La prima cotta non si scorda mai

di Arya__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La prima cotta non si scorda mai - POV lei ***
Capitolo 2: *** La prima cotta non si scorda mai – POV lui ***
Capitolo 3: *** Insieme ***



Capitolo 1
*** La prima cotta non si scorda mai - POV lei ***


La prima cotta non si scorda mai – POV lei

 

La prima cotta non si scorda mai. Tu lo guardi scendere dal pullman, e lo vedi. E sorridi. E a 13 anni cominci a scrivere il suo nome contornandolo di cuoricini. Ti fai film su film, costruisci castelli, voli tra le nuvole. Le tue amiche ti dicono di smetterla, lui è grande: ha 4 anni più di te e a quell’età sono tanti. Ma tu non dai loro retta.

Vi conoscete per caso, un caso fortuito e tu sprizzi gioia da tutti i pori e arrossisci come un pomodoro. Continui a immaginare parole sussurrate, segreti rivelati, baci di sfuggita e abbracci al chiaro di luna. Ma lo immagini soltanto, ma ti basta. Non pensavi di poter essere più romantica o sdolcinata. Quasi ti si cariano i denti per colpa tua. Con una scusa assurdamente banale, gli chiedi il numero e lui te lo da. Non pensi lo userà mai, ma dopo qualche giorno, con tua somma sorpresa, ti fa uno squillo. E iniziate a sentirvi.

Le tue amiche ti dicono di lasciarlo perdere, ha 17 anni e vuole una cosa sola, non vorrà mai altro, lascia perdere ti dicono, ma tu sei testarda e lo senti. Nessun messaggio compromettente, ma tanti tvb messi in fila che a pensarci ora ti viene la nausea. E continuate a sentirvi, vi fate squilli, chiamate poche, ma molti messaggi. Sembrano teneri e dolci i suoi, sembra interessato.

E tu ne se felice, non potresti essere più felice di così, e te ne vanti con le tue amiche. Pur sapendo che non dovresti, te ne vanti, perché a 13 anni sentirsi con uno di 17 ti rende grande. Tu non dimostri 13 anni, ma sai che lui conosce la tua età, e questo un po’ ti impensierisce, ma cerchi di dimenticare.

Passate un mese a scrivervi, ormai è venuto il momento di rincontrarvi. Quando pensi di proporglielo, giusto per il tuo compleanno, lui improvvisamente sparisce. A volte era già successo, e non hai mai fatto la ragazza appiccicosa, hai aspettato che fosse lui a farsi risentire. Ma questa volta tarda. Si avvicina il tuo compleanno e lui tarda. Tu ti incupisci. Sbatti il telefono contro il muro, ti incavoli, ma non gli scrivi. Non vuoi passare per la ragazzetta appiccicosa piagnucolona. E scrivi sul tuo diario di come lui ti manchi, di come ti manchino i suoi messaggi della buonanotte.

Ma resisti e non gli scrivi. Sei forte e indipendente. Non gli scrivi. Arriva il tuo compleanno e lui non si fa vivo. Ti alzi incavolata, ma poi cerchi di fare finta di niente: non ti rovinerai la giornata per uno stronzo del genere. Perché ora è diventato uno stronzo. Non è più il ragazzo perfetto, è uno stronzo e basta. Sul tuo diario inizi a scrivere quanto sia stronzo, quanto avessero ragione le tue amiche su di lui, di come odi te stessa per esserti presa una cotta per uno che non meritava la tua attenzione.

Il tempo passa, i mesi passano e tu non ti fidi più dei ragazzi. Sei ancora attratta da lui, ma cerchi di non pensarci. Nessuno ti interessa e inizi a pensare solo alla scuola. Quando esci con qualcuno, il paragone è immediato e ti sembra assurdo perché in fondo vi siete visti una volta e non puoi averlo ancora in testa.

Era la prima cotta, e tu ci sei rimasta così attaccata come solo una ragazzetta può fare.

Anni dopo ti capita di ripensarci leggendo il diario, ti chiedi cosa avrà fatto della sua vita. La curiosità è naturale, ma non ci dai troppo peso. Sai che non lo rivedrai e vai avanti con la tua vita.

Ti ricapita di tornare in quella situazione in cui lo avevi visto la prima volta e ti viene da sorridere. Tua madre, che ti affianca, ti chiede come mai sorridi e te le racconti a grandi linee la situazione. Lei sorride dolce e ti dice che prima o poi verrà il momento in cui sarai felice e si allontana. Tu sorridi e ti senti ridicola, ma stai a guardare chi scende da quel pullman e ti domandi con chi passerai quelle vacanze.

Finché non vedi una ragazza che ti pare di conoscere e che ti saluta, tu ricambi ma non ricordi dove l’hai vista. Lei ti chiede come stai, come va, cosa fai nella vita e tu le rispondi raccontandole qualcosa su di te. Prima che tu riesca a chiederle cosa fa lei, ti dice che deve presentarti qualcuno, tu accetti senza problemi e aspetti che vada a cercare questa persona.

Intanto vieni richiamata da qualcuno alle tue spalle che ti vuole salutare e ti giri, con ancora il borsone in mano, per salutare tutti con la giusta attenzione. Poi ti senti toccare una spalla e senti la voce della ragazza che ti dice di girarti che ti deve presentare suo fratello. Pensi che ti fa piacere conoscere ragazzi nuovi e ti giri sorridente.

Davanti hai lui. Il lui di anni prima. Ti cade il borsone e vi guardate. Ti sorride ed è fottutamente bello e tu arrossisci.

No, la prima cotta non si scorda mai. Specialmente se quella cotta è diventata il tuo amore.

 

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SSSSalve gente! Finita la sessione di esami, torno carica! Sto continuando a scrivere la storia di Matilde, ma al momento ho questa breve cosa in testa e ve la propongo. Ci sarà anche il POV dagli occhi di lui *-*  lo pubblicherò tra qualche giorno (la settimana prossima)!

Se avete piacere fatemi sapere cosa ne pensate!

Dafne

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Capitolo 2
*** La prima cotta non si scorda mai – POV lui ***


La prima cotta non si scorda mai – POV lui

 

Lui non sa assolutamente perché abbia acconsentito a partecipare a quella vacanza. Sarà il più giovane e sa già che non si divertirà, e gli toccherà ascoltare sua sorella che parla del suo fidanzato. Sa già che si annoierà, ma è un bravo ragazzo, gli dispiace disdire, così, rassegnato, sale sul pullman. Il viaggio è tranquillo, la musica gli fa compagnia e passa il tempo a pensare a cosa faranno i suoi amici senza di lui in quella settimana.

La meta viene raggiunta quasi senza che lui se ne accorga e scende dal pullman per aiutare gli altri con le valigie. E la vede. È una ragazza come un’altra. Ma, pensa, almeno non sarà l’unico giovane presente. Si ripromette di conoscerla più tardi.

Va in camera sua a disfare i bagagli e si prepara per la cena. È pronto per scendere e per conoscerla. Tanto vale farsela presentare. Scopre che lei ha 13 anni. Troppo pochi. Sarà un’ingenua ragazzetta, pensa.

Ma si ritrovano a parlare. Lei è più matura di quello che lui credeva. Parlare con lei gli viene naturale. Ma lei ha solo 13 anni. È troppo piccola.

Lei gli chiede il numero, senza pensarci lui glielo da. Non sa se si sentiranno mai. Ma non poteva dirle di no, lei avrebbe smesso di sorridere.

Torna a casa soddisfatto per la vacanza, ma già la ragazzetta gli manca. Decide di sentirla, immaginandosi come lei reagirà. E lei gli risponde. E sembra entusiasta.

Si sentono, si scrivono, si parlano, quasi si confidano. Nella mente di lui permane il problema dell’età. E ogni tanto smette di risponderle per questo motivo. Ma poi non resiste e le scrive. Non si confida nemmeno coi suoi amici. Sa che lo criticherebbero se sapessero quanti anni ha la ragazza con cui si sente.

Un giorno parlando con loro, mentre è sovrappensiero, lo dice. Dice che lei ha 13 anni. I suoi amici lo guardano sbigottiti. Non fanno battute sul fatto che lei sia praticamente una bambina, sanno che se lui la sente è proprio perché non è infantile. Ma lo mettono in guardia, lei è comunque piccola.

Si fa coraggio e, da ragazzo responsabile, non le risponde più. Cancella il suo numero, tanto non lo sa a memoria e non saprebbe a chi chiederlo. Si immagina la reazione di lei e si sente in colpa.

Alcune volte si tormenta per essere sparito così. E vorrebbe tornare indietro. Specialmente quando è il compleanno di lei. Nemmeno sua sorella sa come contattarla. Si sente una merda per essere sparito senza mezza parola.

Ma i mesi passano e il senso di colpa diminuisce. Fa le sue esperienze di vita. Quasi mai, negli anni, le viene in mente quella ragazza. Era ancora una bambina, si dice. E si chiede come sarà cresciuta, come sarà diventata dopo quegli anni passati. Ma è un pensiero come un altro.

Un giorno sua sorella gli chiede se vuole unirsi a loro per una vacanza in un posto in cui erano già stati. Lui dapprima rifiuta. Poi, curioso, pensando per caso alla ragazza di quel viaggio di anni prima, chiede alla sorella chi siano i partecipanti. Lei non glieli sa dire tutti, ma risponde che si informerà. Intanto lui accetta per sé stesso, una vacanza è proprio quello che gli serve.

In pullman, non vedendo la ragazza ed essendo un pensiero fisso in quel viaggio, richiede alla sorella se ci sono dei partecipanti che non sono presenti al momento. La sorella gliene elenca qualcuno, tra cui lui scorge anche il nome della ragazza. Senza farla insospettire, le chiede se ci sono giovani, e di nuovo lei gli fa il nome della ragazza. Lei, senza che lui glielo chieda, gli dice anche di conoscerla e che anche lui l’aveva conosciuta, ma che probabilmente non se la ricorda. Lui sta al gioco. Non può confessarle di averla sentita per un periodo. La sorella gli dice che gliela presenterà, lui accetta.

Adesso è entusiasta di aver accettato di partecipare. Non vede l’ora di rincontrarla, e si chiede se lei si ricordi di lui. Improbabile.

Dal finestrino la vede. È diventata bellissima. A 13 anni era ancora una ragazzetta, normale, come tante altre. Adesso è cresciuta, ed è bella. Sembra sicura di sé, parla con tutti, sorride, ha uno charme che invoglia le persone intorno a lei a starla ad ascoltare. Tutto questo lo pensa guardandola dal finestrino del pullman. Ora è quasi imbarazzato nel conoscerla, non vuole che lei ripensi al modo in cui lui è sparito. Non vuole precludersi una possibilità.

Sua sorella lo chiama e gli dice di seguirla perché gli deve presentare una persona. Lui vuole vedere come lei reagirà. Se lo riconoscerà, se lo snobberà, se lo ignorerà. Ognuna di queste possibilità lo tormenta. Ma nella vita bisogna buttarsi. Così segue la sorella.

Scende dal pullman e sente che sua sorella lo presenta. Si stampa in faccia il miglior sorriso del suo repertorio e aspetta di vedere la reazione di lei. Lei lo vede, le cade il borsone. Si guardano e lei arrossisce.

No, non era una ragazzetta qualsiasi. Era la sua donna ancora ragazzetta, ma è la donna che porterà all’altare.

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Ed ecco il secondo capitolo di questa brevissima cosa. Narra le stesse situazioni con gli occhi di lui. I parallelismi nello stile e nella narrazione sono voluti, proprio per legare ancora di più i due pov.

Se avete piacere, fatemi sapere cosa ne pensate!

Alla prossima!

Dafne

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Capitolo 3
*** Insieme ***


Insieme

 

Non è il caso di raccontare l’evolversi della loro storia, d’altra parte la storia è la loro.

Ma è giusto che sappiate che litigano (poco), fanno pace (tanto), lui la prende in giro, lei gli fa le linguacce da ragazza matura, si amano e sorridono insieme.

Sanno che si sposeranno perché lo hanno già deciso, ma lei non sa che lui le regalerà un cucciolo di cane come regalo di nozze e sorride immaginando la faccia stupita di lei. E quando lei lo becca a sorridere, svia il discorso ponendo l’attenzione sull’eleganza con cui porta quelle scarpe tacco 12. Lei si lascia sviare, ma sospetta che lui abbia qualcosa in mente. E a volte ha paura. Quasi sempre ha paura. Sembra una favola e ha paura che finisca male con tanto di strega cattiva/ruba fidanzati. Ma non glielo dice. Sembrerebbe paranoica. Lei non si vede così bella come lui la vede e lui la vede così bella che ha paura che lei voglia uno più bello. Se lo dicono e si sentono ridicoli per questi pensieri, ma nella mente permangono.

Dall’esterno si vede che sono uniti, si conoscono, si capiscono. Lui ha sempre caldo e lei è un ghiacciolo anche stando solo davanti a un ventilatore. A lui piace la parte centrale dei dolci, quella morbida, mentre lei adora le croste. Lui ama guidare, le preferisce stare a smanecchiare con la radio. Lei parla parla parla e lui ama ascoltarla nei suoi deliri.

Ci sono tante piccole cose come queste che si notano dall’esterno. Ma è una storia d’amore come un’altra. Ne potete leggere tante in giro, ma la cosa più importante è viverle.

 

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Sono qui a concludere velocemente questa storiella sulla prima cotta, mi dispiaceva lasciarla così inconclusa.

Se avete voglia, ditemi che ne pensate!

Alla prossima!

Dafne

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