Ancora amici?

di Newyorkese19
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Conosco Maddalena da quando è arrivata qui nella "grande America" come la chiama lei, insieme ai suoi genitori dall'Italia.
Mi è sempre un pò piaciuta, forse per la sua carnaggione un pò più scura della mia, o per i suoi occhi color nocciola. Sinceramente non l'ho mai capito.
Lena non è la tipica ragazza che dice in continuazione quanto voglia bene agli amici, ma lo sa dimostrare sempre.
Come quella volta in cui volevo comprarmi la chitarra dei miei sogni e il tizio del negozio di musica non voleva vendermela, perchè secondo lui ero una mezza calzetta. C'è mancato poco che gli staccasse la testa a morsi. Ha iniziato ad insultarlo in italiano e io non smettevo di ridere. Alla fine quel tizio la chitarra me la venduta.

-Ma guarda te, ma cosa ne sa lui se tu sei bravo o no? Magari tu potevi essere il pronipote del chitarrista dei Rolling Stones e lui non lo sapeva. Che fastidio!-
-Dai Lena, alla fin fine la chitarra me l'ha data.. Non farne una tragedia-
-La guerra di Troia è una tragedia, il fatto che i Take That si siano sciolti è una tragedia. Questo piccolo screzio, mio caro Jonas, non è altro che un passatempo per me-

Ricordo che abbiamo iniziato a ridere come due idioti in mezzo alla strada.
Lena è fatta così, farebbe il giro del mondo a piedi se solo questo servisse ad aiutare qualcuno che ama.
Lena è speciale, è bella, è divertente ed è appena andata addosso al furgoncino del postino, davanti al mio vialetto. Non è possibile, quella ragazza è una demente. Sarà la quarta volta in due settimane che va a sbattere contro qualcosa in macchina. Non mi sorprenderebbe se facesse bloccare l'intera quinta strada a New York solo perchè deve allacciarsi la cintura di sicurezza.
Ciò nonostante mi viene in contro sorridendomi, ma il suo non è un sorriso dolce, è più da arrogante e presuntuoso, un pò più da lei.
-E così sei tornato- dice senza mostrare la minima felicità.
-Ti dispiace?-
-Si, si stava così bene senza di te. Ma nel caso in cui tu mi avessi portato qualcosina allora la tua presenza qui sarebbe più che gradita- dice baciandomi una guancia.
-Hai cambiato profumo? E' buono questo qui-
-Piantala di fare la femminuccia e fammi entrare- Mi sorpassa ed entra nel mio appartamento che condividevo fino a poco tempo fa con Nick.
Va dritta in cucina e si siede in quella che lei ha soprannominato "la sua sedia".. Un pò come il posto del divano per Sheldon Cooper.*
-Tieni- le dico e le allungo un pacchetto rosso. Lo scarta velocemente e poi mi guarda.
-Un paio di orecchini? Tutto qui? L'ultima volta mi hai portato l'intera edizione di Harry Potter autografata dalla scrittrice, e ora un solo misero paio di orecchini? Stai perdendo colpi Jonas-
-Oh prego Lena, non c'è di che- sorrido. Mai una volta che riesca ad essere gentile.
-Quindi? Perchè mi hai chiesto di venire? Sono una donna impegnata io-
-Si, a far danni. Il mio postino ti sarà sicuramente grato della botta-
-E' lui che non è andato avanti. Dai su, sono curiosa!-
Cos'era quello? Entusiasmo? Pura curiosità? Dov'è finita la Maddalena che conoscevo?
-Devo dirti una cosa.. Ho davvero bisogno di parlare, di parlarti, di parlarne. Non riesco più a tenerlo dentro..-



*Sheldon Cooper, per chi non lo spaesse è un personaggio di una serie televisiva "The big bang theory".
Ad ogni modo, spero che questo nuovo inizio vi sia piaciuto. Un bacio :)

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


E' così difficile parlarle. Così incredibilmente difficile. Non riesco nemmeno a guardarla in faccia, perchè i suoi occhi mi mandano il cervello in tilt. Ma devo farlo, per la mia salute mentale e anche per il mio cuore.
-E' da un pò di tempo che volevo dirtelo.. Cavolo, non pensavo fosse così difficile.. Io ti voglio bene e questo lo sai, ma quello che provo va oltre la semplice amicizia..-
-Frena, frena, frena Jonas di mezzo.. Tu mi stai dicendo che io ti piaccio?-
-Si, cosa c'è di male? Sei la mia migliore amica e credo che tu possa essere la ragazza giusta per me.. Perchè fai quella faccia? Non ho mica detto che sei grassa..-
La sua espressione è in continuo cambiamento. Spaventata, incredula, stupita, imbarazzata.. Ma non è felice.
-Oh, e devi solo provarci mio caro. Joseph, io non posso piacerti. Magari pensi che quello che provi per me sia amore, ma forse non è così. Io non ti piaccio davvero, non è possibile..-
-E perchè dovrebbe essere impossibile? Cosa ci sarebbe di tanto sbagliato se io e te stessimo insieme?-
-Io ti conosco Joe, so come ti comporti con le tue ragazze. Le "ami" per un pò e poi te ne liberi come se fossero indumenti vecchi. Io non sono un indumento vecchio. Io sono lo smoking per eccellenza. Il tubino nero che ogni ragazza ha nell'armadio e del quale non si separerebbe mai. E poi mi spieghi che relazione potremmo avere? Tu che te ne vai sempre in giro per lavoro, io qui a leggere gossip falsi su di te e chissà chi.. No Joe, non penso di potercela fare-
-Rispondi ad una sola domanda. Io ti piaccio?-
Abbassa lo sguardo e comincia a giocare con i braccialetti legati al polso. Si morde il labbro e sfrega le mani sulle ginocchia. E' nervosa, lo so per esperienza. In fondo, molto in fondo vedo un barlume di felicità, forse potrebbe dirmi di si e tutti quei problemi che ha appena elencato sparirebbero all'istante. Ma mi dirà di no. Glielo leggo in faccia, o meglio, nei movimenti che fa.
E' rigida, tesa e non accenna a guardami negli occhi.
-Joe, forse all'inizio mi piacevi, perchè qui ero nuova e perchè tu e i tuoi fratelli mi siete stati vicini da subito, ma devo confessarti una cosa..-
Si alza dalla sedia e si ferma davanti alla finestra che da sul piccolo giardino.
-Negli ultimi mesi, in cui tu non c'eri ho conosciuto un ragazzo e con lui io sto davvero bene. E per quanto possa essere precaria questa mia relazione, non voglio mandarla all'aria solo perchè tu, dopo chissà quanti anni da che ci conosciamo, ti sei svegliato e ti sei accorto che ti piaccio. Non puoi chiedermi di fare tutto questo-
-Perchè non me ne hai parlato?-
-Perchè tu ti eri appena mollato con Emy, e io cosa ti dovevo venire a dire? "Sai mi dispiace per te, ma al contrario tuo io San Valentino lo passerò in compagnia".. Non sono così cattiva-
-Beh, dovevi dirmelo. Ci siamo sempre detti tutto e ora mi tieni nascosta una cosa del genere?-
-Perchè non la ritenevo importante! E poi lo sai che non mi piace parlare degli affari miei, lo sai come sono state le mie esperienze in campo amororo.-
-Eh già.. Comunque sono felice per te. Siamo ancora amici?-
-Non lo so Joe.. D'ora in poi quando ci sentiremo e vorrai vedermi io penserò che tu voglia vedermi perchè ti piaccio, e non per passare del tempo con la tua migliore amica.. Devo pensarci su-
Mi sfiora la guancia con le labbra ed esce dal mio appartamento senza lasciarmi il tempo di rispondere, di ribattere a quello che ha appena detto e che mi ha spezzato il cuore. Non saremo più amici, lo so. Ho rovinato tutto, ma forse è così che doveva andare.
Prendo un foglio e inizio a scrivere tutto quello che mi passa per la testa in questo momento.

Farò finta di non sentirti quando mi riconoscerai e mi chiamerai da lontano.
Farò finta di non vederti quando mi saluterai con la mano, mentre me ne vado di corsa.
Ti allontanerò, mi terrò impegnato, scapperò dai tuoi occhi.
Ma non potrò mai fingere a me stesso.
Non potrò mai dire "l'ho dimenticata".
Perchè di notte, quando tutto tace, io ricorderò le tue risate che riempiranno la mia testa, lasciandomi solo il ricordo di te.
Penserò e ricorderò. In silenzio. Sempre.





***



Beh che dire, il pezzetto scritto in carattere più piccolo l'ho scritto immaginandomelo come un pezzetto di canzone.
Spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto.
Sinceramente non ricapiterà che posterò due capitoli lo stesso giorno, ma oggi mi sentivo particolarmente ispirata.

Grazie a Jonatic_yo per la tua recensione :)
Ciao a tutti! Un bacio! :)

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


In un modo o nell'altro il tempo passa, anche se non ce ne rendiamo conto, anche se ci sembra solo ieri di aver visto quella persona che invece non vediamo da anni..
Sono passati due anni da quando io e Lena non ci rivolgiamo la parola. Porto ancora le cicatrici di quella ferita, e anche se vorrei parlarle, dirle che mi manca e che mi sta bene essere solo amici, non ce la faccio. Perchè poi ripenso al fatto che è stata lei a far saltare in aria i ponti che ci tenevano legati.
Non ho la minima idea di come sia la sua vita ora. Se sta ancora con quel tizio o se invece ne cambia uno a settimana. Non so se ha iniziato a lavorare come hostess o se è diventata un'austronauta.
So solo che io sono qui, seduto sul divano e osservo Nick e la sua nuova ragazza che giocano a carte da più di mezz'ora.
Si continuo ad avere successo, ho già firmato un contratto per un nuovo show televisivo e tutto sta andando nel verso giusto.. Eppure ogni tanto, quando solo nel pieno della felicità, mi giro e vedo una foto mia e di Lena seduti sul cofano della mia macchina che ridiamo. E la tristezza prende il sopravvento sulla mia felicità e inizio a farmi mille domande..
"E se non glielo avessi detto?" "E se invece lei mi avesse risposto che anche io le piacevo?" "E se prendessi il telefono e le telefonassi?"
E se invece lasciassi perdere tutto, perchè il destino ha deciso che non dovevamo più essere amici? Allora devo accettarlo. Contro il destino non si può lottare.



Pov Maddalena.

Non riesco a capire perchè Eric abbia voluto cenare con tutti i membri delle nostre famiglie. Insomma, siamo più di venti persone nel nostro giardino e nonostante l'aria fresca io mi sento mancare il respiro. Ho un brutto presentimento e non riesco a mandarlo via.
-Amore, sembri distante stasera. Cos'hai?- mi chiede lui preoccupato, sfiorandomi una guancia con le dita.
Scrollo la testa e gli sorrido, forse sto male perchè ho mangiato troppo dolce. Joe me lo diceva sempre che sono troppo golosa... Joe. Il mio migliore amico, quello con cui non parlo da due anni.
Sento un groppo alla gola e cerco di mandarlo via bevendo dell'acqua. Niente. La nostalgia non scende giù insieme all'acqua.
Nonostante tutto ritorno alla realtà e vedo che tutti i presenti mi stanno fissando sorridenti. Cosa avranno mai da sorridere. Mi pulisco la bocca con il tovagliolo, ma noto che non è sporco quindi deve esserci qualcos'altro a farli ridere di me.
Mi giro e vedo Eric con un cofanetto azzurro/ verde acqua in mano. Riconosco quel colore.
E Tiffany.
Lo apre e mi sorride, quindi si inginocchia e mi prende la mano sinistra. Sembra emozionato, al contrario di me che sono terrorizzata. Eppure vorrei essere emozionata perchè quello che mi sta per chiedere è la frase che tutte le donne prima o poi si aspettano di sentirsi dire.
-Maddalena, mi vuoi sposare?-.
Io non rispondo subito. Impiego diversi secondi a capire che sta aspettando una mia risposta. Lui sorride, io no. Chi mi conosce me lo sa leggere negli occhi. Joe ci sarebbe riuscito subito, lui era un mago a capire come stavo, e non ci impiegava più di tanto a rendermi allegra quando ero giù di corda.
I secondi continuano ad aumentare e il suo sorriso inizia a spegnersi, mentre io ripenso a tutto quel tempo sprecato senza parlare con Joe.
-Maddalena, mi hai sentito?-
-Si-
-E cosa mi rispondi?- Ora sembra di nuovo felice.
-Non posso.. Non posso sposarti. Io non sento quello che senti tu ora. Non sono emozionata, non sto già programmando il nostro matrimonio nei più piccoli dettagli. Non sto immaginando i nostri figli che giocano nel giardino della nostra casa insieme al nostro cane. Io non immagino il mio futuro con te-
E tutto accade in un attimo. Sua madre sembra che stia per svenire, mia madre abbraccia mio padre delusa, sua sorella cerca di venirmi in contro per insultarmi, ma viene bloccata dal marito che mi guarda freddo.
-Mi dispiace- riesco a dire.
Recupero la mia borsa ed esco di casa. Esco da quella vita che mi avrebbe tolto qualsiasi desiderio di essere di nuovo felice. Esco da quella famiglia che non ho mai sentito mia.
Prendo la macchina e inizio a guidare nella notte, con il telefonino che squilla impazzito, quando mi fermo ad un semaforo leggo che ho perso dodici chiamate di Eric e nove di mia madre. Poco male, quando sarò sicura di essermi allontanata abbastanza la chiamerò per dirle che sto bene.
Guido ancora per alcuni kilometri e poi parcheggio e vedo che le luci di casa sono accese, forse è ancora sveglio. Scendo dalla macchina e quasi mi affanno ad arrivare al portone di ingresso. Inizio a bussare, sempre più insistentemente e finalmente mi apre.
-Mi ha appena chiesto di sposarlo e io gli ho detto di no. Nel momento in cui si è inginocchiato io sapevo già cosa stava per chiedermi, ma intanto io pensavo ad altro. Non posso tornare a casa. Ho deluso mia madre, sua sorella vuole ammazzarmi e io non so dove andare-
Mi guarda disorientato, poi mi sorride capendo che non ripeterò quello che ho appena detto e si sposta di lato per farmi entrare.
-La camera degli ospiti è pronta, sali su e la trovi in fondo a destra, c'è anche il bagno in camera. Se vuoi passare un pò di tempo qui sentiti libera di farlo. Io non ti caccerò per nessun motivo al mondo-
Gli sorrido e gli sfioro la guancia con le mie labbra.
-Grazie Kevin. Anche stavolta mi hai salvato la vita-



***

Grazie ancora a Jonatic_yo per i tuoi commenti, mi fa davvero piacere che questa storia ti piaccia.. E per chi fosse timido, vi incito a commentare perchè senza sapere cosa ne pensate io non so come andare avanti.
Al prossimo capitolo.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


Non ricordo da quanto tempo non venivo a New York. Tra i miei numerosi impegni di lavoro non sono riuscito a trovare un piccolo spazio per volare fino alla Grande Mela e andare a trovare mio fratello Kevin. Mi piace dove sono andati a vivere lui e mia cognata, è a pochi isolati da Time Square e per quelle poche volte che sono venuto da loro, non ho nemmeno avuto bisogno di prendere la sua auto.
Faccio fermare il taxi davanti alla sua casetta e noto che c'è una macchina parcheggiata poco più avanti, ma non mi pare che Kevin abbia comprato un'altra auto. Probabilmente sarà di qualche vicino. Busso alla porta dopo aver preso i miei bagagli e pagato Jerry, il tassista dall'aria simpatica.
Kevin mi apre e dalla sua faccia non mi pare sia molto contento di vedermi, anzi sembra preoccupato e in ansia.
-Ehi Kevin! Come stai?-
-Oh, ehm.. Bene Joseph, io sto bene. Come mai qui?-
-Avevo qualche giorno di libertà e sono venuto a trovarti, non ti dispiace vero se non ho avvertito?-
-Nono, tranquillo. Entra dai. Danielle è in cucina. Io arrivo subito.-
Prenso le mie borse e raggiungo mia cognata nella loro grande cucina e la vedo intenta a preparare la cena. Sono arrivato appena in tempo. Ci salutiamo e dopo poco Kevin ci raggiunge lanciando delle occhiate a Danielle che mi insospettiscono.

-No mamma. Non mi interessa di quello che pensi, ho solo fatto la cosa più giusta per me!.. Si, non avrei potuto vivere felice con lui. No, non ho intenzione di cambiare idea. Ma non mi interessa se sua madre stava per svenire! Tanto quella sviene anche quando si sporca le mani mentre fa giardinaggio. Non..-
Maddalena compare nella cucina e mi guarda. I suoi occhi sembrano voler uscire dalle orbite e si ammutolisce. Guarda prima me, poi Kevin ed infine Danielle.
-Mamma, ti richiamo più tradi. Ciao-
Non so se essere felice o incavolato con Kevin perchè non mi ha detto che lei era qui. Ma infondo che mi importa, finalmente la rivedo e quindi decido di sorridere.
-Maddalena.. Come stai?-
Non risponde nemmeno alla mia domanda e si fionda al piano di sopra, sbattendo la porta della camera degli ospiti presumo.
-Joe, io volevo dirtelo, ma non sapevo in che modo..-
-Non preoccuparti, da quanto è qui?-
-Un paio di giorni. E' una lunga storia, ma deve essere lei a raccontartela-
Annuisco e salgo anche io al piano di sopra. Busso leggermente e apro la porta senza che mi risponda. La vedo a pancia in sotto, sdraiata sul letto con le lenzuola disfatte e sorrido. Lei detesta rifare il letto al mattino. Mi siedo accanto a lei e le accarezzo la testa.
-Kevin sto bene, ma voglio stare da sola-
-Non sono Kevin e non ho la più pallida intezione di lasciarti da sola. Questo potrebbe essere un segno del destino. Forse il fato vuole che ritorniamo amici, pensaci Lena-
La sento irrigidirsi e poi rilassarsi, ma non si gira e continua a stare con la faccia rivolta verso il cuscino.
-Sai, nessuno mi ha più chiamata Lena da quando non ci parliamo più-
Sorrido. -Ti prego Lena, guardami. Raccontami cos'è successo. Riusciremo a risolvere ogni cosa anche questa volta-
-Ah povero Jonas di mezzo, non è più come quando avevamo sedici anni, quando bastava un gelato per tirarmi su di morale. Non funziona più così. Non ci si sbarazza delle situazioni scomode buttandoci una pietra sopra.. I tempi sono cambiati, io sono cambiata e tu sei cambiato-
-Piantala di dire sciocchezze. Lo so che non è più come una volta, ma potremmo provare a tornare amici come qualche anno fa. Mi sei mancata ogni singolo giorno, non facevo che pensare a te e a come stesse andando la tua vita senza di me-
-Non sei mai stato indispensabile per la mia sopravvivenza, Jonas-
-Vedi? Hai ancora quel carattere di merda di quando avevano sedici anni. Non è cambiato poi molto. Forse sei dimagrita un pò e hai cambiato taglio di capelli, ma sei sempre la stessa Lena-
Sospira e si mette a sedere davanti a me, ma senza guardarmi in faccia.
-Anche tu mi sei mancato, ma prova a dirlo a qualcuno e giuro che ti investo con la macchina-
-Te lo prometto. Hai cambiato macchina a proposito-
-Già, con l'altra ho fatto troppi danni e ripararli mi sarebbero costati un patrimonio. Tu invece hai sempre questi occhiali da nerd sfigato che rispecchiano molto come sei in realtà-
Mi abbraccia e mi sento bene. Bene come non sono mai stato negli ultimi anni. La sua presenza mi fa stare meglio, sapere che torneremo a parlarci, ad affrontare la vita insieme mi fa venir voglia di correre ed urlare dalla felicità.
-Piantala di fare la sentimentale, che non ti si addice per niente e raccontami cosa è successo.-




***



Scusate il ritardo, ma sono andata un pò in vacanza per staccare la spina da tutto, ma vi prometto che a breve posterò un altro capitolo.
Ringrazio chi mi commenta la storia, anche per messaggio di posta. Non sapete che gioia è aprire il mio account e vedere che ci sono dei nuovi messaggi da leggere.
Beh, vi saluto. Un bacio!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Inizia a raccontarmi tutto, sembra quasi un fiume in piena che non ha la minima idea di fermarsi. Il racconto parte da una semplice cena nella casa che condivideva con il suo ex ragazzo fino alla proposta di matrimonio di quest'ultimo.
E' triste, desolata, dispiaciuta, fragile. Glielo leggo nei gesti e nello sguardo che fa mentre mi racconta tutto.
-Mia mamma è arrabiata con me. Dice che avrei dovuto accettare per il mio bene, perchè Eric è un ragazzo che mi ama davvero, che non mi avrebbe fatto mai mancare nulla nella vita, con il quale avrei potuto creare una splendida famiglia.
Lo so che Eric è un ragazzo d'oro, ma se mi avessero chiesto come mi vedevo fra dieci anni, io avrei risposto che non era con lui che mi vedevo. Non riuscivo ad immaginare una vita con lui, dei figli e magari una bella casa dove invecchiare insieme. Io non sono fatta così. Io non voglio invecchiare con un uomo per il quale non provo più niente.
E quando mi ha chiesto di sposarlo io pensavo ad altro-
Si alza e si avvicina alla finestra che da sul cortile della casa di Kevin, le braccia incrociate e lo sguardo spento.
-A cosa pensavi?- le chiedo rimanendo seduto.
-A te. A quanto fossi stata stupida ad andarmene quel giorno. Al tempo che ho sprecato senza rivolgerti la parola. Se solo avessimo continuato ad avere un rapporto forse l'altro giorno gli avrei detto di si..So che lui mi avrebbe amato fino alla fine-
-Non sarebbe stato il solo a farlo, e tu lo sai-
-Joseph Adam Jonas, non rendermi le cose ancora più difficili di quanto non siano già. Prima o poi ti passerà. L'amore è un sentimento passeggero, tra un pò di tempo ne troverai un'altra che ti farà sentire bene e felice, ma quella non sono io-
Sento una strana sensazione invadere il mio corpo, penso sia rabbia. Si, rabbia nei confronti di Lena che non riesce a capire che non ci potrà essere nessun'altra a parte lei.
Mi alzo di scatto e la raggiungo alla finestra, poggiando le mani contro il vetro in modo da "intrappolarla" tra il mio corpo e la supeficie trasparente. Per la prima volta la vedo impaurita da me, e quasi mi sento male a vederla così.
-Non puoi dirmi che passerà. Sono più di quattro anni che va avanti così. Sei l'unica con cui voglio stare. Non mi interessano le altre, io voglio te-
Mi avvicino a lei e senza esitare la bacio. Quasi non mi sembra vero, finalmente riesco a fare una delle tante cose che mi ero ripromesso di portare a termine. Stranamente ricambia subito, ma il nostro è un bacio strano, impacciato, più o meno come i baci che davo io a tredici anni, quando ero ancora inesperto. Ci allontaniamo e ci guardiamo negli occhi.
La vedo sorridere e poi scoppiare a ridere, cosa che faccio anche io.
-Jonas tu baci da schifo. Non sto scherzando! Il mio cane bacia decisamente meglio!-
-Io? Ma se sei te quella imbranata! Cioè dai.. Aspetta un attimo- Stacco le mani dai vetri e mi siedo per terra, sulla moquette scura.
-Non sono più agitato come ero prima, o come quando ci vedevamo. Sono tranquillo, e se ti guardo il cuore non cerca di uscirmi dal petto. Sai forse è come dici tu, mi è passata-
-Vuoi farmi credere che dopo questo bacio pessimo, io non ti piaccio più?-
Anniusco con la testa e sorrido.
-Averlo saputo rpima ti avrei baciato due anni fa e avremmo potuto continuare ad essere amici-
-Ehi, sei tu quella che se n'è andata, sparendo da un giorno all'altro, trasferendoti dall'altro lato del continente. Io sono rimasto su quella sedia per più di mezz'ora.-
-Oh, non darmi colpe che non ho! Tu sei l'uomo, tu dovevi prendermi e sbattermi contro un muro e baciarmi, così ci saremo tolti il pensiero, ma no! Tu sei troppo gentile ed educato per fare una cosa del genere-
-Stronza- le dico e l'afferro per una mano, facendola sdraiare sul pavimento, salendole sopra e bloccandole le mani con le mie.
-Ti faccio vedere io chi è l'uomo-
La bacio di nuovo, ma la sensazione è più o meno quella di prima, quindi mi allontano e mi metto a ridere ancora cavalcioni sopra di lei.
-Non siamo fatti per stare insieme, Jonas-
-Credo proprio di no, e poi a dirla tutta non potrei mai avere una relazione con te, che hai davvero un carattere di merda-
-Come sei dolce. Sì sei dolce come un muffin al cianuro-
Mi rialzo e l'aiuto a fare lo stesso. Usciamo dalla camera e andiamo in cucina dove ormai la cena sarà pronta, ma prima la fermo sulle scale bloccandole il passaggio.
-Non vorrai baciarmi di nuovo?-
-Nono, niente affatto.
Le allungo la mano e sorrido divertito. Mi guarda in un modo strano, ma me la stringe confusa.
-Ancora amici?-


***



Questo era il capitolo finale della mia storia, spero davvero vi sia piaciuta. Mi sono divertita a scriverla.
Spero che la commentiate in tanti, nel frattempo vi auguro una buona giornata. Ciao a tutti!

P.s. Vi dispiacerebbe fare un salto anche nelle altre mie storie? Ve ne sarei eteramente grata. Un bacio!

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