Diario di Viaggio
La madre di Diama postò passo passo le varie tappe del viaggio: Pavia, Novara, Milano, Como e via tornando indietro...... una volta arrivati a Novara Lucia postò nel diario un dipinto di loro cinque. Commentando l'immagine, Fernando disse:
“guardate bel fio quello davanti vestito d'azzurro..!!” (infatti era vestito tutto d'azzurro eccetto il mantello e gli stivali, che erano bianchi, e il fodero della spada e un cappello marroni). Diama non perse tempo a replicare (una volta saputo del Diario di Viaggio):
“Fernando quel cappello è orribile!!!
ti avevo detto di mettere l'elmo.... mannaggia 'sti ragazzi non ascoltano mai una donna (che sarei io) dal gusto raffinato.
Resoconto mio del viaggio: Pavia desolatissima, divisa da fazioni, mi fa una tristezza..... vado a pescare sul lago e mi ritrovo son uno stivale vecchio e rotto. Se pesco un altro giorno mi sono rimediata un paio di stivali! E invece ripartiamo.....
Novara! Ancora più deserta di pavia, ma più spensierata. Conosco un mucchio di gente, tra cui un certo Arcontes che è tutto matto ma mi fa ridere! il suo passatempo preferito è fare una grigliata negl'inferi o fare le acrobazie sulla trave.... gli hobby sono hobby.
vado nel frutteto di novara e mi ritrovo con due fichi secchi. Almeno ho la pappa!!!!
e domani....... domani........ A MILANO!!!!!”
3 Marzo
“Ed eccomi qui, dopo aver pescato uno scarpone nel lago di Pavia e colto 2 fichi secchi nel frutteto di Novara, a prepararmi per il lungo viaggio fino a milano.
Per tanti giorni MamyFairy è stata triste e non si è fatta vedere molto, ma stasera l'ho vista ed era già più allegra.
E mentre indago su dove mi è sparita la firma, chiacchero fino a notte fonda con Alyon, che ho scoperto che s'intende persino di opera lirica! Chapeau!!
Una volta anche con Fernando, che qui saluto! Grazie bodyguard!
Ah, mamma, vedi che sono stata brava Podo mi aveva chiesto di restare con lui a Pavia ma io sono stata ubbidiente e ti ho seguito.... merito un premio?”
La vicenda di Podo era stata questa: lui ogni tanto si “addormentava” in taverna e Diama per verificare se dormiva davvero mostrava la gambetta. Il ragazzo faceva sempre la faccia stralunata, al che Diama esultava: “lo sapevo che fingevi di dormire!!!”
Ecco perché mamyFairy le rispose severissima:
“Brava che me l'hai fatto ricordare, Podo mi ha raccontato certe cose!! A casa Facciamo i conti!”
Diama, per tutta risposta:
“ma cos'ho fatto????
io sono un angioletto ^_^”
5 Marzo
Nel viaggio per andare a Como Diamante era troppo euforica per dormire: saltellava quà e là davanti a sua madre. All'improvviso Fairy la rimproverò in modo molto brusco, e allora Diamante si rintanò sul carro mogia mogia. Ma dormire era comunque impossibile: Alyon e Fernando dormivano (tsè, la guardia del corpo che dorme) della grossa e russavano talmente forte che nemmeno i lupi amici di Diama avevano il coraggio di avvicinarsi.
partì allora lo scherzo:
Si avvicinò furtiva ad Alyon, che russava a bocca spalancata facendo un rumore assordante....
Diamante avvicinò un pezzetto di legno, da cui scese silenzioso un ragno nero nero: si calava da un filo di ragnatela e Alyon inspirando lo avvicinava sempre di più all'ugola....
ma poi espirava, e il ragno veniva sollevato in avanti tra i ridolini soffocati di Diamante.
All'improvviso il carretto prese un sasso!
Il ragno cadde dal pezzo di legno.... dritto nelle fauci di Alyon!!
Oh no porca miseria bisbigliò Diama, al che sua madre si girò a controllare:"tutto bene cara?"
Alyon ingoiò nel sonno e si girò dall'altra parte
"benissimo mammina"
Diamante a Como rimaneva estasiata dalla vista romantica mozzafiato.... il lago... le montagne.... tutto bello davvero.
Inviò anche un messaggio a sua madre avvisandola che la legna che costava un poco inferiore a quella che vendeva lei era la sua, infatti le era rimasto solo un carico di legna e voleva liberarsene, senza fare come a Novara....
Ma dico la mamma non vede che la legna che metto sul mercato io è veramente poca??? Credo che il gioco del ribasso di Novara fosse da imputare proprio a questo: io mettevo la legna un poco inferiore al prezzo suo per avere la speranza di venderla, lei vedeva il mio prezzo e abbassava, allora io, squattrinata e bisognosa dei soldi della legna, abbassavo, poi lei abbassava di nuovo......
ma chi credi che possa avere della legna da vendere????? NOI!!!!
dai su mammina che finalmente l'ultimo pezzo di legna mio è stato venduto, a Novara (dove sono senza legna) riuscirai a vendere parte di quella che ti è rimasta.
Tornando a Como....
La sera, sdraiata sul carro, Diamante guardava la brillantezza delle stelle e i giochi di luce della luna....
e sospirava presa dai pensieri che affollavano la sua mente.
Quel viaggio era stato bellissimo.
Aveva avuto l'opportunità di conoscere sua nonna, Susanna, scoprendo di somigliarle come una goccia d'acqua. Ma non aveva conosciuto solo sua nonna: anche tanta, tanta gente, tanti amici, e diversi corteggiatori.
Da ragazza 15enne qual'era, tutte quelle attenzioni la lusingavano, la riempivano di adrenalina, ma la confondevano anche. Eppoi pensò a sua madre, e le sfuggì un sorriso.
Decisamente non le aveva dato modo di annoiarsi...
lei tornò a sospirare. Quanto può confondere un abbraccio!
La madre rispose: “Non c'è solo Alessandria come città di foresta!!! E non siamo gli unici mercanti noi!!! Ma mandare un messaggio prima no???”
A como Diamante ebbe modo di conoscere una persona molto carismatica, uno svizzero che era in città per stare accanto all'amica, una cugina di Fernando. “Amica”... Diamante faceva il tifo per lui, si vedeva lontano un miglio che tra loro due c'era feeling. Si erano conosciuti perché lui aveva partecipato alle guerre di indipendenza dall'Impero da parte della Svizzera, e lei quale giornalista l'aveva intervistato. Diama restò incantata a sentirlo parlare delle sue avventure vissute per donare la libertà alla sua terra.
Fece però anche un incontro poco felice. Un tizio entrato in taverna le mise da subito gli occhi addosso, e fin qui un po' tutti lo avevano fatto. Ma iniziò ad “asciugarla” perché lei si mettesse con lui. Diamante non voleva essere scortese, ma il tizio si faceva davvero insistente e cominciò a dire che si sarebbe aggregato al gruppo di Diamante così non si sarebbero lasciati più. Inutile descrivere l'espressione che fece Diama in quel momento.
Alyon, che qualche sera prima si era lasciato andare a un abbraccio che tanto le aveva fatto sperare, era presente alla scena ma non mosse un dito. Diama allora gli chiese aiuto sussurrando. Allora anche il tizio inopportuno si mise a sussurrarle e lei imbarazzatissima non sapeva proprio cosa fare.
Quando Fenomeno uscì dalla taverna, rimase il risentimento di Diama verso Alyon: possibile che non aveva mosso un dito in sua difesa??
Inviperita gli chiese il motivo di tale mancanza, al che lui rispose:
“Sembrava ti piacesse”.
Lo sgomento di Diamante era alle stelle. Che cosa poteva far pensare che avesse gradito una persona così inopportuna? Forse che si erano sussurrati? Ma che significava dopotutto, lei non aveva dato corda in nessun modo a quel tizio e come osava Alyon insinuare il contrario? Indispettita gli disse che gliel'avrebbe fatta pagare con uno scherzo dei suoi, e lui ribatté che se ne sarebbe andato a dormire al centro del lago su una barca tutto solo. “Vedrai se non ti raggiungerò pure lì!”, disse lei.
8 Marzo
Alyon aveva noleggiato una barca, e solitario remò fino al centro del lago. Buttò l'ancora, si infilò sotto la spessa coperta, e mentre fissava le stelle pensava:"qua Diamante non riuscirà a raggiungermi tanto facilmente"
stava per addormentarsi col sorriso sulle labbra quando cominciò a sudare freddo. Con un gesto convulso portò le mani alla pancia. "OH NO!"
Diamante si sentiva un pochino cattivella per aver riempito di gutalax il Como Lake, il drink preparato da Andrea, che stava bevendo Alyon. MA non si lascia un'amica in difficoltà senza fare nulla. Gli amici si difendono, già! pensò lei con amarezza.
Ora si ritrovava con un presunto fidanzato-cozza che non la mollava un attimo. Mentre faceva i bagagli per la partenza, le stava tra i piedi e continuava a ripeterle: mi regali emozioni come nessun altra" "sono sicurissimo che sei la donna giusta per me" "mi prenderò cura di te"
Ma quando mai Diamante aveva chiesto qualcuno che la curasse???
mica era malata!!!
"Devo trovare un modo per liberarmi di lui senza umiliarlo troppo" pensò tra sé e sé.
Nel leggere qualcuno commentò: “Oddio Diama, un po' da curare lo sei!”
Commentò pure Paz: “Non è che quando giocavi al ribasso con la legna eri in questo stato?” E di seguito aveva postato un bello screen della prima sbornia di Diamante.
Sua madre, commentando lo scherzo ad Alyon, disse:
Non sapeva cosa fare con quella ragazza!! Era davvero iperattiva!
Poi ritornando dal lago vide una foto per terra.... la prese e..... per poco non svenne..... c'era sua figlia completamente ubriacaaaaaa!!
"Qui urge una punizione esemplare!!!!"
Restava comunque il problema Fenomeno.
Si scervellò per trovare una soluzione senza essere sgarbata, Ma alla fine le venne un'idea. Uscì dalla taverna, si travestì da uomo e rientrando vide che già il “fenomeno” chiedeva a mamyFairy se per caso la figlia era “caduta” o meno. Rientrando, La ragazza camuffata da uomo mascellone esclamò:
“Sono spiacente, ma credo di essere troppo maschiaccio per voi!”
Fu quando il Fenomeno rispose:
“Ma no cosa dite, mi piacete anche così!”
Che Diama iniziò a sudare freddo.
Solo dopo dieci minuti di conversazione si svelò l'arcano: Fenomeno non si era nemmeno accorto di star parlando con un uomo, ma alla fine realizzò e chiese:
“Ma siete sempre stato uomo? Com'è che vi ricordavo femmina?”
Archiviato il caso Fenomeno, restava in sospeso la rabbia con Alyon. Gli disse di essere arrabbiata con lui, lui parve non battere ciglio ma alla fine quando erano rimasti in taverna solo Fern, Alyon e Diama disse di non essere ancora andato a dormire perché voleva risolvere. Fernando quindi si mise in un angolo fingendosi addormentato, ma sotto sotto seguiva la scena con grande interesse.
Diama disse ad Alyon quanto si era sentita abbandonata quando, dietro una richiesta esplicita di aiuto, lui si era rifiutato di fare qualsiasi cosa per venire in suo soccorso.
“Ma cosa avrei potuto fare?”, si difese lui.
“Io mi sarei finto il suo ragazzo”, rispose Fern. Era proprio quello a cui avevo pensato, pensò Diama.
“Esatto, avresti potuto fare così. Insomma era il minimo che potevi fare, in nome della nostra amicizia!”
E qui Alyon si fece serio.
“è ovvio che l'amicizia c'è e non cambierà, perché a parte le persone che si ruolano qui si va oltre e ci si affeziona al player che c'è dietro. La mia amicizia non cambierà mai per te, sarà che sono affezionato alla tua bocca semiaperta, ai tuoi occhi sognanti, ma non dubitare mai della mia amicizia”
e detto questo, senza dare il tempo di salutare, se ne andò.
….
Diamante era rimasta senza parole. Colpita e affondata. Piacevolmente senza parole, oserei dire. Ma non voleva rischiare di prendere un granchio. Si rivolse quindi all'amico che sì, appena lo aveva conosciuto aveva avuto la sensazione di piacergli, ma che poi non aveva più fatto la minima avance per tutto il viaggio, quindi pensò che si era sbagliata nei suoi confronti o che fern avesse cambiato idea nei suoi.
“Che ne pensi?”
“E' innamorato”, rispose Fern, gettando Diama in paradiso.
“Lo credi davvero?”
“E' da prima che partissimo che lo è!”
“Come fai a dirlo?”
“Beh, appena ci siamo conosciuti ho flirtato a mala pena con te e lui è stato subito geloso. E' ovvio che gli piaci.”
“Cosa dovrei fare secondo te?”
“Non mi sembra il tipo da farsi avanti, per cui se vuoi dovrai farlo tu”
“Ok, domani mi dichiarerò... ti farò sapere com'è andata!”
“Va bene”
“Buonanotte... e grazie.”
Il giorno dopo Diama chiamò Alyon in una taverna vuota, e gli chiese di baciarla.
Lui dapprima restò in silenzio, poi la baciò a bruciapelo e disse:
“Non ho sentito niente”
Diama, che già si stava andando a un abbraccio, restò interdetta. “Ma come, non hai sentito niente?” e tra sé e sé pensava: che è, una femminuccia?
“Eh, è che... credo... di preferire la tua amica”
Il mondo le cadde addosso.
“Ma come 'credi'? La preferisci oppure no?”
“non lo so....”
dopo una conversazione così deludente, tornarono nella taverna con tutti gli altri. Lei però era diventata stranamente silenziosa, e stava ben attenta a non parlare ad Alyon- l'umiliazione era stata troppa- aveva dato il primo bacio a uno che “credeva” di preferire la sua amica Lucia. Che senso aveva allora la mezza dichiarazione fatta il giorno prima?
Milano, 9 Marzo 1459
Diamante era ancora ferita per il trattamento ricevuto, cercava comunque di far presente ad Alyon che sì faceva la bimba pestifera, ma questo non significava che fosse anagraficamente piccola d'età anche la player. Insomma, bruciava forte.
Entrò Fern. Lei gli sussurrò subito l'esito disastroso della dichiarazione, e lui per tutta risposta... la fece ridere. La fece ridere davvero, di cuore. A fine serata lui gli chiese se, visto che con Alyon non era andata, poteva corteggiarla.
Lei, ancora confusa, disse “Credo di sì”.
Diamante non vedeva l'ora di tornare ad Alessandria. Le era piaciuto viaggiare, ma da quando erano arrivati a Como per lei il viaggio diventava sempre più sgradevole.... all'inizio incontrando un certo Eburneo e Pierluigi, poi con il presunto fidanzato.... e altro ancora.
Ora Diama non vedeva l'ora di rivedere la sua gente, la sua casa, per smaltire tutta la tristezza di quei giorni.
Mentre piangeva silenziosamente nel carro che si dirigeva a Pavia, Diama avvertì dei fruscii nella foresta a lato della strada: i suoi amici lupi!
improvvisamente la ragazza sentì il cuore batterle forte, e il richiamo della foresta a lungo sopito cominciò a urlarle in petto. Lei era cresciuta praticamente in solitudine, sola con la madre e i lupi, e non era abituata a gestire lo stress che deriva dalla vita sociale. L'istinto le gridava forte discendere dal carro e correre verso i lupi che la chiamavano, ma cedere a quall'istinto significava recare un dispiacere alla sua adorata mammina....che in quei giorni stava ritrovando il sorriso..
Pavia, 10 Marzo 1459
Diamante aveva vagato tutto il giorno come un'ameba. Quel “Non ho sentito niente” le aveva annientato l'autostima. “Caspita, faccio questo effetto?” si chiedeva.
Reincontrò Podo. “Podo non è che mi baceresti?”
“Ma siamo cugini. Non si può! Eppoi ora mi sono fidanzato”
“Ah, siamo cugini??”
“Ecco io lo sapevo, tutte le mie parenti si innamorano di me”, sospirò lui
“Beh a dire il vero non è che sono innamorata... volevo solo un bacio per capire se bacio da schifo o meno”
Ma ormai Podo era partito per la tangente e dissertava su quante cugine aveva fatto cadere ai suoi piedi.
“Massì lasciamoglielo credere”, si disse lei.
A sera conobbe però un giovanotto interessante: Alistair. Affezionato alle sue pecore, siciliano nel sangue, e strasimpaticissimo. Quando Venne anche Fern in taverna, la conversazione virò sul (molto poco gdr) programmare videogiochi, cosa che persino Diamante aveva fatto anche se con un linguaggio dell'anteguerra, Diama parlò anche del suo racconto che stava scrivendo da anni, e col suo entusiasmo non solo si autoconvinse che avrebbe dovuto continuarlo, ma spinse anche Fern a dire che avrebbe rispolverato i suoi libri di programmazione.
Poi Alistair andò a dormire e restarono in taverna solo Fern e Diama. Lei non perse tempo, lo guardò e gli disse:
“Mi daresti un bacio?”
…
passò un attimo di silenzio. Sufficiente a farla sentire molto stupida.
Aveva già detto, pentita:”Se non vuoi fa niente..”
Che lui l'aveva presa tra le braccia. Le si avvicinò lentamente e le diede un lungo bacio.
Wow- pensò- è esattamente come mi ero immaginata il bacio con Alyon. Peccato che non viene da lui.
“scusami”, disse poi fern “è che non credevo alle mie orecchie quando me l'hai chiesto, per questo ci ho messo un po'”
Passarono la serata a scambiarsi tenerezze, peccato che ogni volta Diamante doveva concentrarsi a scrivere “Fernando” invece di “Alyon”. E mentre Fernando diceva “Ma lo sai che mi fai impazzire davvero?” lei pensava che in fondo era tutto uno sbaglio.
Diama salì sul carro in attesa della partenza.... coi capelli arruffati ;p
A Pavia quel giorno non si respirava per niente una bella aria, ma era comunque contenta di aver conosciuto suo nonno, la gnocca pazza di pavia e la sua compare, e Alistar_ll,un giovanotto simpaticissimo col quale aveva chiaccherato tutto il pomeriggio.
Aveva avuto modo anche di salutare il cugino Podo, che le aveva presentato la nuova fidanzata.
Tutto sommato le dispiaceva terminare il viaggio. Aveva provato emozioni molto intense, sia positive che negative; conosciuto tantissimi amici e qualcuno che avrebbe preferito non incontrare, ma si sa, i viaggi sono anche questo! La sua mente brulicava ancora di tantissimi pensieri quando, lentamente, dolcemente, si addormentò.
Arrivati ad Alessandria, Diama ricevette la lettera di Alistair. Diceva di prendersi cura di Fernando. Lei tranquilla rispose che Fernando sapeva benissimo badare a sé stesso. Solo molti mesi dopo seppe che Alistair la stessa lettera l'aveva mandata anche a Fernando dicendogli di prendersi cura di lei. Ma se Fernando rispose, e cosa, questo non lo seppe mai.
Quella sera Quando Fernando entrò e iniziò a raccontare di alcune sue vicende rl, Diama sapeva bene che fare. Già solo quei discorsi le parevano talmente infantili... Durante il viaggio a Como aveva avuto modo di vedere dal suo profilo la sua età reale: 21 anni. Lei nella realtà ne aveva 26. Quella differenza le pareva già le pareva un abisso, senza contare che non trovava corretto stare con uno e pensare a un altro.
“Ti devo parlare”, gli disse.
Lui sembrò presagire, perché si fece serio.
“Io non posso stare con te e pensare a un altro, non sarebbe corretto nei tuoi confronti”, fu il succo del discorso.
“Lo immaginavo”, disse lui chiuso in un orgoglioso silenzio, mentre pensava di preparare un cappio per Alyon.
Diama lesse quel pensiero nei suoi occhi e si preoccupò:
“Non gli farai del male... vero?”
“Tranquilla, me ne vado, parto oggi stesso per Milano. Basta che non mi capiti davanti!”
“Parti? E con chi?”
“Da solo”
“Da solo?”, le tornarono in mente i discorsi sui briganti. “Ma non sarà pericoloso?”
“Non mi importa. E poi so badare a me stesso, una volta ho fatto fuori due briganti mentre viaggiavo da solo.”
“mi dispiace, ma non riesco a smettere di pensare a lui anche se non mi vuole”
“oh, ti vorrà! Eccome se ti vorrà!”
E detto questo lasciò la taverna.
Il senso di colpa di Diama (che vabbé soffre di sensi di colpa cronici) la spinse a scrivere una lettera qualche giorno dopo. Diretta a Fern.
“Spero che tu riesca a trovare quello che stai cercando”
Fern inaspettatamente le rispose una lettera abbastanza lunghetta, ma il cui senso era:
“Grazie, ma a dire il vero non so nemmeno io cosa sto cercando. Per ora sono a Milano e ho reincontrato alcune mie vecchie conoscenze.”
Nel frattempo Diama si vide ricoperta della carica di Tutor, ovvero era incaricata di accogliere i nuovi e aiutarli a muovere i primi passi in città, come aveva fatto sua madre con lei; fu reclutata nella difesa cittadina volontaria e inoltre venne nominata da Pikkiatella Custode del Camposanto.
Diamante si sentiva tutta emozionata e importante per il compito affidatole dalla sorella.............. ...... ..... è vero, l'aveva beccata mentre cercava la palla che era finita nel camposanto, ma forse non se n'era accorta.
Ora tutta impettita incedeva con passo solenne, reggendo un cero acceso che prima o poi avrebbe capito dove doveva mettere.
Intanto pensava a tutti quei nomi, a quelle vite, a chi ancora li piangeva....
Quello era il cimitero delle persone importanti di Alessandria, e Diama non poté fare a meno di chiedersi se pure lei avrebbe lasciato il segno...... oppure no....
....era talmente concentrata che non si era accorta di aver urtato col piede un cero acceso a una tomba vicino al passaggio. Il cero si rovesciò, e il fuoco attizzò un cespuglio piantato a fianco della tomba.
Diama era così concentrata sui suoi pensieri profondi che se ne accorse solo quando una poderosa fiammata s'impossessò dell'arbusto.
Lei strabuzzò gli occhi, e lentamente si girò....
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARRRRRRRRRGHHHHHHH
AL FUOCO!
Pronta prese un innaffiatoio, lo riempì d'acqua e spense le fiamme che divoravano l'arbusto. Rimase un po' basita a guardare il cespuglio annerito che fumava, e riuscì solo a pensare:
"beh, se non altro questo segno resterà per un bel po'......"
Si iniziò a parlare di un nuovo viaggio per il municipio: questa volta nella repubblica genovese. “Ah ma allora si può andare anche lì! Che bello!” Pensò Diama. La prima cosa che le venne in mente fu di scrivere a Fern.
“So che molto probabilmente sei in collera con me e non ne vuoi sapere. Però stiamo organizzando un altro viaggio, se vuoi unirti a noi mi può fare solo piacere”.
Ancora una volta inaspettatamente, la risposta fu affermativa. Sarebbe tornato indetro da Milano e li avrebbe raggiunti prima che loro partissero.
Nel frattempo ad Alessandria l'atmosfera si era fatta un po' pesante per Diamante. Alyon non si capiva che voleva fare, dava proprio l'impressione dell'eterno indeciso o peggio, di quello che lanciava il sasso e nascondeva la mano. Diamante iniziava a non soffrire più un atteggiamento del genere ma inspiegabilmente trovava un muro di indifferenza da parte degli altri alessandrini, e una protezione nei confronti di Alyon, che la lasciavano disorientata; non capiva come mai lei non aveva il diritto di sentirsi presa in giro – e quindi di arrabbiarsi- dopo un trattamento del genere. Al contrario quando reagiva in questo modo erano gli alessandrini che se la prendevano con lei e si sentiva dire che esagerava... non riusciva a capire come mai. Anche se nel frattempo si era messa assieme a uno che però lasciò dopo due giorni: era un deficiente a suo dire. Un altro invece le vendette un'ascia sperando di guadagnarci qualcosa di più dei soldi, e si offrì pure lui di aggregarsi al gruppo del municipio. Ma di tutti questi solo uno colpì la sua attenzione: un certo Tommaso, tipo molto dolce e anche poetico in certi frangenti. Poi si scoprì che era fidanzato. Lui disse che era in crisi da tempo con la fidanzata perché lei si faceva vedere troppo poco, e che l'avrebbe lasciata presto. “Ahia”-pensò Diama- “Se questo flirta con me ora che è fidanzato con un'altra, non si farà problemi a farlo anche nel caso in cui la fidanzata sia io... se invece è vero che sono in crisi eccetera, che la lasci e dopo se ne può anche parlare.”
Fu così che lei si disse rammaricata di non averlo incontrato prima, che ora partiva per un viaggio e se al ritorno lui fosse stato single le sarebbe piaciuto conoscerlo meglio.
29 Marzo, nodo tra Alessandria e Genova
Era ancora notte quando Diama silenziosa si alzò ed andò ad accarezzare quelli che un tempo erano stati suoi compagni di branco. Akira e Keres, i due magnifici lupi, la seguivano sempre e vigilavano su di lei. Diama si accovacciò per terra, schiena contro il carro, i due lupi sdraiti ai suoi piedi, a rimirare le stelle.
Era assorta nei suoi pensieri, quando Akira ringhiò sommessamente. Diama si girò verso il carro, e individuò Luca. Accortosi che Diama si era alzata, aveva preso la sua fiaschetta e aveva pensato bene di raggiungerla.
"Buona Akira..." sussurrò la ragazza mentre Luca soppraggiungeva con un sorriso a 32 denti: "cicchetto???"
30 Marzo, Genova
Dopo i bagordi notturni, Diama si recò a pesca.... per coincidenza, lei e Luca si ritrovarono nello stesso fazzoletto di mare!!!
"Ma allora mi perseguiti!" scherzò lei.
Concluso ottimi affari al mercato, verso sera fece un salto in taverna, dove reincontrò Paola, che salutò calorosamente. Scoprì persino che Paola aveva fatto da madrina a Fernando!!!
Quant'è piccolo il mondo!
Due chiacchere e di filato a coricarsi sul carro di Fernando: era stata una giornata lunga e ricca di emozioni, e come chiuse le palpebre il mondo dei sogni si impossessò di lei.
Diamante era un po' triste di aver lasciato Savona, la città che non dorme mai dalle taverne sempre piene, dove era stata accolta benissimo. Inoltre, era stata la prima città dove nessuno ci aveva provato con lei, ed era decisamente un sollievo! Certo, i savonesi avevano tutti nomi strani! aveva incontrato anche una Savonese che parlava inglese, e Diama aveva potuto mettere alla prova le sue conoscenze ;p
ma chissà come sarebbe terminato quel viaggio un po' strampalato....
Una sera si ritrovarono tutti in taverna: Alyon, Lucia, Fernando e Diamante. Riflettendo su come, nonostante varie peripezie, erano ancora tutti uniti come nel primo viaggio, Diama fece una bella riflessione sull'amicizia e tutti promisero di restare uniti.
Quella sera Diamante aveva la sensazione di aver dato inizio a un qualcosa di importante... i cinque amici unirono le mani in un patto, ma lei sentiva che era un qualcosa di più.... un'amicizia che resisteva agli urti più duri e li teneva ancora uniti..... con un brivido che le correva per la schiena, capì che tutto quello che stava succedendo quella sera significava qualcosa di più grande.....
Savona, 7 Aprile 1459
Diama a Savona si stava trovando bene... era pure riuscita a riappacificare due innamorati che per vecchi rancori non stavano più insieme.... love is in the air.....
in attesa di ricevere le partecipazioni di nozze Diama si ritrovò a dover fare i conti con i suoi sentimenti, con le sue situazioni irrisolte. Qualcosa scattò dentro di lei vedendo i due innamorati che nonostante gli sbagli e le incomprensioni ancora si volevano, e capì che aveva sofferto abbastanza. Capì che non doveva essere troppo buona e testarda allo stesso tempo rimanendo in un limbo indefinibile..... era giunta l'ora di reagire, diamine!
in fondo anche lei si meritava un po' di dolcezza, dopo tutta l'indifferenza che l'aveva tenuta in uno stato precario tra frustazione e sconforto per quasi due mesi. Finalmente era pronta a vivere esperienze nuove, esperienze finalmente positive!
"Tra dire e il fare c'è di mezzo il mare".... recita un proverbio. Ma Diamante stavolta avrebbe lottato per qualcosa per cui ne sarebbe valsa la pena. Con questa promessa nel cuore e un sorriso finalmente sereno sulle labbra si addormentò, stringendo a sè un fiore di campo....
In poche parole, vedendo come quei due si volevano ancora nonostante tutto, Diama se ne uscì con la frase “Alyon è un cretino” detto così, come sfogo, nella taverna piena. Fernando era appena entrato e fece in tempo a sentire:
“Questa sì che è una novità”, fu tutto quello che disse.
Savona, 9 Aprile 1459
Savona, la città che non dorme mai..... ricorderò sempre le nottate fino alle 2 del mattino sorseggiando doppie camomille!!!!
Qua mi sento a casa. Ho conosciuto davvero tanta gente che mi ha accolto come fossi una di loro..... se un giorno per qualche motivo vorrò lasciare Alessandria, ho già una seconda patria che mi aspetta....
l'altro ieri c'era un po' di tensione per via dell'eradicazione di un cittadino, e ilarità per il rifiuto del titolo nobiliare a un altro cittadino che ne aveva fatto richiesta.... un tizio poco serio che spesso diverte la città con le sue sparate.... e loro mi rendono partecipe di tutto come se fossi cittadina anche io, sento già di essere affezionata a molti di loro. Qua non è insolito avere le taverne piene anche nel pomeriggio o di notte tarda. In tanti hanno visto l'alba sorgere, alle 4 del mattino, chiaccherando amabilmente tutti insieme.
Io stessa ho partecipato a discussioni letterarie (chanson de geste, ciclo bretone, fino a parlare di ken follet) avvenute tra l'una e le 2 di notte. Da delirio ma bellissimo!
La segretaria del sindaco ha una taverna letteraria dove accoglie tutti pacatamente, con discussioni intelligenti e umorismo non scontato. Lei si definisce una sognatrice con un piede ben ancorato a terra. Mi mancherà il suo piacevole sarcasmo.
A dire il vero Diama fu lì per lì per trasferirsi, la trattenne unicamente il fatto che aveva il mandato del municipio da consegnare.
Alessandria, 16 Aprile 1459
Tornati ad Alessandria, le ragazze furono prese dall'organizzazione della festa di Primavera e Tommaso era ancora fidanzato.
Una sera, Alyon si mise tra Diama e Lucia, e per un istante esitò. Erano tutti presenti a guardare la strana scenetta. Fece per chiedere il permesso di accompagnare al ballo una delle due, quale ancora non era dato sapere, ma poi si fermò a mezz'aria. Diama intanto pensava: è un invito a un ballo, non una richiesta di matrimonio! Un po' di spina dorsale!
Come Alyon si ritrasse, troppo impacciato per dare voce ai suoi desideri, senza indugio si fece avanti Fern.
“Diama, posso avere l'onore di portarti al ballo?”
Diamante rimase sinceramente sorpresa dalla proposta. Non immaginava lontanamente che lui pensasse ancora a lei in quel modo.
“Sarebbe davvero un onore per me accompagnarti!”, rispose.
Subito dopo, alyon prese il coraggio a due mani e chiese la stessa cosa a Lucia. Quando Lucia, dopo aver accettato, lasciò la taverna, Diama gli chiese a bruciapelo se l'esitazione di prima era dovuta al dubbio su chi invitare o se era solo timidezza.
“Solo timidezza” disse lui.
“Ma mica le stai chiedendo di sposarti!”, replicò stizzita la ragazza. Non sopportava più la debolezza di quell'uomo.
Quando anche lui lasciò la taverna, lei e Fern restarono soli. Lei, con la solita schiettezza di sempre, gli disse:
“Ma tu... vorresti ancora stare con me?”
“Sì.”
“Non credevo di avere ancora possibilità con te, dopo come ti ho trattato l'ultima volta”
“tranquilla, in rl non ti avrei dato una seconda possibilità, dopo come mi hai usato”.
Quelle parole la ferirono.
“Non ti ho usato, e mi dispiace che tu lo pensi”
Lui parve intenerirsi a quelle parole.
“Beh, ora non importa”
“D'altra parte, per me sei piccolo, nemmeno io ti darei una possibilità in rl”, replicò.
“A me sono sempre piaciute le ragazze più grandi, ma non così tanto in effetti...” in quel momento lei seppe che lui aveva visto il suo di profilo.
“Ad ogni modo, io sono sposata in rl e non voglio che nessuno si metta tra me e mio marito”
“E chi si vuole mettere tra di voi”, quelle parole la rincuorarono.
“Allora siamo d'accordo, resta solo qui, siamo insieme solo per gioco.”
“sì, siamo d'accordo”
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