Deidara's Chunin Exam

di Silvar tales
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Test Scritto ***
Capitolo 2: *** La Foresta della Morte (1) ***
Capitolo 3: *** La Foresta della Morte (2) ***



Capitolo 1
*** Test Scritto ***


The Chunin Exam! indetto da Shark Attack
Primo turno, Test scritto.



Vapore.

Ore dieci, lezione di pratica.
Obiettivi dell'aspirante genin: prendere familiarità con la nobile e antichissima arte degli shuriken,
tramandata di...

“Coglione in cretino”, ribatté sarcastico Deidara, cestinando il libro di teoria e spogliandosi per entrare nelle docce comuni, dopo l'ora massacrante di allenamento.
“Che brutta ferita”, osservò Sasori, il trovatello di Suna, entrando nello scompartimento con il corredo medico. Con la scusa di volergli fasciare la spalla.
Deidara annuì, sul punto di svenire dall'anemia, dal calo di zuccheri e dai fumi bollenti che trasformavano ogni briciolo di forza rimastagli in sudore. Il tutto era incredibilmente etereo e cristallino. Persino il grattare della garza sulla pelle, persino i tocchi delle dita di Sasori.
Sasori poi era così... soporifero.
Con quel viso delicato, quel fare riflessivo, quel fisico soprattutto.
I capelli bagnati e gli occhi grandi e castani, la pelle pallida, i fianchi snelli...
“Deidara”.
“E-eh?”
“Guardami negli occhi”.


Neve.

“Mi raccomando, niente alcol e niente porcate”.
La voce antipatica del capo sicurezza gelò il mucchietto di studenti infreddoliti, rannicchiati sui pavimenti delle classi nei loro sacco a pelo.
“E dormite”, aggiunse, prima di continuare il giro di pattuglia.

Notte di gelo.
L'occupazione del liceo era iniziata silenziosamente, smorzata da una calotta di ghiaccio.
La neve continuava a cadere, imbiancando la città in rivolta; la notte trascorsa all'interno della scuola diventava fiabesca.
Dopo le nove veniva attuato il coprifuoco, e il gigante di cemento si fondeva col buio come un'ombra zuccherata.
Sasori, avviluppato in una coperta, si avvicinò strisciando al suo compagno di classe.
“Stai dormendo Deidara?” Gli scostò i capelli biondi, scherzoso.
Il ragazzino scosse la testa, appoggiandosi con la schiena al termosifone tiepido e accennandogli un bacio sulla guancia.
Nessuno all'interno della classe sapeva della loro relazione.
E quella sera magica sarebbe stata un'occasione perfetta.

La neve continuava a cadere, ma non avrebbero demorso.




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Silvar Tales: 8,25 (arr. 8.3) 
Vapore → 8,5 
Mi ha fatto cadere dalla sedia il caratterino di Deidara e la sua uscita sul testo del libro (geniale!) e ho apprezzato molto la presenza di Sasori con la scusa della ferita da curare... ^^ 
Neve → 8 
Simpatica l'idea di farli dormire a scuola nei sacchi a pelo e, soprattutto, la contrapposizione tra la neve esterna e il calore interno tra i due giovinastri! 

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Capitolo 2
*** La Foresta della Morte (1) ***


The Chunin Exam! indetto da Shark Attack
Secondo turno, La foresta della morte.




Raffreddori e Sabbivori

Avevano trascorso l'intero pomeriggio piegati fra le erbacce, fra i papaveri e i ronzii delle api, a tastare il terreno alla ricerca del prezioso rotolo del cielo, conquistato con grande fatica e sacrificio e perso in un batter d'occhio tra le sterpaglie.
Il caldo, a tratti tropicale a tratti torrido non li aveva perdonati, e le imprecazioni e gli insulti gratuiti di Deidara regalati a qualunque cosa si muovesse non aiutavano a rendere sopportabile il tutto.
“Tsunade, il tuo culo mi copre la visuale”, fece sarcastico il ragazzo, ignorando le occhiate timorose di Temari.
Effettivamente, un'intimidazione del genere rivolta alla principessina di Konoha era un chiaro e voluto intento suicida.
Eppure, l'ostinato esaminando riuscì a schivare tutti i colpi mortali che gli vennero gentilmente rivolti, rifugiandosi come un gatto sul ramo di un salice.
Deidara sarà anche stato un ragazzino debole e instabile nel combattimento ravvicinato, ma nella nobile arte del svignarsela era infallibile.
“Bravo, stai pure appollaiato lassù come un fagiano e manda a puttane tutto il nostro faticosissimo lavoro di mimetizzazione!”
Scherzi a parte, c'era davvero il rischio che qualche genin l'avesse già adocchiato, con quella chioma giallo evidenziatore che si ritrovava.
“E chi è stata quella cogliona che ha perso il rotolo quando siamo caduti nelle sabbie mobili?” infierì il ragazzo, scendendo lesto dal salice.
“Sfido io, erano sabbie mo-bi-li”, scandì altezzosa la bambinetta di Suna, colta nel vivo, “non pozzanghere, Deidara!”
Dopo quella - non rara - litigiosa parentesi, i tre aspiranti chunin si rassegnarono ad addentrarsi nuovamente nella distesa aggrovigliata di graminacee e pollini, sperando di trovare, avvistare, scivolare per sbaglio sul fantomatico rotolo.
Ma ci fu poco e nulla da fare.
La steppa raccolta tra la cerchia degli alberi, benché non fosse sterminata di per sé, si rivelò un vero e proprio labirinto infernale, e attraversarlo pretendendo di uscirne vivi senza essere morsi dalle famigliole di serpenti sabbivori era una vera e propria utopia.
Temari non aveva ancora potenziato abbastanza la tecnica del richiamo, e il modesto vortice che riusciva a produrre col ventaglio non sarebbe bastato a muovere nemmeno il gambo di quei rovi tenaci.
Non restava che farsi coraggio e seguire il dubbio senso dell'orientamento di Tsunade, che algida li guidava attraverso invisibili sentieri al seguito di chissà quali tracce che solo lei riusciva a notare.
Alle dieci di sera erano ancora alle prese con l'enigma più imbarazzante della loro carriera ninja, ovvero da quale parte andava girata la cartina.
Perlomeno, in tutto quel quadro disastroso, c'era un lato positivo.
Deidara aveva acquistato un valente compagno di viaggio.
Dopo aver attraversato chilometri di distese floreali e di fieno secco ed umido, dopo aver inalato tutte le varietà di spore e aghetti lattiginosi, iniziò a starnutire come un dannato, e non smise più per tre giorni.
Sembrava proprio che quel gradevole raffreddore sarebbe stato il suo fedele amico in quella disastrosa avventura; di certo non l'avrebbe abbandonato facilmente.
Sfogò l'ennesimo starnuto in un fazzoletto, dal quale riemerse con un paio di occhi rossi e gonfi.
“Forza, cerchiamo di finire questo esame”.



Silvar Tales con “Raffreddori e Sabbivori” 

Valutazione: 4/5 Grammatica 
5/5 Stile 
10/10 Originalità 
8/10 Attinenza 
0/1 Prompt 
5/5 Gradimento Giudice 
Tot: 32 
Per prima cosa: il prompt scelto sarebbe amico? Cioè, il simpatico raffreddore? 
Passiamo alle cose serie. La grammatica è decisamente a posto (a parte il fatto che non esiste “sabbivoro”) come anche lo stile e come hai gestito ogni cosa. I personaggi sono ben sistemati, ognuno al proprio posto e con la giusta caratterizzazione, per quanto Temari in realtà sia ben più forte di quel che hai descritto (ricordi com'era andato l'incontro con TenTen alle eliminatorie?); inoltre hai detto che è lei ad essere finita nelle sabbie mobili e dubito che proprio un'abitante di Suna possa cascarci. Mi piace molto come hai descritto l'ambiente e la ricerca del rotolo, nonché la tua ironia spruzzata qua e là per rendere più simpatica la ricerca. Deidara mi sembra ben IC per la sua età e, dal momento che è una sfida inventarlo a dovere, direi che l'hai vinta. L'ambiente di terra non potrebbe essere più descritto di così e il fatto che sia giorno è indiscutibile (non troverebbero il rotolo nemmeno dopo due secoli, altrimenti), ma il fatto che il prompt scelto non è esattamente definito -anzi, faticosamente intuibile- è una vera pecca ai fini del superamento dell'esame. 

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Capitolo 3
*** La Foresta della Morte (2) ***


The Chunin Exam! indetto da Shark Attack
Secondo turno, La foresta della morte.




Acqua e Ruggine

Dopo due giorni di marcia sostenuta si erano imbattuti in uno specchio d'acqua, ben mimetizzato tra le fronde dei salici e i nodosi tronchi degli alberi.
Con il sudore e la varia sporcizia che si trovavano addosso, i tre avventurieri si lasciarono andare in un sospiro di sollievo.
“Che aspettiamo?” Deidara cominciò a spogliarsi, davanti ad una Tsunade scandalizzata che cercò di mollargli un ceffone. Temari si limitò a scuotere la testa e a sbuffare un maschi!, poi alzò le spalle noncurante e decise di imitare il ragazzino.
“Cosa credete di fare voi due?” Sbraitò la maggiore, con gli occhi fuori dalle orbite.
“Secondo te?”
“Tsu, se non vieni mi rifiuterò di dormire in tenda con te, stanotte”, sghignazzò Deidara, rischiando per la quarantacinquesima volta in quel giorno di morire in malo modo.
“Vorrà dire che dormirai fuori, moccioso viziato!” Sbottò la ragazza di Konoha, per poi andarsene offesa, con il naso all'insù e le sopracciglia inarcate in un cipiglio allarmante.
Deidara la ignorò, tornando a dedicarsi al suo stagno. Rumoroso come suo solito, si divertiva a tuffarsi e a spruzzare acqua sulla riva, soprattutto addosso a Temari, che dopo aver nuotato per qualche minuto si era issata sulla sponda, e ora guardava assorta il paesaggio notturno.
La luna accarezzava dolcemente la piatta tavola del laghetto, macchiandola di bianco e azzurro. Fuori dalla sua striscia di luce, l'acqua era una superficie lucida e grigia, di un grigio spettrale e statico; pareva quasi coperta di una pellicola vetrosa.
La sua contemplazione venne interrotta da un Deidara che riemergeva dalla pozza, con l'aria di volersene allontanare il più in fretta possibile.
“Che c'è?” Chiese, alzando un sopracciglio.
“Come temevo, questo lago è un concentrato di ferro, nichel e cromo, pronti pronti ad accoppiarsi”.
“E cioè?”
“Ancora un po' e sarei diventato una statua d'acciaio inossidabile, guarda qua!”
Le sventolò davanti agli occhi un giunco limaccioso strappato dal fondale: era argentato e spinoso, sembrava un ricciolo di alluminio.
“Non si può nemmeno fare un bagno in questo posto”, borbottò contrariato, sedendosi a fianco della genin. Lei rise, osservando stupita le gocce che correvano lungo le cosce nude di Deidara e diventavano grigie e tremolanti come mercurio, trasformandosi in perle di metallo.
“L'hai scampata bella”, rise, canzonatoria, osservando con una certa inquietudine dei cumuli schiumosi che si raggrumavano in alcune parti dello stagno, fermentando di reazioni chimiche e impastando colori grigiastri.
Dopo qualche attimo di silenzio, spezzato soltanto dalle civette e dalle urla lontane di qualche sventurato, Deidara domandò a bruciapelo: “proviamo a baciarci?”
Temari rabbrividì, poi, vinta dalla curiosità, premette le labbra su quelle fredde del bambinetto di Iwa, sentendogli in bocca un vago gusto sanguigno, probabilmente dovuto a tutta l'acqua ferrosa che aveva ingurgitato.
Rimasero così attaccati per un minuto scarso, seduti sui loro vestiti, inclinando un poco la testa e sfiorandosi le spalle.
Deidara si passò un braccio sulla bocca, e storse il naso in una smorfia.
“Non mi piace”, concluse, prima di tornare a guardare la luna impegnata a pavimentare il laghetto.
Temari rise sonoramente ed entrambi pensarono che, alla fine, Tsunade era stata la più saggia.




Silvar Tales con “Acqua e Ruggine” 

Valutazione: 5/5 Grammatica 
5/5 Stile 
9/10 Originalità 
8/10 Attinenza 
0/1 Prompt 
5/5 Gradimento Giudice 
Tot: 32 
Mi piace molto la delicatezza finale, quel tocco di infantilità che hai affibbiato a Deidara facendogli chiedere innocentemente di provare a baciarsi, cosa che solo i piccoletti oserebbero pensare. (vallo a dire in giro alla nostra età xD) Mi ha invece lasciata molto perplessa la sua cultura in fatto di metalli, perché ce ne vuole per riconoscerli in laboratorio, figurarsi sott'acqua e di notte! Ma immagino che, essendo lui un esperto in bombe, scoppi e simili, di chimica possa saperne un pochino... Ah, dimenticavo: ad un certo punto tu dici “probabilmente dovuto a tutta l'acqua ferrosa che aveva ingurgitato”: lo trovo un po' esagerato, non fa mica bene mangiare ferro e lui ha davvero bevuto così tanto? Credo che sarebbe stato male, quantomeno. 
Dal punto di vista grammaticale e stilistico non ho assolutamente nulla da ridire, come puoi ben notare dal punteggio pieno, e mi è anche piaciuta! 
Ma... il prompt? Se intendi “acciaio”, non mi è sembrato nulla di che, per quanto le condizioni iniziali siano state rispettate. 
Rotolo Non Ottenuto!  

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