L'amore è veramente la più grande debolezza di un vampiro?

di Klarolineisfantastic
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Speranza ormai persa. ***
Capitolo 2: *** What can change? ***
Capitolo 3: *** Desideri. ***
Capitolo 4: *** L'amore e L'odio. ***
Capitolo 5: *** La bambina dagli occhi color cielo. ***
Capitolo 6: *** Oltre l'oscurità di uno sguardo. ***



Capitolo 1
*** Speranza ormai persa. ***


Se ne era andato veramente.
Ma io non ero morta e non sapevo neanche perché.
Forse Klaus non era collegato ai Salvatore e alle Petrova.
Non sapevo più niente.
Tutto quello che avevamo realizzato, tutto quello che avevamo programmato insieme.
Partire , fuggire , andare via.
Correre lontani , così lontani da fuggire dai nostri problemi.
Ma già dall’inizio avevo capito che sarebbe andato tutto storto. Ed ora.
Era morto. Lo saranno anche Damon e Stefan.
Ogni cosa della mia vita era andata in mille pezzi.
Rimpiangevo ogni giorno , ogni santissimo giorno. Eravamo tutti dei ragazzi di 17 anni.
Che problemi potevamo avere oltre alle relazioni complicate?
Sì li rimpiangevo ma ,seppur mi duole ammetterlo , quando Klaus mi disse cosa mi aspettava al di fuori di quella piccola cittadina.
Ero così convinta di voler godere della vita a pieno.
Ma poi è arrivato questo maledettissimo giorno. Tutto è andato storto. Alaric , Damon , Stefan e Tyler..poi quell’uomo che con così poche frasi mi aveva fatto capire cos’ero diventata e gli aspetti positivi che prima consideravo altamente negativi dell’essere una vampira.
Ricordo ancora quegli occhi azzurri che vagavano nella mia mente alla ricerca di quel qualcosa che aveva provato e cercato  , con fare inutile , di capire anche lui.
Non ci si stanca a vivere in un .. per sempre?
Nessun limite di tempo.
Saprò quando nascerà qualcuno e ovviamente lo vedrò anche morire.
Vedrò tutto iniziare e tutto finire.
E quello che mi faceva più male è che nessuno mi sarebbe stato accanto ora.
Per tutta quell’eternità che non aveva fine.

‘’C’è un mondo vasto che aspetta solo te.’’

Lo volevo tanto vedere , credimi.
Ma ora con chi sto parlando? Non avevo più nessuno.

‘’Sei forte. Io sono una causa persa . Tu hai un bellissimo futuro davanti.’’

Ma quel futuro.
Quel futuro lo avrei voluto davvero vivere con te.
Ricordo il bacio che ci siamo dati tre ore fa , Tyler.
 Ed era strano. Il sentimento che avevo provato era entrato dentro, così dentro da consumarmi dall’interno.
Mi divorava.
Si diffondeva sempre di più in me aspirando ogni piccola emozione e facendola esplodere in tante altre emozioni.
Gioia , stupore , felicità e amore.
Da piccola mi chiedevo sempre chi avesse potuto fare questo e poi solo il giorno in cui sei morto mi sono veramente innamorata di te.
Di quel te.
Di quella persona che mi ha divorato e consumato.
Mi alzai dal letto ormai stanca di piangere.
Dovevo , volevo vedere il mondo che mi avrebbe aspettato per la mia eternità senza fine.
Guardai le nubi impiastrate di nero che oscuravano la poca luce donata dalla luna.
Sentii le foglie strusciare tra di loro emettendo un suono così dolce e soave.
Toccai il vetro per sentire il freddo contatto. Ma ormai non potevo.
Non potevo più.
Non sentivo più niente.
Tolsi la mano.
Vidi le foglie ,ormai cadute , svolazzare nella città in cerca di aiuto.
Gli alberi si muovevano freneticamente quasi fossero mani che cercavano di toccare la luna.
Avevo aperto la finestra.
Non lo sentivo. Non sentivo quel vento che fino ad un anno fa mi avrebbe fatto rabbrividire e Matt lo avrebbe coperto con un abbraccio.
Ma ora basta.
Dovevo cambiare vita, come stavano facendo tutti.
Abbassai lo sguardo e chiusi i pugni stringendo le maniche della vestaglia.
Tirai su le ultime lacrime.
Lo sguardo di quella ragazza superficiale non c’era più.
Rialzai lo sguardo.
Io sono Caroline Forbes e lo sarò per l’eternità che mi resta.

***


Tyler/Klaus.

-Cosa dovrei fare , strega?-  Guardai Bonnie infuriato. –Dirgli a Caroline che sono l’assassino spregevole di nome Klaus infrangendole così tutto quello che più desidera?
Bonnie guardava il pavimento di legno e poi alzò lo sguardo.
-Non è questo che fai ogni volta?- Disse spregevole – Ferire le persone abbattendole.-
-Non rovinare la pazienza che ti sto donando.-
-Posso ucciderti quando voglio , Klaus.-
-Fallo e tutti i tuoi amici moriranno per causa tua.- Sorrisi  beffardo e abbassò lo sguardo.
Non aveva tutti i torti.
Ma non volevo , anzi non potevo fare questo a Caroline.
Anche se non sapevo cosa me lo impedisse.
Avevo ucciso migliaia di persone e non riesco a farlo con una stupida neonata? Non riesco neanche a.. distruggerle l’amore della sua vita , a rovinarle i suoi sogni , il suo tutto.
Solo adesso capivo , a pieno , il vero senso di quella frase.


‘’L’amore è la più grande debolezza di un vampiro’’

Ma ne ero così certo.
Io non potevo amare non più.
Ho spento tutto.
Niklaus non c’è più. C’è Klaus.
L’assassino.
L’ibrido.
Nessuno , NESSUNO avrebbe mai riportato indietro Niklaus.


***


Caroline.

-Tranquilla , Elena. Va tutto bene a me. Come va .. a te ?- Dissi al telefono mantenendo una voce fredda.
-Mi dispiace , Care. Mi dispiace tantissimo- Mi disse piangendo.
-Non è colpa tua , credimi. Mai lo sarà. Come stanno Damon e Stefan.-
-Non so perché ma non sono ancora morti .. sei sicura che Tyler sia.. morto?- Disse cercando di essere più sensibile possibile.
-Sì sono sicura. Mi ha detto di uscire mentre era ancora vivo poi sono uscita e..- Dissi e poi capii.
-Sei uscita e..?- Non era morto. Sorrisi. –Care!Rispondi non farmi preoccupare.-
-Scusa Elena , ci risentiamo.-
-Care aspetta. Fra un ora ci incontriamo a casa mia? Io tu e Bonnie .. perfavore- Disse sussurrando.
-Va bene. A dopo.- Chiusi subito la telefonata e seppi subito dove dovetti andare.
Lì dove stava morendo l’unica mia speranza di uscire da quest’eternità e la cosa più brutta è che l’avevo capito solo dopo questo bacio. Tyler era tutto quello che potessi desiderare.


***

-Tyler ti prego dimmi che sei ancora vivo.- Caddi sulle ginocchia piangendo e portandomi le mani sui capelli.
Non c’era più.
Non c’era neanche il suo corpo.
Niente.
Di lui non c’era più niente.
Solo il mio ricordo.
Un ricordo che non avrei mai cancellato.


***
Klaus/Tyler
La guardavo dall’oscurità della notte.
L’unica cosa pronta a proteggermi.
Non stavo resistendo. Le sue lacrime , le sue urla non potevo sopportare che lei provasse questo. Nonostante tutto quello che gli ho fatto passare , adesso che è troppo tardi , non voglio fargli passare anche questo e non sapevo perché non volessi.
Che motivo avrei avuto?
Avevo paura di darmi una risposta.
Non lo avrei mai fatto. Non avrei mai potuto farlo perché io non mi sarei mai permesso di provare quello che invece, purtroppo per me ,  provavo veramente.
-Caroline.-Sussurrai quando uscì da quella specie di casa.
-Chi è?- Disse spaventata girandosi cercandomi tra gli alberi della foresta.


***


Ora mi sognavo anche le voci.
Stupendo.
La foresta si faceva sempre più buia e fitta. Le nuvole erano scomparse per poi essere rimpiazzate dalla nebbia.
Ma anche quello , seppur mi duole dirlo ,  non aveva alcun effetto sulla mia vista.
Poi un pensiero mi venne in mente un qualcosa che non avrei mai pensato.
Avevo bisogno di Klaus.
Anche se era un assassino.
Solo lui era riuscito a capire quello che sentivo e che provavo.
Quello che rifiutavo della mia esistenza e quello che lui mi ha fatto ricredere.
Non seppi perché e non seppi come le mie parole uscirono involontariamente come quello foglie portate dal vento.
-Klaus , almeno tu.-
Il silenzio diede risposta alla pazzia di aver nominato quel nome.
Strinsi i pugni e ricordai la promessa che mi ero fatta pochi minuti fa.
Caroline Forbes lo sarò per quest’eternità. Senza piangere.
Feci per muovere il piede.
Sentii il rumore delle foglie.
Qualcuno mi prese per la vita e appoggio la sua testa sui miei capelli.
Sentii un respiro farsi sempre più debole.
-Ci sono , Caroline. Te lo prometto.-
Quella voce così famigliare e così assolutamente lontana dal corpo che si celava dietro di me.
Il corpo di Tyler si adagiava impassibile adagiando le sue mani sulla mia vita e la sua fronte sulla mia.
-Tyler-
Piccole lacrime scesero giù con così tanta foga. Avevano voglia anche loro di uscire sperando che tutto andasse per il meglio. Ma come sempre finivano a terra morendo. Segno che la mia promessa ormai non esisteva più.
Mi sistemò la ciocca di capelli dietro le orecchie.
-Shhh. Caroline. Elena ha detto che dobbiamo vederci da lei. Ma resta un altro po’ stretta a me. Perfavore.-
Lo strinsi con foga assorbendo il calore di quel abbraccio.
Era tornato.
Ma allora perché era tutto , anzi era LUI così strano?

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Capitolo 2
*** What can change? ***


Ero nella mia macchina e Tyler stava guidando.
‘’Non venire. Ho un qualcosa da fare ci sentiamo domani’’ Ecco il testo del messaggio di Elena.
Mi girai verso Tyler.
Guardava serio l’asfalto.
Pensieroso.
I capelli mori si muovevano con il vento che entrava dal finestrino.
Sorrisi al solo guardarlo.
Era lì con me e lo sarebbe stato per l’eternità che ci circondava.
-Non dobbiamo più andare da Elena.- Dissi interrompendo i miei pensieri.
Fece un cenno e non mi degnò di parola.
Appoggiai la testa al finestrino e chiusi gli occhi lentamente.

***

Klaus/Tyler.
Non sapevo come comportarmi.
Non sapevo niente di Tyler.
Nessuno poteva aiutarmi neanche quella streghetta che sapeva la verità.
Troppo impegnata.
Ma per una buona causa , almeno.
Doveva cercare di farmi riavere il mio corpo.
Mi sarei risparmiato questa tortura e l’avrei risparmiata  a Caroline.
Mi concentrai sul suo respiro.
Un lieve suono che si espandeva nella mia testa.
Guardai un sorriso sulle sue labbra.
Un sorriso che non sarebbe durato molto quando avrebbe scoperto la verità.
Sentii la curiosità farsi spazio nella mia mente.
Chissà quali cose si situavano ora nella mente di quella ragazza.
Chissà quelle palpebre quale mondo nascondevano.
Non lo avrei mai saputo  , non avrei mai avuto il permesso di scoprire cosa ci fosse dentro quella ragazza.
Mi distolsi dai miei pensieri parcheggiando davanti casa Forbes.
Presi la borsa di Caroline e cominciai a vagare per poter cercare le chiavi di casa.
Cominciai a tastare diversi oggetti.
Alcuni lucidalabbra , un portafoglio , cellulare poi scorsi un foglio.
Lo tirai fuori.
Vidi il suo volto e il cavallo che le piaceva tanto.
Aveva tenuto il mio disegno.
Non capii perché.
Le mie labbra , automaticamente , accentuarono ad un sorriso che fini dopo pochi secondi riportandomi alla realtà.
Lo posai dentro la sua borsa e finalmente trovai le chiavi.
Riposai la borsa sui sedili posteriori e uscii dalla macchina.
Aprii il suo sportello e la presi in braccio.
Sentii il suo viso appoggiarsi al mio petto e il suo profumo arrivare come un ondata , dolce e soave.
Le sue mani stringevano la mia giacca.
Come se nel suo piccolo mondo stesse succedendo qualcosa.
Dopo pochi tentativi riuscii a trovare la chiave giusta.
La portai nel suo letto.
Presi il lenzuolo che ricopriva quel letto e glielo poggiai sul corpo.
Guardai la sua pelle porcellana  ricoperta da boccoli d’oro.
Glieli spostai dietro la nuca poi percorsi il braccio con la mia mano.
Sorrisi quasi nervosamente chiedendomi perché stessi facendo questo.
Andai verso la soglia della porta ma una voce , dolce , mi fece sussultare.
-Klaus.-
Mi girai e la vidi dormire.
Ma si era girata dall’altro verso.
Sicuramente stavo rovinando anche i suoi sogni.



***



Quando aprii gli occhi vidi la parete della mia stanza e capii che lo era quando sentii l’odore di lavanda del mio lenzuolo.
Mi stiracchiai e sbadigliai più di una volta.
Mi guardai intorno e mi tolsi il lenzuolo che mi avvolgeva la vita.
Misi le pantofole e andai in cucina dove trovai il solito foglio di mia madre.
‘’ Sto a lavoro. Ti ho messo qualcosa in frigo per pranzo. A dopo tesoro’’
Sapeva che non mi sarebbe stato utile , ormai , il cibo umano ma non volevo deluderla e poi amavo tenere ancora le mie ‘’tradizioni’’ umane.
Salii in camera e mi vestii velocemente.


***


-Ehy Elena ho letto solo adesso il messaggio. Cosa c’è?- Sorrisi tranquilla ad Elena.
Notai nervosismo sul suo volto. Forse per il fatto della transizione.
-Tutto apposto?- Domanda inutile. Era appena diventata una vampira.
-Dobbiamo parlare , Care. Entra- Disse sempre seria.
Entrai in quella casa e solo adesso mi resi conto di quanto confortevole fosse stata per me nei primi anni dell’adolescenza.
La casa dove mi nascondevo e mi sfogavo con la mia migliore amica.
-Cosa succede?- Dissi alzando le mani al cielo e sorridendo.
-Tyler ..-
-Sì lo so che è vivo.- Esclamai sorridendo.
-No , Caroline. Tyler , almeno quello che hai visto tu ieri , non era lui.-
-Cosa?- Dissi accentuando le mie labbra in una ‘’o’’ di stupore.
-Bonnie ha eseguito un incantesimo su Klaus per non farci morire tutti. Klaus era nel corpo di Tyler.-
Chi era?
Chi mi aveva  baciato quella sera?
Vidi Elena cercare di accarezzarmi.
Mi scansai.
-Da quanto?-
Dissi cercando di non piangere.
Avevo così paura di sapere la risposta.
Riserbavo così rancore per quell’uomo.
-Non lo so bene. -
Mi alzai di scatto dal divano seguita da Elena.
-Dov’è ora il corpo di Tyler?-
-Bonnie ha trovato un modo per rimettere le cose apposto ma è successa un'altra cosa-
La guardai inarcando un sopraciglio.
-Bonnie ha percepito un'altra persona. Anzi un vampiro.-
-Cosa c’è di anormale?- Dissi ironicamente.
-Quel vampiro è un originale. Ma non è  Rebekah , Esther , Elijah , Finn o Kol. Neanche Michael.-
-E chi sarebbe?-
-E’ questo il punto. Non lo sappiamo. Per questo Bonnie ha trovato in poco tempo un metodo per far tornare Klaus quello di prima. Ci serve il suo aiuto.-
-Questo vampiro come potrebbe minacciarci?-
-Il fatto è che oggi mi ha mandato questo.-
Mi porse un cofanetto beige con un fiocco bianco.
La sua mano tremava.
Lo aprii e ci trovai un paletto normale e uno di quercia bianca e sotto di loro un biglietto.
‘’Povera doppleganger. Una vampira anche lei, ora. Quale paletto devo usare contro di te e le persone che ti stanno accanto? La fortuna , è che per quanto io odi i vampiri , odio di più gli originali. Ma stai attenta piccola Gilbert potresti andarci di mezzo. Non ti preoccupare ci vedremo molto presto.’’
Richiusi la scatola scioccata e abbracciai Elena ormai in lacrime.
-Tranquilla. Va tutto bene- Cercai di rassicurarla il più possibile ma fu inutile visto che ero io quella nervosa.
-Raggiungiamo gli altri.- Disse asciugandosi gli occhi.
Feci un cenno.
Dimenticai chi mi stesse aspettando lì.
Chi avrei rivisto.


***


Arrivammo al cimitero dove trovai Bonnie intenta a parlare con Damon e Stefan.
Aspettavano qualcuno dalla cripta e per mia sfortuna , capii chi.
-Care.- Mi chiamò Bonnie abbracciandomi.
L’abbracciai.
Dietro di lei poi sentii la cripta aprirsi.
Lo vidi.
I suoi riccioli biondi si muovevano col vento , le labbra rosee avevano ancora la loro perfezione.
Lo vidi abbottonarsi la camicia e sistemarsi la giacca nera.
Alzò lo sguardo e mi vide.
Non so perché mi guardò così intensamente. Sentii i suoi occhi penetrare i miei. Ancora una volta quel sentimento che avevo provato baciando Tyler quando pensai che stesse morendo.
Un sentimento che mi divorava e mi sconvolgeva.
Un sentimento che dovevo reprimere.
Abbassai lo sguardo quando Damon si mise davanti a me per parlare con Klaus. Ringraziai il cielo.
-Ci serve il tuo aiuto.- Disse Damon con aria schifata.
-Perché dovrei?- Disse camminando maestosamente verso Damon.
-Perché sennò potremmo lasciarti morire.-
-Cosa?-
Alzò un sopraciglio.
-Un pazzo o pazza psicopatico cerca gli originali e vuole ucciderli. Ma la sorpresa è che chiunque sia è un originale. Ma non è nessuno della tua famiglia.-
Klaus abbassò lo sguardo cercando di pensare.
-Cosa pensate di fare?-
-Non lo sappiamo ancora. Ma di sicuro tu ci servi.-
Continuarono a parlare e io mi intromettevo negli occhi di quell’ibrido cercando di capire cosa volesse fare veramente.
Sentii un rumore provenire dalla cripta , la porta si stava aprendo. Poi vidi lui. I suoi capelli mori , la maglia grigia  il suo modo di camminare.


***


Klaus.
Sentii la sua spalla sfiorare la mia mentre correva dal ragazzo che adesso l’avrebbe resa felice.
Un dolce e lieve contatto.
Vidi Damon uscire dal cimitero insieme agli altri.
Mi girai  e li vidi.
Caroline era abbracciata a Tyler con la sua faccia rivolta verso di me.
Gli occhi chiusi , la pelle di porcellana che rifletteva con il sole mattutino.
Ancora mi chiedevo cosa volesse dire la parola felicità sapevo solo che io non l’avevo mai vissuta e non lo avrei mai fatto.
Li vidi baciarsi e non seppi perché qualcosa  mi fece girare verso un'altra parte.
Ma lo feci uscire dal mio corpo e mi incamminai verso la il cancello del cimitero.
Qualcuno però mi prese per il braccio e mi fece girare.
-Devo saperlo!- Urlò quella voce cristallina.
-Cosa , sweetheart?-
-Se eri tu quando.. la notte in cui ti credevo morto.-
Vidi i suoi occhi desiderare così tanto che fosse stato Tyler.
Mi girai evitandola e feci due passi prima che mi riporto nella stessa posizione iniziale ma gli bloccai il braccio e la sbattei contro un albero.
Sentii la sua pancia premere contro la mia.
Il suo respiro affannoso si espandeva sulla mia pelle.
Le sue mani sulle mie spalle e i suoi occhi così imploranti. Sentii dei brividi spargersi nel suo corpo e , purtroppo , sentii qualcosa anche nel mio corpo un qualcosa che si era ormai spento e che sarebbe dovuto rimanere così per secoli.
-Sì! Ero io. Cosa cambia Caroline? Cosa può cambiare?-
Si libero delle mie mani e mi guardò schifata.
-E’ vero a te non cambia niente se possano esistere sentimenti in una persona solo perché non esistono in te.-

Detto questo ritornò da Tyler e li vidi andar via.
Strinsi i pugni nella giacca nera che indossavo e mi incamminai , finalmente , verso il cancello.


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Capitolo 3
*** Desideri. ***


Fantastico.
Ora  mi ritrovavo dentro ad una macchina con un ibrido psicopatico e  Damon.
Mi chiedevo ancora come avesse potuto convincermi a fare questo stupidissimo viaggio.


***

‘’ Un’ora fa.
Era mezzanotte passata quando ci dissero di venire a casa Gilbert.
Delle nuvole , in cielo , non c’era traccia.
Solo  la luna che illuminava , con quel poco di luce, gli alberi della foresta che io vedevo dalla finestra dei Gilbert.
Le stelle la circondavano e facevano brillare ancora di più quella notte autunnale.
Le foglie si alzavano leggere portate dal vento.
I colori che ,l’autunno , dava alle foglie ritraevano calore.
Mi girai e vidi Klaus appoggiato al lavello della cucina. Girai la testa di poco per poterlo scrutare al meglio.
I suoi occhi seguivano i movimenti di Tyler e Damon che adesso litigavano.
La maglietta grigia aveva qualche piega.
I suoi riccioli biondi non si muovevano.
Non riuscivo ancora a capire perchè Klaus fosse diventato così.
Elena mi aveva raccontato la storia di suo padre.
Non riuscivo a capirlo anche se sapevo la sua storia.
Forse perché prima che io diventassi quello che ora sono , mio padre mi aveva sempre trattato come la sua principessa.
-Damon ,  Caroline non andrà insieme a Klaus.- Urlò Tyler.
Le urla rimbombarono in tutto il salotto di casa Gilbert.
Klaus  guardava divertito la scena senz’emettere parola.
Io mi scansai dalla finestra e cercai di far ragionare Tyler e soprattutto , ora , cercavo anche di evitare le occhiate di Klaus. Anzi non solo le sue occhiate , volevo evitare lui.
I suoi occhi color cielo mi logoravano e entravano dentro di me creando un qualcosa di confuso che poi si espandeva sempre di più.
Cercavo in tutti i modi di cacciarlo via. Non ci riuscivo.
Lo sentivo ogni volta che i nostri occhi si incontravano. Partiva dalle gambe e saliva lento alla schiena facendomi rabbrividire e poi arrivava al petto.
Da lì si espandeva in tutto il corpo e mi distruggeva dall’interno.
Mi girai verso di lui.
Vidi il suo sorriso beffardo e i suoi occhi puntati su Damon e Tyler.
-Vuoi salvare o no la tua barbie?- Disse Damon e con questo mi fece sussultare e mi rigirai verso di Tyler che mi guardava implorante.
Senza dire niente prese le chiavi della macchina e uscì da casa Salvatore , seccato.
Sbuffai.
Perché doveva fare così?
Mi girai verso Damon e mi misi di nuovo a braccia conserte.
-Dove dobbiamo andare e quando ci dobbiamo vedere?- Dissi alzando gli occhi al cielo.
 -Barbie ragionevole- Disse e sorseggiò un goccio di bourbon.
- Bonnie ha rintracciato questo famoso originale a Manhattan. Ah , partiamo adesso Barbie.-
-Cosa?Tyler se n’è andato dobbiamo passare a prenderlo.- Alzai le mani al cielo.
-Sprecheremo solo tempo.-
Poi sentii qualcuno prendermi e in pochi secondi mi ritrovai sui sedili posteriori della macchina di Damon e davanti a me  Klaus.
Stupendo.
-Ti odio.-  Sussurrai alla macchina.
Sentii solo un risolino e poi entrò Damon.
Klaus accese la macchina con un rombo assordante e partimmo verso Manhattan.’’


***


Una parte di me era contenta di andare a Manhattan.
Insomma non ero mai stata da nessuna parte e io adoravo quella città.
Se chiudevo gli occhi potevo già immaginare la gente che girava con i cappuccini in mano e migliaia di buste da shopping.
Un’altra parte di me mi diceva di uscire da quella macchina e scappare.
-Al ritorno guido io , Klaus.- Disse Damon pulendo il tappetino della macchina.
Mi misi in mezzo ai due sedili davanti a me.
Cercai di allungare la mano per cambiare stazione radio quando ci arrivai qualcuno aveva messo la mano  per cambiare marcia.
Sentii un freddo contatto e ritrassi la mano quando seppi di chi si trattava.
Klaus aveva capito perché avessi ritratto la mano e ora sorrideva soddisfatto.
Un brivido mi percosse la schiena e per nasconderlo sbuffai appoggiando la testa al finestrino e i piedi sugli altri sedili.
-Posso sapere perché io devo venire con voi?- Dissi guardando dallo specchietto  ,cercando di non farmi vedere , gli occhi di Klaus.
-Semplice. A quanto pare non conosce né te né Bonnie. Come dice dall’ultimo biglietto lasciato ad Elena.-
Damon si girò per porgermelo.
‘’ Piccola Gilbert sono sempre io. Forse ti starai chiedendo chi io conosca se vuoi te lo posso elencare.
Tutta la famiglia di originali. Il team Salvatore , il tuo caro fratellino , Katherine e Alaric che a quanto dicono le mie fonti non sia più un pericolo. Ciao , ciao piccola Gilbert.’’ Più in basso una firma irriconoscibile si esibiva a destra del foglio.
-E’ una donna.- Esclamai orgogliosa di averlo capito.
Damon mi guardò inarcando un sopraciglio.
-Guarda la sua firma.-
-E’ irriconoscibile.- Disse senza degnarla di uno sguardo.
-Elegante e accurata. Potrebbe essere un maschio? Sì , ma nelle più probabili ipotesi , solo una femmina scriverebbe così bene-
-Che femminilista.- Disse Damon girandosi di nuovo verso l’asfalto.
-Non credo che abbia tutti i torti.- Disse Klaus guardando Damon.
Sorrisi orgogliosa di me.
- Devi sapere , Damon che noi originali avevamo un modo per far riconoscere le nostre lettere. Facevamo un segno che equivaleva al maschile e uno al femminile. Chiunque lo abbia scritto o crede che io non lo abbia letto  o è troppo ingenuo.-
-Oppure , conoscendo i simboli potrebbe aver imitato quello femminile mentre potrebbe essere un uomo.- Guardai Klaus negli occhi ma Damon ci interruppe subito.
-Perché questo?- Disse Damon.
-Secondo te perché stiamo facendo questo viaggio Damon?- Disse Klaus sorridendo.
Damon accennò ad un sorriso e si girò verso il finestrino.
-Sappiamo almeno una meta precisa? Manhattan è grande.- Dissi mettendomi di nuovo seduta.
-Una specie di  motel. Ora , Barbie rilassati.-
Sbuffai e mi sdraiai sui sedili posteriori in cerca del sonno che non tardò a venire.



***


-Sveglia , sveglia barbie.-
 Mi stiracchiai dimenticandomi  della situazione.
Solo quando vidi i sedili della macchina mi ricordai tutto.
Vidi l’ora segnata sulla radio.
Erano le quattro del mattino.
Nella macchina non c’era nessuno , solo Damon mi guardava con lo sportello aperto invogliandomi a svegliarmi e ad uscire.
Presi la borsa , mi sistemai i vestiti  e uscii.
Vidi Klaus intento a ‘’ispezionare’’ il giardino , se così possiamo chiamarlo , di quel motel alquanto disgustoso che si esibiva davanti a noi.
Io e Damon lasciammo Klaus fuori e ci dirigemmo verso l’entrata.
Poi ci raggiunse anche lui.
Una vecchia signora sulla sessantina ci aveva accolto.
Aveva i capelli bianchi , quelli che gli rimanevano , raccolti in uno chignon e gli occhi verdi.
Klaus era alla mia sinistra mentre Damon alla destra. Mi sentivo estremamente a disagio.
-Vorrete una camera voi due , vero?- Rise la vecchia rivolgendosi a me e Klaus.
L’imbarazzo calava sul mio volto e non riuscii neanche a parlare.
-Siete una bella coppia.-
-Grazie- Disse Klaus sorridendo.
Lo guardai con aria minacciosa ma lui rise e poi riprese a parlare con la vecchietta.
-Cosa posso fare per voi?- Ci disse.
-Volevamo il quaderno dove ci sono scritte tutte le persone che alloggiano o alloggiavano qui- Klaus si avvicino al bancone che ci divideva dalla vecchietta e dilatò le pupille.
La signora , confusa mosse la testa.
-Non posso signore , è privato.-
Non ha funzionato il soggiogamento ciò voleva dire che qualcuno si era preparato. Gli aveva fatto bere della verbena.
Klaus e Damon si guardarono complici.
-Ora alloggia qualcuno qui?- Disse Klaus senza soggiogarla , sapendo che sarebbe stato inutile.
-Nessuno , gli affari non vanno bene in questi giorni.-
-Beh , grazie signora.- Dissi e mi diressi verso l’auto più dietro loro due cercavano un qualcosa che li avrebbe portati a capire chi ci fosse dietro quelle lettere.
-Potrebbe essere dovunque. – Disse Damon infuriato.
-Non se era qui quando noi eravamo dentro.-
Guardai la macchina e gli feci notare un foglio su un finestrino.
Cercai di prenderlo ma il suo tocco mi bruciò.
Era cosparso di verbena. Voleva coprire l’odore che avrebbe lasciato.
Urlai di dolore mi guardai la mano bruciata. 

Caddi in ginocchio e qualcuno dietro di me mi fece alzare.
-Stai bene?-
Klaus mi guardava e gli feci vedere il foglio.
-E’ cosparso di quella maledettissima pianta.- Gli dissi mentre vedevo la mia mano cercare di guarire.
Presi un paio di fazzoletti dalla borsa e glieli porsi.
Aprii la lettera e la leggemmo insieme.

''Non sono così ingenua Klaus. Anch’io ho una strega al mio fianco. Mi stupisce che tu ancora non abbia capito chi io sia. Che peccato. Attenti alla piccola Gilbert.’’
-Si prende gioco di noi.- Disse Klaus porgendo la lettera a Damon.
Ci sedemmo sull’auto e come al solito partimmo per una meta a me sconosciuta.


***


Klaus.
Erano ormai trenta minuti che Caroline stava dormendo sui sedili posteriori.
Damon ed io ci ponevamo , troppe , infinite domande.
Devo dirlo , mi piaceva la sua compagnia.
Avevamo molte cose in comune di quanto avessi mai pensato. Anzi a dir la verità non avevo mai pensato di poter avere cose in comune con quel Salvatore.
Mi ero sempre identificato a Stefan , poi mi considerai superiore non che non mi piacesse l’amicizia con Stefan negli anni 20’ , anzi , lo consideravo un fratello.
Mi concentrai sul profumo che ora invadeva l’auto.
L’odore di Caroline misto al profumo di Damon.
Ma quel profumo di lavanda , seppur dolce , avrebbe sovrastato anche il profumo più denso e forte.
-Abbiamo molte cose in comune di quanto tu pensi.- Come se mi avesse letto nel pensiero.
Sorrisi.
-Quali , Damon Salvatore?-
-L’amore.- Accennò a Caroline.
Una fitta allo stomaco mi rabbuio il viso.
Come poteva pensare che io potessi amare?
Bevve del bourbon da una boccetta di metallo.
-Innamorato della ragazza che ama tuo fratello.- Emise un risolino.
-Cosa ti fa credere che l’amassi per davvero.-
-Eri umano. Lo ero anch’io. Mi innamorai di Katherine ma si prendeva gioco di me.-
-Mi innamorai di Tatia. Ma anch’essa si prendeva gioco di me.- Gli presi il bourbon dalle mani e ne bevvi un goccio prima di continuare. -Fu l’unica volta che m’innamorai. Mi ripromisi che nessuno si sarebbe preso gioco di me.-
-Lo feci anch’io. Odiai i miei sentimenti quando poi la incontrai.- Disse e riprese il bourbon. –La sua doppleganger. Si riaccesero senza il mio permesso. I miei sentimenti lo fecero senza che io potessi controllarli.-
-In questo non siamo uguali.- Risi. – Fortunatamente i miei sentimenti non si sono accessi e non lo faranno.-
-Davvero?- Fece un cenno dietro ai sedili posteriori.
Sorrisi e finii il bourbon rimasto.
 -Non sono affari tuoi , Damon.-
Parcheggiai l’auto e arrivammo a Mystic Falls.
Aprii lo sportello e scesi davanti a casa Gilbert.
Damon entrò per primo.
Aprii i sedili posteriori e afferrai la testa di Caroline appoggiata allo sportello.
Cadde nelle mie mani e , non so perché , il mio sguardo cadde sulle sue labbra.
Un desiderio irrefrenabile si espandeva nella mia mente.
Un bacio.
L’avrei fatta mia con un solo bacio.
Risi ,era una cosa ironica.
Un assassino voleva avere un bacio .
Un unico bacio.
Mi ripresi dai miei pensieri e la sollevai.
Sentii il suo respiro sul mio petto anche se avessi una maglietta abbastanza pesante.
Le sue mani strinsero la mia giacca e i suoi capelli ribelli si impigliavano tra le mie dita.
I suoi occhi erano semi aperti.
Segno di una dormiveglia.
Anche se per poco vidi quegli occhi azzurri riflettermi.
Salii i pochi scalini che mi dividevano dalla porta di casa Gilbert.
Vidi Elena guardarmi schifato mentre io sorridevo beffardo.
-Portala di sopra.- Disse Elena indicandomi le scale.
Salii le scale con cautela non capacitandomi di come fossi arrivato qua.
Due giorni fa volevo solo il sangue di quella doppleganger ed ora mi ritrovava a collaborare insieme.
Entrai in una camera qualsiasi e poggiai sul letto Caroline.
La coprii con delle lenzuola che non si addicevano al suo profumo delicato.
Nessun profumo sarebbe compatibile al suo.
La guardai ancora con gli occhi semi aperti.
Sentii un piccolo sussurro , piccoli movimenti  di labbra impiastrate di un lucidalabbra color pesca.
 La guardavo in piedi e le toccai i riccioli biondi giocandoci.
Poi un nome più riconoscibile uscì dalle sue labbra.
-Klaus..-
Forse era sveglia ,  forse le rubavo anche i sogni.
Le percorsi il braccio con un dito e quando arrivai alle mani lei mi aveva fermato.
La sua mano era nella mia.
Un desiderio , che non riuscivo a far scappar via , mi invadeva.
Decisi di soddisfarlo , ma per poco.
Mi avvicinai alla sua fronte e le stampai un bacio.
Sentii un brivido percorrere il mio corpo.
Sapevo che prima o poi il mio desiderio si sarebbe fatto più grande e avrebbe desiderato molto di più di un bacio sulla fronte.
Avrebbe desiderato lei.
Sapevo che lo avrebbe fatto. 

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Capitolo 4
*** L'amore e L'odio. ***



La luce raggiante del sole entrava dalla finestra di quella stanza a Caroline sconosciuta.
La bionda si era alzata e aveva capito dove si trovava.
A casa Gilbert.
Doveva essere sincera non aveva mai visto quella stanza bensì avesse passato i suoi 18 anni solamente in quella casa.
La ragazza si guardava allo specchio e per un attimo arrossì.
Aveva piccoli ricordi di ieri sera.
Si ricordava che durante il sonno aveva aperto gli occhi , in dormiveglia , e aveva visto un volto dai capelli biondi arruffati e sotto si era persa  negli occhi che contenevano un oceano.
Non si ricordava nient’altro apparte il calore che emanava il suo corpo quando gli si era avvinghiata contro.
Si allontanò dai suoi ricordi quando le cadde di mano la spazzola che spingeva con foga verso i suoi capelli biondi.
La bionda si inginocchiò e cominciò a tastare al di sotto del mobile.
Dopo pochi secondi oltre alla spazzola qualcosa di affilato le punse il dito , ella si affrettò a prendere quell’oggetto.
Una siringa.
Una siringa di verbena.
L’odore di quella maledettissima pianta , Caroline , lo poteva riconoscere ovunque.
Non tardò a raggiungere il salone benché avesse solo una camicia blu che le arrivava sotto i glutei.
-Elena!- Gridò alla casa ma per risposta sentì solo una presenza dietro di lei.
La bionda si girò e i boccoli biondi  si mossero come onde color d’oro.
Dietro di lei Klaus rideva beffardo e la guardava divertito.
La vampira capiva in che situazione si trovava e si sentì subito arrossire.
Poiché i suoi vestiti erano indecenti , piccoli e sporchi e davanti a lei Klaus la esaminava dai piedi alla testa.
Scrutava ogni minimo particolare.
I fianchi che si notavano anche sotto una camicia molto più larga della sua taglia normale , i capelli biondi che scendevano sul suo petto prosperoso , le cosce lisce e sode.
Caroline si lasciò sfuggire un gridolino e fece cadere la siringa per terra.
Ma per l’originale era come se non fosse caduto niente  non perdeva il contatto con gli occhi di quella ragazza così fu la bionda a parlare per prima.
-Che ci fai qui?- Balbettò la bionda mentre faceva piccoli passi all’indietro.
-Mi hanno lasciato da solo con te poiché dicono che stanno seguendo me e che tu eri troppo debole.-
-Debole?- La bionda cominciava ad alterarsi.
-Lasciami finire , love.- Klaus sorrise e le si avvicinò lasciando alla distanza pochi centimetri.
-Non ti nutri da troppo tempo.-
Caroline abbassò lo sguardo ammettendo la sua colpevolezza poi , come se se ne fosse accorta solo adesso , si inginocchio per riprendere la siringa.
-Cos’è?- Klaus indagava nelle mani della bionda.
-L’ho trovata sotto il bagno di Elena. Siringa di verbena ed è fresca ma Elena è una neonata e non può permettersi di prendere la verbena non adesso. Mentre Jeremy non si fa le siringhe semmai la beve.-
Detto questo Caroline si porto una mano alla testa cercando di seguire il discorso.
-Di chi potrebbe essere?-
-Io..- Un sussurro lieve uscì dalla bocca di Caroline. – non lo so..- Detto questo la bionda cadde nelle braccia dell’originale.


***


Klaus
Sentivo il suo odore di vaniglia  entrare in me come un onda.
Alzai il suo viso portandolo al mio.
Non seppi perché fui così preoccupato per quella ragazza , ma lo ero.
I suoi occhi erano ancora aperti e la sua fronte appoggiata alla mia.
-Guardami Caroline.-
-Che vuoi farmi?- Un sussurro di paura uscì dalle sue labbra e sentii un tuffò al cuore.
Aveva così paura di me e non avrebbe potuto fare diversamente.
Sapevo cosa avrei dovuto farmi perdonare ma non ero Klaus così. I miei sentimenti e tutto quello che avrei potuto provare non esisteva più.
-Non preoccuparti , love.-
Poi ebbi una spiacevole intuizione.
Non stava così solo per la fame.
Qualcosa dentro di lei la stava facendo stare male.
La divorava.
-Cosa ti senti?-
Non sapevo cosa fare.
Come risposta ebbi solo un urlo di dolore.
Mi avvicinai alle sue labbra e capii poco dopo cosa fosse successo.
Qualcuno aveva somministrato troppe dosi di verbena nel corpo di Caroline che , ormai abituata , l’aveva avvertito solo dopo pochi minuti dal suo risveglio.
Sapevo che gli sarebbe servito molto più sangue del mio così la poggiai sul divano e cercai delle sacche di sangue.
Dopo averle trovate levai il tappo con foga e misi Caroline seduta.
Il suo braccio si posò sul mio collo e la sua mano strinse la mia giacca.
-Shhh , love. Sta calma.- Le dissi appoggiando la mia mente alla sua.
Afferrò la sacca con foga e cominciò a berla  fino all’ultima goccia e la sua mano si sposto nella mia.
Rimasi immobile capendo che la vampira fosse incosciente di quello che stesse facendo.
Oltretutto sentii le sue dita unirsi alle mie e poco dopo lasciò la stretta sulla mia mano e cercò di alzarsi.


***


Un’altra volta imbarazzata per quanto successo , forte com’era , cerco di alzarsi dopo tutta la verbena somministrata.
La bionda però fallì il tentativo cadendo con la testa sulle spalle dell’ibrido mentre lui la sorreggeva dalla vita.
Il desiderio che nell’ibrido ardeva così tanto , adesso , voleva uscire fuori ma qualcosa non lo permise.
Anche la vampira , seppur troppo orgogliosa per ammetterlo , sentì un fremito a quel contatto e si convinse che fosse solo paura.
La ragazza si alzò e arrivò al bancone della cucina.
-Ecco a cosa serviva la siringa.- Tossì poi dopo.
-Il problema è chi vuole fare questo , Caroline.- L’ibrido guardava ancora il pavimento pensando a quanto successo poco prima.
-Perché a me? Stanno cercando te e la tua famiglia. Non me.- Le iridi dei due si incrociarono e Klaus ebbe , per la prima volta , paura di sapere la risposta.
-Caroline!-
La porta si aprì e da lì entro un Elena felice di rivedere la sua amica.
Si scaraventò addosso alla bionda portando le mani dietro la sua vita.
La vampira e l’originale poi decisero dire della siringa agli altri.



***


‘’Tra l’amore  e l’odio c’è una linea così sottile’’



Caroline.
Un bigliettino , adesso , mi stava facendo rabbrividire.
Elena aveva deciso di farlo vedere solo a me.
Ma non fu una scelta saggia.
‘’ Niklaus come va? Forse la bionda si starà chiedendo cosa possa entrarci lei con i tuoi affari ma tu lo sai già vero?’’
Cos’aveva fatto Klaus questa volta?
Ero così piena di rancore verso di lui che ,adesso , mi dirigevo correndo verso casa Mikelson.
Adesso avrei voluto spiegazioni e non il silenzio.
Bussai con foga alla porta.
Proprio lui mi aprì con forza lo spinsi verso il muro.
-Cos’hai fatto?- Klaus mi guardava stupito mentre gli saltavo addosso atterrandolo.
Cercai di dargli dei pugni ma egli me li bloccò con forza.
-Di cosa stai parlando , Caroline?-
- Di questo.-
Klaus si alzò seguito da me , ormai infuriata.
-Non ti devo spiegazione.-
Girando i tacchi cercò di uscire dalla porta ma gli presi il braccio e lo portai davanti a me così tanto che gli sfiorai le labbra con le mie.
-Ora tu mi spieghi.-
-COSA CAROLINE? IL MIO INTERESSE PER TE? CREDEVO L’AVESSI CAPITO ORA SE TI DISPIACE SPARISCI DI QUI.-
Si tolse dalla porta e mi indicò l’uscita.
‘’Il mio interesse per te’’
Perché mi stava succedendo con lui?
Scuotai la testa e mi girai verso di lui che ora aveva abbassato lo sguardo.
Vidi i suoi occhi azzurri alzarsi verso i miei.
Mi avvicinai alle sue labbra così desiderosa.
Chiusi gli occhi ma qualcosa me lo impedì.

Scuotai la testa e mi girai verso la porta con una lacrima in volto. Qualcuno , però , mi aveva bloccato.
Klaus teneva stretto il mio braccio e ora aveva posato le sue labbra sulle mie.
Un vortice d’emozioni mi colpì di sorpresa ma le immagini dell’assassino che avevo davanti mi fecero scappare.
Con la mia velocità corsi verso casa e le lacrime volavano col vento ma qualcuno interruppe la mia corsa.
Una sagoma nera mi prese il volto.
Poi sentii un dolore immenso e l’oscurità cadde sul mio volto. 

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Capitolo 5
*** La bambina dagli occhi color cielo. ***


Angolo pre scrittrice. 
Mi dispiace per il ritardo ma la pennetta mi fa impazzire dopo di questo ho già un capitolo pronto quindi credo di postarlo fra un'oretta o due. 


L’odore di muffa era tutto quello che la bionda riusciva a percepire.
Non riusciva ad aprire gli occhi , non ancora.
Era così debole e non sapeva nemmeno cosa le fosse successo.
Senti delle mani accarezzarle le spalle per poi stringerle facendogli aprire gli occhi con forza.
La vampira vide un omone in piedi a lei , giovane e palestrato.
Si guardò intorno e cercò di capire dove si trovava.
Una grotta uniforme piena di muschio , ragnatele e chissà cos’altro.
Riprese le forze cercò di liberarsi da quella sedia.
Una sedia di metallo , con delle catene che le bloccavano braccia e gambe.
Erano state cosparse di verbena.
La bionda abbassò lo sguardo consapevole di non riuscire a scappare.
Poco dopo rialzò la testa minacciosa e il suo sguardo non era più quello di una ragazza  bensì quello di un predatore.
I lunghi denti affilati le sporgevano dalla bocca aperta , gli occhi diventati ora di un colore così scuro e le piccole rughe che gli solcavano il volto.
Il ragazzo davanti a lei indietreggiò impaurito e Caroline riprese il suo volto normale consapevole che la persona davanti a lei fosse un umano.
Quando si fu calmata il ragazzo le mise un foglio davanti agli occhi.
Caroline , però , vedeva tutto troppo sfocato per poter leggere così si schiarì gli occhi e cominciò a leggere nella sua mente.
‘’E’ un umano , soggiogato da me , cara. Se il caro ibrido non si presenterà tu morirai. Eh se proverai a scappare un congegno ti ucciderà all’istante. Se vuoi capire bene guarda sopra.’’
Lette quelle parole  la bionda alzò subito lo sguardo verso il soffitto dove notò una catena legata ad un paletto dietro di lei.
Se solo si fosse alzata le catene che aveva attorcigliate sul corpo l’avrebbero condotta alla morte.
Sapeva che Klaus non sarebbe mai venuto a cercarla  e che se la sarebbe dovuta cavare da sola.


***


-Cos’hai fatto a Caroline?- La piccola Gilbert urlava in salone a Klaus.
-Non la vedo da stamattina , mi dispiace sweetheart.-
Damon diede una spallata a Klaus e gli porse un bigliettino , l’ibrido cominciava ad odiare quei fogliettini.
‘’Mia cara , doppleganger , anzi vampira se vi starete chiedendo dov’è Caroline credo che Klaus abbia la risposta per voi.’’
-Dove l’hai trovato?- Klaus stropicciò il foglio nel suo pugno.
-Stavo tornando a casa e sono passata davanti casa di Caroline.  Mi sono distratta così tanto che sentii solo dopo un rumore forte. Come se qualcuno fosse andato a sbattere contro la mia macchina così scesi ma trovai solo questo bigliettino.-
Klaus lasciò cadere il foglio per terra e si diresse verso la porta seguito da Damon.
L’ibrido si infilò nella sua macchina pronto per partire quando qualcuno aveva già aperto lo sportello.
Damon ora si stava accomodando sul sedile alla destra di Klaus.
L’originale lo guardò alzando un sopraciglio.
-Non avevo niente da fare.-Disse il vampiro per poi girarsi verso il finestrino sorridendo.
Klaus accese il motore e in pochi minuti  si ritrovarono davanti casa Forbes.
Scesero dalla macchina e l’ibrido poté sentire subito l’odore della ragazza.
Un profumo dolce , di lavanda , lieve.


***


Klaus.
Avevano lasciato il suo odore o erano troppo ingenui o volevano  farla trovare.
Non m’interessava il perché , io dovevo trovarla.
Ci eravamo già incamminati seguendo la traccia del profumo di Caroline.
 Ci dividemmo poi a meta strada e poco dopo trovai un specie di grotta.
Sarebbe stata insignificante e sarei passato oltre se non avessi sentito le sue urla.
Percepii anche un  cuore che batteva forte.
Umano.
Entrai di soffiato nella grotta e mi misi alle spalle del ragazzo davanti a Caroline.
Mi portai il dito sulla bocca indicando alla ragazza di fare silenzio poi presi una pietra e la sbattei con forza dietro il collo del ragazzo.
Ad ogni mio passo Caroline scuoteva la testa.
Pensai che avesse paura ma solo quando mi indico il soffitto con la testa capii cosa dovetti fare.
Tolsi le catene a Caroline e le tirai io con forza cercando di non far volare il paletto mentre lei si alzava.
Non sapevo come uscire fuori da quella situazione.


***


Caroline.
Vidi Klaus indeciso sul da farsi se avrebbe lasciato le catene il paletto lo avrebbe colpito all’istante.
Una stretta al cuore mi colpì quando pensai a cosa sarebbe successo.
All’improvviso Klaus lasciò le catene e con la sua velocità sovrannaturale si spostò ma il paletto era stato più veloce  , mi guardò .
Uno sguardo pieno di dolore e poi cadde a terra.
Un tuffò al cuore mi fece inginocchiare verso di lui.
Lacrime involontarie caddero sul mio volto.
Misi una mano sul paletto e una sulla sua guancia.
Gli tolsi il paletto e , nello stesso tempo , gli accarezzai la guancia.
Sentii la barba sfregarmi il palmo della mano , i brividi nel mio corpo si facevano sempre più potenti come contrazioni ma piacevoli.
Lanciai il paletto dietro di me  e gli misi le mani sulle due guancie lo guardai negli occhi e ci incatenammo.

Io affogai nel mare che ondeggiava in quelle pupille poi mi ripresi e lo feci alzare offrendogli il mio polso.
Mi guardò inarcando un sopraciglio sapevo che avrebbe potuto non fermarsi ma non avevo scelta migliore.
Sentii i suoi canini entrare nella mia pelle e provai la frenesia e l’eccitazione di sentire il sangue scorrere velocemente nelle vene.
Scorreva sempre più forte e capii che se non si fosse fermato non avrei avuto più via di scampo ma , con mia sorpresa , tolse i canini dal mio polso.
Lo vidi sdraiarsi ormai stanco.
Non mi accorsi da quanto Damon ci stesse osservando ma quando lo feci egli prese Klaus in braccio e ci dirigemmo verso la macchina.
Appoggiamo Klaus dietro i sedili posteriori e mentre Damon si sedeva guardai ancora una volta il volto di quel ragazzo.
Altri brividi nel mio corpo si fecero spazio tra le tante altre emozioni che mi stavano distruggendo da dentro.
Mi stravolgevano , mi divoravano e poi mi facevano tornare al punto di partenza.
Mi distolse dai pensieri Damon che mi disse di entrare.
Prima mi guardai attorno , non c’erano che alberi ma allora perché mi sentivo così osservata? Salii in fretta nella macchina e Damon mise in moto.


***


Klaus.
Quando mi svegliai non sentii la spiacevole sensazione di umidità che avevo provato prima di addormentarmi.
Ero steso su un letto , non era casa mia di questo ne ero certo.
Mi toccai il petto e non sentii la ferita.
Alcuni immagini si fecero spazio tra la mia mente.
Mi chiedevo ancora perché Caroline mi avesse fatto bere il suo sangue , oltretutto , sapeva che non mi sarei fermato facilmente.
Non seppi se volesse salvare solo la sua vita poiché fosse della mia stirpe  o se si fosse solamente fidata.
Scelsi la prima opzione , mi pareva così difficile fidarsi di me e quella ragazza non lo avrebbe mai fatto.
Mi alzai dal letto e vidi una scrivania.
Mi avvicinai e guardai le foto incorniciate.
Vidi Caroline esibirsi in pose alquanto buffe con le sue due amiche.
Capii  in che casa stessi ‘’alloggiando’’ se così posso definirlo.
Presi la giacca dalla sedia e aprii la porta attento a non fare rumori ma qualcosa mi venne addosso.
-Dovresti stare più attenta , love.-
-Tu dovresti riposare.-
Inarcai un sopraciglio  , non seppi se fosse finto interesse o vero ma mi piaceva.
-L’ho già fatto.-
-Per un’ora?Dopo che ti è stato conficcato un paletto  di quercia bianca , pieno di verbena nel cuore? E’ gia tanto se sono riuscita a salvarti.-
Abbassai lo sguardo sorridendo e poi la guardai negli occhi.
Sembrava una bambina.
Una bambina dagli occhi color cielo.
Sentii piccoli brividi e mi sorpresi di quanto stesse accadendo dentro al mio corpo.
-Sono un originale ricordalo.-
-Senti  , che tu sia originale o no non devi morire e , non per essere egoisti , ma ti seguiremo a ruota anche noi.-
Il sorriso che prima avevo in volto ora era solo una smorfia di delusione.
Sapevo cosa quella ragazza avrebbe dovuto perdonarmi ma per un attimo avevo veramente pensato che si stesse preoccupando per un altro motivo.
Ero stato solo un ingenuo e la cosa che mi faceva più rabbia era che il bacio mi era piaciuto fin troppo.
-Smettila di comportarti come una bambina e lasciami passare.-
Cercai di avanzare ma mise una mano sul mio petto provocandomi strane sensazioni.
-Tu. Rimani . Qui.- Scandì bene le parole.
-Io me ne vado , love.-
-Fa pure tanto la casa è tracciata da un incantesimo che non ti permette di andare oltre.-
Inclinò la testa verso di me e sorrise beffarda.
Mi piaceva vederla sorridere forse perché con me non lo faceva quasi mai e quando mi donava i suoi sorrisi dentro di me , qualcosa che ormai era morto da più di 1000 anni ,cominciava a palpitare sempre più forte.


***

Caroline.
-Perché mi hai dato il tuo polso?- Klaus mi guardava stupito.
-Tu mi hai salvato la vita per tre volte fino ad adesso , ho parato i conti.-
-Anche la festa della vittoria era per parare i conti?-
Abbassai lo sguardo.
Stava dando la colpa a me dopo tutto quello che lui ci ha fatto passare.
-Comunque non l’ho fatto per avere qualcosa in cambio anche se la prima volta pensavo di sì.-
Non risposi subito mi fermai a pensare alle sue parole.
Perché lo aveva fatto allora?
Non avevo più risposte.
Mi sedetti sul letto e abbassai lo sguardo.
Sapevo che lui era seduto davanti a me e mi stava fissando come sempre.
Chiusi le palpebre e una lacrima andò a bagnare il letto.
Sperai con tutta la forza che non se ne fosse accorto.
Lo vidi muoversi verso la mia scrivania e curiosare dove più gli piacesse.
-Perché lo hai tenuto?- Guardava distrattamente il suo disegno.
Non gli risposi e lui rassegnato lo posò.
-Temo di avere la stessa risposta di quando ti ho chiesto del braccialetto.-
Alzai lo sguardo verso di lui.
-Mi piaceva. Semplice.- Risposi fredda.
Annuì sorridendo.
Il suo sorriso sembrava così puro ma quello che nascondeva era così dannatamente orribile ma allora perché mi piaceva così tanto?
Avevo un desiderio irrefrenabile. Il desiderio di sentire ancora il sapore delle sue labbra.
Mi alzai dal letto e avanzai verso di lui.
Ci guardammo negli occhi senza dire niente.
Guidata dalla passione , così mi definivano i miei amici.
Posai le mie labbra sulle sue portando una mano sui suoi capelli approfondendo il contatto con la lingua.
Non fu un bacio lungo ma seppi che ne avrei serbato per sempre il ricordo.
Quello che mi stava facendo provare quell’uomo mi consumava letteralmente , divorandomi quanto più poteva.
Mi logorava così tanto ma quando raggiungeva il cuore tutto si trasformava in piccoli brividi che ora esplodevano nella bocca dell’ibrido. Sentii le sue mani perlustrarmi la schiena.
Mi distaccai anche se contro la mia voglia.
Lo guardai un'altra volta negli occhi e poi decisi che quella Caroline passionale doveva uscire fuori.
Posai le mie labbra , ancora , sulle sue sbattendolo al muro e facendo combaciare la mia pancia alla sua.
Mi stringevo il più possibile su di lui.
Le sue mani sbottonavano la piccola camicia bianca che portavo da stamattina sfruttai questo momento per toglierli la maglia grigia e percorrere i suoi addominali con la mano.
Sentii le sue mani fredde toccarmi con passione.
Perlustrava ogni punto del mio corpo , partiva dal petto e poi arrivava alla pancia facendomi rabbrividire per l’eccitazione.
Poi andava più sotto approfondendo il contatto.
Lo buttai sul letto e con velocità sovrannaturale gli salii sopra baciandogli il collo per poi arrivare alle labbra.
Rivoltammo posizione e mi ritrovai i suoi occhi azzurri davanti ai miei.
Le mie mani stringevano le lenzuola mentre lui mi baciava e , con altrettanta foga , spingeva sempre più forte dentro di me.
Portai le mie mani dietro la sua schiena e ad ogni spinta stringevo sempre di più.
Non sapevo se fosse la cosa giusta da fare sapevo solo quello che quell’uomo mi stava facendo provare.


Angolo scrittrice. 
Mi dispiace davvero tanto se non sono riuscita a colpirvi (nella scena in cui fanno l'amore) 
Il fatto è che per me è una sensazione nuova visto che non l'ho mai provata quindi spero che abbia centrato in pieno quello che anche io poi dovrò provare. 
Scusatemi e fatemi sapere cosa ne pensate. 

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Capitolo 6
*** Oltre l'oscurità di uno sguardo. ***


Angolo pre-lettura.
Okay  , innanzitutto scusate il ritardo , con la pennetta ho avuto solo tempo di mettere il capitolo le recensioni le ho lette adesso e ringrazio le persone che leggono la mia storia , che l’hanno recensita e che l’hanno messa tra le seguite.
Spero continuerete a farlo. Comunque il motivo di questo angolo è per anticiparvi che il capitolo non sarà depressivo ( alla fine mi sto deprimendo io) ma più ironico.
Ho immaginato come si sarebbe comportata Caroline dopo aver fatto l’amore con Klaus e questo è quello che ne è uscito fuori.
Buona lettura , Chiara.

(Mi scuso ancora con tutte le persone che hanno recensito e non hanno ricevuto risposta voglio farvi sapere che apprezzo tutte le vostre recensioni e che se non rispondo è per colpa della pennetta. Scusatemi tanto. Spero vi piaccia il capitolo) 







Le luci del mattino cullavano la stanza della bionda.
I due  , ancora dormienti , erano ancora abbracciati l’un l’altro.
Da dietro l’ibrido avvolgeva la vita della bionda e posava la sua testa sui capelli color oro della vampira mentre le sue gambe si intrecciavano a quelle di lei.


Caroline.
Quando aprii gli occhi mi ritrovai stretta contro il corpo dell’ibrido.
Mi girai tra le sue braccia e lo guardai dormire.
Sembrava così innocente.
‘’Scappai’’ se così posso dire , dalla sua stretta di ferro e incominciai a correre cercando dei vestiti da mettere.
-Dove corri , sweetheart?-
Mi fermai di colpo e mi girai verso il letto.
-Più lontano possibile da te.-
Mi chiusi in fretta e furia la cintura lampo dei jeans e presi una maglia grigia senza spalline indossandola velocemente.
Corsi in corridoio quando poi una voce mi fermò.
-Sweetheart , non vorrei rovinarti i piani ma questa è casa tua e la casa è tracciata da uno stupido incantesimo..-
 Con velocità ritornai in camera e presi i suoi vestiti lanciandoglieli sul letto.
-Bene , allora vestiti e sbrigati-
Svogliato si alzò dal letto e potei notare i suoi addominali scolpiti.
Arrossi violentemente e mi girai per non guardare.
Lo sentii ridere e ancora più imbarazzata abbassai lo sguardo.
Non sapevo come mi sarei dovuta comportare ora che era successo tutto questo.
Quando mi girai notai che si era vestito.
-Bene ora vai nella camera degli ospiti.-
-Non vuoi davvero condividere il tuo letto con il mio?-
-No , per niente.-
-Mi offendi , love. -
Sorrisi e poi alzai gli occhi al cielo.
Si diresse verso il corridoio.


Un altro problema mi stava assalendo.
Tyler.
Cosa provavo ora?
Non ebbi il tempo di pensare qualcuno aveva già aperto la porta.
-Un problema , love. Qual è la camera degli ospiti?-
Klaus sorrideva beffardo.
-Trovatene una.-
Chiuse la porta.
Ritornai ai miei pensieri.
Non lo sapevo o forse  non lo volevo capire.
Guardai il letto ancora disfatto.
Non seppi perché sorrisi  ma lo feci.
Cominciai a sistemarlo e il suo odore  mi pervase.
Un profumo dolce ma forte allo stesso tempo , un profumo che avevo già sentito molte volte quella notte.
Sentii , poi  , bussare e mi diressi verso la porta ancora stanca.
Qualcuno mi scaraventò le braccia alla vita e mi aveva preso in braccio.
-Caroline!-
-Tyler- Sorrisi amaramente sapendo quello che poco prima avevo fatto e chi c’era lì con me.
Le sue labbra arrivarono alle mie ma questo bacio fece ardere solo il desiderio di averne un altro da.. Klaus.
Ogni volta che pensavo anche ad una sola carezza da parte sua mi disprezzavo.
Ci aveva fatto del male , lo aveva fatto sempre e io non lo vedevo.
Quando era con me io non vedevo il male che lui aveva dentro.
Bensì il rancore.
‘’Mio padre mi ha inseguito per 100 anni e l’unico momento d’intimità l’abbiamo avuto quando ha ucciso il mio cavallo preferito’’
Rancore verso un qualcuno che non l’aveva amato.
Qualcuno che avrebbe dovuto farlo sin dal principio.
Ho sempre pensato che Rebekah e Elijah fossero gli unici che tenevano a lui.
-Damon mi ha raccontato che è stato lui a salvarti-
Damon?
Era cambiato tutto in meno di 4 giorni.
-Già. Non sappiamo ancora chi sia lo scrittore dei bigliettini.-
-Non ne sono arrivati altri.-
Abbassai lo sguardo.
-Andiamo a fare una passeggiata?-
Alzai lo sguardo verso il suo e sorrisi.
-Non mi sento bene vorrei stare un po da sola.-
-Okay ma poi tornerò a prenderti.-
Mi diede un bacio sulla fronte e lo vidi uscire.
Ora l’unico problema era evitare Klaus in tutti i modi possibili.
Neanche il tempo di alzarmi qualcuno aveva ancora suonato alla porta.
Andai ad aprire spaventata.
Poteva essere Tyler che mi chiedeva spiegazioni della protezione attorno alla mia casa.
Bonnie non mi aveva spiegato come tutti , tranne Klaus , avrebbero potuto sorpassare quella restrizione.
Quando aprii la porta però la sorpresa sul mio volto era indescrivibile.
-Rebekah?-
-Dov’è mio fratello?-
Aprii di più la porta per farla entrare.
Poi corse verso il corridoio.

***

Klaus.
-Non dovevi comunque ucciderla , Bekah!-
Rebekah camminava avanti e indietro in quella che avrebbe dovuto essere la mia stanza.
Aveva ucciso la mia doppleganger.
Quella che mi sarebbe servita come protezione.
-Ti credevo morto! Anzi credevamo. Eri morto a causa di una stupida ragazzina.-
-Quindi? Mi volevi morto anche tu se non ricordo.-
Rebekah ora si era girata piena di rabbia verso di me.
-SEI MIO FRATELLO!-
Quelle parole mi trafissero più di quanto potessero fare mille paletti.
Dopo tutto quello che gli avevo fatto.
Chiusa in una bara e uccisa molte volte.
Lei era mia sorella e lo è.
Non seppi perché , ma ebbi il primo senso di colpa.
Le accarezzai le guancie e spinsi la sua testa verso il mio petto.
Le diedi un bacio sulla nuca e la strinsi a me.
-Okay Nik basta così mi uccidi.-
Sorrisi a quella frase ricordando dei momenti della mia vita che avevo cancellato.

‘’-Nik.Nik. Guarda.- Rebekah correva con gli occhi sognanti di una bambina ma quella volta erano lucidi.
Occhi azzurri come il cielo , profondi come l’oceano.
Il fratello Nik, che ora aveva 16 anni , era  sdraiato sull’erba della foresta e ora si stava alzando lentamente.
-Bekah?-
La bambina correva verso di lui e gli si avvinghiò contro le sue braccia facendolo sdraiare di nuovo.
Si mise seduta sulla pancia del ragazzo.
-Guarda-
Piccole lacrime le rigavano il volto mentre faceva vedere il braccio al fratello maggiore.
-Come hai fatto , Bekah?-
La bambina aveva una ferita sul  braccio che perdeva poche gocce di sangue.
-Sono caduta , scusa- La bambina era pronta a difendersi , sapeva che se lo avesse saputo il padre gli avrebbe fatto di molto peggio malgrado i suoi 9  anni.
-Ti scusi perché sei caduta?- Il ragazzo dai capelli biondi rise e la fece sedere sull’erba.
Si alzò e si tolse un pezzo di seta dai pantaloni pur sapendo che il padre non gliel’avrebbe fatta passare liscia.
Per lui tutto era sacro. Cibo , vestiti o altro.
Niente doveva essere sprecato.
Ma la sorella , per lui , era molto più importante.
-Cosa vuoi fare?- Aveva balbettato con le lacrime.
-Stai tranquilla , Bekah. Ora sei una signorina non devi avere paura , non di me , non averne mai.-
-Io non ho paura di te.-
Il ragazzo le stampo un bacio sulla fronte e posò la seta sul braccio ferito della sorella.
Fece un nodo e lo strinse stando ancora attento a non fargli male.
-Grazie Nik.-
-Perché stavi venendo qui?- Il ragazzo si sedette vicino a lei giocando con i suoi capelli.
-Volevo vedere dov’eri. Elijah si stava allenando.- La bambina abbassò lo sguardo consapevole di non avere molte amiche. Anzi forse neanche una.
-Anche io prima mi stavo allenando ma mi hai seguito comunque.-
-Ma io voglio vedere te.-
Il ragazzo rise compiaciuto.
-Elijah è più grande e molto più bravo.- Consapevole  di non essere all’altezza del fratello , Klaus abbassò lo sguardo e rise amaramente.
-Non è vero tu lo hai battuto.-
-Una volta , Bekah.- Klaus le diede un bacio in fronte.
-Oggi c’è festa al villaggio e nessuno vuole venire con me.-
Klaus sapeva perché tutti rifiutavano la loro famiglia.
Erano tutti dei licantropi e loro no. Solo degli esseri umani.
Il biondo si alzò e pose la mano alla sorella.
-Vuole venire alla festa con me?- La bambina alzò lo sguardo e sorrise.
-Sì- Con eleganza la bambina si sistemò il vestito lungo e gli diede la mano .
Poi ritornarono al villaggio.’’


-Nik ci sei?- Disse Rebekah togliendosi dal mio  abbraccio.
-Sì. Perché sei ritornata?-
 Tu mi hai mandato un bigliettino con scritto che sei ancora vivo.-
Rebekah mi porse uno di quei bigliettini che così tanto odiavo.

-Rebekah c’è una firma originale femminile non maschile. -
-Non l’avevo notata. Non sei stato tu allora ?-
-A quanto pare..- Feci per girarmi e a pochi metri di distanza , sulla porta , vidi Caroline  intenta a camminare scalza per non farsi sentire.
Sentii una stretta allo stomaco
Cercai di rimuoverla in tutti i modi possibili. Lo avevo fatto in passato perché adesso non ci riuscivo?


***


Caroline.
Avanti Caroline piano.
-Ma guarda chi c’è-
Una voce femminile mi fece sobbalzare.
Se fossi stata umana adesso il cuore avrebbe cominciato a battere così forte.
-Non capisco  perché ti hanno lasciato proprio a casa con quella sgualdrina.-
Mi girai infuriata evitando l’occhiata divertita di Klaus.
Sapevo che se solo avessi parlato  , l’originaria mi avrebbe uccisa.
Ma in fondo non avevo più nulla da perdere.
-Stai parlando di te , forse.-
-Ripetilo se ne hai il coraggio.-
Avanzò verso di me con aria minacciosa.
-Cosa?Pensavo sapessi già quello che sei.-
Eccolo lì.
Il colpo di grazia.
Sentii una spinta forte verso il muro e caddi addosso ad un tavolo.
Riuscii ad alzarmi e a spingere l’originaria addosso alle pareti.
Ero così stupita di quello che ero riuscita a fare.
Ma la sorpresa non durò molto poiché Rebekah era già sopra di me.
Riuscii a ribaltare la situazione ma solo per poco.
Sentii una spinta forte e seppi dov’ero diretta.
Una gamba di un tavolo troppo appuntita.
Chiusi gli occhi e sentii una stretta alla mia vita.
Klaus mi aveva protetto da dietro e il suo volto era tra i miei capelli.
-Sono quattro volte ora , love.-
Un sussurro dolce si fece spazio nella mia mente.
Mi fece così rabbrividire che , se fossi stata umana , mi sarei dimenticata di respirare.
La sua stretta si fece meno forte e  a poco a poco si allontanò da me.
Barcollai con le gambe per poco.
Quella frase e quei brividi mi lasciavano senza fiato.

-Eh comunque , Rebekah sono qui per non essere ucciso la strega ha tracciato una restrizione  il quale possono uscire  e entrare solo le persone con una pietra  ben precisa-
-Lo so questa pietra me l’ha data Bonnie. Beh Nik ci vediamo domani.-


***


Klaus.
Notai con piacere che in quella stanza c’era un angolo tutto dedicato alla pittura.
Chissà a chi piaceva disegnare in quella casa.
Era troppo.
Mi stavo indebolendo.
Quella ragazza mi stava facendo impazzire.
Ogni volta che ero con lei si comportava in modo insopportabile ma , non lo potevo negare ora non più , mi piaceva stare con lei.
-Puoi spiegarmi?-
Mi girai cercando di coprire il foglio in cui stavo disegnando da ormai due ore.
-Cosa?-
-Lascia perdere. Cosa disegni?-
-Niente di che.-
Mentii come sempre.
La risposta era così semplice.
Persi il tempo a pensare che qualcuno mi aveva già tolto di mano il mio ‘’prezioso’’ foglio.
-Belli , di chi sono?-
Due occhi color mare erano disegnati sul foglio.
-Davvero non li riconosci?-
La bionda mi guardava alzandò un sopraciglio.
-Sono i tuoi.-
Il suo sorriso si trasformò in una ‘’o’’ di stupore.
-Come fai a non riconoscerli?-
-I miei occhi.. erano così quelli da .. umana. Come hai fatto a vederli?-
-I tuoi occhi non cambiano devi solo guardarli bene , Caroline. Quando non hai fame i tuoi occhi sono più scuri dei tuoi normali , questo è vero. Ma devi vedere oltre l’oscurita.-
Risi nella mia mente.

’Vedere oltre l’oscurità’’  Non ci riuscivo neanche io.
Con lei invece , non seppi come ci fossi riuscito.
-E’ bellissimo.-
Girai il volto verso di lei che ora sorrideva compiaciuta che qualcuno avesse visto i suoi veri occhi.
-Come mai c’è un angolo dedicato al disegno.-
-Adoravo disegnare ma mi fermai quando ebbi 14 anni. Dovevo preoccuparmi della scuola e non degli stupidi disegni che facevo.-
-Quindi i disegni che facevi da piccola sono qui?-
Imbarazzata posò il mio disegno e prese una piccola scatola porgendomela.
Mi sedetti sul letto che , per chissà quante notti , avrebbe dovuto ospitarmi.
Aprii la scatola e trovai un volto.
-Chi sarebbe questo?-
-Il mio.. principe azzurro.-
Risi e , seppur mi duole ammetterlo , provai della gelosia per quella ragazza che alcune ore prima era stata mia.
-Io vado a letto. Non prendermi in giro so che non sono brava.  Buona notte Klaus.-
Sorrise.
-Notte , Caroline.-
Credo che fu la prima volta che vidi il suo vero sorriso.
Ma ora basta almeno per una notte quella ragazza non doveva tormentarmi.
Sapevo che l’avrebbe comunque fatto e la cosa che mi faceva più male era che una parte di me la desiderava così tanto da.. amarla.
Che parola stupida , detta da me.
Amore.
Chissà cos’era l’amore.
Chissà se l’avrei mai vissuto.
Poi  per quella notte mi convinsi che l’amore era solo una stupidaggine.
L’amore era la più grande debolezza di un vampiro.
Ma mi stava assalendo. Lo stava facendo. 

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