Forgotten.

di _Unaddicted
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I'm ready. ***
Capitolo 2: *** Go away from me. ***
Capitolo 3: *** Alone. ***
Capitolo 4: *** She's back. ***
Capitolo 5: *** Stupid boy. ***
Capitolo 6: *** Friends? ***
Capitolo 7: *** Stop at the lights. ***
Capitolo 8: *** Match time! ***
Capitolo 9: *** Prince charming. ***
Capitolo 10: *** I need your help now. ***



Capitolo 1
*** I'm ready. ***



 


Okay, sto per farlo.
Sorcai il cancello della scuola, non so perchè lo feci, ma non potevo restarmene mica lì fuori. Tutti mi conoscevano come quella persona "forte", quella che affrontava tutto, ma non era così...Tutta apparenza, tutto ciò era per non dimostrare il fatto che ero troppo sensibile, sensibile come un vetro fragile. Diverse volte ero riuscita a cavarmela mostrando la mia parte dura, ma ora la faccenda era un'altra. Dopo pochi metri le persone che erano nel cortile si voltarono a guardarmi, mi feci forza e con testa alta entrai nell'istituto fregandomene altamente dei commenti poco gradevoli sul mio conto. Tutto quello che volevo non si sapesse, si era saputo nel giro di mezza giornata, grazie a quella che pochi giorni fa reputavo mia amica. Ero davvero delusa, facevo ancora fatica a crederci. Arrivai all'armadietto e presi i libri per la prima lezione di quella mattina, matematica.
-Perfetto- sussurrai a malapena. Mi recai direttamente in classe e mentre aspettavo che tutti entrassero per la lezione ascoltai qualche canzone dal mio iPod. Sentii il suono della campanella e quando entrò l'insegnante tolsi le cuffie. La lezione durò parecchio, in realtà era solo un'ora, ma con il suo sguardo puntato addosso sembrava un'eternità. Lo faceva sempre, ma prima era diverso. Era diverso perchè avevo accanto a me quell'amica che mi incoraggiava a non cadere ai suoi piedi, perchè come si dice, il solito bastardo era lì che ci provava in continuazione. Lei era la persona che mi sostenava, aiutava. Tutto accadde quella sera, non ho ancora capito perchè lo fece nonostante il fatto che sapeva benissimo della mia cotta per lui fin da piccola. Mi impediva di 'interagire' con lui per evitarmi sofferenza, ma lei mi diede una pugnalata al cuore facendomi soffrire più di quanto avrei sofferto con lui facendosi trovare in un letto con lui, appunto!
Per 'pararsi il culo' e passare in secondo piano con quello che aveva fatto a quel party, siccome la nostra era una delle amicizie più invidiate e quindi famosa, popolare in un certo senso, ha lasciato che gli altri invece di sparlare su quello che lei aveva fatto a me, sparlasse solo su di me mettendo in giro voci sul mio conto. Voci che in realtà erano vere, voci che in un certo senso fanno parte del mio passato. Lo sapevano tutti ormai. Lui mi fissava incostantemente, ma in modo diverso questa volta, e questo non lo sopportavo.




 

Salve!
Questa è la prima fan fiction che pubblico quì, quindi boh, sto un pò così dhfgyiusakjdhf (?)
Se non capite qualcosa o cose del genere non esistate a chiedere, anche se siamo solo all'inizio :)
Accetto recensioni sia positive che critiche, ovviamente ahaha
E niente non so che altro scrivere blablabla spero vi piaccia come inizio :D
Basta, vado <3

Michi.

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Capitolo 2
*** Go away from me. ***




 

Saltai il pranzo per evitare altri sguardi in mensa. Mi sedetti su una panchina nel cortile sotto l'albero più nascosto del piccolo giardinetto. Presi l'ultimo libro che stavo leggendo e cominciai la mia lettura di distrazione. Suonò la campanella troppo in fretta e non avevo voglia di ritornare in classe, così mi recai in segreteria e mi feci fare un permesso per ritornare a casa prima della fine della giornata.
Mia mamma non c'era mai, lavorava sempre e attualmente si trovava in Spagna per dei campionari con mio padre. Facevano lo stesso lavoro, critici/giornalisti di moda. Non ho mai capito cosa ci trovassero in quel lavoro ma tralasciamo...
Mi sdraiai sul letto della mia camera e mi addormentai. Mi svegliai dopo ore, un telo buio ricopriva la finestra, presi il cellulare che segnava le 10 di sera. La mia testa voleva esplodere.
-Oh merda!- esclamai semplicemente. 7 chiamate perse da mamma e 5 da papà, 3 con sconosciuto e una di un numero che non avevo nella mia rubrica. Chiamai subito mamma per rassicurarla e dopo decisi di fare una doccia per cacciare via qualche pensiero. Le lacrime formavano righe invisibili sulle mie guance ormai già bagnate dall'acqua. Quando uscii dal box realizzai che in realtà la doccia non funzionò per niente, i miei occhi non volevano saperne, continuavano a scacciare lacrime. Rimasi bagnata davanti allo specchio e piangevo senza smettere. Aprii il cassetto e presi una lametta, una banale lametta che era in grado di coprire il dolore che provavo con uno più forte. Premetti prima piano, si formò una linea di sangue sul taglio. Non potevo rifarlo, non potevo ricominciare a farlo! Sapevo che non era la soluzione quella, ma era uno dei pochi metodi che mi faceva stare bene, anche se allo stesso tempo facevo del male a me stessa. La gettai nel lavandino con forza, come per rifiutare quello che stavo facendo tanto da far schizzare piccole goccie di sangue sullo specchio. Le lacrime scendevano e cominciai a singhiozzare forte. Strinsi il polso con l'altra mano. Mi sentivo debole, chiusi gli occhi scivolando con la schiena al muro.

*****

Arrivai a scuola e con la speranza di vederla mi recai subito in classe con qualche scusa. Il banco era vuoto.
Il giorno dopo rientrai in quella classe prima del suono della campanella, ma non c'era.
Uscii dalla scuola dicendo ai ragazzi che sarei tornato a casa e che non mi sentivo tanto bene. Andai in sella alla mia Vespa e mi recai a casa sua. Spensi il motore, tolsi il casco appoggiandolo sulla sella e mi recai sui gradini dell'entrata, mi sedetti lì e aspettai per un pò. Passarono circa 20 minuti e non sentii nessun movimento in casa. Cominciava a far freddo, considerando che Londra non è poi una città così calda. Improvvisamente si aprì la porta e scattai in piedi trovandomi davanti una persona diversa da quella forte e menefreghista che vedevo spesso.
Il suo aspetto era irriconoscibile. Aveva i lunghi capelli biondo miele legati in una coda disordinata, il viso bianco cadavere faceva contrasto con le due occhiaie nere che aveva sotto gli occhi e il suo sguardo era spento, il verde, quasi azzurro dei suoi occhi non luccicava più come prima.
-E tu cosa vuoi?- mi chiese guardandomi in modo spaventoso.
-Io, niente sono passato per vedere se stavi bene, non ti ho vista e...mi sono preoccupato- risposi un pò balbettando.
-Ecco mi hai vista, sto bene. Puoi tornartene da Lauren ora-
-Non sto con lei- risposi subito.
-A me non interessa con chi stai- era troppo fredda. Chiuse la porta alle sue spalle e si avviò al piccolo cancelletto.
-Lasciami parlare, ti prego- Io che dico 'ti prego'? Cosa che non accade mai. Si fermò senza voltarsi.
-Malik lasciami stare, vattene- mi rispose poi continuando a camminare. L'afferrai al polso bloccandola ma lei gemette dal dolore alla mia presa che non era poi tanto forte. Si ritirò il braccio e sistemò i braccialetti con una strana espressione in volto. Le riafferai il polso contro la sua volontà e riuscii a scorgere tanti taglietti nascosti dai bracciali.
-Melanie ma che cazzo fai?- gridai fuori di me.
-Non sono affari tuoi, ti ho detto di andare via!- rispose con il mio stesso tono scappando dalla mia presa.

Rimasi lì a fissarla mentre correva verso non so cosa con i suoi jeans strappati e una maglietta abbastanza scollata che le lasciava la schiena scoperta nonostante il freddo. Me ne tornai a casa e non feci altro che pensare a lei, io ero la causa di tutto ciò, se non fosse stato per me, se non mi fossi scopata Lauren, questo non sarebbe mai successo.

 

Ed ecco il primo capitolo!
E' un pò deprimente, lo ammetto, però è solo l'inizio.
Ho delle idee che quando metterò in atto (?) spero piaceranno anche a voi :)
Vorrei ringraziare di cuore alle due persone che hanno recensito e alle due che hanno già inserito questa storia nelle seguite!
Sono felicissima, non mi aspettavo che mi cagavate già in 4 ahahaha
S
pero vi sia piaciuto, al prossimo capitolo
Michi.

 

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Capitolo 3
*** Alone. ***


Lo lasciai lì, fuori la porta di casa mia. Continuai a correre verso non so cosa, non avevo una meta precisa in quel momento. Sapevo solo che il vento forte contro il mio viso mi dava un piccolo tocco di adrenalina, perfetta in quel preciso istante. La faccia si ghiacciava sempre più e cominciavo a sentire le labbra secche bruciare e gli occhi umidi. Arrivai quasi in periferia. Mi lasciai alle spalle quella che era la rumorosa Londra, piena di turisti e persone che ogni giorno si recano a lavoro, passeggiano, entrano in una caffetteria, portano a spasso il cane e motori come auto, motorini e autobus. Tutto si affievoliva sempre più, finchè l'unico suono che riuscivo a sentire era il fruscio delle foglie che venivano spazzate via dal venticello. Ripresi un passo normale quando vidi in lontananza una panchina. Sentivo i polmoni bruciare ad ogni respiro e mentre camminavo cercando di riprendere fiato le lacrime trattenute dal vento nei miei occhi cominciarono a rigarmi le guance, ancora. Raggiunsi la panchina un pò nascosta da qualche albero che accennava l'entrata di un piccolo boschetto poco distante e mi ci sedetti poggiando la testa sulle ginocchia. Presi il cellulare dalla tasca dei jeans, fu un'impresa scorrere la rubrica e cercare di leggere i nomi visto che la mia vista era completamente offuscata. Aspettai una risposta dall'altra parte e quando arrivò quello che seppi dire fu solo -mamma-
La voce mi si ruppe in gola e mi era difficile rispondere a tutte le sue domande che seppe farmi in mezzo secondo.
-Tesoro, cosa succede? Per favore parla-
-Mi stai facendo preoccupare, stai bene?-
-Calmati ti prego- Il tono della sua voce preoccupato mi fece tranquillizzare di poco, come se stesse accanto a me in quel momento.
-Mamma, mi dispiace, io... - feci una pausa cercando di ingoiare quel groppo in gola e continuai.
-...io non ho potuto farne a meno. Quando chiusi la tua chiamata, due giorni fa, io sono andata in bagno e, e nel cassetto c'era una lametta. Mamma perdonami, io non volevo, è stato più forte di me-
Cominciai a parlare a raffica singhiozzando mentre lei cercava di tranquillizzarmi in tutti i modi.
-Ho paura, mamma aiutami ti prego!- Implorai quasi sussurrando. Tirai su col naso aspettando una sua risposta che arrivò immediatamente.
-Amore allora tranquilla, dove sei ora?-
-Non lo so, sto vicino ad un boschetto, fuori città-
-Ve bene, ora smetti di piangere e avviati verso casa prima che faccia troppo buio- Annuii alzandomi dalla panchina cominciando a camminare.
-Io sto tornando, prendo il primo volo per Londra e ti raggiungo immediatamente, okay? Stai tranquilla, ti voglio bene- disse ancora con un tono caldo, come sapeva fare solo lei.
-Anch'io te ne voglio, tanto- Chiusi la chiamata mettendo il cellulare in tasca quando una lieve pioggerella cominciò a bagnare Londra.
-Perfetto- pensai cercando di aumentare il passo quasi correndo. Mi concentrai sul mio stato d'animo. Ero confusa, delusa, amareggiata. Lei che era una figura importante per me, era una di quelle amiche che raramente si trovano in giro e raramente ti stanno accanto come dovrebbero. Aveva mandato a quel paese un'amicizia che durava ormai da 4 anni. Come si era permessa di spifferare ai quattro venti il momento più brutto e difficile della mia vita? Dopotutto lei c'era in quel periodo, sapeva cosa stavo passando. Per di più si fa trovare a letto con Zayn ubriaca fradicia. Dopo tutte le nostre giornate trascorse a parlare di lui e di quanto mi piacesse. I suoi consigli -"Fidati, è solo una perdita di tempo, ti farà soffrire"- tutte quelle parole buttate al vento. Che io le avessi fatto un torto senza saperlo? Non ne ero consapevole. Era del tutto insensato.
Raggiunsi casa, percorsi velocemente il vialetto, aprii il portoncino ed entrai. Realizzai solo dopo che i vestiti erano bagnati fradici. Tolsi tutto recandomi nel bagno della camera dei miei, dove c'era una vasca. La riempii e mi ci immersi immediatamente. Chiusi gli occhi con la speranza che mia madre arrivasse il più presto possibile. Avevo bisogno di qualcuno al mio fianco che mi ascoltasse.
Quando arrivò mi trovò sul divano avvolta in una coperta con lo sguardo fisso sulla schermata nera della tv spenta. Quando sentii la porta aprirsi e passi veloci avvicinarsi sempre più, i miei occhi ormai diventati due palline da ping pong, si riempirono di lacrime che scesero immediatamente quando incontrai il suo sguardo preoccupato, triste.
-Mamma, mi dispiace, ti ho delusa- cominciai piangendo. Lei prontamente mi abbracciò cullandomi.
-Ti avevo promesso che non avrei manco più pensato a una cosa del genere, e invece...- cercai di dire e spiegare cose senza senso stringendo l'abbraccio ancora di più. La sua risposta fu un semplice -ssh- senza sciogliere quell'abbraccio che tanto avevo bisogno. Dopo averle spiegato tutto e dopo aver confessato la delusione che aveva nei confronti di Lauren decidemmo che la cosa più giusta da fare era chiamare la psicologa che mi aiutò anni prima per lo stesso problema prima che diventasse troppo tardi. Misi 'pausa' al mondo esterno per ben due mesi e mi concentrai solo su me stessa e a star bene. Avevo le sedute con la dottoressa inizialmente cinque volte alla settimana, poi divennero tre. Dovevo sfogarmi, ma avevo deciso di non farlo più sul mio corpo.

 

*****



Dopo quell'episodio fuori casa sua, non la cercai più. Mi arrivò un suo sms la sera, chiedendomi se per favore potevo dimenticare quello che era successo quella mattina. Semplicemente volevo rendermi utile, volevo sapere cosa le stava accadendo, ma se la risposta da parte sua era sempre così scontrosa allora tanto valeva rinunciarci. E così feci. Feci finta di niente, come se non fosse mai successo.
Melanie è sempre stata la ragazza perfetta. Quella che attirava l'attenzione di tutti quando camminava per i corridoi, quella che aveva una scia di ragazzi infiniti che le correvano dietro, quella ragazza che durante i party era la più ricercata, tutti la invitavano a ballare, tutti le portavano da bere. Ora so che vi starete chiedendo. No, io non facevo tutto questo per lei. Mi limitavo a guardarla da lontano e perdermi nei suoi occhi quando incontravano i miei, quindi direi molto spesso visto che accadeva sempre. Non ci avevo ancora provato in modo diretto con lei non perchè avessi paura di un rifiuto da parte sua, anzi quello è sempre stato uno dei miei ultimi pensieri, e non lo dico per modestia, ma per il semplice motivo che potevo farla mia in qualsiasi momento. E lei lo sapeva fin troppo bene. Non per niente era lei che manteneva le distanze da me, forse era consapevole del fatto che sarebbe potuta cadere ai miei piedi. Avete presente quando avete tante caramelle diverse? Le vostre preferite le mangiate sempre per ultime. Ecco, lei per me era quella più buona, quella che conservavo come dessert. Prima o poi ci sarei riuscito. Scossi la testa e feci un tiro dalla sigaretta per liberarmi la mente con scarsi risultati. I miei pensieri si bloccarono definitivamente quando la vidi arrivare. Avevo la gamba sinistra piegata contro il muro e la schiena piatta contro di esso, la mano opposta che reggeva la sigaretta nella tasca dei jeans. Una posizione più che comoda per godermi quello spettacolo. Camminava con un passo deciso, come al suo solito. Indossava una larga maglietta bianca in cui si intravedeva il suo reggiseno di pizzo nero, che ricadeva sui pantaloncini beige coprendoli per metà. Il mio sguardo si fermò sulle sue gambe infinite, dove le parigine marroni che si fermavano a metà coscia si intonavano perfettamente con il colore della sua pelle e con quello degli stivali.
Trascorsero circa due mesi da quando andai sotto casa sua. Da quel giorno non si fece più vedere a scuola. Le voci su di lei divennero insistenti in quei giorni, perchè il suo passato venne svelato pubblicamente da Lauren, quello che ora rimaneva della sua ex migliore amica e della mia più grande scopata di sempre. Lei lo aveva fatto per non far uscire fuori la storia che a quel party, ubriachi fradici com'eravamo finimmo in una delle camere da letto a disposizione della grande villa di Ryan e poi il resto non è difficile immaginarlo. Venni a sapere in quell'arco di tempo che l'orrido passato di Melanie era proprio la depressione. Solo dopo questo capii perchè la trovai in quelle condizioni quel giorno. Lei mi aveva chiesto di lasciarla in pace e io l'avevo fatto. Non me lo sarei fatto ripetere due volte. Fu un periodo no per lei, e purtroppo tutta la scuola ne venne a conoscenza solo per un capriccio di Lauren. Notai che tornò come prima, come se questi due mesi non fossero mai trascorsi senza di lei a scuola. Si riprese alla grande da quella ricaduta, o almeno speravo. Mi morsi il labbro inferiore automaticamente quando il suo sguardo incontrò il mio, mi passò accanto per entrare nell'edificio lasciando una scia del suo odore che rimase inebriati tutti i presenti nonostante fossimo all'aria aperta.



 

Ehm bene, salve a tutti :)
Finalmente ho postato, scusate ma non mi convinceva molto il capitolo.
Come avete visto, è lunghetto rispetto l'altro (?) ahahaha mi dispiace se è stato noiso, ma è servito per mettere in chiaro alcune cose, spero o_o
Dal prossimo capitolo sarà più movimentata la situazione...
Non so che scrivere, si vede che sono emozionata? AHAHAHA
Posterò comunque una volta a settimana credo, se posso anche due :p
Ringrazio davvero di cuore le persone che hanno inserito questa storia tra le preferite e le seguite e le 3 recensioni dello scorso capitolo.
Significa davvero molto per me!
Spero vi sia piaciuto, al prossimo capitolo

Michi.



 

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Capitolo 4
*** She's back. ***




Quella mattina ero abbastanza tranquilla. Avevo deciso che me ne sarei fregata del giudizio della gente e che soprattutto, ogni cosa doveva tornare alla normalità. Tanto l'unica differenza era che se prima avevo una migliore amica di cui fidarmi, ora lei non c'era più. In fondo potevo semplicemente stringere altre amicizie o cominciare a parlare con persone diverse.
Non sarebbe stato tanto difficile, giusto? Bhè lo speravo. La cosa positiva era che almeno c'erano i ragazzi che mi tenevano compagnia. Niall, il biondino irlandese che di tanto in tanto sbucava dal nulla per un complimento o per un saluto. Liam, considerato quello più atletico di tutti. Louis, capitano della squadra di football e Harry, il riccio più simpatico che avessi mai incontrato.
No, non stavo dimenticando nessuno, l'altro, il moro, che due mesi prima si presentò sotto casa mia, era l'unico che aveva sempre avuto atteggiamenti strani ed era davvero l'unico ragazzo che riuscì a rubarmi completamente il cuore alle medie. Non abbiamo mai avuto una relazione, ma ora che lui e che tutti sapevano quello che avevo passato, provavo una sorta di vergogna. Non avrei mai e poi mai voluto far provare compassione alle persone, non sono quel genere di persona e non lo sarò mai.
Raggiunsi la segreteria assorta dai pensieri e presi gli orari delle nuove lezioni visto che essendo mancata due mesi avevo abbastanza da recuperare. Sperai con tutta me stessa di non capitare con nessuno dei ragazzi, non ero pronta a vederli, anche se era praticamente impossibile, me lo sentivo. Cinque ragazzi, dieci materie diverse. Era un 50 e 50 e non sapevo come fare se la sfortuna avesse deciso di accompagnarmi già il mio secondo 'primo' giorno di scuola. Sospirai e abbassai gli occhi sull'orario delle lezioni. Biologia. Sospirai per la seconda volta e mi avviai al piano di sopra. La classe era vuota, a parte qualche secchione del primo banco. Presi il mio solito posto, quello accanto alla finestra e aspettai la campanella.
Quando la lezione stava ormai per cominciare mi voltai con la speranza che la classe fosse al completo, invece no. Un banco dell'ultima fila restava ancora vuoto. Mi voltai di scatto nella direzione della porta quando un riccio la aprì ed entrò disinvolto.
- Styles, sarà il terzo ritardo consecutivo questo. - si lamentò la signora Palmer.
Lui entrò senza darle troppo peso e prese posto. Quando incrociò il mio sguardo mi guardò confuso e lentamente alzò la mano in segno di saluto. Risposi con un lieve sorriso piegando leggermente le labbra all'insù.

Sistemai le cose in borsa e mi avviai nella prossima aula dopo la campanella che segnava la fine di quella noiosissima prima ora.
- Melanie! - mi girai sorpresa dal fatto che qualcuno mi parlasse, era strano.
- Harry! - dissi sorridendo mentre si avvicinava. Mi strinse in un caloroso abbraccio.
- Sei tornata oggi? - chiese con aria felice di vedermi.
- Si, sono ritornata. - risposi alzando le spalle.
- Ascolta, devo scappare nell'aula di chimica prima che mi becco un altro ritardo. Mi farebbe piacere se in mensa ti sedessi con noi. E' da tanto che non stiamo tutti insieme. - disse allontanandosi. Non sapevo proprio cosa dire, di certo non potevo dirgli no. Quindi annuii semplicemente e lo salutai con la mano.
- A dopo. - Mi morsi il labbro inferiore consapevole di quello che mi aspettava a pranzo.

Mi ritrovai letteralmente spaesata. Quella grandissima mensa, quelle persone, quel tavolo, quelle voci che mi ronzavano dietro. Tutto andava male.
- Allora come stai? - chiese Harry riportandomi alla realtà.
- B-bene, tutto bene. - risposi insicura poggiando le mani sulle tempie. Dalla sua espressione non lo convinsi, ma qualcosa mi salvò, o forse.
- Guarda, ci sono i ragazzi. - disse facendo segno loro.
Merda. Strabuzzai gli occhi non sapendo cosa fare, a momenti andavo nel panico.
- Oh, che bello! - esclamai con aria fintamente felice.
Scossi la testa senza farmi vedere mentre alzai lo sguardo nella loro direzione mentre si avvicinavano. Ora eravamo al completo, purtroppo per me.
- Melanie! - - Come stai? - - Che ci fai quì? - mi arrivarono un milione di domande tutte assieme. Niall si avvicinò e mi abbracciò. Erano tutti molto contenti di vedermi. L'unico che se ne stava senza parlare era lui. Lo sapeva già, mi aveva vista entrare nell'edificio la mattina. Se lo aspettava di trovarmi lì, nel loro tavolo. Ignorai il suo comportamento rispondendo ai ragazzi.
- Tutto bene grazie, sto bene. - dissi sorridendo.
- Ci sei mancata molto! - disse sincero il biondo. Gli sorrisi sotto lo sguardo senza emozioni di Zayn.
In fondo gli avevo chiesto io di dimenticare tutto no?



*****



L'unico che non aprì bocca fui io. I ragazzi continuavano a fare domande e lei rispondeva in modo gentile come sempre. Come se in quei due mesi non fosse mai mancata.
La osservavo attentamente senza farmi notare. I suoi occhi, le sue labbra, i suoi capelli, il suo profumo. Ero quasi abituato alla sua assenza, ma ora il suo ritorno aveva confuso nuovamente i miei pensieri. L'attrazione era forte e questa era la parte più difficile. Il cellulare vibrò sul tavolo e lei si girò nella mia direzione. Lessi il messaggio con aria scocciata e mi alzai poggiando le mani sul tavolo lasciando il vassoio del mio pranzo mezzo pieno. Ignorai i presenti e andai via senza dire niente. Sapevo che tutti mi stavano guardando sicuramente male, ma non mi interessava più di tanto.
Andai in cortile dove mi aspettava e accesi una sigaretta. La vidi sotto l'albero accanto alla panchina.
- Lauren questa cosa deve finire. - dissi serio. Mi pentivo di quella fottutissima notte di due mesi fa, anche se fu del gran sesso, questo lo ammetto. Ma non ero cosciente e tanto meno lo era lei. Il problema è che avevo continuato a spassarmela con lei e con altre tipe, come al solito.
- E' tutto sbagliato e lo sai! - continuai sciogliendo la presa delle braccia di lei avvolte alla mia schiena.
- Lei è tornata. - rispose lei fissando un punto indefinito, spaesata.
- Esatto! Uno, non mi va che pensi ci sia qualcosa tra di noi, perchè non c'è mai stato niente e non ci sarà mai. Due, io non sto con nessuno, quindi non sparare cazzate in giro. - conclusi lasciandola lì ammutolita. Proprio in quell'istante suonò la campanella e dopo altri due o tre tiri mi avviai in classe buttando la cicca a terra.








Salveee! Allora chiedo perdono e umilmente scusa a tutte le poche persone che seguivano questa ff.
Purtroppo per vari motivi ho avuto qualche problemino, soprattutto per il tempo che non avevo mai a disposizione.
Tra la danza e la scuola è stato uno degli anni più frenetici D:
Quindi scusate ancora tantissimo e spero che continuerete a seguirla çç
Fatemi sapere :)
-Michi.

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Capitolo 5
*** Stupid boy. ***





Quando finalmente quella giornata scolastica finì ritornai a casa e quando aprii la porta con le mie chiavi notai le valigie pronte di mia madre. Come al solito. Buttai la borsa con i libri sul divano del salotto sbuffando e andai in cucina.
- Ciao tesoro. - mi disse la mamma venendomi incontro. Dal suo viso vedevo un velo di tristezza e sapevo già il motivo.
- A che ora hai il volo? - anticipai prima che lo dicesse lei.
- Tra un pò, devo andare se no faccio tardi, volevo aspettarti per salutarti. - disse stringendomi. Ci fu qualche minuto di silenzio.
- Tu per qualsiasi cosa rivolgiti alla signora Horan, mi ha detto che puoi passare le giornate lì e se necessario ti ospiterà anche per la notte. - Poggiò le labbra sulla mia fronte e mi lasciò dopo un pò dalla sua presa. Mi limitai semplicemente ad annuire. Dopo tutto questo bel disastro era ovvio che non si fidava a lasciarmi da sola in casa e la capivo perfettamente. I miei avevano un bel rapporto con la famiglia Horan, infatti di tanto in tanto cenavamo tutti insieme. L'accompagnai alla porta e l'aiutai a caricare le valigie sul taxi che aspettava fuori al vialetto.
- Ti voglio bene mamma. - dissi accennando un sorriso.
- Anche io, tanto. - rispose mandandomi un bacio con la mano da lontano.
Chiusi la porta e mi avviai su in camera per studiare. Nonostante il mio amore per la scuola, avrei comunque dovuto fare qualcosa se volevo superare questo benedetto anno. Non riuscii a combinare granchè che mi addormentai con la testa sui libri e me ne resi conto solo quando mi svegliai grazie alle molteplici telefonate di Niall.
- Niall, scusa mi ero addormentata. - risposi subito all'ennesimo squillo del cellulare.
- No scusami tu se ti ho svegliata. Ti va di venire da me? Ordiniamo una pizza se ti va. - chiese gentilmente.
- Oh ma certo. Ci vediamo tra un pò. - riagganciai e chiusi i libri avviandomi nel bagno.
Dopo una doccia veloce mi vestii e mi recai da Niall.
La porta era socchiusa e di conseguenza entrai. La casa degli Horan sempre in ordine era impeccabile. Ogni cosa giaceva beatamente al suo posto, come se fossero state inventate per stare lì, in quella perfetta casa. Tutto in legno e ogni minima cosa emanava calore grazie ai caldi colori utilizzati per l'arredo.
- Permesso. - dissi in modo educato fermandomi all'ingresso mentre il parquet scricchiolò sotto i miei piedi.
- Mel siamo in salotto. - Liam.
Perchè a casa di Niall c'era Liam? Sperai di non vedere ciò che stavo immaginando e invece bam. Mi si presenta la scena che avevo nella testa.
Un Louis e un Liam che occupavano le due poltrone laterali, Harry svaccato ai piedi della poltrona di Louis che mi guardava con un sorriso dolcissimo in cui mostrava tutti i suoi scintillanti denti e un divano occupato ai margini da un Niall che sgranocchiava patatine e un Zayn che mi rivolse un piccolo sguardo prima di riportarlo poi nuovamente alla tv.
- Salve. - dissi alzando la mano. E dopo una risposta di gruppo, o quasi di gruppo, Niall battè la mano sul posto libero tra lui e il moro su quel fottutissimo divano.
Fortuna vieni a me.
Dopo essermi accomodata mi sentivo terribilmente a disagio.
- Io direi di andare a prendere le pizze. - disse Liam alzandosi dalla poltrona dopo un pò. Che Dio lo benedica.
- Qualche volontario che viene con me? - esordì poi.
- Veniamo noi. - dissero in coro Louis e Harry.
- Solita ordinazione Payne, mi raccomando. - disse Niall con una mano sullo stomaco. Scossi la testa divertita.
- Io prendo quella che prendeva sempre Harry, col prosciutto. - dissi cercando di farmi capire gesticolando.
- A me una diavola. - Oho, il moro silenzioso aveva parlato.
- Va bene, a tra poco. - disse Louis prima di chiudere la porta di casa.
In quel preciso momento Zayn accese una sigaretta. Odiavo il fumo e odiavo quella puzza. Feci finta di niente fingendomi interessata al programma che strasmettevano. Sfortunatamente per me il fumo arrivava tutto nella mia direzione. Mossi la mano tossendo leggermente per mandare via il fumo.
- Se avessi voluto fumare lo avrei fatto direttamente senza respirare il tuo maledetto fumo passivo. Potresti buttarla? Grazie. - dissi rivolta verso lui prima di rigirare nuovamente il viso.
- Potresti cambiare posto? - chiese lui irritato.
- Se tu vuoi fumare non è detto che debba farlo anch'io. No, voglio stare quì. - risposi con tono fermo incrociando le braccia al petto.
Dio, sembravo una bambina.
- Allora ti tieni il fumo e ti stai pure zitta. -
Perchè cavolo doveva rispondermi così?
- Mi sto incazzando. - dissi alzando un sopracciglio.
Si avvicinò pericolosamente al mio viso dopo aver fatto un tiro.
- Oh sai quanto me ne importa? - soffiò al mio orecchio facendomi rabbrividire e un secondo dopo mi buttò in faccia tutto il fumo che aveva inspirato.
Era coglione o cosa?
- Fanculo. - dissi spingendolo via con una mano contro il suo petto.
Lui sorrise compiaciuto e questa cosa mi urtò ancora di più.
- Irlanda, ti aiuto ad apparecchiare. - dissi alzandomi ignorando il suo stupido sorriso perfetto che faceva quasi male solo al pensiero.




Dopo cena restai sola con Niall in cucina. I suoi sarebbero tornati nel week end e il fratello, Greg, era al college. A quanto pare mia madre aveva parlato con tutto il vicinato.
- Io non voglio assillarti e starti appiccicato, però a tua madre farebbe piacere se non restassi sola, quindi sai che per qualsiasi cosa basta basta attraversare la strada. - disse sorridendo.
Lo abbracciai istintivamente. C'era una persona più dolce di lui? Lo conoscevo fin da piccolo e non aveva mai fatto soffrire neanche una mosca.
- Si, certo che lo so. - dissi stretta nella sua presa.
- Vuoi restare anche tu per la notte? I ragazzi dormono quì visto che sto da solo. - disse alzando le spalle.
- E va bene, ti aiuto a sparecchiare e vado a prendere le mie cose a casa. -
- Resti anche tu? - chiese Liam sbucando dalla porta della cucina.
- Se ti fa piacere allora si. - dissi sistemando le ultime cose.
- A tra poco. - uscii dalla cucina schioccando un bacio sulla sua guancia di Payne diretta verso casa.

Al mio ritorno il salotto si era trasformato in una gigante camera per pigiama party. Il divano era diventato un divano letto e lo spazio restante davanti dove prima c'era il tavolino era ricoperto da coperte.
- Dov'è il salotto? Ho sbagliato casa? - dissi confusa guardandomi indietro.
- No, in realtà abbiamo fatto in modo che entrassimo tutti in una sola stanza. Mi sono sacrificato e dormirò sul pavimento cedendoti il mio bel posto sul divano a te. - spiegò Liam.
- Oh okay allora ti fa piacere. - dissi con un sorriso accennando al discorso di prima. Perchè erano tutti così dolci con me? Tutti o quasi tutti.
- Io al centro non ci dormo. - sbucò Zayn dal nulla. Chi cavolo gli aveva detto che poteva dormire sul divano? Dovevo condividere il posto con quell'essere? Stava fuori.
- E nemmeno io. - dissi sfidandolo.
- Non mi interessa, Payne stava al centro e visto che è lui che ti ha ceduto il posto ti metti lì. -
- Matto sei. Piuttosto me ne ritorno a casa. - Dopo quella frase non si sentì più niente. Lui non rispose e gli altri ci guardavano in silenzio. Stavamo davvero discutendo per chi doveva dormire al centro? Mi sentivo davvero stupida.
- Se durante la notte non mi ammazzate ci dormo io al centro. - intervenì Niall spezzando quel silenzio a dir poco imbarazzante che si era creato.





Salve! Allora prima di tutto scusate se è passato un pò ma con i recuperi a scuola non ho avuto molto tempo.
Seconda cosa questo capitolo è solo secondo il punto di vista di Melanie e penso che da ora sarà sempre così perchè comunque lei è la protagonista e boh mi riesce anche più semplice narrare da un solo punto di vista '-'
Ringrazio tutte le persone che hanno recensito e quelle pochissime che seguono la mia storia. Poche ma buone (Y)
Anyway spero vi sia piaciuto questo capitolo anche se in realtà non succede proprio niente a parte qualche battibecco tra i due.
Vi anticipo una cosa, dal prossimo capitolo ci sarà una new entry nata dalla testa di una mia carissima amica che si è messa a disposizione anche per qualche aiuto e che tengo tantissimo a ringraziare <3 Thank you Elvi!

Per la ragazza che mi ha chiesto chi interpreta Melanie, è Ana Beatriz Barros (:
Al prossimo capitolo, byee! <3


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Capitolo 6
*** Friends? ***




Aprii gli occhi quella mattina. Provai a muovermi ma ero indolenzita. Dolori ovunque, e quando mi resi conto che ero bloccata sotto il braccio di Zayn i miei nervi si surriscaldarono all'istante. Sbuffai rumorosamente quando notai che mi trovavo esattamente al centro. Niall occupava praticamente tre quarti del divano letto e io stavo incastrata sotto il braccio di Malik appunto, che bloccava il collo. A momenti soffocavo. Che diamine di posizione era quella? Portai entrambe le mani sul suo braccio per spostarlo ma non ci riuscii per la pochissima forza che mi ritrovavo la mattina, così mollai uno schiaffo sullo stesso punto dove poggiavano le mie mani poggiandoci poi il mento sopra.
- Zayn. - mi lamentai con la voce impastata dal sonno. La sua risposta fu un 'uhm' senza senso privo di significato.
- Sposta questo cavolo di braccio, a momenti non respiro più. - dissi infastidita cercando di farmi capire il più possibile tenendo gli occhi chiusi per la luce che filtrava dalla tenda del soggiorno, mentre facevo forza per spostarlo. Il moro dopo un pò aprì gli occhi e dopo qualche secondo di riflessione come se stesse mettendo a fuoco la situazione, ritirò il braccio cambiando posizione mentre diceva qualcosa di incomprensibile. Il suo movimento fece arrivare al mio naso il suo odore. Era un qualcosa che ti lasciava spaesata ogni volta, un misto tra tabacco e odore di mare. Ritornai in me dopo un pò prendendo un bel respiro e avviandomi verso il bagno. Niall mi avrebbe sentita poi. Avevo dormito per tutta la notte accanto a quell'essere. Scossi la testa per scacciare quel pensiero e dopo essermi preparata per la scuola con le cose che avevo portato la sera prima preparai la colazione per tutti. Era presto e non avevo niente da fare, così mi misi ai fornelli. I ragazzi man mano si svegliavano e si accomodarono al tavolo della cucina.
- Buongiorno! - dissero in coro quando portai le ultime cose e mi sedetti con loro.
- Potresti farci prendere il vizio così. - esordì Louis allargando le braccia per indicare il tavolo. Sorrisi.
- Lo faccio volentieri. - dissi mettendo due pancakes nel mio piatto.
- Allora non vi siete ammazzati questa notte! - esclamò Harry divertito cambiando discorso. Lo guardai male con l'espressione da punto interrogativo sulla faccia, anche se sapevo benissimo dove voleva andare a parare.
- Hai dormito al centro, accanto a Zayn. - spiegò prima di bere un sorso di latte.
Automaticamente il mio sguardo si posò su Niall, che sentendosi osservato si staccò dal suo pancake.
- Non è colpa mia! Mi sono alzato per bere e al ritorno non c'era più spazio al centro. - disse mettendosi sulla difensiva. Nel frattempo il moro mi lanciò uno sguardo come per vedere la mia reazione. Me ne fregai e finii la mia colazione in silenzio. Dopo circa 10 minuti eravamo tutti pronti per andare a scuola. Lasciai le mie cose nella camera negli ospiti che avrei ripreso al ritorno da scuola.


Entrai a scuola e controllando l'orario, sospirai alla vista della prima lezione: inglese. Almeno avrei potuto rilassarmi e ripassare in vista del test di algebra di qualche ora dopo. Stavo riponendo i libri nell'armadietto quando buttai l'occhio sullo specchietto attaccato precariamente con lo scotch all'anta di esso. Qualcosa attirò la mia attenzione. Intravidi una ragazza bionda dimenarsi davanti ad un armadietto, mi voltai per osservarla meglio. Indossava una maglietta larga, calata su una spalla, su cui poggiava una borsa di pelle marrone, degli shorts di jeans color rosso scuro che le fasciavano la stretta vita e le gambe chilometriche che terminavano con graziosi piedi infilati in un paio di scarpe dal tacco vertiginoso. Stava imprecando contro l'armadietto, sbattendoci i pugni sopra come se volesse sfondarlo. Trattenni un sorriso. Lei si voltò e rimasi abbagliata, era di una bellezza indescrivibile, i capelli biondi facevano da cornice ad un viso roseo, abbagliato da un paio d'occhi celesti e un sorriso da fare invidia a Julia Roberts.
- Che hai da guardare? - mi chiese in modo brusco. Mi riscossi e mi affrettai a scuotere la testa.
- Io.. n-niente! - esclamai imbarazzata. - Ti serve aiuto? - chiesi poi avvicinandomi a lei. Mi allungò il foglietto con la combinazione dell'armadietto scostandosi i capelli con l'altra mano. Spostai i libri da una mano all'altra e digitai la combinazione girando la rotellina, spinsi leggermente in dentro l'anta e poi tirai forte.
- A volte sono difettosi - dissi facendole un sorriso timido. La sua presenza mi metteva leggermente a disagio. Anche la sua espressione socciata di sciolse in una risata.
- Grazie - disse alzando le spalle. - La mia giornata non è cominciata esattamente nel migliore dei modi - disse ridacchiando facendo oscillare la sua maglietta e rivelando la sua collana lunga con vari ciondoli.
- Io sono Melanie, comunque - mi azzardai a dire.
- Olivia! - esclamò lei entusiasta. Sembrava un'altra persona, diversa dalla ragazza imbronciata di cui mi ero fatta un'idea prima.
- Sono nuova qui, primo giorno - disse alzando le spalle. - Vengo da.. Los Angeles - disse titubante. Ecco spiegato l'accento trasandato e la pelle perfettamente dorata dal sole.
- Wow! - esclamai stupita. - Come mai sei qui? - chiesi cominciando a camminare per il corridoio al suo fianco. - Se posso sapere - mi affrettai ad aggiungere.
- Oh, i miei si sono separati qualche mese fa, la situazione a casa era diventata insopportabile, allora sono scappata - disse semplicemente. - Mia nonna vive qui a Londra - aggiunse ridendo dopo aver notato la mia espressione sgomenta. Continuammo a camminare per un po', parlando del più e del meno. Passeggiare per il corridoio con lei non era affatto semplice, tutti si voltavano a guardarci e subito prendevano a bisbigliare.
- Ci sono abituata - disse lei come leggendomi nel pensiero. Mi voltai a guardarla.
- Ci credo, attiri molte.. attenzioni, soprattutto quelle maschili - scherzai io. - Forse non dovrei esserti amica, il mio fidanzato si innamorerebbe di te - continuai ridendo, grata del fatto che anche lei lo stesse facendo.
- Questa è bella, non rubo i fidanzati delle mie amiche! - esclamò lei dandomi una gomitata. Dentro di me feci una capriola al sentire la parola 'amiche', ci conoscevamo da così poco e lei già mi considerava sua amica. Forse in america era una cosa normale.
- Io dovrei essere arrivata - disse quando arrivammo davanti all'aula del signor Mattews, l'insegnante di inglese.
- Beh, a quanto pare passeremo questa ora di lezione insieme! - dissi felice. Lei ricambiò il sorriso ed entrambe entrammo in aula prendendo posto nei banchi in fondo alla stanza. Ero davvero contenta di aver conosciuto Olivia, mi serviva qualcuno con cui sfogare le mie frustrazioni causa Zayn, con qualcuno che non fosse spudoratamente dalla sua parte e di sesso maschile. E poi ero sicura saremmo diventate ottime amiche. Durante quell'ora non facemmo altro che chiacchierare e ridere, ignorando le occhiatacce dell'insegnante. Quando la campana suonò mi venne in mente che avrei dovuto ripassare per il test di algebra. Guardai Olivia che mi aspettava sulla porta dell'aula. Beh, al diavolo il compito di algebra.





Ed ecco il sesto capitolo. Questa era la new entry e spero vi stia simpatica (?) perchè saranno molto amiche loro due :D
Ringrazio tantissimo le persone che hanno inserito la storia nelle seguite/preferite/ricordate,
le magnifiche sei persone che hanno recensito lo scorso capitolo e anche tutti i lettori silenziosi che si limitano a leggere soltanto. GRAZIE.
L'incontro tra Melanie e Olivia è stato scritto da una mia amica che mi sta gentilmente aiutando a portare avanti questa ff, quindi un ringraziamento speciale va anche a lei<3
Detto ciò sparisco. Recensite e fatemi sapere (:
mich.

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Capitolo 7
*** Stop at the lights. ***




Quella sera dopo cena cominciammo a parlare del più e del meno. Mi ricordai di una cosa importante quando il display del mio iPhone si illuminò. L'incontro con la psicologa era domani, e mia madre sarebbe tornata solo tra 3 giorni.
- Non è che per le 17 di domani qualcuno è libero? - chiesi interrompendo il discorso. I ragazzi mi guardarono e il riccio rispose.
- In realtà a quell'ora siamo tutti a casa mia per un torneo alla xbox. Perchè? - chiese poi.
- Mi servirebbe un passaggio dalla dottoressa. - dissi facendo finta di niente non specificando il tipo di medico. Non mi andava parlare di quelle cose in generale con le persone.
- Ma non li avevi conclusi gli appuntamenti? - chiese Niall. Sapevano benissimo di che medico parlavo. In fondo era quello l'unico medico che mi serviva.
- Non è come un'auto in carrozzeria, che entri, ti aggiustano e ti fanno uscire e poi funzioni come se fossi nuova. Non si guarisce così. - dissi spiegando in modo chiaro a tutti senza vergogna. Era un mio problema e non potevo farci nulla.
Ci fu silenzio e questa cosa mi mise parecchio a disagio. Lui era lì sempre che mi fissava con quello sguardo come se sapesse tutto. Come se lui stesse guardando un film che aveva visto decine di volte. Non era per niente una piacevole sensazione. Ero come un libro aperto per lui e me ne accorgevo dal modo in cui mi osservava ogni santissimo giorno.
- Non ho un ragazzo che possa accompagnarmi quandi se non potete andrò in metro o non so troverò una soluzione. - dissi abbozzando un sorriso sdrammatizzando. Dopodiché mi alzai per andare a casa.
- Vado, ho sonno. Ci vediamo domani. - salutai tutti senza lasciare il tempo a nessuno di rispondere. Meglio così.


Mi trovavo in un ala del bar decisamente più riservata rispetto all’affollata area intorno al bancone centrale. Guardai distrattamente l’orologio. – Olivia è in ritardo – sbuffai leggermente. Tornai a concentrarmi sui libri quando poco dopo un uragano biondo mi investì in pieno.
– Qualcuno è in ritardo! – dissi fintamente arrabbiata. Liv mi fece un gran sorrisone e si lasciò cadere sulla poltroncina di fronte alla mia con la sua solita grazia superba. I capelli erano raccolti in uno chignon disordinato, che lasciava cadere alcune ciocche a contornarle il viso arrossato per la corsa. Il suo modo di vestire ogni volta mi stupiva, aveva così tanti stili diversi! Ed un armadio stracolmo di vestiti! Mi ritrovai a pensare. Diciamo pure che tutti le stavano a pennello, pensai sbuffando.
– Allora, vogliamo cominciare questo ripasso? – chiesi scocciata.
– Si si calmati! – mi rimproverò lei facendo cenno ad uno dei camerieri di avvicinarsi. – Del the verde per favore – disse gentilmente con un sorriso. Cominciammo il ripasso di storia e mentre cominciai a spiegarle le pagine che il professor Scott ci aveva assegnato la scorsa lezione indicandole i vari passaggi negli appunti notai il suo sguardo eccitato fisso su di me. Feci finta di niente, d’altronde la conoscevo da si e no due settimane, magari quello era il suo modo per dire che stesse ascoltando. Dopo svariati tentativi di concentrazione decisi di affrontare la cosa.
– Avanti, che c’è? – le chiesi alzando gli occhi sorridendo. Lei spalanco gli occhi con un sorriso.
– Ho conosciuto un ragazzo! - disse afferrandomi entrambe le mani esaltata. – Al bar, prima di venire qui! Dio Mel avresti dovuto vederlo! Era così carino! – esclamò gesticolando.
– Ero in super ritardo e stavo venendo da te ma avevo un disperato bisogno di caffè, sai noi americani e le nostre fisse – disse facendo un gesto buffo con la mano. – quindi mi sono fiondata nel primo bar aperto e ho ordinato un caffè, quando mi sono allungata per prenderlo.. patapam, mi cadono tutte le scartoffie che mi ha consegnato ieri mattina il preside Wilson, allora mi chino a raccoglierle e vedo questo spleeeendido ragazzo che mi sta fissando, e che ora fissava i miei fogli per terra. Una volta raccolti si è avvicinato e mi ha chiesto se frequentassi davvero la Riverston School perché non mi aveva mai vista prima e io gli ho detto che ero arrivata da poco dall’America, poi ci siamo seduti al tavolo a parlare per un po’ ed era così.. così dolce e interessato a quello che dicevo! – ansimò mettendosi una mano sulla fronte.
– Liv, respira! – dissi ridendo. – Ha un nome questo bel giovanotto? – chiesi interessata, era buffo vedere una ragazza come lei comportarsi in un certo modo con i ragazzi. L’avevo sempre immaginata come il tipo che potrebbe avere chiunque ai suoi piedi ma non da attenzioni a nessuno in particolare, una sfuggente insomma. A quanto pare mi sbagliavo, di nuovo. Mi concentrai nuovamente sul suo volto che ora aveva preso una piega decisamente meno esaltata.
– Che c’è? – chiesi preoccupata dalla sua espressione sconcertata.
– Non so il suo nome – disse in un soffio. – Non so il suo nome – ripetè a voce più alta guardandomi con i suoi occhioni blu sbarrati.
– Oh Liv! – esclamai ridendo.
– E ora? – mi chiese spaesata guardandosi intorno.
– Hai detto che viene alla Riverston School giusto? Beh non sarà difficile trovarlo dal momento che passiamo metà della nostra giornata in quell’edificio – dissi alzando le spalle. Mi guardò leggermente rincuorata e prese a rimestare la sua tazza di the, pensierosa. La mattinata di studio andò così a monte e quando ci salutammo le promisi che l’avrei aiutata a cercare il suo fantomatico principe azzurro.
– Liv, te lo ripeto per la ventesima volta.. lo troveremo! – dissi con un sorriso consolatorio. – Anche a costo di setacciare ogni annuario, ogni tabella di corsi e ogni programma di scambio! – esclamai strappandole un sorriso. Sventolai la mano prima di vederla sfrecciare via sulla sua Vespa rossa fiammante per le strade affollate di Londra. Che tipo, gente, pensai ridendo mentre sganciavo la catena al mio scooter.


Quella mattina volò, saltammo scuola proprio per dedicarci al suo recupero. Una mezza giornata tranquilla insomma e lei era davvero simpatica.
In quella casa vuota i pensieri mi riempivano la mente come varcavo la soglia della porta. Speravo davvero di poter guarire un giorno anche se era presto dirlo, decisamente presto, e soprattutto difficile. Una lotta continua con me stessa. Una ricaduta debole avvenuta poco più di due mesi fa e tanta voglia di scappare via da quella brutta realtà. In fondo volevo stare bene no? Peccato che non riuscissi a contenere questa mia voglia di farmi del male. Mi sentivo semplicemente...male. Non è facile smettere ed era assurdo di come provavo e cercavo in tutti i modi possibili di non pensarci su.
Dopo una rinfrescata mi stavo preparando per l'appuntamento dalla psicologa. I ragazzi non mi avevano chiamata quindi dedussi da subito che sarei dovuta andare da sola. Abbandonai fin dall'inizio l'idea di andare in scooter, c'era una pioggia in arrivo e non mi andava presentarmi lì fradicia. Con molta calma mi vestii bene in modo non molto formale, semplicemente un abbigliamento adatto, ecco, e quando fui pronta riempii la borsa con le prime cose che mi capitarono: un pacchetto di fazzoletti, un gloss per le labbra, l'ombrello piccolo in caso di pioggia, l'iPod, portafogli e cellulare.
Erano precisamente le 16 e in metro avrei impiegato circa 40 minuti per raggiungere lo studio. Sarei arrivata perfettamente in orario, anzi, anche un pò in anticipo in realtà, cosa più che rara. Io e il ritardo camminavamo a braccetto insomma. Afferrai le mie chiavi di casa con un panda a peluche penzolante che faceva da portachiavi e quando aprii la porta qualcosa mi colse di sorpresa. Zayn nella sua auto nuova di zecca teneva lo sguardo fisso sul volante mentre fumava una sigaretta distratto. Lo ammirai in tutta la sua perfezione. Era perfetto. Ogni lineamento e ogni piccolo particolare facevano di lui il ragazzo che tutte avrebbero voluto, compresa me. Incrociai il suo sguardo per qualche secondo quando si voltò nella mia direzione cacciando il fumo. Restai impassibile e gli voltai le spalle per chiudere a chiave sotto il suo sguardo insistente. Sospirai passandomi una mano tra i capelli e lasciando cadere le chiavi in borsa, dopodichè mi voltai e mi avviai alla stazione della metro vicino casa mia. Sentii chiaramente uno sbuffo provenire dall'auto, ma non mi fermai e continuai a camminare indifferente nella direzione opposta della sua macchina. Sentii il motore accendersi e fece inversione di marcia. Accostò l'auto più avanti, scese e si poggiò alla portiera chiusa aspettando che lo raggiungessi.
- Sono quì per accompagnarti, non perchè non ho niente da fare. - disse scontroso quando lo superai di qualche passo. Mi bloccò per una spalla impedendomi di andare avanti. Sbuffai e mi voltai rotenado gli occhi scocciata. La sua mano su di me mi fece rabbrividire. Automaticamente incrociai le braccia al petto nascondendo i polsi. Odiavo che le persone li fissavano, era una mia cosa personale.
- Nessuno te lo ha chiesto, e a quanto vedi ho risolto. Devo andare, arriverò in ritardo se non mi lasci. - risposi guardandolo con il cuore a mille. Stava esplodendo o cosa?
- Sali, ti accompagno io. - insisteva il ragazzo. Non decideva di mollare la presa. Mi arresi visibilmente scocciata in volto. La sua presenza mi irritava. Quando stavamo con gli altri non me ne fregava molto, ma da soli la tensione aumentava e questa cosa mi infastidiva. Lui era stato con lei. Io non riuscivo a passarci su, mi faceva male. Quella scena fissa nella mente che non mi abbandonava mai e sbucava dal nulla quando lo vedevo. Era insopportabile!
Una volta saliti in macchina accese il motore e partimmo. Il tempo era sicuramente minore in auto, questo pensiero mi diede sollievo.
- Facciamo che mi accompagni e basta, eh? - affermai facendo capire che non avrei accettato risposte mentre poggiavo la testa al vetro leggermente inclinata per guardare fuori.
Non fiatò. Almeno questo lo aveva capito per fortuna. Di tanto in tanto sospirava o sbuffava, non riuscivo a capirlo, per il traffico o per un qualcosa che gli desse fastidio, come il silenzio imbarazzante in auto. Dopo interminabili minuti decisi di accendere la radio. Mi stavo letteralmente rompendo le palle e il silenzio non aiutava. Probabilmente la mia coscienza mi teneva incollata al sedile, perchè giuro gli sarei saltata addosso da un momento all'altro volentiri. Io e i miei pensieri poco casti.
- Devo chiederti una cosa. - disse poi dal nulla abbassando il volume della radio.
- Già che mi trovo quì è un caso, quindi dovresti startene zitto. - risposi acida. Come facevo ad essere così maledettamente stupida quando c'era lui? Che idiota. Mi misi dritta con le braccia incrociate al petto. La risposta tardò di qualche secondo.
- Basta! Okay? Sono stanco di questo tuo atteggiamento del cazzo. Mi fai girare le palle! - mi urlò in faccia mentre il suo odore mi investì totalmente. Era incazzato nero. Il semaforo era rosso e io ero immobile con il viso rivolto verso lui. Era più vicino di quanto immaginassi. Deglutii rumorosamente quando si avvicinò di più. Avevo gli occhi incatenati dentro ai suoi. Non riuscivo a staccarli. Le sue ciglia lunghe coronavano quel marrone cioccolato che tanto amavo dei suoi occhi. Ero bloccata dal suo sguardo, non riuscivo a muovermi e i suoi occhi fissavano i miei e poi scendevano giù sulle mie labbra e poi ritornavano su. Il tempo si era come fermato e in una frazione di secondo ci ritrovammo affannati. Mi avvicinai ancora di poco e lui annullò le distanze completamente poggiando le labbra sulle mie. Le auto cominciavano a bussare con il clacson e le persone si lamentavano sorpassandoci. La lucetta del semaforo verde si accese e chissene importava. Non mi sarei staccata per nulla al mondo, e lui pareva volere lo stesso. Il suo odore mi invase ancora e schiusi in modo automatico le labbra facendo intrufolare la sua lingua che si intrecciava con la mia. Intanto una sua mano raggiunse il mio viso poggiandola sulla guancia e quando ci staccammo da quel bacio che mi era sembrato surreale avevamo entrambi il fiato corto. Lui partì restando in silenzio e io buttai lo sguardo al panorama che scorreva lento al mio fianco. Che cavolata era quella? Il calore si impossessò del mio corpo e in un attimo abbassai tutto il finestrino facendo entrare il vento fresco del pomeriggio scompigliandomi i lunghi capelli. Giuro di aver sentito una piccola risata provenire da lui. Cazzo rideva?




Heilà gente! Eccomi con un nuovo capitolo!
Allora vado un pò di fretta, sto per andare ad una festa quindi faccio presto (?)
Volevo ringraziare tutte le persone che seguono questa storia e che recensiscono.
Lo scorso capitolo è arrivato a 9 recensioni e io sono davvero stra felice! Non me l'aspettavo, quindi grazie<3
Inoltre un ringraziamento speciale va a lei, la mia carissima Elvi che mi sta aiutando proprio tanto, quindi la ringrazierò ogni singola volta che posso u.u
Ti voglio bene u.u
Beh che dire...il bacio mi è uscito poco fa, in realtà non doveva esserci, però per movimentare un pò è giusto che accada qualcosa :D
Ah prima che dimentico, un grazie anche a Demi Lovato e al suo fantastico documentario. E' un pò fonte d'ispirazione in questa storia.
E ancora una cosa, è un pò lunghetto O: E' capitato, quindi se vi scoccia li faccio più corti, non so..
Fatemi sapere che ne pensate e magari cosa vorreste che succede nei prossimi capitoli così mi date spunto ahahahah
Spero vi sia piaciuto e niente, adios. Vi adoro!


Ps: ma i loghi che metto all'inizio di ogni capitolo vi piacciono? o.O


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Capitolo 8
*** Match time! ***




La mattina dopo, stordita qual'ero, mi svegliai tardi, molto tardi. Vivendo attualmente da sola mi era difficile sentire la sveglia, così quando mi resi conto che sarei dovuta essere già in metro a quell'ora, visto che il mio scooter mi aveva abbandonata, feci un colpo di telefono a Liam mentre correvo su e giù per la camera per fare in fretta.
- Liam? Mi serve un passaggio! Niall è già andato a scuola e lo scooter è morto! In metro non arriverò nemmeno per la seconda ora! - dissi nel panico mentre tiravo dall'armadio le prime cose che mi capitavano fra le mani.
- Sei un angelo, si sono pronta, grazie! - lanciai il cellulare sul letto e mi fiondai in bagno. Velocissima preparai la borsa e passando per la cucina afferrai una mela. La prima cosa che mi capitò tra le mani. Uscii di casa sentendo il clacson dell'auto di Liam. Maledetta patente! Perchè non avevo una patente? Aspettavo i 18 anni solo per questo. Almeno mi sarei potuta spostare senza nessun problema ed evitare di disturbare la gente o prendere quell'odiosa metro.
A scuola corsi direttamente in aula e alla fine delle lezioni incontrai Liv.
- Heilà! - mi salutò raggiante come al solito.
- Novità sulla ricerca del principe azzurro? - chiesi sorridendole dopo averla salutata con un gesto della mano.
- Oh, no. - disse cambiando improvvisamente umore.
- Spero sia davvero in questa scuola, comincio a dubitare. - vidi un velo di tristezza sul suo viso mentre aggiustava la manica della sua camicetta colorata.
- Ehi dai non buttarti giù così. Dai tempo alle cose, non sono passate nemmeno 24 ore e già fai conclusioni affrettate. Tranquilla! - la consolai sicura. Prima o poi sarebbe uscito fuori questo misterioso ragazzo.
- Ascolta, questa sera vado a casa di un mio vicino con altri amici per guardare la partita. Puoi venire se ti va! - dissi pensando alla proposta di Liam in auto. In fondo ci avrei scommesso che se fosse venuta si sarebbe dimenticata del suo 'ragazzo sconosciuto'. Quei 5 erano di sicuro i più bei ragazzi dell'istituto.
- Mi piacerebbe molto ma questa sera c'è una cena con il nuovo datore di lavoro di mio padre, sai dopo il trasferimento.. - lasciò cadere la frase visibilmente dispiaciuta. Anche io lo ero. Sarebbe stata una gran bella serata con lei e soprattutto avrebbe avuto modo di conoscere i ragazzi, visto che a quanto pare non li aveva mai visti.
- Sarà per la prossima volta allora. - dissi io tranquilla. Prima o poi si sarebbero conosciuti.
- Devo proprio scappare. - disse lanciando uno sguardo all'ora sul display del suo cellulare. Sembrava parecchio indaffarata.
- Ci vediamo domani! - continuò lasciandomi poi un bacio sulla guancia sparendo poco dopo a passo svelto. Sospirai e raggiunsi Niall al parcheggio che era coinvolto in una conversazione con gli altri.
- In ogni caso, stasera vedremo! Sarà una bella partita tosta! - esclamò Louis con l'entusiasmo a mille. Sorrisi a tutti in segno di saluto e dopo un pò ci raggiunse anche Zayn. Quando lo vidi arrivare in lontananza qualcosa di anormale scattò dentro di me. Volevo evitarlo, non sapevo bene come comportarmi dopo quello stupidissimo ma allo stesso tempo bellissimo bacio. Dovevo ancora valutare la situazione. Così aprii lo sportello dell'auto del biondo e mi ci infilai dentro. Niall vedendo la mia reazione capì che volevo ritornare a casa, così congedò i ragazzi con un 'ci vediamo stasera' e salì in auto.
- Tutto okay? - mi chiese mettendo in moto.
- Mai stata meglio. - mentii mentre incrociai lo sguardo di Zayn che mi stava fissando. Distolsi subito passando una mano tra i capelli e finalmente l'auto partì.


Non nascondo il fatto che ero un pò agitata. Non sapevo davvero come prendere la storia di Zayn. E quella sera sarebbe stato ancora più imbarazzante. Nessuno dei ragazzi sapeva niente, almeno io non ne avevo parlato con nessuno, non so se lui lo aveva fatto, ma speravo comunque di no. Le battute non le avrei rette, ecco. Avevo appena finito di lavare i capelli. Mi trovavo davanti allo specchio con lo sguardo perso nel vuoto mentre la spazzola scivolava già ad ogni ciocca. La stupida suoneria dell'sms mi portò alla realtà.
- Ho chiesto a mio fratello di portare lo scooter dal meccanico, quindi se non lo vedi giù tranquilla (:
Per stasera alle 8 da me, andiamo da Harry per la partita. <3 -

Ma quanto poteva essere dolce? Mi affacciai dalla finestra e notai lo spazio vuoto dove era solito stare il mio scooter. Sorrisi e risposi digitando velocemente:
- Grazie Irlanda, sei un tesoro! Alle 8 allora. <3 -
Ritornai ai miei capelli e li asciugai lasciando che si ondulassero da soli come al solito. Cominciai già a vestirmi, indossai dei semplici shorts strappati un pò quà e là a vita alta e una maglietta bianca larga. Ci misi un pò a trovare le converse, una era lì al solito posto mentre l'altra sotto il letto. Perplessa non ci feci caso più di tanto e le indossai. Per il giorno seguente non c'era da studiare quindi accesi il pc e mi feci un giro nei vari social network. Mi ritrovai nella bacheca di Zayn senza sapere come e cominciai a leggere i post che gli lasciavano le ragazze. Squallide, davvero squallide. Persone senza un pò di pudore, pensai subito. Mi scappò un sorriso mentre guardavo le immagini del profilo. Era così bello cavolo ed era anche online.
- Sai usarlo allora il pc? - bingo. Mi scrisse subito in chat.
- Davvero spiritoso. - scrissi fredda senza emozioni.
- Ci sarai anche tu stasera? - Che faceva mi prendeva in giro? Conosceva benissimo la risposta.
- Ovviamente. Devo andare, ciao. - staccai tutto e chiusi il pc. Non mi andava parlargli, già mi aspettava una serata poco piacevole in sua presenza, se dovevo sopportarlo anche su fb allora stavamo rovinati. Aspettai che si fece ora ammazzando il tempo e andai da Niall per raggiungere casa di Harry.


- Ragazzi! Devo raccontarvi una cosa! - Liam irruppe nel salotto di casa Horan con un sorriso a trentadue denti e una voce di almeno due ottave più alta del normale.
- Che ti succede? Sei impazzito per caso? - chiese Niall ridendo mentre prendeva posto sul divano accanto a Harry. Liam lo guardò male e poi prese un lungo respiro guardandoci tutti.
– Ho conosciuto una ragazza – disse tutto d’un fiato. Louis scoppiò a ridere.
– Accidenti Payne, da come eri partito sembrava che dovessi già invitarci al matrimonio! – scherzò battendo il cinque con Zayn che rideva a crepapelle. Liam li guardò con sguardo torvo.
– Ah, voi non capite.. lei era.. era.. bellissima – sospirò lasciandosi cadere su una poltrona.
– mmh si, alta, capelli biondi e occhi cerulei.. – scherzò Harry passandosi le mani su tutto il corpo mimando un movimento sensuale.
– Esatto! – esclamò Liam spalancando gli occhi. Ci furono un paio di secondi di silenzio prima che l’intera comitiva scoppiasse a ridere, compresa me.
– Eddai Liam, da quando ti piacciono le bionde? – dissi ironica dandogli un buffetto sul braccio.
– Oh Mel, almeno tu devi credermi! – disse implorandomi con una faccia da cucciolo bastonato.
– E sentiamo, ha un nome questa meraviglia? – chiese Zayn. Liam aggrottò la fronte.
– Allora? – lo esortò Niall.
– A dire la verità.. no – disse Liam a bassa voce grattandosi il collo.
– Lo sapevo! Lo sapevo che era tutto uno scherzo! – disse Niall ridendo mentre gli altri lo seguivano.
– No no no! Ragazzi dico sul serio! Lei.. esiste! Solamente perché non so il suo nome non vuol dire che mi sia inventato tutto! – proseguì Liam disperato.
– E va bene, ti crediamo! – dissi io una volta soffocata la risata.
– Ti aiuteremo noi a trovarla! – disse Zayn alzandosi e dando una pacca sulla spalla di Liam.
– Spero di riuscire a stringerle la mano! – scherzò Louis facendo finta di stringere la mano ad un fantasma. Liam alzò gli occhi al cielo ridendo.
– Qualche altro indizio che non riguardi la sua fantomatica bellezza? – chiesi mettendomi seduta meglio. Liam alzò le spalle.
– So solo che viene nella nostra scuola – disse sospirando. Lasciai un attimo i ragazzi parlare con Liam della cosa e mi estraniai dalla stanza. Questa storia mi ricordava qualcosa.. ma cosa?





Heilà! Ciao a tutti. Finalmente ho aggiornato.
Mi dispiace se vi faccio aspettare tanto çç è che ogni tanto svanisce l'ispirazione D:
Passiamo ai soliti ringraziamenti. 10 recensioni! Mi avete resa felicissima, sul serio!
Grazie per aver inserito questa storia tra le ricordate/preferite/seguite! E soprattutto le visite!
Ne siete tantissime anche se le recensioni sono davvero poche a confronto '-'
Spero di ricevere qualche recensione in più, tengo moltissimo a sapere cosa ne pensate O:
Ancora grazie a te Elvi per gli spunti che mi dai e per tutto il tuo aiuto! Se non fosse per lei aggiornerei ogni morte di papa ahahahaha.
Bene tralasciando questa parte, parecchie di voi si aspettavano che Liv avesse incontrato Zayn, invece sorpresa! Non è così u.u
Quindi stay tuned e non vi preoccupate :D
Al prossimo capitolo!
Grazie, grazie, grazie! <3

mich.

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Capitolo 9
*** Prince charming. ***






- Intendi Peter Piking? quello della squadra di surf? - chiesi ridendo ad Olivia, mentre ci dirigevamo verso casa sua, le braccia piene di annuari scolastici.
- Oh, non mi sono disturbata a chiedere il suo nome, sono scappata via di corsa - disse lei strabuzzando gli occhi.
- Insomma che avresti fatto al posto mio? saresti davvero andata a letto con quell'energumeno?! - mi chiese lei sorpresa.
- Olivia! - la rimproverai ridendo. - ma certo che no! - dissi scuotendo la testa. - tra quando arriveremo? stiamo camminando da ore! - mi lamentai.
- Sempre la solita esagerata, avremo fatto si e no dieci minuti di strada! - esclamò saltellandomi davanti. - in ogni caso.. siamo arrivate! - disse fermandosi difronte ad un enorme edificio in marmo bianco e rosa.
- Tu.. tu vivi qui? - chiesi meravigliata alzando la testa per ammirare meglio l'intera villa.
- Già! - esclamò lei piegando la testa di lato mentre frugava nella borsa firmata in cerca delle chiavi. Una volta sorpassata la massiccia porta rosso scuro, mi si presentò davanti un enorme ingresso. mi guardai intorno. quella casa la rappresentava benissimo. lo stile classico era unito al moderno in modo magistrale e rendeva l'intero spazio.. una figata epica.
- Ciao mamma! - urlò Liv verso una porta a vetri aperta che dava su quello che immaginai fosse il cortile interno.
- Ciao zuccherino! - replicò una donna bionda alzando una mano. Era seduta su quello che pensai fosse un tappetino da yoga. Feci un sorriso nella sua direzione e lei lo ricambiò, senza fare domande.
- Vieni, andiamo in camera mia - disse Liv una volta essersi tolta la giacca elegante che indossava sul vestitino in pizzo a gonna larga. Mi spogliai anche io e insieme ci dirigemmo al piano di sopra, attraverso una grande scala elicoidale, anch'essa in marmo. Arrivammo in un ampio corridoio, alle cui pareti erano appese svariate fotografie di Liv, da quando era bambina fino a quelle che dovevano essere di pochi mesi fa.
- Sono bellissime - dissi piano guardandole.
- Sono una fissa di mia madre - disse lei sorridendo buttando gli occhi al cielo.
- Togliti le scarpe - disse sospirando mentre si sfilava i suoi stivaletti. La guardai aggrottando la fronte.
- Un'altra fissa di mia madre - disse poi aprendo la porta. Avanzai nella stanza e ancora una volta rimasi affascinata.
- Ehi, questa cosa è più grande di tutta casa mia! - esclamai guardandomi intorno. Lei fece una risatina e si buttò sul letto, accanto agli annuari.
- Cominciamo? - chiese facendomi segno di sedermi vicino a lei.
- Certo! - dissi affondando nel morbido piumino.
Qualche ora dopo, avevamo sfogliato la maggior parte degli annuari, senza riuscire a trovare niente.
- Ah, non lo troveremo mai - disse lei lasciandosi cadere sulla poltrona girevole fatta di pelo bianco.
- Maddai Liv.. non può non essere negli annuari - dissi ravviandomi i capelli.
- Magari ha mentito riguardo al venire nella nostra scuola.. magari voleva solo un modo per attaccare bottone - dissi alzando le spalle. Olivia rovesciò la testa all'indietro. Qualche secondo dopo alzò la cornetta di un telefono che si trovava sulla sua scrivania e premendo un numero.
- Wanda, potresti portarci qualcosa per merenda, per favore? - chiese con voce gentile. - perfetto, grazie mille - disse poi riattaccando.
- Ti tratti bene a quanto vedo - dissi poi guardandola sorridendo.
- Sono nata fortunata - disse lei.
Qualche minuto dopo bussarono alla porta e Liv si alzò per andare ad aprire. Una signora sulla sessantina, capelli corti color mogano, entrò e posò un vassoio colmo di leccornie sul tavolino difronte ai divani e alle poltrone, davanti a noi.
- Ecco quà ragazze, spero vi piaccia - disse affettuosa.
- Sarà perfetta come sempre - rispose Liv dandole un bacio sulla guancia. La donna sorrise e poi uscì dalla stanza. Io e Liv ci abbuffammo come se fossero tre mesi che non mangiavamo. Era tutto delizioso. Rimanemmo un po' di tempo a parlare del più e del meno, stese sul letto, mentre io fissavo la stanza, cercando di catturare anche il minimo dettaglio. Era la camera dei sogni.. pareti color rosa chiaro e oro, adornate con foto e stampe romantiche, diversi scaffali pieni di oggetti che anche se non sapevo cosa fossero, avrei voluto possedere, un'enorme tv al plasma proprio davanti al letto e la zona con i divanetti e le poltrone, dall'altro lato una grande scrivania con diversi computer, e al muro un paio di lavagne a pennarello, con il planning settimanale. Niente armadio però. Immaginai avesse una cambina apposta.
- Beh, si è fatto tardi - dissi a malincuore guardando l'orologio. Erano le sei e trenta e avrei dovuto essere a casa alle sette in punto, giusto in tempo per la cena a casa Horan.
- Ti ringrazio per il bellissimo pomeriggio, e sentiti libera di invitarmi alla tua reggia quando vuoi! - dissi ridendo sulla porta di casa, una volta salutata Liv.
- Contaci! - mi rispose in tono scherzoso. Mi avviai verso casa e la prima cosa che mi balzò alla mente furono le labbra di Zayn, incastonate alle mie, e quel suo forte profumo maschile mi pervase ancora una volta le narici. Sorrisi e indossai gli auricolari, premendo il tasto play e dimenticandomi del mondo.


Quella mattina mi svegliai di soprassalto, con la netta sensazione di essere in ritardo, di nuovo. guardai la sveglia e mi precipitai giù dal letto.
- Dannatissima cosa perchè non fai il tuo lavoro? una cosa devi fare! - dissi scaraventandola per terra. Quella mattina Liam aveva da fare e non sarebbe potuto venire in mio soccorso. Mi precipitai in bagno e in un battibaleno ero pronta, mi vestii con le prime cose trovate nell'armadio e uscita di casa mi diressi verso il mio scooter, che aveva finalmente deciso di ripartire, dopo una settimana in cui si era rifiutato di mettersi in moto, sfrecciando poi alla volta di scuola. Varcai la soglia dell'edificio pochi secondi prima del suono della campanella. Tirai un sospiro di sollievo e mi preparai ad affrontare il primo corso. Non ascoltai granchè in realtà, avevo le palpebre pesanti a causa del poco sonno. Zayn è un argomento che mi tiene sveglia, a quanto pare. Al suono della campanella l'intera scuola si riversò nei corridoi, e così feci anche io, dirigendomi verso il mio armadietto.
- Anche oggi in ritardo eh? - mi canzonò Liam appoggiandosi ad uno degli armadietti vicino al mio. Alzai gli occhi al cielo.
- Chi te l'ha detto? - gli chiesi ridendo posando i libri.
- Ho i miei informatori - disse lui alzando le spalle. Gli diedi un buffetto sul braccio.
- Eddai, lo sai che non ci casco - dissi scuotendo la testa.
- Che c'è da dire apparte il fatto che sei sgommata fuori di casa, il tuo umore è pessimo e i tuoi capelli sono tutti appiccicati? beh si, sei decisamente arrivata presto stamattina! - scherzò spostandomi i capelli dal viso.
- Sei uno stronzo! - mi ribellai allontanandomi dal suo tocco.
- Stasera con i ragazzi pensavamo di dormire al cottage - cominciò lui tornando serio.
- Ti va di venire? - chiese subito dopo.
- Certo - dissi piacevolmente sorpresa dell'invito. In quel momento mi sentii tirare per il braccio e un secondo dopo mi trovai un paio di labbra dipinte perfettamente di rosso che si muovevano a raffica.
- Mel ti prego dimmi che hai fatto la relazione per Mattews, mi uccide se non gliela consegno oggi - esclama disperata.
- Liv, quante volte ti ho detto che devi cominciare a farti le ricerche da sola? - sbuffo.
- Lo so lo so scusami, è l'ultima volta, lo giuro! - disse pregandomi. Frugai nella borsa e tirai fuori un plico di fogli.
- Tieni - dissi porgendoglielo.
- Dio, sei un angelo! - disse lei felice. Fece per andarsene quando la bloccai.
- Ehi Liv.. ti presento Liam! E' uno dei ragazzi di cui ti ho parlato! - dissi entusiasta voltandomi verso di lui e indicandolo. Tutto si congelò per qualche secondo. Mi voltai nuovamente verso Liv, trovandola pietrificata con la bocca aperta, poi di nuovo verso Liam, nella stessa posizione.
- Li.. Liam? - disse lei ritornando in sè.
- Si.. Liam! ricordi? Ti avevo parlato di loro - dissi lentamente.
- Aspettate un secondo! Mi state dicendo che.. che.. voi due? tu.. tu stavi cercando lui? - chiesi rivolta verso Olivia, che era ancora quasi sconvolta.
- e tu.. tu stavi cercando lei? - chiesi voltandomi verso Liam, che aveva assunto un'espressione da perfetto idiota.
- Ciao - riuscì a dire. Scoppiai a ridere.
- Non è possibile! Come ho fatto a non capirlo prima? - dissi battendomi una mano sulla fronte.
- Ciao - rispose Olivia.
- Okay.. forse è meglio che vi lasci soli.. - dissi sorridendo ironica.
- Mi raccomando Liv, ricordati le fotocopie della ricerca! - esclamai chiudendo poi l'armadietto e dileguandomi. Mi fermai poco dopo ad osservarli, non potevo crederci. Per quasi un mese ho aiutato Liv a cercare un ragazzo che vedevo tutti i giorni, a tutte le ore e che proprio il giorno prima mi aveva accompagnata a scuola.
- Allora è così che ti chiami - sentii dire Olivia, che aveva ormai ripreso le sue facoltà mentali e motorie.
- Già - rispose Liam impacciato, evidentemente per lui non era la stessa cosa. Potevo benissimo capirlo, anche io mi ero sentita così la prima volta che incontrai Olivia.
- Sc-scusa se ti sembro un imbranato, è che non mi.. non mi aspettavo di conoscerti così - riprese lui.
- Già, nemmeno io.. - disse Liv. non potevo vedere la sua faccia ma mi ci sarei giocata la testa sul fatto che stesse sorridendo.
- Vuoi.. vuoi che ti accompagno in classe? - continuò Liam facendo un passo verso il corridoio.
- Certo! - accettò lei con palpabile piacere. Presero a camminare nella mia direzione. Erano buffi insieme, ma anche carini. Non avrei mai detto che lei fosse il tipo di Liam, ma nemmeno il contrario. Su quante cose ancora mi sbagliavo riguardo quella ragazza?
- Così.. sei amica di Melanie? - chiese lui per spezzare il silenzio.
- Si, è stata la prima persona con cui abbia parlato a scuola - rispose lei un sorriso a cui lui rispose immediatamente. Erano adorabili.
- Emh.. so che forse ti sembra inopportuno ma.. stasera io e il resto del gruppo avevamo organizzato una serata nel cottage di uno dei ragazzi.. ci sarà anche Melanie quindi.. perchè non vieni anche tu? - chiese lui quasi tutto d'un fiato. Che coraggio Payne! Pensai ridacchiando.
- Mi farebbe davvero piacere! - rispose subito lei, con gli occhi che le brillavano.
- Okay.. forte! - ribattè lui.
- Forte! - disse lei leggermente imbarazzata guardandosi le scarpe, altissime come sempre.
- A-allora ci vediamo stasera! - concluse lui.
- A stasera! - rispose lei. Arrivarono davanti alla classe del signor Mattews e si salutarono con un cenno della mano ed un sorriso. Stasera ci saremmo divertiti un mondo.





Ciao bella gente.
Premetto che questo capitolo è pronto da quando ho postato l'ultimo, ho cercato di aggiornare,
ma purtroppo non ho mai avuto un pò di tempo. I miei erano in Spagna e sono stata per un pò dai miei zii.
Quindi ora spero che leggerete questo bel capitolo perchè l'artefice è leeei! Si, Elvi u.u
Che tengo a ringraziare tantissimissimo per tutto quello che sta facendo (come sempre '-') AHAHAHAHA.
E' dedicato interamente a Liv e Liam, è vero, ma ci sono anche tantissime altre cose su questa new entry!
Cosa ne pensate? Fatemi sapere con una recensione dai fyhdujisjfuh.

Grazie a tutte le 10 persone che mi hanno lasciato la recensione.
Alle persone che seguono silenzione e.. a tutti insomma!
Davvero sono felicissima!
Alla prossima, mich<3




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Capitolo 10
*** I need your help now. ***




- Mel? - Zayn dall'aria alquanto annoiata si avvicinava sempre di più. Mi stava cercando, cosa alquanto strana considerando i suoi atteggiamenti poco carini. Alzai lo sguardo dal libro che stavo leggendo sul divano Horan e sbuffai. Il mio cuore cominciò a battare forte quando però incrociai il suo sguardo. Cercai di non farci caso e non pensarci troppo, mi sarebbe uscito fuori dalla gabbia toracica a momenti.
- Cosa c'è? - chiesi visibilmente scocciata. Nonostante tutto, mi stava disturbando. Lui alzò le mani come se volesse difendersi.
- Tranquilla, non voglio nè violentarti nè niente del genere. - disse restando davanti al divano in piedi. Feci gesto con la mano di continuare.
- Quella stronza di biologia vuole bocciarmi al suo corso. - disse solo. Senza emozioni e senza fare niente. Era come se non gliene importava più di tanto.
- ...e? - continuai io. Voleva sicuramente qualcosa se no che cavolo me lo veniva a dire a fare. Anche se lo sapevo benissimo che aveva carenze in quella materia, era sempre lì in classe che flirtava con qualche cheerleader.
- ...e sei l'unica che frequenta il mio stesso corso. Devi aiutarmi. - lo scrutai senza dire niente.
- Tu sei matto. - dissi distaccata. Mel acida mode:on. Io e lui. Insieme. Studiare. Stavo faticando tanto per tenerlo il più lontano possibile e lui viene a chiedermi un aiuto in biologia?
- Insomma, non sono la più brava. C'è Beth o l'altra, la bionda ossigenata, Perrie. - dissi chiudendo il mio libro e poggiandolo sul tavolino davanti al divano.
- Dai Mel, studiamo e basta. - era serio. Strano, molto strano. Sospirai e annuii con la testa arrendendomi.
- Cominciamo domani? - chiesi alzandomi e aggiustandomi i pantaloncini. Sentii il suo sguardo perforarmi e imbarazzata incrociai le braccia al petto, come al mio solito.
- Certo. - disse accennando un sorriso che mi lasciò spiazzata completamente. Si accorse del mio imbarazzo e indietreggiò con due passi e prima di voltarsi per raggiungere gli altri nel giardino del retro della casa mi fece un cenno con la testa ammiccando soddisfatto. Qualcosa mi diceva che avevo fatto un'altra stronzata. Dovevo dire no e basta. Roteai gli occhi al cielo sbuffando. Mi sarei presa a schiaffi da sola.
Li raggiunsi in giardino.
- Liv viene da me tra un pò. Avete deciso che fare stasera? - chiesi infilando le mani nelle tasche posteriori dei pantaloncini. A quella mia domanda Liam si illuminò. Doveva piacerle proprio tanto questa ragazza, non lo avevo mai visto così preso.
- Andiamo al cottage di Louis! - rispose Niall indicandolo con un cenno della testa mentre lui annuiva per confermare.
- Quindi aspettiamo Liv che arriva e andiamo tutti insieme. - continuò il riccio.
- Okay! - dissi stendendomi su una delle sdraio in legno in giardino. L'aria era fresca e inspirai a pieni polmoni per poi rilassarmi. Passarono così in silenzio i prossimi minuti finchè il mio cellulare prese a squillare. Risposi subito dopo il primo squillo.
- Liv, siamo da Niall. Si, siamo pronti. - dissi alzandomi e facendo cenno ai ragazzi che potevamo andare. Staccai la chiamata e la raggiunsi fuori con i ragazzi dietro. Mi salutò con un abbraccio e si bloccò quando vide Liam avvicinarsi di più a lei. Sembrava una statua mentre piano sulle sue labbra compariva un sorriso rivolto al ragazzo che intanto era arrivato davanti a lei baciandole una guancia per salutarla. Lei arrossì e salutò tutti con un timido - ciao. -
Sorrisi a quella scena. Era davvero imbarazzata.
Per raggiungere il cottage di Tomlinson purtroppo dovettimo stringerci in una sola auto. Non era molto lontano da casa mia e Niall, ma nessuno aveva voglia di camminare da quanto avevo notato. L'irlandese alla guida, Louis accanto a lui e dietro c'era Harry al centro che continuava a lamentarsi per far abbassare i finestrini perchè non riusciva a respirare mentre si agitava di continuo, alla sua destra Liam che teneva Olivia sulle gambe e a sinistra purtroppo io e Zayn. Mi aveva totalmente trascinata per farmi sedere sulle sue gambe ed ero parecchio infastidita di questo suo gesto. Ero aggrappata allo schienale della sedia davanti per evitare il più possibile contatti ravvicinati, ma per mia sfortuna allacciò le braccia intorno alla mia vita bloccandomi mentre scivolavo più verso lui. Non sapevo se pensare a trovare un modo per scappare da quella situazione, se ridere alle continue battute squallide di Harry o se ignorare l'amico di Zayn che continuava a gonfiarsi. Dopo poco arrivammo e per scendere ci mettemmo un pò. Noi cinque dietro eravamo attaccati e ridere non aiutava per niente.


- Spero abbiate portato i costumi. - esordì Louis mentre ci mostrava il suo giardino.
- New entry. Vi presento il mio nuovo giardino con piscina nuova di zecca 900x500 e con una profondità fino a 2 metri e 20 centimetri! - disse super eccitato. Tutti restammo a bocca aperta. La piscina enorme aveva l'idromassaggio accanto con acqua calda probabilmente visto che evaporava e il tutto era decorato con piante e fiori colorati che emanavano un soffice profumo nell'aria.
- Ci hai tenuto nascosto questo ben di dio per quanto precisamente? - chiese Niall ancora incantato.
- Un mese circa, il tempo dei lavori. - rispose Louis soddisfatto.
In un nanosecondo circa eravamo già tutti in costume e con vestiti sparsi quà e là per il giardino. I ragazzi cominciarono una specie di competizione di tuffi in cui io e Liv facemmo da giudici. Inutile dire che Liv dava sempre dieci punti a Liam che a sua volta si gasava e le sorrideva come non mai. Gli altri erano davvero una frana! Il punteggio più alto tra i quattro rimanenti fu un 6 da parte mia. Molto severa, mi dicono. Il vincitore di conseguenza fu Liam che con il suo fisico atletico lasciò tutti sbalorditi delle sue capacità anche in questo campo. Quando il sole cominciò a calare abbandonammo la piscina immergendoci tutti nell'acqua calda dell'idromassaggio.
- Un vero paradiso! - esclamò Harry con i riccioli bagnati che gli ricadevano ovunque. Chiusi gli occhi per qualche minuto godendomi quei pochi momenti di pace che capitavano molto raramente. A mano a mano uscirono tutti, o quasi tutti per asciugarsi e prepararsi per la cena. Tranne io. Aprii gli occhi e vidi il moro che mi fissava. Mi prese una morsa allo stomaco mentre incrociavo il suo sguardo. Se le sue intenzioni erano farmi morire, ci stava riuscendo molto bene.
- Sto ancora aspettando delle spiegazioni. - dissi richiudendo gli occhi e portando la testa all'indietro per poggiarla sul bordo. Sentii l'acqua muoversi, segno che si era spostato.
- Io non devo spiegazioni a nessuno. - Il tono più vicino rispetto a prima della sua voce mi fece rabbrividire. Direi che era ora di uscire da lì prima che le cose si mettessero male.
- Come ti pare. - fredda come il ghiaccio lo lasciai lì raccogliendo poi le mie cose sotto il suo sguardo attento.
Dopo aver cenato con una specialità di Louis passammo il resto della serata a divertirci sparando cazzate e raccontando episodi accaduti a ognuno di noi.
- Zayn, ricordi quando quella bionda si presentò in camera tua in biancheria intima attraversando il salotto sotto gli occhi dei tuoi? - Harry scoppiò in una fragorosa risata seguita poi da quella del moro e di tutti gli altri presenti. Era una cosa disgustosa, scossi la testa ridendo.
- E Niall che ordinò un pollo intero da Nando's? Ricordo che il cameriere quando capì che era tutto per lui rimase sconvolto! - continuò Louis mentre Niall scoppiava a ridere.
- Sei assurdo, Irlanda! - dissi tra le risate.
Tutto proseguì alla grande. Liam e Liv si appartarono in un angolo del grande salotto ricco di divani e poltrone con un caminetto incorniciato sulla parete frontale che padroneggiava la stanza. In inverno sarebbe stato un posto ideale per trascorrere del tempo. Tutti facevano qualcosa. Chi giocava alla xbox e chi chiacchierava amorevolmente. Io ero assorta tra i pensieri e di tanto in tanto Liv mi lanciava un sorriso e mi buttavo in qualche partita del videogioco. Uscii fuori e mi sdraiai su una delle comode sedie in giardino per una boccata d'aria. L'aria era fresca e profumata e il cielo non era poi così nuvoloso come il meteo aveva annunciato. Si intravedeva qualche stella e sobbalzai quando qualcuno si accasciò sulla sedia accanto alla mia. Mi portai una mano al petto spaventata.
- Sei un idiota patentato, sempre che tu ce l'abbia la patente. - dissi irritata. Rise e accese una sigaretta.
- Per quanto tempo farai la scontrosa con me? - chiese contemplando il fumo che si attorcigliava nell'aria mentre usciva dalla sigaretta.
- Quando riuscirò a scordarmi di Lauren. Cosa impossibile, quindi mai. - risposi con la testa bassa. I ricordi erano ancora lì e avevano deciso di tormentarmi ancora e ancora. Lui si irrigidì a quelle parole. Si sentiva in colpa probabilmente. Forse in fondo lui era una delle tante cause che ancora oggi mi facevano male. L'unica pecca era che nonostante ciò non riuscivo a togliermelo dalla testa, e lui complicava ulteriormente le cose con il suo comportamento.
- Mi dispiace.. - disse lui con un filo di voce. Annuii piano ricordando tutto quello che avevo passato in pochi mesi facendo cadere lo sguardo sui segni lasciati dalla lametta sul mio polso.
- Già, anche a me. - dissi con un sospiro. Finì la sua sigaretta nel silenzio più totale e di tanto in tanto si sentiva qualche urlo dei ragazzi che proveniva da dentro.
- Comincia a far freddo, entriamo. - disse alzandosi. Lo seguii e sotto gli occhi di tutti che ci guardavano maliziosi ci accomodammo su uno dei divani. Alzai gli occhi al cielo
- Lo odio. Che cavolo avremmo mai potuto fare? - dissi sbuffando. Mi sdraiai con la testa dal lato opposto di Zayn e siccome lo spazio era poco poggiai i piedi sulle sue gambe.
- Lamentati e ti scordi le ripetizioni di biologia. - dissi fredda ricattandolo facendo ridere tutti i presenti nella stanza, compreso il moro che al contrario non sembrava per niente dispiaciuto.




Ehilà, salve!
Allora partiamo con le scuse questa volta, perchè è passato tanto tempo dall'ultimo capitolo D:
Mi è successa una cosa incredibile! Martedì 14 sono partita per Londra e son tornata questo mercoledì!
Non so come sia successo, in realtà niente era programmato, infatti abbiamo prenotato tutto il venerdì prima ._.
In ogni caso sono viva (?) Non ve ne fotte niente però boh è stata una delle settimane più belle della mia vita!
Ne vale la pena eccome! E' un posto meraviglioso e sì, spero che un giorno anche chi non l'ha ancora visitata lo farà! <3
Ora lasciamo perdere perchè mi sento male solo al pensiero che sono in italia ora ahahaha.
Spero mi perdonerete per la lunga assenza çç
Intanto questo capitolo riguarda più Zayn e Mel, finalmente!
Il prossimo non tarderà ad arrivare, lo prometto u.u
Fatemi sapere con una piccola recensione cosa ne pensate, anche un 'mi fa schifo' mi fa piacere!
Ringrazio tutte le persone che hanno recensito lo scorso capitolo e tutte quelle che la seguono in modo silenzioso!
Grazie davvero!
Questo angolo autrice è diventato troppo lungo, quindi sparisco.
Byee, mich.


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