Loki e le pigre assistenti

di SororNoctis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La colazione ***
Capitolo 2: *** Il lavoro è un optional ***
Capitolo 3: *** Gita sulla terra ***
Capitolo 4: *** Nascondino e imprecazioni ***



Capitolo 1
*** La colazione ***


 Note iniziali delle autrici :
 
ciao a tutti, siete pronti per catapultarvi su Asgard in compagnia di – oddio che puzza Anastasia … - ehm scusate, il mio cagnolino ha tirato una puzzetta, molto puzzosa. Dicevamo, siete pronti a venire con noi su Asgard in compagnia di Loki e delle sue due assistenti ? ebbene, se lo siete, tenetevi forte.
Buona lettura.

 
Asgard 10.30 del mattino Ufficio di Loki
 
Loki era intento a scrivere al suo computer il programma di invasione della terra quando la sua assistente Janna, alta, dalla carnagione mooolto cadaverica, tettona, con la tinta stinta entrò senza bussare.
Loki spaventatosi, pensando che un esemplare di chitauro incazzato troppo aggressivo fosse entrato nel suo inviolabile palazzo, si alzò di scatto, e come vide Janna le urlò :
 

  • Ma ti sembra questo il modo di entrare ?
  • Scusa capo, ma avevo bisogno di te – rispose l’assistente.
  • Che vuoi ? – chiese lui sgarbato, risedendosi.
  • Voglio fare colazione!
  • E allora ? – chiese Loki sempre più perplesso.
  • Mi presti dei soldi ?
  • Che c’è, la paga non ti basta ?
  • No, in effetti ieri li ho persi tutti al poker – rispose Janna sorridendo innocentemente.
  • Grrr – grugnì Loki, poi aggiunse esasperato – quanto vuoi ?
  • Un centone dovrebbe bastare
  • Chi devi far mangiare ? un esercito ?
  • No, è la mia colazione
  • Non ti sembra di esagerare ? – chiese il capo sospirando.
  • No, prenderò solo una decina di ciambelle, un paio di pizze, due o tre vassoi di bignè, tre o quattro torte …
  • Basta … ho capito, bisonte! Tieni, ed esci di qui, subito!
  • Oh che gentile che sei, mio capo.

Janna uscì dall’ufficio trotterellando felice come Heidi.
Quando incontrò l’altra assistente, Kira, calma, bassotta, calma, pallida e … calma, le disse :
 

  • Hey, se vuoi chiedere un favore al capo, ti conviene andare adesso. È di buon umore oggi.
  • Ok … grazie – e continuò a camminare verso il suo ufficio.

Quando arrivò trovò una consegna di documenti per Loki, decise così di portarglieli subito. Il vizio di non bussare era comune alle due assistenti, così appena aprì la porta, il capo, senza nemmeno guardare chi fosse urlò :
 

  • SPARISCI!!

Kira, rimasta immobile davanti alla porta chiusa del capo, sospirò e commentò :
 

  • Torno più tardi – e con la sua camminata lenta tornò in ufficio.

 
 
Nel frattempo, Loki, lucidava il suo elmo dorato, canticchiando allegramente.
Dopo pochi minuti fu nuovamente interrotto da uno scoppio nell’ufficio accanto, l’ufficio di Janna e Kira. Più scocciato che preoccupato, posò il suo delicato elmo sulla scrivania e andò a controllare.
Quando entrò vide soltanto fumo, e una Kira curvata che tossiva. Trattenendo il fiato le si avvicinò e con sguardo interrogativo le chiese cosa fosse successo. Kira, con calma sovrannaturale rispose che, a forza di mangiare, Janna era esplosa.
 

  • E adesso ? – chiese Loki strabuzzando gli occhi – che si fa ?
  • Si aspetta
  • Che cosa ? – chiese lui perplesso.
  • Che si ricomponga.
  • Ah.

Dopo questa sola sillaba, Loki uscì dall’ufficio con i nervi a fior di pelle.
Un’ora dopo, quando Janna si fu ricomposta, Loki entrò nell’ufficio bisognoso dell’aiuto delle sue immortali assistenti.
Quando entrò vide Janna, in piedi, davanti alla scrivania, che parlava :
 

  • Non potevo più vivere senza di te, sei stato il mio solo pensiero per tanto tempo, ora verrai dentro di me … - Loki la osservava sempre più imbarazzato. – e tra poco saremo solo tu ed io, mio caro … dolce … panettone ripieno!

Loki sospirò e svenne.
Kira corse, molto lentamente, a sorreggerlo, così lentamente che il capo si sfracellò al suolo.
 
Quando si fu ripreso, la prima cosa che vide fu Janna seduta sulla scrivania, che faceva le bolle di sapone. Girò lo sguardo e, all’altra scrivania, anche Kira faceva le bolle di sapone.
Come fece per alzarsi, vide davanti a se una gigantesca bolla.
Quella bolla gli scoppiò in faccia.
Passatosi una mano tremante di rabbia sul viso, per asciugarsi, Loki cominciò a urlare:
 

  • MA CHE DIAVOLO STATE FACENDO ?
  • Le bolle di sapone – rispose Kira, intenta ad osservarne una particolarmente grande.
  • LO VEDO … MA ALMENO AIUTARMI, SFATICATE ?
  • Come ? – chiese Janna – la causa del tuo svenimento avrebbe dovuto aiutarti ? questa è buona.
  • Io stavo correndo verso di te, ma sei caduto troppo in fretta

Loki, esasperato, non commentò.
Tuttavia riprese :
 

  • Comunque avete del lavoro da fare ! perché avete accettato il posto se non volete fare niente ?
  • Per la paga … oooohh! Che bolla enorme!- disse Kira
  • Perché hai una bella presenza scenica …. E perché mi piacciono i tuoi capelli- aggiunse Janna
  • Siii … per i tuoi capelli-convenne Kira - E per i tuoi occhi 

Loki scosse la testa contrariato, poi uscì sbattendo la porta.
 
 
Note delle autrici:
Ok ora andiamo al più vicino aeroporto e partiamo per la Groenlandia, prima che qualcuno venga a cercarci per ucciderci. Speriamo che almeno un po’ vi sia piaciuta questa strana creatura partorita dalle nostre menti all’ una di notte.
Al prossimo capitolo
Baci

 

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Capitolo 2
*** Il lavoro è un optional ***


Note iniziali delle autrici :
eccoci di nuovo su Asgard, cosa combineranno oggi le due assistenti ? come reagirà il povero Loki?
Leggete e recensite!

 
Ore 15:15, Asgard, Palazzo di Loki
 
Era una giornata particolarmente tranquilla, nulla aveva ancora potuto turbare l’ animo del malvagio Loki, che passeggiava per i corridoi del palazzo. Ad un tratto, da un salotto poco lontano da dove si trovava, provenirono dei colpi d’ arma da fuoco e delle urla:
“AARGH!! TI DISINTEGRO, LURIDO BASTARDO!! VIENI QUI SE NE HAI IL CORAGGIO!! PRENDI QUESTO, ORA TI SBUDELLO!! NOOOO …. TRADITORE!”
Accidenti, qualcuno ci sta attaccando, pensò Loki, ora vado a vedere chi è e lo concio per le feste!
Corse fino a un salottino, e quello che vide fu una tremenda battaglia.
In TV.
Con Janna in piedi sulla poltrona, intenta ad urlare contro al televisore.
“Ma che diavolo stai facendo?” chiese Loki “mi hai fatto prendere un colpo.”
“Gioco ai videogiochi.” rispose semplicemente l’assistente.
“Questo lo vedo, ma ti sembra che sia comportamento da persona sana di mente urlare come una bertuccia contro un videogame?”
“Stai dicendo che sono pazza? Io sono normale, sono gli altri che sono fuori di testa.” affermò Janna con convinzione “tutti contro di me. Ma prima o poi ….” aggiunse con fare inquietante, muovendo il pugno.
Loki là guardò malissimo, dopodiché staccò la spina della TV con uno strattone.
“Nuoooooooooo !!!!!!” urlò Janna “perché? Perchèèèèèèèèèèèè?”
“Perché mi dava fastidio. Smettila con questa stramaledetta playstation.”
“Ok” rispose Janna, agguantando il suo ormai obsoleto game boy color “vorrà dire che catturerò qualche Pokemon. Voglio un Lapras.”
“No! Niente videogiochi! Vai a lavorare. LA-VO-RA-RE!!” berciò Loki, sbattendo la sua assistente fuori dalla porta con un calcio nel sederone.
 
Dopodiché, il dio continuò a passeggiare per i corridoi del suo palazzo, fino a quando non si imbatté in Kira. 
L’altra assistente del nostro caro amico passeggiava beatamente guardando per aria e mormorando qualcosa. Man mano che Loki le si avvicinava, cominciava a capire cosa lei farfugliasse:
“ La radice quadrata di pi greco è 1,772453 … il codice di Fibonacci è 0,1,1,2,3,5,8 …”
“Ma che stai facendo?” le chiese Loki fermandosi esattamente davanti a lei.
“Oh capo, non ti avevo visto” rispose lei con la sua solita calma “tenevo allenato il cervello” e sorrise.
“Hai un cervello ?!?” chiese il capo ghignando.
“Certamente” affermò lei, non indignata minimamente.
“Qual è la massa del Sole che illumina la Terra ?” chiese lui per metterla alla prova.
“Due quintilioni di kili” rispose lei drizzando la schiena.
Loki un po’ sconcertato, pensando che fosse un caso continuò : “Quanto dista la Terra dal Sole?”
“8,33 minuti luce, oppure 1,08 miliardi di km.”
Loki, completamente sconcertato aggiunse : “Si, ehm ok … ora muovi le chiappe e vai a lavorare, capito?”
“Certo capo” rispose lei in tono monocorde e ricominciando a camminare con la lentezza di una tartaruga artritica.
 
Intanto il Loki, raggiunto il suo ufficio, si sedette e rimuginò sull’accaduto. Janna combatteva come una pazza urlando a squarciagola mentre Kira ripassava radici quadrate e numeri. Si chiese più volte cosa avesse fatto di male per trovarsi quelle due tra i piedi quando un forte tuono scosse il palazzo e dal soffitto dell’ufficio cadde un po’ di intonaco.
Loki non ci fece caso, era solo un po’ di polvere, ma dopo altri due tuoni il soffitto venne giù e nel centro della stanza piombarono le due assistenti, una sopra che l’altra, mentre si azzuffavano.
“Emerite cretine, cosa avete combinatoooo? Mi avete invaso e quasi distrutto l’ufficio!”
“Ci stavamo cimentando nella lotta greco-romana.” rispose Janna e Kira confermò.
“Datemi un buon motivo per cui non dovrei esiliarvi subito!”
“Ehm … la nostra bravura nel nostro lavoro?” chiese Kira titubante.
“FUORI DI QUIIIIII!!!” urlò Loki rosso di rabbia.
Le due, con la schiena incurvata dalla tristezza si avviarono verso la porta.
“Non fatevi vedere fino a domani.”
Il povero Loki si adagiò sulla poltrona impolverata, chiamò qualcuno che riparasse l’ufficio e poi sprofondò nel lavoro, pensando che forse qualcuno doveva avergli iniettato una strana sostanza in corpo quando aveva assunto quelle due.
 
Note delle autrici :
eccoci di nuovo in procinto di scappare, dopo aver partorito un altro delirante capitolo.
Se siete arrivate fin qui vi ringraziamo, e vi chiediamo, gentilmente di esprimere i vostri pareri con delle recensioni  :) grazie a tutti!!

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Capitolo 3
*** Gita sulla terra ***


Note iniziali delle autrici :
Rieccoci di nuovo con un altro capitolo su Loki e le sue assistenti; grazie a chi ha letto e a chi ha recensito. Oggi vi proponiamo una gita sulla Terra, durante la quale ne accadranno delle belle.
Enjoy
 

Asgard, ore 10:00, camera di Janna e Kira
 
Era ancora mattina presto (circa le 10, ma per certa gente, senza fare nomi, le dieci del mattino equivalgono all’alba), quando Loki entrò nella stanza che le sue assistenti condividevano.
“Vi sembra il caso di stare ancora a poltrire, amebe che non siete altro?!” sbraitò.
“…….” Biiiiiiiiiip. ECG piatto da parte delle brut…ehm, belle addormentate. 
Loki, spazientito (ed era solo l’ inizio della giornata!) prese un secchio d’ acqua e lo versò in faccia alle due pigrone.
“Aaaaaaaaaaarghhhhhhh!” sbraitò Janna, in preda al panico e all’ ira “ti ammazzo, lurido…oh, sei tu capo? Ehm… ciao come va?”
“Come va?!! Vi trovo a poltrire alle 10 di mattina e tu mi chiedi come va?!”
“Che, succede, chi urla, perché parlate così forte? È ancora presto.” biascicò Kira con la voce impastata dal sonno.
“Succede che dovevamo partire un’ ora fa per la Terra e io vi trovo ancora a Sognolandia!! Ora alzate le chiappe dal letto e muovetevi che dobbiamo andare!” disse Loki uscendo dalla stanza.
“Ah, ma allora era oggi che c’era la gita….” borbottò Kira.
Dopo aver ribaltato la camera per vestirsi e preparare gli zaini uscirono, con i capelli arruffati e le pupille dilatate.
Vedendole, Loki, non poté far altro che sospirare e aprire la grande porta dell’astronave. Camminando lentamente verso l’ingresso, Janna inciampò, mugugnando : “Porco schifo!”
Kira, che non se n’era accorta poiché stava osservando un uccello in volo, si ribaltò su Janna e cadde a terra; si ritrovò seduta, e con voce mielosa chiese : “Cosa ho fatto?”.
Il capo intanto, osservando la scena, si batté una mano sulla fronte, entrò nell’astronave insultando le sue assistenti :
“Per quale motivo, Natura, dimmi, per quale motivo hai dato un potere così grande a due imbecilli del genere?” concluse scuotendo il capo.
In viaggio Loki si divertiva sempre come un bambino al parco e anche questa volta non fu da meno. Osservò tutti i pianeti e diede loro i nomi, fece scorrazzare l’astronave tra gli asteroidi e saltò nell’iperspazio.
Ad un certo punto, il suo silenzioso divertimento venne interrotto da un fastidioso rumore. Un muggito, anzi un ruggito, o forse tutti e due insieme lo destarono dai suoi affari. Si girò per osservare cosa stesse succedendo e vide le sue due assistenti abbandonate sulle poltrone, con la bava alla bocca, mentre dormivano. La fonte del rumore era Kira, che aveva preso a russare come un taglialegna di 200 kg.
 
L’arrivo sulla Terra non fu veloce nè semplice, soprattutto a causa del russare di Kira. Loki, già stressato dal mattino, atterrò in una città chiamata Londra, con le vene del collo che pulsavano.
“Siamo sulla terraaaa, siamo sulla terraaa!!” cominciarono a urlare le due assistenti mentre saltellavano tenendosi per mano.
“State zitte idiote, non dobbiamo farci scoprire.”
“Si capo.” risposero in coro le due, intristendosi per essere state interrotte nella loro euforia.
 
Arrivati nel centro di Londra, iniziarono a girolare di qua e di là, per vedere un po’ come vivevano gli umani. Ad un certo punto, arrivarono davanti ad un negozio di dolciumi e Janna spiaccicò letteralmente la faccia contro la vetrina, sbavando peggio di Homer Simpson.
“Ti prego, possiamo entrare qua?” chiese implorante.
“No. Non vorrei mai che una di voi esplodesse qui a forza di ingozzarsi, altrimenti addio segretezza. Poi state mangiando troppo e ingrassando più del dovuto.”
“Allora ti importa della nostra salute e del nostro aspetto!” esclamò Kira speranzosa dimenticando per un attimo la sua proverbiale calma.
“No, è che già avete la grazia di un chitauro così come siete, se mi diventate due balene rischiereste di romprere tutto quello che guardate, oltre quello che toccate!”
“Sei cattivo.” disse Kira facendo una faccia offesa. “vero Janna?”
“……..”
“Janna?”
Purtroppo l’ assistente era sparita, ma non fu difficile ritrovarla; pochi secondi dopo, infatti, il proprietario del negozio di dolci uscì urlando spaventato:
”Quella è una pazza, qualcuno mi aiuti!! Voi due lì, fate qualcosa, vi prego!” implorò rivolto a Loki e Kira. I due entrarono e quello che videro fu un macello: i barattoli di caramelle erano rovesciati,  le carte sparpagliate ovunque, le torte mezze morsicate, un gran casino insomma.
“Venite anche voi, queFto cibo è buoniFFimo” li esortò Janna “tieni Kira!” aggiunse lanciando alla sua amica una torta alla panna a mo’ di frisbee, che, grazie alla sua incredibile mira, si sfracellò in faccia a Loki, imbrattandolo tutto. Il dio si pulì sulla maglia di Kira, ribollendo dalla rabbia come il pentolone delle streghe.
“Ehi, mica è uno straccio!” disse lei.
“No, è peggio. Vedi di cambiarti quando arriviamo a casa, non voglio che la gente pensi che assumo delle barbone come collaboratrici” rispose lui perfido “e tu!” aggiunse rivolto a Janna “rifatti quella stramaledetta tinta che ormai i tuoi capelli non sono più blu, ma sembrano la parrucca vecchia di Joker!”
“aaohfeiohòjkfhlbjkbjklbldsrtcb” Janna quasi si soffocò cercando di rispondere e mangiare contemporaneamente
“E ora, usciamo di qui!” concluse Loki.
“Ancora cinque minuti ti prego, sono rimaste delle briciole! E poi..” implorò Janna.
“No!” tagliò corto il capo, afferrandola per il collare borchiato che indossava quel giorno e trascinandola fuori come un sacco di patate, seguito a ruota da Kira, che rideva a squarciagola nel vedere la collega trattata così.
 
Poco dopo, mentre passeggiavano, Kira chiese:
“Possiamo fermarci in quel negozio?”
“Quale?” chiese Loki “se vendono cibo, la risposta è no!”
“No, quello di vestiti! Lì dietro!”
“Ma ci siamo passati davanti quindici minuti, otto secondi e tre decimi fa! Dovremmo tornare indietro e io sono stanca, voglio solo trovare un bel ristorante e pranzare!” si lamentò Janna.
Loki scosse il capo ma certo che Kira a volte è proprio lenta; e  quell’ altra da quando legge l’ ora, ieri ha confuso mezzanotte con le sei e mezza pensò.
“Però io prima sono venuta nel negozio di dolci anche se non volevo!” esclamò Kira.
Le due iniziarono ad azzuffarsi, così Loki decise di accontentare la sua calma (ma ora neanche tanto) assistente, per paura che le due facessero danni.
 
Appena entrarono nel negozio, Kira si fiondò in camerino dopo aver agguantato tre o quattro abiti. Tutto questo sempre in funzione della sua calma, quindi ci impiegò circa venti minuti.
Loki e Janna si accomodarono su delle poltroncine, sbuffando.
Appena Kira uscì dal camerino con indosso il primo vestito, chiese ai suoi compagni
“Beh? Come mi sta? Non sembro una principessa?”
“Piuttosto direi prinCESSA!” la canzonò Janna. Loki non commentò.
Kira, senza battere ciglio, ne indossò un altro.
“E ora? Che dici capo, non ti sembro una creatura uscita dai tuoi sogni?”
“Semmai dai miei incubi.” le rispose lui ghignando.
Kira continuò a provare vestiti, finchè, parecchi abiti e insulti dopo, Janna non ricominciò a lamentarsi:
“Ho fame! Voglio pranzare, vi prego andiamo.”
Loki decise di darle retta, anche perché non gli piaceva affatto l’ aria famelica con cui l’assistente lo stava guardando e quella non era certo giornata in cui voleva diventare un antipasto.
Così spinse Kira fuori dal negozio, facendole sbattere la testa contro la porta.
 
Poco dopo giunsero in un bar, e ordinarono un trancio di pizza a testa. Stavano aspettando di essere serviti, quando Kira disse:
“Ahi.”
“Che c’è?” chiese Loki
“Mi hai fatto male, potevi stare attento alla porta.” rispose lei.
“La tua lentezza a volte mi turba.” aggiunse Janna.
Kira non potè risponderle, perché nel frattempo arrivarono i tranci di pizza. Janna, da non si sa dove, tirò fuori della panna e del cacao e guarnì la sua porzione sbranandola poi con ferocia animalesca. Kira, molto lentamente, aggiunse alla sua pizza del miele, della marmellata e del burro di noccioline, per poi gustarsela in tutta tranquillità. Loki, disgustato a quella vista, decise di rimanere a stomaco vuoto, lasciando il suo cibo a Janna e limitandosi a pagare, siccome le due innocenti fanciulle avevano misteriosamente dimenticato i portafogli su Asgard.
 
Lo stravagante gruppo continuò la sua visita alla capitale inglese per tutto il giorno, tra bancarelle, negozi e divertimento.
“Capo andiamo là”, “No capo, andiamo là”, “Hey, ma quella ruota è gigantesca, andiamo a giocarci.”
“FERMEEE!” urlò Loki per l’ennesima volta. “Avete già provato di tutto, abbiamo visitato tutti i negozi, tutti i musei, vi siete vestite da umane, avete mangiato cibo schifoso, avete telefonato su Asgard in quelle diavolo di cabine, avete atterrato una guardia perché assomigliava ad un chitauro … siamo in missione, per diamine, possibile che siate così ottuse ?” sputò fuori il capo tutto d’un fiato, esasperato dal comportamento delle due.
Janna e Kira abbassarono il capo mortificate, poi fecero gli occhioni dolci e Loki sbuffò senza dire niente.
 
Erano ormai le sei di sera, da li a breve sarebbero dovuti tornare, quindi, dato che nelle ultime 2 ore nessuna delle due aveva combinato guai, Loki decise di premiarle con un giro sulla ruota di Londra.
“Oddio che bello, grazie capo, non vedo l’ora di salire.” rispose Janna.
“Si, grazie capo … vieni con noi?” finì per dire Kira.
“No, preferisco restare quaggiù!” ma le due si stavano già allontanando con i biglietti in mano.
Mentre le aspettava, Loki si guardò intorno e fece due passi. Dopo circa 5 minuti senti un rumore metallico terribile e si voltò. La grande ruota si era staccata e ora rotolava verso la strada.
Loki strabuzzò gli occhi, li chiuse, li riaprì e nulla cambiò.
Si smaterializzò di colpo, toccò le sue assistenti su una spalla e le teletrasportò con sé sull’astronave dove, senza dire niente, con pochi gesti le imbavagliò e le legò una distante dall’altra in modo che non potessero nemmeno vedersi.
Dopo averle separate e aver fatto si che stessero buone ripartì alla volta di Asgard.
 
Note delle autrici :
Dopo queste faticosa avventura, cosa accadrà alle pigre (e oserei dire, esasperanti) assistenti di Loki ?
Seguiteci ancora i questo viaggio, e recensite le nostre avventure ! grazie a tutti, vi aspettiamo su Asgard!

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Capitolo 4
*** Nascondino e imprecazioni ***


Note iniziali delle autrici :
Rieccoci qui con il quarto capitolo su Loki e le sue assistenti fuori di testa. Grazie mille a tutti coloro che seguono questa demenzialità. Vi chiediamo, per favore, di lasciare una piccola recensioncina, anche solo per dirci “datevi all’ippica”, “siete braccia rubate all’ agricoltura” o “è la peggior storia che abbia mai letto”. Giusto per sapere se vale la pena di continuare questa raccolta. Grazie, ora vi lasciamo alla storia.
Enjoy

 
 
Palazzo di Loki, Asgard, ore 11:00
 
Janna e Kira si misero in posizione da battaglia, con le armi in pugno; la prima reggeva una falce, la seconda una spada. Afferrarono i loro nemici e li scaraventarono in aria, dopodichè li affettarono per bene.
Sarebbe venuto davvero un ottimo minestrone. Il capo sarebbe stato molto felice, quelle verdure erano freschissime, non come quella volta che gli avevano propinato per sbaglio ostriche scadute. Il poveretto era stato chiuso nella sua camera per giorni in preda al mal di stomaco. Ma oggi no, oggi l’ avrebbero fatto contento.
Finirono di tagliare le verdure, falciando anche il mobilio della cucina (“tanto il capo quaggiù non viene mai”) e poi le misero in un pentolone con dell’ acqua. Al momento di metterlo sui fornelli, videro che il fuoco non si accendeva, così Janna lanciò una fiammata che, a causa della fuoriuscita di gas, provocò una piccola esplosione.
“Nooo!” urlò kira “le mie sopracciglia, le avevo appena fatte.”
“Guarda il lato positivo” la rincuorò Janna “per un po’ non saranno più un problema.”
Kira la fulminò con lo sguardo, poi finì di preparare il pranzo per il capo. Appena fu tutto pronto, salirono fino in sala da pranzo, dove le attendeva Loki.
“Allora, cosa mi avete portato di buono oggi?” chiese loro.
“Sarai molto felice capo, il pranzo è venuto benissimo.” cinguettò Janna.
“È un minestrone, leggero e salutare.” aggiunse Kira.
“Le verdure mi fanno schifo.” sentenziò Loki, lasciando le ragazze con un palmo di naso.
Janna si riscosse e gli disse:
”Ma devi mangiarle, fanno bene, altrimenti non crescerai mai e …”
“Ti sembro un bambino di quattro anni?! Sono già grande.”
“Potresti diventare più alto.” lo provocò Janna.
“Non sono io che sono basso, sei tu che sei fuori misura, per di più ti ostini ad indossare quelle assurde zeppe alte quindici centimetri!”
Kira, che era ancora sotto shock, si riprese e disse a Loki, con fare materno:
”Adesso basta fare i capricci. Su, mangia il minestrone!”
“NO!”
“Allora non ci lasci altra scelta.” proseguì Kira con fare rassegnato “Janna?”
“Lo so, lo so” rispose quella e così facendo prese Loki da dietro, placcandolo come fanno i lottatori di Wrestling impedendogli di muoversi, mentre la collega lo costringeva a mangiare tappandogli il naso per fargli aprire la bocca.
Loki fu così costretto ad ingurgitare tutto il minestrone, subendo quella che, a suo dire, era una delle peggiori torture a cui era stato sottoposto.
Finito di mangiare, Janna e Kira si trovarono di fronte ad un problema.
“Se lo lasciamo andare, ci concerà per le feste!” disse Kira.
“Ho io la soluzione!” rispose Janna e così facendo, diede al capo una testata così forte che lo fece svenire “ora è innocuo.” concluse.
Fatto ciò lo sollevarono e lo portarono in camera sua, rimboccandogli le coperte come fosse un bambino e lo lasciarono per dedicarsi ad attività molto serie.
 
Quando Loki si svegliò, la prima cosa che avvertì fu un tremendo mal di testa. Lentamente si alzò dal letto e la prima cosa che vide fu un biglietto sul comodino che diceva:
Scusa capo, l’abbiamo fatto per il tuo bene. Janna e Kira”
Pensando in quanti modi diversi poteva ucciderle, Loki lasciò la sua camera per controllare cosa stessero facendo ora quelle due Spero per loro che stiano eseguendo il lavoro che ho lasciato, altrimento mi sentono! pensò.
 
Quando giunse al loro ufficio, notò una cosa che attirò subito la sua attenzione. Era vuoto. Perlustrò tutto il castello, senza trovarle, finchè sentì un rumore di passi. Svoltò un angolo e vide Janna che camminava con fare circospetto.
“Che…” disse, ma non fece tempo a finire la frase che la ragazza gli tappò la bocca con la mano, rischiando di spezzargli gli incisivi e lo trascinò in uno stanzino dove erano tenute alcune armi.
“Shhh, zitto capo, altrimenti ci scopre.”
“Chi?”
“Kira. Non deve sapere che siamo qui.”
“Perché? Vi siete finalmente decise ad eliminarvi a vicenda?” chiese Loki speranzoso.
“No, ma che dici, stiamo giocando a nascondino!!”
“E il lavoro?”
“Beh… shhh, zitto ho sentito qualcosa!”
“Come ti permetti di zittire non una, ma due volte, il tuo capo?!” esclamò Loki indignato.
Janna non rispose, ma gli passò un braccio intorno alla testa in modo da tappargli la bocca una volta per tutte.
 
Rimasero così per circa tre ore, Janna con Loki che le sbavava sul braccio e Loki con la testa spiacciata contro le tette dell’assistente (se non altro erano comode). Quando Janna non ce la fece più, uscì dallo stanzino e sbraitò:
” Kiraaaa!! Dove acciderbolina sei, lumaca che non sei altro, sono tre censura di ore che ti aspetto! Sbrigati a trovarmi, poffarbacco!”
“Perché parli così?” chiese Loki.
“Abbiamo scommesso su chi riuscirà a stare tutto il giorno senza dire parolacce.” rispose Janna. Il dio si battè una mano sulla fronte. Dopodichè, disse, con la voce che tremava dalla rabbia: “Janna, adesso noi andiamo a cercare quel bradipo comatoso della tua amica, dopodichè filate in ufficio e non voglio vedervi fino a stasera a cena!! E sarà meglio che non mi rifiliate di nuovo il minestrone o sarà peggio per voi!!”
“Ok boss!” rispose Janna facendo il saluto militare.
 
Così, i due cominciarono a setacciare il castello, Loki in testa e Janna che lo seguiva. La ragazza ne approfittò per pulirsi il braccio sbavato sul mantello del capo, il quale, per fortuna, non se ne accorse. Dopo mezz’ oretta, giunsero nei sotterranei, svoltarono un angolo e….
“BUUHHH!” Kira uscì dall’ oscurità, provocando le seguenti reazioni: Loki cacciò un urlo da donnetta spaventata e girò i tacchi correndo all’ impazzata; Janna, per sua sfortuna, si trovava sulla sua strada, così i due finirono per scontrarsi ed azzuffarsi, credendo ognuno che l’ altro fosse un mostro sbucato dall’ oscurità per attentare alle loro vite. Nel frattempo, Kira si godeva lo spettacolo sbocconcellando dei cracker. Quando i due si furono calmati, Kira disse: “Piaciuto lo scherzo? Vi ho sentiti arrivare e non ho resistito!”
“Hai fatto bene, questa è una cosa da malvagi” disse Loki con calma “perciò, ora ti…”
Kira aspettava con trepidazione: finalmente il capo aveva riconosciuto le sue potenzialità e la voleva premiare! Janna, d’altro canto, la guardava in cagnesco.
“… RIDURRÓ LA PAGA DEL 50% PER I PROSSIMI TRE MESI!”
“Nooooo!” urlò disperata l’assistente.
“Muahahahahahah! Tiè” la derise Janna.
“E ANCHE A TE!” aggiunse il dio puntando il dito contro la sua sgnignazzante aiutante. (“Abbiamo fatto la rima!”NdAutrici)
“Ma io che ho fatto?!” si oppose lei.
“Mi hai tenuto richiuso tre ore in quel dannato stanzino, ecco cos’ hai fatto!”
“Beh ma ora che ne sei uscito non ti senti meglio con te stesso?” chiese Janna ghignando. Loki, non cogliendo l’insulto velato in quella frase*, le sollevò di peso e le scaraventò su per le scale, per poi andare a chiudersi nel suo ufficio, non senza averle prima minacciate di orribili torture se non avessero fatto il loro dovere. 
 
Era ormai ora di cena, o meglio, l’ ora di cena era passata da un bel po’ e Loki non aveva ancora ricevuto nemmeno uno straccio d’ antipasto. Chissà cosa stavano facendo quelle scansafatiche invece di preparargli da mangiare. Stanco di aspettare, si diresse alle cucine, pensando Quasi quasi mi mangio quelle due, almeno per una volta farebbero bene qualcosa. Poi c’è anche parecchio da gustare, non sono propriamente degli stecchini. Arrivato a destinazione, quel che vide fu il tremendo casino che le ragazze avevano combinato quel giorno per preparargli quel disgustoso minestrone e quasi gli saltarono le coronarie: le bellissime cucine del suo bellissimo palazzo! Quale orrenda calamità si celava dietro quelle due decerebrate?!
In ogni caso, dopo poco trovò Janna e Kira, intente a tagliare…
“VERDURE! Ancora verdure?! Vi ho già detto che mi fanno schifo!”
”Ma capo, noi dovevamo pur vendicarci della riduzione dello stipendio!” rispose Kira con tutta calma.
“Bah. Tanto io non le mangio.” disse il dio.
“Invece si.” continuò Kira.
“Invece no.” ribadì Loki “voglio proprio vedere come farai a costringermi; e poi qui il capo sono io, non puoi dirmi quello che devo o non devo fare.”
“Eeeeeehhhhhh…..” sospirò Kira. “Janna?”
“Seee, seee lo so” disse l’ altra annoiata, dopodichè prese Loki, lo legò come un salame e gli iniettò una “piccola” dose di tranquillante. Quando si svegliò, il dio si trovò impossibilitato a muoversi, con la testa ferma tra le mani di Kira. Dopodichè, seguì l’ umiliazione: Janna gli ficcò in bocca un biberon e lo costrinse a ingoiare tutto il passato di vedrure che contenva.
 
Dopo la “cena”, le ragazze portarono il capo in camera, che aveva smesso di divincolarsi in quanto mezzo stordito dal tranquillante.
“Lasciatemi, arpie, non voglio andare a letto.”
“Oooh, che caro, fa i capricci.” disse Kira “vuoi che ti leggiamo una storia?”
“No, non voglio dormire!”
“Non fare il bambino, è stata una giornata pesante.” disse Janna, obbligandolo stavolta a bere latte da un altro biberon, mentre Kira gli iniettava altro tranquillante.
Quando Loki si fu addormentato, le assistenti gli diedero un bacio sulla fronte, preoccupandosi di lasciargli una vistosissima impronta di rossetto, dopodichè gli rimboccarono  le coperte e si ritirarono nelle loro stanze.
“Certo che è duro questo lavoro” disse Janna.
“Non immagini quanto” le rispose Kira. “A proposito, nessuna delle due ha imprecato per tutta la giornata! Abbiamo vinto entrambe!”
“Giusto, ci serve un premio allora!”
“Beh, io direi che l’ abbiamo già avuto!” disse Kira sorridendo.
“E quale sarebbe?” chiese Janna.
“Un’ intera giornata all’ insegna del fancazzismo puro, no?” rispose Kira.
“Aha! Hai detto una parolaccia! Ho vinto, yu-huuuu!” esclamò Janna, correndo luingo il corridoio tutta felice.
“D’OH!**” esclamò la collega.
 
 
 
 
* Per chi non lo sapesse, nei paesi anglosassoni, uscire dallo stanzino significa dichiarasri gay.
** Classica esclamazione di Homer Simpson.
 
Note delle autrici :
Ordunque eccoci alla fine di questa novella, di recensire vi preghiamo e con gioia appuntamento alla prossima vi diamo.
(“Hai appena vinto il premio Petrarca per la poetica”NdK  “Cioè?”NdF “Un bel niente”NdK). Quest’ ultima battuta è gentile concessione di un amico di F, anche se lui non è stato informato della cosa. Ora vi salutiamo davvero.
Hugs and Kisses

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