Ricomincio con te.

di sheneeds1DHug
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Addio.. papà ***
Capitolo 2: *** iniziamo a vivere. ***



Capitolo 1
*** Addio.. papà ***


"  Addio.. kevin.
Scusami se scrivo così ma non riesco ancora a chiamarti papà, non dopo tutto quello che hai fatto.
Volevo solo che tu sapessi che io vado a vivere da Maria Livia a Londra, lontano da te, non voglio che il mio destino sia come quello della mamma, io so che lei non vuole questo per me... mia sorella saprà prendersi cura di me, ha solo vent'anni ma mi tratterà meglio di un alcolizzato.
Non sopporto più i tuoi colpi e le violenze insensate, voglio vivere e non rischiare la vita ogni giorno.
Non voglio fare la stessa fine della Mamma, no.. non io.
Scusami.."

posai sul tavolino di legno marcio la lettera, mentre le lacrime bagnavano il mio viso ancora indolensito e dolorante dall'ultimo pugno che sembrava essere stato più violento degli altri, corsi velocemente di sopra a prendere le valigie già pronte da un bel pezzo.. aspettavano solo me.
presi il biglietto dell'autobus e le valigie, cercando di non svegliare l'uomo ubriaco che sembrava non dare segni di vita, sraiato sulle mattonelle di un colore scuro.. tendente al nero, guardandolo pensavo "no, questo non è mio padre.. che fine hai fatto papà?" le lacrime continuavano a scendere sul mio viso bagnando anche il pavimento, mi tamponai gli occhi con la maglietta facendo attenzione all'occhio nero e dopo aver guaradato per un ultima volta quell'uomo addormentato, tirai un sospiro e presi tutte le mie cose, dirigendomi alla stazione di  Croydon che per fortuna si trovava vicino la casa che fino a pochi anni fa era la più allegra del quartiere.
Una volta arrivata alla stazione mi sedetti aspettando l'autobus che mi avrebbe condotto verso la mia nuova vita..
Arrivò verso le 23.50, io presi i bagagli e diedi il biglietto al conducente per poi trascinarmi fino ad un posto, quell'autobus era insolitamente vuoto.. eppure la gente viaggiava molto anche a quell'ora. La portiera si stava per chiudere quando un ragazzo biondo si affrettò a salire nel pulman diretto a Londra.. con il fiatone si trascinò con la sua chitarra vicino al mio posto e mi chiese con un sorriso che faceva invidia agli angeli: "Ciao, scusami posso sedermi qui?". Lo guardai un pò prima di rispondergli di si e vederlo sedersi accanto a me, passammo metà del viaggio senza dire niente fino a che lui non spezzò il silenzio: " Come ti chiami.. angioletto?"
lo guardai facendo una risata molto teatrale e tornando a dire un serio e fermo no per poi continuare dicendo "Mi chiamo Elodie, Elodie McLane"
lui fece un sorriso e disse: " io sono Niall, Niall Horan" 
gli allungai la mano e lui la strinse
"piacere" dissi cercando di non voltarmi troppo
"tutto mio" mi sorrise per poi aggiungere "dove sei diretta?"
"Londra" risposi con fermezza.
"anche io" urlò, sorridendo per poi dire " Come mai tutta sola una ragazza così bella va li?"
"Sono cavoli miei" dissi iniziando a infastidirmi
"va bene angioletto" mi guardò mentre piangevo "che succede?" disse mentre mi avvolgeva in un caldo e dolce abbraccio

Il calore di quell'abbraccio mi fece capire che di lui  mi potevo fidare, è da pazzi! pensai per un momento, "Elodie stai per raccontare la tua storia ad uno sconosciuto" forse non dovevo ma quel gesto mi ricordava mia madre, una donna dolce e bella.. lei era alta e aveva dei meravigliosi occhi verdi   e i capelli castani con i boccoli che le scendevano fino alle spalle, alta e inteligente, ottima madre e bravissima in cucina, mi dicevano spesso che ero precisa a lei e per questo ne andavo molto fiera... o per lo meno le assomigliavo. iniziai a parlare "mia madre è morta, era molto malata.. a quarantadue anni un terribile cancro la colpì e mio padre non la aiutò per niente anzi, iniziò a bere e tutte le sere tornava a casa ubriaco fradicio e picchiava mia mamma.. molte volte siamo andati all'ospedale e i dottori gli dicevano che le sarebbero servite delle cure per poter sopravvivere, ma lui la lasciò morire.." Finii di raccontare asciugandomi le lacrime e far  di non piangere.

"e tu stai fuggendo da lui" capii da solo senza bisogno di aggiungere altro.
io annuii con la testa e nel frattempo arrivammo a Londra.
scendemmo dall' autobus dove c'era pacheggiata la sua auto "ti accompagno io se vuoi, ovunque devi andare", ci pensai ma decisi di accettare, caricammo i bagagli in macchina e mi portò da mia sorella mentre mi raccontò di fare parte di una Famosa Band chiamata One Direction, una volta arrivati sotto casa di mia sorella lui mi aiutò a scendere i due borsoni e mi scrisse il numero sul braccio con un pennarello

"Per qualsiasi cosa Chiamami, Intesi angioletto?"

Annuii di nuovo mentre che lui saliva in macchina e si allontanava, presi le borse e salii le scale della veranda.. suonando il campanello.

Da qui ricomincia la mia vita.

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Capitolo 2
*** iniziamo a vivere. ***


Ero lì, davanti alla porta della villetta di mia sorella era mezzanotte, la mezza luna sembrava quasi che mi sorridesse, iniziavo a vedere le cose in modo migliore da come le avevo vissute finora. Lei sapeva che sarei arrivata, guardai le stelle e subito lei mi aprii la porta dopo la ventesima volta che le bussavo. Nessuno delle due diceva niente, ci avvolgemmo in un dolce abbraccio reciproco, sembrava quasi non volesse lasciarmi ma poi mi guardò e disse con la sua voce calda.
“Eddie!”  disse quasi urlando mentre mi avvolgeva di nuovo tra le sue braccia
“Mali, mi sei mancata sorellona” mentre alcune lacrime rigavano il mio viso
“Lo sapevo che avresti fatto così” mi asciugò le lacrime
 
Mi fece entrare in casa dove uno strano odore mi avvolse.. era un mix di gelsomino e lavanda, era davvero buono, attraversai il corridoio pieno di quadri e foto sue con un ragazzo, non feci in tempo di dire niente che arrivammo in salone dove c’era un ragazzo bellissimo, con gli occhi azzurri  e i capelli castano chiaro che mi venne in contro dandomi la mano.
 
“Piacere, sono Louis..” disse con una voce dolce come se volesse avere la mia simpatia
“Piacere mio, io sono Elodie.. o meglio Eddie per gli amici” gli strinsi la mano guardando Mali un po’ perplessa
“Lui è il mio ragazzo..”disse guardandolo e poi rivolgendosi a lui mettendomi una mano sulla spalla “lei è mia sorella”
 
Parlammo a lungo io e Louis, mentre Maria Livia o meglio Mali.. preparava qualcosa da mangiare per me. Louis era una superstar e questo non mi andava molto a genio, avevo paura che la facesse soffrire.. ma se stavano insieme da undici mesi vuol dire che era fedele, ma ancora non mi incantava, faceva parte di una famosa Band.. i One… ah si! I One Direction, la stessa band di cui era membro… NIALL!
Perché non mi aveva detto che uno dei suoi amici era fidanzato con mia sorella quando siamo arrivati sotto casa?
Non volevo pensarci.. volevo solo passare un po’ di tempo con lei e… si anche Louis infondo era simpatico e iniziavo ad affezionarmi, ma ormai ho capito che mi devo tenere in guardia dalla razza maschile.. non so se intendo!
 
Passammo delle ore a giocare con La wii io e lou che ci battevamo come se dovessimo vincere le olimpiadi e Mali nel divano che faceva il tifo un po’ per me e un po’ per lui. Trascorremmo una bellissima serata ma verso le due Lou dovette andare e rimanemmo io e mia sorella sole.
 
“come faremo con lui?” dissi riferendomi a quell’uomo che molte persone avrebbero chiamato papà
“domani partirò per Croydon con Louis e parleremo con lui” disse mentre sistemava il mio letto.
“e se mi farà tornare li?” chiesi mentre nel mio volto si dipingeva la paura.
Lei mi prese per le spalle e mi strinse a se. “non succederà fidati di me!”
 
Ci sdraiammo e ci addormentammo sul letto abbracciate come un tempo.. quando i nostri genitori litigavano e noi per non sentire ci tappavamo le orecchie a vicenda, era l’unico momento in cui non litigavamo e per noi era speciale.. visto che io e lei da piccole eravamo come cane e gatto.
ma quella sera non siamo mai state così unite.

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