Demi's Dream

di Agatacourage09
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° capitolo ***
Capitolo 2: *** 2° capitolo ***
Capitolo 3: *** 3° capitolo ***



Capitolo 1
*** 1° capitolo ***


Stavo beatamente dormendo accucciata sul mio letto quando un rumore assordante arrivò dritto alle mie orecchie svegliandomi. Aprì leggermente gli occhi, non poteva essere già ora. Afferrai il telefono che lampeggiava come un’ insegna di un locale e guardai il display che sembrava urlarmi ‘’Alzati Demi!’’ ma io feci una smorfia, posai il telefono sul comodino e mi ributtai sul letto con la faccia sul cuscino addormentandomi. ‘’Demiiiiiiiiiii’’ sentì l’urlo di mia madre provenire sicuramente dalla cucina, e adesso che c’era? Mi misi seduta sul letto mentre provavo a muovere le braccia indolenzite. Feci un ultimo sbadiglio e accesi il telefono. ‘’oh cazzo’’ urlai saltando giù dal letto quando mi resi conto che erano le 8 e tra dieci minuti sarei dovuta essere alla prima lezione del mio ultimo anno di liceo.
Odiavo la scuola non perché non fossi brava anzi, a dirla tutta era anche piuttosto brava ma c’era un problema a scuola: qualsiasi essere vivente mi ignorava, la gente mi evitava come se avessi la peste e anche i professori sembravano considerarmi una presenza inutile alle lezioni ma in fondo io stessa sapevo bene di non essere nessuno. Chi ero io? Demetria Devonne Lovato, una stupida ragazza come tante altre senza nemmeno un amico, senza nessuno che avesse mai capito chi io fossi e soprattutto una ragazza senza un sogno, vivevo la mia vita limitandomi a galleggiare piuttosto che puntare in alto.
 Sarei restata a casa molto volentieri ma potevo perdermi il primo giorno di scuola? ‘’Assolutamente NO!’’ Era stata la risposta di mia madre quando avevo cercato di convincerla a farmi restare a casa il primo giorno, due giorni prima e ora mi toccava correre per casa come una appena uscita dal manicomio mentre lo spazzolino strofinava velocemente sui miei denti. Afferrai una maglietta a caso ,dei jeans scoloriti e le mie ormai stravecchie converse blu vestendomi in circa 2 minuti. Mi sarei anche truccata ma ormai il tempo a mia disposizione era scaduto così legai i miei capelli nocciola in una coda alta e corsi verso la porta infilando la tracolla. ‘’Non fai colazione?’’ urlò mia madre dalla cucina come una pazza isterica.
Mia mamma era donna dolcissima, non mi aveva mai fatto mancare nulla nella mia vita ma quando si metteva ad urlare così sembrava una gallina alla quale stavano strappando le penne una ad una; risi al pensiero e andai verso la cucina col fiatone ‘’Mamma non vorrei deluderti ma tra.. ‘’ guardai il display del telefono ’’ cazzo tra 2 minuti devo essere a scuola! ‘’ corsi via aprendo la porta e iniziando a correre come forse non avevo mai fatto in tutta la mia vita perché a dir la verità tutto quello che riguardava sport e movimento non era adatto a me. Quando ormai, senza fiato, arrivai davanti la mia tanto amata scuola la campanella doveva essere suonata da almeno 10 minuti se non di più. Non sentivo più le gambe così mi trascinai lentamente dentro la scuola. La prossima volta mi sarei dovuta ricordare di non tornare a dormire quando la sveglia suona perché arrivare in ritardo significava gli sguardi di ogni singolo individuo della prima lezione di chimica addosso e soprattutto se arrivavi in ritardo il primi giorno. ‘’Brava Demi’’ mi dissi piano tra me e me parlando pianissimo. Feci un respiro profondo e bussai con decisione alla porta. ‘’Avanti’’ sentì sbraitare dietro la porta mentre io la aprivo lentamente, molto lentamente. Appena ebbi la visuale completa sarei voluta sprofondare: tutti mi fissavano come se fossi un clown e alcuni stavano semplicemente cercando di capire chi fossi visto che nonostante mi conoscevano da 4 anni per molti di loro ero invisibile. Il professore mi guardò in malo modo ‘’In ritardo il primo giorno? Si comincia bene signorina Lovato’’ disse con quel suo tono odioso mentre io iniziavo a giocare con i miei boccoli in preda all’imbarazzo più totale. ‘’Scusi’’ balbettai piano abbassando lo sguardo. ‘’Si vada a sedere e veda di arrivare puntuale domani’’ disse sicuro di sé. Alzai lo sguardo guardando i banchi in cerca di uno libero quando vidi un ragazzo che mi guardava incuriosito sorridendo e mi indicava il posto accanto al suo che era anche l’unico libero. Abbozzai un sorriso sul mio volto e andai verso quel ragazzo. Era piuttosto carino, capelli scuri e occhi castani ma ero sicura di non averlo mai visto a scuola prima d’ora. Appena lo raggiunsi poggiai la tracolla per terra e mi sedetti imbarazzata visto che lui continuava a fissarmi e a sorridermi. Mi morsi il labbro, forse era l’occasione di farmi un amico, no? Lui non mi conosceva e avrei potuto almeno provare ad aprimi  un pochetto con lui. ‘’Provaci!’’ mi dissi tra me e me mentre prendevo un quaderno a caso dalla tracolla. ‘’Ehy io sono Dream piacere di conoscerti.’’ disse sorridente il ragazzo mentre allungava la mano verso di me. ‘’Ehm..uhm.. io sono Demetria.’’ Dissi con un filo di voce e arrossendo sulle guance intimidita dalla sua figura. Strinsi poi la sua mano per qualche secondo e poi la lasciai immediatamente sentendo che per l’imbarazzo mi stava sudando.
Demetria? Da quando io mi facevo chiamare Demetria? Che idiota! Lo guardai con la coda dell’occhio mentre si mordicchiava il labbro che strano avevamo lo stesso vizio. ‘’Uhm posso chiamarti Demi?’’ mi chiese con un tono di voce così gentile sembrava così diverso dagli altri e sembrava aver capito già chi fossi con un solo sguardo per la prima volta in vita mia mi sentivo nuda davanti a lui e sentivo di potermi fidare di lui anche se non lo conoscevo affatto. ‘’oh si certo mi chiamano tutti così’’ sorrisi e feci spallucce. Mi bloccai un attimo incredula. Era stato così facile rispondergli?! Non era da me. Io mi facevo problemi a dare anche una piccola risposta invece era stato facile con lui. ‘’Che lezioni hai oggi?’’ mi guardava curioso come se stesse cercando di capire chi fossi. ‘’Uhm.. ‘’ mi abbassai , presi un fogliettino dal diario e glielo porsi sorridendo come una cogliona. ‘’Uuh’’ fece un urletto e tutti lo guardarono mentre io abbassai lo sguardo per non ridere. ‘’ops’’ disse ridacchiando mentre gli altri tornavano a guardare il prof. ‘’Abbiamo le stesse lezioni tutta la settimana quindi… vuoi essere la mia compagna di banco ufficiale? ‘’ mi chiese ridendo. Quella risata era contagiosa e ti faceva venir voglia di sorridere. ‘’Aaaah’’ mi bloccò prima che potessi rispondere ‘’Sono gay, spero non sia un problema per te’’ si mordicchiò il labbro nello stesso momento in cui lo feci io e ci guardammo sorridendo. ‘’Ne sarei onorata Dream’’ gli risposi. ‘’Perfetto allora’’ esultò leggermente mentre mi dava un bacio sonoro sulla guancia e io diventavo dello stesso colore della mia tracolla che per chi non lo sapesse era di un bel rosso acceso. ‘’Lovato! Evans! Se vi piace così tanto parlare e disturbare la lezione non vi dispiacerà fare una bella chiacchierata dal preside adesso!’’ urlò il professore mentre diventava rosso forse più di quanto lo fossi io. Guardai Dream che mi sorrisi e si alzo porgendomi la mano. ‘’Andiamo tesoro?’’ mi chiese come se fosse una cosa normale essere mandati dal preside. Cioè, per alcuni forse lo era ma per me no visto che ero così silenziosa che non ci ero mai neanche passata vicino alla sala del preside. ‘’Si’’ dissi dopo averlo guardato per qualche secondo. Afferrai la sua mano che lui strinse attorno alla mia con dolcezza e mi trascinò fuori dall’aula. ‘’Wow qui ti mandano fuori per qualche chiacchera? Nella mia vecchia scuola facevano anche di peggio con me e mai nessuno ha detto o fatto nulla’’ mi disse mentre camminavamo ancora tenendoci per mano verso la stanza del preside ‘’Cosa facevano?’’ chiesi quasi senza pensare che forse ero stata troppo indiscreta e avrei dovuto piuttosto farmi i cavoli miei ma parlare era stato istintivo. Lo guardai cercando di capire che cosa avesse passato alla sua vecchia scuola ma vidi il suo sorriso spegnersi e insieme al suo sguardo. ‘’Mi dispiace non volevo..’’ inizia a dire ma mi bloccò. ‘’Non preoccuparti un giorno te ne parlerò Demi’’mi disse piano tornando a sorridere come prima anche se nel suo sguardo vedevo qualcosa che non rispecchiava il suo sorriso ma tristezza.’’Un giorno? Pensi di parlarmi ancora?’’ dissi con un sorriso triste. Si fermò proprio davanti alla porta del preside. ‘’Non hai amici vero?’’ mi chiese scrutandomi ma io non risposi facendo così capire la risposta quale fosse. ‘’Ci sono io da adesso, non mi importa se sei più timida delle altre se mi vorrai sarò tuo amico o chissà magari diventerò pure il tuo migliore amico ’’ sorrise dubbioso aspettando che io dicessi qualcosa ma non trovavo le parole forse perché era la prima volta che qualcuno si prendeva la briga di parlare con me per più di due minuti o cinque. ‘’Ehm.. sarebbe bellissimo.. ‘’abbassai lo sguardo ma mi sentì all’improvviso sollevare leggermente mentre mi stringeva forte a sé. ‘’Ehi’’ esclamai col mio timbro basso. ‘’Oggi vieni a casa mia e non accetto un no come risposta e non voglio come scusa il fatto che non mi conosci’’rise al mio orecchio mentre mi metteva giù. ‘’Va bene signor Evans’’ dissi sorridendo mentre la porta del preside si apriva facendo saltare in aria entrambi. Il preside ci guardò ‘’Che ci fate voi due qua?’’ ci chiese il professore piuttosto stranito di vederci. ‘’Il prof dice che parlavamo troppo signor preside’’ disse Dream trattenendo una risata. Il preside sorrise mentre la campanella suonava assordante. ‘’Per questa volta siete perdonati Evans e.. ?’’ mi guardò aspettando una mia risposta. Ma che bello nemmeno il preside sapeva il mio cognome non sapevo se fosse una cosa positiva o negativa visto che il cognome di Dream, che era un nuovo arrivato, lo sapeva bene a quanto pareva.  ‘’Lovato’’ disse Dream vedendo che io non rispondevo. ‘’Arrivederci ragazzi’’ fece un cenno della testa e tornò dentro la sua stanza sedendosi probabilmente nel suo trono di pelle. ‘’E’ andata bene’’ dissi grattandomi la nuca. ‘’Benissimo direi’’ lo sentì ridacchiare mentre  io guardavo i corridoi riempirsi di ragazzi di tutte le etnie. ‘’Andiamo?’’ gli chiesi un po’ dubbiosa e soprattutto quasi come un sussurro. Forse nemmeno mi aveva sentita. ‘’Certo tesoro’’ prese la mia mano ed iniziò a camminare per i corridoi affollati.
Non potevo desiderare di meglio come prima ora del mio ultimo anno. Un amico vero che non sia solo frutto della mia immaginazione ed una bella cacciata dalla classe. Buon nuovo anno scolastico a ME!

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Capitolo 2
*** 2° capitolo ***


Il primo giorno di scuola non era andato male, anzi per i miei standard potevo ritenermi anche fortunata. Dream era un mistero per me, non capivo per quale assurdo motivo avesse deciso di essere mio amico, non so se mi spiego. Mi rigiravo nel letto mentre pensavo a quello che mi aveva detto Dream nel corso della giornata e mi sembrava ancor più assurdo: mi trattava come se mi conoscesse da una vita e non da mezza giornata. Mi aveva quasi costretto, o era meglio dire, mi aveva minacciato per farsi dare il mio numero ed era un ragazzo piuttosto convincente quindi alla fine mi ero ritrovata con 10 suoi messaggi mentre andavo a casa per controllare che stessi bene. Mi rigirai nel letto un'altra volta ma qualsiasi pensiero stesse percorrendo la mia testa fu bloccato dal suono di un messaggio che era appena arrivato. Afferrai il telefono sbuffando e lessi il messaggio con poco interesse. ‘’Stai arrivando tesoro? :3’’ Sto arrivando? Ma dove? Cercavo di capire quando mi ricordai dell’invito di Dream a casa sua ed ero per la seconda volta nella giornata in ritardo. Balzai giù dal letto e corsi fino all’armadio prendendo dei jeans e una maglietta a righe. Corsi in bagno ad una velocità estrema mentre mia mamma mi guardava sconvolta. Mi vestii più velocemente della mattina e in 5 minuti fui già davanti la porta di casa. ‘’Dove vai?’’ mi chiese la mia dolcissima madre raggiungendomi e facendomi così perdere altro tempo prezioso. ‘’Da un amico..’’ dissi freddamente cercando di aprire la porta di casa che sembrava stesse facendo un complotto contro di me visto che non si decideva ad aprirsi. ‘’Un.. Amico?’’ mi chiese mia madre con un espressione che era un mix tra lo sconvolto e l’incredulo. Feci una smorfia e aprii la porta. ‘’Si un amico e penso di restare da lui stanotte quindi a domani mamma!’’ la salutai in fretta e furia e schizzai come un razzo fuori casa iniziando a correre verso l’indirizzo che Dream mi aveva detto e che per mia salvezza e fortuna era molto vicino a casa mia. Corsi senza fermarmi un attimo per 5 minuti fin quando non mi trovai davanti alla porta di casa del ragazzo che si aprì prima che io suonassi il campanello. ‘’Ciao Dream’’ dissi col fiatone. Lui mi guardò per qualche secondo e poi scoppiò a ridere. ‘’Ciao tesoro’’ disse stringendomi in un abbraccio caloroso. ‘’Si..’’ dissi ricambiando per la prima volta la sua stretta mentre lui mi trascinava dentro. ‘’Alloraaa.. ‘’ inizio a dire schiarendosi la voce ‘’Di la c’è la cucina e la sala da pranzo’’ disse indicando una porta color ciliegio alla mia destra ‘’..e di la il soggiorno’’ indicò sorridendo una porta color panna alla mia sinistra che però era aperta e lasciava intravedere un ampio divano in pelle marrone. Mi guardai intorno ‘’E’ una bella casa.. uhm da quando abiti qui? ‘’ chiesi con così tanta naturalezza da restarne sbalordita. ‘’Sono arrivato qui ad agosto io vivevo a New York.. ‘’disse con un tono di voce triste ma tranquillo allo stesso tempo mentre mi trascinava in quella che doveva essere la sua stanza. Appena entrai vidi su una parete tantissime foto che ritraevano Dream ed altre persone e poi vidi una piccola bandiera della Juilliard. ‘’Juilliard?’’ chiesi indicando timidamente la bandierina. Lui sorrise e mi fece cenno di sedermi sul letto con lui. ‘’Si è il mio sogno appena finito il liceo tornerò a New York! Voglio cantare nella mia vita, è quello che so fare meglio! E tutto questo è il mio destino, o almeno credo che sia questo, nella vita non si sa mai, no?!.’’ Disse mentre gli occhi gli si illuminavano. Sorrisi contagiata dal suo sorriso senza però dire nulla, era bello vedere un ragazzo, con un sogno così grande e con un obiettivo nella vita. Avevo appena capito che Dream non era come me, io avevo smesso di sognare, non sapevo cosa avrei fatto appena finito il liceo, non sapevo nulla. Mi guardò per qualche secondo e poi parlò. ‘’E tu?’’ chiese avvicinandosi un po’ visto che io mi tenevo a debita distanza non perché avessi paura o altro di lui ma io ero così ero sempre distaccata anche se non volevo. ‘’E io cosa?’’ lo guardai confusa, non capivo cosa volesse dire. ‘’Demi quale è il tuo sogno? Cosa farai finito il liceo quest'anno?’’ sorrise mente mi poneva quelle domande che sembravano così ovvie per tutti ma per non lo erano. ‘’IO..’’ mi guardai i piedi ‘’Non lo so cosa farò! Io non ho ancora un sogno..’’ dissi abbassando la testa. A dir la verità mi sentivo così stupida in quel momento. ‘’Ma dai Demi tutti hanno un sogno e sono sicuro che anche tu ne hai uno, qualcosa che ami fare con tutta te stessa’’ mi alzò il viso con un dito mentre mi guardava dritta negli occhi trapassandomi. Arrossì leggermente sulle mie guance olivastre ‘’Beh io vorrei andare alla Columbia University’’ dissi quasi come se stessi sussurrando. ‘’Columbia? Cosa vuoi fare li?’’ mi chiese curioso poggiando il mento sul palmo della mano. ‘’Giornalismo.. Io sono timida ma vorrei poter trasmettere quello che penso attraverso la scrittura. E’ sempre stata una mia piccola passione’’ mi morsi il labbro mentre dicevo quelle parole per la prima volta in vita mia, nessuno sapeva di questo sogno forse neppure io me ne ero mai resa conto anche perché lo consideravo irrealizzabile, non pensavo alla Columbia avrebbero preso una come me. ‘’Ma è fantastico! Sono sicuro che ci andrai, anzi, andremo a vivere insieme a New York!’’ disse euforico e così sicuro di sé da farmi paura. ‘’Uh come nei film’’ dissi ridacchiando ‘’Anche meglio dei film tesoro’’ alzò un sopracciglio. ‘’Dream perché sei venuto qui? New York è stupenda..’’ quella domanda mi uscì spontanea ma appena vidi il suo sorriso e il suo sguardo me ne pentii. Non volevo vederlo così, lo conoscevo da davvero poco tempo ma ero sicura che non sarei più riuscita a stare senza lui al mio fianco, era come una piccola stella che era comparsa all’improvviso nella mia vita e l’aveva illuminata. ‘’A New York.. ‘’inizio a parlare ma si interruppe stringendo i pugni. Io mi avvicinai piano a lui e accarezzai il braccio scoperto visto che portava una maglietta nera a maniche corte. ‘’Non devi parlarmene se non vuoi..’’ dissi piano mordendomi il labbro mentre volevo sprofondare ,mi sentivo in colpa. ‘’Nella mia vecchia scuola nessuno sapeva che io ero gay e nei primi due anni passavo sempre inosservato ma alla fine del terzo anno di liceo qualcuno mi vide baciare un ragazzo e pensò bene di scattare una foto. Non pensavo la gente potesse essere così crudele e invece il giorno dopo trovai la foto di quel bacio appesa a tutte le pareti del liceo, su ogni singolo armadietto.. ‘’ si fermò un attimo facendo un respiro profondo ‘’Da quel momento tutti iniziarono a prendermi in giro, i bulli mi attaccavano e mi picchiavano. Tutto lì era diventato un vero e proprio inferno per me e per questo quest’anno mio padre ha chiesto un trasferimento a lavoro ed eccomi qui a Los Angeles, l’esatto opposto della mia città ma è stato dura riprendersi dopo quello che ho dovuto passare però, ora sto bene’’ finì di parlare con gli occhi lucidi e io non sapevo cosa dire,cosa fare. Ero rimasta immobile per tutto il tempo. Avrei voluto dire che mi dispiaceva, che non era giusto quello che aveva subito ma dalla mia bocca non uscì nemmeno un misera parola. ‘’Demi vieni qui’’ mi disse allargando le braccia. Aprii la bocca per dire qualcosa ma la richiusi buttandomi con dolcezza fra le sue braccia. Si lasciò stringere per qualche secondo e poi mi strinse contro il suo petto mentre lasciava un dolce bacio sulla mia fronte. La serata passò in fretta anche se fu più Dream a parlare che io ma era anche piuttosto ovvio, conoscendomi. Guardai il display del cellulare dopo circa 2 ore che non lo facevo, era mezzanotte passata e io ero piuttosto stanca. ‘’Andiamo a nanna?’’ mi chiese dolcemente Dream mentre io sbadigliavo come una bimba. ‘’Ehm si sono un pochino stanca.. dove posso cambiarmi?’’ mi alzai dal letto cercando il mio pigiama che in realtà era una maglia rossa dei Ramones e un pantalone nero della tuta. ‘’In fondo al corridoio c’è il bagno’’ disse mentre sbadigliava anche lui. ‘’Ok ci metto due minuti non ti addormentare eh ‘’ sorrisi correndo verso il bagno, tanto ormai essendo sempre in ritardo mi ci ero abituata a cambiarmi velocemente così appena entrai in bagno chiusi la porta a chiavi ,mi tolsi tutto, mi sciacquai il viso con un po’ d’acqua fresca e mi infilai velocemente il pigiama. Appena tornai nella sua stanza lo trovai addormentato nella suo letto ad una piazza e mezza. Sorrisi, era così dolce e innocente, non si meritava quello che aveva dovuto subire. Poggiai i miei vesti su una sedia vicino alla scrivania bianca piena di cd e libri e mi avvicinai al letto a passo lento e silenzioso. Lo guardai un’ultima volta e mi sdraiai accanto a lui nel letto ‘’Demi.. ‘’ disse con la voce mezza addormentata aprendo gli occhi ‘’Scusa non volevo svegliarti.. ‘’dissi piano mentre lui mi tirava a sé costringendomi a poggiare la testa sul suo petto. ‘’Non fa nulla.. Buonanotte cucciola’’ mi baciò la fronte e chiuse gli occhi mettendo la faccia da cucciolo che aveva prima. Guardai un po’ la stanza buio ripensando alla Juilliard e alla Columbia. Chissà se i nostri sogni si sarebbero avverati o meno. Mi addormentai con l’immagine di noi due a New York insieme. ‘’Demii’’ una voce così diversa dal solito chiamava il mio nome per svegliarmi. Mossi leggermente la bocca e aprii piano gli occhi rendendomi così conto che non ero a casa mia e che ero ancora abbracciata a Dream come un polipo. Arrossii leggermente e mi misi seduta. ‘’Buongiorno piccola’’ mi guardò dolcemente e mi baciò la guancia se tutte le mattine fossero state così la mattina mi sarei alzata più volentieri. ‘’Buongiorno’’ dissi mentre mi strofinavo gli occhi. ‘’Dobbiamo andare a scuola’’ disse con una smorfia. Quando odiavo io andare a scuola non poteva capirlo nessuno o quasi nessuno. Quando arrivammo a scuola tutto sembrava tranquillo: nel cortile c’erano dei gruppetti sparsi di ragazzi che parlavano tra loro ma io e Dream entrammo dentro percorrendo i corridoi verso i nostri armadietti che a quanto pare erano vicini, segno del destino? ‘’Ehi Evans te la fai con gli sfigati? ‘’ una voce fastidiosa e che conoscevo bene parlò alle nostre spalle. Io e Dream ci girammo entrambi nello stesso momento vedendo la banda dei bulletti che poi non erano dei veri bulletti più che altro si credevano fighi e popolari dentro al liceo. ‘’No non direi proprio perché se no sarei tuo amico tesoro’’ Dream parlò con così tanta sicurezza da farmi provare invidia. ‘’Ehi Lovato ti sei trovato il protettore? ‘’ chiese un altro dei bulletti dandomi una spinta verso il mio armadietto. ‘’Non toccarla!’’ dissi Dream infuriato. Il bullo stava per parlare ma la campanella suonò e tutti gli altri ragazzi del liceo entrarono. Dream sbattè con forza l’armadietto e mi trascinò via prendendo la mia mano. ‘’Grazie Dream’’ dissi con un filo di voce. ‘’Ti proteggerò sempre d’ora in poi!’’ fu la sua unica risposa accompagnata da un sorriso. Ero felice, Demi Devonne Lovato era felice.

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Capitolo 3
*** 3° capitolo ***


Era passato un mese e mezzo dal mio primo incontro con Dream e da quel giorno non ci eravamo più separati. Stavo imparando a conoscerlo giorno per giorno come lui faceva con me anche se in fondo mi aveva capito dal primo sguardo che c’era stato tra noi. Adesso mi trovavo a pancia in giù sul suo letto aspettando che uscisse dal bagno dove si trovava da almeno mezz’ora. Sbuffai guardando l’orologio. Se non si fosse sbrigato saremmo arrivati in ritardo a quella stupida festa alla quale mi aveva costretto ad andare. Io avevo sempre odiato qualsiasi tipo di festa o cose simili ma era impossibile dire di no a Dream: mi aveva torturato per giorni dicendomi, ogni 5 minuti , quanto sarebbe stata bello mascherarsi per Halloween come facevano i bambini e che se non ci fossi stata anche io a quella stupida festa lui sarebbe rimasto a casa. Avevo detto di no sin dalla prima volta in cui me ne aveva parlato ma col tempo era riuscito a farmi sentire in colpa perché lo avrei fatto restare a casa ad annoiarsi così in colpa da costringermi ad andare alla festa e perdere due pomeriggi al centro commerciale con lui per trovare uno stupido vestito da diavolo. Quel vestito da diavolo era davvero bello ma non si addiceva per nulla al mio corpo ma visto che lui doveva per forza vestirsi da angelo io dovevo restare al gioco e fare il suo opposto. Sbuffai un'altra volta alzandomi e aprendo la porta quando mi ritrovai Dream davanti. Rimasi per almeno un minuto buono con la bocca aperta senza fiatare. Ripensandoci quel vestito gli stava a pennello, in fondo lui era proprio il mio angelo. Mi aveva salvato la vita da quando lui era arrivato nella mia città e vedevo di nuovo tutto a colori. ‘’Sono così brutto??’’ piagnucolò guardandosi e mettendo il broncio. ‘’Sei bellissimo Dream’’dissi ritrovando l’uso della parola ‘’Lo so’’ mi rispose alzando il sopracciglio e dandomi un bacio rumoroso sulla guancia’’Bene ora tocca a te diavoletta!’’ disse porgendomi il mio vestito. Il vestito non era male ma per i miei gusti era troppo appariscente per non parlare del cerchietto con le corna rosse che avrei dovuto indossare. Afferrai il vestito e mi trascinai lentamente verso il bagno. Appena chiusi la porta mi guardai allo specchio e sorrisi. Non ero così felice da una vita o forse non lo ero mai stata. Mi misi in fretta il mio bel vestito rosso e nero e il cerchietto ma qualcosa non mi convinceva così afferrai la mia piccola pochette con dentro i trucchi e iniziai a creare un trucco piuttosto pesante sul nero nei miei occhi castani, misi un po’ di rossetto rosso sulle labbra carnose e infine arricciai i capelli visto che sembravano i capelli di una appena svegliata. Quando ebbi completato la mia “opera d’arte” mi guardai soddisfatta allo specchio ‘’Demiiiii sei pronta?’’ urlò Dream da dietro la porta facendomi saltare in aria. Aprii la porta e lo fulminai con lo sguardo mentre lui mi faceva gli occhi da cucciolo ‘’C’è bisogno di urlare tanto?’’ gli chiesi andando verso la sua stanza per prendere la borsa e il mio Iphone. ‘’Siamo in ritardo!’’disse secco guardandomi.’’E lo sai di chi è la colpa?’’ alzai un sopracciglio. ‘’Ovvio tua’’ disse come se fosse ovvio mentre io scoppiavo a ridere e camminavo verso la sua porta di casa. ‘’Tesoro mio ci hai messo più di mezz’ora per prepararti.’’ Mi guardo e aprii la porta di casa ‘’Ci ho messo così tanto?’’ fece una smorfia e uscii insieme a me dalla casa. ‘’Ehm credo proprio di si! ’’ ridacchiai ‘’Uffa’’ sbuffò mettendo il suo fedele broncio che mi faceva sciogliere ogni volta. ‘’Ah andiamo con la macchina di mamma! ‘’ esclamò battendo le mani e aprendo la portiera. ‘’perché? Da quando in qua sei in grado di guidare?’’ lo fissai per qualche secondo e scoppia a ridere mentre pensavo ad una cosa accaduta qualche giorno prima. Eravamo a fare una passeggiata con le bici vicino a casa mia e mentre lui era intento a guardarsi addosso, era finito spalmato su un albero. ‘’Si’’ disse offeso facendo una smorfia. ‘’Spero di non morire’’ mi feci il segno della croce sul petto ridendo e salii sulla macchina. Il ragazzo accanto a me infilò le chiavi e mise in moto guidando in silenzio fino al locale dove si sarebbe tenuta la festa. Quando vidi la folla che c’era fuori e dentro al locale sbiancai. ‘’Se vuoi torniamo a casa’’ disse Dream accarezzandomi il palmo della mano dolcemente.’’Ce la posso fare’’ dissi deglutendo e stringendo la sua mano. ‘’Davvero torniamo a casa..’’ disse mettendo in moto ma lo bloccai appena in tempo. ‘’No andiamo! ’’ dissi convinta sorridendo e scendendo finalmente dalla macchina. La musica spettrale si sentiva anche da fuori e c’erano streghe, vampiri e cose simili ovunque. Dream corse verso di me e mi strinse la mano. ‘’Dai è solo una festa..divertiamoci!’’ mi disse mentre entravamo nel locale. Eravamo alla festa da almeno un’ ora e mezza ed eravamo già ubriachi fradici ma era anche l’unico modo per far divertire una tipa come me. Ballavamo come due pazzi al centro della pista tenendoci per mano e saltellando come esauriti. ‘’Ma lo sai che ti amo tanto?’’ disse mettendo le braccia attorno al mio collo. ‘’ Ma certooooo!’’ urlai e scoppiai a ridere trascinandolo verso il bancone ormai senza forze per continuare a ballare. ‘’Sfigati!’’ urlò qualcuno alle nostre spalle mentre io sorseggiavo un altro bicchiere di vodka come se nel mio corpo non ci fosse già abbastanza alcol. Mi girai avvicinandomi barcollando un po’ a chi aveva parlato seguita da Dream che beveva e rideva da solo. ‘’Ciao a te sfigato’’ dissi come se fosse normale per me parlare così. L’ alcol faceva uscire la persona che in realtà volevo essere: la ragazza che non aveva paura di nulla e sapeva divertirsi godendosi al pieno la vita. Il ragazzo si avvicinò a me e mi diede una spinta che mi fece arrivare fino al bancone mentre tutti si giravano. ‘’Ti avevo detto di non toccarla’’ urlò Dream poggiando il bicchiere sul bancone e avventandosi verso il ragazzo. Non ci pensò nemmeno un secondo che gli diede un pugno in piena faccia per difendere me. Lo stava facendo per me? Nonostante l’alcol mi confondesse parecchio le idee mi sentivo in colpa e quando vidi che il ragazzo colpi più volte Dream in pieno viso mi avvicinai a lui e con forza lo trascinai fuori. Dream si dimenava. ‘’Fammi tornare dentro ! Lo uccido!’’ urlò cercando di liberarsi ma io lo bloccai in un abbraccio. ‘’Calmati..’’ sussurrai al suo orecchio cercando di non ridere. Sentì il suo respiro calmarsi , i suoi muscoli rilassarsi e le sue braccia mi avvolsero in un abbraccio. Restammo abbracciati per qualche minuto nel più totale silenzio ma appena ci staccammo scoppiammo a ridere ancora sotto l’effetto della vodka. ‘’Torniamo a casa’’ risi accarezzando la sua guancia che era diventa rossa per il pugno che quella specie di bulletto gli aveva dato. Mi guardò e rise salendo nella macchina che era vicino a noi. Forse farlo guidare da ubriaco non era proprio un’idea intelligente ma la mia mente non era abbastanza lucida per rendersene conto. Guidava ridendo da qualche minuto senza rendersi conto che stava andando a senso vietato tanto che un motorino ci stava venendo incontro. Addio mondo crudele pensai quando vidi Dream fare di tutto per non finire contro il motorino e finire dritti contro un albero. Non fu un addio perché proprio nell’istante in cui la macchina finì contro l’albero gli airbag si aprirono impedendoci di finire in brutte condizioni, quelle che però non erano state risparmiate all’auto. Scesi barcollando e ridendo dall’auto mentre guardavo il cruscotto e il cofano distrutti e mentre vedevo un po’ di fumo uscire dalla macchina . ‘’Ops’’ disse Dream alle mie spalle ridendo come se non fosse appena successo un casino. ‘’Vamos! ‘’urlò prendendomi per mano e iniziando a camminare verso casa mia o casa sua, non capivo quasi nulla in quell’ istante, non mi ero resa conto del danno che avevamo combinato. Non avevo mai bevuto in vita mia e dopo quello che accadde non lo avrei mai più fatto. Dopo avermi accompagnato a casa io e Dream non ci vedemmo più, era come se fosse scomparso nel nulla, non veniva più a scuola, aveva cambiato casa in meno di un giorno, non rispondeva ai messaggi, non c’era nessuna traccia di lui. Quando mi resi conto che Dream non sarebbe più stato parte della mia vita il mio cuore si spezzò ,non c’era mai stato nessuno come lui, nessuno che mi avesse capito così in fretta e nonostante il mio modo di essere avesse deciso che valeva la pena essere mio amico.. ma che dico?! Lui non era un amico lui era il mio migliore amico. Non vivevo senza di lui, era diventato la cosa più importante che avessi ma a quanto pare non lo avrei più rivisto. Mi sarebbe bastato sapere che stesse bene, che fosse felice ma questo mi era negato. Erano ormai passate tre settimane, tre settimane di pianti perché il mio cuore non si rassegnava. Passavo tutti i pomeriggi fuori sperando di incontrarlo per caso da un momento all’altro ma nulla di lui non c’era più nemmeno l’ombra. Era sabato ed era molto tardi forse le 2 di notte o erano le 3? Ero al pc da un tempo indescrivibile senza fare nulla, scorrevo nel suo profilo Facebook sperando che rispondesse ad uno dei miei infiniti messaggi quando notai un suo stato. Non mi importava cosa avesse scritto perché il mio sguardo fu catturato dal luogo dove aveva scritto. Non era più a Los Angeles…era tornato a New York. Perché non mi aveva detto nulla? Perché nonostante si fosse collegato non mi aveva risposto? Tante domande giravano per la mia testa. La Demi di un tempo avrebbe incominciato a piangere senza sosta, avrebbe provato almeno a fermare le lacrime, ma la Demi che Dream mi aveva fatto diventare era forte e non si sarebbe rassegnata. Così senza dire nulla a nessuno iniziai a prendere dei vestiti a caso e li infilai nello zaino di scuola insieme a tutto quello che mi sarebbe servito. Non mi cambiai nemmeno, afferrai il telefono e i tutti i miei risparmi e senza dire nulla ai miei genitori - che non mi avrebbero mai permesso una follia del genere - mi diressi verso la stazione. Destinazione? New York!

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