da quando ci sei tu

di nemesi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** primo finale ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


La pioggia batteva insistente nei vetri della finestra. Era ormai Aprile e l’inverno sembrava non voler terminare più. La scuola era rimasta chiusa a causa del mal tempo...Ai scese le scale e si accorse che in quella casa era tutto un po’ troppo buio. Il ragazzo l’aveva preceduta e ora lo cercava con gli occhi,lo trovò in una poltrona con lo sguardo fisso nel nulla,in un orizzonte infinito o in qualche mondo fantastico...prese il plaid che aveva indosso e lo posò intorno alle spalle di lui che notando questo gesto girò il suo sguardo verso di lei,con fare interrogativo

-“stai meglio?”-la sua voce era rilassata,calma,non l’avrebbe mai detto.

Fece un segno affermativo con la testa-“grazie a te..”- le posò un bacino in una guancia. Poi notò che il ragazzo teneva un piccolo fagottino che miagolava in mano –“oh mio dio,quant’è carino...come si chiama??” mentre continuava ad accarezzarlo.

-“non lo so,l’ho trovato ieri sera mentre tornavo a casa...” il gatto passò dalle mani del ragazzo a quelle di lei.

-“mi dispiace averti procurato fastidio stanotte,ad essere sincera non ricordo come sono arrivata fin qui,credo di aver bevuto troppo e....a volte mi capita,ma non mi sono mai svegliata a casa di qualcun altro...” sbottò tremante,avrebbe voluto sotterrarsi pur di non affrontare quell’argomento...

continuò –“chissà cos’avranno pensato i tuoi...io...non so come sdebitarmi...”

lui la fissò,le poggiò una mano nella testa –“nessun disturbo,sono sempre solo,tu piuttosto,dovresti avvisare i tuoi...”

-“non c’è bisogno..”rispose e nel suo viso apparve un ghigno triste.

Tornarono a guardare la pioggia che scendeva violenta nell’asfalto,la città era avvolta da un’atmosfera leggera,ogni rumore della natura veniva attutito dall’aria. In quella stanza solo il loro respiro calmo,sembrava tutto ovattato ma quello non era un silenzio pesante. Era stranamente tutto tranquillo.

-“comunque io mi chiamo Ai Shirakawa...”

-“Kaede Rukawa” disse senza scomporsi.

E mentre nella stanza aleggiava “close to the flame” degli HIM,dagli occhi di Kaede scese una lacrima.

Lei lo notò e senza pretendere delle spiegazioni si mise di fronte a lui,seduta sul bracciolo della poltrona. Dolcemente,con la mano,fece girare la sua testa e la fece sprofondare nel suo petto per confortarlo. Kaede s’irrigidì,ma le tenere carezze che le faceva sul capo lo fecero cedere. Senza accorgersene allungò le braccio dietro la schiena della ragazza e la strinse a se,come rubandole il calore,bramando un amore che non aveva mai avuto.

Sprofondò in uno stato di quiete e cullato dal battito cardiaco,calmo,che sentiva si addormentò lasciando lei un po’ perplessa. Ma non lo fece sdraiare,preferì tenerlo ancora al suo petto,come a proteggerlo,ad accudirlo,come aveva fatto lui la sera prima.

Si svegliò dopo due ore. Alzò la testa da quel morbido cuscino e per un attimo rimase sorpreso nell’incontrare il viso di lei a quella distanza così ravvicinata. Gli arrivò un bacio dritto in fronte e un sorriso caldo. Si staccò da lei.

-“non hai fame?”

-“non c’è molto...”

-se mi dai carta bianca ti faccio qualcosa di commestibile...”

lui indicò la stanza con la cucina e rimase in attesa. Dopo qualche minuto ripassò in salotto con una tazza di cioccolata calda in mano

-“intanto riscaldati con questa...”.

consumarono il pranzo seduti in terra con le spalle poggiate al divano,continuando a guardare,come rapiti dai loro pensieri,fuori dalla finestra.

 

 

-“a scuola non sei così”

-“umm?”mio dio,odio essere presa in contropiede?

-“sei fredda quando stai con le altre persone”

-“lo sono sempre a dirla tutta”

-“no....” ma questo crede di sapere tutto?

-“anche tu fai la stessa impressone”

-“........”

-“e non pensare che lo sei...”

-“hn”

-“se fosse stato vero io non mi troverei qui. Ti sei preso cura di me ieri.”

Lui non rispose –“ e poi hai portato a casa tua anche quel gattino....”.fissò quel profilo perfetto aspettando che parlasse.

                                                                                                (Aspettò invano......)

il silenzio pian piano era tornato ad occupare le loro orecchie.

-la tua credo sia la tipica freddezza di chi non ha mai conosciuto l’affetto...-lui non aveva cambiato espressione.

-...e che si chiude in se stesso restando sordo al mondo...”-.

Delle calde lacrime scesero dalle orbite nere di quel ragazzo.

-“non sai niente della mia vita,non puoi parlare “

-“hai visto,è come dico io,stai solo confermando la mia ipotesi...”

Il ragazzo la guardò con odio e scontrandosi con la neutralità di quegli occhi azzurri che cercavano una reazione qualunque,stupendo prima se stesso,si mise a piangere. Ma quando Ai cercò di avvicinarsi per consolarlo,lui l’allontanò da se con uno spintone –“stai lontana,non ho bisogno di nessuno”.

Lei tornò al suo posto e rimase impassibile,del tutto indifferente a quella situazione,ai singhiozzi che continuarono a risuonare nelle pareti di quella stanza fin quando il ragazzo non riprese il controllo della situazione. Era intenzionato a buttarla fuori di casa il più presto possibile,era riuscito a turbarlo,non poteva perdersi una tale debolezza.

Aprì la bocca come per parlare,ma si accorse che l’interlocutrice era persa nella contemplazione della parete di fronte,in un punto fisso non si sa bene in quale dei due mondi,se quello reale o quello che,immaginava,aveva creato lei.

-“l’hai fatto tu?”sbottò ad un tratto,come ritornata da uno stato di trance,indicando una foto appesa alla parete.

-“hn”

-“dovrei prenderlo come un si?”chiese sarcastica.

-“si”

-“wow,non credevo avessi una passione oltre il basket...hai anche la vena artistica,come mai li fai?”

-“vuoi stare zitta”era tornato serio come lo ricordava a scuola. Peggio per lui,a lei stare in silenzio non costava niente,in questo momento parlava solo perché era convinta che il ragazzo fosse troppo timido per iniziare una conversazione,ma tutto cambiava adesso.

Addrizzò la schiena e,tesa,iniziò a giocherellare con le dita guardandosi in giro,evitando accuratamente la parte dov’era seduto lui. Anche lei era tornata ad indossare la sua maschera e iniziò a desiderare dei nuovi ‘amici’ nelle sue braccia,tanto per macchiare quel pavimento lindo e ...e soprattutto per sentire la fredda lama che passa tra i tessuti guidati dal suo tocco,si strofinò le mani nelle braccia ancora doloranti e rabbrividì -forse è meglio aspettare che guariscano queste o non avrò un centimetro di pelle sana- pensò rassegnata,in realtà si domandava come mai non potesse avere un passatempo costruttivo come tutte le ragazze della sua età,perché doveva avere delle manie autolesionista...

‘sarà un altro x-files da risolvere?pensò dentro se ridacchiando,era una frase che diceva sempre hisashi quando qualcosa non gli inquadrava. Hisashi.

Nel suo volto scomparve il sorriso e apparve un broncio malinconico. Entrò in uno stato catatonico dove si dimenticò di tutto,non si accorse neanche del leggero tocco che premeva contro la sua spalla. Se non fosse stato per dei capelli che le stuzzicavano il naso non si sarebbe mai accorta che quel ragazzo si era addormentato su di lei. Ancora.

 

 

-“perché non gli dici che ti piace??”

-“ma da dove ti vengono queste domande??”chiedo sgranando gli occhi dallo stupore. Non era lui,poi,che voleva stare zitto??e ora se ne esce con una cosa del genere...

-“e poi a chi dovrei dire cosa??”mi affretto a dire! possibile che.....no,non può essere.

“così,era tanto per parlare...” –ma guarda questo tizio... “pensavo ti piacesse Mitsui...”.

credo di essere diventata bianca come un lenzuolo,pensavo di nascondere bene le cose...

-“come fai a saperlo??”. Mi guarda di traverso e poi pensandoci un po’ su dice:”devo averlo sognato prima...”

poi torna a guardare verso di me –“allora avevo ragione,ti piace lui...”

ormai mi ha smascherata,sarebbe inutile continuare a negare anche perché ho come l’impressione che non molli facilmente se vuole sapere qualcosa...

-“non dirglielo...ti prego”nonostante tutto ho molta paura che lo venga a sapere,succederebbe l’apocalisse.

“tranquilla”

“phew”faccio sollevata “e poi non capirebbe...non ne è capace...”dico con serenità,chissà poi chi me lo fa fare a confidarmi con un tipo che ho appena conosciuto.

-“non è capace di capire l’amore?” miracolo,mi stava ascoltando veramente...

-“non volevo dire questo,solo che...conoscendolo,non sopravviverebbe al mio amore...”

-“sei così letale??” fa pure ironia adesso...

-“AHAHAH...no,almeno spero....so che il mio comportamento lo soffocherebbe e...non è il tipo da farsi coinvolgere seriamente.”

-“tu lo sei?” lo guardo negli occhi e con un sorrisino triste affermo “per me l’amore non è un gioco,starei con una persona solo se l’amassi.”

Il mio discorso si ferma qui,non voglio parlare di me,non sempre almeno,dobbiamo essere pari in tutto e adesso non lo siamo,questo sfogo potrebbe essere una lama a doppio taglio.

-“e tu?cosa mi dici invece?”riprendo con aria serena.”con tutte le ammiratrici che hai chissà a quante hai già spezzato il cuore....

-“chiassose”

-“eh?”

-“sono tutte troppo chiassose e poi,a pelle,non sento niente” già,credo sia tipico del suo carattere,affidarsi completamente all’istinto come un animale costretto a vivere in cattività diffidando degli umani.

-“bene,siamo entrambi soli...”

-“tu stai male per questo?”

-“...una volta si,ma ormai ho perso ogni speranza di trovare l’amore,credo di essere indifferente al mondo”

-“e quelli te la fai per indifferenza?”

fissarono le braccia,fortunatamente erano coperte dalla felpa che le aveva prestato lui,Ai prese a tremare dal nervosismo e dalla paura,era forse arrivato il momento di spiegare a se stessa cosa la portasse a farsi male??infondo l’aveva sempre saputo il motivo,ma cercava di nasconderlo per illudersi di essere,nonostante tutto,una persona forte.

Sapeva che i deboli si uccidevano ma lei no,si faceva solo del male,ma continuava a vivere. Fu il suo turno di piangere,a dirotto,senza preoccuparsi di nulla.

Tutto il mondo si era scagliato contro ed erano gli unici in grado di capire,in grado di leccarsi le ferite a vicenda,in realtà lo avevano sentito subito, la prima volta che si sono visti. I singhiozzi della ragazza si fecero concreti allagando la felpa su cui ricadevano. Rukawa la nascose tra le sue braccia come per farle scudo dalle intemperie del mondo

Il rumore della pioggia iniziò il suo lungo discorso all’interno della casa,li cullò in quel momento di tenerezza facendoli rilassare.

-“io...io non riesco a capire,la mattina quando apro gli occhi non sento la vita scorrere nelle mie vene. È come se niente in realtà avesse importanza e allora sento il bisogno di vedere il sangue correre,per avere la conferma che esisto anch’io...sigh”.

-“è un po’ come aver aperto gli occhi di punto in bianco sulla realtà...”.

Lo guardò,lui era serissimo,il suo sguardo aveva perso la sua freddezza adesso era semplicemente un viso serio. Ora ne era certa,la mente di lui era piena di immagini tristi o allegre della sua vita ma la sua figura era quella predominante.

-“AHAHAH”lei scoppiò a ridere istericamente mentre un’aria interrogativa nasceva nel volto di Kaede che sembrava dicesse ‘e ora che le prende?’

-“scusa”sibilò cercando di riprendersi “e solo che trovo assurda questa situazione. Ieri ero intenzionata ad uccidermi,mi sono ubriacata e mi sono svegliata qui,con la persona più ambita dello shohoku a parlare della nostra vita...mi sembra tutto così surreale.”!

Le labbra del ragazzo si aprirono in un timido sorriso,il primo dopo molto tempo.-“dimmi,cosa di questa sera ti sembra normale?”

Fuori era ormai il tramonto,la pioggia non accennava a diminuire e in nessun angolo si scorgeva il sole,solo dopo un’accurata osservazione potevi notare i riflessi rossastri che avevano certi nuvoloni in lontananza...quella era la morte di un altro giorno. Non triste,non allegro. Solamente un giorno speciale dove il tempo si era fermato e le loro vite incontrate e legate.

-“già,sembra che tutto sia sospeso nell’aria.”

Ma l’unico atto sospeso in quel momento fu il bacio che si scambiarono dopo quel discorso.

Lento ed intenso,frenando ogni impulso violento temendo che quel miraggio svanisse dopo aver fatto una mossa sbagliata. Si cercarono a vicenda,scoprendo il loro cuore,parlando attraverso mille brividi,cercando qualcosa che a loro era stato bandito.

Cercando di sanare quella solitudine che sembrava,fino a pochi attimi prima,incolmabile...e che scoprirono non essere tale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Le calde lacrime scesero dalle paffute guance della ragazza trovando un cuscino pronto a soffocarle,ad attutire ogni singhiozzo.

I denti,ormai quasi involontariamente,le serravano le labbra violacee,facendole sanguinare.

Il suo corpo era scosso da violenti spasmi. Il suo braccio ciondolava dal letto,privo d’anima ma pieno di fiottoli di sangue vivo. Cosa sarebbe successo adesso che i suoi sentimenti erano chiari? Cosa sarebbe successo quando anche l’ultimo coccio della maschera d’indifferenza che portava si sarebbe frantumato al suolo?

“ok,sono le 7:30,devo alzarmi…devo trovare la forza per farlo…”

Le coperte piroettavano in aria,dimenticando per un attimo la forza di gravità. Caddero sul parquette lucido mentre due gambe bianche percorrevano,con riluttanza,il perimetro della stanza.

Una soffice nuvola di pelo le gironzolava tra i piedi,reclamando la colazione.

“uno di questi giorni scoppierai,brutto porco...”

E dopo aver saziato il suo famiglio tornò ad occuparsi dei suoi problemi.

D’avanti lo specchio una figura spenta la fissò dritta negli occhi,allungò la mano e sfiorò con la punta delle dita la superficie gelida.

Gli occhi erano ancora gonfi di lacrime dalla sera appena trascorsa,accarezzò la sua pelle nel riflesso mentre le lacrime le stuzzicavano il naso.

“dio mio,diamoci un contegno...non posso uscire così!”

Si vestì in fretta avendo perso molto tempo a medicarsi,intrecciò i suoi lunghi capelli neri in una morbida treccia,inforcò gli occhialini e il cappotto leggero,nonostante fosse arrivata già la primavera ancora si aggirava un venticello fresco.

Uscì in fretta senza fare colazione e si fermò a guardare il cielo sopra la sua testa,decise finalmente di concedersi l’ultimo sorriso del mese.

“solo una persona al mondo può sorridere ad un cielo così grigio..

Il cuore iniziò ad accelerare i suoi battiti,era lui...

“...chi ti capisce è un genio”.

Un brivido le percosse la colonna vertebrale facendole venire la pelle d’oca in tutto il corpo. La sua voce così calda le rianimò i sensi. Cos’avrebbe dato per sentire il suono di quella voce prima di dormire,come una ninna nanna nel cuore della notte.

“ehi,ci sei o sei ancora nel mondo dei sogni??”

finalmente decise di girarsi e guardarlo nel pieno della sua bellezza con l’uniforme primaverile(ma esiste?)

Ai,cosa ti è successo al labbro?è tutto insanguinato...”

“eh?”cado dalle nuvole,maledetta stanotte.

La loro distanza si annullò,il ragazzo le passò un dito sulla ferita raccogliendo qualche goccia di sangue

“allora mi dici chi ti ha ridotto così?chi devo picchiare??”

“tranquillo Sashi,non è niente..”mentre il ragazzo iniziava a dare segni di nervosismo.

Dio se esisti manda qualcuno in mio soccorso....

Ad un tratto una mano si alza in cielo per poi ricadere sulla testa di Mitsui.-“Ahahah!Micchy sempre con le ragazze,brutto pervertito...”

Una testa rossa parecchio rumorosa e fastidiosa spezzò la conversazione per un attimo,poi si girò a fissarmi e fece un balzo indietro.

“ vabbeh che sono brutta,ma neanche a spaventarti così..”dico sprezzante

Il Rossino si mise ad urlare “brutto bastardo,adesso picchi anche le ragazze?”. Continua a starnazzare peggio di una gallina,con quella voce stridula che potrebbe svegliare i morti. Mentre quei due continuavano a litigare la ragazza entrò a cambiarsi le scarpe-almeno so che dio esiste- pensò con un ghigno.

“Ai non è finita qui,ne riparleremo a pranzo al nostro solito posto.”. Mi giro a fulminarlo con lo sguardo,ma quando mi ritrovo i suoi occhi puntati addosso il mio cuore perde un battito. Vorrei tanto essere accarezzata da quello sguardo in modo diverso...in momenti più intimi...Ecco,ci risiamo,prima di perdermi del tutto in fantasie non proprio caste sibilo”come vuole lei” per poi perdere anche l’ultimo briciolo di concentrazione verso la lezione appena cominciata.

 

Le lezioni mattutine finirono. I ragazzi al suono della campanella fecero un sospiro di sollievo ed educatamente uscirono dalle loro aule per sgranchirsi le gambe.

Lei uscì per ultima dalla classe portandosi dietro il quaderno di trigonometria. Con accurata lentezza salì le scale verso il terrazzo,rimuginando su quale scusa plausibile poteva inventare all’amico.

Aprì la pesante porta non prima di aver ispirato una gran quantità d’aria per farsi coraggio. Lui l’aspettava seduto in un angolo all’ombra,appena sentito il rumore alzò lo sguardo dal suo bento alla figura che pian piano si avvicinava.

“buon giorno,mangiamo da soli oggi?”

Lo raggiunse e si accoccolò ad una distanza di sicurezza da lui. Troppo lontana perché senta il calore del suo corpo ma abbastanza vicina da decifrare le cose dette con la bocca piena.

-“allora signorina,mi spiega cos’è successo??”dice addentando un pezzo di frittata. Lo sguardo curioso e serio.

-“il mio amante ieri era un po’ troppo violento...”-scusa Hisa,ma non posso dirti niente,non lo capiresti,un giorno magari...ma non adesso,non sei pronto.

-“perché ti ostini?non mi dici mai niente...sei odiosa!”sbottò irritato.

-“in realtà non vorrei farti preoccupare,ti amo troppo per distoglierti dai tuoi impegni...tutto qui!”

-“sei un idiota,non devi dire certe cose. E poi...mica una come te può provare amore,andiamo...!”

-“ehi,sono pur sempre una creatura dolce,proverò anch’io certe emozioni...”ci guardiamo negli occhi,lui è perplesso.-“beh si,un giorno o l’altro...”continuo.

Lui sorride-“meglio così,non sapevo come comportarmi se fosse stato vero.”è sempre stato sincero con me,del resto quando mente lo capisco subito,lo conosco da troppo tempo,è come un libro aperto per me.

Faccio per alzarmi e sento il suo sguardo su di me. Mi affaccio dal balcone e lascio pendolare le mani nel vuoto.

-“Dopo abbiamo lezione di trigonometria...”.Lo guardo mangiare ed è talmente bello da fare male agli occhi.

-“hai fatto i compiti??”continuo.

Un timido no accennato con la testa e capisco che ormai hai abbandonato ogni speranza di capirci qualcosa.

Prendo il quaderno che tenevo,fino a poco prima,sotto la blusa e glielo porgo-“tieni sfaticato.”

Faccio per andarmene e mi blocca-“non mangi con me?”

-“oggi non ho fame...vado in classe!”e lo lascio lì.

Chiudo la porta dietro di me e appoggio la schiena contro il metallo freddo,caccio indietro le lacrime ‘era proprio necessario farmi innamorare di lui??’ chiedo mentalmente a Dio,ma so che non risponderà mai e torno alla mia immagine fredda.

 

Le ultime due ore sono passate. Questa giornata è finita. Tutti vanno via,sono l’unica che si attarda,oggi non ho neanche la forza di tornare a casa.

Varco la soglia e trovo Mitsui alla finestra che guarda gli allenamenti delle ragazze del club d’atletica. Mi avvicino silenziosa-“chi sarà la prossima vittima?”chiedo sarcastica guardando nella sua stessa direzione. Lui è un po’ sorpreso,sicuramente era così immerso nei suoi pensieri da non avermi sentito arrivare.

È ancora un po’ esitante e lo incito con gli occhi,mica può tenermi nascosta una cosa del genere-

Poi si decide-“si chiama Suami Mikoda...è quella biondina”

E così gli piacciono le tipe zuccherose in questo periodo...

-“posso chiederti di aiutarmi in matematica,domani c’è una verifica dei compiti...”

-“oggi non hai allenamenti??”

-“ad essere sincero si...”

-“e la verifica non è domani?”

Un altro si accennato,strano,lui non è il tipo da farsi intimorire così facilmente,sarò veramente così spaventosa??

-“ho capito l’antifona,dammi il quaderno,faccio gli esercizi e poi te li porto in palestra.”dio santo,sto forse diventando troppo gentile?

Per l’ennesima volta in questa giornata esita ed io m’innervosisco e sbotto”sempre che sua altezza non si vergogni a farsi vedere in mia compagnia”

-“stronza”. Questo è il suo modo di dirmi che mi sta ascoltando nonostante il suo sguardo sia rivolto altrove. Mi porge il suo quaderno sbuffando “sei odiosa a volte”

-“no,sei tu un cafone”

Mi metto in biblioteca e guardo tutto con avidità,osservo la sua calligrafia confusa,il suo caos. Accarezzo la carta,l’inchiostro. Accarezzo qualcosa di suo pensando che sia lui,ma non posso pretendere molto e anzi,non voglio. So già che se sentissi il calore del suo corpo una volta non potrei più farne a meno. Meglio restare in questa situazione.

 

Fuori sta per fare buio,non è ancora il tramonto ma il sole non è più in alto. A scuola ci sono solo i ragazzi dei vari club sportivi o del doposcuola. Mi avvicino alla palestra dove si stanno allenando,le solite oche stanno starnazzando affollando l’entrata. Mi facci largo tra di loro e subito mi guardano malissimo.

Dopo aver fulminato un paio di ragazzine con lo sguardo mi giro verso l’interno. Un ragazzo è andato a canestro e subito i miei poveri timpani vengono forati dalle urla finto-sexy di quelle...!Vedo il Rossino di stamattina imprecare contro di loro e per la prima volta sono d’accordo con lui. Continuo a guardare,come rapita,gli allenamenti del mio Mitsui,anche se mio non lo sarà mai. Non gli stacco gli occhi di dosso e qualcuno se ne accorge.

La loro manager è vicino a me,non l’ho sentita arrivare,cazzo è una ninja....

-“sei una nuova fan di Rukawa?”mi chiede con un sorrisino e io inizio a tremare.

-“non so nemmeno chi sia..”mento,in realtà so tutto di loro.

-“e allora come mai sei qui?”

-“devo consegnare una cosa a Hisashi Mitsui” lei mi afferra per il polso e mi trascina in mezzo al campo.

-“ehi,ma che fai?”chiedo io sbalordita

-“ti porto da lui,tu sei troppo timida..”questa ragazza ha una forza assurda,credo che non avrebbe avuto molti problemi a stendere gli amici di micchy durante quella rissa...

-“no...no”cerco di svincolarmi

Credo di aver fatto una faccia un po’  smarrita perché lascia la presa. ci guardiamo negli occhi,io sono imbarazzatissima,frugo nella mia borsa ed esco un quaderno.-“puoi darglielo tu?”Ho le lacrime agli occhi,non voglio farmi vedere,voglio solo tornare a casa a disperarmi. Lei lo prende e mi sorride mentre scappo via. correndo.

 

 

Si svegliò di soprassalto,terrorizzata. Il cuore le batteva forte nel petto e le gote erano di un rosso scarlatto. Guardò fuori dalla finestra:buio.

Spostò rapidamente lo sguardo sulla sveglia. segnava le 20:00 p.m.

Entrò in bagno per rinfrescarsi un po’. Il tiepido getto dell’acqua nelle sue ferite fresche la fecero trasalire. Guardò il suo corpo nudo con i suoi mille ricami rossi,ancora vivi,viola -lividi recenti e bianchi-errori passati ma non da tanto. Appoggiò la schiena nel box doccia freddo e passò la spugna nella sua pelle sudata cercando di dimenticare i fantasmi che popolavano la sua vita.

Cercando di dimenticare tutto di lei -dimenticare- come se in realtà fosse così facile....come fare a dimenticare dei solchi scolpiti?

Cicatrici...era ciò che il suo corpo chiedeva per sentirsi viva...erano il decoro di un corpo senz’anima...erano la supplica di un aiuto che la gente ignorava seppure sfoggiato e gridato alla luce del giorno.

Smise di pensare alla giornata trascorsa e alle altre che l’hanno preceduta,uscì dalla doccia e si asciugò in fretta. Si vestì di nero -come al solito quand’era fuori da scuola,dove la obbligavano ad indossare una squallida uniforme formale- uno dei suoi completi che la facevano sembrare più grande e uscì di casa.

Entrò in un supermarket notturno ed acquistò una bottiglia di vino dolce e liquoroso. il cassiere era combattuto sul dargliela o meno,alla fine un sorriso accattivante di lei lo vinse.  Tornò in strada e con finta allegria brindò a se stessa-“alla ragazza più coraggiosa del mondo”- disse più per convincere se stessa che i passanti che l’ascoltavano.

Brindò ancora e volle che tutto l’alcool del mondo le scorresse nelle vene per levar posto all’amore incondizionato e all’odio che le riempivano l’anima.

Le girava la testa,una coltre di nebbia oscurava i suoi occhi facendole apparire sfocata e iridescente l’atmosfera,i colori. Prima solo un po’,per poi aumentare fin quando,sfinita e asfissiata,chiuse gli occhi e svenne.

 

Il mattino dopo fu un grande mal di testa a svegliarla:piombò come una doccia gelata sulla sua testa. Aprì gli occhi stuzzicati da un leggero fascio di luce che filtrava dalla finestra. Si guardò intorno,notò alcuni oggetti nella stanza in cui si trovava,i poster sul muro,i vestiti piegati in una sedia,la grande meticolosità nel sistemare ogni oggetto al suo posto,ma nonostante tutta quest’ordine la stanza le pareva vuota,senz’anima.

Il suo sguardo fu rapito da un ciuffo di capelli neri che sbucava dal futon posto ai piedi del letto all’occidentale in cui dormiva,fino a poco tempo prima,lei. Allungò una mano per accarezzare quella buffa testa arruffata,fu allora che si accorse di indossare solo una maglietta bianca a maniche corte,non la sua. le sue braccia erano state scoperte,come i suoi segreti.

Accortosi del movimento il ragazzo spinse di lato la coperta e si mise a fissare negli occhi Ai. Lei rabbrividì,si sentì come un topolino ipnotizzato dalla bellezza di un cobra. Tutto in lui era disarmante,il viso,i lineamenti,la statura,e quegli occhi così taglienti...erano la cosa che più le inquoteva timore,oltre il fatto che lei poteva farle delle domande,chiederle delle spiegazioni....ma lui fortunatamente non parlò,si limitò solo a guardarla negli occhi e a comunicare con loro,facendo discorsi inverosimili e surreali.

Ai si rannicchiò sul letto nascondendo le lacrime sotto la pesante coperta. Perché ogni risveglio doveva essere così traumatizzante?Lui si alzò e scese le scale. Dopo pochi minuti risalì con due tazze di caffè nero in mano,dopo averle poggiate nel comodino prese un lembo di tessuto e scoprì la ragazza,lei rimase allibita e cercò di coprirsi...ma sembrava non guardarla neanche,prese il caffè e si sedette accanto a lei nel letto,poggiando la schiena nel muro.

-“bevi”-gli passò la brodaglia. guardò con diffidenza prima la tazza e poi lui,sembrava molto tranquillo eppure c’era un’estranea nel proprio letto...

-“è per il mal di testa”continuò lui con gli occhi fissi nel vuoto.

La prese in mano e riuscì a dire solo “g..grazie..”,poi tutte le parole che voleva dire furono interrotte dalle lacrime che uscivano dai suoi occhi,incontrollate.

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


p class=MsoNormal>L’imbarazzo era palpabile,ma entrambi si rassegnarono subito. Ormai non si poteva tornare più indietro,si guardarono intensamente negli occhi,poi teneramente.

Le loro labbra bramavano ciò che avevano lasciato pochi secondi prima. Fino a quando,inesorabilmente,i loro corpi si avvicinarono e Ai lo accolse tra le sue braccia nuovamente,accarezzò quei sottili filamenti neri che scivolarono tra le su dita,sfuggevoli,come lui del resto. Lo sentì tremare e rabbrividire a quel gesto così intimo,poi si rilassò,abbandonandosi completamente a quel piacere che gli veniva dato. Nei loro gesto non c’era nulla di forzato,semplicemente seguivano le correnti che il loro cuore indicava..

Gli diede tutto il calore possibile,cercando di lenire tutta la solitudine di quel ragazzo che abbracciava e che,in quel momento,le sembrava un bimbo indifeso che incontra la mamma dopo aver fatto un incubo e la stringe a se,come se quel contatto facesse allontanare ogni paura.

Quell’immagine le suggeriva solo dolcezza e si trovò a chiedersi cosa mai potesse spingere due genitori a ignorare la palese richiesta d’affetto del figlio.

Vorrei potermi prendere io cura di te...pensò,sbalordita. Avrebbe veramente voluto stargli accanto e sorreggerlo per sempre??già...in cuor suo anelava di  legarlo ancora di più a se,di farlo suo,di proteggerlo da ogni turbolenza,e allora si....e allora si che si sarebbe sentita finalmente viva,con uno scopo,distribuendo il suo affetto ad una persona che la ricambiava...o forse no,chi se ne importa?voleva solamente scaricarsi del suo amore per non rischiare di soffocare dentro di esso ed esserne completamente indifferente.

E poi lui...adesso che lo stringeva a se riusciva a capire perché aveva tante ammiratrici al seguito,il carisma,il fascino che emanava in ogni piccolo movimento. Del resto la sua mente era sempre stata rivolta verso Mitsui,nei suoi pensieri c’era sempre e solo l’immagine del volto imbronciato del suo angelo. Ma in quel preciso istante il candore di quei ricordi vennero macchiati da una malinconia lacerante,si sfaldarono come seta nel fuoco,era come se il suo corpo si rifiutasse di ridestare in lei la felicità nel sentire la risata del suo amato.

Mitsui...nella sua testa mise a fuoco la sua immagine...lui...lui è sempre stato l’ultima goccia che ha fatto crollare il vaso della sua disperazione,l’uomo che riusciva a distruggere,con una sola parola,i castelli in aria che costruiva a fatica. Ma...ma poi approfondendo quell’analisi si accorse che infondo era anche l’unica persona che le aveva dato affetto,o un supporto morale(a modo suo) e poi...quegli occhi neri che riuscivano a turbare i suoi sogni notturni e i suoi incubi giornalieri.

Ma adesso tutto ciò lo vedeva da lontano,come se in realtà quei sentimenti non appartenessero più a essa,come se la nebbia che aleggiava fuori da quella casa fosse entrata in lei ad oscurare,seppur per un attimo,i suoi pensieri.

Ridestò i suoi pensieri intorpiditi e si rivolse verso Kaede,che in meno di un giorno era riuscito a fare crollare l’unica sua certezza a cui era appigliata. Si sentiva come un frammento di ferro che veniva attratta da due forze magnetiche,una che rappresentava l’amore storico,eterno ed irraggiungibile l’altro era l’amore nuovo,devastante,complesso,appagante ma ugualmente irrealizzabile. Ora bisognava decidere per quale dei due conveniva soffrire.

 

I loro corpi si sfiorarono reciprocamente,lievi,per paura che un contatto troppo “passionale” rovinasse tutto. Le loro menti erano sensibile e memorizzavano ogni minima sfumatura o cambio d’espressione del viso del partner. Kaede si allungò silenziosamente sul corpo di lei posando le sue labbra alla base del collo per poi risalire verso l’orecchio,mordicchiando la tenera carne per poi posare vogliosi bacini sulla pelle arrossata.

Arrivò fino all’orecchio con l’intento di bisbigliare qualcosa di romantico,ma tutto gli sembrava inutile e superfluo. Bastavano loro due per completare il mondo.

Continuarono a baciarsi,sempre con più foga e guardandosi negli occhi,riuscendo a dire tutto cio che avevano taciuto prima,si ringraziarono e si scambiarono promesse e scongiuri. Le loro mani presero a sfiorarsi,giocherellando fra loro,aguzzando la sensibilità del loro essere. Poi lui la spinse sotto di se,nel parquette lucido e tiepido ai piedi del divano,volendo approfondire il contatto,desiderava riprovare quel tuffo al cuore che sentì durante il loro primo bacio,quella sensazione che lo faceva sentire vivo...quando ormai credeva di aver perso ogni briciolo di umanità.

Senza esitare infilò le mani sotto la maglietta di Ai,che si donò a quel gesto con inconsapevole sensualità aumentando l’eccitazione di Kaede.

Lui prese il lembo della t-shirt e la alzò fino alla testa di lei,la aiutò a sfilarsela con cura.

Prese a baciare ogni centimetro di pelle come se fosse benedetta,soffermandosi a lungo sulle cicatrici,lappandole dolcemente una ad una,come per volerle chiudere,come se la sua saliva fosse l’unica medicina in grado di rimarginarle. Lei si aggrappò con le unghia alla schiena di lui,ad ogni movimento lasciava dei graffi rossi come a ricambiare il trattamento doloroso che stava subendo.

La passione cresceva eclissando anche l’ultimo barlume di lucidità. Nell’attimo in cui si unirono un tuono illuminò il cielo,dividendolo in due e la pioggia lasciò il posto ad un leggero nevischio,che pian piano riempì le strade solitarie e i tetti delle case. Con il suo abbraccio mortale invase la poca vegetazione cittadina facendola assopire.

 

 

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Capitolo 4
*** primo finale ***


Forse il mondo in cui sto vivendo sta per giungere al termine.

Forse scenderanno veramente i sei cavalieri dell’apocalisse a distruggere

 il mondo con i loro cavalli alati.

Sono qui,in bilico tra la massima consapevolezza di esistere e

Il varco verso la totale follia.

Sono qui,in una notte dove le stelle non fanno poesia ma,

semplicemente,stanno mute,nel cielo.

Una notte dove la luna non splende sopra le nostre teste

Perché è oscurata dall’aura degli alberi di ciliegio in piena fioritura o

Dalla lucentezza dello sguardo di un bambino appena nato.

O forse,molto più semplicemente,non noto il suo splendore perché accanto

a me c’è lui.

Sono immobile,eppure dentro di me sento muoversi un universo a parte.

Il battito del mio cuore è ipnotizzante,lo sento ancora,eppure credevo

di  non averlo più.

Batte lento,adesso a ripreso il suo ritmo naturale dopo la parentesi

Con noi due protagonisti.

Adesso questo flusso caldo fa germogliare dentro di me una nuova

emozione,remota...lontana.

Il tipico tepore fatto di pace e protezione che si può avere solo nel

grembo materno,non ne sono sicura,non posso ricordarlo se sia veramente

così,posso solo immaginarlo. Una tranquillità lontana come la visione del

mondo non contaminato dall’uomo.

In questa sera ci sei soprattutto tu.

Sento il tuo respiro,sei accanto a me,non ho bisogno di girarmi per accertarmene.

Sento il tuo respiro.    Chiudo gli occhi.

Vedo. Immagino. Sfioro con lo sguardo il tuo petto che scandisce il tempo.

Quell’alzarsi durante l’espirazione,con un momento di esitazione,quando

trattieni il fiato. E poi schiudi le labbra per gettare via da te i residui dell’aria.

Non voglio vederti,no!

Ho paura.

Paura di girarmi e rendermi conto che sul tuo viso non c’è più quell’espressione

d’indifferenza che ti caratterizza.

Ho paura di guardare il mio salvatore trasformarsi in un carnefice.

Guardo tutto tranne che te.

Guado. Incamero. Cerco di dare un senso logico a quello che in realtà non ha

bisogno di spiegazioni.

E’ semplicemente la natura a portarmi qua.

Già,è stato il destino a volere che io fissi il tetto bianco di casa tua chiedendomi

se avremmo un futuro,non per forza insieme,o moriremo in questa notte dopo aver

infranto i nostri tabù.

Chissà perché mi creo tutti questi problemi. Abbiamo solo fatto sesso quando non

avevamo niente da fare. Potevamo giocare alla playstation e invece ci siamo sfiorati.

                                 Tutto qui.

E allora perché non riesco a crederci?

Non voglio convincermi che sia così,so che non lo è,ma dovrei sforzarmi

per il nostro bene. Per non starci male quando mi sbatterai in faccia la realtà.

Ma non è tutto così semplice.

Siamo andati oltre il limite concessoci,,abbiamo colto un frutto troppo acerbo,

abbandonati in qualcosa più grande di noi,che non possiamo gestire.

 

 E non so più che fare.

 

           Vorrei parlarti,ma quando apro la bocca non esce nessuna parola,piuttosto

            Pezzi della mia anima si consolidano con l’aria circostante e ti avvolgono.

            Chissà se la senti...chissà se sai cosa vorrei chiederti in questo momento.

 

Ti cerco con le dita. Avrò mangiato qualcosa di allucinogeno perché sento il

Mio corpo espandersi. Mi sento parte dello spazio,occupandolo tutto.

Ti trovo e tu sei lì,ad aspettarmi.

Cosa fai adesso??

Mi stringi??

E perché non riesci a controllare le lacrime??ok,piangi.

Sono in paradiso?non lo so.

Non chiedetemi niente,non so da quanto tempo ho iniziato a fare questo

Viaggio astrale dove tutto è evanescente.

Dove tutto è così dannatamente sbagliato da non avere difetti.

E ti stringo,non è un abbraccio,ma una morsa.

Non sei inorganico,ma voglio esserne certa.

Vorrei essere piena di certezze e sento...sento una ventata di sentimenti,

m’investono come un turbine trasmettendomi troppi concetti,troppe paura che svaniscono,

troppi sentimenti che avevo sepolto...e non sono tranquilla.

Sento la nostra fragilità.

La nostra emotività è leggera come un ala di un coleottero che cade leggera,inesorabilmente,

in un burrone dove non s’intuisce il fondo. Dove non sai cosa aspettarti nel momento in

cui atterri. 

Ma siamo insieme.

Non sono,ne sarò,l’unica ad aver paura.

Lo capisco quando ti guardo negli occhi e mi sorridi,come per tranquillizzarmi.

Almeno non sono l’unica ad essere strana oggi.

Piangi con il sorriso in bocca,strano,queste emozioni non sono da te.

Ma lo accetto,in fondo stiamo solo lottando contro noi stessi per uno

Spiraglio di tranquillità,troppo spaventati all’idea di tornare a soffrire per fare il primo passo.

Poi ti svegli da quel momento di stasi

-credo di amarti...

-quello che dici non ha senso

-se ci pensi nulla ha un senso...

-si invece...

-e cosa?

-umm...in base a quello che sto studiando l’arte concettuale ha un senso...

-non regge,prova con un'altra cosa.

-la vita ha un senso

-io parlo seriamente,cerca di essere più realista nelle cose che dici.

-non lo so..

-dimmi,cos’ha veramente senso,ADESSO, nella nostra vita?

-...il nostro amore??   Titubante

-ecco,ci voleva tanto?come sei cocciuta...

quiete.

Bene,almeno siamo arrivati ad una conclusione sensata.

-eppure...

-non dire niente...

    silenzio

-Ai lo senti pure tu?

-già,ha smesso di piovere... e mi chiedo se sia un segno divino.

Gattoniamo  verso la finestra e...vediamo con i nostri occhi un miraggio.

Un mantello di neve ricopre la nostra città,nascondendo persino l’orizzonte.

Le case,la auto,i parchi, tutto candido e sterilizzato da quel soffice cotone gelato.

Alcune luci colorano il paesaggio,allora non sono tutti morti come temevo,non siamo gli

Unici sopravvissuti a qualche calamità naturale.

Sono sicura che la neve abbia riscaldato l’atmosfera più del sole primaverile.

E sorrido,pensando che domani tornerò a scuola accompagnata dalle urla dei bambini

Che giocano a fare pupazzi di neve.

E forse anche i nostri coetanei,con l’innocenza perduta,si rincorreranno con un sorriso

Nelle labbra,pensando a quante volte,da piccoli,desideravano tuffarsi in un mare bianco.

Sono assorta,non mi rendo conto che ti sei allontanato da me se non quando sento dei rumori

Provenire dalla tua stanza.

I rumori sono tornati ad essere solo rumori nella mia testa.

Scendi e mi porgi dei vestiti,mi vesto notando la tua impazienza.

Stiamo per uscire allo scoperto anche se fuori non c’è nessuno,sono nervosa.

Nessuno può vederci,ma siamo un di fianco all’altro,insieme finalmente.

Poi mi prendi per mano e in un attimo la mia testa si libera da tutte le

Preoccupazioni che avevo fino a pochi minuti fa.

Respiro a lungo,i miei polmoni si riempiono di nuova vita.

 

   BONK!!!una palla di neve colpisce il mio viso,in pieno. ( -__-; )

Sento già la rabbia crescermi dentro e devastare i pensieri d’amore che avevo per te

Quando d’avanti i miei occhi vedo il tuo sorriso sereno,e mi rilasso.

Non potrei mai paragonarti a nessuna cosa in questo mondo,sarebbe solo sminuirti.

Vorrei sforzarmi ma arrivo sempre alla conclusione che non ci sono parole per te,

sei tu e basta. Un universo a parte dove costruire una nuova felicità.

E sento bruciarmi la belle,le mie cicatrici non esistono più,ci sono ma non sanguinano.

E anche se in realtà hanno smesso di sanguinare da un bel po’ io non le sento più.

Saranno le ultime testimonianze di un periodo che preferirei dimenticare e che mio malgrado

Non dimenticherò mai. Sono sicura che quando le forze mi abbandoneranno e vorrei tornare

Sui miei passi ci sarai tu ad impedirmelo.

 

-da quando ci sei tu tutto mi sembra possibile.

-e dire che ci conosciamo solo da due giorni...

-si,ma è come se fosse una vita intera...

-dio mio sono così pesante?? Rido.

-idiota!

Ti avvicini a me e mi abbracci.

La felicità non è mai stata così a portata di meno,per entrambi.

Ti guardo negli occhi e vedo molte più cose di quello che la gente comune vede.

Ti guardo e mi rendo conto che l’unica cosa che vorrei e continuare a guardare il tuo viso..

Quando ti sveglierai,quando giocherai una partita,quando faremo l’amore...

Sorridi alle mie paure rendendomi più forte cosicché possa esserti d’aiuto quando deciderai

Di aprirti al mondo come hai fatto con me.

Fine.

 

 

Emm...che dire,non è da me il lieto fine.in realtà quando l’ho iniziata avevo in mente una cosa del tutto diversa,ma poi è venuta fuori così...non ho voce in capitolo neanche quando scrivo una storia...hanno deciso tutto loro.

Comunque sia non mi ha soddisfatto molto,nella vita le cose non sono mai così semplici e neanche così romantiche,per questo sto iniziando a scrivere un secondo finale.......

Grazie a tutti quelli che hanno letto la mia storia,spero che vi venga voglia di mandarmi qualche commentuccio ( ^__^ io ci spero!!)la mia mail è:tunonesisti@yahoo.it

Razorblade kiss                           nemesi

 

 

 

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