The one I want

di WtFerdie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Stupid guy! ***
Capitolo 2: *** What the hell? ***



Capitolo 1
*** Stupid guy! ***


Mi guardai allo specchio. Capelli rossi raccolti in una treccia, tremendamente bassa e gracile. Indietreggiai fino a potermi vedere completamente nel riflesso. Indossavo una camicetta con dei fiorellini e una gonna. Mi sentivo ridicolo!
“Akane, ripetimi ancora perché lo sto facendo!”
Entrò in camera ridacchiando.
“Stai bene.” Mi sorrise.
“Certo, non sei tu quella che sta andando ad un appuntamento con Kuno!”
“Suvvia, abbiamo studiato il piano nei minimi dettagli: ti presenti, andate verso la panchina al centro del parco, ti bagno con l’acqua bollente e capirà.”
Mi mise un fiore bianco tra i capelli e si diresse verso la porta.
“Akane.”
Si voltò verso di me sorridendo.
“Dimmi, Ranma.”
“Perché lo stai facendo?”
Ridacchiò ancora e se ne andò.
 
Più mi osservavo e più mi sentivo ridicolo. “Se non altro me lo tolgo di torno.”  Sentii tirarmi la gonna, mi girai.
“Ranmaaaa, fatti toccare!”
Era quel vecchio maniaco di Happosai. Mi saltò addosso e gli diedi un pugno.
“Vecchiaccio tieni le mani a posto!”
Se ne andò.
 
Scesi le scale e raggiunsi Akane che mi aspettava all’entrata con Shampoo. Insieme ci incamminammo verso il parco. Appena arrivammo Shampoo si diresse verso il centro del parco con un termos d’acqua bollente, io e Akane aspettammo Kuno al laghetto. Erano soltanto le tre del pomeriggio, mancava un’ora all’appuntamento.
“A-Akane:”
Si voltò verso di me, sorridendo come al solito.
“Dimmi.”
“Secondo te, un giorno, riuscirò a tornare come prima?”
“Io, non so. Però sperò che succederà.”
“Sai, mi sono stancato di essere rincorso da quei maniaci. E tu di certo non hai problemi.”
“Cosa stai insinuando!?”
Si alzò dalla panchina dove eravamo seduti e mi fissò.
“Sto dicendo che tu non hai un minimo di sex appeal.”
“Va al diavolo!”
Se ne andò lasciandomi da solo sulla panchina.
 
In lontananza vidi un ragazzo correre verso di me. Era Kuno.
“Ragazza-col-codino!!”
Si fiondò su di me e mi strinse a se. Lo spinsi via.
“Giù le mani!”
“Era da tempo che spettavo un appuntamento con te. Certo sarebbe stato meglio se ci fosse anche Akane.”
Sorrise come un’ebete. Approfittai della sua distrazione per cercare di svignarmela.“Che idiota!” Quando se ne accorse mi venne dietro.
“Ragazza-col-codino, aspettami! Dove stai andando?”
“Zitto e seguimi.”
“Oh, ma che bello. Vuoi farmi una sorpresa per il nostro primo appuntamento?”
Non gli diedi retta e continuai a camminare.
 
Vidi la panchina e Shampoo in attesa sull’albero.
“Kuno, che ne dici di sederci su quella panchina?”
“Ragazza-col-codino, per te questo e altro.”
“Che idiota!”
Ci sedemmo.
“Senti, Kuno, ho provato un sacco di volte a dirti che io”
“Lo so, tu mi ami. Non c’è bisogno che me lo dici e”
Gli misi una mano davanti alla bocca per zittirlo.
“Senti, testa cavolo! Io sono Ranma, zucca vuota che non sei altro.”
Feci segno a Shampoo che mi rovesciò addosso il contenuto del termos. Avevo di nuovo i miei capelli neri, ero di nuovo alto e, cosa più importante, un ragazzo. Kuno rimase a bocca aperta.
“Adesso hai capito?”
“Com’è possibile?”
“Quando sono andato in Cina ad allenarmi alle Sorgenti Maledette sono caduto nella Fonte della Ragazza Annegata. Quindi con l’acqua fredda divento una ragazza.”
“Ranma, non c’è bisogno che ti inventi queste storie per nascondere il fatto che la Ragazza-col-codino è dovuta andare via. E per questo andrò a cercarla!”
Se ne andò di corsa urlando. Shampoo scese dall’albero e mi rovesciò dell’acqua fredda addosso. Preferivo sentirmi ridicolo come ragazza che andare in giro in gonna con sembianze maschili.
“Lanma, ma quel ragazzo è davvero così stupido?”
“Già.”
Mi alzai e mi incamminai verso casa cercando di non farmi vedere da Kuno. Quando arrivai a casa aprii la porta e qualcosa mi colpì in testa.
 

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Capitolo 2
*** What the hell? ***


“Ranma, svegliati.”
“C-cos’è successo?”
Avevo mal di testa e non ricordavo più nulla. Mi guardai in torno.
“Dove mi trovo? E chi sei tu?”
“Sono Akane, sei a casa, ricordi?”
Cercai di rialzarmi e lei mi aiutò.
“Io non ricordo. So solo che mi chiamo Ranma.”
“Dev’essere stata la botta in testa. Scusa!! Non volevo lanciarti quella statuetta in testa.”
Si alzò e uscì dalla stanza. Comparve poco dopo assieme ad un grosso panda. Mi misi ad urlare.
“Cos’è quel coso?! Portalo via!!”
Comparve un altro uomo con una teiera e rovesciò il contenuto sul panda. Ora c’erano una ragazza e due uomini.
“Il p-panda è un’u-uomo?!”
L’uomo, che poco prima era un panda, si avvicinò a me.
“Ranma, ragazzo mio, sono tuo padre.”
“T-tu sei cosa??”
Svenni. Quando mi risvegliai la ragazza era seduta in fondo al letto.
“Come ti chiami?”
Si voltò verso di me e sorrise.
“Io sono Akane.”
“Anche se non ricordo chi sei mi sembra di conoscerti da anni.”
“Ci conosciamo da più di due anni infatti.”
Continuava a sorridere. Si alzò dal letto e andò verso la scrivania vicino alla finestra. Prese una tazza, la riempì con del tè e me la porse.
“Sei molto carina con me.”
Arrossì.
“I-io? No, faccio s-solo quello che devo fare. Vado ad a-aiutare mia sorella in cucina.”
“Certo che è davvero strana.”
 
Verso mezzogiorno andai in sala. C’erano parecchie persone a tavola: l’uomo-panda, un uomo sulla cinquantina, uno che sembrava avere più di duecento anni, due ragazze e Akane. Kasumi, una delle ragazze, dopo aver mangiato, mi chiese di accompagnare Akane a fare la spesa. Accettai.
 
Mentre camminavamo con le borse in mano qualcuno cominciò a urlare dietro di noi.
“Ranma, fermati e combatti se ne hai il coraggio!”
Mi pareva di averlo già visto. Aveva i capelli neri e una fascia gialla a macchie nere in testa.
“Scusa, ma.... tu chi sei?”
“Cosa vul dire ‘chi sono’? Io sono Ryoga Hibiki. Sono venuto a sfidarti e batterti.”
Ero perplesso. Cominciò a dare calci e pugni che schivai con estrema facilità.saltai indietro sulla ringhiera del lago e poi spinsi il ragazzo in acqua.
“Ranmaa, sei un uomo morto!”
“Scusa ma devo andare.”
Raggiunsi Akane e tornammo a casa.
 
Mi distesi sul prato in giardino. Chiusi gli occhi. Qualche minuto dopo si sedette di fianco a me una sorella di Akane.
“Ranma, ti posso parlare?”
“Certo.”
“Senti, mi chiedevo se... ti piace Akane?”
“Be’, credo di si. Perchè?
“Credo che anche lei provi lo stesso. Dato che hai perso la memoria pensavo che potresti dirle ttto. Si sente molto in colpa per l’incidente.”
Non risposi e si allontanò facendomi l’occhiolino. Forse dovevo fare come mi aveva suggerito. “Ma se poi faccio la figura dello scemo?” Decisi di non fare nulla per un po’. Mi alzai e mi diressi in cucina per uno spuntino. Mentre mi mangiavo un paniono sentii delgli strani rumori provenire dal retro. Per curiosità andai a vedere. Akane in un angolo si stava allenando. Devo ammettere, è carina, ma non ha un briciolo di femminilità! Si accorse di me.
“Oh, ciao, Ranma. Ti va di allenarti con me?”
“Non vorrei farti del male, dopotutto sei una ragazza.”
“Sei sempre il solito. Secondo me hai solo paura che sia io a farti male. Tranquillo ci andrò piano.”
“Se insisti...”
È proprio testarda.
Dopo un po’ che lottavamo, e come al solito uno schiva l’altra e viceversa, finii sulle pietre della fontana del giardino e scivolai dentro trascinandola per un braccio. Tornai ragazza e, come se non bastasse, un pesce mi diede una pinna in faccia e scappò.
“Maledetto, se ti prendo ti faccio diventare del saporitissimo sushi!”
Akane si mise a ridere.
“Che c’è?”
“Sei davvero buffo quando ti arrabbi.”
“Ah, la metti così?! E tu sei più carina quando sorridi.”
Diventò tutta rossa. E si rialzò. Le allungai una mano.
“Mi aiuti?”
Le fece per aiutarmi, ma la ributtai giù. Senza farci caso la baciai. Fu davvero bello… finchè non vidi sbucare P-chan. Non avevo idea come fosse possibile ma mi colpì alla testa con una teiera piena d’acqua, poi più niente. Svenni ancora.
 
Poco dopo mi risvegliai. Subito vidi mio padre preoccupato.
“Figliolo, stai bene?”
“Papà che è successo?”
Sbucò anche Kasumi dalla porta.
“Ranma! Finalmente sveglio, come ti senti?”
“Strano… ma che è succeso?”
“Non ricordi niente?”
“Si, ricordo che stavo tornando a casa e qualcosa mi ha colpito…”
“Quindi non ti ricordi di aver baciato Akane?”
Mi tirai subito in piedi.
Io avrei fatto cosa?? Neanche peridea!”
Akane mi tirò un pugno dritto in faccia; non mi ero accorto fosse nella stanza.
“Ti preferivo quand’eri meno cafone e insensibile.”
Se ne uscì arrabbiata dalla stanza seguita da Kasumi.
“Tutte uguali le donne… Se la prendono sempre per niente!”
Mio padre mi ammonì dicendo che dovevo mostrare un minimo di rispetto e poi se ne andò per farmi riposare un po’.
Rimasi ancora qualche minuto a pensare. “Davvero ho baciato Akane?” ignorai il tutto e me ne tornai a dormire.
 
 
Scusate tanto se ci ho messo quasi un anno a terminarla, ma ho avuto un sacco da fare!!! Spero vi piaccia comunque, anche io non penso di aver fatto del mio meglio… sta a voi a decidere, alla prossimaaa :D

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