Don't be scared.

di HawkShy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima parte ***
Capitolo 2: *** Seconda parte ***
Capitolo 3: *** Terza parte ***



Capitolo 1
*** Prima parte ***



Dicembre era in assoluto il suo mese preferito. Freddo al punto giusto e coperto per tutta la sua intera durata da quell’aria natalizia che per lei era quasi magica. Inoltre era il periodo dell’anno in cui poteva tornare a casa dalla sua famiglia e l’idea di riabbracciare i suoi genitori e la sua sorellina la rendevano allegra.
Ma anche per quell’anno le vacanze erano finite e adesso era tornata a scuola da quasi una settimana, accolta dal freddo più pungente che avesse mai provato.
Un soffio di brezza leggera le scosse la gonna e sentì un brivido percorrerle la schiena. Incrociò le braccia e continuò a camminare accanto alla sua amica guardando a terra.  
Non vedeva l’ora di entrare in aula, anche se in realtà odiava le lezioni, ma almeno lì ci sarebbero stati i riscaldamenti.

-Freddo?-. Alzò lo sguardo verso la sua amica, una ragazza asiatica con un’espressione allegra.

-Si! Non capisco perché dobbiamo indossare la gonna anche in inverno, potrebbero modificarla quest’uniforme!- esclamò irritata, guardando i ragazzi che invece portavano tutti i pantaloni lunghi.

-Sono le regole di Figgins, è molto tradizionalista ed è convinto che una donna deve indossare una gonna per dimostrare eleganza- rispose Tina, cercando qualcuno tra la folla.

-Ma siamo in una scuola! Perché dobbiamo essere eleganti qui?

-Perché è un collegio privato, frequentato da figli di papà ed è una struttura prestigiosa etc etc…Ora smettiamola di parlare di questi argomenti  affrontati centomila volte e aiutami a trovare Mike.

-Mike?- chiese, sgranando gli occhi. -Avete fatto pace?

-A quanto pare!- rispose la più bassa con un sorriso a trentadue denti.

-Brittany!- si sentì chiamare alle spalle. La bionda si girò e sorrise divertita osservando l’altra sua amica che si faceva largo tra l’enorme gruppo di studenti. Rise di gusto quando la vide tirare un paio di gomitate a due giganti impegnati a parlare tra di loro che non accennavano a spostarsi.

-Ciao Mercedes!- esclamò Tina.

-Buongiorno! E’ impressione mia o in questa scuola ci sono sempre più idioti?- chiese la ragazza afroamericana guardando un paio di ragazzi che scherzavano e ridevano a volume fin troppo alto, indossando entrambi gli occhiali da sole, nonostante il cielo grigio.

-I soldi non possono comprare l’intelligenza!- esordì Mike, spuntando dal nulla e abbracciando la sua ragazza da dietro.

-Mike!- esclamò Tina con voce sognante, cominciando a baciarlo. Mercedes alzò un sopracciglio e guardò Brittany con aria interrogativa.

-Pace!- disse lei semplicemente, alzando le spalle.

Finalmente (per così dire) la campanella suonò e Brittany salutò velocemente i suoi amici per dirigersi verso l’aula dove avrebbe avuto la sua prima lezione e, soprattutto, il suo amato riscaldamento.
Pochi minuti dopo il professore cercava di richiamare l’attenzione degli studenti per cominciare la lezione, ma si bloccò quando vide una sedia, sempre la solita, vuota.

-Qualcuno ha visto Lopez?- chiese con aria rassegnata. Brittany si voltò e vide il posto vacante alla fine dell’aula, poi tornò a concentrarsi sui suoi appunti della lezione precedente.

-Nessuno?- continuò il professore. Silenzio. -Bene, vorrà dire che dovrò fare rapporto al preside…di nuovo.- Scrisse qualcosa su un pezzo di carta, poi cominciò a spiegare.

Ci vollero parecchi minuti perché Brittany riuscisse a scacciare via fastidiosi pensieri dalla sua testa e cominciasse ad ascoltare.
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Santana si stiracchiò e sollevò il busto verso l’alto, con espressione totalmente rilassata e serena. Chiuse gli occhi e si godette quell’aria fresca che sbatteva contro il suo viso, mentre la sua mente ringraziava la fine delle vacanze invernali. Non che non le piacesse il freddo, anzi era il clima che preferiva, ma il Natale ogni anno era un incubo. Fingere un sorriso per ventiquattr’ore di fila era stancante sia mentalmente che fisicamente, era convinta che prima o poi le sarebbe venuta una paralisi facciale.
Un rumore di passi la fece voltare e osservò la sua migliore amica che si guardava intorno mentre si dirigeva verso di lei.

-Non avresti qualche lezione?- chiese Quinn, mentre Santana si era sdraiata di nuovo, con le braccia sotto la nuca.

-Sto studiando botanica- rispose la mora con gli occhi chiusi. Quinn alzò gli occhi al cielo. -Tu invece?

-Ho chiesto un’ora di permesso per andare a pregare nella cappella- disse tranquillamente.

Santana si girò di scatto osservandola con espressione incredula. La bionda rise.

-Lo sai che Figgins è incredibilmente religioso? Credo che si sia quasi commosso a sentirmi fare una richiesta del genere.

-Questa è la scoperta più bella della mia vita! Userò questa scusa anch’io d’ora in avanti!- esclamò Santana soddisfatta.

-Non ci crederà nessuno, è la scusa meno credibile del mondo detta da te!

-Perfetto, allora continuerò a saltare semplicemente le lezioni come ho sempre fatto-. Alzò le spalle e richiuse gli occhi.

-Quest’anno c’è il diploma, dovresti stare attenta- osservò Quinn guardandola preoccupata. -Come sta andando lo studio?

-Bene grazie, domani arrivano i mobili!- scherzò Santana.

-San..- la rimproverò Quinn.

-Biondina, non ti preoccupare, so badare a me stessa. Posso arrivare alla sufficienza tranquillamente con il minimo impegno, cioè quello che sono disposta ad avere e poi sai benissimo che non m’importa niente di diplomarm..-. Si bloccò sentendo qualcuno arrivare di corsa verso di loro. Scoprirono che si trattava di Rachel Berry quando quest’ultima spuntò fuori da dietro un tronco, ancora con il fiatone. Quando si accorse di loro tirò fuori una radiolina ed esclamò soddisfatta -Le ho trovate coach Sylvester, sono al boschetto dietro la scuola!-

-Portale nel mio ufficio immediatamente- si sentì rispondere dall’altro lato.

Rachel guardò le due ragazze divertita indicando il walkie talkie e facendo un cenno verso l’edificio alle sue spalle.

-Sei una maledetta spiona, cretina di una nana!- sputò acida Santana alzandosi in piedi e camminando verso la scuola, avendo cura di dare una spallata alla più bassa al suo passaggio.
Quinn sbuffò seguendo l’amica e regalando un’occhiata colma di odio a Rachel che non si scompose minimamente.

Le tre ragazze camminarono silenziosamente tra gli alberi, fino a spuntare nel cortile della scuola e dirigendosi poi verso l’entrata secondaria.
Santana camminava infastidita, avrebbe tanto voluto spaccare la faccia a quella ruffiana di Rachel, non tanto per l’ennesima punizione che le sarebbe toccata da lì a poco, ma perché era stato interrotto il suo momento di relax. Ad un certo punto si sentì osservata e sollevò lo sguardo verso un’aula del primo piano. Fece in tempo ad incrociare un paio di occhi azzurri che essi, due secondi dopo, sparirono.
Sentì il suo cuore cominciare a battere velocemente e respirò per restare calma.

 Non adesso per favore, perché doveva essere costretta a vederla?

Senza rendersene conto si ritrovò davanti l’ufficio della Sylvester. Rachel bussò alla porta ed entrò dopo un “Avanti” proveniente dall’interno.

-Professoressa ecco come le avevo detto Lopez e Fabray, ovviamente avevano saltato le lezioni come avevamo previsto e ci tengo a sottolineare che le ho trovate immediatamente perché avevo già previsto che si trovassero..-

-Basta così Berry, mi stai facendo venire un tic nervoso all’occhio, puoi tornare in classe o a fare qualsiasi cosa vuoi fare fuori dal mio ufficio!-. Rispose la professoressa di educazione fisica, una donna alta, con corti capelli biondi e costantemente in tuta. Rachel la guardò offesa, poi girò sui tacchi e uscì di scena teatralmente, facendo però un mezzo sorriso perfido a Santana.

La Sylvester si tolse gli occhiali e osservò con aria severa le due ragazze.
-Orfanelle, sedetevi.- Indicò due sedie davanti la scrivania.

-Non siamo orfane!- esclamò Quinn indignata .

-Lo sarete tra breve, quando i vostri genitori sapranno che vi siete fatte espellere dal McKinley sicuramente vi cancelleranno dallo stato di famiglia per non sopportare la vergogna- disse quasi euforica.

-Espellere?- chiese shoccata Santana, guardando la bionda, sconvolta quanto lei.

La professoressa rise e indicò nuovamente le sedie. -Abbiamo tanto di cui parlare, accomodatevi-




Note:
Buonasera a tutti!
Sono iscritta in questo sito da qualche mese ma non avevo ancora pubblicato nulla, questa è la mia prima fan fiction in assoluto!
In realtà doveva essere una one-shot, ma stava diventando troppo lunga così ho deciso di dividerla in due parti, la seconda delle quali arriverà domani o tra un paio di giorni! Considerate questa "cosa" un esperimento, sto solo vedendo se vi piace (a me non tanto XD) perchè ho in mente un'idea per una long (completamente diversa da questa, ma sempre brittana), ma se vi fa schifo come scrivo lascio perdere! XD
Spero di ricevere qualche commentino, anche un paio di parole come "Continua", "Lascia perdere" o "Vai a lavare i piatti"!
Grazie a tutti e besos!
Fede

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Capitolo 2
*** Seconda parte ***


*Flashback*

Santana chiuse la porta dietro di sé guardandosi intorno con fare circospetto. Dopo aver constatato che non ci fosse nessuno si diresse tranquilla verso le scale, pensando all’ultima mezz’ora di quella serata. Doveva ammettere che stavolta la sua conquista non era stata niente male, anche se già cominciava a dimenticarsi il nome di quella ragazza (Mary? Marge? Mel?), ma non le importava più di tanto, l’indomani l’avrebbe salutata come una normalissima conoscente e nulla di più. Ovviamente avrebbe dovuto sopportare l’ennesima predica di Quinn su quanto la sua vita senza sentimenti non poteva fare altro che danneggiarla, che si sarebbe dovuta unire a qualcuno non solo fisicamente e altri mille discorsi inutili. Il fatto che fossero cose dette da una che aveva impiegato tre anni per rivolgere la parola all’inserviente addetto alla pulizia della piscina della scuola, lasciava qualche dubbio in Santana, ma in fondo sapeva che fossero solo prediche motivate dall’affetto della sua migliore amica. Stava giusto per inventarsi l’ennesima scusa per il suo ritardo, quando qualcosa attirò la sua attenzione.

-Santana Lopez!- sentì una voce chiamarla dall’altra parte del corridoio e, girandosi, si ritrovò davanti l’ultima persona che avrebbe voluto incontrare quella sera.

-Pierce..- la salutò senza allegria. Quella si avvicinò e si bloccò davanti a lei, incrociando le braccia e accigliandosi.

-Che ci fai qui?- le chiese con autorità. Santana avrebbe voluto mandarla al diavolo dicendole di farsi i fatti suoi, ma stranamente qualcosa la trattenne dall’essere la solita stronza.

-Stavo andando in camera mia- mentì indicando un punto a caso del corridoio dietro di lei.

-La tua stanza non è qui, ho fatto io stesso la lista delle camere di questo piano- disse, senza abbandonare la sua espressione indagatrice.

-E perché l’avresti fatto?- chiese la mora, più per cambiare argomento che per reale interesse.
Brittany si indicò la spilla sul petto.-Sono la rappresentante degli studenti- dichiarò con orgoglio-E in quanto tale aiuto gli insegnanti a controllare che nessuno violi il coprifuoco o tutte le altre regole.

Santana scoppiò a ridere e la bionda alzò un sopracciglio.-Vuoi farmi credere che non hai mai violato una regola in vita tua?- esclamò la latina allibita.

-Una volta sola, sono stata in biblioteca più dell’orario dovuto, ma soltanto perché ero troppo concentrata a studiare.

-Certo che sei ancora più noiosa di quello che credessi!

-Io sono obbediente e ispettrice delle regole, per questo motivo sono la studentessa più brillante della scuola e ho un futuro assicurato!- sbottò innervosita guardandola in cagnesco.

-Sai, non ho mai capito per quale assurdo motivo l’obbedienza sia considerata un pregio!

-Mi stai facendo perdere tempo, dimmi che cosa ci fai qui o farò rapporto al professor Schuester!- ordinò minacciosa.

Santana la guardò per un attimo. Non poteva fare a meno di pensare che nonostante sapesse essere veramente irritante, era senza ombra di dubbio una bella ragazza, e in quel momento, con quell’aria diligente e bacchettona, aveva anche un certo fascino.

-Sto aspettando!- continuò Brittany, ridestandola dai suoi pensieri.

-Mi sono persa!- dichiarò la latina con la prima cosa che le venne in mente e alzò le spalle.

La bionda sbuffò rassegnata.-E’ la cosa più cretina che avessi potuto inventare, ma è veramente tardi, quindi sparisci prima che cambi idea-. Si voltò e si diresse nella direzione opposta.

Santana sospirò sollevata e fece per andarsene, ma le venne in mente un particolare che prima non aveva notato.


-Brittany!- la chiamò. Lei si girò e la guardò.-Il professor Schuester è il responsabile del quarto piano.

-Lo so!- disse la ragazza non capendo dove volesse arrivare.

-Come fai a sapere che la mia stanza si trova lì?- chiese Santana divertita. Brittany parve in difficoltà e cominciò a guardarsi intorno in cerca di una risposta, ma non riuscì a dire nulla.

-Lascia stare- ghignò la latina -Ci vediamo in giro, buonanotte rispettrice delle regole!- e uscì di scena con espressione soddisfatta.

*Fine flashback*
 
Brittany uscì dall’ultima ora di lezione con un’emicrania spaventosa. Aveva preso appunti tutto il giorno, compilato tutta una serie di moduli per la prossima assemblea degli studenti  e aiutato il corpo docenti a perlustrare i corridoi durante la pausa pranzo. L’unico suo desiderio in quel momento era quello di tornare in camera sua e affondare nel materasso fino ad ora di cena.

Fu affiancata da una Mercedes che aveva tutta l’aria di essere esaurita quanto lei, ma era abbastanza chiaro che il motivo era ben diverso.

-Fanno così da stamattina!- indicò con il pollice Mike e Tina che le seguivano abbracciati ridendo e lasciandosi teneri baci di tanto in tanto.

-Dai sono carini! E’ bello che abbiano fatto pace!- rispose Brittany sorridendo.

-Non lo metto in dubbio, ma dovevano scegliere proprio il giorno in cui abbiamo lezione insieme ogni singola ora? Come se non bastasse sono sempre stati nel banco vicino al mio, tranne per  matematica dove invece ho avuto la gran fortuna di capitare accanto al figlio del bancario!

-Intendi Jacob?- chiese la bionda massaggiandosi le tempie.

-Non lo so come si chiama, fingo di essere sorda quando parla… Oh no, ci mancava solo lei oggi!

Brittany alzò lo sguardo e vide Rachel Berry puntare dritta verso di loro con l’espressione più soddisfatta del suo repertorio. La bionda capì che quest’imprevisto non avrebbe giovato per niente al suo mal di testa.

-Ciao!- trillò entusiasta. Mike e Tina smisero di baciarsi, la guardarono e con nonchalance scapparono via. Rachel sembrò non accorgersene cominciò a sfregarsi le mani.

-Sentito la novità? Beh in realtà non è una novità perché sarebbe successo prima o poi, e a dire il vero non potete neanche averlo sentito perché dubito che abbiano già finito di parlare, la cosa doveva andare per le lunghe. Comunque sta di fatto che ho una notizia a mio avviso sensazionale da dirvi, vi prego di contenere la vostra felici…-

-Rachel per l’amor del cielo, taglia corto!- sbottò Mercedes esasperata.  Nel frattempo Brittany si maledisse per non aver seguito l’esempio dei due asiatici, il dolore alle tempie era diventato insopportabile e quel corridoio ormai deserto faceva agognare ancora di più il ritorno al dormitorio.

-Ok, in parole povere: è quasi sicuro che Santana e Quinn siano state sospese!- annunciò come se avesse vinto alla lotteria.

Brittany sbarrò gli occhi e dimentico il mal di testa, il dormitorio e qualsiasi altra cosa. Sospesa? Cioè..sospesE?

Mercedes alzò un sopracciglio –E in che modo dovrebbe rallegrarmi questa cosa?

Rachel era sconvolta.-Come sarebbe a dire? Sono anni che ci tormentano con le loro battute acide e ci prendono in giro per come parliamo o per come ci vestiamo, come se loro fossero le padrone della scuola!

-In realtà sei l’unica che tormentano, a me non hanno mai nemmeno rivolto la parola. Quindi non biasimarmi che questa notizia mi lascia del tutto indifferente, anzi quasi mi dispiace, il loro scherzo a Figgins durante il discorso di inizio anno è uno dei momenti più divertenti da quando sono entrata in questa scuola!- rispose Mercedes guardando Brittany che fissava le sue scarpe. –Ti senti bene?- chiese preoccupata. L’amica alzò lo sguardo confusa. –I..io..si! cioè no! In realtà ho un mal di testa terribile e vorrei andare a riposarmi se non vi dispiace. Con permesso..

Rachel le cinse un abbraccio e con l’altro acchiappò Mercedes trascinandole verso l’ufficio della Sylvester.

-No per favore, ho bisogno di voi, voglio che mi facciate compagnia mentre tento di origliare la conversazione tra la professoressa e le due piccole ribelli, così che potrò rinfacciarglielo a vita!

Le due ragazze protestarono e tentarono di divincolarsi dalla presa salda della piccola petulante, che nonostante la statura aveva davvero una forza impressionante, ma si bloccarono davanti l’ufficio decisamente vuoto.

-Strano…- fece Rachel, mentre dall’altro lato del corridoio si sentivano le urla di una discussione non esattamente pacifica –Ah ecco- riprese la mora ancora più contenta – sono in presidenza!- rise come se quello fosse il giorno migliore della sua vita.

Le voci si spensero improvvisamente e il cellulare di Brittany cominciò a squillare. La ragazza sbiancò guardando il nome sul display, temendo il peggio.

-Pronto?- rispose esitante.

-Pierce!- si sentì una voce furiosa dall’altro capo del telefono.

-P..professoressa Sylvester…mi dica…-esitò la bionda chiudendo gli occhi.

A Rachel e Mercedes per poco non cadde la mascella.

-La Sylvester ha il tuo numero?- chiese Mercedes shoccata.

-La Sylvester ha un telefono?- ribattè Rachel ancora più allibita.

-Vieni immediatamente in presidenza, abbiamo bisogno di te per risolvere una questione.- ordinò intanto la professoressa, riattaccando subito.

Brittany sbuffò sonoramente e chiuse gli occhi per invocare la pazienza. –Devo andare- speigò velocemente, lasciando le due amiche lì ancora sorprese.
 
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Santana era isterica. Continuava ad agitare la gamba sotto la sedia e a mangiarsi le unghia come una psicopatica. Quinn accanto a lei tamburellava le dita sulla scrivania e guardava Figgins mentre impostava le matite e le penne in ordine di lunghezza e di colore. Schuester guardava l’orologio nervosamente, controllando la porta in attesa del ritorno di Sue. Era chiaro che tutti avevano una voglia matta di andare via, tranne Figgins che si trovava felice nel suo mondo e una super sorridente Sylvester che rientrava nella stanza riattaccando il cellulare. –Sta arrivando- annunciò.

-E’ un’idea ridicola!- esclamò Santana alzandosi.

-Signorina Lopez, si sieda immediatamente e si calmi- rispose tranquillo Figgins continuando a giocare con le penne.

-Il preside ha ragione Santana, per favore rilassati.- disse Schuester pacatamente. –E poi non mi sembra che ti stia andando tanto male alla fine, potevi essere espulsa, invece hai una grande opportunità!

-Sinceramente non so cosa sia peggio!- sbottò Santana furiosa. Guardò Quinn che aveva preso a fissarsi le mani. – E poi perché LEI se la sta cavando con una punizione?- chiese indicando l’amica.

-Perché il suo fascicolo è spesso la metà di quanto sia il suo, Lopez. La signorina Fabray si limita a saltare le lezioni di tanto in tanto, lei invece mette in cattiva luce la scuola ogni volta che se ne presenta l’occasione!- esclamò Figgins alzando finalmente lo sguardo.

-Si riferisce al fatto che stamattina sono andata nel bosco?- chiese shoccata Santana- mi sembra che ci fosse anche lei con me!

Quinn la guardò un attimo, avrebbe dovuto essere arrabbiata con lei per quel comportamento assurdo nei confronti di una sua amica, ma conosceva la vera ragione, quindi non disse niente.

-No chica caliente, ci riferiamo al furto dell’attrezzatura da baseball, all’intrusione notturna in piscina e alla vendita di alcolici in sala mensa, per non citare tantissimi altri avvenimenti successi nei mesi scorsi o negli anni passati!- elencò la Sylvester incrociando le braccia.

Qualcuno bussò alla porta e la professoressa l’aprì. Brittany entrò nella stanza con un timidissimo “Salve” mentre guardava con aria interrogativa i presenti.

Santana si sedette di nuovo velocemente e guardò fisso davanti a sé, cercando di mantenere la calma. Brittany dal canto suo, dopo averla vista si bloccò e incrocià le braccia fermandosi a distanza di sicurezza dalla scrivania.

-Signorina Pierce!- esclamò Figgins con affetto come avesse davanti sua nipote –E’ sempre piacere incontrare uno studente disciplinato!- continuò guardando Santana e scandendo bene le ultime due parole.

-Buonasera signor Preside- rispose educatamente Brittany. –Mi avevate fatto chiamare?- chiese conoscendo già la risposta, ma in quel momento il suo intelletto non voleva collaborare più di tanto, era troppo occupato a concentrarsi sulla schiena e della latina che aveva abbassato la testa come se non volesse farsi vedere e sullo sguardo divertito della bionda che la osservava con l’aria di chi la sapeva lunga.

-Veramente avremmo bisogno di te- spiegò Schuester indicando le due ragazze.

-Di me? Per cosa?- chiese Brittany pregando che non stessero per chiedergli quello che si aspettava.

-Dovresti darci una mano a risolvere una questione con la signorina Lopez. Vi conoscete?

-Di vista- mormorò Brittany guardando fisso negli occhi Schuester per non incrociare nessun altro sguardo.

-Perfetto, allora il discorso è questo: Santana si è cacciata in un bel po’ di guai, che solitamente prevedono una sospensione o, in casi estremi, un’espulsione, ma (non mi chiedere perché) la professoressa Sylvester ha convinto il preside a graziarla concedendogli un’altra possibilità- continuò a spiegare Schuester mentre Figgins annuiva e la Sylvester più euforica che mai guardava prima lei, poi Santana e poi Quinn.

-E cosa c’entro io?- chiese impaziente Brittany che cominciava a non capire. Aveva temuto che in quanto rappresentante avrebbe dovuto testimoniare contro Santana per una sua eventuale espulsione e la cosa l’aveva fatta preoccupare parecchio perché non aveva per niente voglia di prendere atto ad una cosa del genere.

Figgins intervenne.-Abbiamo deciso che Lopez avrà una settimana di tempo, si Lopez una settimana- guardò Santana che aveva sbarrato gli occhi- per preparare una tesi su un autore a sua scelta da esporre durante l’assemblea, ovviamente con una commissione di insegnanti che avrà il compito di interrogarla ed esaminarla. E tu- la indicò- in qualità di miglior studentessa della scuola, dovrai farci il piccolo favore di aiutarla a studiare in questa settimana- concluse felice.

-Capiamo che magari hai tanti impegni, ma abbiamo parlato tutta la mattina al telefono con i genitori di Santana che sono veramente mortificati e dispiaciuti per la loro figlia, chiedendoci di darle una possibilità.- disse Schuester guardando speranzoso la ragazza in piedi. –Per cui prendila come una buona azione verso una coppia di genitori esasperati- anche lui guardò
Santana evidenziando quest’ultima parola.

La latina nel frattempo aveva chiuso gli occhi e pregava che un dio qualsiasi scendesse in terra ad illuminare il cervello di quegli idioti, convincendoli semplicemente a sospenderla.

Brittany non parlò per qualche secondo, osservando la schiena della mora. Una settimana? Doveva restare una settimana con lei? Dopo quello che le aveva detto? Era una follia, sarebbe morta dall’imbarazzo…

-Accetti?- tutti aspettavano una sua risposta.

Sospirò. –Va bene-
 
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Santana uscì dall’ufficio di Figgins più furiosa che mai, seguita a ruota da Quinn che cercava di tenerle testa. Brittany le guardò allontanarsi e andò via rassegnata e col morale sotto le scarpe.

-Santana fermati!- la chiamò la bionda.

La latina nel frattempo sussurrava insulti rivolti ad ogni singolo insegnante di quella scuola e del resto del mondo, camminando velocemente senza meta. Quinn l’afferrò per un braccio a la voltò verso di sé, solo allora si accorse che erano arrivati quasi davanti ai dormitori.

-Hai finito di fare questa scena idiota? Ti rendi conto che ti stanno salvando il culo? Potevano riportarti a casa tua col prima treno del pomeriggio, invece ti stanno aiutando!- la rimproverò Quinn cercando di farla ragionare.

-Cercare di umiliarmi davanti tutta la scuola, interrogandomi come ad un esame di laurea su un autore idiota della letteratura che dovrò studiare in una settimana? Questo è aiutarmi?- quasi urlò Santana, poi si sedette stancamente sul muretto adiacente la strada.

Quinn le andò vicino e aspettò che entrambe riprendessero fiato.

-Sai benissimo che non è questo il reale problema- sentenziò Quinn qualche minuto dopo.

-E quale sarebbe?- chiese Santana con finta noncuranza.

-Che sei costretta a restare da sola con lei!

-Lei chi?

-La regina Elisabetta, idiota! Smettila di fare finta di niente e guardami.- le prese il voltò e la costrinse a girarsi verso di lei.- Perché non vuoi ammettere che ti piace Brittany?

Santana impallidì, poi si alzò di scatto e cominciò a fare avanti e indietro nervosamente. –Che idea assurda! A me non piace proprio nessuno! Soprattutto Miss Perfettina Biondina Ballerina!

Quinn sorrise. – Come fai a sapere che balla?-

-Ha fatto uno spettacolo l’anno scorso a Natale..

-E da quando tu segui gli spettacoli natalizi?

-Da quando si può mangiare gratis durante l’intervallo!

-Quindi hai resistito fino all’intervallo di uno spettacolo natalizio? Caspita, sei davvero cotta!- esclamò Quinn sorpesa.

-Senti piantala con questa storia ok? Ti dico com’è per me un rapporto perfetto: ti conosco, andiamo a letto e ti saluto! Fine della storia. Se si vuole proprio renderlo un rapporto speciale ci si può anche presentare, ma mi è capitato pochissime volte!

-Le hai detto questo quando ti ha detto che ha una cotta per te?- chiese a bruciapelo Quinn.

Santana rimase spiazzata.


*Flashback*

Brittany si stava asciugando la fronte seduta sugli spalti della palestra, con Tina accanto a lei che si stava scolando la seconda bottiglietta d’acqua di fila.

-Non ricordavo che fossimo arruolate nell’esercito!- esclamò l’asiatica guardando la Sylvester mentre ordinava a un paio di ragazzini del primo anno di fare venti flessioni per aver lasciato cadere la palla a terra durante la partita di pallavolo.

-Già…- rispose Brittany completamente distratta. Dall’altro lato della palestra, su un tappetino una di fronte all’altra, Santana Lopez e Quinn Fabray si stavano riscaldando per la prossima ora di lezione.

-Pensi che le rivolgerai mai la parola?- chiese Tina.

-Come?- si risvegliò la bionda.

-Si insomma…da quanto tempo va avanti questa storia? Un anno?

-Quale storia?- chiese Brittany arrossendo.

-Mi riferisco al fatto che vi scrutate da lontano mangiandovi con gli occhi, ma che nessuna delle due si sia mai effettivamente dichiarata.

-Tina, che stai dicendo! Come potrei mai essere interessata ad una playgirl da strapazzo che sa solo mettersi nei guai e saltare le lezioni?

-Ma è una bella ragazza!- osservò Tina.

-Il fatto che a me piacciano le ragazze, non significa che mi debbano piacere TUTTE le belle ragazze! Sono di gusti molto difficili e lei….- si distrasse un attimo mentre Santana si alzò in piedi e cominciò a riscaldarsi le gambe, mettendo in bella mostra il suo sedere- …sicuramente non ci rientra!

-No no infatti, si vede….-osservò ironica Tina.

-E poi non facciamo altro che battibeccare ogni volta che ci rivolgiamo la parola, non ricordo neanche una volta che una qualsiasi frase non sia finita con commenti acidi da una delle due!- continuò Brittany.

-Questo perché c’è tensione sessuale!- esclamò Mercedes spuntando da dietro le ragazze che sobbalzarono.

-E tu da dove esci fuori?- chiese Tina tenendosi il petto.

-Dormivo nascosta dietro i sedili per non farmi beccare dalla prof, ma tornando a noi…- si rivolse a Brittany- dovresti fare un tentativo.

-No.

-Dai, almeno invitala a prendere un caffè..

-No.

-A darle una mano con i compiti..

-No.

Sbuffarono entrambe.

-E poi..- cominciò Brittany alzandosi e guardando di sfuggita verso l’altro lato della palestra –probabilmente neanche le piaccio!- poi uscì velocemente dalla palestra seguita dalle sue amiche che sapevano di aver colto nel segno.

Non sapevano però che dall’altro lato, Santana e Quinn avevano avuto la stessa identica conversazione.
 
 
Un paio di giorni dopo Brittany stava facendo la fila al bar della scuola per prendere un cappuccino. Quando finalmente fu il suo turno tirò fuori il portafoglio per pagare, ma si accorse che era vuoto.

-Oh no..- si maledisse. Il barista la guardò scettico. –Mi scusi, ho preso il portafogli sbagliato e ora…- Un braccio la sorpassò e degli spiccioli caddero davanti a lei. Si voltò per ritrovarsi faccia a faccia con una sorridente Santana.

-E’ tutto apposto, pago anche un caffè- agitò il bicchiere e si allontanò. Brittany si riprese dalla sorpresa e la seguì.

-Ehi- la chiamò.

-Ciao- rispose la latina sorridente bevendo il caffè.

-Grazie mille per prima, appena posso ti restituisco i soldi- la ringraziò imbarazzata.

-Figurati, non ce n’è affatto bisogno! Per una bella ragazza questo e altro- disse facendole l’occhiolino. Brittany arrossì e distolse lo sguardo, poi si sedette al tavolino con Santana.

-L’altra sera mi hai definita una noiosissima rispettrice delle regole, se la memoria non mi inganna.- chiarì la bionda, giocherellando con il cucchiaino.

Santana incassò il colpo, ma sorrise.- Beh, ciò non toglie il fatto che resti una bella ragazza.

Brittany la guardò per un lungo istante, raccogliendo tutto il coraggio necessario. –Hai da fare?- chiese infine.

La mora alzò il capo dal caffè –Come?

-Ti ho chiesto se hai da fare…adesso.- ripetè la bionda, imbarazzata al massimo, ma decisa.-Così magari potremmo, non so, passare un po’ di tempo insieme e forse potrei farti cambiare l’idea sbagliata che hai di me, e tu potresti farmi cambiare la mia su di te- propose alzando le spalle.

-Cioè quale?- indagò Santana.

-Di un’insensibile rubacuori che fa la ribelle per attirare l’attenzione- rispose di getto, pentendosene immediatamente.

La latina resto un attimo seria, poi scoppiò a ridere sotto lo sguardo sorpreso della bionda.

-Scusa- disse dopo essersi calmata- ma è la prima volta che mi chiedono di uscire insultandomi!

Brittany si tranquillizzò e ridacchiò anche lei, ma poi chiese impaziente –Allora? Accetti?

Senza dire una parola, Santana si alzò e si diresse fuori dal locale sorridendo, poi si girò notando Brittany ancora ferma al suo posto e la chiamò-Andiamo!
La bionda sorrise e la seguì fuori.
 
Qualche ora dopo si ritrovarono al quarto piano, davanti la porta della stanza di Santana. Erano arrivate all’imbarazzante momento del saluto della buonanotte, precisamente nell’istante di silenzio prima che una delle due decidesse di congedarsi.

-Sono stata bene oggi-iniziò Brittany, guardandola fissa negli occhi.

-Già, anch’io.-  rispose Santana che si sentiva stranamente nervosa. Non le era mai successo niente di simile prima, non con una ragazza almeno. Dovevano essere stati i tacos.

-Allora, buonanotte- salutò la bionda.

-Buonanotte- ricambiò la latina.

Si guardarono ancora per qualche secondo, prima di arrendersi all’istinto e ritrovarsi l’una sulle labbra dell’altra.

Santana aprì la porta della sua camera e spinse Brittany dentro. La bionda guardò i due letti vuoti, colta da un dubbio.
-La mia compagna di stanza non c’è, è tornata a casa per il weekend- disse la latina intuendo le preoccupazioni dell’altra.

Brittany sorrise e ricominciò a baciarla, trascinandola sul letto. Santana cominciò a baciarle il collo, scendendo sempre più giù, poi ad un tratto si bloccò.-Aspetta- sospirò spostandola leggermente.

La bionda la guardò preoccupata. –Che succede? Ho sbagliato qualcosa?

-No, no assolutamente, ma devo dirti una cosa prima di…ecco…cominciare.

Brittany si sistemò sul letto e la guardò in attesa.

-Ecco..io..- iniziò Santana- Io non sono esattamente la ragazza della porta accanto.

L’altra ragazza si accigliò –Che vuoi dire?

-Oggi sono stata bene, davvero…ma..vedi…dopo questa sera…non cambierà niente per me. Mi sembra giusto avvisarti.

-Avvisarmi?- ribattè incupendosi.

-Si…ecco..io sono un tipo da una notte e via, non voglio legami con nessuno..quindi non aspettarti che da domani cominceremo ad uscire insieme o qualcos’altro…Non voglio offenderti.

-Non vuoi offendermi?- ripetè Brittany quasi urlando –Mi stai dicendo che mi stai per trattare come un qualsiasi oggetto sessuale e pretendi anche che io non mi offenda? Cosa dovrei fare, ringraziarti?- chiese ironica.

-In verità non ho mai avvisato nessuno prima d’ora, ma non so perché sento che devo essere chiara con te fin dal principio- ammise sinceramente Santana.

Brittany la guardò per un istante, poi la spinse via e si fiondò verso la porta.

-Aspetta- cercò di chiamarla inutilmente la mora.

-Buonanotte Santana- sputò acida- E, per la cronaca, la mia idea su di te non è affatto cambiata!

Uscì sbattendosi la porta dietro.

Santana portò le mani sui capelli e sbuffò.

Da allora non si rivolsero più la parola, nemmeno per insultarsi.


Note

Dei del cielo, ci sono riuscita!! Questa seconda parte è stato un parto! L'ho scritta tra ieri sera e ora non appena mi ritrovavo un minuto libero!
So benissimo che avevo promesso solamente due capitoli, ma purtroppo ho dilungato troppo le cose e la seconda parte mi stava venendo esageratamente lunga! Quindi ci vediamo domani per la terza e, si spera, ultima parte!
Coooooooooooomunque ci tenevo tantissimo a ringraziare chi ha letto la prima parte, ad abbracciare chi l'ha messa tra le seguite, baciare chi l'ha messa tra le preferite e mi sto attrezzando per mandare un mazzo di fiori a chi ha recensito! Grazie grazie davvero!!
Ci vediamo domani con l'ultima parte!
Kiss,
Fede










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Capitolo 3
*** Terza parte ***


Tina, Mike e Mercedes spostavano lo sguardo a destra e a sinistra come se stessero assistendo ad una partita di tennis, mentre Brittany guardava fisso dall’altra parte del corridoio, in attesa.
Nella parte opposta, Quinn sbuffò per l’ennesima volta e cominciò a tamburellare a terra con un piede incrociando le braccia. Santana teneva le mani nelle tasche della giacca dell’uniforme e ricambiava l’occhiata di Brittany.
-Ne avete per molto?- chiese spazientita la bionda –Sono dieci minuti che va avanti questa situazione! Va lì e mettetevi d’accordo per vedervi!
-Non voglio parlarle- spiegò Santana irritata.
-Sei una bambina!- commentò Quinn.
 
-Perché non vai da lei e vi decidete? Avrei da fare, non voglio stare qui tutto il pomeriggio!- disse nel frattempo Mercedes.
-E’ lei quella nei guai, quindi sta a lei venire da me!- rispose decisa Brittany.
Tina la guardò un attimo, poi scambiandosi un’occhiata con Mercedes parlò a bassa voce per non farsi sentire dai passanti –Credo che tu prima o poi ci dovrai raccontare cos’è successo esattamente tra di voi.
-Ve l’ho già spiegato!- rispose Brittany che non aveva nessuna voglia di toccare l’argomento.
-“Hanno tutti ragione e basta” non è una spiegazione!- sentenziò Mike, mentre le altre due ragazze annuivano. Brittany alzò gli occhi al cielo.
 
-Santana per l’amor del cielo, ho i crampi alle gambe..-si lamentò Quinn.
-Ehi!- esclamò Santana fermando un ragazzino del primo anno che passava di lì con la fronte china sull’ I-pod –Senti, devi farmi un favore!
-E perché dovrei?- rispose sprezzante quello guardandola dall’alto in basso.
La latina sentì salire il nervosismo dentro di lei e si trattene dal dargli una testata e lasciarlo lì svenuto.
-Senti Piccolo Lord, ora fai quello che ti dico e se osi rivolgerti a me di nuovo in quel tono, prendo il tuo stupidissimo cellulare e te lo infilo talmente in profondità nel tuo corpo che i tuoi genitori dovranno chiamare uno speleologo per tirarlo fuori!- ordinò minacciosa.
Il ragazzino cambiò immediatamente atteggiamento e l’ascoltò attento. –Sono tutto orecchie.
-Bravissimo- sorrise falsamente la mora- Ora..vedi quella bionda laggiù?- indicò Brittany.
 
-Cosa sta facendo?- chiese Mike alle ragazze.
Il ragazzino si allontanò da Santana e Quinn e si avvicinò a loro, rivolgendosi a Brittany.
-Ehm…-iniziò esitante- Santana dice di vedervi alle tre davanti la biblioteca.
Brittany alzò un sopracciglio – Ah si? Bene allora riferisci che Brittany DICE che alle tre non può e sarebbe meglio alle quattro! Anzi, senza “sarebbe”, dille che deve presentarsi alle quattro!
Il ragazzino tornò indietro e riferì il tutto. Videro Santana discutere con Quinn, dopo di che il ragazzo torno indietro sbuffando e disse:
-Alle quattro non può. Quinn mi ha detto di dirti che puoi scegliere tu un orario in cui ti venga comodo e chiede scusa per l’atteggiamento di Santana.
-Alle 5?- Chiese Brittany che stava per avere una crisi isterica.
Di nuovo il poverino torno da Santana.
-Ha chiesto per le 5- disse alla latina.
-Bene , dille che…
-Adesso basta!- intervenne Quinn. Santana la guardò sconvolta –Dovete studiare insieme una settimana, hai intenzione di fermare sempre qualcuno che passa per parlare con lei?- prese l’amica sottobraccio-puoi andare, grazie- si rivolse al ragazzino che non se lo fece ripetere due volte.
Il gruppo osservò le due ragazze avvicinarsi, o meglio, Quinn camminare decisa trascinandosi dietro Santana.
Si bloccarono davanti a loro e per qualche istante nessuno parlò.
Dopo un po’ la latina chiuse gli occhi respirando profondamente ed esclamò tutto d’un fiato:
-Alle cinque va bene!
Poi si allontanò il più velocemente possibile.


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-Io non capisco, dovrebbe essere lei quella offesa dopo essersi dichiarata a te ed essere stata respinta, perché fai tu l’acida?- chiese Quinn sistemandosi la coda davanti lo specchio, mentre Santana stava seduta dietro la scrivania. Erano le quattro e mezza e si trovavano in camera di Quinn da mezz’ora, cercando di calmare la latina, che era più nervosa che mai.
La bionda non si lasciò sfuggire l’occhiata piena di senso di colpa che l’amica le rivolse un istante, prima di abbassare lo sguardò. Si girò e la fissò.
-Santana?- chiese indagatrice.
-Si?- rispose l’altra con tono innocente.
-Per caso mi hai nascosto qualcosa?- continuò quella avvicinandosi minacciosa.
-Cosa te lo fa pensare?- chiese nervosamente la mora torturando una matita tra le sue mani.
-Esiste una cosa chiamata “linguaggio del corpo” e posso dire con assoluta certezza che in questo momento sei particolarmente stressata!- spiegò indicandole le mani.
Santana sbuffò.-Ok, ammetto di aver modificato leggermente la storia.
-Quanto leggermente?
-Leggermente tipo..-esitò-..tutto quanto!- chiuse gli occhi in attesa di un pugno sul naso da Quinn.
Ma lei si sedette sul letto e la guardò seria. Dopo qualche secondo le chiese- Cos’è successo veramente?
Santana prese un respiro e le raccontò del pomeriggio e della sera di qualche mese prima passati con Brittany.
-Poi è uscita sbattendo la porta e questo è quanto! Non ci parliamo più da allora.- finì di spiegare e guardò Quinn che la osservava in silenzio.
-Wow- commentò dopo parecchi secondi.
-Wow?-ripetè allibita Santana- Tutto qui?
-Devi dirle che ti piace!- decise Quinn alzandosi.
Santana boccheggiò cercando di riprendersi –Quinn?- riuscì finalmente a dire- Hai capito cos’ho detto? Esattamente in quale passaggio del racconto hai sentito le parole “mi piace Brittany”?
-Non le ho sentite, ma è abbastanza chiaro, dal momento in cui hai deciso di mentirmi!
-No, il motivo per cui l’ho fatto è perché non volevo ammettere di aver fallito con una ragazza!
-No, il motivo per cui l’hai fatto è perché non volevi ammettere che con lei ti sei comportata diversamente cercando di essere più gentile rispetto che con le altre tue prede, anche se in maniera del tutto discutibile!- disse Quinn, che sorrise quando Santana confermò la sua tesi distogliendo lo sguardo e arrossendo.
-Vedi?- continuò la bionda euforica –Ti piace! Perché non vuoi ammetterlo? Non ti critica nessuno se per la prima volta ti comporti da essere umano e ti leghi a qualcuno!
-Questa non sono io, Quinn! Non mi piace mettere in mezzo i sentimenti!
-Beh, notizia dell’ultima ora: i sentimenti sono ospiti molto maleducati, arrivano senza il permesso di nessuno!
-E questo che significa?- chiese insicura.
-Significa che devi lasciarti andare- spiegò con tono materno –Approfitta di questa settimana e cerca di avvicinarti a lei, preferibilmente senza portartela a letto e falle vedere che la sua famosa idea su di te è sbagliata!
Santana esitò –E se avesse ragione? Se fossi solo una stronza senza emozioni?
-Non lo sei, San. Sei solo spaventata a morte all’idea di legarti. Non aver paura!
La latina sbuffò di nuovo e guardò l’orologio. Prese i libri e cominciò ad uscire dalla stanza di Quinn.
-Vado in biblioteca- annunciò – Si possono dire tante cose su Santana Lopez, ma mai che sia una ritardataria!


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Cosa che, al contrario, poteva dirsi benissimo di Brittany.
Santana era arrivata da dieci minuti buoni in biblioteca, ma della bionda neanche l’ombra.
Per passare il tempo aveva preso un foglio e cominciato a disegnare tutti i modi che le venivano in mente per distruggere la macchina di Figgins. Stava giusto per definire meglio i dettagli di un carro armato, quando apparve la ballerina rossa in viso e con il fiatone.
-Ciao- salutò gettando i libri sul tavolo, facendo sobbalzare la latina – Scusa per il ritardo, la professoressa Smith mi ha trattenuto più del previsto.
Si sedette e aprì qualche quaderno davanti a lei.
Santana era rimasta imbambolata a fissarla, era difficile concentrarsi con quei capelli lunghi biondi che le ricadevano sulle spalle scombinati, mentre il petto le faceva su e giù per il fiatone.
-Allora- cominciò Brittany, risvegliandola –Hai già una vaga idea su quale autore analizzare?
La latina riprese la sua aria strafottente e finse di pensarci su un attimo.
-Mmm…. Snoopy va bene? In fondo scrive spesso sul tetto della sua cuccia!
Brittany la guardò storta.
-Ok, ok scusa! Prima regola: niente battute.- commentò ironica Santana.
-Senti- disse Brittany – è più che mai ovvio che questa situazione è una palla al piede per tutt’e due, sia perché sono convinta che entrambe abbiamo di meglio da fare, sia per quella famosa sera di qualche mese fa..
-Non ne voglio parlare- chiarì immediatamente la latina.
-Nemmeno io- rispose Brittany – Per cui direi che è meglio lasciarci alle spalle spiacevoli ricordi e cominciare a studiare.
Alle parole “spiacevoli ricordi” Santana s’incupì interiormente, ma mascherò il malumore facendo finta di cercare qualcosa nella borsa.
-Ripeto la domanda- continuò Brittany –Hai qualche idea?
-Pensavo di cominciare con “Il Ritratto di Dorian Gray” per poi fare un excursus sulle opere e la poetica di Oscar Wilde.
Brittany restò a bocca aperta. –Ti piace Oscar Wilde?- chiese sorpresa.
-Ascoltami bene, copia allungata di Lisa Simpson, solo perché non ho esattamente rispetto per il codice comportamentale di questa scuola, non significa che io sia ignorante come i tuoi amici fighettini che passano l’anno solo perché il loro papà può comprare quest’edificio con un battito di mani!
-Non intendevo niente del genere, sono sorpresa solo perché è uno dei miei autori preferiti e non pensavo potessimo avere qualcosa in comune, tutto qui!- spiegò tranquillamente Brittany con un’alzata di spalle- E poi non capisco questo discorso verso i ricchi, non studi anche tu qui? Ci vogliono soldi per poter pagare la retta!
-I miei genitori sono fruttivendoli, sono qui grazie ad una borsa di studio- spiegò velocemente Santana prendendo il libro di letteratura.
-Borsa di studio?- ripetè Brittany.
-Si, vinta alle medie.
-Per reddito o per merito?
-Merito.
-Merito?
-Hai problemi di udito? Ho detto merito!- si irritò la latina
-Quindi eri brava alle medie.
-L’ultima volta che ho controllato era proprio questa la spiegazione del termine “merito”!
-E perché adesso non lo sei?- chiese la bionda, sinceramente curiosa.
-Detto in poche parole, perché mi fa schifo questa scuola, mi fa schifo i valori che inculca, non sopporto gli insegnanti, non sopporto gli alunni e non vedo l’ora di uscire da qui! Ora se abbiamo finito l’interrogatorio, vorrei cominciare…
-Ma la cultura è una cosa importante, è l’unica cosa che ti resta uscendo da qui. Tra tanti anni queste persone non saranno più nella tua vita, dovresti curarti della tua istruzione indipendentemente da loro.-disse Brittany tranquillamente.
-Infatti ne ho molta cura, me la faccio da sola studiando per i fatti miei, non devo dimostrare niente a nessuno di loro. Ora, per favore- disse le ultime due parole con molto sforzo- possiamo iniziare?
La bionda la guardò per qualche secondo, poi sorrise e cominciò a parlare.

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Tina guardò l’orologio della sua camera e si chiese che fine avesse fatto la sua amica. Era quasi ora di cena e stava morendo di fame.
Stava per mandarle un messaggio quando la porta si aprì ed entrò Brittany con un sorriso a trentadue denti.
-Ehi- la salutò.
-Ehi- rispose- com’è andata?
-Benissimo!- esclamò, per poi ricomporsi- cioè….non male come mi aspettavo!
Tina alzò un sopracciglio –Sinceramente mi aspettavo di vederti tornare con un occhio nero o un paio di cicatrici in viso, non certo con un sorriso.
-Sinceramente? Neanch’io..-ammise Brittany sedendosi –Ma..devo ammettere che dopo qualche minuto passato insieme, Santana non è per niente male….no no non intendo quello!- arrossì guardando l’espressione maliziosa di Tina- Intendo dire che è una ragazza molto intelligente e simpatica ed è…. interessante parlare con lei!
-Quindi adesso è ufficiale il fatto che ti piaccia? Nessun dubbio?- chiese l’asiatica senza giri di parole.
Brittany abbandonò il sorriso e le voltò le spalle, facendo finta di cercare qualcosa nella cassettiera.
-Tina per favore, smettila con questa storia, mi fai innervosire quando fai così!
-Sono solo preoccupata, da quando mesi ti fa ti abbiamo proposto di chiederle di uscire, appena si nomina Santana scatti come una molla!
Brittany si irrigidì e Tina lo notò. –Visto?- disse infatti.
La bionda si girò e incrociò le braccia, guardandosi i piedi.
-Mi ha usata- spiegò.
-Come?- chiese Tina sbarrando gli occhi.
-Cioè, volevo dire..mi ha quasi  usata…un minuto prima si è fermata e mi ha avvisata.
-In che senso ti ha avvisata?
-Mi ha detto chiaramente che quella sera si sarebbe divertita e l’indomani non mi avrebbe più considerata!
-Oh…- fece Tina dispiaciuta per la sua amica che aveva assunto un’aria da cucciolo bastonato –Mi dispiace Britt..
-E poi ha anche avuto il coraggio di dirmi che non aveva mai avuto la premura di avvisare nessuno prima e che si sentiva in colpa con me!- continuò alzando la voce.
-Aspetta, ti ha detto così?- chiese Tina cambiando subito espressione.
-Si
-E tu che hai fatto dopo?
-Sono andata via, che avrei dovuto fare?
-E da allora come si comporta?
-Da allora mi evita come la peste bubonica!
-Ma è fantastico!- esclamò Tina. Brittany si shoccò.
-Fantastico? Ma..-  non capiva assolutamente.
-Tu le piaci!- proclamò allargando la braccia come se fosse una cosa palese.
Brittany sbattè velocemente le ciglia. –Prego?
-Ma è ovvio Bri! Si è sentita in colpa! Santana Lopez che si sente in colpa! E soprattutto che ti evita! C’è solo una spiegazione: ti evita perché si sente in colpa e si sente in colpa perché le piaci!
Brittany restò in silenzio per un po’, guardando allibita l’amica. –Posso citarti Anacleto?
-Chi?
-“Quiscuille e pinzillacchere!”- esclamò senza dare spiegazioni.
-Cosa?- chiese confusa Tina.
-Cazzate, Tina! Cazzate!
-No!- si avvicinò all’amica e le prese il volto tra le mani.- Ascolta, cerca di essere sincera con te stessa un attimo: ti piace Santana?
-Sei impazzita? E’ la ragazza più irritante, irrispettosa, indisponente, stronza, menefreghista, spiritosa, affascinante, attraente, intelligente…si, mi piace.- ammise infine.
-Perfetto. Fidati di me quando ti dico che anche a lei tu piaci. Fidati ti dico, sono un’esperta in questioni di cuore, faccio tira e molla con Mike da quattro anni per qualsiasi motivo, ormai conosco le più piccole sfumature!
Brittany sorrise e annuì. –Che devo fare?- chiese esitante.
-Solo un consiglio: lasciati andare. Non avere paura.

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I successivi quattro giorni passarono più velocemente del previsto e per Santana e Brittany esisteva una sola spiegazione: erano stati veramente piacevoli.
Entrambe avevano scoperto caratteristiche dell’altra che non si aspettavano e che avevano trovato di loro gradimento.
Nessuna delle due però prese mai argomento “sera di mesi prima”, non ce n’era mai stata l’occasione e, soprattutto, non volevano rovinare l’atmosfera che si era creata.
Ormai i commenti acidi e le frecciatine erano quasi del tutto spariti, lasciando posto a battute divertenti e a gentilezze inaspettate.
Il sabato pomeriggio dell’ultimo giorno di studi, Santana si offrì addirittura di offrire il caffè a Brittany, che accetto con piacere.
-Allora- iniziò quest’ultima –Pronta per lunedì mattina?
-Lunedì mattina? Pensavo che l’assemblea fosse martedì!- rispose Santana preoccupata, posando di scatto il bicchiere sul tavolo.
-Si, ma lunedì devi presentare la tesi a Figgins per essere approvata- spiegò Brittany sorseggiando il suo caffè.
-Approvata? Addirittura? Mi sembra che si stia arrivando all’esagerazione! Possibile che in questa scuola non esista il senso della misura?- commentò Santana irritata.
-Sono d’accordo- annuì Brittany.
Santana si sorprese. –Sei d’accordo ad una critica verso questo posto? Wow! Io pensavo amassi tutto questo!
-Certo che no!-rispose indignata la bionda- Solo perché sono la rappresentante non significa che io accetti tutto quanto! Cerco solamente di costruirmi delle buone basi per entrare nel mondo universitario con un bel curriculum!
-Quindi vuoi andare all’università?
-Certo!
-E cosa vorresti diventare?
-Mmm…presumo qualsiasi cosa che mi possa far guadagnare bene!
Questa, Santana doveva ammetterlo, non se l’aspettava.
-Guadagnare bene? Cioè vuoi avere tanti soldi?
-Si!- esclamò Brittany- Così un giorno potrò aprirmi una scuola di danza tutta mia!
-Scusami se mi faccio i fatti tuoi, ma la tua famiglia non è ricca? Hai già i soldi per aprirla!
-Si, ma non voglio vivere per sempre di rendita, voglio essere indipendente e cavarmela con le mie forze! La scuola di danza è il mio sogno e devo essere io a realizzarlo, non i soldi dei miei!
A Santana spuntò un sorriso spontaneo dopo aver sentito quel discorso e Brittany ricambiò. Si guardarono per un lungo minuto, persa l’una negli occhi dell’altra.
-Che fai stasera?- chiese Santana spezzando il silenzio.
-Niente- rispose la bionda torturando un tovagliolo.
-Io e Quinn andiamo in un locale non molto lontano da qui, c’è musica dal vivo- esitò- vuoi…venire?
Brittany la fissò e la latina arrossì imbarazzata. –Ov..ovviamente puoi portarti i tuoi amici, non devi venire sola, anzi non devi venire a prescindere se non ti va, era solo un’idea…
La ballerina rise, era uno spettacolo vedere Santana in difficoltà e il sorriso le si allargò al pensiero che fosse lei la causa di quell’imbarazzo.
-Mi piacerebbe molto ma…-iniziò.
Santana parve delusa –Ma?
-Ma se non ricordo male il sabato sera il coprifuoco è alle undici e dubito che nei tuoi piani è previsto quell’orario di ritorno.
-Andiamo! Per una volta puoi trasgredire una regola!
Brittany alzò le sopracciglia.
-Dai! Cosa vuoi che accada? E’ sabato sera! Io torno tardi da quasi quattro anni e non mi ha mai scoperto nessuno!- Brittany sembrò pensarci su- Daiiiiii!- fece un piccolo broncio alla quale la bionda non seppe resistere.
-Ok!- concesse finalmente.
-Perfetto! Allora ci vediamo al cancello alle dieci e mezza, va bene?
Brittany annuì e Santana si alzò salutandola, per poi uscire dal bar sorridendo. La bionda si mise le mani ai capelli e ricominciò a respirare regolarmente.

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-Ma il cancello chiude tra mezz’ora!- disse Mercedes seduta sul letto di Brittany, mentre lei finiva di truccarsi.
-Lo so!- rispose quella davanti lo specchio.
-Non hai paura di essere beccata?- chiese Tina coricata sull’altro letto.
-A dire la verità…..non me ne importa niente!- esclamò euforica, facendo l’occhiolino a Tina.
Mercedes lo notò –Che cosa le hai fatto?- accusò l’asiatica.
-Io non ho fatto niente! Le ho solo consigliato di lasciarsi andare!- si difese quella.
-Ma l’ha trattata male e adesso rischia di essere scoperta per colpa sua! Non può esporsi più di tanto!
-Io e Mike siamo usciti di nascosto un sacco di volte e lo rifarei anche a costo di farmi punire! Posso capirla benissimo!
-Si ma tu e Mike state insieme, loro hanno preso confidenza da una settimana..
-Potreste smetterla di parlare come se io non fossi qui?-intervenne Brittany girandosi. –Come sto?- chiese alle amiche.
-Benissimo.
-Fantastica, adoro questi jeans! E la camicia sembra fatta apposta per te!
-Grazie!- sorrise a più non posso.-Ora devo andare, ci vediamo domani mattina!
-Ciao- la salutarono le due amiche, una euforica e l’altra con poco entusiasmo.
 
 
Santana era in piedi accanto al cancello, guardando in continuazione il cellulare. Era più nervosa che mai.
-Vuoi calmarti?- la rimbeccò Quinn, a braccetto con il suo ragazzo.
-Non ci riesco- rispose la mora.
-E’ così bella questa Brittany?- chiese lui.
-Guarda tu stesso, amore- disse Quinn per lei, guardando un punto ben preciso alle spalle della latina.
Santana si girò e resto a bocca aperta davanti la visione angelica di Brittany che le si avvicinava. Era troppo distratta per notare che anche la bionda aveva la stessa espressione ebete.
-Ciao- la salutò sorridente.
-Ciao- rispose la ballerina, rossa in viso- ciao Quinn e ciao…- si rivolse al ragazzo a braccetto con Quinn e le parve di conoscerlo, soprattutto per il dettaglio della cresta che era convinta di aver già visto.
-Noah- rispose lui, stringendole la mano- ma puoi chiamarmi Puck!
-Hai un’aria familiare- osservò Brittany- frequenti questa scuola?
-Veramente sono l’addetto alle pulizie della piscina- rispose con un mezzo sorriso.
-Oh, capisco- disse Brittany, spaventata di aver fatto una brutta figura.
-Allora, andiamo?- chiese Quinn per spezzare l’imbarazzo.
I quattro uscirono dal cancello e cominciarono a camminare lungo la strada che costeggiava la scuola, diretti al locale.
Non era molto lontano, solo a pochi minuti di strada, per cui andarono a piedi. Arrivati lì non c’era ancora molta confusione, così Puck propose di sedersi e mangiare.
Brittany finì ovviamente accanto a Santana e cominciarono quasi subito a chiacchierare. Puck era un ragazzo molto simpatico e Quinn era una delle ragazze più brillanti che avesse mai conosciuto. Ora capiva cosa intendesse Santana quando criticava tutti gli altri studenti della scuola: loro erano completamente diversi! Certo, anche i suoi amici erano molto umili, ma pensava fossero delle eccezioni, non credeva che sarebbe riuscita a trovarsi bene con altre persone, specialmente se si trattava degli amici di Santana Lopez.
Verso mezzanotte arrivò la band e cominciarono a suonare e cantare in un misto tra rock e r’n’b.
Erano davvero bravi, Brittany doveva ammetterlo. Era ancora seduta al tavolo, accanto a Santana, mentre Puck e Quinn erano andati a ballare già da parecchi minuti.
-Ti stai divertendo?-chiese d’un tratto Santana all’orecchio di Brittany che sentì mille brividi invaderle il corpo.
-Si-rispose lei, cercando di sovrastare la musica –Ma…-guardò la pista.
-Ma?- chiese Santana.
Brittany le sorrise e le si avvicinò all’orecchio –Mi divertirei di più ballando!- le prese la mano e la condusse con lei sulla pista.
Ballarono per tantissimo tempo senza sentire minimamente la fatica, divertendosi come non mai. Il momento più bello era arrivato quando si unirono a loro Puck e Quinn e tutt’e quattro improvvisarono un cam cam in mezzo alla pista, mentre la gente intorno batteva le mani a ritmo.
Finita la serata tutt’e quattro si ritrovarono davanti alla ringhiera dell’entrata secondaria del dormitorio, dove Puck stava salutando Quinn in maniera decisamente non verbale, mentre le due ragazze la aspettavano per  scavalcare.
-Mi sono divertita tanto stasera!-disse Brittany per rompere il ghiaccio.
-Anch’io- rispose Santana, rabbuiandosi all’improvviso.
-Che c’è?- chiese Brittany.
-Niente..è solo che…questa scena mi ricorda qualcosa…
Brittany si accigliò, poi si distese in un’espressione di comprensione e fece –Oh…
-Beh..- continuò tornando sorridente e attirando l’attenzione di Santana- questa serata è decisamente diversa! Non siamo sole e soprattutto ci conosciamo meglio, quindi direi che non c’è nessun pericolo di capitare di nuovo nella stessa situazione!- rise, ma la latina non ricambiò.
-Dai, non pensarci..- mormorò Brittany.
-No..io…Brittany..Io devo farti le mie scuse!- esclamò la mora.
Brittany sarebbe stata meno sorpresa se le avessero detto che Silente era tornato in vita e ora vendeva gonnellini scozzesi agli angoli delle strade.
-Come?- le chiese infatti.
-Mi sono comportata malissimo, sono perfettamente consapevole di quanto io sia stata pessima con te, sia per il modo in cui ti ho trattata quella sera, sia per tutto il periodo successivo in cui ti ho ignorata. Mi dispiace, davvero.- si scusò tutto d’un fiato.
Brittany stava per rispondere, ma furono interrotte da Quinn che aveva finalmente dato la buonanotte a Puck .
Tutt’e tre scavalcarono il cancello, anche se Brittany era stata molto più lenta delle altre due, ormai esperte.
-Brittany vuoi salire in camera a prendere una birra?-chiese Quinn, una volta arrivate al primo piano del dormitorio –sai, finalmente la responsabile del dormitorio ha accettato la nostra richiesta e adesso siamo compagne di stanza!
-Quinn…-rispose per lei Santana- puoi aspettarmi in camera? Vorrei parlare da sola con Brittany..-le chiese gentilmente.
-Ma certo! Allora buonanotte Britt!- la salutò.
-Buonanotte!- rispose Brittany, mentre la bionda si allontanava.
Santana la guardò.-Vieni con me- le disse prendendola per mano.
La portò nel giardino alle spalle del dormitorio, dove nascosta tra i cespugli stava una panchina, invisibile per i passanti.
Santana si sedette e picchiettò accanto a lei per invitare Brittany  a fare lo stesso. Lei obbedì e rimasero per parecchi minuti in silenzio.
-Io..-dissero d’un tratto all’unisono.
Brittany rise – Ok, prima tu.
-Mi stavo chiedendo se hai accettato le mie scuse di prima..- mormorò Santana senza guardarla in faccia.
Un minuto di silenzio. –Si, le accetto- rispose infine la bionda.
Santana le sorrise, sollevata.
-Ma volevo chiederti una cosa- aggiunse la bionda.
Il sollievo di Santana si affievolì.
-Ecco… Se…se dovesse capitare di nuovo una cosa come la volta scorsa…tu..continueresti a pensarla allo stesso modo? Mi considereresti come una delle tue conquiste?
Santana impallidì, poi arrossì e poi impallidì di nuovo. Non sapeva cosa rispondere.
Abbassò la testa e restò in silenzio.
Dopo parecchi minuti, Brittany si arrese. –Ho capito. Chi tace acconsente vero?- ancora nessuna risposta –Buonanotte Santana- e si alzò delusa.
-Aspetta, non è così!
Brittany si fermò.
-Tu…Tu non sei come le altre…per me.- Brittany la guardò, con lo sguardo che tradiva l’emozione –Ma…io non mi sono mai legata a nessuno e…ho paura!- ammise, senza neanche sapere come.
Brittany le si avvicinò e le prese le mani. –Non c’è niente di cui aver paura- le sussurrò prima di avvicinare il volto pericolosamente a quello di Santana.
Delle risate squillanti le fecero sobbalzare e Santana istintivamente trascinò Brittany giù con sé a nascondersi tra i cespugli.
Arrivarono correndo mano nella mano il professor Schuester e una donna con i capelli rossi che le ragazze riconobbero come la signorina Pillsbury, la consulente scolastica.
-Oh mio Dio, quei due stanno insieme?- chiese Santana inorridita.
-Ma no, staranno solo parlando di lavoro!- provò Brittany, prima che il professore baciasse la donna con almeno mezzo metro di lingua. Santana la guardò con un sopracciglio alzato –Ok, stanno insieme!- ammise Brittany.
Finalmente i due professori si allontanarono e le due ragazze poterono uscire dal loro nascondiglio.
-C’è mancato poco!- esclamò Brittany, anche se non era affatto preoccupata.
-Questo non è niente, una volta mi sono nascosta nell’auto della Sylvester, adrenalina pura!- rispose Santana levandosi le foglie dai jeans e dai capelli. Si bloccò quando notò il troppo silenzio e alzando lo sguardo vide Brittany che la fissava in contemplazione sorridendo.
-Che c’è?- chiese.
La bionda si avvicinò e le cinse la vita. –Sei bellissima- le sussurrò sulle labbra, prima di baciarla.
Paralizzata. Era completamente paralizzata. Il suo corpo fu invaso da talmente tante emozioni che non riuscì a muovere un muscolo. Non le era mai capitato in tutta la sua vita. Dopo qualche istante, si riprese dallo shock iniziale, chiuse gli occhi e ricambiò il bacio. Aveva baciato decine di persone nella sua vita, ragazzi e ragazze, ma mai, nemmeno per un secondo, nemmeno lontanamente, aveva sentito le gambe tremare e il cuore battere così forte come in quel momento.
Si staccarono delicatamente e Santana poggiò la sua fronte contro quella di Brittany, tenendo ancora gli occhi chiusi. Quando li aprì, il suo sguardo si perse nei diamanti azzurri dell’altra. Non ricordava di aver mai visto occhi più espressivi e più belli. Brittany sorrise e lei ricambiò.
-Credo che dovremmo tornare nelle nostre stanze, Quinn e Tina ci staranno aspettando!- disse Brittany.
Santana annuì, prima di baciarla di nuovo.

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Se l’ingiustizia potesse avere un aspetto umano, Brittany era convinta che sarebbe quello del preside Figgins.
Era lunedì mattina e si trovava con Santana, il professor Schuester e la professoressa Sylvester nell’ufficio del preside. Dopo aver appena intravisto l’argomento della tesi di Santana, Figgins spinse i fogli verso la ragazza, rifiutandosi categoricamente di accettare l’elaborato. Dopo la richiesta di spiegazioni dai presenti, si era limitato a dire che non trovava Wilde “consono per quell’ambiente” e adesso erano dieci minuti che discuteva con Santana e con Schuester, che appoggiava la ragazza.
-Non ammetto che si leggano volgarità simili nella mia scuola! Queste opere sono indecenti e irrispettose!- sbottò il preside, paonazzo in viso.
-Senza offesa, signor preside, ma indecente e irrispettoso ci sarà lei, la sua distinta madre e gli avi suoi tutti!- ribattè la latina furiosa.
-Santana!- la rimproverò Schuester.
-Santana un cavolo!- rispose lei a tono –Mi sono rotta il culo in questa settimana per riuscire a fare questa cosa ridicola della tesi e adesso mi sta dicendo che sarò sospesa lo stesso per le sue idee bigotte e moraliste del cavolo? Non ci sto!
Uscì dalla stanza come una furia, sbattendo la porta e imprecando. Un insegnante sbucò fuori dalla sua aula attirato dal trambusto e quando si accorse di Santana le chiese- Potrebbe fare più piano per favore? C’è lezione!
-E tu chi cazzo sei? Va al diavolo!- gridò Santana arrabbiata come non mai.
Quinn ,che aspettava fuori dall’ufficio di Figgins, aveva seguito tutta la scena e cominciò a correre dietro alla latina cercando di fermarla.
Poco dopo venne superata da una chioma bionda, che si accorse essere Brittany solo dopo che questa afferrò Santana per un braccio e la bloccò, facendola girare verso di sé.
-San calmati.- le disse.
-Calmarmi?- urlò –ma l’hai sentito? L’hai visto? È uno stronzo!
-Si, è vero, è uno stronzo. Ma per fortuna gli altri insegnanti non sono come lui.- spiegò Brittany, lasciandola andare.
-Che vuoi dire?- chiese Santana, abbassando tantissimo il tono della voce e guardando speranzosa Brittany.
Quinn rimase scioccata. Non l’aveva mai vista con quell’espressione, sembrava un cucciolo incantato a guardare il padrone. La tenerezza di quella scena la fece sorridere.
-Significa che hanno convinto il preside a premiarti lo stesso perché hai fatto un ottimo lavoro! Così non solo non sarai sospesa, ma non dovrai nemmeno essere esaminata davanti tutta la scuola!- disse raggiante.
-E ci hai anche guadagnato la ragazza!- commentò Quinn ad alta voce, senza averlo previsto. Le due ragazze si girarono a guardarla e lei si imbarazzò al massimo. –Ops…scusate!- disse e scappò via per uscire da quella situazione.
Brittany guardò Santana.
-Non dare retta a quello che ha detto, nessuno ti sta puntando la pistola contro, se non v- fu interrotta dalle labbra della mora che non le lasciò finire la frase.
Brittany riprovò a parlare, ma la latina la interruppe ancora ed entrambe sorrisero nel bacio.
-Posso dire solo una cosa?- chiese la bionda dopo parecchi minuti.
Santana annuì.
-La famosa idea che avevo su di te…è decisamente cambiata!- annunciò Brittany, poi annullò di nuovo le distanze.


Note
1) Sto esaurendo! Complimenti a tutti gli autori di fan fiction per riuscire ad andare avanti senza diventare pazzi!
2) solo un commento: schifo ._.
Davvero, non mi piace per niente, specialmente l'ultimo pezzo che è uscito fuori un pò..boh!
Comunque! Ecco finalmente la terza e ultima parte di quest'esperimento! spero che sia piaciuta almeno un pò e che non abbia deluso troppo le aspettative, ma come già saprete, è la mia prima fan fiction e non sono ancora un granchè con i finali! :)
Ringrazio tantissimo le persone che hanno recensito o messo tra le ricordate-seguite-preferite questa storia!
Ci rivedremo in futuro con una long (spero)!
Grazie mille a tutti!
Kisses
Fede P.s. ho appena creato questo account twitter https://twitter.com/HawkShy e mi trovate anche su facebook http://www.facebook.com/alessia.costantini.58?ref=tn_tnmn (nome inventato)

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