All That I Am.

di sbriashi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** New York ***
Capitolo 2: *** Let's forget the past ***
Capitolo 3: *** Hangin' out ***



Capitolo 1
*** New York ***


Ci sono momenti in cui la vita non va proprio come vorresti. Inizi a credere che tutti ce l'hanno con te, che non vali niente, che sei sbagliata. Ed è in momenti come quelli che invece dovresti prendere in mano la tua vita e viverla al meglio perché è breve e non meriti di sprecarla.
 
Mi chiamo Katelyn Cooper e quell'anno il mio ragazzo mi aveva tradita, la mia migliore amica si era trasferita in un altro stato ed ero rimasta completamente sola. La cosa positiva era che mia madre aveva trovato un lavoro importante a Chicago e la sua carriera stava rifiorendo. Da quando i miei genitori si erano separati stava andando tutto per il verso sbagliato, non mi sembrava neanche di vivere la mia vita.
Io, mio fratello minore Dylan e mia madre vivevamo nella nostra vecchia casa a Miami mentre mio padre si era trasferito a New York da un bel po' di anni. Quell'estate però, mia madre aveva spedito me e Dylan da nostro padre per due mesi e la cosa mi elettrizzava. Sappiamo tutti che New York è la città dei sogni ed io ero pronta a realizzare i miei.
 
Quando arrivammo a destinazione scesi di corsa dalla macchina e mi fermai a fissare il grande portone della casa di mio padre di fronte a me. Deglutii solo a pensare che quella sarebbe stata la mia casa. Solo da fuori era bellissima, non osavo immaginare come poteva essere all'interno!
Aiutai mia madre a scaricare le valigie e poi suonai il campanello. Era da tanti anni che non vedevo mio padre ma quando aprì la porta era come se il tempo non fosse mai passato. Io e Dylan ci fiondammo fra le sue braccia e lui rise, contento di vederci.
-Che belli i miei ragazzi! Com'è andato il viaggio? Siete stanchi?- ci chiese invitandoci ad entrare.
-No papà, io sono apposto!- esclamò mio fratello eccitato.
-A me riposare un po' non farebbe male- dissi invece io massaggiandomi le tempie per il mal di testa.
-Ok tesoro, vai al piano di sopra e troverai la tua stanza infondo al corridoio a destra-
Dopo che mio padre mi baciò sulla guancia salii le scale ed arrivai alla mia camera: era bellissima e aveva pure un letto a due piazze. Posai la valigia e poi mi buttai sul letto facendolo cigolare un po'. Ero in quel posto solo da cinque minuti e già lo amavo.
Dopo che ebbi fissato il soffitto per venti minuti, mi alzai e mi diressi verso la finestra.
Da lì potevo vedere il parco e se mi sporgevo un po' di più riuscivo a individuare qualche grattacielo di Manhattan. Domani avrei convinto mio padre a portarmi dall'altra parte del fiume.
Brooklyn è molto bella ma Manhattan è tutta un'altra cosa. Là c'è tutta la vera New York, quella che vediamo sempre nei film. C'è Times Square, Central Park, la Statua della Libertà e chissà quante altre cose, non potevo non andarci.
A distrarmi dai miei pensieri fu un ragazzo che stava passando in quel momento lungo la strada. Non lo vedevo bene ma era abbastanza alto ed aveva i capelli mori. Si sedette su una panchina e pochi secondi dopo lo raggiunse una ragazzina che si mise seduta accanto a lui. Molto probabilmente doveva essere sua sorella perché che si assomigliavano molto.
Appena vidi che il ragazzo spostò lo sguardo verso la mia finestra abbassai la testa per non farmi vedere e poi risi pensando che ero proprio una stupida.
All'improvviso bussarono alla porta, era mio padre.
-Ehi Katelyn, tutto apposto?- mi chiese scostando la porta.
-Sì, è tutto ok- sorrisi.
-Sono felice che tu e Dylan siete qui-
Gli sorrisi di nuovo e corsi ad abbracciarlo, in quei momenti aveva il potere di farmi davvero contenta.
-Anche io sono felice di essere qui-
-Ti va fare una passeggiata? Almeno ti ambienti un po'- mi chiese staccandosi dall'abbraccio.
-Volentieri- risposi per poi rimanere a guardarlo mentre se ne andava.
 
Avete presente quando hai quel presentimento che ti dice che le cose si sistemeranno presto e che andrà tutto per il meglio? Lo avevo io in quel momento mentre me ne stavo appoggiata ad una ringhiera a fissare il fiume Hudson.
Avrei voluto che Annie, la mia migliore amica, fosse stata lì con me in quel momento quasi perfetto. Con lei avevo condiviso tutta la mia infanzia e anche la mia adolescenza, mi aveva fatto malissimo vederla andare via contro la sua volontà.
-Papà ha detto che ci poterà sull'Empire State Building! Riesci a crederci?- ripeteva Dylan ormai da circa mezz'ora.
-Penso che lo abbiano capito tutti- gli dissi.
-Beh, non sei felice?- mi domandò.
-Certo che lo sono, non si vede?- sorrisi a trentadue denti.
Mio fratello rise e poi gli scompigliai i capelli.
-Smettila Katelyn!- urlava cercando di liberarsi di me mentre io stavo ridendo come una matta.
-Ma dov'è andato papà?- chiese Dylan. Mi guardai intorno e in effetti lo avevo perso di vista.
-Eccolo laggiù! Sta parlando con delle persone, andiamo- dissi io appena lo notai in lontananza.
Quando fui abbastanza vicina riconobbi che stava parlando proprio con il ragazzo che prima stavo osservando sotto casa e c'era anche la ragazzina.
-Ehi, ragazzi siete arrivati! Voglio presentarvi Logan e sua sorella Emily, sono i nostri vicini di casa-
Squadravo il ragazzo da capo e piedi mentre lui stava sorridendo verso di me e neanche me ne stavo accorgendo.
-Io sono Katelyn e lui è mio fratello Dylan, piacere!- dissi facendo cenno con la mano.
-Siete i figli di Robert?- ci chiese Emily. Noi annuimmo e vidi nostro padre sorridere.
Dopo un po' di tempo passato a parlare, nostro padre tornò in casa mentre io e Dylan rimanemmo con Logan e sua sorella.
-Allora, come mai qui? So che vieni dalla Florida- domandò il moro mentre ce ne stavamo seduti su una panchina, davanti a noi si estendevano i grattacieli della città.
-Passerò l'estate da mio padre. Mia madre ha trovato un lavoro importante e per qualche mese dovrà stare a Chicago-
-Quindi saremo vicini di casa per qualche mese, giusto?-
-Esatto mio caro- dissi ridacchiando un po'.
-E' la tua prima volta a New York?- mi chiese passandosi una mano fra i capelli.
Annuii e sembrò guardarmi divertito.
Mentre me ne stavo lì ad osservare il grattacieli sull'altra sponda del fiume mi colse un brivido che mi passò per tutta la schiena. Forse era stato provocato dal venticello delicato che mi stava accarezzando la pelle o dal fatto che la mia vita stava per ricevere una svolta.
Logan iniziò a citarmi alcune delle attrazioni principali della città che già sapevo per via di mio fratello ma non dissi nulla, lo ascoltai in silenzio. In qualche strano modo la sua voce mi rassicurava, il suono era dolce e mi piaceva.
Tirai fuori dalla borsa il mio Iphone per controllare l'ora, cinque secondi dopo il moro me lo aveva tolto dalle mani ed io lo guardai un po' confusa.
-Ti piacciono i Beatles?- domandò riferendosi alla cover del telefono cellulare.
-A chi non piacciono?-
-Mh, sembri una in gamba- disse per poi ridarmi l'Iphone.
-Forse perché lo sono- mi vantai scherzando, lui mi fece una linguaccia.
-Ma tu vuoi dirmi che sei stato sull'Empire State Building?!- esclamò mio fratello con un po' di ritardo.
-Proprio così- rispose Logan.
Dylan non riuscì a contenersi ma prima che potesse emettere suoni strani riuscii a tappargli la bocca.
-Logan, io qua mi sto annoiando!- esclamò Emily buttando le braccia al cielo.
Il ragazzo sbuffò e poi le scompigliò i capelli facendola ridere.
-Ok, adesso ce ne andiamo- si voltò verso di me. -Beh, è stato un piacere conoscerti Katelyn, ci vediamo in giro!- si alzò in piedi e mentre si allontanò mi fece un cenno con la mano sorridendomi, sorrisi a mia volta e lo osservai andarsene via.

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Capitolo 2
*** Let's forget the past ***


Ogni cosa nella vita è temporanea. 
Quindi se stai vivendo un momento felice, goditelo perché non durerà in eterno.
E se stai passando un momento difficile non devi preoccuparti, neanche quello durerà per sempre.


Quella mattina era troppo freddo per uscire, o meglio, io avevo troppo freddo per uscire. In realtà la temperatura non era poi così bassa ma io soffrivo il freddo più di qualsiasi altra persona sulla terra.
Osservavo le tendine bianche della mia finestra e pensavo alla mia vita di Miami, ai miei amici e al mio ex ragazzo. Lo so, era sbagliato perché non avrei dovuto pensare più a lui ma certe volte non potevo farne a meno. Ancora non mi spiegavo perché mi avesse mollata con un misero messaggino dopo quasi tre anni passati insieme. Non mi sembrava vero di vivere senza di lui, era come un mondo estraneo per me ma non potevo fare nulla per rimediare. Da una parte però avevo scoperto una parte di lui che non mi piaceva e forse tornare indietro non mi avrebbe resa felice come pensavo.
Tirai un sospiro e pensai che era l'ora di farla finita. Era l'ora di cambiare e dare una svolta a questa vita... Ma come? Da sola non ci sarei mai riuscita, ero capace solo a buttarmi ancora più a terra.
Ad interrompere i miei pensieri fu la vibrazione del mio telefono:
 
Annie: Ehi bellissima! Come stai?
 
Katelyn: Potrebbe andare meglio. Tu? Come ti trovi nella nuova città?
 
Annie: Malissimo, voglio tornare a Miami. Ma anche New York in questo momento non mi dispiacerebbe affatto!
 
Katelyn: Vorrei che tu fossi qui, mi manchi Annie...
 
Annie: Anche tu, Kate!
 
Katelyn: Che fai di bello?
 
Annie: Sono a fare shopping con mia madre. In questo negozio c'è un commesso troppo bello, dovresti vederlo! Conoscendoti saresti anche capace di provarci.
 
Katelyn: In effetti mi conosci bene! Io invece ieri ho conosciuto il mio vicino di casa e devo dire che non è niente male.
 
Annie: Brava la mia Kate, scordati di quell'idiota di John!
 
Katelyn: Ci sto provando e penso che ci riuscirò.
 
Annie: Ce la farai, credo in te.
 
Posai il telefono sul comodino accanto al letto e poi scesi al piano di sotto in cerca di qualcosa da mangiare.
-Buongiorno tesoro!- esclamò mio padre appena mi vide entrare in cucina.
Gli andai incontro e lo baciai sulla guancia, dopodiché presi il latte del frigo e lo versai un po' in una tazza.
-Dylan dov'è?- chiesi guardandomi intorno.
-E' uscito insieme a Logan ed Emily. Mi hanno chiesto anche di te ma stavi dormendo e ho preferito non svegliarti- rispose mio padre sorseggiando il suo tè.
-Tranquillo, hai fatto bene-
-Comunque sono nel parco qua di fronte se li cerchi- aggiunse.
Annuii e, una volta finito il mio latte, mi vestii ed uscii in cerca di mio fratello e i due vicini di casa.
Attraversai la strada e subito dall'altra parte c'era il cancello d'entrata del piccolo parco del nostro quartiere. Subito riconobbi mio fratello che si divertiva facendo l'altalena con Emily e Logan li guardava divertito seduto su una panchina di fronte a loro.
Quando mi vide si alzò in piedi e mi fece cenno con la mano di andare da lui e questo gesto mi provocò un sorriso.
Mi sedetti accanto a lui buttando lì un "Ehi, ciao!" ed anche lui sorrise.
-Finalmente sei arrivata!- esclamò Logan.
-Eh già, adesso sei al corrente del fatto che amo dormire fino a tardi- risi un po'.
-Tuo fratello non sta fermo un attimo, come fai a tenerlo d'occhio?- domandò prima di bere un po' d'acqua da una bottiglietta di plastica.
Mi limitai a ridere e mi accorsi più stavo con Logan più mi sentivo meglio, la sua presenza scacciava via i brutti pensieri.
-Oggi hai intenzione di andare a Manhattan?- mi chiese.
-Magari, mio padre lavora-
-Che ne dici se usciamo? Ti faccio vedere meglio Brooklyn- mi fece l'occhiolino e mi scappò una risatina. Per caso ci stava provando con me od era solo gentile? Dilemma esistenziale.
-Ci sto. A che ore passi a prendermi?-
-Alle quattro, non fare tardi perché non ti aspetto- disse scherzando.
Gli tirai un colpetto in testa e lui posò il suo braccio sulle mie spalle facendomi arrossire e provocandomi le farfalle nello stomaco.
 
Le quattro arrivarono alla svelta e come mi aveva raccomandato Logan, non lo feci aspettare. Indossavo una maglia a manica corta nera un po' larga e degli short di jeans con delle converse. No, non ero molto elegante ma preferivo stare comoda.
Camminammo per tanto tempo che ad un certo punto iniziarono anche a farmi male i piedi, costeggiammo tutta la riva del fiume Hudson e qualche volta ci soffermavano sulla ringhiera per guardare il panorama di fronte a noi.
Era proprio come me l'ero sempre immaginata, con le classiche casette americane con le scale antincendio che spuntano dalle finestre ovunque.
Percorrere quelle strade mi faceva sentire una persona diversa, non saprei spiegarlo, sapevo solo che in quel momento stavo bene.
Parlammo di tantissime cose quel pomeriggio. Scoprii che la sua famiglia era originaria di Dallas, in Texas e tutti i suoi parenti abitavano ancora là. Lui invece viveva a Brooklyn con sua sorella e i suoi genitori, facevano una bella vita.
Io gli raccontai della mia vita frenetica a Miami, della mia voglia di scappare via da lì e della mia delusione d'amore con John. In realtà non ricordo perché finimmo a parlare del mio ex ragazzo ma non ha importanza, fatto sta che più mi sfogavo con lui più sentivo che il dolore stava svanendo. Un ottimo segno direi.
-Stasera vado a trovare i miei amici di Manhattan, ti va di unirti al nostro gruppo?-
Esitai un attimo e Logan se ne accorse.
-Vedrai che ti troverai bene- aggiunse per cercare di convincermi.
-Va bene Henderson, mi fido di te- risposi infine.
-Brava Cooper, fai bene a fidarti di me-



Prima di tutto vorrei ringraziarvi per aver sprecato un po' di tempo per leggere la mia Fan Fiction.
Ci pensavo da tanto e finalmente ho deciso di pubblicarla :)
So che vi avrò stancato con le mie storie su Logan ma in questa saranno presenti tutti e quattro i Big Time Rush.
Vi avverto che dal prossimo capitolo ci sarà una sorpresa ;)
Beh, se recensite mi fareste davvero felice, amo le recensioni! (ma dai!)
Un grazie ancora per chi ha letto!
Ciao,
Mary :)

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Capitolo 3
*** Hangin' out ***


Per convincere mio padre a lasciarmi passare la sera a Manhattan ci volle un po' ma alla fine fu proprio Logan a togliergli i dubbi. Si fidava ciecamente di quel ragazzo ed era quello che stavo facendo io, sperando di fare la cosa giusta.
I miei genitori divorziarono pochi anni dopo la nascita di Dylan, mio padre si trasferì quasi subito a New York e quindi non mi ebbe mai l'occasione di conoscere nessuno dei ragazzi che frequentavo. Non che sia uscita con molti, prima di John non avevo avuto storie serie ma solo due relazioni di poche settimane.
Non so perché ma i pensieri sul mio ex tornarono a tormentarmi facendomi pensare a cosa potesse star facendo lui in quel momento ma per fortuna li cacciai all'istante appena salii sul vagone della metro con Logan.
Ci sedemmo uno di fronte all'altra ma nessuno dei due osò rivolgersi uno sguardo. Automaticamente presi l'Ipod dalla mia borsa e mi immersi nella musica visto che saremmo dovuti rimanere lì per almeno un quarto d'ora. La prima canzone che partì fu Hey Jude dei Beatles, era una delle poche canzoni che riusciva sempre a rilassarmi.
Di tanto in tanto davo uno sguardo fugace a Logan e ad un certo punto se ne accorse perché sentii il suo sguardo addosso, come se mi stesse osservando.
-Che ascolti?-
-I Beatles, li conosci?- dissi ironicamente.
Accennò una risatina e poi tornò a guardare in basso.
Ad una fermata, il signore che era accanto a me scese e Logan prese il suo posto.
-Posso?- mi chiese riferendosi alla musica che stavo ascoltando. Annuii e gli passai un auricolare.
Mentre tamburellava le dita sulla sua gamba mi chiesi se era destino che io in quel momento fossi lì con lui. Anche se non lo davo a vedere ero molto eccitata quella sera, non solo perché avrei visitato Manhattan per la prima volta in vita mia, ma anche per passare un po' di tempo con Logan.
Quando arrivò la nostra fermata non me ne accorsi e Logan mi prese per mano strattonandomi via dal vagone prima che si chiudessero le porte. Appena sentii il contatto della sua mano con la mia avvampai e per un attimo ebbi paura che lui se ne accorgesse.
-Dove siamo diretti?- chiesi salendo le scale della metro.
-In un pub sulla 34esima. Non è niente di che ma è il nostro solito punto di ritrovo-
Quando arrivammo sull'asfalto non trattenni un gridolino di gioia e Logan rise. C'erano luci, insegne e schermi giganti ovunque, era uno spettacolo stupendo.
Per le strade c'erano più taxi gialli che macchine ed era proprio come me l'ero sempre immaginato.
Era come se solo in quel momento percepivo l'immensità del mondo stando immersa tra tutte quelle persone. I problemi erano come svaniti e mi sembrava di essere da tutt'altra parte, ero in un altro modo dove potevo essere felice.
Quando arrivammo al pub, davanti all'entrata notai un gruppetto di persone che appena videro Logan lo salutarono e ci vennero incontro, dovevano essere i suoi amici di cui mi aveva parlato.
Mentre ero intenta a sorridere per l'eccitazione voltai lo sguardo cercando quello di Logan ma lo ritrovai con le labbra incollate a quelle di un'altra ragazza. Mi sentii così imbarazzata anche solo ad aver pensato che avrei potuto avere una storia con lui e facendo finta di niente mi presentai agli altri.
Il primo a stringermi la mano fu un ragazzo dai capelli color miele e dai lineamenti del visto particolari di nome Kendall. La prima cosa che notai furono le fossette che apparivano sulle sue guancie appena sorrideva, era davvero un bel ragazzo. Accanto a Kendall c'era una ragazza bionda un po' più bassa di me, si chiamava Chanel ed era sua sorella. Gli altri due ragazzi si chiamavano Carlos e James, il primo era il più basso di tutti, aveva i capelli scuri e si notava che era un latinoamericano. Il secondo invece era molto alto ed aveva un viso bellissimo ma fu il suo sorriso perfetto a colpirmi.
-Katelyn, lei è la mia ragazza: Jade Miller- mi disse Logan facendomi notare una ragazza dai capelli corvini a cui stringeva la mano.
-Piacere, io sono Katelyn- le sorrisi e lei ricambiò anche se non sembrava molto convinta. Infatti mentre mi voltai verso gli altri per parlare un po' la sentii dire a Logan una cosa tipo "Chi è questa? Perché l'hai portata qui?". Mi sentii subito fuori logo e ebbi un'improvvisa voglia di scappare da lì ma non lo feci o avrebbero pensato che non avevo tutte le rotelle apposto.
Mi allontanai dai due quando Chanel mi fece segnò di andare dal resto del gruppo.
-Sembra quasi che Jade stia per fare una sfuriate delle sue- azzardò Carlos guardando lei e Logan mentre stavano discutendo. Avevo come l'impressione che se fosse scoppiata una lite la colpa sarebbe caduta su di me.
-Da quando tempo stanno insieme?- chiesi.
-Ormai da qualche mese ma nessuno la sopporta veramente a quella là!- rispose Chanel sbuffando. Ma perché allora Logan ci stava insieme?
 
Durante tutta la serata Jade stava attaccata a Logan come una cozza, voleva forse farmi capire che era di sua proprietà? Chissà cosa cavolo m'importava, l'avevo appena conosciuto.
Comunque gli altri erano davvero simpatici, era da tanto che non ridevo di gusto come feci quella sera. Durante la cena al pub trasmettevano la partita degli Yankees alla tv così James e Carlos si fecero riconoscere per le loro urla di gioia e di protesta. Stavano quasi per cacciarci dal locale ma per fortuna io e Chanel riuscimmo a farli zittire almeno fino alla fine della partita.
 
Mentre stavamo pagando il conto al bancone Logan mi cinse la vita con una mano e per un attimo pensai che mi avesse scambiata per la sua ragazza.
-Allora? Ti stai divertendo?- mi sussurrò all'orecchio.
-Da morire, dico sul serio. Adoro già i tuoi amici!- risposi spostandomi di fronte a lui facendogli levare il contatto della mano dal mio corpo.
Riuscii a vedere meglio i suoi occhi, erano scuri, grandi e profondi. Quegli stessi occhi che mi stavano facendo arrossire ed io neanche me ne accorgevo.
-Sono contento, benvenuta nel gruppo!-
Mi limitai a sorridere e poi finalmente uscimmo dal pub. Davanti a me c'era Chanel che stava rubando il cappello di Carlos mentre lui le faceva il solletico, James li guardava divertito, Logan e Jade come sempre erano rimasti indietro ed io facevo due chiacchiere con Kendall.
-Perché sei di Miami eppure hai la carnagione chiara? I tuoi ti tengono segregata in casa?-
-In realtà non ne ho idea, pure il sole mi respinge- risposi alzando le spalle.
Kendall rise e poi scosse la testa guardandomi divertito.
-Il sole non sa cosa si perde!- scoppiai a ridere per il suo pessimo tentativo di farmi un complimento. Però era stato dolce, dovevo ammetterlo.
-Ritenta, biondo!- dissi ammiccante.
-Ok era pessima ma almeno ti ho fatto ridere- ammise mentre stava appoggiando il braccio sulle mie spalle. Il contatto con Kendall mi provocò le farfalle nello stomaco e non sapevo neanche perché. Tuttavia era una bella sensazione e non volevo perderla.
-Sembra che Carlos ci provi con tua sorella, non trovi?- gli feci notare mentre osservavo il suo amico che per tutto il tempo non aveva fatto altro che stare accanto a sua sorella.
-Penso che a lei piaccia da un po' ma non me lo ha mai detto-
-Non pensare che un giorno di punto in bianco venga a dirti che si è innamorata di uno dei tuoi migliori amici-
-Aaah, voi e le vostre cose da donne!-
-Cos'hai contro le nostre "cose da donne"?-
Kendall si limitò a fare spallucce mentre io appoggiai la testa alla sua spalla e mi strinsi ancora più a lui.
 
All'improvviso sentii le note di Fireworks di Katy Perry cantanta da uno dei tanti artisti di strada di New York. Senza pensarci due volte iniziai a cantare e ballare prendendo Kendall per le mani ed incitandolo ad unirsi a me. All'inizio si mise a ridere ma poi cedette e si unì alla mia "perfomance".
La gente che passava di lì ci guardava divertita, persino Chanel e Carlos si aggregarono ed in quel momento sentii che potevo ricominciare da zero ed essere felice di nuovo. Non esisteva più il resto del mondo, in quel momento c'ero solo io... e New York.






salve gente!
dico subito che questo è un capitolo di passaggio infatti non è niente di che..
in questi giorni ho l'ispirazione pari a zero :(
dal prossimo entreremo di più nel vivo della storia, finalmente :D
come avrete notato Katelyn prova qualcosa per Logan anche se non vuole ammetterlo e Kendall sta iniziando a provarci un po' con lei ;)
con chi la vedreste meglio? Logan o Kendall?
se avete qualche idea fatemelo sapere in una recensione, ve ne sarei immensamente grata :)
grazie a tutti quelli che hanno recensito e che seguono la mia storia.
al prossimo capitolo!
baci,
Mary

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