dopo la caduta degli uomini in nero...

di AstridxAndros
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** il cambiamento di Gin... ***
Capitolo 2: *** Come Gin era finito a far parte del gruppo? Cosa è successo quella notte? ***
Capitolo 3: *** durante la notte ***
Capitolo 4: *** essere lì con te ***
Capitolo 5: *** io devo salvarla ***
Capitolo 6: *** il "piano" ***
Capitolo 7: *** ti amo Ran.... ***
Capitolo 8: *** il detective ferito ***
Capitolo 9: *** sei cresciuto figlio mio... ***
Capitolo 10: *** tirare su un amico. tutto si sistema grazie al piccolo detective... ***
Capitolo 11: *** goro ***
Capitolo 12: *** Gin ***
Capitolo 13: *** Epilogo... ***



Capitolo 1
*** il cambiamento di Gin... ***


-Lucas è un vero teppista! Signor Agasa, lei mi deve capire, lui e Conan hanno fatto a botte tre volte solo in questa settimana, da’ fastidio alla piccola Ai e… devo ammettere che a volte il suo sguardo mi fa’ rabbrividire…- la maestra era davvero stufa, ora si stava superando il limite.
-mi scusi signorina, le prometto che la cosa non si ripeterà più!- si scusò il dott. Agasa. Poi tornò a casa.
*****

-Schinichi, Shiho, per favore, non siete dei bambini, controllatevi almeno quando siete in pubblico!- li rimproverò l’uomo, il giovane liceale sbuffò.
-Gin, vuoi far saltare la copertura dannazione?! Ora vivi sotto questo tetto e siamo tutti sulla stessa barca! Quindi smettila di fare il moccioso!- Agasa non si era mai comportato così, non provava paura per quell’assassino,
-lo so, non lo farò più…- rimasero tutti sorpresi e sconcertati,
-cos’hai appena detto?- chiese Shiho,
-che non lo farò più, non voglio far saltare la copertura, non finché sono in questo misero corpo…- nessuno dei presenti aveva mai visto Gin comportarsi in quel modo. Ormai i due giovani erano abituati a quella rutine, ma per il killer era tutto nuovo. Tutto frustrante. Aveva messo da parte il suo temperamento freddo e sadico per lasciar spazio ad uno depresso. Quanto gli mancava vedere la paura negli occhi delle sue vittime. Quanto gli mancava tenere in mano una pistola e sparare.
-Agasa… se Ran mi cerca dì che sono con Heiji…- sospirò “Conan” poi afferrò “Lucas” per il colletto e lo tirò con sé.
****

-ehi, moccioso dove mi stai portando?!- protestò,
-ti è familiare il poligono?- chiese l’altro con un ghigno, Lucas si illuminò per un secondo.
-siamo dei bambini non ci faranno entrare!- si lamentò mettendo le mani in tasca,
-ti sono familiari i nomi Yusaku Kudo e Heiji Hattori ?- Conan ghignò, uno dei rarissimi punti a favore di passare il tempo con Gin è che poteva comportarsi come un liceale  e non come un moccioso.
***

I due uomini alla vista di Gin strinsero i pugni,
-è lui il tuo amico Shinichi?- chiese Yusaku, Conan scosse il capo,
-il mio amico è lui- disse indicando Heiji alle sue spalle,
-Ai non lo sopportava più- sospirò invece indicando il bambino accanto a sé.
In treno Lucas osservava i tre uomini chiacchierare. Neanche da piccolo aveva amici, né genitori che parlassero con lui. Era sempre solo. O con “cattive”  compagnie. Per questo era quello che era. Solo ora capiva le parole di Irish, le aveva sentite. Era stato l’unico. Ma quelle parole non gli erano sfuggite. Quel detective era davvero speciale.
-ehi?! Lucas ti sei imbambolato?- il padre di “Conan” lo guardava preoccupato, non c’era paura nel suo sguardo, né ombra di scherno, no.
-ehm… no… io- che stava facendo? Se lo chiedeva, si era rammollito stando con quelle persone, ma non poteva fare a meno di loro. Non più.
****

Un uomo accolse lo scrittore e il giovane detective dell’ ovest con un abbraccio. Poi si soffermò su Conan.
-sai che mi ricordi tanto il piccolo Kudo?- scherzò, l’interessato fece una faccia infantile, si era levato gli occhiali. Si. Era difficile non paragonare “i due”.
-siamo venuti a fare un po’ di allenamento, questi tre sono vere promesse!- esclamò ridendo Yusaku,
-ah beh allora non posso lasciarli fuori!- scherzò l’altro. Heiji continuava a fissare l’ormai piccolo assassino. Non voleva ammetterlo, ma sapeva che se Shinichi si fidava, lui non avrebbe fatto il contrario. Si fidava cecamente del detective dell’ est, nonché suo migliore amico.
****

Passarono l’intero pomeriggio al poligono, la sera tornati in città andarono a prendere un gelato.
- Yusaku vai via!- esclamò Lucas, gli altri lo guardarono interrogativi,
-la ragazza dell’agenzia sta’ per entrare, non può vederla con noi!- l’uomo fece come ordinato, dopo aver carezzato le teste dei due bambini uscii dal retro.
-Conan! Heiji! Lucas!- esclamò la ragazza, poco dopo i ragazzi notarono una coppia dietro di lei.
-kaito, ci si rivede!- esclamò Conan, con tono da bambino, il giovane gli sorrise. Kaito kuroba O 1412 aveva lasciato il lavoro di ladro subito dopo la caduta dell’organizzazione. Finalmente aveva capito che doveva vivere la sua vita.
-il nostro quartiere è stato infestato dagli insetti e il dottor Agasa ci ha offerto  ospitalità- sorrise Aoko.

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Capitolo 2
*** Come Gin era finito a far parte del gruppo? Cosa è successo quella notte? ***


Quel giorno fatidico, erano tutti stremati a casa del dottore, subito dopo l’esplosione del covo degli uomini in nero. a Kaito avevano sparato, e grazie all’abilità di Ai e all’amore di Aoko si stava lentamente riprendendo.
Heiji aveva come al solito seguito il suo migliore amico in un'altra missione suicida e per poco non rimaneva coinvolto nell’esplosione. Ran e kazuha erano state colpite dagli aghi di Conan dopo l’esplosione. L’FBI continuava a parlare con Akai che era misteriosamente ricomparso e aveva salvato tutti. Beh, il dottor Agasa con tutti quegli ospiti aveva messo su’ un bel po’ di caffè, e mentre ognuno sorseggiava la sua tazzina, la porta si spalancò e un bambino stremato cadde al suolo.
Dopo il racconto di Gin Conan fece uscire tutti dalla stanza. Doveva provare la sua sincerità. Non poteva mettere ancora di più Ran in pericolo. Non le aveva ancora detto niente. E non era l’unica a non sapere la vera identità di Conan Edogawa.
Mise un coltello in mano a Gin, allargò le braccia e lo incitò.
-sarà la tua unica occasione. Sono stato io a sgominare la tua banda, uccidimi ora!- esclamò, Gin non si scompose,
-che stai dicendo stupido moccioso!? se ti uccido Shiho non mi farà tornare grande!- il giovane kudo rise sollevato.

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Capitolo 3
*** durante la notte ***


Kaito, Heiji, Conan e Lucas, dormivano ognuno in una stanza di villa kudo. Yusaku aveva finto di presentarsi a casa per caso e aveva invitato i ragazzi lì. Kazuha, Ran e Aoko erano invece a casa di Ran.
****

- Ran, non ti manca Shinichi?- chiese Aoko, il giovane detective e il suo Kaito si somigliavano tantissimo, lei non avrebbe resistito così a lungo senza vederlo.
-certo… da quando è partito, lo vedo raramente, ma Conan sembra aver preso il suo posto….- sorrise la ragazza pensando al “fratellino”.
-non ti sarai mica presa una cotta per quel bambino eh Ran?- scherzò Kazuha, in risposta ricevette un cuscino in faccia.
****

-non capisco come resisti moccioso…- sospirò Gin dalla poltrona,
-è quasi un mese che io sto’ così e sto’ impazzendo. Tu è da anni che sei così!- il piccolo Conan alzò le spalle rassegnato. Non sapeva neanche lui come aveva fatto a non impazzire. Ansi lo sapeva. Lo faceva per lei, per Ran, la sua Ran.
-dannazione moccioso, come fai a viverci insieme e non averle manco dato un bacio!?- chiese esasperato Kaito, sdraiato malamente sul divano. Il piccolo detective si infuriò,
-smettete di chiamarmi moccioso!- esclamò, poi sprofondò sulla poltrona.
-secondo voi non ci ho pensato?! Ogni volta che si avvicina a me! Secondo voi non è frustrante non poterle dire niente?! Farla soffrire ogni volta che dopo qualche ora devo tornare ad essere Conan Edogawa?! Secondo voi si può resistere sentendo che la ragazza che ami ti chiama fratellino?!- si stava sfogando, non lo aveva mai fatto. Come non aveva mai detto a nessuno che amava Ran. Dio quanto l’amava!
-scusatemi… non è colpa vostra…- poi lanciò un occhiata a Gin, era colpa sua. Ma ora stavano nella stessa barca. Ora anche lui doveva fare il bambino delle elementari e fingere di non riuscire ad imparare le tabelline.
***

-ah le donne non sono giocattoli sai Gin?- Yusaku fumava una sigaretta sul davanzale. A che si riferiva?
- Yusaku, fammi fare un tiro, è già un mese che non tocco una sigaretta!- l’uomo lo guardò male,
-sei un bambino, fumare a quest’età ti rovina!- esclamò, "
ma ha dimenticato con chi sta’ parlando o mi prende in giro?" pensò il finto bambino.
-credi che Ai farà tornare anche te grande?- chiese a bruciapelo, non ci aveva mai pensato, ma chi gli assicurava che dopo tanto tempo a fare il “bravo bambino” lei gli avrebbe dato l’antidoto?
-lo spero, ma probabilmente, dopo mi manderà in prigione- sospirò,
-perché non scappi?- continuò l’uomo, espirando una grande nuvola di fumo biancastro,
-ho smesso di scappare quando ho visto Shiho nei panni di Ai, quello sguardo di disprezzo, non lo scorderò mai...- l’uomo sorrise,
-le donne non sono giocattoli, ma se le tratti male prima o poi ti lasciano…- un'altra nuvoletta di fumo.

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Capitolo 4
*** essere lì con te ***


-Lucas, ma Ai è sempre stata così? Anche quando eravate vicini di casa?- chiese Aoko, il bimbo annuì, la piccola scienziata aveva appena insultato Conan, i due non erano mai d’accordo su niente, ma dopo poco lei era obbligata a cedere sotto le suppliche di lui.
-ehi! Smettila di sparlarci e vieni ad aiutarmi!- esclamò Conan, stava facendo il solletico ad Ai per convincerla ad andare con le ragazze. La parte del bambino delle elementari gli riusciva bene, soprattutto quando le ragazze erano in giro. Da quel “fatidico giorno” erano sempre più sospettose verso di lui. Lucas non se lo fece ripetere, pur di staccarsi dalle ragazze che lo riempivano domande avrebbe fatto la qualsiasi.
***

Heiji e Kaito messi in un angolo lontano delle ragazze discutevano.
-possibile che non se ne sia accorta?- chiedeva il primo,
-lo sa, sta’ aspettando che lui glielo dica, per quanto possa soffrire, ha capito che c’è un motivo per cui non ha ancora parlato…- sospirò il secondo.
-comunque io sono preoccupato per Shinichi, non lo da’ a vedere, ma sta’ soffrendo come un cane. Quando sono stato da lui l’ultima volta era una pezza. Ran piangeva per lui, silenziosamente, come quasi ogni notte. Era come se lui morisse dentro ogni volta che non poteva dirgli la verità…-. Entrambi volevano fare qualcosa. Lui li aveva aiutati a dichiararsi, lui li aveva salvati nei momenti peggiori, e ora loro dovevano fare qualcosa, ma sapevano che in quella situazione non c’era niente da fare.
***

Conan era sgattaiolato via alla prima occasione, si era messo ad intrattenere le ragazze, raccontando di come Genta era riuscito a mangiare dieci gelati interi e di come poi si era sentito male. Di tanto in tanto lanciava occhiate ai due sul divano che ora stavano conversando a bassa voce. Lucas e Ai avevano smesso da un po’ di giocare, lui aveva vinto. Stava tentando di farle capire che era veramente cambiato. I ragazzi e i due bambini erano usciti, e le ragazze erano andate a fare shopping.
****

-Ran! Il telefono squilla!- la avvisò l’amica, lei si risvegliò dai suoi pensieri e rispose.
-Pronto?-
-ehi! Ran!- la voce di Shinichi la fece sobbalzare,
-ehi!-
-Ran come vanno le cose lì? Poco fa’ mi ha chiamato Conan, mi ha detto che siete tutti riuniti, mi dispiace non poter essere lì con voi…- era il suo modo di scusarsi,
-beh, qui le cose vanno. Ma, mi manchi Shinichi… davvero non puoi liberarti?- chiese la ragazza speranzosa, il giovane sospirò,
-mi dispiace non sai quanto Ran… ma non posso, sono ancora impegnato in questo caso… non sai quanto mi dispiace non poter essere lì con te…- non sapeva neanche lui perché aveva calcato così tanto quelle parole. Lui in realtà non l’aveva lasciata un solo istante, neanche quella volta quando stava per trasformarsi, non le aveva lasciato la mano, l’aveva tenuta stretta, ed Ai aveva dovuto rammendargli il maglione, ma non l’aveva mai lasciata.
-capisco… beh ci vediamo presto però, promesso?- chiese,
-promesso! Fosse anche l’ultima cosa che faccio!- lo sentì sorridere, la sua voce, come il suo sorriso a lei bastavano, lei lo avrebbe aspettato.
****

-da quanto ti aspetta?- Conan si era ritrovato con le spalle al muro, “Lucas” gli stava rivolgendo quell’occhiata gelida.
-da quella notte- rispose il finto bambino, ormai aveva affrontato chiunque, lui non gli faceva più paura, sapeva cos’era il vero terrore, quello di perdere Ran.
-se Vermouth sapesse … - il detective si sorprese,
-tu sai di Vermouth?!- esclamò spingendolo via,
-anche di Irish, ah e di Pisco, di che ti stupisci?- ghignò, così sapeva che i suoi lo tradivano, e sapeva la sua vera identità, ma “Conan” sapeva perché l’assassino sopportava tutto ciò. L’aveva capito poco tempo prima. Il grande, crudele, freddo killer, si era innamorato della sua scienziata.
-Eliminato l'impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità.- citò il detective,
-tu e tuo padre avete capito tutto eh? Ho detto e lo ripeto. Vorrei che tutti i detective fossero come Kogoro!- da dietro si sentirono dei risolini,
-si, ma poi che divertimento ci sarebbe?!- Heiji teneva un pallone in mano che lanciò ai due.

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Capitolo 5
*** io devo salvarla ***


 
-Ran! Siamo a casa!!- esclamò Conan entrando nello studio. Nessuno.
-è strano che non siano ancora tornate…- constatò il detective dell’ovest. Senza pensarci minimamente ognuno prese il telefono e chiamò.
“Ran rispondi!” pensava il piccolo Conan,
“Ai ti prego!” supplicava Lucas,
“Aoko forza!” incitava Kaito,
“Kazuha, dove sei?!” chiedeva Heiji.
Tutti avevano un terribile presentimento.

-Akai dannazione! che significa che non lo sapete?!- “Lucas” era ormai al limite, chiuse il telefono gettandolo a terra. I loro presentimenti si erano rivelati esatti, erano state catturate.
-sapevo di non potermi fidare di quei dannatissimi dell’FBI!- fece per correre in strada quando Conan lo fermò,
-COSA VUOI?! MOCCIOSO!- aveva calcato l’ultima parola con disprezzo inimmaginabile, avevano rapito la sua Shiho, nessuno poteva capirlo, tantomeno quel “detective da strapazzo”.
Conan teneva la testa bassa, il pugno chiuso sul bavero della maglietta dell’altro,
-smettila…- la sua voce era palesemente trattenuta, quasi strozzata.
-LASCIAMI VADO A CERCARLA!- esclamò furioso Lucas, il detective non si mosse.
-TI HO DETTO DI LASCIARMI!- Conan venne colpito da un pugno in pieno volto, fece qualche passo indietro ma non mollò la presa,
-non ti permetterò di fare pazzie, ti farai uccidere, e questo non sarà di aiuto a nessuno- un rivolo di sangue scese dalla sua bocca,
-IO DEVO SALVARLA! NON POSSO LASCIARLA ANDARE! NON DI NUOVO!- i suoi occhi erano umidi, non riusciva a capire perché nessuno di loro si muovesse.
-guardaci!- esclamò Conan all’improvviso. Heiji e Kaito erano seduti per terra, sembrava che non sentissero niente a parte paura, non si erano neanche accorti di quella scenata.
-anche noi faremmo di tutto pure dare la nostra dannata vita per loro! Ma sappiamo che per salvarle dobbiamo aspettare! Tu colpiscimi, sfogati su di me, ma non fare niente che possa metterle in pericolo!- il detective dell’est sapeva di essere il responsabile, sapeva di aver messo ragazze innocenti in pericolo. Sapeva che se avesse fatto anche una sola mossa sbagliata tutti sarebbero morti. 

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Capitolo 6
*** il "piano" ***


 
-Ragazzi è ora…- Akai era entrato nella stanza con i suoi uomini al seguito. Avrebbero fatto di tutto per evitare la morte di altri innocenti, lui non l’avrebbe sopportato. Non avrebbe sopportato la morte di Shiho, doveva riuscire a proteggere almeno lei.
-Shinichi che diamine hai fatto?!-  chiese abbassandosi al livello del piccolo,
-niente! Andiamo, non c’è tempo da perdere!- asciugò il sangue ce colava sul labbro e seguì gli altri.
-Shinichi, Gin, queste erano in un contenitore nel laboratorio di Ai- Akai passò ai finti bambini delle pillole tutte identiche,
-non è l’antidoto definitivo… dura solo ventiquattro ore… ma basterà…- Conan inghiottì il farmaco. Così fece Lucas…
-Vodka! Siamo qui!- la voce di Shinichi fece eco nel grande magazzino.
-sai moccioso… non dovresti metterti così tanto in mostra!- la voce di Vodka venne seguita dal rumore della sicura di una pistola.
-prendete noi! Lasciate andare le ragazze!- urlò, una risata agghiacciante fece eco nell’aria,
-oh Gin… ti sei alleato con questo moccioso… sei caduto in basso- l’uomo uscii dal buio.
-Vodka, dovresti sapere cosa faccio agli sprovveduti che mi sfidano…- Gin pareva tranquillo, era riuscito a ritrovare tutta la sua freddezza.
Dopo un segno del uomo vestito di nero, un puntino bianco si accese sopra il cuore di Gin.
-non ditemi che non sapevate di Korn!- un’altra risata agghiacciante,
-cosa vuoi?- Shinichi aveva perso il controllo,
-la vostra morte lenta e dolorosa- ghignò.
-se ci spari non avrai questo piacere, lascia andare le ragazze e ci faremo uccidere da te- Gin ghignò, la sua solita sigaretta in bocca, i suoi soliti occhi di ghiaccio.
-Pensi che se la caveranno?- Heiji era preoccupato,
-ci sono poche possibilità che Vodka non li uccida…- ammise Jodie, il ragazzo abbassò lo sguardo e seguì gli altri.

 

-mi dispiace ma le vostre preziose ragazze sono morte… come lo sarete voi tra poco- ghignò mostrando la mano sporca di sangue.
-oh mi sorprende che tu sia così stupido… allora è vero che Gin era la mente- Shinichi rise, forse sarebbe stato più facile di quanto pensassero.
-io ho provato ad insegnargli qualcosa, ma a quanto pare non ha imparato niente!- rise maligno, entrambi avevano capito. Entrambi sapevano che non le avrebbe mai rapite per ucciderle.

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Capitolo 7
*** ti amo Ran.... ***


Le ragazze si svegliarono in un magazzino. Erano legate ad uno dei pilastri.
-c… cosa è successo?- chiese Aoko spaventata,
-non lo so… dove siamo?- chiese a sua volta Kazuha,
-in un magazzino… e siamo legate…- la voce di Ran tremava.
-siete nostre ospiti…- la voce arrogante di un uomo si fece strada nel buio,
-chi sei!?- chiese Ran spaventata,
-un amico - rispose vago. Poi uno sparo e un urlo di dolore.
-dannata mocciosa!- Ai si era liberata dalle corde e nel buio aveva tentato di colpire Vodka, ma con pochi risultati. L’uomo era stato colpito alla mano.
Con un colpo del retro della pistola Vodka colpì la finta bambina facendola svenire.
-m… affare fatto. Liberate le ragazze e lasciatevi uccidere…- Vodka ghignò, poi indicò loro un posto imprecisato dietro di lui, schioccò le dita e le luci si accesero mostrando le ragazze imbavagliate.
-Schinichi!- Ran abbracciò il giovane piangendo. Era arrivato quando ne aveva bisogno.
-Shinichi, non voglio che tu muoia per me! Fa’ rimanere me qui e scappa!- il giovane sorrise, poi le scompigliò i capelli,
-ti amo Ran….- sussurrò.  Tutte le ragazze piangevano, Ai era stretta a gin, nascondeva il volto nel suo petto.
-oh che patetica scenetta! Andiamo! Non ho tempo da perdere!- i due allontanarono le ragazze,
-non ti lascerò andare via di nuovo! Io resto con te!- il giovane detective sorrise.
-tempo scaduto!- un colpo di pistola indirizzato a Ran. Tutto successe in un attimo, Shinichi si mise davanti la ragazza, Heiji e Kaito trascinarono via le altre, Gin atterrò Vodka, i componenti dell’ FBI bloccarono Korn.


-Shinichi!- Gin, Shiho e Heiji si unirono a Ran attorno al corpo del loro amico.
-la pallottola non ha preso il cuore! Dobbiamo portarlo immediatamente in ospedale…-. I sensi del giovane detective ferito si stavano affievolendo pian piano, l’ultimo ricordo fu’ il suono dell’ambulanza che si avvicinava…

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Capitolo 8
*** il detective ferito ***


L’ambulanza era appena arrivata, Shinichi era svenuto.
-se usano il defibrillatore tornerà piccolo, e morirà dissanguato!-  Ai aveva ripreso la sua naturale grinta, si era staccata dal resto delle ragazze, non le importava più del loro segreto, non avrebbe permesso la morte di Shinichi.
-FBI. d’ora in poi seguirete le direttive di questa bambina- ordinò Akai, i paramedici dopo qualche perplessità acconsentirono. Non c’era tempo da perdere.
Dopo aver estratto la pallottola ed aver fermato il sangue, Ai con il consenso dell’FBI seguì il giovane in sala operatoria.
Passarono ore, le possibilità che Shinichi riuscisse a sopravvivere erano sempre di meno. Tutti, da Yusaku a Gin piangevano silenziosi. Shinichi venne messo sotto stretta osservazione. i medici avevano fatto tutto il possibile, ora restava a lui.
-è un ragazzo abbastanza forte, ci sono molte probabilità che ce la faccia- le ragazze erano sollevate, ma chi conosceva il segreto del ragazzo cadde a terra. A poche ore sarebbe avvenuta la trasformazione, e il piccolo Conan non era abbastanza forte per farcela.
-continuerò a dare l’antidoto a Shinichi, ma rallenterà la guarigione…- la piccola Ai ormai sorprendeva in pochi,
-significa che quando l’effetto finirà potrebbe non essere guarito?- chiese Gin, la piccola annuì.


Era passata una settimana, Yusaku, Yukiko, Heiji, Ran, Lucas, Ai, e Kaito si erano quasi trasferiti in ospedale.
Ran non piangeva più, ora parlava a Shinichi ogni giorno. La piccola Ai aveva sorpreso tutti i dottori con cui aveva parlato, ma aveva sempre le spalle coperte dall’FBI che faceva da pendolare in ospedale. I genitori del detective ferito lasciavano il capezzale del figlio solo per lasciare posto a Ran e ai medici. In fine, i tre amici rimanevano fuori dalla porta. Nessuno dei tre sopportava la vista dell’amico in quelle condizioni.
-non si è ancora svegliato?- la solita domanda di Heiji alla scienziata,
-no Osaka, te lo avrei detto! Comunque… tornerà piccolo fra qualche ora…- la scienziata sospirò, sapeva che ormai il loro segreto grazie all’FBI era al sicuro, ma era preoccupata per la salute del giovane.
-prenderò il farmaco, dopo la trasformazione di Shinichi lo porteremo nel mio laboratorio, lì posso curarlo anche se è un bambino... -  Heiji si alzò di scatto come gli altri,
-né io né Shinichi vogliamo che prendi l’antidoto in via di sperimentazione! È pericoloso e doloroso!- esclamò il “piccolo” Lucas. La bambina lo guardò male.
-in queste condizioni non posso essergli d’aiuto ne durante la trasformazione ne dopo…- il bimbo abbassò gli occhi,
-allora io sarò accanto a te durante la trasformazione! Se ti sentissi male io ti potrei aiutare…- Ai sorrise,
-non se ne discute nemmeno-.

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Capitolo 9
*** sei cresciuto figlio mio... ***


Conan si svegliò, sul letto di Shiho. Era confuso, che ci faceva lì?
-ehi, ti sei svegliato finalmente…- suo padre era accanto a lui. Il volto sciupato faceva trasparire tutta la preoccupazione,
-co… cosa è successo?- chiese il finto bambino,
-niente e sta’ giù!- Ai gli era spuntata davanti, ma non era la solita bambina, era la vera Shiho, il detective arrossì.
-ma… ma come sei vestita?!- esclamò, indossava gli abiti di una dottoressa,
-ti ho detto di stare giù!- si lamentò la scienziata, il giovane obbedì. Dopo un paio di accertamenti la ragazza uscì lasciando il giovane ancora più confuso.
-papà evita di guardarla, sia Gin che la mamma te la fanno pagare con gli interessi sennò!- Un lampo attraversò la sua mente,
-perché Shiho ha usato il farmaco sperimentale?! E io dovrei essere all’ospedale! Ran ha visto la trasformazione?! Papà rispondi!- Yusaku era imbambolato, suo figlio era vivo per miracolo, aveva una ferita da arma da fuoco appena sotto il cuore e si stava preoccupando di tutti a parte di sé stesso.
-sei proprio cresciuto figlio mio…- sospirò, poi uscii dalla stanza.
Erano passati giorni. Conan non aveva visto più nessuno a parte sua madre per pochi minuti e Shiho che ormai era tornata piccola. Il Giovane aveva pian piano ricordato tutti gli avvenimenti, e dopo una breve spiegazione di Ai era tutto chiaro.
-puoi uscire da questa stanza, ma non mettere la maglietta…- il giovane le lanciò un occhiata torva,
-se ti piace vedermi a petto nudo non c’è problema!- scherzò,
-non voglio che fai il minimo movimento. Hai perso più sangue di quanto ne hai ora in corpo, se troppo debole, e la tua pelle soprattutto attorno alla ferita è ipersensibile! Idiota!- il giovane acconsentì.
-oh ecco il nostro detective!- Kaito era entrato nella stanza, illuminandosi alla vista dell’amico.
-mi dispiace aver messo Aoko e te in questo guaio… si scusò subito l’interpellato, il giovane ladro sorrise,
-tutto per un amico!- esclamò.

Quando entrò nella grande cucina tutti i suoi amici erano ad aspettarlo sorridenti.
-dov’è Ran?- chiese il finto bambino. Tra tutti lei non c’era.
-ecco... Ran è...- Heiji stava temporeggiando, il ricordo dell’incidente era chiaro. Lei non era stata ferita. ma allora dov’era?!
-Heiji dimmi subito dov’è la mia Ran!- ormai tutti i presenti ed anche le ragazze sapevano chi era in realtà, ma perché lei non c’era?
-è rimasta a casa… ha detto di non riuscire a guardarti sapendo chi sei…- il mondo gli cadde a dosso in quell’istante.
-ehi! Shinichi! Forza non fare così! Vedrai che…- cosa poteva dire il detective di Osaka per rincuorarlo? Niente.
-forse Ai ha ragione… ho bisogno di riposo... Kaito per favore riportami a letto…-.

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Capitolo 10
*** tirare su un amico. tutto si sistema grazie al piccolo detective... ***


Passavano i giorni ma niente riusciva a tirare su’ di morale il giovane liceale. Si tormentava giorno e notte. Aveva messo in pericolo non solo la sua famiglia, ma anche Ran e tutti i suoi amici. Aveva rimpianto così tante volte quel giorno, quando era diventato Conan Edogawa. Sapeva che se non fosse stato per lui né Shiho, ne Gin, ne Kaito sarebbero liberi, tutti lo ripetevano sempre, ma sapeva anche che se lui non avesse rincorso quegli uomini, non avrebbe perso la sua Ran.
-mocciosa quel detective da due soldi si è ristabilito?!- Goro ormai faceva da pendolare, da casa sua a quella dove stava il piccolo Conan.
-si- rispose fredda come al solito Ai, l’uomo entrò come un tornado nella stanza, si bloccò di scatto quando vide la condizione del finto bambino.

-è vero? Tu sei Shinichi?- chiese, il bimbo annuì. Poco dopo si ritrovò a terra steso da un pugno.
-come ti sei permesso di far soffrire così tanto la mia povera bambina?! Come ti sei permesso a sfruttarci in questo modo?!- l’ex liceale rimase a terra, non sapeva come replicare. Ansi non voleva replicare. Voleva continuare a crogiolarsi nella depressione. Voleva continuare a tenersi tutto dentro, le paure e i turbamenti. Lui era un ragazzo indegno di stare in quella terra e lo sapeva. Aveva sempre dato per scontato tutto e ora che non aveva più niente se ne rendeva conto. Ora che anche Goro gli sembrava migliore di lui non poteva fare altro che rimanere a terra privo di qualsiasi forza.
-cos’hai provato quando Eri se ne andata?- non aveva mai pensato di poter parlare seriamente con Goro, ma in quel momento ne aveva un disperato bisogno anche se non lo ammetteva.
l’uomo rimase basito. In quel momento, dopo quelle parole capii cosa sua figlia e quegli altri ragazzi trovassero in lui di così speciale. Riusciva a vedere solo ora quella luce che emanava quando risolveva un caso. O quando aiutava qualcuno, quando aiutava lui… e riusciva a vedere in quel momento la luce di quel ragazzo spegnersi lentamente. Ora anche lui come quei giovani si sentiva in dovere di aiutare un amico.
-non importa cos’ho provato io! tu non devi provarlo! Tu non ti devi dare per vinto! Mia figlia ha bisogno di te ora! più di chiunque altro!- si ripeteva all’infinito di stare facendo quel discorso per sua figlia, per la sua adorata piccola Ran. Ma in cuor suo sapeva che non poteva lasciar spegnere quella luce.
il piccolo Conan alzò leggermente la testa, sentir dire da Goro quelle parole suonava strano,
-l’ho delusa, non le ho detto la verità, piangeva ogni notte a causa mia…- sospirò il piccolo,
-e tu piangevi con lei…- l’uomo aveva sempre pensato che il piccolo piangesse perché gli mancavano i genitori, o per qualunque altra sciocchezza da bambini. Ma ora si rendeva conto che quando la sua bambina piangeva per quel che lui definiva “disgraziato di un detective da quattro soldi” quel giovane piangeva nella stanza accanto, moriva dentro ogni volta che la vedeva soffrire, faceva di tutto per tirarle su il morale. Ora aveva finalmente capito che non c’era Uomo che potesse essere meglio di lui.
Prese per il braccio il bambino e se lo mise in braccio.
-mocciosa me lo sto’ portando io!- esclamò l’uomo deciso mentre varcava la soglia, Ai era sicura che Goro ormai avesse capito.
-Ran! Ran!- gridava a squarcia gola sulle scale,
-papà che è successo?!- la ragazza uscì dalla sua stanza trafelata.
-sta’ attenta a lui è ancora debole! Ci vediamo! Non lo cacciare mi raccomando!- le lasciò il bambino ai piedi e corse via.
-S…Shinichi? Che ti è successo al volto?- il finto bambino si toccò il labbro, sanguinava leggermente,
-non l’avrei mai detto, ma tuo padre ha un destro potente…-.
Ran stava medicando il piccolo, evitava in qualsiasi modo di guardarlo negli occhi, nella sua testa ancora quelle parole
"ti amo Ran" aveva sempre sognato di sentirgliele dire.
-Ran... mi dispiace... per tutto io... -  la giovane sorrise,
-l’ho sempre saputo… ho sempre saputo che eri tu il mio Shinichi... mi dispiace averti causato così tanti problemi…- per la prima volta da quando aveva visto la trasformazione, da quando Ai gli aveva raccontato l’intera storia, da quando Heiji gli aveva raccontato la sua infinita tristezza. in quel momento era riuscita a guardarlo negli occhi, e ancor più importante a fare chiarezza nel suo cuore…
-ti amo Ran… mi dispiace non avertelo detto prima… e mi dispiace non essere nel mio corpo in questo momento… ma io ti amo e ti ho sempre amata Ran!- la ragazza lo abbracciò,
-anche io ti amo stupido detective!- si baciarono. Lei gli sarebbe stata sempre vicino. Lui era pronto anche a sposarla.

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Capitolo 11
*** goro ***


Goro passeggiava per le strade della città. Sapeva che il giovane detective avrebbe fatto quello che doveva, ora toccava a lui. Suonò il campanello un po’ titubante.
-ehm… Eri… sono io!- silenzio, in quel momento l’uomo rifletté sulle varie possibilità di scappare, e sulle più disparate scuse che poteva inventare.
-oh Goro, entra!- ecco ora non poteva più tirarsi indietro.
-a che devo la tua visita? Ran sta’ male?- chiese la donna seduta sulla sua solita poltrona, il gattino grigio stava placidamente dormendo sopra la scrivania.
-no… lei sta’ benissimo, l’ho lasciata con il “piccolo Shinichi”- sospirò, la donna ne fu’ sorpresa, sapeva che il giovane si era lasciato andare dopo che la sua bambina non l’aveva più voluto vedere.
- in realtà sono venuto per te…- quella frase le fece sciogliere il cuore. Da tantissimo tempo Goro non le diceva qualcosa di così dolce.
-ecco… non so’ come dirlo ma… mi sono comportato male con te…- ammise, la donna rimase in silenzio ad ascoltare,
-è da  quando te ne sei andata che non faccio altro che pensare a quanto è stato orrendo il mio comportamento… ma ogni volta mi dicevo che ero così e che tu mi avevi sposato per come ero… ma oggi… vedendo quel piccolo ingrato di un detective ho capito che ho sbagliato. Ho capito che non sto’ vivendo veramente la mia vita da quando tu non ci sei... Eri Kisaki... ti prego torna con me…-. Una lacrima scese dal volto della donna.
-c’è voluto un ragazzino per fartelo capire?!- Eri baciò di slancio il marito che cadde a terra. rimasero a fissarsi per un po’. Lei contenta di aver ritrovato l’uomo che aveva sposato. Lui felice di aver ripreso la donna che ama. 

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Capitolo 12
*** Gin ***


-quindi l’ha trascinato via?- chiese incredulo Lucas, la bimba annuì guardando annoiata i programmi in tv.
-e aveva del sangue alla bocca?- continuò il finto bambino,
-credo che Goro lo abbia picchiato, e che poi lo abbia portato in spalla fino a casa della “ragazza dell’agenzia”- non voleva ammetterlo, ma era felice che qualcuno fosse riuscito a “tirar su” il detective anche se l’aveva tirato su proprio letteralmente.
-ho avuto paura…- Lucas teneva gli occhi fissi sul pavimento,
-che potesse rimanere così? No… è un tipo forte, si sarebbe ripreso prima o poi…- minimizzò lei,
-ho avuto paura che ti avessero fatto del male, ho perfino dato un gancio a Shinichi, volevo correre da te anche con questo corpo…- la bambina alzò gli occhi verso di lui,
-sul… sul serio?- chiese stupita, Lucas annuì.
-Shiho io ti amo! Come non ho mai amato nessun altro. l’ho capito stando con i due kudo. So’ che è una cosa idiota da dire… ma io ti amo per Davvero!- la baciò, probabilmente sarebbe stato rifiutato, si sarebbe beccato uno schiaffo per quel gesto, ma per lui ne valeva la pena. Al contrario delle sue aspettative Ai rispose al bacio,

-sai… anche io ti amo…- e ripresero a baciarsi….

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Capitolo 13
*** Epilogo... ***


Ai e Lucas decisero di rimanere bambini e di vivere la vita tranquilla che non avevano avuto modo di vivere.
I detective boys dopo aver saputo che Conan era in realtà Shinichi lo perdonarono immediatamente e lo fecero iscrivere al nuovo gruppo dei DETECTIVE BOYS, ora ricevono un sacco di richieste dai loro compagni.
Shinichi tornò grande,grazie all’antidoto di Ai. riprese il lavoro di detective ed è sempre su tutti i giornali. Ora sta’ stabilmente con Ran che è ormai una famosa karateka.
Eri e Goro hanno fatto una seconda luna di miele alle hawaii, in un posto consigliato da Yusaku. E ora aspettano il secondo figlio.
Heiji è diventato il più famoso detective dell’ovest, e a detta sua un giorno riuscirà a superare il suo migliore amico. Si è fidanzato con Kazuha e le ha rivelato che lei è stata il suo primo e unico amore.
Kaito ha intrapreso la carriera di mago, lui e la sua ragazza Aoko viaggiano per il mondo, e lei è sempre in prima fila.
Yusaku e Yukiko vivono tutt’ora un matrimonio felice, e grazie al successo del nuovo libro di Yusaku
detective Conan
ora girano il mondo.

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