Donna Berta

di Anor
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** I. ***
Capitolo 3: *** II. ***
Capitolo 4: *** III. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Ecco qui uno dei miei esperimenti più assurdi. L'idea di costruire una fiaba è nata una sera di delirio con un'amica in campeggio, dopo che in libreria avevamo trovato un libro che s'intitolava, appunto, Donna Berta.
La trama l'ho già scritta e pensata, ma non sapendo se questa cosa troverà mai un seguito decente, sottopongo il prologo alla vostra attenzione. In pratica, ditemi se l'idea vi incuriosisce, almeno un po'.
Buona lettura!

 

Questa storia narra di un amore clandestino all'interno di una corte feudale.
Lei è una nobildonna, costretta a prendere in sposo un giovane principe del suo stesso rango, lui è un umile giardiniere dal gran cuore, intelligente e sveglio.
L'amore riuscirà ad abbattere anche le barriere sociali più rigide? I giovani riusciranno a coronare i loro sogni?

C'era una volta in un paese lontano lontano un piccolo reame governato da due giusti sovrani. Re Eber e regina Leila avevano una bellissima figlia di nome Berta ed un figlio più piccolo di nome Neil.

La fanciulla aveva compiuto quell'inverno venti anni. I suoi occhi blu ed i suoi capelli corvini conquistavano i cuori di tutti gli uomini, ma ciò che più li ipnotizzava, incatenandoli di fronte al suo splendore, era la sua voce. Melodie cristalline scaturivano da quelle dolci labbra che tanti avrebbero voluto baciare, melodie tanto soavi che anche gli uccellini smettevano di cinguettare per ascoltarla mentre cantava.

Non era raro che la fanciulla passeggiasse per il cortile e le stanze del castello intonando a mezza voce alcune poesie che il re stesso scriveva, riuscendo a bloccare persino il sommesso brusio della servitù che lavorava.

Monna Berta alloggiava nelle stanze nell'ala est del palazzo, dove i tiepidi raggi mattutini del sole, raggiungendo il letto a baldacchino tramite una grande finestra, svegliavano la fanciulla più dolcemente del canto del gallo.

Un bel giorno di primavera, appena fu tornata nelle sue stanze dopo la prima colazione, giunse la sua ancella, Raja, annunciandosi colpendo tre volte col battente sulla pesante porta di legno massiccio.

-Signorina, vostra madre vi attende in sala. Mi ha detto di avvertirvi che vi vuole parlare il prima possibile.-

Monna Berta aprì uno spiraglio, tirando un sospiro di sollievo: -Oh, meno male che siete voi, Raja. Ho un estremo bisogno del vostro aiuto e consiglio, sono disperata, non ho niente da indossare! Se devo incontrare la regina non posso indossare questi abiti sgualciti da contadinella!-

Con aria rassegnata la serva entrò nella stanza e si inginocchiò vicino all'enorme baule iniziando ad estrarre abiti per trovare quello perfetto per la fanciulla.

La principessa Berta era seduta in fondo al letto in preda ad uno sconforto sempre più profondo quando l'ancella si alzò raggiante tenendo in mano un abito in seta viola.
Le sistemò la sottoveste e le strinse il corsetto, prima di farle indossare il vestito. Quando Raja la condusse di fronte al grande specchio vicino al letto, il volto della giovane si aprì in un sorriso luminoso: un corsetto con lo scollo a cuore esaltava le sue forme generose mettendo in evidenza il punto vita, mentre la grande gonna a crinolina arricchita di pietre preziose brillava, facendo risaltare ancora di più il colore dei suoi occhi. Il tutto era completato da lunghi ed eleganti guanti di seta viola.

-Raja, se non ci foste voi, sarei perduta- le disse mentre si infilava le scarpette da abbinare all'abito. La serva sorrise: Monna Berta era esigente, ma quando si riusciva a soddisfarla, si poteva essere certi che i ringraziamenti sarebbero stati reali. Lei, per esempio, avrebbe potuto percorrere i corridoi tra gli alloggi della servitù e le camere della principessa ad occhi chiusi, dato che la signorina la mandava a chiamare ogni giorno (e non raramente, più volte al giorno), ma questi suoi sforzi erano ripagati dall'estrema gentilezza che la principessa le riservava.

Fischiettando un'aria, Berta s'incamminò verso la sala.

Chiese il permesso e, quando le fu dato, superò la soglia, procedendo verso la poltrona di fronte a quella di sua madre.

-Io e tuo padre abbiamo preso una decisione- disse la regina, senza nascondere una punta di tristezza.
La ragazza si sedette, aspettando che la madre continuasse a parlare.

-Ti dovrai sposare entro il tuo ventunesimo compleanno-.

 

Note dell'Autrice
Beh, io vi avevo avvertito che era una completa follia XD
Fatemi sapere cosa ve ne pare u_u
Un bacione,
Anor

 

Un ringraziamento speciale a Pesche, senza la quale questa cosa non avrebbe mai avuto inizio.

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Capitolo 2
*** I. ***


Ecco qua il primo capitolo della storia. Iniziamo a fare miglior conoscenza della fanciulla e coloro che la circondano, il panorama della storia si allarga. Spero di non deludere le vostre aspettative! Buona lettura.

P.S. non farò MAI ossigenare la principessa Berta. Anche se Adam adesso è biondo platino, Berta ha i capelli NERI (e non si discute).

 

I.


-Ti dovrai sposare entro il tuo ventunesimo compleanno- 

Un silenzio attonito calò sulla stanza.

-E' una decisione che abbiamo dovuto prendere io e tuo padre, figlia mia. E' stato difficile anche per noi, ma così deve essere- la regina parlava con tono francamente dispiaciuto e la principessa non ebbe il cuore di protestare. Chiese solo: -perché?- con voce piena di rammarico.

-Come tu ben sai il regno verrà ereditato da tuo fratello, in quanto egli è l'unico figlio maschio. Il prossimo anno avrà l'età giusta per comandare, e se (Dio non voglia) tuo padre dovesse per qualche motivo venire a mancare, il regno sarebbe suo, senza alcuna reggenza.- Leila sospirò -Ecco, sia io che tuo padre abbiamo convenuto che tuo fratello non è pronto per un incarico del genere. Di certo ha seguito gli studi, ma non ha ancora la maturità che un cittadino si aspetta dal proprio re.-

-E con questo io che c'entro?-

-C'entri, eccome. Un tuo matrimonio significherebbe molto: il regno potrebbe passare a te e al tuo futuro marito, se le volontà del re saranno tali. Ovviamente il principe dovrà essere di nobile lignaggio, un ereditiere, per farla breve. Uniremo due famiglie importanti, e creeremo una solida alleanza. -

-Ma madre, dovrò sposare un uomo di cui non sono innamorata!-

-Essere figlia di re porta tanti privilegi, ma devi accettare anche i doveri che ti si impongono, ed il matrimonio è uno di questi. Sia chiaro che non sono contenta di vederti prendere come marito un uomo a cui non vuoi bene, ma dobbiamo pensare al regno, mia cara.-

La fanciulla abbassò lo sguardo rassegnata. -Chi è il mio promesso?-

-Tre principi si sfideranno in una giostra per la tua mano alla fine di questo mese. Vogliamo che il tuo sposo sia il più valoroso dei tre.-

-Quando potrò conoscerli?-

-La prossima settimana arriveranno e si presenteranno alla famiglia, per poi alloggiare in tre delle nostre villette separate dal castello.-

-Benissimo madre. Mi congedo, e rientro nelle mie stanze-

Con un inchino salutò la madre e si diresse verso il cortile.

Si tolse le scarpette, perché amava passeggiare a piedi nudi sull'erba fresca e curata del giardino. Faceva sempre così quando qualcosa la turbava e voleva riflettere. Non avrebbe sposato un uomo che non amava, non voleva che il suo matrimonio venisse combinato, ma allo stesso tempo era intrigata da questa situazione. Sognava il suo cavaliere. Come sarebbe stato? Durante l'adolescenza aveva fantasticato sul suo principe, ma quelle non erano niente di più che mere fantasie. Adesso però tutto cominciava a prendere una piega più concreta e preoccupante.

Si era seduta su un muretto, lo sguardo volto al cielo terso e le piante dei piedi solleticate dai verdi fili d'erba e canticchiava piano una melodia triste.

Il soffio del vento ed il cinguettio degli uccellini accompagnavano le sue parole come uno strumento musicale, e la ragazza era così assorta dal canto che non udì i leggeri passi dell'uomo che si stava avvicinando.

Quando lo vide, il fiato le si bloccò in gola.

Era un giovane piccoletto, sbarbato, biondo e con due grandi occhi color nocciola. I lineamenti fini e il portamento elegante però non si addicevano al suo abbigliamento ed al suo mestiere. Questi era infatti un giovane giardiniere di corte, nuovo arrivato nella cerchia dei servitori della famiglia reale.

-Mi dispiace avervi interrotta, mia signora.- disse con una voce suadente, dalla pronuncia leggermente strascicata -la vostra voce è stupenda, la curiosità mi ha spinto fino a qui.-

-Non si preoccupi, signor…temo di non sapere il vostro nome- disse la principessa, lievemente imbarazzata.

-Mi chiamo Thomas Joseph Ratliff, ma potete decidere voi come chiamarmi.- Chinò leggermente il capo e baciò la mano della fanciulla. -Lieto di fare la vostra conoscenza, principessa- soffiò con le labbra ancora vicine alla sua mano.

-Noto con piacere che colei che canta è bella quanto la sua voce, se non di più- il suo sguardo velatamente malizioso colpì profondamente la ragazza, che
 arrossì visibilmente e, dopo aver deglutito a vuoto, rispose: -voi mi lusingate, signore. I vostri modi sono degni di un principe, ma da ciò che vedo voi non siete che un umile servo. La vostra classe sociale non vi si addice.-

-Non vi dovete preoccupare, la vostra famiglia tratta bene i lavoratori, ed io non mi dispiaccio troppo della mia condizione.-

La ragazza alzò gli occhi in quelli scuri del giardiniere e capendo che parlava con sincerità si rasserenò. Il volto del giovane si aprì in un sorriso dolce e Berta si stupì nel sentire il cuore accelerare per la seconda volta.

Non le era mai successo, ma quel ragazzo aveva un fascino insito tutto suo completato da una bellezza fisica fuori dal comune. La corporatura esile, il ciuffo di capelli che gli cadeva sull'occhio destro, quel naso così particolare ed elegante, le labbra perfettamente disegnate, lo sguardo dolce e malizioso…tutto di quell'uomo l'attraeva all'inverosimile. Ma era un servitore, niente di più.

-Mia signora, volete fare una passeggiata?- chiese il giovane, porgendole il braccio.

-Sarebbe sconveniente sia per me che per voi che ci vedessero sottobraccio, ma vi seguo volentieri, se vi va di camminare-

Trascorsero la mattinata passeggiando e parlando amabilmente e all'ora di pranzo si salutarono.

-La vostra è stata una compagnia più che piacevole- disse Monna Berta con un sorriso -spero di incontrarvi ancora e di poter godere della vostra simpatia, ma adesso mi devo congedare, è l'ora del pranzo.-

-Lo stesso vale per me, principessa. Sarò lieto di accompagnarvi ancora nelle vostre passeggiate- con un inchino, Thomas si voltò e s'incamminò verso la mensa della servitù.

La principessa recuperò le scarpette e raggiunse la sala da pranzo. La tavola era già imbandita, ma ancora i suoi parenti non c'erano.

Al suono della campana entrarono il re e la regina, seguiti dal figlio Neil.

-Avevo mandato Raja a chiamarti, Berta, ma non eri nelle tue camere come avevi annunciato- le disse il re, appena la vide.

-Ero in giardino. Il tempo era splendido e non ho resistito.-

-Lo so, quando l'ancella è tornata ha detto che ti ha vista in cortile, ma non ti ha voluta disturbare perché ti stavi esercitando nel canto-

-S-sì, padre, è così- confermò la ragazza balbettando.

Il pranzo si concluse velocemente, e Berta tornò nella sua stanza. Si sdraiò sul letto, tentando di calmare il battito del cuore che sembrava impazzito contro il suo costato. Sentì bussare alla porta, e ricomponendosi velocemente diede il permesso di entrare. L'ancella superò l'ingresso, sorridendo dolcemente.

-Oh, Raja, non smetterò mai di ringraziarvi- disse la fanciulla avvicinandosi alla donna che era appena entrata -Siete una benedizione, non riesco a pensare a cosa sarebbe successo se mi avessero visto a passeggio con uno sguattero-

-Su, su, non ci pensate.- rispose abbracciandola -è andato tutto bene, questo è l'importante. Non piangete, mia signora.-

-Ma se ci avessero visti- disse Berta singhiozzando -s-se ci avessero visti lo avrebbero condannato a morte!-

-Il re e la regina sono comprensivi, non lo avrebbero fatto. Ma adesso non pensate a questo, tranquillizzatevi- accarezzò i capelli della giovane dolcemente, con fare materno.

-Non lo potrò vedere mai più! Non senza metterlo in pericolo! Raja, gli avevo promesso che ci saremmo rivisti, devo fargli avere mie notizie! Ma come?-

-Non disperate, principessa. Posso farti avere sue notizie e portargli il vostro messaggio, se voi lo desiderate.-

Un barlume di speranza brillò negli occhi della ragazza. -Davvero fareste questo per me? Raja, ancella mia, siete il mio angelo custode-

Berta raggiunse lo scrittoio, prese un piccolo lembo di pergamena e intinse il pennino nel calamaio, succhiando la punta della piuma.

-Principessa, non sono sicura che il giardiniere sappia leggere- intervenne l'ancella -non sprecate pergamena e inchiostro, posso riferire tutto oralmente. Inoltre un messaggio scritto sarebbe pericoloso, potrebbe finire in mani sbagliate.-

-Oh- esclamò con aria sorpresa e lievemente delusa -probabilmente avete ragione. Allora mettetevi d'accordo con lui sul luogo e l'ora in cui ci potremo incontrare. Voglio spiegargli di persona come stanno le cose. Confido nella vostra scaltrezza e nella vostra fedeltà. Sono... siamo nelle vostre mani, Raja.-

-Non avete di che temere, principessa.- Rispose l'ancella con un inchino, uscendo dalla stanza.
 

Note dell'autrice
Spero vivamente di non aver fatto un flop pazzesco...
Aspetto con ansia le vostre opinioni, che per questa storia sono ancora più importanti.
Mi raccomando di dirmi se c'è qualcosa che non torna nel linguaggio, nell'impostazione dei personaggi e nella storia nel suo complesso. Ovviamente segnalatemi anche gli orrori grammaticali, se ce ne sono (D:), non mi offendo.

Un bacione,
Anor

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Capitolo 3
*** II. ***


Ecco qua il nuovo capitolo che tutti aspettavate (?). In realtà, pensavo di trattare molti più argomenti, ma ci avevo preso gusto, per cui ho dovuto tagliare molto prima del previsto. Beh, spero che non risulti pesante.
 

Un ringraziamento speciale a tutti coloro che hanno lasciato un segno. Per me è stato importantissimo, un aiuto enorme, sul serio.
Senza di voi questo capitolo non sarebbe mai arrivato. Grazie di cuore.

 

 

II.
 

-Non avete di che temere, principessa-

Il sole era tramontato già da qualche ora e Monna Berta aveva appena deciso di coricarsi, quando silenziosamente Raja entrò nella stanza.

-Avete qualche buona nuova?- chiese subito la principessa, avvicinandosi all'ancella con aria trafelata ed una mano al petto.

-Certamente, mia signora.- rispose chinando leggermente il capo -Ho parlato con il signor Thomas e siamo riusciti a trovare accordo sul vostro incontro segreto.-

-Non tenetemi sulle spine, Raja. Cosa dovrò fare? Sarà rischioso?-

-Potete stare tranquilla. L'incontro sarà nel primo pomeriggio di giovedì prossimo, quando vostro padre il re si ritirerà nelle proprie stanze come è solito fare ogni giorno.- annunciò con un sorriso

-Dovrò aspettare quasi un'intera settimana!- sospirò tristemente -Ma dove ci potremo incontrare in pieno giorno, senza essere visti?-

-Vi accompagnerò personalmente alle stalle reali.- Cominciò a spiegare la donna -Direte che volete fare una passeggiata a cavallo e che volete stare sola. Raggiungerete una radura nel bosco, seguendo la stalliera, amica fidata di Thomas. Mi assicura che quello è il luogo più sicuro in cui vi possiate incontrare. Nessuno, a parte Ashley, vi vedrà assieme.-

-Il piano parmi essere di grande ingegno. Ma questa stalliera, Ashley, si rivelerà una fedele alleata? Non si è mai troppo prudenti, in queste faccende.-

-Il signor Thomas mi ha riferito che si fida di lei come di una sorella di sangue. Mi ha assicurato che non avrebbe mai dato un incarico così delicato ad una persona della quale non si fidasse ciecamente.- la rassicurò Raja -Non voglio prendere meriti che non ho: il piano è stato ideato interamente dal giardiniere, mia signora. Possiede una grande sveltezza mentale.-

-Lo so, Raja. Ne ha dato brillantemente prova durante la nostra conversazione mattutina.- disse la ragazza, sorridendo al ricordo delle parole del biondo. -Mi avete fatta felice. Adesso riposerò con più tranquillità.-

-Vi auguro di passare una buona notte, principessa.- E così l'ancella si congedò.

***

Quel giovedì la corte era in fibrillazione.

Ogni rappresentante della famiglia reale aspettava trepidante notizie dal confine. Entro il giorno seguente sarebbero dovuti arrivare i tre sfidanti, per cui le sentinelle erano state avvisate di inviare un messaggero per annunciare la venuta di uno dei principi.

Anche Donna Berta era emozionata, ma per un motivo differente. Aspettava ormai da sei giorni l'incontro che sarebbe avvenuto quel pomeriggio e continuava a prepararsi mentalmente il discorso che avrebbe fatto a Thomas. Fortunatamente tutta la sua agitazione passava inosservata, in un momento simile.

-Berta, sei anche tu impaziente di vedere i principi che si batteranno per la tua mano?- chiese la madre con dolcezza, carezzando i capelli della principessa.

-Sì, madre.- disse sorridendo -Per questo vorrei chiedevi il permesso di uscire a cavallo, questo pomeriggio. Mi piacerebbe potermi schiarire le idee passeggiando nel bosco.- Il viso della giovane si caricò di speranza. -Vi prego, madre-

-Certo, figlia mia. Comprendo la tua posizione, ci sono passata anche io, alla tua età.- Rispose comprensiva. -Ma sarebbe meglio che tu avessi compagnia, il bosco è pericoloso. Puoi chiedere a tuo fratello di accompagnarti.-

-No madre, volevo stare sola. Ma posso accettare la compagnia di una serva, magari della stalliera, che mi conduca nei sentieri del bosco senza che voi possiate temere che mi perda-

-La cosa mi sta bene, ma non tornare tardi. C'è la possibilità che arrivino prima del tramonto.-

-Certamente, starò via lo stretto necessario. Grazie, madre. E' bello sapere che posso contare sempre sulla vostra comprensione-.

Madre e figlia stettero in compagnia tutta la mattina, mangiarono insieme alla loro famiglia e si separarono nel dopo pranzo.

Appena il re si ritirò nelle sue stanze, la principessa seguì Raja verso le stalle.

Quando varcarono la soglia una bella ragazza in vesti maschili le salutò con un inchino. Era più bassa di Berta ma più magra: il fisico fasciato dagli abiti di pelle e cuoio poteva far invidia alle più belle fanciulle del regno, e la coda di capelli castani che arrivava fin sotto le spalle sembrava molto curata.

-Piacere, io sono Ashley. La mia giumenta è già bardata, se volete posso aiutarvi a bardare la vostra cavalcatura.-

-Il piacere è tutto mio, Ashley. Il mio nome è Berta.- chinò leggermente la testa -Vi ringrazio molto per l'aiuto che mi offrite, lo accetto volentieri.-

-Quale cavallo montate, principessa?- chiese la stalliera.

-Bessie, la giumenta Mustang pezzata-

La ragazza si girò stupita, alzando un sopracciglio.

-Nemmeno mio fratello ha apprezzato la mia scelta- disse Berta rattristata -mi ha sempre presa in giro perché diceva che la mia cavalla sembrava una mucca, che non era abbastanza elegante per una nobildonna. Ma io mi sono innamorata immediatamente del suo sguardo elegante e dolce, non ho potuto fare a meno di sceglierla.-

-Non mi fraintenda, signora. E' un cavallo eccezionale, checché ne dica vostro fratello. Ero stupita semplicemente perché non è una cavalcatura usata sovente per le semplici passeggiate! Il Mustang è un cavallo forte e difficile da domare, per di più raro in queste regioni. Vi devo veramente fare i complimenti per la vostra scelta!-

La principessa, piacevolmente stupita, distese il volto in un sorriso e rispose: -Sono contenta che almeno a qualcuno piaccia. E la vostra giumenta come si chiama?-

-Miss Ellie. Volevo un nome regale per lei. E' questa qui alla vostra destra-

Una cavalla saura con delle macchie bianche ruminava placidamente dell'avena; Berta le accarezzò il muso e poi seguì Ashley nella sala dei finimenti. Un forte odore di cuoio impregnava quella stanza buia ed umida. La stalliera afferrò una sella all'amazzone e passò alla principessa le briglie, per poi dirigersi verso l'ala destra delle scuderie.

Arrivarono ad uno dei box più grandi ed entrarono.

Bardarono velocemente la grande giumenta bianca e nera, Berta prese le redini e la guidò all'esterno. Poco dopo Ashley la raggiunse, già a cavallo di Miss Ellie.

Scese e aiutò la principessa a salire in groppa, in seguito partirono alla volta della foresta a trotto leggero.

-Perché cavalcate a gambe aperte, come un uomo?- chiese la principessa, notando che la stalliera non montava all'amazzone com'era uso di tutte le donne.

-Perché così è molto più comodo e sicuro. Vi disturba, mia signora? Posso tornare indietro a cambiare sella.-

-Assolutamente, la mia era solo curiosità. Quando ne avrò l'occasione, proverò anche io-.

La principessa provava già una grande simpatia per quella ragazza. Sentiva che si poteva fidare di lei, sapeva che era una brava persona.

Parlarono amabilmente per tutto il tempo, quasi fossero amiche da sempre, fino a che non giunsero in una radura soleggiata. Un ruscello scorreva limpido e puro tra le rocce del bosco e l'aria era fresca, così come l'erbetta verde che ricopriva tutta la superficie dello spiazzo. Dall'ombra degli alberi vicini al fiume comparve un uomo. Thomas. Si avvicinò a Berta e le porse una mano per aiutarla a scendere da cavallo. Quando fu scesa, le baciò il dorso della mano mormorando: -lieto di rivedervi, principessa-. Fece poi un cenno di saluto ad Ashley che, prese le redini di Bessie, scomparve tra gli alberi del bosco.

-Di cosa mi volevate parlare, mia signora?- chiese il giovane.

-Temo che non potremo continuare a vederci.- La ragazza si morse il labbro inferiore ed abbassò lo sguardo. -Almeno non alla luce del sole-.

In quel silenzio così pesante quasi si sentivano i battiti furiosi del cuore dei ragazzi.

-E perché, principessa?- La voce del giardiniere era colma di dolore -Ho per caso fatto qualcosa di sbagliato?-

-Per l'amor del cielo, no! Voi non c'entrate!- esclamò Berta -Il problema fondamentale non sta nella vostra classe sociale, quanto nei miei doveri di principessa-.

Thomas le stava vicino, accarezzandole un braccio lievemente, quasi temesse di farle male.

-Mi sposo.- annunciò infine lei con tono grave.

 

Note dell'autrice

Per questo capitolo volevo fare diverse precisazioni su dei particolari che meritano un po' più di attenzione, almeno secondo me. La scelta del cavallo di Berta non è stata per niente casuale. Volevo un cavallo che rappresentasse Adam, con i suoi pregi ed i suoi difetti. Non volevo un cavallo elegante, volevo un cavallo potente. La scelta è ricaduta sul Mustang perché è un cavallo indipendente, difficile da domare. Inoltre altri due particolari di questo cavallo mi hanno indirizzato verso la scelta: per prima cosa, il nome della razza; perché bisogna dirlo, è una coincidenza fenomenale che Adam abbia una Mustang come macchina! E poi, il mantello; i Mustang possono essere anche pezzati e mi attraeva dare a Berta un cavallo col mantello non uniforme. Ho scelto la pezzatura bianco-nero per richiamare più evidentemente il tema affrontato da Adam in "Better Than I Know Myself". Inoltre, ho deciso di dare alla cavalla di Ashley il nome e l'aspetto della giumenta che realmente possiede (sia benedetto Twitter, che ogni tanto si rende utile). Spero vivamente che vi sia piaciuto e che tutte queste beghe sui cavalli non vi abbiano annoiato a morte xD Beh, fatemi sapere :)

 Un bacione,
Anor

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Capitolo 4
*** III. ***


Finalmente sono riuscita a completare anche questo capitoletto. Scusate per gli aggiornamenti a velocità lumaca, ma questa storia risulta più impegnativa di quanto pensassi. Spero veramente che questo nuovo capitolo vi soddisfi più del precedente! Beh, fatemi sapere! :P

III.

 


-Mi sposo.-

Gli uccellini smisero di cinguettare, la brezza che sfiorava le foglie facendole frusciare tra loro si placò, lasciando la radura muta nella sua perfezione. Persino l'acqua sembrava aver smesso di scorrere.

Un unico, profondo respiro ruppe il silenzio.

-Quando, mia signora?- chiese il ragazzo con la voce incrinata per il dolore.

-Entro il mio compleanno, questo inverno.- Rispose sospirando lei. -Ma domani giungeranno i tre pretendenti, e tra meno di una settimana si sfideranno per me. Da quel giorno il vincitore sarà il mio promesso, ed io sarò vincolata a lui per sempre.-

Fu pronunciando quell'ultima fatidica frase che ella si rese conto dell'ineluttabilità del proprio destino, e in quel momento una lacrima amara iniziò a scenderle lungo la gota.

Thomas le si avvicinò dolcemente, porgendole il proprio candido fazzoletto e accarezzandole dolcemente un braccio. -Non disperate, principessa- disse, -il vostro destino non è ancora segnato.-

Le asciugò il volto, soffermandosi ad accarezzarle delicatamente le labbra umide con un dito nel tentativo di placare i suoi singhiozzi.

-Andrà tutto bene- le disse, facendo scorrere le dita affusolate lungo il contorno del suo volto -sicuramente il principe sarà un nobile bello e di valore, un grande uomo degno della vostra perfezione.-

Berta sorrise amaramente, sentendo pronunciare quelle parole dall'uomo che sapeva essere perfetto per lei, dall'uomo più meritevole di sedere sul trono che avesse mai conosciuto. -Non è questo ciò che mi preoccupa, Thomas; è il fatto di essere privata del diritto di innamorarmi che mi spaventa enormemente.-

-Non lo siete, principessa Berta. Potrete innamorarvi del vostro principe.-

Il sorriso sulle labbra del giovane era teso e privo di qualunque allegria: il giardiniere stava male per lei, e questo la ragazza lo sapeva.

-Se state tentando di rasserenarmi, Thomas, vi dirò che non è questo il metodo adeguato. Avrei bisogno di…- senza avere il coraggio di concludere la frase abbassò lo sguardo, imbarazzata dai suoi stessi pensieri.

Il biondo si intrufolò tra le sue braccia, stringendole la vita e poggiandole la testa poco sopra al petto, quasi volesse sentire vicino il cuore della fanciulla, che ormai batteva per lui. Ella, inizialmente rigida, si sciolse nell'abbraccio affondando il volto nella chioma inspiegabilmente profumata del servo, trovando sfogo in un pianto silenzioso.

Era più piccolo di lei, più gracile, più umile, eppure tra le sue braccia si sentiva protetta da ogni pericolo. Si sentiva protetta dal futuro che già incombeva su di lei laggiù, fuori dal bosco.

Rimasero lì, cullati dal calore di quell'abbraccio, finché non sentirono il suono degli zoccoli dei cavalli che calpestavano il terreno.

-E' ora di andare- annunciò Ashley, tenendo le redini di Bessie e di un grande frisone nero privo di sella.

-Vi farò consegnare un messaggio, Thomas- disse la principessa asciugandosi gli occhi.

-Fatemi riferire i messaggi dalla vostra ancella, non mi è mai stato insegnato a leggere né tantomeno a scrivere.- rispose lui, avvicinandosi al cavallo nero.

-Vi insegnerò io, è una promessa.- Gli disse guardandolo negli splendidi occhi scuri.

Salirono a cavallo e dopo un'ultimo doloroso sguardo si separarono, perdendosi tra la verzura.

 

***

 

Il giorno seguente arrivò in fretta, e Donna Berta fu svegliata dallo squillo delle trombe che annunciavano la venuta di qualche ospite a corte.

Si preparò velocemente e si recò nella sala del trono dove solitamente venivano ricevuti gli ospiti più importanti. Il re e la regina già sedevano sui loro scranni, attendendo l'arrivo dei propri figli e dei tre pretendenti.

Il principe e la principessa si sedettero su due seggi a fianco dei genitori e dopo qualche minuto il portone principale si spalancò lasciando entrare un giovane paggio con in mano un rotolo di pergamena. Si inchinò di fronte ai sovrani ed iniziò a leggere:

-Di fronte alle loro maestà il re e la regina e ai nobili principi, sono lieto di annunciare la venuta di tre nobiluomini. Hanno varcato il confine questa mattina, hanno cavalcato giorno e notte per avere la possibilità di contendersi la mano della fanciulla più bella di questo reame e adesso sono pronti per presentarsi di fronte alla corte tutta.- Il ragazzo si scostò dalla navata principale in modo che la famiglia reale potesse vedere liberamente la porta.

-Il primo dei pretendenti giunge dal reame dei Bell, che dista due giorni a cavallo. Il suo nome è Bradley, primogenito della famiglia reale nonché unico figlio maschio.- continuò il paggio.

Dopo tre squilli di tromba fece il suo ingresso un giovane minuto, dal volto affilato e dai lineamenti ben marcati. Portava i capelli castani corti ed un filo di barba, il fisico magro era valorizzato da abiti colorati di tessuti pregiati. Si avvicinò ai regnanti e s'inchinò: -Vedo che i racconti sulla vostra bellezza non sono solo leggende- disse rivolgendosi alla principessa -io sono Bradley, della famiglia Bell. Gareggerò per la vostra mano e riuscirò a vincere per voi, statene certa.-

-Siete disposto a creare una solida alleanza tra i due regni ed una famiglia che possa mandarli avanti entrambi?- chiese tonante il re.

-Lo sono, vostra altezza.- rispose.

-Siete disposto a mettere in gioco il vostro onore, partecipando al torneo contro gli altri due pretendenti?-

-Lo sono, vostra altezza.-

-E allora benvenuto a corte, che la Fortuna vi assista.- Concluse Eber congedando il giovane, che uscì scortato da una guardia alla volta della sua residenza.

Una volta che la sala fu nuovamente vuota il paggio annunciò il secondo cavaliere: -Questo nobiluomo proviene da una delle terre confinanti al vostro reame, appartiene alla casata degli Allen ed il suo nome è Christopher. E' un ereditiere ricco, e famoso in tutto il regno per la sua capacità oratoria.- I tre squilli di tromba annunciarono un ragazzo moro con grandi occhi scuri, abbigliato semplicemente con vesti sobrie ed eleganti.

Inchinandosi diede il suo saluto ai regnanti.

-Il mio nome è Christopher, e rappresento la nobile casata degli Allen.- Cominciò l'uomo -Sono disposto a rischiare la mia stessa vita per ottenere la vostra mano, mia principessa-

-Ostentate sicurezza, ragazzo.- disse Eber con un sorriso -Ma siete voi l'uomo giusto per regnare su un grande impero? Siete voi degno di essere padre dei miei nipoti?-

-Lo sono, mio signore, e lo dimostrerò durante i giochi.- Rispose sicuro di sé.

-Accettate quindi il rischio di gareggiare contro gli altri due pretendenti per dimostrare il vostro valore?-

-Accetto, mio signore.-

-Che siate quindi il benvenuto. La guardia vi accompagnerà alla vostra dimora.- Con un cenno il re chiamò un soldato della sua scorta che uscì dal castello insieme al giovane.

-L'ultimo pretendente che vi presenterò giunge da un paese ai confini del mondo conosciuto. Ha attraversato lande deserte e distese di ghiaccio per avere la possibilità di partecipare al torneo e di incontrare la principessa. Ecco a voi Saul, il maggiore dei figli maschi della famiglia Koskinen.-

Quel nome così strano evocò alla principessa l'immagine di paesi lontani e sconosciuti, avvolti da un affascinante alone di mistero. Squadrò curiosa il nuovo venuto: un ragazzo magro, biondo con gli occhi azzurri; i suoi abiti erano vistosi, esuberanti, quasi eccessivi, inadatti ad una cavalcata lunga come quella che aveva affrontato.

-Mi chiamo Saul, e provengo dalle lande del Nord.- Cominciò il giovane. -Ho affrontato giorni e notti di dura cavalcata solo per raggiungere la corte ed ammirare la nobile fanciulla che adesso siede di fronte a me.- Chinò la testa, in segno di rispetto -Chiedo di potermi battere per ottenere la mano della bellissima principessa.-

-Di certo lo farete, se accetterete l'onore e l'onere di crescere figli che saranno a capo di un enorme impero che unirà le terre del ghiaccio e quelle del fuoco.- Rispose il re.

-Per me sarà esclusivamente un onore, vostra maestà.-

-Metterete quindi a rischio la vostra stessa salute per questo torneo?-

-Lo farò, vostra maestà, e grazie alla mia scaltrezza supererò ogni prova.- Concluse fiero di sé.

-Bene. Sarete accompagnato ai vostri alloggi.-

Saul si congedò e voltò le spalle ai regnanti dirigendosi verso il portone da cui era entrato, quando una voce profonda lo raggiunse: -Ricordatevi sempre, ragazzo, l'umiltà.-

Il principe si voltò. -Lo farò, Sire- rispose rosso in volto, prima di proseguire.

 

Note dell'autrice

Capitolo di presentazione dei personaggi, più o meno.
Capitolo di dialogo, più o meno.
Sorpresi dai nuovi arrivi? Ve li aspettavate?
Non ho approfondito molto ogni pretendente, anche perché non sono loro i personaggi principali del racconto, ma ho comunque tentato di mantenere lo spirito fiabesco il più possibile affiancato alla realtà. Spero di esserci riuscita e di non essere scaduta nel banale. Grazie mille a tutti voi che avete letto e ancor di più a quelli che decideranno di lasciare un commentino.
Un bacione,

Anor

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