Dark Past di katyjolinar (/viewuser.php?uid=3135)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***
Capitolo 16: *** 16 ***
Capitolo 17: *** 17 ***
Capitolo 18: *** 18 ***
Capitolo 19: *** 19 ***
Capitolo 20: *** 20 ***
Capitolo 1 *** 1 ***
1
Dark Past- L'Oscuro
Passato
1
Era una bella giornata primaverile. Negli
uffici dell'NCIS tutti erano indaffarati nei loro incarichi... beh, non proprio
tutti: Tony osservava divertito McGee che litigava con una matita che gli
scappava sempre di mano.
Gibbs gli si avvicinò da dietro, dandogli uno scappellotto e
distraendolo; nel momento in cui Tony venne distratto, finalmente Tim riuscì a
prendere in mano la matita e cominciare a scrivere.
Tony: "Ahia... ma che cosa ho fatto, Capo?"
Gibbs: "Lo sai, è inutile che te lo spieghi."
Tony lanciò un'occhiata a Ziva, che aveva l'aria di non averci
capito molto ma di aver capito che Tony aveva fatto qualcosa che a Gibbs non
andava.
In quel momento, il Direttore uscì dal suo ufficio, dirigendosi di
corsa verso Gibbs.
Jen: "Jethro, sta per arrivare qui un pezzo grosso... cosa
faccio?"
Gibbs: "Sei tu il Direttore. Accoglilo, no?"
Jen: "Ma si tratta di un ministro..."
Gibbs: "Te l'ho già detto, accoglilo, no?"
La porta dell'ascensore si aprì, e il ministro fece la sua
comparsa.
Jen: "Signor ministro! Qual buon vento la porta qui?"
...: "Sono qui per una questione importante, ma sarei anche lieto
di parlare con lei, Direttore Shepard."
Jen strinse la mano dell'uomo, poi lo prese sotto braccio e gli
presentò Gibbs e la sua squadra.
Jen: "Signor ministro, se permette, vorrei presentarle i membri
lella mia squadra migliore. Leroy Jethro Gibbs, team leader."
Gibbs: "Ministro..." gli strinse la mano.
...: "Ho sentito parlare di lei. Era d'istanza in Iraq nel '91. O
sbaglio?"
Gibbs: "Non sbaglia."
Jen: "Mentre loro sono Timothy Mcgee..."
McGee: "Piacere di conoscerla..." altra stretta di mano.
Jen: "L'agente di collegamento con l'Agenzia israeliana, Ziva
David..."
Ziva: "Signore..." di nuovo una stretta di mano.
Jen: "E l'Agente Speciale Anthony Dinozzo."
I due si strinsero la mano, guardandosi prima negli occhi, poi, a
differenza degli altri, il Ministro lo attirò a sè e si abbracciarono
amichevolmente.
...: "Ragazzo! E un piacere rivederti!"
Tony: "Anche per me, Professor McCoy!"
CONTINUA...
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Capitolo 2 *** 2 ***
Dark Past- L'Oscuro Passato
2
Mentre Tony e il Ministro si salutavano
amichevolmente, tutti gli altri si lanciarono delle occhiate. L'unico che pareva
per nulla stupito del fatto che Tony e McCoy si conoscessero era
Gibbs.
McGee: "Tu... tu conosci il Ministro degli Affari Mutanti, Harry
McCoy?"
Tony: "Sì. E' stato il mio insegnante di Letteratura Inglese al
collegio dove ho fatto le superiori, il caro, vecchio, Hank."
Hank: "E, comunque, non sono più ministro. Ho rassegnato le mie
dimissioni l'altro giorno."
Hank McCoy era un uomo sulla cinquantina, piuttosto atletico,
dall'aspetto bestiale e con la pelle e il folto pelo blu.
Jen: "Come mai ha rassegnato le dimissioni, signore?"
Hank: "Lievi divergenze con la politica del Presidente, Direttore.
Comunque non sono qui per questo; sono venuto per parlare al mio ex allievo di
una cosa importante."
Tony si fece serio.
Tony: "C'è qualcosa che non va?"
Hank: "Si tratta del Professore."
Il giovane agente sembrò allarmato.
Tony: "Il Professore? C'è di nuovo bisogno di me nel gruppo?"
Hank: "No, ma domani si svolgeranno i suoi funerali."
La notizia sembrò averlo shoccato, infatti prese la sedia e si
sedette.
Tony: "Come... come è successo?"
Hank: "E' meglio se te lo fai dire da chi ha assistito alla sua
morte. Io non so dirti nulla."
Tony: "D'accordo. Mi farò dire tutto da loro."
Tony cominciò a guardare nel vuoto, pensieroso, mentre il Ministro
si congedò dagli altri.
Quando questo se ne fu andato, dopo aver parlato con il Direttore,
Gibbs si avvicinò al suo Secondo e, poggiandogli una mano sulla spalla, gli
chiese:
Gibbs: "Vuoi prenderti un paio di giorni per andare al
funerale?"
Tony: "Grazie, Capo."
Ziva e McGee parlavano tra loro. Quando Gibbs si allontanò dalla
scrivania del loro collega, gli chiesero:
Ziva: "Come mai Tony conosce pezzi grossi del calibro del Ministro
McCoy?"
Gibbs: "L'avete sentito, no? E' stato un suo allievo quando era
alle superiori."
McGee: "Sì, ma da quel che ne so, nelle scuole ancora non
accettano persone che sono... come il Ministro, e ancora meno lo facevano ai
tempi in cui Tony andava alle superiori..."
Gibbs: "Hai ragione, McGee. Infatti Tony è stato uno dei primi
allievi di una scuola privata sperimentale, che ufficialmente è una scuola per
ragazzi dotati."
McGee: "Ma ancora non capisco cosa centri una scuola per ragazzi
dotati con il signor McCoy..."
Tony: "Non ascolti mai quando qualcuno parla, Pivello?" chiese,
rompendo il silenzio in cui er piombato fino a quel momento "Gibbs ha detto
'ufficialmente è una scuola per ragazzi dotati'. In realtà è una scuola..." alzò
la mano, facendo un cenno. la matita che ancora McGee teneva in mano cominciò a
fluttuare nell'aria, e raggiunse la mano di Tony "...per mutanti."
CONTINUA...
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Capitolo 3 *** 3 ***
3
Dark Past- L'Oscuro Passato
3
McGee passò più volte lo sguardo dalla sua
mano alla mano di Tony; non se lo aspettava sicuramente che Tony fosse un
mutante, e, dalla faccia, Dinozzo capì che neanche Ziva se lo
aspettava.
Ziva: "Sei un telecineta!"
Tony: "Non solo..." poi, con la mente, disse "sono anche
telepate."
McGee: "Allora sei tu che interferisci sempre con i miei pensieri?" chiese, con un tono di
disapprovazione.
Tony: "Scusa, Pivello, ma era tropo divertente
vedere la tua faccia, anche quando ti comparivo alle spalle..." un turbinio di
scintille luminose lo avvolse, poi scomparve, ricomparendo alle spalle di Tim
"...così."
Il Pivello quasi saltò dalla sorpresa, mentre Gibbs e Ziva, che
sembrava essersi subito abituata all'idea che Tony fosse un mutante, dovettero
trattenere le risate.
Ziva: "Sei pure un teleporta?"
Tony: "Si' Ziva. Ora scusate, ma vorrei
tornare a casa a prepararmi..." detto questo, prese le sue cose e scomparve
letteralmente.
Il giorno dopo partì di buonora verso Westchester, nei pressi di
Salem, nello Stato di New York. Alle 10 varcò il cancello di una grossa villa,
la "Xavier Mansion - School for Gifted Children", e parcheggiò l'auto nel parcò,
dove erano già parcheggiate altre macchine, tra cui quella dell'ex Ministro
degli Affari Mutanti McCoy.
Sceso dalla macchina, si diresse verso il folto gruppo di persone,
riunite attorno a una lapide, accanto alla quale una donna più o meno della
stessa età di Tony, con la pelle scura e i capelli bianchi, teneva un
discorso.
Si guardò attorno, ammirando il giardino e la villa all'interno
dei quali aveva passato l'adolescenza, fino al diploma e parte del periodo
dell'università. Notò, sulla terrazza in fondo agli scaloni dell'entrata, un
uomo sche guardava dall'alto, tenendo in mano un sigaro.
La donna con i capelli bianchi terminò il suo discorso e si mise
da parte; una ragazza sui 18 anni, probabilmente un'allieva della scuola, con i
capelli castani, a parte un ciuffo che cadeva sulla fronte, che era bianco, si
alzò e, dopo essersi avvicinata alla lapide, vi posò sopra una rosa, e venne
imitata subito dal resto del gruppo.
Quando la cerimonia fu terminata, gli studenti si chiusero, quasi
tutti, nelle loro stanze, gli insegnanti pattugliavano i corridoi oppure
mettevano a posto in cortile, mentre gli esterni, a parte qualcuno, se ne
tornarono alle loro auto.
Tony entrò nella villa, dirigendosi spedito verso quello che una
volta era l'ufficio del preside; bussò alla porta e, senza attendere risposta,
aprì e si affacciò. Vide la donna con i capelli bianchi che guardava, triste,
una sedia a rotelle posta in mezzo alla stanza. La chiamò.
Tony: "Tempesta?"
La donna si accorse di lui e parve riconoscerlo.
Tempesta: "Tony?"
L'uomo entrò, chiudendosi la porta alle spalle. I due si
abbracciarono.
Tempesta: "Non pensavo che saresti venuto..."
Tony: "Ho chiesto due giorni di permesso, quando Hank è venuto in
ufficio a darmi la notizia. Come è successo?
La porta si aprì, interrompendo i loro discorsi, e l'uomo che poco
prima aveva visto nel terrazzo entrò.
...: "Non pensavo che Rotelle avesse così tanti ammiratori..." si
accorse della presenza di Tony "Questo qui chi sarebbe?"
Tempesta: "Un ex allievo del Professore."
Dinozzo decise di presentarsi da solo, non prima di aver fatto una
veloce scansione della mente del nuovo arrivato, che notò essere ridotta peggio
di un colabrodo, e i pochi ricordi che intercettò erano frammentari e
confusi.
Tony: "Tony Dinozzo, alias Hermes. Sono stato anche un X-Man per
qualche anno. Ora sono agente operativo dell'NCIS."
...: "NCIS? Uno sbirro della Marina Militare?"
Tony: "Possiamo dire così. Io mi sono presentato. E tu chi
saresti?"
...: Logan, Wolverine." disse.
Tony: "Wolverine? Sì, decisamente ne hai l'aspetto. Ti mancano
solo le grosse unghie." lo provocò. Aveva percepito subito una certa rivalità
nei suoi confronti, e la cosa era reciproca: quel Wolverine non gli piaceva,
anche se gli sembrava di averlo già visto da qualche parte.
Logan raccolse la provocazione. Si sentì un rumore metallico, e
sei lame, tre per mano, uscirono dagli spazi tra le dita. Tutte sembravano fatte
di un materiale metallico e sembravano estremamente affilate.
Logan: "Contento?"
CONTINUA...
Nota: L'aspetto dei personaggi degli X-Men è quello dei film,
e non del fumetto, quindi Tempesta ha gli occhi scuri, e non azzurri, come è nel
fumetto, e anche Wolverine è alto 191 cm, e non 160 cm.
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Capitolo 4 *** 4 ***
4
Dark Past- L'Oscuro Passato
4
I due uomini si guardarono in cagnesco per
qualche secondo, poi Tempesta si intromise.
Tempesta: "Basta! Mi sembra di vedervi
entrambi come quando litigavate con Scott!"
Logan: "Perchè? Scott conosceva questo tizio?"
Tony: "Certo, eravamo anche buoni amici."
Tempesta: "Ma se, prima di metterti con me, avevi anche tentato di
fregargli la ragazza?"
Lo sguardo del mutante artigliato passò da Tony a Tempesta.
Logan: "Lo sbirro è stato il tuo ragazzo?"
Tony: "Sì, perchè? Non posso essere stato il ragazzo di Ororo?" si
fece di nuovo serio, rivolgendosi a Tempesta "Però che fine hanno fatto Scott e
Jean? Non li ho visti da nessuna parte..."
Tempesta: "Tony... purtroppo è morto anche Ciclope."
Per l'uomo fu un duro colpo. Smise di punzecchiare Wolverine e
tornò veramente serio.
Tony: "E Jean come sta? Deve essere stato un duro colpo per
lei."
Logan: "Veramente è stata lei ad ucciderlo."
Tempesta: "Non sappiamo dirti neanche noi come abbia potuto farlo.
Tutto quello che sappiamo è che Scott era partito per Alkali Lake, poi quando
siamo andati a cercarlo lui non c'era più, e al suo posto abbiamo trovato Jean,
che credavamo morta 3 mesi fa."
Tony: "Tre mesi fa? Ma non è quando è successo...?"
Tempesta: "Sì, Hermes. Ed era tutto un piano del Colonello William
Striker."
Tony: "Conoscevo quel tipo. Non abbiamo avuto molto a che fare con
lui, ma era immischiato in molti casi di cui si è occupato il team di cui faccio
parte. So che faceva esperimenti su mutanti, anche se era tutto top secret. So
che è scomparso proprio 3 mesi fa."
Tempesta: "Almeno sai di chi stiamo parlando. Sappi che Logan è il
frutto degli esperimenti di quel pazzo."
Logan: "Inserzioni di adamantio su tutte le ossa. E' successo 15
anni fa."
Tony: "Capisco. Tornando a noi, Avete detto che credevate che Jean
sia morta. Se ha ucciso Scott e, suppongo, anche il Professore, significa che,
nel frattempo, il blocco che teneva relegata la sua doppia personalità è stato
rimosso, ed ora è estremamente pericolosa."
Logan: "Come fai a sapere della personalità multipla di Jean?"
Tony: "Ho aiutato il Professor Xavier a creare il blocco. Io sono
un telepate di quarto livello, come il professore, anche se non ho ancora
raggiunto il grado di controllo che aveva lui." si fermò un attimo,
intercettando i pensieri dell'uomo, poi disse "Logan, mi dispiace, ma la Fenice
è molto più forte di Jean, e senza il Professore non posso far nulla per farla
tornare come prima. L'unico modo per fermarla..." fece un'altra pausa "è
ucciderla."
Logan diventò livido e, senza dire nulla, prese Tony per il
bavero, alzandolo e sbattendolo contro il muro, poi, tenendolo alzato con una
mano, gli puntò gli artigli dell'altra alla gola.
Tempesta: "Logan! Calmati! E lascia andare Tony!"
Lanciòuno sguardo alla donna, poi allontanò gli artigli e aprì la
mano che teneva Dinozzo sospeso, lasciandolo cadere. Poi, senza guardarsi
indietro, uscì sbattendo la porta.
Tony: "Caspita che begli elementi che ha il gruppo, adesso."
disse, sarcastico, massaggiandosi la gola, dove poco prima erano puntate le
lame.
Tempesta: "Che tu ci creda o no, è un ottimo elemento. E poi senti
chi parla: tu eri sempre pronto a discutere le decisioni di Ciclope, e un paio
di volte siete anche arrivati alle mani."
Tony: "Erano altri tempi... e avevo 15 anni di meno." si alzò,
aggiustandosi la camicia e la giacca "Per caso c'è un letto libero qui
all'Istituto? Con tutti i pezzi grossi che sono arrivati, non credo che ci
saranno degli alberghi liberi in città, e non volevo mettermi in viaggio per
Washington a questora, altrimenti arrivo troppo tardi."
Tempesta: "Posso trovarti una stanza, ma guai a te se stanotte ti
teleporti in camera mia, o potresti finire fulminato!"
Tony: "D'accordo. Posso almeno farmi un giro nei corridoi?"
Tempesta: "Certo, ma non importunare le ragazze: alcune hanno dei
poteri piuttosto letali!"
Tony sorrise, si abbassò su di lei e la baciò sulle labbra, poi si
teleportò nel corridoio.
Alla sera, Tony decise di fare un giro per la scuola. Non era
cambiato molto, a parte il fatto che gli studenti erano aumentati, rispetto a
quando ci viveva lui. Si fermò vicino a una finestra e guardò fuori. Un ragazzo
e una ragazza si tenevano per mano. Lei aveva nell'altra mano un paio di pattini
da ghiaccio.
Si avvicinarono alla fontana al centro del parco, poi lui poggiò
un dito sul pelo dell'acqua e l'intera fontana congelò. La ragazza indossò i
pattini e lui se li costruì, con del ghiaccio sotto le scarpe.
Pattinarono per un po' in tondo, poi si abbracciarono. Tony
decise, a quel punto, di continuare il suo giro, ma aveva fatto solo qualche
passo, quando vide, affacciata a un'altra finestra, la ragazza che, al mattino,
aveva poggiato per prima la rosa sulla lapide di Xavier. Indossava un paio di
Jeans, una felpa e un paio di guanti.
Anche lei si accorse della sua presenza.
Tony: "Per caso il ragazzo che sta pattinando nella fontana è il
ragazzo che ti piace?"
...: "Veramente è il mio ragazzo..."
Tony: "Allora perchè pattinava con quella ragazza?"
...: "Per via del mio potere... io non posso toccare nessuno senza
rischiare di ucciderlo..."
Tony: "E il caro ragazzo va a pascolare in altri pascoli."
La giovane abbassò lo sguardo, tirandosi dietro l'orecchio il
ciuffo bianco.
Tony: "Scusa, non volevo ferirti... come ti chiami?"
...: Marie. Ma tutti mi chiamano Rogue."
Tony: "Marie... è un bel nome. Io sono Tony. Sono un vecchio
allievo del Professore."
Rogue: "Sei quello che lavora all'NCIS?"
Tony: "Vedo che le notizie volano in fretta. Chi te l'ha detto?
L'artiglio facile?"
Rogue: "Sì, Logan." rimase pensierosa per qualche secondo, poi
chiese "Rimarrai alla scuola ancora per molto?"
Tony: "Paro per Washington domani mattina, perchè?"
Rogue: "Allora potresti accompagnarmi a un centro di distribuzione
della Cura?"
Tony era stupito: voleva che le somministrassero la cura? Per
quale motivo voleva farlo?
Rogue: "Forse per te non lo è, ma per me questi poteri sono una
maledizione: non posso toccare nessuno, altrimenti potrei ucciderlo. Logan ha
rischiato di morire due volte a causa mia... e anche Bobby, il mio
ragazzo..."
Tony: "Capisco. Allora è meglio se vai a riposarti, perchè domani
partiamo presto."
Il giorno dopo, Tony era già in macchina, e attendeva la ragazza,
quando finalmente la vide, con un borsone in mano.
Marie salì sul sedile del passeggero, ma l'uomo, prima di
accendere il motore, le chiese:
Tony: "Sei sicura di volerlo fare?"
Rogue: "Sì. Possiamo andare."
Accese il motore e partirono verso Washington D.C.
CONTINUA...
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Capitolo 5 *** 5 ***
5
Dark Past- L'Oscuro Passato
5
La prima mezzora, in macchina, passò in
silenzio; Rogue non aveva molta voglia di parlare, e Tony rispettò la sua
volontà.
Fu lei a rompere il silenzio.
Rogue: "Quindi tu conoscevi il Professor Xavier?"
Tony sorrise: aveva letto nel pensiero della ragazza, e aveva
capito che stava cercando un modo per rompere il ghiaccio.
Tony: "Sono stato uno dei primi allievi della scuola. Mi ha
aiutato molto, quando nessuno poteva... o voleva."
Rogue: "Ha tentato di aiutare anche me, ma è una partita persa in
partenza..."
L'uomo fece uno dei suoi luminosi sorrisi, continuando a guardare
la strada.
Tony: "Se c'è una cosa che il Professore mi ha insegnato è che le
uniche persone in grado di aiutarci siamo noi stessi, che la cosa deve partire
da dentro, da te."
Rogue: "Me lo ripeteva spesso anche Logan."
Dinozzo tornò serio: quel mutante non riusciva ancora a
sopportarlo, e Rogue se ne accorse.
Rogue: "Logan non ti piace, vero? Neanche a Ciclope piaceva."
Hermes decise di cambiare argomento: non voleva rimanere su quel
discorso; Logan non gli piaceva, punto e basta.
Tony: "Come sei arrivata alla scuola? Il Professore, o qualcuno in
sua vece, è venuto a reclutarti a casa, come ha fatto con me?"
Rogue: "No. Sono stata portata alla scuola dopo essere scappata di
casa ed essermi aggregata al viaggio di Logan. Dei mutanti del gruppo di Magneto
ci hanno attaccato e, quando Logan è andato KO, Ciclope e Tempesta sono venuti
in soccorso e ci hanno portato via."
Tony sbuffò: di nuovo Logan. Ma era possibile che, in qualunque
discorso entrassero, si finiva sempre col nominare Logan?
Dopo due ore arrivarono a Washington. L'auto si fermò davanti al
centro di distribuzione della Cura, all'esterno del quale c'era già una lunga
fila. Prima che la ragazza scendesse, Tony volle dirle un'ultima cosa.
Tony: "Sei sicura di volerlo fare veramente, Marie?"
Rogue: "Sì."
Tony: "D'accordo, allora tieni questo..." prese un biglietto da
visita dal suo portafogli e lo porse alla ragazza "C'è il mio numero di
cellulare. Chiamami se hai bisogno di qualcosa. Qualunque cosa."
Marie prese il biglietto da visita e se lo mise in borsa, poi uscì
dalla macchina e andò a fare la coda, dietro le altre decine di mutanti che
intendevano "curarsi".
Il cellulare di Tony squillò, proprio mentre stava ripartendo
verso casa.
Tony: "Dinozzo... dimmi, Capo... sì, sono quasi a casa, perchè?...
chi?... perchè?... ok, dammi un'oretta per cambiarmi e darmi una ripulita, che
arrivo... d'accordo."
Richiuse la telefonata e sfrecciò verso casa.
Entrato nel suo appartamento, andò dritto verso la sua camera da
letto, aprì la porta dell'armadio a muro e ne tirò fuori una grossa scatola
di plastica, di colore nero, con una X inscritta in un cerchio, il
tutto di colore argento, sul coperchio. Non la prendeva da anni, ma visto
quello che aveva appena sapuo, decise di riprenderla.
Aprì la scatola ne tirò fuori il contenuto, ovvero degli
indumenti.
Li indossò, secondo una specie di rituale: prima i pantaloni in
pelle nera, con le rifiniture verde-scuro, la Tshirt semi aderente, nera, a cui
attaccò, all'altezza del cuore, una spilla magnetica color argento, raffigurante
lo stesso simbolo disegnato sulla scatola, lo stemma degli X-Men, poi gli
anfibi, e infine la giacca in pelle nera, con le rifiniture verde scuro e
lo stesso stemma raffigurato sui bottoni e su una manica.
Dopo essersi aggiustato la giacca, prese dall'armadio il lungo
cappotto in tela e lo indossò sopra gli altri abiti, nascondendo
accuratamente tutti gli stemmi. Infine prese i guanti in pelle e gli occhiali da
sole a specchio a mascherina e se li mise in tasca, ed uscì di casa, dirigendosi
finalmente in ufficio.
Quando entrò, Gibbs lo stava aspettando, assieme a Ziva.
Tony: "Cos'è questa storia, Capo?"
Gibbs: "Andiamo in sala conferenze. Ziva, vieni con noi."
Sul maxischermo della sala conferenze, l'enorme faccione del capo
della sezione dell'FBI "anti-terrorismo mutanti" li osservava.
...: "Era ora..."
Gibbs: "Scusi l'attesa. Ripeti quello che mi hai detto prima."
...: "Vi ricordate quel convoglio che trasportava mutanti
pericolosi alla prigione speciale?"
Tony: "Mh... mi faccia indovinare... Magneto ha attaccato il
convoglio e ha liberato Raven Darkholme, alias Mystica, Kain Marko, il Fenomeno,
e James Arthur Madrox, alias Uomo Multiplo..."
...: "Vedo che Gibbs vi ha già informati. Comunque non è proprio
così: pare che Magneto abbia abbandonato la sua fedele Mystica al suo
destino."
Ziva: "Per quale motivo?"
...: "Ecco perchè..."
Limmagine venne sostituita dal primo piano di una donna, seduta a
un tavolo, la quale aveva gli occhi chiari e i capelli neri. Quando la vide,
Tony strinse i pugni.
Tony: "Avete usato la Cura contro di lei?" chiese, adirato
"Avevano detto che era volontaria, non che sarebbe stata usata come arma!"
Gibbs: "Tony, calmati. E ascolta cosa ha ancora da dirci."
...: "Ah, sì, dunque... abbiamo bisogno di un'informazione da lei,
ma non sappiamo come estorcergliela."
Tony: "Che tipo di informazione?"
Gibbs: "L'ubicazione del covo di Magneto. E tu sei l'unico che
potrebbe riuscire ad avere quell'informazione."
Tony: "Sei sicuro? Mi sa che non sarà molto semplice farla
collaborare."
Gibbs: "In tal caso, servirà anche l'esperienza di Ziva."
Tony: "D'accordo. Facciamo questa cosa, anche se non sono
d'accordo sul metodo che avete usato per neutralizzarla."
...: "Ok, tra quanto potrete essere qui?"
Tony e Gibbs si lanciarono uno sguardo, poi il primo rispose:
Tony: "Se mi date le coordinate esatte della stanza adiacente alla
sala interrogatori dove tenete Raven, saremo lì in meno di 5 minuti."
...: "Cinque minuti? Ma è impossibile: siete dall'altra parte
della città."
Gibbs: "Scusi, non le ho detto che Tony è in grado di teleportarsi
ovunque nel raggio di 100 km, in pochi secondi."
L'altro si convinse, e inviò le coordinate.
Gibbs poggiò una mano sulla spalla di Tony, poi disse a Ziva, che
sembrava un po' riluttante all'idea di smaterializzarsi in un posto per
rimaterializzarsi a 8 km di distanza:
Gibbs: "Avanti, non è così brutto come può sembrare!"
Tony: "Basta che ti avvicini, poi a tenerti e a fare tutto il
resto ci penso io."
Gibbs: "Tu devi solo chiudere gli occhi e trattenere il
respiro."
Ziva si convinse, quindi Tony le passò un braccio attorno ai
fianchi e la tenne stretta, mentre Gibbs stringeva maggiormente la spalla del
mutante.
Tony: "Pronti? Trattenete il respiro quando ve lo dico... ora!" i
tre vennero avvolti da un turbinio di scintille, che si dissolse quando
ricomparvero alle coordinate indicate.
Gibbs lasciò la presa immediatamente, mentre Ziva era
impallidita.
Gibbs: "Scusa se non te l'ho detto: anche per me il primo viaggio
è stato un po' traumatico, ma dopo un po' ci fai l'abitudine."
La donna si piegò sul cestino, in preda alla nausea.
Dall'altra parte, dietro il falso specchio, Mystica aspettava,
impassibile.
Quando Ziva si fu ripresa, lei e Tony entrarono nell'altra stanza.
L'uomo, prima di presentarsi davanti a Mystica, si era di nuovo aggiustato
l'impermeabile, nascondendo abilmente tutti i simboli dell'uniforme, che
indicavano la sua appartenenza al gruppo degli X-Men.
Tony: "Ciao, Raven." disse, freddo.
Mystica: "Non usare il mio nome da schiava!" rispose.
Tony: "Mh... d'accordo. Comunque io sono l'agente Anthony Dinozzo,
e lei è la mia collega Ziva David." si rivolse alla collega "vuoi sederti?"
usando la telecinesi, spostò una sedia in direzione di Ziva, la quale la prese,
sotto gli occhi di Mystica.
Cominciò l'interrogatorio.
Tony: "Allora, mi dici dove si nasconde il tuo amico?"
Nessuna risposta.
Tony: "Guarda che posso leggerti nel pensiero..."
Lo fece, e lei, col pensiero, gli disse: "fottiti, sporco
traditore!"
Tony non raccolse la provocazione, e continuò. Si tolse
l'impermeabile, mettendo in mostra l'uniforme, e indossò i guanti e gli
occhiali, che erano a mascherina, avvolgenti e con le lenti a specchio, e lo
stemma degli X-Men in rilievo su entrambe le stanghette..
Tony: "Se non vuoi dirlo a un agente federale, perchè non lo dici
a un X-Man?"
Mystica spalancò gli occhi, alzandosi in piedi, e saltò addosso
all'uomo, urlandogli:
Mystica: "Sporco traditore! Un cane al servizio dello Zio
Sam!"
Ziva si era alzata in piedi, pronta a correre in suo soccorso, ma
Tony la fermò, nel frattempo aveva già immobilizzato l'altra donna.
Tony: "Io sarei un traditore? E il tuo amico Magneto che cosa è,
allora? Ti ricordo che ti ha abbandonato a te stessa, quando ti sei fatta
colpire da quel dardo al posto suo! Se non è tradimento questo, allora che cosa
è?" Mystica si calmò, e lui riuscì a penetrare nella sua mente e avere le
coordinate del nascondiglio di Magneto. Si voltò verso il falso specchio e
disse: "So dove si trova Erik Lehnsher. Ora arrivo."
Lasciò andare Raven e uscì dalla stanza, seguito da Ziva.
CONTINUA...
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Capitolo 6 *** 6 ***
6
Dark Past- L'Oscuro Passato
6
Qualche giorno dopo, prima di tornare a casa
dopo una lunga giornata di lavoro, andò al laboratorio, per chiarire alcune cose
con Abby.
Entrò nel laboratorio, dove Abby lavorava. Sembrava piuttosto
arrabbiata, e fece finta di non accorgersi di lui.
Tony: "Hey, Abby! Guarda che lo so che ti sei accorta di me!"
Abby: "Ma come...? Ah, no, scusa... dimenticavo che sei un
mutante!" disse, arrabbiata.
Tony: "Scusa se non te l'ho detto prima... è una cosa un po'
complicata..."
Abby: "Complicata? Perchè?"
Tony: "Non potevo mica venire e dire 'sai, io sono iun mutante'.
Non sapevo se mi avresti accettato..."
Abby: "Sveglia, Tony! Io dormo in una bara! Secondo te, una come
me, perchè non dovrebbe accettare che il suo migliore amico è capace di leggere
nel pensiero alle persone, muovere gli oggetti cn la forza della mente e
teletrasportarsi ovunque nel raggio di 100 km?"
Tony: "Non è solo questo... è che con la storia della legge sulla
registrazione, se qualcun altro avesse saputo che ero un mutante, ci
sarebbe andata di mezzo l'intera squadra."
Abby parve convincersi.
Abby: "Chi altro era a conoscienza del tuo segreto, a parte
Gibbs?"
Tony: "Solo Ducky, perchè sapesse cosa fare nel caso avessi avuto
bisogno di cure mediche, come quando ho contratto la peste polmonare."
Abby: "D'accordo. Ti perdono, ma a una condizione: mi devi pagare una cena.
Ah, carino il tuo vestito, l'altro giorno!"
Tony: "Grazie. Era la mia vecchia uniforme."
Abby: "Uniforme di cosa?"
Tony: "Quando ero in collegio, io e altri allievi, assieme al
professor Xavier, che era il nostro capo, abbiamo formato una specie di
associazione segreta, ci facevamo chiamare gli X-Men, il cui scopo era
raggiungere la pace tra mutanti e non mutanti, e, dopo che Magneto si staccò dal
gruppo, dovevamo anche fare in modo che lui non facesse del male a nessuno,
mutante o umano che sia."
Abby: "Conoscevi Magneto?"
Tony: "Era il mio professore di storia contemporanea."
Abby: "Wow!"
Tony: "Già. Ora, se vuoi scusarmi, c'è un'altra persona con cui
vorrei chiarire alcune cose..." detto questo, si teleportò da qualche altra
parte.
Ziva era nell'ascensore, e aveva appena
terminato il suo turno. Tony le si materializzò accanto, e poi premette il
pulsante di stop.
Tony: "Dobbiamo parlare."
Ziva: "Per dire cosa?" poi imitò Tony " 'Sai, Ziva, io sono un
mutante, e posso leggerti nel pensiero, quindi so molte cose che tu pensavi non
sapessi, compresi i tuoi più intimi segreti.' E' così?"
Tony: "So che è un po' difficile da accettare... soprattutto dal
momento che tuo fratello era un mutante, e sei stata costretta a ucciderlo per
salvare la vita a Gibbs." cominciò "e anche perchè, credo che avrai capito che
so cosa pensi di me..."
Ziva: "Sì, ma tu hai sempre fatto finta di non saperlo..."
Tony: "Era per la tua incolumità, e poi non sapevo come avresti
reagito al fatto che io sono un mutante, visto che non è scritto in nessun
documento ufficiale che tu hai letto."
Ziva: "Allora che vuoi, Tony?"
Tony: "Volevo chiarire."
Ziva: "Che cosa volevi chiarire?"
Tony: "Tutto, voglio che tu sappia il perchè, anche se l'ho sempre
desiderato, non ho mai fatto nulla, e, per il momento, finchè questa storia
della Cura non sarà archiviata, non farò nulla. Io non dico di pensare di te le
stesse cose che tu pensi di me, ma ci sono molto vicino, ma non voglio andare
oltre, perchè ci tengo a te. E' per questo che non ti ho mai detto nulla,
capisci? Così come non ho mai detto nulla agli altri: volevo proteggervi, e te
in modo particolare..."
Non riuscì a terminare il discorso: si portò una mano alla testa e
assunse un'espressione dolorante. Ziva premette il pulsante dell'ufficio e cercò
di sorreggerlo fino all'arrivo al piano, dove, nonostante l'ora tarda, Gibbs
ancora stava lavorando.
Gibbs: "Che cosa sta succedendo?" chiese, quando li vide
arrivare.
Ziva: "Non lo so. Eravamo in ascensore e stavamo andando via,
quando si è portato una mano alla testa, e stava per
cadere..."
Tony sentiva un forte dolore alla testa, e se chiudeva gli occhi,
vedeva, a tratti, dei flash della città di San Francisco, con il suo Golden
Gate.
Venne trascinato verso l'obitorio di Ducky, perchè potesse
sdraiarsi da qualche parte e il medico potesse fargli un controllo.
Sembrava che il mal di testa aumentasse, e ogni momento i flash
diventavano più chiari e più prolungati. Si accorse che stava guardando
attraverso gli occhi di una persona, e la riconobbe quando questa si specchiò su
un vetro di una macchina che era ferma sul ponte: Jean Grey, anzi, la
Fenice.
Tony: "Jean?" sussurrò, prima di essere colto da un nuovo attacco
di emicrania.
Ziva: "Jean? Chi è Jean?"
Gibbs: "Una sua ex compagna di classe, alle superiori. Faceva
anche lei parte degli X-Men.
Ziva: "Gli X-Men? Quelli che Mystica ha chiamato traditori?"
Gibbs: "Proprio loro. E' un'organizzazione segreta composta solo
da mutanti, di cui, una volta, faceva parte anche Hermes."
Ziva: "Hermes? Allora è questo l'alias di Tony... ma perchè ha
chiamato questa Jean?"
Tony: "Lei... non è più Jean." sussurrò, in un momento di tregua
dell'emicrania "E' la Fenice... ha ucciso il nostro Professore, e un altro
X-Man, e poi si è unita alla Confraternita di magneto... AHHHH!!!!" di nuovo un
altro attacco di mal di testa.
Questa volta ebbe una visione più chiara: vide Magneto andare
avanti e fare dei gesti con le braccia, poi i cavi del ponte oscillarono e si
ruppero, così come l'intelaiatura metallica sotto l'asfalto. Poi cominciò a
spostarlo. Tony vide l'isola di Alcatraz all'orizzonte: la sede centrale dei
Laboratori Wartinghton, dove era preparata la Cura.
L'agonia di Hermes durò quasi mezz'ora, finchè non vide il ponte
cadere sul molo dell'ex prigione, poi ebbe di nuovo un attimo di tregua.
Tony: "Accendete la tv..." disse.
Ziva ubbidì. Sulla CBS stavano dando un'edizione straordinaria del
telegiornale: a San Francisco un gruppo di mutanti si stavano preparando a
invadere i Laboratori Wartinghton, usando come passaggio proprio il Golden Gate
Bridge, che era stato sradicato e spostato, chissà come.
Ziva "Ma cosa...?"
Tony: "Magneto." rispose, semplicemente.
Improvvisamente, sulla Costa Occidentale, il clima si fece
nebbioso e temporalesco. Nonostante stesse sudando dal dolore, Tony sorrise.
Tony: "E' arrivata la Cavalleria!"
Gibbs: "Gli X-Men. Quanti eravate, quando militavi nelle loro
file?"
Tony: "Quattro studenti e il professor McCoy."
Ziva: "E in cinque pensavate di poter cambiare il mondo?"
Tony: "Cinque mutanti dai più svariati poteri. Ora, considerando
che io mi sono ritirato, Scott è morto e Jean è passata al nemico, del gruppo
originario sono rimasti solo Hank e Ororo. Però, sicuramente, avranno addestrato
altri studenti... quando sono andato, l'altro giorno, ne ho contati quattro, ma
una si è ritirata, quindi sono tre... ah, e non dimentichiamoci Logan,
sicuramente si sarà unito anche lui alla squadra!"
Gibbs lo guardò: sembrava che l'ultimo nome gli ricordasse
qualcosa. Tony gli lesse nel pensiero.
Tony: "Sì, Capo, è proprio quel Logan che ti ha salvato la vita
durante Desert Storm, 16 anni fa, solo con 212 ossa ricoperte di adamantio e, da
quel che ho visto, un bel buco di memoria nella mente. Ah, dimenticavo: è anche
molto più irritante di come te lo ricordavi."
Ducky: "212? ma
le ossa di un normale individuo sono 206..."
Tony: "Logan
ne ha 6 in più: sei affilatissimi artigli."
Ebbe di nuovo un'altra visione: alcuni mutanti della confraternita
erano partiti di corsa versoil gruppo di soldati, davanti ai quali
c'erano sei X-Men, con Wolverine e Tempesta al centro.
Magneto diede
l'ordine, e un folto gruppo di suoi seguaci corse giù dal
ponte, andando incontro al piccolo gruppo di X-Men.
Tony soffriva e sudava. Gibbs e Ziva furono
costretti a tenerlo fermo, per evitare che si agitasse. Dovettero tenerlo per quasi un'ora, finchè non
sembrò calmarsi, e anche in tv la situazione sembrò più calma,
ma il reporter disse che stavano tutti scappando.
Dinozzo percepì chiaramente l'ira della
Fenice. Erano rimasti solo lei e Wolverine, gli altri si erano messi in salvo; Logan le si avvicinò con fatica, sopportando il
dolore delle ferite che continuavano ad aprirsi e richiudersi nel suo
corpo, poi estrasse gli artigli e la trafisse.
Tony svenne, e Duckynsubito corse da lui, per
vedere se stesse bene. Quando riprese i sensi, gli chiesero cosa era successo,
e lui raccontò tutto quello che aveva visto, ma aveva l'aria
stanca, e quindi Gibbs lo rimandò a casa.
Qualche giorno dopo, tutto
era tornato alla normalità. Tony era seduto alla sua scrivania e
scriveva un rapporto, quando il suo cellulare squillò.
Tony: "Dinozzo... Marie? Stai bene?... dove sei?... Ok,
io ci sono, entra pure, vengo a prenderti."
Si alzò dalla sedia, e
stava per teleportarsi all'entrata, quando Ziva gli chiese:
Ziva: "Dove stai andando?"
Tony: "A portare qui una persona."
Ziva: "Chi?"
Tony: "Una ragazzina mutante che si è fatta
curare." poi sparì, per ricomparire subito dopo in compagnia di Rogue, che
presentò immediatamente agli altri "Ragazzi, lei è Marie. Starà per qualche giorno con me, dato che non
sa dove andare. Era una mutante, ma si è fatta curare,
e ora ha dei problemi nei contatti personali."
Rogue: "Ciao."
salutò tutti, poi si rivolse a Tony "Credi che in qualche
scuola di qui accetterannouna ex mutante come allieva?"
Tony: "Credo che Tempesta sarà felice di riprenderti come
studente." le fece uno dei suoi migliori sorrisi.
Rogue: "Ma io non sono più una mutante..."
Tony: "No, ma lì avevi degli amici."
Ziva: "Sai, sono proprio
curiosa di vedere questa vostra scuola..." si intromise.
Tony: "Se vuoi, ci andiamo i prossimi giorni..."
Ziva: "Con molto piacere!"
Qualche giorno dopo, l'intera squadra di
Gibbs era a Westchester: il Capo voleva conoscere gli ormai famosi X-Men,
per una eventuale collaborazione con loro, in futuro.
Rogue si diresse immediatamente alla sua vecchia stanza, mentre
Tony, Gibbs, Ziva, Abby e McGee attendevano nell'atrio.
Li accolse Logan.
Logan:
"Oh, ciao, sbirro. Ti sei portato gli amici?"
Tony: "Loro sono i miei colleghi..." glieli presentò.
Wolverine ebbe un senso di deja-vù quando gli venne presentato Gibbs,
mentre quando fu di fronte a Ziva, esclamò:
Logan: "Tu saresti un agente del Mossad, Bambola?"
Dinozzo si
sentì irritato a quella esclamazione, ma ancor più si sentì in
quel modo quando intercettò un pensiero di Ziva:
Ziva: *Caspita!
Questo Logan è anche più affascinante di Tony!*
CONTINUA...
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Capitolo 7 *** 7 ***
7
Dark Past- L'Oscuro Passato
7
Dopo cinque minuti di attesa, il gruppo venne
raggiunto da Tempesta, che andò subito ad abbracciare Tony.
Tempesta: "Hermes! Sei tornato?"
Tony: "Ho riaccompagnato Marie, e i miei colleghi sono venuti con
me. Erano curiosi di visitare il posto in cui sono vissuto da ragazzo."
Tempesta: "Marie è tornata?"
Tony: "Ma come? Sei la nuova preside della scuola e non sai se i
tuoi studenti sono in Istituto?"
Tempesta: "Scusa, è che dopo che siamo tornati da San Francisco non
sono ancora riuscita ad organizzarmi bene... avrai saputo quello che è
successo..."
Tony: "Vuoi la verità? Non so come, ma io e la Fenice
eravamo in contatto telepatico. Ho sofferto per ore di una terribile emicrania...
non pensavo che fosse diventata così potente: riuscivo a percepire anche tutte
le sue sensazioni, e non solo..." si sbottonò la camicia, mostrando sei piccoli
segni rossi all'altezza delle costole, tre a destra e tre a sinistra; sembravano
cicatrici di alcune pugnalate "avevo anche perso i sensi per qualche minuto.
Credo sia un miracolo che io sia ancora vivo... a proposito: ottimo lavoro,
Wolverine!"
Logan: "Di nulla, Sbirro." rispose, con noncuranza, continuando a
lanciare sguardi a Ziva.
Gibbs, vedendo che Tony, nonostante avesse
fatto i complimenti a Wolverine per il lavoro, lo guardava come un lupo che sta
per azzannare un altro lupo, rivale, alla gola, decise di attirare l'attenzione su
di sè, facendo un colpo di tosse.
Gibbs: "Scusa, Dinozzo, non ci vuoi presentare
la nuova arrivata?"
Tony: "Scusa, Capo. Lei è Ororo Munroe, Tempesta. Ororo, loro sono
i miei colleghi dell'NCIS. Gibbs è il nostro capo, poi ci sono McGee e Ziva, e
Abby, l'addetta al laboratorio."
Tempesta: "Piacere di conoscervi!" li salutò "Volete entrare a
fare un giro nella scuola?"
Gibbs: "Dopo di lei, signorina Munroe."
Tempesta: "Mi chiami pure Ororo, oppure Tempesta!"
Fece loro strada, e gli altri la seguirono, Logan
compreso.
Entrarono nell'atrio, con lo scalone in legno che portava al piano
superiore, ma continuarono al piano terra, visitando tutte le aule e i laboratori,
compresi gli uffici.
Passati davanti all'ufficio di Xavier, vi entrarono. Sulla scrivania era
stata messa una sua foto incorniciata: era un uomo sulla sessantina, calvo, con
gli occhi chiari, e nella foto era vestito elegante e siedeva su una
sedia a rotelle.
Si guardarono intorno; alle pareti
erano appese altre foto, e McGee ne notò una in particolare: rappresentava
Xavier molto più giovane, assieme a un altrettanto giovane Erik Lehncher, Hank
McCoy, che lì doveva avere circa 30 anni, e quattro ragazzi, due maschi e due
femmine. Un ragazzo indossava un paio di occhiali da sole con le lenti rosse, e
abbracciava una sua coetanea, con i capelli rosso fuoco e gli occhi verdi;
l'altra ragazza era Tempesta, che doveva avere circa 18 anni, e abbracciava un
giovanissimo Tony Dinozzo.
Tony si avvicinò, guardando anche lui la foto.
Tony: "Questa è la foto della consegna del diploma. Magneto non
era ancora passato al Lato Oscuro della Forza..."
McGee non capì cosa volesse dire, e lo guardò di traverso.
Tony: "Oh, andiamo! Star Wars! il Lato Oscuro della Forza! Non
dirmi che non te lo ricordi!"
Tempesta: "E tu non dirmi che hai ancora la fissa dei film,
Hermes?!"
Abby: "Ancora?"
Tempesta: "Sì: quando stavamo insieme, appena poteva mi portava al
drive-in a vedere ogni volta un film diverso."
Tony: "Ma, veramente, le mie intenzioni erano altre..."
Gibbs: "Non avevo dubbi, Dinozzo."
Tony: "Avevamo 16 anni, Capo! Dove potevo andare con la mia
ragazza, senza un telepate che ci sorvegliava?"
Abby: "La tua ragazza? Voi due stavate insieme?"
Tony: "Modestamente, 'Ro è stata la mia prima ragazza." le fece un
sorriso abbagliante, e lei rispose con un'occhiata "Dai, non puoi dire di non
esserti divertita, e poi, se non ricordo male, la tua prima volta è stata con
me."
Tempesta: "Anche la tua, mi pare. E, se non ricordo male, non
sapevi neanche da che parte cominciare."
Tony si sentì colpito nel segno, e guardò male Ziva, quando
scoppiò a ridere, senza riuscire a trattenersi.
Ziva: "Alla faccia del 'grande amatore'! Tony Dinozzo che non sa
da che parte cominciare? Questa è nuova!"
Anche gli altri risero, e tony guardò tutti di
traverso. Il primo a riprendersi fu Gibbs.
Gibbs: "Ora è meglio se continuiamo il
giro."
Tempesta: "In realtà non c'è molto da
vedere... a meno che non vogliate visitare le camerate..."
Gibbs fece un sorriso e rispose:
Gibbs: "Andiamo! Non vorrete farci credere che
gli X-Men si riuniscono in un'aula della scuola? E poi, dove tenete il vostro
jet... come lo chiamate?"
Tony: "Il Blackbird, Capo."
Gibbs: "Sì, il Blackbird."
Logan e Tempesta si lanciarono un'occhiata,
poi la donna guardò Tony, il quale fece di sì con la testa.
Tempesta: "Ok, venite con me."
La donna uscì di nuovo nel corridoio, poi si fermò davanti a una
parete in legno, che in realtà era una porta scorrevole camuffata. Premette con
la mano contro un piccolo pannello in ebano e la porta si aprì, rivelando dietro
di essa un ascensore abbastanza grande, dalle pareti metalliche, e vi entrarono
tutti; dopodichè Logan, il più vicino al pannello, digitò un codice sulla
tastiera. Le porte si chiusero e l'ascensore scese velocemente.
Pochi secondi dopo si aprì nuovamente, rivelando un ambiente
completamente diverso da quello della scuola: le pareti erano di colore
metallico, e tutte le porte avevano la forma di una X inscritta in un
cerchio.
I nuovi arrivati si guardarono intorno: erano in una stanza
circolare, con una porta in fondo, e alle pareti, in armadi con le porte in
vetro, erano riposte le uniformi degli X-Men. Ne contarono circa una decina,
tutte in pelle, e tutte diverse; le uniche apparentemente simili avevano una X
in rilievo sul petto, che partiva dalle spalle, incrociavasullo sterno e
terminava all'altezza dell'ultima costola. Ziva si avvicinò per osservarle
meglio, e notò che una aveva le rifiniture nere, mentre l'altra le aveva
dorate.
Ziva: "Dunque... a parte quella" indicò una divisa identica a
quella che Tony aveva indossato giorni prima "che sappiamo che è di Tony, le
altre di chi sono?"
Tony: "Se non ricordo male... questa" indicò una uniforme
femminile molto semplice "è di Jean, questa..." ne indicò una molto simile alla
sua, con la differenza di non avere la maglia e avere la giacca a maniche corte
"è della Bestia..."
Gibbs: "La Bestia?"
Logan: "La Palla di Pelo." specificò.
Gibbs: "Ahh, McCoy." si lanciarono uno sguardo. Gibbs continuava a
esaminarlo, perchè voleva sapere quanto Wolverine fosse cambiato in quegli anni,
mentre Logan continuava a chiedersi il motivo di quel senso di deja-vù che
aveva da quando lo Sbirro gli aveva presentato il suo Capo.
Tempesta: "Questa..." indicò una divisa intera, con un mantello
attaccato sulle sppalle e sui polsi "è la mia, e quella..." indicò l'uniforme
con le rifiniture dorate "è di Wolverine. Poi c'è quella di Scott, uguale a
quella di Logan perchè quando è entrato nel gruppo, Ciclope gli ha dato la sua
di riserva, e infine..." indicò velocemente le altre "Colosso, Iceman, Rogue e
Shadowcat."
Gibbs: "Ok" disse, un po' spazientito "Finita la sfilata, si può
continuare il giro?"
Si avviarono verso l'altra porta, che dava in un corridoio
con altre tre porte, e Tempesta li condusse verso la stanza in fondo. Appena
l'entrata fu aperta, entrarono in una stanza sferica, con una passerella che
arrivava fino al centro, al fondo della quale c'era una console, con una specie
di casco.
Abby: "Wow! Che strana stanza!" disse, sempre più
meravigliata.
Tony: "Cerebro." spiegò "E' un amplificatore di onde telepatiche.
Con questa macchina il Professore poteva collegarsi telepaticamente a chiunque,
nel globo, e scommetto 10 $ che il casino di due mesi fa è stato a causa di
questo aggeggio..."
Logan: "Non di questo aggeggio, ma di uno simile, costruito ad
Alkali Lake dal Colonnello Striker."
Gibbs: "Un altro motivo per arrestarlo per terrorismo, appena lo
troviamo."
Tony: "Ah, Capo, scusa se non te l'ho detto, ma mi era passato di
mente: il Colonnello Striker è morto.
Gibbs: "E tu come lo sai?"
Logan: "Probabilmente lo Sbirro l'avrà letto nelle nostre menti,
in particolare nella mia, visto che sono stato l'ultimo a vederlo vivo." spiegò,
lanciandogli l'ennesima occhiataccia.
Gibbs: "Mh... beh, è un terrorista in meno da cercare."
Il giro continuò, e vennero condotti nella stanza accanto a
Cerebro: un enorme camerone rettangolare, con uno stanzino laterale, simile a
una sala di controllo. Il gruppo entrò in questa.
Abby sembrò eccitarsi, vedendo tutte quelle apparecchiature
elettroniche e quelli che sembravano dei computer all'avanguardia.
Tempesta: "Questa stanza, noi la chiamiamo la 'Stanza del
Pericolo'." spiegò "La usiamo per l'allenamento e l'addestramento dei nuovi
X-Men."
McGee: "E come funziona?" chiese, estasiato quasi quanto Abby,
alla visione di tutti quei computer.
Tony: "Come la camera olografica dell'Enterprise del Comandante
Picard."
McGee: "Chi?"
Tony: "Star Trek The Next Generation, Pivello."
Abby: "Wow! Che figata! E come funziona?"
Tempesta: "E' un po' complicato da spiegare..."
Tony: "Infatti credo che una dimostrazione aiuterà a comprendere
meglio..."
Logan: "Stavo pensando la stessa cosa, Sbirro."
Si guardarono, sorridendosi con aria di sfida.
Tony: "Allora che ne pensi di farla noi la dimostrazione,
Wolverine?"
Logan: "Ottima idea, Hermes!"
CONTINUA...
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Capitolo 8 *** 8 ***
8
Dark Past- L'Oscuro Passato
8
I due mutanti uscirono dalla sala di controllo
della Stanza del Pericolo e andarono a cambiarsi nella zona in cui erano esposte
le divise.
Ziva: "Dimostrazione? Che cosa hanno intenzione di fare?"
Gibbs: "Credo di averlo capito. E spero che Tony sappia quello che
vuole fare: Wolverine non scherza, in certi casi."
Tempesta: "E' vero... speriamo solo che non faccia troppo male a
Tony, e che, soprattutto, non gli venga in mente di usare gli artigli."
McGee: "Artigli?"
Gibbs: "Logan possiede tre artigli per mano, ricoperti di
adamantio, come il resto dello scheletro."
Abby: "Fico!" esclamò, sempre più eccitata.
Gibbs: "Non direi proprio: il suo attuale scheletro è il frutto di
esperimenti segreti condotti dal Colonnello Striker, che lo ha usato come cavia,
al suo ritorno dall'Iraq."
Tempesta: "Iraq? Logan non è mai stato in Iraq... lo avremmo
saputo."
Gibbs: "Tony mi ha detto che la sua mente è ridotta peggio di
un colabrodo, e non ricorda cosa gli è successo prima di 15 anni fa. La Guerra
del Golfo è stata 16 anni fa, quindi lui non ricorda di esserci stato."
Tempesta: "Credo che lei abbia ragione. Ma come fa a sapere che
Logan è stato in Iraq?"
Gibbs: "Perchè mi ha salvato la vita, quando combattevo durante
Desert Storm."
Tempesta: "Lei ha conosciuto Logan?" chiese, sorpresa.
Gibbs: "Sì, l'ho conosciuto, anche se non aveva ancora lo
scheletro di adamantio. E perchè non evitiamo questi formalismi, e ci diamo del
Tu?"
Tempesta: "Sono d'accordo con te, Gibbs."
Logan e Tony rientrarono, e indossavano le
loro divise da X-Men. Ziva li ammirò entrambi, da capo a piedi; certo, Tony
stava bene, vestito in pelle, ma anche Logan era molto affascinante con in dosso
quell'uniforme.
Logan: "Noi siamo pronti." disse, affacciandosi alla porta
della sala di controllo.
Tony: "Puoi cominciare quando vuoi!"
Detto questo, presero gli auricolari con il marchio degli X-Men e
se li misero all'orecchio, poi, mentre Tony inforcava i suoi occhiali a
mascherina, i due si diressero verso il centro della sala. Tempesta indossò
il microfono, poi, dopo aver fatto entrare tutti e aver chiuso la porta della
sala controllo, scrisse alcuni codici su una tastiera.
Mentre Wolverine e Hermes si guardavano in cagnesco, restando
immobili, nella Stanza del Pericolo scese l'ombra.
Improvvisamente si sentì un tuono, e i due quasi persero
l'equilibrio, quando il pavimento sotto i loro piedi si trasformò, come il resto
del panorama: si trovavano in una zona desolata, e ovunque un fumo denso si
alzava dal terreno scuro; nei pressi della radura in cui si trovavano c'era
un vulcano, dal quale usciva una densa nube.
Logan: "Non potevi fare di meglio, Ororo?" chiese, parlando
all'auricolare.
Tempesta: "E' solo una dimostrazione, Logan." rispose, quasi
scocciata.
Tony: "Appunto. E io non me ne voglio stare qui a respirare zolfo
aspettando i tuoi comodi."
Logan: "Come vuoi, Sbirro" non se lo fece ripetere due volte: con
i pugni serrati si fiondò contro di lui, cercando di colpirlo.
Ma Tony sembrava anticipare tutte le sue mosse, e le schivava con
facilità, facendo imbestialire maggiormente Wolverine.
Gli altri guardavano attraverso il vetro della camera di
controllo.
McGee: "Ma... sono davvero sotto un vulcano attivo?"
Tempesta: "No, o almeno, non esattamente. L'ambiente è stato
ricreato al computer."
McGee: "Sembra tutto molto reale..."
Tempesta: "Per chi è lì dentro, ogni cosa che voi vedete è reale:
dal terriccio lavico su cui poggiano i piedi, all'odore che sentono. fa perfino
caldo come se fossero vicini a un vero vulcano attivo."
Nel frattempo, Tony aveva cominciato a fare acrobazie che i suoi
colleghi non gli avevano mai visto fare: nel tentativo di schivare i colpi di
Logan, era arretrato fino a due metri prima di un fiume di lava; si abbassò,
poggiando la mano a terra, poi si diede la spinta e saltò, tirando un calcio in
faccia all'altro. Fece un mezzo salto mortale all'indietro e atterrò dall'altra
parte del fiume di lava.
Wolverine, rimasto un attimo stordito dal calcio in faccio, si
riprese subito e, guardando l'altro, dall'altra parte, si stisacchiò il collo,
facendo scrocchiare le vertebre, e disse:
Logan: "Complimenti, Hermes. Però pensavo che sapessi fare di
meglio!"
Tony: "Ah, davvero?" lentamente venne avvolto da un mare di
scintille luminose, e mentre si teleportava continuò "Allora che ne pensi
di questo?" ricomparve alle sue spalle, e gli tirò un colpo all'altezza delle
reni, ma prima ancora che l'altro potesse reagire, era di nuovo scomparso, ed
era ricomparso da un'altra parte, attaccandolo di nuovo.
Gibbs: "Ottima mossa, Dinozzo! Lo stai disorientando. Questa è una
strategia degna di un Marine!"
Ziva osservava la lotta, sussultando ogni volta che uno dei due
colpiva l'altro; non sapeva per chi tifare, se per il suo affascinante collega o
per l'altrettanto affascinante Wolverine.
McGee: "Cavolo! non pensavo proprio che Tony fosse così
agile..."
Ziva: "E da come mena, mi sa che non conviene farlo
arrabbiare..."
McGee: "Se penso che in tutto questo tempo ho lavorato con un tipo
simile..."
Abby: "Dai, Tim, ti ha salvato la vita molte volte... e poi
dovresti essere orgoglioso di avere come collega una persona come Tony."
Wolverine e Hermes continuavano la loro lotta. Improvvisamente,
Tony, il quale cominciava a dare segni di stanchezza, prese Logan per la
divisa e si teleportò insieme a lui in un'altra zona della radura: dove erano
prima stava per atterrare un enorme masso incandescente, sparato dalla bocca del
vulcano. Logan lo vide atterrare, poi si rivolse a Tony:
Logan: "Grazie, Sbirro."
Tony: "Di nulla, Logan."
Logan: "Ma noi non abbiamo ancora terminato la dimostrazione!" e
gli tirò un pugno in faccia, facendogli sanguinare il naso.
Tony si pulì di un po' del sangue che colava, e commentò.
Tony: "Ottima mossa!"
Logan: "Posso fare di meglio!" estrasse gli artigli.
Gibbs: "Interrompi la dimostrazione!" ordinò, a Tempesta, la quale
eseguì senza fare storie. L'ambiente vulcanico scomparve, e ricomparve la Stanza
del Pericolo.
Logan: "E' già finito? Proprio ora che mi stavo cominciando a
divertire?" chiese, quasi scocciato, mentre Gibbs correva verso il suo
sottoposto, per soccorrerlo.
Tony: "Non preoccuparti, Capo: il naso non è rotto."
Gibbs: "Sì,. però hai comunque bisogno di cure mediche."
Tony: "Qui accanto c'è l'infermeria..."
Uscirono dalla Stanza e si diressero tutti verso l'infermeria.
Logan e Ziva restarono indietro.
Ziva: "Complimenti! Hai un'ottima tecnica di combattimento!"
Logan: "Dici davvero, Dolcezza?"
Ziva fece di sì con la testa. Logan la guardò e, dopo averla
scrutata per un attimo le chiese:
Logan: "Mi chiedevo se ti andava di andare a bere una birra con
me..."
Ziva: "Quando?"
Logan: "Anche subito, se vuoi."
Ziva: "Ma... e Tony?"
Logan: "Ah, il tuo amico starà bene presto, non ho usato
il massimo della mia forza. Allora, che fai?"
La donna ci pensò su, poi rispose:
Ziva: "D'accordo!"
Andarono in cortile, dove era parcheggiata una splendente Harley
Davison. Logan salì in groppa alla moto.
Ziva: "Bella moto!"
Logan: "E' la mia."
Ziva: "Ne avevo guidata una, anni fa... l'adoravo."
Logan: "Allora scommetto che vuoi stare tu alla guida..."
Ziva sorrise, poi si mise davanti e accese il motore. Partirono a
tutta velocità.
Restarono fuori per un paio d'ore, durante le quali Logan ebbe
modo di testare il modo di guidare di Ziva, che conduceva una moto allo stesso
modo in cui conduceva qualunque altro veicolo a motore. Chiunque altro, al posto
di Wolverine, avrebbe consigliato a ziva di lasciar perdere la guida, ma lui la
trovò molto entusiasmante.
Quando tornarono, dopo aver parcheggiato la moto, si diressero ai
dormitori, e si fermarono a chiacchierare davanti alla porta della stanza di
Logan.
Logan: "Posso chiederti una cosa?"
Ziva: "Cosa?"
Logan: "Cosa c'è tra te e lo Sbirro?"
Ci pensò su, ricordando il discorso che avevano fatto prima
dell'incidente di San Francisco. Si ricordò che Tony aveva detto che non appena
la storia della Cura fosse stata archiviata avrebbero parlato del loro rapporto.
La storia era stata ormai archiviata, ma l'uomo ancora non ne aveva accdennato,
e lei era stufa di aspettare.
Ziva: "Nulla, siamo solo colleghi. Perchè?"
Logan: "Perchè stavo pensando che sei proprio il mio tipo!"
Si abbassò su di lei e la baciò. Fu un bacio Passionale, selvaggio
e travolgente, in cui lei fu subito coinvolta. Mentre si baciavano, Logan aprì
la porta della camera e la trascinò dentro, chiudendosi poi l'uscio alle
spalle.
CONTINUA...
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Capitolo 9 *** 9 ***
9
Dark Past- L'Oscuro Passato
9
Quella notte, l'intera squadra dell'NCIS fu
ospite dello Xavier Institute.
La mattina, Tony scese in refetorio per la colazione. Camminava
rigido, e aveva un vistoso ceroto sul naso.
Si sedette al tavolo a cui era già seduto il resto della squadra,
Ziva esclusa, e mentre si siedeva fece un'espressione dolorante.
McGee: "Che hai, Tony?"
Tony: "Comincio a sentire i postumi della dimostrazione di ieri...
ohi..." si portò una mano alle costole, dove, evidentemente, aveva male. Gibbs,
sorseggiando il suo caggè, lo guardò come per dire 'te l'avevo detto', e gli
rispose "Non pensavo di essermi così arrugginito, in questi anni... quando mi
allenavo con Ciclope, fino a 15 anni fa, non uscivo mai così dolorante."
Tempesta: "Quando ti allenavi con Ciclope avevi 20 anni... e
inoltre, essere colpiti da Scott non era come essere colpiti da Logan: non aveva
lo scheletro di adamantio." si era avvicinata al gruppo e si era seduta con
loro, accanto a Tony, poggiandogli una mano sulla spalla. Hermes fece di nuovo
una smorfia di dolore "Scusa... ti fa male?"
Tony: "Credo che l'intero busto abbia un colore tendente al blu...
per fortuna portavo gli occhiali, altrimenti avrei avuto sicuramente anche gli
occhi neri..."
Gibbs: "Però te la sei voluta, quindi evita di lamentarti."
Tempesta: "Gibbs ha ragione... però, sbaglio o Ziva e Logan non
sono ancora scesi a colazione?"
Abby: "Già... chissà dove sarà finita Ziva."
Tony si concentrò sul segnale cerebrale di Ziva, e la cercò.
Quando lo scoprì diventò più cupo.
Tempesta: "Che cosa c'è?"
Tony: "Logan è ancora nella sua stanza... e Ziva è con lui."
McGee: "Con Wolverine? E che ci sta a fare nella sua stanza?"
Tony: "Si stanno conoscendo... in senso
bibblico." disse, con tono di disprezzo.
Tempesta sorrise, quasi divertita, e
commentò:
Tempesta: "Il fascino del Bel Tenebroso ha fatto un'altra
vittima!"
Tony si alzò in piedi, poggiando rumorosamente la sua tazza sul
tavolo, e, senza dire niente, uscì in giardino.
Nel frattempo, in una stanza del dormitorio degli insegnanti,
Logan abbracciava Ziva.
Erano entrambi sdraiati sul letto, sotto le lenzuola, e si stavano
baciando appassionatamente.
Logan: "Sei fantastica, Dolcezza! E' stato come andare in moto con
te alla guida: sei una forza della natura!"
Ziva: "E non hai ancora visto tutto, Bel Fusto!"
Si spostò sopra di lui e riprese a baciarlo.
Nel frattempo, nel cortile, Tony guardava, in silenzio, la lapide
del Professor Xavier.
Da quando aveva fatto ritorno alla scuola,
per il funerale, non aveva ancora avuto il tempo di stare solo con lui, di
ricordarlo in silenzio. Ma questa pace non durò molto: qualcuno gli si era
avvicinato alle sue spalle.
Tony: "Hey, ragazzina! Perchè non sei con il tuo amico... come si
chiama? Iceman?"
Rogue: "Veramente non si è ancora accorto che sono tornata...
forse non si è neanche accorto della mia assenza... e tu come mai non sei con i
tuoi colleghi?"
Tony: "Avevo bisogno di stare un po' da solo a pensare..."
rispose, senza dare altri particolari.
Rogue: "Se posso chiederlo... a cosa pensi... o a chi?"
L'uomo, che per tutto il tempo non aveva tolto gli occhi dalla
lapide, si voltò verso la giovane ex-mutante, che lo scrutava da dietro il
ciuffo chiaro di capelli.
Tony: "Cosa ti fa pensare che stia pensando a qualcuno?" chioese,
curioso, rimanendo un po' sulle sue.
Rogue: "Ho visto come guardi l'Agente David. E ti ho visto deluso
quando, stamattina, hai scoperto che lei e Logan hanno passato la notte
insieme."
Tony: "Come fai a sapere che Ziva e Logan hanno passato la notte
insieme?"
Rogue: "La mia camerta e la camera di Logan sono confinanti, e
sento tutto quello che succede dall'altra parte del muro." spiegò.
Tony si mise le mani in tasca, e tornò a guardare la lapide.
Tony: "E pensare che, quando ho deciso di entrare all'accademia di
polizia, lasciando la scuola e gli X-Men, l'ho fatto anche perchè la vita, qui, mi
sembrava troppo complicata, e avevo bisogno di cambiare... e ora, che sono
inserito nella società e accettato come pari dagli altri, so che le situazioni
complicate si trovano ovunque, e che a volte si ha voglia di mollare tutto e
scappare via... di cambiare aria."
Rogue: "A proposito di cambiare aria..." disse, come se aspettasse
questa occasione per parlarne "Per caso conosci qualche albergo a Washington?
Avevo voglia di visitarla, prima che inizi il nuovo anno scolastico..."
Tony sorrise.
Tony: "Che ne pensi dell'Hotel Dinozzo?" scherzò "A parte gli
scherzi, se hai bisogno di un posto dove stare, puoi venire a casa mia, se mi
prometti che ti renderai utile in qualcosa."
La ragazza gli sorrise a sua volta, poi si avvicinò e gli diede un
bacio sulla guancia.
Rogue: "D'accordo... se non reco troppo disturbo."
Tony: "Nessun disturbo, Marie."
Rientrarono entrambi, e Tony vide che, finalmente, Logan e Ziva
erano scesi a colazione. Il mutante artigliato stava parlando con Tempesta e
Gibbs; Hermes si avvicinò al gruppo.
Gibbs: "Finalmente ti sei fatto di nuovo vivo, Dinozzo!" esclamò,
guardandolo serio.
Tony: "Scusa, Capo, ma avevo bisogno di un po' d'aria... Avevi
bisogno di me?" chiese, non prima di aver intercettato un suo pensiero.
Gibbs: "Sì. Stavamo discutendo di una possibile collaborazione tra
NCIS e X-Men, e stavo pensando che tu, facendo parte di entrambi i gruppi,
potresti essere l'agente di collegamento."
Tony: "Per me va bene, se anche Tempesta è d'accordo."
Temesta: "Che cosa centro io?"
Tony: "Non sei tu il nuovo team leader degli X-Men?"
Tempesta: "No, io sono solo la nuova preside. Il nuovo leader del
gruppo è Logan."
Tony si voltò verso Wolverine: non aveva proprio gradito la
cosa.
Logan: "Cosa pensavi, Sbirro? Che stessi qui solo per far
figura?"
Dinozzo prese Tempesta per un braccio, e si teleportò con lei al
piano di sopra.
Tony: "Ho capito bene? Wolverine è il nuovo team leader?" chiese,
con un tono di disapprovazione.
Tempesta: "Perchè? Volevi esserlo tu?"
Tony: "Assolutamente no: non sono ancora pronto per sostituire
Gibbs all'NCIS, figurati se sono pronto a guidare gli X-Men, soprattutto dal
momento che da 15 anni non prendo più parte alle missioni! Pensavo che fossi
subentrata te a capo del gruppo."
Tempesta: "Tony, lo so che Logan non ti va a genio, ma
credimi, è un ottimo elemento, e a San Francisco ha anche dimostrato di essere
un ottimo team leader. Puoi dargli almeno una possibilità?"
Tony: "Che strano... avevo detto io queste parole, 15 anni fa,
prima di entrare in accademia. Se non ricordo male, riguardava la nostra
relazione. Tu non mi hai dato una possibilità, perchè ora dovrei darla io al tuo
amico?"
Finalmente aveva accennato a quel fatto: 15 anni prima, per alcuni
motivi che Tony aveva sempre nascosto a tutti, e che erano conosciuti solo dal
Professor Xavier, il giovane Dinozzo aveva deciso di lasciare la scuola, in cui
viveva e lavorava come insegnante di educazione fisica, dopo essersi laureato, e
di conseguenza lasciare gli X-Men, per poter entrare nell'Accademia di Polizia.
Tempesta non aveva accettato l'intenzione di Tony lasciare il gruppo, e
aveva interrotto la loro relazione, che durava dai tempi delle superiori.
Rimasero amici, ma quella cosa raffreddò il loro rapporto.
Tempesta non rispose, ma guardò Tony in modo molto eloquente.
Tempesta: "Ancora non capisco perchè hai voluto entrare in
polizia..."
Tony: "Perchè era il modo migliore per potermi dedicare a una
ricerca personale, e per potermi integrare nel mondo... non ho mai amato il
fatto di rimanere chiuso per sempre dentro queste quattro mura. Non ti ho mai
criticato per la tua scelta, ma speravo che tu appoggiassi la mia."
Tempesta: "Hermes, io ti amavo..."
Tony: "Anche io ti amavo, ma non capisco perchè non hai voluto
continuare questa storia..."
Tempesta: "Perchè non poteva continuare: diventando un poliziotto,
tu avresti rischiato la vita tutti i giorni."
Questa volta, l'uomo non rispose a parole, ma con la mente:
Tony: *Anche tu rischi la vita tutti i giorni, come X-Woman.*
La donna distolse lo sguardo, e lui si avvicinò, prendendole il
mento tra due dita per indurla a guardarlo nuovamente. Due secondi dopo si
stavano baciando, come non facevano da 15 anni.
Tony: "D'accordo, cercherò di sopportare Logan." disse, quando si
staccarono "Ma lo farò solo perchè così posso venire più spesso a trovarti."
Tempesta: "Sei sempre il solito scemo!" esclamò, scherzosamente,
tirandogli uno scappellotto, come aveva visto fare da Gibbs "Ora torniamo giù,
ci stanno aspettando, e voi dovete tornare a Washington."
Quando tornarono, il gruppo si preparò per partire.
Durante il viaggio, Tony e Rogue chiacchierarono molto: l'uomo era
tornato di buon umore e sembrava essersi aperto alle domande di Rogue.
Rogue: "Perchè hai deciso di diventare poliziotto?"
Tony: "Te lo dico, ma se lo vai a dire in giro, giuro che ti
tratto come il Pivello!" disse, quasi scherzoso.
Rogue: "Parola di Coccinella!"
Tony: "Sono entrato in Polizia perchè credevo fosse il modo
migliore per trovare una persona."
Rogue: "Chi? Se posso chiedere?"
Tony: "Mio fratello, o meglio, il mio fratellastro: è nato da una
delle tante avventure di mio padre. So che è nato quando io ero già in collegio,
quindi ha 13 anni meno di me, e anche lui è un mutante. Mio padre lo ha
abbandonato subito dopo la nascita, perchè parte della sua mutazione si è
manifestata immediatamente: aveva gli occhi rossi." si confidò
Rogue: "Come mai lo cerchi?"
Tony: "Perchè voglio sapere dove è finito, dopo che è stato
abbandonato. In fondo è mio fratello, anche se l'unica cosa che so del suo
aspetto fisico è il colore dei suoi occhi..."
Rogue: "Chi lo sa... magari non è molto lontano..."
CONTINUA...
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Capitolo 10 *** 10 ***
10
Dark Past- L'Oscuro Passato
10
Due giorni dopo, erano di nuovo tutti agli
uffici dell'NCIS, a Washington D.C.
Tony aveva appena terminato una chiamata a
Tempesta, e subito Ziva lo punzecchiò.
Ziva: "Che faccia, Tony! Che cosa è successo?
Hai avuto un 'tempestoso' ritorno di fiamma?"
Tony: "Ahah!" rispose, sarcastico "Divertente. Stavo prendendo
appuntamento con Ororo per questo weekend. Tu, piuttosto, dimmi una cosa:
Wolverine è davvero quell'animale da monta che pensa tanto di essere?"
Ziva: "Perchè? Anche fosse?" gli si avvicinò "E tu, dimmi, mio
caro 'Sex Machine', sei sicuro che Tempesta non debba lamentarsi delle tue
'doti'?"
Vennero interrotti da uno scappellotto per ciascuno, poi Gibbs
cominciò:
Gibbs: "Ziva, Tony, uno di voi due si metta in contatto con gli
X-Men: uno dei terroristi di San Francisco è evaso dal carcere federale."
Tony: "Ziva? Che centra Ziva? Non ero io l'agente di
collegamento?"
Gibbs: "Sì, ma David va a letto con il capo degli X-Men." rispose,
spiccio.
Ziva lanciò uno dei suoi soliti sguardi a Tony, il quale cercò di
non considerarla e, mentre componeva il numero di Tempesta, chiese:
Tony: "Chi è l'evaso, Capo?"
Gibbs: "John Allerdyce, Pyro."
Tony: "Cazzo!" esclamò, chiudendo di nuovo il cellulare e
agitandosi.
Gibbs: "Calma, Dinozzo! Che cosa succede?"
Tony: "Allerdyce era compagno di scuola di Marie."
Gibbs: "E allora?"
Tony: "Marie si è sottoposta alla cura, e Pyro lo sa. Credo che potrebbe considerarla
una traditrice e cercarla." riferì, preoccupato.
Nel frattempo, nella via commerciale di Washington, Rogue si
dedicava allo shopping, ignara della fuga del suo vecchio compagno di
scuola.
Era appena uscita da un negozio specializzato in guanti;
nonostante avesse perso tutti i suoi poteri, ancora si sentiva a disagio a stare
senza. Si stava dirigendo verso il negozio di scarpe lì vicino, quando si sentì
strattonare e trascinare in un vicolo laterale buio e poco frequentato.
Si sentì in pericolo, e stava per mettersi ad urlare, quano la
persona che l'aveva aggredita le si mostrò in volto.
Rogue: "John?" disse, atterrita. Sicuramente era l'ultima persona
che si aspettava di trovare, visto che aveva saputo da Tony che era in un
carcere federale per mutanti.
Il ragazzo indossava un pigiama arancione, quindi Marie capì che
era scappato di prigione.
Pyro: "Sorpresa di vedermi, amica mia?"
Rogue: "Noi non siamo amici. E poi non eri in galera?"
Pyro: "Sì, hai ragione, io non ho amici traditori. Comunque, per la
cronaca, il mio compagno di cella, Remy Lebeau, uno strano tipo con gli occhi rossi
e amante delle carte da gioco, prima di uscire per buona condotta dopo tre anni
di pena, mi ha lasciato tutte le sue mappe della prigione, che io ho sfruttato
per andarmene da quel posto."
Rogue: "Che cosa vuoi da me?" chiese. Aveva percepito qualcosa
nella sua mente; nei due anni passati alla scuola per mutanti aveva imparato a
riconoscere le intrusioni telepatiche, e sapeva che Tony la stava cercando.
Probabilmente era venuto a sapere della fuga di John, e voleva avvertirla;
sapeva che avrebbe percepito anche il segnale di Pyro, vicino a lei, quindi
doveva temporeggiare, per dare il tempo all'NCIS di arrivare "sicuramente non è
per salutare una vecchia compagna di scuola che ti sei esposto al pericolo di
essere catturato."
Pyro: "Ragazza mia, lo sai che amo il rischio." la strinse,
facendole male ai polsi "E poi, tu mi servirai come garanzia per la fuga. Gira
voce che te la fai con un agente mutante dell'NCIS."
Rogue: "Io non me la faccio con nessuno! E poi, io almeno ho
scelto bene le mie compagnie, al contrario di qualcuno di mia conoscienza! E
comunque Tony non è il mio ragazzo, ma il ragazzo di Tempesta"
Pyro: "Tempesta? Di bene in meglio! Così potrò tenere a bada anche
gli X-Men."
Nel frattempo si erano spostati più a fondo nel vicolo. Rogue
percepì un'altra intrusione telepatica, ma questa volta capì anche il messaggio:
"Siamo arrivati. Resta calma."
Gibbs: "NCIS! Fermo dove sei e lascia andare la ragazza!"
I quattro agenti, scortati da altrettanti poliziotti in
passamontagna, lo avevano raggiunto e circondato. Il giovane si guardò intorno,
in cerca di una via di fuga, notando una porta, che era l'ingresso secondario
del magazzino di un negozio; un'altra cosa gli saltò all'occhio: il tubo dei
cavi elettrici, nei pressi della porta, presetava uno squarcio ed erano ben
visibili i fili elettrici scoperti.
Sempre tenendo ben salda l'ex mutante, fece
un gesto quasi impercettibile. Gibbs vide la scintilla sopra la
porta e urlò:
Gibbs: "Tutti al riparo!"
Un'enorme fiammata partì dai fili scoperti, versi gli agenti, i
quali si misero al riparo; poi la stessa fiammata tornò indietro e la porta
venne sfondata col calore.
Il ragazzo, sempre trascinando Rogue, entrò nel magazzino, e il
gruppo, dopo essersi ripreso dalla orpresa, lo seguì, e si sparpagliarono nello
spazio interno, circondando il giovane.
Gibbs: "Quanto ci mettono ad arrivare gli X-Men?"
Tony: "Dovrebbero essere qui a momenti." vide, a pochi metri da
loro, Ziva che stava prendendo la mira con la pistola, e capì le sue intenzioni
"No! Ziva non farlo!" ma era troppo tardi, la donna sparò un colpo, che mancò il
fuggitivo, ma che gli diede modo di creare una nuova fiammata, diretta proprio
verso di lei.
Hermes corse nella direzione della collega, e quando la raggiunse
la riparò col suo corpo, abbracciandola, e si teleportò con lei al riparo,
dietro un basso muro di cemento.
John, questa volta, cercò di lanciare fiammate ovunque, e tutti
dovettero ripararsi; Tony continuava ad abbracciare Ziva e, contemporaneamente,
cercava di mantenersi sveglio, dato che rischiava di svenire per il dolore alla
schiena, su cui c'era una grossa ustione che si era fatto poco prima di
teleportarsi, nel tentativo di proteggere la donna.
Però il fuoco di Pyro venne spento da una folata di vento gelido,
che entrava dalle finestre rotte. Poi dall'alto entrò un ragazzo con la divisa
in pelle degli X-Men e un paio di ampie ali d'angelo sulla schiena, il quale
trasportava Colosso, nella sua forma metallica, e dietro di loro, Tempesta
volava, trasportando Wolverine.
Il fuggitivo sembrava disorientato, e lasciò
la presa, così che Rogue potè liberarsi. Tony, velocemente, la prese e si teleportò di nuovo al riparo, con lei.
Gibbs: "Gli X-Men amano le entrate ad effetto, vedo!" esclamò,
mentre si avvicinava ai tre, assieme a McGee, continuando a tenersi al
riparo.
Tony: "Già." rispose, con un filo di voce e una smorfia di
dolore.
Tempesta: "Gibbs, voi restate al riparo, ci pensiamo noi a mettere
fuori gioco Pyro. Tony, stai bene?"
Tony: "Credo di avere un'ustione sulla schiena. Mi dispiace, 'Ro,
ma non posso unirmi al gioco..." detto questo, si portò una mano sotto il
braccio, in corrispondenza del quale aveva l'ustione.
Gibbs vide che stava per svenire, e si avvicinò al suo
secondo.
Gibbs: "Hey, Hermes!" gli tirò uno scappellotto "Guai a te se
svieni! Contiamo su di te per portarci fuori di qui, nel caso in cui le cose si
mettessero male."
Il mutante capì che il Capo era preoccupato per lui, e si
limitò a rispondere:
Tony: "Ok, Capo."
Nal frattempo, i quattro X-Men si erano organizzati e stavano
riuscendo a sopraffare il fuggitivo; Mentre Tempesta creava una tormenta di
neve, il giovane con le ali d'angelo volava in circolo, circoscrivendo il
fenomeno su Pyro , seguendo le indicazioni di Logan, che attendeva da
parte, assieme a Colosso, di entrare in azione.
Dieci minuti dopo, John Allerdyce si accasciò a terra, svenuto e
quasi assiderato; Colosso e Wolverine lo tirarono su di peso, affidandolo alle
"cure" dei quattro poliziotti in passamontagna, mentre l'Angelo atterrava e,
insieme a Tempesta, si avvicinava al gruppo dei cinque.
Tempesta: "State bene?"
Tony: "A parte un'enorme ustione sulla schiena e una giacca da
tremila dollari distrutta, sì, stiamo bene."
Logan: "Io non ho di questi problemi." disse,
avvicinandosi al gruppo.
Tony: "Neanche io li avrei, se guarissi in fretta come te,
Wolverine."
I due stavano ricominciando a litigare, ma Gibbs li
interruppe.
Gibbs: "Finitela, voi due! Tony, tu hai
bisogno di cure: torniamo alla base, così Ducky potrà darti un'occhiata."
Due ore dopo erano al quartiere generale dell'NCIS, all'obitorio
del dottor Mallard. Tony era seduto su una sedia, a torso nudo, mentre il
dottore gli medicava le ferite.
Ducky: "Mio caro Anthony, ti sei per caso trovato sulla
scia di un lanciafiamme? Le tue ustioni, che per fortuna sono di secondo grado,
mi ricordano un vecchio caso... solo che quella volta il tizio era pieno di
ustioni di terzo grado, ed era morto..."
Tony: "Sei molto confortante sai, Ducky?" lo interruppe, poi fece
una smorfia di dolore "Dio... credo che l'unica volta che sono stato peggio è
stato quando ho contratto la peste polmonare..."
Rogue: "La peste polmonare? Ma non è una malattia estinta?"
Tony: "Erano batteri modificati, provenienti da un laboratorio di
ricerca."
Logan: "Certo, Sbirro, che sei unico: solo tu sei stato capace di
contrarre una malattia estinta da secoli!"
Tony: "Senti, Wolverine, ora non sono in vena di fare di nuovo a
pugni con te."
Logan: "Certo: sicuramente ti saranno bastati quelli che ti sei
preso nella Stanza del Pericolo!"
Gibbs: "Ora basta!" esclamò. Quando i due si furono calmati,
continuò "Qualcuno sa spiegarmi come ha fatto John Allerdyce a scappare dalla
prigione federale?"
Rogue: "Ha detto di aver sfruttato delle mappe disegnate da un
compagno di cella... mi pare che abbia detto che si chiama Remy Lebeau, e che è
uscito di prigione qualche giorno fa per buona condotta."
Gibbs: "Ha detto altro?"
Rogue: "Solo che questo Remy Lebeau è un fissato delle carte e ha
gli occhi rossi."
Gibbs: "Non so quanto queste informazioni potranno esserci utili,
comunque grazie, Marie."
Ma nella mente di Tony sembrava essersi accesa una scintilla.
Tony: "Come hai detto? Puoi ripetere, per favore?"
CONTINUA...
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Capitolo 11 *** 11 ***
11
Dark Past- L'Oscuro Passato
11
Tony: "Come hai detto? Puoi ripetere, per favore?"
Rogue: "Johnny ha detto che il suo compagno di cella, questo Remy
Lebeau, ha la fissa delle carte e ha gli occhi ross..." si bloccò, rendendosi
conto di quello che aveva appena detto "Oh, mamma! Tony, pensi anche tu quello
che penso io?"
Tony: "Le stesse identiche parole, Marie." si alzò dalla sedia e
indossò la felpa, facendo attenzione a non toccare troppo le garze "Ora però
sorge un altro problema: come verificare le nostre ipotesi?"
Gibbs, che come il resto del gruppo, mutanti compresi, non sapeva
di cosa stessero parlando i due, ricordò loro che non erano soli, tirando uno
scappellotto a entrambi.
Tony e Rogue: "Ahia!"
Logan: "Si può sapere di che cazzo state parlando, voi due?"
Rogue: "Ahio... ma non potevi fare più piano, Gibbs?"
Tony: "Lui fa sempre così. Comunque credo che dovrei spiegarvi
alcune cose, di cui nessuno era a conoscenza, a parte il professor Xavier."
Gibbs: "Parla: siamo tutt'orecchi."
Tony: "E' una cosa che so da quando avevo 13
anni, riguarda mio padre, ed una delle sue tante avventure..."
Temppesta: "Ma tu e tuo padre non vi parlate da quando hai
manifestato i poteri, a 12 anni, e sei venuto alla scuola..." lo interruppe.
Tony: "Sì, è vero, ma a sua insaputa, ogni tanto mi connettevo
telepaticamente a lui, e sono venuto a conoscenza di parecchie informazioni, in
questo modo, compreso quello che sto per dirvi." fece una pausa, tornando a
sedersi sulla sedia, accanto a Ducky "Subito dopo la mia partenza per
Westchester, mio padre cominciò una relazione con la sua segretaria della sede
di New Orleans dell'azienda. Lei, ovviamente, rimase incinta, e so che mio
padre, che è sempre stato un accanito sostenitore della legge sulla
registrazione, e ho forti sospetti che sia stato anche uno dei
sovvenzionatori dei Laboratori Worthington, per lo sviluppo della Cura, sperava
che questo bambino non fosse un mutante, per potergli lasciare l'eredità, che,
come ben sapete, ha negato a me."
Gibbs: "Ma, scommetto che il bambino, dopo qualche anno ha
rivelato la sua vera natura..." continuò.
Tony: "Niente affatto. Questo bambino è uno dei pochi casi di
manifestazione precoce della mutazione: alla nascita, i suoi occhi avevano le
iridi di un colore rosso acceso. Mio padre non ne ha voluto sapere neanche di
lui, e ha licenziato la madre, buttandola in mezzo alla strada insieme al figlio
in fasce. Di mio fratello e della madre non ho saputo più nulla, e mio padre se
ne è sempre disinteressato, come si è sempre disinteressato di me."
Tempesta: "Allora è questo il motivo per cui hai lasciato gli
X-Men, per entrare nell'Accademia di Polizia? Pensavi che restando nel gruppo
non saresti riuscito a trovare tuo fratello..."
Tony: "E' stato il Professore a consigliarmi di entrare nel Corpo
di Polizia. Io ho solo seguito il suo consiglio."
Gibbs: "Quindi tu pensi che questo Remy Lebeau possa essere il tuo
fratellastro?"
Tony: "Se sapessi la sua età, potrei esserne abbastanza
sicuro."
McGee prese immediatamente posto davanti al computer
dell'obitorio, e aprì il file dei mutanti schedati, cercando la scheda di Remy
Lebeau.
McGee: "Remy Lebeau, alias Gambit. 23 anni. Fin dall'infanzia ha
passato più tempo in galera che fuori, sempre per reati quali truffa e furto,
che compiva su commissione di quello che si pensa sia il padre adottivo,
Jean-Luc Lebeau, capo di un'organizzazione criminale chiamata Loggia dei Ladri.
L'ultima volta è stato condannato a quattro anni per un furto in un
supermercato, compiuto usando come armi delle carte da poker, che sembra che
carichi di energia e le faccia esplodere a distanza. In quell'occasione ci sono
stati alcuni feriti; la scorsa settimana ha ottenuto la libertà condizionata,
per buona condotta."
Tony, che parve interessato al resoconto di Tim, chiese:
Tony: "Chi è il suo agente di custodia?"
McGee: "Danny Messer." scrisse su un foglio il suo indirizzo e lo
consegnò a Dinozzo.
Logan: "Certo che è proprio il colmo: uno sbirro che ha un
fratello ladro!"
Tony: "Come in Double Impact, con Jean Claude Van Damme."
Gibbs: "Ma in Double Impact sono due gemelli."
Tony: "Sempre fratelli, sono."
Tony fece per alzarsi, tenendo una mano vicino al punto in cui
aveva le fasciature, e Gibbs lo aiutò. Vedendo quel gesto, Logan percepì
qualcosa sbloccarsi nella sua mente, e un breve ricordo riaffiorò:
Parecchi anni prima, in un campo di battaglia in mezzo a un
deserto, Logan si riparava dagli spari, dietro una trincea fatta di sacchi di
sabbia, e assieme a lui c'era un uomo sui 40 anni, dall'uniforme riconobbe
che era un Marine americano; nonostante i capelli un po' più scuri e la mancanza
di alcune rughe, riconobbe l'agente Gibbs.
Logan: "Dobbiamo spostarci, qui siamo troppo sotto
tiro!"
Gibbs: "E dove credi che possiamo essere al sicuro, in
Iraq?"
Una bomba esplose vicino a loro, e Logan vide che Gibbs era
stato ferito. Con una veloce mossa lo fece alzare e se lo caricò in spalla,
correndo in un luogo più riparato.
Logan ritornò al presente, e si guardò intorno, spaesato. Tony,
che gli aveva letto nel pensiero, gli si avvicinò, poggiandogli una mano sulla
spalla.
Tony: "Semper Fidelis, Wolverine!" poi si voltò verso Gibbs, che
disse al mutante artigliato:
Gibbs: "Bentornato, Logan."
Dopodicchè Tony uscì e andò a trovare l'agente di custodia di Remy
Lebeau, il quale parlò volentieri del ragazzo, e gli diede anche l'indirizzo del
posto dove Gambit aveva trovato lavoro: un centro giovanile alla periferia di
Washington.
L'uomo andò subito al centro giovanile, ed entrò. Era un edificio
simile a una scuola, con un campo da pallavolo e un campo da basket nel cortile.
Tony si diresse spedito verso il campetto da basket, dove un gruppo di ragazzini
di circa 12 anni si stava allenando, seguito da un giovane sui 23 anni,
piuttosto alto, con i capelli castani spettinati, tenuti indietro da una fascia
in tela scura; aveva un paio di occhiali da sole a specchio e indossava un paio
di pantaloni a mezza gamba verde-militare, con le tasche sulle cosce, e una
T-shirt grigia a maniche corte.
Hermes riconobbe subito il ragazzo come suo fratello: aveva i suoi
stessi lineamenti, evidentemente anche lui aveva preso dal padre. Si avvicinò
ulteriormente al gruppo, poi prese al volo la palla, che era uscita fuori campo.
Palleggiò, entrando nelle linee.
Gambit: "Excuse moi, monsieur. Potrebbe
passarci la balle, s'ill vouz plais?" chiese, con un forte
accento francese.
Dinozzo palleggiò ancora, arrivando a metà
campo, poi mirò al canestro e tirò. Era pronto ad usare il suo potere, ma la
palla arrivò da sola al canestro, e lo centrò; tutti i ragazzini lo guardarono,
meravigliati.
Gambit: "J'ai complimenter avec vous,
monsieur! Questo tiro n'est pas simple! Come ha fatto?"
Tony: "Tanta fortuna e una laurea in Educazione fisica!" scherzò
"Sto cercando Remy Lebeau."
Gambit: "Remy Lebeau c'est moi. E lei chi sarebbe?"
L'uomo prese il portafoglio e mostrò il distintivo.
Tony: "Agente Speciale Anthony Dinozzo, NCIS."
Il ragazzo divenne sospettoso; diede la palla ai ragazzini e, dopo avergli dato il permesso di giocare
da soli, uscì dal campo assieme a Tony, e si sedettero su una panchina.
Gambit: "Quelque chose est, s'assure à eux que je suis nettoye,
ora."
Tony: "Lo so. Ho parlato con il tuo agente di custodia. Sono qui
per un tuo compagno di cella, John Allerdyce."
Gambit: "Ah, oui. Credeva
di essere meilleur que tous, con le sue idées extrémistes sulla supériorité des
mutants.E' solo un pyromaniac fou!"
Tony: "Sono d'accordo con te. Credo che tu
sappia che pochi giorni fa è fuggito di galera."
Gambit: "Oui."
Tony: "Lui dice che tu gli hai dato delle mappe della prigione,
prima di essere liberato."
Gambit: "Questa c'est ne pas la veritè: il le volè à moi mentre
preparavo la sac par la sortie!"
Tony: "Quindi non siete mai stati amici, come afferma
Allerdyce."
Gambit: "No, nous ne sommes pas amis. Posso farle una demande? Je
comprendre l'anglais... comprendre tu à moi, que je parle francais?"
Tony: "Sì, ho studiato il francese alle superiori, ma ti capisco
anche perchè ciò che pensiamo, anche se non ce ne rendiamo conto, è detto in una
lingua comprensibile a chiunque sia in grado di leggere nel pensiero."
Gambit: "Tu sei un mutant?" chiese sorpreso.
Tony: "Oui, Je suis un mutant, mon amì. Ho i poteri di telepatia,
telecinesi e teleporta. So che tu puoi caricare di energia qualunque cosa, ma ti
piace usare le carte."
Gambit: "Oui. Le usavo quand j'etais à la Loggia dei ladri, avec
mon père. Cioè, non mon vero père: je souis un enfant trouve. Io ho rubato
perche avevo faim."
Tony: "Ho letto la tua scheda: l'ultima volta che sei stato
arrestato avevi tentato di rubare l'incasso di un supermercato, e hai ferito un
po' di persone con le tue carte."
Gambit: "Je ne suis pas fiero par ciò che ho fatto... Mon
père as dèshèritè moi quando je suis sorti dalla prison."
Tony: "Ma guarda! Io invece sono stato diseredato da mio padre
quando ho manifestato i miei poteri per la prima volta..."
Remy, dopo questa affermazione di Tony, sembrò cominciare a
fidarsi di lui, e Dinozzo decise di lasciare che fosse il ragazzo, mosso dalla
curiosità, a cercarlo di nuovo, un'altra volta. Si alzò dalla panchina e
disse:
Tony: "Io devo andare, ma ti lascio il mio biglietto da visita,
nel caso tu abbia bisogno di qualunque cosa. Puoi chiamarmi anche per fare
quattro chiacchiere."
Gli diede il biglietto da visita e fece per andarsene, quando Remy
disse:
Remy: "Grazie. Ma in lei c'è qualcosa di familier..."
Tony sorrise, e, prima di andarsene, rispose:
Tony: "Credo che presto capirai. Chiama pure quando vuoi,
Remy."
CONTINUA...
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Capitolo 12 *** 12 ***
12
Dark Past- L'Oscuro Passato
12
Qualche giorno dopo, a
Westchester, Tony e Ororo stavano riposando nel letto della donna; avevano
appena fatto l'amore.
Tony era sdraiato sul
lato e guardava Ororo riposare, carezzandole il viso.
Tempesta: "E' proprio
vero quello che hanno detto: sei diventato un vero Maestro del
Sesso!"
Tony: "Perchè? Ne
dubitavi?" scherzò.
Tempesta sorrise, e poi
si avvicinò per baciarlo.
Quando si staccarono,
Tony si mise seduto; Tempesta notò che era pensieroso.
Tempesta: "A cosa stai
pensando?"
Tony: "A mio fratello.
Sai che l'altro giorno sono andato a trovarlo..."
Tempesta: "Me l'avevi
detto. C'è qualcosa che ti preoccupa?"
Tony: "No, ma mi chiedevo
solo se qui c'è posto per un nuovo dipendente..."
Tempesta: "Vuoi farlo
trasferire qui da Washington D.C.? Ma puoi farlo? Non ti faranno
problemi?"
Tony: "Ho un po' di
conoscenze che potranno darmi una mano."
Tempesta: "Di che
tipo?"
Tony: "Gibbs è stato, qualche anno fa, l'amante di Jennifer Shepard,
il direttore dell'NCIS. Inoltre la sua seconda ex moglie è stata sposata anche
con l'agente Fornell, dell'FBI, con cui, nonostante le apparenze, ha un ottimo
rapporto. Credo che, se chiedessi a Gibbs di aiutarmi, lo farà."
Tempesta: "Credo anche io. E' una cosa che ho notato fin
da subito: penso che Gibbs ti veda come un figlio."
Tony: "Sì, è vero. E lui, per me, è come un padre, come lo era il
Professore."
Tempesta: "Il Professore è stato un padre per tutti quanti. E'
stata una grande perdita per tutti."
Tony: "Sì. Però da quando è morto sento
nell'aria qualcosa di strano, come se... come se in realtà non fosse morto
veramente."
Tempesta: "E' così per tutte le persone care, Tony."
Tony: "No, Tempesta. E' qualcosa di diverso: non è come un anno e
mezzo fa, quando il fratello di Ziva ha ucciso una mia collega, al quale ero
particolarmente affezionato... è una sensazione diversa."
Tempesta stava per ribattere, ma ci
rinunciò.
Tempesta: "Non ci tento neanche, a fare la psicologa con te: sei
un telepate troppo potente per riuscire a cavarne un ragno dal buco. Ma mi togli
una curiosità? Come sei riuscito ad arrivare all'NCIS in così poco tempo?"
Tony: "Sei anni di carriera, di cui quasi due come detective,
non sono pochi... aggiungici anche i tre anni di accademia. Però posso dirti che se
non avessi salvato la vita al Capo, la prima volta che abbiamo lavorato insieme,
a quest'ora sarei ancora detective della Polizia di Baltimora, sempre se non
venivo cacciato perchè sono un mutante."
Tempesta: "La discriminazione sembra essere
un atteggiamento naturale dell'uomo." disse, con fare da filosofa " Io stessa,
spesso, ho subito discriminazioni, come donna, come africana, come albina e come
mutante. Credo che tu sia stato fortunato, a trovarti in un team che ti ha
accettato per l'uomo che sei. E Gibbs sembra puntare molto su di te."
Tony: "Per lui conta più quello che so fare che quello che sono.
E' vero, ha approfittato più di una volta del fatto che io sono un mutante, ma
sempre a fin di bene. Lui, comunque, fino a quando è morto il Professore, era
l'unico a conoscenza delle mie facoltà, escludendo Ducky, che per motivi medici
era tenuto a saperlo.
Tony si stava aprendo, e Ororo era molto interessata al suo
racconto, e lo incitò a continuare.
Tempesta: "Hai detto che gli hai salvato la vita, quando vi siete
conosciuti. Ti va di raccontarmelo?"
L'uomo si immerse nel ricordo, e cominciò a raccontare:
Tony: "E' successo quasi sei anni fa, quando io ero ancora
detective della Omicidi di Baltimora. Io indagavo su una serie di omicidi da
parte di un serial killer la cui firma era un particolare smalto che metteva
alle unghie delle vittime."
Tempesta: "Mi ricordo. Ne hanno parlato tutti i telegiornali
dell'epoca. Prima stordiva le vittime e metteva loro lo smalto, e poi le
violentava e le uccideva soffocandole con qualcosa."
Tony: "Precisamente. Un giorno venne ritrovato l'ennesimo cadavere
di una donna, con lo stesso smalto alle unghie, morta per soffocamento; la
identificammo come il Sottufficiale di Marina Jeanne Benoit, per cui dovemmo
passare le indagini ai detective dell'NCIS che sarebbero arrivati a ore."
Tempesta: "Scommetto che uno degli agenti che doveva arrivare era
Gibbs."
Tony: "In realtà arrivò soltanto Gibbs, che chiese gentilmente, a
modo suo, la collaborazione di chi stava lavorando al caso del Killer dello
Smalto per unghie, come era stato soprannominato."
Tempesta: "Che, ovviamente, eri tu."
Tony: "Già. Per il resto non c'è molto da dire:
avevo capito subito di che pasta era fatto Gibbs, mi è bastata una veloce scansione
della sua mente, per cui lo assecondai in tutte le sue richieste, e lo aiutai,
finchè non arrivammo all'identità del killer. Quando andammo per arrestarlo,
ci mancò poco che succedesse il finimondo: durante l'inseguimento una scala anti-incendio crollò sotto i piedi di Gibbs, e io subito
lo afferrai e teleportai me e lui al sicuro; poi, quando raggiungemmo il sospettato, ci
sparò addosso, così che dovetti deviare buona parte dei proiettili, ma non si arrese finchè
non lo costrinsi io, usando quel lato del mio potere che
il Professore mi aveva insegnato a usare solo per
una buona ragione e se non c'erano altre possibilità. Il Capo non sembrò affatto sorpreso delle mie
capacità, e lì capii che aveva già lavorato con mutanti, anche più pericolosi di
me, o almeno ne aveva conosciuti in passato; quando lo conobbi meglio, seppi
che durante Desert Storm, un soldato canadese, che sembrava avere un
eccezionale fattore di guarigione e delle ossa che fungevano da artigli, gli
aveva salvato la vita."
Tempesta: "Logan..."
Tony fece sì con la testa, poi continuò:
Tony: "Quando concludemmo il caso e arrestammo il Killer
dello Smalto, Gibbs non perse tempo e mi offrì un posto in squadra,
nell'NCIS; sarei diventato il suo braccio destro e il suo vice. Questo è tutto. Ora è meglio se
vado: avevo un appuntamento con Hank, prima che parta per New York."
Si alzò dal letto e si rivestì, poi, dopo aver baciato Ororo, se
ne andò.
Qualche ora dopo era di ritorno al suo appartamento di
Washington, dove Rogue lo aspettava. Con lui c'era un ragazzino di 10 anni, con i capelli
cortissimi e l'espressione triste. Si trattava di Leech, il mutante da cui era
stata ricavata la Cura.
Quando aprì la porta, Marie era in cucina che
preparava la cena. Tony entrò, e Leech lo imitò,
timidamente.
Tony: "Stai tranquillo: c'è solo la mia amica Marie."
Leech: "Ma se poi non controllo il mio potere...?"
Tony: "Non ti preoccupare: io non soffro se, per un attimo, perdo
i miei poteri, e lei si è sottoposta alla Cura. E poi ormai sei abbastanza in
grado di controllarlo, e non devi temere."
Rogue: "Ciao Tony!" lo salutò; poi notò
il ragazzino che era con lui "Non sapevo che avresti portato un ospite..."
Tony: "Marie, ti presento Jimmy, alias Leech. E' il mutante da cui
è partito lo studio della Cura." lo presentò "Fino a oggi è stato sotto la
custodia di McCoy, ma poi è stato chiamato al Palazzo di Vetro e mi ha chiesto
di occuparmene fino all'inizio della scuola e di aiutarlo a controllare bene il
suo potere."
Rogue: "Ho capito." poi si rivolse al bambino "Beh, benvenuto,
Jimmy!"
Squillò il cellulare di Tony, e lui dovette rispondere.
Tony: "Pronto... ciao, Remy... come? Altre informazioni su
John?... ok, è meglio se me le dici di persona. Ti do l'indirizzo di casa mia,
quanto ci metterai a raggiungermi?... ah, ok, allora ci vediamo tra una
mezzoretta."
Diede l'indirizzo al giovane e chiuse la telefonata.
Rogue: "Tuo fratello ha scoperto qualcosa su John?"
Tony: "So solo che ha qualcosa da dirmi su di lui. Sapremo tutto
quando arriverà qui."
Trenta minuti dopo suonò il campanello della porta, Tony andò ad
aprire e fece entrare il fratello.
Gambit: "Agente, mi sono rappeler
de una cosa: John Allerdyce una volta a
dit que la Cura ne arreter pas Magneto, che tornerà più fort. Je pense que la
Cura c'est ne pas permanent."
Tony divenne pensieroso, poi lui e Rogue si
voltarono verso Leech.
Tony: "Pensandoci bene, può anche essere: di solito gli effetti
del potere di Jimmy vengono annullati se si sta a una certa distanza."
Leech: "Sì. Circa un paio di metri."
Rogue: "Questo significa che mi sono sottoposta alla Cura per
niente?"
Tony: "Non direi: finchè gli effetti della Cura non termineranno,
potrai ancora stare tranquilla. Quando saremo certi che la cura non è
permanente, allora mi offrirò volontario per aiutarti a controllarlo."
Gambit si rese conto della presenza anche della ragazza, e subito
si scusò.
Gambit: "Excuse moi, madame. E' una grave manque la mia. Je suis
Remy Lebeau. E vous qui ets, madmoiselle belle?" le fece un galante baciamano e
attese la risposta.
Rogue: "Marie, piacere. Così tu saresti il fratello di
Tony?" chiese innocentemente.
Remy cadde dalle nuvole, e passò lo sguardo da Rogue a Tony.
Gambit: "Frère?"
Tony: "Credo che ti debba spiegare alcune
cose, Remy. Andiamo a sederci in cucina." disse, dopo aver lanciato un'occhiataccia più che
eloquente a Rogue.
Si sedettero tutti e quattro al tavolo della cucina, e Tony
raccontò al giovane tutto quello che sapeva sul suo fratello perduto. Quando
ebbe finito:
Gambit: "J'avais il suspect che tu avessi
un'aria familler. Ma non penser che fossimo frères..." disse, pensieroso. Poi indicò Marie e Leech e chiese: "E loro
chi sont? Altri parents?"
Tony: "No, Jimmy è..." fece una pausa per
cercare le parole adatte "è il mutante da cui è stata elaborata la Cura. Me lo
ha affidato temporaneamente Harry McCoy, finchè non è in grado di controllare il potere per poter stare con altri mutanti. Mentre Marie
è una mutante curata."
Gambit: "E quale era
la tua capacitè, madmoiselle?"
Rogue: "Al contatto assorbivo l'energia vitale delle persone e, se si trattava di mutanti, ne
assorbivo anche il potere."
Gambit: "Oh! J'adore les filles pericolose!"
esclamo, molto interessato, e con un'espressione simile a quella di Tony quando
ci prova con qualcuna.
L'uomo gli tirò uno scappellotto, per
riportarlo sulla retta via.
Tony: "Ok, abbiamo appurato che io e te siamo
fratelli, ma se ci provi ancora con Marie ti faccio finire male, sempre se non
riacquista prima i poteri!" lo ammonì "Però, già che ci siamo, ho una proposta
da farti: ti ho visto lavorare al centro giovanile, e mi chiedevo se ti andasse
di trasferirti a Westchester e lavorare in un collegio dove ho
un paio di conoscenze."
Gambit: "Westchester? Mais est nello Stato di New York. Je ne pas
savoir se Danny accetterà."
Tony: "Parlerò io con l'agente Messer. Ricordati che sono
un Federale." lo rassicurò.
Passarono le settimane, e arrivò
settembre.
Leech aveva ormai pieno controllo del suo potere, e Rogue non
vedeva l'ora di rivedere tutti i suoi amici, così Tony li accompagnò entrambi a
Westchester.
Quando arrivarono, subito andarono a portare i bagagli nelle loro
camere, mentre Tony andava a trovare Tempesta.
La donna era in camera sua che riordinava i libri per le lezioni
annuali.
Tony: "Sei pronta per diventare la preside a tutti gli effetti?"
le chiese, restando allo stipite della porta. Ororo si fermò un attimo per
guardarlo, sorridendogli.
Tempesta: "Ciao, Hermes! Resti con noi oggi?"
Tony: "No, mi dipiace. Resterò finchè non arriva mio fratello.
Sono riuscito a farlo trasferire a Westchester, anche se è stata quasi
un'impresa."
Tempesta: "Beh, sono contenta." fece una pausa, poi riprese "Tony,
devo dirti una cosa, però forse è meglio se ti siedi..."
L'uomo non le fece terminare la frase; La prese per i fianchi e
disse:
Tony: "Lo so. E se il test lo confermerà, sarà davvero una
splendida notizia!" poi la baciò. Vennero interrotti da Logan, che bussò alla
porta della stanza.
Logan: "Scusa, Ororo. Sbirro, è arrivato tuo fratello."
Dietro il mutante fece capolino il giovane, vestito con un paio di
jeans, una t-shirt e una giacca, e teneva a tracolla un borsone da viaggio.
Gambit: "Excuse moi... Tony, dove je devo aller, s'ill vous
plais?"
Tony: "Ciao, Remy! Ti presento Ororo, la preside dell'istituto. Ti
dirà tutto lei. Io ora devo scappare: ho una cosa importante da fare. Ah, prima
che mi dimentichi: se lo vedete, fate le mie congratulazioni a Harry per essere
diventato ambasciatore!"
Tempesta: "Visto il tuo lavoro, credo che sarà più facile che sia
tu ad incontrarlo prima di noi." lo baciò, poi lo fece andare.
Un vecchio passeggiava per i vialetti di Central Park, col
cappello in testa e un bastone di legno in mano, guardava pensieroso le persone
che lo circondavano.
Tony si materializzò accanto a lui.
Tony: "Buongiorno, Magneto. O, forse, dovrei chiamarti Signor
Lehnsher?"
Magneto: "Ragazzo, a scuola non ti avevamo insegnato che non si
compare così davanti alle persone?" gli chiese, tranquillo.
Tony: "E' la forza dell'abitudine. Ultimamente li prendiamo in
questo modo i criminali."
Il vecchio sorrise:
Magneto: "Un ragazzo dotato come te è ridotto a fare
l'acciuffa-criminali? Da te mi sarei aspettato ben altre cose, Hermes."
Si sedettero a un tavolino con una scacchiera e cominciarono una
partita a scacchi.
Tony: "Che cosa, ad esempio? Entrare nella Confraternita e
diventare uno dei tuoi tanti seguaci, che, detto tra noi, secondo me sono tutti
dei vigliacchi: se veramente fossero stati veramente con te, non ti
avrebbero abbandonato, e tu non saresti stato costretto a vagare per Central
Park e giocare a scacchi nel parco come un vecchio qualunque." lo aveva
provocato, e subito avvertì l'ira di Magneto salire. Subito dopo, mentre muoveva
il Cavallo, sentì il cinturino metallico dell'orologio vibrare leggermente: Pyro
aveva ragione, ma pareva che Erik non se ne fosse ancora reso conto.
Terminarono la partita. Tony fece Scacco Matto in poche mosse, poi
si congedò, lasciando il vecchio da solo, davanti alla scacchiera.
Quando si fu allontanato quanto basta, Hermes si girò di nuovo
verso Magneto, e lo vide avvicinare un dito a un pedone. Tony notò che il
pezzo vibrò in modo quasi impercettibile.
Una settimana dopo era di nuovo a Westchester. Come sempre andò
subito a trovare Ororo.
Tony: "Hey, piccola! Allora? Hai fatto il test?"
Tempesta: "Non ce n'è stato bisogno." rispose seriamente.
Tony: "Falso allarme..." il suo tono di voce era quasi sollevato,
e non scappò a Tempesta.
Tempesta: "Credo che sia un bene, sai?" gli si avvicinò e si mise
davanti a lui "Non credo che avrei mai potuto crescere un bambino, con un padre
che non mi ama."
L'uomo spalancò gli occhi, sorpreso.
Tony: "Ma..."
Tempesta: "E' inutile che menti a te stesso, Tony; ho visto come
ti comporti con Ziva: non la tratti come una collega di lavoro, nè come
un'amica. Per te lei è qualcosa di più, e penso che ti sia rimesso con me solo
per ripicca, perchè sei rimasto deluso dal fatto che Ziva sta con Logan."
Tony: "Hai ragione, e ti chiedo scusa." disse, sempre più
serio.
Tempesta: "In questo caso, è meglio troncare qui la nostra
relazione, e mantenere solo l'amicizia e il rapporto di lavoro."
Tony: "Penso anche io che sia la cosa giusta da fare." si girò e
uscì. poi si fermò sullo stipite della porta "Ah, Tempesta, grazie."
CONTINUA...
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Capitolo 13 *** 13 ***
13
Dark Past- L'Oscuro Passato
13
Era una fresca sera di fine settembre. Logan
era sulla terrazza, appoggiato al parapetto, e fumava uno dei suoi sigari,
guardando, pensieroso, il parco.
Ororo uscì dall'edificio e gli si avvicinò.
Tempesta: "Logan! Come mai non sei in giro con la tua 'dolce
metà'?" chiese, scherzosamente.
Logan: "Aveva del lavoro da fare. Un appostamento, credo, insieme
al tuo ragazzo."
Tempesta: "Io e Tony non stiamo più insieme. Ci siamo
lasciati."
Wolverine aspirò a lungo il sigaro, poi, dopo aver soffiato via il
fumo, guardò la donna alzando un sopracciglio.
Logan: "Vi siete lasciati? E il bambino?"
Tempesta sorrise.
Temopesta: "Non sono incinta: era un falso allarme."
Logan: "Ah." disse, con aria
indifferente "E perchè lo Sbirro ti ha lasciata?"
Tempesta: "Sono stata io a troncare; non mi amava."
Logan: "Non ti amava? E allora perchè stava con te?"
Tempesta: "Perchè un'altra donna lo aveva ferito, mettendosi con
un altro uomo." lo guardò eloquentemente.
Logan: "Hey! Perchè guardi me?"
Tempesta: "Perchè Tony è innamorato di Ziva."
Logan: "E con ciò? Ziva è la mia donna."
Tempesta: "Ma tu non sei il suo uomo." specificò "Hai mai notato
come si comportano quei due? Sono più cocciuti di due muli cocciuti! Scommetto
che Ziva c'è stata alle tue avances perchè Hermes le ha fatto qualcosa... o non
l'ha fatta."
Logan scoppiò a ridere.
Logan: "Stai dicendo che ci hanno tirato in mezzo per una loro
reciproca battaglia personale?"
Tempesta: "Proprio così. Quindi aspettati presto una telefonata di
addio da parte di Ziva."
Logan: "Beh, tanto ne è pieno il mondo di belle donne libere!" esclamò,scherzoso, sorridendo
all'albina.
Tempesta: "Non mi sembra che ti dispiaccia, se tu e Ziva vi
lasciate..." disse, notando il tono dell'uomo.
Logan: "Non sono affari che ti riguardano, 'Ro!" esclamò,
seccato.
Tempesta: "Da quando in qua mi chiami col diminutivo che usa
Tony?"
Logan: "Trovo che sia più spiccio che chiamarti Ororo o
Tempesta."
Tempesta: "Mh... scusa banale, ma plausibile, Wolvie."
Logan spense il sigaro e guardò la donna, rimanendo poggiato alla
ringhiera.
Tempesta: "Che c'è?"
Logan: "Pensavo..." disse, vago.
Tempesta: "A cosa?"
Logan: "Che, per riuscire a riavere un altro ricordo del mio
passato non c'è stato bisogno del Professore, ma è bastato incontrare uno Sbirro
dell'NCIS, che, tra l'altro, credo che sia uno dei mutanti meno pericolosi che
conosca." cambiò discorso.
Tempesta: "Ti sbagli." lo corresse "Tony è pericoloso quanto te,
solo che ha imparato a non mostrare la sua pericolosità."
Logan: "In che senso?"
Tempesta: "La prima volta che siamo usciti in missione, dopo che
Magneto è passato al Lato Oscuro, come dice Hermes, e dovemmo affrontare lui e i
mutanti che lo seguivano, a Tony bastò entrare nella mente di uno di questi e
concentrarsi abbastanza, per poi ucciderlo ordinandogli semplicemente di
morire."
Logan: "Ci vuole una buona preparazione per farlo, da quello che
diceva Charles..."
Tempesta: "Avevamo 18 anni; Tony non sapeva
neanche di poter fare certe cose, quando l'ha fatto; quando si è reso conto del
suo operato è rimasto shoccato e si è chiuso in sè stesso per parecchio tempo, nemmeno
io sono riuscita a sbloccarlo. Dopo quella volta, il Professore gli ha insegnato
a usare il 'potere ipnotico', come l'ha chiamato, solo in extremis, nel caso non
ci fossero altre possibilità. Prima che lasciasse il gruppo, una delle ultime
volte che ci scontrammo con Magneto, questo cercò di convincerlo a passare dalla
sua parte: evidentemente gli avrebbe fatto comodo avere nel gruppo un mutante in
grado di costringere chiunque a fare qualunque cosa, solo con la forza del
pensiero."
Logan: "Cazzo! Hai proprio ragione: è pericoloso quanto me! Mi
sorprende che non abbia fatto la fine di Jean..."
Tempesta: "Tony non ha mai sviluppato una doppia personalità; la
sua mutazione non è così potente da non riuscire ad autocontrollarsi. Se fosse
così, Magneto sarebbe già riuscito a portarselo dalla sua." fece una pausa e si
strinse le braccia attorno al corpo "Io rientro: qui comincia a fare freddo.
Ricorda che tocca a te il turno di notte, stasera. Buonanotte."
Logan: "Buonanotte, 'Ro."
La donna rientrò nell'edificio, lasciando solo Wolverine.
Gambit stava facendo il suo giro di ronda nei dormitori, per
controllare che fosse tutto in ordine, e che tutti stessero preparandosi per
andare a dormire.
Girato l'angolo, vide un gruppo di studenti dell'ultimo anno che
chiacchierava animatamente nel corridoio, a dispetto delle regole che imponevano
silenzio assoluto dalle 22:00.
Gambit: "Hey, che ci fate encore ici? Dovreste essere nelle vostre
chambres da almeno un heure!" esclamò.
Uno dei ragazzi, che sembrava essere il leader del gruppo, si fece
avanti; era Bobby Drake, Iceman.
Bobby: "Calma, prof! Sono tutti con me, non c'è problema." disse,
con aria da superiore.
Gambit: "Non c'è problème?" ripetè "Vous dovreste étre nelle
vostre chambres, est ici le problème! Non imposta se tu es un X-Man, le règles
valgono per tous!"
Bobby fece un altro passo avanti, arrivando di fronte al giovane
insegnante; Remy superava Iceman di cinque o sei centimetri, ma questo non
intimidì affatto il ragazzo.
Bobby: "Senti un po', Remy." disse, rissoso "Non me ne frega che
tu sia un mio insegnante; per quanto ne so io sei un pregiudicato in libertà
condizionata che lavora qui perchè è stato raccomandato da un Poliziotto
Federale, che è l'ex ragazzo dell'attuale preside, e io non prendo ordini da un
ex galeotto che ci prova di continuo con la mia ragazza!"
Remy si torle gli occhiali da sole e se li mise in tasca. I suoi
occhi erano diventati ancora più infuocati del normale, per la rabbia: non gli
piaceva essere definito "ex galeotto".
Gambit: "Non sono un ex forçat!" disse, a denti stretti.
Bobby: "No? Mi sono informato, sai? Fin da bambino hai passato più
tempo in galera che fuori; per me, questo significa essere ex galeotto."
Il giovane insegnante strinse i pugni. Sapeva che un professore
dovva mantenere una certa linea di comportamento nei confronti degli allievi,
quindi si trattenne dal prenderlo a pugni e si girò, facendo per andarsene.
Prima, però, disse:
Gambit: "Secondo me sei solo jaloux che la tua ragazza passi
più tempo con il sottoscritto che con te..."
Questa volta furono le mani di Iceman a prudere. Trattenne il
giovane per una spalla e, quando questo si girò verso di lui, mostrandogli i
suoi occhi rossi, gli assestò un pugno in pieno viso.
Gambit non aspettava altro. Aveva indietreggiato di qualche passo,
per evitare di perdere l'equilibrio in seguito al pugno, e si toccò il naso, che
già cominciava a sanguinare, poi si avvicinò di nuovo, a grandi falciate, a
Bobby, e gli rispose con un altro pugno.
Ben presto si innescò una rissa tra i due, incitati dal resto del
gruppo di ragazzi dell'ultimo anno che erano con loro. Tutto quel fracasso,
però, svegliò l'intero dormitorio, attirando l'attenzione del resto del corpo
insegnanti.
Ci vollero Wolverine e Colosso, insieme, per dividerli: il primo
teneva fermo Gambit, mentre il secondo teneva Bobby.
Gambit: "Lasciami, Logan!" gridò, agitandosi "Voglio dare una
lezione a questo ghiacciolo!"
Logan: "Tu non darai una lezione a nessuno, Cajun!" gli disse,
stringendo maggiormente le braccia "Non c'è nulla da vedere!" esclamò, rivolto
alla folla di ragazzi "Tornate tutti alle vostre stanze!" poi tornò a rivolgersi
a Remy "Io e te dobbiamo fare una chiacchierata davanti alla preside,
ragazzo."
Wolverine trascinò Gambit verso l'ufficio di Tempesta, dove la
donna li stava aspettando.
Logan: "Si può sapere cosa cazzo è successo, Remy?" chiese, con un
tono molto arrabbiato.
Gambit: "E' stato Drake a cominciare..." si giustificò,
asciugandosi il naso, da cui continuava a uscire sangue.
Logan: "Tu, però, hai fatto in modo che
continuasse." disse, severo "Tuo fratello ci aveva assicurato che non avresti dato
problemi."
Gambit: "Infatti non avrei dato problemi, se Drake non mi avesse
dato del forçat. E poi mi ha anche accusè di averci provato con la sua
fiancè."
Tempesta: "Ed è così? Ci hai provato con Rogue?"
Logan: "Non mi stupirei se lo avessi fatto.
D'altronde sei fratello di Hermes." commentò.
Gambit: "Io e Marie siamo solo amis. Je ne pas penser neanche un
seconde di provarci avec elle."
Tempesta, pensierosa, si sedette dietro la scrivania, poi disse a
Gambit:
Tempesta: "Remy, vai a dormire, ne riparliamo domani mattina."
Congedò il giovane, il quale uscì dall'ufficio continuando a
tamponarsi il naso.
Logan: "Cosa vuoi fare con lui?" chiese, quando furono soli.
Tempesta: "Quello che avrebbe fatto il Professor Xavier: gli darò
un'altra possibilità."
Logan: "Tu non sei Charles, 'Ro." specificò.
Tempesta: "Infatti voglio informare Tony dell'accaduto." disse,
prendendo il telefono e componendo il numero.
A Washington D.C., Tony stava riaccompagnando Ziva a casa, alla
fine del loro turno in un appostamento.
Avevano appena parcheggiato davanti all'edificio in cui abitava la
donna, ed erano entrati, dirigendosi verso gli ascensori: Tony aveva
preso l'abitudine di scortare la collega fino davanti alla porta di casa,
quando avevano lo stesso turno.
Erano già davanti alla porta dell'appartamento di Ziva, quando il
cellulare di Hermes squillò.
Tony: "Dinozzo... Dimmi, 'Ro... Cosa? Con chi?... Ho capito. I
prossimi giorni gliela farò anche io... d'accordo... buonanotte..." chiuse la
telefonata, preoccupato.
Ziva: "Che succede alla scuola?" chiese, interessata, e vedendo
l'uomo preoccupato.
Tony: "Mio fratello ha menato uno studente dell'ultimo anno."
spiegò.
Ziva: "Il cane perde il pelo ma non il vizio, eh?"
Tony: "A parte il fatto che è il lupo, e non il cane, ma cosa vuol
dire?"
Ziva: "Tuo fratello è stato un delinquente, e continuerà ad
esserlo, anche se tu vuoi credere che possa cambiare."
Tony: "Mio fratello non è un delinquente!" si stava arrabbiando:
non gli piacevano certi pregiudizi da parte di Ziva.
Ziva: "No, ma il suo potere è anche più pericoloso del tuo... non
che ci voglia molto per essere più pericolosi di te..."
Nel frattempo aveva aperto la porta di casa, ed erano entrambi
entrati.
Tony: "Non è il potere ad essere pericoloso, ma il modo in cui lo
si usa. E, per tua informazione, è meglio non sottovalutare il mio potere: posso
essere anche pericoloso quanto Logan!"
Ziva: "Quanto Logan?" rise "Ma per piacere!"
Tony era davvero arrabbiato, ora. Serrò la donna per le braccia e
la costrinse a guardarlo.
Tony: "Non ci credi? Guardami!"
Ziva non rideva più: lo sguardo di Tony non le piaceva.
Improvvisamente vide le iridi dell'uomo cambiare colore, da verdi divennero
rosso acceso, come quelle del fratello minore, e contemporaneamente lo sentì
penetrare nella sua mente.
Voleva opporre resistenza, ma non ci riusciva: Hermes era
penetrato nella sede della volontà, e lei aveva sempre più paura di quello che
le avrebbe fatto. Percepiva chiaramente la sua rabbia, come Tony percepiva il
suo terrore.
Quando capì cosa le stava facendo, il terrore si tramutò in
rabbia: la stava costringendo a baciarlo con passione.
Il bacio durò un minuto, poi lui sembrò rendersi conto di quello
che aveva fatto e la lasciò libera. Sentiva che era molto arrabbiata e si
aspettava un ceffone, come minimo.
Ziva lo guardò per qualche secondo poi, con sorpresa di Dinozzo,
lo attirò in un altro bacio, senza sapere nemmeno lei perchè lo stesse
facendo.
Quando si rese conto della poca lucidità di entrambi, Tony
interruppe il bacio, raccolse la sua camicia, che nel frattempo, chissà come,
era finita per terra, e aprì l'uscio dell'appartamento, voltando le spalle alla
donna, non prima di aver detto:
Tony: "Scusami, non so cosa mi sia preso." ed uscì, chiudendosi la
porta alle spalle.
Qando Ziva fu sola, prese il telefono e chiamò Logan. Era ancora
confusa per quello che era successo, ma sapeva cosa fare.
Ziva: "Logan... dovrei dirti una cosa... lasciami parlare, per
favore... forse è meglio se ci lasciamo."
CONTINUA...
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Capitolo 14 *** 14 ***
14
Dark Past- L'Oscuro Passato
14
Il giorno seguente, McGee era già in ufficio
quando, prima l'una e poi l'altro, fecero il loro ingresso Ziva e
Tony.
Il Pivello notò subito il loro strano comportamento: non si
punzecchiavano come al solito, Ziva evitava di incrociare lo sguardo con quello
di Tony, come se avesse paura che le facesse qualcosa, e, quando il mutante le
faceva una qualunque domanda, gli rispondeva con rabbia.
Anche Gibbs, arrivato subito dopo, notò il loro comportamento;
subito li ignorò, ma poi, quando vide Tony passare accanto a Ziva e lei
ritrarsi, come se fosse terrorizzata, guardandogli gli occhi di sfuggita, il
Capo capì che Tony doveva averle fatto qualcosa, e intuì anche cosa poteva
essere.
Gibbs: "Dinozzo, seguimi!" gli ordinò, poi si diresse verso
l'ascensore, seguito da Hermes.
Quando le porte si furono chiuse, spinse il pulsante di stop e
cominciò a parlare.
Gibbs: "Si può sapere cosa succede tra te e Ziva?"
Tony: "Nulla, Capo." rispose, cercando di restare indifferente, ma la sua
espressione colpevole lo tradiva. Allora Gibbs, con una veloce mossa, lo immobilizzò contro
la parete poi, tenendolo fermo con un braccio sul petto, disse, quasi
rabbioso:
Gibbs: "Nulla? Appena entro non sento i vostri battibecchi,
inoltre Ziva sembra terrorizzata da te ed evita di guardarti negli occhi, e
secondo te non è successo nulla?" era arrabbiato, così Dinozzo dovette
confessare:
Tony: "Ieri sera, quando l'ho riaccompagnata a casa, abbiamo
litigato." cominciò.
Gibbs: "Sì, questo lo avevo capito. E poi?"
Tony ci mise un attimo a rispondere. Sapeva che, questa volta non
se la sarebbe cavata con uno o due scappellotti: l'aveva combinata troppo
grossa.
Tony: "E poi... ho usato il potere ipnotico." continuò, e la sua
espressione non tradiva il suo senso di colpa.
Il capo era davvero arrabbiato, questa volta: sapeva di che cosa
era capace il suo secondo, ma non si aspettava di rivedere gli effetti di un
potere che gli aveva ordinato di non usare mai, soprattutto su una collega.
Gibbs: "Cosa?" gli urlò "Ma sei impazzito? Hai usato il potere
ipnotico contro Ziva! Ti avevo proibito espressamente di usarlo, in ogni caso!"
sembrò calmarsi, poi, puntandogli un dito contro, continuò "Mi viene voglia di
prenderti a schiaffi, quindi è meglio se, per oggi, te ne resti a casa! E se ti
becco di nuovo ad usare il potere ipnotico contro qualcuno, ti ritiro il
distintivo, chiaro?"
Tony: "S... sì, Capo." balbettò. Poi, finalmente, Gibbs riattivò
l'ascensore e tornarono in ufficio.
Gibbs si sedette alla sua scrivania, prendendo il bicchiere di
caffè e sorseggiandolo, nervoso, mentre Tony prese, silenziosamente, le sue cose
e uscì dall'ufficio, sotto gli occhi increduli di McGee.
McGee: "Ma... cosa?"
Gibbs: "Non fare domande a cui non puoi ricevere risposta,
McGee."
Uscito dall'edificio, Tony decise di andare a Westchester a
trovare il fratello.
Arrivo subito dopo l'ora di pranzo, quando
Remy stava giocando a basket con un gruppo di ragazzini delle classi inferiori,
ma quando il giovane vide il fratello scendere dalla sua Mustang del '76 smise
di giocare e gli andò incontro.
Gambit: "Bonjour, mon frère! Cosa ti porta da queste parti?"
chiese, con l'aria più innocente che riusciva ad avere.
Tony: "Lo so che ti aspetti una predica anche da parte mia,
ragazzo, ma oggi te la risparmio. Sali in macchina."
L'espressione dell'uomo era seria, e Gambit capì che era
meglio fare quello che gli diceva. Salì in macchina e subito partirono.
Gambit: "Posso almeno chiedere dove je suis dirigé?" chiese, dopo 15
minuti di silenzio teso.
Tony: "Stiamo andando a trovare una persona." rispose, vago.
Dopo altri 15 minuti si fermarono nel
parcheggio di una clinica privata. Entrarono nella reception, e si avvicinarono all'infermiera dietro il
bancone.
Tony: "Sono Anthony Dinozzo." si identificò.
Infermiera: "Signor Dinozzo, che piacere!" lo accolse, con un
sorriso "Il signore ha chiesto di lei proprio oggi."
Tony: "Lo so, infermiera. Posso andare nella sua stanza?"
Infermiera: "Non deve neanche chiederlo, signor Dinozzo."
Tony, allora, fece segno a Remy di seguirlo lungo un
corridoio.
Si fermarono entrambi davanti all'entrata di camera,
all'interno della quale c'era, seduto su una sedia a rotelle vicino a una
finestra, un uomo sui 65 anni, con i capelli bianchi, le cui mani tremavano
visibilmente.
Tony entrò, mentre Gambit attese che gli venisse dato il permesso;
quando il vecchio sentì i passi dell'uomo, si voltò lentamente, guardandolo.
Remy riconobbe, nei lineamenti del vecchio, i propri e quelli del fratello, e
gli occhi, nonostante l'espressione offuscata dalla Malattia di Parkinson, erano
dello stesso colore di quelli di Tony.
...: "Anthony..."
Tony: "Ciao, papà." prese una sedia e si sedette accanto a lui
"Scusa se non sono potuto venire prima, ma sono stato pieno di lavoro fin sopra
i capelli."
Gambit era pietrificato: l'uomo che erano andati a trovare era il
loro padre biologico. Non attese il segnale del fratello ed entrò anche lui,
togliendosi gli occhiali da sole.
Il vecchio osservò il nuovo arrivato e non gli ci volle molto per
notare il colore degli occhi del giovane. Sorpreso, spostò di nuovo lo sguardo
su Tony, che intuì la domanda sottintesa.
Tony: "Sì, papà: lui è il tuo figlio minore, mio fratello."
confermò.
Dinozzo sr: "Come ti chiami?" chiese a Remy, a voce bassa.
Gambit: "Remy LeBeau, monsieur." rispose.
Dinozzo sr lo squadrò, serio.
Dinozzo sr: "Anche se sei riuscito a trovare tuo fratello, sappi
che siete diseredati tutti e due."
Nessuno dei due fece una piega.
Tony: "Non è stato lui a trovare me, ma io ho trovato lui. E
comunque non ci interessa l'eredità: possiamo cavarcela da soli, anche senza i
tuoi soldi." era irritato. Si chiese come mai, tutte le volte che andava a
trovarlo, finiva coll'irritarsi con lui.
L'aria era tesa, e i due fratelli ringraziarono mentalmente la
dottoressa che bussò in quel momento.
...: "Scusate se disturbo. Sono la dottoressa McTaggart, sto
cercando il signor David Dinozzo."
Tony: "Sono io." rispose, chiedendosi perchè la dottoressa aveva
usato il suo secondo nome. Soltanto una persona lo chiamava così, in
passato.
Dott. McTaggart: "Potrebbe seguirmi, per favore? Avrei una cosa da
mostrarle."
Tony: "Di che si tratta?"
Dott. McTaggart: "Capirà. Mi segua, per favore."
La donna uscì dalla camera. Tony e Remy si congedarono dal padre e
la seguirono, incuriositi.
Li portò in un'altra ala della clinica, poi aprì una porta e li
invitò ad entrare nella stanza.
Tony entrò per primo, bloccandosi, sorpreso, quando riconobbe
l'uomo sdraiato sul letto.
...: "Ciao, David. E' un piacere rivederti."
Tony: "P... professor Xavier? Ma non era..." balbettò, non
credendo ai propri occhi.
Xavier: "Morto? Lo so, ragazzo, è una lunga storia. Vedo che
sei finalmente riuscito a trovare tuo fratello." sorrise amichevolmente al
giovane, poi continuò "Io devo restare ancora in questa clinica per un po'. Vi
prego di non rivelare a nessuno il fatto che io sono vivo; volevo solo
avvertirvi di stare attenti, perchè la Cura non è permanente."
Tony: "Lo so. Sto tenendo costantemente sotto controllo
Rogue."
Xavier: "Dovresti anche tenere sotto
controllo Magneto e il resto della Confraternita, David." fece una pausa, osservandoli, poi li
congedò " Ora andate. Si sta facendo tardi. Ah, un'ultima cosa,
Hermes: vostro padre vi vuole bene."
Tony: "Ha uno strano modo per dimostrarlo, Professore." rispose,
poi si rivolse al fratello "Andiamo, Remy. Ti riporto alla scuola."
La settimana successiva, un sabato sera, mentre faceva il solito
giro della scuola, Remy vide Rogue seduta sugli scalini dell'entrata.
Avvicinandosi la sentì singhiozzare, quindi decise di sedersi
accanto a lei.
Gambit: "Che cosa c'è, cherie?" le chiese, dolcemente.
Rogue: "Nulla." rispose, asciugandosi velocemente le lacrime.
Gambit: "Nulla? Se una fille piange c'est
toujours un motif."
Guardandolo nei suoi occhi purpurei, Rogue ci mise un attimo per
trovare le parole.
Rogue: "Bobby..." cominciò, con voce rotta dai singhiozzi "Bobby
mi ha lasciata..."
Gambit: "Iceman? E pour que?"
Rogue: "Non... non lo so. E' venuto in camera mia e mi ha
semplicemente detto che voleva lasciarmi." scoppiò di nuovo in lacrime. Remy
l'abbracciò, facendola sfogare.
Gambit: "Shh, cherie. Non pleuer. Le monde est plein di garçons
migliori di lui!"
Restarono per un po' abbracciati. Quando lei si fu calmata alzò la
testa per poterlo guardare in volto. Nonostante il rosso acceso degli occhi, il
suo sguardo era dolce e rassicurante come quello del fratello maggiore. Guardò
meglio i suoi lineamenti, simili a quelli di Tony, e solo in quel momento si
rese conto che era altrettanto affascinante.
Anche Remy la guardava. Marie, oltre che una sua studente
dell'ultimo anno, era anche la sua migliore amica, ed era l'unica, nella scuola,
con cui non aveva mai fatto il dongiovanni, nonostante fosse molto bella.
I secondi passarono lenti; dopo un momento di
indecisione, Rogue avvicinò il suo viso a quello del ragazzo, dandogli un
leggero bacio sulle labbra. Si staccarono, Remy non sembrò affatto sorpreso, nè
dispiaciuto dell'iniziativa della ragazza; le passò una mano sul viso,
sorridendo, per poi coinvolgerla in un nuovo bacio, più passionale e profondo del
primo.
Dopo un paio di minuti, Marie percepì qualcosa che non avrebbe mai
più voluto sentire: l'energia vitale di Gambit che veniva risucchiata
dentro di lei. Cercò di staccarsi, per non fargli del male più di quanto gliene
stesse già facendo, ma quando ci riuscì il giovane si accasciò, in preda a forti
convulsioni.
Urlò, alzandosi in piedi e allontanandosi di qualche passo, e
scoppiò di nuovo a piangere.
Logan e Tempesta li raggiunsero per primi; l'uomo si abbassò per
vedere come stesse il ragazzo, mentre Ororo cercava di avvicinarsi a Marie, per
calmarla, ma lei arretrava ogni volta.
Rogue: "Non... non toccarmi!" balbettò.
Logan: "Che cosa è successo?" chiese, controllando il polso di
Remy.
Rogue: "Il mio... il mio potere è..." si portò le mani sul viso,
singhiozzando "il mio potere è tornato..."
Logan: "Cristo..." imprecò, prendendo il giovane, privo di sensi,
in braccio " 'Ro, chiama Hermes! Digli che suo fratello è in coma."
Rogue: "In coma? Io non... io non volevo..."
Logan: "Lo sappiamo, ragazzina. Tu non potevi sapere quando
sarebbe cessato l'effetto della Cura." poi portò Gambit in infermeria.
Qualche ora più tardi, Tony arrivò alla scuola, preoccupato. Corse
immediatamente verso l'infermeria, dove sapeva di trovare il fratello.
Infatti lo trovò lì, sdraiato sul letto, con un tubo in bocca che
gli permetteva di respirare e una serie di elettrodi sulla testa e sul torace,
per monitorarne le condizioni. Accanto a lui, seduta su una seggiola, Rogue gli
stringeva la mano con la sua, di nuovo guantata; gli occhi erano arrossati e
lucidi, aveva appena pianto.
Tony si avvicinò, mettendosi di fronte.
Tony: "Non darti colpe che non hai, Marie. Non potevi sapere che
il tuo potere sarebbe ricomparso proprio in quel momento." la rassicurò. Poi
guardò il fratello "Stai tranquilla, si risveglierà presto: non avete mantenuto
il contatto troppo a lungo. Comunque, come ti avevo promesso, ti insegnerò a
controllare il tuo potere, come ho fatto a Jimmy."
Rogue non rispose. Continuò a stringere la mano del ragazzo. Tony
prese la mano libera del fratello, poi sembrò comunicare telepaticamente con
lui. Restò in quella posizione qualche minuto, poi uscì.
Nel corridoio incontrò Logan.
Logan: "Tutto ok, Sbirro?" gli chiese.
Tony: "Ora che so come sta mio fratello, sì. Puoi tenerlo
d'occhio? Io comunque tornerò i prossimi giorni: ho fatto una promessa a
Marie."
Logan: "D'accordo, Hermes. Ci vediamo!"
Tony gli strinse la mano e se ne andò.
Gambit si risvegliò due giorni dopo; la prima persona che vide fu
proprio Marie, che gli riferì quello che era successo e gli disse anche che Tony
la stava aiutando a imparare a controllare il potere.
Gambit: "Perfetto! Allora mi prenoto per un altro bacio, non
appena sarai in grado di controllarti!" scherzò, sorridendole
affettuosamente.
Una domenica, due mesi dopo, Abby, Tempesta, Rogue e Ziva
erano a New York, in giro per negozi, per passare una giornata tra donne.
Erano tutte ferme davanti a un negozio e ammiravano l'abito da
sposa esposto.
Rogue: "Wow! Fantastico! Tempesta, secondo me ti starebbe
benissimo!" esclamò.
Tempesta: "Calma, Marie! Non abbiamo nessuna intenzione di
sposarci!"
Abby: "No? Ma se da quando avete reso pubblica la vostra relazione
ti sta praticamente sempre appiccicato."
Ziva: "In effetti non si comporta più come quando stava con me: lo
hai praticamente allevato."
Abby: "Si dice addomesticato, Ziva. E, dimmi, 'Ro, com'è da quel
punto di vista?"
Tempesta: "Alla grande!"
Abby: "Meglio o peggio di Tony?"
Tempesta: "Se la giocano!"
Abby: "Povero Tony... gia lui e Logan non vanno d'accordissimo, se
sapesse che sono allo stesso livello anche da quel punto di vista, siamo
rovinati!"
Prese dalle chiacchiere, le quattro donne non si accorsero che
erano state circondate da quattro persone, che dopo un po' puntarono loro contro
delle armi, nascoste sotto i vestiti, poi la voce conosciuta di Pyro, scappato
nuovamente di prigione pochi giorni prima, le intimò a seguirli, senza fare
scherzi.
Le condussero in un luogo isolato, poi i quattro si rivelarono.
Oltre a Pyro, Ziva e Abby ne riconobbero un'altro.
Ziva e Abby: "TU?!"
CONTINUA...
Nota: il secondo nome di Tony, David, l'ho in parte inventato,
ma l'idea mi è venuta guardando l'episodio "Trappolla per Tony", della terza
stagione, in cui si vede, all'inizio, la sua scheda personale, e sotto la foto
c'è scritto "Dinozzo, Anthony D.". "D." non è il cognome di Tony, che è messo
prima del nome, ma è il suo secondo nome, come si usa in
U.S.A.
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Capitolo 15 *** 15 ***
Dark Past- L'Oscuro Passato
15
Anche Tony, Logan, Remy e McGee erano a New
York.
Dopo aver lasciato le quattro donne nei pressi di Times Square, si
erano diretti verso la residenza di alcuni amici di Wolverine: il Baxter
Building, la residenza di Reed Richards, Susan Storm-Richards, Johnathan Storm e
Benjamin Grimm, meglio conosciuti come Mr Fantastic, la Donna Invisibile, la
Torcia Umana e la Cosa, o i Fantastici 4.
Saliti all'ultimo piano del grattacelo, notarono subito che non
era un normale appartamento: somigliava più ai sotterranei dello Xavier
Institute. Un uomo lavorava ad una strana macchina, Logan lo chiamo.
Logan: "Hey, Uomo di Gomma!" l'altro non si era ancora accorto di
lui; insistette " Reed Richards a Terra!"
Finalmente si accorse dei nuovi arrivati. Senza smettere di
lavorare si girò verso di loro, o meglio, il suo collo si arrotolò su sè stesso
in modo innaturale (per una persona normale), come fosse stato di gomma.
Reed: "Logan! Non vi avevo sentito arrivare." lo salutò.
Logan: "Lo avevo notato. Io e i miei amici abbiamo fatto un salto
a New York, così abbiamo deciso di venire quassù."
McGee: "Un Momento! Ma lei è Reed Richards, l'uomo più
intelligente del Pianeta!" lo riconobbe.
Logan: "Non chiamarlo così, McGee, altrimenti si monta la testa.
Comunque, Uomo di Gomma, loro sono Remy Lebeau, uno degli insegnanti della
scuola, Anthony Dinozzo e Timiothy McGee, entrambi agenti dell'NCIS." li
presentò.
McGee: "E' un vero piacere fare la sua conoscenza, signore!" lo
salutò, eccitato dal fatto di poter stringere la mano ad uno dei suoi miti: Mr
Fantastic, un uomo il cui potere di allungarsi come fosse di gomma è secondario
rispetto alla sua mente geniale.
Tony: "Ho sentito parecchio parlare di lei e degli altri tre suoi
amici. A proposito, dove sono?"
Reed: "Ben è in giro con Alicia, Johnny spero che non stia dando
fuoco a nulla, mentre Sue è di sopra con Frank."
...: "No, tesoro, stiamo scendendo."
Ad aver parlato era una bella donna bionda, che scendeva le scale
tenendo in braccio un bambino di circa un anno: Sue Storm-Richards, la moglie di
Reed.
Si sedettero tutti sul divanetto, chiacchierando mentre i padroni
di casa offrivano da bere agli ospiti.
Dopo un paio d'ore, quando si fu ambientato, Tony cominciò a fare
il filo alla signora Richards, con la sua solita aria da dongiovanni.
Tony: "Mia cara Sue, è un peccato che tu sia già sposata con Mr
Fantastic, altrimenti saremmo stati davvero una bella coppia, un po' come
Michael Weatherly e Jessica Alba..." ricevette uno scappellotto da Logan "
Hey, vacci piano!"
Logan: "Perchè? Me l'ha chiesto Gibbs di farlo."
Sue: "Comunque, se non ricordo male, Michael Weatherly e Jessica
Alba sono stati insieme solo tre anni."
Gambit: "Susan ha ragione, mon frère: non avresti nessuna
possibilità avec elle!"
In quel momento, però, lo squillo del cellulare di Tony interruppe
i loro discorsi: era Rogue.
Tony: "Dinozzo... calma, piccola! Cosa succede?... cosa? Dove
siete?... ok, veniamo a prendervi. Non muovetevi di lì... aspetta un momento."
si rivolse a Reed Richards "Reed, puoi contattare Johnny e Ben in qualche
modo?"
Reed: "Sì, perchè?"
Tony: "Guai in vista." scrisse delle coordinate su un foglio e
continuò "Di' loro di recarsi qui e soccorrere le ragazze. Noi li raggiungiamo
tra poco."
Mentre Mr Fantastic contattava gli altri due, Logan chiese
spiegazioni a Tony.
Logan: "Cosa succede, Sbirro?"
Tony: "Magneto ha riacquistato i poteri e ha riunito la squadra:
le ragazze sono state attaccate."
Logan: "Sono state attaccate? Ora come stanno?" era molto
preoccupato.
Tony si concentrò sui segnali mentali delle donne, poi
rispose:
Tony: "Marie e Abby stanno bene..."
Logan: "E Ororo e Ziva?"
Tony: "Non riesco a sentirle..."
Logan: "Come non riesci a sentirle? Cosa significa?" urlò,
prendendolo per il bavero.
McGee: "Calma! Andiamo a vedere, potremo saperne di più."
Dieci minuti dopo erano tutti, a parte Sue, rimasta a casa con il
figlio, alle coordinate fornite da Hermes. C'erano solo Abby e Rogue,
visibilmente scosse.
Tony: "E' Meglio portarle alla scuola. Ci pensate voi? Io nel
frattempo avverto Gibbs. Ci vediamo più tardi."
Due ore dopo, nell'infermeria della scuola, mentre Remy curava le
lievi ferite delle due donne, arrivarono Tony e Gibbs.
Gibbs: "Qualcuno mi può spiegare questa storia del ritorno di
Magneto, per favore?"
Abby: "Sì. I suoi mutanti ci hanno aggredito e ci hanno
tramortito..."
Rogue: "Quando ci siamo svegliate eravamo solo noi due, Ziva e
Tempesta erano scomparse."
Logan: "Scomparse? Come sarebbe a dire?"
Abby: "Non lo so. Comunque non è tutto: tra i nuovi seguaci di
Magneto c'è anche Chip. Tony, tu sapevi che era un mutante?"
Tony: "Lo sospettavo, altrimenti non sarebbe riuscito a fregarmi,
quella volta. Comunque credo che non superi il secondo livello di potenza." Ci
pensò un attimo su, poi gli venne un'idea " Credo di sapere come trovare le
ragazze! aspettatemi qui." corse fuori dall'infermeria.
Gibbs: "Che cosa avrà in mente?"
Logan: "Non lo so." poi percepì delle strane vibrazioni nell'aria
"Cristo! Sta usando Cerebro!"
Allarmati, Gibbs e Wolverine corsero verso Cerebro, poi il mutante
buttò giù la porta. Videro Tony accasciato a terra, con ancora il casco in
testa. Il capo si inginocchiò accanto a lui poi, dopo avergli tolto il casco,
gli tirò qualche schiaffetto sul viso per farlo riprendere.
Gibbs: "Avanti, Tony, svegliati! E' mai
possibile che non riesci a non fare cose senza senso?"
Hermes aprì gli occhi e, con un filo di voce, disse:
Tony: "So dove sono, Capo. Magneto vuole me..."
CONTINUA...
Ho deciso di inserire anche i Fantastici 4 per due
motivi:
1) perchè F4 e X-men nel fumetto hanno collaborato
spesso
2) perchè nel film, Sue è interpretata da JKessica Alba, che è
stata per tre anni, durante il periodo in cui giravano Dark Angel,
insieme a Michael Weatherly, l'interprete di Tony
Dinozzo.
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Capitolo 16 *** 16 ***
16
Dark Past- L'Oscuro Passato
16
Logan e Gibbs sollevarono Tony di peso e lo
aiutarono ad uscire dalla stanza di Cerebro: la macchina lo aveva debilitato
parecchio, poichè non era ancora in grado di utilizzarlo senza subire
conseguenze.
Lo trasportarono in infermeria e lo fecero stendere su una
branda.
Gibbs: "Ascoltami bene, Tony." gli disse, autoritario "Prova
ancora a fare qualcosa di insensato e ti licenzio, chiaro?" e gli tirò un
leggero scappellotto.
Tony: "Sì, Capo." rispose. Poi cercò di alzarsi, ma era molto
debole, per cui dovette poggiarsi al fratello per rimanere in piedi "So dove
Magneto tiene le ragazze."
Logan: "Questo lo hai già detto, ma se non ci dici il luogo
esatto, come cazzo facciamo ad andarle a prendere?"
Tony: "Andiamo nell'hangar. Vi mostrerò dove sono."
Tutti seguirono Hermes, sorretto da Gambit e Gibbs, nell'hangar
del Blackbird, poi entrarono nel jet.
Dinozzo si sedette davanti a un computer e digitò alcune
coordinate. Subito dopo al centro della cabina comparve una mappa
olografica in 3D.
Tony: "Si trovano nelle Montagne Rocciose canadesi, non lontano da
Alkali Lake." spiegò; indicò un punto rosso lampeggiante "Questo è il punto in
cui sono Ziva e Ororo, con uno scarto di una ventina di metri."
Reed: "Mh... Non ci sono molti posti per far atterrare il
Blackbird e la Fantastic Machine..."
Logan: "Dunque, da quello che ho capito, qui" indicò un punto
sulla mappa, non lontano da dove aveva indicato Tony "c'è quello che resta di
Alkali Lake."
Tony: "Sì, è a circa due km verso sud." confermò.
Logan: "Beh allora non c'è problema su dove farli atterrare: noi
X-Men ci siamo già stati un paio di volte, per cui conosciamo bene la zona."
Tony: "Perfetto! Allora andiamo a
prepararci!" disse, convinto, cercando di alzarsi. Ma un capogiro lo costrinse a
risiedersi.
Logan: "Tu non vai da nessuna parte, Hermes:
saresti solo una palla al piede, nelle tue condizioni!" esclamò,
autoritario.
Tony: "Mi dispiace, ma vengo anch'io. Magneto
vuole me, e se n on mi vedesse potrebbe fare del male alle ragazze!"
ribattè.
Gibbs: "Ma perchè vuole te? Questo non l'ho
mica capito..."
Tony: "Perchè, al momento, sono uno dei
mutanti più potenti che conosce."
Logan: "Effettivamente non è da tutti
riuscire ad uccidere una persona semplicemente ordinandogli di morire."
McGee: "Sei veramente in grado di farlo?"
chiese, incuriosito.
Tony: "Ricordi quando ti ho raccontato della
prima volta che ho ucciso qualcuno?"
McGee: "Sì, quando hai detto che te la eri
fatt..."
Tony: "Sì, ci siamo capiti." lo
interruppe, prima che potesse dire troppo "Quella persona l'ho uccisa in
quel modo."
Logan: "Fammi indovinare, quella volta te la
eri fatta addosso, vero?" chiese, trattenendo le risate.
Tony: "Dovevo dire a Ororo che certi
aneddoti doveva tenerseli per sè... ora, però, prepariamoci. Più tempo lo
passiamo in chiacchiere, meno tempo potrebbe restare a Ziva
e 'Ro."
Logan: "E' vero. Remy, vai a chiamare gli
altri. Non appena siamo pronti, partiamo!"
Gibbs: "Avete anche delle armi che possiamo
usare io e McGee?"
Logan: "Tu e McGee resterete qui."
Gibbs: "Non se ne parla, Logan! Quel bastardo
ha in ostaggio un mio agente, e nessuno potrà fermarmi dal sparargli un
colpo in fronte!"
Tony: "Ti conviene non
contrariarlo, Wolverine. E comunque due componenti in più ci faranno
comodo."
Logan: "Dici? Non è che il Pivello potrebbe
combinare qualcosa?"
McGee: "Grazie mille per la fiducia!" esclamò, sarcastico.
Tony e Logan si guardarono, poi Wolverine sospirò.
Logan: "Ah, ok. Verranno anche loro." cedette.
Gibbs: "Prendila come un modo per ricambiare quel favore che mi
hai fatto durante Desert Storm, Logan!"
McGee: "Quale favore?"
Tony: "Aver salvato la vita al Capo, Pivello!"
Nel frattempo erano stati raggiunti da tutti gli X-Men
disponibili. Logan spiegò la situazione, poi concluse:
Logan: "I Fantastici Quattro, Gibbs e McGee si uniranno alla
missione..."
Abby: "Aspettate! E io cosa faccio?"
Gibbs: "Mi dispiace, Abby, ma è troppo pericoloso; tu resterai
qui."
Abby: "Ma... e se vi succedesse qualcosa?" chiese,
preoccupata.
Tony: "Non ci succederà niente..."
Logan: "Però, se vuoi, puoi tenerti in contatto con noi via radio
dalla camera di controllo della Stanza del Pericolo."
Abby: "D'accordo. Ma state attenti, vi prego."
Un quarto d'ora dopo erano tutti pronti. I
Fantastici Quattro erano già partiti, con la Torcia che volava in testa al
gruppo e la Fantastic Machine che lo seguiva, mentre gli X-Men, assieme a Gibbs
e McGee, si apprestavano a salire sul Blackbird, guardati tristemente da una
preoccupatissima Abby.
McGee fu l'ultimo a salire e, prima di entrare nel jet, si voltò
verso la donna, facendole un timido saluto con la mano, poi si girò ed entrò. Ma
Tony lo bloccò vicino all'uscio.
Tony: "Ti sembra questo il modo di salutare Abby?" chiese, quasi
rimproverandolo "Per quanto ne sappiamo, potremmo anche non tornare, quindi
scendi dall'aereo e non salirci di nuovo finchè non l'avrai salutata come si
deve!"
Timothy sembrò un attimo indeciso, ma una rapida occhiata
al resto del gruppo lo convinse. Fece un profondo respiro, si girò
nuovamente in direzione di Abby e poi la raggiunse a grandi passi. Quando le fu di
fronte e lei lo guardava con aria interrogativa, senza dire una parola la prese
per le spalle e la baciò come se fosse l'ultima volta che l'avrebbe fatto, lasciandola
senza fiato.
Tony: "Piccoli Pivelli crescono, eh, Capo?" disse, mentre entrambi
guardavano la coppia.
Gibbs: "Sì, e sarebbe ora che lo facessi anche tu." fece una
pausa, mentre osservava Tim e Abby che continuavano a baciarsi, e continuò "Beh,
sappi che da questo momento in poi la regola 12 è abolita!"
Tony sorrise, inforcando gli occhiali dell'uniforme: quell'affermazione era rivolta a lui, e significava
"vedi di non fartela scappare: una donna come Ziva non la trovi facilmente".
Logan si avvicinò a loro due, guardando anche
lui la coppia, ed urlò:
Logan: "Mi dispiace interrompervi, piccioncini, ma dobbiamo
partire!" i due, finalmente, si staccarono. Abby aggiustò il giubbino di McGee,
poi lo lasciò andare.
Il Pivello corse verso i compagni. Quando fu salito nel jet si
voltò indietro, sorridendo alla Dark, mentre le porte si chiudevano.
Tutti si sedettero ai loro posti e allacciarono le cinture,
preparandosi alla partenza. Finalmente Tony, alla guida del velivolo assieme a
Wolverine, sollevò la leva di decollo e l'aereo partì a tutta velocità.
Durante i primi minuti di acrobazie dell'aereo, ci fu un silenzio
teso. quando la guida di Hermes si fu stabilizzata, McGee esclamò:
"Cavolo, Tony! Ti sembra questo il modo di pilotare un aereo?"
Tony: "Scusate, sono 15 anni che non piloto più il
Blackbird..."
Logan: "Guidi comunque meglio di Ciclope..."
Poche decine di minuti dopo atterrarono nella
zona di Alkali Lake, anche se l'atterraggio non fu proprio morbido. Il cielo era nuvoloso, e un leggero
manto di neve copriva gli alberi attorno.
I Fantastici Quattro erano già sul posto, e stavano aspettando
che gli altri li raggiungessero, prima di entrare in azione.
Logan: "Senti niente, Tony?" chiese,
affiancandosi a lui mentre percorrevano a piedi una strada sterrata.
Tony: "Non siamo molto lontani. Ziva e Tempesta sembrano molto
spaventate..."
Logan: "Mi chiedo perchè 'Ro non abbia ancora tentato di
liberarsi... eppure con la sua preparazione ne sarebbe in grado."
Tony: "Anche Ziva, grazie all'addestramento ricevuto al Mossad.
Probabilmente Magneto le ha messe in condizione di non poter reagire."
Logan, a quelle parole, parve spaventato, Tony dovette
rassicurarlo:
Tony: "Stai tranquillo: da quel poco che riesco a percepire,
stanno bene,c'è solo una cosa che non mi torna."
Logan: "Cosa?"
Hermes indicò i nuvoloni che coprivano il cielo.
Tony: "Quelle nuvole. Non sono fenomeni naturali; penso che siano
opera di Tempesta."
Logan: "E allora?"
Tony: "Il potere di Ororo è emozionale, quindi legato al suo stato
d'animo. Però il Professore le aveva insegnato a controllarlo."
Logan: "Queste cose le so: conosco il potere della mia donna!
Arriva al punto, Hermes!"
Tony: "Il fatto è che mi sembra strano che non riesca a
controllare bene i suoi stati d'animo. Ed è così da qualche settimana, da quanto
ho sentito."
Logan: "Questo è vero. Ultimamente ha degli immotivati sbalzi
d'umore..."
Ma i loro discorsi vennero interrotti da quello che sembrava un muro invisibile, che
li colpì, scaraventando i due, alla testa del gruppo, contro delle rocce
vicine. Immediatamente Gibbs e McGee puntarono le loro armi di plastica con
generatore laser, fornitogli dagli X-Men, le uniche non soggette al potere di Magneto, di
fronte a loro, mentre Sue Storm creava una barriera protettiva attorno al gruppo
e Johnny Storm si "accendeva", diventando di fuoco.
Logan: "Stai bene, Sbirro?" chiese, aiutando Tony ad alzarsi.
Tony: "Sinceramente stavo meglio prima."
McGee: "Ma chi è stato ad attaccarci?"
...: "Sono stato io, agente McGee."
In fondo al sentiero, in piedi, in compagnia
di Pyro, con una sfera di fuoco tra le mani, e di James Arthur Madrox, o meglio, di tre James Arthur Madrox, c'era
Chip, che li guardava con aria di sfida.
Tony: "Immaginavo che potessi creare scudi protettivi, Chip."
Chip: "Ah, davvero? E come l'hai capito?"
Tony: "Sei sempre stato l'unico a cui non sono mai riuscito a leggere nella
mente. Scommetto che puoi creare anche scudi mentali."
Nel frattrempo si era unita al gruppo dei "cattivi" anche Mystica, che
aveva da poco riacquistato i poteri anche lei.
Logan: "Ma guarda chi si vede!" esclamò, rivolta a quest'ultima "Non pensavo che saresti tornata
da lui, dopo quello che ti ha fatto."
Magneto: "Non sottovalutare il potere della
persuasione, Wolverine." disse, raggiungendoli dietro ai suoi uomini.
Tony: "Ah, eccoti, finalmente! Cercavamo proprio
te! Dove sono Ziva e Ororo?" urlò, rabbioso.
Magneto: "Sei in pena per
la tua donna e la tua collega, ragazzo?"
Tony: "Mi dispiace deluderti,
ma Ororo non è più la mia donna."
Magneto: "Sarà, ma la
tieni molto in considerazione, soprattutto perchè è incinta."
A queste parole,
Logan sembrò sorpreso. Tony comunicò telepaticamente con lui.
Tony: *Stai calmo! Oppure Ziva,
Ororo e tuo figlio potrebbero subirne le conseguenze*
Magneto: "Mh... ho come l'impressione che il bambino non sia tuo,
Hermes. Comunque, visto che me l'hai chiesto, ecco dove sono le due donne."
Si voltò e sollevò le braccia. nello stesso
momento, di fronte a lui si vide volteggiare nel cielo quella che sembrava una
gabbia metallica, all'interno della quale erano incatenate Tempesta e Ziva,
spaventate ma ancora vive.
Logan: "Bastardo!" urlò "Lasciale andare, o io..." stava per
mettersi a correre verso il vecchio, ma a questo bastò un gesto per
fermarlo.
Magneto: "Ma tu non impari mai?" fece un altro gesto, e l'Uomo
Multiplo si moltiplicò ulteriormente, raggiungendo un numero pari a quello degli
avversari, poi partì all'attacco.
Gli X-Men, i Fantastici Quattro, Gibbs e McGee ebbero un bel da
fare per riuscire a sopraffare tutti i cloni, ma alla fine, grazie a un lavoro
di squadra coordinato grazie a un ponte telepatico creato da Tony, riuscirono a
fermare la moltiplicazione del mutante, costringendolo all'interno di un campo
di forza creato dalla Donna Invisibile.
Magneto: "Mh... non male. Sento odore di ponte
telepatico, Anbthony David Dinozzo."
Tony: "Sì, hai ragione. Ma ora lascia andare le ragazze." prese
una decisione sofferta, per il bene di tutti. Quest'ultima performance
l'aveva ulteriormente indebolito, e non sarebbe stato in grado di
combattere ancora per molto "Se le lasci andare, verrò dalla tua
parte." avrebbe pensato dopo a come uscire da quella situazione, o ci
avrebbero pensato gli altri.
Magneto: "E come faccio a sapere che non stai bluffando?"
Tony: "Hai la mia parola."
Magneto: "La parola di un traditore della causa?" nel frattempo
stava facendo vibrare le sbarre della gabbia, spaventando ulteriormente le
due donne. Logan e Tony le osservarono terrorizzati, poi corsero nella
direzione delle due donne, ma vennero bloccati da Chip, che si era messo
davanti a loro, infilzandoli entrambi con dei pugnali alla pancia.
Magneto: "NO! Razza di stupido!" urlò all'uomo "Hermes ci serviva
vivo!" poi, vedendo che Logan si era rialzato e lo aveva infilzato con gli
artigli, ordinò agli altri "Andiamocene! Meglio cambiare aria!"
Scapparono, e Magneto lasciò andare la gabbia con le donne, che
precipitò, ma Tony, con l'ultimo poco di forza rimastogli, rallentò
telecineticamente la caduta, assicurando loro un atterraggio abbastanza morbido.
Quando fu sicuro che Ziva e Tempesta stavano bene, cadde in ginocchio e svenne,
stremato dalla fatica, dal dolore e dal fatto che stava perdendo parecchio
sangue.
Poichè erano tutti intenti a liberare Ziva e Ororo, nessuno si
accorse di quello che era successo a Hermes, finchè Ziva non chiese a Logan, che
stava abbracciando Tempesta e le teneva una mano sull'adome in mlodo
protettivo:
Ziva: "Ma dov'è Tony?"
McGee: "Già. Dov'è finito Tony?"
Gibbs si voltò alle sue spalle e finalmente vide il suo Secondo,
svenuto in un lago di sangue.
Il Capo e Ziva furono i primi a correre in aiuto, inginocchiandosi
accanto a lui.
Gibbs: "Non sento il battito!" esclamò, sentendogli il polso.
Si inginocchiò anche Logan, e anche lui sentì il polso e poggiò l'orecchio sul
petto do Tony.
Logan: "Il battito c'è, ma è molto debole. Dobbiamo portarlo
subito in ospedale!"
Lo presero in quattro, per tenerlo il più possibile disteso,
e lo caricarono sul Blsckbird, correndo verso l'ospedale di Westchester.
Un'ora più tardi, Abby entrò nel reparto di terapia intensiva,
raggiungendo Tim, che stava guardando all'interno di una stanza,attraverso il
vetro. Quando la vide, l'uomo l'abbracciò e la baciò, ma era visivamente
preoccupato.
Abby: "Come sta Tony?"
McGee: "E' in coma. I dottori non sanno ancora dirci se se la
caverà."
Abby, abbracciando di nuovo McGee, guardò anche lei attraverso il
vetro: Tony era sdraiato su una branda, con una grossa fasciatura sull'adome,
molti elettrodi applicati ovunque e un grosso tubo in bocca, per aiutarlo a
respirare. Al suo capezzale vegliavano Remy e Ziva.
CONTINUA...
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Capitolo 17 *** 17 ***
17
Dark Past- L'Oscuro Passato
17
nota iniziale: Questo capitolo è raccontato dal
POV di Ziva
E' passato un mese da quando sono stata
rapita da Magneto assieme a Ororo.
Mi ricordo quel giorno come fosse ieri: siamo
rimaste per ore incatenate all'interno di una gabbia, controllate a vista da
alcuni cloni dell'Uomo Multiplo. Non è stato semplice superare quelle ore, sia
per me che per Tempesta, che era molto agitata, e ho capito quel giorno il
motivo: era incinta.
Ero felice per questo, ma allo stesso tempo
preoccupata: se gli X-Men non fossero arrivati in tempo, Logan avrebbe rischiato
di perdere la compagna e il figlio che ancora non sapeva di avere.
Per fortuna sono venuti a prenderci, e non
erano da soli: c'erano anche i Fantastici Quattro, persino Gibbs e McGee. Si
sono impegnati tutti per toglierci dalle mani di Magneto... non ho mai visto
Tony così agguerrito, e allo stesso tempo tanto stremato; qualche giorno dopo mi
hanno detto che aveva usato Cerebro, quindi era molto
debilitato.
Tony... se non fosse stato per lui, ora non sarei qui, in
quest'auto, viva.
Lui ha sacrificato sè stesso per salvare la vita a me e a
Tempesta, ha sacrificato la sua vita... letteralmente.
E' rimasto in coma un mese, fino a pochi giorni fa, poi... ero
presente: avevo dato da poco il cambio a Gambit, quando il bip regolare della
macchinetta ha cambiato ritmo.
BIP... BIP... BIPBIP... BIPBIPBIP... BIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIP
Subito sono arrivati i dottori e gli infermieri con il
defibrillatore. Hanno cercato di rianimarlo per due minuti, senza alcun
successo.
Il cuore di Tony aveva smesso di battere.
Alle 18:32 Anthony David Dinozzo, agente speciale dell'NCIS e
membro degli X-Men, aveva definitivamente smesso di lottare.
Oggi si svolgeranno i suoi funerali, a Westchester. Sarà una
giornata triste per tutti: vedo già dei grossi nuvoloni in direzione della
scuola: di sicuro sono opera di Tempesta.
Arrivo all'entrata dello Xavier Institute e parcheggio dietro
l'auto di Gibbs. C'è già parecchia gente, non pensavo che Tony avesse conosciuto
così tante persone. Ma perchè dovrebbe stupirmi? Era comunque un ex allievo
dell'ex ministro Hank McCoy, oggi ambasciatore dell'UNMUTANTS, la Fondazione
delle Nazioni Unite per la salvaguardia dei mutanti.
Nella folla individuo i miei amici: Gibbs e Jenny, Tim e Abby,
Ducky, Palmer attendono tristi l'inizio della cerimonia assieme agli X-Men.
Logan mi vede e si avvicina a me, dopo aver dato un bacio alla sua
compagna, che trattiene a stento le lacrime, parlando con gli altri.
Logan: "Ciao, Ziva. Vorrei parlarti, prima dell'inizio." mi dice,
calmo.
Ci appartiamo un attimo, poi lui si fruga nelle tasche della sua
solita giacca da motociclista e tira fuori una custodia per occhiali, con
lo stemma degli X-Men.
Logan: "Credo che questi dovresti tenerli tu." continua,
porgendomi l'oggetto.
Io non dico una parola; apro la custodia e osservo il suo
contenuto: gli occhiali che completavano l'uniforme di Tony.
Trattengo le lacrime, guardandoli: non posso permettermi di
piangere, ora; devo mostrarmi forte, per Tony.
Mentre raggiungiamo il resto del gruppo, Wolverine mi chiede se
voglio dire qualcosa durante la cerimonia. Meglio di no, non riuscirei a
concludere; lascio il posto a Tempesta e McGee.
Prima di cominciare mi avvicino alla bara, per salutare Hermes per
l'ultima volta.
Indossa l'uniforme degli X-Men, che lo rendeva ancora più
affascinante di quanto lo era già di suo; tra le mani tiene la spilla magnetica
degli X-Men e il distintivo dell'NCIS, mentre al petto è appuntata la medaglia
al merito ricevuta due giorni fa. I capelli sono un po' scompigliati, come al
solito, e sembra sorridermi, nell'espressione rilassata dalla morte.
Decido di andarmi a sedere, prima di scoppiare a piangere, quindi
mi dirigo verso la sedia vuota tra Gibbs e Tim.
Quando siamo tutti seduti, Tempesta si alzza e affianca la bara,
cominciando a parlare.
Tempesta: "E' passato appena un anno dalla
morte del Professor Xavier, di Scott Summers e Jean Grey, e già siamo di nuovo
riuniti per dire addio a un altro amico, un collega, un compagno: Anthony David
Dinozzo. Mi ricordo quando è arrivato alla scuola: era un ragazzino di 12 anni
molto espansivo... a volte anche troppo! Il Professor Xavier vedeva in lui
grandi potenzialità e, come sempre, aveva ragione, non solo per il suo potere,
ma anche dal punto di vista umano. Se c'era bisogno di lui, si faceva in quattro
per aiutare il prossimo, e forse è stato per questo che è diventato l'oggetto
della mia prima cotta adolescenziale." sorride. Sì, è per questo, credo, che
riusciva a farsi voler bene da tutti... e che è riuscito a farmi innamorare di
lui. Devo essermi messa a parlare ad alta voce, perchè Gibbs mi passa
un braccio attorno alle spalle. Dopo una breve pausa Ororo continua il
discorso "Siamo stati insieme fino a quando ha deciso di entrare in polizia. Mi
ricordo che il giorno prima della partenza abbiamo litigato: io non riuscivo a
capire il motivo della sua decisione, e non l'ho capito fino a pochi mesi fa,
quando mi ha portato a conoscere suo fratello, Remy, che dopo averlo conosciuto
ho capito che è quasi la sua copia esatta. Remy e Tony si sono appoggiati l'un
l'altro quasi da subito: in realtà nessuno dei due aveva avuto una vera
famiglia: il loro padre ha abbandonato il maggiore nel momento in cui ha messo piede
nella scuola e il minore alla nascita. Questo ha spinto Tony a cercare nuove figure
paterne sostitutive: prima il Professore e poi il suo capo all'NCIS, Gibbs"
Mi volto verso Gibbs. Ha indossato gli occhiali da sole; non vuole
che qualcuno veda che ha gli occhi lucidi. Come lui era un padre per Tony, Tony
era un figlio per Gibbs, ed è contro natura che un padre seppellisca il proprio
figlio. Gibbs soffre da morire, esattamente come me, e come me non vuole
mostrarlo agli altri. Si è sempre dimostrato molto
protettivo nei confronti di Tony anche se con i suoi soliti modi sgarbati, per
nascondere quanto in realtà fosse affezionato a lui.
E io... io lo punzecchiavo in continuazione,
rispondevo a tono alle sue battute, mettendolo, a volte, apparentemente a
disagio, ma era il mio modo per mostrargli quanto gli volessi bene, quanto lo
amassi.
Inforco i suoi occhiali, quelli che mi ha dato
Logan prima di iniziare, e ascolto la conclusione del discorso di
Ororo.
Tempesta: "Non voglio dire che non è più tra
noi, perchè non è così: Anthony Dinozzo vivrà sempre nei nostri cuori, ed è per
questo motivo che, se sarà un maschio, io e Logan daremo al bambino che
aspettiamo il nome di Anthony. Arrivederci, Hermes. Saluta anche il Professore,
Scott e Jean da parte degli X-Men, quando li vedrai."
Ha terminato il suo discorso. Si avvicina alla
bara e poggia la rosa rossa che teneva in mano sul petto di Tony. Mentre lo fa
si sente un tuono in lontananza, e qualche goccia cade sulla folla, ma poi
Tempesta riacquista il controllo della situazione e smette di
piovere.
Quando Ororo si è finalmente seduta e viene
abbracciata da Logan, Timothy si alza in piedi, lasciando la presa della mano di
Abby, che non ha smesso di piangere da quando siamo arrivati. Lei considerava
Tony come un fratello maggiore, quello che la proteggeva dai bulletti che le
tiravano le treccine, che la faceva ridere quando era
triste.
Timothy si avvicina alla bara, fermandosi dove
stava prima Tempesta. Si schiarisce la voce e comincia a parlare.
McGee: "Anche per me non è passato molto tempo
da quando ho assistito a un altro funerale: due anni è morta una mia collega,
Caitlin Todd, a causa di un terrorista palestinese."
Sì, certo, un terrorista palestinese con un
padre israeliano che è bastardo come il figlio, che sua sorella ha fatto fuori
senza rimpianti. Ma in che razza di famiglia sono capitata? No, la mia vera
famiglia, ora, è l'NCIS, era Tony.
McGee: "Io, per lui, sono sempre stato il
Pivello da tartassare, ma ora lo so che era il suo modo per dirmi che ci teneva
a me. Ricordo tutte le volte che mi dava gli scappellotti e
i suoi impacciati tentativi di dimostrazione d'affetto,
grazie a lui sn molto cresciuto professionalmente..."
Non solo
professionalmente, Tim: ne è la prova la tua attuale relazione con Abby.
McGee: "Lui era come i
gatti: aveva nove vite, perchè usciva illeso, o quasi, da ogni situazione, dalla
peste polmonare a un'accusa per omicidio che lo avrebbe portato nel braccio
della morte, se non avessimo capito chi lo aveva incastrato, o quando, quasi
quattro anni fa, era stato rapito, rinchiuso nelle fogne, e non riuscivamo
a trovarlo, ma lui era riuscito a liberarsi, salvando la vita anche a un marine,
mettendo a repentaglio la propria. Probabilmente aveva esaurito le vite bonus, per questo motivo
non sentirò più le sue battute sarcastiche, nè subirò più i suoi scherzi e, lo
ammetto, mi mancherà."
Mancherà a tutti, Tim, non
solo a te. Anche io non sentirò mai più la sua risata allegra, nè le sue battute
a doppio senso. E non avrò mai più l'occasione di assaporare la dolcezza dei
suoi baci. Purtroppo quell'opportunità l'ho persa quella sera, quando lui ha
usato il potere ipnotico su di me.
McGee: "Addio, Tony. Mi
mancherai, davvero."
Ora sono sola, se ne sono
andati tutti, e ripenso alle opportunità perse, ma lo squillo del mio cellulare
mi distrae...
CONTINUA...
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Capitolo 18 *** 18 ***
18
Dark Past- L'Oscuro Passato
18
Gambit: "Ziva? Hey,
Ziva!" la chiamò, dandole un leggero colpo sulla spalla. La donna aprì gli
occhi: doveva essersi addormentata.
Era nella stanza della clinica in cui era
stato trasferito Tony due settimane prima; si voltò verso il letto. L'uomo era
ancora lì, in coma, attaccato alla macchina che lo faceva respirare e che
controllava i battiti del suo cuore.
Il ritmo era regolare: allora è stato tutto
un incubo! Tony era in coma da un mese, ma c'era ancora una speranza!
Gambit: "Excuse moi, Ziva. Il tuo
téléphone..." disse, indicando la borsa, dall'interno della quale arrivava la
suoneria del cellulare della donna.
Velocemente lo prese, ed uscì fuori dalla
camera, poi rispose:
Ziva: "David... sì, sono in ospedale... hai
bisogno di me in ufficio, Capo?... no, è sempre uguale, non peggiora, ma non
migliora neanche... d'accordo, vi farò sapere, tanto io e Remy siamo sempre
qui."
Chiuse la telefonata, poi si voltò, guardando
attraverso il vetro: Remy era seduto dove, fino a poco prima, era seduta lei;
guardava il fratello tristemente, mangiandosi nervosamente le unghie.
Decise di rientrare, rimanendo in piedi e
continuando a guardare Tony.
Ziva: "Chissà se sente cosa diciamo..."
Gambit: "Secondo me sente anche cosa nous
pensons."
Ziva: *Se è così, se mi senti, ti prego, svegliati...* pensò,
rivolta a Tony, sperando che la potesse sentire.
Dopo dieci minuti, Gambit si alzò.
Gambit: "J'ai un idée. Arpettami ici."
Uscì dalla stanza prima che la donna potesse ribattere.
Remy si diresse deciso in un altro reparto
dell'ospedale, dove era stato con il fratello tempo prima.
Quando arrivò, parlò con un'infermiera, che lo condusse verso la stessa
stanza in cui era stato assieme a Tony.
Dinozzo sr. era sempre lì, seduto sulla sedia a rotelle, che
guardava fuori dalla finestra.
Infrermiera: "Signor Dinozzo, suo figlio è venuto a trovarla."
Dinozzo sr. non si voltò, ma commentò:
Dinozzo sr.: "Ero quasi fiducioso che ti fossi dimenticato di me.
Non ti sei fatto vivo per un mese e mezzo, Tony."
Gambit: "Je ne pas suis Tony. Je suis Remy, monsieur Dinozzo."
Dinozzo sr.: "Ah, sei l'altro. Che vuoi? Tony non ti da abbastanza
soldi per mantenerti?" chiese, guardandolo con disprezzo.
Gambit: "Sono ici perchè vorrei que venga avec moi."
Dinozzo sr.: "Prima di tutto, piantala di parlare il francese, mi
dai sui nervi! Secondo: io non vengo con te da nessuna parte."
Gambit: "Il est important..."
Dinozzo sr.: "Non me ne frega."
Remy guardò supplichevole l'infermiera, che subito si avvicinò al
vecchio e lo accompagnò fuori, spingendo la sedia a
rotelle.
Infermiera: "Suvvia, signor Dinozzo! Vada con lui."
Senza dire altro, Gambit si sostituì all'infermiera e, ignorando
le proteste del padre, lo condusse verso la camera in cui era ricoverato il
fratello.
Quando arrivarono davanti alla stanza, Ziva si alzò, guardando con
sospetto il nuovo arrivato.
Ziva: "Chi è lui?"
Remy: "Je presente à toi Jacob Dinozzo, mon père."
La donna accennò un sorriso al vecchio, ma
vedendo che l'uomo la guardava con disprezzo, tornò a parlare con Remy:
Ziva: "Stai pensando che, forse, Tony potrebbe svegliarsi dal
coma, se sentisse vostro padre?"
Dinozzo sr.: "Perchè? Anthony è in coma?"
Ziva: "Sì, da un mese."
Dinozzo sr.: "Allora secondo me potevate staccare la spina un mese
fa." disse, freddo.
Ziva: "Ma perchè dice così? Sappia che Tony è un eroe: ha salvato
la vita a molte persone."
Dinozzo sr.: "Cosa c'è di eroico nel possedere dei poteri?"
Ziva: "Senta, signore, non so cosa pensi lei dei mutanti, anche se
penso di capirlo, ma non è colpa loro se la Natura li ha dotati di facoltà che,
il più delle volte, neanche loro stessi sono in grado di comprendere!"
Si guardarono di nuovo per qualche minuto, poi, sempre con tono
freddo, il vecchio chiese:
Dinozzo sr.: "Tu chi saresti, ragazza? Una delle tante sgualdrine
che quell'uomo" indicò il figlio maggiore, sulla branda "si è portato a letto e
che ora losegue come un cagnolino?"
Ziva divenne livida di labbra, poi strinse i pugni e disse, al
giovane:
Ziva: "Porta immediatamente via quest'uomo, prima che mi venga
voglia di sparargli un colpo in fronte!"
Remy non volle ribattere: anche a lui avevano fatto male quelle
parole, dette dal loro padre, e, mentre lo riportava nella sua camera, si chiese
se aveva fatto bene a portarlo da Tony.
Ziva si sedette di nuovo accanto a Dinozzo, prendendogli la mano e
parlandogli.
Ziva: "Ora capisco perchè tu e tuo padre non siete mai andati
d'accordo: come si fa a non riconoscere che sei un eroe, dopo quello che hai
fatto?"
...: "Hai ragione, mia cara: David è un eroe."
Ziva si voltò in direzione della voce, trovandosi davanti un uomo
su una sedia a rotelle. Sgranò gli occhi, sorpresa: era in tutto identico al
Professor Xavier, come l'aveva visto nelle foto sparse nella
scuola.
Ziva: "Ma... ma lei non... non è...?"
balbettò.
Prof: "Morto?
Lo so, mia cara, è una lunga storia." spiegò,
avvicinandosi.
Ziva si voltò
di nuovo verso Tony, a cui teneva ancora la
mano.
Ziva: "Non capisco perchè non ne voglia sapere di
lui..."
Prof: "Non tutti riescono ad accettare
la diversità delle persone che gli sono accanto, mia
cara."
Ziva: "Ma Tony è suo
figlio..."
Prof: "Sì, ma credo che le persone importanti per David siano ben altre." le sorrise, poi concluse "Vedrai
che si riprenderà, devi solo avere fiducia e aspettare." dopodichè si girò e se
ne andò, e Ziva tornò a sedersi accanto a
Hermes.
Ziva: "Tony, ti prego, fammi un cenno se puoi
sentirmi..." disse, a bassa voce. Nel frattempo nella sua mente riaffiorarono
tanti ricordi, a partire dalla prima volta che si erano incontrati, e poi la
loro prima missione sotto copertura insieme, con il loro primo bacio, fino ad arrivare
al loro ultimo bacio, pochi mesi fa, e all'avventura di un mese fa, quando
Tony ha rischiato la vita per salvare lei e
Tempesta.
I suoi pensieri vennero interrotti da una
leggera pressione sulla mano: era quella di Tony che la stringeva. Ziva si alzò in piedi, avvicinandosi ancora al
letto e guardandogli il viso; Tony aveva aperto gli occhi e la stava guardando
con aria stanca. Sentì che le stava dicendo qualcosa
telepaticamente:
Tony: *Ziva, per piacere,
riordina i pensieri: mi stai facendo venire mal di
testa...*
La donna sorrise e, senza dire nulla,
lo abbracciò; Tony alzò faticosamente un braccio e rispose
all'abbraccio.
Ziva:
"Mi hai fatto prendere un bello spavento, razza di
stupido!"
Tony: *Anche tu mi sei mancata,
Guanciotte Dolci.* sorrise, per quanto il tubo dell'ossigeno glielo
permettesse.
In quel momento tornò
Gambit che, vedendo la scena, si bloccò all'entrata della camera. Quando i due si
staccarono, Ziva si voltò verso il ragazzo e gli
disse:
Ziva: "Remy, tuo fratello si è
risvegliato!"
Remy si avvicinò al letto, dall'altra parte del letto e, vedendo
che era vero, abbracciò anche lui Tony e gli
disse:
Remy: "Bentornato tra noi, mon
frére!"
Nel frattempo la donna era andata a chiamare il medico di turno, che arrivò di
corsa, assieme a due infermiere. Poi, mentre questi visitavano l'uomo, Gambit e Ziva chiamarono
gli altri al telefono, per dare loro la buona
notizia.
Due ore dopo arrivarono di corsa Gibbs, McGee
ed
Abby.
Gibbs: "Era ora che ti svegliassi, Tony!" disse, col suo solito
fare brusco, ma Tony sapeva che era stato in pena per lui, e anche gli altri lo
sapevano.
Tony: *Ziva, di' al Capo che lo so che gli sono mancato.* disse
telepaticamente alla ragazza, poichè era ancora intubato.
Ziva: "Dice che è felice che siate venuti a trovarlo, Capo."
riferì, sorridendo.
Gibbs: "E da quando in qua sei la sua portavoce, Ziva?"
Ziva: "Dal momento che sono stata la prima persona che ha visto al
suo risveglio, e che sta mantenendo una connessione mentale con me."
Gibbs: "E perchè non comunica telepaticamente con tutti?"
Ziva e Tony si guardarono, poi lei rispose:
Ziva: "Perchè dice che è troppo debole per connettersi
telepaticamente con tutti."
Ma in realtà c'era un altro motivo, che avevano capito tutti,
perchè non appena erano arrivati, avevano visto gli sguardi dei due, e avevano
notato che si tenevano teneramente la mano.
Pochi minuti dopo vennero raggiunti da Logan e Tempesta.
Tempesta: "Tony! Sono contenta che sia tornato tra noi!"
Tony: *Ma guarda chi c'è: Ororo Munroe e James Howlett!*
Ziva: "James Howlett? Chi è James Howlett?"
Logan, di nuovo, come quanche mese fa, ebbe come l'impressione che
un altro ricordo stesse riaffiorando.
Era primavera.
Era in riva a un lago, in compagnia di un ragazzo
biondo e una ragazza con i capelli rossi, di 13 o 14 anni, seduti
sull'erba, che chiacchieravano.
Logan: "Vi immaginate come sarà il mondo tra 100 anni? Dog, tu
che pensi?"
Dog: "Secondo me non cambierà niente. Sarà tutto come ora."
rispose, masticando un ramoscello. Era vestito con un paio di pantaloni in tela,
tenuti su con delle bretelle, e una vecchia camicia.
Logan: "E tu, Rose? Come pensi che sarà il mondo tra 100 anni,
nel 1973?"
Rose: "Oh, andiamo, James! Cosa pensi che cambierà?" lei era
vestita con un lungo vestito, composto da bustino e gonna, in stile
1800.
Logan: "Magari potrebbe diventare come in quel libro di Jules
Verne, 'Parigi nel XX secolo', con grandi grattacieli di vetro, treni
velocissimi, e un apparecchio in grado di far comunicare chiunque in tutto il
mondo..."
Dog scoppiò a ridere.
Dog: "Questa è bella: Jasmes Howlett che crede a queste
baggianate!"
Logan tornò alla realtà, poi riferì:
Logan: "James Howlett sono io."
Gli occhi di Ororo si illuminarono, quando gli chiese:
Tempesta: "Ti sei ricordato altre cose?"
Logan: "Sì, che sono nato nel 1860, anno più, anno meno."
McGee: "Forse vorrai dire 1960." lo corresse.
Logan: "No, volevo dire proprio 1860. dovrei avere circa 147
anni."
Abby: "Certo che te li porti davvero bene!"
Logan: "Merito della mia mutazione. Per cui, facendo due calcoli,
se ero già un esperto soldato durante Desert Storm, come minimo devo essere
reduce del Vietnam."
Gibbs: "Vista la tua età, potresti anche essere reduce della Prima
e della Seconda Guerra Mondiale."
Logan: "E' vero, ma quello che mi importa ora è veder nascere mio
figlio." disse, poggiando la mano sulla pancia di Tempesta.
Tony: *E di me importa a qualcuno?* chiese, scherzoso, rivolto a
Ziva.
Ziva: *A me, e ti prego di non farmi più scherzi del genere!*
CONTINUA...
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Capitolo 19 *** 19 ***
19
Dark Past- L'Oscuro Passato
19
Tony dovette restare in ospedale un altro
mese, per la riabilitazione. D'altronde era stato in coma un mese, e non fu
semplice ritornare alla vita normale.
Ma accanto a lui, a sostenerlo e aiutarlo, c'era sempre Ziva;
ormai avevano fatto pace, anche se avevano rimandato il vero chiarimento a
quando Tony sarebbe stato dimesso, in modo da poter essere
soli.
L'ultima mattina che doveva
passare in ospedale, mentre si stava preparando, aiutato da Ziva, vennero a
trovarlo Logan e Tempesta, lei già al terzo mese di
gravidanza.
L'albina subito abbracciò
Tony.
Tempesta: "Tony! E' bello vederti in
piedi!"
Tony: "Grazie! Voi come
state?"
Logan: "Non c'è male... stiamo cominciando ad
organizzarci per quando la preside andrà in maternità. Ti trovo bene, amico,
per essere uno che è quasi morto!" esclamò, stringendogli la
mano.
Tony: "Beh,
non c'è male! Oggi finalmente esco di qui... ma prima dovrei andare
a trovare un paio di persone, prima di andarmene. Volete
accompagnarmi?"
Tempesta:
"Volentieri!"
Quando, finalmente, Tony fu pronto, prese i suoi bagagli, aiutato
dagli altri tre, ed uscirono dalla stanza; poi, prendendo per mano Ziva,
fece strada in direzione di un'altra stanza, quella di Jacob
Dinozzo.
Si
fermarono all'entrata, Tony lanciò uno sguardo agli altri, come per chiedere il
permesso di andarci da solo, e Ziva, avendo capito, gli
disse:
Ziva: "Vai
pure, noi ti aspettiamo qui fuori." poi lo baciò, lasciandolo
entrare.
L'uomo
entrò nella stanza. Il padre era sdraiato sul letto; lo
guardò.
Dinozzo sr.:
"Anthony..."
Tony:
"Ciao, papà. Lo so cosa stai per dirmi: sono uscito dal coma
un mese fa." la voce di Tony era fredda e
controllata.
Dinozzo sr.: "Ti sono venuto a
trovare."
Tony: "Lo so, l'ho percepito. Volevo solo
dirti un paio di cose. Io venivo a trovarti perchè speravo che cambiassi idea a
mio riguardo; a quanto pare mi sbagliavo, visto che per te sarebbe stato meglio
se fossi morto due mesi fa. Una persona mi ha detto che tu, in realtà, ci vuoi
bene, a me e a Remy; mi dispiace dire che si sbagliava: un padre non direbbe mai
una cosa del genere sul proprio figlio. Io pensavo che noi fossimo una famiglia,
ma non è così, la mia famiglia è un'altra, è la scuola dove ho passato
l'adolescenza e la squadra in cui lavoro. Anche quella donna a cui hai dato
della sgualdrina fa parte della mia famiglia, anzi, attualmente, è la persona
più importante, per me, assieme a mio fratello." fece per voltarsi per uscire, poi concluse "Tornerò a trovarti, perchè sei pur sempre
la persona che mi ha messo al mondo, ma non ti aspettare
più che io sia gentile con te: non te lo
meriti."
Si voltò di spalle ed uscì, mentre il padre lo
guardava.
Gli altri tre avevano assistito alla scena e
avevano sentito tutto. Ziva gli prese la mano e gli
chiese:
Ziva: "Come ti senti,
Tony?"
Tony: "Ora sto meglio,
grazie. Andiamo, c'è ancora un'altra persona che dobbiamo andare a
trovare."
Si incamminarono verso un'altra stanza, quando arrivarono, vi entrarono tutti e
quattro. Al fondo della camera, vicino alla finestra, c'era un uomo seduto
su una sedia a rotelle, che dava le spalle alla
porta.
Prof: "Sapevo che prima o poi David vi avrebbe portato
qui."
Logan e Tempesta passarono, stupiti, ripetutamente
lo sguardo da Tony al Professore, quando ne riconobbero la
voce.
Tempesta: "Professore... noi credevamo che fosse
morto..."
Logan:
"E' vero: l'ho vista io stesso morire per mano della
Fenice."
Prof: "E' una lunga storia. La versione breve
è che, un attimo prima di morire, sono riuscito a trasferire la mia
anima in questo corpo, che la dottoressa McTaggart studiava da anni. Ora
basta spiegazioni." si rivolse a Tempesta, che stava trattenendo a stento le
lacrime "Ho saputo che aspetti un bambino, mia cara; è
vero?"
Tempesta: "Sì, Professore, sono al terzo mese." rispose, abbassandosi per
abbracciarlo.
Prof: "Mi sembra ieri che tu
e David scappavate di nascosto per poter restare un po' da soli...
ed ora stai mettendo su famiglia! E il padre chi
sarebbe?"
Logan: "Ma come, Rotelle! Sei un telepate e non riesci
a capire chi è il padre del bambino di 'Ro?"
intervenne.
Prof: "Volevo sentirmelo dire da voi, Logan. A proposito,
congratulazioni! Non pensavo che questa tempestosa ragazza sarebbe riuscita ad
accasarti."
Logan: "Niente è impossibile,
Professore, soprattutto per un uomo di 147 anni come
me."
Prof: "Così hai recuperato la
memoria?"
Logan: "Almeno in parte, ed è merito dello
Sbirro."
Prof: "Lo sapevo che David aveva delle
potenzialità, e sono contento che
le stia usando per aiutare
qualcuno."
Tony: "Grazie,
Professore."
Prof: "Prego, ragazzo. E, mi raccomando,
prenditi cura di Ziva: siete fatti l'uno per l'altra.
Andate, ora. Non voglio trattenervi
oltre."
Tempesta:
"Ma... Professore, non viene con
noi?"
Prof: "No, mi dispiace, ma non è ancora il
momento perchè io ritorni. Arrivederci." baciò sulla
fronte l'albina, poi la lasciò
andare.
In scesero verso i garages; quando
arrivarono davanti alle auto, Tony
disse:
Tony: "Mi dispiace di non avervi detto del
Professore, ma mi aveva chiesto
di non dire nulla a
nessuno."
Tempesta: "Non importa, Tony. Ora
l'importantre
è che tu ti sia
ripreso."
Finito di parlare, caricarono le borse
nell'auto di Ziva, poi Wolverine e Tempesta salirono sulla loro
auto e partirono per la
scuola.
Quando, finalmente, Tony e Ziva furono a casa
dell'uomo ed ebbero posato i bagagli,
si sedettero sul divano per
parlare.
Tony: "Ziva, mi dispiace per quello
che ti ho fatto quella
volta..."
Ziva: "Se ti riferisci a quando hai usato
il potere ipnotico, è stata anche mia la colpa: non avrei dovuto istigarti a
farlo. Comunque, ormai, è acqua passata,
e sei già stato perdonato mille
volte."
Tony:
"Davvero?"
Ziva:
"Davvero."
Tony la guardò, sorridente, poi
riprese:
Tony: "Hai sentito quello che ho detto a mio
padre, quando mi riferivo alla mia famiglia? Ecco...
vuoi essere parte della mia
famiglia?"
Ziva:
"Noi siamo già una famiglia,
Tony."
Tony: "Ma
io intendevo in un altro
senso..."
Ziva: "In che
senso?"
Tony: "Come lo
sono Logan e Tempesta, ad
esempio..."
Ziva sorrise, si avvicinò a lui e lo baciò
con passione, questa volta senza che lui usasse il suo potere su di lei. Tony la
prese per i fianchi e
teleportò entrambi in camera da
letto.
CONTINUA...
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Capitolo 20 *** 20 ***
20
Dark Past- L'Oscuro Passato
20
Qualche anno
dopo.
Gibbs: "Questo è il fucile usato dai cecchini
del corpo dei Marines durante la Prima Guerra del Golfo..." disse, tenendo tra
le mani un Kate, e parlando a un gruppo di una decina di ragazzini "Ve lo
mostro, ma non ve lo faccio ancora usare, perchè è piuttosto pesante ed ha un
rinculo molto
accentuato, e potreste farvi male..." una bambina sui dieci anni, con la pelle scura, i
capelli castani e due vispi occhi curiosi, alzò la mano "Dimmi, Jean."
Jean: "Ma io non mi faccio male..."
Gibbs: "Mi dispiace, tesoro, ma ho assicurato a tuo padre che al
massimo vi avrei fatto usare le pistole, tra le armi da fuoco."
La ragazzina fece spallucce e commentò:
Jean: "Tanto io userò solo armi bianche, quando sarò grande e
potrò andare in giro con papà."
...: "Armi bianche? Veramente tu usi solo gli artigli!" esclamò
un bambino poco più giovane di Jean, con i capelli ricci e neri e due
luminosi occhi verdi.
Jean: "Sì, è tu invece piangi continuamente e ti teleporti dalla
tua mamma, Tony-piagnone!"
Il ragazzino si lanciò contro di lei, e cominciò una rissa, che fu
bloccata immediatamente da un'altra bambina, sui 7 anni, con i capelli neri
raccolti in due codine e gli occhi azzurri, che li sollevò telepaticamente da
terra, dividendoli, mentre un altro bambino sui cinque anni, con gli occhi rossi
e i capelli castani a parte un ciuffo bianco sul davanti, lanciava tra i
due, sospesi a mezz'aria, delle carte, facendole esplodere.
Gibbs: "Ok, Kate, puoi mettere Jr. e Jean a terra." disse,
prendendo i due ragazzini per il colletto in modo da assicurare loro un
atterraggio dolce "Charlie, la vuoi smettere di imitare tuo padre?" poi si
rivolse di nuovo ai due più grandi, tirando loro due scappellotti "Ma
insomma! E' mai possibile che ogni scusa è buona per prendervi a botte? Sembra
quasi che i vostri padri vi abbiano trasmesso la passione a puntarvi
continuamente!"
Si sentì un rombo da fuori, poi una leggera vibrazione scosse la
scuola.
Ziva e Tempesta entrarono nell'aula dove Gibbs stava tenendo la
lezione ai ragazzi.
Jean e un bambino di cinque anni più giovane di nome Scott, anche
lui con la pelle scura, con i capelli castani quasi spettinati che sembravano
delle orecchie di lupo e gli occhi scuri, si fiondarono subito ad abbracciare
l'albina, che era al quinto mese di gravidanza; Tony jr., assieme alle sue
sorelle Tali, di sette anni, Kelly, di cinque, e Shannon, di tre, andarono
incontro a Ziva, che era prossima al parto.
Gibbs: "Sono loro, vero?"
Tempesta: "Sì. Logan sta portando Tony in infermeria a farsi
medicare."
Gibbs: "Cosa ha combinato questa volta?" chiese, alzando gli occhi
al cielo.
Ziva: "Logan dice che le ha prese da Quicksilver, per l'ennesima
volta."
Gibbs sospirò.
Gibbs: "Ma è possibile che non capisca che è troppo veloce per
lui? Ogni volta che va in missione con gli X-Men ne prende quattro volte di più
di quando fa una retata con la sua squadra dell'NCIS..."
Kate: "Anche mamma e papà glielo dicono, nonno..."
Gibbs: "Sì, ma se è un testone non è colpa mia, tesoro."
Charlie: "La mamma dice che zio Tony e papà hanno la stessa
attitudine a mettersi nei guai..." disse, prendendo la mano di Gibbs.
Tempesta: "Effettivamente... anche Remy a volte torna pieno di
lividi..."
Gibbs si rivolse al gruppo di ragazzi, e disse loro:
Gibbs: "Per oggi la lezione è terminata! Ci vediamo domani alla
stessa ora." poi tornò a parlare alle due donne e ai bambini "Andiamo a vedere
come è conciato Hermes. Questa è la volta buona che gli tiro due
scappellotti!"
Si diressero verso l'infermeria. Durante il tragitto, Gibbs
dovette separare più volte Tony e Jean, che si tiravano a vicenda gli
scappellotti, poi, scesi nei sotterranei, li lasciò correre verso l'infermeria,
dove si scontrarono con Logan, che ancora indossava l'uniforme.
Il mutante baciò subito i figli e la moglie, tenendo anche una
mano sulla sua pancia, poi si rivolse agli altri due.
Gibbs: "Cosa ha, questa volta?" chiese, mentre entravano
nell'infermeria, dove Tony era affidato alle cure del fratello e di Rogue.
Logan: "Nulla di grave: un po' di lividi e qualche graffio."
Tony: "Non vi preoccupate: ho la pelle dura, io!"
Ziva gli si avvicinò e, dopo averlo baciato, gli disse:
Ziva: "Razza di stupido! Arriverà il giorno che ti farai
ammazzare!" poi scoppiò a piangere.
Tony: "Hey, calma, piccola! Non ho nessuna intenzione di lasciare
una vedova e sei orfani!" la rassicurò, poggiando una mano sul pancione:
aspettava due gemelli.
Ziva sorrise, abbracciandolo. Poi, improvvisamente, si portò una
mano sulla pancia, con una smorfia di dolore.
Ziva: "Tony... credo che... stiano... per nascere..." disse,
dolorante.
Tony: "Ne sei sicura?" chiese, facendola distendere sul lettino
dove, fino a poco prima, era seduto lui. Tutti gli altri si prepararono, mentre
Gibbs faceva uscire i bambini.
Ziva: "E' tutta la... mattina che... che ho continue
contrazioni... sono sempre più... vicine..." ci fu una contrazione più forte
delle altre "AAH!"
Tony: "Su, piccola, vedrai che anche questa volta ce la
faremo!"
Ziva: "Sì, e appena sarà tutto finito, ti farò fare la
vasectomia!"
Tony: "Ma dobbiamo parlarne proprio ora?"
Ziva: "Vuoi che chieda a Logan di fartela, senza anestesia?"
Logan: "Ziva, non credo sia il momento per parlarne. Concentrati
sulle contrazioni."
Poche ore dopo Nacquero i due bambini, un maschietto e una
femminuccia, a cui i due genitori diedero i nomi di Leeroy e Abigail.
Nel frattempo, Gibbs aveva anche chiamato Timothy e Abby, che
andarono a trovare i neogenitori non appena Ziva e i gemelli furono portati in
camera.
Abby: "Mamma mia... sono sempre più belli!" esclamò, ammirando i
due neonati, che dormivano tra le braccia della madre.
McGee: "Chissà quali poteri avranno da grandi..."
Gibbs: "Non importa quali saranno, ma come li useranno. Ma credo
che, in questa scuola e con due genitori come Tony e Ziva, impareranno ad usarli
per il bene degli altri, non come è successo in passato, che molti mutanti hanno
usato le loro doti per fare del male agli altri."
Tony: "Quello è stato un passato oscuro, Capo, ma per i nostri
figli prevedo un futuro più che splendente!"
FINE.
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