Blood Ties

di MikaMika
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CHAPTER 1 BACK FROM DEATH ***
Capitolo 2: *** CHAPTER 2 STILL TOGETHER ***
Capitolo 3: *** CHAPTER 3 HOT SHOWERS ***
Capitolo 4: *** CHAPTER 4 LITTLE KATRINA ***
Capitolo 5: *** CHAPTER 5 THE SOLUTION ***
Capitolo 6: *** CHAPTER 6 NIGHT OF WORDS ***
Capitolo 7: *** CHAPTER 7 TRUTH OR DEATH? ***
Capitolo 8: *** CHAPTER 8 THE RITUAL ***
Capitolo 9: *** CHAPTER 9 I’M DAMON, I’M SEXY, I’M THE ORIGINAL ***
Capitolo 10: *** CHAPTER 10 THE PLAN ***
Capitolo 11: *** CHAPTER 11 - CLARIFICATIONS AND FAINTING ***
Capitolo 12: *** CHAPTER 12 THE FIRST STEP ***
Capitolo 13: *** CHAPTER 13 SHOCKING NEWS ***
Capitolo 14: *** CHAPTER 14 BARBIE VS BARBIE ***
Capitolo 15: *** CHAPTER 15 LOVE AND OTHER DISASTERS ***
Capitolo 16: *** CHAPTER 16 – THE LAST BATTLE ***
Capitolo 17: *** CHAPTER 17 MONTHS AFTER ***
Capitolo 18: *** CHAPTER 18 THE BLACKMAIL ***
Capitolo 19: *** CHAPTER 19 THE ETERNAL WITCHES ***
Capitolo 20: *** CHAPTER20- NEW ALLIANCES ***
Capitolo 21: *** CHAPTER 21 BEGIN ***
Capitolo 22: *** CHAPTER 22 PREPARATIONS ***
Capitolo 23: *** CHAPTER 23 VICTORY’S TREE ***
Capitolo 24: *** CHAPTER 24- THE END ***



Capitolo 1
*** CHAPTER 1 BACK FROM DEATH ***


CHAPTER  1 BACK FROM DEATH

Spalancai gli occhi e mi resi conto di non essere morta …
Mi alzai a sedere e vidi Stefan vicino a me, mi fissava un po’ spaventato, forse non voleva turbarmi, delicato e dolce come sempre, bellissimo Stefan, la mia scelta.
-Elena- lo sentii pronunciare il mio nome e cercai di concentrarmi sul suono della sua voce, è dolce e mi scalda il cuore, è dolce, molto dolce, forse troppo.
Si avvicinò piano a me e prese a sfiorarmi i capelli, a sussurrarmi che tutto sarebbe andato bene e una sensazione di sicurezza iniziò ad invadermi, una calma strana, precaria. “Va tutto bene, ma qualcosa non và” mi dissi.
Smisi di prestargli attenzione quando cominciò a parlare di progetti insieme, forse voleva farmi forza ma io non lo ascoltavo più. Ero rapita da i miei sensi svilupparti, dall’udito in quel momento che mi permetteva di percepire distintamente più suoni nello stesso momento. Inoltre c’era qualcos’altro a distrarmi, sentivo la gola bruciare e la fame aumentare. Riuscii a realizzare forse solo in quel momento. SONO IN TRANSIZIONE. Mi voltai verso Stefan, che lui mi avesse dato il suo sangue?  Impossibile, sapeva benissimo che non avrei voluto, e non sarebbe mai andato contro la mia volontà, non era Damon.
-Ho sete Stefan… ho sete ma non voglio…- non riuscii a terminare la frase, lui mi guardò con la morte negli occhi. Non era difficile leggergli dentro, Stefan era un cuore puro, avrebbe voluto trattenermi ma non poteva. Non avrebbe ripetuto con me l’errore fatto con Damon.  Nonostante questo sentii il mio cuore stringersi quando lessi nei suoi occhi il senso di colpa.
-Ho deciso io Stefan, non è colpa tua! Anzi, come sta Matt?-
-Sta bene.. Elena, avrei dovuto salvare te ..-
-No Stef – gli accarezzai la guancia e lo guardai negli occhi – ho scelto io…-
Lo vidi alzare lo sguardo su di me, carico d’amore –Dovresti nutrirti Elena, poi potremmo andare via insieme, scappare, soli io e te. Andremo in Europa, in Giappone, ovunque tu vorrai ..-
Sentivo Stefan continuare a parlare, cercare con quel suo modo così dolce di farmi cambiare idea, ma qualcosa aveva catturato la mia attenzione, qualcosa mi aveva distratta. Una sensazione si fece strada dentro di me e delle immagini cominciarono ad affollare la mia mente. Chiusi gli occhi e m’immersi nel silenzio, vidi Damon nella mia stanza che confessava di amarmi e subito dopo vidi Damon per strada durante quello che sapevo fosse stato il nostro primo incontro ma che non potevo ricordare fino ad allora.
Riaprii gli occhi all’improvviso boccheggiando, Stefan mi guardò apprensivo, evidentemente fino a quel momento non si era accorto della mia assenza mentale.
Guardai Stefan negli occhi cercando di concentrarmi su di lui, ma la voragine dentro di me non riusciva a chiudersi finchè non riuscii a sentire la sua voce..
Sentii Damon gridare al piano di sopra con Meredith.
-Dov’è?- lo sentivo infuriato, spaventato –Ti rendi conto che Alaric mi è morto davanti?? Dov’è???-
-Tranquillo Damon, calmati! Non è morta, non proprio almeno…-
-Cosa vuoi dire?-
-Aveva il tuo sangue in circolo..gliel’ho dato quando stava male, non potevo immaginare … -
Il suo sangue. Un’improvvisa sensazione di languore mi colpì. “Ho il suo sangue in circolo” riuscii a pensare e percepii un legame con lui, pensai che qualunque cosa accadesse in futuro lui mi era entrato nel sangue. La cosa mi sconvolse, mi fece sentire ancora una volta divisa a metà. Stefan era davanti a me e mi guardava. Aveva appena trascorso mezz’ora a cercare di convincermi inutilmente a trasformarmi ed era bastata quella voce ad insinuare in me il dubbio .. forse valeva la pena di vivere per quella voce .. “Ehi, no STOP Elena hai fatto una scelta” mi dissi. Dovevo mantenerla, non potevo continuare a rimbalzare da un Salvatore all’altro come Kathrine. Sentii la testa girare e sebbene la mia parte razionale cercasse di convincermi di quanto fosse più opportuno lasciarli andare entrambi, un’altra parte di me continuava a dibattersi tra i due, amando irrimediabilmente Stefan e continuando ad ascoltare Demon avvicinarsi. Sentii i suoi passi veloci avvicinarsi, vidi la sua ombra aldilà del vetro della porta e incrociai i suoi occhi non appena varcò la soglia. In quel momento giurai a me stessa di conservare per sempre il ricordo di quegli occhi, e data la mia nuova condizione, il per sempre era un tempo veramente “eterno”. Rimanemmo qualche secondo a fissarci e vidi una serie infinita di emozioni contrastati passare attraverso quegli occhi di giacchio e fuoco, finchè lui non interruppe il contatto riaprendo la voragine dentro di me e voltandosi infuriato verso il fratello.
-Tu l’hai lasciata morire!- lo guardai immobile e senza respirare mentre si lanciava su Stefan “No, non devono farsi male per me..” pensai. –Basta adesso Damon, l’ho deciso io. L’ho chiesto io ..-
-Certo! San Stefan esaudisce tutti i tuoi desideri- mi abbaiò contro prima di voltarsi nuovamente verso il fratello. – Sei un egoista Stefan! E sai perché? Perché per te è più importante il suo amore che la sua vita.- Pronunciò quelle parole con un dolore infinito e tutto tacque. Mi accorsi che una parte abominevole di me era d’accordo con Damon, lui avrebbe accettato il mio odio eterno piuttosto che lasciarmi morire. Avrebbe sempre scelto me, anche andando contro se stesso. Restammo tutti in silenzio evitando di guardarci negli occhi, poi Damon parlò. –Tieni.. – lanciò una sacca di sangue sul mio letto. Evidentemente gliel’aveva data Meredith. Lo guardai –Non sono sicura di volere…-
Lo vidi fulminarmi con lo sguardo e irrigidirsi –Stefan, esci da questa stanza..- sussurrò mentre gli dava le spalle –Devo parlare con Elena, da solo…-
-Non se ne parla Damon- Lui continuò a dare le spalle a Stefan e a guardarmi negli occhi
-Credo tu abbia già fatta abbastanza danni oggi! O vuoi farla morire due volte nello stesso giorno? Cerchi di ottenere un record Stefan?- sputò tra i denti.
-Stefan esci…- sussurrai senza staccare gli occhi da quelli di Damon.
-Come vuoi ma sono qui fuori, chiama se ti serve e arriverò subito.- si avvicinò a me e mi stampò un bacio sulle labbra, facendo aumentare la mia confusione, ero solita sentirmi così sicura quando era al mio fianco, poi uscì lasciandoci soli. Vidi Damon avvicinarsi al mio letto mentre continuava a fissarmi furente, ma all’improvviso i suoi occhi cambiarono. La rabbia diventò disperazione e s’inginocchio al mio fianco prendendomi la mano. –Ti prego Elena.. – sussurrò pianissimo, tanto che pensai che se fossi stata ancora umana, ancora viva, non sarei riuscita a sentirlo. –Ti prego Elena, ti supplico, bevi! Io andrò da Bonnie, ti farò fare un anello solare e cercherò insieme a lei un modo per farti tornare umana. Lo troverò, lo so, te lo giuro! Fai solo questo per me e poi io sparirò per sempre dalla tua vita. Sarete tu e Stef e tutti gli unicorni e gli arcobaleni che volete. Potrete vivere felici e contenti.. Me lo devi Elena, non ti chiederò mai più altro, ma me lo devi. Esaudisci il mio unico desiderio: non morire!-
Trattenni il respiro ipnotizzata dai suoi occhi, dalle sue labbra. “Se l’amore esiste davvero è quello che Damon prova per me” pensai. Non potevo tradirlo di nuovo, ferirlo ancora. Dovevo esaudire il suo desiderio e lasciarlo andare.
-Va bene Damon..lo farò, ma ti prego trova un modo per farmi tornare umana ….-
Mi specchiai nei suoi occhi e vidi la sua ansia alleggerirsi, mi accarezzo la guancia teneramente e mi baciò la fronte. –Farò qualsiasi cosa Elena, qualsiasi … ma ti prego non lasciarti morire, uccideresti anche me.-
Lo vidi darmi le spalle e andare via lasciandomi sola.
La mia nuova condizione mi dava il mal di testa. Ero confusa e non riuscivo a gestire la quantità enorme di emozioni amplificate che l’essere diventata vampiro comportava. Vidi Stefan salutarmi dall’altra parte del vetro e seguire Damon. Rimasi sola. Presi la sacca di sangue tra le mani e la portai alle labbra. All’inizio ero disgustata, poi mi accorsi che era delizioso, la cosa più buona e dissetante che io avessi mai bevuto e sentii le vene intorno ai miei occhi gonfiarsi e i canini spingere sulle gengive. Non feci in tempo a pensare di volermi alzare che già ero in piedi. Davanti allo specchio e mi fissavo. Fissavo il mostro. Ero letteralmente divisa in due. Una parte di me rabbrividiva ed era schifata dal mio volto, un’altra parte ne era terribilmente compiaciuta e affascinata. Non riuscivo a non pensare di essere fortissima e capace di tutto. Io potevo tutto, potevo avere tutto quello che desideravo. Tutto il sangue che desideravo. Potevo avere Stefan, ma soprattutto avrei potuto avere Damon ed essere un mostro insieme a lui perché sapevo che per me l’avrebbe fatto. Potevamo spegnere l’interruttore insieme…
Stop, no! Io amo Stefan, semplicemente questa cosa da vampiri mi rende costantemente arrapata, sarà un effetto collaterale. E Damon è così sexy.. No STOP!  Ho scelto Stefan, mi ama, gli voglio bene, qualsiasi cosa sia questa cosa con Damon è finita. Devo farla finire, per la mia salute mentale, e per quella di Stefan e anche per la sua!  Tornai a sdraiarmi sul letto. Avevo un’eternità per preoccuparmene, adesso volevo riposare.
 

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Capitolo 2
*** CHAPTER 2 STILL TOGETHER ***


 
CHAPTER 2  STILL TOGETHER

 
Quando aprii gli occhi quella mattina ero inaspettatamente di ottimo umore. Ci misi un po’ a riconoscere la stanza nella quale mi ero svegliata. Era una delle stanze della pensione Salvatore. Una volta uscita dall’ospedale avevamo pensato fosse più prudente per Jeremy non lasciarmi entrare in casa, almeno finchè non avessi imparato a controllare i miei istinti.
Sorrisi e vidi un raggio di sole entrare dalla tenda. Sorrisi di nuovo guardando l’anello che portavo al dito. La mia nuova natura non mi avrebbe privata del sole. Ancora non del tutto sveglia mi voltai e trovai Stefan sdraiato al mio fianco che ancora dormiva. Sorrisi nuovamente. –Buongiorno- gli sussurrai all’orecchio
-Buongiorno Elena- disse lui destato dalla mia voce. –Come stai oggi?-
-Bene, grazie-  sorrisi mentre lo baciavo sulle labbra e tutto mi sembrò così normale, così giusto, così sicuro. Lo guardai negli occhi e qualcosa dentro di me iniziò a farmi male, come se una sensazione di ansia si fosse formata istantaneamente nel mio stomaco nel momento in cui incrociando gli occhi di Stefan mi resi conto di quanto fossero buoni, ingenui, puri e verdi. Non dovevano essere verdi, avrebbero dovuto essere azzurri. Appena mi  resi conto delle implicazioni del mio pensiero le censurai immediatamente. Io amavo Stefan ed era tutta questa situazione assurda a rendermi nervosa e incostante. Damon non c’entrava. Non c’era posto per lui nel mio cuore e nella mia vita, non in quel senso almeno. Cercai di recuperare il buon umore e di scacciare quei pensieri assurdi buttandomi addosso a Stefan. –Sai mio adorato.. .- sussurrai al suo orecchio con fare suadente – il mio periodo da vampira, se tutto va per il meglio sarà abbastanza breve..- lasciai appositamente la frase  in sospeso …
-e quindi? – disse lui con una nota maliziosa nella voce. Mi distrassi, quella malizia non gli apparteneva, era sbagliata in lui, insomma la sua voce non era abbastanza roca come.. ma prima di finire la frase nella mia testa, frase che per la milionesima volta mi avrebbe portata a formulare pensieri sbagliati, cercai di ricordare perché quella mattina al mio fianco, nel mio letto ci fosse Stefan.
FLASHBACK
Ero ancora all’ospedale e stavo letteralmente divorando la quarta sacca di sangue che Meredith era riuscita a farmi avere. All’improvviso sentii una presenza alle mie spalle e mi voltai in allerta. Trovai Strefan dietro di me che mi fissava. Si avvicinò e mi porse un anello, sorridendo. –Puoi fare di questo il nostro anello di fidanzamento se vuoi..- qualcosa in quella frase mi fece sentire assolutamente calma. –Vedremo ..- sorrisi.
-Elena, Damon mi ha detto della tua decisione.-  lo guardai perplessa, non capendo immediatamente a cosa si riferisse finchè non fissai gli occhi nei suoi. Gli occhi di Stefan brillavano di pura felicità.
-Cosa? Io.. – Non riuscii ad andare avanti. Stefan era davanti a me, ed era così fiducioso, e mi guardava così innamorato. Il suo amore per me era di cristallo. E io mi resi immediatamente conto che se c’era una sola cosa che forse io nella vita ero in grado di fare questa era rendere felice Stefan. Allora sorrisi e lui si avvicinò di più a me. Mi prese il viso tra le mani e avvicinò le sue labbra alle mie. –Ti Amo Elena!- qualcosa dentro di me si sciolse. Quanto tempo era che non lo sentivo pronunciare quelle parole? Troppo. Eravamo stati lontani, divisi ma questo non aveva cancellato quello che provavo per lui. Klaus non c’era riuscito, The Ripper non c’era riuscito e nemmeno Damon c’era riuscito. “Quello che provo per Damon non riesce ad escludere quello che provo per Stefan ..” mi dissi mentre mi abbandonava a quella certezza, a quella tranquillità, a quel porto sicuro. “è quello che provi per Stefan che dovrebbe escludere quello che provi per Damon” mi rispose una vocina fastidiosa dentro di me, ma io la soffocai.
-Elena? Ci sei?-
-Come? Oh sì scusa, dicevamo?-
-Credo tu stessi maliziosamente suggerendo di approfittare della tua precaria natura di vampiro e dei tuoi sensi supernaturali per fare l’amore… - sussurrò Stefan al mio orecchio.
-Pensavo di essere stata più vaga ..-
-Impossibile, ci capiamo al volo Amore Mio! –
 

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Capitolo 3
*** CHAPTER 3 HOT SHOWERS ***


 
CHAPTER 3 HOT SHOWERS

L’acqua della doccia mi scorreva addosso. Cercai di concentrarmi sulla sensazione delle gocce che lambivano il mio corpo per soffocare le milioni di sensazioni che lo invadevano continuamente. Avevo appena finito di fare il sesso migliore e più appagante della mia vita eppure mi sentivo ancora languida e vogliosa. Caroline mi aveva accennato questa cosa, ma io credevo fosse una scusa che accampava per giustificare la sua attrazione nei confronti di Tyler che la faceva sentire colpevole per Matt.
A quanto pareva invece i vampiri oltre ad essere perennemente affamati e instabili erano anche perennemente arrapati.  Cercai di concentrarmi su altro. Su Bonnie che stava cercando una soluzione al mio problema, su Stefan che era andato a caccia. Magari avrei potuto farmi insegnare a cacciare conigli, ma qualcosa mi disse che in realtà forse avrei preferito le sacche di sangue. Pensare a Stefan mi riportò alla mente i ricordi di quella mattina e questo fece sì che tutti i miei sforzi per tenere la mia mente occupata e non pensare al sesso si resero inutili in un istante. Presi il bagnoschiuma e iniziai ad insaponarmi.  Appena le mie mani arrivarono a lambire il mio basso ventre mi resi conto di non poter resistere. Chiusi gli occhi e mi appoggiai con la schiena alla parete mentre l’acqua continuava a scorrere sul mio corpo e a coprire i miei sospiri. Iniziai ad accarezzarmi ad occhi chiusi mentre lasciavo andare la mia fantasia. Stefan nudo entrava nella doccia e mi sorrideva. Bisognava ammettere che anche le fantasie sembravano più reali da vampiro. Potevo vedere i suoi muscoli guizzanti imperlati di acqua, sentivo le sue mani accarezzare le mie braccia e la mia schiena scendendo verso i glutei Sentivo la sua bocca sulla mia  poi spostarsi sul mio collo, sul mio seno  e poi lo vedevo alzare la testa e guardarmi, il suo sorriso sghembo e i suoi occhi azzurri mi paralizzavano. –Damon- sussurrai, troppo eccitata per non avallare lo sviluppo spontaneo delle mie fantasie. E continuai a toccarmi mentre il Damon nella mia testa mi afferrava per i glutei e mi prendeva sotto la doccia. Avevo completamente soppresso la tranquilla Elena di Stefan. Non riuscivo a pensare che fosse sbagliato abbandonarmi alle mani di Damon sentirlo sussurarmi nell’orecchio quanto mi desiderasse. –Damon- ripetei mentre la mia eccitazione cresceva.
-Elena, mi hai chiamato?- La sua voce da fuori il bagno mi gelò il sangue riportandomi immediatamente alla realtà.
-Ehm, io no! Assolutamente no!- mi ritrovai a maledire il maledettissimo udito super sviluppato dei vampiri. Finii di sciacquarmi e uscii dalla doccia. Rientrai nella stanza con l’asciugamano legato sopra al seno e i capelli bagnati, tentando invano di assumere un’espressione non imbarazzata.
- Elena , è successo qualcosa in bagno?- Mi voltai e lo vidi in piedi accanto alla porta con un’espressione preoccupata disegnata sul volto.
-N..no. Tranquillo!- balbettai tentando di sorridergli e rassicurarlo sperando che troncasse così il discorso.
-Tranquillo??????? Ma ti rendi conto che rientro a casa e sento te che mi chiami con un filo di voce aldilà di una porta chiusa a chiave?? Mi hai spaventato, ho pensato avessi bisogno d’aiuto.- Era preoccupato davvero e questo andava a mio vantaggio, ma non potevo certo inventare un aggressore nella doccia!
-Devi esserti sbagliato non ti stavo chiamando!- risposi risoluta cercando di mascherare l’imbarazzo con l’indifferenza –Adesso come vedi devo cambiarmi, quindi per favore esci da questa stanza. -
-Scherzi vero? So cosa ho sentito! C’era qualcuno lì? Ti stavano minacciando? Elena devi spiegarmi, se non mi hai sentito rientrare e non avevi  bisogno d’aiuto, perché ti ho sentito pronunciare il mio nome mentre eri sotto la doc….-  ero voltata ma nonostante questo sentii immediatamente l’aria riempirsi di elettricità nel momento in cui lui realizzò cosa realmente fosse successo.
Incerta mi voltai e alzai lo sguardo con molto più coraggio di quello che avessi realmente.  Lo trovai appoggiato allo stipite della porta che mi fissava. Aveva indossato il sorriso più malizioso del suo repertorio e ostentava un’aria estremamente divertita. Nonostante questo potevo leggere nei suoi occhi una lussuria malcelata, come se quella deduzione avesse spalancato le porte delle sue più radicate fantasie. Non sapevo cosa dire o fare, negare mi sembrava decisamente patetico perciò decisi di chiudermi in un mutismo assoluto fino a che lui non si fosse deciso a parlare.
-Elena, Elena .. – sussurrò avvicinandosi a me con voce roca –Devo forse pensare che pensavi a me sotto la doccia?- Ancora non sapevo cosa rispondere e sfuggì il suo sguardo mentre lui si faceva sempre più vicino aumentando il calore al mio basso ventre. –Non rispondi? Non mi guardi?- sentivo l’ironia nella sua voce mischiarsi al desiderio mentre si avvicinava a me. Avevo abbassato lo sguardo  ma sentivo che era vicinissimo. Mi prese il mento e alzò il mio volto verso il suo guardandomi divertito negli occhi –Ti stavi toccando Elena? Pensavi a me mentre ti stavi toccando?- sussurrò a un centimetro dalle mie labbra.
-Io..- cosa potevo rispondere accidenti? Tra l’altro non mi aiutava la parte del mio cervello che continuava a suggerirmi di trasformare in realtà le fantasie di poco prima. Mi ritrovai a spostare lo sguardo dai suoi occhi e a fissare le sue labbra increspate in un sorriso malizioso e soddisfatto.  Non riuscivo a distogliere lo sguardo. “Impazzirò!”
-Elena …- sussurrò il mio nome soffiandomi vicino all’orecchio e continuò ad avvicinare il suo viso al mio. Non ce la facevo più. Immagini di Damon nudo che mi prendeva cominciarono ad affollare la mia mente. La parte di me che urlava di mettere almeno una decina di km di distanza tra noi divenne sempre più piccola e lontana. Il mio cervello riusciva solo ad elaborare un’informazione. Eravamo in casa, soli e probabilmente lo saremmo stati per tutto il giorno. Lui era lì e mi sovrastava nella sua divisa total black. La sua camicia leggermente sbottonata mi faceva appena immaginare lo splendore che doveva esserci sotto. Dovevo solo volerlo e lui sarebbe stato mio. Mi bastava allungare la mano e prenderlo. Poteva fare lo sbruffone quanto voleva ma io sapevo, sapevo quanto mi amasse Damon Salvatore. Sapevo che bastava una mia parola per costringerlo a soddisfare ogni mia volontà. Mai come in quel momento io ero stata come Kathrine.
Probabilmente lui lesse nel mio sguardo il desiderio che mi attanagliava, per quel motivo si avvicinò ancora, per quel motivo inizio a sfiorarmi il collo con le labbra strappandomi un gemito di piacere. Una parte di me voleva respingerlo, allontanarlo e per questo decisi di chiamarlo. –Damon- ma quello che uscì dalle mie labbra non suonava affatto come un rimprovero. Mi stupii io stessa, era un’invocazione. Era come se pronunciando solo il suo nome avessi confessato tutto il mio desiderio per lui. Fu questo forse a portalo a baciarmi. Fu probabilmente la sensazione più sconvolgente della mia vita baciare Damon Salvatore. Non potevo fermarlo. No, non era esatto. Non volevo fermarlo. Io volevo averlo, ne avevo bisogno. Sarebbe stata una violenza fisica rinunciare a lui in quel momento. Ero troppo oltre. –Cosa c’è piccola Gilbert?- mi sussurrò lussurioso sulle labbra –cosa stai cercando?- mi resi conto che Damon poteva annientarmi. Mi resi conto che aveva tutto il potere per condizionare ogni singolo istante della mia vita, più di chiunque altro. Più di Stefan. Avevo paura, ma non potevo allontanarlo da me. Sentii le sue mani percorrere avide tutto il mio corpo e le mie intrecciarsi nei suoi capelli. –Voglio te Damon-  mi sentii rispondere, come se il mio cuore e il mio corpo avessero deciso di proseguire quella cosa senza il mio consenso. Mi buttò sul letto. Lo stesso letto che aveva  visto me e Stefan darci alla pazza gioia meno di due ore prima. Ma ora era diverso. Era impellente. Era doveroso. Io DOVEVO fare l’amore con Damon. Non era una scelta. Lo vidi togliersi la camicia e i miei occhi evidentemente brillarono perché lui sorrise di nuovo con quel sorriso che odiavo e che mi accendeva allo stesso tempo e disse –Vedi qualcosa che ti piace Elena?- sorrisi dolcemente completamente arresa a lui e al potere che aveva su di me. Era evidente: Damon era particolarmente simpatico ai miei ormoni impazziti! Notai appena di essere rimasta nuda sotto di lui, lo capii da come aveva iniziato a guardarmi.
Si sdraiò su di me e io iniziai ad accarezzare il suo petto nudo. Lo baciai io questa volta. Con la stessa passione di prima, tutta quella di cui ero capace. Rapita da lui. Ero in suo potere e lui in mio…Il mio cervello realizzò che io e Damon potevamo distruggerci. Io e lui avremmo potuto essere inferno e paradiso l’uno per l’altra. Era contemporaneamente la mia più grande benedizione e il mio peggior nemico. Il suo tocco su di me lasciava una scia rovente sul mio corpo.
Improvvisamente sentimmo la porta aprirsi. –C’è qualcuno?- la voce di Caroline e Bonnie ci raggiunse e ci costrinse a farmarci. Solo allora mi resi conto della situazione. Solo allora mi resi conto che stavo per fare qualcosa di completamente sbagliato. Solo allora mi accorsi che non poteva né doveva andare così. “Stefan” pensai e con un moto improvviso di rabbia verso me stessa scaccia via Damon. –Arrivo- urlai alle mie amiche al piano di sotto.
Ci vestimmo entrambi nel più completo silenzio e scendemmo di sotto.
-Finalmente!- Le trovammo nel salone. Caroline si era servita del wischey e Bonnie era seduta sul divano a consultare il suo Grimonio.-Che facevate?- ci chiese Caroline con noncuranza.
-No, niente, facevo una doccia- sorrisi forzatamente io.
-E io facevo la guardia..- continuò Damon.
-Beh comunque ho trovato qualcosa- disse Bonnie. Io e Damon immediatamente ci girammo verso di lei.
-Cosa?- chiedemmo insieme, poi ci guardammo.
-Cosa?- ripetè lui mentre ancora aveva gli occhi fissi nei miei.
-Ok, voi siete abbastanza strani oggi- disse Caroline con una vocetta maliziosa che mi fece trasalire. –Comunque Bonnie ha bisogno di concentrazione deve ancora capire bene che razza di abracadabra le suggerisce il suo libro magico! Nel frattempo che io faccio la sua portaborse sarebbe carino se voi andaste a cercare Stefan, e ne parleremo tutti insieme qui stasera!-
-Ok!-

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Capitolo 4
*** CHAPTER 4 LITTLE KATRINA ***


CHAPTER 4 LITTLE KATRINA

Senza dire una parola salii nella sua macchina. Ora mi era più semplice pensare. Eravamo entrambi vestiti e ad una distanza quantomeno accettabile. Appena fummo nell’abitacolo lui si girò verso di me e iniziò a fissarmi mentre io guardavo ostentatamente un punto imprecisato fuori dal finestrino. Sbuffò e mise in moto. Mentre percorrevamo la strada verso il punto d’accesso al bosco finalmente ruppe il silenzio tra di noi. –Ne vogliamo parlare?-
-No!- risposi per poi pentirmene un secondo dopo. Mi fulminò con lo sguardo ed inchiodò. Eravamo arrivati. Feci per scendere dalla macchina ma lui mi blocco. –Ne dobbiamo parlare Elena!-
-Non capisco di cosa tu voglia parlare!- risposi sentendomi abbastanza ridicola mentre mi rifiutavo completamente di fermarmi ad affrontare le conseguenze delle mie azioni. Cosa facevo? Stavo negando?
-Forse del fatto che questa mattina hai avuto fantasie erotiche su di me e alla fine ti sei ritrovata nuda sotto di me???-
Abbassai gli occhi. Oramai mi sentivo completamente padrona di me stessa e riuscivo nuovamente a concentrarmi sul volto di Stefan, riuscivo ad immaginarlo sorridermi. Riuscivo finalmente a ricordare la sua voce gentile e quell’amore puro e sospirato che ci legava da sempre.
-Ok, parliamone! – mi voltai verso di lui –Il mio corpo da vampiro è particolarmente su di giri, ok? E tu sei bellissimo..e io non sono riuscita a controllarmi, ok? Era una fantasia “innocente” non avresti mai dovuto conoscerla.. –
-Innocente?- l’ironia nella sua voce mi fece alzare gli occhi al cielo.
-Sai cosa intendo…- sospirai.
- Va bene- puntò lo sguardo davanti a sé e continuò a parlarmi senza più guardarmi negli occhi. Il suo tono era gelido e privo di qualsiasi emozione –Come sempre faremo come vuoi tu Elena. Non darò peso a quello che è successo tra di noi, e farò in modo che nessuno sappia niente, in particolare Stefan! Ma lascia che ti dica una cosa. Le spiegazioni al tuo comportamento sono solo due. O ti importa talmente poco di me da credere che valga la pena calpestare i miei sentimenti pur di soddisfare i tuoi bisogni primordiali, oppure stai facendo la scelta più facile perché hai una fottuta paura di quello che provi per me. In ogni caso me ne tiro fuori, basta, mi hai stancato piccola Kathrine!-
Qualcosa dentro di me si ruppe. Sapevo che aveva ragione, lo sapevo. Mi meritavo tutto e anche di più probabilmente.
-          Me ne andrò appena avrò onorato la mia promessa. –
Scendemmo dalla macchina senza aggiungere un’altra parola, avrei voluto scusarmi ma sentivo di non averne il diritto. Avrei voluto pregarlo di restare comunque ma sapevo che non avrei mai potuto renderlo felice.  Non potevo rinunciare a Stefan, lo amavo troppo. Era decisamente meglio che Damon mi odiasse. Sull’onda di queste convinzioni sottovalutai per l’ennesima volta il vuoto dentro me al pensiero della sua assenza nella mia vita. Ci incamminammo nel bosco e trovammo Stefan poco più avanti.
Evidentemente anche lui si accorse che l’atmosfera tra me e Damon era tesa perché vidi un lampo di preoccupazione passargli davanti agli occhi mentre chiedeva – è successo qualcosa?- nessuno dei due rispose e fortunatamente in quel momento il telefono di Damon iniziò a squillare togliendoci da quella situazione.
-Caroline…- rispose lui
- Bonnie ha trovato la soluzione- disse lei dall’altro capo del telefono
-Torniamo a casa .. – sussurrò Damon rivolto a tutti quanti.






Capitolo brevissimo! xo xo

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Capitolo 5
*** CHAPTER 5 THE SOLUTION ***


CHAPTER 5 THE SOLUTION

Il tragitto verso casa fu strano, contemporaneamente più lungo e più breve dell’andata. Ero seduta sul sedile posteriore e più volte incrociai lo sguardo di Damon nello specchietto retrovisore. Non sapevo reggere il suo sguardo infondo non ne ero degna, io non lo meritavo e dovevo rassegnarmi a lasciarlo andare a tutti i costi. Non potevo averli entrambi.
 Sarei tornata umana. Questo mi faceva venire la pelle d’oca. Era tutto quello che desideravo. Non volevo essere privata della possibilità di scegliere. Volevo essere umana, avere dei bambini, una vita normale. Non avevo mai completamente escluso l’idea di diventare un vampiro un giorno, stando con Stefan, amando Stefan  sarebbe potuto succedere, ma non così. Doveva essere una mia scelta, non una circostanza fortuita.
Entrando nel salotto del pensionato mi sentii totalmente eccitata. Finalmente avrei potuto trascorrere del tempo da sola con Jeremy e Matt e Bonnie senza la paura di squarciargli la gola da un momento all’altro. Quando entrai rimasi un attimo immobile. Erano tutti lì. Bonnie, Caroline, Jeremy, Tyler e Matt. Loro, i miei amici, la mia famiglia, l’unica che mi fosse rimasta insieme a Stefan e … “solo Stefan…” ingoia il vuoto scacciando il pensiero di aver perduto ormai anche un altro pezzo della mia vita.
-Allora, pronta alla rivelazione Elena? – mi salutò Jeremy che era sicuramente la persona più felice della stanza. Gli sorrisi e annuii, Bonnie prese la parola.
-C’è un incantesimo … è abbastanza complicato ma credo di potercela fare.-
-Vai avanti Bonnie .. – la rimbecco Damon mentre si riempiva un bicchiere di liquore.
- Prima di tutto devi sapere che è un incantesimo possibile solo se i pianeti sono allineati in un certo modo. Quindi potremo procedere solo tra due settimane,di venerdì,  non so quando si verificherà nuovamente- mi guardò per vedere se la stessi ascoltando –Comunque due settimane sono sufficienti per trovare tutto quello di cui abbiamo bisogno!-
-Cosa ti serve Bonnie?- chiese Stefan al mio fianco prendendomi la mano.
- Allora deve esserci un cerchio di sale, e tutti gli elementi necessari. E mi seve un paletto di legno perché affinchè il rito sia compiuto insomma alla fine dovrò impalettarti …- I fratelli Salvatore affianco a me s’irrigidirono, sentii anche un leggero ringhio fuoriuscire da Damon al mio fianco ma non controllai, non volevo incrociare il suo sguardo.
Bonnie li ignorò limitandosi ad alzare gli occhi al cielo e proseguì con la sua spiegazione –è un rito che prevede di sfruttare i rapporti umani per riportarti in vita! Quindi mi servono altri ingredienti Elena… mi servono le ossa  di tuo padre,  qualcosa di tuo fratello, e qualcosa di un’amica! – Jeremy e Caroline annuirono, Tyler sospirò –Prendo una pala e dissotterro John Gilbert! Tanto lo so che toccherà a me!-  Bonnie annuì.
-Infine … dovrai bere il tuo sangue mischiato con quello dell’uomo che ami Elena. – mi disse guardandomi seria -Dovrà essere l’amore della tua vita Elena perché sarà solo quello a mantenerti in vita una volta che ti avrò impalettata. Altrimenti non tornerai né da umana né da vampira, è chiaro?- Mi si secco la gola. –Certo .. – sussurrai e sentii Stefan stringere più forte la mia mano. Mi voltai verso di lui che mi sorrise accarezzandomi la testa –Ti darò tutto il sangue che vorrai Amore Mio…- la sua voce mi cullava e rassicurava. Io lo amavo e sarebbe andato tutto bene. Ne ero convinta nonostante riuscissi chiaramente a percepire lo sguardo di Damon su di me.
-Che bella scenetta!- la voce di Klaus ci raggelò tutti quanti. Ci voltammo contemporaneamente verso la porta e lo trovammo lì appoggiato che ci guardava divertito. –A quanto pare avete trovato il modo di restituirmi la mia sacca di sangue! Bene, bene… - si avvicinò a noi –Sembra che questa volta lavoriamo tutti per lo stesso obiettivo! Siamo dalla stessa parte, non è fantastico?- sorrideva cordiale ed educato guardandoci tutti ma indugiando sempre in particolare su Caroline.  
Non volevo crederci, ma come potevo non averci pensato. Era ovvio che Klaus non avrebbe lasciato stare. Era ovvio che non mi avrebbe lasciata vivere la mia vita, che sarebbe tornato a tormentarmi. Come avevo potuto sperare diversamente? Ero stata una sciocca. Avevo cercato un modo per tornare umana, in sostanza avevo cercato un modo per tornare nelle mire di Klaus.  Avevo nuovamente messo in pericolo i miei amici, non potevo portarmi di nuovo sulla coscienza altre vite spezzate, dovevo trovare un modo per costringerli a non difendermi ancora.
Nel frattempo i fratelli Salvatore mi si erano parati davanti frapponendosi tra me e il mio eterno persecutore Klaus, al loro fianco si schierarono subito anche Caroline e Tyler. –Ragazzi, non c’è bisogno di entrare in conflitto, Elena non vuole vero?- disse Klaus con il suo fascinoso accento Inglese. –Poi sapete, non potete uccidermi senza morire anche voi … quindi direi che forse sarebbe più saggio collaborare, e magari ci potremmo mettere d’accordo sulle modalità di prelievo sangue, che dite?- e sorrise guardandoci tutti, in particolare fissò lo sguardo su di me. Quella era una proposta rivolta a me, sapeva che era il meglio che potessi sperare. Vivere una vita umana e parzialmente normale donandogli tutto il sangue di cui aveva bisogno. Ogni volta che ne avesse avuto bisogno. –Per adesso occupiamoci di questa cosa, poi ci penseremo.- dissi io sprezzante rivolta a lui.
-Che dici Elena? Non possiamo trasformarti in umana un’altra volta solo per abbandonarti a una vita da schiava!- la voce di Damon era furente
-Ha ragione Elena, non gli permetteremo di mettersi in mezzo questa volta!- mi consolò Stefan e poi fece un passo avanti –Klaus devi lasciarla perdere hai capito? Non puoi continuare a rovinarle l’esistenza, non puoi continuare a tormentarla!-
-Beh mi dispiace amico, se potessi scegliere qualcun’altra lo farei, ma … purtroppo l’unica doppelganger è Elena, perciò .. non ho altra scelta. Ma la mia mi sembra un’ottima offerta no? Viviamo in pace, lei condurrà la sua lunga vita umana e noi veglieremo su di lei!-
-Non puoi incatenarla a te!-
-è già incatenata a me!- la voce di Klaus abbandonò il falso tono dolce per indurirsi e diventare minacciosa –Io sono l’ibrido originario, sono l’essere più potente della terra, non avete la forza per uccidermi e oltretutto qualora doveste uccidermi morireste con me..non potete farlo! Quindi lei è mia perché io voglio così, ma voi due fratelli Salvatore potrete venire a giocarci fin quando vorrete!- e sorrise cordialmente riassumendo la sua maschera gentile.
-Klaus .. non farlo!- la vocina di Caroline sembrò uscire da nulla.
Klaus posò lo sguardo su di lei, e i suoi occhi per un momento si fecero dolci per davvero –Devo mia adorabile Caroline .. mi dispiace ma devo!- Rimase per qualche secondo a fissarla e sentii Tyler e Matt irrigidirsi dietro di me. Poi si allontanò e con un cordiale sorriso si sedette placido sulla poltrona vicino al camino acceso. –Allora Elena, quale dei due fratelli dovrà darti il sangue?- mi chiese sorridendo riempiendosi un bicchiere di whiskey.
-Io!- La voce di Stefan era orgogliosa e calda …
-Dai? Chissà perché, ma avrei scommesso su Damon .. beh evidentemente non sono più un bravo osservatore! Pensaci bene Elena non vorrei perderti solo perché non sei in grado di capire di chi sei veramente innamorata ..- sorrise –Io ci tengo a te… -  terminò la frase sporgendosi verso di me e svuotando completamente il bicchiere di liquore che aveva in mano.
-Adesso vado, ci vediamo molto presto ragazzi, fate i bravi! Vi tengo d’occhio!- Così facendo s’incamminò verso la porta, passò  vicino a Caroline. Vidi i loro sguardi incrociarsi e rimasi sorpresa di vedere il modo in cui Klaus la guardava. Tremai. Era lo stesso modo in cui Damon guardava me quando ancora non aveva riacceso l’interruttore delle emozioni.
Klaus uscì dal pensionato Salvatore lasciando tutti quanti senza parole. Eravamo tutti stanchi di combattere un nemico che non potevamo uccidere. Eravamo tutti stanchi, distrutti, quasi rassegnati. Ma qualcosa andava fatto. Dovevo fare qualcosa, non sapevo cosa, ma qualcosa andava fatto.
-Devi stare tranquilla Elena! Tranquilla, vedrai che sistemeremo tutto. Adesso non ci pensiamo. Tornerai umana e ci sbarazzeremo di lui te lo prometto. Troveremo un modo!- Lo guardai negli occhi, il mio dolce e buono Stefan. Il fatto di sapere che sarebbe sempre rimasto al mio fianco mi dava la forza necessaria per andare avanti. Era stata una lunga giornata. Decidemmo che il pensionato Salvatore sarebbe stata la base di quella strana congrega di ribelli. Decidemmo di andare a letto, a tutto il resto avremmo pensato il giorno dopo!

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Capitolo 6
*** CHAPTER 6 NIGHT OF WORDS ***


 
CHAPTER 6 NIGHT OF WORDS

Addormentarsi quella notte non era semplice. Non riuscivo a rilassarmi nonostante avessi fatto un bagno caldo lungo più di mezz’ora. Non riuscivo a trovare nessuna soluzione al nostro problema, anzi al mio problema. Purtroppo sebbene io avessi cercato di spiegare agli altri che dovevano essere coinvolte meno persone possibile e che il problema in realtà era solo mio, avevo ottenuto solamente spontanee dichiarazioni dei miei amici che ripetevano che saremmo stati uniti fino alla morte. Morte. Non ci potevo pensare, non dovevano morire. Non volevo dover dire addio a qualcun altro. Non avrei sopportato un’altra volta dover accettare che qualcuno d’importante se ne andasse per sempre da me, oltre tutto per colpa mia.
Nonostante mi fossi sforzata enormemente di convincerli ad andarsene e a lasciar fare a me con Klaus l’unico risultato ottenuto era stato che Jeremy e Matt avevano deciso di diventare cacciatori per potersi rendere anche loro utili.
Continuavo a girarmi nel letto senza trovare una soluzione. Mentre mi affannavo nella ricerca di una scappatoia sentii una presenza accanto a me nel letto e balzai immediatamente seduta.
-Stefan?! Mi hai spaventata!-
-Scusa Amore Mio! Non volevo spaventarti.- mi sorrise e mi fece stendere appoggiata al suo petto, prese ad accarezzarmi i capelli –Sei preoccupata?-
-Sì lo sono Stefan, non riesco a trovare una soluzione a tutto questo casino. E poi ho paura.-
-Non devi avere paura Elena e non ti devi preoccupare. Dobbiamo affrontare un problema per volta. Adesso pensiamo solo a farti tornare umana. Klaus lo affronteremo successivamente. È un bene che gli altri siano qui con noi, sono più al sicuro anche loro. Però adesso l’unica cosa importante è che tra due venerdì tu sarei nuovamente umana. E non sai quanto mi emoziona che sarà il mio sangue a portarti indietro…-
Alzai gli occhi verso di lui e lo guardai. Era così dolce. –Non hai dubbi vero? Ad usare il mio sangue intendo!- mi sforzai di non distogliere lo sguardo dai suoi occhi.-Certo che no Stefan, ho scelto te! – lui mi fece appoggiare nuovamente la testa al suo petto interrompendo il contatto visivo. Ero spaventata. Io amavo Stefan, ma era davvero l’amore della mia vita? In realtà nonostante fosse un vampiro Stefan e il concetto di sangue per me non si erano mai coniugati troppo bene. Né da umana né ora da vampira riuscivo ad associarli. Il sangue mi aveva fatto sempre pensare a Damon. Quel liquido che ormai bramavo più di ogni altra cosa, che mi faceva sentire viva che era oscuro e irresistibile come lui… forse c’entrava anche il fatto che tra noi ormai si fosse creato un legame ematico poiché era stata sostanzialmente il suo a trasformarmi. Deglutii, bevendo il mio sangue mischiato a quello dio Stefan avrei credato un legame simile anche con lui. Cercai di scacciare dalla mia testa l’idea di Damon, ma più ci provavo più mi rendevo conto che lui non albergava solo nel mio cervello …
-Sai Elena, scegliendomi mi hai salvato per la millesima volta la vita … - i sussurri di Stefan raggiunsero il mio orecchio –Se tu non fossi rimasta con me non voglio pensare cosa sarebbe potuto accadermi. Probabilmente sarei tornato ad essere lo squartatore senza anima … tu salvi la mia anima ogni volta che mi sei accanto Elena!- rimasi spiazzata. Dunque avevo anche quella responsabilità ora? Perché mi aveva detto quelle cose? Ora non sarei mai potuta tornare indietro, ora Stefan non era più una scelta ma un obbligo. Perché mi facevo prendere dall’ansia, lo avevo scelto non avrei dovuto bramare una scappatoia, perché ne avevo bisogno? La voragine nel mio stomaco tornò ad aprirsi e vidi Damon sprofondarci dentro, lontano, irraggiungibile. Dunque era così che si chiudeva il mio capitolo con Damon mai aperto. Avrei rinunciato a lui per salvare l’anima di Stefan e centinaia di vite innocenti che sarebbero diventate il suo pranzo o la sua cena altrimenti. Non avevo motivo di preoccuparmi, c’era un momento per tutti in cui era necessario crescere. La mia crescita forse doveva avvenire attraverso la rinuncia a Damon. Infondo cos’era per me? Una fantasia, pressante e sconvolgente, ma pur sempre una fantasia.
-Elena? .. Non dici niente? –
-Certo, io .. scusami Stefan vado a prendere dell’acqua in cucina, torno subito, aspettami qui! – gli sorrisi e gli diedi un bacio leggero sulle labbra. Uscii silenziosamente dalla stanza, e altrettanto piano cominciai a scendere le scale. A metà scalinata mi resi conto che in salone c’era qualcuno, la luce era accesa e sentivo delle voci. Qualcosa mi suggerì di nascondermi e ascoltare quella conversazione, quindi tentai di avvicinarmi il più possibile e rimanere nascosta, riconobbi subito le voci. Erano Bonnie e Damon. Lui aveva un bicchiere di sangue in mano e camminava avanti e indietro davanti al camino e lei era seduta sul divano davanti a lui.
-Potremmo rendere umana Katrine!- suggerì Bonnie –Klaus accetterà lo scambio!-
-Non dire sciocchezze Bonnie, Kathrine non ama nessuno e nessuno ama veramente Kathrine! Oltretutto non è praticabile, ci darebbe un sacco di problemi e non è nemmeno definitivo. Potrebbe morire una volta umana e lui tornerebbe a cercare Elena. E poi non è detto che la lascerebbe in pace, è più probabile che a quel punto le vorrebbe entrambe.-
-Allora cosa dovremmo fare Damon?-
-Dobbiamo uccidere Klaus!-
Trasalii nel mio nascondiglio. Non poteva uccidere Klaus, sarebbe morto. Bonnie non parlò per un minuto buono. –Sai che non si può fare, lei non vorrebbe la vostra morte e poi Caroline e Tyler … -
-Forse mi è venuto in mente un modo ..  avrò bisogno di una strega!-
-Io sono una strega Damon!-
-No Bonnie, tu pensa a far tornare Elena umana.  Io partirò e mi occuperò di Klaus, tornerò al momento opportuno per accordarmi con te, ma nessun altro dovrà sapere quando tornerò!  Mi servono i capelli di Stefan e del sangue di Elena Bonnie, procurameli parto tra due ore!-
-Cosa hai in mente?-
-Lo saprai a tempo debito Bonnie.-
-Le spezzerai il cuore  andando via senza dirle niente!-
Damon abbasso gli occhi. –Io non sono un martire come loro Bonnie. Non posso continuare a stare qui e a guardarli felici.- tirò una fialetta fuori dalla tasca e la porse a Bonnie – il mio sangue, nel caso in cui si rendesse necessario!-
-Non ti vedrà più?-
-Mai più Bonnie!-
Rimasi immobilizzata nel mio nascondiglio, mi sedetti a terra e portai le ginocchia al petto e cominciai a piangere. Non so cosa avesse in mente Damon, non so che piano avesse. Sapevo solo di averlo perso, e in quel momento capii che nient altro importava.

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Capitolo 7
*** CHAPTER 7 TRUTH OR DEATH? ***


CHAPTER 7 TRUTH OR DEATH?

Dopo quella notte le giornate trascorsero lente ed estenuanti. Sentivo dentro di me una sensazione terribile come se mi avessero privato di tutto, come se non avessi potuto più essere felice nella vita. Damon era sparito, non aveva lasciato nessun biglietto e sebbene io sapessi che Bonnie sapeva qualcosa lei continuava a ripetere di non averci parlato ed io non potevo insistere. Gli unici momenti in cui ero serena erano quelli in compagnia di Stefan. Come sempre lui si dimostrava paziente e fiducioso, mi ripeteva che Damon aveva onorato la sua promessa e che forse un giorno sarebbe tornato. Diceva che il nostro amore gli avrebbe fatto male, che non sarebbe stato giusto imporgli di guardarci. “Ma il mio amore non può fare male a Damon” continuavo a ripetermi.
Passai la maggior parte del tempo con Stefan ma quando lui andava a caccia oppure a fare dei giri per conto di Bonnie io mi rinchiudevo in camera di Damon. Passavo ore a frugare tra le sue cose alla ricerca di qualunque indizio possibile.  Passavo ore a piangere sdraiata sul suo letto respirando il suo profumo che prepotentemente era rimasto sul cuscino. Poi Stefan tornava e con le sue carezze, i suoi baci, la sua dolcezza riusciva a placare la terribile agonia che prendeva le mie viscere ogni volta che restavo sola.
I giorni passarono con una lentezza estenuante. Tutti facevano qualcosa, tranne io. Non facevano altro che ripetermi che dovevo essere in forze perché il rito sarebbe stato stancante, che non dovevo preoccuparmi, che avrebbero fatto tutto loro.
Bonnie non faceva altro che studiare le mie espressioni, le mie emozioni. Quando ero con Stefan sembrava tranquilla ma appena lui si allontanava la vedevo guardarmi preoccupata. La trovavo a fissarmi come se volesse leggermi dentro, come se volesse capire cosa fosse a rendermi così triste e cupa.
Tyler, Matt e Jeremy passavano la maggior parte del tempo ad allenarsi con le attrezzature di Alaric e questa cosa mi rendeva nervosa e preoccupata. Cioè Tyler era un ibrido quindi era normale dovesse far parte della cosa, ma Matt e Jeremy avrebbero dovuto vivere le loro vite lontani da tutto questo.
Il giorno prima del rito Stefan partì per NewPort, doveva andare a trovare Klaus per accordarsi su come avremmo dovuto comportarci una volta che io fossi tornata umana. Klaus avrebbe voluto che immediatamente io andassi con lui, mentre Stefan negoziava la mia convalescenza al pensionato Salvatore almeno per un’altra settimana senza prelievi. Dunque rimasi sola. Stefan avrebbe passato fuori anche la notte ed era moltissimo tempo che non rimanevamo separati così a lungo tuttavia sentivo che me la sarei cavata, lui sarebbe tornato. Lui non mi avrebbe abbandonato come…
Decisi che per scacciare i pensieri avrei fatto una passeggiata nei pressi del pensionato. Avevo bisogno di aria fresca. Camminavo e i miei pensieri vagavano, i miei ricordi s’intrecciavano. Alzai gli occhi al cielo e sorrisi, era di un azzurro chiarissimo, non c’era neanche una nuvola e il colore del cielo era un celeste quasi trasparente, un colore meraviglioso, probabilmente il mio preferito. Sorrisi di nuovo, da quando il mio colore preferito era il celeste? Decisi che era meglio non darmi una risposta. E comunque anche il verde mi piaceva. Sospirai cercando di rilassarmi. Mi sentivo come se stessi uscendo fuori di testa. Il silenzio assoluto regnava intorno a me e io rimasi assorta. Un rumore improvviso mi fece sobbalzare, girai più volte su me stessa per capire cosa fosse. Un corvo volò a tre centimetri dalla mia testa sparendo immediatamente nel bosco. Il mio viso s’illuminò istantaneamente. Era tornato.
Probabilmente non si sarebbe fatto vedere, ma era lì. Mi sentii elettrica e corsi verso la pensione. –Dov’è?- urlai gettandomi su Bonnie appena entrata –Cosa? Chi?- mi chiese lei diventando lo specchio della mia agitazione. –Damon, Bonnie, so che lo sai! Dov’è?-
-è partito Elena! Da due settimane e ho risposto mille volte a questa domanda, non lo so!-
-Non mentirmi Bonnie, ho visto il suo uccellaccio! Dov’è?-
-Elena, smettila, non lo so … e comunque, smettila di pensare a Damon e ama Stefan Elena!-
-Io amo Stefan! Cosa c’entra, voglio solo parlargli, se ne è andato senza salutarmi …  e ora è qui, ho solo bisogno di vederlo un’ultima volta – mi resi conto che mentre parlavo gli occhi mi iniziarono a pizzicare. Perché voleva negarmelo, perché lui voleva negarsi a me?
-Spero tu sia certa di quello che dici di provare Elena, e se non lo sei vedi di capirci qualcosa entro domani notte. –
-Cosa vuoi dire?-
-Voglio dire che ti ho studiata in questi giorni Elena! – mi strillò contro la mia amica strega con una certa ansia nella voce –Se ami Damon e bevi il sangue di Stefan non sopravviverai quando ti impaletterò. Quindi vedi di essere sincera  Elena, l’alternativa è: verità o morte!- detto questo raccolse i suoi grimori e si rimise a consultarli sul divano lasciandomi immobile e spaesata a rendermi realmente conto dell’enormità della decisione che avrei dovuto prendere.
Il resto della giornata lo passai in una perfetta sintesi di come avevo passato la mia vita nell’ultimo anno, ovvero brancamenandomi tra il pensiero di Stefan e Damon. Passavo per le loro stanze, respiravo i loro profumi, toccavo le loro cose. Era davvero il momento di essere onesta. Onesta con me stessa almeno. Sapevo che non avrei potuto lasciare Stefan, non dopo le parole che mi aveva detto la sera che Damon se ne era andato. Volevo solo rendermi conto se sarei morta.
Ormai era notte fonda quando decisi che sarei dovuta mettermi a letto. La pensione era silenziosa e dormivano tutti. Entrai in camera di Damon e mi stesi sul suo letto. Avevo molto mal di testa, forse anche qualche linea di febbre. Era stata una giornata dura, una di quelle durante le quali non fai niente ma il tuo cervello non smette un solo attimo di pensare e pensare e pensare. Chiusi gli occhi ed immediatamente mi sentii precipitare in quella fase di dormiveglia dove si è talmente stanchi che sembra di essere ubriachi. L’odore di Damon ancora aleggiava nella stanza. Sentii uno spiffero di vento e mi voltai verso la finestra. L’avevo dimenticata aperta. Mi alzai e barcollando per la stanchezza la chiusi. Rimasi un attimo a guardare fuori la notte nera, misteriosa, buia ma sicura. La notte cos’ intima, suadente. La notte così simile a lui. Chiusi gli occhi e sospirai –Damon .. ho bisogno di te!-

POV DAMON
Avevo detto a Bonnie di non essere un martire. Beh forse non lo ero ma di certo ero un masochista. La prima cosa che avevo fatto tornato a Mystic Folls era stata andarla a cercare. Avevo passato l’intera giornata a spiarla, osservarla, guardarla e mi sembrava di aver ricominciato a respirare dopo due settimane di apnea. Quanto mi era mancata. I miei occhi studiavano la curva del suo collo, le sfumature dei suoi occhi, chissà cosa pensava mentre sorrideva e guardava il cielo. Chissà se le ero mancato. No ovviamente no. Lei lo aveva scelto mille volte ed io ero un perfetto idiota, rammollito, incapace di accettare la verità. Elena e Stefan erano la coppia perfetta e felice e la mia assenza altro non era stata che la loro benedizioni. Il corvo sentì la mia rabbia crescere. Stavo perdendo la testa, ero sul punto di decidere che valeva la pena spegnere l’interruttore. Il corvo partì senza che io potessi fare niente, spicco il volo e le passò vicinissimo alla testa. Mi bloccai immediatamente smettendo di respirare. Cosa avrebbe pensato? Avrebbe capito che ero io? Certo che lo avrebbe capito, era un po’ svitata ma mica deficiente! La mia testa già stava formulando l’idea di allontanarmi il prima possibile, fare quello che dovevo fare il giorno dopo e poi ripartire per qualche posto molto molto lontano ma qualcosa mi inchiodò lì dov’ero. Vide il corvo e s’illuminò. La luce sul suo viso mi sconvolse sembrava come se avesse ricominciato a respirare dopo due settimane di apnea.
Non so perché decisi di non andarmene e di continuare a torturarmi tutto il giorno. In realtà non è che decisi proprio. Non riuscivo a fare altrimenti. Ormai ero abituato d’altronde. Quando si trattava di Elena io non decidevo mai nulla. La sentii parlare con Bonnie. Mi stupii, non mi aspettavo che sarebbe stata così brava a mantenere il segreto. La conversazione che ascoltai mi lasciò abbastanza confuso. Una parte di me era assolutamente entusiasta. Allora non era finita, lei poteva ancora amare me. L’altra che stava prendendo velocemente il sopravvento era assolutamente sconvolta. Non poteva morire perché non riusciva ad ammettere di amarmi.  E se invece fosse stato solo desiderio di possedermi? Se lo avesse confuso con l’amore e fosse morta ugualmente? Non riuscii tutto il giorno a pensare ad altro mentre la spiavo. Spiavo ogni suo passo, ogni movimento, ogni sospiro. Ormai a tarda notte la vidi entrare nella mia stanza probabilmente avrebbe dormito lì. Non riuscii a trattenermi, dovevo guardarla da vicino. Entrai spalancando la finestra e mi misi a guardarla da un angolo sperduto della stanza. Probabilmente sentì freddo, si alzò e andò a chiudere la finestra. Sembrava sonnambula. Continuò a darmi le spalle per più di un minuto, chissà cosa stava pensando mentre guardava il nulla fuori dal vetro. La sentii sospirare –Damon … ho bisogno di te!-

 
POV ELENA

Ero talmente in balia dei miei pensieri e delle mie preoccupazioni che non mi accorsi della presenza alle mie spalle finchè non sentii delle mani afferrarmi le braccia. Trasalii immediatamente sebbene la mia pelle comunicasse a una parte del mio cervello che non c’era pericolo. Mi voltai e l’unica cosa su cui riuscii a concentrarmi furono gli occhi dell’uomo che avevo davanti. Dentro di me tutto si sciolse. –Sto sognando- sussurrai senza smettere di fissarlo negli occhi.
-Allora stai facendo un gran bel sogno!- il più damoniaco dei sorrisi apparve sul suo volto perfetto, rapendomi completamente. Eravamo incatenati l’uno all’altra, occhi negli occhi finchè non abbassai i miei e oiniziai a fissare le sue labbra per poi rialzare nuovamente lo sguardo.
-Mi sei mancato da morire, Damon –
- Devi abituarti a non avermi intorno …-
-Non voglio non averti intorno … dove sei stato? –
Vidi che non aveva intenzione di rispondermi. Iniziò ad avvicinare il suo volto al mio e mi riotrovai con le sue labbra a qualche centimetro dalle mie.
-          Non ce la faccio più Elena, perdonami. Devi essere mia, almeno una volta!- mi soffiò sul volto.
Decisi di credere al mio sogno e forse proprio nella convinzione che non fosse altro che uin sogno estremamente reale feci ciò che feci. Non appena lui terminò di pronunciare quelle parole mi avventai sulle sue labbra gettandogli le braccia al collo. Inizialmente lo sentii irrigidirsi sotto di me probabilmente sorpreso da quell’accoglienza. Fu solo un attimo, poi rispose al mio bacio. Le nostre lingue giocavano a rincorrersi mentre intorno a noi regnava il silenzio più assoluto interrotto solo dai nostri sospiri. Le sue mani vagavano alla rinfusa sul mio corpo quasi non sapesse decidere quale parte di me volesse accarezzare prima. Mi stringeva in un modo morboso e disperato e non smetteva un secondo neanche di baciarmi le labbra, il volto, il collo.
Senza rendermene conto mi ritrovai sdraiata sul suo letto sovrastata dal suo corpo. Smise di baciarmi e fisso i suoi occhi nei miei. Ci osservammo a vicenda come se negli occhi cercassimo uno l’anima dell’altro.    –Damon … - gemetti sulle sue labbra. Vidi i l suo sguardo infuocarsi e nuovamente si tuffo su di me. Mi baciava il collo, il seno , la pancia. Non so come non mi resi conto che i nostri vestiti erano scomparsi. Mi concessi un istante per ammirarlo nella sua divina perfezione. –Sei bellissimo … - sussurrai in preda al delirio e lui sorrise –Lo so, grazie piccola Gilbert! Anche tu non sei male … - la sua voce era ironica come al solito ma i suoi occhi non potevano mentire. Era emozionato, come me, no anzi più di me. Le sue mani vagavano sui miei seni stringendo stringendo i miei capezzoli inturgiditi dall’eccitazione, lo sentii sostituirle alle mani la sua bocca per continuare a deliziarmi con quella piacevole tortura. Più mi strappava gemiti eccitati più sentivo la sua eccitazione crescere. La mia approvazione lo fomentava. Lo sentii scendere con le carezze verso il mio basso ventre ormai preda di spasmi continui. Intrufolò le dita in me, iniziò a giocare con il mio segreto accendendomi come non credevo fosse possibile. Il mio cervello mi imponeva di pretendere e prendere di più.
-Di più Damon … -lo implorai. E le emozioni che vidi passare sul suo volto furono molteplici. Eccitazione, Sgomento, Divertimento, Felicità e forse anche soddisfazione perché finalmente ero io a implorare lui, a desiderarlo. Tipico di Damon. Si sistemò sopra di me e con lentezza esasperante mi entrò dentro. I nostri corpi iniziarono a danzare a un ritmo primordiale mentre i nostri sospiri e i nostri gemiti si mescolavano insieme. Non so quanto durò tutto questo. Non c’erano più né tempo né spazio in quella stanza. Non c’era niente. Solo NOI. Giungemmo insieme all’apice per poi abbandonarci stremati al sonno. Percepii, prima di cadere definitivamente tra le braccia di morfeo, una sua carezza sulla guancia. Aprii con fatica inaudita gli occhi e lo vidi guardarmi muto. –Ti Amo … - un sussurrò, una voce emozionata accompagnò il mio ultimo momento di veglia. Una voce … la mia.

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Capitolo 8
*** CHAPTER 8 THE RITUAL ***


CHAPTER 8 THE RITUAL

Un raggio di sole mi illuminò il volto costringendomi ad abbandonare il torpore e ad aprire gli occhi. Quella mattina sentii immediatamente una sensazione stranissima in corpo. Era il giorno del rituale, avrei dovuto essere tesa e spaventata invece mi sentii completamente, totalmente felice.
Cercai di ricordare cosa mi avesse portata in quello stato di totale beatitudine ma appena provai a muovermi mi resi conto di essere completamente indolenzita. Sentii un’aria fredda colpirmi la schiena e farmi rabbrividire, mi voltai verso la finestra e la trovai aperta, eppure l’avevo chiusa …  no? Mi alzai a fatica tentando di ignorare i dolori del mio corpo e mi diressi verso la finestra per chiuderla, all’improvviso un’ondata prepotente di ricordi m’investì. Damon aveva passato la notte con me.
Non riuscivo a rendermi conto se fosse successo davvero o al contrario era accaduto solo nella mia testa ma mi resi conto che comunque era stata in assoluto la migliore notte della mia vita.
Ero elettrizzata ed era sbagliato. Non avrei dovuto sentirmi così, ma mi lanciai nuovamente sul letto inspirando forte l’odore che Damon aveva lasciato sul cuscino. Era tornato, non potevo averlo sognato e basta. Ma allora perché ora non era al mio fianco? Decisi che era il caso di sedermi e calmarmi. Dovevo analizzare bene la situazione. Dovevo capire se era stata solo una delle mie solite fantasie su Damon Salvatore o meno. Lui non era lì … però la finestra era aperta … magari era stato un colpo di vento … ma c’era il suo odore sul cuscino … cuscino sul quale aveva dormito per secoli … non c’era nessun biglietto, neanche un segno del suo passaggio. Sconsolata fui a un passo da convincermi che era stato solo un sogno quando il mio sguardo cadde sul suo comodino. Credo iniziai a piangere immediatamente, c’era una piuma di corvo.
Scesi le scale ancora in estasi cercando di soffocare la speranza di trovarlo a gironzolare per casa. Lui ovviamente non c’era. In compenso in cucina Stefan se ne stava placido seduto al tavolo a leggere un giornale . - Buongiono Amore Mio … - disse alzando gli occhi su di me. Tremai nel sentirlo pronunciare quelle parole. Ero una persona terribile. Rimasi immobilizzata dal senso di colpa, raggelata dal suo dolcissimo sguardo. In men che non si dica mi era al fianco e si avvicinava a me con fare preoccupato e protettivo –Tutto bene Elena tesoro? – mi scosse –Sì, scusami Stefan, sono preoccupata per questa sera- mi sorrise dolcemente e cercò le mie labbra con le sue trovandole. Mi allontanai bruscamente come se mi fossi scottata. –Scusami Stefan, ho bisogno di stare da sola!- il suo sorriso comprensivo mi fece solo sprofondare di più nel mio meritatissimo senso di colpa.
Trascorsi tutta la giornata rinchiusa in camera di Damon. In realtà era più perché lì sarei stata in pace che per chiudermi nel ricordo della notte trascorsa insieme. Verso l’ora di pranzo Bonnie entrò in camera in silenzio. Posò un vassoio con un bicchiere di sangue e qualcosa di solido non ben identificato ma di dubbia commestibilità e si venne a sedere a terra a fianco a me.
-          So che è tornato Bonnie – sussurrai appena.
La vidi indurire la mascella senza rispondermi –Dov’è? Cosa sta facendo?- continuai.
-Non posso parlarne Elena. Stai tranquilla, lo rivedrai, ma non  posso prometterti altro!- detto questo mi accarezzò la testa ed uscì dalla stanza, lasciandomi nuovamente sola a crogiolarmi nell’ansia dovuta all’enorme casino nel quale io stessa mi ero cacciata.
Quando fu ora Caroline e Stefan vennero a chiamarmi in camera. Lei era come sempre bellissima, sorridente e piena di vita – Allora pronta a resuscitare amica mia?- le sorrisi tesa in risposta.
Ci incamminammo in silenzio tutti insieme nel luogo dove il rituale doveva essere eseguito. Arrivati lì trovammo Klaus sorridente seduto su una roccia che appena ci vide si avvicinò a noi con la solita aria da grand’uomo. –Non vedo l’ora di rivederti mia cara Elena … - affermò nella mia direzione per poi voltarsi verso Caroline  portandosi velocemente al suo fianco.
-Come procede principessa?- le sussurrò all’orecchio
-Non chiamarmi così Klaus- lui si avvicinò di più, ignorando gli sguardi assassini di Tyler e Matt, le spostò i capelli e le parlò sul collo.
-Caroline dovresti smettere di combattermi … -
-Smetterò quando tu smetterai di essermi nemico! – rispose lei con un tono forzosamente civettuolo
-Io non sono tuo nemico, non ti farei mai del male-
-Finchè non sarai costretto … - concluse lei
-Non puoi costringermi, mi ami! – le rispose lui
-Che razza di assurdità è mei questa? Non che non ti amo!- si voltò piantando gli occhi nei suoi –Lasciami stare e procediamo!- detto questo lo lasciò dov’era e raggiunse il resto del gruppo che si era sistemato in cerchio intorno a me e Bonnie. Klaus con l’immancabile sorriso spalmato sul volto si appoggiò ad un albero con le braccia conserte ad osservarci da lontano.
In men che non si dica preparammo tutti gli ingredienti necessari e io mi ritrovai sempre più in preda al panico al centro di un cerchio di sale circondata da tutti loro. Iniziai a guardarmi intorno passando in rassegna i volti di tutti i miei amici sperando di vedere il suo sbucare fuori da un momento all’altro. Invece niente. Damon non c’era. Non era venuto a vedere il rituale, forse ora che aveva ottenuto quello che gli interessava non aveva più importanza per lui sapere se sarei sopravvissuta a quella notte. Non poteva esserci un’altra spiegazione per quanto avrei voluto trovarla. La verità era che Damon non era con me perché non voleva essere con me.  “Già ma questo non cambia le cose” mi dissi mentre nel silenzio più totale le fiamme mi avvolgevano. Non vedevo più nessuno dei miei amici eccetto Bonnie e i miei pensieri continuavano a correre in direzioni pericolose. Sapevo benissimo che avrei dovuto urlare di interrompere tutto. Stavo per cedere all’istinto di sopravvivenza quando una folata di vento spostò le fiamme permettendomi di vedere il volto di Stefan. Mi guardava e come sempre il suo volto era una maschera di amore assoluto e fiducia. Capii quanto sincero fosse l’affetto che mi legava a lui, ma il mio cuore urlava che avrebbe voluto trovare Damon al suo posto. Riuscii a formulare quel pensiero consapevole solo in punto di morte: io ero perdutamente innamorata di Damon Salvatore. Guardai di nuovo Stefan  e capii che non potevo fargli questo. Non riuscivo a spezzargli il cuore, mi era impossibile. La realtà era una sola. Ero una codarda. Una stupida codarda che sarebbe morta piuttosto che assumersi le responsabilità per le sue azioni e i suoi sentimenti.
-Sei pronta Elena? È il momento .. – annuì guardando Bonnie mentre lacrime silenziose iniziarono a solcarmi le guance. Bonnie mi passò una coppa con dentro il liquido che avrebbe dovuto salvarmi la vita. Io sola sapevo che non avrebbe funzionato. Ormai Bonnie era dentro al cerchio con me con un paletto in mano.
-Bevi svelta!- m’intimò. La guardai cercando d’imprimere bene il volto della mia amica negli occhi. Sarebbe stata l’ultima cosa che avrei visto nella mia vita. Forse Bonnie capì che avevo paura perché continuò.
–Io ti conosco meglio di chiunque altro Elena, sopravvivrai, te lo prometto.- senza dire una parola portai la coppa alle labbra e ne bevvi il contenuto. Appena finii Bonnie fu su di me –Ci vediamo tra poco amica!- e detto questo senza esitazione mi piantò il paletto nel cuore.
Non potevo muovermi e tutto era buio ma sentivo le cose intorno a me. Un po’ come quando mi ero svegliata vampira. Non c’era più il fuoco ed io ero per terra.
-Ha  funzionato?- la voce di Stefan era ansiosa e sentivo che lui era vicino a me.
-Sì … -gli rispose Bonnie e notai nella sua voce un certo imbarazzo .
Come poteva aver funzionato. Non era possibile. Insomma in tutta quella incasinata storia c’era solo una cosa di cui ero assolutamente certa ormai : io amavo Damon, e allora perché ero ancora in vita?
Sentii Stefan chinarsi al mio fianco e accarezzarmi la fronte.
-          Elena .. il nostro amore ti ha salvata … - la sua voce era commossa.
-Stefan … io .. non le ho dato il tuo sangue.- la voce di Bonnie era un sussurro imbarazzato.
-Cosa?-
-Il sangue nella coppa … no era il tuo! Era il sangue di Damon. Mi dispiace … -
Non potevo vedere cosa successe ma mi resi subito conto che Stefan non era più al mio fianco, era andato via.
Contemporaneamente qualche km più distante un altro cuore umano ricominciava a battere. Il cuore di Damon Salvatore.

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Capitolo 9
*** CHAPTER 9 I’M DAMON, I’M SEXY, I’M THE ORIGINAL ***


CHAPTER 9 I’M DAMON, I’M SEXY, I’M THE ORIGINAL

POV DAMON

Doveva essere passata circa un’ora dalla conclusione di quel maledetto rituale. Sentivo che il mio corpo ormai si era liberato dal torpore e riuscivo a muovermi. Con movimenti lentissimi mi misi seduto e sentii la testa girarmi pericolosamente. “Non ricordavo che essere umano facesse così schifo” pensai tra me e me mentre cercavo di riprendermi.
-Ben svegliato bell’addormentato! Prendi, bevi questo!- Alzai gli occhi e vidi la mia strega, cioè la strega che avevo cercato in giro per l’America disperatamente, che mi porgeva un bicchiere dal contenuto improbabile.
-Ti farà bene, sul serio! Bevi-
-Mi sembra un post sbornia particolarmente doloroso- le risposi prima di portare l’inquietante liquido verdastro alla bocca. La strega non rispose. Si mise a trafficare con le sue bocce e boccette senza degnarmi più di uno sguardo.
Era molto bella. Capelli lunghi e rossi, occhi verdi e pelle bianchissima. Gli occhi erano brillanti e luminosi, in realtà un po’ inquietanti. Mi ero fidato all’istante di lei. Sembrava una ragazzina, più piccola di Elena credo, ma allo stesso tempo sembrava eterna. Aveva un’aria innocente che in qualche modo la rendeva spaventosa.
-Ti sei fidato molto di me Damon, hai rinunciato alla tua immortalità!-
-Abbiamo un patto!- le risposi come fosse una cosa ovvia.
-è vero, ma cosa ti dice che io lo rispetterò?-
- vogliamo la stessa cosa … - le spiegai e le sorrisi. Non so perché ma nonostante la conversazione non avesse preso certo la piega che mi aspettavo non riuscivo ad infuriarmi con quella bambina vestita completamente di bianco che mi fissava decisa dall’altra parte della stanza.
Eravamo in una capanna nel fitto del bosco, poco fuori Mystic Folls.
-Hai ragione Damon … vogliamo la stessa cosa, ma io potrei non voler pagare il prezzo che mi chiedi per ottenderla!.-
-In quel caso … - mi alzai e posai il bicchiere sul tavolo parandomi di fronte a lei –dovrai uccidermi … -
Mi guardò e mi sorrise –Non posso farlo-
-Perché?-
-Nonostante tutto quello che hai combinato nel corso della tua esistenza Damon, tu sei puro. E sei puro perché ami, e io non posso spezzare un cuore innamorato! E poi … - lasciò la frase a metà voltandosi verso la porta.
-E poi cosa?-
-E poi la strega Bennet dietro la porta non mi permetterebbe di farti del male.- appena terminò di pronunciare queste parole la porta della capanna si spalancò e comparse Bonnie con un’espressione distrutta sul volto.
-Damon! – il suo tono era assolutamente sollevato nel vedermi in buone condizioni. Mi venne incontro e mi toccò un braccio, un’espressione confusa si aprì sul suo volto. –Damon, tu sei umano???-
-Già! Sono Damon, sono sexy e sono umano!-  le sorrisi.
-Vuoi spiegarmi perché? Come la tua umanità ti aiuterà a distruggere Klaus, Kol lo psicopatico, Rebekka e Elia???-
-Certo Bonnie, calma. C’è un piano, sono umano è vero. Sono umano, per adesso!-
-che vuol dire per adesso?- Bonnie era sempre maggiormente esasperata.
-Ciao Bonnie Bennet, credo che dovresti calmarti e sederti! Tieni, bevi questo, sei molto stanca. Ti farà bene.-
-Chi è lei? – balbettò Bonnie senza staccarle gli occhi di dosso.
-Bonnie lei è Lily, una tua “collega” o come la vuoi chiamare! Diciamo che Lily è una strega decisamente dotata, fa parte di una discendenza più antica della tua. L’ho trovata, o forse è più corretto dire che lei ha trovato me a New York, qualche giorno dopo la mia partenza da qui. Io e Lily abbiamo un patto. E tu dovresti essere la garanzia che io rispetti la mia parte insomma … se vuoi!-
-Che vuol dire la garanzia Damon?- sentii una nota di preoccupazione nella sua voce.
-No, devi solo dirle che può fidarsi di me e possibilmente lavorare con lei, sta preparando un incantesimo assolutamente complicato. Mi servono delle cose.-
-Cosa?-
Feci una pausa. In realtà da quando avevo visto Bonnie l’unico pensiero che girava per la mia testa era quello di Elena. Stava bene, ero sicuro, altrimenti Bonnie non sarebbe venuta. Ma avrei voluto sapere tutto, ogni cosa. Il sangue di Stefan l’aveva salvato ne ero certo. Probabilmente la mattina dopo la nostra notte si era resa conto del fatto che io fossi solo una tentazione. Una volta che mi aveva avuto poteva dedicarsi tutta la vita all’uomo che realmente amava. “Ma lei ti ha detto di amarti!” una vocina speranzosa nella mia testa continuava a tormentarmi da quando l’avevo sentita sussurrarmi “Ti amo” , ma quelli sono momenti in cui non conta. Lo sanno tutti, figurati io che durante il sesso ho giurato e spergiurato amore a chiunque. “Sì ma non stavate facendo sesso, avevate finito!” scossi vigorosamente il capo scacciando quei pensieri.
-Damon? Ci sei? Cosa ti serve?-
-Lascia stare Bonnie, Damon è innamorato! Comunque ci serve quello che a quanto pare serve un po’ a tutti qui! Il sangue della Petrova!-
-Cosa?-
-mi serve il sangue di Elena! – sussurrai a Bonnie
-Ok, questa cosa del sangue di Elena mi sta stufando e ha un che di inquietante, adesso mi faccio un goccetto anche io casomai!- il sarcasmo nella sua voce era evidente –Comunque, sai quello che fai Dam?-
-Sì, Bonnie .. –
-Vado a prendertelo. – sospirò
-No, vado io. Tu rimani qui con Lily e concentratevi sull’incantesimo! Ti deve spiegare molte cose! –
Detto questo mi diressi verso la porta senza più voltarmi e m’incamminai verso casa mia.

POV ELENA

Ormai mi ero ripresa del tutto. Era mattina presto e mi aggiravo per il pensionato cercando cose da fare pur di non pensare. Il silenzio regnava assoluto. Caroline e Tyler erano tornati alle loro case e Matt e Jeremy dormivano della grossa. Bonnie era sparita la notte seguente poco prima che io mi riprendessi del tutto, nessuno sapeva dove fosse andata. Stefan se ne era andato, questa cosa mi dilaniava dentro. L’avevo fatto soffrire tantissimo, tutto perché non ero stata in grado di prendere una posizione precisa. E questo a cosa mi aveva portata? A perderli entrambi. Stefan probabilmente era in giro da qualche parte a combinare qualche disastro con il cuore spezzato e Damon si era stufato di stare dietro ai miei capricci e mi aveva giustamente piantata in asso.
Mentre mangiavo i miei cereali seduta sul divano di quella casa, dove in realtà non avrei dovuto avere  il diritto di stare sentii il campanello spezzare il silenzio. Pensai fosse tornata Bonnie, perciò corsi verso il portone e spalancai la porta senza nemmeno chiedere chi fosse.
-Ciao- quel sorriso m’immobilizzò sul posto lasciandomi impietrita a guardarlo. Bello come sempre, forse di più, Damon era davanti a me immobile con la solita espressione da sbruffone disegnata sul volto.
-Ciao .. –
-Stai bene vedo! Il sangue di Stefan deve essere un ottimo tonico!- notai una punta di sarcasmo nella sua voce mentre lui mi superava ed entrava in casa sua lasciandomi impalata davanti alla porta. Decisi di non rispondere alla sua provocazione ed appena riuscii a riavermi chiudi il portone e lo seguii.
Entrato nel salotto si sedette sul divano e mi fece cenno di accomodarmi al suo fianco. Ancora non riuscivo a dire nemmeno una parola. Appena mi fui seduta riuscii finalmente a fissarlo e a rendermi conto del momento che stavo vivendo. Damon era davanti a me, vivo e in salute. Qualcosa nel mio stomaco si sciolse e un senso di assoluto sollievo mi pervase tutta. Gli sorrisi ancora incapace di proferire parola. Damon, lo stesso Damon che mi aveva stretta due notti prima, lo stesso che mi aveva sempre amata e salvata, lo stesso che non sapeva di avermi salvato con il suo sangue. Lo stesso Damon che nelle ultime due settimane era sparito due volte lasciandomi sola e preoccupata senza darmi un briciolo di spiegazione. Non appena formulai questo pensiero la rabbia mi montò dentro istantaneamente e il sorriso che gli stavo rivolgendo si trasformò all’istante in un’espressione di vera furia.
Vidi il suo viso indurirsi davanti al mio palese cambio di umore. Lo vidi allontanarsi da me ma non fu abbastanza veloce che io mi scagliai su di lui cominciando a picchiarlo per tentare di sfogare tutta la frustrazione di quei giorni. Senza rendermene conto presi a gridargli contro.
-DOVE SEI STATO?-  ogni parola era alternata con un colpo. –Mi hai fatta spaventare Damon! Se vuoi sparire dalla mia vita va bene ma non puoi piombare qui all’improvviso e riandartene come se nulla fosse dopo quello che è successo tra noi!- gli occhi mi si riempivano di lacrime.
-Almeno avresti potuto lasciarmi un biglietto, spiegarmi cosa stesse succedendo, che piani avessi! COME HAI POTUTO FARMI QUESTO DAMON! Io sono stata terrorizzata per te. Pensavo che non ti avrei più rivisto!-
-Ahia, ahia Elena! Smettila di picchiarmi che mi fai male e ti spiego tutto, ok?-
Lo guardai confusa! Non ero stata in grado di fargli del male nemmeno durante il mio brave periodo da vampira, figuriamoci se potevo riuscirci ora che ero tornata umana.
-Raccontami tutto- gli imposi.
-Non posso, non tutto, non ora ma ti giuro che presto saprai ogni cosa. Per ora ti basti sapere che non devi picchiarmi così forte, la mia nuova natura umana mi rende abbastanza fiacco!- mi sorrise con fare indifferente ed io inizialmente non capii, poi la mia espressione divenne una maschera di stupore.
-U…umano?-
-Già, avevo voglia di cambiare sai com’è! Comunque non è un cambiamento permanete, sai l’immortalità ha dei vantaggi ai quali preferisco non rinunciare!- terminò la frase ridacchiando e mi fece l’occhiolino.
–Comunque mia dolce Elena- mi fissò negli occhi come a volermi suggerire l’importanza di quanto stava per comunicarmi – ho bisogno di alcune cose per portare a termine il mio piano. Pensi di potermi aiutare?-
-è pericoloso?-
-Non dire sciocchezze! – la voce s’indurì –non ti chiederei mai di fare qualcosa di pericoloso!-
-Lo so Damon! Non voglio sapere se è pericoloso per me! Voglio sapere se TU correrai dei rischi!- lo vidi spalancare un po’ gli occhi e poi sorridermi mentre mi fissava con sguardo intenerito.
-Stai tranquilla Elena, ho tutto sotto controllo! Sopravvivrò!-  sentii il tocco bollente della sua mano sulla mia guancia. E gli sorrisi anche io.
-Cosa vuoi che faccia capo?- dissi mettendomi scherzosamente sull’attenti.
Lui come sempre stette al gioco –Soldato Gilbert, niente che tu non abbia già fatto: mi dispiace ma dovrai concedermi un po’ del tuo sangue!- mi misi a ridere.
-Non c’è problema- abbassai la voce –te lo devo… - vidi il suo sguardo confondersi, evidentemente non aveva capito.
-mi serve subito Elena, e poi domani sera dovresti radunare qui un po’ di gente.-
-Chi vuoi?-
-Caroline, Tyler e Stefan-
Feci per rispondere ma mi bloccai.
-che c’è Elena?- mi chiese preoccupato.
-Non so dove sia Stefan …-
-Vabbè tornerà per domani sera no?-
-Non credo Damon .. – presi un respiro –Se ne è andato! –
Vidi le sue pupille dilatarsi dallo stupore e poi i suoi occhi e le labbra assottigliarsi per l’esasperazione –Cosa è successo adesso? Voleva prolungare l’agonia di Romeo e Giulietta? –
-Noi non stiamo più insieme .. – cercai di spiegare, ma era difficile, mi sentivo in difficoltà e il cuore mi batteva forte.
-Perché? Sei viva e vegeta davanti a me quindi il suo sangue ti ha salvata e ora che tu lo hai in circolo c’è un legame speciale tra voi. Oltretutto ha avuto la conferma della forza, purezza e indistruttibilità del vostro fantastico amore! Cosa vuole di più Stefan … - parlava ad una velocità quasi inumana, sottolineando le parole con fare ironico e continuò a blaterare per un tempo lunghissimo mentre io avevo smesso di ascoltarlo e stavo raccogliendo tutto il coraggio che avevo per dirgli quello che avevo da dirgli.
-Non era il sangue di Stefan .. – mi uscì un filo di voce ma fu abbastanza per spezzare il flusso di parole senza senso che stava vomitando lui.
-Cosa? C…cosa? –
-Stefan se ne è andato perché quando sono sopravvissuta Bonnie gli ha confessato che non era suo il sangue che mi aveva dato .. – abbassai lo sguardo e cominciai a studiare con attenzione le mie interessantissime mani. Nonostante questo potevo sentire il suo sguardo perforarmi la testa.
-E di chi… ?- mi chiese ed io pensai che fosse la più stupida domanda che fosse mai stata posta nella storia dell’intero universo!  Alzai gli occhi verso di lui con un’espressione a metà tra l’imbarazzato e l’esasperato.
Appena incrociò il mio sguardo vidi la consapevolezza farsi largo nei suoi occhi, non ebbi il tempo di fare nulla perché Damon si avventò su di me. Le sue labbra trovarono le mie nello spazio di un respiro. Le nostre mani s’incrociavano e s’abbandonavano per toccare ogni parte raggiungibile del corpo dell’altro. Lo volevo e lui voleva me. Non c’era bisogno di parole o di ulteriori spiegazioni. Lui sapeva che lo amavo e io sapevo o meglio io avevo sempre saputo quanto lui amasse me. Lo sentii togliermi i vestiti lentamente. Ogni indumenti che toglieva si prendeva un minuto per guardare ciò che scopriva. Si separava dalle mie labbra solo per osservarmi, o per lascare una scia infuocata di baci sul collo o sulle spalle. Comincia anche io a togliergli i vestiti e a passare le mani sul suo torace nudo. Quando lo abbraccia e lo strinsi a me aggrappandomi a lui lo sentii emettere un gemito gutturale nel mio orecchio. Mi mandò in estasi. Non riesco a ricordare l’esatta sequenza di quello che accadde. Ricordo con precisione solo il momento in cui lui entrò dentro di me fissandomi negli occhi silenzioso. E ricordo che mi sovrastava e delicatamente aveva appena iniziato a prendermi. La sua espressione era concentrata su di me. I suoi occhi vagavano dalle mie labbra ai miei occhi. Era bellissimo. Non decisi di parlare, furono i miei pensieri, anzi i miei sentimenti a decidere autonomamente che era ora di uscire allo scoperto. –Ti amo- gli sussurrai. Vidi le pupille allargarsi per un secondo, ma quell’espressione, l’espressione di assoluta felicità sul suo volto io non la dimenticherò mai. Probabilmente vedere Damon con quell’espressione dipinta sul volto sarebbe stato il momento più felice della mia vita. Si avvicinò e mi baciò con tutta la dolcezza di cui era capace. E continuammo così, per un tempo che non era tempo fino a che le sue spinte si fecero più cadenzate, i nostri sospiri più affannati ed insieme arrivammo al piacere.
Rimasi accoccolata su di lui per almeno un’altra ora. Poi sentimmo dei rumori dal piano di sopra: Matt e Jeremy si erano svegliati. Ci rivestimmo in tempo per farci trovare comodamente seduti sul divano quando quei due scesero a fare colazione.
-Damon !?- chiesero stupiti
- Salve ragazzi! – sorrise lui –Scusatemi avremo molto tempo per parlare domani, ora devo andare! Elena potresti?- mi guardò e capii subito cosa intendeva. Andai in  bagno e presi una siringa, ormai ero diventata bravissima ad autoprelevarmi  il sangue. Gli consegnai la fiala e lui mi sorrise. –Grazie mille- poi si voltà verso gli altri due –Trovate Stefan e portatemelo qui per domani sera per favore. Bonnie tornerà tra qualche ora ad aiutarvi, ma intanto iniziate a cercarlo-. Si diresse verso la porta e fece per andarsene, poi si voltò a guardarmi. –A domani Elena!- e sorridendomi andò via.

POV DAMON

Appena rientrai nella capanna mi venne da sorridere. La scena davanti a me sembrava tratta da una favola per bambini. Lily con la pelle diafana e vestita con una tunica bianca era china su un pentolone stile streghe delle favole con accanto Bonnie con la pella ebano e una veste bronzo d’altri tempi. –Bonnie, che ci fai vestita così?-
-Avevo bisogno di una doccia e di cambiarmi, e Lily aveva solo vestiti di questo genere!-
-Ti sta incantevolmente!- intervenne Lily. Io e Bonnie ci guardammo cercando di trattenerci dal ridere. Quella strega era davvero esilarante ma era anche potentissima. 
-Hai portato l’ingrediente Damon?- mi chiese con quella vocina infantile che ormai avevo imparato a conoscere. –Ecco a te!- le passai la fiala. La afferrò e la mise nel calderone. Mentre Bonnie ultimava la pozione si girò verso di me. –Mi sto fidando davvero molto di te Damon, non deludermi. Altrimenti ti ucciderò io stessa, e ho già un modo.-
-Fidati di me Lily!- mi scrutò e poi annuì.
Le due streghe cominciarono a recitare delle formule complicate, poi Bonnie mi passò una coppa d’oro e platino, l’unica con la quale avrebbe funzionato la pozione. La guardai. C’erano una serie infinita di ingredienti lì dentro ma in particolare il sangue della doppelganger   e polvere di quercia bianca.
Mandai giù tutto e guardai le due streghe avvicinarsi a me.
-A te l’onore Bonnie, so che gli vuoi bene, ma sono sicura che avresti voluto farlo un migliaio di volte!- Bonnie sorrise e brandì un pugnale verso di me.
-Questo è per quando hai provato ad uccidermi, e per quando ai trasformato mia madre in un vampiro, e per quando hai ucciso Jeremy … oh vabbè! Insomma è per pareggiare i conti con qualunque cosa tu abbia fatto. Ci vediamo presto Damon!- detto ciò sentii il pugnale lacerarmi la pelle del petto. Dopo solo buio. Ero morto, un’altra volta.

POV ELENA

Erano le nove e tutto era andato anche sorprendentemente bene. Matt e Jeremy avevano trovato Stefan quasi subito ed aveva accettato nonostante tutto di tornare a casa. Tra noi c’era molto imbarazzo ed evitavamo di parlarci e di rimanere soli. Era mezz’ora che aspettavamo Damon. La tensione continuava a crescere anche perché nessuno di noi sapeva cosa aveva realmente in mente. L’unica a saperlo era Bonnie ma non aveva trascorso molto tempo con noi quei due giorni, anzi era stata per la maggior parte del tempo fuori, con Damon presumo.
In realtà mi resi conto che oltre che preoccupata cominciavo ad essere un po’ gelosa del loro rapporto. Prima Damon e Bonnie si odiavano, ma piano piano erano diventati sempre più complici. Ora continuavano a non essere totalmente amici, o almeno non nel senso canonico del termine ma era come se avessero cominciato a sentirsi parte della stessa famiglia. Infondo eravamo questo noi. Una famiglia mal assortita. Eravamo rimasti tutti più o meno soli e ci facevamo compagnia. 
La tensione salì alle stelle quando in salotto fece irruzione Katerhine.
-Che ci fai tu qui?-  le sputò Stefan contro mettendosi immediatamente davanti a me. Mi sentii così in colpa in quel momento che dovetti abbassare lo guardo non riuscendo nemmeno a puntarlo sulla sua schiena.
-Damon!- spiegò con aria di sufficienza.- gli ho fatto un grosso favore mettendolo in contatto con una strega, e lui mi ha detto di venire qui per ricambiare! Non fare l’indifferente Stefan, lo so che sei contento di rivedermi e ti sono mancata.- gli sorrise sensale pronunciando quelle parole con lentezza esasperante. Lui la ignorò, in realtà lo facemmo un po’ tutti tornando a concentrarci sulla porta. Alle dieci finalmente la porta si aprì di nuovo, e questa volta entrarono le persone giuste.
Bonnie e una ragazzina con i capelli rossi e la pelle diafana dall’aria un po’ eccentrica entrarono per prime nella stanza.
-Ciao ragazzi! .. Lei è Lily … -
Mentre Bonnie faceva le presentazioni Damon irruppe nel salone a una velocità impensabile e guadagnò il centro della stanza “il solito egocentrico!” pensai trattenendo a stento un sorriso!
–E io sono Demon, sono sexy .. e sono un ‘Originale!-  
 

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Capitolo 10
*** CHAPTER 10 THE PLAN ***


CHAPTER 10 THE PLAN

Ero assolutamente sconvolta. Non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso. Mi costrinsi a farlo per guardare gli altri intorno a me. Erano tutti sconvolti quanto me. Lui era rimasto in piedi al centro della stanza e sorrideva. Gli occhi erano tutti puntati su di lui e sconvolti. Le uniche che non sembravano turbate erano Bonnie e Lily. Probabilmente lo avevano aiutato loro. Nessuno parlò per almeno dieci minuti finchè Caroline non ruppe il silenzio –Che vuol dire che sei un originale Damon?-
-Semplice: sono tornato mortale anche io come Elena l’altra notte e poi grazie a Lily e Bonnie ho riprodotto il rituale degli originali e sono diventato un originale anche io .-
-Questo vuol dire … - sussurro Katherine senza terminare la frase.
-Questo vuol dire che posso ucciderli tutti senza morire anche io .. – terminò lui guardandosi intorno con fare indifferente come se avesse fatto una normale considerazione sul tempo.
Il mio cuore si fermò. Sbarrai gli occhi puntandoli su di lui e balzai in piedi. Credei di volerlo uccidere, salvo poi ricordarmi che io ero umana e lui un originale e questo gli dava un bel po’ di vantaggi. Stefan fissava il fratello con sguardo incredulo.
-Non puoi farlo Damon … - gemette Caroline lasciandosi cadere sul divano. –non lo farà Caroline!- le assicurai andandole vicino per consolarla mentre guardavo Damon con puro odio. Di che razza di mostro mi ero innamorata? Li avrebbe uccisi tutti? Come poteva? Spostai lo sguardo da Damon a Bonnie . Lei sapeva del piano di Damon. Come le era venuto in mente di aiutarlo. Insomma nonostante fossi schifata da Damon diciamo che con i suoi precedenti c’era da aspettarselo, ma Bonnie? Io, lei e Caroline eravamo amiche da sempre. Come poteva farle una cosa del genere? Come aveva potuto accettare di partecipare al suo assassinio? La guardai e notai subito che era a disagio. Non riusciva a guardarci in faccia. Guardava Damon impaziente mentre lui guardava noi in faccia uno per uno. Era divertito. Posò lo sguardo su di me e mi fece l’occhiolino, ero disgustata.
-Damon, ti prego!- sussurrò Caroline
Lui in risposta sbuffò e sorrise ancora.
-Basta Damon non è carino che tu li tenga così in ansia … - una voce infantile che non conoscevo riempì la stanza. Fissai lo sguardo sulle due streghe dietro di Damon e vidi Bonnie rilassarsi al fianco di Lily.
-Ok, ma era divertente farli disperare ancora un po’! Tra parentesi, sono colpito dalla scarsa fiducia che riponete in me!- mi lanciò uno sguardo –soprattutto tu piccola Gilbert sentii le mie guance prendere fuoco. Aveva usato un tono di voce allusivo e suadente, così intimo da sembrarmi quasi indecente. Abbassai gli occhi. –Comunque, ovviamente non ho alcuna intenzione di lasciarvi morire! Altrimenti non saremmo tutti qui!- spiegò come se stesse parlando a un gruppo di sottosviluppati. – Stefan è mio fratello e voi .. – indicò Caroline e Tyler con un cenno del capo –beh mi state sempre tra i piedi quasi come una famiglia.-  Aveva usato il suo solito tono da sbruffone ma c’era qualcosa di commuovente nel sentirglielo dire era come se lo pensasse in maniera molto più dolce di quanto non lo avesse detto. Li fissò per un secondo poi parlò nuovamente  –Bando ai sentimentalismi! Per farla breve: ho un modo per spezzare il vostro legame con Klaus e legarvi a me. Questo ci permetterebbe di farlo fuori senza effetti collaterali. Ma, ovviamente, non posso garantirvi che alla fine saremo noi ad uscirne vincitori. Dovrete decidere voi su che cavallo puntare … -
-E perché io sarei qui ?- la voce di Katherine interruppe Damon e mi fece saltare sul posto. Già perché era lì?
-Ti dovevo un favore .. – rispose lui neutro.
Sentii una furia omicida salirmi da dentro, scattai in piedi e mi rivolsi al vampiro al centro della stanza.
-Perché vuoi salvarla?-
-Di che ti stupisci? Sono 150 anni che ci prova!- mi rispose Katherine guardandomi con sufficienza. Non riuscivo a capire se lo dicesse per infastidire lui o sapesse di noi due e volesse far infuriare me.
-Non sto parlando con te!- le sputai contro senza distogliere gli occhi da Damon che mi guardava interdetto.
- OhOh - sentii rispondere Katherine –Mi sono persa qualcosa?- chiese sorridendo mentre spostava gli occhi su Stefan che sembrava non starci a sentire.
- è  una scenata di gelosia questa Elena?- lo vidi assumere un’espressione compiaciuta da sbruffone e per la seconda volta in pochi minuti mi sentii nel più totale imbarazzo. Inoltre ci si metteva anche il senso di colpa nei confronti di Stefan che era lì costretto ad assistere a tutta quella imbarazzante scenetta.
-N..no che non lo è!- balbettai –Sono solo preoccupata. Potrebbe decidere di puntare su Klaus e tradirci! Sai lui ha un esercito di ibridi e tre fratelli immortali come lui!- sperai che la mia obiezione fosse abbastanza convincente. Infondo era vero. Nonostante questo Damon mi regalò un’altra occhiata scettica accompagnata da un sorriso malizioso irresistibile e poi continuò a parlare –Ho imparato a rispettare la parola data. E poi posso sempre soggiogarla!-
-Prendo la verbena!-
-Sono abbastanza forte da immobilizzarti e attendere che finisca l’effetto!-rispose lui –Allora ragazzi, cosa rispondete?-
-Io ci sto!- fu Tyler il primo a rispondere, probabilmente perché era quello che più di tutti voleva liberarsi di Klaus.
-Anche io! – intervenne Katherine, e tutti la guardammo dubbiosi. –Non perché mi minacci. Ma perché con il 50 e 50 punto su chi vorrei che vincesse. – e fissò Stefan per un secondo.
-Io sì!- fu la volta di Caroline.
E tutti si voltarono verso Stefan. Lui spostava lo sguardo dal fratello a me, era imperscrutabile. Poi sembrò rassegnato. –Voglio sbarazzarmi di tutti i Mikelson!-
-Bene!- sorrise Damon-Allora procediamo all’incantesimo e poi elaboreremo un piano insieme!-
-Aspetta! Non hai un piano?- chiese Katherine sconvolta.
-Più o meno, ma non nei dettagli! Vabbè ma non posso mica fare tutto io! Se non ci avete fatto caso già ho avuto un mucchio di idee geniali.-
Bonnie e Lily lo superarono e si portarono al centro del salotto.
-Cominciamo?- chiese la mia amica strega. Gli altri annuirono e lei si voltò verso di me. –Elena…- capii al volo.
-Questa storia mi ha stancata!- dissi mentre prendevo le quattro ampolline che lei e Lily mi porgevano e dopo essermi tagliata il palmo della mano facevo cadere alcune gocce di sangue in ognuna. Dentro c’erano una decina di ingredienti e mancava solo il mio sangue. –è come il prezzemolo, sta bene su tutto!- mi canzonò Caroline dall’altro lato della stanza.
Lily e Bonnie porsero ai quattro vampiri un’ampollina per uno e loro bevvero. Damon fece bere il suo sangue a tutti e dopo, uno per uno, li uccise. Sarebbero tornati dopo poche ore ma il loro destino sarebbe stato per sempre legato a quello di Damon.
Sistemammo tutti e quattro nelle stanze del pensionato, che quella sera era particolarmente affollato. Decidemmo di andare a letto perché era tardi e perché quella sera eravamo tutti davvero troppo stanchi per decidere qualcosa di sensato. Non c’era fretta secondo Damon. Con Klaus avevamo un accordo e lui non sarebbe venuto a riscuotere il sangue ancora per quattro giorni. Rimasi seduta sul divano mentre quasi tutti raggiungevano le loro stanze. Iniziai a fissare il fuoco nel camino fermandomi a pensare. Prima o poi avrei dovuto parlare con Stefan, non potevo limitarmi a fare la vaga così. Era una cosa che dovevo affrontare ma certo non quel giorno. Prima di tutto perché Stefan era ko in quel momento e poi perché era stata una giornata davvero lunga e faticosa e desideravo solo dormire. Quel pensiero mi fece arrossire di colpo. Dove sarei andata a dormire? Ogni notte che avevo trascorso in casa Salvatore l’avevo passata o nel letto di Stefan o in quello di Damon. Ma quando ero nel letto di Damon lui non era con me, MAI. Avvampai sempre di più per poi sentirmi un’idiota. Ci avevo fatto l’amore e ora provavo imbarazzo ad entrare nella sua camera? In realtà ero spaventata. Insomma era una cosa totalmente irrazionale io sapevo quanto lui mi amasse ma non riuscivo a calmare l’agitazione. Dormire insieme era una cosa da fidanzati. E noi non lo eravamo. O no? Non ne avevamo mai parlato.
-Ah sei qui!-  la sua voce mi fece saltare sul divano
-Sì, io … pensavo-
-A cosa?-
-Niente!-
-Non si può non pensare a niente!-
-Invece sì!- ribattei piccata.
-No, dimmi che non vuoi dirmelo!-
-Ma .. non sto pensando a niente!-
-Come vuoi!- mi sorrise scettico –Andiamo a letto?- mi fece l’occhiolino e prendendomi per mano mi trascinò con lui come fosse la cosa più normale del mondo, risolvendo con un semplice gesto le mie turbe esistenziali.
Non sapevo più decidere quale fosse la volta che Damon mi avesse fatto provare emozioni più forti. Era sempre assurdo quello che provavo quando ero con lui. Non riuscivo a controllarlo e soprattutto mi resi conto che eravamo sempre più perfetti insieme io e lui. Qualsiasi cosa facessimo insieme ci veniva benissimo. Era come se lui facesse uscire una parte di me che avevo tenuto tanto tempo nascosta, la parte di me che gli assomigliava e apparteneva. Avrei osato dire la parte migliore di me. Sorrisi sulle sue labbra quando finimmo di fare l’amore. –Che ridi?-
-Ricordavo o cosa stessi pensando prima!-
-Vuoi dirmelo?- sorrise esasperato.
-Pensavo che dormire insieme è una cosa intima!-
-Ahhhh insomma avevi una voglia matta di venire a letto con me ma non sapevi come proporti!?-
-Cretino!- gli diedi una cuscinata.
-Comunque mi sembra che noi siamo abbastanza in intimità e confidenza da poter dividere il letto!-
-Parlo di un altro genere d’intimità. Damon! Fai il serio ogni tanto.- stavo cominciando ad innervosirmi e mi voltai dall’altra parte. Lui mi afferrò per le spalle e mi fece voltare. Lo vidi guardarmi negli occhi serio e poi sorridermi. Questa volta però era un sorriso diverso, dolce. –Ti ho desiderata così tanto amore mio!- mi sussurrò ad un centimetro dal viso facendomi rabbrividire. –Ti appartengo. Capisci? Il mio cuore ti appartiene, il mio copro ti appartiene, la mia stessa vita ti appartiene! Il letto è solo una delle mille cose che voglio dividere con te. Addormentarmi al tuo fianco sarebbe un sogno che si realizza, Elena.- continuò a parlare accarezzandomi il volto. Era dolcissimo. Decidemmo di approfondire ancora una volta la nostra intimità!
Il giorno dopo aprii gli occhi alle nove e la prima cosa che vidi furono i suoi azzurri fissati su di me.
-Buongiorno Elena!-
-Buongiorno Damon- gli sorrisi e lui mi posò un bacio sulle labbra. Mi accorsi che era già completamente vestito. –Scendiamo di sotto. I nostri amici sono tornati dalla morte e gli altri sono già tutti svegli dobbiamo elaborare il piano!-
Mi vestii e raggiunsi gli altri di sotto. li trovai tutti in salone e l’atmosfera sembrava abbastanza elettrica. Stavamo preparando una battaglia era evidente. Mi guardai intorno e notai che mancava qualcuno.
-Dov’è Bonnie?-
-Ovviamente non vuole che sua madre muoia, perciò le ho dato un po’ del mio sangue, sta facendo abracadabra e poi la porta qui che un rinforzo in più non fa mai male.- mi spiegò Damon.
-Allora cominciamo questa riunione?- urlò Jeremy
-Tu che c’entri?-
-Io e Matt ormai siamo cacciatori e c’entriamo eccome!-
Sospirai rassegnata. Sapevo che non sarei mai riuscita a fargli cambiare idea. Ci mettemmo tutti in circolo e cominciammo a discuterne.
-Non dobbiamo avere fretta!- disse Katherine. –Invece sì! Voglio che finisca il prima possibile!- intervenne Tyler. –Ha ragione Katherine, non dobbiamo correre rischi. Ciò che conta è prima di tutto l’effetto a sorpresa. Lui non sa e non deve sapere niente. Dobbiamo tutti esercitarci molto per vincere questa battaglia e sarebbe meglio cercare di ucciderli uno per uno senza lasciar traccia. – spiegò Damon.
-Sì ma Elija?- chiesi io preoccupata. –Lui non merita di morire, non è un mostro!-
-Dobbiamo ucciderli tutti!- intervenne Lily.- Non possono sopravvivere. Voi siete gli unici che sopravvivranno a tutto questo. Così è stato deciso e così sarà!-
-Diamoci un po’ di tempo per esercitarci. Anche Matt e Jeremy ne avranno bisogno. Poi tra un mese cominceremo eliminando Kol e Elija. Vi divideremo in due gruppi . Poi Rebekka e infine Klaus. Già è abbastanza problematico da solo senza bisogno dei fratelli e della sorellina che lo aiutano- disse Caroline. Qualcosa nella sua voce mi confuse. Sembrava che sebbene avesse detto che avevamo bisogno di tempo, in realtà non vedesse l’ora di concludere. Era strana. Combattuta. Decisi che da amica avrei dovuto parlarle, ma in  quel momento era meglio lasciar perdere.
-Ottima idea!- intervenni. –Quando verrà Klaus tra quattro giorni faremo finta di niente! Damon farà un po’ di storie come al solito, e voi vi farete trovare impegnati nelle vostre tipiche attività! Forse è meglio se Lily, Katherine e Abby non si fanno vedere, potrebbe insospettirsi.-
-Lui non verrà lasciato libero di prelevarti del sangue Elena!- mi interruppe Damon e si voltò dandomi le spalle come se il discorso così fosse chiuso. –Ah no? E come farai a impedirglielo senza mandare a monte il piano?- vidi i muscoli della sua schiena irrigidirsi e poi le spalle farsi pesanti. L’avevo avuta vinta.
Passammo tutta la giornata ad elaborare il piano perfetto. Tutti speravamo funzionasse. Doveva funzionare.




Scusate sono stata impegnata con gli esami! Questo capitolo è un po' bruttino spero che il prossimo sia migliore!

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Capitolo 11
*** CHAPTER 11 - CLARIFICATIONS AND FAINTING ***


 CHAPTER 11 CLARIFICATIONS AND FAINTING

Le settimane scorrevano veloci. Era trascorso quasi un mese dalla nostra riunione. Da quando si era formata la nostra banda clandestina di ribelli. Klaus era venuto diverse volte a prelevarmi sangue. Damon ogni volta diventava intrattabile e rischiava di mandare tutto a monte ma fortunatamente eravamo riusciti a trattenerlo. Nel frattempo ero riuscita a parlare con Stefan e Caroline come mi ero ripromessa.
Parlare con Caroline era stato abbastanza semplice e naturale. Qualche giorno dopo la riunione la trovai in giardino da sola e decisi che dovevo parlarle.
-Ehi-
-Ehi!- rispose lei, sembrava triste.
-Cosa c’è che non va Care?-
-Niente … -
-Non è vero. Io ti conosco e purtroppo ho un presentimento terribile!-
-Che presentimento?- mi chiese lei colpita e sulla difensiva.
-Che la futura e auspicata- sottolineai il secondo aggettivo con enfasi –morte di Klaus ti renda triste!-
-Ma cosa dici? No! Io voglio che tu sia libera, che tutti noi torniamo ad essere liberi.-
- Caroline, con me ne puoi parlare!-
Sospirò e  si sedette sul muretto senza guardarmi. Prima tenne lo sguardo basso e poi lo fissò sull’orizzonte evitando accuratamente i miei occhi. –Klaus ha iniziato subito a corteggiarmi- cominciò, ed io annuii mettendomi seduta al suo fianco e perdendo come lei lo sguardo nell’orizzonte. –Lui, è capace di farmi sentire speciale in quel suo modo perverso ed io … io credo di sentire qualcosa di strano quando passo del tempo con lui. Strane sensazioni, strane emozioni. Forti ed incomprensibili insieme. Non so se tu puoi capirmi .. – sentii che mi guardava, sorrisi e annuii senza spostare gli occhi dall’orizzonte. Lei si voltò di nuovo – Ma so che è sbagliato, so che lui è una persona sbagliata. Tutto questo deve finire. E io voglio che finisca. –
-Lo supererai Care, ne sono certa!-
-Quando hai conosciuto Damon, i primi tempi dopo Atlanta, o dopo che ha ucciso Jeremy, saresti riuscita a lasciarlo morire?- mi voltai verso di lei e lei verso di me e capii cosa stesse provando. Neanche per un secondo nella mia vita avevo pensato seriamente alla possibilità di far sparire Damon. L’avevo odiato, avrei voluto non vederlo, non sentirlo, avrei voluto picchiarlo. Ma non avrei mai potuto volerlo davvero morto.
-Care … - sussurrai cercando di consolarla.
-Tranquilla. Non sono al punto in cui eri tu! Tu, in un modo o nell’altro lo hai sempre avuto dentro. Lo hai sempre amato. E comunque io sono costretta a scegliere tra queste sensazioni assurde e la mia famiglia. Non ho dubbi sul cosa scegliere!-
-Ti voglio bene Caroline!-
-Anche io Elena-  ed iniziò a singhiozzare mentre eravamo abbracciate. Poi si staccò da me, si asciugò gli occhi –sono una stupida!- sorrise debolmente.
-No, io ti capisco! I cattivi sono sexy, e tu sei sempre andata pazza per l’accento inglese!- le dissi.
-E poi i vampiri sono sempre arrapati- aggiunse lei tra il riso e le lacrime.
Ero contenta di aver parlato con lei, di averle fatto un po’ di forza. Questo mi faceva sentire come se stessi facendo qualcosa di utile e produttivo. Nelle settimane che seguirono io iniziai ad allenarmi con Matt e Jeremy. Damon era assolutamente contrario ma non poteva impedirmi di imparare almeno le basi dell’auto-difesa. Quindi cominciai ad allenarmi duramente. La sera ero sempre stanchissima ed avevo sempre molta fame.  Eravamo tutti molto impegnati. Stefan e Damon si allenavano con Caroline, Abby, Katherine e Tyler. Ma Caroline e Tyler davano anche una mano a noi di tanto in tanto. Lily e Bonnie anche si allenavano negli incantesimi e riuscivamo a vederle pochissimo. Alternavano allenamenti a ricerche di incantesimi utili per noi. E fino ad ora già avevano prodotto una pozione in grado di rendere i vampiri più forti e una in grado di rendere gli umani più resistenti.
Spesso anche Meredith passava al pensionato. Non volevamo coinvolgerla attivamente nel piano ma le avevamo raccontato qualcosa. Lei e Stefan sembrava andassero particolarmente d’accordo e passavano molto tempo insieme. Questo rendeva Meredith particolarmente antipatica a Katherine che non la smetteva più di sbuffare e fare battute ogni volta che il nostro medico di fiducia si trovava al pensionato.
Klaus non sospettava niente. Ogni volta che veniva cercavo di tenere Caroline lontana dal pensionato in modo che non s’incontrassero. Avevo intenzione di proporre a Damon di non lasciarla partecipare all’ultima parte del piano. Non era innamorata di Klaus ma non volevo che si sentisse costretta a partecipare alla sua morte. Avevo già un’idea su come tenerla lontana.
L’occasione per parlare con Stefan si presentò una settimana prima della data fissata per lo scontro con Kol ed Elija. Mi sentivo esausta dopo un’intensa mattinata di allenamenti ed avevo anche un fastidio allo stomaco. Pensavo di essere più resistente. Rientrai al pensionato prima degli altri e con l’intenzione di farmi una limonata entrai in cucina. Mentre cercavo i limoni sentii una presenza alle mie spalle. –Ciao .. pensavo fossi ancora ad allenarti!- mi voltai presa alla sprovvista e guardai il vampiro davanti a me imbarazzata. Era la prima volta che ci trovavamo da soli da quando c’eravamo lasciati. Avevamo ridotto le conversazioni all’osso e soprattutto non avevamo mai affrontato l’argomento “ci siamo lasciati perché tu ami mio fratello”.
Per quanto in quel momento avrei tanto voluto darmela a gambe sentii che non potevo continuare a far finta di niente. Così gli sorrisi –Non mi sento molto bene, sto preparando una limonata, ne vuoi un po’?-
-Sì grazie!- sorrise e si sedette al tavolo. Finii la preparazione e gli porsi un bicchiere sedendomi davanti a lui.
-Alla salute!- mi sorrise alzando il bicchiere verso di me. Gli sorrisi e ricambiai il gesto. Dopo aver mandato giù il primo sorso, posai il bicchiere sul tavolo e lo guardai. –Stefan .. – lui si limitò ad alzare gli occhi su di me e attese che io andassi avanti. –Mi dispiace tanto .. – mi sentivo patetica e non sapevo che dire.
-Non è colpa tua! – disse lui spostando gli occhi dai miei. –Non potevi farci niente Elena.-
-Io non avrei voluto-
-Cosa?- mi chiese sorridendo amaramente –Non è vero questo Elena. Puoi guardarmi negli occhi e dirmi in tutta sincerità che se avessi potuto scegliere non avresti voluto innamorarti di Damon?- non riuscii a rispondergli. Ovvio che no. Come avrei potuto scegliere una vita senza Damon??? Non se ne parlava proprio. Abbassai lo sguardo. –Non intendevo questo Stefan. Io non avrei voluto farti soffrire. Non avrei voluto non sapermi decidere fino all’ultimo.-
-Hai rischiato di morire per questo, Elena!-
-Non sopportavo di farti del male. E nonostante tutto Stefan, anche se probabilmente non lo merito, io ho continuato a volerti bene, a volerti nella mia vita. Non voglio obbligarti ad esserci o a perdonarmi, non sono così egoista ma voglio che tu sappia che se arriverà mai un giorno in cui riuscirai a perdonarmi io sarò felice di poterti stare comunque vicina.-
-Anche io ti voglio bene Elena ma non sono ancora pronto per cambiare il nostro rapporto. Devo ancora metabolizzare tutto questo. Ma sono sicuro che arriverà un giorno in cui potremo essere amici.-
-Aspetterò tutto il tempo che vorrai!- gli dissi un po’ più allegra dal fatto che ci fosse speranza di non dirgli definitivamente addio quando la storia degli originali fosse finita.
-Oh, ne sono certo. E dato che stai con Damon avrai sicuramente l’eternità a disposizione!- disse lui divertito con una punta di sarcasmo.
-Che vuoi dire?- gli chiesi confusa.
- Damon non è me Elena, dovresti saperlo. Lui non ti lascerà scegliere di invecchiare e morire. Tempo qualche anno ti trasformerà con o senza il tuo consenso!- svuotò il suo bicchiere e le mise nel lavabo poi uscì lasciandomi sola in cucina. Aveva ragione, era vero. Damon non mi avrebbe lasciata scegliere. La cosa mi infastidiva fortemente. Lui non poteva fare quella scelta per me. Ero consapevole che fosse inutile preoccuparmene in quel momento ma avrei dovuto affrontarlo. Non aveva il diritto di difendermi da me stessa. Forse fu la rabbia, o la stanchezza, o l’ansia perché si avvicinava il giorno fissato per l’inizio del piano ma iniziai a sentire la testa girarmi forte e la nausea crescere. Provai a raggiungere il divano ma era troppo lontano. Mi accasciai a terra e perdetti i sensi.

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Capitolo 12
*** CHAPTER 12 THE FIRST STEP ***


CHAPTER 12 THE FIRST STEP

Quando ripresi i sensi mi resi subito conto di essere nel letto di Damon che ormai era anche il mio letto. Non riaprii subito gli occhi ma sentivo la voce furiosa di Damon discutere con qualcun altro.
-è testarda come un mulo! Si è fissata con questa storia di fare la principessa guerriera e vuole tenere ritmi che non può sopportare! E poi quei due, che razza di allenamento le avranno fatto fare per farla svenire. Mi sentiranno! Ma questa storia finisce qui. Adesso basta assecondare le sue aspirazioni  autolesioniste.- sentirlo sbraitare così fuori controllo mi fece innervosire da morire. Non sopportavo il fatto di dovermi limitare perché era lui a deciderlo. Erano affari miei quello che volevo fare. Sapevo che era solo preoccupato ma non sopportavo quell’atteggiamento.
-Stai calmo Damon, starà bene! Potrebbe essere solo un po’ di stress!- ovviamente c’era Meredith con lui , era lei che si era occupata di me. Mi decisi ad aprire gli occhi e mi misi a sedere. –Smettila Damon di stressare la gente!- gli dissi burbera.  In un secondo lui raggiunse il mio letto e si mise a sedere a fianco a me. Prese ad accarezzarmi dolcemente i capelli –Come ti senti Elena?-
-Bene- risposi ancora scocciata dal discorso che gli avevo sentito fare.
- cosa ti è successo?- mi chiese puntando gli occhi nei miei e tenendomi il viso tra le mani.
-Niente Damon, credo solo di essere un po’ stanca e stressata. Forse anche un po’ di ansia perché si avvicina il grande giorno.-
-Non devi partecipare per forza Elena, anzi per me sarebbe infinite volte meglio se tu decidessi di restare a casa.-
-Non se ne parla!-
-Oh smettila di fare l’eroina. Sei umana Elena, non hai la forza per cambiare le cose.-
-Anche Jeremy e Matt sono umani. –
-Non c’entra .. –
-Cosa c’è di diverso?- i toni si erano alzati notevolmente e Meredith ci aveva lasciati da soli a discutere senza che noi nemmeno ce ne accorgessimo. Ero davvero arrabbiata con Damon. Perché cercava di tagliarmi fuori da tutto, perché non aveva fiducia in me e nelle mie scelte, per quello che aveva detto Stefan che mi tornò improvvisamente alla memoria alimentando la mia furia.
-C’è di diverso che non sono disposto a rischiare di perderti!- mi disse a un centimetro dal viso.
-Ma io non sono disposta a essere inutile.-
-Metterai in pericolo anche me. È questo che vuoi? Non riuscirò a concentrarmi su Elija e rischierò di morire per farti da balia!- si era alzato dal mio letto e camminava avanti e indietro come un pazzo. –è questo che vuoi Elena?-
-Certo che no! Per questo se tu andrai da Elija io andrò da Kol!-
S’immobilizzò e si voltò verso di me. Negli occhi aveva le fiamme. –Non scherzare!-
-Non sto scherzando Damon .. –
-Non se ne parla! Scordatelo, cancellalo, rimuovilo, dimenticalo. NO!-
-Ormai ho deciso! Adesso per favore Damon esci che voglio vestirmi e scendere a mangiare. Ho fame e ho voglia di pollo alla piastra.-
-Certo tanto si fa sempre quello che vuoi tu no? Aspetta, pollo alla piastra? Sono le otto di mattina!-
-Adesso vuoi decidere anche la mia dieta Damon!- gli sbraitai contro completamente incapace di controllarmi.
-Fai come ti pare Elena!- lui più furioso di me lasciò la stanza e sbatté la porta.
Trascorsi tutta la giornata un po’ frastornata ma piano piano ripresi le forze. Mancava solo una manciata di giorni al piano e dovevo rimettermi in fretta. Non potevo perdere tempo. Io e Damon non ci rivolgemmo la parola tutto il giorno e ci evitavamo accuratamente troppo furiosi l’uni con l’altra. Eravamo tutti e due abbarbicati sulle nostre ragioni incapaci di comprendere quelle dell’altro. Questa volta era impossibile un compromesso, lo sapevamo entrambi e questo significava che uno dei due avrebbe dovuto cedere. La notte non dormivamo nemmeno più insieme. Io mi ero momentaneamente trasferita nella camera di Caroline e probabilmente questo lo aveva fatto infuriare ancora di più ma non m’importava. Damon doveva smetterla di decidere per me. E io dovevo smetterla di farmi cullare costantemente dalla sua rassicurante presenza. Mi ero resa conto che da quando Damon  era entrato nella mia vita avevo man mano perso la capacità di pensare a me stessa. Non ne avevo più avuto bisogno. C’era lui a pensare a me, a badare a me, io non dovevo fare niente nella mia bolla di cristallo e questo non andava bene. I giorni passavano in fretta e arrivò il grande giorno. Eravamo tutti molto agitati in vista di quello che ci aspettava la sera. Trascorremmo la giornata a fare gli ultimi preparativi. I vampiri si nutrirono più del solito e noi umani cercavamo di riposarci e tenerci in forze. Intanto tutti ripassavano il piano divisi in due gruppi: gli assassini di Kol e quelli di Elija.
Sapevamo che quella sera sarebbero andati entrambi ad Atlanta ma sarebbero stati divisi. Elija avrebbe dovuto incontrare alcune persone per dei documenti che gli servivano, mentre Kol andava semplicemente in cerca di divertimento. Partimmo nel tardo pomeriggio e raggiungemmo uno stabile abbandonato ad Atlanta che sarebbe stato la nostra base. L’aveva scelto Katherine che aveva una certa esperienza nella fuga.
-Siamo pronti?- chiese Bonnie a tutti.
Annuimmo tutti quanti in risposta. Avevamo una scorta di paletti di quercia bianca. Uno per uno. E puntavamo tutto sull’effetto sorpresa. Bonnie e Lily ci diedero le pozioni che erano riuscite a preparare per renderci più resistenti, forti e veloci. Non sarebbero certo bastate da sole a farci vincere contro un originale ma comunque avrebbero aiutato.  –è ora di andare!- ci invitò Lily. Mentre tutti si incamminavano verso l’uscita mi sentii afferrare il polso.
-ahia! – mi lamentai della stretta guardando Damon duramente.
-Non andare Elena. Resta qui!- mi sentii sciogliere. Non era un ordine ma una supplica. Nonostante questo non potevo cedere.
- Ne abbiamo già parlato Damon.-
-Se dovesse accaderti qualcosa … -
-Non accadrà niente Damon, te lo giuro, io non ti lascerò mai più di nuovo.- sorrisi e lui mi sorrise.
-Stai attenta!-
-Anche tu .. – non mi resi neanche conto di come le nostre labbra si ritrovarono incollate. So solo che mi erano mancate in modo spaventoso. Fu un bacio lungo e dolce. Disperato e spaventato.
-Ragazzi, muovetevi è ora di andare! Avrete tempo dopo per questo!- ci interruppe Caroline. Ci dividemmo e ci inoltrammo nel buoi di Atlanta a svolgere il nostro compito.

POV DAMON
Ero teso, la posta in gioco era altissima. Mi guardai intorno e vidi i volti dei miei amici intorno a me. Eravamo tutti agitati, eccitati e preoccupati al tempo stesso. Katherine era al mio fianco e sembrava concentratissima. Sapevo che tra tutti quelli che erano con me era l’alleata più forte e determinata. Quella sera era particolarmente silenziosa, non  aveva preso di buon grado il non essere nello stesso gruppo di Stefan. Potevo capirla. Anche io non sopportava il pensiero che Elena andasse a caccia di originali senza di me. Certo meglio Kol di Elija. Era folle ma sicuramente meno forte e capace del fratello.  Katherine si accorse del mio sguardo e mi afferrò l’avambraccio cercando di farmi forza con lo sguardo. Era assurdo quanto fosse cambiata in meno di un mese. Certo era sempre egoista e arrogante ma quando non doveva scegliere tra se e gli altri riusciva ad essere gentile. Inoltre il gioco di squadra le veniva meglio di quanto credessi. Mi chiesi quanto questo suo cambiamento dipendesse da mio fratello. Guardai ancora intorno e trovai Abby. Anche lei aveva fatto enormi passi avanti. Certo era inesperta ma si era impegnata molto durante gli allenamenti. Anche lei era agitata. Rischiava la vita di sua figlia. Poi guardai Jeremy e Lily dietro di noi. Lui stringeva la balestra nella mano mentre Lily si concentrava per prevedere il momento esatto in cui Elija sarebbe uscito nel vicolo dove lo attendevamo. La stavo ancora fissando quando aprì improvvisamente gli occhi e mi fece un cenno col capo.
-Inizi la festa!- sussurrai.
Katherine si fece avanti e si portò sotto la luce del lampione.
-Ciao Elija!-
- Katherine … - chiamò lui preso alla sprovvista –che ci fai qui? Pensavo ti tenessi alla larga da me e i miei fratelli!-
-Sai Elija, prima o poi tutti si stancano di scappare! E poi avevo davvero voglia di rivederti!- miagolò lei con il suo solito fare sensuale.
-Beh non dovresti Katherine. È una scelta stupida la tua!-
-Dovresti saperlo che non corro rischi se non ci sono alte probabilità di uscirne vincitrice!- sorrise lei e senza dire una parola si scaravento su Elija brandendo il paletto di quercia bianca.
-Sei una sciocca Keterina! Pensavi davvero di poter avere la meglio con me.- disse lui riuscendo ad evitarla e scagliandolesi  addosso. Per un momento ci fu un groviglio di corpi non riconoscibili. Jeremy ed Abby uscirono allo scoperto. –Non sono sola Elija, ancora non hai imparato a conoscermi?- L’originale si fermò e si voltò verso gli altri due componenti della nostra squadra. Era confuso e questo significava che il piano stava funzionando.
-Ti sei portata un ragazzino umano e una neo vampira ad aiutarti? Sei impazzita Katerina?-
-Non sottovalutarli Elija! E soprattutto non sottovalutarmi!- Jeremy cercava di tenere l’originale sotto mira, ma non era facile. Certo se lui si fosse avvicinato abbastanza lo avrebbe centrato senza dubbio ma così era difficile.  Abby e Katherine continuarono il loro corpo a corpo ma non riuscirono a prevalere nemmeno in due. Katherine riuscì a ficcargli il paletto nel braccio ma nemmeno ferito Elija dava segni di cedimento di alcun tipo. Ferì Abby e immobilizzò Katherine al muro.
-Non ti azzardare a lanciarmi quel paletto ragazzo, o l’ammazzo!- minacciò verso Jeremy.
-Tu falle del male e io faccio partire la balestra!- rilanciò lui deciso. Quel ragazzo mi piaceva sempre di più ogni giorno che passava. Cominciava davvero a dispiacermi di averlo ucciso quella volta. Elija non sembrava voler cedere ma non sapeva come uscire dalla situazione ed era evidente. Oltretutto il nostro intento era compiuto. Era confuso e leggermente stanco. Guardò negli occhi Katherine mentre le stringeva la gola.
-Qual è il tuo piano Katerina?-
-Lo saprai presto!- rispose lei con sforzo.
Era il momento. Uscii allo scoperto anche io. –Lasciala Elija!-
-Damon Salvatore! Dovevo immaginarlo ci fossi tu dietro tutto questo!- mollò la presa dal collo di Katherine buttandola a terra vicino ad Abby. –Cosa credi di fare?-
-Beh, mi dispiace molto sai Elija? Tu non sei così male. Ma visto che non mi permetteresti di uccidere i tuoi fratelli senza metterti in mezzo … - lasciai la frase a metà e lo guardai fintamente dispiaciuto. Lui scoppiò a ridere –Credi di potermi uccidere?-
-No, non lo credo Elija! Io lo so!- mi avventai su di lui che sebbene fosse stanco riuscì a sfuggirmi. L’adrenalina mi pervadeva. Ero agitatissimo e non riuscii a pensare ad altro che dovevo sbrigarmi per andare a dare una mano agli altri. Il pensiero di Elena mi spaventava a morte. Riuscii a colpirlo allo stomaco e i suoi occhi si riempirono di stupore. Ero più forte di quanto ricordasse ovviamente. Ma sapevo di non esserlo comunque abbastanza. Avevo puntato sull’effetto sorpresa, ma ora che lui sapeva quanto fossi forte non ci avrebbe messo molto a riprendere le misure. Per fortuna gli elementi sorpresa non erano finiti. Lily uscì dal suo nascondiglio proprio mentre Elija stava per gettarmi a terra. Era luminosa. E non dico in senso lato. Emanava luce davvero. Lui la guardò turbato mentre lei continuava a recitare una formula magica con la sua vocina infantile ed apparentemente innocua. –Cosa..?- fece per chiedere lui, ma non finì la frase che un lampo di luce bianca lo colpì agli occhi rendendolo momentaneamente cieco. Ne approfittai immediatamente portandomi su di lui. –Addio Elija!- e gli piantai un paletto bianco nel cuore. Un originale era morto.  
-Katherine? Stai bene?-
-Sì, bene, solo un po’ ammaccata!-
-Bene, aiuta Jeremy a far sparire il corpo, e assicuratevi che non possa essere trovato! Lily, tu porta Abby al pensionato, troverai Meredith che ti aspetta lì!-
-Dove stai andando Damon?- mi chiese Katherine.
-A dare una mano agli altri.- Mi voltai e corsi verso da Elena.

POV ELENA
Il piano per uccidere Kol prevedeva un’esca. Damon aveva insistito affinché l’esca fosse Matt e noi gli avevamo fatto credere che sarebbe andata così. Sapevamo benissimo che Matt non era abbastanza appetibile per Kol. A lui piacevano le ragazze giovani e carine. E Matt non era sicuramente una ragazza carina. Perciò il nostro piano era stato leggermente modificato.
Il vicolo dove stavamo aspettando Kol era nel sobborgo più malfamato di Atlanta. Ero seduta su un muretto a far finta di far qualcosa di non ben specificato. Era più di un’ora che lo stavo aspettando seduta lì, e nonostante sapessi che i miei amici erano vicinissimi il fatto che non li vedessi mi riempiva di ansia. Ero spaventata. Oltretutto la puzza di sporco in quel vicolo mi stava facendo impazzire per la nausea. Non ce la facevo più a resistere, mi sentivo stanca e spossata. Sentii la porta di servizio del locale davanti alla quale mi ero appostata aprirsi e capii che era arrivato il momento. Kol uscì che ancora trascinava il corpo di una ragazza morente con sé. Da come era vestita probabilmente era una ballerina del night, e a quanto pare era diventata la sua cena. Lo vidi succhiarle via le ultime gocce di vita che le erano rimaste e poi gettarla in un angolo accanto ad un cassonetto. Era un mostro e questo mi fece dimenticare la nausea e vedere con più chiarezza l’enormità e l’importanza di quello che dovevamo fare. Dovevo distrarlo e fargli abbassare la guardia. Assunsi un’aria spaventata e sorpresa e lo chiamai –Kol .. – lui si voltò di scatto verso di me
–Elena ..- non mi accorsi dei suoi movimenti ma me lo ritrovai davanti –Guarda che fortuna, imbattermi nella doppelganger, sola soletta senza Salvatori intorno!- mi parlava con fare dolciastro. Forse voleva imitare il modo si fare di Klaus ma era molto, molto lontano dal somigliargli. Anche Klaus era un mostro ed era pericoloso e cattivo ma nel suo terrificante modo era un gentiluomo. Kol no. Mi accarezzava i capelli mentre mi parlava e io mi accorsi di non dover fingere di essere spaventata perché tra tutti i vampiri che avevo conosciuto lui era il più ripugnante. –Che ci fai qui sola, sola bambolina?-
-Io .. – cercai una risposta mentre lui continuava ad avvicinarsi, non la trovavo. Sentivo il peso del paletto bianco nella mia tasca e tentai di concentrarmi su quello per n0on cedere al panico.
-Ah ho capito! Cercavi di fuggire Elena? Ma guarda te che sfortuna. Cerchi di scappare da mio fratello e t’imbatti in me. Dalla padella alla brace!- rise tra sé ed io rabbrividii.
-Lasciami andare!- lo pregai.
-Cara, vorrei poterti accontentare ma sai, queste sono occasioni che nella vita non si ripetono.- mi sorrise –con tutto l’affetto che provo per mio fratello, mi ha tenuto dentro una bara per secoli, credo di aver diritto ad una piccola vendetta, soprattutto se l’occasione mi viene servita su un piatto d’argento. Perciò credo di essere costretto ad ucciderti.- mi accarezzò la guancia.
-Non farlo Kol – risposi.
-Oh sì piccola Elena. Supplica pure … è più eccitante sai? Ma toglimi una curiosità. Come sei scappata dai fratelli Salvatore eh? Pensavo non ti mollassero mai!-
-Io sono andata via di nascosto .. lasciali fuori!-
-che carina! vuoi difenderli. Inutile, quando scopriranno che ti ho uccisa verranno a cercarmi. Per curiosità Petrova: con quale dei due vai a letto?- mi chiese con una nota di disprezzo nella voce. Abbassai lo sguardo dal suo. Bene stava lasciando uscire il mostro e questo significava deconcentrazione.
-Non importa, li ucciderò tutti e due!- alzai gli occhi fiammanti su di lui e intravidi aldilà della sua figura i miei amici in posizione. Tirai fuori il paletto e tentai di scagliarmi su di lui ma riuscii solo a piantarglielo nel braccio. Lui urlò di dolore e mi spinse a terra di riflesso. Vidi che stava per abbattersi su di me ma una voce lo richiamò.
-Io non lo farei fossi in te … - Matt gli puntava la balestra addosso. Per gli umani avevamo deciso fossero meglio le armi a distanza.
-Cosa credi di fare tu?-
-Niente se tu stai lontano da Elena!-
-Come se un umano potesse costringermi .. –
-Dimentichi un particolare, un umano con un paletto di quercia bianca!-
-Non sei comunque né abbastanza forte, né abbastanza veloce.- gli rispose Kol sprezzante quasi ridendo, però non poteva davvero gettarsi su di me altrimenti per qualche secondo sarebbe stato un facile bersaglio.
-Forse lui no, ma noi sì!- intervenne Tyler materializzandosi davanti a Kol e mordendolo. Tylor era un’arma potente e il suo morso aveva condannato l’originale ma non bastava. Bisognava ucciderlo prima che raggiungesse Klaus.  Improvvisamente sbucarono fuori anche Stefan e Caroline. Kol si trovò circondato ma non era facile sottometterlo. Si era appena nutrito ed era molto forte. Nonostante la ferita al braccio e nonostante il morso era più forte dei miei amici. Combatterono senza sosta per quasi mezz’ora. Kol riuscii ad atterrare Tylor in poco tempo facendolo sbattere forte a terra. Caroline e Stefan continuarono a combattere con lui. Ad un certo punto Bonnie sbucò da vicolo e iniziò il suo incantesimo. Era sempre stata brava a far venire il mal di testa ai vampiri. Ricordo che Damon solitamente era la sua vittima preferita. Evidentemente grazie all’aiuto di Lily aveva perfezionato la tecnica perché Kol si accasciò a terra e cominciò ad urlare. Sembrava avessimo vinto ormai. All’improvviso un vampiro sbucò dal nulla e colpì forte Bonnie alla testa. Vidi la mia amica cadere a terra e Kol rialzarsi immediatamente –Grazie Adrew, amico!- avevamo dimenticato l’esistenza del suo tirapiedi. Matt abbandonò la balestra e corse vicino a Bonnie per cercare di soccorrerla. Io non potevo raggiungerli ero dall’altra parte della battaglia e mi resi conto che stavo sanguinando. L’odore del sangue mi fece venire un conato fortissimo e la nausea mi tornò immediatamente. Merda! Ma era quello il momento di farsi venire i disturbi??? Cercai di concentrarmi sulla scena davanti a me. Ormai Stefan e Kol si battevano soli mentre Caroline cercava di allontanare lo sconosciuto. Andrew riuscì ad atterrare Caroline molto vicino a me,  la sovrastava e lei era priva di sensi. Stava per impalettarla ma io mi alzai e portandomi dietro di lui con fatica gli ficcai il paletto nella schiena prima che si accorgesse di me. Vicino la spina dorsale. “eccoti l’accesso al cuore di un vampiro” come mi aveva insegnato Damon tempo prima.  Il vampiro cadde a terra morto, ma Caroline non riuscì a riprendersi immediatamente e Kol stava nonostante tutto prevalendo su Stefan. Erano entrambi feriti ma l’originale aveva secoli di esperienze e resistenza in più. Gettò Stefan a terra esausto e si voltò verso di me con occhi furenti.
-Volevi ingannarmi piccola stronza!- ruggì nella mia direzione. Lo vidi come a rallentatore gettarsi su di me e aspettavo l’impatto da un momento all’altro, ma non arrivò. Riaprii gli occhi e vidi una larga schiena davanti a me.
-Damon – sussurrai.
-Per servirla!-  mi rispose.
Si era interposto tra me e Kol e gli aveva piantato il paletto bianco nel cuore. Kol era morto. Cercai di mettere a fuoco Damon ma la nausea tornò prepotente accompagnata da giramenti di testa insopportabili. Svenni immediatamente.

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Capitolo 13
*** CHAPTER 13 SHOCKING NEWS ***


 

CHAPTER 13 SHOCKING NEWS

Aprii gli occhi nel letto di Damon sentendomi ancora frastornata. C’era qualcosa che non andava. Mi sentivo riposata ma comunque il senso di vertigine restava. Decisi comunque di mettermi seduta.
-Ben svegliata!- mi voltai e trovai Meredith a sorridermi affianco al mio letto. –Come ti senti?-
-Un po’ confusa, grazie. Quanto ho dormito?- le chiesi ancora disorientata.
-Praticamente un giorno intero. Ma eri stanca e dovevi riposarti. Tra l’altro deliravi e un paio di volte ti sei svegliata ma non eri cosciente. Damon è quasi impazzito. Ho dovuto costringere Caroline e Stefan a portarlo via.- rise tra sé e mi passo un bicchiere con dentro una qualche medicina probabilmente.
-Come stanno gli altri?-
-Si sono ripresi tutti. È stato un successone no? Mi hanno detto che hai ucciso un vampiro!-
-Oh- mi tornò in mente tutta la lotta alla quale avevo partecipato. –beh un po’ di fortuna!- sorrisi a Meredith sentendomi però davvero soddisfatta. Avevo ucciso un vampiro. Avevo salvato Caroline uccidendo un vampiro. Tzè sfidavo Damon a dire ancora che non ero in grado di difendermi, ma poi pensai che comunque dopo tutta l’ansia che aveva provato avrei anche potuto sterminare tutti gli originari in una volta sola lui non avrebbe comunque smesso di fare storie quando si trattasse di decidere la mia partecipazione a un’azione pericolosa.
-Dove sono tutti?-
-Li tengo ancora tutti in convalescenza, quindi sono a qui, alcuni a letto, altri in giardino. Dovete riprendervi. Domani viene Klaus. Credo sarebbe meglio convincerlo a non fare i prelievi domani, non sei ancora abbastanza forte.-
-Come se gli importasse qualcosa .. – sospirai triste.
- Ci parlerò io! – Caroline era appena entrata nella stanza. Si era ripresa molto bene, ma era ovvio. Essendo un vampiro ci metteva davvero poco tempo a rimettersi.
-Bene, spero riuscirai a convincerlo. Allora io vi lascio sole e vado a controllare gli altri pazienti!- sorrise e chiuse la porta alle sue spalle.
-Non credo ti darà ascolto Caroline -
-Sottovaluti le mie capacità persuasive … - disse ammiccando.
-Ahh vuoi avere una scusa per lasciarti un po’ andare con il vampiro cattivo?-
-Ehi, sei davvero ingrata! Ti dico che per te, la mia più cara amica, immolerei la mia virtù e tu ridi di me?-  ridemmo insieme spensierate. Anche se l’argomento era serio e la situazione drammatica, ci fece stare bene. Eravamo quello che avremmo dovuto essere. Due adolescenti allegre.
-A parte gli scherzi, potremmo dirgli che non stai bene magari accetta di spostarla di qualche giorno-
-Oppure che ho contratto un virus pericoloso che ha la particolare capacità di uccidere gli ibridi che lo ingeriscono!- proposi io dando sfogo alla mia fantasia.
-Oppure semplicemente che non puoi perdere altro sangue perché hai il ciclo!- Caroline rise per l’assurdità di quella conversazione ma io non risi con lei. Sbiancai e cominciai a sudare freddo. Entrai in una sorta di trans mentale dove l’unica cosa che riuscivo a fare era contare, e contare, e contare ancora ma i miei conti non tornavano mai.
-Che c’è Elena?- mi chiese Caroline cercando di scuotermi preoccupata. Io la guardai appena e dissi più a me stessa che hai lei –Non ho il ciclo!-
-Lo so Elena! Ti assicuro che quando perdi sangue me ne accorgo era così per dire!- mi disse lei senza capire bene.
-NO- strillai io incapace di contenermi –Non ho il ciclo da molto tempo Caroline!- ci guardammo entrambe sconvolte senza dire più una parola.
-Ok, adesso calmati Elena. Tu hai un amante? Cioè dai non scherziamo. Hai avuto qualcun altro a parte Damon e Stefan ultimamente?-
-Stai scherzando?- le risposi con una vocetta stridula –da quando sono tornata umana sono stata solo con Damon!-
-Allora non devi preoccuparti, sarà un comune ritardo. Magari un effetto collaterale della ritrasformazione. Damon non può averti messa incinta. È un vampiro.-
Io non le risposi e mi limitai a deglutire. Certo Damon era un vampiro, ORA.
-Che altro c’è Elena?-
-La notte che Damon è tornato umano, prima di diventare un Originale … - non riuscii ad andare avanti.
-Vado a chiamare Meredith.-  
In men che non si dica erano rientrate tutte e due in camera e Meredith prese a visitarmi. Non mi ero mai accorta che in casa Salvatore fossero presenti tutte le attrezzature mediche per qualsiasi tipo di visita. Meredith mi disse che era una precauzione che Stefan e Damon avevano voluto prendere per me quando avevo cominciato a frequentarli.
-Oh mio Dio!- sussurrò Meredith
-Cosa?-
-Sei incinta Elena, sei incinta da più di un mese. Questo cambia tutto Klaus non può.. –
Io ero assolutamente sconvolta, non sapevo cosa dire né cosa pensare. Io non volevo un figlio. Ero giovane e imprigionata in una vita difficile. Ci mancava solo un figlio. Però al tempo stesso sentii la mia mano saettare istantaneamente sulla mia pancia. Era folle ma la mia testo rifiutava l’idea di volere un figlio ora, per la mia età, per la mia condizione, per tutto quello che mi circondava ma il mio corpo invece sembrava volerlo, desiderarlo. Sembrava essere felice. Guardai le mie due amiche confusa.
-Cosa faccio adesso?-
-Non lo so, io vado da Klaus.-
- Caroline no!-
-Invece sì, non potrà avere quello che vuole domani Elena. E io sono l’unica che ha qualche possibilità di convincerlo. Ci vediamo stasera. Non gli dirò niente di tutto questo, stai tranquilla.- e detto questo uscì dalla stanza e mi lasciò con Meredith, mi voltai verso di lei.
-Ti prego. Non parlarne neanche tu a nessuno .. –
-Non lo farei mai! E poi c’è il segreto professionale!- mi sorrise –Ti lascio un po’ sola, credo tu abbia bisogno di riflettere.- sorrisi debolmente a Meredith mentre lasciava la stanza e mi gettai sul letto fissando ad occhi sbarrati il soffitto.
 
POV CAROLINE

Mi ritrovai a guidare verso casa di Klaus senza sapere bene né che gli avrei detto né come. Dovevo tenerlo lontano da Elena. Lei era sempre stata la mia migliore amica insieme a Bonnie, e mi aveva salvato la vita. Glielo dovevo. “Cavolo!  Elena aspetta un bambino!” mi dissi scoppiando a ridere da sola al volante. Era assurdo. Solo poco tempo prima passavamo pomeriggi e serate intere a fantasticare su come sarebbe stato il nostro futuro e sembrava così lontano. Ora invece per me era diventato irraggiungibile mentre il suo aveva decisamente accelerato. Comunque adesso riuscivo a vedere un futuro anche per me. Non che volessi sottrarre la maternità ad Elena, però ormai eravamo tutti una famiglia e dentro di me speravo lo saremmo stati per sempre. Insomma quel bambino sarebbe stato un nipotino per me, no? La cosa più vicina ad un figlio che potesse mai capitarmi. Dovevo fermare Klaus e tenerlo lontano da Elena per un bel po’ , dovevo trovare un modo per persuaderlo. Sapevo di avere un certo ascendente su di lui ma non sapevo fino a che punto potevo spingerlo. Oltretutto dovevo stare attenta, mi ero ripromessa di tenermi il più possibile lontana da lui dato l’effetto che aveva su di me, ma le circostanze mi stavano velocemente spingendo nella sua direzione. Quell’uomo mi affascinava terribilmente, questa era la verità. Mentre parlavo con me stessa arrivai a destinazione. Entrai senza neanche bussare e iniziai a urlare il suo nome nell’ampio atrio.
-KLAUS- lui mi fu davanti dopo qualche attimo.
-Che incantevole sorpresa Caroline!- si avvicinò e mi posò un bacio sulla guancia come saluto. Mi sentii rabbrividire ma ripresi immediatamente il controllo di me e del mio corpo.
-Cosa ci fai qui?-
-Devo parlarti- dissi decisa.
-Prego accomodati!- mi fece strada nel salone bianco immacolato, e mi invitò ad accomodarmi sul divano sedendosi al mio fianco. –Cosa posso fare per te mia principessa?-
Ignorai i suoi occhi, o almeno ci provai. Era inquietante mi spogliava con lo sguardo ma non sembrava un maniaco mentre lo faceva. Accarezzava con lo sguardo tutto il mio corpo e mi faceva venire le gambe molli. Dovevo ignorarlo. Dovevo resistere.
-Voglio che lasci perdere Elena, almeno per il prossimo anno. -
-Oh – mi rispose lui sorpreso –Caroline, mi dispiace, mi stai chiedendo qualcosa che davvero non posso concederti.-
-Ti prego Klaus, non sta bene- cercai di convincerlo giocandomi la mia prima carta.
-Non può volerci così tanto acchè si rimetta. Al massimo qualche settimana, che problema ha?-
Capii immediatamente che così non avrebbe funzionato e allora decisi di cambiare tattica. Mi feci più vicina a lui. –Klaus, quanti ibridi hai già creato?-
-Una trentina!-
-Allora non ne hai urgente bisogno di altri, lasciale un anno di pace-
-Mi dispiace Care- fu lui stavolta ad avvicinarsi a me – non posso assicurarti niente, e comunque trenta sono ancora pochi!-
-Da cosa ti senti minacciato Klaus? Nessuno ha un esercito come il tuo! E poi hai la tua famiglia!- nel concludere la frase sentii stringermi lo stomaco, un misto di paura e senso di colpa.
-Già la famiglia! Sono due giorni che i miei fratelli non si fanno vivi. Vatti a fidare, mi hanno abbandonato Caroline, tutti lo fanno. Ma i miei ibridi no, perché non possono!-
-Sai che non è così Tyler c’è riuscito!-
-Solo perché aveva voi vicino tesoro mio, ma non ripeterò più gli errori che ho fatto con lui.-
Evidentemente anche percorrendo questa strada non avrei ottenuto niente. Rimasi in silenzio e pensai ai miei amici, a Elena, glielo dovevo.
-Immagino non abbiamo altro da dirci … - disse lui tristemente facendo per alzarsi. Lo afferrai per il braccio.
-Potremmo trovare un accordo .. – sussurrai a occhi bassi.
-Ti ho già detto di no!-
-Non c’è altro che vorresti Elena a parte ? –gli chiesi alzando gli occhi su di lui “che vergogna, cosa gli sto offrendo?” mi dissi . Lui mi guardò senza capire e forse fu il mio sguardo imbarazzato a portarlo alla conclusione che io volevo suggerirgli.
-Tieni così tanto ai tuoi amici?-
-Sono la mia famiglia Klaus!-
-Già, ma al vostro capo famiglia importa solo di Elena, voi altri potreste anche morire per lui!-
- Non è più così – lo interruppi, volevo difendere quello che eravamo, lui doveva capire. –Damon morirebbe per ognuno di noi ormai!-
Lui mi sorrise e mi prese le mani facendomi alzare dal divano. Si portò davanti a me ed iniziò ad accarezzarmi la guancia.
-Mia dolcissima, bellissima Caroline - mi sussurrò sul viso –Io ti voglio immensamente- continuava ad avvicinarsi alla mia bocca. –Ma non potrei mai accettare di costringerti, sarebbe disonorevole.- appena terminò queste parole si allontanò da me, lasciandomi al centro del salone. Solo allora mi accorsi di aver socchiuso occhi e labbra mentre lui mi parlava suadente. Solo allora mi accorsi che non avrei voluto che si allontanasse e non solo per portare a termine il mio piano. Mi avvicinai a lui nuovamente. –Non sei tu che mi costringi, sono io che mi propongo!-
-Non sei merce di scambio per me Caroline .. –
-Allora non renderlo uno scambio – lo implorai esasperata –fa che sia un regalo Klaus – gli chiesi avvicinandomi io questa volta alle sue labbra.
Lui rimase dapprima immobile. Forse stava cercando di capire cosa stessi pensando io. Io in realtà non pensavo niente, quella cosa mi stava sfuggendo di mano. La realtà era che io ero attratta da Klaus e che non potevo cedergli. Non avevo fatto altro che costruirmi una scusa per avvicinarmi a lui. Mi ero nascosta dietro l’esigenza di avere qualcosa in cambio per offrirgli me stessa. Perché io volevo essere sua. Vidi i suoi occhi accendersi e le sue labbra avvicinarsi alle mie. Si fermò ad un centimetro da me – Sii sincera con me – mi pregò. Provai una tenerezza infinita per l’uomo che avevo davanti. Era una contraddizione vivente Klaus, potente ma spaventato, indistruttibile e fragile. Ed io ero lì, in balia dei miei sentimenti per lui. Mi abbandonavo a lui covando nel cuore la speranza di amarlo ed ucciderlo contemporaneamente. Annuii in risposta e annullai la distanza tra di noi. Mi sembrò che un peso enorme che albergava dentro di me mi lasciasse improvvisamente libera. Stavo finalmente baciando Klaus. Ingannando lui facendogli credere di volerlo davvero e ingannando me stessa nel momento in cui mi dicevo che stavo ingannando lui. Decisi che la situazione era decisamente troppo complicata per pensarci e che quindi era più opportuno che io mi lasciassi semplicemente andare.  Spensi momentaneamente il mio interruttore e mi lasciai completamente trasportare da lui. Sentivo le sue labbra affamate sulle mie e il suo tocco gentile sulle guance. Mi teneva il volto fra le mani come avesse paura che scappassi o mi rompessi. Si allontanò da me e mi guardò negli occhi.
-Hai vinto Care, avrai il tuo anno di pausa!- mi disse prima di posare un altro bacio veloce sulle mie labbra.
-Grazie Klaus .. – gli sorrisi.
CLAP CLAP CLAP. Mi voltai verso il rumore alle nostre spalle e trovai appoggiata alla porta del salone Rebecca che ci guardava disgustata e batteva le mani.
-Ottima interpretazione sciacquetta! Ma fratello mi stupisco di te, ti facevo più furbo!-
-Smettila Rebecca non sono affari tuoi.- le disse lui parandosi davanti a me.
-Sei patetico Nicolaus! Ancora credi a questa troietta.-
-Come ti permetti!- superai Klaus davanti a me e mi parai davanti alla bionda che continuava a guardarmi con disprezzo.
-Non hai capito tesoro! Potrai anche ingannare mio fratello ma io non mi faccio fregare dal tuo bel faccino.-si voltò verso il fratello –Klaus, lei sceglierà sempre i suoi amici rispetto a te! Mettitelo in testa.-
-Potrei cercare di metterla nelle condizioni di non dover scegliere! Non sono affari tuoi Rebecca.-
- Cos’è che vuoi tesoro eh? I nostri soldi? Godere della nostra fama? È un’arrampicatrice sociale Klaus!-
-Ma chi ti credi di essere un membro della famiglia reale!- le urlai contro –non m’importa niente dei vostri soldi, la famiglia Salvatore è abbondantemente ricca non me ne servono altri!-
-Adesso basta Rebecca!- tuonò Klaus attaccando la sorella al muro.
-Sei uno sciocco Klaus a fidarti di lei.-
-Tu non sai niente di come stanno le cose tra noi-
-So solo che lei ti farà del male- disse lei spingendo via il fratello e si parò davanti a me –Stai attenta Caroline, gli incidenti capitano!- mi sorrise e lasciò la stanza. Mi sentivo furiosa. Furiosa perché in parte quello che Rebecca aveva detto era vero. Io non ero sincera con Klaus e comunque fosse terminato il nostro piano lo avrei fatto soffrire. Ma lei non sapeva quello che mi costava. Lei non sapeva quanto dovessi combattere contro me stessa per portare avanti tutto. Lei non poteva saperlo, perché fino a quel momento non lo avevo saputo nemmeno io.
-Lasciala stare Caroline, non ti farà del male. Te lo giuro!- mi rassicurò Klaus credendomi preoccupata.
-Sarà meglio per lei che non ci provi.- gli risposi. –Adesso è tardi, devo andare –
-Ti chiamo ? – era titubante, mi stava chiedendo il permesso.
-Mi farebbe piacere .. – gli sorrisi e lasciai quella casa con la certezza di essere io il mostro tra i due.
 
POV ELENA

Era più di un’ora che me ne stavo chiusa nella stanza a fissare il soffitto da sola quando sentii la porta aprirsi. Non volevo sapere chi fosse e cosa volesse quindi non mi mossi e non parlai finchè il volto più meraviglioso della storia dell’umanità comparve nel mio campo visivo. Dimenticai all’istante tutti i miei problemi e gli sorrisi.
-Come stai?- mi chiese lui con apprensione.
-Bene, grazie.- mi tirai su e gli gettai le braccia al collo.
-Mi sono spaventato da morire. Ti prego Elena, la prossima volta cerca almeno di non stare in prima linea!-
-Damon, è andato tutto bene, adesso non ci mettiamo a discutere ancora, ti prego!-
Lui decise di lasciar perdere e appoggiò la fronte alla mia –Sei stata bravissima Buffy!-
-Grazie! Vedi di comportarti bene, altrimenti potrei decidere di scatenare la mia abilità di cacciatrice contro di te!-
-Assolutamente, già tremo tutto!- e si avvicinò alle mie labbra di più senza sfiorarle, cominciando un gioco di resistenza. Lui si avvicinava e allontanava da me ogni volta che io mi avvicinavo a lui. Cominciammo a giocare rincorrendoci a vicenda e negandoci l’un l’altro. Alla fine entrambi insieme cedemmo alla voglia che avevamo di noi. Vidi i suoi occhi scurirsi e infiammarsi. Poggiò le labbra sulle mie e iniziò a baciarmi fino a togliermi il fiato. Come ogni volta che stavamo insieme non riuscivo ad accorgermi di come ci ritrovassimo l’uno sopra all’altra nudi. Erano le sensazioni a rapirmi, la vista perdeva quasi senso. O meglio la candida perfezione di Damon mi invadeva il cervello, ma non era quello il centro di tutto. Erano gli altri sensi a prevalere. Sentire il suo profumo. Assaporare ogni parte di lui. Ma soprattutto il tocco delle sue mani sul mio corpo o i brividi sul suo quando ero io a sfiorarlo o afferrarlo. Ma la cosa che mi mandava su di giri completamente, facendomi perdere ogni concezione di tempo e spazio, era la sua voce arrochita, i suoi gemiti, i suoi sospiri. Non riuscivo a contenermi o trattenermi. Non potevo, non ne ero in grado. Sentii la bocca di Damon indugiare sul mio collo e qualcosa in me si accese e scattò  -Mordimi- gli sussurrai all’orecchio. Lui alzò la testa verso di me guardandomi stupito. –Voglio che bevi il mio sangue Damon- mi ritrovai a ripetere assolutamente eccitata dall’idea. Vidi il suo volto trasformarsi e mi sembrò bellissimo, lo accarezzai prima che lui si gettasse su di me. Lo sentii mordere e vincere la resistenza della mia pelle. Sentii il sangue lasciare il mio corpo per nutrire lui, ma non provavo dolore, ero assolutamente eccitata dalla cosa. Sentivo la testa alleggerirsi e avrei voluto non smettesse mai. Lui si staccò e mi guadò, lentamente il suo volto tornò normale ed io lo baciai nonostante ancora avesse il mio sangue sulle labbra. Fu lui a quel punto ad offrirmi il suo. Mi fece bere dal suo polso. Io mi attaccai fissandolo negli occhi. Lui era dentro di me ed io bevevo il suo sangue, non riuscivo a capire più niente. Passammo ore ad amarci. –Vorrei fosse per sempre!- mi sussurrò lui nell’orecchio quando stremati arrivammo all’apice.
-Sarà per sempre … - gli risposi io guardandolo negli occhi.
-Intendo la mia concezione di sempre … -
- Non è un discorso che dobbiamo affrontare ora, c’è ancora un po’ di tempo no? – gli sorrisi accarezzandogli il viso. Lui annuì arreso. Probabilmente non aveva voglia di litigare prima del tempo.
-Potresti cambiare idea su di noi … - mi sussurrò baciandomi la testa.
-Mai … -
-Io non posso farti fare tutte le esperienze umane che vorresti Elena. Io non potrò mai invecchiare con te, non potrò mai darti un figlio … -
Rimasi in silenzio assoluto. Non gli risposi. Senza saperlo Damon mi aveva offerto su un piatto d’argento la possibilità di dirgli che aspettavamo un bambino. Ma io non potevo dirglielo ora. Prima di tutto non sembrava reale nemmeno a me questa cosa. Non sapevo come affrontarla e avevo paura di come l’avrebbe affrontata lui. In secondo luogo se gli avessi confessato di essere incinta nella migliore delle ipotesi Damon mi avrebbe impedito anche di alzarmi dal letto. Invece io mi sentivo bene, non avevo bisogno di essere trattata con i guanti bianchi. Volevo partecipare al piano e fare ancora la mia parte soprattutto ora che avevo capito di poter essere utile.  –Anche di questo non ne dobbiamo parlare per forza adesso!- gli risposi alzando gli occhi su di lui. –Ti amo Elena!-
-Anche io ti amo .. siamo pronti per Rebecca? –
-Parleremo dopo anche di questo!- sorrise e si tuffò nuovamente su di me.

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Capitolo 14
*** CHAPTER 14 BARBIE VS BARBIE ***


CHAPTER 14 BARBIE VS BARBIE

Ormai convivevo abbastanza bene con i miei “disturbi”. Da quando avevo saputo a cosa erano collegati era stato come se il mio corpo automaticamente avesse saputo come gestirli. Per lo più riuscivo a far finta di niente, solo ogni tanto Damon si accorgeva di qualche smorfia di dolore o qualche giramento di testa e allora ricominciava con mille domande. Credo tempestasse di domande anche Meredith, sospettava che gli stessimo nascondendo qualcosa ma secondo me era completamente fuori strada.  Beh d’altronde come poteva immaginare? Per un vampiro era impossibile concepire bambini ed era bastata una sola, unica notte da umano per combinare tutto questo. C’era un qualcosa di comico in tutta quella situazione.
A parte la mia situazione c’era qualcos’altro a preoccuparmi in quei giorni: Caroline. Da quando aveva convinto Klaus a lasciarmi in pace per un anno era strana. Sempre pensierosa e aveva degli sbalzi umorali non indifferenti. Oltretutto spariva per ore e questa era la cosa che mi preoccupava di più perché avevo la bruttissima sensazione di sapere dove fosse, o meglio con chi, quando non era a casa con noi.
Nel frattempo il nostro piano procedeva a rilento. Stavamo cercando un occasione per sbarazzarci di Barbie Klaus ma ancora non se ne erano presentate. Rebecca passava moltissimo tempo insieme al fratello e soprattutto a differenza di Klaus sospettava di noi riguardo ai fratelli scomparsi. Era  piombata in casa un pomeriggio mentre eravamo quasi tutti intenti a fare i compiti, la scuola stava per ricominciare e quasi tutti noi eravamo studenti, e aveva iniziato a fare domande.
-Dove sono i miei fratelli Stefan?- si rivolgeva a lui perché era tra di noi quello che conosceva meglio.
-Non ne ho idea Rebecca – si era limitato a rispondere lui tornando alla lettura del manuale di scienze.
-Smettetela. Ingannerete Klaus usando quella bionda slavata, ma non fregate me!  Voglio sapere che fine hanno fatto!-
Caroline ringhiò –sciacquati la bocca quando parli di me!-
-Io dico quello che voglio- Sembrava stessero per attaccarsi da un momento all’altro. Solitamente Caroline era una persona  molto gentile e calma ma quando si trattava di Rebecca perdeva veramente il controllo.  Damon si mise in mezzo alle due ridendo tra sé e sé. –Adesso basta! Non vogliamo assistere ad una lotta nel fango Barbie contro Barbie! Siate buone!- disse lanciando un’occhiata di rimprovero a Caroline che immediatamente tornò a sedersi sul divano tra me e Bonnie.
-Rebecca, stai forse dicendo che noi saremmo in grado si fare qualcosa ai tuoi fratelli?- gli disse Damon sorridendo.
-Certo che no. Noi siamo originali.- gli disse lei con orgoglio.
-Bene, allora spero di poterti aiutare dicendo che l’ultima volta che abbiamo visto Elija e Kol è stato circa un mese fa, quando hanno accompagnato Klaus qui per prendere il sangue di Elena.- Rebecca non sembrava convinta ma capì che non avrebbe ottenuto niente e quindi ci lasciò in pace. Dopo un po’ che se ne era andata Caroline ringhiò –Quando sarà il suo turno di morire voglio esserne la causa!-
Quella stessa notte decisi di parlarle. Caroline era determinata a distruggere tutta la famiglia di Klaus ma avevo paura che non fosse più tanto d’accordo sulla morte di quest’ultimo.
-Care … - la chiamai entrando in camera sua. Bonnie era con me.
-Ragazze! – rispose lei sorridendo –Cosa c’è? Mi avete organizzato un pigiama party a sorpresa?- era la solita Caroline, sempre pronta a fare festa, sempre ottimista. Ma quando vide le nostre espressioni serie capì subito quali fossero le nostre intenzioni e si sedette sul letto incrociando le gambe. –Immagino di no!-
-In effetti Care, credo che tu abbia bisogno di noi!- disse Bonnie.
-Ti abbiamo portato il gelato!- provai ad alleggerire l’atmosfera sedendomi al suo fianco e tirando fuori un’immensa vaschetta di gelato e tre cucchiai. La mia amica si voltò verso di me e mi sorrise rassegnata.
-Ok, sono pronta per il cazziatone!- sospirò portando alla bocca un primo cucchiaio stracolmo di gelato.
-Devi smetterla subito Care!- intervenne Bonnie. Le diedi una gomitata. –Cosa c’è Elena, dobbiamo essere oneste. Si sta mettendo in una situazione pericolosa.-
-Lo dicevi anche di Damon!- rispose Caroline stizzita con la bocca ancora piena. Era ovvio che reagisse così. Bonnie la stava prendendo di petto. Il suo problema era forse quello di non aver mai provato quello che stava provando Caroline. A sua discolpa bisognava dire che era davvero cresciuta troppo in fretta. Io e Caroline avevamo avuto esperienze terribili negli ultimi anni ma eravamo state circondate da persone che ci avevano prese per mano ed aiutate. Lei invece era sempre stata una di quelle persone. Aveva dovuto imparare a gestire un potere enorme, aveva dovuto aiutare me, Caroline tutti gli altri mettendo sempre se stessa in secondo piano. Lei era stata sempre chiamata a fare la scelta giusta. Non si era mai parlato di quello che Bonnie voleva ma solo di quello che doveva fare o poteva fare. Oltretutto tutto quello che era sovrannaturale si era sempre messo tra Bonnie e la sua felicità. Anche con mio fratello. Ma in questo momento era Caroline ad avere bisogno d’aiuto e forse io più di chiunque altro sapevo cosa stesse provando.
-Klaus non è come Damon .. lo sai Caroline – le dissi guardandola negli occhi.
Lei abbassò lo sguardo. –Lo so!- ammise.
-Non puoi continuare così, ne uscirai pazza. –
-So di essere un mostro .. – rispose lei.
-Scusa Care, ma ti assicuro che il nostro problema non è quanto Klaus possa soffrire una volta scoperto che lo stai ingannando!- Bonnie non riusciva proprio ad essere conciliante, ma aveva ragione.
-Diciamo che siamo più preoccupate per quello che potrebbe fare una volta scoperto tutto- le spiegai. Vidi gli occhi della mia bellissima amica bionda riempirsi di lacrime. –Avete ragione!-
-Care, tu sai come DEVE andare a finire questa storia … - le dissi mentre le accarezzavo la testa.
-Sì, ma.. –
-Non ci sono ma .. non ci sono scappatoie Care. Lily non ci lascerebbe vivere se cambiassimo idea sulla vita di Klaus. –
-Non baratterei mai la sua vita con le vostre – disse lei. Era vero non avevo dubbi in proposito.
-Ne sono certa. Non è questo a preoccuparmi Care. Non voglio che tu soffra. Ci occuperemo di Rebecca e poi io e te ci tireremo fuori da questa storia, ok?- si asciugò le lacrime ed annuì.
-Promettimi che non lo rivedrai Care .. – le chiese Bonnie stringendole le mani.
Caroline non rispose, limitandosi ad annuire ancora.
Le giornate trascorrevano lente ma tutti eravamo inquieti. Non riuscivamo a sbloccare la situazione e dovevamo agire con calma. Lily e Damon erano i più determinati a trovare un modo e per assurdo erano anche i più calmi.
-Sapevamo ci sarebbe voluto molto tempo – continuavano a ripetere a chiunque si mostrasse impaziente d’agire.
Così l’estate giunse al termine. Era già sera quando ci ritrovammo tutti seduti in salone a pianificare il nostro prossimo attacco. Sembrava che Rebecca sarebbe andata a fare shopping da sola per il ballo di inizio anno. Klaus doveva partire per sistemare qualcosa con i suoi ibridi e quindi avremmo avuto la possibilità di non trovarcelo tra i piedi. Oltretutto il problema era che una volta uccisa Rebecca avremmo dovuto immediatamente intervenire su Klaus, non poteva non insospettirsi una volta che la sorella fosse sparita.
Cercammo di decidere tutto nei minimi dettagli prima di ritornare nelle nostre camere e riposarci. Eravamo tutti soddisfatti,  finalmente avevamo uno scopo.
Entrai in camera ed aprii l’armadio per prendere il pigiama, appena lo chiusi trovai al mio fianco Damon impalato a braccia conserte che mi fissava.
-Oddio!- sussultai –Mi hai fatto prendere un colpo!-
-Scusa .. – mi disse con un tono di voce che non prometteva niente di buono.
Lo guardai esasperata e sospirai –Forza, spara! Qual è il problema Damon?- si avvicinò a me guardandomi negli occhi.
-Nessun problema. Semplicemente tu non parteciperai alla caccia a Barbie Klaus!-
-Ancora con questa storia Damon? Perché dobbiamo litigare ogni volta?-
-Hai una scelta Elena, forse potrei decidere di farti partecipare, se tu decidessi di trasformarti!-
Rimasi assolutamente sconvolta –Mi stai ricattando Damon?-
-No, ti sto informando semplicemente di quello che ho deciso!-
-E per quale motivo dovrebbe importarmi qualcosa di quello che decidi tu?- gli urlai contro.
-Se non l’hai notato, il capo sono io qui!-
-Non credevo di essere diventata un tuo suddito! Devo chiamarvi vostra altezza?- “sacro sarcasmo!” pensai tra me.
-Elena, dì quello che vuoi e sbatti i piedi quanto ti pare. O diventi immortale o te ne stai a casa!-
-Non rimarrò qui mentre voi rischiate tutti la vita!-
-In tal caso … - si morse il polso e me lo porse. Io abbassai lo sguardo. Non potevo. E questa volta il discorso non era la mia volontà di vivere una vita umana, ormai avevo capito che la mai esistenza mortale aveva i mesi contati. Non potevo stare con Damon senza diventare come lui. Non potevo per nostro figlio, dovevo rimanere umana per metterlo al mondo. Erano passati due mesi soltanto ma già io sentivo di amarlo. Tutti i dubbi, le insicurezze, le paure erano andate svanendo giorno per giorno. Mi rendevo conto di essere più luminosa ed entusiasta perché dentro di me la sintesi perfetta del mio amore con Damon cresceva ogni giorno.ma ancora non era il momento che lui lo sapesse. –Non posso .. – gli risposi voltando la faccia.
-Quale altro motivo ti serve per decidere di essere immortale Elena?- lo fissai in silenzio incapace di dirgli niente mentre lui continuava ad urlarmi contro. –Jeremy ha l’anello e Matt beve il sangue di Caroline tutti i giorni! Perché tu devi essere l’unica a rischiare davvero la vita?-
-Tu non capisci .. – fu l’unica cosa che riuscii a dire tra le lacrime.
-No, infatti!- ringhiò lui –Non so più capire per quanto io ti possa amare Elena! Adesso basta. Non so da dove ti esca tutto questo autolesionismo, ma se per me non riesci neanche a scegliere di vivere forse abbiamo sbagliato tutto- finì la frase e mi diede le spalle. –Che vuoi dire?-
-Che non so fino a che punto credere a quello che provi per me Elena!- appena lo sentii terminare quella frase realizzai che la discussione era terminata e che Damon mi stava lasciando. Mi sentii sconvolta e lasciai la casa di corsa. Mi ritrovai in lacrime nel bosco davanti al pensionato Salvatore e mi sedetti sotto un albero rannicchiata. Ero scossa dal pianto e sull’orlo di una crisi isterica. Ero incinta di un vampiro che mi aveva appena lasciata, avevo un  pazzo psicopatico che mi tormentava di cui la mia migliore amica si era innamorata, la sorella psicopatica del pazzo psicopatico mi odiava tremendamente. Fare il punto della situazione sulla mia vita mi fece uscire una risatina isterica tra le lacrime. Cosa dovevo fare? Come mi dovevo comportare? Forse sarei dovuta rientrare in casa, andare da Damon e dirgli la verità.  Mi alzai per tornare indietro quasi convinta quando sentii un rumore inquietante tra gli alberi davanti a me.
-Chi c’è?- nessuno rispose, solo altri rumori.
-Chi c’è lì?- chiesi ancora appiattendomi contro l’albero dietro la mia schiena.
Il bosco era buio e inizialmente non riuscii a distinguere la fluida sagoma che usciva dagli alberi davanti a me. Si andò a fermare al centro della radura e finalmente riuscii a mettere a fuoco. Sentii il sangue gelarsi dentro di me e il cuore battere all’impazzata. Davanti a me, con un sorriso soddisfatto e sadico dipinto sul volto, se ne stava Rebecca. Non mi staccava un attimo gli occhi di dosso e continuava a rimanere in silenzio, cosa che mi metteva ancora più ansia.
-Che vuoi Rebecca?- cercai di mascherare il panico crescente.
-Non fare la dura con me Elena!-  mi disse lei sorridendo. –Posso sentirla la tua paura!-
-Che cosa vuoi?- ripetei ancora una volta.
-Voglio ucciderti di nuovo tesoro, sperando che questa sia la volta buona!- mi sorrise.
- Klaus non mi vuole morta!- le urlai cercando di sparire nel tronco dell’albero. Lei si avvicinava inesorabile.
- Klaus se ne farà una ragione. Io sono sua sorella, alla fine verrò perdonata. Ma tu … - fece una pausa era ormai vicinissima –è colpa tua se devo rimanere in questo posto! È colpa tua se i miei fratelli sono scomparsi, e mia madre e mio padre morti! È colpa tua se mio fratello è fissato con quegli ibridi, è colpa tua se ha conosciuto quella maledetta sgualdrina che gli sta mandando in pappa il cervello.- la sua voce era gelida e rancorosa. Rebecca mi odiava davvero. Ed io ero lì, immobile appoggiata ad un albero a guardare la mia assassina negli occhi. Era palesemente una lotta impari, non avevo nemmeno un paletto con me. La guardai in faccia –Ti prego Rebecca non uccidermi … - mi uscii in un sussurro.
-Non ti facevo tipo che implora pietà!- rise lei crudele. Era vero, ma non si trattava di me. Non potevo anteporre il mio orgoglio al mio bambino. Alzai gli occhi su di lei rassegnata. La guardai avvicinarsi a me, sembrava tutto fosse al rallentatore. Stava per mordermi, la sentii afferrarmi e strattonarmi. Chiusi gli occhi e mi rannicchiai il più possibile sul tronco lontana da lei che non mollava la presa su di me quando un rumore improvviso mi fece aprire gli occhi. Rebecca non incombeva più su di me ma era stata scaraventata dall’altra parte della radura. Davanti a me Caroline mi dava le spalle mentre guardava Rebecca rialzarsi.
–Stai lontana dalla mia amica, Rebecca!-
-Forse quando tu imparerai a stare lontana da mio fratello!-
Caroline ringhiò. –Non hai speranze tesoro lo sai?- le disse Rebecca. -Io sono un originale. -
-Sei un po’ troppo sicura di te- le fece eco Caroline.  Cominciarono a fronteggiarsi e io avevo paura.  Avrei voluto alzarmi ed aiutare Care, ma sapevo che non avrei potuto essere utile in alcun modo. Damon aveva ragione da umana potevo più facilmente metterli in pericolo che salvarli. Volevo andare a chiamare aiuto ma non riuscivo ad alzarmi, vidi che sanguinavo dal braccio. Non sapevo come aiutarla. Per quanto avrei voluto poter sostenere il contrario in uno scontro uno contro uno Caroline non aveva speranze. Se la stava cavando bene per ora. Sembravano più o meno alla pari, ma prima o poi l’esperienza millenaria dell’originale avrebbe prevalso. Senza contare la forza fisica.  Vidi Rebecca atterrare Caroline e lei riuscire a rialzarsi e buttarla a terra. I miei occhi umani non riuscivano a distinguere le due chiome bionde tanto erano veloci.  Per l’ennesima volta Rebecca prevalse su Caroline mettendola a terra. Ormai entrambe erano stanchissime ma la mia amica sembrava incapace di rialzarsi. Rebecca alzò gli occhi guardandomi e venne verso di me lasciando Caroline distesa a terra dietro di lei. Mi si avvicinava pericolosamente ed era di nuovo ad un passo dal prendermi quando vidi una mano afferrarle i capelli biondi e spingerla via a terra. Un volto identico al mio mi sorrise –Mi ringrazierai più tardi.- e si gettò su Rebecca.
-Wow. È un sogno la possibilità di farvi fuori tutte e tre lo stesso giorno.- disse l’originale alzandosi da terra e portandosi davanti a Katherine.
-Non farci troppo la bocca- le sorrise la mia copia esatta. Cominciarono a lottare. Katherine era velocissima, quasi impossibile da vedere. Sembrava sapesse anticipare le mosse della bionda. Era meraviglioso e spaventoso vederle combattere. Erano divine entrambe. Finchè Rebecca la prese e la scaraventò a terra.  Ancora una volta però appena prima che la bionda originale andasse a segno fu strattonata all’indietro. Caroline si era ripresa. Ora erano due contro una. Rebecca era stanca e Katherine e Caroline le giravano attorno senza darle tregua. La mia nemica riuscì a colpire la vampira mora davanti a lei infilandole una ramo nello stomaco ma contemporaneamente Care aveva impugnato il paletto bianco che aveva con sé ed era riuscita a piantarglielo nel cuore. Rebecca spalancò gli occhi stupita e cadde a terra morente.
-Addio grandissima stronza- le bisbigliò in faccia Caroline stanca ma soddisfatta. Si chinò su Katherine e le sfilò il ramo dallo stomaco per poi tirarla su in piedi. Io, nonostante la ferita al braccio mi facesse male, riuscii finalmente ad alzarmi e tutte e tre tornammo al pensionato per avvisare gli altri.

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Capitolo 15
*** CHAPTER 15 LOVE AND OTHER DISASTERS ***


CHAPTER 15 LOVE AND OTHER DISASTERS

Quando Caroline fece il suo ingresso nel salone di casa Salvatore trascinando Katherine e me sanguinanti per un momento nella stanza calò il gelo totale.
-Meredith, avevamo paura che ti stessi annoiando!- sorrise Caroline cercando di alleggerire la tensione.
-Che è successo? – disse Damon venendomi vicino.
-Niente – sorrise Caroline a Damon –ma qualcuno dovrebbe proprio andare a disfarsi del cadavere di Barbie Klaus, è nel bosco!-
-Cosa???- praticamente tutti gli abitanti del pensionato balzarono in piedi. Chi impietrito, chi ammirato, chi divertito. Mentre Meredith si preoccupava di medicare me e Katherine, Caroline raccontò la storia con dovizia di particolari. Vidi Damon darle una pacca sulla spalla e girarsi verso di me con una sorta di ansia negli occhi. Continuammo a non rivolgerci la parola per tutta la serata.
 Avevamo deciso tutti insieme di festeggiare perché finalmente Klaus era il nostro unico problema “Più una trentina di Ibridi!” pensai ma decisi che non era il caso di rovinarci la festa. Lily era decisamente soddisfatta. La vedevo volteggiare per la stanza, ilare e contenta. Ballava spensierata e brindava ogni due minuti al fatto che la popolazione dei vampiri sul pianeta terra fosse più che dimezzata. In quei due mesi che aveva vissuto con noi avevo imparato a conoscerla. Era una ragazzina strana. Riusciva a sembrare una normalissima adolescente un momento e quello dopo invece diventava un essere incomprensibile fuori dal tempo. Aveva passato la maggior parte del tempo con Jeremy e questo in realtà mi turbava un po’. Insomma era una bella persona ma avrei preferito che dopo tutte le stranezze che aveva passato mio fratello non si trovasse un’altra fidanzata “speciale”!  Fatto sta che Lily ci aveva conquistati tutti, tutti eccetto Katherine. Lei non si fidava, più volte l’avevo sentita lamentarsi con Stefan e Damon –è assurdo mettersi nelle mani di una bambina la cui più grande aspirazione è sterminare vampiri!- inoltre non lasciava mai che Lily e Damon restassero da soli, probabilmente temeva che lei lo pugnalasse alle spalle ponendo fine alla sua stirpe.  Non ero d’accordo con Katherine. Infondo non lo ero davvero quasi mai. Ma in questo caso ancora meno. Lily ci aveva aiutati e conosciuti. Aveva visto come vivevamo e che non facevamo del male a nessuno. Probabilmente aveva anche una cotta per mio fratello. Io mi fidavo di lei. Oltretutto anche a voler stare all’erta ero sicura che il problema si sarebbe posto una volta ucciso Klaus e sicuramente non prima. Mi venne da sorridere guardandomi intorno. Sembravamo una festa di normali adolescenti. Tylor e Matt erano abbastanza ubriachi e si abbracciavano strillando e cantando canzoni popolari. Caroline li guardava sorridendo ma taceva. La vidi incupirsi di più ogni bicchiere che buttava giù. Sapevo a cosa stava pensando Caroline. L’eccitazione per aver eliminato Rebecca stava scemando lasciando il posto alla consapevolezza. Adesso Klaus sarebbe venuto a cercare la sorella, questo significava che da qui a pochi giorni sarebbe morto lui o sarebbe morta lei. La vidi alzarsi e uscire dalla stanza e la seguii.
-Care!-
-Tutto ok Elena! Stai tranquilla, solo un calo di adrenalina.- mi sorrise.
-Non provare a mentire a me dolcezza che ti viene una cifra male!- le dissi dandole uno scappellotto sulla testa. Mi guardò e mi sorrise di nuovo amareggiata –Sarà dura!-
-Lo so, ma ce la faremo!-
-Non so se ce la farò, Elena. Lì con lui davanti … -
-No, fisicamente io e te non ci saremo Care!-
-Cosa??? –
-Dannazione io sono incinta, devo stare lontana da tutti quegli ibridi! E ho bisogno di una guardia del corpo!-
-Hai parlato con Damon?-
-No!-
-Lo stai facendo solo per me?-
-No .. lo sai che è la cosa migliore per entrambe.-
-Per te Elena , ma non per me. Io devo combattere-
-Non puoi combattere contro di lui Care .. –
-Ci penserò, te lo prometto!- mi disse la mia migliore amica guardandomi negli occhi.
-Scusate … - ci voltammo entrambe verso la dolcissima voce che ci aveva chiamate. –Vorrei parlare un attimo con Caroline, per favore!- io annuii e rientrai, lasciando Caroline e Lily da sole nel portico.
POV CAROLINE

Non ero mai rimasta sola con Lily. La situazione era abbastanza strana. Quella ragazzina mi inquietava parecchio, mi sembrava totalmente squilibrata. Mi fidavo abbastanza di lei e sapevo che probabilmente era la nostra alleata più forte ma comunque non riuscivo nemmeno ad essere in totale disaccordo con Katherine. Cavolo noi eravamo vampiri e lei voleva uccidere i vampiri, un minimo d’attenzione non avrebbe guastato. Probabilmente una volta morto Klaus, rabbrividii a formulare quel pensiero, mi sarei aggiunta a Katherine a fare la guardia del corpo di Damon.
-Ti fidi di me Caroline?- la vocetta innocente di Lily mi lasciò paralizzata “Ma che mi legge nel pensiero?”  pensai tra me e me.
-Non ti leggo nel pensiero, semplicemente tu non sei molto brava a nascondere quello che pensi e provi, Caroline. Il che è una bella cosa. Tu sei una persona immensamente pura .. – mi disse sorridendo.
-Non è che non mi fidi di te … - iniziai –solo che un topolino dovrebbe stare sempre all’erta con un gatto affianco!-
-Io sarei il gatto?- -Beh più o meno!- sorrisi e lei sorrise a me.
-Puoi fidarti di me Caroline.- suonava come una promessa. Io mi voltai verso la notte e annuii smettendo di guardarla.
-Credo tu non dovresti partecipare all’ultima fase del piano!-
-Non cercherò di salvarlo.- mi limitai a dire.
-Non lo dico per quello, lo dico per te .. non dovresti essere costretta ad uccidere l’uomo che ami .-
-E che mi ama – aggiunsi. Mi venne da ridere, era la prima volta che parlavo apertamente dei sentimenti che mi legavano a Klaus. Non sentivo il bisogno di negare, né di scappare. Non mi vergognavo di amarlo. Forse questo l’avevo imparato dopo l’assurda storia di Elena. Si ama e basta, è inutile combattere ciò che si prova. –Non credo sia in grado si amare, Caroline!-
-Beh, in molti lo pensavano anche di Damon. Hai mai visto un uomo più innamorato di lui?-
- è diverso .. – iniziò Lily.
-No, non lo è!- dissi dura guardandola in volto –Senti Lily, io non ti ho chiesto niente, ma se ci fosse un modo .. –
-Deve morire Caroline, non c’è altro modo .-
-Se invece fosse possibile renderlo inoffensivo!-
Lily mi guardò negli occhi –Hai sterminato la sua famiglia, lo priverai dei suoi ibridi, anche se tu riuscissi a mantenerlo in vita in forma umana lui ti odierebbe.-
-Ma sarebbe vivo .. – conclusi voltandomi nuovamente verso la foresta. Sentii Lily andarsene e rimasi sola. Dovevo farmi coraggio, infondo avrei avuto un’eternità per riprendermi. “ Un’eternità vuota!” mi corressi.

POV ELENA
La situazione in casa stava velocemente degenerando. Jeremy ballava sul tavolo e Bonnie faceva fluttuare piume nella stanza. Mi misi a ridere per l’assurdità della situazione. Avevamo tutti le mani sporche di sangue, sebbene fosse sangue di vampiro, e stavamo festeggiando con alcol e musica il nostro ultimo omicidio. Decisi che visto che non potevo bere, era il caso che andassi a mettermi a letto. Avrei dormito con Caroline visto che Damon mi aveva lasciata. Entrai nella sua stanza per prendere il pigiama e lo trovai disteso sul letto. –Scusa, vado subito via .. devo solo prendere un paio di cose!-
-Non preoccuparti, fai con comodo.- mi rispose senza neanche guardarmi in faccia. Esasperata presi il pigiamo da cassetto e lo richiusi violentemente, mi voltai alzando gli occhi al cielo. –Guarda un po’! a dispetto delle tue tremende previsioni sono sopravvissuta!-lui alzò gli occhi dal libro che stava leggendo e li posò su di me. –Non è questo il punto centrale del discorso!-
-Ah no? E quale sarebbe?-
-Non mi piace ripetermi Elena. Sono stufo di rincorrerti sempre. Sono stufo di pregarti di rimanere con me. E soprattutto sono stufo di essere sempre io quello che dimostra e dimostra e dimostra. Credo proprio che sia il tuo turno ora.-
-Non affronterò Klaus se è questo che vuoi!-
-Non sei morta a causa di Kol e Rebecca, non morirai a causa di Klaus .. ma potrà essere una malattia o un incidente o semplicemente la vecchiaia. Tu stai decidendo di lasciarmi ogni volta che rifiuti l’eternità!-
- Damon – invocai il suo nome avvicinandomi a letto –Ti prometto che ne riparleremo tra qualche mese, ma io adesso non posso diventare come te .. –
-Sono stufo delle tue scuse, stai rimandando. Con me non puoi fare nessuna delle esperienze umane  che hai in testa Elena, te l’ho già detto! Quindi se vuoi rimanere umana per quelle significa che non t’importa il non poterle fare con me .-
-Non è come credi .. –
-Basta Elena, smettila di tormentarmi.- si rimise a leggere troncando la conversazione. Uscii da quella stanza spossata e stanca. Dovevo trovare il coraggio di spiegargli il perché non potevo rinunciare alla mia umanità in quel momento ma non era semplice. Non voleva starmi ad ascoltare e io temevo realmente la sua reazione. Come l’avrebbe presa? Non sapevo come agire né cosa pensare. Lui mi aveva lasciata e sembrava fare sul serio. Feci per rintanarmi in camera di Care quando una luce accesa in un’altra camera mi fece bloccare. Stefan e Meredith erano dentro la stanza e si stavano baciando. Rimasi impalata davanti alla stanza incapace di muovermi per l’imbarazzo. In quel momento Damon uscì in corridoio e vide la scena fraintendendola completamente.
-Allora è questo il problema! Ancora Stefan! Sei gelosa?-
-Non dire cavolate Damon e abbassa la voce. Semplicemente sono in imbarazzo.-  non mi degnò nemmeno di una risposta e mi lasciò lì in corridoio. Stavo per entrare finalmente in camera con l’intento di chiudermi dentro, dormire e lasciare fuori tutta quella confusione, quando sentii una sorta di ringhio provenire da dietro una tenda. Katherine uscì fuori con gli occhi umidi e un’espressione furente sul volto. Non aveva nemmeno fatto caso a me. Teneva gli occhi fissi sulla stanza dove Meredith e Stefan erano entrati. Le afferrai il braccio e la trascinai in camera di Caroline.  
-ok, ci vedo doppio o qui qualcosa non va!- Care già era rientrata in camera ed era abbastanza stupita di vedere me e Katherine insieme nella stessa camera. Già avevamo cooperato anche troppo per i nostri standard quel giorno.
-Katherine ha bisogno di calmarsi!- dissi io. Lei mi guardò in faccia per la prima volta in quel momento e vidi la sua maschera sgretolarsi. Per la prima volta ebbi la sensazione di non dover stare sull’attenti con lei. Come se fosse stanca di tutto, come se volesse regalarsi un momento di umanità e fragilità, e in quel momento io e Caroline eravamo presenti. Care la guardò e senza espressioni sul volto disse –Prendo il liquore dal frigo bar, ne abbiamo bisogno!- Katherine annuì.
-Hai fatto di quell’uomo un mostro!- mi disse mentre mandava giù il secondo cicchetto di liquore.
-Credo sia stata tu a cominciare l’opera!- le risposi sorseggiando un analcolico.
-Ti rendi conto di cosa sta facendo?-
-Beh Katherine, ha scelto lei, secondo me dovresti lasciar perdere questa fissa per Stefan, ti fa male!- le suggerì Care.
-Senti chi parla, l’amante dell’acerrimo nemico! – sorrise Katherine brindando con Caroline e mandando giù il terzo bicchierino. –Comunque non ha scelto un bel niente, ieri siamo stati insieme, e oggi sta con lei!-
-Cosa???-
-Non essere stupita Elena, queste cose a tre gliele abbiamo insegnate noi.-
-Io ne avrei fatto volentieri a meno .. – sospirai rassegnata.
-Io no, era divertente!- rise la mia copia ormai abbastanza sbronza.
Ero sconvolta da Stefan, non lo facevo tipo da tenere il piede in due scarpe. Ma d’altronde non lo ero nemmeno io, eppure … comunque doveva essere decisamente sconvolto per comportarsi così, e mio malgrado mi ritrovai a pensare che visto quanto terribile poteva diventare Stefan il fatto che desse sfogo alla sua frustrazione in questo modo mi sembrava il male minore. La serata terminò dopo altri numerosi bicchieri quando ci addormentammo tutte e tre stremate.
Il giorno dopo fu una giornata strana. A quanto pare Stefan aveva deciso di frequentare seriamente Meredith, il tutto senza dare uno straccio di spiegazione a Katherine. Passeggiavano per il giardino mano nella mano e lui era tutto zucchero e miele. Io mi resi conto di non essere infastidita, mi creava solo un leggero imbarazzo, invece Katherine era furiosa, perdeva letteralmente la testa e la cosa peggiore era che Stefan non se ne curava minimamente. Credo che lui non credesse al cambiamento della mia antenata. Lui non credeva al suo amore e per lungo tempo neanche io ci avevo creduto, ma poi bastava guardare i dettagli e cercare di capire il suo modo di fare per rendersi conto che invece lei lo amava eccome. A modo suo certo. Restava un’egoista, egocentrica e un po’ stronza ma lo amava. Forse aveva amato solo lui nella sua vita, forse non era capace di amare e lo faceva nel modo sbagliato ma Stefan era probabilmente il perno attorno al quale aveva fatto girare la sua vita. Fu difficile cercare di calmarla. Ero contenta che Stefan fosse nuovamente felice ed ero contenta per Meredith perché lei sembrava essere felice con lui, ma avrei preferito che Katherine non dovesse soffrire tutto questo, almeno non proprio ora che sembrava aver ritrovato una briciola d’umanità.
Damon continuava ad ignorarmi beatamente.
I ragazzi si stavano allenando, Caroline cercava di calmare Katherine e Bonnie era sparita con Lily non avevo ben capito a fare cosa. Decisi di andare a farmi una doccia. Cercai di rilassarmi un po’ anche perché avevo una sensazione abbastanza strana addosso. Mi toccai la pancia e mi sembrò di sentire qualcosa muoversi e di avvertire un timido rigonfiamento, ma non sapevo quanto fosse reale o quanto piuttosto fossi io ad immaginarlo. Mi rilassai immediatamente. Il vapore dell’acqua bollente e l’aroma del bagnoschiuma cocco e menta fecero istantaneamente il loro effetto. Uscii da box doccia e mi annodai l’asciugamano intorno al corpo. Il bagno era pieno di vapore tanto che non vidi dove mettevo i piedi e andai a sbattere. Andai a sbattere su un muro di muscoli guizzanti e nudi. Mi sentii immediatamente elettrica, non avevo bisogno di alzare lo sguardo per capire a chi appartenessero i pettorali che stavo toccando. Comunque alzai lo sguardo e incontrai il suo stupito.
-Scusa .. – gli sussurrai continuando a fissarlo. Lui sorrise con la sua solita aria strafottente. –Devi essere disperata se ti intrufoli nel bagno pur di vedermi nudo.-
Abbassai gli occhi con la gola secca. Era assolutamente, totalmente, meravigliosamente, vergognosamente e una serie infinita di altri avverbi, nudo! La gola mi si fece immediatamente secca e addio effetti rilassanti della doccia! –Veramente sei tu che t’intrufoli nudo nel bagno mentre io faccio la doccia!- risposi cercando di nascondere le emozioni che mi stava scatenando  –Touchè- mi fece eco lui con voce arrochita. Ci guardammo negli occhi per un momento eterno. Seppi di non poter resistere e mi avvicinai alle sue labbra, lui si fece indietro –No, Elena … - sussurrò impedendomi di baciarlo. Mi avvicinai ancora, mentre lui indietreggiava e mi fece sorridere. Di solito accadeva il contrario ero io che cercavo di resistergli. Lo portai spalle al muro e nel frattempo mi liberai dell’asciugamano. Eravamo entrambi nudi, lui spalle al muro e io davanti a lui. I nostri corpi non si sfioravano nemmeno ma io riuscivo a percepire la sua pelle a una millimetrica distanza dalla mia. Lo guardai negli occhi e provai a baciarlo ancora, e ancora una volta lui si mosse impedendomi di centrare le sue labbra. –Non voglio .. – mi sussurrò lascivo all’orecchio.
Abbassai lo sguardo percorrendo tutto il suo corpo e poi gli sussurrai con malizia all’orecchio –Mi sembra che qualcuno là sotto non sia d’accordo con te..- e spinsi il mio bacino contro il suo in punta di piedi.
–Ho creato un mostro!- sussurrò sulle mie labbra e seppi che stava per arrendersi.
-Ti voglio Damon .. – presi a baciargli il collo mentre lo accarezzavo in tutti i punti raggiungibili. Mi inginocchiai davanti a lui e presi a leccarlo nei punti più sensibili. Lo sentii trattenere il respiro e immediatamente dopo rilassarsi e abbandonarsi a quelle effusioni. Lo sentii appoggiarmi una mano sulla testa ed accarezzarmi i capelli mentre io cercavo di regalargli piacere. Dopo poco tempo mi tirò su e mi trascino nella doccia. Ne avevamo decisamente bisogno.
Ormai era sera quando ci ritrovammo tutti in salotto. Per noi umani era l’ora della cena. Eravamo appena seduti quando un frastuono enorme ci fece sobbalzare tutti contemporaneamente. – Dov’è mia sorella?- la voce di Klaus rimbombava. Damon si affacciò alla finestra. –è qui fuori con tutti i suoi ibridi!-
“Che la battaglia abbia inizio! “ fu il pensiero di tutti contemporaneamente.

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Capitolo 16
*** CHAPTER 16 – THE LAST BATTLE ***


CHAPTER 16 –  THE LAST BATTLE

Eravamo rimasti tutti immobili seduti al tavolo da pranzo. Nessuno aveva il coraggio di muoversi, non ci aspettavamo di dover affrontare tutto questo così presto. Damon stava ancora guardando fuori dalla finestra quando la voce di Klaus risuonò ancora. – Uscite immediatamente fuori e ridatemi mia sorella!-
Damon si voltò verso di noi –Ragazzi, a quanto pare bisogna velocizzare la tabella di marcia. -
- Elena, Meredith, al piano di sopra immediatamente, chiudetevi nella mia stanza e non ne uscite finché non vi vengo a chiamare!- Meredith annuì e mi prese per un braccio trascinandomi sulle scale. Avevo già deciso di non partecipare a questa fase del piano ma ora che stava accadendo non ne ero più tanto sicura. Non sopportavo che i miei amici fossero tutti sul campo e invece io no. Meredith stava per trascinarmi nella stanza di Damon ma io frenai e la feci girare verso di me –Entriamo qui!- e indicai la stanza di Stefan.
-Perché?-
-Dobbiamo tenerci fuori portata, ma da qui possiamo vedere cosa accade in cortile.- la mia amica annuì e ci appollaiammo vicino alla finestra guardando fuori il più nascoste possibile.
POV CAROLINE
“Non sono pronta” era l’unica cosa che riuscii a pensare. Lui era lì fuori e ormai sapeva che io lo avevo tradito nel peggiore dei modi. Non mi avrebbe mai perdonata, mai creduta. Non ero preoccupata perché probabilmente mi avrebbe uccisa ma perché non avrei mai potuto spiegargli. Sapevo perfettamente che se anche avessimo avuto tutto il tempo del mondo lui non avrebbe voluto ascoltarmi. Mi guardi intorno e vidi che Bonnie non era con noi. Una piccola speranza si riaccese in me. Lily era seduta in un angolo e mi fissava, non appena io spostai lo sguardo su di lei si alzò e venne verso di me. – Finché non arriva Bonnie uccidi chiunque ti capiti a tiro Caroline!- mi sussurrò all’orecchio. Io la guardai con un misto di speranza e gratitudine negli occhi. Mi avvicinai a Damon e Stefan davanti a me. Damon si voltò verso di me –Barbie, mi raccomando! Non guardarlo, tieniti alla larga da lui e occupati solo degli ibridi!- io annuii e Stefan mi passò un braccio intorno alle spalle. Ci preparammo tutti per la battaglia. Mi veniva in mente la vestizione di Paride. Ci riempimmo di armi, paletti e protezioni nei punti più esposti per evitare che gli ibridi potessero morderci. Tempo dieci minuti eravamo tutti pronti e Klaus continuava a urlare a intervalli regolari di uscire. Damon fu il primo ad andare fuori – Ehilà, amico che hai da urlare così tanto? E come mai sei venuto con la scorta?-
-Dov’è Rebecca?-
-Non ne ho idea! – rispose Damon sorridendo strafottente come sempre.
-Doveva venire qui e non è più tornata a casa Damon!-
-Magari ha trovato qualcosa di interessante da fare per strada!-
-Abbassa la cresta ragazzino. Ti ricordo che sono l’essere più potente del pianeta, che sono qui con 30 soldati pronti a eseguire i miei ordini e soprattutto ti ricordo che non puoi uccidermi senza morire anche tu con tutti i tuoi amici al seguito.-
-Mmmmh- Damon finse di ragionare sulle sue parole. –Sai è vero sei potente, ed è vero che i tuoi ibridi sono potenzialmente un problema ma .. al posto tuo non sarei poi tanto sicuro del fatto che io non possa ucciderti.-
Vidi Klaus irrigidirsi –Che vuoi dire?-
-Che sono  un originale, come te!- gli sorrise Damon.
L’atmosfera era elettrica e tesa. Klaus fulminò Damon con gli occhi, aveva uno sguardo di odio puro.
-Morirai stanotte. Tu e chiunque si schiererà al tuo fianco.- gli urlò addosso .
Stefan si fece avanti e si portò al fianco del fratello alla sua sinistra nel portico. Poi fu il turno di Katherine ed Abby .  Uno ad uno ci schierammo tutti al fianco dei fratelli Salvatore. Tyler, Matt e Jeremy. E poi Lily. Infine fu il mio turno. Mi feci largo tra gli altri e raggiunsi la destra di Damon. Fissai gli occhi su di lui. Klaus mi guardò per un solo istante, non disse niente si limitò a fare un  segno ai suoi ibridi e cominciò la battaglia. Kluas si teneva ai margini della radura. Non voleva nemmeno partecipare e sporcarsi le mani, lasciò fare tutto ai suoi ibridi. Sapevamo che uno dei punti deboli di Klaus era la superbia. Era convinto della forza dei suoi ibridi, della loro indistruttibilità, ma ci stava sottovalutando . Matt e Jeremy avevano addosso un arsenale. Cominciarono con le armi a distanza, le balestre. Si erano allenati duramente e i risultati si vedevano chiaramente. Riuscivano a centrare gli ibridi da media distanza in maniera precisissima e stavano praticamente facendo una carneficina. Tyler era assolutamente scatenato e si gettava nei corpo a corpo quasi famelico. Lily poteva concentrarsi su un ibrido per volta, non poteva sostenere un corpo a corpo ma ci dava un bel vantaggio tenendoli impegnati. Gli infliggeva mal di testa lancinanti o li accecava come aveva fatto con Elija. Anche Abby era diventata abbastanza abile nel combattimento ed era impegnata a combattere. Stavamo avendo tutti ottimi risultati. Ognuno di noi vampiri combatteva contro almeno tre ibridi. Katherine era letale, senza contare che riusciva a combattere perfettamente su un tacco 12, cosa che la rendeva una sorta di mito ai miei occhi, avrebbe dovuto insegnarmelo assolutamente. Nell’arco di mezz’ora già avevamo ucciso la metà degli ibridi. Klaus era particolarmente nervoso e si guardava intorno amareggiato. Tutti ormai eravamo concentrati nel corpo a corpo. Anche Matt e Jeremy e questo mi metteva un po’ in apprensione. Mi tenevo abbastanza vicina a loro nel combattimento. Stavo affrontando già due ibridi ma continuavo a tenerli d’occhio in modo da poter intervenire immediatamente in caso di pericolo. La confusione regnava assoluta e mi sembrava di vedere tutto al rallentatore. Uccisi uno degli ibridi contro cui combattevo e atterrai il secondo mi voltai e vidi Stefan fronteggiarne altri due. Notai solo troppo tardi un terzo che si stava avventando su di lui brandendo un paletto. Stava per conficcarglielo nel petto ed io non potevo fare niente per salvarlo, ma non ero stata l’unica a vedere la scena.
 –Stefan NOOOO- sentii gridare Katherine e rimasi immobile. Lei si scaraventò tra Stefan e il suo aggressore facendogli scudo con il proprio corpo. Mi sembrò di sentire il rumore del paletto perforare la schiena di Katherine. Rimasi immobile incapace di fare altro. Damon staccò la testa all’ibrido mentre ancora stringeva il paletto nella mano. –Katherine .. – Stefan la prese tra le braccia cullandola e chiamandola per nome disperato. –Katherine … - lei aprì gli occhi a fatica e sorrise a Stefan. –Come stai?- gli chiese cercando di accarezzargli la guancia con le poche forze gli le erano rimaste.
-Io sto bene, ma tu .. che hai fatto Katherine? –
-Credo di averti appena salvato la vita!-
-A che prezzo? Non avresti dovuto?- mi sentivo come se stessi assistendo ad una scena che non avrei mai dovuto vedere. Erano così intimi quei due. Stefan piangeva. E Katherine stretta tra le sue braccia gli sorrideva. –Non piangere .. – gli chiedeva. Non l’avevo mai vista così simile ad Elena. In quei mesi il mio rapporto con lei era cambiato, avevo cominciato a conoscerla, non eravamo amiche sebbene forse io ed Elena eravamo quanto di più simile ad un amico lei avesse avuto almeno nell’ultimo secolo. Mi ero abituata alla sua presenza e in  qualche modo mi ero affezionata a lei, il suo modo di concedersi attimo per attimo, poco alla volta mi aveva fatto capire che ci sarebbe voluto molto tempo ma forse un giorno lei avrebbe potuto aprirsi davvero con noi. Ed ora era lì, tra le braccia dell’uomo che amava ad un passo dalla morte. Non era giusto.
-Non morire Katherine .. – la supplicava Stefan.
-Non te lo posso garantire, amore mio .. –
-Dobbiamo chiarire tante cose, dobbiamo spiegarci, dobbiamo parlare ..Kate, non lasciarmi –
-La cosa importante è che adesso tu mi creda. Ti Amo Stefan.  Mi credi?- Katherine supplicava, parlando a fatica, stringendo il più possibile la mano del vampiro che la teneva stretta.
-Ti credo Katherine .. – gli rispose tra le lacrime. Lei perse i sensi e si accasciò tra le sue braccia, lui si chinò su di lei e le posò un bacio sulle labbra. La prese in braccio e la adagiò sul portico dietro di noi. Intanto la battaglia proseguiva. Continuavamo a distruggere ibridi e io affiancai Damon che stava combattendo con due di loro. –Qui ci penso io Damon .. – gli dissi e lui mi guardò annuendo. –Stai attenta Barbie! E buon divertimento- detto questo si gettò in avanti e cominciò a lottare con Klaus. Tentai invano di concentrarmi solo sugli ibridi ma qualcosa mi stava dilaniando dentro. Volevo vincesse Damon, ma non volevo che Klaus perdesse. Ero totalmente frastornata e non potevo avere un momento di pausa, continuavo ad atterrare ibridi, quando vidi Bonnie correre verso di noi. Lily prese il mio posto contro gli ibridi e mi fece cenno di correre dalla mia amica strega. Appena la raggiunsi lei mi passò una siringa in mano. La guardai interrogativa e lei annuì. –Grazie Bonnie .. – dissi assolutamente commossa. Lei mi sorrise e andò ad affiancare gli altri nella lotta. Guardai verso Klaus e Damon, i due si fronteggiavano. Ma Damon era stanco e si vedeva. Riusciva a tenersi alla larga da Klaus e ancora non era ferito ma non riusciva nemmeno ad avvicinarsi. Decisi che non dovevo pensai e mi gettai tra di loro. –Che fai?- mi urlò contro Damon. –Ti aiuto!- gli risposi.
-Non mi sembra il caso Care, c’è un palese conflitto d’interessi!- mi urlò mentre continuava a combattere ma io lo ignorai e lo affiancai nella battaglia. Klaus iniziò a combattere contro entrambi. I nostri occhi s’incrociarono, i suoi erano vuoti e determinati, non riuscivo a leggere altro lì dentro. Sembrava stessimo danzando entrambi in un ballo mortale. Uno contro l’altro senza mai sfiorarsi davvero.  Damon si faceva avanti instancabile e Klaus lo evitava rispondendo ai colpi. –Non potete farcela contro di me .. – continuava a ripetere ma forse più a se stesso che a noi. Ormai aveva capito di averci sottovalutati. –Mi dispiace Klaus – gli dissi. Lui stava attaccando Damon e aveva un attimo abbassato la guardia, era il momento che aspettavo. Mi feci avanti e riuscii a infilargli l’ago nella pelle inniettandogli  il contenuto. Lui spalancò gli occhi e mi fissò basito. Ci mise pochissimo a fare effetto. Vidi il suo volto tornare umano in pochi secondi e lo vidi pian piano perdere le forze. Damon non capiva cosa stesse succedendo ma quando lo vide in ginocchio inerme stava per scagliarsi contro di lui e sferrargli il colpo di grazie –No, Damon - lo trattenni per il giubbotto. –Non ce ne è bisogno. È umano!- immediatamente appena terminai quella frase tutti gli ibridi superstiti si accasciarono a terra privi di sensi, nuovamente umani anche loro. Grazie alla perdita dei poteri di Klaus ora erano tornati ad essere semplici licantropi e quella notte la luna non era piena per nostra fortuna.
Bonnie ce l’aveva fatta. Aveva trovato un incantesimo anti ibrido. Era una iscrizione molto antica che suggeriva una pozione in grado di privare l’ibrido dei poteri, almeno quelli che riguardavano la sua parte vampira. Probabilmente era stata la strega originaria ad inventare la pozione una volta scoperta la natura di Klaus ma poi non aveva fatto in tempo a metterla in atto. Ora lui era davanti a me. Debole, stremato e innocuo ma vivo.
-Cosa mi hai fatto?- mi strillo contro con l’odio negli occhi.
-Mi dispiace Klaus era l’unico modo .. – gli dissi desolata.
-Tu mi hai ingannato fin dall’inizio.. –
-Sei un predatore Klaus, e come tutti i predatori sei una facile preda!-
-Come hai potuto Caroline .. io ti amavo .. – disse in un sussurro mentre io mi voltavo verso la casa dei miei amici per seguirli. Mi bloccai. Voltai appena la testa per guardarlo. –Io ti amo ancora Klaus .. – gli dissi prima di rientrare in casa. Mi affacciai alla finestra e lo guardai andare via dopo avermi lanciato un ultimo sguardo. Bonnie mi si affiancò con Lily al seguito.
-Mi dispiace Care, è il massimo che potevamo fare.- disse la mia amica stringendomi la spalla.
-Ha perso la sua natura di vampiro, così come l’anno persa tutti quelli che lui a morso. Non sono morti, lui è ancora vivo, ma è ancora un licantropo. Se dovesse dimostrarsi ancora pericoloso dovremo ucciderlo Caroline.- mise in chiaro Lily.
-Io ho fatto quello che potevo per salvarlo- sussurrai più a me stessa che alle due streghe intorno a me.
POV ELENA
Mentre sbirciavo dalla finestra con Meredith al fianco ero rimasta quasi tutto il tempo senza fiato. Meredith aveva dovuto bloccarmi con tutte le sue forze per impedirmi di correre fuori quando Katherine era stata colpita. Cominciammo a piangere entrambe. Io perché non potevo né volevo crederci, Meredith forse perché vide la reazione di Stefan. Mi calmai solo quando vidi Klaus accasciarsi a terra. Non capii cosa stesse accadendo e rimasi in camera anche quando fuori era rimasto solo lui. Quando però lo vidi ritirarsi nel bosco decisi che non c’era più pericolo e corsi al piano di sotto con Meredith che mi seguiva.
La mia famiglia era tutta lì. Erano tutti stanchi, stremati e feriti. L’atmosfera era pensante e Meredith senza dire niente si avvicinò al divano dove il corpo di Katherine era stato sistemato. –Meredith ..- la chiamò Stefan che era chino al capezzale della vampira. –Ne parliamo dopo ..- disse lei senza nemmeno guardarlo. La vidi chinarsi su Katherine –è ancora viva, ma il paletto le sfiora il cuore, devo operarla-  Stefan la prese in braccio e seguì Meredith al piano di sopra.
Vidi le espressioni farsi sollevate sui volti degli altri, sembrava tutto molto strano, incredibile, impossibile che fosse davvero finito tutto. Mi avvicinai a Caroline che era in un angolo con Bonnie –Care .. – l’abbracciai e Bonnie si unì all’abbraccio. –Come stai?-
-Bene .. – rispose lei ma sapevo che stava mentendo.
-La supererai … si risolverà tutto!-
-Non è questo il momento di pensarci ..  adesso dobbiamo solo concentrarci sulla nostra ritrovata libertà!- mi sorrise forzatamente. Quella sera Caroline aveva davvero subito e sopportato troppo per essere davvero allegra. Bonnie ed io ci guardammo  -Vai in camera tua a riposare Care .. ti preparo una tisana e ti raggiungo!- le disse Bonnie. Lei annuì e fece per salire le scale, poi si voltò un attimo e sorrise verso di me per un momento un sorriso vero
-Credo che sia arrivato il momento per te di raccontare un po’ di cose a qualcuno!- si voltò di nuovo e tornò nella sua camera.
-Cosa devi dire e a chi?- la voce di Damon che mi era sbucato alle spalle all’improvviso mi fece sussultare.
Mi abbracciò e mi baciò i capelli. –Non ti avevo detto di rimanere chiusa dentro finchè non fossi venuto a prenderti?- mi rimproverò
-Stai zitto, già sei stato fortunato che non abbia deciso di intervenire- lui mi sorrise e mi baciò le labbra.
-Ho avuto molta paura per te!-
-Non dovevi averne .. sono il più forte e il più figo di tutti! –
-Hai dimenticato il più modesto!- gli sorrisi prima di baciarlo di nuovo –Devo parlarti!-
-Dimmi .. – rispose lui guardandomi serio.
-Non qui .. – gli dissi e lo presi per mano conducendolo verso l’uscita sul retro, nel giardino posteriore al pensionato. Ci sedemmo sul dondolo e lui prese a guardarmi con aria interrogativa. Era giunto il momento ma io non sapevo come dirglielo. Avevo paura della sua reazione. E se non si fosse sentito pronto? “ Cavolo ha più di 150 anni certo non si può dire che è troppo giovane!” mi dissi cercando di farmi forza. Continuavo a torturarmi le mani. –Allora?- mi chiese impaziente. Capii che stava cominciando a preoccuparsi. Io provai a parlare ma dalla mia bocca non riuscivano ad uscire suoni. –Elena, tutto bene? Devo preoccuparmi?-
-Sì … no cioè  no! – riuscivo soltanto a farfugliare cose senza senso.
-Devi dirmi qualcosa di brutto?- mi chiese con ansia.
-No, non brutto, diciamo strano, inaspettato, insolito, quasi impossibile, ma non brutto!-
-Cosa è successo?-
Decisi di prenderla molto alla larga, probabilmente altrimenti non sarei mai riuscita a dirglielo. –Sai, penso che potremmo fissare una data per trasformarmi, così smetteremo di litigare. Io direi tra un anno preciso magari  sarebbe perfetto! Non trovi?-
-sì ma non capisco .. –
-Oh beh nel frattempo avremo cose da fare, e poi forse credo che dovremmo cominciare a pensare di trasferirci, sai io dovrei andare al college, anche se la gente non rimarrebbe poi tanto stupita se io restassi un altro po’, sai almeno finchè Jeremy non finisce la scuola, poi con un bambino piccolo il college può aspettare non credi? E comunque credo che dovremmo spostarci tutti insieme. –
-COSA?-
-Che?-
Che hai detto?-
-  Che credo che dovremmo spostarci tutti insieme!-
-No prima .. –
-Che dovremmo aspettare che Jeremy finisca scuola?-
-No dopo..avanti Elena che vuol dire con un bambino piccolo?-
Gli sorrisi era assolutamente sconvolto. Mi fissava a bocca aperta. –Beh sono incinta .. – gli dissi come se lo stessi informando del tempo.
-Di chi???- lo guardai fulminandolo con gli occhi!
-Ma come di chi??? È tuo no??-
-Ma io … io non poss ..- lo vidi interrompersi, forse aveva appena realizzato che lui poteva avermi decisamente messa incinta. Lo guardai, i suoi occhi erano un mare di emozioni differenti, gli sorrisi, lui ci mise un po’ ad avere una reazione. Quando finalmente si riprese puntò gli occhi trasparenti nei miei e vi lessi un’emozione talmente grande che cominciai a piangere di felicità. Incapace di contenermi. Gli gettai le braccia al collo e lui mi strinse forte. Non diceva una parola ma non avevo bisogno che lui mi dicesse nulla. Il modo in cui mi stava stringendo a sé era la miglior risposta che lui potesse darmi.
 

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Capitolo 17
*** CHAPTER 17 MONTHS AFTER ***


CHAPTER 17 MONTHS AFTER

Fu una nottata strana. Alcuni gioivano senza ritegno per la vittoria, altri vegliavano Katherine, altri ancora soffrivano per amore. Io ero nel mezzo. Ero felice e non potevo negarlo, ma ero anche preoccupata. Per Katherine, per Caroline e anche per Meredith. La battaglia era terminata ma la pace mi sembrava abbastanza lontana. Al mattino avevamo riposato tutti poco, eravamo tutti stanchi ma sicuramente più rilassati del giorno precedente. Katherine si era svegliata e sembrava stare meglio. Non appena le cure non le servirono più Meredith lasciò il pensionato scusandosi con tutti facendosi promettere da me di andare da lei per qualsiasi tipo di controllo.
-Puoi venire quando vuoi qui!- le dissi mentre la salutavo. Lei mi sorrise dolcemente.
–Grazie ma per ora preferisco di no!-
Erano già le undici quando decisi di andare a svegliare Caroline.
-Ehi dormiglionaaaa – entrai gridando nella sua camera, ma trovai il letto in perfetto ordine e la stanza vuota. Mi avvicinai alla scrivania guardandomi intorno e trovai un biglietto indirizzato a me.
Cara Elena, ormai è finito tutto e io sento di aver fatto tutto quello che dovevo. Il pensionato è ormai anche la mia casa quindi tornerò prima o poi ma ora ho bisogno di andarlo a cercare. Ti voglio bene e tornerò in tempo per essere con te quando il bambino nascerà. Con affetto, sempre tua Caroline!”
Tenni il biglietto stretto nella mano incapace di reagire in alcun modo. Se ne era andata e mi sarebbe mancata da morire.
POV CAROLINE
Ero riuscita a lasciare il pensionato senza che nessuno mi vedesse. E avevo cominciato il mio viaggio. Un viaggio alla ricerca di qualcuno che sicuramente non avrebbe voluto essere trovato da me. Un viaggio alla ricerca di qualcuno che poteva essere letale per me se avesse voluto. Ormai era solo un licantropo ed io un vampiro. Eravamo nemici mortali. Ma non per natura. Io avevo sterminato la sua famiglia e il suo esercito, lo avevo privato dell’immortalità e della sua onnipotenza, gli avevo risparmiato la vita ma non avevo speranze che questo lo rendesse più ben disposto nei miei confronti. Non sapevo neanche cosa volessi realmente da lui. Avevo conosciuto una parte di lui che mi aveva affascinata e conquistata e ne avevo conosciuta una per la quale provavo una profonda repulsione. Nonostante tutto però sentivo che avrei dovuto trovarlo. Glielo dovevo.
Il primo luogo nel quale lo cercai fu casa sua, ma ovviamente la trovai vuota e di lui non c’era nemmeno una traccia. Iniziai a vagare per il paese. Ascoltavo la cronaca nera per vedere dove ci fossero attacchi o sparizioni sospette anche se non avevo idea del modo in cui aveva deciso di vivere. Passarono giorni, che diventarono settimane e poi mesi. Mesi durante i quali i continuai a cercarlo ovunque, girai gli interi Stati Uniti cercandolo in lungo e largo. Mi imbattei in un branco di mannari nello stato di Washington e provai ad avvicinarli ma dovetti scappare prima della luna piena e loro non seppero dirmi niente. Poteva essere ovunque. Infondo se anche non era più un vampiro rimaneva assolutamente ricchissimo quindi avrebbe potuto essere in qualsiasi parte del pianeta. Dopo l’ennesima giornata di estenuanti e infruttuose ricerche tornai al mio albergo. Ero finita a New York. In realtà credo che ormai non avessi davvero più speranze di trovarlo, semplicemente mi rifiutavo di tornare a casa perché avrebbe significato abbandonare l’idea di Lui. Il mio albergo era un grattacielo sulla quinta. Entrai nell’atrio luminoso stanchissima e abbattuta, presi l’ascensore e cominciai a salire verso il penultimo piano, il mio. Non avevo potuto prendere l’attico perché era già occupato. Il sole era già calato e io l’albergo quasi vuoto. Avevo deciso che l’indomani sarei ripartita perché mi stavo facendo male, perché non avevo più motivo di continuare a vagare inutilmente, perché nemmeno gli altri avevano avuto alcuna notizia quando li avevo sentiti. Al sesto piano l’ascensore si fermò. C’era il ristorante e la terrazza su quel piano quindi probabilmente qualcuno che aveva finito di mangiare e stava tornando in stanza. Una coppia entrò nell’ascensore senza notarmi. Si stavano baciando in modo decisamente famelico, sicuramente sconveniente davanti ad una terza persona. Irritata cercai di ignorarli. Lei era carina ma un po’ troppo appariscente per i miei gusti, era bionda ma slavata. Lui non riuscivo a vederlo in volto ma sembravano molto presi l’uno dall’altra. “Avranno mangiato qualcosa di afrodisiaco” dissi tra me e me. Formulando quel pensiero mi resi conto che anche io stavo morendo di “fame”. Avevo bisogno di nutrirmi. In quei mesi avevo adottato per lo più la dieta di Stefan per questo ero fiacca e stanca. Non avevo quasi mai tempo di intrufolarmi in ospedali o banche del sangue per sottrarre qualche scorta. Fissai con insistenza la coppia che continuava a darsi alla pazza gioia al mio fianco. Mi faceva arrabbiare vedere due persone così felici mentre a me la felicità era stata negata, l’amore mi era stato negato. Avevo fame ed ero arrabbiata. Ero sola con due umani in un ascensore. Non volevo ucciderli, mi sarei solo nutrita e poi li avrei soggiogati per farglielo dimenticare. Avevo fame e voglia d’amore. Avrei mandato via lei e mi sarei tenuta lui per quella notte. Da dietro sembrava appetibile, in tutti i sensi. Mentre formulavo il mio piano, ripassando tutto quello che Damon mi aveva insegnato, i due nell’ascensore con me non  davano segno di accorgersi della mia presenza. Eravamo quasi arrivati al mio piano e ancora non erano scesi perciò decisi di agire subito. Bloccai l’ascensore e cominciai a muovermi velocemente intorno a loro. Li vidi staccarsi, lei sbarrò gli occhi. –Che succede Nick?- chiese con una vocetta impastata. Era anche ubriaca! Dovevo prima liberarmi della ragazzo perciò mentre mi muovevo in modo che occhi umani non potessero vedermi, fissavo unicamente lei. –Chi c’è Nick?- strillò lei sempre più spaventata. Lui non rispondeva. Rimaneva di schiena sempre più rigido, sembrava si sforzasse di non far caso a cosa stesse accadendo lì dentro ma non  era spaventato. Mi avventai sulla gola della ragazza e iniziai a bere, mi sentii afferrare e strattonare all’indietro. Dovetti lasciare la ragazza a terra svenuta. Lui era forte, troppo forte per un essere umano. Mi sbattè alla parete dell’ascensore stringendomi la gola. Alzai il volto e finalmente riuscii a guardarlo in viso. Vidi il suo sguardo concentrato farsi stupito e poi rabbioso. Strinse ancora di più la presa sul mio collo “Non era il tipo di accoglienza che mi sarei aspettata” pensai tra me e me mentre cercavo di divincolarmi da lui. Credo che la mia espressione in quel momento doveva essere davvero strana. Non riuscivo a respirare ed ero sofferente ma probabilmente lui lesse altro nel mio sguardo. Non paura di morire, non supplica ma finalmente felicità. Per questo allentò la presa dal mio collo.
-Che ci fai qui?- mi chiese lasciandomi schiacciata contro la parete.
-Anche io sono contenta di rivederti .. Nick?!- sottolineai ironicamente il suo nome.
-Ho cambiato un po’ di cose .. Klaus non esiste più, è morto, tu lo hai ucciso!- mi accusò con voce bassa e rabbiosa.
- Non potevo fare altrimenti .. –
-Sì ha sempre una scelta Caroline. Potevi stare dalla mia parte. Potevamo stare insieme, noi due contro il resto del mondo. Ma tu mi hai ingannato. Mi hai tolto tutto. Quello che ho provato per te mi ha reso debole. –
-Non avrei voluto .. –
-Bugiarda .. che sei venuta a fare qui?-
-Ti ho cercato per mesi Klaus .. –
-Non chiamarmi così!- urlò lui voltandomi le spalle.
-Sei sempre tu Klaus, e sono sempre io Caroline. Ti ho cercato ovunque.- mi avvicinai tentando di trattenerlo per un braccio. Lui si voltò e mi guardò negli occhi –Perché?- mi chiese.
-Perché ti amo Klaus .. – lo vidi fissare le mie labbra avidamente e poi gettarsi su di me. Non potevo crederci, era stato facile farmi perdonare da lui. Ero felice e portai le mani sul suo volto accarezzandolo. All’improvviso sentii un bruciore fortissimo al fianco. Mi staccai da lui boccheggiando e lo guardai stupita. Iniziai a sentire dolori lancinanti, mi aveva iniettato verbena. –Klaus .. – lo chiamai mentre mi accasciavo a terra. Lui mi prese in braccio e mi sussurrò –Vediamo cosa sono disposti a ridarmi i tuoi amichetti per riaverti indietro!- persi i sensi dal dolore.
POV ELENA
-Damooooon – urlai in preda ad una crisi isterica. Ero sul divano e mi stavo annoiando. Possibile che stare quasi al nono mese di gravidanza significasse non poter fare assolutamente niente.
-è fuori Elena- mi rispose pazientemente Bonnie che quel giorno sarebbe stata la mia badante.
-Bonnie, portami il telefono!-
-Forse non dovresti chiamarlo se sei così nervosa, finirete per litigare!-
-è colpa sua se sono nervosa, non mi permette di fare niente!-
-Non farti andare a zonzo per gli stati uniti a cercare Caroline mi sembra un divieto ragionevole per una ragazza incinta!- mi disse Bonnie sedendosi al mio fianco.
-Schiocchezze mi fa stare tutto il giorno dentro casa.-
-Perché altrimenti testarda come sei scapperesti!-
Mi mandavano tutti in bestia. Possibile che dovessero decidere sempre tutto loro per me. Feci per alzarmi in modo da poter prendere io stessa il telefono ma tutto accadde in un momento. Sentii una sensazione di bagnato tra le gambe e cominciarono le contrazioni. –Bonnie- chiamai urlando. La mia amica mi fu subito al fianco.-Che succede?- mi chiese con il panico nella voce.
-Dobbiamo andare all’ospedale!- le urlai più nervosa che mai. Bonnie mi tirò su e mi fece salire in macchina. Le contrazioni aumentavano velocemente e io sentivo che il momento era vicino. La corsa verso l’ospedale fu abbastanza breve, nel frattempo Bonnie aveva chiamato Damon per avvisarlo e anche lui era precipitato immediatamente nell’isterismo. Arrivammo all’ospedale e dei momenti successivi probabilmente molto l’ho rimosso. Ricordo Damon raggiungermi in sala parto e ricordo il dolore. Ricordo che il tempo sembrava non passare mai e che c’era un sacco di sangue. Preoccupata guardavo Damon ma lui mi stringeva la mano e sembrava non accorgersi nemmeno della situazione. Ricordo che mi chiesi più volte dove fosse Care e ricordo Meredith che mi rassicurava e mi incitava a spingere. Ricordo le spinte e ricordo le immagini sconnesse e sfocate di quelle ore. Ho molta confusione rispetto a quei momenti, l’unica cosa che ricordo precisamente è quando il dolore finì. Aprii finalmente gli occhi e vidi chiaramente qualcosa. Un paio di meravigliosi occhi azzurri su un visino piccolissimo. La mia bambina.

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Capitolo 18
*** CHAPTER 18 THE BLACKMAIL ***


CHAPTER 18 THE BLACKMAIL

Pov Caroline
Ripresi i sensi in una stanza ampia e luminosa. Mi resi immediatamente conto che mi trovavo nell’attico, lo capii dal panorama che si vedeva dalla finestra enorme affianco al letto sul quale mi ero risvegliata. Provai ad alzarmi ma mi accorsi di essere legata per i polsi. Sebbene le catene fossero abbastanza lunghe da permettermi una discreta capacità di movimento non sarei riuscita ad arrivare al bagno. Imprecai sbattendo le mani sul letto.
-Non ti agitare tesoro! Nonostante tutto devi ricordare che io sono sempre un gentiluomo! Cosa ti serve?-  non mi ero accorta di lui. Era seduto su una poltrona all’angolo della stanza mi guardava divertito.
-Klaus … - invocai il suo nome e non sapevo cosa dirgli. Ero senza parole, non potevo crederci che mi avesse davvero rapita.
Lui si alzò e venne verso di me. Non mi rivolse più la parola e io non parlai a lui. Mi tolse le catene e mi portò nel bagno. Ovviamente la stanza non aveva finestre perché era il bagno di servizio. Mi infilai nella doccia e cercai di lavare via la tensione ma era impossibile. Cominciai a piangere sotto lo scorrere dell’acqua. Avevo passato mesi a cercarlo ovunque. Mi sarei aspettata dolore, lacrime, risentimento, freddezza ma non questo. Non avrei mai potuto immaginare che mi avrebbe trasformata in una pedina del suo piano. “Tu per me non sei merce di scambio Caroline”  mi aveva detto tempo prima, evidentemente non era più così. Uscii dal bagno con addosso solo l’accappatoio e lo trovai davanti alla vetrata che guardava di fuori. Si voltò verso di me. Sicuramente avevo gli occhi rossi ma non lo guardai, non volevo dargli la soddisfazione di sapere che mentre lui mi usava per ottenere ciò che voleva io piangevo sotto la doccia per amore. Ero ferma impalata e sentivo il suo sguardo posarsi su di me. –Qui ci sono dei vestiti per te, e ti ho preso questo!- mi disse avvicinandosi e gettando una sacca di sangue sul letto. Alzai gli occhi e lo guardi
-Non guardarmi così Caroline!- mi disse con voce ferma –l’hai voluta tu questa situazione!-  non gli risposi, mi sedetti sul letto e iniziai a bere perché ero affamata e debole.  –Potresti almeno rispondermi .. sei tu quella che mi ha tradito, tu quella che mi ha fatto credere che tra noi ci fosse qualcosa. Io ti amavo Caroline, e tu hai giocato con i miei sentimenti!- alzai lo sguardo su di lui davvero arrabbiata. –è vero Klaus, io ti ho tradito, mi sono schierata contro di te, ti ho combattuto e privato dell’immortalità. Ma non ho mai giocato con i tuoi sentimenti. Quello che ho detto di provare per te era vero …- abbassai gli occhi per andare avanti –è vero anche ora! – aggiunsi. Quando riuscii a rialzare gli occhi lo trovai a fissarmi. Era il solito Klaus combattuto tra le sue due anime. Ma io sapevo di non aver speranza di prevalere in quel momento. Non riuscii comunque ad impedirmi di perdermi nei suoi occhi. Era così vicino a me e ancora una volta, nonostante la situazione, mi sentii sollevata perché lo avevo trovato. Potevo guardarlo e toccarlo, le circostanze non mi importavano affatto. Lui mi accarezzo la guancia –Non posso crederti Tesoro, mi dispiace … ora vestiti mentre io faccio una telefonata a Damon!- mi posò un bacio sulle labbra mentre una lacrima mi sfuggiva sulla guancia. Andò nuovamente a sedersi sulla poltrona e mi guardò –Puoi cambiarti qui!- mi disse con sguardo crudele e voce falsamente accomodante.  Capii che voleva umiliarmi, farmi percepire la sua distanza da me. Mi venne nuovamente da piangere ma ricacciai dentro tutte le lacrime.
“ è a se stesso che vuole dimostrare di essere indifferente!” mi dissi per cercare di farmi coraggio. Ero arrabbiata con lui ma non riuscivo ad odiarlo nemmeno ora. Mi sembrava di poter percepire il suo stato d’animo e i suoi pensieri. Forse erano solo illusioni di una ragazza innamorata le mie ma non potevo credere che la parte di lui di cui mi ero innamorata fosse morta per sempre. Mi sfilai l’accappatoio avvertendo il suo sguardo famelico su di me. Mi ero voltata verso il letto in modo che potesse vedermi solo di spalle. Improvvisamente decisi che potevo dimostrargli che quello che c’era tra di noi era più forte dell’assurdo proposito di essere crudele. Mi voltai verso di lui che mi guardava compiaciuto. Alzò lo sguardo stupito su di me evidentemente era convinto che avrei continuato a vestirmi dandogli le spalle, non consentendogli di guardarmi totalmente nuda. Invece io mi voltai  e gli puntai gli occhi addosso. Lentamente, completamente nuda, cercando di non pensare a ciò che stavo facendo, mi avvicinai a lui.
 –Cosa fai?- mi chiese ipnotizzato dai miei movimenti con una nota di panico nella voce. –Vengo più vicino, non vuoi vedermi da vicino?- gli risposi con voce suadente. –Resta lì Care, non ci provare!- mi disse irrigidendosi.
-Tu hai voluto che mi spogliassi davanti a te Klaus .. è la prima volta che mi vedi nuda e non vuoi che mi avvicini?- ormai ero davanti alla poltrona, vicinissima a lui. Feci una giravolta e allargai le braccia come ad indicarmi. Lui era rigido e teso. Avevo fatto centro, si rendeva conto della fatica che gli costava quella situazione. Non mi importava quanto sarebbe stata dura convincerlo a passare dalla parte giusta, dovevo farcela ed ero disposta a giocarmi tutte le carte che avevo in mano. Mi sedetti a cavalcioni su di lui che come guidato da un riflesso incondizionato mi mise una mano dietro la schiena ma per il resto rimase immobile. –Adesso cosa vuoi che faccia Klaus?- gli sussurrai all’orecchio. Vidi i suoi occhi scurirsi improvvisamente. Mi mise una mano dietro la nuca e cominciò a baciarmi mentre sentivo attraverso i suoi vestiti la sua eccitazione crescere. Mi prese e mi gettò sul letto mettendosi sopra di me. Era la prima volta che eravamo in una circostanza così intima. Mi sentivo fuori di testa perché ero prigioniera ed avevo appena sedotto il mio carceriere. Poteva essere un ottimo piano se il fine fosse stato fuggire, invece no! Io avevo sedotto il mio carceriere perché ero veramente attratta da lui e volevo farci l’amore. “Sono folle!” mi dissi mentre gli sbottonavo la camicia e mi portavo sopra di lui. Lottammo sul letto per chi dovesse stare sopra l’altro. Vinse lui e mi imprigionò tra le sue braccia. Mi sorrise e io gli sorrisi. Per un attimo dimenticai tutto, eravamo solo Klaus e io che facevamo l’amore la prima volta.  Vidi che per lui era la stessa cosa, lo percepivo, non poteva mentirmi in quel momento. Non c’era traccia di rabbia o malvagità nei suoi occhi e nei suoi gesti. Solo desiderio e dolcezza.
-Sei bellissima Caroline!- mi sussurrò all’orecchio. Io gli sorrisi –Ti amo Klaus!-  gli risposi. Poggiò le sue labbra sulle mie mentre entrava in me e ci univamo.
Finimmo di fare l’amore e ci stendemmo l’uno accanto all’altra. Mi voltai verso di lui e lo fissai mentre lui teneva gli occhi fissi sul soffitto. Posai la mia mano sulla sua forse per richiamare la sua attenzione. Una parte di me piccola piccola sperava che questo avesse cambiato le cose, ma sapevo che non era possibile. Sapevo quello che sarebbe successo un secondo prima che effettivamente accadesse. Lui si voltò verso di me e sostituì in pochi secondi l’espressione adorante ed appagata con una dura e distaccata. –Adesso vestiti!- mi disse alzandosi e lasciandomi sola nel letto. Lo vidi prendere il cellulare e portarselo all’orecchio. Potevo sentirlo squillare una, due, tre volte. –Pronto?- la voce di Damon era rilassata e felice all’altro capo del telefono. –Damon, amico mio… -
-Che vuoi Klaus- il tono era teso, il timbro sicuro e minaccioso.
-Non ci sentiamo da tanto tempo, e tu mi parli così? Comunque ti ho chiamato perché qui con me c’è qualcuno che vuole salutarti.. – si avvicinò a me e mi strattonò per il braccio. –Damon, non lo ascoltare!- ebbi il tempo di dire solo questo al telefono prima che lui si riportasse l’apparecchio all’orecchio.
-Caroline!- sentii il mio amico chiamarmi inutilmente all’altro capo del telefono.
-Già! È qui con me, sai è venuta a cercarmi per coronare il suo sogno d’amore ma io avevo altri piani!- mi schernì lanciandomi un’occhiata malevola.
-Lasciala andare Klaus. –
-Forse, vedremo .. –
-Non le farai del male Klaus, non a Caroline. Non ci credo!-
-Vogliamo provare..- lo provocò in risposta.
-Cosa vuoi? –
-La vita eterna ovviamente! Pensaci Damon, e fammi sapere, aspetto tue notizie, puoi trovarmi sul cellulare di Caroline, passeremo molto tempo insieme, ho intenzione di soddisfare qualcuno dei suoi desideri .. – gli disse in tono fintamente amichevole e riattaccò.
-Adesso scopriremo quanto la tua famiglia tiene a te dolcezza!- mi disse e poi tornò ad ignorarmi. Mi venne da piangere, ero distrutta, disperata ma non avrei mollato. “Ti salverò da te stesso amore mio!”
Pov Elena
Ero felice. Nonostante tutto. Ero preoccupata per Caroline perché ancora non era tornata dal suo viaggio e perché erano ormai quattro giorni che non la sentivo ma ero comunque felice. Ero al pensionato nella mia camera da letto e tenevo in braccio la mia bellissima bambina. –Nina .. – la chiamavo dolcemente mentre lei puntava i suoi splendidi occhi azzurri su di me. Damon al mio fianco giocava con la sua manina piccola facendosi stringere il dito e accarezzando me con l’altra mano, improvvisamente gli squillò il telefono ed uscì dalla stanza lasciandomi sola a contemplare la mia Nina. Era piccolissima ed era meravigliosa. Io e Damon passavamo tutto il giorno con lei a coccolarla, lui era un papà perfetto, dolce e premuroso. Passava le giornate a dedicarsi completamente a me e Nina. In realtà al pensionato erano tutti su di giri per la mia bambina, probabilmente sarebbe cresciuta viziatissima. Bonnie passava pomeriggi a stregare piume per incuriosirla anche se io continuavo a spiegarle che era davvero troppo piccola per capire, Jeremy le aveva comprato almeno trenta tutine di forme e colori diversi. Nina era la perfetta copia di me da bambina, cosa che aveva fatto innamorare di lei anche Katherine, assolutamente identica tranne che per gli occhi. I suoi occhi erano azzurri esattamente come quelli di Damon. Mentre ero lì estasiata a cercare di farla addormentare  la porta si spalancò e Damon piombò nella stanza, mi accorsi subito che c’era qualcosa che non andava –Cosa è successo?- gli chiesi
-Klaus ha preso Caroline!-

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Capitolo 19
*** CHAPTER 19 THE ETERNAL WITCHES ***


CHAPTER 19 THE ETERNAL WITCHES

Camminavo avanti e indietro con Nina tra le braccia per il salone. –Diamogli quello che vuole!- continuavo a ripetere mentre consumavo il pavimento del salotto di casa Salvatore. Il silenzio regnava indiscusso, nessuno parlava. Lily se ne stava accanto alla finestra e ci guardava con aria dura. Era chiaro che fosse contraria a rendere l’immortalità a Klaus ma sapeva che tutta la nostra famiglia non avrebbe lasciato mai Caroline nelle mani di Klaus. Lily non se ne era andata come avevamo creduto alla fine della battaglia. Era rimasta con noi. Avevo avuto modo di parlarci veramente nel corso della gravidanza e avevo capito che c’era qualcosa di davvero speciale in lei. Avevo anche capito che il suo passato doveva essere stato davvero tormentato e durante quei mesi trascorsi con noi l’avevo vista cambiare ogni giorno. Era sempre più serena ogni giorno che passava, sembrava sempre più un’adolescente come un’altra. Il suo rapporto con Jeremy sembrava diventare sempre più intimo il che all’inizio mi aveva lasciata un po’ spaesata per ovvie ragioni ma ultimamente sembravano davvero due adolescenti qualunque. Non ero sicura che tra i due ci fosse già qualcosa di concreto ma si giravano palesemente intorno. Andavano a scuola insieme e vivevano nella stessa casa visto che ci eravamo trasferiti tutti al pensionato. Avevano finalmente trovato un po’ di pace entrambi, non sopportavo adesso fosse stata messa nuovamente in discussione dal ritorno di Klaus. Mentre continuavo il mio pellegrinaggio in giro per il salotto mi ritrovai a ricordare la conversazione avuta con Lily qualche mese prima.
Flashback
Ero in giardino a prendere un po’ di fresco perché la gravidanza mi provocava insopportabili vampate di calore e inaspettatamente lei mi raggiunse sul dondolo e iniziammo a chiacchierare. Mi chiese come mi sentivo e mi fece un sacco di domande su me, Jeremy, Damon e tutti gli altri.
-E tu chi sei Lily?- gli chiesi io quando finì di raccontarle la storia del mio triangolo amoroso. Lei mi sorrise e iniziò a raccontarmi la sua storia, o almeno una parte.
- Sono un’adolescente, o almeno questo è il mio aspetto, ma per molte cose sono molto più grande dell’età che dimostro.- mi confessò. –A differenza che Bonnie io ho sviluppato i miei poteri sin da bambina, questi mi facevano compiere cose strane senza che io li sapessi controllare. La mia famiglia era una famiglia perfettamente normale, nessun antenato stregone, nessuna nonna strega che potesse aiutarmi. Il mistero dei miei poteri mi ha seguita per molto tempo. I miei si spaventarono molto, non sapevano cosa aspettarsi e come comportarsi, così decisero di mandarmi in un istituto per persone “speciali” ovvero in una casa di cura. Una volta arrivata lì la mia incapacità a gestire quello che mi stava accadendo crebbe esponenzialmente ma per fortuna una delle infermiere anziane di quel posto era una strega, come me. Chiese e ottenne l’affidamento con il benestare dei miei genitori. Disse loro che aveva già avuto a che fare con pazienti con la mia “patologia” e che sarebbe stata in grado di curarmi. Ho vissuto con lei per molti anni. Mi ha insegnato molte cose, prima di tutto a gestire e controllare il mio potere. Quando è morta ho cominciato a vagare sola per l’America. Mi sono rifiutata di tornare con la mia famiglia non era il tipo di vita che volevo, ma ero sola. Quella donna era stata una maestra e una famiglia per me e la sua morte mi distrusse, soprattutto perché non avvenne per cause naturali, furono gli originali ad ucciderla. Lei infatti aveva una missione, quella di distruggerli e loro, temendola, hanno voluto assicurarsi che lei fosse messa fuori gioco, fortunatamente non sapevano nulla della mia esistenza. - 
-Wow .. – mi aveva lasciata senza parole. Mi aveva raccontato e spiegato molte cose ma ero sicura che molte altre ancora sarebbero rimaste un mistero chissà per quanto tempo.
-Quanti anni hai Lily?- le chiesi sbalordita.
-Questa cosa non è ancora il momento di spiegarla!- sorrise e capii che era inutile insistere ma qualcosa mi diceva che quella ragazzina avesse davvero molti più anni di quanti non ne dimostrasse.
-Cosa pensi di fare adesso?- le chiesi trattenendola mentre lei stava andando via.  Si voltò ancora una volta e puntò quegli enormi occhi versi nei miei –Vorrei restare. È molto tempo che non ho una famiglia, Elena. Per le creature strane come noi non è facile inserirsi ed essere accettati. Insieme è più semplice. –
 
-Per quanto non mi piaccia l’idea di avere di nuovo il pazzo tra i piedi non possiamo lasciare Caroline nei guai!- disse Matt mentre prendeva Nina tra le mie braccia e andava a sedersi sul divano.
-Certo che non possiamo!- aggiunse Stefan.
-Non possiamo neanche dargli tutto quello che vuole!- aggiunse Bonnie che si era schierata al fianco di Lily. Anche il loro rapporto era cresciuto in quei mesi. Loro due condividevano molte cose, e avevo la sensazione che di alcune la mia amica ancora non fosse a conoscenza. Erano molto diverse tra di loro ma Lily era per Bonnie quell’amica che io e Care non avremmo più potuto essere. Erano due streghe e avevano lo stesso scopo nella vita. Ovviamente nessuna delle due voleva ucciderci ma comunque c’era qualcosa che le rendeva nostre antagoniste naturali. Caroline era un vampiro e io lo sarei diventata presto.
-Ha ragione Bonnie, abbiamo messo la parola fine al dominio di Klaus non possiamo restituirgli le armi- aggiunse la strega rossa.
-Forse potremmo trovare un modo per trasformarlo in un vampiro imprigionando la parte del licantropo!- suggerì Stefan mentre da vicino a Matt coccolava Nina.
-Cercheremo nei nostri grimori! – disse Bonnie e fece per rinchiudersi nella sua stanza.
Io ero sconvolta. Nonostante il legame che la mia amica aveva stretto con Lily, nonostante la sua natura di strega non potevo credere tentennasse sulla possibilità di salvare Care. Era nostra amica. Ero infuriata. Uscii sul retro lasciando sbattendo la porta e mi sedetti sul dondolo.
-Non devi prendertela così!-
Mi voltai verso Damon che era appoggiato alla porta sul retro e mi guardava con aria severa.  
-Ah no? E come dovrei prenderla?- lui si venne a sedere vicino a me.
-Non la lasceremo in mano a Klaus!-
-Lily e Bonnie non mi sembra siano d’accordo!-
-Non m’importa se lo sono o meno!-
-E allora perché non lo hai detto prima? Sei stato zitto, non hai detto una parola!-
-Cosa avrei dovuto dire?-
-Che saremmo partiti per andarla a prendere stanotte stessa!- gli urlai addosso.
-Non posso decidere da solo! Non sono un sovrano-
-Lo hai sempre fatto mi sembra ..-
-Non posso mettere in pericolo te e Nina! – mi rispose lui.
Stetti in silenzio e spostai lo sguardo dal suo volto –La perdita di Caroline è un compromesso che non posso accettare!- mi alzai e rientrai in casa.
Salii le scale e mi ritrovai davanti alla stanza di Bonnie, la furia s’impadronì nuovamente di me ed entrai senza nemmeno bussare.
-          Elena! – urlò lei saltando sul letto spaventata.
-          Sei impazzita!?- le urlai contro.
-          Perché?-
-          Cos’era quello che hai detto prima? Vuoi abbandonarla Bonnie?-
-          Tu non capisci..-
-          No, sei tu che hai dimenticato quello che eravamo .. –
-          Io ho appena scoperto quello che sono ..-
sussurrò lei e la vidi iniziare a piangere. La rabbia si diradò all’ istante e mi andai a sedere al suo fianco. Le poggiai un braccio sulla spalla per consolarla senza capire cosa le fosse preso per avere una reazione del genere. –Cosa è successo Bonnie?- lei alzò gli occhi pieni di lacrime e mi guardò –Sono una strega eterna Elena!-
-Che significa?- le chiesi confusa e lei riprese a parlare.
-Sono una strega eterna, cioè una strega immortale, come Lily. Noi siamo le vere guardiane dell’equilibrio terrestre e le altre streghe, quelle mortali, sono le nostre ancelle o se preferisci le nostre pedine, delle guerriere. Una strega eterna viene cristallizzata nel momento in cui il suo potere raggiunge il culmine, da quel momento in poi non invecchia, non cambia più. Ogni volta che una strega eterna viene uccisa ne nasce un’altra, io sono nata quando è morta la maestra di Lily. Siamo votate all’equilibrio terrestre e tutto quello che lo distorce ci riguarda e deve essere distrutto. È la nostra missione, è un imperativo, non c’è scelta. Farò tutto il possibile per salvare Caroline ma non posso andare contro la natura.- Mentre raccontava piangeva ed io ero rimasta senza parole, probabilmente non sarei mai riuscita a capire quello che Bonnie mi voleva spiegare. Non riuscivo a risponderle niente e lei continuò a parlare riempiendo il mio silenzio –Non voglio abbandonare Care .. – mi disse tra i singhiozzi mentre sfogliava le pagine del suo grimorio senza sosta. –Troveremo una soluzione Bonnie, non ti permetterò di abbandonarla. Non devi sacrificare te stessa!-  presi uno dei volumi sul suo letto e cominciai a sfogliarlo accanto a lei, trascorremmo gran parte della notte così a cercare insieme una soluzione fino a che il sonno non ebbe la meglio.
POV CAROLINE
-I tuoi amici ancora non hanno chiamato, forse non sei così importante come credi!- la voce dura di Klaus mi arrivò come uno schiaffo in pieno volto mentre mi scuoteva per svegliarmi. La notte mi legava sempre e mi iniettava verbena per stordirmi. Aprii a fatica gli occhi e lo guardai, mi veniva difficile a volte trovare la forza per non abbandonarmi all’odio. Ce la metteva tutta per farsi odiare da me. I ricordi della notte precedente tornarono prepotenti alla memoria, sospirai. Quando riaprii gli occhi incrociai il suo sguardo e mi stupì il modo in cui lo trovai a guardarmi. Era famelico. Mi accorsi solo allora che la mia striminzita sottoveste aveva lasciato scoperte generose porzioni del mio corpo ma non potevo coprirmi perché ero legata. Lui aveva l’espressione di un cacciatore feroce e mi spaventò. In un lampo fu affianco a me nel letto e tirò le catene alle quali ero legata per avvicinarmi a se.
-Che fortunata coincidenza che il mio ostaggio sia così appetibile!- mi sussurrò a fior di labbra. Cercai di scansarmi. Ero ancora intontita dal sonno e sapevo benissimo cosa aveva intenzione di fare. Klaus voleva cancellare la dolcezza della sera prima con la violenza. Aveva capito di non poter soffocare l’attrazione tra di noi e aveva deciso di prendermi contro la mia volontà in modo che io smettessi di comportarmi con lui come avevo fatto fino a quel momento. Questo significava che stava funzionando. Mi afferrò per i capelli e fece scontrare le nostre labbra baciandomi con foga mentre mi strappava letteralmente la sottoveste. Si stacco da me e prese a guardare il risultato del suo lavoro. Ero completamente nuda e un po’ intimorita mentre lui mi mangiava con gli occhi, ma nonostante tutto sentivo un calore devastante espandersi nel mio basso ventre. Sentivo il mio centro pulsare mentre lui mi esaminava duro e sadico con gli occhi e con le mani. Lo volevo dentro di me e le mie gambe invece di chiudersi come avrei voluto si divaricavano, il mio bacino andava incontro alle sue mani come a chiedere che mi toccasse di più. Quando con le dita raggiunse la mia entrata lo vidi spalancare gli occhi. La mia reazione era evidentemente stata l’opposta rispetto a quella che si era aspettato. –Sei bagnata … - sussurrò eccitato ed incredulo.
-Mi piaci e sei bravo .. – gli sussurrai maliziosa riprendendo il controllo. Non era facile. Ero sempre in bilico tra il terrore e la passione profonda, rimanere lucida senza lasciarmi andare alla paura mi costava una certa fatica ma la mia motivazione era importante. Era per l’uomo che amavo che lo stavo facendo. Non avrei mai creduto di esserne capace, ma molto spesso non ci rendiamo conto di quanto siamo forti finchè non veniamo costretti ad esserlo. Nuovamente riuscii ad aprire lo spiraglio che stavo cercando, lui si avventò su di me sempre prepotente, sempre dominante ma non più mosso dall’intento di umiliarmi e allontanarmi da lui. Semplicemente era se stesso, ma mi amava in quel momento e lui non poteva nasconderlo. Stavo per perdere nuovamente il contatto con la realtà abbandonandomi alla passione quando la porta dell’attico si spalancò.
-Sei tu Klaus?- lui si tirò su coprendomi con un lenzuolo il corpo nudo e si girò verso la voce che aveva fatto irruzione nell’attico. –Chi siete?- tuonò Klaus minaccioso. Mi sporsi oltre il suo corpo e vidi un gruppo di cinque energumeni che guardavano alternativamente me e lui.
-Sono Igor, e sono un licantropo, come te! Loro sono i miei amici!- a parlare era stato quello al centro che era il più alto e muscoloso di tutti sebbene anche gli altri non fossero da meno.
-Cosa volete?- chiese Klaus parandosi completamente davanti a me per impedir loro di guardarmi.
-Ci ha mandati il nostro capo, Beatrix, hai mai sentito parlare di lei?-
-Certo che ho sentito parlare di lei, sono in giro da molto tempo!-
-Sì ma ci hanno detto che sei un sovrano decaduto di questi tempi! Comunque Beatrix vuole offrirti una possibilità. Lei sa cosa stai cercando di ottenere. Vuoi tornare ad essere un ibrido.-
-Non vedo come vi riguardi!-
-Non essere sciocco, noi vogliamo aiutarti .. in cambio poi però tu dovrai trasformare anche noi!-
-Non so se posso farlo!-
-Lo farai – sorrise malevolo e poi si rivolse ai suoi amici –Mettetevi comodi ragazzi, mentre io avverto Beatrix che può venire!- uscì dalla stanza e gli altri iniziarono a girovagare per l’attico. Klaus si faceva sempre più vicino a me era nervoso ed agitato. Uno dei quattro energumeni riuscì ad avvicinarsi a me
-Ti sei scelto uno schianto di ostaggio!- disse rivolto a Klaus.
-Stalle alla larga!- rispose lui velenoso.
-E da quello che abbiamo visto non disdegna di concedersi! Magari quando hai fatto ci faccio un giro anche io!- Klaus fu una saetta a scagliarsi sul ragazzo che aveva parlato. Lo afferrò per il collo e lo spinse al muro.
–Non ti azzardare nemmeno a pensare una cosa del genere!- gli ringhiò in faccia. Ora ero davvero spaventata. Potevo vincere in una situazione dove solo io ero in pericolo e Klaus era il cattivo, stava diventando una sorta di eccitante gioco perverso, ma ora era diverso. Non sapevo cosa pensare, cosa fare. Improvvisamente tutti gli altri gli furono addosso e lo gettarono a terra cominciando a picchiarlo. –Non sei più un originale Klaus, abbassa la cresta!- gli dicevano mentre lo colpivano. –Quando verrà il mio turno di divertirmi con la biondina vorrò farlo mentre tu starai a guardare!- gli disse il licantropo che poco prima aveva colpito mentre gli altri ridevano sguaiati. Tra di loro rimasero addosso a Klaus tenendolo a terra e picchiandolo, l’altro, quello che aveva dato inizio alla lite, si fece avanti verso di me strappandomi il lenzuolo di dosso e lasciandomi nuda. –Ma come siamo carine!- io gli ringhiai con il mio vero volto e lui mi rise in faccia. –Vampirella focosa, avrai quello che ti meriti!- e fece per mettermi le mani addosso ma Klaus riuscì a divincolarsi e lo atterrò. –Ti ho detto che non la devi toccare!- gli urlò mentre lo riempiva di pugni.
-ADESSO BASTA!- tuonò una decisa voce femminile. Doveva essere Beatrix la donna che entrava al fianco del licantropo più grosso. –Stiamo calmi ragazzi!- sorrise –Siamo tutti dalla stessa parte.-
 
 
 

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Capitolo 20
*** CHAPTER20- NEW ALLIANCES ***


CHAPTER20- NEW ALLIANCES

Ero davvero spaventata. Avevo indossato una maglietta e un paio di pantaloncini ed ero stata legata su una poltrona in un angolo della stanza. Klaus era poco distante da me, in piedi, circondato da quattro licantropi che lo tenevano d’occhio. Igor e Beatrix torreggiavano al centro della stanza. Lui era enorme ma totalmente asservito e lei era .. non trovavo le parole per descriverla. Era una donna molto alta e di una bellezza dolorosa. Aveva i capelli lunghi e nerissimi come gli occhi nonostante la pelle fosse diafana. La bocca era sottile e rossissima e l’aspetto algido e imponente.
-Klaus è un piacere rivederti!- gli disse lei suadente accarezzandogli il volto. Ringhiai dal mio angolo ma lei mi ignorò e lui si limitò a guardarmi un secondo come a volermi suggerire di tacere.
-Non posso dire altrettanto Beatrix!- rispose lui secco.
-Una volta andavamo d’accordo! Nonostante le nostre nature differenti, ed io ti avevo offerto me stessa ti ricordi?- gli disse mielosa accarezzandolo ancora. –Diciamo piuttosto che volevi qualcosa da me e mi hai piantato in asso quando hai capito che non l’avresti ottenuta!- la corresse lui e lei in risposta alzò le spalle elegantemente. Chiusi gli occhi e girai la testa non volevo vedere. Lei però improvvisamente si voltò verso di me e cominciò ad avvicinarsi piano. –Vedo che ti piacciono le bionde!-
-Stalle lontana Beatrix, lei non c’entra!-
-Non prendermi in giro Klaus, in questi secoli ti ho sempre tenuto d’occhio! Sei uno sciocco se hai creduto che avrei rinunciato così ai miei propositi. So benissimo che la signorina qui presente è la chiave affinchè tu possa riconquistare la tua natura ibrida. Quindi è un’arma interessante anche per me!- mentre parlava continuava ad avvicinarsi a me. Mi arrivò di fronte e mi alzò il volto verso il suo iniziando a sorridermi.
-Come sei carina dolcezza! Ci credo che il nostro ex principe delle tenebre si è preso una bella cotta per te!- mi accarezzava la guancia nel silenzio generale.
-Chi sei tu? Che vuoi da noi?- le chiesi rabbiosa mentre guardavo Klaus sporgersi verso di me nonostante i quattro licantropi lo trattenessero.
-Non hai mai sentito parlare di me dolcezza? – mi chiese stupita e fintamente offesa si rivolse a Klaus
-Non è carino da parte tua! Stai tranquilla Bambolina ti spiegherò tutto, così vi dirò anche che faremo da adesso in poi!- aggiunse voltandosi nuovamente verso di me.
-Io sono Beatrix e sono una strega Eterna! Solitamente le mie colleghe puntano al mantenimento dell’equilibrio naturale e combattono tutti gli esseri troppo potenti, ma io non la penso così. Io sono un’Eterna particolare, perché sono anche un licantropo. Da quando Klaus ha perso i suoi poteri posso tranquillamente affermare di essere l’essere più potente della terra! ma mi manca qualcosa per completare la mia incoronazione come regina incontrastata, la natura di vampiro. Sono sicura che Nicklaus sarà felicissimo una volta tornato ad essere un ibrido di trasformare me e i miei amici.-
-Sei una strega! Come puoi non pensare alle conseguenze delle tue azioni?- le chiesi sconvolta. Nella mia testa tutte le streghe erano sempre motivate da buone intenzioni, magari a volte non avevano combaciato con le mie ma comunque erano buone, invece lei pensava esclusivamente a se stessa e al suo potere e questo mi sconvolse.
-Sai cara, è tutta questione di interpretazione! Secondo me se mi è stato donato questo potere immenso non è per vegliare la terra, ma per dominarla. Ma ho bisogno di avere anche la natura di vampira e solo Klaus può darmela. Una volta ottenute le tre nature potrò distruggere le altre Eterne e godermela con la consapevolezza di potermi imporre su qualsiasi creatura sovrannaturale. Klaus ovviamente sarà il mio re, giusto tesoro?- si voltò verso di lui con voce carezzevole.
-Tu sei pazza! Non ti aiuterò Beatrix, io sono un ibrido, tu una strega licantropo, il mondo è abbastanza grande per entrambi .-
Lei per tutta risposta si chinò su di me e cominciò ad accarezzarmi. Sentivo la pelle d’oca.
-Se accetti magari deciderò di fartela tenere per divertirti ogni tanto!- disse a Klaus –Magari potremmo divertirci tutti e tre insieme!-
-Toglile le mani di dosso!-
-Una volta questi giochi tra noi ti piacevano-
-Lascia andare Caroline, liberala e ne riparleremo.-
-Allora non è una semplice cotta Klaus! Non mi dire che TU, il freddo, altero, anaffettivo Klaus ti sei innamorato di una biondina qualunque??- la voce della strega era irritata. Non riuscivo a capire se fosse innamorata di Klaus, probabilmente lo era stata in passato ed ora era solo gelosa perché non sopportava di dividere le sue attenzioni con un’altra. O forse non sopportava essere seconda a nessuno in nessun caso.
-Comunque non sono un’idiota Klaus. Non lascerò andare la tua amichetta! Lei è la mia garanzia che tutto vada per il meglio. Piuttosto adesso ti dico cosa faremo. Tu andrai a farti ridare i tuoi poteri, hai una settimana di tempo per andare e tornare. Nel frattempo Caroline mi terrà compagnia. Ti conviene tornare presto perché mi sembra di aver capito che Malcom – e indicò uno dei quattro licantropi intenti a reggere Klaus –sia particolarmente interessato alla tua biondina. – detto questo i quattro lasciarono Klaus che si precipitò su di me.
-Klaus … - invocai il suo nome spaventata mentre lui mi prendeva il volto tra le mani guardandomi negli occhi. –Ti porterò fuori di qui, costi quel che costi Care! Tornerò a prenderti prestissimo, devi fidarti di me!- nel suo sguardo non leggevo più risentimento, ma solo apprensione. Finalmente era nuovamente il mio Klaus, e non mi sarebbe importato quanto era costato, seppi in quel momento che anche il suo amore era autentico, che non importava più niente tutto il passato.
-Ti amo .. – gli sussurrai e lo vidi sorridermi.
-Anche io Barbie .. – mi disse all’orecchio e mi baciò le labbra, voltandosi poi verso Beatrix  -Se le succede qualcosa te la farò pagare!-
Lei fredda e con l’odio negli occhi gli sorrise –Vai Klaus il tempo scorre, ricordati che hai una settimana, non per metterti pressione ma poi c’è la luna piena!- .
Lo vidi lanciarmi un’ultima occhiata preoccupata e lasciò la stanza. Da quel momento potevo solo sperare.
POV ELENA
 Ero preoccupatissima. Erano passati due giorni e avevamo trovato solo un modo per far tornare Klaus un ibrido ma non per trasformarlo solo in un vampiro. Certo anche fosse tornato ad essere un ibrido sarebbe stato più o meno come Tyler, insomma vincibile. Damon da originale avrebbe potuto abbatterlo, ma comunque sarebbe stato pericoloso. Lily e Bonnie si mostravano ancora contrarie e questo rendeva l’atmosfera in casa irrespirabile e tesa. Damon e Lily discutevano in continuazione se liberare Caroline dando a Klaus ciò che voleva o sacrificarla alla giusta causa, le loro priorità erano decisamente diverse. Io cercavo di aiutare Bonnie che era in un totale stato di confusione, non avrebbe mai permesso di ridare a Klaus i suoi poteri ma non appena si rendeva conto a cosa questo avrebbe portato cominciava a piangere come una pazza e io cercavo di consolarla ma non potevo però fare a meno di avercela con lei. Assurdamente la persona con la quale mi trovavo più d’accordo era Katherine. Passavo con lei moltissimo tempo, perché sebbene sapessi che non fosse colpa di Bonnie non riuscivo a comprenderla completamente. Katherine invece era la solita di sempre. Non avrebbe mai ammesso di essere preoccupata per Caroline ma voleva tirarla fuori da quella situazione. –Le ho prestato un paio di scarpe e non so dove le ha messe!- mi spiegò per darsi un tono. Mi venne da sorridere. –Solo per questo vero?- le chiesi sarcastica.
-Certo! Quindi se tra due giorni Malefica e Grimilde non si sono decise io la vado a prendere personalmente!- mi spiegò candidamente.
In tutta quella situazione oltretutto Klaus era sempre irraggiungibile. Damon aveva provato più volte a chiamarlo o contattarlo in vari modi ma lui non rispondeva mai. Non riuscivo a credere che volesse fare realmente del male a Caroline. Lui era il cattivo, questo lo sapevo, ma avevo sempre pensato che la amasse. In un modo o nell’altro non avevo mai messo in dubbio l’esistenza del loro amore, probabilmente era sbagliato e li avrebbe costretti ad un destino infelice ma sul fatto che si amassero non avevo mai nutrito alcun dubbio. Forse sbagliavo, ma non riuscivo a convincermene. Mentre mi perdevo nei miei pensieri e non riuscivo a pensare altro che a Caroline mi inoltrai nel parco del pensionato. Mi piaceva camminare da sola tra gli alberi, mi regalava una certa tranquillità che soprattutto con Nina diventava difficile ottenere. Per questo quando ero particolarmente stressata lasciavo Nina a qualcuno, quel giorno allo zio Stefan e alla zia Kate, e me ne andavo a spasso per il parco.  Ero rilassata mentre mi aggiravo tra quegli alberi che oramai conoscevo. Mi sentivo a casa e non prestavo attenzione a nulla finchè non mi sentii afferrare per le spalle e sbattere sul tronco dell’albero dietro di me. –Klaus!- strillai in preda al panico. In realtà appena lo vidi per un attimo provai un certo sollievo come se il mio corpo o il mio sesto senso mi suggerissero di non aver paura o forse solo perchè erano due giorni che lo cercavamo senza trovarlo, ma mi ricordai immediatamente che lui era il mio nemico numero 1, che eravamo solo io e lui nel bosco e che probabilmente mi odiava. Il panico s’impadronì nuovamente di me, sentivo il mio cuore accelerare i battiti furiosamente, la salivazione era azzerata. Alzai lo sguardo e glielo piantai negli occhi decisa. Sarei morta a testa alta. Ma quando lo guardai in faccia mi resi conto che la sua espressione non era decisa e furiosa come mi aspettavo. Era sconvolto. –Ciao Elena!-
-Dov’è Caroline?- gli chiesi spaventata dall’ansia che gli leggevo negli occhi.
-L’hanno presa .. – mi disse disperato.
-Chi? Chi l’ha presa?- chi poteva aver rapito Caroline al suo rapitore? In quel momento conobbi l’ansia vera e capì che fino ad allora non ero stata realmente preoccupata per Caroline, o meglio sì  avrei voluto andare a riprenderla ma dentro di me sapevo che non stava correndo nessun rischio, ora invece qualcuno l’aveva presa, e considerando lo stato in cui Nicklaus si trovava doveva essere un qualcuno decisamente pericoloso.
-Portami da Damon!- mi chiese. Mi stavo fidando di lui? Lo stavo portando in casa mia, dalla mia famiglia, da mia figlia? Lo guardai in faccia “sì” dissi a me stessa. –Seguimi- lo trascinai per il braccio fino alla porta d’ingresso.
Mi stavo avvicinando alla porta quando Damon, Katherine, Stefan e Tylor mi si pararono davanti.
-Vai via Elena, ci penso io!- mi disse Damon pronto ad attaccare Klaus dietro di me.
-Dovete ascoltarmi!- implorò lui.
-Perché mai? – chiese Stefan secco.
-Dobbiamo allearci!-
-Ahahaha- la risata finta di Katherine riempì l’aria –Non ci fidiamo di te!-
-Hanno preso Caroline- cercò di spiegare lui.
-Vi prego ragazzi, sentiamo cosa ha da dirci!- li vidi guardarsi e poi annuire rassegnati.
Entrammo nel salotto dove erano tutti gli altri. –Che ci fa lui qui dentro?- tuonò Lily.
-          L’ho deciso io, ok? – mi imposi. –Qualcuno ha preso Caroline!-
-          Lui ha preso Caroline, Elena!- mi corresse Bonnie.
-          Qualcuno l’ha rapita a lui!-
-          È una bugia, mantenerlo in vita è stato un errore, probabilmente Caroline è già morta, uccidiamolo!- tuonò Lily nuovamente.
Io mi spostai dalla mia posizione e mi misi davanti a lui. Non avrei mai pensato che avrei fatto scudo a Klaus con il mio corpo volontariamente. Ma lui era venuto a chiedere aiuto per la mia migliore amica e io dovevo almeno assicurargli la possibilità di parlare.
-Spostati Elena!- mi ordinò Lily mentre si faceva minacciosamente avanti. Klaus si sporse oltre di me
-Beatrix l’ha presa .. – vidi Lily sbarrare gli occhi e immobilizzarsi. Quel nome non mi diceva niente e guardandomi intorno capii che l’unica che era stata colpita da quella rivelazione era Lily.
-Non è possibile, tu menti!-
-No .. tu sei un’Eterna vero? La conosci quindi!-
-Beatrix è morta!-
-No, aspettava solo il momento adatto per venire di nuovo fuori!-
-Klaus, spiegheresti anche a noi per favore!- gli chiese Damon sarcastico e annoiato dallo scambio di battute che noi non potevamo comprendere.
-Molti secoli fa venne da me una donna, Beatrix. Era una strega, ed era bellissima e molto affascinante. La cosa che più mi attraeva di lei però era la sua potenza.  Lei sapeva che facevo parte degli originali e sapeva anche che ero un ibrido. All’inizio pensai che fosse realmente interessata a me. Trascorrevamo molto tempo insieme e facevamo coppia fissa. Mi raccontò subito di essere un’eterna, e mi raccontò anche di essere un licantropo. Mi mise in testa un sacco d’idee, molte delle quali mi hanno accompagnato fino a poco tempo fa: l’esercito di ibridi tra tutte. Diceva che saremmo diventati la famiglia reale del soprannaturale e mi spiegò come avrei potuto liberare l’ibrido che era in me. Fu allora che mi misi sulle tracce della Petrova .. – aggiunse guardando Katherine –anzi fu la stessa Beatrix a mostrarla ad Elija. Voleva che diventassi l’ibrido in modo da poter trasformare anche lei. Le Eterne hanno la possibilità di racchiudere più nature in se stesse. E lei vuole diventare la Trinità. Se acquisisse anche la natura vampirica probabilmente diventerebbe davvero immortale e invincibile. Quando Katrina è riuscita a sfuggirmi lei si è dileguata, ma ha continuato a tenermi d’occhio. L’altro giorno, mentre ero con Caroline è arrivata con dei suoi scagnozzi e l’ha presa. Mi ha dato tempo una settimana, alla prossima luna piena la farà fuori se non torno. E credo lei voglia che io torni da ibrido.- disse questa ultima frase guardandoci tutti uno per uno. Non era uno sciocco. Sapeva che ci stava chiedendo troppo. Sapeva che non sarebbe stato facile ottenere la trasformazione.
-Non ci possiamo fidare di te!-
-Non potete lasciare che la tengano loro!-
-Non possiamo dare a Beatrix quello che vuole-
-Certo che no, ma combattiamola insieme .. – era una frase strana detta da lui ed era inquietante la facilità con cui io riuscissi a sentirmi dalla sua stessa parte. Qualcosa dentro mi faceva fidare di lui. Mi voltai verso Damon e lo vidi fissare Klaus come a volergli leggere dentro, poi si voltò verso noi altri, in particolare fissò Lily –Credo che almeno per il momento dovremmo mettere da parte i nostri problemi personali ed occuparci di questa strega megalomane.- Lily annuì. Cominciava un’altra battaglia. !
 

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Capitolo 21
*** CHAPTER 21 BEGIN ***


CHAPTER 21 BEGIN

 
Ero spaventata, anzi terrorizzata. Erano giorni che Klaus era andato via e la luna piena si avvicinava. I licantropi che fino ad allora mi avevano fatto la guardia si erano limitati ad ignorarmi ma quel giorno era il turno di Malcom. Appena era entrato aveva cominciato a fissarmi famelicamente facendomi tremare. Oltretutto ero affamata.
Quando Igor lasciò la stanza e rimasi sola con Malcom cominciai a sentire la pelle d’oca. Sapevo che aveva ordine di non toccarmi ma non sapevo a che livello di obbedienza fosse.
-Dolcezza! Tremi? Sei eccitata?- mi chiese mentre mi si avvicinava. Io lo ignorai beatamente e lui si sedette al mio fianco. Cominciò ad accarezzarmi il braccio e poi la testa, e poi il collo, e la scollatura.
-Purtroppo per noi non posso prenderti ancora … - mi sussurrò all’orecchio facendomi rabbrividire. –Ma questo non significa che io non mi possa divertire un po’!- detto ciò continuò le sue carezze in modo sempre più invasivo, mi faceva ribrezzo.
-Malcolm, allontanati, Beatrix non vuole!- il ritorno di Igor mi salvò
-Oh che palle! Ma perché?-
-Perché questa puttanella bionda è l’unica cosa che ci garantisce che l’ibrido ci trasformerà!-
-Ma io mica gliela ammazzo! Mi diverto solo un po’!-
-Magari usate non gli piacciono!-  ridevano sguaiatamente parlando mi me come se non fossi presente.
Ero stanca e sconvolta e Klaus non tornava. –Quando tutta questa storia sarà finita potrai averla.- aggiunse. Mi venne da piangere. Non potevo fare niente, ero condannata comunque. Loro non avrebbero rispettato il patto con Klaus, non mi avrebbero lasciata andare. E lui? Sarebbe stato tradito, magari ucciso. Questo non avrei mai potuto permetterlo, non ora che lo avevo ritrovato. Improvvisamente la porta dell’attico si spalancò e l’oggetto dei miei pensieri si materializzò davanti a me.
-Chiamatemi Beatrix- disse ai licantropi senza nemmeno guardarli in faccia e si chinò su di me per liberarmi.
-Non puoi toccarla finchè Beatrix non dice il contrario!- gli disse Malcom con tono arrogante. Klaus sorrise come se aspettasse solo di essere contraddetto. Si voltò e ad una velocità inumana attaccò il licantropo prendendolo per la gola. –Vai a chiamare il tuo capo, subito. Mentre io libero la mia ricompensa e la nutro!- gli ordinò. Il licantropo sparì e lui tornò al mio fianco.
-Grazie .. – Klaus mi guardò duramente. –Non lo faccio per te! Ma per me! Finalmente sono di nuovo l’essere più forte della terra.- mi disse freddo. Vidi Igor ridere di me e della mia ingenuità ad un lato della stanza. “Non è possibile” continuavo a ripetermi, non potevo essermi sbagliata così. Lui non poteva realmente non provare per me quello che io credevo.
Lo vidi sedersi in attesa dell’arrivo di Beatrix, sorseggiava liquore e parlava con Igor. –Mi ha trasformato Damon in persona, con l’aiuto della strega rossa!- spiegava. Io non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso, forse aspettavo un qualsiasi segnale per capire che fosse tutto uno scherzo o un piano architettato appositamente. Lui continuava ad ignorarmi. Dopo mezz’ora Beatrix entrò nella stanza.
-Bravo tesoro mio .. – gli sorrise –sono contenta tu sia tornato in tempo, sarebbe stato uno spreco uccidere questa graziosa signorina!-
-Beatrix … - lui le sorrise e le si avvicinò. Rimasi paralizzata, avrei voluto voltarmi per non guardare ma non potevo muovermi, lo vidi accarezzarle il volto e mi venne da vomitare, ringhiai, ma nessuno sembrava accorgersene. –Ho pensato molto questi giorni, credo che noi dovremmo riprovarci .. – ogni parola era una coltellata in pieno petto.
-Vedo che sei rinsavito.. – sorrise lei circondandogli il collo con le braccia.
-Però lasciami il mio giocattolino!- sorrise lui facendo un cenno verso di me con la testa.
-Fai pure, sai che sotto questo aspetto non sono gelosa!- Vidi i loro volti avvicinarsi. Li vidi baciarsi. Mi sentii male, anzi malissimo. Vedevo Malcom ed Igor sghignazzare verso di me. “Sono una stupida”. In quel momento tutta la determinazione, la convinzione con le quali avevo lottato, con le quali lo avevo cercato in quei mesi, sparirono. La rabbia mi montò dentro, non emisi un suono ma il mio vero volto uscì fuori. Mi sentii forte, potente, arrabbiata. Sentii il mio cervello oscurarsi e avvertii una sete che non avevo mai provato. Continuavo ad agitarmi e loro continuavano ad ignorarmi, finchè la strega non si voltò verso di me. Mi fissò in volto ed immediatamente mi ritrovai immobile. Non potevo emettere suoni, mi sentii un sacco vuoto. Il mio cervello era diviso in due, ma non a metà. Sentii immediatamente di non avere più volontà, ma ero consapevole. Una parte piccola di me continuava a ragionare come Caroline, ma per il resto sentii un profondo senso di asservimento. –Amore mio ..- disse lei rivolta a Klaus –come regalo per la tua “guarigione” eccoti la tua nuova schiava! – lo vidi irrigidirsi e poi voltarsi verso di me mentre lei gli accarezzava lasciva il braccio. –Dai, chiedile qualcosa! Farà tutto ciò che vorrai! – gli sussurrò all’orecchio. Poi i suoi occhi si fecero malvagi. –Dimostrami che di lei davvero non t’importa nulla, che per te è solo un giocattolo e potrai averla .. ordinale di baciare Malcom!- vidi Klaus sbarrare gli occhi un secondo e voltarsi verso di lei. –Coraggio amore, o devo pensare che tu mi stia ingannando.-
Non potevo fare nulla ero immobile, fissavo il vuoto. Sentii un attimo dopo la voce di Klaus invadermi il cervello. Era un ordine –Caroline, bacia Malcom – non un’esitazione nella sua voce. Il mio corpo si muoveva senza che io potessi controllarlo. Mi diressi verso il licantropo che mi guardava famelico. Gli sorrisi mio malgrado. –Mi piaci così collaborativa bambina!- ghignò lui. Un attimo dopo lo stavo baciando.
-Ora basta!- la voce di Klaus mi liberò dall’obbligo. Mi staccai all’istante e mi voltai verso di lui. –Seduta!- mi ordinò. Ripresi il mio posto sulla poltrona e rimasi immobile.
-Ora che sono certa di te, possiamo proseguire. – gli disse Beatrix. –Dov’è la doppelganger?-  lui non rispose ma si diresse verso la porta, non potevo crederci. Qualche secondo dopo lo vidi riapparire tirando Elena per un braccio.
POV ELENA  
Da dietro la porta sentii Klaus ordinare a Caroline di sedersi. Non potevo crederci che le avesse ordinato di baciare quell’essere immondo. Mi venne da piangere. Oltretutto non riuscivo a sentirla parlare. Cosa le era successo? Dopo circa un minuto vidi Kluas comparirmi davanti, mi afferrò il braccio e mi introdusse nella stanza. La prima cosa che vidi fu Caroline in un angolo, seduta composta su una poltrona che mi fissava con sguardo vuoto.
-Ecco la nostra ospite d’onore!- mi voltai verso la voce femminile che si era rivolta a me e due occhi nerissimi attirarono subito la mia attenzione. La donna davanti a me portava un vestito verdastro che la fasciava tutta. Era lungo fino ai piedi e uno spacco lascava intravedere una generosa porzione della coscia muscolosa. Non le risposi e continuai a guardarla. Klaus mi accompagnò vicino a Caroline e io mi sedetti sul bracciolo. Mi voltai verso la mia amica, e lei verso di me ma la sua espressione restava neutra e i suoi occhi vuoti.
-Voglio che Elena sia trattata bene! Sono un uomo di parola e devo riconsegnarla!- disse l’ibrido. La situazione era critica. I nemici erano molti di più degli alleati. Ed erano licantropi. Temevo per Damon, Katherine e Stefan. Avevo lasciato Nina a casa con Abby e Matt.
Guardai Beatrix scambiarsi effusioni con Klaus. Sembrava così sincero. Ero stata io a proporre agli altri di fidarsi di lui. E adesso non ero più così convinta di essere nel giusto. Damon aveva dato di matto quando aveva capito che avrei dovuto separarmi da lui e partecipare attivamente al piano. Ma io non avevo avuto paura perché sarei stata con Klaus e Caroline. Ora invece l’ansia cominciava a crescere. Caroline era una bambola senza anima e Klaus sembrava nuovamente quello che avevo conosciuto, spietato e crudele. Non guardava mai Caroline, non badava a lei. Carezzava Beatrix e progettava con lei la conquista del mondo.
-Care .. – cercai di chiamare la mia amica ma lei non rispondeva, si limitò a girarsi verso di me, mi guardava senza vedermi.
-Procederemo dopodomani, nella radura giù al bosco?-
-Perché non qui e ora?-
-Non avere fretta Bea! Ogni cosa al suo tempo mia regina.- le accarezzò la guancia. Nel momento stesso in cui Klaus aveva parlato la testa di Caroline era scattata verso di lui. Lo vide guardare Beatrix con dolcezza, parlarle con amore. Una lacrima solcò quel volto di cera inespressivo, nonostante sapessi che stava soffrendo feci un sospiro di sollievo. Da qualche parte lì dentro la mia amica c’era ancora!
POV KATHERINE
Damon mi stava facendo venire il mal di testa. Non ce la facevo più. –Sono un idota!- Continuava a ripetere       
-Come ho potuto credergli?- la sua voce mi entrava fastidiosamente nel cervello. Eravamo tutti agitati ma lui ci stava rendendo la vita impossibile.
-Damon, smettila e taci! – mi urlai contro massaggiandomi le tempie.
Eravamo tutti appollaiati a central park, non era un granchè come nascondiglio ma potevamo fingere di essere turisti in uscita serale. –L’umidità mi rende i capelli crespi!- mi lamentai dopo qualche minuto di silenzio. Damon e Stefan si voltarono verso di me uno esasperato e l’altro furioso. –Ehi, l’estetica ha sempre una sua importanza!- mi lamentai. Perché la gente deve pensare che solo perché una ci tiene ad essere presentabile in ogni occasione è una stronza? –Non mi guardate così, anche io sono preoccupata!- sbuffai e decisi di non andare oltre! Tanto non erano in grado di capire. “Limitati!” l’unico aggettivo che mi veniva in mente per definirli. Mi sedetti su una roccia in attesa. Dopo qualche minuto Tyler e Jeremy tornarono. Li avevamo mandati a spiare quello che stava succedendo. Tylor perché era un ibrido e Jeremy per coprirgli le spalle. –Il rito è per dopodomani sera, nella radura del bosco fuori città!- spiegarono, ma sembravano entrambi tesi. –che è successo?- chiese Stefan accorgendosi delle loro espressioni.
-Klaus .. – spiegò Tyler.
-Klaus cosa?- chiese Damon.
-O è un ottimo attore, oppure non è più dalla nostra! – calò il silenzio.
-Vado a riprendere Elena!-
-Fermo Damon! Agiremo come stabilito. Beatrix DEVE morire!- tuonò Lily.
“Ma non era meglio se continuavo a pensare solo a me stessa??” mi domandai e sbuffai.
-Tutto ok?- mi chiese Stefan sfiorandomi i capelli con una carezza. Io lo scansai –è tutta colpa tua!- e mi allontanai dal gruppo. Che fastidio la coscienza. Capitolo terribile, scusatemi!

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Capitolo 22
*** CHAPTER 22 PREPARATIONS ***


CHAPTER 22 PREPARATIONS

I licantropi mi presero e mi mostrarono la mia stanza. Era comoda e ben arredata, decisamente molto lussuosa. Aveva però le barre alle finestre ed ero prigioniera lì dentro.
-Fatemi dormire con Caroline!- avevo implorato, ma loro non mi diedero retta. Mi spiegarono che Caroline ed io avevamo due ruoli e due sorti diverse. Dovevo sentirmi fortunata a non condividere il suo destino. Chiusa dentro quella stanza mi venne da piangere. Avevo fatto in modo di restituire l’immortalità ed i poteri a Klaus, mi ero fidata di lui. I miei amici erano nei guai, mio fratello era nei guai, Damon era nei guai e mia figlia era lontana. Piansi per ore, fino a che esausta non mi addormentai.
POV CAROLINE
Beatrix aveva preso questa storia del mmio asservimento molto sul serio. Chiedeva a Klaus di impormi le cose più impensabili ed io non potevo far altro che piegarmi alla sua volontà. Così mi ritrovai ad essere la star del loro spettacolino serale. Dovevo ballare la danza del ventre, coperta solo di veli, davanti a tutto il gruppo di licantropi allupati, ed era veramente il caso di dirlo. Gli ordini di Klaus m’imponevano di essere gentile e sorridente con tutti. Le luci erano soffuse e i licantropi molto più numerosi di quanti pensassi. Raggiunsi il palco decisa, sebbene il mio reale stato d’animo fosse totalmente diverso. Davanti a me su un divano regale ma un po’ pacchiano sedevano Klaus e Beatrix. Lui le passava un braccio sulle spalle e lei era appoggiata con la testa al suo torace. Fitte di dolore e disappunto mi colsero, ed ero lacerata perché non potevo esprimerlo in alcun modo. Gli altri licantropi erano tutti intorno a me su sgabelli e poltrone. Appena entrai cominciarono a fischiare e a farmi “complimenti” gretti. Klaus era inespressivo. La sua compagna lo fissò come ad incitarlo a darmi il via e lui annuì nella mia direzione.
Partì una musica suadente ed io cominciai a muovermi. Il mio corpo andava da solo, facevo movimenti che non credevo di essere in grado di fare ammiccando in ogni direzione. Tutti i presenti erano rapiti dal mio ballo, non mi staccavano gli occhi di dosso. I loro sguardi erano indiscreti e gretti ma almeno regnava il silenzio. Beatrix era occupata a fissarmi con fare maligno ed espressione di vittoria quindi non notò lo sguardo di Klaus, ma io sì. Era ipnotizzato. Mi seguiva con occhi ardenti e febbricitanti ed io inchiodai il mio sguardo al suo come in risposta ad un ordine muto che però stavolta non veniva dalla sua volontà ma dal mio cuore. I movimenti del mio ventre e del mio bacino divennero più ritmati e cadenzati, seguivano la musica. Il tema del ballo era un rapporto sessuale, non ci voleva molto a capirlo. Nonostante l’umiliazione di essere costretta a tutto quello in quel momento per me non esisteva altro che il volto di Klaus. I nostri occhi incatenati creavano una sorta di bolla privata e personale dove c’eravamo solo noi due. La magia fu interrotta quando Beatrix se ne accorse. Aveva intercettato il nostro scambio di sguardi e s’irrigidì.
-Amore .. – lo richiamò e lui ripresosi da un istantaneo smarrimento si voltò a guardarla –credo dovremmo vivacizzare la situazione! Chiedile la danza dei sette veli!- gli disse ghignando. Capii subito che era l’ennesimo test al quale lo sottoponeva. Lo vidi irrigidire la mascella e poi sorridere beffardo. –Cara, hai ragione, la nostra signorina qui è talmente carina che è un peccato privarci di una sua visione integrale!-  si voltò verso di me, si alzò e mi si avvicinò. –La danza dei sette veli Care, tesoro!- mi chiese accarezzandomi il volto. Dava le spalle a Beatrix, forse fu solo la mia fantasia ad ingannarmi, ma mi sembrò di leggere scuse e tormento nel suo sguardo ora che lei non poteva vederlo.
La musica cambiò, era più suadente, più intima e imbarazzante. Non conoscevo quella danza ma ovviamente il mio corpo si muoveva ugualmente. Cominciai ad ancheggiare provocante fissando uno ad uno tutti i presenti. Uno per volta i veli che coprivano il mio corpo caddero a terra. Rimasi svestita davanti a tutti, con indosso solo l’intimo e continuavo a ballare. Mi avvicinavo al mio pubblico che allungava le mani e mostrava di gradire la visione che gli stavo offrendo. Tutti ridevano, anche Klaus, presi dalla frenesia e dall’eccitazione. Se fossi stata libera di mostrare le mie emozioni probabilmente avrei pianto.
-Che dici Klaus, concediamo a qualcuno dei nostri soldati di divertirsi con lei stanotte?- le parole di Beatrix mi gelarono il sangue “No Klaus ti prego!” mi ritrovai a pensare.
-Tesoro, sai che non mi piacciono le puledre usate! Voglio prima divertirmici io, è il mio premio dopotutto!- disse allungandomi una pacca sul sedere facendo ridere i presenti. –Certo amore! – gli rispose lei probabilmente convinta del fatto che fosse solo attrazione sessuale quella di Klaus nei miei confronti. Forse avrei dovuto convincermene anche io. Non aveva esitato ad umiliarmi davanti a tutti più volte. Lei si avvicinò ad Igor e lo prese per mano. –Allora io m’intrattengo con il mio comandante!- disse suadente per poi baciarlo sulla bocca. –Divertiti cara!- le augurò Klaus. Poi si voltò verso di me –Seguimi schiava!- mi ordinò.
Ci ritrovammo in camera da letto, io entrai e mi sedetti sul letto accavallando le gambe. Addosso mi era rimasto solo l’intimo, velato e striminzito. Lo guardai seducente mio malgrado. Non potevo oppormi. Inoltre era la prima volta che rimanevo con lui solo in una stanza dopo tutto quello che era successo e qualcosa dentro di me mi faceva tremare. Sapevo che in quel momento avrei potuto avere la prova definitiva del suo tradimento. Lui chiuse la porta e si voltò verso di me. Lo vidi controllare velocemente la stanza per poi rivolgere di nuovo su di me lo sguardo.  Si avvicinò al letto e si sedette al mio fianco lentissimamente. Il cuore mi martellava nel petto ed ero inchiodata nella mia posizione. Lui mi posò le mani sul volto e si avvicinò alle mie labbra, mi baciò, dolcemente. Poi si staccò dalle mie labbra e vidi la sua espressione disperata e dispiaciuta. –Perdonami- mimò con le labbra senza emettere alcun suono. Io feci per rispondergli ma lui mi portò un dito sulle labbra invitandomi a tacere. Poi si indicò l’orecchio, per ricordarmi che avrebbero potuto sentirci. Si alzò e prese carta e penna e cominciò a scrivere, poi mi porse il biglietto.
“Mi dispiace Caroline. Non sai quanto mi sia costato assecondare le richieste di Beatrix ma lei non fa altro che mettermi alla prova, non potevo rischiare che capisse da che parte sto realmente! Non posso liberarti dalla sua maledizione, perché è probabile che lei lo verrebbe a sapere. Resisti Care .. ti prometto che presto saremo liberi entrambi e staremo insieme … se tu potrai perdonarmi, se tu ancora mi vorrai. Ti Amo!”
Lessi quelle poche righe trattenendo il respiro e mi ritrovai a piangere di sollievo, tormento e speranza. Lui mi asciugò le lacrime baciandole via dal mio volto, poi mi baciò ancora. Qualcosa in me si svegliò, forse perché lui mi voleva ed io ero vincolata ad ogni suo desiderio, ma ero certa di volerlo anche io a prescindere da qualsiasi incantesimo. Allora gli salii addosso cominciando a baciarlo con più passione. Dovevamo fare l’amore, e non solo per non destare sospetti ma perché entrambi eravamo stati troppo lontani l’uno dall’altra. Sfogammo l’uno sull’altra ogni disperazione. Canalizzammo tutto l’odio, la paura, la frustrazione nell’unione dei nostri corpi. Ci amammo quella notte come fossimo nemici. Mischiammo odio amore, pace e guerra, paura e desiderio. Il giorno dopo tutta quella storia sarebbe finita, in un modo o nell’altro.
POV KATHERINE
Quella radura era davvero inquietante ed io ero sempre più stressata e nervosa. Volevo solo che quella storia finisse per poter riprendere la vita tranquilla che avevo condotto negli ultimi mesi. Cavolo me l’ero meritata. Avevo violentato la mia personalità, avevo pensato agli altri oltre che a me stessa, avevo imparato ad affezionarmi davvero alle persone, mio malgrado. Adesso quello che volevo era la mia ricompensa, cioè vivermi un’esistenza tranquilla con l’uomo che amavo, e quella specie di congrega di pazzi svitati che era la mia famiglia. Mi guardai intorno e li vidi tutti intenti a preparare la battaglia. Era pericoloso cavolo. “Scatta sciocca! La vecchiaia ti ha rimbambita del tutto!” mi urlava la vecchia me. Ma non potevo. Come avrei potuto tornare ad essere quella di prima e rinunciare al calore che provavo quando trascorrevo serate con loro. I momenti più belli della mia vita erano tutti riconducibili a quegli ultimi mesi. Nel silenzio dell’attesa li ripercorsi tutti. Il momento in cui mi svegliai dopo la battaglia con Klaus e trovai Stefan accanto al mio letto. Il suo sguardo, il suo primo bacio dopo tanto tempo. E poi le prime vere chiacchierate con Elena, le esercitazioni tutti insieme, le serate trascorse a bere e a divertirci, la prima volta che avevo tenuto in braccio Nina. Erano momenti che pretendevo non finissero, per questo dovevo lottare, perché per questo valeva la pena di lottare. Di nuovo guardai i miei compagni, eravamo tutti sparsi per la radura, avevamo ancora qualche ora prima che arrivasse il momento.  Quando vidi Stefan lo trovai a guardarmi con una strana espressione in volto, non riuscivo a decifrarla. Era agitato, ma non solo, non capivo. Ci venimmo incontro in silenzio, io gli sorrisi e lui provò a ricambiare il mio sorriso ma gli venne fuori una smorfia tirata.
-Qualcosa non va?-
-No, è tutto ok, vorrei solo parlarti .. –
-Di cosa, sembri agitato?- gli chiesi curiosa.
-Beh lo sono in realtà!- lo guardai attendendo che lui proseguisse ma continuò a tacere. Sembrava davvero agitato e l’unica spiegazione plausibile che mi venne in mente fu che fosse preoccupato per la mia sorte nello scontro che stavamo per affrontare.
-Seriamente Stefan?- lo canzonai gettandomi indietro i capelli –Io con tutti i tacchi a spillo sono dieci volte più letale di te .. non c’è bisogno di preoccuparsi!-
-Dopo l’ultima volta non farei tanto la spavalda .. –
-Se tu non avessi rischiato di farti ammazzare non sarei finita in quella situazione!- gli ricordai spavalda.
-Fatto sta che sei in  pericolo come tutti noi, e questo non mi piace, comunque … - proseguì ritraendo la mano dal mio volto dopo avermi accarezzata –Non è di questo che ti volevo parlare ..- di nuovo vidi quella strana espressione sul suo volto. –Dimmi!-
-Ecco, io volevo chiederti .. – ma prima che lui potesse terminare la frase la vocetta fastidiosa e inopportuna di Lily ci interruppe. –Ragazzi, tutti qui, dobbiamo ripassare il piano!-  Ci voltammo verso di lei e poi di nuovo l’uno verso l’altra –Non fa niente, ne parliamo dopo!- disse lui e raggiungemmo gli altri.

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Capitolo 23
*** CHAPTER 23 VICTORY’S TREE ***


CHAPTER 23 VICTORY’S TREE
Due licantropi mi trascinavano nella radura. Mi guardai intorno spaventata. Era un branco numeroso. Tremai al pensiero di quello che stava per accadere. Sarebbe bastato un solo morso ad uccidere ognuno dei miei amici ed io non volevo pensarci. Allontanavo da me l’immagine di Damon morente, o Stefan o chiunque altro di loro. Non volevo nemmeno pensarci, ma era difficile credere di uscirne vincitori senza nessuna perdita. Poco più in là rispetto a me Caroline camminava guardando nel vuoto. Giungemmo alla radura al tramonto e io fui legata ad un albero. Klaus e Beatrix parlavano mentre Caroline si sedette al mio fianco composta, senza rivolgermi la parola.
Rimasi a fissare Klaus che si muoveva e si preparava a trasformare tutti quei licantropi. Beatrix gli era affianco con le dita incrociate alle sue e lo ascoltava mentre lui le spiegava cosa avrebbe dovuto fare. “A che gioco sta giocando?” mi domandai. Capii dalle loro conversazioni che non le aveva svelato il nostro piano, quindi forse non era passato dalla loro parte, forse c’era ancora speranza. Certo era difficile crederlo vedendo come trattava Caroline e come era sicuro di sé in mezzo a quel gruppo. Infondo quello era ciò che aveva sempre desiderato, un esercito di ibridi, forse non voleva la regina ma non ero sicura sarebbe stato sufficiente a fargli cambiare idea.
Intanto il sole stava per calare e il momento si avvicinava. Cercai di portarmi il più vicino possibile a Caroline e le afferrai la mano.
-Cominciamo? – chiese Igor impaziente. Klaus si voltò verso il comandante. –sì, è ora! Portami qui Elena. Slegala, non andrà da nessuna parte.-
In men che non si dica mi trascinò al cospetto di Klaus. –Cominciamo con loro Beatrix, ok?- e indicò i soldati. Lei annuì. Uno ad uno Klaus cominciò a trasformare i soldati in ibridi. Ne aveva trasformati più della metà quando fu interrotto.
-Salve a tutti! C’è una festa qui?- la voce di Damon risuonò in tutta la radura. Tutti quanti si voltarono verso di lui. Vidi i miei amici in formazione, schierati e pronti per la battaglia. Damon era al centro e mi guardò.
-Gradirei davvero se voi lasciaste andare la mia donna!- disse a Klaus e Beatrix. Lei rise divertita.
-AHAHA, i fratelli Salvatore!! Mi dispiace ma questa bambolina ci serve ancora! Vero Amore mio?- si voltò verso Klaus. Lui sorrideva e mi teneva ancora stretta a sé. Mi trascinò più al centro della radura.
-Caroline? – chiamò. La mia amica ci raggiunse in un attimo con la solita espressione rintronata in volto.
-Perchè Care è vestita da concubina araba?- chiese Katherine all’orecchio di Tyler che le era vicino.
Klaus mi lasciò nelle mani di Caroline, sotto lo sguardo interrogativo di Beatrix e del loro esercito senza capire cosa stesse accadendo.
Vidi Damon davanti a me che serrava la mascella. Forse quello era il momento in cui Klaus avrebbe effettivamente palesato da che parte stesse.
Improvvisamente Klaus tuonò. –Care, sei libera.- nello stesso istante in cui pronunciò quelle parole vidi l’espressione vacua e svampita della mia amica irrigidirsi e mi sentii trascinare via nel fitto della vegetazione.
POV KATHERINE
Li vidi entrare tutti nella radura. “ Cavolo, sono più numerosi di quanto pensassi!” mi trovai a pensare agitata. Li osservammo per un po’ mentre noi ripassavamo il piano. Ricordai la conversazione/discussione avuta qualche ora prima.
-Non se ne parla! Adesso andiamo al loro covo del cazzo e portiamo via Elena e Caroline!- sbraitava Damon.
-Non possiamo mandare tutto a monte, è troppo importante Damon!-
-Elena è importante, Lily! Caroline è importante! Questa Beatrix è secondaria!-
-Non è detto che Klaus ci abbia effettivamente traditi!-
-Non sono disposto a rischiare!-
-Ti do la mia parola Damon che non farò accadere niente a loro due. Se dovesse essercene il bisogno me ne occuperò io in prima persona. Non possiamo sprecare questa occasione per sbarazzarci di quella pazza!-
La discussione era proseguita a lungo ed era terminata nella condivisa speranza che Klaus fosse un ottimo attore. Alla fine Lily aveva convinto Damon a proseguire con il piano. Il momento era arrivato. Ci facemmo davanti. Io occupavo il posto alla destra di Damon, Stefan era alla sinistra dall’altra parte. Ci facemmo avanti mentre Klaus proseguiva a trasformare i licantropi in ibridi. –Salve a tutti! C’è una festa qui?- esordì Damon. Come al solito doveva fare lo spavaldo. Sembrava sicuro di se ma aveva cercato Elena con gli occhi appena eravamo entrati nella radura. –Gradirei davvero se voi lasciaste andare la mia donna!- ripetè sicuro guardando Klaus e Beatrix. Sentivo la tensione nella sua voce. Noi sapevamo benissimo che era teso e che era impaziente di vedere come si sarebbe comportato Klaus. -AHAHA, i fratelli Salvatore!! Mi dispiace ma questa bambolina ci serve ancora! Vero Amore mio?- guardai bene Beatrix. Era spaventosa e rabbrividii. Tra l’altro il suo vestito era terribile. Ma la tensione di quel momento mi spinse ad evitare commenti di quel genere, sapevo che i miei amici non avrebbero gradito.
-Concentrati Kate!- mi sussurrò Bonnie. La guardai sconvolta. quella strega mi leggeva nel pensiero?
Tornai a guardare Klaus che portava Elena al centro della radura più vicino a noi. Mi sentii tesissima, di lì a poco avremmo scoperto quale sarebbe stata la sua reale posizione.  Lo sentii chiamare Caroline e mi stupii. Non pensavo fosse anche lei nella radura e fino ad allora non l’avevo notata. Quando la guardai la prima cosa che notai fu lo sguardo vacuo ma contemporaneamente sentii il mio stomaco contorcersi. Era tantissimo tempo che non la vedevo. Poi notai il suo abbigliamento. Portava una veste blu e dorata tutta veli. –Perché Care è vestita da concubina araba?- chiesi a Tyler alla mia destra. Bonnie tossì come monito nella mia direzione, io sbuffai e tornai a concentrarmi sulla scena davanti a me. Vidi Klaus consegnare Elena a Caroline. –Care sei libera!- disse lui improvvisamente. Inizialmente tutti rimasero immobili e in silenzio nella radura, mentre Care spariva nel bosco con Elena. Eravamo due fazioni e Klaus era nel mezzo. Ci voltò le spalle e guardò la strega dietro di lui.
-Che vuol dire questo Klaus?-  Beatrix torreggiava davanti al suo esercito scura in volto.
-Vuol dire che ho scelto da che parte stare.- rispose lui. Noi accorciammo le distanze e ci ritrovammo ad affiancarlo. Nel momento stesso in cui si era schierato non avremmo più potuto sopportare di vederlo lì totalmente scoperto. Nonostante questo lui si accasciò a terra tenedosi la testa. –Hai fatto una scelta stupida Klaus!- tuonò Beatrix avanzando verso di noi. –Saresti potuto diventare il signore incontrastato del sovrannaturale! Invece dovrò eliminarti. E voi? Sicuri di non volervi unire a me?- si rivolse a tutti noi. Cosa credeva di poter fare quella pazza? Voleva convincerci a tradirci l’un l’altro. –Non avete possibilità contro di me! Sono un licantropo e soprattutto una strega eterna!- ci minacciò.
-Anche noi lo siamo!- tuonò Lily facendosi avanti con Bonnie al suo fianco.
Beatrix tacque e fissò gli occhi verso lei due ragazze.  Non se lo aspettava ed era evidente. Non voleva darci a vedere di essere preoccupata o sconvolta, sorrise suo malgrado. –Sono già la regina ora, non avete possibilità di sconfiggermi. –
Sentii una mano affermare la mia e mi voltai. Trovai il volto sorridente di Care che ci aveva raggiunti non appena aveva portato Elena in salvo.  Le strinsi la mano in risposta era il massimo saluto che potevamo scambiarci. Non mi accorsi di chi diede il via. Mi accorsi solo che gli ibridi e gli altri licantropi venivano verso di noi.
Cominciò così il corpo a corpo. Vidi un ibrido, il più grosso di tutti avventarsi su Klaus. Con loro l’asservimento non funzionava perché Beatrix si era premunita, evidentemente non aveva poi così tanta fiducia in Klaus.  Iniziarono un corpo a corpo violento. E così gli altri ibridi e anche i licantropi non ancora trasformati si avventarono contro di noi. Un altro ibrido venne verso di me deciso e stava per attaccarmi quando Caroline lo colpì al mio posto. –Malcom è mio, Kate, abbiamo qualcosina in sospeso!- 
Eravamo combattenti migliori di quanto si aspettassero. Riuscimmo a metterli in seria difficoltà. Jeremy aveva già abbattuto più della metà dei licantropi dopo solo venti minuti con la balestra. Era la sua arma preferita e anche l’unica che noi gli permettevamo di usare poiché comunque poteva rimanere a distanza. Era diventato letale. Mi sembrava di essere tornata alla battaglia contro Klaus che si era svolta circa un anno prima. Eravamo nuovamente in inferiorità numerica, solo che questa volta Klaus combatteva con noi e il nostro nemico era ancora più spaventoso. Mi ritrovai a fronteggiare tre nemici e alle mie spalle Stefan faceva altrettanto. Mi sembrava un incontro di boxe. Stefan si muoveva veloce e li colpiva uno ad uno, ma loro sembravano non terminare mai. Io d’altra parte mi divertivo a mozzar loro le teste, erano uomini e mi veniva abbastanza naturale fargli perdere la testa. Sorrisi dei miei stessi pensieri. –Katherine!- mi sentii chiamare da Stefan.
-Dimmi Stef!-  gli risposi affannata mentre atterravo l’ennesimo licantropo
-Mi sposi?-  mi chiese dopo aver strappato il cuore ad un ibrido. Io mi immobilizzai. Ero talmente sconvolta che non vidi l’ibrido che mi stava venendo addosso e non mi accorsi del pericolo che correvo finchè Damon non mi si parò davanti atterrandolo. –Fratellino, vuoi ucciderla?- gli urlò in faccia facendomi riprendere il controllo di me stessa e poi tornando a battersi.
-Cosa?- chiesi sconvolta -Stai scherzando?-
-No Kate, non scherzo su certe cose!- fece in tempo a sorridermi mentre combatteva. Era così dolce.
-Ma ti sembra questo il momento!- gli risposi riprendendo a combattere.
-Sì o no Kate?-
Mi voltai a guardarlo e lui a guardare me in un momento di calma. –Sì ..- risposi senza staccare lo sguardo dai suoi occhi. Mi venne incontro e mi prese tra le braccia e mi baciò. Intorno a noi Caroline cercava di tenerci lontani i nemici insieme a Tyler.
-Aaahhh-  mi voltai immediatamente staccandomi da Stefan, in tempo per vedere Tyler uccidere un ibrido e poi avvicinarsi a Caroline aiutandola ad alzarsi.   
-Tutto bene?-
-Mi ha morso .. –
-Che???-
-Ci penseremo dopo continua a combattere!- con una forza che non credevo potesse possedere Caroline si rialzò e riprese a combattere. Malcom si avventò di nuovo verso di lei e ripresero il corpo a corpo. Più in là Klaus e Igor si fronteggiavano senza sosta entrambi spossati. Klaus era a terra e l’altro lo pressava dall’alto. Ma improvvisamente lui riuscì a ribaltare la situazione. Era sopra l’ibrido e lo afferrò per la gola, gli ficcò una mano nel petto e gli strappò il cuore. –Complimenti amico! È la mia mossa preferita!- si complimentò Damon.  
Beatrix spostò lo sguardo sul suo comandante morto a terra e fece una smorfia. Tornò poi immediatamente a concentrarsi sulle due streghe davanti a lei.
Gli ibridi e i licantropi sembravano non finire mai, continuavano a venirci incontro. Forte della superiorità numerica Beatrix continuava a riporre speranze nella vittoria. Si gettò contro Bonnie cercando di morderla mentre Lily le lanciava oggetti contro. Le due streghe erano molto più spaventose di quanto avessi mai immaginato. Entrambe altro non facevano che girarle intorno, lanciandole addosso incantesimi e restandole fuori portata di morso. Beatrix era molto più potente e terribile. Riusciva spesso a prevalere su Bonnie e Lily separatamente. Probabilmente se non fossero state in due non ne sarebbero uscite vive. La situazione però lasciava ben sperare. Lei era sempre più stanca e le nostre due amiche invece sembravano avere sempre più forza. Come se nella stessa battaglia trovassero nuove energie ad ogni colpo che sferravano.
Abbattei un altro licantropo e mi voltai in tempo per vedere Caroline afferrare al volo un ramo e conficcarlo nel cuore di Malcom –Stammi bene!!- lo salutò lei con sarcasmo. E poi si unì a me per continuare la battaglia. –Mi piaci ogni giorno di più Care!- le dissi mentre insieme combattevamo.
-Sono contenta di poter dire lo stesso di te!- mi sorrise.
Dopo mezz’ora ancora avevamo disintegrato l’esercito. Intorno a noi solo cadaveri di ibridi e licantropi ricoprivano il terreno attorno alla radura. Tutti ci girammo verso le streghe che invece ancora combattevano. Solo allora notai un leggero vento che creava un vortice d’aria intorno a loro. Provai ad avvicinarmi –Stai lontana Kate!- mi urlò Bonnie. Feci un passo indietro. Vidi Klaus spostare gli occhi dalle streghe a Caroline e avvicinarsi a lei. Notò immediatamente la brutta ferita della nostra Barbie e le fece bere il suo sangue. Sospirai di sollievo e tornai a concentrarmi sulla battaglia. Mi sentivo inutile ma non potevo fare altro. Le streghe non smettevano di fronteggiarsi e la brezza cresceva e mi accorsi che seguiva Bonnie e Lily ad ogni spostamento. Beatrix ormai era spossata. –è il momento Bonnie!- disse l’altra strega. Si bloccarono all’improvviso lasciando noi tutti, ma soprattutto Beatrix confusi. Le vidi prendersi per mano e guardarsi introno. Quando i loro occhi incontrarono i miei cominciai a sentirmi debole e spossata. Caddi in ginocchio e vidi ad uno ad uno i miei amici cadere dopo di me. –No!- gridò Beatrix. All’improvviso Elena uscì allo scoperto nella radura e iniziò a correre verso la strega-lupo. –Torna indietro, Elena! Che fai?- la voce di Damon era un urlo disperato. Lo vidi provare ad alzarsi ed andarle incontro, ma era impossibile. Non ci riusciva. Provò a strisciare, ma era lento non l’avrebbe mai raggiunta. Cosa credeva di fare quella ragazzina?! Possibile che non fosse capace di tenersi lontana dai pericoli mai? Provai ad alzarmi anche io, ma non avevo più forze.
POV ELENA
Mentre correvo verso Beatrix sentii Damon urlare disperato. Non lo guardai, non potevo. Sapevo di avergli mentito, di averlo ingannato. Ma la colpa era anche la sua. Era l’unico modo che conoscevamo per distruggere quella strega e se lui avesse saputo avrebbe mandato tutto a monte. Io non potevo permetterle di sopravvivere. Superai la brezza che avvolgeva le streghe e subito mi sentii invadere dal potere che Lily e Bonnie stavano evocando. Mi voltai un attimo per guardarle e quasi fui intimorita. Si tenevano per mano ed avevano gli occhi fissi. Presi il coltellino svizzero dalla tasca e me lo portai alla mano. –STAMMI LONTANA!- urlò la strega ma non poteva fare niente. Bonnie e Lily stavano canalizzando potere da ogni essere vivente nel raggio di Km. La natura era dalla loro parte. Mi tagliai la mano e mi avvicinai a lei mentre le miei amiche cominciavano a recitare la formula magica. Le fui davanti e lei era immobilizzata. Alzai la mano grondante di sangue e gliela portai sul viso lasciandole una striscia verticale del mio sangue. I suoi lamenti facevano capire che sapeva cosa stesse per accadere. Lily e Bonnie si avvicinavano continuando a ripetere la formula e più andavano avanti più il vortice di aria ed energia si stringeva sulla figura di Beatrix. Alla fine la circondò tutta coprendola alla nostra visuale. Bonnie e Lily terminarono la formula e caddero a terra stremate.
Era finita.
La brezza di dissolse lasciandoci la possibilità di vedere cosa fosse accaduto. Al posto della strega, al centro della radura sorgeva un albero maestoso di legno scuro, quasi nero.
-Le streghe Eterne nascono dalla natura e muoiono nella natura!- sussurrò Lily affaticata. Espressioni di sollievo e lacrime di gioia riempirono l’aria intorno a noi.
Con fatica ci preparammo a tornare tutti a casa.
 
Trascorse una settimana prima che riuscimmo a riprenderci tutti. Sostavamo in casa Salvatore ma avevamo un nuovo ospite: Klaus. Nonostante lui avesse combattuto al nostro fianco i rapporti con lui continuavano ad essere un po’ freddi da parte di tutti. In particolare Katherine si rifiutava categoricamente di restare sola con lui in qualsiasi luogo, non che fosse facile trovarlo solo. Lui e Caroline passavano tutto il tempo appiccicati.
Una sera, mentre eravamo tutti a tavola insieme Caroline pose una domanda che quasi tutti da tempo volevamo fare. Si voltò verso Katherine e Stefan e sorridendo con noncuranza chiese –Insomma? A quando le nozze? Ovviamente io vorrei dare una mano con l’organizzazione .. –
La stanza si riempì di ridolini e sorrisi maliziosi mentre i due futuri sposini arrossivano vistosamente.
-In realtà .. – disse Katherine seria –io, Stefan, avrei cambiato idea!- la tensione si faceva pesante mentre Caroline cercava di sprofondare sotto al tavolo.
-C..cosa? Perché?- la voce di Stefan era un misto tra lo sconcertato e il disperato. Stridula e acuta.
-Beh, perché dopo circa 150 anni che aspetto questo momento, non ti sposerò senza una proposta di matrimonio come si deve!- detto questo lasciò il tavolo e si ritirò nella sua stanza, mentre noi ce la ridevamo e Stefan riprendeva un colorito normale.
Eravamo felici.

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Capitolo 24
*** CHAPTER 24- THE END ***


CHAPTER 24 THE END Erano trascorsi cento anni dalla battaglia contro Beatrix, e noi stavamo tornando a Mystic Falls. Avevamo trascorso un secolo di vita tranquilla e felice, senza né intoppi né pazzi che venivano a minacciare la nostra pace. Forse molto era dovuto anche al fatto che eravamo tanti, davvero tanti, ed era difficile trovare qualcuno disposto a sfidarci tutti insieme. Questo ci aveva assicurato un secolo di pace, che avevamo trascorso un po’ in giro per il mondo. Poco dopo la battaglia avevamo voluto lasciare Mystic Falls tutti insieme, anche perché tra di noi, eravamo davvero in pochi ad avere ancora qualcuno lì. Ricordo ancora l’ultima notte trascorsa a casa. Tenevo Nina tra le braccia e la cullavo quando mi sentii osservata. Alzai gli occhi e appoggiato alla porta, a guardarci con l’espressione più dolce del mondo c’era Damon. Ci sorridemmo mentre io continuavo a cullare la nostra bambina. Mi sentii felice e serena quando lui mi si sedette accanto e mi passò un braccio sulla spalla. Decisi che era quello il momento giusto. Non saprei trovare un motivo soltanto per giustificare la mia scelta. Misi Nina nella culla. Forse lo volevo per Damon, per il modo in cui mi guardava, toccava, stringeva, per il modo in cui mi amava. Forse per la mia piccola Nina, per assicurarmi di esserci sempre per lei. Forse per Caroline, Stefan, Katherine, Jeremy, Bonnie . Forse semplicemente perché ero felice e volevo che la mia felicità durasse per sempre. Così mi avvicinai a Damon, lo vidi guardarmi confuso, ero strana, non parlavo, non spiegavo. Mi limitavo ad andargli incontro in silenzio. Ci guardammo negli occhi per un attimo che parve infinito. –Dammi il tuo sangue Damon!- gli chiesi fissandolo, seria. La confusione iniziale nel suo sguardo sparì quasi subito. Sul suo volto si aprì un sorriso meraviglioso, annullò la distanza tra di noi e mi baciò felice come poche volte lo avevo visto. Mi prese tra le braccia e mi fece volteggiare. Finalmente lo stavo accontentando, ma soprattutto ora stavo accontentando anche me stessa., non c’era niente che potessi desiderare di più che far sì che tutto quello che stavo vivendo durasse eternamente. Salimmo in camera da letto, o meglio io vi fui trascinata e trasportata da Damon. –Vuoi davvero essere mia per sempre?- mi chiese lui adagiandomi sul letto. -Anche un tempo più lungo, se esiste .. – Le nostre labbra si scontrarono, si rapirono. I nostri occhi s’incatenarono. Le mani s’intrecciavano. Lo sentii bere il mio sangue dal collo, per l’ultima volta. Sapevo che gli sarebbe terribilmente mancata quella cosa. Della mia umanità avrebbe perso la sua assurda perversione di nutrirsi di me. Sapevo benissimo che non lo faceva per fame, o per farmi male. lo faceva sentire completo, più vicino. Ecco perché beveva il mio sangue. Ma quella sarebbe stata l’ultima volta da umana. Poi non sapevo se i vampiri usassero scambiarsi sangue tra di loro o meno, ma ero sicura che non era quello il momento adatto per chiederlo. Avrei saputo tutto, solo più in là. Vidi Damon fare un gesto che aveva fatto mille volte, si morse il polso e me lo avvicinò alle labbra. Questa volta però aveva un senso del tutto diverso. Titubai. Lui mi fissò negli occhi e m’incoraggiò con lo sguardo. –Andrà tutto bene, amore. Non è niente che tu non abbia già fatto!- mi sorrise. Iniziai a bere il suo sangue. Il sapore era metallico. Non mi aveva mai fatta impazzire, ma sapevo ciò che non sarebbe stato così una volta cambiata la mia natura. Ricordavo perfettamente quanto il sangue fosse la cosa che più di tutte le altre bramavo. Finii di bere e mi allontanai da lui. Lo fissai e lui mi fissò. Non si muoveva, non faceva niente. Io incominciai a tremare. Sapevo che non mi sarebbe successo niente, ma tecnicamente stavo per morire e la cosa mi metteva comunque una certa ansia. Inoltre questa attesa mi snervava. Damon continuava a fissarmi negli occhi senza fare niente, in silenzio, come se fosse lui ad aspettare qualcosa e non io. -Insomma?- gli chiesi dopo un po’ in preda al nervosismo. -Insomma che?- -Devo morire, no? Per completare la cosa … - -Certo, infatti sto aspettando che tu … - non so cosa pensasse che io avessi intenzione di fare, capii però il momento esatto in cui realizzò quello che volevo da lui. –NO, tu sei pazza Elena! Non penserai mica che io…- era abbastanza sconvolto. -Damon per favore! Che pensavi che mi sarei suicidata?- -Certo!- -Ho un istinto di sopravvivenza anche io! Non ce la faccio!- -Finiscila Elena, fino ad ora questo istinto non lo hai manifestato mai. Proprio adesso devi tirarlo fuori?- -Facciamola finita Damon, su! Fa che sia rapido e indolore!- -Io non ti ucciderò Elena, mettitelo bene in testa!- mi urlò contro. -Bene!- dissi un po’ arrabbiata e un po’ delusa. –Pensavo avresti preferito essere tu a darmi la vita eterna. Lo chiederò a qualcun altro. –e feci per abbandonare la stanza. Non mi accorsi dei suoi movimenti. Mi ritrovai stretta in un abbraccio. Il mio cuore cominciò a battere all’impazzata, avevo la pelle d’oca. Ero spaventata. O meglio, il mio corpo lo era. Io ero eccitata all’idea. Assolutamente contenta e felice come una pasqua ma il mio corpo non lo capiva. Damon mi baciò il collo e mi strinse. –Ti ci vorrà l’intera eternità per farti perdonare per avermi costretto ad ucciderti!- mi sussurrò all’orecchio. Sorrisi in attesa. Fu talmente veloce che non capii bene cosa stesse accadendo. L’ultima cosa che riuscii a capire distintamente erano le mani di Damon sulla mia testa, poi più niente. Partimmo il giorno dopo. Decidemmo che ci saremmo spostati in Europa. Klaus possedeva case enormi praticamente in tutto il mondo e potevamo tranquillamente viaggiare tutti insieme. In nessun posto ci fermammo più di un paio d’anni. E rimanemmo quasi sempre tutti uniti. Frequentammo il college e poi di nuovo il liceo, fingendoci ora più giovani della nostra età effettiva, ora più adulti di quella che dimostravamo. Tra i ricordi più belli di quegli anni ci fu sicuramente il matrimonio di Katherine e Stefan. Lei davvero pretese una nuova proposta e lui aspettò che decidessimo di stabilirci a Roma. Erano trascorso già qualche decennio dalla prima proposta e non passava giorno che Katherine non si lamentasse perché un’altra non ne arrivava. Fu una proposta meravigliosa. A Piazza del Popolo. Eravamo tutti in giro a goderci la giornata, quando venne calato uno striscione enorme dalla terrazza del Pincio. “Kathe, vuoi sposarmi?” in perfetto stile Katherine. Piangemmo tutte e ridemmo tra le lacrime vergognandoci un po’. Fu un matrimonio imperiale. Credo che a Roma ancora se ne parli del matrimonio tra Caterina e Stefano. Ricordo quanto fosse bella quel giorno, e felice. Più della metà degli invitati non li avevamo visti più di un paio di volte. Ma si sa che Katherine ama le cose in grande. Andò su tutte le furie quando provammo a dissuaderla dallo sposarsi a Trinità dei Monti. Non ci fu nulla da fare. Tra l’altro aveva ovviamente Caroline schierata dalla sua parte. Ed insieme organizzarono il matrimonio più enorme, costoso ed elegante della storia dei matrimoni, credo. Fu una giornata meravigliosa., l’ho già detto ma non mi stancherò mai di ripeterlo. E poi tutti i momenti importanti di Nina. La prima parola, il primo giorno di scuola, il diploma. Purtroppo non riuscii a dare a mia figlia un’infanzia normale. Eravamo costretti a cambiare paese spesso, per evitare che la gente si accorgesse del fatto che non invecchiavamo. Riuscimmo a restare qualche anno in più solamente quando iniziò il liceo. Perché mi imposi. Volevo che quegli anni per lei fossero perfetti, non pieni di ansia come lo erano stati per me. Passarono cento anni prima che potessimo decidere di tornare a Mystic Falls. “Finalmente a casa!” pensai quando oltrepassai la soglia del pensionato. Ed eccoci qui, di nuovo. Damon mi abbracciò da dietro. –Pronta a tornare a scuola?- mi chiese sorridendo tra i miei capelli. -Certo!- sorrisi a mia volta –Credo che farò il provino per le cheerleader!- Ci riunimmo tutti intorno al tavolo del pensionato. Avevamo architettato per anni il nostro ritorno e avevamo un piano perfetto per dare nell’occhio il meno possibile. Avremmo attirato l’attenzione, era ovvio, ma almeno volevamo sollevare meno dubbi possibili. Damon Salvatore sarebbe tornato al pensionato con il suo fratellino Stefan, dopo essere rimasti orfani, per gestire l’eredità della famiglia. Lui era il tutore legale di Stefan e si sarebbe occupato degli affari mentre il fratello si sarebbe iscritto al liceo. Inoltre altri ospiti sarebbero arrivati al pensionato, lontani parenti dei Salvatore. Loro cugino Nicklaus, detto Nick (sul nomignolo aveva insistito Caroline non so bene per quale motivo, aveva blaterato qualcosa su un ascensore!). Anche lui avrebbe gestito degli affari e poi avrebbe comprato la vecchia proprietà dei Mickelson trasformandola in un circolo extra-lusso. Insieme a lui ci sarebbe stata la sua sorellina Lily. Sarebbero poi arrivati i coniugi Donovan. Matt ed Abby. Già, incredibile. Matt non aveva idea di volersi trasformare, infatti aveva l’aspetto di un avvenente trentacinquenne. Però giorno dopo giorno il suo rapporto con Abby era cresciuto. Lei era stata umana per più tempo di noi, e aveva mantenuto molto fortemente la sua umanità, forse per questo Matt non la vedeva così diversa da lui. Non saprei dire quando s’innamorarono, anche perché in realtà non ce lo dissero mai. Semplicemente ci accorgemmo che qualcosa tra loro era cambiato. Bonnie ne era sconvolta. Fatto sta che dovemmo abituarci all’idea. Così un giorno Abby lo convinse a trasformarsi, e poiché erano quelli che più di tutti avevano un aspetto adulto tra di noi avrebbero incarnato alla perfezione la parte dei genitori/zii filantropi, responsabili della squadra di ragazzini che si portavano dietro. Jeremy, sarebbe stato il nipote di Matt. Anche lui sarebbe venuto al liceo. D’altronde la sua trasformazione era avvenuta solo qualche mese dopo la mia. All’epoca mi sembrava assurdo ed ingiusto, ma chi ero io per negarglielo? Non avevo fatto la stessa scelta? Lui e Lily dopo un secolo di corteggiamento ancora non si decidevano a dichiararsi. Alternavano momenti di assoluta dolcezza a sfuriate assassine ogni volta che uno dei due s’interessava a qualcun altro. Bonnie era quella che avrebbe dovuto fingere meno di tutti. Doveva semplicemente essere la figlia di sua madre, che viveva con lei e il suo nuovo compagno. –Mi manderete in analisi!- continuava a ripetere ogni volta che Abby e Matt si lasciavano andare a qualche effusione. Mi faceva sorridere, probabilmente non si sarebbe mai abituata del tutto. Caroline impersonava la figlia di Matt. D’altronde un po’ si somigliavano, almeno nei colori. Non vedeva l’ora di tornare al liceo. Era la più motivata di tutte a questo ritorno. Voleva riprendersi il suo posto in quella città, non aveva fatto che ripeterlo per un secolo. Tyler invece era il nipote di Matt ed Abby, come noi tre: le gemelle Petrova. Io, Katherine e Nina. Identiche, tranne per gli occhi azzurri di Nina. La somiglianza era assolutamente perfetta tanto che continuavo a domandarmi se non fosse stata anche lei una doppelganger. -Sarà una vita perfetta!- disse qualcuno e lo pensammo tutti!

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