Tappeto di fragole

di MaxJovanotti
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 3: *** Capitolo II ***
Capitolo 4: *** Capitolo III ***
Capitolo 5: *** Capitolo IV ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


Era una calda mattinata di giugno e mi accingevo ad andare in piscina con alcuni amici, fu lì che la conobbi. Quel giorno non pensavo che lei sarebbe stata la ragazza giusta per il fatto che avevo ancora l’ex in testa, ma quella è un'altra storia.
Arrivato in piscina, c’erano già tutti i miei amici: Alessia, Manuela e lei.. Anna.
Fu proprio Alessia che me la presentò.
«Ciao Luca, questa è Anna»
«Piacere Luca»
«Piacere Anna»
Lei era una bellissima ragazza, dagli occhi celesti e i capelli d’oro, come il sole.
Dopo aver fatto una bella nuotata, era già ora di pranzo così, affamati, ci dirigemmo al bar dove ordinammo da mangiare.
Dopo pranzo, aspettando di poter rientrare in acqua,conversammo un po’, le chiesi:
«Che scuola fai?»
«Lo scientifico, tu?»
«Il classico»
«È dura, eh?!»
«Si, ma basta studiare e tutto fila liscio»

Le ore passarono come niente, parlando di materie scolastiche, cantanti e gruppi preferiti, per alcuni avevamo le preferenze tipo: Jovanotti, Max Pezzali, Guns N’Roses, ma a lei piacevano soprattutto le canzoni dei Modà.
Mi disse di provare ad ascoltare una loro canzone.
«Quale mi consigli tu?» le chiesi io.
«Tappeto di fragole»
Quando lo disse, le si illuminarono gli occhi. Le promisi che, una volta tornato a casa, l’avrei ascoltata.
Nel frattempo andammo a giocare a pallavolo, in cui tutti eravamo scarsissimi, quindi non durò per molto. Eravamo io e Anna, contro Chiara e Manuela(coincidenze), vincemmo noi, con molta fortuna.
Finalmente arrivò il momento di rientrare in acqua e subito ci tuffammo, l’acqua era gelida come sempre, ma non ci feci molto caso.
In acqua provammo a giocare a schiaccia cinque(senza successo), quindi decidemmo di fare una gara a chi riuscisse a trattenere di più il fiato.
Tentai di trattenerlo il più tempo possibile, per battere la concorrenza, e infatti vinsi io: 37 secondi netti, ma non sono un tipo che si atteggia, quindi non dissi niente.
Ero seduto sul bordo piscina, quando mi si avvicinò Alessia chiedendomi se andasse tutto bene. «Dovrei trovarmi un'altra ragazza, ma voglio una relazione che duri, non come Marilena» le risposi.
«Dai Luca pensa a divertirti adesso, a proposito, cosa ne pensi di Anna?» mi chiese poi.
«È una bella ragazza, anche molto simpatica» ammisi.
«Allora perché non ci provi con lei?» mi propose.
«Non penso di piacerle» confessai.
«Invece sì, dai, lo hai visto anche tu il modo in cui ti guarda»
«Sì, ma ne devo essere certo, non voglio più soffrire per amore e lo sai bene»
«Va bene, dai, un tentativo lo posso fare ma se mi rifiuta poi?»
«Non ti rifiuterà, fidati di me. Adesso ci penso io!»
Rientrato in acqua, mi avvicinai e Alessia mi spinse addosso Anna, che si aggrappò a me per non cadere e poi si allontanò subito, imbarazzata.
«Visto che non ha funzionato?!» feci notare ad Alessia
«È solo timida, dai, non ti preoccupare. Ti devi fidare di me»
«Va bene»

La giornata finì con chiacchierate attive sulla scuola, compiti delle vacanze, ovvero che non volevamo tornare e speravamo che questa estate non potesse finire mai.
Chiacchierando, non ci accorgemmo che erano già le sei e tutti ce ne dovevamo andare, quella bellissima giornata era già finita.
Uscito dalla piscina, la vidi per l’ultima volta per quel giorno.
Dopo averla salutata, vedendo quei suoi bellissimi capelli d’oro e gli occhi azzurri, capii che mi ero innamorato un'altra volta.

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Capitolo 3
*** Capitolo II ***


Il giorno seguente andai su Facebook, come sempre ovviamente, e notai che avevo una richiesta di amicizia e un paio di notifiche. Aprii per prima cosa la richiesta d’amicizia: era lei, Anna.
In quel momento fui pervaso da un’euforia quasi inspiegabile e cominciai a saltare sul letto, finché mia madre non mi chiese: «Cosa è successo?»
«Niente ma’» le risposi con un sorriso idiota sulla faccia.
Entrai nel suo profilo, nelle foto era bellissima come, d’altronde, era. 
Cominciai a leggere i link che pubblicava, video, musica e mi accorsi che, oltre ai Modà, Jovanotti e Max Pezzali, forse le piaceva anche Bob Marley, per il fatto che aveva condiviso una sua canzone.
’’Perfetta’’pensai.
Come promesso, ascolta “Tappeto di fragole”,  pensando a lei, forse l’aveva scelta per farmi capire che le piacevo.
Restai a guardare le sue foto per molto, con gli occhi che mi brillavano come ai tempi di Marilena, fino a quando mi contattò Alessia.
“Ehi”
’’Ciao Alessia! Anna mi ha aggiunto agli amici!!’’
’’Ti sei preso un'altra cotta, eh?!’’
’’Beh, sì e anche bella grossa’’
’’Allora diglielo, no?!’’
’’Neanche per idea! E poi ci conosciamo da poco e non voglio un altro rifiuto, grazie’’
Sì ragazzi, soffrire per amore è la cosa più brutta che vi possa capitare, parla uno che ci è passato.
’’Basta adesso, reagisci! Martedì andiamo in piscina e tu glielo chiedi,
’’Ci provo’’
 
La settimana seguente andammo in piscina, Anna era bella come sempre, quegli occhi celesti come il cielo mi facevano sempre impazzire. La salutai con un sorriso stampato sulla faccia, lei ricambiò con quel suo dolce sorriso.
«Adesso ci parli, capito?!» mi disse Alessia, spingendomi.
Provai a iniziare un discorso.
«Anna come ti sta andando l’estate?»
«Bene, a te invece?»
«Tutto bene!» risposi «Comunque ho ascoltato “Tappeto di fragole”, come avevo promesso, è davvero bella» risposi.
«Lo sapevo che ti sarebbe piaciuta»
Avevo il cuore che mi batteva a mille, sapevo che era il momento giusto, ma non ci riuscivo, era come se mi si fosse bloccata la lingua, non riuscivo a parlare.
Lei si tuffò in acqua e io la seguii, con l’autostima zero sotto zero.
‘’Tutta colpa tua’’pensai con rabbia verso Marilena,’’Vabbè, dai, c’è ancora tempo. Troverò il coraggio in me’’aggiunsi, sempre con molta tristezza, per colpa sua non riuscivo a parlare più a una ragazza e mi sentivo una merda.
«Dai Luca, è normale dopo che si esce da una relazione» provò a confortarmi Alessia.
«Non ci riuscirò mai, Alessia. È finita ormai, tutta colpa di quella dannata» ammisi con la depressione che mi cadeva addosso come un giaguaro in cerca della sua preda.
«Dai Luca, domani tu vieni a Sora che ci mangiamo una pizza e vedrai che ci riuscirai»
«Va bene, ma tanto non ci riuscirò mai. Però devi promettermi una cosa»
«Cosa?»
«Alla fine di questa giornata, dovrai dire ad Anna che mi piace» le spiegai, riprendendo la fiducia in me stesso.
«Va bene» rispose lei .
Continuai a parlarle, tirando fuori argomenti su argomenti, fino a quando Alessia disse: «Vado un secondo al bar, voi aspettatemi qua»
Eravamo soli, ogni tanto mi giravo e lei subito si voltava verso la piscina, per non farmi capire che mi stava guardando. Un imbarazzante silenzio ci circondava, fino a quando me ne uscii dicendo: «Come stai messa a compiti per le vacanze»
«Malissimo, non li ho neanche iniziati, te?»
«Manca sempre la voglia» alla mia affermazione, scoppiammo entrambi a ridere.
Ci ritrovammo a guardarci negli occhi, ma in quel momento, tornò Alessia e finì tutto perché erano già le sei e dovevamo andarcene.
 Prima di andarmene,Alessia glielo disse, le disse che mi piaceva. Lei arrossì e io la salutai da lontano, mentre me ne andavo, con la convinzione che, forse, una possibilità potevo avercela.
Da quel momento in poi divenne tutto più difficile.

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Capitolo 4
*** Capitolo III ***


Il giorno seguente mi arrivò un messaggio.
’’Chi sarà mai?’’pensai.
‘’Ciao sono Anna, questo è il mio numero’’diceva il messaggio.
Avevo il suo numero, adesso mi potevo ritenere felice.
’’We Anna, ti sei divertita ieri?’’ le risposi
‘’Sì, ci siamo divertiti molto, ti va di venire domani a Sora, che ci prendiamo una pizza io, te e Alessia?’’
’’Si va bene’’ risposi entusiasta.

Più tardi scrissi ad Alessia.
’’Domani vengo anche io, mi ha invitato Anna!’’
’’Domani allora glielo chiedi vero!?’’
’’Dipende… ho già la lingua annodata’’
’’Tu prova’’
’’Va bene’’

La sera dopo mi preparai al meglio per incontrarla, mi feci trovare davanti alla pizzeria un po’ in anticipo, quindi aspettai fino a quando non la vidi: era lei la stella più bella quella sera, con quel suo bellissimo vestito verde e quei suoi occhioni azzurri che mi facevano sempre impazzire.
’’Ciao Luca’’ mi disse.
’’Ciao Anna’’ risposi con un grandissimo sorriso sulla faccia, non sorridevo in quel modo da quando stavo con Marilena e la cosa mi rendeva felicissimo, però quando tentai di dire qualcosa, mi si bloccò la lingua, non riuscivo più a parlare con una ragazza, non sapevo perché, ma poi capii: da quando Marilena mi aveva lasciato non pensavo più a nessuno, solo a lei e, da quel momento, non riuscivo a parlare più con una ragazza che mi piaceva.
Entrati in pizzeria, Alessia mi diede una botta dicendomi:’’Dai, parlaci adesso però’’
’’Non ci riesco’’
’’Come non ci riesci?!”
’’Te l’ho detto, ho la lingua annodata’’
’’Provaci dai’’

Ci sedemmo ad un tavolo ed ordinammo la pizza, mangiammo, ma neanche in quel momento riuscivo a parlare, Alessia mi dava delle botte, ma niente, non ci riuscivo. Volevo tanto parlarle, ma era più forte di me, non ci riuscivo più. La guardavo, ma le parole non mi uscivano dalla bocca.
Uscimmo dalla pizzeria e andammo a fare una passeggiata, ci fermammo in un bar e mi dissero di aspettare fuori, aspettai finché non uscì Anna, che mi diede una ricarica Vodafone dicendo: “Questa è una ricarica, visto che non hai mai i soldi sul cellulare’’
La ringraziai e forse fu l’ultima cosa che le dissi, visto che mi limitai a seguire lei e Alessia, mentre parlavano fino a che non tirai indietro Alessia dicendo: ’’Scusa un secondo Anna’’

‘’Ale, l’ho delusa’’ammisi con tristezza.
’’Dai, Luca non dire così.’’
’’Invece sì, sono uno schifo, mi faccio pietà da solo’’
’’Dai Luca, è normale invece.’’
“Non è normale invece, per niente, mi faccio schifo da solo, lo sai’’
’’Dai Luca, smettila.’’
’’No, non la smetto, perché sto solo dicendo la verità. Adesso l’ho delusa in una maniera assurda, non penso voglia stare con un ragazzo timido come me, è finita Ale, è finita’’
‘’Finiscila Luca, tu sei un bravo ragazzo, gentile e dolce, è normale che non riesci più a parlare dopo che Marilena ti ha devastato la vita, però dai adesso ci penso io con Anna, ok?’’
.’’Grazie Ale’’
‘’Dobbiamo andare, Ale’’ disse Anna
’’Arrivo!” le urlò lei “Adesso ci penso io e tu non essere triste, ok?’’aggiunse poi, rivolta a me.
’’Ci provo’’ le risposi e se ne andò insieme ad Anna.

Presi l’ardua decisione di mandarle un messaggio con una dichiarazione.
“Stasera non ho avuto le parole per dimostrarti l’amore che provo per te, perché tu sei una bella ragazza, gentile e dolce, è per questo che ti volevo chiedere se vuoi metterti insieme a me…’’.
Andai verso la macchina pensando a lei, a quel suo sorriso, a quei suoi capelli biondi e gli occhi azzurri sperando in un suo sì.

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Capitolo 5
*** Capitolo IV ***


Dove eravamo rimasti? Ah, già, le avevo mandato la dichiarazione via messaggio, non mi rispose, o per pietà, oppure perché si vergognava, comunque andai lo stesso su facebook il giorno dopo e trovai Alessia connessa.
’’We Ale, alla fine ho preso la decisione di chiederglielo via messaggio…’’ le scrissi.
’’Dai, va bene, ad Anna va bene tutto, ti ha risposto?’’mi chiese.
’’No, ma secondo me, non mi ha risposto o perché si vergogna, oppure perché le faccio pena, penso di più la seconda’’ammisi con rammarico.
’’Dai non è vero, si vergogna! Comunque ti va di venire a Posta Fibreno domani? Inaugurano una nuova gelateria, viene anche Anna’’
’’Non voglio, la deluderei un'altra volta’’
’’Dai, Luca. tu domani vieni e non voglio sentire storie’’
’’Sì, per fare un'altra scena muta’’
’’Non la farai, ti aiuto io, però tu domani vieni e basta, capito?’’
’’Se devo, vengo, ma tanto farò un'altra scena muta e lei ci rimarrà male”
La sera dopo andai a Posta Fibreno per incontrarla, con un ansia addosso che neanche potete immaginare.
Arrivati lì, stava insieme ad Alessia ad aspettarmi, sceso dalla macchina, la salutai con quel solito sorriso idiota in volto. Ogni volta che la vedevo mi usciva sempre, ero davvero innamorato.
«Buonasera» dissi.
«Buonasera» mi risposero.
«Allora, cosa vogliamo fare?»
«Passeggiamo per il lago, vi va?»
«Sì, perché no?! A te va bene, Anna?»
«Benissimo»
E ci incamminammo per il lago.
Prendendo il coraggio in me stesso, cominciai un discorso: «Quando venivo qui da piccolo era molto meglio, cosa è successo?»
«Niente, il comune non fa tagliare l’erba e quindi si è riempito. Non si può neanche camminare sui marciapiedi»
«Che schifo, prima era davvero un bel posto»
«Già, davvero»
‘’Pensa a qualcos’altro, dai nocciolina!” pensai ininterrottamente fino a quando non le chiesi:
«Ti hanno fatto sapere per il cambio di classe oppure non sai ancora niente?»
«Veramente mamma doveva andarci domani, spero di capitare in una buona classe»
«Ma sì, dai, basta che ti trovi bene»
Arrivammo verso la fine del lago, quando Alessia mi tirò indietro e mi chiese: «Allora, quando glielo chiedi?»
«Dai tempo al tempo» le risposi.
Continuammo a camminare verso la gelateria per vedere se il gruppo aveva già cominciato a suonare, oppure per occupare qualche posto, ma dovevano ancora cominciare, quindi andammo al “Elfo del lago”, un bar che stava lì, e ci sedemmo, visto che ancora c’era tempo.
In quel momento Alessia disse: «Io mi vado a prendere una bottiglietta d’acqua al bar, voi mi aspettate qui, ok?» e si incamminò verso il bar.
Eravamo rimasti noi due, vicini.’’È arrivato il momento, ce la posso fare’’ pensai.
Presi un bel respiro e le dissi: «Allora, hai ricevuto il mio messaggio?»
«Sì, ma non sapevo che risponderti perché ieri non hai parlato per niente. E poi per me è uguale, cioè non lo so, sei un bel ragazzo»
«Anche tu sei una bellissima ragazza»
Restammo fermi senza dire niente.
“Dai Luca,rassegnati,non le piaci’’già stavo pensando, ma in quel momento lei prese il cellulare e comincio a scrivere un messaggio.
Mi arrivò un messaggio.
’’Mi piacerebbe essere la tua ragazza’’
In quel momento ero al settimo cielo, le risposi.
’’Ci speravo’’
In quel momento tornò Alessia che mi disse: «Glielo hai chiesto?»
«Sì»
«Che ti ha detto?»
«Ha accettato»
Allora ci alzammo e andammo a vedere se avevano iniziato, le sfiorai la mano e lei me la strinse. Camminammo insieme fino alla gelateria,che ormai si era riempita.
Allora tornammo all’elfo, dove però Anna ricevette una chiamata: doveva andare.
Prima di andare, mi diede un bacetto sulla guancia e mi salutò.
Quella serata si concluse come tutte le altre, solo che adesso avevo una ragazza che mi amava davvero.

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