Amore per Vendetta

di Eleonoracake
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 20 Febbraio 2011 ***
Capitolo 2: *** 24 Febbraio 2011 ***
Capitolo 3: *** 25 Febbraio 2011 ***
Capitolo 4: *** 26 Febbraio 2011 ***
Capitolo 5: *** 20 Marzo 1997 - Parte I Rachel ***



Capitolo 1
*** 20 Febbraio 2011 ***


Amore per Vendetta

20 Febbraio 2011
 
Il sole stava calando lentamente e sembrava creare un’atmosfera ancora più tetra sul ponte vecchio nel Charles River.
Il vento era insolitamente forte per essere febbraio e sul ponte c’erano solo poche persone che camminavano. Tra queste c’era un ragazza dai lunghi capelli biondi, con un sottile soprabito blu che tremava per il freddo e si fermò esattamente a metà del ponte, davanti a un ragazzo con una valigetta nera in mano.
- Ciao Ashley - le disse, dandole un piccolo bacio sulla rosea guancia destra e posando il braccio sulle sue spalle per avvicinarla. - Hai freddo?
- Un po’. Sono così agitata.
- Lo so, anch’io. Qui c’è tutto quello che ti serve.- disse indicando la valigetta e proseguì - Orari, foto, altre informazioni che da soli non siamo riusciti a trovare. E tu sai cosa.
La ragazza taciturna prese la valigetta.
- Buona fortuna tesoro. Hai un mese di tempo. Sei pronta?
- Non si è mai pronti per quello che sto per fare - disse con una tristezza infinita osservando i limpidi occhi verdi del ragazzo.
- Puoi sempre cambiare idea. Posso vendicarmi io in altri modi, senza che tu debba far nulla -
- No. E’ quello che si merita - dichiarò.
- Mi mancherai tanto, lo sai. Sarà così brutto vederci solo di nascosto. Ma io ci sarò sempre per te.
- Grazie. Anch’io. Ti voglio tanto bene - gli disse salutandolo con un bacio sulla guancia e con un lungo abbraccio.
- Anch’io Ashley. Stai attenta, mi raccomando.
Il ragazzo osservò la bionda finché non ebbe attraversato tutto il ponte e poi osservò il cielo ormai buio e senza stelle.

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Capitolo 2
*** 24 Febbraio 2011 ***


Amore per Vendetta

24 Febbraio 2011
 
Il bar “Breakfast” era un edificio vecchio ma ristrutturato e curato nei minimi dettagli: l’esterno dell’edificio era di legno laccato bianco con grandi finestre, stile francese retrò; all’interno tutte le decorazioni erano concordanti con l’ambiente, il parquet di frassino non aveva una minima imperfezione, i tavoli bianchi risplendevano e il sole penetrava dagli infissi dando l’aria di essere in un’altra città, meno caotica di Boston.
Una ragazza seduta a un tavolino stava leggendo un libro e sorseggiando un cappuccino.
- Ciao Daniel- fece un cameriere a un ragazzo moro appena entrato nel bar.
Daniel, con un abito grigio e una valigetta da lavoro, scambiò il saluto e stava per sorpassare il tavolino dov’era seduta quella ragazza, quando si accorse del libro che stava leggendo.
-          “La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo”- disse. La ragazza alzò i suoi profondi occhi blu e lo guardò con aria interrogativa.
-          E’ davvero un ottimo libro.
-          In realtà l’ho appena iniziato, però sembra molto carino, anche se conosco già la storia.
-          Ha già visto il film?- disse l’uomo sedendosi.
-          No. In realtà.. me l’hanno consigliato e raccontato.- disse la donna, con fare un po’ infastidito.
-          Le spiace se mi sono seduto?
-          No, non c’è nessun problema, tanto fra poco devo andare-
-          Mi sento molto desiderato allora- disse sorridendo.
Anche lei sorrise e disse: - No, scusi, non volevo essere scortese.. è che devo andare a lavorare-
la ragazza scostò una ciocca di capelli castani e cercò il portafoglio per appoggiare 3 dollari sul tavolo, dopodiché si alzo.
-          Lei è nuova di Boston, vero?
-          Perché dice così?
-          Non l’ho mai vista prima, e ha i modi di fare…un po’ europei.- anche lui si alzò e le strinse la mano dicendo – Daniel Hope, piacere.-
-          E’ un piacere conoscerla, signor Hope - disse abbottonando il cappotto grigio scuro.
-          E il suo nome?
-          Deve guadagnarselo il mio nome. Arrivederci- disse in maniera maliziosa, osservando gli occhi azzurri sorpresi del ragazzo.
-          A presto, signorina-
Daniel non riuscì a staccare gli occhi da lei e fu rapito dalla sua bellezza, dai suoi scuri capelli lunghi che le scendevano sul seno in morbidi boccoli, dal suo visino dolce, dagli occhi stupendi, da quelle labbra perfette, e dal modo sinuoso di camminare di quella splendida ragazza.
 
 
-          Eric Hotfoold. C’è una lettera per lei- disse un poliziotto, infilando una lettera nella cella dell’uomo.
Eric era un uomo di 55 anni che ne dimostrava almeno dieci in più. Il viso smagrito e i mille lividi inflitti dal compagno di cella, un tossico-assassino, lo invecchiavano e lo rendevano un uomo inerme.
Da 13 anni era in prigione e nessuno gli aveva né mai scritto né mai fatto una visita. L’unica persona che aveva mai visto era un poliziotto che l’aveva informato della morte della moglie.
Dal 1998 aspettava una visita, una lettera, una qualunque cosa di suo figlio. Quindi, la lettera appena ricevuta voleva dire solo una cosa. Suo figlio.
Agitato ed emozionato con la lettera in mano, volle prolungare il momento della lettura, perché un momento così aspettato non dovesse passare in fretta.
Osservò la busta, era bianca e senza indirizzo. Non lasciava intravedere nulla e l’unica cosa scritta era: “Eric Hotfoold, cella 78”.
La scritta non era sulla busta, ma su un sottile foglio stampato e incollato sopra.
Mentre stava per aprirla, il suo compagno si alzò e gli strappo la busta di mano.
-          Cos’è?
-          E’ una lettera, mia. Dammela.
Il compagno rise, la strappo in tanti pezzi e glieli lanciò addosso:
-          Tienila ora.

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Capitolo 3
*** 25 Febbraio 2011 ***


Amore per Vendetta

25 Febbraio 2011
 
- Bentornata.
Daniel Hope era seduto al tavolino del giorno precedente da più di mezz’ora, nella speranza di incontrare la stessa ragazza.
-          Mi stava aspettando? – sorrise la ragazza sedendosi.
-          Certo. Allora, come posso guadagnare il suo nome?
-          Mmm… sto pensando. Mi risponda a 5 domande su di lei.
-          Va bene.
-          Lavoro?
-          Impiegato in un azienda che fabbrica farmaci.
-          Fidanzato?
-          Single da due anni.
-          Perché viene qui tutti i giorni?
-          Mi ricorda la Francia. Ho vissuto lì tanti anni.
-          Perché si è seduto qui per aspettarmi?
-          Perché lei mi piace.
-          Wow. E ora l’ultima domanda: perché le piace il libro che ieri stavo leggendo?
-          Perché sono un irresistibile romantico.
Il ragazzo le sorrise e la guardò con occhi dolci.
-          Bene. Il mio nome è Kathy Bensley.
-          Bellissimo nome, Kathy. Abbreviativo di Katherine?
-          No. Kathy e basta.
-          Cosa vuole per colazione, Kathy e basta?
-          Un cappuccino e qualche pasticcino alla crema. Magari un crafen.
-          Non ci sono qui. Ma conosco un posto. Viene con me?
-          D’accordo, Daniel Hope. A una sola condizione però.
-          Dica.
-          D’ora in poi mi dia del tu.
Daniel osservò le guance radiose della ragazza e il dolce sorriso.
“Sono già innamorato pazzo” disse fra sé.
 
-          Le pasticcerie americane non sono mai tanto buone, dovrai accontentarti di poco- disse Daniel varcando la soglia di “Bake Chic”, una pasticceria piuttosto grande al centro di Boston. In vetrina c’erano torte e vari dolcetti di colori sgargianti.
I due ragazzi si misero in fila chiacchierando.
-          E’ così tanto che non mangio un crafen. Mi manca tanto l’Europa.
-          Quanto hai vissuto in Europa?
-          Tutta la vita. Sono inglese ma ho vissuto in Italia per un po’.
-          Davvero? Eppure non sembri affatto inglese.
-          I miei genitori erano americani.
-          Ah.. qui si spiega tutto. Io vengo dal North Dakota. A 12 anni mi sono trasferito in Francia e a 18 a Boston.
-          Come mai ti sei trasferita a Boston?
-          Avevo voglia di cambiare. Ho aperto una libreria qui. Mi piace tanto il mio nuovo lavoro.
-          Davvero? Che bello. Amo leggere, ma non ho mai tempo. A che ora inizi a lavorare?
-          Di solito alle 8, tranne il venerdì e il sabato alle 9. Te?
-          Sempre alle 8.30, sabato riposo.
Alla cassa era arrivato il turno di ordinare e Daniel ordinò i due crafen alla crema.
 
Daniel e Kathy si sedettero su una panchina e Daniel rise mentre Kathy, mangiando il crafen, si sporcò di zucchero a velo.
-          Smettila di ridere, non è colpa mia, c’è troppo zucchero - si giustificò Kathy, e siccome Daniel continuò a ridere, soffiò lo zucchero a velo del crafen di Daniel sulla sua faccia.
-          Questo non è assolutamente divertente – disse seriamente Daniel, e dopo un secondo si vendicò pulendosi il viso nei capelli di lei.
-          No dai, smettila, i capelli no!
-          Allora posso pulirmi sulle tue labbra? – scherzò Daniel.
Gli occhi azzurri del ragazzo guardarono i profondi occhi blu di Kathy e si avvicinò lentamente alle sue labbra.
La ragazza non si oppose e Daniel posò le labbra sulle sue, chiudendosi un bacio dolce.
Sfiorò il suo naso su quello della ragazza e passò a un bacio molto più passionale, sentì il calore della sua lingua e il vortice di emozioni che le suscitava.
Lei era rimasta senza parole, ferma immobile con quel suo viso dolce.
- Scusa.. non avrei dovuto, io…- sussurrò Daniel quando ad un tratto Kathy si avvicinò a lui e prese a baciarlo intensamente, sfiorando i capelli scuri del ragazzo e cingendolo in un abbraccio. Dopo pochi secondi lei si staccò dalle sue labbra e gli ricordò che lui era in ritardo per il lavoro.
- Hai ragione.. Ora vado. E’ stato bellissimo vederti oggi. Lasciami il tuo numero, e dimmi il nome della tua libreria che vengo a trovarti dopo lavoro.
- “Books and dreams” è la mia libreria e questo è il mio numero- Kathy scrisse il suo numero su un foglio di carta.
- Grazie. Ciao, bellissima Kathy- le disse dandole un dolce bacio sulle labbra.
- Ciao, Daniel.
 
 
 

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Capitolo 4
*** 26 Febbraio 2011 ***


Amore per vendetta

26 Febbraio 2012

 
Dopo 2 giorni era riuscito a ricostruire il messaggio della misteriosa busta. Aveva dovuto nascondere i pezzi di carta nella federa del suo cuscino, mentre il suo vicino di cella dormiva. Poi, pazientemente aveva aspettato i pochi minuti di solitudine al giorno per sistemare la lettera. Su un pezzo bianco largo poco più di 5 cm aveva passato in rassegna i frammenti di carta e li aveva ricostruiti come un puzzle.
“20 Marzo 1997. Ti ricorda qualcosa, Eric?”
Le due frasi erano scritte in corsivo, con una stilografica nera. Non c’era nessuna firma, niente di niente che potesse aiutarlo a capire chi fosse il mittente.
Nel frattempo, Eric pensò con piacere a cosa fosse successo quel giorno.
 
Daniel stava aspettando da più di mezz’ora al bar. Kathy non c’era.
“Bravo, vedi una ragazza che non conosci, e perdi la testa per un bacio. Poi lei scompare. Ecco cosa succede a lasciarsi andare! Inutile aspettarla.”
Il giovane andò alla cassa e pagò il suo caffè.
-          Aspetti.. lei è Daniel?- fece la cameriera.
-          Sì.. ma come lo sa?
-          Beh.. una ragazza mi ha detto di dare un biglietto a un certo Daniel che corrisponde alla tua descrizione.. mi ha detto che saresti passato per colazione.
-          Ok.. grazie. Ma quando le ha dato il biglietto?
-          Ieri sera.
Daniel si ritrova tra le mani un foglietto giallo.
“Ti ho aspettato ieri. Dov’eri? Detesto chi mi dà buca. K. “
Dopo averlo letto, il ragazzo si ricordò che il giorno prima aveva promesso a Kathy di passare alla sua libreria dopo il lavoro.
 
- Ecco.. per il suo libro sono 15 dollari.- disse Kathy ad un cliente.
Daniel era entrato da qualche minuto e stava ammirando la bellissima libreria. Da fuori sembrava un negozio piccolino e anonimo.. ma dentro era davvero originale.
Sulle pareti erano dipinte nuvole e la scritta rosa ed oro “Books And Dreams”. Gli scaffali erano rigorosamente di un legno antico, rovinato ma vintage. E non era una semplice libreria, ma una libreria che vendeva prevalentemente libri sulla psicologia, sui sogni, sulla mente umana.
-          Eccoti nel tuo habitat naturale!- le sorrise Daniel.
-          Ciao… ecco chi mi ha dato buca. Aspetta che devo servire un cliente.
Kathy si allontanò dalla cassa e accompagnò un cliente in fondo a destra. Daniel la osservava rapito.
Aveva uno chignon improvvisato da cui pendevano qualche ciocca di capelli castani che le incorniciavano il viso. Indossava un vestitino semplice, di colore blu che le risaltava gli occhi. Sorrideva in maniera semplice al cliente e gli consigliò un libro.
Quando finalmente tornò verso Daniel, il sorriso scomparve.
-          Mi dispiace per ieri. Ero pieno di lavoro e mi ero completamente dimenticato..- stava scusandosi Daniel.
-          Di me. Ti eri completamente dimenticato di me. – disse seccata Kathy
-          No, giuro. Avevo così voglia di vederti, mi ero scordato che eravamo d’accordo per vederci.
-          Sono stufa di ragazzi che si dimenticano degli impegni. Straccia pure il mio numero.
-          Ma Kathy.. dammi almeno un’altra possibilità.
-          Io non regalo possibilità. E ora devo servire l’ultimo cliente e poi chiudere. Quindi è meglio se vai.
-          Come posso farmi perdonare?
Kathy andò verso la cassa rispondendo:
-          Guadagnatela la possibilità.
Daniel la salutò e uscì, diretto dal fiorista più vicino.

Note:
Ringrazio chiunque abbia letto questi capitoli e spero che la storia vi piaccia e che continuerete a seguirla. Aspetto i vostri commenti e consigli!

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Capitolo 5
*** 20 Marzo 1997 - Parte I Rachel ***


Amore per Vendetta

20 Marzo 1997

 
Rachel stava aspettando la metro come ogni mattina. La fermata vicino a casa sua era sempre un via vai di persone, specialmente alle 8.30, orario di punta per la maggior parte dei lavoratori, come lei.
Era un giovedì e prevedeva già una lunga giornata di lavoro. Lei, l’unica della sua famiglia che iniziò l’università, non andava né in splendidi uffici né in grandi grattacieli.
Ricordava come ieri il suo primo giorno all’università, solo 10 anni prima.
Era entrata nel College di Boston con un sorriso smagliante e una grande speranza nel cuore. Il suo grande sogno nel cassetto, diventare avvocato.
Ma adesso il suo lavoro era fare un aiuto sarta in una piccola industria tessile.
 
I suoi pensieri furono interrotti dall’arrivo del mezzo di trasporto. Salì e ancora i suoi pensieri tornarono a quei giorni.
 
Era entrata all’università con una borsa di studio e i suoi primi mesi furono d’oro, brillanti e pieni di promesse.
Poi conobbe lui. L’amore della sua vita. Michael.
Un ragazzo all’ultimo anno di medicina, dolce e amorevole.
Iniziarono a uscire, perdutamente innamorati l’uno dell’altra.
Dopo qualche mese arrivò una grande sorpresa: era incinta.
Abbandonò l’università, si sposò ed ebbe una bellissima bambina. Ashley.
Il suo sogno di fare l’avvocato si spezzò. Ma era felicissima della sua vita, con un marito e una figlia che amava più di ogni altra cosa al mondo.
Michael si laureò dottore in neurologia e le regalò una vita promettente: una bella villa in un quartiere famoso e una vita piena di gioia e serenità.
Finché, 3 anni dopo, a Michael fu diagnosticato il cancro.
Il cancro, che portò via il suo amore, la sua vita, i suoi sogni, il padre di sua figlia.
Da 5 anni era sola, a prendersi cura della sua piccola, lavorando per darle un futuro.
 
Il suo cellulare suonò, interrompendo il pensiero dei suoi ricordi.
-          Buongiorno, sono la maestra di Ashley..sua figlia non sta molto bene, sembra un po’ influenzata. Potrebbe venire a prenderla?
-          Certo, farò il prima possibile!
La metrò si fermò e Rachel scese per poter prendere un’altra linea.
Era scesa subito dopo la telefonata e si accorse di essere in una stazione metropolitana in periferia, isolata e malandata.
Era sola e ciò la rese ancora più triste.



Note dell'autrice:
Spero che la storia vi stia piacendo.. può sembrare piena di personaggi e un pò troppo complicata..eppure ogni personaggio è davvero importante per la trama che ho in mente. Se volete recensirmi mi fa molto piacere leggere i vostri commenti e consigli :) Grazie!!

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