Cuori ghiacciati nel Tempo.

di HystericalFirework
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Qualcosa che manca. ***
Capitolo 2: *** Sempre... una seconda possibilità. ***
Capitolo 3: *** Chiedere scusa. ***
Capitolo 4: *** Non una Serpe! ***
Capitolo 5: *** Due verità. ***
Capitolo 6: *** In mezzo come una Lavanda Brown. ***
Capitolo 7: *** Shakespeare era un babbano. ***
Capitolo 8: *** Vale dopo aver fatto l'amore? ***
Capitolo 9: *** 9. Ricordi e guai. ***



Capitolo 1
*** Qualcosa che manca. ***


Hermione Granger cammina per i corridoi di Hogwarts.
Hermione Granger cammina per i corridoi di Hogwarts con una pila di libri stretti al petto.
Hermione Granger cammina per i corridoi di Hogwarts con una pila di libri stretti al petto, il suo mondo è quello là da dopo la scomparsa del Signore Oscuro.
Harry e Ron sono chissà dove a far piazza pulita di mangiamorte mentre lei passeggia incurante nella Scuola di Magia e Stregoneria, persa nei suoi pensieri e malinconica come non era mai stata.
A scuola sono rimasti pochi dei suoi amici, ormai. E tornare a casa è fuori discussione: i suoi genitori non hanno più ricordi della sua vita, non sanno chi lei sia. 
Le sono rimasti solo tanti tomi impolverati e ancor più tristezza depositata sul fondo del cuore. E’ salva, è viva, non c’è più nessun pericolo.
I suoi amici… Già, i suoi amici. Forse sarebbe meglio dire Harry James Potter, il suo miglior amico, e Ronald Weasley, il ragazzo di cui si era innamorata tempo prima.  
Mi dovrebbe mancare?
La Grifondoro sospira dirigendosi verso l’aula di trasfiguazione.
Certo che ti dovrebbe mancare, tu lo ami!
Davvero? Hermione Granger ama davvero Ron Weasley?
Merlino, tu lo ami! E’ sempre stato così, era scritto, era destino.
E allora perché sente un vuoto che le consuma l’anima? Perché dal quarto anno, non ricorda esattamente come o perché, una parte del suo cuore è stata cancellata, e al posto di essa è rimasto solo un vuoto sordo e senza motivo?
Hermione Granger cammina per i corridoi di Hogwarts, con il cuore impolverato e una pila di libri stretta al petto, quando scappa in giardino senza motivo apparente, con le lacrime che si gelano sul volto.
 
 
 
Draco Malfoy oggi non ha proprio voglia di parlare.
Effettivamente, è da un bel po’ che non parla con nessuno. Certo, ci sono i convenevoli, le quattro parole scambiate per far capire che sì, sei ancora un essere vivente e senziente.
Sdraiato a pancia in su sulla neve, tenendosi abbastanza distante dal platano picchiatore, conta i fiocchi di neve che gli scendono sul petto.
Millenovecentosessantaquattro, millenovecentosessantacinque…
I pensieri si confondono nella distesa bianca mentre il biondo mago Serpeverde chiude gli occhi e s’immagina visto dall’alto: un puntino nero in mezzo a tutta la maestosità di quel bianco, una macchia, un’insignificante, piccola macchia.
Chi è Draco Malfoy?
Millenovecentonovantasei, millenovecentonovantasette…
Si domanda se è possibile sparire, se è possibile dimenticare.
Dimenticare gli occhi rossi, il viso da serpente, la voce bassa come un sibilo minaccioso e suadente al tempo stesso.
In questo momento, nel silenzio della neve, la cosa che gli riesce meglio è ricordare.
E di conseguenza autocommiserarsi.
Seguire sul suo avambraccio le linee sbiadite, ciò che rimane del suo tatuaggio.
Duemila, duemila e uno…
E la domanda si trasforma, come tutte le volte in cui lui chiude gli occhi.
La domanda non è più “Chi è Draco Malfoy?”.
La domanda è “Chi sarebbe ora Draco Malfoy se…?”.
Se, che cosa?
Se non avesse cancellato l’unica parte bella della sua vita?
Che poi, lei non si poteva definire parte della sua vita.
Lei era vita.
Draco non aveva mai più provato quella sensazione: la sensazione di essere accettato, di essere amato.
Duemilaundici, duemiladodici…
Inizia a non sentirsi più le dita, benché ben coperte dai guanti di lana.
E’ ora di andare: le lezioni cominceranno a breve.
Si alza, intorpidito, e scuote la brina dai suoi capelli e dalla sua uniforme. Fa un respiro profondo, muove due passi e va a sbattere contro qualcuno.
 
 
 
No, tra tutte le persone di Hogwarts doveva incappare proprio in lui.
Hermione è una di quelle ragazze che odia mostrare le sue debolezze, figuriamoci farsi vedere in lacrime dall’insopportabile Serpeverde Draco Malfoy.
Cerca di sorpassarlo, ma i suoi occhi grigi screziati d’azzurro la trafiggono, lui la prende per le spalle e la scruta.
- Hermione…- Hermione? Da quando quel bastardo si prende la briga di chiamarti per nome?
- Cosa vuoi, Malfoy?- risponde scocciata, asciugandosi le lacrime fredde col dorso delle mani e cercando di assumere un atteggiamento dignitoso.
Lui sembra riscuotersi dal torpore, come se si fosse ricordato solo ora che loro si sono sempre odiati, e sul suo volto si dipinge un sorrisetto che sa di superiorità.
- Niente, Mezzosangue. Piangi perché ti manca Weasley?
- Non sono affari tuoi, e ora se non ti dispiace, dovrei passare.
- Oh, la Granger deve andare in un angolino a frignare! Come vuoi, mezzosangue.
Hermione lo scansa in malo modo e con passo pesante si avvia lontano.
 
 
Intanto Draco vorrebbe strapparsi quella sua lingua biforcuta da Serpeverde, ma sa che è meglio così.
E’ meglio così.
Ironico che se lo ripeta tutte le volte che incrocia lo sguardo color cioccolato della Granger. 

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Capitolo 2
*** Sempre... una seconda possibilità. ***


- Signor Malfoy, oggi la vedo distratto… ha ascoltato almeno metà della lezione?
Il Serpeverde sembra riscuotersi dai suoi pensieri e abbassa la testa ghignando, i suoi occhi chiarissimi incrociano lo sguardo severo della professoressa McGrannitt, poi si gira per un attimo verso Hermione e mille espressioni si susseguono sul suo volto, troppo veloci per riuscire a distinguerne anche solo una.
Delusione, rimpianto, indecisione, angoscia, rabbia, desiderio.
La Grifondoro sembra non accorgersene, assorta com’è nei libri, incurante del mondo che la circonda. Poi alza lo sguardo.
Merlino, mi sarei dovuto girare prima!pensa quando Hermione lo trafigge acida con il suo sguardo acuto e perseverante.
 
 
- Facciamo un gioco, per imparare a sopportarci intendo. Ora, a turno, diremo una cosa che ci piace dell’altro- propone lei a braccia conserte.
- Mi piacciono i tuoi occhi- sussurra lui poggiando la fronte sulla sua e sorridendo.
- E a me piace il tuo sorriso, peccato che lo usi davvero poco.
- Però esiste- silenzio, la ragazza non continua il gioco, si guarda intorno, non è avvezza a certe situazioni, si morde il labbro.
- Non mi basta.
- Come?- domanda il Serpeverde, sorpreso.
- Ho detto…- lei si avvicina con passo incerto, la distanza si dimezza, i capelli disordinati di lei quasi gli toccano il viso.
- … che non mi basta- e le loro labbra si sfiorano, quasi timidamente.
Lei si scioglie subito da quel bacio, sorride e sparisce nei corridoi.
Draco rimane là per diversi minuti, contemplando l’oscurità. Sorride.
Piccola Grifondoro coraggiosa.
 
 
- Signor Malfoy- ripete la McGrannitt indignata.
- Mi può seguire in presidenza al termine della lezione?
- Certamente- risponde lui con un ghigno.
 Mentre lascia scivolare via gli ultimi rimasugli di ricordi e sogni dolorosi, si volta verso la Grifondoro e la trova stranamente turbata: lo sta osservando, sbigottita.
Impossibile, si ripete.
Sarà scioccata dal modo in cui si è rivolto all’insegnante, niente di più.
 
 
 
Hermione Granger, cosa ti è preso? si domanda la ragazza uscendo repentina dall’aula, evitando accuratamente lo sguardo di ogni essere vivente.
Da quand’è che le tue fantasie si sono incentrate su… no, non lo voleva neanche dire.
Okay, Hermione. Ron è lontano, ti manca un po’ il sesso maschile ultimamente, ma non è un buon motivo per sognare ad occhi aperti un bacio con…
Con Draco Malfoy.
E sembrava tutto così reale, così vivo, che per tutto il tragitto verso la sala comune dei Grifondoro, Hermione rimprovera se stessa.
Quando finalmente giunge nella sala comune della sua casa, vorrebbe lasciarsi andare sul divano con un buon libro e una cioccorana, ma entra così silenziosamente che Ginny e Lavanda Brown non si accorgono della sua presenza.
- Non lo trovi dolcissimissimissimo?
Ginny si morde il labbro di fronte alla compagna. E’ combattuta. Hermione la conosce così bene…
- Lav, a me non sembra giusto.
- Ma dai, si sa che tra di loro la scintilla si è spenta tempo fa…
- Però stanno ancora insieme, ricordatelo.
- Ma lui mi ha detto che non prova più niente, me l’ha garantito!
La sorella di Ron si accorge finalmente della presenza di Hermione e la saluta con un sorriso caloroso.
- Ehi ragazze!- le saluta con un cenno del capo. Non ha voglia di entrare anche lei nel giro di pettegolezzi serale, soprattutto dopo una giornata così… strana.
- Gin, ti aspetto in camera… voglio coricarmi un po’.
- Okay, ti raggiungo tra poco- le risponde la rossa Weasley con un sorriso gioviale.
Hermione apre la porta, posa i libri per terra e si lancia sul letto.
A pensare.
A cercare di non pensarci troppo.
In quel momento, nota sulla scrivania di Ginny una lettera da parte di Harry. Risale a qualche giorno fa.
Perché Ron non si faceva sentire da quando era partito? Era davvero troppo impegnato per rispondere alle lettere che lei gli mandava?
 
 
 
- Signor Malfoy, si rende conto da solo che la sua permanenza in questa scuola è in equilibrio precario, giusto?- Draco annuisce.
- E si rende conto che, nonostante io abbia cercato di discolparlo davanti al tribunale, su di lei ricade ancora l’accusa di omicidio di Albus Silente, vero?
- Ne sono consapevole.
- Ecco. Proprio per questo nei mesi che verranno deve dimostrare la massima disponibilità nella scuola e nei rapporti con gli altri per evitare l’espulsione definitiva.
Draco annuisce, assorto nei suoi pensieri.
La professoressa McGrannitt sembra addolcirsi e gli mette le mani sulle spalle.
- Draco, ti conosco dal primo anno in cui hai messo piede a Hogwarts, ho conosciuto tuo padre prima di te e…
- … io non sono mio padre- sibila il Serpeverde trafiggendola con lo sguardo.
- Forse non sei come tuo padre, ma allora lo devi dimostrare.
- Io… non posso.
- Perché, Draco?
- Io sono così- dice indicando se stesso - mi comporto in questo modo per salvaguardare una persona in particolare…
- Draco- lo riprende la McGrannitt sorridendo. - Il Signore Oscuro non c’è più, non tornerà mai più. Ora puoi essere chi vuoi, puoi amare chi vuoi.
Come faceva la professoressa a sapere tutte quelle cose?
- Ormai è troppo tardi- sussurra Malfoy alzandosi.
- A volte per proteggere le persone che si amano bisogna sacrificare se stessi.
- La vita ci dà sempre una seconda possibilità, Draco Malfoy- si sente dire dalla McGrannitt prima di sbattere la porta.
Una seconda possibilità. 

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Capitolo 3
*** Chiedere scusa. ***


Hermione sa che sarebbe meglio aspettare Ginny alzata, ma da una parte spera che lei decida di andare a dormire in camera di Lavanda così da lasciare lei sola con i suoi pensieri.
La Grifondoro non aveva proprio voglia di rincorrere il filo di strani sogni ad occhi aperti, né di pensare a Ron, alla sua fiducia in lui che andava ogni giorno scemando. 
Vorrebbe solo infilare la testa sotto il cuscino e urlare, urlare forte senza che nessuno la senta, piangere tutte le sue lacrime di delusione, di incertezza, di paura.
Di giorno è facile mentire a se stessi, ma di notte… di notte è tutta un’altra cosa.
La notte porta a galla tutte le incertezze, tutte le paure dell’essere umano.
E la signorina Granger non è di certo un’eccezione a questa regola: le domande la assalgono come enormi mostri a forma di punto interrogativo, cogliendola alla sprovvista.
Voldemort non è più una minaccia, allora perché continuo a temere?
Amo Ron, lui ama me, allora perché non sono felice?
Cosa serve ad una vita per renderla felice? L’amore c’è. La salvezza c’è. Ci sono gli amici.
Ma qualcosa manca.
E’ mezzanotte quando Hermione intuisce che Ginny non rientrerà in camera stanotte: forse aveva ancora tanto da parlare con Lavanda.
Decide di distendersi, di chiudere gli occhi, di far scendere qualche lacrima.
Però non si aspetta che quelle due lacrime diventino quattro, poi otto, poi venti.
A Hermione Granger - le costa molto ammetterlo- non piace più stare da sola.
Quasi ad esaudire il suo desiderio, sente bussare alla porta.
Alla fine Ginny ce l’ha fatta a tornare. Sia ringraziato il cielo.
Ma non si può far vedere in quelle condizioni: la piccola Weasley la considera quasi come una sorella maggiore e vederla distrutta le avrebbe fatto male.
Si asciuga le lacrime e si dà un contegno.
Apre la porta.
 
 
- Finalmente, pensavo che non arrivassi più!
Draco Malfoy sembra sorpreso e guarda Hermione con fare interrogativo, reclinando leggermente il capo e osservandola con fare interrogativo.
La giovane strega sgrana gli occhi e socchiude la porta, coprendosi con la sottile camicia di notte, imbarazzata.
- Granger, non pensavo mi stessi aspettando ma… okay, mi accomodo- entra con passo incerto nella camera e si siede sul bordo del letto ancora fatto di Ginny.
- Io… io… MALFOY! Cosa ci fai qui?!- esclama Hermione, paonazza in viso.
- Mh. Ecco… ero venuto qui per parlare con te.
- Con me? Malfoy, sei appena tornato da Hogsmeade ubriaco di burrobirra?
- Ti sembro ubriaco?- le domanda trafiggendola con quegli occhi grigi e freddi.
- No, ma…
- Non lo sono.
- Cosa vuoi? Dimmelo velocemente, è notte fonda, ho sonno e Ginny potrebbe tornare a momenti, lo sai questo?
- Sì che lo so mezzos… Hermione- Draco è divertito dal modo nel quale, anche a mezzanotte, la Grifondoro cerca di darsi un tono e fare la saputella.
- Io in realtà sono venuto qui per…
- Per? Forza Malfoy, non ho tutto il tempo del mondo e domani ho Pozioni alla prima ora perciò mi dovrei alzare prima per ripassare e…
- … per chiederti scusa- Hermione, che si era lanciata in una descrizione particolareggiata della sua giornata scolastica, si ferma all’improvviso e lo guarda sbigottita con i suoi occhi color cioccolata.
- Cosa hai detto?
- Hai sentito benissimo, Granger.
- Forse hai la febbre- dice lei torturandosi le dita e poi posando la mano sinistra sulla fronte del Serpeverde.
- Come vedi sono sanissimo.
- Allora deve essere uno scherzo di pessimo gusto che stai architettando insieme a Zabini.
- Non lo è.
- Come faccio a esserne sicura?- domanda imbronciata Hermione con tono di sfida.
Lui si avvicina.
Un po’ troppo, pensa la Grifondoro.
Un po’ troppo poco, osserva tra sé e sé il Serpeverde.
- Mettimi alla prova.
- Come?
- Hermione Granger, ti chiedo scusa per tutto quello che ho fatto in questi anni, per tutte le volte in cui ti ho chiamata mezzosangue con disprezzo, per tutte le volte in cui ho assunto atteggiamenti di superiorità nei tuoi confronti… Spero che… potremo avere un nuovo inizio.
Lei non sa cosa dire, è scioccata. Si limita a guardarlo dubbiosa.
- Hermione, fidati- il suo nome suonava strano sulle labbra di Draco. Forse perché l’aveva sempre chiamata mezzosangue, forse perché le fa salire i brividi su per la schiena.
- Come faccio a fidarmi di te? Davvero, mi chiedi l’impossibile.
- La prendo come una sfida: realizzerò l’impossibile- Hermione sbuffa e guarda per aria.
- Come vuoi, Malfoy.
- Preferirei che mi chiamassi Draco.
- Come vuoi, Malfoy.
- Sei insopportabile, Granger- sul suo viso compare l’ombra di un sorriso.
- Mi riesce piuttosto bene- inaspettatamente, anche Hermione accenna un sorriso.
Cosa sto facendo? si domanda. Ma non si dà una risposta.
Hermione Granger sta sorridendo, e anche Draco Malfoy.
 
Qualcuno bussa alla porta.
- Herm, c’è qualcuno con te?- la Grifondoro impallidisce.
- Ginny!
- La Weasley?- domanda Draco, quasi annoiato.
- Sì, e tu devi nasconderti.
- Cosa? E perché?
- Perché in camera mia non ci dovrebbe essere un ragazzo nel pieno della notte.
- Ma…
- Vai nell’armadio. Subito.
Malfoy sembra illuminato da un’idea e mostra un sorriso beffardo a trentadue denti.
- Cos’avrò in cambio?
- Niente, Draco. Niente. Ti sei già intrufolato in camera mia.
- Mi hai chiamato Draco- dice vittorioso.
- Sì, e ora nell’armadio.
- Solo se domani dopo le lezioni verrai con me da Hogsmeade.
- Tu sei completamente fuori di testa.
- Bene, allora rimango qui, seduto, anzi sdraiato sul tuo letto.
- Okay, okay, tutto quello che vuoi. Ora per favore entra nell’armadio.
Draco è molto alto e si deve rannicchiare per entrare nell’armadio di mogano della camera della Grifondoro, ma lo fa.
Perché domani andrà da Hogsmeade.
Andrà da Hogsmeade con Hermione.
Grazie, professoressa McGrannitt, pensa. 

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Capitolo 4
*** Non una Serpe! ***


- Ginny, pensavo rimanessi a dormire da Lavanda- dice Hermione cercando di mostrare che non c’è niente, ma proprio niente che non vada.
No, nessun ragazzo di Serpeverde si è intrufolato nei dormitori femminili dei Grifondoro nel mezzo della notte per chiederle di andare a Hogsmeade domani.
- Lo pensavo anche io- sbuffa Ginny lanciando un paio di libri sul letto.
- Ma?
- Ma abbiamo litigato- taglia corto la ragazza dai capelli fulvi. Hermione sa che c’è qualcosa che non va, qualcosa di cui lei dovrebbe essere a conoscenza.
Ma la piccola Weasley non ha voglia di parlarne, è paonazza in viso e probabilmente vorrebbe solo andare a dormire.
- Senti, domani dobbiamo parlare- sbotta d’un tratto Ginny.
Hermione le lancia uno sguardo interrogativo.
- Si tratta di te… però non ho voglia di parlarne stasera, va bene se domani andiamo insieme ai Tre Manici di Scopa a Hogsmeade?
- Certo- si sente un colpo provenire dall’armadio.
- Cos’è stato?- Hermione impallidisce, il cuore le batte all’impazzata.
Insomma ha affrontato il Signore Oscuro, allora perché ha paura di ammettere che c’è un ragazzo nascosto nel suo armadio?
Perché è contro le regole, Hermione Granger.
Ecco, questa spiegazione le può bastare.
E quel ragazzo è Draco Malfoy.
- Ehm, ho dato un calcio all’armadio, scusa.
- Allora domani si va a Hogsmeade?
- Merlino! Mi ero dimenticata che… avevo promesso ad un ragazzo che sarei andata con lui. Per… dargli ripetizioni di trasfigurazione- Ginny inarca un sopracciglio, sembra sorpresa.
- Con un ragazzo?- sul suo viso si dipinge un’espressione divertita.
Merlino, Ginny! Sto con tuo fratello, cos’è quell’espressione compiaciuta?
- Sì. Mh, è solo un… amico.
- Lo conosco?
- Potrebbe darsi- l’idea che Draco stia per ascoltare la raffica di domande che la giovane Weasley le sta per porre, mette Hermione davvero in imbarazzo. Vorrebbe sotterrarsi, nascondersi nella stanza di Fuffi e chiudere la chiave.
- E’ della nostra stessa casa?
- No, non direi.
- Uffa Herm, non fare l’elusiva! Sono così curiosa… Okay, non è un Grifondoro, la cosa si fa interessante. E’ un Tasso? Non dirmi che è un Tasso! Sono così noiosi, insignificanti.
Hermione sta per rispondere ma Ginny non le lascia neanche il tempo di respirare.
- Beh, sempre meglio un Tasso rispetto a una Serpe! Davvero, saranno anche belli ma si credono superiori a tutto e a tutti. Un esempio lampante? Draco! Insomma, diciamocelo: è il ragazzo più sexy della scuola, tutte quelle del primo anno gli sbavano dietro ma lui è freddo come un pezzo di ghiaccio.
Hermione Granger è sull’orlo di una crisi di nervi.
- Gin, sono stanca morta… domani avrò una giornata pesante, quindi mettiamoci a dormire.
- Pfff, fai come vuoi: scoprirò comunque con chi esci domani.
- Non esco con nessuno, Gin! Io sto con tuo fratello- lei sembra incupirsi e si infila sotto le coperte con il volto torvo.
- Giusto, stai con Ron.
 
 
La stanza è avvolta dal buio e dai respiri pacati delle due ragazze quando Draco decide di uscire dall’armadio.
Hermione sta dormendo, i lunghi capelli cespugliosi sparpagliati sul cuscino, sul volto un’espressione serena. Non è la solita Granger corrucciata, piena di preoccupazioni, occupata a leggere libri di magia avanzata. E’ la vera Hermione.
La accarezza lievemente con il dorso della mano, va alla scrivania, prende un pezzo di carta e una penna, inizia a scrivere e quando ha finito ripone il bigliettino sul comò della ragazza, andandosene di soppiatto.
 
 
Se avessi aspettato che mi aprissi tu l’armadio sarei rimasto lì dentro per tutta la notte.
Ci vediamo davanti ai dormitori domani alle sei per andare insieme a Hogsmeade.
Ricorda: ogni promessa è debito.

Draco.

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Capitolo 5
*** Due verità. ***


La neve è stata spazzata via dalla pioggia.
Hermione cammina per i corridoi più incerta del solito, quasi nascondendosi da sguardi invisibili che le perforano l’anima.
Si sente inseguita da voci, dal senso di colpa per aver fatto entrare un ragazzo nella sua stanza, di nascosto e nel pieno della notte. Ma è davvero questo il motivo per cui si sta rosicchiando le unghie fino all’osso?
No, no di certo: è per il biglietto che Draco le ha lasciato sul comodino.
L’ha trovato solo stamattina e ha fatto appena in tempo a strapparlo prima che Ginny lo agguantasse e scoprisse che il misterioso ragazzo era in realtà l’odiato Serpeverde.
- Allora ancora non sei pronta a dirmi chi è?- Hermione sobbalza e si trova davanti una rossa e pimpante Weasley che le mostra un sorriso a trentadue denti.
- Gin, quante volte ti dovrò dire che non c’è nessuno?
- Allora se non c’è nessuno perché preferisci andare a Hogsmeade con lui piuttosto che con me?
- Io non lo preferisco… Io… Oh accidenti io sto con Ron, con tuo fratello Ginny!- la ragazza sembra adombrarsi.
- Basta Herm, non ce la faccio più! Tu non sai che… - Lavanda irrompe tra di loro prendendo la piccola Weasley sotto braccio e mostrando un sorriso falso a Hermione.
- Ciaaaaaaaao ragazze!
- Lavanda, lasciaci in pace- risponde secca Ginny.
- Ehi Gin, sei ancora arrabbiata per ieri? Insomma, solo perché non penso che Harry sia attraente? Su, non siamo alle elementari. Oh, ciao Hermione!
- Ciao Lav- risponde svogliata la Grifondoro.
- Che aria da funerale, ragazze! Sapete cosa faremo domani pomeriggio per tirare su gli animi una volta per tutte?
- No- rispondono in coro Hermione e Ginny.
- Tre parole: partita- di- Quidditch. Serpeverde contro Corvonero, che ne dite?
- Dico che non ci dovrebbe interessare visto e considerato che non giocano i Grifondoro- replica secca Ginny.
- Suvvia! In campo c’è molto…- Lavanda lascia vagare lo sguardo dall’altra parte del corridoio, dove un Malfoy dall’aria leggermente apatica sta parlando con Blaise Zabini.
- … potenziale maschile- conclude facendo scivolare una languida occhiata più in basso.
Oh Merlino! Sta davvero fissando il fondoschiena di Malfoy? Davvero? pensa Hermione con indignazione. No, no, che cos’è questa sensazione che si annida nello stomaco della Grifondoro? Perché d’un tratto le dà fastidio il comportamento della Brown?
- Intendi il furetto?- ridacchia Ginny guardando la sua compagna di stanza.
Sì, è stata Hermione a creare quel nomignolo.
Lavanda le lancia un sorrisetto malizioso e si avvicina con passi veloci al Serpeverde muovendo la gonna a destra e a sinistra, muovendo i lunghi capelli e mordendosi il labbro inferiore.
- Ciao Malfoy- attacca poi appoggiandosi al muro lì vicino.
- Brown- la saluta lui con un cenno del capo.
- Allora, domani giocherai se non sbaglio.
- Già.
- E che ne diresti di venire a prendere una burrobirra con me ai Tre Manici di Scopa oggi pomeriggio?- Lavanda tira su impercettibilmente la gonna e gli lancia uno sguardo carico di malizia e sottintesi.
Prostituta di basso borgo pensa Hermione.
- Mh, penso che passerò. Oggi pomeriggio ho già un appuntamento e di sicuro non sei tu la Grifondoro con cui voglio passare la giornata.
Perdere un battito: è questo che succede a Hermione Granger quando incrocia il sorriso languido del Serpeverde. Per un attimo sembra tutto sospeso nel nulla più assoluto: ci sono solo loro due.
Poi arriva Lavanda, indignata più che mai.
- Mi ha respinta- Ginny inizia a sghignazzare per via della colorazione rossastra che stava prendendo il viso dell’amica.
Presto i risolini si trasformano in risate mentre la bionda sbatte un piede per terra.
- Ha detto che preferisce uscire con un’altra Grifondoro- in meno di un secondo la faccia della Weasley diventa cinerea. Osserva Hermione, quasi pietrificata.
Non ci vuole un genio per intuire che sì, ha capito.
Con il labiale le dice “Dimmi che non è vero”.
La faccia di Ginny è un misto di sorpresa, divertimento e… sollevazione? Perché dovrebbe essere sollevata?
Poi collega tutto: Lavanda che parla di un ragazzo, Ginny litiga con Lavanda, Ginny deve dire qualcosa di molto importante ad Hermione, a Ginny sta bene che Hermione frequenti altri ragazzi al di fuori di Ron.
La Grifondoro si limita a girarsi e correre via, il più lontano possibile da lì, abbastanza vicina all’aula della prossima lezione.
No, continua a ripetersi.
Insieme alla sua amica anche lei ha capito due verità che, ora come ora, sono fondamentali.
La prima: lei non ama più Ron Weasley ed è quasi certa che lui non ami lei, perché quello che stava cercando di dirle Ginny era probabilmente legato al fatto che il suo ragazzo se la facesse con Lavanda. Del resto, così tutto sarebbe chiaro.
La seconda: non riusciva a far smettere di battere così forte il cuore dopo l’incontro con il sorriso di un certo Serpeverde.  

 
 
 
 
 

Nota dell’autrice:
Holaaaa! Okay, anche io ho deciso di crearmi un piccolo spazio per commentare. 
Certo, so che vi annoierò con i miei ragionamenti da rapa isterica, ma vabbè. 
Innanzi tutto questo è un capitolo un po’ transitorio e so che vorreste leggere subito di Hogsmeade ma… tempo al tempo. Mi sono quasi annoiata a scrivere questa parte perché fremevo dalla voglia di raccontare la magnifica scena che mi sto prefiggendo per l'appuntamento tra Draco e Hermione. 
Ron è uno stronzo? Uhm. Lo scopriremo nei prossimi capitoli, non credete? Anche perché al momento lo devo ancora decidere ed è un’ardua scelta.
Bando alle ciance, volevo ringraziare tutte voi e farvi sapere che ogni piccola recensione per me vale moltissimo: siete voi il motivo per cui aggiorno così spesso. Il vostro entusiasmo nei confronti della storia mi ha resa felice come non mai e impaziente di continuare.
Grazie, grazie e ancora grazie!
Cosa posso fare per voi? Beh, intanto pubblicare il più presto possibile il prossimo capitolo, ovvero il capitolo dell’appuntamento. 
Presto Hermione incomincerà a capirci qualcosa e anche voi: ve lo prometto ;) 
Intanto se voleste passare a leggere le mie altre fiction mi fareste felicissima! 

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Capitolo 6
*** In mezzo come una Lavanda Brown. ***


E se non venisse? si domanda Draco passeggiando avanti e indietro, su e giù per il cortile di Hogwarts.
Stupido, stupido, stupido! Perché ti sei illuso che forse ci sarebbe stata una seconda possibilità? intanto la pioggia gli bagna i vestiti e lui cerca di coprirsi come meglio può con il mantello da mago.
No, la pioggia proprio non ci voleva. Come avrebbe mostrato a Hermione il luogo del tramonto con quel tempo orribile?
E’ già passato un quarto d’ora e la Grifondoro non si presenta ancora al luogo stabilito. Draco vorrebbe andarsene, dimenticare tutto e ricominciare a trattarla come prima.
Sei un codardo! si dice. Lo sei sempre stato e sempre lo sarai quelle parole gli riecheggiano nella mente come un’eco dolorosa e in un momento si ritrova lontano nel tempo, assorto nei ricordi.
 
 
- Sei un codardo, Draco Malfoy!
- Hermione… - cerca di posarle una mano sulla guancia rigata di lacrime, ma lei la scansa.
- Lo sei sempre stato e sempre lo sarai…- tira su con il naso e chiude gli occhi.
- Dio mio, quanto sono stata stupida! Stupida, stupida, stupida Hermione Granger!
- Hermione, io…
- Io cosa? Io cosa, Draco?! Ti sei divertito a giocare con me, mi hai illusa di aver trovato qualcuno che… che…- le parole si interrompono in un singhiozzo.
Lui si avvicina, la accarezza. Lei non lo scansa.
- Che?
- … Che mi amasse!- ecco, l’aveva detto. E sì, ora niente, ma proprio niente poteva tornare come prima.
Lui le prende le mani con le lacrime che gli offuscano la vista.
- Hermione Granger, io ti amo. Ti amo più della mia stessa vita ed è per questo che sono costretto a farlo. Lo devo fare perché sono follemente innamorato di te.
Lei è immobile, lo guarda negli occhi screziati di turchese che ormai si sono sciolti in un lago, un lago di tristezza.
Poi lo bacia.
Con trasporto, con devozione, con una forza e un coraggio che- Draco ne è certo- nessun’altra gli avrebbe saputo dare.
- Possiamo superarlo insieme, possiamo superare tutto insieme- dice la ragazza tra un bacio e l’altro, mentre l’atmosfera intorno a loro si surriscalda.
Inizia a sbottonargli la divisa e a coprirgli il petto pallido di baci.
Lui sospira, la bacia ancora una volta, le morde il lobo sinistro e sente il respiro della ragazza sul collo.
Ma poi torna alla realtà.
- Hermione, no. Non sarebbe giusto- lei si incupisce.
- Non riesco proprio a farti cambiare idea, vero?
- Mi dispiace.
- Non ti dispiacere. Draco Malfoy, giuro che questo non mi fermerà. L’amore trova sempre il modo di ricordare.
- Hermione, lo faccio per te. Lo faccio perché ti amo.
- Ti amo anche io, Draco- due cuori che battono in sincrono, due paia d’occhi dai quali scendono una miriade di lacrime.
- OBLIVION. 
 
 
 
Hermione è in ritardo.
E’ stata per venti minuti a cercare di asciugarsi le lacrime. Come si sente adesso?
Delusa, tradita, con il cuore infranto? No, solo vuota, confusa, spaventata.
Fino al giorno prima era convinta di aver trovato finalmente il suo posto nel mondo dopo che l’ombra del Signore Oscuro era scomparsa definitivamente dalle loro vite.
Si era abituata all’idea di amare Ron, al fatto che sarebbero stati insieme per sempre lui, lei e Harry. Ma ora cosa le rimane? Cosa succederà?
Davanti a lei si spiana un nuovo mare di possibilità, tutte ignote, buie, nascoste. Deve nuotare al buio, senza alcuna certezza. E Hermione Granger ha sempre avuto bisogno di certezze, seppur con gli anni il suo carattere si era levigato.
Si alza dal letto.
Sa cosa deve fare: andrà a Hogsmeade con Draco.
 
 
Il Serpeverde sta per andarsene, amareggiato e deluso, quando Hermione appare in cima alle scale e cerca di sorridergli.
Il suo volto si illumina: è venuta.
- Ciao- esordisce lei, imbarazzata.
- Ehi, sei in ritardo.
- Lo so, scusa… ti ho fatto aspettare tanto?- si stava davvero scusando con Draco Malfoy?
Niente in confronto a questi anni infernali, vorrebbe risponderle il ragazzo, ma si limita ad una scrollata di spalle.
- Ti va di prendere un mezzo un po’ diverso per arrivare a Hogsmeade?- Hermione impallidisce e lo guarda torva.
- Cosa intendi?- il Serpeverde tira fuori dal suo mantello una scopa.
- Ma… è contro le regole- lo bacchetta lei.
- Su Granger, non credo che un paio di frasi non scritte della scuola di Hogwarts ti possano spaventare.
- Non sono esattamente le regole che mi spaventano…
- Hai paura di volare?- domanda sbigottito Malfoy.
- Merlino, no!
- Di cosa ha paura allora una Grifondoro intrepida?
- Rideresti se ti dicessi che ho paura di volare con te?- lui si incupisce.
- Non devi aver paura, Hermione- la ragazza lo trafigge con lo sguardo e incrocia le braccia.
- Come siamo arrivati a questo? Appena due giorni fa se parlavamo era per insultarci a vicenda… Ora perché andiamo a prenderci una burrobirra come amici che si conoscono da anni?- Draco sospira e la guarda negli occhi, poi piega le ginocchia per essere alla stessa altezza della ragazza e si morde il labbro nervosamente.
- Ascolta Hermione, dammi solo un paio d’ore. Se dopo essere usciti insieme mi troverai ancora insopportabile, codardo e vuoto, hai tutto il diritto di ricominciare a chiamarmi ‘Furetto’ quando mi incroci per i corridoi, okay?
La Grifondoro chiude gli occhi e annuisce, l’ombra di un sorriso appare sul suo volto.
- Ti ho convinta? Sono davvero riuscito a convincerti?- il sorrisetto che era comparso poco prima sul volto di Hermione non era nulla in confronto al sorriso splendente che mostra Draco in questo momento.
- Merlino, Draco! Sembri un bambino che ha appena ricevuto il permesso dalla madre di andare a giocare con i suoi amici…
- Su, sali sulla scopa- le fa cenno dopo essersi accomodato per primo sul manico di scopa.
- E’ il momento perfetto… ha smesso di piovere- la incita.
Hermione sale dietro di lui.
- Tieniti stretta a me o rischi di cadere- la ragazza impallidisce.
- Scherzavo- borbotta ridendo il Serpeverde.
- Stupido- gli dà un pugno sulla schiena che lui sembra non aver neanche sentito.
In un attimo sono in volo.
Il vento sferza il viso di Hermione come una lama, perciò lei decide a malincuore di poggiare il capo sulla schiena di Draco.
Il corpo del ragazzo è caldo, troppo caldo per la freddezza che lui dimostra sempre.
La Grifondoro riesce a sentire il battito ritmico del suo cuore, il suo respiro, i muscoli che guizzano per guidare la scopa verso la loro meta.
Il volo dura poco: arrivano dopo una manciata di minuti.
La scopa di Malfoy atterra con delicatezza, lui posa i piedi a terra tenendo le braccia fisse sul manico di scopa ancora sospeso e aiuta Hermione a scendere.
Si incamminano verso i Tre Manici di Scopa e, quando sono quasi arrivati, Draco sbuffa.
- Quella ragazza è sempre in mezzo come il mercoledì.
- Cosa inten…- Hermione non fa in tempo a finire la frase che anche lei se ne accorge.
No, ci mancava solo questa, pensa nel panico.
 
Lavanda Brown è all’entrata dei Tre Manici di Scopa. Ad aspettare che Draco si presenti con una misteriosa Grifondoro. 

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Capitolo 7
*** Shakespeare era un babbano. ***


Hermione tira Draco per una manica e lo conduce in un vicolo antistante al locale.
- E adesso cosa facciamo?- lui la guarda perplesso, poi un sorriso sornione compare sul suo viso pallido.
- Diamole quello che vuole.
- Ovvero?
- La notizia, lo scoop che lei non si aspetterebbe mai. E poi ce ne andiamo. Ho un posto molto più interessante dove portarti.
- E’ una follia.
- Su, Hermione. E’ solo una pettegola, vuole qualcosa di cui sparlare.
- E’ molto più che una pettegola.
- Non credo… perché lo pensi?
- Lei… ha una relazione segreta con Ron. L’ho scoperto stamattina, ecco perché ero in ritardo all’appuntamento.
- Oh. Mi dispiace- il ragazzo si lancia nel gesto meno probabile di tutti: la abbraccia stretta. Hermione rimane di stucco, poi lo guarda. Occhi di pietra screziati di cielo.
- Tranquillo, io… sto bene- ed è vero.
- Ascolta, io sarò un po’ Grifondoro se tu sarai un po’ Serpeverde, okay?
- Cosa intendi?
- Facciamo salire il veleno in gola a quella stronza, poi prometto di portarti in un posto il più lontano possibile da lei- Draco la prende per mano e la trascina fuori dal vicolo.
- Prendimi sottobraccio- le sussurra avvicinando le sue labbra all’orecchio di lei.
Hermione avvampa, ma segue le istruzioni del ragazzo.
- Sai, una volta Lavanda ci ha provato con me e io le ho regalato una cioccorana dicendo che erano simili- la Grifondoro scoppia a ridere e Draco la guarda con soddisfazione.
Quando sono praticamente davanti al locale, il ragazzo si avvicina all’orecchio di Hermione e sorride.
- Ci sta guardando- con i canini le morde leggermente il lobo. La ragazza diventa ancora più rossa di prima, ma poi ricorda la parte che devono inscenare e si mette a ridere.
- Oh, ciao Lavanda- esordisce Draco entrando ai Tre Manici di Scopa. Lei li guarda sbigottita. Dire che è in stato di shock è riduttivo.
- Hermione?!- si lascia scappare.
- Sì, Lav?
- Oh, niente… sono sorpresa di vederti qua.
- Sì, certo. Beh, noi andiamo a prendere qualcosa. A dopo!
 
Entrano nel locale, un campanello avverte gli altri avventori del posto della loro presenza.
Una ventina di studenti di Hogwarts li guardano sbigottiti, mentre passano in mezzo ai tavoli diretti al bancone.
Hermione non si è mai sentita al centro dell’attenzione come in questo momento: sente quasi il rumore delle mascelle che si spalancano, prima tra tutte quella di Lavanda.
- Due burrobirre da portar via, grazie- dice Draco all’uomo che sta al bancone.
- Certo ragazzo, te le faccio subito- mentre quello si allontana il Serpeverde rivolge un sorriso radioso a Hermione.
- Se la sono bevuti tutti.
Me la sono quasi bevuta anch’io, vorrebbe dire lei.
- Già, non riesco a capire perché…- osserva invece facendo vagare lo sguardo sulle persone che ancora li stanno guardando.
- Perché dovrebbe essere così strano?- domanda a sorpresa Draco.
- Forse perché ci siamo sempre odiati.
- Dammi un’altra ragione.
- Vuoi un’altra ragione? Bene. Uno come te non uscirebbe mai con una come me- lo dice osservandosi nel riflesso delle bottiglie. E’ vero, un ragazzo bello e ricercato come Draco Malfoy, pieno di sé e convinto di essere superiore a tutti non sarebbe mai uscito con Hermione Granger, la saputella con un cespuglio intricato di capelli marrone topo e un viso anonimo. Potrebbe avere chiunque, osserva cauta la ragazza.
- Non pensarlo mai più- la faccia del Serpeverde si fa cupa e lui le stringe forte la mano.
- Se qua c’è qualcuno che non si merita le attenzioni dell’altro, quello non posso che essere io. Tu sei… speciale, Hermione.
- Speciale…- ripete lei poco convinta. Di solito ad una ragazza si dice “Sei bellissima” o “Sei fantastica”, ma no. Lei era solo speciale. Un modo carino per sottintendere che lui ovviamente non era attratto a livello fisico da lei.
- Non ci credi?
- Beh, sarò speciale…
- Hermione, prendiamo le burrobirre e andiamo, ti devo mostrare un posto prima che faccia notte, okay?- lei non fa in tempo a finire il suo bicchiere che Draco l’ha già trascinata fuori dal locale e la sta conducendo lontano, percorrendo strane stradine a Hogsmeade.
- Dove stiamo andando?
- Ti piacerà, te lo giuro.
Intanto il cielo sta assumendo sfumature rossastre mentre il sole inizia a sparire dietro gli edifici e i boschi. Le nuvole sono di un tenue rosa e a Hermione ricordano dolorosamente lo zucchero filato che i suoi genitori le prendevano quando era bambina, durante le feste.
- Siamo quasi arrivati- passano attraverso una leggera boscaglia e quando la ragazza intravede la luce crepuscolare, Draco le copre gli occhi con le grandi mani.
- Ti guido io- la rassicura, facendole mettere davanti un piede dopo l’altro.
Hermione sente la fioca luce del tramonto inondarle la pelle e in quello stesso istante il Serpeverde lascia andare le mani.
Lo spettacolo che si para davanti a lei forse non potrebbe essere descritto se non dagli occhi umani: si trova su un pendio erboso e davanti si vede Hogwarts in lontananza, nascosta da qualche collina gialla. Il sole gioca sulle alte guglie della scuola e assume una colorazione così rossa da sembrare sangue, le nuvole sembrano fondersi con le colline e tutto è avvolto dal tepore di una serata in cui ha smesso di piovere.
- E’…
- … meraviglioso, vero? Io la chiamo la Hogwarts in fiamme. Ho scoperto questo posto al terzo anno e ci vengo molto spesso da allora.
- Draco, non avevo idea che esistesse un luogo del genere è strabiliante.
- Lo so- lui si toglie il mantello e lo lascia cadere a terra facendo cenno a Hermione di sedersi, quando lei si accomoda lui fa lo stesso. I loro fianchi si toccano, i loro sguardi però sono incollati allo spettacolo stupefacente davanti a loro.
- Ci hai mai portato qualcuno?
- A dir la verità… un tempo questo era l’unico posto in cui riuscivo a stare in pace con una ragazza in particolare.
- Oh- Draco nota subito l’espressione sul volto di Hermione, il modo in cui ha abbassato lo sguardo e si è morsa il labbro inferiore.
- Ti eri innamorato?
- Sì- sospira, poi lo ripete con più convinzione: - Sì, mi ero innamorato.
- E poi cos’è successo? Lei non provava lo stesso?
- No, in realtà sono stato io ad abbandonarla… Sono stato un codardo.
- Un codardo?- gli domanda lei.
Il Serpeverde tira su la manica destra e le lascia intravedere ciò che rimane del tatuaggio da mangiamorte.
- Da una parte l’ho fatto per proteggerla, per lasciarla vivere senza un peso del genere. Dall’altra l’ho fatto perché avevo semplicemente paura. Forse è stato il più grande sbaglio di tutta la mia vita, più di aver accettato di unirmi a Voldemort quando è stato il momento della scelta, perché se potessi ancora stringerla tra le mie braccia stringerei anche un patto col diavolo- Hermione ha gli occhi lucidi di lacrime, ma si trattiene.
Lo sapevi che non avrebbe mai provato nulla per te, le ripete la sua coscienza.
- Capisco… E, se posso chiedere, chi era questa ragazza?- ha quasi la voce spezzata.
Draco, dillo. O ora o mai più.
Lui sospira, chiude gli occhi. I ricordi lo sovrastano.
 
 
- Draco Malfoy, sei un tale stronzo!
- Su, aspetta Granger…- dice ridendo mentre la rincorre nel bagno di Mirtilla Malcontenta. Ha il fiatone, per raggiungerla ha dovuto correre.
- No, questa non te la faccio passare liscia.
- E dai, solo per una palpatina al sedere!
- Wingardium Leviosa- sussurra la strega mirando alla cravatta della sua uniforme.
Lui si sente soffocare.
- Piccola impertinente- sussurra mentre si tira giù la cravatta. Si avvicina lentamente a lei e la blocca al muro.
La bacia con trasporto.
- Stronzo.
- Non c’è di che- le soffia tra i capelli folti e ride. Poi continuano a baciarsi.
- Promettimi che se un giorno sarò vecchia e non mi ricorderò più nulla tu mi racconterai di noi. Promettimelo.
 
 
Forse ha aspettato troppo per rispondere, perché lei si è girata dall’altra parte.
- Quella ragazza… sei tu, Hermione- lei si volta di scatto, gli occhi umidi di lacrime.
- Sei tu, sei sempre stata tu e io sono ancora follemente innamorato di te- le prende il volto tra le mani e la bacia rapito. Lei ricambia mentre le lacrime scendono sul suo viso.
Non ha importanza nient’altro in questo momento: Hermione non vuole sapere perché è lei, non vuole ancora sapere perché non ricorda, non vuole pensare a nulla per una volta nella sua vita.
Le mani di Draco scendono sui suoi fianchi e poi risalgono su, sfiorano i suoi capelli crespi, lui le bacia il collo.
Nella mente della ragazza c’è solo il suo nome, nient’altro.
Draco.
Draco.
Draco.
Dall’altra parte, il cuore del Serpeverde sta andando in fiamme: la vuole, la vuole dopo tutti questi anni. Non farà più un passo falso: se lei glielo permetterà, da quando torneranno a Hogwarts fino alla fine dei loro giorni, lui l’amerà senza riserva alcuna.
 
Queste gioie violente hanno fini violente: muoiono nel loro trionfo come la polvere da sparo con il fuoco, che si consumano al primo bacio.
Nella mente di Hermione inizia a turbinare questa frase, letta tempo prima in Romeo e Giulietta, al caldo di casa sua a Natale, accoccolata davanti al caminetto insieme a sua madre e suo padre.
Al diavolo, pensa poi, Shakespeare era un babbano.
 
 
 
Dopo un “Mi devi spiegare” di Hermione e un altrettanto sbrigativo “Ti spiegherò tutto presto” di Draco, i due continuano a baciarsi e, quando scende la notte, si dirigono verso Hogwarts sulla scopa del Serpeverde.
Dopo tutto quel tempo, si sente libera. Il suo cuore è libero, anche se pieno di punti interrogativi, di questioni in sospeso.
Però, più si avvicina alla scuola, più il cuore incomincia a prendere il volo come quello di un colibrì: Ron, Lavanda, Ginny, cosa penserà Harry quando lo verrà a sapere? Perché se è veramente lei quella ragazza non ricorda nulla? Draco le ha tolto la memoria?
Atterrano nel piazzale, dopo essersi accertati che nessuno li vedesse.
- Draco, io…- lui le posa un dito sulle labbra.
- Ti spiegherò tutto, te lo giuro. Ma domani mattina, con calma- si avvicina a lei, le loro fronti si sfiorano.
- Non puoi immaginare quanto io sia felice in questo momento- le sorride e poi la bacia a fior di labbra. Il cuore della Grifondoro avvampa ancora una volta.
Dei passi dietro di loro.
- Hermione…- lei si volta di scatto.
Una sagoma inconfondibile dietro alla quale sta Lavanda, con un sorrisetto compiaciuto.
E’ Ron.
Ron è tornato.
 
 
 
 
 
Nota dell’autrice:
Ta-ta-ra-taaaaa! Devo dire che in questo capitolo ci ho messo l’anima, spero vi sia piaciuto!
Finalmente, finalmente inizia a dissiparsi la nebbia.
So che mi sono distaccata un po’ dal Draco descritto dalla Rowling, ma mi piace pensare che lui in fondo abbia questo lato, questo tormento.
E ora è tornato Ron.
Sì, Lavanda la odio, s’è notato? La parte malvagia della me-scrittrice, sta già architettando di buttarla giù da un ponte prima della fine della fanfiction, ma poi penso… non è colpa sua se l’ho descritta stupida!
Grazie ancora a tutti per l’assiduità con cui leggete e commentate!
Un abbraccio,
HystericalFirework. 

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Capitolo 8
*** Vale dopo aver fatto l'amore? ***


 
- Ron…- sussulta Hermione con gli occhi sgranati.
- Che cosa…?- le parole di Draco si perdono nell’aria mentre il rosso Weasley si avvicina a loro con espressione sbigottita.
- … che cosa ci faccio qui? Ero venuto a trovare la mia ragazza!- lo dice con una punta di disprezzo, guardando i due a occhi stretti.
- La tua ragazza?- domanda il Serpeverde con un tono di voce basso e minaccioso mentre si avvicina al Grifondoro stringendo i pugni. Hermione gli mette una mano sulla spalla: una rissa peggiorerebbe solo le cose.
- Ron… non sapevo che saresti tornato in questi giorni. Hai ricevuto le mie lettere?- domanda la ragazza con un mezzo sorriso stampato in faccia.
- Oh, beh, non ho fatto in tempo con il tirocinio da Auror in ballo… ma se avessi saputo che mi stavi tradendo con il furetto eccome se ti avrei risposto!- Lavanda, dietro di loro, mostra un ghigno diabolico.
- Era tutta una finzione, Herm? Tutta? Le cose che mi dicevi nelle lettere, il fatto che ti mancavo, che oltre al tuo fidanzato ero anche il tuo miglior amico…
- Già, Ron: eri il mio miglior amico. E neanche ti sei preso la briga di dirmi che mentre stavi con me e non rispondevi con la scusa di essere impegnato ti scopavi quella stronza della Brown!- lui rimane di pietra, poi si gira verso Lavanda.
- Le hai detto tutto?- domanda balbettando.
- No, io non le ho detto niente!
- Beh Ronald Weasley, se sono la più brava della scuola ci sarà un motivo… Non sono stupida. Ho capito tutto da sola.
- Hermione io… io posso spiegarti. E’ stato uno sbaglio un…
- Uno sbaglio?- tuona Lavanda dietro di lui.
Hermione li sorpassa con una spinta e percorre il perimetro del cortile con grandi falciate mentre Ron cerca di starle dietro.
- Ti prego, almeno ascoltami.
- Ho sentito abbastanza.
- Io te l’avrei detto. Te l’avrei detto oggi stesso.
- E allora perché hai esitato? Perché hai fatto ricadere la colpa su di me?
- Miseriaccia, Hermione, perché ti ho vista baciare Draco Malfoy!
La Grifondoro rimane in silenzio e abbassa la testa. Si è pentita di averlo baciato? Davvero si sente in colpa? Se Ron glielo permettesse tornerebbe insieme a lui?
La risposta a tutte queste domande è insita in lei, è pronta a uscire fuori.
No.
No, non mi sono pentita, non mi sento in colpa, non tornerei con Ron Weasley. Io non lo amo.
- Non è un valido motivo- risponde glaciale lei.
- Hermione, ti prego cerca di ragionare: siamo amici dal primo anno, siamo stati insieme. Siamo stati bene insieme e io penso che…
- Da quanto tempo va avanti?- Ron la guarda di traverso, interrogativo.
- Con Lavanda- chiarisce lei.
Non piangere, eri pronta a questo momento pensa la strega.
- Io… Noi… Non ci siamo più, Ron.
- E’ per via di Malfoy, vero?- domanda lui sprezzante stringendo i pugni.
- Merlino, Ron! Non puoi dare a Draco la colpa di tutto. Se cerchi un colpevole non devi far altro che guardarti allo specchio!- Hermione gira i tacchi e se ne va, lasciando il rosso Weasley impalato dietro di lei.
Si era ripromessa di non piangere, ma come potrebbe fingersi impassibile? 
Tutto quello in cui ha sempre creduto sta andando a brandelli, la sua coscienza è un groviglio confuso di pensieri e sensazioni, di domande, di paure.
Cammina velocemente verso il dormitorio delle Grifondoro.
Pensava di aver trovato la stabilità: non era vero.
Si accorge solo ora che era tutta finzione, dalla fine della guerra fino ad ora Hermione Granger ha portato sempre una maschera che non ha tolto di fronte a nessuno se non a…
Draco, pensa.
Le costa ammetterlo, anche perché tra di loro ci sono stati solo un paio di baci e tanti misteri, un pentimento che è arrivato come un fulmine a ciel sereno, degli occhi grigi screziati d’azzurro che s’intrecciano con occhi color cioccolata.
E Ron? Lei ha amato Ron, ma a questo punto è tutto da mettere nella grande scatola dei punti di domanda: chi ha amato prima? Draco o Ron?
E anche nell’eventualità secondo la quale si fosse innamorata prima di Ron, ora non provava più nulla, se non risentimento per una storia finita male e il lontano bagliore di un’amicizia antica.
Probabilmente già mesi prima le farfalle nel suo stomaco erano morte: erano rimaste lì giusto il tempo di soffocare. Di fronte alla loro impotenza, alla loro incapacità di amarsi.
Ha passato mesi a lasciarsi vivere, a vedersi crescere e amare e studiare, ed era diventata una stupida macchina. Perché? Per paura.
Ma ora Hermione Granger non è più spaventata dalla vita. Non si lascerà più divorare dalle paure che l’hanno assalita tempo prima. Stavolta il suo cuore ha fatto un salto in avanti, è precipitato nello sterno, è tornato al suo posto.
Poggia i libri sulla scrivania: Ginny non c’è.
Si lascia sfuggire una lacrima: stavolta non è di rimpianto, di dolore, di incertezza.
E’ una lacrima di gioia. Perché è arrivato il momento di sorridere, di scoprire, di vivere.
 
Bussano alla sua porta.
Hermione va ad aprire e trova Draco. Le viene quasi da ridere: ironico che fosse stato proprio lui ad aprire un’invisibile porticina nella sua anima, a trasformare definitivamente ciò che prima era la Grifondoro.
- Hermione, mi dispiace per quello che è successo giù prima. Io… io ti giuro che lo avrei preso a pugni, davvero.
- Tranquillo, non fa niente.
- Posso entrare?
- In realtà questo è il dormitorio delle ragazze e in teoria tu non dovresti essere qua.
- In teoria- sussurra lui chiudendosi la porta alle spalle e soffiando sul collo della ragazza. Lei riesce a stento a trattenere un brivido mentre lui avvicina le labbra al suo viso.
- Ti avevo promesso che ti avrei spiegato tutto- sorride.
Hermione è pronta a vivere.
- C’è tempo- dice lei sorridendo e posandogli le mani sul petto.
- Su questo hai ragione- le loro labbra si incontrano, di nuovo. Ma con più passione. Lui la stringe a sé delicatamente, come se fosse la cosa più delicata e preziosa della sua vita.
E in quel preciso istante la Grifondoro capisce che è quello il posto al quale appartiene, al quale è sempre appartenuta pur essendone incosciente.
Il suo posto è tra le braccia di Draco. Non importa dove siano, a cosa stiano pensando, che cielo stiano osservando, in quel momento Hermione ha la schiacciante certezza che, come due calamite, loro due siano destinati a ritrovarsi sempre.
Hermione è pronta a volare.
- Ti voglio. Adesso- gli sussurra facendolo sedere sul letto.
- Davvero non ricordi niente?
- Assolutamente nulla, perché?
- Perché da come ti comporti sembra che tu…
- Che io?
- Che tu voglia ricominciare da dove avevamo interrotto- un sorriso si affaccia sul viso del Serpeverde.
- E a te non sta bene?
- Mi sta più che bene.
E si baciano, si baciano fino a togliersi il fiato. Si baciano così tanto che avrebbero voglia di piangere dalla felicità.
Lei gli sbottona velocemente la camicia, impicciandosi con il nodo della cravatta, lui le toglie con agilità la pesante uniforme scolastica contemplando la perfetta nudità del suo corpo.
Quanto aveva aspettato questo momento. Quanto aveva aspettato di poterla avere nuovamente tra le braccia.
- Ti amo, Hermione Granger- sussulta mentre lei gli posa un bacio sul torace nudo.
- Non vale dire ti amo quando stiamo per farlo.
- Allora te lo potrò ripetere domani mattina, quando ci sveglieremo. E domani sera quando ti darò la buonanotte. Potrei ripeterlo all’infinito.
Intanto Draco fa scorrere le mani grandi e pallide sui fianchi della Grifondoro, si appoggia delicatamente alla sua fronte.
Non ha importanza il passato se si ha un presente da vivere.
Non ha importanza che Hermione non ricordi alcun momento della loro precedente storia: ne potranno collezionare a migliaia, tutti nuovi, ogni giorno.
Lui entra dentro di lei con dolcezza.
E c’è l’assoluta certezza che loro due si completano, che per quanto possano essere disfunzionali, diversi, sono fatti per amarsi, collegati da un filo invisibile.
Lei si ancora alle spalle del mago mentre brividi di piacere le percorrono le ossa come fili elettrici ad alta tensione.
Hermione è pronta ad amare.
 
- Ti amo, Draco Malfoy. Anche se non ha senso, anche se non ricordo nulla e mi hai cancellato la memoria, io ti amo.
- Non vale neanche dopo aver fatto l’amore?
- Adesso vale- entrambi osservano il soffitto, poi il Serpeverde si gira verso la ragazza, rimane diversi minuti a guardarla, finché lei non si accorge di essere osservata.
Occhi color cioccolata che si perdono in un cielo grigio con sprazzi di celeste più accentuati del solito.
- Ti amo anch’io, Hermione.
Si addormentano così, fronte contro fronte, sorridenti.
Non si accorgono neanche che, ad ora tarda, Ginny apre la porta, sorride e la richiude pensando: Stasera andrò a dormire da Harry.
 
Nel pieno della notte, mentre Hermione dorme, i ricordi affiorano sotto forma di sogni.
E i sogni non sono mai stati così meravigliosi, strazianti, veri.
La Grifondoro al risveglio ricorderà tutto. Ogni singolo istante del quarto anno.
 
 
 
 
Nota dell’autrice:
Saaaalve!
Scusate la lentezza con cui ho pubblicato questo capitolo, ma ahimè la scuola è ricominciata e io sono di nuovo immersa tra lingue morte quali greco e latino.
Beh, convenevoli a parte, spero che questo capitolo sia piaciuto. Io l’ho scritto per tre giorni, cancellando e ricancellando perché volevo che fosse esattamente come lo immaginavo.
L’ho scritto ascoltando All We Are dei OneRepublic, ve la consiglio vivamente durante il pezzo tra Draco e Hermione ;)
RON, GET OUT! DRAMIONE IS COMING. 
Beh, al prossimo capitolo, che spero non tarderà ad arrivare,
HF. 

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Capitolo 9
*** 9. Ricordi e guai. ***


Hogwarts, quarto anno,
Gennaio.
 
 
Ora di pozioni.
Vorrei scappare, rintanarmi in un angolo buio e piangere fino a quando le lacrime non basteranno più. Vorrei scomparire solo per un po’, o in alternativa trovare qualcuno da prendere a pugni nella pancia.
Io, Hermione Granger, non sono mai stata più indignata, arrabbiata e… triste.
“Su, devi scegliere un posto dove sederti”.
In condizioni normali mi avvicinerei a Harry e Ron, inizieremmo a bisbigliare e il professor Piton ci riprenderebbe con tono canzonatorio, lancerebbe frecciatine soprattutto a Harry e usciremmo dall’aula alla fine dell’ora, mortificati e persi nei nostri pensieri, ma pur sempre insieme, inseparabili come sarebbe giusto.
Ma oggi non è così. Oggi sono sola.
Sarebbe troppo imbarazzante sedermi vicino a Ron, far finta che non sia successo niente e sentirgli raccontare a Harry gli insopportabili dettagli della sua relazione con Lavanda.
Mi guardo intorno, tutti i posti vicino ai miei compagni sono occupati, così volgo lo sguardo verso i banchi dove sono seduti i ragazzi delle altre Case.
Solitario, in un banco davanti alla cattedra, sta Draco Malfoy.
“No, Hermione, non castigarti ulteriormente”.
E invece mi vado a sedere proprio vicino a lui, che con aria di sfida avvicina la sedia alla mia.
- Ciao Mezzosangue, i tuoi amici ti hanno cacciata?
“Non rispondere” penso tra me e me.
- Che c’è? Il tuo stupido gatto ti ha morso la lingua?
- No, Malfoy, ma non credo di dover sprecare parole con un furetto come te.
Lui, indignato si gira dall’altra parte.
- Okay, Mezzosangue, perché non sei con i tuoi amici?
- Come se ti interessasse.
- Sarò anche uno stronzo, ma quando vedo una ragazza quasi in lacrime è buona norma offrirle aiuto- questo suo atteggiamento, così inaspettato e imprevedibile, mi fa ancor di più venir voglia di piangere.
- Non voglio che provi compassione per me, Malfoy.
- Draco.
- Come?
- Mi chiamo Draco.
- E io non mi chiamo Mezzosangue, ma dopo quattro anni ancora dubito che tu sappia il mio vero nome.
- So benissimo che ti chiami Hermione.
Lo guardo sbigottita, con fare interrogativo.
- Del resto devo conoscere il nome della seconda della classe.
- Seconda? Come hai detto, Serpeverde?
- Seconda, viene dopo il primo.
- Che sarebbe?
- Io, sarei io.
- Ma per favore!- mi scappa una risata.
Piton non può non notarlo e ci fulmina con lo sguardo.
- Signorina Granger, signor Malfoy, vi diverte tanto la mia lezione?
- Oh, no, professore- rispondo io abbassando la testa.
- Allora fareste meglio ad uscire.
- Come? Dalla classe? No, non è possibile, io non sono mai stata cacciata da una lezione, io…
- Andiamo, Granger- Malfoy mi prende per mano, per mano!, e mi porta lontana.
Chiude la porta dell’aula dietro di sé e mi sorride.
- Draco Malfoy, cosa diamine ti è preso?!
- Rilassati, ora ci facciamo un giro così scarichi la tensione, okay?
- Okay un corno! Ti rendi conto di avermi fatta cacciare dalla classe senza neanche farmi scusare e…
- Ora capisco perché Piton non ti sopporta- bofonchia buttandosi sulla neve del cortile.
- Come scusa?
- Sei terribilmente petulante, Granger.
- E tu sei un pallone gonfiato che si diverte a cambiare umore da un momento all’altro! Non credere di passarla liscia, io…- una palla di neve mi colpisce in pieno viso.
Mi giro furibonda verso di lui che ride scomposto, rotolando nel bianco manto immacolato che si era posato da poco sul terreno.
- Impara a divertirti, Grifondoro!
- Io so divertirmi.
- Ah sì? Dimostralo.
Mi abbasso e raccolgo quanta più neve le mie mani mi permettano di contenere, poi con tutta la forza la lancio nella sua direzione.
- Mancato- dice nell’esatto momento in cui schiva la mia gigantesca palla.
- Prova a prendermi, Granger!
Ci rincorriamo lungo il perimetro della scuola per il resto dell’ora, io rido e per qualche minuto mi dimentico di Ron, di Lavanda, di Harry e del suo non volersi schierare.
Ci ritroviamo sulla neve a fissare il cielo di un grigio indefinito.
“Questo grigio assomiglia così tanto agli occhi di Draco” penso.
Ma scaccio subito dalla testa queste considerazioni. Lui è Malfoy. Domani ritornerà ad odiarmi, ci guarderemo in cagnesco e sarà di nuovo la carogna di sempre.
- Stai meglio, Mezzos…- lo fulmino con lo sguardo.
- … Hermione. Stai meglio, Hermione?
- Sì, Draco, sto meglio.
- Non mi vuoi dire niente?
- Cosa dovrei dirti?
- Non so… Grazie?
- Ti aspetti anche dei ringraziamenti?
- Ci ho sperato- dice lui voltando la testa dall’altra parte e sfoderando un sorriso a metà.
- Diciamo che.. siamo pari- rispondo dopo un po’.
- Non lo voglio sapere, Granger.
- Cosa?
- Perché tu abbia litigato con i due bambocci.
Sto in silenzio, le preoccupazioni riaffiorano.
- Ma non ti devi preoccupare, sai? Sei in gamba, molto più in gamba di loro. E’ normale che siate in disaccordo se tu percepisci le cose prima.
- Io…
La campanella suona, e mentre tutti escono dalle aule, io torno alla realtà.
Draco Malfoy, un Serpeverde, uno dei peggiori.
Mi alzo repentinamente, riprendo i libri e mi incammino a passo veloce verso la prossima lezione.
- Alla prossima, Grifondoro.
Inconsapevolmente, sorrido.
 
 
Ricordi, ricordi che si affollano e corrono ad una velocità impressionante nella mente della giovane strega.
 
 
- Non possono saperlo, Her, nessuno può saperlo.
- Tuo padre non può essere un problema, Draco.
Lui mi guarda in silenzio.
- C’è qualcosa.
- Qualcosa?
- Sì, qualcosa che mio padre non dice, ma sento che è qualcosa di terribile.
Gli prendo il viso tra le mani, nascosti nel bagno delle ragazze, osservati solo - forse- da Mirtilla Malcontenta. E lo bacio.
- Ce la faremo, qualunque cosa sia la affronteremo.
- E se non fosse solo mio padre?
- Cosa intendi?
- Se ci fosse un qualcosa di oscuro… anche dentro di me?
- C’è dell’oscurità in ognuno di noi, Draco- sorrido. Lo penso davvero.
- L’importante è trovare qualcuno che ci ricordi cos’è la luce.
 
 
Hermione pensa in quel momento che i sentimenti sanno di sale, come le lacrime, e di zucchero, come le cose più dolci.
 
 
- E’ un Mangiamorte, Hermione. E vuole che lo diventi anche io.
- Puoi rifiutarti! Puoi scappare, non devi fare tutto quello che tuo padre dice.  
- A quale scopo? Diventerebbe sospettoso e prima o poi scoprirebbe di noi. Non posso farti questo, io…
- Tu cosa, Malfoy? Mi ami? Non ci credo, non credo ad una singola parola. Se scegli lui rinunci a me, se scegli l’oscurità anziché la luce non posso più aiutarti.
- Io…
- Non essere un codardo!
- Io scelgo te! Sceglierò sempre te.
 
No, no.
Si sta avvicinando alla fine. Sta per finire tutto. Hermione può sentirlo. 
 
- OBLIVION!
 
 
Si sveglia di soprassalto, ricoperta di sudore.
- Ehi, ehi, ehi… Stai bene? Herm, oddio, oddio, mi ero preoccupato! Ti contorcevi nel sonno da ore- un Draco pallido come un cadavere la fissava con enormi occhi grigi, pieni di apprensione.
Lei non sa cosa dire: ci sono così tante parole, ma nessuna sembra adeguata.
- L’amore trova sempre un modo di ricordare- sussurra, più a se stessa che a lui.
Il Serpeverde la guarda e per un momento le sembra che stia per scoppiare in lacrime, poi la abbraccia così forte da farla tremare, e la bacia così a lungo che il tempo sembra fermarsi.
 
La porta si apre di colpo.
- Voi due siete in un mare di guai- tuona Gazza.

 
 
 
 
 Nota dell’autrice:
Sono imperdonabile, probabilmente ho perso tutti i lettori. Ma ero troppo legata a questa storia e, anche se a distanza di mesi, dovevo continuarla.
E finalmente, ho ripreso a scrivere.
Grossi problemi personali me ne hanno tolto sia il tempo che la voglia, ma è stata un’astinenza decisamente dolorosa, perciò sono felicissima di riprendere a fare l’unica cosa che mi riesca davvero: intessere racconti.
Ringrazio tutti quelli che hanno avuto pazienza e hanno tenuto questa storia tra le “Seguite”, ma ringrazio anche quelli che ci sono stati prima, entusiasti, perché senza di voi non avrei ricominciato.
Spero che vi piaccia.
La storia dovrebbe finire all’undicesimo/dodicesimo capitolo.
Fino ad allora, lieta di stare con voi.
Hysterical Firework. 

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