Il frutto del peccato

di Lena1897
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La prima volta ***
Capitolo 2: *** Primo giorno ad Hogwarts ***
Capitolo 3: *** Mezzogiganti, Ippogrifi e infermiere impiccione ***



Capitolo 1
*** La prima volta ***


Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, sono di proprieta di J.K Rowling e della casa editrice che pubblica la saga. Io scrivo solo per dilettare me stessa e spero gli altri, senza guadagnarci un euro.

Numero Parole: 500 esatte
Personaggi: Draco, Mela, Dobby (accennato), Lucius (accennato), Narcissa (accennato)



 
La prima volta

La prima volta che si videro Draco nemmeno se la ricorda. E’ troppo indietro nel passato. Si conoscevano già, si piacevano. Ma lui capì che lei era necessaria alla sua stessa sopravvivenza solo a cinque anni. 
I suoi genitori erano usciti lasciandolo in balia di quel pazzo di Dobby, l’elfo domestico, che stava dando craniate contro il marmo del camino della grande sala perché avevano finito i cioccolatini svizzeri preferiti del giovane Malfoy. Che affronto. Suo padre l’avrebbe saputo. 
Intanto però il pancino del principino di casa brontolava rumorosamente e minacciava di minare la viziata tranquillità di un pomeriggio passato a staccare le piume dalle code dei pavoni albini di Lucius. 
Così Draco, che era un bimbo grande, capì che doveva provvedere da solo al suo sostentamento e si avventurò in cucina. Dapprima quel luogo gli parve assai estraneo ed anche un po’ pericoloso, era pienissimo di oggetti che non conosceva.
E poi la vide. 
Su una mensola, troppo in alto, bella come niente che avesse mai visto prima. In un cesto colmo di frutta freschissima lei spiccava per quel suo verde brillante e per la superficie liscia, lucida, impeccabile. Era degna di lui. Se la frutta avesse avuto il sangue a scorrerle dentro quella sarebbe stata di certo una Purosangue. Quella mela verde doveva finire sotto i suoi perfetti dentini da latte.
Ma come abbiamo detto era troppo in alto e Dobby era ancora intento a punirsi contro la credenza preferita di Narcissa. Come fare per raggiungerla? Prendere una sedia? Ma i pezzi d’antiquariato del suo maniero erano troppo pesanti perché lui ce la facesse a spostarli. Una lacrima di disperato orgoglio inumidì l’angolo dell’occhietto grigio. 
- Melaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa - urlò disperato, tendendo il braccino con uno spasmo di struggente dolore. Accadde qualcosa di inspiegabile, come un turbine che squassò il petto del piccolino e lo fece sentire tutto un fremitino . Visse quegli attimi di irreale godimento dovuti a qualcosa che non si sapeva spiegare con il trasporto appassionato di tutti i bambini. E l’istante dopo il pomo gli arrivò tra le mani. 
Lui lo osservò, stupito. Si vide riflesso sulla buccia bellissima e si innamorò di sé stesso, del frutto e della magia che li aveva uniti. Fu allora che capì che era stato lui a farlo, che era un mago, un signor mago. Potente come il suo papà e bello come la sua mamma.
Il pomo rivelatore venne investito del merito di quella rivelazione e Draco se lo strinse al petto con ardore giovanile prima di portarlo alla boccuccia rosata e dargli un bacino.
- Grazie - mormorò timidino. Tanto nessuno lo avrebbe saputo, erano soli, lui e la sua mela. 
Per suggellare quell’unione voluta dall’alto il piccolino guardò ancora una volta il suo frutto e poi con lentezza quasi rituale stampò un morsetto sulla sommità, a poca distanza dal picciolo. Un morso e poi un altro finchè non la divorò. Poi guardo il torsolo, si toccò la pancia e senteziò:
- Ora siamo una cosa sola.

 
***


Angolo autrice: Se proprio dovete tirarmi della frutta tiratemi delle succose mele verdi, così poi le giro a Dracuccio *-*

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Capitolo 2
*** Primo giorno ad Hogwarts ***


Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, sono di proprieta di J.K Rowling e della casa editrice che pubblica la saga. Io scrivo solo per dilettare me stessa e spero gli altri, senza guadagnarci un euro.

Numero Parole: 500 esatte
Personaggi: Draco, Mela, Dobby (accennato), Lucius (accennato), Narcissa (accennato), Pansy (accennato), Harry (accennato), Tiger e Goyle (accennati)



 
Il primo giorno ad Hogwarts


La prima notte ad Hogwarts non fu l’esperienza esaltante che si aspettava. Certo Draco non l’avrebbe mai ammesso, perché non era un comportamento da Malfoy, ma gli mancavano molto i suoi genitori. Il fatto che nessuno gli avesse rimboccato le coperte gli aveva procurato uno stato d’ansia così forte che aveva continuato a svegliarsi ogni ora fino a che non era arrivato il momento di alzarsi per la colazione. 
Mentre indossava la divisa, attento ad annodare con cura il cravattino dei Serpeverde gli venne da pensare che non sarebbe andato nel giardino di Malfoy Manor, ancora perfettamente in fiore grazie ad un incantesimo da pollice verde. Non ci sarebbero stati pavoni albini ad esibire la coda a ruota per salutare il suo superbo passaggio. Non avrebbe trovato suo padre a leggere la gazzetta del profeta con aria assai annoiata e i capelli già perfettamente piastrati. La bella Narcissa non sarebbe stata impeccabilmente truccata e con abito lungo, nemmeno stesse per andare a ricevere un ordine di Merlino prima classe, ed intenta a tiranneggiare su Dobby che intanto sbatteva il piede contro il muro per punirsi di qualche errore che aveva sicuramente commesso. 
Questo insieme di mancanze causò l’acuirsi di quel broncio che lo accompagnò per i corridoi mentre, svogliato e scontroso, raggiungeva la Sala Grande. Certo gli altri scambiavano quell’atteggiamento per il classico piglio superbo tipico della sua famiglia, così Purosangue e ricca da sentirsi in diritto di ignorare chiunque altro. Nessuno sospettò mai che Draco si sentisse semplicemente triste e solo. Sedutosi al tavolo della sua Casa guardava tutti strafogarsi con le leccornie offerte dalla scuola. Ma il suo stomaco si rifiutava di ingerire qualunque cosa, almeno finché gli occhi grigi non si fermarono su un cesto di frutta. Lì, sulla vetta, una bellissima e succosa mela verde…
- Mela… - Disse con sguardo sognante e nostalgico, ma anche colmo di sollievo. Ricordò i  tanti pomeriggi passati a sgranocchiarne una mentre giocava a staccare le piume ai pavoni o a freccette sul corpo degli elfi domestici. Tese il braccio e l’afferrò e quando diede il primo morso si sentì un po’ più a casa. Cominciò a parlottare con due scimmioni dall’aria poco intelligente che erano nel suo stesso dormitorio. Erano così idioti che gli ricordavano Dobby. Piano piano il malumore svanì, non gliene importava nemmeno che Harry Potter l’avesse snobbato. A lui non serviva mica quello sfregiato per essere famoso, lui era Draco Malfoy, era fico a prescindere. Più addentava quella mela più il suo sorrisino si faceva spavaldo. Una ragazzina dal caschetto nero lo guardava sospirante mentre posava la bocca avida sul frutto e lui lo capì che quella lì, con la faccia da cane, già aveva una cotta per lui. Quando si alzò per raggiungere l’aula per la prima pozione, indugiò più del dovuto e posò il torsolo spolpato su uno dei piatti con cura.
- Grazie - mormorò riconoscente. E tronfio s’incamminò per i corridoi del luogo che sarebbe diventato sicuramente il suo regno, un giorno.




Angolo autrice: Sì, ci ho messo un po' ma sono tornata, complice l'aver finito gli esami all'università e tutto il resto. Se perdete tempo a leggere, provate a perdere anche solo un minutino per farmi sapere cosa ne pensate :)

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Capitolo 3
*** Mezzogiganti, Ippogrifi e infermiere impiccione ***


Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, sono di proprieta di J.K Rowling e della casa editrice che pubblica la saga. Io scrivo solo per dilettare me stessa e spero gli altri, senza guadagnarci un euro.

Numero Parole: 675 esatte
Personaggi: Draco, Mela, Madama Chips, Hagrid, Harry Potter, Fierobecco, Pansy, Tiger, Piton (accennato), Hermione (accennato), Lucius Malfoy (accennato)


 

Mezzogiganti, Ippogrifi e infermiere impiccione


C'erano cose che lui proprio non riusciva a capire. Una di queste era per esempio come avessero dato la licenza elementare a Tiger e un'altra era perché Piton rifiutasse con tanta insistenza di farsi uno shampoo, eppure suo padre si era offerto un sacco di volte di suggerirgli i prodotti giusti per il suo tipo di capelli. Tuttavia la cosa che proprio, anche sforzandosi con tutto sé stesso, non riusciva a comprendere era cosa cavolo si fosse fumato Albus Silente quando aveva dato il posto di professore di Cura delle Creaute Magiche a Rubeus Hagrid. Seriamente, quando doveva aver rullato un mix di Tranello del Diavolo e foglie di Mandragora se no non c'era spiegazione.
Quel Mezzogigante idiota se ne stava lì a crogiolarsi tutto contento ed imbarazzato con Pottino coccolino al suo fianco che gli faceva da spalla mentre coccolavano un orrendo coso a metà tra un cavallo ed un uccello.
«Questo è quello che succede quando fai accoppiare un ronzino con un pennuto. Aborti orribili. Ecco perché non si dovrebbero mischiare le specie» sentenzio saggio diretto alla sua cerchia di ammiratori «Per esempio se prendi un Babbano e un castoro poi ti ritrovi in giro una noiosa Sanguesporco come la Granger» Pansy Parkinson rise così forte che fu costretta a chinarsi e tenersi la pancia. Era ampiamente stufo dello spettacolino del Bambino-che-è-sopravvissuto-per-rompere-le-palle-al-prossimo così senza troppa gentilezza, mentre il resto della classe si dilettava con altri di quei cosi, gli Ippogrifi, lui si avvicinò proprio a quello che aveva cavalcato Potter e lo squadrò con sufficienza. Prima si inchinò e la bestiaccia ricambiò e poi prese ad accarezzarlo.
«E' facilissimo. Lo sapevo, se ce l'ha fatta Potter... Scommetto che non sei per niente pericoloso, vero? Vero, brutto bestione»* prima che potesse accorgersene l'Ippogrifo si era rizzato sulle zampe e gli artigli letali avevano squarciato la stoffa della divisa penetrando la carne «Muoio!» continuava a strillare anche mentre quello scemo lo portava in infermeria e mentre Madama Chips, senza particolari sforzi ma con l'uso di due sole pozioni, tra cui l'essenza di Dittamo, gli rimetteva il braccio in sesto.
«Smetti di lamentarti, Malfoy. Ringrazia il cielo che quell'Ippogrifo non ti abbia calpestato del tutto» lo rimproverò, salvo poi spostare il suo sguardo di biasimo su Hagrid «Torni dalla classe, professore. Non vorrei altre lacerazioni da artigli per oggi» un congedo sbrigativo a cui Hagrid si piegò senza dire una parola, uscendo dall'infermeria ad occhi bassi.
Draco era ancora lì a gemere e lamentarsi osservando la cicatrice ancora fresca di un rosa troppo cotto.
«Il mio braccio non guarirà mai più. Sarò uno sfregiato come Potter» si lagnava piangendo in maniera infantile.
«Oh, non fare il melodrammatico, signor Malfoy. Fra due giorni il tuo braccio sarà come nuovo senza sfregi o cicatrici» ma il Serpeverde proprio non ne voleva sapere di smettere. Così Madama Chips, al limite dell'esasperazione appellò una mela da un cesto di frutta sistemato qualche comodino più in là, dove uno studente giaceva addormentato dopo un terribile attacco di dissenteria «Tieni, mangia e riposati. Torno a controllarti tra poco per somministrarti la seconda dose della pozione» disse quanto più conciliante le riuscì. Una volta che lei fu uscita Draco smise di lagnarsi. Effettivamente le pozioni avevano addormentato la zona non facendogli provare alcun dolore. Adesso teneva tra le mani una bellissima, succosa, consolatoria mela verde.
«Mela» sospirò più tranquillo, cominciando ad addentare la polpa succosa con estremo gusto e soddisfazione. Era giust'appunto arrivato agli ultimi morsi quando l'infermiera della scuola tornò per proseguire la medicazione. Lui la lasciò fare concentrandosi unicamente sugli ultimi istanti con la sua compagna amata. Le medicazioni e la merenda finirono quasi contemporaneamente. Con un piccolo sospiro Draco lasciò cadere il torsolo in un cestino della spazzatura non lontano, non prima di aver mormorato un «Grazie» Madama Chips, che distratta stava raccogliendo gli strumenti utilizzati sollevo lo sguardo incredulo sul giovanotto.
«Non c'è di che, signor Malfoy» disse con un tono estremamente comprensivo e dolce, allontanandosi sorridente. Draco di nuovo non capiva... lui stava ringraziando la sua amata mela!







*Frase ripresa dal libro "Harry Potter e il prigioniero di Azkaban"
Angolo autrice: L'unica cosa che tengo a precisare che quando Draco parla di Hermione non la chiama "Mezzosangue" ma "Sanguesporco" perché mi ha sempre urtato la traduzione sbagliata di quel termine che crea solo confusione, motivo per il quale nelle mie storie ho scelto di utilizzare due termini diversi, così com'era nell'originale (Mudblood è diverso da Halfblood).

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