Angelique ♥

di GoodGoneGirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Unico scopo nella vita: diventare regina. ***
Capitolo 2: *** Pantaloni a una donna: che follia! ***
Capitolo 3: *** Un nuovo incontro. ***
Capitolo 4: *** Sophie e Renèe. ***
Capitolo 5: *** Sotto lo stesso tetto. ***
Capitolo 6: *** L'inizio della conoscenza. ***
Capitolo 7: *** Un nuovo amore. ***



Capitolo 1
*** Unico scopo nella vita: diventare regina. ***


Piacere. Sono Angelique Moreau, nobile. Tutti a casa mi definiscono "particolare", fuori dal mondo, molto diversa dalle altre ragazze. Io invece penso di essere l'unica normale in questa pazza epoca francese. Mio padre Horace ha sposato mia madre Mélodie quando era molto giovane, ma da quel momento non si sono più lasciati. Io sono la figlia maggiore, ho 17 anni. Purtroppo, questa è l'età con cui si entra nella fascia di ragazze detta 'da marito'. Io però, sinceramente, sto veramente bene da sola. I ragazzi sono la mia ultima preoccupazione.

Oggi a casa nostra c'è un grande fermento. E' il giorno del ritratto di famiglia, così sono tutti euforici e corrono da una parte all'altra della casa per prepararsi.

Io sono qui, nella mia stanza, con i miei pensieri. Annette, la cameriera che si 'occupa' di me, sta tirando fuori dall'armadio un sacco di vestiti. Sono tutti bellissimi, non c'è dubbio, ma sono molto scomodi. Preferisco di gran lunga i pantaloni, anche se alle donne non è permesso indossarli.

"Allora, Signorina?", mi domanda Annette immersa nel mucchio di vestiti. "Quale preferisce?".

La risposta è scontata. Indosserò il mio preferito, quello azzurro e blu, con il fiocco argentato dietro, che ho disegnato io stessa. Regalo di mia madre, che ha acconsentito e portare il mio disegno dalla sarta e farlo fare.

Giro la testa verso Annette che sta aspettando una risposta. Le indico il vestito. Lei a mala voglia me lo passa.

"Signorina, mi scusi. Ma dovreste mettervi anche gli altri abiti che avete nel guardaroba. ".

Mi alzo dalla sedia e mi tolgo le scarpe.

"Infatti lo faccio", le dico, e mi sgancio i bottoni del vestitino che ho addosso.

"Mmm. Però questo è quello che vi mettete più spesso", dice. Prende il bustino e mi si avvicina.

"E' ovvio, Annette. E' il più comodo che ho. L'ho fatto realizzare così apposta", dico un po scocciata.

Apre il bustino, e fa per agganciarmelo da dietro. Si avvicina sempre di più, silenziosa, cercando di non farsi sentire.

"Tanto io quel coso non me lo metto", le dico, girandomi e strappandoglielo di mano.

"Lo deve indossare, Signorina. Per forza." Corre a raccogliere il bustino infondo alla stanza.

"Mai!", urlo, e corro fuori dalla camera.

"Signorina!", mi corre dietro, ma inciampa nel tappeto e cade.

Mi siedo sul corrimano e mi lascio scivolare fino in soggiorno. Corro verso la porta del giardino, ma una figura mi si para davanti.

"Louis, togliti!". Louis è mio fratello. Anzi, fratellastro. E' il figlio che mio padre ha avuto con un'altra donna prima di sposare mia madre. Lei però lo ha accettato volentieri. Io però non lo sopporto. E' molto bello, va bene, ma ha un caratteraccio. Quando diamo delle feste, si circonda sempre di ragazze. Ha sempre quell'aria da superiore che è insopportabile. E non mi lascia mai in pace. Ha la mia stessa età! mio dio. Eppure si comporta come un bambino.

"Fammi passare, ho detto!". E' fermo davanti a quella maledetta porta, e ha un sorriso inquietante sulla faccia.

"Perchè stai scappando? Ah, si. Il bustino malefico!", ride di gusto, Lui.

"Pensi di spostarti prima o poi o no?!", mi volto, e vedo Annette in cima alle scale che sventola quell'odioso bustino.

"SPOSTATI!", lo spingo da una parte, ma lui mi afferra per una manica da dietro, tirandomi verso di se.

Lo sto guardando con aria assassina. Come si permette di toccarmi?!

"Non ti sei accorta di essere mezza nuda?", mi domanda tranquillamente, tirando sulla spalla una manica.

Sgrano gli occhi. Solo ora mi rendo conto di essere scalza, e con il vestito tutto sbottonato dietro.

Arrossisco. "Potevi dirmelo prima!", gli urlo in faccia. Lui mi sorride, poi finalmente mi lascia andare.

Corro fuori in giardino. Maxime, dal lato apposto del giardino, mi saluta con la mano. Io gli sorrido. E' il nostro giardiniere, e giudicare dal luccichio che c'è sul prato, ha appena finito di innaffiare. 'Poco male', penso, e corro a nascondermi dietro il faggio che abbiamo in un angolo del giardino. Ho gli occhi puntati sulla porta, dove dopo poco appare mio padre.

"Angelique! Angelique! Dove sei?", si para gli occhi con la mano per vedere meglio.

"Esci fuori! E vatti a vestire subito!". Louis gli si avvicina e gli dice qualcosa. Parlano a bassa voce, non capisco quello che dicono. Alla fine però nostro padre gli sorride. Sorride anche lui. Quel sorriso bellissimo e la tempo stesso odioso. Nostro padre va via. Louis si volta verso di me e mi sorride.

Come ha fatto a vedermi?! >.< Mi sposto di tre alberi più giù. Poi mi sporgo il poco necessario a vedere la porta. Non c'è nessuno.

'Bene', penso, 'Sen'è andato!'. Mi siedo con la schiena appoggiata al tronco dell'albero. Faccio un sospiro e chiudo gli occhi.

"Trovata...". Quasi urlo dallo spavento. Apro gli occhi, e quell'antipatico di Louis è a gattoni davanti e me, e mi sta sorridendo.

Ma cosa avrà mai questo qui da sorridere, sempre?!

Sbuffo, e mi volto dall'altra parte. "E ora che vuoi?", gli chiedo.

Sento che si siede accanto a me, dalla parte dove ho rivolto il viso. I nostri respiri si mescolano.

"Ti devi mettere quel bustino", mi dice, tranquillissimo.

"No. Mi da fastidio. E poi non ne ho bisogno". Questo era vero, che per non essendo magrissima, avevo un punto vita molto stretto.

Lui guarda per un attimo la mia vita, poi dice "Lo so. Ma la devi fare per forza. Pensi che a me piaccia indossare questa cravatta?", e agita il pezzo di stoffa che ha legato al volto.

Mi avvicino a lui. Lui mi guarda, ancora sorridendo ma un po stupito. I nostri nasi sono a 2 mm di distanza.

"Louis...", sussurro. Lui si avvicina, e schiude appena la bocca. Abbassa le palpebre...

"Starebbe meglio così!", gli urlo stringendogli la cravatta fino a strozzarlo. Lu sgrana gli occhi e cerca di rimettersi in ordine. Io scappo via.

Sapevo che non avrebbe resistito a una ragazza. Nemmeno questa fosse stata sua sorella XD

A mala voglia torno in casa, faccio le scale, e mi infilo quell'odioso bustino.

"Trattenga il fiato, Signorina", dice Annette, tirando i fili sulla mia schiena. Un ultimo strattone più forte. Poi posso riprendere a respirare.

"Ora può indossare il suo vestito", mi dice, e mi porge l'abito che avevo abbandonato sul letto.

Sgancio i bottoni che avevo fatto cucire sulla schiena, e me lo infilo. Faccio cenno ad Annette di richiudere il tutto.

Poi mi siedo davanti allo specchio del mio bagno. Mi guardo i lunghi capelli castani. Non proprio lisci, non proprio lisci. Non mi piacevano molto. Non avevano una forma definita.

"Adesso La pettino", mi dice Annette prendendo la spazzola. Dopo 10 minuti di spazzolamento, mi fa una splendida acconciatura a cui aggiunge un fiocco blu per tenere il tutto fermo. Mi guardo allo specchio. Sembro proprio una principessa.

"Potrebbe essere la regina", dice Annette sorridendo. In effetti, è proprio quello che mia madre vuole che diventi. La regina. Unico scopo nella vita: diventare regina. Io però non ho assolutamente intenzione di farlo. Voglio apripre un mio atelier con i miei vestiti. Si, questo è il mio sogno.

Mi infilo un paio di scarpe celeste cielo, e vado in soggiorno. Quest'anno per fortuna, tocca a me il posto sul divano. Così non dovrò stare in piedi per tutto il tempo del ritratto. Mi siedo. Accanto a me c'è la mia sorellina, Aliénor, che è tutta contenta perchè indossa un cappellino adorabile verde, che adora. Alla sua destra c'è Louis, che nonostante quello che gli ho fatto poco prima, continua a sorridermi.

Ai miei piedi c'è Kilian, il piccolo di famiglia, che giocherella con i fili delle sue scarpe. Sarà difficile farlo stare fermo per tutto quel tempo.

Due mani mi si posano sulle spalle. Vedendo i guantini bianche ricamati, capisco che dietro di me c'è mia madre.

Alzo il viso. Lei si abbassa e mi dice in un orecchio "Sapevo che te lo saresti messo". Poi mi sorride e torna al suo posto. Accanto a lei c'è mio padre. E' molto elegante. Fa avanti e indietro dal divano alla porta, aspettando il pittore di quest'anno.

Dopo poco arriva, un uomo di mezza età con i capelli brizzolati. Stringe la mano a mio padre. Si togli il cappello davanti a mia madre. Fa un grosso sorriso a noi ragazzi.

Poi si posiziona davanti a noi. Sistema la tavola. "Sorridete", dice, e inizia a dipingere...

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Capitolo 2
*** Pantaloni a una donna: che follia! ***


...

Mi alzo dal divano e mi sgranchisco la schiena. Sono stata seduta per non so quante ore.

Louis mi si avvicina, sempre sorridendo. Come vorrei togliergli quel ghigno dalla faccia! >.<

"Brava", dice, e mi tira il fiocco del vestito. "Sei stata molto furba prima. Ma sappi che te la farò pagare", continua.

Alzo un sopracciglio. Lui mi guarda. Sembra stupito dalla mia reazione.

"Furba? Lou, guarda che sei tu che sei tonto!", gli rispondo con il suo stesso sorriso.

Lui mi fa una smorfia. Poi mi lascia il fiocco e esce in giardino. Io lo seguo...

"Angelique! Dove vai?", mi domanda mia madre, che dopo 4 ore in piedi può finalmente sedersi.

"In giardino. Perchè?", domando.

"Ti sporcherai le scarpe!". Tiene molto alle scarpe. Non so perchè; è una sua mania.

"Tranquilla", sorrido, "Starò attenta". Esco. E' una bella giornata, oggi. Il sole splende alto nel cielo. Mi guardo intorno, cercando Louis. Faccio qualche passo verso destra, guardando se è andato sul terrazzo. Non appena mi affaccio, due mani mi afferrano per la vita e mi girano.

"Lou! Sapevo di trovarti qui!", gli dico.

Lui sorride. Ma perchè?!?! >.<

"Come facevi a sapere che avrei ceduto?", mi chiede finalmente.

"Sei mio fratello. Conosco i tuoi punti deboli", gli rispondo, soddisfatta.

Lui mi si avvicina, io lo blocco con una mano sul petto.

"Sono tua sorella", dico seria, "Non mi devi toccare con un dito. E poi, la tua vicinanza mi ripugna", concludo.

Lui mi lascia la vita, ma continua a restarmi vicino. Conosco le sue intenzioni..

"Se provi ad avvicinarti, dico a Papà cosa volevi farmi sotto al faggio", lo guardo con aria di sfida.

Lui mi guarda perplesso. "Se dici qualcosa, non ti presto più i miei pantaloni". Sorride, sa di aver colpito nel segno.

Lo guardo, disperata. "No! I pantaloni no!".

"Allora stai zitta", dice, e si avvicina.

"Facciamo un patto", dico seria.

"Di che tipo?", mi chiede lui, sospettoso.

Sorrido, falsa. "Del tipo che io non dico niente a Papà, e tu continui a prestarmi i tuoi pantaloni". Passeggio per il terrazzo. Anche se sono di schiena, sono sicura che adesso non sta sorridendo.

"Mmm... Va bene", dice. Sento che si allontana.

"Ma mi prenderò la mia rivincita. Stanne certa!". Io mi volto. Lui mi sorride, sorrido anch'io.

E ancora una volta ho vinto io. E' troppo facile, così. Inizio a non divertirmi più.

Mi siedo vicino al tavolino, guardo l'immenso giardino che circonda casa nostra.

Ad un tratto mi cade qualcosa in testa, qualcosa di morbido, fatto di stoffa. Tiro giù dalla testa quella cosa, e vedo che sono un paio di pantaloni marroncini, color nocciola. Li guardo, sorridendo. Alzo lo sguardo, e Louis è lì che mi sta facendo la linguaccia. Ricambio con una smorfia, e corro in camera mia.

"Finalmente posso togliermi questo vestito!", dico felice. Annette mi guarda rassegnata.

"Ah, Signorina. Quando si deciderà a capire che le ragazze indossano la gonna, e non i pantaloni?", mi chiede togliendomi il fiocco sulla schiena.

"Quando questa sciocca regola sarà abolita!", rispondo seria. Mi infilo quei comodissimi pantaloni. Aggancio i bottoni che hanno sul davanti. Mi giro verso Annette. Le indico l'acconciatura. Lei alza gli occhi al cielo, e sospira.

"Almeno l'acconciatura la potrebbe tenere, Signorina", dice disperata. Faccio una risatina.

"Se per caso viene qualcuno a farvi visita e Lei si presenta conciata così, cosa potrebbe pensare di lei quel povero ospite?", mi slega tutte le trecce.

"Sai che non mi interessa quello che la gente pensa di me, Annette". Finalmente sono a capelli sciolti. Guardo sul piano dello specchio. La mia spilla non c'è.

"Lo so Signorina, e so anche che i suoi genitori sono d'accordo con me che questo suo abbigliamento sarebbe più adatto a un ragazzo". Appoggia il fiocco accanto a gli altri.

"Si, si... Sai per caso dov'è la mia spilla?", chiedo. E' una spilla particolare, d'oro puro. Solo che è più lunga del normale, quindi invece che metterla su un vestito, la uso come ferma capelli.

Annette si guarda intorno. Poi va in camera mia e torna con la spilla in mano. "L'avevate lasciata sul comodino, Signorina.", dice, e me la porge.

Prendo le due ciocche a lato della testa, le tiro su e le arrotolo, facendo un piccolo chignon. Infilo la spilla in mezzo alla pallina facendola passare su e giù tra gli altri capelli, per farla stare ferma. Lascio il resto dei capelli sciolti.

Annette mi guarda, con aria di rimprovero.

"Anche questa! Signorina. Solo Lei poteva inventarsela!", dice, e esce dalla stanza.

"Annette, aspetta!", le urlo dietro.

Lei si ferma sulla porta. "Si, Signorina?", chiede.

"Quale di queste si intonano meglio ai pantaloni?", le sto sventolando davanti al viso due paia di scarpe col tacco, uno marrone e l'altro bianco.

"Signorina, mi scusi. Ma se si vuole vestire da uomo, dovrebbe mettersi delle scarpe basse", mi dice, ignorando completamente le scarpe.

"Io non mi vesto da uomo. Allora? Quale?", agito le scarpe.

Annette, ormai rassegnata a vedermi vestita così, indica il paio bianco.

"Proprio quello che pensavo! Grazie!", sorrido.

Lei esce, in silenzio.

Le scarpe bianche fanno un po di contrasto con i pantaloni marroncini e la camicetta blu carta da zucchero. Esco dalla mia stanza.

Vedo Louis che mi guarda, con quel suo assurdo sorriso, poi mi dice:

"Ecco quella creativa!", inizia a ridere e scende le scale.

"Spiritoso!", rispondo. Poi scendo anch'io in soggiorno. Mia mamma mi guarda, sorridendo, rassegnata anche lei a vedermi con i pantaloni. Mio padre invece non riesce ad accettarlo. Appena mi vede si fa scuro in volto.

Cerco di ignorarlo, ma è molto difficile.

"Pantaloni a una donna: che follia!", dice. "Perchè non indossi uno dei tuoi bellissimi abiti, come le altre ragazze della tua età?", chiede, insistente.

"Perchè io non sono come le altre ragazze. Io...", mi interrompe.

"Ah, certo. Tu sei 'diversa'. Tu non sei come loro.", gesticola.

"Forse mi sbaglio, Padre, ma mi pare che siate stato voi a dirmi per primo di non essere come le altre ragazze. ", rispondo seria. Lo guardo negli occhi, cercando di fargli capire che io non sono davvero come tutte le altre.

"No, Cara, non ti sbagli. Ma l'ho detto perchè so di aver ragione". dice, e incrocia le braccia sul petto.

"Certo Padre. Come volete", rispondo esasperata. Esco in giardino...

"Angelique! Torna subito qui!". Kilian mi segue. Penso che non abbia capito quello che è successo.

"Lasciala stare, Horace. E' in un'età difficile", dice mia madre.

Ormai io sono in mezzo al giardino. Kilian mi guarda con quei suoi occhioni verdi pieni di vita.

"Giochiamo?", mi chiede, speranzoso. Sorrido, e gli accarezzo i capelli.

"Certo. A cosa vuoi giocare?", mi siedo sull'erba per essere alla sua altezza.

"A nascondino!", mi dice felice.

"Va bene. Allora io conto fino a dieci, e tu corri a nasconderti!". Mi fa cenno di si con il capo.

"Allora vai! Forza!", gli dico, e inizio a contare.

"Uno.. Due.. Tre.. Nasconditi bene! Quattro... Cinque.. Sei...". Ho gli occhi coperti dalle mani. Non vedo assolutamente niente.

"...Nove.. Dieci! Vengo! Chi c'è c'è, chi non c'è pace!". Faccio per alzarmi, ma qualcuno mi cade addosso.

Riconosco il profumo. "Alzati! Mi stai schiacciando!".

"Scusa! Non l'ho fatto a posta. Volevo spaventarti", dice, poi finalmente si alza. Sorride. Ma cosa sorride?! >.<

"Allora.. Giochi con noi, Lou?", gli chiedo, mentre mi spolvro i pantaloni.

"A cosa giochiamo?", chiede, curioso.

"A nascondino. Ho finito di contare, quindi, andiamo a cercare Kilian!", faccio un piccolo saltello, e corro alla ricerca di Kilian.

Louis rimane un attimo fermo a guardarmi mentre corro, poi parte anche lui 'Alla ricerca del fratellino perduto' ! XD

Quando non fa il superiore, è un buon fratello :33

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Capitolo 3
*** Un nuovo incontro. ***


...

"Hmmmm...."... Fa un po freddino sta mattina. Ieri è stata una giornata piena, quindi ieri sera ero molto stanca.

Non sono sveglia, ma non sto nemmeno dormendo. Non so se ci sia un nome adatto a questa situazione. Vabbè...

Mi piace stare nel mio letto, di mattina presto, quando tutti dormono ad ascoltare i miei pensieri.

Infondo, durante la giornata ho mille cose da fare. Non ho certo il tempo di stare tranquilla a farmi gli affari miei.

Lascio cadere le braccia aperte sul letto, e finalmente apro gli occhi.

Il mio soffitto, bianco immacolato. Prima o poi lo dipingerò come piace a me.

Io sono un'artista. Si, una bravissima artista, secondo quelli che vedono i miei lavori.

Io però non credo di essere un fenomeno. Sto ancora imparando, e sono autodidatta. Quindi, non penso proprio di essere l'erede di Picasso o altro.

Mi sollevo sui gomiti e guardo fuori dalla finestra. Non è ancora sorto il sole, ma non manca molto.

Scendo piano dal letto, per far si che non cigoli. Mi infilo piano le pantofole e vado nel corridoio.

La porta di Louis è un po aperta. Chissà cosa ha combinato questa volta...

Mi affaccio, e vedo che a terra c'è uno splendido vestito rosso.

In effetti, la forma che si vede da sopra le coperte, non può essere certo quella di un solo corpo.

Eh.. Non c'è proprio rimedio. Parigi sarà presto piena dei suoi figli illegittimi.

Vi dirò una cosa: io non sono vergine, come tutti credono.

Eh, siete stupiti, vero? XD

Bhè, non sono la brava ragazza che tutti pensano.

Odio le regole di questa assurda era, per questo molte volte le infrango (anche all'insaputa dei miei genitori).

Comunque... Come avrete potuto capire, mio fratello non è vergine, e nemmeno io.

Ho perso la mia verginità l'anno scorso, a scuola. Non vi racconterò tutti i particolari. Vi dico solo che non è stato niente di che e che, per fortuna, non sono rimasta incinta.

Il ragazzo in questione però era molto bello. Era alto, con i capelli rossi e gli occhi verdi. Aveva un bel fisico atletico.

Probabilmente però, se i miei parenti sapessero questo, non potrei più frequentare la scuola pubblica.

Ancora non l'ho finita, quindi spero che questo rimanga un segreto.

Nel frattempo sono scesa al piano inferiore a fare colazione, e sto mangiando dei biscottini al cioccolato con del thè alla pesca.

Adoro questo thè. Mi piace perchè è diverso da quello al limone, che a parer mio non sa di niente. E non assomiglia neanche a quello verde, che è amaro.

Oggi dovrò fare un sacco di cose. Mio padre ieri sera ci ha informati che ha deciso di ospitare un ragazzo o una ragazza (insomma, qualcuno) che diventerà un nostro servitore.

Ha detto che vedrà alcuni pretendenti al posto proprio stamattina, quindi io uscirò presto. Non mi interessa chi sarà il nuovo arrivato; potrò conoscerlo in qualsiasi altro momento.

Finisco il mio thè, do una sciacquata veloce alla tazza e l'abbandono nel lavandino.

Ritorno silenziosamente in camera mia. Prendo i pantaloni marroncini del giorno prima e vado in camera di mio fratello.

La ragazza della sera prima si sta rivestendo, e quando mi vede fa mi guarda con un'espressione disperata. Io le sorrido, facendole capire che non dirò niente.

Lei ricambia il sorriso, e continua a vestirsi. Io vado verso l'armadio di mio fratello: l'universo dei pantaloni.

Che bello, vorrei avere anche io tutti questi pantaloni. Li guardo tutti, appesi alle grucce, di ogni colore e forma. Poi noto un paio blu reale, con un taglio semplice. Le sfilo dalla gruccia e ci metto il paio che mi aveva prestato il giorno prima.

Mi volto e vedo che la ragazza si sta sistemando i capelli. E' molto bella. Non è alta, ma è magra. I suoi capelli sono neri e ricci, di media lunghezza. Ha gli occhi color nocciola e ha qualche lentiggine sulle guance.

Mio fratello ha proprio buon gusto. ;)

Chiudo l'armadio e esco dalla stanza. La ragazza mi segue, chiedendomi dove sia l'uscita. La accompagno alla porta e scopro che si chiama Julie. La saluto, e le ripeto che non farò parola con nessuno di quello che so.

Lei va via sorridendo, come se niente fosse. E' presto ancora, e non c'è molta gente per strada.

Chiudo la porta sperando che lo schiocco del gancio non faccia troppo rumore.

Poi risalgo in camera mia e mi vesto. Mi infilo i pantaloni freschi di guardaroba e una camicia bianca a pieghe lunghe.

Mi piace quella camicia perchè è molto particolare, diversa dalle altre, e rispecchia il mio particolare stile.

Raccolgo i capelli in un grande chignon in cima alla testa, e fermo il tutto con un fiocco dello stesso colore dei pantaloni.

"Manca qualcosa..", penso, guardandomi allo specchio. Apro l'armadio e cerco qualcosa che mi posso ispirare. Infondo al guardaroba vedo un nastro nero di raso, non molto alto.

Lo prendo e lo osservo. Poi me lo lego in vita, facendo un piccolo nodo su un fianco.

"Ora sono perfetta!", dico allo specchio, sorridendo. Probabilmente l'aveva messo lì Annette, nel tentativo di nascondermelo. Ma purtroppo per lei, è il mio armadio, e riesco a trovare qualsiasi cosa.

Oggi devo camminare un po, quindi mi infilo un paio di scarpe basse nere per cui avevo dovuto implorare mia madre per giorni e giorni.

Esco piano dalla mia stanza, chiudendomi la porta dietro. Mio fratello è davanti alla porta di camera sua che si sta stropicciando gli occhi.

Vedendomi, cerca di fare un sguardo indifferente.

"E' appena uscita", gli dico scendendo.

"Chi?", mi chiede facendo finta di niente, e mi segue.

"Juile. L'ho conosciuta stamattina", gli rispondo tranquilla.

"Che vuol dire l'hai... Ehi. Ma quelli non sono i miei pantaloni?!", mi chiede, sedendosi.

"Si. Ma ora devo andare. Ci vediamo dopo", e corro alla porta.

"Dove vai?", mi chiede, ma la porta gli si chiude in faccia.

Appena esco una carrozza pubblica si ferma davanti a casa mia. Salgo, e mi siedo. A quell'ora le carrozze sono quasi vuote.

Ci sono un vecchio signore, una signora con un cagnolino al guinzaglio, una donna che dall'espressione sembra molto impaziente e un ragazzo.

Strano, non lo avevo mai visto prima d'ora. E' seduto molto lontano da me, e non lo vedo bene. Riesco solo a vedere che ha i capelli neri e mossi, che tendono stranamente al verde scuro. Ha la pelle molto bianca, a giudicare dalla mano che sporge dal giubbotto nero.

A un tratto si volta e mi guarda. Subito arrossisco e mi giro dall'altra parte.

"Che figuraccia!", penso. "Chissà cosa penserà...", sprofondo nella vergogna.

Dopo qualche secondo la carrozza si ferma, qualcuno scende qualcun'altro sale. Mi volto, e quasi non cado a terra.

Il ragazzo misterioso era venuto a sedersi accanto a me, durante il sali-scendi quotidiano.

Sta seduto, tranquillo, come se niente fosse. Ora lo posso vedere bene. E' molto bello. Molto, molto bello :33

Sui capelli non mi ero sbagliata, e nemmeno sulla carnagione. Il suo viso è molto chiaro. La sua bocca è di un bel rosa pesca e i suoi occhi... Bhè, i suoi occhi non li vedo, se non si gira.

Come se mi avesse letto nel pensiero,si volta e mi guarda. Rimane in silenzio per qualche secondo, poi mi porge la mano.

"Chase", mi dice, e alza un angolo della bocca.

Io resto un attimo a guardarlo, poi gli stringo la mano.

"Angelique", rispondo, e gli sorrido.

I suoi occhi sono di un celeste chiarissimo, quasi color ghiaccio.

"Dove vai?", mi chiede guardando davanti a se.

"Al parco. Ho delle commissioni da fare", rispondo.

"Che commissioni si possono fare al parco?", mi chiede, alzando un sopracciglio.

"Scusa, ma questi non sono affari tuoi", sorrido falsa.

Lui mi guarda per un attimo, in silenzio. Poi fa una risata.

"Già! Hai ragione! Allora ci vediamo!", mi dice. Poi si alza, e va verso la porta della carrozza.

"Arrivederci", rispondo, un po stordita.

Non avevo mai incontrato un ragazzo così bello e così diverso dagli altri. Mi ha colpito davvero molto...

Poi le porte si chiudono, la carrozza riparte e io dico addio al ragazzo bello e diverso...

 

:DD

 

Angolo dell'autore.

Mi scuso in anticipo per la lunghezza ridotta di questo capitolo, ma non potevo trattenermi oltre. Mia mamma oggi ha deciso di pulire le mie mensole (Dio solo sa cosa c'è la sopra) e per evitare che butti tutti i miei tesori nella spazzatura, devo intervenire.

Spero che lo gradiate comunque! :33

Bye.

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Capitolo 4
*** Sophie e Renèe. ***


...

...

Scendo un po stordita dalla carrozza, proprio davanti al parco.

Cammino, immersa nei mie pensieri. D'un tratto vado a sbattere contro qualcosa...

"Hey! Stà attenta!", mi dice una ragazza di fronte a me. E' insieme a un'altra ragazza che mi squadra dai piedi alla testa.

"Eh.. Scusa", le dico, imbarazzata.

"Si, scusa! Ts!", dice allontanandosi da me.

"Ma hai viso com'era vestita?", le chiede l'amica.

Ora non sento più quello che dicono, sono troppo lontane, ma vedo che ridono.

Scuoto la testa, rassegnata a ricevere quei commenti per tutta la vita. Si, mi era capitato anche altre volte prima di oggi.

Alzo gli occhi al cielo: oggi è proprio una bella giornata.

Entro nel parco. Saluto con la mano il signore seduto sulla panchina proprio vicino al cancello. E' il custode. Si chiama Guilleme. E' un tipo simpatico, e stranamente non mi ha mia fatto domande sul mio abbigliamento.

Percorro veloce il sentiero che spara in due il parco. Dopo un po giro a destra. Entro in un'area del parco poco frequentata, una distesa d'erba costellata da fiorellini gialli e viola.

Proprio in mezzo, ci sono due ragazza sedute su un lenzuolo. Mi dirigo verso di loro. Una si volta e mi sorride.

"Finalmente sei arrivata!", mi dice l'altra, alzandosi.

"Scusate il ritardo. Ho avuto un imprevisto", rispondo, e la abbraccio.

"E io? A me non mi saluti?", mi chiede quella seduta, con un finto broncio sulla faccia.

"Ma certo che ti saluto!", mi abbasso e la abbraccio.

Ci mettiamo sedute tutte e tre su lenzuolo. Le due ragazze in questione sono le mie due miglior amiche, Sopihe e Renèe.

Ci conosciamo fin da quando eravamo piccole.

Sophie è la più bassa del gruppo. Hai capelli lunghi e biondi, con dei bellissimi boccoli. Ha gli occhi castani e indossa un paio di occhiali rotondi. Non è molto magra, ed è prosperosa.

Come Renèe, d'altronde. Lei ha i capelli molto scuri e gli occhi color nocciola. E' molto simpatica, ed ha la risata facile.

"Allora, Angi? Novità?", mi chiede Sophie porgendomi un tramezzino.

"No, niente di nuovo. Voi invece, cosa mi raccontate di bello?".

"Ieri ho comprato un'ombrellino nuovo!", risponde felice Renèe. "Solo che non l'ho portato perchè si sarebbe sporcato...".

Non sono molto presente, ho la testa tra le nuvole. Sono immersa dai pensieri...

"Come mai quella faccia?", mi domanda Sophie, dandomi una leggera spinta.

"Eh? Quale faccia?", cerco di far finta di nulla.

"Ci stai nascondendo qualcosa, forse?", mi chiede Renèe, con la sua faccia curiosa.

"Oh, va bene, Ve lo dico. Sto pensando a un ragazzo".

Sophie e Renèe si scambiano un sguardo, poi mi sorridono.

"Uh! E' chi sarebbe il fortunato?", mi chiede Renèe con un sorrisetto malizioso.

"E' francese?", mi chiede Sopihè. Faccio una risatina.

"No. A giudicare dal nome è inglese."

"Inglese? Wow! Sai, si dice che gli inglesi siano belli...", continua Renèe, cercando di sapere di più.

"Infatti lo è!", rispondo, un po imbarazzata.

"E' nobile? Perchè se non lo è faresti meglio a tagliare i rapporti subito..", mi dice Sopihe seria.

"Non so se è nobile. E comunque non c'è nessun tipo di rapporto! Abbiamo solo scambiato due parole sulla carrozza pubblica mentre venivo qui...". Stacco i petali a un fiore viola.

"Bhè, magari potresti cercarlo.Potresti scopripre qualcosa di più su di lui...", insiste Renèe.

"Mh.. Non so..". Tiro fuori dai pantaloni un orologio che aveva lasciato mio fratello.

"Scusatemi, ragazze. Ma ora devo proprio andare.", dico alzandomi e sistemandomi i pantaloni.

"Dove vai?", mi chiede Sopihe.

"Oggi arriva un nuovo domestico. Mio padre ha detto che devo essere presente anche io per dare il mio parere", mi avvio verso il sentiero.

"Ah, va bene. Allora ci vediamo un altro giorno!", mi dice Sophie da dietro.

"Scusatemi ancora. Vi voglio bene!", gli dico salutandole con la mano ;)

"Anche noi!", mi risponde Renèe felice.

Questa cosa del nuovo domestico è davvero noiosa. Mio padre sa che non fa differenza per me chi viene a lavorare da noi.

Esco dal parco e mi siedo sulla panchina, aspettando la prossima carrozza pubblica....

 

 

 

Note dell'autore.

Scusatemi ragazzi, ma in questo periodo non ho potuto aggiornare prima la storia perchè mi è ricominciata la scuola e dovevo finire i compiti. Non so con che frequenza aggiornerò i capitoli, ma farò il possibile per non farvi aspettare così tanto :3

Ciao!

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Capitolo 5
*** Sotto lo stesso tetto. ***


La carrozza pubblica arrivò in fretta. In meno di cinque minuti ero a casa nel bel mezzo di una baraonda assurda.

Senza che nessuno mi dicesse niente, andai in camera mia a cambiarmi. Mentre cercavo un vestito decente, sentii la porta che si chiudeva e qualcuno che mi respirava sul collo.

"Dai Lou, lasciami stare. Mi devo preparare". Louis si sedette sul letto, fissandomi.

"Te ne vuoi andare o no? Dovrei vestirmi", dissi, scocciata.

Lui mi fece un sorrisetto e disse "E' per questo che rimango".

"Mamma! Louis mi da fastidio!", urlai da camera mia.

"Louis! Lascia stare tua sorella e vieni giù a darci una mano!". Louis, stizzito lasciò camera mia e scese in sala. Io nel frattempo mi infilai alla velocità della luce un vestito verde con ricami bianchi e mi sistemai i capelli, appena in tempo per sentire il campanello.

Scesi piano le scale, cercando di non farmi sentire per vedere i nuovi possibili domestici arrivare. Erano tutti ragazzi maschi, della mia età più o meno. Una volta che i ragazzi arrivarono in sala, scesi anche io. Mia madre e i miei fratellini erano seduti sul sofà, mio padre e mio fratello Lou erano in piedi ai lati del mobile e gli altri domestici dietro di loro. Io mi avvicinai piano, ma i ragazzi si voltarono tutti a guardarmi. Passai piano davanti a loro, senza dargli molta importanza. Poi mi sedetti accanto a mia madre.

"Allora ragazzi. Sapete perchè siete qui: abbiamo bisogno di un nuovo domestico", esordì mio padre. I ragazzi annuirono e fecero cenno di sì col capo. Erano cinque. Il primo partendo da destra era brutto. Aveva i capelli color topo e gli occhi neri; con un viso molto triste.

Il secondo aveva i capelli castani mossi e gli occhi castani. Mi guardava con uno sguardo strano..

Il terzo era biondissimo, con gli occhi di un verde prato molto intenso. Sembrava molto sicuro di se.

Il quarto aveva i capelli rossi e gli occhi color nocciola. Era rosso in viso, aveva qualche lentiggine e sembrava spaventato da mio padre.

Il quinto.. Il quinto?! Il quinto aveva la pelle chiarissima. Il taglio degli occhi era particolare e avevano un il colore del ghiaccio. I suoi capelli erano mossi e neri tendenti al.. Verde??

O Mio Dio. Come avevo fatto a non accorgermene?! Era il ragazzo di oggi pomeriggio! Quello bellissimo e strano incontrato sulla carrozza! Che ci faceva lì?!

..

...

..

Mio padre stette a discutere con i ragazzi per due ore buone, e in queste due ore io non staccai gli occhi dal ragazzo che sembrava non avermi riconosciuto.

"Bene ragazzi! Adesso io e i miei parenti ci riuniremo per decidere. Dateci cinque minuti". Ci spostammo in cucina dove tutti espressero il loro parere.

"Io vorrei il primo, quello triste", disse mia madre.

"Io preferirei il ragazzo biondo: è molto preparato", mio padre.

"Ma non ci bastano i domestici che abbiamo già?!", Louis, scocciato.

Poi si girarono a guardare me. "Tu che dici, Angelique?".

"L'ultimo. Quello con gli occhi chiari." Lo volevo. Volevo che lavorasse per me. Volevo conoscerlo meglio.

"Bene. Allora faremo come ha detto Angeliqeu, visto che abbiamo tutti idee diverse". Mi si illuminarono gli occhi.

"Posso riferire io la notizia, padre?". Mio padre era sorpreso.

"Ehm.. S-Si, va bene. Ma verrà anche Louis con te."

"Va bene. Andiamo Lou!". Ero davvero felice. Il ragazzo che mi piaceva sarebbe venuto a lavorare per me! Un attimo.. Ho detto piaceva??

Tornammo in sala e i ragazzi erano sempre lì in piedi in silenzio. Mi avvicinai a loro.

"Sarà mia sorella a riferirvi la nostra decisione. Forza." Lou mi spinse in avanti.

"Abbiamo deciso di prendere.. Te." Indicai il MIO ragazzo, che mi guardò sorridente. Gli altri erano abbattuti. Non mi aveva davvero riconosciuta.

Poco dopo tornarono anche gli altri in salotto.

Bene ragazzi. Abbiamo fatto la nostra scelta. Vi auguriamo di trovare presto lavoro!”, disse amichevolmente mio padre.

Accompagnai gli altri ragazzi alla porta. Il ragazzo moro mi fece un sorrisetto strano e mi fece il baciamano prima di uscire.

Pier, piacere di conoscervi”, era molto educato, ma non mi piaceva per niente. Ritrassi la mano in fretta e lo invitai a uscire.

Piacere di avervi conosciuto.” Sorrisi, e tornai veloce in sala. Com'è che si chiamava? Ah, si: Chase. Penso sia inglese. Di sicuro non è di queste parti.

 

E' seduto sul sofà accanto a mio padre. Stanno parlando tranquillamente. Mi avvicino timidamente e mi siedo accanto a mio padre.

Allora Chase ti do il benvenuto nella nostra famiglia!”, esclamò mia padre sorridente porgendogli la mano. Chase sorrise e rispose alla stretta. Poi mio padre mi abbracciò.

Lei è mia figlia Angelique, la maggiore dopo Louis. E' una ragazza molto educata, ma un po' particolare. Mi raccomando: qualsiasi cosa ti chieda, accontentala”. Come se si fosse svegliato in quell'istante, Chase mi guardò sorridendo, e mi fece un inchino.

Felici di conoscerla, Angelique”. Davvero non si ricordava chi ero... :C

Abbozzando un sorriso, salii in camera mia e mi cambiai lentamente, rimettendomi i pantaloni di mio fratello. Come per magia, Louis entrò in camera mia chiudendo la porta. Si sedette sul letto.

Perchè hai scelto proprio lui?”, chiese poi.

Non lo so. Sono andata a intuito”, dissi, sistemandomi la spilla nei capelli.

Mah. Se lo dici tu. Secondo me potevamo benissimo farne a meno!”.

Ma dai, Lou. Abbiamo dato lavoro a un'altra persona disoccupata. Non ti fa sentire importante, questo?”.

Bhe, no. Cioè, lo fanno tutti...”. In effetti aveva ragione. Però mi faceva davvero piacere questa cosa.

Louis si alzò dal letto stringendomi la vita con le mani e affondando la testa nei miei capelli.

Dai Lou. Mi spettini!”.

Il tuo profumo è così buono...”. Lo spinsi via da me.

Si, va bene. Adesso vattene, per favore!”. Mandandomi un bacio con la mano, uscì dalla stanza.

Dopo poco andai in giardino, dove Chase era già a lavoro e stava aiutando Maxime a raccogliere le foglie secche.

Non ti ricordi proprio di me?”, chiesi triste a Chase.

Certo che mi ricordo di te”. Rimasi sorpresa.

E allora perchè non mi hai detto niente prima?”.

Perchè non era il caso. I tuoi parenti avrebbero potuto reagire male”.

No, no.. Ormai i miei genitori e i miei fratelli sono abituati alle mie 'stranezze' “.

Oh, sei pure strana?”, disse sorridente.

Si, vengo definita così!”. Mi piaceva troppo parlare con lui.

Passai il resto del pomeriggio a parlare con Chase in giardino, facendo finta di sgridarlo quando qualcuno ci vedeva. Ero davvero felice :DD

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Capitolo 6
*** L'inizio della conoscenza. ***


Ore 6:30 del mattino. Il sole filtrava dalle tende di camera mia. Qualcuno si muoveva ai bordi del letto.

Signorina? Si svegli, Signorina. E' ora di alzarsi”. La voce di Annette era dolce. Mi svegliai subito. A mala voglia scesi in cucina per fare colazione.

Erano già tutti in piedi. Mia madre mi diede un leggere bacio sulla fronte mentre dava la colazione a Aliénor e Kilian. Louis mi sorrise. Mio padre invece era stranamente serio.

Mi sedetti tranquilla accanto a Lou, e iniziai a intingere dei biscottini nel thè. Mio padre mi guardava serio.

Non sono sicuro della scelta che abbiamo fatto”, disse poi.

Non sei sicuro del ragazzo, caro?”, domandò stupita mia madre.

Esatto. Non credo che sia adatto a lavorare per noi”.

E perché no?”, continuava mia madre.

Mio padre si bloccò. Mi guardò un attimo, poi riprese a parlare.

Perché ieri quando stava lavorando in giardino, Angelique lo ha ripreso molte volte. Vuol dire che non svolge il suo lavoro come si deve”.

Ma no! Cosa andate a pensare, Padre?”, intervenni io. “Chase è un bravo ragazzo. Non ha molta esperienza, ma imparerà presto”. Sorrisi, cercando di nascondere il mio spavento. Non volevo che lo cacciassero.

Hai ragione, Padre. Sbagli spesso, ma vedrete che dopo poco sarà bravissimo”, disse Louis.

Mph.. Va bene. Rimarrà. Ma ditegli di sbrigarsi a imparare. Non mi piacciono i perdi tempo”. Detto questo si alzò e andò nel suo studio.

Sospirai, felice. Louis mi diede una leggera spinta.

Ti piace proprio andare in giro mezza nuda, eh?”, disse ridendo. Ero scesa in cucina con la camicia da notte, senza nemmeno mettermi la vestaglia.

Tuo fratello ha ragione. Devi coprirti quando esci dal letto. Potresti ammalarti”, disse mia madre, posandomi uno scialle sulle spalle.

Si, Madre. Lo farò”. Mangiai gli ultimi quattro biscotti e andai in camera mia a vestirmi. Annette stava rifacendo il mio letto. Chissà se Chase era già sveglio e a lavorare. Mi misi i pantaloni e una camicetta bianca. Sistemai due ciuffi che mi coprivano gli occhi, e scesi in giardino.

Bello, il mio giardino. Molto grande, con gli alberi a lato e ricoperto di tanti fiorellini colorati. Ma Chase non c'era. Dov'era finito? Forse mio Padre lo aveva cacciato? No, è un uomo di parola, lui. E allora dov'era??

Tornai in sala, e trovai mio pare e mia madre seduti sul sofà leggere, con i miei fratellini ai piedi che giocavano.

Padre, Madre, sapete dov'è andato Chase, il nuovo ragazzo?”. Mio Padre mi guardò sospettoso.

Perché ti interessa?”. Perché mi interessava? Non lo so. Volevo conoscerlo, ma se non sapevo dov'era non potevo farlo.

Ehm.. Bhè io...”.

Oh, forza caro. Non dar fastidio a Angelique”. Mia Madre, per fortuna.

E' uscito, tesoro. L'ho mandato a fare la spesa”.

Da quanto tempo è fuori?”.

Non so, sarà si e no una mezz'oretta. Lo dovresti trovare al mercato in centro, comunque”.

Va bene. Grazie mamma. Padre...”. Accennai un saluto veloce e mi fiondai fuori di casa. Aspettai qualche minuto la carrozza pubblica, che passò poco dopo. Salii. C'era davvero tanta gente. Era sabato, e il sabato c'è sempre un sacco di gente che va al mercato. Sarebbe stato difficile ritrovare Chase in mezzo a tutta quella folla.

Arrivata in centro scesi proprio davanti a mercato. Diedi uno sguardo veloce in giro. Donne che correvano con sacchi pieni di cibo che si tiravano dietro i bambini per la mano. Uomini eleganti camminano veloci parlando tra loro. Mi inoltrai nella massa di gente e negozianti in mezzo alla piazza. Cercai di guardarmi intorno, ma era molto difficile. Così andai a un banco dove andavo di solito. Vendevano stoffe di ogni genere e colore, nastri, bottoni e tutto il necessario per i vestiti. Era in assoluto il banco che mi piaceva di più. La signora Antoniette stava seduta come al solito dietro al suo banco, leggendo un vecchio libro.

Oh, Angelique! Che piacere rivederla! Come sta?”, mi chiese sorridendo.

Tutto bene Antoniette, grazie. E lei?”.

Oh, tutto bene anch'io. Come posso esserle utile oggi?”.

Per ora in nessun modo. Do un'occhiata alle ultime novità”.

Come vuole”. Riprese a leggere.

Mi saltò subito all'occhio una stoffa bellissima: era nera, liscia e con delle piccole applicazioni brillanti su tutta la stoffa. Doveva valere molto. Prima che potessi prenderla, una mano bianchissima la tirò via da sotto i miei occhi. Quasi mi prese un colpo.

Chase!”. Il ragazzo mi guardò stupito, e mi sorrise. “Che ci fai qui?”.

Vostra madre mi ha mandato a fare la spesa”, disse, posando la stoffa.

Bhè, ma noi mica mangiamo stoffa!”, dissi, ridendo. Rise anche lui.

Le piace?”, mi chiese poi.

Si, moltissimo”.

A quanto la fa questa stoffa, signora?” chiese ad Antoniette.

Oh, quella è molto cara, ragazzo. Non credo tu te la possa permettere”.

Non importa. La prendo lo stesso”. Con dei soldi di cui non conoscevo l'esistenza, Chase acquistò quella stoffa bellissima e me la porse.

E' per me??”, chiesi stupita.

Certo. La prenda come un segno della mia gratitudine. Infondo, è merito suo se sono stato assunto”. Sorrideva. Presi la stoffa e ci incamminammo insieme.

Guarda che mi puoi dare del tu”, dissi poi.

Davvero posso?”.

Certo”.

Oh, grazie. E' davvero stressante dare del Lei o del Voi a tutti quelli che passano”. Sorrise.

Si, lo so!”, sorrisi anch'io. Era molto carino ed educato. Mi piaceva.

Tu sei inglese, vero?”, chiesi timidamente.

Si. Vengo da Oxford. Sai dove si trova?”.

Si si. E perché ti sei trasferito qui?”. Forse non dovevo chiederlo..

Bhè, per motivi di lavoro. E' ovvio. La mia famiglia è rimasta in Inghilterra. Ci sentiamo spesso però via lettere”. Ha un viso nostalgico. Deve mancargli molto la sua famiglia..

Quanto tempo è che sei qui?”.

Non molto, a dire la verità. Saranno più o meno sei mesi”. Si passa una mano tra i capelli per sistemarli. E' davvero molto bello.

Tu invece, a quanto so, sei nata qui. Giusto?”.

Giusto”.

E non hai mai pensato di andare a vivere altrove?”.

No. Perché dovrei?”. Che domanda strana.

Non so. Non ti piacerebbe vedere il mondo?”. Ha lo sguardo scintillante. Dev'essere il suo sogno.

Certo. E un giorno lo vedrò. Farò il giro di tutto il mondo per promuovere la mia linea d'abbigliamento. Sai, diventerò una stilista...”. Ci sediamo su una panchina sotto la statua della piazza centrale, quella accanto al mercato. C'è ancora un gran via vai.

Ahh. Capisco. E' per questo allora che la signora del banco della stoffa ti conosce così bene”, sorride.

Eh, si! E grazie ancora di avermi regalato questa stoffa splendida!”. Tiro fuori la stoffa dal sacchetto: è veramente il tessuto più bello che abbia mai visto. Però mi dispiace per Chase. Quei soldi gli servivano.

Senti, voglio renderti il denaro che hai usato per questa”. Mi guarda con gli occhi spalancati.

Stai scherzando, vero? Non sarebbe più un regalo....”.

Ma quei soldi ti servivano!”.

Se mi fossero serviti non li avrei usati”. Giusto. Non c'avevo pensato.

Sei sicuro?”.

Si, tranquilla”.

Come vuoi. Che dici, torniamo a casa?”. E' quasi ora di pranzo.

Va bene. Poi però dovrai farmi vedere il vestito che realizzerai con questa stoffa”, mi da una pacca sulla spalla e mi sorride.

Certo Chase. Contaci”.

A mala voglia ci incamminiamo verso casa, sempre parlando e scherzando. E' davvero bello parlare con lui.

Ah. Posso chiederti un favore?”, chiedo davanti alla porta di casa.

Dimmi pure”.

Quando ci sono i miei genitori potresti darmi del Lei? Lo so che è noioso...”.

Certo, tranquilla. Non voglio certo farmi cacciare”.

Grazie”. Gli sorrido e entriamo in casa. Io dalla porta principale e lui dal retro. Come inizio di una conoscenza non è affatto male... :33

 

 

 

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Capitolo 7
*** Un nuovo amore. ***


Quanto è bello rimanere a poltrire nel letto il sabato mattina. Abbiamo molti meno impegni, e di solito se ci sono, di pomeriggio. Sento una mano che stringe e che agita piano la mia spalla. Poi due labbra morbide all'angolo della mia bocca... Due occhi blu erano incatenati ai mie.

Alzati, dai Lou. Mi devo vestire”. Era completamente disteso sopra di me, con le mani ai lati del mio viso che lo sorreggevano.

Sorride, come al solito, senza spostarsi di mezzo centimetro.

Appoggio la mano sul suo petto e lo spingo a lato del letto.

Devi smettere di entrare in camera mia senza avvertire!”, dico alzandomi veloce. Apro l'armadio e cerco un paio di pantaloni da mettere. Uffa.. Non ho niente di nuovo. Mi giro veloce verso mia fratello che si sta rialzando. Belli i suoi pantaloni..

Mi avvicino veloce, e lo sbatto di nuovo sul letto. Sgancio velocemente i suoi bottoni. Lui mi guarda stupito.

Oh oh oh! La piccola Ang si è finalmente decisa!”, dice, sorridente.

Non ti fare strane idee, Lou. Voglio solo i tuoi pantaloni”. Dopo aver sbottonato il tutto, glieli sfilo via, e li osservo soddisfatta. Hanno proprio un bel taglio, e sono di un bianco neve davvero stupendo.

Do uno sguardo veloce a Lou che si sta rialzando. Per sbaglio mi cade l'occhio sulle sue mutande. E' ben fornito il mio fratellino, ecco perché piace tanto alle ragazze XD

Si alza a mala voglia dal letto. Poi mi si avvicina, e mi da un bacio sulla guancia. Esce dalla mia stanza mezzo nudo.

Mi vesto tranquilla. Infilo dentro ai pantaloni una camicia verde chiaro. Tra i capelli la mia adorata spilla.

Scendo a fare colazione, e vedo con piacere che il mio Chase sta servendo la colazione.

Buongiorno tesoro”, dice mia madre, mentre mi siedo.

Buongiorno”. Mi giro a guardare Chase. E' davvero bellissimo...

Cosa preferisce per colazione oggi, signorina?”, mi chiede, porgendomi un vassoio ricolmo di cose buone. Afferro qualche biscotto al cioccolato e una bustina di the alla pesca. Sorrido, e Chase ricambia, poggiando il vassoio sul tavolo.

Allora Angelique. Oggi non abbiamo molte cose da fare, quindi hai tutta la giornata per te se vuoi”, dice mio padre da dietro il giornale.

Oh, grazie padre! Chase, ho da fare delle cose oggi. Potresti venire con me?”. Chase mi guarda perplesso.

Mi dispiace cara, ma Chase ci serve qui”, dice mio padre.

Oh, padre, per favore, non potreste dare il giorno libero anche a lui? Così potrebbe accompagnarmi fuori. Per favore...”. Lo guardo con lo sguardo da cucciolo implorante. Lui guarda un paio di volte Chase e me, poi sospira.

E va bene. Ma solo per questa volta”. Sorrido, e vado di corsa ad abbracciarlo. Vado verso Chase, lo prendo per la mano e lo trascino fuori di casa.

Grazie”, dice quando siamo davanti alla porta.

E di che? Mi fa piacere passare del tempo con te”, sorrido.

Sorride anche lui. Mi prende sotto braccio e iniziamo a camminare. Camminiamo parlando del più del meno per qualche minuto, poi arriviamo al parco e entriamo.

Sedute su una panchina, ci sono delle ragazze che conoscono. Vengono a scuola con me, e sono snob. Non le sopporto.

Andiamo via, per favore...”, sussurro a Chase tirandolo indietro. Lui mi guarda, poi guarda il gruppetto seduto, e mi strattona in avanti.

No Chase, ti prego, torniamo indietro. Non le sopporto...”.

Tranquilla”, dice, stringendomi la mano.

Passiamo senza emettere un fiato davanti al gruppetto che parla e ridacchia. Poi sento la voce di una ragazza..

Ehi, guardate quella com'è vestita!”. Mi giro di scatto, fulminandola con o sguardo.

Qualcosa non va, pagliaccio?”, dice ridendo con le sue amiche.

Guardo Chase, pregandolo mentalmente di andare via da lì. Lui però si dirige verso il gruppetto, senza nessuna intenzione di darmi retta.

Quando ci passiamo davanti, le ragazze iniziano a ridere. E' una cosa che non sopporto.

Potreste smettere di ridere, per favore?”, chiedo, scocciata. Chase mi guarda sorridendo.

E' perché dovremmo? Sei così divertente, pagliaccio!”. Le odio. Le odio tutte.

Oh, guardate, si è portata dietro la guardia del corpo!”, dicono, guardando Chase. Una di loro si alza, e lo guarda con uno sguardo che non mi piace per niente.

Ehi. Sei carino, sai? Come ti chiami?”, dice, girandoci intorno.

Chase”.

Chase! Allora sei inglese! Adoro l'Inghilterra!”, dice facendo la gallina e avvicinandosi sempre di più a lui.

Lascialo stare!”, mi metto in mezzo a loro due. Chase mi appoggia le mani sulle spalle e mi sposta.

Prende per la mano la ragazza e la riaccompagna alla panchina dal suo gruppo di amici. Poi rimane in piedi davanti a loro.

Vorrei chiarire che questa ragazza non è assolutamente un pagliaccio. Non si devono giudicare le persone dal loro modo di vestire, è una cosa sbagliatissima. E comunque, lei, a differenza di tutte voi, ha avuto il coraggio di mostrare la sua vera personalità, senza considerare il giudizio degli altri”. Detto questo si gira, e mi prende sotto braccio.

Andiamo Angelique. Sei sprecata per questa gente”. Mi trascina verso l'uscita, mentre le ragazze si guardano a bocca aperta.

Angelique? Ha detto proprio Angelique?”

Credi che sia Angelique Moreau?”.

No, non è possibile che sia lei”.. Bisbigliano...

Ci sediamo su una panchina davanti al parco. Sono davvero stanca di sopportare tutta questa gente che mi prende in giro per il mio modo di essere. Vorrei piangere...

Non ne vale la pena”, dice poi Chase.

Di cosa?”.

Di stare male per della gente del genere. Tu sei molto meglio di loro, e di questo ti devi sempre ricordare. Tu sei migliore”.

Lo guardo sorridendo, con gli occhi lucidi, e gli getto le braccia al collo.

Rimaniamo abbracciati per qualche secondo. Io rimango attaccata a lui, e lui appoggia le mani sulla mia vita. Quando alzo il viso, i nostri nasi sono attaccati e i nostri respiri mescolati.

Schiudo leggermente la bocca, e così fa lui. Poi ci baciamo, da prima un bacio tranquillo, poi ci facciamo prendere dall'enfasi del momento e le nostre lingue si intrecciano.

Ci baciamo per qualche minuto. Poi lo guardo sorridendo, e ci rimettiamo sulla strada di casa...

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