Same mistakes.

di IsaidAlessia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I Introduzione. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** I Introduzione. ***


Introduzione.


 

   Era settembre e Jenny era seduta sul sedile posteriore della Mercedes nera di suo padre. Da quando si erano rivisti non si erano parlati molto a parte per scambiarsi i saluti, non che lei avesse molta voglia di discutere dei due mesi di campeggio che erano stati a dir poco memorabili, sfortunatamente non in senso positivo. Non ci sarebbe stato molto da dire, l'estate 2010 era stata la più schifosa della sua vita. Non rimproverava suo padre per averla spedita a Folkestone per quasi due mesi, d'altronde lui lavorava e non sarebbe potuto essere molto presente e stare dietro alla figlia, non poteva nemmeno prendersi delle ferie per portarla in vacanza.

Jake Fields era uno dei manager più famosi e ricchi di Londra ed era sempre occupato con i viaggi e le riunioni di lavoro. Jenny si era abituata allo stile di vita del padre e non le dispiaceva rimanere di tanto in tanto a casa da sola per dei giorni, di solito c'erano le amiche a farle compagnia.
   Una cosa che le dava fastidio è che tutti conoscevano la sua storia, sapevano di Mary Blomwood, sua madre. Odiava quando la gente la compativa e la guardava con occhi impietositi, mormoravano e scuotevano il capo.
   La madre era morta quando aveva tredici anni, era anche lei una donna in carriera e affiancava il marito nell'azienda di famiglia ma un giorno la vita perfetta dei Fields cominciò ai incrinarsi. Era la fine di novembre, c'era il sole. La giornata era apparentemente perfetta, poi squillò il telefono. Suo padre rispose in tono professionale, Jenny era seduta di fronte a lui nel soggiorno e vide l'espressione di Jake cambiare, suo padre si allentò il nodo della cravatta e la sua espressione tradiva disperazione. Era strano per lei vederlo in quelle condizioni, lui non perdeva mai la calma e non lasciava trasparire le emozioni dei momenti difficili, cosa che gli era utile nel lavoro. Jenny non vide sua madre per tre giorni, pensò che lei era partita per uno degli ennesimi viaggi di lavoro, poi seppe tutto. Sua madre era stata rapita e suo padre ricattato a versare dieci milioni di sterline per riaverla indietro. Jake non esitò, era innamorato perso di Mary come il primo giorno in cui l'aveva vista ed avrebbe fatto di tutto per lei, versò i soldi e ricevette un indirizzo dove avrebbe potuto rincontrare la moglie. I soldi non bastarono a fermare quei criminali e Mary fu uccisa. Suo padre cadde in depressione e Jenny faceva regolarmente visita agli psichiatri più famosi di Londra mentre vedeva il padre allontanarsi da lei. Il tempo aiutò a stabilizzare le cose anche se Jake non tornò mai più come prima, i primi tempi lavorava come uno schiavo per distrarsi dai problemi. Divenne taciturno e di riflesso anche sua figlia. A Jenny mancava sua madre ogni giorno della sua vita ma aveva capito che era inutile rifugiarsi nel dolore e rimanere bloccata nel passato. La sua vita scorreva tranquilla, era una ragazza bella, intelligente e spensierata.

   L'estate del 2010 Jenny aveva sedici anni e il venti luglio lasciò la sua casa a Londra per trascorrere l'estate nella vicina Folkestone. Non aveva mai fatto nulla del genere e si sentiva emozionata di conoscere nuove persone, ma in realtà fu tutto un disastro. Furono dei giorni terribili, lei e un'altra ragazza erano considerate le sfigate della compagnia e un ragazzino impertinente si divertiva a farle dei dispetti e prenderla in giro. Jenny non avrebbe dimenticato la sua faccia tanto facilmente, anche perché era davvero carino. Riccio, occhi verdi e l'aria da spacca cuori; pensava che un giorno si sarebbe presa la rivincita.

   La macchina si fermò e Jenny si rese conto di essere davanti a casa, fece un sospiro di sollievo ed aprì lo sportello dell'auto. Suo padre si offrì di portarle la valigia ma lei fu testarda. -Ti sei divertita al campeggio?- chiese alla fine Jake -Si, è stato forte- mentì spudoratamente. Non voleva far sentire in colpa suo padre per averle fatto passare un'estate orribile. -Ho prenotato un tavolo al tuo ristorante preferito per stasera, okay?- disse suo padre entrando in casa -Va bene, ma adesso vado a farmi una doccia.- Jenny salì le scale e si buttò sul letto, affondò la faccia nel cuscino e per sfogarsi pianse per dieci minuti abbondanti. Ripreso il controllo iniziò a disfare la valigia, chiamò Corinne, la ragazza che aveva conosciuto al campeggio, per sapere se era arrivata a casa, erano diventate grandi amiche. Parlarono un po' poi Jenny attaccò dicendo che aveva bisogno di riposo. Entrò nell'immenso bagno e aprì l'acqua calda al massimo, si tolse i vestiti ed entrò nella doccia. Mentre si lavava i lunghi capelli biondo scuro pensava a quello che le era capitato. Lei aveva tanti amici nella sua scuola ma non si riusciva a capacitare del perché non fosse riuscita a fare amicizia, alcune ragazze erano davvero insopportabili ma l'unica che le parlava senza prenderla in giro era Corinne. Era sicura che fosse stata tutta colpa di Harry, il ragazzo riccio, la metteva sempre in ridicolo davanti a tutti. Chiuse il getto dell'acqua e si avvolse un asciugamano intorno al corpo mentre usciva dalla doccia. Tornò in camera e si vestì per uscire a cena con suo padre. Passarono una serata tranquilla ma Jenny dovette mentire quando il padre le chiese del campeggio.
   Tornarono a casa e quando lei salì in camera sua vide un panno bianco per terra che le era caduto mentre disfaceva le valigie. Lo prese e si accorse che era una maglietta. La parola 'LOSER' era scritta a caratteri cubitali sulla schiena e c'era pure la firma dell'artefice: Harry. Con rabbia la buttò nel cestino e una volta messo il pigiama si mise sotto le lenzuola e si addormentò con un solo pensiero il testa: “Harry, ti giuro che la pagherai”.




Commenti finali:
Ciao a tutte :) innanzi tutto grazie per aver letto, questa è la mia prima FF e spero che ci esca qualcosa di buono, mi farebbe piacere ricevere delle recensioni, anche se la storia è solo all'inizio. Questa è solo una piccola introduzione a quello che verrà dopo, spero di avervi incuriosite :) Nella storia i personaggi non sono famosi ma normali ragazzi londinesi. Cercherò di aggiornare il più presto possibile non appena finirò i capitoli, ma vi avverto la puntualità non è il mio forte quindi scusate in anticipo. A presto, baci Ale.
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Spoiler del prossimo capitolo.-




-Jennifer Fields, non puoi nemmeno immaginare, ero in fila alla tavola calda e davanti a me c'era... oddio non ci posso pensare, l'ho riconosciuto subito. Accidenti!- ma che cosa stava farfugliando, non capivo perché era così su di giri. -Corinne respira e dimmi chi c'era sotto- teatralmente fece un grosso respiro e poi sputò fuori il nome tutto d'un fiato -Harry, Harry Styles. Ti ricordi? Estate 2010, Folkestone...- avevo gli occhi fuori dalle orbite.




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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1.


 

   Ero in ritardo cronico per il lavoro, come al solito. Mi infilai una maglietta che trovai buttata nell'armadio e per poco non mi schiantai a terra mentre mi infilavo i pantaloni beige saltellando su un piede. Scesi di corsa le scale e mi sedetti sull'ultimo gradino per mettermi le scarpe. Entrai in cucina frettolosamente e salutai mio padre che stava bevendo del caffè – C'è n'è ancora?- chiesi guardando la sua tazza con avidità, lui mi indicò una caffettiera piena. Presi un bicchiere di carta, lo riempii e salutai mio padre dandogli un bacio sulla guancia. Afferrai le chiavi della macchina e la borsa e feci partire il motore, diedi un'occhiata veloce all'orologio sul cruscotto: 9,27. accidenti ero in ritardo di quasi dieci minuti e calcolando la distanza del mio posto di lavoro constatai che effettivamente ero molto più che in ritardo, “Questa volta Monica mi licenzia” pensai ingranando la marcia. Per fortuna riuscii a parcheggiare davanti al centro commerciale e ci mancava poco che non mi mettessi a correre per raggiungere il negozio.

   Lavoravo in una libreria al secondo piano di un centro commerciale vicino al centro di Londra con Corinne, una mia amica che conobbi un'estate ad un campeggio, lei era l'unica cosa buona che mi era capitata quell'anno. Presi le scale mobili, sbuffando per la calca di gente che affollava l'edificio già di prima mattina. Passai davanti ad innumerevoli negozi di abbigliamento e finalmente alle 9,52 arrivai davanti al negozio. Trovai Corinne ad aspettarmi e sperai che Monica non fosse già passata -Scusami, scusami ti devo un favore- dissi alla mia amica che era già lì. -A dire il vero me ne devi circa cinquecento visto che quasi ogni mattina è così, ma non fa nulla- fece Corinne sorridendomi mentre apriva la porta della libreria. -Allora come hai passato il week-end?-
-Mah, film e cibo spazzatura. A proposito Jenny com'è andato il tour della città?- chiese Corinne prendendomi in giro, sapeva che praticamente avevo fatto da guida turistica a dei parenti irlandesi che erano in visita, sbuffai pensando al fine settimana passato -Avrei preferito stare sul divano con te a guardare film e riempirmi di schifezze- scoppiammo entrambe a ridere -È stato davvero così terribile?-

-No, insomma mio cugino, Niall, è simpatico ma sua zia è noiosa, ha voluto vedere ogni angolo del British Museum- in effetti ripensai che Niall mi aveva avvertito che nostra zia era davvero fissata.
-Buongiorno signorine- la proprietaria del negozio entrò nella libreria interrompendo la nostra breve conversazione
-Ciao Monica- rispondemmo in coro io e Corinne -Vi ho portato del caffè visto che oggi farete l'orario continuato, avete bisogno di energie- la mia amica ringraziò con lo sguardo Monica e si avventò sulla sua tazza scottandosi la lingua e facendo una faccia buffissima. -Grazie, accetto volentieri. Il caffè me lo ero portata da casa ma immagino che adesso sia freddo- le dissi, oggi sarebbero dovute arrivare una settantina di copie di un nuovo libro e Monica ci diede qualche dritta su dove sistemarli.

-Sarà una giornata interminabile- sbuffai sedendomi dietro al bancone mentre accendevo il computer. -Si, inoltre ho un presentimento strano. Il mio maestro di yoga mi ha detto che sono molto dotata su queste cose- disse la mia amica mentre faceva capolino da uno scaffale pieno di libri
-Oh ti prego Corinne, il tuo maestro di yoga dice anche che Susan Boyle ha talento- scherzai, lei fece finta di essere offesa
-Stai per caso dicendo che le somiglio?- si mise le mani sui fianchi -Non so, magari se provi a ballare ti faccio sapere- a quel punto scoppiammo a ridere tutte e due.

   Verso le undici e trenta di quella mattina arrivò il fattorino con le copie del nuovo libro, ne vendemmo circa venti in poco tempo e le altre le sistemammo sugli scaffali. Ero incuriosita e così iniziai a leggere le prime pagine, ero tranquillamente seduta su una poltroncina di pelle nella sala lettura e giocavo distrattamente con i miei capelli lunghi. Sentii Corinne che mi chiamava dall'altra stanza
-Jenny vado a prendere il pranzo al piano di sotto okay?- guardai l'orologio a muro, in effetti erano le dodici e trenta passate e il mio stomaco brontolava un po' dato che non avevo nemmeno fatto colazione e mi ero accontenta solo di una tazza di caffè.
-Okay ti aspetto- sentii Corinne uscire e chiudere la porta. Chiusi il libro, lo posai sulla mia scrivania e mi misi a gironzolare per la libreria nel caso in cui sarebbe entrato qualche cliente o ce ne fosse già qualcuno. Dato che era tardi e il negozio era vuoto misi fuori l'etichetta con scritto 'CHIUSO, RIAPRIAMO ALLE 2,30'. Dopo circa un quarto d'ora Corinne entrò con foga nel negozio, mise frettolosamente le buste con il pranzo sulla scrivania con il computer e mi parlò quasi urlando. -Jennifer Fields, non puoi nemmeno immaginare, ero in fila alla tavola calda e davanti a me c'era... oddio non ci posso pensare, l'ho riconosciuto subito. Accidenti!- ma che cosa stava farfugliando, non capivo perché era così su di giri. -Corinne respira e dimmi chi c'era sotto- teatralmente fece un grosso respiro e poi sputò fuori il nome tutto d'un fiato -Harry, Harry Styles. Ti ricordi? Estate 2010, Folkestone...- avevo gli occhi fuori dalle orbite -Si, si mi ricordo- feci cenno con la mano di smettere di fare accenni al passato dato che mi tornò tutto in mente all'istante, come un veloce flashback. E come potevo scordarmelo?! Quel ragazzo mi aveva tormentata per un'estate, rendendola la peggiore della mia vita. Anche se vivevamo entrambi a Londra non lo vedevo da due anni e poi me lo ritrovavo nel centro commerciale dove lavoravo un giorno qualunque?! Forse la mia amica era davvero una sensitiva. Okay adesso tutta l'agitazione di Corinne era più che giustificata. Notai che mi fissava, chissà che espressione avevo, ero certamente sconvolta tanto quanto lei. -Allora?- inarcò le sopracciglia -Allora che? Cosa vuoi che faccia?- sbottai nervosa, non seppi per quale motivo ma il cuore iniziò a martellarmi nel petto e mi si chiuse lo stomaco tanto da non avere più fame.
-Vado sotto- dissi d'istinto, senza pensarci più di tanto. Corinne sgranò gli occhi -E che farai?-

-Non lo so, ma ho bisogno di vederlo, magari gli strapperò i ricci uno ad uno e poi me ne andrò calpestando la sua faccia- pensai di aver preoccupato la mia amica con quella risposta vista la faccia che fece -Scherzo- dissi per rassicurarla, ma sembrò non credermi. Mi specchiai velocemente, districai i miei capelli lunghi con le dita ed uscii dal negozio con passo sicuro. Presi le scale mobili e mi avviai verso la tavola calda, notai la calca di gente che si accingeva a fare la fila e con lo sguardo vagai in cerca di Harry. Lo trovai, i suoi capelli erano sempre quelli ricci di due anni fa. Non era solo, un ragazzo con una felpa e una maglia a righe rideva con lui. Strano che non ci fossero ragazze a ronzargli intorno visto che pure su Marte sapevano che il nome Harry Styles andava automaticamente associato a 'una botta e via'. Non potevo mettermi in fila visto che lui era parecchio davanti a me e lo avrei perso. Ignorai tutte le persone che facevano la coda e spavalda mi avviai verso il ragazzo che prendeva le ordinazioni, qualcuno iniziò ad essere infastidito visto che avevo scavalcato un bel po' di gente. Passai accanto ad Harry con noncuranza, sapevo di aver attirato l'attenzione e probabilmente mi stava guardando.
-Ciao, mi sono dimenticata di prendere le posate. Me ne daresti un paio?- sorrisi al cameriere facendogli gli occhi dolci -Per te questo ed altro dolcezza- risi un po' troppo ad altra voce solo per farmi guardare. Stavo facendo l'oca, cosa non da me, ma in quel momento non so cosa mi prese. Sarà stata l'adrenalina, bah forse. Riuscivo solo a pensare 'Mi dispiace per il tuo bel faccino ma ti darei fuoco Harry Styles'. Il ragazzo tornò con le posate di plastica -Grazie- dissi sorridente, mentre mi giravo per andarmene. Stavo per ripassare accanto ad Harry quando una voce bassa e mascolina mi chiamò
-Jenny, ciao. Ma che ci fai qui?- Bingo! Ce l'avevo fatta. Mi girai lentamente e feci apposta uno sguardo confuso. -Sono Harry, ti ricordi?- sorrideva come se niente fosse. -Sono Jenny solo per gli amici, si mi ricordo di te.- ero stata perfetta, acida. Avevo sognato per due anni quel momento e me lo stavo godendo. Vidi il suo amico che se la rideva sotto i baffi. Harry era un po' spaesato. -Allora Jennifer come mai qui?- chiese il ragazzo cercando di fare conversazione
-Lavoro nella libreria- risposi secca, ci guardammo negli occhi. -Piacere Jennifer io sono Louis- si sporse l'altro ragazzo sorridente interrompendo il nostro contatto visivo, gli strinsi la mano. -Chiamami Jenny, piacere- feci sorridente. A quel punto Harry era sbigottito per il mio comportamento. Per poco non gli scoppiai a ridere in faccia quindi mi morsi il labbro inferiore per trattenermi. -Beh ci si vede- Harry mi salutò, ci era rimasto sicuramente male vista l'espressione che fece. -Ciao- salutai e me ne andai.

   Mi precipitai verso la libreria, trovai Corinne che mi aspettava nervosamente -Non dirmi che l'hai accoltellato con le posate di plastica- disse riferendosi a quello che avevo in mano
-Oh no, era solo un diversivo e poi sarebbe stato davvero poco elegante- ridacchiai e mi sedetti vicino a lei. -Mi devi assolutamente raccontare tutto nei minimi dettagli- mi misi comoda ed iniziai a spiegarle tutto.
-Praticamente sono scesa sotto e l'ho trovato che faceva la fila con Louis, un suo amico. Ho fatto la scema per farmi notare un po' e mentre me ne andavo lui mi ha riconosciuta.- feci una pausa ed iniziai a scartare il sacchetto del pranzo -E poi?- probabilmente Corinne era più contenta di me -Poi mi ha fermato, mi ha riconosciuta ed ha cercato di parlarmi, sono stata una vera stronza. Dovevi vedere la sua faccia.- ridacchiai sentendomi fiera di me stessa.
-Credimi ho visto la sua faccia, è sempre bellissimo- girai la testa verso la mia amica sorpresa del commento
-Si, ma non dobbiamo perdere di vista l'obbiettivo- feci l'occhiolino
-L'obbiettivo?- ripeté spaesata. -Esatto, dobbiamo divertirci noi adesso- probabilmente mi feci prendere dall'euforia perché l'idea di essere cattiva con Harry non mi turbava affatto. Sembrava sciocco volersi vendicare di una cosa accaduta due anni prima ma io ero orgogliosa e quella era una questione di principio.

   Riaprimmo la libreria e ci rimettemmo al lavoro, anche se ero distratta e pensierosa riguardo a quello che era successo. Ero stata davvero meschina, un po' troppo forse. Due secondi dopo però mi tornarono alla mente gli scherzi cattivi di Harry, e se vogliamo dirla tutta io quell'anno ero cotta di lui, come tutte le altre ragazze del campeggio. Lui mi aveva lasciato intendere che non ero il suo tipo e mi aveva decisamente spezzato il cuore, proprio mentre cercavo di riempire l'assenza lasciata da mia madre. Fu un pomeriggio lungo, passata l'euforia iniziale diventai un po' silenziosa e pensierosa. Avevo promesso vendetta ma dato che non ero molto esperta in materia non seppi da dove cominciare.

   Quando chiudemmo il negozio alle sei in punto io e Corinne ci andammo a prendere una caffè insieme, l'ennesimo della giornata, entrambe consapevoli che stavamo evitando l'argomento 'Harry' di proposito. Camminammo sue giù sulla stessa strada per una ventina di minuti per non allontanarci dalla mia macchina
-Seriamente Jenny, che hai intenzione di fare?- chiese Corinne dando vita ai miei pensieri -Non lo so, ma qualcosa devo fare di sicuro, deve capire quello che ho provato.- ero irremovibile
-Ma era solo un ragazzino, le persone cambiano!-

-Non quelli come Harry Styles-
-Mi sto solo preoccupando per te, ho paura che tu ci rimanga fregata un'altra volta.- la abbracciai e la ringraziai, era davvero un'amica e probabilmente aveva ragione ma sapeva anche che io avrei fatto comunque di testa mia.

   Dopo un'ora, verso le sette e mezzo, riaccompagnai Corinne nel suo appartamento e quando rincasai iniziai a preparare la cena per me e Jake, a volte la mia casa mi sembrava troppo silenziosa e la mia vita mi andava troppo “larga”, era evidente che ci mancasse una persona a riempire quei spazi. Sentii mio padre che parcheggiava sul vialetto così apparecchiai la tavola e riempii i piatti, lui posò la sua valigetta e le chiavi sul mobile all'ingresso. Entrò in cucina e mi salutò dolcemente, sapevo di ricordargli ogni giorno mia madre con i miei capelli lunghi e gli occhi di quel marrone nocciola che era solo suo. Cenammo in silenzio come al solito e poi salii in camera mia per svuotare la mia borsa. Rovesciai tutto il contenuto sul letto e mi resi conto che involontariamente mi ero portata dietro una copia del libro nuovo che avevo iniziato a leggere in libreria, dato che non avevo nulla da fare mi allungai sul letto per continuare la lettura, ero arrivata a metà del romanzo e curiosa di sapere come procedeva la storia, riuscii a leggere un altro po' di pagine. Ma ero troppo distratta da quello che mi era accaduto quel giorno per continuare, inoltre era parecchio tardi. Mi misi il pigiama, che in realtà era una felpa enorme che mi arrivava a metà coscia, e nostalgicamente aprii un album di foto di mia madre. Le prime lacrime iniziarono a scendere -Mamma ma che cosa devo fare?- sussurrai sfiorando una delle foto che la ritraeva sorridente. Lei mi dava sempre buoni consigli e in quel momento me ne sarebbe servito uno. Chiusi il raccoglitore e mi coricai che ancora piangevo, non lo facevo da tempo. Mi addormentai presto a causa della spossatezza e della levataccia della mattina precedente.

   La mattina dopo ero in uno stato a dir poco pietoso, avevo tutti i capelli in disordine e mi ero addormentata in una posizione scomodissima benchè il mio letto fosse molto spazioso. Mi sembrava strano essermi svegliata così presto ma ne approfittai per fare colazione con calma. Scesi in cucina mi feci una spremuta e preparai dei pancakes anche per mio padre. La cucina non aveva un profumo del genere da tempo, infatti mio padre si svegliò sorpreso e mi raggiunse ancora assonnato.
-Che meraviglia, da quanto tempo che non cucinavi una colazione così-

-Non ti ci abituare, lo sai che sono sempre in ritardo- lo ammonii sorridente -Infatti è strano, come mai sveglia? Non hai dormito bene?-
-Non esattamente- risposi grattandomi la nuca pensando alla giornata precedente e a come mi ero addormentata. Il mio obiettivo era di non pensare ad Harry ma con il commento di mio padre non ci riuscii. Io e Jake mangiammo insieme e poi mi andai a vestire. Come ogni mattina raggiunsi il lavoro con la macchina ed arrivai perfino prima di Corinne.

-Che miracolo, sei in anticipo. Comunque buongiorno- mi salutò solare, non so come faceva ma lei la mattina era sempre di buon umore. In tutta risposta le feci la linguaccia. Quella mattina finii il libro che avevo preso in prestito e lo rimisi a posto, ero soddisfatta. Quello era stato un bel romanzo e per me che adoravo leggere fu come aver trovato un nuovo amico. Monica passò a farci visita solo dopo pranzo con un'interessante annuncio: -Ragazze, spero che abbiate letto il nuovo libro che è arrivato ieri-
-Si- dissi entusiasta, Corinne disse di no.
-Buon per te Jenny perché l'autore mi ha personalmente dato tre inviti per una festa a casa sua per parlare del libro, sarà un incontro esclusivo quindi Corinne vedi di leggere il romanzo visto che la festa è venerdì, ovvero domani- io iniziai a sorridere a trentadue denti.
-No, non credo che lo leggerò Monica, mi farò raccontare tutto da Jenny-
-Ricordami perché lavori in una libreria, per favore- chiese la proprietaria scherzando.
-Perché mi vuoi bene e io ho bisogno di un lavoro- ammiccò e Monica scosse la testa sorridendo, poi lasciò il negozio.
-Ma ti rendi conto? Che opportunità fantastica, non sono mai stata ad un evento così prima d'ora e poi amo il libro- ero euforica come una bambina che doveva andare a Disneyland, evidentemente per Corinne non era importante tanto quanto lo era per me vista la faccia che fece. Poi s'illuminò -Già, è grandioso. Ora ho una buona scusa per fare shopping.- trillò felice. In effetti realizzai che non avevo nulla di adatto da mettermi e così decisi di unirmi a lei. Chiamammo Monica al cellulare per chiederle il permesso di chiudere la libreria un'ora prime e lei acconsentì.

    Alle cinque in punto eravamo entrambe fuori dal centro commerciale ed io stavo guidando verso Oxford street, la patria delle boutique più importanti nel campo della moda. Io e mio padre eravamo benestanti e per una volta mi concessi il lusso di acquistare un abito firmato, dato che non avevo mai speso cifre esagerate in vestiti. Io e Corinne camminavamo estasiate, le vetrine erano lussuosamente allestite con costosi vestiti e scarpe e non sapevamo dove andare prima. Entrammo in un paio di negozi ma non comprai nulla, poi entrai nel negozio di Valentino. Ci fecero accomodare su un divanetto di pelle mentre la commessa mostrava tanti abiti stupendi. Corinne ne scelse subito uno verde scuro mono spalla che valorizzava i suoi capelli neri, io ne provai uno rosso ma non era decisamente il mio genere. Poi ne provai un altro rosa cipria, impreziosito di brillantini e con l'orlo di seta. Uscii fuori da camerino e guardai Corinne per chiederle un parere -Troppo?- esitai
-Troppo perfetto- esultò lei -l'abbiamo trovato. È questo il vestito- tornai nel camerino e mi rimisi e miei vestiti. Guardai il cartellino del prezzo e per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva, costava 680 sterline. Alla fine mi convinsi a prenderlo, per una volta potevo fare un'eccezione.

   Una volta uscite dal negozio decidemmo di rimanere in giro per la città per fare una passeggiata, quando mi squillo il cellulare. Era mio cugino, risposi -Ehi Niall-

-Jenny, sono in giro, ti va se ci vediamo?-

-Certo, sono con una mia amica adesso. Dove vuoi che ti raggiungiamo?-

-Ora sono in metro, vediamoci a Trafalgar Square-

-Okay, a presto- lo salutai e chiusi la conversazione poi io e Corinne raggiungemmo la macchina per andare all'appuntamento con Niall. Parcheggiai vicino alla piazza e dopo pochi minuti ci ritrovammo tutti e tre, presentai Corinne a mio cugino. Ci dirigemmo verso una caffetteria aperta da poco e ordinammo qualcosa. Chiacchierammo del più e del meno, avevo l'impressione che Niall e la mia amica si piacessero visto che ogni tanto li sorprendevo a guardarsi e a scherzare. In ogni caso non mi dava fastidio.
-Quando riparti Niall?- gli chiesi bevendo un po' del mio caffè
-Io non riparto, ho trovato lavoro qui-
-Ma è fantastico, però non dirmi che rimane anche la zia- lo guardai con un'espressione buffa e scoppiammo a ridere.
-No, lei riparte tra due giorni-. Mi resi conto che il pomeriggio era volato e così salutai Niall e io e la mia amica ci avviammo verso casa. Appena entrate in macchina Corinne mi diede un pizzicotto sul braccio.

-Jenny, sei cattiva. Me lo potevi dire che tuo cugino era così bello- mi misi a ridere, okay avevo intuito bene. Tornata a casa mangiai poco visto che non avevo fame e salii in camera a mettere il vestito con cura nell'armadio. Adesso l'unica che si doveva preparare per la giornata seguente ero io.

 

 

 

 

Commenti finali:

ecco il nuovo capitolo :) sono soddisfatta perché ho scritto abbastanza e finalmente Harry e Jenny si incontrano, spero vi sia piaciuto. Come vedete c'è anche Niall!! Ci tenevo a dire che i personaggi non hanno nulla a che vedere con la vita reale. Non credo che riuscirò ad aggiornare nel weekend perché sabato ho un compleanno e domenica sono a Roma *-* in più devo anche stare al passo con la scuola .-. questo non vuol dire che abbandono la storia, anzi mi sto già prodigando per il secondo capitolo. Ho mandato la richiesta all'amministratrice per cambiare nome, quindi non vi preoccupate ma sono sempre io (ho mandato il nick e dovrebbe essere IsaidAlessia se lo accettano) Recensite e fatemi sapere, baci Ale- :)

Questo è il vestito di Valentino che compra Jenny: *-*

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***



Capitolo 2.



Anche quella mattina mi svegliai presto ed ero contentissima per la giornata che mi aspettava. Scesi dal letto e mi stiracchiai per bene, poi aprii l'armadio e mi misi ad osservare il mio vestito. Mi guardai allo specchio e mi spazzolai i capelli, mi ero svegliata di buon umore e promisi a me stessa che quella giornata sarebbe dovuta essere per forza perfetta. Così come la mattina precedente scesi al piano di sotto e preparai la colazione, mangiai lasciando qualcosa per mio padre e tornai in camera per prepararmi per il lavoro.

Parcheggiai la macchina e quando arrivai davanti alla libreria ero in anticipo di qualche minuto, aprii il negozio e siccome era una giornata particolarmente soleggiata spalancai tutte le finestre. Accesi lo stereo a basso volume e scelsi un cd adatto all'ambiente della libreria, dopo poco arrivò Corinne

-Buongiorno– entrò e posò la borsa sulla scrivania

-Più che buongiorno direi- sorrisi a trentadue denti. Corinne mi guardò stranita

-Questa mattina hai sbattuto la testa o durante la notte ti hanno rapita gli alieni e tu sei solo un sosia di Jenny?- ridacchiai

-Dovresti apprezzare il mio umore, lo sai che di solito la mattina sono acida- la mia amica alzò le sopracciglia -Ho capito, ti sei innamorata- -Si, del mio vestito ribattei- facendola ridere. Monica arrivò a farci visita come ogni mattina e ci lasciò qualche indicazione per la serata, ci disse che avremmo potuto chiudere due ore prima per andarci a preparare dato che la festa iniziava alle sette in punto.

-A proposito di questa sera, passi da me a cambiarti?- chiesi a Corinne quando Monica se ne fu andata -Si, così ti trucco e ci prepariamo- battei le mani come una bambina piccola, esaltata all'idea di quello che mi aspettava. Il cellulare iniziò a vibrare, segno che qualcuno mi aveva inviato un messaggio. Era mio cugino Niall, lessi cosa diceva e dissi a Corinne -Niall viene a pranzo con noi, immagino che non ti dispiace- sorrisi furba e come risposta ottenni una linguaccia dalla mia amica.

La mattinata passò veloce perché non facevo altro che pensare ai preparativi della serata, non sarei assolutamente dovuta essere in ritardo come al mio solito; non potevo mica fare una figuraccia davanti all'alta società londinese. Alle dodici e trenta Niall entrò in libreria sorridendo come sempre, indossava un pantalone beige e una maglia verde acqua che risaltava i suoi occhi azzurri. Salutò me e la mia amica e scendemmo tutti e tre al piano di sotto per pranzare. Decisi che non era il caso di andare alla solita tavola calda, avrei potuto incontrare una certa persona che mi avrebbe rovinato l'umore. Alla fine non avevo ancora deciso che fare della “faccenda Harry” ma non volevo pensarci proprio in quel giorno. Una volta seduti Niall ci fece qualche domanda sul libro e io iniziai a parlare e macchinetta su quanto fosse fantastico

-Respira Jenny- mi interruppe Corinne scherzando -Oh giusto, sai Niall dovresti vedere il vestito di Corinne per questa sera. È fantastico.- lei mi diede un pizzicotto e mi misi a ridere sotto i baffi

-Ne sono sicuro- rispose Niall guardando Corinne di sottecchi, che intanto si era fatta tutta rossa. Non volevo farli mettere insieme per forza ma avevano bisogno di una spinta dato che erano entrambi timidi e riservati.

Alla fine del pranzo ero felice per loro dato che mio cugino aveva chiesto il numero a Corinne, il mio dovere l'avevo fatto. Tornate alla libreria la mia amica era ovviamente su di giri -Sai probabilmente oggi sarà davvero una giornata perfetta- mi strizzò l'occhio

-Un'altra delle tue previsioni da sensitiva?- la presi un po' in giro scherzando

-Ridi pure, intanto l'altra volta non ho sbagliato-

-Non me lo ricordare- sorrisi scuotendo la testa.

Le ore seguenti passarono in fretta e come in programma chiudemmo la libreria un'ora prima del solito per andare a prepararci. Accompagnai Corinne al suo appartamento in modo che potesse prendere il vestito e intanto io tornai a casa per vestirmi. Salutai mio padre che stava uscendo per andare in ufficio, mi augurò buona fortuna per la serata e io incrociai la dita in un gesto scaramantico. Salii le scale per andare a farmi una doccia, poi mi asciugai i capelli e li lasciai sciolti e al naturale, perfettamente lisci. Mi infilai il vestito e cautamente tirai su la zip. Mi guardai allo specchio e mi passai una mano tra i capelli per riordinarli. Qualcuno suonò alla porta, presi in mano le scarpe con il tacco e scesi le scale a piedi nudi. Guardai allo spioncino della porta, era Corinne, mi infilai le scarpe e spalancai il portone. La mia amica dopo svariati secondi era ancora sull'uscio della porta che mi guardava con un sorriso compiaciuto.

-Sei davvero stupenda, anche senza trucco. Ma lo sai che mi devo divertire un po' quindi andiamo in bagno e facciamoci belle- mi mise un braccio sulle spalle e mi guidò nel mio bagno facendomi sedere difronte allo specchio. Iniziò a truccarmi gli occhi, era talmente abile che pochi minuti dopo aveva finito. Non era un trucco forte, ma mi metteva in risalto i lineamenti.

Dopo che Corinne si diede gli ultimi ritocchi alla capigliatura entrammo nella mia macchina e guidai fino al luogo della festa, la casa dell scrittore.

Mostrai i nostri inviti all'ingresso del cancello e parcheggiai vicino alle altre auto. Riconobbi la macchina di Monica, segno che ero già arrivata. Controllai l'ora, eravamo in anticipo di dieci minuti. Feci un respiro profondo ed entrai in casa insieme a Corinne. Rimasi impressionata la villa a tre piani dello scrittore era sfarzosa ma allo stesso tempo di classe. La sala del ricevimento era illuminata da preziosi lampadari che pendevano dal soffitto, alti mobili traboccavano di libri e c'era un lungo tavolo con il buffet per gli ospiti. Riconobbi subito lo scrittore dato che era circondato da uno sciame di editori che si complimentavano con lui. La casa sembrava gridare LUSSO da ogni angolo.

Non ero abituata ad ambienti del genere eppure era la prima volta in vita mia che mi sentivo perfettamente a mio agio. Monica ci si avvicinò alle spalle e ci salutò. Indossava un semplice tubino nero, messo in contrasto dai gioielli d'oro.

-Venite ragazze, vi presento lo scrittore- sorrisi su di giri e ci avvicinammo tutte e tre al signore, probabilmente era sulla settantina.

-Ciao Erik- Monica lo salutò con due baci sulla guancia, probabilmente avevano confidenza.

-Monica, che piacere vederti. Chi sono le signorine che hai portato?-

-Mio caro, ti presento Corinne e Jenny- nel sentire il mio nome sorrisi e porsi la mano.

-Complimenti, il suo ultimo libro e sensazionale. Quasi mi è dispiaciuto finirlo- mi congratulai con Erik, lo scrittore cercando di non parlare a macchinetta come al mio solito.

-Oh mi fa piacere! Monica, cara ti dispiace se te la rubo per una chiacchierata?- questa era decisamente la mia serata, sapevo tutto sul libro, qualche fotografo ci scattò delle foto, sorseggiai il mio champagne e senza rendermene conto passò una mezz'ora.

Ad un certo punto Erik interruppe la conversazione e mi disse

-Scommetto che ti ho monopolizzato la serata. Tu bella e giovane a parlare con un vecchio. Ora ti presento dei ragazzi.-

-Oh davvero, non ce n'è bisogno- inutile insistere l'uomo aveva fatto cenno a un ragazzo vicino al buffet e ad uno alle mie spalle. Il primo mi si avvicinò sorridendo e mi porse la mano

-Jenny, lui è Christoper, il mio nuovo assistente. Appena uscito dall'università di Cambridge- disse Erik sorrisi al ragazzo, che ricambiò mostrando il suo sorriso smagliante.

-Lui, invece, è mio nipote Harry- non appena mi voltai per poco non ruppi il bicchiere con lo champagne. Lui mi fissava sicuro porgendomi la mano e io lo guardavo scioccata. -Non può essere- sussurrai abbassando lo sguardo -Piacere di rivederti Jenny- sghignazzò.

-Quindi vi conoscete?- disse Erik con un sorriso -Si- disse Harry mentre io negai nello stesso momento. Catalogai quel momento come il più imbarazzante della mia vita, stavo facendo la figura della scema davanti allo scrittore più famoso di Londra.

-Scusate- dissi e mi allontani svelta per uscire sul terrazzo. Una volta fuori mi scolai in un solo sorso il mio bicchiere di champagne e mi appoggiai alla balaustra. Corinne mi raggiunse dopo pochi minuti.

-Ho visto che c'è anche Harry alla festa- feci una faccia poco convinta e scrollai le spalle

-Già, il mio piano “giornata-perfetta” è rovinato-

-Sta venendo qui- mi avvisò la mia amica

-Andiamocene, dai- la presi per un braccio e la tirai un poco

-Eh no, cara. Adesso ci parli-

-Non puoi farmi questo, ti prego- perfetto, la mia migliore amica mi aveva messa in trappola.

Harry mi si avvicinò e mi salutò -Ciao Styles- mi limitai a dire

-Che c'è? Come mai così indispettita? Non ti piace lo scrittore?- si mise a ridere sotto i baffi. Era ancora bravo a prendere in giro le persone.

-Sta zitto- lo intimai -Tuo zio è eccezionale, come il suo libro. Scommetto che non l'hai nemmeno letto- incrociai le braccia sul petto in segno di sfida.

-L'ho letto invece-

-Davvero?- chiesi scettica

-No- ammise distogliendo lo sguardo. Feci una faccia trionfante.

-Ti va di vedere la casa?- la tipica frase ad effetto per abbordare. Lo squadrai sul punto di scoppiare a ridere.

-Ma poi che penserà la tua ragazza?- feci una faccia fintamente dispiaciuta.

-Oh, non è la mia ragazza. Mi ha solo accompagnato alla festa probabilmente non la rivedrò più- disse con leggerezza

-Harry, il modo in cui tratti le ragazze come delle bambole usa e getta mi fa salire il sangue al cervello. Non sei cambiato di una virgola- me ne andai e lo lasciai lì fuori, da solo, sperando che l'aria fresca gli avrebbe fatto schiarire le idee. Tornai dentro da Corinne, mi chiese com'era andata e io mi limitai a scuotere il capo. Le ultime ore della festa le trascorsi chiacchierando con editori londinesi e Christoper che non solo si rivelò carino ma anche simpatico ed intelligente.

Alla fine della festa io e Corinne riprendemmo i cappotti e ci avviammo verso l'auto. Scorsi Harry che mi fissava con uno sguardo corrucciato da lontano, entrai in macchina fingendo di non averlo visto.

Accompagnai la mia amica e guidai fino a casa, arrivata davanti al cancello spensi il motore e guardai l'ora sul cruscotto, erano quasi le due. Mi tolsi le scarpe davanti al portone per non fare rumore ed entrai in casa. Mezz'ora dopo ero in pigiama, struccata e con i piedi dolenti. Non ero decisamente abituata a portare i tacchi.

La mattina dopo ero stanca e non mi andava di andare a lavoro, mi alzai a malincuore dal letto caldo e mi preparai. Arrivai in libreria e trovai Corinne al telefono con Niall. Probabilmente mi ero persa qualcosa.

-Buongiorno- mi salutò -Niall ha detto che passa tra poco-

Alla fine mio cugino arrivò per l'ora di pranzo, Corinne pensava che le avesse dato buca. Lo salutai con un abbraccio, mi chiese se volevo andare a pranzo con lui e Corinne ma rifiutai per lasciarli soli. Accesi il computer e mi sedetti dietro alla scrivania, girovagando svogliatamente su internet. Sentii la porta aprirsi, mi ero dimenticata di chiuderla durante le pausa pranzo.

-Siamo chiusi per pranzo- alzai lo sguardo mentre lo dicevo e mi ritrovai davanti niente meno che Harry. Scattai dalla sedia e gli andai incontro

-Ti serve qualcosa o ti sei semplicemente perso?- ormai quando lo incontravo passavo in modalità “acida”.

-A dire il vero volevo parlarti. Vieni a pranzo con me?- non avevo idea di quello che volesse dirmi, probabilmente mi voleva chiedere spiegazioni riguardo il mio comportamento. Mi mordicchiai un po' il labbro, incerta.

Poi annuii -Va bene, andiamo-.

 

 

 

 

Commenti finali:

eccoci qui con il nuovo capitolo, lo soooooo sono in ritardo. Volevo aggiornare prima di Pasqua ma durante le vacanze ho dormito, lo ammetto. By the way spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Mi fa molto piacere ricevere delle recensioni quindi per piacere non siate timide RECENSITE (?) :) come avete visto ho cambiato il nick ed è lo stesso di twitter (add me). Insomma che altro dire? Recensite. Ve lo avevo già detto? Ahahah :) Ci vediamo nel terzo capitolo bellezze, bye. Baci, Ale-

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3.


 

Non seppi come, né perché ma mi ritrovai a seguire Harry fuori dal negozio per prendere le scale mobili e andare a pranzo, insieme. Durante il breve tragitto restai a bocca chiusa e gli camminavo dietro a testa bassa, mentre lui mi lanciava qualche occhiata. Davvero non avevo idea del perché avevo accettato un'uscita con il ragazzo che mi ero ripromessa di odiare. Forse in fondo non ero così forte come credevo e mi lasciavo ancora convincere dagli occhi di Harry. Entrammo in una pizzeria a caso e ci sedemmo ad un tavolo, un uomo panciuto prese le nostre ordinazioni e se ne andò. Eravamo in silenzio da circa cinque minuti e il mio nervosismo iniziava ad essere palpabile e non mi piaceva quando lasciavo trasparire così facilmente le mie emozioni. Alzai le sopracciglia e guardai Harry che stava stropicciando il tovagliolo con noncuranza, probabilmente anche lui nervoso.

-Se dobbiamo restare in silenzio a questo punto pranzavo da sola- sbuffai un po' scocciata di aspettare.

-Si scusa. Dunque... ecco ero venuto per parlarti- era abbastanza divertente vedere Harry il seduttore a corto di parole con una ragazza.

-Allora, riguardo a quello che mi hai detto ieri. Io ci ho pensato e volevo chiederti scusa- che sorpresa, ovviamente lo scetticismo si impossessò di me.

-Scusa per averci pateticamente provato con me, per la considerazione che hai sulle donne o riguardo a due anni fa?- ops, l'ultima non me la dovevo far scappare

-Jenny, ci sto provando ma non mi aiuti. E poi che vuol dire riguardo a due anni fa?- lo sapevo che non gli sarebbe sfuggito e cercai di rimediare.

-Nulla- probabilmente non riuscii a convincerlo ma il cameriere mi salvò portandoci le pizze. Iniziammo a mangiare in silenzio, ad un tratto mi sentii totalmente fuori posto. Che ci facevo lì con Harry? Ero stata troppo frettolosa ad accettare il suo invito e adesso avevo l'impressione di star facendo la figura dell'idiota.

-Sto solo cercando di esserti amico, Jenny- lo guardai in faccia sperando che capisse che non volevo avere nulla a che fare con lui.

-Io non penso che potrai mai esserlo, scusa- non potendo più reggere quell'atmosfera mi alzai, lasciai una banconota sul tavolo e me ne andai. Non mi voltai indietro per guardare l'espressione di Harry, mi chiusi in libreria. Stare da sola mi aveva aiutato a calmarmi e speravo che Corinne al suo ritorno non si sarebbe accorta di nulla. Dopo una mezz'ora tornò e si mise a raccontarmi di come erano andate le cose con Niall, mi aiutò a distrarmi un po' anche se ero convinta che si fosse accorta che qualcosa non andava. Evitai di parlarne e cercai di concentrarmi sui compiti che dovevo svolgere al negozio.

Verso le ultime ore di lavoro della giornata la libreria divenne meno affollata quindi non potevo affogare i miei pensieri nel lavoro dato che non sapevo come tenermi occupata. Mi sedetti svogliatamente dietro la scrivania e iniziai a girovagare in internet, sentii che la porta si apriva. Sperai con tutta me stessa che non fosse Harry altrimenti non avrei saputo cosa dirgli. Mi alzai e andai incontro alla persona che era entrata. Ero sorpresa di vedere Christoper dato che ci eravamo a malapena presentati alla festa

-Ehi- mi salutò, gli sorrisi e ricambiai

-Che ci fai qui?- gli chiesi notando che era un po' in inmarazzo

-Passavo per caso... umh, no scherzo ti cercavo per chiederti una cosa-

-Beh eccomi qui, quindi...- ero curiosa di sapere che cosa voleva

-Mi chiedevo se ti andava di venire con me all'inaugurazione del nuovo cinema in centro, ci sarà tra tre giorni. Ho avuto due biglietti e mi sono ricordato di te-

-Grazie è gentile da parte tua ma non so...- voltai un po' la testa e vidi Corinne che mi incitava ad accettare.

-Va bene ci sto- dissi esitando, vidi il viso di Christoper illuminarsi

-Ti passo a prendere io- mi salutò con un bacio sulla guancia

-Ti invio l'indirizzo per e-mail-. Okay, dovevo ammettere a me stessa che era bello sentirsi così grazie a qualcuno. La faccia divertita di Corinne era impagabile, sapevo che voleva che mi trovassi un ragazzo anche se le ripetevo sempre che a quest'età gli uomini possono volere solo una cosa dalle donne, e non è l'amore. Ero davvero cinica per essere una diciottenne. Ricapitolai mentalmente quello che era accaduto, avevo un appuntamento e non sapevo cosa mettermi. Chiesi consiglio a Corinne, ovviamente lei scelse per andare a fare shopping, ma io la invitai a casa mia per cercare qualcosa nel mio armadio.

Finito il nostro turno andammo a casa mia insieme e la mia amica si piombò in camera mia per cercarmi qualcosa da mettere. Io rimasi sotto a fare un po' di tè e glielo portai su. La trovai con la testa letteralmente ficcata dentro il mio guardaroba mentre analizzava le pile di vestiti. Tirò fuori tre completi da farmi provare. Scelsi il secondo, un pantalone stretto marrone con un top di seta chiaro, tacchi altri da far spavento (non avevo avuto voce in capitolo riguardo alla scelta delle scarpe, Corinne mi aveva imposto i tacchi alti) e un cappotto bianco con i ricami neri. Mi cambiai ancora e mi misi una tuta per stare in casa.

-Allora che facciamo?- chiesi sedendomi sul letto a gambe incrociate

-Io un'idea ce l'avrei- disse le mia amica, tramava qualcosa

-Sarebbe?-

-Indaghiamo su Christoper- scoppiai a ridere, ero sorpresa. Non avevo mai fatto quel tipo di cose, ma sapevo che non si addiceva propriamente alla nostre età. Erano cose da liceali per cercare di scoprire se il ragazzo aveva un'altra, decisamente non da me. Feci una faccia contrariata e iniziai a scuotere la testa.

-Eddai Jenny, non essere noiosa. È una cosa innocente, non facciamo nulla di male- mi supplicò facendomi gli occhi dolci.

-Punto primo: non sono noiosa. Secondo: non è una cosa innocente è infantile. Lascia perdere, preferisco conoscere Christoper di persona e non cercare informazioni su internet- Corinne mise il muso, lo faceva sempre per cercare di convincermi. Ad un certo punto le squillò il telefono, mi fece cenno di aspettare ed andò a parlare in corridoio. La sentivo ridere e poi nominò Niall. Riagganciò poco dopo. Quando rientrò in camera mia fece finta di nulla così fui io a farle la prima domanda.

-Allora che succede tra te e Niall?-

-Non te lo dico finché non accetti di cercare con me qualcosa su Christoper- spalancai la bocca e feci la finta offesa. Corinne scrollò le spalle come se nulla fosse.

-Okay, ci sto- mi rassegnai

-Ah, lo sapevo. Accendo il computer- iniziò a scrocchiarsi le dita mentre mi raccontava che le cose con Niall andavano alla grande. In una settimana erano usciti già quattro volte e si chiamavano spesso, cosa di cui mi ero accorta dato che vedevo sempre la mia amica ridacchiare al telefono. La sua unica paura era che lui la vedesse come un'amica dato che anche se c'era intesa lui non l'aveva ancora baciata.

-Oh tranquilla, è solo che mio cugino è molto timido. Dagli tempo- dovevo rassicurarla oppure conoscendola, avrebbe iniziato a farsi mille paranoie.

-Bene da dove iniziamo?- chiese eccitata all'idea di fare qualche ricerca sul mio accompagnatore.

-Adolescenza?- dissi alzando le spalle indecisa.

-Bene, cerco qualcosa riguardo la sua vita in città, il liceo e se ha precedenti penali- le diedi un buffetto dietro la testa ma ormai era troppo tardi visto che aveva iniziato a digitare frenetica. Scoprimmo che veniva da Horley, una città non molto grande appena fuori da Londra. Aveva origini portoricane, questo spiegava i tratti del suo viso. Aveva frequentato il liceo statale, la sua famiglia non era molto agiata. Corinne riuscì a trovare il sito del liceo e risalì alle foto dell'annuario dell'anno del diploma di Christoper. Non faceva parte di nessuna attività sportiva, né nessun club. Durante il terzo anno aveva fatto parecchie assenze, tanto da rischiare la bocciatura.

-Mmmh, il ragazzo era un nerd quindi. Non faceva parte di nessuna squadra e guarda un po' ha anche rischiato la bocciatura-

-Avanti non essere sciocca, sarà stato un brutto periodo tutto qui. E onestamente non mi interessa se Christoper era un sfigato, sono passati cinque anni e adesso è un tipo niente male-

-Quanta saggezza- okay mi stava palesemente prendendo in giro, continuò comunque a cercare nel sito.

-Bingo, proprio quello che cercavo. È spuntata fuori una ragazza- esultò ad un tratto

-Chi è?- chiesi curiosa, d'altronde ero pur sempre una donna e si sa che noi controlliamo sempre la concorrenza.

-Una certa Maggie Hellington, ricca e cheerleader ovviamente. Si sono messi insieme l'ultimo anno di scuola e hanno continuato a frequentarsi per due anni-

-E che fine ha fatto?- dissi avvicinandomi al pc.

-Leggendo i commenti delle loro foto, pare che lei lo avesse lasciato perché lo definiva un fissato-. Nonostante avessimo trovato quello che secondo Corinne stavamo cercando continuò a indagare freneticamente, come se volesse scoprire tutti i suoi scheletri nell'armadio. Alla fine la convinsi a lasciare perdere.

-Aspetta cerco se ha precedenti penali- pensavo stesse scherzando ma era seria. Non so come, ma riuscì a trovare qualcosa anche quella volta. La prima cosa era che si era introdotto di notte a scuola con una ragazza, Maggie probabilmente, ed erano erano stati scoperti con delle birre in piscina.

-Corinne cosa vuoi che ti dica sono cose da ragazzi-

-Inoltre è stato denunciato per aver colpito Andrew Hellington, che presumo sia il padre di Maggie- mi interruppe. Rimasi in silenzio non sapendo che cosa dire, non volevo farmi un'idea sbagliata di Christoper ancora prima di conoscerlo davvero. Ognuno in passato ha commesso i suoi sbagli e volevo dargli una chance. Corinne chiuse il sito e ne aprì un altro.

-Che fai?- le chiesi

-Cerco di capire qualcosa del tempo passato all'università di Cambridge-

-Corinne davvero, lascia stare. Non è giusto quello che stiamo facendo- inutile, era come parlare con un muro. Girovagò per il sito per un paio di minuti senza trovare nulla, pensavo si stesse per arrendere poi vidi che stava cercando di mettere una password.

-Questa volta che combini?- ero rassegnata.

-Sto cercando di entrare nell'amministrazione del sito per vedere se trovo la cartella riguardo Christoper-

-Okay questo è davvero troppo. Prima non facevamo nulla di male ma adesso violiamo la legge-

-Sono un genio, se mai dovessi rinascere in un'altra vita sarei di sicuro una spia- alla fine era entrata ignorando le mie ammonizioni.

-O un hacker- le risposi sarcastica, mi guardò un po' in disappunto e continuò a fare le sue ricerche. Mi abbandonai sul letto giocando un po' con i miei capelli.

-Che strano, non trovo nessun file riguardo Christoper-

-Andiamo Corinne magari tengono tutto su carta per evitare proprio questo tipo di problemi- alla fine del pomeriggio si era arresa e aveva lasciato perdere. Pensai di invitarla a cena, ma mi disse che aveva da fare. Con chi? Con Niall ovviamente. Mi disse che la passava a prendere a casa mia, infatti qualcuno suonò e così la accompagnai alla porta.

-Ehi Corinne aspetta. Mica hai fatto la stessa cosa con Niall? Intendo tutte quelle ricerche- fece la vaga scrollando le spalle. Prima di andarsene però mi disse -Mi chiedo solo perché con quella media alta non voglia fare l'università- e se andò mentre mi misi a ridacchiare. Andai a letto presto visto che ero a casa da sola e non avevo nulla da fare.

Le giornate erano sempre le stesse, così la libreria ma finalmente arrivò il giorno dell'appuntamento con Christoper e quella sera ero parecchio su di giri. Mi legai i capelli in una coda di cavallo alta e mi vestii come avevo deciso in precedenza. Uscii dal portone e trovai Christoper che mi aspettava puntuale. Salii in macchina e ci avviammo verso il cinema. Entrammo insieme sottobraccio mostrando i biglietti, l'edificio era abbastanza grande ed era pieno di fotografi e giornalisti. Nel complesso si poteva definire un cinema moderno ma era pieno di locandine di vecchi film che avevano fatto la storia. C'era un buffet e tutte le tredici sale erano aperte al pubblico. Ci dirigemmo insieme al piano del rinfresco e prendemmo un aperitivo. Iniziammo ad andare in giro e con mia grande sorpresa vidi che ogni sala era allestita come un film famoso. Ce n'era una dedicata a Audrey Hepburn, una in stile Matrix, un'altra che faceva riferimento a Star Wars. Mi stava piacendo come primo appuntamento, ci sedemmo su dei divanetti rossi e iniziammo a parlare. Christoper mi chiese qualcosa su di me, su quello che mi piaceva fare e sulla mia infanzia. Gli raccontai un po' di tutto evitando di parlare di mia madre, non ero pronta ad aprirmi a tal punto. Poi fu il mio turno. Finalmente potevo mettere a tacere le mie curiosità. Infatti gli chiesi del liceo, mi disse che non era molto inserito visto le sue origini straniere, lo prendevano un po' in giro. Mi raccontò vagamente di Maggie e di quando li avevano beccati di notte a scuola. Come sospettavo. Aggiunse che la loro storia era finita per colpa del padre. Pensai che dovevano aver avuto una lite perciò era stato denunciato. Cambiò argomento parlandomi dell'università. Mi sentii un po' in colpa per aver acconsentito ad aver cercato qualcosa di lui su internet, in fondo mi aveva raccontato tutto senza problemi. Alla fine passammo una bella serata, conobbi anche una ragazza che aveva girato un cortometraggio che avevano trasmesso quella sera.

Quando ce ne stavamo per andare fui molto sorpresa si incontrare Louis. Non era solo, era con la ragazza Eleanor che mi sembrò davvero bella. Mi fermai a parlare con lui per pochi minuti, lo avevo preso in simpatia dalla prima volta che lo conobbi quando era con Harry, era davvero un bravo ragazzo. Era così strano che uno come lui era amico di uno spavaldo come Harry. Christoper e Louis, a mia grande sorpresa, si misero a parlare di polo così potei conoscere la sua ragazza. Mi raccontò che stavano insieme da quattro anni e non potei fare a meno che rimanere sorpresa. Mi chiese come conoscevo Louis e io gli raccontai di quando ci eravamo visti alla tavola calda senza eludere le mie opinioni su Harry.

-Si, lo so. Harry sa essere un tipo particolare, ma ho imparato a volergli bene. In fondo Louis ci tiene molto a lui- quella ragazza doveva essere una santa per avere così tanta pazienza. Evitai di continuare a parlare di Harry così le dissi che un giorno mi avrebbe fatto piacere uscire insieme. Eleanor accettò contenta e mi lasciò il suo numero di telefono.

-Allora ci sentiamo presto Jenny- mi sorrise

-Certo, divertitevi ragazzi- così ci salutammo.

Alla fine Christoper mi accompagnò a casa più tardi del previsto. Mi scortò fino al portone e mi ringraziò per la bella serata.

-No, grazie a te Chris. Mi sono davvero divertita- iniziai a giocherellare con le chiavi

-Bene, quindi dovremmo uscire più spesso- entrambi ci sorridemmo.

-Notte Jenny- fu mentre mi salutava che mi baciò. Fu un bacio innocente e dolce. Ricambiai e mi staccai timida, poi entrai in casa sospirando e mi buttai sul letto esausta.

 

 

 

 

 

Commenti finali:

hola gente! Lo so che non sono propriamente puntuale (dettagli) ma ecco il nuovo capitolo. Ah, volevo ringraziare TANTISSIMISSIMO (?) le persone che hanno messo la storia tra preferite/seguite/ricordate spero che continuiate a seguirmi *-* Okay, beh ci sono delle news in questo capitolo. Ho inserito Eleanor nella storia perchè mi piace troppo, lei e Lou sono fantastici. Adoro anche Danielle. Penso che sono due ragazze fantastiche e che non meritano tutte quelle haters #peace Tra 17 giorni vado a Londra, non vedo l'ora. Sto già dando di matto, quindi cercherò di aggiornare il più possibile dato che poi non ci sarò. Quindi ora vi lascio, ci vediamo nel prossimo capitolo bellezze. :)

P.S. Recensite, please!

P.S.S. Ma dico, avete visto le foto in Australia? Sono tutti asdgdgnikj. Okay, sto bene. E Harry dove li aveva nascosti tutti quegli addominali? Purtroppo Niall è l'unico che non si è denudato LOL

P.S.S.S. Ecco il link dell'outfit di Jenny all'appuntamento con Chris http://www.polyvore.com/champagne/set?id=47313764

Much love, Alessia.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4.

 

 

Dopo il nostro primo appuntamento io e Christoper continuammo a uscire. Probabilmente la situazione mi stava iniziando a coinvolgere e Corinne era contenta per me. Intanto le cose tra lei e Niall andavano alla grande, finalmente si erano baciati dopo settimane di agonia da parte della mia amica, mio cugino era riuscito a vincere la timidezza e adesso facevano coppia fissa. Veniva spesso al negozio quando non avevamo clienti e non sapevamo che fare, ci portava il caffè e stava con noi. Era diventato una parte importante della mia vita dato che mi confidavo spesso con lui, mentre Niall mi raccontava di Corinne e di come andassero le cose. Era venuto anche a mangiare da me qualche volta quando rimanevo sola per via dei viaggi di mio padre. Le cose con Chris andavano bene, ma non c'era stato nulla oltre qualche bacio, se veramente voleva iniziare una storia era bene mettere in chiaro che io non ero il tipo di ragazza che si concede dopo i primi appuntamenti e nemmeno dopo le prime settimane. Per me il rapporto fisico con una persona era importante e dopo aver perso la verginità con un ragazzo che a me non ci teneva mi ripromisi di essere più selettiva con gli uomini.

Di Harry non avevo più notizie e non lo avevo più visto da quella strana giornata in cui mi aveva invitato a pranzare insieme. Il che forse mi disturbava un po', visto che aveva detto di volermi essere amico ma dopo il mio rifiuto non si era più fatto sentire. Lo so che ero una contraddizione vivente dato che il mio obbiettivo era fargliela pagare e chiudere con lui, ma credevo che sarebbe tornato alla carica come sempre. Era anche vero che lo avevo piantato in asso in pizzeria senza nessuna spiegazione, cosa poco educata. Ad ogni modo non ne feci un dramma anche se dovevo riconoscere che era un bel ragazzo e aveva ancora un certo ascendente su di me, questo però non mi avrebbe impedito di essere felice. Era passato poco più di un mese e mezzo e mi ero messa l'anima in pace dato che uscivo con Christoper e quindi era poche le volte che pensavo a lui.

Anche quella mattina ero in ritardo, la sveglia suonava fastidiosa accanto al letto ed era la terza volta che tentavo di spegnerla tastando il comodino a caso. Mi rigirai nel letto e per caso buttai un'occhiata veloce all'orologio, scattai in piedi e mi precipitai in bagno mentre mi legavo i capelli. Aprii in getto della doccia e mi tolsi la solita felpa che fungeva da pigiama. Mi lavai e mi vestii in tempo record, per cercare di riparare al mio ritardo. Suonarono alla porta, dovevo andare ad aprire per forza io dato che mio padre era fuori come sempre. Scesi le scale scalza e spalancai il portone trovandomi Christoper davanti. Mi salutò con un bacio a stampo e fece per entrare in casa. Ma prego, avrei voluto dirgli, fa come se fossi a casa tua. Di prima mattina non ero esattamente un persona dolce e mansueta e se si violavano i miei spazi iniziavo ad innervosirmi.

-Ti ho portato la colazione- ammiccò Chris

-Lo vedo, ma sono in ritardo. Mi spiace- cercai di recuperare il paio di scarpe che avevo buttato per le scale. Alla fine accettai il caffè che mi aveva portato e mi feci accompagnare a lavoro da lui. La giornata era stranamente soleggiata e così uscii senza giacca né ombrello, sarei tornata a piedi approfittando del bel tempo. Ringraziai Christoper per il passaggio e lo liquidai con un bacio sulla guancia. Mi affrettai per le scale e trovai la libreria già aperta. Salutai Corinne e cercai di prendere fiato

-Non è suonata la sveglia?- mi chiese Corinne mentre faceva posto per dei nuovi libri

-A dire il vero è suonata, ma cercavo deliberatamente di ignorarla. Questa mattina è passato Chris con la colazione- la informai tanto per la cronaca, visto che lei voleva sempre rimanere aggiornata sulla mia situazione sentimentale

-Che carino, gli devi piacere davvero- in tutta risposta feci qualcosa di più simile ad un grugnito guadagnandomi un'occhiataccia da parte della mia amica.

-Adesso mi spieghi perché fai così. Hai detto che è un ragazzo a posto, è carino e in più gli piaci. Non capisco dov'è il problema- Corinne mise le mani sui fianchi e iniziò a farmi la predica.

-Non lo so... non voglio che corra troppo, non ero partita con l'idea di iniziare una relazione- stava per ribattere ma entrarono dei clienti così dovettimo metterci a lavoro.

Passai gran parte delle giornata a lavorare distratta dal pensiero di Chris, per quanto potesse farmi bene una persona che mi stesse accanto e che ci tenesse a me non ero pronta ad aprirmi del tutto. Corinne diceva che erano tutte scuse, perché non volevo rischiare di interrompere la mia tranquilla monotonia quotidiana (l'aveva chiamata così). Forse era vero ma non lo volevo accettare, avevo passato una vita con il naso tra i libri a leggere storie su storie dove i protagonisti stravolgono le loro vite vivendo nuove avventure ed avevo sempre desiderato di essere come loro, solo che non mi ero mai buttata. Un po' come se la paura di schiantarmi al suolo mi impedisse di volare, non volevo rischiare perché fin troppe volte avevo sentito sulla mia pelle le conseguenze delle mie azioni. Così presa dai miei pensieri arrivarono le cinque e mi trovai Corinne che mi sventolava una mano davanti alla faccia cercando di attirare la mia attenzione.

-Ehi io vado, sono le cinque- si infilò il cappotto e controllò il cellulare

-Ma manca un'ora- dissi confusa

-Andiamo, non dirmi che te ne sei dimenticata. Avevi detto che mi coprivi qui un'ora perché dovevo uscire con Niall. Mica ti stai tirando indietro?- mi battei una mano sulla fronte ricordandomi improvvisamente della promessa fatta

-Vai e divertiti. Salutami mio cugino- di solito a quell'ora del pomeriggio non veniva molta gente e così avevo promesso a Corinne che poteva andare con Niall, avrei saputo gestire il negozio per un'ora da sola.

Infatti così fu, il tempo volò e mi iniziai a preparare per andare via. Chiusi la saracinesca e mi allacciai la felpa avviandomi verso l'uscita. Purtroppo realizzai che stava piovendo a dirotto soltanto quando mi ritrovai davanti all'ingresso del centro commerciale. Iniziai a imprecare mentalmente, mai fidarsi del sole londinese, di solito la pioggia ha sempre la meglio. Composi il numero di Christoper velocemente, non sapendo a chi altro chiedere un passaggio. Il telefono iniziò a squillare e dopo un po' smise senza ottenere nessuna risposta, feci lo stesso gesto almeno tre volte di fila poi mi rassegnai al fatto che sarei dovuta andare a casa a piedi inzuppandomi. Mi avviai a passo svelto per i marciapiedi di Londra cercando di camminare sotto le tettoie dei negozi per ripararmi dalla pioggia. Volevo chiamare un taxi ma con me avevo solo il cellulare e pochi spiccioli, visto che quella mattina per il ritardo avevo lasciato la borsa con tutte le mie cose a casa. La giornata stava prendendo una brutta piega. Dovevo avere un aspetto piuttosto patetico visto che correvo da una parte all'altra del marciapiede tutta bagnata mentre cercavo invano di coprirmi la testa con le braccia. Dovevo sembrare un pulcino spaesato e come se non bastasse iniziai a starnutire sonoramente. Infreddolita mi fermai un attimo sotto una tettoia di un negozio di elettronica. Feci il punto della situazione cercando di capire quanto mancava per arrivare a casa continuando a starnutire, ovviamente. Dopo un po' mi sentii toccare il braccio e mi voltai.

-Jenny, ma che cavolo...-

-Harry- mi ritirai come scottata benchè stessi morendo dal freddo

-Dio, sei zuppa. Ti do un passaggio a casa- disse tirando fuori le chiavi dell'auto

-No, sto bene. Vado da sola- mi tremò il labbro mentre parlavo, era palese che non stavo bene ma stavo inscenando il solito teatrino per stare alla larga da Harry.

-Certo, stai benissimo. Infatti non sei bagnata fradicia e infreddolita, ti sei solo fatta una doccia vestita- commentò sarcastico con disappunto

-Le tue battute mi uccidono, Styles- dissi incrociando le braccia al petto testarda

-Te lo chiederò un'altra volta e poi basta. Vuoi un passaggio a casa?- disse indicando la macchina parcheggiata lì vicino. Feci saettare lo sguardo da lui all'auto e ignorando la parte di me che mi diceva che gli dovevo stare alla larga, accettai vinta dal freddo. Ci avviammo corredo verso la sua macchina, aprii veloce lo sportello e mi sedetti comoda sul sedile di pelle. Prima di partire Harry accese il riscaldamento e mi chiese indicazioni su dove abitavo. Rimasi in silenzio per tutto il tragitto con la faccia rivolta verso il finestrino a guardare le pioggia che si infrangeva sul vetro. Mi resi a malapena conto di quando Harry parcheggiò davanti casa mia, visto che si schiarì la voce per attirare la mia attenzione. Girai appena il viso e feci per andarmene, pronta ad aprire lo sportello.

-Ti accompagno al portone? Ho l'ombrello- mi chiese Harry, visto che pioveva ancora a dirotto

-No- risposi secca e forse un po' troppo ad alta voce e tentai di rimediare visto che fece una faccia sorprese e dispiaciuta, in fondo lui era stato gentile con me anche se non me lo meritavo e non glielo avevo chiesto.

-Non serve, hai già fatto abbastanza- cercai di addolcire il tono e Harry mi sorrise. Scese dalla macchina e aprì il grosso ombrello scuro venendo verso la mia portiera. Evidentemente non sapeva accettare un rifiuto. Mi aprì lo sportello e sgattaiolai veloce al suo fianco. Mentre ci stavamo dirigendo verso casa mia le chiavi dell'auto gli caddero per terra e tornò a recuperarle bagnandosi tutto. Cercai frettolosamente la chiave di casa e la infilai nella toppa, rivolsi lo sguardo verso Harry che mi fissava con le mani nelle tasche dei jeans tutti fradici. Alzai gli occhi al cielo

-Andiamo entra- mentre varcavo la soglia gli diedi le spalle ma riuscii a notare che sorrise. La casa era silenziosa eccetto per il rumore delle suole bagnate delle scarpe che scricchiolavano sul pavimento.

-Aspettami qui- dissi a Harry che era rimasto fermo sulla soglia della cucina. Salii veloce in camera mia e mi tolsi i vestiti bagnati mettendomi dei leggins neri e una felpa, lasciai i capelli sciolti anche se erano ancora umidi. Entrai in camera di mio padre e presi dal cassettone di fronte al letto una tuta che non metteva mai, a dire il vero lui non metteva mai nessuna tuta. La guardai immaginando se potesse andare bene a Harry temendo che fosse troppo grande ma in fondo lui era alto. Tornai al piano di sotto e lo trovai esattamente come l'avevo lasciato, gocciolante e appoggiato allo stipite della porta. Gli diedi la felpa dicendogli solamente dove fosse il bagno in modo che potesse cambiarsi. Mentre lui era in bagno misi a bollire l'acqua per il tè e mi persi a guardare fuori dalla finestra, infatti quando Harry entrò in cucina e mi parò al mio fianco sobbalzai.

-Scusa, non volevo spaventarti- non gli risposi e presi due tazze dove iniziai a versare il tè caldo. Scrutavo Harry cercando di non farmi vedere, i vestiti che gli avevo prestato gli stavano a pennello e c'era da dire che quella tuta stava molto meglio a lui che a mio padre. Mi imposi di non pensare a quel tipo di cose, vidi con la coda dell'occhio che stava iniziando ad avvicinarsi verso di me. Alzai lo sguardo e me lo ritrovai davanti che mi fissava in silenzio, era snervante tutto quell'imbarazzo che si era creato. Fece per dire qualcosa poi chiuse la bocca, mi resi conto di essere rimasta lì impalata e così presi una tazza e gliela misi davanti. Lui la prese ed io mi allontanai mettendomi vicino al lavello e iniziai a sorseggiare il tè. Finii di bere e posai la tazza, poi rimasi in silenzio e in attesa, di che cosa non lo sapevo nemmeno io. Harry venne verso si me e si sporse a poggiare la tazza dentro il lavello avvicinandosi ancora di più al mio corpo. Sospirai. Lo stava facendo decisamente apposta, non sapevo se cercava di provocarmi o semplicemente di infastidirmi. Volevo che se ne andasse in modo da rompere quell'atmosfera di disagio, ma era inutile negare che una parte di me voleva che restasse. Era ancora immobile di fronte a me, mi schiacciai contro il mobile evitando un possibile contatto. Aveva le labbra dischiuse e potevo vedere il petto che si alzava e si abbassava al ritmo del suo respiro. Quando avvicinò il suo viso al mio non ci capii più nulla, l'ultima cosa che vidi prima di chiudere gli occhi fu il verde del suo sguardo. Sentivo il suo respiro sulle mie labbra, stava giocando sporco ed io non ero più tanto cosciente. Dopo lunghi secondi mi baciò. Posò dolcemente le labbra sulle mie e mi prese per i fianchi. Rimasi immobile, pietrificata, lasciandolo fare ma poi gli misi le mani sul petto e ricambiai il bacio. Sentivo solo il rumore delle nostre bocche e il suo battito un po' accelerato. Pian piano iniziò a baciarmi più svelto e impaziente, mise una mano dietro la mia nuca premendo il mio viso contro il suo, mi mancava il respiro. Si staccò per farmi riprendere fiato ma continuò a mordicchiarmi il labbro inferiore. Si spostò a baciarmi il collo e il suo respiro mi fece il solletico. Spostò le sue mani lungo la mia schiena e di scatto aprii gli occhi. Mi ero cacciata in un guaio enorme, ma che diavolo stavo facendo? Premetti le mani sul petto di Harry per allontanarlo e si staccò da me puntando gli occhi nei miei. Ero accaldata e sentivo il sangue ribollirmi nelle guance sia per il bacio sia per l'imbarazzo.

-Devi andare- sussurrai continuando a fissarlo, lui annuì e basta. Mi diede le spalle e prese i vestiti bagnati e le chiavi della macchina, accennò un ciao e se ne andò silenziosamente così come era entrato. Chiusi gli occhi al rumore della porta che si chiudeva e mi misi una mano sul petto per constatare il mio battito, rivolgendo i peggiori insulti verso me stessa. Di solito non si baciano le persone che si odiano. Mi ero fatta prendere dal momento e avevo dimostrato ad Harry che ero debole, un errore imperdonabile. Nemmeno un minuto dopo il campanello suonò, pensai di non aprire per paura di trovarmi Harry davanti. Visto che chiunque ci fosse dietro la porta suonava insistente mi avviai strusciando i piedi per terra. Guardai dallo spioncino, era Christoper. Merda, sa tutto. Fu l'unica cosa che mi venne in mente. Se solo mi avesse risposto al telefono, mi avrebbe riaccompagnata tranquillamente a casa ed io non sarei finita per baciare Harry Styles nella mia cucina. Dare la colpa di tutto a Chris mi aiutava, credevo che mi facesse sentire un po' meglio, sì era un ragionamento da codarda. Aprii la porta e lo feci entrare in sala.

-Che ci faceva Harry Styles in casa tua?- fu la prima cosa che mi chiese senza nemmeno salutarmi, grandioso.

-Come lo conosci?- cercai di deviare il discorso

-Ti prego, Jenny! Lavoro per suo zio e poi non mi dimentico la faccia di un ricco spocchioso tanto facilmente-

-Giusto, comunque mi ha solo accompagnata a casa visto che tu- e calcai la voce sull'ultima parola -eri impegnato a fare chissà che cosa mentre io mi inzuppavo per le strade di Londra, visto che ero senza macchina- parlai a raffica puntando il dito verso Christoper.

-Ehi calma, ero a lavoro e appena ho visto le tue chiamate sono venuto a cercarti. Mi spiace- si strinse nelle spalle

-Scusa, lascia stare è stata una giornata pessima- gli dissi accasciandomi a peso morto sul divano

-Non ti preoccupare Jenny, è per questo che ti ho portato un film- sorrise mentre inseriva il DVD nel lettore, si sedette vicino a me e si mise ad accarezzarmi i capelli mentre io cercavo di concentrarmi sulla TV. Pensai a quello che era successo quel pomeriggio per tutta la durata del film e quando partirono i titoli di coda mi alzai dal divano. Christoper fece lo stesso e si infilò la giacca per tornare a casa.

-Davvero un bel film- commentò mentre lo accompagnavo alla porta. Annuii poco convinta.

-Buonanotte- gli dissi aprendo il portone, lui fece lo stesso e mi lasciò un bacio tra i capelli. Lo guardai mentre se ne andava lungo il vialetto e mi sentii in colpa, per quello che era successo con Harry. Era la prima volta che mi trovavo in una situazione del genere e di solito in quei casi chiamavo Corinne ma erano le undici di sera e dovetti rinunciare. Quindi mi feci una tisana sperando che mi calmasse il mal di testa e che mi aiutasse a dormire. Mi trascinai stanca in camera mia e mi buttai sul letto tutta vestita con l'intenzione di addormentarmi il più presto possibile sperando che almeno nei sogni sarei stata libera dai pensieri che mi affollavano la testa.

 

 

 

 

 

Commenti finali:

Ciao gente, sono stata brava ed ecco il nuovo capitolo :) dunque ecco finalmente il momento che tante (?) di voi aspettavano. Benediciamo tutte la pioggia londinese per averli fatti incontrare. All'inizio ho pensato di rimandare il primo bacio ma poi ho lasciato perdere. Dunque non nego che vorrei che la storia fosse seguita di più. Come ho già detto, prima di partire per Londra aggiornerò quanto più possibile (stay tuned). Mi raccomando recensite o non posto più u.u non mi caga mai nessuno çç

P.S. Sono tornati a Londraaaaa adjmvnsdjkb (sclero)

P.S.S. Mi sono rivista la twitcam di Liam del 18 e dire che mi sono morta di risate è poco, la migliore cam del mondo *-*

P.S.S.S. Tanto per la cronaca IO AMO ELEANOR E DANIELLE. Peace!

Alla prossima, baci Ale-

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5.

 

 

La mattina dopo mi svegliai presto tutta indolenzita, guardai l'orologio ed erano da poco passate le sette del mattino. Non mi alzavo così presto da tantissimo tempo. Provai ad addormentai ma mi sentivo accaldata e scalciai via le coperte sperando di ottenere un po' di sollievo. Rimasi in dormiveglia per un'ora, poi visto che non riuscivo a prendere sonno scesi dal letto per andare in bagno e prepararmi, se non altro sarei stata in anticipo quella mattina. Mi trascinai letteralmente verso il bagno con gli occhi semichiusi ed accesi la luce tastando il muro. Nel farlo urtai una boccetta che stava vicino all'interruttore, cadde per terra e si ruppe. Sospirai, un gran bel modo per iniziare la giornata. Mi chinai a malavoglia per raccogliere il contenitore in pezzi, nel frattempo avevo svegliato mio padre che si mise a fissarmi dal corridoio come se fossi un aliena. Doveva essere tornato a tarda notte dato che non ricordavo di aver sentito nessuno entrare in casa. Mi guardai allo specchio e infatti non ero poi così differente da un marziano: avevo gli occhi cerchiati da occhiaie viola, le labbra gonfie e i capelli che sembravano una balla di fieno. In più come se non bastasse ero un po' sudata, iniziai a temere di avere la febbre. Borbottai fissando il mio riflesso allo specchio come per dargli la colpa di essere così impresentabile. Mio padre, che era rimasto a guardare dall'inizio, alla fine si decise a parlare

-Ma che cosa ci fa in piedi?- si avvicinò e mi posò una mano sulla fronte

-Non riesco a prendere sonno- intanto mi sciacquai il viso

-Ho notato, hai la febbre. Torna a letto, tra un'ora chiamo Monica e la avviso che non vai a lavoro oggi- non me lo feci ripetere due volte e tornai in camera mia. Mi resi conto che la sera precedente mi ero addormentata vestita e così mi misi una tuta grigia e mi infilai sotto le coperte. Feci un sonno senza sogni, avevo come la sensazione di essermi agitata molto mentre dormivo. Mi svegliai due ore dopo quando mio padre, prima di uscire per andare in ufficio, mi portò la colazione con la medicina. Mi disse che aveva chiamato in libreria e che finché non mi sarei rimessa Monica avrebbe preso il mio posto. Presi subito l'antibiotico sperando che facesse effetto il prima possibile. Ero ridotta uno straccio: la testa mi scoppiava, mi sentivo le orecchie tappate e avevo la gola in fiamme. Ecco le conseguenze di correre sotto la pioggia alla Gene Kelly in Singing In The Rain. Beh, almeno il mio sarcasmo non era morto. Provai a mangiare qualcosa, assaggiai un toast, il massimo che sapeva cucinare mio padre, ma con la gola infiammata si rivelò un'impresa così mi accontentai di sorseggiare il tè caldo che mi diede molto sollievo.

Passai la mattina a poltrire a letto, di solito mi andava a genio non però quando mi sentivo da schifo. Accesi un po' il portatile cercando qualcosa da fare per passare il tempo, ma mi annoiai subito così scesi al piano di sotto e mi accasciai sul divano.. Per ammazzare il tempo iniziai a fare su e giù per la sala e poi andai in cucina. Mi sedetti su una sedia intorno al tavolo e iniziai a scrutare il lavello, non che fosse un mobile interessante ma mi ricordava quello che era successo il giorno prima. Bene, anche la mia cucina era stata infestata da Harry Styles, così abbandonai quella stanza. Il telefono iniziò a squillare e mi schiarii la voce senza ottenere grossi risultati. Era Corinne, mi chiese come stavo iniziando a farsi mille paranoie e mi avvertì che sarebbe passata nel pomeriggio. Inutile dirle che la mia era solo febbre, perché mi riattaccò il telefono in faccia dicendomi che la pausa pranzo era finita e doveva andare ad aiutare Monica. Per pranzo mangiai un pacchetto di patatine appollaiata sul divano e decisi che il modo migliore per impiegare il tempo era fare qualcosa di utile. Presi un'altra volta l'antibiotico, in effetti dopo il primo di quella mattina mi sentivo meglio. Salii in camera mia e iniziai a mettere a posto, certo fare le pulizie in quelle condizioni non era la cosa migliore e mi stavo davvero annoiando. Dopo il mio tentativo di essere diligente andai a farmi una doccia che durò più del previsto. Era impossibile non abbandonarsi al tepore dell'acqua calda e a malincuore uscii dal bagno, mi vestii decentemente e mi misi ad asciugarmi i capelli lisciandoli per bene. Non avevo idea di che ore fossero così appena suonarono alla porta scesi per andare ad aprire sicura di trovarmi davanti Corinne. Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva quando vidi Harry davanti alla porta, tossicchiai e incrociai le braccia aspettando che dicesse qualcosa. Mi salutò a bassa voce ed io ricambiai, poi lo feci entrare visto che stavo iniziando ad avere freddo con la porta aperta.

-Sono venuto a riportarti la tuta- disse poggiandola sul tavolo, sicuro che non era venuto solo per quello. Annuii solamente

-Oggi ero passato in libreria ma non c'eri e quindi ho pensato che ti fosse successo qualcosa- mi suonò strano, che si preoccupasse per me.

-Già, non sono stata bene- dissi ovvia. Non lo feci nemmeno entrare in sala perché non ero dell'umore di affrontarlo.

-Ti va di parlare- chiese dopo qualche minuto di silenzio

-No- risposi quasi urlando. Sapevo dove saremmo andati a parare ed evitai di trovarmi in una situazione del genere, così Harry si alzò per andarsene

-Okay, ma non mi ignorare per quello che è successo- mi lasciò un bacio sulla guancia, per fortuna non andò oltre perché sapevo che non sarei stata capace di respingerlo. Adesso pensava che eravamo amici, come se le cose non fossero già abbastanza incasinate! Mi ritrovai ad aspettare Corinne ansiosa per raccontargli tutte le cose strane che erano successe. Grazie al cielo arrivò dopo pochi minuti, se così non fosse stato sarei scoppiata. Mi salutò e protettiva mi tastò la fronte per sentire se avevo ancora la febbre.

-Come stai?- mi chiese poggiando la busta che aveva portato con sé in cucina.

-Fisicamente meglio, mentalmente sono a pezzi- vidi che aveva portato un po' di cibo spazzatura e così iniziai a sgranocchiare un pacchetto di patatine come se non ne avessi già mangiate abbastanza la mattina.

-Senti questa- disse richiamando la mia attenzione -oggi Harry è passato in libreria, e indovina? Cercava te- sospirai, già al corrente della situazione. Non mi restò altro da fare se non che raccontare tutto a Corinne. Le feci un resoconto dettagliato dagli eventi del giorno prima e quando finii aveva ancora la bocca aperta per lo stupore.

-Jenny, adesso mi dici che ti passa per la testa? Un giorno prima lo strozzeresti e subito dopo gli salti addosso.- tirai un cuscino del divano in faccia a Corinne, fintamente offesa.

-Primo desidero ancora strozzarlo, sopratutto dopo quello che ha fatto. E secondo è stato lui che mi ha baciata- la faccia della mia amica di commentava da sola. Passammo tutto il pomeriggio a parlare e ridere, il che mi fece sentire meglio, invitai Corinne a cena ma era già impegnata con Niall così ne approfittai per andare a dormire presto vista la levataccia della mattina precedente. Non mi ero del tutto ripresa fisicamente quindi decisi che mi sarei presa un altro giorno di riposo.

Quella mattina mi alzai verso le nove e mezza, da sola in casa. Mi sentivo più in forze e avevo bisogno di uscire un po' visto che non mi andava di trascorrere un'altra giornata di ozio. Mi vestii e mi coprii per bene e mi incamminai per le strade di Londra con le mani affondate nelle tasche e la sciarpa tirata su fino al naso. Arrivai nel centro di Londra e passai davanti agli uffici della facoltà di Cambridge che avevano sede lì. Mi ricordai che il giorno delle “ricerche” di Corinne non avevamo trovato nulla di Christoper riguardo l'università. Così solo per pura curiosità, e non con secondi fini, entrai a chiedere informazioni. Una donna con un completo rosa confetto mi squadrò da dietro i suoi occhiali tondi.

-Buongiorno, vorrei avere qualche informazione su un vostro studente recentemente laureatosi- chiesi gentile

-Cara, lo sai che non posso dirti nulla di più dei corsi che ha frequentato. È per la privacy- disse la signora continuando a battere freneticamente al computer.

-Si, si mi va bene. Non voglio sapere altro- volevo sapere solo se era stato iscritto.

-Nome prego-

-Christoper Andres- dissi picchiettando le dita sula scrivania in attesa. Dopo pochi secondi la signora mi rivolse di nuovo la sua attenzione

-Non c'è stato nessun iscritto a questo nome, mi spiace- ero scioccata

-Ne è sicura?- chiesi in preda al dubbio

-Signorina questi sono gli archivi aggiornati dell'università e le dico che non c'è stato nessun iscritto a questo nome- sospirai sommessamente. Salutai e me ne andai meccanicamente, Christoper mi aveva mentito sull'università e adesso iniziavo a sospettare quali altre cose non fossero vere. Aveva preso in giro anche Erik, lo scrittore spacciandosi per un neolaureato. Decisi di andare di andare a casa di Erik, lo zio di Harry, dove Chris aveva lo studio per parlargli e farmi dire di più. Arrivai davanti alla villa, suonai e mi rispose la governate. Mi disse che dato che quella era un'abitazione privata dovevo per forza prendere un appuntamento. Che casino! Presi il cellulare e iniziai a chiamare ripetutamente Christoper, senza però ottenere nessuna risposta. A mali estremi, estremi rimedi. Composi il numero di Harry e schiacciai sul tasto di chiamata. Riconobbi la voce del ragazzo che rispondeva all'altro capo del telefono

-Styles ho bisogno di te!- senza spiegazioni gli dissi che dovevo vederlo davanti a casa di suo zio e riattaccai senza preavviso.

 

 

 

 

 

 

Commenti finali:

mi rendo conto di essere in ritardo pazzesco e non oso immaginare quando ho aggiornato l'ultima volta. Sono stata molto impegnata con la scuola e poi sono stata 10 giorni a Londra. (mi devo ancora riprendere, mi manca già) Dunque vi devo dire tantissime cose, primo scusate se il capitolo non è il massimo, è solo di passaggio il prossimo sarà più interessante. Secondo, il 14 maggio è stato il mio compleanno (YAAYY). Terzo, a Londra sono stata da amici di mia zia e indovinate... puf, ho scoperto che hanno un figlio BELLISSIMO: Jacob. Okay, lo ammetto sono persa! Ci siamo ripromessi di vederci quest'estate, perché tornerò a Londra. -che cosa dolce- Ultima cosa, sto iniziando a scrivere un originale, non la posterò subito perché mi voglio impegnare con questa FF ma spero che in futuro la vogliate seguire. Detto questo ci si vede al prossimo capitolo bellezze.

P.S. Ovviamente recensite :) Baci Ale-

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6.


 

Aspettai nervosa per una decina minuti davanti alla villa, finché non arrivò Harry. Nel frattempo avevo continuato a cercare di rintracciare Christoper sul cellulare, senza ottenere risultati. Harry arrivò un po' trafelato davanti a casa di suo zio, io lo aspettavo con la schiena appoggiata al muretto. Appena mi vide si aprì in un sorriso a dir poco perfetto e si aggiustò i ricci ribelli, mi scossi un poco. Non l'avevo mica chiamato per ammirarlo, mi imposi di non pensare a lui in alcun modo, in fondo la sua presenza era già abbastanza ingombrante e non potevo permettere che mi riempisse anche la mente. Mi staccai da muro e mi avvicinai a lui con lo sguardo accigliato.

- Ho bisogno del tuo aiuto - dissi nervosa

- Questo l'avevo capito - con disinvoltura si mise le mani in tasca, come se fosse lì per clemenza. Credo che gli piacesse sapere che aveva del potere su di me.

- Devo risolvere una faccenda importante con Christoper -

- Ah, mi spiace ma se cercavi qualcuno con cui confidarti dei tuoi problemi sentimentali non sono proprio il tipo - alzò le mani in segno di resa

- No idiota, ma ho bisogno di entrare in casa di tuo zio. Non ho appuntamento, quindi visto che tu sei il nipote... - lasciai la frase in sospeso sperando che ci arrivasse da solo.

- Ho capito sono il tuo pass - si arrese al mio volere mentre ci avviavamo verso il campanello

- Vedi che quando vuoi sai essere utile – mi fece la linguaccia per rispondere alla mia battuta e suonammo, questa volta ci aprirono le porte e potemmo entrare. Quando varcai la soglia della villa, la stessa donna che mi aveva risposto prima al citofono mi guardò severa dato che mi aveva riconosciuta. Feci un sorriso fintissimo e trascinai Harry nell'ascensore senza perdere tempo. Schiacciai il pulsante del terzo piano dove c'era lo studio di Erik e l'ufficio di Chris. Ticchettavo nervosamente un piede per terra, mentre sia io che Harry eravamo a braccia conserte ad aspettare.

- Ah Jenny, dopo di questo lo sai che mi devi un favore? - fece un sorriso compiaciuto e contemporaneamente le porte dell'ascensore si aprirono. Rimasi con la bocca dischiusa dallo stupore per una manciata di secondi mentre Harry mi diede le spalle uscendo, poi tornai in me avviandomi verso l'ufficio. Mi sentii montare dentro una rabbia indescrivibile, non sarei mai stata alle dipendenze di Harry Styles e avrei preferito perdere il lavoro o essere umiliata pubblicamente piuttosto che fargli un favore o compiacerlo in alcun modo. Feci appello a tutta la mia buona volontà per cercare di contenere gli istinti aggressivi che si erano impossessati di me, gli lanciai comunque un'occhiataccia. Ero stata una stupida, era prevedibile che lui non mi avrebbe mai fatto una cortesia senza chiedere nulla in cambio, come se non lo conoscessi. Arrivata davanti alla stanza prima di entrare ammonii Harry con tono stizzito

- Tu rimani fuori di guardia -

- Oh capisco. Sei la classica fidanzata gelosa che indaga - voleva proprio provocarmi ed io nervosa ed arrabbiata com'ero sarei potuta esplodere da un momento all'altro

- Tu - dissi puntandogli un dito contro - non provare a giudicare - e detto ciò lo lasciai fuori dalla porta. La prima cosa che feci una volta entrata fu cercare di accendere il portatile, ma ovviamente c'era una password. Iniziai a cercare nei cassetti con furia, poi mi accorsi che uno di questi era chiuso a chiave. Cercai la chiave ovunque per un'abbondante manciata di minuti ma poi mi arresi poggiandomi con la schiena alla scrivania e sbuffando. Nel farlo rovesciai un portapenne e nervosamente mi chinai a raccoglierlo mentre borbottavo imprecazioni. Il caso volle che una penna fosse finita sotto la scrivania e ne raccoglierla notai due chiavi attaccate sotto di essa. Le presi entrambe e provai ad aprire il cassetto, ci riuscii al primo tentativo. All'interno trovai una cartellina rossa anonima, era piena di carte che sembravano essere inutili scartoffie di lavoro. Lo sguardo mi cadde su una assegno a nome dello scrittore, zio di Harry, di mezzo milione di sterline verso un'associazione di beneficenza. Un paio di ricerche su internet e scoprii che l'associazione non esisteva, esattamente come la laurea di Christoper. Non ero poi molto sorpresa, avevo paura che Chris non fosse il ragazzo che tutti credevano. Richiusi il cassetto e mi infilai le chiavi e l'assegno in tasca. Trovai Harry che mi stava ancora aspettando fuori dalla porta e senza troppe cerimonie lo trascinai verso l'ascensore. Ovviamente mi riempì di domande, in breve gli dissi che doveva accompagnarmi in un posto senza dilungarmi riguardo quello che avevo scoperto anche perché mi sentivo una stupida ad essermi fidata di un tipo del genere e non volevo essere giudicata. Una volta saliti nella sua auto sbirciai l'indirizzo della falsa associazione sull'assegno e diedi le informazioni ad Harry di come raggiungerlo. Durante il tragitto ebbi il tempo di spiegargli dettagliatamente tutta la situazione con quel bugiardo di Christoper. Si rivelò molto semplice confidarmi con Harry, non credevo che potesse essere un buon ascoltatore e avevo paura che se ne uscisse fuori con uno dei suoi stupidi commenti. Conclusi il mio racconto quando arrivammo a destinazione, ci avvicinammo al portone dell'indirizzo segnato e usai la chiave che avevo trovato in precedenza per aprire la casa. Harry mi precedette e in una stanza trovammo Christoper. Tutti i miei sospetti si erano rivelati veri. Per poco non mi cedettero le ginocchia per lo stupore, mi aggrappai a un braccio di Harry, che chiamò la polizia nel giro di pochi secondi.

- Jenny, non è come pensi... - Chris si avvicinò verso di me ma Harry gli si parò davanti protettivo

- Certo e vuoi farmi credere che le valigie piene di contante non siano frutto di questo assegno – dissi tirandolo fuori dalla tasca

- Doveva restare un segreto. Non sono affari tuoi, la mia è una situazione difficile – mi urlò contro battendo un pugno sul muro

- Io mi fidavo di te, ero solo un diversivo, una copertura. Ma chi diavolo sei? Hai imbrogliato su tutto. Ti chiami almeno Christoper? – dissi delusa. Fui interrotta dalla polizia che irrompeva in casa e che ammanettava Chris. Harry chiamò suo zio Erik che da casa sua si precipitò da noi. Venimmo a sapere del fatto che ogni mese da quando era stato assunto sparivano diverse centinaia di sterline, inizialmente non si era preoccupato pensando che fosse qualche aumento delle bollette. L'assegno con l'ultima transazione più consistente – mezzo milione di sterline – era stato fatto di recente e quindi lui non si era ancora accorto di nulla. Cercai di non piangere e abbracciai istintivamente Harry per farmi forza.

Ci volle una quindicina di minuti per calmarmi e rimasi per tutto il tempo attaccata a lui, tornai in me e mi resi conto che Harry mi stava massaggiando leggermente la schiena per farmi rilassare. Mi staccai subito imbarazzata e lui si offrì di riaccompagnarmi a casa, annuii meccanicamente. Alla fine lo feci entrare in casa e, come mio solito, misi a bollire l'acqua per il tè, mi appoggiai al bancone della cucina e pensai a come era finita la volta precedente che Harry era venuto a casa mia. Fortunatamente fui interrotta dal fischio del bollitore e ci spostammo entrambi a bere nella sala.

- Ci sei rimasta proprio male, eh – commentò fissandomi. Annuii in risposta. Ogni tanto faceva delle osservazioni davvero ovvie.

- Ma è perché ti piaceva davvero? - scossi la testa, probabilmente era solo una mia impressione ma Harry sembrò sollevato.

- No ma odio profondamente le persone che mi prendono in giro e mi mentono e poi lui è l'ennesima persona che se ne va via lasciando una delusione. Sembrano capitare tutte a me -

- Io sono qui – disse lui poggiando la sua tazza sul tavolo

- È vero, ma tu sei stato un po' una delusione sin dalla prima volta che ti ho incontrato – mi strinsi nelle spalle. Harry sembrò confuso dalle mie parole

- Parlo di due anni fa... - lasciai in sospeso la frase, mi stavo esponendo troppo ma ero troppo spossata per mentire.

- Due anni fa, il campeggio a Folkestone - disse ricordandosi. Seguirono un paio di minuti di silenzio.

- Jenny, non puoi avercela ancora con me, sono passati due anni e le persone cambiano. Ero un cretino, ma come lo sono tutti gli adolescenti di quell'età. - rimasi in silenzio ripensando alle sue parole, all'improvviso mi sentii una stupida per aver pensato di fargliela pagare per quello che era accaduto molto tempo prima, anche se per me era stato doloroso. Avevo dato un'occasione a Christoper, che era un ragazzo di cui non sapevo nulla ma stavo negando una seconda chance ad Harry. Mi ero fermata a pensare ed Harry mi poggiò una mano su un braccio per richiamare la mia attenzione.

- Io probabilmente me la sono presa troppo, ma tu hai davvero esagerato due anni fa, insomma mi hai reso l'estate un inferno. E poi avevo una cotta per te – tanto valeva essere sinceri su tutta la linea, speravo solo che non si accorgesse che ero arrossita.

- Immagino che adesso sia troppo tardi – mi limitai ad annuire guardandolo e mi strinsi nelle spalle, non doveva assolutamente piacermi di nuovo.

- Okay, hai presente il favore che mi devi? - strabuzzai gli occhi, non poteva parlare sul serio.

- Allora la mia proposta è che adesso siamo amici. Non te lo sto imponendo, solo provaci – ero decisamente sorpresa, non mi aspettavo una richiesta del genere. Magari Harry era davvero cambiato, avevo temuto che mi chiedesse una cosa molto più imbarazzante o umiliante. Alla fine non mi dispiaceva l'idea di diventare amici e calcolando che avrebbe potuto chiedermi qualcosa di peggio accettai.

- Bene, siamo amici – mi strinse la mano come per suggellare il patto, mentre sorrideva e mi mostrava quei denti perfetti. Anche i suoi occhi verdi erano felici e persi un battito quando puntai il mio sguardo nel suo sorridendo debolmente. Rimanemmo fin troppo a fissarci e quando suonò il campanello fu come se presi la scossa, mi alzai dal divano ed andai ad aprire.

- Oddio Corrine non è un buon momento – ignorò del tutto il mio commento ed entrò in casa farfugliando qualcosa su Niall, si arrestò all'improvviso quando si accorse della presenza di Harry. Lui le sorrise e la salutò educatamente mentre Corinne invece lo guardava come se fosse un alieno, poi finalmente lo salutò ed assunse un comportamento un po' più normale. Si girò nella mia direzione e corrugò la fronte

- Scusaci un secondo – si rivolse al mio ospite mi portò in cucina. Potevo immaginare quello che volesse dirmi: il ragazzo che mi ero ripromessa di odiare e che dopo avevo baciato era tranquillamente seduto nel mio salotto come se fossimo amici di vecchia data.

- Oh mio Dio. Ma che sta succedendo? - disse bisbigliando isterica per non farsi sentire

- È stata una giornata molto lunga e non credo che sia il momento adatto per un resoconto dettagliato. Sappi solo che abbiamo fatto un patto, siamo amici -

- Tutto questo è surreale – in effetti suonava stano anche a me. Per non sembrare scortesi tornammo da Harry che ci stava aspettando. Si era creata un'atmosfera imbarazzante e per rompere il giaccio iniziai a parlare del più e del meno. In poco tempo la tensione si sciolse e fu facile scherzare e parlare tranquillamente. Harry raccontò a Corinne di quello che era successo quel pomeriggio mentre io mi limitavo ad annuire per confermare la sua versione. La mia amica era sbigottita e mi guardava in continuazione come se non potesse credere ad una parola.

- Allora ho fatto bene a fare qualche ricerca – concluse Corinne alla fine del racconto di Harry.

- Qualche ricerca? - chiese Harry non sapendo se doveva ridere o preoccuparsi. Alla fine fu un pomeriggio piacevole e quasi mi dimenticai della brutta faccenda con Christoper. Stavo ridendo per una smorfia che aveva fatto Corinne quando vidi Harry che mi fissava tranquillo, ricambiai lo sguardo finché Corinne non si schiarì la voce.

- Penso di dover andare – dichiarò avviandosi verso la porta. Mi alzai per accompagnarla

- Infondo non è male. Che carini che siete. Lui ti tiene sempre d'occhio – commentò facendo gli occhi dolci e sussurrando per non farsi sentire, scossi la testa sorridendo

- Siamo solo amici, adesso vai da Niall -

- Si certo vedremo – e si allontanò lanciandomi un bacio. Controllai l'orologio, era quasi ora di cena. Harry mi raggiunse vicino l'ingresso

- È simpatica la tua amica – si passò una mano tra i ricci mettendo in mostra le fossette

- Già, è matta – ridacchiai – Forse dovrei andare anche io – disse guardando distrattamente l'orologio. Feci una faccia un po' delusa, in realtà non volevo che se ne andasse, ero stata fin troppo bene in sua compagnia.

- Ci vediamo – disse abbracciandomi. Rimanemmo stretti per secondi che mi sembrarono interminabili, mi aggrappai alle sue spalle benché fossi più bassa di lui e rifugiai il viso nel suo petto inspirando il suo profumo. Lui intrecciò le mani dietro la mia schiena e mi accarezzò i capelli per tutta la lunghezza. Si sciolse dalla mia presa e mise una mano sul viso.

- So che sei forte – mi disse probabilmente si riferiva alla delusione ricevuta da Chris ma onestamente lui era l'ultimo dei miei pensieri. Ero persa nei suoi occhi, non riuscivo a distogliere lo sguardo dal suo viso incorniciato dai ricci. Si era fatto troppo vicino, automaticamente arrossii e abbassai lo sguardo. Improvvisamente i miei piedi erano diventati molto interessanti, iniziai a giocherellare con le mie mani nervosamente. Harry mi alzò in viso e mi rivolse un sorriso calmo, poi mise fine alla mia tortura e mi baciò, per la seconda volta. Se possibile fu anche più dolce della prima, mi teneva stretta in vita con una mano e con l'altra mi massaggiava la nuca. Mi arresi completamente alle sue attenzioni e gli infilai le mani tra i capelli giocando con i ricci. Dopo un po' si allontanò per dare la possibilità ad entrambi di riprendere fiato ma travolta dalla situazione gli morsi un labbro. Sentii che ne rimase sorpreso e credetti di aver esagerato ma tornò a baciarmi stringendomi sempre di più i fianchi. Non so quanto tempo fosse passato da quando aveva posato le labbra sulle mie e sorpresa di me stessa realizzai che avrei potuto passare tutto il giorno a baciarlo. All'improvviso Harry si staccò e mi guardo con la fronte corrugata. Temevo che avessi fatto qualcosa di male o peggio che si fosse semplicemente stufato di me. Mi mise le mani sulle spalle

- Scusa Jenny, ti avevo promesso di esserti amico. Mi dispiace aver approfittato della situazione – mi sentii come respinta, magari era una mia impressione visto che fino a due secondi prima eravamo attaccati come due piovre. Permalosa com'ero mi arrabbiai un po'.

- E te ne sei reso conto solo dopo cinque minuti che ci stavamo baciando? - incrociai le braccia al petto nel rispondergli. Sorrise a trentadue denti come se avessi raccontato una barzelletta, il che mi fece mettere ancora di più il broncio.

- Ci vediamo Jenny – disse scompigliandomi i capelli e avviandosi verso la macchina. Lo guardai mentre se ne andava, alla fine il vero motivo per cui ero turbata era che avesse interrotto bruscamente quel momento magico. Mi abbandonai sul divano sospirando, pochi minuti dopo fece il suo ingresso mio padre di ritorno da lavoro.

- È stata una lunga giornata – sospirò stanco

- Hai pienamente ragione – risposi di rimando.

 

 

 

 

Commenti finali:

holaaaa. Eccomi qui con il nuovocapitolo. Mi sono presa un po' di tempo perché non mi convinceva e ho riscritto dei pezzi. Visto che ho la connessione lenta per la vostra gioia (?) oggi starò tutto il tempo a scrivere così aggiorno prima – lo so che è sabato ma la mia vita sociale fa schifo (scherzo è che sarò ad un compleanno di famiglia ._.)- Dunque avevo pensato di scrivere anche una OS su Corinne e Niall e una dal punto di vista del nostro curly boy *^* Detto questo vi lascio e torno su word a scrivere. Passate un buon weekend e tenete duro che la scuola è quasi finita :) Baci Ale-

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7.


 

Due settimane dopo era tornato tutto alla normalità. Io avevo continuato a lavorare alla libreria facendo ritardo come sempre, Niall e Corinne erano più uniti che mai e nella mia vita non c'era nessun ragazzo strano eccetto Harry Styles, ovviamente.

Eh si, perché proprio come avevamo deciso due settimane prima adesso eravamo ufficialmente amici. Non mi ci ero ancora abituata e diciamo che quelle volte che Harry era venuto in libreria ero rimasta sorpresa.

Una volta mi aveva portato il pranzo ed avevamo mangiato insieme a Corinne, inutile dire quante allusioni avesse fatto al nostro bacio e a noi come coppia. Harry sembrava non curarsene e rideva tranquillamente.

Quella mattina scesi le scale a due a due e addentai il pancake che mio padre aveva cucinato. Feci appena in tempo a salutarlo che dovetti scappare a lavoro, come sempre d'altronde.

Lo vidi che mi osservava scuotendo la testa mentre io mi fiondavo in auto, avevo notato che in questo periodo era più pensieroso ma in compenso sembrava felice. Finii di masticare e accesi il motore che rombò.

Arrivai in libreria prima di Monica per un soffio. Passai la mattinata servendo i clienti e quando mi trovai sola con Corinne ci scambiai quattro chiacchiere. Era poco più di una settimana che non vedevo Harry, ma il bello era che non si era fatto sentire né con un messaggio, né con una chiamata.

In altre circostanze non mi sarebbe importato ma mi stavo abituando alla sua presenza, la sua assenza mi lasciava perplessa. Corinne diceva che di solito i maschi quando solo confusi riguardo i sentimenti, si lasciano “intimidire”, era convinta che Harry non mi vedeva solo come un'amica ed era confuso su cosa dovesse fare con me.

Davvero non lo so quella ragazza da dove le tirasse fuori certe idee, ma spesso aveva ragione o semplicemente riusciva a indovinare, il che mi spaventava.

Se ad Harry piacevo davvero non avevo messo in chiaro quello che provavo io, mi sarei messa in gioco di nuovo? Ero arrivata alla conclusione che fosse stupido negare che mi stava iniziando a piacere sempre di più, ma non sapevo se mi sarei esposta ancora. Comunque non mi aiutava il fatto che Corinne dicesse che piacevo ad Harry, mi faceva fare solo illusioni. Erano passate da poco le quattro di pomeriggio e la libreria quel giorno non era stata molto affollata.

- Insomma non capisci? Quel bacio è stato una tragedia – dissi sorreggendomi la testa con un gomito

- Oddio quanto la fai lunga. Ti è piaciuto punto, perché dovrebbe essere grave? - disse Corinne svolazzando tra uno scaffale e l'altro. La faceva semplice lei.

- Proprio perché mi è piaciuto. Fin troppo. - ammisi - La prima volta l'avevo allontanato io ma la seconda, se fosse stato per me probabilmente gli sarei stata tutto il giorno attaccata – Corinne sghignazzò. Mi resi conto di quello che avevo appena detto e affondai il viso tra le mani piagnucolando.

- Vedi Corinne, te l'avevo detto che era una tragedia -

Decisi che concentrarmi sul lavoro extra mi avrebbe aiutato a distrarmi sulla faccenda Harry, ed ero disposta a tutti i costi a prendermi una pausa del mio stesso cervello. Così mi incamminai tra gli scaffali che come sempre traboccavano di libri.

La luce quel pomeriggio filtrava dalla finestra aperta, era una giornata piacevole, e mi beavo del calore del sole mentre mettevo a posto dei libri. Ero completamente con la testa tra le nuvole, quando due mani grandi si posarono salde sui miei fianchi facendomi sobbalzare per lo spavento.

- Ti ha spaventato Fields? - Harry mi fece voltare sussurrandomi nell'orecchio. Un brivido mi pervase la schiena. Mi era mancato un pochino, ma davvero poco giuro. Mi misi una mano sul petto per controllare il battito irregolare.

- Non farlo mai più Styles – gli diedi una manata sulla spalla che non lo spostò minimamente, anzi si mise a ridere.

Con noncuranza ricominciai a mettere i libri sugli scaffali tornando a dargli le spalle, sentivo la sua presenza ancora dietro di me.

- E così sei scomparso per una settimana – osservai, speravo che non notasse la mia curiosità.

- Già sono andato in giro a conoscere belle ragazze per i locali, sono state molto ehm... disponibili nei miei confronti. Ti sono mancato? - chiese strafottente alzando il mento, dire che mi sentii improvvisamente mancare la terra sotto i piedi fu poco. Ero pietrificata e strinsi la mano in un pugno. Avevo voglia di urlare ma stranamente riuscii a mantenere un tono di voce abbastanza calmo.

- Che ti credi? Che senza di te non ho una vita sociale? - sbottai isterica.

Ridacchiò e si aggiustò i capelli.

- Dai stasera esci con me – non capii se fosse una domanda o una richiesta.

- Primo le cose si chiedono e secondo ho da fare – bugia, ma ero troppo arrabbiata per la sua sparata di prima.

- Dai usciamo e poi non ci credo che hai da fare – si sporse a fissarmi

-Ho da fare con... - mi guardai intorno spaesata – con Corinne – si può sempre contare sulla migliore amica

- Non è vero! - la sentii gridare da qualche parte del negozio, ecco come non detto. Harry scoppiò in una risata fragorosa e io mi ero fatta rossa per la rabbia e per la vergogna. Poi di slancio lui mi abbracciò e mi disse direttamente dell'orecchio

- Passo questa sera alle otto, ho bisogno della mia amica – non era giusto, così giocava sporco. Si accorse che mi rilassai e mi salutò soddisfatto con un bacio sulla fronte, era fin troppo facile per lui. Bastava uno sguardo, un piccolo gesto ed io abbassavo le difese, e lui ne approfittava per farmi fare quello che voleva. Lo guardai come una stupida fino a che non lo vidi scomparire poi mi diedi ripetutamente un libro in testa mentre ripetevo a bassa voce “scema”, “illusa”.

Ma il peggio arrivò alla fine del turno, quando mi misi in macchina per andare a casa. Iniziai a parlare da sola.

- Certo perché magari questa sera non aveva nessuna puttanella da scoparsi allora ha deciso di uscire con Jenny, e Jenny è una stupida che ha accettato. Che poi non mi ha nemmeno dato nessuna spiegazione del perché non si è fatto sentire. Ma infondo perché dovrebbe? Ma mi chiedo perché, perché sono così scema? Basta. - imposi a me stessa di non pensare a certe cose. Mentre percorrevo il vialetto di casa mi resi conto che ero totalmente impazzita.

Arrivare a parlare da sola? Harry Styles mi stava letteralmente facendo andare fuori di testa.

Non mangiai nulla per cena ed entrai in crisi quando dovetti scegliere che cosa indossare per quella sera. Non volevo mettermi troppo in tiro ma volevo sorprenderlo.

Svuotai tutto il mio armadio per poi optare per un semplice stretto vestitino a righe fitte blu e bianco, a maniche lunghe. Mi misi una giacca di jeans e le converse blu. Mi specchiai, i capelli erano in ordine, ricadevano lisci sulle spalle e il vestito lasciava scoperta una buona porzione di gambe. Al diavolo, per una volta volevo essere guardata.

Non ero mai stata il tipo che adora stare al centro dell'attenzione e proprio per questo decisi che per una volta potevo permettermelo.

Harry mi mandò un messaggio dicendomi che mi aspettava fuori casa, presi la borsa e mi avviai.

Il piano aveva funzionato, vidi che Harry strabuzzò un po' gli occhi non appena mi vide, sorrisi compiaciuta salutandolo con la mano.

- Complimenti – si limitò a dire tossicchiando. Una volta seduta accavallai le gambe sapendo che mi stava guardando.

- Dove mi porti Styles? Da McDonald? -

- No, io sono di classe. Andiamo in un locale in centro -

- Oh uno dove hai conosciuto le tue amichette -tagliente al punto giusto, lui mi fece un mezzo sorriso in risposta.

Alla fine il locale era bello, la musica non era molto forte e le luci erano soffuse al punto giusto. Ordinammo un paio di drink e Harry si mise a fare battute sceme e inevitabilmente iniziai a ridere.

Poi mi guardò serio

- Ti stanno guardando troppi ragazzi andiamoci a sedere – pensai stesse scherzando ma mi trascinò verso un tavolo.

La serata fu più tranquilla di quanto mi potessi essere immaginata, ad un certo punto mentre stavo ridendo sentii che qualcuno mi coprì gli occhi da dietro con le mani. Tastai il dorso della mano per provare a capire chi fosse, era un ragazzo ma non avevo idea chi

- Dai chi è? - chiesi mentre sorridevo. Sentii una risata femminile vicino a me poi il ragazzo si decise a farsi vedere. Occhi verdi, castano e un sorriso da bambino stampato in faccia.

- Louis – esultai sorridente – Eleanor – abbracciai la ragazza che si sedette vicino a me.

- Tu buffone, che ci fai con una ragazza seria in giro? - chiese Louis iniziando a stuzzicare Harry che gli scompigliava i capelli. Styles si guardò intorno e poi disse

- Che ragazza seria? - scoppiammo tutti e quattro a ridere e io alzai le sopracciglia fintamente offesa.

La serata andò di bene in meglio con l'arrivo di Lou e Eleanor. Adoravo quei due ragazzi. Stavano insieme da circa quattro anni eppure sembravano una coppia di sedicenni che si erano appena fidanzati. Guardai l'ora sul cellulare, era mezzanotte passata e mi feci scappare uno sbadiglio. Harry se ne accorse.

- Io e Jenny ce ne andiamo, ragazzi. Fatevi sentire – mi alzai e mi cinse la vita con naturalezza. Salutai e ci avviammo verso la macchina.

- Non sono stanca – dissi una volta dentro l'abitacolo dell'auto - Okay magari un pochino – aggiunsi facendo la linguaccia. Harry era tranquillo e guidò per tutto il tragitto con un sorriso rilassato stampato in faccia. Quando arrivò davanti il cancello di casa mia spense il motore e scese dalla macchina. Lo imitai e ci avviammo verso il portone, io stretta nella mia giacca a causa del freddo e lui con le mani in tasca.

- Niente da dire sulla serata? - sapeva che mi ero divertita ma non volevo cedere

- Oddio si, Louis è un mito e poi mi ha salvata dalle tue grinfie – risi per la buffa espressione che aveva fatto. Poi puntò gli occhi nei miei, mi mise le mani in vita e fui sorpresa quando iniziò a farmi il solletico.

Era uno dei miei punti deboli e iniziai a dimenarmi lanciando dei piccoli urli mentre cercavo di scollarmelo di dosso. Alla fine dovetti cedere o mi avrebbe tormentato per tutta la sera.

- Ssshh Harry c'è mio padre in casa – dissi con il fiato corto, mi ignorò – dai basta. Okay mi arrendo mi sono divertita – mi lasciò i fianchi e mi diede il tempo di riprendermi dalle risate.

Mi resi conto di essere con la schiena contro la porta e lui era a pochi centimetri da me. Quella poca distanza mi scombussolò. Harry non accennava ad allontanarsi e io non ero da meno. Ad un certo punto ci sorridemmo e io di slancio gli diedi un bacio a stampo sulle labbra, mi staccai e lo vidi sorpreso ma sorridente. Gliene diedi un altro e gli buttai le braccia intorno al collo, si mise a ridacchiare io lo imitai, bocca contro bocca.

Il cellulare prese a vibrargli e ci staccammo nello stesso momento lo tirò fuori dalla tasca

- Devo rispondere – disse facendo spallucce. Potei vedere il nome di chi gli aveva mandato il messaggio sul display illuminato: Amanda. Non avevo idea di chi fosse, immagino una delle sue conoscenze “speciali”. Pensai che per quel giorno ne avevo avute abbastanza, non mi ero dimenticata di quello che mi aveva detto precedentemente.

Mi piaceva la sua compagnia ma non ero di certo lì con lui per mettermi in fila sulla sua lunga lista. Non aveva capito niente.

Mi sentii a disagio e semplicemente mi girai e aprii la porta

- Buonanotte – gli dissi con tono arrabbiato e probabilmente troppo ad alta voce perché lui si girò confuso. Non gli diedi il tempo di rispondermi perché gli chiusi la porta in faccia con un tonfo.

Feci le scale di corsa e mi buttai sul letto ancora vestita, mentre sospiravo e pensavo cercando di prendere sonno.

 

 

 

Commenti finali:

taaadaaa (?) sono nervosissima perché tra dieci giorni parto per London. Eh si, tre mesi lì asdfghjkl rivedo anche Jacob, ma questa è un altra storia. Dunque che posso dire? Pensavo che la storia dovrebbe durare circa 15 capitoli. Adesso ne sto scrivendo una con Niall che ancora pubblico, ma mi ha presa molto. Grazie alle persone che hanno inserito la storia tra le seguite/ricordate/preferite. Fate un opera di carità e lasciatemi una recensione LOL comunque alla prossima. Baci Ale-

#directioner #calderic #peacer

P.S. Ho cercato di trovare un volto a Jenny ecco le foto non le riesco a caricare ma vi lascio la mia pagina facebook dove le potete trovare: http://www.facebook.com/EfpIsaidAlessia
 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


 

Capitolo 8.


 

 

Dopo tanta shopping-terapia e molte -moltissime- ore a parlare con Corinne ero riuscita a sfogarmi e mettere da parte tutto il risentimento nei confronti di Harry. Era una settimana che lo ignoravo e che lui ignorava me, da una settimana la mia amica si stava sorbendo le mie sfuriate riguardo quel ragazzo.

Odiavo il fatto di avere bisogno della sua presenza, perché probabilmente lui non aveva bisogno di me tanto quanto io avevo bisogno di lui.

Non appena informai la mia amica della nostra conversazione avuta qualche pomeriggio fa in libreria, nemmeno lei si aspettava che Harry avesse altre “amiche” con un rapporto stretto, già anche io mi ero illusa di essere l'unica.

Avevo fatto ancora una volta lo stesso errore.

Il nome Amanda mi aveva perseguitato per tutta la settimana, se solo ci ripensavo mi veniva voglia di fare qualcosa di violento, ma mi limitavo a borbottare e sbuffare.

Ed Harry era stato un idiota che per rispondere a quella chiamata mi aveva detto di aspettare, come se ci stessimo facendo la manicure e non baciandoci appiccicati alla mia porta di casa.

L'isteria stava tornando. Calma.

Quel giorno era il 14 novembre ed erano esattamente due mesi e mezzo che mi ero riavvicinata ad Harry, due mesi che vivevo sempre in paranoia, tesa come la corda di un violino perché con quel ragazzo non sapevi mai che cosa aspettarti.

Io e Corinne in libreria eravamo sole, e tenevamo le finestre chiuse dato che fuori pioveva. Ero seduta dietro la scrivania e guardavo le gocce che rigavano il vetro, mentre giocherellavo con una penna.

Corinne sbucò da dietro e mi mise le mani sulle spalle, sobbalzai sulla sedia un po' spaventata. Iniziò a massaggiarmi le spalle come per calmarmi

- Sei tesa Jenny, dobbiamo uscire a svagarci – adoravo quando era premurosa nei miei confronti, mi sentivo voluta bene

- Non è vero, non sono tesa. Ero sovrappensiero e poi mi spieghi dove vorresti andare con questo tempo – sentii Corinne sbuffare rumorosamente e sedersi di fronte a me. Okay, ero diventata di una noia mortale, passavo un sacco di tempo a casa e in libreria, non ero certo una tipa da locali, non lo ero mai stata ma prima uscivo di più.

- Andiamo Jenny, è venerdì. Oggi Niall esce con un amico e tu verrai con me – disse decisa.

Bene, era venerdì e io nemmeno me ne ero resa conto. Ricordo che quando andavo al liceo non vedevo l'ora che arrivasse il week-end, iniziando a organizzare attività per il fine settimana già dal lunedì.

Immaginai che non mi sarei potuta opporre al volere di Corinne

- Ma si – acconsentii – mi farà bene una sera con la mia migliore amica -

mi rivolse un sorriso a trentadue denti.

Pochi minuti dopo entrò Niall, aveva i capelli leggermente bagnati visto quanto pioveva fuori, Corinne gli saltò addosso abbracciandolo e lui la cinse per i fianchi. Ogni volta che li vedevo insieme era palese che mi brillassero gli occhi, erano adorabili. Ci mettemmo tutti e tre a bere un po' di tè che mio cugino aveva portato, parlammo del più e del meno mentre Corinne giocava con i capelli umidi di Niall.

All'ora di chiusura mi avviai verso l'uscita munita di ombrello, ovviamente pioveva ancora. Sarei dovuta andare a casa, cambiarmi e poi aspettare Corinne. Avrei fatto bene ad affrettarmi, così corsi sotto la pioggia per raggiungere la macchina.

Arrivai a casa e la trovai vuota, come sempre. Mio padre doveva essere in ufficio. Quel mese aveva raddoppiato i turni di lavoro e si era chiuso ancora di più, io sapevo perché. Novembre era il mese in cui era morta mia madre e pur di tenersi lontano dai ricordi mio padre si concentrava sul lavoro.

Salii in camera mia e mi fiondai velocemente verso la doccia, ne uscii rigenerata e spesi molto tempo ad asciugare i miei capelli biondi, sempre più lunghi. Il tempo non era promettente così indossai un paio di collant grigi di lana, un vestito beige dello stesso materiale e degli stivali senza tacco alti fino al ginocchio. Presi una giacca con il cappuccio, per evitare di bagnarmi e scesi in cucina. Non mi restava molto tempo per cenare e non avevo molta fame, mi accontentai di uno yogurt.

Giusto in tempo arrivò Corinne e io infilata la giacca la raggiunsi in macchina

- Ciao, allora dove si va con questo tempo orribile? - quella sera sembrava di buon umore

- Come ha vecchi tempi, bowling. Andiamo da Joe & Taylor Ti ricordi? - ovvio che mi ricordavo avevamo passato i migliori momenti in quel locale ed era una buon idea tornarci.

- Certo che mi ricordo, sbrighiamoci – dissi entusiasta, la serata prometteva bene nonostante ero sta scettica a riguardo.

Riuscimmo a trovare un posto per la macchina proprio nel parcheggio del locale, ed entrammo senza bagnarci. Era proprio come me lo ricordavo.

C'erano ovunque luci al neon, e in linea di massima non era molto illuminato ad eccezione delle numerose piste da bowling che brulicavano di lucine colorate. Proprio di fronte alle piste c'era il piano bar con un grosso juebox degli anni sessanta. In una sala a parte c'erano i tavoli da biliardo, il tiro a freccette e le slot machine.

Appena ci avvicinammo al bancone Joe ci riconobbe e ci venne incontro, era un uomo non molto alto e tarchiato, con la pelle chiara e i capelli rossicci. Sollevò Corinne come se pesasse 5 chili e mi stritolò in un abbraccio, quell'uomo ci aveva visto crescere ed era sempre un piacere rivederlo. Dall'altra parte della sala c'era suo fratello Taylor che era occupato con dei clienti, ci salutò agitando un braccio.

Lui, a differenza di Joe, era alto e smilzo con un paio di baffi e con la solita chioma rossiccia.

- Che ci fate qui ragazze? Quanto tempo è passato dall'ultima volta? -

- Ah Joe ci mancano i vecchi tempi e questa ragazza – disse Corinne indicandomi – ha bisogno di svagarsi – io feci l'occhiolino per confermare la versione di Corinne.

- Bene, allora muovetevi, andate a divertirvi – ci incitò facendo cenno con le mani.

Messe le solite scarpe da bowling io e Corinne iniziammo una partita, io non ero per niente migliorata rispetto a due anni e fa e mi stavo facendo stracciare. Lanciai l'ennesima palla che colpì giusto un paio di birilli, tornai all'inizio della pista e mi sedetti sul divanetto in pelle verde. Vidi Taylor che si avvicinava verso di noi con un vassoio in mano, poggiò due birre sul tavolino

- Queste le offre la casa – disse portandosi il vassoio al petto

- Oh, grazie – rispondemmo in coro io e Corinne.

Smettemmo di giocare per un po', ci sedemmo entrambe a chiacchierare mentre sorseggiavamo con gusto le nostre birre. Per una sera non parlammo di ragazzi, ci mettemmo a ricordare i tempi del liceo e i nostri vecchi amici. I bicchieri si svuotarono presto e finite le chiacchiere, riprendemmo a giocare, per la verità io mi limitavo a lanciare la palla e Corinne faceva punti. Toccava a me tirare, mi guardai un po' intorno e davvero non potevo credere ai miei occhi per chi vidi.

La palla mi cadde con un tonfo sordo sul parquet e io sbarrai gli occhi.

- Jenny lo scopo del gioco è colpire i birilli -

- Oh mio Dio, guarda chi c'è Corinne. Non ci credo – ignorai la sua battuta per concentrare la sua attenzione sui ragazzi che avevo visto

- Che diavolo ci fanno Harry e Niall ? Per di più qui, insieme – era palesemente sorpresa anche lei. Rimanemmo a fissare i due ragazzi, poco distanti da noi, per svariati secondi finché entrambi non si girarono accorgendosi che li stavamo fissando.

Niall si aprì in un sorriso vedendo Corinne e io mi incupii quando il mio sguardo incrociò quello di Harry.

Vidi che i ragazzi si dirigevano verso di noi, Corinne salutò Niall con un bacio a stampo e io salutai i ragazzi un po' freddamente.

- Ma che ci fate qui, per di più insieme? - disse Corinne

- Voi che ci fate qui? - disse Niall. Incrociammo le braccia, come in attesa di una loro risposta.

- Noi giochiamo a bowling – io e la mia amica alzammo un sopracciglio alla frase ovvia di Niall – e io e Harry ci conosciamo da circa un mesetto, l'ho incontrato allo studio di..-

- di mio zio – lo interruppe Harry, Niall fece un faccia strana e stava per controbattere ma lui gli fece cenno di lasciare perdere. Okay, c'era decisamente qualcosa sotto.

Harry si avvicinò al tabellone dei punti e si mise a ridacchiare

- Jenny ti stai facendo stracciare – commentò. Io lo fulminai con lo sguardo. Se quella era l'unica cosa che era capace di dire dopo giorni avrebbe fatto meglio a stare zitto.

- Possiamo giocare con voi? - chiese Niall, ovviamente Corinne non sapeva dirgli di no e accettò felice, io feci una specie di grugnito e arricciai il naso.

- Okay Harry, tu visto che sei bravo giochi con Jenny – perfetto, di bene in meglio. Avevo detto addio alla mia serata tranquilla tra amiche.

Anche se Harry doveva farmi da spalla, continuavamo a perdere a causa dei miei tiri penosi.

- No, no, no. Sbagli a lanciare – disse il riccio avvicinandosi. Mi prese da dietro per i fianchi, poi afferrò in braccio con cui tenevo la palla e guidò i miei movimenti.

- Ecco vedi – disse rimanendomi sempre dietro. Aveva sicuramente capito che ero nervosa, nonostante fossi tra le sue braccia ero molto tesa. Non appena mi lasciò libera dalla sua presa feci un respiro profondo per cercare di sciogliere la tensione.

Rinunciai a giocare e stetti tutta la serata seduta sul divanetto a guardare giocare Harry, Niall e Corinne. Ancora non mi era chiaro come si conoscessero Styles e mio cugino.

Visto che non avevo niente da fare, mi misi a giocherellare con le punte dei miei capelli.

- Ti annoi? - mi chiese Harry sedendosi vicino a me, scossi la testa. Pochi secondi dopo vidi che Corinne e Niall ci si pararono davanti.

- Allora che si fa? Sono sole le nove - chiese mio cugino

- Oh oggi c'era quel film bellissimo in TV – disse Corinne abbracciando Niall

- Forrest Gump, ce lo possiamo vedere a casa mia – disse Harry. All'improvviso mi accorsi che tutti fissavano me, io alzai le spalle.

- Allora andiamo? - Corinne me lo chiese praticamente implorando.

- A me non cambia nulla. Suppongo che quindi andiamo tutti a casa di Harry – tutti sorridevano tranne me, solo l'idea di doverlo affrontare di nuovo mi faceva paura. Mentre ci avviavamo verso casa sua ero rimasta silenziosa.

Entrammo in un grande appartamento al secondo piano. Mi sorpresi quando lo vidi ben arredato e in ordine, Harry viveva da solo e immaginavo che come la maggior parte degli uomini casa sua fosse un disastro. Lasciai che lo sguardo vagasse un po', osservavo le foto di famiglia, Harry sorrideva tranquillo e quasi non sembrava lui.

- Okay andiamo in camera mia – disse aggiustandosi i ricci. Io e Corinne lo seguivamo mentre scherzava con Niall. Camera sua era probabilmente il doppio della mia con le pareti chiare, un grosso letto matrimoniale e un bellissimo specchio. Mi sedetti sulla poltroncina accanto al letto e Harry fece partire il film. Onestamente lo avevo già visto e non mi interessava molto. Fui per tutto il tempo distratta a pensare e potei notare Harry che mi fissava. Dopo una mezzoretta guardai Niall e Corinne e storsi il naso facendo una faccia fintamente schifata, Harry si mise a ridere.

- Dai ma prendetevi una camera – scherzò il riccio

- Siete noiosissimi – Corinne fece una smorfia e se ne andò trascinando via Niall.

- Non il divano, è nuovo – urlò Harry in preda alle risate.

Io non ero alquanto felice, ancora sola con lui nella stessa stanza. Che poi era una camera da letto, la sua camera da letto. Smise di ridere e si sedette sul bordo del letto, di fronte a me.

- Sei sparita – ecco cominciava, io alzai un sopracciglio.

- Ho avuto da fare a lavoro e a casa – non sembrava convinto, in realtà la mia era un scusa piuttosto patetica.

- Come hai conosciuto Niall? – chiesi dopo un paio di minuti di silenzio

- Oh io emh... diciamo che io cercavo lavoro – avevo ancora un milione di domande ma rimasi a bocca chiusa. Ero ancora arrabbiata per quello che era successo poco più che una settimana fa, ero stufa dei giochini di Harry.

- Vado in cucina a prendere da bere, hai sete? - mi limitai a scuotere la testa. Quando si chiuse la porta alle spalle diedi un occhiata veloce alla camera, il suo cellulare iniziò a squillare. Mi avvicinai alla scrivania per vedere chi fosse, nel caso fosse stata una chiamata importante. Non appena vidi il nome sul display mi pietrificai: Amanda, ancora. Aveva dovuto iniziare a frequentarla se dopo una settimana si vedevano ancora. Il telefono smise di squillare, la scrivania era cosparsa di fogli. Una cartellina rossa attirò la mia attenzione e decisi di aprirla, non mi importava se rischiavo di essere scoperta, la curiosità era più forte di me. Dentro era piena di fogli con testi di canzoni e arrangiamenti che Harry aveva scritto, una canzone mi colpì molto. Probabilmente parlava di una ragazza, ma il modo in cui parlava dei suoi sentimenti era così sincero, si era messo a nudo. Vidi il numero di Amanda scribacchiato in un angolo di una pagina, sotto c'era scritto Univarsal Records.

Improvvisamente ricollegai tutto, ero stata una stupida. Mi ero fatta paranoie per niente, era tutto un mio film mentale. Richiusi la cartellina e mi sedetti sul letto con la testa tra le mani, Harry rientrò nel giro di pochi secondi.

- Amanda ha chiamato – dissi appena entrò nella stanza, fece una faccia stupita

- Ah... hai risposto? - diventò nervoso. Scossi la testa e sembrò un po' sollevato.

- È solo un'amica – disse come per giustificarsi.

- Non mentirmi. So chi è – cambiò subito espressione, potei scommettere che era arrabbiato

- Mi dispiace – tentai di giustificarmi – il telefono stava squillando e mi sono avvicinata a vedere chi fosse. Era Amanda e ho visto su un foglio che era della Universal Records. Ho visto una delle tue canzoni – lasciai la frase in sospeso per vedere la sua reazione. Si stava guardando le mani, temevo di aver fatto un casino.

- Scusa, mi dispiace – tentai di dire ancora una volta ma lui mi interruppe

- Amanda lavora per la Universal Records a New York. Hai presente la settimana che sono stato fuori? Ho fatto un provino e ho dato il mio demo alla Universal Records, è lì che ho incontrato Niall. Allo studio di registrazione. Amanda mi chiama per aggiornarmi – adesso era tutto molto più chiaro

- C'è solo una cosa che non capisco. Perché non vuoi dire della tua musica. I testi sono bellissimi – lui scrollò le spalle

- Non credo che la mia musica sia pronta, e poi ho paura di espormi troppo. I testi sono molto personali, troppo. Spero che tu non abbia sbirciato troppo -

Mi sedetti accanto a lui sul letto, e Harry mi guardò. Anche se non lo vedevo da più di una settimana non averei mai potuto dimenticare quanto fossero belli i suoi occhi.

- Mi fai sentire qualcosa? - chiesi facendo gli occhi dolci. Lui fece una smorfia poco convinta - Ti prego -

Acconsentì, infatti si alzò dal letto andò a prendere uno dei testi con gli accordi e si risedette sul letto mentre si schiariva la voce. Mi alzai per lasciargli più spazio e lui iniziò a cantare.

 

White lips, pale face
Breathing in snowflakes
Burnt lungs, sour taste
Light's gone, day's end
Struggling to pay rent
Long nights, strange men

Visto che cantava senza musica potei sentire la sua voce al meglio. Era un crescendo, prima iniziò sussurrando le parole poi divenne più deciso.

Se prima mi piaceva Harry, adesso ero persa. Ero rimasta affascinata dalla sua voce e si poteva vedere dallo sguardo con cui lo stavo fissando. Quando finì di cantare rimasi di fronte al lui finchè non parlò

- Allora, come sono andato? - disse inclinando la testa da un lato

- Benissimo – feci un sorriso dolce. Lui si alzò e mi si avvicinò, all'improvviso mi abbracciò. Rimasi immobile per un paio di secondi per la sorpresa ma mi ripresi subito e passai le mie braccia intorno alla sua schiena, misi la testa nell'incavo del collo e inspirai il suo profumo. Mi era mancato, troppo.

- Jenny – sussurrò prendendomi il viso tra le mani

- Mi dispiace, avrei dovuto chiederti il permesso. Non volevo essere maleducata è solo che un giorno ci sei e tre no. Sembra che io debba rincorrerti e non è quello che mi aspettavo – eccola la verità, era bastato un suo sguardo e la sua vicinanza a rivelare quello che sentivo. Ero in imbarazzo, anche se avrei voluto che lui continuasse a stringermi ma mi vergognavo per essermi esposta.

- E che cosa ti aspettavi? - chiese Harry restando immobile a pochi centimetri dal mio viso. Scrollai le spalle in risposta.

- E per la cronaca credo che la tua musica sia pronta – lo dissi per cambiare argomento, ma era la verità.

- La vera domanda è tu sei pronta Jenny? - percepii il suo profumo

- Per cosa? - dissi sospirando, quasi come un lamento. Era troppo vicino affinché io pensassi lucidamente. Vidi che si aprì in un sorriso mostrandomi una fila di denti bianchi e perfetti, colsi un po' di malizia nello sguardo.

Sempre tenendomi la testa tra le mani mi baciò, non potei che ricambiare. Era come fare pace con quel bacio, anche se in realtà non avevamo litigato, ma sembrava che avessimo messo da parte tutti i rancori.

Questa volta mi aggrappai a lui senza esitazioni, mi era mancato troppo. Le sue mani scesero sul mio collo procurandomi brividi lungo tutta la schiena. Io misi una mano tra i suoi capelli e una sul petto.

Potevo sentire che il suo cuore batteva fortissimo, forse fu quello che mi diede coraggio. Lo baciai sempre con più foga spingendolo lentamente contro l'armadio.

Sentii che le sue labbra si piegarono in un sorriso. Si staccò dalla mia bocca e passò a baciarmi il collo per far riprendere fiato ad entrambi. Mi baciò e mi morse il collo con dedizione, poi si avvicinò al mio orecchio. Potevo sentire chiaramente il suo respiro ancora irregolare. Cercai ancora le sue labbra e lui ribaltò le posizioni schiacciandomi contro l'armadio.

Gli sfilai la felpa che stava indossando e rimase in canottiera. Passai le mani lungo le sue braccia e mi aggrappai alle sue spalle forti.

Harry si staccò e mi guardò intensamente, come non aveva fatto mai. Iniziò a slacciare i bottoni del mio vestito mentre riprese a baciarmi lentamente.

Onestamente non seppi fino a che punto mi sarei potuta spingere con lui.

Iniziò a massaggiarmi la pancia facendo cerchi concentrici, io d'impeto lo strinsi forte e allacciai le gambe dietro la sua schiena. A tentoni arrivammo fino al letto e atterrai di schiena sul materasso con Harry addosso. Lo avevo provocato e adesso dovevo vedere quali erano le conseguenze, ero sicura che lui era eccitato almeno quanto lo ero io e continuavamo a baciarci.

Da svariati minuti nella stanza non si sentiva altro che il rumore delle nostre bocche che si cercavano e dei nostri respiri affannati.

Con il mio disappunto Harry si separò da me, mi guardò e lentamente si mise a riallacciarmi i bottoni del vestito.

- Non hai idea quanto sia difficile fermarmi per me, ma voglio che tu sappia che non voglio solo questo da te – non potevo credere a quello che avevo appena sentito.

Mi sedetti sul letto ancora sconvolta dalla passione che ci aveva travolti tentai di aggiustarmi i capelli.

- Cos'è che vuoi? - chiesi guardandolo dritto negli occhi

- Noi – rispose secco e con uno sguardo sincero. Non potei fare a meno che sospirare e sorridere felice.

Harry mi baciò la fronte e raccolse la sua felpa dal pavimento.

Esattamente due minuti dopo, con un tempismo perfetto, Corinne e Niall rientrarono in camera di Harry. Eravamo entrami seduti sul letto a gambe incrociate e non stavamo facendo nulla di equivoco ma la mia amica si accorse che c'era qualcosa di diverso.

Probabilmente era perché io avevo le guance ancora rosse e tutti e due avevamo sicuramente i capelli arruffati.

- È tutto okay? - chiese Corinne

- Si, va tutto alla grande – rispose sornione Harry. La mia amica non era molto convinta vista l'espressione che aveva stampata sul viso.

- Va bene, Jenny pensavo di tornare a casa, si è fatto piuttosto tardi – annuii come risposta alzandomi dal letto.

- Ti aspetto di sotto – e entrambi ci lasciarono nuovamente soli. Harry mi raggiunse vicino alla porta

- Ci sentiamo presto e buonanotte – disse a bassa voce dandomi un bacio a stampo.

- Buonanotte – gli dissi felice, alzandomi sulle punte per baciarlo.

Lasciai la stanza raggiungendo Corinne che stava già indossando il cappotto. Lei e Niall si salutarono e insieme entrammo in macchina.

Non potei fare a meno di sorridere durante il tragitto mentre guardavo fuori dal finestrino. Vidi Corinne che mi lanciava un paio di occhiate curiose. Pochi minuti dopo eravamo davanti al vialetto di casa mia

- Scusa se ce ne siamo andate ma ero stanca – disse la mia amica

- Non c'è problema – le risposi

- Mi dici che hai? Hai un sorriso stampato in faccia da quando ce ne siamo andate – disse ridacchiando

- Non ci crederai mai ma io e Harry ci siamo baciati, a dire il vero siamo andati leggermente oltre -

- Hey non vi posso lasciare da soli che voi due vi saltate addosso. Un momento che intendi per “siamo andati leggermente oltre”? -

- Okay ti spiego diciamo che ci siamo chiariti e che abbiamo iniziato a baciarci semplicemente e poi io gli ho tolto la felpa, lui mi ha slacciato il vestito e mentre eravamo sul letto lui si è fermato dicendomi che non vuole solo un rapporto fisico con me. Ci credi? Ha detto che vuole che stiamo insieme, oddio Corinne – a sentirmi sembravo una ragazzina che parlava della sua prima cotta, ma ero sicura che era più di una cotta.

- Io... io non so che dire, ma sono molto felice per te, anzi per voi – disse abbracciandomi. Ci salutammo e io scesi dalla macchina praticamente saltellando.

Quella sera andai a dormire semplicemente felice e forse... innamorata.







Commenti finali:

hey dovrei spiegare la mia lunghissima assenza e mi dispiace ma il vero motivo è che non ho tempo sul serio. Capisco se molti di voi sono delusi o arrabbiati. Ho trascorso un estate fantastica qui a Londra e onestamente ho avuto molto da fare come potete immaginare.

Spero che la vostra estate sia stata bella quanto la mia. Parlando della storia, dunque spero che il capitolo vi sia piaciuto. Come vedete c'è una svolta per la nostra coppietta *-* voi cosa ne pensate? Fatemelo sapere in una recensione :) nel prossimo capitolo sarà una giornata particolare per Jenny, restate tutti collegati


P.S. non so se avete notato ma la canzone che canta Harry è 'The A Team' di Ed Sheeran, tanto per la cronaca lo amo è semplicemente fantastico

un bacio, Ale-

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