passion and jealousy

di lilyblack90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** il nostro ricordo sarà vivo e forte ***
Capitolo 2: *** te ne eri andata già da tempo. ***
Capitolo 3: *** Schizzi di cioccolata. ***
Capitolo 4: *** comunciazione ***
Capitolo 5: *** alla tre del mattino ***
Capitolo 6: *** Leggera scia. ***
Capitolo 7: *** Ti amo e questo mi uccide ogni giorno. ***
Capitolo 8: *** non siete licenziati. ***
Capitolo 9: *** Presente e Passato ***
Capitolo 10: *** E corse via. ***
Capitolo 11: *** Tra le braccia dell'amore ***



Capitolo 1
*** il nostro ricordo sarà vivo e forte ***


Ho tentato di scrivere altre storie! Ma sempre qui ritorno! Il seguito di True Love or Only Hate! 5 anni dopo … ma la stessa scrittrice… il che non è proprio ciò che si chiama una bella accoppiata ;)! Buona lettura!

Draco Malfoy. Pronunciare il suo nome significa morire. Draco Malfoy, il traditore di Lord Voldemort. La causa che mandò il Signore Oscuro dritto ad Azkaban tra le braccia dei Dissennatori. Ogni singolo Mangiamorte medita vendetta verso il figlio del tradimento. Nessuno di questi assassini pronuncia quel nome da tempo. Ormai Draco Malfoy è stato ribattezzato Giuda. Ma a Draco Malfoy non importa. Dopo anni, dopo insistenze e rassegnazioni, ha ottenuto la fiducia degli Auror, di cui ora fa parte. Qualcuno è ancora scettico. Ma non importa. Finalmente adesso Draco Malfoy trascorre una vita più o meno tranquilla. Forse. sospirò. Eccolo là, semi sdraiato sul suo letto. La camera in penombra, una sigaretta tra le labbra che si consuma lenta come la noia consuma lui. Bussano alla porta e qualcuno entra -Malfoy, il capo non aspetta!- - il capo aspetta, Potter. E dal momento che il capo è Weasley, aspetterà ancora di più, visto che sa bene in che stato è casa nostra.- Harry lo guardò scettico -non mi pare tu stia mettendo a posto.- -no, certo, ma questo lui non può saperlo.- Harry alzò gli occhi al cielo e chiuse la porta -cinque minuti!- dichiarò dall’altra parte del legno. Tornò in camera sua per finire di vestirsi. Ancora non ci credeva: lui, Ron e Draco vivere sotto lo stesso tetto. Certo, la presenza di Ginny era d’aiuto, ma era ugualmente strano. Anche se il rapporto tra loro era migliorato verso il settimo anno di scuola, era rimasto visibilmente stupito quando, mesi fa, aprì la porta di casa sua e si trovò davanti Draco Malfoy. La sua prima domanda fu -dov’è Hermione?- e la sua risposta -lei sta bene.- gli fece capire che quell’argomento era sotto censura. Lui, Harry, fu tra quelli che inizialmente lottarono per tenere lontano Draco dagli Auror, per diventare poi il suo più grande difensore. La ragione per cui cambiò idea nessuno, oltre loro dure la conosceva ma da un giorno non definito. Harry strinse la mano a Draco, chiudendo nel passato tutti i loro dissapori. Draco spense la sigaretta nel portacenere d’argento, poi si alzò controvoglia. Potter aveva ragione: il capo non aspettava.

Un’ora dopo…

Ginny si portò la pinza con un pezzo di metallo vicino agli occhi – allora…cos’ hai di pericoloso?-

- trovato niente?-

Ginny sussultò girandosi di scatto.

Harry le sorrideva dall’altra parte del tavolo.

- Ha-Harry…sei pazzo?-

Harry fece il giro e la raggiunse, guardando con interesse il pezzo di metallo.

- hai trovato niente?- ripetè.

Ginny si mise le mani nelle tasche del camicie.

- niente…come al solito un falso allarme!-

- è di John Moody?-

- esatto! È più paranoico dello zio! Nemmeno Alastor era arrivato a pensare che in un paio di scarpe a tacco ci fosse una bomba!-

Si tolse gli occhiali da lavoro.

- sono appena le dodici e già non vedo l’ora della pausa pranzo!-

- io invece sto aspettando la cena! Cucini tu, giusto?-

Ginny sorrise compiaciuta.

Qualcuno bussò alla porta ed entrò Ron.

- oh, ciao Harry! Sorella, devo parlarti!-

Ginny, delusa dall’entrata del superiore, annuì.

Harry salutò e li lasciò soli.

- ho bisogno che tu vada da MacKelly!-

- cosa? E perché?-

- perché è un principiante! L’altro giorno, invece di prendere la scatola dove c’era quel petardo babbano, ha preso la sveglia di Susy e l’ ha smontata finchè non si è accorto che c’erano due 6 e ha detto che quella era la bomba!- scosse la testa – inutile dirgli che uno era il 9 rigirato!-

Ginny rise – ok, ci andrò!-

Ron annuì.

- oh…capo!-

- sì?-

- tra pochi minuti inizia la pausa pranzo!-

- e allora?….oh, no!- -Ron, devi farlo! Sei il capo e devi pur accontentare le tue impiegate ogni tanto!-Il rosso guardò accigliato la sorella – stai diventando confidenziale, Ginny! troppo, per la veste da superiore che rappresento. -

Non continuò perché la campana del pranzo suonò.

Ginny si tolse il camice – bè, io vado a mensa…non mi perderei lo spettacolo per nulla al mondo!- e corse via.

Ginny con passo veloce entrò nella grande mensa e, individuato un tavolo libero, si sedette.

-“giusto in tempo!”

La porta si aprì e fecero il loro ingresso Harry, Draco e Ron.

La mensa si riempì di gridolini femminili.

I tra ragazzi si guardarono esasperati, prima di raggiungere Ginny.

- ho una fame…speriamo si muovano!-

Ron guardò la sorella – bè, puoi andare a prendere da mangiare come tutti!-

- e perché? Ancora 5 secondi…ecco la prima!-

Una bionda si avvicinò a Harry – ehy, ti ho portato della pasta…vuoi?-

Harry ringraziò.

- la seconda…-

Una castana venne al loro tavolo con un altro primo per Ron.

- ora sta a Jennifer!- continuò ridendo Ginny.

E così via.

Dopo dieci minuti nel loro tavolo c’era cibo da soddisfare un esercito intero.

Andava sempre così, ogni giorno! Le ragazze si avvicinavano, davano qualcosa e stavano lì ad aspettare qualcosa di più di un ringraziamento.

-sbaglio o manca ancora quella sciaguatta che ci prova con te, Malfoy?- chiese disgustata Ginny. Ma il biondo non fece in tempo a rispondere che la porta si aprì nuovamente. C’era una ragazza. Una bella ragazza. I capelli ricci raccolti delicatamente dietro alla testa. Piccoli ciuffi le accarezzavano il viso dolce dall’espressione matura. Gli occhi nocciola di una lieve sfumatura gialla, guardavano ansiosi la mensa. Una ragazza bella. Una sconosciuta per molti, ma famosa di fama. Un’amica per pochi lì presenti. La forchetta cadde dalle mani di Ron e andò dritta nel piatto con un rumore metallico. Nessuno se ne accorse, con il rumore che c’era. Ma Harry sentì quel rumore come ovattato, tanto era lo stupore. Ginny si alzò veloce in piedi e corse verso la ragazza. Si guardarono a lungo, poi si abbracciarono -Hermione… - L’ex Grifondoro sentì gli occhi innumidirsi. Si allontanò da Ginny solo per abbracciare Ron e Harry, avvicinati a loro. -mi siete mancati tantissimo!- si distaccò. Teneva per una mano Ginny, con un ‘altra stringeva quelle di ron e Harry. Li osservava radiosa. E loro osservavano lei. Dopo cinque anni. Finalmente di nuovo insieme. Certo, si erano rivisti qualche volta, questione di un’ora. Hermione si rese conto di non poter più evitare l’inevitabile. Spostò lo sguardo verso il tavolo dei suoi amici. E rivide, dopo molti mesi, quegli occhi che tanto aveva amato. La guardavano freddi, mentre Draco non si era mosso di un solo centimetro. Hermione gli si avvicinò, seguita dai suoi amici. Tentò di sorridere -ciao.- Draco la guardò ancora qualche secondo. Poi tornò al suo pranzo -ciao.- ferita da quell’aspettata freddezza, Hermione venne salvata da Ginny -allora, come vanno i tuoi studi?- -molto bene.- -potevi avvertirmi che saresti arrivata!- proruppe Ron. Hermione lo guardò stupita -la McGranitt ti ha inviato un gufo!- Ron alzò gli occhi -probabilmente era tra quelli delle mie tante fan che ho bruciato!- Hermione guardò Ginny -un po’ modesta quest’affermazione…- -ignoralo…com’è insegnare?- -impegnativo … e un po’ strano … non avrei mai pensato di tornare a Hogwarts come insegnante … di Difesa Contro le Arti Oscure! Come non mi aspettavo di tornare qui! È strano …-

-allora potevi non tornare.- la voce gelida di Draco giunse come una semplice osservazione. Si alzò di scatto, prese il suo vassoio per andarsene. Hermione con un sorriso lo ignorò. Aprì la bocca per aggiungere altro, ma Harry la precedette -dove andrai a dormire?- -ho prenotato in un albergo qui vicino.- -ah ah ah, molto divertente Granger! Non se ne parla! Tu sei ospite mia .. Nostra, a Grimmuald Place.- Hermione aprì la bocca per ribattere, ma gli sguardi felici di Ron e Ginny la convinsero e annuì. Ginny l’abbracciò -sei fortunata, stasera cucino io!- Hermione rise, quando una ragazza arrivò al loro tavolo. Capelli lunghi, bionda chiaro, quasi platino, con una leggera ricrescita scura all‘attaccatura; la camicia della divisa sbottonata abbastanza da far intravedere le sue prosperità. senza dire una parola si buttò al collo di Draco, rimasto pietrificato ,senza che nessuno se ne accorgesse, quando aveva sentito l’invito di Harry a Hermione. La bionda lo guardò con aria seducente -ciao.- voce smielata e altezzosa. Draco sorrise. Non per la felicità, ma nel vedere in quella ragazza la sua ancora di salvezza … o il suo tiro mancino.-Lorelain, dolcezza, sei libera stasera? Ti andrebbe di venire a cena da me?- Gli occhi di Lorelain si illuminarono -certamente!- Draco annuì, fece passare un braccio intorno alla sua vita e insieme s’incamminarono verso l’uscita. Ginny aveva assunto un’aria schifata e infuriata -come osa invitare quel verme a casa nostra? Sa che non la sopporto!- -ma chi è?- chiese Hermione. Harry e Ron si lanciarono un’occhiata -è una sua collega di lavoro. E sono molto amici.- - ah.- mormorò Hermione abbassando lo sguardo. Molto amici? Chissà perché non le sembrava convincente come risposta. Forse perché ogni amica di Draco prima di tutto era ospite del suo letto? Ron si alzò -Hermione, vieni nel mio ufficio, così parleremo di questo tuo trasferimento.- Hermione annuì, salutò Harry e Ginny e lo seguì.

Entrarono nel suo ufficio. Era spazioso, ordinato. Troppo per essere di Ron. Lui si sedette dall’altra parte di una bella scrivania. Hermione di fronte.

- allora…penso che la tua presenza qui sia dovuta a una missione degli Auror comunicatami dal Ministro. E presumo sia una missione lunga. Quindi …-

- cosa? Devo lasciare Trasfigurazione?-

- sì… non so cosa sia questa missione, ma dubito si possa risolvere in una settimana.-

si alzò e prese una scatola da un cassetto.

Hermione l’aprì – Ron! È la mia vecchia divisa! Come fai ad averla? Credevo di averla lasciata dove vivevo prima.-

- ho un potere molto influente. ben tornata tra gli Auror!-

- ma…-

- niente ma! Ci sei mancata, piccola.-

- ma…-

- ti ho detto niente ma!-

Hermione sorrise – ok…grazie Ron.-

- bene, puoi andare! Oh, un’altra cosa…da oggi sono “comandante Weasley” in pubblico.-

- certamente, Comandante!-

- può andare capitano Granger!-

si sorrisero ed Hermione andò.

Sera.

Hermione fu portata a casa dal primo pomeriggio da Ginny, che l’aiutò a sistemare le sue cose. Avrebbe dormito nella camera che utilizzava le poche volte che li andava a trovare.

Chiaccherano molto, mentre Ginny preparava la cena, ma mai di discorsi seri, tipo Draco e Harry. Avrebbero avuto tutto il tempo per farlo. Per le sette arrivarono i tre uomini che, fatta una doccia e vestiti, furono pronti per la cena. Ma mancava ancora una persona. -si fa attendere la bionda…- sibilò Ginny. Il campanello suonò -alleluia!- esclamò la rossa sedendosi alla tavola, seguita da tutti tranne che da Draco che andò ad aprire. Si sentì parlare, chiudersi la porta, qualche passo e poi ritornò nella sala da pranzo, seguito dalla ragazza. -ciao.- le risposero in coro tutti e quattro i ragazzi a sedere. Draco spostò la sedia vicino a lui per farci accomodare la sua collega, sedendosi poi a sua volta. La ragazza indossava una maglietta a dir poco scandalosa, o per lo meno scandalosa in una cena informale. Hermione, nella sua semplice maglietta nera con scollatura a v si sentì improvvisamente a disagio. Ginny si alzò, prendendo la prima portata e cominciando a servirla. C’era un’atmosfera non propriamente amichevole da quando era arrivata la nuova ospite. Hermione notò subito l’espressione disgustata della rossa, gli occhi di fuori di Ron come quando conobbe Fleur e la lotta interna di Harry, incerto se lasciarsi andare al suo istinto maschile o se conservare un atteggiamento distaccato causato dalla poca simpatia per la ragazza. Draco, invece rimase impassibile. Anche se il suo sguardo indugiò qualche secondo nella scollatura della bionda. Troppi secondi, a detta di Hermione. Stava iniziando un silenzio che rese Hermione ancora più a disagio. Cercò con gli occhi un sostegno da parte di Ginny che, controvoglia, si diede alle presentazioni.

-Hermione, lei è Lorelain McAbony. Lorelain, lei è Hermione, una nostra ex compagna…insegna a Hogwarts…ha reso quella scuola ancora più prestigiosa!- spiegò la rossa, ben sapendo che Lorelain era convinta che la scuola dove era cresciuta (Durmstrang) fosse la meglio.

Ma, nonostante questo, l’occhiata che lanciò a Hermione non era di semplice stizza. Appena sentito il suo nome, il suo sguardo si era trasformato. Cattivo, minaccioso, da far rabbrividire. Gli occhi verdi che quasi mandavo scintille. Hermione, che aveva tentato un sorriso, rimase congelata da quell’accoglienza. Anche Ginny ne rimase stupita. Ron, i cui occhi si erano persi nel paradiso dentro la maglietta di Lorelain, non si era reso conto di niente. Solo Harry, lasciata prevalere la razionalita, capì. -eh, sì, Hermione, devi sapere che Lorelain era un’ottima studentessa di Durmstrang. Ha frequentato quella scuola perché ad Hogwarts partecipava l’altro ramo della famiglia…Lorelain è cugina di Dark Lover… ehm,Lisa.- -Oh Merda!- si lasciò sfuggire Ginny e fu la stessa cosa pensata da Hermione. Ora capiva perché quello sguardo. Lisa, alias Dark Lover. Corvonero, da sempre innamorata di Blaise Zabini. Quando lui si mise con Hermione, lanciò una maledizione a Draco, affinchè portasse a letto la Grifondoro. Il piano fallì in parte: infatti Hermione e Draco non fecero nulla perchè il biondo si riprese in tempo, ma Blaise li scoprì in una situazione equivoca. Lasciò Hermione e litigò di brutto con Draco. -vorrai dire ero sua cugina.- la voce drammatica di Lorelain entrò in testa a Hermione. Era, esatto, perché Draco, scoperto in Lisa il colpevole di tutto, la uccise. Quei ricordi erano ancora freschi. Ma se per Ginny portarono imbarazzo e sensi di colpa per la figura fatta, al contrario resero Hermione fredda, decisa e spietata. Il dolore provato quei giorni di cinque anni fa non era ancora svanito. Lei non avrebbe mai perdonato Lisa. E non sarebbe stata di certo sua cugina a farla sentire in colpa. In colpa di cosa, poi? Di aver amato Blaise? Si sistemò meglio sulla sedia -bè, spero tu abbia un carattere più maturo del suo.- proruppe tra lo stupore dei presenti. Lorelain si accigliò ulteriormente -non ti ho mai perdonato per la sua morte. Io e Lisa eravamo molto unite. Era come una sorella. Quando mi arrivò una lettera annunciante la sua morte… mi sono sentita malissimo. Sola. Sola senza la persona che più mi aiutava Non puoi capire il dolore!- certamente Hermione avrebbe dovuto dispiacersi … in teoria … ma la pratica è sempre diversa -bè, non posso capir e il dolore perché IO, non mi circondo di “amiche” che come passatempo lanciano maledizioni su ragazzi per violentare una loro amica e far si che si lasci con il legittimo fidanzato.- -Blaise era suo! Si conoscevano da anni!- -e che c’entra? Ma poi scusa, mica l’ho uccisa io!- si difese Hermione. Lorelain rise cattiva -non rivoltare la colpa a Draco! Lui l’ha fatto solo per amor tuo, come per amor tuo Blaise ha spezzato il cuore a Lisa! Tu sei una strega! Come scrissero anni fa su un giornale, tu prepari filtri d’amore per stregare i ragazzi che ti circondano!- Hermione non credeva alle sue orecchie: ma cosa dicendo quell’invasata? Per fortuna anche i suoi amici trovarono il tutto così ridicolo che scoppiarono a ridere. Tutti tranne Draco, che sospirò -Lorelain, basta. Hermione non ci ha mai preparato filtri d’amore.- il cuore di Hermione si fece leggero -semplicemente io e Blaise siamo sempre stati così ciechi da non vedere che dietro a quel viso angelico si nascondeva una stronza.- le risate finirono. Hermione davvero non sapeva se ridere o piangere. Alla fine scelse una via di mezzo: la rabbia

- Draco, non cominciare.- -tranquilla piccola, non farei niente per minare alla tua sensibilità, alla tua voglia di ribellione. Tu, che vuoi stare sola e che.- -BASTA!- lo interruppe Hermione, sapendo dove voleva andare a parare. Quell’urlo ebbe la capacità di ammutolire tutti. Ron tossicchiò imbarazzato -buona questa zuppa Ginny … è Inglese?- -Esotica.- rispose fingendo tranquillità Ginny. Ma i loro sforzi risultarono inutili. Hermione si alzò -scusate, non ho più fame.- -Herm!- -certo, fuggi dai sensi di colpa e dalle tue responsabilità. Prima o poi me la pagherai, Mezzosangue.- fu un attimo. Dal settimo anno Hermione aveva imparato a rispondere agli insulti. Era stanca di stare in silenzio fingendo che andasse tutto bene. Forse, in altre occasioni, avrebbe lasciato correre. Ma non quando quelle parole venivano dalla bocca di una mai conosciuta, che subito l’aveva attaccata. Sfoderò la bacchetta e in un secondo la puntava al collo di Lorelain. -Hermione!- urlò Ginny, mentre Harry e Ron si alzavano -non osare più. Non so chi sei, né cosa tu voglia da me. Tua cugina ha avuto ciò che meritava e mai mi sentirò in colpa ne permetterò che tu mi faccia accuse infondate. Altrimenti …- Lasciò la frase in sospeso, rimanendo a fissar e con odio gli occhi verdi spaventati di Lorelain. Poi, una mano, si posò sulla sua bacchetta, abbassandola. Hermione guardò Draco.Harry prese una mano di Hermione -ora… non roviniamo tutto … Ginny ci ha messo tanto impegno per preparare la cena. Siediti, tranquilla, e mangia con noi.- Hermione ubbidì, troppo dispiaciuta per ciò che aveva visto. La mano di Draco, la mano destra di Draco, con non portava più la fedina di oro bianco che si erano regalati. La stessa fedina che, nonostante tutto, lei teneva ancora al dito. La cena trascorse tranquilla. Parlavo solo Harry, Ron, Ginny e alcune volte Draco, se non era intento a chiacchierare con Lorelain. L’apice di maggior tensione ci fu tra il dolce e il caffè. Lorelain aveva fatto una battuta, capita solo da Draco che, forse per premiare tanto senso dell’umorismo, le prese il mento e la baciò. Ron battè forte la testa contro le mani. Harry distolse lo sguardo. Ginny guardò Hermione. Hermione assunse un atteggiamento maturo e indifferente. Ma il tutto si spezzò quando Draco le lanciò una lunga occhiata di sfida. A quel punto, con un gesto secco, Hermione si tolse l’anello e lo lasciò ricadere sul tavolo. Si alzò e se ne andò in camera sua. -mi sembra un po’ suscettibile.- dichiarò Lorelain-. Ginny la fulminò con lo sguardo -molto, sì. Ora, se permetti, dovremmo mettere tutto a posto … pensi di andartene? Ti accompagnerà Ron.- il fratello colse la palla al balzo, si alzò, fece alzare Lorelain e l’accompagnò alla porta. Ginny guardò Draco -posso picchiarti! Ti prego, è un favore importante!- -Draco, sei un totale coglione!- sibilò Harry. Ma Draco non rispose. I suoi occhi guardavano quel piccolo anello. E i ricordi tornarono.

“-Amore…è bellissimo!- -davvero? Non sembri sicura…- -No…il fatto è che…apri il tuo regalo!- Draco, dubbioso, ubbidì. C‘era un pupazzo grande, soffice -bello…ma cosa c‘entra con il mio regalo?- -giralo.- Draco lo girò e vide una cerniera nascosta dal pelo finto. L‘aprì e tra le sue mani cadde una fedina uguale a quella che aveva regalato a Hermione. Scoppiarono a ridere e si baciarono -ciò vuol dire…che non dovremo mai togliercela! Perché rappresenta la nostra vita, rappresenta Noi! Finchè la indosseremo, il nostro ricordo sarà vivo e forte!-”

Draco scosse la testa. Hermione aveva creduto che si era tolto la sua. Con mano tremante posò una mano all’altezza del torace. Poi si alzò e se ne andò. Sotto la camicia, proprio dove si era premuto, la piccola fedina, attaccata a una catena, gli sfiorava la pelle nuda.

Lily Black

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Capitolo 2
*** te ne eri andata già da tempo. ***


Scusate il solito ritardo, ma ero in Germania per uno scambio con la mia classe e non ho potuto aggiornare. il cap è corto, ma ho voluto inserirlo per non lasciar passare troppo tempo.

 

Hermione socchiuse gli occhi. Le travi di legno del soffitto di camera sua erano debolmente illuminate dai raggi del sole che penetravano dalla finestra chiusa. Sbadigliando rotolò su un fianco, rannicchiandosi sotto le coperte. Appena la McGranitt le aveva detto che sarebbe tornata a Londra, era contenta. Le era parsa un’idea meravigliosa. Ma vista la serata precedente cominciò a credere di essersi illusa troppo. Come aveva potuto credere che Draco, orgoglioso com’era, l’avesse perdonata? Sospirò. Era un bambino. E lei era stata una stupida. Così come il motivo per cui si erano lasciati. M si sa, un motivo stupido è solo la scusa che nasconde molti altri problemi. Chiuse gli occhi. Non aveva le forze di andare a lavoro. Anzi, diciamo che non voleva vedere Draco. -dai Hermione, non fare la bambina! Tira fuori il tuo carattere e affronta i problemi.- leggermente incoraggiata dalla sua voce interiore, si alzò e raccolse a sé i vestiti. Lanciò un’occhiata alla sveglia. Le nove meno dieci. Sarebbe arrivata in ritardo. Scosse le spalle. Tanto, come primo giorno, di sicuro non l’aspettava niente di importante. Probabilmente Ron le avrebbe spiegato le formazioni degli Auror e, cosa principale, non avrebbe visto Draco.

-che cosa???- venti minuti più tardi da quel pensiero confortante, Hermione si trovava dinnanzi a Ron, indossando la camicia bianca e la gonna blu della divisa degli Auror, per scoprire quanto fosse stato inutile vestirsi in quel modo -cosa significa che devo allenarmi in palestra?- -bè, Herm, sei un po’ sotto tono! Fare la professoressa certamente non sottopone il tuo corpo a forze esterne quali un attacco dei Mangiamorte.- Hermione alzò gli occhi al cielo -ma non ho la divisa da ginnastica!- -tranquilla, Ginny ne compra sempre due di riserva. Le tiene nel suo armadietto negli spogliatoi della palestra.- la rassicurò Ron che, al contrario, sembrava per qualche motivo agitato. -bene, allora vado. Hai detto che mi aiuterà ad esercitarmi il capo degli allenamenti, vero?- Ron mugugnò un sì. Hermione alzò un sopracciglio -Ron, sei tutto rosso! Devi dirmi altro?- -io? No! Anzi, vai pure … ci si vede a pranzo!- detto questo mostrò un sorriso a trentadue denti. Hermione ricordando che la mattina era sempre un momento critico per l’amico data la stanchezza, lasciò perdere e se ne andò. Ron tirò un sospiro di sollievo -sei veramente un codardo, fratello.- Ron trasalì, voltandosi verso Ginny, che lo squadrava torva -comandante, Ginny! Mi devi chiamare comandante! E poi non so cosa vuoi dire! So solo che dovresti essere nel tuo ufficio ora!- -non ci provare, Ron! Perché non hai detto niente a Hermione?- -oh, Gin! Già è stato difficile dirle che doveva allenarsi, sapendo quanto odia lo sport! Come potevo dirle anche il resto?- -ripeto, sei un codardo!- -sono un tuo superiore!- -la cosa non cambia.- sospirò e cominciò ad allontanarsi nella stessa direzione di Hermione -dove stai andando?- -qualcuno dovrà pur dirglielo! E visto che il grande comandante non ne ha il coraggio… - -bè, io la farei, ma ho molto lavoro da sbrigare…anzi, è già tardi, devo scappare!- con una smorfia Ron corse via. -codardo- ripetè Ginny, poi allungò il passo fino a scorgere Hermione in fondo al corridoio - ‘Mione!- la ragazza si fermò, sorridendo all’amica -ciao Ginny! È questa la porta che conduce alla palestra, vero?- -sì. Stai andando là?- Hermione annuì, aprì la porta ed entrò. Ginny la seguì -che ne dici prima di parlare un po’?- -direi fantastico, ma voglio allenarmi subito e finire presto.- mormorò Hermione, entrando nello spogliatoio delle donne. -puoi imprestarmi una divisa da sport?- Ginny annuì e andò vicino al suo armadietto -sai, quando Malfoy è arrivato qui ha faticato molto ha trovare lavoro tra gli Auror.- disse, passando a Hermione un top arancione scuro e un paio di pantaloncini neri. -e allora?- chiese leggermente stizzita Hermione. -ora hanno capito che è un valido Auror. È molto bravo nel combattimento! Conosci un sacco di trucchi con la bacchetta. - -ma che bravo- commentò sarcastica Hermione, indossando i pantaloncini. Prese il suo mollettone rosso e si raccolse i capelli dietro la testa. Uscì dallo spogliatoio, con una Ginny stranamente agitata dietro. -ma c’è un’altra cosa che è bravissimo a fare!- Hermione l’ascoltava disinteressata. Ormai aveva raggiunto la porta della palestra. Allungò una mano per aprirla, ma Ginny le si parò davanti. -GINNY!- -è molto bravo, è il migliore, nel combattimenti fisico.- -non vedo cosa mi dovrebbe importare se lui … oh!- Hermione sgranò gli occhi, mentre Ginny annuiva dispiaciuta. Si fece da parte, mentre Hermione, con forza, fece scorrere di lato la porta. Delle voci la raggiunsero. La palestra era enorme, provvista di varie attrezzature. E infondo, lungo delle corde, si arrampicavano dei ragazzi. A urlare loro gli ordini c’era Draco. -quindi… è lui il maestro di ginnastica …- mormorò Hermione. -Ginny, dì pure a tuo fratello che dopo lo ammazzo.- Ginny annuì -avrai tutta la mia simpatia. Mi dispiace Hermione!- -non fa niente. Ora è meglio se entro.- Ginny l’abbracciò -vai e fatti valere.- Le diede un bacio sulla guancia e corse via. Hermione entrò nella palestra e molto lentamente si avvicinò al gruppo di matricole diciottenni. Draco le dava le spalle -avanti, Mark! Muovi quel culo e arriva fino in cima! Sai benissimo di esserne capace! Che figura fai davanti alla tua ragazza? Emma, mi raccomando, non dargliela stasera!- la ragazza scoppiò a ridere insieme a due sue amiche. - Oliver, preparati. Oliver? Cosa stai facendo con quella bocca aperta?- -mister, sta ammirando lo stacco di gambe che ha quella bellezza dietro di te!- rispose un altro ragazzo. Draco alzò un sopracciglio -se questo è uno stupido scherzo, non ci casco! Fate ancora questi giochi da bambini? Avanti Oliver, basta con queste scuse e preparati. - -sempre così scettico, Draco, da credere di essere preso in giro anche quando una persona dice la verità.- Draco si voltò di scatto, trovandosi faccia a faccia con Hermione. -forse non è colpa mia se mi sento continuamente preso in giro, ma di qualcuno di nostra presenza che mi ha reso così insicuro.- ribattè glaciale. Hermione evitò di rispondere a quell’accusa. -mi ha mandato Ron. Devi allenarmi. - -bè, mi dispiace, ma ho ancora un’ora di allenamenti con loro.- -cosa?- esclamò Hermione stupita. Ma non fu l’unica. Anche gli allievi furono sorpresi dalle parole di Draco. -ma Mister, l’ora è finita!- obbiettò Mark, sceso già dalla corda.- Draco alzò gli occhi al cielo, mentre Hermione sorrideva. -che bravo bugiardo Draco.- Malfoy guardò i suoi allievi -bene, potete andare. Mark … la prossima volta ti ci tengo un’altra ora su questa corda!- lo avvisò minaccioso. Tutta la classe uscì. Hermione incrociò le braccia al petto -sei un bambino, Draco.- -e tu sei una stronza. - Hermione deglutì -non vai mai sul leggero, vero?- Draco le voltò le spalle. -ma cosa pretendi? Sei tornata senza preavviso, ti sei già intromessa nella mia vita, interrompi una mia lezione. - -ma era finita!- - litighi con la ragazza con cui vado. - -guarda che ha iniziato lei! E comunque vedo che ti sei consolato in fretta da quando ci siamo lasciati.- Draco si voltò, gli occhi che mandavano scintille -eh no tesoro, questo non puoi dirlo! Cosa avrei dovuto fare, aspettarti in eterno?-

-sei stato tu a mollarmi!- -ma per favore! La causa la devi cercare molto più in profondità. E non certo da parte mia! Io ti amavo e te l’ho sempre dimostrato!- -perché, io no?- -no! A parole m lo ripetevi spesso, certo, ma i fatti dov’erano?- Hermione si allontanò un ciuffo di capelli dagli occhi, la mano che le tremava dalla rabbia -cosa avrei dovuto fare?- -Dannazione Hermione!- urlò Draco, tirando un enorme pugno al sacco di sabbia che pendeva al loro fianco. Hermione fece un passo indietro per evitare che la colpisse. -sai cosa potevi fare! Dirmi di sì. Starmi vicino in un momento difficile. Darmi ciò che più volevo.- -una famiglia?- chiese con voce tremante la ragazza. Draco alzò gli occhi verso i suoi -un bambino. Un bambino da proteggere. Un bambino per dargli tutta quella felicità che mio padre non mi ha mai dato. Una moglie da amare sempre, da aiutare, da confortare.- -tu non avevi bisogno di tutto questo per dimostrare di essere migliore di Lucius! Io l’ho sapevo che eri diverso, in molti lo sapevamo!- -ma io no!- rispose Draco, alzando ancora di più la voce. -io non lo sapevo! Avevo bisogno di conferme! Volevo essere sicuro di essere un uomo. Non un mostro. Perché non lo hai mai capito?- Hermione abbassò lo sguardo. Perché non lo aveva mai capito? Perché è più facile così, è più comodo fingere di non sapere, per non dover affrontare una realtà scomoda per lei, per il uso lavoro, per le sue ambizioni. Scomoda come un figlio e un matrimonio. Hermione respirò leggera e veloce, per cercare di calmarsi, poi affrontò di nuovo lo sguardo di Draco -avremmo potuto continuare a stare insieme. Se l’amore c’è, allora non occorrono prove come figli o un matrimonio.- Draco le si avvicinò lentamente, il viso rassegnato e arrabbiato. -la prova serviva a me. Per dare un senso alla mia vita. Ti avevo chiesto semplicemente di starmi vicino. Tu non hai voluto.- -e tu per questo mi hai lasciata?- silenzio. -io ti ho lasciata perché non eri più mia. Non eri la donna che amavo.- prese una sacca li vicino da terra e se la mia sopra le spalle -ma tu te ne eri andata già da tempo.-

Un grazie ai magnifici dieci che hanno recensito questo primo capitolo:

VaniaLoVe, tigra88, Zahra, jotica90, fragolina92, Chiaras, lunachan62, @ngel, Cobwy23, ranokkia

Vi ringrazio molto x icomplim,enti e ringrazio anche chi ha letto solamente senza recensire! X la domanda comune di tutti: Blaise presto si rifarà vivo…molto presto … ma non penso di dargli molta importanza in questa fic!

Un Bacio

Lily!

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Schizzi di cioccolata. ***


Eccomi con il terzo capitolo. Devo dire che non mi piace molto e chiedo scusa se anche a voi risulterà così. Ma in questo periodo non sto molto bene, e non nel senso del fisico. Diciamo che sto capendo Hermione quando si trova nelle mani di una Draco Malfoy bastardo. ;_; vabbè, cazzate a parte, buona lettura!

Il fumo aspro uscì lento dalle labbra rosse di Hermione. Si confuse con l’aria fredda di Dicembre che le accarezzava la pelle chiara del viso. Strinse un po’ di più la sigaretta tra le mani. Non le piaceva fumare. E infatti difficilmente e lo faceva. Anche una volta ogni qualche mese. E sempre quando litigava con Draco. Bè, visto come era iniziato il suo soggiorno sa Londra, era facile capire perché aveva ricominciato. Era seduta sui gradini che conducevano alla Porta della caserma degli Auror. Cinque giorni dalla discussione avvenuta in palestra con Draco. Cinque minuti dall’ultima lite a mensa. E sempre per colpa della cugina di Lisa che, a quanto pare, stava facendo di tutto per portare Draco a uccidere Hermione. Tentava in tutti i modi di stuzzicare Hermione, finchè lei non si infuriava e cominciava a rispondere e Draco, puntuale, prendeva le parti della bionda. -Stronzo.- sibilò Hermione. -Grazie.- una voce calda e divertita la raggiunse sopra di lei. Alzò lo sguardo per incontrare un volto mezzo coperto da una sciarpa e un cappello. -eh, scusi, non era rivolto a lei.- -ne sono sicuro … hai una sigaretta?- Hermione annuì, prese il suo pacchetto e gliela offrì una. Il ragazzo però non la prese, anzi, scoppiò a rider e-allora non è un’allucinazione quella che hai tra le mani.- Hermione non capiva. Ma cosa voleva? -direi di No. Scusi, ma lei chi è?- il ragazzo smise di ridere. -chi sono io? Andiamo bene … non pensavo di essere cambiato così tanto.- -bè, scusi tanto se non riconosco quella sciarpa e quel cappello.- rispose ironica e irritata la ragazza, alzandosi in piedi -bè, faccia che le pare, io ora devo entrare.- -vengo anch’io. Magari tu puoi portarmi da Draco Malfoy.- il viso di Hermione s’indurì -certamente, molto volentieri.- entrarono nella caserma, percorrendo i corridoi vuoti per raggiungere la mensa dove provenivano forti rumori. Hermione aprì la porta, individuò il suo tavolo e si avvicinò, seguita al ragazzo. Si fermò a qualche centimetro da Draco notando, soddisfatta, che Lorelain se ne era andata. -Draco … questo ragazzo ti cerca …- Draco alzò gli occhi disinteressato, ma subito cambiò espressione. -questo ragazzo … ?- -esatto Draco, non mi ha riconosciuto. Hermione sentì dietro di sé quella voce, ora più chiara e capì che si era liberato della sciarpa. Alzò gli occhi al cielo irritata da quel nuovo arrivato che non faceva altro che prenderla in giro. Cercò con lo sguardo Ginny per cercare compassione, ma sia lei che Ron e Harry, guardavano stupiti alle sue spalle. Solo allora Hermione capì che probabilmente avrebbe dovuto girarsi e vedere chi quella sciarpa nascondeva. E si voltò nell’attimo in cui Draco con uno scatto si alzava per abbracciare il nuovo arrivato. Ma, nonostante questo, appoggiato alla spalla del biondo, stretto a lui, Hermione riconobbe quegli occhi blu scoperti dalla visiera del cappello, quel viso leggermente abbronzato, quei bellissimi capelli corvini. Sentì il viso andarle in fiamme, il cuore bruciarle di gioia e di vergogna. Prima rabbia per non averle detto subito chi era. Poi gioia nel rivederlo. Infine tremendo rimpianto per ciò che era successo a scuola. Blaise e Draco si allontanarono, mentre Harry, Ron e Ginny si alzavano per salutare il nuovo arrivato. Hermione rimase in disparte. Finalmente Blaise posò lo sguardo su di lei. -non volevo crederci che fumavi! Ma da quanto? Dai Hermione, non puoi essere caduta al mio stesso livello.- rise. Felice, sguardo allegro, senza una minima traccia di rancore. Ciò che invece provava Hermione per se stessa. E se lui l’aveva perdonata, lei non sarebbe mai riuscita a giustificarsi -Blaise … mi dispiace …- mormorò. Probabilmente nessuno la sentì. Blaise avanzò e la strinse tra le sue braccia. Ma fu troppo. Con uno strattone Hermione si allontanò e corse via. Blaise rimase visibilmente stupito. Ginny scosse la testa - è un po’ nervosa in questi giorni. Troppe tensioni.- -immagino non dovute dal lavoro.- indagò Blaise, lanciando un’occhiata divertita a Draco. Quest’ultimo scosse le spalle e tornò al suo posto -risparmiami la predica Blaise. - Blaise alzò gli occhi al cielo -ok… dal momento che tra i due quella che mi sembra più fragile è lei..penso che andrò a farle un po’ compagnia.- fece un cenno di saluto e uscì. Come aveva immaginato, trovò Hermione di nuovo fuori, un’altra sigaretta tra le mani. -ma allora è un vizio!- la ragazza alzò lo sguardo preoccupato e ansioso su di lui. -è un anno.- Blaise si sedette al suo fianco -sei cambiata Hermione.- -sono passati cinque anni …- -già … mi fa uno strano effetto vederti senza divisa scolastica … e senza i soliti cinquanta libri!- scoppiò a ridere. Hermione spense la sigaretta che non era nemmeno a metà e si alzò in piedi. -come stai?- chiese d’improvviso. Blaise smise di ridere. -bene. Molto bene. Lavoro nel mondo dello spettacolo babbano. È stupendo. Faticoso, ma bello. Sono stati in Italia nell’ultimo periodo.- Hermione annuì -sono contenta …- -tu invece?- -io? Io sono sempre qua. Prima lavoravo ad Hogwarts.- per qualche motivo, Blaise non sembrava stupito o incuriosito. -stai male? Voglio dire, per Draco, per come è finita …- a voce di Blaise si troncò alla fine della frase. Hermione alzò un sopracciglio - com’è possibile che in meno di due minuti ti abbia raccontato tutto?- Blaise tossì imbarazzato -bè … ha il dono della sintesi …- s alzò -ora però devo andare …- Hermione tirò fuori la bacchetta -Blaise, non costringermi a usare i vecchi metodi. Come fai a sapere di me e Draco?- -semplicemente perché gliel’ho detto io.- Blaise si voltò, trovandosi davanti Draco, a quanto pare appena uscito. Hermione abbassò la bacchetta -e quando gliel’avresti detto?- -nelle molto volte che ci siamo visti in questi ultimi cinque anni.- Hermione non credeva alle sue orecchie -stai scherzando …- il suo sguardo si posò di nuovo su Blaise, dimostrando che, come ai tempo della scuola si fidava più di lui, che del suo amico bugiardo. Ma Blaise sorrideva. Un sorriso di colpa. E Draco parlò -dopo ciò che è successo il settimo anno, sono passati cinque mesi senza che avessi più notizie di Blaise. Poi, un giorno, mi arrivò una sua lettera. Come sempre, si è dimostrato meno testardo di me. Ha fatto il primo passo verso un chiarimento e io ho accettato di vederlo. Da quel giorno, molti dei miei viaggi di lavoro avevano come fine di incontrarmi con lui.- -tutto questo è molto bello, ma perchè io non ne sapevo niente?- chiese Hermione, la voce che le tremava. Ma fu Blaise a rispondere -pensavamo non fosse il momento … sai, per quello che era successo.- -non era il momento? dopo cinque anni? Dì pure Blaise che eri arrabbiato! E forse lo sei ancora!- Blaise scosse la testa -cosa c’entra? Non sono arrabbiato e lo sai … ma anche fosse, non pensi ne avrei diritto?- -certo, condannatemi a vita per una scelta fatta quando avevo diciassette anni!- -una scelta che ha segnato le nostre vite!- ribattè duro Blaise -ho lasciato Londra per non dover più pensarti!- - mi stai accusando? Mi accusi ora dopo tutto questo tempo?- chiese Hermione indietreggiando. -anch’io ho sofferto! E Draco lo sa!- -me lo diceva che stavi male per me. Ma la tua pietà non mi è mia servita. Io volevo te. Tu hai scelto Draco. Punto, chiuso l’argomento!- la voce di Blaise si era fatta seria, matura. Hermione guardò infuriata Draco, poi di nuovo il ragazzo di fronte a lei -mi spieghi perché sei tornato,allora?- -volevo rivedere i miei amici. E cercare di recuperare il nostro rapporto d’amicizia!- -lo sai che non sarà mai possibile!- Draco sospirò -e perchè mai?- -perché mi ha mentito! Mi avete mentito! Per cinque anni vi siete incontrati alle mie spalle! Come se fossi una stupida!- -andiamo Hermione! Non fare la bambina! Lascia stare questo particolare, e ricominciate tutto da capo! Non sei nella condizione di giudicare il nostro operato, visto che negli ultimi anni in quanto a cazzate non ti batte nessuno.- Hermione guardò a lungo Draco negli occhi, prima di parlare. -Draco, mi sono sempre trattenuta nel dirlo, ma le circostanze sono cambiate … VAFFANCULO!- urlò, prima di andarsene

Ginny indossò il camicie.

Si mise gli occhiali da lavoro e si avvicinò alla scrivania.

Tutto sembrava andare come gli altri giorni…solo che quel pomeriggio non riusciva a concentrarsi.

Prese il suo compact disc, regalatole da hermione e si mise le cuffie.

Prese in mano un cacciavite e cominciò a smontare un vecchio telefono.

Dopo qualche secondo si fermò.

Si tolse le cuffie e si guardò intorno: era nervosa.

Si sedette sulla poltrona girevole e fece due giri su se stessa.

Frenò l’ultimo giro con una spinta.

Con una matita si picchiettava la tempia.

Le era già successo di avvertire che qualcosa non andava…e di solito non le faceva mai piacere…

- ciao, capitano Potter!-

Harry si voltò: Arimy Olsen, apprendista Auror, lo salutava dall’altra parte del corridoio.

Harry sorrise e si avvicinò stringendole la mano.

- cherabbia-cherabbia-cherabbia-cherabbia…- Ginny mordicchiava la matita, cercando di capire cosa c’era che non andasse.

- allora, Olsen, ho saputo che il tuo ultimo esame di pratica è stato brillante!-

- è proprio di questo che volevo parlarti! Sai, i miei genitori hanno voluto organizzarmi una festa…ma a me queste cose mi annoiano! Sempre le solite facce! Così mi chiedevo se tu volessi accompagnarmi!…-

-io?-

Ginny balzò in piedi: doveva prendere qualcosa da bere!

Corse verso il distributore vicino all’ingresso.

Un caffè non era il caso…optò per una cioccolata calda.

Intanto che aspettava guardò fuori dalla finestra.

Se quella sensazione non fosse finita si sarebbe buttata di sotto.

Il familiare suono metallico l’avvertì che la cioccolata era pronta.

- allora, accetti?-

- bè…perché no?-

- sul serio?- gli occhi di Arimy s’illuminarono.

Harry rise: quella ragazza le stava troppo simpatica.

I capelli castano chiaro erano sempre legati in due treccine e lei aveva un’aria allegra ed era gentile con tutti.

Ginny mescolava la sua cioccolata con energia.

Stava camminando senza sapere dove andava.

Sperava solo che i suoi piedi la portassero alla fonte del suo nervosismo.

Girò l’angolo.

Harry rideva.

Arimy sorrideva imbarazzata.

Ginny rischiava seriamente di impazzire.

- ehy, Ginny!- Harry le faceva cenno di avvicinarsi.

-la conosci? È Arimy!- fece cenno verso la ragazza dai capelli castani.

- piacere, Ginny!-

- ciao…- Ginny guardava Harry: Arimy…Arimy???? Nemmeno la conosceva e già la chiamava per nome?

-ehy, Ginny…ho appena invitato Harry a una festa organizzata dai miei genitori…sai, una festa in maschera…e mi chiedevo se volevi venire anche tu!-
-
oh, Ginny non è tanto per queste cose…-

la rossa guardò accigliata Harry – e tu che ne sai? Verrò volentieri Arimy!-

- sul serio? Bene…ah, è sottointeso che sono anche invitati Ron, Draco Malfoy ed Hermione Granger! Ma non so se Malfoy vorrà venire. Ultimamente lo vedo sempre nervoso!-

Harry e Ginny si guardarono, prima di scoppiare a ridere – ma no! È un po’ tenebroso, ma tranquillo!difficilmente perde la pazienza …-

-IO L’AMMAZZO!!!-

Ginny arrossì e si voltò verso Draco, che avanzava come una furia, mentre Blaise tentava di calmarlo.

- Draco! Cosa succede?-

- ma chi si crede di essere? Cosa vuole da me? Ma l’hai sentita con quel tono mi ha risposto, Blaise? Quella….quella…- Blaise sospirò -calmati! In fondo ce lo meritavamo! Le abbiamo tenuto nascosto per tutto questo tempo di noi…- Harry alzò un sopracciglio -cosa intendi per “tenerle nascosto di noi?” mica sarete …- Blaise lo fulminò con lo sguardo -stupido! Le hanno nascosto che in questi nani si sono incontrati!- spiegò Ginny tirando una gomitata al “bambino-sopravvissuto”. -bè, non era affar suo!- sbottò Draco infuriato. Blaise alzò gli occhi al cielo, mentre Arimy li salutò dando un bacio nella guancia a Harry.

- Se è venuta qui per rovinarmi la vita, non glielo permetterò! Io la uccido! Un incidente su lavoro!-

Harry lo prese a braccietto -dai Draco, calmati. Vieni Blaise, ti porto a vedere tutta la caserma.- sorrise a Ginny e tutti e tre si allontanarono, con Draco che continuava il suo monologo d’insulti, optando i vari modi per uccidere Hermione, facendolo risultare un incidente.

Ginny li guardò allontanarsi sorridendo, prima di voltarsi per tornare nel suo ufficio. L’occhio le cadde sulla cioccolata calda ancora da finire. Le tornò alla mente il perché stava ingurgitando quella roba. E le venne un flash alla mente: sbagliava o Arimy aveva dato un bacio a Harry? Con un grugnito di esasperazione lanciò il bicchiere nel primo secchio della spazzatura, così che molti schizzi di cioccolata macchiarono il muro e, a passo frettoloso, corse in palestra per scaricare i nervi.

 

Mille ringraziamenti a tutti, siete davvero fantastici e gentili e mi fa troppo piacere leggere le vostre parole! Quando mi sarà passato questo momentaccio, spero di scrivere i capitoli belli che vi meritate!

Un particolare ringraziamento a chi mi ha recensito: Kagome 13 VaniaLove Cobwy23 tigra88

Camyxpink @ngel ranokkia Arys92 Valemione

Veramente grazie!

Lily Black

 

 

 

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Capitolo 4
*** comunciazione ***


Questa è una comunicazione: avevo scritto tutto il capitolo

Questa è una comunicazione: avevo scritto tutto il capitolo. Ma, prima di pubblicarlo, per causa della mia stupidità, l’ho cancellato tutto. In questo ultimo mese di scuola non penso di riuscire a scrivere. Quindi credo che pubblicherò il prossimo cap verso giugno. Ohi, mi raccomando, aspettatemi!!! E scusate ancora!

In bocca al lupo a tutti per la fine della scuola!

 

Lily Black

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Capitolo 5
*** alla tre del mattino ***


-No no e ancora no

Ritardo orribile, spregevole, inaccettabile! Ma dopo la fine della scuola sono partita per le vacanze e al mio ritorno mi sono ritrovata a casa con la febbre a 40 e la mononucleosi! E oggi pomeriggio ho scritto tutto il capitolo. Spero vi piaccia. Volevo inserire il ballo, ma non erano previste le ultime 2 pagine che ho scritto.

 

 

 

 

-No no e ancora no! Non parteciperò a una stupida festa in maschera!-

 

Blaise battè leggermente la fronte contro il tavolo. –perché Ginny insiste?- mormorò Harry, semi sdraiato sulla sedia, che fissava il soffitto. –è una Weasley. Ha tanta buona volontà- rispose Ron, senza pensarlo veramente. Giudicava il tentativo di sua sorella alquanto ingenuo. Draco aspirò dalla sua sigaretta, ma venne interrotto dalla mano di Harry, che si sporse verso di lui. Draco gli passò la sigaretta e rimase a guardare Harry prenderla tra le labbra, tirare leggermente e buttare subito fuori il fumo. –ora basta Potter! Odio quando fumi così! O impari per bene, o non sprechi le mie sigarette!- -per lo meno non mi danneggio i polmoni e scarico lo stress.- -se proprio vuoi scaricare lo stress, preparati un caffè e lascia che sia l’unico a rovinarsi la vita.- stanco di rispondere, Harry si alzò, deciso a seguire il “consiglio ” di Draco. –e poi non capisco perché Hermione si faccia pregare! È una semplice festa in maschera!- riprese Ron. –oh Ron, sai benissimo che il motivo per cui non vuole partecipare è Mister “non sprecarmi la sigaretta.” – replicò Harry, prendendo la caffettiera e cercando il contenitore del caffè. Draco si accigliò. –e allora, la tua motivazione per andarci qual è? Portarti a letto la Olsen?- Harry si voltò di scatto –forse ti stai confondendo con te! Lo sciupa femmine senza cuore non sono io!- -ah già, tu sei il povero bambino sopravvissuto bisogno d’affetto!- -io ti…- -ora basta!- tutti si voltarono verso la soglia, dove Ginny li guardava con aria rassegnata –possibile che un passo avanti che fate verso la convivenza pacifica equivale a cento passi indietro?- avanzò verso Harry e gli sfilò di mano il barattolo che stringeva –ehy! Devo preparare il caffè!- -lo immaginavo Harry. Per questo forse è meglio se metto via il pepe nero.- Harry arrossì. –è Malfoy che mi ha distratto. Draco si alzò –oh ti prego…- -no, sono io che vi prego di farla finita!- sbottò Ginny. Ron la guardò –l’hai convinta?- -non ho mai creduto veramente che i miracoli esistessero.- confessò sua sorella. Blaise si alzò –bè, sarà il momento che intervenga io.- Ginny incrociò le braccia al petto –tu? E, di grazia, cosa ti fa pensare che tu sia più convincente della sua migliore amica?- -la prova che quando stavamo insieme l’ho convinta a fare cose che non avrebbe mai fatto …- Draco alzagli occhi, con aria maliziosa –no Draco, niente di erotico.- lo disilluse Blaise, uscendo dalla cucina. –buona fortuna!- gli augurò Ginny, con voce scettica.

 

Hermione , sdraiata sul proprio letto, fissava con aria truce il soffitto. Lei a una festa in maschera? E per cosa poi? Per evitare gli sguardi accusatori di Blaise e vedere Draco che andava con le prime che gli capitavano? Negli anni a scuola le erano stati attribuiti moltitudini di soprannomi, ma mai quello di masochista-autolesionista. La porta della sua camera si aprì nuovamente e apparve Blaise. Hermione, senza più la forza di urlare, si mise di fianco, dandogli le spalle. Lo sentì sedersi vicino a lei –allora … se ho ben capito … hai intenzione di passare anche questa festa in casa a leggere un vecchio libro, giusto?- nessuna risposta –certo, ti capisco, in fondo leggere cento volte Scuola di Hogwarts ti fa notare diverse sfumature.- -…- -ma, detto fra me e te, a meno che tu non voglia restare per sempre chiusa qui dentro, cosa di cui sono sicuro saresti capace, niente di risparmierà dall’ affrontare Draco, un giorno o l’altro.- Hermione si voltò, mettendosi a sedere –cosa vuoi Blaise?- -convincerti a venire alla festa.- -perché? Tu mi odi! Ti ho rovinato  la vita …o, meglio, diciamo qualche anno delle tua vita! Dovresti punirmi, sfidarmi a duello, lanciarmi maledizioni! Perché non lo fai? Cosa vuoi, fingere di essermi amico e poi pugnalarmi alle spalle come ho fatto io con te?- Blaise rimase a guardarla a lungo con aria impassibile, prima di rispondere –mi hai fatto soffrire. Mi hai fatto sentire una merda. Ho litigato con il mio migliore amico  per te. Mi sono innamorato, cosa che ritenevo impossibile. Sono fuggito dall’Inghilterra, ho litigato con mia madre quando mi sono rifiutato di sposare una principessa solo perché ti amavo ancora. Per anni non ho parlato con Draco… ma non ti odio. Strano ma vero, ti ho perdonata.- -scherzi?- -è una cosa che mi piace fare, ma non ora. Ti voglio bene e forse, in una parte dentro di me, ti amerò per sempre. Se vederti o parlarti mi avesse provocato ancora dolore o rabbia, adesso non sarei qui a convincerti a partecipare alla festa travestita da bellissimo angelo.- Hermione sorrise e lo abbracciò al petto. Blaise sorrise –perché angelo?- chiese Hermione, le labbra a contatto con la camicia bianca del ragazzo. –bè, il tema è inferno e paradiso….che fantasia.- mormorò ironico. Hermione ci pensò un attimo. E, senza motivo, le venne in mente il ballo del sesto anno (soffio dell’odio nd Autrice.) . quella sera era vestita da angelo. Un angelo bellissimo, capace di far innamorare Draco Malfoy che le diede il loro primo bacio. Era giunto il momento che si conoscesse la nuova Hermione, una parte tenuta nascosta a scapito suo. Sorrise leggermente –sai Blaise? Penso proprio che il mio vestito sarà da diavolo. E porterò nell’inferno con me chiunque calpesterà la mia strada.-

 

Il giorno dopo tutta la caserma degli Auror era in subbuglio. O, per lo meno, la parte femminile lo era. Sembrava esser tornati a scuola: gruppi di ragazza con stampato sul viso un sorriso civettuolo che discutevano su cosa indossare, chi conquistare, come ballare, cosa mangiare, cosa dire e tutte le altre stupidaggini che solo le ragazze possono seriamente considerare intelligenti. Possibile che un essere bello e furbo come la donna si debba rovinare in questo modo? Naturalmente è strano credere che questi pensieri tenessero sveglia la mente di Ginny che osservava da dietro un angolo il via vai di ragazze nei corridoi della caserma. Proprio lei che gli ultimi anni scolastici vedevano come la più osservatrice delle regole di preparazione per una festa e che avrebbe potuto scrivere un libro tipo “come giungere a una festa con il vestito giusto, il ragazzo giusto e i chili giusti”. Ma prima o poi l’adolescenza passa e lei era cresciuta. A quanto pare in quella caserma, crescere era un optional.

Alzò lo sguardo e vide in lontananza suo fratello avvicinarsi minaccioso. L’obbiettivo? Due ragazze intente a leggere una rivista di moda. –si può sapere cosa succede qui? Mills, Turner! Non dovreste essere in ufficio? Cosa state leggendo?- le due ragazze chiamate in causa rivolsero subito una grande sorriso al comandante, mentre una delle due, una bionda con una lunga treccia laterale, nascondeva dietro la schiena la rivista, bacchetta alla mano. Ginny osservava divertita la scena. –naturalmente, capitano. Stavamo rileggendo una pratica.- inventò la mora. Ginny dalla sua posizione non poteva vedere perfettamente, ma notò chiaramente la copertina della rivista diventare blu. –bene, fatemi vedere. Mills allungò la ex rivista e Ron l’aprì in malo modo. Rimase a leggere per un attimo. –uh, la pratica di Moody?- -già, il nipote di Moody.- -allora gliela porto io.- propose Ron, chiudendo il fascicolo blu. –NO! No! Dobbiamo riguardarla e terminarla!- rispose in fretta Turner, afferrando la pratica –ora andiamo.- -molto bene. A lavoro, allora!- ordinò Ron, fece un cenno con la testa, voltò le spalle e tornò sui suoi passi. Ginny scosse la testa –ti fai fregare così bene fratellone.- decise di uscire dal suo angolo e si avvicinò a passo felpato alle due ragazze.

 -Caren e Adina. Che piacere!- nuova sorpresa, nuovo sobbalzo, nuovo tentativo di nascondere la rivista, ancora sotto forma di pratica. –oh, Ginny! Ciao! Abbiamo appena visto tuo fratello!- -sì? L’ho visto andare via. Posso vedere la pratica?- -emh… perché?- chiese Caren, consapevole che fregare una ragazza era molto più complicato: alla fine, la donna resta più furba dell’uomo. –mha, sai, io mi occupo delle presunte bombe di Moody. Voglio accertarmi che tutto torno.- tese una mano. A malincuore Caren ubbidì. Ginny tirò fuori la bacchetta –mhh, incantesimo non verbale di trasfigurazione?- diede un piccolo colpo con la bacchetta e la pratica tornò rivista di moda. Adina sospirò –Ginny! Tuo fratello è così opprimente! Non capisce che questo ballo è importante!- Ginny rese la rivista a Caren –è un uomo, compatitelo. Ma voi non siete un po’ grandi per queste cose?-

-niente affatto! A proposito, guada! Questo vestito da angelo ti si adatta molto.- Ginny rivolse una veloce occhiata a un top bianco continuo lungo i fianchi in una lunga gonna stretta dello stesso colore con uno spacco laterale. –non m’interessa.- - oh peccato.- -Caren, sono così eccitata! Arimy ha classe per questo genere di feste!- -oh su via Adina! Sai che la sua classe si chiama Harry Potter.- Ginny deglutì. –già, la colombella innamorata che organizza una festa solo per agguantare il tenebroso capitano. È così romantico.- Ginny rivolse uno sguardo assassino alla rivista. –Caren, ho cambiato idea. Ordinami pure quel vestito.- -sarà pronto per oggi pomeriggio, tesoro.-

 

Sera, dopo cena. Meglio dire notte.

Harry bussò alla stanza di Ginny, poi entrò. Ginny lo guardò stupita, da sopra il libro che stava leggendo.

- che ci fai qui?-  -devo parlarti!-

si sedette nel letto con lei.

Ginny notò che indossava solo i jeans. Notò. Diciamo che lo vide subito e questo provocò dentro di lei una pericolosa accelerazione di battiti cardiaci.

Arrossì, ma al buio lui non se ne accorse.

- dimmi…-

-cosa ne pensi di Arimy?- è uno scherzo? O lui è solo uno stupido? Buona la seconda.

- oh…non lo so…io…- che stupida! Aveva davvero creduto che fosse venuto lì per dirle che l’amava?

-non è brutta!- continuò lui. Decisamente, è uno stupido.

-no…-

-pensi che dovrei provarci?- e che razza di stupido!

- se ti piace sì…- sì, però pure te Ginny non scherzi!

- giusto! Sai Ginny? Da quando ci siamo lasciati sei diventata la mia consulente! Quasi meglio di Hermione. Sei un’amica!-

Un’amica. Quelle parole fecero star male Ammalia come nessuna parola pronunciata da lui aveva mai fatto.

Sentì gli occhi riempirsi di lacrime, ma lui non se ne accorse. – bè, grazie! Ora vado.ciao!- No, ho sbagliato, non è stupido. È semplicemente un uomo.

 

Hermione, posso?- Ginny si affacciò nella camera della sua migliore amica e la vide seduta alla finestra, intenta ad osservare il cielo. –dimmi, Ginny. –niente, volevo solo darti la buona notte.- -certo …come no.- -scusa?- Hermione rise –avanti, domani c’è la festa. Comincia con le tue solite raccomandazione: non mangiare a pranzo, tieniti leggera o non entrerai nel vestito. Leggiti un buon libro femminista su come accalappiare più uomini possibili, fatti una maschera facciale alla luce della luna. Lascio qualcosa?- Ginny si avvicinò, inchinandosi davanti a lei –non ti dirò niente di tutto questo. Dopo cinque anni, non me ne importa più di queste scemenze. Voglio solo che tu stia tranquilla e non abbia paura per domani, per Malfoy, per Blaise e per qualsiasi altra cosa, ok?- Hermione la guardò per un attimo –non mi ero mai accorta di come eri cresciuta.- -bè, non ci sei stata quando sono cresciuta.- ammise Ginny, un velo di malinconia e accusa nella voce. Hermione abbassò lo sguardo –sono sempre stata così presa da Draco e da Blaise da non accorgermi di quanto la mia partenza abbia fatto soffrire anche voi.- -bè … eri come una madre per me. E ammetto che quando te ne sei andata mi sono sentita sola. Senza qualcuno che mi dicesse cosa fosse giusto o sbagliato.- perché la voce di Ginny era arrabbiata? E perché questo innervosì Hermione? – ma se hai sempre odiato quando la facevo!- -bè, forse, ma era comunque il nostro rapporto! Tu mi facevi le prediche, io non ubbidivo e continuavo a darti consigli sull’amore che non mi chiedevi e alla fine ognuna seguiva l0aiuto dell’altra senza mai ammetterlo! Non direttamente, ma sempre ci chiedevamo consiglio. Tranne te, che hai deciso di andartene lasciandomi una lettera dove ormai aveva già deciso da sola.- Hermione non ci credeva a cosa stava succedendo –non ci credo che dopo cinque anni ci troviamo qui in camera mia a discutere su cosa ho fatto! Perchè non me ne hai mai parlato?- -perché non me l’hai mai chiesto?- Hermione arrossì –bè, io …- -tu, come hai detto prima, sei sempre stata presa da Draco! Sei gentile e disponibile, ma quando si tratta dei tuoi problemi, non esiste nessun altro!- Ginny si alzò, voltando le spalle per nascondere le lacrime. Hermione rimase seduta, gli occhi spalancati, incredula. –scusa. Scusa se sono così. Scusa se cinque anni fa ho preso quella cazzo di decisione che a quanto pare a reso infelici molte persone, ma era ciò che mi sentivo! Era per evitare che io stessa rimanessi infelice per sempre.- -perché, ora non lo sei? Ora non sei single, con il tuo bel Draco che va a letto con tutte e ti ha lasciata? Hai abbandonato tutti per lui, per il vostro amore e ora il vostro amore ha abbandonato te!- adesso anche Hermione piangeva –ma come potevo saperlo?- Ginny si voltò –non avresti mai dovuto metterti con Draco Malfoy al sesto anno, quando Ron e Harry ti dissero di non farlo, quando tutto Grifondoro ti disse di non farlo!- -Ginny tu sei pazza! Mi stai davvero rinfacciando le mie scelte di sedicenne?- Ginny abbassò lo sguardo –Harry vuole provarci con Arimy.- Hermione spalancò la bocca. Ed ecco che tutto si chiariva. Ecco le accuse a chi erano rivolte: a lei stessa. Lei si rinfacciava di essersi messa con Harry, o forse di averlo lasciato, o qualsiasi cosa che l’aveva portata a quella situazione. Hermione si alzò e abbracciò l’amica. Rimase in silenzio per un po’, poi Ginny si allontanò –non penso quello che ho detto.- -lo so.- -però mi sei mancata.- -so anche questo.- rispose dolcemente Hermione. Ginny annuì. –io vado a letto.- -ok.- -ciao.- lentamente uscì –ah, in effetti un buon libro femminista ci vorrebbe.- Hermione sorrise.

 

Ginny si chiuse in camera sua, ma non fece in tempo a sdraiarsi sul letto che la porta si riaprì –chi caz … oh, ciao Blaise.- -disturbo?- -sì, hai interrotto la mia ora di pianto disperato.- ammise Ginny sarcastica, ma vedendo i suoi occhi rossi, Blaise capì che non mentiva. Si sedette nel letto vicino a lei. Proprio dove prima c’era Harry. Ginny preferì non pensarci. –ti ho sentita urlare con Hermione. –sì, ma non è per quello. Anzi, con lei va tutto bene. È proprio un’amica.- - e allora?- -niente- rispose con voce soffocata. Blaise le passò un  braccio attorno alle spalle –dai Ginny! Dopo cinque anni ancora non vuoi confidarti con me?- -non è questo è che … oh dannazione!  per lui sono solo un’amica! Tutti quelli a cui tengo di più sono solo un’amica! Una stupida amica! Non una ragazza con cui andare a letto, solo un’amica!- Blaise parve piuttosto confuso.

-emh … ok …- - non è ok! Io sono l’amica di tutti.- alzò la testa verso Blaise - Dì un po’ Zabini, ci verresti a letto con me? Oh no, io sono tua amica, vero?- Blaise la guardò. Guardò i suoi capelli rossi, i suoi occhi verdi umidi di lacrime, le sue labbra morbide e lo sguardo gli cadde ancora più giù, alla scollatura della camicia da notte –ma, Weasley … sinceramente io… - Ma Ginny non lo ascoltava. Le lacrime scivolavano ancora lungo il suo viso e andavano a bagnare la camicia bianca aperta di lui, fino a sfiorare il suo petto abbronzato. Risalì lo sguardo verso il viso. E, con una spinta, andò a baciarlo. Blaise l’allontanò –cosa hai intenzione di fare?- -tutto quello che si può fare in una notte- e lo ribaciò.

 

02;30

Hermione si svegliò di soprassalto. Non sapeva che sogno avesse fatto. Era stato brutto. Riguardava Voldemort. E l’ultima volta che si erano visti. Si alzò di scatto e uscì dalla camera: aveva urgente bisogno di farsi una doccia. L’acqua calda non la calmò. Risentì sulla sua pelle le sue mani e le sue labbra. Il prezzo che stava per pagare per un sì non pensato veramente. E poi un rumore e Draco che spalancava la porta per colpire Voldemort. Da allora il Signore Oscuro era rinchiuso in una cella su un isola. Solo in mezzo al mare, impossibilitato a effettuare incantesimi. Silente stesso aveva lavorato a quella prigione. E Silente stesso ne era il governante. Era così: Albus Silente aveva lasciato il posto di preside alla McGranitt per sorvegliare per sempre Voldemort. Ma Hermione era preoccupata, perché tra due giorni sarebbe stato il momento di Silente di lasciare l’Isola per 24 ora. Solo una volta all’anno lasciava l’isola. E quella volta era sempre temuta da tutti. Aprì gli occhi e chiuse la doccia. Si avvolse nel suo asciugamano rosso sfumato. Si sedette sullo sgabello vicino al lavandino, mentre con una spazzola si pettinava i capelli. D’un tratto si bloccò: aveva sentito dei rumori…poi dei passi. Hermione si alzò in piedi: che fossero ladri? Sentì delle risate soffocate. No, impossibile. Ma allora…si avvicinò alla porta, spense la luce e aprì uno spiraglio. Sentì la voce di una ragazza ridere un po’ troppo eccessivamente. Doveva essere ubriaca. Poi sentì la voce di Draco – abbassa la voce!- aprì di più la porta, in tempo per vedere il biondo chiudere quella di camera sua. E così si era portato a casa Lorelain. Chiuse la porta del bagno. Si appoggiò alla parete e si mise a sedere sul tappeto morbido. Era furiosa. Perché continuava a illudersi che tra lei e Draco potesse accadere qualcosa? Con uno scatto di rabbia si alzò di colpo. Battè però la testa allo scaffale sopra di lei che conteneva dei profumi e qualche smalto. Rumorosamente caddero per terra e lei con loro. Colpì la fronte contro il lavandino e con un urlo soffocato si ritrovò sdraiata a terra. Ecco, ora con quel buio non poteva muoversi. La porta si aprì. E tra le 4 persone che avrebbe potuto accettare che entrassero, fu proprio quella che mai avrebbe voluto vedere. Draco accese la luce e rimase a bocca aperta a guardare per terra. Hermione aveva le lacrime agli occhi dal dolore e dalla rabbia di poco prima. Una boccetta di vetro si era rotta accanto a lei e la fronte era pericolosamente rossa dove aveva battuto. Il biondo fece una smorfia, che nascondeva sia preoccupazione, sia un certo divertimento. Chiuse la porte del bagno. – hai intenzione di stare lì a guardare o vuoi darmi una mano?- lui senza fretta si avvicinò. I capelli di lei erano bagnati. Mentre l’aiutava ad alzarsi scivolò e le cadde avanti. Hermione strinse di più l’asciugamano. – scusa una cosa…sotto l’asciugamano non hai nulla?- - secondo te? Mi facevo la doccia vestita?- - serve a qualcosa chiedere perché ti facevi la doccia alle tre del mattino?- - e a te serve qualcosa chiederti di farti i cazzi tuoi?- finalmente in piedi Hermione s’inchinò a raccogliere i cosmetici caduti. Lui le prese il viso tra le mani. Il cuore di lei cominciò a battere – che c’è?- - bel colpo…- - perfetto! E ora chi la sente Ginny? Domani c’è il ballo!- si sedette sullo sgabello. Lui prese un asciugamano e lo bagnò, poi glielo premette sulla fronte – ho sentito che non sei solo. - - lei è in camera…- - e perché te sei qua?- - vuoi la più sincera verità?- Hermione ci pensò un po’ - sì. - -ok, tieni questo…- Hermione prese l’asciugamano bagnato. Draco si avvicinò al cestello dei pani sporchi e rovistò – noi vorremo concludere la serata in bellezza…se sai cosa intendo…- Hermione alzò gli occhi al cielo. – ma per fare questo…senza correre rischi manca qualcosa…- tirò fuori dei jeans neri - …qualcosa che ho dimenticato qui!- rovistò nelle tasche, prima di far apparire una confezione di preservativi. Hermione lo guardò disgustata. Questo era davvero troppo. Decise di passare al contrattacco. Draco si avvicinò alla porta – notte…- prima di uscire si fermò – non hai ancora risposto:  perché ti facevi la doccia alle tre del mattino?- Hermione afferrò la palla al balzo – volevo prepararmi al meglio per domani…ho tre ragazzi che vorrebbero accompagnarmi al ballo! E voglio essere sicura di decidere quello giusto che mi accompagnerà anche al dopo ballo.-

 -ah, ecco…allora a domani…cioè, tra qualche ora. – chiuse la porta. Forse era la gioia sadica di Hermione, ma se non si sbagliava le ultime parole le aveva pronunciate più bruscamente…e la porta…non l’aveva forse chiuse più forte di quello che avrebbe fatto in altre occasione alle tre del mattino?

 

 

 

Grazie di cuore a: @ngel, Kagome 13, camyxpink, lunachan62, ranokkia, Cobwy23, VaniaLoVe,

 

Siete fantastiche e gentilissime, anche se spero di trovare ancora una vostra recensione dopo questo ritardo ^_^’!

Buone Vacanze a tutte e giuro (incrociando le dite) che aggiornerò presto.

 

Lily Black

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Capitolo 6
*** Leggera scia. ***


Posso dire di aver aggiornato abbastanza velocemente

Posso dire di aver aggiornato abbastanza velocemente? Sì, dai, sono orgogliosa di me ;)!

Avvertenza Importante: credo che un piccolo pezzo tra Hermione e Draco possa essere ritenuto di rating Rosso. Non ne sono sicura, ma non avendo mai scritto una storia Rosso, è meglio prevenire. Ho avuto l’ispirazione guardando un videomontaggio su Buffy e Spike e c’era una scena dove loro erano tipo al piano di sopra di un locale. Non ho visto quella puntata, quindi non so nemmeno cosa si dicevano, ma la scena mi piaceva.

 

 

 

Ginny socchiuse gli occhi. Aveva strani ricordi della notte passata. Strani quanto impossibili. Doveva smettere di mangiare pesante: questo le provocava sogni troppo bizzarri… sempre che fossero sogni. Riluttante portò un braccio al suo fianco e si ritrovò a toccare le lenzuola. Sospirò e si tirò su a sedere, guardando la sua camera. Da sola. Visto? Solo mangiare pesante. Si diede un leggero schiaffo in viso –smettila Ginny. Non fingere di aver dimenticato che hai fatto sesso con Blaise, stanotte.- si rimproverò alzandosi,apprezzando sempre di più la sincerità che aveva verso se stessa. –e che lui se ne è già pentito, tanto da fuggire prima che tu ti svegliassi.- continuò, andando in bagno. Ecco, ora più che sincerità. Era masochismo.

Bussò alla porta del bagno –Ginny, entra!- la rossa ubbidì, chiudendosi dentro con Hermione –come facevi a sapere che ero io?- -bè, tra una ragazza e quattro maschi è semplice capire chi ha paura di rompersi un unghia bussando più forte di un soffio.- Ginny annuì: come logica tornava. –ehy, Gin, che faccia! Non hai dormito bene, vero?- Ginny non rispose. Hermione smise di pettinarsi. –so che stai male per Harry. Ma…-

-no, niente Harry! Lui questa volta non c’entra.- -ah…ma allora- -nessuno. Io devo andare. Starò fuori casa tutto il giorno.- -perché?- -gli ultimi preparativi per la festa. Ciao.- e con la velocità di una Smaterializzazione sparì.

Ma Hermione notò che non era l’unica ad avere molti impegni quel giorno: si trovò a casa da sola. Ron aveva una riunione importante. Draco di sicuro era con Lorelain. Blaise non ne aveva idea. E Harry nemmeno. Quel che era certo è che a pranzo si trovò sola. Così decise di non mangiare e di dedicarsi completamente ai preparativi per quella sera-

 

20:05. Grimmuald Place.

 

-Perché le donne sono così lente?- la domanda di Ron riecheggiò per tutta la cucina, come una maledizione fredda l’eco la ripete all’infinito. Draco, Harry e Blaise si voltarono stupiti a guardarlo. –Ron, come ti vengono in mente queste domande?- -che vuoi dire Harry?- -cosa vuole dire? Amico, l’argomento donne è più complicato di qualsiasi materia potranno mai insegnarti a Hogwarts.- Ron rivolse un’occhiata scettica a Blaise –insomma … pozioni non scherza …- ma Blaise lo interruppe, passandogli un braccio intorno al collo –sì, pozioni è difficile, ma prima o poi ciò che stai preparando diventa del colore più simile a quello che dovrebbe avere, giusto? Ma pensaci …anche la più banale domanda sull’universo delle donne: “perché sono così lente”, fatica a trovare una risposta. Uno potrebbe dire: “semplice, si sono addormentate e hanno cominciato a prepararsi tardi”. Ma questo non succederà mai. Perché i loro preparativi cominciano settimane prima. E allora perché sono in ritardo?- Ron parve confuso –bè, ogni tanto perché cambiano idea su cosa mettersi.- Blaise sorrise – e questo non è un dilemma? Per quale oscuro motivo la donna, una volta pronta, indossando quel vestito che la rende favolosa e quegli accessori che la fanno assomigliare a un angelo, decide che ha sbagliato tutto e vuole ricominciare da capo, arrivando così in ritardo?- Ron aprì la bocca per rispondere, ma poi la richiuse, scoraggiato. Blaise gli diede dei colpetti affettuosi alla schiena – non fare più quelle domande disumane. Neppure Albus Silente potrebbe trovare una risposta.-

-sempre il solito esagerato Zabini.- Blaise irrigidì la schiena al suono di quella voce. Si voltò lentamente, incontrando gli occhi freddi di Ginny. Deglutì. Stupido. Faceva le paternali a Ron, quando lui si comportava anche peggio: conosceva come funzionava il mondo delle donne. Ciò nonostante aveva osato scivolare via dal letto di Ginny dopo una notte…a dir poco meravigliosa. Donna umiliata, donna pericolosa. Bè, avrebbe rimediato con i complimenti –bel vestito Ginny! Sei molto elegante.- Harry e Draco alzarono un sopracciglio. Ginny si accigliò ancora di più. –ah davvero? Bè, devo dedurne che o hai molta fantasia o poco gusto se giudichi elegante il mio vecchio mantello della divisa scolastica.- Blaise deglutì nuovamente-che naturalmente nasconde il vero vestito.- continuò Ginny. Voltò le spalle ai ragazzi –oppure mi giudichi così schifosa da essere migliorata solo da uno straccetto qualsiasi.- Ron e Harry scoppiarono a ridere e seguirono Ginny fuori dalla cucina. Draco, con le lacrime agli occhi nel trattenersi, si avvicinò all’amico -non so cosa gli hai fatto, ma stai attento.- Blaise lo fulminò con lo sguardo e segui gli altri. Erano riuniti nell’ingresso.

–Herm?- chiese Harry. –arriva.- rispose Ginny, ancora nera. –bè, che si muova! Sono già le otto passate e- -e mai e poi mai vorremmo far attendere la bella Lorelain, giusto?- Hermione scese le scale, anche lei indossando un mantello. –alla buon ora.- commentò Draco. –Malfoy, sta zitto, o ti brucio questo bel vestito da diavolo.- lo minacciò Hermione, senza aggiungere di quanto la facessero impazzire quella camicia rossa e quei pantaloni neri. Draco le rivolse un’occhiataccia. –come raggiungiamo la festa?- chiese infine. –Arimy ha consegnato delle passaporte per raggiungere il pub. - - pub?- - sì, ne ha affittato uno. – Harry alzò il braccio, mostrando a tutti un vecchio quaderno. –bene, pronti?- -pronti- risposero in coro e insieme toccarono il quaderno, per scomparire da casa loro.

Si trovarono catapultati dritti nelle braccia della festa. Li accolse musica alta, voci, risate, grida. Attorno a loro era un insieme di abiti in movimento, mantelli, gonne, visi. –certo che poteva anche farci arrivare fuori dal pub.- commentò Ginny. –no, perché? È più divertente!- Ginny guardò il viso estasiato di Harry. –ho capito. È già arrivato il momento di bere.- detto questo si allontanò. Hermione si chiuse dentro il bagno alla loro sinistra e in attimo fece scivolare via il mantello vecchio dalle proprie spalle, per mostrare a chiunque avesse voluto guardare il suo travestimento. Gonna nera. Di pelle lucida. Ops, ho detto gonna? Volevo dire minigonna. Top rosso fuoco. Anzi, rosso sangue. Con la bacchetta diede un colpetto al proprio viso, per mostrare il trucco fino ad ora celato da un incantesimo. Un rossetto di un rosso demoniaco le dipingeva le labbra. La matita nera disegnava i contorni degli occhi, leggermente sfumata nei punti giusti. Fece qualche passo sugli stivali nuovi, che le fasciavano le gambe nude. Un altro tocco di bacchetta, questa volta rivolto al vecchio soprabito scolastico e questo divenne un rispettabile mantello nero fuori, rosso all’interno, che andò a posarsi sulle sue spalle nude. Uscì dal bagno e notò che il suo gruppo era sempre lì. Ron la guardò esterrefatto – Herm! Sei … sei …- -bellissima.- concluse Blaise, pieno di ammirazione per il poco tempo in cui era avvenuta la metamorfosi. Harry annuì –davvero! Ti dona lo stile diabolico.- Hermione rise. Poi si voltò verso l’unico che ancora non aveva detto niente. E guardandolo, il travestimento fu completo. Perché l’occhiata che gli rivolse ebbe l’effetto di raggelare l’aria intorno a loro. E la musica parve spaventarsi e gli invitati parvero zittirsi. Ma il più spaventato, il più taciturno, il più pentito, era Draco. Un angolo della bocca gli tremò leggermente, facendo tremare la sigaretta al suo interno. La sua camicia rossa, i suoi pantaloni neri, il suo giacchetto di pelle lungo. Tutto sembrava voler invitare a unirsi Hermione. Erano uguali. Forse la vide per la prima volta quella sera. O meglio, vide per la prima volta la nuova Hermione. Quella che lui stesso aveva creato. Hermione gli si avvicinò e con movimento fluido prese dalla tasca del giacchetto di Draco il pacchetto di sigarette che spuntava. Ne prese una e l’accese con un tocco di bacchetta. Poi incatenò il suo sguardo a quello di Draco. –benvenuto nel mio inferno.- soffiò fuori il fumo e si allontanò. Draco rimase ad osservarla, chiedendosi se, in fondo, non rimpiangesse la vecchia Hermione, in confronto a quella creatura così simile a lui.

Ginny portò alle labbra l’ennesimo bicchiere alcolico. Ma stava bene. Anni di feste clandestine a Hogwarts l’avevano preparata solo a quel momento: tentare di ubriacarsi bevendo come una matta nel tentativo di non pensare a come era stata tratta da schifo. –non è bello bere da soli.- quella voce fastidiosa annunciò l’arrivo al suo fianco di Blaise. – tante cose non sono belle. Per esempio rompersi un’ unghia. Oppure svegliarsi la mattina per scoprire che l’uomo con cui hai passato la notte se l’è svignata. Ma entrambe queste cose accadono di continuo.- un applauso all’ironia. Blaise sospirò –ok, hai deciso di arrivare subito al punto. Bè, mi dispiace.- -puoi fare di meglio, Zabini.- Blaise perse la pazienza –ehy, d’accordo, sono uno stupido! Un idiota, un cretino! Non so perché me ne sono andato. O forse sì. Perché non volevo sentirti dire “oh no, cosa ho fatto, io amo Harry! Dimentichiamoci di tutto!” Non mi piace essere umiliato.- -ma tu pensa, nemmeno a me piace essere umiliata!- rispose acida Ginny. Blaise alzò gli occhi al cielo, poi la prese per le spalle e indietreggiò, in modo tale che si trovassero al riparo dietro una specie di sottoscala. A destra la pista da ballo, a sinistra il muro, sopra le scale che portavano a un piano con poltrone per godersi dall’alto lo spettacolo. –ehy, io e te siamo amici, giusto? Ti ho sempre giudicata più intelligente dei tuoi amici Grifoni. E ho sempre odiato il modo in cui ti sei autodistrutta per Potter negli ultimi due anni. Sei una bella ragazza! Sei simpatica,  intelligente, dolce, pazza, coraggiosa. Non puoi passare la vita dietro a uno che non ti vuole.- Ginny lo guardò confusa –tutti questi complimenti sono molto gentili, ma non ne vedo l’utilità ai fini della nostra discussione. A meno che tu non stia dicendo che mi hai lasciata sola a letto perché sono simpatica,  intelligente, dolce, pazza, coraggiosa.- Blaise si passò una mano trai capelli –no! Quello che ti sto dicendo è che… non lo so nemmeno io! So che … bè, questo vestito ti sta molto bene.- -stai svincolando, Blaise!- il ragazzo la guardò –è stata una notte bellissima. Emozionante e, se posso dirlo, eccitante. Ma a cosa è servita?- -a rendermi conto che Harry non è l’unico ragazzo speciale.- mormorò Ginny. Blaise spalancò gli occhi. Non sapeva che dire. –non so che dire.- -dopo quello che ho detto dovresti baciarmi.- Blaise non aspettava altro.

 

Hermione non avrebbe saputo dire quanto tempo erano lì. Ma già si era annoiata. Aveva flirtato con due angeli e tre diavoli. O meglio, loro avevano flirtato con lei. E ora aveva bisogno di stare un po’ sola. Decise di salire al piano di sopra. Mentre saliva le scale abbassò un attimo lo sguardo e tra lo spiraglio di una scala  e un altro vide la capigliatura familiare di Ginny, impegnata in un bacio molto passionale con un diavolo. Ma non sapeva riconoscere chi fosse. Vide solo che la mano sulla spalla di Ginny portava un anello d’argento.

Sorrise e continuò a salire. A quanto pare tutti gli invitati amavano ballare. A parte due o tre coppiette il piano era vuoto. Andò alla ringhiera che evitava che una pazza come lei si buttasse di sotto. Si appoggiò al ferro freddo e guardò in basso. Le mani lo stringevano forte. Riconobbe Ron che scherzava con due ragazze. Sembrava un po’ brillo. Harry invece era in pista a ballare con Arimy. Sospirò. Tutti avevano qualcuno. Tranne lei. O forse anche Draco. Con sguardo attento percorse tutta la sala. Poi lo vide vicino all’ingresso, dalla parte opposta del sottoscala, ma ugualmente facile da vedere dal piano dove si trovava Hermione. Era così stretto a Lorelain che non si capiva quale parte del corpo fosse di chi. Le alzò una gamba per circondare la sua vita. Hermione assunse un’aria schifata –non so, vuoi scopartelo qui?- mormorò acidamente. Distolse gli occhi da loro. Ma qualcun altro continuò ad osservava. Il ghigno di Draco aumentò. Lentamente allontanò Lorelain da sé. –ho sete. E voglio fumare una sigaretta. Da solo.- aggiunse, per poi allontanarsi subito dall’espressione delusa di lei. Con passo sicuro si mosse tra la folla, arrivò alle scale, salì e si fermò. Individuò Hermione, ancora con le braccia piegate davanti sulla ringhiera. Le si avvicinò da dietro. Hermione avvertì una presenza. O meglio, sentì un corpo sulla sua schiena. Ma sentì anche un profumo conosciuto. Così non si mosse. –puzzi di profumo da donna, Draco.- annunciò, fredda. –ah sì? E vorresti fosse il tuo, vero?- -assolutamente… no.- Draco rise piano, quasi si limitò a ghignare. Hermione rabbrividì –non mentire piccola. Sai, devo dire che questo travestimento ti dona. Prima ero rimasto leggermente stupito. Insomma, non ti facevo molto diavolo. Ma ripensandoci …-Hermione alzò leggermente la testa. –Lorelain ti starà cercando.- Draco premette ancora il proprio corpo contro quello di Hermione. –e tu vuoi che vada da lei? Non credo …- sussurrò al suo orecchio. Hermione chiuse gli occhi. –ti ho vista, prima. Con quelli. Ti divertivi. Perché ora non sei con almeno uno di loro a finire l’opera?- Hermione riaprì gli occhi e li puntò verso gli invitati, senza però guardarli veramente. –forse non avevi voglia … possibile, Granger? O forse loro non hanno il mio talento.- - ma di cosa stai parlando?- Hermione non capiva cosa volesse da lei. Draco chinò leggermente la testa in modo da riuscire a vedere una parte del profilo di Hermione. –il mio fascino. La mia carica erotica. Chiamalo un po’ come vuoi. Ciò che tu ami. L’essenza che ti manca. Il tocco che ti ha sempre fatta tremare.- nel dirlo allungò una mano verso la gamba di Hermione e poi lentamente la percorse tutta verso l’alto, fino all’orlo della minigonna. E lì continuò, alzandola leggermente. Hermione chiuse di nuovo gli occhi, trattenendo il respiro. –come mai le tue braccia hanno la pelle d’oca? Oh, tesoro, lo vedi come ti conosco? Ma dimmi. Perché ti sei vestita da diavolo?- -cosa … cosa vuoi dire?- -volevi farmi vedere quanto sai essere diabolica? Volevi spaventarmi?- rise di nuovo tra i suoi capelli –io lo so che puoi essere pericolosa. Ti ho vista minacciosa verso molti. Ma entrambi sappiamo che contro di me non vincerai mai. Perché io ho il controllo sul tuo corpo. Le dita della sua mano arrivarono a sfiorare fino all’intimità di Hermione, per poi ritrassi sempre lentamente. Il bacino di Draco si muoveva leggermente, dando lo stesso ritmo a Hermione. Hermione era percorsa da brividi violenti lungo il corpo. Anche Draco chiuse gli occhi

 ma sai qual è il brutto? Che provo lo stesso anch’io. Anch’io mi sento preso da te. E ora vorrei solamente spogliarti e prendere ciò che mi appartiene qui, davanti a tutti.- la voltò di scatto, per incontrare la sua bocca leggermente aperta, il suo sguardo colmo di desiderio. –e so che anche tu vuoi.- gli occhi di Hermione andarono alla camicia quasi del tutto aperta di Draco. Draco spinse per un’ultima volta il proprio basso ventre al suo. Forte. Con angoscia. –ma non succederà. So quanto lo desideri. E per come mi hai fatto soffrire tu, non sarò io a regalarti questo.- si allontanò del tutto da lei. –non provare più a farmi ingelosire. Tu sai che non vincerai mai. Non contro di me. Non contro il tuo desiderio.- si voltò e sparì. Hermione rimase per qualche minuto ferma immobile come Draco l’aveva lasciata. Dannazione sì, lui aveva ragione, lui la conosceva, lui sapeva cosa voleva. Lui lui lui. Lo odiava. Lo odiava e lo amava. Lo amava e lo desiderava. E lui? Lui la odiava e la desiderava. Ma non l’amava. Non più. E per come si era evoluto il loro rapporto, sicuramente ciò che lei voleva non era solo una notte di sesso come quando erano a scuola. Scese le scale.  Si scontrò con Ron, rosso in viso, presumibilmente abbastanza ubriaco. –ehy Herm, ti stavamo cercando! Vieni con noi a casa? È tardi.- Hermione annuì.-Harry?- -oh…sta salutando Arimy. In bagno.- annuì di nuovo. Si strinse il mantello intorno alle spalle e uscì nell’aria gelida delle due di mattina. Ginny la raggiunse di corsa, con un grande sorriso stampato sul viso. –ho perso la passaporta.—e lo dici ridendo?- -bè, è stata una bella serata. Non posso mica demoralizzarmi per così poco. Ron e Blaise arrivarono subito dopo, seguiti poi da Harry e Draco. –Ginny ha perso la passaporta.- annunciò Hermione gelida. Ginny l’abbracciò –oh, non fare l’acida.- Harry sorrise –poco male.- Hermione sospirò irritata. Ma che gli prendeva a tutti? Quel sorriso idiota all’idea di andare a piedi fino a casa. Draco parve leggerle nel pensiero, perché sibilo –datti una calmata Granger. Sei una strega, se mai ti fosse passato di mente.- Ron sorrise ancora più dei suoi amici

 –giusto, Smaterializziamoci!- quasi lo urlò. Ginny lo guardò scettica –sei ubriaco Ron. Come minimo ti ritroveresti in India.- -e nemmeno Harry sembra molto in sé.- commentò Blaise. Hermione alzò gli occhi al cielo –bene, abbiamo due ubriachi, una con di sicuro molto alcool nel corpo, anche se lo regge bene.- sorrise a Ginny –e  …- guardò Draco, lasciando cadere il discorso. Blaise si strinse nelle spalle –poco male: Materializzazione congiunta.- -in sei?- -basta tenersi per mano. E concentrarsi.- iniziarono a disporsi- Hermione strinse la mano a Ron. Poi vide che la mano che stava sfiorando dall’altra parte apparteneva a Draco. Allora prese Blaise e lo portò al suo fianco. Draco sorrise malizioso verso di lei. Anzi, no. Sorrise da bastardo. –ok, stringetevi le mani.- ordinò Blaise, afferrando con forza quella di Hermione. Lei sentì qualcosa di freddo toccarle la pelle. Abbassò lo sguardo e vide che era un anello d’argento nel dito di Blaise. –uno.- eppure quell’anello l aveva già visto. Inorridita le apparve come un lampo nella mente il sotto scala. Ginny che baciava un diavolo. –due.-  Alzò lo sguardo verso Blaise, gli occhi spalancati. Lui si volse  a guardarla, il mantello da demonio che le copriva le spalle. Hermione fece per gridare o per sciogliersi dalla stretta –tre!- tutti e sei scomparirono, lasciando dietro di loro solo una leggera scia.

 

 

Capitolo un po’ strano credo. Volevo continuarlo, ma poi non avrei saputo cosa mettere nel prossimo capitolo.

Grazie a chi legge e, soprattutto, a chi recensisce: picci 1989 (ehy, non ti avevo vista a seguire questa storia e stavo x preoccuparmi! J) Cobwy23 (sto benissimo ora, grazie! Mha, Blaise/Ginny…ormai penso di sì, ma sinceramente come coppia non mi piace molto … non almeno quanto i miei preferiti! ), Valemione (hihihihi, se ti piace Draco geloso, spero ti piaccia altrettanto nella scena di questo capitolo. Diciamo che mentre la scrivevo ho sperato di trovarmi lì, a posto di quell’imbranata di Hermione. Draco è solo miooooo!!! …nostro!), Kagome 13 ( nemmeno a me convincono Blaise e Ginny, ma non sapevo cosa farne di Blaise, ora che la sua amat non lo ca*a più!).

 

 Grazie siete gentilissime e anche troppo buone! Spero questo capitolo vi piaccia altrettanto!

A presto,

 

Lily Black.

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Capitolo 7
*** Ti amo e questo mi uccide ogni giorno. ***


Premessa e Ringraziamenti:

Premessa e Ringraziamenti:

 

Non posso crederci! Precisamente un anno fa aggiornavo il settimo capitolo di True Love or Only Hate. E oggi, di nuovo, aggiorno il settimo capitolo del seguito. E di nuovo, precisamente il giorno del mio compleanno! In un anno le cose cambiano. Per me sono cambiate alcune amicizie, alcune situazioni, e molto sono cambiata io. È rassicurante scoprire che in un anno mi ritrovo sempre a scrivere, con dei personaggi che amo e dei lettori che non vorrei mai che cambiassero! Grazie a tutti, a chi ha letto solo la prima fic  e poi ha abbandonato, a chi mi segue fin dall’inizio, a chi ha appena iniziato! Un Grande Bacio a tutti e un ringraziamento, perché aggiornare oggi la mia fic sapendo che ci sarà sempre almeno una persona che la leggerà, è il regalo più bello per me!

 

 

 

- Caffé?- Hermione allungò il braccio verso Harry, che  gentilmente gli versò la bevanda nella tazza che stringeva nella mano. –tutto bene Hermione? – le chiese. La ragazza annuì. -Sei ancora stanca per la festa?- annuì di nuovo. –ma dov’eri andata che a un certo punto ti ho perso di vista?- -santo cielo harry! Mi conosci da più di dieci anni e non hai ancora imparato quanto odio le domande di prima mattina?- il tono di voce irritato bastò a scoraggiare Harry,che riprese in silenzio la sua colazione. La porta della cucina si aprì ed entrarono Ginny e Blaise. –‘Giorno.- salutò allegra Ginny. Blaise si lasciò cadere sulla sedia vicino a Hermione e posò la testa sulla spalla della ragazza. –comodo?- chiese, ironica. Blaise annuì –sì, molto. Ma non essere ironica,Mione.- Hermione spostò lo sguardo verso Ginny, indaffarata nel prepararsi la colazione. C’era qualcosa di diverso? … forse i capelli …non li aveva mai così in ordine di prima mattina … chissà se avrebbe avuto il coraggio di preparare la colazione a Blaise. Hermione attese e vittoria notò che Ginny si limitò a preparare solo il proprio caffè e la proprio brioche. Solo un attimo dopo le venne in mente che Blaise non faceva mai colazione. Il ragazzo mosse a casa la mano, così che Hermione vide ancora l’anello incriminante. Ciò la irritò tanto che piantò uno schiaffo alla testa di Blaise, ancora appoggiata alla sua spalla. Blaise si tirò di colpo su a sedere –ehy! Perché l’hai fatto?- Hermione si alzò. –perché sei un essere inutile, senza colazione e con un brutto anello. E perché mi pesavi sulla spalla.- concluse, andandosene. Ron e Ginny si guardarono confusi.

 

 

Appena in caserma Hermione continuò a riflettere. Perché Ginny non le aveva ancora detto niente?

Aveva paura di lei? Temeva una qualche sua strana reazione? Doveva coglierli nel pieno del loro peccato ….ok, non esageriamo. Insomma, doveva fare in modo che Ginny non potesse negare. Risoluta, si avviò verso l’ufficio dell’amica e con immensa fortuna vide che Blaise era appena entrato. Respirò profondamente, incerta di voler sapere. O meglio, di voler far sapere che lei sapeva.

 

Blaise si fece avanti. Rimase qualche secondo a osservare Ginny, intenta nel suo lavoro e ancora non sapeva che Blaise era lì. Finalmente alzò lo sguardo. Sorrise. –che fai, Zabini?- -osservavo una bellissima donna.- -oh oh, nemmeno una settimana che andiamo e già partono i complimenti … cosa devi farti perdonare?- Blaise le si avvicinò –il fatto che sto perdendo la testa.- Ginny assunse la rara espressione seria. –cosa significa?- non conoscendo la risposta, Blaise preferì rivolgere un’altra domanda. –cosa dobbiamo fare? Intendo, ora, io e te?- era un quesito che sapeva molto di retorico.

Ginny si appoggiò al tavolo – non lo so…- rispose, sorridendo appena. Voleva lasciare che Blaise rispondesse da solo alla propria domanda. – io …penso che dovremo darci una possibilità.-

Ginny abbassò lo sguardo –già. Blaise, tu sai che- -sì, lo so, Harry.-

Ginny scosse la testa – io non ti considero meno di lui! Solo che ho bisogno di rimuoverlo per sempre dalla mia mente…- Blaise le prese le mani –e io posso aiutarti a riuscirci?- Ginny scosse le spalle. –tu devi aiutarmi.- Blaise sorrise. Poi tornò serio. –accetti di metterti con me solo per dimenticare lui?- Ginny sorrise maliziosamente –voglio mettermi con te perché mi piaci, perché sei un ragazzo bellissimo, con u fisico che mi fa impazzire e, alla faccia di chi dice che la bellezza non è tutto, tu hai sei anche intelligente, riesco a parlare con te, mi rispetti e sei divertente.- s’interruppe, sentendo il magone crescere dentro di sé, ripensando alla domanda di lui. E forse solo allora si accorse quanto il ricordo di Harry la faceva star male. Guardò Blaise con gli occhi lucidi – e …sì. Voglio anche dimenticarlo. Ti prego…io ho bisogno d’aiuto!- sussurrò.

Blaise sorrise – lo so e ti giuro che ti aiuterò e dimenticarlo!-

Si baciarono. La porta si aprì. “che tempismo Hermione, proprio nel pieno del bacio. I suoi amici si allontanarono subito, volgendo gli occhi alla porta e non seppe dire chi dei due fosse più imbarazzato. O forse lo era solo lei stessa.

- devo parlarti Ginny.- cominciò con voce dura.

Blaise si passò una mano tra i capelli e guardò nervoso Ginny –emh… ok, io… allora vado…- Ginny accennò un sorriso –certo. Emh, ciao, Blaise.- -ciao.- Blaise indugiò un po’ vicino a Ginny, incerto su come salutarla. Poi si arrese e si allontanò. Per uscire dovette andare verso Hermione. –emh… ciao, Hermione … bel…bel vestito …- Hermione lo fulminò con lo sguardo – testa bassa, sempre dritto esci di qui subito. Ora.- sibilò. Blaise deglutì e si chiuse la porta alle spalle.

Nella stanza calò un silenzio colmo di tensione. Ginny sembrava molto interessata alle unghie al pavimento scuro del proprio ufficio. Hermione non le schiodava gli occhi di dosso.

-è stato piuttosto scioccante,devo dire.- proferì, dopo qualche minuto. Ginny deglutì. –io …- -non scioccante perché siete voi. Scioccante perché non lo sapevo. O meglio, non ufficialmente.- Ginny la guardò stupita –cosa…?- -sotto scala, Ginny. Ti dice qualcosa?- Il viso sempre più rosso, Ginny tornò a studiare il pavimento. –la cosa che non riesco a capire non è come tu, che hai sempre odiato i Serpeverde sei andata con uno di loro… - -ma anche tu …- -o perché lui, che riteneva i Weasley peggio dei Babbani possa essersi corrotto in questo modo.- - lui non…- -no. Ciò che non capisco è come io, la tua grande migliore amica, sia a conoscenza della vostra relazione attraverso un sottoscala.- la sua voce era calma, ma una leggera nota di rabbia si poteva sentire. Ginny fece per parlare,  ma Hermione scoppiò a ridere. –“ a conoscenza della vostra relazione attraverso un sottoscala” ahahahah, ma come si fa a dire queste cose!!!- la sua figura fino a quel momento immobile si scompose per piegarsi in due dalle risate. Si avvicinò a dove si trovava Ginny, portata dal gran ridere. Ginny accennò anche lei una risata, ma non era sicura: conosceva la sua amica, e aveva sentito tante volte quella risata: la sua risata nervosa. E infatti, dopo poco, quando Hermione quasi non respirava più dal ridere, la sua mano andò a tirare un pugno al tavolo vicino a loro e l’aria seria tornò. Ora guardava Ginny con una strana espressione –perché non me l’hai detto?- Ginny sospirò, dispiaciuta –è successo solo l’altra notte. E pensavo rimanesse una notte. Ma ora…prima, abbiamo parlato e… stiamo insieme.- -cosa? COSA? Dopo solo due giorni già state insieme? Nemmeno vi conoscete!- -sì che ci conosciamo!- -era tanto che non vi vedevate! Ma poi scusa, tu non eri tanto innamorata di Harry? Vuoi solo prendere in giro Blaise, vero? Vuoi dare l’opportunità a Harry d’ingelosirsi.- Ginny sgranò gli occhi –Hermione, no! Perché dici così? Io non ho possibilità con Harry… - -ah ah! E allora ti metti con il primo ingenuo che trovi! Ma tu vuoi lui o solo ciò che ti dà nella seconda parte della serata?- Hermione era fuori di sé. Ginny la affrontò, infuriata –cosa dici? Ma ti senti? - -non me ne hai parlato perchè sapevi che era così! Non può funzionare! Tu ami Harry. E Blaise…- -Blaise ama te?- Hermione si interruppe, di colpo. Guardò Ginny, gli occhi verdi colmi di lacrime, ma la voce ferma e sicura. Ginny fece un passo avanti –di’ un po’: sei arrabbiata perché non ti ho detto niente, o perché hai scoperto che a Blaise non frega più niente di te?- Hermione non rispose. La sua mano andò a dove teneva la bacchetta,ma alla fine lasciò perdere. Si avvicinò alla porta. –almeno abbiate la decenza di dirlo agli altri.- -lo faremo a cena, stanne certa.- rispose la rossa gelida. Hermione uscì.

 

Cena. Nella grande cucina era scesa l’era glaciale. Hermione e Ginny non si rivolgevano la parola. Oltre che ancora arrabbiata, Ginny era nervosa per ciò che doveva fare e si trovò a pensare che l’appoggio della sua migliore amica le sarebbe stato d’aiuto. Draco aveva appena sfidato Harry nel mordere un limone senza fare smorfie e ora, impavido, afferrava la propria fetta. Hermione bevve un sorso di vino, l’aria truce. Ron aspettava che Draco mordesse il limone per poterlo poi prendere in giro. Ginny sospirò brevemente. –devo dirvi una cosa…- sussurrò, veramente troppo piano. Tentò di nuovo, alzandosi e questa volte l’intero tavolo posò gli occhi su di lei. –ecco …io …- respirò a fondo. Sentiva gli occhi verdi di Harry che la scrutavano, curiosi. Blaise se ne accorse. Decise di prendere in mano la situazione. La prese per mano, alzandosi anch’egli. –io e Ginny stiamo insieme.

 

Evviva l’essere diretti! Pensò Hermione.

Harry rovesciò la bottiglia di vino che stava versando nel suo bicchiere, Ron spalancò la bocca, guardando sia Blaise che Ginny.

Draco quasi ingoiò il limone che stava assaggiando.

Hermione rimase calma. Il biondo la guardò – o lo sapevi di già,o sei dannatamente una mancata Serpeverde dal sangue freddo!-

- non puoi nemmeno immaginarti di quanto io sia Serpeverde dentro, Draco…comunque, no, questa volta il mio sangue freddo non c’entra! L’ ho saputo di già e credimi, la mia reazione è stata simile alla vostra. Ron, puoi chiudere la bocca! Harry, per carità di Dio, posa quella bottiglia! E tu dammi quel limone!- Ginny la guardò, stupita e riconoscente, prima che lei continuasse –mica ne vale la pena di fare tutte queste scene persta cazzata.- tutti la guardarono stupiti. –prego?- fece Ginny, fredda, ma Harry la interruppe. – …voi due… state insieme?- Ginny lo guardò: era dispiaciuto? Deluso? Geloso? Sentì Blaise stringerle più forte la mano – sì. - - lo chiedevo a lei!- rispose tagliente Harry.

Blaise fece un passo indietro. Ecco, forse a questo non ci avevano pensato. – cos’è tutta questa acidità?- chiese il moro. – ogni tanto bisogna essere acidi con gli impostori!- - che cosa? Ma sei scemo? – Harry si alzò in piedi – non darmi dello scemo, Zabini!- - ehy, Potter, calmati! -

Ginny li guardò spaventati: erano già passati a chiamarsi per cognome!

-calmarmi? Io sono calmissimo!- micidiale il modo in cui Harry assomigliasse a Ron da piccolo, quando perdeva la pazienza.

- cosa c’è, Arimy ha detto no ad un tuo invito?-

- e tu? Tutte quelle della caserma non te la danno più e così hai dovuto passare alle tue amiche?- Ginny si staccò da Blaise e corse al piano di sopra. I due ragazzi non parvero accorgersene e continuarono con gli insulti sempre più pesanti. – ora basta….BASTA!-

Guardarono Hermione stupiti, che suo malgrado era intervenuta. – siete solo dei bambini! Tu, Harry, che cosa vuoi? Non hai mostrato di interessarti a Ginny se non come amico! Cosa pretendi, che lei passi la sua vita a sbavare per te? Scendi dal piedistallo, ragazzino! E tu Blaise…proprio una bella mossa! Dovresti darle sicurezza e invece ti metti a urlare proprio contro Harry! Siete patetici!- corse a raggiungere la sua amica. Harry e Blaise rimasero in silenzio. Ron non sapeva che dire. Draco guardò tutti e tre – mhhh…buono comunque il limone! Ho vinto la sfida?…emh, no, ok, sto zitto!-

 

Hermione entrò in camera. Ginny era distesa nel letto, la faccia nel cuscino e piangeva. Hermione rimase ferma dietro di lei. – ehy…dai, lasciali perdere…-  - io non lo capisco Harry….prima non gliene frega nulla di me, poi fa il geloso. Già, ma che parlo a fare con te? Tanto tu pensi che è quello che volevo, no?- si mise a sedere, guardandola negli occhi. Hermione sospirò -mi sembra strana questa relazione… - Ginny rimase ancora a guardarla, poi sorrise –sai qual è la verità? Che per quanto ci siamo urlate contro, tu ora sei qui con me.- Hermione l’abbracciò. – fregatene degli altri. Non devi rendere conto a nessuno! Ora stai con Blaise e non pensare che sia sbagliato!-

In quel momento la porta si aprì e si affacciò Blaise – Gin? Tutto a posto?- si avvicinò al letto e le strinse la mano.. –tutto ok…- -…mi dispiace per prima…io…sono un idiota … e…- Ginny non lo fece finire. Si alzò e lo baciò. Lui l’abbracciò – allora sei sempre convinta?- - più di prima!- lui sorrise e le mise un ciuffo di capelli dietro l’orecchio, poi s’inchinò e la baciò ancora, dolcemente. Hermione senza far rumore si voltò e corse fuori dalla stanza. Si scontrò con Draco –ehy, hanno chiarito?- -sì.- -chi l’avrebbe mai detto, il mio migliore amico con una Weasley …- Hermione tenne lo sguardo basso –scusa Draco, devo uscire un attimo –cosa ti prende?- -niente. Solo un forte bisogno di piangere.-

 

Hermione sentiva le lacrime scenderle lungo il viso senza ritegno. Ma cosa le prendeva? Prima aggrediva Ginny e ora questo … Draco le faceva proprio saltare i nervi… si strinse i capelli. No, non era colpa di Draco. Era lei il problema. Alzò gli occhi verso le stelle, che dal giardino sembravano più vicine del solito. Si sentiva sola. E non riusciva a uscirne. Era debole. Ecco, sì, era debole. Non era più la coraggiosa Grifondoro. Non sapeva nemmeno lei chi fosse, adesso. Qualcuno si sedette vicino a lei. Con sorpresa, vide che si trattava di Blaise. –perché non sei con Ginny?-      

-dovevo parlarti.- era serio. Hermione si asciugò il viso. –Ginny mi ha raccontato della vostra lite. Di come tu hai reagito. Cosa ti prende, Hermione?- Hermione si guardò le mani, che stringevano le ginocchia. –non lo so… sapere che ti eri messo con lei … ero … sono, gelosa.- ricominciò a piangere, coprendosi il viso sopra le ginocchia –e non capisco perché. Io ti ho lasciato. E sono passati cinque anni. Ho creduto davvero che tu fossi lì per me?... non so nemmeno io perché lo faccio … è che … ho paura di rimanere sola.- alzò il viso. –io mi sento sola.- concluse, piangendo, una mano tra i capelli, come a volerseli strappare. Blaise rimase a guardarla. – tu sai che ti ho amato. E che dentro di me , una parte, ti amerà per sempre. Ora ho Ginny. E penso che con lei potrebbe funzionare. Ma non pensare mai, nemmeno per un attimo, che allora ti lascerò sola.- Hermione volse leggermente il viso verso di lui. – tu sei stata la prima a farmi conoscere questo sentimento, a farmi capire che l’uomo non può stare da solo, ma ha bisogno di qualcuno con lui. Una compagna. Per questo te ne sarò sempre grato.- Hermione respirò piano –non voglio la tua gratitudine.- sussurrò. Blaise le sorrise –tu hai la mia amicizia. Il mio affetto. Tu hai me. Non mi hai mai perso.- Hermione rimase a guardarlo per qualche secondo, prima di sorride. Blaise l’attirò a sé in un forte abbraccio. Le tolse i capelli dal viso e asciugò le lacrime che ancora scorrevano. Le diede un bacio sulla fronte e si alzò. –entri?- Hermione scosse la testa. –penso che starò ancora un po’ qui. Devo sfogarmi del tutto.- Blaise annuì e se ne andò. Hermione si sdraiò, gli occhi fissi alle stelle, sempre più appannate mentre piangeva. Ne aveva bisogno. Doveva liberarsi del tutto. Ricordò i suoi anni a scuola, i momenti belli, i momenti brutti. Ciò che aveva sbagliato, ciò che aveva perso. E tentò di scoprirsi, di capire finalmente chi era. Pianse così tanto che si addormentò, con un grande peso in meno nello stomaco.

 

Draco dopo cena era uscito. Ora erano le due, Lorelain era a casa e lui ebbe il buon senso di tornare a casa. Niente night club, per quella sera. Entrò piano. Attraversò la cucina per riuscire a prendere un bicchiere d’acqua. E intanto rifletteva. Non aveva granchè voglia di andare subito a dormire. Sospirò. Avrebbe fumato l’ultima sigaretta della serata. Si trascinò fuori in giardino. Gli ci volle qualche secondo per notare la presenza di un corpo, sdraiato, rannicchiato sul prato. Per un attimo si preoccupò, ma riconobbe la figura di Hermione. Si avvicinò. Alla luna della luna potette scoprire il viso leggermente arrossato, gli occhi ancora umidi di lacrime. Si sedette al suo fianco. Era sempre così tesa. Si dedicava al lavoro per non pensare ai suoi problemi. Per non pensare a lui. E lui stesso non faceva niente per rendere il suo soggiorno lì meno stressante. Invitava Lorelain a casa, mostrava qualsiasi segno lei le lasciasse nel corpo, alla Caserma pranzavano insieme. Il perché si comportava così non lo sapeva. Le accarezzò il viso –non voglio ucciderti, ma so che ci sto riuscendo.- mormorò, la voce macchiata di malinconia. Si chinò su di lei e le sfiorò le labbra. –ma ti amo ancora e questo uccide me ogni giorno.-

 

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Capitolo 8
*** non siete licenziati. ***


Che vergogna

Che vergogna!!! Non avevo mai fatto un ritardo così grande! Chiedo scusa, m’inchino a voi, supplico perdono!!!!! Me lo concedete? Grazie!!!! J

Seriamente, ho avuto problemi al pc, poi la è iniziata la scuola, sono venuti i tedeschi, volevo cancellare questa storia, ho conosciuto un ragazzo, mi sono innamorata come sempre e come sempre ho preso una fregatura. Quindi ora che sono di nuovo single convinta, rieccomi! Un capitolo corto, ma è tanto per riprendere il via.

E se ci siete ancora…leggete e recensite!!!

 

 

Harry entrò piano in cucina. Era l’alba. E lui non aveva chiuso occhio. Ginny e Blaise, Ginny e Blaise. La cucina era buia. Non voleva accendere la luce, non voleva prepararsi la colazione. Non voleva essere geloso… non lo era. Ok, un po’ sì. Andando a caso trovò il tavolino e si sedette appena sfiorò il legno di una sedia. Chiuse gli occhi. Li riaprì. Non era solo. Sorrise a se stesso. Poi si sistemò meglio sulla sedia. –tornato ora?- chiese al buio. E il buio gli rispose. –fatti i cazzi tuoi, Potter.- la cucina si illuminò debolmente. Draco stringeva la bacchetta che aveva utilizzato per la luce. Era seduto di fronte a Harry. –e comunque no, sono tornato ore fa. Non avevo sonno.- il sorriso di Harry crebbe. –o, certo. Sicuro che sia per questo? O forse stavi aspettando che una certa ragazza si svegliasse.- Draco fece una smorfia. –Hermione dorme sempre fino alle sette, sette e mezza.- Harry si mosse piano sulla sedia –e chi ha parlato di Hermione?- chiese, furbo. Draco lo fulminò con lo sguardo –non mi piace pensare di essere stato fregato con giri di parole, Potter.- -lo so, ma in fondo sono anni che ti frego. E comunque, vuoi farmi credere di non sapere che Hermione è lì in giardino a dormire? Certo, solitamente si sveglia alle sette, ma stamattina, là fuori, aprirà gli occhi non appena crescerà l’alba…e, guarda caso, sta appena succedendo.- Draco si alzò 

-complimenti, Sherllok. Se è così che la vedi me ne torno a letto. Non voglio certo rischiare di trovarmi faccia a faccia con le Mezzosangue di prima mattina.- Il sorriso di Harry svanì –smettila Draco di fingere di disprezzarla. Perché continui a comportarti come se di lei non te ne importasse più niente?- -forse perché è così?- chiese sarcastico Draco. Harry sospirò. –non è così. Lo sai. Tu la ami e l’hai sempre amata. Quando sei venuto a bussare a questa porta e ti ho chiesto notizie di Hermione avevi uno sguardo duro, arrabbiato ma innamorato. Ed è lo stesso sguardo che hai avuto quando si parlava di lei, quando si pronunciava il suo nome. Soprattutto, è lo sguardo che hai ogni giorno da quando lei è tornata.- Draco distolse gli occhi dal moro che parlava con tanta sicurezza

-tu sai sempre tutto, eh Harry?- -ti conosco. Sei un grandissimo stronzo orgoglioso. E non capisci che il più delle volte a soffrirne sei solo tu.- -taci.- -ma ti costa tanto ad ammettere che la ami ancora?- Draco tornò a guardarlo, arrabbiato. –ma cosa vuoi da me? Ammettere cosa? A che servirebbe? Lei non mi ama, lei ha detto addio alla nostra vita insieme. E ora dovrei correrle incontro e dirle quanto ancora la amo e perdonarla per tutto? Mai!- Harry si alzò in piedi, fronteggiandolo. – visto? È quello che ti dicevo. A parlare è il tuo orgoglio. E dimmi, tu sei felice di questa situazione che lui ti pone?- Draco chinò la testa. Harry sorrise triste –non rispondermi. Non serve. So già cosa diresti e lo sai anche tu.- fece per uscire, quando Draco parlò di nuovo -parli bene Potter. Parli dell’orgoglio che mi impedisce di essere felice. Ma sii sincero anche tu, per una volta: l’orgoglio di cui tanto parli, che tanto accusi, è il mio…o è il tuo?- Harry rimase immobile, sgranando appena gli occhi. Sentì Draco avvicinarsi –forse non sono l’unico che deve ammettere di amare una persona. Ma tu sei messo peggio. Il tuo orgoglio ha portato la ragazza che ami tra le braccia di un altro.- si senti soddisfatto, suo malgrado, di aver zittito l’amico. Aprì la porta, lanciando un’ultima occhiata a Harry. Lo vide sorridere. Pieno di malinconia –allora, Draco, tu che sei ancora in tempo, corri a prenderti ciò che ti appartiene, prima che anche Hermione finisca tra le braccia di un altro.- detto questo lo superò e uscì. 2 a 1 per Potter. Come sempre.

 

Ginny irruppe nell’ufficio di Hermione cinque ore dopo –è tutto pronto, il cibo, i festoni le decorazioni e…Hermione? Tutto bene?- -mhh- Hermione era semi sdraiata sulla sua scrivania. –sì, tutto bene. Ho un po’ di mal di schiena…- -ah…la vecchiaia?- -vecchiaia? No, solo dormire per terra in giardino.- Ginny rimase un attimo in silenzio.- forse è meglio che non ti faccia domande…- Con uno sforzo Hermione si alzò –molto meglio, sì.- le si avvicinò –comunque, hai detto che è tutto pronto?- -sì!! E Lui dovrebbe arrivare tra…- -tra molto poco!- le ragazze si voltarono verso la porta. Harry sorrideva radioso –tra pochissimo. E tutti si sono già radunati nella Grande Sala delle riunioni.- Guardava Hermione, ignorando Ginny. –allora dovremmo- -andare!- questa volta fu Blaise a concludere la frase. Lui e Harry fecero finta di non vedersi. Ginny con lo sguardo chiese aiuto a Hermione. L’ex Grifondoro sospirò. –bene, allora andiamo prima che arrivi…- -che ci fate ancora qui?- -Ron.- concluse rassegnata Hermione, sorridendo al rosso appena entrato. Ginny e Blaise cominciarono a uscire –Harry, gli vai tu incontro?- -in realtà dovrei andare ad aiutare Arimy a sistemare le decorazioni.- la porta sbattè rumorosamente. Hermione chiuse gli occhi. E brava Ginny. Harry fece finta di niente, aspettò qualche secondo e uscì anche lui. Ron rimase solo con Hermione. La guardò intensamente. Hermione sorrise –capito, vado io.-

 

11-29

Doveva arrivare a momenti. Si strinse un po’ di più nel cappotto nero. Era nervosa e contenta. 11;30

Alzò lo sguardo. Un leggero sospirò uscì dalle sua labbra. Chiuse gli occhi e li riaprì. –Buongiorno.- Hermione sorrise di fronte al nuovo arrivato. Fece un leggero cenno con la testa –buongiorno.-

poi l’abbracciò. Sciolse la stretta quasi subito e lo invitò a entrare nella caserma. –come stai, signorina Granger?- -molto bene. E voi?- -bene…ma forse ti stai dimenticando di mandare un messaggio ai tuoi colleghi che sono arrivato.-

Hermione sorrise  –giusto…- tirò fuori un vecchio specchio dalla sua tasca. Lo specchio appartenuto a Sirius e in seguito a Harry. –Ron Weasley.- il volto dell’amico comparve nella superficie lucida. –è arrivato.-

Ron sorrise e ripose lo specchio nella tasca. Guardò tutti i suoi colleghi e impiegati, schiarendosi la voce –Silente è qui! Hermione lo sta accompagnando.-

 

I loro passi risuonavano leggeri lungo i corridoi deserti. Hermione osservava continuamente il Preside al suo fianco. Sembrava stanco? Stava bene? –sto bene.- Hermione arrossì. –mi spiace… è solo che…un anno è tanto!- -lo so, Harry lo ripete di continuo. Ma un giorno di visita è anche troppo. Non mi fido a lasciare Voldemort solo nemmeno per un minuto.- -com’è ridotto?- -non molto bene. O almeno è ciò che vuole farmi credere.- Silente pareva preoccupato. Hermione rallentò il passo –avete notizia degli ex Mangiamorte?- -no. Sembra tutto tranquillo.- sembra…

La porta della Grande Sala era di fronte a loro. Hermione si fermò. Silente la imitò. –Preside, perché ha detto sembra?- -è una domanda retorica, suppongo.- sorrise Silente, ma il sorriso durò poco. Un’espressione ansiosa gli dipinse il volto. Si guardò intorno, prima di continuare in un sussurro –Voldemort…è felice.- -felice? Ma avete detto…- -lascia stare quello che ho detto! È bravo a fingere. E vuole farmi credere di essere al limite, ma non è così. Lui sta bene. Nell’ultimo periodo si è rafforzato. Mentre io mi sto indebolendo.- Hermione non capiva. Cosa le stava dicendo? – ma siete l’unico capace di tenere sotto controllo Voldemort.- -ed è quello che ho fatto e che continuerò a fare finchè ne avrò la forza. Ma Hermione…oggi potrebbe essere l’ultima volta che ci vedremo.- Hermione spalancò gli occhi, terrorizzata. – state…- Silente la strinse le spalle

–sono debole. La vicinanza continua con Voldemort mi ha ferito più di quanto pensassi. Non fisicamente, quanto mentalmente. È difficile spiegare…- chiuse gli occhi –sono stanco.- -stanco?- anche la voce di Hermione era un sussurro. –la mia volontà mi porta a voler compiere il mio dovere fino in fondo. Resterò con Voldemort fin quanto mi sarà concesso.- -ma perché le dite a me queste cose? Non potete- -dirlo al Ministro? Chiedere uno squadrone di Auror in mio aiuto? Non servirebbe. Queste sono mie sensazioni. Chiunque verrebbe a controllare troverebbe un Voldemort ormai prossimo a morire. Ma tu, Harry, Ron e il giovane Malfoy dovete essere pronti.- -pronti, pronti a cosa?- la voce di Hermione era incrinata dalla disperazione. Silente le strinse più forte le spalle. –pronti a combattere. Il momento è prossimo. E io non sarò con voi.- dopo queste parole sprofondarono nel silenzio più totale. Hermione tremava. O forse era Silene. –noi non possiamo…- -dovete. È dura per te, per voi, lo so. Chiedi a Malfoy lui sa più di quanto dice. Devi solo- la porta si spalancò e urla e risate li accolsero. Silente lasciò subito Hermione e si lasciò abbracciare da Harry, commosso.

Hermione si confuse velocemente tra la folla. Con gli occhi cercò Draco. Lo vide seduto da parte. Gli si avvicinò, ma si bloccò quando scoprì che c’era Lorelain con lui. Diede loro le spalle. Poteva aspettare la fine della festa? Guardò Silente. Sì. Poteva.

 

-vi ringrazio davvero per questa giornata! E mi dispiace dover andarmene.- Silente era sincero. Harry sorrise –resta ancora un po’!- -sai meglio di tutti che non posso, Harry.- -sì, lo so.- Silente lo abbracciò, poi fece lo stesso con Ron. Quando si trovò davanti Draco, si strinsero la mano. Poi fu il turno di Hermione. Silente la osservava commosso. –mi fido di te. E sono orgoglioso di come hai superato quel giorno.- lanciò un’occhiata a Draco –ma devo dire che molte incertezze ti sono rimaste.- Hermione sorrise, poi si lasciò abbracciare. -addio…- sussurrò Silente. Poi si allontanò, sorrise ancora una volta a tutti e si smaterializzò. Draco si avvicinò a Hermione –perché piangi?- Hermione non rispose. Cosa poteva dire? Piango perché non vedremo mai più Silente? Non poteva. Erano sospetti. Gli altri lo avrebbero scoperto a loro tempo.

 

Avete presente quando proprio non riuscite a dormire? quando una sensazione di angoscia v’impedisce di stare tranquilli? E voi pensate e pensate ma non riuscite a capire cosa provoca tutto questo? Ecco, è quello che stava succedendo a Hermione. Erano le 3 di mattina, due giorni dopo la visita di Silente. La pioggia scendeva fitta all’esterno della casa e alcune volte il silenzio veniva rotto dai fulmini. Hermione se ne stava nel suo letto, al buio, a torturarsi un ciuffo di capelli con le dita. Provava un senso di angoscia che erano anni che non sentiva. Chiuse gli occhi. Voldemort fece cadere Hermione, che tentata di fuggire, piangendo. la prese per un braccio facendola rialzare. le sua mani andarono dove mai Hermione avrebbe voluto, mentre, tremante, cercava di difendersi. -tu hai detto sì. e con Lord Voldemort non si cambia idea...-“

Hermione spalancò gli occhi, terrorizzata. Si alzò velocemente dal letto e corse fuori dalla camera, incontro a una porta. La spalancò. Un fulmine illuminò Draco a sedere nel letto. Indossava solo un paio di boxer, e teneva il braccio sinistro piegato sopra le gambe. Non alzò il viso per l’irruzione. Rimase immobile. Hermione si avvicinò, spaventata. –non è possibile. Non è così.- Draco la guardò. –se non ci credi, guarda tu stessa.- le portò il braccio in modo che potesse vedere chiaramente. Per un attimo temette che svenisse, bianca com’era diventata, ma quando parlò la voce era ferma. Dura. –allora…è stato tutto inutile. Non ci resta niente da fare.- Draco abbassò il braccio. –combatteremo. Come sempre.- Hermione chiuse gli occhi –potrei non esserne capace.- Draco l’afferrò per le spalle. O combatterei. O mireremo tutti.- -Draco ha ragione.- entrambi si voltarono verso la porta e videro Harry. Aveva l’aria stanca. Si sfiorò la cicatrice. –è di nuovo il momento.-

-andiamo a svegliare Weasley.- propose Draco. Corsero in camera dell’amico. Svegliarlo fu difficile. Quando capirono che con le buone non avrebbero ottenuto nulla, Draco gli sferrò un cazzotto nella spalla.- ahi!! Siete pazzi! Cos’è tutta questa fretta? Auguratevi di avere un buon motivo! O vi licenzio!- Hermione lo zittì con una mano. –Ron, Voldemort è tornato.- Ron rimase un attimo in silenzio. Poi, con un grande sforzo, ritrovò la voce –bene, non siete licenziati.-

 

 

Un grazie infinite a: meli_mao,  titti6493, Ciobar, *Eirene*,  *Eirene*, selene87, picci 1989, Kagome 13

 

e a chiunque leggerà ancora dopo questa luna pausa!

Un bacio e a presto…spero!

 

Lily Black

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Capitolo 9
*** Presente e Passato ***


Ciao a tutti

Ciao a tutti! Dai, questa volta sono stata brava e ho aggiornato abbastanza velocemente! È un capitolo un po’ strano, in quanto è composto da molti ricordi. I ricordi sono situazioni riprese da “Il soffio dell’odio” e “True love or only hate”.

Spero di aggiornare presto, come questa volta! O comunque prima del prossimo anno…

 

 

 

Hermione era corsa nella sala comune. In lacrime. L’ennesimo scontro con Draco Malfoy, ma forse il più umiliante.

Quando Harry e Ron entrarono la videro accoccolata su una poltrona, la testa sopra le ginocchia circondate dalle braccia.

I suoi capelli brillavano alla tenue luce del fuoco.

I due ragazzi le si avvicinarono – Hermione! Dai va tutto bene!- disse Ron accarezzandole i capelli.

La ragazza  per tutta risposta pianse più forte e disse- no,Ron! Non va tutto bene! Non va niente bene!-

- cosa ti ha detto quel verme in salamoia?- chiese Harry.                                           

-         la verità! Ha detto che sono solo una secchiona senza amici oltre a voi, ma voi non contate perché siete miei amici solo perché vi fo copiare i compiti!- tornò a piangere tra le braccia.

-         no! Hermione non devi ascoltare quello che ti dice Malfoy! È da 5 anni che sputa veleno su di noi e lo sai bene! Lui è solo geloso perché un’amicizia come la nostra non l’avrà mai!-

Hermione guardò Ron – sul serio?-

Il rosso annuì.

-         certo! Lui ha solo quei due scimmioni e quel piccione con la gastrite!- aggiunse Harry.

Hermione rise asciugandosi gli occhi rossi – grazie!- bisbigliò.

- e di cosa?-

-di esistere!- rispose prima di abbracciarli entrambi

 

Ricordi. A volte sono l’unica soluzione che ci resta per andare avanti, per non venir sopraffatti dalla disperazione. Ma spesso sono troppo lontani per essere ritrovati intatti. Come quella lontana serata di sette anni prima. Hermione non l’avrebbe mai dimenticata. Ma in quel momento non l’aiutava e sinceramente non capiva perché ci aveva pensato.

 

-non penso sia già iniziata.-

Hermione si costrinse a tornare attenta nel presente. Una mattina di inverno, mattina molto presto. Ufficio di Ron. Lei, Harry,Ginny Blaise e Draco. E, naturalmente Ron. Ordine del giorno? Nessun pigiama party: ritorno di Voldemort.

 

-cosa significa che non è ancora iniziata, Malfoy?- Draco non rispose subito alla domanda di Ron. Era appoggiato alla parete, lo sguardo che vagava fuori dalla finestra. Le braccia incrociate, lo sguardo freddo. – significa che il Marchio nero non brucia. Si è solo scurito.- rispose con voce pacata. –e questo dovrebbe tranquillizzarci?- -bè, Ginny, vedila così. Se il Marchio bruciava avevamo già una squadra di Mangiamorte fuori dalla porta. Per ora, almeno questo lo evitiamo. E potremo essere noi ad andarli a trovare.- silenzio. Poi Blaise sorrise –tu sei matto Draco.- Harry annuì –ha espresso il nostro pensiero ad alta voce.- Hermione lo guardò stupita: Harry che dopo ciò che era successo dava ragione a Blaise? Anche se, naturalmente, non rivolgendosi direttamente a lui.

-sarò anche matto. Ma fino a prova contraria sono anche l’unico Mangiamorte qui in mezzo. L’unico che può guidarvi da loro. L’unico che può fare da spia, che può inserirvi nel loro covo. In fondo sono bravo in questo…-

 

Draco, con scatto deciso puntò la bacchetta al portone che si aprì. si trovò davanti a figure incappucciate. -Voldemort dov'è?- fu Bellatrix a rispondere -aspetta al castello. avanti, spostati, facci passare!- sollevò leggermente la bacchetta. poi fece un passo inidetro e guardò i Mangiamorte invadere la Sala d'ngresso.

Un grido. un incantesimo. e la battaglia cominciò.

 

Ma che stava succedendo quella mattina? Cos’erano quelli attacchi di ricordi? Draco scosse la testa.

Hermione scattò in piedi –non puoi! Tu sei Giuda! I Mangiamorte ormai desiderano vedere il tuo corpo a terra più di quello di Harry! È il tuo sangue che cercano, oltre al nostro.- -non è solo il sangue che vogliono.- Hermione si voltò verso Blaise, che la guardava triste. –Hermione, tu sai cosa rischi se Voldemort ti trova.-

 

Gli occhi di Blaise erano pozze azzurre dove Hermione rischiava di affogare in ricordi orribili. Ricordi che condividevano insieme…

 

Hermione li osservò. e capì. capì che Harry era spacciato. che era incatenato e questa volta non c'era nessuno ad aiutarlo. se non lei. e mentre il raggio verde usciva dalla bacchetta, lei urlò -NO!- tutto calcolato dal Signore Oscuro, il raggio di luce sfiorò i capelli di Harry. Hermione sorrise -possiamo trattare l'offerta...- sibilò con voce suadente. Voldemort sorrise -benissimo. penso non ti dispiacerà se lo faremo...nella mia camera da letto.- un'ombra di terrore trapasso lo sguardo di Harry, mentre Blaise stringeva i pugno infuriato -no...- Hermione, rimasta tranquilla, gli rivolse a mala pena un'occhiata -non fare lo sciocco, Blaise.- poi sorrise a Voldemort -guidami...- e, con il suo braccio introno alle sue spalle, si chiusero dietro a una porta. una cosa era certa. Hermione era un'ottima attrice. e il prezzo da pagare sarebbe stato alto.

 

-siamo tutti in pericolo…- mormorò Ron. –ragion in più per attaccare e non farci trovare impreparati.- concluse il Draco. Hermione gli si avvicinò  –tu non farai niente. Verresti ucciso ancora prima di aver detto Oscuro Signore.- Draco diede le spalle alla finestra, trovandosi imprigionato nello sguardo sicuro di Hermione. –e vorresti impedirmelo?- fece un passo avanti.

–vorrei ricordarti, tesoro, che il motivo per cui Giuda è il mio secondo nome, è qui davanti a me. Per il nostro inutile amore mi sono preparato la ragnatela.- Hermione rimase ferita da quelle parole. Ma non lo fece vedere. In fondo, se pur cattive, avevano l’amaro sapore della bugia. Perchè lei lo sapeva e lo sapeva Draco, che entrambi non rimpiangevano nulla.

 

Hermione rimase in infermeria qualche giorno. stava male psicologicamente, più che fisicamente. tutto stava tornando alla normalità, da quando Voldemort era stato arrestato. ma Hermione non riusciva mai a dormire. e non per paura. fu in una di quelle notti insonni che la venne a trovare Draco. -ciao...- Hermione alzò piano una mano -ciao...- Draco si sedette sul letto -Hermione...mi dispiace... ho cercato di tenerti lontana...e quando i Mangiamorte mi hanno detto che eri con lui...mi sono sentito morire...penso di aver provato ciò che provava Blaise...- hermione sorrise -non importa...è tutto finito...- draco annuì -io me ne sto andando- sussurrò. Hermione non disse niente -i Mangiamorte sono alla mia ricerca. vorranno uccidermi. andrò via. parto all'alba.- gli occhi di Hermione si riempirono di lacrime -Hermione...ti amo. ti amo veramente tanto. ma ormai ho capito che tu vuoi stare con Blaise...forse me ne vado anche per questo...perchè so che non riuscirei a vederti felice con uno che non sono io...- sorrise -lo sai., sono un fottuto bastardo...- la voce gli si spezzò in gola. le accarezzò il viso, prima di alzarsi e andatesene per sempre da quella scuola, lasciando dietro di sè, ancora una volta, Hermione in lacrime con un peso troppo grande dentro.

 

Hermione respirò a fondo.- bene, Malfoy, facciamo così. O decidi di testa tua di non andare…-

-         oppure?- chiese lui, un ghigno strafottente a colorargli il viso. Ma questa volta non lo avrebbe aiutato. Hermione alzò lo sguardo, fiera – oppure farò ricorso alla mia carica da vice-comandante.- il silenzio scese nella stanza. Ron era stupito. Quasi nessuno era a conoscenza di quella carica di Hermione, perché lei non l’aveva accettata direttamente. Era passato del tempo, ma il documento firmato esisteva ancora, sepolto nei cassetti di Ron. Il sorriso di Draco svanì, sostituito da uno sguardo cattivo e gelido di cui anche il miglior Mangiamorte ne avrebbe avuto paura. Ma non lei. La lotta di sguardi durò ancora qualche secondo. Infine, con stupore persino di Hermione, Draco si arrese. –bene, non andrò. Aspetteremo che Voldemort torni.- cercò il pacchetto di sigarette nel giacchetto e ne accese una. L’atmosfera si rilassò. Harry si avvicinò a Ron per discutere dei dettagli. Ginny, baciato Blaise, decise di andare a prendere dei caffè. Ma Blaise attese che Draco continuasse. Lo conosceva troppo bene per pensare che finisse lì. E infatti il biondo si chinò sull’orecchio di Hermione e riprese, con un sussurro gelido –comincio a credere che in fondo tu hai voglia di rivedere il tuo amico Signore Oscuro. Chissà, forse le sue mani sul tuo corpo, sulle tue forme, sui luoghi che meno di tutti mi hai celato ti sono piaciute e vorresti riprendere il discorso…- Hermione chiuse gli occhi. Quella era una cosa cattiva da dire, anche per il principe di Serpeverde. Senza una parola si allontanò da lui e uscì di corsa. Blaise si avvicinò a Draco. Era arrabbiato.

–a volta mi chiedo come puoi essere così crudele. E solo con la persona che ami.- e Draco fece una cosa che lo stupì più di tutte. Perse l’espressione di ghiaccio per mostrare uno sguardo pieno di malinconia e rispose, tristemente –spesso me lo chiedo anch’io.-

 

Hermione si strinse nel cappotto nero. Era seduta negli scalini fuori dalla caserma. Faceva freddo. L’aria gelida le penetrava nella pelle. Ma non era niente in confronto al gelo che provava dentro. Nel cuore. Un gelo che solo una persona era in grado di provocarle, così come era in grado di scioglierlo con il suo calore.

 

-si può amare da morire…- Draco guardò Ginny.

-         ma non si può morire per amore!- Hermione si voltò verso Blaise.

-         Cosa??-

-         Tu pensi di odiarlo…-

-         Ma in realtà la ami ancora!-

- Ma....-

-         Forse è vero che il vostro rapporto sarà difficile…-

-         Pieno d’incomprensioni…-

-         Alcuni tradimenti…- Hermione gli sorrise

-         E notti in biblioteca!- Draco sospirò.

-         E forse è stato meglio troncare questa storia!-

-         A meno che non siate sicuri!-

-         E tu, cara mia…-

-         non sei affatto sicuro!-

-         a voi la scelta!-///\- a voi la scelta!-

-     la scelta?…è ovvia…per me può anche morire!-

Hermione sorrise leggermente. Bei tempi quelli. La prima lite con Draco. La consapevolezza che si sarebbe risolto tutto.

-ma quanto lo ami ancora?- Hermione aprì lentamente gli occhi, ma non si voltò. –quanto tu ami Ginny, Harry.- Il ragazzo si sedette vicino a Hermione. –siamo due stupidi orgogliosi.- -bè, siamo Grifondoro doc. – Harry sorrise e passò un braccio intorno alle spalle di Hermione, dandogli un bacio tra i capelli. –ne abbiamo passate tante. Io, te e Ron. Ma siamo sempre qui. Insieme. Molte cose sono cambiate, ma non la nostra amicizia.- Hermione sospirò –anche se spesso ci siamo andati vicini…- Harry annuì. Come dimenticare…

 

-         senti Harry…secondo te che è quel biondo di Corvo. di qui parlava Hermione?-

-         dai Ron! Lo diceva per far star zitto Malfoy!-

-         ah sì? E che gliene frega a lui se lei va dietro a uno?-

-         bho…puoi chiederglielo ora!-

-         cosa? Oh, no…- Ron guardò avvicinarsi il biondo.

-         Ehi, Malfoy! Se sei venuto qui a rompere il cazzo…-

-         Nervosetto Weasley?-

-         Vattene!-

-         Vedi Potter, vorrei, ma ho un appuntamento…al buio! …. Ehi, cosa sono quelle facce?-

Harry e Ron tirarono fuori le loro lettere e le mostrarono al Draco, che fece vedere loro un messaggio uguale.

-         cosa significa?-

-         chi è quella pazza che vuole vederci…con lui!-

-         la domanda giusta, Weasley, è chi è quella con dei gusti così orridi da paragonarmi a voi!-

-         sentite, mettendo da parte le offese, chi cavolo…-

-         io, Harry!-

I tre ragazzi si voltarono verso una ragazza che affiancò Draco.

-         Hermione…perché?-

-         Sentite, non ci girerò intorno…voi tre dovete imparare a parlare civilmente!-

-         Ti sei rincoglionita? Noi con lui?-

-         Senti, neanche noi ci gireremo intorno: MAI! Meno tempo si vede, più contenti siamo!-

-         Bè, allora vedrete poco anche me!-

-         Cosa?-

Draco la guardò preoccupato.

-         sì, perché…io sto con Malfoy!-.

Ron e Harry scoppiarono a ridere – che battuta! Scherzo per Carnevale?-

-         lui non è Malfoy! Sei Neville mascherato?- Ron allungò la mano e toccò il viso di Draco, che lo scansò arrabbiato – togli quelle manacce! – Ron lo fissò a bocca aperta.

-         L’ hai voluto tu Ron!-

Hermione posò le mani sul viso di Malfoy e lo baciò brevemente.

Harry chiuse gli occhi e Ron parve aspettare che qualcuno urlasse – sei su scherzi a parte!-

Ma nessuno urlò.

Hermione li guardò – mi dispiace…-

-      Ti dispiace? TI DISPIACE? HERMIONE NO! LUI NO! Sì KRUM, Sì RON!-

-         Ehi!- si difese quest’ultimo.

-         Ascoltate vi ho chiesto di venire qui perché dovete diventare più o meno amici! Vi prego…-

-         NON PUOI FARMI QUESTO! LUI MI SFOTTE DAL PRIMO MOMENTO!- urlò Harry.

-         LUI HA SEMPRE DISPREZZATO ME E LA MIA FAMIGLIA!- incalzò Ron.

-         LORO HANNO MANDATO MIO PADRE AD AZKABAN!- gridò Draco.

-         È QUESTA LA CAUSA DELLA MIA VITA IMPOSSIBILE!- conclusero tutt’e tre.

-         BASTA!- Hermione li guardò – Draco! Se ci tieni a me…-

-         io tengo a te, mica a loro!-

Hermione li guardò imbronciata – sentite, questa è la situazione! Accettarla è compito vostro! Ora me ne vado a letto!- e li lasciò soli.

I tre si guardarono – allora Malfoy…cosa ti sei fumato?- chiese Ron.

-         come scusa?-

-         intende dire che cavolo ti è successo! Non era lei l’insopportabile mezzosangue?- disse Harry.

-         Bè, mezzosangue lo è…ma anche stupenda! –

-         Ti avverto Malfoy…falla soffrire e…

-         Non spetta a te proteggerla Weasley! Io ci tengo a Hermione! Che vi piaccia o no!- e se andò.

Harry e Ron si lanciarono un’occhiata  amareggiata prima di imitarlo.

Hermione uscì da dietro una statua dove si era nascosta e sospirò: cosa doveva fare?

Lei era ancora convinta che, con molta volontà, forse il loro trio sarebbe diventato un quartetto…ma ancora doveva tener conto se il trio sarebbe rimasto tale!

Harry abbassò lo sguardo. –ho sbagliato tutto con Ginny. E ormai l’ho persa.- -vorrei dirti che hai torto, che lei prega di tornare con te. Ma non posso.- Harry chiuse gli occhi. In effetti era ciò che voleva sentirsi dire e Hermione lo capì. –Harry, lei ha sofferto per te. E ora vuole tentare di trovare la felicità con blaise. E credo…credo che potrebbe riuscirci. Blaise può aiutarla a farla andare avanti.- -quindi…quindi non c’è più possibilità per me?- Hermione sorrise –non ho detto questo. Blaise l’aiuterà a riprendersi. E a quel punto lei dovrà capire che vuole al suo fianco. Blaise è un angelo… ma spesso si confonde l’affetto per amore…-

 

“vorrei essere con te, Harry, Ron e Ginny l‘ultimo giorno di Hogwarts. Ma so che non riuscirei a dirle addio. A dirti addio. Perdonami, se puoi Blaise. Ma la nostra storia è finita…”

Blaise si voltò verso i cancelli che venivano lentamente chiusi. Le lacrime agli occhi. Sentì dei passi dietro di lui e si voltò leggermente. Ginny, stretta a Harry, espressione triste, ma la conferma che tutto tra loro si era risolto. Perché si sa, in momenti di dolore, ciò che occorre è solo tanto affetto. Accanto a loro Ron, gli occhi lucidi, stringeva una pergamena. Blaise intuì che era di Hermione. Naturalmente il contenuto era diverso, ma la sostanza la stessa. Chinò gli occhi sulla sua, per leggere l’ultima frase.

“Partirò con Draco. ”

Harry annuì. –aspetterò. E forse mi servirà da lezione…- si voltò verso l’amica – ma se ora vuoi un mio consiglio… tu hai aspettato anche troppo…- -cosa intendi dire?- -lo sia. Lo ami. E lui ama te. Non dire che non è vero. Voi due…vi appartenete…non avrei mai voluto che la mia migliore amica fosse destinata a un bastardo simile, ma…ormai l’ho accettato.- Hermione lo guardò grata e lo abbracciò.

 

 Ron nascose il viso nuovamente nel cuscino – vattene! Sto bene, davvero!-

Ma da come si spezzò la sua voce, Harry capì che mentiva.

S’inginocchiò per vederlo in faccia e si accorse che ormai le lacrime gli scorrevano lungo il viso.

-         sono…come una stupida…femminuccia!-

-         no Ron! Non c’è da vergognarsi se piangi! È normale quando ami una persona rimanerci scottato! Pensa a Cho! Ti ricordi come c’ero rimasto quando si era messa con Cedric? E ora sono felice con Ginny!-

Ron annuì.

Harry gi dette una pacca amichevole – e visto che omai siamo nell’ambito “ femminucce”, sappi che ti voglio bene e che sei il migliore amico che potevo desiderare!-

Ron sorrise, si abbracciarono e improvvisamente si sentirono come fratelli, come mai si erano sentiti.

-         scusate…- Hermione entrò nella stanza.

Ron per non farsi vedere in lacrime, si ributtò sul cuscino.

Harry si alzò, sorrise alla ragazza e uscì.

Hermione si sedette al posto del moro.

-         hey, Ron…-

-         vattene!- disse semplicemente lui.

-         Come va?-

Lui non rispose e Hermione scoppiò – ok, meglio se stai zitto, così posso parlare! È vero che ora sto con Draco e naturalmente non sarà più come prima nei suoi confronti! È vero che ora penserò a lui in modo diverso! Ma non mi dimenticherò di te e Harry! Abbiamo formato un gruppo da sei anni, siamo diventati amici salvandoci la vita al primo anno! Vi voglio bene…ti voglio bene e niente lo cambierà!-

Ron alzò lo sguardo ed Hermione notò gli occhi colmi di lacrime: lo abbraccio e lui ricambiò – non sto piangendo…- lo sentì dire – ho solo un’allergia!-

Hermione sorrise – lo so,Ron, lo so…-

Harry la strinse a sé. Dopo qualche attimo si allontanarono. –andiamo dentro…- propose hermione. Lo prese per mano e cominciò a correre.

 

-ok, basta.- il sussurro di Draco era affannato dalla fatica. Si lasciò cadere a terra. Motivo di tanta stanchezza? Le flessioni. Si trova in palestra, solo. Senza maglietta, jeans neri che gli fasciavano le gambe. Allungò un braccio e prese il pacchetto di sigarette lì vicino. Ne accese una e aspirò lento il fumo. –un palestrato come te che fuma e fa flessioni in jeans?- Draco lasciò che il fumo uscisse dalle sue labbra, prima di rispondere –e una secchiona come te che s’intende di sport?- Hermione si avvicinò, inginocchiandosi di fianco a Draco, sdraiato sulla schiena, un braccio sotto la testa, le gambe piegate leggermente  aperte. Teneva gli occhi chiusi. Hermione lo osservò in tutta la sua bellezza. Il viso pallido, dai lineamenti perfetti e severi. I pettorali scolpiti, qualche goccia di sudore sulla pelle. Lo sguardo scese ancora e sentì le guance infuocarsi. –smettila di guardarmi così, o potrei imbarazzarmi.- Hermione tornò a guardarlo: aveva aperto gli occhi, che ora la osservano divertiti. Cercò di riconquistare un po’ di dignità.

-sono venuta per ottenere le tue scuse.- -io dico che sei pazza, se pensi che mi scusi con te.-

-e io dico che sei uno stronzo se solo pensi ciò che mi hai detto stamattina nell’ufficio di Ron.-

-cosa? Che ti piacerebbe vorresti il discorso con Voldemort?- Hermione chiuse gli occhi –ti diverti?- Draco ci pensò un attimo –abbastanza. E poi…perché ti sei presa la briga di venir a chiarire? Se non è vero, dovresti fregarmene.- Hermione spalancò gli occhi, disgustata –mi sono presa la briga di venir a chiarire perché mi fa schifo l’idea che proprio tu puoi pensare a una cosa del genere! Ma come sempre con te è sprecare fiato! Sei un bastardo e non perdi occasione per dimostrarlo.- facendo leva con le mani fece per alzarsi. Ma, con uno scatto, la mano di Draco andò a bloccarle il polso. Hermione lo guardò stupita –cosa vuoi?- Draco si alzò leggermente, piegando le braccia, distribuendo il peso sui gomiti. La stava osservando con un’espressione che di strafottente non aveva più niente. Non sapeva nemmeno lui perché, ma vederla così arrabbiata, le guance rosse, gli occhi accesi, gli avevano provocato una fitta di desiderio allo stomaco. E quel desiderio si rifletteva nei suoi occhi grigi mentre la osservava. Hermione stava in silenzio, quasi spaventata. Perchè la guardava così? Voleva farla del male? Bè, era pronta a scappare…se non fosse stato per le gambe all’improvviso pesanti. Senza contare che la voce si era perso in un punto impreciso dentro di sé e quindi non avrebbe nemmeno urlato nel caso lui l’avesse aggredita. Con un'altra piccola spinta Draco si trovò a sedere, il viso alla stessa altezza di quello di Hermione. Alzò una mano e raccolse tra le dita un ciuffo di capelli castani. Ci giocò per qualche secondo, prima di abbandonarli per andare ad accarezzare il viso della ragazza, le guance, le labbra semi chiuse. Si avvicinò leggermente. –non so cosa mi sta succedendo.- Hermione sussultò lievemente nel sentire la voce di Draco così roca –ma sento che se non ti bacio potrei morire dal desiderio inappagato.- Hermione sentì il cuore sciogliersi. Le sue mani andarono lente al petto nudo di lui, lo accarezzarono. Draco si avvicinò ancora un po’, fino a sfiorare le sue labbra. Hermione chiuse gli occhi, sospirando. Aprì ancora un po’ la bocca per accogliere il bacio che entrambi volevano. Ma in quel momento l’allarme della caserma suonò, seguito da un urlo di Draco. Hermione spalancò gli occhi, spaventata e arrabbiata che le mani di Draco l’avessero abbandonata. La il ragazzo si stava stringendo il braccio sinistro. E là dove prima non c’era niente, ora era comparso il Marchio Nero, scuro e lucente come non lo era da anni.

 

 

Se avete resistito fino a qui…potete anche lasciarmi un commentino, vero? *-* ß (me sognante) J

Io invece vorrei ringraziare titti6493, Kagome 13 e picci 1989 per le loro recensioni! Vi saluto, fino alla prossima!

Un bacio,

 

Lily Black

 

 

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Capitolo 10
*** E corse via. ***


Hermione cercava di riprendere fiato

Wow, ma non starò aggiornando troppo in fretta? J in questi giorni mi è presa bene…ne sto approfittando prima di riperdere l’ispirazione, quindi posso dire che il prox capitolo nn tarderà ad arrivare e…avrà una sorpresina…

 

 

Capitolo 9: “Hermione sentì il cuore sciogliersi. Le sue mani andarono lente al petto nudo di lui, lo accarezzarono. Draco si avvicinò ancora un po’, fino a sfiorare le sue labbra. Hermione chiuse gli occhi, sospirando. Aprì ancora un po’ la bocca per accogliere il bacio che entrambi volevano. Ma in quel momento l’allarme della caserma suonò, seguito da un urlo di Draco. Hermione spalancò gli occhi, spaventata e arrabbiata che le mani di Draco l’avessero abbandonata. La il ragazzo si stava stringendo il braccio sinistro. E là dove prima non c’era niente, ora era comparso il Marchio Nero, scuro e lucente come non lo era da anni.

*

 

Hermione cercava di riprendere fiato. Si sentiva male, come in apnea. Le gambe le tremavano, le mani le tremavano. Tutto il corpo era sottoposto a brividi. Nascose il viso tra le mani graffiate e sporche di polvere. I jeans erano strappati, come la camicia. Sentiva la guancia bruciarle. Un taglio, probabilmente. I rumori attorno a lei le arrivavano ovattati al cervello. Alzò lo sguardo. Davanti a lei, un po’ più di lato, c’era Draco. Alla sua camicia mancavano molti bottoni e s’intravedeva un lungo taglio nel petto. si passò una mano tra i capelli biondi. Era nervoso. Era preoccupato. A Hermione sembrò stranissimo che solo poche ore fa si trovava in palestra con lui e si stavano per baciare. Ancora non era successo niente…ancora non…si portò una mano alla bocca per reprimere un gemito di pianto. L’altra mano la lasciò cadere accanto a sé. Incontro una gamba. La strinse, in segno di protezione. Ma Ron continuava a piangere, silenzioso.

Hermione respirò a fondo, chinando la testa all’indietro, posandola alla parte. Chiuse gli occhi e, involontariamente, tornò indietro.

 

Lei e Draco erano corsi veloci ai piani alti della caserma, appena sentito l’allarme. La Sala Grande era chiusa, ma da dentro arrivavano voci. Entrando, videro che quasi tutti gli Auror erano radunati là dentro, la maggior parte stupiti, più che preoccupati. Ma lei e Draco cercarono Ron. Perché loro sospettavano il motivo di tutto ciò. Ron li raggiunse subito dopo. Corse al suo posto, una grande sedia elegante posta su un piccolo rialzamento. Prese un microfono. –signori, la vostra attenzione.- la sala cadde nel silenzio. –non ho altre parole con cui dirvi che…abbiamo ricevuto una chiamata d’aiuto…una scuola materna, a pochi chilometri da qui…i Mangiamorte l’hanno invasa.- il silenzio che seguì queste parole era innaturale. Lo stesso Ron non ci credeva. –ho…ho contattato il Ministro. Una squadra speciale sta andando a controllare l’isola di Silente. Non è detto che Voi-Sapete-Chi sia libero…probabilmente si tratta solo di Mangiamorte.-

Hermione guardò Draco, che le rivolse uno sguardo scettico. Perché loro sapevano…

Da un punto indefinito della stanza, si sentì la voce di Harry –e allora cosa stiamo aspettando? Andiamo subito!- Ron annuì. La stanza si svuotò. Rimase in pochi. Rimasero loro: Ron, Harry, Ginny, Blaise, Draco, Hermione. Ron prese la bacchetta e sfiorò una parete. Gli altri rimasero in silenzio. Sapevano cosa faceva. Ed erano troppo agitati per parlare. Nella parete comparì un piccolo sportello. Ron l’aprì, e ne tirò fuori delle lunghe custodie di pelle, dalle cui estremità erano legate cinghie. Le passò una a ognuno, l’ultima la tenne per sé. –bè, è ora di scoprire quanto sono servite queste lezioni con la spada  cui Silente ha voluto si partecipasse tempo fa.-

Hermione si legò la cintura intorno alla vita. Poi si lanciò uno sguardo con i suoi amici. Non erano pronti. E lo sapevano. Ma l’ora di combattere era tornata. E loro non si sarebbero tirati indietro.

 

La materializzazione per Hermione fu anche troppo breve. In una frazione di secondo si trovò davanti una scena che avrebbe dimenticato volentieri: le fiamme circondavano la scuola, il fumo nero che impregnava l’aria e si confondeva con le nuvole preannuncianti un temporale. Dei lampi illuminavano l’orizzonte. Le urla intorno a lei erano disarmanti: bambini che piangevano, gli Auror che tentavano di domare le fiamme, altri che uscivano con in braccio le piccole vittime, accompagnati dalle grida delle maestre. E poi loro: figure incappucciate, che combattevano impietosi con i nemici giurati. Alzò la testa e nei suoi occhi nocciola si riflesse la luce verde del Marchio Nero. Sentì al suo fianco Harry e Ron. Come sempre, uniti. Si sfioravano le braccia. Non li vedeva, ma sapeva che a completare la fila c’erano Blaise e Ginny da una parte, Draco dall’altra. Harry alzò la bacchetta –ci vediamo tra poco…- sussurrò, prima di cominciare a correre.

In pochi attimi Hermione si trovò nel mezzo alla rissa. Incantesimi volavano ovunque, e di certo il Mangiamorte che stava affrontando non glieli risparmiava. –protego!- l’urlo di Hermione impedì  un incantesimo di colpirla –Impedimenta!- il mangiamorte arretrò, ridendo. –avada kedavra- Hermione si trovò addosso il copro morto del Mangiamorte e invece del suo viso incappucciato trovò quello furioso di Draco –smettila con questi incantesimi da apprendista, Granger! Qui non siamo a scuola!- urlò, mentre con una mano la spostava per evitare che venisse presa da una trave della scuola ceduta. Hermione lo fulminò con lo sguardo. –io non uccido se posso evitarlo!- -perché non glielo dici anche a loro? Scommetto che potrebbero insegnarti qualcosa!- si chinò quando sentì un mangiamorte dietro di sé e lasciò che Hermione gli lanciasse una fattura –bè, ci sei tu che mi insegni!- -poche storie, tira fuori la spada!- Hermione sorrise –con vero piacere.- con slancio entrambi tirarono fuori l’arma. Una piccolo gruppo di Mangiamorte li accerchiarono. Hermione e Draco si misero schiena contro schiena, la spada in una mano, la bacchetta in un’altra. –uh uh, chi si vede…Giuda! È da un po’ che non vedevo la tua faccia in giro!- rise un Mangiamorte. Draco sorrise gelido –almeno io la mia faccia la faccio vedere. Chi sei tu? Goyle?- -chi è non ti salverà dalla morte.- replicò il Mangiamorte accanto. Draco inarcò un sopracciglio –non mi dire…zia Bella…ancora viva? Avrei piacere di vedere la tua vecchia faccia come si è ridotta.- -emh… Draco? Hai finito di conversare?- chiese Hermione, che fino a quel momento aveva tentato di non farsi colpire dagli altri due Mangiamorte. –giusto, perdonami… sectusempra!- e gli scontri continuarono.

Harry passò sopra un corpo, senza guardare chi fosse, e raggiunse Ron –hanno spento il fuoco! Entriamo a controllare se ci sono vivi…- Ron lo guardò –ci speri davvero?- nessuna risposta.

Harry corse all’interno di ciò che restava della scuola. C’erano macerie ovunque. E piccoli corpi a terra. Ma non fece in tempo a dispiacersi, che un Mangiamorte lo colpì alle spalle.

Hermione sentì l’urlo di Harry. E corse all’interno. Draco conficcò la spada nel petto di un Mangiamorte –certo, scontato che mi lasciasse a fare tutto da solo.- -LASCIALA!- la voce di Harry arrivò a Draco, che alzò gli occhi al cielo – e scontato che tra lei e Potter non concludono mai nulla.- sfilò la spada dal corpo davanti a sé e corse a raggiungerli.

Hermione aveva le braccia bloccate da un Mangiamorte che la teneva da dietro, mentre Harry combatteva con altri due. –lasciami schifoso mostro…- -non sei cambiata affatto, bambolina, sempre così restia.- - crucio.- il mangiamorte cadde a terra,  contorcendosi dal dolore. Hermione, ancora prima di voltarsi sapeva a chi sarebbe andata la sua riconoscenza. Di nuovo.

–comincio a pensare che ti diverta a farti salvare da me.- -e io comincio a pensare che tu ti diverta a sparare cazzate.- rispose acida, guardando Draco, mentre entrambi andavano ad aiutare Harry.

-         cosa sono queste frecciatine? Eppure vi avevo lasciato così…in amore…- la spada scivolò via dalle mani di Hermione, troppo stupita da evitare una maledizione che la colpì di strisciò, graffiandole il viso. Harry e Draco diedero i colpi di grazia ai due Mangiamorte, prima di voltarsi. E videro lui. Lui. Veste nera, lunga. Occhi rossi, stretti come quelli di un serpente. Viso pallido, bianco innaturale, magro. Le dita lunghe che stringono una bacchetta. Harry deglutì a fatica –tu…allora ce l’hai fatta!- -non ci credevi, Potter?- -questo significa che Silente…- -il caro buon vecchio Preside ha fatto quello che doveva…è l’ora che riposi in pace…- Harry alzò la bacchetta –maledetto! Avada…- ma Voldemort fu più veloce, scomparì e comparve alle spalle di Harry, spingendolo in avanti, faccia a terra. –non così in fretta! Cinque anni che non ci vediamo e volete già combattere?- Hermione rabbrividì. La voce di Voldemort era più sibilante di come la ricordava. La ragazza si chinò a terra, aiutando Harry a mettersi a sedere. Poi si rialzò, brandendo la bacchetta –non riuscirai questa volta a riacquistare il tuo potere, Voldemort!- lo attaccò, ormai cancellato dagli occhi ogni timore. –sei venuto incontro a un esercito più forte. Noi siamo più forti. Ti abbiamo distrutto anni fa e lo faremo ancora!- Voldemort storse la bocca in un sorriso –Hermione Jane Granger…combattiva come sempre…anche se…sempre che non ricordi male…l’ultima notte eri per lo più…spaventata…- fece qualche passo verso Hermione, trovandosi a sovrastarla. Hermione alzò lo sguardo, fiero come un leone. –il no che mi dicesti non l’ho ancora accettato…ma adesso che sono tornato…avremo tempo per rimediare…- alzò una mano a toccarle il mento. Hermione la schiaffeggiò, spostandola. La mano tornò, questa volta strinse con forza il viso della ragazza. Draco, alle loro spalle, si fece avanti, arrabbiato – non ci provare…- Voldemort si voltò di scatto, portando Hermione davanti a sé, un braccio a circondarle la vita, stringendo così la schiena di lei al suo petto.

–Malfoy…- con slanciò alzò il braccio, puntando la bacchetta alla gola del ragazzo, che rimase immobile, guardandolo gelido. –che piacere…vedo che le vecchie abitudini rimangono…non mi è piaciuto come mi hai tradito l’ultima volta, sai?...- Harry si alzò, piano – come sei vendicativo…sono passati 5 anni e ancora ci pensi? Ti conviene trovarti un hobby!- -poco sarcasmo Potter.- Voldemort ripiegò il braccio, puntando la bacchetta alla fronte di Hermione. –Malfoy…tu sei stato un Mangiamorte eccellente….in poco tempo sei riuscito a organizzare l’invasione a Hogwarts… e hai dimostrato di possedere tanto sangue freddo da compiere le peggiori torture a povere vittime indifese, come donne o bambini.- Draco sorrise –non è mai stato un problema quello.- -oh, lo so bene… ma una debolezza ce l’hai… ed è lei.- strinse ancora un po’ Hermione, immobile. Draco la guardò. Vide la mano di Voldemort alzarle leggermente la camicia e toccarle la pelle. Fece un gesto involontario di stizza, mentre Hermione si muoveva arrabbiata. Voldemort rise –vedi? L’amore… l’amore che provate l’uno per l’altro ha evitato che tu diventassi il mio braccio destro… e tu, mia cara, la mia regina…-

Aspirò forte il profumo dei capelli di Hermione e gemette. –che delusione… tutto per l’amore…che poi…da ciò che mi hanno detto… la vostra storia è finita…la Mezzosangue ti ha spezzato il cuore, Malfoy… tu hai rinunciato a tutto, sei diventato il nemico giurato mio e dei Mangiamorte per lei…e lei…non ha saputo apprezzare…dimmi…ne è valsa la pena? O capisci quanto ti sei rovinato per questo sciocco amore?- Draco e Hermione si guardarono a lungo. Hermione scosse leggermente la testa. Non voleva che Draco cadesse nella trappola di Voldemort. Ma gli occhi di Draco erano così…tristi e…sbagliava o era davvero rimpianto quello che leggeva nel suo sguardo? –Draco, non ascoltarlo!- -perché, non ha forse ragione?- le chiese gelido. Voldemort rise. –ma…questo non cambia…che ormai il mio obbiettivo è vederti morto!- concluse Draco, e con slancio tirò la spada verso Voldemort, e gli colpì la spalla, evitando di un soffio Hermione. Voldemort, urlò, lasciando andare la ragazza. –morirai, Malfoy!- un getto di luce nera partì dalla bacchetta di Draco, che si buttò da un lato, seguito da Harry. Si sentì un urlò dietro di loro. Hermione si voltò, inorridita –oh Dio mio…Ginny!- Ginny era appena entrata nella scuola, ferita dagli scontri fuori. E l’incantesimo di voldemort l’aveva colpita di striscio. Un alone nero la circondava, mentre il suo viso era contratto in maniera terrificante dal dolore. Harry si alzò in piedi e le andò incontro –Ginny no!!- Draco lo prese un braccio –non toccarla!- in quel momento entrò un Mangiamorte –signore…gli Auror stanno avendo la meglio… forse è meglio…- Voldemort urlò infirmato –incapaci! Andiamocene, allora! Fai quello che devi!- il mangiamorte annuì e lasciò cadere qualcosa terrà. Una polvere nera investì la stanza che divenne buia. Harry imprecò, mentre Draco cercò di individuare dai rumori Voldemort. Hermione voleva raggiungere Ginny, ma una mano fredda le afferrò la spalla –ci rivedremo presto, piccolina…e in quel momento tu sarai mia completamente…- -non la toccare Voldemort!- urlò Draco infuriato. Hermione cercò di liberarsi –lasciamo bestia…- Voldemort sorrise, la sua mano che scivolò lungo il collo della ragazza –sfogati adesso, perché quando ci rincontreremo sentirò solo le tue urla…di piacere…- e la sua mano lasciò andare la ragazza, inorridita e spaventata. Si sentirono altre voci. –Harry! Dove siete?- -Ron! Fate qualcosa! Non si vede nulla!- pochi attimi ancora e la luce cominciò a filtrare nuovamente, finchè non tornò tutto alla normalità. Ron e Blaise erano sulla soglia della porta. Si guardarono intorno. Poi Blaise urlò –GINNY!- la ragazza era caduta a terra, immobile, pallida. Ron rimasse pietrificato, mentre Harry si avvicinava tremante. Hermione le toccò un polso –è debole…al san mungo, presto!-

Hermione si asciugò le lacrime. Era un’ora che erano in ospedale. –ma perché non ci dicono niente?- chiese arrabbiato Harry. Blaise non rispose. Aveva l’aria sofferente, le mani che tremavano. Finalmente una medimaga uscì da una stanza. Hermione si alzò di scatto, seguita da Ron. Draco si voltò, ansioso. Nessuno dava la colpa a lui per ciò che era successo e di sicuro non se l’attribuiva da sola. Ma un senso di angoscia gli attanagliava comunque lo stomaco. –allora? Come sta?- la signora li guardò uno ad uno, con espressione compassionale. –mi dispiace…la maledizione l’ha presa di striscio…era una maledizione mortale…ma non avendola colpita in pieno non è ancora morta.- -non è ancora?- sussurrò Blaise. La signora sospirò –Ginny è caduta in coma. Un coma terribile.- Hermione rimase immobile. No credeva alle parole della medimaga. Le arrivavano strane e incomprensibili. Vicino a sé sentì ron ricadere sulla sedia. Qualcuno le prese la mano. Non sapeva chi era. Non voleva saperlo. Si liberò. E corse via.

 

Ringrazio  piccy e Kagome per i commenti gentilissimi come sempre! Spero via piaccia anche questo capitolo…so di non aver sviluppato molto la guerra in atto,ma non mi piace molto come argomento e non sono brava ad approfondirlo!

 

A presto con il capitolo 11

 

Lily Black

 

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Capitolo 11
*** Tra le braccia dell'amore ***


Un’avvertenza importante: questo capitolo è leggermente, o molto rosso (Nc17)

Un’avvertenza importante: questo capitolo è leggermente, o molto rosso (Nc17). Chiedo scusa di questa novità, e non penso riaccada, ma ci stava bene in questo momento.

 

 

-ma era ovvio! se Hermione passa la notte con Malfoy, il Re del Sesso, cosa vuoi che abbiano fatto? giocato a carte?- ma Hermione non le ascoltava. stava guardando Ginny, che le rivolgeva uno sguardo duro, ma allo stesso tempo dolce. la rossa le prese le mani -il primo passo...è ammettere cosa avete fatto...- le sussurrò dolcemente. Hermione sentì di nuovo salirle le lacrime. -abbiamo...fatto sesso. IO E DRACO ABBIAMO FATTO SOLO SCHIFOSAMENTE SESSO!- urlò. Lavanda e Calì interruppero la loro discussione per guardarla spaventate. poi lanciarono un'occhiata a Ginny che annuì: essendo entrate da poco nella lista attentamente stilata di migliori amiche di Hermione, non sapevano ancora come comportarsi in ogni occasione. borbottando qualche scusa, uscirono dal dormitorio lasciandole sole. Ginny si alzò e si mise seduta di fianco a hermione, che ormai piangeva senza ritegno. -gli ho mandato un biglietto ieri sera, dicendogli che dovevamo incontrarci nella stanza delle necessità. io volevo chiarire perchè mi tratta sempre come se fossi una stronza. in 5 minuti abbiamo parlato, poi...poi ci siamo guardati e ...lui mi piace ancora e vorrei rimediare a ciò che è successo in passato. abbiamo fatto l'amore. ma che dico? l'amore? no! mi sono svegliata  e lui mi dice -non voglio storie serie!- e io come una stupida accetto! sono diventata una troia!- tirò su con il naso. Ginny le accarezzò i capelli -non sei una troia!- -sono andata con un puttaniere! questo fa di me una troia! e indossava la camicia!- -come?- chiese Ginny senza capire, ma Hermione non l'ascoltava -e mi dice che era tutto il pomeriggio che voleva baciarmi, da quando mi ha visto mezza nuda al bagno dei prefetti!- -e perchè ti ha visto mezza nuda al bagno dei prefetti?- -aveva dimenticato l'asciugamano! e ora l'ho visto entrare nella stanza delle necessità con un' altra!ma io dico, non gli si stanca mai il suo- -ok, Hermione calmati!- la interruppe ginny -e poi cos'è questo odore di fumo? vi ho detto mille volte di non fumare qui dentro!- concluse disperata gettando il viso tra le mani. Ginny l'abbracciò -shh, calma... ascoltami, devo guardare avanti! trovati un altro.- -io ci ho provato con Ron...- -sì, bè, vedi, ti è successo l'inverso di ciò che accade di solito.- -non ti seguo- ammise Hermione cominciando ad asciugarsi gli occhi -vedi, quando una ragazza innamorata si lascia, solitamente le ci vuole molto tempo prima di riprendersi e con il passare di questo, si trova nuovi ragazzi. tu invece all'inizio sembravi felice, ti sei subito trovata un altro. poi ti sei lasciata e sei entrata ora, a scoppio ritardato, nella crisi post rapporto con Draco. e non va bene! lui ormai è troppo...tenebroso, oserei dire pericoloso per te! devi fare nuove avventure!- a quel punto Hermione s'infiammò di nuovo -e riecco sta storia delle avventure! ma vi siete messi tutti d'accordo con Blaise?- -ecco, brava, perchè non parliamo di lui? ultimamente vi ho visti...intimi...- -non posso passare da un puttaniere a un altro puttaniere!- obbiettò Hermione, con una nota di tristezza nella voce. Ginny la osservò: questo voleva dire che Zabini non le era poi così indifferente? Hermione si alzò -ora ho una lezione. grazie Ginny.- la rossa la seguì, poi l'abbracciò brevemente. aprirono la porta e scesero le scale.

 

Hermione cercò di togliersi dalla mente quel ricordo. Quel giorno così lontano,dove aveva sentito Ginny vicina, come sempre. Una vera amica. Alzò le mani, bagnando il viso con l’acqua calda. Era tornata a casa dall’ospedale e ora si era immersa nella vasca da bagno. Era un’ora che era lì dentro. Le lacrime si mischiarono con l’acqua insaponata e scivolarono via. Finalmente decise di uscire. Si legò l’asciugamano al petto e scese in cucina con i capelli bagnati. Sapeva che probabilmente quella sera sarebbe stata sola in casa. Si sedette al tavolo, le mani che si stringevano. E rimase lì. Non sapeva quanto. Un’ora, forse. Due. Quel che era certo era che quando Draco fece il suo ingresso in cucina fuori era già buio. Non sembrava stupito di vederla lì, gli occhi rossi, le mani che recavano i segni della battaglia, così come le gambe che spuntavano dall’asciugamano. –ciao.- Hermione non rispose. Draco si tolse il mantello e lo lasciò cadere sulla sedia. –è buio qui dentro.- notò il biondo. –quella basta.- le rispose la voce lieve di Hermione. Draco capì che si riferiva alla candela che lei aveva fatto apparire quando era sola perché non aveva voglia di alzarsi per accendere la luce.          –certo…hai fame? Cucino qualcosa…- propose Draco. Hermione scosse la testa. Draco scrollò le spalle. –ok.- andò al frigorifero e lo aprì. tirò fuori due birre babbane. Le stappò battendo l’estremità dei tappi l’una contro l’altra. Una la posò nel tavolo davanti a Hermione. L’altra la portò alla bocca e ne bevve una generosa quantità. –bevi.- mormorò, rivolto alla ragazza. Hermione scosse la testa. I capelli, ancora umidi, si mossero sulle spalle nude. –no.- -vuoi lasciarti morire di fame e sete?- -la mia vita non deve interessarti.- Draco sospirò –so che sei scossa per Ginny, ma…- -tu non la devi nominare!- scattò Hermione con rabbia inaspettata, facendo cadere la bottiglia a terra con uno schiaffo. Stava guardando furiosa Draco. Lui si limitò ad osservare la bottiglia andare in mille pezzi. Non sembrava affatto turbato. –non fare scenate da bambina, Granger.- -altrimenti? Cosa fai? Mi torturi? Mi uccidi? Come ha detto voldemort, tu non hai problemi a farlo! Avanti, lanciami un cruciatus!- Draco continuò a bere, osservandola gelido. Hermione aveva uno sguardo folle. Rideva senza gioia. –hai paura Malfoy? Che fallito di Mangiamorte che sei!- continuò a ridere. Draco posò la bottiglia sul tavolo –taci, Granger.- -oh, che paura che mi fai! Sei ridicolo! Sei un assassino, un bastardo e un ipocrita! Sei un- ma non potè continuare, perché Draco gli si avventò addosso. Le strinse con forza un polso, obbligandola ad alzarsi. Hermione strillò, stupita. Draco con slancio la spinse al muro. –lasciami!- -cosa sono io? Ripetilo.- ordinò Draco, il viso a pochi centimetri dal suo, gli occhi così grigi che minacciavano una tempesta. Hermione cercò di spingerlo via. –non mi devi toccare!- sibilò, mentre una mano cercava di prendere la bacchetta che Draco teneva in tasca. Lui se ne accorse, e la precedette, staccandola con forza dal muro e spingendola contro un mobile. Hermione gemette dal dolore. –mi hai chiesto di torturati. Vuoi che lo faccia? Vuoi che ti ammazzi? Dimmi ancora che sono ridicolo e giuro che ti uccido, Granger giuro che ti ammazzo con le mie mani!- Hermione spalancò gli occhi. Era davvero arrabbiato. Ma non aveva paura. Sorrise, strafottente –vorrei solo che tu ci provassi.- la mano di Draco andò a stringerle la gola, buttandole indietro la testa che subito incontrò il mobile con un rumore secco. Il dolore invase Hermione, che rise più apertamente. Le dita di Draco la stringevano e già cominciava a respirare male. –non devi provocarmi, Mezzosangue…- Draco, sempre stringendole la gola, la spinse ancora contro il mobile. Hermione cominciò ad annaspare leggermente –avanti, continua Malfoy, uccidimi!- ancora una spinta. E, Hermione se ne accorse come da lontano, l’asciugamano si allentò e scivolò leggermente in basso, lasciando scoperta una parte abbandonate del suo petto. Draco lo sentì subito e abbassò lo sguardo. Hermione si mosse leggermente, la mano di Draco che le faceva male. Draco alzò gli occhi e si avvicinò con il viso a lei –cos’è, un tentativo di persuadermi, Granger?-                                     -assolutamente no.- sibilò, ed era vero. Era così arrabbiata con lui che l’idea di poter fare dell’altro la disgustava e basta. Almeno in superficie. Ma sentì la mano di Draco allentare la presa intorno alla sua gola, e lei ricominciò a respirare, tossendo. Le dita di Draco erano ferme, lievi sopra il suo collo. Poi cominciarono ad accarezzarlo. –vedi? Sei codardo. Non vuoi uccidermi perchè temi cosa succederebbe dopo. – Draco non rispose, ma continuò ad accarezzarle il collo. Hermione gli fermò la mano e gliela strinse, con rabbia –toglila subito. Non devi toccarmi. Non voglio. Mi fai schifo.- un ghigno malefico tornò nel viso di Draco. –ti faccio schifo?- si liberò dalla stretta della mano di Hermione. Lasciò che la sua scendesse, piano, fino al seno scoperto della ragazza. Andò a stuzzicare lentamente un capezzolo, mentre con gli occhi continuava a guardare Hermione. Il suo sguardo era stupito, ma non arrabbiato. Anzi…Draco rise, esuberante –non mi sembra che ti dispiaccia Granger.- Hermione lo fulminò con lo sguardo –lasciami…- Draco avvicinò la bocca al suo orecchio –sii più convincente. Potrei pensare che ti piaccia…e allora continuerei…-                La sua mano si chiuse sul suo seno sinistro e lo strinse, strappando un gemito a Hermione, che si mosse piano. Le labbra di Draco cominciarono a baciarle il collo. Hermione chiuse gli occhi. La schiena era pervasa da brividi. E Draco non poteva non accorgersene. La mano liberà andò all’asciugamano e lo fece scendere ancora, fino all’ombelico. Hermione inarcò involontariamente il ventre. Draco sorrise –sai cosa voglio, piccola? Voglio fare l’amore con te. Adesso. Voglio di nuovo, dopo mesi, toccare ciò che più mi manca e baciarti e…e farti mia. Per tutta la notte. E so che lo vuoi anche tu.- -no..- sussurrò Hermione. –no?- chiese Draco. –allora…- lasciò cadere le mani e si allontanò di qualche centimetro –posso andarmene- disse serio. Fece un passo indietro, ma Hermione avvicinò di nuovo il suo corpo e corse a cercare le sue labbra. Le baciò, dolcemente, pregandolo di aprire la bocca per accrescere quel bacio. Draco sorrise e l’allontanò leggermente

 –pensavo non volessi Hermione.- -non voglio…ma ti desidero.- -davvero?- Hermione annuì.          –bene..- Draco l’alzò dai fianchi e Hermione circondò con le gambe quelli di Draco –andiamo di sopra-. La portò nella sua camera dal letto e la stese. Si sedette sul suo bacino, trattenendo il peso del corpo per non farle male e la guardò. Una fitta gli attanagliò il cuore. Era bella. Sdraiata sotto di lui, semi nuda, le braccia che si coprivano leggermente. il viso dolce, gli occhi che esprimevano desiderio allo stato puro. Un desiderio che gli trasmetteva solo con uno sguardo. Era così bella e così fragile che Draco per un attimo ebbe paura di farle male, e si sentì male nel vedere i segni rossi attorno alla gola delle sue dita. Ogni traccia di esuberanza lasciò il viso di Draco che regalò alla ragazza uno sguardo totalmente dolce… e innamorato. Hermione arrossì leggermente, senza motivo. Draco si chinò leggermente e le sfiorò le braccia. Quando parlò la sua voce era delicata come non lo era mai stata in tutti quei giorni. – voglio davvero fare l’amore con te. Ma non voglio costringerti. Non voglio farti del male.- Hermione alzò una mano, tremante, e gli accarezzo i capelli biondi –mi faresti male solo se mi lasciassi adesso.- rispose, con voce roca. E a Draco sembrò di entrare in paradiso. Dolcemente tornò a baciarla. Hermione lo abbracciò introno al collo e dedicarono molto tempo per quel bacio. Poi, lentamente, la mano di Draco scese ad accarezzare la pelle di Hermione, delicata, fermandosi nei punti che sapeva che provocano particolare piacere alla ragazza, come l’incavo del collo, o appena sopra l’ombelico. Le sue dita tornarono ai suoi seni, accarezzandogli con tanta dolcezza da essere quasi una tortura. Hermione cominciò a sbottonargli la camicia, con urgenza, con un forte desiderio di poter riaccarezzare il suo petto. Sospirò quando sentì sotto le sue dita la pelle di Draco, i pettorali scolpiti, le cicatrici dei graffi della battaglia. Draco tolse definitivamente l’asciugamano che ancora aveva Hermione, lasciandola completamente nuda sotto di sé. Nuovamente, la guardò. –Dio, sei bellissima.- Hermione trattenne il respiro, quando sentì la mano di Draco insinuarsi tra le sue gambe. Le sue dita si muovono leggermente dentro di lei, per dargli quel piacere che solo lui poteva provocare. Tirò indietro la testa, i boccoli castani che cadono sul cuscino, e gemette leggermente. Draco la guardò con ammirazione, sentendosi minuscolo davanti a quella bellezza che emanava in quei momenti. Una bellezza pura. Velocemente si liberò dei Jeans. –allora sei sicura?- le sussurrò sulle labbra. Hermione lo baciò con passione. E come risposta poteva bastare. Draco afferrò dolcemente i suoi fianchi, alzandola leggermente. e piano, con delicatezza, entrò in lei. Hermione chiuse gli occhi. –ti prego…guardami…- gli occhi della ragazza questa volta lo osservano stupiti. –posso?- Draco sapeva a cosa era dovuta quella domanda…a un episodio passato. Erano da poco tornati insieme e, non ricordava come, lui le chiese se sapeva che differenza c’era tra il sesso e l’amore. Hermione rimase un attimo in silenzio. Poi Draco rispose –quando faccio sesso, solo sesso, non guardo mai negli occhi la ragazza che è con me.-

In quel momento Draco chiedendogli di guardarlo degli occhi, la riempì di felicità. –devi.- cominciò a muoversi, lentamente. Aveva paura di farle del male, la sentiva così fragile. Le mani di Hermione gli strinsero la schiena, forte quanto forte era il suo piacere. Draco aumentò la velocità, sentendo Hermione muovere il bacino a ritmo con lui. E in un tempo che sembrava lungo e breve, raggiunsero il piacere insieme, in totale armonia. Draco si lasciò cadere su di lei. E sentì le sue braccia stringerlo forte. alzò il viso, posando il mento poco sopra i suoi seni –ti amo.- gli occhi di Hermione si riempirono di lacrime al suono di quelle parole. Gli accarezzò il viso e Draco le baciò la mano –l’hai detto così bene…- -perché è vero.- Hermione deglutì, con un’emozione enorme dentro il petto, il cuore che le batteva all’impazzata. – ti prego, stringimi…- Draco scivolò vicino a lei nel letto, tirandosi un po’ più a sedere e l’abbracciò. Hermione si rannicchiò contro il suo petto, l’orecchio che udiva distintamente i battiti del cuore di Draco. Le sue braccia forti introno alle spalle fragili di quella piccola Dea. Erano al centro dell’armonia totale, in un momento di pace che in molti bramano ma a pochi è permesso conoscere. Erano tra le braccia dell’amore.

Un bacio e un grazie a chi ha recensito e chi ha solo letto. Non posso rispondere ai vostri commenti adesso e mi dispiace molto! Recupererò alla prossima, lo prometto! Ah, se v’interessa ho iniziato una nuova fic: A walk to remember.

 

Buon Anno Nuovo a tutti!

 

Lily Black

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