Quattro notti per amarsi

di PabloPicasso
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Zoro in gabbia ***
Capitolo 2: *** La bontà di Tashiji ***
Capitolo 3: *** Zoro diventa Marinaio ***
Capitolo 4: *** Da soli?! ***
Capitolo 5: *** Salvataggio dagli abissi ***
Capitolo 6: *** Contatto ***
Capitolo 7: *** La guerriera ***
Capitolo 8: *** Notte calma sulla nave della Marina ***
Capitolo 9: *** Sentimenti ***
Capitolo 10: *** Compere sull'isola ***
Capitolo 11: *** Incontri ***



Capitolo 1
*** Zoro in gabbia ***


Una nuova fanfiction incentrata sulla coppia Zoro/Tashiji...Ho provato a vedere cosa ne usciva e il risultato mi soddisfaceva xD. Ditemi cosa ne pensate, se volete. Ciao a tutti.

QUATTRO NOTTI PER AMARSI

Si svegliò di colpo. Il corpo era indolenzito e giaceva su un freddo pavimento di una squallida cella.
“ Ma cos’è successo?” Si domandò spaesato.
Dove si trovava? Dov’erano i suoi compagni?
“ E queste cosa sono?” Si interrogò nuovamente tirandosi su a sedere.
Osservò gli sconvenevoli bracciali che cingevano i suoi polsi. “ Manette?” Pensò.
“ Cosa diavolo ci faccio qui dentro? Che diamine sta succedendo?!” Imprecò furente gettandosi a capofitto sulle sbarre metalliche della cella.
Sentì il corpo ondeggiare lentamente e sgranò gli occhi.
“U-una nave…” Disse. “ Oh cavolo, mi trovo su una nave.”
Non ricordava assolutamente nulla.
La testa gli bruciava. Aveva bisogno di calma per rimembrare gli eventi accaduti che lo avevano fatto ritrovare in quelle condizioni ma in quel momento non riusciva a calmarsi, voleva uscire e capire immediatamente.
“ Fatemi uscire! Maledizione, fatemi uscire!” Urlò adirato.
 
La porta in fondo al corridoio, ornato da altre celle vuote, si aprì lentamente.
Zoro poté udire solo dei passi che si avvicinavano a lui.
Stette zitto per alcuni secondi quando si trovò davanti un marinaio che teneva in mano un vassoio con un bicchiere di acqua e un piatto colmo di cibo.
“ Tieni, pirata, mangia.”
Glielo avvicinò per poterglielo passare, in qualche modo, oltre le sbarre ma lo spadaccino non era per niente interessato al cibo.
Con uno scatto felino allungò un braccio attraverso due sbarre e afferrando per la camicia il povero malcapitato lo attirò a se con una tale violenza da incutergli terrore. Lo tenne saldo al colletto della camicia bianca e lo squadrò con aria omicida.
“ Risparmiami i convenevoli! Ti consiglio di dirmi subito dove mi trovo o farai una brutta fine”Lo minacciò a denti stretti.
“ S-sei s-sulla nave della m-marina del c-comandante…”
“ Calmati Roronoa, non è il caso che ti agiti tanto!” Una voce autorevole ma allo stesso tempo carica di femminilità tuonò nel corridoio.
I due uomini si voltarono in direzione della porta.
“ Comandante Tashiji…” Esclamò il marinaio prima di cascare a terra, lasciato dalla stretta di Zoro il quale sbiancò in faccia all’udire di quel nome.
“ Torna in sovraccoperta marinaio, qui ci penso io.” Ordinò Tashiji avvicinandosi alla cella.
“ Sissignora!” Esclamò il marinaio correndo fuori dal corridoio e lasciandosi chiusa la porta alle spalle.
“ Roronoa, è meglio se mangi qualcosa, devi essere affamato.” La donna si chinò per raccogliere il vassoio e quello che rimaneva del pranzo destinato al pirata e glielo porse.
Zoro, dal canto suo, cercò di ricomporsi. Si aggrappò alle sbarre con i polsi cinti dalle manette.
“ Ma che gentile, prima mi rinchiudi in una cella con delle manette e poi mi offri il pranzo? Come potrei mai ringraziarti?” La sbeffeggiò lui.
“ Il mio era solo un gesto gentile, non pensare che il Comandante Smoker sia così benevolo come me, Roronoa!”
Egli le diede le spalle e incrociò le braccia. “ Oh, dimenticavo… se ci sei tu deve esserci anche lui. Che paura! Mi viene la pelle d’oca!”
Poi guardò il suo fianco sinistro, gli salì una rabbia improvvisa e si fiondò nuovamente sulle sbarre.
“ Dove sono le mie spade?!” Urlò.
“ Non sei nella condizione di fare domande, Roronoa!”
“ Me le hai rubate?”
“ Ho detto che non sei nelle condizioni di fare domande, Roronoa!”
Spazientita la ragazza si sistemò gli occhiali.
“ E finiscila di chiamarmi così!” Le disse cercando di mantenere la calma. Agitarsi in quel modo non si addiceva a un tipo come lui.
“ Non ho rubato le tue spade, non sono una ladra…” Continuò abbassando lo sguardo “ Se tu non fossi… un pirata… non ti troveresti in questa situazione”.
“ Ancora con questa storia?!” Le urlò di nuovo. Era sconcertato. Non ricordava nulla.
“ Devo cercare di ricordare cos’è successo” Pensò stringendo tra le mani le sbarre metalliche.
“ Io in te vedo qualcosa, Zoro, qualcosa di diverso in tutti quei manigoldi che ho arrestato insieme al capitano Smoker, e nonostante lui dica che ‘un pirata resta sempre un pirata’ sento che tu sei diverso. Sei un abile spadaccino, il migliore che io abbia mai incontrato ma perché ti ostini a fare il delinquente?!”
“ Non ho nulla da dirti, dolcezza.” Quelle parole fecero terminare il discorso. Lei appoggiò il vassoio per terra e gli girò le spalle. Se ne andò chiudendo la porta a chiave e tirando un sospiro di delusione.
Zoro guardò prima il soffitto e poi il vassoio. Il suo stomaco brontolò, dopotutto erano ore che non mangiava.
Allungò il braccio e iniziò a ingurgitare il contenuto del vassoio senza fare troppi complimenti.

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Capitolo 2
*** La bontà di Tashiji ***



Ciao a tutti… ho notato con dispiacere che questa storia non ha avuto molto successo… però vedendo che comunque ho ricevuto molte visite ho deciso di postare il secondo capitolo.( forse anche l’ultimo).
Non obbligo nessuno a lasciare una recensione però se la lasciate mi farebbe molto piacere :)…
Buona lettura…



“ Ti ucciderò pirata!”
La voce grave e minacciosa dell’ avversario non intimoriva minimamente l’audacia di Zoro che si scaraventò contro di esso e gli provocò uno squarcio sul petto. Il nemico cadde a terra privo di sensi. D’un tratto, Zoro si sentì mancare le forze e vacillare le gambe. Stramazzò al suolo sprofondando in un sonno profondo.
 
Aprì gli occhi di colpo posando la mano sul volto per asciugarsi dal sudore.
“ Ora ricordo! Stavamo affrontando una banda di pirati e dopo il combattimento devo essermi appisolato. E’ per questo che sono riusciti a prendermi, ma non immaginavo che ci fosse anche la marina su quell’isola…” Si portò la mano sotto il mento e alzò un sopracciglio.
“ Ad ogni modo, se quelle celle sono vuote significa che sono riusciti a catturare solo me e che gli altri stanno bene. Mi staranno cercando quindi.”
Si grattò la testa e poi sbottò: “ Che situazione ridicola!”.
Era esausto, aveva voglia solo di fuggire ma le sue membra si rilassarono, le palpebre si fecero pesanti, a momenti sarebbe sprofondato in un sonno ristoratore  e chissà se una volta sveglio si sarebbe ritrovato di nuovo sulla Sunny a ridere e festeggiare con il suo capitano e gli altri.
 
Il giorno, intanto, aveva ceduto il passo alla notte. Tutto l’equipaggio a bordo stava dormendo, il mare era calmo e il tempo sembrava promettere bene, nulla avrebbe turbato quella tranquillità.
Tashiji si rigirò nel letto della sua cabina, era in pena e si tormentava per il suo dialogo con Zoro.
“ Deve essere una persona speciale…”.
Continuava a ripetere a se stessa, ma il suo cervello offuscava quella vocina in lei, guardando solo ciò che era alle apparenze: un pirata.
Scese dal letto. Indossava una maglietta di cotone e un paio di pantaloni  morbidi per dormire, nonostante ciò prese la sua giacca blu e la sua spada.
Uscì dalla stanza in punta di piedi stando attenta a non svegliare nessuno.
Attraversò il corridoio delle cabine e oltrepassò la porta che portava alle stive, dove si trovava lo spazio dedicato alle celle. Prese la chiave posta su un gancio li vicino e aprì piano la porta curandosi di fare il meno rumore possibile.
Avanzò silenziosamente verso la cella di Zoro.
“ Svegliati!” Disse piano ma cercando di arrivare alle orecchie dello spadaccino; girò la chiave nella serratura della cella, aprendola.
“Uh?” mugugnò lui vedendola. “ Era ora! Dammi le mie spade adesso!”
“ Non è ancora il momento…” Tashiji aprì la porta della prigione e sguainò la sua spada.
Gliela puntò contro.
Zoro strinse i denti, disarmato, si chiese cosa volesse fare.
“ Ascoltami, Roronoa Zoro, ho intenzione di liberarti e andare contro i miei principi. Ma tieni a mente che è solo per questa volta. Non sarai così fortunato la prossima. Nonostante ciò devi seguire alla lettera le mie istruzioni senza obiezioni…”
“ Che cosa?!” Inveì dopo aver sentito le parole della donna.
Tashiji impugnò più saldamente il manico della spada e corrucciò lo sguardo.
“ Non voglio ripetermi, Roronoa. La situazione è delicata. Lo so che vorresti scappare facendo una strage di uomini…”
“ Come prego?!”
“Questa è completamente pazza!” Pensò fra se e se Zoro.
“ …ma devi mantenere la calma. Fuori di guardia ci sono due uomini e l’uscita dalla coperta si trova proprio davanti a loro. Ora mi seguirai e per stanotte ti terrò nascosto nella mia cabina. In questo momento stanno tutti dormendo compreso il Capitano Smoker, quando usciremo da qui nessuno ci vedrà. Ma tu non devi fare stupidaggini, d’accordo? Altrimenti mi vedrò costretta a rinchiuderti di nuovo.”
Zoro inarcò le sopracciglia e sorrise ironicamente. “ Tu mi vuoi dire che ci sono solo due uomini di guardia fuori?! Che efficienza la marina!”.
Tashiji lo guardò con un’espressione rabbiosa e gli puntò la gola con la spada.
“ Roronoa, per una volta metti da parte il tuo vandalismo e ti sarà salva la vita!”
“ Che impertinente!” Pensò Zoro “ Però se è l’unico modo per fuggire da questa pazza allora mi conviene ascoltarla.” Alzando gli occhi al cielo le fece cenno di abbassare l’arma e la seguì fuori per raggiungere in silenzio la sua cabina.
 
“ Per stanotte dormirai sul pavimento.”
Lui la guardò come per chiedergli se stava scherzando.
“ Per quanto tempo ha intenzione di farmi stare qui?!” Si domandò inconsciamente.
“ Domani mattina penseremo sul da farsi, non è semplice fuggire da una nave della marina.” Continuò lei mentre chiudeva la cabina a chiave.
“ Immagino…” Disse lui con strafottenza “…e le mie spade?”
“ Non crederai che te le dia spero… l’ultima cosa che voglio è che ti metti a uccidere qualcuno.”
“ Ma sei matta? Cosa ti fa credere che io abbia in mente di uccidere qualcuno?!”
“ Perché sei un pirata.” Dopodiché Tashiji si tolse la giacca e appoggiò la spada al muro per poi distendersi sul letto e trovare un po’ di pace nel sonno.
Anche lo spadaccino si sistemò alzando gli occhi al soffitto esasperato; sedendosi e appoggiandosi al comodino, chiuse gli occhi.
“ Spero almeno che abbia un buon piano in mente.” Pensò prima di addormentarsi.
 
“Tashiji!Tashiji!” Sbraitò una voce potente aldilà della porta della cabina della Guardiamarina.
La donna si svegliò con il cuore in gola, seguita da Zoro il quale per un attimo gli mancò il fiato.
“ Apri la porta Tashiji!”
“ E’… E’… il comandante Smoker!” Sussurrò Tashiji, con un filo di voce.
Andò completamente nel panico.

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Capitolo 3
*** Zoro diventa Marinaio ***


Ciao! Ecco il terzo capitolo. Voglio ringraziare Gelidha (sto aspettando il 13 capitolo della tua storia :)) e Iky_Chan 94 per aver letto e recensito questa storia. Mi ha fatto molto piacere. Spero che continuerete a farlo, non ve ne pentirete. Grazie anche a tutti quelli che l’hanno visitata. Buona lettura!
 
 

“ E’ il Comandante Smoker!” Mormorò una Tashiji completamente nel panico.
“ E’ già mattina?!” Domandò Zoro, con tutta tranquillità.
“ Shhh! O il comandante ti scoprirà!”
“ Che mi scopri pure, lo farò a fettine! Non mi fa paura” Disse spavaldo incurante dell’avvertimento di Tashiji, alzandosi in piedi e facendo schioccare le dita della mano.
Lei allora lo prese per la maglietta e lo catapultò sul suo letto facendogli sbattere sbadatamente  la faccia  sulla testiera. Il pirata soffocò un grido di dolore.
Tirò su le coperte di cotone bianco e lo ricoprì con esse.
 
“Tashiji, cosa diamine stai combinando?! Apri la porta! Maledizione!” Gridò il Capitano per l’ennesima volta.
“ S-subito, signore. Devo solo vestirmi…” Disse Tashiji con il cuore in gola.
 Si svestì subito e si mise i suoi soliti abiti formali in tutta fretta dimenticandosi per un attimo della presenza di Zoro vicino a lei, che nel frattempo aveva girato la testa un po’ imbarazzato per lo spettacolo.
“ Eccomi Capitano…” Ma appena girò la chiave della porta notò che una parte della testa del pirata sbucava dalle coperte.
Presa nuovamente dal panico si lanciò verso di lui e si sedette proprio sopra la sua faccia.
“ Cosa…Mhmh?!” Tashiji gli diede una gomitata al petto facendogli capire di stare in silenzio.
 
“ Maledizione. Perché ci hai messo così tanto Tashiji? Lo sai bene che non ho tempo da perdere!Ieri notte Roronoa Zoro è scappato dalla sua cella.” Ringhiò Smoker a denti stretti. Il fumo dei suoi sigari entrò nella stanza avvolgendo anche il corpo della Guardiamarina.
Tashiji si morse il labbro inferiore.
“E’ terribile, Signore. Come è potuto accadere?!” Finse un tono disperato e incredulo.
Le spezzava il cuore fingere e mentire con l’uomo con cui aveva condiviso innumerevoli avventure e che l’aveva istruita secondo buoni e giusti principi.
Ciò nonostante, ormai era una donna grande e matura e doveva prendere le sue decisioni da sola; anche lui glielo aveva sempre detto.
“ Agisci secondo i tuoi principi di giustizia”
E lei lo stava facendo, stava eseguendo per l’ennesima volta gli ordini del suo capitano, perché vedeva in Zoro una persona buona.
 
“ La porta delle prigioni era aperta e pure quella della sua cella…” La voce del suo Capitano la riportò alla realtà.
“ Le avrà sicuramente scassinate, Comandante. Quel Zoro è proprio un criminale!” Rispose senza guardarlo negli occhi.
Il commento della ragazza suscitò un leggero fastidio al pirata sotto di lei che si mosse leggermente per mostrarle la sua indignazione.
Tashiji divenne pallida all’istante rispondendo all’affronto con un pugno.
Smoker la squadrò da capo a piedi.
“ Che ti succede Tashiji?!” Domandò, Smoker, infastidito dal suo strano comportamento.
“ Mi scusi, capitano, non ho dormito bene questa notte…”
Tashiji non osò guardarlo negli occhi, ma sperava con tutto il cuore che lui non si accorgesse di nulla.
“ Devo informarti di alcune cose. Fatti trovare sul ponte tra una mezzora.”
Il Capitano richiuse la porta e Tashiji poté tirare un sospiro di sollievo.
 
Zoro se la tolse di dosso.
“ Ma ti sembra questo il modo di comportarti?” Le chiese adirato.
“ Dovrei fartela io questa domanda? Forse dovrei farti tornare in cella, rischiavi di farti scoprire!”
Zoro alzò un sopracciglio.
“ Tieni!” Gli disse Tashiji, dopo aver frugato nel suo armadietto di metallo.
“ Cosa?!” Lo spadaccino la guardò stupito, chiedendosi se veramente aveva intenzione di fargli fare ciò che aveva intuito.
“ Ti consiglio di non fare storie, Roronoa. Altrimenti mi vedrò costretta veramente a rinchiuderti di nuovo” Si sistemò gli occhiali corrucciando lo sguardo e avvicinandogli di più gli indumenti che teneva in mano.
“ Non indosserò mai un uniforme da Marinaio! Scordatelo!” Disse Zoro scuotendo la testa.
“E’ l’unico modo per passare inosservato e… scappare.” Rispose a tono Tashiji; lo guardò fisso negli occhi con un’espressione quasi di supplica.
E come se fosse stato ipnotizzato da quello sguardo egli proferì: “ Uff. D’accordo.”
Si arrese prendendo tra le mani l’uniforme.
Si tolse la maglietta, incurante che lei avesse ancora gli occhi puntati su di lui.
Tashiji si girò immediatamente, imbarazzata, mentre lui abbozzò un lieve sorriso, compiaciuto di quella reazione.
“ Adesso, vieni con me!”
Quando ebbe finito di vestirsi, Tashiji aprì la porta e curandosi che la via fosse libera condusse Zoro in una cabina adiacente alla sua. Aprì la porta ed entrarono entrambi.
“ Ascoltami bene, Roronoa. Cerca di stare il meno possibile fuori da questa stanza. Non dare nell’occhio e non parlare con nessuno, nemmeno con me in presenza dei miei uomini. Domani mattina approderemo su un isola, quando saremo li scenderemo e tu…. Scapperai…”
Esitò a dire quell’ultima parola.
L’uniforme gli stava davvero bene.
La giacca bianca senza maniche gli faceva risaltare le larghe spalle e le braccia muscolose.
Il colletto era anche troppo allentato e il fiocco blu legato male, ma quell’aria disordinata e trasandata gli donava molto, mentre i pantaloni stretti e scuri mettevano alla luce la perfezione delle sue gambe. Il tutto era completato dal classico cappello a visiera con la scritta Marina che gli faceva ombra al viso creando una vena misteriosa.
Per un attimo Tashiji si immaginò come sarebbe stato averlo fra i suoi uomini, impartigli ordini e vivere con lui le più emozionanti avventure ma si destò subito da quelle visioni.
“ Tieni!” Gli disse lanciandogli la chiave della cabina.
Si congedò subito dopo.
“ Perché mi stava fissando con uno strano sguardo…?” Pensò Zoro.
 
“Eccomi Capitano Smoker”. Affermò Tashiji raggiungendo il suo capitano.
Smoker era seduto sul ponte con lo sguardo fisso all’orizzonte. Teneva le dita incrociate e come al solito la sua bocca era occupata da due sigari. Il fumo si spargeva nell’aria.
“ Devo parlarti di alcune cose, Tashiji”
La ragazza deglutì. Aveva forse scoperto qualcosa nella cabina?
“ Mi dica, Capitano.” Affermò con una finta calma.
Tutto d’un tratto un sonoro tonfo catturò l’attenzione dei due; si girarono entrambi.
Un marinaio alle loro spalle aveva fatto cadere una cassa di legno lungo le scale e ora costui se ne stava fermo immobile, girato di spalle.
Smoker si alzò dalla sedia e si diresse verso di lui.
Tashiji impallidì all’istante temendo l’identità di quell’uomo.
“ Che cosa combini?!” Urlò Smoker. “ Lo sai che detesto quando mi si rompe la tranquillità”.
Ma il marinaio non disse nulla, non si girò nemmeno.
“Voltati e guardami quando ti parlo!” Smoker alzò ancora di più il tono di voce, era furioso.
Tashiji si irrigidì temendo il peggio.

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Capitolo 4
*** Da soli?! ***


“Voltati marinaio, prima che io perda la pazienza!”
Tashiji rimase immobile, paralizzata.
Alla disperazione, poi, si aggiunse anche la rabbia.
“ Gli avevo detto di non muoversi dalla cabina! E’ forse impazzito?” Pensò osservando la scena fra i due uomini.
E se l’avesse scoperto? Cosa sarebbe successo?
Tashiji non voleva per nessun motivo al mondo rimettere la fiducia del suo capitano.
C’era voluto così tanto tempo per averla e ora stava per perderla in pochi istanti.
“ Ma cosa mi è saltato in mente?” Si domandò trattenendo una crisi di lacrime imminente.
“ Allora! Sono stufo di aspettare!” Smoker inspirò il fumo dai suoi sigari per poi gettarlo fuori dal lato della bocca non occupato da essi.
Tashiji non sapeva cosa fare, quindi decise di agire nel modo più sensato per un marinaio di alto livello come il suo.
Avrebbe confessato tutto, non poteva di certo pensare di assumersi il ruolo di eroina nei confronti di un pirata. Solo in quel momento se ne rese conto.
Al diavolo i buoni sentimenti e le fantasie.
Quella era la realtà.
Prima che potesse aprire bocca una voce le fece ingoiare le parole che stava per pronunciare.
“ M-mi scusi, Comandante Smoker, n-non succederà più…”
Il marinaio si voltò incrociando prima lo sguardo della donna e poi quello autorevole e burbero del Commodoro.
“ Me lo auguro, ora togliti dai piedi!” Disse Smoker con la sua solita gentilezza.
Gli occhi azzuri, colmi di angoscia, del marinaio la guardarono di nuovo, dopodiché la sua bocca, delineata da un filo di barba, tornò a muoversi.
“Sissignore, buona giornata Comandante Tashiji!” Disse, portando la mano sopra il cappello da marinaio per far accenno a un saluto.
Si dileguò poco dopo.
Tashiji rimase scossa ancora per qualche secondo.
“ L’avevo scambiato per…lui… possibile che non abbia notato alcuna differenza?” Tornò a chiedersi, confusa per la momentanea esitazione riguardo le proprie azioni.
Smoker tornò a sedersi, accanto a lei, all’oscuro dei suoi pensieri.
“ Zoro potrebbe essere ancora sulla nave…” Le disse scostandosi i sigari dalle labbra per sbuffare un’altra tirata.
“ Lei dice, Capitano?” Domandò Tashiji cercando di mantenere il controllo.
La paura la stava assalendo di nuovo.
Aveva due scelte davanti a lei: confessare tutto senza esitazioni, oppure continuare a mentire.
“ I due uomini di vedetta la scorsa notte hanno affermato di non averlo visto fuggire. Se così fosse deve essere nascosto sulla nave ma per sua fortuna trovarlo non è compito mio in questo momento…”
Tashiji restò immobile ad ascoltarlo.
“ Nonostante io non mi fidi ciecamente di quei due scansafatiche ho già movimentato alcuni uomini per mettere sottosopra la nave. Al resto pensaci tu, Tashiji. Io mi dovrò assentare per alcuni giorni. I motivi li saprai al mio ritorno. Per ora ti dico solo che ci sarà presto una guerra*.”
“ U-una guerra, Signore?” Chiese stupita Tashiji. Quell’annuncio le fece passare di mente tutti i pensieri riguardo il pirata.
Smoker non le rispose, non era solito ripetersi e nemmeno dare spiegazioni più dettagliate.
Si alzò in piedi e ordinò agli uomini, poco distanti da lui, di preparagli la sua moto rombo di fumo.
Tashiji guardò la figura fiera e potente del suo capitano.
Non lo aveva mai temuto, anzi, aveva sempre nutrito un forte rispetto nei suoi confronti.
“ Capitano Smoker…” Disse deglutendo.
Avrebbe voluto rivelare il suo segreto, buttarsi ai piedi del suo capitano e chiedere perdono per la sua sconsiderata e impulsiva condotta.
Smoker la guardò fissa negli occhi attendendo le sue parole.
“ …conti pure su di me, per la nave…intendo.” Proferì abbassando lo sguardo.
“ Mi fido di te, Tashiji.”
Anche se fredde e prive di sentimento quelle parole le trafissero il cuore, ma non poteva tirarsi indietro, ormai. Avrebbe approfittato dell’assenza del Commodoro per riuscire a far fuggire Zoro.
Una volta sistemata la faccenda, sarebbe tornato tutto normale.
 
Osservò Smoker allontanarsi dalla nave con la sua moto, chiedendosi se veramente sarebbe tornato tutto normale.
 
Tashiji, dopo aver ordinato ai suoi uomini di mantenere la rotta, tornò nella sua cabina.
Prima di abbassare la maniglia si voltò a guardare la cabina dove aveva fatto alloggiare, temporaneamente, Zoro.
“ Chissà cosa starà facendo…” Pensò tirando un sospiro.
Aprì la porta e sgranò gli occhi.
La sua cabina era completamente sottosopra; i cassetti del comodino erano tutti sul pavimento, una marea di indumenti sparpagliati per tutta la lunghezza dell’ abitacolo, biancheria intima su ogni angolo, le coperte del letto aggrovigliate al suolo, il materasso scostato e un Zoro accovacciato intento a frugare nell’unico cassetto ancora colmo di effetti personali.
“ Roronoa!” Urlò raccogliendo un paio di mutandine rosa ai suoi piedi.
“ Cosa stai facendo?!” Sbraitò di nuovo diventando tutta rossa per l’imbarazzo.
“ Sto cercando le mie spade!” Si giustificò lui continuando a rovistare nel cassetto.
“ Torna immediatamente nella tua cabina!”
“ Prima devi ridarmi le mie spade”
Tashiji non gli rispose. Infuriata lo spinse fuori dalla sua cabina chiudendogli la porta in faccia.
“ Dannazione!” Ringhiò Zoro.
La donna appoggiò la testa al muro tendendo l’orecchio per sentire i passi di Zoro e dopo aver udito il rumore della porta prossima alla sua sbattere si tranquillizzò.
Iniziò a sistemare il disordine del pirata.
 
Per tutta la giornata Tashiji passò il tempo sul ponte della nave immersa nei suoi pensieri, interrotti, ogni tanto, da qualche inutile domanda da parte dei suoi uomini.
Zoro, invece, restò chiuso nella sua cabina, vergognandosi di come si era lasciato trattare e di ciò che era costretto a indossare. Non sapeva dell’allontanamento di Smoker e nemmeno di ciò che si erano detti lui e la guardiamarina.
Decise comunque di eseguire gli ordini di Tashiji. 


* Ebbene sì, mi riferisco alla guerra di Marineford ma è solo una piccola citazione, in realtà non centra assolutamente nulla. L'ho accennata solo per collocare temporalmente la storia e per giustificare l'assenza di Smoker (che intralcia i due piccioncini xD)
E anche questo capitolo è fatto!
Ringrazio ancora Iky_Chan94 per la recensione e Gelidha (spero di non averti deluso con questo capitolo, ma vedrai che nel prossimo mi darò da fare per un contatto fisico tra i due xD)
Ringrazio anche a chi segue.
Ciao, alla prossima!
 
 

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Capitolo 5
*** Salvataggio dagli abissi ***


Soffiava uno strano vento quella notte e l’oscurità che stava lentamente ricoprendo il cielo non prometteva nulla di buono.
“ Fa veramente freddo questa notte!” Disse il marinaio di vedetta al suo compagno seduto li vicino.
“ Già ma non ho alcuna intenzione di scaldarmi con te!” Rispose ridendo il compagno.
Tashiji se ne stava sul ponte affacciata al parapetto della nave, il suo sguardo era fisso verso l’orizzonte.
Cercava di trovare un po’ di tranquillità dalla giornata movimentata sulla nave, e soprattutto da Zoro.
Si strinse i lembi della giacca blu, sentendo una folata di vento freddo avvolgerle il corpo, lo stesso che faceva muovere minacciosamente le onde del mare.
La donna non si preoccupò minimamente del tempo, né delle acque impetuose; con tutti i pensieri che fino a quel momento l’avevano tormentata, ora voleva solo un po’ di pace.
Si lasciò cullare da quella notte e dalla brezza marina che le pervadeva il viso.
Una goccia le bagnò la guancia. Chiuse più volte le palpebre e si accorse che aveva iniziato a piovere.
“ Comandante Tashiji! E’ in arrivo una bufera! Attendiamo ordini.”
Tashiji guardò il marinaio di vedetta che osservava l’immensità del mare con un cannocchiale.
Immediatamente si rese conto che la nave stava per correre un grande pericolo continuando a cavalcare quelle onde.
“ Suona la campana d’allarme, tutti gli uomini devono venire subito in sovraccoperta e spiegare tutte le vele! Useremo questo vento per allontanarci da questa zona!”
Il marinaio eseguì gli ordini di Tashiji che per un attimo tremò di paura.
 
Zoro se ne stava sdraiato sul letto della sua momentanea dimora. Con le braccia dietro la testa e una gamba accavallata sull’altra, cercava di dormire.
D’un tratto sentì il rumore della campana.
Ignaro di ciò che stava accadendo, non si curò affatto di alzarsi per controllare.
“ Quanto baccano! Non si riesce a dormire!” Disse digrignando i denti.
Un enorme tonfo, poi, lo fece ruzzolare giù dal letto.
“ Ma che succede?!” Urlò infastidito.
Uscì dalla cabina e vide un enorme numero di marinai che correvano agitati avanti e indietro per il corridoio. Preoccupato, si abbassò meglio la visiera del cappello per non essere scoperto, e si diresse in tutta fretta sul ponte della nave. Rimase a bocca aperta.
“ Ehi tu! Stiamo per essere inghiottiti da quella voragine! Vieni ad aiutarci, non stare lì impalato!”
Zoro girò lo sguardo vedendo il marinaio che gli aveva chiesto aiuto intento a trattenere la corda della vela maestra insieme ad altri marinai.
Alle spalle di quest’ultimi, un enorme vortice stava veramente per spingere la nave sul fondo dell’oceano.
Diamine! Ma dov’è Tashiji?!” Si chiese preoccupato.
La pioggia, intanto, continuava a cadere fitta e il vento soffiava sempre più forte.
Improvvisamente decise di agire.
Si diresse verso la cabina di comando della nave, facendosi spazio tra i marinai.
Entrò nella stanza e, dando un forte spintone al navigatore, impugnò il timone.
“Ehi, tu! Ma cos’hai intenzione di fare?!” Urlò il marinaio a terra.
Zoro non rispose; con tutta la sua forza virò il timone per allontanare la nave dalla voragine, e lo trattenne saldamente giusto il tempo di permettere al bastimento di ristabilire la rotta..
“ Comandante! Ci stiamo allontanando!”Urlarono in coro i marinai sul ponte.
Non è ancora finita” Pensò Tashiji osservando il vortice, che man mano si faceva sempre più lontano e meno minaccioso.
Zoro lasciò la presa dal timone.
“ Mantieni la rotta!” Ordinò, curandosi di non farsi notare troppo il volto, al marinaio che lo osservava, sbigottito della sua forza, dal basso del pavimento
“ Ah… s-si!” Rispose quest’ultimo dopo un paio di secondi.
Il pirata uscì sul ponte. La vide.
“ Ammainate tutte le vele! Questo vento è troppo forte! Ci faremo trasportare fuori da questa zona dalle onde!”Urlò Tashiji con gli indumenti fradici.
Incrociò lo sguardo di Zoro e le venne un tuffo al cuore.
Questa volta è lui! Cosa ci fa qui? Non vorrà mica aiutarci?!” Pensò portandosi la mano al petto.
 
La nave subì un altro scossone; stavolta più potente.
Fu questione di un attimo e Tashiji non riuscì a mantenere l’equilibrio.
Sobbalzò oltre il parapetto della nave e precipitò in mare.
Le acque inghiottirono il suo corpo.
Zoro sgranò gli occhi.
Tashiji!” Urlò nella sua mente.
Digrignò i denti e strinse i pugni attendendo che qualche marinaio si gettasse in acqua per salvarla.
Ma gli uomini attorno a lui non mossero un dito, tremavano, anzi, per la paura.
“Maledizione!” Imprecò lo spadaccino, dopodiché si tuffò senza pensarci due volte in mare.
Tenendosi stretto il cappello alla testa, unico espediente per nascondere l’identità, localizzò gli occhiali di Tashiji che lentamente affondavano nelle acque.
Li prese e se li mise in tasca.
Poco più distante il corpo della guardiamarina stava per sprofondare negli abissi.
Nuotò più velocemente e riuscì a raggiungerla.
L’agguantò per la vita e la portò in salvo in superficie dove ad aspettarli vi era una scaletta di salvataggio lanciata da dei marinai a dir poco sbalorditi dal coraggio di Zoro.
“ Comandante Tashiji!” Gridarono preoccupati.
Zoro risalì la scaletta tenendo saldo, con il braccio libero, il corpo di Tashiji.
La adagiò sul ponte di legno, inginocchiandosi al suo fianco e subito attorno ai due si formò un gruppo di marinai ansiosi di sapere le condizioni della donna.
Zoro teneva la testa bassa; l’oscurità e il movimentato accaduto gli permisero di non destare sospetti.
Tashiji giaceva per terra, con gli occhi serrati e la bocca leggermente aperta.
“ Non si sveglia! Il comandante non si sveglia! Chiamate un dottore, presto!” Urlò un marinaio.
“ Non ci sono dottori su questa nave!” Sbraitò un altro portandosi le mani alla testa.
Zoro la guardò inquieto, pensando al peggio.
Facendosi coraggio appoggiò la testa al petto della donna, vergognandosi per un istante di percepire la morbidezza dei suoi seni sotto la camicetta.
Poteva udire il battito del suo cuore e ne fu sollevato ma un’altra cosa lo fece impallidire.
“N-non…respira…” Proferì cercando di camuffare il più possibile la voce
Tutti i marinai presenti rimasero pietrificati e Zoro si sentì impotente davanti a quella situazione.


Ecco il quinto capitolo.
Inizialmente volevo far succedere qualcosa fra i due ma poi mi è venuto in mente questo, mi dispiace xD ma in questo modo riesco meglio a sviluppare la storia, spero vi sia piaciuto.
Ringrazio sempre Gelidha, Iky_Chan94 e Temari_Ace (stavolta ho messo i pensieri in corsivo e ho cercato di leggerlo più volte per eventuali errori J)
Grazie anche per chi visita ^^
Ciao alla prossima!

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Capitolo 6
*** Contatto ***


“ Che babbeo! Non capisco perché debba sempre cadere in acqua!”
Disse Zoro strizzandosi la maglietta inzuppata d’acqua.
“Non respira, non respira! Chiamate un dottore!” Urlò Chopper girando attorno al corpo di Rufy, disteso sulla schiena e privo di sensi.
“ Ehm Chopper?” Usopp lo fermò facendogli notare la solita cosa.
“ Ah, già, il dottore sono io! Scusate!” La renna rise, grattandosi la testa, poi continuò a parlare: “Dunque i sintomi sono, stato di morte apparente con perdita della coscienza, abolizione dei riflessi e arresto definitivo del respiro, è necessario immediatamente procedere con un  massaggio cardiaco!”
Il dottore adagiò le zampe, una sopra l’altra, sopra al petto del suo capitano e iniziò a spingere più volte fino a quando il ragazzo non si svegliò, iniziando a tossire e a sputare acqua.
Tutti i componenti della ciurma osservarono la scena, in particolare Zoro…
 
Quel ricordo attraversò la sua mente e si chiese se fosse stato veramente in grado di ripetere l’azione del compagno-dottore.
Nel frattempo il cielo si stava schiarendo.
Tashiji non dava cenno di riprendere coscienza e gran parte dei marinai piangevano disperati, mordendosi il cappello e osservando il loro comandante inerme.
Al diavolo!” Pensò Zoro aggrottando la fronte.
Con un gesto veloce e deciso le strappò la chiusura della camicetta facendo saltare i bottoni e scoprendole il petto, coperto da un reggiseno di pizzo nero.
Gli uomini restarono di stucco e imbarazzati, ma nessuno dei presenti tentò comunque di fermarlo.
Non deve essere difficile…” Pensò prima di effettuare la manovra di salvataggio.
Deglutì e appoggiò le mani, una sopra l’altra, sullo sterno di Tashiji.
Iniziò a premere proprio come aveva proceduto la renna-dottore nel suo ricordo.
Dopo varie spinte il corpo di Tashiji compì un lieve movimento.
Zoro continuò, curandosi di dosare forza e leggerezza insieme.
D’un tratto la guardiamarina iniziò a tossire rumorosamente.
Lo spadaccino si fermò, mentre Tashiji prese una profonda boccata d’aria che le riempì i polmoni e le permise di riuscire ad alzarsi in piedi
Barcollò per un istante e con un filo di voce riuscì a dire: “Siamo salvi?”
Tutti i marinai sorrisero, urlando di gioia e lanciando i cappelli in aria.
“ Evviva! Il comandante è salvo!” Gridarono in coro.
Tashiji sorrise, divertita dalla felicità dei suoi compagni nel vederla in piedi, poi guardò Zoro, ancora accovacciato a terra.
Non riuscì a focalizzare bene l’uomo ai suoi piedi. Tutto ciò che vedeva era una massa bianca dai contorni annebbiati.
“Non mi sento bene, marinaio! Aiutami a raggiungere la mia cabina, ho bisogno di riposo.”Gli ordinò.
Zoro si alzò in piedi e inarcò un sopracciglio, poi, pensando che lei stesse recitando, le prese il braccio e se lo portò sulle spalle, tenendola per il fianco, l’aiutò a raggiungere la coperta lasciandosi alle spalle i marinai che ancora urlavano per la gioia.
Che branco di idioti!” Pensò, ricordandosi che nessuno di loro aveva alzato un dito.
Tashiji, invece, non aveva la minima idea di chi la stesse sostenendo in quel momento e nemmeno di chi l’avesse salvata.
Tutto ciò che ricordava era lo scambio di sguardi tra lei e lo spadaccino poco prima di cadere in mare.
Chissà dov’è Zoro?” Fu l’ultimo pensiero della giornata.
 
Tashiji aprì gli occhi di colpo, rimanendo immobile e confusa.
Si accorse di essere nella sua cabina, sdraiata sul suo letto con un gran male alla testa.
Sollevò il busto, passandosi una mano sul volto e facendola scivolare fino al petto il quale notò essere coperto solo dal reggiseno. La sua camicetta era praticamente da buttare, non vi erano più bottoni e i lembi erano tutti sgualciti. Se li strinse comunque per coprirsi.
Allungò una mano sul comodino.
Dove sono i miei occhiali?
Tastò più volte la superficie, per poter trovarli e tornare a vederci bene, ma l’unica cosa che trovò fu un cappello leggermente umido.
“Uh?” Si lasciò scappare, girò la testa e vide una macchia verde offuscata, appoggiata accanto al suo letto.
Strizzò gli occhi, ma per capire di cosa si trattava gli occhiali le servivano gran poco.
Scese immediatamente dal letto e anche se non riusciva a vedere bene capì subito che Zoro era appoggiato sul lato del suo letto.
Dormiva.
Notò anche che non indossava la maglietta, la massa di colore rosa leggermente scuro che si protendeva fino alle gambe spiccò all'istante ai suoi occhi.
“Roronoa!” Urlò.
Zoro si svegliò, intontito dal brusco risveglio, e cacciò uno sbadiglio poco elegante.
La donna lo guardò furente, stringendosi i lembi della camicetta.
“ Roronoa! Non ti facevo così subdolo!”
“ Cosa?!” Domandò confuso il pirata.
“ Cosa mi hai fatto?! Ti sei approfittato di me vero?” Lo accusò puntandogli il dito contro.
Zoro si alzò in piedi intento a difendersi.
“ Ma cosa stai dicendo?!”
“ Ti sei approfittato della situazione, non è così? Mi hai usata per i tuoi scopi! Dillo, ammettilo!”
“ Ragazzina, devi aver bevuto troppa acqua, io non ho fatto proprio nulla! Anzi, mentre i tuoi soldatini gridavano disperati, io sono corso a salvarti!”
“ Di cosa stai parlando?!” Disse avvicinandosi a lui.
Tashiji si accorse che il petto del pirata era solcato da un vistoso squarcio e impallidì all’istante.
D’un tratto si ricordò ogni cosa, la bufera, i marinai e lo scambio di sguardi con lui.
“ I-io sono caduta in mare… sei stato veramente tu a salvarmi?!” Gli chiese emozionata.
Protese, poi, il braccio verso il corpo dello spadaccino e posò una mano sull’inizio del solco nel suo petto.
“ T-ti… sei ferito!” Sussurrò con tono dispiaciuto.
Iniziò, poi, a far scivolare la mano per tutta la lunghezza della ferita, avvertendone la consistenza.
“ C-che fai?!” Chiese lui arrossendo.
Quando la mano di Tashiji arrivò poco più in su del basso ventre dello spadaccino, quest’ultimo si fece scappare un sussulto e le bloccò la mano.
“Tieni…” Le disse tirando fuori dalla tasca dei pantaloni i suoi occhiali e porgendoglieli.
Tashiji li prese e se li mise, sorpresa di scoprire che quella che pensava fosse una ferita, in realtà era una cicatrice chiusa da molto tempo.
“ Non credo comunque che tu mi abbia salvata! Scommetto che lo dici solo per avere la certezza che io ti aiuti a scappare!” Gli disse sistemandosi gli occhiali.
“ Cosa?! Ma se sei tu che vuoi aiutarmi!” Urlò Zoro infastidito dai discorsi della donna.
“ Piano, Roronoa, non ho mai detto che voglio aiutarti! Resti sempre un pirata!”
“ Ma tu sai dire solo questo?!”
“ Non accetto che mi si parli così!” Urlò infine Tashiji.
“ Ricordati che ho ancora un conto in sospeso con te, Roronoa…” In quel momento lo sguardo di Tashiji si fece sempre più familiare al pirata.
“ Ho deciso di andare contro i miei principi, ma non intendo diventare tua amica…”
Ormai Zoro non l’ascoltava più, il volto della donna gli ricordò fin troppo l’amica defunta, quando anche lei, parlandogli dei suoi sogni e delle sue ambizioni, usava quel tono deciso e autoritario.
Indietreggiò, sentendosi a disagio.
Ma Tashiji, invece di stare ferma, avanzava verso di lui in modo ostile.
“ …hai capito, Roronoa?! Non pensare di passarla liscia! E…”
La guardiamarina non riuscì a terminare la frase.
Inciampò bruscamente sulla maglietta di Zoro, lasciata a terra prima di addormentarsi durante la notte e cadde sbadatamente addosso a lui.
I due precipitarono sul letto.
In quel momento i loro corpi, uno sopra l’altro, si donarono e percepirono sensazioni a vicenda.
Zoro poté sentire il seno della donna premuto, sotto il reggiseno, sul suo petto e fu in grado di inalare il suo dolce profumo.
Tashiji avvertì la durezza dell’addome muscolo sotto la propria pancia, e il cavallo del pirata premere contro il suo basso ventre.
I due sudarono imbarazzati e rossi per la vergogna, incapaci di muoversi.
“ Comandante Tashiji!”
Al sentire la voce, proveniente fuori dalla porta, Tashiji scattò immediatamente in piedi, dimenticandosi di ciò che era appena successo.
“ Nasconditi dietro la porta, Roronoa, sbrigati!” Ordinò a Zoro, cercando di ricomporsi.
Il pirata ubbidì sbuffando, quasi dispiaciuto per l’interruzione.
Tashiji aprì la porta tenendo ben coperte le nudità con i lati della camicetta.
“ Ah, comandante, sono contento di vedere che si è ripresa…” Disse il marinaio stando sull’attenti sulla soglia della porta.
“ …sono qui per dirle che c’è un problema…”.


Ciao a tutti!
Tengo a dire che in realtà in caso di annegamento è necessario praticare la respirazione artificiale insieme al massaggio cardiaco ma per alcuni motivi ho scelto di non scriverlo. I motivi sono i seguenti:
  • Non potevo far fare a Chopper la respirazione bocca a bocca su Rufy, e visto che è impossibile che Zoro abbia mai aperto un libro di medicina ho dovuto farlo agire secondo i suoi ricordi
  •  Non è ancora il momento di un bacio fra i due…eheh
Ad ogni modo se le mie scelte sono state fuori luogo ditemelo pure, nel caso, cambierò.
Per questo capitolo mi sa che sono stata un po’ OOC con i due. Vorrei sapere cosa ne pensate, così cambio le note della storia.
Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo.
Ringrazio per le recensioni e per le visite.
Ciao!

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Capitolo 7
*** La guerriera ***


“ Ma com’è possibile?!”
“ E’ stata la tempesta, comandante, ha fatto cambiare rotta alla nave”
Zoro ascoltò la conversazione tra il marinaio e Tashiji e ne rimase sconcertato, ricordando che era stato proprio lui a virare il timone della nave.
“ Abbiamo già ripristinato la rotta verso l’isola più vicina…” disse il marinaio.
“E quanto ci vorrà per arrivarci?” Domandò Tashiji corrucciando lo sguardo.
“ Un giorno, comandante…”
Zoro sgranò gli occhi.
Un altro giorno con questa accozzaglia di pazzi?” Pensò, alzando lo sguardo al soffitto e digrignando i denti.
“ Capisco, marinaio, sono sicura che hai fatto tutto il possibile.”
Tashiji fece cenno di chiudere la porta ma il marinaio la fermò.
“ Comandante Tashiji, un'altra cosa… La squadra movimentata dal Commodoro Smoker non ha rinvenuto alcuna traccia della presenza di Zoro sulla nave. Probabilmente è fuggito durante la tempesta, in ogni caso non credo che abbia avuto molte probabilità di sopravvivere…” Disse.
“ Grazie per l’informazione, marinaio, comunque…” Il marinaio la interruppe.
“ …Un’ultima cosa comandante, dovrebbe dare un riconoscimento al marinaio che l’ha salvata. E’ stato incredibile! Doveva vederlo!” Sorrise grattandosi il capo.
Immagino…” Pensò la guardiamarina.
“ Più tardi ci parlerò di persona. Ora aspettami sul ponte, faremo un po’ di allenamento in attesa di arrivare sull’isola. Devo sgranchirmi un po’ le gambe.”
“ D’accordo, comandante.”
Il marinaio corse in sovraccoperta e Tashiji richiuse la porta incontrando lo sguardo furioso dello spadaccino.
Senza dire nulla si chinò a raccogliere la maglietta dell’uniforme del pirata e gliela gettò addosso.
Zoro la prese e tenendola in mano disse: “Non ci penso nemmeno ad aspettare così tanto! Io me ne vado adesso!” Si infilò la maglietta e dirigendosi al comodino agguantò il cappello e si mise anche quello.
“ Fa pure, Roronoa. Se ci tieni a farti catturare!”
A quelle parole lo spadaccino uscì dalla cabina sbattendo la porta e brontolando qualcosa di incomprensibile.
Tashiji si portò la mano al cuore sentendolo battere forte come mai prima d’ora l’aveva sentito.
 
Stupida ragazzina! Ma per chi mi ha preso?
Zoro era adirato.
Sdraiato sul letto di quella che ormai era diventata la sua cabina continuava a pensare a Tashiji.
Non riusciva a smettere di pensare a lei.
I pensieri si alternavano, da ciò che le aveva detto al loro contatto fisico avvenuto pochi momenti prima.
Poteva ancora sentire il brivido sul suo petto dovuto a quella delicata mano che scivolava lentamente lungo i suoi addominali.
Scosse la testa più di una volta per cancellare quel pensiero ma esso tornava come un tarlo insidioso nel suo cervello.
Si alzò dal letto e si diresse verso la porta.
“Al diavolo, sono stufo di stare qui dentro! Chi vuoi che mi scopra?” Pensò afferrando la maniglia e aprendo la porta.
Quegli idioti non mi scoprirebbero neanche se mi togliessi il cappello davanti a loro…
Zoro uscì e percorse il corridoio tenendo le mani in tasca e la testa bassa.
Non c’era nessuno, il corridoio era completamente vuoto, nonostante ciò cercò di essere il più prudente possibile.
Il pirata continuò la sua passeggiata, salendo le scale che davano all’esterno.
Raggiunse la porta ma invece di aprirla, restò fisso a guardare l’interessante scena che si mostrava ai suoi occhi attraverso la piccola finestrella dell’ingresso.
 
Tashiji si stava allenando con alcuni dei suoi uomini.
Con un abilità, degna di una spadaccina come lei, disarmò uno ad uno tutti i marinai che le si scagliavano contro.
Zoro ne rimase incantato.
Più di una volta l’aveva vista all’opera e anche se nel loro breve scontro a Rogue Town lo spadaccino l’avesse messa alle strette con facilità, egli restava lo stesso ammirato dalla sua bravura.
Le movenze e la grazia della donna lo fecero restare fermo a osservarla.
“ Ehi tu! Cosa stai facendo?”
Zoro si voltò e vide davanti a lui un marinaio. Restò in silenzio.
L’uomo allora spostò la testa in direzione della piccola finestrella.
“ Ah, capisco…” Disse.
“ Il nostro comandante è davvero un’abile spadaccina, nonché un’affascinante donna.”
Zoro arrossì leggermente, tendendo la testa bassa.
“ Molti marinai si sono innamorati di lei… Ma ti conviene non cascarci anche tu. Il comandante Tashiji prende molto seriamente il suo lavoro!” Il marinaio rise.
Zoro rimase a bocca a aperta al sentire quelle parole.  
Che idiota!” Pensò. E d’istinto gli venne da tirargli un pugno in pieno volto ma si trattenne.
“ Se non hai nulla da fare ci sarebbe il ponte da lavare, marinaio!”
L’uomo si diresse verso una cabina e vi entrò dentro lasciando il pirata davanti alla porta, che nel frattempo aveva digrignato i denti con la sua solita espressione sconvolta.
Col cavolo! Qui dentro sono tutti pazzi!” Pensò, correndo verso il corridoio degli alloggi.
Il marinaio tornò indietro con in mano un secchio e uno spazzolone ma lo spadaccino si era già dileguato.
“ Tu guarda che scansafatiche!” Disse sospirando e iniziando a lavare per terra.


Capitolo un po' corto e privo di colpi di scena, lo ammetto U.U 
Ma ciò serve a strutturare la storia 
Ringrazio, naturalmente, chi recensisce e chi segue.
Al prossimo capitolo che sarà sicuramente più avvincente di questo xD 
Ciao!

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Capitolo 8
*** Notte calma sulla nave della Marina ***


Era notte ormai ma Zoro continuava a rigirarsi nel suo letto, incapace di trovare pace.
Aveva voglia di vedere Tashiji, ma nemmeno lui sapeva spiegarsi il perché.
Ricordando gli orari notturni degli uomini della marina del primo giorno decise di uscire dalla sua cabina. Era la seconda volta quel giorno.
Che la vita da marinaio stesse incominciando a piacergli?
No, c’era qualcos' altro.
Uscì e si recò davanti alla cabina di Tashiji.
Cosa sto facendo?!” Si chiese restando impalato davanti alla porta con la mano appena vicino alla maniglia. Dopo pochi istanti la stessa mano andò a passargli il volto sudato.
Si girò, dando le spalle all’alloggio e si diresse verso la sovraccoperta.
Un po’ di aria è quello che mi ci vuole! Questa gente mi sta facendo impazzire!
 
Arrivato all’ingresso che dava all’esterno, aprì la porta e iniziò ad avventurarsi sul ponte della nave.
Si sistemò il cappello alzando lo sguardo verso il posto di vedetta sull’albero maestro, sorprendendosi di non scorgere nessun uomo di guardia.
Che strano…” Pensò, mai si tranquillizzò; si sarebbe potuto godere l’aria fresca e il rumore delle onde in santa pace.
Continuò a camminare tranquillamente osservando l’imponenza della nave.
D’un tratto si fermò vedendo che, appoggiata al parapetto della nave, si trovava proprio Tashiji.
Oh, no!
Benché lo spadaccino sentisse dentro di se l’insensata voglia di parlarle, si voltò indietro e in punta di piedi fece per ritirarsi.
“Roronoa!”
La voce della guardiamarina lo fermò e, alzando gli occhi al cielo, si girò incontrando gli occhi di lei.
“ Cosa ci fai qua?!” Gli domandò Tashiji.
“ Ero venuto a prendere una boccata d’aria!” Alla fine il pirata si arrese e si avvicinò alla guardiamarina, appoggiandosi anche lui alla balaustra della nave.
Stranamente Tashiji non disse nulla, non lo rimproverò e nemmeno gli urlò contro per la sua scappatella notturna.
Così il pirata, per colmare l’imbarazzante silenzio che si era venuto a creare disse: “ Perché ci sei solo tu? Dove sono finiti gli efficienti marinai di guardia?”
“ Ci sono io di guardia!” Rispose Tashiji un po’ offesa per l’ironico aggettivo sui suoi uomini.
“ Quindi potrei andarmene…”
“ Non ti lascerei mai andare da solo per mare! Lo sa tutta la marina che in quanto a orientamento lasci poco a desiderare…!”
“ Che cosa?! Non è vero!” Urlò infuriato Zoro.
Tashiji lo guardò e appoggiando le mani sui fianchi continuò: “ …preferisco lasciarti sulla prossima isola! Almeno potrai chiedere informazioni! Così starò più tranquilla…”
Entrambi sgranarono gli occhi.
Zoro rimase stupito delle ultime parole della donna.
Tashiji rimase sconcertata da ciò che le era appena uscito di bocca.
Il silenzio tornò a regnare.
“ E’ stupendo il mare…” Disse ad un certo punto la guardiamarina.
“ L’ho sempre adorato fin da piccola, insieme alle spade. Sono due cose che mi hanno spinto a diventare un marinaio…”
Zoro restò con lo sguardo fisso al mare, mentre ascoltava ciò che gli diceva la guardiamarina.
“Tu perché ha deciso di diventare un pirata, Roronoa?”
Tashiji si girò verso di lui, curiosa di sapere la sua risposta.
“Non hai molte conoscenze riguardo alla navigazione. Scommetto che uno svitato ti ha ricattato! E tu hai dovuto cedere e diventare un pirata! Scommetto che in verità tu puntavi su qualcos' altro!”
L’anticipazione della donna fece arrossire il pirata che nel frattempo non poté che pensare che questa volta le supposizioni di Tashiji erano vere.
“ In verità anch’io ho sempre avuto una passione per il mare…” Mentì per cercare di stupirla.
“ Non ti credo, Roronoa!”
Ci fu ancora quell’imbarazzante silenzio.
“ Cercavo una persona…” Disse, poi, senza guardarla negli occhi.
“ E l’hai trovata?” Chiese incuriosita la donna.
“ Si…”
Tashiji notò una nota di amarezza nella risposta dello spadaccino, e abbassò lo sguardo.
“ E’ stata questa persona a provocarti quella cicatrice?”
Zoro non rispose e Tashiji capì che era meglio chiudere lì il discorso.
Si allontanò dal pirata in direzione di un mucchio di spade di legno lasciate sul ponte dopo gli allenamenti e ne prese due.
“C-che fai?” Chiese Zoro osservando i suoi movimenti.
All’improvviso una spada gli volò addosso.
L’agguantò guardando di stucco la guardiamarina.
“ Concedimi di finire la nostra battaglia!” Proferì Tashiji mettendosi in posa di combattimento.
“ Ti ho detto che per me era già finita!”
Ma la donna non stette ad ascoltarlo e si scagliò contro di lui brandendo la spada di legno in mano.
Zoro si difese dal colpo spostandosi di scatto e facendo finire per terra la donna.
Quest’ultima lo guardò storcendo il naso.
Il pirata abbassò l’arma e allungò la mano per offrirle aiuto; nonostante ciò Tashiji lo rifiutò.
Tenendo salda la presa alla spada lanciò un colpo al fianco di Zoro che si piegò dal dolore e indietreggiò di alcuni passi.
“ Hai abbassato la guardia. Non ho bisogno della tua indulgenza solo perché sono una femmina!”
“C-cosa?!” Mormorò il pirata mentre si stringeva il fianco con le braccia.
La guardiamarina si lanciò nuovamente all’attacco non lasciando al suo avversario nemmeno un attimo di tregua.
Ma la capacità di Zoro di riprendersi da un simile colpo fu impressionante.
Anche se goffamente, fermò ogni singolo colpo di Tashiji che ogni volta digrignava i denti per il fallimento. Non intendeva combattere contro di lei. Sapeva già come sarebbe andata finire se si fosse impegnato seriamente.
Non che dubitasse delle capacità della guardiamarina ma il frutto dei duri allenamenti e la tecnica acquisita nel tempo erano insuperabili per un marinaio come Tashiji.
Indietreggiò, ansimando, e si preparò a un nuovo colpo.
Zoro l’attese, prevedendo il suo attacco, ma questa volta la donna invece di puntare su un assalto frontale, rivolse l’arma contro la mano del pirata che impugnava la spada di legno. Quest’ultima cadde al suolo.
 
“ Astuta…” Disse, appoggiato contro il parapetto della nave, disarmato e stretto nella morsa di una Tashiji che lo bloccava con la spada alla gola.
“ Non prendermi in giro! Pensi davvero che io possa credere che sia stato così facile?!”
La donna strinse la morsa della spada sulla sua gola.
“ Ti credi superiore solo perché sei un uomo, vero? Non sei cambiato per nulla, Roronoa.”
Zoro non disse niente, incuriosito di quale scusa si sarebbe servita la donna questa volta per dargli del poco di buono.
“ Perché non ti sei impegnato? Ti sembro così debole?!”
All’udire di quella frase il pirata perse la pazienza.
Con un gesto rapido e inaspettato le prese la spada e la ribaltò sotto di lui, invertendo i ruoli e puntandole la medesima arma contro la gola.
Tashiji sgranò gli occhi e deglutì rumorosamente.
Zoro la sentì tremare sotto il suo corpo, una sensazione a lui gradita.
Allontanò l’arma dalla sua gola e la gettò a terra, senza spostarsi di un millimetro da lei.
L’afferrò per le spalle, provocandole un fremito lungo la schiena.
“ Mi sono stufato delle tue sciocchezze! La devi smettere di dire queste cose! Hai delle grandi capacità e se continui ad allenarti diventerai una bravissima spadaccina, ecco cosa credo! Non devi sentirti sottovalutata perché sei una femmina, è una cosa che non soppor…”
Non finì la frase. Le labbra di Tashiji si erano già posate sulle sue.
Inspiegabilmente Zoro non fu affatto sorpreso da quel gesto, come se non aspettasse altro da lei.
Si insinuò nella bocca della donna fino toccare la sua lingua, contraccambiando.
Tashiji tremò nuovamente a quel contatto così intimo.
Lo spadaccino si tolse il cappello per poter baciarla meglio, lasciandolo cadere sul ponte della nave.
Ella chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dall’esperto bacio di Zoro che fece scorrere le mani dalle spalle lungo i suoi formosi fianchi.
“Roron…Z-Zoro…” Sussurrò con voce spezzata la donna quando lui si staccò da lei per riprendere fiato.
Era leggermente imbarazzato ma il gradevole sapore delle labbra di Tashiji lo attraevano così tanto.
Non era solito pensare ai “perché” e al “dopo”, il pirata agiva secondo le sue esigenze e al proprio volere. E in quel momento quello che voleva era soltanto lei.
Zoro si incollò ancora alla sua bocca, premendo il corpo contro quello della guardiamarina sentendolo tremare ancora una volta.
Tashiji si aggrappò al colletto della divisa di lui e sentì le gambe cederle dall’emozione.
Si accasciò per terra trascinando lo spadaccino sopra di lei senza staccarsi mai da quell’esaltante bacio.
Reagisci! E’ tutto uno sbaglio, un grande sbaglio!” Si ripeté dentro di lei, ma le sue azioni le suggerivano il contrario.
Lo spadaccino iniziò a scendere sul suo collo, donandole una serie di baci che la fecero sussultare e la costrinsero a sollevare il mento.
“Z-Zoro, n-no…” Cercò di dire, ma la sua voce era così sottile che quasi non arrivò alle orecchie del pirata che nel frattempo aveva iniziato a sbottonarle la camicetta.
Il calore che le labbra di Zoro emanavano sul suo collo la fecero andare in estasi e per non lasciarsi andare alla passione più sfrenata, affondò le mani fra le ciocche di cappelli verdi dello spadaccino.
Quest’ultimo la sentiva tesa e allo stesso tempo fremere sotto di lui.
Intanto era quasi arrivato all’ultimo bottone.
Distesi sul ponte, i due erano cullati dall’oscillare della nave.
Le aprì lentamente la camicetta mentre assaporava ancora il suo esile collo. Con un dito le abbassò una coppa del reggiseno denudandole un seno.
La donna andò immediatamente a coprirselo con la mano, imbarazzata e con gli occhi pressappoco lucidi.
Il pirata inarcò un sopracciglio, leggermente infastidito, e tornò a premere le labbra contro quelle della donna che, ormai, combattuta da tutte quelle sensazioni, diresse la mano sotto l’uniforme di Zoro lasciandosi scoperta il seno.
Tastò gli atletici addominali dello spadaccino mentre con al’altra mano stringeva i suoi corti capelli.
Sussultò anche lui quando percepì per la seconda volta quella mano che gli accarezzava il corpo.
Con la bocca scese sul petto della guardiamarina e si preparò lentamente a donarle piacere attraverso la punta rosea del suo seno.
“N-no, Zoro, ti prego…” Mormorò appena la donna.
“ N-non farlo…”
Ma Zoro avvicinò lo stesso le labbra su quel punto così sensibile.
“ Non farlo ho detto, Roronoa!” La voce di Tashiji si fece più eminente e costrinse lo spadaccino ad alzare la testa.
La guardiamarina ritirò le mani , si tirò su il reggiseno e si riabbottonò la camicetta.
Lo scansò lontano da lei di colpo, e si alzò in piedi.
“ Avevo ragione a darti del subdolo, Roronoa! Ti vuoi approfittare di me e poi scappare, ma io non ci casco!” Gli urlò contro.
“ Che cosa?! Ma se sei stata tu a baciarmi!” Gridò esasperato Zoro mentre cercava di coprirsi l’imbarazzante erezione.
“ Non cambiare discorso! Voglio che torni nella tua cabina! E che non ti fai vedere fino a domani. Una volta arrivati all’isola te ne andrai e tornerà tutto come prima!”
“ Perché devi sempre inventarti scuse?! Sciocca ragazzina!” Urlò il pirata stringendo i denti e serrando i pugni.
“ Vattene via!” L’urlo furente di Tashiji obbligò lo spadaccino ad andarsene. Raccolse il cappello e se lo rimise. La guardò un ultima volta ricordando il tenero bacio di poco fa, ma capì anche che in quell’istante era impossibile parlarle.
Le diede le spalle, lasciandola sola.
Tashiji cadde in ginocchio premendosi forte il petto e respirando faticosamente.
Si morse il labbro inferiore.
Perché l’ho fatto?” Si chiese, mentre una lacrima le rigava la guancia. 


Ciao! Rieccomi con l'ottavo capitolo!
Decisamente più lungo del precedente, forse un po' troppo >.< spiacente ma i dettagli hot richiedono una descrizione accurata.
Ringrazio Gelidha (che legge nella mente xD), Temari_Ace ( Tashiji non lascerà andare via così facilmente Zoro ^^)  e hikaru90 ( spero ti sia piaciuto anche questo capitolo) 
Naturalmente ringrazio anche chi visita.
Mi scuso se non iesco ad aggiornare velocemente come vorrei ma ho un sacco di impegni ultimamente.
Ciao alla prossima! :)

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Capitolo 9
*** Sentimenti ***


Impossibile riuscire a non pensare a nulla.
Non dopo quello che era successo.
Zoro si buttò sul letto sbuffando e si rigirò più volte.
Era confuso, non riusciva a togliersi dalla mente l’immagine di Tashiji distesa sotto di lui.
Cos’era cambiato in quei giorni?
Come erano potuti finire in quella situazione così intima?
Il bacio di Tashiji lo aveva così scombussolato. Aveva acceso in lui il desiderio di possederla.
Con lo sguardo fisso al soffitto si rese conto di desiderarla, eppure non sapeva nulla di lei.
La conosceva appena ma durante la sua permanenza sulla nave aveva avuto modo di vederla in un altro modo.
Una bella donna, decisa , risoluta e testarda; proprio come lui.
Aveva iniziato a vacillare quando l’aveva salvata dagli abissi, si era buttato in acqua senza alcuna esitazione perché in fondo ci teneva.
Ora non pensava più a lasciare la nave, l’unico pensiero fisso era lei.
Che cosa mi sta succedendo?” Si domandò sentendo dentro di lui avvampare sempre di più il desiderio di alzarsi e tornare da lei.
L’aveva lasciata sul ponte della nave, senza neanche provare a reagire.
E se l’avesse fatto? Se fosse rimasto?
Scosse la testa.
Non avrebbe mai potuto costringerla a fare qualcosa che non voleva, anche se sapeva bene che lei stava negando i suoi sentimenti, altrimenti non si sarebbe mai avvicinata a lui.
Pensò di essere stato troppo brusco ma si ricordò ancora che era stata lei a trascinarlo in tale circostanze.
Aveva certamente notato che nei suoi occhi si era acceso un barlume di desiderio.
Che ragazzina stupida!” Pensò.
Come poteva accusarlo in quel modo quando era palese che lei era la prima a voler qualcosa da lui.
Appena sarebbero arrivati su quell’isola lui se ne sarebbe andato, e chissà se l’avrebbe mai più rivista.
Adesso il pensiero di abbandonare quella nave lo spaventava, perché non poteva e non voleva andarsene senza dirle nulla.
 
Cos’ho fatto?!” Si chiese la Guardiamarina mentre piangeva in silenzio.
Desiderava con tutta se stessa tornare da lui e chiarire ogni cosa.
Era ancora inginocchiata a terra con il cuore che sembrava uscirle dal petto.
Uno sbaglio! E’ stato solo uno sbaglio.” Continuava a ripetersi.
Non avrebbe dovuto essere stata così impulsiva.
Ella vedeva in Zoro una persona speciale ma non si sarebbe mai immaginata di poterlo bramare in quel modo, tuttavia pensava ancora a come sarebbe stato abbandonarsi completamente a lui.
Si ritrovò a chiedersi se lo amava, dopotutto se non gli importava nulla di lui non lo avrebbe mai liberato e aiutato a nascondersi fra i suoi uomini e fondo aveva sempre provato qualcosa per lui, fin dal loro primo incontro.
Ogni volta che sentiva parlare di lui le batteva forte il cuore ed ora piangeva, piangeva perché i suoi sentimenti non potevano avere un fine.
Perché lui era un pirata e lei un marinaio.
Sarebbe stato un amore troppo illogico, eppure lei sentiva di non poter negare ancora per molto i suoi sentimenti.
Il contatto fisico fra i due nella cabina, dopo che lo spadaccino l’aveva salvata, l’aveva turbata assai.
Era felice di essere stata messa in salvo da quell’uomo piuttosto che da uno dei suoi marinai, le aveva fatto capire che in fondo Zoro non era poi così malvagio.
In quel momento comprese di non voler lasciarlo andare.
“ Perché devi sempre inventarti scuse?! Sciocca ragazzina!”
Si ricordò delle parole di Zoro di qualche istante prima, e le venne un tuffo al cuore.
E se avesse avuto ragione? Se le sue fossero solo scuse per giustificare le sue azioni?
Tashiji abbassò la testa e guardò fisso il pavimento del ponte.
No! Le mie non sono scuse. Questa storia deve finire, adesso!
 
La porta si spalancò di colpo.
Zoro era ancora sveglio, per tutta la notte non aveva chiuso occhio.
Tashiji lo guardò senza mostrare alcun sentimento mentre lo spadaccino attendeva le sue parole.
“ Siamo arrivati, Roronoa!” Disse con tono imperioso.
Zoro si alzò dal letto.
“ Bene… quindi mi ridai le mie spade, e posso andarmene!” Proferì quella frase cercando di essere il più indifferente possibile.
I due fecero finta di niente nonostante dentro di loro ardeva la voglia di parlare di ciò che era successo la notte prima.
“ Non così in fretta, Roronoa. Non posso lasciarti ancora andare, alcuni dei miei uomini sono già scesi sull’isola per fare rifornimento. Rischieresti di farti riacciuffare…”
Figuriamoci!” Avrebbe voluto dirle, ma pensando che fosse l’ennesima scusa per non farlo andare via stette zitto ad ascoltarla.
“… Non posso lasciarti da solo sulla nave, per cui mi accompagnerai in giro.”
“ Che cosa?!” Sbraitò lo spadaccino. “ Per chi mi hai preso?! Non sono mica il tuo cagnolino!”
Tashiji arrossì.
“ Non ho mica detto questo, Roronoa!” Urlò anche lei.
“ Vedi di fare ciò che ti ho detto, se non vuoi finire nei guai!”
Tashiji si girò e si incamminò per il corridoio.
Zoro sbuffò e si decise a seguirla.


Ciao!^^ Capitolo introspettivo, ho voluto dedicarlo ai sentimenti dei due protagonisti perchè fino ad ora non ho mai chiarito i loro sentimenti e i loro pensieri.
Insomma spero gradiate l'idea xD
Dovrei riuscire a aggiornare con il prossimo capitolo più velocemente.
Grazie per le recensioni, a chi segue, a chi visita e a chi l'ha ricordata xD
Ciao!!

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Capitolo 10
*** Compere sull'isola ***


“ Isola di Yukata…” Pronunciò Zoro leggendo l’enorme insegna sopra di lui sul pontile dell’isola.
“ Che strano nome…”
“Muoviti!” Gli intimò Tashiji interrompendolo e iniziando a camminare verso il paese.
La guardiamarina teneva in mano la sua fidata spada, nel caso si fosse presentata l’evenienza di usarla.
Zoro indossava ancora l’uniforme da marinaio, ma si consolava pensando che fra non molto se ne sarebbe potuto sbarazzare.
I due si avviarono in mezzo agli edifici di quello sconosciuto paesino il quale raccoglieva molta gente intenta a fare compere nei negozi.
Zoro si sentì subito a disagio notando che le persone attorno a loro li osservavano per via delle loro vesti.
Continuarono a passeggiare, tenendo il silenzio e aspettando che uno dei due pronunciasse anche solo una parola.
Passando per le vie colme di botteghe e negozi, Tashiji d’un tratto si fermò davanti a una vetrina rimanendo colpita da uno stupendo abito messo in mostra.
Lo spadaccino notò il suo sguardo fisso e incantato, e si lasciò scappare un sorriso.
“Che stai guardando?” Le chiese sbeffeggiandola.
La guardiamarina allontanò subito lo sguardo e strinse forte la spada fra le mani.
“Niente…” Disse facendo per andarsene.
Zoro osservò l’ indumento e con tono ironico pronunciò: “ Allora il comandante della nave della marina ha scoperto di avere un lato femminile!”.
“ Cosa intendi dire, Roronoa?!” Strepitò la donna imbarazzata.
“ Niente…” Mormorò con finta indifferenza lui.
Tashiji, irritata e indispettita, prese quelle parole come una sfida e, dando una spallata al compagno, entrò nel negozio.
“ Ehi! Ma che fai?!”.
 
Zoro si ritrovò seduto su una sedia del negozio con le braccia conserte e lo sguardo corrucciato.
Tu guarda in che situazione mi sono andato a cacciare!” Pensò sbuffando.
La guardiamarina era dentro al camerino da più di mezzora e lo spadaccino non riusciva a capire il motivo del suo improvviso capriccio.
Imbarazzata e impacciata la donna si guardò allo specchio con indosso quell’abito che l’aveva colpita così tanto.
Era un lungo kimono completamente bianco, candido come la neve, tenuto chiuso da una fusciacca  
del medesimo colore. Le maniche larghe e lo spacco che lasciava scoperta una gamba le donavano grazia ed eleganza e la stoffa scivolava dolcemente lungo tutte le sue curve.
“Allora?! Hai finito?” Urlò il pirata dall’altra parte della tenda del camerino.
Tashiji ritornò alla realtà e se lo tolse immediatamente.
Non poteva di certo uscire conciata in quel modo, soprattutto sotto lo sguardo dell’uomo che fino alla notte prima stava sopra di lei.
Ciò nonostante le parole di sfida dello spadaccino avevano acceso in lei una strana smania.
Non voleva ammetterlo ma ogni parola, ogni frecciatina da parte di lui la faceva uscire di testa ed ora si trovava in un camerino di un negozio a provare uno stupido abito che mai avrebbe pensato di indossare se non fosse stato per lui e la sua istigazione.
Quanto odiava quelle sensazioni, quanto avrebbe voluto non dare bado alle provocazioni di quell’uomo.
Cosa sto facendo?” Si domandò osservando la sua immagine allo specchio.
Un’immagine che quasi non le apparteneva.
Smettila di comportarti come una stupida! Sei un marinaio, non una donna qualsiasi! Cosa penserebbe di te il Comandante Smoker se ti vedesse adesso?!
Le tornò alla mente il suo capitano, la sua espressione burbera, i suoi rimproveri e tutti i discorsi fatti con lui. Abbassò il capo sentendo dentro di se la voglia di urlare per sfogare tutte le sue frustrazioni.  
Tuttavia era inutile continuare a combattere contro il proprio cuore.
Tashiji si rivestì in fretta e furia e uscì dal camerino superando Zoro, senza donargli un minimo di considerazione.
Prese la spada appoggiata al muro e, con in mano l’abito piegato, si diresse verso la commessa del negozio.
“ E adesso cosa ti prende?!” Chiese Zoro sempre più confuso dall’atteggiamento della guardiamarina.
La vide pagare e uscire subito dopo, senza nemmeno aspettarlo, come se si vergognasse dell’azione appena fatta.
Proprio non la capisco!” Pensò affrettandosi a raggiungerla.
 
“ E’ proprio una bella giornata…” Cercò di dialogare Zoro, mentre camminava con le mani dietro la testa e lo sguardo rivolto verso il cielo.
“ Si…”
Tashiji si nascondeva dietro al pacchetto dell’abito, intimidita dalla minima parola del pirata.
“ Anch’io vorrei comprare qualcosa…”
“Peccato che tu non abbia l’ombra di un soldo, Roronoa!” Lo schernì la guardiamarina, ridendo sotto i baffi.
Zoro la guardò infastidito fino a quando qual cos’ altro non catturò la sua attenzione.
“ Ehi, c’è una locanda…potremmo bere qualcosa!”
Tashiji alzò lo sguardo e dopo alcuni secondi fece cenno di si con la testa.
“ Naturalmente offro io…” Sospirò raggiungendo l’edificio.
 
Si sedettero al bancone della locanda, entrambi stando attenti a non incrociare lo sguardo l’uno dell’altra.
Zoro ordinò una bottiglia di sakè e Tashiji un bicchiere d’acqua.
Quando arrivarono le ordinazioni la donna si decise a rompere il silenzio.
“ Non sapevo avessi anche il vizio di bere…”
“ Per tua informazione non è un vizio, ma non mi aspetto che tu capisca…” Zoro si portò alla bocca la bottiglia sorseggiando con gusto la bevanda.
Nuovamente indispettita la donna rimase a fissarlo per alcuni secondi, aggrottando la fronte.
Dentro di se sentiva crescerle una rabbia improvvisa. Era stanca del tono con cui Zoro si rivolgeva nei suoi confronti, ed era stanca anche della sua aria di superiorità.
“ Una bottiglia di sakè anche per me!” Urlò, poi, in direzione del barista il quale non mise molto tempo a portargliene una.
Lo spadaccino alzò un sopracciglio, interessato a quale altra stravaganza si sarebbe inventata Tashiji.
Quest’ultima prese la bottiglia e in modo poco aggraziato ne bevve un lungo sorso, finendo per appoggiarla rumorosamente sul bancone.
Strinse i denti, per il gusto acre e amaro del liquido ancora sulle labbra.
Il pirata sorrise, divertito dalla scena e alzò la sua bottiglia.
“Alla tua salute!” Enunciò ironicamente bevendo un altro sorso.
Tashiji lo guardò abbattuta, vedendo la facilità con cui trangugiava la bevanda e si fece coraggio a bere un altro goccio.
Un sorso dopo l’altro e i due continuarono a bere scambiandosi delle occhiate di competizione.
Poco dopo il rumoroso posare delle due bottiglie sul bancone sancì la fine di quella particolare sfida.
“Ah! Davvero dissetante!” Disse Zoro pulendosi le labbra con la mano.
Tashiji non poté dire lo stesso.
Un giramento di testa la colpì improvvisamente.
“Oh…” Mormorò sentendo la testa divenire sempre più pesante.
“E-ehi! Cosa ti prende?”
La donna si accasciò con la testa sulla spalla dello spadaccino il quale arrossì all’istante.
Alzò lo sguardo al soffitto e portandole il braccio attorno al proprio collo l’aiutò ad alzarsi.
Prese la sua spada, insieme al precedente acquisto.
“ Ehi, voi due! Avete intenzione di pagare spero!” Pronunciò seccato il barista, vedendo che Zoro stava per andarsene.
“ Tieni…”
Tashiji tirò fuori dalla tasca alcune banconote e le mise sul bancone.
“ Che belli ufficiali che possiede la marina!” Disse l’uomo prendendo i soldi.
Zoro digrignò i denti e lasciò andare Tashiji.
La spada e la busta contenente l’abito non fecero neanche in tempo a toccare il pavimento.
Zoro si era già gettato a capofitto sul bancone per prendere per il colletto della camicia quell’uomo.
Alzò la mano serrandola in un pugno.
“Cerchi guai amico?! Ti abbiamo anche pagato!” Disse a denti stretti davanti agli occhi sbigottiti delle persone sedute li vicino.
“ Fermati!” Gli urlò Tashiji mentre raccoglieva gli oggetti caduti.
Zoro lasciò andare l’uomo e tornò dalla guardiamarina, aiutandola a raggiungere l’uscita della locanda.
“ Si andatevene! Ed è una fortuna che io non informi i vostri superiori della vostra condotta!”
La minaccia fece da sottofondo ai due compagni, che con la testa bassa lasciarono il locale.



Ciao!
Ecco il capitolo 10. Ho voluto descrivere alcuni momenti insieme della coppia, il nome dell'isola si riferisce naturalmente all'acquisto di Tashiji xD
Spero vi piaccia.
Al prossimo capitolo Ciao! :)

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Capitolo 11
*** Incontri ***


“ Su, forza… ti riporto alla nave.” Esortò Zoro prendendola in braccio, sentendosi in colpa per quanto avvenuto.
A pensarci bene sarebbe potuto scappare.
Avrebbe potuto lasciarla li e andarsene per i fatti suoi, uscire finalmente da quelle situazioni imbarazzanti, ma il pensiero di abbandonarla non gli passo per niente nell’anticamera del cervello.
“ Ti ringrazio… Zoro.” Sussurrò piano la donna.
“Come, prego?”
Lo spadaccino sgranò gli occhi non del tutto sicuro di aver udito quelle parole.
“ Ho detto grazie… per avermi difesa…” Ribadì Tashiji con il corpo abbandonato al sostegno di lui.
Rimase zitto, non trovando le giuste parole per una giusta risposta da darle.
Tashiji era ancora scossa, e in quel momento si sentì veramente inferiore a lui.
Pensò al suo gesto, e capì di aver sbagliato. Non aveva mai bevuto prima d’ora, nemmeno insieme al comandate Smoker. Doveva immaginarsi di non riuscire a reggere l’alcol.
La infastidiva essere nuovamente aiutata dal pirata ma allo stesso tempo si sentiva bene accanto a quell’uomo. Erano di nuovo così vicini. Con la testa appoggiata sul suo petto Tashiji poteva addirittura sentire i battiti del suo cuore. Si sentì protetta e al sicuro fra quelle braccia.
Insieme si avviarono verso il molo dove era ormeggiata la nave.
Zoro attraversò i vicoli del paesino, naturalmente sotto indicazione di Tashiji la quale sorrideva ogni volta che lo spadaccino sbagliava strada.
 
Arrivati in una zona di mercato, piena di bancarelle e venditori lo spadaccino si fermò di colpo.
Sgranò gli occhi e sbiancò in volto.
Un ragazzo dal naso lungo e con degli strani occhiali sulla testa, alcuni metri distanti dai due, era intento a fare compere.
Usopp?!
Zoro rimase fermo notando il compagno fra tutta la gente intorno.
“ Cosa ti prende?” Chiese Tashiji vedendo Zoro immerso nei suoi pensieri.
“ Perché ti sei fermato?”
“N-niente…” Proferì il pirata rassicurandola.
Fortunatamente Tashiji non aveva visto il compagno di Zoro.
Usopp si girò di scatto e notò subito lo spadaccino.
Digrignò i denti e iniziò a sudare freddo. Iniziò a correre subito dopo a gambe levate.
Che idiota! Non mi ha neanche riconosciuto!” Pensò Zoro osservando l’amico fuggire.
Ma d’altra parte l’abito da marinaio lo rendeva irriconoscibile.
Cosa ci faceva Usopp su quell’isola?
Ciò voleva dire che anche gli altri si trovavano sul medesimo luogo.
Lo stavano forse cercando?
Certo che mi stanno cercando, devo sbrigarmi a concludere questa situazione. Questa è l’occasione per tornare sulla Sunny prima che prendano il largo!
“ Zoro!” Urlò Tashiji cercando di riportarlo alla realtà.
Lo spadaccino tornò a incamminarsi senza dare risposta alla guardiamarina.
Doveva pensare ad andarsene da lei al più presto, anche se quel pensiero lo amareggiava assai.
 
Fortunatamente la maggior parte dei marinai stavano facendo una pausa. C’era chi dormiva sul ponte, chi riordinava dei barili e chi si godeva la brezza marina sul parapetto della nave.
In questo modo Zoro poté raggiungere la cabina della guardiamarina senza troppe cerimonie.
La adagiò sul letto e fece per andarsene.
“Dove vai?” Chiese Tashiji.
“ Torno nella mia cabina… quando ti sei ripresa dimmelo. Devi ridarmi le mie spade così me ne potrò andare.” Le ricordò lui.
“ Quindi è solo per questo che ti sei preso cura di me, Roronoa… anche la notte in cui mi hai salvata dall’oceano…”
Zoro sgranò gli occhi.
Ci risiamo!” Pensò, capendo che la guardiamarina aveva intenzione di riaccendere una nuova discussione.
“… Ma certo! E’ sempre stato così, non ce l’avresti mai fatta a fuggire da solo. Hai bisogno del mio aiuto.”
Tashiji si portò una mano alla testa che ancora le girava.
Sperò con tutto il suo cuore che le supposizioni appena fatte fossero vere.
Sarebbe stato più facile rinnegare i propri sentimenti se il comportamento di Zoro nei suoi confronti fosse stato solamente per puro scopo egoistico.
Se l’avesse salvata per non perdere un ancora di salvezza dalla marina.
Se avesse ricambiato il suo bacio per paura di offenderla.
Se si fosse preoccupato per lei solo per assicurarsi di riavere indietro le sue spade e fuggire.
“ No… non è così…” Disse lui, arrossendo.
Le parole del pirata le arrivarono dritte al cuore, trafiggendola, abbattendo tutte le sue barriere, tutta la sua determinazione, il suo coraggio e le sue certezze.
Zoro le si avvicinò. Allungò una mano e le accarezzò la guancia.
La donna lo guardò profondamente.
In quel momento ebbe solo una certezza.
Per quanto si sforzasse di pensare male di lui, era chiaro che ricambiava nel modo più innocente i suoi sentimenti.   
Tremò e impallidì al solo pensiero.
Non poteva, non potevano amarsi.
Deve essere una persona speciale…
Questo era il pensiero che le girava per la testa pochi giorni prima, ma ora stava cercando in tutti i modi possibili di soffocarlo.
Scacciò la mano di Zoro dal suo volto e si alzò a mezzo busto restando seduta sul letto.
Il pirata indietreggiò di qualche passo.
Questa storia deve finire adesso!” Pensò la donna, preparandosi a ciò che stava per dire.
“ Ora basta, Roronoa! Non so che cosa tu ti sia messo in testa di fare ma se pensi che io abbia dimenticato il tuo comportamento di ieri notte, ti sbagli di grosso!” Sbraitò senza riprendere nemmeno per un attimo il fiato.
“ La sola cosa che provo per te è il disgusto! Penso che tu sia un vile, subdolo, violento pirata! Avrei dovuto lasciarti dov’eri perché questo è il compito di un marinaio! Catturare i pirati come te.
Vattene! Vattene da questa nave e spero di non rivederti mai più!”
Zoro la guardò sbalordito.
Non ebbe la forza di ribattere e di difendersi, ma solo di andare via da lei.
Quelle parole, inspiegabilmente, gli fecero male più della lama affilata di una spada
Non disse nulla sotto lo sguardo stupito di Tashiji.
Uscì per l’ennesima volta dalla sua cabina.
Tashiji si gettò sul letto affondando la testa sul cuscino e iniziando a bagnarlo con le proprie lacrime.
 
Si svegliò, sobbalzando sul letto e si ritrovò a chiedersi per quanto tempo avesse dormito.
D’un tratto spalancò gli occhi.
Ma che cosa ho fatto?!” Si chiese mordendosi il labbro inferiore.
Aveva detto veramente quelle orribili cose all’uomo per cui provava un forte sentimento?
Abbassò la testa, vergognandosi e provando una forte avversione per ciò che le era uscito dalla bocca.
Aveva rovinato tutto.
Si alzò in piedi e guardò fuori dall’oblò della sua cabina.
Il sole stava lentamente calando per lasciar spazio alla notte e il mare si era colorato di un’arancione brillante.
Forse…Forse sono ancora in tempo per rimediare…” Si rincuorò ricordandosi che, dopotutto, possedeva ancora le preziose tre spade del cacciatore di pirati. 



Ciao!
Come noterete siamo agli sgoccioli di questa storia u.u 
Non mancano ancora molti capitoli, spero comunque che continui a interessarvi il finale xD
Detto ciò spero sia piaciuto anche il capitolo 11.
Grazie per le recensioni, per le visite, per seguirla.
Ciaociao! :)

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