Deidara's Chunin Exam di Silvar tales (/viewuser.php?uid=65403)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Test Scritto ***
Capitolo 2: *** La Foresta della Morte (1) ***
Capitolo 3: *** La Foresta della Morte (2) ***
Capitolo 1 *** Test Scritto ***
Vapore.
Ore dieci,
lezione di pratica.
Obiettivi dell'aspirante genin:
prendere familiarità con la nobile e antichissima arte degli
shuriken,
tramandata di...
“Coglione
in
cretino”, ribatté sarcastico Deidara, cestinando
il libro di
teoria e spogliandosi per entrare nelle docce comuni, dopo l'ora
massacrante di allenamento.
“Che
brutta
ferita”, osservò Sasori, il trovatello di Suna,
entrando nello
scompartimento con il corredo medico. Con la scusa di
volergli
fasciare la spalla.
Deidara
annuì, sul
punto di svenire dall'anemia, dal calo di zuccheri e dai fumi
bollenti che trasformavano ogni briciolo di forza rimastagli in
sudore. Il tutto era incredibilmente etereo e cristallino. Persino il
grattare della garza sulla pelle, persino i tocchi delle dita di
Sasori.
Sasori poi era
così... soporifero.
Con quel viso
delicato, quel fare riflessivo, quel fisico soprattutto.
I capelli bagnati e
gli occhi grandi e castani, la pelle pallida, i fianchi snelli...
“Deidara”.
“E-eh?”
“Guardami negli
occhi”.
Neve.
“Mi
raccomando, niente alcol e niente
porcate”.
La voce antipatica del capo sicurezza
gelò il mucchietto di studenti infreddoliti, rannicchiati
sui
pavimenti delle classi nei loro sacco a pelo.
“E dormite”, aggiunse, prima di
continuare il giro di pattuglia.
Notte
di gelo.
L'occupazione del liceo era iniziata
silenziosamente, smorzata da una calotta di ghiaccio.
La neve continuava a cadere,
imbiancando la città in rivolta; la notte trascorsa
all'interno
della scuola diventava fiabesca.
Dopo le nove veniva attuato il
coprifuoco, e il gigante di cemento si fondeva col buio come un'ombra
zuccherata.
Sasori, avviluppato in una coperta, si
avvicinò strisciando al suo compagno di classe.
“Stai dormendo Deidara?” Gli scostò
i capelli biondi, scherzoso.
Il ragazzino scosse la testa,
appoggiandosi con la schiena al termosifone tiepido e accennandogli
un bacio sulla guancia.
Nessuno all'interno della classe sapeva
della loro relazione.
E quella sera magica sarebbe stata
un'occasione perfetta.
La
neve continuava
a cadere, ma non avrebbero demorso.
Silvar
Tales: 8,25 (arr. 8.3)
Vapore
→ 8,5
Mi
ha fatto cadere dalla sedia il caratterino di Deidara e la sua uscita
sul testo del libro (geniale!) e ho apprezzato molto la presenza di
Sasori con la scusa della ferita da curare... ^^
Neve
→ 8
Simpatica
l'idea di farli dormire a scuola nei sacchi a pelo e, soprattutto, la
contrapposizione tra la neve esterna e il calore interno tra i due
giovinastri!
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Capitolo 2 *** La Foresta della Morte (1) ***
The
Chunin Exam! indetto
da Shark
Attack
Secondo turno, La foresta della
morte.
Raffreddori
e Sabbivori
Avevano
trascorso l'intero pomeriggio
piegati fra le erbacce, fra i papaveri e i ronzii delle api, a
tastare il terreno alla ricerca del prezioso rotolo del cielo,
conquistato con grande fatica e sacrificio e perso in un batter
d'occhio tra le sterpaglie.
Il caldo, a tratti tropicale a tratti
torrido non li aveva perdonati, e le imprecazioni e gli insulti
gratuiti di Deidara regalati a qualunque cosa si muovesse non
aiutavano a rendere sopportabile il tutto.
“Tsunade, il tuo culo mi copre la
visuale”, fece sarcastico il ragazzo, ignorando le occhiate
timorose di Temari.
Effettivamente, un'intimidazione del
genere rivolta alla principessina di Konoha era un chiaro e voluto
intento suicida.
Eppure, l'ostinato esaminando riuscì a
schivare tutti i colpi mortali che gli vennero gentilmente rivolti,
rifugiandosi come un gatto sul ramo di un salice.
Deidara sarà anche stato un ragazzino
debole e instabile nel combattimento ravvicinato, ma nella nobile
arte del svignarsela era infallibile.
“Bravo, stai pure appollaiato lassù
come un fagiano e manda a puttane tutto il nostro faticosissimo
lavoro di mimetizzazione!”
Scherzi a parte, c'era davvero il
rischio che qualche genin l'avesse già adocchiato, con
quella chioma
giallo evidenziatore che si ritrovava.
“E chi è stata quella cogliona che
ha perso il rotolo quando siamo caduti nelle sabbie mobili?”
infierì il ragazzo, scendendo lesto dal salice.
“Sfido io, erano sabbie mo-bi-li”,
scandì altezzosa la bambinetta di Suna, colta nel vivo,
“non
pozzanghere, Deidara!”
Dopo quella - non rara - litigiosa
parentesi, i tre aspiranti chunin si rassegnarono ad addentrarsi
nuovamente nella distesa aggrovigliata di graminacee e pollini,
sperando di trovare, avvistare, scivolare per
sbaglio sul
fantomatico rotolo.
Ma ci fu poco e nulla da fare.
La steppa raccolta tra la cerchia degli
alberi, benché non fosse sterminata di per sé, si
rivelò un vero e
proprio labirinto infernale, e attraversarlo pretendendo di uscirne
vivi senza essere morsi dalle famigliole di serpenti sabbivori era
una vera e propria utopia.
Temari non aveva ancora potenziato
abbastanza la tecnica del richiamo, e il modesto vortice che riusciva
a produrre col ventaglio non sarebbe bastato a muovere nemmeno il
gambo di quei rovi tenaci.
Non restava che farsi coraggio e
seguire il dubbio senso dell'orientamento di Tsunade, che algida li
guidava attraverso invisibili sentieri al seguito di chissà
quali
tracce che solo lei riusciva a notare.
Alle dieci di sera erano ancora alle
prese con l'enigma più imbarazzante della loro carriera
ninja,
ovvero da quale parte andava girata la cartina.
Perlomeno, in tutto quel quadro
disastroso, c'era un lato positivo.
Deidara aveva acquistato un valente
compagno di viaggio.
Dopo aver attraversato chilometri di
distese floreali e di fieno secco ed umido, dopo aver inalato tutte
le varietà di spore e aghetti lattiginosi, iniziò
a starnutire come
un dannato, e non smise più per tre giorni.
Sembrava proprio che quel gradevole
raffreddore sarebbe stato il suo fedele amico in quella disastrosa
avventura; di certo non l'avrebbe abbandonato facilmente.
Sfogò l'ennesimo starnuto in un
fazzoletto, dal quale riemerse con un paio di occhi rossi e gonfi.
“Forza, cerchiamo di finire questo
esame”.
Silvar
Tales con “Raffreddori e Sabbivori”
Valutazione:
4/5 Grammatica
5/5
Stile
10/10
Originalità
8/10
Attinenza
0/1
Prompt
5/5
Gradimento Giudice
Tot:
32
Per
prima cosa: il prompt scelto sarebbe amico? Cioè, il
simpatico raffreddore?
Passiamo
alle cose serie. La grammatica è decisamente a posto (a
parte il fatto che non esiste “sabbivoro”) come
anche lo stile e come hai gestito ogni cosa. I personaggi sono ben
sistemati, ognuno al proprio posto e con la giusta caratterizzazione,
per quanto Temari in realtà sia ben più forte di
quel che hai descritto (ricordi com'era andato l'incontro con TenTen
alle eliminatorie?); inoltre hai detto che è lei ad essere
finita nelle sabbie mobili e dubito che proprio un'abitante di Suna
possa cascarci. Mi piace molto come hai descritto l'ambiente e la
ricerca del rotolo, nonché la tua ironia spruzzata qua e
là per rendere più simpatica la ricerca. Deidara
mi sembra ben IC per la sua età e, dal momento che
è una sfida inventarlo a dovere, direi che l'hai vinta.
L'ambiente di terra non potrebbe essere più descritto di
così e il fatto che sia giorno è indiscutibile
(non troverebbero il rotolo nemmeno dopo due secoli, altrimenti), ma il
fatto che il prompt scelto non è esattamente definito -anzi,
faticosamente intuibile- è una vera pecca ai fini del
superamento dell'esame.
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Capitolo 3 *** La Foresta della Morte (2) ***
The
Chunin Exam! indetto
da Shark
Attack
Secondo turno, La foresta della
morte.
Acqua e Ruggine
Dopo
due giorni di marcia sostenuta si
erano imbattuti in uno specchio d'acqua, ben mimetizzato tra le
fronde dei salici e i nodosi tronchi degli alberi.
Con il sudore e la varia sporcizia che
si trovavano addosso, i tre avventurieri si lasciarono andare in un
sospiro di sollievo.
“Che aspettiamo?” Deidara cominciò
a spogliarsi, davanti ad una Tsunade scandalizzata che cercò
di
mollargli un ceffone. Temari si limitò a scuotere la testa e
a
sbuffare un maschi!, poi alzò le spalle
noncurante e decise
di imitare il ragazzino.
“Cosa credete di fare voi due?”
Sbraitò la maggiore, con gli occhi fuori dalle orbite.
“Secondo te?”
“Tsu, se non vieni mi rifiuterò di
dormire in tenda con te, stanotte”, sghignazzò
Deidara, rischiando
per la quarantacinquesima volta in quel giorno di morire in malo
modo.
“Vorrà dire che dormirai fuori,
moccioso viziato!” Sbottò la ragazza di Konoha,
per poi andarsene
offesa, con il naso all'insù e le sopracciglia inarcate in
un
cipiglio allarmante.
Deidara la ignorò, tornando a
dedicarsi al suo stagno. Rumoroso come suo solito, si divertiva a
tuffarsi e a spruzzare acqua sulla riva, soprattutto addosso a
Temari, che dopo aver nuotato per qualche minuto si era issata sulla
sponda, e ora guardava assorta il paesaggio notturno.
La luna accarezzava dolcemente la
piatta tavola del laghetto, macchiandola di bianco e azzurro. Fuori
dalla sua striscia di luce, l'acqua era una superficie lucida e
grigia, di un grigio spettrale e statico; pareva quasi coperta di una
pellicola vetrosa.
La sua contemplazione venne interrotta
da un Deidara che riemergeva dalla pozza, con l'aria di volersene
allontanare il più in fretta possibile.
“Che c'è?” Chiese, alzando un
sopracciglio.
“Come temevo, questo lago è un
concentrato di ferro, nichel e cromo, pronti pronti ad
accoppiarsi”.
“E cioè?”
“Ancora un po' e sarei diventato una
statua d'acciaio inossidabile, guarda qua!”
Le sventolò davanti agli occhi un
giunco limaccioso strappato dal fondale: era argentato e spinoso,
sembrava un ricciolo di alluminio.
“Non si può nemmeno fare un bagno in
questo posto”, borbottò contrariato, sedendosi a
fianco della
genin. Lei rise, osservando stupita le gocce che correvano lungo le
cosce nude di Deidara e diventavano grigie e tremolanti come
mercurio, trasformandosi in perle di metallo.
“L'hai scampata bella”, rise,
canzonatoria, osservando con una certa inquietudine dei cumuli
schiumosi che si raggrumavano in alcune parti dello stagno,
fermentando di reazioni chimiche e impastando colori grigiastri.
Dopo qualche attimo di silenzio,
spezzato soltanto dalle civette e dalle urla lontane di qualche
sventurato, Deidara domandò a bruciapelo:
“proviamo a baciarci?”
Temari rabbrividì, poi, vinta dalla
curiosità, premette le labbra su quelle fredde del
bambinetto di
Iwa, sentendogli in bocca un vago gusto sanguigno, probabilmente
dovuto a tutta l'acqua ferrosa che aveva ingurgitato.
Rimasero così attaccati per un minuto
scarso, seduti sui loro vestiti, inclinando un poco la testa e
sfiorandosi le spalle.
Deidara si passò un braccio sulla
bocca, e storse il naso in una smorfia.
“Non mi piace”, concluse, prima di
tornare a guardare la luna impegnata a pavimentare il laghetto.
Temari rise sonoramente ed entrambi
pensarono che, alla fine, Tsunade era stata la più saggia.
Silvar
Tales con “Acqua e Ruggine”
Valutazione:
5/5 Grammatica
5/5
Stile
9/10
Originalità
8/10
Attinenza
0/1
Prompt
5/5
Gradimento Giudice
Tot:
32
Mi
piace molto la delicatezza finale, quel tocco di infantilità
che hai affibbiato a Deidara facendogli chiedere innocentemente di
provare a baciarsi, cosa che solo i piccoletti oserebbero pensare.
(vallo a dire in giro alla nostra età xD) Mi ha invece
lasciata molto perplessa la sua cultura in fatto di metalli,
perché ce ne vuole per riconoscerli in laboratorio,
figurarsi sott'acqua e di notte! Ma immagino che, essendo lui un
esperto in bombe, scoppi e simili, di chimica possa saperne un
pochino... Ah, dimenticavo: ad un certo punto tu dici
“probabilmente dovuto a tutta l'acqua ferrosa che aveva
ingurgitato”: lo trovo un po' esagerato, non fa mica bene
mangiare ferro e lui ha davvero bevuto così tanto? Credo che
sarebbe stato male, quantomeno.
Dal
punto di vista grammaticale e stilistico non ho assolutamente nulla da
ridire, come puoi ben notare dal punteggio pieno, e mi è
anche piaciuta!
Ma...
il prompt? Se intendi “acciaio”, non mi
è sembrato nulla di che, per quanto le condizioni iniziali
siano state rispettate.
Rotolo
Non Ottenuto!
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