Gocce di mitologia di SileaElior (/viewuser.php?uid=225451)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Achille ***
Capitolo 2: *** Prometeo ***
Capitolo 3: *** Apollo e Dafne ***
Capitolo 1 *** Achille ***
ACHILLE
Gli dei lo amarono a tal punto che, anche da morto, vollero fargli un dono. Perché non avevano mai visto amore tanto forte e tanto puro, e anche se non potevano cambiare il Fato e uccidere la Morte, vollero donargli quel secondo di felicità che rendesse sopportabile l’eterno Ade.
Quando sentì di avere carne, i suoi occhi fieri si coprirono di stupore, e quando vide lui corrergli incontro, allora versò lacrime.
I loro cuori batterono per gli ultimi istanti, ed era giusto che lo facessero insieme. Si strinsero fra le braccia, e sì, quell’unico momento valeva tutta l’eternità.
Gli dei vollero dare a due anime di eroi i loro corpi, perché Achille e Patroclo potessero avere il loro ultimo abbraccio.
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Capitolo 2 *** Prometeo ***
PROMETEO
Non cresce erba sulle cime del Caucaso: solo un’incessante cascata di roccia, dovunque mi giri.
La noia rode più di qualsiasi altra violenza che possano infliggere a vivente.
Gli dei hanno grande fantasia nel punire.
Ma l’infliggere questo a me, che come in volo precedevo tutti nel pensiero, infliggermi la visione di un paesaggio eternamente senza vita è il degno capolavoro degli dei.
Osai compiere il gesto più estremo, e ora sono incatenato e immobile. Perché osai portare il sapere agli uomini, e di elevarli a dei.
Illuminare i miseri e trascinarli via dalla loro pena è il peccato più empio che si possa compiere, e Prometeo sconta così il suo amore per l’uomo.
L’oscurità muore e l’alba illumina i monti. Un’aquila appare all’orizzonte: inizia un nuovo giorno.
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Capitolo 3 *** Apollo e Dafne ***
APOLLO E DAFNE
Correva tra i boschi ombrosi il dio della luce.
E i boschi risuonavano di belle risate di fanciulle divine, e insieme un coro di ruscelli, vento e fruscii.
Ma in mezzo all’orchestra di ninfe, il dio non perde il tintinnio della voce che ama.
E fugge la voce, e con lei fugge l’amata.
I suoi occhi paiono non ti scordar di me, la sua pelle tenera come una foglia appena nata, le sue mani son gigli.
Non lo vuole lei il dio bello, e si nasconde dietro la betulla, l’ulivo, il tiglio, ma vorrebbe per sfuggire alle sue mani essere anch’essa fatta di bianca linfa e scorrere via dalle dita.
Quelle dita di dio infine la stringono.
Ma nel petto di Dafne non scorre più sangue.
E Apollo bacia un albero.
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