Blue Lady

di Najara
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Super incontro ***
Capitolo 2: *** Una pizza e due super chiacchere ***
Capitolo 3: *** Caffè, pettegolezzi e un super problema! ***
Capitolo 4: *** Un super nome ***
Capitolo 5: *** Concentrarsi può diventare super difficile! ***
Capitolo 6: *** Super esclusiva ***
Capitolo 7: *** Un salice e una super amica ***
Capitolo 8: *** Pranzi, super salvataggi e lacrime ***
Capitolo 9: *** Le super conseguenze di un proiettile deviato ***
Capitolo 10: *** Un ritorno super amaro ***
Capitolo 11: *** Tacchi e verità per una super serata! ***
Capitolo 12: *** Super cedimenti ***
Capitolo 13: *** Due super paroline ***
Capitolo 14: *** La mia super ragazza ***
Capitolo 15: *** Una notte super! ***
Capitolo 16: *** Super paure ***
Capitolo 17: *** Sentirsi super male ***
Capitolo 18: *** Una super prigioniera ***
Capitolo 19: *** Una disastrosa super irruzione ***
Capitolo 20: *** Spezzare le catene per un super amore ***
Capitolo 21: *** Super rabbia e dolore ***
Capitolo 22: *** Un tenero e piccolo super battito ***



Capitolo 1
*** Super incontro ***


Eccovi la nuova long

Eccovi la nuova long! Come avevo previsto non sono riuscita a resistere a lungo!!

Ci vediamo in fondo…

Buona lettura!

 

Blue Lady

 

 

Primo capitolo: Super incontro

 

Santana osservò con soddisfazione l’ultimo camion del trasloco andarsene, finalmente poteva ufficialmente ritenere quella la sua nuova casa. L’appartamento era esattamente come lo voleva, occupava l’ultimo piano del palazzo ed era spazioso e moderno. Un enorme vetrata dava sul terrazzo, che permetteva di guardare l’intera città.

La donna si appoggiò alla balaustra osservando New York. La sua città. Sospirò, aveva pianto la prima volta che ci era arrivata, odiando tutto, il traffico, i palazzi, persino l’aria. Aveva dodici anni e i suoi genitori avevano deciso che sarebbero andati a vivere nella grande mela lasciando l’Ohio e Lima.

Santana rientrò chiudendo il vetro dietro di lei, su una parete c’erano i suoi più grandi successi, i servizi giornalistici che l’avevano resa famosa, la sua lingua tagliente e la sua estrema sincerità le avevano fruttato la popolarità e il rispetto. Ma non fu quelli che lei guardò, c’era una foto, la foto di due bambine. Quando suo padre l’aveva scattata loro ne erano inconsapevoli, dormivano. Santana sorrise, ricordava quel giorno, avevano passato la giornata insieme ed erano esauste, lei almeno lo era e si erano addormentate sul suo letto, abbracciate. Si allontanò dalla foto che aveva fatto incorniciare e si sedette alla sua scrivania, doveva scrivere un nuovo articolo, la redattrice non era una donna paziente, neanche con lei.

 

L’ufficio era caotico come tutte le mattine, le notizie non dormono mai, diceva sempre la redattrice e di sicuro lì nessuno osava dormire.

“Lopez! E’ pronto quell’articolo?” Le urlò la donna vedendola entrare, Santana sorrise alzando il fascicolo, “Becky! Chiama in tipografia digli che l’articolo di prima pagina è in arrivo!” La segretaria della redattrice scattò ad obbedire e Santana le lasciò le sue pagine, frutto di un lavoro di numerose settimane.

Santana si diresse rapida alla sua scrivania, che era come sempre un caos assurdo. Si sedette iniziando a visionare le mail, varie minacce alla sua vita, inviti a numerosi party, richieste di colloqui, offerte di lavoro, il solito insomma. Girò le minacce alla polizia, perché le controllassero e cestinò il resto, non aveva tempo per le feste e non le interessavano altri lavori.

Si alzò per andare a prendere un caffè e rimase lì bloccata. Dall’ascensore stava scendendo una ragazza. Stava ridendo insieme allo sfigato che si occupava della rubrica sportiva, persino da laggiù lei riuscì a sentire la sua risata, si voltò rapida trattenendosi dal nascondersi dietro la scrivania.

Cosa ci faceva lì? Era venuta per lei? Si tolse gli occhiali cercando di calmarsi, andiamo lei era Santana Lopez! Aveva guardato negli occhi assassini, mafiosi e politici corrotti ed ora tremava al pensiero di parlarle?

Prese un profondo respiro e si voltò di nuovo, della ragazza però non c’era più traccia. Agitata iniziò a percorrere la stanza con lo sguardo, trovò Finn Hudson, il responsabile degli articoli sportivi che chiacchierava con Rachel Berry, l’esperta di spettacolo, ma di lei nessuna traccia.

Stava impazzendo? Forse si era solo confusa, forse non era lei, erano passati così tanti anni… Poi la sentì di nuovo, la sua risata.

Stava uscendo dall’ufficio della redattrice Sylvester e stava ridendo con Becky. Proprio lei si voltò a guardarla indicandola. Santana incrociò il suo sguardo, era ancora più azzurro di come lo ricordava.

La ragazza sorrise, non solo con le labbra, ma con tutto il volto, per poi muoversi verso di lei.

“San!” Disse solo poi la rinchiuse tra le braccia. Santana chiuse gli occhi mentre si abbandonava tra di esse, quanto le erano mancate?

Si separarono rimanendo ancora in silenzio, guardandosi, come se cercassero l’un l’altra la bambina che avevano conosciuto.

“Wow, sei più bella ancora che nelle foto!” Le disse lei facendola arrossire,

“Brittany… sono contenta di vederti…” Ok, doveva dire qualcosa no?

“Anche io sono felice!” La ragazza sorrise di nuovo poi si strinse nelle spalle, “Mi fai vedere l’ufficio?” Santana la guardò perplessa,

Vuoi…vuoi vedere l’ufficio?”

“Sì, la Sylvester mi ha assunto, quindi…” Santana sentì una fitta di delusione, e così era venuta per lavorare, non per lei… che stupida anche solo per averlo pensato! Non si vedevano da anni!

Ma certo! Di cosa ti occupi?” Da quello che si ricordava Brittany non aveva una propensione per la scrittura, era lei quella che le passava i compiti e le correggeva i temi prima che li consegnassero all’insegnate.

“Fotografia! Dicono che ho una visione differente del mondo…” Si strinse nelle spalle sorridendo ancora. Santana la imitò, ricordava come quel sorriso la facesse sentire bene da piccola.

“Vieni” Disse solo e fu sul punto, davvero sul punto di prenderle la mano, ma riuscì a bloccarsi.

“Allora, l’ufficio è diviso per settori, economia con Quinn Fabrey, sport, Finn Hudson, spettacolo, Rachel Berry e Kurt Hummel, cronaca rosa Sugar Motta e poi ci sono io politica e cronaca…” La ragazza l’aveva seguita salutando le persone che man mano lei le indicava, “Ovviamente ti ho nominato solo i capo di settore, ci sono un sacco di galoppini che fanno il lavoro sporco…” Santana le indicò con il braccio le numerose persone che si muovevano indaffarate nell’ufficio.

“Nei sotterranei c’è la tipografia e qui…” aprì una porta, “Ci sono i fotografi…” Nella stanza c’erano alcune persone, ma era chiaro che non c’era la stessa atmosfera palpitante dell’enorme ufficio dei reporter.

“Ragazzi, questa è Brittany, e lavorerà con voi.” I fotografi nel vederla si erano subiti alzati ma scoprendo il motivo della sua presenza si rilassarono, nessuno voleva lavorare con lei, certo, c’era un ottima possibilità di vincere un premio pulizer e di avere la propria foto in prima pagina, ma lei era conosciuta per essere un tantino acida e poi quando si calava in un articolo non lo mollava e pretendeva lo stesso da quelli che lavoravano con lei.

Si fecero avanti presentandosi e stringendo la mano alla ragazza.

“Brittany S. Pierce?” Chiese un ragazzo biondo, Santana cercò di ricordare il suo nome, Sam, sì doveva essere così, “La Brittany S. Pierce della foto Temporale?” La ragazza annuì e lui le stinse di nuovo la mano entusiasta, “Adoro quella foto, semplicemente geniale!”,

“Ti ringrazio…” Guardò Santana che non poté non pensare che era bellissima.

“Lopez!” L’urlo della redattrice la fece sobbalzare,

“Devo andare… ci vediamo dopo?” Chiese e la ragazza annuì,

“Pranziamo insieme?” Le chiese e Santana sorrise,

“Sì, a dopo” poi si affrettò a raggiungere l’ufficio della Sylvester.

 

“Wow! Pranzi con la Lopez! Non ti invidio per niente!” Sam rabbrividì e lei lo guardò perplessa,

Perché?”

“Beh… lei è un po’…” Cercò la parola adeguata poi disse, “Autoritaria…”

“Dì pure stronza!” Intervenne una ragazza di origine orientale che si era presentata come Tina. Brittany scosse la testa,

“Oh no, Santana non è così!” I fotografi le fecero alcune smorfie scettiche e lei aggiunse, “Eravamo molto amiche da piccole, so che non è una stronza…” Sam si strinse nelle spalle, poi sorrise,

“E’ un onore averti nel gruppo!” Le assegnarono una scrivania e le spiegarono come funzionavano le cose alla redazione, ma Brittany li ascoltava solo con un orecchio l’altro era fisso su Santana.

 

Si erano incontrate a pranzo e lì davvero si erano ritrovate, malgrado le loro vite si fossero separate bruscamente, malgrado fossero ormai delle donne con vite così diverse, avevano ritrovato in pochi istanti la sintonia che le aveva legate da bambine.

Santana percorse il vicolo con la testa tra le nuvole, era sorprendente quanto poco fosse cambiata Brittany, le sembrava ancora la ragazza che doveva essere presa per mano per attraversare la strada, eppure da allora quella ragazza era diventata qualcuno. Santana era corsa a cercare il suo nome in internet trovando svariati articoli che la dipingevano come un genio della fotografia.

Alzò la testa rendendosi conto di essere finita nella strada sbagliata,

Heilà bellezza, ci siamo perse?” Santana sentì un brivido attraversarle la schiena, era già stata in pericolo, ma questo non significava che la cosa le fosse indifferente,

“Senti, se vuoi i miei soldi resterai deluso, non ho praticamente niente con me…” L’uomo che le stava davanti indossava un sudicio cappotto e aveva un cappellino di baseball calato sul volto,

“Niente soldi? Allora cosa ne dice dei bei gioielli che indossi?” Santana sbuffò poi si tolse l’orologio e glielo gettò,

“Contento? Finita la pratica?” Ma l’uomo continuava a procedere verso di lei che si pentì di aver scelto i tacchi e quel tallieur grigio, certo le stava a meraviglia, ma le impediva di correre.

“Oh… sono sicuro che hai ancora qualcosa per me…” L’uomo si avventò addosso a lei, ma non la raggiunse mai, perché fu letteralmente scaraventato contro il muro. Una figura lo teneva bloccato contro l’edificio dandole la schiena,

“Non mi sembra una bella cosa quella che stai facendo!” Disse la figura mentre l’uomo si agitava inutilmente,

Atten…” Si trovò a urlare Santana, il malvivente aveva infatti estratto un pugnale che tentò di conficcare nel corpo del suo salvatore. Tentò, perché la lama strappò i vestiti e si ruppe. Lei sgranò gli occhi, ma la figura sembrò non notarlo, prese l’uomo e scomparì. Santana rimase immobile a fissare il punto in cui erano spariti, non poteva essere vero, doveva essere stata drogata, o magari aveva battuto la testa, oppure stava dormendo. Di sicuro non…

“Ecco, scusa, dovevo portarlo in commissariato… stai bene?” La figura ora aveva un volto, mascherato certo ma…

“Brittany?” Santana scosse la testa chiedendosi se semplicemente non fosse impazzita,

Hei come hai fatto a riconoscermi? Ho la maschera!” Santana  iniziò a ridere, una parte del suo cervello sapeva che era una crisi isterica, ma l’altra non riusciva proprio a smettere.

“San…? Forse è meglio se ti porto a casa…” E dicendo quello la ragazza la prese tra le braccia e volò via, letteralmente! Il riso di Santana si interruppe bruscamente, mentre lei gettava le braccia attorno al collo di Brittany, terrorizzata.

“San?” La chiamò lei, Santana aveva nascosto il viso contro il suo collo ed era sicura che se non fosse stata tanto terrorizzata non le sarebbe dispiaciuta quella situazione,

“Sì?” Si chiese se era il caso di parlare con le allucinazione, ma ormai l’aveva fatto quindi…

“Devi dirmi dove abiti, se no non so dove andare…” Santana ridacchiò poi le diede le indicazioni.

Brittany scese dolcemente sul terrazzo e la depose a terra. Le gambe di Santana tremavano ma riuscì a non cadere a terra.

“Oh dimenticavo…” Brittany estrasse da una delle tasche del costume, sì, indossava un costume blu notte, il suo orologio,

“Grazie…” Le disse lei. Aprì la porta vetro che dava sul terrazzo ringraziando che si potesse aprire anche dall’esterno ed entrò in casa sua, Brittany era rimasta fuori, chiaramente indecisa sul da farsi.

“Entra Brit…” le disse lei, la ragazza sorrise per poi entrare nel suo appartamento, gli occhi sgranati mentre si guardava attorno, lei aveva gli occhi sgranati! Santana scosse la testa, il mattino dopo avrebbe dovuto fare visita al suo medico.

 

 

 

Note

 

L’avrete capito ha vinto Superman! O almeno la sua versione Brittana! ;-)

Ho tolto il prologo e vi ho gettato direttamente nell’azione, niente misteri questa volta, i ruoli sono chiarissimi nel più classico stile supereroe! Oppure Santana ha davvero battuto la testa ed è meglio se va a trovare il medico!! ;-)))

Questo è il primo di una lunga lista di: al prossimo capitolo!

Spero che la nuova storia vi piaccia! Fatemi sapere!

Ciao ciao

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Capitolo 2
*** Una pizza e due super chiacchere ***


Buona lettura

Buona lettura!

 

 

Secondo capitolo: Una pizza e due super chiacchiere

 

Santana si diresse senza indugio all’armadietto dei liquori poi si fermò, forse non era il caso di bere, se aveva qualche problema fisico poteva peggiorare no?

Hei! Ma queste siamo noi!” Brittany guardava sorridente la foto appesa al muro e Santana arrossì,

“L’ha fatta mio padre…” La ragazza si era tolta la maschera e guardava rapita l’immagine. Santana si ricordò le buone maniere e chiese:

“Hai fame? Ordiniamo la cena?”

“Sì! Vado io, pizza?” Santana annuì e la ragazza sparì, cavolo e lei che per un attimo credeva di stare meglio, se si concentrava poteva evitare di pensare al costume di pelle blu, che le stava divinamente… scosse la testa e si diresse in cucina, prese dei piatti e dei bicchieri, mentre recuperava le posate un colpo di vento la fece voltare,

“Ecco fatto!” Brittany la guardava sorridente, con i cartoni delle pizze tra le mani. “Spero ti piacciano, ho preso le prime due pronte!” Le posò sul tavolo e poi si sedette, Santana scosse la testa, era fiera del suo cervello, ma ora sembrava che fosse incapace di reagire.

“San?” La chiamò la ragazza e lei sollevò lo sguardo a guardarla, era lei, sì la sua Brittany, l’amica per cui aveva pianto a dirotto per settimane.

“Brittany, ho battuto la testa? Sono in coma o…” La ragazza ora apparve spaventata,

“No! Perché dici così?” Santana scosse la testa,

“Perché mi hai portato a casa volando su New York, perché hai scaraventato un uomo grosso il doppio di me contro il muro e non ti ha nemmeno graffiato il suo pugnale, perché sei andata a prendere la pizza usando il davanzale e non la porta…” Brittany si strinse nelle spalle,

“Ho scoperto un po’ di cose che so fare…”

“Chi sei tu?” La ragazza appariva perplessa,

“Sono Brittany S. Pierce…” Ok quello lo sapeva, perché era lei, a Santana era sufficiente incrociare i suoi occhi per sapere che era così, la piccola stretta allo stomaco che solo il suo sorriso le dava, la gioia nel sentirla ridere, quello non poteva essere artefatto.

“Voglio dire… sei sempre stata così?” La ragazza sorrise,

“Oh no! Lo avresti saputo! Ti dicevo tutto!” Santana annuì, in effetti se la ragazza avesse potuto volare già a dodici anni lei se ne sarebbe accorta! Ok ora stava accettando che la ragazza potesse volare!

“E così puoi volare?” Brittany annuì, “Come è successo?” Sembrava parlassero di una qualsiasi capacità e non di una cosa impossibile!

“Beh un giorno mi sono svegliata e non ero nel mio letto, cioè ero nella mia stanza, ma un metro sopra il letto… dalla paura sono caduta a terra e non mi sono fatta nulla…”

“Capisco, ma… sai perché? Voglio dire cosa hai mangiato?” Bene ora sembrava che stessero parlando di un’allergia.

“Oh… non me lo ricordo… è successo un sacco di anni fa, comunque credo dipenda dal fatto che i miei genitori mi abbiano trovato in una navicella spaziale…” Santana spalancò la bocca, “Anche io ci sono rimasta male… non sapevo di essere stata adottata!” Brittany si strinse nelle spalle, “Ma ora ci ho fatto l’abitudine…” Prese una fetta di pizza e iniziò a mangiarla.

“Sei… sei un alieno?” La ragazza inclinò la testa perplessa,

Hei non ci avevo mai pensato! Mi sa che hai ragione!” Continuò con la sua fetta di pizza e Santana rimase a fissarla affascinata, quella ragazza era sempre stata speciale ai suoi occhi e lei lo aveva capito subito, ma non credeva fosse così speciale!

“Quindi sei super forte, super veloce e puoi volare?” Il lato giornalista di Santana aveva preso il sopravento e ora lei voleva i dettagli,

“Sì, ma posso anche fare altro!” La ragazza sorrise e Santana arrossì, che potesse leggere nella mente? Perché in quel caso lei…, cercò inutilmente si stoppare i suoi pensieri ma la ragazza sembrava più concentrata a mangiare la pizza che a leggere nella mente di qualcuno.

“Come cosa?” Chiese quindi e Brittany si strinse nelle spalle,

“Sento molto bene… se voglio vedo attraverso le cose e poi…” Sorrise, prese il bicchiere pieno d’acqua e vi soffio sopra, nel bicchiere si formò uno strato di ghiaccio, prima che Santana potesse stupirsi la ragazza lo guardò con attenzione e quello si sciolse.

Ok, aggiungiamo super udito e super vista, più raggio laser dagli occhi e super soffio!”

“San se non mangi la tua pizza si raffredda!” Santana aprì la scatola ma la sua mente stava lentamente raggiungendo la consapevolezza,

“Insomma sei un super eroe!” Brittany rise di gusto,

“Lo dice anche mia mamma! Per quello mi ha fatto il costume, dice che è d’obbligo!” Rise ancora poi aggiunse, “Certo, lei diceva anche che nessuno mi avrebbe riconosciuto con la maschera!”

“Beh Brittany, siamo state inseparabile per anni, ti ho guardato dormire un sacco di volte, credi davvero che una stupida maschera possa impedirmi di riconoscerti?” Mentre si rendeva conto di quello che aveva detto arrossì ma Brittany sembrava non aver notato il dettaglio perché si strinse nelle spalle,

“Questa sera glielo dico…”

“Oh i tuoi genitori sono a New York?” Chiese Santana ringraziando il cielo per la disattenzione di Brittany,

“No, sono a Lima, ma vado a dormire lì…”

“Ma…” Santana si interruppe tra New York e Lima c’era un viaggio in aereo di alcune ore, lo sapeva, era la distanza che i suoi genitori avevano messo tra lei e la sua migliore amica… ma Brittany ora volava ed era super veloce, quanto ci avrebbe messo?

La ragazza appariva in imbarazzo per la prima volta nella serata,

“Lo so che non dovrei più abitare dai miei genitori ma…” Santana sorrise, era dolce quando arrossiva in quel modo.

“Stasera puoi dormire da me se vuoi, ho la camera degli ospiti e…”

“Davvero? Grazie!” Brittany batté le mani felice ricordandole in maniera impressionante la bambina che le era tanto mancata.

Mangiarono la pizza chiacchierando, ora che il suo cervello si era adeguato alla situazione Santana riuscì a rilassarsi e a godersi quella, assolutamente inaspettata, serata.

 

 

Photobucket

Brittany in costume senza maschera…

Come biasimare Santana? ;-)

 

 

Note

 

Santana ha superato un pochino lo shock iniziale e ora cerca di ottenere il maggior numero di informazioni possibili. Brittany lei… è sempre Brittany con o senza super poteri! ;-)

 

Grazie a chi mi ha lasciato un commento e a chi ha già messo tra i preferiti, dimostrando una grande e forse immeritata, fiducia nelle mie storie!

Ovviamente grazie mille anche a chi segue e legge in rigoroso silenzio! ;-)

Ciao ciao e al prossimo capitolo!

 

 

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Capitolo 3
*** Caffè, pettegolezzi e un super problema! ***


Buona lettura

Buona lettura!

 

 

Terzo capitolo: Caffè, pettegolezzi e un super problema!

 

Si svegliò con l’aroma del caffè,

“Sveglia piccola!” Nel suo stomaco le farfalle si misero a danzare, aprendo gli occhi vide Brittany sorriderle, una tazza di caffè fumante tra le mani. Il mix di sorriso più quelpiccola’, gettato lì con dolcezza le era stato fatale.

Prese la tazza e Brittany rise,

“Sei ancora poco loquace al mattino!” Santana trangugiò il caffè bruciandosi la gola,

“E’ bollente” riuscì a dire e Brittany arrossì,

“A volte non riesco ancora a dosare bene il calore degli occhi…”

“No, voglio dire è perfetto Brit!” Il rossore scomparve dal volto della ragazza che sorrise e Santana cercando di non imbambolarsi chiese, “Come mai sei già sveglia?”

“C’era un incendio, ho pensato di andare a spegnerlo…” Ma certo!

“Capisco… feriti?” Ecco che il giornalista in lei faceva la sua comparsa,

“No… Andiamo in ufficio insieme?” Santana annuì poi si alzò dal letto, lanciò un occhiata alla ragazza che però non sembrava per nulla intenzionata ad andarsene, evidentemente non trovare imbarazzante essere nella camera di un'altra persona e guardare mentre questa si vestiva. Ok avevano dormito insieme da piccola, ma ora era diverso no?

Entrò nella sua cabina armadio ringraziando il fatto che Brittany sembrasse presa nell’osservazione dei quadri che aveva appeso ai muri, e indossò rapidamente un completo chiaro, giacca e pantaloni. Quando uscì Brittany stava fluttuando a dieci centimetri dal suo letto, le gambe incrociate, la fronte aggrottata e lo sguardo perplesso, mentre osservava la foto che lei teneva sopra la testata del letto. Ecco lei si abituava all’idea e poi Brittany faceva una cosa simile.

“Brittany?” La ragazza si voltò e poi le indicò il quadro,

“Chi è?” Santana guardò la foto, ritraeva lei mentre abbracciava una donna che sorridente mostrava un premio.

“E’ Holly Holiday, vincitrice del premio Pulitzer, con l’articolo sulla corruzione del consigliere Neden. Brittany inclinò la testa poi tornò a terra, con grande piacere di Santana.

“Sembrate molto amiche…” La ragazza la guardava e Santana annuì,

“Sì, è molto importate per me!” Tornò a guardare quella foto e sorrise.

“Devo andare” Disse solo Brittany e in un istante la stanza era vuota. Santana osservò lo spazio che un attimo prima occupava la ragazza e poi scosse la testa, avrebbe dovuto dirle di non farlo più, poteva almeno uscire dalla stanza prima di scattare a super velocità!

Prese il computer e la sua borsa poi scese in strada e chiamò un taxi, quando arrivò in ufficio Brittany era seduta sulla sua scrivania chiaramente in sua attesa.

Santana si avvicinò,

“Ciao” Disse e la ragazza sorrise,

“Mi dispiace per prima, ma…”

“Lopez!”

“Devo andare!” Disse Santana, le due ragazze si guardarono e scoppiarono a ridere.

 

“Era quello che credo?” Rachel guardava a bocca aperta verso la scrivania di Santana Lopez,

“Direi di sì almeno che non ci sia qualcosa in questo caffè!” Confermò una altrettanto perplessa Quinn,

“Qualcuno sa niente di quella ragazza?” Chiese quindi Kurt,

“Si chiama Brittany S. Pierce ed è qui per fare la fotografa, la Sylvester l’ha assunta ieri…” Spiegò Finn,

“Ciao bellini! Cosa confabulate senza di me?” Sugar arrivò avvolta in una curiosa mescolanza di colori,

“Non mi dire che non l’hai notato?” Chiese malizioso Kurt che sapeva quanto la ragazza amasse essere la prima a sapere tutto,

“Vuoi dire della nuova Santana Lopez?” Kurt si rimangiò il sorrisetto soddisfatto mentre la ragazza si serviva a sua volta del caffè,

“Sai qualcosa Sugar?” Chiese Quinn,

“Ovviamente!” Tutti la guardarono interessati, lei li ignorò mentre aggiungeva lo zucchero e mescolava,

“Andiamo Sugar!” La spronò infine Rachel impaziente,

“La nostra reporter d’assalto prima di abitare a New York viveva in una cittadina dell’Ohio, Lima…”

“E questo cosa c’entra?” Chiese Finn ma fu zittito prontamente dagli altri e Sugar dopo avergli rivolto un’occhiataccia continuò,

“Qui la Lopez aveva un amica, Brittany S. Pierce appunto.”

“E tu come diavolo fai a saperlo?” Chiese Rachel, Sugar sorrise, poi si strinse nelle spalle,

“Io so sempre quello che c’è da sapere!” Era il motto della sua rubrica di gossip, la più accurata dello stato si vantava lei.

“Gliel’ho detto io…” I reporter si voltarono verso Tina che si servì un caffè ignorando lo sguardo contrariato di Sugar, “Brittany lavora con noi e ci ha raccontato qualcosina.

Comunque io, Santana, non l’ho mai vista così!” Quinn si strinse nelle spalle poi aggiunse,

“Sorridere ok, strano ma possibile, ma ridere! No non credo che lo abbia mai fatto, non così!” Tutti i reporter si dissero concordi poi notarono la Sylvester che usciva dall’ufficio e si dispersero per raggiungere le loro scrivanie.

 

“Lopez, sta succedendo qualcosa…” Santana guardò interrogativa la Sylvester e la donna continuò,

“Strani avvenimenti, incendi che si spengono da soli, malfattori ritrovati nelle celle del commissariato senza nessuno che ce li abbia messi, stamattina un gattino salvato da una pianta… la padrona se l’è trovato in braccio senza che questo scendesse da solo!” Santana trangugiò a vuoto, aveva un’idea ben precisa di chi potesse essere l’autore di simili prodigi, “Il fatto è, Lopez, che sento che sta succedendo qualcosa, lo sento, ti metto sul caso!”

Ma capo…”

“Niente da fare! Vai e portami delle risposte!” Santana annuì poi uscì dalla stanza, nell’angolo caffè c’era un bel assembramento, che si sciolse quando la Sylvester uscì dall’ufficio,

“Oh Lopez, prenditi un fotografo, non si sa mai… sento che abbiamo una grande notizia tra le mani! Non deludermi!” Santana annuì, ok ora avevano un bel problema!

 

 

 

Note

 

Il reparto caffè del giornale è in piena attività pettegolezzi e Santana-la-report-d’assalto-Lopez ne è al centro! E’ una buona cosa? Oppure no?

Problema molto più serio è l’infallibile naso della Sylvester per le notizie! Cosa si inventerà Santana? E Brittany? Impegnata a salvare gattini e portare caffè come reagirà?

 

Al prossimo capitolo e grazie a tutti! Leggere i vostri commenti mi fa piacerissimo!

Ciao ciao

 

P.S. Per chi sia interessato… ho iniziato un due per Men In Black… non so se andrà in porto, ma di sicuro si sta sviluppando!

Ciao ciao

 

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Capitolo 4
*** Un super nome ***


Super lettura

Super lettura! (tanto per stare in tema!)

 

 

Quarto capitolo: Un super nome

 

“Brittany!” Santana si era affacciata nell’ufficio dei fotografi e fece un cenno deciso verso la ragazza che si alzò per raggiungerla.

Santana non poté fare a meno di notare la grazia con cui si muoveva, sembrava l’armonia stessa,

Che succede?”

“Vieni, dobbiamo parlare!” La ragazza la seguì senza protestare fino ai bagni della redazione. Santana controllò rapidamente che non ci fosse nessuno poi le espose il suo problema.

“La Sylvester mi ha incaricato di indagare sulle strane cose che improvvisamente succedono a New York!” Brittany era perplessa,

Che strane cose?” Santana si agitò,

“Brittany, la redattrice ha un fiuto pazzesco! Ha già capito che sta succedendo qualcosa!”

“San, devi spiegarti meglio perché proprio non capisco di…”

“Devo indagare sugli incendi che si spengono da soli, sui cattivi finiti in prigione e sui gattini salvati!” La ragazza fece un’espressione buffa, mentre sulla sua bocca si disegnava una piccola o,

“Vuoi dire che devi indagare su di me!” Santana annuì decisa poi si passò la mano tra i capelli,

Cosa possiamo fare?”

“Io pensavo di non essermi fatta vedere…”

“Infatti, ma prima o poi succederà! Andiamo oramai tutti hanno la possibilità di fotografare e filmare, tutti possiedono un cellulare!”, la ragazza si morse un labbro,

Cosa devo fare San?” Era così tenera e indifesa in quel momento!

“Dobbiamo pensare a qualcosa…”, Brittany annuì convinta poi voltò la testa in ascolto,

“Sta arrivando qualcuno…” Santana la guardò perplessa e poi la porta si aprì, giusto, il super udito!

“Ciao…” Accennò Quinn mentre guardava le due ragazze, “Siete in riunione?” Chiese ironica,

“Sì” Disse Brittany mentre si mordicchiava un’unghia, Quinn guardò le due perplessa,

“Sta scherzando! Andiamo Brittany, un articolo ci aspetta!” Uscì e Brittany la seguì facendo un cenno di saluto a Quinn.

Questa volta Santana la portò in uno sgabuzzino,

“Qui non viene mai nessuno… credo…”

“Ti è venuta qualche idea?” Santana fece una smorfia,

“Tua mamma ti ha fatto un costume no?” Brittany annuì,

“Sì, lo tengo nell’armadietto!”

Ok, senti, e se lo scrivessi l’articolo? Se tu mi concedessi un’intervista esclusiva?” Brittany corrugò la fronte,

“Non capisco… non avevamo detto che non dovevo farmi vedere?”

“Sì… ma è impossibile… quindi perché non mostrati al mondo alle nostre condizioni?”

“Vuoi dire, che devo dire a tutti dei miei poteri? Perché non mi sembra proprio una buona idea…” Santana scosse la testa,

“No, voglio dire, hai un costume e una maschera, creiamo un alter ego!” Santana iniziava a trovare l’idea piena di aspetti positivi,

“Cos’è un alter ego?”

“E’ il tuo lato super! Come Spiderman per Peter Parker o Batman per Bruce Wayne!”

“E come mi chiamo io?” Santana iniziò ad andare su e giù per lo sgabuzzino, cioè faceva due passi,

“Non lo so… Super qualcosa…”

“Cosa ne dici di Super Brit?” Chiese la ragazza,

“Ehm… no meglio che non sia così evidente il tuo nome… potremmo andare sul classico con Super Girl…” Si strinse nelle spalle, “Va beh ci pensiamo ancora…”.

Cosa devo fare allora?” Chiese Brittany, in pochi minuti la ragazza si era completamene affidata a lei,

“Facciamo così, vai a salvare qualcuno fai e ti fai vedere, poi usciamo con articolo e reportage!”

“Sei sicura che sia una buona idea San?” Santana guardò la ragazza che si mangiucchiava le unghie come faceva sempre anche da bambina quando era agitata.

BriBri, se non te la senti, lasciamo stare, dico alla Sylvester che non ho niente ok?” Brittany si morse un labbro,

“Ma la Sylvester così si arrabbia con te, no?” Santana le sorrise,

“Non importa Brit, davvero, facciamo quello che decidi tu!”,

“Ti dispiace se ci penso un po’?”

“No, Brittany, pensaci bene, è molto importante questa decisione!” La ragazza sorrise poi la tirò contro di sé abbracciandola,

Grazie San… mi sei mancata così tanto!” Santana chiuse gli occhi assaporando il piacere che quelle parole le procuravano, “Sei la mia migliore amica!” Aggiunse la ragazza e Santana sentì una fitta di delusione, che ignorò prontamente separandosi da lei.

“Ora devo fingere di fare qualcosa… ti va di venire con me? La Sylvester mi ha detto di prendere un fotografo…” Brittany sorrise,

“Volentieri!”,

“Bene allora andiamo…” Uscirono dallo sgabuzzino e incrociarono lo sguardo perplesso di Rachel che stava passando proprio lì davanti,

“Facevo vedere il posto a Brittany!” Si affrettò a spiegare Santana per poi allontanarsi in fretta.

“San?” La chiamò Brittany,

“Sì?”

“Devo andare…” Le disse la ragazza,

Che succede?” Le chiese Santana

“Una rapina in banca…”

“Oh… ma non è pericoloso?” Brittany si strinse nelle spalle e Santana annuì,

“Vai, ci vediamo in strada, tanto fai in fretta, no?”

“Sì…” La ragazza continuava a fissarla e Santana la guardò perplessa,

Cosa…?”

“Devi lasciarmi la mano…” Santana arrossì rendendosi conto che aveva preso la mano della ragazza per uscire dallo sgabuzzino e ora non la lasciava,

“Oh… certo! Scusa!” Le lasciò la mano e lei sorrise poi si diresse rapida alla stanzetta degli armadietti sparendo dalla sua vista. Santana cercò di nascondere il proprio imbarazzo, così mentre passava uno dei suoi sottoposti lo bloccò,

“Tu! C’è una rapina in corso, scopri dove e vacci di corsa, voglio l’articolo per l’edizione della sera!” Il giornalista la guardò sgranando gli occhi, “Non sono stata chiara forse? Ora! Scattare scattare!” L’uomo quasi corse alla sua postazione e Santana si sentì meglio, afferrò la sua borsa e scese in strada. Brittany la stava aspettando appoggiata all’auto, mangiava un gelato e ne teneva un altro in mano,

“Tieni San, sono passata davanti una gelateria e non ho potuto farne a meno!”

“Tutto bene?”

“Oh sì!”

“Andiamo allora…”.

 

Santana guardò la via con una smorfia, era deserta,

“Mai una volta che si presenti puntuale!”

“Chi aspettiamo?” Chiese Brittany,

“Il mio informatore…”,

“Ha una cresta?” Santana annuì stupita,

“Allora sta arrivando…” Super vista! Chissà se si sarebbe mai abituata!

Puck proprio in quel momento svoltò l’angolo, Santana guardò Brittany,

“Rimani qui ok?” La ragazza annuì sorridendo e lei scese dall’auto andando incontro al ragazzo,

“Ciao bellezza! Che si dice?” Il ragazzo indossava una giacca di pelle e un paio di occhiali da sole sul volto aveva il suo solito sorriso da seduttore,

Puck, veniamo al dunque, hai qualcosa per me?” Il ragazzo fece un sorrisino poi si tolse gli occhiali,

“Certo che ho qualcosa per te! Lo sai!” Santana sentì la porta della macchina chiudersi e Brittany fu al suo fianco,

“Ciao” Disse la giovane e il ragazzo che la guardava stupito le rivolse un bel sorriso,

“Wow, chi saresti tu dolcezza?”

“Brittany…”

“E’ la mia fotografa, stalle lontano!” Il ragazzo tornò a guardare lei,

“Sei gelosa bellezza? Lo sai che hai sempre un opzione su di me!” Fece l’occhiolino a Brittany e Santana sbuffò,

Piantala e dimmi se hai saputo qualcosa di interessante!” Il ragazzo si rimise gli occhiali poi si strinse nelle spalle,

“Beh si mormora un po’… i Morini stanno cercando di espandersi verso Nord…”

“Questa è vecchia Puck!” Il ragazzo fece un'altra smorfia,

“Va bene, te ne dico una che ho sentito prima della tua chiamata…”

Sono tutta orecchi!”

“I fratelli Grier hanno fatto una rapina in banca…” Santana corrugò la fronte e il ragazzo continuò, “Sembra che si siano fatti beccare…”

“Come?”

“Li hanno trovati chiusi dentro il caveau…” Brittany sorrideva accanto a lei e Santana si trattenne dal fare altrettanto,

“Stai scherzando? Si sono chiusi dentro da soli?”

“No… Sembra che qualcuno ce li abbia messi…”

“Chi?” Il ragazzo si strinse nelle spalle,

“Una ragazza in blu…”.

 

 

 

Note

 

Un nuovo personaggio! L’informatore Puck! Che oltre a fare il marpione si dimostra subito utile…

Brittany deve riflettere e Santana inizia a vedere gli aspetti positivi dell’avere come amica (anche se forse il termine gli sta un po’ stretto!) una super eroina.

Al prossimo capitolo per gli sviluppi e forse per scoprire che decisione prenderà Brittany!

Grazie a tutti!!

Ciao ciao

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Capitolo 5
*** Concentrarsi può diventare super difficile! ***


Buona lettura

Buona lettura!

 

 

Quinto capitolo: Concentrarsi può diventare super difficile!

 

La sveglia suonò e Santana la spense, era alzata da almeno un’ora, malgrado fosse andata a dormire tardi non era riuscita a riposare per molto. Le succedeva sempre così quando aveva un nuovo articolo, la sua mente era piena di pensieri e le risultava difficile staccare la spina, il fatto poi che si trattasse di Brittany non aiutava di certo. Rincontrala dopo tutti quegli anni l’aveva già sconvolta a sufficienza, figuriamoci poi scoprire che era un’aliena con poteri!

C’era solo una cosa che riuscisse a rilassarla, indossò la tuta, legò i capelli ed uscì. Un altro aspetto che amava del suo nuovo appartamento era che era vicinissimo a Central Park.

Si mise a correre, il sole non era ancora sorto e l’aria era fresca e piacevole.

“Ciao!” Santana fece un balzo,

“Mi hai quasi ucciso!” Brittany fece una faccia spaventata poi scosse la testa,

“No, il tuo cuore batte di nuovo normale!”

“Beh mi hai spaventato!”

“Scusa….” Santana riprese a correre, Brittany era andata dai genitori, malgrado la sua offerta di dormire di nuovo da lei, le aveva detto che doveva parlarne con loro e riflettere. Ma a quanto pareva era tornata in città.

“Come mi hai trovato?” Brittany le correva accanto e si strinse nelle spalle,

“Non eri a casa quindi ho cercato il tuo profumo e ti ho trovato. Santana arrossì ci mancava che Brittany le dicesse cose del genere! E lei che doveva liberarsi la mente!

Corsero per un ora, Santana ormai aveva il fiato corto, ma Brittany sembrava fresca esattamente come quando era partita.

“Devi proprio apparire così riposata e perfetta? Quando io sono paonazza e senza fiato!” La rimbrottò, ma Brittany sorrise, ignorano il suo tono,

“Tu sei bellissima” Santana sentì il suo stomaco contrarsi,

“Grazie…” Si voltò cercando di ignorare il suo sorriso felice, “Senti ci hai pensato?”. Immediatamente la ragazza si fece seria, annuì grave,

“Sì”,

E…?”

“Ho pensato che hai ragione, preferisco che sia tu a scrivere di me… tu saprai mettere le cose nella giusta…” Strinse un occhio alla ricerca della parola giusta,

“Prospettiva?” Chiese Santana e lei sorrise,

“Esatto, nella giusta prospettiva, sai non voglio che le persone abbiano paura di me… o che pensino che io sia cattiva…” Santana notò con facilità come la cosa la preoccupasse, in un gesto spontaneo le prese la mano e gliela strinse,

“Nessuno potrà mai pensare che sei cattiva, Brit, nessuno!” La ragazza teneva la testa bassa e strascicava un po’ i piedi,

“Brittany?” Lei alzò il volto a guardala e Santana sorrise, dio quanto amava i suoi occhi! “Se lo faranno, gli farò vedere io!” Un sorriso luminoso si aprì sul volto della ragazza e fu come veder sorgere il sole. Di nuovo Brittany la sorprese stringendola a sé.

Hei Brit… sono tutta sudata e…” La ragazza la ignorò stringendola ancora, quando la lasciò le depose un bacio sulle labbra. Un bacio appena accennato le loro labbra quasi non si erano toccate, ma era stato sufficiente perché il cuore di Santana accelerasse bruscamente.

Si erano già baciate, ricordava perfettamente quel momento, era il giorno prima che lei partisse per New York. Santana era fuggita dalla finestra di casa sua e aveva incontrato Brittany nel suo giardino, anche la ragazza aveva avuto la stessa idea, non avevano parlato, si erano solo strette. Avevano passato la notte sotto il salice e al mattino Brittany l’aveva baciata. Un bacio innocente, certo, ma lei non era mai riuscita a dimenticarlo.

“Il tuo cuore batte veloce…”

“E’ per colpa della corsa… devo fare più attività fisica!” Si voltò per evitare gli occhi della ragazza e raggiunse il suo palazzo.

 

Aveva fatto una bella doccia fredda e ora si sentiva meglio. Tornò nel suo salotto e trovò Brittany sdraiata a mezz’aria che leggeva il frutto del lavoro di quella notte. L’effetto positivo della doccia sparì in un istante, ed era perché lei stava volando, non perché era tremendamente sexy, con i capelli sciolti e quell’aria concentrata.

“Ne hai fatte di ricerche!” La ragazza rovesciò la testa guardandola.

“Sono accurate?” Brittany annuì. Santana aveva passato la notte a ripercorrere i salvataggi misteriosi degli ultimi anni, Brittany non era stata molto attiva, ma aveva evitato numerose potenziali tragedie.

“Sì… anche se ne mancano…” Santana corrugò la fronte, la infastidiva non essere accurata, e le indicazione di Brittany del pomeriggio scorso avrebbero dovuto permetterle di esserlo.

“Ho salvato un cane che stava annegando e poi c’era un gatto che sarebbe morto in un incendio se io non lo avessi portato fuori!” Santana sorrise, certo, quei salvataggi non li aveva contati.

“Pensavo di evidenziare i salvataggi agli umani… sai fanno più effetto…” La ragazza sembrò rifletterci poi si strinse nelle spalle,

Se lo dici tu mi fido.”

Ok…” Si mise al suo computer, “Brittany, ho pensato ad un nome… me l’ha suggerito Puck in un certo senso…” La ragazza si era voltata sulla pancia, e la osservava, sempre sospesa nel vuoto, “Cosa ne dici di Blue Lady?”,

“Ma avevi detto che ci voleva il Super…” Santana scacciò le sue precedenti parole con la mano,

Hai ragione, non è una buona idea io…”

“No, mi piace molto di più! E poi posso mettere una B sul costume!” Brittany sorrideva e Santana non riuscì ad evitare di imitarla.

Prese gli occhiali e iniziò a lavorare sul computer,

Brit?”

“Sì?” Chiese la ragazza che aveva incrociato le braccia sotto la testa e la guardava, le gambe che ondeggiavano dietro di lei,

“Ti dispiace scendere… voglio dire, potresti sederti sul divano o dove vuoi…” La ragazza annuì mentre già tornava a terra.

Santana riprese a concentrarsi sul computer, ma il suo sguardo continuava a sfuggirle andando a posarsi sulla ragazza che ora era sdraiata sul divano. Ok, così non sarebbe riuscita a lavorare, doveva smetterla!

Brittany si alzò di scatto,

“Cosa c’è?” Le chiese preoccupata Santana,

“Devo…” La parole si persero nel nulla, la ragazza era già lontana.

 

 

 

Note

 

L’innocente Brittany sta mandando Santana fuori di testa, probabilmente le verrà un infarto prima del prossimo capitolo! ;-)

E ora dove è volata a tutta velocità? Guai in vista? Mah…

Al prossimo capitolo!

Ciao ciao e grazie mille a tutti!

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Capitolo 6
*** Super esclusiva ***


Buona letturaaaa

Buona letturaaaa!

 

 

Sesto capitolo: Super esclusiva

 

Santana si alzò e uscì sul davanzale, la ragazza era sparita così in fretta che aveva lasciato la porta aperta. Il suo telefono che squillava la attrasse di nuovo all’interno.

“Era quello di cui parlavo!” La voce della Sylvester la obbligò a staccare il telefono dall’orecchio

“Scusi capo?”

“Accendi la tv!” Santana obbedì e mentre la televisione si accendeva chiese,

“Che canale?”

“Qualunque!” Mentre sentiva quelle parole vide un uomo gettarsi da un palazzo e poi lei.

Una saetta blu fermò la corsa dell’uomo a mezz’aria per poi portarlo dolcemente a terra.

“Mi hanno filmato?” Santana sobbalzò nell’udire la voce di Brittany si posò un dito sulle labbra ad indicarle di non parlare,

“Ho la situazione sotto controllo, l’articolo sarà pronto…”

“Lo voglio per l’edizione della sera! E voglio sapere tutto di quella ragazza!” La donna chiuse la comunicazione e Santana sbuffò,

“Mi dispiace…”

“Non potevi lasciarlo morire no?” Disse ovvia lei, “Dovremmo solo accelerare, riusciremo a fare l’articolo in tempo…” Santana guardò la ragazza, aveva ancora la tuta blu e la maschera sul volto, “Cosa ne dici di fare le foto? Sei già in tenuta…” Brittany annuì,

“Manca la B però…”

“La vuoi proprio?”

“Tutti i super eroi hanno un simbolo…” Santana annuì,

“Toglila, vediamo cosa possiamo fare” Si ritrovò con la giacca della ragazza in mano mentre la giovane dandole la schiena infilava una maglietta. Santana distolse lo sguardo con fatica da quella schiena perfetta.

“Non è che tra i tuoi super poteri c’è anche il cucito?” Chiese per nascondere l’imbarazzo,

“No… però sono brava a fare i cartelloni! Se vuoi ne preparo alcuni!” Santana sorrise, avevano preparato dei cartelloni per la campagna contro l’abbandono degli animali domestici d’estate, ricordava ancora i gattini e i cani tristi che la ragazza aveva disegnato.

“Cartelloni? No non credo ce ne servano…” Con un po’ di fatica riuscì a trovare il necessario. Scucì una B da una sua felpa e poi la ricucì sulla giacca blu. L’effetto non era per niente male.

Brittany la indossò soddisfatta e poi si occupò delle foto, infondo era lei la fotografa e poi non aveva difficoltà a scattare e a mettersi in posa, Santana la guardava affascinata, era così veloce che sembrava che la macchina sul cavalletto si scattasse da sola.

Santana scrisse l’articolo a tempo di record e poi lo portarono alla Sylvester, che per la prima volta da anni volle leggerlo prima di mandarlo in stampa.

Quando lo ebbe finito alzò lo sguardo su di lei,

“Ebbene Lopez, i miei complimenti” Santana si rilassò sulla sedia mentre Brittany sorrideva,

“Blue Lady è? Hai parlato di foto…” La ragazza le porse la cartella e la Sylvester la aprì. Santana si sentì improvvisamente molto tesa, quella era la prova del nove, se la redattrice non avesse riconosciuto Brittany allora era difficile che qualcun altro lo avrebbe fatto.

“Perfette, un giorno dovrai dirmi come hai fatto ad ottenere questa intervista esclusiva!”

“Credo che la ragazza abbia deciso di voler uscire alla luce del sole e per farlo ha scelto il miglior giornale di New York…” La Sylvester alzò un sopraciglio dubbiosa poi annuì,

“Ad ognuno i suoi segreti… Becky!” Urlò e la ragazza si fiondò nella stanza,

“Sì capo?”

“Manda in stampa questa bomba! Voglio tutta la pagina occupata dalla foto e poi nella seconda l’articolo, titolo…” Rifletté un istante poi disse, “Blue Lady” Annuì, “Semplice ed efficace, ne faremo un icona!”.

 

“Non ti ha riconosciuta! Ero sicura che lo avrebbe fatto! Non capisco come fanno ha non vederlo!”, nell’ufficio tutti stavano sfogliando con interesse il giornale scambiandosi opinioni sulla ragazza, completamente ignari che stavano parlando della donna che ora era seduta sulla scrivania di Santana, le gambe che oscillavano.

“Sai credo che le persone vedano solo quello che vogliono vedere…” Santana la guardò con un sorriso, Brittany sapeva essere così acuta,

“Io ti ho riconosciuta…” Brittany si strinse nelle spalle,

“Tu sei tu” Santana arrossì,

“Ragazze!” Sugar si avvicinò loro con un ampio sorriso,

“Cosa vuoi?” Chiese aggressiva, ma alla ragazza il sorriso non si incrinò nemmeno di un millimetro,

“La Sylvester vuole sapere tutto su Blue Lady e visto che voi la conoscete, mi chiedevo se poteste dirmi come contattarla…”

“Cosa vuoi chiederle?”

“Oh ma tutto!”

“C’è già tutto nell’articolo che ho scritto…” Sugar fece una smorfia,

“Hai fatto solo domande noiose, io voglio sapere chi è il suo ragazzo, se ne ha uno, se ne ha molti, poi che shampoo usa, che trucchi, cosa indossa sotto l’uniforme, chi gliel’ha disegnata…” Santana alzò la mano bloccando quella fiumana di parole,

“Sono domande idiote!” La ragazza si voltò a guardare Brittany che sorrideva divertita,

“Brittany, visto che Santana ha una mentalità così chiusa chiedo a te”

“Non saprei… sai credo che Blue Lady abbia parlato di esclusività” Santana sentì un piacevole calore espandersi nel suo petto, esclusività, quanto amava quella parola.

“Oh ma solo perché non mi conosce…”

“Sugar, l’hai sentita. Sparisci!” La donna sorrise,

“Non mi do per vinta così in fretta!” Si voltò e se ne andò.

“Però è simpatica!” Disse Brittany per poi scendere dalla scrivania,

“Brittany, davvero ho l’esclusività?” Le chiese,

“Certo piccola!” Le disse la ragazza e il bel calore di prima si rafforzò,

“Vieni a dormire da me?”

“Sei gentile, mi piacerebbe!” Santana dovette trangugiare a vuoto prima di riuscire a dire,

“Bene…”.

Guidò fino all’appartamento, ma prima che potesse entrarvi Brittany sorrise, un istante e davanti a lei c’era Blue Lady,

“Posso portarti su io?” Chiese la ragazza e Santana annuì, troppo confusa per riuscire a parlare. Brittany la prese tra le braccia e lei le allacciò le dita dietro al collo, stringendosi a lei. Risalirono il palazzo lentamente, come se la ragazza desiderasse prolungare quel momento quanto lo volesse lei.

Con un sospiro si rese conto che era arrivata al terrazzo. Brittany la posò a terra poi disse,

“C’è qualcuno nel tuo appartamento…” Santana alzò la testa e la luce si accese, fece un passo avanti ma Brittany la precedette mettendosi tra lei e l’intruso in maniera protettiva. La porta si aprì e una donna uscì sul davanzale.

“Questa sì che è una sorpresa! Non capisco perché hanno inventato gli ascensori!” Brittany guardava la donna perplessa, ma Santana la superò e corse tra le braccia della donna,

“Sei tornata! Mi sei mancata moltissimo!”

 

 

 

Note

 

Tutto e bene quel che finisce male! Acc… chi è la donna sul terrazzo? Tra le braccia di chi si è buttata Santana? E Brittany cosa ne penserà?

Proprio quando la serata iniziava ad essere promettente!

Le risposte nel prossimo capitolo! ;-)

Ciao ciao e grazie a tutti e tutte, belli e… bellissime! ;-)))

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Capitolo 7
*** Un salice e una super amica ***


Buona lettura

Buona lettura!

 

 

Settimo capitolo: Un salice e una super amica

 

Brittany udì quelle parole e sentì il suo stomaco torcersi, aveva riconosciuto la donna, era quella che abbracciava Santana nella foto della sua camera da letto.

E ora era lì, davanti a lei, e stringeva la sua Santana.

“Devo andare…” Si rese conto che avrebbe dovuto trovare una frase migliore prima di andarsene… ma le veniva solo quella.

“Aspetta!” Le disse Santana prendendole la mano mentre lei era già sollevata da terra. Non avrebbe potuto trattenerla, non aveva ancora scoperto qualcosa capace di farlo, eppure quella stretta, quella mano era più forte di lei, i suoi piedi toccarono di nuovo il terrazzo.

“Volevo che tu conoscessi Brittany…” Le disse e lei la guardò perplessa, “Sì… viene a dormire da me… sarà qui a momenti!” Le fece l’occhiolino e Brittany corrugò la fronte,

“Pensavo che volessi rimanere sola con lei” Santana la guardò per un istante fissandola con i suoi occhi profondi e scuri.

“Brittany deve venire a dormire da me.” Ripeté solo,

“Non la sento arrivare…” Mormorò lei,

“Ragazze? Tutto ok?” Chiese la donna e Brittany disse ad voce alta,

“E’ stato un piacere conoscervi… ma devo correre via…” No non andava bene, lei volava via in realtà.

E così fece, volò via, ebbe la tentazione di rimanere a portata d’orecchio ma non lo fece, le ultime parole che udì le bastarono,

Caspiterina, rimango lontana per qualche mese e ti ritrovo tra le braccia di una super eroina!”

“Non è come sembra…”.

In pochi minuti atterrò in un giardino a Lima, un giardino che conosceva benissimo.

Si sedette sotto il salice piangente che decorava l’angolo e rimase lì, cercando di non ascoltare le mille voci che giungevano alle sue orecchie.

 

Rientrarono in casa e Santana lanciò uno sguardo alla porta,

“Aspetti… Brittany?” chiese la donna ripescando il nome dalla conversazione di prima, poi sgranò gli occhi, “Aspetta, quella Brittany?” Con la mano indicò la parete dove era appesa la foto delle due bambine. Santana arrossì,

“Sì, Holly, quella Brittany…”

“Questo sì che mi confonde le idee!” Guardò la ragazza e vedendola in imbarazzo alzò le braccia, “Ok, ok, facciamo così, ordiniamo la cena, io ti racconto le mie ultime avventure e poi vediamo cosa esce fuori” Detto quello senza attendere una risposta, si mise a frugare negli armadi di Santana.

Holly Holiday, era stata il suo mentore nel giornalismo, le aveva insegnato come diventare la migliore, ma era stata molto di più, era diventata un amica, con lei aveva chiacchierato molto, quella donna sapeva porre le domande giuste, senza giudicare, grazie a lei aveva scoperto cose di sé che non avrebbe mai immaginato. La donna era incapace di legarsi, eppure l’aveva presa sotto la sua ala protettiva e ogni qual volta tornava a New York andava sempre da lei.

Guardò un ultima volta la porta, Brittany non sarebbe arrivata.

“E’ venuta a lavorare per il giornale, fa la fotografa ora…” Holly sorseggiava il suo bicchiere di vino quando lei lo disse,

“E?” La guardava da sopra il bicchiere, Santana si agitò sul divano,

“Io…”

“E’ stato come se non fosse passato neanche un giorno da quando vi siete separate? Nessun imbarazzo, nessuna difficoltà di dialogo?” Santana annuì alle parole di Holly,

“Era lei… esattamente come la ricordavo e… quello che provavo allora è uscito di nuovo fuori, anche se questa volta…”

“Ne sei consapevole?” Santana fece una smorfia,

“Avevo dodici anni quando ci siamo separate, portavo a mala pena il reggiseno!” Holly rise,

“Certo, immagino!” Rise ancora poi si fece più seria, “E la super-ragazza di prima? Sembravi molto comoda tra le sue braccia!” Santana abbassò lo sguardo, non poteva dirle che si trattava della stessa persona, neanche a Holly, era un segreto che non toccava a lei rivelare,

“Mi stava solo portando a casa… l’ho intervistata…”

“Ho letto! Come mezza America o forse anche un po’ di più, il tuo articolo è online da poche ore e sta già battendo tutte i record di visualizzazione!” Nel vederla stupita aggiunse, “Oh sì bellezza, hai scatenato qualcosa di grande!”, lo sapeva, certo, un super eroe, uno vero! Non era da tutti i giorni!

“Lo sapevo… sapevo che sarebbe stata una cosa grande…”

“Grande? Enorme… e dimmi come hai fatto ad ottenere la sua prima intervista?”, Santana si strinse nelle spalle, verità, quella era la chiave di ogni bugia, ci voleva sempre una buona dose di verità,

“Mi ha salvata da un’aggressione, due giorni fa, e le ho chiesto l’intervista, ha accettato…”

“Un’aggressione? Stai bene?” La donna aveva tirato giù i piedi dal divano e la guardava preoccupata,

“Sì, grazie a lei non è successo niente.” Holly annuì, rimasero in silenzio alcuni minuti, la donna giocava con il vino rimasto nel bicchiere, mentre Santana rifletteva,

E Brittany? Cosa dice?” Santana alzò lo sguardo sospirando,

“Lei… non so cosa pensa… mi ha dato un bacio…” La donna sgranò gli occhi già sorridendo, ma Santana scosse la testa,

“Era un bacio casto, appena accennato e Brittany è così, impulsiva ed esuberante, per lei sono un amica e basta…”

“Capisco… Oggi doveva venire qui no?” Santana si strinse nelle spalle,

“Non ha ancora un appartamento a New York così le ho detto che poteva dormire qui…”

“Santana…” Disse la donna in tono ammonitore,

“Lo so, lo so!”

“Lo sai che voglio solo che tu sia felice, ma non voglio che tu ti faccia del male…” Santana rimase in silenzio, la testa bassa, “Va bene! Ora basta discorsi seri! Tocca a me!” La donna si gettò nel racconto delle sue ultime conquiste e non solo quelle professionali!

Un ora dopo Holly si alzò per tornare al suo albergo, Santana non le chiese di restare, sapeva che la donna amava troppo sentirsi libera,

“Domani pranziamo insieme?” Santana annuì e Holly sorrise, “Porta anche Brittany, così che io possa darci un’occhiata!” Santana arrossì e la donna se ne andò ridendo, effervescente come sempre, sembrava non cambiare mai, malgrado gli anni passassero anche per lei.

Santana prese il suo bicchiere di vino e uscì sul terrazzo, il cielo era sgombro, attese a lungo poi il freddo e il sonno ebbero la meglio su di lei. Tornò in casa e andò a dormire, cercando di non pensare all’ultimo sguardo che gli aveva rivolto Brittany.

 

 

 

Note

 

Holly Holiday! Ma certo in fondo lo sapevate già no? ;-)

Brittany fugge (avete riconosciuto il salice??) e Santana ammette i suoi sentimenti… anche se con reticenza alla buona amica Holly… Facciamo passi da giganti!! ;-)

Prossimo capitolo con pranzo e… vedremo!

Grazie a tutti! Sapete che dico a voi no? Lettori che commentate che non commentate che mettete tra preferiti, seguiti ecc. ecc.! Grazie!!

Ciao ciao

 

P.S. Se qualcuno con la vena artistica e non so un’insana passione per questa storia e abbia l’ispirazione per dei disegni io li posterei molto volentieri!! (ovviamente sarebbe un onore!) ;-.)))

Ri ciao ciao

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Capitolo 8
*** Pranzi, super salvataggi e lacrime ***


Buona lettura

Buona lettura!

 

 

Ottavo capitolo: Pranzi, super salvataggi e lacrime.

 

Mentre camminava per New York Santana rimase scioccata, l’immagine di Brittany, o meglio, di Blue Lady, era ovunque, sembrava che quella notte tutte le tipografie avessero lavorato per fare delle copie giganti delle foto scattate nel suo appartamento.

La Sylvester doveva aver venduto gli scatti perché anche gli altri giornali l’avevano in prima pagina.

“La tua ragazza è ovunque!” Santana sobbalzò poi fulminò Rachel con lo sguardo,

“Non è la mia ragazza!”

“Volevo dire la tua scoperta…”,

“Beh allora esprimiti meglio, sei una giornalista, anche se scrivi di futilità!” La ragazza mise le mani sui fianchi,

“Senti Santana, se non ti sei alzata dal lato giusto del letto non prendertela con me!”

“Ciao San” Rachel fece una faccia stupita nell’udire quel diminutivo e Santana si voltò verso Brittany con rabbia, la ragazza le sorrise e Santana sentì la furia evaporare,

“Ciao Brittany”, si allontanò da Rachel che le fissava ancora, poi le chiese, “Perché non sei venuta ieri sera?”, La ragazza si strinse nelle spalle,

“Non volevo essere di troppo… e poi dovevo fare una cosa…” Santana corrugò la fronte,

Brit, tu le cose le puoi fare in qualche secondo, non riesco ad immaginare nulla che ti impegni per una notte intera!” Arrossì violentemente, mentre le veniva in mente una cosa,

“Sì, beh doveva parlare un po’ con mamma e papà”. Grazie al cielo Brittany non era per niente maliziosa.

“Ma certo… comunque Holly vorrebbe conoscerti, ti andrebbe di pranzare insieme a lei oggi?” Brittany sembrò indecisa e non era da lei alla fine annuì,

“Va bene, a dopo allora…”.

“Lopez!” La ragazza sospirò poi si diresse verso l’ufficio della Sylvester.

 

“Brittany S. Pierce! E’ un piacere vederti! Ho sentito molto parlare di te, in questi anni!” Holly le tese la mano sorridente e Brittany la prese guardando lei,

“Hai parlato di me…” Santana era arrossita subito e ora cercò di cambiare argomento,

“Dove andiamo a pranzo?” Holly rise intuendo il suo imbarazzo, poi prese Brittany a braccetto,

“Brittany cara, mi devi dire tutto di te, e magari anche un po’ di Santana, era già burbera e prepotente da bambina?”

“Oh no, Santana era molto dolce, non mi ha mai presa in giro e mi aiutava sempre con i compiti!” Holly sorrise e lanciò uno sguardo a Santana che era di nuova arrossita.

“Sento che sarà un pranzo interessante!” Disse la donna con il suo solito tono ridente e fintamente canzonatorio.

 

E fu un pranzo interessante, Holly lasciò le due ragazze sorridendo, lei poteva dirsi una donna intuitiva, ma lì non c’era nulla da intuire, era tutto talmente chiaro da essere divertente. Brittany si era sciolta in un istante, era la classica ragazza che riusciva a rendersi amabile e simpatica a tutti e Santana, beh Santana non era riuscita a toglierle gli occhi di dosso per tutto il pranzo.

Era cotta a puntino, sorrideva e arrossiva come una scolaretta. Holly si appuntò che doveva parlarle, aveva aiutato la ragazza a capire i suoi sentimenti e ora avrebbe dovuto aiutarla a buttarsi, perché quando Brittany la guardava i suoi occhi brillavano.

 

“Mi piace Holly!” Santana annuì pensierosa, era stato un bel pranzo, ma era un po’ preoccupata dall’occhiata che le aveva lanciato Holly prima di andare via, “E’ simpatica, e ti conosce molto bene… siete amiche da tanto tempo?”,

“Era capo di settore quando sono entrata nel giornale e mi ha preso sotto la sua ala… mi ha aiutato a crescere e a capire meglio me stessa…”, Brittany la guardava interessata e Santana scosse la testa, cambiando argomento, “La Sylvester mi ha chiesto di scrivere altri articoli su Blue Lady… e vuole altre foto…”

Ok…” La ragazza girò la testa e Santana sorrise,

“Vai…” Brittany si voltò un sorriso sul volto,

“Ci vediamo dopo!”.

 

La settimana passò in fretta, Blue Lady era sempre più sulle labbra di tutti, aveva ricevuto richieste di interviste da i più grandi giornali e telegiornali del mondo, ma Brittany si era sempre rifiutata.

Santana la osservava mentre compiva i suoi salvataggi, malgrado ormai iniziasse ad abitarsi ai super poteri della ragazza, era sempre un po’ scioccante vederla entrare in palazzi in fiamme oppure vederla fermare un treno che stava deragliando. Due giorni prima aveva anche riportato in porto una nave che si era incagliata e non una piccola barca, no, un transatlantico!

Hei San, Sugar mi ha di nuovo chiesto di proporre a Blue Lady un intervista!” I suoi occhi luccicavano divertiti, Santana rise nel vederle quell’espressione, la ragazza si divertiva sempre molto quando chiedevano a lei di Blue Lady.

Sugar sa essere molto insistente se vuole…” Brittany teneva la testa appoggiata ai palmi osservando Santana che scriveva l’ennesimo articolo sul suo intervento in un incidente stradale,

“Cosa ti ha detto il poliziotto?” Alzò la testa a guardarla e lei sorrise,

“Mi fa strano vederti con gli occhiali…”,

Brit a me fa strano che tu sia sospesa nel nulla!” La ragazza rise e Santana sentì la sua bocca seccarsi.

“Brittany… io… vorrei che parlassimo di una cosa…”

“Certo! Dimmi!” Santana sentì il suo cuore accelerare dall’agitazione, Holly le aveva detto di dirle la verità, che il coraggio paga, sapeva che doveva farlo, doveva dirle quello che provava,

“Quando siamo insieme…” Brittany si voltò perplessa,

“No…” Scattò velocemente facendo volare ovunque le foto e i fogli che Santana teneva sulla scrivania, non era mai successo che fosse così agitata.

Accese la televisione, nulla, non sembrava che i telegiornali fossero già a conoscenza di quello che aveva messo in moto Brittany.

Si sedette alla scrivania rileggendo quello che aveva scritto, passarono i minuti ed iniziò a preoccuparsi, era strano che ci mettesse così tanto. Un ora dopo era alla finestra intenta ad osservare il cielo impaziente, cosa poteva averla trattenuta così a lungo? Che si fosse fatta male? Ok era difficile ma in fondo non sapevano ancora i limiti dei suoi poteri!

Brittany atterrò sul suo balcone e Santana sorrise sollevata, poi vide il viso della ragazza e la sensazione di benessere sparì, il volto della donna era inondato da lacrime.

 

 

 

Note

 

Ok, finale cattivo… Cosa sarà successo? Cosa può aver ridotto in lacrime Brittany?

E poi… ma proprio in quel momento! Santana aveva finalmente trovato il coraggio di esprimere i suoi sentimenti!

Che ci volete fare quando ci si mette il fato non si può neppure recriminare! ;-)))

Ciao ciao, grazie e al prossimo capitolo!

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Capitolo 9
*** Le super conseguenze di un proiettile deviato ***


Buona lettura

Buona lettura!

 

 

Nono capitolo: Le super conseguenze di un proiettile deviato

 

Santana le corse incontro stringendola con forza,

“Va tutto bene, calmati…”, Brittany singhiozzava,

“E’ tutta colpa mia… tutta colpa mia…” Santana la tenne stretta accarezzandole i capelli, senza lasciarla, permettendo alla ragazza di calmarsi a sufficienza per spiegarle cosa era successo.

Alla fine riuscì a farla alzare e a portarla dentro casa, le diede un bicchiere d’acqua e le chiese cosa fosse accaduto e la ragazza singhiozzando e interrompendosi le aveva raccontato tutto.

Mentre loro due parlavano aveva sentito le urla di una donna, quando aveva raggiunto il posto aveva trovato un pazzo con una pistola, il colpo era partito e lei si era messa davanti. Santana era rabbrividita notando il foro bruciacchiato sul suo costume, Brittany non si era mai opposta ad un proiettile ma sembrava che non le avesse creato problemi. Aveva afferrato il cattivo, così lo aveva definito Brittany e lo aveva consegnato alla polizia, poi lo aveva udito, il gemito. Il proiettile che l’aveva colpita era rimbalzato addosso ad un uomo, non le era rimasto altro da fare che portarlo all’ospedale, in quel momento era sotto i ferri dei chirurghi.

Bribri, ora calmati ok…”

“E’ colpa mia San, quell’uomo potrebbe morire e sarebbe solo colpa mia! Il suo cuore batteva così strano, San ho paura e non posso fare niente!” Santana le depose un bacio sulla fronte mentre le portava via le lacrime,

Brit, se tu non fossi andata quel pazzo avrebbe ucciso di sicuro la donna che hai protetto, e poi l’uomo che è rimasto ferito e magari anche altre persone, non lo so un poliziotto… infine si sarebbe ucciso, quindi tu li hai salvati tutti, non sei stata tu a premere il grilletto, non è colpa tua!” Brittany non rispose e Santana la strinse di nuovo tra le braccia poi le disse,

Cosa ne dici se andiamo a trovarlo? Così sentiamo come sta…” La ragazza si staccò dal suo abbraccio, gli occhi ancora lucidi dal pianto,

“Possiamo?”

Brit, io sono una reporter, mi conoscono all’ospedale e ho degli agganci in polizia, vedrai ci lasceranno passare.

Grazie San…” Santana sentì lo stomaco torcersi, guardò quelle labbra così vicine alle sue, fu un secondo poi si allontanò, non era il momento, non era giusto, non con Brittany in lacrime.

 

La stanza d’attesa era quasi vuota, Brittany teneva gli occhi fissi verso la sala operatoria stringendo la mano di Santana. C’era stato un momento in cui aveva girato la testa nascondendola contro di lei, i minuti erano passati lentamente, poi la ragazza aveva respirato più liberamente e si era voltata di nuovo verso la sala.

Santana consegnò l’articolo ad un pony express e poi tornò dalla ragazza, erano passate numerose ore e malgrado non volesse abbandonare Brittany la redattrice aspettava l’articolo così aveva dovuto optare per il veloce servizio di consegne.

Quando tornò nella sala d’attesa Brittany era in piedi. Un minuto e il dottore aprì la porta,

“Come sta?” L’uomo la guardò perplesso poi vedendo sopraggiungere lei annuì, più di una volta aveva avuto a che fare con la nota reporter,

“Abbiamo avuto una complicazione, vivrà… ma non credo che potrà più camminare. Brittany si voltò disperata affondando il volto nel collo di Santana che ringraziò il dottore per poi dedicarsi a lei,

Brit, vivrà, è l’unica cosa che conta…”.

La ragazza annuì, ma Santana sentiva che piangeva, e le sue lacrime erano una tortura per lei, avrebbe fatto qualsiasi cosa per farla smettere.

 

“Grazie Bill, ti devo un favore”

“Di nulla Lopez, beh magari ricordati di me se sei sola venerdì sera!” L’agente le fece l’occhiolino e Santana gli fece una boccaccia, poi si voltò verso Brittany che guardava la porta della camera con intensità,

“Brittany?” La ragazza la guardò interrogativa e Santana capì che non aveva ascoltato una parola,

“Possiamo entrare… ma abbiamo solo qualche minuto…” Brittany annuì poi però la guardò attendendo che fosse lei la prima ad entrare, non sembrava la stessa donna che si era messa tra lei e una potenziale minaccia.

La stanza era bianca e asettica, l’unico letto era occupato dal ragazzo che le osservò entrare,

“Salve, sono Santana Lopez, giornalista al…”

“La conosco… è un onore incontrarla, direi un piacere, ma le circostanze non sono proprio piacevoli!” Rise e le strinse la mano, poi fece un sorriso a Brittany che ancora sulla porta lo osservava, le mani che si torturavano,

“Lei è la mia fotografa, Brittany Pierce” Intervenne Santana nel vedere il panico negli occhi della ragazza,

“Prego, accomodatevi!” Brittany fece qualche passo avanti e poi vedendo la mano tesa del ragazzo gliela strinse, un sorriso che le nasceva sulle labbra in risposta a quello di lui.

“Come lei sa sono una giornalista e se lei me lo permette le vorrei fare qualche domanda…” Santana lo guardò interrogativa e lui annuì. “Bene, sono passati due giorni dal suo incidente, vuole fare una dichiarazione al riguardo, signor Abrams?”

“Mi chiami Artie!” Sorrise poi si strinse nelle spalle, “Cosa devo dire… mi ha salvato la vita, Blue Lady, se non fosse stato per lei io ora non sarei qui a parlarle.” Santana lanciò uno sguardo a Brittany che aveva trattenuto il respiro ed ora aveva gli occhi sgranati. Artie le guardò perplesso,

“Vi aspettavate qualcos’altro?” Santana sorrise,

“No, ma conosco la vostra prognosi, a volte un danno come il vostro rende le persone comprensibilmente arrabbiate…” Lui sospirò,

“E’ vero, se quel proiettile non fosse finito contro il corpo di Blue Lady non avrebbe danneggiato irreparabilmente la mia colonna vertebrale… ma avrebbe ucciso Maggie” Le guardò e spiegò, “La donna a cui era diretto il primo colpo, ha due bambini, di dieci e sei anni, ora loro non avrebbero una madre e io… quel caricatore era pieno, forse a me sarebbe toccato il secondo o il terzo proiettile, ma dubito che ne sarei uscito vivo. Sì, avrei preferito che la pallottola prendesse una traiettoria diversa ma…” Si strinse nelle spalle, “E’ andata così…”. Brittany si alzò e andò a stringerlo, sorprendendo Santana e anche Artie.

“Sono contenta che tu non sia morto…” Gli disse la ragazza sorridendo.

 

Uscirono dall’ospedale qualche minuto dopo,

“Hai sentito cosa ha detto? Non pensa sia colpa mia!” Santana la guardò teneramente,

“Te l’avevo detto, Brit…”  La ragazza annuì,

“E’ vero…” Rimase in silenzio persa nei suoi pensieri poi disse ancora, “Sai credo di dover imparare molte cose, su di me e su quello che posso fare…” Santana la guardò preoccupata, sentiva che quello che sarebbe seguito non le sarebbe piaciuto, “Nella navicella in cui mi hanno trovato i miei genitori c’erano dei cristalli che contengono la conoscenza… dovrò imparare a non fare più errori”.

“Cristalli? Conoscenza? Non capisco Brittany…”

“Non so come lo so, ma so che devo portarli in un posto isolato e poi lasciare che facciano quello che devono fare… pensavo all’Artico, lassù è molto isolato!”

“Andrai fin lassù? Ma quanto starai via?” Santana guardava la ragazza, improvvisamente le sembrava che non avessero più tempo, che aveva perso la sua occasione di dirle quello che provava,

“Non lo so, il tempo per imparare…” Si strinse nelle spalle, “Sai che non sono molto brava con quelle cose, potrei metterci un po’”,

“Ma, io… voglio dire, New York, il mondo, abbiamo bisogno di te!” Brittany annuì,

“Farò più in fretta possibile!” Le sorrise, “Lo dici tu alla Sylvester? Grazie San!”.

Gli occhi di Santana sbatterono e davanti a lei non c’era più nessuno. Se ne era andata, di nuovo.

 

 

 

Note

 

E’ sì… Brittany se va e a Santana non rimane che maledirsi per non essere stata in grado di dichiararle i suoi sentimenti.

Nuovo personaggio… Artie, che ancora una volte finisce su di una sedia a rotelle questa volta per un proiettile deviato.

Conseguenze? Avete presente l’effetto domino? Beh non così… o almeno così se sono solo poche le tessere coinvolte!! ;-)

Al prossimo capitolo! Ciao ciao e grazie mille a tutti!

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Capitolo 10
*** Un ritorno super amaro ***


Buona lettura

Buona lettura!

 

 

Decimo capitolo: Un ritorno super amaro

 

Era passato un mese. Santana guardò la foto alla parete, era nuova, era la prima pagina del giornale. Il titolo gigante diceva ‘Blue Lady’, sotto c’era lei, Brittany, con sorriso e maschera. Si voltò e tornò sul balcone, l’aria le scompigliava i capelli mentre silenziose lacrime le scendevano lungo il volto.

 

“Avete saputo qualcosa di quella nuova fotografa?” Chiese Rachel ai colleghi mentre soffiava sul suo caffè,

“Sembra si sia presa un po’ di tempo… e’ un artista dopo tutto…” Le rispose Kurt,

“Avete chiesto a Santana?” Finn ricevette sguardi stupiti e scandalizzati da tutti i presenti,

“Dopo quello che ha detto a Sam? Non ci penso neppure!” Il fotografo aveva avuto l’ardire di chiederle dove fosse finita la ragazza e Santana l’aveva praticamente aggredito, ricordandogli che lei non era la baby sitter di Brittany e che non era tenuta a sapere i dettagli della sua vita. La tirata era durata parecchio e l’avevano sentita tutti nella redazione. Era stato ben più che chiaro che non era un argomento da toccare con Santana.

“A voi non vi sembra diversa?”

“Che intendi?” Chiese Rachel a Quinn che aveva posto la domanda e che si spiegò,

“Non vi sembra più arrabbiata?” Rimasero tutti in silenzio, sorseggiando i loro caffè. In quel momento Santana entrò nell’ufficio, attraversò la sala a passo di marcia, come se la strada le appartenesse, aggressiva e prepotente.

“Non faceva così quando era con Brittany. Notò Finn, “Era…” Non riuscì a concludere il pensiero e per lui lo fece Quinn,

“Felice”,

“Esatto, era felice”. Rimasero in silenzio mentre Santana si sedeva alla scrivania e prendeva a battere sulla tastiera con violenza eccessiva.

“Credete che…” Iniziò Kurt, la bocca che si apriva con stupore, Rachel sgranò gli occhi e Quinn sorrise.

Cosa?” Chiese Finn senza capire,

“Lei…”

Cosa succede bellini?” Sugar si fece largo tra di loro per servirsi il caffè. “Allora? Non dite nulla alla vostra Sugar?”, i giornalisti si guardarono concordando con uno sguardo per il silenzio.

“Parlavamo di Santana…” Finn si prese una gomitata di Rachel e la guardò perplesso,

“Santana Lopez?”

“Sì, sembra essere candidata per il premio pulitzer grazie al suo articolo su Blue Lady…” disse subito Quinn,

Che assurdità! Non sarà per una banale intervista, anche se ad una super eroina che vincerà quel premio!” Si prese il caffè e si allontanò. I reporter si guardarono respirando più liberamente, se c’era una cosa che sapevano era che la regina dei gossip non era per definizione una donna discreta!

 

“Ciao Lopez…” Santana alzò gli occhi dal computer guardando perplessa la collega,

Fabrey? Cosa vuoi?”

“Fare due chiacchiere! Su cosa stai lavorando?” Santana sbuffò poi rispose,

“Un traffico di droga…” La ragazza fece una faccia interessata, poi disse,

“Io su un nuovo elemento scoperto in una roccia, probabilmente si aggiungerà una sigla sulla tavola degli elementi!” Sorrise e Santana fece una smorfia,

Fabrey, ti sembro una a cui interessi la tavola degli elementi?” La ragazza si strinse nelle spalle,

“In realtà non ci conosciamo molto bene, quindi non posso sapere se ti interessa o no l’argomento…”,

E cos’è che improvvisamente ti ha fatto venire l’idea di conoscermi?”

“Beh, io e te siamo in competizione dal primo giorno, siamo le sole che possano aspirare al posto di capo redattore, e questo ci ha sempre allontanato, forse è ora di rimediare!” Sorrise e se ne andò lasciando Santana a fissarla perplessa.

 

Era piuttosto buio, il vicolo appariva deserto, Santana si maledì per aver ancora una volta sbagliato strada, era più di un mese che abitava nel nuovo appartamento, non avrebbe dovuto sbagliare in quel modo, il fatto era che quel giorno era stato davvero strano, prima Quinn e le sue richieste di amicizia, poi Finn e Rachel che l’avevano letteralmente obbligata ad andare a pranzo con loro e Kurt le aveva regalato due biglietti per un balletto di Broadway, come se a lei la cosa interessasse!

“Non dovresti essere qui, è pericoloso” Il cuore di Santana prese a battere velocemente, “Oh scusa, non volevo spaventarti!” Santana si voltò e lei era lì.

“Brittany!” Sussurrò appena e la ragazza sorrise,

“Sono tornata” Santana fu tra le sue braccia senza nemmeno rendersene conto, respirando il suo profumo e apprezzando la morbidezza dei suoi capelli in cui aveva affondato il volto.

Rimase così a lungo, sentiva che si stavano muovendo, ma tenne gli occhi chiusi, non le importava del brivido del volo, quello che contava era che era tra le sue braccia, al suo posto.

“Quando sei tornata?” Chiese e la ragazza indugiò, fu un istante, ma Santana lo percepì,

“Questa mattina…” aprì gli occhi e la guardò, ma Brittany distolse lo sguardo, “Sono andata a trovare Artie” Disse solo come spiegazione, Santana non disse nulla, mentre dentro di lei provava dolore.

Brittany la depose sul suo terrazzo e Santana cercò di sorriderle,

“Grazie… allora vuoi entrare e raccontarmi cosa hai fatti in tutto questo tempo?” Chiese già voltandosi verso la porta ma Brittany scosse la testa,

“Sai erano cose sui miei poteri, sulle mie origini… non credo ti interessino molto, ci vediamo domani al lavoro ok?” Non attese la sua risposta e volò via.

Santana rimase immobile poi sussurrò,

Mi interressa tutto di te Brit…” Cercando di fermare le lacrime rientrò nell’appartamento.

Brittany era tornata, eppure a lei non era mai sembrata così lontana.

 

 

 

Note

 

E’ tornata…, per noi il tempo di un giorno, per Santana un mese… ma quello che conta è che è tornata no? Eppure c’è qualcosa che non va… Cosa?

Intanto i colleghi super vispi sono arrivati ad una conclusione e sembrano essere decisi ad impicciarsi della faccenda… cosa combineranno? Vedremo!

Grazie, ciao ciao e al prossimo capitolo che vi prometto farà scintille! ;-)

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Capitolo 11
*** Tacchi e verità per una super serata! ***


Buone scintille

Buone scintille! ;-)

 

 

Undicesimo capitolo: Tacchi e verità per una super serata!

 

Una settimana e l’aveva appena vista, era sempre impegnata, il pranzo lo passava all’ospedale con Artie e la sera svaniva prima che lei potesse parlarle. Santana entrò nell’ufficio e sentì la sua risata, era possibile che le facesse ancora quell’effetto?

Stava chiacchierando con Quinn e la giornalista nel vederla le fece un cenno chiedendole di avvicinarsi,

“Ciao Santana!” Le disse, oramai la donna la chiamava per nome e pranzava con lei quasi sempre, pranzi a cui si aggiungevano spesso anche Rachel, Finn e Kurt,

“Ciao…” Brittany distolse immediatamente lo sguardo da lei concentrandosi invece sui propri piedi,

“Stavo dicendo a Brittany del nuovo minerale! Ne portano un campione a New York per l’inaugurazione della mostra dei minerali alla quale tu hai promesso di venire!” Le ricordò la donna poi guardando Brittany disse, “Verrai anche tu vero?” La ragazza aprì la bocca ma Santana la precedette,

“E’ giovedì giusto? Artie Abrams viene dimesso giovedì” Quinn passò lo sguardo da una all’altra e fu Santana a spiegare, “E’ il ragazzo che si è preso quel proiettile più di un mese fa… ha fatto amicizia con Brittany…”, notò che la ragazza arrossiva e la guardò perplessa,

“Beh fallo venire! La sua prima uscita dall’ospedale sarà una super festa di gala, non mi sembra male! Il giornale ha quattro inviti quindi così non mi devo impegnare a trovare qualcun altro!”,

“Vuoi dire ad obbligare qualcun altro?” Quinn le fece una smorfia,

“Non hai nessun tipo di vita sociale, è ora che questo cambi! Vedrai che ti piacerà un sacco!”

“Ne dubito!” Le disse lei mentre la giovane si allontanava sorridendo compiaciuta.

Si voltò verso Brittany ma la ragazza si era già allontanata.

 

“Avanti quanto ci metti?” Santana alzò gli occhi al cielo mentre controllava per l’ennesima volta l’orologio sulla parete. Quinn aveva voluto che andassero insieme all’inaugurazione, così lei era passata a prenderla, ma la reporter non sembrava essere ancora pronta.

Ci vollero altri dieci minuti prima che Quinn uscisse dalla stanza.

“Allora cosa ne dici, sono degna di starti accanto?” Santana la valutò, il suo sguardo che correva lungo la donna,

“Sì, direi che vai bene…” Quinn rise divertita dalla faccia superiore assunta da Santana.

Indossava un abito verde, che le lasciava scoperte le spalle e che si intrecciava sulla schiena, i capelli biondi li aveva raccolti in uno chignon e indossava un paio di tacchi vertiginosi, era molto bella.

“Andiamo?”

“Direi!” Rispose lei sbuffando. A differenza della ragazza aveva lasciato i capelli sciolti che le ricadevano sulle spalle sparendo nell’abito da sera nero.

“Brittany?” Chiese Quinn mentre salivano sul taxi, Santana si incupì all’istante,

“Vieni con quell’Abrams…”,

“E’ davvero una ragazza dolce e gentile!” Santana annuì anche se era persa nei suoi pensieri, Brittany la stava evitando, doveva aver scoperto qualcosa da quei cristalli. Non sapeva cosa, ma era chiaro che non voleva dirglielo e l’unico modo che Brittany aveva di mantenere un segreto con lei era non parlarle affatto. Sorrise ricordando quando a dieci anni aveva rotto una delle sue bambole, pur di non dirglielo non si era fatta vedere per tre giorni, quando si erano viste era scoppiata in lacrime e aveva confessato tutto.

“Cosa ti fa sorridere?” Quinn la guardava con un sorriso interrogativo sulle labbra,

“Ripensavo a un episodio di quando ero bambina…”

Cosa aveva fatto Brittany?” Chiese la reporter sorprendendola,

“Come?”

“Siamo arrivate signore!” Annunciò il taxista e Santana ne approfittò per lasciar cadere l’argomento.

Il museo era già affollato di ospiti, tutti eleganti nei loro completi da sera, Santana si guardò attorno alla ricerca della ragazza, aveva deciso che quello sarebbe stato il giorno giusto! Quella sera avrebbero parlato, non le avrebbe permesso di volare via.

“Buonasera!” Si voltò e si trovò ad osservare un sorridente Artie Abrams,

“Buonasera…” Era solo, nel vedere il suo sguardo tra la folla il giovane intervenne,

“Brittany è dovuta assentarsi un attimo, ha detto che doveva andare ma che tornava subito…” Rise, “Lo fa spesso!” Santana avvertì un deciso moto di fastidio verso quel sorridente ragazzo,

“Già, lei è fatta così!”

“Vuoi presentarci?” Chiese Quinn che aveva osservato lo scambio in silenzio,

Artie Abrams, Quinn Fabrey una mia collega…”

“Ma certo, economia, i suoi articoli sono sempre estremamente interessanti!” Quinn sorrise stringendogli la mano,

“La ringrazio, credo sia uno dei pochi a leggerli!” Risero, ma Santana non li seguì, il suo sguardo aveva incontrato due occhi blu. Brittany indossava un abito bianco, fu l’unica cosa che riuscì a capire prima che i suoi occhi la legassero. Oh, era stupenda.

“Ciao Brittany! Sei bellissima!” Le disse Quinn mentre le si avvicinava. Artie la guardò sorridendo, una mano che si alzava a stringere la sua. Solo a quel contatto Brittany distolse lo sguardo da lei e guardò Quinn, confusa,

“Come?” Quinn rise,

“Dicevo che sei splendida!”

“Oh… grazie, anche voi siete molto belle…” Lo disse mentre guardava Santana che però non la sentì, Artie la teneva per mano, quel ragazzo le stava tenendo la mano, perché? Per quale assurdo motivo?

“Brittany, tutto bene?” Santana alle parole di Quinn alzò lo sguardo sulla ragazza notando che in effetti era un po’ pallida,

“Sì, è solo…, devo aver mangiato qualcosa che mi ha fatto male…”

“Strano, perché io sto benissimo!” Il ragazzo la guardò preoccupato, ma Santana capì solo che i due avevano cenato insieme.

“Scusate…” Disse e si allontanò da loro, attraversò la folla senza accorgersi di chi urtava, si infilò nella prima stanza vuota che trovò appoggiandosi al muro, cercando di calmarsi, non avrebbe permesso alle lacrime di scendere, non avrebbe rovinato il suo trucco!

“Stai bene?” Alzò lo sguardo fissandolo su Brittany,

“Stai con lui?” La aggredì invece di rispondere, sapeva come far tacere il dolore, la rabbia era sempre stata un buon sostituto. Brittany annuì, ma non la guardava,

Perché non me l’hai detto?”

“Io… non è da molto… voglio dire, siamo diventati amici e poi qualche giorno fa lui mi ha dato un bacio…” Santana alzò le mani bloccandola,

“Non voglio saperlo!” Si mise ad andare su e giù per quella stanzetta, mentre Brittany continuava a tenere gli occhi bassi,

“Pensavo che saresti stata felice per me… è un bravo ragazzo e…” Santana si bloccò, questa volta Brittany la guardava,

“Io ti amo dannazione!” Le buttò sul naso, se fosse stato uno schiaffo di sicuro sarebbe stato di minore impatto.

“Io… io…” Brittany si tormentava le mani incapace di pronunciare una frase sensata, ma Santana aveva aperto una diga e non era qualcosa che si potesse fermare,

“Brittany, io ti amo da sempre, quando siamo state separate il mio cuore è rimasto con te, per nessuno ho provato qualcosa di anche lontanamente simile. Quando sto con te io mi sento felice, io so di essere al posto giusto quando mi tieni tra le braccia…” Ora a Santana non importava nulla del trucco che le lacrime stavano rovinando, si morse un labbro, “Sai perché sono l’unica che ti ha riconosciuto anche con la maschera? Perché per me tu puoi tutto, non mi stupirei di nulla che ti riguardi, perché sei perfetta, perché il fatto che tu possa volare o sfondare un muro non è niente a paragone di quello che io possa credere tu sia capace di fare.” Prese un profondo respiro, “Perché io ti amo Brittany, e voglio stare con te.

 

 

 

Note

 

Avevo promesso le scintille no?

Cosa ne dite? Santana si è lasciata andare, complice la rabbia e la frustrazione, ha confessato a Brittany i suoi sentimenti… E Brittany? Come reagirà ad una simile dichiarazione?

Ho interrotto stile soap… non arrabbiatevi troppo! Domani saprete come andrà avanti la storia! ;-)

Grazie e fatemi sapere le vostre impressioni!

Ciao ciao

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Capitolo 12
*** Super cedimenti ***


Buona lettura

Buona lettura!

 

 

Dodicesimo capitolo: Super cedimenti

 

Brittany era rimasta immobile per tutto il tempo, non aveva detto una parola, non aveva detto nulla per fermarla, ora disse solo,

Artie…”

“Al diavolo Artie!” Si arrabbiò di nuovo Santana, “Dimmi che non provi quello che provo io! Dimmi che non mi ami!” La sfidò.

“Io… lui ha bisogno di me… ed è un bravo ragazzo…” Le braccia di Santana le ricaddero lungo i fianchi, si era immaginata molte volte quella scena, non era mai andata così.

“Lo senti Brittany? Il mio cuore?” Le chiese, poi senza attendere una risposta concluse, “Perché me l’hai appena spezzato”.

Si mosse evitando le braccia che la ragazza aveva teso verso di lei, uscì velocemente e passò accanto a Quinn che sgranò gli occhi nel vedere le sue lacrime. La donna cercò di richiamarla, ma lei era già corsa fuori, fermò il primo taxi e si fece portare lontano da lì.

 

Brittany rimase immobile, poi raggiunse la porta, se si concentrava poteva isolare il suo passo veloce attraverso la stanza, i suoi singhiozzi soffocati, però era difficile, quel giorno si sentiva davvero stanca.

Doveva solo raggiungerla, doveva dirle che…

“Signori e signore, questa è una rapina!” La voce risuonò forte nel museo mentre gli ospiti si guardavano attorno, tra il perplesso e il divertito per quello scherzo. Poi le porte si chiusero e apparvero un gruppo di uomini con passamontagna e armi da fuoco.

“Non stiamo scherzando, tutti contro il muro, niente atti di eroismo e diventerà un bel aneddoto da raccontare alle cene con gli amici!” Brittany scosse la testa che sentiva pesante, avrebbe raggiunto Santana dopo, prima doveva risolvere quella situazione.

Si mosse a super velocità, aprì la porta e fu fuori, l’aria della notte le fece bene, Brittany si sentì meglio, indossò il costume e fu di ritorno, era passato appena un secondo.

Corse nel museo afferrando le armi dei rapinatori prima che avessero il tempo di comprendere cosa stesse succedendo.

Di nuovo le girava la testa, per poco non mancò l’ultimo uomo, gli diede una piccola spinta facendolo finire a terra insieme ai compagni.

“Blue Lady!” Urlò qualcuno tra la folla assordandola mentre lei radunava i rapinatori al centro della stanza, un gruppo di guardie si mise subito all’opera ammanettando i criminali.

Un flash la colpì, e lei dovette chiudere gli occhi, feriti dalla luce,

“Ce n’è ancora uno!” Sì girò verso la guardia che le indicava un uomo in passamontagna che tentava di allontanarsi, Brittany cercò di muoversi rapidamente, ma aveva le vertigini, quando lo raggiunse andò a sbattere contro la teca di vetro, ricoperta da un panno, che era al centro della stanza.

La teca si ruppe e un minerale verdognolo cadde a terra. Brittany si piegò su se stessa, il suo corpo era dolorante, la sua testa sembrava scoppiare e così ogni muscolo del corpo. Riuscì a vedere il criminale afferrare la pietra e allontanarsi di corsa, poi svenne.

 

Quando riaprì gli occhi si ritrovò a fissare un folto gruppo di uomini e donne, istintivamente alzò la mano trovando con sollievo la maschera al suo posto.

“Non ho permesso a nessuno di togliervela…” Disse una delle guardie, “State meglio?” Brittany annuì, il dolore era sparito, si sentiva benissimo,

“Grazie.”

“Grazie a te, per quello che fai…” Brittany sorrise alla guardia, poi se ne andò.

Pochi istanti ed era di nuovo in abito bianco, doveva parlare con Santana, ma prima…

“Brittany! L’hai vista? Mi sono preoccupato, non riuscivo a trovarti!” Artie la raggiunse, Quinn stava spingendo la sua sedia a rotelle.

“Santana?” Chiese lei fraintendendo le parole del ragazzo,

“No, Blue Lady!”

“Oh lei… si l’ho vista… Quinn dov’è Santana?” Chiese ancora,

“E’ uscita un attimo prima della rapina… sembrava scossa…” Scossa era un eufemismo, sarebbe stato meglio un distrutta o sconvolta.

“Devo parlarle…” Quinn le posò una mano sul braccio fermandola, Artie era rimasto indietro ma lei le parlò sottovoce,

“Brittany, forse deve rimanere sola ora… forse devi pensare bene a quello che vuoi dirle. Brittany fissò perplessa quegli intelligenti occhi verdi. Quinn non aveva finito, “Devi essere sicura di chi vuoi scegliere”,

“Te… te ne ha parlato?” Le chiese lei, Quinn scosse la testa,

“Non ce n’è stato bisogno, ho visto com’è quando sta con te.

“Io…”

“Brittany, conosco appena Artie, ma sembra preso da te… devi fare attenzione a quello che fai, o farai soffrire entrambi, oltre che te stessa.

 

L’ascensore si aprì e lei si ritrovò nel suo appartamento, per un istante si guardò attorno sperando di trovarcela, ma era deserto. Si era pentita delle sue parole, avrebbe dovuto rimanere in silenzio, avrebbe dovuto continuare ad essere solo un amica per lei, avrebbe dovuto dirle che era felice per lei e Artie. Al diavolo! Non era vero, aveva fatto la cosa giusta, ora sarebbe guarita, ora l’avrebbe dimenticata. Si sfilò il vestito lasciandolo a terra e gettò via le scarpe, odiava non riporre le scarpe nel loro armadio, ma in quel momento non gliene importava nulla. Recuperò un barattolo gigante di gelato e si sdraiò sul divano. Rimase così per dieci secondi, poi i suoi occhi corsero alla foto appesa al muro, con rabbia si voltò e accese il televisore.

“Il tentativo di rapina è stato abilmente sventato da Blue Lady, ma nel bel mezzo dell’azione l’eroina ha avuto un crollo fisico di cui si ignorano le cause, vediamo insieme le immagini provenienti dalle telecamere delle tv presenti per l’evento.”

Santana era stata sul punto di cambiare canale, ma ora si alzò a sedere, crollo fisico? Di cosa stavano parlando? Guardò le immagini e rimase gelata, Brittany era svenuta, era caduta a terra e aveva perso conoscenza. Erano stati solo pochi minuti e poi era tornata in piedi, ma era successo. Santana ripensò a quella serata, Brittany era pallida, aveva detto che stava male per quello che aveva mangiato, lei da egoista aveva solo tratto la conclusione che aveva cenato con Artie, non aveva pensato al fatto che Brittany non stava male, mai, non c’era germe o microbo capace di aggredire il suo sistema immunitario.

Il telegiornale passò ad altre notizie e lei spense la tv gettandosi su internet, ricercò il video dello svenimento della ragazza che ovviamente era già online e si mise ad analizzare ogni elemento. Il rapinatore non sembrava averla colpita, allora perché improvvisamente lei era caduta? Ritornò all’inizio, Brittany era quasi goffa mentre spingeva i rapinatori nel centro della stanza, e lei non era mai goffa, si muoveva come una ballerina, leggera ed aggraziata. Doveva esserci qualcosa che le faceva male… doveva parlarle, chiederle…

Santana interruppe subito quel flusso di pensieri, non era sicura di voler parlare con la ragazza. A ben pensare non era neppure sicura di volerla più vedere.

Bussarono alla porte e Santana sobbalzò, il cuore che accelerava, se era lei l’avrebbe mandata via. Una volta presa quella decisione si alzò e andò ad aprire alla porta.

“Santana! E se fosse stato qualcun altro?!” Solo allora lei si rese conto di essere in biancheria intima,

“Beh sei solo tu!” Lasciò la ragazza alla porta andando in camera sua a recuperare una felpa e un paio di pantaloncini.

“Come stai?” Le chiese la donna non appena la vide ritornare,

“Bene perché?” Chiese lei, Quinn la guardò ironica,

“Perché sei scappata via in lacrime?” Santana sbuffò,

“Un attacco di gastrite, mi succede a volte, è passato. La reporter annuì,

“Ma certo, non ha niente a che vedere con Brittany e con il fatto che sei pazza di lei, giusto?” Santana spalancò la bocca ben più che sorpresa,

“Te l’ha detto lei?” Le chiese con rabbia, ma Quinn si affrettò a scuotere la testa,

No Santana, ma non sono cieca e da come vi guardate non ci voleva un genio!”. Santana non rispose sedendosi sul divano senza invitare la ragazza a fare altrettanto. Quinn non si formalizzò si sedette accanto a lei e poi prese il barattolo di gelato iniziando a mangiarlo con gusto. Il silenzio si protrasse e alla fine fu Santana a romperlo,

“Pensi di rimanere qui ancora lungo?” Chiese acida, la ragazza si infilò in bocca un cucchiaino di gelato e si strinse nelle spalle,

“Aspetto che tu me ne parli…” Santana la guardò scandalizzata,

“Non ho intenzione di…”

“Certo, capisco!” Rimasero ancora qualche minuto in silenzio, con lei che mangiava il gelato e Santana muta poi la ragazza iniziò a parlare. Un’ora dopo Quinn la cullava dolcemente tra le braccia mentre lei sfogava il suo dolore nel pianto.

 

 

 

Note

 

Ehm… sì Brittany ha detto Artie… non odiatemi! Da quello che ho capito siete molto unite su questo punto! Tutto ma non Bartie! Ho la vaga sensazione che dipenda dal fatto che effettivamente Artie è stato fidanzato con Brittany nel telefilm. E questa vaga sensazione deriva dal fatto che so che per me è così! Quel moccioso ha osato mettersi tra Santana e Brittany ergo lo odiamo!

Ve bene… detto questo… nel capitolo è successo qualcosa di grave… e non parlo di Brittany che ha spezzato il cuore a Santana, quello è gravissimo! Ma del crollo fisico di Brittany… insomma le cose si complicano! ;-)

Al prossimo capitolo! Ciao ciao

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Capitolo 13
*** Due super paroline ***


Preparatevi

Preparatevi! Un bel respiro profondo, mi raccomando! ;-)

Buona lettura!

 

 

Tredicesimo capitolo: Due super paroline

 

“E’ stata una bella serata, se si esclude il tentativo di rapina!” Artie le sorrise, “Sei bellissima Brittany…”, cercò di catturare il suo sguardo ma la ragazza era distratta.

“Brittany?” Riprovò, “Dove sei?”,

“Qui…” Il ragazzo piegò la testa di lato,

“Credevo che stesse andando tutto bene…” Brittany lo guardò perplessa e lui si spiegò, “Tra me e te”.

Brittany si piegò davanti alla sua sedia a rotelle guardandolo,

“Hai visto bene Blue Lady?” Il ragazzo rimase in silenzio un attimo, sorpreso dal cambio di argomento, poi annuì,

“Sì, lei è veloce… ma l’ho vista abbastanza bene visto che è svenuta…” Poi sembrò capire e le sorrise, “Oh pensi che mi abbia creato dei problemi rivederla dopo il mio incidente?” Alzò la mano e le accarezzò dolcemente il volto, “Sei dolce a preoccuparti, ma ne abbiamo già parlato, io non ho nulla contro di lei, anzi, le devo la vita!” Si piegò in avanti e le diede un bacio sulle labbra, Brittany però si staccò impedendogli di approfondire il bacio. Si alzò in piedi mordendosi un labbro,

Artie, mi dispiace ma non posso stare con te…” Il ragazzo sgranò gli occhi,

Ma… ho fatto o detto qualcosa che non ti è piaciuto? Possiamo parlarne?” Brittany scosse la testa,

No Artie, tu sei davvero un bravo ragazzo, ma c’è una persona che quando mi guarda mi vede...”

Cosa significa?” Chiese Artie piuttosto confuso, Brittany si strinse nelle spalle sospirando dispiaciuta,

“Io credevo davvero di poter stare con te, perché sei dolce e simpatico e mi fai ridere però…”

Però cosa? E’ perché non posso più camminare?” Brittany scosse subito la testa negando,

“No! No, è solo che io sono innamorata di un’altra persona. Brittany sentì improvvisamente la sua mente liberarsi, era vero, era così, lei l’amava!

Il ragazzo scosse la testa incredulo,

“Non capisco… Se hai bisogno di tempo io…”

“Mi dispiace, davvero, ma, io non posso stare con te. Artie scosse la testa ancora, incapace di comprendere. Guardò la ragazza e chiese,

“E’ per quello che ti ha detto Quinn al museo?” Brittany annuì,

“Sì, mi ha fatto capire che non era giusto che ti facessi soffrire, visto che il mio cuore è impegnato.

Ma allora questi giorni… perché?”

“Per quello che mi ha chiesto mio padre…”

“Tuo padre? Cosa c’entra? Spiegati per favore.”, era chiaro che il ragazzo voleva sapere,

“Non posso… è complicato…”, Artie la interruppe,

“Abbiamo passato insieme tutto l’ultimo mese, non hai mai neanche accennato ad un altro uomo!” Brittany guardò il ragazzo rimanendo in silenzio, ma sul suo volto dovette passare qualcosa perché lui sgranò gli occhi, arrivando alla soluzione, “Lei?”. Brittany arrossì e lui rimase senza parole, poi spinse sulle ruote della carrozzella andandosene.

 

Brittany atterrò sul balcone e osservò all’interno. Santana era seduta sul divano, davanti a lei, in ascolto, c’era Quinn,

“L’ho persa Quinn, per sempre!”

“Devi darle tempo, Brittany deve capire quello che prova per te…”

“Non mi ama, non come la amo io, sono solo un’amica per lei.

Desiderava dirle che non era vero, che la amava più di se stessa, si mosse rapida e in un istante era davanti alla porta del palazzo. Prese l’ascensore e bussò alla porta di Santana. Attese un tempo infinito poi la porta si aprì e le apparve Quinn. La ragazza la guardò per un istante poi annuì, come se fosse giunta alla fine di una discussione con se stessa,

“E’ di là, mi ha detto che non vuole vederti ma…” Si strinse nelle spalle e uscì dall’appartamento. Brittany sentiva il cuore di Santana battere poco lontano, il suo profumo era ovunque.

Si fece coraggio e la raggiunse. La donna era appoggiata al divano, un braccio sugli occhi, era meravigliosa. Rimase così a lungo in silenzio a guardarla che Santana si riscosse e aprendo gli occhi la vide, i suoi grandi occhi scuri si sgranarono, mentre il suo cuore accelerava.

Dov’è Quinn? Io la uccido!”

“San…” Disse solo lei, la donna si era alzata,

“Non voglio vederti e non voglio parlarti!”

“Perché San?” Le si avvicinò lentamente e Santana si irrigidì. Il suo cuore era tremendamente ipnotico per Brittany,

“Perché ti ho detto che ti amo e tu hai saputo solo dire Artie!” Brittany si morse un labbro,

“Io non posso stare con te.” Vide che l’aveva sorpresa, Santana rimase a guardarla in silenzio e lei fece ancora un passo verso di lei,

Perché Brittany? Non mi ami?” Sussurrò lei, i suoi occhi erano così scuri, così dolci, così belli e profondi,

“Perché mio padre me l’ha vietato” Di nuovo fu sorpresa,

“Il signor Pierce? Perché mai…” Brittany le prese le mani, le sue dita le accarezzarono il dorso delicatamente, scosse la testa

“Non il mio papà, mio padre… quello alieno, mi ha parlato del mio popolo, di come fosse una società simile a quella terrestre, e di come è stata spazzata via in pochi anni… io sono diversa da voi umani…” Santana si spaventò e lei lo vide nei suoi occhi, Brittany le strinse le mani questa volta, con forza,

“Brittany, lo so chi sei, non mi importa, di nulla…”, Brittany chiuse gli occhi e appoggiò la fronte contro la sua,

“Lo so San… non è quello…”.

 

Santana sentiva il cuore batterle forsennatamente nel petto, Brittany stava cercando di dirle qualcosa, qualcosa di importante, eppure le loro mani erano strette, le loro fronti si toccavano, poteva sentire il suo respiro mescolarsi al proprio.

Non riuscì a resistere, aveva dannatamente bisogno di lei. Avvicinò le loro bocche lasciando che si sfiorassero,

“Ti amo Brit…” Le disse per l’ennesima volta, perché doveva esprimere a parole quello che le scoppiava dentro,

“E se non potessi stare con te?” Sussurrò Brittany mentre le loro labbra si accarezzavano, “Ho paura…”, le disse ancora lei, Santana non capiva, perché non avrebbe potuto stare con lei? Al diavolo suo padre! Brittany le sfiorò le labbra con la lingua e lei rabbrividì. Attirò la ragazza contro di sé mentre catturava la sua bocca, con una certa foga. Era tanto che attendeva quel momento. Brittany le avvolse le braccia attorno al corpo, rispondendo con altrettanta passione. Durò per un tempo infinito poi Santana dovette respirare, Brittany non sembrava essere nella stessa necessità, ma lei poteva trattenere il respiro per un tempo notevolmente superiore.

Le accarezzò il collo e sentì la pelle della ragazza incresparsi sotto il suo tocco leggero,

“Mi hai fatto male oggi…” Le disse e Brittany la guardò in silenzio,

“Avevo paura di deludere mio padre…” Questa volta Santana si scostò da lei, anche se non di molto, le sue braccia erano ancora attorno al suo collo,

“Brittany, devi spiegarti perché non capisco”, la ragazza si morse un labbro poi annuì,

“Io sono l’ultima della mia razza… e mio padre mi ha detto che devo… sai… fare dei bambini…” Santana sgranò gli occhi e Brittany le accarezzò la schiena dolcemente, “E tu non puoi darmi un bambino…” Ora Santana era seriamente confusa,

Ok… ma la scienza ha fatto dei progressi che… forse tuo padre non lo sapeva ma beh… quando decideremo che è il momento giusto potremmo cercare un donatore e…”

“San....” Sentì le sue gambe farsi instabili, ma le braccia di Brittany erano solide e lei si lasciò sostenere, “Le mie cellule sono diverse dalle vostre... e non posso permettere che finiscano in un laboratorio per subire delle analisi…”.

Santana la guardò timorosa, sebbene le stesse dicendo che non potevano stare insieme le sue mani la accarezzavano e le sue labbra erano così vicine alle sue…

“Ti amo” Quelle due paroline le fecero accelerare il cuore, Brittany gliel’aveva detto, Brittany l’amava. Sorrise come un idiota e si sentì fantasticamente bene.

 

 

 

Note

 

Allora? Potete respirare di nuovo! ;-)

Cosa ne dite? Brittany è rinsavita in fretta no? Finalmente abbiamo capito la sua, altrimenti insensata, reticenza con Santana!

Almeno ora entrambe sanno cosa provano una per l’altra… anche se il problema non è proprio risolto…

E poi, le due sono un tantino prese, ma noi non dimentichiamo che c’è qualcosa in giro che fa male a Brittany!

Al prossimo capitolo perché Santana e Brittany devono ancora… parlare un po’! ;-)

Ciao ciao

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Capitolo 14
*** La mia super ragazza ***


Buona lettura

Buona lettura!

 

 

Quattordicesimo capitolo: La mia super ragazza

 

Erano sdraiate sul divano, Santana ascoltava il battito regolare e sicuro di Brittany, mentre la ragazza le passava le mani tra i capelli.

Cosa è successo oggi al museo? Perché sei svenuta?”,

“Non lo so… non mi sentivo molto bene, ho perso l’equilibrio e ho sbattuto contro la teca con il minerale, poi sono svenuta” Santana non si mosse, era preoccupata, molto.

“Dobbiamo scoprire cosa ti è successo, non deve ricapitare, magari mentre voli o che so io, mentre ti metti tra un proiettile e una persona!” Rabbrividì all’idea e sentì le braccia di Brittany avvolgerla per rassicurarla.

“Non mi succederà niente di male…” Santana annuì cercando di convincersi, non avrebbe mai immaginato di poter aver paura per qualcuno che può fermare un proiettile.

Rimasero in silenzio, poi Santana chiese:

“Sai prima quando parlavi di fare dei bambini…” Sentì che Brittany si irrigidiva sotto di lei e proseguì, “Pensi che non potremmo trovare una soluzione?”,

“Non lo so…” La ragazza era immobile, la mani che fino a quel momento si erano mosse tra i suoi capelli e lungo la sua schiena ora si erano fermate. Santana si tirò su cercando il suo sguardo, ora capiva perché la ragazza l’avesse evitata per tutto quel tempo, perché si fosse messa con quell’Abrams, non voleva disattendere le aspettative di suo padre, non voleva essere l’ultima della sua razza.

Occhi azzurri, belli, così pieni di dolcezza e di amore.

“La troveremo una soluzione, te lo prometto!” Le sussurrò, mentre la baciava. Sentì la ragazza catturarle le labbra, la lingua che andava alla ricerca della sua e seppe che aveva detto la cosa giusta.

Le sue mani si mossero lungo quel corpo che desiderava da tanto tempo e la ragazza si tese contro di lei con desiderio. Santana interruppe il bacio solo per scendere e baciarle il collo, Brittany intanto non era rimasta inattiva, le sue mani si erano infilate sotto la felpa accarezzandole la schiena nuda.

Poi la donna si bloccò,

“Non fermarti Brit…” Le mugugnò lei ma la ragazza si tirò su,

“San… devo proprio andare…” Santana si tirò indietro per guardarla e capire se stesse scherzando,

“Stai scherzando vero?” Le chiese per essere sicura, la ragazza si morse un labbro alzandosi, quasi si dondolava sui piedi dalla tensione.

“Mi dispiace San... subito subito!” Si tese verso di lei e le diede un rapido bacio sulla fronte, “Arrivo in un attimo!” e sparì.

Santana rimase lì a bocca aperta, ecco i vantaggi di avere una ragazza super eroe! Sorrise mentre rifletteva sul suo pensiero, ragazza, la sua ragazza! Guardò l’orologio, era tardissimo… Si appoggiò al divano, così per stare comoda, pensò di togliersi la maglia, ma l’idea della ragazza che gliela sfilava le piaceva di più. Guardò di nuovo l’orologio erano passati solo due minuti. Era stata davvero una serata provante, ma ora tutta andava bene… chiuse gli occhi, solo per riposare la vista…

 

Brittany rientrò nella stanza e sorrise, Santana era appoggiata al divano, gli occhi chiusi. Corrugò la fronte quando sentì il respiro profondo della giovane. Non stava dormendo vero? Le si avvicinò e la ragazza non si mosse. Sì dormiva. Brittany si morse un labbro tentata dal svegliarla, ma poi rinunciò. Era stata una serata dura per tutte e due, ma per Santana in particolare, almeno perché lei non aveva un super organismo. La prese tra le braccia e la ragazza mormorò qualcosa nel sonno.

Raggiunse senza difficoltà la sua camera e poi la depose sul letto dolcemente,

Brit?” Chiese la giovane e Brittany sorrise,

“Dormi piccola…” Santana aprì appena gli occhi gonfi di sonno,

“Rimani con me” Brittany annuì e poi le si accoccolò accanto. Santana le si strinse contro in una imitazione adulta della posizione che ritraeva la foto nel suo salotto. Brittany gli diede un bacio sulle labbra e la ragazza sorrise, gli occhi sempre chiusi.

“Buona notte” Santana non rispose si era già riaddormentata.

 

“Allora? Come è andata ieri?” Chiese Rachel a Quinn che sorrise enigmatica, “Andiamo dai Quinn!”,

“Lo sapremo non appena arrivano in redazione!” Le disse alla fine Quinn, “Oh oh eccola!” Tutte e due si voltarono verso Santana che entrava.

“Ragazze!” Arrivò immediatamente Kurt, poi notò il loro sguardo e si voltò a sua volta a fissare la reporter, “Mi sembra…”,

Dov’è Brittany? Non dovevano arrivare insieme?” Chiese Rachel perplessa guardando Quinn che aggrottò la fronte,

“Sì…” Rimase qualche secondo incerta, “Vado!” Aggiunse e poi si diresse verso la donna.

Raggiunse la reporter e la fissò interrogativa,

“Allora? Come è andata?” Santana la guardò infastidita,

Non è che ora siamo confidenti ok? Ieri è stato solo un’eccezione…” Si perse perché nella stanza era entrata Brittany, mentre la giovane fissava gli occhi su di lei Santana fece lo stesso. I loro sguardi si allacciarono e Quinn sorrise.

“Ottimo” Disse, poi si allontanò, non aveva bisogno di altre risposte. Tornò da Kurt e Rachel che sorridevano parlottando tra loro,

“Avete bisogno di altre conferme?”

“Oh no Quinn, ho sempre saputo che Santana era brava ad esprimersi con le parole ma è chiaro che è bravissima anche solo con gli sguardi!”

“La sta spogliando con gli occhi!” Aggiunse Kurt, ridacchiando,

“Andiamo Kurt! Quello è amore!” Rachel aveva praticamente gli occhi a cuoricino. Mentre loro chiacchieravano Brittany aveva raggiunto Santana e ora stavano parlando, le teste vicinissime, le mani che sulla scrivania si sfioravano, i corpi inconsciamente tesi uno verso l’altro.

“Allora?” La voce potente della Sylvester fece scattare tutti sull’attenti, le uniche a non accorgersene erano state le due donne, ancora intente a parlare,

“Quelle due si amano davvero!” Ammise Kurt poi rendendosi conto che le due colleghe erano già corse alla rispettive scrivanie le imitò.

 

 

Note

 

Occhi a cuoricino per tutti! ;-)

Santana e Brittany non sanno come nè se risolveranno il piccolo problema di erede ma quello che conta è che l’angolo gossip ha avuto argomento di conversazione! ;-)))

A domani per il prossimo capitolo…

Grazie e ciao ciao

 

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Capitolo 15
*** Una notte super! ***


Vi intriga il titolo è

Vi intriga il titolo è? ;-)

Buona lettura!

 

 

Quindicesimo capitolo: Una notte super!

 

E dici che è svenuta?”

“Sì, signore, è caduta a terra non appena si è rovesciata la teca” L’uomo gettò in alto la pietra e poi la riprese al volo,

“In questa piccola pietra ci sarebbe il segreto per sconfiggere Blue Lady?” Il rapinatore annuì con forza, “Non è solo una scusa per il fallimento della rapina che avevo accuratamente preparato vero?”

“No, signore, lo giuro!” L’uomo rimase a soppesare la questione poi annuì lentamente,

Va bene… non mi costerà molto tentare.” Il ladro fu chiaramente sollevato e infatti si concesse un sorriso, “Puoi andare” gli disse lui infastidito.

Rimasto solo nel suo lussuoso appartamento raggiunse il computer, la pietra ben stretta nel palmo. Avviò ancora una volta il video, osservando come si rovesciasse la teca e la super eroina cadesse a terra. Quella Blue Lady era in circolazione da pochissimo e già aveva sbattuto in carcere un bel po’ di suoi uomini, gli stava letteralmente rovinando il divertimento, però doveva ammettere che amava le sfide e Blue Lady sembrava rappresentare una sfida appassionante!

Posò il minerale verde sul tavolo e rimase a guardarlo affascinato, la breve carriera della supereroina sarebbe presto finita.

 

Aveva pensato a lei tutto il giorno, non era riuscita a fare niente. Soltanto escogitare nuovi modi per rimanere sola con Brittany e rubarle qualche bacio. Ora era a casa e la stava aspettando. Avrebbero parlato, avevano bisogno di parlare!

Brittany era lì, come al solito il suo cuore accelerò, e non era per la sorpresa. Fu sulle sue labbra in un battito.

“Dobbiamo parlare…” Le mormorò mentre assaporava la sua bocca,

“Sì…” le disse la ragazza ma al contempo la sollevò tra le braccia e, letteralmente, veleggiò verso la camera. Si ritrovò stesa sul letto e non riuscì più a pensare, le sue mani si immersero nei capelli biondi di Brittany mentre le loro bocche che non riuscivano a separarsi si fusero ancora.

I loro abiti furono presto di troppo e Santana fece sparire la camicia di Brittany che nel frattempo stava scendendo lungo il suo ventre lasciando una scia di baci.

Brit…” La chiamò e la ragazza alzò lo sguardo fissando i propri limpidi occhi azzurri nei suoi.

Santana si ritrovò la gola secca, quegli occhi, quello sguardo era troppo per lei, la attrasse verso di sé baciandola con foga. Mentre i suoi pantaloni se ne andavano a raggiungere quelli di Brittany, Santana si rese conto che non erano più sul materasso. Erano sollevate, Brittany doveva essersi distratta e la sosteneva ad un buon metro dal letto.

Il pensiero le sfuggì quando le dita della ragazza entrano in lei. Brittany si muoveva delicatamente, mantenendo il contatto visivo. Le ondate di piacere aumentavano e Santana sentiva che presto avrebbe raggiunto l’apice.

Chiuse gli occhi surclassata da quelle meravigliose sensazioni, la sua mente era persa, avvolta dal calore, dal piacere e da Brittany, le sembrava che i loro corpi fossero sul punto di fondersi, che non ci fossero quasi più barriere tra lei e la ragazza. Erano ad un passo dall’essere un solo organismo, desiderò di più, volle fondersi con lei e così fece, si abbandonò a Brittany e al piacere con tutta se stessa. Sentì Brittany tremare sotto di sé e fu troppo, il piacere la sommerse e lei aprì gli occhi cercando disperatamente di rimanere aggrappata alla realtà mentre la sua mente veniva travolta. Li fissò in quelli ugualmente sgranati e persi di Brittany. Quasi si stupì, non ricordava di essere entrata in lei, di essersi mossa dentro di lei, aveva semplicemente liberato il suo desiderio, la sua voglia di sentirla propria e di sentirsi sua. E per un attimo era successo, per un lungo attimo era state una cosa sola. Le loro anime si erano sfiorate.

Baciò la ragazza dolcemente mentre i loro corpi si rilassavano e il loro respiro si regolarizzava, perché sì anche il corpo di Brittany era scosso dai brividi di piacere e il suo cuore batteva veloce sotto le dita di Santana che la accarezzava.

“Puoi scendere di nuovo giù?” Le chiese poi e ridacchiò quando vide la sua espressione confusa, “Stiamo volando Brit… o meglio, stai volando…” La ragazza scese di nuovo sul letto e Santana le si accoccolò accanto.

“E’ stato… magico…” Le disse Brittany, il viso rivolto verso di lei, gli occhi forse un po’ più lucidi del normale.

“Tu sei magica, Brit… ti amo.” Le disse Santana poi la baciò. Brittany ridacchiò per poi raggomitolarsi contro di lei e nascondere il viso nel suo collo che prese a strofinare dolcemente con il naso. Santana la avvolse tra le braccia sospirando di piacere, poi rise,

“Non credo che avrei accettato di essere interrotta questa volta!” Brittany alzò il volto guardandola seriamente ora,

“San io non sentivo nulla… sai prima… c’eri solo tu, il tuo cuore e il tuo respiro…” Arrossì e Santana si morse un labbro per poi cercare le sue labbra e baciarla.

 

Santana indossava una maglietta piuttosto larga e niente altro, se non si consideravano gli occhiali da vista che aveva sul naso. Era seduta alla sua scrivania e osservava per l’ennesima volta il video della rapina al museo. Un rumore le fece alzare la testa con un sorriso, Brittany stava rovistando nella sua cucina alla ricerca di gelato.

“Trovato!” Le disse mentre ritornava da lei, con due cucchiai e un sorriso da infarto.

Brit…”

“Sì?” Le chiese la ragazza mentre si sistemava sul divano,

“In quanti secondi potresti portarmi all’ospedale più vicino?” La ragazza si alzò a sedere preoccupata e Santana sorrise, “Perché se non vai a metterti qualcosa addosso, potrei avere un attacco cardiaco!”. Brittany sorrise poi le si avvicinò e la baciò,

“Vuoi davvero che io mi rivesta?” le sussurrò all’orecchio, Santana la trattenne per un braccio,

“Rimani qui!” Brittany sorrise prima di baciarla ancora con maggiore passione, in un attimo l’aveva tirata in piedi, le sfilò gli occhiali e la portò sul divano, dove Santana testò ancora una volta la resistenza del suo cuore.

 

“Il gelato si è sciolto…” Brittany si strinse nelle spalle, poi guardò Santana, “Vorrà dire che dovrò trovare la dolcezza da qualche altra parte…” Santana si perse ancora una volta il quegli occhi azzurri che la guardavano con amore. Non poteva perderla. Si tirò su a sedere,

“Brittany, dobbiamo scoprire cosa ti è successo al museo!” La ragazza la osservò stupita mentre lei si infilava di nuovo la maglietta e si sedeva al computer, “Hai detto che nel museo stavi male, deve essere qualcosa che è al museo…” Rimise play, le altre volte che aveva guardato il video era sempre stata concentrata su Brittany, vederla cadere a terra a quel modo catturava tutta la sua attenzione, ora invece cercò di concentrarsi su quello che stava attorno alla ragazza.

“Diavolo! Ma è ovvio!” Si batté la mano sulla fronte e afferrò il cellulare. Brittany continuava a guardarla perplessa mentre uno dopo l’altro gli squilli del cellulare risuonavano, senza che nessuno rispondesse.

“Pronto…” Una voce assonnata si fece udire dall’altra parte della linea,

Quinn! Finalmente! Ma quanto ci metti a rispondere!”

“Santana? Cosa succede? Sono le quattro di mattina!” Santana assunse un’aria colpevole, non aveva riflettuto sul fatto che era tarda notte,

“Ecco… ho bisogno di un informazione… parlami della pietra, sai quella del museo, dell’inaugurazione…”, dall’altra parte della linea ci fu silenzio, Santana si chiese se Quinn avrebbe semplicemente riattaccato, ma dopo un po’ la ragazza sbuffò poi disse,

“Immagino che sia importante… allora si tratta di una roccia meteoritica, trovata in Perù, contiene un nuovo minerale…”

Meteoritica? E’ pericolosa per l’uomo?”

“Sì, si parlava di un pianeta esploso da qualche parte nella galassia… e no, anche se si sta ancora studiando, non sembra avere effetti sull’organismo umano… Perché Santana?”

“Grazie Quinn!” Posò il telefono e guardò ancora il video, Brittany intanto aveva staccato la loro foto dal muro e la osservava,

“Sai credo che fossi già innamorata di te allora…” Disse facendola sorridere,

“Brittany, posala, credo di aver capito cosa ti ha fatto male, e se è come penso, abbiamo un problema…”.

 

 

Photobucket

Avete visto? Il mio appello non è finito nel vuoto! Vanessa190, con cui vi sto preparando una storiella speciale, mi ha mandato questo super disegno di Brittany!

 

Note

 

Commentiamo il primo paragrafo? Piccolo ma potenzialmente pericoloso… qualcuno di potente ha tra le mani il minerale! Guai in vista…

Poi… finalmente Santana e Brittany hanno trovato un po’ di tempo per esprimersi il loro amore come si deve! E nessuno si è addormentato questa volta! Fanno progressi! ;-)))

E Quinn? Beh non poteva mancare! ;-)

Grazie a tutti!

Al prossimo capitolo!

Ciao ciao

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Capitolo 16
*** Super paure ***


Buona lettura

Buona lettura!

 

 

Sedicesimo capitolo: Super paure

 

“Ciao bellezza! Dove hai lasciato la biondina?” Santana lo ignorò estraendo invece una foto,

“Lo conosci?” Puck prese la foto e dal suo volto sparì il sorriso,

“No” Santana socchiuse gli occhi,

“Dimmi chi è Puck, abbiamo un accordo!”

“Questo è troppo per te Lopez! Stacci lontana!” Santana prese la foto che il ragazzo aveva gettato a terra e guardò il viso del ladro perplessa,

“Andiamo Puck, questo tizio è un ladro… e anche piuttosto scarso… cos’è che ti fa così paura?”

 Il ragazzo fece un passo indietro alzando le mani,

“Non è lui, ma quello per cui lavora, non voglio averci nulla a che fare! E tu dovresti fare lo stesso!” Si allontanò dimenticando persino di prendersi i suoi soldi.

 

“Lopez!” Quinn le venne incontro non appena entrò in ufficio,

“Ciao Fabrey…”

“Ciao un corno! Mi svegli alle quattro del mattino, mi fai domande su un minerale di cui non ti importava nulla e poi mi butti giù il telefono in faccia e ora mi dici ciao Fabrey?!” In quel momento comparve Brittany,

“Ciao Quinn. Scusaci per questa notte, ma Santana non ha guardato l’ora…” Santana arrossì mentre sul viso di Quinn si apriva un sorriso divertito.

Quindi eravate insieme e sveglie alle quattro di mattina…”

“Sì” Le disse Brittany sorridendo mentre Santana interveniva,

“Non sono affari tuoi Fabrey!”

“E fammi capire…” La ignorò Quinn, “Siete sveglie, siete insieme e tu chiami me per delle ricerche su un minerale?” Santana arrossì ancora mentre Brittany rideva,

“E’ quello che ho pensato anche io! Ma San diceva che era importante…”

“E lo è!” Tentò ancora Santana, Quinn ormai si stava godendo a pieno la situazione tanto che ignorandola ancora disse a Brittany,

“Dopo andiamo a pranzo assieme? Così mi racconti tutto?” Santana spinse via Quinn che ridendo si allontanò.

“Era importante Brittany…” La reporter arrossì e continuò, “Se no non mi sarei mai allontanata da te!” La ragazza sorrise,

“Lo so, piccola, Quinn voleva solo farti arrabbiare…” Santana si morse un labbro, adorava quando la chiamava piccola, la faceva sentire protetta e al sicuro, se non fossero state circondate dai reporter l’avrebbe baciata, e dovette farsi violenza per non farlo.

Brittany stava ancora sorridendo, poi voltò la testa perplessa corrugò la fronte e poi tornò a guardarla,

“Vai e fai attenzione, quella pietra è nella mani di qualcuno di pericoloso, tanto pericoloso che Puck non ha voluto neppure dirmi il suo nome…”, la ragazza sorrise annuendo e poi si allontanò. Santana si morse il labbro, non stava prendendo il rischio con la dovuta preoccupazione.

“Lopez!” Santana trottò verso l’ufficio della Sylvester e la donna la interrogò sull’articolo che stava scrivendo sullo svenimento di Blue Lady.

Quando uscì dall’ufficio Brittany non era ancora tornata, una brutta sensazione le fece venire la pelle d’oca, si riscosse raggiungendo la sua scrivania. Passò un'altra mezzora e Santana ora era davvero agitata. Si alzò e raggiunse l’ufficio dei fotografi,

“Avete visto Brittany?” Chiese ai presenti, Sam scosse la testa,

“No… non sta lavorando con te?” Santana fece una smorfia,

“Sì, certo… grazie…” Si allontanò troppo agitata da notare lo sguardo stupito del ragazzo al suo ringraziamento.

 

“Andiamo a pranzo assieme?” Cinguettò Rachel ma Santana era febbrilmente concentrata su internet e non le rispose. Non c’erano notizie fresche su Blue Lady, eppure doveva essere successo qualcosa!

“Santana?” La chiamò Quinn che le aveva raggiunte,

“Cosa?” Chiese lei brusca, aveva un groppo di paura nel centro esatto del petto e non riusciva a farselo passare,

Hei… che succede?” Le chiese Quinn preoccupata,

“Nulla…” Ovviamente non poteva dirle che stava morendo di paura…

Mmm… vieni a pranzo con noi?” Si guardò attorno, “Brittany?”

“Brittany…” Ripeté lei perché in quel momento la ragazza entrò nell’ufficio, in perfetta salute. Santana sentì il cuore accelerare, mentre si accasciava sulla sedia, il sollievo che le toglieva ogni forza.

Forze che le tornarono quando la ragazza le fu vicino, si alzò e la abbracciò, stringendola con forza contro di sé, stupendo Brittany e i colleghi che la stavano guardando, ma a lei non importava, chiuse gli occhi assaporando il piacere di essere stretta tra quelle braccia che amava.

“Va tutto bene?” Le sussurrò Brittany nell’orecchio e lei annuì senza separarsi,

“Ora sì… ho avuto paura di perderti…”,

“Non succederà mai, San, tornerò sempre da te, sempre!”.

“Ragazze…” Le richiamò Quinn, “State dando spettacolo…” Santana si separò a malincuore da Brittany che le sorrise dolcemente,

“Mi dispiace che ti sei preoccupata…”,

“Andiamo?” Chiese Rachel e Santana annuì poi prese la mano di Brittany e così, allacciata a lei, uscì dall’ufficio.

 

 

 

Photobucket

Altro disegno! Questa volta me lo ha mandato fallen_shy, sono troppo contenta che vi siete lasciate contagiare!! Sono bellissimi!! Grazie!

 

Note

 

Santana è super apprensiva, Brittany super rilassata… qui abbiamo un problema!

E Quinn intanto si diverte alle loro spalle! ;-)))

Al prossimo capitolo…

Ciao ciao e grazie!

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Capitolo 17
*** Sentirsi super male ***


Capitolo cortino… ma basterà

Capitolo cortino… ma basterà! Preparatevi!

Buona lettura…

 

 

Diciassettesimo capitolo: Sentirsi super male

 

Si sentiva come la moglie di un soldato o di un poliziotto o di chissà chi altro, ogni volta che Brittany non era al suo fianco era terrorizzata per lei, ed era assurdo perché Brittany era praticamente invulnerabile… eppure lei non riusciva a dormire se la ragazza usciva di notte, non riusciva a lavorare se non era in redazione, era arrivata al punto da dover correre in bagno a vomitare, tanto la paura la attanagliava. Ed era così ormai da un mese. Aveva fatto di tutto per ritrovare il rapinatore, per sapere dove avesse portato la pietra verde che aveva un effetto devastante su Brittany, ma nulla, sembrava essere sparito.

Brittany le accarezzò delicatamente il volto,

“Dove sei?” Le chiese e lei tornò al presente,

“Sono qui…” Brittany inclinò la testa, era preoccupata, i suoi occhi blu non lo nascondevano,

“Sei pallida… non stai bene?” Santana scosse la testa, le aveva nascosto quanto stava male mentre lei era lontana, perché sapeva che la ragazza non poteva smettere di fare quello che faceva, ogni giorno salvava una vita, o evitava un disastro, che diritto aveva lei di impedirglielo? Che diritto aveva la sua paura di dominare la vita di Brittany?

“San?” Ancora una volta si era persa,

“Sto bene Brittany, baciami…” La ragazza strinse le labbra perplessa, ma quando lei spinse la bocca contro la sua le dischiuse accogliendo con dolcezza la sua lingua, le mani che la accarezzavano con amore.

 

“Non puoi andare avanti così!” Quinn la guardava con le mani sui fianchi, uno sguardo tra il corrucciato e l’arrabbiato,

“Così come?” Santana distolse lo sguardo da quegli occhi verdi e accusatori,

“Lo vedi! Distogli lo sguardo! Oggi dico a Brittany di portarti dal medico! A lei darai ascolto!” Santana si agitò immediatamente,

“Non dire nulla a Brittany!”

Ma vomiti un giorno sì e l’altro pure!”

E’… solo la tensione… passerà…”

“Santana Lopez, hai due alternative, o vieni dal medico con me o lo dico a Brittany!” Santana la guardò poi strinse le spalle con rassegnazione,

“Mi dirà solo che è lo stress!”

“Bene, ho preso appuntamento per le tre, vedi di essere pronta!” Quinn se ne andò lasciandola lì a bocca aperta, sembrava che la ragazza avesse già saputo cosa l’avrebbe fatta capitolare.

 

“Accompagno Quinn dal medico…”

“Va bene!” Brittany le sorrise poi aggiunse, “Forse dovresti farti visitare anche tu…”

“Io sto bene Brit… sei tu che mi sfinisci la notte!” Brittany sorrise felice poi le depose un rapido bacio sulla guancia. Santana la guardò andare via con una punta di rimorso, le aveva mentito, era la prima volta che lo faceva e non le era piaciuto per niente. Si disse che lo faceva per non farla preoccupare e che la ragazza comunque non avrebbe potuto fare niente per lei.

“Sei pronta?” Quinn aveva già indossato il cappotto e lei annuì alzandosi.

 

Quando tornò nell’ufficio era decisamente più pallida di quando ne era partita, Quinn la osservava preoccupata,

“Santana, se è qualcosa di grave…”

“Non ti preoccupare, è come ti avevo detto, solo un po’ di stress…” Quinn annuì anche se poco convinta,

“Se hai bisogno di me sai dove trovarmi.” Le disse e poi si allontanò, Santana attraversò la redazione del giornale con lo sguardo alla ricerca di Brittany, ma della ragazza non sembrava esserci traccia.

Si sedette al suo posto, anche se la sua mente era troppo impegnata perché lei potesse anche solo pensare di fare qualcosa. Quando Finn le si avvicinò per chiederle se desiderava un passaggio a casa si rese conto che era passato tutto il pomeriggio e lei non aveva combinato nulla.

Si alzò dalla sua scrivania e seguì il ragazzo che ciarliero come al solito sostenne l’intera conversazione fino a quando non la lasciò sotto casa.

Santana chiamò l’ascensore e rimase ad osservare i numeri che aumentavano mentre lentamente lei risaliva il palazzo. Giunta al suo piano entrò in casa e si sedette sul divano, incapace anche solo di fare un altro movimento. Fu a quel punto che si rese conto che qualcosa non andava, Brittany non era con lei. Immediatamente l’apatia che l’aveva avvolta scomparve e lei si alzò di scatto raggiungendo il telefono, per poi ricordarsi che Brittany non aveva un cellulare, non ne aveva bisogno, se desiderava parlare con qualcuno lo raggiungeva e basta. Ma se qualcuno voleva parlare con lei?

Corse sul suo terrazzo e ringraziando di non avere vicini urlò il suo nome.

Il cielo rimase vuoto, riprovò più volte, mentre il panico che era stata una costante per tutto il mese, la sommerse violentemente. Rientrò in casa e accese il computer, a quel punto le suonò il cellulare, lei lo afferrò e rispose,

“Hai sentito?” La voce della Sylvester era strana e il panico di Santana crebbe ancora, “Accendi la televisione…” le disse la donna. E Santana obbedì.

Le bastarono pochi minuti, poi la vista le si offuscò e lei cadde a terra.

 

 

Note

 

La situazione sta sfuggendo dalle mani di Santana, anzi è proprio sfuggita!

Cosa avrà visto in tv? Cosa può averla stesa a quel modo?

Il prossimo capitolo domani avrà le risposte!

Grazie e ciao ciao!

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Capitolo 18
*** Una super prigioniera ***


Visto che sono cattiva e malefica ho unito due capitoli per farmi perdonare dalla terribile interruzione dell’altro capitolo e

Visto che sono cattiva e malefica ho unito due capitoli per farmi perdonare dalla terribile interruzione dell’altro capitolo e vi prometto che non lo farò più…. Muahahahah vi piacerebbe è?! ;-)))

Buona lettura!

 

 

Diciottesimo capitolo: Una super prigioniera

 

“Santana…” Aprì gli occhi ritrovandosi davanti un viso famigliare, “Cosa è successo? Stai bene?” Tentò di alzarsi ma le girò la testa, “Stai giù, ora ti faccio sollevare le gambe, poi chiamo la Sylvester, era piuttosto preoccupata…”,

“Come sei entrata?”

“Dalla finestra!” Anche se sdraiata a terra e con la testa che girava Santana percepì l’ironia nella voce di Quinn, “Ho fatto aprire la porta al custode, gli ho detto che era un’emergenza, si è convinto quando ti ha visto stesa a terra…”, la lasciò per alcuni istanti e Santana la sentì parlare con la Sylvester, dopo tornò da lei.

“Allora dimmi cosa è successo e dimmi cosa ti ha detto il medico, per favore risparmiati la storia dello stress!” Santana aprì la bocca poi la richiuse e Quinn sembrò notare un particolare, “A proposito dov’è Brittany? Mi sembrava di aver capito che praticamente abitavate insieme…”.

“E’ via… ha raggiunto i suoi genitori per… qualche giorno…” Quinn rimase in silenzio poi chiese,

“Va tutto bene tra di voi? Perché se non fosse così potrebbero essere spiegate un po’ di cose…”

“Va tutto bene.”

Ok… vuoi che la chiami?” Santana scosse la testa e si alzò per dimostrare che stava bene,

“Non ce n’è bisogno, sto bene…” Quinn sbuffò,

“Non avevamo detto niente più stronzate?” Santana le lanciò un’occhiata colpita dalla parolaccia che non aveva mai udito in bocca all’amica che alzò le braccia e scosse la testa, “Facciamo così io ti dico cosa penso e poi vediamo ok?” Santana non confermò ma si sedette sul divano e la ragazza lo considerò un incoraggiamento.

“Nella tua vita è apparsa Brittany, anzi riapparsa, era la tua cotta fin da piccola, l’hai sempre amata e ne hai fatto un mito, ora state insieme e sei felice…” La guardò e Santana annuì perplessa, poi la ragazza continuò, “E nello stesso tempo è apparsa Blue Lady…” Santana impallidì e Quinn fece una smorfia, “Ecco, lo immaginavo, è chiaro dai tuoi articoli che tra voi due c’è un forte legame… non è che ti sei presa una cotta per la super eroina? E ora non sai più cosa provi e cosa fare?” Santana era sbalordita, certo che era pazza di Blue Lady, ma solo perché lei era Brittany!

“Io non provo nulla per Blue Lady!” Mentì e Quinn la fissò dubbiosa,

E allora perché stai così male? E la Sylvester me l’ha detto, sei svenuta dopo aver visto cosa è successo qualche ora fa!” Santana si sentì di nuovo male, quando aveva acceso la televisione aveva visto realizzarsi il suo peggiore incubo, quello che la teneva sveglia e la terrorizzava da tutto un mese.

“E’ stata catturata…” Disse solo, le lacrime che scendevano senza freno dalle sue guance. Quinn le si avvicinò e la strinse,

“Santana, cosa provi per lei?” Le chiese accarezzandole i capelli,

Quinn io non…” Tentò lei ma la ragazza la fissava dritto negli occhi e non poteva mentirgli, “Brittany non è dai suoi genitori…”

“Cosa?” Le chiese la ragazza, spiazzata dal repentino cambio di argomento,

“Io amo Brittany” Quinn annuì,

“Certo, lo so… lo vedo da come la guardi e…”

“Io amo anche Blue Lady…”

“Santana… sei confusa ora… non è possibile amare due persone…” Iniziò Quinn ma lei la interruppe,

“Le amo entrambe Quinn, perché sono la stessa persona…” Questa volta Quinn rimase in silenzio, lo sguardo perso e confuso, “Pensaci, quando Blue Lady è sparita per un mese anche Brittany era partita e ora? Dov’è? E’ stata catturata!” Di nuovo l’agitazione la sommerse, Brittany era tra le mani di qualche criminale senza scrupoli, indifesa e sofferente. Potevano averla già uccisa! No, no, non l’avrebbero catturata, la volevano viva, era chiaro

“Brittany è Blue Lady?” Santana tornò a guardare Quinn,

“Sì! E’ quello che ti ho appena detto!”

“Ne sei sicura? Voglio dire…”

“Andiamo! Io sto con Brittany! Credi che non sappia chi sia? L’ho riconosciuta dalla prima volta che ho posato gli occhi su Blue Lady!” Quinn annuì anche se sembrava persa,

Quindi…” Iniziò lentamente come se stesse digerendo l’informazione, “Quindi ora Brittany è in pericolo…”

“Sì!” Le disse lei, ora stava camminando su e giù per la stanza, il suo svenimento era ormai alle spalle, lo shock era stato grande, ma ora doveva reagire, doveva fare qualcosa, doveva salvarla!

Cosa pensi di fare?”

“Vado a prenderla!” Rispose pronta lei,

E dove? Credi che non sia intenta a cercarla tutta la polizia di New York?” Santana dovette fermarsi ed assimilare le parole di Quinn poi però ricordò un dettaglio,

“Loro non sanno quello che so io! Ricordi quella dannata pietra verde? Quel minerale che ti piace tanto?”

“Quello per cui mi hai svegliato ad un ora improponibile della notte?” Santana annuì,

“Sì, quello, è tossico per Brittany, le fa male… è con quello che l’hanno stesa e hanno potuto catturarla, le avevo detto di fare attenzione!” Aggiunse mordendosi un labbro.

Ok, allora sappiamo come hanno fatto, ma questo come ci aiuta?”

“Sappiamo chi ha preso quella pietra!”

“Chi?”

“Non ho ancora il nome, ma ho intenzione di trovare il mio informatore e di farglielo sputare, a costo di doverlo picchiare!” Mentre lo diceva aveva già afferrato il cellulare e inviato un messaggio.

Quinn la guardava ancora confusa ma lei aveva già afferrato il cappotto e la borsa,

“Allora andiamo?”

“Vuoi dire ora?”

E quando se no? Non aspetto che le facciano del male!” Quinn sembrò riscuotersi annuì e la seguì nell’ascensore.

 

Santana gli sbatté la foto davanti e il ragazzo indietreggiò spaventato,

Hei! Cosa succede?!”

“Succede, Puck, che voglio un nome, un indirizzo e tutto quello che sai!” Lui la guardò negli occhi a lungo, poi lanciò un’occhiata a Quinn che, le mani in tasca, aspettava paziente poco lontano.

“Sei sicura?” Santana non gli rispose, lasciò solo che i suoi occhi scuri parlassero per lei, “Va bene, ma io ti ho avvertito ok?”

“Come si chiama e per chi lavora.” Puck sbuffò poi si infilò le mani in tasca e rispose,

“Si chiama Vince, ma non è quello l’importante, quello che conta è che è uno degli uomini di Sebastian Smythe.

Sebastian Smythe? Il famoso miliardario filantropo, impegnato nel sociale e nell’ambiente?” Chiese perplessa Santana,

“Sì, lui, ama giocare al cattivo, organizza rapine, furti, pestaggi e quando non è di buon umore omicidi… è un tipo pericoloso, è astuto e pieno di soldi, in pratica può tutto a New York…”

“Va bene… credo sia stato lui a catturare Blue Lady…” Puck si strinse di nuovo nelle spalle,

“Può essere…”

“Non ne sai nulla? Andiamo, fai funzionare le tue celluline grigie, dove potrebbe averla messa? Dove la tiene?” Il ragazzo si grattò la testa riflettendo,

“Beh… una cosa ci sarebbe… anche se non so se c’entra… ho sentito che una vecchia fabbrica che dicono appartenga a Sebastian Smythe è stata molto di recente ricca di attività… si parla di rivestimenti in acciaio e cose simili…” Fece una smorfia allargando le braccia, “Comunque io starei molto lontano da lì…”

“Dimmi dov’è questo posto!” Lo incalzò Santana, il ragazzo gli diede l’indirizzo e lei gli passò un rotolo di banconote,

Hei Lopez, ma queste sono troppe…” Santana lo guardò poi disse,

“Potrebbe essere stata la nostra ultima chiacchierata… che almeno ne sia valsa la pena per uno di noi due!” Sorrise e il ragazzo la fissò in silenzio. Non disse nulla nemmeno quando lei si voltò e se ne andò lasciando lì con un rotolo di almeno qualche miglio di dollari in mano.

 

“Quello sarebbe il posto?” Santana annuì e Quinn alzò un sopraciglio perplessa,

“Non mi sembra un posto fremente di attività…”

“Non deve sembrarlo.” Le fece notare Santana e lei annuì anche se poco convinta.

“Allora io entro, se non c’è nulla esco e andiamo via, ma se lei è lì allora la porto via con me e avrò bisogno che tu sia pronta a portarci via in fretta… lei potrebbe non stare bene…” Quinn scosse la testa a quelle parole,

“Vengo con te!” Disse sicura,

“No, Quinn, io entrerò perché devo farlo, tu no, sarebbe pericoloso e stupido. Oltre tutto, non offenderti, ma io sono già entrata illegalmente in molti posti per i miei articoli, mentre tu non ti sei mai allontanata dalla scrivania.” La ragazza fece per protestare ma Santana alzò la mano fermandola, “Mi servirà davvero la macchina pronta e poi se qualcosa andasse storto devi chiamare la polizia…”

“Ecco appunto, spiegami perché non è quello che abbiamo già fatto?”

“Perché la polizia accerchierebbe l’edificio poi chiederebbe a tutti di arrendersi e loro la ucciderebbero. L’idea la fece rabbrividire e Quinn le strinse la mano,

“Va bene… ma ti do mezzora, non un minuto di più poi chiamo la cavalleria è chiaro?” Santana annuì, poi le sorrise,

“Sai sono contenta che tu abbia deciso di essere mia amica…”

“Oh ora siamo amiche?” Santana sorrise poi la strinse contro di sé,

Se qualcosa andasse storto… mi piacerebbe che avessi tu il mio appartamento…” poi per fermare le proteste di Quinn aggiunse: “Il tuo è davvero una topaia!”.

“Ecco ora ti riconosco!”.

Scesa dall’auto Santana si avvicinò all’edificio raggiungendo una delle porte che portavano all’interno della fabbrica in disuso. Nessuno la fermò così spinse la porta ed entrò. Davanti a lei non c’era nulla, solo un grande spazio vuoto. Rimase alcuni istanti immobile cercando di impedirsi di credere che evidentemente quello era il posto sbagliato. Non poteva accettarlo, non poteva, così si mise a percorrere tutto il perimetro dell’edificio alla ricerca di qualcosa, qualsiasi cosa che la portasse sulla pista giusta.

Fece il giro due volte poi dovette arrendersi all’evidenza, lì non c’era nessuno, il suo tentativo era stato un buco nell’acqua, un totale fallimento!

 

“Allora?” Sebastian osservò con interesse la ragazza legata davanti a lui, era immobile, i capelli biondi che le ricadevano davanti al viso, il corpo trattenuto solo dalle corde fissate al soffitto.

“Non è ancora rinvenuta…” Gli rispose l’uomo con un camice bianco che come lui osserva la ragazza con interesse.

“La pietra?”

“E’ lì signore…” Gli indicò un punto nella cella sufficientemente distante dal corpo della ragazza eppur abbastanza vicino da funzionare contro di lei.

“Bene, iniziate i test.” L’uomo annuì e fece un cenno affermativo al suo team che si mise subito all’opera.

Sebastian incrociò le mani dietro la schiena, aveva intenzione di godersi tutto lo spettacolo.

 

 

Note

 

Situazione inquadrata! Brittany è in guai seri e Santana, coinvolgendo Quinn, si è lanciata nel salvataggio… Svelato anche il cattivo! Vi piace? Secondo me è un Lex Luthor perfetto… tranne per i capelli! ;-)))

Grazie mille a tutti, con questa storia sto facendo il record tra seguiti e commentati! Quindi grazie!!!

Al prossimo capitolo!

Ciao ciao

 

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Capitolo 19
*** Una disastrosa super irruzione ***


Altro capitolo altro regalo… o forse no…

Altro capitolo altro regalo… o forse no…

Buona lettura!

 

 

Diciannovesimo capitolo: Una disastrosa super irruzione

 

Mentre si voltava per andarsene le luci sopra la sua testa, luci che erano spente, ebbero un piccolo fremito, come se ci fosse stato un picco di energia. Santana si voltò all’istante, lì c’era qualcuno!

Tornò sui suoi passi e allora lo vide, non era sotto di lei come aveva immaginato, ma era sopra!

Il soffitto era molto più basso di come appariva all’esterno e lei troppo presa a cercare una via per i sotterranei non lo aveva notato. Ora che sapeva con certezza di cosa necessitava uscì dall’edificio e cercò delle scale per salire. Quando l’ebbe trovata la risalì e con attenzione raggiunse la porta, per poi aprirla silenziosamente. Si sbrigò ad entrare e a richiuderla per poi rimanere immobile contro la parete. Le luci erano spente, ma il luogo era nuovo e pulito chiaramente era molto frequentato. Percorse il corridoio fino a quando non sentì delle voci provenire da una delle stanze, si avvicinò cauta e appoggiò l’orecchio alla porta.

“Sembra essere comunque più resistente di un essere umano, anche ora…” Disse una voce e Santana non ebbe bisogno di vedere per capire cosa stava succedendo. Si allontanò e raggiunse la porta accanto, che era sbarrata, tutto la zona sembrava essere rivestita dal piombo. Santana sapeva che era l’unico materiale che la vista di Brittany non poteva oltrepassare, lì dentro lei era cieca come qualunque umano. Dovevano aver testato i poteri della ragazza nell’ultimo mese.

Provò a forzare la porta senza ottenere nessun risultato, era sigillata. Un gemito la fece sobbalzare, proveniva da dietro alla porta, e lei sapeva chi lo aveva prodotto. Brittany!

Perse totalmente il buon senso, senza più curarsi della sua incolumità, senza pensare ad una strategia Santana tornò nella stanza precedente e si buttò sulla porta aprendola del tutto. Tre uomini si voltarono sorpresi ma lei si bloccò, perché tra lei e Brittany c’era solo un vetro.

La ragazza teneva la testa bassa, era appesa per i polsi e numerosi cavi le percorrevano il corpo. Poco lontano Santana ebbe il tempo di notare la pietra verde.

“Prendetela!” La voce la fece riscuotere, si voltò e vide il miliardario, Sebastian Smythe, aveva il viso tirato, era sorpreso e arrabbiato.

La ragazza non attese che i tre uomini avessero il tempo di saltarle addosso, senza indugiare afferrò il primo computer che ebbe a tiro e lo gettò con violenza contro il vetro. Questo si incrinò e allora lei vi si gettò contro. Il suo peso scagliato con tutta la sua forza fu sufficiente a infrangere il vetro già indebolito e lei si ritrovò a cadere nella cella di Brittany, ebbe appena il tempo di vedere gli occhi della ragazza sgranarsi poi dovette piegarsi su se stessa, un dolore acuto nel ventre che le toglieva il respiro.

In un senso di protezione si racchiuse attorno a se stessa raccogliendo le gambe e stringendole con le braccia,

“San… cosa succede?” Brittany aveva la voce roca, chiaramente quel gemito che aveva udito non era stato il primo, doveva aver urlato a lungo, Santana riuscì a sollevare la testa a sufficienza per guardarla, i suoi occhi erano pieni di lacrime e vedeva la ragazza solo confusamente,

“Il bambino, Brittany… il nostro bambino…”.

 

“Si accomodi, signorina, mi dica come si sente?” Santana guardò il medico poi, visto che tanto era lì si rassegnò e parlò,

“Mi sento debole e vomito… spesso, ma credo sia solo dovuto allo stress del lavoro…” Il medico annuì poi la fece sdraiare sul lettino, le misurò la pressione e le auscultò il cuore e i polmoni.

“Va bene, mi serve un campione di urina.” Le diede un contenitore e le indicò il bagno, quando ne uscì l’uomo prese in campioncino e vi inserì una linguetta,

Cosa sta facendo?”

“Un piccolo test, ci metterà un attimo e forse avremmo la risposta ai suoi malanni…” Le sorrise e Santana si mise ad osservare con apprensione quella piccola linguetta,

“Dottore… ha cambiato colore…” L’uomo che stava trascrivendo i suoi dati alzò la testa e sorrise ancora,

“Le posso dire che lei sta benissimo signorina…” Santana annuì,

“Lo sapevo è solo stress no?”

“Beh in realtà è qualcosa di più preciso… lei aspetta un bambino.

 

Mentre tentava inutilmente di schermare con il proprio corpo la piccola vita che cresceva il lei sentì i suoi orizzonti chiudersi, poi come solo poche ore prima, svenne.

 

Quinn tamburellò sul volante, aveva già il cellulare in mano e aveva persino già composto il numero, eppure non si decideva a chiamare. Santana era stata chiara, se la polizia fosse arrivata Blue Lady sarebbe morta… si corresse, Brittany sarebbe morta. Ora che ci rifletteva non capiva come non lo avesse già intuito, era ovvio che erano la stessa persona, eppure ancora faceva fatica a crederci, ad associare quelle due figure.

E se non chiamava e Santana moriva? E con lei Brittany? Non avrebbe potuto perdonarselo, alzò il cellulare e poi lo abbassò di nuovo, doveva solo darle un po’ più di tempo, solo ancora qualche minuto…

Una figura attirò la sua attenzione, si muoveva con sicurezza, era chiaro che aveva tutti i diritti di essere lì. Era un guardiano? Ma chi voleva ingannare, se il posto fosse stato disabitato Santana sarebbe già tornata, doveva aver trovato qualcosa e quello significava che quell’uomo era uno dei cattivi.

Qualcuno bussò con forza contro il finestrino della macchina e Quinn si lasciò sfuggire un urlo mentre sobbalzava dallo spavento.

 

 

Note

 

Ecco fatto, l’irruenza di Santana sta creando una situazione davvero brutta… Brittany è ancora prigioniera, lei è svenuta di nuovo, ma questa volta dal dolore e Quinn… insomma bruta brutta situazione!

Abbiamo anche avuto la spiegazione dell’eccessivo malessere di Santana, aspetta un bambino, bambino che ora ha messo in seri guai.

Si lo so che ho interrotto di nuovo terribilmente! A domani per il prossimo capitolo…

Ciao ciao

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Capitolo 20
*** Spezzare le catene per un super amore ***


Siamo agli sgoccioli…

Siamo agli sgoccioli…

Buona lettura!

 

 

Ventesimo capitolo: Spezzare le catene per un super amore

 

“Dov’è lei?” Quinn prese un profondo respiro, una mano premuta sul cuore che stava ancora battendo all’impazzata, “Scusa non voleva spaventarti…” Aggiunse il ragazzo,

“Spaventata? Sono quasi morta di paura!” Il ragazzo si lasciò sfuggire un sorriso e Quinn fece una smorfia, “Comunque. lei è entrata”.

“Da sola?”

“Sì, ha detto che dovevo aspettare qui con la macchina pronta…”

“Giusto… io entro, tu continua ad aspettare…” Il ragazzo che era entrato in macchina aprì la portiera ed uscì, Quinn lo seguì all’esterno,

Cosa fai tu?”

“Entro, Lopez sarà anche una stronza ma… non ho intenzione di averla sulla coscienza!”

“Allora vengo con te! Sono stufa di aspettare!”

“Fai come ti pare, ma vedi di non starmi tra i piedi!”

“Senti bello, prova tu a non stare tra i miei di piedi!” Le rispose lei, leggermente offesa, poi si diresse, la testa alta, verso gli scalini che aveva visto prendere a Santana, Puck la seguì senza commenti, anche se forse sul suo viso c’era un certo divertimento.

 

Quando si era infranta la parete di vetro Brittany era semi incosciente, la pietra così vicina la faceva stare male e le scosse che le arrivavano nelle varie parti del corpo di sicuro non la aiutavano a stare meglio. Poi con un sussulto aveva riconosciuto quel corpo che tanto amava e lo aveva visto cadere a terra in preda al dolore, si era riscossa a sufficienza da chiamarla e poi da comprendere la sua risposta. Quelle sue poche parole erano state molto più violente di qualsiasi scossa avesse ricevuto in quelle ore. Il nostro bambino aveva detto.

 

“Figlia…” La parola era rimbombata più volte tra le pareti di cristallo, “Tu sei l’ultima della nostra razza…” Brittany era seduta a gambe incrociate, sollevata da terra e ascoltava con attenzione le parole del padre. Doveva memorizzare tutto in fretta, perché voleva tornare da Santana. Le mancava così tanto!

“L’ultima… devi far sì che la nostra eredità non vada persa per sempre…” Brittany tornò a concentrarsi sulle parole, “Devi perpetuare la nostra razza, anche se dovrai farlo mescolandola con quella umana…”

Scosse la testa confusa,

Cosa intendi padre?” La voce era rimasta in silenzio poi si spiegò,

“Devi amare un uomo e partorire un erede... Brittany corrugò la fronte,

“No padre!”

“Il patrimonio della nostra razza non deve andare perso, tu, figlia, sei l’unica speranza, tutto il nostro popolo è perito, noi abbiamo riposto la nostra fede in te…”

Brittany aveva guardato con rabbia verso quelle mura di cristallo così vuote e impersonali, cosa poteva sapere lui? Cosa poteva capire di quello che lei provava quando guardava negli occhi Santana? Del calore e della gioia che quella ragazza provocava in lei da sempre?

Brittany schizzò lontano allontanandosi da quella fortezza che le aveva appena tolto la felicità.

 

Amore, suo padre aveva parlato di amore, certo aveva detto anche uomo, ma poteva essere che per lei bastasse l’amore?

Aveva tentato in continuazione di forzare le catene che la tenevano immobilizzata, ma senza successo, ora però, nel vedere gli occhi pieni di lacrime della donna che amava, nel vederla perdere i sensi, trovò dentro di sé una forza che non sospettava di avere e frantumò le catene. Due uomini entrarono nella stanza e si immobilizzarono nel vederla libera, lei non badò minimamente a loro sapeva cosa doveva fare, ignorando il dolore, ignorando ogni altra cosa se non il suo obbiettivo afferrò la pietra verde e la strinse, urlò mentre sentiva i frammenti penetrarle nella mani, incidere la sua pelle con facilità, lì dove avevano fallito coltelli e proiettili. Un uomo la colpì alle spalle e lei lo rovesciò lontano, poi alzò la testa concentrando il suo sguardo verso l’alto, immediatamente iniziò a crearsi un foro, se fosse stata nel pieno delle forze avrebbe sfondato quel soffitto come ridere, ma si reggeva a mala pena sulle gambe e non era sicura di riuscire a volare. Così continuò, quando vide le stelle davanti ai suoi occhi offuscati dal dolore concentrò tutta la forza che le rimaneva e scagliò la pietra lontano attraverso il buco che aveva creato. Urlò nello sforzo e poi si accasciò a terra. Si rese conto che c’erano molti uomini contro le pareti, doveva averli spinti via lei, non ricordava, strisciò verso Santana e si avvolse attorno a lei, attorno al loro bambino, poi non si mosse più.

 

“Che diavolo…” Puck osservò la stanza sbalordito mentre Quinn si gettava in avanti, la scena che si era aperta dinanzi a loro era surreale, c’era un cerchio di uomini, svenuti o morti, Quinn non ne era sicura, contro le pareti, mentre al centro della stanza, tra i cocci del vetro infranto, c’era Santana, avvolta su se stessa e circondata dalle braccia di Brittany.

Quinn appoggiò la mano sulla ragazza cercando di percepirne il battito, Brittany si mosse e lei ne fu sollevata, quando fece lo stesso con Santana ne percepì uno estremamente debole.

“Portiamole via di qui…” Puck si fece avanti raccogliendo tra le braccia Santana, mentre usciva si voltò a guardare Quinn,

“Forse è meglio se vieni con me… non è prudente rimanere qui…”

“Vai, chiama un’ambulanza, io penso a lei…” Il ragazzo non obiettò e lei si piegò sulla giovane,

“Brittany?” Chiamò piano, la testa della ragazza si mosse e lei aprì gli occhi, “Brittany, mi capisci?” Lo sguardo confuso della giovane era piuttosto eloquente,

“San?” Chiese lei,

“Deve andare all’ospedale…” Gli occhi della giovane si sgranarono e lei tentò di alzarsi in piedi, perse l’equilibrio, ma lo ritrovò in fretta, “Io… io posso portarcela in pochi minuti…”

Aspetta, non puoi andare da nessuna parte conciata così!”

La ragazza la ignorò, invece si diresse barcollando dietro a Puck, che oramai doveva essere all’esterno. Mentre la seguiva Quinn si stupì nel notare la velocità con la quale si stava riprendendo, poco prima lei avrebbe scommesso che non si sarebbe mossa senza aiuto per almeno una settimana.

Puck!” il ragazzo si voltò sorpreso nel vedere lei e Brittany.

“Dov’è?” Chiese subito la giovane, nella voce una punta di panico più che evidente,

“L’ho messa in macchina, sto chiamando l’ambulanza…” Brittany non lo lasciò finire, aprì la portiera e con facilità sollevò il corpo inerte di Santana.

“Aspetta!” La richiamò Quinn, poi le passò la maschera che aveva trovato nella stanza attigua a quella in cui aveva trovato lei e Santana. La giovane lasciò che gliela sistemasse sul volto poi senza attendere altro si sollevò verso il cielo.

“Io quella ragazza la conosco… aspetta… si chiama Brittany…” Quinn si voltò verso di lui,

“Pensi che lo dirai a qualcuno?” Il ragazzo sogghignò,

“Scherzi vero? Lopez mi farebbe a fettine!” Quinn annuì poi tornò a guardare il punto in cui le due giovani erano sparite, sempre se Santana si fosse risvegliata.

 

 

Note

 

Come ci spiega Archimede basta trovare le giuste leve... e la leva di Brittany è stato il dolore negli occhi di Santana, la sua paura di perderla. Da buon super eroe ha superato se stessa e si è liberata, ma è stata sufficientemente veloce? Porterà Santana all’ospedale in tempo? E il loro bambino,

frutto dell’amore nel vero senso della parola?

Al prossimo e ultimo capitolo! (Poi c’è ancora l’epilogo come sempre)

Grazie e ciao ciao

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Capitolo 21
*** Super rabbia e dolore ***


Ultimo capitolo…

Ultimo capitolo…

Buona lettura…

 

 

Ventunesimo capitolo: Super rabbia e dolore

 

Blue Lady si posò davanti all’ospedale e poi corse verso le porte, un gruppo di medici le venne incontro con una barella e lei vi depose delicatamente il corpo di Santana, poteva sentire il suo cuore battere, anche se era disperatamente lento. Si tese, si concentrò profondamente, alla ricerca di un altro battito, uno più leggero... Nulla. Le si riempirono gli occhi di lacrime,

“Aspetta un bambino…” disse ai medici, mentre la portavano via. Santana era pallida, così pallida.

Spinse con forza sulle gambe lanciandosi verso il cielo, una rabbia cieca che la avvolgeva, sapeva dove andare. Piombò nel super attico del miliardario Sebastian Smythe frantumando le vetrata.

Era stato solo un istante, ma lo aveva visto, lo aveva visto mentre ordinava a quella sotto specie di scienziati di torturarla. L’uomo si voltò impallidendo nel vederla, aveva un bicchiere di qualche alcolico in mano e lo lasciò cadere mentre cercava inutilmente di raggiungere la sua scrivania. Brittany lo afferrò sollevandolo da terra,

“Tu!” Riuscì solo a dire, mentre fissava quegli occhi di ghiaccio che però ora esprimevano paura, “Tu, lo hai ucciso!” L’uomo non riuscì a rispondere, la sua stretta gli permetteva a mala pena di respirare. Voleva fargli del male, voleva punirlo, voleva ucciderlo! Tenendolo per il collo si mosse verso la vetrata e poi fu fuori, sospesa nel vuoto.

“Morirai” L’uomo si era aggrappato al suo braccio, l’unico sostegno, la guardava con occhi sgranati, terrorizzato. Perché guardando Blue Lady negli occhi aveva visto un profondo dolore, un dolore accecante.

Brittany rimase ad osservarlo, il braccio che tremava dalla voglia di lasciare la presa.

“Per favore, per favore…” Riuscì a mugugnare Sebastian nella sua stretta.

Cosa ci faceva lì? Lei non voleva essere lì, Santana aveva bisogno di lei. Riportò l’uomo nell’appartamento e poi lo lasciò cadere a terra. Gli gettò un ultimo sguardo e poi corse da lei.

 

Quinn e Puck avevano raggiunto l’ospedale e ora aspettavano all’esterno della stanza dove era stata ricoverata Santana, il ragazzo era piuttosto a disagio, le mani in tasca e la testa incassata nelle spalle, ma comunque non si decideva ad andarsene. Quinn invece era seduta composta su una sedia, l’unico segno della sua agitazione erano le mani che si stavano torturando.

Brittany, li raggiunse correndo a velocità umana,

“Come sta?” I due giovani le lanciarono un’occhiata poi Quinn le rispose,

“Il medico la sta visitando… me ecco…”

“Voglio vederla, devo vederla!” Disse la giovane che aveva già voltato la testa verso la porta e intensificato lo sguardo, “Arriva…”, disse e la porta si aprì, Puck e Quinn si guardarono, Brittany doveva essere in forte agitazione se metteva così in mostra i suoi poteri anche se già sapeva che Quinn ne era a conoscenza.

“Come sta?” Chiese subito Brittany e il medico la guardò perplesso,

“Chi siete voi signorina?”

“La sua ragazza! Ditemi come sta!” Il medico sbatté le palpebre stupito poi annuì,

“Non molto bene… non sappiamo cosa lo abbia creato, ma ha rischiato l’aborto e il suo corpo sembra aver avuto un forte collasso…”, Quinn sgranò gli occhi, aborto? Santana aspettava un bambino? Guardò Brittany che però non appariva altro che enormemente spaventata,

“Avete detto rischiato? Il bambino sta bene?” Il medico si strinse nelle spalle,

“Mi dispiace, ma non è possibile dirlo… il feto è ancora troppo piccolo, non sentiamo il battito… queste ore sono fondamentali, forse domani sapremo se è tutto a posto, ma per ora non posso davvero pronunciarmi.

Ma… Ma Santana starà bene vero?”

“Sì, la signorina Lopez ha bisogno di riposo, le stiamo somministrando il necessario, credo che presto si risveglierà…”

“Devo vederla!” Il medico annuì,

“Va bene, ma solo voi”. Brittany si fiondò nella stanza poi sembrò ricordare qualcosa e sulla porta si voltò,

“Grazie, a tutti e due…” I due giovani le annuirono e lei scomparve nella stanza.

 

Santana era stesa nel letto, il volto pallido che rivaleggiava con le lenzuola bianche, attorno a lei numerosi macchinari a cui erano attaccati tubicini che andavano a finire nelle braccia della giovane. Brittany le si avvicinò quasi timorosa. Santana aveva gli occhi chiusi e non si mosse neppure quando lei le prese la mano.

“Andrà tutto bene piccola, vedrai…” Le sussurrò per poi deporle un bacio leggero sulla fronte, poi in una specie di ripensamento la baciò anche sulle labbra. Vedendo che la ragazza continuava a non muoversi prese una sedia e si sedete accanto a lei, la mano della giovane intrecciata alla sua.

Brittany appoggiò la fronte al letto e tese tutta sé stessa ad ascoltare il cuore di Santana, aveva escluso ogni altro rumore. Ancora una volta quello di Santana era l’unico battito che riusciva a percepire. Chiuse gli occhi lasciandosi cullare da quel rumore lento ma regolare.

La notte passò e malgrado Brittany percepisse gli infermieri e i dottori che entravano ed uscivano dalla stanza non si mosse, fino a quando non avvertì il cambiamento, il respiro di Santana si era fatto più leggero, alzò la testa e incrociò lo sguardo con un paio di occhi scuri.

Brit…” le disse e poi scoppiò a piangere. La ragazza sgranò gli occhi poi la tirò a sé ignorando i tubicini, la sollevò e si infilò nel letto sotto di lei per poterla avvolgere completamente nel suo abbraccio. Le accarezzò i capelli dondolandola e cercando di calmare quel pianto disperato.

“San… non piangere più ti prego, ti prego…” La ragazza scosse la testa singhiozzando,

“Mi dispiace Brittany, mi dispiace tanto!”

“No, non fa niente…”

“Ho perso il nostro bambino! Il nostro bambino Brittany!” La ragazza sembrava incapace di smettere di piangere,

“No, San… non possiamo dirlo ancora… i medici dicono che non…”

“Sono stata così stupida! Mi perdonerai mai Brit?”

“Non è colpa tua piccola!”

“Sì invece! Lo sapevo, il medico me lo ha detto ieri pomeriggio, lo sapevo che aspettavo il tuo bambino per quanto assurdo e strano possa sembrare può essere solo il tuo bambino Brit, te lo giuro!” Singhiozzo ancora, “E mi sono gettata verso quella dannata pietra verde, io l’ho ucciso!” Brittany la strinse forte,

“No San, tu sei venuta a prendermi, non potevi sapere... e poi se ha preso anche solo una piccola cosa di te allora è una forza, vedrai che starà bene!” Santana alzò lo sguardo su di lei,

“Credi davvero che stia bene?”

“Sì, San, è il nostro miracolo, frutto del nostro amore, io non avevo capito le parole di mio padre… mi dispiace tanto che abbia preso la mia debolezza…” Si interruppe sgranando gli occhi. Fu in piedi in un istante, tra le braccia teneva una Santana alquanto stupita.

Brit?” La chiamò lei ma Brittany sorrideva,

“So come farlo stare bene!”, Veleggiò verso la finestra e ne aprì le imposte, poi volò all’esterno, sempre tenendo Santana che le avvolse le braccia attorno al collo. Le macchine all’interno iniziarono a suonare allarmate, mentre i tubicini ora giacevano scompostamente sul letto e per terra, ma Brittany non sembrò badarvi.

“Se ha il mio punto debole allora avrà preso anche altri aspetti di me, e io so cosa mi fa stare meglio!”

“Cosa?” Le chiese Santana mentre la ragazza saliva sopra gli edifici verso il cielo ancora scuro,

“Il Sole!” Disse lei,

“Oggi però è nuvoloso…” Brittany non le badò invece aumentò l’andatura raggiungendo il soffitto di nuvole, Santana le si strinse contro, solo il calore del corpo della ragazza le impediva di sentire il freddo pungente. Attraversarono le nubi e si ritrovarono ricoperte d’acqua,

“Devo spuntare il mio desiderio di fare l’amore con te su una nuvola… avrei dovuto immaginare che sono fredde e umide…” Brittany le sorrise e poi le baciò le labbra,

“Andrà tutto bene… il nostro bambini starà bene!” La rassicurò, sapeva che la ragazza tergiversava quando aveva paura. Santana annuì poi appoggiò la fronte nel collo di Brittany chiudendo gli occhi. Un istante e furono immerse nella luce del sole. Brittany chiuse gli occhi a sua volta beandosi dell’energia che ne riceveva, poi tese le orecchie ascoltando, aspettandosi il battito veloce del suo bambino. Rimase in ascolto a lungo, Santana era immobile contro di lei eppure Brittany percepiva il suo tremore e non era per il freddo.

“Brittany…” Le due ragazze si guardarono e le lacrime riempirono gli occhi di Brittany,

“No…” Disse solo e Santana si strinse a lei cercando di dare e ricevere conforto. Il loro bambino non c’era più.

 

 

 

Note

 

E questo era l’ultimo capitolo… l’epilogo domani…

Un solo commento: Ma perché non l’ha buttato giù dal palazzo?

Grazie e ciao ciao.

 

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Capitolo 22
*** Un tenero e piccolo super battito ***


Lunghissimo epilogo

Lunghissimo epilogo! Come promesso…

Buona lettura!

 

 

Epilogo: Un tenero e piccolo super battito

 

Scesero lentamente, quando entrarono nella stanza c’era Quinn ad aspettarle,

“Dove siete andate?!” Si interruppe subito nel notare lo sguardo di puro dolore negli occhi di entrambe, “Ecco… potevano vedervi… i medici erano preoccupati…”. Brittany depose Santana sul letto senza rispondere e poi successe. Sgranò gli occhi e spalancò la bocca mentre nelle sue orecchie risuonava un battito veloce e forte. Sorrise guardando Santana che non ebbe bisogno di spiegazioni, scoppiò a piangere questa volta dalla gioia.

Si strinsero con forza ridendo e piangendo, incapaci di decidersi.

“Ehm… va tutto bene?” Chiese una Quinn alquanto spiazzata,

“E’ vivo! Il nostro bambino!” Le disse Santana tra i singhiozzi.

Quinn sorrise, sorpresa e felice, poi uscì lasciando sole le due ragazze.

Quando rientrò poco dopo assieme al medico trovò Brittany e Santana nel letto, le gambe allacciate, le fronti appoggiate e le mani intrecciate sopra il ventre ancora perfettamente piatto di Santana. Dormivano entrambe, estenuate dalle troppe emozioni della notte.

Quinn sorrise nel vedere quella immagine così dolce, il medico al suo fianco le indicò la porta e uscirono entrambi,

“Passerò più tardi…” Disse solo lui andandosene. Quinn ricordò la foto che Satana aveva nel salotto così andò alla ricerca di una macchina fotografica.

 

Quinn raggiunse l’angolo caffè, Rachel le fece un sorriso mentre le passava la tazza che le aveva già preparato, Kurt invece le passò con un altro sorriso lo zucchero,

“Ok, cosa volete?” Chiese squadrando i due giornalisti,

“Devi raccontarci tutto!” Cedete subito Kurt ricevendo un’occhiataccia da Rachel che chiaramente aveva preparato una dettagliata linea di attacco che il ragazzo aveva mandato all’aria,

“Non so di cosa parli…” Tentò Quinn mentre mescolava il caffè,

“Quinn… ti piacciono i posti che ti procuriamo a teatro vero? E non volevi un pass per i…”

“Ok ok!” Si arrese a Rachel Quinn, “Cosa volete sapere?”

“Te l’avevo detto che il ricatto funziona sempre!” Disse la ragazza sorridendo a Kurt, il ragazzo alzò gli occhi al cielo poi tornò a guardare Quinn,

“Santana è stata dimessa ieri… ma non abbiamo saputo perché ci è finita in ospedale e…”

“Aspettate qualche minuto, sarà qui a momenti, potrete chiederglielo direttamente” Ricevete due increduli sguardi gemelli, “Va bene! Lo sapete tutti che aveva una pista su Blue Lady no?”

“Vuoi dire che è davvero stata ferita mentre cercava di salvare la super biondina?” Chiese Kurt,

“Sì, potrete leggere tutto nell’articolo che scriverà lei stessa!” I due si guardarono insoddisfatti, era chiaro che si erano aspettati di più e in effetti c’era molto, ma molto di più! Peccato che lei non poteva parlargliene, ovviamente la verità sull’identità di Blue Lady era da mantenere segreta, ma Santana le aveva anche fatto giurare di non dire che aspettava un bambino.

“Mah… a me tutto ciò puzza!”

“Forse è perché Finn dimentica sempre i suoi tost al formaggio fuori dal frigorifero!” Intervenne Sugar, arrivando,

“Già…” Commentò Rachel che però continuava a guardare Quinn che indifferente assaporava il caffè.

“Eccole!” Quinn si voltò verso la porta mentre Santana e Brittany entravano, era straordinario il modo in cui si fosse ripresa, il mattino era bianca e pallida anche se felice ma la sera aveva ripreso il suo colorito e il suo caratteraccio, anche se sorrideva almeno una volta ogni dieci secondi, cioè tra un ironico insulto o un sarcastico commento e il successivo.

“Sembra stare bene…” Santana sentendosi osservata lanciò loro un’occhiata poi disse qualcosa a Brittany e le due si avvicinarono.

“Sempre lì ha bere caffè e spettegolare?” Chiese scrutandoli,

“E’ il mio lavoro, quindi lo ritengo un complimento!” Disse Sugar sorridendo a Santana che invece le fece una smorfia.

“Volete del caffè?” Chiese Kurt guardando con un sorriso Brittany e evitando Santana anche se aveva usato il plurale,

“Lei no, aspettiamo un bambino!” Quinn quasi si strozzò alle parole di Brittany, Santana spalancò la bocca e la richiuse senza emettere un suono, poi la donna sorrise a Brittany mentre intrecciava le loro dite. Ma la reazione degli altri fece pentire Quinn di non avere a disposizione una telecamera. Rachel lasciò cadere la tazza di caffè mentre Kurt sgranò così tanto gli occhi da rivaleggiare con una civetta. Sugar invece iniziò ad armeggiare con la borsetta estraendone un block notes che si mise a sfogliare disperatamente, come se fosse per lei inconcepibile che la notizia le fosse sfuggita. Un rumore fece voltare Quinn verso l’ufficio della redattrice, la Sylvester aveva fatto cadere il dossier che stava consegnando a Becky,

“Lopez! Pierce! Nel mio ufficio! Subito!” Sembrava che avessero fatto una svendita di punti esclamativi, tanto li usava smodatamente.

Sentendosi chiamare Santana distolse lo sguardo dolce che aveva posato su Brittany e si voltò, trovandosi l’intera redazione immobile, incredula a fissarla. Sbuffò,

“Sì, aspetto un bambino! E allora? Sono sempre la solita stronza!” Ci tenne a puntualizzare, poi insieme a Brittany che invece aveva sorriso ai reporter, raggiunse l’ufficio della Sylvester.

“Quinn… tu lo sapevi?” La ragazza si voltò verso Rachel, sembrava essere la prima ad essersi ripresa,

“Ehm… forse il medico ha detto qualcosa…”

“Scordati i pass!” Le disse Kurt mentre si allontanava ancora sconvolto. Finn la raggiunse e sorrise,

“Sono sicuro che saranno due bravissime mamme!” Quinn guardò il reporter,

“Sai Finn, sembri l’unico a non essere sotto shock…” Il ragazzo si strinse nelle spalle,

“Sono solo contento per loro, sono felici, lo si vede da un chilometro!” Sorrise e Quinn annuì. 

 

“Sei proprio sicura che sia una buona idea Rachel?”

“Ma certo che lo è!”

“Rachel la bambina non parlerà molto presto… per non parlare di cantare…”

“Kurt, credi forse che indosserà presto il completo da sera che gli hai preso tu come regalo?” Il giovane fece una smorfia poi evitò di rispondere.

“E tu Quinn cosa gli hai preso?” Chiese Finn che teneva tra le braccia un pacco che conteneva tutine per neonati, ognuna con i colori e gli stemmi delle diverse squadre di football.

“Lo vedrete…” Fece misteriosa la ragazza,

“Io ovviamente ho il regalo che più apprezzeranno!” Puntualizzò Sugar che aveva affermato che avrebbe consegnato loro un pacco di pannolini firmati Armani. Rachel e Kurt sbuffarono mentre Quinn sorrideva all’idea della faccia di Santana quando avrebbe visto quei pannolini!

 

“Brittany!” Chiamò Santana e la ragazza fu al suo fianco, “Brit!” la sgridò la ragazza, “Non devi creare simili correnti d’aria! Raffreddi la piccola!” Santana strinse la loro bambina che malgrado quello che diceva sua madre non appariva affatto turbata, anzi continuava a dormire placidamente tra le sue braccia.

“Scusa…” Le disse la giovane anche se non appariva molto contrita, anzi guardava entrambe con un sorriso enorme sul volto.

“Comunque volevo chiederti se eri già andata a prendere i salatini…” Brittany annuì,

“Sì, due minuti fa, mentre tu cantavi alla piccola…” Santana sorrise poi alzò un braccio tirando la ragazza verso di sé per poi baciarla. Il campanello le interruppe, Santana sbuffò poi lasciò andare Brittany che le regalò uno dei suoi sorrisi prima di andare ad aprire. Santana sentì le voci dei suoi colleghi e si alzò, la piccola tra le sue braccia spalancò gli occhi mostrando un paio di cristallini occhi azzurri.

“Ciao pulcino…” Le disse lei perdendosi in quello sguardo dolce,

Hei ciao mammina!” Quinn entrò nella stanza seguita dagli altri che le furono subito attorno,

“Caspita! Ma cosa le date da mangiare? Cresce a vista d’occhio!”

“E’ assolutamente normale Berry!” La rimbeccò Santana mentre Quinn gliela portava via dalle braccia,

“San vuole dire che tutti i bambini fanno grandi cambiamenti nei primi mesi!” Intervenne Brittany che si era letta tutta la sezione sui neonati della biblioteca, mettendoci addirittura un’ora intera. La super velocità aveva aiutato.

Quinn intanto faceva dei buffi rumorini concentrata sulla bambina, che la osservava curiosa, e ignorando i tentativi di Kurt e Finn che cercavano di catturare la piccola.

“La Sylvester mi ha detto di dirti che aspetta il tuo articolo per domani…” Le disse Rachel e Santana sbuffò, “Hei ambasciator non porta pena!” Disse subito la ragazza, ma a bloccare sul nascere le proteste di Santana fu il pianto della piccola,

“Kurt! Ti ho detto che Sophie si spaventa se ti vede così da vicino!” Brittany arrivò in soccorso del ragazzo e non appena la piccola fu tra le sue braccia si mise a sorridere felice.

“Sai è davvero straordinario quanto ti somigli! Se non avessi visto Santana con il pancione penserei che è figlia tua!”

“Vuoi dire che non mi somiglia?” Chiese subito Santana, alle parole di Rachel, andando a recuperare la figlia e osservandola preoccupata,

“Ti assomiglia Lopez! Sorride esattamente come te quando guardi la sua seconda mamma!” Santana alzò lo sguardo su Puck che era entrato in quel momento,

“Ciao Puck… tu non suoni al campanello?”

“La porta era aperta…” Si difese lui poi le fece l’occhiolino, malgrado avesse aperto un’attività di pulizia piscine grazie ai soldi che Santana gli aveva dato faceva fatica ad abbandonare certe abitudini.

“Come sta la mia piccolina?” Chiese poi facendosi consegnare Sophie che si mise subito ad agitare le braccia felice,

“Non sarà mica lui il padre?” Chiese Sugar sgranando gli occhi, Santana la fulminò con lo sguardo mentre Brittany sorridendo le prese la mano calmandola all’istante. Poco dopo arrivò anche Artie, con cui avevano riallacciato rapporti di amicizia,

“Ragazze i miei complimenti per il vostro ascensore! E’ raro che abbiano anche i pulsanti per chi è in sedia a rotelle! Però ricordateveli quando Sophie inizierà a reggersi sulle gambe!” Santana fece subito uno sguardo preoccupato e Brittany intervenne,

“Oh credo che raggiungerà senza difficoltà anche quelli più alti, lei potrebbe iniziare a v…”

“Puck tesoro non monopolizzare la piccola!” Intervenne rapidamente Quinn,

“Se vuoi ne facciamo una tutta nostra!” Il ragazzo le sorrise mentre Quinn diventava rossa,

“Cosa ne dite di aprire i regali?” Chiese Finn che era piuttosto sicuro che il suo avrebbe fatto furore.

Si spostarono tutti nel salotto del grande appartamento di Santana dove Brittany si era stabilita definitivamente.

I regali furono aperti tra commenti e risate. L’ultimo fu quello di Quinn. La ragazza lo passò a Santana che incuriosita lo scartò in fretta. Rimase a guardarlo a bocca aperta la mano di Brittany era di nuovo nella sua, anche lei era silenziosa, anche lei era emozionata.

“Quinn…” Provò a dire e la ragazza sorrise,

“Non sono esattamente una fotografa e sono sicura che Brittany avrebbe saputo fare meglio ma…”

“E’ perfetta” Disse Brittany interrompendola,

“Voi eravate perfette…” Disse allora Quinn. Gli altri incuriositi si spostarono così da vedere il regalo della giovane, nessuno disse nulla, la foto parlava da sola.

 

Sophie sbirciò all’interno della camera buia, tra le braccia aveva un pupazzo che le aveva regalato la sua madrina Quinn, lo strinse ed entrò nella camera.

“Mamma?” Chiamò,

Mmm…” Dissero le due donne insieme,

“Ho fatto un brutto sogno…” Disse solo e vide le coperte spostarsi in un chiaro invito, senza farselo ripetere salì sul letto poi scavalcò il corpo di una delle sue mamme e si posizionò tra loro due.

Due labbra si posarono sulla sua fronte mentre delle braccia la accoglievano riscaldandola.

Era nella stretta sicura di Santana mentre Brittany le accarezzava i capelli dolcemente.

Sopra la loro testa, appesa al muro c’era la foto di Quinn, la foto che le ritraeva addormentate mentre si stringevano e al contempo abbracciavano la loro bambina non ancora nata.

Sophie sospirò poi si riaddormentò sicura che le sue mamme l’avrebbero protetta da ogni cosa.

 

Photobucket

 

Concludiamo in bellezza con questo tenerissimo e bellissimo disegno di Vanessa190!

 

Note

 

Ed eccovi l’atteso happy ending! Per fortuna la piccola Sophie ha la pelle dura, si è presa una dose quasi mortale di radiazioni verdi ma se n’è infischiata!

Doveroso omaggio all’angolo caffè… che questa volta è stato davvero sbalordito… (grazie Brittany!) ;-)

Ho iniziato il sequel perché Santana e Brittany mi piacciono troppo in versione mamme! Però ho un sacco di progetti in fase di costruzione quindi non so se e quando lo finirò…

A proposito di altri progetti… pronta una piccola one shot poi la storia speciale che ho preparato con l’appoggio di Vanessa190 e una semi-long (dieci capitoli più o meno) ispirata in parte al nuovo cartone pixar, Brave, che ha scalato tutte le mie classifiche entrando a pieno diritto nella mia top five! (Ve lo consiglio caldissimamente!) Ovviamente tutte Brittana! Se iniziate ad essere stufe… beh ditemelo perché io ho ancora un sacco di storie da propinarvi!! ;-)

 

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