forse il medico avesse trovato un modo per identificare il veleno per il quale Merlin si contorceva debolmente tra le coltri bianche con un espressione contrita a sfigurare il suo bel volto...
"Se solo potessi prelevare del sangue, potrei capire quale sia il veleno" concluse.
"C'è un modo per prelevarlo?" chiese il biondo.
"Sì, sire, ma arrecheremo a Merlin più dolore di quanto si possa pensare".
Artù guardò Merlin.
"Guardatelo, Gaius! Sta già soffrendo!" il medico annuì.
"Avete ragione, sire. Prendo il pugnale..." lo informò.
"Il... il pugnale?" balbettò Gwaine "Non vorrete mica ucciderlo!".
Gaius scosse il capo "No! Certo che no! Sei forse impazzito? Mi servirà per prendere un campione del suo sangue" detto questo prese una lama affilata e si avvicinò al suo protetto, Artù strinse la mano di Merlin, per fargli forza.
Voltò il capo dalla parte opposta al medico.
Lui era un cavaliere, il che significava che ferite profonde, sangue e cicatrici erano all'ordine del giorno.
Non si impressionava... ma Merlin era Merlin. Era più forte di lui... non poteva guardare.
"Dovete tenermi questa, sire. Mentre io praticherò l'incisione il sangue scorrerà, ma se voi non reggerete la provetta faremo perdere a Merlin del sangue a vuoto" Artù si decise a voltare il capo, ancora insicuro.
"So che non volete guardare, ma dovete farlo: per amore di Merlin" lo convinse.
Artù prese un bel respiro, la mano sinistra andò a stringere quella del compagno e la mano destra resse il piccolo contenitore in vetro.
"Siete pronto?" chiese conferma il medico.
Artù fece l'ennesimo respiro profondo e si preparò a vedere Merlin contorcersi convulsamente per il dolore.
Il medico conficcò piano la lama nella pelle di Merlin e lentamente la incise, il sangue prese a scorrere e Merlin, nonostante fosse senza forze, prese ad urlare il nome del biondo.
"Artù! Fa... fa male! Basta!" Hunith nascose il viso nel petto del marito singhiozzando, era come se il dolore del figlio lo sentisse lei in prima persona.
Gaius si sentì in colpa per l'estrema lentezza con cui eseguiva la piccola operazione, ma Merlin si dibatteva in continuazione e rischiava davvero di danneggiarlo.
Quindi, doveva scostare la lama e quando Merlin si calmava, in ambito fisico, lui ripartiva dallo stesso punto e continuava ad incidere la sua pelle perfetta e fino qualche minuto prima immacolata.
"Basta Artù!" gridava e Hunith singhiozzava più forte.
"Mi fanno male, aiutami!" Balinor chiuse gli occhi per le urla del figlio e si sentì inutile per il semplice fatto che da padre, avrebbe dovuto proteggerlo da tutto e tutti e invece non aveva potuto fare niente.
"Aiutami, Artù!" implorava ma il biondo non poteva far altro che sussurrargli.
"Sta' fermo, amore mio. Abbiamo quasi finito..." quando Gaius ritenne che nella boccetta c'era sangue a sufficenza per effettuare le analisi, prese ago e filo e ricucì la ferita inflitta, seppur a scopo benefico, a Merlin.
"Mi dispiace" fece Artù, vedendo la sua unica ragione di vita sudare per lo sforzo morale e fisico, ansante per le urla e le preghiere rivolte a lui stesso di smetterla di fargli così male. Gli passò un panno fresco bagnato sulla fronte imperlata di sudore e Merlin sembrò tranquillizzarsi, seppur minimamente. Gaius intanto aveva terminato di richiudere la ferita e aveva spennellato su quest'ultima un intruglio anestetizzante.
"Bene" fece rigirando la boccetta con il sangue di Merlin a mezz'aria tra le dita.
"Mi metto subito al lavoro" annunciò.
I cavalieri e i genitori di Merlin pensarono che quella sarebbe stata un lunga notte. 

Alle prime luci dell'alba, Gaius, si alzò dal tavolo degli esperimenti, stancamente. Soddisfatto d'essere riuscito ad identificare il veleno:"È cianuro".
Arthur sorrise con le lacrime agli occhi. Le occhiaie del principe erano evidenti, professava di non essere stanco... ma i suoi occhi lo tradivano, così come la sua voce e i suoi movimenti.
"Sire, dovreste riposare..." consigliò Percival.
"Non voglio lasciarlo" asserì Artù.
"Ma se continuate così, c'è il rischio che possiate ammalarvi" fece saggiamente Lancelot.
"Lo so, ma io non voglio lasciarlo" fu poi Gwaine a trovare la soluzione.
"Facciamo così: Siamo sei..."
"Sette" corresse Gaius coinvolgendo anche se stesso.
"Nove" aggiunse Hunith, coinvolgendo lei e il marito.
"Bene, siamo nove: faremo dei turni così che tutti a giro potremmo riposare" Artù scosse il capo.
"Non vi chiederei mai una cosa simile" rispose "Voi avete bisogno di tanto riposo, semmai ci fosse un pericolo imminente, dovete essere riposati e voi, Hunith e Balinor, sarete stanchissimi. Andate a riposare" tagliò corto.
"Sire, non è giusto che vegliate solo voi. Lasciate fare anche a noi, vogliamo bene a Merlin e saremmo ben disposti a restare con lui. Riposeremo a turno" Artù per un attimo sentì la testa girare e se non fosse stato per il suoi cavalieri che prontamente gli si erano avvicinati, avrebbe sbattuto la testa per terra. Lo rimisero in piedi, mentre il principe cercava di non pesargli addosso, il suoceri si preoccuparono per la sua salute e sentivano la loro vacillare, Hunith quasi poteva sentire le occhiaie sfigurarle il viso.
"Vi portiamo nelle vostre stanze" propose Percival.
"No... non voglio allontanarmi da lui". 
"Allora, prenderemo il letto di Merlin e lo metteremo accanto a quello di Gaius" ovvero il giaciglio di Merlin in quella circostanza.
In pochi minuti il letto di Merlin fu accanto a quello dove il proprietario giaceva cinereo.
"Forza, andate a riposare. Ci sono io qui con lui" si avvicinò a Merlin e lo strinse.
"Ma sire..." provarono ad obbiettare.
"È un ordine. Andate a riposare".
I cavalieri chinarono il capo: "Come desiderate, sire" e poi uscirono dalla stanza.
"Anche voi" si rivolse il biondino ai genitori di Merlin "Andate a riposare, ci sono io" li rassicurò.
"Ma...".
"Vi prego, non sopporterei che vi sentiste male: avete affrontato un lungo viaggio, non riposate da allora"
"Gaius, dovreste riposare anche voi" mormorò Artù.
"Non posso, sire. Devo preparare l'antidoto per somministrarlo a Merlin" il principe annuì.
"C'è qualcosa che posso fare per aiutarvi?" chiese.
"No, faccio da solo" rispose il medico, Gwen intanto attendeva dietro la porta che Gaius uscisse a prendere ciò che gli serviva per terminare l'antidoto. Il cerusico uscì congedandosi da un principe ormai dormiente.
Afferrò la lista con le erbe di cui necessitava per ultimare il composto guaritore ed uscì.
Gwen non attese altro, entrò di soppiatto e nell'antidoto versò la giusta quantità di veleno per far sì che Merlin perisse, ma anche che Gaius non si accorgesse di niente. Infilò la boccetta di cianuro in tasca e lasciò il principe e il mago da soli.
"Addio, Merlin" sussurrò sulla porta per poi andarsene con un sorriso soddisfatto.


"Sire?" chiamò Gaius, Artù si destò sussurrando preoccupato il nome di Merlin.
"l'antidoto è pronto" annunciò.
"Bene" fece Artù.
"Tappategli il naso" ordinò, Artù eseguì.
"Avanti Merlin, bevi e starai meglio" una volta ingoiato tutto il contenuto della boccetta, Merlin mosse il capo e aprì gli occhi, non appena vide Artù gli sorrise
"Ce l'abbiamo fatta, Gaius" esclamò felice il principe... ma qualcosa non andava, Merlin aveva richiuso gli occhi.
"Merlin?" lo chiamò "Merlin?!" ma il mago non rispondeva "Che cosa gli sta succedendo? Perché fa così? Gaius?!" il medico poggiò l'orecchio sul cuore di Merlin...
"Non è possibile..." fece il guaritore di corte, ritraendosi poi "Il suo cuore ha smesso di battere..." informò, Artù guardò il medico con gli occhi pieni di lacrime incredule.
"Ma gli abbiamo dato l'antidoto!" sbottò.
"Mi dispiace" fece Gaius rattristato quanto il giovane principe.
"No..." Artù si passò entrambe le mani tra i capelli, passandosele sul viso, mentre le lacrime scendevano dolorosamente e silenziosamente.
"Perché?" chiese.
"Non ne capisco il motivo... Forse siamo arrivati in ritardo..." riflettè l'anziano.
"Ma è impossibile! Sul vostro libro c'era scritto sette giorni, ha bevuto l'antidoto dopo neanche un giorno, come può essere che siamo arrivati in ritardo?".
Il vecchio guaritore di corte, forse, cominciava a rimettere i pezzi al proprio posto: "Avete visto o sentito entrare qualcuno mentre ero via?" chiese.
"No..."
"Ma certo!" fece il medico "Dormivate. Non potevate accorgervene, forse è entrata in quel momento...".
Artù aggrottò le sopracciglia "Entrata? Chi?" chiese sempre più confuso, non riusciva a credere che Merlin fosse morto... non era il suo destino, lui stesso glielo aveva detto.
"È stata Gwen, sire, ne sono certo" Artù fece una smorfia.
"Non mi interessa chi è stato, Gaius, voglio solo trovare un modo per... ma certo che c'è un modo: la magia! Gaius, voi la praticavate, potreste salvare Merlin!" ragionò, la speranza negli occhi del principe fece rianimare anche il medico.
"Potrei provarci, ma..."
"Gaius, vi prego" Artù si inginocchiò ai piedi del medico.
"Senza Merlin la mia vita non ha il minimo senso..." lo guardò negli occhi, sapendo che il medico l'avrebbe fatto per Merlin, teneva troppo al maghetto per non provarci.
"Ma sire, potrei sbagliare e peggiorare le cose" Artù fissò gli occhi disperati in quelli del cerusico.
"Più di come sono adesso?" chiese.
"Avete ragione, ma temo che la risposta potrebbero darcela solo i libri..." annunciò.
Artù si alzò in silenzio e per non cedere al dolore per la possibile perdita definitiva di Merlin, dovette appoggiarsi alle scale. Una volta lì, cominciò ad incolpare se stesso.
"Se solo fossi stato più attento... dovevo proteggerlo... io..." si lasciò scivolare contro la ringhiera finendo col sedersi per terra, incrociò le braccia sulle ginocchia e pianse come mai nella sua vita.
In silenzio, senza fiatare.
In quel momento i cavalieri fecero il loro ingresso nella stanza, il primo ad entrare fu Gwaine: "Come sta Merli...?" cominciò, ma poi si rese conto del principe accovacciato per terra, disperato. Deglutì.
"A-Artù?" il principe non rispose, affondò la testa nelle braccia e il suo pianto si trasformò in singhiozzi strozzati.
"No" sussurrò Gwaine andando vicino all'amico "Merlin..." soffiò sconvolto, vide Merlin giacere cadaverico sul letto.
"Merlin!" Percival si avvicinò, afferrandolo dalla vita, tentando di trascinarlo via da lì "Merlin!Merlin!No! Lasciami! Merlin!" gridava sconvolto mentre Percival tentava di allontanarlo.
"Amore mio, andiamo" fece al compagno, deglutendo.
"Forza..." gli sussurrò "No... Merlin..." continuava a ripetere "D'accordo... Gwaine, guardami" fece Percival "Guardami... cerca di calmarti" Gwaine, suo malgrado, si avviò tristemente insieme a Percival.
"Non può essere morto" bisbigliava sconvolto il cavaliere dai capelli neri... "Non può essere... non può..." Percival lo prese dalle spalle e lo abbracciò. Poi, gli donò un bacio casto, leggero, consolatorio. Appoggiò la fronte sulla sua. "Mi dispiace" mormorò stringendolo. Gwaine annuì.

"Sire, ho trovato l'incantesimo giusto per noi ma..." annunciò ad Artù. Il principe sollevò il capo, un guizzo di speranza illuminò i suoi occhi azzurri.
"Davvero?" chiese.
"Sì, Artù" rispose il medico.
"Allora che cosa state aspettando? Provateci" ragionò.
"Ho già provato sire, ma i miei poteri non sono abbastanza forti per un incantesimo del genere".
Morgana entrò in quel momento "Mia signora? Dove siete stata per tutto questo tempo?" chiese il medico.
"Sono stata dai druidi, mi hanno suggerito un incantesimo" Artù guardò la sorella incredula.
"Tu pratichi la magia, Morgana?" chiese il fratello della ragazza.
"Sì, ma adesso non è importante, pensiamo a salvare Merlin" propose lei, sollevò la mano verso il mago e pronunciò poche parole in lingua antica.
Niente.
Riprovò: niente.
Provò ancora e ancora ma niente.
"Non capisco..." fece lei "La magia dei druidi è una potente magia guaritrice, com'è possibile?" fece stizzita.
"Potrei provarci io, ma già so che non funzionerebbe" Artù ancora turbato per aver scoperto che la sorella era una stregha, rivolse la sua attenzione a Gaius "Provare non costa nulla, cosa abbiamo da perdere?" domandò.
Il cerusico annuì e puntò il palmo verso Merlin, pronunciando le stesse parole che Morgana aveva ripetuto all'infinito con la speranza che facessero effetto. Niente. Il respiro di Merlin era ancora inesistente e il suo cuore non batteva.
"Ci deve essere una creatura più potente di n... aspettate un attimo... ma certo! C'è il drago! Il drago ha un potere immenso, potrà sicuramente riportarlo in vita" Artù non aspettò nemmeno che il dottore finisse la frase, prese Merlin in braccio e si avviò.
Scese diversi piani e poi quando si trovò nelle segrete, cercò di ricordare quale fosse la strada giusta da percorrere... ricordò che una volta da bambino aveva voluto vedere il drago, ma gli era sempre stato impedito, ricordò che una volta era stato colto con le mani nel sacco mentre imboccava...
"Le scale in discesa..." riflettè il principe "Portano direttamente al drago..." pensò ad alta voce.
Non aspettò oltre, con una certa fretta scese le scale che lo avrebbero portato dall'imponente drago.
Quando spuntò in una caverna piuttosto gelida, non vide nessuno e gli sembrò di aver sbagliato strada, fece per tornare indietro.
"Artù..." si sentì chiamare, il biondo si congelò voltandosi.
"Chi è là?... Sei tu, drago?" non fece in tempo a domandarlo che si ritrovò la possente creatura di fronte agli occhi.
Artù non si spaventò, come avrebbe fatto in altre circostanze... magari avrebbe anche sguainato la spada contro di lui, ma adesso no... sentiva troppo dolore per Merlin, non c'era rimasto spazio per nessun altra emozione.
"Che cosa è successo al giovane mago?" fece l'antica creatura, guardando Merlin così preoccupato da sembrare quasi umano.
"È morto" rispose Artù, freddo.
"Cosa?!" domandò alterato Kilgharrah "Ma come è potuto succedere?" riflettè l'essere squamato.
"È stato avvelenato... da Ginevra" Artù cadde in ginocchio guardando il drago, prostrandosi a lui, supplicandolo con lo sguardo.
"Ti prego..." cominciò, stringendo Merlin tra le braccia "Salvalo... non è il suo destino morire, so che è così" il drago fece un sorriso 'draghesco' e poi annuì "Alzati" ordinò Kilgharrah, il principe obbedì.
Il drago si avvicinò lentamente, soffiando sugli amanti il suo fiato magico e caldo.
Merlin sollevò il petto come se fosse stato afferrato dalla maglia e tirato verso l'alto, prese un gran respiro, ansando, gli occhi spalancati.
Il tutto durò non meno di un secondo, dopo di che, il moro si rilassò nuovamente tra le braccia del principe. Sospirò.
"Artù..." sussurrò Merlin, accorgendosi solo in quel momento di essere tra le braccia del principe.
"Amore mio!" fece il biondo, stupito... Merlin stava... stava parlando, respirando... Artù posò un orecchio sul suo cuore.
"Che fai, Artù?" chiese il moro.
"Il tuo cuore... batte di nuovo" spiegò...
"Sì... sono vivo" rispose il mago.
"Ho..." cominciò il principe con voce spezzata dalla forte emozione di rivedere il suo unico vero amore sano e salvo "Ho avuto paura..." spiegò, Merlin lo guardò negli occhi lucidi.
"Non temere, ho un destino troppo importante da compiere. E poi chi ti avrebbe protetto, mio dolce asino?" scherzò per sdrammadizzare, beandosi del sorriso che spuntò sulle labbra del principe a quell'appellativo.
"Vedo che un viaggio all'aldilà non ha accorciato la tua lingua lunga".
Merlin sorrise e poi tornò serio: "Ho incontrato tua madre, Artù" il biondo lo guardò in viso, turbato.
"Davvero?" chiese.
"Sì, vedendomi lì si è rattristata. Le ho chiesto quale fosse la causa di quel suo cambio d'umore. Mi ha abbracciato e mi ha sussurrato una frase: "Perché mio figlio ha bisogno di te" poi mi ha accarezzato una guancia e mi ha sorriso... sapeva già che avresti trovato il modo di salvarmi".
Artù gli sorrise "E non ti ha detto altro?" chiese il principe, affamato di informazioni.
"No, amore mio, poi mi sono ritrovato tra le tue braccia" spiegò.
"Bhe... sono felice del fatto che la nostra unione le sia di conforto".
Il mago sorrise e sollevò un po' il viso per baciargli la fronte, ma Artù voleva qualcosa di più, si sporse verso le sue labbra e lo baciò.
Il drago rimase ad osservarli e si scoprì a provare un senso di pace, predisse tempi di libertà, uguaglianza, giustizia, amore e... magia.
L'inizio di una nuova era: Albion.

Gli stendardi di Camelot ondeggiavano alla gentile brezza mattutina...
"Stasera ci sarà il banchetto" annunciò Gaius a Merlin "E per fortuna, stavolta, Gwen non parteciperà" concluse.
"Grazie, Gaius" mormorò il mago.
"Di cosa?" chiese il medico.
"Di aver provato a salvarmi la vita e..." toctoc. Qualcuno bussò alla porta della piccola casa.
"Avanti" rispose Merlino, la figlia di Uther fece il suo ingresso nell'abitazione.
"Morgana" esclamò entusiasto il moro.
"Ehi!" fece lei, andando ad abbracciarlo. Lo strinse con fare fraterno.
"Sono passata per vedere come stavi..." spiegò la sua presenza nella casa del medico.
"Bene, anche grazie a te..." le sussurrò baciandole le mani.
"Come ha reagito Artù? Gaius mi ha detto che ha saputo dei tuoi poteri" domandò lui.
"Merlin, il suo futuro marito è un mago, se lo è anche sua sorella che problema c'è?" ragionò la mora.
"Hai ragione" rispose Merlin annuendo.
"Ma ci pensi? Potremmo usare la magia liberamente, senza il terrore d'essere uccisi" Morgana tirò un sospiro di sollievo, Merlin sapeva bene a cosa si riferisse: con Uther come padre possedere un talento -un dono- del genere, non era mica stato facile e poi lui aveva Gaius, Morgana chi diavolo aveva?
"La ricompensa più grande è questa" sussurrò commossa.
"Avere te come cognato è al primo posto e al secondo posto c'è la reintegrazione della magia a Camelot, sono così euforica che, non so, potrei baciarti!" scherzò.
"Meglio di no, Artù è un tipetto geloso... fin troppo, anche di sua sorella... eh, che ci vuoi fare? Mi sono innamorato di un asino!" sbottò scherzosamente con fare melodrammatico, la sua futura cognata rise di cuore e lo abbracciò di nuovo.
"A stasera" fece lei, accarezzando il braccio di Merlin.
"Gaius" salutò il medico che ricambiò chinando il capo e sorridendole.
"Sono contento che abbia riacquistato la serenità, era così sconvolta quando ha scoperto di essere una strega mentre Uther era ancora in vita che davvero... se la merita questa ricompensa" disse Gaius.
"Già" fece Merlin contento per l'amica... tra ventiquattro ore cognata.

Il banchetto fu molto più tranquillo della volta prima, innanzitutto perché nessuno cercava di ammazzare Merlin o pensava solo minimamente di attentare alla sua vita e in secondo luogo, perché Artù aveva ri-chiesto a Merlin, ufficialmente, di sposarlo davanti a tutti.
Aveva già provato il brivido di sentirsi chiedere la mano dal principe, ma come la prima volta sentiva un forte calore al petto avvolgerlo, così era saltato in braccio al biondo abbracciandolo forte.
"Non ti lascio andare, mai più" gli sussurrò Artù, mentre Merlin lasciava scivolare le lacrime emozionate sulle guance.
"Lo sai che non appena finirà il banchetto, non ci vedremo fino a domani?" chiese il moro.
"Sì, lo so... che tradizione bigotta" mormorò il biondo.
"Amore, puoi stare senza di me una notte. Domani staremo insieme per tutto il tempo, te lo prometto" giurò Merlin e Artù sorrise...
Aspettare fino a domani era inconcepibile!

Un tuono fortissimo fece tremare la piccola finestrella della camera di Merlin.
Il moro si svegliò per il forte fragore portandosi una mano al petto, spaventato.
Si alzò e scendendo le quattro scale che davano sulla stanza principale dove Gaius russava placidamente nonostante fuori stesse per crollare il cielo.
Forse, il fatto che ancora dormisse ignaro, era attribuito alla sua mezza sordità.
Merlin non ci riflettè oltre e si recò al catino dell'acqua appeso vicino alle scale.
Quando si sentì abbracciare da dietro fece cadere la coppa di legno dentro la piccola tinozza, schizzandosi.
"Ti facevo più coraggioso e attento, davvero" scherzò Arthur in un mormoriio.
"Ma sei impazzito?!" strillò bisbigliando il moro "Mi hai quasi fatto venire un infarto!".
Artù ridacchiò piano contro il suo collo.
"È che non ce la facevo ad aspettare fino a domani. Che razza di tradizione è? Non poter vedere il proprio sposo fino a quando non si sarà all'altare? Non lo concepisco. E poi mi mancavi" spiegò.
Merlin sorrise e si voltò poggiando le sue mani delicate sulle spalle del biondo.
"Dicono che porti sfortuna" fece il moro ancora sorridente.
"Sono tutte scemenze! Non credo a queste superstizioni, quindi sono venuto lo stesso" espose la sua versione leggermente in contrasto con ciò che aveva detto Merlin "Non sai proprio starmi lontano, eh?" Arthur scuotè il capo "Sì, ma non montarti la testa" risero insieme e poi Arthur baciò la spalla di Merlin "Quanto sei scemo" commentò il moro "Stando troppo a contatto con te si fa questa fine" scherzò "Ma sta' zitto!" sbottò Merlin "Shh. Adesso sta' fermo e fatti baciare" Merlin scuotè il capo per dispetto "Sono troppo idiota per meritare i vostri baci, principe Arthur" Arthur rise ancora chinando il capo, arricciò le labbra "mmm..." all'improvviso prima che potesse fare un altro respiro afferrò le gambe dell'amante e le portò ad accerchiargli la vita. Merlin protestò "Mettimi giù!" esclamò bisbigliando "Neanche per sogno" rispose Arthur "Arthur, mettimi giù o ti picchio" Arthur rise "Ho detto no" il principe lo fece sedere sul tavolo "Ma perché non devi mai ascoltarmi, che cavolo! Sei una testa di fagiolo! Mai che...mmh! Mmm..." le parole di Merlin di spensero nel suono del temporale, quando Arthur incollò le labbra alle sue. Nel momento in cui entrambi dovettero respirare, Arthur lasciò la sua bocca incustodita. Lo prese in braccio e lo portò nella sua stanza. Lo adagiò piano sul suo modesto letto, che presto non gli sarebbe più appartenuto... Sarebbe diventato il Re di Camelot. Lui che inizialmente era solo 'il servo idiota del principe Arthur'. Chi l'avrebbe mai detto? Lui, un servo, un mago: Re di Camelot, sposo di Arthur. La vita è davvero strana a volte si ritrovò a pensare Merlin, nel frattempo le dita di Arthur valicarono il confine della sua maglia "Non. Ci. Pensare. Nemmeno. 'Sta notte no" dalla gola di Arthur si udì un lamento deluso "Perché?" fece, con il tono di un bambino al quale hanno rubato un dolciume. "Preferisco domani sera. La nostra prima notte di nozze. Sarò tuo, devi solo aspettare, Arthur. Non possiamo stanotte" spiegò dolcemente Merlin, accarezzandogli una guancia rosea. "Va bene, però voglio restare un po' con te" Merlin sorrise "Quando vuoi, anche per sempre" Arthur lo baciò ancora "Prometti che mi amerai per l'eternità?" domando il biondo "Sì, ho già promesso di giurarlo domani, finché morte non ci separi, hai presente?" si portò una mano alla fronte, teatralmente, facendo ridere Arthur. "Come se ti dispiacesse!" commentò il biondino "Certo che non mi dispiace, perché malgrado tu sia un asino, ti amo"; "Ti amo anche io, idiota"; "Sai..." cominciò Merlin dopo un po' "Cosa?" lo incitò a continuare il principe, mentre lentamente sfiorava con dita leggere la piccola cicatrice sul braccio dell'amante, ricordando quando per prelevare il suo sangue Gaius gliel'aveva inferta. Si avvicinò e la baciò delicatamente, quasi senza toccarla realmente, per il timore di fargli male. "Ho un po' paura... cioè, non è proprio paura... è qualcosa che non mi fa dormire" spiegò arrossendo. "Si chiama emozione, Merlin. Sei emozionato" Arthur sorrise "Dovresti dormire, domani mi sposerai" il moro voltò il capo, guardandolo in viso "Così non mi aiuti" si lamentò sarcasticamente Merlin. "Vorrà dire che canterò per farti addormentare. L'ultima volta ha funzionato, mi pare..." Merlin sorrise ed arrossì... davvero delizioso. Arthur cominciò a sussurrargli una ninna nanna dolce, bassa. Velluto per le orecchie: "Ti amo come non ti ho amato mai. Non ti sveglierò, perché nei tuoi sogni ci sono io. Ti guarderò per tutta la notte perché sei il più bel regalo di Dio. Lasciami entrare nel tuo cuore, voglio assorbire il tuo amore. Perché sei cosa bella e non meriti del male. Quando il sole bagnerà le tue ciglia d'oro fuso, vedrò sorgere la speranza, si aprirà un mondo nuovo. Lasciami entrare nel tuo cuore, fammi scacciare il tuo timore. Ora dormi che domani sarà per sempre; ora dormi che sei mio... unico, solo amore" Non finì di cantarla che già Merlin riposava tra le sue braccia. La voce di Artù così bassa e piena di dolcezza gli faceva sempre quell'effetto. "Ti amo" gli sussurrò Arthur all'orecchio, prima di allontanarsi piano. Stette attento a non muoverlo troppo, si alzò piano e si recò nelle sue stanze dopo aver baciato Merlin sulla fronte. Si infilò sotto le coperte rosse e dorate e pensò che dal giorno dopo in poi non avrebbe mai più dormito da solo. Non vedeva l'ora di abbracciare e stringere a sè Merlin ogni giorno. Ogni notte, liberamente.
Il principe si addormentò e sognò il suo primo incontro con Merlin... "Chi credete di essere il Re?"; "No, sono suo figlio, Arthur" solo che a differenza della prima volta in cui si erano incontrati -finita con Merlin nelle segrete per la stupida asininità di cui Arthur si pentiva- il subconscio del futuro Re, trasformò l'accaduto, storpiandolo: Non lo aveva strattonato facendolo cadere per terra, dando l'ordine di sbatterlo in prigione, anzi... lo aveva voltato e baciato profondamente. Poi, il sogno aveva preso una piega inaspettata, Merlin lo aveva guardato in modo troppo dolce e innamorato per essere la prima volta in cui si incontravano "Io e te siamo l'Albion..." aveva sussurrato il moro nel sogno. Io e te. rifletté Arthur nel dormiveglia. Albion; Albion; Albion. Io e te... Lui e Merlin, fino alla morte e anche dopo. Per sempre.

"Artù. Artù? Artù?! Artù! ARTù PENDRAGON!" sbottò Morgana alla quale era stato dato l'incarico di chiamare il fratello. "Ma che cavolo! Quanto ti ci vuole per svegliarti la mattina!? Temevo di doverti prendere a pugni!" Arthur ancora stordito e mezzo addormentato riuscì a focalizzare in modo sfocato il bellissimo volto della sorella "Ma..." si mise la mano destra tra i capelli biondi "Ma che diavolo succede?" chiese roco "Come che succede?! Oggi è il giorno del tuo matrimonio! Hai bevuto prima di andare a dormire?!" chiese Morgana, sarcasticamente "No, mi sono solo addormentato troppo tardi" la informò "Bhe, peggio per te, allora" si burlò di lui "Dai, alzati, dobbiamo sbrigarci... è quasi ora!" lo incitava ad alzare il suo regale sederino dal letto "Ti vuoi muovere?!" poi sbuffò buttando gli occhi al cielo "Sì, arrivo!" esclamò il principe.

La sala del trono si era empita alla velocità della luce, a breve tutto il popolo avrebbe assistito al coronamento del meraviglioso sogno d'amore tra il loro principe e Merlin.

"Merlin?" il moro aprì gli occhi e consapevole di ciò che sarebbe successo di li a qualche clessidra, si concesse un sorriso emozionato. "è quasi ora, dovresti vestirti" suggerì saggiamente il medico"Sì, fatemi solo lavare, vestire e arrivo" Il medico annuì e andò a preparare la colazione per il mago. Nel frattempo Merlin si concesse un breve bagno caldo e dopo essere uscito dalla tinozza, si asciugò per bene e cominciò a vestirsi. Indossò dei caldi pantaloni marroni di velluto, una giacca blu scuro e per la prima volta nella sua vita un mantello rosso uguale a quello che indossava Arthur, con la stampa di un drago dorato sulla spalla. Si girò e rigirò allo specchio. Si scoprì a sorridere ancora, come un beota. La schiera bianchissima di denti in mostra a causa del suo umore allegro che non lo aveva abbandonato fin da quando aveva aperto gli occhi.
Si fermò un momento a osservare per bene la sua stanza, nel dettaglio. Osservò il piccolo comodino, la sedia, l'armadio, il suo letto e il pavimento dove nascondeva il libro di magia ma non si soffermò su quel particolare, andò oltre, esaminò la stanza nella sua complessività e ricordò i suoi primi giorni a Camelot... in quei giorni non avrebbe mai pensato di dire addio alla sua camera per condividerla con quella di Artù. Non avrebbe mai immaginato che il giorno delle sue nozze, avrebbe sposato il principe di Camelot, neanche nelle sue fantasie più strane.
Eppure, eccolo... pronto per sposare la ragione della sua vita.
"Merlin?" si sentì chiamare dall'anticamera degli appartamenti del medico.
"Sì?" rispose il moro.
"La colazione e pronta, mangia pure con calma, io intanto mi avvio" Merlin sorrise.
"D'accordo, Gaius..."assentì, diede un ultimo sguardo alla sua stanza e altri ricordi lo colpirono facendolo emozionare, poi, prese il suo libro magico e richiuse la porta. Salutando per sempre la sua stanza e la sua vecchia vita.

"Sta arrivando Merlin..."
"Arriva..."
"Sì, arriva" un brusio disconnesso di udiva innalzarsi dal gruppo dei cavalieri di Arthur, che sull'altare fremeva. Una volta arrivato Merlin, lui sarebbe stato incoronato Re e, in seguito, avrebbe incoronato Merlin e Geoffrey di Montmouth li avrebbe sposati. 
 
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Concedetemi ancora un po' di tempo, prometto che la settimana prossima aggiornerò! :)
 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Finalmente ho potuto postare, =) In questo capitolo, FINALMENTE, il tanto sperato matrimonio tra i nostri due picciniiii :3 Questo capitoletto è un pochino Hot.... preparate le vasche con il ghiaccio e buona lettura! XD

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A Strategic Way For Us
Capitolo 16


"Figliolo, sei pronto?" chiese Balinor avvicinandosi al figlio.
"No" rispose il maghetto fissando il portone che dava direttamente sulla sala delle cerimonie, dove una platea di invitati attendeva l'ingresso del moro.
"Perché? Mi sembra che ti stia aspettando Artù, all'altare, non un estraneo" ragionò, sdrammatizzando. O... almeno, cercando di farlo.
"Sono solo emozionato, padre" mormorò, fissando ancor più ansioso la pesante porta di legno.
"Merlino, calmati. Cos'è che ti rende così nervoso? Sono forse le persone presenti?" chiese il signore dei draghi.
"Sì, padre. È quella mandria di gente che punterà gli occhi su di me" quasi gemette per la consapevolezza.
"Bhe, dovrai abituartici, diventerai Re di Camelot. Cose del genere saranno all'ordine del giorno" Il più anziano sorrise al più giovane "Ed è ora di far pratica" sussurrò il padre, con un cenno del capo ordinò ai valletti di aprire le porte, prese il figlio sottobraccio e, insieme, oltreppassarono la soglia.

  ***

Artù pensò che Merlino non era mai stato così bello.
Poteva quasi vedere le sue ginocchia tremare, da lontano. Man mano che si avvicinava, riusciva a cogliere ancor più particolari: i pantaloni di velluto marrone fasciavano perfettamente le gambe di Merlino... e quel mantello gli stava così bene che Artù ebbe la strana voglia di saltargli addosso e spupazzarselo fino ad avere il cuore e il respiro affannati.
Il mago teneva lo sguardo basso sugli stivali e osservava con una certa curiosità fuori luogo, le trame del tappeto rosso che stava calpestando insieme al padre per arrivare al biondino trepidante e sorridente.
Nel momento in cui Merlino alzò lo sguardo, il sorriso del principe si allargò. Merlino fece un mezzo sorriso timido.
Vedendolo in prossimità delle scale, sulle quali entrambi avrebbero dovuto inginocchiarsi per la cerimonia, il principe allungò una mano nella sua direzione. Balinor sorrise, lentamente prese la mano del figlio e l'affidò, in un gesto che conservava la sua sacralità fin dalla notte dei tempi, al biondo: Artù sentì un brivido caldo frizzargli lungo la spina dorsale e raggiungere il suo stomaco per installarvisi; sorrise.
"Ciao" fece Artù dolcemente.
"Ciao" rispose timidamente Merlino concedendosi un sorriso molto più rilassato di quando avanzava nel bel mezzo della sala.
Artù scese le tre scale in cima alle quali stava pochi secondi prima e, prendendo l'altra mano di Merlino, si inginocchiò insieme a lui.
Geoffrey si avvicinò ad Artù, con la corona tra le mani: "Giuri solennemente di proteggere questo regno, le sue leggi, le tradizioni, i costumi e il popolo rispettando i codici d'onore portati avanti da tutti i Re seduti su questo trono prima di voi, compreso vostro padre, promettendo di governare con giudizio, onore e coraggio?" Merlino sorrise dolcemente al fidanzato.
"Sì" promise Artù "Lo giuro" mormorò guardando il mago negli occhi. Merlino fece un sorriso più ampio.
"Ci siamo" pensò il mago "Il mio Artù sta per compiere il suo destino" Artù aspetto che la corona si posasse sul suo capo.
"Per il poteri conferitimi. Io, Geoffrey di Montmouth nomino voi, Artù Pendragon, Re di Camelot" e con grazia adagiò la corona sui suoi capelli biondi, la magia di Merlino ruggì, incendiandogli le vene e come un'eco nella sua mente sentì rimbombare: "Ottimo lavoro, giovane mago, la nascita di Albion è vicina".
Alcune lacrime caddero sul tappeto rosso, quando Artù si alzò prendendo la corona che spettava a Merlino dal cuscino rosso e oro.
"Giuri sollennemente di proteggere queste terre, i suoi abitanti, le tradizioni, i costumi e codici d'onore e sostenere il tuo sovrano in ogni decisione difficile e in ogni situazione complicata, consigliandolo al meglio ed esercitando il tuo potere per il bene del popolo?" Merlino teneva lo sguardo basso ed era serio, dopo qualche secondo rispose.
"Lo giuro, mio signore" Artù fece un sorrisetto diverito: Merlino era così carino, con quel visetto serio, mentre eseguiva il giuramento... l'avrebbe davvero soffocato di baci!
"Allora... per i sacri poteri conferitimi, nomino te Merlino Emrys... Co-re di Camelot" un istante di silenzio seguì a quelle parole, istante durante il quale Artù, con delicatezza e dolcezza sconfinate, affidò al capo di Merlino la preziosa corona.
Merlino sorrise, sentendosi felice come mai in vita sua.
Alzò lo sguardò e vide le mani di Artù protese verso di lui, le afferrò intrecciando le dita alle sue.
Il biondo lo sollevò e con gentilezza lo baciò davanti al popolo.
Dopo che le labbra di entrambi si furono separate da quelle dell'altro, Merlino si buttò in braccio al principe (Al diavolo l'etichetta) facendo sobbalzare il geneaologista, i presenti scoppiarono in un applauso, contornato da risate fragorose compresa Morgana che, cercando di non farsi vedere, asciugava le sue lacrime orgogliose ed emozionate.
Gaius -ahilui!- dovette nascondersi dietro Percival, per asciugare le sue, tuttavia fu beccato da Gwaine che lo sbeffeggiò scherzosamente. Purtroppo però anche nei momenti più gioiosi e allegri, in cui tutto sembra essersi risolto e sembra andare nel verso giusto, qualcuno continua a tramare nell'ombra...

 

***


Dopo il ricevimento, Merlino e Artù si ritirarono nelle stanze del Re.
L'ultimo ad entrare fu il biondo, il moretto, fece pochi passi dalla porta per poi voltarsi.
Guardò Artù in silenzio, passarono non meno di una manciata di secondi che il biondo si avventò con bramosia sulle labbra del moro. Qualche respiro più tardi, le cosce di Merlino erano già intorno alla vita del Re che, con un certa urgenza, lo trasportava sul suo meraviglioso lettone. Lo spogliò di ogni indumento, gettando ogni capo da qualche parte nella stanza.
Sfiorò con tocchi leggeri ogni centimetro di pelle.
Artù abbassò il capo fino ad arrivare all'intimità del mago. Che, immensamente affascinato dagli occhi di Artù che pregustavano già ciò che la sua bocca tentatrice stava per fare, non volle trovare neanche la forza di protestare.
Artù, lentamente, accolse Merlino in bocca, il mago agguantò le lenzuola e gettò la testa all'indietro.
Quando il biondo vezzeggiò la sua virilità con piccoli baci e soffi caldi come estate, Merlino gemette piano, a bocca chiusa. Artù lo lasciò con le labbra e con delicatezza, arrivò con il viso davanti a quello del mago che, sentendo lo sguardo del biondo su di sé, era arrossito.
Artù temette di aver esagerato e con una mano, voltò il viso del moro, obbligandolo a guardarlo negli occhi.
"Se ho fatto qualcosa che non dovevo, mi dispiace" fece per scusarsi il principe, ma il mago gli adagiò un dito sulle labbra, sollevò il capo e lo baciò.
Le labbra di Artù avevano un altro sapore...
"Hai il mio sapore" si scoprì a mormorare troppo tardi.
"Hai detto qualcosa?" chiese il Re.
"No, amore mio..." rispose con il volto in fiamme.
"Posso?" chiese il consenso il biondo.
"Non chiedermelo neanche" ripose sorridente il co-Re.
Artù, lo penetrò con estrema dolcezza e poi gli fissò le iridi con una scintilla di amore e sensualità tra le pagliuzze azzurro mare. Il ritmo divenne incontrollabile.
Merlin graffiava ad intervalli regolari la schiena nuda e ricoperta di un leggero velo di sudore di Artù.
Spingendolo sempre più verso di lui, stringendoselo contro il più possibile.
Dopo qualche minuto l'orgasmo arrivò per entrambi.
Merlin aspettò un tempo indefinito, attendendo che il calore del principe si riversasse nella sua anima.
Quel momento arrivò e Artù vedendo quanto in quel modo Merlin lo sentisse vicino, sorrise.
Merlin chiuse gli occhi, beandosi di quella nuova intusione nel suo corpo.
Qualche istante dopo, lo stregone aprì gli occhi e li puntò in quelli del principe che, pieni di dolcezza, accarezzavano il suo corpo, ammaliandolo con gli sguardi più belli di sempre.
"Ti amo, mio dolce sovrano" sussurrò Merlino all'orecchio del biondo.
"Nonostante tu adesso sia Re, per me sarai sempre il mio adorabile, perfetto, fantastico, dolcissimo idiota" Merlino sorrise "Eh, ah..." continuò il Re "Ti amo anche io, alla follia" giurò. Pochi secondi più tardi, le dita di Artù si avvicinarono alle labbra di Merlino per sfiorarle, le mani fragili di Merlino accerchiarono il polso di Artù e le sue labbra vezzegiarono le dita del Re una per volta con baci leggeri. "Sono felice" sussurrò il moro contro la mano del biondo, prima di lasciare un bacio al centro del palmo, sotto lo sguardo innamorato e sorridente del Re. "Anche io, perché ho te" Artù si mise su di lui e, accarezzandogli il viso con tocchi fragili, gli sorrise "Sei tutta la mia vita, Merlino" detto questo baciò le labbra carnose e calde di Merlino, poggiando la fronte sulla sua.

 

***


Nel frattempo qualcuno si stava recando da Morgouse per chiederle un favore e i nostri due perfetti innamorati, non avrebbero mai potuto immaginare cosa li aspettava. 

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Uh, lalala, uh lalalala.... lalalalalala!! XD
Canticchiò e gongolo.... mi sto sciogliendooooo *W* AMO QUESTI DUE!!! *ç*
Per quanto riguarda l'ultima frase, avrete ben capito che la storia non volge per niente al termine... anzi! XD

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


"Sei certa che funzionerà?" chiese Gwen alla strega bionda.                                                  
 "Sì, funzionerà" rispose secca "Adesso è ora della tua parte di accordo" continuò in tono grave.    
Gwen, annuì una sola volta.                                                                              
"Dimmi cosa vuoi sapere" le mormorò.                                                                           
"Voglio sapere se mia sor... se Morgana sta bene" concluse, cambiando la fine della frase.                   
"Sta' benissimo" rispose la serva "Perché vuoi informazioni su di lei? Cos'è lei per te?" chiese, vedendo la bionda chinare il capo.
È mia sorella... l'unica persona che mi sia rimasta a questo mondo... avrebbe voluto rispondere e, invece, inventò una piccola storia:                                                                        
"Qualche anno prima la mia ascesa come grande sacerdotessa, trovammo nei pressi di Avalon una ragazza: Lady Morgana. Mi ci affezionai, lei era ferita e me ne presi cura. Le altre sacerdotesse, per quanto potessimo avere un legame di sorellanza dettato da un patto stretto con il sangue, non sembravano aver cura di me. Fin da quando arrivai ad Avalon, inesperta e impreparata, mi schivavano, mi maltrattavano. Ricevevo da loro vessazioni di ogni tipo..." gli occhi di Morgouse si inumidirono ricordando quei maltrattamenti: i pizzicotti, gli schiaffi. "E nonostante Luna, la grande sacerdotessa, vedesse quanto le altre ragazze trattassero male la nuova arrivata, non prendeva provvedimenti di nessun tipo... Ad ogni modo, io e Morgana diventammo amiche. Durante il tempo in cui rimase da noi, dimenticai perfino le angherie delle altre. Una volta Morgana sorprese Lilian, la più grande, a tagliarmi il dorso della mano mentre le sue due serve mi tenevano ferma..." il racconto di Morgouse era così interessante che Gwen ascoltandola, per un attimo, dimenticò perfino i suoi scopi malvagi.
"Si mise in mezzo e mi difese, picchiandole e impartendogli una lezione che difficilmente avrebbero dimenticato... Purtroppo la grande sacerdotessa venne a saperlo e Morgana per la sua condotta fu allontanata dal tempio e riportata a Camelot. Ci eravamo promesse che non ci saremmo mai perse, nonostante la lontananza... ma non posso avvicinarla, perché Lilian serba ancora rancore per lei: se venisse a sapere che lei è con me, ci cercherebbe e si vendicherebbe. E io non posso permetterlo" soddisfatta della sua storia alquanto credibile, Morgouse ritornò agli intenti della serva.                                                         "Tieni, questo è un anello conduttore. Indossalo. Ti basterà pronunciare queste parole puntando il palmo verso Merlino e avrai ciò che vuoi" le porse l'anello e non appena le loro mani delicate di incontrarono, Morgouse strinse le dita della serva.                                                       
 "Prometti che scriverai e mi racconterai di lei" le fece giurare, la serva si liberò dalla morsa e promise che l'avrebbe fatto, poi si alzò il cappuccio e si recò a Camelot.

Merlino dormiva felicemente rannicchiato al petto di Artù anch'esso dormiente. Gwen si avvicinò alla persona che più odiava e, puntando il palmo verso di lui, pronunciò le parole scritte sul piccolo pezzo di pergamena. I suoi occhi si tinsero insolitamente d'oro e dopo qualche minuto poté vedere i frutti del suo operato venire alla luce. Sorrise soddisfatta e lasciò momentaneamente Camelot.
Merlino strofinò il capo contro il petto di Artù, sorridendo.                                                   
Anche il biondo cominciava a svegliarsi senza aprire gli occhi.                                                    
Merlino si sollevò e cercò la sua bocca per baciarla, la trovò e la baciò.                                           
Artù aprì gli occhi e si accorse solo dopo qualche secondo dei lunghi capelli che gli accarezzavano il petto mentre qualcuno lo baciava. Spinse via il corpo appoggiato al suo.                                       
"Chi diavolo sei tu?! Dov'è Merlin?" chiese sbigottito.                                                       
Merlin aggrottò le sopracciglia, non capendo. Perché Artù l'aveva spinto via?                                 
 "..."                                                                                                        
Merlin provò a parlare ma nessun suono uscì dalle sue labbra.                                        
 "..." provò di nuovo, ma non pronunciò alcuna parola.                                                             
"Chi diavolo sei?" richiese Artù.                                                                               
Ma si è rimbabinit...?                                                                                       
Merlin sentì solo in quel momento un solletico indistinto alle braccia che reggevano il lenzuolo sulle sue cosce.                                                                                                
Abbassò lo sguardo e vide dei lunghi capelli corvini accarezzargli la pelle.                                      
Guardò meglio e... erano i suoi!                                                                                        
"Sei sorda per caso? Chi diamine sei tu?" fece di nuovo bruscamente il Re.                                 
Merlino gli fece cenno di aspettare un attimo con una mano.                                                         
Si recò verso il tavolo e scrisse su una pergamena:                                                           
"Sono Merlin. Sono sotto l'effetto di un incantesimo, ne sono certo" e poi lo mostrò al biondo che dopo aver letto rise.                                                                                                   
"Davvero vuoi farmi credere che sei Merlin?" il mago annuì risoluto, facendo ondeggiare i capelli fluenti che per la lunghezza accarezzavano il lenzuolo.                                                     
"Merlino parla, come mai tu sei muta?" chiese il biondo con un sopracciglio alzato.                            
Merlin alzò gli occhi al cielo.                                                                                    
"Deve essere uno degli effetti dell'incantesimo, asino reale!" non appena il biondo lesse quell'insulto, vacillò e rifletté. C'era solo una persona che avrebbe osato chiamarlo in quel modo…                         Sollevò gli occhi dalla carta e li puntò sul viso della giovane.                                              
"Merlin?" fece, il moro annuì "S-sei d-davvero tu?" chiese. Poi gli occhi, accidentalmente, gli caddero sui seni della ragazza che i capelli non riuscivano del tutto a coprire.                                          
Merlin alzò lo sguardo al cielo, gli diede un pugno sul braccio con le dita bianche e delicate e si indicò gli occhi; scrisse sul foglio: "Gli occhi, Dio, me li ha fatti qualche centimetro più in su" Artù sorrise, non proprio divertito arrossendo per l'imbarazzo.                                                              
"Bhe... vestiti, allora. Sono pur sempre un uomo" si giustificò.                                             
"Vorresti dire che nel mio corpo maschile non suscito lo stesso desiderio che questo corpo sconosciuto suscita in te?" scrisse di corsa, con il broncio.                                                                    
"No, amore mio. Tu sei sempre tu. E anche se avessi quattro occhi e sei mani ti amerei" Merlin sorrise con il suo nuovo viso.                                                                                          
Poi, indossò i vestiti della cerimonia del giorno prima e si avviarono da Gaius per chiedere spiegazioni. Purtroppo le sue scarpe da uomo, erano parecchio più grandi dei piedini fragili che si ritrovava adesso e, mentre scendeva le scale, prese una storta e rischiò di cadere. Fortuna che Artù lo afferrò dalla vita fragile, quasi come quando era ancora Merlin, e lo salvò dalla miriade di scaloni di marmo che avrebbe dovuto affrontare qualora Artù non avesse avuto i suoi riflessi pronti.                                            
"Cerca di stare attento, amore mio" lo ammonì dolcemente.                                                     
"..." , avrebbe voluto rispondere Merlin, ma poi ricordò la sua situazione di mutismo, scosse il capo dandosi dell'idiota e in seguito annuì alle parole dei biondo.                                           
Dannazione.

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Poche clessidre più tardi, Gaius e Morgana ascoltavano seduti al tavolo del mentore di Merlin ciò che Artù raccontava e ciò che Merlin aggiungeva alle parole del biondo scrivendo.
"C'è una cosa che non mi torna, però" ragionò la sorella di Artù "Perché gli è stata tolta la voce?" rivolse quella domanda al vecchio guaritore che si risolse nel proporre una soluzione.
"Secondo me..." fece rivolgendosi ai due amanti, in piedi di fronte a lui.
"Dovremmo cercare un modo per ridargli la voce... ci deve essere un incantesimo per..."
"Ci penso io" fece la mora, puntò il palmo verso Merlin che, per precauzione lasciò la mano di Artù: aveva sentito di incantesimi conduttor...
"..." è stata Gwen! scrisse di corsa sul foglio, tanto da essere quasi incomprensibile.
"Come fai ad esserne certo?" gli chiese il medico.
"Lei non è una strega" continuò. Merlin sbattè la fronte contro la spalla di Artù ad intervalli regolari.
Perché cavolo era senza voce? Perché?! Avrebbe potuto spiegare tutto in un batter d'occhio!
D'un tratto si ricordò ciò che Morgana stava per fare per risolvere quel disagio e scrisse. 
"Morgana, fa' l'incantesimo e vi spiego tutto" La strega annuì, puntò il palmo verso Merlin è pronunciò un incantesimo druido parecchio potente, tanto da spingere Merlin all'indietro, prontamente afferrato da Artù.
Merlin quasi ebbe paura di proferir parola.
"Avanti, vediamo se ha funzionato" lo incitò il biondo.
"A-artù..." balbettò Merlin e non appena sentì la sua voce femminile sussultò tra le braccia del marito.
"Che diavolo di voce ho?! Sembra quella di un fringuello!" si lamentò, poi scosse il capo e si rivolse nuovamente a Morgana e Gaius, che nel frattempo tentavano di reprimere una risata. Il maghetto era letteralmente entrato in palla... e ciò non faceva che peggiorare le cose.
"Quindi..." ricominciò incurante della sua voce melodiosa e femminile... troppo femminile.
"Penso che Gwen, abbia usato un elemento conduttore. Ricordate Ghilly? Il ragazzo la cui fonte dei poteri era l'anello che indossava?".
Gaius cominciò a mettere insieme i pezzi "Ma certo!" fece "Sicuramente avrà usato quello. Come magia, però, non è molto potente" ragionò.
"Dipende dall'incantesimo pronunciato, non dall'anello" spiegò Merlino.
"Allora, facciamo così. Per ora cerca di abituarti a questo nuovo corpo, troveremo una soluzione..." suggerì il medico.
"Gaius, avete tenuto in conto il drago? Lui mi ha riportato in vita, potrebbe spezzare questo incantesimo..." Gaius lo guardò dispiaciuto, come se stesse per dargli una brutta notizia,
"Merlino... Il drago è un incognita. Perchè..." Merlin sgranò gli occhi.
"Non ditemi che è morto!" esclamò.
"No, no" si affrettò a smentire il medico.
"Però, c'è stata una frana e... per ora andare dal drago è impossibile" a Merlin venne quasi da piangere, per le avversità riscontrate.
"E quando sarà possibile parlarci?" chiese il mago.
"Purtroppo non posso darti una scadenza... ma posso solo dirti che laggiù nessuno andrebbe a fare lavori. Nessuno oserebbe liberare il passaggio..."
"Neanche per ordine del Re?" intervenne Artù, che fino ad allora aveva ascoltato in silenzio.
"Temo di no, sire" rispose il medico "Non ci resta che capire come liberare Merlin. Possiamo solo contare sui libri e sulle mie conoscenze".
"E anche sulle mie" aggiunse Morgana per poi annuire in direzione del fratello e del cognato, per rassicurarli.
"Bene" rispose Merlin.
"Mi sento così scombussolato..." lamentò il moro, adesso mora.
"Ti accompagno nelle nostre stanze, andiamo" proferì Artù, prendendo la mano delicata e fragilmente femminile di Merlin.
"Tornerò non appena avrò la certezza che Merlin stia riposando" informò Artù i due.
"No, Artù. Resta con lui, la tua presenza non sarà necessaria. Potresti cambiare idea su di me" scherzò la sorella.
"Ma..." cominciò Artù.
"Fategli compagnia, dev'essere sconvolto" suggerì il medico, convincendo il biondo.
"D'accordo" rispose Artù.
"E..."
"Sì, se ci saranno novità, vi verrò a chiamare personalmente" promise Gaius, il Re annuì e si avviò con Merlin che intanto cercava di non inciampare nei suoi stivali, prima di richiudere la porta però fu chiamato dall'amica.
"Ah, Merlin...?" il mago si voltò verso di lei "Dopo provvederò ad abbigliarti in modo adeguato alla tua attuale condizione" proferì.
"D'accordo, ma niente pizzi o merletti, intesi?"
Morgana rise: "Come vuoi".

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Una settimana dopo

Merlin imprecò contro il suo vestito quando per l'ennesima volta, inciampò nell'orlo della gonna, afferrato prontamente da Artù.
"Ma che diavolo, non potevano farle più corte queste gonne?!" esclamò istericamente tutto ad un tratto, tra le risate di Artù.
"Va' a quel paese, Artù!" poi afferrando la sua gonna, velocizzò il passo e superò il marito di parecchie falcate, Artù gli si fece vicino e lo afferrò con un braccio dalla vita, caricandoselo sulle spalle tra le proteste e le risate dell'altro.
"Mettimi giù..." cercava di dire, ma ogni volta che gli ordinava di lasciarlo, la sua frase si perdeva tra le risate. Artù lo adagiò sul letto. Avvicinò le labbra al suo orecchio.
"Voglio fare l'amore con te" gli sussurrò vedendo il viso femminile di Merlin avvampare.
"Artù io... sono... sono vergine adesso" informò diventando bollente, Artù sentiva il calore del suo corpo irradiarglisi fin dentro le ossa.
"Quindi... non vuoi fare l'amore con me?" chiese. Dopo un lasso di tempo che ad Artù sembrò indefinito, Merlin rispose.
"Sì" mormorò.
"Sì" ripetè. Artù le tolse il vestito in pochi semplici gesti. Quando vide il suo corpo femminile nudo, fragile, caldo e perfetto sotto di lui, non poté far altro che venerarlo con un'infinità di baci. Quando arrivò il momento, Artù guardò Merlin negli occhi, rimasti gli stessi nonostante la trasformazione. Chiese il permesso, con lo sguardo. Permesso che gli fu accordato dal mago. Artù fece ingresso nel suo corpo nello stesso istante in cui Merlin sussultò per il bruciore... era più tenue di quando aveva affrontato la sua prima volta con Artù da uomo. I suoi ricordi andarono a quella notte, quando sotto il riflesso della luna si amavano per la prima volta. "Ti amo" sussurrò Merlino "Anche io, anche io" le spinte aumentarono di intensità. Dopo qualche minuto l'orgasmo arrivò per Artù così come per Merlin.

Un mese dopo

Merlin e Artù erano distesi sul letto, un pomeriggio qualunque. Mangiavano tranquillamente dell'uva, quando il mago si alzò di scatto e corse a cercare un recipiente, andò dietro il paravento a vomitare, inutile dire che Artù gli fu prontamente accanto, scostandogli i capelli dal viso, gli mise una mano sulla fronte. "Merlin, che cos'hai?" chiese preoccupato, quando il mago si riprese, seppur minimamente.
"N-non lo so, mi avrà fatto male qualcosa che ho mangiato" diagnosticò ignaro.
"Mando a chiamare Gaius" Merlin si portò una mano alla gola e rispondendo di , tornò a rimettere.

"È come pensavo" disse il medico con un fil di voce.
"Cosa? Merlin è gravemente malato? Che cos'ha? Parlate, Gaius!" lo scuotè Artù.
"Artù, calmati. Fallo parlare" consigliò il mago.
"D'accordo, d'accordo" il biondo si sedette sul bordo del letto, e puntando lo sguardo sul viso del medico aspettò irrequieto che parlasse.
"Merlin... aspetta un bambino" annunciò alla coppia prima che il Re svenisse per la notizia.
"Artù!"

"Artù? Artù?" il biondo, scosse il capo mentre si risvegliava. Quando aprì gli occhi trovò Morgana, Merlin e Gaius a fissarlo preoccupati.
"Che cosa è successo?" chiese.
Merlin lo baciò profondamente e dopo che si fu ripreso gli disse con la gioia nel cuore e negli occhi:
"Aspettiamo un bambino".

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Quattro mesi dopo

Ormai la pancia di Merlin era evidente, Artù la sfiorava sempre con un sorriso e con tocchi leggeri, quasi temesse di spaventare il bambino.
Una sera mentre entrambi si accingevano ad andare a dormire, Merlin rimase immobile di fronte allo specchio, di profilo.
Sorrideva e la sua mano faceva su e giù lungo il pancione.
Non avrebbe mai creduto di poter fare una tale esperienza, in quanto uomo.
Più accarezzava la pelle tesa del ventre gravido, più non ci credeva.
"Che cosa fai?" chiese Artù dolcemente, ma Merlin non sembrò sentirlo.
Furono le mani di Artù sulle sue spalle a farlo sussultare "Ehi..." sussurrò piano il biondo "Sono io, calmati" soffiò, lasciandogli un bacio leggero sotto l'orecchio.
Lo abbracciò facendo attenzione a non stringerlo troppo. Guardò la loro immagine riflessa allo specchio e sorrise anche lui.
"Sarà perfetto" mormorò Artù.
"Lo so" rispose Merlin, prima di girarsi e disegnare un rapido ventaglio nell'aria con i capelli scuri.
Posò entrambe le mani delicate sul viso di Artù e lo baciò profondamente.

Sei mesi dopo

"Artù!" Si sentì chiamare dalle stanze dei sovrani, era la voce delicata di Merlin. Il biondo si affrettò ad andare da lui e poi si bloccò di fronte al sorriso di Merlin.
"Dammi la mano" ordinò con dolcezza il mago.
Artù, riponendo cieca fiducia nel marito -momentaneamente, moglie- lasciò che Merlin catturasse la sua mano e la poggiasse sul suo grembo, facendo una piccola pressione.
Artù sentì qualcosa toccargli la mano e sussultò.
"Che cos'era?" chiese, intimorito.
"È lui... è il suo modo per dirti che ti vuole bene" Artù sorrise.
Vide una piccola protuberanza sul ventre di Merlin... forse era una manina o... un piedino.
Qualunque cosa fosse, amava ancor di più la piccola creaturina che cresceva dentro la persona che più amava al mondo.

Otto mesi e mezzo dopo

Camelot dormiva quando Merlin si svegliò in preda a dolori più forti di tutto ciò che avesse mai provato in vita sua.
Troppo occupato a mordersi il labbro per il dolore, provò a spingere Artù per svegliarlo, pochi secondi dopo il biondo aprì gli occhi.
"Artù, aiutami!" esclamò.
"Che cos'hai? Che succede?" gli chiese.
"Ti prego, c-chiama... G-Gaius, c-credo s-sia il momento... Ah!" di fronte all'espressione incredula e stranita di Artù lo scosse da un braccio "Sbrigati! Corri!" esclamò dolorante. Artù si affrettò a fare ciò che gli era stato ordinato da Merlin. Ordinò a una guardia di andare a chiamare il medico di corte alla velocità della luce.
Artù ritornò nella stanza, dove Merlin con una mano sul pancione e una premuta sul materasso cercava di mettersi seduto.
Artù si avvicinò e lo aiutò a sollevarsi.
"Artù... fa malissimo! Che devo fare?!" chiese disperato con le lacrime agli occhi, in quel momento Morgana entrò tutta trafelata, sentendo le esclamazioni di Merlin dalla sua stanza.
Cominciò a parlare ad Artù, che sempre più intontito metabolizzava le informazioni della sorella una per volta.
"Mi serve una brocca e una scodella con dell'acqua calda e... panni, tanti panni" con l'esperienza di un infermiera qualificata, sistemò parecchi cuscini dietro la schiena di Merlin.
E non appena Artù arrivò con tutto ciò che gli era stato chiesto, Morgana cominciò a tamponare la fronte madida di sudore di Merlin.
Il mago sembrò trovare un po' di sollievo.
Gaius spuntò poco dopo e si affrettò ad assistere il suo protetto -al momento, protetta-.
Controllò la dilatazione di Merlin e affermò che era il momento...
"Okay, Merlin, ascoltami..." cominciò il medico, guardando il maghetto negli occhi.
"Adesso devi spingere con tutta la forza che hai in corpo. Miraccomando, non spingere con i polmoni, ma col ventre. Senti la pressione che fa il bambino?" chiese.
"S-sì" rispose strizzando gli occhi per il dolore costante.
Artù si mise alla sua destra e prese la sua mano, baciandogli il dorso.
"Forza, Merlin... spingi" il mago prese un bel respiro e spinse con tutta la forza che aveva in corpo.
"Aaaahh" gridò per il forte dolore.
"Dai, Merlin" lo incitò il medico.
"No... no, basta! Basta, non ce la faccio" fece per arrendersi, ma Artù prese la sua mano bianca e si avvicinò al suo viso femminile.
"Merlin, Merlin guardami. Guardami" lo costrinse a puntare lo sguardo dolorante nel suo "Ce la puoi fare, ci sono qui io. Forza..." Gaius approfittò del momento per ordinare a Merlin di spingere.
"Spingi, Merlin. Ci siamo quasi" gli disse, mentre Morgana continuava a tamponare la fronte di Merlin che prendendo il coraggio a due mani, spinse.
La mano di Artù si stritolò per la stretta.
"Giuro..." cominciò Merlin con lo sguardo assassino "Che appena finisco di partorire... Ah!" la frase fu spezzata da un gemito di dolore.
"Giuro che appena finisco di partorire" ricominciò "Prima ti prendo a schiaffi e poi ti uccido" Morgana rise, sotto lo sguardo terrorizzato di Artù.
"Tranquillo, è normale..." lo rassicurò "Dicono tutte così".
Merlin la sentì "Ma pochi, come me, lo faranno davvero" assicurò.
"Merlin, metti da parte i tuoi intenti omicidi e pensa a spingere... basta un'altra spinta" asserì il medico.
Merlin racimolò tutte le forze rimaste e spinse con forza. La sua testa ricadde sui morbidi cuscini.
Artù si sporse verso di lui, ora più rilassato.
"Vuoi ancora uccidermi?" chiese con il broncio. Merlin sorrise e sollevò una mano alla cieca cercando il suo viso.
"No... scusami. Ero solo in preda al delirio del dolore" lo rassicurò, Artù si avvicinò con gli occhi che sorridevano più delle labbra e lo baciò brevemente. Durante quel bacio, il primo vagito della piccola creaturina riempì la stanza, meravigliando i due genitori ansiosi di vederla.
Morgana la prese in braccio e la porse a Merlin, poggiandogliela sul seno.
In quel momento una luce dorata avvolse Merlin, dopo qualche minuto la luce si spense e il mago tornò ad essere quello di sempre.
"Merlin!" fece Artù, vedendo che il suo compagno era tornato ed aveva ripreso le stesse bellissime, perfette sembianze originali.
"È femmina" annunciò Morgana, Merlin guardò la piccina avvolta in una calda coperta bianca.
"Hai già scelto il nome?" chiese Morgana, ansiosa di sapere il nome della nipotina.
"Sì..." gli occhi di Merlin si velarono di lacrime.
"Si chiamerà..." la voce gli si incrinò per l'emozione.
"Ygraine" gli occhi di Artù si riempirono di lacrime, e sentendosi innamorato del suo dolce idiota più che mai, lo baciò impetuosamente e profondamente, mentre la piccola veniva presa in braccio da Morgana.
"Adesso riposa, Merlin, sarai esausto" consigliò gentilmente la sorella di Artù.
"Certo, ma... prometti che me la riporterai non appena mi sveglierò?" chiese.
"Certamente" gli sorrise e poi si mise a giocare con la piccola, facendole afferrare con le ditine vellutate l'indice.
Merlin e Artù si sistemarono per riposarsi.

La madre di Artù apparve in sogno ad entrambi, quella notte.
"Cercherò in ogni modo di proteggervi..." e poi sorrise ad entrambi.
"Prendetevi cura di lei e l'uno dell'altro. So che il vostro amore è destinato a durare fino alla fine dei tempi" continuò
"E... vi ringrazio per aver dato il mio nome alla bambina" i due amanti sorrisero nel sonno.
"Prego" sussurrarono.
"E ci prenderemo costantemente cura di lei. Promesso".

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Ehi, raga! Non è ancora finita, vi romperò le scatole ancora per molto! XD
 

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Non appena Merlin si svegliò, il suo pensiero andò alla bambina. Sollevò il busto e voltando il capo verso sinistra, vide Artù dormire placidamente.
Osservò la sua espressione rilassata e serena e sorrise.
Cavolo... era l'amore della sua vita, il padre di sua figlia, suo marito, il suo destino, il suo solo punto di riferimento.
Il suo tutto.
Avvicinò una mano al suo viso e lo accarezzò piano. Infilò le dita tra i suoi cappelli e li riavviò all'indietro. Si sporse verso di lui con il viso e avvicinando le labbra a quelle del marito lasciò un bacio pieno d'amore e dolcezza.
Con ancora le mani fra i suoi capelli, gli sussurrò all'orecchio un: "Ti amo, Artù".
Sorrise perché il biondo stava per risvegliarsi e aveva preso l'abitudine di mugulare, come faceva lui quando si destava.
Artù aprì gli occhi e Merlin lo guardò sorridendo: aveva i capelli arruffati; era la cosa più buffa ed estremamente spupazzabile che avesse mai visto.
Merlin sorrise ancora e il biondo per un riflesso incondizionato, fece lo stesso.
"Voglio vederla" mormorò Merlin.
"Anche io" confermò Artù.
Si alzarono e con cautela andarono verso il piccolo giaciglio che era stato sistemato a mò di culla per la piccola: poiché, essendone sprovvisti, Morgana aveva dovuto arrangiarsi in qualche modo.
Si avvicinarono e videro i leggeri tendaggi sistemati a baldacchino sulla figura della piccola, li scostarono e si soffermarono subito sul suo viso.
Artù abbracciò Merlin da dietro stringendo le braccia intorno al suo ventre piatto.
Poggiò il mento sulla sua spalla e gli baciò una guancia.
"È stupenda" commentò.
"Sì. E ha il mio naso" aggiunse Merlin, dispiaciuto.
Artù rise piano per non svegliare la bambina.
"Perché lo dici così? Il tuo naso è piccolo e graziosissimo" gli mormorò il biondo in tono seducente.
"Stai cercando di trascinarmi a letto, Artù? Perché non ci riesci. Ah, a proposito, non ho dimenticato il dolore della prima volta da donna e quello del parto. Voglio ancora vendicarmi" scherzò con voce seria.
"Senti, non è colpa mia. Abbiamo fatto l'amore e sei rimasto... incinto" a quell' aggettivo volto al maschile Merlin rise "e... senti: mi sono preoccupato per te, ok? Mi dispiace averti inflitto tutto quel dolore. Non sapevo di avere un arma tanto potente nei pantaloni".
Merlin si voltò sconvolto e incredulo "Artù!" esclamò bisbigliando, sferrò uno schiaffo alla sua spalla che fu prontamente schivato dal biondo.
Merlin provò di nuovo, fallendo.
Artù cominciò a sbeffeggiarlo: "Hai perso la vista, amore mio?" si burlò di lui.
Merlin cominciò a rincorrerlo per tutta la stanza, mentre Artù scappava.
Quando arrivarono al tavolo, Artù fece dietro-front e... a tradimento afferrò Merlin dalla vita adagiandolo sul pavimento, intrappolandolo con il suo corpo.
"Non dirmi che ti dispiace quello che ho detto..." lo provocò, Merlin fece per tirargli altri schiaffi ma Artù fu più veloce di lui e gli afferrò i polsi, bloccandoli contro il pavimento ai lati del volto di Merlin.
"Smettila" gli sussurrò Artù sorridente.
Merlin in qualche strano modo riuscì a liberarsi dalla presa del marito e gli sfuggì: adesso era lui a scappare.
Per sbaglio si fermò perché stava per inciampare e Artù gli finì contro, facendo ricadere entrambi per terra.
Superato l'attimo di spaesamento, cominciarono a ridere.
Merlin si voltò e divaricò le gambe, accarezzando i fianchi di Artù su di lui e lo baciò, profondamente, ilare come non mai.
Quando le loro labbra si divisero, la porta si aprì e spuntò Morgana che non appena li vide, immancabilmente commentò: "Ma guardali, hanno avuto una bambina da poche ore e già pensano a ridarsi da fare".
Merlin sobbalzò, poteva essere chiunque, anche Gaius. E in quel caso... non voleva pensarci.
In quel momento la bambina si svegliò reclamando il suo cibo.
Merlin aggrottò le sopracciglia e protettivo come mai nella sua vita - ad eccezione di quando proteggeva Artù, quando ancora era un principe idiota che adorava farsi uccidere... non che fosse cambiato molto, comunque- si avvicinò alla culla in fretta.
"Morgana, aiuto. Perché sta piangendo?".
La mora lo guardò e sorrise "Merlin, impara una cosa: i bambini, specialmente i neonati, quando piangono, o hanno oppure vogliono" sentenziò.
"E in questo caso... ha? O vuole?" chiese Artù abbracciando il marito da dietro.
"Vuole" rispose Morgana "Ha fame" informò "La mia nipotina vuole il latte della sua mamma" affermò guardando Merlin che arrossì fuoriosamente.
"Ma io non posso darle...".
Morgana lo zittì: "Non preoccuparti, troveremo una balia che potrà darle del latte".
Merlin annuì "D'accordo" rispose dispiaciuto e poi si allontanò, sciogliendosi dall'abbraccio di Artù.
"Merlin" il co-Re non rispose.
"Merlin?" chiamò ancora ma Merlin non proferì parola e andò dietro il paravento.
"Merlin?" chiamò per l'ennesima volta.
Lo seguì dietro il paravento e lo vide con gli occhi lucidi.
"Amore mio, che cos'hai?" chiese prendendolo per le spalle.
"Non..." cominciò Merlin con voce rotta "Non posso dare il latte alla bambina" sussurrò.
"E perché sei dispiaciuto?" fece il Re guardandolo negli occhi.
"Perché non potrò esserle vicino" confessò "Quelli sono i momenti più belli, i momenti in cui sei più vicino alla bambina, con lei condividi qualcosa che passa da te a lei" spiegò. 
Artù gli prese il viso tra le mani "Ma questo non ha importanza" abbassò una mano per afferrare la sua, mentre l'altra scese a poggiarsi sul ventre piatto di Merlin, spingendo: il moro sentì una piacevole scossa elettrica vibrargli nelle viscere.
"Lei è nata da te, dal tuo corpo. Viene da te, tu le hai dato la vita. La possibilità di respirare, ridere, gioire" Merlin sorrise gradualmente.
"Però, senza di te non sarebbe stato possibile" aggiunse il mago.
"Già, ma questa è un'altra storia. Tu l'hai portata in grembo per nove mesi e hai alimentato la sua crescita e la sua forza vitale. Guarda com'è bella... tutto ciò che lei è adesso lo deve al tuo corpo, lo deve a te. Proviene da ciò che sei e non dimenticare che io ti amo più di quanto tu possa credere".
Merlin gli gettò le braccia al collo e gli premette le labbra sulla guancia.
Poi, ritornarono nella camera principale, dove una balia chiamata immediatamente da Morgana sfamava la piccola con uno sguardo amabile. 

Qualche landa fuori da Camelot, qualcuno faceva lo stesso.
Gwen allattava Mordred, il suo primo genito: avuto da un cavaliere che per caso si era imbattuto nelle sue doti seduttive.
Aveva architettato tutto.
Era venuta a conoscenza della profezia secondo la quale l'adorabile bambino che si stava nutrendo dal suo seno, sarebbe stata la rovina di Artù ma lei non voleva che Artù morisse, desiderava solo vedere quel maledetto di Merlin morto e la sua bambina, un dannato fuori programma!
Mordred serviva solo a far fuori loro due.
Doveva solo aggirare la profezia, convincerlo che il male era Merlin e non Artù.
Ci sarebbe riuscita, ne era più che sicura.

Ygraine cresceva sempre di più era straordinario come somigliasse alla madre di Artù.
Dai genitori aveva preso molto: la bontà, l'umiltà, la solarità, la sua predilezione a prendersi sempre, in ogni circostanza, cura del prossimo, i poteri magici e la dolcezza sconfinata le aveva eridate da Merlin.
L'estrema bellezza, i capelli biondo oro, le labbra rosso fragola, il senso di giustizia, l'animo nobile, la dote venatoria - con grande disappunto di Merlin- la sua inclinazione per la cavalcatura e l'inclinazione all'arte della spada l'aveva ereditata da Artù.
Ad appena quindici anni girava per il regno, recandosi nella città bassa per aiutare i più bisognosi: i suoi due padri erano orgogliosi di lei.
Aveva un carattere forte ma buono era gentile e caritatevole e sapeva occuparsi senza problemi di malati e feriti.
A volte - si ritrovava a pensare Merlin- non sembra nemmeno una principessa, ma una bellissima donzella del popolo.
I suoi meravigliosi capelli biondi, ornati da margheritine e viole raccolte durante le sue passeggiate mattutine, ondeggiavano alla tiepida brezza primaverile mentre distribuiva cibo tra la gente del suo popolo.
Lei amava definirlo così "il suo popolo".
Adorava i suoi sudditi, quasi più di se stessa e loro ricambiavano, veneravano la loro principessa.
"Sembri tu, quando ancora eri un principe" commentò un giorno Merlin alla finestra, mentre la osservava ritornare al castello, lungo la cittadella e sorridere a chiunque.
Artù gli si avvicinò "È perfetta, non credi?" chiese il Re.
"Come te" rispose Merlin.
"Non essere sciocco, tutto ciò che sono l'ho imparato da te" gli mormorò piano il biondo, scoprendosi qualche secondo dopo a baciare il collo del marito.
Merlin chiuse gli occhi, beandosi della sua sensualità.
Nonostante il tempo, erano rimasti esattamente come prima.
Merlin avrebbe odiato invecchiare, temeva di non poter piacere più al Re.
Così, un giorno, aveva trascinato Artù per mano e guardandolo negli occhi aveva sussurrato un incantesimo.
"Che cosa hai fatto?" chiese confuso il biondo.
"Ho fatto un incantesimo ad entrambi" aveva risposto Merlin.
"Questo lo vedo, voglio sapere perché?" domandò sorridendo il Re.
"Resteremo per sempre giovani" informò Merlin.
"Per... per sempre g-giov... cosa?" balbettò strabuzzando gli occhi Artù.
"Non posso sopportare il fatto che... che un giorno non mi desidererai più perché sarò vecchio" il biondo rise e gli prese il viso tra le mani, fisso i suoi occhi in quelli del mago.
"Merlin, Merlin, Merlin" canticchiò avvicinando la bocca all'orecchio del mago con le labbra dischiuse e gli occhi serrati - come sempre d'altronde, quando sfiorava l'amore della sua vita - accarezzò il lobo di Merlin, la mascella il mento e poi rifece il percorso al contrario, lentamente, per poi mormorargli un:
"Tu non riesci proprio a capire quanto ti amo, vero? Non mi sarebbe importato se un giorno saresti stato vecchio. Ti avrei amato comunque con tutte le mie forze, con tutto il mio cuore, con tutta la mia anima" Merlin si sentì sussurrare quelle parole con tanta sincerità e calore da fargli girare la testa.
Lo allontanò di poco guardando i suoi occhi chiusi e il suo viso giovane, bello e meraviglioso.
"Ma se questa è la tua scelta, la rispetto" non fece in tempo ad avvicinare le labbra a quelle del mago che qualcuno entrò spalancando la porta, i due si divisero imbarazzati.
"Ygraine!" esclamò felice Artù.
"Padre!" ma il tono della ragazza era tutt'altro che felice.
"Cosa c'è piccola mia?" chiese Merlin.
"C'è..." si fermò portandosi una mano al petto, affannata "C'è un ragazzo che ha bisogno di aiuto. È arrivato qui da Ealdor, dice di non ricordare altro" informò, Merlin aggrottò le sopracciglia, pensieroso.
"Ealdor?" chiese.
"Sì, padre" rispose Ygraine.
"E... dove si trova, adesso, questo ragazzo?" chiese Artù.
"È qui fuori. Lo faccio entrare?" chiese.
"Certo, Amore mio" rispose Merlin, caritatevole come sempre.
Non appena la principessa lo accompagnò dentro, i due Re lo scrutarono a lungo: era malandato, tuttavia aveva un fisico forte e ad occhio e croce doveva avere la stessa età di Ygraine.
Merlin gli sorrise calorosamente, diversamente da Artù che fece un sorriso distaccato, quasi non si fidasse di lui.
Bhe, chiaro, rientrava nella sua natura ma... ciò che non sapeva, per certo, era che faceva proprio bene a non fidarsi.
"Ciao" lo salutò Merlin avvicinandosi di poco "Come ti chiami?" gli chiese affabilmente.
"Il mio nome è... Mordred".

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Lo so, lo so, lo so, lo so, lo so
, lo so, lo so, lo so, lo so, lo so, lo so, lo so.
Mi dispiace averlo introdotto così presto è che... vedete... questa storia ha ancora così tanti risvolti che mi gira la testa...
Ho tante di quelle idee che dovrò inghiottire uno scatolo di aspirine senza neanche aprirlo. 
Quiiindi... cosa vi è sembrato di questo capitolo?! La nostra nipotina è cresciuta! :P
E contemporaneamente anche Mordred.
Mi dispiace informarvi che... No, non è ancora finita. =)
So che mi odiate, lo so non preoccupatevi XD. 
Vaaaaabbene... adesso vado a dar da mangiare ai miei due draghi, Baci. :**

........... Oddio: era squallida. XD

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Le profezie parlano di Mordred: artefice della morte di Artù.
Per mano sua, Artù morirà. Lui è la fine di Artù.
La fine di Artù.
Di Artù.
E non solo lui...
Proteggi Ygraine, proteggiti. Proteggi tutto ciò che ti è caro.
Merlin si voltò poggiandosi una mano sulle labbra, per coprire la sua bocca spalancata, sconvolto dalla voce cavernosa del drago che gli rimbombava in testa.
"Emh... Ygraine" chiamò Artù. 
"Sì, padre?" rispose servizievole la principessa.
"Dagli una stanza, del cibo e dell'acqua" le mormorò.
"Certo, padre" la ragazza annuì, prima di guidare il ragazzo fuori dalla stanza ed eseguire gli ordini del padre.
Quando la porta si richiuse, Artù si voltò verso Merlin.
"Merlin?" domandò, sentiva che qualcosa non andava. C'era qualcosa che stava distruggendo il morale di Merlin.
"Uhm..." gemette il co-Re, mentre una lacrima scivolava sul suo viso.
La rovina di Artù. 
"No..." soffiò.
La rovina di Artù.
"No!" urlò Merlin.
Per mano sua, Artù morirà.
"NO! NO! BASTA!" Strillò, prima di cadere in ginocchio e tapparsi le orecchie.
"Merlin!" esclamò Artù sconvolto, prestando soccorso a Merlin.
Un arco... 
                    ...una freccia.
 Artù sanguinante per terra. Camelot in rovina. Le urla del popolo. 
                            Un: 'Mi dispiace, amore mio'- 
                                                                          E i suoi occhi azzuri che si chiudono.                            
                                                     Per sempre. 
Per Merlin fu agonia pura.
"Merlin? Merlin?" Artù provò a prenderlo in braccio a sollevarlo dal pavimento, ma lui spaventato lo respingeva, con lo sguardo vitreo mentre quelle immagini ancora gli scorrevano davanti agli occhi, facendolo tremare terrorizzato.
Artù riuscì a sollevarlo dal pavimento, ma pur essendo in piedi, Merlin non tornava dal futuro in cui era stato catapultato.
Un arco... 
               ...una freccia.
                                                                               'Il re è morto!'
                                                                                                    Morto. Morto. Morto.
                                                              'Artù, No!
                                                                        La fine del suo mondo... 
                                       ...La fine del suo tutto.
"Merlin?! Mi stai mettendo paura!" esclamò di nuovo il Re.
Merlin si riprese ma il suo sguardo era vitreo, pur ritrovandosi nel presente.
"Un arco... Una freccia. Una freccia. Una freccia" ripeteva bisbigliando sconvolto, per poi lasciarsi cadere a terra senza fiato.
"Merlin!" Artù provò a soccorrerlo nuovamente, non sapendo, davvero, cos'era accaduto.
Merlin trovò la forza nelle braccia del marito.
"Se ne deve andare, deve andarsene. Deve andare via. Via... via..." continuava a bisbigliare.
"Ma che cosa stai dicendo? Merlin, non capisco" rispose Artù.
"Mordred..." e sentì una fitta al petto pronunciando quel nome "Deve andare via. O, peggio, dobbiamo ucciderlo" mormorò.
"P-perché? C-cosa? Merlin, ma che diamine dici?" Artù scuoteva il capo sempre più confuso.
"Ascoltami. Il drago me lo ha sempre detto. Mordred è scritto nel tuo destino. Lui è l'artefice della tua morte. Dobbiamo ucciderlo. Dobbiamo" spiegò.
"Come fai a saperlo?" chiese Artù.
"Ma mi stai ascoltando?!" esclamò Merlin scuotendolo dalle braccia. Poi cercò di calmarsi, chiuse gli occhi e provò a calmarsi.
Quando li riaprì erano pieni di lacrime, li puntò su di un Artù in attesa.
"Ti fidi di me?" chiese Merlin.
"Sì, ciecamente. Con tutto me stesso" rispose Artù.
"Allora Mordred deve morire" mormorò Merlin all'indirizzo del marito

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


A Strategic Way For Us
Capitolo 23

 

Merlino era svenuto tra le braccia del Re, ragion per cui Artù lo aveva adagiato sul letto, per far si che riposasse.
"Padre?" chiamò tranquilla la principessa entrando nelle stanze dei Re... tranquillità che venne turbata dalla visione di Merlino disteso sul letto con un panno fresco sulla fronte.
"Padre!" esclam
ò avvicinandosi al letto preoccupata.
"Che cos'ha?" chiese rivolgendosi ad Artù, mentre accarezzava la guancia vellutata e pallida di Merlino.
"È svenuto" rispose Artù con gli occhi umidi.
"Perch...?"
"Ygraine, Ygraine..." chiamò Merlino muovendo il capo.
"Sono qui, padre mio, sono qui" si affrettò a rispondere la ragazza.
"Ygraine" non appena vide il volto della figlia, si tranquillizzò un po', la principessa prese una sua mano tra le sue.
"Calmatevi padre, sono qui" sussurrò lei, Artù guardò la piccola scena dal di fuori: erano perfetti e suoi. Non avrebbe permesso a nessuno di rovinare quel meraviglioso equilibrio d'amore e tranquillità.
"Artù" con la mano cercò quella del marito che l'afferrò riempendola di baci.
"Sono qui, amore mio" mormorò il biondo.
"Dobbiamo..." cominciò Merlino.
"Sì, non preoccuparti... riposa pensiamo io ed Ygraine a tutto" sussurrò ricercando con lo sguardo l'appoggio della figlia.
"Certo, padre" rispose con lo sguardo sul viso di Artù "Riposate pure" continuò volgendo gli occhi alla figura di Merlino.
Ygraine e Artù rimboccarono le coperte a Merlino e gli tolsero il panno umido dalla fronte.
La principessa, lasciò un bacio sulla fronte fredda del padre accarezzandogli i capelli, mentre Artù lo baciò sulle labbra e poi entrambi si avviarono.
"Ma che cos'è successo?" bisbigliò la principessa, guardando il padre mentre sussultava sotto le coperte, con sguardo apprensivo.
"Ha avuto una visione..." rispose Artù seguendo lo sguardo della figlia.
"Una visione di che genere?" domandò incrociando le braccia e tornando con lo sguardo sul Re.
"La distruzione di Camelot, credo... o la mia morte... non lo so. Se l'avessi visto, era..." la voce di Artù si incrinò. Ygraine gli si gettò addosso, prodigandosi per consolarlo.
"Non fare così, padre" mormorò lei "Vieni, sediamoci e parliamone con calma" suggerì, conducendo il biondo verso il tavolo nella stanza adiacente a quella in cui il co-re riposava.
Ygraine fece accomodare il padre, accarezzandogli i capelli biondi, poi si sedette di fronte a lui, afferrandogli le mani.
"Fate un respiro profondo e spiegatemi" sussurrò.
"Mordred" pronunciò Artù.
"Mordred?" gli fece eco Ygraine.
"Sì, Mordred. C'è una profezia che parla di Mordred" cominciò a spiegare.
"E cosa dice esattamente?" domandòlei.
"Che Mordred mi ucciderà" rispose grave, guardandola fisso negli occhi.
"Ma... non c'è un modo per aggirare questa profezia?" ragionò a voce bassa.
"Sì... un modo c'è" dicendolo strinse un po' di più le mani della figlia.
"E quale sarebbe questo modo?" lo incitò a continuare.
"Dobbiamo uccidere Mordred, amore mio" le sussurrò.
Ygraine deglutì.
 
Poche clessidre più tardi Ygraine, con un vassoio pieno di leccornie in mano si recò nella stanza che era stata offerta a Mordred.
Bussò, educatamente.
"Avanti" si sentì dire dall'interno.
Entrò timidamente con le mani che tremavano, creando delle increspature sulla superfice del vino contenuto nel calice in equilibro instabile sul vassoio.
Non appena la vide, Mordred le sorrise, si alzò e si inchinò.
Ygraine adagiò il vassoio sul tavolo.
"No, per favore: alzati" mormorò.
"Ma voi siete una principessa" rispose il ragazzo senza ombra di malizia o sfida.
"Sì, ma non amo tutte queste formalità" confessò facendo sorridere Mordred.
Aveva un sorriso... ingenuo, quasi dolce.
Come poteva un sorriso così, uccidere il Re?
"Mi sembrava rispettoso nei vostri confronti e..."
"Preferirei che non mi si desse dei voi" continuò, Mordred sorrise di nuovo.
Era bello e ad Ygraine, di certo, questo dettaglio non era sfuggito.
Fu un attimo di distrazione e lei se lo ritrovò davanti.
"Ma... stai tremando" constatò prendendole le mani. La figlia del Re sentì un fremito e volse lo sguardo a quel contatto strano... quelle mani così delicate. Come avrebbero potuto essere le artefici della morte di suo padre? In che modo?
Perché?
"Ygraine, stai bene?" chiese Mordred.
Lei divise con involontaria bruschezza le loro mani.
"Sì, ora devo andare" disse. Fece per congedarsi, ma una mano la bloccò dal polso.
Ygraine perse un battito e trattenne il respiro, temendo il peggio.
"Mi dispiace, averti toccato a quel... a questo modo" si scusò lui, lasciandola.
"Non è niente: è solo un po' di stanchezza. Tutto qui" poi sorrise debolmente.
"Se c'è qualcosa che posso f..."
"No. Non c'è niente che tu possa fare..." tanto per cominciare potresti non uccidere i miei padri ed evitare di distruggere il mio regno "... è tutto apposto" sorrise, stavolta di un sorriso più ampio per non destare sospetti.
"Allora... buonanotte, principessa" le mormorò.
"Buonanotte, Mordred" rispose lei congedandosi.
Quando si richiuse la porta alle spalle, tirò un sonoro sospiro di sollievo che Mordred, con l'orecchio incollato al legno del portone, interpretò come qualcosa di positivo.
 
La luna abdicò, lasciando che il sole ascendesse al trono celeste. Gli stessi raggi dorati che baciarono Camelot, filtrando nelle stanze dei Re.
Il viso di Merlino, era ancora sereno e rilassato...
Artù, si destò prima di lui avvicinandoglisi lentamente, abbracciandolo da dietro. 
Quel contatto fece sussultare Merlino, perennemente in allerta, in dormiveglia.
Il mago aprì gli occhi lentamente, abituandoli alla luce mattutina.
"Amore mio" sussurrò Artù, affondando il viso nell'incavo del suo collo.
Merlino non rispose, si limitò a voltarsi, mettersi a cavalcioni su di lui e baciarlo profondamente.
Quando le loro labbra si divisero, Merlino aprì lentamente gli occhi puntandoli in quelli del principe.
Si fissarono in silenzio per un lasso di tempo infinito, Artù aspettando che Merlino dicesse qualcosa e Merlino prendendo tempo, cercando di trovare il coraggio.
"Mi dispiace..." mormorò infine "Non volevo farti spaventare, quello che ho visto riguarda solo me. Io ho fatto un patto con il Destino, io devo proteggere te e non il contrario".
"Merlino io..." cominciò Artù, ma Merlino lo interruppe adagiandogli l'indice vellutato sulle labbra carnose.
"No. È stato sempre così, è così e sarà sempre così. Io ce la posso fare. Dimentichi che ho dalla mia parte anni di studio magico e un drago brontolone" tentò di sdrammadizzare, Artù sorrise di un sorriso leggermente amaro.
"Non voglio che ti accada qualcosa, Merlino. Nè a te, nè ad Ygraine" affermò con fermezza, afferrandogli le mani con sentimento.
"Lo so, amore mio. Ce la faremo. Io sono uno stregone e un signore dei draghi. Chi è questo Mordred per intimorirmi?" cerco di sdrammadizzare.
"Nessuno, credo..." rispose Artù titubante.
"Artù?" respirò Merlino sul suo viso.
"Dimmi" disse Artù allo stesso modo.
"Devi fidarti di me" mormorò un secondo prima di baciarlo.
E in quel momento Artù aveva solo bisogno di Merlino e Merlino aveva solo bisogno di Artù.
E non c'era Mordred, morte del Re o imminente fine di Albion che potesse reggere.
"Accarezzami, Artù" soffiò Merlino ormai nudo sotto il corpo del Re.
Artù adagiò una mano sulla sua guancia e poi scese, lentamente, sfiorandogli l'anima con gli occhi, mentre il palmo scendeva, venerando la pelle di Merlino.
Il petto, l'addome, quel ventre piatto che aveva ospitato una vita in circostanze fisiche diverse... ma era pur sempre stato lui ad avergli regalato la gioia più grande.
Ricordò come Merlino accarezzava il suo ventre gravido, una delle tante sere in cui erano in attesa di Ygraine, di fronte allo specchio, su un altro pianeta, su un altro mondo. 
Ed abbracciandolo, Artù si era perfettamente integrato nella piccola bolla di Merlino senza far rumore, senza scalfirla, senza squilibrare nulla. 
Tutto perfetto; perfetto come Merlino.
"Ti amo" sussurrò Artù, istintivamente.
"Ti amo anche io. E ti amerò sempre, ma devi fidarti di me" affermò afferrandolo dalle spalle e punterellando le ginocchia sul materasso, chinandosi per baciarlo.
Merlino sfiorò con le labbra il viso accaldato del marito.
Artù guardò con attenzione il suo occhi chiusi mentre sentiva il suo membro perdersi nel calore del suo corpo vellutato, dalla pelle color avorio.
Artù sospirò inarcandosi, non si sarebbe mai abituato alla sacralità di quell'atto.
"Merlino" soffiò.
Il mago si chinò su di lui, baciandolo con travolgente dolcezza.
Artù senza scostarsi un millimetro dal suo corpo, invertì le posizioni, facendo attorcigliare le coperte di broccato attorno al loro corpo, li avvolgeva come un bozzolo, rosso e dorato.
Le spinte di Artù erano deboli, quasi temesse di fargli male, lo avvolse con entrambe le braccia, sollevandolo.
Merlin gli era seduto in grembo adesso, scandendo il ritmo con il quale entrambi si stavano scambiando l'anima, le ossa, il sangue, il cuore.
Il viso di Artù affondò nel petto di Merlino, un bacio sul cuore e lo stregone sorrise.
Artù passò entrambe le braccia dietro Merlino, accarezzandogli la schiena nuda, sussurrandogli parole vellutate, dolci.
"Con te non ho paura...non... non avro mai paura".
"Non devi averne" sussurrò Merlin, sentendo i suoi occhi inumidirsi e il naso pizzicare "Perché al tuo fianco..." si fermò per evitare di gemere nel bel mezzo della frase "Perché al tuo fianco ci sono io. E ti proteggerò sempre, sempre".
Promisero i suoi occhi azzurri.
Artù lo sovrastò con il suo corpo, la schiena di Merlin ritornò ad accarezzare le lenzuola e dopo qualche minuto, con poche spinte, entrambi raggiunsero l'apice.
Artù passò le braccia intorno a lui, stringendolo.
"Ti amo" soffiò nel suo orecchio.
"Ti amo anche io".
Qualche istante più tardi, Merlin era appoggiato al petto di Artù. Entrambi scavavano dentro l'anima altrui.
Uno sguardo lungo un lasso di tempo indefinito tenne impegnati i due Re.
Mentre la luce che filtrava dalle finestre assumeva sempre più un'inclinazione diversa.

Qualche ora più tardi, entrambi si stavano vestendo a vicenda, con la scusa di sfiorarsi ancora...
toctoc
"Avanti" rispose rilassato Merlino, continuando imperterrito a sistemare la giacca blu di velluto del marito.
Ygraine entrò e si fermò ad osservarli: Dio com'erano dolci.
"Come siete carini" commentò.
Artù sorrise, nel sentire la voce della figlia, lo stesso fece Merlin arrossendo per la frase della ragazza.
Ygraine, si avvicinò a loro e li abbracciò entrambi. 
"Ti va di fare una cavalcata, padre?" chiese ad Artù "e a te, padre?" chiese rivolgendosi a Merlino.
"Amore mio, risponderti di no mi da sempre un dispiacere" cominciò Merlino avvicinandosi a lei e afferrandole delicatamente le mani "Ma è quasi il vespro e non è prudente avventurarsi nel bosco. Se domattina avrai ancora voglia di cavalcare potremo andare a fare una battuta di caccia..." propose Merlino e Artù sgranò leggermente gli occhi: possibile che Merlino, contrario a tutto ciò che riguardasse l'arte venatoria, proponesse un'attività del genere?
Ma il suo sgomento aumentò a dismisura quando lo stregone finì la frase.
"E mi farebbe molto piacere se Mordred si unisse a noi" Artù non ebbe il coraggio di controbattere quando vide un sorriso radioso spuntare sul viso di Ygraine, c'era forse qualcosa che si era perso?
Quando la principessa si congedò inchinandosi al co-Re e ad Artù, richiudendosi alle spalle la porta, il biondo afferrò lo stregone per le braccia.
"Ma sei impazzito? Portare Mordred con noi? In una situazione del genere potrebbe attaccare in qualsiasi istante" fece sconvolto.
"Lo so, ma almeno avrò la certezza che attaccherà in quell'istante. La visione non mi diceva molto. Voglio solo rendergliela facile, servirgli l'occasione su un piatto d'argento, così saremo pronti" spiegò, con gli occhi umidi.
Il Re continuò a guardarlo, senza parole.
"Artù, ricordi cosa mi hai detto qualche ora fa, su quel letto, mentre facevamo l'amore?" domandò mettendo le mani ai lati del viso di Artù.
"Che non voglio che ti accada qualcosa, né a te né a Ygraine?" chiese il Re.
"No..." sussurrò passando una mano dietro la nuca di Artù, avvicinò le labbra al suo orecchio "Mi hai detto: con te non avrò mai paura" citò la frase che Artù aveva quasi sospirato contro il suo collo.
"E io ti ho risposto:..."
"Non devi averne" lo interruppe Artù "Perché al tuo fianco ci sono io. E ti proteggerò sempre" mormorò.
"Sempre" Merlino si scostò da lui per guardarlo fisso negli occhi "Perché ti amo e non c'è niente che io non darei per te, nemmeno la vita" disse.
Il volto di Artù si contrasse in una smorfia emozionata mentre le prime lacrime silenziose, scivolavano copiosamente sulle sue guance, incollò le labbra a quelle di Merlino, baciandolo a lungo. 
Nel momento in cui le loro labbra si divisero, le loro fronti si incontarono l'una con l'altra.
Artù, sfiorò il viso di Merlino con la punta del naso arrossata e le sue labbra si posarono sulla fronte dello stregone.
"Ti amo" gli disse, ricercando il suo sguardo.
"Anch'io e dobbiamo essere forti. Per il bene di Ygraine e del regno"
"E tuo, Merlino, tuo" lo coresse il re.
"E nostro" concluse Merlino, dichiarando chiusa la questione.

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


Mi scuso per la cortezza ed eventuali errori, ma ero così... insomma non vedevo l'ora di postarlo! XD
Mi dispiace per avervi fatto aspettare così a lungo e.e
Spero vi piaccia, davvero, mi sono impegnata tantissimo =)
Vi lascio al chapterino, Buona lettura, fidati astanti! ù.ù
Scherzavo... era pessima. XD

 

A Strategic Way For Us
Capitolo 24


Agli ultimi bagliori del vespro, Sir Leon entrò nelle stanze dei Re con il fiatone, senza darsi minimamente pensiero di bussare.
“Sire...” ansimò il cavaliere biondo, non tanto giovane come un tempo.
Artù, percepì un rivolo di sudore ghiacciato rotolare lungo la sua spina dorsale... un brutto presentimento cominciò a farsi largo tra i suoi pensieri.
“Che succede?” domandò il sovrano, immediatamente affiancato da Merlin, afferrando il cavaliere dalle spalle.
“Si avvicinano” sibilò con gli occhi pieni di terrore.
“Chi? Chi si avvicina?” domandò stupito dal comportamento di uno dei suoi cavalieri più coraggiosi, saggi e temerari.
“L'esercito di Ginevra. Arrivano, sire... stanno arrivando” ripeté il cavaliere.
“Leon, calmati!” lo redarguì il Re biondo, scuotendolo leggermente.
“Piano, Artù: è sconvolto” intervenne Merlin, avvicinandosi anch'egli al cavaliere biondo miele. Lo prese per un braccio e lo condusse vicino al tavolo, facendolo accomodare su una delle tante sedie disposte attorno ad esso.
“Leon” lo chiamò dolcemente Merlin “Tranquillizzati e spiegami che succede” riprovò con calma.
“Gwen...” cominciò Sir. Leon “Ginevra ha messo in piedi un nutrito esercito” gli disse con la morte negli occhi, Merlin quasi si fece prendere dal panico ma poi, il senso di responsabilità e il senso di protezione verso quel regno, verso quel popolo che ormai erano suoi -suoi di diritto!-, e come tali, doveva proteggerli- prevalse sul terrore.
“Dove si trovano?” domandò Il Re, con un gran trambusto a disturbargli il cuore e lo stomaco.
“Sono a due giorni da qui” rispose Leon.
Bene, Leon, Grazie. Raduna il consiglio e penseremo a cosa fare. Ora va'” disse Artù dandogli una poderosa e fraterna pacca di ringraziamento sulla spalla. Il cavaliere si alzò, congedandosi dagli appartamenti dei Re con ancora nelle iridi immagini incancellabili e terribili.
“Cosa facciamo, adesso?” domandò Merlin.
“C'è un'unica cosa da fare: organizzare un assedio” propose Artù e afferrò la mappa di Camelot, strattonandola per distenderla sul tavolo, poggiò ai lati della pergamena dei pesi che la tenessero aperta, fece avvicinare Merlin e gli spiegò passando varie volte le mani sulla carta, man mano che spiegava ciò che voleva fare.
“Lasceremo la città bassa aperta e chiuderemo la cittadella. Accoglieremo tutti nel castello e bloccheremo il loro accesso alla cittadella, combattendo” concluse spiegando la strategia dell'assedio a Merlin. Il mago vacillò, sempre più in ansia.
“Ma, Artù...” cominciò.
“È tutto ciò che posso fare, ci vorrebbe troppo tempo per armare un esercito e incontrarli a metà strada. Ormai sono troppo vicini anche solo per poterli cogliere di sorpresa” ragionò il Re, impensierito.
“Se... c'è qualcosa che...”
“No, Merlin, non c'é niente che tu possa fare!” sbottò Artù sentendo il peso della battaglia sulle spalle.
“Si che c'è!” esclamò Merlin “Ricordi quando ti ho sposato?” domandò Merlin, a testa alta, senza alcuna ombra di rabbia o delusione.
“Sì, sì. Lo ricordo” rispose frettoloso e distratto Artù, tornando con gli occhi sulla carta e vagliando altre possibili opzioni.
“Ho promesso di fronte alla corte, al regno, al popolo e a Dio che ti avrei appoggiato, aiutato in ogni decisione difficile, sempre” gli appuntò Merlin, serio.
“Lo so” sussurrò Artù “Mi dispiace di averti aggredito in quel modo” si scusò il biondo.
“Non preoccuparti, sei sotto pressione. È comprensibile” disse Merlin, perdonandolo. Artù, però, lo conosceva troppo bene ed era ancora profondamente offeso per come lo aveva trattato. Artù, lasciò perdere la mappa e si avvicinò a lui, abbracciandolo.
“Questo non vuol dire che debba prendermela con l'amore della mia vita” proseguì Artù.
Merlin sospirò e chiuse gli occhi, stretto nel suo abbraccio “supereremo anche questa, amore mio. Insieme”

***
Una volta che tutti i saggi membri del consiglio furono radunati nella sala delle assemblee, Artù aspettò che gli animi di tutti si chetassero.
“Signori” cercò di attirare la loro attenzione Artù “Signori, vi prego!” il brusio non diminuiva e lui cominciava ad averne abbastanza. Stavano perdendo troppo tempo e l'assedio andava organizzato subito!
“ADESSO BASTA!” tuonò Merlin alzandosi in piedi, guadagnandosi uno sguardo sbalordito e incredulo da parte di Artù e Leon in piedi accanto a loro: da dove aveva preso tutta quella grinta?
“Leon” ricominciò il moro, con un tono più pacato “Quanti uomini?”
“Ventimila, forse più. Raggiungeranno la città in due giorni”
“Avete sentito?” domandò Merlin quasi retoricamente, scandagliando con il suo sguardo acqueo tutte le facce dei presenti, escluse quelle di Leon e Artù.
“Sì, sire” risposero questi in coro.
“Saranno qui in due giorni, ve ne rendete conto, oppure no?” sibilò furibondo, cercando tuttavia, di tenere a bada il suo alterego irascibile e iracondo.
“Sì, sire” rispose imbarazzato il consiglio.
“C'è in gioco la vita del nostro popolo” continuò.
“Lo sappiamo, sire” questa volta fu uno a fare da portavoce, rispondendo a nome di tutti.
Artù guardava sempre più sbalordito la scena che aveva di fronte agli occhi... Non aveva mai visto questo suo spirito battagliero, mai. Aveva sempre creduto che Merlin fosse un ragazzo pacifico, con la risposta pronta, dolce, contrario alla morte e alla guerra. Sì, in realtà Merlin era così, solo che la posta in gioco era troppo alta persino per lui. E, inevitabilmente, aveva tirato fuori andandolo a pescare in chissà quale angolo remoto e irraggiugibile della sua personalità, il Merlin guerriero.
“Voglio...” riprese ma poi afferrando la mano di Artù e costringendolo a sollevarsi, si corresse “..vogliamo, preparare la città ad un assedio” propose serio.
“Siete sicuro che sia saggio, sir-?” provò a contraddirlo il portavoce, rivolgendosi direttamente a Merlin, il che riempì gli occhi di Artù di ulteriore incredulità.
“Il castello è la nostra forza, nessun esercito ha mai conquistato Camelot” ribatté Merlin, interrompendolo.
“Che ne sarà delle persone nei villaggi vicini?” intervenne un altro membro.
“Gli daremo rifugio tra le mura della città” rispose caparbiamente Merlin, mentre la mascella di Artù cascava per terra dalla sorpresa.
“E cosa succederà alle loro case, ai loro beni?” aggiunse un altro di loro “L'esercito di Ginevra distruggerà tutto sul suo cammin-”
“Ma avranno le loro vite” sentenziò forte delle sue convinzioni Merlin “Leon” cambiò interlocutore, rivolgendosi al cavaliere biondo miele.
“Sì, sire?” Leon si inchinò e Merlin fece finta di non essersene accorto (odiava quella formalità) Infondo erano stati amici e lo erano ancora! Anche con una corona ad ornargli il capo era sempre Merlin!
“Prepara l'esercito e riferisci ai cavalieri che devo affidargli un compito importante. Mandali da me, qui” ordinò, docile e mentre Leon si avviava per eseguire gli ordini del co-Re, Merlin lo richiamò.
“Ditemi, Sire” rispose subito il cavaliere biondo miele.
“Grazie” rispose solamente Merlin, Leon chinò il capo in segno di assenso e sparì oltre la porta della sala delle riunioni del consiglio.
“Bene, miei signori, il consiglio è sciolto” annunciò, lasciando tutti interdetti e afferrando Artù da una mano -che quasi non inciampò in uno dei troni disposti attorno al tavolo- con l'intenzione di trascinarselo dietro. Gli astanti, quando i due Re si dileguarono dal posto, erano ancora interdetti e stupiti dall'andamento di Merlin.
Artù avrebbe giurato sul suo popolo di non aver mai visto Merlin tanto furente e motivato.
“Merlin...” pronunciò quasi impaurito dalla risposta.
In tutto quel clima di serietà Merlin si voltò e poi... scoppiò a ridere.
“Merlin?” domandò incredulo il Re, temendo che il marito stesse impazzendo. Scoprire tutte quelle sfaccettature di Merlin in un solo giorno lo stava turbando, scioccando e anche un po' deliziosamente spaventando.
Il moro continuava a ridere con le lacrime agli occhi.
“Oh. Mio. Dio. Ho sempre sognato di mettere a tacere un membro del consiglio, ma addirittura tutti, insieme, mi sembra un traguardo insuperabile” commentò, spiegando -almeno, provandoci- ad Artù, il motivo di tanta ilarità.
Anche Artù gradualmente, vedendo che Merlin non riusciva a smette di ridere, cominciò a ridere anche lui, forse più forte di Merlin e con più gusto: o molto più probabilmente quello era un attacco di crisi isterica che sfociava nel riso nervoso.
Potevano almeno usufruire di questa valvola di sfogo? Artù decise che forse sarebbe stato meglio smetterla, se non altro per mantenere alto il pregio dell'appellativo di "sovrani".
-M-m-merlin!- provò a dire tra le risate... il mago non rispose continuando imperterrito a disperdere risate a once!
-C-c-chi ho sposato?- domandò scherzoso Artù riferendosi alla sfaccettatura battagliera di Merlin venuta fuori durante la riunione.
-Sono sempre io- rispose un po' più tranquillo Merlin, avvicinandosi costantemente con il sorriso sulle labbra: ci voleva proprio.
-Lo so- Artù lo accolse tra le sue braccia -Lo so, amore mio- rispose ricambiando il sorriso -Grazie di esserci- gli mormorò accarezzandogli la fronte e lasciandogli un bacio sulla punta del naso.
-Sono nato per te, cosa pretendevi, Pendragon?- domandò retorico il moro, baciandogli le labbra con intensa felicità.
-Emhemh- qualcuno si schiarì la gola, alle loro spalle. Si divisero imbarazzati per vedere a chi appartenesse quella voce.
Elyan, Percival, Gwaine e Lancelot sorrisero ai due Re.
-Merlino- salutarono -Artù- chinarono il capo.
-Leon ci ha riferito che volevate parlarci- cominciò Gwaine rivolto ad Artù.
Artù ridacchiò scuotendo la testa e indicando Merlin con un cenno del capo.
-Volevi parlarci tu?- domandarono in coro i cavalieri.
-Oh, avreste dovuto vederlo: si è sbranato i membri del consiglio- narrò il Re, vedendo che Merlin arrossiva -Gli erano spuntati gli artigli e le zanne. Li ha inghiottiti interi- continuò -Sono tutti qui- scherzò, picchiettando con due dita sul ventre di Merlin.
Ci fu un istante di silenzio, durante il quale i cavalieri ripetevano nelle proprie menti le parole del sovrano.
-Tu?- esordì ad un certo punto Gwaine, con fare giocoso -Tu, avresti sbranato i membri del consiglio?- domandò sollevando un sopracciglio.
Merlin scoppiò a ridere, massaggiandosi la pancia facendogli capire che "era sazio" -Erano deliziosi, credimi- scherzò Merlin. Risero tutti e poi Merlin li richiamò all'ordine.
-Adesso, però, seguitemi: devo parlarvi- disse ad un tratto Merlin perentoriamente e riprese a poco a poco l'aria autorevole agguantando Artù a braccetto per condurlo, seguito dai cavalieri, nei loro appartamenti.
Ogni tanto il biondo si voltava indietro, sibilando ai suoi uomini:-Avete visto? Che vi avevo detto?-
e poi indicando Merlin con aria amabile, facendo comprendere appieno quanto fosse orgoglioso di lui.
Quando tutti furono dentro le stanze reali, l'ultimo della fila ovvero Lancelot, richiuse le porte.
Merlin li invitò a sedersi ma loro, educatamente, rifiutarono.
-Dunque...- cominciò Merlin, sondando le loro espressioni una per volta -Ho bisogno di voi per un lavoro alquanto lungo e probabilmente complicato-.
-Sei un asso nel rassicurare la gente, eh?- sbottò scherzosamente Gwaine.
Merlin ridacchiò e Artù sorrise divertito.
-Comunque, Merlin, dicci ciò che dobbiamo fare e lo faremo: puoi contare su di noi- si fece avanti Percival afferrando la mano di Gwaine che gli riservò uno sguardo adorabile.
-Tu e Gwaine andrete a Greensword a radunare il popolo e portarlo tra le mura del castello. Lancelot, Elyan conto su di voi perché facciate la stessa cosa a Whillowdale- ordinò con la voce che gli tremava -Quanto a me, mi occuperò del popolo di Camelot insieme a Morgana-
-Ed io, guardo?- domandò sarcasticamente il Re.
-Amore mio...- cominciò ma poi, sentendosi trafitto da parte a parte da degli sguardi burloni, raddrizzò il tiro, corregendo l'appellativo -Artù, tu hai un esercito di uomini da armare e spronare- considerò Merlin, poggiandogli una mano sul viso e accarezzandogli una guancia.
-Hai ragione e... Ygraine?- gli ricordò.
-Aiuterà Gaius ad allestire l'infermeria nel caso in cui servisse. E, non per essere pessimista ma credo che servirà parecchio- riflettè accigliandosi.
-Hai proprio pensato a tutto, eh? Hai collocato tutti al proprio posto. Mi chiedevo quando avrei visto le tue abilità autoritarie, agnellino-Merlin- lo prese in giro Artù, facendolo sorridere.
-Camelot ne ha bisogno- motivò con un'alzata di spalle.
-Hai ragione- concordarono i cavalieri insieme ad Artù.
-Bene- ammiccò Merlin, cercando di non fargli pesare troppo la frase successiva -è ora di darsi da fare, amici miei- pronunciò a malincuore. Se avesse potuto, si sarebbe sdoppiato e avrebbe...
Un momento... sdoppiare? Sdoppiare?! Ma certo, SDOPPIARE! Clonare una persona... o più di una.
Ma l'esercito era formato da troppi uomini... e per sdoppiarli tutti sarebbero serviti almeno due mesi!
E poi non era nemmeno sicuro che i doppioni avessero svolto il lavoro in modo egregio. Dunque, accantonò quella buffa e strampalata idea. Tuttavia, un'altra, ancor più stupida e incredibile nacque di seguito alla morte della precedente: bastava che si sdoppiasse uno di loro e, di certo, il prescelto non era lui.
***
Qualche ora più tardi, Merlin e Morgana abbigliata con pratici e comodi abiti maschili, si incamminavano in direzione della città bassa per prendere in custodia ogni donna, uomo, anziano o bambino che vi abitasse.
Merlin, vide che le guardie -proprio sotto suo ordine- a partire dell'arco in pietra bianca dell'ingresso del castello, avevano formato una specie di condotto umano, incanalando gli abitanti del popolo esattamente verso l'interno delle mura del maniero, formando un grosso e lungo serpentone umano, alla fine la fila veniva chiusa da Gwaine e Percival che, in sella ai propri cavalli, fungevano da protettori.
-Gli abitanti di Greensword- commentò Morgana, con un'inflessione strana nella voce che Merlin notò immediatamente.
-C'è qualcosa che non va, Morgana?- domandò mentre le poggiava una mano sulla spalla per una fraterna carezza rassicurante.
-È più grave di quanto sembri, vero?- esordì lei, torturandosi il labbro inferiore con i denti.
-Grave o meno, ce la faremo- le mormorò dolcemente -Hai la mia parola- le assicurò.
-Grazie, Merlin- lei poggiò la mano su quella del cognato e la strinse sorridendogli grata.
-Di niente. Adesso pensiamo a loro- ritornò alla realtà Merlin.
-Sì- rispose un po' più serena Morgana.
Quando gli abitanti della città bassa ebbero raccolto il necessario, Merlin parlò a tutti, nessuno escluso.
-Non appena faranno convogliare gli abitanti di Whillowdale, entreremo noi. D'accordo?- informò.
Tra il popolo si diffuse un rapido gorgogliio di assenso.
-Sì, mio signore- rispose un contandino che Merlin non aveva mai visto ma che teneva per mano due bambine, sua moglie era accanto a lui e cullava il più giovane della famiglia, probabilmente nato da poco. Ricordò la prima volta che aveva stretto Ygraine tra le braccia, dopo averla partorita.
Lei era speciale. La bambina, pur avendo qualche minuto di vita aveva puntanto, chiaramente, gli occhi nei suoi facendo venire la pelle d'oca a Merlin.
Anche quella piccolina -o piccolino, non avrebbe saputo dirlo- aveva puntanto i  piccoli occhietti verdi sulla sua figura. Merlin, intenerito, aveva perso l'aria autorevole e si era avvicinato alla piccola abitante di Camelot.
La madre scostò un po' la copertina consunta che avvolgeva la piccola dal suo petto per esporla meglio alla visuale del co-Re.
La piccola aveva cominciato a produrre una strana e tenerissima serie di versetti alla vista di Merlin. Morgana aveva sorriso.
-Ciao, piccolina- la salutò Merlin sfiorandole una guanciotta liscia e vellutata con l'indice. Mentre la neonata non la smetteva di stiracchiare le braccia e chiudere e aprire le piccole manine paffute per cercare di afferrare il drago dorato dello stemma sul cindolo del laccio che Merlin portava al collo.
-Vedi, piccola mia: lui è il Re. Ci proteggerà- sussurrò la madre alla piccola come se la neonata potesse comprendere quelle parole, tuttavia, la bambina puntò gli occhi verde smeraldo in quelli di Merlin.
Grazie, Emrys.
Merlin sentì parlare i suoi pensieri. Il suo sguardo diventò improvvisamente pieno di affetto per quella pargoletta: era una bambina druida.
Di niente, piccola.rispose Merlin, sempre tramite telepatia.
-Abbiamo finito, Merlin!- in quel momento le voci di Elyan e Lancelot interruppero qualsiasi conversazione mentale in corso con la bambina. Adesso c'era una necessità maggiore che sbaragliava tutte le altre: metterla in salvo, con la sua famiglia e l'intero popolo.
-Coraggio, so che siete stanchi ma fate un ultimo sforzo dobbiamo finire prima del tramonto- informò Merlin che scorreva avanti e indietro per tutto il perimetro della lunga muraglia umana costituita dalle guardie, aiutando l'anziano in difficoltà o il bambino stanco e intimorito da tutto quel trambusto fuori programma.
-Coraggio, tesoro- disse a un bambino con i capelli biondi, prendendolo in braccio e conducendolo in fretta verso le porte del castello seguito a ruota dai suoi genitori.
Prima del tramonto, come previsto da Merlin avevano terminato l'impresa, così Merlin senza prendersi un solo istante di respiro era andato a dare una mano a Gaius ed Ygraine ad allestire l'infermeria mentre uomini abbigliati in cotta di maglia creavano un gran via-vai, portando ciascuno, con sé, ogni tipo di arma. Balestre, spade, archi, lance, freccie e scudi sfilavano di fronte ai loro occhi nelle mani di diversi cavalieri e soldati.
Artù passò in rassegna l'infermeria, controllando tutto ad ogni minimo passo. Baciò sulla fronte Ygraine, congratulandosi con lei per il lavoro svolto e chinando il capo in direzione di Gaius con immensa gratitudine.
Passando avanti si fermò notando Merlin, con i suoi vestiti da servo, sistemare delle bende con assoluta perizia e dedizione.
-Merlin...- chiamò il Re, facendo voltare il marito.
-Artù- rispose il mago, senza distogliere l'attenzione dai medicamenti vari che stava raggruppando in ordine di necessità.
Il biondo lo afferrò dalla vita e gli sussurrò: -Ottimo lavoro, amore mio-.
Merlin sorrise sentendosi baciare le labbra da Artù con fervore.
-Grazie, tesoro. Aspettami, vengo con te- informò Merlin, finendo di sistemare velocemente e ordinatamente gli ultimi medicamenti rimasti dentro la borsa da lavoro di Gaius.
Merlin chiamò la figlia.
-Sì, padre?- la figura della principessa spuntò da uno dei tendaggi bianchi che scendevano verticalmente dal soffitto.
-Affido l'allestimento di questo posto nelle tue mani, io accompagno tuo padre all'armeria- si avvicinò alla figlia e la prese gentilmente dalle spalle -sono orgoglioso di te, amore mio- gli accarezzò il viso bellissimo con una mano, mentre lei chiudeva gli occhi e sorrideva.
-Grazie, padre- mormorò lei baciandogli la mano e buttandoglisi in braccio per stringerlo forte. Artù guardò la piccola scena con amore; alla vista di padre e figlia abbracciati -nonostante passassero tranquillamente per fratelli, vista la staticità dell'invecchiamento suo e di Merlin- il fardello della battaglia sembrò alleggerirsi, seppur di poco, dal suo cuore.
Si staccò piano da lei e le lasciò un bacio paterno sulle labbra.
-Ti voglio bene, figlia mia-
-Anche io, padre- rispose lei sorridendogli -adesso andate, ci penso io qui- assicurò con determinazione.
-Grazie, amore mio- ricambiò il sorriso Merlin.
-Dovere, padre. Dovere- rispose lei, seria. E Merlin rivide Artù in lei, in maniera così acuta e cristallina che inevitabilmente un sorriso comparve sulle sue labbra.
-A dopo- si congedò da lei, seguendo Artù nell'armeria.
Mentre si avviavano lungo il corridoio esterno del maniero, Leon si affiancò a loro.
-Leon- salutarono all'unisono i due.
-Miei signori- ricambiò il cavaliere -ho fatto un conteggio degli abitanti di Camelot e dei popoli vicini-
-Quanti?- domandò Merlin continuando a camminare.
-Circa novemila, Merlin- rispose lui.
-Quanto dureranno le provviste?- domandò Merlin, vedendo Artù ascoltare con attenzione.
-Sire, dipende... dalle perdite che subiremo- disse Leon, con voce accigliata.
-E l'esercito di Ginevra?- continuò ad interrogarlo Merlin.
-Le nostre sentinelle dicono che arriverà domani, forse prima del tramonto-
Merlin deglutì, sentendo la sua forza vacillare. Non riposava e non mangiava dalla sera prima, diversamente da Artù che aveva avuto occasione di pranzare, nell'armeria, sbocconcellando di sfuggita qualche provvista di fortuna.
Come se il suo corpo avesse la capacità di leggere nei suoi pensieri vaccillò, a causa di un capogiro, avendo l'improrogabile necessità di appoggiarsi al colonnato esterno.
-Merlin!- esclamò Artù arrestando la sua camminata e fiondandosi su di lui per sorreggerlo.
Il mago si passò una mano sulla fronte -Sto bene- minimizzò -è solo un po' di stanchezza e di fame-.
-Credo sia meglio se ti riposi un po'- consigliò Artù.
-Lo penso anche io, Merlin. Non hai respirato un solo secondo, oggi- aggiunse Leon.
-No... ci sono ancora tante cose da fare e...- ma un nuovo capogiro di protesta da parte del suo corpo lo tradì, Artù lo risollevò nuovamente, alcuni uomini intorno si avvicinarono a loro.
-Che cos'avete, sire?- domandò uno di loro, con sincera preoccupazione.
-Niente- ripetè Merlin -nulla di importante. Andiamo in armeria?- domandò come se niente fosse.
-Non se ne parla, ti accompagno nelle nostre stanze: devi riposare, amore mio- decise Artù.
-Sì, sire. Avete fatto tanto! Continueremo noi, non preoccupatevi- convenne l'uomo che si era premurato di chiedere della sua salute.
-No, no. Ce la faccio. Andiamo- cercando ulteriormente di non accasciarsi da nessuna parte, Merlin, riprese a camminare. Spronando impietosamente il suo corpo a superare il limite al quale era già molto, molto vicino.
-Merlin, non ce la fai più- constatò Artù, preoccupatissimo.
-Sto benissimo, ho fatto di peggio- mentì, continuando a camminare irremovibile.

Quando uscirono dall'armeria, a lavoro finito, Merlin era davvero spossato, stanco ed era più pallido del solito.
Aveva resistito fino a quel momento.
Quando nel corridoio camminava con la sua schiera di cavalieri, soddisfatto dal suo operato ed estremamente felice per il suo lavoro, aveva sorriso nonostante la sua stanchezza.
Maledizione, erano a fine giornata, aveva lavorato senza sosta tutto il giorno e forse, adesso, poteva permettersi un po' di riposo.
-È tutto pronto per domani?- domandò ancora una volta ai cavalieri, come se ripetendo allo sfinimento quelle parole, il lavoro svolto si concretizzasse sotto i suoi occhi soddisfatti.
-Sì, Merlin. È tutto pronto- rispose a turno Leon, dopo aver ricevuto quella risposta anche da Lancelot, Elyan, Gwaine, Percival, Ygraine e Gaius, Morgana e lo stesso Artù, aveva annuito.
-Bene, ragazzi. Riposate: domani ci sarà bisogno di voi- li incoraggiò -Buonanotte, amici- li salutò abbracciandoli tutti.
-'Notte, Merlin- loro fecero per congedarsi ma poi qualcosa li costrinse a tornare indietro.
-Merlin!- esclamarono all'unisono tutti, compreso Artù, quando Merlin svenne in mezzo al corridoio, incapace di reggersi in piedi, stremato.
Artù, seguito dai suoi fedeli cavalieri lo portò in braccio fino al letto adagiandolo sulle coperte.
-Oh, amore mio- soffiò dolcemente accarezzandogli la fronte, profonde occhiaie solcavano gli occhi di Merlin, segno della sua evidente stanchezza.
Evidentemente l'ansia, la determinazione e il continuo lavoro senza fermarsi era stato un mix avvelenante per Merlin.
Era stremato e non c'era bisogno di chiederlo, era più che visibile.
Artù con un cenno del capo licenziò i cavalieri che se ne andarono tutti con lo sguardo puntanto su Merlin, soprattutto Gwaine.
-Non ho mai visto Merlin lavorare tanto...- commentò Leon, quando furono lontani.
-È perfetto, diamine, perfetto- aggiuse con estrema sincerità e ammirazione Elyan.
-Hai ragione- convenne Percival.
-Si è dato da fare ininterrottamente. Nemmeno i servi, oggi, hanno lavorato così tanto- scherzò, con un fondamento più che solido di verità, Lancelot.
-Sì. Artù è davvero fortunato ad averlo accanto ed il popolo è fortunato ad averlo come Re- pronunciò Gwaine, seguito da quattro cenni di conferma.
 
Quando Merlin si risvegliò, pensò subito di alzarsi per definire gli ultimi dettagli dell'assedio.
-NO-NO! Basta così. Vuoi ammazzarti?- lo rimproverò Artù.
-No, ma...-
-Ma... niente. Adesso ceni e ti riposi. Mi hai fatto spaventare- disse seriamente guardandolo negli occhi.
-Ygraine?- domandò Merlin.
-sta già riposando nelle sue stanze da un bel pezzo- rispose -e anche Gaius- si affrettò ad informarlo -Non ti ho mai visto lavorare tanto- aggiunse -nemmeno quando eri il mio servitore- scherzò per alleggerire l'atmosfera.
Si alzò ed andò a prendere il vassoio con la cena per poggiarlo sulle cosce di Merlin, seduto sul letto.
-Sarebbe meglio che facessi un bagno, prima- consigliò Merlin studiando Artù con ancora la cotta di maglia indosso, sporco e pieno di polvere.
-Finché non avrò la certezza che avrai mangiato, non farò nessun bagno- borbottò serio il Re.
-È una nuova forma di protesta, Pendragon?- lo provocò Merlin, amabilmente.
-No, è un ordine: mangia- ordinò irremovibile, preoccupandosi sinceramente per la sua salute.
-Sì, sire!- si arrese Merlin sarcasticamente, strappando un pezzo di pane con i denti e masticando -Hai viffo? Fo mangiando- lo rassicurò a bocca piena, facendolo sorridere divertito.
-Bene- rispose Artù sarcasticamente serio e Merlin gli fece la linguaccia.
Artù si spogliò e si avvicinò alla tinozza.
-Ah... Merlin?- senza bisogno di spiegazioni, il mago punto una mano contro la tinozza e la riempì d'acqua calda con un solo gesto.
-Grazie, amore mio- ringranziò Artù.
-Di niente- rispose Merlin con la bocca ancora piena deglutendo un attimo dopo. Artù rise e si immerse nell'acqua calda.
 
Quando Artù uscì, poche clessidre più tardi, Merlin lo aspettava a letto, accovacciato -e più sveglio che mai- ad un cuscino. Il Re si sdraiò accanto a lui, stringendolo tra le braccia.
Quella notte, entrambi stavano abbracciati nel loro letto. Continuando ad accarezzarsi a dimostrarsi tutto l'amore reciproco.
-Artù- Mormorò Merlin, dopo qualche attimo di silenzio.
-Dimmi- rispose Artù.
-Non riesco a dormire- confessò Merlin, prendendo un profondo respiro.
-L'ultima volta che hai detto così, volevi fare l'amore con me- ricordò Artù sorridendo.
Ad entrambi tornò in mente la notte prima di partire per Ealdor.
-Già, lo ricordo. Mi mancano quelle giornate piene di serenità. Lontano da tutto, da tutti. La tranquillità, la felicità. Solo io e te, nient'altro- mormorò Merlin e si sentì baciare la spalla da Artù abbracciato a lui.
-Lo so, mancano anche a me quei giorni- sussurrò il biondo, continuando la sua scia di baci sulla pelle di Merlin.
-Ho paura, Artù- confessò il mago.
-Eh no, Merlin. Non puoi averne: hai me, ricordi?- gli fece presente il re.
-Non andare domani, in battaglia- disse Merlino cercando di convincerlo a restare nel castello, al sicuro. Lontano da quella battaglia che gli faceva paura, che gli faceva tremare il cuore e le viscere di terrore.
-Devo- affermò Artù.
-Non voglio che ti accada qualcosa- soffiò Merlino con gli occhi umidi.
-Lo so, ma questo è il nostro regno, il nostro popolo e devo combattere per loro e proteggerli. Tu resterai con Gaius per curare i feriti- l'ultima frase fece voltare Merlino, i loro visi furono vicinissimi.
-Non se ne parla, io vengo te- ordinò lo stregone.
-Merlin...- gemette il Re -Se ti saprò al sicuro tra queste mura allora combatterò tranquillamente. Ma non posso rischiare di saperti lì, nel bel mezzo della battaglia solo, indifeso. Non posso controllare tutto. E se dovesse... Non voglio neanche pensarci- scuotè il capo, per cancellare le immagini che quel pensiero aveva evocato.
-Dimentichi i miei poteri, Artù- dissentì il moro.
-Non puoi tenere tutto sotto controllo. Un secondo di distrazione porterebbe consenguenze gravi- disse cercando di convincerlo. Non poteva permettergli di andare con lui. No.
-Lo so. Ma io ti amo e non posso permettermi di mandarti in mezzo alla battaglia da solo- gli mormorò Merlin, accarezzandogli il viso.
Artù puntò lo sguardo nel suo.
-Sono abbastanza abile da cavarmela da solo- confermò il re.
-Artù, io vengo con te. Fine della questione- concluse il mago.
-Merlino...- gemette di nuovo Artù.
-No. E se dovessimo morire, almeno avrò la certezza che moriremo insieme- disse Merlino, avvicinandosi per baciarlo. E si baciarono come se da quel bacio dipendesse la loro stessa vita.
-Hai ancora paura?- domandò Artù in un sussurro quando le loro labbra si divisero, Merlin tracciava con l'indice percorsi immaginari sul suo petto nudo, facendolo rabbrividire.
-Quando sono tra le tue braccia tutte le paure svaniscono- rispose Merlin lasciando un bacio caldo sulla pelle di Artù, un bacio che sapeva di ogni cosa. Affetto, morte, gioia, disperazione, che spargeva amore dappertutto.
-Ti amo- sussurrò Merlino.
-Ti... ti amo tantissimo- singhiozzò Artù affondando il naso tra i suoi capelli per lasciarvi un bacio, continuando a singhiozzare.
-Non piangere- tentò di rassicurarlo Merlin, ma nel dirlo si mise a singhiozzare anche lui. Travolto completamente e impetuosamente da tante emozioni differenti.
-Sarò al tuo fianco, domani- promise tra i singhiozzi.
-Con te mi sento immortale, amore mio; per questa ragione anche io sarò al tuo fianco, fino alla fine- singhiozzò il re.
-Come due facce della stessa medaglia- aggiunse lo stregone.
-Come due facce della stessa medaglia- confermò il Re.
-Sempre- giurò solennemente Merlin, con il cuore in gola e gli occhi, l'odore di Artù, l'odore di destino ovunque.
-Per sempre- disse Artù.
fissando le iridi in quelle del mago. Mare e cielo si incontrarono di nuovo, il primo reclamando il secondo e il secondo donandogli tutto ciò di cui avesse bisogno.
Il mare senza il cielo non esiste. Non ha quella brillantezza, quel colore blu intenso che riesce a raggiungere solo quando il cielo gli dona completamente il suo calore.
Gli si dona.
E così gli sguardi di Merlino e Artù donarono tutto l'uno all'altro.
Quella notte, non ci sarebbe stato più tempo per i timori. Dovevano combattere l'uno per l'altro, senza indugio. Per Ygraine, per il loro regno, per il loro popolo.
Per Albion.
Artù intreccio le dita alle sue e invertì le posizioni.
Dio... Merlin non era mai stato così bello.
-Sei bellissimo, amore mio- gli sussurrò Artù in un orecchio, Merlin rabbrividì.
-Artù, voglio fare l'amore con te-.
E mentre erano impegnati in un gioco di gemiti, spinte e scambi profondi di baci disperati, le loro lacrime si mescolavano sui cuscini, sulle lenzuola, sulla loro stessa pelle. E le loro preoccupazioni aleggiavano su di essi, si fondevano.
Quelle di uno erano quelle dell'altro e viceversa.
Però, Merlin non aveva paura, né tantomeno dubbi, Artù lo aveva detto: -Per sempre-;-fino alla fine-.

***
Quella sera, dopo cena, Mordred aveva ricevuto un biglietto magico per mezzo di un corvo nero.
Nella fretta di aprirlo aveva anche ridotto in brandelli la busta contenente la lettera.
La spalancò con impazienza e... Era di sua madre.

Figlio mio, devo incontrarti al limitare della radura fuori Camelot. È un posto sicuro, dove potremmo parlare in assoluta tranquillità.
So che sei in disaccordo con tutto ciò che sto facendo ma... tu non capisci. È una questione personale.
Ti spiegherò tutto, semmai vorrai parlarmi, quando ci incontreremo.
Ti voglio bene

Dopo il tramonto, Mordred sgattaiolò dal castello avvolto nel suo lungo mantello nero, diede uno strattone al cappuccio che gli ricadde sul capo, coprendolo interamente. Si avviò a piedi, percorrendo l'intero perimetro della radura che lo separava da Gwen; la madre lo aspettava ai confini della radura circostante al castello, con le braccia aperte. Era insolitamente bardata in un'armatura decisamente troppo grande per lei, i lunghi capelli ricci le correvano sulla linea della schiena, fluttuando come tanti piccoli fantasmi filiformi alla fresca brezza notturna e, incorniciavano il suo viso non più tanto fresco e privo di imperfezioni come sedici anni prima ma, poteva senza problemi conquistare l'uomo più giovane, forte e aitante di tutto il regno... peccato il suo obbiettivo fosse Artù e... il trono.
-Madre- salutò Mordred sondando l'atmosfera che aleggiava tutt'intorno con i suoi grandi occhi blu.
-Figlio- ricambiò lei con un sorriso, prendendogli le mani -Come stai? Ti trovo pallido- si perse in convenevoli lei, mentre Mordred voleva solo arrivare al punto. Perché?
Aveva detto che gli avrebbe spiegato il motivo. Bene: ora voleva sentirla parlare.
-Nella lettera, parlavi di... di spiegazioni-
-A proposito di?- fece lei, dimentica.
-A proposito di... tutto questo- Mordred indicò la madre vestita di pesanti e infimi pezzi d'armatura con ampi gesti delle mani.
-Oh, figlio mio. Mi duole così tanto mentirti. Ma non è vero che io desidero prendere questo regno- cominciò, con aria melodrammatica -io voglio ri-prendermelo, perché me ne hanno privato- concluse, con il tono di una dama alla quale hanno appena rubato il suo vestito preferito.
-Ma c-cosa dici, madre? Camelot è sempre stata dei Pendragon- disse lui, e la sua mente andò a sfiorare l'immagine dell'erede al trono: Ygraine Pendragon.
-Ci sono molte cose che tu non sai, figlio mio- mormorò accarezzandogli una guancia -tua madre è stata tradita da Artù Pendragon- sibilò, cercando in ogni modo d'essere convincente.
-Artù è un uomo d'onore- sentenziò Mordred e a quelle parole, Gwen, si lasciò sfuggire un sorriso amaro.
-Non proprio, figlio mio. Credo sia ora che tu sappia come sono andati realmente i fatti- decise, sedendosi su un tronco d'albero tagliato e preparandosi a raccontare.
-Quando vivevo a Camelot, ero la serva di Lady Morgana, la sorellastra di Artù. Ancora, al trono vi era Uther e Merlin era al servizio di Artù come valletto reale. Un giorno, Re Uther, mi convocò nella sala del trono per chiedermi in moglie- mentì percependo un ondata di disgusto aggrovigliarle le viscere -ed io accettai, amavo tuo padre. Era un grand uomo- si fermò sondando l'espressione di Modred, sempre più scioccato.
-Vuoi... vuoi dire che sono figlio di Uther? Sono il fratello di Artù?- domandò.
-Sì, tesoro mio. Sei il fratellastro di Artù- confermò, continuando poi a narrare -Ad ogni modo, un giorno, Artù, entrò nella sala del trono. Era sotto incantesimo, sicuramente, e disse di voler sposare il suo servo. Uther lo minacciò di cacciarlo dal regno se solo avesse provato ancora qualcosa per Merlin. Ma Artù lo amava- sottilineò amareggiata -e sfidò il padre a duello. Lo scontro si tenne nella stessa sala del trono. Io ti avevo in grembo, figlio mio. Artù uccise suo padre e mi cacciò dal regno minacciando di uccidermi se solo avessi osato tornare con te in braccio e a quel punto...- Gwen, incrinò la voce, come a voler fare ancor più pena al figlio, nonostante l'enorme castello di menzogne che stava innalzando.
-Madre- Mordred si gettò su di lei, confortandola.
-A quel punto Artù sposò Merlin ecco come diventarono sovrani di Camelot. Con la prepotenza e l'inganno. L'onore- sibilò sprezzante -non c'entra nulla-.
-Ma madre...-
-Mordred- sussurrò lei, con una strana inflessione nella voce.
-Ditemi, madre-
-Voglio che tu uccida Artù Pendragon, domani- ordinò, senza ammettere obiezioni.
-Ma madre...-
-Fallo, figlio mio. E finalmente avrai il posto che ti spetta di diritto sul trono di Camelot- spiegò con una strana e inquietante luce violenta negli occhi castani.
-Come desiderate, madre. Ucciderò Artù Pendragon- promise inginocchiandosi davanti alla mulatta che gli accarezzò i capelli ricci e scuri.
 
Il fatidico mattino senza alcun riguardo nei confronti della fragilità di Merlin, arrivò.
Artù e Merlin si guardarono negli occhi, durante la notte le loro dita intrecciate non si erano divise nemmeno per un secondo, il loro sguardi liquidi e continuamente umidi si specchiavano uno dentro l'altro.
Quando il sole nacque, entrambi si voltarono verso la finestra e la debole luce ambrata colpì entrambi i loro visi, illuminadoli di poco.
Era già giorno. Il giorno della battaglia.
Merlin preso da un moto d'ansia, si voltò bruscamente e affondò il viso nel petto di Artù, singhiozzando.
-Coraggio...- gli sussurrò dolcemente Artù accarezzandogli i capelli -coraggio- ripetè ancora più a se stesso 'stavolta, invece che a Merlin.
-Stringimi. Stringimi ancora una volta, ti prego- singhiozzò Merlin.
Artù se lo trascinò maggiormente addosso, stringendolo forte e baciandolo ovunque.
-Forza amore mio, sta' tranquillo. Andrà tutto bene, tutto. Ne usciremo vittoriosi non preoccuparti-
**************************************************
Merlin e Artù, nel pomeriggio si avvicinarono ai grandi merli del castello, per controllare quanto le truppe fossero vicine.
Videro ventimila uomini, radunati a grandi file, stendersi come un mantello minaccioso e scuro di fronte ai loro occhi spalancati e anche se Artù era terrorizzato, non lo diede a vedere.
Un ufficiale gridava loro parole di incoraggiamento e loro rispondevano in coro, all'unisono creando un baccano assordante e incomprensibile.
Artù, a passo di marcia si diresse al cortile del castello, seguito da Merlin. Passando per le fila dei loro uomini, si recò in armeria dove tutti molavano le loro spade o accordavano gli archi o ancora, sistemavano le balestre.
Artù si fermò a guardarli per qualche istante e poi scuotè il capo, recandosi nelle sue stanze per farsi bardare nell'armatura, sempre con Merlin attaccato al fianco.
Artù vide un valletto, che aveva sistemato tutto su tavolo pronto per la vestizione, farsi da parte ad un cenno di Merlin.
-Ma... cosa...?- mormorò Artù, senza comprendere.
-Ti vestirò io- spiegò Merlin, arricciando poi le labbra.
-Ricordi ancora come si fa?- domandò.
-Certo che sì, babbeo. È come andare a cavallo, una volta che lo impari, non lo dimentichi più- sentenziò saggiamente, mentre con cura iniziava la vestizione.
Quando tentò di allacciargli un polsino di ferro, le mani gli scivolarono.
-Scusami, Artù- mormorò Merlin, serio.
-Non è da te innervosirti, amore mio- gli sussurrò Artù dolcemente.
-Ma non sono nervoso- rispose incurvando leggermente le labbra.
-No?- domandò quasi sarcasticamente il Re.
-Perché mi fido del nostro amore. Questo legame è nato per resistere a tutto e non si spezzerà così facilmente- Merlin respirò forte dopo averlo detto, buttandosi in braccio ad Artù.
-Lo penso anche io- assentì Artù, stringendolo ancora più forte per baciargli la fronte.
-So che tutto questo rimarrà nella memoria fino alla fine dei tempi- sussurrò sfilando con aria solenne e fiera la spada dal fodero per consegnarla nelle mani di Artù.
-Abbi fiducia in me- sussurrò Merlin.
-E tu in me- ricambiò Artù e quasi non resistette più... Si avvicinò e lo baciò impetuosamente, incurante di tutto in quel momento: c'era solo Merlin. Adesso voleva solo un bacio da Merlin.
Quando le loro labbra si divisero, entrambi concordarono con un cenno del capo di andare.
Era ora.

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


Mi duole così tanto ammetterlo ma... ormai, siamo arrivati alla fine. Questo non vuol dire che non ci sia l'ideuccia di comporre una piccola serie con questa storia... però... chi lo sa! XD
Ora vi lascio al capitolo ... non posso credere d'essere arrivata fino a qui... o.o Bhe, godetevi il finale, ragazzi! :P

A Strategic Way For Us
Capitolo 25




Morgana guardava i cadetti uscire dai grandi archi di pietra, come un fiume rosso Pendragon in piena. Scorrevano veloci, mentre Ygraine le si avvicinava da dietro.
"C'è qualcosa che non va, zia?" le chiese la fanciulla.
"No, amore mio. Nulla" Morgana l'abbracciò e poi le sorrise tenendola per le spalle "Tu, piuttosto, sembri preoccupata" constatò accarezzandole una guancia.
"No, no è che..." cominciò la più giovane "nulla" concluse. È che non vedo Mordred da troppo ormai e non dovevo perderlo di vista.
"Sta' tranquilla, andrà tutto bene. Me lo sento" cerco di infonderle coraggio.
"Lo so" rispose lei. Ma, pur non sembrando tanto convincente, Morgana riuscì a bersela.
"Adesso andiamo, dobbiamo prendere posto nell'infermeria" consigliò saggiamente la castellana.
"Hai ragione, andiamo" convenne la principessa.
 
Artù scese nell'armeria per incoraggiare i suoi uomini seguito da Merlin che praticamente gli stava così appiccicato da passare senza problemi per la sua ombra.
I due Re diedero e ricevettero pacche di incoraggiamento da i loro cavalieri. Merlin sorrise a tutti, solidale.
Artù si sistemò in mezzo a loro con al suo fianco Merlin, entrambi levarono in alto la spada "LUNGA VITA A CAMELOT!" urlarono, imitati da tutti i guerrieri che li attorniavano.
Poi imboccarono l'uscita secondaria dell'armeria e tutti li seguirono, non appena furono all'aperto già le tenebre avvolgevano il regno. Solo la luna e i fuochi sparsi qua e là come bagliori magici potenti, illuminavano il luogo.
Gwen se ne stava tranquilla sul suo bel cavallo a godersi lo spettacolo. Ormai le catapulte erano state preparate, bisognava solo incendiarle e farle scattare.
Gli uomini erano pronti a combattere e i loro inni minacciosi e stonati ne erano una prova.
Mordred si mischiò in mezzo a loro, cercando di intrufolarsi nella città bassa di Camelot, quando fu in disparte, non visto, cercò di infilarsi il mantello della casata dei Pendragon.
Sfuggì agli sguardi curiosi e sgattaiolò senza problemi in mezzo ai suoi "simili".
Si diresse a passo spedito verso Merlino che non appena lo vide trattenne il fiato, sentendo che l'istinto di sollevare la spada e porre fine alla sua vita si faceva largo tra i suoi pensieri.
"Devo parlare con Ygraine" disse poi rivolto a entrambi.
"È nell'infermeria" rispose Artù sorridendogli falsamente.
"Grazie" Mordred diede una pacca amichevole sulla spalla ad Artù e Merlin non riuscì a capire perché il potenziale uccisore di suo marito fosse così... poco minaccioso...
 
"Ygraine!" chiamò il moro una volta arrivato in infermeria.
"Mordred, che succede?" domandò lei con il cuore in gola.
"Ho bisogno di parlarti per qualche istante" mormorò lui non appena lei le fu di fronte.
"D-d'accordo" balbetto la ragazza "Zia?" Morgana di voltò nella sua direzione e non appena scorse Mordred annuì.
"Certo, tesoro. Fa' pure" rispose la sorellastra di Artù.
"Che succede?" bisbigliò la principessa una volta che entrambi furono al riparo da orecchie indiscrete.
"Ho bisogno di sapere la verità" motivò lui, fissandola negli occhi con un intensità non indifferente. Sua madre fin da bambino l'aveva convinto che quella ragazza, la principessa di Camelot, fosse una rovina per il loro futuro.
Blaterava sempre di intrighi, ingiusti tiri mancini e vendette ai danni di Merlin m
a, sua figlia... Ygraine, come poteva essere pericolosa?
"A che proposito?" domandò lei, confusa.
"Tu, sei figlia leggittima di Merlin e Artù Pendragon, giusto?" chiese lui.
"Sì" rispose lei annuendo vigorosamente.
"In che modo?" continuò Mordred.
"Dopo il matrimonio mio padre è stato trasformato in donna da una certa Jen o Gwen..." spiegò lei e Mordred sentì un brivido percorrergli la schiena.
"E... questa Gwen ha mai sposato tuo nonno? Re Uther?" a quella domanda Ygraine fece una smorfia.
"Ma che diavolo ti salta in mente?! Gwen voleva mio padre, Artù, ma purtroppo per lei loro si erano già conosciuti e innamorati. Mio padre, quando era ancora un principe, scappò da Camelot per far capire a mio padre, Merlin, a quel tempo servo di Artù, quanto lo amasse e quanto soffrisse per la costrizione che rappresentava Camelot e mio nonno, Re Uther. Ad ogni modo, approfittando della lontananza del principe, ovvero mio padre Artù, un sicario si infiltrò a Camelot e tentò di assassinare il Re. L'attentato fu sventato ma mio nonno riportò una grave ferita di cui morì poco più tardi. I miei padri ritornarono a Camelot per sposarsi ma la sera del banchetto in onore del loro fidanzamento, quella Jen o Gwen, avvelenò mio padre, Merlino, sparendo da Camelot e credendo di averla fatta franca. Per fortuna il drago nei sotterranei di Camelot riportò in vita mio padre ed entrambi si sposarono. La notte di nozze mio padre Merlin fu trasformato in donna e grazie a questa trasformazione nacqui io" spiegò arrossendo leggermente.
"Ma se questa Gwen era innamorata di tuo padre, come mai tuo padre è ancora così giovane mentre questa Gwen è... sarà vecchia, ormai?" domandò.
"Perché mio padre, il co-Re, ha fatto un incantesimo ad entrambi: non invecchieranno mai" raccontò incrociando le braccia al petto, soddisfatta della sua spiegazione.
"Oh... questo spiega tutto" sibilò furibondo, lasciando la presa sul braccio della ragazza.
"Spiega tutto cosa?" domandò lei vedendolo allontanarsi a grandi passi dalla stanza.
Ygraine fece spallucce e tornò dalla zia.
Chissà perché fosse così avido di quelle informazioni?
 
Mordred si rituffò nuovamente in mezzo alla battaglia vedendo che sua madre, ormai, avanzava inesorabilmente in direzione dei due Re, facendosi largo a via di incantesimi e maledizioni.
"Lascia fare a me, madre!" urlò Mordred contrapponendosi tra Gwen e i due Re.
"Sì, figlio mio, infondo sei nato per questo destino" disse Gwen compiaciuta lasciando campo libero al figlio.
Mordred puntò la mano contro Merlin ma... nel momento in cui l'incantesimo fu scagliato Artù si gettò tra la nube magica e Merlin, assorbendo il maleficio in pieno... 
Artù rimase in piedi, fin quando Merlin non lo prese da sotto le braccia mentre l'altro gli scivolava addosso.
"M-mer...li...n" biascicò Artù mentre il marito cercava di slacciare l'armatura per farlo respirare meglio.
"Sono qui, amore mio... sono qui... sono..." la voce di Merlin si incrinò mentre trafficava febbrilmente con le fibbie dell'armatura, poi fu come se una forza invisibile infondesse debolezza all'interno delle sue membra.
Alzò lo sguardo appannato e vide indistintamente la figura di Gwen con la mano puntanta contro di lui e più lei si avvicinava e più la debolezza aumentava... sembrava quasi che la vita gli stesse scivolando di dosso.
"Lascialo stare, maledetta!" Ygraine si mise in mezzo sollevando la mano, pronunciò con tutta l'energia che possedeva in corpo un incantesimo letale che colpì Gwen e che la fece evaporare sul posto.
L'effetto magico su Merlin si dissolse e Mordred era già fuggito via dai loro sguardi, sperando vivamente che Merlin fosse senza dubbio il vero amore di Artù ma, a quanto aveva visto, non c'erano dubbi al riguardo. Quindi, nell'andare via, si sentì meno in colpa. Aveva fatto la cosa giusta.
 
Alla morte di Gwen, l'esercito fu come se si risvegliasse da un sogno. Tutti si guardavano attorno sbalorditi, come a chiedersi che diavolo ci facessero lì, con una spada in mano a offendere un forte e rispettato regno come Camelot.
I cavalieri fecero convogliare tutti fuori, i mercenari lasciarono le terre dei Pedragon in modo assai sconcertato.
"M-merlin" balbettò Artù, prendendo il viso di Merlin tra le mani.
"Non c'è un modo in cui possiamo guarirlo?" domandò Ygraine, singhiozzando disperata.
"Era il suo destino" concluse Merlin con le lacrime che scendevano bagnando il viso del Re.
Mentre la luna veniva oscurata e cominciava a piovere, come se anche il cielo piangesse la sorte di Artù.
"Vi amo... v-vi amo entrambi. N-n-non, dimen...ticate...lo" mormorò Artù a tutti e due, mentre la pioggia, insieme alle sue lacrime gli bagnava il viso.
Qualche secondo dopo, sotto un acquazzone violento, il Re si spense.
"NO!" Strillò Merlin.
I cavalieri accorsero a quel grido, raccogliendosi tutti intorno ai loro sovrani.
"Artù!" urlò Merlin, contro il mantello del marito, strillava sempre più forte mentre singhiozzava seguito dalla principessa.
"Sire, dobbiamo portarlo nelle vostre stanze" propose Leon, a disagio.
"No!" strillò Merlin sempre più forte aggrappandosi con tutte le forze al mantello di un Artù esanime.
"Merlin..." cominciò Gwaine avvicinandosi al moro e prendendolo dalle spalle.
"No!" urlò di nuovo il moro, Gwaine lo abbracciò e Merlin strillò singhiozzando contro il suo petto, lasciandosi cullare dalle braccia dell'amico.
Un vuoto si faceva largo nel suo petto... urlava e piangeva tra le braccia di Gwaine, mentre Ygraine andava dietro il Re trasportato nelle sue stanze dagli altri cavalieri.
"Non ce la faccio" gemette Merlin a voce alta...
"Merlin, ti prego non fare così" tentò di consolarlo Gwaine.
"Non posso andare avanti senza di lui... non posso... non posso" continuava a ripetere, sgranando gli occhi spaventato, mentre le labbra gli tremavano così forte che Gwaine ebbe paura che da un momento all'altro Merlin impazzisse.
"Andiamo da lui, forza" Gwaine sollevò Merlin da terra che non appena fatto un passo si dimostrò incapace di poter camminare. Allora il cavaliere lo prese in braccio a lo condusse negli appartamenti reali, mentre Merlin sussurrava continuamente il nome di Artù con le lacrime che scivolavano copiosamente sul suo viso.
 
Esattamente qualche clessidra più tardi le campane di Camelot producevano un suono continuo e cupo che durò fino al giorno seguente. Nessuno dormì quella notte.
Il funerale di Artù era stato programmato per quel dì.
Ygraine, vestita di nero entrò nella sala seguita dalla zia, abbigliata nel medesimo modo.
Merlin invece era rimasto in piedi sulla figura del marito, adagiata in mezzo alla sala su una base riccamente decorata, vestito di tutto punto, con la sua corona adagiata sul capo, la spada lungo il corpo e il mantello rosso, l'orgoglio di tutta Camelot, sulle spalle.
Merlin non si era voluto scollare da quella sala, quella enorme sala che era stata un tempo teatro di banchetti e danze e festini di ogni genere, adesso, ospitava la figura di suo marito morto. L'unica persona che avesse mai amato insieme ad Ygraine.
Ricordò quando Artù era scappato da Camelot, la loro prima notte d'amore, il loro matrimonio, l'incoronazione di Artù e l'emozione provata in quell'istante, la nascita di Ygraine e le sue minacce dovute al dolore del parto (Merlin sorrise dolcemente con le lacrime agli occhi, accarezzando la fronte del marito per lasciarvi un bacio delicato) l'espressione emozionata di Artù alla vista della bambina, le sue lacrime quando Merlin aveva annunciato il suo nome, Ygraine, come la madre di Artù. Come quella madre che non aveva mai conosciuto ma che era orgogliosa di loro, del loro amore.
Merlin sorrise ancora tra le lacrime.
"Padre" soffiò Ygraine al suo fianco, mentre Morgana piangeva silenziosamente, in disparte.
"Amore mio" mormorò Merlin attirandola nel suo abbraccio.
"Morgana" chiamò il co-Re e la cognata gli si fece vicina. Merlin passò le braccia intorno alla vita di entrambe e le strinse a sé. Le due donne poggiarono la testa sulle sue spalle.
"Grazie di esserci, entrambe" mormorò loro, lasciando un bacio sulla fronte a tutte e due.
In quel momento le porte si aprirono e il popolo, i cavalieri, i servi, tutti entrarono per rendere omaggio al loro Re.
Tutti i bambini formarono una grande fila, lasciando a turno dei fiori bellissimi sul corpo di Artù.
Merlin li ringraziava mentalmente o a voce, a seconda delle loro origini, druide o meno. Gli accarezzava una guancia e gli sorrideva, commosso da tutto ciò che si prestavano a fare.
Quando anche l'ultimo bambino della fila, adagiò il suo fiore sul corpo del sovrano, Merlin parlò.
"Siete dei sudditi meravigliosi. Davvero" cominciò.
"Voi siete meraviglioso, sire. Noi teniamo a voi, poiché voi ci siete vicino come nessun Re lo è mai stato prima di voi" disse un anziana signora seguita da mormorii di assenso.
"Ad ogni modo, vi ringranzio di tutto cuore" continuò sorridendo dolcemente al popolo.
"Lo facciamo con piacere, sire" disse un vecchio con una fisionomia stranamente familiare... "E ricordate, maestà: l'amore può sconfiggere anche la morte" sentenziò per poi scomparire.
Merlin rimase interdetto per qualche secondo come del resto tutti gli altri.
Poi si chinò sul viso di Artù per dargli l'ultimo saluto e lo baciò sulle labbra, profondamente, mentre una lacrima scendeva giù, tuffandosi tra le vesti pregiate del sovrano.
Merlin si allontanò insieme ad Ygraine che dopo aver dato un bacio sulla fronte del padre lo seguì anche Morgana gli baciò la fronte e andò dietro i due. Man mano che passavano in mezzo ai sudditi li sentivano mormorare incantati e stupiti.
"Che succede?" domandò Merlin voltandosi indietro, scorse alcuni cavalieri attorno alla figura di Artù...
"Sembra che si muova" sentì Merlin bisbigliare ad una donna.
"Non è possibile" sussurrò... che stesse impazzendo? Merlin tornò indietro in fretta e furia, seguito da Ygraine e Morgana.
Artù fece quasi venire un infarto a Merlin, sollevandosi dalla base che lo sosteneva, inarcando la schiena. Quando rilassò il busto, respirava affannosamente (Merlin ricordava la sensazione che aveva provato quando il drago lo aveva riportato in vita) il co-Re quasi non ci voleva crede. Intanto Artù respirava sempre più forte, con gli occhi spalancati: stordito e confuso.
"Merlin!" esclamò il biondo "Dove sei?"
"Sono qui. Sono qui" si affrettò a rispondere il mago avvicinandosi titubante.
"Ero... ero m-"
"Shh, ora sei tornato... Oh mio Dio!" esclamò Merlin piangendo, non ci poteva credere.
"Ti amo, ti amo" ripeteva Artù contro i suoi capelli mori.
"Oh, amore mio grande" mormorò Merlin contro il suo collo.
Ygraine sorrise con le lacrime a rigarle il viso.
Merlin afferrò le labbra di Artù tra le sue, baciandole con tanta energia e amore da sentirsi quasi estraneo al suo corpo.
"Non mi lasciare mai più. Mai più, mai più" ripeteva Merlin baciandolo ad intervalli.
"Mai più, te lo giuro. Te lo giuro, amore mio: mai più" sussurrava Artù stringendogli il viso tra le mani e baciandolo con foga e tanto amore da credere che il cuore sarebbe scoppiato da un momento all'altro.
Ygraine produsse un suono pari ad un gridolino soffocato e Merlin capì che qualcosa non andava.
"P-padre" lo richiamò lei, senza distogliere gli occhi da ciò che l'aveva sorpresa in modo del tutto negativo.
"Che cosa c-" Merlin si interruppe e non appena vide Mordred, sfoderò la spada di Artù avventandosi su di lui.
"Fermo! Fermo!" Mordred cercava di parare gli affondi pieni di odio di Merlin "Ascoltami, ti prego!" esclamò il figlio di Gwen, messo alle strette. L'occasione di ucciderlo fu servita a Merlin su un piatto di argento.
"PADRE! FERMATEVI!" esclamò Ygraine "Ascoltatelo" sentenziò la principessa, Merlin ritrasse lentamente la spada e la gettò lontano.
"Non volevo ucciderlo. Ho pianificato tutto" cominciò a spiegare Mordred "La maledizione che ho lanciato avrebbe dovuto colpire te. Per convincere Ginevra della tua morte. Purtroppo Artù si è messo in mezzo e i miei piani sono stati scombinati. Per fortuna l'hai baciato e la maledizione si è spezzata" concluse sorridendo ad Artù.
"Questo non spiega perchè sei fuggito via" continuò Merlin.
"Non potevo farmi uccidere dai cavalieri, non mi avrebbero nemmeno lasciato il tempo di spiegare" motivò egli, sollevando le spalle.
"Ha ragione. L'avrei ammazzato con le mie mani senza dargli il tempo di implorare perdono" confermò Gwaine, con un espressione divertita.
Merlin lasciò perdere l'espressione autoritaria e poi rilassò le labbra in un sorriso grato.
"Bhe, ti ringrazio" si avvicinò a strinse l'avambraccio a Mordred che ricambiò.
"Avrei un favore da chiedervi" cominciò guardando Ygraine che arrossì e si nascose dietro Morgana.
Mordred avanzò verso di lei, Morgana si scostò e la principessa sorrise timidamente a Mordred.
"Vorrei procedere in un fidanzamento con voi, maestà" mormorò Mordred prendendole la mano e voltandosi verso Merlin e Artù.
"Vorrei chiedere la vostra benedizione, se, ovviamente, la principessa è d'accordo" Continuò sorridendo dolcemente in direzione della ragazza, Ygraine annuì.
Merlin sorrise ma Artù, sceso dall'altare su cui era sdraiato, voltò gli occhi al cielo incrociando le braccia al petto.
"E dai, non fare l'asino geloso!" lo riprese Merlin dandogli delle piccole gomitate di incoraggiamento, alcuni risero, Artù lo abbracciò da dietro e lo strinse a sé.
"E va bene! Avete la mia benedizione!" sentenziò sorridendo.
"Anche la mia" convenne Merlin, annuendo con vigore.
Ygraine scoppiò a ridere e Mordred la prese in braccio facendola girare e baciandola sulle labbra. La principessa gli strinse le braccia intorno al collo.
"Ahimè! Sono rimasta zitella!" si lamentò Morgana.
"Non direi proprio..." commentò Lancelot avvicinandosi a lei "Sarebbe un onore per me corteggiarvi" disse lui con sguardo scherzosamente languido.
"Smettila, cretino! Credi che non sappia che tu ed Elyan avete un debole per entrambi?!" esclamò.  
Lancelot mise su una faccia offesa e tutti scoppiarono a ridere.
 
Merlin e Artù uscirono dalla sala del trono e Artù per strada si spogliava e gettava via gli abiti pesanti quali la cotta di maglia, piegò il mantello sul braccio e si incamminò con la mano stretta a quella di Merlin negli appartamenti reali.
"Questa stanza è un disastro" commentò, arricciando il naso.
"Bhe, ieri sera non lamentavi del disordine" gli fece presente Merlin.
"Ieri sera ero morto" gli appuntò il Re, scherzosamente. Merlin scoppiò a ridere pur ricordando come si era sentito. Si buttò in braccio ad Artù stringendolo forte.
"Non potrei vivere senza di te. Non riesco proprio ad immaginare una vita in cui tu non ci sia" mormorò Merlin e Artù gli sorrise sollevandogli il mento con l'indice in modo che lui lo guardasse in viso.
"Ma per fortuna è tutto finito. E grazie a Dio, siamo vivi. Tutti quanti" sussurrò.
"Ma..." 
"E sta' zitto!" Esclamò giocosamente Artù pizzicandogli un fianco, Merlin rispose con uno schiaffetto sulla spalla. Artù gli fece il solletico e Merlin strinse una mano attorno a...
"Merlin!" esclamò imbarazzato Artù.
"Mi stavo solo vendicando, non ti illudere" ribatté Merlin sollevando le sopracciglia e incrociando le braccia al petto. Si voltò e fece per andarsene.
Artù lo afferrò dalla vita e Merlin rise, mentre il Re lo trascinava sul letto.
I loro sguardi felici si incontrarono.
"Ti amo" soffiò Artù.
"Ti amo anch' io" Merlin sorrise.
E finalmente Artù lo baciò con tutta la forza e l'anima, sorridendogli sulle labbra.

Per molto tempo, Camelot non avrebbe avuto problemi con cui confrontarsi. La vita continuava inesorabile, senza mai fermarsi.
I sudditti continuarono ad adorare i sovrani di Camelot, soprattutto quando Merlin si servì dell'incantesimo di trasfigurazione per diventare nuovamente donna e dare alla luce un fratellino per Ygraine, il piccolo erede al trono Balinor.
Era stato accolto dal popolo con grida di giubilo e schiamazzi di gioia.
Merlin era tornato nelle sue sembianze solo dopo aver allattato per un tempo necessario il neonato, ogni volta ad Artù faceva un po' impressione il fatto che il piccolo mordicchiasse i capezzoli di Merlin. Ma lui voltava gli occhi al cielo, discutendo per ore ed ore con lui sulla normalità di quell'atto.
"Si chiama allattamento, Artù" lo riprese Merlin.
"Lo so, ma... mi fa impressione" rispose Artù.
"Papà è un Asino" canticchiava Merlin al piccolo Balinor scuotendo la piccola e paffuta manina saldamente ancorata al suo indice.
"Non è vero!" esclamava Artù, ma poi entrambi scoppiavano a ridere.
"Anche se sono un asino mi ami" sentenziò Artù incrociando le braccia al petto.
"Da sempre" soffiò Merlin e quando il piccolo si addormentò lo adagiò all'interno della culla "Per sempre" sussurrò sedendosi sulle ginocchia del Re di Albion.

FINE.

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Ebbene sì... è finita *faccia da funerale* u___u"
Uffa-
Vabe' se la guardo da un lato positivo penso che prima o poi ne comincierò un'altra più lunga di questa! XD MH. <.<
Spero vi sia piaciuta davvero =)
Ringrazio tutti quella che l'hanno apprezzata, seguita, recenzita, messa tra le preferite ma anche chi ha seguito in silenzio =) 
Ringrazio mia sorella per avermi sopportato ad ogni capitolo nuovo! XD (Ti amo, sorellina!) <3
Ringrazio mia nonna per avermi sopportato quando prendevo a testate lo schermo e imprecavo contro l'ispirazione che aveva fatto le valigie.
E infine ringrazio Merlino e Artù, perché sopportano tutto quello che li constringo a fare! XD MUAAHAHAHAH! ù.ù
Un bacio, A.
:*

PS: Aspetto con ansia la quinta stagione di Merlin su Italia1!!!!!!!!!!

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