Fino all'ultimo resto di noi, io resto.

di CarotaSbiadita_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Partiamo da qua. ***
Capitolo 2: *** Oltre al danno,la beffa. ***
Capitolo 3: *** Pronti a partire. ***
Capitolo 4: *** Black out. ***



Capitolo 1
*** Partiamo da qua. ***


Partiamo da qua.

Era stato un attimo. Un fulmine a cel sereno. Come la pioggia d’estate e il sole a  Natale. Non c’entrava in cazzo. 
Oppure eravamo noi che non c’entravamo un cazzo.
Eppure sembrava così reale. Così vero. Quasi eterno.
E adesso nulla. Vuoto.
Bello eh? Da tutto a niente in 20 secondi, un record credo. Dov’è la valletta per premiarmi?
Alessandra, Ale per gli amici.
Single, non per scelta. Liceo Classico, per scelta.
Non vi prometto cavalieri erranti e draghi sputa fuoco, ma vocabolari di greco e vecchie professoresse rachitiche.
Questa sono io, che mi piaccia o no.

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Capitolo 2
*** Oltre al danno,la beffa. ***


Oltre al danno,la beffa. 

Non ho mai avuto molta voglia di alzarmi la mattina per andare a scuola, adesso però era ancora peggio. Non l’avrei più trovato fuori scuola ad aspettarmi, con il solito cornetto a cioccolato. Ci sarebbe stata solo quello pseudo liceo, con i suoi topi e le sigarette usate nel cortile, i professori pronti a spolparci e i bidelli pronti a sgridarci.
 
Che vita emozionante, cosa te ne fai delle avventure di Indiana Jones?
Mi alzai e mi fiondai in bagno chiudendo la porta in faccia alla povera Ludo. Mia sorella minore. Ha 9 anni ma è una vecchia. Una scimmia con due occhi da annegarci dentro.
Doccia veloce e poi trucco.
I misteri dell’umanità non riguardano il sacro Gral o gli alieni, ma bensì il colore della matita per gli occhi.
Blu o Lilla? Blu, è pure waterproof.
Uscii dal bagno e mi ritrovai Ludo davanti, imbronciata. Le stampai un bacio sulla fronte e mi diressi all’armadio.
Secondo dubbio esistenziale della giornata, cosa mettermi.
Non volevo sentirmi bella per nessuno, nemmeno per me stessa, così decisi di non impegnarmi.
Jeans, felpa e convers, ovviamente senza dimenticare l’anello leopardato di legno al pollice.
Zorro usava la Z, io l’anello.
Andai in cucina, bacio a mamma che prendeva il caffè ancora fra le braccia di Morfeo, zaino blu Eastpak in spalla e via.
Le chiavi del garage le tenevo sempre nella tasca dei jeans, così da non perderle.
Le presi e vidi quel portachiavi, il suo portachiavi. Lo tolsi in fretta mentre la serranda si apriva, lo misi in tasca e inforcai la mia splendida Vespa Rossa, l’unica gioia che mi era rimasta.
Avevo sempre amato le Vespe e le moto, la sensazione di libertà che ti trasmettono, ha ragione Cremonini sembra di avere le ali sotto i piedi.
Per arrivare a scuola devo attraversare mezza città e vedo gente di tutti i tipi.
Chi fa jogging con tutine aderanti e il sudore che gli imperla la fronte (un giorno mi deciderò a fermarmi e a chiedergli come fanno a correre a quell’ora della mattina), anziani che portano a spasso i cani, mamme che portano a scuola i figli e poi c’è lui, un bimbo che tutte le mattine è sempre lì, alle 7:45 a mangiare la sua pizzetta Margherita fuori al Cinema.
Arrivo a scuola, do un occhiata fuori al cancello e non c’è nessuno, nessuno che mi interessi davvero. Solo delle primine esaltate dall’idea del Liceo, anche se è iniziato da tre mesi.
Ma anche io ero così? Spero proprio di no.
Le Vespe si parcheggiano sul retro delle catapecchia, io la mia però la metto sempre più lontana dalle altre, non voglio che la mia bambina venga graffiata.
Ci vorrebbe una scritta all’entrata “ PERDETE OGNI SPERANZA VOI CHE ENTRATE,O ANIME PRAVE” ,ovviamente in tema con il tipo di Liceo.
Visto che sarebbe vandalismo, l’ho solo scritto con il bianchetto sulla porta della classe.
Prima ora,Religione.
Bhè, è un po’ come entrare alle 9:00, si dorme sicuro. Magari prima. Da quando ho scoperto che, Matteo, il mio ragazzo ha baciato un’altra in gita a Stoccolma, non chiudo più occhio.
Come si dice, oltre al danno anche la beffa? Non solo non dormo, ma mi subisco anche l’ora di religione.
E le domande esistenziale sono davvero l’argomento peggiore del mondo!!
Ultimo banco, vicino alla finestra. Il mio banco ha due lati positivi, si vede il mare e poi c’è Mara. La persona più schietta, romantica,polemica e studiosa che conosca.  E’ sempre lì per me, a qualsiasi ora, io la chiamo e lei  corre con la Nutella.
C’è chi affoga i proprio dolori nella Vodka,nel gioco d’azzardo o nella droga, io nella Nutella.
Mi siedo, lo zaino sul banco,le gambe accavallate sotto. Lo sguardo va subito fuori dalla finestra, come al solito.
Non l’avessi mai fatto. La mi cittadina ha 30.000 abitanti e io chi dovevo veder passare? MATTEO OVVIO.
Se negassi di amarlo sarei una gran bugiarda, ma non so cosa voglio, non so se posso fidarmi di lui o se sono pronta per andare avanti.
Lui crede di essere nel giusto visto e considerato che ha ammesso il tradimento, io sono nel giusto perché vorrei prenderlo a pugni.
Ha lasciato crescere la barbetta, non ha più nessuno che gli dice che senza è più carino.
Guarda in basso e ha le mani chiuse in pugni.
Si gira verso la finestra della mia classe, i nostri sguardi si incontrano e un misto tra elettricità e nausea si impadroniscono di me.
Distoglie lo sguardo e attraversa.
Ha ancora il giubbino rosso però, quello che mi piace tanto. Quello che tante volte mi ha dato quando sentivo freddo.
Il professore mi richiama alla triste realtà con la domanda “ E lei Mannino cosa vuole fare della sua vita?”.
Con una domanda mi ha chiuso. Ma non voglio farglielo capire, non posso lasciarmi intimidire dal più fesso dei professori.
“Voglio fare della mia vita un’arte, amore, moda e musica prof” risposi.
“L’arte può essere negativa, prenda Picasso, da lontano è un quadro stupendo poi si avvicina è vede che non è un granchè” chiusa due volte nel giro di due minuti.
“Le dimostrerò il contrario prof”almeno risposi qualcosa.
L’ora finì ed io e Mara uscimmo fuori, lei a fumare io a respirare aria nuova.
Ultimamente mi sentivo sempre soffocare, magari dai miei pensieri, dalle miei incertezze e dalle mie incomprensioni.
Mi auto trasmettevo tristezza.
Stavamo per rientrare in classe quando la vidi.
La zoccola che era andata a Stoccolma con il mio ex. Cosa ci faceva a scuola mia? Perché anche qui? Chi mi ha maledetta?
“Cazzo ci fai qui”sputai.
“Mi sono iscritta qui, non andavo bene nell’altra scuola, sempre la stessa gente poi…..”
“Giusto, ormai tutti te li sei fatti, hai visto più uccelli tu che un negozio di pennuti cara Lola”
“Modera il linguaggio Mannino”.
La prof di Greco, la Sorrentino, che spunta sempre nei momenti meno opportuni.
“Benvenuta signorina Loffredo, mi segua, le mostro la IC”
“Prof, la IC è la nostra classe”dissi allibita.
“Mi fa piacere che lei dopo tre anni abbia imparato la proprio sezione”.
Simpatica come un porcospino in culo.

 
 
 Angolo autrice.

CHE STRORIA MAGNIFICA! Ok,no!
E'la mia prima FF, quindi sono nel panico!
Vorrei sapere cosa ne pensate, quindi recensite sususu<3<3
xoxo<3

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Capitolo 3
*** Pronti a partire. ***


Pronti a partire.

Seconda ora,Greco.
La simpaticona della Sorrentino ha ritenuto necessario punirmi per il mio linguaggio “inappropriato”, io trovo inappropriato le sue calze abbronzanti  che le fanno le gambe color cioccolato quando il resto del corpo è più bianco del  latte.
“Mannino allora,mi declini l’articolo” e vai con lo sguardo da vipera!
Almeno una cosa era andata bene in quella giornata, mi aveva chiesto qualcosa che sapevo.
Lo declinai bene, nei limiti del decente, ma secondo voi a quella può andare bene qualcosa? Chi nella propria testa ha risposto no ha vinto un milione di euro.
“Il genitivo plurale ha un accento acuto non grave” sputò.
“Professoressa non pretenda troppo” disse quella tria di quint’ordine di Lola.
“Infatti Professoressa non pretenda che la signorina Loffredo abbia un comportamento meno lascivo e dissoluto”sorrisi.
Bhè almeno avevo ammutolito anche io, due a uno per Langella, il prof. di Religione.
Il resto dell’ora trascorse abbastanza lentamente, la Sorrentino si fumò le sue due belle sigarette fuori, lasciandoci soli in classe come al solito.
Io e Mara, ascoltammo solo musica, senza scambiarci una parola. Lei mi capiva alla grande, capiva quando avevo voglia di parlare e lasciava sempre che io parlassi liberamente.
Era così tra di noi, nessuno faceva domande, lasciava l’altra libera di parlare a tempo debito.
Questo fa parte della lista dei motivi perché la amo.
L’ultima campanella della giornata suonò e io mi fiondai fuori già con il casco in testa.
Mara era dietro di me pronte per andare a casa sua. Stavamo percorrendo il vialetto d’uscita quando una macchinina elettrica tutta rosa rosa shocking con due “L” incrociate sulla fiancata ci taglia la strada.
Dentro c’è quella troia di Lola, che ci fa l’occhiolino e parte.
Povera macchina, mi fa pena, anche Paris Hilton la troverebbe tamarra e cafona.
Arriviamo da Mara e parcheggio.
Ad aprirci la porta è Adelaide la cameriera, Mara da piccola la chiamava “Laide” e questo nome la segue ancora oggi.
“Tesori miei com’è andata oggi?” e ci abbraccia forte.
“La domanda di riserva?” le chiedo con gli occhi da cucciolo.
Ride e ci fa sedere a tavola, dove ci aspettano le gemelle, Bea e Sara, Luca il fratello maggiore di Mara, sua madre e suo padre.
Mi è sempre piaciuta la sua famiglia, pranzano e cenano sempre tutti assieme, la mia invece fa a gara a chi si vede meno da quando papà se n’è andato.
Ci si vede a stento la sera, solo per la cena, poi ognuno prende vie diverse.
La famiglia di Mara invece non è la famiglia per eccellenza, ma un insieme di persone che insieme non stoneranno mai.
Le gemelle hanno 8 anni e sono fissate con la danza, non smetterebbero mai di ballare, anche quando sono a tavola muovono le gambe sotto il tavolo facendo arrivare calci a tutti.
Luca non l’ho ancora ben decifrato, è dolce basta che non entri nel suo spazio, è uno spirito libero.
La madre si Mara si chiama Camilla ed è un’artista, ha una galleria d’arte in centro ed è grandiosa.
Il padre invece si chiama Luigi ed è fissato con la fotografia. La prima volta che andai a casa loro mi scattò un sacco di foto con la Polaroid, dice che le persone in foto diventano eterne, che nel momento in cui le immortali diventano tue.
Magari fosse così…..
Amo trascorrere del tempo a casa loro, sono benestanti ma non se la tirano come qualcuno di mia conoscenza.
Hanno una casa enorme , ognuno ha la sua camera, tranne le gemelle che dormono assieme, non si dividono mai.
Anche loro come me e Zorro hanno un segno distintivo, i capelli rossi.
Tutti uguali, tranne quelli di Camilla e Mara che sono ricci, corti e rossi.
Bea,Sara e Luigi li hanno lisci.
E poi c’è Luca, che non so che capelli siano, so solo che sono l’incendio in cui vorrei bruciare.
Dopo pranzo andammo in camera di Mara, studiammo quello che basta per arrivare alla sufficienza e poi arrivò la triste notizia.
“Stasera c’è una festa organizzata dal Classico e dallo Scientifico, ci andiamo vero? Ho preso il biglietto anche per te”
“Scientifico….quindi ci sarà anche lui, ok non vengo”
“No tu vieni, ti prego,ti prego,ti pregooooooo”
“Non ho nulla da mettermi buttai lì” che cosa cretina da dire quando sei con la ragazza che ha un grande magazzino al posto dell’armadio.
“Ho preso dei nuovi vestitini dall’Abercrombie ieri, te ne presto uno”disse.
“Sarebbe stato meglio se avessi preso due modelli dell’Abercrombie” e ridemmo tutte e due.
“E dai vieni, ti prego, è tutto organizzato, ci porta Luca con la macchina, ci saranno anche i suoi amici in macchina” e mi strizza l’occhio.
“Vabbene, ma solo perché ci saranno i suoi amici, approposito, quinti di loro ti sei fatta?”
E VIA ALLA LOTTA CON I CUSCINI, YHEAAAAAAAAAAAAAA!!
Passammo il pomeriggio a prepararci, alla fine mi misi un vestito corto a righini sottili blu e bianco, senza spalline. Scarpe con il tacco blu e porchette bianca. I capelli legati in una treccia a spina di pesce e solo la matita blu intorno a gli occhi. Ah dimenticavo, Mara oltre ad avere un grande magazzino ha anche una profumeria, quindi ne approfittai e mi misi un po del suo Alien.
Lei indossò un abito rosso, con dei fiori hawaiani qua e là, eccentrico ma con stile, solo le labbra color ciliegia e i capelli come i miei.
Luca entrò senza bussare e ci guardò per dei secondi che forse solo a me parvero eterni.
“Pronti a partire se ci degnate della vostra presenza”disse. 



Angolo autrice.
Fa cagareeeeeeee.Ok si.
Jajajaja commentateeeeee<3<3
XOXO <3

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Capitolo 4
*** Black out. ***


Scendemmo la scalinata che portava all’ingresso e entrammo in macchina.  Saremmo andati alla festa con la BMW di Luca. I suoi amici ci aspettavano già in macchina ed erano tutti piuttosto carini. Una reincarnazione dei modelli dell’Abrcrombie per capirci.
“Sera” dissi entrando in macchina.
“A voi ragazze” rispose quello seduto davanti.
Era molto carino, aveva un ciuffo di capelli neri che gli scendeva sul volto e due occhi grigi che avrebbero sciolto anche il ghiaccio dell’Era Glaciale. Si chiamava Giulio.
Dietro invece seduto accanto a Mara c’era Roberto, per gli amici Rob. Era più robusto rispetto a Giulio, anni di palestra portati a termine, aveva i capelli color miele e gli occhi verdi.
“State davvero bene” disse Rob squadrando me e Mara dalla testa ai piedi.
“Si ma non le guardare come un coyote in calore” lo punzecchiò Giulio.
Ridemmo tutti sonoramente.
Arrivati alla festa Luca ci fece scendere all’entrata del locale mentre lui parcheggiava, lo aspettammo comunque per entrare.
Il locale era davvero bello, non ci ero mai stata.
Aveva tutte le pareti nere sulle quali risaltavano le luci e i led colorati, il pavimento invece era bianco abbinato a divanetti e tavoli bassi.  Sulla parete in fondo risaltava il bancone delle bevande, anch’esso bianco con intarsi neri. Ad arricchire la parete dietro questo, una miriade di bottiglia di Vodka vuote riempite con liquidi fluorescenti. Davvero di grande effetto!!
Mara al mio fianco mi tirò per il braccio e mi portò proprio sotto la pista del Dj dove cominciammo a ballare come due forsennate, sembrava che Satana si fosse impossessato di noi, ma non ci divertivamo così da troppo tempo!!
“Oi io ho bisogno di bere, andiamo?” le chiesi.
“Certo!” e la presi per mano, per non perderci.
“Due Sex on the Beach” ordinò lei.
“ Arrivano fanciulle” fece il barista.
“Mirko attento quella è mia sorella” fece scherzando Luca, apparso da non so dove ma facendo ridere tutti.
“Ecco qui” e ci porse i bicchieri.
“Questo e basta altrimenti lo dico alla mamma” minacciò.
“E dai” lo supplicò Mara con gli occhi da cucciola.
“No” e con questo se ne andò.
Ballammo per quelle che a me sembrarono ore quando mi sentii tirare per il braccio.
Mi ritrovai davanti un Roberto ubriaco, con il sorriso da ebete e la camicia sbottonata.
“Dai Ale balliamo” mi fa con un alito che sa di Vodka e Gin artigliandomi i fianchi.
“No è meglio se tu ti siedi e io chiamo gli altri per andare via” dico cercando di liberarmi.
Ma le sue mani sono un po’ come il Tranello del Diavolo di Harry Potter, più ti divincoli più ti stringe.
“Se proprio non vuoi andare a ballare, accompagnami in bagno dai, a sciacquarmi un po’ “
“E va bene” dissi a malincuore.
Non l’avessi mai fatto, arrivati fuori la porta mi si appiccicò addosso, come le mosche alla carta moschicida.
Sentivo l’odore di Vodka riempirmi il naso e la bocca, arrivarmi al cervello, stordirmi quasi.
Poi di botto si staccò, lo vidi per terra e Luca in piedi davanti a me, con il pugno ancora alto.
Mi prese la mano e mi portò fuori.
“Come stai? Che ti ha fatto?” chiese senza nemmeno prendere fiato tra una fra e un’altra.
“Sto bene, era ubriaco e ha allungato le mani, ma non preoccuparti”
“Invece mi preoccupo!
Black out.
Cosa? Cosa voleva dire quella frase? Feci per rispondere ma arrivò Mara.
“Giulio ha preso Rob, vai a prendere la macchina che torniamo a casa.”
“Posso rimanere a dormire da te?” chiedi a Mara, volevo che Luca mi spiegasse il significato di quella frase.
“Oh ma certo!! Figurati! Si che puoi!” disse abbracciandomi.
“Avverto mamma.” e presi il cellulare.
“Perché avverte la mamma?” fece Luca arrivato con la macchina.
“Stanotte dorme da noi” disse euforica Mara.
Giulio sorrise compiaciuto e diede una pacca sulla spalla di Luca diventato pallido.
Dopo aver accompagnato tutti a casa propria, finalmente potemmo andare anche noi a dormire.
Mara mi prestò una delle sue camicie da notte di Victoria’s seectrets , era blu di seta.
Lei l’aveva uguale rosa chiaro.
Scesi a prendere un bicchiere d’acqua, saranno state le quattro.
Ma perché cazzo i bicchieri in questa casa sono così in alto? Mi misi sulle punte pur di arrivarci, ma nulla!
Mentre ero in quella strana posizione, su una punta con il braccio allungato verso la mensola, sentii un respiro caldo sul collo, una presenza alle mie spalle, e vidi una mano afferrare il bicchiere.
Mi voltai, con la schiena appoggiata al mobile e uno splendido Luca a torso nudo, che mi osserva dall’alto in basso.

Angolo autrice.
Scusate per l'attesa, spero vi piaccia.
Recensite se vi va,<3.
XOXO<3

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