You know I'm not dead

di Princess_Klebitz
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Alive ***
Capitolo 2: *** ...Now you know where I've been... ***
Capitolo 3: *** Angels with silver wings ***
Capitolo 4: *** You were acting like it was the end of the world ***
Capitolo 5: *** I escaped it, a life wasted, I'm never going back again.... ***
Capitolo 6: *** Falling away from me ***
Capitolo 7: *** ...and you could have it all, my empire of dust... ***
Capitolo 8: *** Something takes a part of me... ***
Capitolo 9: *** See you at the bitter end... ***
Capitolo 10: *** ...we crossed the line... ***
Capitolo 11: *** Won't you try? ***
Capitolo 12: *** I've heard it all before ***
Capitolo 13: *** Suffer Well ***
Capitolo 14: *** I'm not looking for absolution ***
Capitolo 15: *** Gone ***
Capitolo 16: *** Never again ***
Capitolo 17: *** I've been staring down the barrel of a gun ***
Capitolo 18: *** NEVER LET ME DOWN ***



Capitolo 1
*** Alive ***


I AWAKE
FROM BLOOD THICK DREAMS
WASHING BLAME
FROM MY KNEES
SOFTLY DONE
SOI AWAKE
FROM BLOOD THICK DREAMS
WASHING BLAME
FROM MY KNEES
SOFTLY DONE
 SECRETLY
(Charlie Big Potato, Skunk Anansies)
 
-STOCCARDA, Piazza Principale-
'In ginocchio..ORA!!'
Finalmente, da anni, Loki Laufeyson, il mancato Re di Asgard, sentiva una punta di...
Soddisfazione?
Soddisfazione di cos'era riuscito a fare?
Dopo anni in cui aveva messo in gioco tutto, la sua famiglia (EX famiglia!!,ricordatelo, stupido!), i suoi affetti, persino l'amore, e come ultima cosa, la sua vita stessa, stava FINALMENTE VINCENDO!
Avrebbe voluto che Odino, il suo fantomatico padre, lo vedesse, in quel momento... 
Anzi no.
Che crepasse nel suo sonno, dove sperava fosse ricaduto!
Oh, si stava persino divertendo, lasciando cadere quì e lì, con voce sarcastica, perle impressionanti di cinismo, davanti a quei midgardiani inutili, quando...
Un ribelle.
Ce n'era sempre uno.
Non che fosse un problema, per il suo fidato scettro, eliminare...
E si ritrovo steso a terra, colpito dalla sua stessa forza!
A terra.
Ancora.
Forse non per molto, se avesse insegnato l'esempio anche a quel Soldato senza tempo!
Peccato che poi un barattolo di latta malfatto di posizionasse sui suoi piani, e fosse costretto, ENNESIMAMENTE, ad alzare le mani.
Non così del tutto spiaciuto, comunque...
*
-NEW YORK, Manatthan
Due studentesse dell' esclusiva  'Hildegard von Bingen High School', il dannato istituto che frequentavano assieme a poche altre centinaia di oche, camminavano a passo lento per Tribeca, la testa abbassata e uno sguardo mogio.
A dire il vero, una era più mogia, l'altra era più baldanzosa.
Sebbene Gretchen ed Anja fossero sorelle, il loro atteggiamento, più che la conformazione fisica, le rendeva agli antipodi. 
Gretchen, maggiore di un anno, i capelli rosso magenta stirati con le punte rivolte all' insù e i vivaci occhi ambrati, assieme al passo di carica e lo sguardo sornione, dietro la sigaretta e il pesante trucco nero degli occhi, camminava impettita, forte del suo metro e ottanta e dei suoi anfibi new rocks, cose che, combinate, le avevano causato non pochi guai a scuola.
Guai in cui trascinava anche Anja, che spesso malediceva di non poterle suonare a quella specie di armadio della sorella, dal suo misero metro e settanta e esilità, cui non donavano slancio certo le ballerine d'ordinanza della scuola, e la fatica di dover stare dietro a Gret, che camminava incurante di intossicare lei e una marea di newyorchesi e di bruciarne altrettanti.
Neppure lei era un carattere da prendere con le molle, ma cedeva troppo in fretta all' irruenza della sorella e alle sue stupide, stupidissime idee!!
Come quella di chiudersi in bagno delle femmine per fumarsi una sigaretta, due ore prima. 
Il motivo per cui erano nei guai.
Non solo nei guai.
Anche a spasso!
Anja tossì un'altra nuvola che la stava affumicando, mentre tentava di spostarsi i capelli dagli occhi.
Quel dannato nuovo taglio, che (ovviamente!) Gretchen aveva tanto caldeggiato, molto scalato, non le risultava comodo, nossignori!!
Fulminò la sorella con lo sguardo, mentre quella la aspettava impaziente vicino alla metro che avrebbero dovuto prendere. 
'Oh, non mettermi il muso, Angie!'
'Non chiam... NON METTERTI IL MUSO?? Sai cosa dirà lo zio, quando arriviamo a casa?!'
'Uuuuh, non c'è per tutta la settimana, vedrai che poi si sarà sbollito e ce la caveremo!'
'Ti hanno SOSPESO, Grete! Per la settimana!'
'E tu mi devi fare compagnia, no? AVANTI!, ci divertiremo e quando zio Philip tornerà con Elizabeth, lei ci difenderà, come sempre!'
E Grete OSO' ANCHE STRIZZARLE L'OCCHIO, QUELL'INCOSCIENTE!!
Dire che Anja perse il lume della ragione, e proprio nella stazione affollata, fu poco.
Dire che ESPLOSE in mezzo al vagone del treno, rendeva più l'idea!
'BRUTTA CRETINA!, NON SOLO TI SEI FATTA SOSPENDERE, MA HAI FATTO SOSPENDERE ANCHE ME!! APPENA AD INIZIO ANNO! L'ULTIMO! NEANCHE QUESTO MI FAI PASSARE IN PACE! E PER COSA?!!? PER UNA FOTTUTA SIGARETTA!! E passi... passi anche la sigaretta...MA BLOCCARE LA PORTA DEL BAGNO CON L'ESTINTORE PER FARTI IL TUO SALOTTO PRIVATO...!'
'Sssssh, sorella...', tentò di zittirla Gretchen, allarmata, ma ormai Anja era in un loop, nel suo personale loop di 'Iwannabeaneldersister' oppure 'Diomioperchèame!!', e proprio nel bel mezzo di un vagone della metro, urlando a pieni polmoni e facendo volare i capelli castani chiari ovunque!
'PERCHè HAI DOVUTO TRASCINARE ANCHE ME?!? PERCHè?!? TI SERVE LA DAMA DI CORTE PER FUMARTI UNA DANNATA SIGARETTA??E PERCHè POI...AHHuuummmph!!!!', protestò, venendo zittita dalla mano della sorella maggiore, che la trascinò a sedere, mollando incurante la borsa con i libri. 
Anja esplodeva sempre nei momenti più inopportuni, nonostante sembrasse sempre così carina e sottomessa ai suoi atteggiamenti impulsivi e..deleteri, è vero.
Come due ore prima.
E si era addossata la colpa condivisa, per tentare di mitigare la sua pena, ma ora eccola a saltarle addosso!!
Le tenne la mano sulla bocca per un po', mentre i passeggeri non facevano neppure caso; erano newyorchesi, non del New Jersey, per la miseria, se ne vedevano di svitate del genere!
A parte la gonna tartan plissettata della divisa, sembravano provenire da due pianeti diversi!
Anja, che sembrava in preda ad un attacco epilettico o un attacco fulmineo di rabbia repressa per soffocamento, portava la divisa regolare, con i calzettoni bianchi, le scarpe a mezzo tacco alla bebè e il maglioncino blù sopra la camicia bianca regolare da uomo, truccata sì anche lei, ma con più finezza della sorella, e i capelli castano dorati, quasi biondi, con un taglio un po' scialbo ma illuminata da due intensi occhi azzurri quasi viola, ormai, dalla rabbia.
Gretchen, che le teneva la mano sopra la bocca, aveva i capelli di un innaturale magenta, diritti e scalati tranne qualche ciocca all'insù, un pesante trucco nero a malta, assieme a chili di rossetto, la sola camicetta sbottonata e legata sopra la pancia per rivelare il piercing all'ombelico e il tatuaggio sulla schiena, appaiati al vistoso anello al naso, e agli anfibi new rocks.
Apparivano decisamente assurde, specialmente Gretchen. 
Nulla era valso il frequentare una scuola privata assieme alla sorella, come sperava il loro caro zietto, e loro tutore, dopo la morte dei loro genitori; era stata bocciata e ne combinava una a settimana.
Di quel passo solo Anja avrebbe finito la scuola, sempre che Gretchen non la portasse dalla sua parte, poichè le si era anche posizionata vicina di banco!
Sembrava che Grete fosse la sua dannazione e che comunque, nonostante i suoi atteggiamenti ribelli, non volesse mai lasciarla andare, sebbene fosse più immatura e infantile di lei.
Sventata, era la prima parola che le veniva in mente, si disse Anja, mentre scendevano alla loro fermata, ormai lasciata dalle grinfie della sorella. 
'Almeno lo zio non c'è...', si consolò, pensando che sarebbe stato a Portland fino al prossimo lunedì...
Quella sera avrebbero potuto andare a vedere Billy mettere i dischi alla StarLounge, e 'Billy era sempre uno spettacolo!', era il commento delle due sorelle. 
Peccato che quando Gretchen infilò la chiave nella porta del loro appartamento, la porta si spalancò prima che potesse girarla.
E una voce, che sapeva essere maledettamente gentile prima di metterle in punizione, le accolse, ovviamente melliflua e convincente come sempre.
'Gretchen Coulson!, che piacere vederti così presto!', mimò zio Phil, mentre Anja fece mentalmente quattro scongiuri, nascondendosi dietro la sorella, che era troppo basita anche per tentare una debole difesa.
'Cia...o. Zio. Portland non doveva essere...cioè...'
E prima che parlassero ulteriormente, Phil Coulson le trascinò dentro, con una luce omicida negli occhi.
Quelle due gli stavano decisamente martoriando la vita, oltre a Nick Fury e all'altro bel soggetto!!
*
-Hellicarrier, al largo di Manatthan
Il 'bel soggetto' stava avendo il suo piacevole scambio di punti di vista con Fury, e ascoltato da tutti gli altri Avengers.
Dopo dieci minuti, Fury si trovò ad imprecare mentalmente contro il buon cuore di Thor (imbecille asgardiano!), contro Loki e i suoi piani che, era sicuro, stava mettendo in atto MA SPECIALMENTE CONTRO PHIL COULSON!!
Il suo agente migliore era dovuto correre a N.Y.C per sistemare quelle due pesti delle nipoti, che aveva visto una volta e le erano sembrate assolutamente svitate, dalla testa ai piedi.... 
Specialmente la testa rossa.
Un vero peccato, poi, perchè con un giusto addestramento avrebbe potuto...
Rabbrividì al pensiero dell'impulsività di Gretchen, magari persino allenata nel combattimento, e tornò a quello che gli riusciva meglio.
Incazzarsi.
Il giorno dopo Coulson sarebbe dovuto essere lì, vivo o morto.
E una giornata intera a rimproverare le nipoti, faceva presagire che sarebbe stato più morto che vivo.
*
Altrodove, altroquando
 
Lei era vestita di una strana corazza rossa, metallica, ed era immersa fino alle ginocchia del sangue dei suoi nemici. 
Brandiva una lancia, anch'essa rossa, acuminata ad entrambe le estremità, era tutta dolori, ma si trascinava per la collina, dove cadaveri umani come lei, in armatura, e mostri che si stavano già decomponendo, si accumulavano, lasciando...
Solo una cosa in vita.
Oltre a lei.
Qualcosa di bianco, che stava lentamente cambiando.
Qualcosa che la fissò, da sopra il baratro.
'Hai difeso il tuo regno, Guerriera. Purtoppo esso non esiste più.'
A quelle parole, la Guerriera cadeva, e urlava il suo dolore, davanti alla figura che sembrava portata dal vento, i capelli argentei lunghissimi, come la sua veste.
Le dava la mano, e la aiutava a rialzarsi, imbrattandosi di sangue.
E la tirava a sè, incurante della sua arma e della sua armatura, mentre uno scettro con una pietra rossa appariva, all'improvviso nella sua mano. 
'Noi siamo i morti.'
-
Gretchen si svegliò urlando, mentre Anja la scuoteva, come impazzita, non riuscendo a svegliarla...
Quel maledetto incubo!
Anche lo zio arrivò di corsa, allacciandosi la vestaglia, e interpellando la sorella minore, che appariva più piccola e spaventata del solito.
'Ancora incubi?'
'Pare...', mormorò Angie, mentre Gretchen riprendeva a tremare convulsamente.
A niente valsero i calmanti che le somministrò lo zio Phil e le rassicurazioni della sorella... 
Quella figura, quel sangue, quella frase...
Quell'aria di morte, di abbandono, di tradimento...
La opprimevano, e non riposò neppure quando Anja si offrì di dormire con lei. 
Il senso di colpa.
Colpa per cosa??
Nè le terapie nè i farmaci la aiutavano, e solo Anja le credeva.
Ma MAI aveva avuto un incubo simile, più simile ad un attacco di panico che ad un sogno...
Aveva un sapore, in bocca, di morte silenziosa ed imminente, di silenzi nascosti e polverosi da non aprire.
Phil Coulson, consapevole che erano comunque le 5 del mattino e che comunque Fury l'avrebbe già bastonato, decise a tentare il suicidio nella maniera più spettacolare.
Non poteva lasciare Grete da sola, non dopo quello spaventoso attacco di quella sera, in cui niente pareva calmarla. 
Le avrebbe portate con sè.
E, sospirando, si decise a telefonare al suo bilioso capo; aveva il presentimento che sarebbe morto presto, e non in modo piacevole... 
Telefonare a Fury per dargli quella notizia, sarebbe stato un buon inizio, di certo.
*
-Helicarrier, base S.H.I.E.L.D
Loki di Asgard, sorrrise compiaciuto, mentre sentiva qualcosa di nuovo ridargli forza, in quella specie di gabbia per topi. 
Banner lo osservava, e si rivolse a Thor.
'Nessuna leva psicologica su cui fare pressione?'
Stark mangiava le sue dannate caramelle, accidenti a lui, e pareva fregarsene altamente. 
Era soddisfatto di essere il VERO supereroe lì dentro!
A lui praticamente bastava. 
Thor scosse la testa, tentando di scavare a fondo.
'Loki non brama solo vendetta. Vuole potere. Io sono solo suo nemico.'
'Ma...', Banner era confuso, e la sua faccia era molto eloquente.
'Un amore, un affetto, un qualcosa...'
'Se è mai esistita qualcosa del genere, io non ne sono al corrente...', affermò sconsolato Thor, pensando a quanto poco sapeva del fratello. Oltre al fatto che voleva rivalsa. 
Su tutto.
E su niente. 
Era pazzo, senza ombra di dubbio. 
Neppure lui avrebbe rischiato di avvicinarlo.
'Loki è sempre stato un abile menzognero, non a caso è il dio degli Inganni... ', per poi fermarsi, come colpito da un pensiero.
'Se c'è stata una persona a riuscire ad avvicinarlo, secoli fa, quella è morta da tempo.', mormorò, sconsolato.
Non solo per il fratello.
Stark ingoiò le sue dannate caramelle, facendogli venire la voglia di assaggiare Mjolnir SENZA armatura, e lanciò il pacchetto allo scienziato, ancora rimuginante.
'Allora...siamo belli e fottuti. Se non si decide a parlare, mi metto l'armatura e lo torturo un po' finchè non ci dice cosa diavolo ha intenzione di fare...'
E poi li fissò, con gli occhi che non sembravano più così sornioni.
'Oltre ad ucciderci tutti, chiaro.'
 
Ooooooooooooookk, scusate ladies!, ma mi è andato il cervello in pappa per studio e lavoro e una notte (giuro) ho sognato questa cosa pazzesca che poi si è sviluppata durante un ripasso di Italia contemporanea... Patetico, forse...
E perdonatemi la verve degna di un lombrico, sono lievemente impazzita di sonno in questi giorni... 
Però ora vorrei la vostra opinione, perchè GIURO che non inizierò mai più una Ff senza qualcosa in mano...
So come procedere, ora, più spedita, ma non voglio rischiare lo sbando. 
o L'uberlin come al solito!!
Bacioni, vado a nanna!!!
Ps: stavolta David Bowie non c'entra

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Capitolo 2
*** ...Now you know where I've been... ***


There's a hole in your soul like an animal 
With no conscience, repentance, oh no 
Close your eyes, pay the price for your paradise 
Devils feed on the seeds of the soul 
 
(A pain that I'm used to; Depeche Mode)
 
Hellicarrier, Base S.H.I.E.LD
*
Mentre un annoiato Loki, anche se sottilmente divertito dall'impotenza di quei miseri midgardiani di fronte ai suoi pensieri e ai suoi piani, rifiutava di collaborare (concedendosi ogni tanto una ghignata o una risatina sadica), Fury stava andando sul ponte principale, diventando sempre più paonazzo dalla rabbia, al pensiero di dover affrontare un'emergenza globale con DUE RAGAZZINE tra i piedi!
Eccole là, assieme a Phil Coulson, che riusciva, in mosse di straordinario mimetismo, a lanciare occhiatacce omicide alle due, e supplichevoli a lui.
'Agente Coulson...'
'Ehm...Buongiorno, capo.', salutò, deferente, manco avesse davanti lo Scià di Persia!
Poi, vedendo come -ovviamente- Fury non abbassasse lo sguardo, si decise a togliersi dai piedi e ri-presentare le sue disperazioni, non che Fury non le conoscesse più che bene...
Anja si sentiva intimorita davanti a quella super-spia per eccellenza, di cui non sapeva quasi niente, se non che l'avrebbe tenuta chiusa in una stanza assieme alla sorella mentre ALTRI si davano da fare per loro... 
E, come la loro visita la volta precedente, due anni prima, lo intimoriva parecchio, con quella benda e quello sguardo severo e fisso, quasi volesse sempre trapassarla dall'alto in basso. 
Gretchen, che era ancora frastornata dall’ incubo, non resistette ad avvicinarsi all’orlo dell’elivelivolo, che stava attivando lentamente i suoi giganteschi rotori, mentre gli uomini assicuravano tutti gli aerei alla piattaforma…
Non poteva credere ai suoi occhi, eppure… Ce l’aveva davanti!
Anzi ci era sopra!
Erano su una sfottuta portaerei volante!
E stava per…
Lo zio Phil arrivò ad afferrarla per un polso e riportarla nei pressi di Fury, (probabilmente per allontanarsene un attimo…) che stava non salutando Anja, ma sommergendola di ‘premurosi suggerimenti’, tradotti in ‘ordini precisi da non sgarrare’, e lei DOVEVA sentire, o almeno rendersi conto vagamente di dove NON dover essere tra i piedi!
‘…e, come ULTIMA ma Più IMPORTANTE  direttiva, voi due starete SEMPRE nei vostri alloggi, a meno chè non vi sia ordinato da vostro zio… -e un’occhiataccia colpì le rotule di Coulson, sempre con quel molle sorriso da ‘sono brave ragazze, per Dio!’, mentre teneva ancora la nipote-, dal mio vice Maria Hill, che vi scorterà nelle vostre stanze, o da ME. Tengo a precisare questo punto perché ci troviamo in ballo ad una minaccia globale e VOI DUE NON DOVRETE ASSOLUTAMENTE STARE TRA I PIEDI! NON STO SCHERZANDO!’
E con un’altra occhiata delle sue, stavolta a tutti e tre i membro della famiglia Coulson, lasciò le due ragazze sul ponte, trascinandosi dietro lo zio Phil, mentre loro attendevano questa sua fantomatica vice; azzittite e… incuriosite?
Ovviamente.
Ovviamente a Gretchen, le parole ‘Sempre nei vostri alloggi’ e ‘Minaccia globale’ suonavano più come ‘Curiosare per l’Helicarrier’ e ‘Che diavolo sarà?’ , mentre Anja sembrava seriamente preoccupata.
Era preoccupata per le parole di Fury, poiché lei aveva almeno intercettato qualche parola smozzicata dello zio al telefono, e anche nella precedente visita aveva capito come un sistema di controllo planetario simile non servisse certo a contare le noccioline, ma a prevenire vere e proprie calamità planetarie… 
E poi si sentiva addosso una strana inquietudine, ma se ne guardò bene da riferirlo a Grete, sebbene sembrasse completamente ripresasi dal suo forte incubo.
Seguirono l’esile ma determinata figura di Maria Hill, chiaramente scocciata (come Fury e probabilmente come metà personale…) di fare da baby sitter a due mocciose, nelle viscere dell’imponente struttura, che le sembravano tante spire avvolte di un serpente metallico pronto a scattare.
Un serpente che nascondeva la sua testa, ma che appena pungolato sarebbe scattato.
Gretchen osservava qualsiasi porta o corridoio che si aprivano ai lati del loro percorso, ma l’agente Hill la riprese, duramente.
‘Non ti conviene, ragazza… Se hai intenzione di combinare qualche stupido scherzo, ti assicuro che il comandante Fury ti spedirà a fare compagna assieme a quello psicopatico alieno che abbiamo raccattato!’
‘Psicopatico alieno?’
E ovviamente Gretchen, con disperazione di Anja e di Hill (che sapeva che Fury, se l’avesse saputo, avrebbe voluto uno dei suoi bellissimo occhinoni al posto del suo…), le si attaccò al braccio, quasi fosse la sua migliore amica.
‘Com’è?Chi è? E’ quella la minaccia globale che state tenendo nascosta?Un attacco alieno? E perché non avvisate la popolazione in modo che…’
‘Alt!!’, intimò Hill, scrollandosela dal braccio, e fermandosi a fissarla con occhi di brace. 
Anche le guance le scottavano un po’…si era lasciata scappare delle informazioni come una pivella solo per far paura a quella dannata mocciosa!
Bella spia!!
(Ora capisco perché Nick le ha affidate a me!!Dannato.. stronzo!!)
‘Chiariamo una cosa… Uscite dalla zona a voi riservata e…’
‘Oddio, Fury ci mangerà come gli orsetti di biscotto, sì, lo sappiamo!’
Si beccò un poderoso calcio da Anja negli stinchi, che le telegrafò un ‘Smettila di fare l’incosciente!!’ arrivato a segno nel suo cervello iperteso… 
Hill la ammirò (con un certo sollievo) per quello; la piccola riusciva a far ragionare quella disgraziata dai capelli a punta, ammirevole!
Anche se in uno scontro, anche un bambino di 5 anni l’avrebbe battuta, ma non sempre era questione di muscoli…
Bastava guardare lei. 
Soffocando altri insulti verso Fury, Coulson e Gretchen, le scortò, senza un’altra parola, nei loro alloggi. 
Grete rimase spiacevolmente colpita dal clima di caserma, seppure funzionale, della camera, seppure grande quasi come il loro appartamento a N.Y, ma Hill, con un sogghigno, la anticipò.
‘C’è tutto; televisore, internet wi fi e un paio di portatili, per non lasciarvi fuori dal mondo. C’è anche uno stereo, ma se lo sento andare oltre mezzanotte, vengo e ti rompo le braccia!’
Grete assunse un’aria tra la sfida e l’essere offesa, mentre Anja si guardava in giro.
‘Ma…io non vedo niente di quello che ha det…’
‘Visto che a tua sorella piace esplorare…’,e il ghigno di Maria Hill si fece più largo. ‘Troverà da farne in abbondanza. Sempre se non volete dormire su dei materassi. Buon soggiorno, signorine!’
E se ne andò, chiudendo la porta metallica con un tonfo, seguita dalle parolacce colorite di Gretchen, cui si aggiunse anche Anja, ammettendo che l’agente era stata proprio stronza!!
Grete, dopo mezz’ora in cui Anja, per passare il tempo, aveva almeno rifatto i letti e tirato fuori dei libri da leggere, le sue solite astrusità cyberpunk, si annoiò a morte.
Aveva aggiornato il suo Facebook, scoprendo con scorno che non poteva aggiungere la posizione (figurasi se Fury era così fesso!), twittato con un po’ di amici, gongolandosi di essere in una base segreta dello S.H.I.E.L.D (e rodendo perché non sapeva neppure lei dove era) sotto protezione, e annunciando che si stava ‘godendo la vacanza da scuola’!
Finito quelle necessarie incombenze, si mise un paio di comodi jeans al posto della minigonna leopardata, una canotta nera, delle scarpe da ginnastica, e si avviò decisa verso il portello. 
Anja si accorse di dove stata andando in ritardo, poiché quando era presa dalla lettura, specialmente dei capolavori di Philip Dick, cadeva in una sorta di baratro. 
Quando sentì il tonfo della porta, fece appena ora ad alzarsi e precipitarsi fuori, ancora con la divisa di scuola (ma senza maglione, e anche lei con la camicia allacciata in vita e un paio di scarpe fuori ordinanza) e il libro in mano, a caccia della sorella maledetta!
*
‘Cosa arriveresti a fare, per liberare la Terra da una minaccia?’
Thor strinse le labbra e distolse lo sguardo da Fury.
‘Loki ha un esercito. I Chitauri. Non sono di mondi conosciuti…’
‘E come dovremmo comportarci?’
‘La mente di mio fratello è oltre il dolore.’
‘Questo lo pensano in tanti… finchè non inizia il dolore…’
*
‘Uuuuuuh, è così che si chiama l’alieno! Loki!’, pensò tra sé e sé Gretchen, appostata dietro un angolo cieco della sala controllo.
Il panorama era DECISAMENTE più interessante di quello della sua stanza!
Fury stava litigando con qualcuno E QUESTO Già ERA INTERESSANTE!,e lo zio…
Lo zio Phil stava tentando di farsi fotografare quelle sue ridicole figurine da un tizio con un bel culetto!!
Ahahahahah, questo sarebbe stato motivo di ricatto per almeno anni e anni a ven…
‘Grete!!’, un sibilo le giunse all’orecchio,  purtroppo molto familiare.
Si trovò davanti, anzi dietro, un’arrabbiatissima Anja, ancora con quella stupida gonna della divisa e il suo stupido libro! 
Pensava persino di averla fatta franca, grazie al baratro in cui cadeva di solito quando leggeva!
‘Shhhh, sorella!, le cose si stanno facendo divertenti!’, mormorò, zittendo la minore, che diventava come al solito viola dalla rabbia, mentre osservava un moretto simpatico e un tizio pacato analizzare uno scettro…
Oh, come quelli delle favole!
‘Ma vuoi vedere che gli alieni ci sono davvero…’
‘Anche se ce ne fossero un esercito…’
‘…e hanno anche detto che stanno arrivando!’
‘…TU torni in camera con ME!’, e Anja, inaspettatamente, la prese violentemente per il braccio, tirando a più non posso e…
Facendo cadere il libro.
Oh-Oh.
Inutile dire che si trovarono l’intera sala che le guardavano, compreso zio Phil,che oscillava dalla voglia di suicidarsi a quella di ammazzarle!!!
‘Cazzo!Cazzo cazzo cazzo cazzo…’, sibilò Anja, tentando di battere in ritirata, ma non andando da nessuna parte, venendo trascinata avanti da una sempre incosciente Gretchen!
‘Ah, non mi molli ora!! Io mi stavo divertendo ad origliare un po’ e tu mi fai beccare!! Ora te la cucchi pure tu!’
‘Sei uscita TU dalla stanza!’
‘Allora lo spiegherai tu a Fury!’
L’entrata di Gretchen, come un tornado, con la sorella a rimorchio che puntava i piedi, fu qualcosa che stupì tutti, seppure fossero i famosi Avengers!
Persino Tony Stark sputò qualche caramella!
‘Ehi, Phil, sono queste le tue famose nipotine?E quando me le presentavi??’, chiese, facendo occhi di triglia, alchè Gretchen lo spinse via dalla vetrata, mentre finalmente mollava Anja, che corse subito dallo zio a giustificarsi in mille modi possibili, evitando, se possibile, l’attacco alieno!
‘Sono minoren… GRETCHEN, ANJA, CHE CAVOLO VI AVEVO…!!!’
‘Scostati, tappo!’, lo smorzò Grete, mentre Phil ormai sull’orlo del suicidio, attaccato anche dalla nipote minore, che ripeteva a gran forza che cercavano solo aiuto perché era SALTATA LA CONNESSIONE WI FI!,manco fosse cretino… la osservava inebetito girellare per la stanza delle riunioni del…
Progetto Avengers!!
Avvertì nella Vedova Nera un’impressionante voglia di saltarle al collo e provare su di lei qualche mossa a mani nude, ma qualcosa di imprevisto gelò tutti.
Gretchen, osservando lo Scettro da vicino, e mandando a mille lo stress del dotto Banner, notò uno schermo e…
Ripreso dalle telecamere vi era…
LOKI.
Loki di Asgard!
Il fratello di…
E si voltò, confusa, con due occhi marinati che fecero paura a sua sorella, cui si aggrappò con tutte le forze per non cadere.
‘THOR!!’
Il semi-dio aggrottò la fronte, mentre qualcosa, dal passato, molti anni prima, riemergeva dentro di lui. 
Quella voce…
Beffarda e divertita al tempo stesso.
Non vi era mai stata reale malizia in lei, solo ironia e voglia di divertirsi.
E un assoluta fedeltà. 
Gretchen gli si avvicinò, a passo esitante, e solo perché lui la prese evitò una caduta.
‘Thor!...’, mormorò, mentre il biondo dio la sosteneva, e gli occhi ambrati di Gretchen diventavano via via più scuri, persi in un vortice buio di anni prima.
Gli occhi di Thor…
Sembravano il cielo di Asgard.
E finalmente svenne.
*
Asgard, cento anni prima…
*
Due figure avvolte da un lunga veste col cappuccio, si fecero strada nei boschi che circondavano la città…
Erano appena arrivate, e le loro vesti indicavano come non fossero di Asgard, anche per il fatto che non erano arrivate dal Bifrost ma… 
Erano apparse. 
Heimdallr non le aveva viste, e si erano nascoste nei boschi fino a sera, ora in cui si avventurarono verso la citta.
‘Cosa spera di ottenere?’, chiese una voce, deferente ma orgogliosa.
L’altra figura, che teneva uno scettro come bastone, continuò la sua marcia, assillata dai dubbi.
Il suo mondo era stato distrutto, e non era certa di essere benvoluta su un altro; conosceva le leggi di Asgard, era un dovere dei futuri regnanti di tutti i mondi conoscere le leggi basilari, e loro ne avevano già infranta una.
Senza contare che Asgard era in tregua col loro popolo, non in pace.
Asgard era un sistema patriarcale di semidei, che a malapena sopportava Veimgard ,il piccolo pianeta dove erano cresciute, dove sua madre era regina e lei ne sarebbe stata successore, dove il regime era più matriarcale, persino nelle lotte, che su altri pianeti.
Millenni addietro, un gruppo di loro guerriere erano arrivate su Midgard, lasciando la leggenda delle poderose amazzoni, ovviamente ingigantita dall’uomo, e avevano tentato la sciocca impresa di tentare la conquista di quel piccolo, ridicolo pianeta, impresa per altro osteggiata da sua madre, la regina, che aveva intuito come Midgard non fosse pronta al loro popolo…
Difatti erano avvenuto sanguinosi scontri, finchè Odino, padre degli Dèi, era intervenuto, parlando da pari a sua madre, e proponendo una tregua, se essa, a malincuore, avesse lasciato deportare su Asgard le ribelli.
Sebbene di buon cuore, la regina non aveva esitato; audaci e coraggiose guerriere sarebbero finite in mano di rozzi  soldati come serve e concubine, ma se Asgard avesse attaccato Veimgard, avrebbero di certo ceduto.
Da allora una fragile tregua vi era tra i due pianeti, e la principessa Selene si ricordava di solo due volte in cui aveva visto Odino e la sua famiglia, ed aveva giocato con i due principi, lei e Nadjne. 
Una volta erano stati loro a Veimgard, per l’incoronazione a principessa, unigenita, di Selene.
L’altra, poco più distante, era stata per la cerimonia in cui il principe Thor aveva sollevato Mjolnir per la prima volta, autoproclamandosi erede.
Era stata rattristata da Loki, poco lontano, così diverso eppure  anch’egli un regnante.
Sembrava… 
Rassegnato.
Più tardi gli aveva anche parlato, ignorando la regola imposta di genitori di non parlare tra loro, per la fragile tregua.
Ne aveva solo ricevuto parole scontrose e l’invito ad allontanarsi, ‘Principessa..’, le aveva detto, beffardo…
‘Principessa Selene…’
Con quello stesso tono che…
Nadjne si girò spaventata ma in guardia, le due corte lance prontamente in mano, contro il pericolo.
Un’ombra scura che andava via via schiarendosi…
Lo stesso…
LOKI!
Nadjne praticamente ringhiò, mentre Selene le metteva una mano a fermarla, sul braccio.
‘Principe Loki…’
‘Che gradita sorpresa il vostro…ritorno! E con che modi inusuali…’, insinuò, quella lingua da serpente.
Ok, ora anche Selena avvertiva la voglia di strozzarlo.
Era da stupidi fingere di non sapere cosa fosse successo.
Il loro pianeta era stato distrutto dagli Jotun e loro erano le uniche sopravvissute.
Se così si poteva dire.
Sperdute, senza una casa…
Avevano tentato la loro ultima carta.
D’altronde le leggi vietavano caro il loro rifugio su Midgard, e l’orgoglio impediva a Selene di strisciare davanti ad Odino per stare su Asgard.
Il suo scettro si illuminò, di una luce rossa intensa.
‘Ooooh…Questo è il tuo famoso scettro dell’Anima?’
‘E il tuo dov’è?’, sibilò Selene, sempre trattenendo Nadjne.
‘Cara la mia principessa dai capelli argentati… un Dio come me non h bisogno di scettri.’
‘Tu…Un dio? Se tu fossi un Dio, saresti un dio solo degli Inganni!’
‘Difatti…’,e Loki schioccò le dita, facendo apparire le guardie, avvolte dall’invisibilità alle sue spalle. 
Nadjne ruotò le due corte lance, e fece per affrontarli, in primis Loki, che aveva OSATO offendere la principessa, quando…
‘Guerriera…’
La voce rassegnata di Selene la raggiunse, ormai con una delle lance, tramutate in lame, a filo della gola di Loki, che non si era mosso.
‘E’ inutile. A questo punto evitiamo il peggio.’
Loki sorrise.
‘Saggia decisione,PRINCIPESSA.’
E poi l’oblìo.


Beh eccomi qui!!
Le cose sono cambiate in fretta, eh?
Troppo in fretta ,forse...
Mi ero imposta di andare piano con questa Ff, ma non ci riesco..
E' un'idea che fa proprio parte fissa di me, ormai...
Vi ringrazio dell'incoraggiamento, stelle mie, e non piangete di A lad Insane!
Ps: AVEVO DETTO NON BERLINO!,mica avevo escluso TUTTA la Germania! ;P
 
 

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Capitolo 3
*** Angels with silver wings ***


Nota della demente; ok, mi sono state fatte notare delle coincidenze poco piacevoli che hanno mandato in tilt il mio cervello da gallina (no, non offendiamo le galline...) ma vi assicuro che non avevo in mente di scegliere il nome di Sailor Moon o chi per esso!! 
Ed ora vi lascio con i Depeche Mode e con gli Avengers... (n.d.Tutti: FINALMENTE!,VATTENE Và!)
 
Things get damaged
Things get broken
I thought we’d manage
But words left unspoken

(Precious, Depeche Mode)

 
Gretchen si svegliò nel suo alloggio, sotto gli occhi preoccupati di... 
OCCAVOLO!,praticamente tutti gli Avengers, più sua sorella, lo zio Phil, lo psyco-comandante Fury e la sua stronza vice Hill!
Mentre tentava di restare attaccata ai brandelli del suo sogno...
No!,ricordo!...
Il suo sguardo si spostò lentamente da un viso all'altro, da quello tirato di Anja, praticamente pronta a prenderla a pugni se si fosse alzata, a quello preoccupato dello zio Phil, a quello maledettamente incuriosito di Fury, a cui avrebbe volentieri strappato la benda e fatto un'esplorazione al cervello con due dita, a quello di..
'Thor!'
Il dio asgardiano, sentendosi chiamato in causa, non riuscì a trattenere un moto di sorpresa, ma neanche così mimetizzato. 
Qualcosa nei suoi occhi le diceva che lui sapeva!
Che lui la conosceva...e che aveva a che fare con il suo sogno...incubo...ricordo. 
Praticamente con TUTTI gli incubi che stava affrontando da un anno a quella parte!
Il silenzio, a parte la sua unica esclamazione, pareva essere ricaduto pesante come una coltre di feltro, ma Anja, ignorando la stretta dello zio, e quasi volendo aggredirla, le si parò davanti.
Tremava, persino, da quanto era spaventata e quanto temeva di sentire, ma le parlò lo stesso, anzi...
Che cavolo, le sfondò quasi un timpano!,se ne accorse dalla smorfia di Maria Hill!
Quando voleva, Anja era simila ad una bomba all'idrogeno, specie con lei, e specie se l'aveva spaventata!
'Mi vuoi spiegare perchè DIAVOLO CONOSCI QUEL TIZIO!? L'hai nominato prima di svenire!,hai ripetuto il nome di quel...quel 'coso' rinchiuso, prima di svenire!,e la prima parola che dici quando rinvieni è il suo nome! ORA SPIEGAMI PERCHè LO CONOSCI!'
Una tirata senza prendere fiato, stava quasi diventando blu!,osservò Grete, quasi divertita, quando al suo incubo si aggiunsero parti, con violenza, quasi come pugni, che la portarono a restare sdraiata.
Anja se ne accorse, e la sua faccia mutò in maledettamente pallida, mentre il tizio pacato che armeggiava attorno allo scettro delle favole, si avvicinava con una borsetta da medico.
'Altrochè Calcutta... Questa sì che è bella!'
'Non la agita un po' tutto questo, dottore?', lo prese in giro il tizio col pizzetto, quello che aveva chiamato 'tappo', mentre un'occhiataccia arrivò lui dal biondo che era con zio Phil.
Gretchen, mentre il dottore iniziava a prenderle la pressione, iniziò a ricordare, e non piacevolmente...
Ma sospettava che avrebbe dovuto mettere qualcuno direttamente spalle al muro per farlo, altrochè pressione bassa...
Quando pensò che l'attacco di ricordi si fosse almeno calmato, piantò i suoi occhi in quelli di Thor, che sostenne il suo sguardo, ora più consapevole.
La conosceva.
E fu proprio quello che disse, rompendo il silenzio generale con quella voce profonda che aveva imparato a conoscere, anni e anni prima...
'Io...la conosco.'
'E COME?!?',sbraitò Anja, facendo saltare il dottor Banner più delle battute di Stark!
Thor la fissò, attentamente. 
Anche Grete girò la testa a guardarla, e poi piantò i suoi occhi di nuovo in quelli di Thor.
Un accordo perfetto, come centinaia di anni prima.
'Lei...non sa?', chiese Thor, quasi affermando più che chiedendo. 
Gretchen scosse la testa.
'Comandante Fury...può lasciarci soli?', chiese, supplichevole, per una volta, mentre pregava suo zio di intercedere con gli occhi. 
'IO NON ME NE VADO!',urlò Anja, quasi facendosi esplodere un vaso, e anche Fury sembrava dello stesso parere, quando Coulson e un inaspettato aiuto dal tizio chiamato Stark, la aiutò, che spinsero tutti fuori.
'Avanti Niiiick!,si sa che il fascino dei biondoni asgardiani...'
'Stark, un'altra battuta e...'
'Sssssì, Capitano, ne parliamo fuori, eh? Ti lasciamo la sorellina, rossa, prima che si faccia esplodere un embolo?'
Anja si girò con lo sguardo assassino di mille vipere messe assieme, ma Gretchen le prese per un braccio, incredibilmente...per calmarla!
Che ironia della sorte!
'Angie...resta un attimo. Poi devi fare una cosa...'
'Oh...',e si sgonfiò, riprendendo un colorito quasi normale.
Quando tutti furono usciti, prima che Anja ritrovasse aria per urlare, Thor si sedette pesantemente su un letto.
Sembrava terribilmente provato, ancora più di quanto la situazione richiedesse (oltre ad avere un fratello che lo odiava, sociopatico, e talmente intollerante verso la più infima forma di vita da doverla annientare!), e la fissò, più incuriosito che sospettoso.
'Sei sicura che lei non sappia niente?'
'Ne sono certa...', e la voce di Grete tremò un attimo, mentre anche lei fissava Anja, che iniziava a sentirsi a disagio con una sorella sconosciuta, che solo poco prima aveva dato i numeri, e una divinità norrena che affermava di conoscerla!
E anche bene, pareva!
'Qualcuno, ORA, mi vuole spiegare cosa...?!?'
I due si guardarono, interdetti.
'Come facciamo a saperlo?'
'Non lo so..'
'Anja...tu conosci Thor? Non ti pare di conoscerlo?'
'MA PERCHè DOVREI!? NON SO DOVE TE LA FILI MENTRE IO STO APPICCICATA A BILLY IN CLUB, MA NON VADO CERTO DOVE VIVE QUESTO...TIZIO!!Senza offesa, eh...!'
I due si guardarono di nuovo.
Thor sospirò.
'Potrebbe aver rimosso, come te... Ma più profondamente.'
'Ma rimosso cosa?!?'
Ignorando Anja, Gretchen si sollevò a sedere, e pensò, finchè il suo cervello, ritrovato il giusto filo, o meglio il doppio filo dei suoi pensieri, dando voce ad essi.
'Rivedendoti avrebbe reagito come me... Anche se lei forse... No, forse no. Forse. Dovremmo assicurarcene...'
Thor si alzò, con l'aria di chi portasse un grosso peso, sulle spalle, e si scambiò un ultimo sguardo di inteso con Grete.
'Sta bene...'
E uscì, avviandosi fuori dalla porta, che si chiuse con un tonfo.
Dopo un secondo di silenzio, Grete, sentì Anja che le prendeva una mano, e si voltò a guardarla.
La sorella sembrava oltre l'orlo del pianto; la faccia, pallida e tirata, la facevano sembrare ancora più smunta,  e gli occhi azzurri sembravano diventanti acquosi, come se a svenire fosse lei, e non Grete.
'Gretchen...vuoi dirmi cosa sta succedendo?'
Lo sussurrò, come se avesse avuto paura di rompere la pace che si era venuta a creare all'improvviso.
Un'illusione di pace.
Grete prese a sua volta la mano della sorella, carezzandola, come a rassicurarla.
'Mi sono ricordata di una cose, sorellina... Ma non è necessario che debba ricordarla anche tu... O che tu abbia qualcosa a che fare...'
'Sono i tuoi maledetti incubi, vero? Hanno a che fare con...tutto questo...? Hai previsto tutto?'
Grete quasi rise, ma di amarezza.
Previsto.
'Anja...Sì, diciamo che ho previsto tutto. Ma lascia stare ME, ora. Ti dirò una cosa da fare... Tu falla, e non avere paura.'
Anja la fissò, non vedendola veramente.
La sua paura traspariva..
Per Gretchen, però, questo non era sufficiente. 
Doveva sapere  DI COSA e QUANTO avesse paura.
E così la pregò.
'Ti prego. E' solo per la tua sicurezza e... per la mia.',e un senso di colpa si abbattè su di lei come un macigno, per aver usato quella carta.
Sapeva quanto Anja le fosse affezionata, e che dopo i suoi incubi, avrebbe sempre potuto tirarla a fare qualsiasi cosa, pur tirando in ballo la sua 'sicurezza'!
Qualche volta se n'era servita per farsi servire in vari modi, ma era la prima volta che la usava veramente per qualcosa.
Doveva stabilire se era innocente o persa, come lei.
E...se fosse stata persa...
Thor rientrò, con Nick Fury, sempre cupo in volto.
Thor si sedette nella posizione di prima, ma ora Grete evitò di guardarlo, mentre lei e Anja aspettavano che Fury parlasse.
'Anja Coulson...'
Sospirò.
Ci mancava solo quella, veramente!
'Il personale è occupato, con queste operazioni,e... Sono costretto a chiedere il tuo aiuto.'
Dio, se se la fosse bevuta, sarebbe stato un miracolo!
'Il mio?!?Ma se avete fior di super-eroi, dottori, scienziati e spie, fuori da quella porta, ad ascoltare tutto!'
'Veramente sono tornati tutti in sala controllo, compreso tuo zio.. E hanno cose ben più importanti.'
Si massaggiò una tempia, come una persona che non pensava veramente di dire ciò che stava dicendo, ma lo fece.
'Ho bisogno di una persona non ostile, e ESTRANEA al progetto, che...porti un paio di riviste a Loki.'
'CHI??!'
'Mio fratello.', intervenne Thor, cupo, da dietro di lei.
Anja si girò e fissò Gretchen, stupita.
'Ma...'
'No, lei no...', intervenne Fury.
'Emana aggressività da tutti i pori!,e poi..dopo quello appena successo...'
Non c'è dubbio che anche Fury sapesse toccare le giuste corde del suo animo, poichè Anja si convinse.
Quasi.
Fissò Thor.
'Non c'è pericolo, vero?'
'No, ti scorterò personalmente. Ma non posso entrare, Loki non mi sopporta e non voglio irritarlo; vogliamo ottenere più informazioni possibili da lui.'
'Ah...'
Anja si girò verso Fury.
'Non starò a farla lunga per due riviste, ma le dirò in faccia che questa storia mi puzza, comandante!'
'CRISTO, COULSON!', abbaiò Fury, facendola sobbalzare.
'Non ti sto chiedendo di fare tiro al bersaglio, ti sto chiedendo di portare un paio di Time dentro una cella, osservata da tutta la base! Non pensavo fossi così senza spina dorsale! Va bene!,ci manderò tua sorella!'
'AH NO!',urlò Anja, in risposta, toccata sul vivo. 
'GRETE NON CI Và!,POCO MA SICURO CHE COMBINEREBBE UN CASINO MONDIALE!!'
'ALLORA FILA!,HILL TI DARà LE RIVISTE E THOR TI ACCOMPAGNERà!'
'Vabenevabene...',sibilò Anja, passandogli davanti in fretta, per raggiungere Hill fuori dalla porta. 
E, prima di chiudere la porta, direttamente in faccia a Fury, che stava per uscire a sua volta, un sentito 'vaffanculo' arrivò alle irritate orecchie di tutti, che rese orgogliosa Grete e viola il comandante!
La porta si chiuse di nuovo con un tonfo sordo, e Thor e Grete rimasero soli.
'Le hai chiesto?'
'Sì...non sa niente, ci metterei la mano sul fuoco.'
Thor sospirò, alzandosi.
'Io penso sia meglio così. Se si rivelasse anche lei come te... non sapremmo da che parte stia. E abbiamo già abbastanza problemi.'
'Io sono uno di quelli?', chiese Grete, finalmente con un sorriso, in quella giornata disgraziata.
'Tu sei sempre stata un problema!',rise Thor, rilassandosi finalmente anche lui. Poi si riprese e la fissò, scuotendo il capo e sorridendo.
'Gretchen...chi ti ha dato questo nome ridicolo?'
'Tuo padre, penso.'
-
Anja aveva già le riviste in mano, e un tazza di caffè, e ascoltava per la terza volta le istruzioni di Maria Hill, roteando gli occhi, mentre Thor la raggiungeva. 
'Tutto bene?'
'Se la  SIGNORINA mi ascoltasse, andrebbe tutto bene!', sbuffò Maria Hill, lasciandoli comunque soli.
'Andiamo, Anja di Midgard... Vedrai, basta che ti gli dia quelle cose, che ha richiesto, e che tu non faccia mosse aggressive verso di lui... Non succederà niente. In ogni caso io sarò con gli altri pronto a bloccarlo.'
'Ma...è pericoloso, allora?'
'No, no...',rise Thor. 
Un riso dannatamente falso.
'E' solo molto irritabile nei nostri confronti. Per questo abbiamo deciso di mandare te.'
'E Grete?'
'Starà a riposare, come stava facendo.'
'Come fai a conoscerla?'
Intanto erano arrivati di fronte alla porta della sala detenzione, e Thor si fermò, sorridendo, prima di aprirla e lasciarla nella gabbia del mostro, come un facchina per sociopatici alieni.
Ma che bellezza! 
'Abbiamo deciso di spiegarti tutto appena ci raggiungerai nel tuo alloggio... Io penso che tua sorella si sia agitata per niente.'
'Mmm...facciamo finta che io ci creda. Cosa devo fare se mi parla?'
'Loki? Beh...rispondigli. Magari vedi di non irritarlo.'
E la pesante porta si aprì, lasciandola entrare.
Prima che si chiudesse, si girò ancora ansiosa verso Thor che le strizzò l'occhio, ma un nanosecondo prima che la serratura scattasse lesse una traccia di ansia sul suo volto.
-
Gretchen sbucò da dietro l'angolo ,e raggiunse Thor, di corsa.
'Andiamo in sala controllo... voglio vedere tutto, con le telecamere!!', sibilò, trascinandosi Thor nella sua scia.
-
Anja si fermò ai piedi della scala, sentendosi esattamente come aveva detto prima... 
Una fattorina per alieni!
Anche se, salendo le scale, ammise che quello, di alieno, a parte i vestiti, aveva poco. 
Beh era comunque girato di spalle, ma neanche Thor sembrava un'extraterrestre...
Oddio, se non lo paragonava al suo ragazzo, ovvio...
Al suo arrivo la porta corse sui suoi cardini, automaticamente, alchè dedusse che qualcuno li stava osservando. 
Al fruscìo della porta, l'alieno ('Loki, si chiama...ma che cazzo di nome è?') si voltò, mostrando una faccia liscia ed inespressiva di un ragazzo più grande di lei, con i capelli neri lisciati indietro ed occhi verdi.
Sì, non sembrava del tutto umano...
Ma neanche un alieno stile Ridley Scott, per la miseria.
Loki corrugò la fronte, al vedere la ragazza con...
LE MALEDETTE RIVISTE DI FURY!
'COS'è, VOLETE PRENDERMI ANCHE IN GIRO?!?'
Anja lasciò cadere le riviste, vedendo come si era alterato Loki, e anche il caffè seguì la stessa direzione, sulle sue dannate scarpe!
Porca miseria, come si faceva a non irritare quel tizio?!? 
Pareva fatto apposta per irritarsi!!
Indietreggiò, fino a toccare il muro di vetro col sedere, mentre Loki avanzava lentamente, aprendosi in un sogghigno, a vedere la tua paura.
COM'è CHE ORA NON LE APRIVANO?!?
-
'Se la tocca...'
'Stai calma, Grete. Non la toccherà.'
'E chi ce lo dice?!', chiese un agitatissimo Phil Coulson, al vedere la sua nipote minore atterrita di fronte ad un astroassasino, e un'altra apparentemente impazzita.
'Se la tocca le prenderà ancora una volta, lo giuro!'
-
'Così...hanno mandato te, piccola, sciocca, patetica midgardiana, a fare da cavia? Ahahahahah! E tu non sai neanche con chi hai a che fare, vero??'
'No... Mi hanno solo detto di ...'
'Stai zitta!'
Loki ora si era fermato, e strinse gli occhi, come a radiografarla con lo sguardo.
Se solo non avesse avuto la maledetta sicurezza di essere sexy come solo un'appassionata di fantascienza potesse esserlo, avrebbe giurato che la stesse scannerizzando dalla testa ai piedi..
Eppure l'aria era quella.
Finchè una luce riempì quegli occhi verdi chiarissimi, una luce diversa dalla minaccia beffarda di un attimo prima.
Loki le si avvicinò, mentre lei si impose di non prendere a grattare sul vetro, e Grete, in sala controllo, era tenuta praticamente ferma da Thor.
'TU?!'
Grete gemette, quasi accasciandosi contro il vetro, mentre Loki riprese la sua lenta marcia, sotto gli occhi vigili di Thor, e spaventati di Anja.
'Sei..tu?!'
E si fermò ad un passo da lei, sempre con quella luce tra il sorpreso e l'interrogativo negli occhi.
'Cosa...diavolo ti è successo??'
Anja liberò un respiro rumoroso, e trovò il coraggio di guardarlo negli occhi, deglutendo.
'Non...non so di cosa stai parlando!'
Quello era tarato, poco ma sicuro!
Fosse stato anche terrestre, avevano buoni motivi per tenerlo rinchiuso, magari con una camicia di forza!
Loki si mostrò ancora più sorpreso e la luce beffarda gli apparse nuovamente negli occhi.
'Oh...capisco. Capisco tutto. Forse è il caso ti ricordi io chi sei...'
E si mosse talmente velocemente che nè Thor nè nessuno potè fare niente.
La prese per la vita e la attirò violentemente a sè, schiacciando le proprie labbra sulle sue...
Un bacio che non aveva niente di romantico, ma maledettamente passionale, se...
Se solo non fosse stato...
LOKI!
Grete stava per liberarsi dalla stretta di Thor e correre dalla sorella, quando...
************************************
Una luce accecante esplose nella cella di vetro, lasciando anche qualche crepa quà e là, e Loki e Anja si trovarono scagliati da due parti differenti!
Loki rialzò subito la testa, con un sogghigno, osservando il suo risultato...
Anja lanciò un grido, a metà tra la sorpresa ed il terrore, mentre la sua uniforme scolastica si trasformava in una corta veste lilla, con degli stivali di foggia antiquati dello stesso colore, con addobbi neri e argentati di pelle, a rivestirla e...
Uno scettro argentato, con una pietra rossa, inanimata, apparve accanto a lei!
Loki si tirò in piedi, e tentò di avvicinarlesi, approfittando del suo stato, quando...
La ragazza scattò in piedi, ruotando il bastone, e puntandone l'estremità acuminata verso di lui, con un grido di battaglia!
Maledizione, se era stata veloce!
Ma Loki non mutò espressione, seppure con una punta acuminata a due centrimetri dalla sua gola, come...
Come la notte che le aveva sorprese a cercare su rifugio su Asgard!
E, come quella notte, fece come per abbracciarla, e sorrise, sempre con quella faccia da sberle!
'Bentornata...'
La pietra si animò, mentre una cascata di capelli argentati, sciolti, cadde dal capo di Anja.
'Bentornata, Selene, amore mio...'
 
 
Ooookkk....spero di non essermi resa ANCORA PIù RIDICOLA!!
Vi giuro che non l'ho fatto apposta!,il brutto è che le scene sono assolutamente definite nel mio cervello, ma trasporle mi costa molto più fatica delle altre Ff!
Spero possiate perdonarmi...!
E come avrete capito, quel furbone di Fury aveva concordato tutto con Thor...
Anche se le due sorellina ci devono ancora un bel po' di spiegazioni!!
Forza con le ipotesi!
E vado a rifugiarmi in un angolo buio, il più buio possibile....

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Capitolo 4
*** You were acting like it was the end of the world ***


In my dream I was drowning my sorrows
But my sorrows, they learned to swim
Surrounding me, going down on me
Spilling over the brim
 
(Until the end of the world; U2)
 
Selene rimase con la sua lancia puntata, il suo scettro, alla gola di Loki, immobile.
Entrambi immobili, ma il sorriso di Loki si allargò sempre di più, anche quando sentì la punta acuminata e il calore della pietra sfiorargli il viso.
'Ti credevo morta...amore.'
'NON.CHIAMARMI.COSì.'
Loki sbuffò e inclinò la testa a destra, con fare civettuolo.
'Oh...Ti sei dimenticata del nostro tempo ad Asgard?Quando...'
'...quando mi hai fatta ESILIARE E MI HAI TRADITO?!? No, Loki... NON ME LO SONO DIMENTICATO.'
Ritirò lo scettro, che si spense momentaneamente, e gli si avvicinò, gli occhio viola cupo senza iride. 
'Perchè mi hai risvegliato? Per ricordarmi queste cose? Oltre che infido sei diventato anche STUPIDO?!?'
A quelle parole, il ghigno di Loki si trasformò in una smorfia.
'Patetica. Debole. Ecco quello che eri.', e le si avvicinò a sua volta.
'Non capisci che ti ho tradito per salvarti, su Asgard. E che ti ho risvegliato per una ragione.'
Lo scettro si illuminò, mentre gli occhi di Selene sembravano mandare bagliori minacciosi, a sentirsi apostrofare così.
'Parla. E non parlare a caso, come al solito.'
'Ahahahahahah!,ora riconosco la coscienziosa Principessa di Veimgard! Beh...come vedi non sono nella posizione di minacciarti, nè di comandare...',finì con un sussurro.
Selene lo guardò, non mostrando nessuna espressione, e Loki si avvicinò ulteriormente, restando ad un soffio tra loro. 
'...ma potrei proporti...come un tempo...di restarmi accanto. Essere regina, con me, di questo misero pianetucolo.'
'Stai sbarellando di brutto, Loki.', replicò Selene, senza battere ciglio.
'Ahahahaha, e questo è gergo midgardiano? Ahhhh, sì, una principessa senza regno... ',e gli occhi di Loki si strinsero. 'Come me... Non desideri riavere ciò che ti è stato tolto?' 
'ADESSO BASTA!'
Gretchen, col fiatone, era apparsa nella cella di contenzione, con Thor alle spalle. 
Loki li guardò con malvolenza, mentre afferrava un braccio di Selene, stupita dalla loro apparizione.
'Sempre con i tuoi cani da guardia, eh? Quando scoprirai che non ti sono fedeli quanto credi?!?'
'Farnetichi, Loki!'
Lo scettro gli si puntò alla gola, ma questa volta risentiva del tremore alle mani che aveva colto Selene.
Gretchen salì i gradini quattro alla volta, mentre la Sfera dell'Anima, posta sopra allo scettro, si spegneva, così come gli occhi viola di Selene tornavano quelli azzurri di Anja. 
Gretchen aprì la porta, e ritirò delicatamente Anja\Selene all'esterno della cella di vetro, affidandola a Thor, non staccando mai gli occhi, minacciosi, da Loki.
'Non provarci neppure, Loki. Non ti è bastato quello che hai fatto?'
Lo sguardo di Loki divenne freddo come il ghiaccio, con un fiammella di malizia che pulsava all'interno. 
'Nadjne...come sei noiosa! Le sei sempre accanto... ', e iniziò a girellare per la cella, deliberatamente provocatorio.
'Tu non sei cambiata proprio di niente...Hai paura che possa decidere per conto suo, GUERRIERA?'
'Non le hai mai portato niente di buono.', replicò Grete\Nadjne, avvicinandosi, a minacciarlo. 
Loki resse il suo sguardo, altero, e anche un po' punto sul vivo, notò Thor, che scortava distrattamente fuori Anja, il cui scettro era sparito. 
'Pensi di essere proprio tu la persona giusta per parlarmi così?', sibilò Loki, avvicinandosi anche a lei.
'Certo più di te.'
'Non che mi interessi più di tanto di lei...o di te...ma sei davvero convinta?', la punzecchiò beffardo.
'Non ti sembra che, almeno una...forse una sola volta... tu non le abbia fatto del bene?O che fosse lei a voler venire da me?'
'No.', replicò Nadjne, e strinse i pugni. 
'Non mi interessa il tuo sporco giochetto, ma ti avviso, Loki... Se le farai ancora del male... Te la vedrai con me. E sai che non sarà piacevole.'
E Nadjne se ne andò a grandi passi, mentre le porte si chiudevano, lasciando il Dio degli Inganni a ghignare, seguendo la figura sinuosa della Guerriera.
'Non TUTTE le volte è stato spiacevole, ma anche tu difetti di memoria, Nadjne...'
-
'Thor!,dove...'
'Mi è fuggita!,non ho fatto ora a chiudere la porta ed è sparita!'
Gretchen si mangiò una parolaccia nei denti e guardò le profondità dell'Helicarrier...
Poi sospirò, e si spettinò i capelli magenta.
'Tu torna dagli altri, e tenta, se puoi, di calmarli...Specialmente lo...zio Phil.', sputò, quasi a fatica.
Sarebbe stata proprio da ridere, a spiegare a tutti, come lei prima fosse caduta in trance e Anja si fosse trasformata a sua volta in un'aliena con i capelli argentati e dagli occhi omicidi!
E, specialmente, perchè avesse avuto un'arma simile a Loki!
'Io vado a cercare An...Selene.'
Fece per avviarsi, ma Thor la trattenne per il braccio.
'Thor!,se Anja si butta nei rotori...'
'Cosa hai visto?'
Nadjne pensò bene a TUTTO il colloquio di Selene con Loki, e al tremare della sua lancia, alla fine. 
Thor insistette, non si sarebbe di mosso senza una risposta parziale. 
'Cosa pensi di aver visto?'
'Bisogna tenerla lontana da quella serpe di tuo fratello... Dubito che possa commettere di nuovo un errore, ma è ancora fragile...e tuo fratello è più forte di un tempo. Potrebbe distruggerla con poco sforzo, ora come ora.'
Thor strinse gli occhi.
'Dunque è un pericolo.'
'NO!,il pericolo è LOKI! Ed è inutile che lo difendi, come sempre!! Ammettilo, per una buona volta!LOKI E' PERICOLOSO!!'
'Non accuserò mai mio fratello!', tuonò Thor, e Nadjne gli rispose, a voce più bassa, ma sicura.
'Allora non chiedermi di accusare la mia principessa.'
E si girò.
'Ed ora...con o senza il tuo permesso, vado a recuperare mia sorella.'
La voce di Thor la raggiunse in lontananza, mentre si addentrava nel corridoio metallico.
'Dovrai venire a patti con le tue parti, prima o poi, Guerriera!'
'Non oggi...', mormorò Nadjne.
O almeno lo sperava.
*
Asgard, cento anni prima...
*
Non erano state imprigionate, nè erano state loro tolte le armi. 
Loki camminava al fianco di Selene, che si era tolta il cappuccio e la veste che la mimetizzava, scoprendo il lungo chitone viola e nero che la caratterizzava come segno imperiale, assieme allo scettro. 
Nadjne camminava appena dietro a loro, non perdendosi una sillaba, appena davanti alla decina di guardie asgardiane che Loki aveva condotto da loro.
Maledizione!,ma come aveva fatto!?
Aveva sentito il loro odore?!
Si parlava tanto, nei nove regni, della sua abilità con la magia, ma decisamente era sottovalutato, se le aveva scoperte con le proprie forze!
Nadjne, nel suo corto chitone da guerriera, rosso, come i suoi capelli e suoi occhi, con le sue rifiniture dorate, specie sul bustino, teneva i suoi occhi puntati alla sua gola e le mani sulle due corte lance.
Una parola di troppo di quel serpente alla Principessa, già fortemente provata, e l'avrebbe ucciso, guardie o no!
Lei era la Guerriera, e una decina di guardie asgardiane non le facevano certo paura, armate o no!
Temeva solo per Selene, che pareva quasi accettare passivamente la presenza di Loki.
'Cosa vuoi farci, dunque, Dio dell'Inganno?', chiese questa, con voce stanca.
'Direi che una visita al Padre degli Dei per salutarlo sarebbe il minimo della maleducazione, se siete solo di... passaggio per Asgard!', rispose flautato Loki, per poi riprendere, con tono più duro.
'Se invece avevate intenzione di nascondervici, senza passare dal Bifrost, ma come intruse...e neppure troppo gradite, se mi è consentito dire...'
Lo scettro di Selene scintillò, sinistro, ma la Principessa di Veimgard sembrò ritrarsi in sè stessa, cosa che portò Nadjne ad estrarre quasi le lame.
Loki continuò, come per scusarsi.
'Sapete quali sono le leggi. Sarete giudicate da Odino in persona. Egli deciderà se siete un pericolo, ed esiliarvi o...peggio... O magari lasciarvi rimanere.'
Sotto la voce diplomatica, Loki si stava divertendo immensamente, e Selene se ne accorse, ma decise di fare buon viso a cattivo gioco.
'TU cosa pensi, che sei suo figlio, e certo conosci anche tu le leggi?'
'Io?'
Loki sembrò piacevolmente stupito da quella domanda, e specialmente che venisse, così umilmente posta, da Selene.
Lei era Principessa unigenita, le degna figlia di tradizioni millenarie, anche se voci su di lei dicessero che non fosse troppo portata per la battaglia, come la madre, ma che fosse ancora troppo giovane per dimostrarlo. 
Di certo la madre Velma aveva voluto accelerare i tempi della sua incoronazione, vedendo come il loro pianeta andasse cadendo a pezzi, sotto gli assalti degli Jotun, ma non era bastato.
Lei sarebbe comunque stata Regina, di un mondo pari ad Asgard, non come lui... 
Che non era minimamente destinato al trono.
La sua amarezza dovette trasparire nel gesto nervoso con cui strinse i pugni, sempre camminando, poichè Nadjne, alle sue spalle, si fece sentire.
'Parla giusto, Principe di Asgard, poichè il tuo parere è stato richiesto ed è oggetto di grande considerazione!'
Alchè Loki scoppiò a ridere.
Grande considerazione!
Dovevano essere proprio disperate.
Ma non era la disperazione che conduceva ad atti estremi?
'Volete la mia opinione prima di quella di Padre Odino, e io ve la darò...Principessa e Guerriera...', e simulò un inchino, fermando la colonna e trattenendo Selene per un braccio a guardarlo negli occhi verdi, da cui ogni luce sembrava sparita, se non una fiammella dispettosa di malizia.
Eppure non vi era niente di malizioso quando parlò!
'Io...penso che abbiate commesso una grave infrazione, a venire su Asgard come ospiti non invintati, ma vi è di più...- e Nadjne strinse le labbra, le mani strette sulle lancie e le freccie puntate alla sua schiena, mentre Selene sostenne quello sguardo freddo.-...Odino odia quel vostro ridicolo pianetucolo di donne guerriere... una delle vergogne dei nove regni! E penso che non sia neppure felice che voi siate vive!'
Selene si liberò dalla sua stretta con una mossa di rabbia, mentre la disperazione si accendeva nel suo sguardo.
Perfetto.
'Come...come puoi dire questo?! Noi siamo le UNICHE sopravvissute! E solo grazie al sacrificio di mia madre!'
'Io conosco meglio di te il Padre degli Dei.', affermò sicuro Loki, riprendendo la marcia, come se non fosse stato ad un passo da farsi tagliare la faccia da Nadjne, che aveva fatto balenare le sue micidiali armi. 
'Ma...io, al contrario di voi, non ho niente in contrario alla vostra idea di governo... come tu hai detto, non sono avventato come...come altri governanti. Per cui, conferirò per primo con Padre.'
'Parole di serpente...', mormorò Nadjne, ma Selene la zittì.
'Se lo farai, Principe Loki... Renderai onore al popolo di Asgard e alla sua fama di regno giusto, e non a quella dei suoi detrattori, di regno assolutistico. E avrai la mia gratitudine eterna. Anche se il mio pianeta non esiste più...'
Loki rise, poi la riafferrò per il braccio, stavolta allarmandola, e la attirò leggermente a sè, in modo che Nadjne, ora proprio con le punte delle frecce nelle scapole, non potesse sentire.
Ne andava della sua vita, ma anche del suo piano.
'Il tuo pianeta non c'è...Ma tu sei ancora viva, Principessa. Basterà.', sussurrò, mentre i suoi occhi si accendevano.
*
Helicarrier, 2012
*
Gretchen trovò Nadja nel punto più ovvio dove potesse nascondersi.
Nel loro alloggio.
Chiuso.
Sbarrato.
'Anja, aprimi!!',urlò, bussando forte.
Silenzio.
'Maledizione, Anja!Sono Gretchen!! Non fare finta di niente! Prima questa porta era aperta! Aprimi!'
Silenzio, ma sentiva che era dietro la porta.
'LA SFONDO, ANJA!'
'Provaci...',la sfidò la sor...la sorella, con la voce tremante ed attutita dal metallo.
'Ok, spostati! Ho giusto qui un estintore che...'
La porta si aprì e...
Nadjne si trovò uno lo scettro dell'Anima puntato contro, e Selene in posizione di battaglia, gli occhi viola scintillanti.
'SPIEGAMI PERCHè NON DOVREI TOGLIERTI LA VITA...ORA!!'
'Anja...'
'SONO SELENE!!,LA TUA PRINCIPESSA!E VOGLIO SAPERE COSA è SUCCESSO!!'
Le avevano messe assieme da piccolissime, come voleva la tradizione; la figlia unigenita della Regina e una bambina poco più grande di lei, addestrata per essere la sua confidente, consigliera, ma specialmente GUERRIERA.
Sua sorella, in pratica.
Quasi mai, in vita sua, Selene le aveva dato ordini, come aveva invece fatto Gretchen con Anja, ma l'aveva sempre considerata come sua pari, forse come nessun'altra, da quanto vedeva come la Regina trattasse sua madre...
Ma...
MAI L'AVEVA VISTA COME IN QUEL MOMENTO.
E una convinzione le si rafforzò nella mente.
Sì, doveva tenerla lontana da Loki.
Quel gran bastardo aveva decisamente una pessima influenza su di lei!
Persino più di lei stessa in forma umana!
 
Oooook, questo è un capitolo di transizione per approfondire un po' di più il rapporto tra Loki, le sorelline, e tra le sorelline stesse...
Vi prego, perdonatemi, ma questa Ff minaccia di diventare lunghissima..
Vi amo, comunque, e non dico per scherzare...
Avete colmato il vuoto che era in me con A Lad Insane, e le mie insicurezze, con le vostre bellissime recensioni, e vi prego di continuare! 
Presti inserirò le immagini a cui mi sono riferita per Nadjne e Selene. 
Perdonate per la lunghezza.
Baci, stelle

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Capitolo 5
*** I escaped it, a life wasted, I'm never going back again.... ***


You're always saying that there's something wrong
I'm starting to believe it's your plan all along
Death came around, forced to hear its song
And know tomorrow can't be depended on
(Life wasted; Pearl Jam)
 
Helicarrier, sala controllo
*
Thor , nella sala riunioni, era letteralmente circondato da tutti.
Sì, proprio tutti, Fury e Hill compresi!
Le domande si affollavano, rendendosi incomprensibili uno all'altro...
'...insomma, cosa...?'
'Capitano, se non stai calmo alla tua età potresti farti venire un infarto...'
'Stark, ti chiudo in gabbia con Loki se non stai zitto!'
'Vediamo di calmarci!'
'Ma calmarci cosa!,quella ragazza è praticamente diventata un'aliena a sua volta,e l'altra...'
'Sembra una parodia di Sailor Moon.'
'Natasha!!'
'Embè?!? Che diavolo, quanti anni mi dai, Stark?!? Mi devo rilassare anche io!'
'Ragazzi...fate parlare Thor.', intervenne il dottor Banner, facendogli anche un po' di spazio intorno.
Inutile dire che quello che fremeva di più era Stark che difatti...
-3...
-2...
-1......................
'OK!,LUI NON PARLA, ED IO HO IL DIRITTO DI ROMPERGLI LE SCATOLE, PERCIò!'
'STARK!!'
'In quanto Iron Man non mi rendo responsabile dell'uccisione di due ragazzine per altro sexy, aliene o no!, perciò Riccioli d'Oro parla o...'
'ORA MI HAI PROPRIO STUFATO!!',si infuriò Cap, prendendolo per la maglietta.
'Daaaai, vediamo cosa fai, minimo se mi tocchi ti spacchi un paio d'ossa!'
Bruce Banner lasciò perdere i due imbecilli che si fronteggiavano ringhiando, e si voltò verso Thor, che ora era attorniato dalla Vedova Nera (con la faccia più rossa dei capelli, grazie al suo commento sui cartoni animati ostracizzato), da Fury, e da Hill. 
Il dio asgardiano sembrava maledettamente stanco, e si strofinava gli occhi rossi, ma si tirò a sedere, alzando il capo.
'Risponderò, per quanto è possibile, a tutte le vostre domande. Per altre... Dovrete chiedere direttamente a loro. Io non conosco tutta la loro storia. Specialmente di Selene.'
'Allora spiegami chi sono le mie nipoti, in realtà.'
La voce, calma ma decisa, giunse dall'angolo più lontano,  e persino Stark e Rogers, ad un passo dai pugni, si fermarono e si voltarono a guardare.
Un Phil Coulson, non meno stanco di Thor, era rimasto in disparte, ma ora lo fissava, con lo sguardo deciso e con voce rauca dalla preoccupazione.
'Forza, 'dottor Blake'... SPIEGAMI COSA DIAVOLO SONO DIVENTATE LE MIE NIPOTI!'
Thor si massaggiò le tempie.
Sarebbe stato un vero casino.
E lui non era per niente bravo a dare spiegazioni, quando...
Una voce melliflua, anche se sussurrante, si fece sentire dalla prigione in vetro. 
'Chi sono le nipoti midgardiane di chi? Che importa? COSA importa a voi?', sorrise Loki, puntando verso le telecamere, in modo da essere visto da tutti.
'IO, se fossi in voi, mi accerterei della loro pericolosità, inanzitutto. Come avete visto non sono l'unico ad avere un'arma, qui...'
*
Helicarrier, alloggi personale non qualificato.
*
'Principessa Selene...'
Gretchen\Nadjne si abbassò su un ginocchio, sentendosi altamente ridicola in quegli abiti, ma pur sempre consapevole.
Nella testa della Principessa, invece, la sua esistenza a doppio filo non riusciva a scorrere, si inceppava, e la stava portando a diventare un'autentica furia!
Ritirò lo scettro, che affievolì la sua luce, ma gli occhi restarono viola.
-Anja, dove ti sei persa, là dentro...-, pensò Gretchen, mentre si rialzava.
'Guerriera...Nadjne....Puoi spiegarmi cosa è successo? Perchè siamo su Midgard? PERCHè MI SONO RISVEGLIATA IN UNA GABBIA CON LOKI?!  E' UN MIRACOLO SE NON GLI HO STACCATO LA TESTA CON UN FENDENTE!'
-Ahi...-, pensò Nadjne, sentendo quelle domande in una tirata.
La Principessa si era persa quasi un secolo di vita... 
E ora chi l'avrebbe spiegato, a quel caratterino?
'Perchè sei vestita in quel...modo ridicolo?', insistette Selene, squadrandola. 
Nadjne sospirò e riassunse i suoi abiti da Guerriera di Veimgard. 
La sua VERA sorella... 
Selene fece sparire lo scettro e incrociò le sue mani con quelle di Nadjne.
'Mio dio...sei tu...Non ti avevo riconosciuto del tutto in quegli stupidi...'
'Principessa... vieni con me.', e, staccandosi, la guidò nel loro alloggio, dove il disordine regnava imperante.
'Che diavolo...?Cosa sono queste cose?!'
'I tuoi vestiti.'
'Starai scherzando!!'
La Principessa si ritrasse dalla sua stretta, come offesa, e poi si mise a gironzolare per la camera.
I capelli argentati di Selene frustavano l'aria di qua e di là, mentre osservava senza interesse di sorta il Pc che solo fino ad un'ora fa stava torturando incessantemente, i suoi preziosi vestiti (che Gretchen si guardava bene dal toccare, poichè SOLO una volta aveva indossato, stringendosi dentro, una sua gonna, e l'aveva strappata, prendendosi urla per tutto il tragitto fino a scuola....), il suo I-phone...
'Non riconosci niente, Selene?'
'No.', commentò annoiata, la Principessa, in quel modo che almeno da tre secoli le faceva venire voglia di prenderla a pugni!
'Non verrai a dirmi che mi sarei mai vestita con questo...straccio?', commentò, alzando la gonna militare fluo, uno dei suoi indumenti 'sacri', quando lo sguardo le cadde su...
Il libro di Philip K. Dick che stava leggendo.
'Oh... sembra interessante....'La svastica sul sole'...un titolo curioso,per...per...',e il suo sguardo passò dal viola all'azzurro, mentre la sua corta veste iniziava a sparire, a tratti...
'Principessa...'
'Questo...è il segnalibro che mi ha regalato Billy assieme al libro...vero?',chiese, ormai completamente instabile.
Quando alzò lo sguardo su Nadjne, Selene stava tornando lentamente...anzi, TROPPO LENTAMENTE!,nei panni di Anja!
Mentre i capelli assurdamente lunghi, color argento, sparivano, per il solito castano chiaro, e per le vesti di scuola, sempre troppo lentamente, permettendo dei lampi viola confusi ai suoi occhi, la Principessa alzò una mano verso di lei, come stesse affogando, e le cedettero le ginocchia.
'A...aiutami!'
'Principessa...'
'Grete...che diavolo...CHE DIAVOLO MI STA SUCCEDENDO?!!'
Gretchen deglutì, mentre tornava anche lei nei suoi 'inutili' abiti midgardiani, e Anja si sedette, stremata e confusa, sul letto. 
Stringeva con forza il libro, come a non separasene, e ansimava, fortemente provata.
Sarebbe stata più dura del previsto.
*
Helicarrier, sala di controllo.
*
'Insomma, le mie...nipoti...non sarebbero che due guerriere di uno dei nove regni, sotto mentite spoglie? Reincarnatesi!?'
Coulson era di fronte a Thor, che aveva tentato di dare qualche spiegazione, ed ora non sapeva come agire, di fronte a quell'uomo arrabbiato e confuso.
Phil sembrava sul punto di dargli un pugno, ma si afflosciò, allo stremo, su una delle poltroncine. 
'Non è possibile...deve esserci un'altra spiegazione!'
'Io...non sono un esperto di queste cose...ma sono certo che siano loro. Più di Nadjne, la conferma è stata Selene.  Ha reagito più violentemente all'incontro con Loki, ma perchè siano passati tanti anni, non...'
'Gretchen...quella che tu chiami Nadjne...ha dei terribili incubi da un anno circa.', e gli puntò gli occhi contro.
'Sono iniziati da quando ti incontrai al cratere in New Mexico. Vuoi dirmi che è una coincidenza?'
'Nad...Gretchen sembra più ricettiva di Selene... d'altronde Selene ha dovuto essere sepellita letteralmente nel corpo di Anja... la Principessa è sempre stata più fragile della Guerriera. Probabilmente Gretchen dal mio arrivo, ha iniziato a risvegliarsi.', mormorò Thor, sentendosi in colpa.
Quante cose aveva scatenato, col suo esilio a Midgard? 
Non in ultimo, la follia di suo fratello!
Loki ascoltava divertito.
Quegli imbecilli non avevano spento l'interfono!
Probabilmente Capitan Ridicolo o la Ferraglia, nel loro accapigliarsi meschino, avevano spinto qualche tasto!
...così Selene era davvero così fragile?
Forse non ricordava certe cose...che lui le avrebbe prontamente riferito, ovviamente. 
Aveva sempre avuto un debole per quella sciocca, che l'aveva rifiutato ben due volte, e l'aveva ripagata, ma al suo animo, quella misera vendetta non bastava...
Avrebbe solo dovuto riattirarla vicino... 
Ed era sicuro che non fosse così lontana da precipitarsi da lui...Glielo aveva letto negli occhi.
Debole. 
Maledettamente debole.
Ma sempre utile!
Oltre che un'affascinante creatura.
Il colloquio andò avanti, e continuò ad ascoltare, con quel sorriso imperturbabile sulla faccia.
Coulson si era rialzato e tentava di calmarsi, misurando a grandi passi la sala, mentre Thor se ne stava immobile, sempre a tsta china.
Tormentandosi la cravatta, Phil gli si piantò davanti, deciso. 
'HO VISTO MIA SORELLA PARTORIRE QUELLE DUE POVERE RAGAZZE!! LORO SONO MIE NIPOTI DI SANGUE! HANNO 18 E 19 ANNI! ADESSO MI SPIEGHI COME POTREBBERO ESSERE GUERRIERE, REGINE O DIO SOLO SA COSA DI UN PIANETA SCOMPARSO ANCORA ANNI FA?!?'
'Per gli Dei, inutili idioti!', intervenne Loki, spazientito dall'incapacità di Thor. 
Di più.
Irritato dalla loro capacità di comprendere!
Era fondamentale che le lasciassero libere, per dar lui una possibilità.
'Ad Asgard il tempo scorre diversamente che su Midgard!! Asgard è un'isola nel fiume del tempo! E i poteri del vecchio Odino sanno certamente come operare un misero incantesimo simile, no?!? Ma possibile siate tutti così a corto di cervello?!?'
'Intanto nella gabbia mi pare ci stia tu, muflone!', replicò sarcastico Stark, quando Rogers urlò, facendo saltare i nervi di tutti.
'SPEGNETE QUELL'ACCIDENTE!,QUELLO PSICOPATICO STA SENTENDO TUTTO!'
'Ma se sarai stato tu ad accenderlo!,con le tue chiappe da VERO AMERICANO SURGELATO!'
'Stark, ora basta!!!'
Phil Coulson non ne potè veramente più, e si sedette, più accasciandosi che stando composto. 
'..e allora...di grazia...PERCHè LORO? PERCHè le MIE nipoti!? Non mi verrai a dire che è un caso, vero, Thor?!?'
'No...', sospirò il dio asgardiano, mentre Fury spegneva il 'maledetto interfono', appena in tempo. 
'Ma in tutti i piani di Odino c'è sempre uno scopo... Dobbiamo solo avere la pazienza di sapere quale.'
'Pazienza...Questa è bella.', mugugnò Coulson.
*
Asgard, cento anni prima
*
Loki si arrestò davanti al palazzo reale, ai piedi di una scalinata.
'Come è tuo desiderio, Selene... Conferirò io, per primo, col Padre degli Dei.'
Selene parve dimenticare la mossa minacciosa di Loki di prima, nel bosco, e abbassò la testa.
'Le nostre speranze sono affidate a voi, Principe Loki. Tu meglio di tutti conosci la nostra situazione.'
'E' meglio non tentiate fughe... Conosco l'abilità di Nadjne con le armi e la lotta, e la potenza del tuo scettro, ma ti assicuro che non avreste scampo.'
Nadjne tolse le sue corte lance, le mostrò alle guardie, e le gettò ai piedi di Loki, guardandolo torvamente.
'Tale è la paura che hai di me, vigliacco...'
'Oh, la tua abilità è nota in tutti i nove regni, Guerriera!'
'Così come lo è la tua lingua di serpente...', sibilò Nadjne, trattenuta da Selene, a sua volta fissata da Loki.
'Il tuo scettro, Principessa.'
'Lo scettro dell'Anima mi è stato affidato da mia madre e si staccherà da me solo con la mia morte.',affermò sicura Selene, ma senza orgoglio. 
'Non posso deporlo. Puoi solo avere la mia parola che non tenteremo la fuga o di fare danni.'
Loki la squadrò.
Selene sosteneva pienamente il suo sguardo, ma non vi era traccia di imperiosità.
Lo Scettro era suo: era un dato di fatto. 
Per lei era semplice come respirare, quell'assurdità veimgardiana.
Loki scosse la testa.
'Sta bene. Non fare scherzi, Selene. Saprei come ritrovarti.'
'La nostra salvezza dipende da te, che scherzi vuoi che faccia, Loki?!'
Loki si girò, in silenzio, e percorse le scale per accedere alla sala del trono. 
*
Sala del trono, Asgard, cento anni prima...
*
'Padre...'
'Ho sentito quello che hai detto. Come ti ho detto, vaglierò la situazione. Per ora le due reali veimgardiane rimarranno qua.'
Thor li seguiva a breve distanza, mentre andavano incontro alle esiliate.
'Hanno commesso un'infrazione molto grave, ma non avevano scelta, e io stesso ho nutrito di dubbi la mente della defunta sovrana Velma, ai tempi della nostra fragilissima tregua... Probabile che quella donna vendicativa li abbia trasmessi alla figlia, per non fidarsi ad apparire allo scoperto. Voi due...'
E si fermò a prendere per il braccio i due figli. 
Loki, nella sua veste nera di pelle e il suo cervello pronto, e Thor, con la sua armatura e Mjolnir.
'...Thor, tu sarai incaricato di tenere sotto occhio la Guerriera. Non vi è malizia nelle Guerriere di Veimgard, sono fiere e combattive ma fedeli alla giustizia. Non si è mai sentito di una Guerriera che covasse rancore o bugie  celandole.'
'Figurarsi...', borbottò Loki, cui una cosa del genere pareva impossbile. 
Roteò gli occhi, e Odino lo fulminò con lo sguardo.
'Loki.'
'Padre.'
Quel ragazzo stava diventando decisamente intrattabile,   col tempo... 
Sperava con tutto il cuore che avesse trattato bene le due superstiti veimgardiane, nonostante le sue rassicurazioni, e che la sua scontrosità si dileguasse al dargli un compito, se non pari, persino più importante del fratello maggiore.
'Tu terrai sotto osservazione la Principessa Selene.'
'Cos...?'
Loki era incredulo, ma non del tutto spiaciuto. 
Selene si era dimostrata un'avversaria alla sua altezza, e di certo non potevano metterlo a sorvegliare una rozza guerriera!
'Sì, Loki. So che ti senti giovane, ma tutti conosciamo il tuo ragionamento svelto... Solo ti chiedo di fare attenzione.'
Odino si incupì, e anche Loki, a quelle parole.
'La mente della Principessa è provata, e potrebbe non reggere i tuoi giochetti mentali. Selene è stata descritta come già pari della madre, sebbene molto giovane, ma ti ricordo che ha visto la Regina morire sotto i suoi occhi, è fuggita ad un massacro ed è senza il suo regno. Ciò potrebbe non renderla malleabile.'
Loki sbuffò, divertito. 
'Male che vada, mi arrostirà con il suo ridicolo scettro!'
'Anche per questo voglio che, senza esercitare troppa pressione, le teniate separate. Ora andate, figli miei.  Portate loro i miei saluti. Domani le riceverò in udienza.'
Loki e Thor si avviarono, apparentemente calmi, finchè non furono fuori dalla vista di Odino.
'Che ne dici, fratello?', chiese Thor, che MAI era stato usato come baby-sitter... 
Cosa che a Loki non sembrava dispiacere, tuttavia, nonostante il suo orgoglio deviato.
'Dico che... Potremo divertirci.', disse, con tono sornione,  tanto da costringere Thor a fermarlo.
'Loki, ricordati cosa ha detto Padre...'
'Non sconvolgerò la mente di Selene, fratello. E non crederla così innocente.', e gli voltò le spalle, percorrendo il corridoio, dove alla fine, li aspettavano le loro nuove ospiti. 
'Tante cose ti sfuggono dagli occhi. Credo che per una volta Padre abbia deciso bene.',e gli occhi gli luccicarono di una luce malevola.
*
Nadjne e Selene, liberate dalla scorta, vennero scortate dai due principi alle loro stanze, nell'ala opposta alle loro.
Thor si fermò davanti ad una porta, e anche Selene si fermò, ma Loki la sospinse gentilmente avanti, con allarme di Nadjne.
'Principe Loki!...'
'Sono le regole, Guerriera...', le disse uno spiaciuto Thor, aprendole la porta.
'Non potete stare assieme. Non la notte. Neanche noi, d'altronde, abbiamo questo permesso, vero, Loki?'
'Grazie a Dio...', biascicò tra i denti Loki, ricordando come da piccolo Thor trovasse comunque il modo di scocciarlo, quando non aveva sonno.
Lui e i suoi immutabili sogni di gloria di re di Asgard!
Sogni che lui aveva imparato ad accantonare ben presto.
Si fermò, quasi alla fine del corridoio, percorso in silenzio, davanti ad una stanza.
'Non so come siate abituati a Veimgard, ma per te, Principessa, ho scelto una stanza più consona ai miei gusti...', disse, aprendo la porta e rivelando una meravigliosa scrivania e una nutrita biblioteca.
Selene entrò, con dietro Loki. 
'Mi aspettavo serpenti e specchi magici, Ingannatore...'
'Invece ha di che passare il tuo tempo acculturandoti, come impone il tuo rango.', la riprese, quasi severamente. 
'Per non dire della vista...',e scostò una tenda su un ampio balcone rotondo che dava sui giardini reali e su un'altra ala del palazzo.
Selene guardò poco interessata, con rabbia di Loki, e rivolse uno sguardo annoiato alla stanza in generale.
'Vuoi tenermi in prigione, Loki di Asgard?'
L'irritazione di Loki si trasformò in divertimento, vedendo come si avvicinava, guardinga, ai libri.
'Puoi prenderli. Sono della mia collezione. E dall'altra parte dei giardini...',e la prese per un braccio, ri-trascinandola davanti al balcone. '
'Quelle sono le mie stanze. Potrai chiedere aiuto, mandando segnali col tuo scettro, in caso tu sia insonne.', concluse, quasi scherzosamente.
Selene la fissò duramente.
'Tu credi che sia cresciuta nella bambagia, perchè di stirpe reale? Ti sbagli di grosso, Loki. Ed ora, se permetti..'
Loki, sentendo quelle parole, a sentire il suo aiuto (non del tutto disinteressato, in verità) rifiutato così sgarbatamente, le afferrò anche l'altro polso, e la attiro a sè.
'Attenta, Selene.', sussurrò, mentre con un braccio le prendeva la nuca, nonostante la resistenza silenziosa e rabbiosa della Principessa.
'IO sono tuo responsabile. Io dovrò giudicare il tuo comportamento. E potresti avere bisogno del mio aiuto...', mormorò, avvicinando le sue labbra tentatrici alla ragazza.
'Provaci e sentirai il sangue scorrere...', sibilò Selene, mentre i suoi occhi si facevano viola, e il suo scettro mandava lampi sinistri.
Loki recedette, dopo averla tenuta per quasi un minuto in quella posizione, tanto per essere sicuro della sua resistenza, poi la lasciò.
'Ti lascio al tuo sonno ristoratore, Principessa perduta. Ma ricordati delle mie parole.' 
E un ghigno gli deformò la bella faccia, mentre chiudeva la porta dietro di sè.
'Potresti avere bisogno del mio aiuto. E potrebbe essere troppo tardi, allora.'
Al sicuro, Selene crollò sul letto.
Il suo pianeta distrutto, persino la morte di sua madre, passava in secondo piano rispetto alle ultime minacce velate di Loki. 
Si tolse la lunga veste e tentò di riposare, girandosi rispetto al balcone che dava sulle stanze di Loki.
'Certo...so io che aiuto mi daresti, grandissimo bastardo...'
*
Helicarrier, 2012, alloggi
*
Anja, tornata completamente in sè, una volta che l'essenza della Principessa l'aveva abbandonata, era crollata sul letto, col suo libro e col ciondolo del suo ragazzo stretti a sè.
Gretchen ritenne che, chiudendola dentro, avrebbe potuto scongiurare altre sgradite sorprese, e si avventurò verso la sala controllo, dove sentiva vociare.
Aveva una gran voglia di fare un discorso a Loki, per il passato e per il presente, ma specialmente per il futuro, ma si trattenne.
Loki andava isolato, come una volpe rabbiosa.
E abbattuto, perchè non contagiasse alcun altro.
 
Ooook, questo è un capitolo di transizione che scrivo dopo i festeggiamenti dell'Italia, che come al solito, quando si scontra con la Germania per me è un dubbio atroce!
Vicende calcistiche a parte, perdonatemi per l'ingarbugliamento, ma SPERO vogliate credermi, se vi dico che E' NECESSARIO per poi dipanare i fili!!
Vado ritrovare il mio amico bianconiglio nella botola antinucleare! 

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Capitolo 6
*** Falling away from me ***


Day, is here fading.
That's when, I would say.
I flew with suicide.
Sometimes kill the pain.
I can always say.
'It's gonna be better tomorrow'.
Falling away from me.
Falling away from me. 
 
(Falling away from me- Korn)
 
 
Gretchen arrivò in sala controllo, dove regnava un pesantissimo silenzio.
Tutti parevano evitare di guardarla, a parte una curiosa Vedova Nera che la sbirciava di sott'occhio; Fury era dovuto tornare ai suoi compiti, con Maria Hill, Tony Stark armeggiava indaffaratissimo attorno allo scettro di Loki con Banner (più che altro sembravano nascondersi per non parlarle), e Zio Phil e Thor sedevano di fronte, evitando di guardarsi. 
Si diresse da loro, non certa di quello che avrebbe detto.
'Er...Allora?'
Thor rimase a testa bassa, mentre Phil alzava gli occhi su di lei.
Era stranamente senza espressione.
'Gli ho detto tutto... Tutto quello che sapevo.', mormorò Thor, come sfiancato. 
'Zio?'
Phil Coulson sbuffò, irrisorio.
'ZIO!Ora sarei anche tuo zio?'
Gretchen rimase stupita, dal tono e dallo sguardo freddo che gli lanciò, di sottecchi.
'Il biondone ha rivelato la vostra identità... NON che non si vedesse che qualcosa non andasse, quando una mia supposta nipote si mette a parlare correntemente con un dio asgardiano che non avrebbe MAI dovuto vedere se non ai notiziari, e un'altra fa apparire uno scettro gemello a quello del fratellino...', disse Phil asciutto, per poi aggiungere, rivolto a Thor:
'A proposito, la famiglia? Dico il pezzo che ti è rimasto... Non vuoi chiedergli niente, Grete? O come ti chiami o ti chiamavi?', aggiunse, in tono ironico. 
Gretchen ora era tra lo scioccato e l'incazzato; non bastasse tutto, anche quello!
'Zio Phil!'
'E SMETTILA DI CHIAMARMI ZIO! NON SONO TUO ZIO!',sbraitò l'agente, chiaramente sconvolto. 
Thor scosse il capo, come a dire che non vi era niente da fare.
'MA CERTO CHE SEI MIO ZIO!'
'IO sono tuo zio...oh, divertente, questa! E allora tu cosa saresti? Ah, non me lo dire! Una guerriera di Veimgard, se mai è esistito, esiliata da Asgard sulla Terra! CENTO ANNI FA! Io ti ho visto compiere 18 anni scassandomi il loft proprio 9 mesi fa con i tuoi amici!SPIEGAMI TUTTO QUESTO!', urlò, paonazzo.
Non era solo rabbia; era anche incomprensione e paura, avvertì Gretchen, avvilita.
Lei era stata come 'preparata' da quei maledetti incubi, ma Anja e zio Phil no...
Si sedette, sospirando, sotto lo sguardo di Coulson.
'Come puoi dubitare che sia tua nipote?'
'Da quando ho visto te e tua sorella trasformarvi in persone che non solo non avevo mai visto in vita mia, ma che NEPPURE credevo umane... Non so a cosa pensare, anche se Big Jim ha provato a spiegarmi tutto... O quello che si intende lui con TUTTO.'
'Cosa gli hai detto, Thor?!'
'Io..ignoro perchè vi siate svegliate proprio ora, e perchè siate nelle sue nipoti... Ed a quanto ho capito è stata una vita piena fino ad ora... A parte i tuoi incubi sulla fine della rovina del tuo mondo...'
Thor rialzò lo sguardo, acquistando un po' della solita sicurezza.
'Io penso che vi sia stato un piano di Odino, dietro tutto questo. Ma non so quale sia.'
'Dici quando ci ha esiliato?', chiese a denti stretti Gretchen, non riuscendo del tutto a soffocare la rabbia.
'Sai che non fu colpa sua...', la riprese Thor, pazientemente.
'Già...devo ancora ringraziare quella serpe nella gabbia!', ringhiò Gretchen, quasi mutandosi in Nadjne.
Coulson sospirò.
'Grete...'
La nipote si girò a guardarlo, colpevole.
'No. Nonostante questa storia sia assurda, ho visto tante di quelle cose assurde, in questi ultimi anni, solo qui sulla Terra, che... Direi che ci credo. Credo che tu possa essere mia nipote e un'antica Guerriera veimgardiana assieme. Ma Thor non è stato esaustivo, e specialmente...', e la fissò, finalmente ritrovando sua nipote,ed essa ritrovando il suo amato zio.
'...Anja. Tua sorella, che sarebbe questa fantomatica 'Principessa'... Dov'è? Come sta? E che ruolo ha Loki nella vostra...storia?', si costrinse a dire.
'Loki...Loki è un pericolo per Sel...per Anja. Non ricorda tutto, e sebbene siano stati nemici, non posso negare che vi sia stato qualcosa, tra di loro.'
'Ooooh, sembra una favola, la Principessa perduta che trova il Principino folle!', si fece sentire Stark da dietro lo scettro, deciso a ricomparire, beccandosi una gomitata da Banner. 
Il Capitano era ancora disperso, dopo una discussione di prima...
Gretchen si rese conto, allora, che tutti sapevano tutto... 
O meglio, lo credevano. 
E quella mezza verità poteva ucciderli, perciò si decise di parlare a tutti.
'Loki ha tradito Selene. Non solo sentimentalmente, ma anche nella sua fiducia, ne ha minacciato la fiducia nei valori che le erano stati insegnati su Veimgard. Ma io non posso leggerle nella mente... Non so se per lei Loki sia ancora un nemico, che ci ha fatto esiliare e che la tradì, o...', e deglutì. '...forse un punto fermo, nel suo equilibrio instabile di ora. Può essere che, anni fa, sia riuscito a scardinare del tutto la sua mente...e che quella di Selene sia solo rabbia per il suo tradimento ed il nostro esilio, che pare avere dimenticato...', e sospirò. 
'In quel caso non sarebbero rose e fiori, dal tuo tono.', intervenne Natasha Romanoff, incuriosita ma anche insospettita.
Era pur sempre una spia.
'Non lo so, non lo so...', mormorò Gretchen.
'Selene ha un potere come quello di Loki, non dimentichiamolo.', li richiamò Thor. 
'Se non superiore! Lo scettro di Loki gli è stato affidato, il suo attinge direttamente dalla sua anima e dalla sua forza!'
Grete lo fulminò.
Sempre a difendere quel gran bastardo!
'Che non sappiamo quale sia, ti ricordo.'
'E' quello il rischio, temo, no?', intervenne Banner, ormai anche lui distratto dallo scettro.
'Il suo scettro...si può analizzare?'
Gretchen sospirò.
'No...non è come lo scettro di Loki. Lo Scettro dell'anima, come ha detto il Vostro Eroe...',e Thor si beccò uno sguardo inceneritore. 'E' legato a Selene. Non può staccarsene.'
'Ok, ok...ora ne parleremo più a fondo, Grete. Di guerrieri, e della vostra storia. Ma non hai risposto alla mia domanda...COME STA ANJA?!'
'Sta bene...era stremata, è tornata sè stessa, e non ricorda di essersi trasformata in Selene... Nè Selene ricordava niente di Anja...',e tornò a fissare Thor, furiosa.
'Questo, immagino, sia opera di TUO padre...'
'Dovresti ringraziarlo... Selene stava per perdere la ragione, su Asgard!', ricambiò non troppo amabilmente Thor.
'E ti pare una soluzione...'
'IO VADO DA MIA NIPOTE!', annunciò Coulson, facendo per avviarsi a grandi passi. 
'Zio...Anja sta bene. E sta riposando.'
'E se si ripresentasse...quell'altra?'
'Ho chiuso la porta a chiave... sono certa che Anja ha solo bisogno di riposare. Poi tenterò di vedere cosa ricorda. C'è sempre la possibilità di tenerla fuori dai giochi.'
'E se ciò non accadesse?E se Selene si manifestasse?', chiese Stark, improvvisamente interessato. 
'Io non la faccio fuori, davvero! Diamine!,un conto è bombardare il rockettaro sociopatico, ma un conto è picchiare una ragazzina che non sai se è in sè o è innocente!'
Gretchen scosse la testa e si sedette, più tranquilla.
'Selene si è manifestata con Loki. Neppure io so tutti i loro intrighi, so che alla nostra partenza da Asgard odiava quasi più sè stessa che lui per essere caduta nelle sue trappole. Abbiamo fortissime probabilità, non esponendola ad altro stress, di lasciare Selene ancora dormiente...o almeno calma.'
'Sarà...',mugugnò Thor, poco convinto.
'L'importante è capire da che parte starà, per il nostro bene.', affermò, sicura, Gretchen. 
'Perchè parli al plurale, ora?', chiese la Romanoff, sempre sospettosa.
'Beh, è chiaro...', affermò Gretchen, stupita.
'Se ci sarà da combattere contro Loki, ci sarò anche io.', e sogghignò.
'Ho un conto aperto con quella serpe...da un secolo, ormai!'
Si disposero a preparare un quantomeno rozzo piano d'azione, Thor, Gretchen e Coulson per Selene, e gli altri per un eventuale esercito. 
Anja riposava, in fondo...
*
Helicarrier, alloggi personale non qualificato.
*
Anja si alzò, quasi automaticamente, dal letto dove era crollata.
Sì, era ancora Anja... anche se gli occhi mandavano sfumature violacee e si sentisse certo più forte di prima. 
A dispetto delle supposizioni di Nadjne, ricordava...
Almeno quello che era successo poco prima.
E anche un po' del suo passato...
Anche se non tutto.
Ricordava il suo odio.
Tentò di alzarsi, e poi, vedendo che stava perfettamente in piedi, si avviò a grandi passi verso la porta.
Qualcuno doveva dargli delle spiegazioni...
Si trovò la porta sbarrata, e sbuffò.
Davvero Nadjne pensava di fermarla in quel modo?
Dopo qualche secondo, con un sommesso 'clac', la serratura si aprì dolcemente, e Selene uscì dall'alloggio, gli occhi viola, la lunga veste lilla imperiale con le sue insegne, più vistosa del suo chitone di guerra di prima, ed il suo Scettro, riapparso fedelmente al suo fianco.
Qualche sporco trucco che gli aveva insegnato Loki, anni prima, le era ancora utile...
E proprio da lui si avviò, non incontrando nessuno per i corridoi.
Per fortuna, perchè era furente, ricordando poco alla volta il torto subìto, e lo Scettro avrebbe reagito in base alle sue emozioni. 
Arrivata alla porta della cella, esitò.
E se fosse andata in sala controllo, a tenere conciliabolo con tutti e con la Guerriera?
'Ti prenderebbero come un mostro, come una minaccia... E non avresti le tue risposte.', le disse una voce dall'interno. 
Quella della sua paura, o di qualcos'altro. 
Con un semplice sguardo, la porta si aprì.
Loki stava dormendo, o almeno sembrava.
Perfetto...
Si avviò per le scale, mentre la veste frusciava contro i gradini di metallo, e la porta si apriva ad un semplice debole bagliore del suo Scettro.
'Sorpresa, Loki...', sussurrò.
Ma non fu una sorpresa, poichè l'asgardiano aprì subito gli occhi, e la fissò, con divertimento.
'Sapevo saresti venuta.',disse, con un sorriso sornione.
'E sai perchè sono venuta?'
'Vuoi risposte. Non ricordi tutto. Sei...fragile. Principessa.', terminò, beffardo.
La furia di Selene aumentò, e sia i suoi occhi che il suo scettro aumentarono d'intensità.
'Questa rabbia... E' perchè non ricordi, o perchè non puoi  uccidermi senza avere le tue risposte?', la prese in giro Loki.
Maledetto!
'Non ricordo, è vero.. Ma ricordo che mi...ci hai tradito e ci hai fatto esiliare su Midgard! TU!,sottospecie di mago da strapazzo e indegno...!'
'Risparmiati la predica, Selene, dovresti sapere che non mi fai effetto...', sbadigliò Loki, mandando alle stelle il conto della rabbia di Selene, che si avvicinò in due passi, sempre con lo Scettro illuminato.
Imprudentemente.
'Mi hai tradita, non è vero?! Stavi quasi per portarmi dalla tua parte, e quando ti scoprii, trovasti il modo per farmi esiliare!! Dimmi perchè non dovrei ucciderti subito!'
'Oh...', fece finta di pensare Loki, alzandosi, e portandosi vicinissimo,lentamente.
'Perchè ti ucciderebbero a tua volta... Sai io ho qualcosa che loro vogliono. Perchè non sai neanche tu se questa è la verità, o se è la tua versione dei fatti, o quella che PadreTutto ti ha messo in testa spedendoti come un pacco sulla Terra!',elencò, tenendo il conto con le dita, e avvicinandosi ancora.
'Perchè se avessi avuto intenzione di uccidermi l'avresti fatto e basta.', e le rivolse uno sguardo gelido, per poi afferrare il suo Scettro, che spense la sua luce.
'E perchè, nonostante tutto, mi vuoi ancora...',disse, afferrandola.
Questa volta non le sarebbe sfugggita, maledizione!
E premette le sue labbra su quelle di Selene, finalmente ricambiato.
*
Asgard, cento anni prima
*
Risvegliatasi da un sonno pieno di incubi, Selene si sentiva almeno un po' meglio della sera prima.
Doveva solo abituarsi a trattare Loki come un principino viziato, e...
Guardare al futuro.
DOVEVA guardare al futuro.
Lo doveva alla madre.
Indossò la veste imperiale,facendo apparire il suo scettro, si pettinò i lunghi capelli argentati, segno dell'appartenenza alla stirpe reale da secoli, li legò in una coda che comunque non toglieva nulla alla sua figura, e decise di non indossare la semplice corona di Principessa.
Non su Asgard.
Avrebbe fatto atto di umiltà, in fondo era un'ospite in attesa di giudizio, l'umiltà poteva ben sposarsi con la sua condizione.
Si avviò per il corridoio, andando a svegliare Nadjne, stupendosi del fatto che non fosse stata lei a svegliarla...
La Guerriera dormiva sempre poche ore, ma doveva essere stremata...
Su Veimgard era solita irruppere nelle sue stanze, tirandole anche addosso secchiate d'acqua, cosa che, se l'avesse saputo sua madre, le avrebbe comportato delle gravi sanzioni, ma lei e Nadjne, per qualche strano motivo, erano più legate delle coppie di Reali e Guerriere del passato.
Ne erano esempio le loro madri, complete l'una al fianco dell'altro, ma l'una subordinata all'altra. 
Bussò, imponendosi di non usare i loro modi sfrenati su Asgard, ma il silenzio la insospettì, e decise di entrare.
Nadjne non c'era.
Selene si accigliò.
Era la prima volta che ciò accadeva.
Uscì di fretta dalla sua stanza, tentando di orientarsi, temendo le fosse capitato qualcosa di brutto, quando si scontrò con...
Loki!
E un sorriso a sua volta più rilassato della sera prima.
Forse anche lui era stato stanco...Ma si impose di non crederlo.
Loki non si era definito, da solo, il Dio degli Inganni?
'Cerchi la tua guerriera, vedo. Temo si sia alzata presto e sia stata presa in carico da Thor...', le disse, falsamente dispiaciuto. 
'Hanno fatto colazione presto, con gli altri guerrieri e Lady Sif, a sua volta una guerriera femmina, e sono andati agli allenamenti. Non la biasimare...', tentò di ammansirla Loki, vedendo il suo cipiglio altero.
'Gli ordini di Padre erano di tenervi separate, e di vegliare su di voi... In fondo siete diverse.'
'Non così diverse...', sibilò Selene.
'Ce l'hai con me per ieri sera?'
'Dimmi perchè non dovrei avercela, Principe Loki.', gli rispose, con voce beffarda.
Loki sospirò.
E dire che si era alzato con l'intenzione di ammansire almeno un po' quella iena in gonnella!, dopo la paura che le aveva fatto prendere la sera prima.
Nonostante tutto, esiliata o no, Selene era potente...
E poteva essere una sua potente alleata, nei suoi piani contorti se, come si prospettava, la loro permanenza su Asgard si prospettava così lunga...
E poi, inutile ammetterlo...
Ne era attirato, e avrebbe scommesso che, lisciandola un po', anche lei sarebbe stata attratta da lui. 
Erano più simili di quello che avrebbe voluto credere la piccola, pensò, internamente.
'Selene...Principessa...ti chiedo scusa. Non ho ragionato con il cuore nè con la mente, ero a mia volta provato e... incantato, se posso dirlo.',e si piegò su un ginocchio, abbassando la testa.
Un piccolo scrupolo per quella dannata sospettosa!
Selene non parlò ancora, scrutandolo, e Loki si rialzò.
'Non possiamo passare tutto il tempo a litigare. Non avevo ben compreso la tua situazione...un mondo morto...tua madre...la fuga e la cattura...'
'BASTA!',sibilò Selene, a voce alta.
Quella voce non presentava neppure un'incrinatura.
Meglio, pensò Loki. 
Una volta che avesse scardinato quegli integerrimi valori, sarebbe stato facile farle cambiare strada. 
Una mente pura era più facile da corrompere di una già deviata...
Fece finta di abbassare il capo, in segno di rispetto, poi lo rialzò con uno sguardo sorridente.
'Facciamo così...per farmi perdonare...per farti vedere che sono davvero pentito, dopo colazione ti porterò agli allenamenti. Dovrei andarci anche io, sai... Ma se posso li evito.', e le strizzò l'occhio, avviandosi.
'Io dovrei mangiare con te?', si fece sentire, ironica, Selene, dietro di lui, e Loki strinse i pugni.
Insolente!
'Sì, Principessa, ma vedrò di non urtare la tua sensibilità.', disse Loki, con voce flautata.
Selene, incredibilmente lo raggiunse.
'Psssht, al massimo potrei solo perdere l'appetito!',lo canzonò lei, e Loki sorrise internamente, di giubilo.
Una prima crepa era stata aperta...
*
Dopo colazione, per altro svoltasi in completo silenzio, i due principi si avviarono verso il giardino, dove sentivano delle urla.
Nadjne sedeva un po' in disparte, col suo bustino dorato e la sua veste rossa,  con le lance affilate sempre sottomano, e chiacchierava con una guerriera bruna, che teneva una lancia.
Selene rimase indietro ad osservarle, con Loki, non palesando la propria presenza.
Ad un certo punto, con un segno di assenso, Nadjne si alzò dalla sua postazione, e si portò di fronte a Thor, che aveva appena atterrato l'amico, e le sorrise, come un amicone, cosa che Nadjne ricambiò con un sorriso a falcetto.
'Ah.. un'altra Guerriera! Vediamo se durerai più di lei..-e indicò Sif, che sbuffò, scocciata- ieri... le hanno dovuto riparare la lancia, ahahaha!'
'Vedremo...', mormorò Nadjne, facendo scattare le corte lance e trasformandole in micidiali pugnali, molto lunghi.
'Ho sempre desiderato confrontarmi col mitico Thor...'
'Allora fatti sotto...ma che sia una sfida per me!', scherzò il principe, mentre si avventavano l'una sull'altro.
Nonostante la stazza, Thor non riusciva ad avere la meglio sul fascio di muscoli e nervi di Nadjne, che usava tutta la sua agilità, cosa di cui Thor era sprovvisto, per sfuggire a Mjolnir, ma non riusciva neppure a piantare le sue lame, ostacolata da movimenti semplici ma efficaci dell'asgardiano.
Dopo dieci minuti di combattimento, nel quale Selene era sia fiera della sua amica, che annoiata, Loki sbuffò, e si voltò.
'Dove vai?'
'In biblioteca.Non amo queste rozze competizioni.'
'E... il tuo compito di sorvegliarmi?'
'Non penso tireresti qualche brutto scherzo con Thor nelle vicinanze, principessa. Io ho dei doveri da compiere, per il futuro. E non penso che fare da balia a due ragazzine di Veimgard sia tra quelli.'
Con sua enorme soddisfazione, sentì frusciare la seta della lunga veste di Selene, che si affrettò a raggiungerlo.
'Vuoi lasciarmi con quei buzzurri?'
'Non credo che ti divertiresti in biblioteca.', afffermò. beffardo, ottenendo una risposta paritaria.
'Oh...basterà mettersi lontano da te, e starei bene OVUNQUE. Ma non a guardare gente che ruzzola per terra!'
Loki scrollò le spalle come se la faccenda non lo riguardasse, ma esultò interiormente.
Il suo piano stava funzionando a meraviglia!
*
Helicarrier, 2012
*
Un'esplosione di luca rossa distrasse gli Avengers, Gretchen e Phil Coulson, dalle loro discussioni strategiche (dalle quali, per altro, non riuscivano a cavare un ragno dal buco!)
Gretchen fu la prima a scuotersi e a correre via, mentre tutti accendevano gli schermi, e videro...
Selene.
Non Anja, questa volta non potevano esserci dubbi!
Selene, che puntava lo scettro alla gola di Loki, indubbiamente la causa dell'esplosione, che era stato scaraventato a terra, ma che rideva, di cuore.
Lo Scettro stava per caricarsi di nuovo, nel panico generale, quando Nadjne, vestita di nuovo da guerriera veimgardiana, salì i gradini a due a due, trovandosi...
Lo Scettro puntato di fronte, e Selene che tremava di rabbia e...
Piangeva?!
'CHE DIAVOLO CI FAI, QUI?!'
'Principessa...'
'Principessa un accidente!! Questo balordo mi ha ricordato tutto!!TU mi hai tradito!'
'LUI ti ha tradito!', urlò Nadjne, mentre osservava, furiosa, Loki ridacchiare, non preoccupato minimamente della situazione. 
'Cosa le hai fatto, dannato...'
'Oh...è bastato un bacio.', rispose Loki, con voce suadente.
'Stava anche apprezzando, ma poi le dev'essere tornata in mente una vecchia storia...che scommetto non le hai mai raccontato, vero?'
'NO, non me l'ha mai raccontata, e tu ZITTO!!', e gli spedì un colpo col suo Scettro, senza dubbio doloroso, ma che non attenuò la sua smorfia beffarda.
'Non ho parlato senza il TUO permesso....Principessa.'
'Selene...principessa...usciamo di qui, intanto.', la pregò Nadjne, e gli occhi viola di Selene si attenuarono.
Un poco.
'Tenteremo di venirne a capo... Non dovevi entrare qui... Non sei ancora pronta.', la supplicò, mentre Loki sorrideva.
'Pronta per cosa? Per la verità assoluta o per la TUA verità?'
'Tu e la verità vi annullate, Loki... L'ho imparato a mie spese.', soffiò Selene, e lo scavalcò, andando alla porta.
Le sue mani tremavano sensibilmente, questa volta, e anche le labbra. 
Nadjne se ne accorse e si fece avanti per sorreggerla, quando...
Selene si afflosciò, ma...
NON TORNò AD ESSERE ANJA!
'Interessante...', commentò Loki, divertito, mentre Nadjne, allarmata, la raccoglieva e la trasportava fuori dalla cella.
'Non la rivedrai mai più, perciò non cantare vittoria, Loki!', sibilò la Guerriera, mentre le porte si chiudevano.
Ma l'ultima frase di Loki aleggiò nella sua mente a lungo.
'Non mi serve rivederla, Nadjne. Ormai sa ciò che deve sapere. E io non sarei così felice, fossi in te...'
*
Appena fuori dalla porta della zona di detenzione, Nadjne si fermò, con la Principessa in braccio.
Cosa diavolo doveva fare, ora?!
L'avevano vista tutti, ma non poteva lasciarla stare in quelle condizioni...
'Lasciala andare.'
Tony Stark.
Iron man, anzi.
Cavolo, avevano intenzione di andarci pesante!
Maledetto asgardiano!!
'Lascia la donzella, Gretchen,Nadjne o come cavolo ti chiami!!'
'TU non eri contro alla vivisezione di giovani principesse?', sbraitò Nadjne, tenendo ancora più stretta la Principessa, inanimata.
'Sì...prima di vedere il raggio d'azione di quel coso! Avanti, dalla a zio Tony...'
Nadjne fece per ribattere, furiosa ed impossibilitata ad estrarre le sue armi, quando...
Selene.
Si svegliò e...
Forse si spaventò, forse non aveva avuto alternative.
Non sempre lo Scettro era al suo comando.
E la sua Anima era assolutamente confusa.
Lasciò partire un raggio d'energia che mandò Tony Stark fuori dall'Helicarrier, e Nadjne, più inorridita che stupita, la lasciò cadere, per poi afferrarla per un polso, senza parole per lo stupore e la paura.
Selene la guardò confusa, con la paura traboccante dai suoi enormi occhi.
Sentendo arrivare qualcuno, qualcuno di massiccio, e vedendo lo scettro riaccendersi, ritrovò la parola.
'SCAPPA!!'
Selene si voltò e fuggì nelle spire metalliche del mezzo, mentre Nadjne si voltava a fronteggiare...
Thor!
E...zio Phil?!?
Con una pistola?!
Verso di lei?!
Ed Iron Man che, attivati, i propulsori, rientrò dall'apertura, non propriamente amichevole.
'Phil, o meglio...AGENTE...tu porti sempre guai! Anche nella parentela!'
E attivò il suo arsenale, contro Nadjne.
'La tua principessina stavolta si è giocata con le sue mani! Aiutaci a trovarla o...togliti da parte!'
Nadjne sospirò e abbassò la testa.
Quando la rialzò, rapidamente, fece partire una delle lame, che danneggiò seriamente un meccanismo importante dell'armatura di Iron man, e Thor le si lanciò addosso, mentre Stark cadeva, incredulo.
'Come anni fa, eh?', sibilò Nadjne, nella morsa di Thor.
'Questa volta non ti lascerò vincere, Guerriera!'
 
 
ooook, sono fusa.
Fuuuusaaaaaa!
Il bianconiglio stasera mi ha dato delle erbe strane, e io domani devo attraversare il Veneto in macchina (so che non ve ne frega, ma frega a me... sig!!)
Scusate ma avevo BISOGNO di scrivere questo capitolo che, lo so, non è all'altezza dei precedenti!
Siate clementi...
Ma anche no...
L'importante è che ci siate.
Baci...

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Capitolo 7
*** ...and you could have it all, my empire of dust... ***


I...hurt myself today
To feel if I still feel
I...focus on the pain
The only thing that's real 
 
(Hurt, Nine Inch Nails)
 
*
Asgard, un centinaio d'anni prima...
*
Nadjne, dopo tutta una mattina di allenamenti, in cui non era riuscita a mettere sotto il biondo, ma almeno aveva steso facilmente tutti i suoi amici ('mezze cartucce!', pensò, ma con allegra benevolenza), era ora alla ricerca della principessa, piuttosto preoccupata.
Non l'aveva vista dalla sera prima, quando le avevano divise, e, aveva dedotto quando si era rimessa a riposo, se Thor era stato incaricato di 'intrattenerla' o meglio, sorvegliarla, Selene come minimo era finita nelle grinfie di quel bastardo di Loki!
Girò tutta la reggia, fino alle cucine, finchè non sentì un rumore di passi dietro di lei.
Passi pesanti.
'Thor...', disse, senza rallentare, e continuando la sua ricerca, aprendo una camera dietro l'altra.
'Nadjne... Stai cercando la principessa Selene?'
'Il sole sta sorgendo?', le rispose ironica la Guerriera, sbattendo un'altra porta dalla frustrazione.
'Beh... Fandrall mi ha detto che l'ha vista allontanarsi con Loki, mentre noi due eravamo impegnati a combattere...', gongolò il biondo, che era riuscito, dopo due ore, a disarcionare la testarossa. 
'Non vantarti troppo, Thor, domani o dopodomani farò tremare il pavimento di Asgard, quando riuscirò a farti cadere!', lo canzonò Nadjne, ma nello stesso tempo preoccupandosi.
Selene.
Con Loki.
'Dove sono andati?'
Thor assunse uno sguardo colpevole.
'Io...uhm...non so dove si infili mio fratello quando non è agli allenamenti, e... devo ammettere sia quasi un sollievo, visto è capace di trasformare un allenamento in una tortura, con le sue lamentele! Ma il più delle volte, Padre dice che passa il suo tempo in biblioteca o in camera, a leggere e provare le sue magie.', concluse Thor con uno sguardo lievemente orgoglioso.
Nadjne assunse un cipiglio ancora più scuro. 
'Biblioteca o camera... Dai, fammi strada verso la biblioteca!'
'Vuoi vedere prima...'
Nadjne represse un brivido.
'Se fosse in camera con Selene, non penso potrei ragionare!'
'MIO FRATELLO non merita certe insinuazioni da parte tua, specie di tale...'
'THOR!'
Il biondo abbassò la testa.
'La biblioteca è proprio qua sotto. Prendiamo le scale a sinistra.'
*
Helicarrier, 2012
*
Selene si era rifugiata nell'unico luogo che ricordava, nella sua mente confusa...
Un angolo cieco vicino alla sua porta.
Accidenti, aveva tirato un colpo di energia a Tony Stark, non l'avrebbero certo presa bene, stavolta!
Tony Stark?
'Sì, lui è Tony Stark, Iron Man...', riflettè ad alta voce, non accorgendosi dei passi per il corridoio. 
'...ricordo quando diede l'annuncio lui stesso in tv... stavo tentando di leggere un maledetto libro di Stephen King e Nad...Gretchen, faceva un casino bestiale sul divano! L'ha sempre amato...', concluse, pensierosa.
Accidenti...
La sua memoria...
La memoria di Anja...
STAVANO TORNANDO!
'Vuoi vedere che quel grandissimo bastardo in fondo mi ha fatto un favore?!', ringhiò, mentre i suoi soliti vestiti riapparivano, e faceva sparire lo Scettro.
'Che favore?'
Occ...
Capitan America!
Fece per far riapparire lo Scettro, ma non ci riuscì, rimanendo quello che, per 18 anni, era stata...
Una dannata mezza cartuccia!
Le sbarrava la strada, e non era neanche facile da aggirare, con quel maledetto relitto di guerra di scudo!
Fu come se le leggesse negli occhi, perchè fu come se si raddolcisce, vedendola così agitata e spaurita.
'Senti... Io non ho ben capito cosa o chi tu sia... Ho capito che hai passato anche tu gli orrori della guerra, che ci hai rimesso anche tu un passato che non puoi recuperare...'
'Ma che diavolo vuoi sapere!', e finalmente lo Scettro, alla sua rabbia, tornò nelle sue mani. 
Rogers sospirò; cavarsela con le ragazze non era proprio il suo forte, anzi...
Non lo era stato mai.
Figurarsi con una principessa aliena reincarnatasi in una ragazzina di Manatthan!
Non era solo una...
Erano DUE  realtà che non capiva!
'Anja...'
'IO SONO SELENE!'
'NON mi importa, ti chiamerò Anja perchè così ci siamo presentati, no? Anja Coulson. Ho afferrato poco della conversazione tra tuo zio e tua sorella, ero in caccia di qualcosa...'
La famigerata fase 2 dello S.H.I.E.L.D...
'...ma ho visto cosa hai appena combinato. Stai vivendo una guerra.'
Selene praticamente mostrando i denti, gli puntò contro lo Scettro, caricato al massimo, ma Rogers sembrò non badarci.
'Non mi colpirai...Selene, o Anja, o quello che sei.'
'E come fai a dirlo...Guerriero?!'
'Perchè NOI possiamo salvarti.'
'E da COSA?!'
'Da Loki.Ma specialmente da te.'
*
Nei corridoi, vicino alla cella di contenzione, Nadjne saltò letteralmente in groppa a Thor, ribaltando le posizioni, e riuscì a piantare la sua corta lancia, traformatasi in un coltello affilato, alla sua gola.
Iron Man stava ancora mandando scintille, mentre da dentro l'armatura, si sentivano una marea di maledizioni ad Asgard, Veimgard, e persino verso Odino, dopo che aveva sventagliato abbondantemente verso Fury e Loki...
Phil Coulson mentre la sua pistola tremava visibilmente, era attraversato da un'ondata di emozioni contrastanti.
Stava davvero puntando una pistola su sua nipote?
Fino a solo dieci minuti prima aveva anche sopportato tutto, ma vedere Anja che si era trasformata in una potenza assassina, nonchè notevolmente fuori di testa, e Gretchen che combatteva contro i suoi alleati, lo stava mandando lievemente nel pallone. 
Tanto che, quando Nadjne riuscì ad immobilizzare Thor e puntargli contro la sua lama, perse definitavemente la testa.
'ORA BASTA!'
La facilità con cui prese sua nipote per i capelli e la disarcionò da Thor, facendole battere il fondoschiena sul pavimento, fu disarmante.
Era come se avesse ristabilito il suo diritto di zio, come se...
'Ahi!', lo riscosse Gretchen, massaggiandosi la parte lesa, mentre Thor la...
La aiutava a rialzarsi?
Sorrideva?!?
Ora era sicuro di essere a Disneyland e che Fury fosse la controfigura di Paperino!
'Non mi avrebbe colpito, agente Coulson, ma...grazie mille. Stava per battermi ancora.'
'TI HO battuto ancora!', sibilò Nadjne, tornando nei suoi panni di Gretchen e continuando a massaggiarsi il fondoschiena.
'Ehi, datevi anche un bacino già che ci siete! NESSUNO PENSA A ME?!?', sbraitò Tony stark, praticamente intrappolato nella sua armatura.
'TUTTI pensano sempre a te, megalomane egocentrico miliardario playboy!', si fece sentire Steve Rogers, che emerse da un corridoio, tenendo Selene...
Per un braccio?
E con lo Scettro ben attivo!'
'Tenete quella iena lontana da me!', sbraitò Stark, mentre a fatica si toglieva la maschera.
'Propongo di mandarla in gabbia con Loki!,così si fanno fuori a vicenda!'
'Sono certo che non ve ne sarà bisogno, vero...Anja?', rispose tranquillo Rogers, che allentò anche la presa.
Non che si potesse dire che la Principessa fosse un fuoco d'artificio d'allegria, ma annuì, facendo sparire lo Scettro ed avvicinandosi ad Iron Man.
'Ma nessuno mi ascolta?! Tenetemela lontano! Mi ha spedito a spaventare i piccioni!'
'Signor Stark, la prego...', disse Anja, tormentandosi le mani e tornando nei suoi panni.
'Non ero in me e...lo Scettro purtroppo agisce anche involontariamente, come prima con Loki...'
'Ecco...Loki!', e il miliardario trovò il modo per mettersi in piedi, sbarazzandosi a fatica di pezzi di armatura.
'Inizia a spiegarci cosa diavolo hai in comune con quello psicopatico, a partire dalla vostra bacchetta magica!'
'Gli scettri sono diversi, quello di Loki gli è stato affidato, ma quante volte devo ripeterglielo, è sordo?!', urlò Gretchen, che aveva voglia di far riapparire le sue lame per farlo tacere, a volte!
Phil Coulson, maledettamente stremato, posò le mani sulle spalle della sua nipote più piccola, finalmente tornata normale.
'Stai bene?'
'Sì...ora ricordo tutto.'
Cercò con gli occhi il Capitano per ringraziarlo, ma questi stava aiutando un recalcitrante Stark ad alzarsi, mentre questo ancora tirava per i piedi tutti i santi e le divinità conosciute e non. 
'Ti và di spiegarci qualcosa?'
'Spiegherò tutto.'
'Allora andiamo in sala controllo.'
Poi si rivolse a Stark, che ancora stava maledicendo l'assenza di ferrovecchio e dei suoi aggeggi.
'Quando ha finito col guardaroba venga anche lei in sala controllo, signor Stark.'
Gli dèi chiamati in causa da Tony non si contarono più, a quel punto
*
Helicarrier, sala controllo
*
Erano tutti seduti in un tavolo circolare. 
Gretchen e Thor punzecchiavano un ancora irritato Tony Stark, Rogers stava impettito ed attento, essendosi perso tutta la storia precedente, Anja stava seduta tra la Vedova Nera e lo zio...
Bruce Banner si teneva a distanza di sicurezza, ma a portata d'orecchio, quel curioso sotto mentite spoglie, e ridacchiava a vedere il paio di bruciature sulla maglietta di Stark.
'Ci vuoi spiegare tutto, Principessina di Oz, o...'
'Stark!'
'...'
'Oz non aveva una principessa.'
'Capitano, mi rendo sempre conto della tua utilità in questi momenti!Spero mi darai una mano quando dovremo discutere di astrofisica nucleare!'
'...?'
'Fatela finita, voi due!',disse Gretchen, piantando un pugno, per sottolineare. 
'NADJNE!'
Anja era ancora Anja, ma aveva parlato con la voce di Selene. 
Pareva che ormai si fossero accettate, come era successo subito con Gretchen e Nadjne.
'Pensò che Nad...Gretchen vi abbia raccontato tutto, almeno del nostro arrivo su Asgard...'
Gli sguardi di Nadjne e Thor lo confermarono, e Selene sospirò.
Erano al punto tragico.
Il dolore.
Ringraziò che Loki non potesse sentire; niente faceva felice quel farabutto come ricordargli le sue malefatte passate!
Specie quando erano andate a segno.
Specie se erano sulla sua pelle.
*
Asgard, cento anni fa...
*
Così trascorrevano le giornate delle sventurate veimgardiane e dei principi asgardiani.
Dopo il primo controllo (il primo di molti... Nadjne si fidava di Loki quanto di una serpe che stillava veleno...solo che lui stillava parole velenose...) in biblioteca, scoperti i due principi a due capi opposti dell'enorme sala, in religioso silenzio su testi di magia e di cultura midgardiana, senza degnarsi di un'occhiata, neppure la più piccola.
Effettivamente, anche quando parlava con Nadjne, alla sera, Loki pareva non curarsi molto del suo compito, cioè di sorvegliarla.
Certo, quando venivano chiamati per il pranzo, Loki le faceva sempre una o due battute sulla sua presunta ignoranza sulle opere di magia e sulla sua scarsa cultura asgardiana, facendole saltare i nervi, ma aveva deciso di tenersi al coperto, poichè Selene in un attimo avrebbe potuto farlo uscire da una finestra...
Attraverso i vetri. 
E neppure la sua lingua argentina l'avrebbe salvato dalle ire di suo Padre per averla irritata...
Selene, con suo scorno, era tenuta in grande considerazione a corte, e i suoi colloqui con Odino non mancavano di stupire il vecchio Re, che riconosceva in lei la tempra della madre, con in più una dose di saggezza che a Velma, grande combattente, era mancata.
Passavano comunque le giornata senza irritarsi troppo, persino canzonati da Thor e Nadjne in comune accordo, che, mentre sudavano sotto il sole, pensavano a quei due pappamolla in biblioteca.
Peccato che, quando Thor calcava la mano su Selene, dipingendola come secchiona, subiva la ire di Nadjne, che ormai lo metteva regolarmente al tappeto, Mjolnir o no!
I rapporti di Thor al Padre, alla sera, erano sempre positivi.
Nadjne era una Guerriera, e come un vero soldato, aveva dato la sua fedeltà, fin dalla nascita, al suo pianeta distrutto, che ora era incarnato dalla sua Principessa.
Niente avrebbe distrutto quella fedeltà.
Loki masticava amaro, quando sentiva ciò, poichè non gli piaceva il rapporto tra le due... 
Nadjne avrebbe potuto rovinare i suoi piani, che lentamente prendevano forma.
I suoi, più che rapporti, erano discorsi vaghi su come la Principessa non apprezzasse la sua compagnia, e che facevano puntualmente imbizzarrire Odino: quel caratteraccio di suo figlio non era la compagnia ideale, col suo modo di fare altezzoso, a Selene, ma pareva che la Principessa avesse trovato il modo di farlo arrabbiare a sua volta.
Gli dava regolarmente del viziato e dell'ignorante, poichè anch'essa, seppure orientata su altri interessi, aveva alle spalle una severa tortura, così potevano sfidarsi a frecciatine.
Quando Thor e Nadjne non c'erano, ovvio.
Non avrebbero apprezzato quella confidenza, specie la Guerriera.
In realtà Loki, in biblioteca, a volte si divertiva a spaventare Selene con qualche serpentello al posto del segnalibro, o facendole diventare l'acqua della brocca salata, in modo da provocare le sue ire e il lancio di preziosi libri, oltre che un'occasionale lancio contro il muro grazie al suo potere; non era una strega nè una maestra di magia, ma aveva dalla sua il Potere dell'Anima innato dei reali di Veimgard, la maledizione e
poi la benedizione, in combattimento, per lei.
Solo una volta Loki aveva accennato di questo 'potere', così malcelato, oltre alla pericolosità del suo Scettro, che rendevano Selene ingestibile, a Odino, che pareva finalmente interessato ai suoi racconti. 
Loki aveva esultato: finalmente il Padre degli Dei aveva una pulce nell'orecchio.
Quella sera, lui e Selene avevano parlato a lungo, e per giorni, poi, la Principessa aveva trattato Loki con freddezza, pur non disertando i loro 'incontri' in biblioteca.
Si era pian piano sciolta, dicendosi che fosse il dovere di Loki, e che in fondo non avrebbe potuto nascondere il suo potere a lungo...
Ma ci era voluto tempo
Più di due mesi per tornare come prima, in cui Loki se n'era stato buono, come una serpe celata.
Ma l'aveva sempre tenuta d'occhio.
*
Più di due mesi dopo, una settimana prima del giudizi di Odino e dei suoi saggi, sulla permanenza delle due sopravvissute veimgardiane su Asgard, giudizio che pareva ormai ovvio, Selene stava nella sua camera.
Nonostante anche lei non avesse dubbi sul giudizio del Padre degli dei, una decisione andava presa...
E neppure lei, nata per comandare, era certa di voler rimanere lì...
La superbia era un suo peccato, le avevano fatto notare sia Loki che Nadjne, la sera prima, mentre la loro esistenza era ormai possibile solo su Asgard, o avrebbero dovuto...
Cambiare.
E l'unico altro piano di esistenza era la terribilmente ignorante e rozza Midgard.
Questi pensieri turbavano la sua mente, quando sentì bussare alla porta.
Nadjne.
Anche lei le era parsa nervosa, quella sera, quando incredibilmente erano riusciti a parlarsi tutti e quattro senza che Nadjne scannasse Loki, o che ci litigasse.
Ovviamente, ci aveva litigato lei, per cambiare...
Quella sera era stata veramente maleducata, con i due principi e con la Guerriera, ma non poteva cambiare il suo carattere.
Non ora.
Era ancora passato troppo poco tempo dalla sua fuga da Veimgard e vedere il corpo di sua madre bruciare, nelle sue vesti bianche.
'E' aperto, Guerriera...'
E, continuò a leggere, mentre passi risuonavano per la stanza.
'Non sono la tua Guerriera, Principessa... A quanto ho controllato, l'ultima volta...'
LOKI!
Selene, senza pensarci, gli tirò addosso il libro che stava rileggendo (per la sesta volta) sulla storia di Asgard e della loro lotta con i Giganti di Ghiaccio, e si coprì le gambe scoperte con la veste da camera.
'Maledetto...SCREANZATO!! Potevi avvisare che eri tu! Da quando hai il permesso di entrare in camera mia?!'
'Me l'hai dato tu il permesso!', ribattè offeso Loki, massaggiandosi la testa, dove Selene aveva lanciato il libro, peraltro voluminoso!
Selene sbuffò e scese dal letto, intenzionata a cacciarlo, in un modo o nell'altro, quando Loki alzò le mani, come per arrendersi in anticipo.
'Ehi, ehi, ehi, buona, buona! Ti ho solo portato quel libro che mi avevi chiesto sulla storia della magia su Asgard!', e fece apparire un libro con un movimento della mano, tenendolo sospeso.
'Anche se non capisco, avresti potuto chiedere a me... Io sono il più potente...'
'...fanfarone maleducato di Asgard, sì, me ne sono accorta, Loki!'
Il principe strinse ancora una volta i denti, e non per la prima volta in tutti quei mesi. 
Ma doveva resistere a dare a quella maledetta la lezione che si meritava, in nome dei suoi piani, che finalmente avevano trovato uno sbocco.
'Lo vuoi questo libro, o no?', e fece per farlo sparire, quando Selene lo trattenne.
'Sai bene che lo voglio, smettila di fare il maleducato.'
'Devo ricordarti chi si è comportata da Principessa Superba, stasera? Non solo hai irritato me, ma anche la tua Guerriera, e persino Thor!'
'Non credo di...'
'Oh, sì che l'hai fatto.. Ma posso capirlo.', disse Loki, squadrandola.
'Chi sarà giudicato, tra una settimana, sarai tu, e non la tue Guerriera. E sarà un giudizio del quale TU porterai il peso per il tuo popolo perduto.'
Selene ora riusciva a sopportarlo parlare della sorta di Veimgard, ma le sue mani non si fidavano ancora troppo, quando appoggiò il libro.
'Loki... non è davvero serata.E devi ancora spiegarmi come mai sei piombato qui alle...alle 2 di notte!'
'Hai la luce ancora accesa, si vede dalla mia stanza. Sei agitata.'
Quel maledetto bancone!,e maledetta lei che non aveva ancora fatto niente!
Ma mai era capitato che Loki venisse a sincerarsi della sua salute, neppure le prime notti, quando aveva degli incubi paurosi che, ne era certo, lui sentiva, con i suoi poteri magici.
Ciò le fece sorgere una domanda.
'Perchè sei preoccupato?'
Loki rimase interdetto.
'Preoccupato?'
'Le tue parole di stasera, parlando del giudizio, era che se mi fossi levata dalla tua preziosa parte di biblioteca, sarebbe stato un sollievo niente male... Pare tu abbia cambiato idea!'
Loki sospirò, roteando gli occhi.
'Finchè sei qui, è comunque mio compito assicurarmi che tu stia bene...'
'...cosa che non hai svolto bene, grazie.'
'Selene, vuoi che ricominciamo a litigare?'
La Principessa si arrampicò sul letto, e si sedette, guardandolo dura negli occhi.
'Anche se fosse?'
'Sai che inferno sarebbe, per te, restare qui e continuare a litigare con me?'
'Sai che inferno sarebbe per TE, piuttosto!'
'Selene... il mio giudizio pesa, su quello di Odino.'
'Minacci?', si irritò Selene, facendo apparire il suo Scettro.
Loki minimizzò, rimestando l'aria.
'Sempre con quel coso... Possibile non ti abbiano insegnato altro, oltre la violenza?'
'Lo sai bene cosa mi hanno insegnato... Ma tu la violenza la chiami!'
'E qui ti sbagli...', e Loki si alzò, andando verso il balcone.
'Io non amo la violenza. Io regnerei con saggezza e riformerei le leggi più crudeli e battagliere che portano Asgard sempre al conflitto armato.', e si girò, fiero come un re, con le mani dietro alla schiena.
Selene lo raggiunse, oltrepassandolo, sul balcone. 
L'aria della notte era piacevole, sulle sua guance accaldate, dai pensieri vorticosi sul suo pianeta e sul giudizio imminente. 
Quando Loki parlò, alle sue spalle, fece quasi un sussulto; erano in silenzio da ben dieci minuti.
'Non mi hai mai parlato delle leggi di Veimgard. Come può un'autorità matriarcale reggersi?'
'La Regina sceglie il suo compagno... Lui, e solo lui, potrà condividere con lei il potere.'
'Potere...di armi?'
'No... Potere assoluto. Oltre a mia madre, e prima di me, l'unica persona che poteva toccare lo Scettro era mio padre.'
'Chi era?', chiese Loki, portandosi vicino a lei.
'Un combattente o un re saggio?'
'Un principe, semmai. Non esistono re, sul nostro pianeta. Ma questa è questione di terminologia. Non ho mai conosciuto di mio padre. Dicono che sia stato un grande guerriero. Posso immaginarlo. Mia madre era una combattente.'
Loki si avvicinò, ancora di più.
'Tu cosa farai?'
'Io?...Che domanda scema... Io sono l'ultima...a parte Nadjne.',e Selene scoppiò a ridere, un po' isterica.
'E non voglio sposarmi con Nadjne, con tutto il bene che le voglio!',poi si girò verso Loki, con le lacrime agli occhi ma con un mezzo ghigno.
Era come se le avesse riportato i suoi brutti pensieri tutti in un colpo!
'Sono SOLA, Principe Loki... Sono l'ultima. A volte mi dico che sarebbe stato meglio se la mia vita fosse finita su Veimgard, piuttosto che affrontare questa incertezza!'
Loki le si avvicinò, e Selene lo squadrò ancora dura.
'Pensi di essere sola...Ma non sei l'unica. Se solo aprissi più gli occhi...'
E la attirò a sè, come mesi prima, quando lei l'aveva minacciato. 
Le spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, mentre, con la coda dell'occhio, teneva d'occhio lo Scettro, che pareva morto.
'Cosa...diavolo...cosa vuoi fare, Loki?!?', chiese Selene, infuriata. 
E non solo.
'Quello che vuoi solo anche tu, Selene...', disse Loki, finalmente dicendo la verità.
E la baciò, con trasporto.
Ed esultanza.
Era riuscito a piegare, sia mentalmente che sentimentalmente, quella preziosa principessa!
E, finalmente, a fare quello che voleva.
In quel momento non importava a lui della differenza di rango o di mostri.
Aveva raggiunto il suo scopo.
Almeno uno.
Quando Selene si staccò da lui, non ebbe tempo di pensare, che si ritrovò steso per terra, dalla potenza dello Scettro, che si era rianimato, ma aveva già perso la sua potenza.
Loki si rialzò in un attimo, furioso, e glielo strappò letteralmente di mano, sotto gli occhi inorriditi di Selene.
'Oh, pensavi di essere SEMPRE al sicuro col tuo maledetto scettro?!Beh, mi spiace, ma non è così! L'ho studiato, PRINCIPESSA, in questi modi! E ho anche scoperto un'altra cosa... La tua scelta NON sempre è decisiva, per scegliere il tuo compagno!'
'LASCIAMI!',ansimò Selene, con un ginocchio a terra, mentre Loki la prendeva per un polso e la trascinava in camera, approfittando della sua debolezza.
'Oh, sì, ti lascerò andare...dopo!', ringhiò, mentre la trascinava, e le strappava, così facendo, un lembo della manica, scoprendo la pelle scintillante come la sua.
Selene più si dibatteva più finiva nella morsa di Loki, che era ormai furioso dalla rabbia, dopo mesi e mesi di insistente e corrodente lavoro di parole!
Ora sarebbe stata sua, e, volente o nolente, avrebbe dovuto condividere con lui quel potere prodigioso!
Non poteva più andare in altro modo, quando...
Una lama.
Vicinissima alla sua testa.
Ed una...
A pochi centrimetri dai suoi occhi!
Nadjne, sulla porta, teneva la lama sospesa, gli occhi rossi, pronta a scattare.
'LASCIALA SUBITO!'
Loki, sbigottito, lasciò andare Selene, che, accasciandosi sul pavimento, diventò una sorta di sacco lilla tremante, ma senza lacrime.
Nadjne avanzò lentamente, sempre controllando la lama con una mano, e diede una mano alla Principessa.
'Tu...infidia fatta persona...'
Loki era ancora senza parole, anche se lo sguardo rabbioso sembrò tornare.
Sfortunatamente per lui, anche Selene sembrò recuperare la sua presenza di spirito, e i suoi occhi, ormai viola, mandarono bagliori sinistri.
'Volevi...forzarmi. Maledetto...'
E batè lo Scettro a terra, che si illuminò, poi parve ripensarci, mentre un falcetto di luna le illuminava la faccia, come un ghigno. 
Fece sparire lo scettro, e fissò Loki, che in quel momento non avrebbe mai voluto spingersi così in là...
Quella donna era un demonio, non una principessa!
...e non era stato quello che l'aveva attratto?
Selene mosse appena una mano, mentre Nadjne, accortasi troppo tardi, le urlò di fermarsi e...
Loki fu investito in pieno da un getto di energia e sfondò il balcone,volando per due piani e attutendo la caduta solo grazie ai suoi poteri.
MAI in vita sua, aveva percepito un'energia, ma un'energia diversa da quella magica, e mai ne aveva sperimentato certi effetti!
Non riuscì a muoversi per parecchio tempo, e quando vi riuscì, ormai aveva trovato un'altra soluzione.
'Il principe Loki è ferito!',sentì urlare.
La servitù.
E...
Thor.
Eccolo lì, pronto a bersi ogni sua menzogna!
'Fratello!,cosa...'
'Selene...è stata lei... è pericolosa...',e svenne, con un sorrisetto diabolico stampato sulla faccia, mentre Thor ruotava Mjolnir, furioso.
*
Helicarrier, 2012
*
Selene tacque.
Quei ricordi erano maledettamente dolorosi.
Stark, suo malgrado affascinato, ruppe il silenzio.
Thor era letteralmente a bocca aperta, per aver scoperto di essere stato, involontariamente, la causa di tante sofferenze.
'Insomma... Vi bandirono da Asgard...per colpa di Loki?!'
'Sì.'
'Ma io vi avrei dato una medaglia!,potevi anche farlo fuori che almeno non...'
'Ehi!', si offese Thor, non comunque fermo nella voce.
'Loki non era ancora la serpe maligna che ora anche Asgard teme.', spiegò Nadjne.
'Sebbene fosse già maestro d'Inganni, era giovane, e non sapevano delle sue malefatte...'
'Diciamo che qualche sentore ne avevamo...', ammise Thor, più umiliato che mai. 
'Ma non aveva mai combinato danno così grossi... almeno non che io ne fossi a conoscenza.'
'Beh...', sbuffò Tony Stark, a braccia conserte. 'Che il tuo fratellino non fosse a posto e che soffrisse di traumi infantili, l'avevo capito ma...anche la damigella, qua, gli ha dato una bella mano, in quanto frustrazione.',e spedì un'occhiata a Selene.
'Senza offesa, eh? Io ti avrei proposta come regina dei Nove mondi, per averlo buttato fuori dalla finestra.'
'Nessuna offesa.'
Phil Coulson tremava dalla rabbia.
Quel bastardo aveva alzato le mani su sua nipote!
O quello che era!
Ora, sotto la patina di Selene, riusciva a scorgere Anja. O il contrario.
Era sua nipote, per Dio!
Si alzò, e scambiò uno sguardo con Fury.
'Vado a parlare con...col dio, capo.'
'Permesso accordato.', rispose placido Fury.
Stettero in silenzio un altro po', e infine Selene si rivolse a Nadjne.
'Combatterai?'
'Io..Sì, mia Principessa. Sorella. Combatterò Loki.'
Selene sospirò.
'Io avrei tutte le motivazioni per combattere...Ma non potrei farlo.'
'PERCHè?!'
La domanda, veloce e precisa, era arrivata da Bruce Banner, che sembrava irritato dalla debolezza di Selene.
'Non so...Non sempre potrei aiutarvi. Potrei anche farmi rifare il lavaggio del cervello o non controllarmi. Allora sarebbe la fine per tutti noi.'
Banner piantò i pugni sul tavolo, sorridendo sinistro.
'Controllarsi... Forse a volte è meglio non farlo, cara la mia Principessa!'
Selene lo fissò, con i suoi occhi viola, e cadde un pesante silenzio.
Capitan America stava tentando di raccapezzarsi, con l'aiuto di Gretchen...
Che diavolo...
Lui era un soldato, non capiva un cavolo di mondi alieni e altri piani di esistenza!
Era solido, ma questo lo mandava...
In bestia, inanzitutto.
Thor stava per alzarsi e intervenire, per parlare a Selene, quando...
Un'esplosione.
Esterna.
Potente.
Si guardarono tutti spaventati.
'Sono venuti per Loki.', scattò la Vedova Nera, in piedi.
Altrettanto fecero tutti, compresa...
Selene, in uniforme da guerra e scettro.
'Bene...che vengano. Io vado ad aspettarli.'
E prima che la fermassero, si infilò correndo per la sala detenzione.
Dove c'era anche Zio Phil
 
 
Oooook, note dell'autrice demente e fusa come il formaggio lasciato al sole oggi...
La scrittura non è all'altezza degli altri capitoli, lo so, non è trattata con finezza ed enfasi, ma questo era un capitolo di spiegazione. Forse l'ultimo o uno degli ultimi. 
Insomma, Loki, che ci combini, eh?!?!
Passi per assassino, etc etc, ma... Uh, l'avrò mica fatto troppo psycho?!
Il tutto scritto con il sottofondo della Sonata in La minore di Schubert per archi.
Dovreste ricordarla...
;)

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Capitolo 8
*** Something takes a part of me... ***


Sometimes I cannot take this place
Sometimes it's my life I can't taste
Sometimes I cannot feel my face
You'll never see me fall from grace

(Freak on a leash; Korn)


Dopo l’esplosione, il gruppo in sala laboratorio si era disperso come foglie in una folata di vento; Tony Stark e Steve Rogers erano corsi a cercare di riparare il rotore 3, visto l’Helicarrier pendeva paurosamente a sinistra, Selene era corsa dietro a suo zio in zona detenzione, e purtroppo la Romanoff e Banner erano stati scaraventati fuori dalla finestra, mentre Thor, spingendo Nadjne sotto un tavolo ,le evitava di essere investita da frammenti provenienti da una seconda, devastante, deflagrazione.
La Guerriera si era infatti armata ed era pronta a scattare fulminea, dopo la fuga della Principessa, ma il botto gliel’aveva impedito, ed ora si trovava tra i piedi…
Thor.
E un urlo che risuonò per l’elivelivolo.
Non umano!
Hulk!!
‘Lasciami, Thor!,lasciami o ti stendo qui e adesso!’
‘No!,ho bisogno del tuo aiuto!,il dottor Banner si è trasformato ed è con l’agente Romanoff!’
‘Ma che se la mangi!,non intendo lasciare Selene da sola neppure un minuto!’
‘E’ con tuo zio Coulson!’
‘E’ ANCHE CON LOKI!’
Nonostante tentassero entrambi, l’una di staccarsi e l’altro di trascinarla con sé, non riuscivano a muoversi di un millimetro, finchè Thor, rendendosi conto che  Nadjne non avrebbe ceduto,  e all’ennesimo urlo di Hulk, che pareva stesse fracassando l’intero Helicarrier da solo (cosa probabilissima!!), Thor tentò ancora di smuoverla a parole.
‘Nadjne!,se lasciamo Hulk a piede libero sarà la fine per tutti noi!Anche per la Principessa!’
Nadjne si decise a muoversi, sorpassandolo e tirando fuori le sue lance.
‘Allora muoviamoci e togliamoci questo peso… E poi vedi di aiutarmi a contenere tuo fratello.’
E si fermò, mentre  Thor quasi le sbatteva addosso.
‘E, specialmente, spera che non sia troppo tardi!’
*
Asgard, un centinaio di anni prima…
*
Dopo l’azione di Selene, seppure provocata, il giudizio era drasticamente mutato per le due veimgardiane, e nonostante il parere contrario di Odino, era stato anticipato a soli due giorni dalla sera.
Bruttissimo segno.
In più, guardie erano state poste fuori dalle loro camere, dove erano confinate.
Non che avessero più tanto da dirsi…
Nadjne aveva chiesto a Thor, quando era stata riaccompagnata nel suo alloggio, con cortesia ma anche con fermezza, un colloquio anticipato col Padre degli Dei; lei non aveva mai parlato ad Odino,  ma sperava che la fiducia che il re di Asgard nutriva ancora in loro, a quanto le era stato detto da Thor, avrebbe bypassato i protocolli, vista anche l’urgenza.
Selene stava in camera propria, incapace di parlare né di piangere, come una statua.
A quello era servito vivere.
Sopravvivere.
Per essere ancora costretta alla fuga, di nuovo esiliata.
Non aveva più forze per trasportarle come al loro arrivo, non dopo quella sera, ed anche se fosse stato, Odino le avrebbe comunque esiliate nell’unico posto dove avrebbero potuto andare da sole.
Midgard.
Quello che voleva evitare, e dove le sue azioni sconsiderate l’avevano condotta.
E poi, o Midgard o…peggio.
La morte.
Aveva colpito e ferito uno dei principi reali di Asgard.
La benevolenza di Odino non avrebbe potuto proteggerla, questa volta;  la notizia si era diffusa in un vento, e ora tutta Asgard temeva il suo potere, e specialmente il suo poco autocontrollo.
Ricordava le parole di sua madre, quando gliel’aveva affidato, mentre attorno al palazzo reale infuriava già la battaglia con le avanguardie dei Giganti di Ghiaccio.
Lei era l’ultima speranza.
Ed ora era…perduta.
Come l’aveva chiamata Loki, quando le aveva sorprese, clandestine.
Principessa perduta.
Strinse un pugno e si diede una botta sul ginocchio.
Faceva male, ma sempre meno della consapevolezza che lei avrebbe pagato, col suo gesto idiota, di ripicca, l’onore di TUTTO il suo mondo!
Il suo mondo era perso e lei cadeva come una traditrice dell’ospitalità altrui!
Si alzò e si mise a girellare per la camera.
‘Spero almeno di averlo fatto fuori…se devo morire spero di aver liberato i Nove Regni da quel verme!’
‘Parli di me, suppongo!’
Cos…
Loki!?!?
L’aveva scaraventato due piani più sotto appena 3 ore prima!!
Come diavolo…
E COSA diavolo…
‘COSA vuoi, ancora?!? Non ti basta quello che hai fatto?!?’
‘Hai fatto tutto da sola, Principessa!’
Loki era integro, con la pelle senza la minima macchia di lividi, e senza neanche il suo sorriso irritante, che passeggiava sotto al balcone, esaminando con attenzione, passandovi la mano, i resti del muretto dove era atterrato.
‘Non hai risposto alla mia domanda! Che diavolo ci fai qui?!’
‘Non sei nelle condizioni di dettare legge o pretendere risposte, Selene…’
Dei mattoni gli si sbriciolarono sotto gli occhi,  mentre li prendeva in mano e li stringeva; i suoi occhi si assottigliarono, vedendoli.
Ah, aveva fatto un bel volo, questo è poco ma sicuro, e l’energia di Selene gli teneva ancora compagnia, formicolando nel suo corpo.
Non in modo piacevole, anzi…
Stava all’ombra, digrignando i denti, per non mostrare a quella piccola serpe cosa gli aveva fatto, ma il suo fattore di rigenerazione lo faceva apparire sano; era il piccolo shock che voleva procurarle, e convincerla che non gli aveva fatto poi così male.
In ogni caso, non avrebbe perso.
Non quella volta.
‘Comunque, sono qui per parlarti; a quell’impossibile Guerriera è inutile fare una parola, mi vedrebbe come una potenziale minaccia anche se le portassi le sue amate lance in ginocchio!’
‘Mi sembra giusto.’
‘Siamo oltre i giochetti di parole e le schermaglie, Selene!’
‘Ah, quelle di prima erano schermaglie, per te!?’,  sibilò la principessa, abbassando comunque la voce.
‘Anche se volessi parlare, non posso uscire…Grazie a TE!’
‘Grazie a Odino, direi…’, e Loki si ritirò di nuovo nell’ombra, mormorando qualcosa, mentre una strana luce si faceva largo tra l’oscurità del giardino.
Selene strinse gli occhi quando la investì e…
Si ritrovò nei giardini, accanto a Loki.
‘Come…’
‘Come ti ho detto…Siamo oltre la diplomazia e le belle parole. Non sai a quanto la mia magia possa arrivare, mentre tu…’,e le indicò lo scettro.
‘L’hai ampiamente dimostrato.  Ora non è tempo di discussioni inutili o facezie. Sono qui per parlare, e per darti un’ultima possibilità!’
Loki, si accorse Selene, aveva perso i suoi modi affabili, come si fosse tolto una maschera.
Appariva sofferente e stanco, eppure regale…
Poi si riscosse.
Stava diventando stupida di colpo!?
Stava parlando di Loki!
‘Perché dovrei fidarmi di te? E perché TU dovresti fidarti di me?’
Loki sospirò, muovendo un paio di passi e trattenendo una smorfia quando le costole si rinsaldarono nel costato, cosa che non sfuggì, suo malgrado, a Selene.
‘Perché non sei rimasto in cura?’
‘C’è troppo poco tempo, io…’,e minimizzò con una mano.
‘Mi  rimetterò da solo. La mia capacità di rigenerazione è superiore alla vostra. Ma queste sono chiacchiere.’
‘Sono chiacchiere?’
Selene restava ferma, fissandolo,  e non intendendo avvicinarsi il più possibile.
‘Avevi intenzione di prenderti ciò che non è tuo… Sono chiacchiere ,secondo te, Principe Loki?’
Loki si fermò, come colpito.
E’ vero, aveva agito come un bimbo viziato, accecato dalla brama di potere e di…
Si voltò verso Selene, e la prese per un braccio, ma gentilmente.
‘Per favore … Principessa … Allontaniamoci da qui. Penso che né Padre Tutto, né Thor, né la tua Guerriera siano felici di vederci parlare, dopo stasera.’
‘Non mi allontanerò con te!’
‘PER FAVORE.’
Il tono di Loki, a metà tra un ordine e una supplica (aveva sfregato altre due costole), la convinse, seppure a passi lenti.
Camminarono per dieci minuti senza parlarsi, semplicemente girando attorno all’ala del Palazzo, dove vi erano gli alloggi della servitù, e Selene iniziava quasi a rilasciare i suoi nervi dalla tensione cui li aveva sottoposti, quando Loki parlò, senza preavviso.
Camminava e teneva la testa bassa, le mani dietro la schiena, come al solito.
‘ Selene…quello che ho fatto prima è stato inconcepibile.’
E prese fiato, dicendo qualcosa che quasi nessuno aveva mai sentito.
‘Ti prego di perdonarmi.’
Selene non mutò il suo sguardo fisso, in avanti.
Duro. Come il suo tono.
‘Fai le cose e te ne scusi. Non è la prima volta. E sai che non mi fido di te.’
‘Selene…’
La principessa sospirò e si fermò, venendo raggiunta da Loki, che si era fermato poco prima.
‘Non POSSO fidarmi di te.’
‘E’ diverso, Selene.’
Da quando Loki aveva preso a parlarle in modo così confidenziale?
‘Non PUOI perché ti è stato inculcato che io sono il Dio degli Inganni, e io te ne ho data ampia prova, anche se tu non sai le mie doti nascoste. Ma non puoi anche per un altro motivo, vero?’
Selene stette in silenzio, evitando lo sguardo di Loki, finchè questa la prese per il mento e la tirò a guardarlo negli occhi.
‘Hai paura. Di cosa potrebbe accadere. Sei sperduta.’, mormorò Loki.
Questa volta Selene non fece niente per sottrarsi; era mortalmente stanca.
Di tutti.
E di mentire.
‘La verità, Loki…’
‘La verità… se mai potrai credere ad un mentitore come me … E’ che ti amo, Selene. Ti ho sempre amata. Per quello ti ho tenuto lontana da me.’
Loki la lasciò, e restò di fronte a lei, stranamente silenzioso e… senza  arroganza.
‘La mia verità, Loki… è che PENSO di amarti. Ma non credo che tu sia il mio compagno. Non lo credo proprio.’
Loki sentì un dolore peggiore di quando era stato scaraventato sulla pietra.
E capì cosa l’aveva portato a quello, quel dolore e quello che ne sarebbe seguito.
Essere creduto un mentitore anche quando diceva la verità.
Bruciava.
Ciononostante non potè non proseguire, mentre la sua voce, ora, tremava.
‘Potresti essere Regina di Asgard, al mio fianco. Un lieto fine meritato per una Principessa del tuo rango. Governeresti. Come mia pari.’
E le si inginocchiò, prendendole una mano.
‘E come mia amata.’
Selene scosse la testa e ritirò la mano.
Ma gentilmente.
‘Mi spiace, Loki.’
Loki rimase in silenzio, a testa bassa, mentre lei si voltava.
‘Subirò la mia condanna. Non è colpa tua, ma non posso decidere in base ad un’impressione…O una flebile speranza.’
‘Se solo ci avessero dato più tempo…’, mormorò Loki, ora ferito nell’orgoglio.
‘Ce l’avevi il tempo, Loki.’
Selene.
Dura, come un diamante.
‘E non credo neppure che tu diventerai Re di Asgard.’
E quello fu il colpo finale per Loki, che nascose due lacrime di rabbia che erano apparse, rialzandosi.
‘Ti riaccompagno nella tua camera, Principessa. D’ora in poi non ci vedremo più.’
‘Loki…’
‘Che vuoi?!’,rispose, sgarbatissimo, a denti stretti.
E quando si girò, il bacio di Selene lo colse impreparato, ma non tanto da non tenerla contro di lui il più possibile.
Un bacio triste, sentì.
Staccatisi, senza una parola, percorsero la distanza fino al balcone, e Loki la fece risalire, da sola , mentre lei si portava dietro il suo messaggio.
‘D’ora in poi non ci vedremo più.’
Il giorno dopo, in fretta e furia, da uno spaventatissimo consiglio e da Odino, furono esiliate su Midgard.
A nulla erano valse le, seppur poche, proteste di Nadjne.
Accompagnandole al Bifrost, il Padre degli Dei sembrava stanco.
Qualcosa era sfuggito al suo controllo, ed il suo incedere era meno maestoso del solito.
Quando le due, con espressioni  di pietra, gli resero gli onori, Odino le prese da parte.
‘Sarete mandate non solo in un altro mondo, ma in un altro tempo, ma non disperate… Ho predisposto che sarete risvegliate. Ma solo al momento giusto. Quando POTRETE PERMETTERVI di ricordare. ’
Mai parole furono meno indicate.
 
*
Helicarrier, sala detenzione
*
Loki, sentendo l’elivevolo inclinare a sinistra, sorrise col suo ghignetto diabolico.
Stavano facendo un lavoro eccellente.
Esultò, persino, quando  sentì l’urlo disumano della Bestia.
A lui rimaneva un 50 % di probabilità; o rimanere buono, e aspettare i suoi accoliti, o combattere la sua personale battaglia.
Il cui esito non sarebbe stato indifferente, né per lui  né per gli Avengers
Quando una luce rossa invase la stanza, gli si illuminarono gli occhi.
Sembrava girare dalla sua parte anche la fortuna, per una volta!
E Selene apparve, in tenuta da guerra.
‘Sono venuti a prenderti.’
‘E tu?’
‘Ed io sono venuta perché non ti prendano!’
‘Sono ancora così prezioso per te?’
‘Non lo sei mai stato…Loki.’
Si alzò, passeggiando per la gabbia, come se non ci fosse quasi una terza guerra mondiale attorno a lui.
‘No? Eppure i miei poteri mi dicono che hai recuperato quasi del tutto la memoria…’
E le si avvicinò, al vetrp della gabbia.
‘Forse non ricordi proprio l’ultimo pezzo, vero….?’
*
Helicarrier, hangar principale.
*
Nadjne distrasse Hulk, cui persino le sue corte lance micidiali non scalfivano, finchè un intervento armato mandò quasi lei e Thor al Creatore, se non fossero stati lesti a nascondersi!
La furia del bestione finalmente trovò un altro bersaglio, e Nadjne, dopo essersi tolta pezzi di calcinacci, corse via.
Thor rimase, confuso.
Natasha stava pensando all’agente Barton.
Bene.
Stark e Rogers erano fuori, dove lui sarebbe stato solo d’intralcio…
C’era solo un luogo dove poteva andare…
E si diresse, a sua volta, verso la zona di detenzione.
*
Zona di detenzione
*
Coulson entrò, con il riconoscimento ottico, ansioso di ritrovare sua nipote.
Ne fu deluso, ma il dio era ancora al suo posto, per lo meno.
Atterrò la guardia, non facendosi ancora scorgere quando…
MALEDIZIONE!
La porta si era aperta, e Loki si affrettava ad uscirne, quando intervenne Thor, da un’altra entrata, precipitandosi a bloccarlo.
Peccato che fosse solo un’illusione del fratellastro, che lo fissò sogghignante, ormai dalla parte della libertà.
‘POSSIBILE che tu non abbia ANCORA imparato?’
Quel ghigno gli faceva voglia di toglierglielo a suon di botte, specie dopo il racconto di Anja, ma si trattenne, ancora nascosto.
Loki si avvicinò al meccanismo che gli aveva indicato con così tanta soddisfazione Fury, almeno…
Oh, secoli fa!
Secoli di prigionia fa!
Si girò a metà verso il fratello, sempre con quel ghigno, e Coulson estrasse la sua pistola d’ordinanza.
‘Gli umani…pensano che siamo immortali.’
E aprì i portelloni di scarico.
‘Vogliamo verificarlo?’
La faccia di Thor, ad occhi stretti, era tutta un significato.
Aveva sperato, spergiurato, chiuso gli occhi, fino a quel giorno.
Ma, davanti a Loki che si apprestava a giocargli, forse, il brutto tiro finale, si convinse…
L’avrebbe fatto.
L’avrebbe ucciso.
L’agente Coulson stava per saltare fuori dal suo nascondiglio, quando sentì un sibilo e notò qualcosa, mimetizzato meglio di lui.
Gretchen!
Nadjne, o come diavolo la chiamavano!
Gretchen che teneva in mano…
Il bazooka al plasma che avevano costruito poco tempo fa!
‘Me l’ha ‘dato’ Steve Rogers, quando l’ha lasciato in sala controllo…’, sibilò, Gretchen, caricata come una molla, ma prima che facesse qualcosa, fu anticipata dallo zio, che le strappò l’arma dalle mani.
‘Dà qua!, e … coprimi le spalle!’
Doveva essere pazzo per affidarsi a sua nipote in quel modo, ma in fondo si era sempre fidato di loro per cui…
Beh ormai cosa c’era di strano, che sua nipote fosse coinvolta in un conflitto intergalattico?!
Gretchen fece scattare le sue lance, come al solito, e si girò a mezzo contro la porta, sempre appiattita.
‘Dov’è tua sorella?!’
‘Non lo so… Non qui. Io e Thor siamo arrivati assieme e di lei non c’era traccia. Quel verme intergalattico ha confuso le immagini ed è riuscito a scappare.’
‘Allora resta qui… Io vado a sistemarlo.’
‘Zio…’
‘VADO A SISTEMARLO.’, ribattè perentorio Coulson, e uscì allo scoperto, con sorpresa di Loki, che si allontanò di poco dal congegno, vedendo l’arma.
‘Indietro, PER FAVORE.’
Il tono bonario di Coulson ed il suo sorriso ironico stridevano con le sue intenzioni; era lo zio che Gretchen conosceva così bene!
‘Ti piace? L’abbiamo costruita quando mandasti il Distruttore sulla Terra…’, disse, riferendosi all’arma, e accendendola.
‘Neanch’io so cosa fa…’, continuò, con noncuranza.
Gretchen vide muoversi lievemente l’aria, ma non aveva mai visto quel dannato trucco dal vivo!!
‘Vogliamo provarlo?’
Fu trafitto dal VERO Loki, alle sue spalle, apparso davanti  ad una costernata Gretchen!
Aveva…aveva…
AVEVA TRAFITTO SUO ZIO!!
‘NOOOOO!!’
Sia lei che Thor urlarono, che…
Selene?!?
Era spuntata dall’entrata secondaria che aveva usato Thor, in quel momento, proprio per vedere suo zio morire!
Il suo era l’urlo più angosciato!!
In effetti LEI aveva detto di essersi diretta lì, non di…
Spuntare a cose fatte!
Ma questo ormai non contava nulla..
Gretchen riuscì solo ad alzarsi in piedi, esterefatta, con le sue dannate lance, e Selene dovette vedere il suo sconvolgimento, perché incredibilmente si lanciò avanti.
Contro Loki, ruotando lo scettro per aria e fermandosi, come suo solito, in posizione di attacco.
La luce rossa splendeva come non mai, e Nadjne si riparò, aspettando che un colpo lo disintegrasse finalmente.
Non aveva mai visto la pietra dell’Anima così carica della rabbia e del dolore di Selene, mentre questa si apriva in un vero e proprio ringhio.
Loki, incredibilmente immobile, fece un gesto con la mano, e indicò il suo scettro, sporco del sangue di zio Phil, come a indicare…
‘Visto cosa mi avete costretto a fare?’
Nadjne ricordò in un momento che zio Phil era ancora lì, e si lanciò fuori, per soccorrerlo, quando Loki la spinse via con un colpo d’energia, mandandola a sbattere contro le paratie.
‘Ahhhhhh….’
‘NADJNE!’
Loki si girò verso Selene, che non riusciva a tenere al massimo, per quanto facesse, la luce dello Scettro.
‘Vuoi combattere, principessa?’
‘PUOI GIURARCI!!’
‘ANCHE dopo quello che ti ho detto…’
E indicò Nadjne.
‘…SU DI LEI?’
‘…’
‘ALLORA?!’
‘Sì!!’
‘E GUERRA SIA!!’
Loki sganciò la capsula con all’interno Thor, mentre Nadjne tentava di rialzarsi...
Vedeva tutto come in una bolla, probabilmente aveva anche un trauma cranico, (cosa non facile, vedendo la sua testaccia…), ma riuscì in qualche modo a raggiungere lo zio Phil.
‘Zio…!’
‘Tutto a posto, Grete… Non ti lascio sola.’
‘Co…Cosa devo fare?!?’
‘Aiuta tua sorella.’
La suddetta ‘sorella’ aveva appena lasciato partire un colpo che aveva fatto indietreggiare il semidio, ma non sembrava prevalere, tant’è che Loki lo ricacciò indietro, e Selene lo evitò solo gettandosi alla cieca in avanti.
‘Ahahahahahah!, ecco la tua potenza, Selene! Basta così poco per farti vacillare! Una potenza pari alla tua e non sai già come contrastarla!’
‘TI FARò PASSARE LA VOGLIA DI RIDERE!!’, urlò la principessa, e si avventò su di lui con la punta aguzza in movimento, sempre ruotandola.
Loki fece partire un colpo d’energia e Selene lo disgregò con la mano, mentre i suoi occhi, di nuovo viola, mandavano scintille d’odio, e quando gli arrivò a tiro iniziarono a combattere arma contro arma.
‘Aiuta…tua sorella.’
‘Zio…non posso lasciarti e…’
Gretchen guardò Anja, guardò lo scettro perdere e riprendere energia continuamente, motivo per cui la Principessa si era gettata in un corpo a corpo, usandolo come arma contundente, alla larga dai colpi di Loki.
‘…E’ la sua battaglia. E’ una vita che aspetta questo momento. Anzi di più.’
‘Sono felice… Felice per voi… Specialmente per te.’
‘Cos-…Cosa vuoi dire!?’
‘I tuoi incubi… Invece finalmente hai trovato chi sei…’
E le diede un bacio tra i capelli, mentre Gretchen iniziava a piangere, silenziosamente, per la prima volta nella sua secolare vita.
‘Non mi importa come ti chiami… Io so che ho ritrovato la mia piccola Guerriera.’
Un urlo la distrasse, quando il colpo di Selene andò a vuoto e finì a terra, costretta a frapporre il suo Scettro tra lei e lo Scettro di Loki!
‘Hai così fretta di morire, Selene?’,sibilò Loki, avvicinandole sempre di più l’energia del suo Scettro.
Oh, come se la meritava, quella piccola, infida, Principessa del nulla!
Le aveva offerto tutto, più volte, l’ aveva sempre perdonata, PROTETTA!
Da tutto, a parte che da lui.
E per ringraziamento era appena riuscita a graffiargli la faccia, con la punta del suo scettro, e non vedeva l’ora di fargliela pagare.
Una goccia del minuscolo taglio cadde sulla faccia bianca di lei, e la sua rabbia aumentò, come la luce blu.
‘Allora? Sei pronta a morire..Selene?’
‘Io…sono ANJA!!’,e con un colpo di energia incredibile, rispedì Loki, che stava per sferrare il suo, contro i comandi di controllo, mentre si rialzava, e si voltava verso lo zio, imprudentemente.
Gretchen l’aveva sempre riconosciuta; Selene, le rare volte che combatteva, era sempre all’attacco, lanciatissima e piena di cattiveria, e persino forte come lei.
Ma non si guardava alle spalle.
Era troppo istintiva, il suo apprendimento interrotto troppo presto.
Loki si stava già rialzando e puntava a trafiggere anche lei di schiena, e Nadjne finalmente fece scattare le lame, quando lo zio Phil parlò, fermando Loki.
‘Tu sarai sconfitto…’
‘Cosa?’
‘E’ nella tua natura.’, insistette Phil, sempre più debolmente, mentre Anja volgeva le spalle a Loki, occultando la sua figura, in quel modo.
‘Zio..’
‘La vostra base sta precipitando. I vostri eroi sono disseminati…O confusi.’
Ed accennò alle due nipoti, che istintivamente si strinsero difensive contro il ferito.
‘Dimmi…COSA potrebbe fermarmi?!?’
E alzò lo scettro per un fendente tra le scapole di Anja, e per un istante orribile, Gretchen vide la scena; vide il sussultare del corpo esile della principessa, e lo strabuzzare d’occhi della sorella, il sangue che le sgorgava dalla bocca, e accasciarsi sullo zio.
Lasciandola sola.
Lo zio Phil, incredibilmente parlò, con voce ancora calma
Troppo calma, per non innervosire Loki.
‘Manchi di convizione.’
‘NON CREDO DI…!’
E Coulson gli sparò con il cannone al plasma, mandandolo arrosto e facendogli sfondare una paratia!
Gretchen rimase senza fiato, mentre Anja sembrò non badarci, ancora intenta a piangere, silenziosamente, come lei, accortasi delle condizioni del loro amato zio.
‘Ecco…cosa faceva…’
‘PRINCIPESSA!’
Loki, sofferente e bruciacchiato, la chiamò imperioso, tanto che tutti si voltarono.
‘Tu…non puoi stare qui. Te lo ripeto per l’ultima volta. NON HAI POTERE, qui. NON HAI CONTROLLO. ‘
E recuperò lo scettro, mentre li fissava, pronto ad andarsene.
‘Vieni con me.’
Anja si alzò, e Gretchen fece per afferrarla, quando lo zio Phil la fermò, con una mano sul braccio, sussurrando.
‘L’hai detto tu… E’ la sua battaglia.’
‘Ma zio…’
‘Lasciala fare.’
Anja sembrò esitare, mentre guardava lo Scettro dell’anima, che lentamente si affievoliva ancora, e poi Loki.
‘ORA sai tutto, principessa. Vieni con me.’
E le tese la mano, come anni prima.
‘Lo Scettro rivela la tua debolezza. Non aspetterò a lungo…Principessa.’
‘Non chiamarmi mai più così.’, mormorò Selene, e fece sparire lo Scettro, guardandolo negli occhi.
‘Avrai la tua guerra, Asgardiano. E questa volta non vincerai.’
‘Allora questa volta morirai davvero, Selene. Per mano mia.’
Selene gli diede le spalle, con l’aria sicura che Loki non avrebbe tentato niente, mentre questi, per la seconda volta, assaporava l’amaro gusto del rifiuto.
E fu quello, che lo convinse, finalmente.
‘Era la tua ultima possibilità….PRINCIPESSA!La VOSTRA ULTIMA POSSIBILITà!’
‘Vaffanculo, Loki.’
Loki strinse i denti e se ne andò di corsa, lasciandola libera di inginocchiarsi di nuovo vicino a suo zio, scambiandosi un’occhiata con Gretchen.
-Grave?-
-Sta morendo…-
‘Zio…’, tentò Anja, per l’ennesima volta.
‘Hai mandato affanculo un dio… Lo sapevo che eri proprio mia nipote…’
‘Non parlare, zio…’,intervenne Gretchen, che aveva  asciugato le lacrime ma minacciava di farne affiorare altre.
‘Perché no? Sapete… avevo paura per voi… per i vostri incubi… per cosa avreste fatto…’
E prese un sospiro doloroso.
‘Ora so cosa siete. Siete mie nipoti. Mi basta.’
‘Zio… Non puoi lasciarsi da sole…’, tremulò Anja, tra le lacrime.
‘Una nipote…principessa…ed una…guerriera intergalattica? Penso che saprete cavarvela.’
E chiuse gli occhi, provocando un moto inconsulto nelle due.
‘Dite a Nick che timbro il cartellino. E non fatevi incastrare.’
Le ultime parole rintoccarono come campane a morte.
‘E…fate il culo a quel bastardo per conto mio.’
 
 
Oddio.
Phil Coulson, Agente per soprannome, è morto.
Morto.
E’ proprio morto.
Scusatemi per le libertà, ma è così che me l’immaginavo, la sua dipartita, con l’addio alle nipoti.
Mi scuso del capitolo lungo e delle varie ripetizioni.
Ora rimane un ultimo piccolo segreto, e si scatenerà l’inferno su Manatthan!
Ps: nei fatti narrati su Asgard, Loki è ancora più giovane di Thor, ovviamente… E’ un ragazzo grandicello, diciamo.
Per quello ci sono sfasamenti nel suo carattere.
Perdonatemi se potete, e via con le critiche.
Perché SO CHE CE NE SONO, e mi piacerebbe sentirle…
Bacioni alle mie compagne di merende e a tutti coloro che seguono!

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Capitolo 9
*** See you at the bitter end... ***


You shower me with lullabies
As you're walking away
Reminds me that it's killing time
On this fateful day
(Bitter End- Placebo)

 
La sala riunioni era maledettamente vuota.
Solo Fury, Steve Rogers  e Tony Stark erano presenti, e non parlavano questo granchè.
Natasha Romanoff era con Clint Barton, che aveva recuperato dal controllo mentale di Loki, seppure in modo poco elegante (gli aveva quasi aperto il cranio su una ringhiera).
Hulk era stato sbalzato via dall’esplosione di un aereo che aveva attaccato.
Thor era stato letteralmente defenestrato da suo fratello, che se l’era bellamente svignata, non dopo le sue ultime minacce o, per vederle a suo modo distorto, lusinghe a Selene per tirarla dalla sua parte.
Si sarebbe detta anche una mossa poco furba, per un Dio degli Inganni che aveva appena ucciso suo zio, o comunque una persona che amava…
Se non avesse avuto quel dannato asso nella manica.
Gretchen stava fuori dall’alloggio, dopo che era passata per tutto l’Helicarrier a sorvegliare la situazione.
Non sapeva neanche lei se parlare con Anja, o Selene, o lasciarla col suo dolore.
Ma aveva una dannata curiosità, da togliersi.
DOVE DIAVOLO era, Selene, mentre Loki fuggiva?
COSA le aveva detto Loki, perché non riuscisse ancora a sconfiggerlo, nonostante lo Scettro?!
Bussò, e quando il nulla le rispose, come un presentimento vivo e di ghiaccio, come l’aria che le sembrava condensarsi attorno, entrò.
Per la prima volta in vita sua non sapeva come affrontare Selene.
*
Manatthan, 2012
StarkTower
*
Loki era estremamente soddisfatto; aveva seminato quella discordia che, pensava per un bel po’, avrebbe tenuto quegli stupidi, ridicoli ‘super-eroi’ alla larga dal suo piano, gettandoli in confusione o direttamente fuori dall’aereo, come quell’ idiota di suo fratello.
Aveva prostrato psicologicamente Nadjne e Selene… in particolare quella stupida Principessa.
Le sue mani strinsero il SUO scettro con forza, mentre pensava ai colpi di Selene; non se l’era aspettata così combattiva, ma d’altronde non era mai stato nel suo carattere fare marcia indietro, ed era una delle cose che l’avevano più attirato di lei.
Si  buttava avanti con tutte sé stessa e non guardava alle conseguenze, e così se l’era ritrovata tra i piedi anche su Midgard, dopo che proprio lei aveva praticamente provocato il suo esilio, ferendolo.
Se solo fosse stata più accondiscende….
Loki scacciò i pensieri con una mano, dissipandoli come fumo e ricordi malefici, come tutto il suo passato.
Il suo momento di gloria era vicino.
Allargò le braccia, nella sua veste nera, e si godette il sole, sul terrazzo della Stark Tower, dove il dottor Selvig stava dando gli ultimi ritocchi al portale alimentato dal Tesseract; un’insistente melodia gli torturava la testa, ma per una volta lo fece sorridere, più che rabbuiarsi.
La canzone che Selene cantava ogni sera, prima di dormire, o persino a volte ne coglieva strofe nel sonno, nei suoi primi giorni, carichi di incubi; la teneva intrappolata in una specie di rete di controllo magica, per i  primi mesi.
Aveva intuito un desiderio di togliersi la vita, nella Principessa, ma non gliel’avrebbe mai permesso.
Prima di tutto, gli serviva; gli serviva il suo potere, ma anche il prestigio che stava acquistando su Asgard, prima di tentare di farlo fuori.
Poi aveva avvisato, quasi con orrore, come le servisse lei.
Mitigava la sua solitudine in modo discreto, e senza accorgersene, le ore nella buia biblioteca erano diventati appuntamenti graditi, anche se si sarebbe fatto sgozzare pur di non ammetterlo!
Aveva una complice.
Aveva creduto.
O forse ci aveva sperato; e non aveva ottenuto niente, tentando di prenderselo.
Né il potere, né lei.
Così, l’aveva re-incontrata su Midgard; era stato divertente giocare con lei e con la sua mente, ma quella stupida di certo non aveva le forze per contrabbatterlo ancora.
Ora voleva solo il potere.
Di certo, dopo essersi ABBASSATO  a chiederle di stare con lui, per ben DUE volte, non avrebbe ripetutto un errore simile, anche se sembrava più malleabile.
Si alzò, offrendo la faccia marmorea, all’accecante sole midgardiano, e accennando ad un ghigno che gli ridusse gli occhi verdi a due fessure.
Una volta Selene aveva detto a Nadjne che non si fidava di quegli occhi, credendo di non essere vista; beh aveva completamente ragione.
Si proponeva di scoprire personalmente se il sangue delle principesse di Veimgard fosse diverso dal suo.
*
Helicarrier, 2012, alloggi personale non qualificato
*
‘Selene…’
Selene stava su una delle due brande, distesa, e ad occhi chiusi, le braccia abbandonate lungo i fianchi.
Nadjne temeva per la sua salute, non solo fisica, dopo l’ultimo fatto.
Lei aveva imparato, anni prima, a sfogare DOPO il dolore;  dopo la battaglia, dopo i morti, dopo la conta dei superstiti, dopo aver finalmente finito i suoi compiti.
Gliel’aveva insegnato la Regina stessa; chissà se anche Selene aveva potuto approfittare di quella lezione o era ancora sui libri, o a guerreggiare con le sue istitutrici, prima che le accoppiassero, in una perfetta armonia di guerra e di carattere.
Fece per toccarla, per sentirle almeno quel polso cereo, nel suo corto chitone da guerra, monospalla, con una guancia macchiata del sangue di zio Phil; non si era neppure lavata.
‘Non toccarmi.’
Nadjne ritirò la mano come se si fosse scottata.
La Principessa non aveva parlato né con la sua voce, né con quella di Anja; sembrava la voce di un morto, cupa e senza intonazione.
La stessa voce che le parlava nei suoi sogni, durante la distruzione di Veimgard.
‘Noi siamo i morti’, diceva.
‘Selene… Non potrai rimanere qua dentro per sempre.’
La principessa non aprì neppure gli occhi, ma alzò una mano, come a tacitarla.
‘Ho saputo cosa hai fatto, l’ultima notte su Asgard.’
Ed ecco che i peggiori timori di Nadjne prendevano forma; il verme le aveva spifferato tutto, certamente per staccarla da lei e prenderla con sé.
Questo spiegava tutto.
Anche Selene aveva amato Loki, e a malincuore vi aveva rinunciato, costretta da un orgoglio e da obblighi più grandi lei; era stata gettata fuori dal suo mondo prima ancora di finire una qualche formazione, il suo amore era immaturo, ma non il suo orgoglio, e prima Loki, poi lei stessa, ne avevano fatto le spese.
Tutti ne avevano fatto le spese, grazie a Loki.
E forse lei, Nadjne, era quella che aveva oagato di più.
Finora.
Si costrinse a parlare, quasi timorosa.
‘Sel… Anja. Perché sei rimasta, allora?’
‘Sto ricordando … Poi deciderò.’
Con queste parole, vagamente minacciose, la principessa riabbassò il braccio, ed anche la sua respirazione si bloccò.
Nadjne non l’aveva mai vista andare in reminescenza, ma aveva visto, da piccola, la Regina.
Era indubbio che in Selene ci fosse molto più di quel che aveva sempre mostrato, persino alla sua genitrice; ma  ciò non faceva che renderla più pericolosa, come certo Loki ma persino Thor avevano avvertito.
Non c’erano poi dubbi che la sua mente, oltre al risveglio brusco e ancora a pezzi, era stata sconvolta da più di un fattore…
Non ultimo la morte di zio Phil, che lei non sapeva se avesse metabolizzato o no.
Doveva aspettare, mentre anche lei, ricordava.
Aveva migliaia di giustificazioni, ma da quando si era svegliata, Selene non si era dimostrata la più collaborativa delle persone ; dubitava che ne avrebbe accettata anche solo una.
*
Asgard, cento anni prima…
*
Loki aveva detto addio per sempre (credeva).
Non riusciva comunque a dormire, sia per le ferite riportate dall’energia dell’Anima, sia per le ferite stesse che gli erano state appena inflitte nel cuore.
Selene gli aveva mentito, ma sapeva che non avrebbe potuto piegare quella principessa forgiata nel dolore; non l’avrebbe baciato, non sarebbe stata così triste.
E questo gli rodeva dannatamento l’animo, come un acido: l’aveva rifiutato, pur amandolo.
Perché??
Parola sua che l’avrebbe pagata, e il suo esilio su Midgard sarebbe stato solo l’inizio; le avrebbe dato la caccia, e prima di ucciderla avrebbe voluto la sua risposta.
Mentre si cullava nei suoi sogni di vendetta, che ormai da troppi anni lo trasportavano sull’orlo di un abisso di follia, la notte non accennava a passare, mentre sedeva in giardino, e dei passi, alle sue spalle, quasi lo sorpresero, mentre sostava sui gradini della reggia, operando con la mano sul suo ginocchio quasi rotto ancora.
‘Loki…’
Non era Selene.
Ma sorrise lo stesso, pensando che ormai, tanto valeva…
‘Guerriera… Non vi è stato vietato di uscire dalle vostre camere, dopo quello che la tua Principessa ha combinato?’
E si alzò, mentre Nadjne si portava alla sua altezza.
Nonostante il fisico muscoloso, era snella e slanciata, e mancava di poco la sua altezza, cosicchè potè vedere benissimo il disprezzo nei suoi occhi rossi.
‘Non penserai che le guardie che hai fatto mettere in corridoio siano stati un problema per me?’
‘Per una Guerriera in grado di atterrare Thor?...’,finse di riflettere Loki.
‘Smettila di giocare, principe Loki. Io non sono Selene.’
‘E questo cosa vorrebbe dire?’
‘Vi ho visti allontanarvi per parlare.’, e gli si avvicinò, ulteriormente.
‘Tu non demordi mai, vero, Ingannatore? So per esperienza che non le hai fatto niente, o ti avrei già ucciso.’
Questo era un altro colpo, per l’orgoglio smisurato di Loki, e lo manifestò con una smorfia evidente.
‘Non l’ho ingannata, se è questo che credi. La tua…Selene è legata da vincoli che neppure l’amore può scalfire.’,e si girò, con le mani dietro la schiena, come al solito, ma per nascondere la rabbia che l’aveva assalito, a dire certe parole.
Quella screanzata di Nadjne si mise a ridere, incredibilmente, mandando alle stelle il conto dell’astio di Loki.
ORA BASTA!,avrebbe usato tutto ciò che era in suo potere per farla loro pagare!,e si rigirò verso Nadjne, con gli occhi verdi che lampeggiavano, non sentendo più le sue ferite e non facendo neppure caso di essere di fronte a qualcuno che avrebbe potuto tranquillamente ucciderlo a sangue freddo e mani nude, e poi occultarlo.
E che lo poteva fare per i motivi più futili, oltretutto!
Nadjne vide il suo sguardo e, anche se fece un passo indietro dalla sospresa, lo ricambiò.
Vere e proprie scintille partivano dai loro occhi, e forse fu quella rabbia a portarli a scontrarsi.
Un vero e proprio scontro, di labbra, denti e corpi.
Loki prese persino per i capelli Nadjne, che dal canto suo non si fece scrupoli a lacerargli la schiena, sotto la veste di pelle, e quando l’asgardiano si tirò indietro con un sibilo, ne approfittò per spillargli gocce di sangue anche da quelle labbra troppo velenose.
Solo per un attimo si fermarono, quando Nadjne, gettando via le lance di Loki, lo squadrò, mentre il principe si asciugava le gocce di sangue, deciso ad assaggiarne a sua volte.
Carne e sangue di guerrieri…
I primi, per il suo percorso verso la vendetta.
‘Io parlerò al Padre degli Dei, Loki. ‘, annunciò Nadjne, truce.
‘E io non  te lo vieterò.’, sibilò Loki, riafferrandola.
Il resto, era, per entrambi una nebbia rossastra.
*
Solo rientrando in camera, accolta ad armi spianate dalle guardie che aveva steso, prima, Nadjne, notò una cosa.
Selene non stava cantando, come al solito.
Il loro periodo, su Asgard, era finito.
E si massaggiò le labbra.
Il giorno dopo partirono, e Nadjne non protestò eccessivamente; nonostante Odino non potesse rimandare il loro esilio, aveva mitigato la loro condanna…
Cosa di cui Loki non sapeva niente.
Il problema ora era sapere se l’aveva mitigata o peggiorata, vista la loro condizione.
*
Helicarrier, sala controllo, 2012
*
Steve Rogers  osservava pensoso, le figurine di Capitan America dello zio; Nadjne era seduta vicino a lui, mentre Stark rimaneva stranamente silenzioso.
L’apertura della porta ad aria non fu sentita da nessuno, se non troppo tardi.
Uno scettro argentato con una pietra rossa brillantissima, li accecò, quando finalmente si girarono, facendo pensare a Stark che, DAVVERO sarebbe stato meglio vivisezionare quella peste!!
Neanche il lutto, rispettava!
Nadjne non fece ora a girarsi, che si trovò lo scettro alla gola, per l’ennesima volta, in quelle ultime ore, e neppure lei poteva fare qualcosa contro il potere, peraltro mai raggiunto, dello scettro dell’Anima!
Selene doveva essere incazzata forte, ma bisognava vedere con chi.
Indossava il completo da guerra, ora rivestito di placche argentate difensive, pronta per uno scontro; era la prima volta che la vedeva così.
Le fece un altro attimo di solletico alla gola, mentre lei faceva segno a Capitan America di non muoversi; dannazione, non sapevano in che guai si andavano a ficcare, specialmente quello sproloquiante in armatura rossa.
Selene affrontò il suo sguardo, scoperto da qualsiasi scusa, e le chiese solo una cosa, a voce talmente bassa da sembrare un cobra.
‘PERCHè?!?!’
‘Per difenderti.’
Lo scettro di Selene tremò nelle sue mani, ma la luce non calò, come i suoi occhi, e si sporse, per guardarla ancora. Nadjne si sentiva tremendamente vulnerabile.
Era la loro resa dei conti, e anche per tutti, probabilmente.
‘Perché? Tu sapevi che lo amavo? Perché tu? Perché LUI!?!?’
‘Non lo so. Io penso per difenderti, ma la verità è che…ero stanca. Avevo…PAURA. Sì, avevo paura. Paura per me e per te. Forse l’ho fatto per me e basta…’, sospirò la Guerriera, mentre Selene si sedeva vicino a Stark, che istintivamente si ritraeva dal suo scettro, ma che non rinunciò a parlare.
Ovviamente.
‘Oddio…TU eri innamorata di quello schizzato?!Ora tutti mi pare prendere un senso più compiuto! Come il fatto che mi hai mandato fuori dalle paratie…’
‘….e lo rifarò, se non mi ascolta.’
Stark, per una volta, fu zittito, mentre Nadjne non credeva alle proprie orecchie.
‘Selene… non vorrai…’
‘Combatterò.’,e la fissò, orgogliosa ma senza alterigia.
Sua sorella.
‘Volevo solo sapere il perché. Quello mio e di Loki era un amore a senso unico e, da parte mia, adolescenziale.’
‘Oh beh, vecchia come sei ora, chi ci garantisce di un altro ritorno di fiamma alieno…’, borbottò Stark, beccandosi finalmente l’agognata scarica dallo scettro.
‘LE AVEVO DETTO DI STARE ZITTO!’
‘Mi…mi…murerò la bocca!’, balbettò il buon Tony, che sapeva di tacchino affumicato, con grosso ghigno di Rogers e anche di Fury, che aveva visto tutto, pronto ad intervenire.
Magari avrebbe lasciato che la ragazza lo rosolasse un altro po’; d’un tratto non era spiaciuto di avere le nipoti intergalattiche di Coulson a bordo!
‘Dobbiamo contenere Loki finchè non arriveranno anche Thor e Banner… E voi sapete dov’è?’, chiese, rivolgendosi al Capitano.
‘Avevamo un ipotesi… che dopo un fatto successo in passato, volesse passare alla prima generale. Ovvero…’
‘LA MIA TORRE!’,inveì Stark, battendosi la mano con una fronte.
‘Gran figlio di puttana!’,e fece per avviarsi, quando fu trattenuto per la manica da Selene.
Stranamente, una Selene sorridente, anche se vendicativa.
‘Mi può portare con lei?’
Stark inghiottì un grumo di saliva; portare quella bomba ad orologeria non era la massima aspirazione della sua vita, ma qualcosa, nel suo sguardo e in quello di Nadjne, lo convinsero.
‘Perché voi andreste avanti?’,intervenne invece, il Capitano, alzandosi con Nadjne.
‘Perché solo IO posso contenere Loki da sola.’,e la principessa fece risuonare lo scettro a terra, sempre luminosissimo.
‘E, meglio per voi se lo faccio subito.’
‘Non è la tua battaglia.’
‘Vallo a dire a mio zio.’, sibilò, e si voltò verso la sala dove Stark teneva le armature, quando Nadjne le prese un braccio.
‘Principessa… quello che ho fatto, anni fa, è stato…’
‘Inevitabile.’,e negli occhi viola non vi era traccia di malanimo.
‘Sono stata ad un passo dal cedere anche io. Ora…’,e si girò, mentre la pietra mandò un bagliore di sangue.
‘Andiamo e facciamogli pagare tutto. Presente, passato e futuro.’
E si avviò con Stark, che si apprestava ad indossare la sua armatura.
‘Sai una cosa, Principessa, o chi sei mai?Inizi a piacermi!’
‘Tu no. Ma mi servi.’
‘Ecco, meglio stia zitto, allora!’
‘Non è quello che le dico sempre?’
‘Salti a bordo, che la sgancio di fronte al suo amore perduto tra le galassie…’,e la prese in braccio.
‘Dillo di nuovo e ti friggo l’armatura peggio di Thor.’
*
Nadjne andò col Capitano a prelevare la Romanoff  e Occhio di Falco, molto, molto più sollevata.
Il Capitano, avvertendo il suo calo di tensione, le prese una mano.
‘Selene ha ragione. Gliela faremo pagare una volta per tutte.’
‘Io sto già meglio.’
‘Non è bello vivere nel dubbio di non aver fatto il proprio dovere…’, pensò a voce alta Rogers, mentre aspettavano che preparassero il jet.
Come se le avesse letto nel pensiero; i suoi incubi passati si dissolsero.
*
Stark tower, Manatthan, 2012
*
Dopo un volo malfermo, che non impensierì Selene, ma alquanto Iron Man, la principessa fu depositata sul terrazzo della StarkTower, dove trovò…
Loki.
In armatura.
E anche piuttosto sorpreso.
Prima di lasciarla, Stark ,la trattenne, sentendo una strana energia sconosciuta sotto la sua pelle.
‘Io tento di fermare il portale… Tu… ‘
‘Al verme ci penso io…’, sibilò Selene, e dalla piattaforma di sgancio dell’armatura, saltò sulla terrazza inferiore, lasciando anche delle tracce del cemento.
‘Mio dio, quei due sciroccati distruggeranno la mia bella torre…’, commentò Stark, amaramente, prima di alzarsi di nuovo in volo.
Intanto Selene e Loki si avvicinavano, lentamente.
‘Principessa… è bello rivederti!’
‘Finirai mai di mentire, Loki?’
‘Ahahahah!, probabilmente quando finirò, tu sarai già morta da secoli!!’,e lasciò partire un colpo che Selene evitò agilmente.
Dannazione, si era scordato che in battaglia era più agile di lui, nonostante anch’egli avesse fatto molti progressi, specie dalla sua caduta.
‘Ancora quello stupido elmo, Loki? Però devo ammettere che in armatura non stai affatto male!’
‘E tu…sempre con quello straccio?! E dov’è il tuo cane da guardia?! Colei che è corsa così facilmente tra le mie braccia?!’
‘I bastardi come te, sono il perché Veimgard avesse le sue leggi matriarcali…’, sibilò Selene, per poi caricare lo scettro, in posizione di attacco.
Direttamente verso di lui.
‘Ora, scusa la mia maleducazione… ma devo ucciderti!’
E…
Incredibilmente, Loki si fece trovare scoperto, allargando anche la braccia.
‘Non puoi farlo. Non ne hai il coraggio. Sono stato l’unica briciola di amore nella tua arida vita!’
‘Scommettiamo?!’, urlò Selene, e un colpo fortissimo colpì Loki, accecando sia lei che Iron Man, incredulo.
Era ancora accecata, quando la voce di Loki, infuriata, si fece sentire, amplificata dalla rabbia e dalla potenza.
‘NON…NON CI POSSO CREDERE!!! VOLEVI UCCIDERMI!! IO, L’UNICO CHE TI HA AMATO!’
Quando Selene recuperò la vista, non credette ai propri occhi.
Loki aveva assorbito la sua energia, ed ora il suo scettro pulsava di luce viola; le sorrise contro, un sorriso amaro come il fiele.
‘Ah, vuoi sapere quel colpo che mi dasti un centinaio di anni fa? Trovai il modo per recuperare la tua energia dal mio organismo, con un incantesimo… Non so quanta ce n’è…’, e le puntò contro lo scettro, come un’arma carica.
TROPPO carica!
‘…ma scommetto che è sufficiente per farti fuori,AMORE!’
‘SMETTILA, DANNAZIONE!’,urlò Selene, mentre con la mente, velocissima, tracciava tutti i segni protettivi di cui era in grado di dotarsi, purtroppo ben pochi contro quella potenza mai vista!
‘No, SMETTILA TU!’, la rimbeccò Loki, mentre i suoi occhi diventavano quasi trasparenti, dalla furia evidente.
‘Con chi mi hai sostituito?!? VOGLIO SAPERLO!! Con uno di questi superbabbei?!’, e puntò lo scettro verso Iron Man, sospeso, che aspettava la loro prossime mosse, e piangendo già per la sua povera torre, che iniziava a contrarre i segni della battaglia!
‘…Con Billy.’, sussurrò Selene, non perdendo mai d’occhio lo scettro di Loki.
‘COSA?!? CON UN UMANO?!? TU SARESTI POTUTO ESSERE UNA DEA, MALEDETTA STUPIDA!! ORA PAGHERAI PER SEMPRE IL TUO INSULTO!!’
E fece per caricarla, quando poi si fermò.
‘Anzi…mi hai dato una succosa idea. Credo che ti farò assistere alla…alla morte del tuo COMPAGNO!’,sputò Loki, avvelenato nell’anima.
‘Ma prima… Se mi permetti… Devo risolvere una questione!’, e fissò Iron Man, che volteggiava ancora sopra di loro.
‘NOOOOOOOOOOOOO!!’
Selene urlò e si avventò su di lui col suo scettro, ricevendo, in cambio, tutta la potenza di fuoco di Loki, e…
Venne prese al volo da Iron Man, che la depositò, tremante; il colpo di Loki era andato a vuoto, e ora faceva sparire la sua armatura.
‘Stai bene?’
‘Sì…ma è troppo sicuro di sé…E Loki non è mai stato il tipo da vanterie premature.’, sospirò Selene. ‘Ha veramente un grosso potere.’
 E disse ciò che nessuno avrebbe mai voluto sentirle dire.
‘Non so se riuscirò a contrastarlo… neppure per breve tempo, forse.’
 
 
Angolo della sce…della scritt… della demente!!
Come vedete, questo è un capitolo poco intenso, ma assai descrittivo.
Finalmente ci siamo mossi per la battaglia.
E che nessuna scambi la gelosia di Loki per gelosia vera: anche Selene ammette come Loki sia un viziato, e che forse neppure lei gli abbia mai voluto bene!
Comunque aspettiamo per vedere chi farà il culo a chi!
Ohibò e il ragazzo di Sel…Anja? Confesso me l’ero quasi scordata, ma ora che i flashback su Asgard sono finiti, potremo approfondire la faccenda!!
Un bacione stelle e compagne di Shakespeare e di merende!!

  

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Capitolo 10
*** ...we crossed the line... ***


You don't know if it's fear or desire 
Danger the drug that takes you higher 
Head in heaven, fingers in the mire 

(So Cruel- U2)


Tony Stark, spogliandosi della sua armatura di Iron Man, sussurrò a Selene
‘Ok… ora ci penso io. Tu stai fuori dai piedi…’
‘Stark…’
L’indecisione campeggiava sul volto della principessa, mentre Loki, con aria soddisfatta, si apprestava a raggiungere il miliardario nel piano più alto della sua torre.
‘Dico davvero. Stai via. Hai detto che non puoi gestirlo. Ora proverò a farci un discorsetto.’
Selene rimase all’aperto, dove i meccanismi finivano di spogliare Stark dall’ armatura, e Loki le gettò un ultimo sguardo.
Neppure troppo malevolo.
*
Helicarrier, ponte principale, 2012
*
Nadjne, salendo a bordo del Quinjet, sembrò bloccarsi.
‘Cos’hai?’, chiese Rogers, premuroso ma anche ansioso che non si verificassero gli incidenti avvenuti nell base.
Improvvisi ricordi asgardiani, principesse bellicose e assassinii efferati, oltre che un elivelivolo ingestibile con cui lui aveva fatto i conti personalmente!
Nadjne non rispose, ma inclinò la testa appena a destra, in atteggiamento pensoso.
‘Thor…’
Natasha si voltò, dal suo posto di co-pilota, mentre Barton accendeva i motori.
Il Capitano la scosse, ma stranamente non le diede fastidio, anzi il suo contatto la aiutò ad amplificare ciò che sentiva.
‘Nadjne...Senti qualcosa su Thor?’
‘Thor… si è liberato. Ci raggiungerà a Manatthan, e…’
La Romanoff la osservò, incuriosita a sua volta.
Era una spia, ovvio, ma…
Tutta quella storia l’aveva incuriosita parecchio, ed ora che Barton era di nuovo con loro, poteva finalmente permettersi di seguire quella rossa delirante e la sua controparte argentata.
Non era mai stata addestrata per cose simili, ma avrebbe votato a favore per un suo coinvolgimento in una guerra, specie se aliena; aveva capito una cosa prima di tutti, in effetti.
Nadjne era VERAMENTE una Guerriera, non importa di che pianeta o che organizzazione, ma aveva appena sepolto il suo lutto per una vendetta: si assomigliavano più di quanto non volesse ammettere.
Nadjne strinse gli occhi, apparentemente con una pupilla azzerata, completamente rossi ,e il suo viso assunse un’espressione sgomenta.
Scosse la testa e guardò proprio lei, Natasha, negli occhi.
‘Sorella…portaci subito a tiro di Loki!’
Non accennò a staccarsi da Rogers, che la scosse, più delicatamente, questa volta.
‘Nadjne…cosa…?’
‘Selene non riesce a trattenere Loki, e… ‘
Deglutì, mentre finalmente decollavano.
‘…l’ha fatto di nuovo. L’ha minacciata, e temo che stavolta possa davvero farle del male.’
Steve la girò e si ritrovarono fronte a fronte, alla stessa altezza.
‘QUANTO è potente? Puoi dirlo?’
‘Non riescono ad imbrigliare il tesseract, e Selene non è riuscita a fermarlo, in più credo che abbia minacciato il suo compagno.’
‘Il suo COSA?!’, urlò Natasha, nel rumore dei motori che Barton, sempre con un orecchio puntato, stava spingendo al massimo.
‘Anja , Sel…  Accidenti, è lo stesso! Ha un ragazzo! Vi ricordate che disse di aver rifiutato Loki come compagno?’,urlò, pensando, allo stesso momento, piena di sensi di colpa –…e poi si è consolato con me…e lei mi ha anche perdonato…-.
‘Sì.’, risposero Natasha e Steve allo stesso momento, con sguardi interrogativi.
‘Lo amava, ma alla maniera degli adolescenti. Loki le è stato ingannevolmente vicino, al momento del nostro soggiorno su Asgard e lei, ancora provata per la perdita della madre, si era aggrappata a lui, ma poi ne ha scoperte le intenzioni! Per quello non ha POTUTO prenderlo come suo compagno. Nella nostra società perduta, è la donna che sceglie…e Loki non era adatto. Punto.’
‘Ma se ne era innamorata…?’, chiese Steve, che di queste cose non avrebbe mai capito un accidente, mentre Natasha borbottava tra sé e sé.
 ‘Una società in cui le donne scelgono il compagno… Dannazione, dovevo nascere veimgardiana anch’io!’
‘Insomma, perché ha rifiutato Loki?’
‘Perché non lo sentiva come suo compagno; certo, possiamo avere amori adolescenziali, sbagliarci, ma alla fine SOLO uno è il nostro compagno.’
‘NON CAPISCO, DANNAZIONE!’,urlò Rogers, ad un passo dal prendere a craniate una paratia.
Natasha saltò su dal seggiolino, e intervenne, illuminata.
‘IO Sì!’,e guardò Nadjne, come per avere approvazione, pregando di non sbagliarsi.
‘Il suo Scettro! Ha detto che ha sempre contrastato Loki, anche se a momenti alterni! Il suo Scettro è un segnale per vedere se il compagno è giusto o no!’
‘Nelle Reali, sì, sorella! Sei sicura di non essere delle nostre?’, rise Nadjne, compiaciuta.
‘Magari…’, riborbottò Natasha, sedendosi, per poi sentire Barton che la prendeva per mano.
‘Ehi…se ti consola sei la terrestre più veimgardiana che abbia mai visto!’
Rogers pareva raccapezzarsi un tantino di più, ma era ancora a ciglia aggrottate.
‘Insomma…Selene  avrebbe trovato il suo compagno…QUI?Dal suo pianeta? E il suo scettro l’ha accettato?’
‘Lo scettro non si è manifestato contro di esso, lei e Billy sono una coppia da un anno ormai. Se ci fosse stato qualcosa di contrario alla loro unione, dormiente o no, lo scettro avrebbe manifestato il suo dissenso, agendo sull’anima di Selene.’
‘Ovvero?’
‘L’avrebbe costretta a lasciarlo!’, re-intervenne Natasha.
Chissà perché, voleva a tutti i costi l’approvazione di quella ragazza, non si era mai comportata così!!
‘Esatto! Ci sono arrivata per gradi, ma ho capito… Il momento purtroppo non è migliore, ma ora mi appare chiaro il piano di Odino! Aveva trovato il suo compagno su Mid… sulla Terra!,e Selene l’ha trovato!’, e poi parve rabbuiarsi.
‘Il brutto è che se Selene se n’è resa conto, se n’è reso conto anche Loki. Quel maledetto ha il potere di carpirle informazioni, specie mettendola in agitazione in questo modo! Poco ma sicuro che ha minacciato Billy per ottenere la reazione scomposta di lei, e ora lui saprà dove cercare!’
‘MA A NOI, CHE DIAVOLO INTERESSA?!?’, urlò Rogers, sopra l’urlò pieno dei motori, e della sua esasperazione.
‘CAVOLO, CAPITANO, RAGIONA! SE LE AMMAZZA IL COMPAGNO, SELENE POTREBBE DIVENTARE UNA BOMBA PEGGIORE DI TUTTO L’ESERCITO DI CHITAURI!E DA MANOVRARE COME VUOLE LUI!’
‘Oh…’,e il silenzio di Rogers, dopo l’esclamazione, fu eloquente.
‘Non è tutto…’, accennò Nadjne, ma lasciò cadere l’argomento, accostandosi a Barton.
‘Sa dov’è la Tribeca Star Lounge? A quest’ora di solito Billy sta preparando i dischi per la sera o concordando qualche dj set particolare…’
‘Io non…’, iniziò Barton, per venire sopreso dalla Romanoff, che saltò su come un pupazzo a molla.
‘Accidenti! Ma tu parli di Shadow B!,il main dj della Tri-Star!’
‘Natasha, da quando frequenti i locali per universitari?!’
‘ECHECCAVOLO, POTRò DIVERTIRMI ANCHE IO!Comunque ti indico io, dove andare, Clint!’, sosprese tutti, la Vedova Nera.
Nadjne stette ad osservarla un attimo, poi le mise una mano sulla spalla.
‘Una sera esci con noi, russa … Sempre se New York sarà ancora in piedi. Ti faccio fare il giro panoramico!’
‘Accettato!’,rise la Romanoff.
‘Non inviti anche me?’, chiese Rogers, più rosso dei capelli della Guerriera.
Da dove gli veniva quell’insolito coraggio, per aggiungere poi…
‘Tu non hai bisogno di scettri, vero?’
Nadjne gli sorrise, sedendosi vicino a lui e facendo apparire le sue lame.
‘No… ma in compenso ho sempre apprezzato i soldati. Specie se graduati.’
*
Starktower,Manatthan
*
Il colloquio tra Loki e Stark non stava andando a buon esito.
No, per niente.
Stark aveva perso il maledetto momento per chiudere la bocca, quando Loki scontrò il potere del suo scettro contro il reattore Arc, e fu sollevato da Loki.
‘Dove diavolo ha preso quella forza…’, pensò Selene, ricordando il suo compagno di biblioteca come un ragazzo più grande di lei, ma piuttosto esile, nonostante le bardature di cuoio che si portava regolarmente addosso e che lo facevano apparire il doppio.
‘VI INGINOCCHIERETE TUTTI AL MIO COSPETTO!!’
‘Jarvis…AVVIA!!AVVIA!!’
Selene intuiva un’arma nascosta del miliardario, a quell’urlo, ma Loki, cieco di rabbia, lo scaraventò fuori dalla finestra, e mentre una simil- armatura rosso e oro minacciava di colpirlo, seguendo la traiettoria del suo padrone, Selene decise di saltare fuori dal suo nascondiglio…
Accidenti, non poteva immaginare che Iron Man si fosse salvato!
Lei vedeva solo Loki, libero e in grado di muovere guerra a tutti loro, e specialmente a Billy!
‘Ehi, megalomane!!’,lo chiamò, saltando fuori dai marchingegni.
‘MA TU NON MUORI MAI?!’,si infuriò Loki, vedendola, ancora con quel maledetto Scettro.
‘NON PRIMA DI TE!’, urlò Selene, mentre anche Iron man riappariva, in armatura, dallo squarcio nella finestra.
‘Ah, a proposito…ce n’è un altro che hai fatto incazzare… Si chiamava PHIL!’, e prima che Loki si muovesse, circondato di colpo, Iron Man gli assestò una fulminata, prima di volare a fermare l’avanguardia dei Chitauri.
Loki fu scaraventato ben indietro, e Selene fu lesta ad allontanargli il maledetto scettro con un calcio.
‘Dannazione… ‘, mormorò Loki, mentre la principessa gli piantava uno dei suoi stivali sul petto, e la punta del SUO scettro alla gola.
‘Sei un’idiota, Loki! Sempre il passo più lungo della gamba!’
‘Risparmiami…la predica…ok?! ‘, sospirò Loki, e si lasciò andare a terra.
Selene non aveva l’aria di mollare la presa, non proprio ora!
*
Quinjet, verso Tribeca…
*
‘Maledizione, quei mostri sono dappertutto!!’, urlò Barton, mentre Natasha tentava di abbatterli, al volo.
‘Va bene…’, mormorò Nadjne, guardando la verticale degli edifici.
‘Potete lasciarmi qui… Se vi avvicinate alla terrazza dello Star Lounge posso saltarci sopra!’
‘Sei pazza?!? Saranno quindici metri!’,urlò Rogers, indossando lo scudo.
‘Sono stata addestrata a voli peggiori!,e tu non starmi tra i piedi!’, lo scostò in malo modo, mentre Barton le apriva il portellone.
‘Vengo con te!’
‘Non se ne parla!’, esplose Nadjne, ma poi vide la fiammella negli occhi di Rogers.
Sì, decisamente ne aveva abbastanza!
Sospirò.
‘Ok, ma non una parola… lascia parlare me!’
*
Tri-star Lounge…
*
William, Billy per gli amici e Shadow B per gli avventori occasionali, stava preparano i dischi per il set serale, assolutamente ignaro che un’orda di chitauri affamati stesse attraversando un portale spazio-temporale e che la sua ragazza, ora principessa aliena, stesse tenendo a bada un altro principe megalomane che aveva deciso di conquistare la terra.
Mentre selezionava  i vinili quasi a caso per l’apertura, invariabile da due mesi, aggrottò le ciglia.
Da due giorni non sentiva Anja; le aveva lasciato un messaggio dicendo che andava con quello strampalato di suo zio e che non poteva lasciare sola Gretchen, che aveva avuto un altro atttacco, ma da allora niente.
Il vuoto totale.
Le sue chiamate suonavano  vuoto, il suo Facebook e Twitter erano morti, e anche le sue compagne di scuola non sapevano nulla.
A volte temeva per lei; sembrava fragile, e non di quelle fragilità apparenti; quando erano assieme pareva assentarsi, e lui, in quei momenti, tentava di fare di tutto per guadagnarsi la sua attenzione.
Le regalava tonnellate di libri, tentava di mettere la musica che lei preferiva, nelle serate in cui la andava a trovare, stava più tempo possibile con lei, nonostante il suo lavoro, regalava ninnoli che, sapeva, sarebbero finiti nel cestino appena poco dopo, a parte i suoi segnalibri di metallo ed i libri stessi.
Se all’inizio proprio lui, circondato da belle ragazze come pareva fosse logico nel suo ambiente, era stato restio, a cedere spazio all’apparente timida biondina, proprio lui, in certi momenti, temeva che lei volesse allontanarlo.
Non la capiva, ma di solito dopo un paio di giorni, di malessere o cattivo umore, l’emergenza rientrava e lo chiamava, per stare assieme, con sempre sua grande confusione.
Lo attirava, sembrava non potere vivere senza lui, poi di colpo lo respingeva, senza motivo.
All’inizio aveva imputato questa cosa al sesso; lei era più giovane e lui era il primo per lei, e sapeva che certe ragazze, specie se fragili, non accettavano facilmente la cosa.
Ma poi era continuato.
Non voleva che venisse a prenderla all’uscita da scuola; non voleva che venisse a casa sua.
Si incontravano per N.Y e passeggiavano, passavano le ore in qualche Starbuck, o libreria, o negozio di cd.
O finivano da lui, dove, incredibilmente per una ragazza della sua età, si fermava tutta la notte, e dove spesso, nel sonno, finiva a stringersi a lui in modo che da sveglia non gli sentiva mai fare.
Bisognosa.
Le notti in cui Billy non riusciva a dormire, restava a guardarla, timoroso di svegliarla, persino.
Le notti in cui si convinceva che andava tutto bene.
Fino alla mattina dopo.
Anja gli nascondeva qualcosa, e alla fine della scuola, prima che fosse troppo tardi, l’avrebbe costretta a confessarglielo; o se l’avesse fatto di sua spontanea volontà, l’avrebbe ascoltata volentieri.
Sospirando, mise da parte i vinili per il primo dj set d’apertura, mentre iniziava, con più attenzione, a selezionare i dj per la serata di compleanno di una qualche oca ereditiera dell’Upper East Side… Gente che odiava infinitamente, e che potevano permettersi di pagare lui e la sua musica, cresciuti ad Hell’s Kitchen, proprio come Anja e Gretchen disprezzavano le loro compagne di scuola.
Soppesò due vinili poi fece per mettersi le cuffie, per decidere sul quale suonare, quando si bloccò a mezz’aria.
Un rumore.
‘Mike?’, chiamò, pensando fosse il dj del privè, in anticipo, ma ricevette una risposta alquanto strana.
‘Billy, sono…Gretchen. Non avere paura.’
Paura di Gretchen?!?
E da quando?!? E poi da quando Grete era così esitante nel parlargli?!
‘Grete… vieni avanti, non c’è nessuno! Anja è con te?’
Uno strano rumore venne dal buio, poi la faccia di Gretchen, coi suoi soliti eccentrici capelli, apparve, seguita da…
Capitan America!?
‘Oddio… non sono tornato a farmi di anfe, vero!?’
‘Billy… devi venire con noi.’, lo supplicò Gretchen, che, notava ora, indossava un abbigliamento alquanto ridicolo…beh parlando di Gretchen, poteva dire anche ‘più ridicolo del solito’!
‘Dov’è Anja?’
‘E’… la raggiungerai subito, se ti sbrighi, ma per favore..’
Quella non era una risposta, per i nervi di Billy.
‘TI HO DETTO DI DIRMI DOV’è TUA SORELLA!E poi…spiegami xkè sei conciata così e… xkè sei con quella reliquia!’
Un bruttissimo presentimento gli si stava formando in fronte; Billy aveva appena 23 anni, ma sapeva riconoscere al volo i guai, quando gli si presentavano ,e di fronte ne aveva 2.
3, se contava che non volesse dirgli dov’era la sua ragazza!
Gretchen sospirò e si scambiò uno sguardo con Capitan America.
‘E’ sulla Stark Tower, ora…’
‘COSA?!?’
‘Billy, ti prego!! Non fare altre domande e muovi il culo!!’
‘MA TU SEI PAZZA!,ti presenti qui conciata in modo cretino, con un supereroe che manco sapevo fosse reale, mi dici che Anja è sulla Stark Tower e…’
Un boato scosse l’edificio, mandandoli tutti a gambe per aria.
Quando si rialzò, o meglio quando Capitan America lo rialzò, sempre in silenzio, Billy sembrava frastornato e… un po’ più collaborativo.
‘Checcavolo… E LASCIAMI!Ok, vengo, vengo!!Ma TU…’, e fissò Gretchen negli occhi con uno sguardo assassino.
‘Dovrai spiegarmi tutto! Dimmi perché ho la sensazione che hai cacciato tua sorella nei guai?!’
Nadjne sospirò.
Quello sarebbe stato un boccone amaro, per Billy.
Molto amaro.
Specialmente ritrovare Anja tramutata in Selene, e insidiata da un mortifero Loki.
Non l’aveva detto a nessuno, ma c’era ANCORA UNA nefasta possibilità, se possibile.
Che Billy non riconoscesse in Selene la sua compagna, che rifiutasse la verità.
QUELL’eventualità sarebbe stata talmente catastrofica che non voleva neppure considerarla.
Una principessa con un arsenale atomico in mano, pazza di dolore, e facilmente malleabile alle orecchie di un Dio degli Inganni….
Non poteva pensare a peggio.
Fece strada a tutti verso il Quinjet, che aveva atterrato sul terrazzo a vista dello Star Lounge.
Un altro boato scosse l’edificio, e fecero fatica rimanere in piedi, specie Billy, che venne preso ancora da Rogers.
‘Cap…Capitano…Grazie!’
‘Fai il tuo dovere, William. Poi ci sarà tempo per i ringraziamenti.’
Quella frase non piaceva, al ragazzo di Hell’s kitchen.
Non gli piaceva tutta quella storia.
E non gli piacque quello che vide all’esterno.
PER NIENTE.
 
Ok, spero mi perdoniate la fiacchezza, ma vi giuro, sono esaurita…
Aggiornerò comunque a breve, questo è un dannato capitolo che non voleva stare in piedi e non ci è riuscito…
Devo solo far arrivare Billy a destinaz…rrronnnfffff

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Capitolo 11
*** Won't you try? ***


In the garden I was playin' to the tart
I kiss your lips and broke your heart
You
You were acting like it was the end of the world!
 
(Until the end of the world- U2)
 
 
Starktower, Manatthan
*
La battaglia infuriava fuori, e Selene era scappata con Iron Man per contenere Loki ancora prima di essere stata dotata di quelle ricetrasmittenti dello S.H.I.E.L.D.
Nonostante tenesse un Loki apparentemente stremato letteralmente sotto il suo tallone, e specialmente sotto il suo Scettro, non si sentiva tranquilla.
Voleva sapere dov'era Nadjne.
Voleva sapere dov'era BILLY!
Avrebbe voluto sapere dov'erano tutti, ma non poteva allontanarsi da lì; lasciato incontrollato, Loki chissà cos'avrebbe causato!
Il sopracitato, abbandonatosi a terra, percepiva il suo nervosismo, ne era certa, e lei non aveva niente per tenerlo fermo in sua assenza: avrebbe dovuto scendere a patti con quella serpe, almeno finchè Stark avrebbe mandato qualcuno.
Perchè Stark avrebbe mandato qualcuno, vero?!?
'Per gli Dèi, Selene, per pietà, rilassati o rischi di far partire un colpo! O di farti partire uno stupido embolo, ora che sei solo una midgardiana!'
La principessa strinse mentalmente i denti, e si impose di non farsi vedere ad afferrare più forte l'impugnatura dello Scettro.
Inutile, quel bastardo aveva occhi e percezioni fuori dal normale; eppure dopo tutti quegli anni, avrebbe dovuto impararlo.
O dimenticarlo.
'Loki...zitto.'
'Sei noiosa, Selene. Continui a ripetere le stesse cose. Anche dopo cento anni!'
Incredibilmente Loki la fissò con un astio adolescenziale, che ben riconosceva, e con uno sguardo eloquente.
'Mi hai fatto un torto', significava, e lo usava spesso e volentieri su Asgard, non solo con lei, ma anche col fratello.
Dannazione, Loki non sarebbe mai cambiato!, avrebbe dovuto schiacciarlo come un serpente ancora durante il suo soggiorno su Asgard!
L'aveva ingannata, sedotta, ancora ingannata, ne aveva provocato l'esilio, tradita, ed era ancora lì, nella posizione sfavorevole, a fare il broncio!
Gliel'avrebbe levato volentieri a sberle!
Loki forse percepì i suoi pensieri sempre più nervosi e quasi alla luce, fattostà che incrociò le braccia, guardandosi attorno, mentre il suo esercito terrorizzava New York, e LUI ERA BLOCCATO!,a perdersi la SUA vittoria.
Perchè vittoria sarebbe stata, doveva solo trovare il modo di liberarsi di Selene, che pareva stata lasciata sola.
Giusto.
Si fidavano di lei; lei aveva un potere praticamente superiore al suo, con o senza un esercito. 
Un potere che, dovevano essersi convinti, poteva giocare a loro favore.
E dunque, a suo sfavore.
'...e non sarebbe stato bello aggiungersi un altro asso nella manica?', gli suggerì la sua mente, tra i mille pensieri vorticosi.
A quel pensiero sorrise, mentre Selene, insospettita, gli piantava più a fondo lo stivale sul petto.
Non le era mai piaciuto il sorriso di Loki.
Non le erano mai piaciuti gli occhi di Loki.
E... 
Sì, le era piaciuto che Loki si prendesse cura di lei. 
Ma aveva imparato a non fidarsi proprio grazie a lui. 
Era diventata diffidente anche nella sua forma midgardiana, profondamente, e questo la portava anche, a volte, a diffidare di Billy.
Ma lo amava, logico.
Questa volta non aveva commesso nessun errore.
Non POTEVANO esserci margini d'errore!
*
'Dovresti spiegarmi una cosa.'
La voce di Loki, ben meno arrogante di prima, la strappò ai suoi pensieri.
'Eh?'
'Eh, ma sentila! Così ti esprimi su Midgard? Hai perso del tutto la tua educazione da principessa?', sbuffò, in un rigurgito d'insolenza, che Selene gli fece passare, facendo brillare lo Scettro e gli occhi contemporaneamente.
'Oh...ok, ho capito. A quanto pare Midgard non è così salutare sul carattere e sulla cultura... Basti vedere come  tornò mio fratello!'
Selene non capiva, non sapeva dell'esilio di Thor e di come Loki avesse preso il potere su Asgard, tentando di ucciderlo, ma non le importava molto. 
Loki iniziava ad infastidirla, e si stava chiedendo se non fosse stata lasciata sola, per caso.
No, di certo Nadjne...
'Allora, vuoi spiegarmi o devo MORIRE senza almeno avere soddisfatto la mia curiosità?', le chiese in tono irritante Loki.
Quando voleva strappare qualche informazione controvoglia, Loki non riusciva mai a farlo con le buone: doveva sempre mettercisi con le cattive! 
Un subdolo rompicoglioni, l'avrebbe definito Gretchen.
Gretchen...
'Cos'è, vuoi giocare al cattivo di 007? Che ti spieghi tutto mentre tu aspetti i rinforzi? Ti è andata male, caro... Il piano è che io e te restiamo qui. COSì. Finchè qualcuno arriverà a prenderti in consegna. E qualcosa mi fa sospettare che sarà il tuo caro fratellino o la mia cara sorellina.'
Loki accennò ad una smorfia, al sentir nominare le sue ceneri negli occhi, ma poi cambiò espressione.
'No... voglio che mi spieghi come puoi avermi sostituito dopo... quello che è successo su Asgard.'
'Sostituito? Non sei mica un'automobile, Loki! Non c'è stato bisogno di sostituire, per il semplice fatto che IL compagno è uno. Tu non lo eri. Punto.'
'Ah sì? E allora parlami del tuo compagno... Lui può condividere il tuo potere, immagino. Insomma...', e fissò Selene negli occhi, diretto, e con astio sputò quasi le ultime parole.
'Che tipo è, accidenti, per aver scavalcato il sottoscritto?!?'
'Di certo non ha mai voluto sottomettere mondi per un malriposto senso di inferiorità, Loki. Già questo basterebbe a mandarti sotto.'
'Oh... E' privo di ambizione. Una persona modesta. Sì... effettivamente potrebbe calzarti. Un tipo privo di ogni ambizione per assecondare le tue. Immagino non ti contraddica mai...'
'Piantala.'
'...non ti controlli, non voglia mai costringerti a qualcosa che non vuoi...'
'Loki, dovresti imparare da lui a stare zitto, per il tuo bene.'
'...beh, mi sembra appropriato. Tuo padre era un grande guerriero, come tua madre, e tu? Tu non sei una combattente come tua madre.'
'PIANTALA, TI HO DETTO!!',e in un moto d'ira lasciò partire un calcio nel suo fianco, sempre tenendolo immobile con il suo scettro. 
'NON parlare più di Billy, o come è vero Dio, io...'
'...ma almeno lo AMI?'
'...'
Selene rimase interdetta, per la fulminea ripresa d'attacco di Loki,e anche per la domanda stupida.
'LOKI...e dopo questo non voglio più sentire un fiato. E' OVVIO CHE IO LO AMI!'
'E lui ama te. Allora perchè sembri ancora abbandonata a tè stessa?'
Loki sganciò la bomba, poi si rilassò di nuovo. 
Sentiva che di lì a poco avrebbe incontrato qualcuno di familiare.
*
Quinjet, sorvolando Manatthan
*
'Mi vuoi spiegare in che storia maledetta mi hai trascinato?!', sbraitò Billy a Gretchen, una volta a bordo del jet, e senza neppure darle tempo di rispondere.
'Perchè sei conciata così!?Chi sono i due tizi usciti da Matrix ai comandi?!Che diavolo ci fai con un eroe da fumetto!?COSA CAVOLO STA SUCCEDENDO A NEW YORK?! E DOV'è TUA SORELLA, SOPRATTUTTO?!'
'Billy...'
'NO,non inventarti scuse, lo sento persino nelle ossa che TU CI SEI DENTRO FINO AL COLLO, in questa storia! Ora vedi di raccontarmi quello che sai o...'
'BILLY!BASTA!!',e...
Lo sollevò?! 
Ok, Gretchen non era esile come Anja, ma non esisteva che l'avesse mai sollevato di peso come fosse un fuscello: era ben sempre quasi un metro e novanta di ragazzo, spesso per scherzare al club usava anzi la testa di Grete come poggiagomito (se l'avesse usato con Anja non avrebbe più avuto una fidanzata), e ora si trovava a dieci cm da terra, sollevato per la giacca di pelle che aveva afferrato al volo prima di uscire in quel caos!
'Billy... ora...ti...calmi...ok?!'
Ogni parole era accompagnata da un colpo, ovvero della sua schiena contro la paratia del velivolo!
Maledizione, o Grete aveva preso steroidi o...
Atterrando dalla presa, Billy si accasciò lentamente contro la parete, gli occhi blu chiarissimo spalancati e trasparenti quasi, per la sorpresa.
'Nadjne... se lo rovini questo non parla più.', la avvisò l'altra rossa in tuta da Matrix 2.0, che abbatteva quei mostri con le armi di bordo come fosse al lancio delle freccette!
'Come... come ti ha chiamato?!'
Nadjne si schiaffò un palmo in faccia,  e fulminò la Romanoff, che desiderò avere una cerniera al posto della bocca.
'Gretchen... sei proprio tu?!'
Nadjne sospirò, e si scambiò uno sguardo con Rogers, che annuì, in risposta. 
'Dovrai spiegarglielo tu. Non c'è più tempo per darlo in mano alla sua principessa.'
'E' quello che temevo...', ringhiò Nadjne, e si accucciò con Billy, levando l'ennesimo sospiro.
'Ora... Io ti spiegherò tutto. Tutto. Tanto dovremo stare un po' in volo, perciò... '
'Ecco, brava, inizia a spiegarmi TUTTO!'
Nadjne strinse i pugni, pensando a quanto facessero schifo i gusti della Principessa in fatto di uomini: non solo Billy, se visto da lontano e sfocato, assomigliava tremendamente a Loki con un taglio di capelli decente, fosse stato solo per gli occhi e la pelle, ma anche di carattere, che lei non conosceva evidentemente bene come la sorella, a volte gli faceva voglia di menare le mani.
Non era la prima volta che si comportava da primadonna egocentrica e in crisi isterica, proprio nel momento del bisogno, ma, per Dio!, questa volta avrebbe fatto il suo dovere, o l'avrebbe buttato personalmente in pasto ai Chitauri.
E pensare che solo fino a due giorni prima si volevano tutti così bene...
*
Starktower
*
Il silenzio snervava sia Loki che Selene, che però non osava fiatare, per non dare all'Ingannatore altro materiale su cui ricamare.
Già l'agitazione sembrava crescerle nel petto, mentre comunque la mascherava, sotto una maschera minacciosa.
Lo Scettro scintillante e gli occhi viola sembravano aver fatto perdere a Loki la voglia di scherzare, conscio che solo un attimo di rabbia in più e Selene l'avrebbe incenerito, e non per scherzo.
E lui voleva rimanere vivo.
Aveva un ultimo scherzetto, da fare, se quella doveva essere la sua ingloriosa fine.
Cosa di cui dubitava, comunque.
*
Quinjet, sorvolando Manatthan...
*
'Scherzi.'
Nadjne aveva spiegato tutto di un fiato, coaudiuvata da Capitan America (per quanto possibile, visto che la loquacità non era il suo forte) e più dalla Romanoff, che ora pensava 3 volte prima di parlare, visto quello che aveva causato con un solo nome sbagliato.
Ed ora Billy...
'IO SPERO che tu stia scherzando, perchè...'
'Perchè sennò?', lo incalzò Capitan America.
'Oh... Mi state solo dicendo, lasciando perdere il resto, che la mia ragazza è alle prese con un alieno o come l'avete chiamato voi, fuori di testa, che l'ha sedotta diciamo uhm.. un centinaio d'anni fa, giusto? Ah sì, perchè oltretutto SEMPRE LA MIA RAGAZZA è una principessa di una stirpe risalente ad un mondo scomparso secoli fa, della quale lei e -indicò Nadjne- TU sareste le uniche superstiti! Non avendo di meglio da fare avete lasciato LEI a fare da balia ad uno psicopatico alieno comandante delle truppe di Man in Black IV perchè lei è l'unica ad AVERE I POTERI necessari per farlo, giusto?!'
'Billy...'
'No, dimmi che è uno scherzo, perchè, ti giuro, è DIVERTENTE!', sbraitò Billy, facendo sobbalzare persino Barton dal posto di comando.
'Billy!,se non ci credi siamo fottuti!'
'Oh, ma io ci credo, sono sempre stato appassionato di favole! QUESTA come si chiama?!Ah, dimenticavo...',e finse di riflettere, con tanto di dito alla bocca e occhi svampiti per aria. 
Spiritati, più che svampiti, pensava la Romanoff, e pensando anche come diavolo doveva apparire tutta la storia a Billy.
Poveraccio.
'LA MIA RAGAZZA non si chiama neanche Anja, giusto?!? Bensì Principessa Selene! Ok, il quadro è a posto! La principessa e lo psicopatico! Ecco qual è il titolo!'
Nadjne si alzò, non sopportandolo più, e incredibilmente la Romanoff si fece avanti, lasciando il suo posto.
'Nat, cosa accidenti fai?!', sbottò Barton, lasciato senza la potenza di fuoco, a destreggiarsi tra i Chitauri.
'Nadjne, prendi tu il mio posto, penso ti divertirai un po', prima di arrivare alla Starktower!', e la veimgardiana saltò prontamente nel seggiolino, con un sobbalzo da parte di Barton. 
'Sai come si usano questi cosi?', chiese lui, sospettoso.
'Tu tenta di farlo andare dritto, ho passato secoli a marinare scuola per giocare con l'X-box!'
Barton avrebbe volentieri pianto, a quella risposta, ma sapeva che Natasha aveva in mente qualcosa, per lasciarla lì; ed incredibilmente Nadjne, prendendo in mano i comandi armati, iniziò ad abbattere a raffica, peggio di un pilota provetto, e con un ghigno sinistro in faccia.
Natasha si accostò, sospirando, al ragazzo, che dopo lo sfogo sembrava tremendamente abbattuto.
'Billy... Tu non mi conosci, ma io so chi sei. Ti ho visto qualche volta.'
'Mm-mh.'
'Ci credi se anche la mia giornata era iniziata in modo totalmente diverso, stamattina?'
'Sì.'
'Beh... io queste cose le ho viste tutte, le ho sentite, e posso assicurarti che Nadjne, o Gretchen, come vuoi chiamarla, non sta mentendo.'
'Che bello...', commentò ironico, il ragazzo, con le labbra tremanti. 
Natasha si soffermò a guardarlo, le labbra e mani tremanti, e lo sguardo a terra. 
Probabilmente se avesse potuto,, si sarebbe messo le mani sulle orecchie, negando l'evidenza.
Effettivamente era strano che non l'avesse fatto. 
E un pensiero lo colpì.
'Scommetto che sei una testa dura. Una persona coraggiosa.'
'Non saranno i complimenti a farmi recedere dalla mia posizione, agente Romanoff.', rispose lui, acido.
Testardo, accidenti.
'Sai cosa succede alle teste dure come noi, quando affrontano qualcosa di inedito? O rimangono nella loro bolla di irrangiugibilità, senza sentimenti, o... cambiano idea. E quando la cambiano, la cambiano del tutto.'
E senza dargli il tempo di replicare, indicò Nadjne, che abbatteva Chitauri come e meglio persino di lei.
'Stamattina lei era solo la nipote rompiscatole di Phil Coulson, Loki solo parole, e aveva una sorella, che preferivo, per carattere. L'avrei uccisa. L'avrei tenuta lontana dall'operazione. Ora siamo in guerra con i Chitauri e Loki ha davvero il suo esercito, Coulson è morto sotto gli occhi delle sue nipoti, perchè LORO SONO LE LORO NIPOTI, e ANCHE quello che ti ha detto finora... e loro si sono rivelate, gradualmente, per quel che sono. Ora...'
'Per favore... Lei ci abituata a queste cose, forse. Io no, e non intendo...'
'Invece sì.', intervenne Capitan America, abbassandosi anche lui, come a circondare il ragazzo, che lo fissò senza paura negli occhi.
La Romanoff si complimentò segretamente con lui.
Un attimo prima era in caduta libera, e ora rivelava un fegataccio; forse non sarebbe stato così difficile.
'Neppure io non ho capito tutto, figliolo... Ma una cosa almeno l'ho capita, e tenterò di mettertela in testa, seppure io non sia portato per questo genere di discorsi...'
'Ma và?!Eppure la sua voce è stata quella che mi ha illuminato di più, finora!', ironizzò Billy, facendo prudere le mani anche a Rogers, che mentalmente lo paragonò ad uno Stark particolarmente giovane e particolarmente irritante.
No.
Ad un Loki particolarmente e morbosamente ironico, ma, da quanto aveva visto, forse in grado di aiutarli, e non di mettere discordia tra loro.
Per ora.
'Ok... Questa te la faccio passare.', sibilò, ma Billy dovette accorgersi che stringeva più forte lo scudo, e si tappò la bocca.
Almeno ragionava più di quei due megalomani messi assieme!
'La faccio breve, e ti conviene crederci! Tutto questo è reale. La tua ragazza è un po' cambiata, ma ti ama, e da quanto ho capito tu la ami. QUESTO è importante. E' importante che tu non ascolti quello che dirà il bastardo intergalattico, perchè ogni sua parola è detta per il tuo male e della tua ragazza. Specialmente il suo. E se voi...se TU cedi, lei cede. Se lei cede, Loki avrà una bomba ad alto potenziale in mano. Se tu cedi, noi cediamo. E se NOI cediamo...'
E lasciò che il silenzio parlasse per lui, trafitto dai proiettili e dalla distruzione di Manhattan. 
Billy stette in silenzio, poi alzò la testa, con un sorriso storto verso Capitan America.
'Devo infilarmi anche io in qualche strano vestito o firmare qualche carta?'
La Romanoff sospirò, Capitan America corrugò la fronte.
'No...'
'Allora sono dei vostri.',e schiacciò un pugno contro l'altro. 
'Quando arriviamo dal bastardo interplanetario?! Ho sempre sognato di prendere a calci in culo un alieno!'
Nadjne si distrasse dai colpi, e si voltò, sorpresa, scontrandosi col ghigno di Billy.
'Pensavo fossi un cagasotto, ad essere sinceri!'
'Ed io ho sempre pensato che tu e tua sorella mi nascondevate qualcosa... E me lo state nascondendo anche ora. Ma ora almeno ho la giustificazione per il vostro gusto assurdo dell'abbigliamento!'
Risero, mentre la verticale della Starktower si delineava all'orizzonte.
'Ci siamo...', mormorò Barton, sudando freddo.
Se il ragazzo avesse esitato sarebbero stati fottuti, a sentire la Guerriera.
A meno chè non avessero fatto fuori la Principessa...
E si girò uno sguardo cupo con la Romanoff, mentre preparava l'aereo ad un atterraggio ad assetto verticale,  sullo spiazzo per elicotteri sopra la Starktower.
'Ok, speriamo che tu ci abbia visto, ora...', mormorò la Romanoff a Nadjne, mentre si apprestavano a scendere.
'Natasha... non sento mia sorella dal decollo...', disse la Guerriera, a denti stretti.
'Sono in stallo.'
*
Starktower
*
'Abbiamo visite!', ghignò Selene, sentendo il jet atterrare, e Loki digrignò i denti, sull'orlo della disperazione, ma anche della rabbia. 
Sentiva una forza simile a quella di Selene e della Guerriera, con gli altri.
Il suo compagno.
La guardò con astio, mentre mormorava qualcosa, troppo basso per essere sentito.
'Cos...'
Selene si abbassò di poco, per sentire, e fu sufficiente.
*
Nadjne entrò per prima nella sala semidistrutta, dove con suo sollievo vide la Principessa tenere Loki sotto controllo, ma...
Dannazione!
Selene si abbassò, e lei vide l'aria muoversi, e capì che stava succedendo qualcosa di simile a quando suo zio era stato ucciso!
Loki!
Loki stava combinando qualcosa!
Provò a trattenere Billy, che stava entrando con lei, ma lui aveva riconosciuto Anja, seppure in quei panni, e si era lanciato avanti, per poi bloccarsi di scatto.
La amava.
Nonostante le sue proteste isteriche, era stato pronto fin dall'inizio a buttarsi in quell'assurda guerra, e più che spaventarlo, dopo il primo racconto, l'avevano rassicurato.
Loro due, lui e Selene assieme (ah sì, aveva anche accettato che quello fosse il suo nome), avrebbero potuto dare un mano in quella battaglia.
Il VERO amore.
Infallibile, unico, insostituibile.
Beh, il suo era lì.
Nelle braccia di un altro, a baciare un altro.
Lo Scettro di Selene, abbandonato a terra, si spense, con orrore di tutti, come i suoi occhi.
*
Selene capì di essere in trappola ancora prima che questa scattasse, lo capì dallo scintillìo negli occhi di Loki, che sparivano piano, ma non potè reagire; nei due secondi che succedettero alla sua consapevolezza, ricordò i fatti di Asgard.
Loki conosceva lo Scettro, e seppur per breve tempo gliel'aveva strappato di mano!
Chissà da quanto, fingendosi tranquillo, stava eludendo le sue difese con le sue arti magiche!
Mentre gli occhi verdi di Loki svanivano, lasciando comunque dietro di essi il loro scintillìo diabolico, fece appena a tempo a sentire Nadjne entrare con...BILLY!
E sentire scattare la trappola.
Era nelle braccia di Loki, che senza perdere tempo, la baciò prepotentemente, e Selene si sentì esattamente come era stata descritta, tutto quel tempo.
Perduta.
Sentì la rabbia di Billy, la soddisfazione di Loki, l'angoscia di Nadjne e, in più, degli Avengers con lei...
Li aveva delusi tutti!
E Billy...
Billy.
Billy si girò, trattenuto da Nadjne, scaraventando da parte anche Capitan America, sorpreso, e non fermato dai due dello S.H.I.E.L.D, ancora sorpresi.
Solo la Romanoff vide lo scintillìo di disperazione, misto a lacrime, negli occhi di Selene.
'Billy...fermati!!E' un trucco!!', urlò Nadjne, mentre Loki si staccava dalla sua ragazza, ridendo.
Selene sembrava ammutolita, una volta per sempre.
'NON dirmi che non ti è piaciuto, Principessa... Anche il tuo Scettro è d'accordo...'
E alzò la voce, mentre la girava e la metteva a mò di scudo davanti a sè, altero.
'LUI non è il tuo compagno. Non è DEGNO.'
Billy tremò, a quelle parole, e si girò, a fronteggiare Loki, tornando sui suoi passi.
'Io...non sono degno?'
E guardò Selene, gli occhi viola vuoti che piangevano lacrime rosso rubino, ancora ammutolita, ma che tendeva una mano verso di lui.
'Billy...no...',bisbigliò, ben sapendo che ormai era troppo tardi.
'Non sono degno di lei?', sussurrò malevolo il ragazzo, fissando Loki, non degnandola di uno sguardo.
'No. Lei è sempre stata mia, non di un semplice umano.'
'MALEDETTO!!', lo insultò Nadjne, facendosi avanti, e venendo fermata dal braccio alzato a mò di sbarra di Billy.
Fronteggiava Loki, occhi spiritati contro occhi folli, maledettamente simili.
'E' vero...non sono degno di lei...'
'BILLY, TI PREGO!',urlò Selene, piegando le ginocchia, con Loki che la tenne su, trionfante, contro di lui.
'Penso...che lei sia degna di te, piuttosto.', sputò il ragazzo, e Loki strinse gli occhi, capendo che il midgardiano insolente l'aveva appena insultato, a suo modo!
'Come osi...!'
'E questo è il famoso Scettro?',chiese Billy, rivolgendosi, senza guardarla, a Nadjne, che sentì nascere una disperata speranza.
'Sì...Billy SOLO TU puoi prenderlo, solo tu puoi...'
'Oh sì...'
E, persino troppo rapido per Loki, Billy si ritrovò a raccoglierlo e a tornare in fronte a lui, che ora teneva Selene come un vero e proprio scudo.
Vedere quel ragazzo midgardiano era come vedere una fotocopia della sua rabbia, della sua anima.
La luce rossa dell'Anima si accese con un bagliore spropositato, che illuminò gli occhi ormai trasparenti di Billy, l'immagine della furia trattenuta e della...
Disperazione?
'Billy, ora...'
'ZITTA!',e con un colpo, mise a terra Nadjne, facendo gemere Selene, e irrigidire Loki.
'Cosa diavolo...'
'Sai, psicopatico alieno, penso che in fondo avessero ragione LORO...- e indicò gli Avengers con lo Scettro, pericoloso come non mai-...e non TU. IO sono il suo compagno. Lo Scettro reagisce a me.'
E sorrise, tra il dolce e il perfido, spostando lo sguardo da Loki, che aveva richiamato il suo scettro, a Selene, libera ma incapace di muovere un passo.
'Vogliamo provarlo?'
 
Ok, nota dell'esaurita mentale.
Ebbene sì, eccoci.
Dopo due capitoli del cavolo, ci siamo.
Loki, Loki, stavolta hai tirato troppo la corda e ti sei trovato uno psicopatico pari tuo, a quanto pare! 
Selene, sei una fessa, non lo capisci che Loki dovevi tenertelo sotto e amen!?
Nadjne... tu ce la metti tutta, ma se i tuoi amici sono cretini, che possiamo farci?!
AVEC PLAISIR, recensite, che dopo i due capitoli di giro di boa, con l'abbandono delle reminescenze di Asgard, sto avendo dubbi atroci, anche dettati dalla mia lunga assenza causa lavoro!Ora prometto aggiornerò più in fretta ma, vi prego, datemi una recensione, perchè sento di essere tornata sui binari familiari ma ho BISOGNO DI VOI!
Un bacio

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Capitolo 12
*** I've heard it all before ***


I don't wanna hear, I don't wanna know
Please don't say you're sorry
I've heard it all before
And I can take care of myself
(Sorry- Madonna)
 
Nadjne si riprese a fatica, dal colpo di energia datole da Billy; era atterrata su un incredulo Capitan America, anche lui sbigottito dalla svolta degli eventi, come il duo dello S.H.I.E.L.D.
Ora era in piedi, con loro, osservando una cosa che on avrebbe pensato mai di vedere in vita sua; Billy, il suo amico, il ragazzo di sua sorella, stava puntando lo Scettro, con un pericoloso sorriso da squilibrato su Selene e...Loki!
Le scintille rabbiose dai suoi occhi verdi stavano ad indicare che anche lui era stato ampiamente ingannato dal piano da lui stesso progettato: usare la delusione di Billy per rendere inattivo lo Scettro e sfuggire alla loro presa; peccato non avesse fatto i conti con Billy stesso, che come uno specchio deformato gli rimandava un'immagine distorta di sè, della propria rabbia e... di un velo di pazzia.
L'ingannatore era finito dentro la sua stessa trappole, un'amara ironia, per lui!
Il colpo che aveva atterrato Nadjne non era stato forte, e ora i due si fronteggiavano, con Selene in mezzo, con un'aria totalmente spaesata.
In dieci secondi il mondo in cui credeva le si era capovolto due volte; prima Loki l'aveva ingannata, a spese di Billy. 
Ed ora Billy lo fronteggiava... 
O LI fronteggiava?
*
Starktower...
*
Thor atterrò sulla terrazza, trasportato da Mijolnir, con la consueta grazia, ma fu sufficiente.
'Loki!!'
Il dio degli Inganni si voltò, distratto parzialmente, e Billy, incredibilmente, si gettò avanti, afferrando la mano di Selene e tirandola via, bruscamente, dalla linea di tiro tra lui e Loki.
'Via!!'
Fu talmente rapido che quasi nessuno, a parte Nadjne e Thor, e ovviamente Loki, videro cosa successe, in quei pochi secondi.
Billy non frenò il suo slancio e cadde addosso a Loki, che quasi perse la presa sul proprio scettro,  con un 'ouffh' soffocato, non potendo evitarlo.
In pieno stomaco!
Come diavolo osava quel midgardiano insolente?!
Dopo quello che gli aveva mostrato non aveva perso la fiducia nella Principessa, e d' un tratto, mentre lottava nel ristretto spazio di manovra, impossibilitato ad usare lo scettro, capì.
Lui non aveva mai avuto fiducia in Selene.
Lui non avrebbe mai sopportato la sua vista con un altro, non le avrebbe concesso spazio.
Billy, purtroppo per lui, non era un debole, e gli confermava quello che Selene gli aveva sempre detto: lui non aveva compreso il significato dell'amare.
Lui VOLEVA Selene, non l'avrebbe amata.
In quei pensieri che lo avevano colpito in un nanosecondo, sentì oltretutto Thor avvicinarsi, esitante, e con una ginocchiata allontanò da sè Billy, che l'aveva momentaneamente steso a terra; non appena il ragazzo fu lontano a sufficienza, lo colpì con l'energia del suo scettro, e, girandosi, rimandò Thor in terrazza, stordito.
Billy, svenuto, crollò ai piedi di...
Selene.
Selene, in piedi, con il suo Scettro, se possibile, ancora più furiosa di prima, e Nadjne con le sue lame; entrambe pronte a scattare.
Alle loro spalle, la Romanoff e Burton tentavano di rianimare il ragazzo, mentre Capitan America cercava il modo per raggiungere Thor.
Rimasero immobili per un secondo, finchè Loki capì che uno scontro era inevitabile; quelle due non stavano cercando di contenerlo: lo stavano per attaccare.
Strinse forte il suo bastone e lo abbassò, lentamente, con un rictus rabbioso e quasi isterico, prima di farsi avanti.
'Tu sia maledetta, Selene...'
'Altrettanto, imbecille viziato!'
E la Principessa, senza perdersi in artificiose mosse di combattimento, scaricò brutalmente la forza del suo Scettro su di lui, che a malapena riuscì a contenere l'onda rossa dell'energia veimgardiana creando una barriera con la propria, aumentandola anche con la forza della magia difensiva.
Dannazione!
Non era possibile, fino a due minuti prima l'aveva in pugno, ed ora sembrava che fosse lei ad avere in pugno lui!
C'era di buono che l'energia dei due scettri, oltre che a devastare la torre di quella lattina a pedali, teneva lontani sia Thor che quell'inutile Capitan America, che tentava di aggirarlo, ed ora doveva ripararsi col suo scudo; l'UNICA buona notizia. 
La cattiva era che non sapeva per quanto avrebbe potuto sopportare, quell'attacco, e a giudicare dagli occhi scintillanti di Selene, ne aveva per un po'... di certo più di lui!
Se quell'energia l'avesse investito, altrochè quel lontano volo ad Asgard... 
Sarebbe morto!
Sarebbe morto il giorno della sua vittoria!
Intanto, Natasha era riuscita a rianimare Billy, che si sganciò dal suo sostegno, e, incredulo e un po' zoppicante, si avvicinò ai combattenti, gli occhi sgranati come un bambino.
Nadjne, lo vide, ma non ci fece caso: si era sbagliata, come tutti, e ora aspettava solo che Selene lasciasse Loki sufficientemente indebolito per sferrare i suoi attacchi, come avevano concordato con lo sguardo, come nelle esercitazioni su Veimgard; non si preoccupò neppure quando, con una mano, si sporse a toccare la Principessa.
*
'Sel...Selene...'
La Principessa si sentì toccare sulla spalla, e con sorpresa di Loki, si girò, ma... 
Senza diminuire la potenza del suo attacco!
'Billy!Stai bene?'
'Cosa... cosa stai facendo?'
Selene capì dal suo sguardo assente, che le stava chiedendo spiegazioni più profonde dell'immediato presente, e gli prese la mano, con rabbia profonda di Loki, che trovò il modo, grazie ad essa, di attingere a magie da lui mai usate, ed avanzare minimante, tuttavia non impensierendo Nadjne, ora raggiunta dalla Romanoff e dalle sue pistole.
'Non credi sia ora di...'
Nadjne teneva le sue lame in posizione d'attacco, sempre tesa, e un sorriso le si aprì in faccia, non distogliendo comunque mai lo sguardo dall'asgardiano.
'Lascia che si prenda la sua paga...', mormorò, con soddisfazione, mentre vedeva Loki arretrare, dopo che il suo attacco magico si era infranto contro l'energia veimgardiana. 
'...Appena sarà indebolito, sarà nostro, sorella.'
'Lo spero...', ringhiò Natasha.
'Ho una nota rossa da cancellare.'
Nadjne pensò d Asgard, e si scambiò uno sguardo maledettamente comprensivo con la spia.
'Anch'io.'
Intanto Selene cercava le parole da dire a Billy; era dannatamente difficile.
Ma la stava tenendo per mano, non era come prima, quando credeva di averlo perso.
Sembrava che fosse lui ad alimentare la forza dello Scettro, tramite lui, se pensava a ciò che aveva fatto, ed accettato.
Non aveva letteralmente parole.
Ma qualcosa voleva dirgli.
'Billy... mi dispiace.'
Billy la fissò, poi allungò l'altra mano, e toccò lo Scettro.
'Questa l'ho già sentita.'
Il suo tono e il ritorno di colore negli occhi.
Lo Scettro diminuì di potenza, quando guardò Selene negli occhi, e lasciò lo Scettro e la sua mano.
'...e non ci credo.'
'Billy che diav...!'
Loki riuscì a portare le posizioni in parità, avanzando fisicamente, non capendo cosa stava succedendo, ma pronto ad approfittarne.
'Credo... credo che abbia provato ad ingannarci tutti, prima.', e indicò Loki, voltandosi.
Nadjne era sempre più tesa, ma gli rifilò un'occhiataccia fulminante.
'Credo che abbia usato te.', aggiunse Billy. 'Anzi, ne sono sicuro. E mi hanno detto perchè abbia una preferenza ad usare te. Vecchi amori, eh?'
'BILLY, DANNAZIONE!', urlò Nadjne, vedendo come il raggio d'azione si allentava, mentre Selene lo guardava esterefatto e non si accorgeva di nulla.
Le sue lance non potevano scalfire lo scudo di energia, poteva solo stare pronta; non poteva fare altro.
Se avesse stordito Billy, Selene non avrebbe resistito a tutti quei colpi, e Loki l'avrebbe sopraffatta facilmente, probabilmente senza dare a lei il tempo di reagire; se avesse attaccato ora, avrebbe solo rischiato la vita inutilmente; poteva solo scongiurare o maledire Billy con gli occhi.
Il quale, continuava a guardare Selene, non freddamente, ma con una sorta di perverso misto di affetto e curiosità.
'Perchè la tua energia cala? Hai avuto la prova che ti amo, e che mi fido di te...'
'Ma ti sembra il momento!?', urlò Selene, stavolta, e la sua energia diminuì ancora, mentre Loki avanzò, con un ghignò.
In conflitto.
Lui adorava queste cose; specie quando andavano ovviamente a suo beneficio e quando le aveva create lui!
'E QUANDO SAREBBE IL MOMENTO, PRINCIPESSA NON-PARLIAMO-DEL-NOSTRO-RAPPORTO?!',urlò Billy, indicandola.
'IO ti ho mostrato cosa posso fare per te... Dannazione, se me lo avessero detto, probabilmente mi sarei buttato dalla torre, credendo che il cemento sarebbe stato morbido! Ma TU...'
Ora l'energia era solo uno scudo per tutti loro, i due dello S.H.I.E.L.D, le due guerriere e Billy, che non distoglieva lo sguardo.
'Tu...COSA saresti disposta a fare?! Cosa sono, solo il tuo caricabatterie, praticamente?!'
E la risata di Loki si levò sopra il rumore delle due energie crepitanti che si scontravano.
'Ahahahaha, è più sveglio di quanto pensassi! Come avevi detto, Selene? Dovresti imparare da lui a stare zitto? Ottima mossa, Principessa!'
Selene si girò e tentò di tenerli al riparo con l'esigua energia che andava consumandosi, sotto i colpi di Loki, le labbra strette, ma...
Billy la prese per un braccio e la costrinse a girarsi, e contemporaneamente agganciò lo Scettro.
'Così gli hai detto?! Se c'è qualcuno che deve dare prova di qualcosa, quella sei TU!'
E, per l'ennesima volta, lo Scettro si spense, con un urlo di Selene e sotto lo sguardo sgomento di tutti; Loki richiamò la sua energia ed avanzò, indisturbato, nella sua bolla di energia difensiva, al riparo dai colpi della Romanoff e di Nadjne.
Billy lo strappò dalle mani di Selene e lo guardò un attimo, prima di gettarlo via.
'Sì...sono proprio il tuo caricabatterie, a quanto pare.', e due lacrime scintillarono negli occhi azzurri.
Loki, a soli due metri, ghignò, e dissolse la bolla difensiva, troppo veloce perchè Nadjne lanciasse le sue lame; lanciò un colpo micidiale con lo scettro e Selene.
Non si mosse.
O meglio, rimase dov'era, pur avendolo visto.
Davanti a Billy.
E furono scaraventati entrambi via, lei investita in pieno, Billy stordito dal colpo, ma neanche lontanamente da quanto era stata colpita Selene.
Loki rise, a quella vittoria, ma si godette il suo trionfo per due secondi, prima che una lama lo raggiungesse alla spalla, e la Romanoff gli sparasse, inutilmente visto il suo scudo di energia riattivato!
'Dannata anche tu!', urlò, e tentò di colpire Nadjne, che afferrò la Romanoff e Barton e fece un considerevole balzo, evitando il colpo e lanciando un'altra lama, a vuoto, che le tornò indietro.
'VAI ALL'INFERNO, LOKI! QUESTA VOLTA NON TE LA FARò PASSARE LISCIA!'
'Loki!,spegni il Tesseract!'
Thor.
Maledizione!
Il dio degli Inganni si rese conto della sua precaria situazione, quando un'idea improvvisa gli venne in mente, attivando gli incantesimi sufficienti, arte millenaria di un altro mondo, per metterla in atto. 
Quando si girò verso il fratello aveva...
Entrambi gli scettri!
Uno puntato verso Nadjne e i due dello S.H.I.E.L.D e uno verso suo fratello!
'Maledizione...', sussurrò Nadjne, quando si accorse che 
La Romanoff era sparita!
'Clint, dov'è Natasha?!', urlò, tentando di trovare rifugio da un colpo che poteva partire in qualsiasi momento.
'Non...è fuggita a raccattare Selene e il suo ragazzo!'
'Proprio adesso?!?'
'Ha detto che l'avrebbe fatto ragionare, con le buone o con le cattive!Non ho capito!'
'Ho capito io...', mormorò Nadjne, sempre all'erta, davanti all'arciere.
'Sarebbe proprio dovuta nascere su Veimgard, quella...', si permise di sorridere, pensando a come la Romanoff si era mostrata intuitiva.
*
Quinjet, un piano sopra
*
'AHIA!!'
'Ancora una parola e ti spezzo il braccio!'
La Romanoff, dopo aver fatto rinvenire Billy, decise di essere stufa di fargli da infermiera, e lo aveva sbattuto sulla paratia, con violenza.
Dopotutto, non era colpa di quel cretino in crisi sentimentale, se erano ridotti così?!
No, era colpa di Loki, ma mettere le mani a Billy le dava una certa soddisfazione simile a quella che immaginava sarebbe stato picchiare Loki di persona!
'COSA.CAZZO.TI.HA.PRESO?!'
'A...agente Romanoff!'
'AVEVI BISOGNO DI PROVE!?ECCOLE LE TUE PROVE!!'
E indicò Selene, che era riuscita a trascinare, ancora inanimata, via dalla battaglia.
'Quel verme ti ha usato come un giocattolo! Per due volte! Cristo, a volte dubito anche io che Selene abbia dei pessimi gusti in fatto di uomini!'
'UN MOMENTO!,IO...',Billy non potè finire la veemente protesta, che la Romanoff lo bloccò alla giugulare, tenendolo fermo col resto del corpo.
E meno male che QUELLA testa rossa era piuttosto bassa, se fosse stata Nadjne sospettava avrebbe sfondato una paratia!
'TU!COSA! D'ORA IN POI TIENITI ALLA LARGA DA QUELLO PSICOPATICO!',e lo lasciò, furiosa, avviandosi verso il luogo di crisi appena abbandonato, per poi fermarsi sul portellone del jet.
'Non vi ho portati via per te. Vi ho portati via per lei. Per loro due.', disse, intendendo le due sorelle.
Billy la guardava, riprendendosi, mentre gli occhi della spia sembravano marchiarlo a fuoco.
'Falla riprendere e chiarisciti, o vattene. Lo dico per il tuo bene. Vattene. O non sarò la sola a volere la tua pelle.', e andandosene, gli arrivarono quelle parole, che gli fecero letteralmente mancare dei battiti del cuore.
'Prega per te che sia viva. E prega per te di capire cosa ha fatto. E COSA HAI FATTO TU.'
'Agente Romanoff...'
E Natasha si fermò, lo sguardo truce e le pistole in mano, esortandolo con gli occhi a non perdere tempo.
Billy deglutì, e guardò Selene, finalmente capendo. 
'Mi...mi ha salvato la vita, vero?'
'Ha messo la sua davanti alla tua. Fatti due conti, egocentrico del cazzo, e scegli cosa fare, finalmente.'
E si voltò di nuovo per andarsene.
'Fai in modo che non si penta di averti scelto.'
 
 
 
Ok, questo capitolo non solo è scritto (MALE) da un'esaurita mentale (coff, coff, ma c'erano dubbi?!) ma anche un po' malandata da beh le cose che ci affliggono durante la vita, e aggiungerei un avvertimento per tutte: non metterti al pc dopo aver ascoltato Madonna per 3 giorni, o potrebbero uscirti manie di protagonismo o deliri simili a quello sopra.
Con quello NON voglio assolutamente togliere nessuno dall'ascolto di Nostra Signora!
Loki sempre furbetto...e i vostri complimenti non sono serviti a Billy.
Sembra proprio di no.
Bacioni e RECENSITE, pena un Loki sbatacchiato da Hulk per tutto il tempo che ci metterete a leggere questo (cough cough) capitolo! 

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Capitolo 13
*** Suffer Well ***


 Just hang on
Suffer well 
Sometimes it's hard
It's hard to tell.
(Suffer Well-Depeche Mode)
 
Rientrata all’ultimo piano della Stark Tower, lo scenario che si presentava davanti a Natasha Romanoff era, per lo meno, apocalittico!
Nadjne lanciava le sue lancie in ogni momento libero, saltando da ogni colpo che Loki tirava con lo Scettro di Selene, non più carico della stessa magia, ma libero di essere tramite e veicolo per l’energia del Tesseract, trasformandolo nel gemello di quello che stava puntando contro Thor, girando lentamente verso di loro.
Corse verso il Capitano, che la protesse con lo scudo da un’altra scarica, mentre Nadjne prendeva Clint praticamente in braccio e si catapultava dall’altra parte della stanza, sempre lanciando l’ultima lama che le era rimasta, essendo l’altra conficcata nella spalla del Dio norreno.
Thor non riusciva ad attaccarlo, visto come lo scettro del fratello era caricato e puntato verso di lui, e sembrava seguire con una vista invisibile i suoi movimenti: se avesse caricato con Mjolnir avrebbe di certo provocato uno scudo da parte di entrambi gli scettri, e conseguenze per i suoi compagni umani…
Tentava di aggirare Loki, ma non ci riusciva, con sua frustrazione!
Selene era sparita, dopo l’ultimo colpo ricevuto, e dubitava fosse stata in grado di combattere; suo fratello, oltretutto, le aveva sottratto il Suo scettro con le sue capacità magiche, ma il fatto che non fosse lì a riprenderselo significava una sola cosa: guai!!
E bello grossi!
I quattro ‘eroi’ si portarono nello stesso angolo della stanza, quando a Thor e Nadjne venne un’idea, o meglio una disperata soluzione.
In fondo non c’era solo Loki, e loro da soli sarebbero stati in grado di fronteggiarlo…o almeno speravano!
‘Natasha, Clint, Steve…Andatevene”,sibilò Nadjne, mettendosi davanti a loro.
“Cosa?!”, proruppe sconvolto Rogers, mentre la Romanoff stava per parlare.
“Vuoi che ti lasciamo sola!? Non riusciamo a contrastarlo neanche in cinque e…”
“Capitano…tu più di tutti dovresti capirmi… Se noi terremo impegnati Loki, i Chitauri non potranno allargare più di tanto il loro campo d’azione; senza il loro comandante dovrete solo contenerli! Io e Thor sappiamo cosa fare…”
“…anch’io.”, si fece sentire una voce familiare alle loro spalle.
Billy.
Camminava verso il centro come se non vi fosse stato un pericoloso semi dio di un altro mondo con una potenza sconosciuta, ad osservarlo, ghignante.
“Oh…bentornato. Sei riuscito a chiarire i malintesi con la tua principessa o l’hai già uccisa?”, lo accolse Loki, ma con un fondo di serietà.
Negli occhi di Billy non vi era né l’incertezza né la folle disperazione di poco prima: vi era un’oscura determinazione, come avesse finalmente digerito la verità, per quando disperata, e avesse anche compreso il modo.
“Stai zitto, Loki. Lei non ha bisogno di te.”
Intanto Nadjne stava spingendo tutti sul Quinjet, convincendoli di andare a contenere l’attacco, come Iron Man stava già facendo, solo soletto!!
“Io non mi fido di quello…”,sibilò la Romanoff, prendendola la mano. “Se ti crea problemi…”
“Non ne creerà.”,la convinse Nadjne, specialmente con gli occhi.
Erano rosso cupo e determinati.
Determinati, dannazione.
Era tempo che qualcuno mostrasse una briciola di sicurezza in quella faccenda.
Rogers si sporsa dal portellone, prendendole una mano, prima di andarsene.
“Se finirà tutto questo… ricordati che devi portarmi per questi nuovi… locali.”
“Promesso, capitano!”,ghignò Nadjne, e si voltò per scendere a combattere, dove lo scontro tra Loki e Billy era ancora a livello verbale, ma sarebbe degenerato, quando si ricordò…
La Principessa.
Dove diavolo era!?
*
“E tu… ti fidi di lei. Dopo tutte le menzogne…”, approfondì Loki, sempre girandogli attorno, con aria pigra, tenuto d’occhio da Thor.
“…che hai raccontato tu.”,concluse Billy, sempre standogli di fronte e seguendolo con gli occhi.
Loki finse uno sbadiglio, non staccando in realtà la mente da quello che stava succedendo.
“Cosa ti ha detto? Ti ama? Il suo passato è stato uno sbaglio? Non intendeva ingannarti?”, si incuriosì svogliatamente Loki, cercando il modo per colpire definitivamente quel midgardiano insolente, ma volendo prima fare a pezzi la sua nuova certezza.
“No… Ha bisogno di me.”,e Billy sembrò quasi sorridere, quando sporse avanti una mano, protendendosi verso l’asgardiano, che incredibilmente, sentì lo Scettro dell’anima fremere, nonostante la sua  rete magica in cui l’aveva avvolto!
“Credo che tu abbia qualcosa di mio, Loki…”,continuò mellifluo ma spietato Billy, mentre Loki non riuscì a trattenere l’arma.
Lo scettro dell’Anima volò in mano a Billy, ed anche i suoi occhi azzurri assunsero una sfumatura violacea, come quelli di Selene.
Si fronteggiarono per un momento, Loki incredulo e pazzo di rabbbia, e Billy deciso a farlo fuori, prima di dirgli una sola, piccola, ultima, cosa.
“Sai, Loki…Non me l’ha neppure detto. Nè di amarmi nè di avere biogno di me. Ma dubito tu possa capire.”
E Loki accusò il colpo, diventando quasi paonazzo dalla rabbia.
Sì, in effetti Billy, dopo le accuse della Romanoff, si era avvicinato alla branda dove aveva steso Selene, senza sensi, e aveva tentato di schiarirsi le idee, pensando agli eventi successi nelle ultime ore, quando…
Lei si era mossa.
Gli aveva preso il polso, ad occhi chiusi, e l’aveva tirato verso di lei.
Con sorpresa Billy l’aveva assecondata, quando, guardando finalmente il volto segnato e ferito della Principessa, non aveva distinto Selene da Anja, ma solo della creatura cui aveva giurato amore, che nella notte cercava il suo abbraccio come rifugio.
E come, tenendola stretta senza di sè, senza chiederle niente perchè non avrebbe ricevuto risposta, si imoediva di addormentarsi, tenendola stretta come ne andasse della sua stessa vita
Aveva sempre dato importanza a quel momento, ma ora assumeva un significato ancora più grande di prima.
Lei l’aveva protetto, e forse aveva protetto entrambi da una verità troppo difficile, e non in ultimo, gli aveva salvato la vita, forse a rischio della sua.
Billy l’aveva abbracciata, fronte conto fronte, notando come Selene si rilassasse persino un po’, al suo contatto, sebbene non si svegliasse.
E aveva deciso.
C’era una cosa che la stava facendo soffrire e l’aveva fatta soffrire, in passato ,e che non avrebbe mai smesso, se l’avesse permesso.
Lui l’avrebbe tolto di mezzo.
Le stampò un bacio sulle labbra ancora inanimate, e cercò un’arma, pensando che poi non ne avrebbe avuto bisogno.
A costo del suo corpo, avrebbe avuto ragione di quello sciacallo che le divorava l’anima.
A quello pensava Billy, mentre Nadjne tornava nella stanza, portando una semi- incosciente Principessa in braccio, dove Billy l’aveva lasciata.
“Billy…”
“Nadjne…riparati.”
E lui e Loki si fronteggiarono, fino ad un punto di non ritorno della tensione.
“Tu credi di sapere cosa stai facendo, come lo credevi anni fa… Ma sarai sconfitto.”
“Ah!! Da TE?!”
“Da me, da lei… non importa.”, minimizzò Billy, indicando il corpo ora quasi in sé di Selene, coperto di lividi e tagli.
“Non t’importa di morire?”, lo stuzzicò Loki, mentre i suoi occhi verdi diventavano indecifrabili pozzi di rabbia.
“No.”
“E credi che lei ne beneficerebbe?”
“Non lo so… Ma non le farebbe bene di certo lasciarla in mano A TE!”,e Billy, come decidendo di farla finita, sparò la sua bordata, che mandò Loki quasi sulla terrazza, impreparato al suo attacco.
Per gli Dèi, se era potente!!
Aveva assorbito l’energia di Selene, o meglio era la stessa, e l’aveva preso in pieno, di sorpresa; si stava ora avvicinando a passi lenti, mentre lui aveva Thor alle sue spalle, che si avvicinava a sua volta.
Doveva pensare in fretta.
MOLTO in fretta!!
Selene si stava snebbiando dal suo colpo, ma dubitava che avrebbe potuto colpirla un’altra volta, il suo compagno stava tenendo lo Scettro su di lui, e Thor velocemente si avvicinava per poterlo mettere in gabbia…
Doveva creare una distrazione a tutti i costi, e farla pagare a loro, per iniziare…
E poi tornare a comandare i maledetti Chitauri!!
Proprio un urlo dal cielo, di quei vermoni disgustosi ma utili di Thanos, gli diede l’ispirazione, ed un sorriso sinistro.
Prima che Billy o Thor si potessero avvicinare, fece scoppiare un colpo che mandò entrambi ai lati opposti della stanza, e quando si rialzarono, fu troppo tardi: con una velocità insospettabile, aveva afferrato Nadjne e l’aveva trascinata a sé, ancora rabbioso per la lancia infilata nella spalla, e in un lampo prese la decisione.
Fu specialmente una cosa a farlo decidere: la paura negli occhi di Selene.
La prese e la scaraventò, con l’aiuto dello Scettro, dal terrazzo della Stark tower, dove neppure Thor, poiché protetta dalla sua energia, potè afferrarla o evitarle la caduta, il tutto mentre Billy, confuso, strabuzzò gli occhi, e lui si girò per un attimo, a fermare la caduta della Guerriera, a mezz’aria, poco più sotto di loro!
Eccola, sospesa nel vuoto, mentre verso di lei avanzava una di quelle orribili astronavi-vermi di Chitauri, incapace di muoversi, con Thor e Iron Man, che , accortosi del fatto, tentava disperatamente di entrare nel campo di energia pura che Loki le aveva creato attorno, mentre Nadjne vedeva sulla dritta, avanzare con immensi devastamenti, verso di lei, il suo orribile, imprevisto, futuro.
Mangiata.
E per colpa di Loki!!
Sicuro di averli distratti, Loki rimise al suo posto anche l’aereo S.H.I.E.L.D che girava su di loro, constringendoli con una manovra di emergenza ad atterrare e combattere a terra, lontani da lui, quando…
Un nuovo colpo lo prese alla schiena, non cogliendolo del tutto impreparato, ma neppure piacevole!
E si girò, inferocito, deciso a farla finita, ma prima, come al solito, voleva che riconoscessero la sua superiorità!!
Lui era un Dio, non un umano o una  principessa ridicola, che…
In quel momento era più che sveglia, e molto, molto incazzata e preoccupata per la sua compagna, tanto che si lanciò avanti e prese lo Scettro dalle mani di Billy, che la lasciò fare, senza mai mollare gli occhi di Loki.
Selene, che fine ad un secondo prima non si sarebbe detta capace di muovere un passo, si sentiva ora finalmente nella completezza del suo ruolo, come anni fa sarebbe dovuto essere, prima di venire esiliata;
incurante delle urla di Stark e Thor, saltò letteralmente nel vuoto, lanciandosi, con il suo Scettro, verso la Guerriera, che trovò la forza, a pochi metri dalla morte, di urlarle di non farlo, di non …
Selene ruppe la bolla di energia, e Thor si precipitò a salvare Nadjne, che aveva tirato la sua ultima lama contro dei Chitauri che minacciavano di schiantarsi contro di lei, nella sua caduta libera, ma specialmente teneva gli occhi verso l’alto; la Principessa stava ancora per finire il suo balzo…
Contro l’astronave biologica!,sulla testa, e con urlo selvaggio, fece ciò che non le aveva mai visto: piantare lo Scettro come un’arma nella corazza, tra il collo e la testa informe della besta, urlando con tutte le sue forze, e farla esplodere! Come una vera Regina Guerriera!
A terra, un mostro verde rallentò l’avanzata del Chitauro con un poderoso pugno, e Iron man lo finì con delle bombe, ma era chiaro che l’energia esplosa internamente era tutta sua, e quando Iron Man le si avvicinò, la vide riprendere fiato.
“Sei ancora troppo debole per questo… Accidenti ragazzina…”
“Stark, si ricorda del venire fulminato?”
“…”
“Nadjne, voi fare contenimento a terra!! Io vado a portare via Billy!! Thor, riportami su!”
E Selene si erse fiera, tra le macerie, come da secoli non lo era, o meglio come non lo era mai stata.
La  degna Regina del suo popolo scomparso.
E voleva la sua vendetta.
Ma più che altro il suo compagno.
“Nadjne…stai bene?”
La domanda la colse di sorpresa, e stette a fissarla, prima di inginocchiarsi e battere la fronte con un pugno.
“Sì… mia Regina!”
*
Loki si avvicinavi a passi lenti, furioso, al midgardiano compagno della principessa, che lo osservava, disarmato, e senza trucchi da richiamare.
“E così… ti hanno abbandonato. Non inizi ad esserne stufo?”
“So cosa sta facendo. E anche se non lo sapessi, mi fiderei.”
“Fiducia… che cosa stupida!”
“Certo… per chi non lo sa, come te… è una cosa assolutamente stupida. Tu non hai fiducia, Loki…”
“No di certo!”
“… Ti fidi solo di tè stesso.”
“Ovviamente.”
“E non ti sei mai chiesto perché sei stato respinto?”
Non vi era ironia nella parole di Billy: era una semplice constatazione, mascherata da domanda.
“IO SAREI CAMBIATO!! IO AVREI…”
“Ed io non ci credo.”, lo rimbeccò una voce, alle sue spalle.
“E io credo che tu morirai…”,sibilò Loki, girandosi e trovandosi Selene, con Thor più indietro, pronta a scaricare la sua potenza su di lui.
“Anzi…”,e una promessa fatta poco tempo prima, gli balenò in testa.
“Credo che prima potrai vedere morire lui!”, e ghignò, mentre il suo scettro puntava contro Billy, quasi sorridendo al vedere il futuro dolore di quella sciagurata, sempre in mezzo ai suoi piani.
Una voce, alle sue spalle, lo sorprese tranquillamente.
“Avanti, allora.”
Billy era fermo, a bracccia incrociate, gli occhi tornati azzurri ma più determinati che mai.
“Fammi vedere. “, e il sguardo saettò a confortare Selene, ora TRATTENUTA da Thor.
“Non ti preoccupare, Principessa…”, sussurrò, facendole incredibilmente un occhiolino.
“So quello che faccio.”
E questa ultima informazione, se ce ne fosse stato bisogno, accese la miccia di Loki, che in un attimo scaricò la sua potenza di fuoco su Billy, ancora con quello sguardo beffardo e serio negli occhi.
L’urlo di Selene fu sovrastato dalla scarica di energia, ma fu ammutolita, quando vide apparire un’espressione sgomenta negli occhi di Loki.
*
Ooook, spero mi perdoniate per questo capitolo di transizione, ma volevo finalmente mettere a fuoco una scena che si era fissata a lungo nella mia testa… Nadjne che viene salvata in quel tentato omicidio spettacolare non da Thor, ma dalla sua Principessa, e l’incompresione, verbale e non, tra Billy e Loki, che non ha ancora capito che l’amore non si prende, come le caramelle!!
Ed ora, alla battaglia di New York!!

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Capitolo 14
*** I'm not looking for absolution ***


Now I'm not looking for absolution
forgivness for  the thing I do
 but before you come to any conclusion
try walking in my shoes
(Depeche Mode)
 
Selene, trattenuta da Thor, si trattenne dall’urlare solo a vedere come i colpi di Loki erano parati da Billy allo stesso modo in cui lei l’aveva spedito fuori dalla finestra; con semplici movimenti delle mani, gli occhi divenuti completamente viola, gli attacchi dell’asgardiano erano completamente vani, così come diceva la sua espressione, tra l’incredulità e la ferocia, mentre aumentava la potenza dei suoi colpi, infuriato, e interveniva anche con la magia!
Billy lo osservò quasi con distacco, mentre parava l’ennesimo colpo, e trattenne la luce blu dell’energia dello scettro di Loki, mentre questo indietreggiava, con una luce nuova negli occhi.
Comprensione.
“Selene, fermalo!”, urlò Thor, lasciandola.
“Thor, non permetterò che distrugga la Terra solo perché è tuo fratello!”,gli rispose allo stesso modo la Principessa, mentre Billy avanzava lentamente verso Loki.
Incredibilmente la risposta gli arrivò da Loki stesso, che non staccava comunque mai gli occhi da Billy, impegnato in un’inquietante balletto di morte, con gli occhi viola senza pupilla.
“Non è mio fratello…”,sussurrò l’asgardiano, ricolmo di ira e disperazione all’inverosimile.
Stava tracciando tutte le rune possibili per difendersi dall’attacco di Billy, che si preannunciava devastante, ma era riuscito comunque a dare la sua immancabile risposta, da almeno un anno midgardiano a parte.
In quella frase, Selene capì gran parte dei perché di Loki, che non riuscivano a tornargli in mente.
In fondo la sua conoscenza di lui era basata a un secolo prima, quando l’aveva respinto, e pensava che tali atteggiamenti fossero cresciuti assieme al suo ego spropositato, in quanto l’essere sempre secondo, non poteva sapere di…
Afferrò la mano di Thor, che sorpreso la lasciò fare, nel cercare di sapere, e, con il suo potere reminescente, vide.
Vide Loki scoprire di essere un…
Un Gigante di ghiaccio.
Abbandonato, sofferente, accolto per pietà e come merce di scambio, o almeno quello era il suo punto di vista; rinnegare la sua famiglia, attaccare il suo mondo e attaccare poi la Terra, solo per urlare in faccia alla sua gente di essere comunque DEGNO.
Le sue inadeguatezze, che aveva scoperto sotto la tela del suo orgoglio immenso, ai tempi di Asgard, avevano trovato fondamento di esistere, come se in un perverso meccanismo, avesse avuto finalmente ciò che desiderava: essere messo in secondo piano, disprezzato, per qualcosa.
Aveva trovato le sue origini, e si era accorto di non volerle, ne era stato inorridita.
E anche lei ne era inorridita, lasciando la mano di Thor, che la sostenne per un attimo.
“Selene!Tutto bene?”
Ciò distrasse un attimo Billy e permise a Loki di riprendere un po’ di terreno, ignaro di quello che stava succedendo.
“N… Thor. Tu lo sapevi. Perché…perché non me l’hai detto?!”
“Cosa?!”
Il principe asgardiano era confuso, o più probabilmente stava mascherando bene la sua disperazione; lui sperava ancora nel riscattare il fratello, mentre Selene aveva visto meglio e più a fondo di lui, libera, se non del tutto almeno di più, da sentimentalismi nostalgici.
Anche lei sentiva una pena profonda per il principe minore, ma era controbilanciata e superata dalla sua rabbia: Loki non era impazzito, stava combinando tutta quella distruzione e sofferenza, e specialmente l’aveva provocata nel suo compagno, per una sorta di bisogno infantile, da moccioso viziato quale l’aveva sempre giudicato!
Per non contare le sue origini…
“Hai sempre saputo che…LOKI ERA UN GIGANTE DI GHIACCIO!! SUO PADRE HA UCCISO MIA MADRE!!”
Loki si girò, ad occhi sgranati, non abituato a certe accuse, e specialmente a sparare certe bordate da una persona come Selene.
“Io…”
“LAUFEY ha ucciso mia madre Velma! Dovevo saperlo fin da subito che tu non sei un Aesir!!”
“IO ho ucciso Laufey!”,replicò Loki, furioso, e con una forza dirompente, derivata dalla rabbia, riuscì a difendersi dall’attacco di Billy, e ad avanzare contro di lei.
“Cosa ti turba, principessa?! Che io faccia parte di quella razza di mostri che ha sterminato la tua gente, o di non averlo indovinato prima?! Cosa ti importa?! Vuoi la tua vendetta? ORA?!”,e le afferrò il polso, attirandola vicino a sé.
“Pensi che mi sia piaciuto scoprirlo?! Pensi che abbia responsabilità?! Credi che dovrei pagare per le azioni del mio defunto genitore?!”
“Lasciala!”,urlarono sia Billy, che non osava colpirlo, per paura di prendere anche Selene, che Thor.
Dopo di chè, un silenzio immobile, tranne il frastuono ovattato della battaglia che stava distruggendo Midgard, cadde sul quartetto, immobilizzato, finchè Selene lo ruppe.
“Credo… credo che tu stia diventando pazzo, Loki.”
“Ottima risposta!”
E incredibilmente, Loki la spinse via, rabbioso, facendola cadere.
“E io credo che tu seguirai il destino della tua gente, principes…”
Fu a quel punto che Loki si accorse del suo errore, dettato dalla rabbia della accusa velata di Selene.
E un colpo potentissimo, seppure parato all’ultimo momento, lo scaraventò sulla terrazza della Stark Tower, dove si aggrappò ad una ringhiera per non cadere nel vuoto, e dove rimase, smarrito, senza più la sua arietta boriosa che fino ad allora aveva assunto.
Thor ne approfittò per spingere Selene a raggiungere Billy, e apprestarsi a raggiungere suo fratello, che si stava rialzando, riassumendo la sua posa orgogliosa.
“Billy… Billy, come stai?!”
“Sto… meglio. Molto meglio.”, le rispose il suo ragazzo, con lo sguardo un po’ confuso, ora che il viola aveva lasciato posto al solito colore acquamarina, negli occhi.
“Sei riuscito a controllare la potenza dell’Anima…”
“Io pensavo fossi tu a controllarla…”
Billy non si era neppure reso conto di quanta potenza aveva emanato, per difendersi dall’attacco presuntuoso di Loki, e nell’essersi reso finalmente reso conto del suo ruolo.
Sul Quinjet gli erano sembrate parole al vento, ma quando aveva sentito quella forza spandersi da lui, renderlo tutt’uno con Selene, gli era venuto tutto naturale.
Incapace di capacitarsene, rese la sua attenzione su altro.
“Tu stai bene?Quel bastardo ti ha fatto male?”
“Sì…sì.”,e Selene si voltò verso Loki, che stava combattendo contro Thor, con un’espressione indecifrabile.
“Non posso dire che sia innocente… ma non vorrei essere in lui, in questo momento.”
“Come facciamo a scendere?”
Billy la riscosse dai suoi pensieri, che rischiavano di divenire troppo penosi nel pensare al terribile segreto che straziava la mente di Loki, già fortemente provata da secoli di segreta erosione e di rifiuti, e che probabilmente aveva ingigantito e deformato il suo essere, specialmente di fronte a quella scoperta.
“Scendere?”
“Al tuo ex ci penserà pure il fratellino!,dobbiamo aiutare Gretchen e gli altri!”
Selene lo guardò un attimo, poi decise che un attimo di tregua era doveroso anche per lei; ne aveva bisogno.
Si abbandonò letteralmente nelle braccia di Billy, come a nascondersi, come quando dormiva, e gli si strinse, mentre la battaglia infuriava attorno a loro.
La sua responsabilità di essere sempre psicologicamente e moralmente all’altezza del suo potere, per non farlo calare, era più stressante di quanto fossero tutti a conoscenza, ma lei era nata e cresciuta per quel momento.
Ciononostante abbracciò Billy, che non si ritrasse o parlò, minimamente, e rimasero un attimo a guardarsi negli occhi, finchè sorrisero nello stesso momento.
“Ora mi ricordo perché ti amo…”
“Io ora ricordo chi amo…”
E si scambiarono un bacio, tra le macerie, per poi sospirare e girarsi.
In quell’istante il Quinjet apparve di fronte alla terrazza, e Selene si illuminò, prendendo Billy per mano.
“ECCO come scendiamo! CORRI!”
“Cos… Cosa vuoi… NON VORRAI BUTTARTI SUL JET, SPERO, SELENEEEE!!”
Le sue proteste furono vanificate dall’imponente strattone di Selene, che correndo, lo tirò con sé in un salto nel vuoto mortale, ma impressionevolmente lungo, mentre urlava, al vuoto, all’apparenza, a Nadjne in realtà.
“GUERRIERA!,apri il portellone!!”
E non si sa come, si trovarono sul portellone, con Rogers e Nadjne che li tenevano, avendoli presi al volo, con Selene che si arrampicò con agilità all’interno, e Billy che si aggrappò come uno scoiattolo al Capitano, con gli occhi ingigantiti.
“Non…non mi molli, eh?!”
“Ne avrei un gran voglia… ma per stavolta ti tiro su!Ri-benvenuto a bordo, figliolo!”
Nadjne, appena recuperata dai compagni, dopo essere planata a terra, aveva insistito nel voler salire, guidata dall’istinto e dalla determinazione della Romanoff di colpire Loki via aria, prima di ridiscendere a difendere il perimetro, e a quanto pare aveva fatto bene.
La Principessa aveva un’aria più incazzata che mai, e con un rapido abbraccio, la lasciò ad aiutare il Capitano a tirare Billy a bordo, che non sembrava particolarmente collaborativo, pur avendo una trentina di piani in cui sfracellarsi sotto il sedere, e corse nella postazione dietro alla Romanoff.
“Natasha…”
“Lo vedo…”
“ATTENTA!!”
Proprio mentre Natasha stava per sparare su Loki, questo si girò e sparò su di loro, anticipandola, provocando l’avaria di uno dei motori.
Billy, appena tirato in salvo, venne appiattito contro una paratia dal Capitano, che scostò in malo modo e non senza fatica, con una bestemmia molto sentita.
“Che cavolo succede, ancora?!”
“Loki ha colpito un motore… TENETEVI FORTE TUTTI!”
“MA  CE LO DARà MAI UN ATTIMO DI PACE, QUELLO PSICOPATICO?!”,urlò il Capitano, che con gli aerei in avaria aveva un brutto rapporto fin dal secolo prima.
“Cap... Se atterriamo vivi giuro che le dedico un dj set anni ’40 per lei e Gretchen! Ora si attacchi e preghi con me!”
“Figliolo, se in questo momento non fossi occupato a tenermi ti avrei già defenestrato!”
“Amo fare parte di questa squadra…”, furono le parole di Billy, prima che il rumore dei motori in avaria sommergesse tutto.
 
Ok,questo è un ennesimo capitolo di transizione, per entrare nella battaglia di N.Y e chiarire, una volta per tutte, che Loki non la vuole, quell’altra matta, e Selene non vuole lo psicopatico (specialmente ora), e che sì, c’è un bel Steve x Nadjne. Ora che abbiamo allontanato i due principi psyco posso pure mostrarlo un po’….
Ed ora scusate ma vado a buttarmi nel ventilatore. Letteralmente, poiché il caldo mi sta fondendo e perché sto capitolo è una schifezzuola lasciata dal gatto.

 

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Capitolo 15
*** Gone ***


You wanted to get somewhere so badly…
You had to lose yourself along the way
(Gone;U2)
 
Nella discesa furibonda del Quinjet, mentre Clint tentava di farlo atterrare in modo da non causare più vittime di quei maledetti mostri, e magari anche salvare la pelle, con Natasha seduta a fianco che teneva in una morsa ferrea Nadjne, Billy era riuscito a trovare un appiglio nelle scalanature delle paratie e aveva bloccato col suo peso Selene, che in compenso stava aggrappata a lui ad occhi chiusi, mentre Steve Rogers tentava di destreggiarsi in qualche modo, appiggliandosi di qua e di là.
“Capitano, trovi un maledetto appiglio!”
“Vi pare stia giocando a scacchi?!”
Quando uno scossone più forte fece tremare imponentemente il velivolo, all’attivazione dei retrorazzi di Clint, che aveva scorto una piazzetta isolata, Cap perse la presa e Billy e Selene, terrorizzati ma impossibilitati a muoversi, lo videro per un attimo schiantarsi contro il portellone, spinto dall’imponente contraccolpo, quando Nadjne, senza parlare, si staccò fulmineamente dalla presa della Romanoff e si lanciò all’indietro, facendo leva sul sedile, sotto gli occhi stupiti di tutti (meno di Clint, che aggiungeva anche quella alla ‘lista di cose da far pagare a Loki’), afferrando Rogers e attaccandosi ad un cavo, prima che il Capitano sbattesse malamente.
Il tutto in mezzo secondo.
“Gret… Nadjne…. Grazie. Mi sono visto…”,e Rogers deglutì, pensando all’impatto.
“Spiaccicato. Morto. Commozione cerebrale. Trauma cranico. Il suo cervello per il Quinjet!”, disse allegramente Nadjne, mentre tra balzi paurosi, Clint tentava di predisporre il velivolo per la discesa tra i detriti, e Selene le urlava contro, da dietro Billy, che si teneva ancora con tutte le sue forze.
“NADJNE!!Dannazione!”
“Scherzavo!Capitano, tieni la mia mano, non vorrei mai ti spiaccicassi quel bel musetto!Adesso ora che un giro per locali mi devi anche un conto aperto al Tribeca Star Lounge!E che minacci con lo scudo Billy ogni volta che mette qualcosa da oche di Upper East side!”
“Maledizione, Gretchen!!”,urlò stavolta Billy, che nell’impeto quasi schiacciò la sua ragazza contro la paratia: ah di certo Selene era protetta dagli impatti, ma non dal soffocamento!
“Billy, zitto o la prossima lancia che perdo te la trovi tra le scapole! Mi hai già rotto le scatole per oggi con i tuoi bla-bla! Tra un attimo potremo morire per una tegola o per i Chitauri, perciò FATTI UNA CAZZO DI RISATA, prima che magari sbagli colpo e ti ammazzi io!”
Billy si ammutolì di colpo, mentre Selene, cercando aria, emerse da sopra il braccio teso, e si accostò al suo orecchio, con un sorriso di chi la sapeva lunga.
“Lasciala stare… E’ innamorata. Potrebbe ammazzarti se non la lasci fare.”
“Stai scherzando?! Della vecchia gloria combatti-nazisti?!”, rispose allo stesso modo Billy, muovendo appena le labbra.
“Vecchio non mi pare … E comunque non fa male a nessuno. Non si metterà a fare sviolinate durante la battaglia.”,e la principessa ghignò, pensando alla sua praticamente sorella, e amica fidata.
“Ci pensa dopo. E’ talmente rapida e veloce che il povero Rogers non capirà neanche cosa gli sia capitato!”
“E’ proprio da Gretchen. Poveraccio…”
Con un ultimo tremendo scossone, atterrarono, mentre Nadjne si sganciò dalla sua posizione di trapezista ma non lasciò la mano di Rogers, per un paio di secondi, salvo poi girarsi, rossa come i suoi capelli, verso la principessa e Billy.
“HO SENTITO TUTTO!”,sbraitò, mentre il portellone si apriva lentamente, e fissò gli occhi rossi su Billy. “Finito tutto questo te la faccio pagare!”
“Pe…perchè io!?”
“Perché a LEI…”,e fulminò anche Selene, che angelicamente resse il suo sguardo, con gli occhio violacei.
“A LEI non posso farla pagare…”, borbottò Nadjne, seguendo Rogers, e seguita dai due agenti S.H.I.E.L.D.
Billy venne spinto fuori da Selene, poiché era rimasto imbambolato, per poi girarsi verso la compagna.
“Tu mi hai trascinato in tutto questo!”
“Ti ci sei messo da solo, caro mio! Ora muoviti!”
Raggiunsero gli agenti S.H.I.E.L.D, che osservavano disperatamente il cielo, attraversato dai mostri, di cui Rogers e Nadjne, con lo scudo e con le lance, stavano già fermando l’avanzata a terra.
La Romanoff guardò significativamente Billy e Selene, che incrociò il suo sguardo, sempre col suo Scettro in mano.
“Può restare solo ad uno di noi due… L’altro resterà indifeso contro quei mostri. Non credo che la potenza di energia dell’Anima, senza essere amplificata dallo Scettro, abbia un vero potere contro quei mostri.”,sospirò Selene.
“Cosa!?”
“Entrambi possiamo usarlo, ma non possiamo muoverci in due…  Saremo troppo goffi e lenti. Lo devi tenere tu, Billy, io sono stata addestrata per la battaglia.”
Billy guardò lo Scettro che gli veniva proteso, ma non lo prese.
“No.”
“Resterai indifeso senza! Prendilo, accidenti! Io mi muovo meglio di te!”
“Appunto… potrai fare più danni.”,e il sorriso di Billy sembrò di nuovo un sogghigno familiare, ma senza malizia.
“In quanto a me… Non sono ancora paraplegico! Se l’Agente Romanoff ha un paio di armi come le sue..”
Natasha si girò, con le pistole in mano, e interrogò di nuovo Selene, con lo sguardo, che sembrava però piuttosto allibita.
“Hai mai tenuto in mano un’arma da fuoco?”
“Sono stato nei Marines per un anno, accidenti!, non ho scudi magici o superpoteri, ma se mi da un fucile ero il migliore del mio corso di artiglieria!”
“Quando diavolo sei stato nei Marines?!”
“LA SMETTETE DI CHIACCHIERARE E DATE UNA PISTOLA AL RAGAZZO?! SE LO ACCOPPANO LA PRINCIPESSINA SI TRAFORMA IN UN NOCCIOLO NUCLEARE FUSO, MI HA DETTO UN UCCELLINO! E IO NON VOGLIO STARE QUA A PARARE I COLPI VERSO DI LUI!”
La Romanoff rientrò di corsa nel Quinjet, mentre Stark scendeva lentamente con i propulsori, l’armatura un po’ rabberciata, e venivano raggiunti da Hulk, che pareva ora più controllabile che nella base.
Uscita, lanciò un paio di pistole a Billy e dei caricatori, che sistemò nelle tasche e mise il colpo in canna, con mosse esperte.
“Ottima decisione.”
Stark si compattò col gruppo, scendendo a terra.
 “Il dio dov’è? Quello con noi, dico. Se manca perché ha spiaccicato il fratello non mi spiace ma senn-”
Un tonfo assordante avvertì i presenti dell’atterraggio di Thor, che dalla faccia non portava buone nuove.
“Lo scudo attorno al Tesseract è imprenetabile. Loki mi è fuggito!”
“Ottimo, davvero ottimo! Thor, ricordami che devo portare il conto di ricostruzione della Stark Tower a tuo padr…”
“STARK!!”,urlarono tutti, esasperati, con Selene che puntava persino il suo scettro.
“Come non detto!”
“Ho un conto aperto con mio fratello, ancora!”, sputò Thor, finalmente ferito nei suoi sentimenti.
Selene lo capiva bene; faceva male, ma avrebbe avuto tempo per curarsi.
“Mettiti in fila…”, borbottò Barton, preparando le frecce.
“E prendi il numero, già che ci sei.”, aggiunse Billy, con un ringhio, esaminando le pistole.
“Va bene, ora gli facciamo il culo, ok?Capitano, a te la mossa!”
Rogers pensò per meno di un secondo, e si allontanò di due passi, sotto gli occhi attenti di Nadjne, pronta a correggere gli errori di strategia come un attendente e un superiore assieme.
In fondo avevano entrambi lo stesso retaggio.
La guerra.
“Barton, ti voglio sul tetto, azioni isolate e riferisci tutto quello che succede. Stark, a te il perimetro, qualsiasi cosa entri o lo bruci o lo rimandi indietro! Thor, tu hai i fulmini, restringi il portale, brucia i bastardi! Io, l’agente Romanoff, Nadjne e Billy faremo contenimento a terra!Hulk…”
E il bestione si girò verso di lui, insospettito.
“Spacca!”
Il ghigno che si dipinse sulla faccia di Hulk ne fece apparire uno simile sulla faccia di tutti, e prontamente si lanciò a staccare pezzi di palazzi e Chitauri a mani nude!
Gli ordini del Capitano sembravano precisi e giusti, e specialmente infondevano speranza in quel chaos.
Nadjne  non aveva mai incontrato nessuno in grado di infonderle così tanta speranza con poche parole. Neppure la Principessa.
Mentre Stark e ‘Legolas’, come Tony aveva chiamato Barton, si fiondarono in volo, Selene protestò.
“Ed io?! Cosa diavolo crede, che mi lascerò mettere da parte?!”
“Tu… quello scettro è troppo potente e prezioso per combattere i Chitauri. Dovrai raggiungere il portale e tentare di distruggere la barriera di energia! Puoi…”
E osservò come Billy lo guardava con freddezza che rasentava la furia.
“…potete farlo?”
“Sì.”
“TU NON VAI DA SOLA LASSù!”
“Billy, mi sei tra i piedi se vieni anche tu! Devi fidarti!”
E Selene lo guardò, con un’espressione tra lo speranzoso e il disperato.
“Fidati, dannazione!”
“Io… “,e Billy mandò giù un boccone amaro, pensando a quando l’aveva protetto. Fidarsi.
Era un cosa quasi impossibile, per lui.
Ma era quasi morta, per la sua fiducia, e poi in fondo, lo sapeva, come lo aveva sempre saputo.
“Vai. Chiudi quel maledetto portale.”
E quando Thor le diede la mano, roteando Mjolnir, la prese un attimo per il braccio.
“Se quello psicopatico alieno viene ad attaccarti…”
“…lo mando da te. Intesi.”,e Selene gli sorrise, per poi sparire un attimo dopo.
Thor la fece atterrare sulla sommità della Stark Tower, per poi ripartire.
 Nonostante il brusco atterraggio, Selene si rialzò subito, non lasciando mai lo Scettro, e rivolgendosi a Thor, che la stava guardando, con uno strano sorriso.
“Che ne pensi?”
“Che Padre aveva veramente il suo piano. E’ più debole di noi, ma è forte di cuore e di animo, il chè lo rende più forte di Loki.”
“Lo so.”, ammise Selene, con un ampio sorriso.
“Vai, figlio di Odino. Ci sarà tempo per queste discussioni.”
“Se incontri Loki…”
“Mi difenderò. E lo ucciderò.”, disse, spietatamente la Principessa.
Ogni traccia di sorriso era svanito dal suo viso, e la voce si era fatta piatta.
La voce di un mondo morto.
Thor rinunciò a discutere, e roteando Mijolnir ripartì, richiamando a sé numerosi fulmini.
Selene esaminò la barriera, e il dottor Selvig, con una strana luce negli occhi, corse verso di lei.
“Non può essere toccato! La barriera che lo protegge è anche ciò che gli dà energia!”
“Allora, energia per energia… Proviamo!”
“No!!”
Selene era una principessa.
Era una guerriera ed era acculturata sui Nove mondi, come si conveniva ad una Reale, aveva studiato molte cose fin dalla tenera età.
La pazienza e la fisica purtroppo non erano tra quelle, vuoi per natura o perché non rientrava nella sua sfera d’interesse.
Il colpo della sua energia venne rimandato indietro, amplificato, e la spedì a sbattere letteralmente contro un muro, perdendo lo scettro, ed ebbe appena il tempo di pensare (‘mioddio tutto il giorno tra i drammi e per una botta ci lascio le penne…’), poi il mondo iniziò a girare e svenne.
Innumerevoli piani più sotto, Nadjne si bloccò, mentre si lanciava a spingere via Billy dal fuoco di uno dei Chitauri, e anche Billy si fermò, venendo colpito da dietro vicino alla scapola, cadendo in avanti senza poter fermare la caduta ed il contraccolpo, lanciando un urlo di dolore e frustrazione.
Nadjne aveva sentito, lui aveva sentito.
E a pochi metri da loro era atterrato lo Scettro, luminoso di luce rossa assassina come se posseduto di vita propria.
Nadjne si riscosse e atterrò i mostri che avanzavano, con l’aiuto della Romanoff, mentre il Capitano tentava di tirare su Billy, che ringhiava di dolore, ma non emise un fiato.
“Accidenti… è una brutta botta! Riesci a sollevare il braccio?”
“S…sì. Fa…fa male ma…sì.”
“Non dovrebbe aver colpito nessuno dei fasci di nervi compromettenti. Dovrai stringere i denti, figliolo.”
“Mi creda, Cap… li sto stringendo più di quel che crede!”,e, svicolandosi dalla presa del supersoldato, raccolse lo Scettro, lasciando le pistole.
“Nadjne…”
“E’ viva. E’ solo stordita.”
“E’ stato…?”
“No. Ha sbattuto la testa per la spinta della barriera del Tesseract.”
Puntò lo Scettro, con il solo braccio destro, contro i Chitauri che avanzavano.
“Andate indietro a difendere il perimetro. A questi ci penso io.”, e i suoi occhi si fecero viola, mentre lo scettro aumentava la luce.
“Farò piazza pulita il più possibile per agevolarvi il lavoro, e poi troverò il modo per saltare sulla Stark Tower. A costo di chiedere un passaggio a quella ferraglia sbruffona!”, ringhiò.
Nadjne spinse indietro il Capitano e la Romanoff, mentre la luce dell’Anima  saliva fino a coprire il secondo piano dei palazzi della strada.
Billy non era decisamente in sé, e avrebbe giurato che stavolta non gli sarebbe passata così facilmente.
*
Era ancora ad Asgard.
Era su Midsgard, e stavano distruggendo il suo mondo.
Non aveva fermato niente.
Se avesse potuto fare qualcosa, l’avrebbe dovuto fare prima, non ora.
Era troppo tardi.
E non aveva imparato ancora niente.
I sacrifici sarebbero stati invani e tardivi, anche se avesse voluto.
Ed aveva cercato quello che voleva con così tanta forza che aveva perso di vista il suo obiettivo.
Non aveva ancora imparato niente.
*
Asgard, cento anni prima
*
La biblioteca era fresca, e arrivavano ovattate le urla dei guerrieri, fuori.
Ogni tanto anche Selene, per dovere di allenamento, si univa a loro, ma lottava sempre solo con Nadjne o al massimo con Sif.
Thor non aveva mai voluto combattere con lei, e sebbene non avesse insistito, Selene si era sentita umiliata.
Aveva paura di farle male, e probabilmente era vero che sarebbe uscita sconfitta in poco tempo, ma il rifiuto era una cosa che lei, dannata orgogliosa, non contemplava.
Nadjne era l’unica a colpirla con ferocia come su Veimgard, ma era un allenamento quasi inutile; le sue mosse erano prevedibili, fin da quando erano bambine combattevano assieme, e gli schemi provati all’infinito, che all’inizio avevano lasciato la piccola principessa dolorante, funzionavano ed avrebbero funzionato per sempre come un meccanismo ben oliato.
Anni prima avevano raggiunto un punto di fissione, nella quale si muovevano come fossero solo una persona, e sua madre l’aveva incoronata ufficialmente erede e aveva proclamato Nadjne la Guerriera di Veimgard.
Avevano sì e no 13 anni.
Ora ne avevano 18 circa, Nadjne uno di più, e sebbene si fossero differenziate, specie col loro esilio, formavano ancora una persona.
Con una piccola differenza.
Ormai la Guerriera la lasciava in pace in biblioteca, constatato nei suoi frequenti giri, che Loki non era un pericolo, anzi era apparentemente scocciato dall’avere la Principessa trai suoi amati libri.
Grosso errore.
Mentre Selene stava per versarsi un sorso d’acqua, Loki parlò, senza alzare gli occhi dal suo libro.
“Sei pronta per la festa?”
“Cosa?”
“La festa. La festa qua a Palazzo.”,e senza alzare gli occhi, Loki storse la bocca.
Lui odiava quelle occasioni mondane, nelle quali si evidenziava, come disegnata da un pennello nero, l’ombra che Thor gettava sul fratello.
Odiava i sorrisi di circostanza, le alleanza tra famiglie, i delegati stranieri, le dame di Asgard che attorniavano Thor come dovesse morire da un momento all’altro, vestite in modo da fare colpo.
La furbizia di alcuni padri di famiglia che presentavano persino ragazze non ancora in età di marito, incapaci di proferire parole, a Thor ma anche a lui.
E che puntualmente si ritrovava con qualcuna di esse ad annoiarla, non potendo parlare di magia con nessun’altro.
“Una festa.  Mi sembra troppo presto per la Festa delle Messi.”, riflettè a voce alta Selene, tornando alla sua postazione. Ormai, grazie al suo acculturamento, sapeva tutti degli usi e costumi di Asgard.
“Padre ha deciso una festa per voi. Immagino sia il segno che resterete qua a lungo.”, grugnì Loki, in apparenza infastidito e acido.
“Non poteva convocarci e dircelo?”
“Tu sei una Reale. Non può esibire la sua saggezza se non in modo fastoso.”, rispose Loki, stavolta veramente inacidito, dagli stupidi obblighi di Palazzo.
Sapeva che anche Odino non avrebbe fatto niente del genere, se non vi fosse stato costretto, sia dall’esigenza di informare le militanze nobiliari che dall’etichetta e specialmente da sua madre Frigg, che rispettava l’etichetta severamente, motivo per cui Loki non era mai riuscito a sfuggire a nessuna di quelle feste.
“Mezzo regno si chiede chi siete, il verdetto sulla vostra permanenza è ad un paio di settimane… Non ti sembra logico che Padre voglia dissipare dei dubbi? Vi sono anche illazioni sulla guerra di secoli fa che Asgard ebbe con Veimgard, e dubbi sull’effettiva fine del vostro mondo…”, sibilò Loki, con voce soave.
Selene lo guardò freddamente, senza parlare, lasciando che gli occhi violacei lasciassero intendere la risposta.
“NON sto chiedendo di essere sbattuto contro un muro, o potente Principessa…”,la prese in giro Loki, ma con un fondo di serietà.” E poi dovrete prepararvi. Avrete un sacco di domande a cui rispondere. Sarete monitorate per tutta la sera. Nessuno dei vostri gesti sfuggirà agli occhi attenti. Per non parlare delle proposte di matrimonio.”, finì, con una mezza risata nella voce.
“Che diavolo dici?”
“Fffff, Selene, a volte mi chiedo se sei davvero un essere capace di intendere.  Il vostro pianeta è distrutto ma tu sei una Reale. Il tuo potere è ancora con te. Non sai quanti VENDEREBBERO il proprio figlio o la propria famiglia e felicità, per incrociare il loro sangue col tuo.”
“Allora non sanno che non possono farlo.”
“No. Pensa che vi sono illazioni persino su un eventuale matrimonio tra la casa reale di Asgard e quella di Veimgard, o quello che ne resta.”,sorrise Loki.
“Mi sembra una cretinata.”,borbottò la principessa, tornando al suo libro. “In quanto all’essere osservata, ho osservato le vostre usanze, e devo dire che sono meno raffinate di Veimgard; ed io sono una principessa, non è la prima festa a cui partecipo, sebbene questa mi sembri la più stupida. Ma se è il volere di tuo padre…”
“Il volere di Padre è l’unico da non rispettare.”,e Loki si alzò, portando con sé il volume.
“Dove vai?”
“Vado ad aiutare Madre nei preparativi. Sono il suo bambolotto per una settimana. Vedi di non suicidarti in mia assenza.”
“Per gli Dèi, ecco qualcosa di buono di questa festa!”, rise Selene, e Loki sbattè il pesante portone, con l’aria offesa, ma con un sorriso a falcetto, a porte chiuse.
*
Una settimana dopo, poco prima della festa, una divertita Nadjne, in abito rosso sanguigno ingentilito da pizzi e organza rosa antico e sabbia, svasato alla fine,senza maniche ma fastidiosamente lungo per i suoi gusti, osservava una stizzita Selene alle prese con le ancelle di palazzo.
“Ahiiiii, accidenti!! Vuoi strapparmi i capelli?!”
“Mi scusi, Principessa…”, sussurrò la giovane ancella, che aveva appena finito di truccarla (poco, su minaccia della Principessa di non farla sembrare un’attrazione o una giullare) e profumarla.
Era ora intimorita dalla bellissima cascata di argento, lunga quasi fino alle gambe, della giovane Principessa, che aveva lavato poco prima, e aveva tirato con troppa forza i capelli.
“Lasciala stare, Selene… la poverina è agitata, l’hai minacciata di tutto durante questa interminabile toeletta!”
“Non volevo uscirne come te!”,ironizzò la Principessa, osservando il trucco pesante della Guerriera, incapace di distinguere un pigmento dall’altro e perciò di rifiutare alcunchè, ma che stranamente si smorzava sul suo viso dai lineamenti duri, esaltandone invece la grazia di solito nascosta nella pelle bronzea.
“Dai, faccio io o non arriveremo mai puntuali…”, sospirò Nadjne,  osservando il viso quasi a nudo ed esile della Principessa, per la prima volta, dal suo arrivo, incorniciato dalle morbide onde dei suoi capelli, sempre trattenuti.
Prese a spazzolarle i capelli, come da ragazze su Veimgard, ed in due minuti aveva finito la sua toeletta.
“Là! Solo io conosco la massa di serpi che possono diventare i tuoi capelli, se lasciati incolti!”
“Divertente…”, mugugnò Selene, avvicinandosi ad un oggetto.
Uno dei pochi che aveva portato dal loro mondo morto.
La sua tiara di Principessa… Assieme alla corona di sua madre, che non avrebbe mai indossato.
Sostò davanti allo specchio, nel sontuoso abito bianco ornato di balze e organza lilla, con bustino a cuore e strascico imponente, che Frigg le aveva fatto recapitare, con i pochi gioielli che aveva deciso di indossare.
“E’ un atto di presunzione mettere una corona di Principessa in un altro mondo, specialmente se ospite?”
“E’ un atto di irrispetto per la nostra gente e verso le nostre madri, che sono cadute per dare a noi altra vita.”, la riprese gelidamente la Guerriera. E presale dalle mani la tiara a tre punte, sormontata da pietre viola, la pose essa stessa sulla testa della Principessa, senza accorgersene delle lacrime che brillavano nei suoi occhi.
Selene teneva la testa bassa, come alla sua incoronazione,  per non mostrare come le sue parole l’avevano ferita, ma si riprese in fretta.
“Va bene?”
La Guerriera sostò un attimo ad osservarla, poi le stampo’ un bacio sulla guancia, commossa anch’essa anche se da altro.
“Sei bellissima. Come su Veimgard.”
Raccolse le vesti e si avviò fuori dalla stanza, sapendo come la Principessa volesse restare sola, prima di una festa o di una cerimonia.
Quando chiuse la porta vi si appoggiò con tutto il peso e sospirò, con un brutto presentimento.
I mesi passati su Asgard, l’esilio, la fuga, la Guerra, e il peso della loro popolazione sulle sue fragili spalle, avevano fortificato la Principessa, che non sembrava più la ragazza che conosceva.
Anche nell’aspetto.
Selene era sbocciata su Asgard.
E questo avrebbe potuto significare brutte cose.
*
Il loro ingresso non fu certo accompagnato da discrezione; in questo Selene aveva avuto ragione.
Gli Asgardiani erano certo più passionali e meno formali della rigidità Veimgardiana che aveva conosciuto, e in poche ore, tra il pranzo, in cui aveva cortesemente parlato il necessario e non più con Odino e Frigg, e qualche anziano di Asgard, era stata soprannominata la Principessa di Ghiaccio ed erano corse in fretta voci sul suo spropositato orgoglio.
Nadjne invece, in barba ai suoi brutti presentimenti, si stava divertendo a lasciarsi andare con i suoi nuovi amici, scommettendo e perdendo ripetutamente con Thor quando Volstagg sarebbe stato pieno di birra, condividendo con Sif l’imbarazzo di dover portare vesti femminili e persino lunghe!
Quando si fece notte, il Padre degli Dei trasferì la festa in giardino, dove dei musicanti, grazie alle abbondanti libagioni, crearono un’atmosfera più che allegra, e dove Nadjne potè ballare, con disperazione di Frigg nell’osservare le sue vesti andare speditamente alla malora, tra un inciampo e l’altro di Thor, Fandrall e persino di Volstagg e Hogun, per non parlare di un ballo con Sif, dove le due, inebriate dalla birra abbondante, ridevano come due matte.
I due reali erano comunque complessivamente soddisfatti, a parte le voci su Selene, che sarebbero stati sicuri, sarebbero state presto tacitate, magari con un matrimonio nobiliare con un asgardiano.
La Principessa aveva tutte le ragioni dei Nove mondi per essere educatamente scocciata dall’invadenza dei giovani asgardiani, Fandrall compreso, che pendeva tra le due dame veimgardiane non sapendo dove fissare la bussola, a suo modo di vedere grezzi e troppo diretti.
Loki non si sbagliava: aveva ricevuto più complimenti e proposte di matrimonio che in una vita.
E lei di certo non era dell’umore adatto né per la convenienza né per sposarsi; quell’atmosfera le metteva malinconia, e la mascherava con una freddezza inopportuna.
Se il suo fisico dimostrava la sua età da marito, la sua anima aveva ancora bisogno di crescere, provata com’era dagli ultimi avvenimenti.
Ciònonostante, le luci, la musica, la gente sempre più allegra, i reali sul trono, le ricordavano le feste su Veimgard, e sebbene non fossero proprio un’allegria per lei, costretta a troppi obblighi, era sempre una parte del suo mondo scomparso per sempre.
Quando non ne potè più, al culmine e quasi alla fine della festa, letteralmente assediata da giovani pretendenti nobili e guerrieri, dalle loro imprese e dai loro lignaggi, chiese al Padre degli Dei il permesso di ritirarsi brevemente, adducendo ad un mal di capo a causa dell’idromele.
Odino, scambiatosi uno sguardo eloquente con Frigg, la lasciò andare, ma la Principessa non rientrò in camera.
Si mise su un balcone, attorniata da fiori, abbastanza per nasconderla, adiacente alla sala del trono, ad osservare Nadjne divertirsi.
Nadjne si sarebbe trovata bene su Asgard.
Avrebbe dovuto modificare i suoi comportamenti per il bene di entrambe.
“Sì, dovresti imparare.”, disse una voce, dalla sala interna, seguita da un’ombra.
Loki.
“Mi hai letto ancora nel pensiero, serpe?”
“Selene…Principessa…”,e Loki accennò ad un inchino beffardo.
“Non è necessario leggerli. Si è capito dalla festa che dovresti imparare qualcosa in più. Ma qualcosa in te è duro come la pietra e non vuole né riesce a farlo.Ti ho osservata tutta la sera.”, aggiunse Loki, con tono sornione.
“Io non ti ho visto.”
“E’ facile non essere visti, quando si è nell’ombra… E ormai l’ombra non è il mio stile di vita. Ora sono io che la cerco, e mi ci ammanto. E’ utile a volte.”, sussurrò Loki, osservando con astio Thor che ballava con Nadjne.
“La tua Guerriera sembra divertirsi. Un matrimonio forse ci sarà.”, disse, leggermente.
“Anche se scommetto che Padre e specialmente Madre avrebbero preferito fosse con te. Prevedibili.”
“Nadjne si sta divertendo. E’ nella sua natura.”
“E non nella tua.”
“Non stasera.”
“Perché mai? Le migliori famiglia di Asgard ti hanno offerto le loro primizie, Odino stesso spera in una tua unione reale. Questa festa è per te e tu l’hai abbandonata.”, la accusò Loki, sventagliando un braccio a indicare il giardino.
“Senti chi parla!”
“Ho fatto quello che si aspettava da me.”,sibilò Loki, in risposta. “Diventare ombra. Non dare fastidio. A te questo non è chiesto. Tu DEVI splendere, per loro!”
Selene sospirò e si voltò di nuovo verso la festa.
“Non posso splendere a comando. Questa festa… mi ricorda casa.”
“E tu l’hai abbandonata. Non potevi ballare con qualcuno dei baldi guerrieri valorosi a tua disposizione?”
“Ne parli come se fossero prostitute.”
“Lo sono.”,e gli occhi di Loki scintillarono come gemme, nel chiarore delle lampade della festa, con un luccichio pericoloso.
“Balla con me, se ti fa piacere. Almeno non avrai buttato il tuo prezioso tempo.”
“Tu?!”
“Non sai ballare?!”, la stuzzicò Loki, divertito. “Ah, giusto, su Veimgard questa cosa è proibita alle Reali, se non solo il ballo di matrimonio.”
“Io…”,iniziò Selene, e poi decise di confessarlo. “Sì, solo il ballo di Matrimonio è concesso, ma io ho sempre ballato, in segreto da Madre. Sia io che Nadjne. Approfittavamo di momenti dedicati alla lotta.”,e sorrise, ricordando i primi tomboloni e le corse a coprirsi di fango per mostrare alle loro madri il loro impegno.
“Beh… io non voglio sposarti. Altrimenti avrei fatto la coda come Fandrall. Ma trovo un orribile spreco questa musica non ballata. Midgardiana, oltretutto.”
“Schubert. Solo i midgardiani sanno creare armonie così sublimi, pur essendo un popolo così semplice.”,sorrise Selene, finalmente rilassandosi e non trovandosi su un territorio scivoloso.
Loki non sembrava ostile; sembrava realmente stanco, e la sua confessione di prima ne era una prova. Mai le aveva parlato così, peraltro di una sua debolezza.
“La musica midgardiana era in tuo onore, prima che scivolassi via. Ti ho vista leggere molto di essa.”
Selene sembrò colpita dall’attenzione che aveva posto Loki nel preparare il tutto, e fu quello che la convinse.
“Va bene. E’ un delitto non ballare questa magnificenza.”
Loki si inchinò formalmente, come almeno trecento guerrieri prima di lui, scintillante nella sua veste nera con ricami verdi.
“Principessa Selene… Accetta di ballare assieme a me?”
“Principe Loki…”,e Selene accennò un inchino con la gonna.
“Molto volentieri.”
E ridendo, presero a ballare.
Ballarono quella e altre sinfonie, e girarono in tondo a lungo, e lentamente.
Girarono a lungo, e lentamente, i passi perfetti senza sforzo; Loki era un eccellente ballerino e sapeva condurre magnificamente.
Girarono a lungo e lentamente, e parlarono anche, di magia e di differenze tra i loro mondi, sul regnare e sulle loro idee personali diverse dai reali che li avevano preceduti.
Girarono a lungo e lentamente, e finalmente si fermarono.
Quando si fermarono, inchinandosi di nuovo uno di fronte all’altra, furono insospettiti dal silenzio, e si affacciarono sul balcone.
Il popolo di Asgard, compresi Odino e Frigga, li applaudirono, e Selene scomparve subito nella sala, avvampando.
Girarono a lungo e lentamente, ma Nadjne, Thor, Sif ed i guerrieri non applaudirono.
*
Raggiunta la principessa, Loki rimase in silenzio, finchè questa sollevò la testa e se ne andò, ancora con del rossore sulle guance.
“Vado in camera mia. Ringrazia i tuoi genitori per la splendida festa.”
“Grazie a te del ballo.”
“Vorrei non ci fosse mai stato.”
“Ti vergogni di essere stata vista con me?”, sussurrò Loki, con qualcosa più che la rabbia a morderlo. Delusione.
“No. Mi vergogno di essermi lasciata andare. Non dovevo comportarmi così.”,e Selene si lasciò sfuggire una lacrima, avviandosi, ma venendo fermata da Loki.
“Selene… Il tuo mondo non c’è più. Tu sei LIBERA.”,e la sua stretta sulle spalle diventò quasi feroce.
“Puoi fare ciò che vuoi.”
Selene sorrise, amaramente.
“Non è vero. Ma ci sono cose che non sai.”,e si girò, avviandosi.
“Ti accompagno.”
“No.”
“Abbiamo ballato!,non ho provato a baciarti né ad offrire la mia mano, posso almeno accompagnarti?! E’ un delitto non approfittare della compagnia rara di una voce amica.”
Selene non disse niente, e Loki reindirizzò il suo discorso su altre cose.
Come sulla magia.
Non sapendo di firmare la sua condanna, fino a poche ore prima inaspettata, Selene chiese a Loki se poteva procurargli un particolare libro sulla magia asgardiana.
Sulla porta della camera, Loki assentì.
“Lo avrai in brevissimo tempo.”,e sorrise.
Poi fece una cosa che tormentò a lungo i pensieri della povera Selene.
La fissò, con i suoi occhi verde giada, non mancando di far notare che aveva osservato a lungo la sua avvenenza e la sua intelligenza, e si chinò a prenderle la mano per stamparle sopra un bacio.
“Grazie della serata. Buonanotte Principessa.”
“Buonanotte, Principe Loki.”, sussurrò Selene, incapace di dire altro.
Senza dire altro, Loki si voltò e se ne andò.
*
Starktower, Manatthan,2012
*
Riprendendosi molto lentamente, Selene si disse più volte, i pensieri sconnessi, che QUELLO sarebbe stato il tempo.
L’avrebbe fermato.
A costo della sua felicità.
Avrebbe fermato la sua furia.
Si sarebbe adattata.
Ma non aveva ancora imparato niente.
“No. Non hai imparato ancora niente.”, si fece sentire una voce, e dei passi sulla ghiaia.
Selene svenne di nuovo.
Avrebbe preferito svenire per sempre.
 
Ok, il capitolo è lungo, ho avuto modo di svilupparlo su un portatile del cavolo senza connessione e spero mi perdoniate.
Uhm so che è una sega meravigliosa, che è ridondante e salta di palo in frasca, ma vi chiedo qualche recensioncina. Anche negative, ne ho già ricevute, non preoccupatevi!
Sono molto preoccupata per la continuità
Ps: in questo capitolo vi sono due citazioni: una salta subito all’occhio, ma una è riservata a lettori accaniti de ‘La torre nera’ di Stephen King.
E ormai praticamente l’ho svelata.
Vado rifugiarmi nella botola antinucleare

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Capitolo 16
*** Never again ***


NEVER AGAIN
IS WHAT YOU SWORE
THE TIME BEFORE
(Depeche Mode; Policy of truth)
 
“Non hai ancora imparato niente…”, ripetè Loki, avvicinandosi ad un’incosciente Selene.
Finalmente battuta, sola, alla sua mercè.
Non era stato lui, ma non gliene importava più niente: era il Dio dell’Inganno, non della Giustizia, Onore, e altre ridondanti parole di cui si adornava Thor.
I Chitauri stavano distruggendo New York, ed il mondo avrebbe capito chi avrebbe dovuto acclamare come suo re.
Inginocchiarsi al suo cospetto, rimettersi al loro stato naturale; avevano un sacco da dire, vuoti proclami retorici, come quel vecchio uomo a Stoccarda, ma anche loro mettevano in campo dèi e uomini più eccezionali del normale per poterlo sconfiggere.
Dopo quella devastante battaglia, avrebbe mostrato loro come anche una dittatura, un trono conquistato con la forza, potesse essere benevola, governare per il loro bene.
Midgardiani; una razza creata solo per essere governata, lo dimostrava nelle sue frequenti guerre e sconvolgimenti; persino il loro pianeta non ne poteva più di loro.
Bastava vedere come, in pochi anni, anche una principessa reale come Selene, quasi regina di un mondo più avanzato, era cambiata.
Nettamente in peggio.
Era stata sconfitta in più modi proprio lei, che un tempo non si lasciava neppure sopravanzare a parole, e solo nei suoi sciocchi e testardi tentativi di tenergli testa, in un modo o nell’altro,  con i suoi nuovi amici, con la Guerriera, con il suo Compagno, riconosceva la tenacia e la freddezza della glaciale principessa di Veimgard che non era riuscito a conquistare, nonostante tutto.
Mai. Neanche ora.
Era stata un’altra cocente delusione, ripetutasi più volte.
Se lei non avesse imparato, lui aveva imparato, oh sì.
La sollevò, quasi cullandola dolcemente.
Il sole splendeva, e nonostante il suo appellativo oscuro, lui bramava la luce del sole.
Era perfetto.
Anzi…
Mancava un piccolo particolare per rendere tutto perfetto.
E, chiudendo gli occhi, con un leggero flusso di magia, iniziò a svegliare Selene.
Aveva giusto pochissimo tempo per godersi quei momenti.
Ma in fondo era ciò a cui era stato abituato, e che lo rendeva un abile stratega.
Non era legato da vincoli, se non da Thanos.
Non era MAI stato legato da vincoli od obblighi, e a lungo andare questa si era rivelata più una forza che una debolezza.
Si godeva il momento, appieno, non incatenava ciò che lo appagava dietro scuse o trincee di onore e fanfaronate simili.
Mentre Selene muoveva le labbra, e le sue palpebre tremolavano, Loki la portò ancora più al sole.
Vicino al bordo, sempre cullandola, dolcemente.
“Canta per me, Selene…”, sussurrò al suo orecchio, mentre questa si svegliava, e incredibilmente, con voce rotta, mentre sbatteva gli occhi viola nel sole, capaci di mandare riflessi ovunque, accennò una melodia, triste ma non funerea, come un automa rotto.
Words are very unnecessary
They could only do harms…
“Oh, hai ragione…”, sussurrò Loki, sentendosi ormai vicino alla fine  di quella stupida storia, sicuramente colpa ancora una volta di Odino e dei suoi stupidi piani.
“Le parole possono fare male… Ma non dire mai più che non sono necessarie…”
Selene non riusciva a tenersi in forze, figurarsi a camminare o che.
Loki mosse un altro paio di passi, nel sole.
Era quasi tutto perfetto.
Poi accostò le sue labbra all’orecchio della principessa, mentre questa ancora boccheggiava e tentava di guardarsi attorno, mandando bagliori viola ovunque, via via più animati, e li incrociò; verde smeraldo nel viola incredibile, mari di incredibile profondità come quelli di Veimgard.
Troppo svegli e soddisfatti gli uni, troppo ancora fuori fase, e con un sottofondo di… Paura?
No, senso di colpa.
Non aveva ancora imparato niente.
Eppure aveva giurato che non sarebbe più successo.
“L’avevo giurato, sai? Ti avrei dato la caccia per tutti i Nove mondi, e ti avrei…punita.”
“…non puoi…”
Loki rise, come se gli avesse detto una battuta spassosissima.
“Posso. Posso nel profondo del tuo cuore. Posso, ancora prima che tu sappia che ancora una volta il tuo mondo sarà distrutto. Di più. Sarà mio.”
E, sempre passeggiando, il tono divenne persino colloquiale.
“Ora ho capito che non saresti mai stata mia compagna su Asgard, seppure tutti lo volessero…”
“…oh no… non tu… Thor…”
Loki rise, di puro spasso.
“THOR!”,esclamò con disprezzo.
“Un guerriero con una principessa glaciale come te!”,e abbassò la voce, in un sibilo.
“Non ti sei mai chiesta perché ci avessero applaudito, alla fine di quel ballo?”
“..no…il tempo…”
“L’unica che non si era accorta che eravamo simili, eri tu. Forse Odino. Ma ci sperava. Forse voleva redimere le mie tremende discendenze con il tuo sangue… Ma questo non importa.”
“Loki…”
“NON.IMPORTA. Quello che voglio sapere è… Pensi davvero che avresti potuto fermarmi? Che avresti rinunciato alla tua volontà per salvare tutto? Pensi che avresti potuto fermare la mia follia, come la chiami tu?”
“No…n…. Non lo so…”
“Allora te lo dico io. Non avresti fermato niente e ci avrebbe rimesso solo la tua vita. Allora forse qualcosa hai imparato; ti sei goduta il tuo tempo col tuo compagno, su Midgard.”
E incredibilmente sorrise.
“Scommetto che non sei mai stata del tutto libera, ma di certo più che su Asgard o Veimgard… Hai imparato a volere bene, ad amare qualcuno…”
Selene lo fissava, ancora annebbiata, la faccia ed il corpo pieni di tagli e lividi; solo quegli occhi non sembravano mai spegnersi.
“Hai imparato a goderti il momento.”
 Il sorriso di Loki si amplificò, quasi a volergli passare da un orecchio all’altro, a tagliargli via la testa.
I suoi occhi, come l’armatura, sembravano risplendere al sole.
E per un attimo chiuse gli occhi, sentendo qualcosa alle sue spalle.
“Ora è il momento che io mi goda il mio.”,ed il sorriso si trasformò in ghigno.
“E’ tanto che lo aspetto.”
E si voltò bruscamente, con lei in braccio, tanto che per un attimo Selene non potè seguire i movimenti.
Lentamente, con lo scettro a terra, Billy era di fronte a loro.
Non si era fatto dare un passaggio da Stark, non ci pensava neppure a chiedere a nessuno di loro di trasportarlo lassù, sempre se fosse riuscito ad aggrapparsi, con una spalla malandata.
Aveva percorso la maggior parte dei piani in ascensore, ed i rimanenti, distrutti, a piedi, per delle scale esterne.
Era stremato, ferito, pronto ad uccidere, ma non era pronto a quello spettacolo.
Selene non era in condizioni migliori della sue, certamente, se non messa peggio, dallo sguardo annebbiato che le rivolgeva, e Loki, che sembrava gliela stesse porgendo, con un ampissimo sorriso…
Loki era decisamente andato.
“Vedete…”,sussurrò, in modo che entrambi sentissero.
“Questo è il mio momento. E me lo godrò.”
“Mettila giù.”,sibilò perentorio Billy, puntandogli addosso lo Scettro, illuminato come non mai.
“Non puoi farmi male, con lei in queste condizioni… Ricordati che lei è la fonte dell’energia. Non tu. Tu sei solo un suo tramite.”
“Non mi farai cambiare ancora idea, con questi discorsi da psicopatico. Mettila giù ti ho detto. Non mi importa se riesco a farti male o no. Se non ci riuscirò con lo scettro, ti riempirò il cervello di calibro 45!”
“Farmi male? Tu non hai idea di cosa stai parlando, ma hai del coraggio, lo ammetto… Io farei un patto, piuttosto.”,e Loki si avvicinò di nuovo al bordo del palazzo, al sole, lasciando che il calore e la luce lo investisse.
“Che patto?”
Billy l’aveva intuito fin da quando la situazione gli si era schiarita, nella testa, e le sue assurde gelosie erano sparite, ma nonostante tutto, stava tentando di prendere tempo e farlo parlare; quel megalomane andava gonfiato, e con un po’ di fortuna sarebbe scoppiato da solo. Intanto lo stava trattenendo sulla maledetta torre… anche se aveva in mano la cosa più preziosa della sua vita.
Il Capitano gli aveva chiesto solo questo, prima di scappare via, di tentare di trattenerlo, ma avrebbe voluto vedere lui, se ci fosse stata Nadjne…
Loki si girò, stupito e beffardo.
Umani… Sempre pronti a sperare!
“Avevo giurato di farla soffrire. In questo preciso istante potrei lasciarla…”,e portò le braccia verso il vuoto, con Selene che alzava a malapena la testa; si era rotta qualcosa, poco ma sicuro.
“…e lasciarla a morte certa. Una morte orribile. Oppure…”,e si girò fulmineamente, colpendolo al braccio dove teneva lo Scettro, costringendolo a lasciarlo, con un urlo rabbioso.
“Visto? Non puoi fare niente.”,e ghignò. Incredibilmente in quel ghigno, Billy riconobbe il suo nemico; il sorriso era una cosa troppo perversa da sopportare, sul suo viso.
“Oppure?”,chiese, impaziente il ragazzo, impaziente da sviare la mente contorta del suo avversario dal gesto di prima.
“Oppure… metto in atto ciò che ho giurato poco fa…”, e sussurrò solo per Selene, i cui occhi si ingigantirono per il terrore, la gola secca.
“Farò soffrire lui. Molto. Finchè non potrai più sopportarlo, e metterai in gioco la tua vita, la tua felicità, per lui.”
“NO!”,riuscì a urlare Selene, dopo due tentativi a vuoto, e tentò di artigliare debolmente la faccia di Loki.
“Non lo farai! Non lo toccherai!! Io te lo impedirò!!”
Loki aveva puntato il suo scettro su Billy, che aveva la sua dannatamente inopportuna 45 su di lui, non capendo il discorso….
“Cosa saresti disposta a fare, se lo lasciassi…vivo?”
“Che diavolo stai dicendo, psicopatico?!”
“Oh, un semplice patto con la tua fidanzata…vita per vita… felicità per felicità…”
E osservò la canna della calibro 45 vibrare, dal tremore che aveva scosso Billy, e gli occhi di Selene splendere sempre di più.
Lacrime.
Il suo cuore se ne abbeverava come se fossero state acqua fresca nel deserto, lo soddisfavano, da secoli.
“Anche se nel vostro caso…dubito che possa esistere qualcosa che funzioni come questo patto…”,e si finse dubbioso, per poi scrollare le spalle e simulare un grazioso sorriso, per lui.
“Meglio per me, direi…”
E stette in piedi, nel silenzio più silenzio, finchè Billy non gettò l’arma.
“Lasciala andare. E prenditela con me.”
“Oh, io lo farei volentieri… ma cosa sceglie la principessa? Tic-toc, tic-toc… il tempo scorre… ed il vostro sta finendo.”
Selene non parlò, e fissò solo Billy, senza dire niente.
Era certa che, col tempo, avrebbe capito; lei no.
Non avrebbe mai capito, non si sarebbe mai data pace, il suo cuore non avrebbe mai ceduto alle assurde richieste di Loki…
E così, gli sussurrò, a malapena udibile....
“Disfati di me. E’ quello che vuoi da una vita.”
“SELENE NO!!”,e Billy si lanciò avanti, intenzionato a strapparla dalle braccia di Loki, quando proprio Selene, la sua Selene, gli scaricò addosso un colpo di energia, atterandolo.
Loki non aveva mosso un muscolo, e si aprì in un ampio sorriso, mentre le lacrime della principessa iniziavano a scorrere, libere.
“Hai fatto in modo che io lo colpissi…”
“Oh sì… Così questa sarà l’ultima cosa che ricorderà di te…”, e si riavvicinò al bordo, lanciando uno sguardo indietro.
“A parte questo, ovvio…”
Billy era difatti anche lui annebbiato, sempre ferito, ma osservava la scena con terrore, incapace di muoversi.
Loki sparò la sua ultima bordata, prima di lasciarla cadere.
“Non pensare che si consolerà. Gli hai appena procurato il più grande dolore della sua vita…”
E in silenzio, lasciò Selene, che con i lunghissimi capelli a farle da sudario, cadde su New York.
“N…no!!”, urlò Billy, cercando di rimettersi in piedi, ma Loki lo atterrò con un colpo potente del suo scettro.
Sorrideva.
Si stava dannatamente godendo il suo momento.
Saltò su una navetta dei Chitauri e riprese a scorazzare, creando danni, con un piccolo tarlo all’altezza del cuore; un altro piccolo buco che lo inaridiva, ma ormai non vi faceva più caso.
*
Nadjne fu la prima ad accorgersene, ma a fare qualcosa veramente fu Thor, gettatosi immediatamente dall’edificio dove attirava i suoi fulmini, in una precipitosa corsa a prendere la principessa, ormai a troppi pochi metri dalla morte.
Ne rallentò di poco la caduta, ma le sfuggì, ormai ai primi piani!
Nadjne fece per compiere un balzo, ma qualcosa fu più veloce ad agile di lei, lasciandola a bocca aperta; Rogers saltò su uno scuolabus, e la prese, aiutato dal rallentamento dell’impatto imposto, anche se di poco, da Thor.
Assieme, atterrarono vari metri più indietro, e la depositò lievemente sulle macerie.
Thor atterrò appena dopo, con un viso disperato.
“Non… non è caduta da sola, vero…VERO, THOR?!”
“No… Loki l’ha mandata alla morte.”
“NON PARLARE DI MORTE!”,urlò Nadjne, spingendoli da parte e accasciandosi sul corpo della Principessa.
La sua Principessa, che aveva giurato di difendere, sempre, in qualsiasi posto e in qualsiasi quando.
Non respirava.
Il cuore non batteva.
Era piena di ferite.
 
Era morta.
E non avrebbe avuto neppure ciò che meritava, perché il loro mondo era morto… e lei con lui. L’aveva voluto tanto che l’aveva ottenuto.
Lanciò un urlo disumano, quando si alzo dal corpo, che tutti i Vendicatori sentirono, chiaro e forte come mai avevano sentito qualcosa in vita loro.
 A nulla servì Thor per calmarla, e solo Rogers, con la convinzione soldatesca di vendicarla e di rimandare il lutto, riuscì a farla ragionare.
Per un attimo.
Per la durata della battaglia.
Per colei che era morta, per quella battaglia.
Quella perla di squilibrio che le si era accesa negli occhi, non faceva presagire nulla di buono.
*
Billy rimase sulla Starktower, incapace di muoversi e di parlare, lo Scettro vicino a lui, ma come se non ci fosse.
Non si mosse neppure quando la Romanoff atterrò sulla terrazza, stupita nel rialzarsi.
“Cosa ci fai qui, tu!?”
Poi vide le sue condizioni, la posizione della StarkTower e capì tutto.
“Hai visto tutto?”
“Sì. Mi ha impedito di muovermi. Lei. Poi … più niente.”,disse, con voce atona, appoggiato al muro, le ferite sul viso e il braccio fuori uso.
“Billy…”
“Non sono impazzito. Non ancora.”,ma il suo sorriso diceva il contrario.
“Quel bastardo si era fatto bene i suoi conti. Non era un patto. E’ una vittoria assoluta.”
E con orrore della Romanoff, sollevò con il braccio destro la pistola, puntandola alla testa.
“Billy, quella è una sciocchezza enorme… Faresti solo il suo gioco.”
“Non è più la mia battaglia, agente Romanoff.”, e la sua mano era maledettamente ferma.
“La vendetta non mi darebbe niente. Ha fatto davvero bene i suoi calcoli.”,e chiuse gli occhi.
“No!”
La Romanoff si lanciò sopra di lui, fulminea, torcendogli il polso, lottando come contro una tigre in gabbia; Billy non era addestrato ed era ferito, ma era disperato, glielo leggeva negli occhi, un buio senza fine.
Ma non avrebbe permesso altre morti inutili per le parole e le vendette rancorose infantili di quel bastardo asgardiano!
Con una gomitata in faccia e un pericoloso crack al ginocchio, riuscì a stendere Billy e strappargli la pistola, col fiatone.
“Nadjne… vieni a riprendere il consorte. E stai attenta. Ha appena provato a farsi fuori.”
“Nadjne non può venire, Natasha…”, rispose Thor, con tono strano. Molto strano.
“Verrò io.”
“Cosa succede?”
“Non ha più contatti con noi. E’… è impazzita…”
La Romanoff chiuse il collegamento e per un attimo anche gli occhi.
In pochi minuti il conto di vittime di Loki si faceva più alto.
Lei non voleva più stare lì.
*
“Ma guarda chi c’è…”, sibilò Nadjne, che tra lance e mani nude, abbatteva Chitauri come fossero talpe del tirassegno, con una furia che non guardava in faccia a nessuno, tanto che una volta aveva quasi rischiato di colpire Iron man, che aveva avuto il buon senso di tacere.
Era seguita a difficoltà dal Capitano, che tentava invano di calmarla, senza voler ammettere a sé stesso che quella furia era dannatamente utile.
Finchè non vide Loki, e senza dire niente, con un salto poderoso, aiutata dall’asta di una bandiera, si trovò sullo stesso mezzo, e prima che se ne accorgesse,  lo aveva steso a cazzotti.
“Oh… anche io sono felice di vederti, Guerriera!”,rise.
E perché non avrebbe dovuto ridere?!?!
Lui aveva vinto tutto…
Lei aveva appena perso… non tutto… ma quasi.
“Scendi da qui o ti ci butto io?!”
“Sai che io atterrerei più morbidamente della tua Principessa…”,la stuzzicò Loki, e Nadjne decise di buttare all’aria le strategie.
L’avrebbe ucciso, punto e stop!
Si stava avventare su di lui, quando qualcosa la fece indietreggiare, ed anzi… saltare sul mezzo dietro al suo!
“Cos…”
E il sibilo in avvicinamento lo avvisò della freccia di Barton, che bloccò con fermezza e con un sorriso sadico,  accompagnato un grido di rabbia di Nadjne… -stupidi midgardiani pensano davvero di fermarmi con questi giochetti infantili…-
Salvo poi esplodere e finendo sulla Stark Tower, dove anche la Guerriera atterrò, con più grazia, e dove si avventarono entrambi sullo Scettro.
“Questa volta non vincerai , Guerriera!!”, sibilò Loki, scomposto, con tutte le sue riserve magiche in azione. Ma Nadjne non stava combattendo veramente; teneva d’occhio il resto.
Ed il…’resto’…. Non tardò ad arrivare sulla sua verticale, e per l’ennesima volta lasciò Loki, che a quella mossa si spaventò….
E a ragione.
Mentre Hulk gli stabiliva chi comandava, in quei particolari metri di cemento armato, incassandolo come in una tomba, Nadjne afferrò il suo scettro e si arrampicò, salntando agilmente, sulla sommità della torre.
L’avere sconfitto momentaneamente Loki non le procurava nessun sentimento, mentre scalava le macerie, saltando, con sprezzo della sua vita, da del cemento pericolante a dei fili sospesi.
Il canto funebre tipico di Veimgard, così simile ai caoineadh irlandesi terrestri, le risuonava sulle labbra, e in testa; il suo cervello non realizzava, era in guerra, in guerra, era sempre stata in guerra, non l’aveva mai cercata ma era stata abituata a non esentarsene.
Mormorava il suo canto, il suo giuramento, e le sue promesse, e un lampo attraversò la sua mente, senza che se ne accorgesse, eppure rimase immobile per meno di un secondo, nel suo mondo: non era mai successo che una Principessa o una Regina morisse prima di una Guerriera. Ma Veimgard era morto, come pensava fosse il suo cuore in quel momento, e tornò a saltare sull’orlo del precipizio urbano, mentre il pensiero precipitava nel suo precipizio interiore.
Sempre mormorando il suo canto, la guerriera arrivò sulla sommità della torre, senza sentire fatica, senza vedere, con la testa come in un rombo d’acqua, non badando allo strano consesso, per altro acciaccato, che vi trovò.
Thor, ancora sconvolto dal dolore, che tentava di tenere fermo Billy, il quale non sembrava più nemmeno umano, ricoperto di ferite esterne e specialmente interne, e la Romanoff, che teneva in mano lo Scettro dell’Anima, spento.
Incredibilmente, la spia aveva le lacrime agli occhi, ma Nadjne se ne fregava anche di lei, in quel momento, e bruscamente gli scettri cambiarono di mano.
“Chiudi quello maledetto varco.”
“….”
La Romanoff la guardò, tentando di scorgere umanità, la ragazza che le era diventata così simpatica in quelle ore, nonché compagna di battaglia, in quel volto di pietra.
La stessa Nadjne si sentiva diventata così; di pietra.
Dura e gelida come sarebbe dovuta essere, com’era la propria madre, e la madre di Selene.
Come Selene stessa stava diventando, tra le macerie là sotto, magari già sepolta da un altro mondo che non era riuscita a difendere.
La Romanoff esitò, e si voltò per non incrociare il suo sguardo di pietra.
“Posso…posso chiuderlo, ragazzi!Mi sentite?”
-No, lei non ti sente….-, pensò Nadjne, chiudendo gli occhi.
“CHIUDILO!”, rimbombò l’ordine perentorio del Capitano, interrotto da Stark, che fece corrugare la fronte della Guerriera, ancora ad occhi chiusi, che tentava, fino all’ASSURDA fine di quell’ASSURDA guerra, di non pensare a niente, solo a finirla.
“Un momento!”
“Stark, ne arrivano altri!”
Idioti. Capricciosi irresponsabili. Avevano passato il tempo a litigare e discutere, più che agire, e ne stavano pagando il prezzo, tutti loro.
Nessuno aveva insegnato a quegli stupidi come stare in una guerra, se non forse a Rogers…
Un altro tipo di guerra.
 Ciechi.
“Ho un missile che punta sulla città… e so anche dove metterlo.”
Nadjne si riscosse, non esattamente stupita, e non guardando nessuno.
Guardava per terra, piena di rabbia.
Non poteva guardare nessuno, era accecata.
La Romanoff, ancora ad ascoltare i consigli di quegli asini, incapace di compiere azioni senza ordini.
Thor, che con la sua bontà inopportuna aveva permesso a quel… quel… MOSTRO di fuggire e di fare quello che aveva fatto.
Billy, che aveva esitato così tanto da mandarli tutti all’altro mondo; e che ci stava finendo di testa anche lui, in un altro mondo, a giudicare.
Lei stessa; forse Loki si era sempre rivolto a lei, quando diceva a Selene di essere abbandonata.
Quante volte l’aveva abbandonata?
Su Veimgard era stata salvata da lei, che era stata protetta dalla Regina, e non dalla sua Guerriera; su Asgard, oh sì, ora se ne rendeva conto, l’aveva lasciata per una nuova vita, con i suoi amici, le danze, e se n’era resa conto quando ormai il filo del destino era stato tessuto da Loki; persino su Midgard, sia come sorella che come Guerriera,l ‘aveva lasciata sola, che facesse i conti con sé stessa, mentre lei c’era sempre, al risveglio dei suoi incubi, a chiederle spiegazioni…
Che rimanesse con lei.
Una lacrima le solcò il viso, come pioggia sulla pietra.
Aveva pensato che col proprio compagno sarebbe stata al sicuro; quanti erano morti, a differenza delle Guerriere? Il padre stesso, il compagno di Velma, era morto. SUO padre era morto nella secolare guerra che le aveva condotte prima ad Asgard e poi lì.
D’improvviso il rumore della battaglia scomparve, e il Capitano prese la decisione che andava presa da tempo.
“Chiudilo.”
Morti.
Ce n’erano sempre; ora era Stark, e l’avrebbero pianto.
Avrebbero pianto così Selene?
Il loro zio era morto.
TUTTI attorno a loro erano morti… o sull’orlo della follia.
Fisso Thor, anch’esso a capo chino, e Billy, tenuto in piedi a fatica dall’asgardiano, e raccolse lo Scettro dell’Anima, che in mano sua prese a brillare, con sorpresa di entrambi.
Ecco cosa succedeva quando la linea di successione si interrompeva; il potere era suo. E girò uno sguardo inespressivo su tutti, fissandosi su Thor.
“Portalo a rendere omaggio alla Principessa. Chiudete quel portale. Vi aspetto dove sapete.”
E con queste parole, Nadjne saltò giù, inghiottita dal proprio abisso proprio e dalla città.
 
Salve; il fandom sta rallentando, mi dicono. E’ tempo di vacanze, dicono. Fa caldo, mi dicono. Perché ho invece l’impressione che questa storia semplicemente non sia piaciuta?
Sia chiaro, non lo dico perché penso di dover vincere una medaglia, rileggendola mi metterei le mani nei capelli, se a inizio luglio non me li avessero tagliati corti, cosa che mi fa infuriare di più…
Desidererei dei lumi, visto è la fine, ormai.
Eh sì, è la fine.
E spiace specialmente a me (non per le recensioni mancate) ma perché, come ho detto a tante persone insicure a mia volta (ironia!), l’ho scritta per me, come penso tutte noi facciamo. Perché scrivere fa parte di noi, chissenefrega se bene male dettagliato o una one-shot destinata a passare nel tempo ma che ha lasciato un segno.
A me questa storia ha lasciato un segno, più dell’altra.
Vi ringrazio comunque per averla letta; non sempre i complimenti migliori sono i visibili.
(cala il sipario, mi faccio luce con la mia candela alla mela e cannella)
Non andate via; c’è l’epilogo.

 

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Capitolo 17
*** I've been staring down the barrel of a gun ***


Is there something you need from me? 
Are you having your fun? 
I never agreed to be 
Your Holy One

(Barrel of a Gun; Depeche Mode)
 
Stark non si vedeva ancora, anche se era riuscito chiaramente a compiere la sua missione; la battaglia sembrava finita.
Sembrava.
Non c’era più niente da fare, diceva il buonsenso, e anche Nadjne e il Capitano le avevano comandato (più sconfortato Rogers, visto che la Guerriera sembrava diventata di una freddezza inconcepibile), eppure Natasha Romanoff aspettava, ancora animata da un’assurda speranza; dopo interminabili minuti, si decise a chiudere il varco, mentre Thor, gettandole un’occhiata piena di sconforto, si decise a saltare giù dalla StarkTower, a portare Billy a rendere omaggio alla Principessa.
Il giovane non parlava più, da quando la Romanoff  l’aveva disarmato, ma ora che ci badava, nessuno più parlava da quando Stark si era infilato nel varco e non era più tornato.
Qualcosa di sconosciuto stava invadendo anche il suo cuore; non propriamente odio, ma neppure blando rammarico.
Era come se dal silenzio doloroso di Billy scaturisse una corrente che lo stava invadendo: se avesse avuto Loki tra le mani probabilmente non avrebbe tentato di farlo ragionare.
Non l’avrebbe mai ucciso, ma non l’avrebbe neanche lasciato parlare col solito ghigno beffardo e con le sue parole circuitorie; sospettava che invece di parole, sarebbe sgorgato sangue, dalle sue labbra.
Non si sarebbe mai dato pace per aver lasciato che il piano di Loki si fosse steso così a lungo, ed avesse provocato danni così personali ai suoi amici e a lui, da secoli persino, per non contare del disastro che aveva provocato, e che probabilmente aveva provocato nella sua anima.
Arrivarono a terra, dove Rogers li accolse con un cenno, vicino al corpo, adagiato su un cumulo di macerie, con la maggior grazia possibile; anche lui riportava ferite dalla terribile battaglia, alcune anche molto profonde, cui probabilmente era sopravvissuto per la sua natura di supersoldato, ma c’era chi non aveva quella scorza dura.
Rogers era inginocchiato, vicino al corpo di Selene, e guardò Billy, che sembrava guardare oltre, un punto indefinito.
Thor lo tenne per un braccio, nonostante questi avesse accennato debolmente di voler avanzare.
“Sei sicuro di riuscire a camminare?”
“…”
“Lascialo andare.”,sospirò il Capitano, abbassando la testa, e odiando ancora di più quella guerra.
“Come puoi sapere se è giusto?La sua mente sembra perse.”,chiese Thor, trattenendo ancora il ragazzo, che non li stava minimamente ascoltando.
Rogers sospirò, e rialzò la testa, guardando il varco restringersi, pian piano, e incitando mentalmente –e assurdamente, si disse- Stark a rientrare. Lo sapeva.
Lo sapeva perché la guerra era la sua vita, la Guerriera era diventata la sua vita, e d’un tratto capiva come funzionava il loro legame, sia tra compagni che tra sorelle e combattenti.
Si era legato, involontariamente, come capitava a tutti, persino in circostanze come quelle, e non avrebbe potuto spiegarlo, ma doveva essere così.
“Lei l’avrebbe voluto.”, e fissò Thor negli occhi, che annuì e lasciò Billy, che caduto sulle ginocchia, si rialzò in fretta e raggiunse, insicuro, il cumulo.
I due eroi, allontanatisi di un paio di passi, ripresero a fissare il cielo, dandogli il suo momento.
Billy si abbassò su un ginocchio, portandosi il pugno alla fronte; erano cose che gli venivano naturali come respirare, ora; le prese una mano, piena di tagli e graffi, e osservò, senza quasi respirare, come i capelli mandavano bagliori bianchi, nell’assurdo sole di quel giorno.
C’era caldo, polvere e sangue,  nelle strade, e i capelli della Principessa sembravano un faro per chi dovesse tornare a vivere, in netto stridore col sangue che le usciva dalle ferite, dalla strana angolazione del braccio che Nadjne aveva composto, vicino al corpo.
“Ti hanno già messo su un altare, come la vittima che sei stata…”, mormorò Billy, sollevandole lievemente il viso e portandolo vicino al suo.
“E dire che non ho capito, fino all’ultimo, in quanti modi sei morta, prima di venire qui e… Incontrare me.”, e gli occhi gli si riempirono di lacrime, appoggiandole la fronte alla sua.
Pulì con una mano uno sbaffo di sangue vicino alle labbra pallide, e la baciò, sempre tenendole la testa, e lasciando che la prima lacrima cadesse dal suo viso a quello di lei, pulendole del tutto la ferita.
Chiuse gli occhi, e quando li riaprì, notarono Rogers e Thor, erano viola.
Billy lasciò un sorriso storto, e osservò ancora la sua compagna, col cuore che gli scoppiava; la Romanoff aveva fatto bene a non farlo morire.
Per ora.
Avrebbe dato ogni momento per starle vicino, in qualsiasi momento, in qualsiasi condizione.
La amava senza sé e senza ma, ed era una cosa che aveva scoperto troppo tardi.
Strinse il corpo inanimato a sé, e la sollevò, ancora in ginocchio, come cullandola, come quando dormivano assieme, e finalmente lei poteva rilassarsi da tutti i segreti, dalle bugie, dalle cose che le avevano portato solo dolore.
Lui compreso.
Sembrava finalmente serena, non bisognosa di lui.
“Se in qualche modo puoi sentirmi… sappi che mi spiace. Ti ho fatto morire più lentamente ma…”,e deglutì le lacrime, asciugandosi quelle che già scorrevano.
“…ti ho ucciso io, alla fine. Ti ha ucciso il nostro amore.”,e, sospirando, si accinse a sollevarsi, respirando la polvere dell’immane battaglia.
“Vorrei che non mi avessi mai incontrato…”, sussurrò, per sé stesso, alzando gli occhi viola al cielo e stringendola a sé.
Thor e Rogers abbassarono la testa, mentre Billy si girava e avanzava verso loro, mentre tutta Selene, dagli innaturali capelli veimgardiani alle vesti, alle ferite, pareva scintillare, in quel beffardo sole estivo, ondeggiando piano, al passo di Billy, a cui si spostarono, aprendo la strada, e che si fermò in mezzo a loro.
“Ascoltatemi, vi dico…”, sibilò, gli occhi viola baluginanti rabbia e dolore, rivolgendosi non solo a loro, ma a tutti.
Thor lo fissò, ma Billy non lo stava guardando.
“E’ morta per noi, che fossimo di questo pianeta o no.”,e si guardò attorno, come se stesse parlando ad una folla in lutto.
Forse era quello che vedeva: il popolo di Veimgard in lutto per la Principessa.
Poi abbassò la testa,e la depositò a terra, tra i due eroi.
“Ma specialmente… E’ morta per me.”,e tutta la sua figura tremò, mentre si rialzava.
“Non lo meritavo.”
E si girò, fissando chissà dove, mentre Rogers e Thor, con un’ultima occhiata, si allontanarono di corsa.
Non volevano abbandonarli, ma sentì anche lui che il varco si era chiuso, e che Stark era riuscito a rientrare a fatica.
Ma anche lui morto.
E maledì quel giorno, maledì sé stesso e maledì il suo amore.
E di nuovo, maledì il giorno in cui si erano incontrati.
“Vorrei non essere mai stato nella tua vita…”,soffiò, al vento, che muoveva la polvere dalle macerie.
Un turbine passò lui vicino, e parve investirlo, scansandosi all’ultimo momento.
“Vorrei che fossi stata libera.”
“Ora è libera.”
Billy si girò di scatto, quasi cadendo a causa del ginocchio in pessime condizioni lasciatogli dalla Romanoff, pensando allo stesso momento che quella non era la voce di Selene.
Il cumulo di polvere danzante, si era fermato vicino a Selene e aveva preso le sembianze di una donna, in un lungo abito bianco, i capelli simili a quelli della Principessa, ma raccolti.
Qualcosa di quella figura spaventava fortemente Billy, che si tenne lontano, nonostante tutto.
“Avvicinati.”
La voce, come il viso, non sembravano avere traccia di morbidezza, né di elasticità: erano la voce e la figura di un mondo morto, che lo invitava ad avvicinarsi: ciononostante si avvicinò, esitante.
La figura, quasi tangibile, allungò un braccio verso di lui, e, con un’orribile sensazione, gli prese il braccio ferito, e lo sollevò bruscamente.
Billy digrignò i denti, ma non disse niente, non un suono; d’altra parte quel dolore gli confermava che era tutto vero!
La figura gli abbassò ancora, rudemente il braccio, e poi gli afferrò la faccia in una presa ferrea, guardandolo con occhi grigi di polvere ma con un riflesso violaceo, molto attentamente.
“Sai chi sono?”
“No…”
“Non importa. Ma ora dimmi la verità. Rimpiangi di averla incontrata?”,e con la testa, la figura di polvere indicò il corpo di Selene, a terra.
“Io….”
“La verità. Ho compiuto un lunghissimo viaggio per vederti. Il mio ultimo.”
Billy si costrinse a pensare, in quella morsa d’acciaio che sembrava tenere anche la sua testa. Alle volte, quando Anja spariva, per quelli che gli sembravano secoli, e senza dargli spiegazioni, una frase echeggiava nella sua testa, che era comparsa ancora la prima volta, e non lo aveva più abbandonato.
“No… Per altri forse questa è routine. Amano, smettono e amano ancora. Per noi… stare assieme era vera felicità.”,confessò, mentre impediva ad una lacrima di sfuggirgli, e sforzandosi di guardare quel sudario mortuario che era la madre di Selene, senza paura di lei.
Doveva essere stata una donna di notevole bellezza, che il trono aveva reso dura d’aspetto e anche di animo, a giudicare dalle terribili parole che gli aveva rivolto, alla naturalezza con cui parlava della morte della figlia, e come gli si rivolgeva, a lui che aveva appena subito la più grande perdita della sua vita.
Come a leggergli nel pensiero, quello che voleva essere un sorriso, si aprì nel volto della Regina Velma, che lo lasciò.
“Hai paura di me.”
“Sì.”
“Se lei tornasse come me…?”
Billy guardò la figura, spettrale e incombente su di lui, ora, scomporsi e ricomporsi, e Selene, con quella strana espressione Serena.
Chiuse gli occhi.
Alle sue spalle sentiva un urlo di Hulk e.. la voce di Stark!?
Dunque era vivo… Le perdite si contavano solo nel suo campo.
Ma non era il momento di pensare ad altro; doveva pensare e scavare a fondo: aveva la certezza che quella creatura potesse conoscere quel che voleva meglio di lui.
Ci pensò a lungo, mentre sentiva l’inequivocabile voce di Stark lasciarsi andare ai suoi soliti sproloqui,e poi fissò bene negli occhi la donna morta che stava di fronte a lui, e si aprì in un vero sorriso, caldo e solare, anche se doloroso.
“Mi farebbe soffrire. Ma sarebbe bellissimo rivederla.”
E incredibilmente anche la Regina Velma sorrise, veramente, come solo la figlia l’aveva vista fare, da molto giovane.
“Allora la rivedrai. Presto.”
E fece per voltarsi, non degnando di uno sguardo il corpo di Selene, ma girandosi poco dopo.
“Sono stata felice di vederti. Il mio ultimo viaggio è stato ripagato.”
Billy si inginocchiò, con un pugno sulla fronte, e quando si rialzò, non c’era più.
Venne raggiunto dagli altri, con Hulk che portava un malconcio ma vivo Stark, appena dopo, per consolarlo, forse, o per trattenerlo, ma li accolse con un sorriso appena accennato, che li tranquillizzò.
Ascoltò come Stark fosse sopravvissuto, ma non permise a nessuno di toccare Selene.
Vi fu un momento di silenzio alla fine, che ruppe Thor, che lo osservava molto attentamente.
“Non abbiamo ancora finito.”
Rogers annuì, in coppia con Hulk, e Stark sospirò, poco convinto.
“E dopo…shawarma per tutti,eh?”
Si avviarono verso la StarkTower, e Billy sollevò Selene.
“Ti rivedrò presto, pare, amore mio…”, sussurrò, e la strinse a sé, avvicinandosi a Thor, che lo guardava mesto.
“Ti faccio le mie condoglianze, Billy di Midgard. Ti prometto che Loki stavolta non la passerà liscia.”
“…io dico…che sarebbe anche ora…”
Entrambi si guardarono, e abbassarono lo sguardo assieme, mentre gli altri si giravano stupiti e persino Hulk lasciò cadere Iron man, che lanciò un impropero.
Selene stava ad occhi aperti, più sveglia che mai, e li fissava tutti con un debole sorriso, ma con gli occhi spalancati e vigili, seppure interrogativi.
Stettero tutti in silenzio per un secondo, finchè Stark non riuscì a rimettersi in piedi e le prese, con malagrazia, una mano.
“Oh…bentornata dal mondo dei morti, Principessa! Non so te, ma io non mi sono divertito… In compenso sapevo che ce l’avresti fatta. Ogni volta che ti risvegli, io ne pago le conseguenze!”
Prima che Billy o Rogers o Thor riuscissero a parlare, Selene investì di energia Iron man, che per un attimo ballò il tip-tap sul posto.
“…dicevamo, sull’essere fulminati?!”
E tutti, persino Billy, risero, mentre un sorrisetto campeggiava sulle labbra della Principessa, che fissava Stark, ancora frastornato, ma con l’armatura incredibilmente ricaricata, seppure in modo non ortodosso.
“Se ogni volta deve friggermi, la preferivo morta…”, borbottò, girandosi e partendo a razzo verso la sommità della torre.
*
Nadjne era lì, pareva, da ore.
Si era seduta, con lo Scettro attivo, e covava solo pensieri di morte.
Loki era apparentemente inoffensivo, nella sua fossa nel cemento dove l’aveva semi-sepolto il bestione verde, cosciente non si sa a che livello, ma ciò non le bastava.
Doveva guardarla negli occhi.
Doveva implorare la sua pietà e poi affogare nella disperazione perché gliel’avrebbe negata.
Doveva MORIRE nella disperazione, e lavare la sua follia nel sangue della lucidità che gli avrebbe fatto riprendere, prima di morire veramente.
Ma prima DOVEVA riemergere, tornare in superficie, e non voleva più che tornasse una persona ragionante.
Voleva che tornasse quell’essere malefico che aveva imparato a conoscere così bene.
Quando accennò a respirare si alzò, e poggiò delicatamente a terra lo Scettro.
Non era suo, e non l’avrebbe usato; d’altronde non ne avrebbe avuto bisogno.
Loki accennò a muovere una mano, e si spostò silenziosamente verso la finestra-parete sfondata, accennando ad un elegante movimento per far apparire le sue lame.
Ma sbattè in qualcosa.
Qualcosa di solido.
E quando si girò, pronta per ogni evenienza, Steve le afferrò i polsi.
“E’ tutto finito, ora…”,le sussurrò, e la baciò, senza nemmeno preavviso e, incredibilmente, da parte sua, senza vergogna.
Certi gesti dovevano essere veramente liberatori, perché dopo pochi secondi, quando spostò la traiettoria dagli occhi esageratamente azzurri del Capitano, rimase per la prima volta nella sua vita a bocca aperta, facendo girare anche Rogers, sorridente.
Stark, incredibilmente vivo, Hulk, che sbuffava silenziosamente, la Romanoff con un sorriso imperscrutabile sulle labbra e lo scettro di Loki in mano, Barton con una freccia incoccata, come al solito, Thor con il suo martello che…
Sorrideva e aveva una mano sulla spalla di Billy che…
Teneva Selene!
VIVA!
“PRINC…ahumgh!!”, fu zittita subito dalla grande mano di Rogers, sempre sorridente, ma che poco dopo la sollevò, e con un cenno le fece segno di andare da lei.
“Principessa…”,sussurrò, e la abbracciò, quasi più per testarne la solidità e la realtà che per la felicità. “Sei viva! Non… non… sei…”
“Morta. Il mio cervello spiaccicato in giro.”,la prese in giro Selene, riprendendo il suo senso dell’umorismo.”Come vedi, no.”
“Ma…”
“Fatti una risata Nadjne, che magari dopo vieni mangiata da un Chitauro.”, la incitò Billy, sottilmente velenoso, ma splendidamente felice.
“Tu… cosa… cosa è successo?”
“Non lo so…”,ammise Selene, tenendo anch’essa d’occhio i brevi movimento di quasi-coscienza di Loki.
Poi il suo sguardo si puntò su Billy.
“Ho sognato mia madre.”
“Davvero?”, rispose lui, con un’enorme faccia di bronzo.
“Parlava con te. E qualcosa mi dice che non era un sogno.”
“Chissà…”,disse serafico lui. “Di certo mi sarebbe piaciuto conoscerla.”.
E le sorrise, recuperando una pistola dalla fondina della Romanoff e mettendo il colpo in canna.
“Saremmo andati d’accordo.”
*
Quando Loki, a fatica, riprese i sensi, si tirò a fatica fuori dal suo buco.
Quei maledetti midgardiani!,avevano osato trattare lui, un Dio, a quelle condizioni!
Oh, anche lui era stato uno stupido ad averli sopravvalutati per lungo tempo, ma avevano finalmente capito chi comandava; la ferraglia ambulante era stata mandata a morire, da loro stessi, e lui stesso aveva mandato personalmente all’altro mondo, magari nel suo –e si concesse una risatina, annaspando nel cemento- quella stupida di Selene.
Va bene, si era preso una batosta, e anche forte…
Ma dopo quelle perdite, aveva di certo vinto.
Forte di quelle convinzioni, tornò a sforzarsi di uscire dal terreno, quando il silenzio, troppo persistente sia per una battaglia che per una vittoria, lo immobilizzò.
E si girò.
E si trovo il suo scettro e lo Scettro dell’anima puntati, assieme alla lance di Veimgard.
Si permise di non strabuzzare gli occhi e di non chiedere niente, ma fissò Selene dritta negli occhi, tra Nadjne e Natasha.
“Non ti pare che stia diventando una consuetudine, questo modo di incontrarci, Principessa?”
“No… Non ci siamo mai incontrati in compagnia…”,e spostandosi di poco, le tre ragazze, gli fecero vedere il resto della banda, nella quale persino Thor non brillava di amore fraterno, ma di astio feroce.
“A questo punto, allora… credo che accetterò quel drink.
*
 
Ok, ho mentito. Cioè, no, non ho mentito consapevolmente! Oddio, io pensavo fosse l’epilogo, ma poi… ho avuto un’idea (malsana e cretina dirà qualcuno…), e rimando l’epilogo al prossimo capitolo…
Ora, ringrazio chi si è appassionato, di nuovo, alla storia, e a chi legge anche se non lascia commenti. Questi ultimi capitolo sono stati piacevoli da scrivere, lo ammetto. Ma so che non è come li volevo comunque, e perciò me ne vado dietro le quinte per il VERO epilogo, assieme alla mia candela profumata ed al bianconiglio ed alle sue erbe strane. Spero sia tutto piuttosto IC, semmai fatemelo sapere (seee… come no!)
baci

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Capitolo 18
*** NEVER LET ME DOWN ***



We're flying high
We're watching the world pass us by
Never want to come back
Never want to put my feet back down on the ground
Never let me down

(Never let me dow again; Depeche Mode)



*
Central Park, 2012
*
Dopo due giorni erano di nuovo lì, a New York.
Alle loro spalle si intravedeva chiaramente la StarkTower distrutta agli ultimi piani, nonché molti palazzi più bassi comunque danneggiati, ma Loki non dava la soddisfazione di guardarsi indietro, avanzava recalcitrante a sguardo basso, salvo per assassinare con lo sguardo chi gli si parava vicino, senza degnare di uno sguardo Thor che lo trascinava.
Altro non poteva fare, visto la sua bocca era stata chiusa con un bavaglio metallico e i polsi imprigionati da catene di fattura sia antiquata che tecnologica, probabilmente made in Asgard o roba di Tony Stark con un tocco di stile per il principino.
Nessuno lo sapeva, quando Thor e Stark lo avevano condotto fuori dalla cella dell’Helicarrier conciato così, l’occhio buono di Fury aveva fatto passare la voglia di fare domande; era già tanto quel che concedeva, ovvero di poter portare via Loki sul suo mondo per essere giudicato, e non lasciarlo in mano alla giustizia terrestre, e non sembrava incline a volersi sottoporre a domande sulle sue decisioni o che.
Aveva sopportato anche troppo, in quella dannata battaglia, compresa la responsabilità di un missile nucleare su Manhattan, e ancora si sentiva il consiglio sul gozzo.
Quello che Loki non poteva sopportare, oltre alla sconfitta ed alla sua umiliazione era che…
C’erano proprio tutti.
E, sebbene l’aria seria, erano dannatamente felici di liberarsi di lui.
Erano dannatamente felici,  quello aveva causato; roba da soffocare di rabbia, cosa che sarebbe avvenuta presto, se lui e Thor non se ne fossero andati in fretta.
L’unica cosa che gli dava un minimo di sollievo era che nessuno osava ancora parlare, in fronte a lui, come se fosse ancora lontanamente pericoloso…
Peccato che venne disilluso in fretta da un ridacchiare soffocato.
Quando risollevò la testa, sentendo bisbigliare di fronte a lui, Nadjne si bloccò dall’allungarsi verso l’orecchio di Steve, nell’atto di bisbigliargli qualcosa, e lo fissò dritto negli occhi furenti, che sembravano ancora reclamare il suo diritto.
“Ostinato…”
“Cocciuto…”, le fece eco il Capitano, che le teneva una mano attorno alle spalle.
La Guerriera le stava in fronte, protetta dall’abbraccio di Rogers, con un’aria sfacciata e di ‘Te l’avevo detto’ insopportabile, tanto che Loki non si era accorto di essere immobile e rigido come una statua, visto Thor l’aveva lasciato andare per salutare i suoi nuovi amici.
Impicciona, sgualdrina , disutile, assurda Veimgardiana…
Tutte cose che gli attraversavano la testa, e che, ne era sicuro, trasparivano dagli occhi, che sembravano persino lampeggiare di furia.
“E’ inutile che mi dai della stronza con gli occhi, Loki.”
“…”
“Per la cronaca,il bastardo ufficiale dei Nove Mondi sei tu, per acclamazione popolare.”
“….!!”
Rogers scoppiò a ridere, eh già…
Perché non avrebbe dovuto ridere, finalmente?
Intensificò la stretta su Nadjne, che era passato a prendere davanti a scuola tre ore prima, con la sua dannata moto, provocando un’invidia serpeggiante nelle sue non-comunque-adorate compagne di scuola, ed era saltata a bordo, mandando all’inferno la sua borsa con i libri.
O meglio.
A Selene, come ai vecchi tempi.
Vecchi tempi che sembravano secoli prima ma che erano solo pochi giorni.
Pochissimi giorni, un pugno di ore.
Ma Nadjne era Gretchen e Gretchen era Nadjne, così come in Selene, seppure ritrovatasi, ci sarebbe sempre stata Anja, quella che la sopportava, le dava corda e, purtroppo, in quei momenti le portava i libri a casa.
*
Svoltato l’angolo, Selene era tremante di rabbia.
Non vi erano sorelle da salvare, non vi erano mostri da affrontare, non vi erano altre cose da ricordare all’improvviso, non c’erano ex psicopatici da cui guardarsi e fidanzati attuali a cui tenere mano…
E forse il suo problema era quello; perché era pure tornata Selene, ma in lei vi era ancora la vecchia Anja che strillava dietro a Gretchen per ogni stronzata, e quella era stronzata grande e grossa!
Lei se n’era andata allegramente a folleggiare in moto, lasciando A LEI, la sua principessa, la sua borsa di libri, era andata a gustarsi Loki che se ne andava ad ali basse e con quale livido in più di quando era arrivato.
Selene invece, la sera prima, era andata a salutare Billy prima di tornare a New York con la sorella, nell’infermeria dell’Helicarrier.
Gli stavano sistemando il braccio, e Fury lo stava mettendo al corrente dell’organizzazione S.H.I.E.L.D, con tono vagamente minaccioso, quando la principessa era entrata, e dopo un’occhiata, il Direttore aveva sospirato ed aveva porto un palmare a Billy, stringendogli la mano sana con un po’ troppa forza, visto com’era sbiancato il suo fidanzato.
Se n’era andato lanciando un’ultima occhiata ai due, mentre il pannello scorreva, e Selene si era appoggiata al lettino, tirando a sé una sedia, la faccia tra le mani e i gomiti che sfioravano Billy.
“Ti ha fatto male?”
“Cazzo… quell’uomo ha una strettad’acciaio, ed è anche abbastanza…”
“…inquietante?”
“Sì.”,e osservarono il palmare che gli aveva lasciato Fury.
Liscio, nero, immobile, non acceso.
“Scommetto che se ci fosse qualche guaio in giro o tornasse il tuo ex, inizierebbe a squillare…”
“Ti spiace non chiamarlo il mio ex?”
“Siamo nervosi?”
Selene sospirò.
Era già vestita con gli abiti che aveva quando era arrivata, e la sua borsa era fuori dall’infermeria; Fury era stato intransigente: non avendo parenti vicini in vita, lo S.H.I.E.L.D aveva mosso qualche pedina e le due sorelle erano state prese in carico dallo S.H.I.E.L.D, o meglio, dai colleghi di zio Phil, gli agenti Hill e Barton.
E la Hill aveva insistito (specialmente con Nadjne) che tornassero a scuola non appena la loro scuola avesse riaperto; il giorno dopo.
Dopo l’ultimo anno di high school sarebbero stato più facile, ma quell’anno con la Hill sarebbe stato un inferno specialmente per la maggiore: magari sarebbe persino riuscita a diplomarsi, cosa che con zio Phil non riusciva a vedere la fine del tunnel.
“Non voglio andarmene, voglio… voglio restare qui con te.”,mormorò Selene, e si trovò sull’orlo delle lacrime come una bamboccia.
“Ci vedremo presto. Adesso non hai più cose da nascondermi, vero?”
Billy tentò di tirarsi su dal cuscino, ma dovette rimettersi giù, di nuovo sbiancato, e si accontentò di prenderle la mano con la mano sana, e farle sollevare lo sguardo.
“Selene…”
“NON VOGLIO lasciarti qui! Questa… questa guerra ha cambiato tutto e io dovrei lasciarti proprio ora, proprio adesso che posso spiegarti, che potrei aver capito anche io…”
“Selene.”
“Non voglio lasciarti ancora.”, mormorò Selene, con le lacrime che minacciavano di traboccare. “Non adesso. Guarda come sei messo, a causa mia!”
“Tu sei quasi morta a causa mia. Vuoi che per me non sia cambiato niente?”
Il tono di Billy era calmo, ma gli occhi erano più che vivaci, non si sa bene di cosa; probabilmente rabbia: non l’avrebbe mai perdonata a Loki, e neppure a sé stesso…
Sarebbe occorso molto tempo.
“No, immagino che sia cambiato tanto…”, sospirò Selene, e non riuscì a non stringere forte la mano che teneva, sapendo che gli faceva male, e appoggiò la testa sul torace del ragazzo, mentre lui le accarezzava i capelli, pensieroso.
“Sei stata a parlare con Loki?”
Selene si tirò su in fretta e lo fissò negli occhi; Billy era ancora serio, ma un risolino gli balenava negli occhi acquamarina.
“Ora posso dire ‘ti conosco, ormai, mia cara’… Ce l’hai scritto in faccia, si può dire.”
“C…cosa?”
“Mmm, direi che hai scritto ‘oh-mio-dio,ora cosa mi dirà Billy-se-lo-viene-a-sapere? Come posso non dirglielo ora che sa tutto di me? Come posso dirgli che sono andata a prendermi una piccola rivincita?Si incazzerà?Glielo dico ora o dopo?’ …Sono andato a braccio ma penso di esserci andato vicino.”
“Puoi davvero sapere tutto di me?”
“Quasi. Se salti due ore da scuola non è che mi si mette a prudere il naso! Il malaugurato giorno che deciderai di mettermi le corna lo saprò di sicuro…”
Selene sostenne lo sguardo un po’ beffardo e po’ serio di Billy, e lo ricambiò con un mezzo sorriso, riappoggiando la testa al suo corpo.
“Lo saprò anch’io. E non solo per lo Scettro.”
“Ma non succederà ,vero?”
“No.”
Billy stette in silenzio sempre accarezzandole i capelli.
“Cosa dirai, domani a scuola, con questi capelli?”
“Pensando che venisse la fine del mondo, ho deciso di fare un colpo di testa e di fare tutto ciò che non ho mai fatto per timidezza.”
“Beh, in fondo sei la sorella di Gretchen… Avresti una buona scusa. E il fatto che sono più lunghi?”
“Stasera Nadjne me li taglierà.”
“E di cosa avete parlato tu e Loki?”
“Dire parlato è un insulto alla libertà di parola. IO ho parlato. Lui se n’è stato a borbottare insulti e maledizioni.”
“Perché la cosa non mi stupisce?”
“Anche a te.”
“Perché neanche questo non mi stupisce? Comunque cosa gli hai detto?”
“Prima di attaccare con la sua solfa da principino danneggiato e shokkato, mi ha chiesto in cosa ha sbagliato, io che conosco i mid…”
“ALT!,non ti avrà chiesto perché non sei andata con lui?”
Selene rise, mentre sprofondava sempre di più, nello stomaco del suo ragazzo, provocando anche il solletico in un soggetto che di ridere non ne aveva affatto voglia, in quel momento.
“Sei ancora geloso!”
“Lui è stato il primo!”
“Uhm, no.”,e Selen si sollevò a guardarlo, ormai direttamente quasi sdraiata su di lui.
“Sei stato tu il primo. E l’unico. Per quel che mi riguarda. E’ questo che conta.”
“Non avrai…”
“Beh…”
“No…”,e un’espressione tra il panico e il riso isterico, si fece strada negli occhi di Billy.
Non gli avrai raccontato della nostra prima volta, disgraziata imitazione di cosplayer manga?”!
“Errrh….”
Billy si riabbandonò sui cuscini, fissando il soffitto ad occhi sbarrati, per poi fissare lei, quasi incazzato.
“E non dovrei chiamarlo il tuo ex?! Ci spettegoli pure!!”
La risata soffocata dalla faccia contro il suo ventre di Selene, che non riusciva proprio a trattenersi, gli fece di nuovo ribaltare gli occhi contro il soffitto, e riavviandosi i capelli, pensò che se l’era voluta.
Oh sì, se l’era voluta.
“Selene…”
Voce poco ferma.
O-oh.
“O ti sposti da lì e la pianti di ridere, o giuro su Dio che con questi discorsi e il resto, braccio o non braccio, sento qualcosa che si muove, di sotto…”
Inutile dire che stavolta la fece quasi cadere dalla sedia, dalla velocità con la quale si rialzò e da quanto rise.
*
Ed eccola di nuovo da sola.
Con due borse, con un castano sospetto che lasciava intravedere punte già argento quasi acciaio, la solita, smorta uniforme di scuola, e borbottando maledizioni a sua sorella, al suo ragazzo e a tutto lo S.H.I.E.L.D, per non dire a Loki.
“Signorina, se non guarda dove và potrebbe sbattere…”,le arrivò una voce, attutita dal suo auricolare, e voltatasi per mandare a fanculo l’inopportuna, sbattè proprio contro qualcuno.
“…e dire che te l’hanno appena detto!”
“Cos..cosa?!”, un attimo per togliersi la martellante litania degli Atari Teenage Riot dalle orecchie e riaversi dalla confusione, e trovò la Romanoff dietro di lei, che le aveva lanciato l’avviso, appoggiata all’auto dalla quale era appena scesa e Billy, contro cui aveva appena sbattuto, con un sorriso a labbra chiuse, ma non per questo meno splendente.
“Sorpresa?”
“Co…sa?”
“Ero stanco di stare su quella gabbia volante, e con quel braccio rotto, poi…”,e parlando gesticolò con entrambe le braccia, con enfasi, mentre Natasha se la rideva sotto.
“Non avrai…”
“Oh sì…”
“…usato l’Energia dell’Anima?!”
“Beh…sì!SOLO PER QUESTA VOLTA, PERò, LO GIURO!”,si affrettò ad aggiungere, vedendo che Selene aveva sollevato entrambe le borse, pronta a dargliele in testa, provocando le risate di gusto della Romanoff e di Barton, rimasto in macchina a ghignare.
“SEI UN IMBECILLE, CAZZO!! NON SEI CAMBIATO PER NIENTE, SEI IL SOLITO IRRESPONSABILE!”,urlò Selene, ridendo anch’essa, però, visto che ciò che non aveva detto non era affatto vero.
“Hai ragione… Ma almeno mi sono evitato un’entrata in grande stile come il Capitano! Porca miseria, c’erano almeno un centinaio di oche vostre compagne pronte a strappare Nadjne dalla sella e a saltargli dietro!”
“Senti mister Modestia…”, sussurrò la Romanoff a Barton, ridacchiando a sua volta.
“E che idee hai, ora, caporale?”
“Hai scoperto il mio grado nei marines?!”
“Non sei l’unico cui Nat debba dei favori!”, replicò tranquilla la ragazza, indicando la spia russa alle sue spalle.
“Hai lavorato molto con la squadra rientrata in patria che ha recuperato Tony Stark col suo Mark I. Spiega molto del perché non ti sei fatto neppure troppe domande sul progetto Avengers.”, intervenne Barton, abbassando gli occhiali da sole e lanciandogli una strizzata d’occhio solidale.
Viviamo in un mondo dominato da donne forti, amico mio, che vuoi farci?
-Niente, Clint… Mi va bene così!-,fu la strizzata di risposta.
“Pensavo che potevamo partecipare anche noi alla scampagnata in Central Park, visto che ormai non bisogna dare una ripassata al tuo ex…”
“Billy, non chiamarlo…”
“…visto che ormai sa tutto e non può farci niente.”
Grazie a te, sembravano rimproverarla i suoi occhi.
Selene sospirò.
“A qualcuno dà fastidio se passo da casa a lavarmi i capelli?”
La Romanoff la guardò, senza parlare, alzò le spalle e salì in auto con Barton.
“Ci vediamo là!”
“Ma…!”
Billy rise e la prese per le spalle, costringendola a voltarsi.
“Ti accompagno io. Vedi, non volevo anche io fare l’entrata trionfale per quella…”
Una grossa Ducati Monster stava su un cavalletto, nera come la notte, scintillante al sole.
“Co… Non vorrai che salti su quel mostro?!”
“Pensavo fossi cambiata…Anja.”
Selene lo guardò, stringendo gli occhi e le labbra, e poi ficcò una delle borse in un cestino della spazzatura.
“Andiamo. Se Nadjne vuole i libri, dovrà fare una bella full immersion nell’immondizia.”
*
Ed eccoli, a Central Park.
Loki aveva appena lanciato un’occhiata talmente furente e carica di astio che bastava per entrambi, ma ricevette anche su quel fronte.
“Guarda pure, idiota asgardiano…”
“Billy…”
“Che c’è?! Non posso neanche dirgli niente?! Ho capito che è il tuo ex…!”
Billy finiscila con questa storia o ti fulmino!!”
“…ma questo bocconcino di principessa è mio, Loki, ahahah! Guarda bene!”
Billy se la stringeva addosso e se la rigirava, facendola ridere e anche un po’ infuriare, per non parlare dei lampi che gli tirava addosso Loki, ricambiati da sogghignate beffarde.
“Thor…”
Selene si era liberata momentaneamente del suo compagno terribilmente arrogante, (per Loki, scambiare la felicità per arroganza, era prassi abituale) e riacquistati i suoi abiti veimgardiani lunghi, si avvicinò a Thor, richiamando a sé la Guerriera.
“Porta i nostri saluti a PadreTutto, Dio del Tuono.”, ed estrasse una cosa dal vestito, al cui vederla, Loki per una volta strabuzzò gli occhi invece che usarli per scagliare maledizioni silenziose.
La sua corona di Principessa.
“Portagli questa. E digli che non esiste più una Principessa di Veimgard.”
“Non capisco, Principessa Selene…”, corrugò la fronte Thor.
Nadjne invece, dovette capire, perché si inginocchiò, con le lacrime agli occhi, e si sbattè il pugno sulla fronte, tirando a inginocchiarsi anche Thor, che capì un minuto dopo, a rischio di rompersi qualcosa.
Gli altri Avengers erano in silenzio,mentre Loki pareva soffocare di rabbia.
Una forza, derivata da secoli di abitudine, lo stava premendo ad inginocchiarsi, ma non avrebbe mai ceduto.
Mai, a quella presuntuosa, appartenente ad una razza morta.
“Hile…”, sussurrò Nadjne, con la voce roca.
Non più principessa.
“Hile, Regina di Veimgard, dei Nove Regni.”, disse, alzandosi, finalmente, con Thor.
Thor annuì, silenziosamente, e sorridendo prese la tiara principesca.
“Padre sarà felice di questo.”, ed il suo tono, un po’ amaro, rivolto a Loki, stava a significare che avrebbe almeno un po’ mitigato ciò che aveva fatto il fratello minore.
Non iniziare ORAcon le prediche e andiamo!!
Selene accennò un inchino con le gonne e fissò Loki, mentre parlava con Thor.
“Il nostro mondo non è morto. Forse ci saranno un’altra Principessa ed un’altra Guerriera.”
ANDIAMO, PER ASGARD!
Thor dovette avvertire qualcosa, perché salutò il dottor Selvig ed i suoi nuovi amici, e, fissandolo, lo obbligò a prendere in mano il Tesseract.
“Andiamo, fratello.”
Loki fece appena in tempo a voltarsi verso Selene, che riprendeva i suoi abiti umani, ed il suo compagno, che lo fissò trucemente e gli fece arrivare un messaggio.
Tra noi non è ancora finita.
Non era un bell’arrivederci, per l’asgardiano, sommato a tutta l’ostilità in cui si trovava.
Per niente.
*
Alla sera, si trovarono tutti in una Tribeca Star Lounge, per la gioia di Natasha, che veniva portata a conoscere tutti da un’esuberante Nadjne, mentre Stark punzecchiava amabilmente Selene, lasciata sola da Billy, che discuteva con Rogers.
“Tony, lasciala stare..”, lo invocava la povera Virginia, che si sentiva terribilmente troppo elegante, con un abito lungo, in mezzo a quegli universitari dell’Upper East Side, regno degli hipster e del fashion discreto.
“No, tu non hai mai visto cosa…Ehi, ma la stai difendendo?! Basta già Natasha che l’hanno praticamente reclutato tra le loro!”
“Stark o la pianta o la fulmino!”
“Vedi?! Vedi? L’ha detto! Parola mia che questa ragazza è una mina vagante! Principessa che ne dici di venire nel mio laboratorio col tuo Scettro e…”
“Miss Potts, ha una pazienza eccezionale, devo riconoscere.”
“A-ah, non parlare di ciò che non sai, tesoro! Come tutte voi donne, fuori è crema e dentro…”
Per fortuna le luci erano troppo alte, e il mistero di come Tony Stark puzzò di arrosto per tutta la sera, rimase un mistero per tutti tranne che per gli Avengers, che assistettero alla scena ridacchiando.
Dietro la consolle, Rogers si stava sgolando.
“Me l’avevi promesso!”
“Ma… io non ho dischi anni ’40!! Per Dio, almeno arrivare ad Elvis…!”
“Elvis chi?! Ma io non voglio un dj-set anni ’40! Voglio che metti…”,e mandò giù un consistente grumo di saliva, indicando un’allegra Nadjne, con un Cosmopolitan per mano, che abbandonava la Romanoff, che si buttava in pista con un Clint neppure lontanamente a suo agio, e raggiungeva la sorella, pensando a cosa gli toccava fare e dire per tenerla buona.
“…quello che piace a lei. Dice che stai mettendo tutta roba da oche dell’ Upper East Side…non so cosa voglio dire!”
Billy gemette: avrebbe preferito scontrarsi di nuovo con Loki che con Gretchen e le sue pretese musicali, che gli avrebbero valso solo una lavata di testa dal suo capo, e incrociò gli sguardi con le due sorelle sulla pista, che, con i cocktail in mano, facevano un segno strano a Rogers, unitesi a Stark e alla Romanoff, guardati con sospetto da Miss Potts.
E un pugno colpì Billy sulla testa.
“Scusa William… gliel’avevo promesso!”
Billy si mise a frugare nei suoi vinili speciali e tirò fuori i Ramones, digrignando i denti.
“Lei non sa a cosa và incontro, medagliere ambulante…”
Un altro pugno meno amichevole lo convinse a mettere il disco, tra le urla di gioia degli Avengers rimanenti in pista.
“Era meglio, Loki, ribadisco….”
 
Eccomi!
A chi (nessuno) segue, noterà che ho riscritto il finale.
Non si differenzia molto, è forse un po’ più amichevole e non così tirato della serie ‘dai, finiamola lì e amen!’, come il precedente ed ho inserito un paio di cose per delle mie amiche, una assente e una presente, perché, beh…
Se le meritano.
Sia le risate che l’epicità.
Se la curiosità vi cogliesse, ho cercato un paio di immagini raffiguranti
Selene
E SPECIALMENTE, vista è stata la prima fantasia a prendere volto,
Nadjne ,  ispirata alla mia ex chitarrista Nadia, ai suoi ex capelli ed al suo caratteraccio!
Che l’epicità sia con voi
Addio e buon proseguimento.

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