Sunlight's ray

di vanessie
(/viewuser.php?uid=131299)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** “Io, la mia famiglia e gli amici” ***
Capitolo 2: *** "Barbie e Ken" ***
Capitolo 3: *** "Gocce d'acqua" ***
Capitolo 4: *** "Mai più noi due" ***
Capitolo 5: *** "Virus contagia vampiri" ***
Capitolo 6: *** "Cenerentola" ***
Capitolo 7: *** "Amici ad ogni costo" ***
Capitolo 8: *** "L'esca" ***
Capitolo 9: *** "Tutto per te" ***
Capitolo 10: *** "Preludio d'amore" ***
Capitolo 11: *** "Il sole di mezzanotte" ***
Capitolo 12: *** "Il decalogo delle regole di Edward" ***
Capitolo 13: *** "Happy Halloween" ***
Capitolo 14: *** "Confessioni" ***
Capitolo 15: *** "Aspettando te" ***
Capitolo 16: *** "Eclissi d'amore" ***
Capitolo 17: *** "L'unica che vorrei per mio figlio" ***
Capitolo 18: *** "La prima grande prova" ***
Capitolo 19: *** "Progetti futuri" ***
Capitolo 20: *** "Ritorno a casa" ***
Capitolo 21: *** "La baia" ***
Capitolo 22: *** "Preparativi" ***
Capitolo 23: *** "L’ultima volta con te" ***
Capitolo 24: *** "Le nozze" ***
Capitolo 25: *** La luna di miele ***
Capitolo 26: *** "Che cosa vuoi che succeda?" ***
Capitolo 27: *** "Felicità e preoccupazioni" ***
Capitolo 28: *** "Cos’altro potrei desiderare?”" ***
Capitolo 29: *** "Parlando di te" ***
Capitolo 30: *** "Il nostro miracolo" ***
Capitolo 31: *** "Natale" ***
Capitolo 32: *** "Immatura" ***
Capitolo 33: *** "Gelosie" ***
Capitolo 34: *** "Il senso della vita" ***
Capitolo 35: *** "Vita da coniugi" ***
Capitolo 36: *** "I soliti chiacchieroni" ***
Capitolo 37: *** "Decisione" ***
Capitolo 38: *** "Tensioni" ***
Capitolo 39: *** "Disperato bisogno di te" ***
Capitolo 40: *** "La verità" ***
Capitolo 41: *** "Lascia stare i miei figli" ***
Capitolo 42: *** "Ricordati di me" ***
Capitolo 43: *** "Dove sei?" ***
Capitolo 44: *** "L'ultimo regalo" ***
Capitolo 45: *** "Vivere senza te" ***
Capitolo 46: *** "Chi sono?" ***
Capitolo 47: *** "Attratto come una calamita" ***
Capitolo 48: *** "Presentazioni" ***
Capitolo 49: *** "Ancora noi due" ***
Capitolo 50: *** "La stella" ***
Capitolo 51: *** "Dedica" ***
Capitolo 52: *** "Il regalo più desiderato" ***
Capitolo 53: *** "Pronto a ricominciare" ***
Capitolo 54: *** "L'ultimo della serie" ***
Capitolo 55: *** "Dichiarazione d'amore" ***
Capitolo 56: *** "Riflessioni sul futuro" ***
Capitolo 57: *** "Trentesimo compleanno" ***
Capitolo 58: *** "Epilogo" ***



Capitolo 1
*** “Io, la mia famiglia e gli amici” ***


* Questa storia senza fini di lucro è esclusivamente di mia proprietà. I personaggi sono presi in prestito da Stephenie Meyer e l’ambientazione segue Braeking Dawn. Chiunque voglia citare la mia fan fiction è pregato di richiedere l’autorizzazione.


PREMESSA

Forks, 10 settembre 2029


Nella vita di ciascuno di noi

dovrebbe esserci un momento per riflettere,

per pensare a come si è svolta la nostra esistenza,

cercando di capire quali sarebbero state le alternative possibili

alla strada che poi abbiamo deciso di intraprendere…

Se ripenso alle mie scelte del passato,

certamente mi accorgo di essere stata alle volte

troppo impulsiva, altre troppo sentimentale e altre ancora

troppo immatura,

ma non riesco a pentirmi delle mie decisioni,

neanche adesso, alla luce dei miei “30 anni” e conoscendo qual è

stato il mio cammino verso la situazione presente,

perché in fondo la persona che sono in questo momento

è stata formata proprio da quel cammino!

Per questo dedico il mio racconto

alla mia adorata famiglia d’origine e

a quella che con smisurato amore ho formato con mio marito,

nella speranza che chiunque lo legga possa

riuscire a capirmi meglio e magari trarre spunto

dai miei errori, per non commetterne di simili.

                                                            Renesmee C. B.


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION


Uploaded with ImageShack.us

Capitolo 1

“Io, la mia famiglia e gli amici”


Sono passati otto anni dal giorno in cui la mia famiglia di vampiri e i miei amici licantropi hanno combattuto contro i Volturi per difendermi e dimostrare loro che, in realtà, non sono una bambina immortale, non sono pericolosa e non lo sarò mai. Ricordo ancora, anche se non con precisione, che nel corso di quella battaglia tutti si prodigarono per me, ognuno con i propri mezzi e adesso penso che il loro affetto nei miei confronti sia stato smisurato…sì, perché in fondo le loro vite non valevano e non valgono tuttora meno della mia, ma non posso che essergli grata! Da allora siamo riusciti a vivere in pace, senza attacchi di nessun genere, così sono potuta crescere come una “persona normale”. Ok, ok di normale in me c’è poco, ma mi piace pensare di poter essere come tutti gli altri che incontro per strada o a scuola.

Anche il mio sviluppo super veloce si è arrestato dopo l’esplosione che dalla nascita mi ha portata all’età fisica e mentale di sette anni in un solo anno solare…adesso dopo otto anni da quel momento, ho 15 anni e come tutte le ragazzine della mia età sono pronta per affrontare il secondo anno della scuola superiore, che comincerà solo domani. Negli anni ho persino smesso di usare il mio potere, ossia quello di comunicare con gli altri con un solo tocco della mia mano, scegliendo di vivere un’esistenza totalmente lontana dalla fantasia e dal soprannaturale.

Sono molto legata alla mia famiglia, non potrei vivere senza i miei zii, i nonni e i miei genitori, ma da un po’ di mesi sento il bisogno di evadere da quella casa. Non fraintendetemi, la mia è solo necessità di avere un po’ di privacy, visto che non è facile mantenere i miei piccoli segreti con un padre che legge nel pensiero. E poi le rare volte in cui mi danno il permesso di uscire ho davvero voglia di starmene con i miei amici!!!

Già nella mia situazione non è facile avere dei veri amici a scuola, perché non posso mai essere completamente me stessa con loro, parlare di me e delle mie esigenze…a scuola tutti mi ignorano. Per fortuna però ci sono delle persone che mi capiscono e mi rispettano così come sono, nonostante i miei innumerevoli difetti. Sono i licantropi di La Push! Con loro riesco davvero a divertirmi e a confrontarmi con qualcuno che non sia un mio parente. Sono tutti molto simpatici, ognuno con le sue caratteristiche, ma i miei preferiti sono Seth, Embry, Leah e Jacob.

Leah è un po’ brusca nei modi, ma so che da lei posso ricevere delle opinioni sincere…il nostro rapporto è nato da soli pochi mesi, dato che prima era diffidente nei miei confronti perché come dice lei “Sono una Cullen”.

Embry e Seth sono i giocherelloni del gruppo, forse un po’immaturi ma per i miei 15 anni sono amici fidati e complici per organizzare scherzi a tutti quanti!

E poi c’è lui Jacob Black, il mio migliore amico, che ogni tanto chiamo ancora JJ in ricordo della mia infanzia: quando volevo ottenere qualcosa lui non sapeva resistere se lo chiamavo così. È molto speciale…sì perché è il solo capace di influenzare il mio umore con una sola parola, o meglio con una sola battuta o un sorriso dei suoi, capace di consolarmi quando sono triste, di relazionarsi con i miei genitori in una maniera così semplice e confidenziale, che quasi provo invidia per il modo in cui riesce a farsi ascoltare da mio padre Edward, e per il modo in cui mia madre Bella lo guarda! Certo mi hanno già raccontato la storia del triangolo amoroso e Jake dice che tutto è cambiato, ma una piccola parte di me è leggermente infastidita dagli sguardi tra Bella e Jacob, insomma quello è il mio migliore amico e non vorrei mai venire a sapere che lui frequenta casa mia per stare vicino a lei…oddio, devo smetterla con queste idee!!!

“Ehy carotina, sei ancora a scrivere su quel diario? Se continui così diventerai il nuovo gobbo di Notre Dame!”

“Ciao anche a te Jacob, comunque stavo solo finendo di scrivere i miei pensieri…” il suo sorriso smagliante mi accecò quando gli andai incontro per abbracciarlo.

“Forse ti sei dimenticata che oggi dobbiamo andare al cinema per vedere quel film horror che abbiamo scelto insieme!” In realtà non me l’ero dimenticato, dato che mi ero preparata per uscire già da un’ora, ma solo adesso che mi ci faceva riflettere notai che Jacob non indossava i pantaloncini, ma dei jeans e una maglietta azzurra…davvero carino!

Andammo al cinema a Port Angeles e comprammo pop corn e bibite. Il film era davvero uno schifo, ma noi ci eravamo comunque divertiti a vedere le assurdità che avevano deciso di mettere in scena su vampiri e licantropi…sempre gli stessi luoghi comuni! Tornati in macchina, mi misi comoda e cominciai a pensare al fatto che tra sole poche ore avrei dovuto affrontare la scuola superiore e, presa da una sensazione di lieve paura, cominciai a fissare fuori dal finestrino laterale.

“Non dirmi che il film ti ha spaventata e che stanotte non dormirai, altrimenti Edward e Bella non ti faranno più venire al cinema con me!”

“No, Jake è solo che sto pensando al fatto che con te mi sento così bene…perché non succede con gli altri? Insomma mi guardano all’alto in basso e poi quasi mi ignorano…” Jacob mi rivolse uno sguardo indagatore…chissà perché riusciva sempre a capirmi al volo, senza bisogno di parole. “Nessie, sei un po’in pensiero per domani?!”

“Ehy, mio padre ti ha insegnato a leggere nel pensiero forse?”

“No, lo sai che puoi mentire a tutti ma non a me, ti conosco troppo bene carotina!” Quel soprannome che mi aveva dato a causa del colore dei miei capelli mi faceva un po’ innervosire. Stavo crescendo, possibile che nessuno se ne accorgesse? Zia Alice e zia Rosalie mi avevano perfino comprato dei vestiti meno infantili e ormai portavo la seconda di seno… “Uffa non ti sopporto quando mi chiami così, ti piacerebbe se io iniziassi a chiamarti quadrupede solo perché ti trasformi in lupo?” Scoppiò in una fragorosa risata e io, voltandomi per guardarlo, non potei far altro che ridere, dato che il suono della sua risata leggermente stridulo era davvero contagioso.

“Sei molto spiritosa carotina, ma non preoccuparti vedrai che andrà tutto bene a scuola. E poi penso che non passerai inosservata, i ragazzi cominceranno a darti strane occhiate che a tuo padre non piaceranno affatto” mi fece l’occhiolino e io come una scema arrossii pensando che secondo lui sarei potuta piacere a qualche ragazzo. Tornati a casa ci salutammo e prima di andarsene mi disse “In bocca al lupo per domani!” accompagnando tutto con una linguaccia. “Speriamo che non crepi, perché non saprei proprio cosa fare tutta sola!” Con lui era così, mi aveva fatta sorridere anche di fronte alla mia preoccupazione più grande: essere accettata dagli altri, vista la mia poca autostima! Andai a letto serena, pensando che comunque sarebbero andate le cose avrei sempre potuto contare su Jake e riuscii a dormire tranquilla.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** "Barbie e Ken" ***



 
SUNLIGHT'S RAY FANFICTION

Uploaded with ImageShack.us

Capitolo 2

“Barbie e Ken”

 
 
I mesi di scuola erano andati piuttosto bene, infatti la primavera era già inoltrata e io non vedevo l’ora di trascorrere le poche giornate di sole al mare con gli amici. In quei mesi ero perfino riuscita a aggregarmi a un gruppetto di ragazze che tutto sommato non erano poi così male, anche se certe volte mi guardavano un po’ allibite, soprattutto quando alcuni ragazzi mi salutavano e volevano invitarmi a uscire ma io rifiutavo. Edward non avrebbe certo appoggiato la mia uscita con un individuo di sesso maschile che non fosse Jacob, di cui si fidava ciecamente! E poi anche io non ero interessata, visto che nessuno mi sembrava così interessante…in realtà li trovavo tutti superficiali e un po’ immaturi, visto che si limitavano a invitarmi solo per il mio aspetto esteriore dato che non conoscevano nulla del mio carattere! Mi piacevano i ragazzi più grandi…Gli studi procedevano bene e la mia famiglia era molto orgogliosa di me, soprattutto nonno Carlisle.

Quel pomeriggio, dopo aver studiato, uscii con lo zio Jasper per andare alla riserva da Jake. In realtà mi avrebbe aspettato al confine perché il famoso patto di non violare i confini di La Push era tuttora valido, nonostante i Cullen e i Quileute vivessero come alleati da tempo. Salutai lo zio e corsi a raggiungere la moto di Jacob che mi sorrideva con in mano una busta. “Che ne dici di un panino e una bibita?” mi chiese mentre lo salutavo. “Certo, perché no, avevo proprio bisogno di una merenda!”. Arrivati sulla spiaggia facemmo merenda insieme e notai che sulla riva due ragazze si sbracciavano in direzione di Jacob. “Salutano te?!” gli chiesi con il boccone in bocca. “Sì, quelle sono Maggie Sullivan e sua cugina” e si alzò proprio in tempo per ricevere un abbraccio e un bacio sulla guancia un po’ troppo caloroso per i miei gusti, dalla tipa di nome Maggie.

“Caspita, sei proprio tu Jacob? Voglio dire sei sempre stato un bel ragazzo ma adesso sei veramente uno schianto. Da dove sei uscito con quel fisico, da un giornale di moda?” Lo guardai innervosita perché invece di rispondere a quella superficialotta, che già si era conquistata la mia antipatia per aver fatto tutti quegli apprezzamenti, Jake si limitò a sorridere. “Lei chi è una tua cuginetta?” disse guardandomi con quell’aria di chi si crede inarrivabile. “No, lei è Nessie la mia migliore amica” rispose Jacob. Come?! Credeva che fossi una sua parente solo perché non ero abbastanza grande per poter uscire con lui come amica?! Piena di rabbia mi affrettai a sottolineare “Mi chiamo Renesmee, Nessie è SOLO per gli amici”. Capii dai discorsi che la signorina era tornata da soli due giorni dal college e che ora abitava di nuovo alla riserva con i genitori. Poi un lontano ricordo riaffiorò alla mia memoria…certo…con Jake avevamo parlato dei ragazzi che mi chiedevano di uscire e del primo bacio. Io non avevo mai baciato nessuno ma lui un po’ stizzito mi disse che non era ancora il momento, che avrei dovuto baciare quello giusto perché il primo bacio non si scorda mai…e quel nome Maggie fece accendere una lampadina nel mio cervello! Ma certo era la ragazza a cui il mio migliore amico tanti anni fa aveva dato il suo primo bacio. Era successo prima che Bella Swan si trasferisse a Forks e lui mi aveva raccontato che lei era la più ambita della sua scuola. Quindi quella Barbie era riuscita a rapirgli il cuore?!

Si salutarono e, rimasti soli, passeggiammo sulla spiaggia. Mi aveva rovinato il pomeriggio, insomma noi eravamo amici ma Jake aveva con me un rapporto speciale, non guardava mai le altre ragazze come facevano Embry e Seth e mi riservava quegli sguardi e quei sorrisi dolci…non avevo mai pensato all’eventualità che gli potesse piacere qualcuna! Ero proprio scema a non riflettere sul fatto che era carino e che un ragazzo così leale e divertente doveva apparire stupendo agli occhi delle ragazze!
“Siamo pensierose eh!” mi disse prendendomi per mano, come di solito facevamo fin da quando ero piccola. “E così Barbie è stata la tua prima fiamma. Eri il suo Ken?” risposi sarcastica. “Sì, voleva vivere in una casa tutta rosa e desiderava anche una macchina tutta rosa, in stile Barbie!” disse leggermente divertito. Beato lui che ci trovava da ridere, non so che cosa mi era preso, ma iniziai a desiderare di vedere quella tipa scappare da Forks con me che la inseguivo per dissanguarla. Non bevevo sangue umano, solo quello animale e molto di rado, ma con lei mi si era scatenata una follia omicida mai provata prima.

“Non capisco come mai fai quella faccia Nessie…” affermò con lo sguardo indagatore, ma questa volta non riuscì a decifrare i miei sentimenti, non ci riuscivo nemmeno io…non avevo mai provato quel tipo di stizza nemmeno quando Bella gli diceva qualcosa di affettuoso! “Non capisco come potesse piacerti un tipo simile! Mia madre è all’opposto” sentenziai. Lui si fermò e con il suo sorriso abbagliante disse “Beh è successo tanto tempo fa!” accarezzandomi la mano ancora intrecciata alla sua. Irritata lasciai la sua mano e a passo spedito mi avviai verso casa Black intenzionata a farmi riportare a casa subito. Pensai che Leah aveva ragione nel dire che i ragazzi sono tutti uguali e che era bene non fidarsi di nessuno.

Jacob mi raggiunse e prima che potessi parlare disse “Non fare così, che ti prende? Cos’è sei gelosa per caso?” “Sei impazzito Jake? Di cosa dovrei essere gelosa?! Siamo amici, mica fidanzati” lui abbasso gli occhi e con l’espressione più dolce del mondo aggiunse “Beh se fossimo fidanzati al tuo posto non mi preoccuperei, perché avrei occhi solo per te!”
Colpita e affondata, il mio viso prese il colore dei miei capelli e rimasi senza parole. Lui ridendo mi abbracciò e io mi trovai a respirare il suo odore, pensando che non esistesse niente di più buono al mondo. “Sei proprio carina quando fai la gelosa sai?!” “JJ non volevo reagire male, ma mi ha fatto molta antipatia con quell’aria di sufficienza”. Usai di proposito il suo soprannome (JJ), perché sapevo che gli piaceva e volevo che si dimenticasse la mia faccia rossa per l’imbarazzo e mi tenesse ancora stretta a se. Rimanemmo in quel modo per circa 5 minuti e poi lo sentii fare quei classici colpi di tosse che le persone fanno per comunicarti, senza usare le parole, che forse era meglio staccarsi. Mi riportò a casa e mi disse “Ti conviene non pensare alla tua gelosia di oggi verso di me, altrimenti i tuoi penseranno che io ti piaccia molto, che tu mi trovi irresistibile e non saranno felici di rimandarti fuori tutta sola” “Se pensi di piacermi sei fuori strada Jake, è solo che ti voglio bene, sei il mio migliore amico e non vorrei vederti nel mondo di Barbie” risposi cercando di essere credibile. “Sì, sì, come no. Alla fine hai ceduto al mio fascino carotina!” Uscii dall’auto con le guance che cominciavano a riprendere colore e filai in casa nella speranza che nessuno mi vedesse e che mio padre non fosse nei paraggi. Che mi stava succedendo? Quello là fuori era Jacob, perché mi vergognavo? Con lui avevo condiviso tutto, tantissime volte avevamo anche dormito insieme abbracciati, non aveva senso imbarazzarmi per una semplice battutina! Certo le cose erano cambiate un po’ tra noi, la confidenza di quando ero piccola era un po’ diminuita crescendo, ma non aveva logica comportarsi così.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** "Gocce d'acqua" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION

 



Uploaded with ImageShack.us

Capitolo 3

“Gocce d’acqua”


Eravamo a fine agosto, la scuola era ormai finita e mi godevo le vacanze leggendo alcuni libri consigliati da mio padre, facendo shopping con le zie, allenandomi ai combattimenti con gli zii, cucinando torte per Jacob e i ragazzi insieme a nonna Esme e confidandomi con la mamma. Passavo tanti pomeriggi alla Riserva e i miei mi avevano permesso di stare lì anche qualche sera dopo cena. Ma la cosa più sensazionale era parlare con mamma di ragazzi. Lei diceva che Edward non doveva sapere, perché era geloso e ultimamente faceva discorsi strani e quindi mi proteggeva con lo scudo durante le confidenze. In realtà non parlavamo di ragazzi, parlavamo di UN ragazzo: JACOB.

Da quella sera in cui avevo conosciuto Maggie Sullivan, avevo cominciato a capire che lui mi imbarazzava quando faceva certi discorsi con Embry. Infatti Embry e Seth lo invitavano a uscire la sera insieme a altre ragazze e il giorno dopo stavano a raccontare agli altri di come il mio Jake, avesse fatto colpo su quella e su quell’altra. Poi parlavano di sesso…io non avevo neanche mai baciato nessuno figuriamoci pensare al sesso e parlarne con la spigliatezza di Embry! Jacob ci scherzava ma ogni tanto mi guardava lievemente a disagio. Leah mi osservava sconsolata e una sera mi disse “Non capisco perché quella testa di rapa di Jake non imponga a Embry con la voce alfa, di non fare quei discorsi quando ci sei tu!” “Leah, penso che ai ragazzi piaccia parlare di quelle cose” risposi un po’ divertita.

Leah si era conquistata la mia fiducia e lei aveva acquisito fiducia in me e la trovavo molto tenera quando voleva difendermi da quei ragazzacci. Da quando il branco si era riunito e Jake era diventato l’unico alfa, lei si era molto legata a lui visto che era la sua beta, anche se questo significava avere uno strettissimo legame con Jacob e conoscere i suoi pensieri meglio di chiunque altro. Erano molto in sintonia.

Quella sera ero con mamma sulla veranda e le stavo raccontando uno degli innumerevoli pomeriggi a La Push. Lei ascoltava divertita quando a un tratto io mi rabbuiai persa nel descrivere che qualche ora prima JJ, al mare, aveva steso il suo asciugamano vicino al mio e si era sdraiato accanto a me. Parlavamo e poi si fermò a togliermi una ciglia dalla guancia. Quando mi aveva toccato il viso con la sua mano calda e quel fare premuroso, avevo perso la mia lucidità e mi ero letteralmente persa nei suoi profondi occhi. “È normale sentirsi tra le nuvole Nessie” disse Bella piena di affetto materno e con l’espressione di chi sa di aver già provato quelle cose per qualcuno…anzi per lui. “Non è normale mamma, noi siamo amici. Certe volte mi sembra di tradirlo, andando a pensare a cose che lui nemmeno lontanamente immagina.” “Nessie imparerai crescendo che quelle sensazioni sono la cosa più bella e pura che si possa provare”. A quelle parole di mia madre capii che io non potevo provare quelle cose perché non aveva senso, io non ero innamorata di lui. Le diedi la buonanotte e andai in camera, dove mi rigirai più volte nel letto prima di prendere sonno. Alla fine ci riuscii ma lo sognai. Correvo sulla spiaggia sotto una tempesta e lui mi veniva incontro con un casco per la moto. Mi diceva di metterlo, che non mi sarei bagnata più e poi, tornati a casa sua, trovammo Billy sulla porta che diceva che nostro figlio aveva mal di pancia e che voleva bere il sangue di suo padre: Jacob. Mi svegliai e pensai che tutto il sogno fosse assurdo. Risi del fatto che avevamo un figlio e mi ripromisi di raccontargli il sogno il giorno seguente.

Quella mattina mio padre aveva la faccia stralunata e mi guardava con distacco. Non riuscivo a capire il perché, ma non glielo domandai, soltanto adesso ripensandoci credo di aver capito che l’umore di Edward fosse dovuto ai cambiamenti emotivi che lui vedeva in me verso Jacob. Fu lui a dire “Credo che dovresti uscire un po’ meno visto che la scuola sta per ricominciare e dovresti ripassare qualcosa”. Io sospirai dicendo “Papà, sai che ho ottimi voti e poi sono gli ultimi giorni, non voglio passarli sui libri!” Edward allora rincarò la dose per convincermi a stare per un po’ lontano da Jake “Si avvicina anche il tuo compleanno e le zie potrebbero portarti a comprare un vestito nuovo…” “Già fatto fratellino” affermò zia Alice sbucando all’improvviso e costringendolo alla resa. Alice mi portò in camera mia e mi mostrò un nuovo costume, che trovai semplicemente fantastico. Decisi di indossarlo proprio in quel momento, visto che avevo deciso di vedermi con Jake per andare alla spiaggia nel primo pomeriggio, passando a chiamarlo dal lavoro all’officina per le riparazioni di auto e moto che aveva messo su davanti a casa Black insieme a Embry.

“Ai ragazzi piacerà da matti! Sei bellissima!” disse la zia guardandomi soddisfatta. In effetti stavo bene davvero. Il mio corpo vicino ai 16 anni era cambiato ancora: ero di altezza media, magra con le forme al posto giusto, avevo fatto allungare i miei capelli rossi pieni di boccoli, gli occhi si erano arcuati dandomi l’aspetto di una cerbiatta e la bocca carnosa la trovavo sensuale. Certo non mi ritenevo bella quanto le zie o la mamma, ma me la potevo cavare. Il costume era blu con uno slip abbastanza sgambato e un reggiseno con ferretto che si legava dietro al collo. Era impreziosito da piccole paillette blu e mi dava l’aspetto di una ragazza più grande. “Zia, perché papà mi ha fatto quei discorsi prima?” le chiesi. “Oh Nessie penso solo che sia geloso di te, che te ne vai tutta sola con i ragazzi al mare!” “Ma l’ho sempre fatto e non ha mai detto nulla, proprio non lo capisco”. Alice mordicchiandosi le labbra aggiunse “Sì, l’hai sempre fatto, ma non eri così bella e così attraente un tempo…” “Ma che dici zia? Sei impazzita? Basta parlare accompagnami!” Così arrivai all’officina da Jake, si preparò e con Seth, Leah, Embry, Quil, Paul e Rachel andammo al mare.

Quando mi tolsi il copricostume Embry, Seth, Quil e perfino Paul iniziarono a farmi i complimenti, a fare battutine stupide a dare colpi sulla spalla di Jacob. Paul rimediò anche un ceffone da Rachel, la sorella di Jake nonché sua fidanzata. Mi aspettavo che anche Jake dicesse qualcosa di carino su di me, ma per tutta risposta iniziò a dire “Non ce l’avevi un costume più decente? Ti sembra il caso di conciarti così?” “Ehy Jacob calmati, pensavo di essere carina”. Andò a fare il bagno con Quil, Seth e Paul non calcolandomi nemmeno. Pensai che fosse veramente stupido comportarsi così e accettai la proposta di Embry di andare a comprare il gelato, mentre Leah e Rachel si sistemarono a prendere il sole. Arrivati al bar ci sedemmo a mangiare i nostri gelati e fui spiazzata da Embry “Si vede che ci sei rimasta male, non dare troppa importanza a quello che ha detto, stai bene con quel costume” “Grazie Embry è solo che nell’ultimo periodo non lo capisco…forse frequentare le ragazze insieme a te gli ha dato alla testa!” risposi. “Non dire sciocchezze, lui non frequenta ragazze, mi fa compagnia insieme a Seth per non farmi fare la figura dello sfigato che esce da solo! Non credo sia in grado di frequentare qualcuna…” si affrettò a precisare. “Perché scusa? È simpatico…” dissi incuriosita “Certo, lo so, alle ragazze non piace solo la sua simpatia, ma anche il suo l’aspetto fisico, ma lui non guarda le ragazze!” “Che vorrebbe dire Embry? È…gay? Cioè non ci sarebbe nulla di male, ma non ce lo facevo…” “Ahahaha, Nessie spero solo che non lo venga mai a sapere! Non è gay…ti immagini la sua fama di maschio alfa derisa così da una mezza vampira?” concluse Embry. Tornammo alla spiaggia dove avevamo disteso gli asciugamani ancora ridendo a crepapelle, prendendo in giro Jacob e vedemmo che le ragazze erano andate in acqua, così mentre Jake era agli asciugamani Embry disse “È meglio che vada a farmi un bagno anche io…” probabilmente aveva capito che Jake voleva parlarmi. Arrivai al mio asciugamano e mi sdraiai a prendere il sole dato che non avevo la minima idea di rivolgere la parola a quello scemo. Che credeva che quel sorrisino stampato sul suo viso mentre ogni tanto mi guardava sarebbe bastato? No di certo.

“Ok scusa…ti ho risposto male prima. Volevo solo che capissi che sembri Cappuccetto rosso in mezzo ai lupi e che quel costume non faceva altro che alimentare la loro fame!” “Nessuno di loro mi ha fatto niente di male, sei solo tu il lupo cattivo!” precisai. “Non direi…insomma è così grave per te? Potrei fare qualcosa per avere il tuo perdono?” disse con quel suo modo affascinante che usava per fare breccia nel mio cuore. “Forse…magari qualcosina ci sarebbe…” dissi sbattendo gli occhi da cerbiatta come mi aveva insegnato zia Rosalie. Mi sentivo quasi ridicola, quella era la prima volta che mettevo in pratica il suo insegnamento ma parve fare effetto, tanto che Jake mi guardò in modo strano, con un espressione inebetita negli occhi. “Sai JJ potresti accettare di rimanere a dormire da me stasera, visto che in molti andranno a caccia ed è qualche mese che non rimani!” tentai di dire. Erano già due mesi che ogni volta in cui lo invitavo aveva sempre impegni con il branco, o con Billy, o per lavoro e non c’era stato più verso di dormire insieme. Ero dispiaciuta perché lo avevamo sempre fatto fin da quando ero piccola e ora mi mancava.

“Beh magari potrei restare stasera” mi rispose lui. Approfittai di quel momento da soli per raccontargli il sogno della notte precedente. Appena ebbi finito il racconto si mise a ridere dicendo che ero matta “Ma come si fa a usare un casco da moto per ripararsi dalla pioggia e non un ombrello?” disse. “Non so Jake, quella mi sembrava la parte del sogno meno strana a dire il vero!” precisai, ma non feci in tempo a finire che mi prese in braccio e mi buttò in mare. Ci schizzammo e giocammo per un po’ mentre gli altri ci guardavano ridendo. “Jake ora basta mi stai facendo bere, ti prego” gli dissi e lui mi abbracciò. Appoggiai la testa sulla sua spalla e gli accarezzai la schiena; anche lui aveva preso ad accarezzarmi i capelli e mi cingeva la vita con l’altro braccio. Sollevai la testa per guardarlo negli occhi e dirgli che l’avevo perdonato per il suo comportamento di prima, ma mi bloccai restando a guardare i suoi occhi penetranti…

Tutto bagnato e con i capelli scompigliati era davvero bello…le labbra erano appena socchiuse e mi sorrise dolcemente. Incapace di proseguire nel mio intento di parlare, notai che il cuore aveva preso la rincorsa e che il mio respiro era leggermente affannato, così sciolsi l’abbraccio senza smettere di guardarlo. Non so per quale ragione abbassai lo sguardo sul suo torace e mi fissai sulle gocce d’acqua che scendevano verso il basso fino al bordo del suo costume; quelle gocce solcavano il suo corpo passando sui suoi addominali e solo allora pensai, per la prima volta in vita mia, che il suo corpo fosse perfetto. “Sembra che tu abbia visto un fantasma! Stai bene Nessie?” quella voce mi destò dal mio sogno a occhi aperti e mi affrettai a rispondere qualcosa, spaventata dal fatto che potesse accorgersi di quello di cui solo adesso ero consapevole. Sì, mia madre aveva ragione, quella era la sensazione più bella e pura che avessi mai provato. Ero quindi innamorata di lui?

“Non sembra che tu stia bene, forse è meglio andare…così passo da casa a prendere le mie cose per dormire da te!” Già, quasi mi ero dimenticata di averlo invitato a casa per la notte, come mi sarei comportata adesso visto che avevo la faccia rossa come un peperone e le mani mi tremavano? Per fortuna avrei potuto dare la colpa al sole, avrei detto che mi ero scottata, tanto sapevo che a casa ci sarebbero stati solo i nonni, Alice e Jasper. Gli altri erano a caccia e non sarebbero tornati fino al pomeriggio seguente. Senza mio padre nei paraggi potevo mentire bene e così avrei fatto, perché io stessa dovevo ancora capire se davvero provavo quelle cose per Jacob!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** "Mai più noi due" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION


Uploaded with ImageShack.us


Capitolo 4

“Mai più noi due”


Arrivati a casa Cullen trovai nonna Esme indaffarata a cucinare e fu contenta di vedere Jake, così era sicura di aver fatto uno sforzo che qualcuno oltre me avrebbe apprezzato. Cenai con Jacob quasi in silenzio, spezzato soltanto dal rumore della tv che Carlisle e Jasper stavano guardando e dai lievi suoni che la nonna e Alice stavano facendo da camera mia per preparare il letto, dato che avevamo ospiti. Jake mi guardava di traverso pensando che io non me ne accorgessi e sicuramente si chiedeva cosa fosse successo per farmi essere così taciturna. Ogni tanto faceva una delle sue battutine e io ridevo come una scema con l’umore su di giri. Verso le undici andammo in camera mia.

Mi fiondai in bagno per lasciare a Jake la libertà di mettersi in pigiama e fare anche io lo stesso. Ero talmente confusa da aver arraffato a caso dall’armadio un contenitore con un pigiama nuovo, mai messo. Mi accorsi solo in quell’istante che era quello regalato dalla zia Rosalie solo un mese prima, di ritorno dal viaggio a Parigi con lo zio Emmett. Il mio imbarazzo era alle stelle…ok il pomeriggio Jake mi aveva vista in costume, ma quel “pigiama” se così lo vogliamo chiamare, era davvero super sexy con tutti quei pizzi. In realtà era una specie di babydoll che aveva fatto drizzare i capelli a Edward quando l’aveva visto e non potevo biasimarlo. Non avevo mai messo niente di simile, ma non potevo certo uscire dal bagno e fare la figura dell’imbranata dicendo a Jacob che avevo sbagliato busta! Già aveva sospetti sulla mia sanità mentale dopo il comportamento tenuto in spiaggia e a casa, non avrei potuto smascherare così la totale confusione che avevo in testa! E così l’indossai. Mi guardai al grande specchio del bagno.

Il babydoll era della mia taglia e fasciava il mio corpo in modo provocante. Era di seta verde petrolio, un colore che Rosalie diceva sposarsi bene con i miei capelli. Aveva spalline sottili come quelle dei top o dei reggiseni e come un miniabito arrivava giusto sotto alle mie mutandine. Le zone intorno al seno e l’orlo erano decorate con pizzo, i miei fianchi erano messi in evidenza rispetto alla vita stretta. Pensai alla faccia di Jacob quando sarei uscita dal bagno e immaginai anche che avrei preso colore alla velocità della luce. Ma non avevo scelta, già mi stava chiamando dalla camera prendendomi in giro “Hai intenzione di dormire nella vasca Nessie?” continuava a ripetere. Presi coraggio, in fondo avrei solo dormito abbracciata a lui mezza nuda, che volete che sia?!?! E così aprii la porta e incrociai il suo sguardo.

 

POV Jacob

Mi girai verso Nessie per vedere cosa aveva combinato, visto che era stata chiusa in quel bagno per circa 20 minuti e rimasi come un babbeo a bocca aperta per qualche minuto, mentre le sue gote erano già rosse. Indossava un babydoll così sexy da farmi pensare nel giro di pochi secondi che avevo voglia di saltarle addosso, dichiararle il mio amore incondizionato e strapparglielo facendo l’amore con lei per tutta la notte. Per mia fortuna suo padre non era in casa altrimenti a quest’ora sarei già stato decapitato!

“Ti dispiacerebbe farmi spazio nel mio letto Jake?” disse a un tratto. Mi tolsi dal viso quell’espressione e dalla testa quei pensieri, scansandomi senza smettere di osservare quanto era bella. “Certo che le tue zie devono avere coraggio per comprarti queste cose! Il costume, il babydoll…” aggiunsi in tono sarcastico. “È un regalo di Rose, ti piace?” tentò di dire mascherando l’imbarazzo “Molto carino, la vampira bionda ha buon gusto! Forse un po’ troppo sexy per una dormita con il tuo migliore amico ma…” sorrisi incapace di continuare e pensai che avrei dovuto trovare un modo per ringraziare Rosalie, perché mi aveva offerto una visione celestiale. Nessie poggiò la testa sul mio braccio e mi abbracciò accarezzandomi il petto. Le diedi un bacio sulla testa e cominciai ad accarezzarla sulla schiena come le piaceva tanto. “Nessie hai freddo? Hai tutti brividi!” dissi sentendo che aveva la pelle d’oca. “No non ti preoccupare sono le carezze che mi fanno quell’effetto!” disse in tono tenero e sbattendo gli occhi proprio come aveva fatto nel pomeriggio, come se volesse sedurmi.

Cominciai a riflettere. Da quando le mie carezze provocavano brividi? Non diceva sempre che le facevo caldo se stavamo così vicini?! “JJ, mi sei mancato tanto in questi due mesi. Avevo nostalgia delle notti con te” sussurrò al mio orecchio. “Hai ragione carotina, ma penso che questa sarà l’ultima volta che lo facciamo!” dissi a fatica. Ci mise un po’ a rispondere, forse c’era rimasta male, ma non potevo essere così sleale con lei fingendomi un amico e desiderandola come ogni ragazzo della mia età, non sarei più riuscito a dormire con lei senza prima aver provato quello che adesso mi impediva di essere lucido, era diventata troppo attraente e le sue forme non erano più quelle infantili “Perché l’ultima volta Jake?” mi chiese. “Sei una ragazza adesso non una bambina ed è giusto che un giorno tu possa dormire con il ragazzo che ami, non con un amico come quando eri piccola” cercai di spiegarle nel modo più carino possibile.

Nel giro di poco si addormentò. Abbassai lo sguardo su di lei. I riccioli dei suoi capelli si posavano sulla sua schiena e sul mio braccio ed emanavano un profumo straordinario. Il suo viso angelico era rilassato e la bocca leggermente dischiusa mi faceva venire voglia di baciarla. Cazzo se era bella, totalmente abbandonata a me e con quel babydoll che lasciava intravedere il seno e lasciava libere le gambe, un po’ accavallate sulle mie. Immaginai di trovarmi in una casa tutta nostra, di tornare dal lavoro all’officina e trovarla svestita in quel modo che mi aspettava.

Tutto in me era in agitazione, ogni singola parte del mio corpo, ma sapevo bene di dovermi controllare. Mi chiedevo come avrei fatto a dormire quella notte con quei pensieri in testa, così per tranquillizzarmi ripensai al sogno che mi aveva raccontato qualche ora prima. Io e lei avevamo un figlio, sì ok un succhiasangue dato che voleva bere il mio sangue, ma comunque questo significava che in una remota e piccola parte di se stessa anche Nessie voleva una famiglia sua, forse con me…no, non dovevo illudermi lei mi vedeva solo come un amico, lo sapevo bene ma non era facile resistere a quella voglia di sentirla solo mia. Il mio cervello bacato continuò oltre…sognai una casetta a La Push con un giardino. Io, lei e due bambini abitavamo lì e mi sentivo il ragazzo più maledettamente fortunato dell’Universo. Eravamo diversi, più grandi e lei mi aiutava a prendermi cura di Billy…

Sì era solo il sogno della mia vita, ma perché sperarci? Non era forse troppo bella, troppo intelligente e troppo fantastica per uno come me? Cosa avrei potuto darle oltre il mio amore? Nessie meritava di più, certo nessuno l’avrebbe mai amata quanto me, ne ero sicuro, ma avrebbe meritato un uomo diverso, che avrebbe potuto garantirle un tenore di vita degno di una Cullen. Alla fine quello era il mio destino: essere sempre l’eterno secondo a qualcuno migliore di me. Essere costretto a vederla con un altro e non poter essere altro che un amico. Ma questa volta sarebbe stato dannatamente più doloroso di quello che avevo provato con Bella…Renesmee era il mio imprinting!!!

La guardai ancora una volta colto dalla consapevolezza di quanto un giorno mi avrebbe ferito. Non saremo mai più stati noi due…non più così! Era così indifesa e tenera che però non sarei mai riuscito a starle lontano e a ferirla per allontanarla prima che fosse troppo tardi…sì le sarei rimasto accanto nascondendo a lei, agli altri e soprattutto a me stesso che non la volevo perdere!





NOTE:

Grazie a tutti coloro che mi leggono e recensiscono, continuate a farlo perchè il vosto parere per me è importantissimo. Potete seguirmi anche sulla mia pagina facebook dedicata a Taylor, cercate Taylor Lautner my sweet love e mi troverete!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** "Virus contagia vampiri" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION


Uploaded with ImageShack.us

Capitolo 5

“Virus contagia vampiri”

Era il 10 settembre 2015 e il giorno del mio 16° compleanno era arrivato. Aprii gli occhi cosciente del fatto che Rosalie e Alice mi avrebbero trasformato nel loro giocattolo preferito per prepararmi in vista della serata. I miei genitori entrarono in camera per farmi gli auguri e poi furono letteralmente rapiti da Alice per gli ultimi preparativi. Scesi le scale e in cucina trovai Emmett “Ciao zio” “Ciao nipotina, buon compleanno” disse con un gran sorriso. “Da oggi sei quasi una ragazza eh!! Tuo padre stasera sarà in fibrillazione con tutti i lupi che ti terranno gli occhi addosso!” Zio Emmett aveva sempre voglia di scherzare e soprattutto negli ultimi periodi tirava a Edward delle frecciatine per me incomprensibili che riguardavano Jake.

Avevo il timore che ormai quello che avevo scoperto di provare per lui fosse di dominio pubblico in quella casa e anche con i ragazzi della Riserva era diventato uno strazio…tutti continuavano a fare allusioni su di noi e io avevo solo una grande paura che prima o poi Jacob potesse capire tutto! “Ci pensi tu stasera a tenerlo un po’occupato con la mente Emmett? Non voglio passare la serata a ripetermi in testa cose senza senso per tenere Edward lontano dai miei pensieri!” “Nessie ti prometto che ci proverò, ma niente cose spinte con Jake…” disse mio zio. “Che vuoi dire con cose spinte? Sei matto? Hai forse bevuto sangue di qualche animale ubriaco zio?” dissi un po’ sbigottita. “Divertente, stare con Jake ti ha resa più simpatica…beh voglio dire di tenere un basso profilo, sarai stupenda e sai…i pensieri dei ragazzi corrono veloci, anche quelli di Jacob! Insomma non pensare al sesso o roba simile” e detto questo se ne andò richiamato dai nonni che avevano bisogno di non so cosa.

Sì erano sempre stati strani, ma adesso i miei familiari sembravano aver perso il capo…forse c’era un virus. Mio padre Edward era sempre scostante con Jake nell’ultimo periodo e non aveva piacere a mandarmi fuori casa con lui, preferiva che ci vedessimo in casa Cullen. Zio Jasper aveva cominciato a dire che non poteva starmi vicino quando veniva Jacob, perché il mio umore evidenziava una costante agitazione quando eravamo insieme e questo lo disturbava. Alice continuava a comprarmi miniabiti sostenendo che alla mia età e con la mia bellezza dovevo far girare la testa agli uomini e farne ingelosire qualcuno…senza fare nomi e senza dire nulla a mio padre. I nonni mi guardavano orgogliosi e si sorridevano complici quando Jacob mi accompagnava a casa e io rientravo rossa in viso e con il battito del cuore accelerato. Adesso ci si era aggiunto anche Emmett che, oltre alle battutine rivolte a Edward su JJ, adesso era arrivato a fare riferimenti espliciti all’attrazione che provavo per Jacob…era così evidente? Sembrava che tutti i miei familiari si stessero contagiando con lo stesso virus. Per fortuna la mamma e Rosalie ancora sembravano immuni al batterio killer…

La mattinata passò in fretta e nel pomeriggio le zie iniziarono a truccarmi, acconciarmi i capelli e rendermi bella per la serata, che sarebbe iniziata con una cena a casa Cullen alle 20.00. Dopo cena avevo avuto il permesso di andare con tutti i ragazzi e le ragazze della Riserva, nessuno escluso, a festeggiare al “Owl’s nest” un pub in cui potevamo usare dei giochi da tavola e dividerci in squadre. Finalmente alle 19.00 le zie avevano finito e potevo essere libera. Alice mi aveva comprato un miniabito (neanche a dirlo) di colore nero senza maniche, con una fascia rosa sotto il seno che sulla schiena formava un fiocco e dei sandali neri con tacco vertiginoso intonati alla borsetta. Rosalie aveva passato un sottile strato di ombretto sui miei occhi e il rimmel, aveva completato l’opera con un lucidalabbra rosa perlato. Era poi passata ai capelli che quella sera aveva reso lisci grazie alla piastra. Vedermi con i capelli lisci per la prima volta mi fece sentire strana…ma bella. E non solo per i capelli, tutto il lavoro delle zie era veramente stupendo.

Mentre mi chiedevo cosa avrebbe pensato lui vedendomi “Sei davvero superlativa sai?!” disse zia Rose. “Detto da te zia è un complimentone!” risposi “Sei di gran lunga più bella di me Nessie, se ne accorgerà anche quel cagnaccio di Jacob…” eccoci anche lei aveva subito il contagio. Una delle poche superstiti aveva ceduto! Rimaneva solo Bella…

“Che dici Rose, siamo solo amici!” “Non guardi Seth o gli altri cagnacci con quella ammirazione però!” ci tenne a precisare. Ok era evidente, dovevo trovare un modo per non calcolarlo stasera, ma sapevo già che non ce l’avrei fatta! “Diciamo che togliendo la puzza ti sei scelta quello più carino, questo glielo devo” e rise, così io la seguii. “Non so proprio cosa fare, come comportarmi. Ogni volta riesce a farmi sentire così piccola rispetto a lui e inesperta in tutto” “Renesmee devi solo essere te stessa. La tua genuinità e purezza sono una cosa che presto non avrai più…vedrai che crescendo ricorderai questi momenti e ci riderai su” disse mia zia. Aveva ragione non dovevo avere fretta di crescere e poi mi faceva un po’ paura non sapere cosa ne sarebbe stato di me! Avrei dovuto godermi quei momenti finchè potevo. “Senti tesoro, scusa la domanda, hai già pensato a come farai se un giorno vi doveste baciare?” “Assolutamente no zia non voglio parlarne…” ecco ero rossa di nuovo. Arrivò anche zio Emmett divertito, doveva aver sentito l’ultima parte del discorso “Dicevo, come farai a sopportare per la puzza di lupo?” sottolineò la zia. “Rose non preoccuparti stasera le ho regalato una maschera antigas, così lo potrà baciare senza sentire odori” intervenne Emmett.

“Fatela finita scemi…e poi non puzza. Cioè io non sento il suo odore come puzza anzi, mi sembra l’odore più buono del mondo…” dissi decisa. Scoppiarono a ridere dicendo che ero proprio cotta. Ecco il campanello stavano arrivando. Andai ad aprire e trovai Sam, Emily, Jared, Kim, Quil. Li salutai con affetto e ci sistemammo in salotto dove furono accolti anche dai miei parenti. Dopo cinque minuti ecco arrivare un’altra macchina con altri ospiti: Seth, Leah, Embry. Anche loro dopo avermi fatto gli auguri si mischiarono agli altri amici e parenti per parlare. Ero al centro dell’attenzione, tutti mi dicevano che ero molto bella e che i miei capelli lisci mi facevano sembrare più grande. Io però ero molto nervosa perché non vedevo l’ora che arrivasse Jacob.

Cominciai a sentire un rumore di auto e il suo odore inconfondibile. Sperai di essere carina anche ai suoi occhi…e andai ad aprire. Paul, Rachel e Jake erano lì a farmi gli auguri. Io e JJ ci guardammo negli occhi e lui mi abbracciò sussurrando, nella speranza di non essere sentito da nessun vampiro “Sei bellissima!” “Grazie, lo sei anche tu”. Ci sedemmo tutti a tavola (esclusi i miei familiari dato che non si cibano come gli altri) e cominciammo a mangiare. I ragazzi apprezzarono moltissimo tutti i piatti, ma io non toccai quasi nulla, un groppo allo stomaco mi impediva di deglutire. Mi sentivo piena, anche se non toccavo nulla da pranzo.

Mi limitavo a guardare Jacob incurante della lettura nel pensiero di mio padre o degli sguardi dei miei zii e dei nonni. Quella sera era ancora più bello del solito. Rachel lo aveva convinto a indossare un paio di pantaloni di cotone nero, non troppo eleganti e una camicia a righe blu, bianche e nere. Era la cosa più bella che avessi mai visto. Rideva con gli altri ragazzi ed era spensierato e divertito. Ogni tanto mi sforzavo di dire qualcosa per non apparire una statua o per non far vedere quanto stavo sbavando per lui, ma non so se ci riuscii dato che Edward leggendo spudoratamente nella mia mente si schiariva la voce troppo spesso e io intuii che probabilmente i miei pensieri non gli piacevano. Poi Leah mi chiese di accompagnarla in bagno. Quello era il segnale, dovevamo parlare di qualcosa.

Appena arrivate in bagno lei, come una sorella maggiore cominciò “Senti Nessie lo so che ti piace, che lo trovi attraente e bla bla bla, ma non puoi fare così. Vuoi che Jake pensi che sei ai suoi piedi?” “No Leah, cercherò di regolarmi di più!” dissi. Lei scosse il capo “Possibile che una come te si faccia rincretinire da lui?” “In che senso?! Lo sto solo guardando, non penso che lui immagini nulla…” cercai di sdrammatizzare. “Se continui a sbavargli dietro però lo capisce Nessie…sai che è molto perspicace quando si tratta di te ma…oh, insomma vedi di farlo sbavare un po’, ne hai tutte le capacità fisiche e mentali. E adesso andiamo non vorrei che la nostra assenza fosse sospetta!” Tornammo nella sala da pranzo facendo finta di nulla.

Leah aveva ragione da vendere, non potevo farmi inebetire così da un ragazzo, neanche da uno meraviglioso come Jake. Dovevo reagire e usare la testa se volevo avere almeno una possibilità di saperlo mio un giorno. Ok, fantasticavo troppo dato che non pensavo proprio di essere il suo tipo ma almeno dovevo tentare. Avrei escogitato qualcosa nei mesi successivi che avrebbe potuto colpirlo, facendogli capire che non ero più la sua carotina ma una ragazza che desiderava altro da lui. Non sapevo come ma il mio cervello da mezza vampira poteva elaborare qualcosa.




NOTE:

Grazie a tutti coloro che mi leggono e recensiscono, continuate a farlo perchè il vosto parere per me è importantissimo. Potete seguirmi anche sulla mia pagina facebook dedicata a Taylor, cercate Taylor Lautner my sweet love e mi troverete!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** "Cenerentola" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION


Uploaded with ImageShack.us


Capitolo 6

"Cenerentola”

La cena era finita e passai a scartare i regali. Bella e Edward furono i primi a consegnarmi un pacchetto che conteneva un mazzo di chiavi…il mio regalo era un auto tutta per me, dato che compiendo 16 anni avrei preso la patente. Uscii di casa per andare a vederla e la trovai perfetta. Era un modello semplice e comodo per gli spostamenti in città di colore celeste. Ringraziai i miei genitori pensando che finalmente stavo per acquisire la libertà di movimento che tanto avevo desiderato. Tutti gli zii e le zie mi avevano regalato una nuova tv con lettore dvd per la mia camera. I nonni avevano pensato ad acquistare un enorme mobile porta cd/dvd, che in effetti mancava in camera mia e sarebbe stato utile a togliere di mezzo il vecchio mobiletto ormai pieno, che mi costringeva a tenere i cd/dvd sparsi ovunque. Ne avevo davvero tanti, soprattutto di film. Con Jake infatti fin dall’età di 11 anni avevamo l’abitudine di fare tre serate dedicate al cinema a casa mia, rimpinzandoci di pop corn, patatine o altre schifezze. Una serata era dedicata alle commedie, una agli horror/thriller, una ai cartoni animati o film romantici che Jacob odiava. Proprio in quelle sere restavamo a parlare e poi dormivamo come due ghiri durante il periodo del letargo. Che bei ricordi!

Era la volta dei ragazzi di La Push (tutti tranne Jacob che aveva fatto un regalo per conto suo). Mi avevano regalato la collezione completa della mia serie televisiva preferita, ben 8 dvd. Che carini! Quindi si erano messi d’accordo con i Cullen forse per mezzo di Seth…era il suo momento. Da qualche giorno ironizzava sul regalo e mi aveva messo molta curiosità. Diceva che poteva trattarsi di una sorpresina trovata nelle patatine, o di un regalo riciclato, oppure di qualcosa per farmi imbarazzare tipo un reggiseno molto imbottito o un perizoma…mi porse un pacchetto con la carta rossa e il filo dorato con il bigliettino che diceva: “Per rendere indimenticabili i tuoi 16 anni…”. Lo aprii e iniziai ad urlare quando ci trovai due biglietti per il concerto della nostra band preferita, i Muse, che si sarebbe svolto a Seattle il prossimo 28 marzo. Finiti i miei ringraziamenti a tutti ci organizzammo con le auto per andare a “Owl’s nest” il pub con i giochi da tavola. Nella prima macchina si erano sistemati Sam, Emily, Jared, Kim. Nella seconda auto avevano preso posto Embry, Paul, Rachel, Seth e infine nella terza auto quella di Jake c’eravamo io, lui, Quil e Leah che aveva insistito per venire con me “Nel caso avessi bisogno di qualche pizzicotto per tornare alla realtà, Nessie” aveva detto.

Il pub era carino e subito ci mettemmo all’opera con un gioco, creando le tre squadre in base alla suddivisione usata per sistemarci in macchina nel tragitto. Fu dura ma la mia squadra vinse e il premio era una bibita gratis per ogni membro della squadra vincente. Leah ed io ordinammo due thè freddi al limone, dato che lo stato di Washington non permetteva a chi aveva la mia età di bere alcolici e Leah mi fece compagnia. Quil e Jacob invece presero due birre. La musica aumentò di volume e qualcuno si buttò in pista a ballare, così rimanemmo ai tavoli solo io e Jake, che diceva di non saper ballare, e Rachel e Paul al tavolo accanto. Il che significava essere sola con Jake dato che quei due avevano preso a baciarsi in modo molto “passionale”, senza staccarsi nemmeno per prendere aria. “Grazie ancora per i biglietti JJ” “Figurati è la nostra band preferita…prima o poi dovevi vederli dal vivo!” rispose alzando la voce perché non riuscivamo a parlare bene con la musica a tutto volume. “Stavo pensando di invitare Seth con me, anche a lui piacciono molto e poi è stato carino a mettersi d’accordo con gli zii per il regalo!” dissi aspettando la sua reazione che infatti arrivò “Avevo pensato di venirci io con te, ma se vuoi Seth…” “Beh eri la seconda scelta” continuai divertita. Adoravo giocare con lui, prenderci in giro e ribattere per le rime alle sue affermazioni. Mi guardò come solo lui sapeva fare e sorrise in quel modo così abbagliante che decisi di battere in ritirata, senza però sbavare come avevo promesso e tentando di tirarmela un po’ “Se proprio non sai stare lontano da me…ma non è possibile che un ragazzo come te corra dietro a una ragazzina come me” dissi con una leggera malizia nella voce e negli occhi. “Veramente mi sembra che per tutta la cena tu non abbia fatto altro che guardarmi e non hai quasi toccato cibo…che cosa ti prende hai le farfalle nello stomaco piccola?” me lo dovevo aspettare, Jacob non se le faceva dire dietro da nessuno e aveva sempre la risposta pronta. In più aveva notato il mio comportamento a tavola…che vergogna!

Decisi in quell’istante che dovevo fare quello che mi ero prefissata e che Leah mi riteneva capace di fare. Mi avvicinai pericolosamente a lui e vedendolo a pochi centimetri da me pensavo di morire, ma proseguii sussurrando al suo orecchio “Sei così bello da mozzare il fiato, a tavola stavo solo ammirando la tua bellezza, un po’ come si fa guardando un bel paesaggio, ma nulla più…” e ritornai nella mia posizione.

Jake non rispose, si limitò a sorridere e diede un sorso alla sua birra. Forse Leah aveva ragione, dovevo farlo sbavare un po’…mi girai verso Paul e Rachel che pensavo stessero andando in apnea, visto che da cinque minuti erano praticamente incollati e immaginai che il regalo più bello per i miei 16 anni potesse essere il mio primo bacio. Volevo avere il mio principe azzurro…certo Rachel era stata fortunata, qualcuno aveva avuto l’imprinting con lei e la riteneva perfetta qualunque cosa lei facesse. Paul la guardava sempre con un rispetto reverenziale e aveva sempre la faccia imbambolata con lei…”Dici che dovrei dirle qualcosa? È sempre mia sorella e…sì è più grande di me, Paul la ama ma…” Jake irruppe nei miei pensieri. “Vorresti essere disturbato nei suoi panni?” chiesi “Certo che no, però siamo in un locale pubblico e non vorrei che dal tuo posto così vicino a loro ti scandalizzassi.” Feci una faccia buffa e divertita aprendo teatralmente la bocca in segno di stupore “Bello ho 16 anni te lo sei dimenticato?” dissi. “No signorina Cullen, scusi non volevo farla sentire più piccola della sua età” aggiunse con un’aria solenne. “Guarda che alla mia età tu avevi già baciato quell’insulsa Barbie ed eri innamorato di Bella, devo ricordartelo?” “No…lo so, sei risentita per caso? Davvero non volevo farti sembrare piccola anche perché stasera…” non finì la frase. “Non sono arrabbiata, ma stasera cosa?” “Sei ancora più bella del solito…forse sarà il vestito, forse i capelli lisci diversi da sempre…non lo so”. Avete presente quando pensate di non desiderare altro dalla vita? Io mi sentivo esattamente così in quell’istante. Così appoggiai la mia testa alla sua spalla e intrecciai la mia mano alla sua.

Ma ecco spuntare dal nulla la cara Maggie…cosa ci faceva lì? Ovviamente non perse occasione per mettersi a parlare con Jacob che nonostante tutto continuò a tenermi la mano, con mia grande soddisfazione. Ero gelosa di lei, del fatto che si fossero baciati un tempo e che fossero stati insieme. Adesso lui mi piaceva, ne ero innamorata e non volevo che un’altra ci provasse…Maggie lo invitò anche a ballare, era proprio spudorata, continuando oltretutto a sventolargli le sue tette sotto al naso. Jake le disse che non sapeva ballare e alla fine si salutarono. Per tutto il tempo lei non aveva fatto altro che guardare le nostre mani intrecciate, lanciarmi occhiatacce e probabilmente anche qualche maledizione! Ma non avevo certo paura di lei, ci voleva ben altro per spaventare una mezza vampira intenzionata a prendersi per se un licantropo super sexy e gettonato dalle ragazze.

La serata finì bene e Jacob mi riaccompagnò a casa entro l’orario stabilito dai miei: mezzanotte e mezzo…neanche fossi Cenerentola. Dico…papà ok che vieni da un altro secolo ma ti vuoi decidere a rimodernarti?

NOTE:

Grazie a tutti coloro che mi hanno letto fino ad ora e che continueranno a farlo...siete davvero tanti e non so come ringraziarvi. Se posso chiedervi un favore vorrei che lasciaste più recensioni per farmi capire cosa vi piace o non vi piace della storia!

Vi ricordo che potete seguirmi anche sulla mia pagina di facebook dedicata a Taylor, scrivete Taylor Lautner my sweet love e mi troverete!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** "Amici ad ogni costo" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION


Uploaded with ImageShack.us

 

 

Capitolo 7

“Amici ad ogni costo”


Le giornate volavano via senza sosta tra scuola, famiglia, amici, esami per prendere la patente e compiti a casa…già proprio quelli. Ogni tanto come eravamo soliti fare Jacob veniva a casa mia e mi faceva compagnia mentre studiavo. Quando ero più piccola mi aiutava anche, visto che aveva ormai completato il suo ciclo di istruzione diplomandosi, ma adesso sapevo cavarmela per conto mio e nei giorni in cui c’era lui non compicciavo nulla. Tenevo il quaderno sulle gambe mentre lui stava seduto vicino a me e leggeva il giornale del nonno. Ma invece di completare gli esercizi lo guardavo e mi perdevo nell’ammirazione dei particolari del suo viso o nelle sfumature delle sue espressioni alla lettura del giornale: alle volte divertito, stupito, impressionato. Riempivo una lista di aggettivi appropriati a descrivere il suo odore, la sua voce, o il colore della sua pelle, degli occhi, dei capelli…stavo impazzendo. Dal mio compleanno era passato un mese e mezzo ma quello che provavo cresceva sempre di più…lo sognavo di continuo ma lui sembrava non fare passi avanti verso di me.

Certe volte mi guardava come se volesse qualcosa di più tra noi, o almeno così lo interpretavo io, ma poi non faceva niente di concreto. “Dobbiamo andare da Seth per aiutarlo nelle decorazioni per casa sua per la festa di Halloween” disse mentre salivo in moto mettendo il casco. “Ok, zia Rose dice che i nostri costumi sono pazzeschi…” “Bene, allora sarai una bella streghetta e io uno zombie terrificante…” disse divertito.

Partimmo alla volta di La Push, quando ad un certo punto si fermò e mi fece scendere vicino alla foresta. Iniziai ad avere paura notando che annusava l’aria in modo strano, ma non avevo idea di cosa stesse succedendo. “Vai a nasconderti dietro quegli alberi e restaci fino a quando te lo dico io, intesi? C’è puzza di vampiri sconosciuti nell’aria” disse “Che sta succedendo? Ho paura” “Stai lì dietro e non ti succederà nulla! Mi trasformo e chiedo rinforzi”. Andai a nascondermi dove Jake mi aveva indicato. Non avevo mai assistito a una battaglia. Sì quando ero piccola c’erano stati i Volturi, ma non c’erano stati scontri e adesso avevo il terrore che mi facessero del male e soprattutto che ne facessero a Jake. Lo vidi tornare in forma di lupo e mettersi davanti al mio nascondiglio; sperai che qualche altro lupo stesse arrivando. Rumori di passi catturarono la mia attenzione.

Ed ecco apparire due figure bellissime e terrificanti mai viste prima, erano inevitabilmente vampiri come aveva detto lui. Avevano gli occhi rossi, quindi voleva dire che uccidevano umani. Si bloccarono alla vista di Jacob/lupo e si prepararono allo scontro. L’uomo più basso andò dritto contro Jake e si beccò un bel morso, intanto anche l’altro uomo aveva fatto un salto verso di loro e avevo tanta paura che Jake, da solo contro loro due, si potesse trovare in difficoltà. I due infatti si spalleggiavano e anche se Jake aveva ferito gravemente uno dei due, l’altro continuava a colpirlo sul fianco destro e lo fece cadere. Fu allora che decisi di smettere di piagnucolare a cercare di dargli una mano. Gli allenamenti con gli zii dovevano servire a qualcosa…presi un ramo caduto a terra e colpii il vampiro ancora in buona forma sulla testa, con tutta la forza che avevo. Jacob non parve gradire il mio aiuto ringhiandomi contro, probabilmente per dirmi che non avevo fatto quello che lui mi aveva detto, cioè non farmi vedere! Nel frattempo però Jake riuscì a uccidere il vampiro ferito. L’altro, quello colpito da me mi studiò da lontano e mi corse incontro con una rabbia inaudita negli occhi. Feci appena in tempo a saltare in alto aggrappandomi a un ramo. La mia forza e la mia agilità non erano certo quelle dei vampiri, ma nemmeno quelle degli umani, quindi riuscii a schivarlo ma avevo la tremenda sensazione di avere bisogno di Jacob.

L’uomo colpì di nuovo il mio lupo sul fianco e questa volta doveva esserci andato giù duro, visto che vidi il pelo rossiccio di Jacob perdere sangue e abbassarsi al suolo. Diedi al vampiro un bel calcio in faccia proprio come mi aveva insegnato Emmett, ma si rialzò buttandomi a terra. Per fortuna Jacob, tutto sanguinante, lo tolse da sopra di me e lo morse vicino alla gola immobilizzandolo. Sapevo di dovergli staccare la testa e decisi di farlo in un moto impulsivo di rabbia. Non potevano invadere i nostri territori e minacciarci e soprattutto non dovevano far del male a Jacob. Lo uccisi e Jake tornò umano e mi raggiunse perdendo ancora sangue. “Nessuno era di ronda, non ci aiuteranno, chiama i tuoi e digli di portare un accendino, li dobbiamo bruciare subito”. Chiamai a casa e rispose Carlisle che si precipitò da noi, mentre Jacob cercava di medicarsi con la maglietta per fermare il sangue, senza mai lamentarsi del dolore, ed io lottavo contro me stessa sentendone il profumo che mi dilatava le narici. Avrei voluto aiutarlo, ma avevo paura ad avvicinarmi a lui, erano 4 mesi che non bevevo sangue animale e l’odore di Jacob era così invitante e inebriante…mi facevo schifo pensando al mio amore come ad uno spuntino! “Non mi farai del male Nessie, stai tranquilla. Il sangue ha già quasi smesso di uscire” disse.

Vidi Carlisle con Bella avanzare verso di noi. Bella bruciò i corpi, il nonno aiutò Jake a salire in macchina. Tornammo a casa Cullen dove Alice ed Esme avevano preparato lo studio del nonno e Jasper era già all’opera per scoprire chi fossero i due aggressori. Carlisle portò JJ nel suo studio per la medicazione ed io restai con la mamma. “Volevo bere il suo sangue, è la sensazione più brutta che abbia mai provato” dissi impressionata. “L’importante è che sia tutto finito e che non vi siate fatti del male in modo grave”. Sentii l’auto di papà frenare sul vialetto di casa e dopo pochi secondi lui, Rose ed Emmett furono lì. Si accertarono che stessi bene poi Rose, Emmett, Jasper e Alice andarono in cerca di tracce e indizi. Jake era sceso giù in cucina e sentivo nonna Esme preoccuparsi per lui e offrirgli del cibo. Carlisle raggiunse me, Edward e Bella. “Non capisco perché ha desiderato il suo sangue” disse mio padre. “Tecnicamente ai vampiri il sangue di licantropo fa schifo e viceversa” disse Bella “È una vampira solo per metà” precisò il nonno con la sua saggezza “E se ci pensiamo bene lei non sente nemmeno la sua puzza, quindi il suo sangue può risultarle piacevole all’odore e anche al sapore” concluse il nonno.

Adesso sì che stavo meglio! Ero diventata consapevole di poter fare del male all’unica persona che mi aveva donato la sua amicizia indiscussa e alla quale io volevo donare molto più che semplice amicizia. Avrei dovuto proteggerlo dal mio desiderio di assaggiarlo da ora in poi. Chissà cosa pensava, lui odiava per natura i vampiri e quindi adesso avrebbe odiato anche me. Prima di questo momento non ero mai stata conscia del mio essere per metà una predatrice, nessuno ci aveva mai attaccati e uccidere quel vampiro era stato difficile per me. Jacob aveva ragione nel dire che ero ancora una ragazzina…come al solito lui mi conosceva meglio di chiunque altro, anche meglio di quanto mi conoscessi io. Sentii bussare alla porta della mia camera, riconoscendo il suo odore. Ebbi paura della sua reazione, ma sapevo di doverlo affrontare prima o poi. I miei e il nonno ci lasciarono soli. Vidi che indossava una maglietta di Emmett, la sua sporca di sangue non era appropriata per parlare con me che non avrei fatto altro che immaginare di leccare quel liquido rosso, come il più tremendo dei mostri. Si mise a sedere sul letto, accanto a me.

“Sei stata brava, hai avuto coraggio da vendere contro quel tipo!” “Sì come no, mi aveva atterrata se non ci fossi stato tu a scollarmelo di dosso mi avrebbe uccisa” risposi. “Sei solo inesperta, è questione di pratica. Pensi che quando ho ucciso il mio primo succhiasangue fossi così agile e preparato? Hai delle buone basi…” cercò di consolarmi parlando del combattimento. “Perché non parliamo del fatto che volevo succhiarti il sangue, Jake?” “Non l’avresti fatto, ti conosco. Ne avevi il desiderio ma ti sei controllata” replicò. “Non voglio che tu mi consideri una succhiasangue, io ti voglio bene, non voglio che tu mi odi” “Ehy, anche io ti voglio bene e non ti odierò mai” mi abbracciò e mi baciò sulla testa. Cosa avevo fatto per meritare il suo affetto? Poi come al solito la buttò sullo scherzo “Dai oggi ci sono state un sacco di emozioni: il tuo primo combattimento, la prima voglia di sangue umano…hai visto che ho ragione quando ti dico che mi trovi irresistibile?!” “Non dovresti scherzare su questo…” dissi sorridendo. “Beh pensavo di piacerti visti i tuoi sguardi durante i compiti ma non fino a questo punto! Sono così attraente?” disse facendo lo sbruffone. Gli tirai uno schiaffetto sulla testa e dissi “Chi ti credi di essere? Non mi piaci affatto, volevo solo assaggiarti un po’, ma non crederai che mi possa piacere un lupacchiotto come te!” ribattei ridendo. “Certo, certo ti lascio nelle tue convinzioni e poi i lupi ti piacciono, lo noto dai tuoi sguardi sai!” “Che stai dicendo Jacob?” “E per la cronaca io non sono un lupacchiotto signorina Cullen, lei è giovane e inesperta ma io ho combattuto un sacco di vampiri puzzolenti e sono il maschio alfa, intesi? Il capo!” disse pavoneggiandosi…quando faceva lo sbruffone mi piaceva proprio tanto…ma non potevo lasciargli l’ultima parola “Ah sì, maschio alfa dei miei stivali? Vediamo se questa piccola mezza vampira ti atterra!” corsi verso di lui e iniziai a fargli il solletico proprio nei punti in cui sapevo che lo soffriva di più, facendolo sdraiare sul pavimento. Giocammo come due bambini e fu bello sentire che nonostante tutto lui mi accettava così com’ero, eravamo e saremo rimasti sempre Jacob e Renesmee.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** "L'esca" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION


Uploaded with ImageShack.us

Capitolo 8

“L’esca”


Dopo due giorni di indagini gli zii avevano scoperto che i due vampiri che avevano attaccato me e Jacob lo avevano fatto con uno scopo ben preciso. Quindi non erano due sconosciuti arrivati per caso. Nelle perlustrazioni alle quali avevano partecipato tutti i Cullen e i lupi, infatti, Quil, Paul e Rosalie avevano trovato una mappa persa nel bosco, vicino al nascondiglio in cui mi ero rifugiata.

Jasper, Carlisle, Edward, Jacob e Leah erano rimasti chiusi nello studio del nonno per almeno due ore e questo non mi faceva ben sperare. Si erano riuniti i grandi capi della famiglia Cullen e dei Quileute…ciò significava puzza di guai. I ragazzi della riserva poi avevano anche annullato la festa di Halloween. Davvero un brutto segno. All’improvviso, quando ormai pensavo che si fossero addormentati lì dentro, visto che le loro parole erano ridotte a bisbigli, uscirono. Carlisle e Jasper andarono fuori probabilmente a informare gli altri Cullen in attesa; Leah corse verso La Push, sicuramente per riferire ai lupi le decisioni prese. Rimasi con Edward e Jacob in salotto.

“Senti Renesmee voglio essere sincero con te, ormai sei una ragazza” esordì papà “Quei vampiri erano in esplorazione. La mappa che è stata trovata indicava le zone protette dalla nostra famiglia e dai ragazzi…” continuò a spiegare. Perfetto pensai, adesso dopo tutti questi anni di pace chi poteva venire a disturbare? Cosa volevano? Ma papà non aveva finito “Questo significa che qualcuno ci sta spiando e vuole qualcosa da noi. Tutti ci stiamo impegnando molto per capire la situazione e sono qui con Jake, perché le nostre famiglie pensano che dovresti sapere e potresti fare qualcosa per aiutarci!” Non potevo credere che mio padre mi dicesse quelle cose e mi trattasse da adulta. “Sì, esatto potresti partecipare al lavoro di squadra. Sei molto perspicace e potresti avere qualche intuizione” lo supportò Jacob. Mmmm, Edward e Jacob perfettamente concordi…la cosa mi puzzava un po’…“Certo, farò del mio meglio” risposi.

Le settimane successive furono un vero casino. Ovviamente ero esclusa da ogni situazione pericolosa, ma potei comunque dare il mio contributo. In fondo non mi aspettavo che mi mandassero a combattere i vampiri che frequentemente invadevano le nostre terre, diciamo che mi occupavo più della parte logistica. Il mio compito era quello di aiutare la mia “squadra” ad interpretare le loro intenzioni e a scoprire cosa volessero in realtà.

Avevamo formato quattro squadre. La prima era capitanata da zio Jasper e comprendeva oltre a lui, Esme, Quil e Seth il cui compito era quello di elaborare strategie per battere i nemici e organizzare il lavoro degli altri tre gruppi.

La seconda squadra aveva l’incarico di perlustrare le nostre terre e attaccare chiunque ci si intrufolasse, il capo era Jacob e con lui c’erano anche Paul, Emmett e Bella. Anche la terza squadra aveva il medesimo compito e dava il cambio alla seconda per il tempo di nutrirsi e riposare. Qui il capo era Leah che poteva disporre di Jared, Edward e Rosalie.

L’ultimo team guidato da Carlisle comprendeva anche Alice, Sam, Embry e me, aveva il compito di interpretare le tracce e formulare ipotesi. I miei genitori mi avevano incluso a patto che fossi nel gruppo più numeroso e con i compiti meno pericolosi. Gli zii avevano posto la condizione di poter essere con il nonno così, in caso di ferite mi avrebbe curato rapidamente. Jake sapeva che nel mio gruppo non avrei potuto avere i membri fisicamente più forti, dato che questi erano impegnati nelle altre squadre, per questo aveva sottolineato che almeno dovevo essere con Alice così lei avrebbe previsto l’arrivo di qualche pericolo imminente. Inoltre pensava che Carlisle e Sam avessero l’esperienza necessaria a supportarmi, dato che era la prima battaglia per me. Per proteggermi maggiormente aveva anche rinunciato ad un componente fisicamente forte dei licantropi da mettere nel mio team: Embry.

Dopo una giornata in cui Paul e Jared erano rimasti feriti negli scontri, il mio team riuscì a capire finalmente che le incursioni nemiche erano capitanate da un certo Adam, che voleva dimostrare ai Cullen la superiorità del suo gruppo rispetto alla mia famiglia e per farlo aveva pensato bene di attaccare il suo membro più debole e inesperto: la sottoscritta.

Zio Jasper e i suoi organizzarono una bella trappola, per farlo venire in prima persona a battersi contro di noi e liberarci così dalla tensione che ci aveva procurato in quei quattro mesi e mezzo di indagini. Eh sì tutto era cominciato nei giorni immediatamente precedenti la festa di Halloween e adesso eravamo già ai primi di marzo. Oltre che per la situazione vampiri nemici, io ero molto scocciata dato che il mio desiderio era quello di poter passare ogni secondo con Jacob, che amavo ogni giorno di più, ma mi dovevo accontentare di vederlo poco e parlarci pochissimo.

Il piano era il seguente: sarei andata nel bosco vicino al Berries Lake per attirarlo come un’esca, accompagnata da Bella, Alice, Esme e Carlisle. Alla mia destra, alla lontananza di un chilometro ci sarebbero stati Edward, Emmett, Jasper e Rose. Alla mia sinistra, sempre alla distanza di un chilometro, potevo contare su tutti i membri del branco. Adam si sarebbe di sicuro fatto accompagnare da un nutrito gruppo dei suoi, ma potevamo batterlo facilmente, almeno così mi dicevano. La sera prima del duello ero un po’ agitata, così i miei decisero di farmi passare la serata con Jake per distrarmi un po’. La situazione di pericolo aveva fatto calmare mio padre verso JJ, dato che ormai i nostri contatti erano sporadici. Edward aveva perfettamente capito e sentito dai miei pensieri che ero persa per il mio migliore amico, ma adesso sembrava che la sua unica preoccupazione fosse quella di eliminare i pericoli intorno a me.

“Allora carotina, preoccupata per domani?” disse Jake entrando in camera mia. “Un po’…ma se dite che andrà tutto bene ci credo” risposi “Che ne dici se ci vediamo un film stasera? È da un po’ che non restiamo soli noi due o sbaglio?” disse sorridendo. “Non sbagli, ma ti posso chiedere di abbracciarmi mentre lo vediamo?” “Come vuoi Nessie…ogni tuo desiderio è un ordine”. Guardammo una commedia abbastanza divertente, ma per tutto il tempo non mi concentrai sul film per più di 10 minuti consecutivi…stare lì tra le sue braccia, da soli dopo mesi di soli sguardi o sorrisi in lontananza era fantastico. Non ero più preoccupata per il giorno seguente, mi importava solo di respirare il suo profumo e perdermi sulla sua spalla, accarezzando la sua pelle calda e liscia. Anche lui pareva rilassato…

“Pensi che potrei alzarmi per andare in bagno? Il film è finito da circa mezz’ora ma stai sempre avvinghiata a me come una cozza…” disse risvegliandomi dalle mie fantasie. Quando tornò dal bagno iniziai a dirgli cose che mai mi sarei sognata…non so perché lo feci, ma le parole vennero fuori come un fiume in piena “Vorrei solo che questa situazione non fosse mai esistita, mi sei mancato così tanto…e il mio più grande desiderio è che domani tutto vada bene e che possiamo tornare a viverci il nostro bel rapporto”. Fece un sorriso mordendosi il labbro inferiore e mi disse con tono affettuoso “Andrà davvero tutto bene, non ti devi preoccupare…hai tante persone pronte a dare la vita per difenderti, quel succhiasangue di Adam non ti farà del male, te lo prometto”. Ci guardammo intensamente, come mai avevamo fatto prima e le gambe iniziarono a tremarmi. Cavolo era stupendo e mi faceva sentire una principessa quando mi parlava in quel modo, offrendo la sua protezione proprio a me che ancora mi sentivo indifesa.

“E poi che pensi Nessie?! Quei due biglietti per i Muse non te li lascio mica sprecare…” “Certo, certo che scema lo fai per il concerto!” dissi sorridendo. “Beh che credevi scusa? Vedere i Muse dal vivo mi fa sopportare l’idea di rischiare la vita…di certo non la rischierei per una piccola Cullen” continuò. Gli diedi un bacio sulla guancia e lui ricambiò con un abbraccio stritola ossa. “JJ potrei guidare io quando andremo al concerto, per la prima volta ti porterei fuori” “Ehy, non ho intenzione di morire a bordo della tua auto, non se ne parla” disse. Ridemmo poi ci salutammo “A domani carotina” “A domani lupacchiotto”.

NOTE:

Mi raccomando continuate a seguirmi e recensire!!! Non smetterò mai di ringraziare tutti coloro che mi leggono

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** "Tutto per te" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION


Uploaded with ImageShack.us




Capitolo 9

“Tutto per te”

 

 

Mi trovavo al Berries Lake, il luogo stabilito per la battaglia e stavo raccogliendo alcuni fiori. Ero serena e canticchiavo una canzoncina che Jacob mi aveva insegnato quando ero piccola. Mi girai di scatto e vidi Jake più bello che mai avvicinarsi a me. Ero emozionata e quando mi venne vicino notai che aveva una benda sul braccio, all’altezza del polso. Gli chiesi che cosa si fosse fatto così lui tolse la benda e vidi la ferita ancora grondante di sangue. Non capii più nulla e mi misi a succhiare quel nettare sotto lo sguardo schifato del mio migliore amico.

Aprii gli occhi di scatto ancora impaurita e per fortuna, mi accorsi che quello era stato solo un brutto sogno. Il grande giorno era arrivato. Mi vestii comoda e scesi in cucina. Trovai i miei parenti al gran completo pronti a partire.

Come stabilito mi recai con Bella, Esme, Alice e Carlisle al Berries Lake. Zia Alice disse che i lupi erano già alla mia sinistra e che gli altri Cullen si trovavano a destra, tutto si svolgeva come da copione. Arrivai al centro del campo e proprio come Jasper aveva previsto, Adam e i suoi scagnozzi saltarono fuori all’improvviso circondandoci. Mi isolarono dai quattro miei familiari che mi accompagnavano e Adam si avvicinò a me. Ero terrorizzata. “Ciao bel bocconcino, è proprio un peccato che sia proprio tu l’anello debole dei Cullen…sei così bella che sarebbe un vero spreco ucciderti!” disse quello schifoso. Mi bloccò le braccia dietro alla schiena con una mossa rapidissima. A quel punto vidi Edward, Jasper e Rosalie arrivare di corsa e saltare al collo di alcuni dei nostri rivali e lo stesso fecero Esme, Alice, Bella e Carlisle. Zio Emmett si precipitò da me e tirò un pugno ad Adam che lo fece rotolare a qualche metro di distanza da noi.

Papà mi disse di rimanere il più distaccata possibile, di combattere solo se qualche vampiro mi si fosse avvicinato e nessuno fosse stato in grado di aiutarmi.

Mi ritenevano tutti ancora troppo inesperta per coinvolgermi direttamente nello scontro. Osservavo la scena impaurita e desiderosa di tornare a casa il prima possibile, quando vidi che altri nemici stavano arrivando e minacciando i miei familiari. Gridai a Bella di avvertire gli altri e prontamente vidi Jake e i ragazzi del branco irrompere sulla scena per aiutarci. I lupi erano tutti impegnati a fare a pezzi i vampiri, mentre i Cullen si occupavano di dar fuoco ai corpi morti e aiutare qualche lupo in difficoltà.

“Wow ma che bella famiglia allargata che hai cara Renesmee” sentii dire alle mie spalle da Adam. “Che cosa vuoi da noi, la tua battaglia è inutile, noi non cerchiamo nessun tipo di supremazia, se il tuo gruppo è forte bene, non ci interessa” risposi decisa. “Che coraggio! Peccato che adesso ti debba fare a pezzi, non sei solo bella ma anche piena di carattere…” Ma come si permetteva? Non aveva di meglio da fare che venire a Forks a infastidirci? Papà aveva detto niente scontri, ma con una rapida occhiata vidi che nessuno dei miei alleati si era accorto che Adam era con me, infatti mi aveva fatto arretrare nel bosco dietro alberi e cespugli. Io vedevo loro, ma loro non vedevano me.

“Ma prima di ucciderti piccola Renesmee in onore alla tua bellezza voglio farti un ultimo regalo…” si avvicinò a me e io prontamente feci qualche passo indietro. Mi prese per la maglietta e me la strappò, provai a scappare, a liberarmi dalla sua presa ma fu inutile. Era troppo forte. “Su non fare così, vedrai che ti piacerà” disse buttandomi per terra. Lottavo contro quell’essere ripugnante e speravo che qualcuno si accorgesse delle mie urla, ma ovviamente i rumori provenienti dal campo di battaglia erano forti e coprivano le mie grida. Nella frazione di un secondo realizzai che non avevo possibilità di salvarmi e che la mia prima volta non sarebbe stata romantica con il ragazzo dei miei sogni, ma quel mostro mi avrebbe violentata…iniziai a piangere, a pregarlo di non farlo dicendo che avrei preferito essere uccisa subito. Ma non mi ascoltava. Aveva preso a sogghignare e stava per togliersi i pantaloni. Si chinò di nuovo su di me, ma qualcuno lo allontanò con una botta violenta. Vidi un lupo rossiccio che lo affrontava, ma Adam riuscì con un salto a scappare verso il campo. Jake si trasformò e venne da me che tentavo di coprirmi con i brandelli della mia maglietta, mentre ancora piangevo.

“Dimmi che non ti ha toccata!” urlò Jacob furioso “No, ma ho avuto tanta paura Jake”. Mi aiutò a tirare indietro i capelli pieni di foglie e terra e ci abbracciammo. Adam tornò come un pazzo e prese Jacob da dietro spintonandolo e tirandogli un calcio nello stomaco. Mi alzai e provai a difenderlo. Per tutta risposta Adam prese la testa di Jake e gliela fece sbattere contro una roccia. Il mio amico rimase a terra, allora mi avvicinai a lui per accertarmi che non fosse grave…presi la sua testa tra le mie mani e vidi Edward e Bella occuparsi di Adam…lo allontanarono da noi per sicurezza ed io sapevo che lo avrebbero ridotto in poltiglia, soprattutto dopo che papà guardando JJ aveva capito quello che quell’essere disgustoso aveva tentato di farmi. Chiamai Jake e accarezzai la sua testa, lui sorrise poi lo appoggiai sul terreno e mi accorsi di avere sulle mani il suo sangue…

Fu tutto improvviso: mi trovai a leccarmi le dita macchiate da quel fluido rosso e profumato. Non avevo assaggiato nulla di simile in vita mia, a parte nel primo “anno” di vita accelerata, il sangue umano aveva proprio un buon sapore e non riuscivo a smettere, continuando a guardarlo come fa una leonessa prima di avventarsi sulla sua preda. Non ragionavo più razionalmente. Avevo solo voglia di berne ancora.

Jacob si mise a sedere e lo vidi sfregare il polso destro contro la roccia. Si procurò un taglio e mi mostrò il sangue che cominciava a scorrere. I miei occhi e i miei sensi annebbiati da quella sensazione mi spinsero a tirare il suo braccio fino alla mia bocca e a succhiare da quel taglio quel nettare irresistibile.

Lo vedevo guardarmi poi, dopo qualche momento disse “Potrei fare tutto per te, anche donarti la mia vita se ne avessi bisogno”. Quelle parole mi colpirono facendomi vergognare e capii quello che stavo facendo. Mi sentivo sciocca e fuori controllo…stavo cibandomi dell’amore della mia vita, l’unico ragazzo che volevo. Intanto i rumori dal campo di battaglia erano finiti e tutti sarebbero stati lì tra poco. “Oh Jacob che cosa ho fatto? Dovevi allontanarmi e non darmi il tuo sangue, sono un mostro!” dissi piangendo e mi rifugiai tra le braccia dei miei parenti che erano attoniti a osservare la scena. I Quileute aiutarono Jacob e dissero che sarebbe stato meglio tornare a La Push. Anche il nonno era della stessa opinione, diceva che era più prudente aspettare che il sangue di Jacob fosse stato smaltito dal mio corpo prima di permettermi di rivederci.

Tornammo a casa e per tre giorni non riuscii né a vederlo né a sentirlo. Volevo chiedergli scusa, dirgli che non sarebbe successo mai più…per la seconda volta avevo messo in pericolo la sua vita. La prima volta avevo solo desiderato bere il suo sangue, ma mi ero frenata, la seconda volta invece avevo materialmente attentato alla sua esistenza! Realizzai che il sogno fatto la notte della battaglia dove bevevo il sangue di Jake dal suo polso, si era avverato…quindi era stato una specie di sogno premonitore! Forse avevo ereditato da mia madre quella capacità. Mi avevano più volte raccontato che anche Bella, da umana, faceva molti sogni che poi si rivelavano avere un fondo di verità. Promisi a me stessa che da quel giorno in avanti sarei stata più accorta a quello che il mio inconscio tirava fuori durante il sonno.

I miei parenti fecero a turno per starmi vicino, ma l’unica persona che desideravo (e questa volta non per cibarmene) non era lì.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** "Preludio d'amore" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION


Uploaded with ImageShack.us

 

 


Capitolo 10

“Preludio d’amore”

 

 

Era il 26 marzo. Già quattro lunghi giorni mi separavano da lui. I Cullen dicevano che adesso avrei potuto vederlo senza rischi. Per la prima volta presi la macchina da sola e guidai fino a casa Black impaziente di parlargli.

Mi stava aspettando sulla veranda. Scesi di macchina e gli corsi incontro incoraggiata dal suo sorriso. Significava che non ce l’aveva con me e che gli ero mancata. Ci abbracciammo stretti. “Senti lasciami parlare perché se mi interrompi non riesco a dirti quello che voglio” cominciai a dire. “Mi dispiace da matti essermi comportata in quel modo. Non riuscivo a essere lucida, mi sono sentita uno schifo in quel momento e nei giorni passati. Vorrei chiederti perdono e prometterti che non farò mai più niente che possa metterti in pericolo o farti soffrire. Mai più JJ per l’eternità” conclusi mettendomi le mani sul cuore. “Non ero e non sono arrabbiato con te Nessie, sono stato io a tagliarmi apposta per darti quello che volevi. Non mi hai attaccato tu, ho voluto dartelo. Basta così, chiuso il discorso” disse Jacob. Ci abbracciammo ancora.

“Senti piccola non voglio passare il pomeriggio a parlare di cose tristi o che ti fanno soffrire, non ci vediamo da un po’, non ci sono nemici in giro e ho voglia di divertirmi con te” “Ok, fammi divertire allora” dissi. Salimmo in moto e facemmo il giro di Forks ammirando i paesaggi che dall’alto mostravano la spiaggia di La Push in lontananza. Poi tornammo alla Riserva e andammo a prendere degli hot dog. Ridemmo moltissimo, soprattutto quando la salsa alla senape prese a cadere dal mio panino e mi affannavo a non sporcarmi facendo dei bocconi grandissimi. Jacob diceva che non aveva mai visto nessuna così imbranata a mangiare un hot dog e mi prendeva in giro.

Tornati a casa Black, Billy mi invitò per la cena. I miei genitori accettarono di farmi restare, felici di sentirmi più spensierata e serena. Billy aveva cucinato della carne buonissima e le verdure non erano da meno. Anche a tavola continuammo a battibeccare scherzando su ogni sciocchezza e il padre di Jacob ci guardava divertito. Mi sentivo a casa ed ero molto felice. Aiutai Billy a sparecchiare e pulire la cucina, mentre il mio amico andò a prendere un film horror in prestito a casa di Jared. Pensavo che quella era la vita che avrei voluto…sì ero ancora piccola, indifesa nei combattimenti tanto da non potermela cavare ancora tutta sola, ma avevo le idee chiare sul fatto che avrei tanto voluto essere sua moglie in quel momento. Mi immaginavo in casa nostra a giocare con i nostri figli e a prendermi cura del mio bellissimo maritino. Gli avrei certamente dato una mano con Billy e mi sarei sempre sentita protetta con lui al mio fianco. Mi resi conto che sorridevo da sola a pensarci.

“Sei carina ad aiutarmi tesoro” iniziò Billy. “Figurati, la cena era buonissima, dovevo sdebitarmi in qualche modo…” Billy mi piaceva un sacco, anche se le prime volte che lo avevo conosciuto da piccola mi metteva un po’ in soggezione. “Sai che mio figlio ti adora? Te ne sei accorta?” “Siamo amici, anche io lo adoro” mi aveva fatta imbarazzare, tanto che avevo la faccia infuocata. “È un bravo ragazzo, non ne incontrerai molti in giro” aggiunse; sorrisi a quell’uomo che avrei desiderato fosse mio suocero. Oddio la parola suocero mi dava un po’ di agitazione, ma Billy era carino. Nonostante tutti dicessero che il mio amore assomigliasse del tutto alla madre Sarah, morta molti anni prima, in realtà io notavo che il suo modo di apparire duro per poi rivelare un cuore immenso e tenero solo a chi voleva lui, lo facesse assomigliare a Billy. “Promettimi che non lo farai soffrire Nessie, aiutandolo anche quando io raggiungerò mia moglie” disse Billy “Te lo prometto e comunque non te ne andrai via almeno per i prossimi cento anni!” risposi e poi sentimmo Jake aprire la porta di casa.

Ci mettemmo sul divano a guardare il film dell’orrore che in verità sembrava una storiella per bambini, rispetto a quello che pochi giorni prima avevamo provato sulla nostra pelle contro quei vampiri. Iniziai ad accarezzargli il braccio stringendomi al suo petto. Era strepitosamente bello con quella maglia rossa e i jeans. Ormai ero rapita non seguivo neanche più il film…anche se cercavo di non farmi sorprendere con lo sguardo fisso su di lui. Ogni tanto mi guardava e sorrideva…quanto avrei voluto essere baciata!

“Il film era una vera sciocchezza, a te è piaciuto?” disse con la voce leggermente arrochita…troppo sensuale…ma cosa rispondere? Avevo smesso di seguire il film dopo la prima mezz’ora “No hai ragione, la penso come te Jake”. “Non ti ho ancora chiesto niente Nessie, ma vorrei sapere come stai dopo quello che stava per accadere con Adam…” disse tristemente. “Adesso sto bene, davvero, però in quel momento ero terrorizzata…l’idea di farmi toccare da quello lì mi faceva venire il voltastomaco” “Mi dispiace, vorrei aver notato prima la tua assenza per impedirgli di avvicinarsi a te!” Che carino con lui mi sentivo proprio al sicuro; ci abbracciammo. “Sai che non vorrei ma devo riaccompagnarti, sta per scattare il tuo coprifuoco!” Giusto. Avevo convinto Edward ad ampliare il mio coprifuoco fino alle 01.00 e già lo ritenevo un traguardo importante. Ma non era il caso di fare tardi o sarei ritornata al vecchio orario 00.30…no quella mezz’ora in più me l’ero guadagnata! Tornammo a casa e avvertii la netta sensazione che anche JJ non volesse separarsi da me…

Il giorno seguente lo trascorremmo insieme dopo che ebbe finito il lavoro all’officina. Giocando a rincorrerci ci trovammo più volte faccia a faccia, a pochi centimetri di distanza e ogni volta che succedeva si riproponeva la solita routine: sguardi profondi, ma poi i miei occhi a cuoricino e le gote bordeaux lo spingevano ad allontanarsi. “Domani passo a prenderti per andare al concerto Nessie” “Ok, ti aspetterò con ansia”.

Un bel sole spendeva su Forks il 28 marzo, preparai le mie cose e corsi fuori appena Jacob arrivò a casa. Durante il viaggio parlammo molto, poi la lunga attesa per l’inizio del concerto.

I Muse erano davvero fantastici. Il locale era pieno di persone e ci godemmo lo spettacolo facendo tante foto e video ricordo. Quando suonarono quella vecchia canzone di successo “Neutron star collision” ci prendemmo per mano e potei ammirare uno dei sorrisi abbaglianti tipici di Jacob. Esatto, ero pienamente d’accordo con il testo della canzone:

Our love would be forever

And if we die

We die together

And lie, I said never

'Cause our love would be forever

 

(Il nostro amore sarebbe durato per sempre

E se moriamo

Noi moriamo insieme

E bugie, non ne ho mai dette

Perchè il nostro amore sarebbe stato per sempre)

 

Peccato che io una bugia gliela stavo raccontando…avrei dovuto dirgli che lo amavo, ma avevo paura di un suo rifiuto, che si allontanasse da me, paura di perderlo per sempre anche come amico.

Tornammo a casa sua alle 03.00 di notte nonostante Jake avesse guidato a tutta velocità da Seattle…quella sera i miei avevano acconsentito a lasciarmi dormire da lui a casa sua, dato che avremo fatto molto tardi, le uniche condizioni che avevano posto erano di telefonare appena arrivati alla Riserva e lasciare la porta di camera di JJ aperta, così Billy ci avrebbe sorvegliato meglio. Che pensavano? Che avremo fatto sesso selvaggio???? Figuriamoci Jacob neanche mi guardava, io poi lo amavo e lo desideravo ma per quello ancora non ero pronta…sì ormai ero diventata una donna da due anni…avevo avuto il ciclo mestruale ma l’idea di fare quello con qualcuno mi spaventava a morte! Entrammo in camera facendo meno rumore possibile per non svegliare suo padre e andai in bagno per mettere il pigiama.

“Ahhh, questa volta niente pigiamini strani eh?! Edward ha controllato la tua borsa prima di uscire?” “Non volevo metterti in imbarazzo…” dissi maliziosa. Continuammo a bisbigliare “Dai piccoletta vieni qua che ti riscaldo un po’ sei tutta infreddolita” disse. Mi sdraiai vicino a lui che prontamente mi mise un braccio dietro alla testa e come un gentiluomo di altri tempi mi coprì con la coperta…”È stata la serata più bella della mia vita” sussurrai “Una delle migliori anche per me Nessie…” Jake restò sollevato con un gomito sul cuscino a guardarmi e prese a spostare i miei boccoli dal viso, mentre io morivo letteralmente ammirando quanto fosse bello e dolce. “Adesso dormi che è tardi” “Buonanotte lupacchiotto” “Buonanotte Nessie, ti voglio bene”. Mamma mia cosa rispondere?

Sentivo la sua pelle calda vicino a me e quando le nostre gambe si sfioravano il battito accelerava. Chiuse gli occhi ed io rimasi a guardare il suo viso per un po’. Era tranquillo e sembrava proprio un cucciolotto bisognoso di affetto. Il suo viso somigliava a quello di un bambino, nonostante fosse più grande di me…avrei voluto dirgli che sarei stata capace di fare qualunque cosa per lui, per proteggerlo, per farlo stare sereno, per meritarmi il suo amore, ma le parole morirono nel mio petto…pensai di essere una stupida codarda, non ce l’avrei mai fatta a dirglielo. Piano piano mi rilassai e riuscii ad addormentarmi.


NOTE:

Colgo l'occasione per ringraziare ancora tutti voi che pazientemente mi leggete. Vi ricordo che potete seguirmi anche su facebook sulla mia pagina dedicata a Taylor, si chiama Taylor Lautner my sweet love.

Vi ricordo di recensire la storia per farmi sapere cosa ne pensate :) a presto!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** "Il sole di mezzanotte" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION


Uploaded with ImageShack.us

Capitolo 11

“Il sole di mezzanotte”


POV Jacob

Nei giorni successivi lavorai all’officina per molte ore. Gli affari andavano bene e quello smidollato di Embry era diventato piuttosto bravo. Nessie mi mancava ma mi consolavo pensando che quel giorno, 31 marzo 2016, sarei andato a prenderla alle 18.00. Negli ultimi giorni mi ero accorto che i suoi sguardi erano cambiati, faceva la maliziosa con me e quel giochetto di sbattere le palpebre con quelle ciglia lunghe e gli occhioni da cerbiatta, la rendeva irresistibile. Per questo motivo avevo deciso di mettermi qualcosa di carino, sistemarmi un po’ e portarla a vedere il tramonto sulla spiaggia di La Push. Mi ero informato bene, quel giorno il tramonto si sarebbe concluso alle 18.48. Magari l’atmosfera romantica le sarebbe piaciuta e forse l’avrei finalmente baciata.

Rachel mi aveva consigliato di mettere quei pantaloni grigi in abbinamento alla felpa dello stesso colore con cerniera e cappuccio. Sotto la felpa, da tenere ovviamente sganciata, misi una maglietta bianca. Sì ero abbastanza belloccio…sistemai i capelli e andai a prenderla in moto. Lei era dannatamente bella e pensai che i miei vestiti avessero fatto l’effetto sperato, visto che non mi staccava gli occhi di dosso. Trattenni i pensieri in presenza di suo padre…figuriamoci quel pezzo di antiquariato di Edward non avrebbe appoggiato la mia idea, anche se ormai era chiaro a tutti che anche lei provava qualcosa per me.

“Dove mi porti di bello?” mi chiese la mia principessa “Sorpresa…” Guidai verso la spiaggia e camminammo verso un grosso tronco. Ci sedemmo sulla sabbia, con la schiena poggiata al tronco. Era così sensuale da farmi mancare il respiro. Volevo baciarla con tutto me stesso ma volevo rendere quel momento perfetto…

Il sole fece il suo dovere, iniziò a calare colorando il cielo di arancione, rosso, giallo e andando sempre più giù verso il mare. “Jacob è bellissimo! Non ho parole…” “Sì, è molto bello” mi limitai a dire, rimanendo incantato a guardare il suo meraviglioso viso illuminato da quella luce. Pensai che non ce l’avrei fatta…l’idea di baciarla mi rendeva pazzo di desiderio ma era veramente il momento per lei? Ero quello giusto? Sarei riuscito a farle provare quelle sensazioni che mi frullavano nella testa e nel sangue da quando avevo avuto l’imprinting con lei? Le sarebbe piaciuto quel bacio trovandolo indimenticabile? Più domande mi facevo più impazzivo…

“Sai che mia madre ha ragione? Sei bello come il sole e sei capace di illuminarmi e riscaldarmi ogni giorno della mia vita Jake” Quasi non credevo alle sue parole, era tremendamente dolce e mi aveva appena dato la conferma che forse era pronta per quel benedetto bacio tanto atteso. Prima però volevo ricambiare a parole, con quella frase mi aveva fatto sentire in paradiso e anche io volevo farle capire che lei era tutto per me e lo sarebbe sempre stata. Le parole sdolcinate non erano proprio il mio forte, ma lei era la mia musa “Il sole Ness ci sarà sempre, tutti i giorni anche quando il cielo sarà coperto di nuvole, o quando pioverà, perfino quando nevicherà…se lo vorrai basterà che tu alzi gli occhi e lo troverai. Sarà lì a illuminare la tua bellezza, a riscaldarti nei giorni più freddi e a farti compagnia in ogni momento della tua vita. Ma non smettere mai di cercarlo…il pianeta Terra senza il sole non può vivere, ma anche il sole senza la Terra è inutile…non fargli mai perdere il suo compito, lascia che ti saluti la mattina e ti culli la sera per il resto della vita”. Vidi i suoi occhi illuminarsi in modo nuovo e quel suo sguardo era così intenso…mi avvicinai a lei prendendole il viso con una mano nel modo più dolce possibile, avvicinai le nostre facce e poi piegando la testa da un lato, sfiorai la sua bocca e quelle sue labbra che me l’avevano fatta bramare così tanto.

 

POV Nessie

Mi stava sfiorando la bocca e finalmente iniziò a baciarmi a fior di labbra. Seguivo i suoi movimenti incapace di pensare e di agire, dato che quella era la prima volta che permettevo a qualcuno di avvicinarsi così a me. I nostri bacetti continuavano, poi spinse un po’ di più le sue labbra portandomi ad aprire le mie e iniziò a muovere la lingua toccando la mia. Cercai di fare altrettanto sperando di non risultare imbranata, poi decisi di smettere di pensare…basta razionalità volevo vivere quell’istante senza pensieri. Continuammo a baciarci staccandoci solo qualche breve secondo per riprendere aria. Il ritmo di danza era migliorato e si era abbastanza sincronizzato.

Quello che provavo era indescrivibile: una sensazione di libertà, gioia e appagamento si faceva strada in me. Ogni tanto socchiudevo gli occhi e sbirciavo la sua bellezza; avevo ormai abbandonato la mia posizione per toccare i suoi capelli e il suo collo. Il suo sapore era magnifico…neanche il suo sangue mi poteva dare quella incredibile sensazione di piacevolezza.

Mi turbinavano ancora in testa le sue parole…la frase che mi aveva dedicato sul sole era stata fantastica. Se voleva svegliarmi ogni mattina e cullarmi ogni sera era liberissimo di farlo…avrei fatto splendere quel sole anche a mezzanotte…quanto mi piaceva? Come mi aveva rubato il cuore?

“Tu non immagini nemmeno quanto ti ho desiderata Nessie” “Nemmeno tu Jacob”. Ci baciammo ancora a lungo. “Jake ti prego oggi è il 31 di marzo e non vorrei che tutto questo fosse un pesce d’aprile anticipato” dissi guardandolo intensamente negli occhi “Non è uno scherzo piccola, è reale” rispose sorridendo. “Nessie ti devo dire una cosa però…” “Sei sposato e hai tre figli?” chiesi sperando che non fosse nulla di grave; quello era stato il momento più bello e non volevo rovinarlo. Sorrise divertito “No, tranquilla. Ti ricordi i nostri discorsi sull’imprinting?” Certo che li ricordavo…avevamo parlato tante volte di Sam e Emily, Jared e Kim, Quil e Claire, Paul e Rachel…ricordavo chiaramente che la sera del mio 16° compleanno all’Owl’s nest guardandoli baciare avevo invidiato Rachel, perché grazie all’imprinting viveva la sua storia d’amore con Paul, con la certezza che per lui non sarebbe esistita nessun’altra!

“Sì ricordo, perché mi fai questa domanda?” “Tu di me sai tutto, mi conosci perfino meglio dei miei compagni di branco che hanno il vantaggio di leggermi nel pensiero in forma di lupi…ma c’è una cosa che non ti ho mai detto.” Aspettavo che si decidesse a parlare “Anche io ho avuto l’imprinting qualche anno fa!” “Cosa? E non hai mai trovato il momento di farmelo sapere? Prima mi baci e poi sveli il mistero?! Dimmi chi è!!!” ormai stavo quasi urlando. “Calmati, la persona di cui sono follemente innamorato sei tu” Mi prese un colpo al cuore, come io? “Stai scherzando vero? Non pensavi di dovermelo dire?” “Se non l’ho fatto fino a questo momento c’è un perché…eri appena nata e non mi sembrava il caso di dirtelo fino a quando non avessi avuto l’età giusta e la giusta predisposizione fisica e mentale per amare qualcuno” precisò tutto d’un fiato. “Non sai quante volte sono andato vicino a dirti la verità, ma non volevo che mi guardassi con occhi diversi…sì volevo con tutto me stesso che tu mi amassi ma volevo anche che il tuo sentimento nascesse spontaneo, come per una persona normale”. Lo baciai con tutta la passione possibile sussurrandogli, tra un bacio e l’altro, che era successo tutto come lui aveva desiderato e che quello che provavo nei suoi confronti era tutt’altro che normale. Continuai dicendo che era l’unico che io avessi mai bramato e che i miei sentimenti non sarebbero mai cambiati. Aggiunsi che del segreto sull’imprinting non me ne importava un fico secco, l’importante era che lui provasse per me quello che io provavo per lui.

Quel pomeriggio fu indimenticabile…decisi di farmi portare a casa da Quil, non volevo dire subito a papà e agli altri cosa era successo tra noi. Jake diceva che secondo lui era meglio farglielo sapere subito, ma rispettò la mia decisione di aspettare il giorno seguente. Se l’avessi fatto venire a casa infatti il mio intento sarebbe stato svelato da Edward, perché ormai io avevo imparato abbastanza bene a tenerlo alla larga dai miei pensieri, ma Jacob era così puro e sincero che non sarebbe mai riuscito a nascondere nulla, figuriamoci una cosa che desiderava da anni…

Arrivata a casa andai in camera mia e non scesi nemmeno per la cena…chi aveva fame? Il mio stomaco era già pieno…di farfalle!

 

NOTE:

Recensite, recensite, recensite!!!!!Finalmente ce l'hanno fatta...si sono baciati!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** "Il decalogo delle regole di Edward" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION



Uploaded with ImageShack.us


Capitolo 12

“Il decalogo delle regole di Edward”

 

 

Il giorno dopo aprii gli occhi al settimo cielo e lo aspettai. Non avevo idea di come i miei avrebbero potuto reagire alla lieta notizia. Lo sentii arrivare in moto e lo raggiunsi in giardino. Radunai i miei familiari in salotto. “Vi ho fatti venire qui tutti insieme perché vorrei dirvi una cosa importante” esordii “Ieri è successo qualcosa che penso dovreste sapere” continuai, notando tuttavia che mio padre si era messo sull’attenti. Forza Nessie, pensai, devi dire tutto d’un fiato “Io e Jacob ci siamo rivelati di amarci e ci siamo baciati”. Uno strappo secco, rapido e indolore. Papà strabuzzò gli occhi mentre il resto dei Cullen erano contenti come a dire “era l’ora”…

“Che cosa hai fatto alla mia bambina? Come ti sei permesso di avvicinarti così a lei, è ancora piccola e hai tradito la nostra e la sua fiducia” sbraitò Edward, mentre Bella e i nonni cercavano di farlo ragionare. “Non ho tradito la sua fiducia Edward, anche lei lo voleva, non l’avrei mai toccata senza il suo consenso e lo sai” ribattè Jacob. Mamma aveva cominciato a dire che non potevano più comportarsi così, che non potevano ricominciare a provocarsi come facevano anni fa “Non la vedrai più, te lo giuro. Del tuo imprinting non me ne interessa nulla, sono problemi tuoi. Così vediamo se la pianti di innamorarti sempre della donna sbagliata” andò avanti papà, mentre anche Alice e Rosalie gli erano andate accanto per calmarlo. “Papà!!! Che dici? Sei sleale, non mi aspettavo questo da te” dissi “Stanne fuori Nessie” disse Jake.

Edward gli andò vicino e afferrò Jacob per una spalla “Ma sentitelo, adesso pensa anche di poter dire a mia figlia cosa può o non può fare…” “Capisco che ti dia fastidio Edward ma non esagerare, toglimi le mani di dosso” affermò Jake deciso. Prontamente Jasper ed Emmett li divisero. “Togli tu le tue mani da Renesmee, non pensare di comandare su di lei e soprattutto togliti dalla testa l’idea che lei sia la tua ragazza” concluse mio padre. “Basta papà, ho sedici anni e mezzo e neanche tu puoi comandarmi, ok? Non cambierò i miei sentimenti per Jacob solo perché reagisci così. Io faccio quello che voglio” ero stufa. “Lui non mi ha costretta, io sono innamorata e volevo che voi lo sapeste, ma era meglio tenermi tutto dentro così non ti saresti comportato come un ragazzino” e detto questo tirai Jake per un braccio e lo portai in camera mia.

Da quel giorno le cose andarono meglio. Edward parve capire un po’ la situazione, sicuramente aiutato dalla mamma e mi lasciava la libertà di uscire con il mio ragazzo quando lo volevo. In fondo io e Jake non avevamo fatto mai nulla per tradire la sua fiducia in noi. Certo c’erano alcune regole dettate da Edward da tenere in alta considerazione:

 

1) Niente smancerie in casa Cullen o pensieri equivoci

2) Rispettare gli orari di ritorno a casa stabiliti da mio padre

3) Il mio rendimento a scuola non doveva subire cambiamenti dovuti ai pensieri d’amore o non mi avrebbe permesso di uscire, anche perché l’anno successivo mi sarei diplomata

4) Bandite le notti passate a dormire insieme che mi erano sempre state permesse fin dalla mia infanzia

5) Vietate minigonne, miniabiti, shorts e costumini poco coprenti

6) Proibito a Jacob farsi vedere da me senza maglietta a meno che non fossimo al mare, per non deviare la mia ingenuità

7) Niente uscite serali da soli, per cui dopo le 21.00 potevamo uscire solo con qualche ragazzo del branco, che ci faceva compagnia (più riuscivamo a coinvolgerne e meglio era)

8) Nessuna richiesta d’aiuto a Bella e al suo scudo per nascondere la privacy

9) Quando rincasavo Jacob doveva sottoporsi all’esame dei pensieri, in modo tale che papà avrebbe notato se tra noi era successo qualcosa che andava oltre alle carezze, agli abbracci, al prendersi per mano, alle parole dolci e ai baci

10)    Ma soprattutto aveva fatto giurare solennemente a Jake, a mia insaputa, che mai e poi mai avrebbe provato a fare l’amore con me per almeno un anno di fidanzamento. Ero riuscita a estorcere il segreto a Jake in cambio di una doppia razione di gelato e mi ero infuriata

 

Ok, ero già più fortunata di Bella, non aveva posto la condizione del matrimonio e sapevo che per questo avrei dovuto ringraziare mamma, ma dico…un anno è tanto! E poi non avevo intenzione di interpretare quel suo almeno un anno come invito ad aspettare di più. Lo avremo fatto dopo un anno, punto e basta, era il massimo che potevo concedere a papà. Per i primi 7 mesi (dal 31 marzo, giorno del nostro primo bacio, a fine ottobre) le cose erano andate benone, anche perché non mi sentivo affatto pronta ad avere un rapporto così profondo.

Avevamo vissuto perciò la fase Sole, cuore e amore totalmente appagati dai baci che finalmente potevamo darci, dai gesti e dalle frasi romantiche. Non nego che durante l’estate, quando andavamo al mare e quando andavamo in giro poco vestiti rispetto all’inverno, il fisico perfetto e sexy di Jacob mi faceva fare pensieri poco romantici, mi chiedevo anche se avesse sempre avuto tutti quei muscoli?! Ma sapevo già che la risposta era affermativa. Il suo corpo infatti non poteva cambiare da quando aveva subito la prima trasformazione in licantropo, solo io non ci avevo fatto troppo caso, forse ancora disinteressata a quell’aspetto del mio attuale ragazzo. Adesso però da una settimana quando ci baciavamo eravamo costretti a smettere, visto che i baci diventavano un po’ troppo profondi…Jacob mi allontanava sempre in modo brusco e si innervosiva. Non volevo vederlo in quel modo, sapevo che avrebbe voluto di più e anche io lo volevo, ma non avevo il coraggio di dirglielo. Lui poi non l’avrebbe mai ammesso, troppo impegnato con se stesso a dimostrare a mio padre che era un uomo di parola, uno di cui non si poteva dubitare.

Quella sera era Halloween e dovevamo recuperare la festa organizzata dai ragazzi della Riserva, che l’anno precedente eravamo stati costretti ad annullare a causa dell’attacco dei vampiri. Chiusa in camera mia con le zie che mi stavano aiutando a vestirmi, truccarmi e pettinarmi, sentii arrivare Jacob. Andò con Emmett e Jasper a indossare il suo costume, poi Alice e Rose lo avrebbero raggiunto per truccarlo da zombie. Rimasi da sola a ultimare la mia preparazione nelle vesti di una streghetta. Alice ed Esme avevano personalmente cucito il costume mio e di Jake. Forse Alice aveva scambiato Halloween per una sfilata, dato che il mio abito da strega era fin troppo provocante.

Indossavo infatti un abito leggero senza maniche di stoffa nera. Era un miniabito aderente, ma sembrava un corpetto dato che dai fianchi in giù era stata applicata una gonna lunga fino ai piedi di tulle. In alcuni punti poi erano stati attaccati degli adesivi giganti che rappresentavano dei ragni argentati. Indossai anche le calze a rete nere e stivaletti alla caviglia neri. Immancabile il cappello a punta e una collana, per dare luce allo spazio lasciato libero dallo scollo dell’abito. I capelli lasciati ricci erano stati appuntati semplicemente come in una mezza coda e quindi ricadevano morbidi sulle mie spalle. Il trucco era spettacolare: l’ombretto nero ben si armonizzava all’atmosfera di Halloween, accompagnato dalla matita nera che contornava i miei occhi. Il rossetto era rosso sangue…o dovrei dire rosso fuoco. Mi chiedevo se sarei stata in grado di riconoscere Jake, dato che il trucco da zombie non era proprio leggero, ma sapevo che non avrebbe offuscato la sua bellezza…magari ci fosse riuscito così le ragazze alla festa lo avrebbero lasciato in pace. Ero diventata infatti molto gelosa e sapevo che quella sera sarebbe stato al centro dell’attenzione visto che era il ragazzo più attraente di La Push…scesi in salotto e lo aspettai, sapevo che stava per riuscire a scappare dalle grinfie delle mie zie.


NOTE:

Ringrazio tutti coloro che hanno recensito lo scorso capitolo, sono molto contenta che vi sia piaciuto!

Continuate a leggermi e recensirmi :) e magari seguitemi su facebook alla pagina Taylor Lautner my sweet love, a presto!


Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** "Happy Halloween" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION




Uploaded with ImageShack.us


Capitolo 13

“Happy Halloween”

 

Edward storse la bocca quando vide il mio abito, ma gli zii mi spalleggiarono dicendo che era un’eccezione alla sua regola, solo per quell’occasione. Scese dalle scale bello da far impazzire con il suo costume da zombie. Esme gli aveva cucito dei pantaloni neri molto attillati che mettevano in evidenza il suo incantevole fondoschiena, sopra aveva una maglietta bianca che era stata appositamente sporcata con del succo di pomodoro, che la faceva sembrare sporca di sangue. Ai piedi aveva delle nuove scarpe da ginnastica di quelle a modello stivaletto più alte alla caviglia, i capelli erano super ingelatinati in uno stile spettinato. Il trucco era davvero degno di due professioniste: gli avevano truccato la pelle intorno agli occhi facendoli sembrare pesti e la pelle del viso era stata leggermente annerita…nonostante quell’aspetto pauroso era indescrivibilmente affascinante e ammaliante. Feci uno sforzo per non violare una delle regole imposte da papà, quella relativa i pensieri sconci…arrivammo a casa di Seth e Leah, luogo della festa, quasi in silenzio.

“Non ti ho quasi salutata per paura che tuo padre iniziasse a dire che non rispettavo due o tre regole del suo decalogo…sei stupenda” disse avvicinandosi per baciarmi. “Anche tu non sei niente male…” ci baciammo ancora un po’ poi entrammo in casa. Erano già tutti lì ed erano presenti anche molti altri ragazzi e ragazze della Riserva. Gli addobbi erano venuti fuori benissimo, dopo tutto l’impegno che Seth, Jared, Quil e io avevamo messo. Anche il cibo preparato da Emily, Rachel, Leah e Kim era ottimo. Alla musica e ai vari scherzi paurosi invece avevano pensato Embry, Paul, Sam e Jacob. Ricevemmo molti complimenti per i costumi da zombie e strega; tutti sembravano divertirsi. Fin dal mio arrivo avevo notato la presenza di Maggie alla festa, più agguerrita che mai. Ero un po’infastidita da come lo guardava, ma cercai di non farmi sciupare la serata.

Ballai con Seth e Embry e mi divertii moltissimo con Rachel e Leah a prendere in giro alcune maschere davvero insulse. I miei avevano chiesto a qualcuno di grande e responsabile, Sam e Emily, di controllare che ci comportassimo correttamente e che non bevessi alcolici. Mancava solo un anno al mio 18° compleanno e non avevo intenzione di infrangere la legge dello stato di Washington.

“Streghetta stasera potrei andare contro ai miei principi, quindi ti va di ballare?” sentii dire dalla sua voce roca incredibilmente suadente, mentre mi abbracciava da dietro. “Wow, ma non eri tu quello che odiava ballare?” risposi “Forse mi hai fatto un incantesimo per convincermi…” Ballammo come se tutte le canzoni fossero state dei lenti, anche se in realtà non lo erano, meglio non calcare la mano dato che JJ stava già facendo uno sforzo. Era bellissimo e provavo una strana sensazione: più mi stringeva, più mi guardava, più mi baciava in quel modo e più mi sentivo prendere fuoco nella zona al centro del mio corpo. Ridevo tra me e me, pensando che tra poco avrei chiesto a qualcuno un estintore per spegnere le fiamme che divampavano proprio sotto ai miei fianchi. Andò al tavolo delle bibite a prendersi una birra con Jared e fui praticamente sequestrata da Leah.

“Non penso che ce la farai ad arrivare al vostro primo anniversario ancora casta e pura se andate avanti così…” disse ridendo. “Beh, non mi scoraggiare, mancano ancora 5 infiniti mesi e se mi dici così non mi aiuti” risposi “Scusa è che guardandovi così belli, innamorati e attratti l’uno dall’altra viene proprio voglia di farci un pensierino” ridemmo complici. Indirizzai lo sguardo a Jacob e vidi che quella brutta gallina di Maggie gli stava parlando ammiccante…come si permetteva? Non aveva visto in tutti quei mesi che stavamo insieme? Inoltre la signorina faceva finta di essere infastidita dal volume della musica e gli si avvicinava per parlargli e per capire le risposte di Jacob! Eh no, quella doveva starsene al suo posto. “Tutto ok Nessie? Sei strana” disse Kim. “Tranquilla Kim vado a marcare meglio il mio territorio, perché qualcuna ancora non ha capito bene” le risposi. Mentre avanzavo verso di loro sperai che questa volta capisse l’antifona perché mi aveva proprio scocciata.

“Amore, avrei voglia di una coca cola me la prenderesti?” dissi a Jake. Lui andò ed io rimasi con lei, bene avrei messo le cose in chiaro. “Maggie sai ho come l’impressione che tu abbia frainteso qualcosa…Jacob è il mio ragazzo ed è inutile che ci provi perché tanto non ti guarda nemmeno!” dissi sprezzante “Accidenti Renesmee…adesso non si può rivolgere la parola ad un amico? Oltretutto lo conosco da prima di te” rispose. Jacob intanto si stava avvicinando “Cara Maggie faresti meglio a stargli lontana, non prendermi in giro. Anche perché se gli ronzi troppo intorno non so che ti succede sai…” iniziai a dire stufa della sua presenza. “Che paura Renesmee, altrimenti che fai?” mi rispose quella gallina. Ormai Jacob era accanto a me e mi guardava scuotendo la testa. “Dai perché non lo dici davanti a lui? Lo hai fatto allontanare per parlare con me…” continuò Maggie e, avvicinandosi al mio orecchio per non farsi sentire da Jake, mi disse “Che fai se stasera quando ti ha accompagnata a casa ci vado a letto?” La rabbia mi salì al cervello e le tirai una spinta che la fece sbattere contro le persone dietro di lei e poi la fece cadere a terra. “Sei proprio una stronza Maggie Sullivan!” aggiunsi, mentre mi dimenavo per impedire a Jacob di alzarmi di peso e portarmi fuori da quella casa.

“Sei fuori di testa?” disse Jacob “No, lei è pazza non sai che mi ha detto” cercai di dire “A me sembra che sia stata tu a cominciare Nessie, mi hai fatto allontanare per comportarti come una ragazzina!” concluse JJ. Certo quindi la ragazzina ero io! Quella faceva e diceva tutto quello che voleva e io mi comportavo male. “Mi dispiace che mi consideri una ragazzina ma non sai come stanno le cose, lei è furba, perché non ha detto ad alta voce quella frase invece di sussurrarmela così la potevano sentire tutti?” cercai di discolparmi. “Hai reagito malissimo, qualunque cosa ti abbia detto non giustifica il fatto che sia stata tu ad alzare le mani Nessie” “Ok, se la pensi così allora torna da lei, vai a sincerarti che stia bene Jake”.

Iniziai ad allontanarmi per rientrare dentro, avrei chiesto a Embry o Quil di riaccompagnarmi a casa. Ero delusa e arrabbiata, quella infatti era la prima volta che litigavamo da quando eravamo fidanzati…ma mi sentii riprendere per un braccio. “Dai smettiamola, scusa non so che ti ha detto e ti ho dato automaticamente la colpa” provò a dirmi usando quel tono di voce incantatore “Mi ha chiesto con quell’aria di sfida che cosa le avrei fatto se stasera, dopo avermi portata a casa, fosse venuta a letto con te! Ti sembra normale? Io forse avrò reagito da ragazzina, alzando le mani e quello che ti pare, ma lei? Che ne pensi di lei? È quella matura delle due?” gli dissi ancora arrabbiata. Mi baciò tenendomi teneramente il viso tra le sue mani e sussurrò molte volte scusa, tra un bacio e l’altro. Io gli dissi che non volevo litigare mai più, che sentirmi accusata proprio da lui mi aveva fatto male.

Salutammo gli altri e rientrammo in macchina. Avevamo solo 15 minuti prima di partire verso casa Cullen e li sfruttammo tutti per fare pace…cavolo se litigare prevedeva poi essere baciata così come modo per riappacificarsi, allora avrei sopportato anche qualche altro litigio…

“Caspita sei gelosa forte però eh?!” “Non sono gelosa Jacob, è che non sopporto Maggie…” dissi. “Come no, sei gelosa marcia di me piccola!” disse; sapevo che voleva finire con una risata come sempre, quindi mi girai verso di lui che stava guidando e sorrisi. “Ahi, ahi, ahi, non farà piacere al tuo paparino saperti così follemente persa per me” “Scemo, falla finita, altrimenti mi arrabbio!” dissi. “Meglio non rischiare allora se non voglio trovarmi con un braccio rotto…quando sei gelosa diventi aggressiva!” Sì, perché mentire a me stessa? Ero pazza di gelosia per lui, lo amavo e volevo che nessuno si mettesse tra noi. Nessuna doveva pensare di prendersi ciò che era mio, non mi sarei mai fatta scappare il ragazzo più bello, attraente, divertente, intelligente, simpatico, onesto, sincero, dolce, romantico, educato, protettivo e premuroso del mondo…ok, ero proprio uscita di testa per Jacob Black!

NOTE:

Ringrazio ancora tutti coloro che mi hanno messo nelle storie preferite, da ricordare, o nelle seguite e anche tutti i lettori silenziosi che passano a dare un'occhiata ai capitoli della mia fanfiction!

Spero che molti di voi lascino una recensione per farmi conoscere le vostre opinioni! A presto...

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** "Confessioni" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION




Uploaded with ImageShack.us

Capitolo 14

“Confessioni”

 

Nei mesi a seguire ci furono altri piccoli litigi tra noi, ma per fortuna nulla di serio. Il nostro rapporto cresceva ed eravamo sempre più vicini ad essere liberi dalla regola più pesante da gestire tra quelle elencate da papà…quella relativa al sesso!

Ultimamente infatti ci attraevamo come due calamite.

La sera del nostro primo San Valentino eravamo infatti andati più volte vicino a mandare tutto all’aria, come quando si tolse il cappotto per darlo a me che avevo molto freddo. Mi chiesi che cosa stessi aspettando per sentirmi totalmente sua.

Oppure quando insieme togliemmo la fascetta che copriva i nostri rispettivi polsi, vedendo per la prima volta quei piccoli tatuaggi che avevamo fatto per suggellare il nostro amore. Sul mio polso sinistro (dove scorre la famosa vena che dal dito anulare arriva fino al cuore, e che nel corso dei secoli ha fatto sì che per quella ragione l’anello di fidanzamento e la fede dovessero essere indossati proprio a sinistra) infatti, avevo adesso un piccolo sole che lo rappresentava, mentre Jacob aveva sul polso destro (quello che tempo prima si era appositamente tagliato per darmi il suo sangue) uno spicchio di luna che mi simboleggiava. L’avevamo studiata bene, in modo tale che quando ci tenevamo per mano i nostri tatuaggi fossero vicini.

Papà sembrava aver recuperato il suo equilibrio soprattutto grazie al fatto che io e il mio amore non avevamo mai fatto sorgere nessun tipo di preoccupazione, anche se l’idea del tatuaggio non l’aveva entusiasmato. Quel giorno ero in giro con Leah a Port Angeles, per cercare un regalo degno di Jacob in occasione del nostro anniversario. Speravo tanto che Leah mi potesse aiutare visto che lo conosceva da anni e che da lupi si leggevano nel pensiero. Ero infatti in difficoltà perché Jake non era uno particolarmente attaccato alle cose materiali e in più volevo qualcosa che apparisse romantico.

“Ehy che ne dici di un set per spazzolarsi il pelo?” ironizzò Leah “Sì, beh le opzioni sono o la tua idea oppure un abbonamento ad una catena di fast food per acquistare una quantità infinita di hamburger…” risposi. L’impresa era in via fallimentare, non avevamo visto nulla di particolarmente adatto all’occasione. Ci fermammo in un negozio di intimo e vidi un completino per me davvero carino. Era nero con un tocco di rosso, formato da un reggiseno e un perizoma. Il reggiseno aveva il ferretto e le coppe erano contornate da una striscia rossa con al centro una rosellina sempre rossa. La stoffa che dalle coppe portava all’allacciatura sulla schiena era nera di stoffa trasparente, su cui erano ricamate roselline come quella posta al centro del seno. Il perizoma nero aveva la striscia rossa sui bordi ed era fatto con la stessa stoffa trasparente e ricamata del reggiseno. Lo provai, quella era la prima volta che compravo della biancheria senza le mie zie.

“Fantastico Nessie, stai proprio bene sai?!” “Tu dici Leah? Pensi che sia adatto?” La mia amica mi guardò soddisfatta dicendo “Faccio finta di non sapere quando lo vuoi indossare, ma ti dico solo che gli verrà un infarto…” “Ok allora ti sembra troppo seducente…” “No mi sembra perfetto, non mi fraintendere un mezzo infarto gli verrebbe comunque anche se avessi i mutandoni della nonna…ma visto che dobbiamo fargli venire un colpo facciamoglielo venire bello grosso! Dai comprati subito questo completino perché sei uno schianto!” concluse e ridemmo.

Uscimmo da quel negozio e guardando distrattamente una vetrina lo vidi: eccolo il regalo perfetto. Stava lì in tutta la sua grazia ad aspettarmi, mi aveva detto più volte che quel modello era il più bello e sentii che era quello più giusto per lui. Entrai disposta a pagarlo qualsiasi cifra e chiesi alla commessa. Era l’ultimo modello di uno stereo per la macchina che Jake adorava, visto che il suo si era sciupato. Già avevo progettato di preparargli anche un cd con tutte le canzoni d’amore che ci piacevano da consegnare insieme allo stereo.

Anche Leah era d’accordo sulla mia scelta e mi sentii soddisfatta. Ce l’avevo fatta! Missione compiuta!

Ci fermammo a prendere da bere in un bar. Ero da sola con la mia migliore amica, era più grande di me, aveva già avuto esperienze e quale miglior occasione per chiedere un paio di consigli tecnici? “Senti posso chiederti come è stata per te la prima volta?” “Mi ricordo un po’ di impaccio ma poi è stata bella…sei preoccupata?” rispose Leah. “Non proprio è che la teoria la so, ma non so niente di pratica” dissi cominciando a sentire un lieve calore sulle gote. “Vedrai è come per i baci, si impara facendo…comunque per tranquillizzarti posso dirti che è una bella sensazione. Insomma diventate una cosa sola e ti assicuro che niente al mondo ha quell’intesità!” disse Leah “Dicono che la prima volta sia dolorosa per le donne…” continuai sempre più imbarazzata. Lei fece finta di non notare il colore che avevo assunto, probabilmente le facevo tenerezza o le ricordavo i suoi timori di anni addietro “Sarei bugiarda se ti dicessi che non si sente proprio nulla, ma è solo un lieve dolorino, che poi passa subito!” Mi sentivo un po’ meglio, di Leah mi fidavo, sapevo che mi avrebbe sempre detto tutto in faccia, niente mezze verità con lei. Era il pregio/difetto di chi ti dice quello che pensa nel bene e nel male. “Forse dovresti parlarne anche con lui, è una cosa importante, avete aspettato molto, vi amate, ma la verginità non ti sarà mai resa indietro da nessuno e devi essere sicura al 100 per 100 prima di donarla a qualcuno. Anche se quel qualcuno è Jacob! Se non ti senti pronta per farlo Nessie allora tirati indietro, non aver paura di essere giudicata da nessuno. Se lui ti ama, come sono sicura, ti capirà e ti aspetterà anche per altri 10 anni…” disse con una tenerezza che stentavo ad attribuirle “Leah, io sono già sicura al 1.000 per 100 di lui, mi fido, ed è il solo a cui sono disposta a donarmi completamente! Ma ti ringrazio sei un’amica…” detto questo la abbracciai. Tornammo a casa e andai dal mio lupacchiotto.

Restammo a coccolarci fino alla fine del pomeriggio e decisi di parlarne anche con lui. Leah aveva ragione. Anche se mi vergognavo di parlarne con un ragazzo, dovevo superare l’imbarazzo anche perché quello che dovevo dargli andava ben oltre due guance rosse.

“Jacob…pensi di amarmi molto?” chiesi giocando con la stoffa del cuscino del suo divano e senza guardarlo negli occhi. “Smisuratamente perché?” rispose “Volevo solo sapere se era giusto donarti una parte importante di me stessa…” “Devi scegliere tu Nessie, non può dipendere da una mia risposta. Scegli con tranquillità, non sentirti sotto pressione” Era proprio quello che volevo sentirmi dire, la dimostrazione che era quello giusto, quello che mi avrebbe aspettata se glielo avessi chiesto. “Come ti sei sentito la tua prima volta?” domandai incuriosita, perché adesso che ci pensavo lui mi aveva raccontato del suo primo bacio, della sua prima storia, della prima delusione, ma mai aveva accennato a quello…

“Nessie…” “Forse sono stata indiscreta, non vuoi dirmelo, non ti preoccupare…” dissi pensando che se un ragazzo me lo avesse chiesto in futuro mi sarei sentita a disagio a rispondere. “No, tranquilla è che…te lo direi se ci fosse stata” Avevo capito bene? Se ci fosse stata? “Come?” “Nessie non l’ho mai fatto…non so che dirti” Ci baciammo ed ero contenta di sapere che non era mai stato del tutto di un’altra, sarebbe stata la prima esperienza anche per lui. Ecco perché Leah mi aveva spinto a parlarne, per farmi tranquillizzare sapendo che le mie preoccupazioni ce le aveva anche Jacob. E lei lo sapeva, potendo leggere nella sua mente durante le ronde.

“Per cui sarò la prima?” “Esatto, la prima e l’unica” ero contenta di quella precisazione, però l’atmosfera era troppo impegnativa, quindi decisi di alleggerire un po’ il clima buttandola sullo scherzo, come avevo imparato da Jake. “Prendi tanto in giro Edward dicendo che è preistorico e poi sei antico quanto lui eh!” “Ah, ah, che ridere, davvero spiritosa” disse facendo finta di essersela presa. Lo adoravo quando si comportava così, lo avevo messo in imbarazzo e poi, guai a paragonarlo a Edward Cullen…lui era l’opposto era Jacob Black. “Quando ho conosciuto Bella ero davvero convinto di amarla e pensavo che un giorno tra noi sarebbe nato qualcosa…e che lo avremo fatto. Poi sei nata tu ed ho capito che cosa fosse realmente l’amore…dal 10 settembre 2006, cioè da quando ti ho vista per la prima volta e ho avuto l’imprinting con te, non ho mai sognato nessun altra al mio fianco. In questi anni non sono mai uscito con altre ragazze, non ho mai baciato altre ragazze e non avrei mai voluto fare l’amore con una persona diversa da te!” disse guardandomi. Cosa potevo rispondere? Non desideravo altro dalla vita che lui. Avevo sbagliato nel pomeriggio. A Leah avevo detto che ero sicura al 1.000 per 100, ma in realtà ero sicura al 10.000 per 100!!!!

Ci baciammo così intensamente e passionalmente da non aver bisogno di respirare. L’aria non era di vitale importanza, il suo amore sì. Fantasticai nei miei pensieri all’idea che tra una settimana, proprio per il nostro anniversario, avrei potuto essere totalmente e incondizionatamente sua.

NOTE:

Allora???? Ve la aspettavate questa scottante rivelazione su Jacob???? Ho pensato che sarebbe stato carino se lui dal giorno dell'imprinting non avesse mai voluto nessun'altra all'infuori di Nessie...leggendo Breaking Dawn era questo che mi aveva colpito, quindi ho cercato di tenere fede a quello che Stephenie Meyer avrebbe potuto immaginare per Jake in un eventuale fututo libro sulla saga!

Come sempre largo alle recensioni!!!!!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** "Aspettando te" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION


Uploaded with ImageShack.us

 

Capitolo 15

“Aspettando te”

 

Mi affrettai a preparare il cd musicale che avrei regalato al mio lupacchiotto insieme allo stereo, per il nostro anniversario. Avevo scelto tante canzoni d’amore che andavano di moda in quel periodo e anche alcune più vecchie che ci piacevano, utilizzando i tanti cd di cui disponevamo in casa Cullen. C’erano pezzi degli Aerosmith, Alicia Keys, Bruno Mars, Beyoncè, Coldplay, James Blunt, Maroon 5, Muse, Robbie Williams, Take That, The script e tanti altri…stampai poi la copertina mettendo una nostra foto.

Per quella sera avevo comprato un abito senza farmi consigliare da nessuno dei miei parenti, stavo crescendo e volevo per una volta stabilire da sola cosa indossare per un momento così importante. Mi svegliai quel 31 marzo pronta per andare a scuola. Mi vestii e quando accesi il cellulare trovai un suo sms:

“Questo anno con te è stato elettrizzante e meraviglioso, spero che sia solo il primo di una lunga serie che mi permetterà di starti accanto per l’eternità. Buon anniversario amore della mia vita, non sai nemmeno quanto ti amo…” Ero felice e lo chiamai perché volevo sentire la sua voce e fargli anche io gli auguri.

La giornata a scuola non passava mai, finalmente alle 15.00 finite le lezioni andai a casa. Più mi avvicinavo all’ora stabilita con Jake per vederci, più pensavo che quella sera sarebbe potuto succedere.

Iniziai a prepararmi verso le 16.00…ok, mancavano ancora tre ore all’appuntamento, ma più stavo davanti alla tv più l’orologio sembrava fermarsi. Feci un bel bagno caldo per rilassarmi e, anche se non lo facevo mai, spalmai sulla pelle una crema profumata. Volevo sembrare perfetta ai suoi sensi! Poi passai al trucco: ombretto argento lucido per far brillare gli occhi, matita nera per avere un’aria più intrigante, rimmel, rossetto. Indossai la biancheria comprata a Port Angeles con Leah, poi misi l’abito che avevo acquistato. Era di lana morbida a maniche lunghe e arrivava fino a metà coscia. Il clima a Forks era ancora piuttosto freddo infatti. Il vestito era beige, evidenziava le mie forme e aveva un collo ampio che ricadeva sulle spalle. Sotto misi calze marroni e ai piedi stivali con il tacco alto color cuoio intonati alla borsa. Sistemai i miei boccoli mettendo un cerchietto e lasciandoli sciolti, dato che sapevo che a lui piacevano così. Presi il regalo nascondendolo nella mia borsa e lo aspettai restando nella mia stanza.

 

POV Edward

Sapevo che quel giorno sarebbe stato importante per la mia bambina. Avevo avvertito i suoi pensieri un po’ nervosi da quando era tornata da scuola. Lei e Jacob avevano sempre rispettato le regole che avevo imposto per proteggere la mia Renesmee da gesti avventati, ma stasera era il loro primo giorno “libero” dalle costrizioni.

Nonostante lei fosse ormai una ragazza di 17 anni e mezzo la vedevo ancora come la mia piccola…era sciocco lo so, ma un padre vorrebbe sempre preservare la propria figlia da chiunque. Nel mio cuore sapevo che Jacob era un ragazzo per bene, me l’aveva dimostrato molte volte anche prima del loro fidanzamento. Ciò tuttavia non serviva a placarmi. Quella sera l’avrebbe resa una donna a tutti gli effetti, speravo soltanto che la trattasse come lei si meritava e la facesse sentire unica. Inoltre pregavo che lui fosse più furbo e attento di me e che almeno avesse pensato ad utilizzare delle precauzioni! Non volevo certo che la mettesse incinta!!!

“Sei preoccupato Edward?” disse Bella entrando in camera nostra. “Se sentissi anche tu a cosa sta pensando Nessie saresti preoccupata” risposi. Avvertivo infatti che nostra figlia aveva finito con i preparativi e che il suo cuore era in fibrillazione, mentre la sua testa fantasticava su quello che le sarebbe successo quella notte. “Non credere che io sia calma e rilassata, è anche mia figlia, ma sono sicura che lo desiderano davvero e che Jacob la saprà amare rispettandola” disse Bella “Lo spero per lui” replicai. “Penso che abbia dimostrato di tenere molto a lei, visto che ha mantenuto fede al tuo assurdo decalogo senza mai protestare” concluse mia moglie. Aveva ragione, non potevo continuare a tormentarli, anche se la tentazione era tanta. Ma non sarebbe stato giusto, se l’avessi fatto non avrei IO stesso rispettato mia figlia e quello era l’ultimo dei miei desideri. Dovevo accettare e capire che stava crescendo e che un giorno avrebbe intrapreso la sua strada, lasciando la casa in cui era nata e cresciuta.

Insieme a mia moglie decidemmo di andare da Renesmee, anche se sapevamo che lei voleva restare sola per non sentirsi in imbarazzo con me. Bussammo alla sua stanza e lei ci invitò ad entrare. Bella le fece i complimenti per il modo in cui si era vestita e lei ne fu felice. Sembrava veramente una dea ed era raggiante. “Piccolina io e tua madre sappiamo che non volevi nessuno in camera tua, ma ci tenevamo a farti sapere una cosa” dissi a mia figlia. Lei rimase ad ascoltare pensando che volessi fare una paternale delle mie, ma non erano quelle le mie intenzioni. Bella mi aveva consigliato di non intraprendere il discorso “metodi contraccettivi” ricordando ancora quando suo padre Charlie gliene parlò. Sapevamo infatti che Nessie era intelligente e non avrebbero agito come degli sprovveduti, come invece era capitato a me e mia moglie. “Nessie vogliamo solo che tu sappia che qualunque scelta prenderai nella tua vita noi saremo con te e che potrai sempre contare sulla tua famiglia” dissi. Bella mi aiutò “Sì tesoro, quello che tuo padre vuole dire è che sei la figlia che tutti vorrebbero avere: sei intelligente, curiosa, determinata e bellissima. Sappiamo quanto ti è costato rispettare le troppe regole di questa casa, ma adesso vogliamo solo che tu sia felice, perché se lo sei allora lo siamo anche noi”. Ci abbracciammo tutti e tre. Quella sera la mia bambina sarebbe stata di un altro, ma il fatto che lei fosse nostra figlia nessuno avrebbe potuto togliercelo.


NOTE:

Lo so, lo so che adesso state seriamente pensando di saltarmi addosso perchè ho interrotto così il capitolo :P ma abbiate solo un altro pochino di pazienza e poi ci sarà il momentio fatidico che tutti state aspettando!!!!
Che ve ne pare dell' idea che ho avuto di inserire un POV Edward??? Ci sta bene o voi avreste evitato al posto mio?
Come sempre aspetto le vostre recensioni!!! A presto...

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** "Eclissi d'amore" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION


Uploaded with ImageShack.us

Capitolo 16

“Eclissi d’amore”

 

 

Lasciai i miei genitori felice che mi capissero e mi avviai a scendere al piano inferiore quasi di corsa per raggiungerlo. Rimasi però in cima alle scale, dove lui non mi poteva vedere, osservando quanto fosse incantevole. Sopra ai jeans blu scuri, indossava una camicia bianca con tanto di giacca celeste e cintura nera. Le scarpe erano nere e i capelli tenuti su con il gel…avevo voglia di mangiarmelo con gli occhi!

Scesi giù e lo salutai con un bacio. Salutammo i Cullen e andammo in macchina. “Stai molto bene vestito così” gli dissi guardandolo “Inutile dire che tu sei strabiliante Nessie…” Imboccammo la strada per Port Angeles e continuammo a parlare durante il viaggio. Ci fermammo davanti a un ristorante italiano molto carino, il cui nome era Da Lulù. Ci sedemmo al tavolo che il mio amore aveva prenotato e mangiammo delle pietanze buonissime. Durante la cena parlammo e scherzammo e questo fece sparire anche quella leggera tremarella che avevo…lui mi faceva sempre stare bene, mi sentivo a mio agio. Ci scambiammo i regali. “Prima apri il mio Jacob” “Come vuoi” vidi il suo sorriso aprirsi quando capì che era lo stereo dei suoi sogni e quando vide il cd con la nostra foto e le nostre canzoni. “Sei pazza?! Questo regalo costa un accidente…” disse “Non mi importa, se dovessi spendere un dollaro per ogni giorno che voglio passare con te e per ogni bacio che desidero, non basterebbero i soldi di tutti i miei parenti messi insieme JJ!” gli risposi. Ci baciammo, poi mi diede un pacchettino “Spero che ti piaccia” disse. Lo scartai e ci trovai dentro una collana d’oro bianco con un ciondolo sempre in oro bianco a forma di cuore, al cui interno era stato applicato un brillantino. Dietro al cuore aveva fatto incidere le nostre iniziali R e J. Caspita se mi piaceva, era bellissimo “Mi piace moltissimo Jake” dissi baciandolo “Sai il ciondolo a cuoricino era di mia madre…l’ho modificato facendo fare l’incisione sul retro, aggiungendo la collana e mettendo il brillantino.” Non mi aspettavo che quello fosse un ricordo di Sarah Black, sua madre “Non dovevi darlo a me, è un ricordo amore” “No, Nessie sei l’unica a cui lo vorrei vedere in dosso. Sai tutti i gioielli di mia mamma li hanno presi le mie sorelle, Rachel e Rebecca, ma quel cuoricino l’ho voluto io. Non preoccuparti le sarebbe piaciuta l’idea di farmelo regalare alla donna della mia vita” concluse sorridendo. Indossai subito la collana e lo baciai come mai avevo fatto prima…il suo gesto era stato stupendo e poi mi aveva appena detto che ero la donna della sua vita…

Uscimmo dal locale e dopo una piccola passeggiata (dato che i miei piedi chiedevano pietà dentro a quegli stivali tacco 12) tornammo a La Push. Il momento si avvicinava, sapevo addirittura che Billy era andato a dormire da mio nonno Charlie, con la scusa che il giorno successivo sarebbero andati a pesca. Quindi Jacob si era assicurato casa libera. Non so come fece a organizzare l’uscita di Billy da casa, io mi sarei vergognata come una ladra… Parcheggiammo l’auto davanti casa Black e ci fermammo a sedere sulla panchina che Jake aveva in veranda “Ti scoccia restare un attimo qui piccola?” mi domandò “No, va bene, ma non farmi aspettare troppo!” risposi “Promesso” e si avviò dentro casa. Toccai il mio ciondolo a cuoricino e promisi alla sua reale proprietaria, la madre di Jacob, che l’avrei portato sempre e che mi sarei presa cura di suo figlio, amandolo ogni giorno della mia vita.

“Puoi entrare adesso” disse il mio lupacchiotto. Sentivo che aveva messo il mio cd musicale ed entrai dentro casa sua. Notai che aveva acceso moltissime candele profumate e sorrisi pensando che voleva rendere quel momento perfetto. Ci baciammo parecchio alla luce soffusa delle candele e con la musica che ci accompagnava poi, dopo un bacio mozzafiato e così profondo da farmi pensare di andare letteralmente a fuoco in faccia e nella zona sotto ai fianchi, mi fece alzare e notai solo in quel momento che aveva creato un percorso fatto con i petali di rosa rossa, che dal salotto portava alla sua camera. Lo seguii pensando che sulla faccia della Terra non esistesse nessun altro ragazzo così perfetto. Arrivati in camera, illuminata anch’essa con candele, vidi inoltre che con i petali di rosa rossa aveva formato sopra al suo letto un grande cuore. Restammo in piedi a baciarci e a sussurrarci parole dolci.

“Tutta l’atmosfera è semplicemente stupenda e…ti amo Jacob” dissi totalmente persa tra le sue braccia e nei suoi occhi, con le mani dentro ai suoi capelli “Ti amo anche io Renesmee”.

Iniziò a sganciare la chiusura del mio vestito e mi toccò la schiena con la sua mano calda…gli tolsi la giacca e chiusi le mie mani dietro la sua testa. Prese a baciarmi sul collo mentre faceva cadere sul pavimento il mio abito e abbassava le calze. Lo aiutai togliendo anche gli stivali…ero in biancheria, mi disse che il mio reggiseno e il perizoma gli piacquero molto e cominciò a sussurrare “Sei la ragazza più bella che abbia mai visto e non penso che al mondo esista niente di più perfetto!” Sentivo le sue mani andare su e giù lungo la schiena, poi sui fianchi, e quanto mi piaceva quando prendeva il mio viso tra le mani e mi baciava dolcemente! Sbottonai la sua camicia e gliela tolsi, cominciando ad accarezzare tutti i muscoli del suo petto, della pancia, della schiena. Si tolse da solo le scarpe ed io sganciai i suoi jeans e li abbassai. Restammo entrambi con indosso solo l’intimo e mi fece sdraiare al centro del cuore, che aveva formato con i petali di rosa sul letto. Il contatto dei nostri corpi quasi nudi mi dava una sensazione di calore e stranamente non mi sentivo a disagio. Poi, continuando a baciarci tolse il mio reggiseno…beh in quel momento un po’ di vergogna la provai…il mio seno non l’aveva mai visto nessuno…lui si accorse del mio imbarazzo e disse “Sei bellissima, ma non ti guarderò se non vuoi, tanto mi basta ammirare il tuo viso per stare bene.” A quel punto avvertivo una voce dentro di me che diceva “Voglio essere tua” e mi accorsi di avere le mutandine bagnate!

Con lentezza e infinita tenerezza me le sfilò e poi tolse i suoi boxer. Allargò un po’ le mie gambe e restammo a baciarci; solo quando capì che ero fisicamente e mentalmente pronta sentii che stava entrando dentro di me. Sentii un po’ di dolore, come una specie di bruciore, quindi mentre iniziava a muoversi intrecciai le nostre mani, stingendo un po’ “Non vorrei mai farti male amore, se ti da fastidio dimmelo e smettiamo subito…” disse. “No, non voglio smettere, dimmi solo che mi ami” lo pregai “Ti amo più della mia stessa vita!” Il dolore cominciò a passare dopo poco e i suoi movimenti mi procuravano piacere. La musica aveva appena preso a suonare “She’s the one” di Robbie Williams:

I was her

She was me

We were one we were free

And if there's somebody calling me on

She's the one

If there's somebody calling me on

She is the one

 

 

(io ero lei

lei era me

noi eravamo un tutt’uno noi eravamo liberi

e se c’è qualcuno che mi chiama

lei è l’unica

e se c’è qualcuno che mi chiama

lei è l’unica)

 

I nostri respiri erano affannati e i movimenti sembravano aver preso un ritmo stabile. Stavamo quasi sempre ad occhi chiusi, anche se qualche volta, quando li aprivo vedevo che mi guardava ed io gli sorridevo. Quando i sospiri divennero più intesi ebbi come l’impressione di perdere il controllo, ma niente a che vedere con quei momenti in cui avevo desiderato il suo sangue…le sensazioni erano moltiplicate all’infinito. Le spinte erano molto più ravvicinate e dopo poco morsi il mio labbro inferiore per trattenere un piccolo urletto che mi sentivo salire su…nello stesso istante vidi Jacob con la faccia stravolta e quasi si accasciò su di me…

Lo accarezzai tra i capelli mentre lui sembrava non avere più la forza di muoversi. Restammo in quel modo qualche minuto, in silenzio, poi alzò la testa e ci baciammo in modo nuovo. “Dimmi che non mi lascerai mai Jake” “Non lo farò nemmeno sotto tortura amore”. Wow avevamo fatto l’amore e mi era sembrata l’esperienza più intensa della mia vita. Adesso io ero tutta sua in ogni mia cellula e lui era tutto mio! “Spero solo di non averti fatto troppo male Nessie” “Solo un pochino, ma poi mi è piaciuto JJ” ci staccammo da quella posizione e, dopo essere tornato dal bagno, mi sembrava ancora più bello. Restammo nudi nel suo letto, sotto le coperte a farci le coccole “Sai a cosa pensavo?” dissi “No, dimmelo tu” rispose “Prima quando avevamo le mani intrecciate ho guardato i nostri tatuaggi, il sole e lo spicchio di luna…e…beh i proprietari dei tatuaggi erano così sovrapposti perfettamente che…sembrava proprio un’eclisse” sussurrai come se qualcuno potesse sentire. Mi sorrise abbagliandomi “È un’eclisse speciale…direi un’eclisse d’amore” e mi baciò. Sì era così, pensai mentre già mi perdevo di nuovo in quei baci.

Poi dopo tanti anni sentii l’impulso di comunicare con lui usando il mio potere…non lo credevo possibile ma Jacob mi aveva davvero cambiata, volevo fargli sentire e vedere dal mio punto di vista quanto era stata bella quella serata e quando mi ero sentita completa e felice facendo l’amore con lui. Alzai una mano sul suo viso e gli trasmisi i miei pensieri, quando finii Jacob mi guardò prendendo il mio viso tra le mani e disse “Non pensavo che l’avresti fatto ancora. È stupendo vedere e sentire con i tuoi occhi. E soprattutto è grandioso sapere che quello che provi è così forte…” “Quello che sento per te amore, te lo meriti tutto, anzi tu meriti ancora di più” replicai.

Ci coccolammo ancora poi Jake parlò “Signorina Cullen non ha dimenticato qualcosa prima, nell’impeto d’amore?” “Cosa?” dissi incuriosita. “Beh i suoi genitori e i suoi insegnanti non le hanno parlato dell’importanza dei contraccettivi?!” Cavolo, dove avevo la testa? Non ci avevo minimamente pensato presa com’ero da lui e dal desiderio che provavo…oddio e se mi aveva messo incinta? Papà mi avrebbe tenuto in punizione a vita e avrebbe di sicuro fatto a pezzi e bruciato Jacob! E poi io amavo i bambini, ma non ero pronta ad averne! Mi sentivo troppo giovane e immatura…lo guardai leggermente impaurita e lo vidi trattenere una risata “Signorina questi non sono comportamenti maturi, lei è stata totalmente sprovveduta ma per fortuna qui tra noi c’è qualcuno responsabile…” disse. Sperai che quelle parole volessero dire: tranquilla i contraccettivi li ho usati io… “Non rimarrai incinta, il destino ha voluto darti un ragazzo previdente” concluse. Ero salva!

Restammo a baciarci ancora qualche ora poi mi riportò a casa. Sentendomi arrivare i miei parenti mi fecero il piacere di chiudersi nelle loro stanze, così non incrociai nessuno e andai a letto tranquilla, anche se sapevo che il giorno seguente Edward si sarebbe intrufolato nella mia testa!

NOTE:

Ok è successo!!! Insomma che ne dite???? Lo so che tutti aspettavate questo momento, spero di non avervi deluso :)Aspetto le vostre recensioni!

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** "L'unica che vorrei per mio figlio" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION




Uploaded with ImageShack.us

Capitolo 17

“L’unica che vorrei per mio figlio”

 

I mesi passarono veloci e furono molto belli, visto che avevo tutto: una famiglia che mi amava, un gruppo di amici affiatato, ma soprattutto avevo il mio Jacob. Da quella sera la passione tra noi si era amplificata e quando non potevamo vederci, per impegni di lavoro o studio, stavo così male che finivo sempre col piangere in camera mia. Sì, forse sembrerà esagerato ma ero molto giovane e avevo un bisogno infinito di lui!

Il giorno in cui presi il diploma fu fantastico, vennero tutti alla cerimonia di consegna: i Cullen, Charlie e Sue, i ragazzi della Riserva con le rispettive compagne, Jacob, Billy. Mi avevano organizzato una festa fantastica e avevo ricevuto una montagna di regali! Da quel giorno però si era fatta strada in me la consapevolezza che avrei dovuto lasciare Forks per andare al college. Molte volte avevo detto a Jake che non volevo andarci, senza ovviamente dirlo mai in modo esplicito ai miei genitori…Edward e Bella, così come i nonni e gli zii non avrebbero apprezzato quei miei pensieri, anche perché si poteva capire senza troppe difficoltà che il motivo era stare con Jacob. Il mio ragazzo aveva sempre fatto di tutto per spingermi a ragionare, facendo leva sul fatto che fin da piccola avevo sempre detto che il mio sogno sarebbe stato quello di fare l’insegnante di scuola elementare e che quindi non aveva senso rinunciare a quel desiderio, o un giorno me ne sarei pentita.

Quello che Jake non sapeva era che ormai quel sogno era passato in secondo piano, volevo stare con lui, passare il tempo insieme divertendoci, fare l’amore con lui, ma soprattutto allontanarmi avrebbe significato far crescere la mia gelosia. Avevo una grande paura di perderlo! “Andiamo Ness sarai a Seattle, a poche ore di lontananza…” aveva detto dopo uno dei nostri battibecchi sul college. “Essere a Seattle significa non potersi vedere mai durante la settimana, visto che sarò impegnata con i corsi e lo studio e tu con il lavoro” ribattei “Sì, ma ci vedremo nel week end” disse “Wow sapere di vederci ogni due settimane mi consola” conclusi con una nota di sarcasmo e amarezza. Sapevo che anche lui avrebbe sofferto la nostra lontananza, ma ero troppo immatura per pensare che tentava di spingermi ad andare per il mio bene. Spesso eravamo arrivati anche a litigare perché mi sembrava impossibile che lui avesse tutta quella voglia di farmi partire…mi facevo in testa dei film in cui arrivavo persino a credere che non vedeva l’ora di restarsene da solo, per poter uscire con gli amici e magari frequentare qualche ragazza.

Il 15 settembre arrivò inesorabilmente e lasciai Forks per Seattle alla volta del college. Per i successivi 4 anni la mia vita sarebbe stata lontana dalla mia città e dalle persone che amavo. D’accordo Jake sarebbe venuto a trovarmi e io sarei tornata una volta al mese e per le festività, ma non era la stessa cosa. Al college feci subito amicizia con Lucy, la mia compagna di stanza, che riempivo di paranoie sul mio ragazzo. I primi due anni di studi andarono alla grande: i corsi mi piacevano, i professori erano competenti e le amicizie che intrapresi erano divertenti. Riuscii a portare avanti bene la relazione con Jacob. Ci sentivamo tutti i giorni e quando ci riuscivamo a vedere entravamo in una dimensione tutta nostra. Mi mancavano i nostri costanti contatti, ma superai abbastanza bene quel periodo.

Quell’estate tornai a Forks per le vacanze estive felice di poterci restare per ben 2 mesi, ed ero anche contenta del fatto che la settimana successiva sarei andata al matrimonio di Rachel e Paul. Dopo anni di relazione, infatti, avevano deciso di sposarsi e tutti alla Riserva avevano preso la notizia con entusiasmo! Rachel era stata così carina da fissare la data delle nozze proprio in tempo per il mio ritorno estivo.

Quel giorno mi preparai cercando di fare colpo su Jake, perché nella settimana passata lì avevo notato che quell’arpia di Maggie Sullivan aveva stretto un po’ di più i rapporti con lui, sfoggiando sempre abitini super sexy faceva la gatta morta e questo non lo potevo tollerare. Sì, in quei due anni ero maturata ma quello era pur sempre il mio fidanzato e se la signorina, che sarebbe stata presente alla cerimonia, aveva intenzione di farmi guerra allora era giusto che anch’io tirassi fuori l’artiglieria pesante! Scelsi per l’occasione un abito rosso senza maniche e lungo fino al ginocchio, con scollo a v. Il vestito era aderente fino alla vita dove alcuni nastri si legavano e permettevano così di mettere il risalto il seno. Dalla vita in giù era più largo, formando anche qualche piega. Misi sandali neri molto alti con strass e borsetta nera luccicante. Tirai i capelli ricci indietro, fermandoli dietro alla nuca in una pettinature elaborata e bellissima.

Il mio lupacchiotto venne a prendermi a casa e pensai di non averlo mai visto bello in quel modo…innanzitutto era più abbronzato del solito, visto che in mia assenza passava al mare con Embry, Seth e Quil tutti i fine settimana in cui il tempo era soleggiato. Dato che era anche il testimone della sorella, indossava un completo elegante blu scuro con camicia bianca e cravatta celeste. In effetti quella era la prima volta che lo vedevo vestito in maniera tanto raffinata. Il matrimonio ovviamente si sarebbe svolto nella chiesetta di La Push e il ricevimento era stato organizzato in un locale molto chic con il giardino immenso. Rachel e Paul erano meravigliosi e la festa ottenne un gran successo. Vedevo Maggie affannarsi per stare praticamente incollata al mio ragazzo, nonostante lui mi fosse continuamente vicino poiché aveva capito da alcuni sguardi che ero infastidita. Lui e gli altri ragazzi del branco successivamente iniziarono a mettere in atto degli scherzi indirizzati a Paul, che erano stati appositamente studiati per quell’evento.

“Ciao Renesmee, chi non muore si rivede, sei venuta a controllare che il tuo ragazzo si comportasse bene?” sentii dire dalla voce fastidiosa di Maggie “Ciao, sono qui per le vacanze estive e non ho bisogno di controllare nessuno visto che mi ama e che è sotto gli occhi di tutti” risposi. Poi gli sposi aprirono le danze e andai a recuperare il mio lupo per un lento, cercando di non mostrare il mio disappunto per quella gallina.

“Sai di essere la più bella della festa?” disse JJ dolcemente al mio orecchio “Beh grazie, e tu sai di essere il più guardato della festa?” dissi sorridendo compiaciuta, visto che il più guardato vedeva solo me. Ci baciammo mentre nelle pause tra un bacio e l’altro mi ripeteva che gli ero mancata da morire e che durante quei mesi avrebbe trascorso con me ogni momento possibile. Poi ci separammo e andai a parlare un po’ con Billy “Ciao tesoro, sei molto bella, non te l’avevo ancora detto!” “Come ci si sente a veder sposare la propria figlia?” chiesi al padre di Jacob. “È strano, mi sembra ieri che è nata e ora è una donna che mette su famiglia” “Beh tra poco potrebbe renderti nonno…nonno Billy” dissi sorridendo. “Sì, ma sai che ti dico? Durante il college Rachel è stata lontana e un po’ d’abitudine a non averla in casa l’avevo fatta. Sarà stranissimo quando me lo porterai via…” cominciò a dire “Porterò via?!” domandai io un po’ confusa “Immagino che un giorno mio figlio vorrà sposarti e sarà difficile per me perché Jacob è sempre stato con me. Però sono felice che me lo porterai via proprio tu! E che finalmente potrò avere nipotini con il mio cognome” concluse. Ok, ero leggermente imbarazzata, avevo sognato milioni di volte noi due come marito e moglie, ma sentirlo dire a voce alta da qualcun altro faceva un certo effetto. E poi i nipotini…oddio ero ancora una giovane studentessa di 20 anni e per altri due anni avrei continuato ad esserlo. Quello che mi faceva infinita tenerezza era il modo in cui Billy aveva detto di pensare a quando Jake non avrebbe più vissuto con lui “Non ti preoccupare Billy, Jacob ti adora e non resterà mai tanto lontano da te. Anzi lo aiuterò a starti vicino. E poi quando mi fa arrabbiare con quel suo modo di voler avere sempre il controllo di tutto te lo rispedisco ok?!” dissi per tranquillizzarlo. Lui rise “Sei proprio l’unica che vorrei per mio figlio. Tenergli testa non è facile lo so, ma tu ci riesci così bene…e ti voglio bene come una figlia piccola Nessie” ci abbracciammo.

Durante quell’estate trascorsa troppo in fretta mi perdevo nel guardare Jacob durante il suo lavoro, non volevo stargli lontana nemmeno un minuto. Ma purtroppo venne anche l’ora di ripartire…il terzo anno di college mi aspettava.

In quell’anno i litigi con Jacob aumentarono visto che si era messo in testa che un mio compagno di college, Kyle, ci provasse con me. Tentavo di dissuaderlo da quel pensiero sminuendo tutto e nascondendo al mio ragazzo qualche episodio in cui Kyle ci aveva provato spudoratamente. Se glielo avessi detto sarebbe piombato a Seattle e avrebbe fatto una piazzata delle sue…meglio evitare e soprattutto volevo che passasse le giornate lontano da me in modo più sereno di come avevo cominciato a trascorrerle io. Il terzo anno, infatti, fu micidiale: la famiglia mi mancava, i momenti di confidenza con Leah erano sporadici e il tempo con Jake non bastava mai. Sentivo l’esigenza di stare con lui, di sentirmi sua, di sentirlo mio, mi mancava sempre più la nostra intimità.

Nel mese di maggio di quell’anno inoltre c’era un’altra cosa che mi preoccupava. I Cullen mi avevano informata del fatto che loro e i Quileute avevano fiutato strane scie a Forks e dintorni. Jacob cercava di tranquillizzarmi dicendo che potevano essere solo vampiri di passaggio, ma le ultime telefonate con Edward e Bella non promettevano nulla di positivo. Per di più i miei genitori erano in agitazione perché sapevano che dopo due settimane sarei tornata di nuovo a casa per le vacanze estive.

NOTE:

Sono andata avanti abbastanza velocemente con la storia con questo capitolo di passaggio, comunque colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro che hanno messo la mia fanfiction nelle seguite, nelle ricordate e nelle preferite e anche tutti quei "lettori silenziosi" che visitano i miei capitoli...vi vedo e siete tantissimi!!! Spero di ricevere sempre più recensioni, a presto.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** "La prima grande prova" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION



Uploaded with ImageShack.us


Capitolo 18

“La prima grande prova”

 

Quando arrivai a Forks, quel pomeriggio, trovai tutti in stato di ansia, ma nessuno volle darmi ulteriori spiegazioni.

“Ehy carotina ti va di restare a dormire da me?” disse Jacob appena venne a casa mia. Non ero scema, chi avrebbe rifiutato l’invito esplicito a restare da lui per passare una notte d’amore dopo settimane di lontananza forzata? Ovviamente accettai. Andammo in un pub e poi, arrivati a casa Black, mi portò in braccio in camera sua alla velocità della luce. Ci togliemmo i vestiti e mi riprese in braccio. Accavallai le mie gambe intorno alla sua vita e per la fretta cominciammo a fare l’amore appoggiati alla porta di camera sua. Il modo in cui si muoveva dentro di me mi faceva perdere la ragione e non riuscivamo neppure a parlare tanto era

il desiderio di appartenerci. Lo rifacemmo di nuovo nel suo letto mentre mi incantavo a fissare i suoi splendidi occhi pieni d’amore, a baciare la sua bocca con quelle labbra sensuali, a respirare il suo profumo.

Rimanere abbracciata a lui dopo aver fatto l’amore e sentirlo accarezzarmi era una delle cose più belle. Pensavo che, dopo quei tre anni di lontananza e dopo quella notte di passione, non avrei avuto proprio più voglia di allontanarmi da lui e che, quando stavamo insieme, mi faceva sentire così speciale da desiderare solo di viverci insieme per l’eternità. Da qualche mese poi pensavo a come sarebbe stato aspettare un figlio da lui…ma scacciai quel pensiero perché sapevo che per noi era ancora presto. “Amore vuoi dirmi che cosa è successo a proposito delle scie di vampiro che avete sentito? I miei non hanno voluto proferire parola oggi” gli chiesi.

Jacob mi raccontò che soli tre giorni prima, i lupi di ronda erano stati messi in difficoltà da un nuovo gruppo di vampiri molto astuti, tutto si era risolto positivamente grazie al fatto che Alice aveva avuto una visione e che Jasper, Emmett e Edward erano andati ad aiutarli. “Chi sono questi vampiri?” “Nessie i tuoi parenti dicono che i Volturi li hanno informati del fatto che questo gruppo di vampiri ha messo in difficoltà anche loro e che hanno rivendicato il potere. Si chiamano i Vendicatori e hanno messo su questo gruppo per fronteggiare i Volturi, ma per farlo hanno bisogno di alleati” spiegò il mio ragazzo. Non potevo credere che i Cullen mi avessero nascosto la situazione…non pensavano che avrei dovuto saperlo? E invece in quella giornata non mi avevano dato spiegazioni. “Che vuoi dire Jake quando sostieni che hanno bisogno di alleati?” “Il fatto è che hanno provato a parlare con i Cullen, per convincerli ad aggregarsi a loro e sapendo della nostra alleanza pensavano bene di coinvolgere anche i lupi, ma Carlisle ed io siamo stati risoluti, dicendo che i Cullen e il branco non si sarebbero mai intromessi, perché le questioni di potere non ci interessano e non ci sarebbero mai interessate!” concluse JJ.

Perfetto, si prospettava un’estate interessante. Dal mio primo combattimento era passato del tempo e questa volta sarei stata in grado di aiutare le mie famiglie, ma l’idea di estate che avevo era leggermente diversa. Immaginavo un estate di fuoco, con Jacob ovviamente, invece sarebbe stata un’estate di fuoco e fiamme per i combattimenti.

Nelle settimane successive Carlisle e Jacob avevano programmato un nuovo incontro di discussione con i Vendicatori. Speravano di convincerli a lasciarci in pace. I loro capi, Michael e Frank, tuttavia non volevano arrendersi. Il nostro gruppo infatti era molto numeroso e disponeva di membri fisicamente molto forti e altri con poteri speciali, quindi riuscivo perfettamente a capire che risultava importante ai loro occhi e per i loro scopi potersi avvalere di noi. Quell’incontro, a cui parteciparono tutti i membri del branco più i maschi di casa Cullen, non andò nel modo sperato, tanto che Michael e Frank arrivarono a minacciare esplicitamente dicendo che se non fossimo stati dalla loro parte, allora automaticamente diventavamo nemici e che prima o poi ce l’avrebbero fatta pagare.

Per questa ragione la mia famiglia si accordò con i Quileute per organizzare le ronde di controllo sui nostri territori. Perché dopo un periodo di pace qualcuno veniva sempre a rovinare tutto? Perché non potevo vivere la mia vita con Jacob? Era troppo desiderare di laurearmi, tornare a Forks, insegnare ai bambini, sposarmi il più bello e attraente ragazzo del Mondo e farci dei figli? Perché non potevamo vivere normalmente come tutta l’altra gente? La risposta era fin troppo semplice:

1. Io non ero affatto normale e neppure la mia famiglia, i miei amici e Jacob lo erano, per quanto ci sforzassimo di apparire tali

2. Ci doveva essere una punizione divina che avrei dovuto scontare con il destino per il fatto che aveva concesso a me, l’insignificante Renesmee Carlie Cullen, di essere l’imprinting di un ragazzo tanto speciale e bello da essere considerato l’ottava meraviglia del Mondo

 

Ok, questi Vendicatori avevano acquisito lo status di esseri più ignoranti nella storia dell’umanità, poiché mi avrebbero negato i due mesi estivi di tranquillità, serenità, divertimento, amicizia, amore e passione che mi ero guadagnata dopo aver finito il terzo anno di college.

Zio Jasper iniziò subito a macchinare piani di guerra in caso di attacco e coinvolse altri membri della mia famiglia e dei lupi nei suoi progetti. Certo, non potevamo permetterci di essere colti impreparati. Qualche settimana dopo nei boschi notammo delle impronte sospette che si diramavano in due direzioni opposte e che ci spinsero a dividerci in due schieramenti, per cercare di capire dove portassero e di chi fossero. Da un lato Carlisle, Esme, Edward, Bella, Leah, Quil, Paul, Jared ed io andammo verso nord; contemporaneamente Emmett, Rosalie, Jasper, Alice, Sam, Embry, Seth e Jacob si diressero verso sud. Mi dava enormemente fastidio che papà e zio Jasper, decidendo le squadre, avessero pensato di tenere insieme tutte le coppie tranne quella formata da me e Jake, ma mio padre non volle sentire ragioni dicendo che se avessi protestato ancora mi avrebbe lasciata a La Push. Uffa, avevo 21 anni e ancora mi ritenevano così indifesa? Non si erano accorti che i miei due zii mi avevano addestrata? Non sapevano che ormai la mia forza era aumentata tanto da fare seriamente male a Jacob in due occasioni, durante alcuni litigi un po’ troppo forti? Sì, infatti a causa della mia gelosia un giorno avevo tirato a Jake una botta sul lato sinistro del suo torace, rompendogli tre costole e in un altro momento gli avevo rotto due dita della mano destra. Per fortuna guariva velocemente! Lui aveva anche scherzato dopo aver fatto pace, dicendo che io ero il primo e unico caso al Mondo, che avrebbe costretto un uomo a denunciare la sua ragazza per comportamenti violenti.

Il mio schieramento arrivò ad un bivio che portò nonno Carlisle e Leah, i nostri capi, a decidere di separarci ulteriormente. A ovest sarebbero andati Carlisle, Esme, Paul e Jared, a est invece Edward, Bella, Leah, Quil ed io. La stessa cosa accadde a Jacob e Jasper che divisero i membri del loro schieramento, di cui erano i capi, per procedere in due direzioni differenti. Lasciando in ogni gruppo vampiri e licantropi avremmo avuto la possibilità di rimanere in contatto, grazie alla lettura nei pensieri tra i componenti del branco. Oggi posso dire che i Vendicatori furono molto astuti nel farci dividere, sapevano infatti che dalla nostra unione nasceva la forza e che affrontarci in piccoli gruppi avrebbe costituito un vantaggio.

Insieme a Leah, Quil, Bella ed Edward andai dritta nella mani dei nemici. Loro erano otto, noi solo cinque! Avevamo un vampiro a testa contro cui lottare, per fortuna papà e Leah erano velocissimi e si occuparono di due avversari contemporaneamente, mentre Bella e Quil si dividevano il secondo a metà. Io avevo solo un nemico di fronte a me, sarebbe stata la mia prima grande prova contro i vampiri. Mi corse rapidamente incontro, io lo schivai con un salto, poi mi voltai e calciai con tutta la forza che avevo il suo addome. Lo feci cadere, ma si rialzò e partì alla carica. Feci in modo che mi seguisse, perché avevo notato un grande masso un po’ più indietro e, come mi aveva insegnato Jasper “studia sempre il luogo dello scontro, alcuni elementi potrebbero facilitarti”. E così feci. Mi seguì accecato dalla sete di vittoria ed io ne approfittai per rallentare la corsa e farmi raggiungere, quando lo sentii alle spalle mi abbassai di colpo e lui cadde con la faccia sul masso. A quel punto ormai disteso e di spalle non si accorse nemmeno che avevo già messo le mani sul suo collo per romperglielo. Gettai poi l’accendino per farlo bruciare e tornai indietro, sperando che nessuno avesse avuto difficoltà. Pensavo agli altri gruppi e a Jake…noi eravamo il team più numeroso (5 persone), gli altri erano solo quattro e se i nemici fossero sempre stati sempre otto? Ce l’avrebbero fatta quattro contro otto? Certo Jake e gli altri avevano esperienza, ma la paura che qualcuno potesse far male al mio fidanzato non mi abbandonava.

Intanto Quil aveva parlato mentalmente con Paul e Jared e avevano deciso di riunirci. Leah aveva provato a mettersi in contatto con l’altro schieramento che era andato a sud, ma né Embry, né Seth, né Sam, né tantomeno Jacob avevano risposto. Eravamo infatti troppo lontani.

Dopo qualche ora eravamo di nuovo tutti insieme ai componenti del mio schieramento (Carlisle, Esme, Jared e Paul). Avevano affrontato otto vampiri proprio come noi, nessuno era ferito, ma nemmeno loro avevano stabilito la comunicazione con lo schieramento di Jake e così pensammo di tornare indietro, al punto di partenza.

Arrivati nei pressi di Forks, qualcuno vide che gli altri, probabilmente tornati indietro come noi dopo alcuni scontri, si trovavano alle prese con i nemici. Ci rendemmo subito conto del fatto che erano in netta difficoltà. Sam e Seth, infatti erano in forma umana e qualcuno degli avversari li aveva legati e li aveva feriti gravemente perché non si trasformassero. Rosalie e Alice erano anche loro legate e guardate a vista. Solo Jasper, Emmett, Embry e Jacob lottavano ancora nonostante fossero in netta minoranza e in grandissima difficoltà. Escogitammo un piano in modo super veloce: mentre Quil, Jared, Esme ed io ci saremmo occupati di liberare i nostri alleati, tenuti legati e affrontando coloro che gli facevano la guardia, Carlisle, Edward, Bella, Paul e Leah si sarebbero buttati nella mischia per fronteggiare i nemici.

Partii carica di rabbia e timore di non poter fare abbastanza, sapevo infatti che quando le zie sarebbero state liberate avrebbero ripreso a combattere al fianco degli altri e che anche Quil e Jared lo avrebbero fatto. Io e la nonna invece, ci saremmo dovute tenere in disparte per aiutare Sam e Seth che appunto erano feriti gravemente. Vedevo da lontano Jacob impegnato nello scontro e speravo che il suo essere forte e non demordere mai lo aiutasse ad avere la meglio. Avevo voglia di sentirmi abbracciare da lui e sentirmi dire che andava tutto bene, che tutto era finito…

Mettemmo in pratica il nostro piano. Per liberare zia Rose sferrai pugni e calci contro due vampire e riuscii a farle fuori. Poi, come stabilito, andai vicino a Sam e lo liberai dalle corde, strappando pezzi della mia maglietta tamponai il suo corpo per fermare il sangue delle sue ferite.

Dal campo di battaglia proveniva un fortissimo odore di bruciato. Poco dopo vidi arrivare Jacob di corsa, che mi abbracciò e chiese ai feriti come se la cavassero. Tutti arrivarono nella nostra postazione e si scambiarono segni d’intesa, abbracci, baci, pacche sulla spalla per comunicarsi la gioia di aver vinto anche quella battaglia. Certo uno dei capi dei Vendicatori, Michael, era riuscito a fuggire, ma da solo non avrebbe fatto molta strada. Mi trovavo ancora stretta tra le braccia di Jake, quando alzò il mio viso e mi baciò “Non sai quanto ho pensato di perderti!” mi disse con ancora il timore nella voce “Anche io lupacchiotto, speravo di rivederti almeno una volta per poterti dire che ti amo” risposi e riprendemmo a baciarci.

NOTE:

Lasciate tante recensioni, a presto!

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** "Progetti futuri" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION


Uploaded with ImageShack.us


Capitolo 19

“Progetti futuri”


In quei baci pieni di felicità per essere di nuovo uniti e senza pericoli e in quella notte di passione, c’erano tutte le speranze che riponevo nel nostro futuro. Adesso sapevo che qualunque evento non ci avrebbe mai più diviso, anche se ci avessero messo in due gruppi separati, come era avvenuto. Ero conscia che la nostra esistenza sarebbe stata costellata di eventi assurdi per un comune mortale, ma sapere di poter affrontare quei pericoli sempre e comunque con lui, mi dava la forza per crescere e lottare. Al di fuori di quei momenti saremo sempre stati Jake e Nessie, e questo mi permetteva di sognare una vita normale accanto all’unico uomo che desideravo per l’eternità.

“Leah e Quil mi hanno raccontato le tue mirabolanti imprese! Allora rompermi dita e costole è servito a qualcosa” disse sempre con quella voglia di scherzare che lo avrebbe contraddistinto in ogni istante, bello o brutto che fosse. “Diciamo che i combattimenti si sono rivelati utili, adesso se fai di nuovo lo spiritoso con Maggie o con altre posso addirittura metterti ko per qualche giorno, quindi vedi di stare attento!” dissi fingendomi risentita. Sapevo che a Jake piaceva quando facevo così, infatti iniziò a farmi il solletico mentre cercavo di divincolarmi…era inutile, se lo prendevo alla sprovvista potevo fargli davvero male, ma se metteva un briciolo della sua forza allora non c’erano storie, mi prendevo il solletico e soccombevo sotto di lui…non che mi dispiacesse, lo spettacolo era affascinante!

Partii per l’ultimo anno di studi lontana da casa, arricchita dalle esperienze affrontate. Mancavano ormai solo due esami e la tesi era stata consegnata. Da settembre fino ad aprile mi ero buttata a capofitto nello studio, sia perché entro giugno volevo laurearmi e tornare a casa mia, sia perché se studiavo pensavo meno al mio amore e i ragazzi del campus mi ronzavano meno intorno, evitando così a JJ delle inutili arrabbiature. Certo quando eravamo insieme a Forks e faceva il geloso era proprio carino, ma adesso che eravamo lontani non mi andava di vederlo star male. Mi consolavo sapendo che quello sarebbe stato l’ultimo mese e mezzo a Seattle. Il giorno successivo avrei dovuto sostenere il penultimo esame, stavo ripassando quando squillò il cellulare. Vidi il suo nome e risposi subito.

“Amore ciao, come stai?” gli dissi “Ciao tutto ok anche se mi manchi e tu?” “Bene JJ ho finito ora di ripassare per l’esame di domani. Al lavoro?” “Embry ed io abbiamo un periodo un po’ pesante, ma meglio così, almeno non ho troppo tempo per pensarti…ancora 40 dannati giorni prima di averti qui” disse il mio ragazzo. Avevamo infatti deciso di fare uno sforzo immane: non ci saremo rivisti fino al giorno della laurea in cui sarebbero venuti tutti al campus. Dovevo appunto finire le ultime cose e tornare a Forks sarebbe stato troppo impegnativo, così come avere Jacob lì con me per il week end, sarebbe stato fonte di distrazione. Dovevo assolutamente studiare per l’ultimo esame e studiare la tesi. Ma in quel momento dopo una sola settimana senza di lui, iniziai a pensare di non riuscire a tener fede ai miei propositi.

“Lo so Jacob, è difficile anche per me. Tuo padre e i ragazzi stanno bene?” “Sì stanno tutti benone. Davvero sei sicura di non poterci mai vedere Nessie?” chiese. “Purtroppo devo esserlo. Ma Jake, va tutto bene? È da quando ho risposto che hai una voce strana…” “Certo, tutto bene, sono solo stanco” Il suo tono di voce era strano da qualche tempo. Per la precisione da un mese. Anche quando lo avevo visto l’ultima volta era perso tra i suoi pensieri e non aveva fatto nessuna battutina. E quello non era il tono che aveva quando era stanco! Lo conoscevo fin troppo bene il lupacchiotto, doveva esserci qualcosa sotto. Sperai che non fossero altri vampiri. “Comunque Ness volevo farti un in bocca al lupo per domani! E fammi sapere com’è andato l’esame” “Sai che spererei proprio di finirci nella bocca del lupo? Vorrei un lupo rossiccio se possibile” dissi.

 

POV Jacob

Tra pochi giorni sarei andato con mio padre, i ragazzi, Charlie, Sue e i Cullen alla laurea di Nessie. Erano 37 giorni e 6 ore che non la vedevo! Maledizione, avevo voglia di essere solo con lei e ogni volta che entrando in camera vedevo le nostre foto, oppure quando sentivo la sua voce al telefono avevo una grandissima voglia di farci l’amore.

Da tre mesi mi frullava nella testa una certa idea: la lontananza provata in quei 4 anni e soprattutto la distanza dell’ultimo periodo, mi avevano portato a desiderare fortemente di averla sempre con me al suo ritorno…sì, svegliarmi con lei la mattina, dopo una notte di fuoco, andare al lavoro, trovarla la sera in casa nostra, cenare con lei, guardare la tv o fare un giro, farci di nuovo l’amore e addormentarci abbracciati. Per poi ricominciare tutto il giorno successivo. Avevo voglia di sposarla!

Ne avevo parlato più volte con i ragazzi e tutti mi dicevano che era una bella idea. Certo sapevo che lei aveva 22 anni e che se glielo avessi chiesto, al momento delle nozze ne avrebbe avuti 23, ma non mi importava proprio una mazza dell’età…a che serviva per due persone immortali? Lei aveva percepito qualcosa di diverso in me, io avevo sempre negato, insomma volevo dirglielo di persona non con una cornetta del telefono in mano. E poi non volevo distrarla dagli studi con i miei pensieri.

“Embry, Seth, Leah e Rachel dovreste venire con me a fare una cosa” dissi. Andammo a comprare un anello con cui avrei chiesto alla mia principessa di sposarmi. La commessa mi fece vedere molti modelli. Renesmee era una Cullen e volevo prenderle qualcosa di raffinato ma semplice, proprio com’era lei. Non mi importava della spesa, avevo lavorato sodo negli anni passati e poi era la donna della mia vita! Riuscimmo a sceglierne uno che ci accordava tutti: un anello d’oro bianco circondato interamente da brillanti. Le sarebbe piaciuto. All’interno feci anche scrivere “ti amerò per sempre”.

Mi sarebbe toccata la parte più difficile. Conoscevo Edward da un bel po’ di anni, tanti per sapere che la modernità non l’aveva affatto sfiorato. Non volevo che Nessie mi dicesse sì e poi che la sua famiglia le facesse capire che era presto, o che non ero adatto a lei, o chissà cosa. Per evitare tutto ciò mi venne in mente un’idea che sarebbe piaciuta a quell’anticaglia di Edward e che Nessie avrebbe apprezzato. Era o no un uomo nato agli inizi del novecento?

Presi la moto e andai a casa dei miei suoceri succhiasangue, sapendo di dover affrontare il modo di pensare di Edward, che era più antico di quello dell’uomo delle caverne, soprattutto quando si trattava della figlia. In giardino c’erano Bella e Alice che parlavano e furono sorprese di vedermi. Chiesi a Bella il favore di proteggere i miei pensieri con il suo scudo, perché volevo dire una cosa e non mi andava che suo marito la sapesse in anticipo. “Ok Jake ma spero sia una cosa piacevole, perché altrimenti ti ammazzo” disse e io sorrisi, sentendomi ricoperto dal suo scudo. Poi Bella precisò “Se solo l’hai messa incinta ti faccio saltare le budella” ma la tranquillizzai. Entrai in casa Cullen e vidi Edward, Emmett e Jasper alla televisione, Esme, Carlisle e Rosalie parlavano. Chiesi a tutti di lasciarmi solo con Edward e Bella, dicendo che poi avrei spiegato. Tutti uscirono e andarono a farsi un giro nei boschi, per non sentire tutto con il loro super udito.

“Il fatto che tu abbia chiesto a mia moglie di farti scudo non mi suggerisce niente di buono” esordì Edward. Possibile che dovesse sempre blaterare? “Su Ed tranquillo, mi ha detto che Nessie non è incinta” lo supportò Bella. Cercai di parlare nel modo più sereno e maturo possibile, anche se la loro reazione mi metteva in agitazione. Stavo facendo una cosa che un ragazzo della mia età e della mia epoca non avrebbe mai fatto, ma Nessie lo meritava. Per lei avrei fatto qualunque cosa.



NOTE:

Allora il college sta per finire e tra poco Nessie tornerà a Forks...ma secondo voi cosa avrà in mente di fare a casa Cullen il nostro Jacob???
Recensite in tanti, a presto!

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** "Ritorno a casa" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION


Uploaded with ImageShack.us

Capitolo 20

“Ritorno a casa”

 

POV Jacob

Guardai Bella e Edward dritto negli occhi e dopo una piccola pausa decisi di parlare. “Sono qui perché quando Renesmee tornerà a casa ho intenzione di chiederle una cosa importante” dissi, notando il curioso sguardo dei miei interlocutori. “Lei non sa nulla e…Edward so quanto tieni alle tradizioni e, proprio per questo, ritenevo giusto venire da voi per chiedere il permesso di poter sposare vostra figlia!” Ok ero davvero impazzito. Io, Jacob Black chiedevo il permesso di domandare alla mia ragazza di sposarmi! Figuriamoci se avrei mai immaginato che mi sarei dovuto mettere a fare una cosa del genere per una ragazza, lo ritenevo impossibile fino a qualche anno fa. E poi abbassarmi così a Edward Cullen. Dopo tutti i nostri trascorsi per Bella. Era però anche il papà della mia unica ragione di vita, colui che me l’aveva donata insieme a sua moglie, dopo una notte d’amore della loro luna di miele, che ovviamente all’epoca credevo una sciagura.

Vedevo Bella sorridere e liberarmi dallo scudo con cui aveva protetto i miei pensieri da suo marito. Era un buon segno, almeno lei appoggiava la mia idea. “Sono sorpreso Jacob, non credevo che l’avresti mai fatto!” disse Edward, sicuramente colpito dal mio gesto. “Vedi, ho sempre saputo che Renesmee ti avrebbe fatto maturare. Un tempo eri diverso…anche se sei sempre stato un ragazzo con delle qualità. Per esempio ti ho sempre trovato determinato, deciso, coraggioso, pronto a tutto per difendere le tue idee…e anche un bel ragazzo. Ma soprattutto so che daresti la vita per mia figlia e per questo ti accordo il mio permesso” disse. “Grazie, io per lei farei tutto e vi prometto che le sarò sempre accanto, che la proteggerò e la tratterò come una principessa” dissi.

Nei giorni a seguire scelsi un ristorante romantico con un bel panorama per farle la proposta. E se non avesse accettato? Avevo pensato a coprirmi le spalle con i suoi genitori succhiasangue, ma se fosse stata lei a dirmi che non era pronta? Non volevo nemmeno pensarci. Partimmo per Seattle come un’allegra comitiva di scolari, anche se in realtà la puzza dei Cullen mi infastidiva un po’…

Nessie fu magnifica nel presentare la sua tesi e i festeggiamenti che facemmo in un locale del luogo furono emozionanti.

 

POV Nessie

La sera tutti tornarono a Forks, mentre io e Jake ci saremo trattenuti fino al pomeriggio seguente.

“Allora come ci si sente dottoressa Cullen?” mi chiese tornati nella mia stanza del campus. “Bene, sono felice di essere riuscita a concludere gli studi, soprattutto dopo i sacrifici che abbiamo fatto noi due” “Sai che da oggi non ti muoverai più da Forks senza di me per più di un giorno, Nessie?” Potete ben immaginare che dopo 45 giorni senza di lui quella serata fu molto rovente.

Tornammo a Forks verso le 18.00 e prima di lasciarmi con i miei familiari “Piccola domani avrò da fare per recuperare i giorni di lavoro persi, quindi ti va se sabato sera vengo a prenderti verso le 19.00 e ce ne andiamo a cena a Port Angeles? Solo io e te” mi propose. “Certo che mi va. Dove vuoi portarmi?” “Lo scoprirai, ma ti avviso abiti eleganti!” disse dirigendosi verso la Riserva. Chissà cosa aveva in mente!

Trascorsi la serata, il giorno seguente e parte del sabato con i Cullen. Anche loro mi erano mancati molto e riuscii a ritagliare spazio per tutti. Quella sera infatti restai a parlare a lungo con mamma e papà e la mattina seguente la passai con Emmett e Jasper a scherzare ed esercitarmi nei combattimenti, proprio come piaceva a loro. Nel pomeriggio invece fui catturata da Alice e Rosalie che mi portarono a fare shopping per festeggiare la laurea e il ritorno a casa. Ne approfittai anche per comprare qualcosa di carino per la serata con Jake. Le zie infatti erano piuttosto disinibite e volevano che comprassi della biancheria un po’ troppo sexy per i miei gusti. Acquistai qualcosa che rientrava nel mio stile, ma le due continuavano a fare domande sul sesso, a raccontare alcune loro esperienze… “Ehy, sono vostra nipote, basta con questi discorsi” dissi alla fine disperata. Anche quella sera restai con Edward e Bella e sperai che non venissero mai a sapere quello che le zie avevano detto e che mi avevano consigliato di provare con Jake! Il sabato mattina potei finalmente dedicarmi ai miei nonni. Notavo una strana atmosfera in casa Cullen quel giorno. Fin dal buongiorno che i miei parenti mi avevano dato mi sembrava di scorgere in loro dei mezzi sorrisi. Nel primo pomeriggio poi c’erano state anche delle battutine…mah.

NOTE:

Questo capitolo ci introduce al continuo della storia e alla dichiarazione di Jake a Nessie! Lo so che è un po' corto, ma non potevo nè unirlo al precedente capitolo, nè a quello successivo...pazientate ancora un po' :)

E recensite!!!!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** "La baia" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION


Uploaded with ImageShack.us


Capitolo 21

“La baia”


Stufa di quell’aria di mistero che aleggiava in casa andai in camera mia per preparami, ormai erano le 17.30 e avrei avuto il tempo di fare le cose con calma, visto che Jacob sarebbe arrivato alle 19.00. Feci un bel bagno rilassante e asciugai i capelli passando la piastra. Quel giorno mi andavano i capelli lisci! Poi passai al trucco: ombretto, matita nera, rimmel, rossetto. Indossai la biancheria acquistata con le zie: reggiseno a balconcino senza spalline ornato di pizzi e zone vedo non vedo e perizoma coordinato. Avevo scelto il colore verde petrolio, perché dovevo ammettere che zia Rose aveva sempre avuto ragione, quel colore era perfetto con i miei capelli e la mia pelle. Sopra misi un abito senza spalline e lungo fino a metà coscia. Era di stoffa nera con paillettes che risplendevano sotto le luci, ed era super aderente al mio corpo. In vita aveva una cintura nera opaca. Scelsi borsetta bianca e sandali vertiginosi dello stesso colore. Sì quella sera mi vedevo molto carina! Con gli anni avevo maturato un po’ di autostima rispetto all’adolescenza, ma non nego di essermi sempre sentita un gradino sotto a Jacob. Riusciva a risultare stupendo anche sporco dopo il lavoro all’officina. Anzi conciato in quel modo era uno strafigo…quanti pensieri impuri facevo ogni volta che lo vedevo o lo sognavo in quel modo!!! Tra dieci minuti sarebbe stato lì…quanta voglia avevo di trascorrere il tempo con lui…

 

POV Jacob

Non potevo pensare che quella sera stessa le avrei chiesto di sposarmi. Riflettevo sotto la doccia mentre ancora mi domandavo che cosa avrebbe fatto la mia ragazza dopo la mia proposta. Avrebbe accettato o no?

Misi dei pantaloni neri, una camicia bianca con le maniche arrotolate fino al gomito (elegante sì, ma non volevo mica morire! Era luglio e anche a Forks era caldo…) e scarpe nere. Misi la scatolina con l’anello in tasca e presi la macchina. Avevo ordinato per Nessie un bouquet di rose rosse e orchidee che le sarebbe stato recapitato al ristorante. Avevo scelto i suoi fiori preferiti.

Arrivai dai Cullen e, vedendola scendere dal piano superiore con quell’abito nero extra attraente, ebbi un sussulto e misi in agitazione ogni muscolo del mio corpo. Avevo avvertito Bella dicendole che non l’avrei riportata a casa quella sera, ma la mia ragazza non ne sapeva ancora nulla. Infatti se avesse accettato la proposta di matrimonio avremo avuto da festeggiare…salimmo in macchina e arrivammo a Port Angeles parlando e ridendo.

“Questo ristorante è fantastico Jacob e poi guarda, ci hanno dato il tavolo più bello, l’unico separato dagli altri e con la vista mozzafiato!” aveva esclamato entusiasta. Certo quel tavolo l’avevo richiesto esplicitamente io…il cameriere portò i menù “Mamma mia amore ma hai visto i prezzi?” “Dai Nessie non ti preoccupare, offro io e poi per una volta…” le risposi. Facemmo le ordinazioni dei piatti a base di pesce e presi una bottiglia di vino bianco molto cara. Quando il cameriere si allontanò “Sei fuori di testa? Quella bottiglia di vino costa 30 dollari” “Andiamo non fare la guastafeste…vuoi rilassarti? Dobbiamo festeggiare tante cose: la laurea, il ritorno a Forks, la nostra prima serata insieme dopo anni di separazione…” tentai di dirle.

Tutti i piatti furono eccellenti. Prima del dolce feci entrare il bouquet e la sua faccia sorpresa e felice mi fece capire ancor di più che avrei dato tutto me stesso per vederla sempre in quel modo. Mangiammo il dolce e bevemmo spumante italiano. “Se continuo a bere Jake mi riporti a casa senza freni inibitori…” disse maliziosa. “Ti va di andare sul terrazzo del ristorante?” le domandai sapendo che il momento della dichiarazione era arrivato. Volevo fargliela su quel terrazzo con vista panoramica per rendere tutto più romantico. “Senti Jacob, non so che hai intenzione di fare, ma…la cena in questo posto da urlo, i fiori, il vino e lo spumante…insomma avrai il tuo premio stasera, forse anche più di uno, anche se non farai più nient’altro!” Capii che pensava che io avessi organizzato tutto quello per il sesso, ma non era così…grazie al cielo riuscivo a farlo con lei anche senza tutte quelle cose sdolcinate.

La presi per mano e uscimmo sulla terrazza. Ci baciammo e poi presi il coraggio a quattro mani. Che diamine! Ero il maschio alfa di un branco di licantropi, avevo fronteggiato molti vampiri pericolosi e adesso mi tremavano le gambe davanti a Renesmee?! “Ascolta amore sono ormai 5 anni che stiamo insieme e penso che in questo tempo ci siamo dimostrati a vicenda di amarci. Ora quello che non sai è che da qualche mese il tuo amore così com’è non mi basta più…” lasciai la frase a metà proprio in quel punto e notai i suoi occhi perdersi nel vuoto “Jake ti prego cosa stai cercando di dirmi? Lo so è stato difficile, ma adesso sono tornata dal college e tutto tornerà come prima” disse con gli occhi lucidi. Decisi di averla lasciata sulle spine fin troppo “Ness io voglio dire che desidero stare con te in modo più profondo e responsabile, sei la ragazza che mi ha rapito il cuore e senza di te non potrei vivere. Vorrei aprire gli occhi con te la mattina e chiuderli con te ogni sera. Mi piacerebbe guardarti tornare dal lavoro o cucinare o addormentare con la consapevolezza che sei mia e solo mia. Mi perderei nei tuoi sorrisi e nei tuoi occhi magnetici ogni volta che desideri starmi accanto e ti prometto che ci sarò sempre per te, in ogni situazione, soprattutto in quelle più brutte e spiacevoli perché sei la mia anima gemella. Per questa ragione Renesmee Carlie Cullen” dissi tirando fuori la scatolina dalla tasca e mostrandole l’anello “ti va di passare con me tutti i giorni della nostra eternità? Vuoi sposarmi?” conclusi facendo un sorriso di quelli che le piacevano tanto.

 

POV Nessie

Mi guardava con quel sorriso abbagliante stampato in faccia e io restavo semplicemente imbambolata dalla sua bellezza, dalle parole perfette che aveva usato, dalla felicità e dal bagliore di quel magnifico anello. Sì ero giovane ma ero già sua da un bel pezzo, accettare di sposarmi a 22 o 35 anni non avrebbe fatto differenza.

“Nessie ti prego, dimmi qualcosa, anche NO se non ti sembra il momento giusto. Giuro che tra noi non cambierebbe niente…” disse incapace di comprendere che il mio non era un “no” o un “non lo so”…lo baciai intensamente poi lo guardai negli occhi e dissi “Sono anni che sogno questo momento e secondo te ti dico di no?! Non ci penso nemmeno. SÌ Jacob Black voglio sposarti” ci baciammo compiaciuti e poi “Non dimenticare questo” mi disse infilando l’anello al mio anulare sinistro. Era l’anello più stupendo che avessi mai visto, brillava così tanto da ricordarmi il bagliore del sorriso del mio lupacchiotto.

 

POV Jacob

Guidai verso La Push a tutta velocità, desideroso di farla mia e guardandola mentre, rilassata e felice semisdraiata sul sedile della macchina, osservava l’anello che le avevo regalato. Mi sarei incantato su di lei…tanto era perfetta!

“Jacob ti va di andare in spiaggia?” mi chiese, ignorando il fatto che la stessi sospingendo verso casa mia, impaziente di farci l’amore. “Se vuoi andarci ok!” Camminammo fino al punto in cui l’erosione provocata dall’oceano sugli scogli aveva formato una specie di piccola insenatura riparata, una baia con la sabbia finissima. Quel posto seppur bellissimo non era molto frequentato, glielo avevo fatto vedere per la prima volta quando aveva solo 13 anni e le era piaciuto moltissimo. Ci sedemmo sulla sabbia e le feci un po’ di coccole accarezzandola e baciandola. Pensavo di morire quando mi mordeva teneramente il labbro inferiore sussurrando di amarmi, o quando mi baciava sul collo. Eravamo distesi sulla spiaggia ormai “Amore sai che cosa ho sempre sognato?!” disse scuotendomi da quello stato di ebetismo in cui ero caduto “Non saprei Ness, ma se me lo dici prometto di far avverare ogni tuo desiderio” sì ero proprio partito di testa. La vidi arrossire, forse quello che voleva dirmi la imbarazzava, così portò la sua mano sul mio viso e usando il suo potere disse “Vorrei tanto poter fare l’amore qui, in questa baia, e sentirmi per la prima volta la tua fidanzata ufficiale” non me lo feci ripetere due volte. La Luna era alta nel cielo e il suo bagliore, accompagnato da quello delle stelle, era la cornice più romantica che avessi potuto sperare.

Sbottonò e tolse la mia camicia mentre io tiravo giù la cerniera del suo vestito e glielo sfilavo. Aveva in dosso solo un completo intimo che mi mandava al manicomio con tutti quei pizzi e il suo seno, che tanto mi piaceva, era ancora più rigoglioso. Mi fece sdraiare sulla spiaggia e cominciò a baciarmi partendo dal collo, passando sul petto, sulla pancia e finendo sul bordo dei miei pantaloni…li sganciò e me li tolse. Si sdraiò accanto a me, su un fianco e mi guardò in un modo così speciale da farmi sentire bellissimo. Non facevo altro che pensare al fatto che, il suo viso e il suo corpo illuminati dalla Luna fossero una ricompensa troppo alta per le sofferenze avute in passato. Non meritavo niente di così stupendo…intanto ripresi a baciarla e mentre le accarezzavo il ventre e le gambe, la sentivo sussultare. Togliendo la mia e la sua biancheria la spostai sotto di me e continuammo a baciarci. Aveva i capelli insabbiati e la trovavo ancora più eccitante tutta in disordine.

“Sai che con i capelli persi nella sabbia sei magnifica?” le dissi prendendo tra le mie mani il suo dolce visetto. Lei sorrise e sussurrò qualcosa del tipo “se lo dici tu”…

Decisi di baciarle il seno, poi in un baleno eravamo un tutt’uno. Mi muovevo sopra e dentro di lei perdendo completamente la ragione. Mi faceva sentire in paradiso e guardare le sue espressioni di piacere mi rendeva pazzo di desiderio…inoltre i suoi sospiri, mescolati ai miei, divennero gemiti e la mia eccitazione cresceva sempre più. Mi teneva per le spalle dicendo di amarmi e intrecciava le sue dita tra i miei capelli. Cercai di far durare il più a lungo possibile quel momento, ma le sensazioni fisiche aumentavano esponenzialmente.

Ammiravo la sua bellezza e perdevo il mio sguardo sulla sua bocca carnosa e sensuale, talvolta si mordeva il labbro inferiore guardandomi piena di dolcezza, altre volte invece apriva leggermente la bocca quando la vedevo particolarmente appagata dai miei movimenti, e proprio in quegli istanti la baciavo profondamente. Ogni tanto mi pregava di dirle che l’amavo. Sentivo che non avrei resistito ancora per molto, i nostri gemiti ormai si confondevano e le parole non uscivano più. Si avvinghiò ancora di più a me e inarcò appena la schiena; feci pressione sulla sabbia con le braccia e mi sentii morire di piacere dentro di lei. In quel frangente diventavo cieco e sordo per lo stordimento, capivo che le era successa la stessa cosa solo qualche minuto dopo quando mi accarezzava il viso e i capelli in quella maniera protettiva e possessiva.


NOTE:

Allora mi sono fatta perdonare? L'attesa è stata ripagata? Spero che la dichiarazione vi sia piaciuta!

E adesso vorrei trovare tantissime recensioni per sapere che ne pensate....a presto :)

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** "Preparativi" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION



Uploaded with ImageShack.us



Capitolo 22

“Preparativi”

 

POV Jacob

Eravamo ancora sulla spiaggia e ci stavamo rivestendo, non avevamo pronunciato neppure una parola. Andammo a casa mia e le dissi che avevo spiegato a Bella che quella notte avrebbe dormito da me. Dopo aver fatto l’amore ci piaceva restare sdraiati a letto, quindi ci infilammo sotto le lenzuola abbracciati. Non facevamo che baciarci e ogni tanto, quando Nessie si sistemava nell’incavo della mia spalla, la vedevo rimirare l’anello con cui le avevo chiesto di sposarmi.

“Jacob che diranno i miei genitori? Cioè non cambierò mai idea perché è una decisione mia e tua, ma non riesco a immaginare cosa ne penseranno” “Nessie, non preoccuparti…loro sono d’accordo” “Come fai a saperlo JJ, sono imprevedibili lo sai!” “Beh, fidati…il fatto è che sapevo che la loro reazione ti avrebbe fatto stare in pensiero e così…ho fatto una certa cosa per te carotina” “Sarebbe lupacchiotto?!” “Vedi Ness non prendermi per pazzo, ma conoscendo l’arretratezza di tuo padre ho pensato, prima di dirtelo stasera, di andare dai tuoi genitori e chiedere la tua mano!”

 

POV Nessie

Cosa? Il mio fidanzato aveva fatto una cosa del genere per me? Se era possibile in quel momento lo amai ancora di più…ok, era difficile se non impossibile superare quello che mi aveva fatto provare in spiaggia, ma sapere che si era incaricato di fare quel gesto per me era eccezionale.

“Posso dirti che sei perfetto Jake? Sei proprio il principe azzurro delle favole, quello che sognavo da piccola” “Ora che mi ci fai riflettere, non ha contratto un po’ troppi matrimoni in passato, signorina Cullen?!” disse. Risi della sua battuta perché in effetti quando ero bambina e vedevo i cartoni animati Disney sulle principesse (tipo Cenerentola, Biancaneve, La bella e la bestia, La bella addormentata nel bosco, La sirenetta e così via), costringevo Jacob a vederli con me e solo adesso posso capire lo sforzo che un ragazzo adolescente compie nel vedere quel genere di film prettamente femminili! Finiti i cartoni poi giocavo con le mie bambole rimettendo in scena le storie. E qualche volta la principessa la volevo fare io e…chiedevo a Jacob di sposarmi! Avremo celebrato quella farsa per almeno una decina di volte…

Crescendo, quando mi accorsi di amarlo, l’avevo immaginato con il mantello, la spada e il cavallo bianco…

“Nessie torna sulla Terra” disse risvegliandomi dalle mie riflessioni “Sei così speciale che per sposare te farò un’eccezione ai miei precedenti matrimoni” dissi ridendo. Ci facemmo tante coccole e ci baciammo, poi ripensando a tutto quello che aveva organizzato per chiedermi di diventare sua moglie, venni assalita da un’ondata di calore e passione. Facemmo di nuovo l’amore. “Sai che sposandomi diventerai una Quileute acquisita?” mi disse “Sì, lo so, che onore per una Cullen…” “Dovrai conoscere le nostre tradizioni, parlare in Quileute…” “Non c’è problema, mio dolce amore” risposi usando la lingua della sua tribù. Jake me l’aveva insegnata a 8 anni e la mia mente da mezza vampira aveva impiegato poco per impararla. Quando poi non volevamo dire i nostri segreti ai Cullen o impedire a mio padre di leggere nella nostra mente, allora parlavamo in Quileute. Papà infatti non conoscendo quel linguaggio non riusciva a capirci nulla. Mi feci coccolare ancora, poi mi addormentai tra le sue braccia.

 

POV Jacob

Era addormentata e teneva la testa sul braccio che avevo allungato dietro al suo capo. Avevo richiuso il braccio intorno alla sua schiena e la accarezzavo. Dormiva beata su un fianco ed io non facevo che perdermi nel suo profumo. Era la mia perfetta metà e ogni suo respiro mi dava la forza di vivere. Teneva il lenzuolo fino a coprirle il seno, come se non volesse farsi vedere da me…l’aveva sempre fatto, anche se non ce n’era motivo, dato che l’avevo vista nuda milioni di volte! Quel suo leggero imbarazzo però era carino. Non so quanto avrei pagato per sentire sempre le sue gambe accavallate sulle mie.

Quanto era divina? Sospirò il mio nome quando le sistemai i capelli dietro le spalle, così le baciai la fronte. Appoggiai la mia testa alla sua e, stanco per la tensione che avevo accumulato nei giorni precedenti, quando mi arrovellavo nel dubbio di cosa avrebbe risposto alla mia dichiarazione, mi addormentai.

Nei giorni seguenti comunicammo la notizia a tutti e ci impegnammo per settimane e mesi nei preparativi. Sua zia Alice, infatti, avrebbe potuto organizzare tutto da sola, viste le competenze che aveva, ma Renesmee aveva detto che il matrimonio era nostro e che era giusto che noi due scegliessimo tutto. Concordavo con lei, Alice infatti avrebbe organizzato qualcosa di sontuoso mentre a noi piacevano le cose semplici.

Avevamo fissato la data: 22 maggio 2022. I giorni e le settimane volavano, ormai eravamo molto vicini e le cose da fare erano infinite…dopo aver comprato una casetta con giardino a La Push, avevo lavorato nel fine settimana per ristrutturala, facendomi aiutare anche da qualche compagno di branco che si era offerto. Visto che il giallo era il colore del sole e della luna, nostri simboli, Nessie aveva proposto di tingere le pareti esterne della casa di giallo chiaro, così l’accontentai. Con Nessie avevamo poi scelto i mobili, fatto la lista degli invitati, fissato le bomboniere, il fotografo, scelto i fiori, inviato le partecipazioni, deciso il viaggio di nozze.

Nessie voleva celebrare la cerimonia nella chiesetta di La Push al crepuscolo…diceva che avremo abitato alla Riserva e che sarebbe diventata parte della mia tribù, quindi ci teneva a sposarsi lì, come facevano tutti i Quileute. Assecondai il suo desiderio, per me non aveva importanza dove l’avrei sposata, mi bastava stare con lei! In quanto capo alfa, avevo concesso ai Cullen per quel giorno il permesso di entrare nella Riserva, inoltre a quell’ora il sole non avrebbe rivelato la loro natura di vampiri…Il ricevimento si sarebbe però tenuto a villa Cullen, questo era il compromesso che avevo fatto con la mia fidanzata. La famiglia di Nessie avrebbe pensato ad allestire la casa a festa e al catering, regali di nozze di Esme e Carlisle e, contando quanto mangiavano i lupi, era un gran bel regalo.

I soldi infatti non bastavano mai. Per fortuna Nessie lavorava nella scuola elementare e io continuavo l’attività all’officina, ma avete idea di quanto possa costare un matrimonio? Poi avevo messo in chiaro che io non avrei accettato la proposta di Edward di farsi carico delle spese…stavo costruendo la mia vita e dovevo pagarmela! Certo i regali dei parenti di Nessie furono d’aiuto, ma non potevo negarle i regali…infatti mentre Esme e Carlisle ci avrebbero donato la cena di nozze e gli addobbi, Emmett e Rosalie insieme a Jasper e Alice avevano pensato agli abiti degli sposi, che ovviamente sarebbero stati realizzati da loro.

Edward e Bella, invece, spesarono il viaggio in aereo e gli alberghi per il viaggio di nozze. Devo dire che non avrei mai pensato di sposare una Cullen…certo lei era speciale, ma io ero e restavo un Black! I miei futuri parenti erano felici dell’evento e devo ammettere che furono gentili, perfino la vampira bionda era tutta emozionata mentre mi provava l’abito da sposo e si era addolcita.

Fin da quando la mia principessa era una bambina avevamo sempre sognato un viaggio in Italia. Fu facile quindi stabilire la meta del viaggio di nozze. Avremo visitato in quei 21 giorni tre città famose e bellissime. Certo il viaggio sarebbe stato lungo per cui avremo perso il primo e l’ultimo giorno in aereo, ma per 8 giorni saremo stati a Roma, la capitale, dove avremo potuto vedere tutti i resti degli antichi Romani. Poi 4 giorni a Venezia, la città dell’amore, unica nel suo genere perché costruita sull’acqua. Infine 7 giorni a Firenze, famosa in tutto il Mondo per i suoi beni culturali e artistici.

NOTE:

Prima di tutto grazie mille a tutti coloro che mi leggono, alcuni capitoli hanno superato le 1000 visite :D sono felicissima!!!

Nessie è stata super contenta del fatto che Jake l'abbia tolta dall'impaccio di dire ai suoi genitori che si sarebbero sposati e voi come avreste reagito? ...Insomma il gran giorno si avvicina, continuate a seguirmi e recensire 


Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** "L’ultima volta con te" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION



Uploaded with ImageShack.us

Capitolo 23

“L’ultima volta con te”

 

Ero molto nervosa, mancavano tre giorni al grande evento. Era quasi tutto pronto, pure le zie avevano cominciato a darmi un po’ di tregua con le prove del vestito, che erano convinte di dover fare costantemente ogni settimana. Per fortuna stressavano Jacob un po’ di meno, facendogli provare il vestito ogni 15 giorni, ma anche lui era spossato.

La sera precedente il mio ragazzo mi aveva trattata male, rispondendomi in modo brusco quando io avevo fatto le raccomandazioni per l’addio al celibato che avrebbe festeggiato quella stessa sera. Cercai di capirlo, erano mesi che non facevamo che parlare di bomboniere, fiori, fotografi e da quando non prendevamo una serata tutta per noi?! Beh abbastanza…dato che ogni volta che riuscivamo a non pensare al matrimonio per mezz’ora e lui mi faceva capire di volere un po’ di intimità, io lo respingevo sempre! Erano due settimane che non facevamo l’amore…non so cosa mi fosse preso, ma vivevo costantemente in agitazione e non riuscivo a lasciarmi andare.

Per calmarmi un po’ decisi di parlare con zio Jasper “Ciao zio, credo di aver bisogno di te” gli dissi trovandolo in camera sua. Mi sentii subito più calma, il suo potere era favoloso “Agitata eh! È normale Nessie stai per fare un passo importante e…” “Zio il fatto è che non faccio che pensare alle nozze da mesi e ora ho paura che qualcosa vada storto. Tipo che avendo rotto le scatole così tanto a Jake lui non si presenti all’altare o roba simile” “Figurati Jacob ti ama, non vede l’ora di metterti la fede al dito!” rispose Jasper. “Noi non…non…facciamo l’amore da due settimane e…lo tratto sempre male” confessai in imbarazzo “Allora sai che cosa farai oggi? Alle 18.00 quando Jacob finisce di lavorare, ti fai trovare all’officina e passate una bella serata insieme” disse Jasper. La sua idea in effetti non era male, anche se sapevo bene che le zie dovevano fare l’ultima prova dell’abito da sposa… “Chi le sente Alice e Rosalie…” “Nessie non ti preoccupare a loro ci penso io, puoi sempre provare l’abito domani, un giorno in più non cambierà le cose. Pensa a riconquistarti il tuo ragazzo che è molto più importante. Corri che tra mezz’ora devi essere lì!” Abbracciai mio zio e corsi a mettere qualcosa per uscire. Sì jeans e maglietta a mezze maniche andavano bene. Infilai le ballerine e mi precipitai in macchina prima che qualcuno mi fermasse. Sfrecciavo a ottanta all’ora per le vie in cui il limite era di cinquanta e mi fermai davanti alla porta dell’officina appena in tempo: Embry se ne stava andando e sapevo che Jacob avrebbe chiuso tutto e poi sarebbe uscito dopo cinque minuti.

Salutai Embry ed entrai. Lo intravidi aldilà dei vetri del piccolo ufficio in cui tenevano i conti e i documenti. Non si era accorto di me, visto che era di spalle. Sembrava pensieroso, probabilmente i dubbi sul matrimonio non venivano solo a me in quei giorni… Restai affascinata dalla maglietta che evidenziava i muscoli della sua schiena e delle spalle “Disturbo?!” chiesi titubante. Si girò riconoscendo la mia voce e mi stregò vederlo tutto sporco dopo una giornata di lavoro tra i motori. Quanto mi attraeva conciato così? Dove avevo avuto gli ormoni in quelle due settimane?

“Ciao Nessie, che ci fai qui?! Qualcosa non va con i preparativi?” “No, veramente mi chiedevo cosa avessi fatto ieri all’addio al celibato…” dissi sapendo di farlo infuriare. E così fece “Non sforzarti di stare in pensiero allora, non ho fatto nulla di male! E potevi pure risparmiare il viaggio e chiedermelo con una telefonata.” Cavolo era arrabbiato forte “In realtà volevo venire di persona, visto che mi sono chiesta proprio oggi dove fossero finiti Nessie e Jacob?!” dissi. Mi guardò un po’ stupito “Beh se cerchi Nessie la troverai di sicuro a ultimare qualcosa per le nozze…” quanto l’avevo ferito? Non pensavo che al matrimonio, ma lui che era l’uomo che avrei sposato dove l’avevo dimenticato? “Se invece cercassi Jacob, dove mi consiglieresti di provare?” “Oh prova nel dimenticatoio o nell’angolo più remoto della tua mente” rispose tristemente. “Non potresti rintracciarlo?” chiesi maliziosa e sbattendo gli occhi da cerbiatta. Se l’era proprio presa e dovevo ammaliarlo un po’… “Penso che non lo troverei…” disse “Peccato, se lo senti digli che avevo voglia di fare l’amore con lui!” e feci per andarmene. Mi sentii bloccare e girare. Cominciammo a baciarci e gli chiesi scusa più volte. Chiuse la porta del piccolo ufficio e abbassò le veneziane ai vetri che contornavano quella stanzetta.

Alla velocità della luce tolse i suoi vestiti e i miei e prendendomi in braccio mi fece sedere sul tavolo, togliendo i fogli che erano intorno. Lui se ne stava in piedi di fronte a me ed io con le gambe attorcigliate sulla sua vita…facemmo l’amore…più che amore quello era sesso allo stato puro…poi con meno foga lo rifacemmo di nuovo. Dopo uscimmo e rimanemmo seduti sull’erba del prato fuori casa Black a parlare “Guarda, ti ho sporcata tutta” disse mentre cercava di pulirmi il viso. “Non importa Jake, e poi sporco sei più eccitante…” risposi e vedendo che Billy ci guardava “Chissà che cosa sta pensando tuo padre vedendoci così” dissi. Riuscii a essere rilassata tra le sue braccia. Il calore del suo corpo mi dava tranquillità.

Quella sarebbe stata l’ultima sera insieme, il giorno successivo infatti era quello precedente alle nozze e per tradizione non ci saremo potuti incontrare. “Jake promettimi una cosa” “Tutto quello che vuoi Nessie” “Se per caso cambiassi idea sul matrimonio ti prego dimmelo…non farmi andare in chiesa e poi mi dici NO, oppure non abbandonarmi sull’altare senza presentarti!” “Secondo te lo farei mai Ness? Io non ho dubbi su ciò che voglio…e voglio te per sempre, quindi stai tranquilla. Quando arriverai sarò lì ad aspettarti” ci baciammo.

“Ci vediamo domenica 22 maggio alla chiesa di La Push, allora” dissi entrando in macchina e guardandolo come se fosse l’ultima volta. “Contaci” rispose ridendo. Partii verso casa, sapendo che quella sarebbe stata davvero l’ultima volta che avrei visto il mio ragazzo…la prossima infatti sarebbe stato mio marito ed io la signora Renesmee C. B. ovvero la signora Renesmee Cullen Black.

NOTE:

Ci siamo, nel prossimo capitolo finalmente si sposeranno!!!!

Ricordate di lasciarmi una recensione e se vi va passate nella mia pagina facebook dedicata a Taylor...cercate Taylor Lautner my sweet love e mi troverete! A presto...


Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** "Le nozze" ***


SUNLIGHT' S RAY FANFICTION




Uploaded with ImageShack.us


Capitolo 24

“Le nozze”

 

 

Aprii gli occhi dopo una notte quasi insonne. Trovai i miei genitori in camera mia che mi fissavano. Ci abbracciammo. Il fatidico 22 maggio 2022 era arrivato e la mia vita sarebbe cambiata. Feci colazione insieme a tutti i Cullen, che mi facevano compagnia e cercavano di scherzare per non calcare la mano sui miei nervi a fior di pelle. Vidi con piacere che fuori era una bella giornata: calda e soleggiata. Partì poi il lungo processo di preparazione coadiuvato dalle donne di casa Cullen.

Aiutata da nonna Esme feci un bagno rilassante con alcuni prodotti che lei mi aveva comprato per quel giorno. Poi una volta asciugata mi aiutò a spalmare una crema idratante e profumata. Asciugai i miei boccoli, poi andai in camera mia.

Trovai Bella ad attendermi. Mi porse la biancheria: un completo ovviamente bianco e raffinato che avevamo scelto noi due insieme. Poi mi diede degli oggetti, ricordandomi che ogni sposa per il giorno più bello deve indossare qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo, qualcosa di regalato, qualcosa di prestato e qualcosa di blu. L’oggetto nuovo era una giarrettiera bianca (scelta da Emmett e Jasper), l’oggetto vecchio era un braccialetto (di Esme). L’oggetto regalato (da Edward e Carlisle) era una collana con pietre blu che rilucevano letteralmente di luce propria, l’oggetto blu (scelto da Alice e Rosalie) erano degli orecchini con pietre blu che si coordinavano alla perfezione con la collana. Infine l’oggetto prestato da mia madre Bella era un fermaglio con zaffiri blu appartenuto a sua nonna, che Rosalie avrebbe appuntato per tenere ferme alcune ciocche dei miei capelli. Quel fermaglio lo aveva già indossato mia mamma al suo matrimonio e rappresentava una sorta di cimelio di famiglia, che passava di madre in figlia…forse anche io un giorno l’avrei donato alla mia bambina. Indossai tutte quelle cose poi tornai in bagno.

Trovai zia Rosalie: mi truccò alla perfezione, riuscendo anche a nascondere le occhiaie, dato che avevo chiuso occhio solo per poche ore e raccolse i miei capelli in una pettinatura particolare e bellissima. Tra i boccoli ripose alcune roselline bianche (ovviamente finte) e il fermaglio. Mi guardai allo specchio ero veramente stupenda, non mi ero mai vista così. La zia mi rispedì in camera.

Ecco Alice pronta a mettermi il vestito da sposa. Aveva disegnato e realizzato sotto la mia dettatura un abito bianco con corpetto stretto fino ai fianchi. Il corpetto era pieno di ricami e pietruzze luminose. Era senza maniche e dai fianchi in giù partiva una gonna larga e ampia con molti veli sovrapposti. Lo strascico era lungo 1.80 metri. Dovevo indossare le scarpe…erano degli eleganti sandali bianchi che intorno alla caviglia avevano dei boccioli di fiori bianchi. Mi guardavano con l’aria di chi dice “stasera due belle vesciche non te le toglie nessuno”. Avevano infatti tacco 12cm ricoperto di brillantini e nonostante mi fossero piaciuti subito al negozio, sapevo che mi avrebbero ucciso…ma le zie avevano insistito. Così per abituarmi un po’ li avevo portati in casa, ma non pensavo di riuscire a tenerli su per più di 3 ore consecutive. La mia immagine allo specchio rifletteva una ragazza che stentavo a riconoscere. Mi sentivo una principessa e fantasticavo sull’aspetto che avrebbe avuto il principe: Jacob…

Partii in macchina e arrivammo davanti alla chiesa di La Push. Avevo il cuore in gola ogni minuto di più. Scesi di macchina con le gambe che mi tremavano. Per fortuna Edward mi teneva a braccetto, altrimenti sarei caduta. Leah, la mia testimone mi venne incontro sorridendo e dicendo che ero bellissima. Quando la marcia nuziale prese a suonare varcai la soglia della chiesa.

Lo riconobbi solo perché stava sull’altare e vicino aveva il suo testimone: Seth.

Indossava l’abito realizzato dalle zie: pantaloni e giacca nero lucido con scarpe nere. La giacca aveva sui due baveri laterali, che portano alla zona in cui ci sono i bottoni, una riga bianca. Anche la camicia era bianca e la cravatta grigia con righe oblique. Sembrava un modello di Armani!

Avanzavo al braccio di papà non riconoscendo nessuna delle persone che mi salutavano e mi sorridevano sedute sulle panche laterali, presa com’ero dall’agitazione. Arrivai a pochi passi da lui e notai che emozionato mi porgeva la mano, nella quale Edward depose la mia. Ci sorridemmo e mi sussurrò “Sei incantevole!” Il fatto che iniziassi leggermente a rilassarmi procurava il calo di tensione e mi portava ad avere gli occhi lucidi. Ogni tanto durante la celebrazione ci guardavamo e lo vedevo mordersi il labbro inferiore quando piccole lacrime mi bagnavano il contorno occhi. Leah e Seth erano testimoni perfetti nei loro abiti eleganti.

“Vuoi tu Renesmee Carlie Cullen prendere il qui presente Jacob Black per amarlo e rispettarlo in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finchè morte non vi separi?” lesse il sacerdote quando io e Jake ci guardavamo, uno di fronte all’altra, e lui mi teneva le mani nelle sue. Il groppo in gola, che avevo per l’emozione accumulata, fece scorrere delle lacrime sulle mie guance e ruppe la mia voce quando risposi “Sì ll-o voo-glio”. Mentre Jake mi asciugava le lacrime “Vuoi tu Jacob Black prendere la qui presente Renesmee Carlie Cullen per amarla e rispettarla in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finchè morte non vi separi?” “Sì lo voglio” rispose con la sua voce sicura. Ci scambiammo le fedi. Avevamo scelto due anelli in oro bianco molto semplici. Il suo era liscio, il mio aveva un piccolo brillantino incastonato. Dentro ai nostri anelli era inciso “22/05/22 J-R Per sempre insieme” in lingua Quileute. Non avevamo voluto scrivere i nostri nomi perché quella promessa d’amore ci sembrava più importante. “Adesso lo sposo può baciare la sposa” proseguì il prete. Avevo chiesto a Jake di darci un bacio abbastanza casto, dato che i miei ci avrebbero guardato, e lui si stava attenendo alle regole…ma in quel momento me ne fregai delle persone che ci guardavano e appena si stava staccando da me lo tirai indietro e ci baciammo come si deve.

Tutti applaudirono e il prete, che conosceva Jacob da quando aveva 10 anni, perse la sua serietà e disse “Jacob hai trovato pane per i tuoi denti in quanto a intraprendenza eh!!” tra le risate generali.

Uscimmo dalla chiesa e fummo ricoperti da una montagna di riso…i ragazzi del branco erano agguerriti, sembravano dei bambini che avevano trovato il loro passatempo preferito! Ci recammo al ricevimento a casa Cullen. Ebbi il tempo di salutare e ringraziare tutti e anche Jacob lo fece.

Prima di ballare con papà, gli zii, Carlisle, Charlie e i ragazzi del branco tolsi quei sandali e rimasi scalza. I miei poveri piedi urlavano vendetta! Feci perfino una specie di ballo con Billy che, dalla sedia a rotelle non poteva alzarsi. Sedendomi sulle sue ginocchia mi cinse la schiena ed io lo abbracciai mentre il mio nuovo cognato Paul faceva roteare piano piano la sua sedia a rotelle. Vicini in quel modo notai per la prima volta che il suo odore era molto simile a quello di JJ. Fu una scena molto dolce, tanto che Jacob ci guardava con gli occhi lucidi. Billy mi fece molte raccomandazioni e pianse quando mi disse che non era così felice, dall’ultima volta in cui aveva trascorso del tempo con sua moglie. A quelle parole due lacrimone mi rigarono il viso lentamente. La musica finì ed io andai a nascondere il viso tra le braccia di Jacob. Ballammo alcuni lenti e gli parlai di quello che mi aveva fatta commuovere. Anche dai suoi occhi sgorgarono delle lacrime che asciugai accarezzandogli il viso.

Era il momento di partire, l’aereo ci aspettava. Mettemmo abiti più comodi e i miei ci accompagnarono all’aeroporto per il volo Port Angeles-Washington. Ci imbarcammo e riuscimmo anche a parlare un po’ nonostante la stanchezza. Anche lui infatti aveva dormito poco. Sul volo di prima classe Washington-Roma, molto più lungo (6 ore e mezzo) riuscimmo a dormire abbracciati per 5 ore, poi ascoltammo un po’ di musica che Jake aveva caricato sull’I Phone. Arrivati all’aeroporto di Roma riprendemmo i bagagli e salimmo a bordo del servizio navetta, che il nostro hotel effettuava.

NOTE:

Finalmente sposi!!!!! Il povero Jacob ha aspettato una vita per averla e adesso è tutta sua <3

Che ne pensate del capitolo??? Fatemelo sapere lasciando una recensione!


Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** La luna di miele ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION





Capitolo 25

“La luna di miele”

 

 

In Italia con il fuso orario in quel momento era tardo pomeriggio e la giornata era splendida. Il viaggio verso l’albergo ci permetteva di ammirare qualche bellezza dal finestrino e restammo contenti dello spettacolo che scorreva davanti ai nostri occhi.

L’hotel “Colisseum” si trovava nei pressi dell’omonimo monumento e offriva una vista molto caratteristica sulla città. Edward e Bella, che avevano pagato il viaggio di nozze non badarono a spese dato che si trattava di un hotel a cinque stelle.

Jacob con il suo modo di spiegare le cose in maniera semplice e immediata parlò con le ragazze alla reception, che tra l’altro lo guardavano come se avessero visto un divo di Hollywood! Un ragazzo ci accompagnò alla camera aiutando Jake con le valigie. Prima di entrare mi prese in braccio come si usa fare dopo il matrimonio. La nostra camera era a dir poco sensazionale. L’eleganza era innegabile, tutto era al posto giusto. Sistemammo i bagagli e telefonammo ai nostri rispettivi padri, per rassicurarli che il volo fosse andato bene.

Sorridevo e guardavo gli occhi di mio marito che, impegnato a fare foto sul terrazzino della camera, assomigliava a quei bambini che hanno fatto un giro sulla loro giostra preferita! Oddio l’avevo pensato: mio marito. Non sarebbe mai più stato il mio ragazzo o il mio fidanzato, era diventato mio marito ed io ero sua moglie… “

Nessie hai visto che panorama?!” Io lo sentivo ma non l’ascoltavo veramente, ero troppo impegnata a pensare che da quel giorno non mi avrebbero più chiamata signorina, ma signora…proprio com’era successo poco tempo prima nella hall dell’albergo. “Neeessiiee” bisbigliò al mio orecchio “Sì, il panorama è bellissimo” risposi senza troppa convinzione. “Mmmm, che hai? Sei spaventata perché adesso devi rendere ufficiale il matrimonio?!” “In che senso ufficiale Jacob? Ti ricordo che hai firmato dei documenti che valgono come atti civili e religiosi…” risposi.

“Sì, ma forse dimentichi che adesso hai dei doveri coniugali…” “Abbiamo” precisai. “Non sai che per rendere valide le nozze devi farmi consumare una notte di passione?!” disse con la faccia maliziosa. “Certo che lo so, poteresti essere un po’ più romantico…” “È tutto il giorno che aspetto…anzi un giorno e mezzo contando il viaggio” disse. Lo guardai consapevole che lo desideravo da matti, ma volevo che mi facesse sentire speciale come era in grado di fare solo lui. Ci baciammo e ci dicemmo parole dolci, poi mi disse quello che volevo sentire dal mio neomaritino “Spero di renderti felice ogni giorno della nostra vita, così come lo siamo adesso Renesmee” ricambiai lo sguardo “Arrivo subito” dissi prendendo dalla mia valigia una busta speciale e un paio di sandali, poi andai in bagno.

Sistemai i miei capelli, aprii la busta che conteneva un regalo di Leah per quella prima notte e indossai tutto. Quando la mia migliore amica, nonché testimone di nozze, me l’aveva fatto scartare restammo a ridere e urlare per un quarto d’ora. Era un bustino con perizoma tutto ricamato di colore bianco. In bagno infilai anche le calze a rete bianche autoreggenti e i sandali per apparire al meglio agli occhi di Jacob…sì, guardandomi allo specchio sembravo un po’ una porca, ma che male c’era? Da quel momento sarebbe diventato legale fare l’amore con mio marito. Forse Jacob aveva intuito cosa facessi in bagno, sentii infatti che lo stereo della camera aveva iniziato a suonare le note del cd con le canzoni d’amore che io gli avevo regalato per il nostro primo anniversario, ormai 5 anni fa. Che romantico!

Uscii dal bagno e lo trovai con addosso solo i boxer, appoggiato alla parete. Mi scrutò da capo a piedi. Quei sandali mi facevano delle gambe chilometriche e quel bustino faceva sembrare il mio seno più grande…mi tirò a sé per baciarmi e posò le sue mani sui miei fianchi. Mi sdraiò sul letto e con la sua voce roca particolarmente erotica disse “Mi vuoi far morire?! Guarda che se ti sei messa queste cose così sexy per farmi venire un infarto, allora ci riesci…pensavi di farmi morire e fregarmi i soldi in quanto mia legittima consorte?” “Una mezza idea ce l’avevo…” “Beh nel conto in banca non ci troverai molto!” Ridemmo e ci baciammo ancor di più. Sentivo le sue mani sulle mie gambe mentre non faceva che ripetere che ero bellissima e che mi amava. Rimasti nudi entrò spiritualmente e fisicamente nella mia anima…non era come le altre volte, avevo abbassato completamente le mie difese. In genere per imbarazzo non sospiravo in quella maniera, cercavo di controllarmi un po’, ma quel tardo pomeriggio diventai creta nelle sue mani…i nostri movimenti inizialmente frenetici presero un ritmo più lento. In genere sapevo che Jacob faceva così per ritardare un po’ la fine di quel momento, ma guardandolo negli occhi, in un attimo di lucidità, vidi che non era arrivato a quel punto…il suo respiro era molto meno affannato del mio! Cavolo stava forse decelerando il ritmo perché ero io ad essere alla fine?! Non era difficile capire che la risposta era affermativa. Cercai di calmarmi e ci riuscii appena in tempo. “Scusa” gli bisbigliai all’orecchio “Per cosa?” “Stavo partendo per la tangente senza aspettarti…” risposi mentre stava quasi per fermare i suoi movimenti. “Che scema che sei! Non hai bisogno di scusarti…” disse baciandomi; ricominciammo a muoverci con più calma. Dopo un po’ vidi che aveva recuperato la fase a cui ero arrivata poco prima e che con grande sforzo tenevo sotto controllo. Bene avrei potuto riabbassare tutte le barriere e, non appena lo feci, sospirai intensamente sulla sua bocca un “ti amo” e un “non voglio smettere mai!”

Anche il mio cd si impegnava per rendere quel momento divino…la canzone “Eclipse: all yours” dei Metric ci faceva compagnia:


Now I'm all yours, I'm not afraid

And you are all mine, say what they may

And all your love I'll take to a grave

And all my life starts now

 

(adesso sono tutta tua, non sono impaurita

e tu sei tutto mio, dicano quello che vogliono

e tutto il tuo amore lo prenderò sul serio

e la mia vita comincia adesso)

 

Su quelle note così in sintonia con quello che provavamo in quel momento, perdemmo il controllo della situazione. Lui mi continuava a spingere ed io non facevo altro che baciare il suo collo e la sua bocca, stingere le mie mani intorno alle sue spalle per farmelo arrivare nel profondo dell’anima…poi con qualche secondo di anticipo su di lui, emisi un gemito di piacere e, poco dopo, mi ritrovai la sua testa sulla spalla mentre perdeva tutte le sue forze in quella poesia d’amore!

Ci infilammo sotto alle lenzuola e quando si riprese un attimo gli chiesi di chiamarmi per nome. “Renesmee” bisbigliò “No, voglio il mio nome completo amore” “Renesmee Carlie Cullen…che vuoi sentirti dire?” Forse non aveva ancora afferrato il concetto. Desideravo che mi chiamasse con il suo cognome…sì, ero sempre stata una femminista convinta, criticando coloro che si facevano chiamare col nome da sposate! Non eravamo mica nell’ottocento! E infatti in pubblico avrei continuato a usare Renesmee Cullen, ma in privato…da Jacob…mi sarebbe piaciuto che mi facesse sentire parte di lui, anche nel nome. Ma vedevo che navigava in mare aperto, non ci sarebbe mai arrivato dato che conosceva bene il mio modo di pensare. “Perché non inizi togliendo il secondo nome che non uso mai?” gli dissi “Renesmee Cullen?!” chiese. “Adesso togli il punto di domanda dall’intonazione e cambiami cognome…” dissi mordendomi il labbro inferiore. Vidi che forse qualcosa gli era arrivato alla mente, forse aveva capito.

“Renesmee Black” esclamò teneramente. Gli sorrisi e lui storse la bocca, cavolo forse non voleva attribuirmi il suo cognome “Non ti piace Jake?” “Sì è che non ci sono abituato…e poi mi stupisco del tuo cambiamento di idee sul cognome da sposata” disse divertito. “Mi stupisco anche io, ma mi piace! Certo solo in privato, non ti azzardare a dirlo in pubblico, se non in certe occasioni” gli dissi “Come vuole signorina Cullen…ops” disse senza pensarci, spinto dalla forza dell’abitudine. Quando infatti voleva prendermi in giro o rimproverarmi divertito, allora mi chiamava in quel modo. “Non più Jacob” gli sorrisi e lui disse “Cavolo! Signora Black!!!”

NOTE:

Un altro di quei capitoli che non è affatto semplice da scrivere è questo...la prima notte di nozze...spero di non avervi deluso, ognuno se la immagina a modo suo ed è difficilissimo accontentare tutti!

Comunque come dico sempre lasciate tante recensioni e venite a trovarmi sulla mia pagina facebook dedicata a Taylor...si chiama Taylor Lautner my sweet love


Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** "Che cosa vuoi che succeda?" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION


Uploaded with ImageShack.us


Capitolo 26

“Che cosa vuoi che succeda?”

 

Roma era meravigliosa. Visitammo il Colosseo, i Fori Imperiali, le numerose piazze, la Bocca della verità, il Pantheon e molti altri siti culturali. A Venezia potemmo ammirare Piazza San Marco, il ponte dei sospiri, le gondole e girare in vaporetto. Ma la nostra preferita fu Firenze: con le sue piazze, le chiese, il Campanile di Giotto, gli Uffizi, il Piazzale Michelangelo, il Ponte Vecchio e molte altre attrazioni artistiche. Tutti i giorni camminavamo così tanto da arrivare in hotel stanchissimi…ci furono tre costanti nelle giornate trascorse in luna di miele: la squisitezza dei piatti italiani, le coccole prima di addormentarci e al nostro risveglio e…indovinate un po’?

Esatto, lo facemmo tantissime volte! E senza che ce ne venisse a noia…quella sera era l’ultimo giorno trascorso in Italia. Dopo 20 giorni di viaggio, infatti, la mattina seguente avremo dovuto prendere l’aereo per tornare a casa. Quando tornammo in camera dopo “l’ultima cena” mi sdraiai sul letto pensierosa. Quelli erano stati momenti favolosi con Jake e sapevo che non sarebbe più stato così. Non che il nostro amore cambiasse una volta arrivati a Forks, ma quella situazione che ci vedeva soli soletti lontani da tutto e da tutti rappresentava l’idillio. Ero consapevole che non avrei mai più avuto a completa disposizione mio marito.

“Tutto ok piccola?” chiese sdraiandosi anche lui sul letto “Stavo solo riflettendo JJ” “È successo qualcosa mentre guardavo la tv?”

domandò premuroso come sempre.

In quelle settimane ero stata totalmente sincera con lui, niente più piccoli segreti nascosti per orgoglio, quindi decisi di dirgli cosa sentivo. “È solo che pensavo a quando saremo a casa nostra…io lavorerò e tu pure. Dovremo occuparci delle nostre rispettive famiglie, tu avrai gli impegni con il branco e…insomma non sarà più così!” Jacob mi osservò per qualche secondo, poi sorrise leggermente mentre scostava dal mio viso alcuni boccoli dei miei capelli e mi accarezzava. “Non cambierà niente Ness; so che non avremo tutto questo tempo libero insieme, ma quello che provo per te non si modificherà” “Vale lo stesso per me amore, ma togliermi l’abitudine di averti solo per me ventiquattr’ore al giorno non sarà facile!” dissi avvicinandomi a lui per farmi baciare. “Ti va se mi aspetti qui ed io preparo una cosa per noi, visto che è l’ultima sera?” mi chiese mio marito “Ok” risposi. Andò in bagno e sentii l’acqua scorrere…chissà cosa aveva in mente…Jacob sapeva essere totalmente pazzo o romantico in certe occasioni.

Rimasi ad attendere che avesse finito di architettare chissà cosa in quella stanza dell’ hotel “Medici” di Firenze. I miei genitori, che ci avevano regalato proprio la luna di miele, erano stati davvero bravi nella scelta di bellissimi alberghi a cinque stelle. Al “Medici” inoltre ci avevano dato la suite Amore. Tutta quella camera era piena di cuoricini, lenzuola e asciugamani con disegni legati al tema amoroso, aveva una vista incantevole sulla città (soprattutto era bella l’atmosfera che si poteva ammirare la notte, quando Firenze era illuminata dal bagliore della Luna e dalle luci dei monumenti). Ma la cosa più spettacolare era la vasca da bagno: era un gigante cuore rosso. Jacob tornò da me e mi chiese di mettere qualcosa di carino, mentre lui mi avrebbe aspettata in bagno. Optai per le culottes e la canottierina (da mettere senza reggiseno) coordinate. Erano rosa e trasparenti, con alcuni ricami.

Entrai in bagno e vidi che Jacob mi aspettava appoggiato al lavandino con dietro lo specchio e che la stanza era illuminata solo dalle candele, che la suite Amore metteva a disposizione per i clienti. Voltandomi di lato notai anche che la vasca a cuore era riempita d’acqua e conteneva una valanga di schiuma. Tornai a guardare Jake, sorridendoci a vicenda e mi avvicinai a lui. Mi abbracciò dicendomi che quel completino intimo gli piaceva molto. Tra le sue braccia vedevo i muscoli della schiena di Jacob allo specchio e osservai pure il mio viso riflesso. Mi sembrava di essere cresciuta in quei 20 giorni. Certo non fisicamente: io e JJ eravamo bloccati dall’età adolescenziale, ma il cambiamento me lo sentivo nell’anima. Non ero più la spensierata ragazzina con tanta voglia di divertirsi, adesso ero una donna il cui desiderio era quello di avere una sua famiglia. Mio marito mise le sue mani sui miei fianchi e mi baciò con passione. Restammo nudi velocemente mentre il desiderio cresceva.

 

POV Jacob

Nessie era assolutamente la più bella donna che avessi mai visto. Senza vestiti poi era una favola! Era capace di eccitare i miei sensi con un semplice battito dei suoi occhioni a mandorla color cioccolato, con quelle ciglia infinitamente lunghe.

Ancora in piedi davanti al lavandino, rovesciai le nostre posizioni: adesso allo specchio vedevo la mia faccia assolutamente intontita mentre ci baciavamo e il suo fondoschiena…che parole potrei usare per descriverlo? Presi il suoi seni tra le mie mani e glieli palpai un po’. Sentivo che stavo come sempre diventando pazzo con lei tra le mie braccia.

Volevo che quell’ultima sera in Italia se la ricordasse per sempre, insieme ovviamente alla prima. Le sussurrai tante di quelle cose sdolcinate, che non pensavo nemmeno di poter elaborare nel mio cervello di maschio alfa…se i miei compagni di branco mi avessero sentito mi avrebbero sicuramente preso per il culo, dicendo che sembravo un tenero cucciolo di Labrador quando stavo con Renesmee. E avevano ragione!

Alle mie parole mia moglie mi osservava con amore e le vedevo gli occhi persi nei miei, che già assomigliavano a due cuoricini. La sollevai tenendo il braccio destro dietro alla sua schiena e quello sinistro sotto alle sue gambe. La feci sedere con me nella vasca gigante e le porsi la pinza per capelli, immaginavo infatti che non avrebbe voluto bagnarseli. Nessie mise in ordine i capelli all’insù…accidenti era tremendamente seducente! La ammiravo seduto davanti a lei, immerso nella schiuma, quando lei allargando le gambe intorno ai miei fianchi si sistemò a sedere sopra di me. Cominciò a baciarmi il collo e le spalle ed io accarezzavo il suo sedere, le sue gambe, percorrevo la sua schiena e il suo seno. Se non avessi cominciato a sentirla mia sarei impazzito!

Seduti in quella posizione mi addentrai in lei. La aiutai a muoversi tenendo le mie mani sulla sua vita, in quel punto perfetto che si rimpiccioliva al di sotto delle costole e al di sopra del bacino.

Ultimamente era piuttosto disinibita, la vergognosa ragazza di cui mi ero innamorato si era trasformata in una sensuale pantera. Non che mi dispiacesse viste le cose che avevamo fatto in quel viaggio di nozze; ogni tanto mi piaceva farmi “comandare” da lei in quel gioco amoroso…tuttavia, la mia natura maschile e il mio spirito da

leader, mi facevano essere incline a prendere in mano la situazione e a preferire le posizioni in cui ero io a stabilire come e quando accelerare o decelerare il ritmo. I movimenti di mia moglie erano un po’ calati e tutto si era fatto più dolce, anche se estremamente piacevole. Ribaltai le nostre posizioni facendola sdraiare sotto di me e adagiando la sua schiena alla parete della vasca da bagno. Stavamo quasi per perdere la razionalità raggiungendo l’apice delle sensazioni, quando una lampadina si accese nel mio cervello “Porca puttana Nessie…sono totalmente rimbambito e non ho preso…delle precauzioni…” “Mmmm e ora che facciamo?” disse lei continuando a sospirare. “Vado a prenderlo…” “Non penserai di muoverti da qui Jake?!” esclamò mia moglie con quella voce piena di sentimento. Poi toccò il mio viso con la sua mano e usò il suo potere. Rimasi sbalordito perché ultimamente le era di nuovo tornata la voglia di esprimersi in quel modo…per Nessie vivere come una persona normale era sempre stata una priorità e per questo cercava di tenere lontano da lei il soprannaturale, ma qualcosa era cambiato. Quello che mi fece vedere fu bellissimo: ripercorse tutti i momenti più belli trascorsi insieme in Italia, era strano vederli dal suo punto di vista e non dal mio…poi mi fece avvertire il bisogno che provava di vivere fino in fondo quell’ultima notte insieme. “Sai che è rischioso” le dissi “Siamo sposati no?! Che vuoi che succeda?” rispose baciandomi. Ripresi a muovermi e nel giro di cinque minuti, le dichiarai a cuore aperto di amarla mentre stavamo provando il più intenso dei piaceri.

Ce ne stavamo distesi sul letto e la guardavo perdendomi nei suoi occhioni. Le accarezzavo il viso e giocherellavo con le ciocche dei suoi meravigliosi ricci. “Prima non mi aspettavo che tornassi a usare il tuo potere amore” le dissi. “Beh diciamo che non l’avevo programmato…” “È bello vedere dal tuo punto di vista, solo che non mi aspettavo di essere così ai tuoi occhi” continuai. “Cosa non ti aspettavi?” mi chiese mia moglie “Il modo in cui mi vedi è…irreale…” dissi ripensando alla mia immagine nei suoi pensieri. La trovavo troppo perfetta.

“Amore non è irreale, è così che ti vedo, tu sei…sempre adorabile con me e sei così…bello…e probabilmente i miei pensieri non rendono giustizia alla tua bellezza” affermò Nessie con le guance leggermente arrossate. “Forse mi hai idealizzato troppo carotina” “Smettila sei sempre troppo severo con te stesso, quello che vedo in te è reale e…il bello è che questa perfezione adesso è tutta mia” concluse sorridendo e baciandomi. Avrei voluto dirle che in verità era lei quella perfetta dei due, che quello fortunato ero io, ma non continuai. Ero felice di apparirle in quel modo, proprio io che davanti a lei mi ero sentito inadeguato in passato e che avrei continuato a sentirmi così anche in futuro.


NOTE:

Ragazze grazie ancora a tutte per le vostre visite ai miei capitoli!!! Insomma in questo e nel precedente capitolo mi sono soffermata un po' di più nella descrizione dei rapporti intimi tra i nostri due sposini, dato che erano ambientati durante la loro luna di miele...spero di non aver esagerato, ho cercato di non scendere troppo nei dettagli...Continuate a seguirmi e a recensire!!!!! A presto

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** "Felicità e preoccupazioni" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION



Uploaded with ImageShack.us



Capitolo 27

“Felicità e preoccupazioni”

 

 

La nostra vita coniugale procedeva al meglio da circa 7 mesi. Non ero rimasta incinta nel viaggio di nozze ma da quella notte non usavamo più precauzioni. Certo il sesso si era un po’ diradato, o meglio, era tornato ai normali ritmi. Durante la luna di miele infatti avevamo esagerato un po’ troppo!

Lavoravo nella scuola elementare di Forks e mi trovavo molto bene con i colleghi. Tornando a casa avevo organizzato i lavori domestici spalmandoli sui vari giorni settimanali, grazie al fatto che il mio lavoro come insegnante mi teneva impegnata solo per mezza giornata. Spolveravo, facevo la lavatrice, stendevo il bucato, stiravo, cucinavo, facevo la lavastoviglie, andavo al supermercato per la spesa. Qualche volta andavo a trovare i Cullen e passavamo alcune ore insieme, altre volte andavo a casa di mio suocero Billy, aiutandolo con alcune commissioni, altre volte ancora vedevo le ragazze (Leah, Emily, Rachel, Kim, Claire) e facevamo shopping oppure parlavamo. Riuscivo a ritagliare anche qualche momento per me, per fare le cose che mi piacevano, tipo leggere, prendermi cura del mio aspetto, sperimentare nuove ricette di cucina e altre cose. Ero impegnata, ma lo facevo volentieri per la mia famiglia. Ero ancora follemente pazza di lui…ci tenevo a mostrarmi sempre carina e, soprattutto quando sentivo il rumore della macchina o della moto di Jacob che tornava dal lavoro, andavo sempre a controllarmi allo specchio.

Mio marito continuava a fare il meccanico nella sua officina, davanti alla casa di suo padre, insieme ad Embry. Crescendo quei due erano diventati sempre più inseparabili e ne ero felice. Embry era un bravo ragazzo e per certi versi il loro carattere si assomigliava anche un po’. Jacob era maturato così tanto dal giorno del matrimonio…si era trasformato nel perfetto uomo di famiglia e sapevo che un giorno sarebbe stato un bravo padre.

Già da tre mesi ci pensavo a come sarebbe potuto essere se avessimo avuto un bambino. I discorsi con le mie amiche poi, non facevano che accrescere in me il desiderio di maternità. Emily, Kim e Rachel infatti avevano già dei figli e li portavano con loro quando ci vedevamo. Alle cene con i membri del branco inoltre vedevo mio marito giocare con suo nipote, Matt, o con i bambini degli altri ragazzi. E com’era tenero quando accarezzava la pancia di Rachel ormai incinta all’ottavo mese del secondogenito, Thomas.

Una sera stavamo tornando proprio da una di quelle cene. Non mi sentivo molto bene ed ero stanca. Andai a letto e mi addormentai nel giro di pochissimo. La situazione non migliorò nelle due settimane successive. Jacob era un po’ preoccupato, voleva che andassi a farmi vedere da nonno Carlisle, ma mi opponevo dicendo che era solo un periodo pesante a scuola. Il giorno seguente andammo a casa di Billy, per il suo compleanno.

Scesi dalla macchina, camminando nel giardino mano nella mano con il mio amore. Il piccolo Matt ci corse incontro per salutarci. Era pazzo per lo zio Jacob e ogni volta voleva sempre stare in collo a lui. Salutai Billy che stava in veranda, facendogli gli auguri, ed entrai in casa per cercare Paul e Rachel.

Avvertii subito un forte odore di peperoni, che di solito mi piaceva moltissimo…quella volta però mi fece venire la nausea e corsi in bagno. Vomitai liberandomi da quella sensazione che mi era presa allo stomaco e alla testa. I miei parenti acquisiti si preoccuparono molto per me, ma io continuavo a tranquillizzarli dicendo loro che tutto era passato e che mi sentivo bene. La nausea tornò la mattina seguente e la sera. Il giorno dopo ancora e quello successivo. Ogni tanto avevo anche dei forti giramenti di testa e molto sonno.

Quel tardo pomeriggio avevo cucinato a Jacob il suo piatto preferito per la cena e lo aspettavo seduta sul dondolo in veranda. Leggevo un romanzo quando mi fermai a contare i giorni che erano passati da quando avevo avuto le ultime mestruazioni. Ricordavo male o le avevo avute 38 giorni fa?! Andai a controllare la mia agenda dove facevo un cerchietto rosso intorno al giorno in cui ogni mese si presentavano. Il mio conto non era sbagliato! Ero in ritardo di dieci giorni…telefonai al nonno Carlisle e gli dissi che il giorno successivo sarei andata a trovarlo. Quella sera non ne parlai con JJ, non volevo farlo preoccupare, ma adesso quella preoccupata ero io. Pensai subito di avere qualcosa che non andava e ricordai un racconto di Kim, a proposito di una ragazza che conosceva. Aveva scoperto di avere un tumore all’utero proprio perché non aveva il ciclo…dormii male e per poche ore. La mattina si ripeté il solito rituale: nausea, corsa in bagno, vomito! Dopo il lavoro andai nella mia vecchia casa e con il nonno mi incamminai verso il suo studio.

“Insomma c’è qualcosa che non va?” “Vedi nonno sono due settimane e mezzo che non mi sento molto bene…” dissi. “Che sintomi hai Renesmee?” “La mattina e la sera ho quasi sempre la nausea e da una settimana anche dei giramenti di testa forti. Inoltre ho sempre molto sonno” spiegai, sperando che non fosse nulla di grave. Il nonno mi visitò accuratamente “Farei un esame del sangue, sei concorde?” mi chiese. “Certo, puoi già dirmi qualcosa?” “No Nessie, apparentemente non hai nulla che non va, ma l’esame del sangue chiarirà tutto, stai tranquilla” mi rassicurò mentre con la siringa prelevava il mio sangue. “Ti prego Carlisle non dire niente a Jake, è sempre così apprensivo…” “Va bene, come vuoi. Potrò dirti l’esito dell’esame domani pomeriggio, ci lavorerò stanotte”. Mi fidavo di lui sapevo quanto era scrupoloso e poi era mio nonno, ci teneva alla mia salute! Stavo per salire in auto quando “Ah nonno, dimenticavo…ho un ritardo di dieci giorni nel ciclo, non so se è importante…” dissi “Ah, e me lo dici così?! Mentre stai per andartene?! Comunque…ti aspetto domani nipotina!” rispose.


NOTE:

Su si accettano scommesse....cosa sta succedendo a Nessie???? E come vi sembra procedere la vita dei nostri neosposini? Aspetto recensioni...a presto!


Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** "Cos’altro potrei desiderare?”" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION



Uploaded with ImageShack.us

Capitolo 28

“Cos’altro potrei desiderare?”

 

Uscii da scuola e mi diressi subito da Carlisle. Parcheggiai e salii nel suo studio. Bussai alla porta e lui, riconoscendomi dall’odore, mi invitò a entrare.

“Ciao tesoro, siediti” mi disse “Allora ho analizzato il tuo sangue e credimi ho ripetuto l’analisi tre volte, ma il risultato non è cambiato” disse lasciando la frase in sospeso. Titubante provai a chiarire i dubbi che avevo in testa “Di cosa si tratta?” “Vedi Renesmee i tuoi sintomi combaciano perfettamente con la diagnosi che sto per comunicarti…la nausea, i forti capogiri, il ritardo nel ciclo, il sonno…” affermò. “Quindi che tipo di malattia avrei?” chiesi un po’ agitata “Non la definirei malattia Renesmee, sei semplicemente…incinta” disse sorridendo.

Cosa? Le mie orecchie avevano capito bene? Aspettavo un bambino? Oddio e quando era successo? Sì avevo fatto sicuramente l’amore con Jacob molte volte, ma immaginare che sul serio da quell’unione un piccolo spermatozoo entrasse nel mio ovulo e da lì nascesse una vita…

“Cioè nonno io aspetto un bambino?!” chiesi ancora confusa, visto che non mi aspettavo una cosa del genere. “Beh Nessie, sì. Sei incinta di quasi due mesi!” mi alzai dalla sedia e lo abbracciai, ero felice! Non vedevo l’ora di dirlo a mio marito, così lasciai casa Cullen, tra i complimenti di tutti e andai a comprare una cosa in centro a Forks. Volevo infatti dirlo al mio amore in un modo speciale, allora mi fermai in un negozietto di vestiti per bambini. Acquistai delle scarpine bianche, quelle per i neonati di poche settimane e le feci incartare.

Tornai a casa e cucinai alcune ricette italiane, in ricordo del più bel periodo della nostra vita insieme. Quelle ricette le avevo prese in Italia e le avevo già sperimentate parecchie volte: pasta all’amatriciana, pollo arrosto con patate al forno, tiramisù. Apparecchiai la tavola e misi il pacchetto regalo con le scarpine sul tavolo.

Mi vestii carina con un paio di pantaloni di jeans super aderenti e un maglione bianco a collo alto…era pur sempre dicembre e l’aria fuori era gelida. Finii in tempo per sentire arrivare la sua auto. Aprì la porta e vedendo tutta la tavola preparata in quel modo “Ops, che giorno è oggi? Ho per caso dimenticato qualche ricorrenza?” mi chiese “No, nessuna ricorrenza, volevo solo cenare con te in maniera un po’ diversa” risposi mentre già avvicinava quelle labbra morbide e sensuali alle mie “Mmm, interessante” disse. “Perchè non vai a farti la doccia mentre io ti aspetto?” Salì in bagno e tornò dopo un quarto d’ora tutto pulito e profumato con in dosso jeans e felpa blu. “Spero di andare bene vestito così, in questo ristorante…” Mangiammo e a turno raccontammo come era andata al lavoro, poi mi misi a sedere sulle sue gambe e gli diedi il pacchettino. Per tutta la cena infatti, notai che lo guardava incuriosito.

“Anche un regalo carotina?!” “Sì lupacchiotto, un regalo speciale” dissi. Lo scartò e la sua faccia, vedendo le scarpine, mi faceva sorridere. Fece un’espressione che voleva poter dire “Beh?!” oppure “Che me ne faccio, non sono del mio numero?!” o ancora “Wow, le teniamo come soprammobile?!” Accarezzandogli i capelli mi feci guardare negli occhi “Vedi Jacob, il fatto è che…io…cioè io e te…sì…” sorrisi, ero felicissima ma non sapevo se lui era pronto ad avere dei figli. “Nessie che vuoi dire con io…no io e te…cioè noi…che stai farneticando?” “Jacob con le scarpine voglio dirti che io e te…aspettiamo un bambino” dissi mordendomi il labbro inferiore in attesa della sua risposta.

Rimase a guardarmi un attimo, poi prese il mio viso tra le sue mani e mi baciò “Sul serio? Tu…tu sei felice?! E stai bene??” mi chiese. “Sì, io sono felicissima e sto bene ma non sapevo se tu eri pronto o no ad ampliare la famiglia” spiegai. “Certo che sì, io ti amo e abbiamo sempre detto di volere dei figli” disse sorridendo, poi ci baciammo e fui tempestata da domande relative a come lo avevo scoperto, quando, con chi, quando sarebbe nato e molte altre.

Prima di dormire mi accarezzò il viso e nel modo più dolce che abbia mai usato disse “Ti prometto che per voi ci sarò sempre e non ti dovrai mai preoccupare di nulla, perché la mia vita siete tu e adesso anche lui o lei…” “Oh JJ ti amo così tanto…” dissi con il cuore che prendeva il volo e lo sguardo innamorato pazzo, mentre mi sistemavo nell’incavo della sua spalla. “Vorrei che mi guardassi così ogni giorno della tua vita principessa” disse baciandomi “Ti prego abbracciami non lasciarmi mai Jake, potrei morire senza di te” supplicai.

Dormimmo avvinghiati l’uno all’altra e mi sentivo talmente al settimo cielo da non preoccuparmi più di nient’altro. Lo amavo alla follia, mi aveva dato un bambino e avremo continuato ad amarci per sempre. Cosa avrei potuto desiderare se non quel tipo di vita?

Quando comunicammo la lieta notizia ai ragazzi del branco tutti furono felici. Certo non sapevamo se sarebbe stato più licantropo o vampiro, ma a noi non importava. Andammo poi da Billy, che si mise a piangere come un bambino sulla spalla di Jake e mi accarezzò la pancia. Certo la nausea continuava ma adesso sapevo che avrei resistito a tutto per quel piccolo che cresceva dentro di me. Quel cucciolo che era il frutto dell’amore con mio marito. Un amore che aveva superato molte difficoltà, che era puro e profondo, che avrei continuato a nutrire per quel ragazzo meraviglioso che era Jacob Black in modo ancora più intenso, visto che mi avrebbe resa mamma. Lui sarebbe stato il più bravo dei papà con la sua dolcezza, ma io avrei saputo fare la madre?

NOTE:

Eh sì, Nessie è incinta chissà come sarà la natura del bambino e soprattutto sarà maschio o femmina??? Voi che dite???

Aspetto le vostre recensioni e se volete passate su facebook a trovarmi sulla pagina Taylor Lautner my sweet love...a presto!


Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** "Parlando di te" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION



Uploaded with ImageShack.us


Capitolo 29

“Parlando di te”

 

La gravidanza procedeva bene e mio figlio cresceva seguendo i tempi normali, non come avevo fatto io. Ero arrivata al settimo mese e la mia pancia aumentava sempre più. Ogni tanto, guardandomi allo specchio di camera, mi chiedevo come fosse stato possibile lievitare in quel modo…i vestiti che indossavo l’anno precedente erano inutilizzabili, a parte qualche caso raro, il mio seno era cresciuto di una taglia (ormai indossavo la terza) per la felicità di Jacob…

Notavo che nell’ultimo periodo le ragazze ammiccavano a lui più del solito. Avevo sempre timore di non piacergli più con tutti i kg che avevo messo su e con quella pancia enorme. Soliti problemi di una donna incinta, vedersi imbruttita. Mio marito diceva che ero fuori di testa per pensare delle cose del genere, ma non ne ero del tutto convinta. Essere incinta significava anche avere degli sbalzi di umore incredibili, del tipo adesso ti bacio e ti dico qualcosa di carino e dopo un minuto ti urlo dietro per una sciocchezza. Trattavo Jacob proprio male in alcuni casi…lui era molto premuroso, assecondando tutte le voglie di cibo che avevo e che mi venivano sempre nei momenti meno opportuni, ad esempio la notte. Mi viziava comprando per me piccoli regalini, io invece lo ripagavo stressandolo con le mie gelosie e i miei vaneggiamenti.

Guardavamo i film alla tv o al cinema e piangevo per tutto, gli ormoni erano impazziti.

Dal matrimonio era passato un anno, avevo 24 anni ma ultimamente mi sembrava di averne 15 per la poca autostima che avevo e per il modo in cui avevo impostato il mio rapporto fisico con JJ. Adoravo farmi accarezzare e baciare da lui, ma ultimamente faticavo a spingermi oltre. Pazientemente il mio amore mi assecondava. Come accadeva nei primi momenti di fidanzamento mi accorgevo di provare estremo piacere nel guardarlo quando lui non se ne accorgeva. La mattina, se capitava di svegliarmi prima di lui, lo fissavo concentrandomi su ogni particolare del suo viso. La sera quando si sedeva sul divano dopo una giornata di duro lavoro, mi sistemavo accanto a lui e, quando cominciava ad addormentarsi davanti allo schermo, mi perdevo nel suo odore, nella tenerezza del suo viso.

Con me lui era dolcissimo, ancora più del solito, tanto che quella mattina mi svegliò con tanti baci e tante carezze.

“Ehy dormigliona apri gli occhi” disse. Sentivo intorno a me un buon odore di cibo e quando mi decisi a svegliarmi vidi che mi aveva portato la colazione a letto. “Oh Jacob…grazie” “Spero che la mia idea ti sia piaciuta” disse mentre io già addentavo la colazione con una “fame da lupo”. “Mi piace moltissimo” “Non merito un bacio?” mi chiese. Lo tirai per la maglietta e lo avvicinai a me baciandolo per un po’.

Rimanemmo a letto parlando di nostro figlio: dalle ecografie Carlisle ci aveva detto che si trattava di un maschietto. Ero felice perché sapevo che a Jake piaceva avere un maschio per quelle cose tipo prosecuzione del cognome e questioni di branco. Certo lui diceva che non gli sarebbe importato del sesso del bambino, ma lo conoscevo troppo bene e sicuramente la notizia che aspettavo un maschietto lo rese ancor più contento. In quei mesi avevamo stabilito il nome, dopo aver vagliato moltissime ipotesi.

Lo avremo chiamato JESSIE BLACK, dall’unione dei nostri due nomi: Jacob e Nessie.

Il nonno inoltre ci aveva detto che il bambino molto probabilmente non aveva ereditato la parte dei miei geni da vampira, visto che cresceva come un bambino normale e che non aveva esigenza di nutrirsi di sangue. Carlisle affermava che questo era stato possibile poiché ero vampira solo a metà e che quindi la mia metà umana e quella di Jacob avevano attecchito maggiormente. Forse sarebbe stato un licantropo, dato che il gene si trasmetteva di padre in figlio, ma non potevamo esserne sicuri.

“Come ti senti stamattina?” chiese Jake accarezzandomi la pancia “Bene amore, soprattutto adesso con lo stomaco pieno” risposi sorridendo. Mi piaceva moltissimo quando mi accarezzava la pancia, mi sentivo protetta, anche perché con il crescere del pancione cresceva pure la mia vulnerabilità. “Domani entrerai nell’ottavo mese eh?!” “Sì Jake…sai ho un po’ di paura” “Di cosa?” “Del parto…cioè non vedo l’ora di vedere il viso del nostro piccolino, ma…mi spaventa” confessai. “Vedrai che andrà tutto bene, ti giuro che sarò con te dal primo all’ultimo secondo quel giorno” affermò mio marito. Si preparò poi per andare al lavoro ed uscì di casa.

Quel giorno andai a fare una passeggiata per i negozi di Forks accompagnata dalle zie e dalla mamma. Ovviamente mi comprarono qualche vestito e due enormi ciambelle ripiene, per placare i gorgoglii del mio stomaco.

Tornai a casa alle 18.00 e prima dell’arrivo di Jacob dovevo assolutamente fare una cosa…tanto sapevo di avere ancora un quarto d’ora libero. Dovevo finire di descrivere a Jessie la sua famiglia. Ogni giorno infatti a partire dal compimento del settimo mese di gravidanza, avevo parlato al mio pancione raccontandogli qualcosa su ogni persona della sua futura famiglia allargata. Gli avevo fatto conoscere tramite le mie parole tutti gli 8 Cullen, tutti i 7 lupi, Charlie, Billy, Rachel, Emily, Kim, Claire, i bambini dei miei amici, gli avevo parlato un po’ anche di me, ma mancava la descrizione più importante. L’avevo lasciata per ultima perché era la persona che maggiormente volevo fargli conoscere: suo padre Jacob. Così mi sdraiai sul letto e abbracciando il cuscino di mio marito colmo del suo profumo, appoggiai una mano sulla pancia e cominciai a parlare.

 

POV Jacob

Arrivai a casa in anticipo visto che delegai ad Embry il compito di chiudere l’officina. Nessie, infatti, mi mancava e volevo correre da mia moglie per coccolarla un po’. Negli ultimi giorni era diventata ancora più straordinaria, anche se lei si faceva mille paranoie sul suo aspetto. Proprio non capiva che con la pancia era ancora più desiderabile?! Il suo viso era diventato quello di una dolce mammina. Gli occhi inteneriti erano lo specchio della sua anima, che avrei voluto mangiare per quanto era zuccherosa. Si commuoveva spesso, ma sapevo che le sue non erano lacrime di dolore, ma dovute ai cambiamenti ormonali che nostro figlio le provocava. E poi aveva quel seno…la quarta era veramente troppo abbondante per la sua corporatura. Non che avessi mai disprezzato la sua originale seconda, ma quelle due taglie in più mi piacevano, non ci ero abituato. Uno dei suoi seni stava appena nella mia mano, che tutto era tranne che piccolina. Aprii la porta di casa mia e sentii un grande silenzio. Strano, le sue chiavi di casa erano lì, forse era al piano di sopra. Si stava sistemando sul nostro letto, abbracciando il mio cuscino ma non si accorse che ero lì, visto che rimasi nascosto dietro alla porta. Volevo osservarla nella sua genuinità.

L’avevo già vista altre volte compiere quel rituale. Spiegava a Jessie come erano fatte le persone che costituivano la nostra famiglia. Ovviamente Renesmee non sapeva che qualche volta avevo assistito, se glielo avessi detto avrebbe preso quel colorito rossastro sulle guance…cominciò a parlare.

“Caro Jessie, oggi ti presenterò l’ultima persona, che poi è anche la più importante: il tuo papà” cominciò a dire. Accidenti avrebbe parlato di me! “Allora piccolo, il tuo papà sono sicura che ti piacerà moltissimo. È un giovane papà, ma non lasciarti ingannare, in realtà ha più anni di quello che dimostra e te ne accorgerai quando ti parlerà. Papà Jacob…” disse cominciando a ridere “Beh è un po’ strano chiamarlo papà Jacob…comunque è intelligente, simpatico e molto molto divertente. Sì, a volte ti prende in giro, ma non con cattiveria e ti accorgerai che ci prendiamo in giro a vicenda, perché ci conosciamo così bene da poterlo fare senza arrabbiarsi l’uno con l’altra. È un ragazzo alla mano, semplice, ma anche determinato e deciso. Sono sicura che ti saprà sempre aiutare nella tua vita. Ha un modo di fare un po’ autorevole, è abituato a comandare un po’ troppo fuori da questa casa, ma poi con me, e di sicuro anche con te, è dolcissimo come un cioccolatino…” Cavolo sentire la mia mogliettina parlare di me mi faceva sorridere. Certo, lei mi aveva sempre idealizzato troppo, ma in quel momento mi sentivo adulato…ero così perfetto ai suoi occhi?

“Di lui posso anche dirti che è una persona responsabile, uno di cui ci si può fidare. È premuroso e protettivo. Aspetta te lo sto descrivendo un po’ troppo seriamente, Jake è un giocherellone e con lui non ci si annoia” continuò a dire Nessie. “Tuo padre è un licantropo, sentirai quanto è caldo…lui non è un lupo qualsiasi, è il capobranco e penso che un giorno lo diventerai anche tu, visti i tuoi geni e il tuo purissimo sangue alfa…” “E poi vedrai quant’è bello…è alto e ha la carnagione abbronzata. Ha i capelli neri e gli occhi scuri profondissimi. Imparerai a capire quello che pensa guardandolo dritto in quegli occhi. Le sue labbra sembrano i petali di una rosa morbida e profumata e ti viene voglia di baciarle…oddio a te questa voglia non verrà, a me sì. Sto confondendo un po’ le cose…il suo sorriso, che io definisco abbagliante per la luminosità dei suoi denti, mette voglia di essere felici e spazza via tutti i problemi. E poi ci sono i suoi muscoli…torace perfetto e addominali scolpiti, per non parlare della schiena e delle sue spalle…e poi quel fondoschiena…mamma mia parlarne mi ha fatto venire voglia di lui…” disse sorridendo. Poi rimase ad accarezzare la sua pancia. A quel punto potevo anche salutarla, perfettamente rincretinito da tutti quei complimenti che la ragazza più bella dell’universo mi aveva fatto. Era ancora distesa e sul suo volto comparve un’aria di malizia che da mesi non vedevo.

“Jessie voglio dirti un’ultima cosa, non so quando io e tuo padre ti abbiamo concepito, ma sono sicura che è stata una notte bellissima. Con lui è sempre così…e ti assicuro che sei il frutto di una notte d’amore…sei la cosa più bella che ci potesse capitare piccolino” concluse. “Sei così dolce principessa…” le dissi entrando e sedendomi sul letto, su cui lei ancora era sdraiata. “Jake, da quanto sei qui?” chiese imbarazzata “Più o meno da quando ti sei sdraiata e hai cominciato a parlare” risposi. Le gote divennero rosse e si morse il labbro inferiore. “Cavolo, che imbarazzo JJ” “Perché? Sei meravigliosa e poi quello imbarazzato sono io. Davvero mi vedi così?” “Sì amore, tu sei così” la baciai e le dissi mille volte che l’amavo e che senza di lei la mia vita non avrebbe avuto senso.

NOTE:

Scusate per l'attesa tra il capitolo precedente e questo, ma sono stata fuori casa per il ponte :) Allora siete d'accordo con Nessie per il modo in cui vede Jake e per come lo descrive al loro figlio? E che ne pensate del nome???? Lasciate tante recensioni!

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** "Il nostro miracolo" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION



Uploaded with ImageShack.us



Capitolo 30

“Il nostro miracolo”

 

Il 14 luglio 2023 andai a casa Cullen accompagnata da Rachel che si era offerta di portarmi prima del pranzo, visto che il mio adorato maritino era al lavoro. Avevo finito il tempo stimato per la gravidanza da cinque giorni, ma Jessie non ne voleva ancora sapere di uscire da lì.

I miei genitori, i nonni e gli zii erano diventati paranoici…era tutto un “Nessie non fare quello” “Nessie non fare quell’altro” che barba! Per fortuna Jacob era sempre stato un pochino più comprensivo…anche se molto attento alla mia salute, mi faceva compagnia quando volevo passeggiare e non mi costringeva al riposo.

Quella mattina mi ero alzata con un dolorino in fondo alla pancia, pensavo che mi sarebbe passato e invece, dopo pranzo era aumentato. Andai nel salotto della mia vecchia casa per telefonare a Jake. Mi abbassai per prendere il cellulare dalla borsa e…TRAC…un rumorino e acqua che scorreva tra le mie gambe. Mi si erano rotte le acque. Jasper ed Emmett mi portarono subito nello studio del nonno dove Carlisle ed Edward mi avrebbero aiutata a partorire. Nel frattempo Esme e Rosalie si procuravano asciugamani e ogni cosa richiesta dal nonno. Bella mi teneva la mano, cercando di farmi forza e chiesi a zia Alice di chiamare Jacob dicendogli di arrivare subito. Dopo 15 minuti era lì, sostituendo Bella nel tenermi la mano. Mamma si posizionò in fondo alla stanza, troppo inesperta per aiutarmi ma troppo premurosa, come ogni madre, per uscire da lì. Così la richiamai da me chiedendo anche a lei di tenermi la mano.

Avevo impiegato due ore nel travaglio per raggiungere la famosa dilatazione necessaria (quei maledetti e dolorosi 9 cm), nonno diceva che Jessie aveva fretta di nascere e che impiegai poco tempo…il suo poco a me non parve reale, in quelle due ore avevo visto le stelle…mi maledissi da sola per aver scelto il parto naturale e mandai numerosi accidenti a Jake, colpevolizzandolo di avermi messa incinta e farmi stare così male.

“Adesso Renesmee devi spingere un po’ di più…” disse Carlisle. “Sto già facendo il massimo, perché nessuno lo capisce?” cominciai a dire mentre le lacrime mi bagnavano copiose il viso. “Amore, non fare così, lo capiamo è solo che devi fare un altro sforzo” provò a dire mio marito. Dopo un’ora passata in quel modo, su incitazione del dott.Carlisle Cullen spinsi tanto da sentire uscire mio figlio dal mio corpo. “Che bel bambino” disse il nonno “Sta bene?” chiesi “Sì tesoro, tra poco ve lo farò vedere, adesso lo facciamo visitare” disse Carlisle. Edward e Bella lo lavarono, lo vestirono e si assicurarono che stesse bene. Mio padre infatti era diventato un dottore seguendo l’impronta del nonno.

“Sei stata bravissima” sussurrò Jacob “E per quello che vedo da qui Nessie, posso dirti che è davvero bello il nostro piccolo”. Quello che provai quando lo tenni in braccio per la prima volta fu indescrivibile. Pensai che fosse davvero identico a Jacob, tranne che per il colore degli occhi e per il naso che aveva preso da me, per il resto era la sua copia (carnagione, capelli, taglio degli occhi, bocca identici a mio marito). Tutti uscirono dalla stanza lasciando me, Jacob e Jessie da soli. Stringevo mio figlio e mio marito gli teneva una manina mentre mi accarezzava i capelli. Sentii nascere dentro di me un sentimento che non avevo mai provato prima: amore sconfinato, gioia, istinto di possesso e protezione verso quel piccolo fagottino.

Piansi per la felicità di essere madre e anche Jake si mise a piangere con me. Restammo ammirati a guardare quel nostro miracolo d’amore e a piangere come due bambini. “Nessie ti giuro che non permetterò mai a nessuno di farvi del male” e ci baciammo. “Sai che ora ti amo ancora di più?!” dissi “Ah sì?!” chiese. “Davvero lupacchiotto, adesso mi hai resa completa e ti amo alla follia perché sei il padre di mio figlio” continuammo a baciarci e coccolarci per la prima volta tutti e tre insieme.

Il tempo era trascorso in fretta…il nostro cucciolo quel giorno compiva un anno. Da quando era nato era stato faticoso accudirlo: dargli da mangiare, cambiarlo, farlo giocare, svegliarsi la notte, ma sia io che Jake eravamo completamente impazziti per il bambino. Mi piaceva coccolarlo continuamente e prima di farlo addormentare se era agitato usavo il mio dono e, poggiando una mano sul suo visino, gli mostravo bellissimi paesaggi o animali o colori solo per farlo rilassare. Per lui era come un sogno ad occhi aperti e gli piaceva molto.

Con il nonno avevamo capito che si era preso proprio tutti i geni da lupo di mio marito, tanto che la mia parte da mezza vampira non l’aveva proprio presa in considerazione. Era un bambino molto precoce infatti aveva detto le sue prime paroline e gattonava ovunque. Jake si era rivelato un padre fantastico, tanto che Jessie vedendolo arrivare la sera dopo il lavoro perdeva la testa e voleva stare sempre in braccio a lui. Quel furbetto aveva cominciato a fare qualche capriccio ultimamente, tutto per attirare le attenzioni del suo paparino amoroso. Per esempio se Jake era in casa voleva essere vestito assolutamente da lui, oppure voleva che lo imboccasse. Caspita! Avevo faticato così tanto per nove mesi e durante il parto…Jake aveva fatto la parte più divertente (il concepimento) e si beccava la preferenza del bambino…in realtà non mi dispiaceva davvero, anzi vederlo bramare per andare tra le braccia del papà mi piaceva da matti.

Li guardavo giocare mentre sistemavo il salotto per la sua festicciola di compleanno e sorridevo della dolcezza di Jacob. Per quel pomeriggio avevo comprato a Jessie una camicetta a mezze maniche celeste e dei pantaloncini bianchi. Speravo solo che Jacob non lo facesse sporcare prima dell’arrivo dei familiari e degli amici. Salii al piano superiore per indossare l’abito bianco che avevo deciso di mettere, abbinato ai sandali rossi. Era un po’ che non mi facevo così carina, pensai guardandomi. Ormai me lo potevo permettere la pancia era tornata piatta.

Scesi giù e guardando Jake da dietro pensai che fosse bellissimo. Quella maglietta verde e quei pantaloni bianchi gli stavano da dio…quella sera, quasi quasi…dopo aver messo a letto il nostro cucciolo…

Il compleanno andò alla grande e Jessie ricevette molti regali. Il momento di spengere la candelina fu divertentissimo. Mentre Leah e Paul ci facevano le foto, Jacob, Jessie ed io stavamo davanti alla torta. Misi un piedino profumato di nostro figlio su un angolo del dolce che era pieno di panna e Jessie guardò divertito quel piedino bianco, scoppiando a ridere. Poi Jake glielo pulì con tanti bacini, facendogli il solletico e scatenando le risa del piccolo; come gli avevo insegnato nei giorni precedenti soffiò sulla candelina e si unì al battito di mani degli invitati sorridendo.

Era incredibile come ogni volta che lo prendevo in braccio mi sembrava sempre più che stesse assumendo anche l’odore del padre…

“Andiamo Jess, è ora di dormire” gli dissi prendendolo in braccio “No mam-ma, nan-na pa-pà” mi rispose. Fantastico, adesso non potevo neanche più portarlo a dormire… “Dai tesoro, non fare i capricci, a letto ti porta la mamma” “No pa-pà” disse facendo già le lacrime di coccodrillo. Cavolo, era testardo quanto Jacob. “Non vorrai farti mettere a letto da un uomo quando crescerai? Pagherai per avere una ragazza bella come la mamma” disse Jake. Gli sorrisi e baciandolo dissi “Se viene cocciuto come te mi si prospettano dei begli anni…” lui mi fece l’occhiolino “Ok, piccoletto, ma domani ti porta a letto tua mamma” disse Jake prendendolo dalle mie braccia. Salì in camera mentre io velocemente cercai di sistemare il casino maggiore che la festa aveva comportato al mio salotto.

Lo sentii uscire dalla camera di nostro figlio e andare nella nostra, così lo raggiunsi. Era una settimana che non facevamo l’amore e ne avevo tremendamente voglia.


NOTE:

Ci siamo è nato Jessie e i nostri due sposini adesso sono passati dall'essere una coppia a un trio....per il momento se la stanno cavando bene, cosa accadrà adesso???? Continuate a seguirmi e a recensire!!!!!!!!
Fate un salto sulla mia pagina facebook: Taylor Lautner my sweet love

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** "Natale" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION



Uploaded with ImageShack.us



Capitolo 31

“Natale”

 

 

“Mamma, babbo Natale portato regali?” aprii di scatto gli occhi. Dalla radiolina ricevitore collegata con quella in camera di Jessie sentii la voce di mio figlio. “Uffa, quel bambino non sa che il giorno di Natale si dorme un po’ di più?! Sono le 7.30” disse Jake con la voce impastata di sonno. “E dai amore, lo sai che non vedeva l’ora di aprire il suo regalo” gli risposi infilando un maglione di Jacob mentre stavo andando a prenderlo nella sua stanza.

In quei giorni aveva nevicato ed era molto freddo, con il suo maglione mi sentii subito meglio e poi mi piaceva da matti sentire l’odore di mio marito addosso a me.

Il nostro piccolo cucciolo aveva ormai un anno e 5 mesi e aveva imparato a camminare, parlare molto bene e aveva anche la innata capacità di svegliarsi quando meno era appropriato…ma lo capivo, il Natale quando ero piccola faceva anche a me quell’effetto. “Buongiorno cucciolo e buon Natale” gli dissi prendendolo in collo e baciandolo “C’è regalo?” mi chiese con la sua espressione curiosa. Era sempre più la fotocopia di mio marito, anche nelle espressioni facciali “Mah, chi lo sa?! Adesso andiamo a vedere” gli risposi dirigendomi in camera mia per chiamare Jacob. Sì, d’accordo era stanco e voleva dormire, ma quello era il primo Natale in cui Jessie parlava e si meravigliava delle cose intorno a lui, quindi il mio caro lupo si doveva alzare altrimenti lo avrei buttato giù dal letto. Anche io infatti ero stanca, ma avremo avuto tanto tempo per dormire in futuro, non si voleva mica perdere il primo vero Natale di suo figlio?!

“Papino, è Natale” disse con la sua tenera vocina. “Jacob se ti alzi bene, altrimenti te ne vai da solo a pranzo da tuo padre…” gli dissi, sapendo che facendo quella arrabbiata lui avrebbe reagito. Infatti si alzò e diede un bacio a Jessie “Buongiorno Jess e auguri” disse trovando subito la dolcezza che tanto amavo in lui nei confronti miei e del bambino. Scesi in salotto per mano a Jessie mentre Jacob, sceso qualche minuto prima di noi, aveva acceso le luci dell’albero e sollevato le serrande delle finestre. “Wow piccolo, mi sa che babbo Natale è venuto…guarda qui che pacco grande con il tuo nome!” disse Jake. “Che bello mamma, è venuto sono stato bravo” disse il mio cucciolo. “Sì, sei stato bravo, anche se babbo Natale mi ha detto che per il prossimo anno devi fare meno capricci…” gli risposi.

Ci sedemmo davanti all’albero e scartammo i regali. Ovviamente avevamo comprato al bambino il giocattolo che voleva: una fattoria parlante, dove c’erano degli animali che, pigiandoli, emettevano il loro verso. C’erano anche altri pulsanti che facevano delle musiche o che chiedevano di pigiare un certo animale in base al verso sentito. Era raggiante mentre iniziava a giocarci. Andai a vestirmi mentre Jake si occupava del bambino. Scelsi un vestito di lana blu lungo fino al ginocchio. Mi truccai, sistemai i miei boccoli con un cerchietto e indossai stivali con il tacco. Trovai Jake e Jess nel corridoio. “Che bella!” mi disse il mio lupacchiotto. Gli presi il bambino e andai a vestirlo, lasciandolo libero di cambiarsi.

Lo aspettammo in salotto pronti per andare da Billy dove ci sarebbero state un bel po’ di persone per il pranzo di Natale. Mi girai verso le scale e ammirai la seducente bellezza di Jacob. Quei pantaloni neri e quel maglione grigio e bianco gli stavano d’incanto, mettendo in risalto il suo fondoschiena. Jessie volle portare dietro il suo nuovo gioco. Da quando aveva scartato il suo regalo non aveva fatto altro che sentire quelle canzoncine e i versi degli animali fino alla nausea. “Jess, non si può smettere per un po’?!” chiese Jacob mentre eravamo in auto “Quel gioco è una condanna…” disse poi Jacob rivolto a me. “Piccolino, perché non ci fai sentire il verso del gatto?” gli proposi. Lui pigiò il gattino e si sentì un MIAO. “Adesso cerca il pulcino” continuai, PIO PIO. “E ora il lupo” dissi divertita guardando Jacob che ormai si era rassegnato a quei continui suoni e fece un sorriso scuotendo il capo. AUUU, aveva trovato anche il lupo…

Restammo da Billy fino a sera, anche per cena. Ci eravamo abbuffati ben bene. Poi verso le 21.00 salimmo in auto verso casa. Era incredibile come Jess a casa del nonno non avesse usato il suo gioco, preso com’era dai suoi cuginetti, Matt e Thomas, mentre in quel momento ricominciò. FATTORIA PARLANTE DEGLI ANIMALI, CERCA L’ANIMALE CHE FA BAU. Diceva la voce “Giuro che stanotte gli tolgo le pile” affermò Jacob guardandomi. Mi misi a ridere. Misi Jessie a letto e tornai in camera dal mio maritino. Stava cercando qualcosa nell’armadio, di spalle. Chiusi la porta senza fare rumore e gli andai vicino, abbracciandolo da dietro. “Che cerchi?” gli chiesi “Un pigiama pulito perché qualcuno ha messo a lavare quello che avevo stamattina” disse girandosi e abbracciandomi. “Pensavo che non avessi bisogno del pigiama stanotte…” dissi maliziosamente “Ah sì?! Cosa sentono le mie orecchie? Sogno o son desto?” affermò incredulo e sorridente. Ok, ammetto che da quando era nato Jessie erano cambiate delle cose: sesso più saltuario e sbrigativo, fatto senza troppi preliminari e cercando di fare meno rumore possibile, ma era anche vero che da Halloween lo facevamo senza precauzioni, avevamo infatti deciso di volere un altro figlio e di lasciare libero il destino di donarcelo quando ne avrebbe avuto voglia. “Hai capito bene, niente pigiama stasera amore” sottolineai. Ci baciammo e gli tolsi i vestiti, mentre lui faceva altrettanto con i miei.

Baciai i muscoli del suo torace, i suoi addominali e lasciai che mi baciasse il collo e il seno. Poi mi prese in braccio e mi appoggiò sul letto, al centro, unendo i nostri cuscini e coprendoci con il piumone. Accavallai le mie gambe dietro la sua schiena. Lo guardavo nel suo splendore mentre, sopra di me, mi accarezzava il viso baciandomi. “Ti amo, lo sai?” gli domandai sussurrando “Anche io ti amo lo sai?” rispose. “Non voglio che sia come sempre…perché stanotte non facciamo finta di essere soli in casa?” gli proposi. “Mmm, che bella idea principessa!”

Dopo molti baci entrò dentro di me e iniziammo quella danza che volevo non finisse mai. Intrecciando le mie dita nei suoi capelli non potei trattenere un sospiro un po’ troppo forte e sperai che il bambino non si svegliasse anche quella volta…povero Jake lo avevo un po’ trascurato ultimamente, ma quella notte volevo recuperare! Per fortuna nessun suono provenne dalla radiolina ricevitore collegata con la sua cameretta. Jacob aveva sollevato leggermente la mia schiena, quella posizione doveva piacergli un po’ troppo, dato che negli ultimi cinque minuti non aveva proferito parola e non faceva altro che baciarmi con foga, muovendosi rapidamente nel mio corpo. In realtà piaceva anche a me stare in quel modo, tanto che mescolai ai suoi gemiti i miei. Sempre tenendomi la schiena sollevata, Jake mise l’altra mano a sostegno del mio collo, sulla nuca. Ci guardammo negli occhi un istante, poi, nel giro di una decina di spinte, perdemmo tutto il contegno che avevamo tenuto per non svegliare il bambino. Porca miseria, da quanti secoli non emettevo quei sospiri così forti? Riuscii a sprofondare in quella sensazione di assoluto piacere insieme a lui…

Wow da quanto tempo non ci coccolavamo più così…non faceva che accarezzarmi e baciarmi dicendo cose del tipo “sei la più bella sulla faccia della Terra” oppure “ti desidero come il primo giorno” o ancora “vorrei fare l’amore con te dieci volte al giorno”. Non sapevo nemmeno cosa rispondere, ero solo felice e appagata della notte trascorsa con lui. “Hai visto mio padre oggi? Era completamente perso per i nipotini, se gli chiedessero di comprare loro un aeroplano, lui totalmente confuso dall’affetto che prova glielo comprerebbe…” mi disse. “Beh, è il loro nonno e poi tu stai zitto, che con Jessie sembri un cagnolino che ubbidisce ai suoi comandi…certe volte fai delle cose…e non sei nemmeno nonno” puntualizzai. “Ma che dici Nessie?! Sei tu quella che mi prega di comprargli i giochini, o le scarpine anche se ne ha tante” “Sai che ti dico amore: FATTORIA PARLANTE DEGLI ANIMALI, CERCA L’ANIMALE CHE FA QUA QUA” dissi ridendo “Mamma mia Ness, non mi ricordare quel dannato gioco” rispose sbuffando.

Mi stesi sopra di lui e ci baciammo… “Sentiamo che verso fa questo animale che sto toccando” dissi facendogli il solletico lungo i lati del suo torace. “Nes-sie smet-tila” diceva ridendo e cercando di fare meno rumore possibile “Allora che verso fa questo animale…dimmelo o non smetto” “Ok ades-so te lo di-co” disse. “MIAO” “No bambino hai sbagliato” “CHICCHIRICHI” “Ritenta e cerca di non sbagliare” dissi riprendendo il solletico. “AUUU” ridemmo e poi fui io a subire il solletico.




NOTE:

Salve a tutti, voglio ancora ringraziare tutti quelli che mi hanno messo nelle storie seguite, ricordate e preferite e anche tutti i lettori silenziosi che visitano i miei capitoli!!!!! Sono onorata :)
Che ve ne pare del piccolino di casa Black???
Vi chiedo di recensire di più perchè vorrei tanto sapere che ne pensate della fanfiction, grazie a chi lo farà!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** "Immatura" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION




Uploaded with ImageShack.us

Capitolo 32

“Immatura”

 

Camminavo tenendo Jessie per mano lungo la spiaggia di La Push e riflettendo su quello che avevo sentito dire un’ora prima in un bar. Due signore vedendoci entrare in quel bar, si erano messe a spettegolare ammiccando nella mia direzione e abbassando il tono di voce. Ovviamente a La Push ci conoscevamo tutti, perlomeno di vista e le vecchie signore si divertivano a raccontarsi i segreti di quella o quell’altra famiglia…ma perché parlavano di me? La mia famiglia non aveva segreti (ovviamente escluse le questioni di vampiri e licantropi, ma non era quello il nodo del discorso). Comprai a mio figlio la merenda e ci sedemmo, facendo finta di niente, ad un tavolino.

Le due vecchie comari erano più vicine a me adesso e riuscivo con il mio udito da mezza vampira a sentire qualcosa. “Come fai a saperlo?” chiedeva una all’altra “Ti dico che Jacob l’ho visto con i miei occhi uscire da quella casa” “Ma ne sei sicura? Guarda sua moglie…è così bella perché lo avrebbe fatto?” “Magari per noia, sai come ragionano gli uomini…mi dispiace tanto per Nessie e il bambino, ma giuro che è vero!” Cosa era vero? Da dove era uscito mio marito? E cosa avrebbe fatto magari per noia? Cercavo di non mostrare a Jessie la mia preoccupazione ma volevo sapere la verità!

“E poi…andiamo, secondo te un bel ragazzo come Jacob che esce alle 22.00 da quella casa, cosa ci sarà andato a fare?” “Beh penso che se avessi una trentina di anni in meno non lo farei venire in casa mia per chiedergli come sta!” “Esatto. E poi sai che da quando è tornata dal college Maggie ha sempre cercato di avvicinarsi a lui…stavolta c’è riuscita.” Basta non potevo resistere ancora, presi per mano mio figlio e mi diressi alla spiaggia.

In quel momento, dopo un’ora di riflessioni sentivo dentro di me solo una grande rabbia…le due signore avevano ragione nel chiedersi perché Jake fosse uscito da casa di Maggie alle 22.00! Ma soprattutto quando c’era andato? L’unico momento in cui lui non era a casa con me e il bambino era il martedì sera, quando si vedeva con i ragazzi del branco per la riunione settimanale. Possibile che invece di andare con loro fosse stato da quella insopportabile Barbie di Maggie? Perché si era comportato in quel modo? Era veramente annoiato di me, tanto da andare a letto con un’altra? Ero sempre stata fiduciosa nei confronti della sua onestà e sincerità, nonostante le mie gelosie, ma forse avevo sbagliato tutto.

Possibile che dopo tre settimane da quel magnifico San Valentino che aveva organizzato, dovessi scoprire una cosa del genere? Certo, con il bambino le cose tra noi erano un po’ cambiate, ma da Natale mi sembrava di essermi dedicata di più a lui…quella sera mi aspettava una litigata tremenda. Tornai a casa tardi, Jessie era stanco e piangeva, ma ero troppo presa dalla rabbia e dal timore di aver perso mio marito. Jacob, certamente arrivato a casa nostra da almeno due ore, mi aveva chiamato al cellulare ben 18 volte, ma non risposi mai. Parcheggiai e mi avviai verso la porta d’ingresso notando che il rumore della mia auto aveva fatto uscire in veranda mio marito.

“Si può sapere dove sei stata? Ti rendi conto che sono le 20.00 e che non rispondevi al cellulare? Sei un’incosciente!” mi urlò contro. Entrai in casa e diedi da mangiare a mio figlio senza parlargli. Lui continuava a sbraitare dicendo che ero pazza, che almeno meritava una risposta, che avrei dovuto rispondere al telefono dato che ero fuori anche con Jessie e che lo avevo fatto preoccupare. Misi a letto il bambino e scesi giù in cucina per dirgliene quattro, dato che non volevo farlo davanti al nostro cucciolo. “Senti Nessie adesso mi rispondi” disse prendendomi per le braccia e spingendomi delicatamente contro il muro. “Rispondimi tu Jacob, in quale letto sei stato a divertirti?!” “Ma che stai blaterando?” “Guarda che è inutile continuare questa farsa, ti hanno visto sai?” urlai, liberandomi dalla sua presa e andando in salotto.

“Mi hanno visto fare cosa?” “Vai a letto con Maggie? E ti prego non inventarti cavolate perché rendi tutto più difficile…” “Nessie sei ubriaca per caso?” “No, voglio una risposta” “Non vado a letto proprio con nessuna” si alterò ancora di più. “E allora perché sei uscito da casa sua alle 22.00 ed io neanche sapevo che eri stato da lei? Pensi che sia bello sentire che due pettegole fanno a pezzi la tua tranquillità raccontandosi quest’episodio, e tu non puoi far altro che prendere coscienza del fatto che tuo marito è un bastardo traditore, sperando poi che tuo figlio di solo un anno e 8 mesi non capisca quello che viene detto in giro di suo padre?” urlai con tutta l’aria che avevo in gola e gli occhi da pazza. “Beh certo e tu hai creduto alle pettegole! Non ti sei preoccupata di parlarne con me…che ovviamente ti avrei spiegato cosa c’ero andato a fare” continuò a gridare Jake.

“Se tanto ci tenevi a farmelo sapere avresti potuto dirmelo prima, la sera in cui ci sei andato per esempio…” avevo abbassato il tono di voce con la paura di svegliare Jessie e sperando che non fosse stato già sveglio, viste le urla che c’erano state…io e Jacob non avevamo mai fatto quelle sceneggiate… “Sono stato lì perché lei mi ha chiamato mentre ero con i ragazzi del branco, dicendo che era rimasta ferma con la macchina, che non sapeva chi chiamare. Sono andato a prenderla…” “Oh certo, una scusa per farsi scopare doveva pur tirarla fuori” dissi incavolata nera “Se tu mi facessi finire di parlare ti direi che sono andato da lei con Quil e l’abbiamo riportata a casa. Mi ha fatto entrare perché potessi lavarmi le mani, che mi ero sporcato nel tentativo di aggiustare l’auto, e dopo due minuti passati in bagno sono uscito e salito in macchina dove Quil mi aspettava. Scommetto che le pettegole non hanno fatto cenno a lui vero?” chiese furioso sapendo già la risposta.

Rimasi interdetta. Jake aveva ragione, le due donne non avevano nominato Quil ed ero sicura che mio marito in quel momento mi avesse raccontato la verità, anche perché avrei potuto chiedere conferma a Quil…mi ero fatta un film basandomi sul racconto di due signore che non sapevano come passare il loro tempo! Se avessi parlato prima con Jacob avrei evitato di stare male quel pomeriggio…lo guardai e vidi che stava iniziando a tremare. Non volevo fargli perdere il controllo e spingerlo a trasformarsi, oltretutto l’avevo accusato ingiustamente, quindi lo abbracciai e iniziai a piangere “Scusa…ero solo arrabbiata e…mi sono comportata come una ragazzina immatura” “Se solo provi a non rispondermi al cellulare un’altra volta giuro che…” “Hai ragione amore, perdonami, avevo paura di averti perso e non ho usato la testa” dissi mentre lui cominciò ad asciugarmi le lacrime prendendomi il viso tra le mani.

Facemmo pace nel migliore dei modi e per più volte in camera nostra; tutto ciò che apparteneva a Jake, ogni particolare di lui e del suo corpo era mio, mio e solo mio, nessuna si doveva permettere di toccarmelo… Il giorno seguente cominciai ad accusare i sintomi di un virus che aveva preso Jessie. Non facevo che vomitare! Ma mentre mio figlio dopo una settimana era guarito, io continuavo a stare male…in più da due giorni non facevo che mangiare cetrioli, nonostante a me non fossero mai piaciuti…Jacob mi costrinse a telefonare per andare dal nonno il giorno seguente.

NOTE:

Innanzittutto per la prima volta vi ho mostrato Maggie, ognuno ovviamente se la raffigurava a modo suo...penso che ve la immaginavate più brutta vero???

Comunque, Maggie è davvero antipatica e Nessie non può far altro che esserne gelosa, anche se non ne ha motivo...come avreste reagito al posto suo???

Questo capitolo mi serviva altrimenti la nostra coppietta non era credibile, non si può sempre andare d'amore e d'accordo....

Continuate a seguirmi e recensire!!!!


Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** "Gelosie" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION



Uploaded with ImageShack.us


Capitolo 33

“Gelosie”

 

“Ci risiamo Renesmee…” mi disse il nonno con un gran sorriso, quando andai a ritirare il responso delle analisi che mi aveva fatto “Sei incinta!” Ok, il secondo figlio che volevamo avere era arrivato. Ecco perché avevo quella strana voglia di cetrioli che mai mi erano piaciuti. Dai conti sapevo che sarebbe nato a fine novembre, tra i miei due cuccioli ci sarebbero stati solo due anni di differenza. Questa volta speravo fosse una bambina.

Uscii da casa Cullen e tornai con Jessie a casa nostra. Ci sedemmo sul divano e presi la decisione di dire al mio piccolo cosa sarebbe successo nel giro di qualche mese…Jessie aveva solo un anno e 9 mesi, ma era molto perspicace e con suo padre lo avevamo sempre trattato come un bambino un po’ più grande per la sua precocità.

“Tesoro la mamma deve dirti una cosa” “Che c’è mammina?” “Vedi il nonno Carlisle prima mi ha detto una cosa importante. Dentro la pancia della mamma ora c’è un…” dissi fermandomi perché avevo visto che lui aveva già cominciato a parlare sopra di me. “Io lo so cosa c’è mammina. Anche te come la signora Hanna hai un bambino” disse. Come immaginavo! Aveva capito tutto prima che io potessi finire la frase. La signora Hanna, infatti, era la figlia della nostra vicina di casa ed era incinta. “Sì Jessie qui dentro c’è il tuo fratellino o sorellina” dissi toccando la mia pancia “Ma come fa a stare lì dentro?” “Perché è ancora piccolo così” dissi segnando una grandezza compresa tra l’apertura del dito pollice e dell’indice. Il mio bambino si mise a ridere “Cosa c’è ti fa ridere un bambino piccolo così?” “Sì, mamy” “Senti ti va di aiutarmi a dirlo a papà stasera? Gli possiamo preparare un dolce per festeggiare.”

Ci mettemmo all’opera facendo una buonissima torta della nonna, sempre seguendo fedelmente il mio libro di ricette italiane, poi apparecchiammo la tavola e aspettammo Jake, che quella sera dopo il lavoro doveva passare da Billy. “Che buon profumino!” disse entrando in casa e prendendo in braccio Jessie che ogni sera gli correva incontro per salutarlo. Dopo aver cenato tirai fuori la torta “Questa l’abbiamo fatta io e mamy” disse il nostro piccolino tutto orgoglioso del suo lavoro. “Ah sì?! Deve essere buonissima allora” rispose mio marito. Dopo aver praticamente divorato la torta dissi “Jacob, penso che Jess dovrebbe dirti una cosa…” e guardai mio figlio per incitarlo a parlare.

In realtà non avevo stabilito cosa dovesse dire, volevo solo che fosse spontaneo come solo un bambino sa essere… “Sì papy, lo sai che anche alla mamma tra poco cresce la pancia come alla signora Hanna?” Il suo modo dirgli che ero incinta mi fece sorridere e vidi Jacob voltarsi verso di me. “Amore aspettiamo un bambino” dissi. Mi andai a sedere sulle sue gambe e ci baciammo “Nessie è bellissimo, sono contento” mi disse accarezzandomi il viso. Quando andammo a dormire gli dissi che non sarebbe stato facile con due bambini piccoli, che però con il suo aiuto avrei potuto fare tutto. Jake mi rassicurò e scherzammo sul sesso del nostro secondogenito, sul possibile nome e molto altro.

Stavamo dormendo tranquilli, quando dalla radiolina ricevitore uscirono le urla rotte dal pianto di Jessie “Pa-pà ho pau-ra, do-ve sei?” Jacob andò dritto in camera del bambino e mi disse di rimanere a letto, tanto si sarebbe sicuramente trattato di un brutto sogno, che lo aveva fatto svegliare impaurito. In effetti quando Jessie piangendo chiamava il padre, era sempre perché aveva paura dei mostri che diceva di sognare. Se invece chiamava me era perché non si sentiva bene. Da camera mia sentii, grazie alla radiolina, la voce impastata dal sonno di Jacob nella stanza del bambino “Jess sono qui, che è successo?” “Ho so-gna-to che c’erano dei mo-stri nel-la mia stan-za” disse singhiozzando. “Non c’è nessuno, stai tranquillo, era solo un brutto sogno” lo rassicurò Jacob con fare protettivo. Poi lo prese in braccio “Vuoi fare il giro della casa per vedere che non c’è nessuno?!” “Sì papino” sorrisi nel mio letto, sapevo che a Jessie piaceva controllare in prima persona che i mostri non c’erano davvero, e se ne stava avvinghiato al collo di suo padre sentendosi al sicuro tra le sue braccia, mentre giravano da cima a fondo tutta la casa. Non potevo certo biasimare mio figlio, anch’io mi sentivo protetta con Jacob, figuriamoci come si poteva sentire lui, così piccolo, insieme a Jake che oltretutto era suo padre e…quando siamo piccoli ci sembra sempre che i genitori siano dei supereroi che possano difenderti da tutto e tutti.

Quando il mio lupacchiotto tornò a letto disse “Questi incubi stanno aumentando un po’ troppo” “Jake ormai l’abbiamo capito che è una paura inconscia, che lo porta a fare questi sogni per attirare la tua attenzione…ha solo paura che quando nascerà la bambina non gli vorrai più bene come adesso!” Ormai ero all’ottavo mese di gravidanza e da qualche tempo Jessie aveva ripreso a fare i capricci, proprio come quando era piccolo. Parlandone con Emily e Rachel avevo capito che anche i loro figli si erano comportati così per la nascita dei fratellini/sorelline, che era una forma di gelosia verso i genitori.

Avevo scoperto anche di aspettare una femmina…e avevo deciso da sola il nome che le avrei dato, perché volevo fare una sorpresa a Jake, che ovviamente cercava in tutti i modi di capire quale fosse il nome scelto da me. Anche la bambina non aveva i geni della vampira, cresceva regolarmente. Quel pomeriggio di novembre portammo Jessie a fare una passeggiata. Me ne stavo seduta su una panchina guardando i miei due uomini di casa (Jacob e Jessie) che si rincorrevano. O meglio, il bambino scappava e JJ faceva finta di non riuscire a prenderlo. Poi tornarono a sedersi insieme a me e mio marito mi baciò, accarezzandomi il pancione. Jessie vedendo quella scena si alzò e tirò una botta alla mano di Jacob, ancora posata sulla mia pancia. Era ovvio che quella reazione fosse pura gelosia.

Jacob gli rivolse uno sguardo glaciale, che quasi fece spaventare anche me…era un papà molto dolce, ma sapevo che Jessie era terrorizzato da lui quando commetteva qualche marachella, perché io incutevo meno timore ma di suo padre aveva paura. “Da quando in qua ti permetti di tirarmi una botta?” “Scusa papino” tentò di dire Jessie per addolcirlo con le lacrime agli occhi. Era talmente innamorato di Jacob da starci davvero male quando lui si arrabbiava e lo brontolava. “Guai a te se lo rifai un’ altra volta” continuò a dire Jake, mentre il bambino piangeva. Sapevo che era giusto rimproverarlo, ma come tutte le madri non potevo vederlo piangere…allo stesso tempo però non potevo contraddire mio marito, dato che sapevo bene che ai bambini non bisogna mai trasmettere messaggi incongruenti. “E poi ti sembra giusto verso la tua sorellina? Ti ho già detto che papà e mamma ti vorranno sempre bene anche se ci sarà lei. Se solo vengo a sapere che tiri botte sulla pancia a tua madre…” “Jake…non lo farà più…vero Jessie?” dissi cercando di calmare mio figlio, che piangeva disperato e mio marito che era molto arrabbiato.

“Adesso Jessie chiedi scusa alla sorellina e a papà e prometti di non farlo più” dissi asciugando le sue lacrime. “Scusa sorellina, scusa papy” disse buttandosi ad abbracciare Jacob. La cosa si risolse lì, ma cosa sarebbe successo due settimane dopo, quando avrei partorito? Come sarebbero stati i rapporti tra i miei figli? Speravo che tutto si risolvesse nel migliore dei modi, ma sapevo che non sarebbe stato facile accudire due bimbi piccoli. E che sarebbe toccato a me risolvere le controversie…

Jake infatti era un marito e un padre presente e stupendo, ma chi passava la maggior parte del tempo con i bambini? Io! Inoltre non avrei certo potuto farlo tornare a casa dopo il lavoro e fargli trovare litigi irrisolti. Sì, sarebbe stata dura, ma quella era la mia famiglia e per loro sarei sempre stata pronta a scalare l’Everest, o ad attraversare a nuoto l’oceano Atlantico.


NOTE:

Allora vi aspettavate che Nessie fosse di nuovo incinta???
Continuate a seguirmi e recensire....e ricordate di passare anche nella mia pagina facebook: Taylor Lautner my sweet love

Ritorna all'indice


Capitolo 34
*** "Il senso della vita" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION



Uploaded with ImageShack.us

Capitolo 34

“Il senso della vita”

 

Mi guardavo intorno confusa e affaticata dal dolore che provavo. Certo per Edward e Carlisle era facile dire “Spingi di più” così come per Bella e Jacob era semplice tenermi la mano e  dire “È quasi finita”. Certo, avrei saputo fare lo stesso molto meglio di loro, ma quella che pativa i dolori dell’inferno ero io.

Quel 29 novembre 2025 mi ero svegliata e, andata in bagno, mi si erano rotte le acque. Jacob lasciò Jessie a casa di Billy e mi portò dai Cullen. Dopo 6 ore di travaglio stavo partorendo mia figlia.

Mentre spingevo con tutte le mie forze, mi ripetevo che mai e poi mai mi sarei di nuovo fatta prendere la voglia di avere un altro figlio. Due erano più che sufficienti. Avrei fatto l’amore usando sempre delle precauzioni e non mi sarei fatta mai fregare dall’impeto della passione che provavo per quello schianto di mio marito, nonostante fossero 9 anni che stavamo insieme tra fidanzamento e matrimonio. Se solo avessi fatto di nuovo sesso con lui, anche solo una volta, senza contraccettivi, allora sarei stata una vera scema e avrei chiesto al destino di rendermi sterile…non volevo più trovarmi nella situazione in cui ero in quel preciso momento. “Su Nessie ti giuro che è l’ultima spinta, gli vedo la testa” disse il nonno. Aveva ragione, al termine di quella spinta sentii il vagito della bambina e le rassicurazioni di mio padre Edward che diceva che era bellissima e stava bene.

Quando entrambe eravamo pronte ad incontrarci, tutti uscirono dalla stanza lasciandoci sole con Jacob.

Era davvero stupenda e mi somigliava molto: taglio degli occhi, naso, bocca e colore dei capelli erano miei. Carnagione e colore degli occhi di Jacob. “Ti presento tua figlia: SARAH BLACK” dissi a mio marito. Avevo deciso di darle il nome della mamma di Jacob e l’idea a Jake piacque molto. Quella donna che non avevo mai conosciuto meritava un ringraziamento speciale. Aveva tenuto in grembo e dato alla luce l’uomo della mia vita. Inoltre gli aveva dato la sua bellezza, come potevo dimenticarla anche se non l’avevo mai conosciuta?

“Nessie è così bella, assomiglia a te quando eri piccola ed io già ti amavo…” sorrisi a quelle parole “Amore promettimi che sarai anche per lei un padre speciale, che proteggerai sempre lei e Jess” “Te lo giuro, non succederà mai nulla ai nostri figli e nemmeno a te carotina!” nonostante gli anni passati insieme continuava a chiamarmi con quel soprannome che tanto mi faceva arrabbiare durante l’adolescenza, quando volevo che lui mi vedesse come una ragazza e non come una bambina. Adesso provavo solo tenerezza quando si rivolgeva a me in quel modo, eravamo cresciuti insieme ed ero certa che fosse solo un modo dolce di prendermi in giro. Sicuramente non ero più la bambina di un tempo, dato che con me aveva fatto due figli!

Il giorno seguente Jacob portò da me Jessie. Il nostro bambino arrivò tenendo in mano una rosa che mi regalò. Quando gli feci vedere Sarah fu molto contento. Le toccò la manina e i piedini, e gli spiegai che avrebbe dovuto aiutarmi perché lui era il fratello maggiore. Sembrò contento del suo nuovo ruolo e ci regalò il suo sorriso abbagliante ereditato da Jacob quando suo padre gli disse “Quando sei nato tu Jessie, mi ricordo che io e la mamma abbiamo pianto tanto perché eri bellissimo e ti tenevamo in braccio con la paura di farti male, visto che eri piccolino come Sarah!” Era vero, era andata esattamente in quel modo. Dalle parole di Jacob capii che aveva detto quelle cose al nostro cucciolo per tranquillizzarlo sul fatto che noi gli volevamo bene come prima di avere Sarah, che niente sarebbe mai cambiato.

Ero stata sciocca a pensare che i futuri litigi tra i miei figli sarebbero stati soltanto una mia preoccupazione. Jake ci sarebbe sempre stato per me e per loro. Certo i ruoli del padre e della madre non erano e non sarebbero mai diventati identici, ma comunque erano complementari. Lui doveva aiutarmi ed io dovevo fare lo stesso. Non era forse quello il dovere di due sposi? Essere complici in ogni situazione bella o brutta, divertente o noiosa, facile o difficile. In quegli anni trascorsi con lui avevo perso un po’ della mia immaturità…certo ogni tanto mi faceva ancora sbagliare, in fondo avevo solo 26 anni! La vita mi aveva insegnato una cosa importante però: parlare con Jacob, spiegargli come mi sentivo, confrontarmi anche a costo di litigare, ma essere sempre chiari. In quel momento, guardando Jessie seduto sulle ginocchia di Jake che toccava insieme a suo padre la piccola Sarah, ancora tra le mie braccia, giurai a me stessa che per quelle tre persone avrei dato la vita. Che senso avrebbe avuto la mia esistenza senza i miei figli e senza mio marito? Più che mai la frase in lingua Quileute, che io e JJ avevamo inciso nelle fedi scambiate al matrimonio, era reale: Per sempre insieme.

Se qualcuno avesse tentato di portarmeli via avrei lottato con le unghie e con i denti, non avrei mai accettato di separarmi da loro. Se solo fosse successa una cosa simile avrei chiesto a qualcuno di togliermi la vita, che tanto non avrebbe avuto più nessun significato.

NOTE:

Lo so il capitolo è breve, ma non uccidetemi, mi saprò far perdonare :) come al solito recensite e continuate a seguirmi!!!! A presto!!!!


Ritorna all'indice


Capitolo 35
*** "Vita da coniugi" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION



Uploaded with ImageShack.us



Capitolo 35

“Vita da coniugi”

 

Me ne stavo comodamente seduta sul dondolo in veranda quel sabato pomeriggio e guardavo i miei figli. Jessie era cresciuto molto, aveva tre anni e aveva cominciato ad andare all’asilo. Più cresceva più somigliava a Jacob anche caratterialmente. Era un bambino molto allegro, gli piaceva moltissimo giocare e stare in compagnia, ma era anche testardo come il padre. Da qualche mese poi, aveva cominciato a dare ordini alla sorella e ai cuginetti che erano anche più grandi di lui. Rachel mi diceva che anche Jacob lo faceva da piccolo, tipico comportamento da maschietto alfa e i ragazzi del branco prendevano in giro mio marito dicendo cose del tipo: “Qualche anno e ti spodesta dal trono” oppure “Sai che bello se potessimo vederti obbedire agli ordini di tuo figlio” o ancora “Tra poco non comanderai più nulla: nel branco sarai solo il padre del capo, a casa il cagnolino di Nessie”. Jake stava allo scherzo sapendo che tanto non avrebbe mai smesso di trasformarsi e quindi non avrebbe mollato il comando, qualcuno degli altri ragazzi lo avrebbe fatto decidendo di invecchiare accanto alla propria moglie. Non era il caso di coloro che ancora non avevano una compagna, o di chi come Jacob aveva una moglie immortale.

Sarah invece aveva un anno e mi somigliava moltissimo nell’aspetto. Ogni tanto guardavo alcune mie foto da bambina e mi sembrava di vederla. Era molto affettuosa e anche lei era pazza per il papà…uffa! Perché entrambi i miei figli erano così di parte?

“Sarah come mi chiamo io?” gli chiese Jessie, che si era messo in testa di insegnarle a parlare meglio. Per fortuna non c’erano stati episodi di gelosie durante la loro crescita, io e Jacob eravamo sempre stati molto attenti a come ci comportavamo nei loro confronti, evitando tutti quegli atteggiamenti che potevano sembrare equivoci. “Jes-sie” rispose la mia bambina, che intanto non faceva altro che gattonare “E lei come si chiama?” “Mam-ma” “No, di nome” “Nes-sie” potevano continuare all’infinito, ma amavo osservarli insieme. Soprattutto mi sembrava di vedere due piccoli Nessie e Jake per le loro particolarità fisiche e caratteriali. In quel momento mio marito ci raggiunse in veranda con in mano due tazze di thè caldo. “E lui come si chiama?” “Pa-pà” “No Sarah, ti chiedo il nome” “Ja-cob”. Jake mi abbracciò e mi baciò i capelli ed io mi strinsi a lui.

“Che carini che sono eh?!” gli dissi “Merito tuo Nessie” “Mio? Perché?” “Hanno tutta la tua bellezza e purezza” “Che dici Jake! Jessie è la tua copia e anche Sarah ti somiglia un po’ nel modo di fare” risposi. Passammo insieme il week end come ogni settimana e portammo i bambini a fare un giretto. Di solito andavamo a Forks o intorno a La Push, oppure li facevamo giocare in qualche parco o sulla spiaggia. Altre volte passavamo il sabato o la domenica pomeriggio con altri ragazzi del branco e con i loro figli. I nostri bambini crescevano sereni e noi due avevamo di nuovo ricominciato a tubare come due piccioncini. Certo, dopo il parto anche questa volta mi ci era voluto un po’ per riprendermi, ma finalmente potevo dedicarmi a mio marito per un tempo maggiore e avevo cominciato a nutrire certe voglie, che per mesi si erano sopite dopo la nascita di Sarah.

In compenso Jacob si era fatto sospettoso verso di me. Da quando ero entrata a far parte del comitato per la gestione della biblioteca della Riserva, infatti, era diventato geloso all’ennesima potenza. Di quel comitato facevano parte insieme a me altre tre persone tra cui Chris. Era proprio quello il motivo della gelosia. Chris era un ragazzo di La Push che aveva frequentato la scuola con Rachel e Rebecca, le mie cognate. Era carino e con lui si parlava bene, ma nulla di più. Jacob invece era preoccupato perché diceva che a Chris piacevo e che a lui quel tipo non era mai andato a genio.

Sorridevo pensando che adesso Jake avrebbe potuto capire davvero come mi sentivo io quando quella smorfiosa di Maggie gli si avvicinava…solo adesso che era geloso anche lui non avrebbe più potuto dirmi che ero paranoica. Ma soprattutto mi faceva ridere il fatto che il ragazzo più bello di La Push potesse covare il sospetto che a me potesse interessare Chris, che certo non era brutto, ma con Jake non c’era paragone. Eravamo ancora in veranda quando mi disse “Stasera devi proprio andare alla riunione del comitato?” “Sì Jake, lo sai. Ci riuniamo una volta al mese e…” “Beh potresti dire che non ti senti bene” “Non se ne parla, io non invento queste sciocchezze. Cosa dovrei dire io allora, visto che tu ogni martedì ti ritrovi con i ragazzi del branco?” “Non è la stessa cosa, lì siamo tutti ragazzi e c’è solo Leah” “Ah quindi il tuo problema non è che io esca di casa, ma che ci siano due ragazzi” dissi.

Lui rimase in silenzio, sapevo cosa lo infastidiva in realtà, ma era sempre il solito orgoglioso per dirmelo. Provavo un po’ di piacere sapendo che aveva paura di perdermi “Hai paura che Chris mi seduca…” “Figurati!” rispose con la sua aria da sbruffone, che mi faceva tanto ricordare i tempi in cui eravamo solo amici. Pensai che quello era il momento di tirarmela “Sai dicono che abbia una casa fantastica e stasera mi ha invitata per mostrarmela” “Cosa?” chiese stupito. “Sì…mi ha invitato a bere qualcosa da lui prima della riunione e poi dice che vuole farmi vedere un progetto…” stavo giocando con il fuoco inventando quelle cose, lo sapevo bene, ma quanto mi piaceva vedere il sicuro Jacob sbavare per me. Rientrai in casa lasciando i bambini a giocare in salotto e dirigendomi in cucina.

“Non può mostrarti il progetto con gli altri scusa?!” disse Jake raggiungendomi “Beh dice che deve prima farlo vedere solo a me” “Fartelo vedere?! Sai cosa vuole farti vedere quello?” disse leggermente infastidito, mentre prontamente mi giravo dall’altro lato per nascondere il sorriso che mi stava spuntando sulle labbra. “Nessie non c’è nessun progetto cazzo, anzi sì uno c’è quello di portarti a letto” era così carino quando faceva il geloso. “Dai amore stavo scherzando e ci sei caduto come un ragazzino” “Ah ah, molto divertente!” “Siamo gelosi eh!!!” dissi imitando il suo tono di voce visto che quella frase me l’aveva detta milioni di volte, lo baciai e infilai le mie mani sotto la sua felpa, accarezzandogli la schiena. “Secondo te sarei tentata ad andare a letto con lui quando posso avere tutto questo solo per me?” sussurrai al suo orecchio, baciandogli il collo. Dopo qualche ora, mentre i bambini facevano il loro riposino pomeridiano, facemmo l’amore per ben due volte.

NOTE:

Gelosie, gelosie, quante gelosie...non era giusto che solo Nessie dovesse provarle, ora tocca anche a Jacob! E del resto come non essere gelosi reciprocamente quando si è così belli?!?!?!? E con gli occhi di chiunque addosso??? Allora in attesa del prossimo capitolo vi aspetto sulla mia pagina facebook: Taylor Lautner my sweet love e ovviamente aspetto tante recensioni!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 36
*** "I soliti chiacchieroni" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION



Uploaded with ImageShack.us


Capitolo 36

“I soliti chiacchieroni”

 

 

Era passato un anno e mezzo e mi ero data enormemente da fare per mandare avanti la casa, il mio lavoro, l’educazione dei miei figli, le mie amicizie, il meraviglioso rapporto con mio marito. Dopo il lavoro avevo avuto una riunione con il comitato per la biblioteca e stavo tornando a casa stanca morta. La temperatura era molto fredda quella sera, certo avevamo appena superato la metà di febbraio e l’inverno era inoltrato. Parcheggiai l’auto e aprii la porta di casa tutta infreddolita, pensando che mi serviva proprio un bel bagno caldo che mi facesse rilassare.

“Papy Jessie fa il cattivo” sentii dire dalla vocina di mia figlia “Perché dici che è cattivo Sarah?” chiese Jake “Dice che la mia bambolina è brutta” “Jess per favore smettila di dare fastidio a tua sorella”. Ecco, ero proprio a casa. I miei figli bisticciavano e addio relax tanto agognato.

“Ciao cucciolotti” dissi, i bambini vennero a salutarmi con un bacio e ripresero i loro giochi. “Ciao amore, grazie per la cena” dissi a Jake vedendo che aveva già cucinato e apparecchiato. “Ciao tesoro, come è andata?” “Bene, ma siamo stati tutto il tempo alla biblioteca senza riscaldamento…si era rotto nel tardo pomeriggio e per tutto il tempo ho dovuto tenere il cappotto addosso. Puoi immaginare il freddo che ho sentito uscendo all’aria aperta per tornare qui” spiegai a quello schianto di mio marito. Notai solo alla fine della mia frase, infatti, che aveva messo la maglia del pigiama che gli avevo regalato lo scorso Natale. Avevo fatto realizzare due pigiami invernali molto carini. Il suo era blu e sulla maglietta avevo fatto stampare di bianco la scritta “Danger: property of Nessie”, il mio era rosa e anche lì c’era la scritta bianca che diceva “Danger: property of Jacob”. L’idea mi era venuta al termine di una lite per la mia gelosia.

Con quella maglia del pigiama in quel momento mi sembrava eccitante, visto che guardandolo da dietro potevo apprezzare le sue spalle larghe e il suo busto che scendendo verso il basso disegnavano una V fino ai suoi fianchi. “Mi dispiace che tu abbia patito tutto quel freddo, vieni qua che ti riscaldo un po’” disse abbracciandomi “Wow che calduccio, lupacchiotto” risposi persa in quel tepore e nel suo profumo. “Deduco che Chris non abbia provato a scaldarti…” disse “Mmm, forse” “Forse potrei spaccargli la faccia” mi rispose. “Dai non fare così Jake sai che non mi faccio scaldare da nessun’altro” conclusi.

La cena che aveva preparato era molto buona. Si offrì di sistemare la cucina e fare la lavastoviglie, così andai sul divano con i bambini. Presi Sarah in braccio e la baciai sulla pancia fino a farle il solletico. A lei piaceva da matti quel gioco, che ogni tanto facevo ancora pure con Jessie. “Mamy sei bella, anche io voglio essere bella come te” “Amore ma tu sei più bella di me, non ti preoccupare” giocai ancora con lei e sapendo il perché voleva essere bella come me le chiesi “Vuoi avere un marito bello come papà vero?” “No mammina papino è già mio marito!” In quel momento Jacob ci raggiunse e sentendo la nostra conversazione si mise a ridere. “Questo non lo sapevo Sarah, da quando è diventato tuo marito?” “Da Natale mamma” rispose lei. “Quando avevi intenzione di dirmelo Jake?” domandai divertita e ci mettemmo entrambi a ridere.

Nel frattempo Jessie, seduto sul tappeto di fronte a noi con in mano i suoi robot, mi raccontò quello che aveva fatto all’asilo. Ormai aveva quasi 4 anni e mezzo, la bambina invece aveva 2 anni e 3 mesi e restava a casa Cullen mentre noi lavoravamo. “Sai mamma ho litigato con David oggi” “Ah, perché Jess?” Mio figlio non era particolarmente litigioso, anzi era compagnone e solare (ricorda qualcuno per caso?), quindi per litigare doveva essere successo qualcosa di grosso. Anche Jake sembrava non saperne nulla a giudicare dall’espressione che fece. “Perché David continua a ripetere che i suoi genitori parlano di te mamma…dicono che sorridi e parli sempre con tutti gli uomini e che non ami più papà” disse tristemente. Guardai Jacob sconvolta. Cosa si permettevano di dire? Facevo di tutto per la mia famiglia, amavo mio marito come il primo giorno e qualcuno si permetteva di spettegolare di me?! E poi a quali uomini si riferivano? Le uniche volte che uscivo di casa senza Jake era per andare al lavoro, a fare la spesa e alle riunioni del comitato una volta al mese.

“Tesoro sai che non è vero! La mamma è sempre innamorata di papà” dissi al mio piccolino “Sì lo so, voi vi baciate sempre…” rispose mio figlio. Jacob disse che il giorno seguente sarebbe andato a parlare con i genitori di David e lo pregai di non dare tanto peso alla cosa, di non arrabbiarsi troppo. Noi sapevamo qual’era la verità. Avevo imparato, abitando da anni a La Push, che purtroppo i pettegoli dovevano sempre tirare fuori una scusa per parlare degli altri…misi i bambini a letto e andai a preparare la vasca per il bagno caldo che tanto avevo desiderato in quel pomeriggio gelido. Restai a mollo per circa mezz’ora in quell’acqua calda e mi rilassai. Poi presi l’accappatoio e tornai in camera. Vidi Jacob sdraiato sul letto che aveva indossato anche i pantaloni del pigiama e guardava la tv.

Misi anche io il pigiama coordinato con il suo e, una volta seduta sul letto, dissi “Perché la gente deve sempre parlare?” “Non lo so amore, ma sai che funziona così…lascia perdere” rispose avvicinandosi a me e sedendosi al mio fianco. “E poi ti sei rilassata proprio adesso con il bagno caldo…” disse spostandosi dietro di me e iniziando a massaggiarmi le spalle. Mi feci coccolare dai suoi massaggi, dai suoi baci e dal suo calore che mi avvolgeva. “Stasera non riesco a non pensare a quanto sei bella e a quanto voglio sentirti mia Renesmee” sussurrò al mio orecchio con la sua voce roca.

Mi girai per baciarlo meglio e accarezzai i suoi capelli. Mamma quanto era attraente…sollevò i miei capelli con le sue mani e baciò il mio collo facendomi venire la pelle d’oca in tutto il corpo. Tolse poi la mia maglia e facendomi sdraiare baciò ogni centimetro della mia pelle dalle spalle fino all’orlo delle mutandine. Anche io levai la sua maglia e con un dito percorsi i suoi muscoli dall’alto in basso, dal collo agli addominali e viceversa. La sua carnagione scura e il suo calore mi risvegliavano tutti i sensi. Quella sera gli avrei fatto qualunque cosa…sentii che mi spogliava del tutto e vidi che restò nudo e che mi fece entrare sotto le coperte.

La mia lucidità era già sparita. Si adagiò sopra di me e, qualche bacio dopo, lo sentii entrare nel mio corpo. Restava sollevato sui polsi mentre ci muovevamo all’unisono. Abbracciavo il suo torace e baciavo il suo petto dicendo che l’amavo. Ad un certo punto si abbassò fino al mio viso e ci baciammo passionalmente. Lo sentivo ondeggiare dentro di me e sospirare dicendomi parole dolci. Cercavo di trattenere i miei gemiti per fare meno rumore possibile, ed evitare di svegliare i bambini. Ma non era affatto facile…non quando quei gemiti si mescolavano insieme e mi faceva sentire quelle sensazioni. “Ssshhh Ness, o tra poco da quella radiolina si sentiranno le loro voci” disse Jake con la voce alterata da quello che ci faceva sussultare di continuo. Ci baciammo ancora e i movimenti si ravvicinarono sempre più, fino sfociare in sospiri frequenti e nell’apice del piacere.

Restammo a coccolarci per un po’, nel tepore delle coperte e lo guardai mentre si addormentava. Aveva il viso di un bambino, assomigliava tremendamente alle espressioni che tante volte avevo visto sul volto di Jessie. Quei due erano veramente uguali! Il suo respiro e il battito del suo cuore avevano rallentato il ritmo, segno che ormai era tra le braccia di Morfeo. Gli accarezzai il viso e lo sentii pronunciare il mio nome. Quanto era stupendo…avrei potuto guardarlo per l’eternità e meravigliarmi sempre della sua bellezza.

Anni prima avevo promesso a Billy che non l’avrei mai fatto soffrire ed ero certa di mantenere la parola data. Il mio cuore, la mia mente e ogni cellula del mio corpo erano suoi, non avrei mai potuto donarli a nessun altro. Quell’uomo perfetto che dormiva abbracciato a me e che in quel momento sembrava un ragazzino, mi aveva fatta crescere e maturare. Con lui avevo trascorso tutte le più belle esperienze della mia vita e tante altre avventure ci avrebbe riservato il futuro…ne ero certa, perché con Jacob non ci si annoia mai e il domani non è mai scontato.


NOTE:

Allora non so più cosa dire...siete fantastici! Grazie per tutto il sotegno che mi date, mi leggete in tantissimi e ringrazio anche coloro che recensiscono!!! Anzi colgo l'occasione per ribadire che mi piacerebbe ricevere più recensioni.
Comunque veniamo al capitolo: i piccoli Black crescono e i nostri Jake e Nessie continuano a seguire una tranquilla vita da umani, tra alti e bassi...secondo voi cosa potrebbe accadere ora?

Ritorna all'indice


Capitolo 37
*** "Decisione" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION



Uploaded with ImageShack.us


Capitolo 37

“Decisione”

 

Avevamo passato la serata a casa Cullen e i bambini si erano divertiti molto. Eravamo in macchina, Jake aveva appena superato il vialetto della mia vecchia casa e si stava dirigendo verso la Riserva. Jessie e Sarah dormivano come due ghiri ed io, semisdraiata sul sedile del passeggero, tenevo la mano di mio marito e desideravo dormire per 12 ore di seguito. La settimana a scuola infatti era stata pesante. “Sei stanca piccola?” “Sì molto, non vedo l’ora di mettermi a letto” “Beh anche io ti ci vorrei mettere…ma non per dormire…” disse con quei sorrisi alla Jacob Black. “Sai che mi piacerebbe, ma penso che stasera potrei addormentarmi mentre lo facciamo” “Non è un gran complimento Nessie…” “Forse mi sono spiegata male, solo stasera potrei addormentarmi. Le altre volte l’idea non mi ha neanche sfiorato la mente…” dissi buttandogli un bacio.

Arrivati davanti a casa notammo Seth sulla nostra veranda. “Ehy Seth tutto ok?” chiese mio marito “Sì volevo solo parlarti di una cosa privata…” Portammo i bambini ancora addormentati nei loro letti e Jake mi chiese di avviarmi in camera, così avrei potuto riposare e lasciarli soli a parlare. Mi misi il pigiama e mi infilai a letto tranquilla. Sapevo che Seth si confidava con JJ, fin da quando era entrato nel branco erano stati molto legati e Jacob rappresentava per lui quel fratello maggiore che non aveva mai avuto. Nel giro di poco mi appisolai.

 

POV Jacob

Ero con Seth in cucina e chiusi la porta per non far sentire nulla a Nessie. Sapevo che voleva dirmi qualcosa che riguardava il branco, a quell’ora infatti non si sarebbe mai presentato a casa mia. “Senti Jake stavo facendo un giro con Leah ed Embry e sul limite del confine con i Cullen, nei boschi, abbiamo fiutato qualcosa di strano. Abbiamo perlustrato la zona circostante e Embry ha trovato delle impronte. Poi in mezzo alla terra ho visto un biglietto e l’ho preso…” “Ce l’hai con te? ”  “Sì ecco, ma prima che tu lo legga devo dirti che Leah, in quanto tua beta, mi ha detto di venire a informarti, mentre lei ed Embry restavano di ronda”.

Presi dalle sue mani un biglietto stropicciato e lessi quattro parole che spezzarono la mia tranquillità…non poteva essere vero, forse era solo un incubo, di quelli che fanno svegliare tra le lacrime i miei figli. Che cosa avevo fatto al destino per far succedere ciclicamente qualcosa di brutto? Quel dannato biglietto non conteneva indicazioni sulle loro intenzioni, indizi di chi potesse aver scritto quelle cose, ma più rileggevo quelle quattro parole e più cresceva dentro di me la rabbia feroce che da anni non provavo più. Quattro parole che mi spezzarono il cuore: Jessie Black, Sarah Black. Il nome dei miei figli.

“Che cazzo vogliono da loro?” “Jacob mantieni la calma…adesso ci dici cosa fare e coinvolgiamo i Cullen per farci aiutare” mi rispose. Svegliai con una telefonata tutti i lupi e gli dissi di raggiungere Leah, alla quale avevo dato istruzione di formare due gruppi di ronda, uno avrebbe perlustrato le terre circostanti, l’altro si sarebbe occupato di controllare la mia famiglia. Insieme a Seth corsi dai Cullen e spiegai la situazione. “Cerchiamo di ragionare Jacob, se hanno scritto i loro nomi vuol dire che ti tengono sotto controllo” disse Carlisle “Che diavolo vogliono dai miei figli? Li abbiamo sempre tenuti fuori dalle storie di vampiri e licantropi, sono troppo piccoli” sbraitai “Magari sono solo curiosi perché nascono dall’unione di due specie particolari” tentò di dire Esme, troppo buona e ingenua come sempre. “No lo escludo, qualcuno vuole ottenere qualcosa dai bambini” affermò Rosalie “Vorrei farli a pezzi prima che si avvicinino a loro” risposi.

“Se vogliono la guerra, guerra sia” esclamò Emmett sempre eccitato all’idea di una battaglia “Qui sono in gioco le vite dei miei nipoti, non voglio metterli nel mezzo di uno scontro” continuò Edward “Esatto, dobbiamo capire perché sono interessati a loro senza mettere in mezzo la mia famiglia” dissi risoluto.

“Cercherò informazioni dagli altri clan stanotte stessa” sentenziò Alice “Qualcuno di noi si unirà ai tuoi stasera e nei prossimi giorni Jacob. La protezione dei bambini e Nessie è al primo posto” disse Jasper. Ero sicuro che la sua mente fosse già all’opera per risolvere il caso. “Potremo lavorare come in passato con la tecnica della divisione in squadre miste vampiri/licantropi, ha sempre dato buoni frutti” disse Seth.

“Una cosa ci tengo a precisarla: Nessie non dovrà sapere nulla di tutto questo! Non sconvolgerò la sua tranquillità, non adesso che i bambini sono cresciuti e che si sta riprendendo la sua vita” dissi “Come pensi di comportarti con lei?” chiese Bella “Noi ci occuperemo di tutto, lei continuerà la sua vita normale e nessuno oserà dirle niente” “E se invece lo volesse sapere? Jake è tua moglie, li potrebbe proteggere meglio se fosse a conoscenza di tutto” disse Bella. “Non se ne parla Bella, io sono suo marito e io decido se dirglielo o meno. Non mi sarei mai intromesso prima di sposarla e avere una famiglia con lei. Sai che ho sempre rispettato le vostre decisioni quando lei abitava qui, ma ora no” affermai “Sono d’accordo, Jacob ha ragione” mi supportò Edward. Non potevo credere che lui si mettesse contro sua moglie per spalleggiarmi, ma negli anni passati avevo imparato che mio suocero sapeva stupirmi alle volte e che quando si trattava della figlia impazziva.

Restai fuori tutta la notte con i Cullen per organizzare le attività dei giorni seguenti, poi mandai Seth a riferire tutto ai miei compagni di branco.

 

POV Nessie

Mi svegliai e con gli occhi ancora socchiusi allungai un braccio per toccare Jake. Mi accorsi che il letto era vuoto…il suo pigiama era ancora ripiegato, quindi non aveva dormito a casa. La sveglia sul suo comodino segnava le 8.30. Mi preoccupai, pensando che fosse successo qualcosa. Non sarebbe mai uscito nel cuore della notte senza lasciarmi neanche un biglietto di spiegazioni. Scesi al piano inferiore e sentii infilare le chiavi nella toppa. Eccolo tornare, da dove arrivava? Chiesi subito spiegazioni e lui disse che Seth aveva bisogno di compagnia, quindi erano andati a casa sua e lì, parlando, si erano addormentati. Si scusò per non avermi avvisata ma disse che se lo avesse fatto avrebbe svegliato me e i bambini…

 

POV Jacob

Le avevo inventato una sciocchezza per giustificare l’assenza di quella notte e miracolosamente ci aveva creduto. La guardavo preparare la colazione seduto al tavolo di cucina e pensavo che non si meritava di soffrire…se le avessi detto la verità si sarebbe disperata per i bambini! Anni prima avevo promesso a Edward e Bella di proteggerla e lo stavo facendo. Proteggerla per la sua incolumità fisica e proteggerla anche dai dispiaceri che la notizia le avrebbe procurato.

Sorrideva contenta e canticchiava una canzoncina per bambini. La abbracciai e la baciai “Che ti prende amore? Sei strano” disse “Niente, voglio solo che tu sappia che ti amo” risposi. Lei mi guardò con quegli occhioni da cerbiatta color cioccolato “So che mi ami Jake. Giurami che va tutto bene però…” la sua perspicacia, che aveva trasmesso a Jessie e Sarah mi sorprendeva sempre. “Va tutto bene, è così strano che io ti ami?” cercai di deviare il discorso “No, hai ragione” disse.

Sì, avevo scelto bene, non l’avrei fatta preoccupare. Avevo preso una decisione difficile, ma era quella migliore per lei, per i bambini e anche per me. 


NOTE:

Cosa vorranno questi vampiri che hanno fatto incursione a Forks? Riuscira Jake a tenere Nessie all'oscuro di tutto e a proteggere lei e i bambini? Continuate a seguirmi e lo saprete :)

Intanto aspetto le vostre recensioni in cui potete dirmi le ipotesi...e se appoggiate o meno l'idea di Jacob di mantenere il segreto! A presto...


Ritorna all'indice


Capitolo 38
*** "Tensioni" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION



Uploaded with ImageShack.us


Capitolo 38

“Tensioni”

  

POV Jacob

I giorni passavano inesorabili e le attività del branco e dei Cullen procedevano senza interferire con la vita della mia famiglia. Avevamo stabilito che noi lupi avremo lavorato di giorno, a turni, mentre i Cullen sarebbero entrati in azione la notte, visto che non avevano bisogno di dormire.

Lavoravamo uniti e tutti insieme mentivamo a Renesmee che da una settimana era diventata sospettosa per la mia assenza da casa. Con Embry infatti facevamo mezza giornata per uno all’officina, l’altra metà del tempo la passavo a organizzare il mio branco, a raccordarmi con i miei parenti, a decifrare le intenzioni dei nostri nemici. Uscivo da casa ogni mattina alle 8.00 e ci tornavo la sera alle 20.30, quando andava bene…alcune volte ero rincasato anche alle 22.00! Il sabato e la domenica inventavo a mia moglie delle scuse per allontanarmi da casa, come per esempio straordinari al lavoro, impegni con Billy, necessità di aiutare qualche amico, insomma un mare di bugie…ma gliele dicevo a fin di bene, per proteggere lei e i nostri cuccioli. Anche le compagne degli altri licantropi sapevano tutto e ci aiutavano a raccontarle frottole. Questa situazione cominciata in una fredda sera di fine febbraio andava avanti da tre settimane.

Vedevo pochissimo i miei figli e il tempo con Nessie era praticamente inesistente, contando che quando tornavo avevo sonno e poca voglia di parlare, viste le mie preoccupazioni per la loro sicurezza e quando mi svegliavo la mattina era ora di ripartire.

La notte precedente Alice, Esme, Carlisle e Bella avevano scoperto tramite le informazioni raccolte presso gli altri clan di vampiri loro amici, che dietro a tutto c’era una nostra vecchia conoscenza: Michael. Colui che prima del mio matrimonio insieme al fratello Frank aveva cercato di coinvolgere i Cullen e noi lupi ad allearci con loro per combattere i Volturi…ricordavo che avevano creato un gruppo abbastanza consistente e che avevano uno stupido nome: i Vendicatori. Anni prima ci avevano messo leggermente in difficoltà facendoci dividere in gruppi piccolissimi per seguire le loro tracce, ma alla fine avevamo fatto fuori Frank e i vampiri che li seguivano ma Michael, quel codardo, era scappato. Quella fu la prima vera battaglia per la mia principessa e ricordavo di essere stato molto preoccupato per lei, dato che non stava nel mio gruppo.

Ma a distanza di ben 8 anni che cavolo voleva quel putrido parassita da noi? Cosa c’entravano i miei figli poi, visto che all’epoca non erano nemmeno nati? Edward e Jasper erano convinti che stesse ancora cercando vendetta e anche tutti i miei compagni di branco appoggiavano quell’ipotesi. In quella giornata c’erano stati i primi scontri fisici: Emmett, Rosalie, Jared e Sam si erano trovati davanti a due avversari. Riuscirono a batterli con estrema facilità, vista anche la superiorità numerica, ma questo significava che il tempo della battaglia si stava avvicinando inesorabilmente.

 

POV Nessie

Jake tornò a casa alle 22.00 quella sera e come al solito mi diede un bacio sfuggente e andò a letto. Non riuscivo a capire perché se ne stava fuori tutto il giorno. Lo seguii in camera nostra ed entrando nel letto accanto a lui ci baciammo. Alzai la maglia del suo pigiama e salendo sopra di lui a cavalcioni, baciai i suoi pettorali e gli addominali. Lo desideravo visto che da tre settimane e mezzo non mi toccava e non me lo chiedeva…non ero abituata a proporgli in prima persona di fare l’amore, di solito era lui a chiedermelo, ma Jacob non lo faceva e così quella era la terza volta che provavo a sedurlo. Speravo che andasse meglio delle precedenti, in cui diceva di essere stanco…

Cercai di abbassare i suoi pantaloni e i boxer, ma per tutta risposta lui fermò le mie mani e facendomi sdraiare accanto a lui disse “Nessie, non stasera!” Mi girai dall’altra parte. Ok, c’era ufficialmente qualcosa che non andava tra noi. Come era possibile che dopo tutto quel tempo mi respingesse nuovamente? Sentii che si era addormentato allora mi girai verso di lui per guardarlo. Aveva il viso molto stanco, le occhiaie risaltavano anche sulla sua pelle scura. Cosa mi nascondeva? Da giorni mi balenava in testa l’idea che tutte quelle ore lontano da casa e tutta quella freddezza con me fossero un sintomo evidente…c’era un'altra donna…

Non potevo sopportare un simile pensiero, ma non ero scema, era l’unica alternativa plausibile alla sua assenza. Forse era Maggie che ce l’aveva finalmente fatta a portarmelo via…Ne parlai con mamma e anche con Leah e Rachel, ma tutte e tre sembravano convinte che stessi delirando. Le pregai di non dire niente a mio marito. Nell’ultimo periodo avevo stretto molto la mia amicizia con mia cognata Rachel, con lei riuscivo a sfogarmi e a confrontarmi su tutto quello che riguardava la mia vita da moglie e mamma.

La mattina seguente quando mi svegliai, Jake non era nel nostro letto, sicuramente doveva essere uscito prima del solito. Mi preparai per andare al lavoro e svegliai i bambini. “Mamma non voglio il latte con i cereali, voglio il succo d’arancia” disse Jessie davanti alla sua colazione. “Andiamo Jess non fare i capricci, sbrigati che devo portarti all’asilo e lasciare Sarah da zia Rosalie” il mio malumore dovuto alle supposizioni su Jacob mi faceva essere più brusca con i miei figli.

Andai a prendere alcune cose che mi sarebbero servite quel giorno a scuola e sentii piangere Sarah. Tornai in cucina e non appena mi vide la mia piccola disse piangendo “Jessie mi ha sporcato il vestito” “Jessie sei sempre il solito, come hai fatto a rovesciare addosso a tua sorella la sua colazione? Dimmelo lo hai fatto apposta vero?” ero arrabbiata più del dovuto, avrei perso tempo a cambiare la bambina, a sgridarlo e non avevo l’appoggio di mio marito. Come sempre i bambini captavano il mio nervosismo e pativano l’assenza del papà, avevano infatti iniziato a farsi i dispetti a vicenda, a disobbedire…cambiai Sarah e prima di uscire la mia bambina andò a tirare un calcio nelle gambe a Jessie per vendicarsi, e lui cadde urtando un gioco che era per terra. Jessie cominciò a piangere e sollevando i pantaloni vidi che si era sbucciato. “Sarah quante volte dobbiamo dire che non si alzano le mani! Tuo fratello ha sbagliato per primo e tu continui…” Medicai Jessie, sperando di non fare tardi al lavoro e intanto dicevo arrabbiata nera “Ditemelo, vi divertite a prendermi in giro vero? Ve ne approfittate solo perché non c’è papà, ma state tranquilli che una bella sgridata non ve la leva nessuno appena vengo a prendervi oggi pomeriggio. E aspettate che lo racconti a vostro padre!”

I bambini mi guardarono impauriti sapevo che avevano paura quando li sgridavo e che ne avevano ancor più di Jacob. In macchina verso casa Cullen dove dovevo lasciare Sarah, pensavo che quella sera avrei parlato chiaro con mio marito. Poteva essere latitante con me, ma non con i nostri bambini. L’avrei messo alle strette e doveva avere il coraggio di dirmi cosa stava succedendo tra noi! Me lo doveva, era un mio diritto, ero sua moglie, non poteva trattarmi in quel modo.



NOTE:

Povera Nessie, non sa proprio cosa pensare sul comportamento di Jacob....presto lui le dovrà delle spiegazioni, riusciranno ad affrontare la cosa come coppia e a proteggere i loro figli?

Recensite!!!!!!!

Ah dimenticavo, ho raggiunto e superato le 2000 letture, grazie a tutti voi!

Ritorna all'indice


Capitolo 39
*** "Disperato bisogno di te" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFCICTION



Uploaded with ImageShack.us


Capitolo 39

“Disperato bisogno di te”

 

 

POV Jacob

Mi avventai su quel vampiro con una ferocia inaudita. Liberai Quil dalla sua posizione e grazie alle visioni di Alice riuscii a dirigermi con Bella, Jasper e Paul verso la direzione giusta per scovare altri tre vampiri, che durante lo scontro si erano rifugiati nei boschi. Embry e Leah si erano feriti, così erano tornati a casa con Carlisle, Rosalie ed Esme per le medicazioni.

Sam e Jared quel giorno erano vicini alla scuola dove Nessie insegnava e dove andava all’asilo Jessie, avevano il compito giornaliero di pensare alla loro protezione seguendoli. Edward invece si occupava di Sarah, dato che i Cullen facevano a turno a tenerla mentre mia moglie lavorava. Lasciammo quindi sul campo di battaglia centrale Quil, Seth, Alice ed Emmett. Se la sarebbero cavata bene, ormai restavano solo due avversari da battere e sia Emmett sia Seth se ne stavano occupando quando li lasciai. Alice e Quil avrebbero bruciato tutti i corpi che giacevano distesi a terra.

Era il 31 marzo, ormai era trascorso un mese e qualche giorno dall’inizio di tutto. Eravamo vicini alla fine di quell’incubo però. Gli alleati di Michael erano quasi capitolati e gli stavamo alle costole. In compenso le cose con Nessie erano andate sempre peggio. Avevo letto nella mente di Leah che addirittura mia moglie pensava che avessi l’amante, non ci parlavamo se non litigando e non avevo la forza per dirle che l’amavo, per sentirla mia, per rassicurarla. Ero preso sempre più dalla disperata ricerca di Michael e non riuscivo a concentrarmi più su niente.

Tornai a casa Cullen accompagnato da tutti gli altri e lì, nel nostro quartier generale, facemmo il punto della situazione. “Ci siamo ragazzi, è quasi finita” ci spronò Carlisle “Sì, ce la faremo la prossima volta” disse Rosalie. “Quando lo prendiamo lo distruggo con le mie mani” continuò Emmett “Ci puoi giurare” gli fece eco Embry. “Se solo riuscissi ad essere più precisa nelle premonizioni…” disse Alice “Tesoro, stai tranquilla, fai già del tuo meglio” la rassicurò Esme. “Ho appena ricevuto notizie da Sam e Jared che sono davanti a scuola, dicono che è tutto tranquillo” riferì Quil “Esatto anche Edward dice lo stesso. È al parco con Sarah” disse Bella.

“Se noi riuscissimo a incastrarlo sul confine con il fiume sarebbe perfetto e lo massacreremo di botte quel codardo” propose Paul “Sì ma sappiamo bene che tenterà di scappare come sempre” intervenne Seth “Sì, concordo. Ma dobbiamo farci trovare schierati in modo tale da non lasciargli vie di fuga” lo supportò Jasper. “Vorrei solo che avesse le palle di presentarsi al posto dei suoi vicari” affermò Leah decisa come sempre “Se solo lo facesse gli spaccherei la faccia in tre secondi. Ci fa vivere un inferno da un mese e sta rovinando la mia vita coniugale…giuro che se lo prendo ci faccio il barbecue con il suo corpo” dissi aspettando che tutti avessero espresso la loro opinione. Più tardi i miei compagni mi invitarono ad andare a casa, dalla mia famiglia, a prendere le ultime decisioni congiunti con i Cullen sarebbero rimasti per i lupi Leah e Jared. Li ringraziai e me ne andai.

 

POV Nessie

Lasciai i bambini da Rachel. Avevo organizzato di passare la notte con Jacob e nei giorni precedenti, insieme a sua sorella, avevo fatto acquisti per riuscire a sedurlo. Erano esattamente 1 mese e 5 giorni che non facevamo l’amore e ultimamente litigavamo di continuo. Volevo recuperare il nostro rapporto e per farlo una serata di passione era quello che ci voleva. Per evitare di essere respinta per la quarta volta, Rachel mi portò a Port Angeles nel più bel negozio di intimo e comprai delle cose niente male. Se vedendomi con quel completino non fossi riuscita ad accendere il fuoco dell’eros, allora avrei seriamente pensato che lui non provava più nulla per me.

Ripensavo ancora al sogno che avevo fatto quella notte: ero con i bambini alla radura, quella in cui Bella ed Edward mi portavano spesso da piccola, dove dicevano di essersi innamorati. Raccoglievo fiori con i bambini, poi ci sedemmo per fare un picnic e arrivò anche Jake. Ridevamo felici, poi Jacob si alzò per andare a prendere dell’acqua. Mi chiedevo dove l’avrebbe trovata…lì non c’era nessuna fonte d’acqua! Lo guardavo ammirata per la sua bellezza mentre camminava irradiato dai raggi del sole, che tanto ricordava la sua personalità. Si girò e, dopo avermi ammaliata con il suo sorriso abbagliante, sparì nel nulla. Spaventata andai a cercarlo aiutata da Jessie e Sarah e chiamai anche i miei familiari e i lupi per farmi aiutare, ma niente.

Ad un certo punto un uomo dagli occhi rossi uscì dal bosco e mi disse che aveva ucciso Jacob. Cominciai a piangere mentre lui continuava a dirmi che il mio amore lo aveva pregato di non farci del male. Quell’uomo diceva che il comportamento di Jake era stato patetico e che per questo lo uccise con ancora più ferocia. Quando la mattina aprii gli occhi piangendo e urlando mi calmai pensando che era stato solo un sogno. Ritornai alla realtà scacciando il ricordo del sogno e decisi di non pensarci più.

Da sola a casa abbassai le luci in camera da letto e andai nel bagno comunicante con la nostra stanza, dove appuntai appena i miei boccoli dietro alla nuca, lasciandoli morbidi lungo la schiena. Misi quel perizoma e quel reggiseno neri pieni di pizzi e ricami. Infilai poi le calze autoreggenti nere velate con delle scarpe con il tacco alto color cuoio. Sulle labbra carnose misi il rossetto rosso e mi guardai soddisfatta allo specchio…ero sempre troppo modesta sul mio aspetto fisico, ma quella sera mi sembravo davvero sexy. Lo sentii aprire la porta di casa e salire velocemente le scale che portavano lì, al piano superiore. Allora mi appoggiai allo stipite della porta che dal bagno portava in camera, assumendo una posa il più possibile seducente.

 

POV Jacob

Quando entrai in camera e la vidi sulla porta del bagno vestita, o meglio svestita, in quel modo non ragionai più. Non sentivo più fame, né sete, né sonno, avevo solo voglia di farmela dopo tutto quel tempo. In quel momento mi sentivo proprio come un animale guidato dall’istinto, nessun romanticismo, ma solo la voglia di sentirla mia. Mi avvicinai togliendomi i vestiti tutti insieme e la presi in braccio. Lei accavallò le sue lunghe gambe attorno ai miei fianchi e la portai in bagno dove, appoggiandola al marmo che circondava il lavandino le tolsi quel perizoma e la baciai. Con foga entrai dentro di lei e mi appoggiavo al ripiano su cui era seduta per cercare di sentire quel piacere che avevo negato a me e a lei per troppo tempo. Non mi preoccupai di prendere delle precauzioni, il mio cervello annebbiato dal suo profumo e dalla sua bellezza non era più lucido.

Le tolsi il reggiseno e baciai il suo seno, attaccandomi ai suoi capezzoli come un bambino che vuole prendere il latte. Poi la baciai e lei intrecciò le sue dita ai miei capelli. Con le sue gambe mi teneva stretta la vita ed io ogni tanto la guardavo allo specchio dietro di lei. Vedevo la sua schiena, semicoperta dai rigogliosi boccoli rossi e il suo sedere; poi guardavo la mia faccia da ebete che la bramava. Sentivo i suoi gemiti e i miei che le facevano eco, mescolarsi insieme in quella passione quasi violenta. Le tolsi le scarpe e le autoreggenti, mentre lei sorridendo mi abbracciava, passando le sue braccia sotto le mie per posarle dietro alle mie spalle. Più la guardavo negli occhi e in quelle labbra più la desideravo in un modo proibito. Le mie energiche spinte dentro quel corpo perfetto mi mandavano in estasi e sapevo bene che in quel momento non stavo facendo l’amore con Nessie, stavamo letteralmente scopando. Non capivo perché lei non mi fermasse, ma al contrario mi incitasse a farlo con quei baci sul collo e quelle mani che mi accarezzavano la schiena. I gemiti avevano toccato un volume alto e la vidi appoggiarsi allo specchio dietro di lei, con la bocca a cuore dischiusa che disegnava una piccola O di piacere e con gli occhi chiusi.

Sentivo che di lì a poco saremmo esplosi nel vortice dell’erotismo infatti, accelerando il ritmo delle spinte, mi sentii quasi svenire dentro di lei e avvertii il suono della sua voce in lontananza che diceva “Cavolo Jacob…ti amo…” poi sospiri in grande quantità e ancora “Non voglio perderti mai più…ho bisogno di te”. La portai sul letto, sotto al piumone e le feci miliardi di coccole. Sentivo dal suo respiro e dal battito del suo cuore che era rilassata, il suo sguardo dolce e i nostri baci poi mi facevano capire che era felice lì con me. E lo ero anche io.

“Giurami che non c’è nessun’altra amore” “Te lo giuro Nessie, non esiste nessuna esclusa te” “Voglio che ritorniamo quelli di sempre JJ” “Anche io piccola, ti prometto che presto sarà tutto finito” “Jacob io ho bisogno di te adesso, non presto!” “Lo so carotina ma fidati di me” “Vorrei solo che tu parlassi con me, che non ti tenessi tutto dentro. Potrei aiutarti se tu me lo permettessi…” “Renesmee tu già mi aiuti facendomi capire ogni giorno che mi ami e accudendo i nostri figli”. Ci baciammo e capii da quegli occhi da cerbiatta, che aveva sofferto molto lontana da me e che anche in quel momento aveva paura di soffrire ancora. Mi raccontò del sogno che aveva fatto la notte precedente. Non avevo dubbi, la sua capacità di premonizione in passato si era rivelata veritiera. Quando si trattava di noi due e di una battaglia che ci coinvolgeva, lei riusciva sempre a sognarla prima che accadesse. Ma non sarebbe andata in quel modo.

La rassicurai e la tenni stretta a me dicendole che era solo un sogno “Sai che giorno è oggi Jake?” “Il 31 marzo principessa, il giorno in cui ci siamo baciati, mettendoci insieme, e in cui un anno dopo abbiamo fatto l’amore per la prima volta” “Bravo lupacchiotto, fammi sentire così per sempre…come la principessa delle favole tra le braccia del suo principe azzurro!” disse sorridendo.



NOTE:

Insomma Jacob vuoi deciderti a dire a Nessie la verità???? Dobbiamo entrare noi nella storia e dirglielo???
Ok a parte questo momento di sclero, ho provato a racontare una notte di passione con gli occhi di Jacob, è stato difficile provare a pensare e vedere le cose da una prospettiva maschile e quindi lontana da me...spero sia andata bene :)
Comunque vi ricordo di seguirmi anche sulla mia pagina facebook: Taylor Lautner my sweet love e poi di lasciare tante recensioni!!!!!!! A presto!

Ritorna all'indice


Capitolo 40
*** "La verità" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION



Uploaded with ImageShack.us

Capitolo 40

“La verità”

 

 

Mi svegliai al settimo cielo, circondata dal suo calore e dal suo profumo. Lo lasciai dormire e scesi in cucina per preparargli la colazione: dei pasticcini fatti con le mie mani ma soprattutto con il mio amore. Era tutto pronto quando scese “Buongiorno amore” gli dissi sorridendo e andando ad abbracciarlo. “Ti ho preparato la colazione” continuai “Sei stata carina ma non posso restare, sono già in ritardo” rispose. “Ritardo per cosa? È sabato!” “Ness lo sai, ti chiedo solo pochi giorni di pazienza” Certo perché illudermi su quella notte passata divinamente? I misteri non erano finiti, chissà per quanto altro tempo sarebbero andati avanti.

Se ne andò in fretta partendo a tutta velocità con la moto. Mi vestii e andai a riprendere i miei figli da Rachel.

Quel giorno li portai al parco e li feci salire sulle giostre. “Mammina hai visto che bel cavallo?” domandò Sarah vedendo in lontananza uno dei cavalli del maneggio che si trovava proprio dentro al parco “Sì cucciolina, ti va di andare a toccarlo?” “Sì, gli diamo anche da mangiare?” chiese Sarah “I cavalli mangiano il fieno e noi dove lo troviamo?” subentrò Jessie. Toccammo i cavalli che stavano affacciati ad alcune finestre della stalla. Ai bambini piacquero moltissimo. Sarah entusiasta diede da mangiare a uno di loro con il mio aiuto, mentre Jessie tentava di riprodurre il loro nitrito e porgeva da solo il fieno ai cavalli.

 

POV Jacob

La notte con Nessie era stata fantastica. Ogni volta che ci ripensavo mi tornava l’eccitazione nel corpo e nella mente, ma dovevo concentrarmi. Stavamo mettendo a punto il piano: incastrare Michael e gli ultimi suoi scagnozzi vicino al fiume.

Dopo andai a testare la zona con Embry, Jared, Edward e Jasper. Ecco che alcuni di loro ci avevano seguiti e ci attaccarono. Mentre uccidevo uno di quei fetidi succhiasangue un altro riuscì ad avvicinarsi a me e mi ferì. Finito il combattimento tornai con gli altri a casa Cullen dove il dottore mi curò, facendo una fasciatura sul mio avambraccio sinistro.

Tutti mi costrinsero a tornare a casa prima del previsto. Non appena varcai la soglia di casa, Nessie mi chiese cosa mi fosse successo. Inventai di essermi ferito insieme ai ragazzi, non era molto credibile, infatti lei mi tempestò di domande e continuava a ripetermi che non credeva alle mie parole. Non ce la facevo più in quel mare di bugie, volevo proteggerla, ma allo stesso tempo avevo il desiderio di condividere le mie ansie con lei, come avevo sempre fatto. Litigammo “Mi tratti come una stupida ragazzina che non capisce nulla” urlò tirandomi verso la cucina e chiudendo la porta, per attutire le parole che ci rivolgevamo alle orecchie dei bambini, rimasti a giocare in salotto. “Non ho intenzione di assecondare i tuoi capricci solo perché fai la bambina piccola” dissi <”Non fare il papà con me Jake, non sono tua figlia” “Beh ti comporti come se lo fossi…” “Certo, per te sono una bambina soltanto quando ti resta comodo eh?!” disse mia moglie urlando e con il viso acceso dalla rabbia.

“Falla finita Nessie, sei noiosa quando fai così” “Ieri sera però quando ti divertivi non mi dicevi falla finita, non ero noiosa” “Non tirare fuori cose che non centrano nulla!” gridai infastidito. “Centrano eccome Jacob. Adesso mi dici cosa sta succedendo da un mese a questa parte oppure…io giuro che stasera me ne vado con i bambini e che…non mi vedi mai più…” Rimasi attonito, non volevo dirle cosa nascondevo, ma non volevo assolutamente perdere lei e i miei bambini. La guardai mordendomi il labbro inferiore e presi la pazza decisione di raccontarle tutto. Quando finii lei si arrabbiò a morte con me dicendo che l’avevo presa in giro, che lei meritava di sapere tutto per proteggere meglio i nostri figli…

Cercai di farla ragionare, ma fu inutile. Scappò sulle scale e la rincorsi bloccandola contro il muro del corridoio che al piano superiore portava in camera nostra, si mise a piangere e mi disse che non si poteva fidare di me, che ero un bugiardo traditore, che non voleva più vedermi e che mi odiava! Quell’ultima parola mi colpì al cuore come un pugnale. La lasciai libera e lei corse in camera nostra sbattendo la porta e chiudendosi a chiave. Era giusto lasciarla riflettere, così tornai dai miei figli e dopo poco li misi a letto. Bussai alla porta di camera mia “Vattene Jacob” urlò con la voce che faceva capire che stava ancora piangendo “Perché non vai dai tuoi amici o dai Cullen visto che ti piacciono tanto? Dato che mi tratti come una bambina al pari di Sarah e non mi reputi in grado di informarmi su ciò che ci riguarda?” “Ness, ti prego, lo so che sei arrabbiata, ma parliamo” tentai di dire “Parliamo un cazzo, è troppo tardi, arrangiati adesso e vattene sul divano!” Scesi giù e mi sistemai sul divano. Non volevo creare quel casino, non volevo litigare con lei.

Forse aveva ragione, la volevo proteggere troppo, era una donna ormai e avrei dovuto condividere con lei i nostri problemi, ma era forse un reato desiderare di saperla al sicuro? Sperare di tenerla fuori dalle preoccupazioni e accollarmi tutto lo stress del caso? Volerle garantire la sua tranquilla vita normale? Con quei dubbi mi addormentai.

 

POV Nessie

Ero furibonda. Come aveva potuto quella testaccia dura di mio marito tenermi all’oscuro di tutto? I nostri piccoli erano in pericolo, i Cullen, i lupi, le loro famiglie, tutti sapevano tranne me. Ecco perché stava sempre fuori e faceva il misterioso! Questa non gliela avrei fatta passare liscia. Una volta sconfitto Michael e posto fine al pericolo gli avrei fatto patire le pene dell’inferno. Così avrebbe imparato a fidarsi di me. Passai la notte quasi insonne piangendo per la paura che qualcuno potesse far del male ai bambini e anche a lui, che odiavo per il modo in cui si era comportato, ma che amavo profondamente. Sperai che il mio incubo non fosse veritiero fino in fondo. Non avrei mai accettato la morte di Jacob e non avrei mai permesso a Michael di toccare i nostri cuccioli…la mattina dopo scesi al piano inferiore, decisa a tenere il muso a mio marito, ma lui era già uscito.



NOTE:
Finalmente anche Nessie conosce la verità e ovviamente ha reagito come tutti ci aspettavamo arrabbiandosi con Jacob...come darle torto??? Riusciranno ad affrontare Michael e i suoi seguaci? Seguitemi e lo saprete :)

Ritorna all'indice


Capitolo 41
*** "Lascia stare i miei figli" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION



Uploaded with ImageShack.us


Capitolo 41

“Lascia stare i miei figli”

 

Erano cominciate le vacanze di Pasqua, ma ero tutt’altro che felice. Svegliai i bambini e li portai nei prati in cui il fiume creava una piccola cascata. A Jessie e Sarah quel posto piaceva molto ed io avevo voglia di non pensare…quello che Jake mi aveva detto la notte passata mi frullava in testa senza sosta. “Mamy questi fiorellini sono per te” disse Sarah porgendomi tre fiori che aveva raccolto “Grazie tesoro, sono molto belli” dissi annusandoli e baciando mia figlia.

Jessie aveva tirato fuori dalla borsa il pallone e lo tirava a sua sorella che, ancora impacciata nei movimenti, cercava di prendere e rilanciare. “Sarah non sa prendere la palla, Sarah non sa prendere la palla” lo diceva a cantilena. Era sempre pronto a prendere in giro, proprio come suo padre, buon sangue non mente! “Oh Jess smettila, è ancora piccola, non puoi pensare che sappia fare la cose come te, che hai due anni in più” dissi. Continuarono a giocare e Sarah fece andare la palla nell’acqua. “Mammaaa, guarda cosa ha fatto!” urlò Jessie mentre già era sulla riva del laghetto formato dalla cascata, pronto a riprenderla “No la riprendo io, stai con tua sorella” dissi appena in tempo. Con un bastone la recuperai, ma quando mi girai vidi i miei figli terrorizzati guardare qualcosa o qualcuno vicino agli alberi dietro di me.

Lo riconobbi immediatamente. Era lui, quel guastafeste di Michael. Ci osservava e sogghignava. Ecco perché nel mio sogno Jake cercava l’acqua…io, Jessie e Sarah eravamo vicini alla cascata! Abbracciai i bambini dicendogli di non avere paura e chiesi a Jessie, che sembrava più temerario, di tenere sempre per mano Sarah che stava per piangere. “Mamma ma quel signore ha gli occhi rossi” disse la mia bambina “Lui è un vampiro di quelli cattivi, non come i nonni e gli zii” disse Jessie come se ne avesse già visti a centinaia. In realtà era il primo che vedeva dal vivo, ma tante volte stava in braccio a Jake e ascoltava le storie che gli raccontava su vampiri e licantropi. Jessie era sempre stato affascinato da quei racconti, probabilmente perché ai maschietti piacciono i pericoli, o forse perché già inconsciamente i suoi geni di futuro lupetto lo spingevano al desiderio di conoscere.

Mi alzai guardando Michael negli occhi e mi posizionai davanti ai bambini. “Oh Nessie quale onore. Vedo che dopo tanti anni sei sempre bella e…noto con piacere che non sei sola” “Che cosa vuoi Michael?” “Il tempo non ha scalfito la tua fierezza eh?!” Che arrogante, mi voltai vedendo che i bambini non erano più impauriti, ma piuttosto incuriositi, forse perché avevano sentito che mi conosceva da tempo… “E così ti sei fatta mettere le mani addosso da quel lupo” lo guardai tentando di capire dove volesse andare a parare e sperando che, essendo abbastanza vicina a casa Cullen, mio padre sentisse i nostri pensieri e venisse a difenderci.

“Insomma avete due bastardini…non male sono belli!” “Non rivolgerti così ai miei figli” dissi infuriata, come si permetteva di chiamarli bastardini? Eravamo persone non animali…sì, erano frutto dell’incrocio tra due “razze” diverse ma non eravamo bestie! “Ma guardali…la femminuccia ti assomiglia, il maschietto invece è la copia di quel cane di tuo marito”. Cercai di impedirgli di guardarli ancora parando la sua visuale. Nella frazione di un secondo si avvicinò a me e prendendomi il viso tra le mani disse “Sai che li voglio, è patetico come tuo marito abbia tentato con tutti gli altri di impedirmelo, ma adesso siamo qui noi quattro soli soletti e nessuno ti aiuterà” “Non gli farai del male, sai che te la faremo pagare” “Faremo? Io vedo soltanto te e nessun prode cavaliere al tuo fianco”. Sentii la manina di Sarah avvolgersi alla mia gamba e Jessie che la rassicurava. Volevo uccidere quel mostro che li impauriva, ma avevo timore di agire da sola, avrei dovuto attaccarlo ma allo stesso tempo mettere in salvo i bambini e da sola non potevo farcela. Ma non volevo che mi vedessero impaurita.

“Ciao piccolo, sai che adesso tu e tua sorella verrete con me a fare un giro?” disse Michael serrando la mie mani e abbassandosi per guardare Jessie. “Te non ci porti da nessuna parte brutto vampiro con gli occhi rossi e lascia stare la mia mamma” rispose il mio bambino tirando un calcio nella gamba di Michael. Guardavo Jessie e vedevo in lui tutto il coraggio che avrebbe avuto suo padre. Jacob lo avrebbe affrontato anche da solo per difendere i bambini, io mi trinceravo dietro scuse inutili per paura di non farcela. “Caspita che coraggio piccoletto” “Michael perché te la prendi con loro? Non erano nati quando ci hai affrontati anni fa. Rifattela con me” dissi.

“Non capisco perché una donna così intelligente non ci arrivi. È semplice, se prendo loro scatenerò l’ira dei Cullen ma al tempo stesso anche quella di tuo marito e del suo branco” “Avrai lo stesso risultato se prendi me” dissi, poi liberandomi tirai i bambini per mano e corsi più in fretta che potevo nella direzione di casa Cullen. Se mi avvicinavo le speranze che Edward mi sentisse aumentavano. Michael però mi superò con un salto e mi tirò a se per un braccio. “Piccola stronzetta combina guai, se non vuoi che uccida all’istante i tuoi bastardini e tuo marito adesso farai ciò che ti dico” disse a denti stretti. “Lascerai che prenda i tuoi figli e magari potrei anche divertirmi con te, poi dirai a Jacob di venire nel bosco, nel punto in cui il fiume svolta verso La Push. Dovrà venirci da solo, perché se sento la puzza di altri lupi o dei tuoi familiari ammazzerò prima la tua bambina e poi il maschietto. Certo con i tuoi figli potrei addolcirmi un po’ se tu fossi gentile con me…” disse toccandomi il seno con entrambe le mani. Fu a quel punto che Edward lo prese per i capelli e lo strattonò all’indietro mentre il mio lupo rossiccio parò la strada a Michael dall’altra parte, per evitare che scappasse di nuovo. Vidi Bella correre dai bambini.

Chiesi a mia madre notizie degli altri e mi disse che erano divisi in due gruppi per combattere contro i seguaci del nostro nemico. La pregai di portare i bambini in salvo insieme a Edward e di lasciare me e Jacob con Michael. Lei acconsentì solo per metà. Disse che sarebbe andata a casa con i miei figli e che Edward sarebbe rimasto con noi. Accettai, era l’unica soluzione possibile. Salutai i bambini dicendo “Jessie, Sarah adesso andate con la nonna e fate i bravi. Vi voglio tanto bene e dopo io e papà verremo a prendervi e vi porteremo a prendere un bel gelato ok?>” Li baciai e li abbracciai. Poi mi voltai in tempo per vedere Michael usare il suo potere su mio padre. Lo vidi contorcersi a terra dal dolore e perdere i sensi. Quando ebbe finito Jacob lo morse, ma non abbastanza da metterlo fuori gioco. Michael si girò verso di lui e sferrò un pugno sul suo collo.

Lo afferrai da dietro e presi la sua testa tra le mani per spezzargli il collo, ma Michael usò il suo potere su di me…ero per terra dolorante, incapace di rialzarmi e guardavo il mio lupo sanguinare e guaire per la sofferenza che gli procurava vedermi in quello stato. Michael capendo che Jake infuriato lo avrebbe ucciso, corse via e Jake lo seguì. Lo vidi sfrecciare dietro a quel vampiro e sperai che riuscisse a farlo fuori. Piangevo per la paura di aver perso mio marito e perché speravo che mio padre non fosse morto. Infatti non potevo muovermi per accertarmene ma non rispondeva quando lo chiamavo. Solo dopo un’ora Edward si alzò, mi corse incontro prendendomi in braccio e, richiamando gli altri Cullen e i lupi, mi fece portare a casa da Esme e Carlisle. Se ne andò correndo con gli zii, le zie e i ragazzi del branco nella direzione della scia di Jacob e Michael, nel tentativo di aiutare mio marito. Tra le braccia del nonno tutta dolorante speravo che Jake stesse bene e che dopo poco l’avrei potuto riabbracciare.


NOTE:
Siamo arrivati allo scontro con Michael!!!! Che sarà successo a Edward, vittima del potere di Michael? Riuscirà Jake a farlo fuori?
E che ve ne pare del piccolo Jessie Black? Nel suo piccolo è stato coraggioso, eredità genetica di Jacob :P
Recensite in tanti e a presto!

Ritorna all'indice


Capitolo 42
*** "Ricordati di me" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION



Uploaded with ImageShack.us

Capitolo 42

“Ricordati di me

 

POV Jacob

Corsi dietro a Michael a tutta velocità, sperando di non perderlo e di uccidere selvaggiamente colui che aveva spaventato i miei figli fino a qualche momento prima, che aveva costretto i miei fratelli di branco e i Cullen a vivere in continua agitazione ed affrontare nuovi scontri. Quel mostro aveva anche fatto molto male ad Edward, sperai che non fosse morto, ma vederlo lì disteso a terra che non si muoveva non mi dava buone speranze. È vero tra me e Edward non c’erano stati bei rapporti in passato, ma le cose si erano risolte e, comunque, anche tanti anni fa non l’avrei voluto vedere ridotto in quelle condizioni per mano di qualcuno diverso da me. Ma soprattutto mentre gli correvo dietro, recuperando la distanza che ci divideva, non potevo fare a meno di pensare a Nessie, che per aiutarmi aveva subito il potere di Michael e l’ultima immagine che mi restava di lei erano le sue grida di dolore, i suoi occhi lucidi e il suo sguardo rivolto a me per accertarsi che stessi bene.

Eravamo al confine con il Canada, vicinissimo al mio avversario, feci un salto e gli fui addosso. Lo sovrastavo mentre era disteso per terra e gli ringhiai contro. Non mi ero mai sentito arrabbiato in quel modo in passato…morsi entrambe le sue braccia e lui scalciò sulla mia pancia. Mi spostai leggermente ma, nonostante il dolore che mi aveva procurato all’addome e prima al collo, non lo mollai. Questa volta era finita davvero, non lo avrei lasciato fuggire. Morsi anche le sue gambe. Volevo farlo patire prima di ucciderlo definitivamente. Strizzò quei suoi occhi rossi e sotto l’influsso del suo potere mi piegai sulle zampe e capii che cosa avevano provato precedentemente Edward e Nessie.

Un dolore lancinante mi prese in ogni fibra del corpo. Quando rilassò gli occhi ero quasi incapace di riprendermi per portare a termine la missione, ma ripescai nella mente il vivido ricordo degli occhi sofferenti di mia moglie e mi alzai di scatto, mordendo il collo di quell’essere immondo. Stava morendo lo vedevo, così mi trasformai e rimasi pronto per bruciarlo, ma Michael, spietato com’era, decise di farmi un ultimo regalo prima di marcire all’inferno. Con un grido acuto strizzò di nuovo gli occhi e mi fece volare lontano da lui. Ricadendo urtai rami di alberi, foglie e prima di giungere a terra la mia tempia destra finì contro una roccia. Il dolore fu fortissimo, il sangue cominciò a scendermi sul viso e la vista mi si annebbiò. Chiusi gli occhi e sperai che la mia vita non fosse finita lì. Ero piuttosto malconcio: il collo aveva una ferita profonda, l’addome era tramortito dal calcio ricevuto, tutto il corpo era ancora indolenzito da quel potere micidiale e adesso anche la testa era ferita seriamente.

Ma quello che mi fece pensare che presto sarei passato a miglior vita fu lo stordimento totale che avevo nel cervello. Tutto girava freneticamente attorno a me, non capivo più dov’ero, le percezioni visive, uditive e olfattive erano sparite. L’ultimo mio pensiero fu rivolto ai bambini e a Renesmee. Sperai che riuscisse a crescerli da sola. Ero certo che tutti si sarebbero prodigati per darle una mano, che non l’avrebbero lasciata sola. Sperai che il litigio avuto la sera precedente non fosse l’ultimo ricordo che le sarebbe rimasto di me…speravo in quegli anni passati insieme di essere riuscito a dimostrarle che l’amavo con tutta la mia anima.

Poi focalizzai il viso di Jessie e di Sarah, era bruttissimo sapere di non poterli più rivedere. Per lo meno nella vita ero riuscito a fare qualcosa di buono. I miei figli erano la cosa migliore che avessi potuto realizzare!

Almeno avrei lasciato a Nessie una, anzi due prove tangibili del nostro amore, che le sarebbero sempre state accanto. Avrei cercato di aiutarli anche dal luogo in cui stavo per andare…in fondo anch’io, in alcune situazioni, avevo avvertito la presenza di mia madre al mio fianco, anche se era morta da molti anni. E anche per la mia dolce principessa ci sarei sempre stato. Speravo di poterle fare compagnia nei momenti difficili e nei suoi ricordi più belli…e poi se avesse voluto vedermi, le sarebbe bastato guardare nostro figlio Jessie, che mi somigliava tanto nell’aspetto e nell’anima. Con queste riflessioni mi abbandonai al dolore che provavo e mi sentii sprofondare in un baratro.

 

POV Edward

Con Emmett, Rosalie, Jasper, Alice e tutto il branco seguimmo la scia di Jacob. Fino a quando non trovammo il corpo di Michael. “È morto” disse Emmett avvicinandosi a lui. Di Jacob non c’era traccia. Rosalie e Alice bruciarono il suo corpo mentre con i miei fratelli e i lupi pensavamo a come organizzarci per cercare Jacob. Proposi di dividerci per risparmiare tempo e Leah acconsentì. Mentre Rosalie, Jasper e Jared sarebbero andati a nord, la squadra di Leah, Quil ed Emmett si sarebbe diretta a sud; un terzo gruppo che comprendeva Seth (il terzo in ordine di gestione del potere all’interno del branco), Sam e Alice avrebbe perlustrato a est. Infine io, Embry e Paul ci dirigemmo a ovest. Ci saremo tenuti in contatto grazie ai lupi, fino a dove era possibile, poi avremo provato con i cellulari, anche se nei boschi la ricezione non era delle migliori.

Il mio team risalì il bosco fino a quando la scia di Jacob era ancora percepibile. Girammo a lungo, mi chiedevo dove potesse essere andato Jacob…non era mai stato sciocco e una volta ucciso Michael avrebbe provato a mettersi in contatto con qualcuno. Ma non l’aveva fatto! “Che c’è Paul?!” chiesi dato che stava annusando una roccia. Anche Embry gli si affiancò e leggendo i loro pensieri fui travolto da molte emozioni negative. I ragazzi ripresero forma umana. Osservai anche io quella roccia piena di sangue. Anche il terreno circostante ne era cosparso. “È il suo sangue Edward, riconoscerei il suo odore a occhi chiusi” disse Embry sconvolto. “Magari si è ferito gravemente ed è riuscito a spostarsi” continuò Paul. Rimasi in silenzio. Il sangue era davvero molto, ce l’avrebbe fatta a non morire dissanguato? Le mie conoscenze da medico mi dicevano di no, il legame che mi legava a lui però mi diceva di non perdere le speranze.

Avvisammo gli altri e, dopo un po’ ci radunammo insieme. Tutti si diedero un gran daffare per trovarlo, i lupi erano scossi, lo conoscevano da anni ed era il loro punto di riferimento. Per Embry era il migliore amico, per Seth un fratello maggiore, per Paul un cognato, ma per tutti indistintamente era un amico. Anche i Cullen erano in apprensione. Con il tempo aveva instaurato un buon rapporto con Emmett, Jasper ed Alice, un po’ meno con Rosalie, ma vedevo anche lei dispiaciuta “Se quel cane salta fuori all’improvviso e ci sta facendo uno dei suoi soliti scherzi, allora preparatevi perché è la volta buona che lo ammazzo” disse Rose. Ero preoccupato per Jacob. Un tempo era stato il mio rivale, ma adesso era sposato con Nessie e avevano dei figli. Gli volevo bene e sapevo che rendeva felice mia figlia. 

Non osavo chiamare Carlisle per dirgli che dopo tutte quelle ore non l’avevamo trovato. Lui ed Esme lo avevano accolto in casa nostra come un figlio, già dai tempi in cui era innamorato di Bella. E figuriamoci come sarebbe stata Bella, sapendo che Jacob era sparito o addirittura morto.

Ma chi mi preoccupava infinitamente erano Renesmee e i bambini. I miei nipotini erano ovviamente innamorati di lui, avrebbero compiuto 5 anni l’uno e 3 l’altra tra qualche mese. Un età troppo tenera per perdere il padre. Mia figlia invece sapevo che sarebbe impazzita. Era nata e lui già le stava accanto, erano cresciuti e maturati insieme. Come avrei potuto aiutarla?

Era notte inoltrata e tra poco avrebbe albeggiato. Con estrema difficoltà decidemmo di tornare a casa, avremo riorganizzato le idee e a gruppi saremo ripartiti la sera per continuare le ricerche. Non volevo perdere le speranze, mio genero era scomparso, NON morto! Quella convinzione mi avrebbe aiutato una volta tornati a casa…là mi attendeva il compito più difficile, che tuttavia non potevo delegare a qualcun altro, era mio dovere dirlo a mia moglie, ma soprattutto a mia figlia.



NOTE:

Ragazzi scrivere questo capitolo è stato difficilissimo....e penso che sia anche il più difficile per voi da leggere...non voglio aggiungere altro se non che DOVETE continuare a seguirmi, la storia non è finita per cui ho bisogno del vostro appoggio!!!!
Largo alle recensioni, qui ne pretendo tantissime!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 43
*** "Dove sei?" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION



Uploaded with ImageShack.us


Capitolo 43

“Dove sei?”


Mi svegliai presto, non sapevo neppure come avevo fatto a dormire, forse nonno Carlisle mi aveva dato qualche tranquillante. Scesi nel salotto della mia vecchia casa, dove trovai al gran completo i ragazzi del branco e i Cullen. Mi guardai in giro per vederlo là in mezzo e andare ad abbracciarlo, ma Jake non c’era. In compenso tutti avevano una faccia appesa, come se gli fosse passato sopra un carrarmato. Zia Alice e zio Emmett portarono i miei bambini a fare un giro.

“Nessie perché non ti siedi qui con noi?” disse Rosalie. Andai sul divano “Dov’è Jake?” chiesi. “Stai tranquilla nipotina adesso ti spieghiamo tutto” intervenne zio Jasper che probabilmente usava il suo potere su di me, visto che mi sentivo circondata da una specie di alone di serenità. “Renesmee, tutti noi lo abbiamo cercato per tutto il giorno e tutta la notte, ma purtroppo non l’abbiamo ancora trovato” spiegò mio padre. “Come non l’avete trovato? Non è possibile” dissi “Nessie non è facile si era spinto lontano, era al confine con il Canada e le scie si assottigliano dopo un po’, lo sai” cercò di chiarire Sam. Mi si inumidirono gli occhi “Tesoro non fare così” disse papà “Torneremo stasera a cercarlo, divisi in gruppi, faremo dei turni” disse Jared. “Non avete trovato nemmeno Michael?” chiesi “Sì lui è morto, Jacob deve averlo ucciso” precisò Quil “Non farà più del male né a te né ai bambini” affermò Paul.

“Renesmee, devo dirti anche un’altra cosa però…tu sai che amo la sincerità, anche se ultimamente ti abbiamo tenuto nascoste molte cose, ma questa volta voglio che tu sappia. È una notizia che non ti farà felice, ma…vedi…su una roccia abbiamo trovato il sangue di Jacob. Era cosparso anche per terra ed era molto, ma lui non era lì” disse papà, mentre il mio mondo sprofondava. Mio marito quindi era ferito, dove poteva essersi cacciato in quelle condizioni? Avevo paura che gli fosse successo qualcosa di brutto, avevo una pessima sensazione. “Quanto sangue?” domandai “Tanto piccolina mia, da medico devo dirti che non capisco come una persona che perda tutto quel sangue possa spostarsi ancora.” Scoppiai a piangere a dirotto “Questo non significa nulla, potrebbe aver cercato riparo da qualche parte” sbottò Leah “Non preoccuparti Nessie, lo cercheremo ancora e vedrai che lo riporteremo qui” incalzò Seth. Guardavo Embry tra le lacrime e scorsi i suoi occhi lucidi…lui non credeva che Jake potesse tornare, glielo leggevo chiaro in faccia, fu l’unico che non ebbe il coraggio di dirmi niente. Piansi tutto il giorno tra le braccia di Bella e Edward nella camera che un tempo era stata mia. Chiesi loro di non farmi vedere in quello stato dai bambini.

Dopo due settimane tutti i giorni un gruppo partiva per cercarlo, ma al loro ritorno Jake non c’era mai. Da due settimane non mi muovevo da quella casa. Stavo quasi sempre a letto, piangevo, pensavo ai momenti più belli e divertenti trascorsi con mio marito e avevo chiesto un’aspettativa al lavoro. Non avevo la forza di andarci. I miei familiari preoccupati facevano a turni per sorvegliarmi e starmi accanto…ma non serviva a nulla. Volevo solo Jacob, non mi importava niente del resto. Non volevo neanche passare il tempo con Jessie e Sarah, perché mi ricordavano lui e non sapevo come fare a dirgli quello che era successo. La notte mi svegliavo dopo averlo sognato e ricominciavo a piangere fino a finire le lacrime e ad addormentarmi esausta.

Era esattamente un mese che lui non era più con me. Mi alzai dal letto con quel pensiero e andai dai miei figli. Giocavano nel giardino di casa Cullen insieme alle zie. Vennero ad abbracciarmi “Mamma, ci sei mancata” disse Jessie abbracciandomi “Ti voglio tanto bene mammina” aggiunse Sarah con un bacio. “Mi dispiace tanto bambini, ma la mamma è stata male, adesso andiamo tutti e tre a comprarci un bel pezzo di torta ok?” dissi piangendo. Uscii con i miei figli, scortata da Edward. Mangiammo il dolce ed evitai l’argomento Jacob. Dissi a mio padre che sarei tornata a vivere a casa mia, avevo bisogno di tornare là, sentire il suo odore sul cuscino, sulle magliette che aveva indossato prima di sparire, di rivedere le nostre foto e i video insieme. Mi mancava da morire.

Feci ritorno alla mia casetta di La Push. I miei familiari si organizzarono con gli amici e le amiche della Riserva per far sì di non lasciarmi mai sola durante il giorno.

Ripresi a lavorare, i soldi infatti scarseggiavano e non potevo accettare che i Cullen pagassero al posto mio. Jacob non aveva mai voluto e adesso che lui non era lì, non avrei cambiato il nostro modo di vivere. Quando sarebbe tornato avrebbe trovato tutto invariato…sì, lui sarebbe tornato. Dovevo crederci se non volevo sprofondare ancora di più in quel pozzo nero in cui ero caduta. Jake era vivo, forse non tornava perché qualcuno lo tratteneva…non ci avrebbe mai abbandonati di proposito.

Quella sera decisi di dormire abbracciata al suo cuscino. Sentire il suo profumo mi fece sognare di averlo ancora con me e di essere stretta tra le sue braccia. I giorni passavano ma nulla cambiava. Decisi di scrivere un diario per raccontare la nostra storia d’amore, rimettendo insieme appunti e pensieri che fin da ragazzina scrivevo qua e là. Mi serviva a ricordare la mia felicità con lui. Contavo i giorni che ci separavano: 45, un mese e mezzo! Ogni mattina mentre facevo colazione mi illudevo che quel giorno sarebbe successo qualcosa, ma poi andavo a letto la sera con lo stesso magone che non mi lasciava vivere. Le mie amiche e i ragazzi cercavano di aiutarmi in tutto, coinvolgendomi in ogni occasione, ma mi stavo estraniando. Non avevo voglia di divertirmi senza mio marito, non volevo vedere gli occhi tristi degli altri, non volevo vivere senza di lui. Ormai non stavo più vivendo, stavo sopravvivendo.

Anche quel giorno mi alzai correndo in bagno a vomitare. La sera piangevo così tanto che la mattina la tensione accumulata mi si metteva sullo stomaco e non ce la facevo a trattenermi. Mi vestii per andare al lavoro, preparai Jessie per portarlo all’asilo e Sarah per lasciarla con zio Emmett, quel giorno il ruolo del babysitter era il suo. I bambini facevano colazione “Mamy, ma papà quando torna?” chiese Sarah con la sua ingenuità “Piccolina non lo so, spero presto” le risposi con gli occhi inumiditi. “Sai mamma che sto facendo un disegno grande per lui? Così quando torna glielo regalo” disse Jessie. Lo baciai sulla fronte e andai di nuovo in bagno a vomitare.

Quella sensazione di nausea non mi abbandonava da due settimane e mezzo. Ma non mi importava, Jacob non era ancora tornato e dopo ben due mesi, iniziavo a perdere le speranze. Se prima pensare a mio marito quando ero sola mi dava conforto, da qualche tempo invece lo odiavo. Perché mai quello scemo non si faceva vivo? Non aveva senso. Era un bastardo come tutti gli uomini e non meritava che io stessi lì a piangere per lui. Stavo mangiando l’ennesima zucchina senza riuscire a farne a meno e avevo una grandissima voglia di prenderlo a botte.

Mamma mi aveva convinta a farmi visitare dal nonno, vista la mia situazione emotiva che si ripercuoteva anche sulla mia salute fisica. Embry bussò alla porta di casa. Quel ragazzo era un tesoro, si ostinava a darmi ogni mese un assegno con la parte di guadagni spettante a Jacob per i lavori all’officina, nonostante mio marito non ci lavorasse più. “Embry non devi…ci lavori da solo ed è giusto che ti tieni gli incassi” “Siamo soci ed è giusto che almeno a te possa darli e poi…con uno stipendio solo…siete in tre e Jake si lamentava sempre dicendo che i soldi non bastavano mai”. Risi sapendo che Jake si preoccupava sempre troppo. Andai a prendere i risultati degli esami dal nonno. “Nessie hai gli occhi gonfi e molto arrossati, stamattina ancora più del solito” disse Carlisle “Ieri sera ho un po’ esagerato con le lacrime forse” “Tesoro quello che sto per dirti non so come lo prenderai. Sappi che noi ti saremo vicini sempre e comunque…” Se Carlisle mi diceva quelle cose, voleva dire che brutte notizie erano nell’aria. “Avanti nonno, tanto ormai sono abituata alle notizie shock!” dissi “Renesmee stai aspettando un bambino”.



NOTE:

Ancora i Cullen e i lupi non sono riusciti a rintracciare Jake nè vivo nè morto, come se fosse sparito nel nulla...e ovviamente ci potevamo aspettare la reazione di Renesmee alla notizia della scomparsa di suo marito....
E per di più adesso ha anche scoperto di essere incinta! Dite la verità questa non ve l'aspettavate eh?!?!?!
Comunque vi aspetto sulla mia pagina facebook Taylor Lautner my sweet love e poi aspetto le vostre recensioni!!!!!!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 44
*** "L'ultimo regalo" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION



Uploaded with ImageShack.us



Capitolo 44

“L’ultimo regalo”

 

 

Le parole pronunciate dal nonno mi lasciarono senza fiato. Ero incinta, di nuovo. Come avrei fatto da sola? Avevo già due figli da crescere, chi mi avrebbe dato i soldi per vivere? Mi alzai dalla sedia arrabbiata nera, il destino voleva giocarmi un altro scherzetto…non bastava avermi ridotta in quelle condizioni, voleva ancora beffarsi di me.

Piangendo corsi nella mia vecchia camera, seguita da tutti i Cullen. Arrivai davanti all’ingrandimento fotografico che ritraeva me e Jacob prima di sposarci che avevo fatto incorniciare e, scagliandogli addosso tutti i pelouches che avevo in quella stanza urlavo “Sei contento? Prima mi metti incinta e poi te ne vai! Te ne lavi le mani…lasciandomi qui a occuparmi di tutto…ma puoi giurarci che io il tuo casino non lo risolvo…non questa volta! Io non lo voglio” mi buttai sul letto e rivolgendomi ai miei familiari dicevo “Lasciatemi sola, andatevene”.

Dopo aver pianto per circa un’ora sfiorai la mia pancia. Sapevo esattamente quando ero rimasta incinta. Quella sera del 31 marzo, due giorni prima che sparisse, quando riuscimmo a fare l’amore dopo più di un mese di lontananza. Eravamo stati così presi l’uno dall’altra da non aver pensato a usare delle precauzioni. Accarezzavo la pancia pensando che quello era l’ultimo regalo che aveva voluto farmi prima di andarsene per sempre…sì era sicuramente morto dopo aver ucciso Michael. Altrimenti avrebbe trovato un modo per tornare da me. Quel bambino non avrebbe avuto vita facile, da due mesi già lo facevo soffrire, visto che non facevo altro che piangere…ma lo volevo. Non sapevo come me la sarei cavata con tre figli, ma dovevo averlo per vari motivi:

 

1. Non avrei sprecato l’ultimo dono che Jacob mi aveva lasciato

2. L’avevamo concepito in una notte d’amore e non avrei mai rinunciato a qualcosa che derivava dal sentimento che avevamo provato l’uno per l’altra e che io provavo ancora

3. Ma c’era anche un motivo egoista: speravo che fosse un maschietto e che fosse del tutto identico a Jacob, senza nessuna mia caratteristica fisica né caratteriale. Avrei potuto guardarlo crescere con la consapevolezza che un giorno in lui avrei rivisto mio marito

 

Già succedeva con Jessie, ma volevo un altro piccolo cucciolo che tenesse sempre vivi i miei ricordi. Qualcuno bussò alla porta, era zio Jasper che mi invitava a scendere accertandosi che il mio umore fosse migliorato. Lo seguii in salotto e trovai tutti i miei familiari.

“Tesoro stai meglio?” chiese Bella “Sì, scusate per prima ma ero sconvolta” risposi. “Ascolta Nessie noi capiamo perfettamente che una notizia del genere possa averti confusa. E capiamo bene che sei impaurita, ma se tu non te la senti di averlo…sai che sono un medico e potrei fare qualsiasi cosa per aiutarti” disse Edward. “Papà, ho detto quelle cose perché ero arrabbiata, ma non abortirei mai. Jake non ci sarà, ma so che voi mi aiuterete” dissi.

La mia gravidanza aveva superato i tre mesi. Le nausee erano sparite, ma avevo tante voglie, le più disparate: carciofi, peperoni, hamburger, patatine fritte, arance, banane…avevo cominciato a piangere un po’ meno, ma varie volte non avevo voglia di alzarmi dal letto. Soprattutto da quando ero in ferie dato che eravamo agli inizi di luglio. Avevo trascorso l’ultima settimana guardando alcuni video che io e mio marito ci eravamo fatti in varie situazioni come feste, matrimoni di amici, viaggio di nozze, mentre ero stata incinta di Jessie, con il bambino, quando aspettavo Sarah, tutti e quattro insieme e avevo esaurito le riserve lacrimali ammirando la sua bellezza e sentendo la sua voce. Era così bello che i miei ricordi non ce la facevano a descriverlo veramente. E quei sorrisi, quegli occhi, le sue labbra, il suono della sua risata…da due giorni non uscivo di casa e non portavo i bambini a divertirsi un po’.

Sentii bussare alla porta quella sera. “Billy, ciao” dissi “Ciao tesoro, posso entrare?” “Certo” dissi andando con lui verso il divano su cui mi misi a sedere. Toccò il mio pancino dicendo “Sta crescendo eh?!” annuii sorridendo. “Nessie sono venuto perché volevo dirti delle cose importanti” “Ti ascolto” “Vorrei parlarti di Jessie e Sarah. Li ho visti parecchio giù negli ultimi tempi e sai che gli voglio bene da morire” “Lo so Billy è che sentono la sua mancanza ed io non riesco a dirgli che non tornerà mai più, a spiegargli che è morto”. Mio suocero mi guardò profondamente negli occhi, proprio come sapeva fare solo Jacob “Loro hanno bisogno di te. Proprio perché mio figlio non c’è hanno ancora più necessità di te. So che stai facendo il possibile, stai soffrendo e ti capisco, ma sei la loro madre devi spronarli ad andare avanti anche quando tu per prima non ne hai nessuna voglia” i miei occhi erano già pronti a versare lacrime.

”Nessie sai che io non mi sono mai intromesso nella vostra storia e nelle vostre decisioni, ma posso capirti meglio di chiunque altro…come ti sentiresti se Jessie o Sarah scomparissero e non sapessi più nulla di loro? Se ti dovessi rassegnare all’idea che fossero morti, senza nemmeno avere la possibilità di andare al cimitero a trovarli?” singhiozzando dissi “Morirei”. “Pensa allora a come mi sento io. Non voglio dire che non puoi piangere o avere momenti no, figurati che quando è morta mia moglie ho impiegato anni per stare leggermente meglio, ma ti assicuro che se molli i tuoi figli così te ne pentirai un giorno. Sei una madre e devi metterli al primo posto delle priorità qualunque cosa accada. Sì, lo so, è ingiusto, ma è la legge della vita” lo abbracciai e piansi sulla sua spalla. “Hai ragione Billy mi sto facendo trascinare via dalla disperazione e non devo” “Fallo anche per il bambino che aspetti. Non penso che gli faccia bene percepire il tuo malessere” “Giuro che mi impegnerò. Ti voglio bene Billy!” Lo sentii piangere sommessamente e alzai la testa per guardarlo negli occhi “Adesso fai piangere anche me” disse.

Adoravo Billy, era talmente saggio da ricordarmi nonno Carlisle. Aveva sofferto molto nella sua vita, prima per la morte della moglie, poi per la malattia che l’aveva ridotto sulla sedia a rotelle e sicuramente era diventato così forte proprio per sopravvivere agli eventi della vita. Sapere di averlo accanto mi dava sicurezza.

“Sai cosa direbbe Jacob se ci vedesse adesso?” “Sicuramente ci prenderebbe in giro” risposi. “Sì e direbbe che io sono un vecchio piagnucolone che vuole fare il duro e poi singhiozza come un neonato, e che adesso la sua mostriciattola di Loch Ness, è riuscita a ricreare a Forks lo stesso lago in cui vive da secoli in Scozia” ridemmo e lo ringraziai per le sue parole.

Non potevo continuare in quella maniera, dovevo dare una parvenza di normalità ai miei figli. Quei poveri cuccioli si erano trovati improvvisamente senza papà e anche senza mamma. Certo le nostre famiglie allargate si erano prodigate molto per loro, ma l’affetto dei genitori si può sostituire? No, è impossibile. Di sicuro non potevo donargli il senso di protezione, l’affetto, il divertimento, la solarità che contraddistingueva il loro rapporto con Jacob, ma potevo sempre garantirgli l’amore e la dolcezza di una madre che da tre mesi non faceva il suo dovere. 


NOTE:

Ciao a tutti, allora lo so che non sappiamo nulla di Jacob, non l'hanno ancora trovato nè vivo nè morto. Comunque c'è un piccolo o piccola in arrivo...scommesse sul sesso e sul nome?????
E poi che ne pensate del dialogo tra Nessie e Billy??? Comunque continuate a SEGUIRMI per sapere cosa accadrà; dai aspetto tante recensioni, a presto!

Ritorna all'indice


Capitolo 45
*** "Vivere senza te" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION



Uploaded with ImageShack.us




Capitolo 45

“Vivere senza te”

 

In quelle tre settimane avevo recuperato il rapporto con i miei figli. Piangevo ancora, in camera mia di nascosto, quando dormivano, ma quegli sforzi erano serviti a far recuperar loro il sorriso. Avevamo festeggiato il quinto compleanno di Jessie in quel mese, li avevo portati al parco, a fare qualche picnic, alle giostre. Quel giorno di agosto avevo fissato con Embry, Leah, Seth, Rachel, Paul e i loro figli di andare al mare. La giornata era bellissima e in quell’estate non avevo mai portato i bambini in spiaggia.

Seth e Leah passarono a prenderci a casa. Arrivati in spiaggia stesi gli asciugamani e Seth si occupò di sistemare il mio ombrellone. Si mise a giocare con i bambini mentre parlavo con Leah prendendo il sole. Dopo un’oretta arrivarono anche Embry, Rachel e Paul con Matt e Thomas. Tutti i bambini rimasero con gli uomini del gruppo mentre noi tre ragazze ci rilassavamo un po’ e ci confidavamo. In quei mesi infatti c’era stata una novità, Leah e Embry si erano messi insieme e li vedevo veramente bene come coppia. Non era questione di imprinting, solo un amore normale, lontano dal soprannaturale.

Andai a fare il bagno con Jessie e Sarah, mentre anche gli altri a gruppetti si divertivano in acqua. “Mamma guarda come nuoto” disse Jessie tutto felice. Gli feci i complimenti mentre tenevo Sarah che portava i braccioli. I bambini erano contenti e sembravano due pesciolini.

Ad un certo punto sentii Sarah urlare e, girandomi, vidi che Seth aveva nuotato sott’acqua e le aveva preso le gambe per farla divertire. La mia bambina infatti dopo l’iniziale spavento iniziò a ridere e lo stesso fece Jessie. Seth li prendeva in braccio a turno e li sollevava in aria per poi rimetterli in acqua. “Mamma aiutaci a schizzarlo” diceva Jess. Mi alleai con i miei figli e schizzammo Seth. Lui per farcela pagare si avvicinò a me tenendomi le braccia con una mano e schizzando i bambini. Mi fece cadere e lo trascinai giù con me. Eravamo molto vicini e per un momento sognai di vedere mio marito e lo abbracciai.

“Scusa Nessie non volevo” disse, il mio sogno ad occhi aperti finì. Seth era simile a Jake qualche volta nei modi di fare e per certi versi me lo ricordava: corporatura simile, stesso colore di pelle, capelli e occhi…ma quei colori erano tipici dei Quileute! Riportai i bambini agli asciugamani e gli feci fare merenda, mettendoli sotto l’ombrellone per proteggerli dai raggi solari, anche se ormai avevano perso forza “Mamy torniamo anche domani?” domandò Sarah. “Piccolina mi dispiace ma la mamma domani lavora” avevo infatti impiegato le ferie estive facendo alcune ripetizioni ai ragazzini della Riserva, così arrotondavo le entrate. “Ma con papy venivamo sempre…” si lamentò Jessie “Hai ragione amore, ma la mamma non può davvero portarvi”.

Tornammo a casa e, sdraiata sul letto prima di dormire, guardando la tv sentii per la prima volta il mio bambino scalciare. “Oh piccolino, inizi a muoverti eh?!” chiesi toccandomi la pancia. Ero di quattro mesi e mezzo e sapevo che era un maschietto. Piansi ricordando che Jake mi accarezzava sempre la pancia quando aspettavo Jessie e Sarah… “Mi dispiace ma purtroppo, a differenza di tuo fratello e tua sorella non avrai un papà a coccolarti” dissi continuando a piangere. “Ma ti prometto che farò il possibile per amarti anche al posto suo e farti sentire al sicuro”. Avevo deciso anche il nome…volevo proseguire la storia dei maschietti di casa Black che avevano come iniziali JB: così dopo mio marito (Jacob Black) e dopo il nostro primogenito (Jessie Black), ci sarebbe stato anche Jeremy Black. Speravo che il bambino fosse l’esatta copia fisica e caratteriale dell’uomo che avevo amato sopra ogni cosa e che avrei continuato ad amare. Non ci sarebbe mai stato nessun altro alla sua altezza…forse tra qualche secolo avrei permesso a qualcuno di toccarmi, ma non sarebbe mai stato come con Jake.

Le vacanze estive erano finite, il mio diario dei ricordi era quasi ultimato e avevo affrontato il mio ventinovesimo compleanno insieme a Jessie, Sarah, il bambino che portavo in grembo e le mie due famiglie di amici e parenti. Fingevo di essere tranquilla, ma dentro avrei avuto voglia di scappare e il mio unico desiderio sarebbe stato quello di trascorrere quella giornata sola con lui…alcune volte con Jacob avevamo scherzato su quel compleanno, l’ultimo prima dei trent’anni, e lui ridendo mi diceva che avremo potuto fare qualcosa di folle, tipo andare a Las Vegas e giocarci un bel po’ di soldi alla roulette, fingendo di essere ricchi sfondati. Oppure mi proponeva di andarcene per una settimana e di fare una piccola luna di miele, o ancora di restare a La Push e andare sulla spiaggia con la baia, quella dove avevamo fatto l’amore la sera in cui mi chiese di sposarlo e di ubriacarci e rifarlo di nuovo in quel posto…ma nessuna di quelle opzioni era fattibile, perché mancava un presupposto: Jacob non era più con me!

La scuola era ricominciata e quindi ero impegnata con il lavoro, questo mi consentiva di avere meno tempo per pensare. Tra qualche mese però sarei entrata in maternità e non osavo immaginare cosa avrei fatto…anche Sarah cominciò l’asilo visto che avrebbe compiuto tre anni. Ogni mattina quindi partivo da casa con i bambini e andavo a scuola dove loro frequentavano l’asilo e dove io lavoravo. La sera ogni tanto invitavo Seth a cena, dato che ultimamente si sentiva solo dato che tutti i componenti del branco avevano trovato l’amore, mentre lui era ancora da solo…e poi stavo bene con lui, riuscivo a pensare meno a mio marito e i bambini lo adoravano. Li faceva divertire e soprattutto per Jessie era estremamente positivo avere una figura maschile di riferimento simile al suo papà.

“Ciao Nessie” “Ciao Seth entra pure” dissi al mio amico arrivato per cena. I bambini lo salutarono con un bacio e ci sedemmo a tavola. “Seth vuoi vedere i disegni che ho fatto all’asilo?” chiese Sarah con la sua dolcezza “Sì, vai a prenderli” rispose lui. “Ma dopo fai la gara delle macchinine con me?” propose Jessie “Certo, sono venuto proprio per la gara!” disse Seth. Andarono in salotto tutti e tre mentre io, rimasta a riordinare la cucina, li sentivo ridere e giocare spensierati. Perché anche io non potevo farlo? Perché stavo sempre male? Grosse lacrime mi rigavano il viso. Quando finii il mio lavoro li raggiunsi in salotto. Seth si avvicinò a me per parlare e i bambini continuarono i loro giochi. “Come va oggi Nessie?” “Abbastanza bene” mentii. Mi abbracciò, sapeva che gli avevo raccontato una bugia. “Seth, pensi che Jake dal cielo ci guardi?” “Penso di sì…non riusciva a staccarti gli occhi di dosso e non penso che ci riesca ora” affermò sorridendo. “Spero che sia orgoglioso di me” “Nessie lui è sicuramente fiero di te…stai crescendo i bambini da sola, continui a lavorare, a occuparti della casa e della tua famiglia. Ti preoccupi per Billy, dai una mano a Rachel e in più sei riuscita a portare avanti la tua gravidanza…come potrebbe non apprezzare quello che fai?” mi consolò Seth mentre già piangevo. “Sai…il suo parere mi ha sempre spaventata…non mi sono mai sentita alla sua altezza e continuo a non capire come possa aver avuto l’imprinting con una ragazza come me!” “Ma smettila! In realtà era Jake a dirmi sempre che tu eri troppo per lui”.

Mi sistemai sul divano rincuorata, prendendo Sarah tra le braccia e guardai la gara di macchinine facendo il tifo per il mio bambino. Sarah mi accarezzava il pancione dove Jeremy cresceva da ormai 6 mesi. “Che pancia grossa mamma” “Eh sì, è proprio grande, ma deve ancora crescere sai?” “Anche io voglio avere un bambino nella mia pancia” “Ce l’avrai un giorno” risposi sorridendo. Seth tornò a casa sua e misi a letto i bambini. Restai con loro a fargli un po’ di coccole prima di andare in camera mia. “Mamy, ma come nascono i bambini?” domandò Jessie “Vedete piccolini miei, quando un ragazzo e una ragazza sono sposati e si amano, si danno tanti baci e carezze…e possono decidere di avere un bambino” tentai di spiegare. “Sì ma perché cresce la pancia?” chiese Sarah. Cavolo dov’era Jacob? Già mi vergognavo a parlarne con i miei figli, avevano solo cinque e tre anni, possibile che fossero così curiosi? E di sicuro JJ avrebbe spiegato tutto in modo soft e senza pudore.

“La pancia cresce perché quando la ragazza è pronta ad avere un bambino, allora il ragazzo le regala un piccolo semino che lei deve coltivare e far crescere per 9 mesi…e per crescere il bambino ha bisogno di un posto sicuro, dove non ci sono pericoli…” “Allora papà ti ha regalato un semino quando aspettavi me e Sarah? E anche ora che aspetti Jeremy?” disse Jessie “Sì, papà mi ha dato un semino per te, per tua sorella e anche per Jeremy…” “Ma questo semino come va nella tua pancia?” domandò Sarah. Mamma mia sembrava che i miei figli si fossero accordati per mettermi in imbarazzo “Ci va perché il papà e la mamma si sdraiano molto vicini e si fanno tante coccole…e adesso dormite, che ancora questi discorsi non vi riguardano” dissi baciandoli e spengendo le luci. Poi andai in camera e mi addormentai.


NOTE:

Giuro che nel prossimo capitolo saprete di Jacob!!!!!! Comunque intanto parliamo di questo capitolo: vi è piaciuto il racconto di Jessie e Sarah al mare??? E che ne pensate di Seth che cerca di aiutare Nessie e i bambini??? Ovviamente si tratta solo di amicizia, nulla di più. Spero che vi sia piaciuta anche l'idea di inserire una parte del racconto in cui i bambini chiedono a Nessie come nascono i bambini, dato che la loro curiosità è tanta avendo davanti ai loro occhi il pancione di Nessie che cresce sempre più....e il nome Jeremy vi piace? Dai fatemi sapere, recensite in tanti, a presto! 

Ritorna all'indice


Capitolo 46
*** "Chi sono?" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION



Uploaded with ImageShack.us


Capitolo 46

“Chi sono?”

 

 

POV Jacob

Da quasi sei mesi vivevo senza sapere chi fossi. Non ricordavo il mio nome, la mia età, il posto in cui vivevo. Mi sforzavo di recuperare dalla mia mente qualche informazione, ma era tutto inutile. L’unica cosa di cui ero certo era la consapevolezza di essere un licantropo. Più volte in quei sei mesi infatti mi ero trasformato…vivevo in Canada a Vancuver, con i due vampiri che mi avevano trovato dopo l’incidente. I loro nomi erano Cindy e George. Odiavo per natura i vampiri, ma mi avevano salvato la vita curandomi quando ero gravemente ferito e dandomi una casa in cui vivere.

George diceva che al momento del mio ritrovamento avevano provato a capire chi fossi per rintracciare qualche mio parente o amico, ma era stato impossibile dato che indossavo solo un paio di pantaloni corti e non avevo con me nessun documento o cellulare. Pensavamo che l’incidente fosse stato causato da uno scontro con uno o più vampiri, viste le ferite che avevo e il mio abbigliamento…proprio in quell’occasione avevo perso la memoria.

Osservavo i miei tatuaggi senza poter capire perché li avevo fatti. Il primo era un grosso simbolo sulla spalla destra, chissà cosa significava…il secondo invece era uno spicchio di luna sull’interno del polso destro. Forse la luna era solo un modo per ricordare le vecchie leggende per cui i licantropi hanno un legame con la luna. Erano solo supposizioni…

Quella mattina, ancora sdraiato nel letto, guardavo l’anello che avevo all’anulare sinistro. Lo avevo ritrovato dopo l’incidente agganciato ad una specie di molla che finiva nella tasca dei pantaloni, dato che quando mi trasformavo lo dovevo togliere. Lo portavo all’anulare sinistro perché si capiva chiaramente che quella era una fede o un anello di fidanzamento…questo significava che da qualche parte, nel Mondo, avevo una compagna. Era d’oro bianco, al suo interno c’era una scritta che comprendevo solo a metà: 22/05/22 J-R. L’altra parte della scritta era in una lingua che non conoscevo, o che non ricordavo. Forse la mia compagna era straniera…avevo più volte cercato di interpretare quei segni per capire qualcosa di me. Sia George sia Cindy non ne capivano il senso. Provai anche a collegarmi a internet e digitare su Google traduttore quelle lettere…niente il risultato era lingua sconosciuta! Quindi sapevo solo che il 22/05/22 era successo qualcosa di importante per me e dalle due iniziali J-R potevo dedurre che il mio nome potesse iniziare con una di quelle lettere.

Non conoscere il mio passato mi affliggeva. Cosa potevano pensare i miei familiari, gli amici, quelli che mi conoscevamo visto che da 6 mesi non avevano mie notizie? Era come essere un albero senza radici. O forse mi sbagliavo, non c’era nessuno che mi aspettava, nessuno a cui importasse di me. Perché mai se ero un licantropo non avevo combattuto fianco a fianco con il mio branco? Perché mi ero risvegliato da solo nel bosco gravemente ferito? Magari anche la donna dell’anello mi aveva lasciato e nessuno si chiedeva dove fossi. Le mie condizioni di salute fisica comunque erano tornate al massimo. Solo la mente si rifiutava ancora di ricordare. I vampiri che mi ospitavano dicevano che la botta sulla tempia che qualcuno mi aveva procurato, era stata la causa inevitabile di quella perdita di memoria.

“Come vanno le cose stamattina, Clark” disse Cindy, era così che mi chiamavano perché ero stato ritrovato proprio nel bosco di Clarkville. “Al solito, ho il buio pesto in testa” risposi mettendomi le mani tra i capelli. “Tieni, mangia qualcosa, George ha fatto spese per te” mi disse. Mangiai e decisi di fare una delle mie inutili ricerche sul web. Mi ero illuso che provando a digitare qua e là alcune date, o ricercando il significato del tatuaggio che avevo sulla spalla sarebbe venuto fuori qualcosa di utile. Ma era solo un’illusione, dopo tre mesi di quelle ricerche ancora brancolavo nelle tenebre.

Aprii una pagina internet con una cartina politica degli Stati Uniti e, per una ragione misteriosa, fui attratto dallo stato di Washington. Ingrandii quella zona e un nome apparentemente insulso mi saltò all’occhio: Forks. Non avevo appigli nella mia memoria per ricordare qualcosa connesso a quella città, ma mi fidai del mio istinto. Digitai su Google la parola Forks e iniziai a documentarmi entrando in diverse pagine e guardando delle immagini. La descrivevano come una cittadina molto piovosa, con il cielo quasi sempre coperto dalle nubi; non c’erano grandi attrazioni. Le foto che vedevo non mi ricordavano nulla. Dopo tre ore davanti allo schermo decisi di chiudere e continuare il giorno successivo.

Quella notte sognai Forks ripescando le immagini osservate sul computer. Ero là, con l’ombrello in mano e giravo a vuoto per le vie del centro. Chiesi informazioni a un passante per trovare un luogo tranquillo in cui poter riflettere senza scocciatori. L’uomo mi indicò su una cartina un luogo chiamato La Push. Diceva che si trovava sull’oceano Pacifico, che c’erano delle spiagge e che avrei potuto raggiungerla in appena 15 minuti di macchina. A quel punto mi svegliai nel mio letto. Mi ero lasciato suggestionare dal nome di quella città nello stato di Washington, ma perché inventarmi anche La Push? Ero matto…

Dopo la colazione accesi il computer e ripresi le ricerche. Provai a digitare quel nome: La Push, tanto un tentativo non avrebbe fatto male. Si aprirono varie pagine che parlavano di quel posto…allora esisteva, non l’avevo inventato. Ero sicuro però che il giorno precedente quel posto non fosse mai venuto fuori. Come potevo aver sognato un luogo che non avevo mai sentito nominare o in cui non ero mai stato? La descrizione di La Push diceva:

 

La Push è un'area della Contea di Clallam nello stato di Washington, Stati Uniti. È patria della tribù di indiani d’America Quileute e si trova lungo il Fiume Quileute. Il suo Zip Code è 98350.

Il nome La Push deriva dal francese la bouche (la bocca) storpiato in lingua chinook. Descrive la posizione della città come posizionata sulla bocca del fiume.

È un luogo conosciuto per il surf e la caccia alla balena (o Asi), così come per la bellezza naturale che lo caratterizza. Una delle maggiori attrazioni di La Push è l’Ocean Park Resort lungo James Beach.

 

Mi soffermai sulle foto, che erano davvero belle…l’oceano, la foresta circostante, il paesino, le balene avvistate in lontananza, i tramonti…c’era qualcosa che mi attirava laggiù. Più tardi ne parlai con George e Cindy. “Non so perché ma è come se guardando quelle immagini una voce mi dicesse di andare lì” dissi “Non so che dirti Clark, se ti sembra così importante allora vai…” disse George “Secondo me devi assolutamente andare a controllare. Insomma in tutti questi mesi non c’è stato niente che ti abbia fatto quest’effetto, quindi provaci. Può essere un buco nell’acqua, ma non lasciare nulla di intentato” disse Cindy. Preparai le mie cose, il giorno successivo sarei partito. Prima di dormire qualcuno bussò alla mia stanza “Scusa Clark, disturbo?” “No entra pure Cindy” “Hai preparato tutto?” “Sì” “Spero con tutto il cuore che tu possa arrivare in questa La Push e ricordare qualcosa di utile!” disse.

In quel periodo mi ero affezionato a lei e a suo marito George. Mi dispiaceva lasciarli, ma dovevo scoprire il mio passato. “Ci mancherà la tua puzza di lupo, ma ci terremo in contatto con il cellulare e con internet…” disse “Certo, non vi dimenticherò e non finirò mai di ringraziarvi per avermi curato, sfamato, aiutato in ogni momento” risposi. “Vorrei che riuscissi a trovare la ragazza dell’anello” affermò Cindy “Non sono sicuro che ci sia ancora dopo 6 mesi” “Oh la troverai me lo sento…e non ti avrà scordato, sei speciale” disse abbracciandomi. Poi uscì dalla mia camera e mi addormentai con il sogno di ritrovare me stesso e la mia vita in quel paesino chiamato La Push, nello stato di Washington.



NOTE:

Avete visto????? Jacob è vivo, ma ha perso la memoria...ma secondo voi io potevo farlo morire??? Amo alla follia Jacob non oserei mai fargli del male. Malfidate ;) Tutti i precedenti capitoli mi sono serviti per creare un po' di suspance. Ogni volta che mi chiedevate notizie di Jake avrei voluto dirvi che era vivo, ma purtroppo non potevo, perchè non volevo rovinarvi la sorpresa. Comunque ha fatto un piccolo progresso ricordandosi di La Push, adesso quando arriverà là cosa succederà? Incontrerà Nessie? Continuate a seguirmi e recensire, un bacio

Ritorna all'indice


Capitolo 47
*** "Attratto come una calamita" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION




Uploaded with ImageShack.us

Capitolo 47

“Attratto come una calamita”

 

 

Mi svegliai di soprassalto. Jessie piangeva e chiamava il suo papà. Mi precipitai nella sua stanza e lo presi in braccio, nonostante il pancione mi impedisse di muovermi bene e nonostante i dolori alla schiena. Lo portai fuori dalla camera dove dormiva con Sarah per evitare che la svegliasse. “Jess che succede?” “Ho fatto un brutto sogno mamma. C’erano tanti mostri…” disse cercando di calmarsi “Era solo un incubo cucciolo, adesso passa tutto” “Voglio papà…” “Jessie lo sai che non c’è, dovrai accontentarti di me” risposi. “No mamy, ti prego voglio stare con papy” disse piangendo. Lo portai in cucina e lo feci sedere al tavolo. Era troppo impaurito, così preparai una camomilla per farlo calmare. Lui intanto continuava a chiamare Jacob.

“Oh amore ti prego non fare così…” dissi facendogli bere la camomilla e bevendone anche io, dato che quella richiesta di mio figlio mi aveva scombussolata. “Sai adesso che facciamo? Ti porto nel lettone con me e ti faccio stare al posto di papà” dissi asciugandogli le lacrime. Da quando mio marito era morto non avevo permesso a nessuno di sedersi, sdraiarsi o poggiare la testa sul suo cuscino. Riuscivo anche dopo tutto quel tempo a sentire un rimasuglio del suo odore lì. Ma Jessie se lo meritava…aveva sofferto e soffriva ancora quanto me! Lo feci sdraiare appoggiandogli la testa sul mio cuscino e infilai nel cuscino di Jake una delle ultime maglie che aveva indossato. Il suo odore aumentava in quel modo, lo sapevo bene, tante notti ero riuscita ad addormentarmi solo in quel modo!

“Se ora lo abbracci ti sembrerà di avere papà accanto a te” dissi al mio bambino “Lo riconosci il suo profumo?” “Sì mamma, lo sento”. Lo vidi addormentarsi tranquillo e poco dopo tornai a dormire anche io. Il suono della sveglia ci destò. Erano le 7.00 e una nuova giornata di lavoro mi aspettava. Jessie abbracciava ancora il cuscino con la maglia di Jake ed io sorrisi guardando il mio bambino. Svegliai lui e Sarah e scendemmo per la colazione. Erano 6 mesi che non lo vedevo…esattamente 182 giorni. Mi aveva lasciata da sola il 2 aprile e quella mattina dell’1 ottobre mi mancava più del solito. Andai a lavoro lasciando i miei figli all’asilo, sapendo che li avrei ripresi alle 16.30. Poi andai a pranzo da Leah, che aveva tanto insistito dove c’era anche Seth. Nel primo pomeriggio passai dai Cullen per una visita e dopo stirai una montagna di panni arretrati. Ripresi i bambini da scuola e passammo da Billy per vedere come stava. Trovai Rachel con i bambini che mi invitò a unirmi a loro, Paul e Billy per la cena. Accettai vedendo che i miei figli volevano stare un po’ con Matt e Thomas, i loro cuginetti. Tornammo a casa esausti. Giusto il tempo di mettere a letto i bambini e precipitai in un sonno profondo.

Ero in giro per La Push a fare spese. Avevo tantissimi sacchetti in mano e mi faceva male la schiena per lo sforzo di portare le buste e il pancione. Mentre camminavo verso casa poi, un sacchetto si ruppe. “Oh no, non è possibile” dissi “Posso aiutarla?” disse una voce troppo familiare. Alzai gli occhi verso quella voce notando il corpo di un ragazzo muscoloso, di fronte a me. Quando raggiunsi il suo viso vidi che era Jacob. Mi guardava come se non mi conoscesse, mostrando un bel sorriso. Quanto era bello! Ero sicura che fosse lui perché aiutandomi a rimettere ciò che era caduto nella busta vidi il suo tatuaggio con lo spicchio di luna. “Jacob sei tu?! Allora non sei morto!” esclamai colma di gioia “Signora si sbaglia, non mi chiamo Jacob”.

Aprii gli occhi. Era stato un sogno. Sospirai e le lacrime scesero lungo le mie gote. Jake non c’era, lui era morto…guardai la nostra enorme foto che avevamo fatto ingrandire e incorniciare sulla parete della camera. Era stata scattata anni prima, in occasione di una festa di compleanno di qualche ragazzo del branco. Ne avevamo un’altra gigante in salotto che ci raffigurava al ricevimento di nozze con gli abiti da sposi. Guardandoci felici insieme, accarezzai la mia pancia e mi alzai pronta ad affrontare l’ennesima giornata di quella vita senza la metà del mio cuore.

 

POV Jacob

Ero arrivato a La Push. Le foto viste sul web erano veritiere, quel paesino era carino! Osservai il centro abitato sull’ora del pranzo. Era semideserto, tutti erano in casa o nelle tavole calde a mangiare. Andai sulla spiaggia e ammirando l’oceano tirai fuori i miei panini acquistati durante il viaggio. Chissà, se ero fortunato, avrei visto dal vivo le balene in lontananza. Quel paesino mi trasmetteva tranquillità. Mi sentivo bene seduto sulla sabbia con il rumore delle onde di sottofondo. Nel pomeriggio avevo voglia di fare un giretto anche nella foresta.

Finito il pranzo mi addentrai nei boschi. Il verde scintillante della vegetazione era sorprendente. L’odore delle piante e della terra umida era penetrante. Passai lì qualche ora poi il mio sguardo fu attirato da una casetta con le mura esterne di colore giallo chiaro davvero graziosa. Mi misi a sedere per terra, nascosto dai cespugli a guardare le persone che stavano rincasando. Erano una donna e due bambini: un maschio e una femmina. I bambini ridevano e si rincorrevano nel giardino di casa, la donna che tra l’altro era incinta, entrò dentro per poi riuscire dopo pochi minuti. Li guardava seduta in veranda ma aveva un’aria malinconica. Nonostante fossi abbastanza lontano rimasi sconvolto dalla bellezza di quella ragazza. Dopo un’oretta rientrarono in casa ed io rimasi lì a riflettere.

La voglia di andare a conoscerli era tanta, ma non potevo certo presentarmi in casa di sconosciuti e dire che ero stato attratto come una calamita da loro e dalla loro casa…quella donna si sarebbe potuta spaventare, avrebbe potuto pensare che fossi un pazzo, un ladro, o addirittura un maniaco! Ma c’era qualcosa che mi spingeva a restare lì, anche quando loro ebbero finito la cena e vidi spengere la luce nella stanza dei bambini. In quel momento mi alzai e mi avvicinai alla porta d’ingresso. Bussai…

La ragazza venne ad aprire e, non appena i suoi occhi incrociarono i miei, le vidi comparire su quel volto bellissimo un’espressione sorpresa e confusa.



NOTE:
Prima di tutto grazie!!!!! Ho raggiunto e superato le 100 recensioni, voi non immaginate nemmeno quanto ve ne sia grata. Ne approfitto per ringraziare ancora tutti coloro che hanno messo la mia storia tra le seguite, le ricordate e le preferite e anche chi mi ha messo tra gli autori preferiti :)
Veniamo al capitolo: Jake e Nessie si sono finalmente ritrovati, wow...però Jacob non ricorda ancora nulla, Nessie sarà in grado di continuare a fingere per non procurargli uno shock??? Continuate a seguirmi e recensire!!!!!!!!!!
P.S: alcuni di voi sono venuti a trovarmi anche sulla mia pagina facebook, se altri vogliono farlo cercate: Taylor Lautner my sweet love e mi troverete!!! Vi aspetto!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 48
*** "Presentazioni" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION



Uploaded with ImageShack.us

Capitolo 48

“Presentazioni”

 

Non potevo credere ai miei occhi…quello davanti a me era Jacob in persona. Il suo odore e i suoi lineamenti erano inconfondibili. Ero confusa e le parole morirono nel mio petto, mentre mi assicuravo che fosse davvero lui. “Signora stia tranquilla, non volevo spaventarla” disse rivolgendosi a me come ad una sconosciuta. La voce però mi diede l’ennesima conferma che si trattasse di lui. “Non voglio farle del male…né a lei né ai suoi figli, non mi prenda per pazzo ma c’è qualcosa che mi ha spinto a bussare alla sua porta per conoscervi” disse. Il sogno fatto la notte precedente era vero. Lui non era morto, era tornato ma non si ricordava chi fossi.

“Chi sei?” chiesi fingendo di non sapere. Vidi il suo sguardo abbassarsi, come se la mia domanda lo avesse ferito “Il fatto è che io non ricordo nulla della mia vita. Se sapessi il mio vero nome te lo direi…” Capii immediatamente tutto. Mio marito aveva perso la memoria e sicuramente in quei 6 mesi non si era fatto vivo perché non ricordava niente del suo passato. Per lui La Push, suo padre e le sue sorelle non esistevano, così come i ragazzi del branco e i Cullen. Non ricordava nulla di me e dei bambini…ma era Jake! Sapere che davanti a me c’era l’uomo che amavo mi rendeva felice. In quel momento ero consapevole che lui stava bene e, anche se aveva perso la memoria non importava. Sapevo che se gli avessi detto che quella era casa sua e che noi eravamo la sua famiglia avrei sbagliato. Gli avrei procurato un trauma, avrebbe dovuto riacquistare la memoria gradualmente, così finsi di non conoscerlo.

“Se vuoi possiamo parlare qui in veranda, i miei figli dormono e non vorrei svegliarli” dissi. Ci accomodammo sul dondolo “Io sono Renesmee Cullen, ma tutti mi chiamano Nessie” dissi porgendogli la mano “Ciao Nessie, tutti mi chiamano Clark” rispose. Lo spronai a raccontarmi qualcosa e venni a sapere che 6 mesi prima, a causa di un incidente, aveva perso la memoria e che insieme alle due persone che a Vancuver l’avevano accudito non era mai riuscito a scoprire niente della sua vita. Per caso facendo una ricerca in internet era stato catturato dal nome della città di Forks e, grazie a un sogno, aveva scoperto l’esistenza di La Push. Era quindi arrivato lì per capire come mai il suo istinto lo aveva spinto in quella direzione e aveva notato la mia casa. Aveva osservato me e i bambini da lontano e, richiamato da non so quale impulso, aveva deciso di bussare alla mia porta. Era strano vederlo lì e non poterlo abbracciare e baciare, dicendogli che andava tutto bene, i suoi occhi erano persi, spauriti. “Se hai bisogno di un posto in cui dormire sono sicura di poterti prestare il mio divano-letto” proposi “Sei gentile Nessie, ma non dovresti fidarti così degli sconosciuti…tuo marito cosa penserà?” “Non c’è nessun marito…e so che non mi farai del male” risposi sorridendo, mentre vedevo che mi guardava il pancione.

“Non devi fidarti di me, non sono quello che sembro” disse, facendo certamente riferimento alla sua natura di lupo. Che carino, pur non riconoscendomi voleva proteggermi “Io lo so che sei un licantropo, non preoccuparti, anche mio marito lo era e anche io non sono del tutto normale” dissi. Gli rivelai di essere una mezza vampira e lui fu molto curioso circa le mie origini. Lo convinsi a restare per la notte e lo lasciai in veranda, mentre andavo a preparargli il divano-letto in salotto e facevo sparire tutte le sue foto dalla nostra casa. Poi lo feci entrare, gli mostrai le varie stanze e restammo ancora a parlare. Mi confidò di avere l’intenzione di rimanere a La Push perché si sentiva a casa e gli offrii di parlare con Embry che cercava un aiuto all’officina, così avrebbe avuto anche un lavoro. Poi gli parlai di Billy dicendo che poteva affittargli una stanza a basso prezzo e di nonno Carlisle che lo avrebbe potuto visitare. “Ti chiedo solo un favore Clark. Non voglio che i miei bambini ti vedano, per cui domattina quando loro si svegliano li lascerò con qualcuno e ti porterò a conoscere Carlisle, Billy ed Embry” non volevo confondere i miei figli…glielo avrei fatto incontrare più avanti quando sarebbero stati pronti a fingere anche loro. Lui accettò e mi ringraziò.

“Spero che domani mattina tu sia ancora qui e che non te ne vada” dissi dolcemente, con tanta paura di perderlo ancora “Ci sarò Nessie” rispose sorridendo. Ci scambiammo il numero del cellulare così sarei stata sicura di poterlo rintracciare. Salii in camera colma di gioia per averlo di nuovo con me, consapevole che sarebbe stata dura restargli accanto senza rivelare il nostro rapporto, ma felice di sapere che era sempre vivo. Poi telefonai ai Cullen e ai lupi, per spiegare tutto e farli trovare pronti il giorno successivo per conoscere il nuovo Jacob.

 

POV Jacob

Mi sdraiai sul divano e pensai che Nessie fosse stata molto gentile con me. Da vicino poi era più bella che mai. Il suo viso dolce con gli occhi da cerbiatta color cioccolato, il suo nasino, le labbra carnose e i capelli rossi e ricci la rendevano la cosa più magnifica che avessi mai visto. Ripensare a lei mi procurò una certa eccitazione che negli ultimi 6 mesi non avevo mai provato. La sua voce e quel profumo che aveva poi…la desiderai.

Mi addormentai e il giorno successivo mi portò da suo nonno che mi visitò e dagli altri suoi parenti vampiri. Nel pomeriggio il suo amico Embry mi offrì un lavoro come meccanico nell’officina e Billy, che abitava proprio davanti all’officina, mi diede in affitto una camera a prezzi stracciati. Nessie mi spiegò che Billy era suo suocero e mi parlò anche delle parentele e amicizie che aveva a La Push, grazie a suo marito Jacob che l’aveva lasciata. Pensai che questo Jacob fosse proprio fuori di testa per lasciare una ragazza così eccitante e bella…in più era anche incinta! Cominciai la mia nuova vita a La Push e iniziai a frequentare ogni sera la casa di Nessie, dopo che aveva messo a letto i suoi figli.

Qualcosa infatti mi spingeva a fidarmi di lei e a volerle stare accanto.

 

NOTE:

Nessie è stata bravissima a non far capire nulla a Jacob, adesso dovrà fare in modo che anche i bambini e gli altri non dicano nulla. Jacob per il momento non l'ha riconosciuta, anche se già prova qualcosa per lei. Ha perso la memoria ma il suo cuore non l'ha dimenticata <3

Continuate a seguirmi e recensire per sapere se Jake farà progressi!!!



Ritorna all'indice


Capitolo 49
*** "Ancora noi due" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION



Uploaded with ImageShack.us

Capitolo 49

“Ancora noi due”

 

  

Da due settimane Jacob era tornato da noi. Ogni volta che arrivava a casa mia mi facevo trovare carina e non desideravo altro che stare sola con lui. Non potevamo avere la confidenza e l’intimità di un tempo, ma il suo carattere scherzoso e solare mi faceva divertire e stare bene. Avevo del tutto smesso di piangere e su consiglio del nonno, per fargli tornare la memoria, ogni sera leggevo a Jacob un capitolo del mio diario in cui raccontavo la nostra storia d’amore. Ovviamente lui non sapeva di essere il protagonista maschile di quel racconto, ma ascoltava divertito e commentava. Ero arrivata al punto in cui descrivevo la nostra prima notte d’amore insieme e lo vidi particolarmente colpito “Lo amavi molto?” mi domandò. Lo guardai con gli occhi scintillanti e pieni d’amore “Sì, noi ci amavamo molto…” “Non capisco perché ti abbia lasciata. Sei stupenda…” disse. Sorrisi “Non giudicarlo troppo in fretta…non sempre le cose sembrano quelle che sono” risposi.

In quelle settimane mio marito non aveva ricordato niente di nuovo sul suo passato, e con l’aiuto dei miei parenti spiegai a Jessie e Sarah la situazione. “Bambini, so quanto lo volete vedere, ma papà non si ricorda ancora di noi e sarà difficile” cominciai “Se lo volete incontrare non dovrete mai chiamarlo papà, né comportarvi con lui come facevate prima” dissi. “Ok mamma, noi lo faremo, te lo promettiamo” disse Sarah “Sì, ci comporteremo bene e non gli faremo scoprire nulla” aggiunse Jessie. Così decisi di invitare Jacob a cena da noi. Preparai una cenetta deliziosa e misi un vestito elegante.

 

POV Jacob

Arrivai a casa di Nessie con un piccolo mazzo di fiori per lei. Quella sera ero un po’ nervoso, mi avrebbe fatto conoscere i suoi figli. Quando mi aprì la porta notai la sua eleganza e le porsi i fiori, che le piacquero molto. “Allora bambini, lui è Clark” disse ai due figli che mi osservavano. “Ciao tu sei Jessie e tu invece devi essere Sarah” dissi. Lei mi aveva parlato molto di loro. Vidi subito che la bambina le assomigliava, mentre non potei che restare sconvolto dal fatto che Jessie aveva i miei lineamenti. Cercai di non farle capire quello che mi frullava in testa, anche perché era assurdo. Forse ero pazzo per davvero…

La serata passò velocemente e, mentre lei salì al piano superiore per mettere a letto i bambini, mi invitò ad aspettarla in salotto per la consueta lettura del capitolo del suo diario. Mi avvicinai ad una foto di Jessie, la portai vicino al mio viso e mi guardai allo specchio vedendo che c’erano molte somiglianze tra noi. Poco dopo sentii la sua voce alle mie spalle “Assomigli molto a mio marito, è per questo che il viso di Jessie è simile al tuo” disse. Ci sedemmo e iniziò a leggere quella storia d’amore che mi appassionava sempre di più; ogni giorno ammiravo la bellezza e la dolcezza di Nessie…mi stavo innamorando di lei, me lo sentivo. “Pensi che recupererò la memoria?” le chiesi “Sono sicura che ci riuscirai” rispose. “Vorrei tanto scoprire di essere il tuo Jacob e capire che la donna del mio anello sei tu” le rivelai guardandola negli occhi, mentre cresceva in me il desiderio di baciarla e fare l’amore con lei. Nessie arrossì “Magari andrà così, chissà” rispose. La abbracciai e il mio cuore iniziò a battere freneticamente tenendola stretta a me e respirando il suo odore. Ero felice, mi faceva stare bene.

Quando ci staccammo vidi che anche lei provava le mie stesse sensazioni. L’impulso di prendere quelle sue labbra sensuali era forte, ma non potevo approfittarmi di lei. Era stata gentile e premurosa nei miei confronti, mi aveva aiutato e poi era anche incinta, forse non era nei suoi interessi legarsi a me. La salutai e andai a casa di Billy, dove abitavo. Per tutta la notte pensai a lei. Il giorno seguente al lavoro mi confidai con Embry “Posso parlare con te?” chiesi “Certo Clark, dimmi tutto” “Si tratta di Nessie…” dissi. Embry mi guardò “Lei sta bene vero?” “Sì, sta bene, sono io che non faccio altro che desiderarla”. Embry rise e così gli raccontai che la trovavo bellissima e che era la donna che tutti gli uomini avrebbero sognato. Aggiunsi però che non volevo ferirla, ma che tuttavia non desideravo altro che lei. “Beh Clark, se la desideri faglielo capire, magari anche lei prova lo stesso per te!” mi consigliò Embry ridendo.

 

POV Nessie

Da due settimane mio marito ci provava ufficialmente con me. Era buffo tornare ai vecchi tempi e flirtare come due adolescenti, quando in realtà eravamo sposati, genitori di due figli e con il terzo in arrivo. Ormai abitava a La Push da un mese, si trovava bene con tutti e aveva anche cominciato a ricordare inconsciamente qualcosa. Era tenero quando mi diceva frasi dolci e mi guardava in quel modo tanto intenso, come lui sapeva fare.

Inutile dire che la mia voglia di lui era immensa. Con un ragazzo così bello e sexy, con quel carattere spontaneo e quel sorriso mozzafiato, con una persona che ti fa sentire di nuovo una ragazzina e che ti tratta come una principessa, chi non avrebbe avuto voglia di passarci insieme una notte di passione? Per di più era mio marito, lo amavo alla follia e dopo averlo creduto morto per 6 mesi volevo sentirlo ancora mio. Ma resistevo…quella sera mi aveva invitata fuori per andare al cinema a Port Angeles.

Mi truccai, mi acconciai i capelli e mi vestii come facevo quando eravamo fidanzati. Erano secoli che non mi sistemavo più con quella cura per lui. Sorrisi guardandomi allo specchio. Eravamo a inizio novembre quindi il clima era fresco e avevo scelto di indossare un vestito grigio bello largo, che arrivava al ginocchio. Misi ballerine invernali di camoscio per stare comoda…anche se dentro mi faceva sentire una ragazzina il mio pancione riflesso nello specchio mi ricordava che avevo compiuto 29 anni e che ero una moglie e una madre, non più una sedicenne irrazionale e spensierata. Venne a prendermi a casa, dove lasciai Leah e Seth con i miei figli. Guardammo una commedia romantica e conoscendo Jake come le mie tasche, sapevo che quel genere di film non gli piaceva affatto, l’aveva scelto solo per accontentare me e sperare di ricevere in cambio qualcosa dopo il cinema…

Finito il film facemmo un giretto a piedi per Port Angeles “Ti va di venire in un posto con me?” chiese bello come non mai “Dipende, dov’è questo posto? E perché ci andiamo?” “Su Nessie se te lo dico addio sorpresa” rispose.

Mi portò davanti alle ringhiere di un parco curato con fiori e piante bellissime. “Wow come hai fatto a scoprire questo posto? Non l’avevo mai visto” domandai “Ti va di entrarci?” “Clark i cancelli sono chiusi” dissi. Lui scavalco la ringhiera e da dentro aprì il cancello facendomi entrare. “Tu sei pazzo! Se ci beccano cosa diciamo?” domandai divertita, ricordando le pazzie che avevo fatto con Jake quando eravamo più piccoli. “Beh diremo che volevamo vedere i fiori” rispose ridendo “Non sono sicura di volerci stare, ti immagini se viene fuori la notizia a La Push? Tutti a spettegolare e a dire che oltretutto una donna incinta dovrebbe avere la testa sulle spalle” “Rilassati Nessie, non succederà nulla e…puoi sempre dire che ti ho costretta io…” Il parco era magnifico e con Jacob mi sentivo in paradiso. Dopo un po’ ci sedemmo su una panchina e lui mi mise un braccio dietro alle spalle. Ci guardammo e ci sorridemmo, poi mi accarezzò una guancia come nessuno da mesi aveva mai fatto. Prese con una mano il mio viso “Sei così bella che la luna e le stelle impallidirebbero vicino a te” esclamò. Le gambe mi tremavano, il cuore stava per saltarmi fuori dal petto, allora morsi il mio labbro inferiore.

Mi baciò e fu di una dolcezza disarmante. Passammo molto tempo a baciarci con sempre maggior passione, ma non volevo spingermi oltre, anche se lo desideravo, così quando mi accompagnò alla porta di casa gli dissi “Stasera è stato bello, ma ora è meglio che vada” “Non ti preoccupare non voglio rovinare tutto venendo a letto con te! Voglio solo che tu sappia che sono innamorato di te e che non ti farei mai soffrire” disse. Ci baciammo ancora e rientrai in casa con la testa fra le nuvole.


NOTE:

Di nuovo un primo bacio <3 <3 Jacob non ci ha messo molto a perdere ancora la testa per Renesmee...e il suo desiderio di essere quel Jacob del racconto che Nessie gli legge è tanto, ma purtroppo ancora non ricorda nulla!!! Insomma commenti sul capitolo??? Vi è piaciuto l'incontro con i bambini? E l'uscita a Port Angeles???
Recensite!!! A presto.....

Ritorna all'indice


Capitolo 50
*** "La stella" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION



Uploaded with ImageShack.us


Capitolo 50

“La stella”

  

 

Ero entrata in maternità, così avevo maggior tempo di riposarmi e pensare alla casa, almeno nelle ore in cui i miei figli erano all’asilo. Il piccolo Jeremy cresceva e il nonno Carlisle mi assicurava che la gravidanza procedeva al meglio e che anche il mio terzogenito sarebbe stato un bambino normale come gli altri due…forse non normale al 100 per cento, visto che anche senza geni vampireschi aveva sempre quelli da lupo. Sarebbe dovuto nascere negli ultimi giorni di dicembre, ma chissà…sia Jessie sia Sarah erano nati un po’ in ritardo.

Avevamo superato la metà di novembre e il clima cominciava a diventare freddo. Con Jacob le cose andavano bene, continuavo ogni sera a leggergli il mio diario e proseguivamo a baciarci come due ragazzini. Più stavamo insieme più avevo voglia di lui. Con i miei figli andava d’accordo, era carino vederli giocare con lui. Anche se Jessie aveva solo 5 anni e Sarah ne avrebbe compiuti 3 tra qualche giorno, i miei figli erano stati bravissimi a non far mai capire nulla a Jake. Mi chiedevo se al loro posto ne sarei stata capace anche io o meno. Jacob non aveva ancora recuperato la memoria, eppure era con noi da più di un mese e mezzo. Qualche volta scoraggiata andavo dai Cullen e piangevo per il desiderio di avere di nuovo indietro il mio Jake. Certo era lui, fisicamente e caratterialmente, era innamorato di me e questo mi aveva dato la conferma che non era stato solo l’imprinting a legarci, ma il sentimento che lui provava ci sarebbe stato comunque…però volevo mio marito, volevo che i miei bambini lo potessero chiamare papà! Il nonno mi tranquillizzava dicendo che un giorno, come colpito da un fulmine a ciel sereno, avrebbe ricordato tutto improvvisamente. Ma non sapevo se credergli o no.

Quel giorno stavo preparando alcune decorazioni che avrei usato per addobbare la casa in occasione del terzo compleanno di Sarah, quando le avrei organizzato una festicciola con parenti e amici, come eravamo soliti fare. Mi squillò il cellulare. Andai a prenderlo e lessi sul display il nome della persona che mi chiamava: Clark. Risposi “Ciao Nessie, spero di non disturbare…” “No figurati, dimmi pure” “Mi chiedevo se stasera volevi venire a cena fuori con me?” domandò mio marito. “Beh, se riesco a organizzarmi con qualcuno che mi tenga i bambini, va bene” risposi. Telefonai a mia madre e lei fu felice di tenermeli anche per la notte. Ogni tanto i miei figli, infatti, restavano a dormire dai Cullen perché a loro piaceva stare in compagnia dei loro nonni e zii. La ringraziai e nel primo pomeriggio andai a cercare qualcosa nell’armadio da mettere per quella sera. Vestirsi era diventato difficile. Il mio pancione di quasi 8 mesi era bello grande, ma trovai un vestito che avevo usato quando aspettavo Sarah. Lasciai la mia casa per andare all’asilo a recuperare i bambini. Facemmo una passeggiata per tornare a casa, mentre loro facevano merenda. Arrivati a casa giocai un po’ con loro.

“Bambini stasera dormirete dai nonni, perché la mamma esce con papà. Ok?” chiesi “Che bello! Era tanto che non dormivamo con loro” disse Sarah. Li lasciai ai loro giochi e preparai due zainetti con le cose che avrebbero usato per la notte. Poi tornai in salotto. “Mamma, posso chiederti una cosa su papà?” domandò Jessie “Sì amore” “Perché lui è innamorato di te ma non vuole bene a noi come prima?” “Non è così Jessie. Lui vi vuole bene, ma non sa di essere vostro padre e quindi non può comportarsi come prima…devi avere ancora un po’ di pazienza” risposi. “Va bene, aspetterò, ma mi manca…” disse. Lo abbracciai e lo baciai cercando di tranquillizzarlo. Poi mi preparai. Misi il trucco e indossai l’abito trovato nel pomeriggio. Era ovviamente largo di colore blu, infilai le calze e le scarpe e raccolsi i capelli in una coda. “Come sei bella mamma” disse Sarah “Sì a papà piacerà questo vestito” aggiunse Jessie “Grazie cucciolotti” risposi. Quando Jake arrivò a prendermi andammo dai Cullen per lasciare i bambini. Nel tragitto in macchina non potei fare a meno di notare che era molto bello con quei pantaloni neri e quella maglia beige. Mi portò in un ristorante carino.

“Spero che il cibo spagnolo ti piaccia” disse “Sì, hai scelto bene. Adoro i piatti spagnoli anche se i miei preferiti sono quelli italiani” “Anche i miei sai?!” disse. Lo sapevo bene, ma lui non poteva immaginarlo. Il cibo fu buonissimo e ridemmo raccontandoci cose buffe. Il suo profumo e il sapore delle sue labbra era magnifico. Mi perdevo nei suoi occhi e mi smarrivo osservando il suo sorriso e la sua bocca. Mi offrì la cena. Poi uscimmo dal locale e tornammo a casa nostra. “Ti va di entrare? Ti offro qualcosa da bere…” chiesi maliziosamente, ormai consapevole che non avrei potuto resistere a lungo lontana da lui “Ok”. Ci sedemmo sul divano a parlare e a baciarci. Poi notò un piccolo quadretto appeso alla parete. “Ti piacciono le stelle?” chiese “Oh…sì. Non l’avevi mai notato quel quadro?” “A dire il vero no” rispose. “Quello è un regalo di mio marito…una volta per il nostro anniversario di matrimonio mi ha regalato una stella!” dissi sorridendo. Ricordavo ancora quel momento. Mi portò all’osservatorio e con il telescopio me la mostrò. Poi mi diede il certificato di proprietà e la foto della stella, che avevamo fatto incorniciare per appenderla alla parete. “Caspita, che cosa romantica! Quindi questa stella si chiama Nessie…” “No, in realtà si chiama Renesmee” precisai. “Se vuoi, visto che stasera il cielo è limpido te la faccio vedere al telescopio, dal terrazzino della mia camera” proposi e lui accettò.

Salimmo in camera e impostai al telescopio le coordinate per vedere la mia stella. Osservammo anche altre costellazioni. “Doveva essere proprio pazzo di te Nessie!” “Sì, qualcosa del genere” dissi sorridendo. “Sai, devo confessarti che…cioè, la stella è bellissima ma penso che…nulla possa eguagliare la tua bellezza” disse con quella voce sensuale. Ci baciammo e al calduccio tra le sue braccia, mentre l’aria intorno a noi era fredda, mi sentii di nuovo al sicuro e felice. Rientrammo in camera e ci baciammo davanti al letto con più passione. I miei ormoni gridavano di lasciarmi andare e sentirmi sua, così misi le mani sotto alla sua maglia, toccando i suoi addominali e i muscoli del petto. Poi passai ad accarezzare la schiena, mentre lui mi baciava e mi accarezzava il viso e i capelli. Gli tolsi la maglia e sbottonai i pantaloni. Mi aiutò a toglierli di dosso poi levò il mio vestito. Per fortuna quella sera avevo messo un completo intimo carino, non certo sexy, ma decente. Mi baciò il collo e il pancione, poi ci sedemmo sul letto e accarezzò le mie gambe. Fare l’amore con quella pancia non era facile, così si sdraiò e mi fece salire a cavalcioni su di lui.

Togliemmo la nostra biancheria e ci baciammo teneramente. Poi lo sentii dentro di me. Era fantastico essere di nuovo una cosa sola, dopo tanto tempo. Mi aiutava a muovermi e sospiravamo di piacere. Mi ripeteva che ero bellissima e le nostre sensazioni aumentavano di pari passo. Tenevo le mie mani tra i suoi capelli e ammiravo la sua faccia pensando che fosse tremendamente stupendo e provocante. Più i movimenti si ravvicinavano più il respiro era affannato, desiderai di non smettere mai e le sue carezze alla mia schiena e al seno mi provocavano scosse elettriche in tutto il corpo. Lo sentivo profondamente dentro di me e, nei sempre più rari momenti di lucidità, vedevo i suoi occhi perdersi nel desiderio. Nel giro di poco esplodemmo nel piacere assoluto. Rimasi tra le sue braccia sotto alle coperte e ci baciammo a lungo. Mi sentivo quasi in imbarazzo. Avevamo fatto l’amore…sì ok, sembrerà scemo, visto che lui era mio marito e che l’avevamo fatto milioni di volte, ma in quel momento Jacob non sapeva chi eravamo l’uno per l’altra.

Non mi sentivo in quel modo da troppo tempo. Di nuovo stare con lui mi faceva percepire un senso di protezione e di casa. Mi addormentai felice e rilassata con l’uomo che amavo.

 

POV Jacob

Aprii gli occhi la mattina successiva a quella notte di passione e la osservai dormire tra le mie braccia. Era incantevole: il viso rilassato nel sonno, la bocca semidischiusa, i capelli ricci poggiati sulle sue spalle e sul mio braccio, la sua mano sul mio petto, il suo profumo…tutto in lei era perfetto. Le baciai la fronte e le accarezzai il braccio che si protendeva sul mio torace. Fece qualche lieve movimento, allora le baciai le labbra e lei ricambiò. Si sistemò meglio tra le mie braccia e sussurrò “Stiamo ancora un po’ così Jacob, ti prego” Jacob? Io non ero Jacob! Forse nel sonno si era sbagliata, forse lo amava ancora, forse aveva fatto l’amore con me pensando a lui…di scatto aprì gli occhi e quasi impaurita con la voce ancora assonnata disse “Oh scusa…ti giuro che non volevo! Ti ho chiamato Jacob per la forza dell’abitudine…mi dispiace!” Non riuscivo ad essere arrabbiato con lei, era troppo dolce e così la baciai e le dissi che era stato bellissimo passare la notte con lei e risvegliarci abbracciati. Sembrò felice del fatto che non me la fossi presa per il suo errore.

Da quel giorno lo rifacemmo ancora e ogni volta desideravo restare sempre con lei e i suoi figli. Anche la bambina di Nessie qualche volta si era sbagliata e mi aveva chiamato papà. Una volta, dopo averlo fatto, si mise anche a piangere. Nessie cercava di giustificare quei comportamenti dicendo che i suoi figli sentivano sempre la mancanza del padre, ma non aveva bisogno di giustificare nulla. Erano così piccoli…avevano certamente bisogno di lui e poi…che male avrebbe fatto se un giorno loro mi avessero chiamato papà? Ero innamorato della loro madre e desideravo una vita insieme a tutti loro.

Erano i primi di dicembre ed io ero a La Push da 2 mesi. Ogni sera andavo a letto sperando di ricordare tutto. Prendevo la mia testa tra le mani ogni mattina e come sempre il buio nero che avvolgeva i ricordi era lì…perché mai il mio cervello non collaborava? Se avessi potuto pagare qualsiasi cifra per ricordare chi fossi, sarei stato pronto a restare sul lastrico. Ma le cose non funzionavano in quel modo, quindi mi rassegnavo a vivere senza legami con il passato.



NOTE:

Eccomi tornata con un altro capitolo! Jacob e Renesmee sono tornati ad essere una coppia vera e propria, ora la ciliegina sulla torta sarebbe il recupero della memoria da parte di Jacob...seguitemi e scoprite cosa accadrà nei prossimi capitoli!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 51
*** "Dedica" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION



Uploaded with ImageShack.us


Capitolo 51

“Dedica”

 

 

Aprii gli occhi e allungai la mano dall’altra parte del letto per toccare Jake, ma non lo trovai. Nell’aria sentivo il suo odore e ne era cosparso anche il mio corpo, dato che avevamo passato la notte insieme. Indossai una sua felpa per continuare a respirare il suo profumo, scesi al piano inferiore e lo vidi di spalle seduto al tavolo della cucina. Non mi aveva sentita arrivare e rigirava tra le dita la sua fede. Più volte mi aveva detto di non capire la lingua in cui era scritta la frase incisa lì dentro…sapevo quanto ci teneva a ricordare il passato.

“Buongiorno” dissi abbracciandolo “Buongiorno Nessie, non ti ho sentita arrivare” rispose infilando l’anello al dito. “Tutto ok?” “Sì non ti preoccupare sono solo i soliti pensieri…” disse. Gli spiegai che quel giorno di dicembre sarei andata a comprare alcuni regali di Natale. Mi salutò e andò al lavoro. Svegliai i bambini e gli feci fare colazione.

“Mamma hai spedito la nostra letterina a babbo Natale?” domandò Jessie “Certo, l’ho inviata ieri. Pensate che vi porterà i regali che avete chiesto?” “Sì, siamo stati bravi quest’anno” disse Sarah. Mentre li accompagnavo all’asilo rigorosamente a piedi, dato lo stato avanzato della mia gravidanza, continuammo a parlare. “Sentiamo Jessie che cosa vorresti ricevere?” chiesi “Dei dinosauri” rispose “E tu Sarah?” chiesi “Una bambola che parla” rispose. Sorrisi pensando ai tanti Natali che avevamo trascorso con Jacob. Incartavamo i regali dei bambini solo quando loro dormivano e li nascondevamo in camera nostra per farglieli trovare sotto l’albero la mattina di Natale.

“Mamy, sai che io e Jessie abbiamo chiesto un altro regalo a metà?” iniziò a dire Sarah “Uffa Sarah, è un segreto…perché glielo hai detto?” ribatte Jessie. “Dai alla mamma possiamo dirlo” affermò la mia bambina “Ok, ma se poi babbo Natale non ce lo porta è colpa tua!” si lamentò Jess, ma poi disse “Vogliamo che ci riporti papà” concluse. Li abbracciai e mi vennero gli occhi lucidi. Quanto bisogno avevano di Jacob? Li salutai e andai a fare un po’ di acquisti natalizi. Passai a pranzo da Billy, che mi aveva invitata e parlai con lui dei piccoli progressi di JJ. Tornata a casa sbrigai qualche lavoro domestico e dopo decisi di buttare giù i miei pensieri e le pene d’amore, scrivendo una lettera per il mio vero Jacob, non per il ragazzo che adesso frequentavo. Probabilmente non gliela avrei mai consegnata, ma avevo bisogno di scrivergli qualcosa…mi mancava e quello sfogo mi serviva a liberarmi dalle mie paure…come quella che lui non recuperasse mai la memoria.

Andai a riprendere i bambini all’asilo. Più tardi li aiutai a vestirsi perché quella sera saremo andati con Jake a mangiare fuori. Mi cambiai e lui bussò alla porta. Andammo in un ristorante con karaoke e i bambini si divertirono molto, cantarono pure alcune canzoni dei cartoni animati. Jacob era meraviglioso con loro. Parlai con mio marito e notai gli sguardi di alcune ragazze nei suoi confronti.

Cercai di non darci troppo peso. “Nessie ti metto in imbarazzo se faccio una cosa?” “Dipende da che cos’è!” risposi consapevole che forse stava per fare una delle sue pazzie, glielo leggevo negli occhi. Si alzò dal tavolo e andò al karaoke. Quando prese il microfono disse “Questa canzone la dedico alla ragazza più perfetta dell’Universo!” e mi sentii avvampare di calore le guance. I bambini lo guardavano divertiti, non sapevano che prima della loro nascita Jake aveva già cantato al karaoke per me. Iniziò a cantare e rimasi sorpresa per la canzone che aveva scelto…era la nostra canzone! Un vecchio successo degli Aerosmith che era stato il primo pezzo che lui mi aveva dedicato, dopo poche settimane che ci eravamo messi insieme. Avevamo stabilito che fosse la nostra canzone per la dolcezza delle parole contenute nel testo e perché aveva sancito pubblicamente che io e lui stavamo insieme. Chissà…forse gli era tornata in mente e non sapeva nemmeno lui il perché…vista la confusione che aveva in testa! Si trattava del brano “I don’t wanna miss a thing”:

I could stay awake just to hear you breathing,

watch you smile while you are sleeping, while you’re far away and dreaming…

I could spend my life in this sweet surrender,

I could stay lost in this moment, forever

Every moment spent with you is a moment, I treasure.

 

I don’t wanna close my eyes,

I don’t wanna fall asleep ’coz, I’d miss you baby and, I don’t wanna miss a thing

‘coz, even when I dream of you…

The sweetest dream would never do, I’d still miss you baby and,

I don’t wanna miss a thing

 

(Potrei rimanere sveglio solo per sentirti respirare,

vederti sorridere mentre dormi, mentre sei lontana e stai sognando…

potrei trascorrere la mia vita in questo dolce abbandono,

potrei rimanere perso in questo momento per sempre

ogni attimo che trascorso con te, è un attimo che serbo caro

 

Non voglio chiudere gli occhi,

non mi voglio addormentare perchè mi mancheresti, piccola e non mi voglio perdere niente

perchè persino quando ti sogno…

il sogno più bello non basterebbe, mi mancheresti ancora, piccola

e non mi voglio perdere niente)

 

Quella canzone era perfetta, sembrava che fosse stata scritta per noi. E lui era perfetto: la sua bella voce quando cantava, i suoi sguardi, il modo in cui teneva il microfono, il modo in cui muoveva le sue labbra per pronunciare le parole…ero completamente ipnotizzata!

Rimasi davvero colpita e quando tornò al tavolo i bambini gli fecero i complimenti ed io lo baciai. La serata fu magnifica, Jessie e Sarah si divertirono molto e Jacob fu dolcissimo con me e con loro. Si era fatto tardi così decidemmo di tornare a casa. I bambini si addormentarono nel tragitto, quindi Jake dovette portarli a letto cercando di non svegliarli. Gli chiesi di rimanere con me quella notte, era sempre più difficile separarmi da lui, volevo passare insieme ogni singolo istante. Avevo paura di addormentarmi e non rivederlo mai più…Jacob accettò di restare. Scherzammo un po’ ma il nostro desiderio reciproco era troppo forte, eravamo come i poli opposti di una calamita dunque facemmo l’amore, dicendoci a vicenda che ci amavamo. Mi addormentai felice, era stata una bellissima serata.


NOTE:

Buon Natale a tutti voi, miei cari lettori!!!! In tema di Natale Jessie e Sarah hanno scritto la letterina a babbo natale, chiedendo il più bello dei regali, ossia che il loro papà recuperi la memoria...si avvererà il loro desiderio????
Jake dedica a Nessie "I don't wanna miss a thing" degli Aerosmith, una bellissima canzone...se non l'avete mai sentita la dovete ascoltare per forza e leggere le parole, perchè sembra proprio fatta per loro due <3
Scusate se il capitolo è un po' corto, ma mi saprò far perdonare presto....Dato che nel capitolo precedente nessuno ha recensito, questa volta aspetto moltissime recensioni, a presto!

Ritorna all'indice


Capitolo 52
*** "Il regalo più desiderato" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION



Uploaded with ImageShack.us

Capitolo 52

“Il regalo più desiderato”

 

 

Avevo ultimato i regali di Natale. Eravamo alla vigilia e ne approfittai per andare con i bambini a consegnare qualche regalo agli amici che non avrei potuto vedere il giorno seguente. Il cenone della vigilia lo trascorremmo dai Cullen, anche se in realtà gli unici a mangiare furono oltre a me, Jessie, Sarah e Jacob. Ovviamente i miei parenti non toccarono cibo, ma dopo cena giocammo tutti insieme e aspettammo la mezzanotte, scambiandoci gli auguri. Jessie e Sarah mi dissero, quando nessuno ci sentiva,  che speravano che il giorno successivo babbo Natale gli portasse il regalo che tanto attendevano: il ritorno del loro vero papà! Sperai con loro che fosse vero.

Partimmo per tornare alla nostra casetta e i miei figli si addormentarono come ghiri sul sedile posteriore. Guardavo Jake di soppiatto, mentre guidava, e pensavo che anche se non ricordava la sua identità, era bello stare con lui per il Natale. Chissà come sarei stata se quella sera non si fosse ripresentato a La Push…e come sarebbero stati anche i bambini. Certo, non era tutto perfetto come prima, ma perlomeno lui era vivo, ci voleva bene e mi aiutava. Sfiorai il mio pancione. Il tempo della gravidanza sarebbe scaduto tra due giorni, ma sentivo dentro di me il presentimento che Jeremy non avesse voglia di uscire…mettemmo i nostri cuccioli a letto e mi feci aiutare da lui a sistemare i loro regali impacchettati sotto l’albero.

Trascinai Jacob nella nostra camera, ci baciammo e gli chiesi di rimanere a dormire con me. Quanto era dolce! Rimanemmo abbracciati, poi poggiò la sua testa sulla mia pancia e gli accarezzai i capelli sorridendo. Tornò ad abbracciarmi e ci scambiammo gli auguri per il Natale tra mille baci e coccole. Lo guardai addormentarsi e pensai al fatto che non fosse giusto quello che gli era successo. Jacob era meraviglioso, la persona più buona che conoscessi, non meritava di perdere la memoria e sentirsi vulnerabile in quel modo. Se solo avessi potuto avrei desiderato tornare indietro nel tempo, al giorno dello scontro e lasciare che il nostro nemico facesse del male a me, togliendomi i ricordi, ma risparmiando lui…purtroppo però non potevo farci nulla! Avevo le lacrime agli occhi, così mi alzai e andai sul terrazzino della mia camera per prendere una boccata d’aria e tranquillizzarmi. Non volevo svegliarlo e farlo preoccupare. Ripensai a vari episodi della nostra vita insieme, il primo risaliva alla mia infanzia quando JJ mi consolava dopo che, correndo, ero caduta e mi ero sbucciata un ginocchio.

Il secondo era legato alla mia prima adolescenza. Avrò avuto 13/14 anni quando feci la prima grossa litigata con mio padre Edward. Mi chiusi in camera e non volevo scendere e incontrarlo nemmeno per mangiare. Gli zii e i nonni cercavano di farmi passare l’arrabbiatura, ma non volevo demordere. Dopo qualche giorno Jake venne a casa mia portandomi i miei panini preferiti comprati al fast food. Sicuramente fu Bella a chiamarlo, dato che in quel periodo era molto impegnato. Passai con lui qualche ora e magicamente la rabbia svanì. Feci anche pace con papà.

Il terzo ricordo mi riportò al periodo in cui avevo scoperto di amare Jacob. Una sera uscendo con gli altri amici di La Push, Jake mi invitò a ballare, nonostante odiasse farlo. In quel momento mi sentii esattamente come Cenerentola tra le braccia del principe azzurro.

Il quarto riguardava il periodo del nostro fidanzamento, quando ero al college a Seattle. Mi fece una sorpresa venendo a trovarmi fuori programma e passammo due giorni bellissimi attaccati come due sanguisughe. Il quinto e ultimo ricordo, invece, era più recente. Avevamo già avuto Jessie e Sarah. Li portammo al mare e li ammiravo mentre costruivano castelli di sabbia con il loro papà. Poi facemmo il bagno e quando ci baciammo in acqua, i bambini mi dissero che quando stavo con Jake i miei occhi erano sempre come dei brillanti, invece dissero a JJ che quando era insieme a me lui aveva sempre il sorriso sulle labbra. Con la forza di quei ricordi tornai a letto, sperando davvero che quella notte babbo Natale portasse a me e ai bambini il regalo più desiderato: far tornare Jacob. 

 

POV Jacob

Stavo sognando. Correvo in una radura e avevo il respiro affannato. Non riuscivo a capire dove andare, visto che avevo perso l’orientamento per tornare a casa. Tutti i boschi circostanti mi sembravano uguali, nessun punto di riferimento…a un tratto scorsi dietro ad un albero una donna con lunghi capelli neri e lisci. Li portava legati in una treccia. La sua carnagione era abbronzata e i suoi occhi profondi erano scuri. Era bellissima. Mi avvicinai a lei e come risposta mi sorrise. Aveva denti bianchissimi e quel sorriso mi accecava, trasmettendomi un innato buonumore. Mi guardava dolcemente e allungò una mano verso di me per prendere la mia. “Chi sei?” le chiesi, notando che sembrava me in versione femminile. “Ciao Jacob, sono Sarah Black, tua madre…non ti ricordi più di me?” domandò. Ma certo che mi ricordavo di lei…l’abbracciai e piansi sulla sua spalla. Lei mi accarezzava e cercava di tranquillizzarmi.

“Sei diventato così grande senza di me. Sei proprio bello!” disse “Dove sei stata finora? Mi sei mancata e anche per Rebecca, Rachel e papà è stato lo stesso…” risposi a mia madre. “Sai che non ci sono più tesoro, ma sono sempre con voi…ogni volta che ne avete bisogno! E adesso tu hai bisogno di me” cominciò a dire “Jake ho visto che ti sei perso da mesi e che vuoi ritrovare la tua famiglia e la tua casa…” disse. “Tu sai dirmi dove andare?” domandai “Tieni questa chiave, ti indicherà la strada” disse. Presi la chiave dorata che mi porgeva e iniziai a fare qualche passo nella direzione che quell’oggetto mi indicava “Mamma ti prego, vieni con me…” la supplicai. Lei sorrise e disse “Sai che vorrei tesoro, ma non posso. Ti prometto che ti guarderò sempre e quando avrai bisogno ancora di me basterà che mi chiami…adesso vai Jacob, la tua famiglia ha bisogno di te” concluse. Tornai da lei per abbracciarla ancora, le baciai le guance e le dissi che le volevo bene. Poi mi voltai e iniziai a camminare verso la direzione di casa. Prima di uscire dalla radura ed entrare nel bosco però, mi guardai alle spalle…mia madre non c’era più, così strinsi la chiave e corsi per arrivare il prima possibile a casa mia.

Mi svegliai e aprii gli occhi. Ero disteso a letto e accanto a me c’era Nessie. Mi guardai intorno. La camera in cui stavamo dormendo era quella della nostra casa. Una leggera fitta alla testa mi fece improvvisamente ricordare tutto…io non ero Clark, ero Jacob Black. L’incidente che mi aveva fatto perdere la memoria era dovuto allo scontro con Michael, quel vampiro che aveva minacciato i miei figli e fatto del male a Edward e Nessie. Lei dormiva tranquilla accanto a me e sapevo che non aveva subito danni dopo quello scontro, così come Edward che nei 2 mesi passati a La Push da estraneo avevo visto in buona salute. Ero di nuovo io, come avevo potuto dimenticare i miei compagni di branco? Perché non ricordavo mio padre e le mie sorelle? Quale magia mi aveva cancellato i ricordi legati ai Cullen? Ma soprattutto come era accaduto che Nessie e i miei figli fossero diventati dei perfetti sconosciuti? Li amavo come nessun altro al mondo…di sicuro li avevo fatti soffrire. Mi tornarono in mente le pagine del diario che mia moglie mi leggeva tutte le sere, forse per farmi tornare la memoria. Ero io quel Jacob e non l’avevo lasciata, non l’avrei mai fatto.

Guardai nuovamente la meravigliosa ragazza che dormiva al mio fianco…lei era incinta…mancavano pochi giorni al termine della gravidanza, quindi feci i conti e capii che era rimasta incinta nel mese di marzo…ma certo l’ultima volta con lei. Ero al settimo cielo! Avevo ritrovato Nessie, Jessie e Sarah e ci sarebbe stato anche un altro bambino: Jeremy. Tutto grazie a mia moglie che nonostante le difficoltà era riuscita ad accudire i nostri tre piccoli miracoli. E grazie anche a mia madre che me li aveva fatti ritrovare, o meglio che mi aveva restituito la mia vita. Mi aveva aiutato nel momento del bisogno. Sfilai la mia fede, avevo necessità di un ulteriore conferma del fatto che fossi veramente e di nuovo io. Lessi la frase che stavolta aveva senso. In lingua Quileute diceva “Per sempre insieme”. Ero ansioso di svegliare mia moglie e dirle che ero tornato da lei e dai nostri figli, che non l’avrei mai più lasciata e che la amavo ancora più di prima. Ma volevo dirglielo in un modo speciale. Era il giorno di Natale e quello per me era il regalo più bello, sicuramente lo sarebbe stato anche per la mia famiglia, i parenti e gli amici.


NOTE:

Ci siamo! Finalmente Jacob ce l'ha fatta, è riuscito a ricordare tutto!!! Ho pensato che sarebbe stato carino se la madre di Jake l'avesse aiutato nella sua missione, a voi è piaciuta questa idea?
Vi aspetto sulla mia pagina facebook: Taylor Lautner my sweet love e poi aspetto tante recensioni! A presto, buone feste!

Ritorna all'indice


Capitolo 53
*** "Pronto a ricominciare" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION




Uploaded with ImageShack.us


Capitolo 53

“Pronto a ricominciare”

 

 

POV Jacob

Avevo recuperato la memoria, non mi restava che svegliare Nessie e dirglielo. Mi voltai verso di lei che dormiva avvinghiata a me e le sfiorai il viso, le spalle, il pancione e le braccia. C’era un modo immediato per farle capire che ero di nuovo io: parlare in lingua Quileute. Nei mesi passati, infatti, non ricordavo la lingua della mia tribù e se l’avessi usata mia moglie avrebbe colto al volo il cambiamento, con la consapevolezza che ero tornato da lei. “Amore ho voglia di vedere i tuoi occhi da cerbiatta su di me” sussurrai in Quileute “Jake…ti prego…lasciami dormire” rispose assonnata nella mia lingua. Forse era ancora nel dormiveglia e non aveva fatto caso al modo in cui le avevo parlato, allora continuai con la mia tattica dicendo “Carotina mia ti prego, sono qui con te adesso, guardami”. Aprì gli occhi e mi osservò con stupore, sbattendo incredula le sue ciglia lunghe. “Jacob dimmi che non ho sognato, sei di nuovo tu?” domandò abbandonando quel linguaggio.

Sorrisi alla donna più affascinante e tenera del mondo “Non hai sognato Ness, sono tornato e non ho più intenzione di andarmene” lei sorrise e ci baciammo. “Non immagini quanto mi sia mancato lupacchiotto…davvero ricordi tutto?!” “Sì piccola, proprio tutto e…sono così felice di essere il vecchio Jacob” risposi. Riprendemmo a baciarci “Giurami che starai sempre con me e i bambini JJ” “Te lo prometto, non sai quanto ti amo e quanto ho avuto paura quel giorno in cui ho avuto l’incidente con Michael. I miei sensi dopo la forte botta alla tempia destra che ho preso, erano appannati e sentivo di perdere molto sangue. L’ultima cosa a cui ho pensato è che non avrei più potuto vedere Jessie e Sarah…e che ti avrei fatta soffrire…non volevo lasciarti” dissi cominciando a piangere. Mia moglie mi abbracciò “Amore non devi giustificare niente…lo so che ci vuoi bene e che non ci avresti mai abbandonato volontariamente…stai tranquillo io ti amo e non è cambiato proprio nulla sai?” ci baciammo mentre asciugavo le mie lacrime. “Quando quel giorno i miei parenti e i lupi non ti hanno trovato mi sono sentita morire…ogni giorno un gruppo si metteva in cerca di te, ma il risultato era che non ti trovavano mai. Poi ho scoperto di essere incinta e mi sono arrabbiata con te, ti odiavo, ma volevo il bambino…desideravo che fosse totalmente identico a te fisicamente e caratterialmente e che non avesse nessuna mia caratteristica. Piangevo ogni giorno e ogni notte ed ero anche arrivata alla consapevolezza che tu fossi morto…sono stata malissimo. Ho trascurato i bambini…per fortuna i Cullen, tuo padre, tua sorella e i ragazzi mi davano una mano, ma io desideravo solo te!” mi raccontò commossa.

Mi feriva sapere che l’avevo fatta soffrire “Adesso sono qui e ci sarò per sempre” la consolai “Quando quella sera hai bussato alla porta e mi raccontasti di aver perso la memoria, ero felice di saperti vivo. È stata dura non poterti dire la verità, ma temevo di provocarti un trauma. E così tutti abbiamo finto…poi quando ti sei innamorato di me e abbiamo iniziato a frequentarci la voglia di rivelare la verità cresceva ma…non potevo…amore spero che tu sappia che sono stata con Clark solo perché eri tu! Non ti avrei mai tradito con nessuno” disse “Lo so Nessie…non ti preoccupare…potrei vedere i bambini ora?” proposi.

Andammo nella loro cameretta e li svegliammo. Gli feci capire di aver ricordato tutto e loro mi saltarono al collo felici, baciandomi e dicendo a Nessie che babbo Natale li aveva ascoltati portandogli il regalo che desideravano. Poveri bambini, chissà cosa avevano patito…prima un padre che scompare, poi la mamma sofferente e dopo un papà che torna in quella casa ma che non ricorda, con il quale fingere e non poterlo abbracciare come un tempo, non sentirsi più sicuri…

Andammo da Billy, dove Nessie aveva stabilito di fare il pranzo di Natale insieme anche a Rachel, Paul e i loro figli. Quando arrivammo e svelai la sorpresa furono felici. Nel pomeriggio ricevetti le telefonate di qualche amico e le visite di altri. A quanto pareva ero mancato anche a loro. La persona che mi colpì maggiormente fu Leah. Venne ad abbracciarmi e scoppiò a piangere. La strinsi forte a me e la ringraziai per quello che aveva fatto aiutando la mia famiglia e anche prendendo il mio posto di capo nel branco. Ma Leah era sempre Leah e anche se aveva il viso bagnato e cercava di asciugare le lacrime disse “Sei una testa di rapa, se lo rifai giuro che ti ammazzo con le mie mani!” Era stata una lunga giornata, piena di emozioni, soprattutto perché raccontai che mia madre mi aveva aiutato a recuperare la strada perduta, così tornammo a casa.

Lasciai mia moglie in salotto ad appoggiare da qualche parte i regali che avevano fatto ai bambini e salii nella camera di Jessie e Sarah, portandoli tutti e due in braccio. Erano cresciuti! Sarah si mise da sola il pigiama e Jessie si sistemò da solo le coperte… “Papy domani ci sarai?” mi chiese mia figlia “Ci sarò sempre bambini, ogni giorno” dissi sorridendo. “La mamma ora è felice e lo siamo anche noi, papà” aggiunse Jessie. Baciai la fronte di entrambi e gli dissi che gli volevo bene. Li guardai addormentarsi…quanto mi erano mancati! Uscii dalla loro stanza e andai in camera mia. C’era ancora una cosa che dovevo fare quel giorno, la più importante. Dovevo recuperare il tempo perso con Renesmee…la vidi con in dosso i pantaloni del pigiama e con il reggiseno nero, mentre stava per infilare anche la maglia. La abbracciai da dietro cingendo anche la sua pancia. “Piccola sei bellissima! Mi sa che è meglio se non la metti la maglia, tanto te la toglierei subito” le dissi baciandole il collo e sentendola sorridere.

La girai verso di me e la baciai. Mi guardava con quello sguardo innamorato e con gli occhi a cuoricino. Tolsi i miei vestiti e i suoi e la feci sdraiare sul letto, mettendole dietro alla schiena due cuscini per tenerla più sollevata e farla stare comoda. Dovevo ingegnarmi per fare l’amore con lei, visto che il nostro Jeremy impediva le classiche posizioni. Continuando a baciarla riuscii a trovare una posizione adeguata e iniziai a fare l’amore con lei. Per parecchio tempo mi continuai a muovere nel suo corpo ripetendole frasi dolci e dichiarandole i miei sentimenti. Era così avvenente da farmi perdere la testa. Me ne fregai di frenare i nostri sospiri per non svegliare i bambini…stavo uscendo di testa muovendomi in quel modo e guardandola. Mi teneva per le spalle e la sua bocca dischiusa in gemiti di piacere mi eccitava sempre più. Continuai a spingere con più intensità sentendo che quello che stavamo facendo appagava entrambi e che avevamo un disperato bisogno l’uno dell’altra. “Oh Jake…ti amo…dimmi che non mi lascerai mai più” sospirò mia moglie ansimando. Io non avevo la forza di parlare preso com’ero dalle sensazioni, ma le dovevo una risposta “Mai più amore…te lo giuro…ti adoro” dissi con la voce stentata dai sospiri. Misi una mano dietro alla sua nuca, tra i boccoli e la baciai, proprio in quel modo raggiunsi la vetta delle sensazioni e dopo qualche secondo anche lei fece lo stesso. Le sorrisi e restammo a coccolarci giurandoci amore eterno. La guardai addormentarsi.

Era talmente serena che mentre dormiva le restò il sorriso sulle labbra. Eravamo sdraiati su un fianco, lei teneva la sua schiena appoggiata al mio torace. Le tenevo un braccio dietro alla testa e la sentivo respirare. Mi persi nei suoi lineamenti dolci e stupendi e nel profumo della sua pelle. Mi mossi per spostare alcune ciocche ribelli che le erano andate sul viso e lei aumentò la presa intorno al mio braccio “JJ stai qui, non mi lasciare” disse nel sonno. “Sono qui piccola, non ti lascio. Dormi tranquilla mi troverai al tuo fianco ogni mattina. Ti amo da morire” le risposi. Non avrei mai più permesso a niente e nessuno di separarmi da lei e dai miei figli. Loro erano la mia vita…tre persone senza le quali sarei morto. Anzi quattro persone…tra poco sarei diventato padre per la terza volta! Sorrisi a quel pensiero e, felice di essere a casa mia con le persone che amavo, mi addormentai pronto per i giorni successivi a intraprendere nuovamente il mio ruolo di figlio, fratello, capobranco, meccanico, amico, marito e padre.



NOTE:

Insomma, questo Natale ha portato alla famiglia Black un bellissimo regalo! Nessie e i bambini se lo meritavano proprio :) Adesso manca soltanto la nascita di Jeremy a completare tutto...continuate a seguirmi, a presto!

Ritorna all'indice


Capitolo 54
*** "L'ultimo della serie" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION



Uploaded with ImageShack.us


Capitolo 54

“L’ultimo della serie”

 

 

Non potevo ancora credere di risvegliarmi ogni mattina e trovare mio marito accanto a me. Aveva riacquistato la memoria da una decina di giorni e cercava di trascorre con me e i bambini tutto il tempo possibile, per recuperare il tempo perso nei mesi precedenti. Saperlo al mio fianco mi riempiva il cuore di gioia e mi faceva sentire più al sicuro per il fatto che mi dava una mano con Jessie e Sarah, avevo un ulteriore aiuto economico e potevo confidargli le mie paure sull’imminente parto. Avevo terminato il tempo previsto per la gravidanza da qualche giorno e avevo sempre più la netta sensazione che il grande momento fosse vicino. Nei giorni trascorsi insieme avevamo portato i bambini sulla spiaggia, al parco e avevamo festeggiato l’arrivo del nuovo anno, il 2029. Jacob era veramente quello di sempre, i nostri figli non volevano far altro che giocare con lui, seguirlo ovunque andasse e farsi mettere a letto dal loro papà.

Li capivo, anche a me era mancato molto e ogni minuto della giornata passato in sua compagnia mi sembrava vitale. Certo capivo che qualche volta doveva anche trascorrere un po’ di tempo con Billy, Rachel, i ragazzi della Riserva, ma egoisticamente lo volevo con me in ogni istante. La sera prima di dormire lo tormentavo, dicendogli che volevo parlare e, anche se tornava stanco dal lavoro, trovavo mille scuse per tenerlo sveglio e sentire la sua voce e la sua risata. Quella sera era il 5 gennaio, era molto freddo fuori, infatti, nei due giorni precedenti aveva nevicato e i nostri figli ne avevano approfittato per fare a pallate di neve e costruire un pupazzo di neve insieme a Jake. Così mi misi a letto vicina al mio lupacchiotto per farmi scaldare un po’. “Nessie sono un po’ preoccupato per Jeremy” “Per cosa amore?” “Doveva nascere nove giorni fa e invece…” disse accarezzandomi la testa. “Mio nonno dice che lui sta bene e che è normale, dato che sia Jessie sia Sarah sono nati in ritardo” dissi “Beh se lo dice Carlisle…mi fido!” esclamò.

Gli chiesi di coccolarmi un po’, quindi cominciò a darmi dei bacetti sulla fronte, sul naso, sulla bocca, mentre mi accarezzava il viso e i capelli. “Jacob…prima quando hai detto che eri preoccupato per Jeremy…pensavo che intendessi per il lato economico. Cioè abbiamo già due figli e…tra poco diventeremo cinque! Mi spaventa sai?! Dobbiamo anche pagare il mutuo della casa…delle volte ho paura di non farcela” gli confessai. “Shhh amore non devi pensare a questo. Ce la faremo vedrai e…lascia quelle preoccupazioni a me. Per tanti mesi hai dovuto pensare a tutto tu, ma ora sono qui! Concentrati solo sul bambino e stai tranquilla” disse con il suo sguardo premuroso. Lo baciai, con lui mi sentivo sempre come dietro ad uno scudo. Le cose mi passavano accanto, ma non mi scalfivano.

“E poi…se proprio non ce la facessimo potrei vendere qualcosa e prenderci qualche soldo” disse “Tipo vendere cosa tesoro?” “Magari la mia moto…vale un bel po’ di soldi” lo guardai meravigliata “Ma è la tua passione! Jake non te la lascerò vendere” dissi. Sapevo quanto ci teneva e non era giusto che lo facesse. Lui sorrise “Piccola la mia passione siete tu e i bambini. Non mi importa di altro…voglio solo che voi possiate stare bene e basta” affermò con voce decisa e infinita dolcezza. Morsi il mio labbro inferiore e sorrisi perdendomi nei suoi occhi scuri. Da piccola non avrei mai potuto immaginare che avrei avuto accanto a me un uomo tanto speciale e perfetto! “Ti amo Jake, anche per me nient’altro ha importanza” gli dissi prima di baciarlo. Quella notte dormii più leggera. Sapevo che mio marito avrebbe fatto tutto per la famiglia, ma averne la conferma mi aveva fatta sentire al settimo cielo.

Aprii gli occhi la mattina successiva avvertendo dei dolori alla base della mia pancia. Era il 6 gennaio e i miei figli si svegliarono presto per prendere le calze che la Befana gli aveva portato. Mi trovavo in cucina quando sentii cadere dell’acqua tra le mie gambe. Chiamai Jacob dicendogli che doveva portarmi dai Cullen. Lasciammo i bambini da Emily e Sam e partimmo per casa Cullen. Come sempre Carlisle ed Edward mi aiutarono a partorire mentre Bella e Jake mi tenevano la mano. Gli zii e la nonna aspettavano con trepidazione al piano inferiore. Ero esausta, avevo avuto un travaglio di otto ore e cercavo di spingere con tutta la mia forza per far nascere mio figlio da due ore. Quando pensavo di essere sul punto di morire per il dolore che provavo, finalmente, Jeremy uscì fuori e sentii il suo pianto. Edward lo allontanò per visitarlo e lavarlo insieme a Bella, mentre il nonno rimase ad occuparsi di me. Tenevo ancora la mano di mio marito e aspettavo il momento di vedere per la prima volta il mio cucciolo.

Quando sia il nonno sia papà ebbero finito, mi porsero il bambino lasciandomi sola con lui e JJ.

Era bellissimo! Il desiderio che avevo espresso quando mesi prima avevo saputo di essere incinta si era avverato. Era fisicamente la copia esatta di Jacob. Non potevo sapere come sarebbe stato il suo carattere, visto che avremo dovuto conoscerci per scoprirlo, ma aveva ereditato tutto dal padre: carnagione scura, capelli neri e lisci, taglio e colore degli occhi, naso, bocca. “Ciao Jeremy” dissi sfiorandogli una gota “Sono la tua mamma…ma questo lo sai già vero? Ti chiederai chi è quel bel ragazzo vicino a noi” proseguii, sorridendo in direzione di mio marito “Lui è il tuo papà! Pensavo che non l’avresti mai conosciuto e invece…lui è qua” anche JJ lo salutò e toccò le sue manine. Lo vedevo emozionato. “So che ti ho fatto soffrire tanto mentre crescevi nella mia pancia, ma ti prometto che cercherò di rimediare piccolino. Io e papà ci saremo sempre per te, Jessie e Sarah” dissi a Jeremy. “Come sei dolce principessa…lo sei sempre ma…con un bambino piccolo fra le braccia lo sei ancora di più!” affermò mio marito. “Jake, mettiti bene in testa che questo è l’ultimo figlio che facciamo intesi?” dissi mentre lui mostrava il suo sorriso abbagliante. “Non mi convincerai ad averne altri! Già sarà difficile in cinque…e poi ho chiuso i battenti: basta figli. Non voglio più patire i dolori dell’inferno che ho sentito oggi. Questo è l’ultimo della serie dei Black che vedrai…e non ridere…smettila!” esclamai trattenendo un sorriso. “Ok Nessie, tranquilla. Ho capito, basta concepimenti!” disse ridendo.

Restammo ancora con Jeremy, poi lui tornò a casa dai bambini e mi lasciò dai Cullen con il nostro terzogenito. Avrei passato lì tre giorni, sufficienti per far sì di recuperare le forze e monitorare la salute mia e del piccolo. Lo baciai dicendogli di salutare Jessie, Sarah e tutti gli amici e i parenti della Riserva. Sapevo infatti che avrebbero chiamato Jake per sapere come era andata. Tenni con me Jeremy ancora per un po’. Ero la donna più felice dell’Universo! Avevo dei genitori, degli zii e dei nonni che mi adoravano. Mio suocero e mia cognata erano stupendi, gli amici e le amiche fantastici. I miei tre figli erano uno più bello dell’altro ed erano la mia forza. Mio marito era meraviglioso! Dopo tanti anni ero innamorata di lui come una ragazzina e avrei continuato a provare quelle cose per l’eternità. Augurai a Jessie, Sarah e Jeremy una volta cresciuti, di avere la possibilità di essere circondati da una famiglia e degli amici in grado di donare loro tutto l’amore di cui era piena la mia vita!




NOTE:

Ora la famiglia è davvero al completo...grazie alla nascita del piccolo Jeremy Black! La storia si sta avviando alla sua conclusione, ma non disperate...manca ancora qualche capitolo!!! La nostra famiglia Black vivrà serenemante o ci saranno delle altre sorprese??? Seguitemi e lo saprete :P
Aspetto molte recensioni, buon 2013 a tutti voi!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 55
*** "Dichiarazione d'amore" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION




Uploaded with ImageShack.us

Capitolo 55

“Dichiarazione d’amore”

  

POV Jacob

La mattina successiva sarei andato a recuperare mia moglie e Jeremy dai Cullen per riportarli a casa nostra. Mio figlio era nato da tre giorni e Nessie si era ripresa abbastanza dal parto. Avevo cenato da mia sorella insieme a Jessie e Sarah e stavamo andando a casa. Ai bambini avevo già fatto incontrare Jeremy il giorno precedente, mi erano sembrati contenti di avere un fratellino.

Tolsero il giubbotto e andarono in bagno. Dopo qualche minuto mi affacciai alla porta del bagno “Allora avete finito di lavare i denti?” chiesi, notando che avevano rimesso al loro posto gli spazzolini e giocavano con l’acqua del lavandino tenendo le manine sotto al rubinetto. “Jessieee l’acqua per terra no” dissi sconsolato “E tu Sarah, ti sei bagnata la maglia” aggiunsi. Pulii tutto e pensai che non vedevo l’ora che Nessie fosse a casa. Sì certo, i miei figli avevano paura dei miei rimproveri, ma lei aveva sempre una marcia in più. Ero imbranato io o ogni volta che stavano con me combinavano qualcosa? Mah…forse era così anche con mia moglie solo che lei non si lamentava con me per le loro piccole marachelle. Andarono in camera, indossarono il pigiama e si infilarono a letto. “Papy ce la racconti una favola?” chiese Sarah “Sarebbe meglio se dormiste subito visto che stasera abbiamo fatto un po’ tardi dalla zia Rachel” risposi. “Dai papà, è tanto che non ce ne racconti una” affermò Jessie “Ok mi arrendo” e cominciai a inventare nella mia testa una storia. Di solito non leggevo le favole da un libro, le creavo basandomi su qualche episodio della mia vita. La mia esistenza era piena di creature fantastiche: vampiri buoni e cattivi, licantropi, umani in difficoltà…e ai miei bambini era sempre piaciuto ascoltare storie che avessero come protagonisti me, Nessie oppure altri parenti e amici.

“C’era una volta tanto tempo fa un ragazzo di nome Jacob. Viveva in una casetta rossa vicino ai boschi insieme al padre. Ogni sera Jacob, dopo aver aiutato il suo papà, andava nel bosco a raccogliere la legna e si trasformava in lupo per farlo. Un bel giorno incontrò una ragazza dai capelli rossi che cercava lamponi. La ragazza di nome Renesmee vedendo un grosso lupo si impaurì e fece cadere il suo cestino. Jacob non voleva spaventarla, anzi voleva essere suo amico, così si ritrasformò in un ragazzo e la aiutò nella ricerca dei lamponi” “Papà ma la mamma dice che i lamponi a Forks non crescono!” esclamò Jessie. “Jess lo so…è solo una storia, non è la verità. Dai fammi continuare” dissi, pensando che il vizietto di Nessie di puntualizzare sempre tutto come una maestrina era proprio anche di mio figlio.

“I due ragazzi si incontravano tutte le sere nel bosco e fecero amicizia. Si divertivano a rincorrersi, a fare il bagno nel lago, a giocare a nascondino…ma un giorno Jacob aspettò Renesmee per tutta la notte, ma lei non andò da lui. La stessa cosa accadde il giorno dopo. Jacob era preoccupato e la cercò. Trovò per caso la casetta di una vecchia e brutta strega di nome…Rachel” “Ma papy…la zia è giovane e bella” disse ridendo Sarah. “Cucciolotti se continuate non posso finire la storia…e poi…è solo un nome…non importa!”

“La strega Rachel aveva rapito Renesmee e la teneva prigioniera. Jacob provò a convincere la strega a lasciarla libera, ma non ci riuscì. Allora si trasformò in lupo e combattè contro quella vecchietta. Riuscì a sconfiggerla e liberò la sua amica, di cui si era innamorato. La riportò a casa e gli confessò il suo amore, chiedendogli di sposarlo. Renesmee gli disse che anche lei lo amava, così organizzarono le nozze e, a bordo di una carrozza…” mi bloccai vedendo che i miei figli dormivano. Gli rimboccai le coperte e andai in camera mia. Guardai la tv, poi mi venne in mente di aver promesso a Quil che avrei cercato un vecchio cd per prestarglielo, allora scesi in salotto e spostai un po’ di libri, cd e dvd dalla libreria. Trovato il cd che cercavo, lo presi in mano e un foglio ripiegato cadde a terra. Lo raccolsi e lo aprii. Era la scrittura di Nessie. Andai a sedermi sul divano e lo lessi con curiosità.

 

Caro Jacob,

amore mio è da tanto che ho il desiderio di parlarti. Te ne sei andato in un giorno di inizio aprile , lasciandomi sola con i bambini e il mio dolore immenso.

Non immagini come mi sia sentita nei mesi che ci hanno tenuti lontani…più volte ho desiderato morire per raggiungerti e poterti vedere ancora, per dirti che senza di te non so stare. Penserai che sono un’egoista, visto che Jessie e Sarah hanno bisogno di me, ma  non desidero altro che te. Lo so , se tu fossi qui , mi diresti che sono una ragazzina immatura e viziata, proprio degna di una Cullen, ma stavolta non è così!

Non riesco a respirare se non ci sei, tutto mi sembra inutile e noioso senza il tuo sorriso. È vero adesso sei qui, non ricordi chi sei e ti fai chiamare Clark, sei innamorato di me e ci frequentiamo, ma non è la stessa cosa. Vorrei poterti chiamare con il tuo vero nome, dirti che ti amo, che siamo sposati con due figli e che sto aspettando il nostro terzo bambino…vorrei che tu riuscissi a farmi sentire ancora la tua principessa! Desidero restituire ai nostri figli il padre meraviglioso che sei e che meritano di avere al loro fianco. Non sai quante volte chiedono di te, domandandomi quanto altro tempo dovranno aspettare per dirti che ti vogliono bene e sentirsi protetti tra le tue braccia. Manchi a tutti noi…a tuo padre, alle tue sorelle, ai ragazzi del branco, ai Cullen…ti prego tesoro torna da me!!!

Se servisse a qualcosa farei qualsiasi sacrificio per avere ancora i tuoi abbracci, i tuoi baci, le tue carezze…sentire il tuo profumo e il suono della tua voce, fare l’amore con te, osservare i tuoi occhi profondi e sinceri, il tuo magnifico sorriso che mi scalda come un raggio di sole. Ho già tutto questo da Clark, ma lo voglio da te, il vero Jake. Quel ragazzo che mi ha rapito il cuore e che mi è stato sempre accanto nei momenti belli e brutti della mia vita. Colui che mi ha aiutata a crescere e mi ha resa una donna, regalandomi anche i nostri splendidi cucciolotti.

Come mi avevi detto tanti anni fa, quando per la prima volta ci baciammo, alzo gli occhi al cielo per cercare il sole in ogni istante, anche quando  è nuvoloso, quando piove o nevica, ma non ti vedo più amore…Voglio che tu sia ancora lì a illuminarmi, a riscaldarmi nei giorni più freddi e a farmi compagnia in ogni momento della vita. Ma proprio come mi avevi pregato di fare, non smetterò mai di cercare il sole…non ti farò mai perdere il  tuo compito, lascerò che mi saluti la mattina e mi culli la sera per il resto della vita.

Ti adoro lupacchiotto e il mio amore per te non finirà mai. Ti aspetterò sempre, ma ti supplico torna a regalarmi ancora la tua luce perché in fondo…cos’è la luna senza il sole? Solo un satellite che non brilla di luce propria, se ne sta lì nel cielo e aspetta che i tuoi raggi la rendano la regina della notte!

A presto, tua per sempre

Renesmee Carlie Cullen Black

 

Mi ritrovai sul divano a piangere come un poppante. Mia moglie aveva sofferto molto più di quello che avevo immaginato. Quella lettera che mai mi aveva consegnato descriveva perfettamente l’incubo nel quale era stata costretta a vivere. Il giorno seguente, andandola a prendere a casa dei suoi genitori, le avrei detto ancora che mi dispiaceva e che quella lettera era la dichiarazione d’amore più bella che mi potesse fare.

L’avrei baciata facendole sentire quanto la mia anima fosse legata alla sua. Le avrei detto che se non si fosse mai innamorata di me la mia vita non avrebbe avuto senso. Nonostante questo sarei stato disposto a tutto per lei, anche a vederla con un altro e rimanerle amico, a essere un fratello maggiore, un amante, uno schiavo, qualsiasi cosa pur di non perderla! E se solo fosse stato necessario la mia vita l’avrei sacrificata volentieri in cambio della sua…per fortuna il destino, che tanto in passato mi aveva fatto soffrire, era stato dalla mia parte. Aveva permesso che la donna dei miei sogni mi vedesse con occhi diversi, che mi amasse. Senza di lei non potevo vivere, ogni giorno trascorso in sua compagnia mi rendeva sempre più consapevole della mia dipendenza da mia moglie.


NOTE:

Non mi sono lasciata sfuggire l'occasione di dedicare questo capitolo al Jacob papà...solo lui e i bambini! Non l'avevo ancora mai fatto e mi sembrava opportuno mostrare anche quest'aspetto. Spero che questo momento padre/figli vi sia piaciuto.
E poi la famosa lettera che Renesmee aveva scritto al suo Jake mentre lui era lì con lei ma non ricordava la sua identità, prima o poi, doveva venire fuori, non potevo certo lasciarvi nel dubbio in merito a quello che aveva scritto :)
Per il momento vi saluto, posto presto, non preoccupatevi......voi recensite in tanti!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 56
*** "Riflessioni sul futuro" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION



Uploaded with ImageShack.us

Capitolo 56

“Riflessioni sul futuro”

 

 

Uscii da casa con Jeremy e andai a fare la spesa. Erano passati 5 mesi dalla sua nascita e il mio piccolino cresceva sereno. Era un bambino tranquillo e fortunatamente dormiva molto, permettendomi così di riposare durante la notte. Ero ancora in maternità e ci sarei rimasta fino a quando Jeremy avrebbe compiuto un anno, dunque ero libera anche dal lavoro per un po’. Jessie e Sarah erano all’asilo quindi potevo dedicarmi alle questioni domestiche. Salii in auto e sistemai il bambino sul suo seggiolino. Andai verso il supermercato pensando che quella sera avrei potuto cucinare qualcosa di buono per il mio lupacchiotto…Jacob era veramente il padre di famiglia che tutte le donne sognano. Lavorava duramente e cercava di dedicare ai bambini e a me tutto il suo tempo libero!

Passeggiavo con il carrello lungo i corridoi del supermercato e osservavo i sorrisi che mio figlio mi rivolgeva e i suoi sguardi curiosi. Tornai a casa per sistemare la spesa e, come promesso a Leah, andai con lei e Jeremy a prendere qualcosa da bere ad un bar della Riserva. “Allora come vanno le cose con tutti questi uomini che ti circondano?” chiese Leah “Direi bene, per fortuna c’è Sarah con me a pareggiare un po’ i conti, ma siamo in minoranza” risposi sorridendo. “Beh puoi sempre chiedere a Jake di avere un’altra femmina” “Assolutamente no Leah, basta così!” esclamai. “Non penso che lui sarebbe contrario…anzi…quando gli leggo nel pensiero…” “Cosa gli leggi in quella testa dura? Gli ho detto chiaramente che non avrei fatto altri figli” dissi. Leah rise di gusto e disse “Dai Nessie, stavo solo scherzando!” Ci raccontammo le nostre ultime novità e fui felice di trascorrere con lei del tempo. Si dilungò a parlarmi della sua relazione con Embry e la vidi davvero felice, come non lo era mai stata prima di fidanzarsi con lui. Sul suo anulare sinistro splendeva un bellissimo anello e sapevo che di lì a poco tempo Embry le avrebbe fatto la proposta di matrimonio…Dopo un po’ vidi entrare nel bar una persona che avrei voluto evitare di incontrare: Maggie Sullivan. “Ecco, ti pareva che non dovesse succedere qualcosa per rovinare il mio pomeriggio” dissi, mentre anche Leah la guardava.

Maggie aveva continuato a fare la gatta morta con mio marito e mi aveva fatto litigare ancora con lui per la mia gelosia. “Ciao Leah” disse Maggie avvicinandosi al nostro tavolo e rivolgendomi uno sguardo strano. Sapevo che voleva partire all’attacco. “Ciao Renesmee, sempre in giro con i tuoi figlioletti? E pensare che un tempo ti invidiavo così tanto…” disse “Non sono sicura che la tua invidia sia finita sai?!” risposi “Beh, il ruolo di mamma chioccia non è certo nelle mie priorità, e comunque…quello per cui ti invidiavo non ce l’hai più nemmeno tu cara” disse con un ghigno di piacere nella voce. “Oh beh, ce l’ho eccome. Anzi mi appartiene più di prima!” esclamai orgogliosa “Non puoi negarlo Renesmee…adesso lui non ti guarda più come un tempo” disse. Anche Leah si stava spazientendo, lo notavo dal fatto che sogghignava scrutando Maggie. “Perché non la pianti Maggie Sullivan?! Sei ridicola” affermò Leah in mia difesa. “Ma guardatela…Leah Clearwater ha a cuore qualcuno! Oppure hai promesso di fare la crocerossina per avere in cambio un uomo che ti sopporta?” disse Maggie “Senti lascia perdere Leah e vedi di sparire dalla mia vista, non ti sei ancora stancata dopo tutti questi anni di cercare di portarmi via Jacob? Magari non te ne sei accorta con il tuo cervello da Barbie, ma a lui non interessi! Cercati qualcun altro e lasciaci in pace…e poi per la cronaca…lo dici solo tu che non mi guarda come prima” dissi, poi presi Jeremy e con Leah uscii dal bar.

Salutai la mia amica e pensai di andare all’officina a fare un salutino a mio marito. Quando arrivai salutai Embry in attesa di parlare con Jake, che era impegnato con dei clienti. Lo osservavo vestito da lavoro e non potei far altro che fantasticare su di lui…era troppo bello! Embry faceva i complimenti a mio figlio, dicendogli un sacco di cose carine e lui rispondeva a modo suo, con quei balbettii che aveva cominciato a fare. “Ciao piccola, ciao Jeremy” ci salutò mio marito con un bacio per ciascuno. Nostro figlio gli sorrideva e protendeva verso di lui le sue piccole braccia. “Non posso prenderti in braccio ora, ti sporco tutto…amore tutto ok?” mi domandò “Sì, avevo solo voglia di vederti prima di stasera” risposi e mi presi un altro bacio dalle sue labbra. Restai ancora un po’ poi andai a riprendere Sarah e Jessie dall’asilo e tornai a casa, dove giocai con loro e preparai una cenetta con i fiocchi per la mia famiglia con tanto di tiramisù finale. Jake arrivò poco dopo e una volta mangiato andammo tutti in veranda, visto che ormai a giugno inoltrato l’estate era arrivata. Rimasi seduta sul dondolo a guardare i miei tre figli che giocavano felici e spensierati. Sarah faceva da mammina a Jeremy e cercava di parlargli, Jessie era impegnato con Jacob a costruire un robot e così mi godevo la scena.

Dopo il parto avevo deciso di completare il mio diario, quello che avevo letto a Jake quando aveva perso la memoria, arricchendolo con la storia del suo ritorno, del momento in cui ricordò tutto, con la nascita di Jeremy e altri episodi accaduti in quei mesi. Pensavo infatti che un giorno, quando i nostri tre figli sarebbero diventati adolescenti, avrei potuto raccontare loro la storia del nostro amore e magari leggendolo, avrebbero capito molte più cose su di me. Forse in qualche caso avrebbero potuto anche trovare utile il mio diario, imparando a comportarsi meglio di quello che avevo fatto io in certe occasioni, dato che nella mia vita avevo commesso vari errori. Sarebbe stato un bel regalo, soprattutto per Sarah…si sa che ai maschi le storie d’amore non piacciono molto…ma alla mia bambina avrebbe fatto sicuramente bene conoscere come erano andate le cose. Forse, quando il primo ragazzo le sarebbe interessato, avrebbe potuto affrontare le sue paure e le sue sensazioni confrontandosi con ciò che avevo percepito io anni prima. Magari se non fosse stato quello giusto avrebbe riflettuto pensando a quello che Jake era sempre stato disposto a fare per me…sapevo che Jacob era un tipo geloso e che probabilmente sarebbe stato severo con lei in fatto di ragazzi.

Certo non avrebbe messo tutti i limiti alla Edward Cullen, ma ero sicura che per Sarah non sarebbe stato così facile. Anche io sarei stata gelosa di lei, ma si sa che i padri vanno fuori di testa per le figlie. Certo anche a me sapere Sarah tra le braccia di qualcuno sembrava stano, forse perché era ancora così piccola…avrei provato la stessa cosa per i miei due maschietti, ma lei sarebbe sempre stata più indifesa di loro! Cominciavo a capire i miei genitori e le loro ansie quando annunciai di stare insieme a Jacob…il giorno in cui sarebbe stata pronta per il primo amore, però, le avrei confermato che quello che da ragazzina trovavo seccante, e cioè l’eccessivo sforzo di mio padre per frenare il mio rapporto fisico con Jacob, non era stato poi così deleterio. Saper aspettare il momento migliore per fare tutto sarebbe diventato il motto con cui avrei educato i miei figli.

Rientrammo in casa e dopo aver messo a letto i bambini andai con mio marito in camera nostra. Ci raccontammo le nostre reciproche giornate e parlammo dei bambini e di noi, mentre me ne stavo comodamente adagiata tra le sue braccia distesa a letto, facendomi coccolare.

“Lupacchiotto…che farai quando i bambini diventeranno adolescenti? Cosa dirai quando usciranno con qualcuno?” chiesi curiosa “Sarò contento per Jessie e Jeremy…è giusto che facciano le loro esperienze” disse. “Mmmm e per Sarah no?” “Quello è un altro discorso” rispose secco “Che discorso?” domandai “Non voglio tra i piedi nessun ragazzo con gli ormoni su di giri fino a quando Sarah non avrà 18 anni” disse. Lo guardai e mi sollevai su un gomito “Un po’ maschilista come pensiero, non ti pare?” dissi sorridendo “No, non mi pare. Tu non sai cosa pensano i ragazzi ed è meglio che le stiano lontani se non vogliono passare guai…” “Jake, non fare il geloso! Quando ci siamo messi insieme dovevo ancora compiere 17 anni e non mi sembra che tu mi abbia mai fatto nulla di spiacevole” dissi. “Che c’entra? Tra noi era diverso…e poi Sarah è ancora piccola…comunque io non sono affatto geloso!” “Cooome nooo! Sei perfino peggio di mio padre” “Non dire sciocchezze, tuo padre è l’uomo delle caverne…io no…e poi…se qualcuno vorrà uscire con lei, prima deve avere il coraggio di chiedermelo di persona!” concluse. Sorrisi e mi riposizionai nell’incavo della sua spalla. Mi vennero in mente certi pensieri poco positivi…

“Jake…provi per me le stesse cose di sempre?” “Che domanda principessa…certo che sì” rispose, facendomi spuntare il sorriso. “Non starai ancora pensando a quello che ha detto Maggie! Sai che le piace infastidirti” “Lo so, volevo solo una conferma da te JJ” dissi. Infilando una mano sotto alla sua maglietta, accarezzai il suo torace e gli dissi di amarlo. Ero sciocca a sentirmi sempre insicura…sapevo che mio marito mi amava e che adorava la nostra famiglia, ma con Jacob continuavo a sentirmi ancora inadeguata anche dopo 13 anni di relazione tra fidanzamento e matrimonio. Mi faceva sentire come una ragazzina alcune volte: avevo bisogno di conferme su questioni che in realtà conoscevo benissimo, ad esempio sul suo amore nei miei confronti. Mi addormentai con la consapevolezza che tra noi le cose sarebbero sempre andate in quel modo…nemmeno tra un’eternità mi sarei resa conto di meritarlo, la sua perfezione come marito e come padre avrebbe continuato ad apparirmi immensa e immeritata.


NOTE:

Una bella uscita tra amiche ci voleva proprio per la nostra Nessie, nonostante Maggie anche questa volta abbia dovuto dirne una delle sue...e le prime gelosie di Jake per sua figlia??? Che ne dite?
Ragazzi dopo questo ci sarà l'ultimo capitolo seguito dall'epilogo, la storia è arrivata alla fine...siete pronti a salutare i personaggi che nel corso di questi mesi vi hanno tenuto compagnia? Vi piacerebbe se io continuassi la storia oppure pensate che diventerebbe pesante? Siate sincere :)
Aspetto tante recensioni!

Ritorna all'indice


Capitolo 57
*** "Trentesimo compleanno" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION




Uploaded with ImageShack.us

Capitolo 57

“Trentesimo compleanno”

 

 

POV Jacob

Era il giorno prima del compleanno di Nessie e avevo organizzato un sacco di cose da fare con lei per quell’occasione. Ovviamente dovevano rimanere una sorpresa e avrei iniziato a metterle in pratica allo scoccare della mezzanotte. Sapevo che mia moglie non voleva regali materiali perché diceva che era meglio risparmiare qualche soldo in più, così avevo progettato di fare insieme 30 cose diverse in onore ai suoi 30 anni…alcune erano divertenti, altre romantiche, altre ancora legate a ricordi del nostro passato. In questo modo avrei mantenuto la promessa che le avevo fatto di non spendere soldi. Per questa ragione avevo preso un giorno di ferie dal lavoro, in modo tale da poter trascorrere tutto il tempo con lei.

Allo scoccare della mezzanotte la svegliai e, baciandola, le feci gli auguri con una dichiarazione d’amore che mi ero preparato precedentemente. Le piacque molto, poi la lasciai dormire per proseguire con il mio intento il giorno successivo.

 

POV Nessie

Era il 10 settembre 2029 e il giorno in cui avrei compiuto 30 anni era arrivato! Quella notte mio marito mi aveva svegliata per farmi gli auguri ed era stato così dolce con le sue parole d’amore che non ce l’avevo fatta a dirgli che volevo dormire…chissà cosa aveva pensato di fare in quel giorno…

Passammo l’intera giornata insieme con i nostri tre figli fino alle 19.00. Jacob ogni tanto mi faceva una sorpresa delle sue e visto che dalla notte ne avevo già ricevute ben 26, avevo intuito che gli fosse venuto in mente di farmene una per ogni anno che compivo quel giorno. Che romantico! Anche Jessie, Sarah e Jeremy mi fecero un regalo. Avevano realizzato un disegno colorato con le tempere grazie all’aiuto delle nonne Esme e Bella. Ovviamente la parte maggiore era stata fatta da Jessie che ormai aveva compiuto 6 anni e avrebbe cominciato la scuola elementare tra qualche giorno. Proprio a lui che aveva imparato a scrivere qualche lettera era stato dato il compito di scrivere Auguri Mamma sopra al disegno. Sarah che doveva compiere 4 anni si era occupata più che altro di colorare e al piccolo Jeremy, di soli 8 mesi, avevano fatto fare le impronte delle manine e dei piedini con le tempere.

Tornai con la mia famiglia a casa e Jake mi disse di prepararmi mentre lui andava a lasciare i bambini da Paul e Rachel, perché la prossima sorpresa sarebbe stata una cena fuori solo io e lui. Wow non vedevo l’ora, dato che avendo tre figli ancora piccoli era difficile per noi passare del tempo insieme.

Feci una doccia e sistemai i miei capelli. Mi truccai e scelsi di indossare un completino intimo un po’ provocante. Era un’eternità che non ne sfoggiavo uno, ma ormai potevo permettermelo, la pancia era tornata piatta dopo mesi dal parto! La biancheria era composta da un reggiseno a balconcino e un perizoma con la stoffa color sabbia punteggiata da milioni di puntini dorati che sembravano glitter. Guardandomi allo specchio notai di sembrare un pacchetto regalo. Scelsi poi un vestitino rosa. Era corto, senza maniche e mi arrivava a metà coscia. Aveva un bello scollo che impreziosii con una collana in abbinamento agli orecchini. Infilai sandali neri con tacco 12cm coordinati al colore della borsa. Dove avevo tenuto nascosta quella ragazza nei mesi precedenti? Ero piuttosto attraente quella sera, o almeno sperai di apparire così agli occhi del mio maritino. Scesi in salotto dove lui mi aspettava. Si era messo dei pantaloni blu, una camicia a quadri aderente e scarpe scure. Quello che avevo pensato sul mio essere attraente era praticamente annullato vicino a lui…

“Sei bellissima Nessie…” “Non quanto te JJ” dissi e poi salimmo in macchina. Mi portò in un ristorante di Port Angeles. La cena fu buonissima e mi fece un’ulteriore sorpresa facendomi portare un bouquet di sole rose rosse. “Jake…avevo detto niente regali e…ok per la cena ma questi non dovevi!” dissi baciandolo “Non preoccuparti i fiori non li ho pagati per cui non ho infranto la promessa” “Come non li hai pagati?” domandai. “Diciamo che ho passato qualche ora con la fioraia e lei ha apprezzato alcune mie doti nascoste…ahahahahah o mamma Nessie dovresti vedere la tua faccia…stavo scherzando, ha solo accettato che io riparassi un pezzo della sua auto pagandomi con i fiori per te” affermò sorridendo e aggiunse “Pensa cosa mi tocca fare per farti un regalo!”

Il vino e lo spumante bevuti a tavola mi avevano fatta rilassare più del normale e sentivo di aver abbassato alcune mie barriere…probabilmente Jacob se ne era accorto, visto che smise di versare lo spumante nel mio bicchiere e rispondeva ai miei sguardi maliziosi con mezzi sorrisi, tentando di fare il vago distogliendo lo sguardo. Avevo molta voglia di tornare a casa con lui, avevo voglia di lui, anche perché avremo avuto tutta la notte per noi, infatti i bambini avrebbero dormito da Rachel. Ma mancavano ancora due sorprese, lo sapevo. Uscimmo dal ristorante e mi accorsi che Jacob aveva intrapreso la strada per andare a casa Cullen…”Pensavo che volessi passare la serata con me amore…” “Non ancora Ness, prima il tuo 29esimo regalo” rispose. Non riuscivo a capire cosa potesse essere…entrammo in casa e anche i miei parenti sembravano non sapere cosa stessimo facendo lì, dato che furono sorpresi di vederci. Ci sedemmo tutti in salotto e Jake si avvicinò al nonno Carlisle.

“Carlisle, ci ho riflettuto a lungo e mi sono consultato anche con i ragazzi del branco…ho intenzione di fare un regalo importante a Renesmee e penso che, dopo anni, sia finalmente il momento di ufficializzare la nostra alleanza con la tua famiglia” “Non capisco Jacob, siamo alleati anche senza bisogno di dimostrazioni, anche perché hai sposato mia nipote…” disse Carlisle. Mio marito mi guardò e sorrise per poi tornare a rivolgere la sua attenzione a mio nonno. “Proprio perché tua nipote è mia moglie ho deciso in quanto capobranco di rompere il patto sul confine che hai stipulato con il mio bisnonno. Non ha più senso perché non siamo più nemici e ci fidiamo di voi. Inoltre penso che la tua famiglia regalandomi Nessie abbia dimostrato concretamente di voler vivere in pace con la mia tribù…” continuò Jacob rivolgendomi uno sguardo, mentre io gli sorridevo e nascondevo l’imbarazzo per il gesto d’amore che stava facendo per me davanti alla mia famiglia e mordevo il mio labbro inferiore. “Da domani potrete varcare il confine ogni volta che lo vorrete e quindi potrete anche venire a trovare Nessie e i bambini a casa nostra” finì di dire Jake. I Cullen furono felici della notizia e ringraziarono mio marito. Ero orgogliosa di lui, nel corso degli anni era maturato così tanto…stentavo a riconoscere in Jake il ragazzino che un tempo ritenevo il mio miglior amico. Ed era anche diventato un perfetto capobranco nonostante nei primi anni del suo comando odiasse essere ritenuto il capo e dare gli ordini!

Salutammo i miei parenti e saliti in macchina baciai JJ dicendogli che lo amavo e che quella era la più bella sorpresa della serata, il regalo più bello che avesse potuto farmi! Tornati a casa presi dal frigorifero la bottiglia di spumante per festeggiare la novità. Dopo tre calici che si erano sommati all’alcool che avevo bevuto a cena, sentivo che presto avrei fatto qualche pazzia sotto l’influsso dell’amore che provavo per Jacob Black e del tasso alcolico che mi stava togliendo i freni inibitori. “Forse è meglio che smetti di bere spumante carotina, o non potrai più fermarmi se faccio qualcosa che non va…” “Beh magari quello che va a te va anche a me” risposi con un battito delle mie ciglia. Jacob mi baciò in modo molto appassionato “Stai attenta però, stai giocando con il fuoco e non vorrei che ti scottassi prendendo il tuo 30esimo regalo, piccola” disse sfiorando con il suo naso il mio e tenendomi una mano dietro alla nuca. “Stai attento tu lupacchiotto, potrei voler continuare all’infinito e non so cosa potresti fare poi…” risposi ormai con gli ormoni alle stelle e gli occhi persi nei suoi.

Mi tolse il vestito lì in salotto e anche io feci lo stesso con i suoi. Teneva le sue mani sui miei fianchi e poi le spostava sulla vita accarezzandomi con la sua pelle rovente. I nostri baci profondi stavano già preludendo ad altro. Mi prese in braccio tenendo le mani sul mio sedere ed io accavallai le gambe intorno ai suoi fianchi. In un baleno ci ritrovammo in camera nostra, sdraiati sopra al letto. Percorse tutto il mio corpo con dei baci e tolse il mio completino intimo e i suoi boxer. Entrò nel mio corpo mentre con la mano sinistra mi sorreggeva la parte posteriore del collo e con la destra intrecciava le dita della mia mano sinistra, facendo combaciare anche i nostri tatuaggi. Ci muovevamo all’unisono, creando un equilibrio perfetto anche tra i nostri respiri. Non riuscivo a smettere di baciarlo mentre andava su e giù dentro di me…”Ti amo Jake” ansimai “Ti amo anche io Nessie e non riesco a vivere senza di te” continuavamo a essere una cosa sola mentre il suo ritmo era accelerato e i suoi sospiri erano diventati gemiti. Lo spumante e il vino in circolo nel mio sangue, poco abituato all’alcool, mi spingevano ad abbandonarmi completamente a lui e al piacere che mi procurava. Iniziai anche io a emettere dei gemiti che non mi sforzavo di regolare, tanto eravamo finalmente soli in casa…lui ogni tanto, baciandomi, tirava a se il mio labbro inferiore con una leggera pressione della sua bocca e dei denti. Quando ci guardavamo negli occhi vedevo in lui il riflesso appannato dei miei e il desiderio reciproco di amore fisico. Continuavamo a respirare sempre con un ritmo più serrato e quasi mi vergognavo dei miei gemiti così intensi. Accavallai ancora di più le mie gambe intorno a lui e morii di piacere insieme a Jacob.

Facemmo l’amore più volte e restammo a coccolarci sotto alle lenzuola, ripetendoci a vicenda che ci amavamo. “Amore, penso che finirò il mio diario raccontando di questa sera sai?!” dissi tenendogli il viso con una mano “Ah sì?!” rispose inondandomi del suo profumo dato che mise un braccio sotto alla mia testa ed io mi accoccolai su di lui, spostandomi su un fianco e rimanendo a pochi centimetri dalla sua bocca. Mi sembrava un’ottima idea…il diario parlava del nostro amore e quale miglior finale se non quello di una giornata perfetta trascorsa insieme e culminata con quella notte di passione? Restammo a guardarci negli occhi a lungo e a respirare il nostro reciproco odore “Nessie…vorrei che il tempo con te non finisse mai! Tua madre mi ha fatto il dono d’amicizia più bello regalandomi una ragazza come te…” “Non dire così JJ, sono io che non ti merito, non il contrario…” risposi al settimo cielo. “Sai che non è vero…sei sempre stata troppo per uno come me” disse baciandomi. Ero letteralmente fuori controllo, il cuore batteva all’impazzata e non riuscivo a trattenere i miei sorrisi…

“Sai che non riesco nemmeno a respirare se non ci sei? E…quando devo andare al lavoro mi consola soltanto il pensiero che ogni sera posso rivederti e che…per fortuna ho davanti a me l’eternità per poter ammirare la tua bellezza” disse. Oh cavolo! Come faceva a dirmi ancora quelle cose così romantiche e dolci dopo ben 13 anni di amore?

“Non capisco come tu mi possa ancora guardare così…come se negli ultimi 13 anni non fossi stato con me e non avessimo mai litigato per le nostre gelosie, per i bambini…come riesci a farmi sempre sentire come una ragazzina innamorata pazza di te?” domandai. Lui sorrise e accarezzò il mio viso e le mie labbra “Anche tu mi fai lo stesso effetto, ma risponderò alla tua domanda dicendoti che…ci riesco per una semplice ragione…l’unica che mi fa accettare di starti lontano in alcuni momenti della giornata e…tollerare che altri uomini ti guardino in quel modo…la ragione è che ti amo da morire! E imprinting o non imprinting non vedo nessuna all’infuori di te…nessuna che possa minimamente arrivare alla tua bellezza, alla tua intelligenza e determinazione. Nessuna in grado di farmi sentire speciale, di essere una così brava madre e avere la tua dolcezza…ti adoro Renesmee Cullen e voglio stare così con te per sempre” disse baciandomi.

Anche io volevo le sue stesse cose, nessun evento avrebbe mai cambiato i miei sentimenti… “Ti amo anche io Jake, ma ti prego…non  sono più una Cullen, non per davvero. Ti ho donato tutta la mia anima molti anni fa accorgendomi di amarti alla follia e adesso…i Cullen sono solo i miei familiari, ma la mia vita siete tu, Jessie, Sarah e Jeremy! Direi che…in fondo sono più una Black ormai…” conclusi sorridendo. “Hai ragione amore” iniziò a dire baciandomi una mano “Non riesco ancora a capacitarmi del tutto che sei mia e che…ho portato via ai Cullen l’unica cosa senza la quale potrei morire: tu, Renesmee Black!” concluse.

Decisi di usare il mio potere e allungai la mia mano sul suo viso perfetto. Gli mostrai un’immagine umana quanto impossibile di noi due: eravamo vecchi, i capelli bianchi, il viso solcato dalle rughe, il fisico cambiato dallo scorrere del tempo. Eravamo seduti in veranda a casa nostra, ed eravamo circondati da tanti piccoli bambini…i nostri nipoti che giocavano felici. Visualizzai anche l’immagine di Jessie, Sarah e Jeremy ormai adulti e somiglianti a noi. Anche se in quella visione io ero diversa da come lui mi conosceva, in realtà gli mostrai che nulla era cambiato: il mio amore e la mia adorazione per lui erano sempre lì. Sfumai i miei pensieri e tolsi la mia mano dal suo viso tornando alla realtà. Jacob sbattè gli occhi più volte, lo faceva sempre quando finivo di usare il mio potere e sorrise scuotendo la testa “Anch’io continuerei ad amarti proprio come adesso. Vederci così vecchi è stato…strano, ma bello…tu resti sempre la più bella dell’universo” disse accarezzandomi “No, ti sbagli, il più bello dell’universo sei tu” risposi. “Vorresti invecchiare se ne avessi la possibilità?” “No Jake, non lo vorrei” “Ti piaccio di più così eh?! Fisicamente intendo, niente capelli bianchi, niente rughe, niente muscoli del corpo invecchiati…” disse Jacob.

“Ma che dici amore? Tu mi piaceresti sempre e comunque…non è per questo è perché…se noi fossimo comuni mortali io avrei paura di perderti. Vivrei la mia vita come un conto alla rovescia, sapendo che ogni giorno trascorso è un giorno in meno per stare insieme. Avrei paura della morte che ci separerebbe. Ma non mi fraintendere non avrei paura di morire…avrei il terrore di vederti morire, di restare sola” confessai con gli occhi colmi di lacrime. Jake si tirò su, a sedere sul letto e mi tirò su con lui abbracciandomi “Non succederà a noi, stai tranquilla amore. Sono io ad avere il terrore di perdere te Ness, sei l’unica persona senza la quale non so sopravvivere” affermò per rassicurarmi. “Mi dovrai sopportare per l’eternità” disse strappandomi un sorriso “E non voglio vederti triste oggi, nel giorno del tuo  compleanno. Io ti amo e sarà così per sempre” concluse. Gli sorrisi e anch’io affermai di amarlo alla follia.

“Promettimi che niente e nessuno ci separerà Jacob” chiesi all’improvviso cercando la profondità dei suoi occhi sinceri “Te lo prometto Renesmee non consentirò a niente e nessuno di separaci” rispose con quel tono di lealtà e onestà che lo contraddistingueva e usando un tono di voce molto simile al suo timbro da alfa, come se con quella frase pronunciata in quel modo volesse farmi capire che prendeva sul serio la nostra promessa e che avrebbe davvero fatto di tutto per mantenerla. Mi fidavo ciecamente di lui, sapevo che era un uomo di parola e soprattutto arrivai alla piena consapevolezza che lui era il mio uomo. Restammo nel letto abbracciati e continuammo a baciarci per tutta la notte, proprio come avremo potuto fare per il resto della nostra eternità.



NOTE:

Questo è l'ultimo capitolo :'( manca soltanto l'epilogo...è il momento di ringraziarvi ancora. Grazie a chi mi ha messo nelle autrici preferite, a chi ha inserito la fanfiction tra le storie preferite, tra le ricordate e tra le seguite e anche a tutti i lettori silenziosi che hanno dedicato il loro tempo alla lettura della mia storia.
Credetemi quando ho iniziato a pubblicare la storia non ero affatto certa che potesse piacere a qualcuno, ma sono stata sommersa dal vostro affetto! Un grazie speciale va a chi a recensito facendomi conoscere le proprie opinioni, vi adoro <3
E poi come dimenticare chi mi ha anche iniziato a seguire sulla mia pagina facebook??? Ne sono immensamente felice, in questo modo continueremo sempre a restare in contatto. Se qualcun altro volesse farlo, ricordo di cercare su facebook Taylor Lautner my sweet love e mi troverete!!
Che altro dire?? Ah sì...leggete anche l'epilogo che posto presto e poi...se ci fosse qualcuno che si è affezionato così tanto a Renesmee, Jacob, Jessie, Sarah e Jeremy e alla storia che ho inventato su di loro, tanto da non volergli dire addio, allora ho una sorpresa per voi!
Sto scrivendo il continuo di Sunlight's Ray e inizierò a pubblicarlo qui su Efp, anche se vi chiederò un po' di pazienza in più perchè dovendo ancora completare la storia (sono appena a metà) e nel frattempo dovendo cercare del tempo libero tra lavoro, famiglia e fidanzato aggiornerò i capitoli un po' più lentamente...
Nell'epilogo, che ripeto pubblicherò a breve, vi darò tutte le informazioni necessarie per seguire anche quest'altra storia! Un abbraccio enorme, un bacio a tutti e a presto ;)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 58
*** "Epilogo" ***


SUNLIGHT'S RAY FANFICTION



Uploaded with ImageShack.us



Capitolo 58

“Epilogo”

 

 

Quella che avete letto

è la storia di una parte della mia esistenza,

così come ho deciso di sintetizzarla sul mio diario,

che finalmente ho completato!

Spero di aver dimostrato che nella vita nulla è scontato…

niente è come sembra e le tante difficoltà che si incontrano

servono a farci crescere e imparare.

Mi ritengo una persona fortunata, perché sono riuscita

ad avere al mio fianco delle persone che mi amano

e che mi sono amiche.

Spero solo che anche a Jessie, Sarah e Jeremy

accada lo stesso.

Questo racconto lo donerò proprio a loro

nel momento in cui ne avranno bisogno,

e resterà per l’eternità la testimonianza dell’amore

che provo per Jacob Black

e per la famiglia che insieme abbiamo costruito…

Se un giorno noi non dovessimo esserci più,

mi auguro che i nostri figli siano la dimostrazione concreta

che l’amore, quello vero, esiste

e che nessun avvenimento può scalfirlo!

La vita mi ha insegnato a essere figlia, nipote, amica, moglie e madre, ad amare e a soffrire,

ancora tante altre volte sono pronta a lottare,

mi basta essere sicura che,

accanto a me,

il mio raggio di sole non mi abbandonerà mai.

 

 

Renesmee  Carlie  Cullen  Black

                                                                                                    Forks, 10 settembre 2029


NOTE:

Come avete visto l'epilogo non è un capitolo, ma solo la pagina conclusiva del diario di Renesmee. Ma come avevo preannunciato da ora in poi mi dedicherò alla scrittura del continuo di questa Fanfiction. Se mi vorrete seguire sappiate che ritoverete come protagonisti Nessie, Jacob, Jessie, Sarah e Jeremy, anche se darò molto più spazio alle vicende dei tre bambini, dedicando ovviamente alcune parti del racconto alla nostra coppia preferita (Jake/Nessie).
Ringrazio ancora tutti, anche coloro che non mi seguiranno, rimarrò sempre felice ricordando quante persone hanno impiegato il loro tempo leggendo la mia storia!
...Beh che dire...tenete d'occhio Efp o la mia pagina facebook Taylor Lautner my sweet love per ulteriori aggiornamenti, spero di cominciare a postare presto, un bacio e un abbraccio a tutti!!!!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1247367