The City Of Sun

di SnixTheUnicorn
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** On The Road. ***
Capitolo 2: *** The Pool ***
Capitolo 3: *** Kurt's (Stupid) Idea & Disco! ***
Capitolo 4: *** Boys VS Girls. ***
Capitolo 5: *** Santana's (Stupid) Idea ***
Capitolo 6: *** I Can't ***
Capitolo 7: *** Cryin'. ***
Capitolo 8: *** Confessions. ***
Capitolo 9: *** Blaine's Room ***
Capitolo 10: *** Shall we try? ***
Capitolo 11: *** Match Point! ***



Capitolo 1
*** On The Road. ***


Poggiò la schiena sul sedile dell'auto, cercando di trovare una posizione comoda. Avrebbe dovuto affrontare un viaggio di venti ore circa se non di più e doveva essere il più rilassata possibile.
Chissà come Kurt l'aveva convinta ad andare insieme a lui a Miami... forse Kurt sapeva giocare bene la carta degli occhi da cucciolo e quella del migliore amico o forse le allettava l'idea di trascorrere un bel mesetto lontana da casa sua per godersi un meritato riposo. Fatto stava che Santana si trovava in quell'auto insieme a Kurt, pronta per andare a Miami.
- Non sei eccitata all'idea di andare a Miami? - chiese Kurt, mentre ingranava la marcia ed usciva dal vialetto di casa Lopez. - Sole, mare... -
- Belle ragazze. - lo interruppe Santana sogghignando. - Con i costumini succinti o magari le troveremo in topless... - Kurt fece una faccia schifata, ignorando le parole dell'amica. Non voleva immaginare le ragazze in quel modo, non era per niente una bella immagine! - ... E tanti bei ragazzi per te, ovviamente. - aggiunse la ragazza, non appena vide la smorfia di orrore che era spuntata sul viso dell'amico.
- Adesso sì che si ragiona! - esclamò Kurt felice dell'affermazione della sua migliore amica.
Se quattro anni fa gli avessero detto che lui e Santana Lopez sarebbero diventati migliori amici e che sarebbero partiti insieme per le vacanze estive, non ci avrebbe creduto e sarebbe scoppiato a ridere.
Invece quella ragazza era più dolce e fragile di quanto potesse apparire... anche se Kurt non glielo avrebbe mai detto in faccia: era il suo migliore amico, ma ciò non toglieva che Santana sapeva come minacciare la gente. D'altronde non l'avevano soprannominata 'il demonio del McKinley' senza motivo.
- Sei una lagna quando stai zitto. - si lamentò Santana inforcando gli occhiali da sole. - Anche se certe volte è un sollievo, perché quando inizi a parlare di cose totalmente gay sei davvero insopportabile. -
- Io sono gay, - rispose calmo Kurt. - ed è normale che parli di argormenti "da gay". -
- Io sono lesbica e mica parlo di cose da lesbica. - ribattè la ragazza inarcando il sopracciglio.
- Oh andiamo! Ti metti a squadrare le ragazze e poi fai dei commenti a volte anche poco consoni e la cosa peggiore è che io mi devo sorbire i tuoi discorsi da allupata cronica. -
- Non sono allupata cronica! - borbottò Santana incrociando le braccia sotto al seno.
- Ah no? - Kurt la fissò per una manciata di secondi per poi fissare la strada. - L'altra volta al Breadstix hai letteralmente spogliato con gli occhi quella povera ragazza che mangiava in tranquillità! -
- Aveva la camicetta molto sbottonata. - si giustificò Santana. Non era mica colpa sua se quella ragazza metteva in mostra le proprie grazie. Aveva gli occhi e mica poteva chiuderli di fronte a tanta bellezza.
Chissà come faceva Kurt a privarsi della graziosità del corpo femminile per un corpo più rude e meno bello come quello maschile.
- Okay, ma non dire che quando usciamo non fissi tutte le ragazze! -
- Mi piace fissare la preda prima di passare all'attacco. - sogghignò la ragazza, mentre Kurt emetteva un verso di disapprovazione.
- Fai paura. - ammise Kurt, anche se stava sorridendo. - Spero che non ti innamorerai mai, perché altrimenti chissà cosa faresti a quella povera ragazza sfortunata. -
- Oh, lo vuoi sapere? - sussurrò con voce suadente, mentre una mano raggiungeva la gamba di Kurt, il quale si era irrigidito talmente tanto da sembrare una statua. - Potrei darti una dimostrazione... - Kurt spalancò gli occhi e la sua espressione era spaventata, sconvolta e inorridita.
Scoppiò a ridere. - Kurt, sei proprio uno spasso! - esclamò, mentre si asciugava le lacrime che le uscivano per il troppo ridere. - Dovrei anche offendermi. Nessuno si è mai schifato di me. -
Kurt riprese a respirare - non si era nemmeno accorto di aver smesso - e poggiò una mano sul petto, il quale si alzava e si abbassava ad un ritmo molto veloce, come se avesse corso alla maratona di New York. - Ti odio. - disse, mentre Santana ricominciava a ridere. - Ti odio. - ripeté a voce più alta. - Ho avuto seriamente paura... -
- ... che ti violentassi, Kurt? - lo interruppe, smettendo di ridere. - Kurt, sei troppo egocentrico. A parte il fatto che per qualche strana ragione io e te siamo amici e poi... - lo guardò. - ... ti mancano i requisiti fisici necessari per piacermi. -
- Sono carino lo stesso. - affermò passandosi una mano tra i capelli. - Anzi, sono bellissimo, quindi ti capirei se volessi... -
Santana gli diede un piccolo schiaffo sulla spalla, interrompendolo e come aveva predetto, Kurt fece un urletto poco virile che le causò un'altra risata.
Con Kurt al suo fianco sapeva che la sua vacanza sarebbe stata divertente. Aveva fatto bene a dire di sì, non se ne sarebbe pentita.

  ***

Kurt scese dall'auto, felice che i suoi piedi possedessero ancora la capacità di camminare. Si stiracchiò un po', poggiando una mano sulla propria bocca quando si accorse che stava per sbadigliare.
Guidava da tre ore ed iniziava a sentire la stanchezza sul proprio corpo, così aveva deciso di fermarsi alla prima pompa di benzina con bar annesso per comprare qualcosa da sgranocchiare durante il viaggio.
Afferrò i lembi della sua maglietta, tirandola verso il basso, per poi lisciarne le pieghe che si erano formate.
Non gli andava di svegliare Santana: era così dolce quando dormiva da sembrare quasi un angelo. Quasi, perché definire Santana Lopez 'angelo' era come definire se stesso etero, ma era comunque carina. Aveva poggiato la testa sul finestrino e le sue labbra avevano formato un broncio così adorabile che avrebbe voluto abbracciarla e stringerla forte come un peluche. Le voleva un gran bene e sapeva che Santana, in uno strano modo contorto, ricambiava anche se non glielo diceva spesso, ma a Kurt importavano i fatti e non le parole e Santana glielo aveva dimostrato più volte.
Entrò in quella sorta di bar/supermercato in cui vi erano esposti per lo più cibo e qualche cd vecchio e scadente che sicuramente il signor Schuester, il loro insegnante di spagnolo e del Glee Club, avrebbe apprezzato.
Quell'uomo non aveva proprio il senso del gusto e dell'innovazione!
Arrivò di fronte allo scaffale dei dolciumi ed afferrò il pacchetto di caramelle gommose che sia lui che Santana amavano tanto e poi si avvicinò al bancone del bar, ordinando un bel po' di muffin caldi al cioccolato che erano sempre una delizia. Prese anche due lattine di Coca-Cola belle fresche e andò a pagare tutta quella montagna di roba.
- Ha una busta? - domandò Kurt imbarazzato al cassiere che tra l'altro era pure carino. Gli sembrava una domanda pressoché stupida ma sapeva che non sarebbe mai riuscito a portare tutto in macchina.
Fortunatamente il bel cassiere non la reputò una domanda stupida e lo aiutò a sistemare tutto dentro una busta di carta, facendo attenzione che le lattine non schiacciassero i muffin.
Ringraziò il cassiere ed uscendo dal negozietto, tornò all'auto dove un'assonnata Santana faticava a tenere gli occhi aperti.
- Dov'eri? - chiese sbadigliando non appena Kurt si sedette al suo posto.
-Ho preso qualcosa da mangiare. - rispose sorridendogli.
- E perché non mi hai svegliata? -
- Sai come si dice? - Kurt la guardò. - Mai svegliare il cane che dorme. -
Santana lo fulminò con lo sguardo e poi decise di comcentrarsi su quel buonissimo odore che proveniva dalla busta.
- Ci sono i muffin al cioccolato e le caramelle. - spiegò Kurt. - E due lattine di Coca-Cola. - Santana sorrise eccitata mentre tuffava la sua mano nella busta alla ricerca di un muffin.
- Sappi che ti amo. - disse quando addentò famelica il muffin.
- Oh, l'ho sempre saputo! - esclamò il ragazzo prendendo un muffin anche lui.
- Potremmo fare una capatina a Las Vegas e sposarci. -
- È sempre stato il mio sogno. - asserì dopo aver mandato giù il boccone.
- Chi mette il vestito da sposa? Tu o io? -
Kurt rise e le diede una piccola spinta, mentre Santana sorrideva ed addentava il muffin.  

***

Aveva preso il posto di Kurt, il quale aveva cercato di resistere il più a lungo possibile, ma non c'era riuscito: era crollato come un bambino.
Lo sentì mugugnare nel sonno, era una cosa che faceva spesso quando dormiva male.
Le venne in mente la prima volta che Kurt le aveva chiesto di dormire a casa sua: era sconvolto per tutto quello che stava succedendo con Karofsky, uno spietato giocatore di football del McKinley, ed aveva necessariamente bisogno di Santana. Le aveva raccontato di come Karofsky lo avesse brutalmente picchiato e di come poi, dopo essersi bloccato improvvisamente, lo avesse baciato con foga.
Santana aveva sgranato gli occhi: non riusciva a credere che quella specie di armadio a quattro ante fosse gay.
Ricordava quanto Kurt avesse pianto perché per lui era stata una costrizione, un violenza.
Voleva ricevere il suo primo bacio da un ragazzo dolce e che lo rispettava, non da quel bestione che gli aveva reso la vita un inferno da quando aveva poggiato i piedi sul suolo del McKinley.
Santana lo strinse a sè, nonostante odiasse le dimostrazioni di affetto, e gli accarezzò la schiena. Le si spezzò il cuore al sentirlo singhiozzare così disperatamente tanto da voler uccidere Karofsky, se lo avesse avuto davanti. Kurt era così piccolo ed indifeso e quel mostro gli aveva fatto del male, non solo fisicamente, ma anche al cuore. Kurt tirò col naso e si allontanò dal corpo della ragazza per poterla guardare negli occhi.
- Ti voglio bene. - sussurrò Santana e Kurt sussultò. Santana Lopez non lo diceva a nessuno, neanche a Quinn Fabray, la sua migliore amica.
Il ragazzo non rispose e Santana non se ne preoccupò. Sapeva che Kurt le volesse bene.
Gli afferrò la mano e gliela strinse.
- Dormiamo. - disse solo, mentre Kurt annuiva.
Si erano posizionati sotto le coperte senza sciogliere quel contatto tra le loro mani e spensero le luci delle abat-jour. Kurt sentiva i suoi occhi farsi sempre più pesanti, anche a causa delle lacrime e si addormentò quasi subito, stringendo la piccola mano di Santana.
Lei, a differenza di Kurt, non riusciva a prendere sonno: immaginava di uccidere Dave Karofsky nel modo più lungo e doloroso possibile, costruendosi anche un alibi perfetto per non essere arrestata. Poteva anche chiedere un piccolo aiuto a Puck, il quale non si sarebbe di certo tirato indietro, e forse anche a quel tonto di Finn, sperando che non se ne uscisse con le sue solite opinioni da falso moralista. Magari era fortunata e poteva approfittare della scarsa acutezza di Hudson dicendogli che voleva specializzarsi in chirurgia e che Karofsky si era gentilmente offerto come cavia.
Sorrise del suo piano geniale, ma smise quando sentì borbottare Kurt.
- Kurt? - lo chiamò incerta.
Ma Kurt non rispose e continuò a lamentarsi, così accese la luce e vide che il ragazzo dormiva ma con un'espressione accigliata in volto.
Stava avendo un incubo o comunque il suo sonno non era tranquillo. Spense la luce e lo abbracciò con molta tenerezza.
- Ci sono io con te. - sussurrò, nonostante sapesse che Kurt non potesse sentirla. - Non ti abbandonerò mai, Kurt Hummel. - promise e gli diede un bacio sulla guancia.
E mentre Santana scivolava anche lei in un sonno profondo, sapeva che avrebbe mantenuto la promessa.

Continuò a guidare senza fiatare per non svegliare Kurt, mentre fissava le poche auto davanti a lei che guidavano a velocità moderata.
Avevano guidato per sedici ore, escludendo le piccole pause per il pranzo, per la cena e per bisogni fisiologici, ed il traffico non era così elevato.
Così a quasi mezzanotte, erano arrivati a Gainesville, in Florida e Santana sentiva la metà sempre più vicina, a cinque ore di distanza, che in confronto a tutte quelle ore in auto sembravano cinque minuti.

La stanchezza era scomparsa improvvisamente, lasciando il posto all'eccitazione dovuta al fatto di essere quasi arrivata.



***

Okay, sono tornata. Long. Au. Brittana&Klaine.
Sì, Brittany e Blaine ci saranno, tranquilli.
Baci (:

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Capitolo 2
*** The Pool ***


Si era gettata con poca grazia tra le coperte del letto della sua camera. Non le andava per niente di disfare le valige, voleva solo rilassare il suo corpo e farsi una doccia.
Kurt, il quale aveva dormito fino all'arrivo, era decisamente più riposato e Santana sapeva che fosse troppo eccitato per addormentarsi. Lo aveva visto quando, dopo essersi fatti dare le chiavi delle loro stanze, osservava attentamente la mappa del grande villaggio turistico 'City Of Sun', facendo qualche versetto di approvazione.
- Hanno tre piscine! E i campetti di minigolf! E la discoteca! E... -
- Kurt, ho mal di testa. - lo aveva interrotto Santana che cercava la palazzina 'California', dove ci sarebbero state le loro stanze.
Aveva notato che ogni palazzina aveva il nome di uno stato degli Stati Uniti e sui muri vi erano disegnati dei tratti caratteristici delle città di quei paesi. Era un'idea niente male.
Aveva trovato la palazzina grazie alla mappa e al suo grandissimo senso dell'orientamento che in Kurt Hummel mancava del tutto, infatti se avesse seguito le sue indicazioni, si sarebbero trovati nella palazzina 'Alaska', ovvero dalla parte opposta.
Si rigirò più e più volte tra le lenzuola, cercando una posizione più confortevole per potersi addormentare.
Non ce ne fu bisogno: Kurt aprì la porta della sua stanza - che si pentì di aver lasciato aperta - e saltò sul suo letto per farla svegliare.
-Kurt, sono stanca. - si lamentò, poggiando il pollice e l'indice della mano sinistra sulle palpebre. - Ti prego. -
-No! - esclamò, prendendo le sue mani e tirandola verso di lui. - Siamo qui per divertirci. Dormirai stasera. -
Santana aprì gli occhi e si accorse che Kurt indossava un costume da bagno nero e aggrottò le sopracciglia, ma non disse nulla a proposito. - Se incontro una bella ragazza avrò bisogno di energie e quindi avrò da fare stasera, non posso dormire più tardi. -
-Mi assicurerò di farti incontrare solo brutte ragazze. - Kurt la prese in braccio e la portò al bagno, facendola sedere sulla tavoletta del wc per poi allontanarsi. Santana non capì cosa stesse facendo il suo amico quando lo vide tuffare la mano nella sua valigia e si domandò se non dovesse chiamare un manicomio perché sembrava che Kurt ne avesse seriamente bisogno. Kurt tornò con qualcosa tra le dita e non capì cosa fosse, finché l'amico non si avvicinò.
Era il suo costume da bagno.
-Voglio andare in piscina. - disse semplicemente. - Datti una rinfrescata e mettilo. -
Kurt chiuse la porta, lasciandogli la sua privacy e Santana non poté fare altro che obbedire.

***

Alla fine era felice che Kurt l'avesse convinta ad andare in piscina, sebbene fossero solo le otto e mezza e quindi solo poche persone facevano il bagno.
Si era tuffata per prima, facendo in modo che il suo corpo si abituasse velocemente alla sensazione di freddo temporanea, mentre invece Kurt si era seduto a bordo piscina ed accarezzava con dolcezza l'acqua, quasi come se avesse di fronte un bel ragazzo da coccolare. A Santana venne in mente un'idea davvero perfida.
Si avvicinò sogghignando a Kurt e afferrando la sua mano, lo tirò verso di sè, costringendolo a buttarsi in acqua contro la sua volontà.
Non appena Kurt riemerse, Santana scoppiò a ridere non appena si accorse della sua espressione arrabbiata. - Dai, era uno scherzo. - si giustificò Santana avvicinandosi a lui e abbracciandolo.
-Ho freddo, Santana. - si lamentò rabbrividendo. - Sei una stronza. -
Santana, a quelle parole fece finta di offendersi e lo spinse sott'acqua per poi trattenerlo in apnea per un po'.
-Tu vuoi uccidermi, di' la verità. - esalò non appena Santana gli permise di far uscire la testa dall'acqua.
- È vero. - asserì Santana mentre si passava una mano bagnata tra i capelli. - Sto solo cercando una soluzione per nascondere il tuo cadavere, ma appena mi viene un'intuizione geniale... -
Kurt le schizzò dell'acqua in viso per poi scappare con alcune bracciate. Raggiunse il bordo piscina e facendo leva sui suoi polsi, si issò ed uscì dall'acqua, tutto sotto gli occhi di un'incredula Santana.
- Hummel, ti conviene scappare perché se ti raggiungo, ti faccio vedere come funziona a Lima Heights. - urlò la ragazza, spaventando dei bambini che nuotavano insieme ai genitori.
Kurt le fece una pernacchia in segno di sfida e disse cantilenando: - Non mi prendi! -
Santana, allora, uscì dalla piscina e si mise a rincorrere Kurt, il quale scappava divertito, sotto gli occhi divertiti di alcuni anziani che osservavano attentamente la scena. Anche se Kurt era mingherlino e quindi agile e veloce, Santana era una cheerleader. Era molto più in forma ed allenata rispetto all'amico, infatti lo raggiunse dopo pochi secondi.
Lo spinse in piscina ridendo e non appena la testa di Kurt fece capolino dall'acqua, mise le mani sui fianchi, fissandolo dritto negli occhi. - Nessuno al mondo può sfidare Santana Lopez, ricordalo. -
Kurt sussultò per la paura: Santana era davvero brava ad intimorire la gente, anche quando scherzava.
La ragazza si accorse del cambiamento in viso dell'amico e sorrise. - Scusa, ogni tanto Snix decide di farsi viva e non va bene. - ironizzò.
Kurt si rilassò ed uscì dalla piscina, mettendo una mano sulla spalla dell'amica e guidandola verso le loro sdraio.

***

Avevano passato le ore successive a rilassarsi prendendo il sole, spettegolando e leggendo qualche rivista di moda, senza accorgersi che il tempo passava.
Se ne accorse Santana quando sentì il proprio cellulare squillare, informandola che le era arrivato un messaggio. Afferrò il proprio iPhone bianco, leggendo non solo l'orario e quindi venendo a conoscenza che fossero quasi le dieci, ma anche il messaggio che Quinn le aveva mandato.

"Tesoro, come va? Tu e Kurt siete già arrivati? Com'è il posto? Mi manchi tantissimo."

Santana sorrise a quel messaggio, era strano quanto Quinn fosse diventata dolce grazie al Glee Club. Non doveva fingere di essere una stronza in quel posto, doveva solo essere se stessa e Quinn era davvero adorabile.
Chissà se era cambiata anche lei.

"Ehi, va tutto bene e a te? Sì, siamo arrivati e siamo seduti di fronte ad una splendida piscina. Invidiaci. Non abbiamo visitato tutto il villaggio turistico ma per adesso sembra figo. Mi manchi anche tu."

Posò il telefono in borsa e sussultò per la paura quando da una cassa che era accanto a lei e della quale non si era accorta provenì un suono assordante.
Era una canzone moderna della quale le sfuggiva il nome.
- Che diamine succede? - domandò Kurt, il quale non capiva bene cosa stesse accadendo.
- Buongiorno signore e signori, sono le dieci e stanno per iniziare le attività del mattino. - li informò una voce femminile proveniente dalla cassa. - Cominceremo con una partita di pallanuoto e un po' di acqua gym. -
- No, ti prego. - si lamentò Santana. - Io non faccio nulla. Non voglio fare la figura dell'idiota. -
Kurt annuì, accorgendosi delle porte gonfiabili che avevano posizionato ai bordi delle due piscine.
Quando aveva posato gli occhi sulla piscina l'ultima volta, non c'erano.
- Ciao! - esclamò una voce maschile dietro di lui, facendolo spaventare. Il ragazzo fece il giro e si sedette sulla sua sdraio. Aveva i capelli ricci, due occhi color nocciola così chiari da sembrare quasi verdi e un bellissimo sorriso. - Scusa, non volevo spaventarti. -
Santana vide l'amico arrossire fino alla punta dei capelli e trattenne le risate. Se Kurt era arrossito così, doveva esserci un motivo. E quel motivo ce l'aveva proprio davanti agli occhi.
- Sono Blaine. - si presentò, quando vide che Kurt non proferiva alcuna parola e gli porse la mano. - E tu sei...? -
- K-Kurt. - balbettò imbarazzato, mentre stringeva la sua mano. Era bellissimo e dolce, voleva sposarlo. E averci tanti bambini insieme. Ok, stava decisamente correndo un po' troppo.
- Kurt, ti andrebbe di giocare con me a pallanuoto contro le femminucce? - gli chiese facendo un adorabile broncio per convincerlo.
- Sì, lo voglio! - rispose Kurt forse con troppo entusiasmo ed arrossì per la figuraccia che stava facendo con Blaine.
- Non lo stai sposando, Kurt. - si intromise Santana ridendo.
- In tal caso pretendo di essere la tua damigella d'onore, Blaine. - disse una voce femminile alle spalle di Santana.
Si voltò e per poco non cadde dalla sedia per lo stupore. Aprì la bocca più di una volta, cercando di formulare una frase coerente, ma non ci riusciva. Non di fronte a tanta bellezza. Forse poteva sembrare banale considerare bellissima una ragazza alta, bionda e con gli occhi azzurri, ma non lo era, non quando quella ragazza aveva il sorriso più bello e dolce che avesse mai visto, ma non era solo quello che la rendeva speciale. Non sapeva perché, ma Santana lo sentiva.
- Ehi, se tieni la bocca aperta così tanto, possono entrarti le mosche in bocca. - le disse quella ragazza ed arrossì come un'idiota. Aveva fatto una figura di merda. - Non volevo offenderti, scusami. - si imbronciò la ragazza, quando la vide arrossire. - Sono Brittany, comunque. -
- O-Okay. - Stava balbettando, lei. Lei che praticamente si era fatta tutto il McKinley, era entrata in confusione per colpa di una ragazza qualunque. Iniziava ad odiarla, nessuna doveva farle quell'effetto.
- Di solito si dice anche il proprio nome quando ci si presenta... - mormorò Brittany delusa che si sedette accanto a lei e vide l'amico della ragazza sogghignare chissà per quale motivo.
- Si chiama Santana, solo che è molto timida. - intervenne Kurt sogghignando, mentre Brittany spostava lo sguardo verso Santana, la quale fissava il pavimento bagnato.
- Hai un bel nome. - le accarezzò la schiena e Santana sgranò gli occhi. Glielo faceva apposta allora! - Ti andrebbe di giocare a pallanuoto con me? -
Oh farei un altro gioco con te, Brittany.
- Va bene. - rispose Santana senza fissarla negli occhi. Non ne aveva il coraggio.
- Perfetto! - esclamò la ragazza bionda per poi abbracciarla, mentre un Kurt divertito assisteva alla scena.
- Posizionatevi in acqua allora, ci vediamo tra un po'. - disse Blaine, il quale fece un occhiolino a Kurt, facendolo arrossire, per poi andare via insieme a Brittany.
Non appena i due si furono allontanati, Santana fissò il suo amico che stava sogghignando senza ritegno.
- Se dici qualcosa a tal proposito, ti uccido. - lo minacciò Santana.
- Oh ciao Brittany. - disse il ragazzo guardando oltre Santana, la quale si voltò sorridendo e arrabbiandosi quando vide che non c'era nessuno.
- Ti odio. - sputò acida, dirigendosi verso la piscina.
- Dove vai? - domandò Kurt inarcando un sopracciglio.
- A farti il culo nero a pallanuoto, stronzo. -

***

Avevano vinto le ragazze e Santana non poteva esserne più felice: aveva sconfitto i ragazzi e Kurt che non smetteva di sogghignare ogni volta che Santana faceva un punto e Brittany l'abbracciava contenta e quando poi aveva segnato il punto della vittoria, le aveva dato un bacio sulla guancia, facendola arrossire violentemente.
Santana e Kurt uscirono dalla piscina in silenzio, troppo imbarazzati e troppo presi da altri pensieri per poter parlare, mentre Blaine e Brittany toglievano le porte gonfiabili dalla piscina. Lo sapevano perché li stavano fissando e non riuscivano a farne a meno.
Distolsero lo sguardo quando poi si accorsero che anche loro li stavano guardando e si sedettero sulle proprie sdraio, imbarazzati da morire, non appena videro che si stavano avvicinando.
- Bella partita, eh? - iniziò Blaine, sedendosi sulla sdraio di Kurt e Brittany fece lo stesso, ma sulla quella di Santana.
- Già. - sussurrò Santana, mentre sentiva gli occhi di Brittany fissarla. Le metteva ansia, ma voleva che fissasse lei e soltanto lei. Le faceva stranamente piacere.
- Dopo faremo anche un po' di acqua gym, vi va? - chiese Brittany senza staccare lo sguardo da Santana.
- No, non so ballare. - rispose Kurt, mentre Santana sussurrava un 'neanch'io'.
- Dai, Kurt. - lo implorò Blaine. - Ogni volta ci sono solo ragazze ed io sono l'unico ragazzo che balla, ti prego non lasciarmi solo. -
Kurt sembrò convincersi e annuì, mentre il volto di Blaine si illuminava sempre di più.
- Perfetto, vieni a bere una Coca-Cola con me? Ho la gola secca. - Kurt sbiancò.
Un ragazzo, no, non un ragazzo qualunque, Blaine lo stava invitando a bere insieme a lui? Non gli era mai successo, non sapeva che cosa dire e avrebbe fatto l'ennesima figuraccia. Aveva bisogno di Santana, ma l'amica sembrava persa nei suoi pensieri e la conosceva abbastanza per affermare che ci fosse Brittany nella sua mente in quel momento. Forse doveva lasciarle sole e parlare, così accettò l'invito di Blaine che lo afferrò per una mano per aiutarlo ad alzarsi dalla sdraio.
Si allontanò con lui, pensando al fatto che Blaine fosse stato il primo ragazzo che lo avesse preso per mano anche se solo per pochi secondi.
- Ti sto antipatica? - domandò Brittany, non appena vide i due andare via.
- No. - rispose Santana, torturandosi un labbro con i denti.
Non le stava antipatica, anzi. In lei vedeva solo cose positive e si domandava come potesse essere così perfetta.
- Allora perché non mi guardi negli occhi? -
Santana non aveva una risposta esauriente per quella domanda, così si limito ad incrociare i suoi occhi scuri con quelli azzurri di Brittany, la quale le mostrò il suo bellissimo sorriso.
-Hai dei begli occhi. - disse, mentre Santana si imbarazzava ed abbassò lo sguardo, ma Brittany non glielo permise. Con due dita sul suo mento, le alzò il viso costringendola a ricambiare il suo sguardo. Santana sentiva di stare per morire, quegli occhi che la fissavano, le dita di Brittany sulla sua pelle, le facevano battere il cuore come una quattordicenne inesperta e verginella.
- Grazie, anche tu. - e Brittany sorrise ancora di più.
- Perché non balli anche tu? Kurt ha già accettato... -
Santana voleva dirle che Kurt aveva detto di sì solo perché Blaine gli aveva fatto gli occhi dolci, ma si trattenne. - Non credo di esserne capace. -
- Santana, - iniziò stringendole la mano. Le piaceva come veniva pronunciato il suo nome dalle sue labbra. Le piaceva anche troppo. - ci saranno delle arzille vecchiette che a stento muovono un passo e delle bambine così maldestre che non sapranno nemmeno cosa fanno. Tu sarai sicuramente più brava e anche se non lo fossi, non importa. Nessuno ti prenderà in giro. -
Quella ragazza avrebbe anche potuto chiederle di gettarsi da un terrazzo e lei avrebbe obbedito, perché Santana era incantata dal suo sorriso, dai suoi occhi, da lei.
Annuì e Brittany l'abbracciò felice, ringraziandola ripetutamente e Santana iniziò a pensare che quella vacanza iniziava a piacerle sul serio.

***



Ed ecco, qui il secondo capitolo. So già che l'estate è praticamente finita, ma chi se ne frega. Io, ad esempio, ho ancora il cervello in vacanza.
Ringrazio chi ha messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate e le persone che hanno letto in silenzio. (:
Alla prossima. (:

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Capitolo 3
*** Kurt's (Stupid) Idea & Disco! ***


Sussultò quando la sua schiena entrò in contatto con quella calda di Kurt, facendolo svegliare improvvisamente. Si voltarono per guardarsi negli occhi, sebbene fossero incapaci di tenerli aperti per più di due secondi. Dopo essere stati massacrati a suon di musica latino-americana e di passi assurdi da parte di Blaine e di Brittany, Kurt e Santana erano tornati in camera della ragazza per riposare insieme dieci minuti che poi però si erano protratti per sette ore, recuperando quindi la fatica del viaggio e della mattinata in piscina.
Kurt si stiracchiò. - Brittany è instancabile. - mormorò.
- Già. - rispose Santana con gli occhi chiusi e non ancora cosciente del tutto.
- Ad un certo punto Blaine l'ha mollata lì e si è riposato ed invece noi abbiamo dovuto continuare a ballare perché sennò Brittany faceva il broncio. - commentò il ragazzo ridendo. - Ha persino rimproverato una vecchietta perché stava andando via! -
- Non l'ha rimproverata. - Santana si svegliò del tutto per prendere le difese della ragazza. - L'ha invitata gentilmente a restare. -
Kurt inarcò un sopracciglio e sogghignò. - Guarda guarda come difende Brittany... -
- Dico solo ciò che è giusto. - disse Santana alzando le spalle. - E non sorridere così che mi viene voglia di prenderti a pugni. -
- Perché? - domandò Kurt. - Ho fatto qualcosa di male? -
- So quale pensiero malsano e soprattutto errato sta partorendo il tuo cervellino, quindi smettila. - sbuffò Santana.
- Io non sto pensando a niente di male. - disse Kurt assumendo una posa dolce da far intenerire tutti. O, perlomeno, quasi tutti. - Dovrei pensare a qualcosa in particolare? -
- Lo stai già pensando. - ribatté secca, sapendo che l'amico stesse facendo il finto tonto.
- Ma oggi non è successo nulla che possa farmi pensare di prenderti in giro in qualche modo. - finse di riflettere. - Siamo stati in piscina, tutto normale in fondo. - sogghignò. - Non hai sbavato mica per una ragazza bionda di nome Brittany. - aggiunse in tono sarcastico.
- Io non sbavo per nessuno. -
- È quello che ho detto. -
- Infatti. -
La conosceva troppo bene per sapere che stava mentendo o che forse non voleva ammettere a se stessa la verità. Era troppo orgogliosa per ammettere che Brittany le faceva uno strano effetto.
Lo stesso strano effetto che a lui faceva Blaine.
Perlomeno, però, Kurt lo stava ammettendo a se stesso.
Gli erano piaciute le attenzioni che Blaine gli aveva riservato in piscina e al bar era stato molto gentile. Forse gli piacevano perché erano le prime attenzioni che riceveva da un ragazzo e Karofsky non contava.
Okay, forse alla fine era stato gentile regalandogli rose e peluche enormi in quantità industriali per scusarsi di tutto quello che gli aveva fatto, ma Blaine lo era stato dall'inizio e non lo aveva di certo trattato come uno scarto umano.
Forse era perché Blaine non sapeva che lui fosse gay, forse se lo avesse saputo lo avrebbe trattato come Karofsky.
Non voleva che Blaine lo trattasse male, ai suoi occhi doveva apparire sempre perfetto e il suo cuore non avrebbe retto la delusione.
Aveva deciso: Blaine non avrebbe mai saputo che era gay.
- Santana. - la chiamò.
Era rimasta in silenzio, persa anche lei tra i propri pensieri. Si destò e gli rivolse tutta la sua attenzione. - Dimmi. -
- Ho bisogno di un favore. -

***

- La tua idea fa schifo. - sentenziò Santana tentando di sciogliere il contatto tra le loro mani. - E poi perché io? Non potevi scegliere un'altra ragazza per mettere in atto le tue idee strampalate? -
- No. - rispose Kurt, mettendole una mano su un fianco e stringendola a sé. - Non potrei farlo con nessun'altra. Anche perché ci sei solo tu. -
- Avrei dovuto farti partire con la Berry e Hudson se avessi saputo dei tuoi piani assurdi. - borbottò nervosa per quella situazione. - Che poi potresti anche non toccarmi visto che Blaine non c'è. -
- Lavora qui, conosce questo posto come le sue tasche, potrebbe spuntare da qualsiasi parte. - e dicendo così, si guardò in giro con fare sospetto. - Mi dispiace solo che così tu non possa provarci con Brittany e...-
- Non avevo intenzione di provarci. - lo interruppe fingendo indifferenza. - Non è mica l'unica ragazza bionda e con gli occhi azzurri di questo mondo. -
Kurt non rispose e si limitò ad entrare insieme a Santana in uno dei tanti ristoranti del 'City Of Sun' chiamato 'The SeaSon'. Avevano deciso di mangiare lì perché Kurt aveva voglia di mangiare a base di pesce e Santana lo aveva accontentato, sebbene non amasse molto la cucina di pesce.
Si avvicinarono ad un tavolo per quattro persone, dato che non ce ne erano per due e si sedettero. Santana posò la borsa su una delle sedie libere e poi si mise a fissare il ragazzo di fronte a sè. Aveva indossato una camicia rossa da boscaiolo e dei jeans scuri aderenti che gli mettevano in risalto le forme del sedere. Sorrise pensando che Kurt aveva scelto quel look per sembrare più etero possibile, ma non ci era riuscito per niente.
- Dobbiamo parlare. - esordì Santana, facendo sussultare il ragazzo che si guardava in giro per vedere se ci fosse Blaine.
- Dimmi. - Kurt si voltò verso di lei, dedicandole tutta la sua attenzione.
- Perché stiamo facendo tutto questo? - gli chiese Santana curiosa ma anche preoccupata. Voleva capire.
- Cosa? -
- Kurt, mi hai detto che davanti a Blaine dovevamo far finta di essere una coppia. Credevo che Blaine ti piacesse... -
Kurt abbassò lo sguardo e si rabbuiò in viso. - Mi piace. È per questo che non voglio che diventi come Karofsky non appena scoprirà che sono gay. -
Santana si intenerì e gli strinse la mano per consolarlo. Le si spezzava il cuore nel vedere il suo migliore amico così traumatizzato a causa di quello stronzo. Doveva aiutarlo a superare il trauma, ad avere più fiducia in se stesso e in Blaine, d'altronde le aveva fatto una buona impressione. Non credeva che Blaine lo avrebbe mai trattato male.
- Ehi. - disse una voce familiare destandoli dai loro pensieri. - Abbiamo interrotto qualcosa? -
Santana e Kurt si voltarono verso la voce e si trovarono Blaine e Brittany che li guardavano sorridenti.
- No. - Kurt guardandolo negli occhi. Aveva degli occhi così belli. Poi la sua attenzione fu attirata dai capelli: i folti ricci erano scomparsi, adesso i suoi capelli erano lisci e pieni di gel. Gli piacevano di più al naturale, ma Kurt lo trovava sempre bellissimo.
- Vi abbiamo visti e avevamo deciso di salutarvi... - si giustificò Blaine. - State bene? -
- Alla grande. - disse Santana che sorrideva a Brittany. Era più bella di quanto ricordasse.
Anche se l'aveva vista in costume - e quella immagine le sarebbe rimasta impressa per tutta la vita -, l'aveva trovata a dir poco bellissima con quel vestito azzurro che si intonava perfettamente con la sua carnagione chiara e i suoi occhi splendidi.
- Possiamo sederci con voi? - domandò Brittany un po' imbarazzata. Santana si accigliò un po': quella mattina era stata molto più intraprendente.
Blaine, però, cambiò espressione e sia Santana che Kurt non avevano capito perché. Sembrava fosse irritato.
- Dai Britt, lasciamoli in pace. - la riprese Blaine. - Sono così carini, si tengono anche per mano. - aggiunse con un tono che a Kurt non piacque per niente. Quasi come se fosse deluso.
Santana e Kurt fissarono prima le loro mani ancora intrecciate tra loro e poi si guardarono in viso.
- Hai ragione. - mormorò Brittany, accorgendosi delle mani di Santana e Kurt strette tra loro. - Andiamo Blaine. Scusate. -
Brittany prese per mano Blaine, trascinandolo via dal ristorante con una velocità quasi sovraumana, lasciando Santana e Kurt a bocca aperta che cercavano di capire cosa fosse appena accaduto.  

***

- Sono più bravo io. - decretò un ragazzino con i capelli lunghi e biondini dopo aver fatto un'acrobazia sullo skate, mentre un altro più basso dai capelli rossi si alzava da terra.
- Solo perché tu sei più grande. - si lamentò il rosso, afferrando il suo skate. - Non è giusto. -
- Dai, ti insegno io. - gli propose il ragazzino biondo tenendo la mano del rosso per non farlo cadere.

- Se ti metti a starnazzare come una gallina solo perché due bambini maschi si stanno tenendo la mano, giuro che ti picchio. - lo minacciò Santana non appena vide che Kurt aveva stretto le mani a mò di preghiera e fissava i due ragazzini con aria sognante.
- Ma sono adorabili. - Kurt saltellò sul posto in modo poco virile. - Ti immagini se fossimo io e Blaine in quella situazione? Lui che mi aiuta ad andare in skate e mi tiene la mano... -
- Lo conosci da neanche un giorno e sembra che tu ne sia innamorato da un vita! - esclamò Santana. - E poi è fuggito non appena ha visto le nostre mani unite. Possiamo ancora dire che ti stavo consolando ed è vero infatti, così potrai provarci. -
- Sì, ma io non sono mai stato con un ragazzo. - ammise, ma Santana lo sapeva bene. - Ho paura, non so neanche come parlare con un ragazzo. -
- Al bar gli hai parlato e, per la cronaca, se non mi dici cosa vi siete detti, ti ripudio come migliore amico e ti spedisco come pacco postale dalla nasona così ti dirà di quanto sia bello stare con T-Rex. -
Kurt non seppe trattenere una risata. - Mi ha chiesto se ci siamo divertiti, come ci troviamo e quanto stiamo qui. -
- E lui che ha detto? -
- Era felice di sapere che staremo qui un mese. Ah, mi ha anche offerto la Coca-Cola. -
Santana sorrise e poggiò una mano sulla sua spalla. - Gli piaci. -
- Non credo. - sospirò. - Sai cosa ha anche detto? -
- Non ero insieme a te, idiota. - sbottò la ragazza per poi calmarsi subito dopo. - Che ha detto? -
- Che ogni sera qui i ragazzi vanno alla discoteca del 'City Of Sun' e loro ci vanno sempre... - si bloccò, per poi fissare l'amica. - ... mi ha chiesto se per caso volessimo andarci. -
Santana sgranò gli occhi. Perché diamine non glielo aveva detto prima? - Per caso voglio andarci. - disse decisa ed afferrò il polso del suo amico, trascinandolo via con forza.
Se c'era una cosa che Santana Lopez amava erano le discoteche.

***

La musica era così assordante che Kurt e Santana dovevano scriversi sms per poter comunicare tra loro. Santana aveva ordinato un bel po' di drink per farli assaggiare al suo amico che di certo non era un tipo da discoteca, nè da cocktail, infatti cominciava già ad essere un po' brillo.
Non lo avrebbe fatto bere ancora, non voleva che finisse a letto con qualche sconosciuto ed avere per sempre il rimorso di aver fatto perdere la verginità al suo amico con qualcuno che non amava. Kurt era responsabile, molto più di lei ed aveva asserito quando Santana gli aveva detto di non bere più e poi si era gettato nella mischia a ballare come un matto. Santana rise, il suo Kurt stava ballando in discoteca in mezzo ad altre persone senza preoccuparsi di nessuno. Era fiera di lui.
Si sedette in uno dei pochi divanetti bianchi del locale e si ritenne anche fortunata, dato che erano tutti occupati da coppie che sembravano che volessero procreare otto figli tutti in una sola serata. Santana non sapeva se sentirsi imbarazzata o se ridere di quei tipi.
Sussultò nel sentire una mano che le accarezzava la spalla, ma non ebbe il tempo di voltarsi che vide Brittany sedersi accanto a lei. - Stai cercando qualcuno con cui pomiciare per caso? - domandò al suo orecchio. - Questo è il divano delle pomiciate e non credo che Kurt sia felice di vedere la sua ragazza baciare un altro. -
Santana scoppiò a riderle in faccia, per poi mettersi una mano davanti alla bocca. Aveva fatto la figura della maleducata, ma non era colpa sua. L'idea che lei e Kurt potessero stare insieme era assurda.
- Scusa, non volevo riderti in faccia. È che l'idea di me e Kurt insieme mi fa ridere. - si giustificò Santana e poi aggiunse. - Diciamo che io non sono il suo tipo e lui non è il mio. -
Vide Brittany sorridere senza ritegno ed afferrare qualcosa dalla borsa. Il suo cellulare.
Santana credette che volesse mandare qualche sms ad un amico o ad un'amica, invece si stupì quando Brittany le circondò le spalle con un braccio e l'avvicinò al suo corpo. Poi poggiò la sua guancia sulla propria e quella vicinanza con la sua pelle la fece impazzire, tanto da farle riscoprire un autocontrollo che non sapeva di possedere. Era vicinissima al suo viso e alle sue labbra, avrebbe potuto baciarla e assaporare finalmente il suo sapore.
Un flash la colpì in faccia destandola dai suoi pensieri.
- Siamo venute proprio bene. - decretò Brittany felice. - Dammi il tuo numero che ti mando la foto. -
Che fosse solo una tattica per avere il suo numero?
Non le importava, anzi, era felice che Brittany avrebbe avuto il suo numero e lei il suo. Avrebbe potuto mandarle degli sms e sentirla ogni volta che voleva.
Dopo aver memorizzato il suo numero ed averle inviato la foto per messaggio, Brittany afferrò la mano di Santana e la trascinò via dal locale. Mentre attraversavano la pista, Santana vide il suo amico ballare insieme a Blaine e ne fu felice. Forse quel po' di alcool in più lo aveva reso più intraprendente.
Uscirono fuori dal locale per stare nello spiazzale pieno di panchine che vi era all'ingresso della discoteca. La musica si sentiva ancora ma non così forte come lì dentro. Potevano parlare normalmente, anche se preferiva di gran lunga avere le labbra di Brittany sul proprio orecchio.
Si sedettero su una delle panchine e Brittany afferrò nuovamente la sua mano e Santana sorrise. Le piaceva il contrasto di colore tra le loro pelli.
- Tu e Kurt siete molto amici? - domandò Brittany improvvisamente.
Santana annuì. - È il mio migliore amico e gli voglio un gran bene. Con lui mi lascio andare, sono me stessa. -
- E con gli altri? -
- No, con gli altri no. Insomma, la gente ama ferire ed io non voglio essere ferita. Non sono così forte da sopportarlo. -
Brittany annuì e distrattamente accarezzò la mano di Santana col pollice. - E col fidanzato ti lasci andare? -
Santana sorrise nervosamente e fissò un punto di fronte a sé, incapace di affrontare lo sguardo di Brittany.
Oh, se avesse saputo.
Già, se Brittany avesse saputo tutta la verità?
Aveva criticato Kurt per la sua decisione di nascondere la verità sulla sua sessualità a Blaine, ma non poteva biasimarlo.
Non voleva che Brittany se ne andasse.
- Non ho il fidanzato. - sussurrò in risposta. Non voleva mentirle, così decise di dirle qualcosa di veritiero. Brittany sorrise e lasciò andare la sua mano, per circondarle le spalle. - E tu? - continuò Santana. - Tu ti lasci andare con il tuo ragazzo? -
- Non ho il fidanzato. - Brittany ripeté le sue stesse parole ma con più entusiasmo. - Anche se ho molti pretendenti qui al 'City Of Sun', sai? Ma la politica del villaggio turistico parla chiaro ed io concordo pienamente con questa regola: non dobbiamo avere relazioni con i clienti. Va contro la nostra professionalità. -
Santana dovette reprimere una smorfia di delusione, d'altronde Brittany era stata piuttosto chiara: non aveva alcuna speranza.
In quel momento aveva voglia di tornare in stanza e... piangere. Non aveva mai pianto per una ragazza, anche perché le ragazze con cui aveva avuto un rapporto di solo e sano sesso erano sempre accondiscendenti.
Forse tornare a casa e dimenticare per sempre quella giornata. Avrebbe cancellato la foto e il numero di Brittany, così non avrebbe avuto alcun ripensamento.
- Ma a volte trasgredire le regole è divertente, non trovi, San? - sussurrò Brittany al suo orecchio, provocandole un brivido a dir poco piacevole.
Forse erano state le sue labbra che sfioravano il suo orecchio, forse il tono sensuale che aveva utilizzato, o forse quel diminutivo con il quale l'aveva chiamata a farla impazzire.
Voleva saltarle addosso e renderla sua. Ma non poteva.
Non sapeva bene a che gioco stesse giocando Brittany. Sapeva solo che Brittany iniziava a piacerle, anche se la conosceva da un giorno.

***

Kurt rideva. Rideva senza motivo, rideva anche quando stava per cadere e Blaine prontamente lo teneva per un braccio.
Non aveva bevuto tanto, ma il suo fisico mingherlino non gli permetteva di reggere bene l'alcool. Se lo sarebbe ricordato per la prossima volta.
Aveva trovato Blaine così dolce quella sera: aveva ballato con lui ed avevano parlato un po' anche se non sempre aveva afferrato le sue parole a causa della musica troppo alta.
Poi alle tre, nonostante fosse ancora presto, Blaine aveva chiesto a Kurt di andare via, dato che l'indomani Blaine dovesse svegliarsi presto per lavorare. Si sentiva in colpa per aver messo un punto alla serata del ragazzo, ma non voleva lasciarlo lì ubriaco e in balia di tutti.
Kurt, però, non sembrava triste, anzi sembrava leggermente stanco. Forse era l'effetto secondario della sbornia.
- Dov'è Santana? - domandò Kurt in un momento di lucidità. Non la vedeva da praticamente tutta la sera e non voleva che rimanesse sola.
- Tranquillo, Kurt. - rispose Blaine. - È andata via con Brittany. -
- Stanno facendo sesso? - chiese scioccato.
Blaine scoppiò a ridere sia per la domanda che per il tono che aveva utilizzato. Sembrava quasi schifato.
- Tu non ridere! - esclamò il ragazzo ad alta voce. - Tu non sai che significa avere Santana Lopez che fa sesso nella stanza accanto! Alla gita del secondo anno, lei aveva la stanza accanto alla mia e ho dovuto sorbirmi i suoi versi per una settimana intera. - si calmò un po'. - Che poi neanche le piaceva Puckerman e intanto ci scopava così, per passatempo. Ma io glielo dicevo: "Non fare sesso con Puckerman!" e lei: "No, Puckerman può aiutarmi ad essere 'normale'" e le ho dato uno schiaffo, sai? -
Blaine annuì confuso, non aveva afferrato molto del discorso di Kurt.
Arrivarono alla palazzina 'California' e Blaine fu felice del fatto che la stanza di Kurt si trovasse al piano terra, perlomeno non c'era il rischio che cadesse dalle scale.
Kurt infilò le chiavi nella toppa un po' a fatica, a causa della vista appannata ed aprì la porta, per poi appoggiarsi allo stipite. - Grazie Blaine. - e lo abbracciò. Inspirò il suo profumo così virile e gli piacque davvero molto. Doveva essere un mix tra dopobarba e colonia, non lo sapeva.
Blaine ricambiò e gli accarezzò la schiena, provocandogli dei brividi di piacere. - Di niente, mi sono divertito stasera. - Si staccò dall'abbraccio e posò le mani sui suoi fianchi. - Ci vediamo domani, Kurt? -
Kurt annuì e gli sorrise. Voleva baciarlo, era il momento giusto!
- Domani saremo in piscina. Niente acqua gym, lo prometto. - continuò ridendo e Kurt si ritrovò a fissare il sorriso più bello del mondo. Quello di Blaine.
- A domani, allora. -
- A domani. - ripeté Blaine, avvicinandosi alla sua fronte per poi baciargliela.
Kurt arrossì senza ritegno e sperò che Blaine non se ne accorgesse. Aveva le labbra di un ragazzo sulla propria pelle e la cosa più bella era che fossero quelle di Blaine.
Blaine si staccò e dopo avergli sorriso, si allontanò velocemente come se si fosse pentito di quello che aveva appena fatto. Kurt sperò che non fosse così, ma dentro di sè sentiva che c'era qualcosa che non andava ed aveva paura.

***



Yay, ce l'ho fatta a finire. Odio i codici html. .-.
Grazie a chi recensisce, preferisce, seguisce (?)...no, okay, segue e ricorda. u.u
Alla prossima. (:

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Capitolo 4
*** Boys VS Girls. ***


Se c'era una cosa del 'City Of Sun' che Kurt e Santana adoravano - a parte Blaine e Brittany - era la colazione. Potevano decidere di farla all'europea, all'inglese, all'americana, dolce o salata. Insomma in qualunque modo volessero.
Kurt aveva ancora i postumi della sbornia, la sua testa pulsava e in gola avvertiva un fastidioso senso di nausea, ma nel complesso si definiva felice. Aveva passato una bella serata con Blaine ed aveva anche ricevuto un bacio sulla fronte. Per lui era un successo.
Santana, invece, era molto più scattante. Reggeva l'alcool molto meglio di lui ed anche lei aveva trascorso una bella serata con Brittany, sebbene per lei fosse qualcosa di nuovo passare del tempo con una ragazza senza fare sesso.
Kurt e Santana si erano a stento rivolti la parola quella mattina, non perché non volessero parlare, ma perché non erano ancora svegli del tutto.
Scelsero di mangiare un po' di frutta. In realtà era stato Kurt a scegliere, dato che il suo stomaco non avrebbe retto di certo qualcosa di pesante come le uova col bacon e Santana lo aveva seguito a ruota.
- Su, andiamo. Voglio i particolari sconci di ieri sera. - esordì Santana prima di gustare la sua mela.
- Potrei dire la stessa cosa di te. - sentenziò calmo Kurt. - Voglio i particolari sconci di ieri sera. -
- L'ho chiesto prima io. - ribatté. - Quindi bello mio parla. -
- Abbiamo ballato. - iniziò. - Non vicini, ma comunque ha ballato insieme a me. Mi ha presentato dei suoi amici ma non ne ricordo nemmeno uno. - rise. - Poi si sono fatte le tre e mi ha detto che doveva andare perché domani, cioè oggi doveva lavorare, ed io l'ho seguito. Mi ha accompagnato fino alla mia stanza, l'ho abbracciato e... -
- E? - lo incitò Santana curiosa. - Lo hai fatto entrare in stanza e avete scopato selvaggiamente? -
- No. - rispose Kurt, deludendo le aspettative dell'amica. - Mi ha baciato... -
- Oddio, Kurt è meraviglioso...-
-... sulla fronte. - continuò interrompendola. - E poi è scappato via. -
Kurt sospirò e Santana gli sorrise. Trovava il gesto di Blaine dolcissimo e se era scappato, aveva paura anche lui di essere rifiutato. A Blaine piaceva Kurt, forse.
Doveva scoprirlo.
- E se si fosse pentito? Se avesse sentito che mi fosse piaciuto e si fosse spaventato? -
- Kurt, dimmi che non ti sei eccitato e che Blaine l'ha sentito! -
Kurt sputò fuori il pezzo di mela che aveva in bocca scioccato.
- Cosa?! - esclamò con un tono di voce più alto del solito. - Come ti viene in mente che io... -
- Chiedevo.  - lo interruppe Santana scrollando le spalle. - E poi Kurt fai schifo! Cioè sputare fuori il cibo così... -
- Non sono stato io a fare certe domande! - urlò Kurt facendo voltare un paio di teste verso la loro direzione. Tossicchiò imbarazzato. - Adesso tocca a te. -
- Niente, abbiamo chiacchierato un po'. -
- E poi? -
- Poi sono tornata in stanza. -
- Voglio i particolari! -
Santana sbuffò. - Mi ha raccontato della sua vita, è una ballerina, lo sapevi? Lei e Blaine non frequentavano un liceo normale come il nostro, frequentavano una scuola in cui le materie che si possono studiare sono musica, canto, ballo, recitazione... -
A Kurt brillarono gli occhi. Perché a Lima non esisteva una scuola del genere?
Non ci sarebbero state nè granitate nè umiliazioni e sarebbe stato una star.
Quanto era sfigato.
- ... ma studiavano anche le materie normali. Brittany mi ha detto che in quelle non era una cima, ma grazie a Blaine è riuscita a diplomarsi. - continuò Santana. - Ah, sapevi che Blaine è un anno più piccolo di noi, ma che è un anno avanti per il suo merito? -
Kurt sorrise facendo segno di no. Come riusciva Blaine ad essere perfetto?
Era bellissimo, dolce ed anche intelligente. Possibile che non avesse un difetto?
- Comunque, dopo l'estate frequenteranno l'università. Questo lavoro serve loro solo per racimolare soldi, lavorano qui dalla scorsa estate. -
Il ragazzo annuì, invidiandoli un po'.
Avevano praticamente la strada spianata per diventare qualcuno, mentre lui invece doveva lottare con Rachel Berry per un misero assolo.
- Poi? -
- Poi ha chiesto di me e le ho detto che ero una cheerleader. Ha voluto vedere qualche mossa e stavo sprofondando per la vergogna, ma l'ho fatto. Abbiamo fatto qualche mossa insieme ed era fottutamente brava! Sarebbe stata un'ottima Cheerios. -
- Sì, già immagino te, Quinn e Brittany aggirarvi per la scuola ed insultare chiunque. - disse Kurt ridendo.
- Non insultavamo chiunque, solo gli sfigati. Soprattutto la Berry. -
- Povera Rachel! -
- Povera Rachel un corno! - esclamò Santana. - È una rompipalle! -
Kurt non poteva obiettare: voleva bene a Rachel, era anche lei la sua migliore amica, ma a volte era veramente insopportabile.
Aveva accettato i suoi difetti, come la parlantina e la presunzione, ma c'erano volte in cui avrebbe voluta mandarla a quel paese. Poi da quando si era messa con Finn, Rachel era costantemente in un mondo tutto suo, così Kurt si allontanava da Rachel e si avvicinava a Santana.
A volte gli mancava Rachel, ma Santana era davvero un'ottima amica, sebbene lo fosse a modo suo.
- Voglio andare in piscina. - si lamentò Kurt, lasciando cadere il discorso 'Rachel' per pensare a qualcosa di molto più piacevole.
- Vuoi andare da Blaine. - lo corresse Santana sogghignando.
Kurt annuì. - Ti prego! - aveva congiunto le mani a mo' di preghiera e Santana lo trovò adorabile.
Non avrebbe mai reso infelice il suo migliore amico e poi anche lei aveva un buon motivo per andare in piscina.
Un buon motivo che aveva i capelli biondi, gli occhi azzurri e un corpo da urlo.

***

Controllavano con attenzione tutte le azioni che i bambini in piscina compievano, affinché potessero intervenire subito in caso di emergenza. In realtà, era un lavoro noioso per Blaine e Brittany: tutti i bambini venivano controllati dai genitori e chi non sapeva nuotare, non faceva nient'altro che galleggiare alla meno peggio vicino al bordo. Ma dopo aver preso lezioni obbligatorie di pronto soccorso, avevano deciso di proporsi come bagnini e guadagnare qualche dollaro in più.
Blaine e Brittany preferivano di gran lunga organizzare giochi e fare dei balli di gruppo in acqua, ma sapevano che i clienti volevano anche rilassarsi, quindi lo facevano solo durante i weekend.
Non appena videro arrivare Kurt e Santana sorrisero. Si trovavano davvero bene con quei ragazzi e di solito non riuscivano mai a fare amicizia con i clienti del 'City Of Sun': alcuni provavano una repulsione immotivata per gli animatori, altri erano fastidiosi con i loro metodi di abbordaggio.
Blaine era rimasto seriamente traumatizzato da quella Katy che lo aveva seguito per tutto il 'City Of Sun' dicendogli che lo amava alla follia, sebbene le avesse spiegato gentilmente e più volte che non era interessato. Brittany aveva ricevuto un analogo trattamento da un certo Jeremy che l'aveva infastidita, proponendole continuamente di sposarlo, anche se la conosceva da pochissimi giorni.
Kurt e Santana, invece, erano gentili e di sicuro non erano pazzi come Katy o Jeremy.
Si avvicinarono a loro con un grosso sorriso che Kurt e Santana ricambiarono.
- Ma buongiorno! - esclamò Blaine abbracciandoli, facendo arrossire vistosamente Kurt. - Avete dormito bene? -
- Abbastanza. - rispose Kurt sorridendo.
- Ha ancora i postumi della sbornia. - li informò Santana ridendo. - Non ci è abituato, povero piccolo. - Santana gli accarezzò i capelli come se stesse parlando di un bambino e Kurt si liberò dal suo tocco, fingendosi infastidito.
- Non sono un bambino. - si imbronciò Kurt, credendo di far una figuraccia di fronte a Blaine. - Ogni tanto crede di essere mia madre. - disse rivolgendosi ai due ragazzi.
- Mi piace infastidirti. - ammise Santana stringendo la sua spalla.
- Ed io non posso farlo! - si lamentò Kurt agitando le mani.
- Non ti ho mai proibito nulla. -
- Sì, ma poi me la fai pagare. -
- Certo, perché te lo meriti. -
Kurt ghignò e sia Blaine che Brittany se ne accorsero. Stava per succedere qualcosa.
Il ragazzo poggiò le proprie mani sui fianchi di Santana e poiché si trovavano vicino al bordo, la spinse dolcemente in acqua, causando grasse risate in Blaine e Brittany che avevano assistito a tutta la scenetta.
Erano davvero divertenti quando si punzecchiavano a vicenda.
- Hummel! - urlò Santana, non appena riemerse dall'acqua, mentre Kurt si nascondeva dietro il corpo di Blaine. - Io ti ammazzo! -
Si issò per uscire e non appena si mise di fronte a Blaine, fissò in cagnesco il ragazzo che si nascondeva dietro di lui. - Blaine, - iniziò la ragazza con un tono piatto. - potresti gentilmente spostarti? Devo uccidere il mio migliore amico. -
Blaine non si mosse, anzi si avvicinò di più al ragazzo, facendo aderire la propria schiena con il petto di Kurt che sembrava essere andato in iperventilazione. - Scusami, Santana. Solidarietà maschile. - disse compiaciuto.
Santana non ebbe neanche il tempo di controbattere, che vide i due ragazzi cadere in acqua, mentre una Brittany particolarmente divertita le si avvicinava e le circondava un fianco con un braccio.
- Scusami, Blaine. - iniziò la bionda quando vide la testa di Blaine e Kurt fare capolino dall'acqua. - Solidarietà femminile. -
Santana si strinse di più a Brittany per poi fare una linguaccia a Blaine e a Kurt. I due risposero con un'altra linguaccia e Brittany, afferrando la mano di Santana, si tuffò in acqua con l'intenzione di fargliela pagare.
Portarono il capo all'indietro per spostare i capelli dal viso e poi schizzarono l'acqua addosso ai due ragazzi. Blaine e Kurt si voltarono per non far arrivare l'acqua ai loro occhi, mentre Santana e Brittany si avvicinavano quatte quatte ai due ragazzi che non si erano accorti di nulla.
Non appena furono abbastanza vicine, si aggrapparono alla schiena di Blaine e Kurt, i quali si mossero convulsivamente per farle cadere.
Ci riuscirono e dopo essersi voltati velocemente, le inondarono con enormi schizzi d'acqua come le ragazze avevano fatto loro pochi secondi prima.
Blaine e Kurt si fermarono, avevano vinto loro la battaglia - sempre se si potesse definire tale - e decisero di non umiliare più le loro avversarie, le quali sembravano del tutto distrutte.
Santana appoggiò le mani al bordo e posò la propria testa su di esse, cercando di regolarizzare i battiti del cuore. Quella piccola lotta tra loro quattro era stata davvero divertente, ma anche sfiancante e doveva necessariamente riprendere fiato.
Percepì delle mani sfiorargli i fianchi e poi un seno appoggiarsi alla sua schiena e sorrise di riflesso.
- Sei stanca? - domandò Brittany al suo orecchio.
- Sì, ma è stato divertente. -
Brittany sorrise e con una mano spostò delle ciocche di capelli che la dividevano dal collo di Santana, per poi posare un bacio su di esso. A Santana le si bloccò il respiro ed il cuore aveva perso un battito, stava decisamente impazzendo.
- È stato divertente. - Brittany ripeté le sue parole per poi stringerle le mani.  - Siete forti tu e Kurt. -
- Grazie. - sussurrò Santana incapace di formulare una frase di senso compiuto. Quella vicinanza tra i loro corpi la stava uccidendo.
- Che fai più tardi? - domandò avvicinandosi ancora di più.
- Non so. Credo che Kurt voglia giocare a minigolf. - la informò Santana, mentre Brittany poggiava le sue labbra sulla spalla della ragazza.
- Bene, verrò a trovarti. - e dopo aver detto così, Brittany si allontanò e Santana dovette reprimere un verso di disapprovazione. Santana si voltò e la vide sedersi sulla sua sedia per poi controllare che tutto fosse nella norma.
Avrebbe voluto raggiungerla ma non sapeva se Brittany avesse voglia di averla accanto, così rimase in acqua a fissare Blaine e Kurt seduti sul bordo a parlottare tra loro mentre la mano di Blaine sfiorava quella di Kurt apparentemente per caso.
Sogghignò. Nessun ragazzo avrebbe mai sfiorato la mano di un altro ragazzo solo per gentilezza, non era nel codice di comportamento dei ragazzi, quindi capì.
A Blaine piaceva davvero Kurt.

***



Okay, capitolo di transizione u.u
Prometto che il prossimo sarà più interessante. u.u
Vi ringrazio tutte/i. Chi legge in silenzio, chi recensisce, chi segue, chi ricorda, chi preferisce. Siete davvero uno stimolo a continuare.
Grazie.

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Capitolo 5
*** Santana's (Stupid) Idea ***


- Sei proprio pessimo! - esclamò Santana dopo che Kurt aveva mancato per l'ennesima volta la buca. La pallina rosa shocking di Kurt non ne voleva sapere proprio di entrare in buca o forse era lui che era negato. - Eppure credevo che fosse il tuo campo. - aggiunse Santana con un sorrisino. - Ci sono due palle, le mazze, un buco... -
- Non fai ridere. - borbottò il ragazzo stizzito.
Trovava il golf uno sport bellissimo, non si doveva sudare ed inoltre i completini erano sempre alla moda. Pensava che il mini-golf fosse più facile ed effettivamente lo era, ma non riusciva a prendere la mira esatta o a calibrare il tiro. Inoltre, ci si metteva anche Santana a prenderlo in giro.
- Sì invece. - ribattè Santana, dando un piccolo colpetto alla palla. Inutile dire che entrò in buca al primo colpo.
Kurt si chiese se fosse bravura o se avesse molta fortuna. Non ricordava che la sua amica giocasse a golf o a mini-golf, ma forse aveva già giocato e non gliene aveva parlato.
- Andiamo nell'altro campo. - propose Santana afferrando la sua pallina azzurra.
Appena il tipo che affittava le mazze e le palline per il mini-golf le aveva mostrato quella di colore azzurra, Santana se ne era innamorata a prima vista. Era un bel colore e non l'aveva scelto di certo perché le ricordava gli occhi di Brittany, sebbene Kurt non avesse smesso un secondo di sogghignare.
Avevano scelto un piccolo campo a zig zag, uno tra i più difficili, e Santana posizionò la pallina nel cerchio bianco. Kurt la vide concentrarsi, ma era sicuro che stavolta non sarebbe riuscita a farla entrare al primo tiro, così sorrise.
Santana diede un colpo un po' più forte alla pallina, dandole una traiettoria più angolata. Riuscì a superare due angoli e la pallina si era fermata in procinto del terzo.
Kurt sbuffò. La sua amica era troppo fortunata!
Decise di provare a tirare come Santana, ma non il risultato non fu altrettanto soddisfacente: la pallina uscì fuori da quel percorso e Kurt si ritrovò a seguire quella pallina, finché un piede l'aveva bloccata.
Kurt era piegato in avanti e non vide chi era stato a bloccarla, così alzò gli occhi e si specchiò in due bellissimi occhi color nocciola che lo fissavano sorridendo.
- Ciao Kurt. - lo salutò Blaine, per poi abbassarsi per prendere la pallina, facendo arrossire Kurt che era entrato in modalità 'maliziosa'. Blaine si accigliò un momento quando vide che la pallina era rosa, ma gliela restuì con un sorriso.
- Ciao Blaine. - disse afferrando la pallina. Le loro mani si sfiorarono e Kurt non poté far a meno che godere di quei pochi secondi. - Grazie comunque. -
- Figurati. - Blaine si grattò nervosamente la nuca. - Allora... mini-golf, eh? -
- Già, ma sono una frana. - ammise Kurt, mordendosi un labbro. - Santana mi sta umiliando. -
Blaine si sporse e alzando una mano, salutò la ragazza, la quale ricambiò con un sorriso.
- È la prima volta che ci giochi? - domandò Blaine prestandogli di nuovo la sua completa attenzione.
Kurt annuì.
- E allora tranquillo. - lo rassicurò Blaine posando le mani sulle spalle di Kurt. - Col tempo imparerai. -
- Cosa imparerai? - domandò Brittany col fiatone, cercando di regolarizzare il fiato. Doveva aver corso un bel po' per essersi ridotta in quel modo.
- A giocare a mini-golf. - rispose Blaine per lui.
- Oh, tranquillo.- lo rassicurò Brittany. - Se mi sfidassi, vinceresti tu. -
Santana, che aveva deciso di lasciare Blaine e Kurt da soli, non appena vide che Brittany era arrivata, non ci pensò due volte a raggiungere il gruppo e ad abbracciare Brittany.
- San! - esclamò felice Brittany. Non si vedevano da quella mattina in piscina e a Santana era mancata davvero tanto. Aveva voglia di vederla, di sentire la sua voce, di godere dei suoi abbracci e dei contatti fisici con lei che le facevano esplodere il cuore.
- San?! - ripeté Kurt inarcando un sopracciglio. Nessuno aveva mai soprannominato la sua amica così.
- Solo Britt può chiamarmi così. - lo informò Santana.
- Solo io! - esclamò Brittany felice anche per il fatto del diminutivo che aveva utilizzato Santana.
Si staccarono controvoglia e si guardarono negli occhi. Santana adorava che quei piccoli pezzi di cielo si connettessero ai suoi banali occhi scuri. Sentiva come se entrassero intimamente in contatto l'una con l'altra, come se le loro anime si fondessero.
- Che hai fatto oggi? - le chiese Santana tossicchiando. Stava cominciando a pensare cose assurde e da sfigati romantici.
- Ho dovuto far iscrivere i ragazzi al torneo di calcio. - sospirò la bionda. - Non li sopporto. Non ce n'è stato uno che non ci abbia provato! Però, devo dire che ce ne erano alcuni davvero carini... -
Santana strinse istintivamente le mani a pugno.
Lei non era bella abbastanza per Brittany?
Preferiva degli stupidi ragazzi che pensavano solo a portarsela a letto piuttosto che lei?
Si bloccò improvvisamente. Non poteva essere gelosa di una ragazza che conosceva appena, non poteva neanche dire che fosse sua, perché Brittany non le apparteneva e lei non apparteneva a Brittany.
Doveva lasciar perdere. Si stava solo facendo prendere da una piccola cotta estiva e poi Brittany non aveva mai accennato niente sulle ragazze, ma solo sui ragazzi.
Aveva deciso che si sarebbe rassegnata, tanto sapeva già di non piacere a Brittany o, perlomeno, non nel modo in cui avrebbe voluto e faceva male. Molto male.
Sospirò. Si sarebbe tenuta alla larga da Brittany.

***

Kurt aveva visto che c'era qualcosa che non andava, ma sapeva che a Santana servisse qualche minuto per calmarsi e sfogarsi - visto che a causa del suo orgoglio non voleva essere beccata mentre piangeva - così quando la vide scappare via con una scusa - riconosceva il tono di Santana quando mentiva - decise che l'avrebbe raggiunta dopo pochi minuti.
Nel frattempo si era fatto convincere da Blaine e Brittany a iscrivere lei e Santana al torneo di tennis, sebbene non ci avessero mai giocato. Sperò che Santana non si arrabbiasse per aver preso una decisione senza il suo consenso.
Dopo essersi congedato dai due ed essersi accorto dell'espressione preoccupata di Brittany, raggiunse la palazzina 'California' - non senza essersi perso due volte finendo prima al 'SeaSon' e poi alla reception - e non appena si trovò di fronte alla camera di Santana, abbassò la maniglia non preoccupandosi di non aver bussato.
- Mi spieghi cos'hai? - domandò Kurt, non appena entrò in camera.
Santana era distesa sul letto e stringeva il telecomando con una mano, fissando lo schermo del televisore con aria annoiata. Aveva gli occhi lucidi, doveva aver pianto fino a pochi secondi prima.
Gli si strinse il cuore, odiava veder piangere la sua migliore amica, sebbene non gli fosse capitato molte volte di vederla piangere. Santana voleva costantemente portare quella maschera da donna forte, ma non era invincibile. A volte anche lei veniva ferita, tanto da scoppiare a piangere.
- Avrei dovuto chiudere la porta. - sbuffò Santana nel tentativo di mascherare la voce spezzata dal pianto. Aveva palesemente ignorato la domanda che le aveva posto Kurt, così il ragazzo le si avvicinò ed afferrò velocemente il telecomando per poi premere il bottone di spegnimento.
- Stavo guardando la tv. - si lamentò la ragazza, incrociando le braccia.
- Non mi interessa. - disse Kurt. - Posso sapere che hai? -
- Non ho nulla e se avessi qualcosa non te lo direi. - rispose Santana stizzita. - Posso essere lasciata in pace? -
- No. Dimmi che hai. -
Santana si voltò dall'altra parte, sbuffando. Sapeva che Kurt non era un tipo che si arrendeva facilmente e se voleva sapere qualcosa, l'avrebbe tempestata di domande finché la sua testa non sarebbe scoppiata.
Quel ragazzo a volte sapeva un vero osso duro.
- Vattene. -
- No. - si ostinò Kurt. - Persino Brittany si è accorta che c'è qualcosa che non va e ti conosce da due giorni. -
Al sentir pronunciare il nome di Brittany, Santana si irrigidì, facendo sorridere Kurt. C'entrava la biondina allora.
- È per quello che ha detto Brittany? -
- Chi se ne frega di quello che ha detto Brittany! - sbottò irritata e Kurt capì di aver fatto centro. - Solo perché tu hai trovato uno che ti piace, non significa che devo farlo anch'io! Anche perché a me non piace Brittany. -
- Non lo decidiamo noi se ci piace qualcuno. - sussurrò Kurt, stringendole una mano. - Succede e basta. A me è successo con Blaine e a te è successo con Brittany, non c'è niente di... -
- No! - lo interruppe Santana urlando ed alzandosi dal letto. - A me non piace Brittany, okay? Mettitelo in testa. -
- Stai mentendo. - affermò Kurt calmo ma deciso. - Stai mentendo a me e a te stessa. Smetti di fare la dura e ammetti che ti piace quella ragazza, perché ti piace. Credi che potrei mai prenderti in giro per questo? Non lo farei mai. - Kurt riprese fiato e poi addolcì il tono. - Sono sempre stato dalla tua parte, non potrei mai abbandonarti o ferirti. Non sono il tuo migliore amico, sono tuo fratello. -
Santana si morse un labbro prima di permettere a delle lacrime ribelli di sfuggire al suo controllo. Kurt si alzò dal letto e l'abbracciò con tutta la forza che aveva, mentre la sua amica si lasciava andare ad un pianto nervoso.
Sapeva che tutte le parole di Kurt erano vere, perché lui aveva sempre ragione.
Aveva ragione quando aveva capito che lei fosse omosessuale. Aveva ragione quando le aveva detto di smetterla di fare sesso con i ragazzi solo per far cambiare idea alla sua testa.
Aveva ragione quando aveva detto che le piaceva Brittany.
- Mi piace quando è tra le mie braccia. - ammise in un sussurro. - Mi piace quando mi prende la mano, mi piace quando mi chiama 'San', mi piace quando sorride, mi piace quando...-
- Okay, credo di aver afferrato il concetto. - la interruppe Kurt facendola sorridere un po'. - Glielo dirai? -
- Non posso. - disse la ragazza passandosi due dita sugli occhi per raccogliere le ultime lacrime. - Devo ignorarla. -
- Perché? - domandò Kurt strabuzzando gli occhi.
- Perché... non le piaccio Kurt, lo so. È solo una causa persa. -
- Solo perché ha parlato di ragazzi non significa che... -
- Ne ha parlato. - lo interruppe rassegnata. - Senti, farò così, ho già deciso. -
- Anche se è un'idea che fa schifo? -
- Tu volevi far finta di avere una relazione con me! - gli ricordò la ragazza. - E diciamo che non era un'idea geniale. -
- Neanche la tua lo è. - ribatté Kurt che sperava di fargli cambiare idea.
- Non importa. - sussurrò.
Kurt non poteva credere che Santana si fosse arresa così. L'aveva sempre vista come una colonna: forte e stabile. Santana non si arrendeva mai, combatteva sempre per ciò che le stava a cuore, finché non otteneva ciò che voleva.
- E stasera che farai? -
- Stasera?! - domandò confusa.
- Blaine e Brittany volevano cenare insieme a noi. - la informò Kurt. - Vuoi ignorarla anche lì? -
- No, non verrò direttamente. - rispose Santana. - Non ho fame. -
- E continuerai a non avere fame per tutta la sera? - domandò, inarcando un sopracciglio.
- Sì e adesso voglio stare sola. Vattene. -
Kurt annuì e fece come gli aveva ordinato. D'altronde aveva ottenuto la sua confessione e non aveva senso continuare a persuaderla. Quella ragazza era troppo cocciuta.
Uscì dalla stanza e si diresse in direzione della sua stanza per potersi fare una doccia e scegliere cosa indossare quella sera.
Chissà come avrebbe giustificato l'assenza di Santana a Brittany.

***

Li aveva visti arrivare ed alzò una mano per farsi notare dai due, i quali si stavano avvicinando al tavolo in cui Kurt si era seduto.
Il sorriso di Brittany si era spento quando si accorse che Santana non c'era. La sua espressione era l'apoteosi della delusione e della tristezza.
- Santana sta male. Per oggi passa. - disse ai due ragazzi non appena lo raggiunsero al tavolo.
Blaine aveva fissato la sua amica e si accorse dell'espressione delusa. Le fece una piccola carezza sulla schiena per rassicurarla e poi si sedettero accanto a Kurt.
Si trovavano nella pizzeria italiana del 'City Of Sun' che Blaine e Brittany avevano proposto a Kurt, poco dopo che Santana era andata via, assicurandogli che lì facevano un'ottima pizza.
- Qui ogni volta è un problema scegliere. - lo informò Blaine. - Le pizze sono tutte buone e ogni volta ho l'imbarazzo della scelta. -
Kurt annuì. - In effetti solo a leggere ho già fame. -
Blaine gli sorrise ed iniziò a fissare Kurt, o meglio, iniziò a fissare le labbra di Kurt bagnate dalla sua lingua che il ragazzo passava inconsciamente su di esse. Brittany si accorse di tutto e gli diede una gomitata per destarlo da quello stato di trance in cui si trovava.
- Ahia! - si lamentò dal dolore. Brittany lo aveva colpito improvvisamente e gli aveva fatto anche male.
Kurt alzò gli occhi dal menù. - Tutto bene? - gli chiese preoccupato. - Che è successo? -
- Ho sbattuto. - mentì il ragazzo.
- Oh, ti sei fatto male? -
- No, tranquillo. - lo rassicurò Blaine sorridendogli. - Hai scelto cosa prendere? -
Kurt annuì e Blaine, dopo essersi assicurato che anche Brittany avesse scelto, chiamò il cameriere che prese tutte le ordinazioni.
- Comunque,  - iniziò Blaine. - ieri mi hai detto che ti piace, ma magari hai cambiato idea. Ti piace il 'COS'? -
- Il 'COS'?! - ripeté Kurt aggrottando le sopracciglia.
- Il 'City Of Sun'. Noi lo chiamiamo così. - spiegò Blaine al ragazzo che aveva aperto la bocca ed aveva annuito.
- Oh, sì mi piace il 'COS'. - rispose Kurt sorridendo. - Anche se non abbiamo avuto il piacere di visitarlo tutto, ma ci rifaremo. Abbiamo tutto un mese per esplorare tutte le meraviglie del 'COS'. -
- Ne vale davvero la pena. - affermò Brittany parlando per la prima volta. - Io qui ci vivrei, ci si diverte sempre e si incontra sempre gente interessante. -
Blaine annuì. - Considera che abbiamo un giorno libero a settimana a nostra scelta e non usciamo mai di qui, anzi andiamo al 'Tubeness'. Ci siete già stati? -
- In realtà no. - ammise Kurt.
- Sabato, allora non prendete impegni. Venite con noi. -
- Mi piacerebbe molto. -
Il cameriere li interruppe portando loro le pizze fumanti. Avevano decisamente un bell'aspetto e Kurt sperò che avessero anche un buon sapore.
Per un paio di minuti i tre ragazzi non fiatarono, troppo presi ad assaporare la propria pizza che era dannatamente buona.
- Ecco perché vengo sempre qui a mangiare la pizza. - esordì Blaine dopo un po'. - Le mie papille gustative mi stanno ringraziando. -
Kurt e Brittany sorrisero, pensandola esattamente come lui. Forse perché il pizzaiolo era italiano e quindi sapeva come preparare la pizza, ma Kurt non aveva mai assaggiato una pizza così buona. Gli era sembrato di aver mangiato cartone per tutta la vita e che stesse riscoprendo per la prima volta il vero sapore della pizza.
- Okay, amo ufficialmente questa pizza. - decretò Kurt. - Grazie ragazzi per avermi fatto scoprire questo posto. -
- Ma figurati. - disse Brittany sorridendo un po'. - La prossima volta porta anche Santana, però. -
Kurt annuì, pensando che la sua amica era davvero un'idiota. Brittany stava soffrendo per la sua assenza e quella scema voleva ignorarla per il resto della vacanza.
Avrebbe voluto prendere Santana per un orecchio e trascinarla fino in pizzeria per farle vedere il lungo broncio di Brittany e farle capire che la bionda la ricambiasse.
- Magari quando starà meglio. -
- Potrei passare a trovarla, che ne dici? - propose Brittany. Le si erano illuminati gli occhi quando aveva pensato di vedere la ragazza.
Kurt non seppe cosa dire. Sapeva che la sua amica volesse allontanarsi dalla biondina, ma sapeva anche che fosse un'idea totalmente stupida. Se le avesse risposto di sì, Santana gli avrebbe staccato la testa a morsi e l'avrebbe data in pasto a qualche bestia feroce che solo lei riusciva a domare e non poteva morire così senza prima aver avuto la possibilità di baciare Blaine.
Arrossì mentalmente per ciò che aveva pensato. Era proprio cotto.
Kurt annuì poco convinto, sperando che la ragazza se ne accorgesse e cambiasse idea.

***



Non sono convinta di questo capitolo e non so perché. Sento che il mio estro artistico (?) sia andato a farsi benedire.
Spero che comunque a voi piaccia.
Vi ringrazio ancora per l'ennesima volta, grazie a chi legge, recensisce, segue, ricorda, preferisce. . .ne sto dimenticando qualcuno? O.O
Purtroppo domani inizierò la scuola ed essendo il mio ultimo anno, non so quando potrò postare. . .ma non vi abbandonerò, promesso.
Molto probabilmente posterò una volta a settimana.
Ma non disperatevi, semmai lo stiate facendo. Ho già altri due capitoli pronti, quindi mal che vada, ci sono quelli..
Ho parlato anche troppo.
Alla prossima.

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Capitolo 6
*** I Can't ***


Strinse la presa sul suo bicchiere di plastica pieno di chissà quale cocktail, mentre con lo sguardo spogliava tutte le ragazze del locale. Ne aveva trovata qualcuna interessante, ma non abbastanza da provarci.
In realtà si sentiva in colpa, si sentiva come se stesse tradendo qualcuno, anche se non era impegnata.
Le mancava Brittany da morire. Ignorarla per quattro giorni consecutivi era stato difficilissimo, perché la biondina non demordeva e continuava a parlarle, sperando che Santana le prestasse un minimo di attenzione.
Brittany diventava sempre più triste ogni volta che si scontrava col tono freddo di Santana, la quale se ne era accorta e le dispiaceva tantissimo. Sentiva che la stava ferendo e non voleva farlo.
Kurt era convinto che stesse sbagliando tutto e che in quel modo avrebbe solo perso Brittany, ma come avrebbe mai perso qualcuno che non era mai stato suo?
Non era di certo un tipo da relazione stabile, però con Brittany avrebbe potuto instaurare un rapporto di conoscenza approfondita in tutti i sensi, perché quella ragazza le ispirava sesso, ma non solo.
Ed era quel non solo che le faceva paura.
Posò lo sguardo su Kurt. Era al centro della pista e ballava con una ragazza che sembrava volesse provarci col suo amico. Le faceva pena, non avrebbe mai avuto alcuna possibilità con Kurt.
Blaine ballava vicino a lui e fissava la ragazza in cagnesco, quasi come se volesse ucciderla.
Invidiava Kurt, perlomeno il ragazzo che gli piaceva che sbavava palesemente dietro, sebbene lui non se ne fosse ancora accorto.
Si maledì mentalmente. Non doveva pensare a Brittany, anzi doveva dimenticarla.
Era difficile, però, visto che la ragazza le si era appena seduta accanto e le accarezzava un braccio, facendola impazzire.
- Kurt si sta divertendo, eh? - esordì Brittany e Santana capì che stesse cercando di intrattenere una conversazione.
- Già. - disse freddamente Santana, senza guardarla, sebbene le risultasse difficile.
Le mancava specchiarsi nei suoi splendidi occhi azzurri e vederla sorridere.
Brittany le prese una mano e la strinse, sperando in una minima reazione di Santana. Ci rimase male quando vide che Santana non aveva avuto nessuna reazione o, perlomeno, nessuna visibile, perché Santana si stava trattenendo con tutte le forze dal baciarla e dovette stringere la mano di Brittany, facendole anche male, probabilmente. Brittany non si lamentò, anzi era felice che ricambiasse il contatto in quel modo. Appoggiò la testa sulla sua spalla e si voltò verso il suo viso, sperando che Santana la guardasse.
Santana, però, non riuscì a girarsi verso di lei, ma anzi dovette fissare con attenzione un punto fisso di fronte a sé per non perdere la lucidità. Sentiva il fiato di Brittany sul proprio collo ed iniziò ad ansimare pesantemente, come se le stesse mancando il respiro.
Stava per perdere il controllo della situazione, quando recise il contatto tra le loro mani e scappò via da Brittany, perché sapeva che se fosse rimasta qualche secondo in più, non si sarebbe mai più staccata dalle sue labbra e non voleva subire l'umiliazione di essere rifiutata davanti a tutti.

***

Blaine aveva portato via Kurt da quella ragazza che si strusciava pesantemente su di lui e Kurt non poté esserne più che felice. Finché si ballava andava bene, ma quella tipa non solo premeva il suo corpo su quello di Kurt, ma le era anche accidentalmente caduta una mano dentro i suoi boxer.
Dovette reprimere un conato di vomito. Quella cosa con le tette gli aveva toccato il pacco!
- Eri davvero schifato. - iniziò Blaine, non appena uscirono fuori dal locale.
Kurt deglutì. E se Blaine avesse capito? - È che non mi piacciono questi approcci troppo diretti. - tentò di giustificarsi.
- Concordo. - annuì il ragazzo. - Io ad esempio sono un tipo abbastanza romantico. Ecco perché non mi vuole nessuno. - sospirò
Non sai quanto ti vorrei io...
- Dai, stai tranquillo.- lo rassicurò Kurt, poggiando una mano sulla sua spalla. - Troverai qualcuno. -
- Io non ho bisogno di cercare, ho già trovato chi mi piace. - ammise Blaine.
A Kurt si spezzò il cuore. Non aveva proprio chances con Blaine, neanche se fosse stato omosessuale. C'era un'altra persona che faceva battere il cuore di Blaine e non era lui.
- Oh, beh, allora sono felice per te. - mentì. Non lo era per niente. Perché doveva avere una tale sfiga in amore?
- Io no, non lo sa. - sussurrò Blaine fissando le proprie scarpe. - Non gliel'ho detto. -
- E perché non glielo dici? - domandò Kurt. Era uno stupido, lo stava praticamente spingendo tra le braccia di un'altra ragazza. - Perlomeno ti togli un dubbio. Saprai se ti ricambia o meno. -
Blaine rimase in silenzio per pochi secondi, riflettendo su ciò che gli aveva detto. - A te piace qualcuno, Kurt? -
Kurt balbettò un po', incapace di formulare una frase coerente. - S-sì. - ammise in un soffio. Sentiva il cuore battere troppo forte.
E se gli avesse chiesto chi fosse?
- E lo sa? - chiese Blaine con un tono diverso da quello che aveva usato prima. Era triste.
- No. - rispose il ragazzo. Quella discussione stava diventando parecchio imbarazzante. Non voleva parlare della propria cotta per Blaine, non voleva che gli dicesse quanto fosse ridicolo e non voleva che andasse via da lui.
- Glielo dirai mai? -
- No. Io non piaccio a nessuno. -
- Chi ha detto questa stronzata? - Blaine si era fermato ed aveva posato entrambe le mani sulle spalle di Kurt. - Ascoltami, tutti noi piacciamo a qualcuno e tu, Kurt, piaci sicuramente a qualcuno. -
Kurt annuì poco convinto. - È che una volta tanto vorrei essere ricambiato una volta tanto. -
Blaine gli accarezzò una guancia con dolcezza e Kurt si sentì morire. Le gambe sembravano essersi fatte molli, il cuore gli batteva fortissimo e il viso era totalmente in fiamme. - Kurt, - iniziò. - tu sei praticamente perfetto e non lo dico per gentilezza ma perché lo penso davvero. Sarai ricambiato un giorno, te lo prometto. -
Blaine posò le sue mani sulla schiena di un impietrito Kurt e lo strinse a sè, mentre Kurt andava in iperventilazione. Voleva che Blaine lo baciasse, desiderava le sue labbra sulle proprie.
- Grazie Blaine. - sussurrò poggiando la testa sulla spalla del ragazzo.
- Per cosa? - chiese confuso.
Voleva ringraziarlo perché era perfetto, gentile, dolce e perché gli stava facendo credere nell'amore, anche se non lo ricambiava. - Per tutto. - disse semplicemente.
Blaine sorrise e passò le sue grandi mani sulla schiena di Kurt che chiuse gli occhi, felice per le carezze che gli stava facendo il ragazzo. - Dovresti dirglielo. -
Kurt si sentiva in tutt'altro pianeta e non capiva di cosa stesse parlando. - Cosa e a chi? -
- A quella persona speciale che ti piace. -
- Tu glielo dirai?-
Blaine si morse un labbro. - Solo se glielo dirai tu. -
Kurt si staccò di controvoglia dal corpo di Blaine e gli diede un leggero schiaffo sul braccio. - Questo si chiama ricatto. -
Blaine fece un piccolo broncio, fingendo di lamentarsi per il dolore. Lo trovava davvero adorabile.

***

Santana fissava le sue infradito come se non ci fosse nient'altro di interessante, sebbene si trovasse a pochi centimetri di distanza da un corpo perfetto che poteva ammirare per bene visto che era coperto solo da un costume, ma non poteva ammirarlo.
O almeno non di fronte alla proprietaria di tutto quel ben di Dio.
Kurt le si era seduto accanto, deciso a prendere il sole e a fissare Blaine mentre si passava la crema solare sul petto e sugli addominali. Dovette dargli un calcio per fargli capire che ammirare Blaine con la bava alla bocca, non era proprio consono.
D'altro canto, non poteva di certo biasimarlo, visto che Brittany si era appena slacciata il reggiseno del costume per poter abbronzare uniformemente la sua schiena.
Eppure un gesto così semplice scatenò in lei tante di quelle fantasie tanto che avrebbero potuto assumerla come sceneggiatrice di film porno lesbo ed essere pagata profumatamente per il resto della propria esistenza.
Dopotutto, quell'idea del 'Tubeness' non era stata proprio male.
A quanto pareva, Kurt, Blaine e Brittany si erano messi d'accordo per passare insieme il sabato mattina. All'inizio Santana non ne era molto convinta, a causa della stretta vicinanza con Brittany, ma poi si era convinta.
Inoltre, quei scivoli d'acqua lunghissimi erano favolosi.
Era entrata in uno di essi con Brittany che la stringeva da dietro e il suo autocontrollo fu messo a dura prova ancora una volta, perché la biondina aveva poggiato la testa sulla sua spalla, dandole alcuni bacini sul collo.
Come se le leggesse nel pensiero, Brittany si voltò verso di lei e le sorrise, facendola pentire per essersi persa il suo sorriso per tutti quei giorni. Poi le prese una mano e gliela strinse dolcemente.
- Dovrei parlarti, San. - la informò, utilizzando quel diminutivo che tanto le piaceva.
- Dimmi. - disse, esortandola a parlare.
- Vorrei farlo in privato, se non ti dispiace. - ammise. - Mi aiuteresti ad allacciare il costume? -
Santana annuì e sfiorò tutta la schiena di Brittany, facendola rabbrividire - Santana sperò di piacere - per poi fare un nodo con i lacci del costume. Brittany si alzò dalla sdraio e si infilò le proprie infradito ai piedi. Afferrò una mano di Santana e la costrinse a seguirla.
Santana le chiese più volte dove stessero andando ma in realtà non le importava poi più di tanto.
Avrebbe seguito Brittany anche in capo al mondo.
Superarono l'intera struttura e camminarono lungo un prato per un paio di minuti, fino ad arrivare di fronte ad un'enorme amaca sorretta da due alberi lunghissimi che sembravano toccare il cielo.
Brittany si sedette su di essa per poi distendersi e le fece segno di raggiungerla. Santana poggiò il ginocchio sull'amaca e si fece aiutare da Brittany che le stringeva le mani per poi farla posizionare sulla propria clavicola.
Santana poté inspirare il buonissimo profumo che la pelle di Brittany emanava e la fece impazzire, mandando in fumo tutti i suoi piani che prevedevano di ignorarla. Tutti i suoi freni inibitori erano andati a farsi benedire, semmai ne avesse mai avuto qualcuno. Poggiò il suo naso sul collo di Brittany ed iniziò a strusciarlo contro di esso. Brittany si morse il labbro inferiore e chiuse gli occhi.
- Hai un buon odore. - sussurrò Santana al suo orecchio, provocandole un brivido su tutta la schiena.
- G-grazie. - balbettò la ragazza per poi mordersi ancora una volta il labbro.
Santana si accigliò un po': Brittany non aveva mai balbettato in sua presenza, anzi era stata fin troppo intrapendente per i suoi gusti. Che cosa stava succedendo?
- Non dovevi parlarmi? - domandò Santana sempre al suo orecchio.
- Mh mh. - mormorò la ragazza che sembrava in tutt'altro mondo e Santana fu fiera del fatto che forse era lei a provocarle tutto quello.
- Dimmi allora. - disse staccandosi a malincuore dal suo collo per fissare tutte le espressioni del suo viso.
Brittany si voltò verso di lei, incontrando gli occhi scuri di Santana che la scrutavano curiosi. - Volevo sapere se per caso ho fatto qualcosa che non va. - si morse un labbro. - Forse è solo una mia impressione, ma mi hai ignorata per quattro giorni. -
Santana sgranò gli occhi e deglutì. - Mi dispiace. - mormorò, mentre Brittany giocherellava con le dita della sua mano.
- Vorrei solo sapere perché. Ci sono stata così male. - ammise, mentre delle piccole lacrime scendevano dai suoi bellissimi occhi azzurri. - Se ti ho offesa in qualche modo, dimmelo. -
- Non mi hai offesa. - la rassicurò Santana, asciugandole le lacrime con il pollice. - Sono io il problema. -
- Il...problema? - Brittany aggrottò le sopracciglia.
- Sì. - sospirò. - Aveva ragione mia nonna. Sono solo uno sbaglio, se fossi stata normale non ci sarebbero stati problemi, mi dispiace Brittany. -
Brittany non capì molto di ciò che aveva detto e non capiva cosa c'entrasse la nonna di Santana in quella discussione, sapeva solo che quella donna aveva torto in ogni caso. - Senti, - iniziò la biondina. - non sei uno sbaglio, nè un problema. Non sai quanto è odioso stare qui ed essere circondati da vecchi, bambini che strillano senza motivo e ragazzi maniaci che ci provano continuamente. Tu e Kurt siete la nostra salvezza, per me e Blaine. Finalmente ho un'amica qui e non voglio perderla perché pensa delle stronzate, chiaro? -
Amica.
Quella parola non le piaceva per niente, non se doveva descrivere ciò che lei era per Brittany. Lei voleva essere di più, ma Brittany aveva deciso che non potevano essere nient'altro.
Se non potevano essere qualcosa in più, allora non voleva essere niente.
- Scusa, Britt. Non posso. - sussurrò e poi si alzò dall'amaca, scappando via da Brittany e scoppiando a piangere.

***



Sì, sono ancora viva!
Quella scuola mi ucciderà prima o poi! I prof che parlano solo di esami, mettono ansia D:
Fortunatamente ho trovato il tempo per dedicarmi a COS.
Inoltre, ho praticamente visto 20 episodi di glee in due o tre giorni, che mi hanno aiutata davvero con l'ispirazione. *-*
Ringrazio tutti come al solito. Lettori, recensori, seguitori, preferitori, ricordatori. . .sì, la maggior parte sono dei miei nuovi neologismi, non sono ignorante.XD
Baci!

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Capitolo 7
*** Cryin'. ***


Blaine strinse con forza la mano di Kurt, tremando come una foglia. Non sembrava stare molto bene a giudicare dal pallore del viso di Blaine, così Kurt lo fece sedere su una panchina lì vicino.
- Stai bene? - gli chiese preoccupato.
- S-sì. - rispose Blaine, chiudendo gli occhi e stringendo forte le mani per farsi coraggio.
- Potevamo guardare 'Alla Ricerca Di Nemo' se quel film ti ha terrorizzato così tanto. -
Blaine aveva proposto di andare tutti e quattro al piccolo cinema del 'City Of Sun' e guardare un film dell'orrore del quale non aveva ben capito il titolo. Purtroppo, Santana aveva risposto di no non appena aveva sentito che ci fosse stata anche Brittany e di conseguenza la bionda si era rifiutata categoricamente di fare il 'terzo incomodo'. A Kurt non dispiacque poi così tanto: certo, non era felice che le ragazze si fossero allontanate così, ma era bello passare del tempo con Blaine da solo. Gli sembrava quasi un appuntamento.
In realtà non sapeva cosa si facesse esattamente durante un appuntamento, non ne aveva mai avuto uno, ma nei film d'amore che era solito guardare, i due protagonisti camminavano mano nella mano e non poté non pensare che Blaine avesse intrecciato la propria mano con la sua, forse perché era terrorizzato dal film, ma lo aveva fatto.
- È che non volevo fare la figura del bambino. - si imbronciò Blaine ed abbassò lo sguardo. - Ma credo di star facendo una figuraccia peggiore. -
Kurt gli accarezzò una guancia per tranquillizzarlo. - Non stai facendo alcuna figuraccia. - poggiò due dita sul mento per costringerlo a guardarlo negli occhi, domandando a se stesso da dove aveva preso tutto quel coraggio. - Anzi, mi stai dimostrando quanto tu sia vero. Lo apprezzo molto. -
- Davvero? - a Blaine si illuminarono gli occhi.
- Davvero. - annuì Kurt e Blaine gli mostrò il suo bellissimo sorriso. Quel sorriso che lo aveva fatto impazzire fin dalla prima volta in cui l'aveva visto.
Blaine si alzò in piedi, iniziando a riacquistare un po' di colorito. - Grazie Kurt. -
Kurt gli sorrise e si lasciò guidare da Blaine che lo aveva preso per mano.
Superarono il cinema e raggiunsero il vialetto principale in cui vi erano poche persone che passeggiavano tranquille e che non appena notarono Blaine, lo salutarono amorevolmente e Kurt non poté che essere fiero: quel ragazzo si faceva voler bene da tutti per il suo fare da bravo ragazzo.
- A che pensi? - gli domandò Blaine vedendolo così pensieroso.
- A... niente. - rispose imbarazzato. Non poteva di certo dirgli che stava pensando a quanto lo affascinava quel suo essere così educato.
- Tutti pensiamo sempre a qualcosa. - sentenziò Blaine.
- Tu a cosa stai pensando? - chiese, cercando di sviare il discorso.
Blaine se ne accorse. - Sei scorretto. Te l'ho chiesto prima io! - esclamò.
Kurt sospirò sconfitto. - Pensavo che sei un ragazzo molto educato. -
- E non va bene? -
- Va benissimo. Anzi, credo che tu sia una rarità visto che conosco solo zoticoni. Sei più unico che raro. -
- Blaine sorrise compiaciuto. Nessuno gli aveva mai detto che fosse unico e il fatto che fosse stato Kurt a dirglielo, lo rese ancora più felice.
- Non me l'ha mai detto nessuno. - ammise emozionato. - È bello sentirselo dire. -
- Ho solo detto la verità. - disse Kurt alzando le spalle.
Blaine gli accarezzò la schiena e Kurt arrossì. Era così dolce che Kurt dovette chiedersi se tutto ciò fosse reale, se Blaine fosse reale.
Sembrava quasi impossibile che potesse esistere un ragazzo tanto bello, tanto dolce e tanto intelligente come Blaine, si sentiva fortunato per averlo incontrato.
- E tu a che pensavi? - domandò Kurt, ricordandosi di avergli posto quella domanda qualche minuto prima e che non gli aveva risposto.
- Non te lo dico. - rispose Blaine sorridendogli.
- Non è giusto. - si lamentò Kurt, imbronciandosi. - Io te l'ho detto. -
Blaine fece un'espressione colpevole. - Hai ragione. - si grattò la nuca, imbarazzato. - Pensavo alla persona che mi piace... -
- Ah. - disse un po' deluso. - E cosa pensavi di preciso? -
- A come dovrò dirglielo. - Blaine abbassò lo sguardo.
- Oh, hai deciso di confessare i tuoi sentimenti. Sono fiero di te! - esclamò Kurt, fingendosi felice per Blaine.
Non lo era per niente, non voleva dividere Blaine con una stronzetta. Lui era un egoista e lo voleva solo per sè. Lo avrebbe reso felice più chiunque altro, se solo Blaine gli avesse dato una possibilità.
- Spero solo di essere ricambiato. - sospirò triste. - Sai mi piace davvero. -
Kurt trattenne con uno sforzo sovraumano le lacrime che lottavano per uscire. Non voleva immaginare Blaine tra le braccia di un'altra che lo baciava, doveva esserci lui al posto di quella troietta che lui neanche conosceva, ma che sapeva per certo che non fosse una ragazza con la quale avrebbe fatto volentieri amicizia.
- Se ti piace davvero, dovresti provare. -
Blaine non rispose, era del tutto perso nei suoi pensieri. Kurt approfittò del fatto che Blaine fosse distratto per asciugare quelle poche lacrime che erano sfuggite al suo controllo.

***

Riuscì a convincere Blaine a non accompagnarlo in camera, perché sentiva che non si sarebbe potuto trattenere ancora per molto.
Così, non appena Blaine fu andato via, lasciò che le lacrime gli rigassero il viso.
Cosa aveva di sbagliato per non essere amato da nessuno?
Tutte le persone che conosceva avevano avuto delle relazioni, erano state amate per quello che erano, invece lui era sempre stato solo. Era sempre stato dietro le quinte ad ascoltare tutti i racconti amorosi dei suoi amici e lui non aveva fatto altro che annuire.
Per una volta, voleva essere amato da qualcuno e vivere una storia d'amore da favola tanto dolce da avere il diabete.
Trascinò i piedi fino alla propria palazzina, sotto gli sguardi curiosi della gente che lo fissava a causa del viso arrossato e per dei singhiozzi che emetteva senza controllo. Alcuni erano stati gentili o forse erano solo curiosi e gli avevano chiesto cosa avesse o se stesse male e Kurt dovette rassicurarli tutti.
Fece alcuni passi verso la palazzina 'California' e si bloccò quando vide una figura rannicchiata per terra su se stessa che poggiava la testa sulle ginocchia e che si asciugava le lacrime con le dita. Vide la ragazza voltarsi verso di lui e l'uno fissò gli occhi azzurri lucidi dell'altra e viceversa.
- Brittany, - la chiamò Kurt. - va tutto bene? -
- Potrei farti la stessa domanda. - sussurrò Brittany, mentre l'altro si sedette accanto a lei.
- Hai ragione. - sentenziò Kurt, circondandole una spalla con il suo braccio. - Hai litigato ancora con Santana? -
Brittany fece cenno di no. - Volevo parlarle, ma non ho avuto il coraggio di bussare e sono scoppiata a piangere. - singhiozzò disperata e Kurt la strinse a sè con dolcezza. - Vorrei solo sapere perché mi odia. - continuò tra le lacrime.
Kurt si intenerì nel vedere Brittany così fragile e, dopo essersi alzato, le afferrò le mani costringendola ad alzarsi. La condusse poi in camera sua, senza che la bionda potesse obiettare. Non che ne avesse la forza.
Sembrava che le avessero succhiato via quella vitalità che era connaturata nel suo essere e Kurt non poteva non consolarla. Voleva che le ritornasse il sorriso.
- Santana non ti odia. - la rassicurò, facendola sedere sul proprio letto. - Fidati di me. -
- Tu sai perché si comporta così, vero? -
Kurt annuì. - Sì, ma non posso dirtelo. Non sarebbe giusto visto che sono il suo migliore amico. -
- Hai ragione. - concordò Brittany. - Vorrei solo che mi aiutassi a fare pace con lei e che mi facessi capire in cosa ho sbagliato.-
- Non hai sbagliato nulla e nemmeno lei. Dovresti solo parlare più a cuore aperto ed essere più...- si bloccò per trovare la parola esatta. - sincera. -
- Sincera?! - Brittany aggrottò le sopracciglia confusa. - In che senso? -
- Nel senso che devi solo trovare le parole giuste e dirgliele. - le spiegò il ragazzo. Poi vide l'espressione confusa della bionda e decise di darle una mano a capire. - Okay, cosa pensi di Santana? -
- Io... - Brittany si morse un labbro ed iniziò ad arrossire. - Lei è speciale. Non lo so perché, ma lo sento. La trovo dolcissima e divertente. - si grattò una guancia imbarazzata. - Mi piace farle le coccole. -
- Perfetto! - esclamò Kurt, convinto di star andando per la direzione giusta. Doveva farle confessare i suoi sentimenti per Santana ed era fatta. - Perché ti piace farle le coccole? - le chiese poi.
Brittany si voltò dall'altra parte, ma Kurt si accorse dell'ormai evidente rossore sulle sue guance. - Io... sento solo che vorrei farle le coccole tutto il tempo e stringerla forte forte a me...- si interruppe ed iniziò a torturarsi il lembo della maglietta.
- Continua, stai andando bene. - la esortò il ragazzo.
Brittany annuì. - Beh, poi mi piace chiamarla 'San'. La vedo sorridere tanto ed è bella quando sorride perché le si formano delle fossette davvero adorabili. Ha degli occhi così belli e profondi che li guarderei tutto il giorno... -
Kurt sorrise e l'abbracciò forte. Era felice di sapere che Brittany ricambiasse Santana, sebbene non l'avesse specificato o forse non ne era ancora consapevole, ma l'aveva capito dal tono dolce che aveva utilizzato la ragazza come se stesse accarezzando Santana con il pensiero. - Devi dirglielo. - sentenziò il ragazzo, facendola alzare dal letto.
- Ma è tardi. - osservò Brittany confusa. - E se fosse uscita o se stesse dormendo?
- No, non è uscita. Al massimo starà dormendo. -
- Non voglio disturbarla. -
- Non lo farai. - la rassicurò. - Avete bisogno di parlare, ora. -
Doveva fare in modo che la sua amica non sfuggisse da Brittany, quindi se era mezza addormentata era solo un bene. Santana abbassava tutte le sue difese quando era assonnata.
Brittany fu praticamente spinta via, fino alla porta di Santana, da Kurt. Era confusa da tutta quella situazione. Non stava capendo cosa stesse accadendo, ma se dicendo quelle cose avrebbe fatto pace con la sua San, allora avrebbe assecondato Kurt.
Si voltò verso di lui, prima che chiudesse la porta. - Guarda che mi ricordo che stavi piangendo pure tu. - lo informò. - Non appena risolverò questa situazione, sarò io a chiederti cos'hai. -
Kurt annuì imbarazzato senza sapere cosa dire. Non voleva che Brittany sapesse della sua cotta per Blaine. Era la sua migliore amica, glielo avrebbe sicuramente detto!
Brittany gli diede un bacio sulla guancia per ringraziarlo ed augurargli una buona notte, e non appena il ragazzo chiuse la porta, bussò a quella di Santana più e più volte.
Le dispiaceva svegliarla nel cuore della notte, ma doveva parlarle e risolvere una volta per tutte quella situazione.
La porta si aprì e Brittany si trovo di fronte una Santana dai capelli arruffati in canotta e mutandine e non poté non trovarla splendida. Le stava battendo il cuore all'impazzata solo nel vederla e non capiva perché.
- Britt, è successo qualcosa? - chiese fissandola con aria preoccupata. - Sono quasi le cinque del mattino. - le fece notare.
- Lo so, è che devo parlarti. - si giustificò Brittany, fissando il pavimento e torturandosi le mani. -
Santana la fissò con un'espressione indecifrabile e poi si passò delle dita sugli occhi doloranti a causa della luce. - Britt, non credo di riuscire a intrattenere una discussione con te adesso. - ammise ridendo. Voleva parlare anche lei, ma non era nelle condizioni adatte per poterlo fare. Non era lucida abbastanza.
- Lo so, ne possiamo parlare domani, se ti va. -
Santana annuì e pensò che la ragazza volesse andare via, invece rimase lì immobile, a mordersi continuamente il labbro inferiore.
- San, posso...- fece una pausa per prendere ossigeno. -... posso dormire con te? -
Rimase stupita da quella richiesta che Brittany le stava facendo, ma le prese le mani e la invitò ad entrare. Per un attimo entrò nel panico, non sapeva come ci si comportasse con una ragazza che volesse solo dormire con lei, ma non appena incontrò il sorriso di Brittany, capì che non doveva preoccuparsi.
Chiuse la porta e raggiunse la ragazza che si era già distesa sul letto, ritrovandosi a sperare che il giorno seguente arrivasse presto.

***



Zan zan!
Sì, lo so, sono una stronza a farlo finire così. Lo sooooo!
Vi ringrazio tutti come al solito, mi avete fatto superare le 1.550 visualizzazioni, e per una persona che ha paura di far leggere qualcosa perché ha paura che non sia apprezzata, è un record.
Vi comunico anche che ho creato un account twitter (che non ho fatto per stalkerare Naya Rivera, noooooo!), se volete followarmi o scrivermi anche qualche scemenza, basta che cerchiate @SnixTheUnicorn.
Dedico il capitolo a chi come me, oggi non è potuto uscire. XD
Al prossimo!

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Capitolo 8
*** Confessions. ***


 Aprì gli occhi sgranandoli per farli abituare alla luce e poi si stiracchiò, sbadigliando senza ritegno. Si guardò intorno e le ci volle un po' per capire che quella non era la sua stanza. Ne ebbe la conferma quando vide Santana accanto a lei, che stringeva tra le braccia il suo cuscino.
Le si avvicinò piano per non svegliarla, prese il cuscino e lo sostituì col proprio corpo così che potesse tenerla tra le proprie braccia.
Brittany le accarezzò il viso con dolcezza, tracciando delle linee immaginarie lungo il naso e le guance lisce. Trovandosi in vicinanza delle labbra, poggiò il pollice su di esse e le trovò morbide proprio come se le era immaginate.
Era così carina quando dormiva che avrebbe voluto guardare il suo bel viso rilassato per tutta la notte.
La vide mugugnare nel sonno, stringere le palpebre e poi aprire quegli occhi che la fissavano curiosi. Brittany le sorrise, accarezzandole una guancia con estrema dolcezza, mentre Santana sorrideva a trentadue denti.
- Buongiorno. - sussurrò la biondina posandole un bacio sulla fronte. - Ti ho svegliata? -
- No. - mugugnò la ragazza per poi strizzare gli occhi. - E comunque se mi svegliassi sempre così non sarebbe male. -
- Con le mie coccole? - chiese Brittany sorridendole.
- Con te. - confessò Santana puntandole i propri occhi contro quelli azzurri della bionda.
Percepiva il coraggio che le era mancato in quei giorni farsi avanti e non poteva più trattenersi o mentire.
Non voleva più farlo, non avrebbe vissuto con i rimpianti per sempre.
- Britt, - iniziò quando vide la ragazza completamente assorta nei propri pensieri. - non avevi qualcosa da dirmi? -
Brittany si bloccò improvvisamente, fissando un punto sul soffitto, per poi mordere nervosamente un labbro. - È vero. - asserì la ragazza. -  Ma purtroppo non ricordo le parole esatte che dovevo dirti. - ammise stringendosi sulle spalle.
Santana sciolse a malincuore quel contatto che le teneva strette e si sedette a gambe incrociate accanto a Brittany che nel frattempo l'aveva imitata, sedendosi anch'essa. - Vuoi che ti aiuti? -
Brittany annuì e Santana le afferrò una mano, per poi intrecciare le loro dita. La biondina fissò le loro mani unite che avrebbe potuto appiccare un fuoco, tanto era intenso il suo sguardo. Poi sorrise.
- Sono belle le nostre mani intrecciate. - sentenziò Brittany, stringendo poi anche l'altra sua mano. - Sembriamo latte e caffé. -
Santana sorrise per la dolcezza disarmante della biondina che aveva di fronte e non poteva fare altro che essere pazza di lei, nonostante fossero passati solo pochi giorni. - Mi piacciono il latte e il caffé insieme. - disse pensierosa. - Il latte addolcisce il caffé. -
- Io ti addolcisco? -
Santana arrossì e si morse nervosamente un labbro. - Abbastanza. - confessò guardandola negli occhi.
Brittany le si avvicinò e poggiò le mani sulle sue guance incandescenti, mentre Santana chiuse gli occhi, sperando di ricevere quel bacio che aveva desiderato fin dalla prima volta che l'aveva vista.
Brittany, però, non sembrava dello stesso avviso, infatti le spostò alcune ciocche dal viso e poi le afferrò nuovamente le mani. - Ieri ero venuta qui, - iniziò la biondina e Santana non poté fare altro che riaprire gli occhi per poi specchiarsi in quelli lucidi di Brittany. - volevo parlarti, dirti che senza di te sto male. L'altro giorno volevo chiarire ma a quanto pare ho solo rovinato tutto e mi dispiace. -
- Britt, - la chiamò con una dolcezza che lei stessa non sapeva che le appartenesse. - non è colpa tua. -
- Sì, invece. - ribatté la biondina. - Non ho fatto altro che ferirti e non so neanche come. Così ne ho parlato con Kurt, ma in realtà non ho capito molto. - Santana aggrottò le sopracciglia: non aveva mai visto Brittany e Kurt parlare tra loro e poi Kurt non le aveva detto nulla riguardo a un loro incontro segreto. Che le stesse nascondendo qualcosa? - Però, ci sono delle cose che devo dirti. - continuò mordendosi il labbro nervosamente.
- Cosa devi dirmi?  - deglutì Santana. Aveva una strana sensazione che le partiva dallo stomaco fino alla gola, come se avesse un boccone troppo ingombrante da mandare giù.
Non sapeva esattamente se fosse una bella sensazione o meno, solo che sentiva che sarebbe accaduto qualcosa di importante di lì a poco.
Forse Brittany aveva capito tutto e voleva chiederle di lasciarla stare perché non era per niente interessata ad avere un rapporto di quel tipo con una ragazza e che potevano essere amiche, come aveva appurato pochi giorni prima.
Sospirò rassegnata come un condannato destinato alla gogna e posò lo sguardo su Brittany che, nel frattempo, sembrava aver perso la capacità di parlare.
Le prese le mani per infonderle un po' di coraggio, ma la biondina restava immobile senza sapere esattamente che fare, così Santana decise di prendere in mano la situazione.
Non ce la faceva più, doveva necessariamente confessare tutto quello che provava e nonostante le probabili e disastrose conseguenze, si sarebbe sentita meglio.
Forse.
- La prima volta che ti ho vista, ho pensato che fossi un angelo. - sussurrò. - Insomma guardati: bionda, occhi azzurri e bellissima... ma non sei solo questo. Sei dolce, adorabile e hai quell'aria da innocente che ti rende molto più sexy di qualunque altra donna abbia mai incontrato nella mia vita. - prese fiato, mentre Brittany asciugava delle piccole lacrime che le erano uscite e vacillò un po'. Non voleva che Brittany piangesse a causa sua. - H-Hai sconvolto il mio mondo, ti ho pensata tanto, anche troppo e non mi è mai successo nella mia intera esistenza. - abbassò lo sguardo. - Volevo solo dirti che nonostante tutto, non ti starò addosso, rispetto te e le tue scelte che a malincuore accetto e non ti disturberò più, se ti reco fastidio, te lo giuro. -
Santana riebbe il coraggio di fissare Brittany negli occhi e la vide sorridere nonostante avesse gli occhi lucidi. Non seppe se fosse un buon segno o meno.
- Hai da fare stasera? - le chiese Brittany come se nulla fosse.
- No. - rispose confusa Santana. Si era aspettata urla, pianti, insulti e anche uno schiaffo, ma non una domanda del genere.
- Perfetto! - esclamò eccitata, avvicinandosi a lei. - Perché stasera ho voglia di portarti a cena fuori. -
Santana rimase delusa: aveva praticamente confessato i suoi sentimenti a Brittany e lei non aveva battuto ciglio.
Forse lo aveva fatto apposta: ignorando la sua confessione, sarebbero potute essere amiche come era giusto che fosse.
Santana annuì sospirando, mentre il volto di Brittany si illuminava sempre di più.
- Ci tengo a fare le cose per bene. - aggiunse la biondina.
Spalancò la bocca scioccata e sorpresa. Brittany voleva uscire con lei, sebbene non avesse capito cosa pensasse della sua confessione. Forse era un modo contorto per dirle che ricambiava? O forse non la ricambiava affatto e si stava solo illudendo?
- Sempre se tu lo voglia. - aggiunse corrucciata Brittany. Forse aveva interpretato male il suo silenzio ed aveva pensato che volesse rifiutare.
- Sì che lo voglio. - rispose Santana, sorridendole timidamente. Non capiva cosa stesse accadendo, se erano amiche o stavano diventando qualcosa in più.
Brittany si alzò dal letto raggiante. - Vado in camera mia a farmi una doccia e da Blaine che poverino mi sta coprendo e non è giusto. -
Santana si rabbuiò in volto. Non voleva che andasse via, non dopo aver passato la notte insieme e dove averle confessato i suoi sentimenti. - Devi proprio andare? -
Brittany annuì. - Sì, devo mettermi il costume e poi devo cominciare a pensare a cosa indossare stasera. - rispose infilandosi le infradito.
Brittany le si era avvicinata e le aveva posato un piccolo bacio all'angolo della bocca. Santana era completamente immobile, come se fosse paralizzata, sentendosi un'idiota.
Aveva Brittany a distanza molto molto ravvicinata e non aveva fatto nulla. Non era colpa sua, in fondo, se quella biondina la destabilizzava così tanto.
- Vado. - sussurrò al suo orecchio, provocandole un brivido di piacere. - Fatti trovare in piscina. -
Le fece l'occhiolino e poi andò via da camera sua, lasciando una Santana confusa, scioccata ma estremamente felice.

***

- Io lo sapevo! - esclamò Kurt ad alta voce, facendo voltare un paio di teste curiose. - Eravate troppo palesi. - aggiunse annuendo. Santana tossicchiò imbarazzata e si voltò dall'altra parte. - Finalmente non dovrò più ascoltare le tue seghe mentali idiote. - esultò ancora il ragazzo, mentre un curioso Blaine lo guardava da lontano.
- Zitto! - lo rimproverò Santana, accorgendosi degli sguardi di Blaine. Non voleva che capisse. - Mi ha solo chiesto di uscire e non mi ha neanche detto se mi ricambia o meno! -
- È ovvio che ti ricambia. Sei solo così tonta da non capirlo! -
- Che cosa non capisce? - si intromise Brittany, la quale era sbucata dal nulla, facendo sobbalzare i due amici. Poi si era avvicinata a Santana e l'aveva abbracciata da dietro, mentre Kurt lanciava uno sguardo eloquente alla sua migliore amica, come per dirle 'te l'avevo detto'.
- Che i maglioni con le renne di Rachel Berry sono fuori moda. - mentì il ragazzo, che poi si congedò per raggiungere Blaine che sembrava che non stesse aspettando altro, mentre Brittany guardava confusa Santana, non riuscendo a cogliere il significato di ciò che Kurt aveva detto.

***

Si sedettero a bordo piscina e rimasero in silenzio, entrambi persi nei loro pensieri.
Kurt era felice per la sua migliore amica. Sapeva che l'attrazione tra le due era troppo forte e quindi era inevitabile.
Doveva ammettere, però, di essere invidioso. Santana era riuscita a conquistare Brittany, lui, invece, non avrebbe mai fatto breccia nel cuore di Blaine.
- Sei pensieroso. - esordì Blaine sorridendogli. - Cos'hai? -
- Niente. - sospirò.
- Non sembrerebbe niente. - notò Blaine.
- È che... - si bloccò per fissare Santana in braccio ad una Brittany che la ricopriva di coccole. - ...niente. - concluse poi, per non fare ancora la figura dello sfigato in amore con Blaine, anche se ormai doveva averlo capito.
Blaine gli accarezzò una spalla per confortarlo, ma non ci era riuscito e ne fu deluso. Voleva vederlo sorridere. - Qualunque cosa ti faccia star male, non pensarci. - lo rassicurò. - L'estate serve per divertirsi, non per deprimersi. -
- Hai ragione. - mormorò poco convinto.
- Ti fidi di me? - domandò Blaine improvvisamente serio.
Kurt annuì.
- Beh, allora ascoltami quando ti dico che non hai alcun motivo per essere triste. - disse, per poi spingersi con le braccia verso la piscina. Non appena riemerse, afferrò un piede di Kurt e lo trascinò sott'acqua, attento a non fargli male. Kurt, però, non si fece cogliere impreparato: iniziò a schizzargli l'acqua con le braccia e con il piede libero che Blaine poi bloccò. Si era poi ritrovato in acqua mentre Blaine esultava, saltellando per tutta la piscina, contento per aver vinto la 'battaglia'.
Kurt mise un adorabile broncio e non appena Blaine se ne accorse, gli si avvicinò e gli diede un bacio sulla guancia, facendolo arrossire vistosamente.
- Mi perdoni? - chiese, guardandolo negli occhi e Kurt non poté fare altro che annuire, facendo sorridere Blaine. - Visto che stasera le signorine hanno da fare, ti andrebbe di passare una serata in camera mia? -
Kurt spalancò gli occhi. Avrebbe trascorso una serata in camera di Blaine. Camera di Blaine, dove c'era il suo letto...
Kurt tossì felice del fatto che Blaine non fosse capace di leggere nel pensiero. Sarebbe stato imbarazzante se il ragazzo avesse saputo che cosa Kurt stesse pensando. - Va bene. - sussurrò incapace di dire altro.

***



Come state? Io personalmente col cuore a pezzi.
Sono caduta in depressione e non scherzo.
Infatti credo che oggi il capitolo faccia davvero pena.
Vi ringrazio come al solito tutti quanti, chi legge, chi recensisce, chi preferisce, chi segue, ecc ecc.
Vi ricordo ancora una volta che sono su twitter (@SnixTheUnicorn) e che se volete sclerare con qualcuno riguardo alla 4x04, io vi ascolto.
Questo capitolo è per voi gleeks col cuore infranto come me.

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Capitolo 9
*** Blaine's Room ***


Quando Blaine lo aveva invitato a trascorrere una serata in camera sua, di certo non si era aspettato niente del genere.
Doveva ammettere che ci era decisamente rimasto male quando aveva constatato che non ci fossero candele profumate, musica soffusa e il letto ricoperto di petali di rose come si era immaginato in quelle poche ore ed aveva solo voglia di andarsene per l'imbarazzo che provava in quel momento.
Sul pavimento erano seduti tre ragazzi, uno biondo, uno moro ed uno castano, i quali prima lo fissarono curioso e poi gli sorrisero educatamente per poi prestare di nuovo l'attenzione allo schermo della televisione dalla quale proveniva un fortissimo rumore di spari e poi capì.
Stavano giocando ai videogames.
- Kurt, - iniziò Blaine sorridendogli in un modo così adorabile da farlo impazzire. - ti ricordi di Nick, Jeff e Sebastian? -
- Vagamente. - mentì Kurt, arrossendo per l'imbarazzo.
Chi diamine erano quelli?
- Te li ho presentati la prima sera in disco. - gli venne in aiuto Blaine.
Kurt annuì poco convinto, mentre Blaine gli indicava i suoi amici, spiegando chi fosse chi, mentre alcuni flash gli vennero in mente, facendogli ricordare poco riguardo alla serata nel locale.
Prese posto accanto a quello che doveva essere Sebastian, il castano dagli occhi verdi, mentre Blaine gli si sedette accanto. - Spero che ti piaccia Call Of Duty. - disse.
- E che cosa sarebbe? - domandò Kurt. Ne aveva sentito parlare grazie a Finn e a Puck, ma in realtà non aveva mai capito cosa fosse.
- Ehm, il gioco... - gli spiegò il ragazzo, mentre gli altri tre trattenevano a malapena le risate. Perlomeno Kurt apprezzava lo sforzo.
- Ah. - disse solo, per poi fissare lo schermo. Nick stava sparando a Jeff, il quale aveva contratto il viso per la concentrazione. Non poté non pensare al suo fratellastro Finn quando giocava ai videogames insieme a Puck e a Sam e puntualmente perdeva.
Ci aveva anche provato a stare insieme a loro, ma decisamente non gli erano mai interessati quegli stupidi giochi, ma per Blaine avrebbe fatto un'eccezione.
Jeff gli passò il proprio joystick, mentre Nick faceva lo stesso con Sebastian. - Adesso ci divertiamo. - affermò Sebastian compiaciuto. Doveva aver capito che fosse negato e che avrebbe vinto facilmente.
Kurt deglutì, mentre Blaine gli spiegava quali pulsanti dovesse premere per poter sparare, lanciare granate, mirare, eccetera ma Kurt aveva capito ben poco.
Aveva scelto la squadra 'Nemici', come avevano suggerito Blaine e Sebastian e il suo personaggio si era ritrovato in una sorta di deserto con un arma in mano. Iniziò a farlo camminare per prendere confidenza col gioco, ma non ne ebbe la possibilità perché Sebastian lo aveva già ucciso.
- Come diamine hai fatto a uccidermi?! - esclamò Kurt stizzito. Stava giocando da pochi minuti ed era già morto.
- Kurt, c'è la mappa. - Blaine gli indicò l'angolo sinistro della televisione, spiegandogli che il puntino rosso era Sebastian.
Non appena il suo personaggio 'resuscitò', Kurt fece attenzione al puntino rosso che piano piano gli si avvicinava sempre di più e sistemò meglio la visuale per poter sparare meglio. Man mano che si avvicinava al puntino rosso, si accorse di alcuni resti di un aereo spaccato a metà, dentro il quale notò un piccolo movimento. Lanciò una di quelle bombe speciali che stordivano l'avversario facendogli perdere la vista per un paio di secondi e non appena vide che aveva ottenuto l'effetto sperato, si avvicinò al personaggio di Sebastian che restava inerme davanti ai suoi occhi e lo uccise scaricandogli addosso tutti i proiettili della sua mitragliatrice.
- Sììì! - esultò il ragazzo alzandosi in piedi, mentre un Sebastian fumante di rabbia lo guardava con odio.
- La classica fortuna del principiante. - sputò acido, mentre Blaine gli lanciava un'occhiataccia eloquente.

***

Si era davvero divertito nonostante tutto. Nick e Jeff erano davvero simpatici, Sebastian un po' meno, ma comunque lo aveva accettato e trattato bene, anche perché Blaine sembrava in allerta nei suoi confronti. Inoltre, Kurt aveva scoperto un amore che non credeva che sarebbe mai sbocciato: quello per i videogiochi.
Si era divertito così tanto ad uccidere Sebastian e Blaine che i ragazzi avevano dovuto quasi togliergli il joystick dalle mani. Magari a New York avrebbe comprato una consolle per giocarci insieme a Rachel e per far contento Finn, quando avrebbe fatto visita alla sua amica.
Blaine si richiuse la porta alle spalle poiché i suoi amici avevano deciso di andare via e di lasciarli soli e Kurt non poté non esserne felice.
- Ehi assassino. - esordì Blaine, dopo essersi disteso sul proprio letto, mentre Kurt si tratteneva dal raggiungerlo. Sdraiandosi, la maglietta di Blaine si era alzata un po', scoprendo il bordo bianco dei boxer e Kurt non poté non immaginare cosa ci fosse sotto quei boxer.
- Eh? - deglutì Kurt. In quel momento, la sua mente era da tutt'altra parte e i pensieri che stava partorendo non erano per niente casti.
- Per il gioco, intendo. - spiegò il ragazzo. - Dai, sdraiati accanto a me. Non mi piace vederti seduto mentre io mi rilasso. -
Kurt si morse un labbro indeciso. Doveva sdraiarsi accanto a Blaine, vicino al bordo dei boxer bianchi che sembrava urlargli: "guardami".
Deglutì un'altra volta,  si sedette sul letto con delicatezza come se potesse romperlo e poi si distese come voleva Blaine. - È comodo. - commentò, per poi pentirsene. Non sembrava una cosa intelligente da dire.
Blaine gli sorrise dolcemente. - È vero. - annuì. - Cioè ci dormo bene. -
- Non devi solo dormirci però... - sussurrò Kurt e poi si portò una mano alla bocca dopo essersi reso conto di cosa aveva detto. Stava cominciando a farneticare e non andava bene. Di sicuro quell'estrema vicinanza con Blaine stava facendo male alla sua sanità mentale.
- Non ho così tanta attività sessuale, se è questo che intendi. - ammise Blaine con un sorriso amaro. - E poi io sono per il sesso fatto con la persona amata, quindi niente avventure. - Kurt annuì, incapace di dare una sua opinione visto che non era esperto in quelle cose. Blaine si era accorto che il ragazzo non era a suo agio a parlare di sesso, così decise di cambiare discorso. - Che ne pensi dei miei amici? -
Kurt parve rilassarsi un po' e Blaine ne fu felice. - Sono simpatici. Mi sono trovato davvero bene. -
- Anche con Sebastian? - chiese Blaine sorpreso. - Di solito lui non piace molto al primo impatto. -
- È... simpatico a modo suo. - disse Kurt soppesando le parole, sperando che Blaine non si offendesse.
Ma Blaine non sembrava essersi offeso. - Sì, a volte è un po' stronzo, ma è un ottimo amico. - affermò il ragazzo sorridendo. - Parlami dei tuoi amici. Come sono? -
- Ho tanti amici grazie al Glee. Amici che mi hanno aiutato in tante situazioni, come Santana o Rachel, che è l'altra mia migliore amica e futura cognata. -
Blaine notò con quanta dolcezza aveva parlato dei suoi amici e non poté non rimanere colpito dell'enorme affetto che provava per quelle persone che gli stavano accanto. - Hai un fratello? -
- Fratellastro. - lo corresse Kurt. - È il figlio della compagna di mio padre. Si chiama Finn ed è il fidanzato di Rachel. -
- I tuoi sono separati? - domandò Blaine curioso.
Il volto di Kurt cambiò espressione. Il suo sorriso dolce si era trasformato in un triste broncio e Blaine non riusciva a capire perché. - In realtà, mia madre è morta... - sussurrò.
Blaine si sentì in colpa. Lo vedeva che Kurt si stava trattenendo dal piangere e non voleva che dai suoi bellissimi occhi azzurri sgorgassero delle lacrime e che tutto ciò lo rendesse triste. Gli afferrò una mano, sperando di alleviare almeno un po' il suo dolore. Kurt aveva apprezzato quel gesto e gli mimò un 'grazie' con le labbra.
Blaine allora gli sorrise un po', come se gli volesse infondere sicurezza e poi gli accarezzò il viso. - Mi dispiace, Kurt. -
Il ragazzo strusciò la guancia sulla sua mano, senza pensare a ciò che magari Blaine potesse pensare. In quel momento aveva bisogno delle sue carezze. - Non fa niente. Sono passati tanti anni ormai. - sospirò, ma Blaine capì che Kurt lo stesse dicendo più a se stesso che a lui.
Blaine asciugò con le dita tutte le lacrime di Kurt che erano sfuggite ribelli al suo controllo, mentre il suo cuore gli si stringeva al vederlo così. Gli si era affezionato davvero tanto, aveva visto quanto Kurt fosse speciale e unico.- Parlami del Glee. -
Kurt tirò col naso, felice del fatto che Blaine avesse cambiato discorso, non perché non gli importasse ma perché aveva capito che quella era ancora una ferita aperta e sanguinante. - I primi giorni è stato orribile. - commentò Kurt ridendo. - Eravamo in cinque, le coreografie erano pessime e Rachel e il professor Schuester non facevano altro che litigare. Poi è arrivato Finn ed eravamo sconvolti, visto che era un giocatore di football. Dopo un po' si sono aggiunti altri giocatori di football e due cheerleader, tra cui Santana. I primi tempi li odiavo tutti: si stavano mischiando due mondi completamente differenti tra loro e non credevo che questo fosse un bene. In realtà, proprio perché eravamo differenti, eravamo perfetti. - disse con orgoglio. - Non importava se fossi uno sfigato o uno dei popolari. Ci si voleva bene a vicenda, eravamo una squadra. Eravamo una famiglia. - aggiunse sospirando.
Blaine se ne accorse. - Ti mancano tanto, vero? -
Kurt annuì. - Dal primo all'ultimo. Non potrei mai vivere senza di loro. -
Blaine gli afferrò la mano. - È davvero dolce quello che hai detto Kurt. - affermò. - La mia stima per te non può che aumentare. Sono davvero fortunato ad averti conosciuto. -
Kurt si bloccò improvvisamente. Era Blaine quello che aveva appena parlato o non si era accorto di essersi addormentato e di star facendo un sogno tanto vivido da sembrare reale?
Arrossì talmente tanto che Blaine ridacchiò ma senza alcuna intenzione di schernirlo. - Sei davvero carino quando arrossisci. -
Kurt sgranò gli occhi, mentre sentiva il cuore battere all'impazzata.
Blaine lo reputava carino.
Aveva voglia di saltellare per la gioia per tutto il 'City Of Sun', incurante di chi lo avrebbe guardato con diffidenza o chi lo avrebbe preso per pazzo.
Blaine gli aveva detto che lo trovava carino.
Avrebbe voluto chiamare Santana al telefono e mettersi ad urlare, mentre l'amica si tappava le orecchie per non perdere l'udito, ma non poteva: c'era Blaine davanti a lui e poi Santana era troppo impegnata ad uscire con la sua biondina per dargli corda.
Così dovette reprimere tutte quelle sensazioni, mentre Blaine sembrava non essersi accorto di nulla.
Anzi, si era alzato ed aveva infilato un cd dentro alla consolle e Kurt sperò che non fosse ancora quel gioco.
Si era appassionato, certo, ma preferiva passare il tempo con Blaine in un altro modo.
Non in quel modo, anche se non era una cattiva idea, ma preferiva chiacchierare con lui piuttosto che giocare ai videogiochi come se fosse un semplice amico.
- Ti va di guardare un film? - domandò Blaine e Kurt pensò che fosse una domanda un po' inutile, visto che aveva già infilato il dvd nella consolle. - Questo ti piacerà. -
- Niente horror, spero! -
-No, hai già visto che io e gli horror non andiamo d'accordo. - disse Blaine riferendosi a quando era uscito dal cinema pallido come un cencio.
Kurt non poté fare altro che sorridere ed annuire, mentre Blaine si sdraiava ancora accanto a lui, facendo sfiorare le loro mani più e più volte.

***



Non ci credo! Ce l'ho fatta ad aggiornare, yeah!
Oggi capitolo tutto Klaine, ma il prossimo sarà tutto Brittana, giuro.
Vi ringrazio sempre tutti: i silenziosi, chi si fa sentire recensendo e chi aggiunge ai preferiti, seguite e ricordate.
Ricordo come al solito il mio account twitter (@SnixTheUnicorn) che per me è diventata una droga u.u
Al prossimo!

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Capitolo 10
*** Shall we try? ***


Si fissò allo specchio per interminabili minuti, trovando miliardi e miliardi di difetti che neanche aveva. Anche il suo outfit non era dei migliori, non la faceva apparire sexy come ci riuscivano un vestito o dei tacchi alti. Era convinta che i jeans e la maglietta smanicata rossa che indossava non le rendessero giustizia, ma Kurt le aveva detto che stava davvero bene e che se Brittany non le fosse saltata addosso quella sera, allora doveva lasciarla perdere perché - come il ragazzo aveva affermato - quella sera era davvero uno schianto.
Santana ne fu poco convinta, sebbene sapesse che in quanto ad abbigliamento Kurt non transigesse e che se qualcuno si vestiva male glielo faceva notare, eppure non credeva di essere bella quella sera.
Sentì bussare alla porta della sua camera e prese un gran respiro, mentre il cuore iniziò a batterle sempre più forte. Brittany le aveva detto che sarebbe passata a prenderla alle sei e poiché il suo orologio la informava che fossero le sei e dieci, fu sicura che fosse lei.
Non voleva cambiarsi e far aspettare la bionda fuori, non era giusto e soprattutto non era educato.
Aprì la porta e non riuscì a non spalancare la mascella per il meraviglioso spettacolo che le si presentava davanti: i capelli di Brittany che, di solito erano liscissimi, erano ondulati dandole un'aria più selvaggia, gli occhi che al posto dell'eyeliner che utilizzava quotidianamente, erano contornati da uno leggero strato di matita azzurra che faceva risaltare quegli occhi che aveva rubato al cielo. La maglietta bianca ed i jeans chiarissimi non facevano altro che farla sembrare ancora di più ad un angelo non appartenente a quel mondo imperfetto. Sì, perché Brittany era perfetta e Santana in quel momento ne ebbe la conferma.
- Buonasera. - la salutò la biondina dandole un bacio sulla guancia e poi si allontanò per fissarla. - Sei davvero bellissima. -
Santana arrossì per quel complimento che le aveva fatto Brittany, pensando che forse Kurt ci aveva preso con quel look. - Mai quanto te. -
Brittany non rispose e la strinse a sè, strusciando il naso contro la sua guancia che poi baciò ripetutamente e con dolcezza, facendo impazzire Santana che si stava trattenendo dal baciarla.
Doveva chiederle cosa ne pensava della sua confessione e anche se non le fosse piaciuto ciò che Brittany le avrebbe detto, doveva sapere.
Brittany si allontanò da lei e le prese la mano, intrecciandola alla sua, mentre Santana sorrideva.
Non riusciva a credere che un gesto tanto semplice e tanto 'banale' come il prendersi per mano, con Brittany diventava speciale. Forse proprio perché era Brittany ad esserlo a prescindere.
- Non mi hai chiesto dove ti porto. - notò Brittany, accarezzando il dorso della sua mano con il proprio il pollice. - Io al tuo posto ti avrei tormentata pur di saperlo. -
Santana rise. - Dove stiamo andando? -
- Ah, non te lo dico. È una sorpresa. - rispose Brittany ridendo, facendo imbronciare l'altra ragazza.
- Cioè, prima mi dici che sbaglio perché non te lo chiedo e appena te lo chiedo non me lo dici? Mi hai illusa. -
- Scusa. - Brittany le diede un bacio sul collo e Santana si irrigidì di colpo, un po' perché non se lo aspettava, un po' perché i baci sul collo avevano su di lei un ascendente particolare, poi se era Brittany a darglieli...
Non poteva continuare così, sembrava che Brittany non facesse altro che provocarla. Non che le dispiacesse, anzi, ma la frustrazione di dover frenare i propri istinti era tanta.
Vide che Brittany la conduceva verso la strada della piscina e Santana credette che volesse farle fare un bagno notturno, ma cambiò idea quando poi la biondina girò a destra per una strada che non aveva mai visto.
Che fosse comparsa in quel momento e lei non se ne fosse accorta?
Continuò a seguirla in silenzio, stringendole la mano, mentre Brittany scavalcava una piccola catena che doveva far capire loro che non dovevano passare.
- Britt, sei sicura che possiamo passare? - le chiese un po' preoccupata. Aveva notato che stavano per percorrere un piccolo sentiero in legno non molto sicuro e che era ad almeno tre metri dagli scogli. Se si fosse spaccato, sarebbero cadute e sarebbero morte e nessuno lo avrebbe mai saputo.
- È chiuso perché è pericoloso e nessuno può aiutarti in caso di caduta. -
Santana deglutì. Se Brittany voleva in qualche modo rassicurarla non ci era riuscita per niente.  - Oddio... si può cadere? -
- Sì, ma solo se ti sporgi troppo. - spiegò Brittany. - Stai tranquilla, piccola. Non ti succederà nulla. -
Santana annuì poco convinta, troppo spaventata per accorgersi dell'appellativo che Brittany aveva utilizzato per rivolgersi a lei. La biondina le sorrise e, sempre stringendole quella mano che non aveva mai lasciato, la guidò per il sentiero.
Santana si strinse sulla destra del sentiero in cui vi era una piccola collinetta ricoperta da tantissimi fiori e piante che non aveva mai visto in vita sua. Sperava che il ramo di qualche albero potesse sostenerla se per caso il legno si sarebbe spezzato a metà.
Percorse il sentiero in religioso silenzio, preoccupandosi ogni volta che sentiva le assi scricchiolare rumorosamente. Non aveva neanche guardato il mare, perché sarebbe stata la fine: si sarebbe fermata e avrebbe iniziato a tremare e a piangere nervosamente.
Non soffriva di vertigini, d'altronde era una cheerleader e capitava di dover far delle acrobazie in aria o stare al vertice della piramide umana, ma si fidava delle sue compagne e perlomeno anche se fosse caduta, si sarebbe soltanto fratturata qualcosa.
Lì, era diverso. Sentiva la sua vita appesa ad un filo molto sottile e quegli scogli sembravano davvero pericolosi.
Di chiudere gli occhi non se ne parlava: non sarebbe stata attenta e non avrebbe potuto salvare se stessa e Brittany.
- Abbiamo quasi finito il sentiero. - l'avvertì Brittany, facendola sospirare di gioia.
Perlomeno sapeva che tra lei e la salvezza vi fossero pochi passi.
Brittany scavalcò poi un'altra catena di ferro, identica a quella che vi era all'inizio. - Lo abbiamo finito. -
Santana scavalcò anch'essa e poi appoggio la mano alla corteccia di un albero e respirò affannosamente, come se avesse corso dieci chilometri. - Ho avuto paura. - ammise.
- Oh, mi dispiace. - Brittany si imbronciò. - Al ritorno prenderemo la strada asfaltata, promesso. - poi le porse una mano che Santana afferrò e la guidò ancora verso una strada inalberata.
- Siamo arrivate? - chiese Santana, sperando di non dover fare ancora parecchia strada.
- Adesso... - Brittany si fermò. - ...sì. -
Santana, che era dietro di lei, la raggiunse. - Wow! - esclamò alla vista del paesaggio che le si presentava davanti.
Gli scogli che da quella sorta di ponte le erano sembrati pericolosi, adesso sembravano volessero abbracciare quel piccolo pezzo di spiaggia che le sembrava un piccolo paradiso terrestre.
- Questo è il mio posto preferito del 'City Of Sun'. - iniziò Brittany sedendosi sulla sabbia bianca. - Non ci viene mai nessuno perché abbiamo le piscine, ma questo è molto meglio. -
Santana non poté non fare altro che annuire, concordando con lei sul fatto che quel posto era magnifico. Stava per sedersi accanto a lei, ma Brittany la bloccò. - Siediti tra le mie gambe. - ordinò per poi allargarle.
La ragazza non poté non pensare ad altro mentre la vedeva allargare le gambe ed arrossì al pensiero. Fece come le era stato detto e si trovò le braccia di Brittany che le cingevano i fianchi e le sue labbra che le lasciavano piccoli baci sul collo.
Inarcò la testa, appoggiandola sulla spalla della bionda, la quale non aveva smesso un attimo di posare le labbra su quella porzione di pelle sensibile. Stava impazzendo, lo sapeva, e prima che perdesse il controllo doveva parlare con Brittany.
- Britt. - mormorò, mentre la bionda schiudeva un po' le labbra sul suo collo.
- Mh? - rispose Brittany, percorrendo con le labbra una linea immaginaria che partiva dal suo collo fino ad arrivare all'orecchio.
- Possiamo parlare? - la pregò la mora col respiro affannato.
- Di cosa? - chiese Brittany sussurrando al suo orecchio.
- Del fatto che ti ho detto che mi piaci e che non mi hai detto nulla. - disse sicura. Doveva sapere che pensava la biondina e perché la provocava così.
Brittany si bloccò improvvisamente e si allontanò da lei. - Dobbiamo proprio? - domandò con un tono più duro, che non aveva mai utilizzato con lei.
Ma Santana non vacillò, nonostante non capisse perché la bionda si stesse chiudendo a riccio così. - Sì. -
Brittany sospirò e sciolse quel contatto tra le loro gambe, posizionandosi accanto alla mora. - Quando ero al liceo, avevo un'amica. Si chiamava Sugar ed era davvero strana forte. - rise. - Ma a me piaceva. Mi piaceva nello stesso modo in cui mi piaci tu, San. Sì perché tu mi piaci San. - la guardò negli occhi. - Siamo state insieme, ma per lei ero solo un'esperienza, una prova. - abbassò lo sguardo. - Abbiamo litigato e non siamo più amiche. Ho paura che succeda la stessa cosa a noi, San. -
Santana le aveva voltato le spalle per non farle vedere le lacrime che stavano scendendo copiose dal suo viso. - Stai precludendo ogni possibilità ad un noi, quindi. - tirò su col naso. - Non hai neanche voluto provare. Hai già deciso così. -
Brittany si accorse della voce incrinata della ragazza al suo fianco e non le si poté non spezzare il cuore. - Piccola, non piangere. - disse e l'abbracciò, mentre Santana restava immobile come una statua. - Guardami San. -
Santana non si voltò, così Brittany fu costretta a prenderle il viso con due mani e a farla girare verso di lei.
- Voglio baciarti. - ammise Brittany, asciugandole le lacrime. - Voglio baciarti dal primo momento che ti ho vista. -
- Anch'io, Britt. Sto morendo dalla voglia di farlo. -
Brittany si avvicinò alle sue labbra e poi sussurrò. - Ho paura che se ti baciassi, poi non potrei più fare a meno di te. -
- Ed è una cosa tanto brutta?-
- Per niente. - le baciò il mento. - Potresti diventare la mia ossessione, San. -
- Voglio essere la tua ossessione. - affermò sicura.
- Promettimi che non sarò una prova. -
- Britt, non sarai un'esperienza diversa, nè una prova. - promise Santana. - Adesso posso baciarti, Brittany? - domandò impaziente.
- I baci non si chiedono, si danno. - sussurrò e Santana poté giurare di aver visto una piccola sfumatura di malizia nei suoi occhi blu, prima che questi si chiudessero.
Chiuse anche i suoi e si fiondò finalmente su quelle labbra che aveva bramato dal primo momento che le aveva viste. Sentiva le mani di Brittany che accarezzavano leggere il suo viso, provocandole un brivido piacevole su tutto il corpo. Decisero poi di schiudere in sincronia le labbra, facendo incontrare per la prima volta le loro lingue che si assaggiavano fameliche, ma con delicatezza, l'una con l'altra.
Stavano scoprendo il sapore di un bacio ancora sconosciuto ma nonostante tutto familiare, come se fosse stato scritto nel destino che le loro labbra si sarebbero incontrate.
Santana si staccò dal bacio per prendere un po' di fiato, ma Brittany non glielo permise, mordendole il labbro inferiore e costringendola a riprendere cosa aveva interrotto e Santana sorrise nel bacio.
Sorrise perché finalmente ciò che aveva desiderato era tra le proprie braccia, sorrise perché Brittany rispondeva ai suoi baci e sorrise perché ricambiava ciò che provava. Sentiva il cuore esploderle di felicità e rinascere più forte di prima ad ogni carezza delle loro lingue.
Brittany si distese sulla sabbia, costringendo l'altra a seguirla e a distendersi su di lei, ampliando il contatto tra i loro corpi. La sentì ansimare di piacere quando le proprie labbra avevano raggiunto il suo collo candido ed avevano morso una piccola porzione di pelle che poi aveva leccato.
- San, - la chiamò Brittany senza fiato, quando una mano di Santana si era posizionata sotto la sua maglietta e le aveva accarezzato un fianco. - andiamoci piano.  - la implorò, mentre l'altra si staccava da lei sorridendole.
Santana pensò che Brittany avesse ragione. D'altronde erano passati pochi minuti da quando erano un noi e non doveva forzare le cose. Lo erano davvero o era uno degli ennesimi sogni che da una settimana a questa parte faceva?
Sperava di no.
- Brittany, dimmi che non è tutto un sogno. - sussurrò Santana avvicinandosi al suo viso. - Dimmi che sta succedendo davvero. -
Brittany le diede un piccolo morso sul labbro inferiore che poi leccò. - Credo che questa sia una dimostrazione del fatto che sia tutto reale. - disse per poi accarezzarle la guancia.
Santana le sorrise e Brittany le leccò ancora le labbra, reclamando un bacio che Santana non poté non rifiutarle, mentre una piccola consapevolezza si faceva strada nella sua mente: non si sarebbe mai staccata da quelle labbra, da quel corpo, da lei.

***



Ce l' ho fatta!!!
Finalmente quelle due hanno combinato qualcosa. u.u
Come al solito vi ringrazio tutti, lettori, recensori, quelli che preferiscono, seguono, ricordano u.u
Potrei ricordarvi del mio profilo su twitter, ma non lo farò. O forse lo sto già facendo? xD
Al prossimo u.u
P.s. Si, in questo capitolo, Brittany è folle. Più del normale, insomma. u.u

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Capitolo 11
*** Match Point! ***


- La smetti? - si lamentò per l'ennesima volta Kurt, togliendosi gli occhiali da sole firmati che indossava, per poterla rimproverare con lo sguardo. - Sembra che tu te la voglia mangiare. -
Santana non smise un attimo di guardare Brittany che faceva ballare i clienti del 'City Of Sun' e che ogni tanto le regalava quegli splendidi sorrisi dei quali non poteva più fare a meno.
- Non ti risponde proprio. - gli fece notare Blaine, il quale sedeva accanto a Kurt. - Non solo dovevo sopportare Brittany e i suoi pensieri poco casti su Santana, ma adesso devo anche vederle sprizzare amore da tutti i pori. -
La ragazza gli tirò una delle ciabatte di Kurt che il riccio schivò prontamente. - Tu, essere dai capelli amorfi, - gli puntò il dito contro. - parli troppo. -
- Mi hai lanciato una scarpa?! - chiese scioccato il ragazzo posandosi una mano sul cuore, senza ricevere risposta. - Mi ha lanciato una scarpa! - ripeté, rivolgendosi a Kurt.
- A me ha lanciato un libro in testa solo perché una volta mi azzardato a dirle che aveva torto. - commentò Kurt in tono piatto, mentre controllava se gli fossero arrivati messaggi. - Non devi mai metterti contro Santana Lopez. -
- Oddio, Brittany sta insieme ad una pazza! - esclamò, mentre Santana gli lanciava l'altra ciabatta.
- Primo, non sono pazza. - iniziò la ragazza calmandosi. - Secondo, ti ho lanciato una scarpa perché, come ti ho già detto, parli troppo. Terzo, io e Brittany non stiamo insieme... -
- Mi hai lanciato due scarpe. - la corresse Blaine. - Sei pazza e mi sa che tu e Britt stiate insieme... -
Santana non rispose al ragazzo, lasciandolo cuocere nel suo brodo. Non aveva per niente voglia di discutere di ciò che erano lei e Brittany con qualcuno che non fosse Brittany.
Certo, si erano scambiate baci e tenerezze per tutta la sera, ma quella mattina si erano a stento salutate a causa dell'imbarazzo.
Aveva scoperto che baciare Brittany era bellissimo e non poterlo fare la uccideva. Aveva bisogno di stringerla a sé. Aveva bisogno di lei.
Voleva sentire sulle proprie labbra quelle di Brittany, morderle, leccarle, farle sue. Ma doveva trattenersi: non era il luogo adatto e non era sicura che Brittany volesse.
Si sentiva una codarda: la ragazza che le piaceva la ricambiava e nonostante fosse lì, davanti a lei, non aveva fatto nulla se non mormorare un 'ciao' quando l'aveva vista.
No, non era solo codarda, era anche stupida.
La vide salutare i bambini con dolcezza e poi abbassarsi per bagnare le lunghe ciocche bionde che si erano asciugate grazie al sole.
Seguì con lo sguardo la scia che tracciavano quelle piccole goccioline d'acqua che scendevano dai suoi capelli e percorrevano la sua lunga e candida schiena, fino ad arrivare al bordo del bikini verde che aveva indossato quella mattina.
Senza accorgersene si alzò, ignorando le occhiate curiose che le lanciavano Blaine e Kurt e si diresse verso Brittany. Istintivamente le afferrò una mano e la trascinò fuori dalla piscina, mentre la biondina le sorrideva.
- San, che fai? - le chiese, ma Santana non rispose.
Raggiunse quella piccola casetta di legno dove lo staff riponeva gli oggetti che servivano per le loro attività ed aprì la porta, facendo entrare Brittany.
- San, che ci faccia-... - Santana la interruppe poggiando le proprie labbra sulle sue.
All'inizio Brittany rimase interdetta, ma fu questione di pochi millesimi di secondi, perché schiuse le labbra per leccare le labbra della mora che non si attardò ad aprire a sua volta.
Sembrava che il tempo si fosse fermato alla sera prima, quando Brittany era sotto di lei e ricambiava i baci che le donava.
Se i baci della sera precedente erano stati famelici, questo era decisamente più dolce quasi come se si stessero studiando e stessero cercando di imprimere il sapore dell'altra nella memoria.
Ma la dolcezza non durò a lungo: Brittany fece aderire i loro corpi, permettendo ai loro seni di scontrarsi, poiché poco coperti dal tessuto e Santana cambiò i toni di quel bacio.
Esplorava la bocca di Brittany con voracità, mentre le sue mani accarezzavano lascivamente i fianchi della ragazza. Sapeva che se Brittany non l'avesse fermata, quell'eccitante situazione sarebbe sfociata nel sesso.
E lo desiderava, davvero.
Ma vide che Brittany era completamente persa tra le sue braccia e Santana dovette fare uno sforzo immane per recuperare quella razionalità che la bionda le faceva perdere anche con uno sguardo.
Si staccò dalle sue labbra ancora che avevano ancora il sapore del cloro e che non era per niente fastidioso su di lei e poggiò la fronte sulla sua spalla.
- Ho paura. - sussurrò Brittany.
Istintivamente Santana la strinse più forte. - Del buio? Aspetta che cerco l'interruttore... -
- No. - rispose. - Ho paura che tu ti stuferai di me... -
- Britt, - le diede un piccolo bacio sulle labbra. - ti ho promesso che andrà tutto bene. -
Brittany annuì, non ricordandosi che erano al buio e Santana non poteva vederla.
- E poi se mi comporterò male, potrai dire a Blaine di vendicarsi. - continuò la ragazza, baciando ripetutamente le sue labbra.
- Vendicarsi per cosa? -
- Inavvertitamente gli ho lanciato contro le ciabatte di Kurt... -
- Inavvertitamente?! - Brittany rise e a Santana venne un colpo al cuore. Neanche la sua canzone preferita aveva un suono così bello.
- Inavvertitamente. - ripeté Santana prima di riprendere quello che lei poco fa aveva interrotto.

***

- Mi sento un'idiota. - commentò Santana per l'ennesima volta mentre seguiva Kurt.
- Probabilmente perché lo sei. - sospirò Kurt annoiato.
- Porcellana, non mi piace tutta questa confidenza che tu e Capelli Amorfi vi state prendendo. -
Kurt sbuffò. Se c'era una cosa che Santana sapeva fare era lamentarsi. Si intrufolava nella mente per poi 'bombardarla' di continuo. L'unico modo per salvarsi era chiuderle la bocca - e per quello serviva Brittany - oppure ignorarla e lasciarla ai suoi borbottii finché non si fosse stancata da sola.
Santana lisciò le pieghe della gonnella bianca che Kurt le aveva detto di indossare per stare più comoda, sperando che non le si vedessero le mutandine mentre facevano quella cosa. Non odiava lo sport, solo che il tennis non le era mai piaciuto. Troppa terra e troppo sudore.
Se proprio doveva sudare in estate preferiva farlo in attività che comprendessero un letto o una superficie da usare come appoggio e...
- Brittany! - esclamò Kurt quando la vide arrivare. Sorrideva nervosamente e si teneva lontana da Santana, cosa che alla ragazza non fece piacere.
- Ciao Kurt. - disse sorridendo al ragazzo. - Ciao Santana. - aggiunse con freddezza.
Santana inarcò un sopracciglio, fino a qualche ora fa avevano trascorso gran parte della mattinata a scambiarsi effusioni e adesso a malapena le parlava.
Non voleva farglielo vedere ma in realtà ci era rimasta male.
- Blaine sta per arrivare. - continuò la bionda sciogliendosi un po' di più. - Ha detto che non si voleva perdere... -
- ...La nostra più colossale figura di merda. - la interruppe Santana, facendo ridere l'amico. - Tu non ridere. - gli diede uno schiaffo sul braccio scoperto. - È colpa tua se mi trovo qui. -
- Oggi hai voglia di picchiare un po' tutti, vero? - notò Blaine arrivando da dietro insieme a Sebastian che rideva sguaiatamente.
- Hai fatto bene. - le disse il ragazzo porgendole la mano. - Sono Sebastian, piacere. -
- Santana. - rispose stringendogli la mano. - E grazie. -
- Ecco, si sono uniti i due stronzi per eccellenza. - sbuffò Blaine e poi, ignorando gli 'Ehi!' di Sebastian e Santana, si rivolse a Kurt, donandogli uno dei suoi sorrisi più dolci. - Emozionato? -
- Nervoso. - ammise Kurt rigirandosi la racchetta tra le mani più volte. - Non pensavo che ci fossero tutte queste persone a guardare. -
Blaine gli mise una mano sulla spalla scoperta, poiché il ragazzo indossava una canottiera, e gliel'accarezzò come faceva sempre per rassicurarlo. - Tranquillo. - disse solo e Kurt non poté fare a meno di sorridere.
Blaine aveva capito che per quanto Kurt volesse apparire sicuro di sé, non lo era. Aveva bisogno di qualcuno che lo rassicurasse e lui si sarebbe ripromesso che l'avrebbe sempre fatto.
Ad ogni costo.

***

Uscirono dal campo con l'espressione più afflitta che qualcuno potesse mai assumere: erano stati battuti da una coppia di quarantenni snob per giunta, i quali non si erano risparmiati con le battutine.
Kurt dovette trattenere Santana con l'aiuto di Blaine e Sebastian per non farla scattare contro la coppia, mostrando loro cosa succedeva a Lima Heights. Eppure si era trattenuta, borbottando qualche insulto in spagnolo e fissandoli in cagnesco.
A Santana non importava molto della partita, anzi, era felice di aver perso, almeno non doveva più giocare a quell'insulso gioco, ma era stata il subire l'umiliazione e davanti a Brittany. Non voleva che la sua biondina credesse che lei fosse una perdente.
Kurt pensava di esserlo invece: uno dei motivi per cui avevano perso - oltre al fatto che era accaduto perché non erano decisamente i futuri Federer e Nadal - era che si erano distratti.
Santana era decisamente rimasta incantata dalla bellezza della sua bionda che le sorrideva e faceva il tifo per lei. Dovette trattenersi sul serio dall'abbandonare il campo e baciarla ogni volta che saltellava urlando: "Santana! Santana!". Da cheerleader aveva fatto il tifo per tutti gli atleti e mai nessuno lo aveva fatto per lei. Lo trovava un gesto dolce.
Kurt, invece, si era distratto anche lui perché fissava la persona che gli piaceva, ma non era così felice nel vedere cosa facesse. Blaine non lo aveva mai guardato, neanche una volta, e parlava fittamente con Sebastian, chissà di cosa. Poi si erano abbracciati e Sebastian gli aveva accarezzato la guancia con dolcezza.
Anche lui avrebbe voluto lasciare il campo per raggiungere i due, ma solo per prendere Sebastian a racchettate.
Si era stupito di se stesso. Non era mai stato un tipo violento eppure Blaine lo stava cambiando, lo aveva cambiato e un po' ne aveva paura. Non poteva sapere fino a dove questo cambiamento lo avrebbe spinto e fino a cosa sarebbe potuto arrivare.
Santana fu raggiunta da Brittany, la quale l'abbracciò e la consolò dicendole che era stata brava lo stesso. Poi le diede un bacino sul naso, facendo arrossire la sua amica.
Inutile dire che Kurt le trovava adorabili.
Blaine gli si era avvicinato e gli aveva dato una pacca amichevole, troppo amichevole per i suoi gusti ed aveva proposto di andare in pizzeria e di offrire la pizza a tutti, guadagnandosi un cinque da parte di tutti i presenti.
Kurt sospirò deluso. Si aspettava un abbraccio, un sorriso da parte di Blaine, delle parole confortanti. Ma esse non arrivarono.
Si trascinò allora verso la sua palazzina insieme a Santana che rispondeva a chissà quale messaggio che le era arrivato, troppo stanca per parlargli.
Voleva solo tornare in stanza, farsi una doccia e dormire, visto che tutta la stanchezza di quel giorno si stava facendo sentire. Non aveva neanche voglia di vedere Blaine, non se era con Sebastian. Gli faceva troppo male e non voleva che Blaine vedesse la sua espressione ferita quando li avrebbe visti insieme.
Sussultò quando all'improvviso gli era arrivato un messaggio al cellulare ed aveva visto che era di Blaine, come se il ragazzo volesse fargli cambiare idea.

"Ehi Kurt, so che ci siamo visti poco fa, ma volevo dirti che più tardi vorrei parlarti. Io e te da soli..."

E improvvisamente Kurt cambiò idea, anche se nel profondo del suo cuore, non aveva pensato mai seriamente di non voler vedere Blaine.
Sorrise e non si sentì più stanco, forse a causa dell'adrenalina o dell'emozione che quel messaggio gli aveva causato, ed era curioso di sapere cosa Blaine volesse dirgli.



***

Adesso so che significa avere un parto plurigemellare. Mi sento come se ne avessi avuti quattro ed ognuno da otto gemelli.
Non ho voglia di fare i conti, ma sono molti. xD
Non sono morta, lo è stata solo la mia ispirazione che diciamo si è ripresa ma non ai suoi soliti livelli.
Vorrei anche ringraziarvi per la gentilezza delle vostre parole nelle recensioni e perché seguite/preferite/ricordate/leggete la mia storia.
Inoltre volevo dirvi che il rating potrebbe alzarsi. POTREBBE.
Vi ricordo come al solito il mio profilo twitter (@SnixTheUnicorn) dove praticamente passo le mie giornate invece di scr... ehm, si.
Grazie ancora a tutti (:

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