All my love is for us

di sakuraelisa
(/viewuser.php?uid=144070)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


All my love is for us

Prologo

 
Blaine Anderson aveva sempre creduto nei sogni, aveva sempre creduto che ci fosse qualcosa per cui lottare, quel qualcosa che ti faceva andare avanti anche nei momenti più tristi.
Erano già passati sei anni dalla perdita di James, suo marito. Ricordava ancora come si erano conosciuti quel lontano pomeriggio di sette anni prima, quando lui accidentalmente era inciampato sulle sue scarpe andando proprio a finire addosso a quel ragazzo dai capelli biondi e gli occhi verdi. Entrambi risero della sua goffaggine ma non con cattive intenzioni, infatti James porse subito la sua mano a Blaine che l’afferrò e per un piccolo istante si guardarono negli occhi e tutto parve legarsi come un piccolo nastro.
James era una bravo ragazzo, socievole, allegro e simpatico, lui e Blaine si erano innamorati semplicemente, era solo accaduto.
Da quel giorno avevano preso a frequentarsi assiduamente, si erano dichiarati quasi subito, il loro era un amore giovane e fresco, entrambi ventunenni con un futuro davanti, James come banchiere e Blaine come cuoco, ognuno studiava nella propria scuola ed entrambi ormai erano talmente presi l’uno dall’altro che non riuscivano a stare separati.
Insieme si divertivano tanto ed in quella città dai mille colori avevano scoperto che la loro era una relazione che poteva durare, loro amavano New York, anche se non amavano proprio le stesse cose; a Blaine piacevano i teatri e a James piaceva l’hockey, ma nonostante queste diversità, si amavano.
Un giorno James venne alla sua porta, Blaine abitava in un piccolo appartamento vicino al campus, quando vide il suo ragazzo con un neonato in braccio per poco non ebbe un infarto.
James in braccio portava una bambina, gli spiegò che l’aveva trovata abbandonata nelle scalette di una chiesa e che non aveva avuto il cuore di lasciarla sola in quelle fredde scalinate.
Ecco, quello fu il momento in cui tutto cambiò.
Insieme decisero che la loro storia meritava una chance, che il loro amore poteva valere il rischio, decisero che avrebbero fatto una scommessa sul loro futuro.
Due mesi dopo si sposarono in municipio con le loro famiglie, e i loro pochi amici e Tina che stava in prima fila con il suo fidanzato Mike che teneva la loro bambina. La loro piccola Melanie, l’avevano chiamata così in onore della nonna materna di James a cui lui era molto affezionato.
Adottare Melanie non fu facile, ma dopo una serie di incontri con un assistente sociale ed una piccola udienza ci riuscirono.
Quando arrivarono nella loro casa fu meraviglioso, erano una famiglia, ed erano felici, ma si sa la felicità non dura mai in eterno, le cose belle molto spesso ti vengono portate via e tu non puoi fare nulla per impedirlo.
Un pomeriggio mentre Blaine era rimasto a casa dalle lezioni di cucina, per potersi prendere cura di Melanie, ricevette una telefonata.
Suo marito James aveva avuto un brutto incidente mentre si dirigeva a casa, la sua macchina si era scontrata con un camion e non c’era stato nulla da fare, era morto sul colpo.
Blaine ringraziò chi di dovere, fece un’altra telefonata e chiamò Tina, la fece venire di corsa, le spiego l’accaduto e corse in ospedale.
Vedere il corpo di suo marito inerme su quel lettino bianco fu devastante. Si inginocchiò e pianse tutte le sue lacrime, tutte in una volta. Aveva già deciso che se doveva piangere doveva farlo allora, perché lui doveva essere forte, perché in quel giorno era rimasto solo, e Melanie aveva solo lui al mondo, doveva farcela per lei.
Il funerale fu triste, tante persone erano accorse e tanti amici avevano fatto le loro condoglianze, Blaine che continuava a stringere mani e a dire grazie.
Se era ancora in piedi doveva ringraziare Tina, la sua migliore amica che gli era stata accanto, che lo aveva consolato e che badava alla sua Melanie, senza di lei non avrebbe saputo che fare.
La cosa più difficile non fu seppellire il corpo del suo defunto marito, ma liberarsi delle sue cose, lui non avrebbe voluto farlo, ma era giovane e doveva andare avanti, aveva appena ventun'anni e una bambina da crescere, non era stato facile per nulla, aveva dovuto sacrificare molte cose, ma a lui bastava la sua bambina.
Le sue prime parole e i suoi primi passi furono la sua gioia più grande. Quando per la prima volta lei gli disse papà,pensò quasi che sarebbe potuto morire, quella piccola creatura che lo amava e che lui amava a sua volta più della sua stessa vita, aveva pronunciato quella parola che per lui contava così tanto.
Con impegno e dedizione si era preso cura di lei ed aveva terminato i suoi corsi di cucina, era diventato un cuoco, anche se il suo sogno più grande era quello di aprire una piccola panetteria.
Ed ero eccolo qua, nella casa nuova, un quartiere nuovo, lontano dai ricordi pronto a vivere una nuova vita con la sua bambina, la sua Melanie, che era diventata bellissima, non molto alta, con i capelli rossi e gli occhi azzurri, piccola e minuta, con un viso dalla pelle chiara e un sorriso molto simile al suo.
A lui bastava solo lei, da quando era morto James non aveva più avuto tempo per l’amore, ormai il suo tempo di essere felice era passato, lo sarebbe stato lo stesso anche senza una persona affianco, almeno così credeva.

 
 

Note:

Salve a tutti, mi chiamo Elisa, stamane ho avuto un'idea per scrivere una daddy klaine ed ora eccomi qua, spero di non deludervi, aggiornerò ogni martedì pomeriggio :)

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

 
Era passata quasi una settimana dal loro trasferimento nella casa nuova, lui e Melanie, erano soddisfatti della nuova sistemazione.
La casa si trovava in un quartiere tranquillo, il loro era un appartamento indipendente situato vicino ad un giardino pubblico, Blaine contava di passare molto tempo a fare passeggiate domenicali con la sua bambina.
Mentre sistemava le ultime cose in cucina, diede un ultimo sguardo all’ambiente, constatando che tutto era messo al posto giusto e in ordine.
Decise di andare a controllare che Melanie avesse finito il suo piccolo compito, doveva riordinare la sua nuova stanza.
Quando giunse alla porta bussò ed entrò.

“Tesoro sono io, come sei messa? Hai finito di sistemare le tue cose?”

Lei sollevò il viso e lo guardò con un sorriso sereno.

“Oh, si papà, tutto bene.”

Blaine si avvicinò a lei e le baciò il capo, accarezzandole i capelli con la mano destra.

“Hai messo a posto tutti i tuoi vestitini?”

“Sì, tutto sistemato papà.”

“Bene, ti piace la tua nuova stanzetta?”

“Possiamo dipingere le pareti di rosa?”

“Certo, tesoro!”

Melanie si staccò da lui e fece vedere al suo papà come aveva arredato la sua nuova cameretta, dai pupazzetti sul letto, alle loro foto attaccate al muro sopra la scrivania. Quando si avvicinò al suo lettino e si sedette, fece cenno a Blaine con la sua manina di venire a sedersi vicino a lei.

“Eccomi tesoro.”

Blaine si sedette vicino a lei e la cinse con le braccia.

“Cosa mi devi dire?”

“Papà cosa devo dire agli altri bambini della nuova scuola?”

“Cosa vuoi dire?”

Lei levò il suo visetto e lo guardò negli occhi con uno sguardo leggermente triste.

“Sai, quando ci si presenta alla classe.”

“Oh…”

“Sì… ecco, cosa devo dire? Io non ho una mamma e ho un solo papà.”

“Non è così grave Melanie, di’ solo la verità.”

“E se gli altri bambini non capiscono?”

Lui le prese le manine tra le sue e le strinse forte, la guardò attentamente negli occhi e le disse:

“Tesoro, la sola cosa che devi sapere è che l’amore è per tutti, tutti possono amare qualcuno, che sia un maschietto o una femminuccia, l’importante è amarsi, volersi bene e rispettarsi, hai capito?”

“Sì, papà.”

“Sei più tranquilla adesso?”

“…posso chiederti un’altra cosa?”

“Certo.”

“E se capita anche a me? Di innamorarmi di un mio amichetto o di una mia amichetta? A te va bene?”

“Ma certo, amore.”

Lei sorrise e lo abbracciò forte, le sue braccine che stringevano forte il suo papà, era così felice di averne uno come lui. E Blaine la strinse di rimando, era contento, non poteva desiderare di meglio, aveva la sua bambina, non voleva altro, era questo l’amore di cui aveva bisogno.

“Andiamo a mangiare, su.”

“Sì, papà.”

La mattina dopo, Blaine attese l’arrivo della sua amica Tina, a cui avrebbe lasciato Melanie; lei avrebbe iniziato la scuola solo la settimana dopo e lui in questo frattempo avrebbe aperto la sua panetteria, qualche giorno prima on line aveva trovato un locale che sarebbe stato perfetto e quel giorno sarebbe andato per visionarlo.
Fecero colazione insieme al tavolo della cucina, lui con la sua tazza di Harry Potter e lei con la sua tazzina di Barbie.
Blaine la osservò, la sua bimba era davvero bella, con quei capelli rossi acconciati con due treccine legate con due fiocchetti rosa, quel pigiamino con le barbie disegnate poi le stava benissimo, e se pensava ai suoi occhietti azzurri, era splendida.

“Perché mi guardi così, papà?”

“Sei bellissima tesoro.”

Lei sorrise imbarazzata abbassando il viso e Blaine poté notare le sue guance leggermente arrossate.

“Smettila papà!”

Lui le prese la manina tra le sue, stringendole forte le sue dita piccole e sottili.

“Ti voglio bene piccola mia.”

“Anche io papà.”

Proprio in quel momento qualcuno busso alla porta, Blaine si alzò e andò ad aprire. Quando aprì si ritrovo la sua Tina con un bel sorriso sulle labbra , vestita con un abito giallo lungo fino al ginocchio e un grazioso cappellino rosa sulla testa.

La baby sitter è arrivata!

“Buongiorno Tina!” le disse lui sporgendosi per poterla baciare sulla guancia sinistra.

Lei lo baciò a sua volta, lo prese a braccetto ed entrarono in casa

“Come stai oggi?”

“Bene, grazie!”

“A che ora devi ritornare?”

“Alle dodici circa, devo solo vedere se il posto va bene e se posso aprire la mia panetteria, i macchinari ci sono già, devo solo osservare se mi ci trovo bene.”

“Allora io e Melanie, restiamo a casa, magari se esce il sole possiamo andare al parco se per te va bene.”

“Grazie mille, che farei senza di te? Sei la migliore amica che potessi meritarmi.”

“Tu lo sei per me, Blaine.”

Si abbracciarono e lui corse a salutare la sua bambina, diede un bacio sulla fronte anche a Tina ed uscì, lei lo salutò ancora una volta con la mano, vedendo come si allontanava, chiuse la porta e tornò da Melanie.
Poggiò la sua borsetta sull’appendi abiti e si avvicinò alla bimba, si sedette proprio vicino a lei e le diede un bacio sui capelli.

“Come sta oggi la mia principessa preferita?”

Melanie si voltò verso di lei con il volto contento adornato da un bel sorriso.

“Bene zia Tina, cosa facciamo oggi?”

“Quello che vuoi amore, ti va se ci vestiamo e andiamo al parco?”

“Sì!”

“Bene.”

Tina si alzò prese entrambe le tazze e le lavò nel lavandino della cucina facendo attenzione a non rompere nulla. Quando finì di pulire e di riordinare tutto, prese per mano Melanie e insieme andarono alla sua stanzetta per scegliere il vestitino adatto per andare al parco.
Entrarono con le mani unite e mentre la piccola si sedeva sul letto in attesa, Tina apriva l’armadio alla ricerca del giusto vestitino.

“Che colore ci mettiamo oggi?”

“Posso chiederti una cosa zia Tina?”

Lei si voltò guardandola con curiosità, prese il primo vestitino rosa su cui l’era caduto l’occhio e la raggiunse sedendosi nel letto vicino a lei.

“Che mi devi dire?”

La bimba si guardò le manine giunte posate sul suo grembo, indecisa se parlare o no del suo dilemma, alla fine decise che zia Tina era la persona adatta a cui chiedere, essendo un’amica del suo papà.

“Zia Tina, tu conoscevi l’altro mio papà?”

“Certo.”

“Com’era? Sai, lo devo descrivere quando andrò alla nuova scuola agli altri bambini, ma se non so com’è , come posso fare?”

“Te lo posso descrivere io, se vuoi.”

“Davvero?”

“Certo … si chiamava James, era un bel ragazzo, con capelli biondi e gli occhi verdi, non era tanto alto, era buono e gentile e amava tanto il tuo papà”

“Era felice?”

“Molto, piccola.”

“E adesso non lo è più, vero? Io non posso bastare?”

Tina le sollevò con due dita il mento, e la guardò attentamente negli occhi.

“Melanie, ascoltami bene, tu sei importantissima per il tuo papà, sei la sua gioia più grande, non devi dimenticarlo mai.”

“Cosa devo dire ai miei nuovi compagni, allora?”

“Che il tuo papà aveva un marito che lo amava molto, e che ognuno deve avere il diritto di amare.”

“Anche papà ha detto la stessa cosa!”

“Visto che aveva ragione?”

“Sì.”

Le due si abbracciarono di slancio e tina strinse forte a se la bimba, le voleva molto bene, da quando Blaine era rimasto solo le era stata molto vicina, voleva tanto che lui ritrovasse l’amore. Melanie era importantissima ma lui aveva bisogno di un compagno e lei voleva e doveva aiutarlo anche per il bene della piccola che stava abbracciando in quel momento.
Quando si separarono, Tina la aiutò ad alzarsi e  la vestì con il vestitino rosa che aveva scelto in precedenza.
Insieme poi uscirono e passarono il resto della mattina al parco e Tina mentre guardava la piccola Melanie pensava che l’amore per il suo amico Blaine era vicino, lei lo sentiva nell’aria, sarebbe presto arrivato.
Quando Blaine arrivò presso l’immobile che avrebbe dovuto ospitare la sua panetteria, rimase molto sorpreso: era un ambiente molto grande con uno spazio enorme per poterci inserire dei piccoli tavolini all’interno, entrò ed esaminò il perimetro, controllò che i forni funzionassero adeguatamente e diede un’occhiata anche ai tubi dell’acqua, sembrava tutto apposto; dando un’occhiata generale in giro si rese conto che avrebbe solo dovuto sistemare il colore delle pareti e dare una pulizia generale, tra se e se pensò che una settimana gli sarebbe bastata per rendere tutto perfetto, poi magari grazie alla sua amica Quinn avrebbe anche potuto organizzare un’inaugurazione decente.
Chiuse l’edificio a chiave e si accorse che il posto dove era situato era molto bello, vicino ad un piccolo parco e con piccole strade collegate, vide anche una scuola elementare in lontananza, davvero perfetto, avrebbe potuto iscrivere là la sua piccola Melanie, così da averla vicino, era davvero contento di aver fatto una buona scelta.
Percorse il piccolo parco e notò le tante panchine che c’erano e le numerose altalene, pensò che ci avrebbe dovuto portare la sua piccola, si sarebbe divertita tanto.
Torno a casa verso l’ora di pranzo, appena aprì la porta e si ritrovò nell’aria un buon odore di dolci appena sfornati. Si levò il cappotto e lo mise nell’appendi abiti.

“Sono tornato!”

Tina sbucò dalla cucina con un grembiule bianco legato in vita

“Eccoti Blaine, bentornato! È andato tutto bene?”

“Sì grazie, tutto perfetto …  Melanie è in camera sua?”

“Sì, sta facendo un riposino, ti posso parlare prima che lei torni per mangiare?”

“Certo.”

Detto questo andò verso la tavola e si sedette, lei lo raggiunse e si mise vicino a lui nella sedia affianco.

“Dimmi tutto.”

“Ecco… forse ho fatto qualcosa che non dovevo fare.”

“Parli di Melanie? È successo qualcosa?”

“No, nulla di grave, solo che…  mi ha chiesto di James, oggi.”

“Oh… e tu che le hai detto?”

“L’essenziale Blaine, ma lei doveva sapere e deve sapere, è convinta che tu non trovi un nuovo fidanzato per colpa sua.”

“Ma non è vero!”

“Io lo so ma lei pensa il contrario, perché non vai a parlarci e chiarite tutto? Nel  mentre io posso prepararti il pranzo.”

“Non disturbarti, tuo marito ti sta aspettando.”

“Non preoccuparti, Mike oggi pranza con Artie tranquillo, su vai.”

“Sei sicura?”

“Certo.” lei rispose lei con un sorriso.

Blaine lo ricambiò e la baciò sulla guancia lievemente.

“Sei la migliore.”

“Anche tu.”

Si alzò e si allontanò, quasi di corsa arrivò alla camera della piccola, prima di entrare bussò delicatamente e lei con la sua piccola vocina lo invitò ad entrare.

“Tesoro, posso entrare?”

“Papà! Sei tornato!”

“Sì piccola mia.”

Lei si alzò dal suo lettino e corse ad abbracciarlo, lui la prese in braccio e la baciò sulla guancia, poi la rimise per terra e prendendole la mano la condusse al suo letto dove la fece sedere.
Giunse presso la scrivania e da uno degli scatoloni prese un vecchio album, che portò con se quando si sedette vicino a lei.

“Vieni qua, ti faccio vedere una cosa.”

“Sì, papà.”

Blaine iniziò a sfogliare l’album, Melanie gli venne vicino e si accoccolò a lui, poggiando la testolina sulla sua spalla.

“Ecco, lo vedi? Questo ragazzo vicino a me? È il tuo papà.”

“Era bello.”

Lui sfiorò la fotografia con un velo di malinconia, c’erano giorni in cui gli mancava da morire, gli mancavano i suoi baci, i suoi abbracci e le sue carezze  ma c’erano giorni in cui stava bene e l’unica cosa che sentiva di fare era prendersi cura della sua bambina.

“Era bellissimo tesoro, si chiamava James.”

“Eravate innamorati come due principi?”

“Sì.”

“Lo siete ancora?”

“È complicato, Melanie.”

“Troverai un altro principe.”

“Non lo so piccola mia.”

Lei abbassò il suo piccolo visino e puntò i suoi occhietti verso le sue manine.

“Papà me la dici una cosa?”

Lui sentì subito che il tono della sua voce era cambiato, poggiò l’album nel letto e si voltò verso di lei, la prese e se la portò sulle ginocchia.

“Dimmi amore.”

“È per colpa mia che non trovi un fidanzato nuovo?”

“No e non pensarlo mai più, se non ho un fidanzato è perché non ne ho bisogno, ho te e tu sei importantissima per me.”

Lei sorrise un poco di più e poi lo guardò negli occhi sollevando il volto tornato sereno.

“Me la fai una promessa papà?”

“Tutto quello che vuoi!”

“Se dovessi incontrare un nuovo principe, ti prego non rinunciare per me, fai come nelle fiabe e combatti per averlo, va bene?”

“Tesoro…”

“Promettimelo.”

Blaine vedendo che Melanie non avrebbe desistito tanto in fretta decise di accontentarla anche se non credeva possibile che ci fosse al mondo un principe per cui combattere, pensò che per la sua piccola un sacrificio lo poteva fare.

“Ok Melanie, te lo prometto.”

Lei lo baciò sulla guancia e lo abbraccio forte, stringendo le sue braccine intorno al suo collo.

“Ti voglio bene papà.”

“Anche io, tanto.”

Si strinsero un pochino più forte e lui le baciò i capelli passandole la mano sulla testa, se la sua bambina credeva che là fuori c’era ancora qualcuno per lui, allora avrebbe fatto un tentativo, se un principe si sarebbe presentato davanti lui, lo avrebbe prima guardato, sorriso e lo avrebbe preso per mano, per non lasciarlo andare via mai.


Note:

Avevo detto che avrei aggiornato martedì prossimo, ma ho avuto tempo e ho scritto il capitolo nuovo, spero che vi piaccia :)

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo due

 
Era in quel freddo mese di marzo che Blaine avrebbe festeggiato l’anniversario dei suoi ventotto anni. La sua era una vita faticosa ma felice, aveva una bambina di sette anni che era la sua gioia e delle amiche importanti che lo avevano aiutato nei momenti più duri della sua vita. E ora era nella sua nuova casa e stava preparando la colazione a sua figlia nella loro cucina. Quel giorno Melanie avrebbe iniziato la scuola, come aveva previsto era stato possibile iscriverla alla scuola elementare vicino al suo panificio, così da poterla andare a prendere quando finiva le lezioni.
Controllò appena il calendario per vedere in che giorno capitava il suo compleanno in modo da poter organizzare una piccola festicciola e quando vedette che il quindici marzo cadeva di domenica, sospirò sollevato. Mancavano solo dieci giorni, ce l’avrebbe di sicuro fatta ad avvisare tutti.
Sentì una porta chiudersi e dei piccoli passettini giungere da lui.

Buongiorno papà”

Amore mio sei sveglia? Non sei ancora pronta? Su va a lavarti, hai bisogno che ti scelga il vestitino e che ti aiuti a vestirti?”

Papà ho sette anni e sono grande.”

Allora principessa dimostramelo.”

Prima devo fare una cosa!”

Melanie si avvicinò a lui, gli fece cenno di abbassarsi e lo baciò delicatamente sulla guancia.

Scusami, volevo solo salutarti per bene.”

Abbracciarla subito fu in quel momento per Blaine la scelta più adatta, stringere a se la sua bambina, era lei la sola che lo rendeva felice, davvero non riusciva ad immaginare che ci potesse essere qualcun altro come lei.
Lei si staccò dalle sue braccia e corse via, avvisandolo che sarebbe tornata presto, e così fu.
Quando lei circa venti minuti dopo ritornò da lui era bellissima con quel suo abitino arancione e la fascia sui capelli del medesimo colore. Fecero colazione insieme e dopo aver preso il suo zainetto e le chiavi della panetteria, uscirono.
Blaine l’accompagnò a piedi alla sua nuova scuola, attraversarono il parco vicino e a mano presa arrivarono davanti l’edificio.

Ecco, questa è la tua scuola tesoro.”

“È così grigia.”

Ti divertirai ne sono sicuro, vuoi che ti accompagni in classe?”

No, faccio da sola.”

Lui s’inginocchiò davanti a lei mettendole le mani sulle sue piccola spalle.

Andrà tutto bene tesoro, se hai problemi, hai il mio numero di cellulare e puoi chiamarmi quando vuoi, va bene?”

Ok papà, allora io vado.” si sporse verso di lui e lo baciò sulla guancia.

Blaine l’abbracciò un’ultima volta e la lasciò andare. La sua bambina era diventata grande e stava iniziando il suo primo anno alla scuola elementare. Si girò e riprese la sua strada verso la panetteria, l’inaugurazione sarebbe stata la settimana prossima come gli aveva detto Quinn, proprio vicino al suo compleanno e tutto doveva essere pronto.
Dall’altra parte della strada un giovane uomo della stessa età stava attraversando sulle strisce pedonali per arrivare in orario al suo posto di lavoro.
Kurt Hummel non arrivava mai in ritardo, nei suoi ventotto anni di vita era sempre arrivato in orario ovunque.
Quando entrò nella scuola, salutò i bidelli e si recò subito nella sua classe, oggi avrebbe dovuto presentare il nuovo compito ai suoi studenti e conoscere la nuova alunna.
Aprì la porta della sua aula e subito ritrovò la serenità al suono di quelle voci che tanto amava, i suoi piccoli studenti.

Buongiorno professor Hummel!”

Lui si voltò verso di loro salutandoli con un sorriso.

Buongiorno a voi.”

Una bambina che non aveva mai visto con i capelli rossi attirò la sua attenzione.

Tu devi essere … ”

“Melanie Anderson, signore.” lo precedette lei prontamente.

Piacere di conoscerti Melanie, benvenuta nella nostra classe!” le disse.

Poggiò la sua borsa sulla cattedra e si levò il cappotto, la bambina notò quanto il suo maestro fosse bello.
Un poco più alto del suo papà, i capelli perfettamente acconciati e un foulard molto colorato al collo: la piccola Melanie era rimasta affascinata.
Quando la bimba guardò i suoi occhi fu completamente rapita, erano di un blu acceso come quello del cielo.
Era bellissimo.
Kurt si sedette alla sua sedia e guardò i suoi alunni.

Bene bambini, salutate la vostra nuova compagna, da oggi farà parte della nostra piccola famiglia … detto questo adesso state attenti che scriverò il compito di questa settimana alla lavagna.”

Si alzò prese un pezzo di gesso dal cassetto e si avviò verso la lavagna, scrisse il suo compito e poi si girò verso i bambini.

Paesaggio primaverile con contorno, voglio che mi disegniate un parco, un prato o una prateria e che ci aggiungiate quello che lo renderebbe completo ai vostri occhi: Tutto chiaro bambini?”

Quando sentì chiaro e forte il loro “sì”, si sedette di nuovo e mentre i bambini eseguivano il loro compito, si lasciò andare a pensieri lontani e voltò il viso verso la finestra.
Adorava guardare i paesaggi, il suo sogno era sempre stato nel campo della moda ma quando non riuscì nel suo intento scoprì che l’arte poteva essere la sua ancora di salvezza, alla fine nelle opere d’arte poteva trovare la stessa bellezza che aveva sempre trovato nei vestiti.
Mentre era perso nei suoi pensieri il suo sguardo cadde sulla nuova alunna, la vide distratta, disattenta e tra le nuvole, con quella matita colorata in bocca pensando a chissà che cosa, tranne che al suo compito.

Melanie perché non svolgi il tuo compito?”

La bambina si accorse di essere stata richiamata e sollevò sorpresa il suo visino.

Io… non so disegnare, maestro.”

La classe sentendo quelle lievi parole scoppiò a ridere, Kurt li zittì con un gesto della mano, non avrebbe mai permesso che si prendessero gioco di lei.

Melanie, il punto non è saper disegnare, devi solo creare quello che ti viene in mente, i tuoi genitori non te lo hanno mai insegnato?”

La bimba abbassò il suo volto, stava quasi per piangere, odiava pensare che lei non era come gli altri, era diversa.
Si rendeva conto che la sua diversità era minima ma spesso ci stava male comunque.

Ho solo il papà.”

Kurt la guardò un momento, decise di essere imparziale anche se sapeva benissimo cosa lei provasse, aveva più o meno la stessa età quando perse sua madre.
Si avvicinò a lei e si abbasso sulle ginocchia pronto a incontrare il suo sguardo.

Capisco benissimo quello che provi, anche io sono senza la mamma, ma ciò non toglie che sei stata disattenta, perciò ti meriti una nota di demerito.
Portala a tuo padre, digli che questo pomeriggio lo voglio vedere per discutere delle tue capacità.”

Lei lo guardò un momento ma decise di non dire nulla, anche se avrebbe tanto voluto rispondergli, ma il suo papà le aveva insegnato che bisognava sempre essere gentili ed educati con chiunque anche se si veniva trattati male o con freddezza.

Va bene, maestro.”

“Brava Melanie.”

Detto questo si alzò e si riavvicinò alla cattedra quando sentì la campanella suonare, si voltò verso i suoi alunni e disse loro che il compito era rimandato alla prossima lezione e di non correre per i corridoi.
Proprio quando tutti i bimbi erano usciti dall’aula, Melanie si avvicinò a lui pronta a prendere la sua nota. Prese il suo diario dallo zainetto e glielo porse.
Lui la guardò prendendoglielo dalle mani, prese la sua penna e scrisse tutto in una delle pagine apposite per le note.

Mi raccomando, fa’ venire tuo padre e che non ricapitino più episodi simili, sono stato chiaro?”

“Sì, maestro.”

Mentre le consegnava il diario la osservò meglio e si accorse che era davvero bella, quei capelli rossi le stavano bene anche se quel vestitino era un pochino pacchiano, lui di sicuro l’avrebbe vestita meglio se fosse stata sua figlia.
La bambina lo salutò e si congedò, Kurt la vide uscire e alla fine si risedette alla sua scrivania, perdendosi ancora una volta nei suoi pensieri.
Aveva sempre voluto dei figli, pensava che con Adam sarebbe stato possibile, ma purtroppo per lui non era stato così.
Si doveva rassegnare, per lui le porte dell’amore erano state già aperte e non avrebbe avuto di certo un’altra possibilità, di questo ne era certo.
Ma si sa il destino è beffardo per tutti e questo Kurt lo scoprirà molto presto.
Quando Melanie raggiunse il cancello della scuola vide la sua simpatica baby sitter che l’aspettava vicino ad un muretto situato li vicino.

“Eccoti qua amore!”

Buongiorno zia Tina.” disse lei tristemente

Tina si abbassò subito sulle ginocchia per poter essere alla sua altezza.

Melanie, perché sei così triste?”

La bimba si portò una manina sulla manica del cappottino che iniziò a tirare

“Mi hanno messo una nota.”

Chi?”

“Il nuovo maestro.”

Il primo giorno?”

Sì.” le rispose lei mogia.

Ti ha messo una nota sul diario, vero?”

Sì e la devo far leggere a papà, ha detto che lo vuole vedere questo pomeriggio.”

Tranquilla che andrà tutto bene!”

La bambina speranzosa si voltò verso di lei e le chiese se poteva dirlo lei al suo papà.

No Melanie, glielo dirai tu. E adesso andiamo che è tardi.”

Tina si sollevò in piedi e poi le prese la mano. Insieme s’incamminarono verso casa dove lei le avrebbe preparato il pranzo in attesa del ritorno di Blaine.
Quando quest’ultimo verso l’ora di pranzo rincasò dalla panetteria, dopo essersi levato e appeso il cappotto, andò subito ad abbracciare la sua bambina seduta sul divano, mentre guardava i cartoni.

Tesoro non saluti il tuo papà?”

La bambina sentendo la sua voce subito si voltò e Blaine poté guardare come i suoi occhietti erano tristi e si sedette vicino a lei.

Cosa è successo piccola mia?”

Melanie si avvicinò a lui per farsi prendere sulle ginocchia.

“È successa una cosa a scuola.”

Lui portò la mano sulla sua guancia per poterla accarezzare e fare in modo di tranquillizzarla almeno un pochino.

I tuoi nuovi compagni ti hanno preso in giro?”

Il maestro di disegno, mi ha sgridato e mi ha messo una nota sul diario, vuole parlare con te questo pomeriggio.”

Una nota il primo giorno?”  gli domandò

Mi dispiace papà.” gli rispose lei sconsolata

Ma no amore mio, va tutto bene.”

Blaine a quel punto la abbracciò forte, le sue forti mani che stringevano quel piccolo corpicino.
Le passò la mano sulla schiena per farla rilassare e cercare di calmarla.

Tranquilla, andrò a parlare con il tuo maestro e cercherò di risolvere tutto va bene?”

Davvero papà?”
 
Certo

Finalmente Blaine poté vedere il sorriso di sua figlia comparire sul suo visino, era una delle cose che la rendeva più bella.
Tina dalla porta della cucina aveva visto tutto e dopo aver sospirato ritornò ai fornelli
per terminare di preparare il pranzo.
Quel pomeriggio Blaine lasciò sua figlia sempre alle cure della sua fidata amica e uscì per andare al colloquio con il nuovo maestro.
Percorse la solita strada a piedi e in poco tempo arrivò all’entrata della scuola. Era molto curioso di conoscere questo insegnante di storia dell’arte, in realtà lui non capiva molto la materia,  però era lo stesso curioso di conoscerlo.
Quando arrivò all’interno dell’edificio chiese dove fosse l’aula dei colloqui con i genitori alla bidella e lei gli indicò una porta in fondo al corridoio, non ci mise molto per arrivare. Appena fu davanti alla porta fece un bel respiro profondo e poi bussò.

Mi scusi, sono il papà di Melanie, il signor Anderson, posso entrare?”

Si accomodi.” sentì dall’interno.

Al primo ascolto gli era sembrata una bella voce, quasi femminile ma non nel senso dispregiativo del termine. Sembrava una bellissima voce, simile a quella di una fata.
Aprì la porta ed entrò. Quando si ritrovò di fronte un giovane uomo che scriveva ad una lavagna, per poco non svenne: le sue ginocchia iniziarono a tremare e dovette tenersi alla maniglia per non cadere. Davanti a lui si destava un angelo, era stupido pensarlo, non aveva più quindici anni, ma in quel momento comprese una bella verità. Si era appena incantato davanti a qualcuno ed era da molto tempo che non capitava, era quasi convinto di non esserne più capace.
Il giovane angelo si voltò verso di lui, portava gli occhiali e i capelli perfettamente acconciati, era vestito con un normale maglioncino bianco e con un paio di pantaloni neri particolarmente stretti che gli fasciavano perfettamente le gambe, ed in cuor suo pensò che erano davvero delle belle gambe.
Ma la cosa che lo colpì maggiormente furono i suoi occhi, se prima aveva pensato che potesse essere un angelo, adesso ne era sicurissimo, un bellissimo angelo con gli occhi blu.

Lei deve essere il signor Anderson.”

Uhm sì, sono io.” rispose lui un pochino impacciato

Venga, si sieda.” gli disse indicando una sedia di fronte a lui.

Blaine lo raggiunse e si sedettero ad un tavolino, l’uno di fronte all’altro.

Io sono Kurt Hummel, l’insegnante di storia dell’arte e disegno di sua figlia.”

Piacere di conoscerla, mia figlia mi ha detto che lei voleva parlarmi.”

Kurt incrociò le braccia al petto e lo guardò con aria severa.

La questione è semplice signor Anderson, sua figlia Melanie è intelligente, ma non si applica. Oggi le ho assegnato un compito e lei non ha fatto nulla di quello che le era stato richiesto. Non credo d’insegnare una materia difficile, ma sua figlia è negata.”

Beh sa, io non sono mai stato bravo in disegno…”

Posso chiederle una cosa?”

Certamente!

Mi è sembrato di capire che sua moglie è morta, non ha una figura femminile che l’aiuti con la bambina? Sa, potrebbe essere una buona idea risposarsi per il bene di Melanie.”

Non credo.” gli rispose Blaine, senza parole.

Scusi se sono stato così franco, è che non vedo molte soluzioni.”

Posso essere schietto anche io, se mi permette?” gli domandò

Dica.”

Prima di tutto, è vero, sono vedovo ma non ho perso una moglie, bensì un marito. Circa sei anni fa.”

Kurt rimase senza parole, non lo credeva possibile ed aveva appena fatto una pessima figura. In cuor suo si stava maledicendo, come aveva potuto fraintendere in quel modo? Anche se adesso, guardandolo bene, l’uomo che aveva di fronte era molto carino, un po’ imbranato. Ma adorabile.
I suoi capelli non erano proprio il massimo ma aveva dei bellissimi occhi, sembravano quasi dorati. Ed indossava un papillon, e quello era davvero grazioso.
Blaine non si accorse di essere stato analizzato e continuò con il suo discorso.

Vede, ho dovuto crescere da solo Melanie, all’inizio è stato difficile ma io amo la mia bambina. E non si deve preoccupare, perché una mia amica si è sempre presa cura di noi.”

Mi dispiace molto per suo marito.”

Sono contento che lei non abbia problemi con queste cose. Sa ci sono tante persone che non capiscono.”

Io non sono come gli altri.”

Lo vedo, lei sembra gentile; ed è molto bello.”

Kurt arrossì leggermente, ma non si lasciò trascinare da quella piccola emozione che stava nascendo nel suo cuore e rimase quasi impassibile.

Grazie è molto gentile e… comunque, penso di avere una soluzione.”

Davvero?” domandò Blaine sollevato.

Faccio delle lezioni di recupero al parco ogni mercoledì per i bambini che come Melanie, sono poco predisposti alla mia materia.”

Sarebbe fantastico.”

Bene, allora faccia venire la bimba al parco per recuperare e le prometto che in pagella avrà un bel voto.”

Blaine senza pensarci avvicinò la mano a quella di Kurt e la strinse d’istinto.

Grazie mille, è molto gentile.”

Kurt rimase sorpreso da quel gesto, era molto tempo che nessuno lo prendeva per mano, per un momento credette di cedere ma alla fine la ritrasse.

Oh... mi scusi, non avrei dovuto. Mi dispiace molto.”

Non mi ha dato fastidio.”

Penso di non aver capito.”

Melanie è proprio sua figlia, lo sa? Le sto dicendo che anche io sono gay, come lei, non mi ha dato fastidio il suo gesto. È che… era molto tempo che nessuno lo faceva.”

Mi scusi ancora, certe volte sono così imbranato!”

Me ne sono accorto.” gli rispose Kurt con un lieve sorriso sul volto.

Adesso è meglio che vada. Allora, ci vediamo mercoledì al parco con Melanie, giusto?”

Giusto signor Anderson, a presto.”

Blaine si alzò in contemporanea con lui e si strinsero la mano, la mano di Kurt era morbida e soffice e aveva una bella stretta.
Si sorrisero, ed anche se la sua risata non era molto accesa, lui non ci fece molto caso.
Quando lo salutò per davvero si incamminò verso la porta e uscì dall’aula; mentre percorreva quel corridoio che lo avrebbe condotto all’uscita della scuola pensò che la sua bambina aveva ragione. Forse era davvero arrivato il suo turno per incontrare la persona giusta. Ma per il momento decise di non pensarci e di agire solo al momento opportuno, qualora sarebbe arrivato.
Nell’aula Kurt se ne stava in piedi davanti alla sua amata finestra a guardare quel pomeriggio andarsene, quel tramonto che stava per arrivare lo stava aiutando a riflettere.
Non poteva innamorarsi, non poteva farlo di nuovo. Era convinto che dopo la fine della sua storia con Adam, il suo tempo per amare era finito. Ma poi era arrivato quell’uomo dai modi gentili che lo avevano stregato. Lui così impassibile si era quasi emozionato al suono della sua voce e ai suoi gesti imbranati.
Sperava davvero di sbagliarsi e di trovare nei suoi amati paesaggi una risposta al suo problema.


Note

Eccoci qua con il nuovo capitolo dove abbiamo conosciuto il nostro Kurt e abbiamo visto il suo incontro con Blaine. Allora vi è piaciuto? io spero tanto di si.
Volevo solo ringraziare le persone che hanno messo la storia tra le preferite, le ricordate e le seguite che sono ben 15, ma grazie mille.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo tre

 
Qualche giorno più tardi l’incontro con il maestro Hummel, Blaine si ritrovò immerso nei preparativi per l’apertura del suo panificio.
Era lì dalla mattina presto, aveva salutato Melanie lasciandola alle cure della cara Tina, ed era uscito.
Stava sistemando gli scaffali e posizionando i tavoli, quando sentì una voce provenire dall’ingresso del locale.

“E così è questo il famoso locale?”

Blaine riconobbe immediatamente la voce della sua amica Quinn, si voltò a guardarla e notò quanto era bella anche quella mattina.
Aveva un vestito rosa lungo fino al ginocchio, indossava delle graziose ballerine rosse con un lieve tacco e i capelli lunghi fino alle spalle.
Si avvicinò subito a lei e l’abbracciò forte andando a baciarla sulla guancia.

“Sono felice che tu sia qua.”

“Anche io.” gli rispose lei, sorridendo.

Si separò da lui e iniziò a dare  un’occhiata in giro, facendo passare le dita sopra i mobili per controllare che fossero puliti dalla polvere, toccando gli scaffali per vedere se fossero solidi e testando le tovaglie dei tavoli per testare se erano soffici al punto giusto.
Quando i suoi occhi si illuminarono per la giusta risposta alle sue domande, si voltò verso di lui con un sorriso sulle labbra.

“È  perfetto, Blaine. Potremo mettere sopra ogni tavolino dei piccoli assaggi, dipingeremo le pareti di un bel giallo pastello e magari potremo appendere anche dei piccoli cartelloni con le immagini degli animali per i bambini e dei fiori per gli adulti, sarebbe davvero perfetto. Non lo pensi anche tu?”

“Io credo che andrà bene e sono sicuro che a Melanie piacerà un sacco la tua idea, Quinn.”

“Ne sono certa! Dai vieni, sediamoci così mi racconti tutte le novità.”

Si sedettero l’uno di fronte all’altra in uno dei tavolini e Quinn subito notò che Blaine era leggermente nervoso.

“Su, dimmi tutto.”

“Come hai fatto a capirlo?”

“Andiamo Blaine, ti conosco da anni.”

“Ma non è nulla di che, con Melanie va sempre tutto bene, lei è la mia gioia, solo che… alcuni giorni fa ho avuto modo di conoscere il suo nuovo maestro e…”

“Ti sei innamorato?”

“Dio Quinn, no! Che dici, ho… solo sentito qualcosa quando gli ho stretto la mano.”

“Blaine, sarebbe anche ora, sei solo da troppo tempo, ti ci vuole una bella storia.” gli disse andando a stringergli la mano.

“Ho paura, Quinn. Io non sono solo, ho la mia piccola.”

“Tesoro, Melanie è una bambina intelligente. E poi chi ti ha detto di iniziare una storia subito? Perché non impari a conoscerlo prima?”

“Sì, così evito di commettere gli stessi errori che feci con James.”

“Vedo che mi hai capito.”

“Già.” rispose lui sorridendo lievemente

Quando lei distolse lo sguardo si controllò l’orologio, vide che era già tardi. Doveva andare via per uno dei suoi tanti impegni.

“Ora devo andare, ci vediamo domani così iniziamo i lavori per l’inaugurazione.”

“Va bene, tesoro.”

Blaine si alzò e la saluto come si deve baciandola su una delle sue guance, la guardò uscire e allontanarsi, poi si richiuse nel suo panificio per gli ultimi ritocchi prima di tornare dalla sua bambina.
Quando ritornò a casa per pranzo non trovò nessuno e mentre aspettava si decise a preparare dei dolcetti, perché era mercoledì e sarebbero iniziate le ripetizioni della piccola, e lui voleva fare bella figura con il suo maestro. Anche se in cuor suo si stava imponendo di non viaggiare troppo con la fantasia, Quinn aveva ragione. Doveva prima conoscerlo bene ed era quello che voleva fare. La scusa dei dolcetti era una buona idea per iniziare.
Entrò subito in cucina e preparò il necessario per fare degli ottimi biscotti, stava pensando che tipo di dolcetto potesse piacere al maestro Hummel. Era strano pensare che ancora non sapeva come si chiamasse, non si erano presentati a dovere. Ma aveva intenzione di rimediare.
Alla fine giunse alla conclusione che ogni mercoledì gli avrebbe mandato dei differenti tipi di dolce tramite Melanie: avrebbe di sicuro indovinato quello giusto.
Quella prima volta  toccò a dei pancake al cioccolato: perché si sapeva, il cioccolato rende più felici e lui ci teneva tanto a vedere il sorriso di quel giovane uomo che l’aveva incantato in un secondo.
Prese una ciotola dalla credenza, un paio di uova dal frigo con del burro e il cioccolato in polvere dalla dispensa. Mise tutto sul tavolo e iniziò la preparazione.
Quando Melanie rientrò, sempre accompagnata dall’affidabile Tina, sentì subito l’odore dei dolci che stavano cuocendo in forno e corse  in cucina.
Suo padre la guardò dal divano del salotto e sorrise. La sua bimba era davvero la migliore cosa che gli potesse capitare. L’amava così tanto.
Tina lo guardò dall’ingresso, si levò il suo cappotto e lo raggiunse.

“Per chi sono quei dolcetti?”

Blaine arrossì immediatamente e non disse nulla, si limitò solo ad abbassare il suo viso dalle gote rosate.

“Dai, dimmi chi hai conosciuto!” gli disse lei eccitata, andandosi a sedere proprio vicino a lui e portandogli un braccio intorno alle spalle.

“Per il maestro di Melanie?” rispose titubante.

“Chi?”

“Il maestro Hummel, Tina; non so ancora come si chiami.” Le disse finalmente alzando il suo volto ancora rosso dall’imbarazzo.

“Ti sei innamorato, Blaine?” gli chiese lei di già emozionata.

“Non dire stupidaggini, è… solo che quando l’ho conosciuto ho sentito qualcosa, non so bene cosa fosse, ma… era come se avessi visto un angelo.”

“Dimmi com’è!”

“Allora… è più alto di me, ma di poco. Ha un bell’aspetto, le gambe lunghe e le braccia muscolose, anche se all’apparenza sembrano sottili. Poi… ha
un bellissimo viso, degli occhi blu meravigliosi. Un sorriso capace di scioglierti come burro al sole, e la sua pelle è così soffice. E…”

“Vi siete toccati?” lo interruppe lei.

“Tina! Abbassa la voce, Melanie è in cucina e potrebbe sentirti.” gli rispose leggermente preoccupato

“Hai detto che ha la pelle soffice.”

“Sì, l’ho notato quando gli ho stretto la mano.”

“Ah, ecco! Mi sembrava troppo strano, di solito per farti arrivare alla prima mossa ce ne vuole di tempo!”

 “Hey! Non essere offensiva, se devo buttarmi di nuovo, sappi che stavolta farò le cose per bene, soprattutto per il bene della mia bambina.”

Tina lo abbracciò affettuosamente e gli lasciò un bacio sulla guancia. Lei sapeva più di tutti quanto Blaine volesse iniziare ad amare di nuovo, sapeva quanti scrupoli si facesse per la sua bambina, per questo era contenta di questa novità.
Certo, avrebbe voluto conoscere questo famoso maestro Hummel per accertarsi che fosse una brava persona, ma ci sarebbe stato di sicuro un momento adatto più avanti, ora come ora era solo molto contenta per il suo migliore amico.

“Sono felice per te Blaine, vedrai che andrà bene.”

“Sì, ne sono certo. Sai Tina, l’ho sentito nel cuore.”

“E allora proviamoci tesoro, ti aiuterò anche io.”

“Davvero?” chiese lei con il volto emozionato.

“Sì! Potremo fare un’uscita a quattro con me e Mike, che dici?”

“Dico che è troppo presto! Però potrei usarla come scusa, va bene?”

“Certo!”

Si abbracciarono ancora una volta e insieme poi raggiunsero Melanie in cucina, che nel frattempo si era levata lo zainetto e li stava aspettando seduta al tavolo leggendo uno dei suoi giornaletti.
Prepararono il pranzo e insieme pranzarono. Dopo che ebbero sistemato e messo in ordine la cucina, Tina li salutò, dando appuntamento ad entrambi per il giorno seguente.
Quando rimasero soli, Blaine prese la bimba in braccio e la baciò dolcemente sulla guancia.

“Tesoro mio, oggi iniziano le ripetizioni, sei emozionata?”

“Papà! Dici davvero?”

“Perché?”

“Io odio il disegno, e non sono brava come gli altri. Perché devo fare delle lezioni in più?”

“Per non prendere un brutto voto in pagella.”

“Uffa.” sbuffò lei.

“Coraggio Melanie, adesso vai a vestirti, dovrai essere la bimba più bella del corso di recupero.”

“Lo faccio solo perché ti voglio bene.”

Blaine sorrise e la bimba corse in camera sua per cambiarsi. Non passò molto tempo, che ritornò con un abitino viola e delle scarpette fuxia che il suo papà le aveva comprato la settimana prima.

“Oh, sei bellissima tesoro.”

“Sei sicuro? Perché mi compri solo vestiti di questi colori?”

“Vedrai quanto piacerai al maestro Hummel!”

La bambina non disse nulla, si avviò in cucina a prendere il suo zainetto senza dire una parole e lui la seguì. Entrarono in cucina, e nel mentre che lei era impegnata a sistemare le sue cose, Blaine tirò fuori i cupcake dal forno e li mise in un piccolo pacchetto di carta.

“Amore, hai per caso un foglietto e una penna?”

“Papà, per chi sono i biscotti?”

“Rispondi alla mia domanda!”

Lei prese dal suo astuccio una penna e strappò una pagina dal suo quaderno per poi porgergliele.

“Ecco qua.”

“Grazie piccola mia.”

Blaine si sedette un momento al tavolo e scrisse il biglietto cercando di adoperare una bella calligrafia.


Questi sono per lei, maestro Hummel. Mi sono permesso di farle questo piccolo regalo. Spero che il cioccolato le piaccia.
Il signor Anderson


Fu molto soddisfatto di quello che aveva scritto, con un bel sorriso piegò il bigliettino e lo inserì nel pacchetto. Restituì la penna alla sua bimba che lo stava guardando accigliata, anche se con un sorriso divertito in volto. A volte il suo papà era tanto imbranato.
Lui finalmente si alzò prendendo in mano il pacchetto e con la sua bimba uscì di casa con un sorriso sulle labbra.
Quando arrivarono al parco, videro che molti bambini erano già arrivati e che erano seduti nelle panchine, Melanie diede un baciò al suo papà per salutarlo ma poco prima che si allontanasse lui la fermò per un braccio.

“Aspetta tesoro! Ecco, puoi dare questo al maestro Hummel da parte mia?”

“Papà, io non voglio fare brutta figura.”

“Perché amore?”

“A volte… sei un po’ imbranato.”

“Allora mi farai questo piccolo favore?”

“Se ti fa felice!” gli rispose lei baciandolo sulla guancia, prese il pacchetto e si allontanò.

Blaine la vide raggiungere gli altri bambini e consegnare il tutto al maestro il quale, appena lo ricevette, si voltò verso di lui.
Si scambiarono solo un piccolo sguardo e gli sorrise gentilmente, fece un cenno con la mano e poi si sedette ad una delle panchine poco lontane dal luogo delle ripetizioni per poter assistere.
Per lui fu bello poter vedere come quell’angelo insegnasse a quei bambini con una tale grazia ma allo stesso tempo con quel tocco di severità.
Vedeva, inoltre, come la sua bambina fosse attenta a tutto quello che lui diceva e come lui le sfiorasse la testa quando faceva una cosa giusta.
Quando la lezione finì, Blaine si alzò in piedi e aspettò che la sua bimba lo raggiungesse. Ma, inaspettatamente, ad andargli incontro fu il maestro Hummel.
Arrivò da lui e si fermò proprio davanti al suo viso. Kurt era molto titubante sul cosa dire a quell’uomo che aveva avuto quel pensiero. Era stato un gesto carino, ma non sapeva interpretarlo molto bene.

“La ringrazio per i dolcetti.”

“Sono dei cupcake al cioccolato, non so se le possano piacere.” rispose Blaine

“È stato molto gentile, ma non doveva disturbarsi. ”

“Sa, io sono un panettiere, e fare dei semplici dolci non mi costa nulla.”

“Sì ma… perché?”

“Posso essere sincero?”

Kurt annuì.

“Quando le ho stretto la mano la scorsa volta, ho sentito qualcosa. Non saprei definirla, ma il mio cuore mi ha suggerito di mettermi all’opera per
qualcosa. Non volevo metterla a disagio, se è così, le chiedo scusa.”

“No, anzi, è stato molto dolce.”

“Pensa che adesso ci possiamo presentare per bene visto che ha accettato il mio piccolo dono?”

Kurt finalmente sorrise, non un sorriso vero, ma uno appena accennato e gli porse la mano destra.

“Io sono Kurt.”

Blaine invece sfoggiò un sorriso meraviglioso e accettò con gioia la sua presa.

“Blaine.”



Note

Eccomi qua con il nuovo capitolo, spero che vi piaccia e volevo ringraziarvi per le 22 seguite, davvero grazie mille :)

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Capitolo quattro

 

Quando quella sera Kurt rientrò nella sua casa ritrovò la sua solita malinconia. Quel posto gli ricordava troppo la sua delusione amorosa, ma non voleva abbandonarlo.
Prima di tutto, non aveva le possibilità economiche per cambiare casa o per lo meno non per il tipo di immobile che desiderava, e in secondo luogo ormai ci era affezionato.
La casa non era molto ampia, era un luogo accogliente e intimo composto da una piccola cucina e un salotto non tanto grande con un divano, una poltrona e alcuni mobili, tra cui una specie di libreria con uno spazio che conteneva una televisione al suo interno. Anche la sua camera da letto era delle stesse dimensioni delle altre stanze: un letto da una piazza e mezzo, un armadio e un comò con uno specchio in una delle pareti. Infine, un bagno leggermente più spazioso degli altri ambienti. Ecco, questa era casa sua: un luogo in cui ogni giorno ritrovava la sua serenità, quella serenità che la sua vita da ventottenne gli rendeva difficile.
Aprì la porta e si levò il cappotto appendendolo nell’appendi abiti vicino all’ingresso e si diresse verso la cucina, poggiò la sua borsa sul tavolo e aprì il frigorifero per prendersi qualcosa da bere. Afferrò il cartone del latte e con l’altra mano dalla credenza prese un bicchiere.
Il latte fresco era la sua medicina dopo il lavoro, aveva sempre adorato quel sapore, gli ricordava tanto la sua infanzia. Quei periodi lontani che passava con suo padre.
Gli mancava molto, lui era sempre stato la sua roccia e quando era morta sua madre lui lo aveva amato come nessuno e Kurt lo aveva sempre ricambiato. Era in quei momenti che pensava che senza di lui non ce l’avrebbe mai fatta, lo aveva accettato e lo avevo aiutato nei momenti più difficili della sua vita.
Si ripromise di andare a trovarlo presto, magari per Natale o per capodanno, si doveva ricordare di chiederlo anche a Rachel. Magari lei e Finn lo avrebbero accompagnato.
Era perso nei suoi pensieri quando il suo sguardo cadde sul piccolo pacchetto che aveva ricevuto quella sera.
Non era interessato nel vero senso della parola, ma doveva ammettere che trovava adorabile quel papà.
Quel pomeriggio aveva visto bene con quanto amore guardasse la sua bambina e con quale premura la salutasse. Anche lui voleva ricevere quel tipo di affetto.
Non era più innamorato di Adam da molto tempo, aveva smesso di amarlo quasi subito dopo che lo aveva lasciato. Voleva semplicemente innamorarsi di nuovo ed essere amato.
Si avvicinò al tavolo e posò il bicchiere delicatamente, e poi aprì il piccolo pacchetto vedendo che conteneva dei dolcetti. Li tirò fuori uno per uno e si accorse che erano dei pancake al cioccolato, non erano di certo i suoi preferiti ma aveva lo stesso apprezzato il gesto di quel giovane padre.
Quando portò uno dei suddetti dolcetti alla bocca rimase senza parole. Erano buonissimi e avevano il giusto sapore, quel tanto di cioccolato che rendeva tutto perfetto.
Quel gusto di cannella gli si sciolse in bocca e poté assaporare a pieno il dolce, arrivando al ripieno fatto di crema di gianduia.
Era talmente assorto in quel nuovo mondo di piacere che non sentì nemmeno il campanello. Se ne accorse solo sentendo ulteriormente qualcuno bussare alla porta con un tocco che non era di certo gentile.
Finì di mangiare il dolcetto leccandosi le dita e si avviò alla porta.
L’aprì e si ritrovò la sua amica Rachel con un’aria accigliata che lo fissava con uno sguardo che ricordava sin troppo bene. Era vestita al solito modo, con un abito verde a fantasia floreale e delle ballerine bordeaux. La conosceva da anni e non si era ancora abituato al suo pessimo gusto nel vestire, ma dopotutto l’amava anche per quello.

“Mi fai entrare?”

Kurt si spostò dall’ingresso facendole un cenno con la mano per farla entrare e lei non se lo fece ripetere due volte, l’oltrepassò ed entrò dentro la casa andando subito a sedersi nel piccolo divano del salotto, stando attenta a non stropicciare il suo vestito nuovo.
Lui la raggiunse e si sedette vicino a lei

“Allora, cosa c’è?Le chiese.

Lei lo guardò stavolta in un modo più apprensivo e gli posò una mano sulla guancia.

“Come stai?”

“Rachel, sto bene.”

“Ma ti vedi allo specchio la mattina? Hai quello sguardo triste da secoli, Kurt.”

“Non è vero.” replicò lui.

“Tesoro, perché non mi dici che cos’hai veramente?”

“Non ho nulla.” Ribatté.

“Non mi mentire! Lo so che pensi ancora a quello stupido di Adam, ma devi svegliarti e farti una vita nuova, là fuori ci sarà qualcuno per te, vedrai. Basta solo cercarlo.”

“Non è per lui…”

“E allora per quale motivo sei sempre così triste?”

“È che… voglio innamorarmi di nuovo.” Ammise, dopo i vari tentativi di evitare il discorso.

Kurt non voleva più mentire a se stesso, ormai era arrivato al limite e non voleva essere triste, sapeva bene che sarebbe stato difficile trovare la persona giusta. Forse quel Blaine sarebbe stato disponibile a tendergli la mano, ma avrebbe voluto accertarsene.
Decise che lo avrebbe accennato a Rachel, che in quel momento lo stava guardando curiosa, giusto per avere un parere sincero da un’amica che gli era sempre stata vicino anche nei momenti più difficili dopo la delusione con il suo ex fidanzato.
Si voltò verso di lei prendendole le mani tra le sue.

“Ti devo dire una cosa.”

Lei lo guardò un momento e nei suoi occhi lesse che era una buona notizia. Era sempre stato così tra di loro, si erano sempre letti nel pensiero; forse anche perché erano simili e affini in tante cose. Erano amici da anni e Rachel sapeva bene come era stato complicato farlo risollevare dopo la rottura del suo fidanzamento. Ricordava bene le sue lacrime e adesso il solo vederlo sorridere era una grande vittoria per lei ed era solo curiosa e ansiosa di sapere il motivo di questa ritrovata gioia.

“Dimmi!” gli rispose lei già contenta.

“Non ti esaltare Rachel, è solo che … oggi mi hanno fatto un regalo.”

“Chi?”

“Uno dei papà dei miei alunni. Di una mia nuova alunna, per la precisione.”

“È carino?” domandò lei eccitata, battendo le mani.

Lui pensò bene a cosa rispondere, era troppo presto per dire che si stava innamorando, ma non poteva negare che lo trovava adorabile e che lo aveva colpito con i suoi gesti semplici e un poco impacciati. Decise allora di risponderle con sincerità.

“Si chiama Blaine, è più basso di me di qualche centimetro, ha gli occhi verdi e i capelli ricci. Ha uno sguardo adorabile, è più robusto di me ma sento che poterlo abbracciare sarebbe meraviglioso.”

“Ti stai innamorando, tesoro? Un amore a prima vista sarebbe la giusta medicina per te.”

“Non correre! Non mi sono innamorato ma, sento qualcosa. Solo, non so cosa sia. Ma se ti può fare contenta, sono intenzionato a scoprirlo anche perché altrimenti non avrei mai accettato i suoi dolcetti.” concluse lui, sorridendo per la prima volta davvero dopo lungo tempo.

“Sono felice per te, Kurt, e spero tanto che tutto questo vada bene. E dimmi, la bimba com’è?”

“Melanie è adorabile come suo padre, sai sarei felice di poterla educare un giorno…”

“Allora speriamo tanto che accada.”

Kurt annuì, poi si alzò in piedi porgendo la sua mano alla sua amica.

“Su vieni che ci facciamo un the, così puoi assaggiare anche tu i dolcetti.

Lei accettò la sua presa e insieme andarono in cucina. Kurt per la prima volta da tanto tempo era contento, non una felicità completa, ma per la prima volta non sentiva quel senso di tristezza che lo opprimeva da tempo. Si sentiva finalmente libero da ogni brutto ricordo. Anche se non sarebbe stato facile, avrebbe promesso di dare una possibilità a quella piccola speranza che si stava affacciando sul suo cuore. Doveva farcela, e ci avrebbe per lo meno provato.
Il giorno dopo Blaine si svegliò nel suo letto e si accorse che vicino a lui era coricata la sua bambina, sicuramente era venuta da lui durante la notte.
Le accarezzò il viso con una mano e lei si svegliò di soprassalto, aprendo i suoi occhietti azzurri. Quando si accorse di dove si trovava, si rilasso e sorrise al suo papà che la guardava amorevolmente.

“Buongiorno amore mio.”

“Buongiorno papà, come sono finita qua?” gli domandò

“Non lo so piccola, forse stanotte hai fatto un brutto sogno.”

La bambina lo abbracciò di colpo, stringendosi a lui.

“Sono fortunata ad avere il mio papà.”

Blaine la strinse di rimando e le baciò dolcemente i capelli, passandole la mano sulla fronte e spostandole i ciuffi rossi dietro l’orecchio.

“Su, adesso alziamoci che oggi è un grande giorno tesoro, inauguriamo il nuovo lavoro di papà, sei contenta?”

“Certo che sì, sono contentissima!” rispose lei.

Blaine le sorrise teneramente, era fortunato ad avere la sua bimba. Era la sua forza, quel qualcosa che lo faceva andare avanti ogni giorno; e da qualche tempo c’era anche un’altra persona che lo faceva stare bene, ma si era ripromesso di non farsi grandi progetti. Questa volta avrebbe vissuto tutto giorno dopo giorno.
Abbracciò di nuovo la sua bambina pensando che quel giorno sarebbe stato davvero faticoso, ma a fine giornata di sicuro avrebbe fatto un altro piccolo passo nel costruire la sua nuova vita.
Quella mattina volò in fretta. Dopo aver accompagnato Melanie a scuola, si diresse al panificio dove Tina e Quinn lo stavano aspettando per iniziare i preparativi di quella tanto aspettata inaugurazione.
Quando arrivò, saluto le due ragazze con un bacio sulla guancia e prese per mano entrambe ed insieme entrarono nel locale

“Allora, è tutto pronto?” domandò lui eccitato.

Quinn si staccò da lui e iniziò a passare le mani su tutte le pareti guardando ammirata ogni disegno e ogni figura.

“Sì Blaine, tranquillo. È tutto pronto, adesso sistemiamo le tovaglie e poi puoi iniziare a preparare gli assaggi. Va bene?”

“Lascia Blaine, ci penso io alle tovaglie. Tu vai a cucinare.” Intervenne Tina prontamente, lasciando la mano del suo amico.

“Ok ragazze, io vado. Mi raccomando, mi fido di voi.”

Dopo di che, lui le lasciò da sole nella sala principale e raggiunse la cucina, dove si sfilò il cappotto che poggiò su una delle sedie. E poi andò a prendere il suo grembiule da cucina che era in uno dei cassetti della credenza posta alla sua destra.
Passò le prossime due ore a cucinare ogni tipo di dolcetto, dal Cheescake al limone
ai diversi tipi di muffin alla vaniglia; dai pancakes con sciroppo d'acero ai muffin con i frutti di bosco e con le more.
Quando finì anche l’ultimo dolcetto, si poté ritenere soddisfatto e decise di poter iniziare a preparare le ultime cose.
Per l’inaugurazione pensò di cucinare un solo tipo di pane, la sua specialità segreta: “Il pane alla Blaine”.
Il tempo quasi volò dalle sue mani durante l’impastò, perché non si accorse di quanto le lancette girassero in fretta.
Se ne rese conto solo quando le sue due amiche vennero a chiamarlo per avvertirlo che era tutto pronto.

“Hai finito, Blaine?”

Lui si voltò verso di loro con il viso sporco di farina ed un sorriso radioso in volto: finalmente era soddisfatto di aver portato a termine le sue piccole creazioni.

“Sì ragazze, lasciatemi pulire un momento che non sono proprio presentabile.”

“Ok, allora io vado a prendere Melanie a scuola e poi torniamo qua.” Disse Tina, infilandosi la sua giacca rosa pastello.

Blaine le sorrise. Si pulì il viso con uno strofinaccio e andò a salutarla.
Quando Tina uscì dalla porta principale, lui rimase solo con Quinn.

“Allora, sei emozionato?”

“Moltissimo tesoro, sto davvero iniziando una nuova vita. O per lo meno, adesso è completa.”

Lei lo raggiunse e lo abbracciò forte.

“Sono così fiera di te! Sono felicissima anche per la tua bambina e per il fatto che tu stia ritornando ad amare.”

“Grazie mille, Quinn.” le rispose lui stringendola più forte a se.

Quella giornata si era rivelata esattamente come Blaine se l’era immaginata, era stato tutto perfetto e tutto era andato nel migliore dei modi.
Era venuta molta gente per essere l’inaugurazione di una piccola panetteria e ognuno dei bambini aveva apprezzato ogni dolcetto come ogni adulto aveva lodato la particolarità dell’ambiente.
Ognuno dei presenti, inoltre, era stato gentile con Blaine, che a sua volta si era comportato in maniera cordiale ed educata. Almeno, a detta della sua amica Quinn, che era rimasta molto soddisfatta di come si era svolto l’evento.
Ma l’attrazione della serata era stata la piccola Melanie che, incitata dal padre, aveva intonato una piccola canzone per intrattenere gli ospiti. Grazie a questo espediente, poté inoltre dimostrargli quanto volesse bene e tenesse a lui.

Agli occhi di Blaine, la sua bimba era stata bravissima. Aveva cantato una perfetta versione di “Be Our Guest”intrattenendo il pubblico anche con qualche piccolo passo di danza.

Era stata una serata magica. Quando tutti i nuovi clienti di Blaine lasciarono il locale, lui stesso finì di ripulire tutto aiutato dai suoi amici.

Li salutò uno ad uno, ringraziando specialmente Quinn e Tina, che lo avevano aiutato molto; diede poi un abbraccio a Mike ed Artie, che erano venuti a dargli coraggio e man forte.

Era infine rimasto solo con la sua bambina, chiuse il locale e insieme si diressero verso casa.

Durante il tragitto Blaine si accorse che Melanie era stanca e stava camminando con gli occhi chiusi. Per questo, guardandola intenerito, la prese in braccio per farla riposare sulle sue spalle.

Mentre si stava dirigendo nella strada che li avrebbe portati alla loro casa, notò una presenza familiare seduta in una delle panchine del parco dove stava passando per raggiungere la sua strada.

Pensò di avvicinarsi per accertarsi che non fosse diventato pazzo e che non avesse le visioni.

Così, con la sua bambina stretta a se, percorse quei pochi passi che lo separavano dalla persona misteriosa. Quando si trovò a due passi da lui, non ebbe dubbi. E non li ebbe soprattutto quando due occhi azzurri lo fissarono sorpresi.

“Kurt! Sapevo fossi tu.”

Lui lo guardò indeciso se rispondere o meno, ma aveva promesso a Rachel che avrebbe provato e decise per una volta di lasciarsi andare.

“Buonasera Blaine, come mai in giro a quest’ora? ”

Quest’ultimo non rispose. Fece scendere la bambina dalle sue braccia e ,sedendosi vicino a Kurt, la riprese stringendola a se.

“Ho inaugurato la mia panetteria, stasera.” gli rispose, voltandosi verso di lui.

“Non lo sapevo. Auguri, allora.”

“Grazie!” gli disse Blaine, arrossendo leggermente.

Kurt notò quel piccolo cambiamento nel suo viso, ma non disse nulla. Si limitò ad attendere la sua prossima mossa.

“E tu come mai qua al parco ad un’ora così tarda?”

“Avevo voglia di uscire, e venire qua a guardare le stelle mi sembrava una buona idea.”

“Già… hai ragione.”

Blaine alzò gli occhi al cielo per guardare le stelle, e Kurt, accanto a lui, pensò che il suo profilo fosse davvero bello. Guardare quel viso gli fece pensare che sarebbe stato magico potergli baciare quella guancia, un pochino ruvida ma sicuramente molto soffice.

In cuor suo si maledisse per quel pensiero inopportuno, e decise di conoscerlo un po’ meglio. Per quella volta si buttò.

“Ti manca mai tuo marito?”

Blaine si voltò verso di lui per accertarsi di aver capito bene. Quando lesse nei suoi occhi che aveva capito bene, decise di aprirsi. Se doveva iniziare una nuova storia, tanto valeva essere sinceri. Si voltò verso quel cielo blu e iniziò il suo racconto.

“Mi manca molto, in realtà. Io e James amavamo molto andare a fare delle lunghe passeggiate la sera, ci piaceva sentire quella brezza fresca che ti investe nelle serate estive e quel freddo oscuro che ti fa compagnia in inverno. Mi mancano i suoi abbracci e i suoi baci, anche se da po’… ho deciso che è tempo di ricominciare.”

Blaine finalmente lo guardò negli occhi e cercò di trasmettere a Kurt una piccola parte di quel nuovo sentimento che provava per lui.

Kurt a sua volta lo osservò meglio e si rese conto che si specchiava perfettamente in quegli occhi dorati, e che sapeva di poter leggere nel suo cuore proprio attraverso quelle luci color nocciola.

Non si dissero nessuna parola a partire a quel momento, continuarono a guardarsi e a perdersi nei loro sguardi.

Blaine in un modo strano sapeva che il ragazzo dagli occhi azzurri e la pelle diafana davanti a lui poteva essere il principe di cui la sua bimba spesso gli parlava.

E Kurt invece aveva capito subito che quel papà tanto impacciato quanto adorabile poteva cambiare la sua vita, e poteva dopo tanto renderla di nuovo magica.

Entrambi sapevano che ci sarebbe voluto del tempo, ma erano disposti ad aspettare anche perché dopotutto per il vero amore si può attendere anche all’infinito.

Quando si voltarono per guardare quel cielo stellato in cuor loro sapevano che era tornato quel tanto atteso tempo per amare, e che da quel momento in poi sarebbe iniziato un periodo di gioia.

Dovevano solo provarci e lasciarsi andare e nei loro cuori loro due sapevano che erano pronti e che il nuovo destino si poteva finalmente scrivere.

 

Note:

Eccomi qua puntuale con il nuovo capitolo, siete contenti? :) Vi sarete di certo accorti che in questo capitolo abbiamo avuto una piccola svolta, spero che l'abbiate colta tutti, e infine vorrei tanto ringraziare la mia preziosa beta, le 8 preferite e le tante 26 seguite. Grazie.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Capitolo cinque

 

Alcuni giorni dopo la sua inaugurazione, Blaine se ne stava nel suo panificio preparando tutto quello che occorreva per la vera apertura del locale, che ci sarebbe stata solo qualche giorno più tardi.

Quando si accorse che era già l’ora di pranzo si sistemò un momento e dopo aver messo in ordine tutto quanto, uscì dal negozio stando bene attento a chiudere tutto a chiave.

Prima di ritornare a casa, passò dal fioraio e acquistò un mazzetto di Bucaneve per Kurt: oggi ci sarebbe stato il secondo giorno di ripetizione della sua bambina e con il secondo pacchetto di dolcetti voleva mandargli un piccolo pensiero della sua amicizia, anche se in cuor suo sapeva che poteva diventare in poco tempo qualcosa di più profondo. Tanto simile all’amore se non di più, e a lui questa cosa piaceva tanto; la sua bimba aveva ragione, bisognava solo crederci.

Ritornò a casa e trovo la sua Melanie seduta al tavolo della cucina intenta a chiacchierare con la sua amata baby sitter.

Si levò il cappotto e lo appese nel solito posto e poi le raggiunse.

Senza farsi scoprire lasciò un bacio sulla guancia della sua bimba e l’abbracciò da dietro sussurrandole all’orecchio quanto le era mancata in quelle poche ore.

“Anche tu mi sei mancato papà.”

“Com’è andata oggi a scuola?”

“Tutto bene, sai ho una nuova amichetta!” gli disse, voltandosi verso di lui con un sorriso felice.

“Davvero?” le domandò con il medesimo sorriso in volto.

“Sì, si chiama Ashley, ed è tanto simpatica. Anche le sue amiche lo sono, ma lei è più brava.”

Lui le sorrise ancora andando ad accarezzarle la testolina. Gli piaceva molto vedere la sua bambina sorridente, perché se lei era contenta lo era anche lui. Dopotutto, lei era la sua gioia più grande.

“Amore forse è meglio che vai a cambiarti per pranzo, non vorrai sporcarti tutto il vestitino!”

Lei si guardò un momento e poi si accorse che il suo papà forse aveva ragione, si alzò dalla sedia e, dopo averlo baciato sulla guancia, lasciò la cucina e raggiunse la sua cameretta.

Nel mentre Tina che aveva guardato tutta la scena in disparte, si avvicinò a Blaine e lo salutò adeguatamente, abbracciandolo.

“Come stai oggi?”

“Sto bene Tina e smettila di chiedermelo, ormai la tristezza che intendi tu è finita.”

“Ci siamo dichiarati allora?” domandò lei con un sorriso malizioso in volto

Lui arrossì e negò immediatamente.

“Non dire sciocchezze, ma…”

“Ma cosa?”

“Ieri mentre tornavo dall’inaugurazione insieme a Melanie, siamo passati dal parco e lui era lì.”

“Vi siete parlati?”

“È stato bello Tina, abbiamo parlato e poi c’è stato un momento dove ci siamo guardati e… non lo so, è stato magico.”

Lei lo abbracciò di slancio e lo baciò sulla fronte poggiandogli le mani sulle guance.

“Sono felice per te Blaine, so che ci vorrà tempo, ma adesso tutto è possibile! No?”

“Sì, ora c’è una piccola possibilità che tutto possa accadere.”

“E allora cosa vogliamo fare per conquistarlo?”

Lui si separò da lei e andò a sedersi su una delle sedie e la invitò a fare lo stesso.

“Io ho un’idea. In realtà, ho già iniziato.”

Lei lo raggiunse sedendosi di fronte a lui.

“Parli della storia dei dolcetti?”

“Beh, ho pensato che posso conquistarlo così. Credi che sia una cattiva idea?”

“Magari per l’anno prossimo! Vuoi che ti dia io una bella idea?”

“Certo Tina. Mi fido di te, lo sai.”

“Lo sai che oggi Mike e Artie debuttano?”

“Debuttano dove?”

“Sai, hanno una piccola band che oggi debutta in un locale del centro, un piano bar e beh… potresti invitare Kurt per assistere e sai, magari bevendo qualcosa ti sciogli un pochino.”

“Aspetta tesoro non correre, prima di tutto: Mike e Artie hanno una band?”

“Sì, l’hanno formata negli ultimi mesi e si chiamano ‘Fightersfire’.”

“Bene, e poi come lo invito Kurt? Non pensi che sia troppo presto? Neanche so se nascerà qualcosa, e lo invito così?”

“Tesoro mio, almeno proviamoci. Se va male sarà stata colpa del destino.”

“Sì, ma Tina, io non lo so. È passato così tanto tempo da quando ho invitato un uomo ad uscire. E se poi dovesse accadere che dice sì, ho paura di non essere all’altezza delle sue aspettative.”

“Fermati un momento tesoro, io non ti sto dicendo di andarci a letto subito…”

“Ma cosa dic-”

“Fammi finire… sto solo dicendo che dovresti lasciarti andare e provare a vedere se vale la pena tentare.”

Blaine ci pensò un momento e decise che tanto valeva rischiare, anche se comunque i dolcetti glieli avrebbe regalati lo stesso.

“Va bene facciamo come vuoi tu, lo inviterò oggi quando accompagno Melanie al suo corso. Però i dolcetti glieli do lo stesso. E pensa, ho comprato anche dei fiori.” gli disse, sollevando il suo viso e guardandola felice.

“Benissimo! Allora io ti lascio il volantino dello spettacolo e…” gli disse levando dalla tasca del suo vestito un piccolo foglio piegato.

“Ci vediamo lì al locale verso le dieci, ok?”

Lui fissò il foglio che aveva aperto per poterlo leggere e lesse attentamente ogni riga, e poi parlò ad alta voce senza pensarci.

“Speriamo che accetti.”

Lei lo guardò amorevole andando a posare una mano sulla sua

“Accetterà Blaine, abbi fiducia.”

Dopo avergli sorriso ancora una volta lei si alzò, si sistemò meglio il vestito e prese la sua giacchetta appesa sulla sedia. Lo salutò con un dolce bacio sulla guancia.

“Il pranzo è in forno, io vado che Mike mi aspetta. Ci vediamo stasera e in bocca al lupo.”

Blaine la salutò di rimando e la lasciò andare; quando uscì dalla porta fece un respiro profondo e pensò che davvero poteva nascere qualcosa tra lui e Kurt.

Aveva solo paura che lui dicesse no, non lo avrebbe di certo sopportato. Per una volta che stava riprovando ad amare, voleva con tutto il cuore che tutto andasse bene. Ci sperava davvero tanto.

Era talmente assorto nei suoi pensieri che non si accorse che la sua bambina lo aveva raggiunto e che lo stava guardando preoccupata.

“Papà che cosa c’è?”

“Nulla amore, vieni qua.” le disse, facendole cenno di venire a sedersi sulle sue ginocchia.

Lei lo raggiunse senza capire, ma si sedette lo stesso portando le sue braccia intorno al suo collo.

“Perché sei triste?”

“Non sono triste, sono solo pensieroso.”

“C’entra il maestro Hummel, vero?”

“Perché dici così piccola?”

“Lui ti piace, vero?”

“Ancora non lo so bene, ma se davvero mi piacesse, a te dispiacerebbe?”

Lei lo guardò un momento, lo baciò sulla guancia e gli sorrise.

“No papà, io voglio solo che tu sia felice e forse… è lui il tuo principe.”

“Speriamo.” le rispose, abbracciandola stretta.

Era davvero fortunato ad averla, ad avere quel piccolo sostegno che gli rendeva la vita migliore.

Melanie era una bambina intelligente, sveglia e così dolce e adorabile, era capace di farti sorridere anche nei momenti più duri. E lui era felice di avere avuto quell’occasione quando lei era entrata nella sua vita.

“Bene, adesso abbiamo un compito da fare.” le disse, alzandosi e facendola scendere dal suo grembo.

“Quale compito?” gli domandò lei, curiosa.

“Dobbiamo preparare i dolcetti per il tuo maestro.”

“Davvero? Cosa prepariamo papà?”

“Ciambelle amore mio.” gli rispose, andando a prenderla per mano.

Andarono verso la credenza dove lui levò un piccolo grembiule da cucina, che legò alla vita della sua bambina. Poi ne prese uno anche per lui.

Passarono le ore successive a preparare delle ciambelle glassate con uno zucchero rosa.

Si erano divertiti molto durante la preparazione, Blaine era felice che la sua bimba amasse quel genere di cose. Era talmente estasiato di vederla ridere quando si sporcava di farina o quando di nascosto assaggiava un po’di glassa.

Era soprattutto contento che la sua bimba avesse accettato cosi in fretta l’idea che qualcun altro potesse entrare a far parte delle loro vite.

Sì, si continuava a ripetere che ci sarebbe voluto del tempo per poter realizzare tutto questo, ma dentro di se lui lo sapeva. Era sicuro che Kurt fosse la persona giusta per lui e per la sua bambina, sarebbe stato un papà meraviglioso e un marito bellissimo.

Era conscio nella sua mente che stava sognando davvero in grande, ma alla fine se uno deve sognare deve farlo per bene. Di questo Blaine era certo.

Ed ora eccoli qua. Di fronte alla porta d’ingresso in attesa di uscire per recarsi al secondo pomeriggio di ripetizioni, dove Melanie avrebbe imparato qualcosa di più sulla storia dell’arte e lui avrebbe cercato di trovare il modo di invitare Kurt quella sera. Con in mano il secondo pacchetto di dolcetti e dei piccoli bucaneve bianchi che era sicuro gli sarebbero piaciuti.

In poco tempo arrivarono al parco dove si sarebbe tenuta la lezione e Blaine vide già in lontananza una figura che in poco tempo aveva imparato a conoscere.

Oggi era anche più bello, indossava dei jeans blu e una camicia bianca con un foulard al collo, ed aveva i capelli sempre acconciati divinamente.

Agli occhi di Blaine era davvero bellissimo e non vedeva l’ora che si voltasse verso di loro per poterlo guardare e perdersi in quel blu meraviglioso delle sue iridi. Quando accadde, dovette tenersi stretto alla mano della sua bambina per non cadere come una pera cotta. Melanie, che era più sveglia di lui, aveva già capito tutto e - stringendogli più forte la mano - si avvicinò a lui e lo baciò sulla guancia.

“Papà andrà tutto bene, vedrai.”

Lui le sorrise speranzoso perché sapeva che la sua piccola aveva ragione, si trattava solo di crederci.

Kurt si avvicinò a loro e, dopo aver salutato la bimba, le disse di raggiungere gli altri. Guardò anche quell’adorabile papà che si destava di fronte a lui, quel giorno sembrava anche più imbranato del solito ed è proprio questa cosa che gli piaceva di lui.

Blaine si destò dal suo incantesimo e dopo aver balbettato un ciao, finalmente gli parlò.

“Ti ho portato questi.” gli disse, porgendogli un piccolo pacchetto.

“Grazie!” gli rispose lui, accettando quel piccolo dono.

“Sono ciambelle! Le abbiamo fatte io e Melanie, spero che ti piacciano.”

“Sono sicuro che saranno buonissime.” gli rispose sorridendo lievemente

“Ed ho anche questi per te, ma… solo da parte mia.” Disse, esitando un istante.

Kurt rimase qualche secondo con la bocca aperta per la sorpresa, si aspettava i dolcetti ma non si aspettava quelli, un piccolo mazzetto di bucaneve. Nessuno sapeva che erano i suoi fiori preferiti, solo le sue amiche e la sua famiglia ne erano al corrente e non si spiegava come quel dolce papà avesse indovinato. Allungò le mani e li accettò portandoseli al naso per sentirne il profumo.

“Come hai fatto ad indovinare?”

“Perché?” domandò Blaine, curioso.

“Sono i miei fiori preferiti.”

“Non lo sapevo!” gli rispose ingenuamente.

“Quando sono andato dal fioraio per scegliere i fiori da portarti, i miei occhi sono caduti su di loro. Guardandoli mi hanno fatto pensare a te, tutto qua.” Continuò.

“Perché?”

“Il bianco mi fa pensare a te. La prima volta che ti ho visto ho pensato subito che tu fossi come un angelo.” gli disse, abbassando il suo viso per l’imbarazzo.

“Non me lo avevano mai detto.”

“Scusami…”

“Non scusarti, adesso è meglio che raggiunga i bambini.”

“Posso aspettare che finisca la lezione? Ti devo dire una cosa e forse è meglio che mi prepari.”

Kurt gli sorrise e annuì alla sua richiesta, strinse forte al petto i suoi regali e lo salutò raggiungendo i suoi alunni.

Blaine respirò a fondo e si sedette ad una panchina lì vicino attendendo la fine della lezione.

Guardò quel giovane uomo di cui si stava innamorando mentre insegnava a quei bambini, come comunicasse con loro, come sapesse rendere tutto più divertente e magico anche solo muovendo le dita.

Vide lo sguardo di sua figlia che non era mai stato tanto incantato come lo era in quel momento, aveva i suoi occhi blu aperti e curiosi a quella novità.

Non si perse nemmeno un istante di quella lezione ne tanto meno ogni singolo movimento di Kurt. Stette attento ad ogni suo sorriso, ad ogni sua risata. Era intenzionato a registrare tutto nella sua mente , tutto riguardo quell’angelo che a poco a poco gli stava rubando il cuore. E lui sarebbe stato onorato di porgerlo in quelle mani.

Sì, era davvero sicuro. Lui poteva essere quello giusto, si trattava solo di scoprirlo.

Quando quell’ora passò, la lezione giunse al termine e tutti i bambini - chi con i loro genitori, chi da soli - lasciarono il parco.

In lontananza vide che Melanie stava parlando con la sua nuova amichetta, e decise di approfittare dell’occasione per invitare Kurt ad uscire quella sera.

E tra se e se pensò che non era un’uscita vera, ma solo un invito. E doveva stare bene attento a fare la differenza, anche perché si era detto un passo alla volta.

Si avvicinò a lui lentamente, lo raggiunse al tavolo dove stava raccogliendo tutto il suo materiale e tra le tante cose vide anche i suoi regali. Sorrise nel vedere che li stava riponendo con cura nella sua borsa, segno che ci aveva tenuto sin dall’inizio e lui di questo poteva anche gioirne.

“Eccomi.”

“Oh, eccoti. Cosa dovevi dirmi?” gli disse, voltandosi verso di lui.

Si guardarono negli occhi un piccolo attimo. Non sapevano perché, ma entrambi erano consci che nei loro sguardi si potevano perdere. Quei colori che mischiati creavano delle sfumature sublimi.

“Volevo domandarti una cosa.”

“Dimmi.”

“La mia amica Tina, ecco suo marito ha… una band. Ed oggi fanno un concerto, t-ti andrebbe di venire con me?” Gli disse, balbettando leggermente e con un imbarazzo tale da fare invidia ad un liceale.

Kurt lo guardò e sorrise, era davvero imbranato ma lui adorava vederlo in quelle condizioni solo per lui. Si sentiva lusingato ed era davvero troppo tempo che nessuno lo corteggiava. Da quando aveva deciso di andare avanti e abbandonare la tristezza, quel papà lo rendeva ancora più felice.

“Mi farebbe davvero piacere. Amo la musica, e poi… non sarebbe un vero e proprio appuntamento.”

“Allora verrai?” chiese speranzoso.

“Sì, verrò.”

“Oh, bene. Sono contento! Ero convinto mi dicessi di no.”

“E perché?”                                                                 

“Sei talmente bello… chissà quanti inviti ricevi. Io… pensavo di non essere all’altezza.”

“Le situazioni non sono tra le più rosee per me, ma sono felice che mi reputi bello.”

“Sei bellissimo.” gli disse, guardandolo attentamente negli occhi.

E Kurt ci credette, era strano; si conoscevano da poco, ma lui sapeva che stava dicendo la verità. Che era onesto e che non stava dicendo una cosa tanto per mettersi in mostra.

“Adesso è meglio che raggiunga Melanie.” gli disse, voltandosi per raggiungere la sua bambina.

“Oh aspetta, Blaine.” gli disse lui, fermandolo per il polso.

E poi accadde una cosa strana. Lui si voltò e Kurt vide che stava piangendo. Che alcune lacrime stavano solcando il suo viso e non sapeva perché.

Dal canto suo, Blaine era scoppiato in un pianto silenzioso, ma erano lacrime di gioia. Si era emozionato a tal punto perché era da tanto che nessuno pronunciava il suo nome in quel modo, con quel tono nella voce. Sì, c’erano i suoi amici, ma qua si parlava di un futuro compagno, era una cosa diversa.

“Ho fatto qualcosa di sbagliato?” gli domandò Kurt, preoccupato.

“Hai solo detto ‘Blaine’… era da molto che nessuno lo pronunciava in quel modo.”

“Solo questo?”

“Tu non capisci Kurt. Sono tanti anni che sono da solo, non mi sono più innamorato da James, e poi sei arrivato tu. E lo so che sto straparlando, ma tu conti qualcosa e sentirti dire il mio nome mi ha fatto emozionare. Suona bene con il suono della tua voce, lo sai?”

“Blaine, piangerai ogni volta che dirò il tuo nome? Perché se tra di noi nascerà qualcosa, la cosa diventerà un po’ ridicola.”

“Mi lascerai se accadesse?”

“Certo che no,” gli confermò lui con un sorriso fermo sul volto

“Bene, allora… io vado.”

“Blaine, aspetta.”

“Sono qua.”

“Ci vediamo qua al parco?”

“Sì, ti vengo a prendere qua alle nove e mezza. Va bene?”

“Perfetto.”

“Posso fare una cosa, Kurt?”

“Che vuoi fare?”

“Vorrei salutarti, ma baciarti la guancia è un po’ prematuro e la fronte non mi sembra il caso quindi pensavo…”

Blaine non proseguì la frase, anzi, sollevò le loro mani e baciò la sua, con un tocco delicato delle sue labbra.

In quel gesto così semplice e naturale, il cuore di Kurt perse un battito. Forse, in quel momento, aveva compreso che le porte del suo cuore si erano definitivamente aperte a quell’uomo tanto dolce quanto bello che gli faceva la corte.

Si salutarono e si diedero appuntamento a quella sera. Kurt lo vide allontanarsi con il volto felice e, toccandosi le labbra, si accorse che anche lui aveva il medesimo aspetto.

Finalmente sul suo volto era tornata la felicità.


Note

Eccoci qua, scusatemi per il ritardo di qualche ora e allora qua come vedete Blaine fa il primo passo, fatemi sapere se vi è piaciuto il suo gesto, perchè a me è piaciuto molto, poi volevo anche ringraziare le 26 seguite e le 10 preferite e OVVIO la mia favolosa beta Annie, che è sempre tanto gentile con me :)

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Capitolo sei
 

Blaine se ne stava davanti allo specchio a fissare l’ennesimo papillon. Sarà stato il sesto che si stava provando da almeno mezz’ora e che non riusciva a decidersi.
Quella sera ci sarebbe stata la sua prima uscita con Kurt, non era una serata che avrebbero passato da soli certo, ma era sempre un appuntamento.
Voleva fare bella figura, voleva apparire al meglio e cercare di essere meno imbranato del solito.
Per questa uscita aveva scelto un abbigliamento semplice: un paio di pantaloni neri corti alle caviglie, una camicia bianca che aveva indossato sotto al suo nuovo maglioncino verde scuro e dei mocassini. La ciliegina sulla torta sarebbe stato uno dei suoi papillon al collo, il suo marchio di fabbrica, peccato che ne aveva talmente tanti che non sapeva proprio quale indossare.
Alla fine, dopo una difficile scelta, aveva optato per sei colori differenti: quello color argento che aveva comprato circa cinque anni prima per un matrimonio a cui era stato costretto ad andare; uno di colore viola con dei puntini gialli che gli era stato regalato dalla sua amica sugar -compagna di classe al liceo- per Natale; quello azzurro con sfumature bianche regalatogli dalla sua bambina l’ultimo natale passato; quello rosso comprato al mercato la settimana scorsa; quello bianco con i pois rossi acquistato il mese di gennaio e quello verde scuro che Tina gli aveva regalato per il suo scorso compleanno.
Non sapeva proprio quale scegliere, voleva sorprendere Kurt, voleva farlo rimanere a bocca aperta e sapeva che non aveva molte armi a sua disposizione per farlo, per cui doveva ricorrere ai mezzi che aveva disponibili.
La sua bimba entrò nella sua stanza per controllare che tutto procedesse al meglio, la sua baby sitter di quella sera sarebbe stata la loro vicina di casa e lei la stava ancora aspettando.
Vide che il suo papà continuava a fissare un punto indefinito sul letto e lo raggiunse, decisa a scoprire il perché di quel suo muso pensieroso.

“Tutto bene papà?” gli domandò.

Blaine si voltò verso di lei e le sorrise

“Oh, ciao piccola mia. Tutto bene, è che non riesco a scegliere il papillon da indossare questa sera, ti va di aiutarmi?”

La bambina annuì e si mise vicino a lui, prendendo tra le mani ad uno ad uno i famigerati sei papillon che aveva scelto.

“Quale avevi in mente?”

“Quello argento” rispose Blaine, prendendolo dalle sue mani e portandoselo al collo per vedere come poteva stare.

La bambina lo guardò dubbiosa.

“Sei sicuro papà?”

“Sì, certo. Vedrai come lo stupirò con questo addosso.”

“Secondo me fuggirà via.” gli disse lei sorridendo

“Ma no vedrai, il tuo papà oggi farà colpo!”

“Posso scegliertene uno io?”

Blaine annuì e la bimba guardò ancora una volta i sei papillon davanti a lei e scelse quello più carino ai suoi occhi e anche il meno vistoso: quello bianco coi pois rossi.
Lo prese in mano e lo porse al suo papà.

“Ecco, metti questo.”

Lui lo prese e se lo portò al collo stando bene attento ad allacciarlo correttamente, poi si guardò allo specchio e vide che non stava tanto male.
Melanie lo affiancò allo specchio e sorride soddisfatta.

“Questo ti sta decisamente meglio, papà!”

Lui si voltò verso di lei e inginocchiandosi la abbracciò forte, ogni giorno doveva ringraziare il cielo per avere la sua bambina che gli stava sempre accanto e che cercava sempre di aiutarlo.
Era la sua roccia, quella che lo sosteneva sempre in qualunque decisione lui volesse prendere e che non si lamentava mai. Tutto si poteva dire di lei, ma non che fosse una bimba capricciosa. Sì, Blaine amava viziarla, ma sapeva bene che la sua bambina era intelligente e che sapeva anche apprezzare i piccoli gesti e le piccole cose.
Quando il loro abbraccio si sciolse, lei lo guardò attentamente negli occhi e gli baciò una guancia.

“Papà, posso farti una domanda?” gli chiese

Lui annuì e prendendola per mano la condusse al letto dove si sedettero vicini

“Dimmi tutto amore.”

“Volevo sapere, questo con il maestro Hummel è il tuo primo appuntamento?”

“Non proprio tesoro, andiamo solo al concerto dello zio Mike e dello zio Artie.”

“Ma se questo appuntamento va bene magari ce ne saranno degli altri, vero?”

“Io lo spero tanto piccola mia… tu non vuoi?” le chiese.

La bambina scosse immediatamente il capo

“Sì che voglio, papà! È che… mi chiedevo se le cose tra te e lui diventano importanti non è che ci toccherà cambiare casa, vero? Perché io non voglio.”

Blaine le sorrise e portò una mano sulla sua testa accarezzandola dolcemente.

“Melanie ascoltami, io e il tuo maestro oggi usciremo e se andrà bene… ci saranno tanti appuntamenti - almeno spero -, ma solo se davvero siamo felici insieme potremo decidere di fare dei passi in più. Tranquilla, semmai dovessimo andare ad abitare insieme verremo ad abitare tutti qua, va bene?”

“Va bene papà, però io spero per te che stasera vada tutto bene. Mi raccomando, non parlare di cose noiose e cerca di farlo sorridere. Con me ci riesci sempre. E mi raccomando, a fine serata dagli un bacio sulla guancia e nulla di più.”

“Amore, ma chi ti dice queste cose?”

“La zia Tina e la zia Quinn papà, lo sai che sono molto intelligenti e sanno tante cose?”

Lui la guardò amorevolmente per poi stringerla di nuovo a se, ora poteva davvero essere emozionato per la sua serata, la sua bambina era d’accordo e tutto adesso poteva andare solo per il meglio.
Era pronto per cominciare questa nuova avventura. Blaine era sicuro che Kurt fosse quello giusto, sentiva che di lui si poteva innamorare per davvero. Era già certo di provare qualcosa, non sapeva bene cosa fosse, ma era sicuro che per il momento bastasse questo per poter almeno iniziare una sorta di relazione. Anche se prima doveva conoscere il suo parere.
Scese dal letto seguito dalla sua bambina e prima che potessero raggiungere la cucina sentirono il campanello della porta trillare. Andò ad aprire e vide che la sua vicina era arrivata, la fece entrare ed accomodare e si avvicinò alla sua bimba baciandola e raccomandandole di fare la brava. Salutò anche Meg e, prendendo il cappotto e le chiavi dal mobiletto vicino all’ingresso, uscì.
Più si avvicinava al parco e più diventava ansioso, mancava davvero poco e lui aveva tanta paura che tutto potesse andare male e lui non lo voleva. Desiderava dal profondo al cuore che tutto in quella serata fosse perfetto.
Si strinse più forte il cappotto al petto e respirò a fondo, ripetendosi che in quella fresca serata di Marzo sarebbe andato tutto bene.
Quando arrivò a destinazione, vide il suo accompagnatore seduto ad una delle panchine del parco.
Era bellissimo, a Blaine quasi mancavano le parole per poterlo descrivere. A volte in cuor suo si domandava come avrebbe fatto a farlo davvero innamorare di lui, che era così imbranato e tonto.
Gli si avvicinò lentamente e lo salutò con la mano quando arrivò di fronte a lui.

“Buonasera, Kurt.”

Lui sollevò il suo viso e per un momento entrambi si persero in quel vortice di colori che li travolgeva sempre quando si vedevano. Era strano, si conoscevano da poco, eppure erano già legati anche se in una cosa così piccola .

“Oh, buonasera anche a te.”

“Allora… andiamo, ti va?”

Kurt annuì e si sollevò in piedi sistemandosi il cappotto e stirandosi con le mani i jeans neri alquanto stretti che portava. Almeno, questo era quello che Blaine aveva notato.
Ed in quell’istante erano l’uno di fianco all’altro, e le loro spalle si erano sfiorate leggermente quando si erano mossi - quasi in sintonia - per raggiungere l’uscita del parco.

“S-scusami” disse Blaine, impacciato.

“Farai così tutta la sera?”

“No… tranquillo, cercherò di non agitarmi. È che sei bello, e ho paura di sfigurare al tuo fianco.”

“Bello? Sai, era da tanto che non sentivo questa parola.”

“Sei splendente in realtà, sei come uno di quei dolcetti della pubblicità sempre perfetti e buonissimi.” gli rispose Blaine, sorridendo.

“Come scusa?”

“Hai presente quelle pubblicità dove fanno vedere questi dolcetti che sono riusciti benissimo e magari se provi a farli tu non ti riescono? Ecco, tu sei
come uno di quei dolcetti, ai miei occhi sei davvero bello e… davanti a te io scompaio. ”

“Sei molto dolce, lo sai? Adesso capisco perché Melanie è così adorabile.”

Lui gli sorrise imbarazzandosi leggermente e insieme uscirono finalmente dal parco. 
Camminavano vicini stando bene attenti a non sfiorarsi, Blaine era molto nervoso anche se adesso che aveva rotto il ghiaccio con Kurt si era tranquillizzato. Non vedeva davvero l’ora di farlo conoscere a Tina, voleva vedere la sua faccia quando si sarebbe trovato di fronte un ragazzo così bello e stranamente quella sera era fiducioso, era certo che tutto sarebbe andato bene.
Mentre camminavano, qualcosa attirò la sua attenzione: un piccolo negozio di dolciumi situato in un angolo alla fine della strada .
In quel momento ebbe un’idea, quando era uscito si era dimenticato di comprare dei fiori per il suo cavaliere e adesso sapeva come rimediare alla mancanza

“Aspettami qua.” gli disse, voltandosi verso di lui.

Kurt non ebbe nemmeno l’occasione di rispondere che lo vide correre via.
Blaine raggiunse il negozio ed entrò all’interno andando direttamente al bancone sapendo già cosa voleva.
Quando uscì poteva ritenersi molto soddisfatto anche se aveva paura di risultare stupido agli occhi dell’altro, dopotutto non erano più dei ragazzini alle prime armi e quel gesto poteva risultare ai suoi occhi infantile e stupido.
Si avvicinò a lui e fuori dalla tasca tirò fuori un lecca lecca a forma di cuore, che porse con un sorriso sulle labbra a Kurt che lo stava guardando quasi sbigottito.

“Ecco, per te! So che potevo portarti dei fiori ma ho pensato che questo potesse essere meglio.”

“Dei lecca lecca?”

“Sono a forma di cuore e sono buoni.”

Kurt lo guardò e nei suoi occhi vide solo l’innocenza di un bambino, quella trasparenza del suo animo, quel qualcosa che lo avevano attratto la prima volta che si erano incontrati. Vide la pura verità in quel minuscolo secondo.
Ebbe la certezza che davvero si stava innamorando di lui, non un amore travolgente, ma un amore semplice e piccino che era sicuro sarebbe cresciuto a poco a poco solo lasciandosi andare.
Per questo motivo in quell’istante scoppiò a ridere e stavolta era un sorriso vero, uno reale e genuino era da tanto che non rideva in quel modo così bello.
Accettò con gioia il suo piccolo regalo e ringraziò quel papà tanto carino quanto affascinante che gli stava sorridendo a sua volta. 

“Grazie, è stato un bel pensiero da parte tua.”

“Ero convinto di sembrarti ancora più tonto di quanto già non appaia ai tuoi occhi.”

“Non lo sarai mai.”

“Ne sono felice.”

“Posso dirti una cosa, Blaine?”

“Amo il modo in cui pronunci il mio nome.”

Kurt abbassò il volto imbarazzato, ma lo risollevò subito per poterlo guardare in quelle iridi dorate che lo avevano attratto sin dal loro primo sguardo.

“Mi piaci, adoro il modo in cui ti prendi cura di tua figlia, adoro quel tuo modo imbranato e dolce e amo il modo in cui mi guardi e amo i tuoi dolcetti.”

E fu in quell’istante che Blaine non ce la fece più, i suoi occhi avevano iniziato a lacrimare e lui si era portato una mano sulla faccia per coprirsi. Kurt, subito preoccupato, mise il dolcetto in tasca, si avvicinò a lui e tirò via le sue mani dal viso.

“Ho detto qualcosa di male?”

Lui negò subito scuotendo la testa, levò il suo volto e le lacrime stavano ancora cadendo inesorabili.

“Mi piaci anche tu, Kurt. E tanto.”

“E allora perché stai reagendo così?”

“Io sono sensibile e piango per ogni stupidaggine, ma ti prego non cambiare idea per questo.”

“Non devi preoccuparti, se ho deciso di mettermi in gioco non mi ritiro alla prima difficoltà.”

“Sono tanto tanto contento, Kurt. E farò del mio meglio per non deluderti.”

“Non penso che ci riuscirai.”

Blaine finalmente si asciugò con le mani le lacrime rimaste nel suo viso e prese in mano il suo lecca lecca dalla tasca.

“Ti va di mangiarlo?”

“Adesso? Ma così ci roviniamo l’appetito per cena!”

“Non importa.” gli rispose lui tranquillamente

“Va bene, allora!”

Aprirono quasi in contemporanea i loro dolcetti togliendo la carta che li ricopriva andandola poi a buttare in uno dei cestini lì vicino.
Blaine sollevò il suo in aria andando a farlo scontrare con quello di Kurt.

“Che sia l’inizio di qualcosa di bello, cercherò in tutti i modi possibili di non far mai scomparire il sorriso dalla tue labbra.”

“Ed io cercherò di non smettere mai di sorridere per te, Blaine.”

Era nato in quella sera di marzo quel sentimento che li avrebbe legati per un tempo infinito, quell’amore nato dalla semplicità dei gesti di un papà imbranato che avevano conquistato un giovane uomo che non credeva più al vero amore.
In quella primavera appena inoltrata, Kurt aveva donato il suo cuore, aveva rimesso in gioco i suoi sentimenti e aveva dato la sua fiducia ad un uomo che ai suoi occhi appariva come il più carino ed adorabile. Lo aveva posato sulle sue mani gentili, sapeva bene dentro di se che con lui sarebbe stato al sicuro, sapeva che quell’uomo gli avrebbe regalato solo attimi stupendi.
Era sicuro che non avrebbe più sofferto e che non sarebbe stato più male perché era sicuro che quella persona che ora lo stava guardando con quel sorriso meraviglioso l’avrebbe amato, lo avrebbe sempre protetto e lo avrebbe fatto entrare nel suo mondo. E lui non vedeva l’ora di intraprendere quella nuova avventura.


Note:

Eccomi qua, scusate il ritardo ma alla fine ce l'ho fatta ad aggiornare quasi in tempo, allora vi devo dire una cosa, siccome il capitolo di questa sera è leggermente più corto del normale, questa settimana aggiornerò due volte, quindi ci si rivede venerdì pomeriggio, spero che vi piaccia.
Buona Klaine Week a tutti :)

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Capitolo sette

 
Arrivarono al locale in poco tempo. Durante il tragitto avevano parlato di molte cose e Blaine aveva scoperto con piacere che amava il caffe con i biscotti alla cannella. Si ripromise che se i suoi sogni fossero diventati realtà avrebbe preparato quel tipo di colazione a Kurt tutte le mattine.
Dal canto suo Kurt era felice, aveva esternato i suoi sentimenti a Blaine e ora si sentiva più libero e rilassato, finalmente poteva godersi al meglio ogni momento passato insieme al quel bel papà che gli camminava vicino.
Quando giunsero all’entrata poco prima di entrare, Blaine lo bloccò per il braccio fermandosi di colpo proprio di fronte alla porta di ingresso del locale.

“Che c’è?” gli chiese

“Aspetta un momento …”

“Blaine cosa succede?”

“Ti chiedo scusa per quello che succederà con i miei amici stasera è che loro … mi vogliono bene e vogliono che io sia felice e io adesso so che ti piaccio ma alla fine non siamo nulla, per questo ti stavo chiedendo scusa” gli rispose abbassando il viso

“Non siamo nulla?”

“Come?” e Blaine alzò il suo volto sorpreso a quella domanda

“Si, hai detto che non siamo nulla, ma non è vero! Si va bene non siamo ancora usciti insieme da soli e non ci siamo mai baciati e non siamo come le altre coppie ma Blaine io provo qualcosa per te e tu provi lo stesso, per cui siamo qualcosa non so bene cosa ma possiamo scoprirlo insieme se ti va?”

“Certo che mi va Kurt” gli disse senza esitare

“E allora cosa diremo quando ci chiederanno cosa siamo?”

“Non lo so! Tu sei il maestro di Melanie e mi piaci, possiamo solo dire che ci stiamo conoscendo e che usciremo insieme molto presto, pensi che possa andare?”

Kurt lo guardò per un attimo e per quel minuscolo secondo si perse nel suo sguardo così limpido e sincero, poteva leggere nei suoi occhi la pura e semplice verità dei sentimenti che quel giovane papà provava per lui e gli sorrise perché in quel momento non poteva fare altrimenti.

“È perfetto”

Blaine gli sorrise di rimando e come solo un cavaliere sa fare aprì la porta per farlo entrare.
Vide subito la sua amica Tina che si agitava per farsi notare e le sorrise. Stava succedendo davvero! Lo stava davvero presentando alla sua migliore amica, sapeva che lo avrebbe amato, era inevitabile ma aveva lo stesso timore di un giudizio negativo.
Posò una mano sulla schiena di Kurt per guidarlo e insieme si avvicinarono al tavolo dove erano seduti i suoi amici.
Una volta arrivati, Blaine si accorse che tutti erano curiosi di come avrebbe presentato il suo nuovo amico e lui, conoscendosi, era diventato molto nervoso all’idea. Con un gesto impacciato della mano finalmente lo presentò

“Buonasera a tutti ecco … lui è Kurt, il maestro di Melanie”

Tina si avvicinò a lui e dopo avergli sorriso lo abbracciò forte sussurrandogli all’orecchio senza farsi sentire dagli altri.

“È bellissimo Blaine, ottima scelta tesoro”

Lui sorrise sulla sua spalla andando a baciarle la guancia dolcemente.
Sciolsero l’abbraccio e lei si presentò come si deve al giovane bell’uomo che accompagnava il suo amico

“Io mi chiamo Tina” gli disse porgendogli la mano

“Io sono Kurt, piacere di conoscerti” gli rispose lui accettando la presa    

Tina lo guardò attentamente e notò tutte le caratteristiche che di sicuro aveva notato anche Blaine. Era un bel ragazzo non poteva negarlo e anche con un bel fisico, sebbene avesse ancora addosso il cappotto.
La cosa che la colpì più di tutte furono i suoi occhi, erano di un blu acceso con differenti sfumature di colori diversi. Era come vedere l’arcobaleno in miniatura.
Eh si il suo amico Blaine aveva davvero fatto una buona scelta e da come si guardavano poteva intuire che le cose si stavano smuovendo.

“Vuoi sederti con noi?” lo invitò lei

“Oh si grazie mille”

Kurt si sedette al loro tavolo sempre accompagnato da Blaine. Quando si sedettero vicini per sbaglio, le loro spalle si scontrarono e tutti notarono il sorriso imbarazzato che comparve sui loro volti.    
Blaine dopo aver ripreso un po’ di colore gli sorrise e con la mano indicò ad uno ad uno i suoi amici presentandoli.

“Lui è Mike il marito di Tina, lui invece è Artie. Sono loro che suoneranno stasera per noi”

“Wow davvero? Non vedo l’ora di sentirvi allora”

I due ringraziarono con un cenno del capo ed un sorriso e Blaine continuò con le presentazioni.

“Lei è Quinn e poi c'è Tina, sono le mie migliori amiche”

“Io sono Kurt, è un onore conoscervi”

“Beh sai, rendi tanto felice il nostro Blaine, questo per noi conta molto”

Solo in quel momento Blaine si accorse che mancava qualcuno all’appello.

“Brittany e Santana quando arrivano?” domandò

“Mi hanno chiamato prima dicendo che avrebbero fatto tardi” gli rispose Quinn

“Devi conoscerle! Sono sicuro che amerai Santana, un po’ mi ricorda te” disse a Kurt posandogli la mano sul braccio senza accorgersene.

Era stato un gesto talmente naturale e spontaneo, ma era così che lui si sentiva quando stava con lui.
Gli altri che lo avevano notato erano rimasti piacevolmente sorpresi nel vedere che tra loro c’era davvero quell’affinità che speravano ci fosse, Blaine meritava di essere felice e stavano constatando con i loro occhi che Kurt poteva essere davvero quello giusto.
Non si accorsero nemmeno di essere osservati, erano persi nel loro mondo fatto di sguardi e di quei piccoli sorrisi che si scambiavano che rendevano il tutto ancora più smielato di quanto già non fosse.
Per loro era magico pensare che potevano bearsi anche di quei loro piccoli e innocenti contatti. Per Kurt era bello sapere che poteva sognare solo nutrendosi dell’affetto di quel papà che stava iniziando ad adorare anche per quelle piccole cose.
Solo quando sentirono uno starnuto provenire fuori dalla bolla in cui si erano rinchiusi, si destarono dai loro pensieri e solo allora Kurt si accorse che Blaine gli stava accarezzando il braccio. Gli sorrise e non fece nulla e poté vedere il sorriso genuino e reale che lui gli stava regalando e finalmente lo pensò davvero: “è quello giusto”.

“Scusatemi” disse imbarazzato

“Adesso capisco perché Blaine è così attratto da te” gli disse Quinn poggiando i gomiti sopra al tavolo e portandosi le mani sotto al mento

“Si posso proprio dirlo, mi piaci Kurt” confermò Tina tutta sorridente

“Ragazze …” provò a dire Blaine

“Tesoro non arrossire non hai più quindici anni” lo rimproverò sempre la sua amica

Blaine sbuffò leggermente divertito e abbassò il viso, Kurt lo guardò teneramente e per farlo sorridere di nuovo gli strinse con l’altra mano la sua ancora poggiata sul braccio e lui, a quel nuovo gesto, alzò gli occhi e lesse nei suoi che stavano facendo un nuovo piccolo passo e che lo stavano facendo insieme con le loro mani legate e questo lo rese immensamente felice.
All’improvviso sentì una voce famigliare alle sue spalle e una mano delicata sulla spalla.

“Eccoti qua Blaine”

Lui si voltò e vide la sua amica Santana sorridente, lei li guardò e all’improvviso spostò il suo sguardo su Kurt che la osservava curioso.
Era davvero una bella ragazza pensò, non molto alta, magra, slanciata e con un bel fisico e aveva quegli occhi penetranti che lo avevano subito attirato.
Lei notando l'interesse si avvicinò, si abbassò e lo baciò sulla guancia, lasciandogli il segno del rossetto per poi toglierlo con le dita.

“Ops scusami, io sono Santana, tu devi essere il nuovo ragazzo di Blaine?”

Si girò verso di quest’ultimo sorridendo maliziosa e disse

“Beh complimenti Blaine, ha la pelle molto soffice, ma sono sicura che l'hai già provata”

“Santana ma cosa dici?!” gli rispose abbassando il viso e diventando improvvisamente tutto rosso per l’imbarazzo.

“Non importa Blaine tranquillo” gli disse Kurt sorridendo

“E comunque io sono Kurt e con Blaine ci stiamo solo frequentando” continuò, rivolgendosi a lei che sorrideva soddisfatta della sua risposta

“Bene ne sono contenta Kurt … e lei è Brittany, la mia fidanzata” gli disse indicando la ragazza bionda accanto a lei che sembrava tutta contenta

Infatti, si avvicinò al tavolo e lo abbracciò di slancio facendolo irrigidire per la sorpresa ma in seguito la lasciò fare rispondendo pacatamente alla sua stretta.
Quando sciolsero quel nuovo intreccio, lei si voltò verso la sua ragazza ed estasiata gli disse

“È molto carino vero Santana?”

“Si tesoro lo è” le rispose

Dopodiché raggiunsero gli altri e si sedettero vicino a loro occupando i posti mancanti.
La serata passò molto in fretta. Quando Mike ed Artie si esibirono, tutti quanti rimasero piacevolmente sorpresi, soprattutto Kurt che cantò, senza accorgersi, il motivetto della canzone e Blaine sentendo la sua voce melodiosa non poté far altro che sorridere, avendo l'ennesima conferma che era lui la persona che stava aspettando e che finalmente era arrivata.
La serata giunse al termine senza che se ne accorgessero. Solo quando si ritrovarono fuori dal locale, salutando con un gesto della mano tutti gli altri, si resero conto di essere rimasti soli. Soli, in quella serata di marzo che stava iniziando a diventare sempre più buia.
Blaine notò che Kurt si stringeva le braccia intorno al corpo in cerca di calore e  avrebbe tanto voluto abbracciarlo per poterlo riscaldare ma sapeva di non poterlo ancora fare, era troppo presto.

“Hai freddo?” gli chiese

Lui si voltò guardandolo impacciato. Era una novità per Blaine, per la prima volta non era lui l’imbranato della situazione.

“Un po’”

“Ti va di riscaldarti?” gli domandò e subito si rese conto del probabile doppio senso che Kurt avrebbe potuto notare nella sua frase.

“S-scusami non volevo essere inopportuno”

“Tranquillo Blaine”

“Bene è che. .. ho pensato che magari ti andava di andare a bere una cioccolata calda da qualche parte, così ti riscaldi un pochino”

“Si, sarebbe una buona idea”

In quel momento a Blaine venne in mente qualcosa che avrebbe tanto voluto fare, ma che aveva paura di chiedere, anche perché era una mossa molto affrettata da parte sua ma per una volta nella sua vita, dopo tanto tempo, decise di rischiare.
Iniziò a stringersi le mani nervosamente e Kurt si accorse immediatamente di questo suo repentino cambiamento.

“Tutto a posto?”

“Io … vorrei tanto fare …” esitò ancora un momento

“Ecco … io vorrei tanto prenderti per mano” continuò ammettendo ad alta voce il suo desiderio

“Come?”

“Si lo so che è prematuro, ma tu hai freddo e io potrei riscaldarti le mani mentre raggiungiamo la cioccolateria”

Kurt non disse una parola, a lui sembrava un’azione così semplice ma poteva leggere la paura del suo rifiuto negli occhi di Blaine ed in cuor suo, socchiudendo per un momento le palpebre, capì che sarebbe andato tutto bene e che il suo cuore, che aveva delicatamente posato nelle mani del suo cavaliere, era al sicuro e prendersi per mano poteva essere solo un passettino in avanti.
Si avvicinò a lui e gli prese la mano creando un intreccio con le sue dita. Entrambi videro qualcosa di nuovo, notarono che esse si incastravano perfettamente e che insieme formavano una piccola catena che per un tempo indefinito li avrebbe legati.
Kurt sorrise e alzò lo sguardo, finalmente lesse in quelle iridi nocciola quello che da tutta la sera voleva vedere, vide quel qualcosa di cui lui e Blaine si erano accorti di provare l’uno per l’altro, quella speciale emozione che entrambi sentivano.

“Ora va molto meglio” gli disse ridendo.

Gli piaceva tanto ridere ed ora che lo poteva fare aveva un motivo in più per ringraziare quel papà che in quell’istante stava per piangere. Ormai, anche se in realtà si conoscevano da poco, aveva imparato a riconoscere quando Blaine si emozionava, era davvero una bella cosa.

“Direi proprio di si” gli rispose con un sorriso felice sul volto.

Insieme si diressero per quelle strade appena illuminate dai lampioni, in una via poco trafficata, dove ancora si potevano notare i colori delle case di fronte a loro e delle stelle luminose in cielo.
Era bello che adesso, mentre camminavano, era sparito l'imbarazzo iniziale e che finalmente potevano tenersi per mano. A Kurt sembrava di stare in gita scolastica, Blaine era come un bambino, bastava un piccolo gesto per farlo contento, era felice di poter intrecciare le dita con quelle di quel giovane maestro su cui aveva scommesso la sua felicità e come aveva testato in precedenza, la sua pelle era soffice e morbida e le sue dita sottili e affusolate.
Camminavano lenti cercando di raggiungere il più tardi possibile il loro obiettivo, volevano tenersi ancora per mano, non volevano spezzare quel nuovo intreccio che si era creato tra loro.
Durante quel tranquillo tragitto non dissero una parola, ad entrambi quel silenzio che occupava i loro pensieri bastava e la pace che c’era, era abbastanza per rendere tutto piacevole e perfetto.
Quando raggiunsero la cioccolateria, stavolta fu Kurt ad aprire la porta facendo entrare prima Blaine. Arrivarono al bancone e una dolce signorina indicò loro uno dei tavoli disponibili e loro scelsero quello vicino alla finestra di fronte ad un ampia vetrata dove si poteva ammirare il paesaggio esterno.
Giunsero al tavolo e Blaine con un gesto di galanteria spostò la sedia per far accomodare Kurt che sorrise deliziato dal suo gesto.

“Ed eccoci qua” esordì quest’ultimo

“Sai Kurt oggi mi hai fatto molto felice, volevo solo dirtelo”

“Anche tu Blaine”

“Non pensavo di poter essere di nuovo così, di poter provare ancora queste emozioni ma poi ti ho incontrato e tutto è cambiato”

“Lo stesso vale per me, dopo la fine della mia storia con Adam pensavo di essere destinato a stare solo per tutta la vita”

“Chi è Adam? Se posso chiedertelo”

Kurt abbassò lo sguardo verso le sue mani poggiate sul tavolino

“Il mio ex fidanzato, mi ha lasciato … sull’altare”

“Mi dispiace tantissimo Kurt, non sai quanto. Doveva essere proprio stupido”

“Lo era”

“Io non lo farei mai”

“Cosa?” gli domandò alzando gli occhi e lo vide ancora, quel sorriso che lo aveva colpito la prima volta che si erano visti nella sua aula

“Lasciarti sull’altare …” esitò un momento ma poi decise di continuare

“Posso sognare? posso farlo Kurt?”

Lui annuì e decise di lasciarlo sognare per potersi ancora una volta perdere in quelle luci colorate che da tutta la sera lo guardavano innamorate e lui se ne era accorto anche perché Blaine oltre ad essere una persona imbranata era anche molto trasparente.

“Se un giorno io e te ci sposassimo, sarebbe bello poterlo fare al parco magari con un grande altare e un bravo officiante”

“E anche le sedie bianche tutte decorate per gli invitati” continuò Kurt poggiando i gomiti e guardandolo sognante

“E magari Melanie potrebbe fare la damigella”

“Si sarebbe bellissima con un bell’abitino bianco con i tulle in pizzo”

“Già”

“Stiamo sognando troppo per te Kurt?”

“No Blaine e che …”

E fu lì, in quell’istante, che forse Blaine prese la decisione che gli avrebbe cambiato la vita per sempre, si disse che era il momento, che era arrivato quel preciso attimo in cui doveva fare una scelta, anche se lui,in cuor suo, aveva già scelto.
Strinse la mano che Kurt aveva lasciato cadere poggiandola sul tavolo, la strinse forte e fece intrecciare saldamente le loro dita.

“Te lo prometto Kurt … ti prometto che ti sposerò un giorno, ancora non so quando, ma capiterà … ci vorrà solo un po’ di tempo”

Qualche lacrima rigò il suo viso, era la prima volta che Blaine lo vedeva così fragile e debole, allungò l’altra mano e con il pollice l’asciugò.
Lui sollevò il volto colpito da quel nuovo gesto che quel papà gli stava riservando quella sera.
Non finiva mai di stupirlo, riusciva sempre a sorprenderlo e a renderlo felice come non lo era da tanto tempo. Ora non pensava più di rimanere da solo, aveva finalmente trovato qualcuno che era disposto ad amarlo e a rendere le sue giornate vive per davvero.
Rimasero in quella posizione ancora un po’, a guardarsi sorridendo, a perdersi in quegli occhi appena illuminati dalle loro lacrime e a promettersi qualcosa in cui entrambi erano disposti a credere.
In quella notte appena accennata si erano fatti una promessa, Blaine lo aveva giurato a se stesso, lo avrebbe sposato un giorno, lo avevo scelto per davvero perché lo sentiva nell’anima, Kurt era quello giusto, sarebbe stato un papà meraviglioso per Melanie ed un marito affettuoso per lui, ne era certissimo.

“Grazie” lo sentì sussurrare  

“Grazie a te Kurt per essere entrato nella mia vita”

E fu così che ancora si abbandonarono l’uno nello sguardo dell’altro.
In quella cioccolateria ormai si sentivano solo i loro mormorii e quando le cameriere portarono loro la cioccolata nemmeno si accorsero della loro presenza, persi in quel mondo in cui erano caduti.
Le loro mani erano sempre intrecciate e quando decisero che era arrivato il momento di bere la loro cioccolata non sciolsero la presa anzi, ne approfittarono per fare un brindisi, un augurio tutto speciale alla loro gioia appena nata, appena apparsa nel loro cuori.
Si guardarono senza lasciarsi mai e si dissero il loro eccomi sono arrivato, con gli occhi un pochino lucidi e felici per quella nuova emozione.
Il mese di aprile stava arrivando e la primavera aveva fatto il suo ingresso nei loro cuori, pronta ad illuminare le loro vite e renderle finalmente reali e complete.


Note

Eccomi qua, mi scuso per il ritardo ma ho perso la mia beta Annie, e senza non potevo pubblicare, oggi una mia cara amica mi ha betato il capitolo ed eccoci qua, allora vi farà piacere sapere che qua abbiamo finalmente la prima svolta, mi raccomando fatemi sapere che ne pensate poi, spero che vi piaccia :)

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Capitolo otto



Erano passate alcune settimane da quel loro primo appuntamento, Blaine era felice come non lo era mai stato e ogni ora che passava con Kurt era pura poesia.
Passavano ogni pomeriggio insieme, ad ogni ripetizione di Melanie lui era sempre là seduto in una delle panchine del parco a godersi lo spettacolo.
Qualche volta uscivano anche la sera e passeggiavano per le vie della città tenendosi per mano. A Blaine questo piaceva molto, andavano a cena o a bersi una cioccolata calda, che era diventata la loro bevanda preferita.
Si stringevano le mani sopra il tavolino e si guardavano negli occhi, adoravano perdersi l’uno nello sguardo dell’altro, i loro occhi si incontravano e tutto intorno a loro perdeva  importanza.
Blaine era nella cucina intento a preparare dei nuovi dolcetti mentre era perso nei suoi nuovi ricordi quando una manina gli toccò il braccio facendolo accorgere della sua presenza.

“Papà, ci sei?”

“Oh Melanie, piccola mia sei qua” le rispose lui voltandosi verso di lui

Melanie notò subito che qualcosa era cambiato, il suo papà era più felice del solito, e di solito era lei a renderlo tale, ma sapeva bene il vero motivo della sua felicità.
Era contenta per lui doveva ammetterlo, vederlo finalmente con un vero sorriso sulle labbra era bellissimo, adesso era sempre più rilassato e più adorabile. Sì con lei era rimasto sempre lo stesso, ma aveva percepito sin da subito che c’era qualcosa di più soprattutto nelle ultime settimane.
Lei voleva tanto conoscere il motivo di tanta gioia e per questo che quel giorno si era decisa a chiederglielo. Dopotutto, lei aveva il diritto di sapere.

“Papà, posso chiederti una cosa?”

“Certo amore” le disse, pulendosi le mani con uno strofinaccio e andando a sedersi su una delle sedie intorno al tavolo, facendole cenno di raggiungerlo.

Lei fece dei piccoli passetti e andò a sedersi sulle sue ginocchia, portò le braccia intorno al suo collo e lo baciò dolcemente sulla guancia.

“Allora, dimmi tutto!”

“Sai, ho notato una cosa nelle ultime settimane.”

“Davvero? e che cosa, cucciola?” gli disse sorridendo

“Che sei felice papà, ti è successo qualcosa di bello, vero?” gli domandò

E il sorriso di Blaine in quell’istante si allargò e Melanie quasi senza rendersene conto sorrise alla stessa maniera.
Lui portò una mano sulla sua guancia e l’accarezzò dolcemente.

“Lo sai che hai ragione!”

“Me lo vuoi dire il perché?”

“Sì amore mio, vedi… io e il maestro Hummel adesso siamo una coppia, una specie in realtà, ci stiamo frequentando.”

Lei lo guardò curiosa, sapeva da zia Tina che quando due persone si fidanzavano uscivano la sera, ma lei non vedeva quasi mai il suo papà uscire in quelle ore. Decise comunque che forse poteva chiederglielo.

“Siete fidanzati? E perché non uscite la sera allora?” gli domandò curiosa

“Tesoro mio chi ti dice queste cose? Sempre la zia Tina?” le chiese.

“Mi rispondi papà?” iniziò lei leggermente esasperata non capiva perché a volte il suo papà cambiasse sempre discorso quando gli faceva una domanda importante.

“Ma noi usciamo amore!”

“E quando? Se la sera stai con me.”

“Noi usciamo il pomeriggio e una sera a settimana.”

“Il pomeriggio? Papà non avete dieci anni.”

“Ma piccola mia …” le disse toccandole il nasino con un dito

“lo facciamo per te.” continuò

“Per me?” domandò lei, sorpresa.

“Certo, perché tu sei la mia bambina ed io insieme al tuo maestro, a Kurt, abbiamo deciso di fare le cose con calma. Quindi per adesso usciamo solo il pomeriggio.”

“Vi siete già baciati?”

“Come?” domandò a sua volta Blaine, arrossendo.

A volte si dimenticava di quanto la sua bimba fosse sveglia e intelligente e soprattutto diretta.

“Non ancora amore.”  

“E perché?”

A quel punto Blaine era diventato di una tonalità molto accesa, di un rosso che era meglio cancellare al più presto.
Così mise la bimba per terra sollevandola dalle sue ginocchia e le toccò la testolina con amore cercando di farla distrarre dalle sue domande un po’ troppo curiose per i suoi gusti.

“Piccola mia, perché non vai a riordinare la tua cameretta così ti puoi preparare per andare a ripetizione”

“Così puoi vedere il maestro Hummel? ” gli rispose lei, ridendo.

Amava vedere il suo papà in imbarazzo, gli piaceva tanto vedere le sue guance diventare rosa e vederlo balbettare per l’imbarazzo.
Eh sì, parlare con la zia Tina era molto divertente, poteva scoprire tante cose interessanti sul suo papà.
Lo baciò sulla guancia facendolo abbassare e poi corse alla sua cameretta.
Quando Blaine rimase solo respirò a fondo, a volte la sua bimba era davvero troppo intelligente, non solo gli aveva fatto delle domande ma gli aveva anche chiesto delle cose giuste e ovvie.
Lui e Kurt non si erano ancora baciati, si tenevano solo per mano e a volte si accarezzano le guance o si toccavano le braccia, ma nulla di più.
A lui mancava poter baciare qualcuno, assaporare le labbra di un’altra persona e potersi perdere in quel contatto, ma aveva deciso di aspettare. Insieme a Kurt avevano pensato che fare le cose con calma , alla fine avrebbe reso tutto più bello ed emozionante.
È con questo pensiero che tornò a finire i suoi dolcetti, non mancava molto al loro appuntamento settimanale al parco e voleva finirli in tempo, anche se la sua era una scusa per vedere il magnifico sorriso comparire sul volto di Kurt.
Amava da morire vederlo sorridere e vedere che solo a lui riservava quel trattamento.
Quando finì i suoi dolcetti, dopo un’ora esatta, li inserì in una scatolina rosa che aveva acquistato apposta e chiuse il tutto con un nastrino bianco.
Stavolta aveva deciso di non mettere nessun bigliettino, di dire a voce alta il suo pensiero, finalmente poteva guardare Kurt negli occhi e dirgli quanto era bello, senza per forza scriverglielo su di un pezzo di carta.
Si pulì le mani un’ultima volta e lasciò la cucina per raggiungere la sua camera a  darsi una ripulita per poter uscire.
Entrò nella sua stanza e si diresse al suo armadio dove prese un paio di jeans blu corti sino alle caviglie, poi si diresse al primo cassetto del suo comodino dove prese dei calzini verde scuro, della biancheria pulita e infine dal suo comò prese una camicia bianca, un maglione marroncino e degli immancabili papillon.
Con tutti gli indumenti si diresse al bagno della sua stanza e si fece una doccia veloce.
Venti minuti più tardi era pronto e davanti allo specchio si stava osservando, era davvero compiaciuto del suo abbigliamento. Pensò che magari poteva chiedere a Melanie se stesse davvero così bene. Si toccò i capelli e pensò a quando al liceo li rovinava con quello stupido gel, gli erano sempre piaciuti i suoi riccioli e in cuor suo sperava che piacessero anche a Kurt. Magari gli sarebbe piaciuto anche poterli toccare e Blaine non vedeva l’ora che capitasse loro un’occasione del genere.
La porta della sua stanza si aprì, e la piccola Melanie entrò annunciando al suo papà che c’erano visite.
La zia Tina era venuta a trovarli, accompagnata dalla zia Quinn e dalla sua amica Santana.
Blaine la guardò sorpreso, si guardò un’ultima volta allo specchio aggiustandosi meglio il papillon al collo e raggiunse le amiche in soggiorno accompagnato dalla figlia che lo teneva per mano trascinandolo di fretta.
Loro lo accolsero con un sorriso sulle labbra, Tina si avvicinò a loro e prese Melanie per mano, aiutandola a mettersi il cappotto che era poggiato sul divano.
Santana e Quinn si avvicinarono a lui e lo presero entrambe a braccetto conducendolo meglio nel salotto.

“Come mai siete qua?” domandò loro

“Oggi ci sono le ripetizioni di Melanie, vero?” chiese Quinn

“Sì, infatti stavamo per andare.” rispose Blaine.

“Vogliamo venire anche noi, così possiamo vedere Kurt e poi magari quando finisce la lezione noi potremo portare Melanie a mangiare un gelato così voi due potete restare e soli e…” disse Santana,

“… e magari potreste andare a cena da qualche parte.” proseguì la bionda

“Non penso che sia una buona idea,” disse lui abbassando il viso pensieroso.

“Sei stupido o cosa? Come sarebbe a dire che non è una buona idea?” gli disse Santana che si stava arrabbiando con lui.

Conosceva bene il carattere di Blaine, ma stavolta non riusciva a capirlo, aveva un fantastico probabile fidanzato e non sfruttava l’occasione di averlo tutto per se per una sera. Ma era decisa a convincerlo, anche lei come le altre voleva solo che lui fosse felice.

“Ma non so… magari ha altri impegni.” rispose lui.

“Blaine, se non glielo chiedi non lo saprai mai, perché non lo telefoni e lo fai?” domando Quinn.

“Non ho il suo numero ancora, insomma ci vediamo sempre allo stesso posto e alla stessa ora che bisogno c’è di telefonarsi?”

Santana si batté una mano sulla fronte, non riusciva a credere che fosse così tonto e imbranato, ma dopotutto gli voleva bene nonostante questi piccoli difetti.

“Blaine, oggi tu inviti a cena Kurt e poi a fine serata lo baci come si deve e gli chiedi il numero, tutto chiaro?” gli disse Santana perentoria e guardandolo con uno sguardo severo.

E Blaine decise che non era il caso di farla arrabbiare e annuì dandole ragione.

“Ok, va bene, farò del mio meglio.” disse

“Ne sono felice” rispose lei

“Andrà tutto per il meglio, vedrai tesoro.” gli disse Quinn passandogli una mano sulla schiena e baciandolo sulla guancia.

Lui sorrise tra se e se, sarebbe andato tutto bene, doveva solo farsi coraggio e lasciarsi andare.
Tina dal divano aveva ascoltato tutto insieme alla piccola Melanie che pareva entusiasta del programma della serata, avrebbe passato il tempo con le sue zie preferite e il suo papà si sarebbe divertito con il suo futuro fidanzato, si ripromise di affrontare anche quel discorso con lui a tempo debito.
Tutti insieme uscirono dalla casa diretti al parco dove si sarebbe tenuta la lezione di Melanie.
Durante il tragitto la piccola prese le mani a Quinn e a Tina e fece con loro il percorso da raggiungere, dietro di loro Blaine stava a braccetto con Santana, che gli stava dicendo come comportarsi al meglio al suo appuntamento.

“Sì, ok Santana, farò come hai detto tu.”

“E bacialo a fine serata, mi raccomando.”

“Sulla guancia come Melanie mi ha suggerito”

“Sulla guancia? Sulla bocca!” ribatté lei

“Ma no che dici, è presto per baciarlo sulle labbra, e poi devo aspettare il momento giusto… sai, bisogna trovare la giusta atmosfera.” disse lui sognante

“E per portarlo a letto quando ci metterai allora?”

“Santana non dire queste cose, Melanie potrebbe sentirti!” le rispose lui diventato rosso, odiava imbarazzarsi per ogni cosa, ma era inevitabile certe
volte.

“Lei ne sa più di te Blaine, è molto sveglia per la sua età.”

“Sì, lo so, è la mia bambina, la conosco bene.”

Lei sorrise a quella frase, Melanie era diventata la gioia del suo amico e anche se non si frequentavano molto, ogni volta che li vedeva insieme aveva una stretta al cuore. Erano così felici.
Arrivarono al parco e le tre ragazze lasciarono Melanie e Blaine da soli, augurando buona fortuna ad entrambi e andando a sedersi su una delle panchine posta in ottima posizione per osservare al meglio la scena.
Quando Blaine vide Kurt in lontananza, sorrise. Era talmente bello… i loro occhi si incontrarono e lui ebbe le vertigini come se fosse la prima volta.
Si salutarono con la mano e dopo che lui ebbe dato un compito ai bambini, si avvicinò a loro, dicendo a Melanie la stessa cosa. Lei lo salutò come si deve e raggiunse gli altri bambini.
Blaine la guardò allontanarsi e la vide sedersi su una panca vicino ad un’altra bambina.
Non si accorse che Kurt lo stava affiancando.

“Come stai?” gli chiese

“I-io bene e tu?” gli rispose voltandosi verso di lui e arrossendo

“Ora che ci sei tu molto meglio.”

Lui sorrise e abbassò lo sguardo cercando di trovare il coraggio necessario per poter fare quella banale domanda, fece un bel respiro e finalmente levò il viso trovandosi il giovane uomo vicino a lui che gli sorrideva felice attendendo che lui facesse la prima mossa.

“Kurt, posso chiederti una cosa?”

“Certo!”

“Ti va di venire a cena con me stasera? So che non avevamo in programma di fare nulla, ma… ho voglia di cenare con te.”

Kurt non rispose subito, era sorpreso dalla richiesta di Blaine, ogni volta per fargli fare una mossa doveva sempre aspettare molto, ma oggi era più deciso delle altre volte e meno imbranato.

“S-se non vuoi, pazienza non voglio di certo obbligarti.” gli disse abbassando ancora una volta il viso, ma stavolta non di certo per l’imbarazzo.

Lui lo guardò intenerito e in quel momento pensò che era davvero carino quel pomeriggio. Aveva anche pensato che sarebbe stato bello poterlo baciare ma sapeva che era ancora presto. Ma una cosa la poteva fare.
Avvicinò delicatamente la sua mano sulla sua guancia e l’accarezzò dolcemente e con un tono mellifluo disse:

“Certo che mi va Blaine, non pensare mai che non mi vada di cenare con te.”

“Davvero?”

“Certo”

Lui sorrise e Kurt notò immediatamente che quel sorriso era quello che faceva solo quando erano insieme.
Blaine con un moto di coraggio portò la mano su quella di Kurt posta sulla sua guancia e la strinse forte.

“Posso chiederti un’altra cosa? Volevo resistere e chiedertelo dopo cena, ma… voglio domandartelo adesso.”

“Sono tutto orecchi.” gli rispose

“Mi piacerebbe tanto avere il tuo numero di cellulare cosi posso chiamarti sempre, e poi…”  

“… penso che sia una buona idea. Devi dirmi qualcos’altro?” gli domandò curioso

Blaine fece l’ennesimo respiro profondo di quel giorno e pensò bene alle parole da usare, aveva il timore di una risposta negativa, ma dopotutto erano passate settimane e loro si stavano frequentando. Non ci trovava nulla di male a chiederglielo. Così finalmente, dopo aver respirato ancora, alzò il viso e si guardarono negli occhi.

“Ti… ti piacerebbe diventare il mio compagno?” gli domandò titubante

Kurt non credeva di aver sentito quelle parole per davvero, erano anni che nessuno gli faceva quella domanda, era sorpreso certo non se lo aspettava, ma sapeva bene quale risposta doveva dare.
Lui e Blaine si frequentavano da settimane oramai e si trovavano così bene insieme. Lui era felice insieme a quell’adorabile papà, lo faceva sempre sorridere, teneva a lui e lo faceva stare bene ed era quella la cosa importante.
Si sporse verso di lui e lo baciò sulla guancia lasciandolo di stucco, lo capì dai suoi occhi che erano diventati subito più brillanti a quel gesto.
Quando le sue labbra lasciarono quella pelle un poco ruvida ma sempre soffice gli sorrise ancora.

“Ne sarei onorato, Blaine.”

E Blaine sorrise come non aveva mai sorriso, era di nuovo felice e stavolta per davvero. Aveva una figlia adorabile e un compagno, la sua vita era di nuovo bella.


Note

Buonasera, eccoci qua con il secondo aggiornamento settimanale, spero che vi piaccia :)

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Capitolo nove



Kurt, dopo avergli sorriso, raggiunse i suoi alunni. Blaine, con tutto quello che gli aveva detto, si era dimenticato di dargli i suoi dolcetti. Penso tra se e se che avrebbe potuto darglieli anche in seguito, e magari li avrebbero mangiati assieme.
Si voltò per vedere dove sedevano le ragazze e notò che erano poco distanti da lui, giunse presso di loro con un sorriso luminoso. Capirono subito che era andato tutto bene.

“Lo hai invitato?.” esordì Santana, con un quasi tono di rimprovero.

“Sì, certo. Se faccio una cosa la faccio bene, cosa credi?.” le rispose Blaine.

“Oh, tesoro.” disse Tina sognante.

“Andrà tutto bene vedrai, ci occuperemo noi di Melanie.”

“E magari può anche dormire fuori, così hai casa libera.” disse Santana con un tono malizioso che fece arrossire subito Blaine.

“Che cosa dici? Non dire sciocchezze, lo volete capire che è troppo presto? Non sono pronto.”

“Ma tesoro, noi lo sappiamo, solo che…” disse Tina, dando un piccolo colpetto al braccio della bruna affianco a lei.

“Santana voleva dire che forse potresti invitarlo a casa tua solo per prendere un caffè.”  

“Io vi voglio bene ragazze, e grazie per i vostri consigli. Ma è troppo presto.”

Le ragazze osservarono che Blaine non avrebbe cambiato idea tanto facilmente, e decisero per il momento di arrendersi. Avrebbero aspettato il momento opportuno per fare di nuovo questa proposta al loro amico.

“In ogni caso, la bambina oggi dorme da me, così tu puoi rincasare all’ora che ritieni opportuna senza preoccuparti per lei.” disse Tina

“Ma Tina-” cercò di controbattere lui.

“Niente ma, Blaine.” disse lei con un tono che non ammetteva repliche.

Lui a quel punto sorrise loro, ringraziandole. Alla fine si sedette di fianco a loro in una panchina vicina, pronto per godersi al meglio la lezione del suo insegnante d’arte preferito.
Quella sera era anche più bello del solito. Aveva una strana aura che lo circondava, non si perse nemmeno un sorriso che la sua Melanie gli stava regalando, più lo guardava e più si rendeva conto che era perfetto per loro.
Blaine si accorse osservandolo che ogni suo gesto e ogni sua mossa sapevano attrarre quei bambini che lo guardavano incantati, quasi sorpresi di apprendere nuove cose. E Kurt era in grado di farli entrare a far parte di quel suo mondo anche solo con un semplice movimento, come se stesse dipingendo una tela nell’aria con la sua immaginazione, rendendo i suoi alunni partecipi di quella magia.
Quando la lezione giunse al termine, ogni genitore venne a prendere il rispettivo figlio e ogni bambino tornò a casa. L’unica bimba rimasta era la sua piccola Melanie, che salutò il suo maestro e poi corse dal papà. Appena la vide correre verso di lui, si alzò e s’inginocchio spalancando le braccia per accoglierla.

“Tutto bene amore mio?”

“Papà, mi sei mancato!” gli disse lei abbracciandolo stretto e baciandolo su di una guancia.

Quando si staccarono lui le baciò la fronte spostandole qualche ciuffo.

“Tesoro, senti, adesso io vado a cena con Kurt e tu stai con le zie. Va bene?”

“Certo papà, come previsto!” gli rispose lei.

Diede un ultimo saluto al suo papà e raggiunse le zie, che nel mentre si erano alzate e la stavano aspettando. Quando giunse da loro si voltò e salutò il suo papà con la manina un’ultima volta prima di andare via con le tre donne.
Blaine la vide allontanarsi e quando scomparve nella folla si girò verso Kurt, che nel frattempo lo aveva raggiunto e lo stava guardando con curiosità.

“Allora, dove mi porti stasera?”

 “Prima ti devo dare questo.” gli disse Blaine, porgendogli il suo pacchetto con i nuovi dolcetti.

“Blaine, mi hai già conquistato, non serve che tu mi faccia dei regali.” gli rispose, prendendoglielo dalle mani.

“A me non disturba farti dei regali, e poi cosi ho la scusa per dirti quanto sei bello!”

“Ah, sì?” disse Kurt, sorridendo compiaciuto a quel complimento.

“Sì, sei bellissimo Kurt, e sono così fortunato ad averti incontrato.”

Lui si avvicinò e gli prese la mano nella sua. Come se fossero telepatici, entrambi abbassarono lo sguardo per guardare le loro dita intrecciate, sorridendo lievemente come due liceali alla prima cotta.
Blaine alzò il suo viso e sorrise imbarazzato.

“Se vuoi possiamo andare.”

“Aspetta, prima vado a prendere la mia borsa.”

Kurt gli lasciò la mano e raggiunse la panca dove era depositata la sua borsa, l’aprì e mise i suoi dolcetti all’interno, la chiuse e se la rimise in spalla raggiungendo Blaine.
Quando gli si avvicinò di nuovo, la sua mano cercò subito la sua, che l’accolse come se non si fossero mai separate.
Si sorrisero ancora e insieme lasciarono il parco.
Mentre stavano camminando qualcosa venne in mente a Kurt, pensò subito che non fosse opportuno ma decise comunque di domandargli lo stesso quello che gli era venuto in mente.

“Blaine, posso chiederti una cosa?”

Si voltò verso di lui.

“Certo Kurt, tutto quello che vuoi.” gli rispose

Kurt guardò verso le loro mani legate per trovare il coraggio di farsi avanti con quella piccola richiesta, in cuor suo pensava che dopotutto non ci fosse nulla di male e che non stava diventando inopportuno, alla fine Blaine era diventato il suo compagno.

“Dove hai pensato di andare a cena?”

“N-non lo so veramente, come mai me lo chiedi?” Gli chiese curioso.

“Sai, pensavo che potremo cenare da me.” gli disse puntando gli occhi nei suoi.

“Da te? A casa tua?” gli domandò Blaine, e Kurt poté notare un tono meno sicuro nella sua voce.

“Sì, potrei preparare la cena e tu conosceresti una parte nuova di me.”

Blaine continuava a non dire una parola, si stava spaventando ed aveva paura di averlo messo in crisi con quella sua richiesta.

“Scusami, non avrei dovuto chiederti una cosa simile. Possiamo andare a cena dove vuoi tu se questo ti mette a disagio, Blaine ti prego dimmi qualcosa.”

“Va bene.”

“Come?”

Blaine lo guardò meglio negli occhi, e gli sorrise.

“Penso che vada bene, però permettimi che mi farai fare il dolce.”

Il volto di Kurt ritornò calmo e rilassato com’era poco prima, e nel suo viso ritornò la pace che lo pervadeva ogni volta che era insieme a Blaine.
Si sporse verso di lui e lasciò un bacio sulla sua guancia, il secondo della giornata, e lasciò Blaine per la seconda volta a bocca aperta per la sorpresa.
Quando lui si toccò la guancia per cercare di ricordare il tocco di quel lieve contatto arrossì, e Kurt rise di questo andando a stringergli più forte la mano.

“Andiamo.”

Insieme finalmente s’incamminarono e in poco tempo raggiunsero la casa di Kurt. Blaine si era accorto - mentre camminavano - che erano passati per delle strade più trafficate a delle strade più isolate e quando arrivarono ad un piccolo viale alberato alzò lo sguardo per osservare meglio quello che lo circondava, sembrava di essere in mezzo alla natura per quanto l’aria di città potesse permetterlo.    
Kurt lo guardò un momento e vide la sua semplicità, quella meraviglia negli occhi che lo avevano attratto fin dall’inizio.

“Sembri un bambino, lo sai?.”

E le loro mani intrecciate forse potevano dare quell’impressione a Blaine che sorrise alle sue parole, mostrando a Kurt che ormai erano diventati davvero qualcosa di bello.

“Sono con te dopotutto.”

“Ah sì, è colpa mia?” gli domandò.

Blaine gli si avvicinò e in quell’istante i loro volti erano molto vicini e potevano quasi respirare la stessa aria.

“Sei tu che mi fai tornare come se avessi cinque anni, sei tu che mi hai fatto tornare a sorridere dopo tanto tempo, sei tu quello a cui penso mentre cucino i miei dolci, sei tu che mi vieni in mente quando immagino il mio futuro, sei tu il papà che vorrei un giorno per Melanie e sei tu, Kurt, che vorrei accanto per il resto dei miei anni.” 

Kurt in quel secondo non sapeva che dire, si limitò a sorridere come un ebete a quella semplice dichiarazione e a perdersi nei loro occhi felici.
Si stringevano forte le mani e sembrava che nessuno dei due avesse intenzione di spezzare quel piccolo nodo.
Fu un clacson a risvegliarli dal loro incantesimo e a farli destare dai loro pensieri.

“Forse è meglio che andiamo a casa tua.” disse Blaine

“Veramente ci siamo già.” gli rispose Kurt indicandogli un punto dietro di lui.

Blaine si voltò e notò delle scale che portavano ad un portone, Kurt lo trascinò tenendogli stretta la mano e arrivarono alla porta.
Quando l’apri, Blaine notò che era un ambiente non molto grande, ma molto intimo e confortevole.
Kurt appese la sua borsa sull’appendiabiti insieme alla sua giaccia e, senza farsi accorgere dall’interessato, levò la sua giacca di sorpresa dalle sue spalle e l’appese insieme alla sua.
Posò le mani sulle sue spalle e con voce calda e suadente sospirò.

“Benvenuto nella mia casa, Blaine.” e queste poche sillabe ebbero l’effetto di farlo rabbrividire.

Blaine sentì come una scossa elettrica appena accennata nell’instante in cui le mani di Kurt si posarono sulle sue spalle e quando lui le portò via sentì come una piccola mancanza.
Kurt s’intenerì nel vederlo così spaesato, e gli prese la mano con l’intento di mostrargli la casa.
Lo portò in salotto e Blaine soffermò lo sguardo sulle foto poste sopra la televisione, in particolare una attirò la sua attenzione: una fotografia fatta in un giardino, c’era Kurt, una ragazza più bassa di lui che lo abbracciava e un ragazzo dietro di loro più alto di entrambi.

“Chi sono?” chiese a Kurt che lo stava affiancando

“Lei è Rachel, una delle mie migliori amiche.” Rispose, indicando la ragazza nella foto.

“Mi piacerebbe tanto conoscerla.”

“Sì, anche lei vorrebbe tanto vederti.”

“E lui è Finn, il mio fratellastro, i nostri genitori si sono sposati quando avevo diciassette anni.”

Blaine non disse nulla, era contento di apprendere tutte queste novità su Kurt, adesso che erano diventati qualcosa era importante per lui conoscere ogni suo piccolo segreto, o per lo meno tutto quello che era disposto a dirgli.
Continuarono il giro della casa, Kurt gli mostrò la cucina che era molto più grande del salotto, un piccolo studiolo che era poco distante da essa e la sua camera da letto.

“Ecco, questa è la stanza dove dormo e lì in fondo c’è il mio bagno.”

La stanza di Kurt era come spoglia, c’era un letto ad una piazza e mezzo con un copriletto blu notte, un armadio con tre ante, un comò posto al suo fianco e un comodino vicino al suo letto, ma non c’erano foto e le pareti erano grigie senza una traccia di luce.

“Che c’è?” gli domandò Kurt al suo fianco, che lo vedeva assente.

“Tu dormi qua? Non c’è nemmeno una finestra.”

“Sì, come ti ho detto questa è la mia stanza. Ma la finestra c’è, aspetta.” gli rispose, allontanandosi.

Kurt arrivò fino al suo letto e ci salì, mostrando a Blaine una tenda posta sopra la testiera. Una finestra c’era in effetti, dava sul prato accanto.

“Ecco la finestra.”

Blaine annuì, ma rimase sulla porta non entrando nella stanza, era un ambiente troppo privato e personale e ancora non se la sentiva. Kurt sembrò capirlo perché si alzò dal letto e lo raggiunse prendendogli ancora una volta la mano.

“Su vieni, andiamo a cucinare.”

Uscirono insieme dalla camera e finalmente giunsero in cucina, Kurt fece sedere Blaine ad una delle sedie vicino al tavolo e andò a prendere il suo grembiule posto in un cassetto vicino alla credenza.
Quando Blaine lo vide mettersi il grembiule restò come incantato dalla sua eleganza senza nemmeno rendersi conto si alzò e lo raggiunse mettendosi dietro di lui e legò con mani tremanti il fiocco intorno alla sua vita.
Kurt sorrise a quel gesto, era tanto tempo che nessuno lo toccava in quel modo, e Blaine era stato attento a non toccare i suoi fianchi. Appena si staccò, quando Blaine si allontanò per davvero da lui abbandonando la sua schiena, avrebbe tanto voluto sentire ancora il suo respiro affaticato sul collo.

“Ecco fatto.” gli disse Blaine lievemente

“G-grazie.” esalò in risposta Kurt.

Si girò per poterlo guardare negli occhi e lo ringraziò ancora una volta regalandogli un sorriso.

“Allora, cosa vuoi mangiare? Sono tutto per te.” gli domandò mettendosi le mani sui fianchi.

Blaine a quell’affermazione arrossì di colpo e Kurt, accorgendosi subito del doppio senso, si affrettò a chiarire muovendo le mani intorno al suo viso.

“Volevo solo dire che ti posso cucinare quello che vuoi, ecco.” gli disse.

E lui rise di gusto al modo in cui Kurt si stava agitando per una cosa così innocente e divertente.

“Tranquillo Kurt, l’ho capito cosa intendevi.” gli disse andando a sedersi di nuovo sulla sedia.

“puoi cucinarmi quello che vuoi comunque.” continuò tranquillo.

Kurt si rilassò e respirò a fondo pensando a cosa poteva cucinargli mettendosi una mano sotto al mento.

“Mangio qualsiasi cosa se ti può aiutare.” disse Blaine.

“Ti va se ti cucino dei semplici hamburger? Magari possiamo anche prepararci dell’insalata.”

“Sì, penso che sia un’ottima idea.”

Kurt sorrise del suo entusiasmo e si mise al lavoro, cucinare per Blaine per lui era stato piacevole, aveva sempre adorato cucinare, ma da quando era rimasto solo era diventato quasi inutile e aveva perso l’abitudine.
Adesso che aveva di nuovo una persona per cui farlo era diverso, Blaine era stato capace di restituirgli il sorriso anche nel fare una cosa così semplice e piacevole.
Aveva cercato di fare del suo meglio cuocendogli gli hamburger e preparandogli una buona insalata, e in quel momento, Blaine era estasiato.
Una volta finito di preparare ogni cosa, il suo ospite aveva insistito per sistemare almeno la tavola apparecchiandola.
Lui si accorse che i suoi modi erano gentili anche in quello, avevo notato che era stato attento e ordinato a posizionare ogni posata al suo posto
Quando si erano seduti uno di fronte all’altro era stato bellissimo, finalmente quella sera non avrebbe cenato da solo, anzi aveva un ospite d’eccezione: il suo papà preferito.
Avevano cenato parlando di tutto e stando in silenzio a guardarsi negli occhi, erano entrambi come catapultati in un nuovo universo da cui difficilmente volevano uscirne.
Durante una delle tante pause, Blaine si azzardò a prendere la sua mano e ad intrecciare le loro dita con una facilità disarmante, questo suo piccolo gesto lasciò un sorriso sul volto di Kurt che arrossì leggermente e lui rise delle sue guance diventate tutte rosse.
Non si resero conto che la cena terminò prima di quanto loro credessero, quando Kurt si alzò per sparecchiare Blaine lo fermò e si levò dal suo posto prima di lui.

“Lascia, faccio io.”

“Ma Blaine … non è il caso.”

“E invece si, sei stato gentile a prepararmi la cena e adesso voglio ricambiare mettendo tutto in ordine.”

Kurt non insistette oltre, si risedette al suo posto e lo lasciò fare, osservò come lui si muoveva bene nella sua cucina e per un attimo immaginò un loro futuro, dove Blaine gli preparava la cena e lui stava in cucina con Melanie mentre la aiutava a finire i compiti. Anche se era solo una piccola visione, sorrise a quel piccolo stralcio del loro ipotetico futuro, anche se in cuor suo sapeva che non era tanto ipotetico.
Nel momento in cui Blaine finì di sistemare lui si destò dai suoi pensieri, si alzò dalla sedia dove era seduto e lo raggiunse ringraziandolo con un bacio sulla guancia per il suo lavoro.

“Ti va di andare in salotto? Potremo sederci sul divano a parlare un pochino e potremo mangiare i tuoi dolcetti.”

“Sì.”

“Tu inizia ad andare, io prendo un piatto per mettere i dolcetti e ti raggiungo.”

Kurt lo vide allontanarsi e sedersi sul divano, la sua casa era così piccola che poteva vedere tutto da ogni angolo e sentire ogni rumore. Lui prese un piatto dalla credenza, andò a prendere la sua borsa appesa dalla quale prese la scatola dei dolcetti e lo raggiunse in salotto.
Davanti al suo sorriso carico di aspettativa aprì il pacchetto e ne depose il contenuto nel piatto, portandoselo con se quando si sedette vicino a lui.

“Allora…”

“Allora, eccoti qua!”

“Grazie di tutto, Blaine.” esordì fissandolo per un momento negli occhi.

“Di cosa?”

“Per tutto questo… per avermi restituito il sorriso.” gli disse posando il piatto sul tavolino di fronte a loro e ritornando poi al suo posto.

Blaine alzò la mano delicatamente e la posò sulla sua guancia, stando bene attento a non fargli male

“Non ci pensi a quello che hai fatto tu?”

“Non posso di certo aver fatto meglio di te.” gli rispose sorridendo

“Kurt io non credevo di potermi innamorare di nuovo, e invece sei arrivato tu.”  gli disse

“Tu, che mi hai mostrato che si può sorridere ancora, tu che mi guardi in quel modo capace di farmi tremare le ginocchia.” continuò a dirgli

E Kurt in quel momento sentì che qualcosa nel suo cuore aveva preso forma, qualcosa che nelle settimane passate era nato e che era cresciuto con i modi gentili, i sorrisi e le carezze di quel papà tanto adorabile che in quel momento lo stava guardando come se non ci fosse nulla di più bello.

“Blaine.” disse pronunciando il suo nome lievemente

“Guardami ancora, voglio che mi prometti una cosa, non smettere mai di guardarmi con quei tuoi occhi dal colore tanto indefinito quanto bello.” 

“Mai, adesso che ti ho trovato non ti lascerò andare, Kurt.”

Kurt a quel punto non poté impedire a delle lacrime di cadere dal suo viso e in quel piccolo istante fece la sola cosa che si sentiva di fare, portò una mano sopra quella di Blaine e prima di portarla sulla sua depositata nella sua guancia, la baciò dolcemente racchiudendo in quel gesto tutto il suo amore appena nato per lui.
Levò il suo viso e prima di perdersi in quel labirinto di mille colori lo disse e non se ne pentì mai, nemmeno negli anni avvenire, si sarebbe sempre sentito onorato di aver riservato quelle poche parole a quell’uomo che gli riservava sempre un sorriso e un tocco gentile.

“Mostrami il mondo dai tuoi occhi Blaine … mostrami quanto può essere bello innamorarmi di te e mostrami cosa vuol dire ridere e cosa vuol dire davvero sorridere, ti prego mostramelo e ti prometto che cercherò di farti felice in ogni modo possibile…”

Blaine era perso nei suoi occhi blu, gli avevano sempre ricordato il colore di quei laghi freddi di quei paesi lontani, quando si erano conosciuti aveva notato la tristezza in quelle pozze bluastre e in poco tempo, standogli vicino, aveva anche osservato come era cambiato il suo sguardo. Era diventato più limpido e trasparente e si era accorto che era lui ad avergli fatto questo effetto. Certo prima di incontrarsi lui era felice con la sua Melanie, ma aveva sempre sentito in fondo al suo cuore che gli mancava qualcosa e tutto si era completato solo quando le loro strade si erano incrociate. Così come l’aveva ricevuto.
Era ovvio, Blaine era innamorato di Kurt, lo sapeva già da un po’ di tempo. Ma era lì seduto in quel divano con quel giovane insegnante che gli stava baciando la mano che se ne rese davvero conto.
Aveva ripreso ad amare, ed era felice che fosse lui il suo innamorato. Proprio come la sua Melanie gli aveva consigliato, si sporse verso di lui e lo baciò dolcemente sulla guancia facendo indugiare un secondo di più le labbra su quella pelle candida e vellutata.
E davanti ai suoi occhi che erano diventati di un azzurro intenso esalò la sua risposta.

“Sì Kurt, ti mostrerò quanto mi rende felice amarti e renderti tale.”

Lui lasciò le sue mani e lo strinse a se, abbandonandosi tra le sue braccia. E se prima Blaine era stato sorpreso da quel suo gesto alla fine si lasciò andare e lo tenne stretto tra le sue braccia pronto a non lasciarlo mai.
In quella stanza appena illuminata dalle luci deboli del lampadario, due giovani uomini si stavano stringendo e si stavano crogiolando in quel loro amore appena consolidato. Nell’aria si potevano sentire i loro lievi mormorii e quei piccoli sussurri tra di loro che completavano finalmente quel quadro che da qualche mese si stava dipingendo nelle loro anime e nei loro cuori, un disegno che ritraeva tre figure, due papà che stavano iniziando ad amarsi e una bambina sorridente e felice nel mezzo che regalava loro un tenero sorriso fatto di tante cose ma che sapeva solo di famiglia.


Note:

Eccomi qua come promesso il primo aggiornamento della settimana, il prossimo arriverà sabato credo, volevo prima di tutto ringraziare la mia beta Annie che è sempre tanto gentile con me, le 41 persone che seguono questa storia e per finire Riccardo che mi ha suggerito la frase: Mostrami il mondo dai tuoi occhi, ci tenevo a far sapere che è sua, a presto :)

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Capitolo dieci

 

Erano passate diverse settimane da quella magica serata che aveva consolidato il loro rapporto per davvero, e Blaine era davvero molto felice. Se lo ripeteva in continuazione, ma era ogni volta che leggeva l’amore negli occhi di Kurt che poteva vedere quanto tutto questo fosse reale.
Oramai le sue giornate erano quasi programmate, la mattina si alzava, preparava la colazione per Melanie e la portava a scuola, dove approfittava di quei cinque minuti per salutare il suo compagno e dirgli quanto fosse carino con quella camicia o quella maglia. Ogni volta trovava un motivo per dirgli quanto fosse straordinario.
Dopodiché, andava ad aprire il suo panificio e le mattine volavano letteralmente, ma i suoi pomeriggi al parco con il suo dolce compagno erano la sua parte preferita: accompagnava Melanie a giocare con le amichette e insieme si sedevano ad una delle panchine guardandola ridere e scherzare.
Ed erano troppe le volte che il braccio di Blaine attraversava le spalle del giovane uomo vicino a lui che gli sorrideva imbarazzato, ancor peggio quando si chinava per poterlo baciare sulla guancia.
Aveva sempre pensato che il momento in cui avrebbe sfiorato le sue labbra sarebbe arrivato presto, sentiva che quando quell’istante speciale sarebbe apparso lui avrebbe poggiato le sue mani impacciate e tremolanti su quel viso di porcellana e avrebbe sfiorato delicatamente le sue morbide labbra. Si trattava solo di aspettare.
Tornare a casa e mettere a letto la sua bimba era il miglior modo per concludere una giornata, accarezzandole la testa augurandosi presto che lo avrebbe fatto anche qualcun altro insieme a lui.
È con questi pensieri che la sua mente ritornava alle settimane passate mentre era intento a preparare dei nuovi biscotti, una nuova ricetta che aveva ideato, che avrebbe servito insieme al the quel pomeriggio di fine Aprile.
Sarebbero venute le sue amiche e in più per quella volta erano previsti due nuovi ospiti: Kurt e la sua migliore amica, Rachel, che avrebbe incontrato per la prima volta.
Doveva ammettere che era nervoso per questo loro primo incontro, voleva solo fare buona impressione come Kurt l’aveva fatta con i suoi amici, ma allo stesso tempo aveva paura che lei avrebbe notato che lui non fosse all’altezza del suo amico.
In cuor suo si ripeteva che erano solo paranoie le sue, Kurt ci teneva a lui. Ormai era diventato una figura portante nella vita sua e di Melanie; sì, la bimba ancora doveva conoscerlo bene, ma Blaine lo sentiva nel cuore, presto sarebbero stati una famiglia, non sapeva quanto tempo ci sarebbe voluto ma lo sarebbero diventati, la sua era una certezza.
All’improvviso il forno suonò distogliendolo dai suoi pensieri e lui, prendendo un panno da cucina dal cassetto della credenza, andò a ritirare i biscotti che avevano finito di cuocere posandoli su di un piattino che aveva preparato precedentemente.
Prese anche la teiera del servizio buono che aveva preso insieme al piatto prima e gettò l’acqua che stava bollendo, versandola all’interno dopo aver inserito le bustine del thé al limone che aveva scelto da servire.
Ora era tutto pronto, doveva solo aspettare l’arrivo dei suoi ospiti e sperare che tutto andasse per il meglio.
Decise di andare a controllare che sua figlia fosse pronta, sarebbero venuti a prenderla tra qualche minuto, fortunatamente per lui, oggi la sua Melanie avrebbe passato il pomeriggio dalla sua amichetta. Era una fortuna per Blaine, meno persone aveva da gestire e meglio era, la sua bambina il più delle volte era come una manna dal cielo.
Arrivò alla porta della sua cameretta e bussò delicatamente.

“Tesoro, posso entrare?”

“Sì papà, entra.”

Lui entrò e vide la sua bimba seduta sul bordo del letto che si stava abbottonando il vestitino lilla che le aveva preso la settimana scorsa come premio per aver preso un buon voto. Le si avvicinò, si inginocchiò davanti a lei e levò le sue manine per poterla aiutare.

“Lascia fare a me, tesoro.” le disse con amore

Melanie sorrise e si lasciò vestire, adorava quando il suo papà la viziava con quei suoi modi gentili.

“Lo sai, ti voglio bene papà!”

Blaine sollevò il viso per poterle sorridere.

“Anche io amore mio, tantissimo.”

Appena ebbe abbottonato anche l’ultimo bottone, Blaine si alzò e girò la bambina verso lo specchio per farle vedere quanto fosse bella.
Le mise le mani sulle spalle e abbassandosi la baciò sulla testa.
Sentirono il campanello e la bimba si scostò dal padre mettendosi il cappottino poggiato sulla sedia e prendendo il suo zainetto dal letto.
Blaine le prese la mano tra la sua e insieme raggiunsero l’ingresso, aprì la porta e, dopo essersi assicurato che la sua bambina stesse bene, l’affidò alle cure della mamma della sua amichetta e la salutò.
Chiuse la porta e andò a sedersi in salotto aspettando l’arrivo degli altri.
Fuori dalla porta nel mentre erano appena arrivati Kurt e Rachel.

“Dai! Bussa.” la incitò lui

“Kurt, è la casa del tuo fidanzato.” rispose lei

Lui fece un respiro profondo, era così nervoso. Si trattava della prima volta che entrava nella casa del suo compagno - lui preferiva chiamarlo così - non erano più dei ragazzini e la parola fidanzato era troppo significativa, mentre compagno era un termine più appropriato.
Si fece coraggio e bussò alla porta, con Rachel appesa al suo braccio emozionata di conoscere l’uomo che aveva rubato il cuore del suo migliore amico.
Blaine andò ad aprire e quando si ritrovò di fronte il suo Kurt sempre splendido per qualche secondo perse la parola, perso a contemplare quegli occhi color del cielo che lo guardavano sorridenti.

“C-ciao!” gli disse Blaine quasi balbettando

“Ciao.” gli rispose Kurt con un sorriso troppo aperto per non essere notato.

Infatti, la sua amica Rachel che lo conosceva bene, aveva capito subito come quel Blaine aveva fatto innamorare il suo amico.
Si staccò da lui e tutta eccitata porse la sua mano a Blaine

“Piacere! Io sono Rachel Berry, la migliore amica di Kurt, nonché sua confidente e tu… devi essere il suo ragazzo, Blaine, vero? Beh sì, ovvio che sei tu! Chi altro se no?”

Blaine la guardò leggermente divertito dalla situazione e dopo aver sorriso al suo “ragazzo”, accettò la presa di Rachel.

“Sì, io sono Blaine, e sono onorato di poterti conoscere, Rachel.”

“Io non vedevo l’ora, pensa te! Kurt non fa altro che parlarmi di te tutto il tempo.”

“Rachel, ma cosa dici?”

Blaine rise di gusto a quell’affermazione, era sicuro ora del fatto che Kurt pensasse a lui tutto il tempo, come del resto faceva lui stesso, erano troppe le ore che passava a pensare al suo sorriso, ai suoi occhi, alla sua risata, ai suoi modi e alla sua affettuosità nei normali gesti.

“Su ora, se volete entrare,” disse loro facendo un cenno con la mano.

E non ce ne era stato bisogno di fare nulla per far capire a Kurt cosa dovesse fare in quel momento, prese la mano che Blaine gli stava porgendo e intrecciarono le loro dita facendo sorridere Rachel di fianco a loro.
Entrarono in casa e Blaine aiutò Kurt a levarsi la giacca posando le mani sulle sue spalle e proprio come settimane addietro, si avvicinò al suo orecchio e glielo sussurrò.

“Benvenuto nel mio mondo, Kurt.”

E quest’ultimo fece la sola cosa ovvia, poggiò la sua mano su quella che Blaine aveva posato sulla sua spalla stringendola forte.
Rachel aveva osservato tutta la scena divertita, era così rilassata che adesso il suo amico avesse un fidanzato, un compagno che lo amava come se non ci fosse nulla di più bello.
Si levò da sola il suo cappottino bordeaux e lo poggiò sulla poltrona del salotto dove andò a sedersi, stando bene attenta a non sgualcire la sua gonna a pieghe blu
Incrociò le mani sul suo grembo e pazientemente attese che gli altri due si resero conto che lei si stava godendo lo spettacolo guardando come si stavano comportando.
Kurt e Blaine avevano ancore le loro mani intrecciate e non si muovevano dal punto in cui stavano, continuavano a sorridersi e a guardarsi con gli occhi illuminati dalla gioia. Blaine era così felice di averlo nella sua casa, di potergli mostrare la cucina dove preparava i dolcetti che gli regalava, di fargli vedere la cameretta di Melanie e di farlo entrare nella sua, anche se ci sarebbe voluto tempo, questo era quello che continuava a ripetersi.

“Lo sai, oggi sei più bello del solito.”  gli disse Blaine accarezzandogli la guancia, le sue dita che sfioravano lente la sua pelle delicata e soffice

“N-non è vero, e poi… non puoi dirmi qualcosa di nuovo?” gli rispose, provocandolo.

“Beh… a dire il vero, con questa camicia blu sei…” gli sussurrò facendo scivolare la sua mano dal suo viso lentamente fino al suo fianco sinistro.

“Cosa sono?” continuò Kurt per lui.

“Decisamente affascinante.”

“Ah sì?”

“E sei anche, come dire… brillante. Sai, ho notato che quando siamo insieme brilli per me.”

Kurt s’intenerì a quell’affermazione e posò le sue mani sulle sue guance.

“È vero Blaine, quando sono insieme a te è come se mi illuminassi dentro. È difficile da spiegare, ma sento che appena i miei occhi incontrano i tuoi tutto diventa migliore.” 

Ed era in quel momento che Blaine avrebbe tanto voluto sporgersi verso di lui e baciarlo su quelle labbra che in quel momento gli parvero tanto invitanti. Tuttavia si fermò giusto un istante prima di poterlo fare, non era il momento giusto, e non era il posto adatto.
Sentì degli occhi puntati su di lui e come per magia anche Kurt sentì la medesima cosa e si voltarono quasi in contemporanea per vedere una Rachel tutta sorridente che batteva le mani eccitata.

“Oh, ma lo sapete che siete tanto carini?”

“Scusaci Rachel, ci siamo distratti un momento.” intervenne Kurt

“Non ti preoccupare tesoro, ti posso scusare tranquillamente, con un bell’uomo vicino chiunque perderebbe la cognizione del tempo.” gli rispose, facendo arrossire entrambi.

Blaine a quel punto prese ancora Kurt per mano e insieme raggiunsero il divano, sul quale si sedettero vicini proprio di fronte a lei che li stava ancora guardando divertita.

“Bene… eccoci qui.” esordì

“Hai davvero una bella casa!” gli disse Kurt stringendogli la mano più forte

“Blaine?”

“Oh Rachel, scusami, mi stavo distraendo di nuovo.”

“Ho visto!”

“Dimmi tutto.”

“Che intenzioni hai?”

“Come?” gli rispose, confuso.

“Rachel!” le disse Kurt

“Tesoro fammi parlare, io devo sapere se il tuo bel papà ha intenzioni serie e… ”

“Sì.” pronunciò sicuro Blaine

“Sì, ho intenzioni serie Rachel, io sono innamorato di Kurt e voglio farlo felice, e sì, in un futuro prossimo mi piacerebbe sposarlo e lo so che ci vorrà tanto tempo, abbiamo ancora tanti passi da fare ma li faremo insieme.”

Kurt sorrise e a quelle parole sentì il bisogno di poggiarsi di più al suo fianco, di stringersi maggiormente a lui passandogli un braccio intorno alla vita.
Rachel guardò quella scena intenerita dalle parole vere e sincere di Blaine. Non credeva possibile che il suo migliore amico potesse essere stato così fortunato da aver incontrato proprio la sua anima gemella, perché lei era un’esperta di queste cose, lei aveva trovato la sua a sedici anni: Finn.
Aveva saputo riconoscere subito che lui era quella persona per la quale sarebbe stata disposta a fare di tutto, quel ragazzo che era cresciuto insieme a lei e che era diventato un uomo tra le sue braccia.
Era sicura che queste cose non potessero capitare tanto spesso, ma si era sbagliata perché ora davanti a lei c’erano due persone che si erano trovate dopo tanto dolore e che si erano innamorate e ai suoi occhi erano solo due semplici anime gemelle.

“Ok, va bene. Ti credo ma se… lo fai soffrire dovrai vedertela con me, hai capito?” gli disse perentoria

“Sì, Rachel tranquilla, non lo farò mai soffrire, sono il primo che vuole solo davvero il suo bene.”

“Ne sono contenta.” rispose lei soddisfatta della sua risposta.

Continuarono a parlare fra di loro di mille cose diverse e Blaine aveva notato che Rachel per certi versi era molto simile al suo Kurt, Ogni volta che pensava all’uomo che ora lo stava stringendo come suo, arrossiva leggermente, gli bastava così poco per imbarazzarsi come un ragazzino.
Sentirono il campanello suonare e tutti e tre si destarono dalla loro conversazione.

“Devono essere loro.”  disse Blaine rivolgendosi a Kurt

“Loro chi?” chiese Rachel, curiosa.

“Oh, sono solo le mie amiche, non vedo l’ora di potertele presentare!” gli rispose lui

Dopo aver baciato Kurt sulla guancia, sciolse il loro abbraccio e si alzò, dirigendosi verso la porta d’ingresso.
Quando aprì la porta si ritrovò di fronte i volti sorridenti delle sue amiche che lo guardavano emozionate di poter rivedere Kurt.
Santana non si fece pregare e lo sorpassò, entrando in casa, e raggiungendo Kurt sul divano, lui si alzò e lei si sporse verso di lui lasciandogli un caldo bacio sulla guancia sinistra.

“Ciao Kurt! Come stai?” gli disse con voce suadente

“Oh, ciao Santana, io bene grazie e tu? E Brittany?” le rispose leggermente in soggezione

“Benissimo, e sì, anche lei sta bene.”

Santana si voltò notando che sul divano era seduta un’altra persona che si alzò prontamente porgendogli la mano per presentarsi.

“Io sono Rachel Berry, tu devi essere una delle amiche di Blaine immagino.”

“Immagini bene.” Le rispose, scrutandola.

“Lo sai si che le gonne di quel genere le indossano solo le vecchie bibliotecarie vero?” continuò divertendosi nel vedere la sua espressione diventare accigliata.

“A me stanno bene lo stesso.” ribatté Rachel prontamente.

“Ragazze, smettetela, su!” intervenne Kurt cercando di non farle litigare

“Adesso sediamoci e aspettiamo che Blaine ritorni, fate le buone.”

Le due donne gli diedero ragione e seguirono il suo consiglio andando a sedersi vicine in uno dei due divani, quello vicino alla poltrona dove prima era seduta Rachel.
Dall’ingresso Blaine insieme a Quinn e Tina aveva assistito alla scena ed era sollevato  nel constatare quanto il suo compagno fosse anche intelligente e giudizioso.
Si avvicinò con le sue amiche e abbracciò Kurt da dietro poggiando le sue braccia intorno al suo collo baciandogli dolcemente i capelli.
Tina a quel gesto sorrise, il suo migliore amico era davvero innamorato e la cosa più importante era che non si privava di mostrare al mondo quanto tenesse al giovane uomo che ormai era entrato a far parte della sua vita.
Kurt la vide e si voltò verso di lei regalandogli un sorriso e salutandola.

“Ciao Tina, eccoti qua!” le disse

Lei lo raggiunse e si sedette vicino a lui, andando a baciarlo sulla guancia.

“Sono felice di rivederti.”

“Anche io, tutto bene?”

Lei annuì e si voltò verso di Rachel salutando anche lei.

“Rachel, giusto?”

“Sì, esatto!”

“Io sono Tina.” le disse con un sorriso caloroso in volto

E Rachel si sentì un pochino più accettata da quella giovane donna dai tratti asiatici che le sorrideva.
Quinn, che era stata in disparte tutto il tempo, alla fine decise di avvicinarsi e raggiunse il divano dove era seduta Rachel, mettendosi al suo fianco.

“Io sono Quinn, ed è un piacere fare la tua conoscenza, Rachel.”

Lei rimase quasi incantata dalla gentilezza di quella donna dai biondi capelli che le sorrideva senza nessun secondo fine.

“Rachel Berry.”

“Bene, adesso penso che sia arrivata l’ora del thé, ho fatto anche i biscotti! Kurt, ti andrebbe di aiutarmi?” disse Blaine

“Sì, certo. Ti aiuto volentieri.” rispose Kurt alzandosi dal divano raggiungendo Blaine e  lasciando le ragazze da sole nel salotto.

Blaine gli porse la mano e lui l’accettò senza nemmeno pensarci più, ormai era diventato un gesto automatico e insieme con il sorriso dipinto sui loro
volti si diressero in cucina.
Quando arrivarono, Blaine lasciò la sua mano e raggiunse il tavolo andando a prendere il vassoio. Prima di poterlo prendere per le mani, si fermò e si voltò verso Kurt che stava in piedi sullo stipite della porta.

“Kurt?”

“Sì?”

“Vorrei rivelarti un piccolo segreto.”

“A me?”

“Ti prego, vieni qua e siediti.” gli disse, spostando una delle sedie per farlo accomodare

Kurt si avvicinò e si sedette, poggiando le sue mani sul suo grembo in attesa delle parole del suo compagno.
Blaine fece un passo indietro dal tavolo anche se le sue mani toccavano ancora il vassoio, e stava tremando.
Le sue dita erano diventate tremolanti e lui si stava agitando per una piccola cosa che voleva rivelare a quel giovane uomo che ora lo stava guardando con curiosità.

“Blaine, stai bene?”

“Sì! Sì… sto bene, è che vorrei tanto …”

“… dirmi qualcosa di importante?” gli domandò

Lui si voltò verso di lui, stava cercando i suoi occhi e pare che li avesse trovati perché Kurt gli sorrise, ed il suo era un sorriso felice. Sapeva che stava per rovinare tutto, ma non riusciva più a trattenersi; erano mesi che si frequentavano e lui aveva aspettato i suoi tempi, ma era da qualche tempo che sentiva il bisogno di poterlo baciare, solo di sfiorare le sue labbra. Aveva paura, timore di spaventare Kurt, quel giovane uomo che gli aveva donato il suo cuore e lui lo aveva preso con delicatezza custodendolo fino a quel momento. Desiderava solo che tutto fosse più tangibile e più reale di quanto già non fosse.

“…baciarti.” sussurrò in risposta

Kurt aprì la bocca per la sorpresa, si aspettava di tutto da Blaine ma non questo. Non che fosse deluso dalla sua proposta, anzi ne era lusingato, ma non sapeva proprio che dire, e forse avrebbe fatto meglio a dire qualcosa così magari avrebbe evitato che Blaine si agitasse proprio come stava facendo in quel momento.

“Lo sapevo, non dovevo dirtelo, adesso mi lascerai e finirà tutto!”

“Blaine, aspetta.”

“Sono stato uno stupido, mi dispiace tanto Kurt.” 

Quest’ultimo decise di porre rimedio a questo stupido dramma e si avvicinò a Blaine, andando a posizionarsi dietro le sue spalle,abbracciandolo stretto.
Blaine poteva sentire il suo respiro sul collo, quei sospiri che Kurt stava facendo per farlo calmare, semplicemente stando in silenzio.
Non riusciva a parlare, si limitava a stare fermo in quella strana posizione con le mani ancora poggiate sulla tavola e a sentire che la persona che lo stava stringendo gli stava dando solo del tempo utile per ritrovare la calma e la serenità.

“Puoi abbracciarmi anche tu, se vuoi.” Kurt gli disse

E poi fece una cosa che Blaine non si sarebbe mai aspettato, posò le sue delicate labbra su un punto indefinito del suo collo.
Fu un gesto così semplice ma che ebbe il poterlo di farlo tremare e fargli provare qualcosa che da tempo non sentiva.
Blaine decise che poteva buttarsi ancora una volta, sollevò con calma le sue mani dal tavolo e andò a stringere le dita affusolate e sottili di Kurt, le avvolse con le sue e si sentì un po’ meglio.

“Anche io voglio baciarti Blaine, non sai quanto, vorrei poter poggiare le mie mani sulle tue guance e baciarti, vorrei che non fosse un semplice tocco, ma vorrei che le nostre lingue si incontrassero. E non pensare male, sarebbe bello anche un semplice bacio, ma io voglio che tutto sia più intenso, perché so che può esserlo se solo me lo permettessi.”

“Non pensi che stiamo andando troppo veloci?”

“Io penso solo che sono innamorato di te.”

“Anche io Kurt, mi sono reso conto di amarti già così tanto.”

“Pensi che sia brutto?”

“No anzi, sono felice, e lo sai.”

Kurt continuò a lasciargli dei piccoli bacetti sulla spalla, su ogni punto del collo e sulla nuca quando si staccò da lui.
Blaine sciolse il loro intreccio e si girò per poterlo guardare meglio, raccolse le sue mani tra le sue e le strinse forte, sollevò il suo viso e ancora una volta si perse nei suoi occhi blu come il cielo della sera che stava arrivando.

“È tutto apposto tra di noi, vero Kurt?”

“Sì. Sta’ tranquillo.” gli rispose lui poggiandogli una mano sulla sua guancia

“Ho ancora voglia di baciarti…”

“Anche io, ma vedrai che succederà, dobbiamo solo aspettare il momento giusto.”

“Sono d’accordo.”

“Ne sono felice.” gli sussurrò Kurt, sporgendosi un poco e baciandolo lievemente sulla fronte.

“Meglio andare di là, prima che ci diano per dispersi.”

“Sì, prendo i biscotti.”

“Ed io il the.” gli disse Blaine, finalmente tornato felice.

Kurt gli sorrise e lasciò la cucina con il piatto di biscotti, Blaine prese il vassoio tra le mani e si accorse che non stava più tremando, aveva fatto bene a dire a Kurt cosa pensava veramente, tra di loro non ci dovevano essere segreti.
Ma era anche più contento adesso, perché era riuscito a rivelargli quando lo amasse e lui provava esattamente lo stesso.
Con un sorriso beato in volto, sollevò finalmente il vassoio con la teiera e le tazzine del thè e lasciò la cucina diretto dai suoi ospiti e dal suo bellissimo compagno.
   
 

Note:

Eccomi qua, mi volevo scusare per il ritardo con cui sto pubblicando, ma sono partita per alcuni giorni e non ho potuto aggiornare, un grazie sentitissimo alla mia carissima beta Annie.
A sabato con il prossimo aggiornamento

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Capitolo undici
 

 
La domenica successiva Blaine si trovava nella sua stanza intento a prepararsi, quella giornata sarebbe stata molto importante per lui, insieme a Kurt e a Melanie sarebbero andati al parco a fare un pic nic, sarebbe stata la loro prima uscita come una specie di famiglia, era molto emozionato all’idea di andare in giro e prendere per mano la sua bimba e Kurt, in cuor suo sperava di non svenire per l’emozione nel momento in cui le loro dita si sarebbero intrecciate anche se sperava tanto che accadesse per davvero.
Una volta che si era sistemato per bene il papillon blu al collo, uscì dalla sua stanza e raggiunse la cameretta di Melanie, lei aprì la porta e gli fece cenno di entrare, lui incuriosito da quella strana richiesta l’accontentò.

“Amore mio che c’è?”

“Puoi venire a sederti qua vicino a me?” gli chiese andando a sedersi sul suo letto

“Certo Melanie, dimmi tutto” le rispose raggiungendola, si sedette di fianco a lei e con un braccio le cinse le spalle a l’abbracciò.

Lei abbassò il viso e fece un piccolo sospirò, poi lo sollevò e guardò il suo papà negli occhi.

“Papà posso farti una domanda?”

“Tutto quello che vuoi piccola mia”

“Oggi usciamo insieme al maestro Hummel giusto?” gli domandò

Blaine rimase leggermente sorpreso da quella domanda, era convinto che Melanie avesse accettato in pieno il suo rapporto con Kurt, ma forse si sbagliava, in ogni caso decise di chiederglielo.

“Non sei contenta che io e il tuo maestro stiamo insieme?”

La bimba negò subito e cerco subito di spiegarsi meglio, altrimenti correva il rischio di fare capire al suo papà che lei non accettava la sua relazione con il suo insegnante quando non era vero, lei era felice per lui e non vedeva l’ora che tutto si concretizzasse e che diventassero un famiglia, solo che anche lei come ogni bambino aveva delle domande.

“Certo che sono contenta papà, ma mi chiedevo come dovevo chiamarlo adesso che voi due siete fidanzati, posso chiamarlo semplicemente Kurt?”

Blaine si sporse verso di lei, le baciò la fronte teneramente e l’abbracciò più stretta.

“Sì amore mio, penso che lui sarà molto onorato quando ti sentirà chiamarlo per nome” le rispose sorridendole dolcemente

La bambina subito si rilassò a quella risposta e si lasciò stringere, quella giornata sarebbe stata bellissima anche per lei e non vedeva l’ora che tutto iniziasse.
Sentirono entrambi il campanello dell’ingresso suonare, segno che Kurt era arrivato finalmente, Blaine si alzò e disse alla bimba di andare ad aprire, nel mentre lui sarebbe andato in cucina a prendere il cesto per il pic nic che aveva preparato la notte precedente.
La bambina annuì e uscì di corsa dalla sua cameretta, poi si diresse verso l’ingresso e spalancò la porta trovandosi il suo maestro tutto sorridente che la salutò abbassandosi e baciandola sulla guancia.

“Ciao Melanie”

Lei gli sorrise e leggermente imbarazzata ricambiò il saluto.

“Buongiorno maestro Hummel” gli disse lei educatamente.

Lui la guardò con un felice sorriso in volto.

“Puoi chiamarmi Kurt se vuoi”

“Davvero? Posso?” gli chiese lei tentennante.

“Sì Melanie” le confermò.

“Bene, sono felice di vederti Kurt”

“Anche io”

Rimasero fermi nell’ingresso ancora qualche minuto prima che Blaine li raggiungesse con il cesto e con un radioso sorriso in volto, arrivò da loro e subito disse alla bambina di infilarsi la giacchetta appesa sull’appendiabiti, poi si perse un momento.
I suoi occhi incontrarono quelli del suo compagno che gli sorrise con amore e Blaine per un attimo pensò che non ce l’avrebbe fatta a resistere, sentiva già le ginocchia molli e in procinto di lasciarlo andare, ma grazie al cielo non accadde, ma anzi si avvicinò a lui e si sporse lasciandogli un leggero bacio sulla guancia, che sentiva soffice e delicata come sempre.

“Ciao Kurt” gli disse con la voce emozionata come al solito.

Ogni volta che si vedevano capitava che tutto cambiava, il suo sorriso diventava più vivo e la sua giornata migliore in un solo istante, bastava la presenza del suo Kurt a migliorare il suo tutto.

“Ciao anche a te Blaine” gli rispose lui con un nuovo e magico sorriso

La bambina arrivò con indosso la sua giacca e li sorprese a sorridersi come due ragazzini, sorridendo a sua volta a quell’immagine così tenera apparsa davanti a lei. Li raggiunse e disse loro che era pronta.
Blaine posò un momento il cesto nelle mani di Kurt e si mise anche lui la sua giacca e poi tutti e tre insieme uscirono dalla casa.
La strada per arrivare al parco non era lontanissima, e il tempo prometteva bene, in cielo c’era un bellissimo sole, e Blaine alzando lo sguardo notò che c’era qualche nuvola ma non si preoccupò molto della cosa, perché quando abbassò gli occhi incontrò quelli di Kurt e tutto intorno a lui divenne superfluo.
Con tutta la naturalezza del mondo prese la sua mano nella sua, le loro dita si intrecciarono subito e quel legame che Blaine aveva sentito sin dall’inizio si ripresentò davanti a lui e come per magia tutto si trasformò.
Era la visione che aveva sognato quella mattina, lui e Kurt che si prendevano per mano, e la piccola Melanie davanti a loro che camminava spensierata per le vie della città.
Un sogno diventato realtà che si concretizzava sempre di più ogni qual volta Kurt si sporgeva verso di lui e gli baciava la guancia o quando gli stringeva più forte la mano, tutto diventava reale e tangibile e non era più una semplice fantasia.
La piccola Melanie ogni tanto si voltava verso di loro e sorrideva felice, Blaine in quei momenti si sentiva come se fosse arrivato in paradiso, aveva sempre pensato che sarebbe stato solo a crescere la sua bambina, ma da quando era apparso il suo fidanzato nella sua vita tutto era cambiato e adesso poteva davvero pensare di dare un secondo papà alla sua bimba, finalmente non era più solo.
Kurt si girò verso di lui e gli chiese come mai aveva quella faccia da ebete dipinta in volto.

“Non è nulla, stavo solo pensando”

“A cosa?”

“A noi” gli rispose girandosi verso di lui e regalandogli un dolce sorriso che Kurt accettò con gioia.

Arrivarono al parco poco dopo, e mentre Melanie raggiungeva i giochi per iniziare a divertirsi, i due adulti cercarono una panchina dove potersi sedere, ma poi Kurt vide un albero che sarebbe stato più adatto e trascinò Blaine con il suo cesto.
Raggiunsero l’abete che Kurt aveva visto in lontananza e Blaine aprì il cesto per levare la tovaglia che passò al suo fidanzato, il quale dopo averla aperta per bene la depose sul prato, posò il cestino per terra e dopo aver fatto un cenno con la mano a Kurt, si sedette vicino a lui, ed entrambi si poggiarono al tronco dell’albero con la schiena.
Stavano osservando Melanie giocare con altre bambine quando Blaine portò una mano sopra il suo ginocchio, lui a quel contatto si voltò e scorse subito la gioia dipinta nello sguardo del suo compagno.

“Sei felice?” gli domandò

“Sì Blaine, molto … era da molto che non mi sentivo così bene, tu sei fantastico e anche Melanie lo è … ed essere qua con voi è meraviglioso”

“Io penso le stesse cose tesoro” gli disse Blaine e non si accorse nemmeno che non lo aveva chiamato per nome ma bensì con un piccolo nomignolo.

Kurt si sorprese di quanto affetto potesse provare Blaine per lui, era da tanto tempo che nessuno lo chiamava in quel modo.

“Come mi hai chiamato?”

“Oh scusami Kurt forse non avrei dovuto ma … mi è sembrato così naturale” gli rispose cercando di scusarmi per l’accaduto.

Lui portò una mano sulla sua poggiata sulla sua coscia e si affrettò a chiarire.

“Non ti preoccupare, va tutto bene … e che sono solo sorpreso, ma mi piace quando mi chiami tesoro e mi chiedevo ….” Gli disse abbassando subito il viso diventato rosso.

“Dimmi” continuò Blaine per lui.

“Posso chiamarti anche io in un modo tutto speciale?” gli domandò finalmente alzando il suo volto e perdendosi ancora una volta in quegli occhi dorati.

“Tutto quello che vuoi”

“Mi piacerebbe tanto chiamarti amore” Kurt gli sussurrò imbarazzandosi subito

Blaine si sporse verso di lui e poggiò la fronte sulla sua, lui sentì il suo respiro talmente vicino che pensò che forse era arrivato il tanto atteso momento, ma il suo compagno non lo baciò, fece solo sfiorare delicatamente i loro nasi e glielo sospirò sulle labbra.

“Sarà meraviglioso sentirtelo dire … non sai come ti amo in questo momento, ogni giorno che passa mi innamoro sempre di più Kurt, e questa cosa mi fa stare bene e mi rende felice, volevo solo dirtelo”

Lui non disse nulla si limitò a portare le braccia intorno alle sue spalle e a stringerlo forte. Blaine si lasciò andare a quello strano intreccio e lasciarsi abbracciare dal suo compagno in una giornata di sole, e finalmente una delle sue piccole fantasie era diventata realtà.
Sciolsero il loro abbraccio poco dopo quando sentirono la risata di Melanie che li distolse dal loro piccolo mondo.
La bimba era in piedi davanti a loro con dei fiori in mano, delle margherite per la precisione, li guardò felice e porse loro un fiore a testa.

“Un fiore per te papà” gli disse porgendogli una margherita bianca.

“ … e un fiore per te Kurt” e Kurt ricevette il suo sorridendole.

Era bello che tra loro si fosse creato quel tipo di rapporto sin da subito, lui pensava che ci sarebbe voluto del tempo, che Melanie non lo avrebbe accettato così facilmente come fidanzato del suo papà e invece quella bambina lo aveva sorpreso perché era stata abbastanza matura da capire che il suo papà con lui accanto era ritornato a splendere e che solo la sua felicità era importante.
La bimba si sedette vicino a loro, proprio di fronte all’abete e poggiò i suoi fiori nella tovaglietta.

“Allora quando si mangia?” domandò quasi euforica.

“Hai fame tesoro mio?” gli chiese Blaine.

“Sì moltissimo papà, cosa hai preparato di buono?”

“Adesso ti faccio vedere” le rispose aprendo il cesto e tirando fuori due tramezzini uno per lui e uno per la sua bimba.

Si voltò verso di Kurt, che guardava la scena estasiato e gli domandò cosa preferisse mangiare per pranzo.

“Tu che vuoi mangiare tesoro? Ci sono dei tramezzini ma ho fatto anche dei cupcake con la glassa rosa”

Lui allungò la sua mano e prese quella di Blaine stringendogliela forte e annuendo alla sua proposta.

“Tutto quello che vuoi”

Blaine sorrise in risposta e prese un altro tramezzino dal cesto, ne aveva preparato uno apposta per lui con gli ingredienti che più gli piacevano.
Kurt rimase molto colpito anche da questa premura nei suoi confronti, ogni secondo che passava si rendeva conto di aver fatto la scelta giusta e che quel papà lo avrebbe reso l’uomo più felice.
Mangiarono quasi in silenzio all’inizio, poi la bimba guardò le loro mani intrecciate e chiese loro se erano innamorati, i due le sorrisero e Kurt si sporse verso di lei e all’orecchio glielo sussurrò

“Sì Melanie sono molto innamorato del tuo papà” e subito arrossì, perché dirlo a Rachel era un conto ma dirlo alla sua futura figlia era molto diverso,
quasi più emozionante. 

Alle sue spalle Blaine scoppiò a ridere del suo imbarazzo e mettendogli le mani sulla vita lo abbracciò da dietro e gli baciò teneramente il collo, non aveva paura di mostrare alla sua bambina quanto lo amasse, lei era abbastanza grande per capire che questi piccoli gesti erano normali e naturali e la cosa più bella era che lei lo capiva benissimo perché rispose al loro sorriso con uno altrettanto bello e disse.

“Allora siamo innamorati tutti e tre, perché io amo il mio papà e anche tu mi piaci tanto Kurt”

E in quel momento Blaine vide qualcosa che si stava iniziando ad intravedere nella sua mente, una piccola visione a cui non sapeva dare ancora un nome, vedeva diverse figure sfuocate, vedeva la felicità nei loro occhi e i sorrisi luminosi nei loro volti, ma non riusciva a distinguere perfettamente, si disse che forse per vedere tutto meglio avrebbe dovuto attendere.
Non si fece distrarre da questo e si concentrò su quello che aveva di fronte, il suo compagno sorridente e la sua bimba contenta.
Sollevò casualmente il viso in alto e si accorse che il colore del cielo era cambiato, erano comparse delle nuvole che avevano oscurato il sole e iniziò anche a sentire odore di pioggia.
Non era mai stato un meteoropatico ma in quel momento era come se vedesse che il tempo stava cambiandoe che la pioggia stava per arrivare.
Abbassò il viso per rivolgere l’attenzione agli altri due quando senti una prima goccia sul viso.

“Penso che stia iniziando a piovere” disse agli altri due che lo guardarono alzando il loro volto per osservare che si, stava iniziando davvero a piovere.

“Dovremo ripararci da qualche parte” disse Kurt iniziando ad alzarsi e prendendo per mano Melanie.

“Su tesoro vieni con me” le disse.

La bimba accettò la sua stretta e insieme si sollevarono del tutto. Blaine sistemò tutto nel cestino, piegò la tovaglia e la inserì all’interno, si guardò intorno e intravide da lontano una piccola casetta in legno, una di quelle che usavano i bimbi per giocare, a occhio e croce le sembrava adatta per tenerli a riparo almeno fino a quando non avrebbe smesso di piovere, si alzò e prese per mano Kurt.

“Andiamo di là” gli disse indicandogli la casetta in lontananza.

Tutti e tre raggiunsero la piccola costruzione, fecero entrare per prima la piccola che si sedette su una delle seggiole all’interno, sempre composta e in ordine notò Kurt.
Blaine da bravo gentiluomo qual era lo fece entrare prima di lui e poi lo seguì, questa casetta non aveva delle porte o delle finestre, ma loro non sentivano freddo, dopotutto il loro affetto anche se platonico li riscaldava a sufficienza.
Poggiò il cesto per terra e si sedette vicino a Kurt, che stava guardando la pioggia cadere insieme alla piccola Melanie che stava iniziando ad avere freddo nonostante tutto.
Si levò la sua giacchetta e gliela porse mettendogliela sulle spalle e abbracciandola stretta.

“Hai freddo amore?”

“Adesso va meglio papà però …”

“Però cosa piccola mia?” gli domandò.

“Ho i capelli tutti in disordine” gli rispose sentendosi arrossire. Lui notò che proprio come capitava al suo compagno, anche la pelle della sua bimba si
colorava di rosso quando si imbarazzava.

Le sorrise ma poi una mano sopra il suo braccio lo fece voltare.

“Ci penso io Blaine”

“Melanie tesoro vieni qua” disse alla bimba porgendogli la mano, lei si alzò dal suo posto e lo raggiunse, si sedette sulle sue ginocchia e lo guardò.

“Girati”

Lei si voltò verso il suo papà e subito dopo sentì delle mani sui suoi capelli, sentì delle unghie che le stavano sistemando le ciocche cercando di metterle in ordine.

“Lo sai che hai dei bellissimi capelli?”

“Grazie, ma a me non piacciono molto”

“Perché? Sono ricci e hai delle belle punte”

“Sono rossi” disse la bambina

Kurt sorrise dietro di lei e avvicinando le labbra le baciò la testa.

“Ma lo sai che sono molto rari?”

“Davvero?” domandò lei

“Sì davvero”

Melanie sorrise di quella nuova scoperta e si rilassò sotto i tocchi del suo nuovo amico, non era ancora pronta a considerarlo un papà, ma un buon amico a cui fare affidamento quando voleva parlare, ormai non era più solo il suo maestro, quella realtà era cambiata già da un po’.
Il tempo passò, la pioggia non smetteva di cadere e la piccola si era addormentata posando la testa sulle cosce di Kurt che per farla riposare meglio le stava accarezzando la testa dolcemente e sistemandole i ciuffi.
Blaine che già da prima si stava godendo lo spettacolo, rivide quella visione che tempo addietro aveva intravisto e stavolta vide le figure più nitide: Due uomini seduti con una bimba vicino a loro.
Sorrise al quel pensiero e si avvicinò per sedersi più vicino al suo compagno.
Kurt alzò lo sguardo e lo guardò, nei suoi occhi riusciva a leggere solo il sentimento che li legava, quel loro amore nato da poco che già si era solidificato così tanto da rendere ogni suo giorno migliore.

“Sei proprio carino lo sai?” gli disse.

“Solo carino?” gli rispose Blaine sorridendo e accarezzandogli la guancia subito dopo.

Le sue dita che scivolavano sulla sua pelle delicata e soffice, sembrava davvero quella di un bambino, levigata e morbida.

“Sai Blaine oggi ho pensato una cosa…”

“Dimmi”

“Quando io e te ci sposeremo in un lontano futuro …”

“Sì ne abbiamo già parlato…”

“Ecco mi chiedevo una cosa quando saremo sposati … pensi che potrei diventare un papà per Melanie?” gli domandò esitante e Blaine poté notare la paura nelle sue iridi blu, così strinse maggiormente le dita sulla sua pelle

“E me lo stai chiedendo Kurt? Sono settimane che penso di chiedertelo ma avevo timore di un tuo rifiuto”

Lui portò una mano sulla sua e la strinse forte.

“Allora è un sì?”

“Sarei onorato se tu diventassi il suo papà, anche lei ne sarà felice credimi, lei ti ama già”

Kurt annuì e abbassò gli occhi, portando la sua mano alle labbra per baciarla lievemente, in quel momento erano entrati nel loro mondo e si poteva sentire solo il respiro della piccola Melanie che li faceva compagnia dormendo tranquilla.
Fu quello l’istante preciso in cui lui sentì che era arrivato il momento, sentiva che voleva baciare Blaine, lo voleva con tutto se stesso, ma non aveva il coraggio di fare la prima mossa e decise di rendere tutto più divertente.
Allontanò la mano da quella di Blaine e la depose sul suo occhio sfregandolo come se avesse davvero un leggero fastidio. Il suo compagno che se ne accorse subito si avvicinò di più a lui e gli chiese cosa avesse.

“Penso di avere qualcosa nell’occhio” gli rispose continuando a toccarsi le palpebre.

“Lascia fare a me” gli disse levandogli la mano dall’occhio e sporgendosi per vedere meglio cosa avesse

Quando vide che tutto era apposto gli sorrise.

“Non hai nulla, sicuramente è solo un fastidio momentaneo”

Kurt lo guardò, in cuor suo pensò che era molto comico che lui avesse sentito il bisogno di baciarlo in quella strana situazione, in quella casetta fatta di legno con una bimba coricata sopra le sue ginocchia e la pioggia che continuava a cadere imperterrita, ma sentiva che quello era il momento giusto, quello che aspettava da quando lui e Blaine si erano conosciuti.
Blaine continuava a guardarlo e non capiva perché avesse quel meraviglioso sorriso disegnato in volto, sentiva solo che un’emozione nuova stava nascendo nel suo cuore, che le sue gambe anche se era seduto stavano iniziando a tremare, e poi accadde come in tutte le favole più belle.
Kurt si sporse verso di lui e poggiò delicatamente le labbra sulle sue, lui inizialmente rimase esterrefatto da quel contatto così improvviso, era davvero tanto tempo che non sentiva altre labbra sulle sue.
Sentiva come se tutto fosse sul punto di scoppiare, stava iniziando a tremare sempre di più e voleva sempre di più.
Portò una mano sulla guancia del suo adorabile compagno e premette maggiormente, come se fosse naturale e ovvio, poi aprì la bocca e fece passare la lingua sul suo labbro inferiore, Kurt non se lo fece ripetere e aprì leggermente la sua facendo uscire la sua lingua.
Poteva essere considerato un bacio appassionato, ma anche se era umido e bagnato, era un qualcosa di meraviglioso, un simbolo di quello che erano, quel loro amore che agli occhi degli altri poteva essere uguale a tanti altri ma che invece era tutto speciale e intimo come lo erano loro del resto. Tutto stava iniziando a diventare magico intorno a loro ma era quello che aspettavano e che sognavano da tempo, e stava accadendo.
Adesso che si stavano baciando per davvero avrebbero voluto farlo durare per sempre ma non era il luogo adatto e a malincuore si staccarono respirando affannosamente.
Le loro pupille erano diventate scure anche se si poteva intravedere il loro colore naturale ed entrambi notarono le sfumature quando si fissarono per un momento interminabile.
Fu Blaine il primo a parlare con ancora la mano sulla sua guancia, voleva allontanarla ma non ci riusciva, era come calamitato verso di essa.

“Era ora che ci baciassimo”

“Scusa non ho saputo resistere” rispose Kurt con le gote diventate rosse.

“E’ stato esattamente come lo immaginavo sai?”

“Davvero?”

“E’ accaduto come lo sognavo tesoro” gli disse sorridendogli amorevolmente e lui si accorse subito che adesso era innamorato un pochino di più di quel papà tanto dolce che gli rendeva la vita meravigliosa.

Si sporse verso di lui e gli lasciò un bacio a fior di labbra cercando di imprimergli in quel lieve e piccolo contatto tutto il suo amore per lui.

 “Anche io amore”

Ed era quella la visione che Blaine aveva cercato di vedere per tutto il giorno e che adesso finalmente vedeva chiara e cristallina.
C’erano loro due seduti vicini che continuavano a sussurrarsi quanto si trovavano belli l’un l’altro e c’era la piccola Melanie che continuava a riposare tranquilla ignara di tutto.
E quella giornata che era iniziata bene si stava concludendo ancora meglio, era vero aveva piovuto e forse la pioggia aveva rovinato i loro piani ma anche in quelle strane circostanze tutto era perfetto.


Note

Eccomi qua, mi scuso per il ritardo con cui ho aggiornato stavolta, questo è un capitolo importante e spero di non avervi deluso.
Ringrazio la cara Alexa che mi ha gentilmente betato il capitolo, spero che vi piaccia.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Capitolo dodici



Erano passate ormai settimane da quel loro primo bacio, e dopo quello ce ne erano stati tanti altri. Ma Blaine ogni volta che poggiava le labbra sulle sue, era come se entrasse in paradiso, ogni tocco, ogni contatto era pura magia.
Il mese di Maggio era ormai inoltrato e sul calendario appeso nella sua cucina, leggeva che il 27 di quel mese stava arrivando, il giorno in cui il suo Kurt compiva gli anni.
Avrebbe voluto organizzargli una festa a sorpresa, ma prima voleva sentire il parere di Tina e soprattutto quello di Rachel, la migliore amica del suo fidanzato.
Non voleva fare una festa in grande stile, magari solo una piccola festicciola in casa sua, con pochi amici, giusto i suoi e quelli di Kurt e la piccola Melanie.
Appena ebbe finito di lavare le stoviglie, si asciugò le mani con lo strofinaccio e lasciò la cucina: doveva avvisare Melanie che erano le sette e si doveva sbrigare se non voleva fare tardi a scuola.
Quando arrivò nella sua cameretta e aprì la porta, la vide distesa nel suo letto coperta dal solo lenzuolo bianco, tossendo.
Si avvicinò a lei e le toccò la spalla.

“Amore mio, su svegliati che se no fai tardi!”

La bambina si voltò verso di lui e tossì ancora. Blaine portò una sua mano sulla sua fronte per testare la sua temperatura e si accorse che era molto calda, per  avere la conferma portò anche le sue labbra e baciandola si rese conto che la sua bimba aveva la febbre alta.
Si scostò da lei e la sistemò meglio sul suo lettino e la coprì bene con il lenzuolo.

“Amore mio stai ferma qua, che ti vado a prendere il termometro.” le disse, cercando di non preoccuparsi troppo.

La baciò ancora e lasciò la sua stanza, raggiunse il bagno e dal cassetto prese il termometro, arrivò dalla sua bimba e la fece alzare.

“Melanie su, solleva il braccio.”

La bambina quasi tremante sollevò le sue braccia e lui si rese conto che era davvero debole, odiava quando lei si ammalava, aveva sempre paura di poterla perdere, era terrorizzato da quella stupida fobia.
Lui le mise il termometro sotto l’ascella e poi la fece distendere, coprendola con sopra il lenzuolo e la coperta bianca. Le baciò la fronte e attese che l’aggeggio elettronico suonasse.
Guardò la sua bambina respirare affannosamente e le mise una mano sulla fronte, era sempre più calda.
Solo per caso sentì il telefono squillare, precisamente il suo cellulare che stava lampeggiando poggiato sul suo comodino.
Lo prese tra le mani senza nemmeno controllare il mittente della chiamata e rispose.

“Pronto?”

“Amore, sono io.” gli disse una voce squillante dall’altro capo

“K-Kurt ciao.”

“Tutto bene? Come mai tu e Melanie non siete ancora arrivati? La prima ora sta per iniziare.” gli domandò iniziando ad essere preoccupato per il tono
con cui gli aveva risposto.

“Melanie non sta bene, Kurt.” gli sospirò infine

“Come non sta bene?”

“H-ha preso l’influenza, almeno credo… ha la febbre, gliela sto misurando ma Kurt, io sono preoccupato.” gli rispose

Kurt percepì che oltre ad essere preoccupato era anche molto agitato, lui non poteva allontanarsi così dalla scuola, però poteva cercare di calmarlo. Almeno avrebbe resistito fino all’ora di pranzo, quando lo avrebbe potuto raggiungere.

“Amore dovresti cercare di non agitarti, anche per il bene di Melanie.”

“Ha la fronte molto calda!” puntualizzò subito Blaine

“Stalle vicino, io adesso non posso lasciare la scuola, ma all’ora di pranzo posso raggiungerti, magari passo in farmacia così posso prendere delle medicine per la piccola.”

“Le abbiamo già quelle.”

“Bene, allora vengo subito appena suona l’ultima campanella.”

“Kurt?”

“Dimmi amore.”

“Non sei costretto a venire.”

“Non dire sciocchezze, vengo perché voglio venire, tu sei il mio compagno e Melanie è una bambina adorabile che diventerà in futuro mia figlia, ed è mio dovere cercare di prendermi cura di lei.”

“Allora verrai davvero?”

“Certo amore.”

“Ti aspetto.”

“A dopo. Ah, ti amo, Blaine.”

“Anche io Kurt.” rispose, chiudendo la chiamata e poggiando di nuovo il cellulare sul comodino vicino al letto dove riposava distesa la sua bambina.

Si avvicinò a lei levando il termometro da sotto la sua ascella, per vedere quanto alta fosse la sua temperatura e si accorse che aveva la febbre a trentanove, le baciò la fronte cercando di non piangere e si alzò.
Decise di lasciarla sola un momento per andare a bere il suo caffè, cercando di calmarsi un momento, era troppo agitato per una semplice influenza.
Quando raggiunse la cucina accese la macchinetta del caffè e si sedette ad una delle sedie del tavolo, mentre attendeva che uscisse.
Si sistemò meglio e poggiò le sue mani sul grembo cercando di restare calmo e di pensare che tutto sarebbe andato bene, la sua Melanie sarebbe guarita presto e di sicuro insieme a Kurt le cose sarebbero andate meglio. Al telefono avrebbe tanto voluto dirgli di venire subito, ma non aveva osato chiedere tanto, si sarebbe accontentato del tempo che gli avrebbe dedicato dall’ora di pranzo in poi.
Alzò il viso e si accorse che il suo caffè era pronto, prese prima una tazza dalla credenza e poi prese la caraffa del liquido nero e ne verso il contenuto nella tazza.
Poggiò tutto sul tavolo e sorseggiò lentamente la sua colazione, che fortunatamente gli fece bene.  Finalmente dopo si sentì un pochino più tranquillo.
Mise la tazza nel lavandino e la sciacquò per poi rimetterla al suo posto.
Lasciò la cucina e ritornò dalla sua Melanie. Quando entrò nella sua stanza vide che era ancora distesa e che stava riposando, raggiunse il suo letto e si coricò dietro di lei abbracciandola stretta, poggiando le sue mani sul suo cuore che batteva velocemente.
Si addormentò stringendola forte e, quando si svegliò e guardò l’orologio, si accorse che era passata da poco l’una. Baciò la fronte della sua bambina per testare se era ancora calda e notò che la febbre non era affatto scesa.
Si sollevò sui gomiti cercando di non svegliarla e lasciò il suo letto, uscendo dalla stanza.
Sarebbe andato in cucina a fare il pranzo per lui, Melanie e forse per il suo Kurt. In questo modo la sua bimba avrebbe potuto prendere la sua medicina e magari sarebbe migliorata. Con questo umore raggiunse la cucina e non fece neanche in tempo a varcare la soglia che sentì trillare il campanello della porta d’ingresso.
Si avviò e aprì la porta trovandosi un Kurt più bello che mai. Lo fece entrare, gli prese la borsa dalle spalle poggiandola per terra, e gli sfilò la giacca appendendola sull’appendiabiti.
Kurt lo stava guardando curiosamente, non riuscendo bene a capire il suo comportamento. Solo quando si ritrovò le sue braccia intorno al collo e con le lacrime che cadevano dal suo viso finalmente si rese conto di quello che stava succedendo.
Cercò di scuoterlo leggermente ma Blaine non si staccò e non sentì minimamente il suo tentativo. Allora fece la sola cosa possibile al momento, lo abbracciò stretto cercando di farlo sfogare.
Stettero abbracciati fermi vicino all’ingresso per un tempo indefinito fin quando finalmente Blaine non si calmò e levò il suo viso per poter guardare il suo fidanzato negli occhi. Lui gli accarezzò la guancia con la sua mano destra, e lo baciò dolcemente posando le labbra sulle sue.
Da quando avevano scoperto che baciarsi era bello e piacevole, passavano molto tempo a sfiorare le loro labbra e ad assaporarsi a vicenda.
Nel momento in cui Blaine si staccò da lui, ritrovò il sorriso solo guardandolo negli occhi, era assurdo pensare che bastava la presenza del suo compagno per tranquillizzarlo e rendere la sua giornata migliore e più bella.
Blaine aveva ancora gli occhi lucidi e Kurt aveva ancora la mano posata sulla sua guancia quando parlò.

“Hey ma che succede? Melanie sta così male?”

“Ha la febbre alta.” sospirò Blaine sconsolato.

“Posso vederla?” domandò Kurt

“Certo.” gli rispose Blaine, scuotendosi finalmente e prendendolo per mano.

Raggiunsero la camera della bimba e Blaine aprì delicatamente la porta per non correre il rischio di svegliarla.
Entrarono all’interno, Kurt rimase sulla soglia aspettando un cenno da parte del suo compagno per entrare e si avvicinò al letto.

“È ancora calda,” sussurrò

Aspettò una risposta da Kurt che non arrivò, si girò e non trovandolo del tutto si sorprese, girandosi del tutto lo vide ancora sul ciglio della porta.

“Ah che fai lì? Vieni!”

“Aspettavo solo un tuo cenno.” disse imbarazzato, abbassando il suo viso

Blaine sorrise leggermente e si avvicinò a lui, gli sfiorò le labbra e poi lo trascinò vicino a lui e insieme si sedettero nel letto della piccola, la stavano contemplando quando Kurt allungò la sua mano per accarezzare il suo braccio delicatamente.

“È bellissima mentre dorme, non trovi?” gli disse Blaine

“Sì, lo è.”

Kurt portò la sua mano sulla sua fronte e le scostò dei ciuffi che le erano finiti sugli occhi, le sue dita che scivolavano con dolcezza sul suo profilo finendo per posarsi sulla sua guancia accaldata dalla febbre.
La bambina si sveglio di soprassalto sentendo un tocco che non conosceva sulla sua pelle e aprì i suoi occhietti aspettandosi di trovare il suo papà, quando invece si trovò Kurt che le sorrideva.

“Ciao piccola.”

“Dov’è papà?” gli chiese lei, spaventata.

 “Sono qua amore mio.” le rispose Blaine, toccandole un braccio per farla voltare

Melanie appena lo vide respirò sollevata e si alzò sui gomiti per poterlo abbracciare forte, si sentiva così persa senza il suo papà. Dopotutto aveva solo lui ed era ovvio che si spaventasse quando lui non c’era.
Con la coda dell’occhio notò lo sguardo triste che era apparso sugli occhi di Kurt e tra sé e sé pensò di essere stata scortese a non considerare anche lui nella sua equazione.
Adesso non aveva un solo genitore che le voleva bene, e anche se non era ufficiale ora c’era anche Kurt che era disposto a prendersi cura di lei.
Lasciò le braccia di suo padre e si avvicinò timidamente a Kurt, era combattuta se fargli una richiesta del genere, ma dopotutto era un gesto normale il suo, quindi levò il suo capo e anche se aveva le gote arrossate, la fronte calda e un leggero mal di testa sorrise felice.

“Vuoi abbracciarmi anche tu, Kurt?” gli domandò a bassa voce

Kurt la guardò e un sorriso comparve immediatamente sul suo viso come se avesse bisogno di un segnale per muoversi, e quel segnale si chiamava Melanie.

“Certo che mi va!” le rispose

Salì meglio sul letto della bambina, allargò le braccia e lei non se lo fece ripetere due volte, si buttò su di lui e lo strinse forte.
Lui le baciò i capelli e la tenne stretta a sé, mentre lei si lasciava andare a quel loro primo vero abbraccio. Sapeva che sarebbe stato il primo di tanti, ma era felice che fosse stata lei ad iniziare questa loro piccola tradizione.
Blaine, che aveva guardato la scena, si commosse per il gesto che sua figlia aveva compiuto, era stata molto dolce nei confronti di Kurt e lui era così estasiato del fatto che la sua bambina fosse così intelligente da capire che anche lui voleva essere parte di quell’atmosfera.
In quel momento lui era molto fiero della sua bambina, che continuava a sorridere felice tra le braccia del suo compagno.

“Che ne dite se vado a preparare il pranzo, magari voi potete stare qua e io vi chiamo quando è pronto.” disse Blaine alzandosi dal letto, aprendo la porta e lasciandoli soli.

Quando finalmente restarono solo loro due nella stanza, l’aria si fece più tranquilla e rilassata, Kurt sciolse il loro abbraccio e guardò con amore la piccola Melanie che lo fissava incantata.
Non aveva mai visto degli occhi di quel blu raro e particolare. Sin dalla prima volta che si erano visti, si era chiesta di che sfumatura fossero, e adesso che li osservava da vicino si era resa conto che non sapeva rispondersi. Lui le sorrise e poi la fece distendere.

“Meglio che ti distendi adesso, è bene che tu riposi.” Le disse lui, spingendola e facendola sdraiare nel suo letto.

“Puoi distenderti vicino a me?” gli domandò

Kurt annuì e si distese vicino a lei, abbracciandola stretta, lei si posizionò sopra il suo petto e portò una mano sopra il suo cuore. Aveva sempre sentito quello di suo padre, quando la stringeva a se, adesso poteva dire di aver sentito un altro cuore battere per lei, sorrise a quel pensiero così bello, ma anche tanto vivo e reale.
Lui le baciò la fronte e constatò che aveva ancora la fronte calda e, in effetti, la sentiva ancora debole tra le due braccia.

“Vuoi che ti racconti una fiaba?” le sussurrò

“Che fiaba?” gli chiese lei curiosamente, alzando il suo viso per poterlo guardare negli occhi

“Quella che vuoi!” le rispose Kurt

“La puoi inventare tu? Papà lo fa sempre.”

“Ci posso provare, piccola.”

Lei si sistemò meglio sopra di lui e poggiò la testa sulla sua spalla per poter sentire meglio.
Kurt la guardò teneramente ed esordì:
 

“C’era una volta, tanto tempo fa, una principessa di un lontano paese che abitava solitaria nella sua casa di campagna, la sola presenza che veniva a trovarla era il suo papà.
Lei aveva sempre notato che sul suo volto non appariva mai un sorriso. Solo con lei sorrideva con gli altri invece indossava un maschera...”

 
“Come si chiamava questa bambina?” domandò Melanie, interrompendo il suo discorso.
“Adesso ci arriviamo.” Rispose.

“La piccola e dolce principessa era una bambina tranquilla, solare, e molto bella. Quando era venuta alla luce suo padre era molto indeciso sul nome da darle ma quando la guardò negli occhi, un solo nome le venne alla mente, e fu …”


“Quale?!” esclamò Melanie.

Kurt le sorrise un’altra volta in quel giorno, e le rispose.

“Charlotte. La piccola cresceva molto velocemente e diventata sempre più luminosa e splendente. Il suo papà più la vedeva diventare grande e più era felice; gli anni passavano e Charlotte si rendeva conto che, anche con lei, il sorriso di suo padre non stava più comparendo. Aveva tanta paura che non lo avrebbe mai visto più sorridere se non avesse fatto qualcosa… e così un giorno…”


“Cosa accadde?” chiese Melanie, curiosa.

“Ci sto arrivando, tesoro.” le disse Kurt.

“Charlotte decise che era il caso di cercare una persona che facesse felice il suo papà, le presentò tante signore di buona società ma lui le mandò sempre via e respinse ogni pretendente. Solo quando lei gli presentò il padre di un amico di vecchia data notò il cambiamento. Il suo papà finalmente sorrise per la prima volta dopo anni, lo vide ridere, e lo vide vivo solamente quando era in compagnia di questo bell’uomo, non molto più alto, molto magro, i capelli di un bel castano chiaro e con la pelle bianca e gli occhi blu...”


Kurt non terminò la frase perché si accorse che la piccola si era addormentata poggiando la testa sulla sua spalla, sentiva il suo respiro che gli arrivava dritto sul collo, sorrise felice e pensò che fosse il caso di lasciarla riposare.
Si alzò dal letto e la sistemò meglio, coprendola bene con il lenzuolo e la coperta. Le scostò i capelli dalla fronte e la baciò dolcemente sulla guancia arrossata.
Spense la luce dalla stanza e uscì, raggiungendo Blaine in cucina.

Arrivò e vide il suo fidanzato intento a girare il mestolo in una pentola che stava bollendo, si avvicinò curioso di sapere cosa stesse cucinando.
Giunse dietro di lui e posò le labbra su un punto lasciato scoperto del suo collo, segno che la sua camicia era leggermente sbottonata dal colletto.

Sentì subito che la sua schiena si era irrigidita al suo tocco e lo stesso Blaine sentì un brivido percorrergli la schiena, sorrise al solo pensiero che tutto questo era merito delle attenzioni del suo Kurt.
Respirò a fondo e poi prese coraggio cercando di sussurrare qualcosa che avesse senso, anche se al momento era l’ultimo dei suoi pensieri.

“La bambina come sta?”

“Sta riposando.” gli rispose Kurt, iniziando a lasciargli dei baci sempre più lunghi sul suo collo, riusciva a sentire la pressione sulla sua pelle e, anche se con molta difficoltà, stava continuando a mescolare il sugo nella pentola.

“B-bene, il pranzo è quasi pronto.” riuscì a dire Blaine

“Cosa cucini di buono?” gli chiese Kurt, aggiungendo oltre le sue labbra, anche le sue mani, che raggiunsero presto i suoi fianchi. Si appoggiò alla sua
schiena con il petto e Blaine poté sentire il suo cuore battere forte.

Con un maggiore sforzo, Kurt sollevò la camicia dai suoi pantaloni e insinuò le mani sotto l’indumento, voleva sentirlo fremere sotto di lui, anche se fosse durato solo pochi secondi.
Blaine stava continuando a mescolare sapendo bene che non sarebbe riuscito a trattenersi a lungo, quei baci lascivi sul suo collo lo stavano facendo impazzire, e quelle mani che accarezzavano lenta la sua pelle lo stavamo distruggendo.
Fermò il mestolo e lo levò dalla pentola, poggiandolo sul lavello, e con molta calma levò le sue mani dai suoi fianchi e si girò lentamente, fino a trovarsi di fronte a lui, occhi negli occhi.

“Non ti piaceva quello che ti stavo facendo?” gli disse Kurt con voce suadente

Luì negò immediatamente scuotendo il capo e avvicinò lentamente le mani, posandole sul suo petto e lo tirò a sé, aggrappandosi alla sua camicia. Kurt lo lasciò fare, anche se a fine serata l’avrebbe avuta tutta stropicciata.

“Come siamo coraggiosi,” gli sospirò sulle labbra, nel momento in cui i loro visi erano vicinissimi e percepì il respiro di Blaine che diventava sempre più corto.

Kurt si spinse leggermente verso di lui, fino a farlo poggiare nel mobile che stava dietro la sua schiena, insinuò una gamba tra le sue e, anche se debole, sentì subito la frizione che era intercorsa tra i loro corpi vicini.
Blaine non resistette più ed eliminò la distanza che c’era tra le loro bocche, lo baciò in una maniera tutta nuova, almeno tra di loro, morse senza rendersene conto il suo labbro inferiore e succhiò quello superiore subito dopo.
Sentì, dritto nella sua gola, che un suo gemito era arrivato e lo sentì vibrare tra le sue braccia che lo stavano stringendo forte. Sentire che il suo Kurt stava crollando per lui lo rendeva ancora più eccitato.
Avrebbero continuato a lungo se un rumore proveniente dalla stanza adiacente non li avesse distratti, si fermarono entrambi nello stesso momento e si guardarono imbarazzati, sorridendosi a vicenda. Blaine lo baciò ancora una volta e mollò la sua camicia.
Kurt si staccò da lui e cercò di rimettersi in ordine, poi portò le sue mani sul suo collo e abbottonò i due bottoni del colletto.

“Sei bellissimo con il viso tutto arrossato, lo sai?”

“E tu sei meraviglioso con le guance tutte rosse.” gli rispose Blaine

Kurt sentì che la sua voce aveva una tonalità diversa, riuscì a percepire la sua felicità in quel tono allegro con cui il suo compagno gli rispose.
Fu felice di constatare che era lui il motivo della sua gioia. Gli prese la mano e lo trascinò fuori dalla cucina diretti all’origine del rumore che prima li aveva fatti uscire dal loro incantesimo.
Quando arrivarono trovarono Melanie seduta sul divano, con le ginocchia strette al petto, che piangeva disperata.
Loro si avvicinarono subito a lei preoccupati.
Si sedettero sul divano vicino alla piccola, uno da un lato, e uno dall’altro e come se fossero telecomandati la strinsero nello stesso istante.
L’abbracciarono forte cercando di consolarla, e Melanie si sentì al sicuro tra le loro braccia, sentiva che tutto stava già migliorando. Smise di piangere e guardò quei due corpi che la proteggevano.

“Tutto bene amore mio?” le domandò Blaine

“Hai fatto un brutto sogno piccola?” le chiese Kurt, un secondo più tardi.

Lei respirò con calma e, dopo essersi asciugata le lacrime dagli occhi, decise di tranquillizzarli.

“Tutto bene, mi sono solo svegliata e mi sono sentita sola.”

“oh Melanie, ma noi eravamo in cucina.” gli disse Blaine

“Sì tesoro, tu non sei sola, sei preziosa per noi.” gli rispose Kurt

La bambina sentendo quelle parole, si voltò verso di lui e con voce emozionata lo guardò attentamente.

“Sono davvero preziosa anche per te Kurt?”

Lui si sentì lusingato da quella domanda: quella bambina tanto adorabile lo stava accettando ogni giorno di più e quello non poteva fare che renderlo anche più contento di quella sua nuova vita, appena iniziata.
Le accarezzò una guancia cercando di trasmettergli tutto il suo affetto con un semplice gesto.

“Certo che lo sei, Melanie.”

Lei sorrise alla sua risposta e si fece abbracciare di nuovo dai suoi papà, anche se Kurt non lo era per davvero, lei stava iniziando a considerarlo tale, in quel piccolo secondo si sentì la bambina più felice della terra.
I due uomini si sorrisero e la strinsero forte, quella bambina era davvero importante per loro, per Blaine era il tesoro più prezioso e per Kurt stava diventando ogni giorno più fondamentale, era entrato in punta di piedi a far parte di quella famiglia che lo aveva accolto con amore e lo avevano reso, anche se in poco tempo, una persona nuova. Semplicemente, una persona completa.


Note

Eccomi qua, vi chiedo scusa per il ritardo con cui ho aggiornato, ringrazio la mia beta Annie, e ci vediamo martedì per il prossimo aggiornamento.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Avvertimento: il rating in questo capitolo si alza


Capitolo tredici



Mancavano solo pochi giorni al compleanno di Kurt, e Blaine era emozionato all’idea di poterlo festeggiare insieme a lui e alla piccola Melanie. Inizialmente avrebbe voluto festeggiare a casa sua con una festicciola, ma poi gli era venuta in mente un’idea più bella che di sicuro avrebbe fatto felice il suo compagno.
Avrebbe solo dovuto sistemare le cose con Rachel, e organizzare tutto per bene con Tina, Quinn e Santana e sarebbe stato tutto perfetto.
Ormai le cose con Kurt si erano evolute velocemente, i baci e le normali carezze erano entrati a far parte della loro vita, e lui non era più tanto spaventato all’idea di lasciarsi andare quando era con lui; solo che, qualche volta, superavano un certo limite e le cose diventavano calde ed eccitanti lasciandolo spesso senza parole.
Quel pomeriggio si sarebbero visti. Oramai da quel giorno in cui Melanie aveva accettato ogni cosa, Kurt passava molto tempo a casa sua: trascorreva ogni pomeriggio per aiutare la bambina a fare i compiti. Si era anche offerto di riportarla a casa per pranzo qualche volta e spesso, molto più di quanto Blaine volesse ammettere a se stesso, passava anche la sera a casa loro.
Blaine preparava la cena ogni sera e le volte in cui la preparava per il suo fidanzato stavano aumentando, la sua Melanie era felice di averlo sempre in giro per casa, una mattina le aveva anche rivelato che adorava le storie che Kurt inventava per lei per farla addormentare la notte.
Eh sì, finalmente tutti i sogni di Blaine si stavano avverando giorno dopo giorno. C’era solo un problema che offuscava i suoi pensieri: ad ogni minuto che passava solo con Kurt le sue paure diventavano sempre più visibili, aveva sempre il timore di non essere all’altezza del suo aitante e bellissimo fidanzato.
Cercava sempre di non muovere troppo le mani, non le spostava nemmeno dalla sua area di competenza sia per paura di non saperlo più fare ma anche perché non osava farlo, lasciava carta bianca a Kurt che invece ai suoi occhi pareva così esperto, sapeva come muoversi e come farlo sentire bene. Il solo problema era che anche lui voleva poter fare lo stesso.
Un campanello, precisamente quello di casa sua, lo destò dai suoi pensieri. Avvisò Melanie che il suo insegnante era arrivato e corse ad aprire, emozionato all’idea di avere il suo Kurt in giro per  casa.
Aprì la porta e si ritrovo davanti un sorriso accesso e luminoso sul volto di Kurt, che lo abbracciò di slancio, stringendolo forte. Blaine non poté far altro che stringerlo a sua volta, era particolare il fatto che si abbracciassero per la maggior parte sulla soglia della porta, lui sapeva che era solo un gesto istintivo e naturale.
Era quasi diventato spontaneo in quei momenti sciogliere l’abbraccio e unire le loro labbra in un bacio che sapeva di benvenuto nella mia casa, mi sei mancato tanto e sono innamorato di te.

“Se ogni volta mi accogli così, finirò per venire ogni giorno,” gli sospirò Kurt sulle labbra

Blaine a quella frase così importante rabbrividì un po’.

“E se invece finissi per non lasciare mai questa casa?” gli disse a bassissima voce sperando che lui non sentisse

Kurt alzò gli occhi sorpreso da quell’affermazione tanto coraggiosa di Blaine, sorrise e prima di rispondere lo baciò ancora una volta.

“Mi stai facendo una proposta seria?”

“Mi diresti di sì?” gli domandò a sua volta Blaine

“Sì.” gli rispose lui sicuro

Fu quello il momento in cui Melanie decise di comparire, si avvicinò a Kurt e lo abbracciò forte salutandolo con un dolce bacio sulla guancia.

“Eccoti qua piccola.”  le disse stringendola a sua volta

“Ti stavo aspettando Kurt, su vieni con me!” le rispose Melanie, prendendolo per mano e trascinandolo nella sua stanzetta.

Prima di andare, Kurt diede la sua borsa e la sua giacca a Blaine che le appese nell’appendiabiti, e poi si diresse in cucina dove avrebbe preparato la merenda per i suoi tesori.
Una volta giunti nella sua stanzetta, Melanie lasciò la sua mano e corse a sedersi sul letto battendo con la mano il posto accanto a lei per far capire a Kurt che avrebbe tanto desiderato che lui la raggiungesse.
Lui non se lo fece ripetere e, una volta giunto presso il suo letto, ci si sedette avvicinandosi a lei e cingendole le spalle con un braccio.

“È successo qualcosa?” le domandò

“Volevo solo dirti una cosa.” sussurrò lei in risposta

 “Dimmi.”

Melanie alzò i suoi piccoli occhi blu verso di lui e lo guardò, quasi subito sul suo viso comparve un tenero sorriso, avvicinò la sua mano al viso di Kurt e gli accarezzò la guancia. Lui rimase stupito da quel gesto inaspettato e sorrise senza accorgersi che le pieghe dei suoi occhi stavano diventando più evidenti.

“Sai, papà mi ha detto che tra poco è il tuo compleanno … mi piacerebbe tanto farti un regalo ma non ho molti risparmi da parte, e allora ho pensato di farti un regalo speciale. Mi piacerebbe tanto poterti dire papà in quel giorno e anche nei giorni dopo, se solo tu lo vuoi ovviamente.” sospirò abbassando il volto diventato rosso

Kurt a quella richiesta s’intenerì e si commosse, non solo era innamorato perdutamente di Blaine, tanto che quasi non respirava a volte, ma si era anche affezionato tanto a sua figlia. Quella bambina tanto intelligente e saggia che lo aveva accolto e lo aveva fatto sentire parte di quella famiglia, e ora gli stava donando la gioia più grande. Voleva dargli quel sommo privilegio e lui non poté far altro che accettare la sua umile richiesta.

“Ne sarei immensamente felice, tesoro” le rispose attirandola maggiormente a sé.

La bambina si sciolse  a quel gesto tanto dolce e sorrise pensando che da quel giorno finalmente aveva due papà.
Si scostò da Kurt e scese dal letto, si diresse alla sua scrivania e dal cassetto prese un foglio di carta che gli porse quando l’aveva raggiunta.

“Questo l’ho fatto oggi durante l’ora di italiano.”

Kurt prese in mano il disegno e lo guardò attentamente, c’erano raffigurati due uomini, non riusciva bene a distinguere ogni particolare, ma era chiaro e lampante che le due figure fossero lui e Blaine, e con loro vicina alle loro mani intrecciate c’era una bambina che assomigliava terribilmente a Melanie.
Fu un attimo e dai suoi occhi cadde una piccola lacrima blu, che fu raggiunta da altre gocce azzurre in pochissimo tempo. Si stava commuovendo e non si vergognava minimamente di piangere davanti a quella bambina che lo stava guardando felice di averlo fatto piangere di gioia.
Si asciugò con una mano gli occhi bagnati e con l’altra tenne ancora in mano il disegno.

“È bellissimo tesoro… davvero bello.” disse più a se stesso che alla bambina affianco a lui

Melanie si sporse verso di lui e con la mano gli indicò le figure nel disegno.

“Questa sono io e questi due siete tu e papà, siamo felici vedi? Ho disegnato anche i sorrisi… Kurt?”

“Dimmi piccola” le disse lui voltandosi verso di lei

“Noi siamo felici vero?”

“Sì tesoro. lo siamo” le rispose lui.

Si strinsero ancora una volta e alla fine Kurt depose il disegno di nuovo nel cassetto della scrivania e sorrise alla bimba prendendola per mano.

“Andiamo in cucina, il tuo papà ci aspetta per la merenda”

“Aspetta,” gli disse Melanie fermandolo

“Cosa c’è?” le chiese Kurt

“Io devo fare il riposino pomeridiano prima, papà mi fa sempre riposare a quest’ora.”

“Oh giusto, hai ragione! Allora vieni qua.”

Kurt la prese di nuovo per mano e la portò al suo armadio, l’aiutò a cambiarsi e a mettersi il pigiama, e poi la mise a letto augurandole un buon riposo con un bacio sulla guancia e un tenero sorriso.
Spense la luce e lasciò la sua cameretta chiudendosi la porta alle spalle, raggiunse la cucina e vide Blaine che stava finendo di sistemare il vassoio con i dolcetti e la teiera del the. Lo attese sul ciglio delle parte aspettando che lui lo notasse.
Non ci volle molto infatti quando il suo fidanzato alzò lo sguardo si perse subito nei suoi occhi e il volto divenne improvvisamente più felice.

“Melanie sta facendo il riposino, vero?” gli domandò Blaine

“Sì, l’ho messa a letto poco fa.”

“E io che volevo fare la merenda tutti insieme!” disse quasi sconsolato, anche se nemmeno lui ci credeva

“Possiamo farla noi amore, andiamo.” gli disse Kurt porgendogli la mano

Blaine la strinse per un momento raggiungendolo poi torno al tavolo e prese il vassoio tra le mani e insieme a Kurt lasciò la cucina.
Arrivarono in salotto, Blaine posò il vassoio sul tavolino e il suo fidanzato si accomodò sul divano levandosi le scarpe per stare più comodo.
Lui lo guardò mentre piegava le gambe e mentre si sistemava meglio stiracchiandosi leggermente, iniziava già a sentire che l’aria stava cambiando, quando poi Kurt si sbottonò i due bottoni del colletto si voltò dall’altra parte.
Il suo fidanzato notò questo suo lieve cambiamento e sorrise del suo imbarazzo e lo chiamò

“Dai vieni qua! Che aspetti?”

“Oh sì, ora vengo.”

Blaine raggiunse molto lentamente il divano sul quale era accomodato Kurt, si sedette composto e poggiò le sue mani sul suo grembo. Era molto
nervoso e in cuor suo sapeva che non era proprio capace di lasciarsi andare completamente; lui lo voleva ma il suo corpo era contrario e non sapeva proprio come muoversi.
Sentì una stretta alle spalle, le mani di Kurt si era posate delicatamente e stavano cercando di levare via la sua camicia. Sentì le sue dita sul petto mentre sbottonavano ogni bottone e la spostavano. 

“Meglio non stropicciarla, non credi?” sospirò

Blaine nella sua voce percepì un tono diverso, quasi sensuale alle sue orecchie.
Lo lasciò fare e quando restò con solo la canottiera addosso, Kurt lo abbracciò da dietro portando le sue braccia intorno al suo collo; capì che in quel tardo pomeriggio le cose si sarebbero smosse un pochino di più.

“Vuoi che la smetta?” gli chiese

“N-no, è solo che …”

“Sei preoccupato per Melanie? Non ci sentirà tranquillo, ho chiuso la porta della sua cameretta” gli disse cercando di rassicurarlo

“Non è quello,”

“Amore ci stiamo solo coccolando, se per te è troppo, possiamo anche smetterla qua.” gli rispose Kurt lasciando le sue spalle e allontanandosi di un
poco

Blaine a quel gesto cosi improvviso si svegliò come da un sonno, si girò verso di lui e tentennando arrivò a prendergli le mani e a stringergliele forte.

“N-non voglio che tu smetta.” disse a fatica

“E allora? Perché sei così nervoso?”

Blaine strinse più forte e cercò di trovare il coraggio per dire le parole giuste

“Ho paura di non sapermi muovere.” sospirò infine

“Blaine, tu hai avuto un marito giusto?”

“Sì, James.”

“Con lui le facevi certe cose?”

“Ovviamente.”

“E allora non vedo dove sta il problema.” gli disse Kurt con ovvietà

“Ma tesoro io non lo faccio da troppo tempo, tu sei cosi esperto e… eccitante, e il più delle volte ho paura di non sapermi trattenere e di fare cose che non so fare”

“Blaine, non è vero …”

Kurt sciolse la loro stretta e portò le sue mani sul suo viso, con il tocco delle sue dita sulle sue guance percepì quanto Blaine fosse in imbarazzo, lentamente avvicinò le sue labbra e le poggiò sulle sue. Inizialmente il suo era un tocco delicato, a malapena accennato, ma poi quando sentì che proprio il suo compagno stava cercando un contatto più profondo lasciò che accadesse.
Blaine senza nemmeno rendersene conto lo spinse all’indietro fino a farlo distendere sul divano con la testa poggiata sopra al bracciolo.
Si posizionò sopra di lui cercando di non pesargli ulteriormente e poggiò i gomiti ai lati della sua testa senza staccare le labbra dalle sue.
I loro corpi ora erano vicinissimi - quasi attaccati - e lui sentiva ogni suo muscolo che si muoveva quasi in sintonia con quelli del suo fidanzato, sentiva anche che il suo corpo stava iniziando a tremare e con riluttanza si staccò dalle sue labbra

“Che c’è?”

“Sto andando troppo veloce?” gli domandò

“No, anzi,” gli rispose Kurt accennando un sorriso

E fu quello per Blaine il segnale, si avventò sul suo collo lasciato scoperto passando le sue labbra su ogni centimetro e facendole indugiare, non si accorse nemmeno che stava lasciando dei segni su quella pelle bianca.
Era solo felice di lasciarsi andare, di sentire che Kurt stava apprezzando tutto questo, ogni suo gemito arrivava dritto alle sue orecchie, così nitido e cristallino e solo quando sentì le sue mani posarsi sulle sue spalle si fermò.
Lui lo tirò su di se e lo baciò ancora, le loro lingue che in un secondo si erano incontrate, era un bacio diverso e più passionale di quelli che si erano sempre dati, stavolta c’era qualcosa di più. Era tutto più umido e bagnato e Blaine succhiava il suo labbro inferiore e sapeva che a Kurt piaceva, sapeva che era una cosa che lo faceva eccitare, ed era proprio questo che stava per accadere e che lo fece fermare di colpo.
Si staccò dalle sue labbra e lo fissò negli occhi, le loro pupille si erano oscurate tanto che lui non riusciva più a vedere quell’azzurro che tanto amava.

“Vuoi che mi fermi? Perché adesso, Kurt, non voglio più fermarmi.”

“Non fermarti.”

“Sto facendo bene, vero?” gli domandò

Kurt sentì una lieve insicurezza nella sua voce, passò le sue dita lente sul suo braccio cercando d’infondergli tutta la calma possibile.
Blaine a quel gesto come per magia si tranquillizzò e sentire la sua voce che glielo confermava era il suono più bello che potesse mai sentire.

“Si non ti preoccupare, è che…” disse abbassando il suo viso diventato rosso all’improvviso.

“Ci stiamo perdendo. vero?” domandò Blaine ansioso

“E non stiamo neanche andando alla casa base, siamo due incapaci.” gli rispose Kurt ridendo, smorzando così la situazione che si era fatta troppo
nervosa.

“Quando ci arriveremo penso che mi sentirò male, io ti sto avvertendo!”

“E allora godiamoci questo momento, vuoi?”

Blaine annuì e lui si avvicinò nuovamente alle sue labbra attirandolo a sé e questa volta, quando il corpo del suo compagno si posò sul suo, si accorse che tutto si era evoluto e che l’aria si stava finalmente riscaldando.
Sentiva l’eccitazione di Blaine che premeva sulla sua coscia e sapeva che stava accadendo lo stesso anche con la sua.
Molto lentamente portò una sua mano sui suoi fianchi e la fece scivolare fino a quando non arrivò a destinazione, staccò le labbra dalle sue e gli sussurrò un lieve ma sentito posso.
Bastò un suo lieve assenso e lui iniziò a muovere la mano sulla sua eccitazione sentendo sotto le sue dita la stoffa ruvida dei suoi pantaloni.
Con coraggio, e sempre guardando negli occhi il suo fidanzato che si stava fidando di lui, spostò la mano fino ad infilarla all’interno dell’indumento. Quando arrivò alla biancheria tentennò lievemente, era da tanto che non sentiva una simile ansia e aveva paura di star andando troppo veloce, ma poi Blaine gli sorrise e lui proseguì.
La sua mano finalmente giunse anche al di sotto degli slip e quando sentì la pelle nuda del suo membro eccitato, non si pentì di essere andato avanti; con delicatezza e cercando di andare piano iniziò a muoverla, i suoi movimenti che erano lenti e decisi, le sue dita che cercavano di non stringere troppo forte la presa.
Più il tempo passava, quei secondi che volavano troppo veloci, sentiva che tutto stava cambiando. Kurt sentiva il corpo sopra di lui che stava iniziando a tremare, sentiva il tremolio delle sue mani poggiate su di lui, quelle dita che gli stringevano le spalle come se non ci fosse nulla di meglio da stringere in quel momento.
Quando Blaine per l’eccitazione sempre crescente appoggiò la testa sul suo petto, Kurt lo accolse e continuò a massaggiarlo.
In quell’aria diventata bollente continuava a sussurrargli il suo nome all’orecchio come una piccola cantilena, lo sentì cadere a pezzi sulle sue braccia e quando il suo fidanzato  arrivò all’orgasmo, solo il suo nome risuonò nel salotto.
Kurt levò la mano delicatamente e scostandosi leggermente dal suo compagno l’allungò verso il tavolino, con le dita prese un fazzoletto e si pulì, fece per alzarsi per poterlo andare a buttare nel cestino della cucina, ma il suo fidanzato lo bloccò.

“È stato perfetto, Kurt.”

“Ne sono felice.” gli rispose lui, sorridendo.

“Se permetti, adesso mi alzo. Sai vorrei andare a lavarmi le mani e tu dovresti cambiarti.” gli disse indicando la macchia sopra ai pantaloni

“Già, forse è meglio.” gli disse Blaine ridendo lievemente

Kurt si sporse verso di lui e lo baciò a fior di labbra restando un momento a guardarlo negli occhi per catturare quell’istante così magico e perfetto.
Alla fine si alzò e raggiunse la cucina, Blaine si mise meglio seduto respirò a fondo e  fece la stessa cosa prendendo in mano la sua camicia e raggiungendo la sua camera.
Quando entrò, si diresse al suo comò e, aprendo il cassetto, prese della nuova biancheria e un paio di pantaloni da casa. Quando lo stava per chiudere il suo occhio cadde su una vecchia foto che ritraeva lui e James.
La prese in mano e la osservò, vide come era diverso il sorriso sul suo volto. Era stato felice con James, ma con Kurt era diverso, era una gioia differente, più viva e più reale.
Sorrise e rimise la fotografia nel cassetto e andò verso il bagno dove poté finalmente cambiarsi.
Qualche tempo più tardi, dopo che si era cambiato ed era finalmente pulito e in ordine, raggiunse Kurt in cucina che lo stava aspettando seduto ad una sedia.
Arrivò alle sue spalle e lo abbracciò da dietro baciandogli un punto indefinito sul collo e respirandogli sull’orecchio.
Lui portò le sue mani sulle sue braccia e lo strinse forte a sé. Era bello come il loro rapporto si fosse evoluto, erano diventati importanti l’uno per l’altra, ed entrambi sapevano che dal quel giorno avevano fatto un passettino in avanti nella loro relazione.

“Sei felice?” gli domandò Blaine a bassa voce

“Da morire.”

“Andiamo a bere il nostro the in salotto? Magari possiamo vederci un film.”

“No, andiamo da Melanie.” gli rispose

Kurt sciolse il loro abbraccio e si alzò dalla sedia, prese per mano Blaine e lo trascinò fuori dalla cucina.
Arrivarono alla cameretta di Melanie ed aprirono lentamente la porta per non correre il rischio di svegliarla, entrarono e la videro ancora distesa nel suo letto che riposava profondamente.

“Possiamo stare un po’ con lei?”

“Vuoi coricarti nel suo letto?”

“Vorrei che fossimo una famiglia, Blaine.”

“Ma noi lo siamo già…”

“Voglio solo che il nostro abbraccio ci comprenda tutti.” gli disse Kurt, arrossendo lievemente.

Blaine sorrise e lo accontentò, si distesero nel letto della bimba, uno da lato, e uno dall’altro, insieme abbracciarono Melanie ignara di tutto.
Le loro mani s’incontrarono sul suo petto, sentivano il suo cuore battere veloce e quando poggiarono la testa sul cuscino si addormentarono con il sorriso sulle labbra pensando che in quel momento in quella stanza, in quel letto… erano una vera famiglia.


Note:

Ed eccoci qua, spero di non avervi deluso con questo mio primo vero tentativo di scrivera qualcosa di tanto ma molto lontano dallo smut, un abbraccio fortissimo alla mia cara beta Annie.
In settimana con il prossimo aggiornamento.  

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Capitolo quattordici



Quella mattina quando Kurt aprì i suoi occhi blu - resi più luminosi dalla luce del sole che filtrava dalla finestra - si sentì un pochino più adulto, perché quel giorno avrebbe compiuto gli anni.
Era il ventisette maggio e, per la prima volta dopo tanto, lo avrebbe passato insieme a qualcuno: non una persona qualsiasi, ma il suo compagno, il suo adorabile e bellissimo Blaine.
Stiracchiò meglio le braccia e fece per alzarsi dal letto spostando il lenzuolo bianco panna, ma un rumore lo distrasse: il suo cellulare stava lampeggiando, allungò la mano fino al comodino dove era poggiato e lo prese, controllando chi fosse; quando lesse il mittente un sorriso si dipinse sul suo volto.
Accettò immediatamente la chiamata e sentire quella voce lo fece rallegrare in un istante.

“Tesoro ciao, ti disturbo?” gli disse Blaine, sempre titubante, ma non per questo meno adorabile.

“Amore non mi disturbi mai, lo sai.”

“Beh allora, se la metti così…” esitò un momento e poi continuò

“Buon compleanno, Kurt.”

Il festeggiato arrossì a quelle semplici parole, si sollevo del tutto fino a sedersi e incrociò le gambe, tenendo stretto il cellulare all’orecchio e sentendo il suo fidanzato respirare.

“Grazie amore.” sospirò felice

“Ti sei appena svegliato, vero?” gli domandò

“Sì, da poco, e sono stato felice di ricevere la tua chiamata… anche se…”

“Anche se?”

“Anche se mi sarebbe piaciuto svegliarmi con te accanto,” gli rispose infine, arrossendo del tutto.

Kurt stava iniziando a preoccuparsi. Sentendo che la risposta di Blaine non arrivava, magari lo aveva messo in imbarazzo confessandogli quella sua stupida fantasia.
Blaine, dall’altro capo del telefono, era senza parole; amava Kurt, ormai era diventato importantissimo per lui e in cuor suo sapeva benissimo che il loro rapporto stava procedendo anche troppo velocemente per lui, ma aveva deciso di stare al passo con il suo compagno e si rendeva conto che prima o poi avrebbero dovuto passare la notte insieme.
Respirò a fondo e decise che comunque sia, lui meritava una sua risposta.

“Kurt, posso essere sincero?”

“Sì, certo.”

“Da quanto stiamo insieme?”

“Da quasi tre mesi, i più belli della mia vita, Blaine. Tu e Melanie siete diventati così importanti per me.” gli rispose Kurt e dal suo tono si poteva sentire che era felice.

“Anche per me è lo stesso, ma… ”

“Ma?”

“Io non so se sono pronto per fare un passo così grande.” disse Blaine, imbarazzandosi subito.

“Di che parli?”

“Beh sai, prima hai detto che ti sarebbe piaciuto svegliarti con me accanto. Ecco Kurt, io non so se sono pronto a fare l’amore con te.” gli rispose, tutto d’un fiato.

In quell’istante Kurt scoppiò a ridere; non stava ridendo del suo Blaine, ma semplicemente della sua conclusione piuttosto stupida. Cercò di calmarsi per non correre il rischio di offenderlo e gli rispose con voce tranquilla.

“Amore mio, io non voglio fare l’amore con te.”

“Come?”

“Vorrei tanto, ma mi rendo conto che tu hai ancora paura di qualcosa, e su quello dovremo lavorarci. Vorrei solo dormire abbracciato a te.”

“Solo questo?”

“Per ora mi basterà anche solo averti tra le braccia o accoccolarmi a te.” gli rispose Kurt con voce emozionata.

Blaine sorrise a quelle parole tanto belle e tanto significative sia per lui che per il suo fidanzato.

“Ti amo Kurt, lo sai, vero?”

Era la prima volta che pronunciava un ti amo a voce alta, sapeva di amarlo e sapeva che era un amore vero e reale… ma pronunciarlo lo rendeva ancora più bello.
Dal canto suo, anche il suo fidanzato - sentendo quelle parole - diventò un pochino più felice di quanto non lo fosse già.
Sul suo viso si dipinse un bel sorriso luminoso e nella sua voce nacque una nuova sfumatura, un suono tutto diverso e riservato solo a quelle vivaci lettere che componevano una piccola frase.

“Sì Blaine, anche io ti amo tanto.”

Si sorrisero a vicenda e, anche se non potevano vedersi, sapevano che in quel momento i loro volti erano il ritratto della felicità.
Blaine, con un poco di coraggio, invitò Kurt a pranzo per festeggiare il suo compleanno e prima di chiudere la chiamata si sussurrarono qualcosa che entrambi si sarebbero ricordati per sempre: sei entrato nella mia anima.   
Kurt poggiò finalmente il cellulare sul suo comodino e si alzò.
Si avvicinò al suo armadio lo aprì e scelse l’out-fit che avrebbe indossato quella mattina a lezione: un paio di jeans neri e una camicia bianca con un gilet nero abbinato; poggiò tutti gli indumenti sul letto e raggiunse il comò, aprendo uno dei cassetti in basso e prendendo della biancheria pulita.
Qualche tempo più tardi Kurt era in cucina, preparato di tutto punto mentre faceva la sua colazione con un caffè, mentre ripensava alla telefonata avuta con il suo compagno. Era assorto nei suoi pensieri quando suonò il campanello della porta, posò la tazza sul tavolo e si avviò all’ingresso. Aprì la porta e si trovò la sua amica Rachel, vestita con un’adorabile vestito blu notte abbinato ad uno scialle color panna e un fiocco nero che le legava i capelli in una coda all’insù. Si guardarono un momento e quando Kurt iniziò a sorriderle, lei ricambiò e si sporse per abbracciarlo e sussurrargli all’orecchio: buon compleanno tesoro.

“Allora, come stai oggi?” gli chiese Rachel, una volta sciolto il loro abbraccio.

Kurt si staccò da lei delicatamente e le lasciò un bacio sulla fronte. Non si rese nemmeno conto che era arrossito.

“Non devi dirmi nulla?” gli domandò lei

“Ehm no, n-non credo. Almeno… n-non lo so, ecco.” le rispose, balbettando appena.

“È successo qualcosa tra te e Blaine, ne sono sicurissima.” gli disse, insistendo

“Senti Rachel, magari te lo racconto mentre mi accompagni a scuola.”

“Sarà meglio!”

Kurt prese la sua giacca dall’appendiabiti e la sua cartella che era poggiata sul divano nel suo piccolo salotto.
Spinse l’amica fuori da casa sua e si chiuse la porta alle spalle, raggiunsero in poco tempo il portone del palazzo dal quale uscirono presi a braccetto.

“Allora? Su, racconta.” lo incitò Rachel, mentre passeggiavano sempre legata al suo braccio.

“Ecco…”

“Kurt, sputa tutto fuori che poi ti sentirai meglio.”

“Ha detto che non è pronto a fare l’amore con me,” disse finalmente, arrossendo

Rachel in un istante si staccò dal suo braccio, si portò le mani alla bocca per la sorpresa e iniziò a fare dei piccoli saltelli.

“Oh oh oh, allora glielo hai chiesto tu? Oh Kurt, certo che sei diventato molto impetuoso!” esclamò con la sua vocina da saputella che lui aveva imparato ad apprezzare

“Rach smettila, la gente ti guarda!” le disse Kurt, iniziando a notare che alcune persone si erano voltate nella loro direzione

“Ok, la smetto.”

Rachel si ricompose, stirandosi il vestito e riprendendo il braccio del suo migliore amico.

“Puoi continuare.” disse tranquilla, ma con pur sempre un sorriso radioso stampato in faccia.

“Gli ho solo detto che mi sarebbe piaciuto svegliarmi con lui accanto… solo questo.” gli disse Kurt una volta che avevano ripreso a camminare

“E lui ha detto che non è pronto, giusto?”

“Sì, esatto.”

“Ma tu lo vorresti, vero?” gli chiese lei, curiosa della sua risposta

“Mi piacerebbe molto, ma so che lui non è pronto per fare evolvere così il nostro rapporto. Solo che non vorrei che si stancasse di me e della mia insistenza.”

Dopo aver pronunciato queste parole Kurt abbassò il viso e Rachel, che lo conosceva bene, si avvicinò di più a lui e cercò di consolarlo.

“Io so come ti guarda Blaine, lui ti ama e non ti abbandonerà come Adam, vedrai che andrà tutto bene.”

“Dici davvero?” le domandò lui, alzando i suoi occhi per puntarli nei suoi

Rachel annuì sorridente, prese la sua mano e la sollevò di fronte ai loro sguardi e fece per intrecciare i loro mignoli.

“Pinky promise.”

Kurt sorrise senza accorgersi che il cattivo umore lo aveva già abbandonato per fare spazio alla sua nuova serenità.
Si sporse verso la sua migliore amica e le baciò la guancia, era il suo modo per ringraziarla di esserci nei momenti più duri.

“Pinky promise,” le rispose finalmente con un bel sorriso che gli illuminava gli occhi, diventati di nuovo lucenti e brillanti.

La mattinata passò velocemente per Kurt; dopo aver salutato Rachel una volta arrivato a scuola, la sua giornata volò in un baleno. Tra le tante lezioni, i suoi studenti avevano anche trovato il tempo di cantargli un felice compleanno.
Ogni loro sorriso, ogni loro carezza era come un prezioso regalo da conservare e da preservare per sempre nella sua memoria.
Quando anche l’ultima campanella suonò, uscì dalla scuola diretto a casa del suo compagno che gli aveva chiesto di fargli visita; sicuramente gli aveva preparato una sorpresa con la sua bambina, visto che a lezione oggi mancava anche la piccola Melanie.
Percorse quelle strade che faceva ormai da mesi: conosceva perfettamente ogni piccolo antro di quel percorso e nel momento in cui giunse all’entrata del parco capì di essere vicino alla sua meta.
Raggiunse in pochi minuti la piccola stradina che lo avrebbe condotto alla casa del suo innamorato.
Arrivò alla porta e prima di bussare fece un bel respiro. Gli era mancato cosi tanto, ed erano passate appena quindici ore dall’ultima volta che si erano visti.
Prima che potesse suonare il campanello, la porta si aprì e due tra le due persone più importanti per lui lo presero per mano e lo trascinarono dentro casa.
Insieme gli levarono la borsa - che Melanie andò a poggiare sul divano - lasciando così loro il tempo per salutarsi come si deve.
Blaine lo guardò negli occhi, e Kurt ancora frastornato e confuso per le loro improvvise attenzioni non si accorse che si era sporto verso di lui e che lo aveva baciato. Solo quando sentì le sue labbra premere contro le sue accettò con gioia quel contatto e portò la sua mano dietro la sua nuca. Si baciarono per un tempo che parve indefinito.

“Buon compleanno, Kurt.” gli disse Blaine, sorridendogli ancora e trascinandolo in un caloroso abbraccio.

Kurt si lasciò andare e lo strinse forte.

“Grazie.” gli sussurrò sulla spalla

La piccola Melanie appena vide che si erano salutati a sufficienza, arrivò da loro e prese la mano di Kurt portandolo via con sé.

“Papà tu preparati, io do la mia sorpresa a Kurt.” disse la bambina facendosi sentire dal suo papà

Blaine annuì e lasciò il salotto andando verso la cucina, pronto a prendere l’occorrente che serviva loro per la giornata dedicata al compleanno di Kurt.
La bimba arrivò alla sua cameretta sempre seguita da Kurt che non capiva bene cosa stesse succedendo; quando Melanie aprì la porta e lo trascinò all’interno con lei, lo fece sedere sul letto lasciandogli la mano.
Si posizionò di fronte a lui e sorrise. Kurt, che continuava a guardarla confuso - ma anche molto curioso di sapere cosa gli stesse per dire - notò che la bimba era molto tesa e che si stava toccando le dita per l’agitazione.

“Ti ricordi che ti ho detto giorni fa?” iniziò Melanie

“Certo che me lo ricordo.” le confermò Kurt

“Ecco, è arrivato il grande giorno allora.” rispose lei, cercando di essere allegra

Kurt non disse nulla, continuava a guardarla emozionato.
Gli stava per dire qualcosa che per lui contava molto, entrare a far parte ufficialmente di quella famiglia che per lui era diventata basilare e vitale.

“Avevo promesso che da oggi ti avrei chiamato in un altro modo, non più maestro Hummel o Kurt…”  disse, sempre più gioiosa.

“Ma…” continuò avvicinandosi a lui e prendendogli le mani tra le sue.

“Solo papà.” gli sospirò infine a pochi centimetri dal suo viso e lasciandogli un piccolo bacio sulla guancia.

Fu per Kurt una sensazione bellissima.
Percepì nitido e distinto il battito del suo cuore diventare sempre più veloce, le sue mani che stavano iniziando a tremare e i suoi occhi che ormai lacrimavano senza che lui se ne accorgesse, e non si rese nemmeno conto di aver lasciato le mani della piccola e di aver allargato le braccia e di averla stretta a sé.
La bambina si lasciò andare e si abbandonò al suo abbraccio stringendolo a sua volta.

“Grazie, Melanie, per avermi reso tanto felice.” le disse Kurt con ancora la voce rotta in quel pianto silenzioso.

“Di nulla, papà.” gli rispose Melanie

Qualche tempo più tardi raggiunsero Blaine in salotto, che li aspettava seduto sul divano con un cesto poggiato di fianco a lui.

“Allora, siete pronti?” disse Blaine, alzandosi, prendendo il cesto in mano e raggiungendoli.

Non servivano parole in quel momento, tutte e tre uscirono dalla casa chiudendosi la porta alle loro spalle e giungendo in poco tempo al vialetto di fronte al portone dell’edificio.
Quando raggiunsero il tratto di strada alberato, finalmente Kurt e Melanie decisero di parlare e di coinvolgere Blaine nella loro novità. Si girarono verso di lui che li seguiva da dietro e sorrisero quasi in contemporanea.

“Papà, ho una novità!” disse Melanie

“Oh, ma davvero?” le rispose lui, sorridendole

“Glielo vuoi dire tu?” disse, rivolgendosi a Kurt

Lui sorrise e stavolta era un sorriso ampio e sereno.

“Melanie mi ha chiamato papà.” sospirò felice

Blaine non disse nulla, poggiò il cesto per terra e si avvicinò velocemente a loro, prendendo la bambina tra le braccia per stringerla al suo petto.
Quando Blaine finalmente la lasciò andare, la depose teneramente per terra, passandole una mano sulla capelli e accarezzandole la fronte. 

“Sei stata una brava bimba piccola mia.”

Melanie sorrise e ricambiò il gesto lasciandosi andare alla sua carezza.
Kurt, che stava guardando la scena da telespettatore, sorrideva nel pensare che adesso anche lui faceva parte di quella famiglia.
Portò il suo braccio intorno alla sua vita e lo strinse a sé poggiando la testa sulla sua spalla. Blaine si sporse leggermente e gli bacio una guancia, facendo indugiare le labbra sulla sua pelle soffice e morbida.

“Benvenuto in famiglia, papà.” gli disse amorevolmente.

Kurt sorrise e si lasciò stringere ancora un poco prima che Blaine si discostasse da lui riprendendo il cesto in mano e proseguendo verso la sua auto parcheggiata poco distante da lì.
Melanie e Kurt, dopo essersi presi per mano un’altra volta lo raggiunsero e insieme arrivarono al veicolo dove salirono e partirono alla volta della loro destinazione.
Blaine, che stava guidando, rimase in silenzio tutto il tempo: stava già pregustando il momento in cui gli occhi del suo fidanzato si sarebbero illuminati nel vedere il luna park, luogo dove erano diretti.
Kurt continuava a guardare fuori dalla finestra seduto nel posto di fianco, curioso di scoprire dove il suo compagno lo stesse conducendo, ma anche felice che adesso poteva dire a voce alta di avere finalmente una famiglia.
La piccola invece, se ne stava seduta composta nei sedili di dietro, intenta a leggere un libro di favole che le era stato regalato dalla zia Quinn tempo prima; le piaceva molto leggere e le piacevano le fiabe, anche se quelle che preferiva erano di sicuro quelle che le raccontava Kurt la notte per aiutarla a dormire.
Quando arrivarono a destinazione, Melanie e Kurt scesero subito dall’auto mentre Blaine spense il motore, prese la chiave, aprì lo sportello e andò ad aprire il cofano dal quale prese il cesto e una piccola benda per gli occhi.
Raggiunse i suoi due tesori e poi prese la benda e fece per metterla sopra gli occhi del suo fidanzato che, accorgendosi delle sue intenzioni, lo fermò e gli prese i polsi.

“Che stai facendo?” gli domandò divertito

“Voglio farti una sorpresa tesoro, per cui, fatti mettere questa benda sugli occhi.” rispose Blaine, prontamente.

Kurt, sempre ridendo, acconsentì e si fece bendare sentendo come le mani del suo compagno si posassero bene sul suo viso.
Una volta che fu bendato, Blaine lo prese per mano per condurlo senza farlo cadere e chiedendo a Melanie di prendere il cesto; la bambina obbedì subito e lo seguì.
Fecero solo pochi passi e, quando Blaine vide finalmente l’ingresso del luna park, sorrise già all’idea di vedere comparire sul viso di Kurt quell’espressione estasiata che lui amava tanto.
Si fermarono di fronte all’ingresso e Blaine tolse piano piano la benda dai suoi occhi. Quando Kurt li aprì, spalancò la bocca per la sorpresa e si voltò verso di lui.

“Cosa ci facciamo qui?” gli domandò, con un tono di voce già più allegro

“Siamo qua per festeggiare il tuo compleanno” gli rispose Blaine con un sorriso

“Hai visto che bella idea che ha avuto papà!” disse Melanie, che nel mentre li aveva raggiunti.

Kurt si girò completamente verso di loro e si portò una mano davanti agli occhi, cercando di nascondere le lacrime che stavano cadendo silenziose sul suo viso.

“Scusatemi, lo so che non dovrei piangere, è che…”

“Papà, non dovresti piangere.” disse Melanie

“Melanie ha ragione, le lacrime non stanno bene sul tuo volto, tu devi sorridere, Kurt.”

“Che ho fatto per meritarvi? Io non merito tutto questo.”

Blaine si avvicinò a lui e gli portò una mano sulla guancia, accarezzandola dolcemente con le dita.

“Veramente questo dovrei dirlo io, mi hai restituito il sorriso, mi hai ridato qualcosa che pensavo di aver perso, mi sono innamorato di te e ti voglio nella mia vita. Ed è per questo che è mio compito farti sempre felice.”

“Anche io ti amo, Blaine.” Gli rispose, prendendogli la mano e baciandone delicatamente le nocche, imprimendo in quel gesto e in quel bacio tutto l’amore che provava per lui.

Melanie li raggiunse e disse loro di muoversi siccome la giornata al luna park doveva iniziare e loro dovevano divertirsi. Poco prima di camminare davanti a loro, si girò e chiese a Kurt di abbassarsi un momento. Lui lo fece e lei lo baciò sulle labbra, un bacio leggero e candido.

“Io bacio sempre così papà quando sono molto felice, per fargli vedere che lo amo tanto. E siccome tu adesso sei il mio secondo papà, meritavi un bacio anche tu.” disse la bambina, vedendo il suo viso sorpreso.

Blaine, osservando la scena, diventò un pochino più felice e, dopo aver sfiorato i capelli di sua figlia che gli sorrise, asciugò con il pollice le lacrime sul viso del suo fidanzato.
Poco dopo entrarono finalmente nel parco dei divertimenti e passarono la giornata più divertente della loro vita.
Melanie fece ogni singola giostra e ogni singolo gioco, mentre i due uomini che la guardavano seduti su una panchina vedevano il suo volto sereno e sempre racchiuso in un bel sorriso.
Con le mani giunte stavano guardando uno squarcio del loro futuro; Kurt quel giorno diventò un pochino più vecchio, ma comprese anche l’importanza di avere una famiglia, da quando aveva trovato Blaine e Melanie la sua vita era cambiata in meglio e ogni mattina quando apriva gli occhi sapeva che sarebbe stato un giorno più bello degli altri, perché aveva loro accanto.
Strinse maggiormente la presa.

“Blaine?”

“Dimmi.”

“Voglio passare la notte con te, e lo so che tu non sei pronto, ma voglio fare questo passo.” Gli disse, voltandosi completamente verso di lui

“Kurt, io…”

“Non voglio fare nulla, voglio solo passare le mie notti e dormire abbracciato a te, quando vorrai fare di più, io sarò pronto. Ma voglio solo questo regalo da te.”

“E se io non fossi mai pronto?” gli domandò, preoccupato.

“Non importerà Blaine, tu mi fai felice solo standomi accanto e se mi dovrò accontentare di quello che abbiamo… allora sarà così.” gli rispose, cercando di tranquillizzarlo

“Davvero? Pensi di essere pronto a privarti di fare l’amore con me?”

“A me basta averti come compagno e amore della mia vita, se necessario mi farò bastare ogni singola tua carezza e ogni tuo bacio.”

Blaine abbassò il suo viso - diventato rosso per quelle richieste tanto esplicite - e guardò per un momento le loro mani unite.

“Potrei provarci… se vuoi.” disse infine

“Sei sicuro Blaine?” gli domandò Kurt, ansioso della sua risposta

Lui sollevò il suo viso e ancora una volta si perse nei suoi occhi

“Per te sì Kurt, posso provare a fare uno sforzo, voglio fare questo passo con te, solo… ti prego, non lasciare mai la mia mano.”

“Mai.”

Kurt pronunciò un’altra volta il suo mai e, sporgendosi verso di lui, gli baciò prima la fronte, le guance e poi posò le labbra sulle sue, assaporando in quel loro nuovo bacio il nuovo sentimento appena nato tra di loro. Si erano appena fatti una promessa, in quel momento avevano deciso di affidarsi completamente l’uno all’altro e, anche se Blaine aveva paura, sapeva bene di avere Kurt sempre al suo fianco.
Rimasero a guardarsi negli occhi, a sorridersi a vicenda e a sussurrarsi tante dolci parole, seduti in quella panchina, circondati da tanti rumori diversi ma persi nella loro bolla di felicità, sperduti in quel loro piccolo mondo dove esistevano solo loro e la loro piccola Melanie.



Note:

Eccoci qua con il nuovo aggiornamento, spero che la storia continui a piacervi e che continuiate a seguirla, piano piano Kurt e Blaine stanno facendo dei passetti in avanti, tra un pochino forse forse raggiungeranno la casa base, se volete intendere cosa voglio dire. Un grazie dolcissimo e un abbraccio fortissimo alla mia favolosa beta Annie e alle 53 seguite, davvero vi ringrazio tanto.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


Capitolo quindici



Erano passate alcune settimane da quel giorno al luna park ed il mese di giugno era ormai giunto quasi alla fine. L’estate era appena cominciata, si iniziava già a sentire quel caldo afoso che ti faceva sudare appena varcavi la porta di casa. Mentre lavava i piatti e sentiva l’acqua fresca sulle mani, Blaine pensava al fatto che la presenza di Kurt non faceva altro che far salire ulteriormente la temperatura.
Kurt gli diceva spesso che non c’era bisogno di correre e che se lui non si sentiva ancora a suo agio a farlo dormire con lui la notte, andava bene comunque, bastava restare insieme.
Non ce la faceva più a resistere, Blaine. Voleva tanto andare avanti e fare un altro passo con il suo compagno, ma la paura di cadere era troppa. Ad ogni modo, decise che era il caso di parlarne.
Blaine sciacquò l’ultimo piatto che depose nella credenza si asciugò le mani, alzò lo sguardo e fissò l’orologio; erano le sette della sera e di lì a poco Kurt sarebbe arrivato. L’ansia iniziava a manifestarsi e fortunatamente Melanie quel giorno era a dormire da un’amichetta.
Prima che potesse sedersi sulla sedia sentì il campanello suonare, segno che Kurt era arrivato e che tutto potesse finalmente iniziare.
Raggiunse l’ingresso anche troppo lentamente e aprì altrettanto lentamente la porta; Kurt era lì, ed era terribilmente bello. Era il suo… angelo.

“Non mi fai entrare?” gli disse, rimanendo fermo sul ciglio della porta.

Blaine si scosse dai suoi pensieri e balbettò un che era arrivato alle orecchie di Kurt molto incerto e quest’ultimo, prima di entrare, gli prese una mano e gli domandò cos’avesse avesse.

“Non ho nulla, solo… entra.”

Kurt non volle indagare oltre ed entrò, il suo fidanzato chiuse la porta alle loro spalle e, vedendo che lui non si voltava per salutarlo decentemente, si sentì quasi in colpa.
Continuava a fissare la sua schiena e l’unica cosa che voleva era di raggiungerlo e di stringerlo forte tra le braccia. Quasi tremante, fece alcuni passi lenti e insicuri e lo raggiunse.
Portò le sue braccia intorno alla sua vita e lo attirò a sé, facendolo aderire al suo petto. Si abbandonò al suo abbraccio lasciandolo di stucco e sorpreso. Blaine poggiò il mento sulla sua spalla e delicatamente gli baciò un punto indefinito del collo.

“Allora, tutto bene?” gli domandò.

“No… non sto bene, Kurt.”

“È il nostro ultimo abbraccio?”

Lasciò la sua vita e lo fece girare verso di lui prendendolo per i fianchi, e in un istante erano uno di fronte all’altro a guardarsi perdutamente negli occhi, a leggersi l’anima e a dirsi ti amo solo con uno sguardo.

“No. certo che no, perché me lo hai chiesto?”

“Ti ho sentito distante negli ultimi giorni, io… Blaine, credevo che tutto stesse andando bene, ma se vuoi finirla qua, ti prego… dimmelo subito.” gli
rispose sconsolato, abbassando il suo viso.

Decise di rimediare alla sua mancanza e con due dita gli sollevò il mento posando le labbra su quelle di Kurt. forse baciandolo poteva fargli capire che tutto si poteva risolvere e che la sua era solo una banale paura di sbagliare.
Sentì quasi subito le sue labbra muoversi e aderire alle sue rispondendo al bacio, le sue dita gli stringevano i riccioli e quella stessa mano lo stava attirando verso di lui.
Le loro bocche continuarono a muoversi per un tempo che sembrava non finire mai e quando il respiro terminò decisero che era arrivato il momento di staccarsi.

“Non voglio lasciarti, ma dobbiamo parlare.” gli disse Blaine.

Lo prese per mano e lo trascinò fino al divano, dove si sedettero uno di fianco all’altro.
Blaine era ancora molto insicuro di quello che stava per dire. Voleva ripetere quello che sentiva, ma aveva il timore di non sapersi esprimere al meglio.

“Blaine, se non te la senti di dirmi quello che vorresti dire, non importa… staremo anche qua tutta la sera se fosse necessario.”

“Penso che sia arrivato il momento,” sospirò, guardando ancora le loro mani e le loro dita intrecciate.

“Che momento?” gli domandò Kurt.

“Voglio fare un ulteriore passo insieme a te.” gli rispose Blaine, voltandosi finalmente verso di lui.

“Vuoi…”

“Voglio passare la notte con te.”

“Sei sicuro?”

“Hai detto che l’importante per te … era di passare la notte insieme, anche se non facciamo nulla possiamo sempre restare abbracciati tutto il tempo.”

“Esatto.”

“Voglio fare una prova, Kurt, voglio vedere se possiamo fare anche questo passo insieme.”

Aveva un uomo che era disposto ad amarlo completamente, a prendersi cura di Melanie come una figlia e a rinunciare ai piaceri corporali per stargli accanto. Stava ancora osservando le loro mani quando sentì delle labbra che conosceva fin troppo bene, posarsi sulla sua guancia, con un tocco lieve e delicato.

“Vuoi prenderti una pausa da me, Blaine? Vuoi che vada via? Sei in silenzio e non mi piace… non avere paura di dirmi le cose come stanno.” gli disse Kurt.

“Kurt.”

“Sono qua.”

“Oggi Melanie non c’è, dorme da un’amica… possiamo guardare un film, poi potremo cenare e tu… potresti dormire qua… saresti il secondo uomo dopo James a dormire nel mio letto, pensi che possa andare bene come programma?”

Kurt sorrise senza rendersene conto e, in quello che poteva sembrare un tempo lunghissimo, si avvicinò a Blaine e lo strinse forte a sé, stringendolo e baciandolo con passione.
Blaine lo prese per un sì.

“Allora sei d’accordo?”

“Amore, me lo stai davvero chiedendo? Certo che va bene e non vedo l’ora sai, anche se…”

“Anche se?” domandò Blaine, cercando di non perdere il sorriso che si era formato sul suo volto.

“Avrei voluto che per la mia prima notte qui, ci fosse anche Melanie. Sai, mi sarebbe piaciuto farla addormentare e renderla partecipe di tutto.”

E fu in quel momento che Blaine si rese conto che Kurt era davvero quello giusto, quella persona che stava aspettando da sempre. Era lui, l’uomo della sua vita, ed era reale.

“Vuoi che la chiami?” gli chiese, sorridendo.

“No, non preoccuparti Blaine, domani sono sicuro che andrà bene lo stesso.” gli rispose sicuro.

“Sei certo allora che andrà tutto bene? Tra di noi intendo.”

Kurt gli prese una mano e la baciò dolcemente

“Non ho dubbi Blaine e sai perché? Io lo so che sei quello giusto, me lo sento… me lo sento nel cuore.” gli disse, portandogli una mano sul cuore.

Blaine guardò la sua mano poggiata sul suo petto e sotto i polpastrelli sentì quei battiti continui che gli davano una fiducia immensa, tale da renderlo finalmente un po’ più sicuro che quello che stava per accadere tra lui e Kurt era importante.

“Forse è meglio se inizio ad andare a preparare la cena.”

“Vuoi che ti aiuti?” gli propose Kurt

“Ti va?”

“Certo che sì.”

“Scusami se ti posso sembrare noioso e pedante, è che quando sono insieme a te, ho paura di fare un passo in avanti e cento passi indietro.”

“Non ti preoccupare,” gli rispose lui, guardandolo intensamente e rendendolo finalmente tranquillo.

Blaine gli sorrise e gli baciò una guancia, alzandosi per andare in cucina.
Prepararono la cena aiutandosi a vicenda; per Blaine fu perfetto sapere di avere la fortuna di cucinare con il suo compagno, vederlo in una situazione così diversa, quasi intima e familiare.
Il tempo volò anche troppo in fretta e loro, senza che se ne rendessero conto, si ritrovarono di fronte alla porta della stanza di Blaine, in piedi fermi di fronte a quel pezzo di legno incapaci di muoversi.

“Blaine, non è necessario.” gli disse Kurt, voltandosi verso di lui.

“Aspetta solo un momento… aspetta.”

Blaine decise che era arrivato il momento di agire, così strinse più forte la mano del suo compagno che aspettava fiducioso e piano posò l’altra mano sulla maniglia, girandola e aprendo la porta davanti a loro.
Lui lasciò la presa ed entrò nella stanza, si avvicino al comò e aprì l’ultimo cassetto prendendo un paio di vecchi pantaloni corti da casa e una maglietta blu.
Raggiunse Kurt che stava ancora sul ciglio e gli porse tutto.

“Puoi cambiarti e metterti questi, se vuoi.” gli disse.

“O-ok, grazie.” gli rispose Kurt, e Blaine si accorse del suo nervosismo.

Kurt gli sorrise timidamente e andò verso il bagno per cambiarsi e nel mentre Blaine fece lo stesso prendendo una maglia pulita dall’armadio.
Non passò molto tempo prima che Kurt lo raggiungesse e Blaine era seduto sul letto con le braccia incrociate al petto. Appena si accorse che non era più solo, sollevò il viso e guardò il suo fidanzato che se ne stava di fronte a lui.

“Vieni, siediti qua con me.” gli disse, indicandogli con la mano il posto accanto a sé.

Lui annuì  e si avvicinò; quando gli arrivò vicino, Blaine notò che non si stava affatto sedendo, bensì gli strinse la mano e lo fece sedere sulle ginocchia. Kurt rimase sorpreso da quel suo gesto così improvviso, tanto che gli venne la voglia improvvisa di baciarlo. Blaine lo fermò.

“Aspetta.”

“Vuoi che mi alzi?”

“No… è solo che stiamo correndo Kurt, vorrei fare tutto con più calma, non voglio fermarmi… voglio solo procedere lentamente.”

“Ok… allora andremo per gradi, va bene?”

“Va bene.”

Blaine iniziò ad accarezzargli le braccia con le dita, cercando di farlo rilassare anche se, infondo,  quello nervoso era lui.
Il suo compagno avvicinò il viso e gli sussurrò:

“Forse è meglio sdraiarci, non credi?”

“… non voglio fare niente Blaine, ma stando così non risolveremo mai nulla e tu… stai tremando, e io lo sento.” Continuò.

Blaine portò le braccia intorno alla sua vita per abbracciarlo e appoggiò la fronte sulla sua spalla.

“Scusami, ma non ci riesco… è più forte di me.”

“Ma va bene… è normale… solo, sdraiamoci, ci farà sentire più tranquilli entrambi.”

Kurt si alzò dalle sue ginocchia e tirò su Blaine, fino a farlo sollevare in piedi stando proprio di fronte lui.
Si sporse verso di lui e gli lasciò un candido bacio sulle labbra prima di allontanarsi e scegliere il lato del letto sul quale avrebbe dovuto sdraiarsi.

“Puoi andare a sinistra.” gli disse Blaine intuendo le sue intenzioni.

Lui fece quello che Blaine gli aveva consigliato e si mise sul lato sinistro; stava fermo in piedi aspettando che il suo compagno facesse lo stesso a destra.
Quando furono l’uno di fronte all’altro, quasi come se fossero in sincronia spostarono il copriletto bianco sollevandolo e piegandolo in modo che stesse fermo ai piedi del letto.
Blaine fece a Kurt un cenno della mano per dirgli di accomodarsi per primo, lui annuì e si coricò poggiando la testa sul cuscino.
Quest’ultimo, quasi perdendo la nuova sicurezza che aveva racimolato in quel momento, si sdraiò al suo fianco stando bene attento a non avvicinarsi troppo; era stupido, ma voleva rispettare i suoi spazi.
Quando entrambi furono sdraiati di fianco, tirarono quasi nello stesso momento il lenzuolo bianco. Blaine quasi per coprire le sue gambe nude e Kurt per nascondere la sua pelle bianca.
Non si erano mai visti tanto esposti come in quel momento. Certo, avevano fatto qualche passo in quel verso, ma non erano mai arrivati così lontano.
Le loro mani erano poggiate sul coprimaterasso, molto vicine ai loro corpi, ed entrambi avrebbero tanto voluto allungarle per farle toccare.
Nell’aria c’era un’atmosfera particolare.

“Non ti vuoi avvicinare?” domandò Kurt.

La sua voce risuonava nella stanza come un forte eco.

“Kurt…”

“Non ti mangio, voglio solo averti più vicino.” gli rispose lui, cercando di essere rassicurante.

“Ti sembrerò un tale imbranato!” disse, sollevando una mano e grattandosi la nuca.

“Sei solo spaventato e io posso capirlo.”

“Vorrei tanto che fosse tutto più semplice ma so di essere inesperto ed è per questo che ho paura di sbagliare.”

“Quando è stata l’ultima volta?” gli chiese, sempre guardandolo negli occhi.

“Prima della morte di James.”

In quell’istante, guardando Kurt ebbe il desiderio di sollevare la sua mano e di accarezzargli la guancia e così fece, avvicinò lentamente le dita alle sue gote e, quando le posò su quella pelle vellutata, gli sembrò di toccare il paradiso.

“Hai voluto subito che Melanie facesse parte di tutto, hai voluto che fossimo la tua famiglia e questo per me conta più di tutto.” continuò

“Ti amo, Blaine.”

Blaine sorrise a quelle parole che stava imparando a sentire sempre più spesso 

“E tu? La tua ultima storia?”

“L’ultimo è stato Adam, dopo di lui non ho voluto più nessuno.” gli rispose, con un tono di voce che a Blaine non piaceva affatto.

Fu quella la molla che lo fece svegliare, quell’allarme che lo portò nella giusta direzione; si avvicinò a lui e con delicatezza posò le mani sui suoi fianchi attirandolo a sé.
Blaine lo stringeva così forte che non sentì nemmeno quel pianto silenzioso che Kurt aveva iniziato, quelle lacrime che gli stavano bagnando la sua maglia bianca.
Kurt si sentiva al sicuro tra le sue braccia, si sentiva protetto, e si convinse che, dopotutto, se con Adam era finita… infondo una ragione c’era.
Quella fu la prima volta che dormivano insieme, che condividevano un letto,  che passavano la notte vicini e che assaggiavano l’uno il respiro dell’altro.
Sarebbe stata la prima di tante notti; finalmente Blaine si era sbloccato ed aveva oltrepassato quella sua barriera invisibile che gli impediva di lasciarsi andare con Kurt. Da quel giorno in poi tutto sarebbe stato più facile, il suo compagno aveva ragione: l’importante era starsi accanto. Anche se, lo sapeva, quel desiderio sarebbe cresciuto.


Note:

Buon pomeriggio, eccoci qua con questo aggiornamento, mi dispiace che lo abbiate trovato più breve del solito, ma ho dovuto farlo finire in una certa maniera visto che il prossimo sarà il capitolo importante, arriverà penso dopo natale, verso il 28 o il 29, ma se può farvi contenti il giorno di Natale pubblicherò una one shot natalizia, un bellissimo grazie e un grandissimo abbraccio alla mia beta Annie.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


Avvertimenti: Il rating si alza e diventa rosso          


Dedicato alla mia carissima Annie, che sta passando un brutto periodo, sperò di vederti sorridere di nuovo <3
 


Capitolo sedici

 
Più passavano il tempo assieme e più Blaine sapeva che ormai il momento fatidico in cui tutto sarebbe crollato sarebbe arrivato presto.
Da quella prima notte, ce n’erano state tante altre, ogni volta che dormiva abbracciato a Kurt, aveva sempre quel desiderio di volerlo toccare, quella voglia di spogliarlo e iniziare a fare l’amore, solo che a volte le cose non vanno come noi vogliamo, e il più delle volte si limitava a toccarlo da sopra la biancheria, non andava mai oltre anche se adesso quel vincolo che gli impediva di lasciarsi andare era stato tolto, ma la sua insana paura purtroppo rimaneva sempre.
Era comunque divertente, invece, come il suo compagno riuscisse a calmarlo in quei momenti, gli bastavano i suoi tocchi a farlo rilassare, era sufficiente che lui lo sfiorasse e che gli accarezzasse la pelle con le dita per farlo ansimare anche solo un piccolo istante.
Si ricordava ogni momento passato tra di loro:


 

Erano distesi nel letto di Blaine, stavano ammirando il soffitto accompagnati dal suono dei loro respiri, ogni notte la passavano cosi abbracciati, ma da un paio di giorni era cambiato qualcosa, Kurt sempre più spesso muoveva le mani su di lui e Blaine non faceva e diceva nulla, semplicemente lasciava che accadesse, e il suo compagno lo toccava con una delicatezza tale che i suoi tocchi erano cosi trasparenti che sembrava quasi che stesse toccando un velo, quando poi ansimava e tremava per l’orgasmo appena ricevuto, riprendeva sempre colore e respirava di nuovo solo tra le sue braccia che lo cullavano tutta la notte.



Non sapeva se quella sera sarebbe stata quella giusta, quella dove lui avrebbe fatto la prima mossa,  ma in cuor suo sapeva che il momento era davvero arrivato e doveva solo lasciare che accadesse, che lui non era solo dopotutto, era certo che il suo Kurt lo avrebbe accompagnato ad ogni passo. 
In ogni caso l’unico modo che aveva per non pensarci era quello di cucinare i suoi adorati dolci, era una cosa che lo distraeva molto e lo faceva concentrare su altro.
Mentre stava impastando, sentì il campanello della porta, smise di lavorare la pasta e si pulì la mano con il grembiule da cucina che stava indossando.
Quando raggiunse l’ingresso per aprire si ritrovò le sue tre migliori amiche che lo guardavano sorridenti.

“Non ci fai entrare?” chiese Quinn sempre bellissima con un vestito blu a maniche corte e dei sandali del medesimo colore.

“Santo cielo Blaine, pensi a lui in ogni istante, e smettila” gli disse Tina che aveva notato che aveva lo sguardo assorto chissà dove.

“Sono pronta a scommettere che ha passato la notte a saltare e adesso è sfinito … povero Blainey” esclamò Santana con un tono divertito, forse anche troppo, nella voce.

Blaine si destò dalla sorpresa che gli avevano fatto le ragazze che stavano ancora aspettando per entrare dentro casa e le fece accomodare, finalmente.
Si recarono in salotto dove si sedettero comodamente nel divano aspettando che il padrone di casa le raggiungesse, Blaine andò in cucina per togliersi il grembiule ed appoggiarlo sulla mensola.
Poco dopo le raggiunse e si sedette di fronte a loro, era conscio che doveva loro una spiegazione sugli ultimi avvenimenti accaduti tra lui, Kurt e la piccola Melanie anche se sapeva che a loro interessava soltanto di come procedevano le cose tra lui e il suo compagno.
Incrociò le braccia al petto e attese la prima domanda, che sfortunatamente per lui non tardò ad arrivare.

“Su Blaine racconta” inizio Quinn.

“Ecco io e Kurt …”

“Vi siete fidanzati ufficialmente?” chiese curiosa Tina.

Santana lo guardava e accavallò le sue gambe lunghe fissandolo ancora.

“Siete finalmente andati a letto insieme, su ammettilo?” gli domandò curiosa e con la sua aria da saccente.

Blaine arrossì di colpo e abbassò il viso diventato troppo rosso per l’imbarazzo.

“I-io … ecco n-non so” lui iniziò a balbettare.

Le ragazze risero della sua goffaggine, conoscevano bene il loro amico, ma erano anche un pochino preoccupate, lo volevano felice ma non riuscivano a comprendere bene perché fosse così cauto, Quinn si alzò dal suo posto, si sedette di fianco a lui e gli prese le mani tra le sue.

“Allora mi dici il vero motivo Blaine?”

Lui la guardò leggermente spaventato da quella domanda, ma poi decise di risponderle.

“Io voglio solo che sia tutto perfetto.”

“Tesoro non hai quindici anni, ne hai quasi ventinove” gli disse lei tranquilla.

“Lo so che sono lento a capire ma Quinn …” le rispose abbassando il suo volto.

“… io lo amo tanto e voglio fare le cose per bene e voglio …” continuò voltandosi di nuovo verso di lei.

“Voglio solo che sia una prima volta meravigliosa e non voglio fare le cose di fretta ma … ”

“Ma?”

“Il tempo sta per scadere e io non mi voglio più accontentare degli abbracci”

“Quando hai intenzione allora?” domandò Santana che aveva ascoltato la loro conversazione senza intervenire.

“Non lo so forse stanotte o quando capiterà” le rispose Blaine.

“Passi ogni notte con lui?” chiese Tina sporgendosi in avanti fino a sollevarsi ed ad inginocchiarsi di fronte a lui.

“Si Tina, io adoro tenerlo tra le mie braccia e sentirlo respirare.”

Tina gli sorrise e portò una mano sulla sua guancia, accarezzandogliela dolcemente.

“E allora bisogna che vai preparato stavolta” disse Santana alzandosi in piedi e porgendo a Blaine la busta che portava con se.

“Non l’avevo notata prima” disse osservando l’oggetto di fronte a lui.

“Aprila!” esclamò lei.

Lui annuì e piano piano aprì la busta e rimase quasi imbambolato di fronte al contenuto, aveva ancora la bocca aperta per lo sgomento quando alzò il suo sguardo verso la ragazza che lo guardava divertita ondeggiando un poco i suoi lunghi capelli neri.

“Santana?”

“Beh se devi farlo, devi farlo bene Blaine.”

“Ma-”

“Niente ma, santo cielo non sei più un ragazzino, farai sesso con il tuo fidanzato e userai come si conviene quello che ti serve per divertirti al meglio.”

Blaine divenne ancora più rosso di quanto già non era e abbassò il viso in fiamme, continuando a tenere saldamente tra le mani la busta incriminata.

“E’ che …”

“Blaine sono solo dei preservativi e del lubrificante, nulla di così scandaloso” disse lei incrociando le braccia al petto.

“E’ che sai …”

“Quindi sei il passivo?” chiese lei.

Blaine alzò immediatamente il viso e i suoi occhi parevano quasi uscire fuori dalle orbita

“Io ..io non lo so”

“Beh a giudicare dalla tua sorpresa deduco che si, sei il passivo tesoro mio” rispose lei per lui, e il suo tono di voce era apparso alle orecchie di tutti forte e squillante.

Il suo amico assunse definitivamente un colorito rossastro, volse lo sguardo verso il contenuto della busta e osservò.

“Beh grazie mille Santana se li userò almeno sarò preparato.” disse cercando di tranquillizzarsi mentalmente.  

“Li userai credimi e domani quando ti chiamerò mi ringrazierai.” rispose lei sorridendogli.

Blaine cercò di non agitarsi e di vedere il lato positivo, almeno se quella notte lui e Kurt avessero fatto l’amore, sarebbero stati preparati e non gli importava di stare sotto o sopra, a lui bastava che fossero insieme e vicini.
Poco tempo più tardi salutò le sue amiche dicendo loro che avrebbe accompagnato Melanie a casa di Tina per un piccolo pigiama party, le salutò affettuosamente e poi chiuse la porta. Quella notte sarebbe stata quella giusta se lo sentiva nel cuore, lui ne era certo.
Quando quella sera si stava preparando per andare a casa di Kurt, osservò con maggiore attenzione la busta, poggiata sul suo comodino, che Santana gli aveva portato quel pomeriggio. Con il suo fidanzato non aveva mai parlato di chi dei due avrebbe dato piacere all’altro nel momento in cui sarebbe successo, non avevano mai discusso su chi dovesse stare sopra o sotto, nei loro momenti intimi era tutto così semplice, forse Blaine doveva parlarne con lui, sicuramente avrebbero trovato una soluzione.
Mentre si stava guardando allo specchio, Melanie si affacciò alla sua stanza e lo stava osservando sistemarsi il papillon viola che aveva scelto per la serata, si accorse del suo sguardo, si voltò verso di lei e le sorrise.

“Vieni qua tesoro” le disse facendole un cenno con la mano.

Lei annuì ed entrò nella stanza andando a sedersi sul suo letto.

“Sei molto elegante oggi” constatò lei contenta.

“Si oggi sono a cena a casa di Kurt e tu sei da zia Tina ricordi? Perché non sei ancora pronta?” le domandò voltandosi per poterla guardare.

Blaine vide che la sua piccola era pensierosa.

“E’ successo qualcosa? Perché non mi rispondi amore?”

Si avvicinò a lei sedendosi sul letto e sollevandole con due dita il mento.

“Lo sai che puoi dirmi tutto” le disse amorevole.

“Papà …”

“Si”

“Posso sapere che farai oggi con Kurt?”

“Tesoro mio lo sai no? Facciamo le nostre cose da grandi” le rispose sorridendo.

Lui le portò una mano sul viso e le accarezzò dolcemente una guancia, la sua Melanie era cresciuta tanto, in poco tempo era diventata una signorina e forse poteva essere sincero per una volta e rivelarle qualcosa di più.

“Melanie vedi … io e Kurt ormai ci amiamo molto e le persone che si amano … spesso se lo dicono in tanti modi” continuò.

Lei gli prese una mano tra le sue e la strinse forte, voleva sentire tutto, voleva che il suo papà si fidasse di lei e la ritenesse una bambina grande.

“Con i baci?” domandò curiosa.

“Si con i baci tesoro ma anche qualcosa di più, è che sei troppo piccola … quando sarai più grande te ne parlerò”

“Promesso papà?”

“Promesso amore”

Melanie dopo aver sentito quelle parole sorrise e strinse più forte il suo papà sentendosi allegra della sua risposta.
La sera arrivò anche troppo in fretta per Blaine che era sempre più ansioso ma anche felice di poter passare del tempo con il suo compagno, accompagnò prima sua figlia dalla zia Tina, avvisando entrambe che sarebbe tornato solo la mattina dopo e poi finalmente si diresse a casa di Kurt.
Quando arrivò rimase fermo di fronte a quel portone, non riusciva a bussare, era come incantato da quella porta in legno massiccio che si presentava di fronte a lui.
Ci pensò qualcun altro ad aprirla, si guardarono negli occhi come facevano di solito ma nelle iridi luminose d’entrambi quella sera c’era tanto altro, ansia, aspettativa ma anche tanta gioia inespressa.

“Buonasera Kurt” disse Blaine impacciato grattandosi il retro della testa con la mano.

Lui sorrise in risposta al suo formalismo e lo trascinò dentro prendendolo per la mano, senza accorgersi che il suo fidanzato teneva una piccola busta nell’altra mano.
Entrarono in casa e Kurt lo aiutò a togliersi la giacca e quando notò la busta gli chiese cosa ci fosse dentro e lui arrossì e balbettò nervoso, spiegò che non era nulla di così importante e che ne avrebbero discusso più tardi.

“Puoi poggiarla sul divano o appenderla, o mettila dove vuoi.” gli disse Kurt prima di lasciare il salotto e correre verso la cucina.

Blaine non badò a come il suo fidanzato lo aveva lasciato sulla porta e fece come gli era stato detto e poco tempo dopo lo raggiunse, arrivò sulla soglia e rimase quasi a bocca aperta per la sorpresa. Davanti a lui c’era il tavolo dove di solito cenavano apparecchiato di tutto punto, ricoperto da una tovaglia a fiori, con sopra dei piatti da servizio, accompagnati da dei calici in vetro soffiato, dei tovaglioli ricamati e delle candele poste al centro, che incorniciavano il tutto, ma quello che rendeva tutto splendido era di sicuro il suo Kurt che mescolava il sugo sul fornello e che si abbassava di tanto in tanto a controllare il forno

“E questo? Cosa si festeggia?” gli chiese con la voce emozionata.

Il suo compagno si voltò verso di lui e sul suo viso comparve un tenero sorriso

“E’ per noi … perché sono felice …  sono felice che tu sia sempre con me.”

Blaine sorrise della sua sincerità e gli si avvicinò, erano ad una spanna l’uno dall’altro e si sporse per poterlo baciare sulle labbra ma lui lo fermò un attimo prima.

“Aspetta, fammi togliere il grembiule, che sono tutto sporco in viso” cercò di dirgli ma Blaine non lo ascoltò e lo baciò ugualmente sporcandosi il viso a sua volta. Le loro labbra si incontrarono e si assaggiarono a vicenda, era un qualcosa di molto semplice e intimo che li rendeva talmente complici.
Si separarono quasi subito ma quel contatto lasciò un bel sorriso sul volto di entrambi che risero della situazione.

“Hai il naso tutto sporco” gli disse Kurt toccandoglielo con un dito.

Il suo fidanzato che aveva già portato le mani sui suoi fianchi lo attirò a se e gli leccò via un po’ di farina che aveva sulla guancia, questo piccolo gesto che poteva apparire tanto semplice fece rabbrividire Kurt che improvvisamente perse quasi il controllo, e portò in un’ istante le braccia intorno al collo del suo compagno che lo guardava confuso e lo baciò. Stavolta le loro lingue si scontrarono quasi subito, era iniziato sin dal principio come un bacio umido e bagnato e se inizialmente questo aveva lasciato Blaine sorpreso poi si lasciò andare ancora una volta. Le sue mani che stringevano più forte i suoi fianchi e Kurt che voleva che lo stringesse il più possibile a se. In quel momento Blaine pensò che se quella era l’anteprima di quello che sarebbe successo più tardi, chissà come sarebbe stato bello fare l’amore con lui.
Quando si staccarono i loro volti erano in fiamme e i loro respiri erano incontrollabili, i loro petti che continuavano a sollevarsi veloci e i loro cuori battevano all’impazzata.

“Forse è meglio sederci a tavola” disse Kurt ancora in affanno.

“Già anche io penso che sia più saggio” gli rispose Blaine sorridendo e levando le mani poggiate sui suoi fianchi.

Respirò a fondo e raggiunse il tavolo, spostò una delle sedie e si sedette.

“E’ quasi pronto, ancora un momento” gli disse Kurt che dopo essersi ricomposto riprese a fare quello che stava facendo prima.

Qualche tempo dopo, il suo fidanzato posò le pietanze sul tavolo, si tolse i guanti da forno poggiandoli sul davanzale della cucina e prese un fiammifero dal cassetto della credenza per poter accendere le candele poste sulla tavola agghindata.

“Sai per creare l’atmosfera” gli rispose quando con lo sguardo notò che Blaine era curioso della presenza delle candele.

Si sedette di fronte a lui e senza rendersene conto gli prese la mano che Blaine aveva poggiato vicino al suo piatto.
Lui proprio come il suo compagno senza accorgersene intrecciò le loro dita e insieme osservarono quel piccolo nodo che li univa.

“E’ tutto bellissimo stasera” esordì.

“Beh sai ho il fidanzato più bello ed è giusto che meriti il meglio” gli rispose quasi imbarazzato ma mostrando le sue gote diventate rosse.

“Ti amo Kurt”

“Anche io Blaine”

“Devo dirti una cosa.”

Kurt lo guardò interrogativo e cercò di cambiare il discorso, era strano si dicevano sempre tutto ma stavolta era come spaventato che tutto potesse
rompersi in un istante.

“Ti piace l’arrosto? Non sapevo cosa cucinare e allora ho pensato a qualcosa di classico” disse tentennando con la voce.

“Kurt …”

“E’ una cosa brutta?” gli domandò e Blaine già percepì la sua paura.

“No amore no” gli rispose deciso.

Kurt rilasciò un sospiro così forte che rise di se stesso.

“Scusami Blaine e che come al solito mi sono spaventato per nulla”

Il suo fidanzato strinse più forte la sua mano e lui se ne accorse.

“Kurt io credo che oggi sia la notte giusta”

“Lo credi?”

“Lo so” gli disse Blaine con la voce ferma e guardandolo intensamente negli occhi

“E’ una bella cosa? Giusto?”

“Pensi che siamo pronti?” gli domandò a sua volta.

“Io sono pronto Blaine e sono sicuro che lo sei anche tu, noi ci amiamo e ci vogliamo bene.”

“Lo penso anche io Kurt”

In quel momento Kurt sorrise così tanto che le sue fossette diventarono molto evidenti e le sue guance più rosse del normale. Si rese conto che era facile innamorarsi ma era altrettanto semplice scoprire di amare di volta in volta il proprio compagno, per lui era naturale amare Blaine, ogni giorno che passava era certo di amarlo sempre di più, ormai era una certezza.
Cenarono quasi in silenzio, nell’aria si sentivano solo i loro sussurri e i loro scusami tanto quando accidentalmente, ma nemmeno tanto, si sfioravano le ginocchia da sotto al tavolo. Kurt era felice, quella era la sera dove finalmente il suo rapporto con Blaine si sarebbe evoluto per davvero, era vero che aveva sempre detto di potersi accontentare delle loro coccole, ma sapere che anche il suo compagno aveva preso la decisione di lasciarsi andare e di mettersi nelle sue mani era confortante in un certo senso.
Quando finirono di cenare lui lo obbligò a non aiutarlo, anche se Blaine aveva insistito talmente tanto che Kurt aveva risposto che al massimo poteva aiutarlo ad asciugare le stoviglie.
Così si ritrovarono insieme con i loro corpi vicini .

“Ecco a te, stai attento” gli disse Kurt.

“Tranquillo amore, sono un papà so come si fanno queste cose”

“E questo che centra?” gli chiese voltandosi verso di lui.

“Beh sono sempre stato l’uomo di casa” rispose Blaine deciso.

Kurt ci pensò su un attimo prima di porgli la prossima domanda ma alla fine si decise, così poggiò il piatto che stava lavando sul lavello, si asciugò le mani nel suo grembiule e si girò completamente verso di Blaine.

“Blaine”

Blaine sentendo il tono leggermente grave sulla sua voce, finì di asciugare il tegame e lo poggiò delicatamente  sul mobile dinanzi a lui.

“Ti ascolto” gli disse guardandolo negli occhi.

“Ecco … vedi” Kurt iniziò a dire ma subito si fermò toccandosi le dita delle mani per il nervosismo.

“Si?”

“Blaine mi chiedevo quando arriverà il momento in cui abiteremo insieme?” gli chiese alla fine con gli occhi carichi di aspettativa.

Blaine si avvicinò e gli prese le mani tremanti tra le sue, si sporse verso il suo viso e lo baciò, un semplice tocco a fior di labbra e senza staccarsi gli sussurrò dolcemente che presto avrebbero abitato insieme.

“Ci vorrà solo un po’ Kurt, dobbiamo solo attendere e credimi il momento in cui prenderemo questa decisione non è tanto lontano.”

Kurt sorrise a quelle parole e poggiò la sua fronte contro quella del suo fidanzato.

“Pensi che a Melanie piacerà abitare insieme a me?”

“Non ho nessun dubbio, lei ti adora e ti chiama già papà”

“Lo so è che … mi piace sentirmelo dire”

Blaine gli baciò la punta del naso, lasciò una delle sue mani e con due dita gli sollevò il mento per potersi perdere nei suoi brillanti occhi blu.

“Fai già parte della famiglia, e abitare insieme non cambierà le cose anzi le migliorerà ulteriormente” gli disse sicuro delle sue parole.

“Ha-hai ragione come sempre” gli rispose accennando un lieve sorriso.

“… su adesso finiamo di sistemare che voglio accoccolarmi un po’ a te” continuò Kurt sfiorandogli la guancia con le dita.

Blaine annuì e insieme ripresero a fare quello che stavano facendo prima, finirono di lavare e asciugare ogni piatto e sistemarono tutto al loro posto.
Prima di raggiungere insieme la camera da letto del padrone di casa, Blaine lo lasciò un momento per andare a prendere la busta che aveva lasciato in salotto.
Kurt lo attese e quando lo vide ritornare con in mano quella famosa busta, non fece domande e si limitò a prendergli la mano e insieme si recarono nella stanza da letto.
Quando oltrepassarono la soglia, Kurt raggiunse uno dei comodini e accese una delle luci dell’abajour. Blaine che era rimasto inizialmente sul ciglio della porta si destò, raggiunse il comò e poggiò sopra la busta che teneva in mano.

“Pensi di dirmi che cosa c’è in quella busta?” gli chiese Kurt girandosi verso di lui ridendo del fatto che il suo compagno fosse diventato subito rosso in viso.

“Ecco vedi …m-me li ha portati Santana stamane”  rispose balbettando

“Cosa?”

“Dai Kurt non farmelo dire!” esclamò Blaine cercando di evitare il discorso.

Lui lo raggiunse e gli portò le mani sulle spalle

“Allora?”

Blaine alzò il suo viso cercando di non arrossire ulteriormente e gli mostrò la busta. Kurt guardo all’interno e scoppiò a ridere, facendolo rabbuiare leggermente, non pensava di sembrargli tanto ridicolo.

“Puoi smettere di ridere per favore” disse Blaine rimproverandolo.

Il suo compagno non gli rispose anzi, lo baciò di sorpresa e lo abbracciò stretto, quando si staccò da lui cercò di rassicurarlo.

“Amore non ti sto prendendo in giro solo che mi fa ridere che ti imbarazzi per queste cose”

“Lo so ma io non sono molto pratico e ti potrò sembrare il solito imbranato”

“Non lo sei Blaine, sei perfetto così come sei”

“Io ti amo Kurt, sei talmente importante per me e non voglio rovinare tutto”

“Tranquillo che non lo farai, e se ti fa piacere, potrò pensare io a queste cose in futuro, magari quando stiamo qua”

“Sei sicuro che possa andare bene lo stesso?” gli chiese titubante.

Kurt non gli rispose, si limitò a sorridergli e Blaine comprese che era tutto apposto, senza dire una parola, si allontanò per poggiare la busta sul comodino vicino al letto.
Quando ritornò vicino al suo fidanzato, gli prese la mano e insieme andarono a sedersi sul letto.

“Che vuoi fare?”

“Kurt posso provare a fare una cosa diversa?”

“Mi fido di te” gli rispose lui sicuro.

Blaine quasi tremante avvicinò le mani al suo corpo e le poggiò sulle sue spalle, toccò la maglia che il suo fidanzato stava indossando

“Posso sfilartela?” gli chiese.

Non ci fu bisogno di una risposta, si guardarono un momento forse più lungo dei precedenti, Kurt sollevò le braccia in alto e Blaine gli sfilò la maglia, facendola cadere per terra e lasciandolo con solo la canottiera addosso.
Nell’aria si sentiva già una forte aspettativa di quello che sarebbe accaduto nelle ore successive, entrambi sapevano che sarebbe bastato poco per far cambiare e precipitare le cose, solo un semplice gesto e tutto sarebbe cambiato.
Kurt sapeva che erano pronti ma era anche conscio del fatto che Blaine era ancora molto nervoso e forse gli serviva un modo per calmarsi e lui ne conosceva solo uno.

“Posso levarti la maglia anche io?” gli domandò

Blaine annuì, perciò gli si avvicinò lentamente e facendogli sollevare le braccia sfilò anche la sua maglia.
Quando entrambi rimasero con solo una canottiera bianca indosso,  i loro respiri per un attimo si fermarono, si parlarono con gli occhi e insieme decisero cosa fare. Si levarono le scarpe posandole vicino a letto, si tolsero i loro jeans poggiandoli ai piedi del letto e rimasero con solo la biancheria, non erano imbarazzati stavolta, solo leggermente ansiosi che tutto stesse per accadere.
Kurt delicatamente e cercando di rassicurarlo con lo sguardo gli prese una mano e lo trascinò giù, si sdraiarono vicini, le loro teste poggiate sui cuscini soffici di quel letto, e i loro corpi che piano piano si stavano già riscaldando. Blaine gli prese un polso e lo strinse forte, lo portò alle labbra per poterlo baciare, e quando lo fece, il cuore del suo compagno fece un piccolo salto, Kurt era sicuro che anche se quella notte non sarebbero andati fino in fondo, quel piccolo gesto era servito loro per rendere tutto intimo e perfetto. 

“Sei così bello” gli disse Blaine.

“Anche tu”

“Sai c’è un modo per alleviare la tensione” continuò Kurt.

“Davvero?” gli chiese curioso.

“Si Blaine, possiamo fare un piccolo gioco per farti rilassare”

“In cosa consiste questo gioco?”

Kurt si fece più vicino a lui fino a far toccare i loro corpi che inavvertitamente vibrarono a quel contatto. La situazione stava davvero precipitando e
tutti e due lo avevamo compreso fin troppo bene.

“Devi solo dirmi che vorresti farmi?” gli disse accarezzandogli dolcemente i riccioli con le dita.

“Kurt io tr- tremo al solo pensiero e … tu pensi che possa semplicemente dirtelo?”

“Sono solo desideri amore”

“Qualsiasi cosa?”

“Qualsiasi” gli confermò Kurt.

Blaine ci pensò su un momento mentre ancora lo guardava negli occhi, si era già accorto che il suo compagno lo stava fissando intensamente in attesa di una sua richiesta.

“Vorrei poterti spogliare del tutto”

“Fallo!”

Rimase talmente sorpreso della sua risposta, che di colpo lasciò andare il suo polso, le sue mani che tremavano sempre di più, si avvicinarono caute fino a posarsi sulla sua canottiera. Kurt per aiutarlo portò le sue braccia sopra la testa e lui gli levò l’indumento. Quando rimase a petto nudo, Blaine perse quasi la parola, ogni volta che lo vedeva succedeva così, non sapeva mai cosa dire, le sue dita arrivarono quasi subito su quel territorio poco conosciuto e iniziò ad accarezzarlo lievemente.

“Non ho sentito la seconda richiesta?” gli chiese Kurt.

Blaine sollevò il viso

“Baciami” sussurrò

Il suo compagno si sporse verso di lui e lo baciò, Blaine allora lo prese e lo portò sopra di se, coricandosi di schiena sul letto sentendo tutto il suo peso su di lui, ma per una volta felice che tutto stesse accadendo finalmente. Kurt si sistemò meglio e i loro bacini si scontrarono per un secondo e tutto si fermò.
L’aria intorno a loro stava iniziando a diventare sempre più calda, i loro corpi si stavano chiamando e le loro mani si mossero senza che loro ne avessero il controllo, Blaine strinse più forte i suoi fianchi e Kurt si aggrappò maggiormente a lui stringendogli forte il collo, le loro labbra stavano quasi per incontrarsi quando qualcosa intorno a loro si ruppe, la sua coscia sinistra sfiorò l’erezione di Blaine, e lui si rese che le cose erano diverse quella notte.

“Sc-scusami” sibilò Blaine.

“Non importa” gli disse Kurt cercando di rassicurarlo.

“Stiamo andando avanti insieme vero?”

“Certo amore mio sempre insieme … vuoi toglierti la canottiera?”

Blaine annuì sorridendo, forse per la prima volta rilassato in quella ultima ora, il suo compagno gli levò la canottiera bianca e la fece cadere sul pavimento. Kurt si ritrovò davanti agli occhi divenuti scuri, quel petto così diverso dal suo e sentì l’imminente bisogno di assaporarlo, si abbassò e le sue labbra si avvicinarono furtive a quella pelle più abbronzata della sua e iniziò a baciarne ogni centimetro. Passò la bocca sopra il suo capezzolo destro e iniziò a succhiarlo, scoprì mentre lo faceva che gli era mancato cosi tanto quel tipo di contatto,  con il suo ex non erano soliti dilungarsi nei preliminari prima di fare l’amore, con Blaine era diverso, lui ci teneva a farlo sentire bene, a farlo sentire amato e voluto in ogni senso.
Blaine si sentiva come se stesse volando, sentiva le labbra del suo Kurt viaggiare morbide e delicate, sentiva i gemiti che uscivano dalla sua bocca ogni volta che gli succhiava un lembo di pelle, il suo respiro diventava sempre più corto.
Quando non percepì più nulla aprì gli occhi e guardò il suo fidanzato che  era indeciso sul da farsi.

“Devo continuare?”

“Me lo stai davvero chiedendo?”

A Kurt non servì una risposta, si abbassò ulteriormente e tolse la sua biancheria facendola scivolare lentamente per le cosce. Non si perse in preamboli, poggiò le labbra sulle sue anche, facendo indugiare la lingua per tutto il percorso. Blaine continuava a guardarlo ad occhi aperti, non voleva perdersi nemmeno un istante e quando Kurt gli baciò la punta e subito dopo lo avvolse, fu bellissimo, non era di certo la prima volta che gli faceva una cosa del genere, ma era l’aspettativa di quella notte a rendere tutto ancora più bello.
Kurt iniziò a muovere le labbra cercando di tenere un ritmo regolare, le  mani che  tenevano fermi i suoi fianchi, tutto cambiò quando sentì muovere quel corpo sotto di lui, quando Blaine chiuse gli occhi, poggiò la testa all’indietro sul cuscino e con la mano gli toccò i capelli, tirandoli leggermente. Per lui più i minuti passavano e più diventava  tutto più appannato ai suoi occhi, sentì quel bisogno di spingersi in avanti, capì che non ci sarebbe voluto ancora molto prima che venisse dentro la bocca del suo fidanzato, ma non voleva che ciò accadesse, non quella notte, con sforzo portò le mani sulle sue spalle e cercò di allontanarlo.

“Kurt as- aspet- aspetta” gli disse

Kurt alzò subito la testa non terminando quello che stava facendo.

“Stai bene?” gli chiese preoccupato

“Non voglio venire così … po-posso provare a fare una cosa?”

“Ce-certo” gli rispose Kurt spostandosi.

Blaine si sollevò fino a sedersi e allungò le mani, fino a posarle sui fianchi del suo compagno che lo guardava curioso di scoprire cosa avesse in mente.

“Posso levare via tutto?” gli domandò fissandolo negli occhi.

Lui annuì, Blaine fece arrivare le dita velocemente fino al bordo del suo intimo, quando Kurt percepì il suo tocco, fermò le sue mani tremolanti.

“Faccio io”

Si alzò in piedi e si sfilò l’intimo da solo lasciandolo scivolare sul pavimento, raggiunse di nuovo Blaine sul letto e si sedette di fronte a lui.

“Eccomi sono tutto tuo”

Blaine portò la mano sulla sua guancia per accarezzarlo dolcemente, Kurt si abbandonò al suo gesto e socchiuse un momento gli occhi.

“Vorrei farti sentire bene, posso farlo?”

“Tutto quello che vuoi” sospirò lui in risposta.

Blaine lo fece e spinse teneramente sul letto

“Puoi metterti a pancia in giù”

Kurt obbedì e si sdraiò a pancia in giù, il suo compagno si coricò al suo fianco, posò leggera la mano sulla sua schiena, così bianca e liscia, le sue dita che sfioravano quella pelle morbida. Vedeva con piacere che Kurt sussultava spesso, il suo petto che si sollevava lento ad ogni respiro.  
Guardò ancora quel corpo splendido

“De-devo pre-prendere -”

“Cosa c’è amore?” gli chiese Kurt girando il viso verso di lui.

“Per fare quello che vorrei mi serve qualcosa …”

Kurt sorrise del suo imbarazzo, si sporse e lo baciò con tenerezza sulle labbra.

“Ti amo tanto e qualunque cosa farai, andrà bene.”

Blaine annuì, rispose al suo bacio e si ritrasse quasi subito, si girò un momento verso il comodino e dalla busta prese il lubrificante, non voleva avere paura ma le sue mani stavano tremando, era sicuro di quello che stava per fare, lo voleva, eppure allo stesso tempo non voleva sbagliare. Si avvicinò al suo compagno ancora sdraiato che lo guardava e si distese di nuovo al suo fianco. Kurt si accorse che era nervoso, vedeva la sua pelle scossa dai brividi.

“Si presuppone che dovresti tremare per altro” gli disse cercando di non far trasparire dalla sua voce quanto fosse spaventato dall’idea che tutto potesse finire in un battito di ciglia.

“Che vuoi dire?”

“Forse dovremo fermarci Blaine, ogni volta che siamo insieme tremi e … non mi piace … forse è meglio smettere” continuò girandosi dall’altra parte e dando le spalle al suo compagno che lo guardava sgomento per le parole che gli erano state appena dette.

Blaine lasciò cadere quello che aveva in mano sul letto e subito senza nemmeno pensarci, lo raggiunse e lo abbracciò stretto da dietro. Le sue mani che subito andarono a stringere la vita del suo fidanzato che silenziosamente aveva iniziato a piangere.

“Shhh …. Ti prego smettila di piangere Kurt io … sono qua”

“Blaine non prendiamoci in giro, ogni volta che siamo in intimità tu diventi sempre nervoso e tremi tutto quando ti tocco”  gli rispose facendosi più piccolo nel suo abbraccio.

“Non è come pensi”

“Non dovremo farlo … su lasciami andare” Kurt cercò di liberarsi dalla stretta del suo compagno che vedendo come stava reagendo alla situazione lo tenne ancora più stretto.

“No Kurt, tu resti qua, ti prego resta con me”

Kurt sentì quelle parole dritte nell’orecchio, percepì le sue mani stringerlo, il suo respiro dritto sul suo collo e quelle labbra che stavano assaporando appena la sua pelle.
Forse fu la vicinanza a cambiare le cose, forse furono i loro corpi appiccicati l’uno all’altro ad accendere la fiamma che li avvolse da quel momento in poi, non si erano resi conto di essere talmente vicini, solo quando Kurt si accorse che l’erezione del suo compagno pulsava ed era incastrata tra le guance del suo sedere, allora si lui lo capì, quella notte sarebbe stata diversa, sarebbe stata la loro notte.
Abbassò il viso e guardò quelle braccia che lo tenevano legato, appartenenti a quell’uomo che lo aveva accolto nella sua vita, che gli aveva restituito il sorriso, che si meritava di essere riamato alla stessa maniera, se non di più.

“Blaine?” chiamò a bassissima voce.

“Sono qua” rispose lui che vedendo che non si stava più agitando, sorrise baciandogli la spalla.

“Sai .. il modo in cui siamo messi va bene”

“Va bene per cosa?”

“Per scoparmi penso” gli rispose ridendo cercando si smorzare la situazione.

“Oh ..”

Blaine divenne rosso per l’imbarazzo, come aveva potuto non rendersi conto in che posizione erano finiti, era talmente imbranato che alla fine nemmeno si stupiva più di tanto.

“Scusami Kurt”

“Non ti scusare” lo interruppe lui.

“Puoi iniziare a prepararmi se vuoi io … sono pronto e lo sei anche tu” gli disse spingendosi indietro verso la sua erezione.

Il suo compagno si staccò leggermente da lui togliendo le braccia aggrovigliate al suo corpo, lo fece girare e quando furono occhi negli occhi lo baciò, succhiò leggermente il suo labbro inferiore e cercò subito la sua lingua, in quel bacio volle fargli capire che era tutto apposto e che tutto sarebbe andato bene.

“Come vuoi fare?” gli chiese Blaine.

“Intendi se voglio stare sopra o sotto di te?”

“Io non lo so Kurt … se vuoi … ”

Quest’ultimo gli prese il viso tra le mani avvicinandosi a lui per sentire il suo respiro dritto nella sua bocca

“Voglio essere tuo Blaine non importa come”

“Quindi vuoi che sia io a …”

“A darmi piacere, si amore voglio che sia tu”

Blaine si sporse e colmò quel brevissimo tratto che separava le loro labbra. Non disse più una parola da quel momento, fece distendere un’altra volta il suo fidanzato che si affidò completamente a lui, si aggrappò alle sue spalle e si sdraiò. Cercò di sistemarsi sopra di lui senza pesargli troppo. Fece scivolare una mano verso i suoi fianchi, arrivando al bacino fino a sfiorare la sua erezione durante il tragitto e passando dietro ai suoi testicoli, quando sfiorò con le dita la sua apertura, lo sentì sussultare e spontaneamente sorrise. Kurt continuava a guardarlo negli occhi aspettandosi che continuasse.

“Perché ti sei fermato?”

“Vu-vuoi che usi qualcosa per farti meno male?”

Kurt annuì, lui lo lasciò andare e si voltò per andare a prendere quello che prima aveva fatto scivolare sul letto, lo aprì e se ne versò un poco sulle mani, non si accorse che il suo fidanzato era dietro di lui, Blaine si coricò di spalle e lo prese sopra di se, lui si piegò in avanti cercando le sue labbra. Le dita di Blaine raggiunsero la sua apertura e lentamente infilò il primo dito, spingendo piano, cercando di non fargli male. Kurt non smetteva un secondo di baciarlo e Blaine continuò, proseguì avanti e indietro fino a quando non sentì che poteva fare di più, con cautela infilò anche un secondo dito, fu allora che sentì uno dei tanti gemiti che quella notte il suo Kurt gli avrebbe riservato, e arrivò dritto nella sua gola. L’aria si faceva sempre più calda e Blaine sentì il corpo sotto il suo muoversi, pazientemente continuava a cercare quel punto che avrebbe fatto urlare il suo compagno, con attenzione infilò un terzo dito, stava andando sempre più piano, stava cercando di non arrecargli troppo dolore, allargò lievemente le dita per cercare di prepararlo al meglio e quando iniziò a muoverle insieme non ci volle molto, le labbra del suo compagno lasciarono le sue e lo sentì distinto e chiaro nell’orecchio, quell’urlo che lo avvisava che finalmente aveva trovato il punto giusto.
Blaine lo lasciò abituare e qualche minuto più tardi levò le dita e lo fece crollare sul suo petto.

“Posso andare avanti?”

“Si  … pe-penso di si”  rispose Kurt ansimando.

“Forse è meglio che ti metti seduto sopra di me, vorrei …”

“Voglio guardarti negli occhi mentre faccio l’amore con te” gli disse Kurt alzando il viso e perdendosi nei suoi occhi dorati.

“Esattamente questo” gli confermò Blaine.

Lo fece scendere dal suo petto e Kurt gli si accoccolò al fianco, si allungò e dalla famosa busta poggiata sul comodino prese la scatola dei preservativi. Kurt ancora una volta notò il suo imbarazzo, una delle tante cose per cui lo faceva sorridere.

“Faccio io”

Gliela prese dalle mani, ne prese uno dalla scatola e poi la posò sul comodino alla sua destra. Si mise seduto e si posizionò sopra il suo fidanzato, poco sotto il bacino, aprì la piccola confezione e lo sgretolò sopra la sua erezione. Blaine lo teneva per i fianchi e quando Kurt levò il viso si guardarono negli occhi.

“Sei pronto?” gli chiese.

“Si”

Blaine aiutò Kurt a sollevarsi leggermente sempre tenendolo per i fianchi, lo aiutò a scivolare giù, e quando la sua erezione entrò dentro di lui lo sentì irrigidirsi, sempre con le mani cercò di guidarlo fino ad essere completamente immerso in lui.  Rimasero fermi un secondo a fissarsi le labbra, desiderosi di baciarsi ma attendendo il momento giusto.

“Ti senti bene Kurt?”

“… Solo un secondo”

Lui continuava a tenere fermo il suo bacino, aveva paura di muoversi, aveva timore di stargli facendo troppo male, avrebbe voluto domandarglielo ma non osava dirlo anche se moriva dalla voglia di farlo. Dopo qualche minuto che ad entrambi parve interminabile finalmente Kurt parlò.

“Puoi iniziare a muoverti se vuoi”

“Pu-puoi piegarti in avanti per me ?” gli domandò Blaine titubante.

Kurt non rispose e sorrise piegandosi in avanti fino a trovare le sue labbra che non vedeva l’ora di mordere e baciare. Il suo compagno lo teneva stretto e piano iniziò a muoversi, entrava dentro di lui, ed usciva ad intervalli quasi regolari, le sue spinte divennero continue e Blaine adorava il modo in cui Kurt ansimava ad ogni colpo, ogni fremito che sentiva era come una nuova nota che il suo fidanzato intonava per lui. Cercava sempre di andare piano e quando finalmente trovò quel punto, sentì di nuovo quel piccolo urlo uscire dalla sua bocca.
Avrebbe tanto voluto dire qualcosa ma non riusciva a parlare, aveva la gola secca e l’unica cosa che riusciva a fare era guardare il suo Kurt crollare per lui, si stavano amando per davvero, avevano aspettato e adesso erano nel suo letto a fare l’amore guardandosi per non perdersi niente delle loro anime unite in quella notte inoltrata.
Non ci volle poi tanto prima che Blaine si accorgesse che non mancasse molto, lasciò un fianco del suo fidanzato e piano avvicinò la mano alla sua erezione, appena la toccò, percepì subito che il tempo stava finendo anche per lui, iniziò a muovere la mano andando di pari passo con le spinte. Era una sensazione strana per Kurt, non era la prima volta che faceva l’amore con qualcuno, ma di certo era la prima volta che qualcuno si prendeva così cura del suo benessere e delle sue esigenze, Blaine era stato perfetto, era stato come lo voleva, si sporse in avanti e gli lasciò un bacio a fior di labbra sussurrandogli a bassa voce il suo ti amo da morire
Quando per entrambi si arrivò al limite, fu bellissimo sentire nell’aria immersa del loro odore, i loro nomi all’unisono, Blaine venne dentro di lui e Kurt sopra il suo stomaco, fu un’emozione grandissima e quello fu davvero il momento in cui il loro tutto cambiò, diventò davvero qualcosa d’importante e prezioso.
Kurt si accasciò sopra di lui, per cercare di riprendere fiato e Blaine lo avvolse teneramente tra le sue braccia, anche per lui era stato speciale, con James non aveva mai provato nulla di lontanamente avvicinabile a questo, con Kurt era stato tutto particolare, prezioso sin dal loro primo sguardo, con lui era rinato, era tornato a fidarsi, si era completamente affidato alle sue cure e lo vedeva nei suoi occhi il suo amore per lui, sconfinato e reale.
Poco dopo Kurt prese a respirare normalmente e si sollevò dal suo petto, nel suo volto era dipinto un sorriso radioso e i suoi occhi erano talmente luminosi da risultare quasi brillanti in quella stanza appena illuminata. Blaine lo fece sollevare e uscì da lui, fu una strana sensazione, era come se in quel momento gli mancasse qualcosa, avvertì la stessa cosa osservando il volto dell’uomo sopra di lui. 

“Stai bene?” gli domandò preoccupato.

“Mai stato meglio” gli rispose Kurt colmando ancora la distanza e baciandolo di nuovo sulle labbra.

“Forse è meglio se ci ripuliamo e ci mettiamo qualcosa addosso, aspettami qua”  gli disse continuando.

Finalmente si alzò da lui e scese dal letto, raccolse tutti i loro indumenti scivolati per terra e li depose sulla sedia della scrivania, piegandoli uno per uno, era sempre stato un tipo ordinato e odiava il disordine, Blaine dal letto lo guardava, era ammaliato dalla sua bellezza, solo ora si rendeva conto delle sue gambe lunghe e snelle, del suo sedere sodo e delle sue spalle, che anche se non erano molto robuste erano perfette.
Kurt non si accorse che lo stava guardando,  si avviò verso il bagno situato nella camera e da lì prese un asciugamano pulito, mentre ritornava si avvicinò al comò e prese della biancheria pulita per entrambi, infine raggiunse il suo compagno sul letto. Ripulì se stesso e con dolcezza lo fece a Blaine.

“Che hai da sorridere?” gli domandò.

“Sei bellissimo”       

“Anche tu” gli rispose arrossendo.

Finirono di pulirsi e si rivestirono con la biancheria pulita, tolsero il lenzuolo e si coprirono, fu quasi naturale, per Blaine allargare le braccia e accogliere il suo Kurt.
Quest’ultimo allungò una mano verso il comodino alla sua destra e spense la piccola luce che illuminava ancora la stanza. Passò del tempo silenzioso, era ancora buio, non sapevano precisamente che ora fosse, ma loro erano ancora svegli, stavano fissando il soffitto e nessuno dei due pronunciava parola, fu Blaine il primo a rompere il silenzio

“Kurt … è stato perfetto”  sibilò a bassa voce.

Lui non sollevò il viso dal suo petto, si limitò a baciare un punto indefinito sul suo cuore che batteva e disse le sole emozioni che provava in quel momento

“Io ti amo Blaine e grazie per averlo reso speciale”

Blaine sorrise a quelle parole, e lo strinse più forte a se. Rimasero abbracciati tutta la notte e prima che chiusero i loro occhi per entrare nel mondo dei sogni, entrambi sapevano che quando si sarebbero svegliati non sarebbero stati soli, che ci sarebbe stato qualcuno al loro fianco. Kurt pensò che non era mai stato così felice in vita sua, lo aveva trovato, quella persona che tutti considerano la propria anima gemella. Blaine gli baciò la fronte e glielo sussurrò ancora , ancora e ancora.

“Kurt … resta sempre con me”

Lui si accoccolò di più al suo petto e si addormentò con un sorriso sul volto e uno sul suo cuore. Blaine lo accolse ancora una volta e quando chiuse gli occhi pensò che si, quel giorno era davvero rinato.


Note:

Eccomi qua, scusate tantissimo per il ritardo con cui sto aggiornando, ma la stesura della mia tesi, mi ha tenuto un po' impegnata, comunque per farmi perdonare, ho pubblicato un capitolo più lunga, mi raccomando fatemi sapere che ne pensate, è la prima volta che scrivo un capitolo del genere ad un rating così alto, spero che vi piaccia, al prossimo aggiornamento che arriverà presto.
Un abbraccio fortissimo alla mia beta Annie e alle 61 persone che seguono la storia, e grazie a voi che continuo a scriverla. 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


Capitolo diciassette
 

 
La mattina dopo risvegliarsi non era mai stato così bello; Blaine socchiuse gli occhi e si ritrovò tra le braccia quella persona che la notte precedente era diventata davvero speciale per lui, avevano fatto un passo importante ed erano diventati in qualche modo più intimi di quanto già non lo fossero prima.
Guardare Kurt riposare tranquillo era una gioia per lui, era così felice di averlo trovato nella sua strada e di averlo fatto entrare nella sua vita, ed in quella di Melanie.
Gli accarezzò una guancia e con le dita gli levò dei ciuffi che gli ricadevano sulla fronte, poi si sporse leggermente sollevandosi sui gomiti e gli lasciò un lieve bacio sulla sua pelle bianca e soffice.
Il suo fidanzato come svegliatosi da un incantesimo aprì gli occhi e ancora una volta si specchiò in quelli dorati del suo Blaine che lo guardava ammirato, anche se nel suo sguardo l’unica cosa che riusciva a leggere era l’amore che li legava.

“Buongiorno”

“Buongiorno a te Kurt, hai dormito bene?” gli chiese Blaine amorevole.

“Beh sono tra le tue braccia” gli rispose Kurt accoccolandosi di più al suo corpo ancora accaldato.

Blaine gli sorrise e lo strinse maggiormente a sé; rimasero in silenzio, non avevano nulla da dirsi in quel momento, sentire i loro respiri era la sola cosa che in quell’istante li faceva felici.

“Stai bene?” domandò Blaine nel nulla.

“È …  stato bello per te? Come lo immaginavi?” continuò accarezzandogli dolcemente il gomito.

Kurt attese prima di rispondere, posò un bacio sul suo petto, proprio nel punto vicino al cuore e alla fine solo allora levò il viso e lo guardò in quelle pupille color nocciola che tanto amava.

“È stato come lo desideravo Blaine e tu sei stato quello che volevo … dolce, attento e premuroso, non potevo desiderare di meglio” concluse sorridendogli ancora.

Entrambi si avvicinarono nello stesso momento e si baciarono in quella mattina appena iniziata; non si resero conto che alzandosi il lenzuolo che li copriva era scivolato e che alla luce del sole in quella stanza si notavano solo i loro corpi che si stavano cercando e in pochi secondi erano ricaduti nel letto teneramente avvinghiati, le loro mani che si tenevano strette, che cercavano inquiete le loro spalle per aggrapparsi e creare un nuovo intreccio, le loro labbra che si assaggiavano vogliose di volere sempre di più, Blaine che succhiava leggevo il suo labbro inferiore e Kurt che gemeva direttamente nella sua bocca.
Avrebbero continuato a lungo se un rumore non li destò dal loro sogno, il cellulare di Blaine stava squillando e il rumore si sentiva dal soggiorno.
Si separarono e si guardarono negli occhi leggermente imbarazzati, le loro guance tinte di rosso e i loro sorrisi sbarazzini.

“Dovresti andare a rispondere” suggerì Kurt.

“Sì potrebbe essere Melanie … che ore saranno?”

Kurt si voltò un momento e dalla sveglia poggiata sul suo comodino video che erano le otto della mattina.

“Sono appena le otto” risponde voltandosi ancora una volta verso di lui, si sporse e gli lasciò un bacio sulle labbra.

“Adesso vai a rispondere, nel mentre io mi rivesto e vado a prepararti la colazione” gli disse sorridente

“Non è necessario che mi prepari la colazione Kurt, posso farla a casa o al panificio” gli rispose Blaine con ancora le mani posate sui suoi fianchi.

“E invece voglio prendermi cura di te” gli rispose baciandogli la punta del naso alzandosi e lasciando Blaine ancora seduto sul letto.

Kurt dal cassetto del comò prese della biancheria pulita e si diresse verso il bagno per farsi una doccia; Blaine lo ammirava dalla sua postazione, aveva un corpo perfetto e lui era cosi orgoglioso di poter affermare che fosse tutto suo.
Quando lo vide chiudersi la porta alle spalle, si alzò anche lui e dalla sedia prese la sua roba ordinatamente piegata, si rivestì velocemente e lasciò la stanza, ma prima diede un ultimo sguardo alla famosa busta, si doveva ricordare di ringraziare per bene Santana, per una volta era stata gentile e premurosa. Arrivò in salotto e prese il suo cellulare che era poggiato sul mobile vicino l’ingresso, vide la chiamata persa e lesse il nome di Tina, compose il numero e la chiamò, portando l’apparecchio all’orecchio. Dopo pochi squilli la sua amica rispose.

“Blaine sei tu?”

“Sì Tina”

“Allora com’è andata?”

“Bene”

“Lo avete fatto vero?” domandò lei curiosa.

Blaine arrossì subito e abbassò il volto imbarazzato, e Tina anche se era al telefono poteva benissimo immaginare la reazione che stava avendo in quel preciso istante.

“Sì io e Kurt abbiamo fatto l’amore stanotte” ammise alla fine con ancora tutte le guance rosse.

“È stato bello?” chiese sorridente.

“È stato perfetto Tina, lui è stato meraviglioso e tutto era come doveva essere”

“Sono tanto felice per te tesoro”

“Anche io tanto”

“Melanie mi ha chiesto di te, l’ho appena accompagnata a scuola, la vai a riprendere tu?”

“Sì certo”

“Ok allora ti lascio, ora puoi ritornare dal tuo Kurt”

“Ci sentiamo più tardi”

“Ok tesoro a dopo” rispose Tina chiudendo la chiamata.

Blaine allontanò il telefono dall’orecchio e lo poggiò ancora una volta sul mobile. Decise di fare una sorpresa a Kurt: avrebbe preparato lui la colazione per entrambi. Si diresse in cucina con un sorriso stampato in volto.
Blaine preparò dei pancakes e fece il caffè per entrambi e proprio quando stava posando tutto sul tavolo, Kurt arrivò e si fermò sulla soglia a guardarsi la scena, stava ammirando il suo compagno nella sua cucina ed era una bellissima visione.

“Non avresti dovuto” gli disse entrando nella stanza e sedendosi al tavolo.

Il suo fidanzato si voltò verso di lui con un sorriso dipinto in volto e con gli occhi luminosi, si avvicinò senza dire una parola e lo baciò dolcemente.

“Per te anche la luna” gli disse separandosi da lui un attimo dopo.

Kurt sorrise imbarazzandosi un poco e quando Blaine si sedette di fronte a lui, iniziò a mangiare, fecero colazione quasi in silenzio, solo guardandosi negli occhi come facevano sempre, e mettendosi d’accordo per la sera.
Finirono di fare colazione e Kurt non lasciò che Blaine facesse nulla, semplicemente lo accompagnò alla porta e lo salutò baciandolo appassionatamente sulla soglia, si sorrisero ancora una volta e poco prima che lui andasse via Kurt gli prese il polso.

“Blaine”

“Si”

“È stato bello stanotte”

“Anche per me … a stasera” gli rispose Blaine lasciando la sua mano e allontanandosi.

Kurt lo vide andare via, rientrò in casa e si avvicinò al telefono, compose il primo numero in rubrica.

“Sì pronto”

“Rachel” sibilò Kurt a bassa voce.

“Kurt sei tu?”

“Certo che sono io”

“Tutto bene?”

“Sì certo, verresti subito qua”

“È successo qualcosa?” chiese lei iniziando a preoccuparsi

“Ti spiego tutto a voce e che finalmente sono pronto”

“Pronto per cosa?”

“Pronto per liberarmi dei vecchi ricordi e iniziare una vita nuova”

Rachel aveva capito benissimo a cosa si riferisse il suo migliore amico, finalmente aveva trovato la felicità e lei era contenta di fare parte della sua vita per vederlo diventare veramente felice.

“Arrivo subito” rispose sicura chiudendo la chiamata.

Kurt poggiò il telefono e andò a sedersi sul divano aspettando pazientemente e con volto sorridente la sua migliore amica.
Quando Rachel arrivò, Kurt le sorrise e l’abbracciò di slancio, la teneva così stretta che lei dovette dirgli di lasciarla andare. Si separarono e bastò uno sguardo perché tutto fosse più chiaro.
Lei portò una mano sul suo viso e gli accarezzò una guancia, si alzò sulle punte dei piedi e gli lasciò un bacio sulla fronte. Erano l’una di fronte all’altro e Kurt stava osservando la sua amica, con il suo vestito rosa a palloncino, e un maglioncino bianco sulle spalle, i suoi capelli raccolti in una coda di cavallo e quel sorriso che aveva sempre fatto parte della sua vita; le prese le mani e l’accompagnò in camera sua. Rachel non disse nulla, si limitò a seguirlo silenziosa, arrivarono sulla soglia e bastò un’occhiata alla stanza e vedere il letto del suo migliore amico sfatto, per farle capire cosa era successo, si voltò verso di lui e gli sorrise maliziosa.

“Allora è successo davvero?” iniziò curiosa.

Kurt arrossì di colpo e annuì velocemente.

“E com’è stato?” continuò stringendogli più forte la mano.

“È stato bellissimo Rach …”

“Blaine è stato gentile vero?”

“Sì certo … lui è stato anche troppo premuroso, ha reso tutto meraviglioso e stare tra le sue braccia è una delle cose più belle che mi potesse capitare”

Rachel sorrise e lo abbracciò senza rendersene conto, vedere negli occhi del suo Kurt quell’amore così limpido e cristallino per lei fu stupendo, e quando si separarono gli domandò perché aveva voluto che venisse così di fretta.

“Devo liberarmi di tutte le cose di Adam, lo sai no, quegli scatoloni che sono nello stanzino vicino all’ingresso, voglio buttarli via e ho bisogno di te per farlo”

“Vuoi buttare via tutto? Anche le vostre fotografie, anche i bei ricordi?”

“Tutto Rachel, io rimpiango ogni attimo perso con lui, vorrei non aver mai vissuto un solo istante vicino a quell’uomo, e adesso c’è Blaine lui è il mio
tutto, è la mia anima gemella e non voglio che un giorno veda queste cose, che fanno parte solo del mio passato, un passato che voglio dimenticare”

“Sei sicuro?”

“Certo che lo sono, e non devi dubitare che sia solo un colpo di testa”

“Ma no Kurt, io ti conosco e so quanto sei stato male, vedrai Blaine è quello giusto e non vedo l’ora di farti da damigella al matrimonio”

“Sarai bellissima, ma accetterò solo se ti metterai un vestito scelto da me” le disse sorridendo.

Rachel annuì contenta, insieme chiusero la porta della stanza e la lasciarono, arrivarono al famoso stanzino e insieme presero le scatole a cui Kurt faceva riferimento.
Presero in mano le scatole una per una, e mentre Kurt apriva la porta d’ingresso, Rachel usciva di volta in volta portando una scatola, buttarono via ogni cosa, finì tutto nei cassonetti vicino al portone del palazzo. Per Kurt fu liberatorio liberarsi di loro, non fu per nulla doloroso lasciare andare via quella parte della sua vita, certo doveva ammettere che qualche momento buono c’era stato ma non era sufficiente di certo a salvare tutto; vivere quegli anni con il suo ex fidanzato era stato brutto, e adesso per andare finalmente avanti doveva eliminare tutto, ed era felice di farlo, perché adesso nella sua vita c’era Blaine, il suo dolce e affettuoso fidanzato che lo amava e c’era anche la piccola Melanie. Erano la sua nuova famiglia, e non voleva rovinare nulla, per questo cancellare il suo passato era un passo importante da compiere per far sì che tutto potesse continuare in meglio.
Quella sera Blaine se ne stava nella sua cucina, stava preparando la cena, Kurt sarebbe venuto a casa sua e con Melanie avrebbero cenato tutti insieme. Era molto emozionate pensare di cenare con la sua famiglia; da quando Kurt era entrato a far parte della loro vita, era cambiato tutto, era diventato più bello, e la sua bambina era più felice, Blaine riusciva a vederlo dai suoi occhi e dalla sua risata più limpida.
La sua bimba arrivò in cucina e lo vide armeggiare con i piatti, si avvicinò a lui e li diede un bacio sulla guancia, lui si accorse del suo dolce gesto e le sorrise.

“Amore eccoti qua, vuoi aiutarmi a preparare la tavola?”

“Sì certo papà”

Melanie iniziò a sistemare i piatti nella tavola, stando bene attenta a metterli delicatamente e correttamente in ogni posto, poi prese le posate dalla credenza e le sistemò ordinatamente sopra ogni tovagliolo.
Mentre sistemava, ne approfittò per domandare al suo papà ogni novità.

“Deve venire Kurt vero?”

“Se stai apparecchiando per tre tesoro”

“Papà, posso farti una domanda?” gli chiese alzando il suo visino e guardandolo negli occhi.

“Dimmi”

“La notte scorsa è cambiato tutto?”

“Cosa ti ha detto la zia Tina?” cercò d’indagare Blaine.

“Tu rispondimi” insistette lei.

“Sì piccola mia” le confermò suo padre, arrendendosi.

Melanie sorrise tra sé e sé, poggiò uno dei bicchieri che teneva in mano e si sedette in una delle sedie.

“Adesso Kurt verrà ad abitare con noi?” continuò ancora.

Blaine si avvicinò e si inginocchio di fronte a lei, le prese le mani tra le sue e le diede un bacio sulla fronte facendo indugiare le labbra qualche secondo di più.

“Solo se lo vorrai amore”

“Ma … ma tu lo vuoi papà?”

“Sì, mi piacerebbe molto”

“E dovrei chiamarlo sempre papà?” chiese lei quasi allarmata da quel nuovo compito.

“No tesoro certo che no, solo se te lo sentirai, a me basta che lo accetti come hai sempre fatto”

“E tra me e te non cambierà nulla vero papà?”

“Noi saremo sempre noi, io e te, un papà e la sua bambina”

Melanie sorrise ancora e lo abbracciò stringendolo forte, Blaine la strinse a sé e le baciò i capelli.

“Quando glielo chiederai papà?”

“Non lo so ancora, per adesso divertiamoci a questa cena, ti va?”

“Sì papà” gli rispose Melanie contenta.

Sciolsero il loro abbracciò e Blaine si sollevò in piedi e raggiunse il fornello riprendendo a cucinare, Melanie fece lo stesso e finì di apparecchiare la tavola. Blaine era sollevato nel sapere che la sua bimba era d’accordo su tutto, era davvero una brava bambina, molto giudiziosa e intelligente, era fiero di lei.
Quando Kurt arrivò, Melanie lo accolse teneramente, molto più del solito, lo prese per mano e lo condusse in cucina, facendolo sedere alla sedia, cercando di essere ospitale, anche più del dovuto.
Kurt la guardava sorpreso e felice di sapere che ci teneva così tanto a lui, si accomodò per farle piacere e attese ogni sua mossa.
La bambina si sedette poi vicino a lui e tenne sempre le loro mani legate, posandole sul suo grembo; non disse una parola, bastavano i loro sorrisi a inscenare una qualsiasi conversazione. Per Blaine quello era uno spettacolo favoloso ed essere l’unico spettatore ad avere l’accesso rendeva il tutto ancora più bello.  
Si pulì le mani sul grembiule che portava legato alla vita e si avvicinò a loro; Kurt si alzò leggermente e gli diede un bacio sulle labbra appena accennato per salutarlo, si sorrisero e lui si risedette aspettandolo per cenare.
La cena fu semplice, il tempo passò lentamente e sia Kurt e Blaine parlarono del futuro coinvolgendo la piccola Melanie che ascoltava attenta ogni parola. Erano felici di coinvolgerla, dopotutto era la loro figlia, certo non quella ufficiale per Kurt, ma era come se lo fosse e quando si sarebbero sposati, sarebbe stata una delle prime cose che avrebbe fatto da uomo sposato: adottarla.
Melanie ne approfittò per fare loro alcune domande: quando si sarebbero sposati, dove sarebbero andati a vivere, chi sarebbe stata la damigella, se un giorno avrebbero conosciuto la famiglia di Kurt e se in un futuro prossimo avrebbe avuto un fratellino o una sorellina.
Kurt e Blaine si guardarono e decisero di risponderle con un sorriso sulle labbra estasiati dal fatto che lei si sentisse cosi partecipe della loro favola.

“Non abbiamo ancora deciso Melanie” le disse Kurt avvicinando la sua mano a quella di Blaine e intrecciando le loro dita.

“Sì tesoro non è arrivato ancora il momento” continuò Blaine rafforzando la stretta delle loro mani.

“Ma quando decidete poi me lo farete sapere vero?” chiese curiosa.

“Certo piccola mia” le rispose Blaine.

“E cambieremo casa una volta che vi sarete sposati?” domandò ancora.

Kurt guardò Blaine un momento e con un suo accenno di assenso decise lui di rispondere alla bambina.

“Mi piacerebbe restare ad abitare nella vostra casa Melanie, ma se tu vorrai potremo trasferirci”

“Sarà la nostra casa allora” finì Blaine.

La bimba sorrise entusiasta di quella risposta, era contenta di non dover lasciare la sua scuola, i suoi amici e la casa a cui si era affezionata, senza contare che era molto legata anche al parco dove andava ogni pomeriggio con la zia Tina.
Li guardò attenta e decise di proseguire con le sue domande ai suoi due genitori: perché lei considerava Kurt già una figura importante come un genitore, come tutti gli altri bambini che ne avevano due.

“Chi sarà la damigella?”

“Oh io pensavo che potevi essere tu Melanie insieme alla mia amica Rachel” le rispose Kurt sorridente.

“Ma io sono la prima e lei sarà la seconda vero?” chiese, ostentando in qualche modo il privilegio che pensava di avere in quanto figlia degli sposi.

Kurt e Blaine la guardarono divertiti e Blaine avvicinò la mano a quella della sua piccola e stringendola forte la rassicurò.

“Certo tesoro mio tu sei la prima”

Melanie annuì e proseguì.

“E conosceremo anche la tua famiglia Kurt?” domandò speranzosa di avere dei nuovi nonni e magari qualche nuovo zio o zia.

“Certo Melanie, quando tuo padre penserà che sia opportuno andremo a Lima, così conoscerai la mia famiglia, anche perché prima di tutto devo parlarli di voi” le disse Kurt tranquillamente.

“E pensi che possiamo piacere alla tua famiglia?” chiese quasi preoccupata.

“Non ho dubbi tesoro, tu e Blaine siete il mio tutto, e la mia famiglia lo capirà appena ci vedrà insieme”

Blaine a quelle parole s’intenerì talmente tanto che si sporse leggermente e gli baciò la guancia. Kurt a quel gesto si voltò verso di lui e gli sorrise in quel modo così complice che li legava.

“Posso fare un’ultima domanda?” chiese Melanie timorosa, dopotutto era una domanda importante e aveva paura di essere inopportuna.

“Dimmi Melanie” le rispose Kurt sorridendole per farla rilassare.

“Ecco... rimarrò per sempre figlia unica?”

Kurt le sorrise.

“E chi lo sa tesoro, solo il tempo lo dirà”

“Ma chiederete il mio parere quando arriverà il momento?”

“Certo piccola mia” le rispose Blaine.

Melanie fu felice di tutte queste risposte, si sentiva come parte di un qualcosa d’importante, e adorava vedere il suo papà sempre con il sorriso e Kurt le piaceva molto, era bello, buono e gentile e le voleva bene sia a lei che al suo papà.
Finirono di cenare e dopo che ebbero pulito la cucina tutti insieme, guardarono un film seduti vicini nel divano del salotto; in quel momento si sentivano una vera famiglia pronta a nascere, con Melanie che si accoccolava ai suoi due papà e le mani di Kurt e Blaine che erano legate, le loro dita erano intrecciate. Non si erano sentiti mai così vicini come in quel momento, si amavano e tutto sembrava perfetto e lo era, dovevano solo lasciare che accadesse.
 

Note

Buon pomeriggio, ecco il nuovo capitolo, mi scuso per il ritardo, questo è solo un capitolo di conferme, volevo solo avvisarvi che alla fine della storia mancano solo quattro capitoli più un possibile epilogo, al prossimo aggiornamento. Un abbraccio alla mia beta Bonnie.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


Capitolo diciotto

 

 
Le settimane erano letteralmente volate, i mesi erano passati davanti ai loro occhi senza che loro tenessero conto dei giorni che sfilavano leggeri. Erano quasi arrivati alla fine di agosto, quando Blaine realizzò che era arrivato il momento.   
Era passato del tempo da quando con Kurt aveva discusso della possibilità di andare a convivere insieme. Ne avevano discusso anche con Melanie e si trattava solo di attendere il momento giusto, che finalmente era arrivato.
Ormai erano tante le notti che passavano insieme a fare l’amore e a tenersi al caldo sotto quelle lenzuola bagnate del loro sudore e di tanto altro: ogni volta che Blaine ci pensava arrossiva senza rendersi conto, ormai aveva perso la sua timidezza e spogliare e fare suo il suo fidanzato era diventato talmente facile che bastava una semplice carezza più approfondita per far succedere tutto.
Trovava quasi adorabile come Kurt si imbarazzava e cercava di andare lento nei loro momenti d’intimità, quando invece lui voleva correre, ma ogni volta finivano per perdersi lentamente l’uno nell’altro.
Blaine erano giorni che ci pensava: voleva che Kurt non lasciasse mai la sua casa, che stesse sempre tra le sue braccia, con Melanie e che respirasse solo l’aria della sua casa. Per questo lo aveva chiamato quella mattina per invitarlo a pranzo fuori e chiedergli di persona guardandolo negli occhi se voleva abitare con lui e la loro bambina.
E mentre si dirigeva a piedi al ristorante dove lui e Kurt avevano appuntamento, ripensava che era la scelta giusta da fare: sperava solo di saper trovare le parole giuste e che la risposta del suo compagna fosse positiva.
Quando arrivò, prima di oltrepassare la porta dell’ingresso al ristorante fece un respiro profondo. Era sicuro dei suoi sentimenti ed era sicuro che tutto sarebbe andato per il meglio, ma era ugualmente nervoso, era sempre un passo importante.
Lo vide subito, seduto ad uno dei tavoli appartati situati proprio di fronte alla vetrata che dava sull’esterno, bellissimo come sempre. Blaine pensò che quel giorno era davvero perfetto, sempre pettinato perfettamente, la sua camicia in ordine e i jeans stretti che portava di solito, solo di un colore diverso. Era il suo angelo e lui era così fiero di poterlo dichiarare suo.
Entrò e lo raggiunse; Kurt si accorse subito della sua presenza e fece per alzarsi, ma Blaine gli fece cenno di rimanere seduto.

“Scusa il ritardo” gli disse sorridendo.

“Non ti preoccupare, sono arrivato da poco” gli rispose Kurt che dopo che Blaine si era seduto si sollevò leggermente sui gomiti e si sporse, lasciandogli un lieve bacio sulle labbra.

Il sorriso che comparve quasi istantaneo sul volto del suo fidanzato avrebbe potuto illuminare l’intero ristorante: Kurt diventava felice ogni volta che aveva l’onore di assistere a quell’evento, così intimo ma soprattutto così loro.

“Allora di cosa dovevi parlarmi? Al telefono sei stato così vago” esordì guardando negli occhi il suo fidanzato che li abbassò all’improvviso.

“Ecco io …”

“Amore tutto bene?” gli chiese portando la sua mano sulla sua

“Sì sto bene solo che oggi … è un giorno importante” rispose intrecciando le loro dita.

“È un giorno come un altro”

“No Kurt io ti devo chiedere una cosa” gli disse alzando finalmente lo sguardo dalle loro mani e fissandolo nelle sue iridi blu.

“M-mi stai facendo preoccupare Blaine” sospirò Kurt e lui si accorse subito che stava iniziando a preoccuparsi, lui lo conosceva bene, riusciva sempre a
percepire la sua ansia.

“Non è nulla di male”

Sentì immediatamente un sospiro di sollievo da parte del suo compagno che sorrise alle sue parole, adorava il fatto che bastava una sola sua parola per riportare la pace nel suo animo. Erano anime gemelle e più il tempo passava e più si rendeva conto di questa conferma nel suo cuore.

“Allora dimmi tutto”

Blaine aumentò la stretta alle loro mani e respirò profondamente, cercò di trovare il coraggio che gli serviva guardando il suo fidanzato che gli sorrideva in attesa di sapere.

“È arrivato il momento … io credo che sia arrivato il momento”

“Che momento?” domandò Kurt curioso.

“La casa” gli rispose Blaine

Kurt continuava a non capire ma poi riflettendoci bene ci arrivò.

“Oh ... Oh la casa … sei sicuro Blaine?”

“Mai stato più sicuro” gli confermò con un sorriso sulle labbra.

“E Melanie che ne pensa?” gli chiese pensieroso.

Blaine si sporse leggermente e prese le sue mani portandole alle labbra, baciandole dolcemente, cercando di imprimere un po’ della sua sicurezza al suo fidanzato che tanto amava e che tanto desiderava nella sua vita per sempre.

“B-blaine fer-fermati … che fai?”

“Ti sto mettendo in imbarazzo tesoro?” gli domandò Blaine ridendo appena.

Kurt arrossì subito, le sue guance divennero rosse e i suoi occhi più luminosi e brillanti.

“N-no certo che no” disse tentennando.

"Ti amo da morire” gli disse il suo fidanzato deciso e sicuro.

“Anche io ma … non hai risposto alla mia domanda”

“Si certo che lei è d’accordo”

Kurt sorrise d’istinto e sospirò soddisfatto della risposta.

“Pensavi che non lo fosse?”

“È una decisione così importante Blaine, andare ad abitare insieme non è una sciocchezza”

“Non devi preoccuparti, prima di domandartelo ho chiesto a Melanie e lei era entusiasta della cosa solo che …”

“Solo che?” domandò Kurt

“Mi ha chiesto se era obbligatorio che lei ti chiamasse sempre papà” gli rivelò il suo compagno.

“Oh Blaine, ma non è necessario che lo faccia ogni volta, a me basta che mi consideri tale, sentirlo non è basilare, la cosa più bella è percepire il suo
affetto per me ogni giorno” gli rispose sereno.

“È la stessa cosa che le ho detto anche io”

Kurt sorrise alle sue parole e continuò a farsi lasciare teneri baci sulle sue mani, non curandosi del luogo in cui si trovavano ma cullandosi solo al dolce gesto del suo fidanzato.

“E cosa si fa adesso?” gli domandò sorridendo.

“Vuoi dire dove andremo ad abitare?”

Kurt annuì.

“Potresti trasferirti a casa mia. Casa tua è più piccola ma … se vuoi cercare una casa nuova io sono d’accordo tesoro” gli rispose dolcemente.

Kurt strinse più forte le loro mani e si abbassò per poterle baciare.

“Sono d’accordo Blaine”

“Saremo una famiglia vera finalmente” disse Blaine felicemente.

“Ti amo da morire”

Blaine non rispose, sorrise solamente anche se a Kurt una risposta del genere era più che sufficiente, dato che poteva leggere nei suoi occhi la felicità e l’amore che provava nei suoi confronti, lo stesso amore che li teneva legati e uniti.
Pranzarono parlando dei loro progetti e discussero di come avrebbero sistemato il guardaroba di Kurt nella loro camera da letto; si sorrisero tutto il tempo e scherzarono sulle guance sempre arrossate di Kurt quando Blaine parlava animatamente della loro vita sotto le lenzuola. Era bello sapere che ormai tra di loro c’era una certa intimità e che ormai erano consolidati e a restare anime gemelle per sempre.
Nei giorni successivi organizzarono il trasferimento ed entro la fine della settimana, Kurt lasciò e mise in vendita il suo appartamento. Portare tutte le cose di Kurt nella sua casa non fu facile per Blaine, il suo fidanzato possedeva molte cose, il suo guardaroba era quasi immenso, le paia di scarpe a cui lui non aveva dato un numero preciso sarebbero state sistemate nel mobile vicino al loro armadio, e ogni oggetto sarebbe stato sistemato nelle varie stanze, Kurt doveva entrare a far parte di tutto, e la sua casa era parte di esso, su questo Blaine non aveva dubbi.
Rachel venne in loro aiuto e in poco tempo ogni cosa fu sistemata al loro posto, quella sera, la prima che Kurt passava a casa del suo compagno fu bella come l’aveva immaginata e Melanie era stata splendida, accogliendolo calorosamente.
Mentre la bambina dopo aver fatto gli onori di casa stava giocando nella sua cameretta, Blaine cucinava la loro prima cena insieme come una vera famiglia e lui finiva di sistemare la sua roba nel suo nuovo armadio.
Andò in cucina per avvertirlo e poco prima di entrare si fermò a guardarlo sulla soglia: adorava perdersi in quella visione. Blaine si rese conto di non essere solo mentre stava intonando una canzone durante la preparazione della cena, si voltò e con un passo raggiunse il suo compagno, le sue mani quasi subito si posarono sui suoi fianchi e le sue labbra raggiunsero la sua bocca in un secondo.
Kurt portò le braccia intorno al suo collo per attirarlo maggiormente a sé; sentirlo vicino era una delle sue priorità. Quando si staccarono, succhiò un’ultima volta il suo labbro inferiore, per imprimerne il sapore.

“Sono felice che tu sia qua”

Kurt sorrise imbarazzato e lo baciò ancora.

“Ero venuto solo a dirti che sto sistemando l’armadio, ho carta bianca vero?”

“Certo amore, io nel mentre sono qua che finisco di preparare la cena”

“Vuoi che ti aiuti?” gli chiese Kurt accarezzandogli il collo con le dita, intrecciandole nei suoi riccioli.

“No, non è necessario, tu vai a sistemare, quando finisco ti vengo ad avvisare”

Kurt annuì, sorrise un’ultima volta, lo baciò ed uscì dalla cucina, andò in salone e prese l’ultima scatola contenente i suoi indumenti, poi si diresse alla loro camera da letto. Arrossì al pensiero che adesso poteva chiamarla loro.
Entrò nella stanza e posò la scatola per terra vicino al comò, poi aprì il primo cassetto per sistemare la sua biancheria, quando vide qualcosa che lo lasciò a bocca aperta, proprio sotto una pila di canottiere c’era una vecchia fotografia di un Blaine molto giovane. Kurt posò la sua biancheria all’interno del cassetto ordinatamente, poi prese in mano la fotografia e andò a sedersi sul letto.
Continuava a fissare quell’immagine, non riusciva a staccare gli occhi da quelle due figure, due uomini di sicuro molto felici, teneramente abbracciati, che si sorridevano, lui sapeva bene chi erano, il suo Blaine con il suo primo marito James.
Era strano ma lui si sentiva molto geloso, sapeva che l’amore di Blaine per lui era vero e autentico, ma soprattutto reale, solo che gli venne una fitta al cuore al solo pensare che il suo fidanzato aveva conservato quella fotografia quando lui si era liberato di ogni suo vecchio ricordo con Adam.
Dopo una mezz’ora quando Blaine venne a chiamarlo per la cena, lo trovò ancora seduto sul letto, con la schiena poggiata allo schienale del letto, con gli occhi fissi sul vuoto, si avvicinò a lui e notò che aveva qualcosa in mano, e lui la riconobbe subito, avrebbe dovuto pensarci che Kurt avrebbe potuto trovarla nel suo cassetto.
Raggiunse il letto e salì sopra mettendosi vicino al suo compagno, che improvvisamente scoppiò in lacrime quando lo vide, Blaine allargò le braccia e lo strinse a sé.

“Su su Kurt smetti di piangere”

“N-non ci riesco”

“Non significa nulla”

Kurt a quelle parole si staccò da lui e si asciugò leggermente gli occhi con la mano.

“Perché?” domandò subito.

“Cosa vuoi dire?”

“Perché tieni una fotografia con tuo marito nel cassetto, dove io posso vederla”

“Non vuol dire nulla”

“Lo hai già detto” rispose Kurt iniziando ad agitarsi.

“Vuoi sapere perché?”

Kurt fece sì con la testa e lui proseguì.

“È solo una bel ricordo Kurt, una parentesi della mia vecchia vita, ma mi sono liberato di ogni cosa … non hai notato che le foto in tutta la casa che mi
ritraevano con lui sono scomparse? Ecco l’ho fatto per non farti sentire un estraneo in casa nostra”

“E allora perché hai tenuto questa?”

“Vuoi che la strappi?” gli chiese Blaine deciso.

“N-non ho detto questo” rispose Kurt tentennando leggermente.

Blaine allora portò la mano destra sulla sua guancia e si sporse per poter asciugare ogni lacrima dal suo viso, poggiando le labbra su quella pelle bianca e
soffice. Raccolse ogni goccia blu e con l’altra mano finì per circondare il suo bel viso diventato triste, incatenandolo con le sue dita.

“Se ti fa stare meglio, io posso strapparla davanti a te Kurt, tu sei il mio futuro, quello è solo il mio passato”

“Non devi farlo per me”

“Kurt lo faccio per noi, vederti piangere è brutto per me, io non voglio che tu pianga a causa mia, per questo devo farlo”

“Ma-”

“Niente ma, io amo te non l’uomo della fotografia”

Kurt non riuscì a dire nemmeno una sillaba, continuava a guardare il suo compagno e a perdersi nei suoi occhi color nocciola, cercando di ritrovare il respiro perduto.
Blaine lo liberò dalla stretta intorno al suo viso ancora bagnato, prese la fotografia dalle sue mani e proprio davanti ai suoi occhi la spezzò in mille pezzetti, Kurt vide quel ricordo rompersi davanti a lui, e inaspettatamente sorrise; non si rese conto del meraviglioso sorriso comparso sul suo volto, era felice per aver spazzato via quella lieve minaccia al suo rapporto con Blaine e solo quando vide il volto rilassato del suo compagno, si accorse che la sua felicità era visibile. Blaine si sporse ancora una volta e lo abbracciò e Kurt si abbandonò alle sue braccia, stringendolo a sé.

“Non devi pensare mai che sei al secondo posto nel mio cuore Kurt … tu sei e sarai sempre il primo insieme alla nostra Melanie”

Kurt stette di nuovo in silenzio: era come se ad intermittenza perdesse l’uso della parola, quindi si limitò a stringerlo ed a piangere silenziosamente lasciandosi cullare in quell’intreccio di membra, crogiolandosi in quel loro amore nato da poco ma destinato a durare per sempre. 
Non passò molto tempo che Melanie si accorse che i suoi papà non erano in cucina come previsto e quando percorse il corridoio diretto alla loro camera da letto, entrò senza bussare e quello che vide non le piacque per nulla.
Kurt e Blaine erano ancora seduti sul letto, abbracciati e poteva vedere anche se da lontano, le lacrime sul viso di Kurt, lei era piccola, ma sapeva di essere matura abbastanza per sapere che quella davanti ai suoi occhi non era una bella scena.
Si avvicinò lentamente e quando i due adulti si accorsero della sua presenza sciolsero il loro abbraccio, Kurt si asciugò con la mano gli occhi arrossati e Blaine abbassò il viso imbarazzato.

“Va tutto bene?” chiese lei timidamente.

“Sì amore tutto bene tranquilla” le rispose Blaine cercando di chiudere in fretta il discorso

“Non mi dire bugie papà”

“Non sono bugie Melanie”

“Papà, Kurt sta piangendo” gli disse indicando con il dito la figura di un Kurt troppo triste e abbattuto per lei.

Kurt appena sentì il suo nome si scosse dal suo mutismo e si alzo dal letto raggiungendo la bambina a pochi passi e inginocchiandosi davanti a lei.

“Piccola va tutto bene” le disse prendendole le mani tra le sue e stringendogliele forte.

Lei negò con la testa.

“Non è vero, perché piangi?” gli domandò lei indispettita

Kurt si voltò un momento verso il suo compagno ancora seduto sul letto, voleva solo un piccolo accenno, voleva sapere se poteva parlare a Melanie, se aveva il privilegio di tranquillizzarla quando stava male. Lui e Blaine si guardarono un istante che parve infinito e poi sullo sguardo di quest’ultimo comparve un tenero sorriso che gli fece comprendere che come giusto che fosse, anche lui poteva prendersi cura della piccola Melanie.
Sorrise quasi d’istinto e si girò verso la bambina che lo stava guardando ancora accigliata.

“Sei una bambina grande tesoro e forse sei in grado di capire”

Si alzò in piedi, le prese la mano e insieme raggiunsero il letto un’altra volta, lui si sedette e prese Melanie facendola sedere sulle sue ginocchia tenendola stretta per la vita.

“Vedi Melanie, prima mentre mettevo apposto la mia biancheria, ho trovato nel cassetto del comò una vecchia fotografia”

“Che fotografia?” chiese lei

“Dei tuoi papà”

Lei allora comprese il motivo delle sue lacrime, il suo papà le aveva sempre detto che il suo primo marito era stato un uomo buono scomparso troppo presto, solo che lei non lo aveva mai considerato un papà, lei ne aveva avuto sempre e solo uno, e adesso c’era Kurt, che le voleva bene e che teneva a lei, che le stava dicendo la verità.
Lei porto una delle sue piccole mani tremanti sul suo viso, accarezzando piano con le dita la sua guancia, questo semplice gesto lasciò Kurt sorpreso ma felice.

“Io non avevo due papà, ne avevo solo uno” disse serena voltandosi verso Blaine allungando una mano, che lui prese subito intrecciandola con la sua.

“E adesso ci sei tu Kurt” continuò girandosi di nuovo verso di lui.

“Io ti voglio bene e voglio che tu sia il mio secondo papà” terminò sorridendogli lievemente.

Kurt non resistette più e l’abbraccio di slancio stringendola forte a se, la bambina finalmente sorrise felice e si lasciò stringere, Blaine guardava quello
spettacolo da spettatore contento nel sapere che adesso era tutto risolto.
Si alzò e avvisò Kurt e Melanie che era ora di andare a cena, lei scese dalle ginocchia del suo nuovo papà e uscì dalla stanza serena.
Kurt si alzò, raggiunse Blaine e gli prese la mano, poi sorridendo lo trascinò fuori e lui si lasciò trasportare dal suo fidanzato, amava sentirsi legato a lui, anche in un gesto così semplice.
Cenarono tutti insieme alla tavola della loro cucina, parlando di tante cose, come chi doveva accompagnare Melanie a scuola la mattina, chi l’avrebbe aiutata a fare i compiti, i preparativi per la partenza a Lima e la nuova situazione in famiglia; Melanie ascoltò tutto attentamente e Kurt fu felice di coinvolgerla in tutti i progetti che aveva in mente di fare con Blaine.    
Quando la misero a letto, lei volle dare un bacio sulla guancia ad ognuno di loro due per poterli augurare la buonanotte. Kurt le sorrise e Blaine fece lo stesso ricambiando il gesto baciandola sulla fronte.
I due uomini tornarono nella loro stanza, era vero che si erano chiariti, ma tra loro l’atmosfera era ancora un po’ tesa, quella sarebbe stata la prima notte che Kurt passava in casa loro, senza doversene andare la mattina presto. Blaine non disse una parola, prese una maglia e dei pantaloni dal cassetto e andò a farsi una doccia, Kurt prese il suo pigiama dall’armadio e attese il suo turno aspettando seduto sul letto, lui e Blaine dovevano parlare e chiarire.
Blaine torno circa venti minuti più tardi, entrò nella stanza e senza proferire parola Kurt si alzò e lo sorpassò raggiungendo presto il bagno.
Era strano per loro due non comunicare, si erano sempre detti tutto, anche se si conoscevano da meno di un anno, si dicevano tutto, e non parlare per loro era diventato un’agonia anche se era passato poco tempo dall’ultima volta.
Blaine decise di farsi trovare già sotto le lenzuola, si distese e poggiò la testa sul cuscino, non si accorse nemmeno che si era appisolato quando Kurt gli picchiettò una mano sulla spalla per farlo coricare meglio visto che aveva occupato metà del letto.
Lui si svegliò quasi subito e si sistemò meglio nel suo lato del letto; Kurt si distese al suo fianco staccato leggermente, senza nemmeno sfiorarlo per sbaglio. Kurt con le mani incrociate sul suo ventre che guardava in alto verso il soffitto e lui coricato su un fianco che lo guardava assente. Finalmente si decise e prendendo un poco di coraggio, avvicinò un braccio e lo portò sulla sua vita attirandolo a te, il suo compagno rimase sorpreso ma si lasciò prendere.
Blaine finalmente lo strinse a se e gli baciò una guancia quando finalmente era legato al suo corpo. Kurt sorrise a quella carezza così spontanea e naturale, si voltò verso di lui e gli lasciò un lieve bacio sulle labbra.

“Io non voglio più discutere Blaine”

“Nemmeno io … non mi piace litigare con te” 

“Neanche a me e poi anche il solo stare senza parlarsi”

“Già, meglio non farlo più”

Kurt portò un braccio intorno alle sue spalle e lo trascinò sopra di se, Blaine si sistemo meglio sopra di lui, poggiando i gomiti ai lati della sua testa, abbassandosi un poco per poterlo baciare e succhiare il suo labbro inferiore. Iniziarono a baciarsi, a spostare le mani un po’ ovunque, iniziando a toccare ogni parte sensibile dei loro corpi, Kurt che aveva portato la sua mano sotto la sua maglia per potergli accarezzare il petto levigato e muscoloso, Blaine che si stava arrendendo al suo tocco e lui che si fermò improvvisamente, portando il suo compagno ad aprire gli occhi ed a guardarlo curioso.

“Hai altre fotografie per caso?” domandò Kurt iniziando a tremare per l’attrito delle loro membra venute a contatto.

“N-no” rispose Blaine quasi in affanno

“Voglio che tu non ne abbia nessuna … voglio esserci solo io nel tuo cuore”

“Sempre” gli disse Blaine baciandolo ancora

“Sempre” confermò Kurt lasciandosi andare

Quella notte fecero l’amore teneramente, lasciandosi cullare dalla loro passione, e abbandonandosi al loro amore, che in quella nottata aveva ricevuto un’ulteriore conferma.
Kurt si era reso conto di essere il solo a possedere il cuore di Blaine e il suo compagno aveva l’onore di conservare il suo. In tutto questo disegno di mille colori c’era anche la piccola Melanie, la loro figlia, una fonte di gioia per loro due, che rendeva il tutto davvero magico e perfetto.
 
 

Note:

Eccomi qua, chiedo scusa per il ritardo nell'aggiornare, ma mi sono laureata la settimaa scorsa e ho dovuto dare la precedenza, comunque adesso sono tornata, e cercherò di aggiornare più spesso, anche perchè mancano solo tre capitoli alla fine.
Un grazie alla mia beta Bonnie, e una buona lettura per chi leggerà.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


Capitolo dicianove

 

 
Era l’inizio di settembre quando Kurt decise che era arrivata l’ora di andare a trovare suo padre e Carole per presentare loro finalmente la sua nuova famiglia: erano settimane che parlava a Burt di Blaine e Melanie e non vedeva l’ora di presentarglieli.
Ormai abitava con loro già da un po’ e non poteva ritenersi più felice: ogni mattina si svegliava e trovava Blaine che lo guardava sognante. Perdersi nei suoi occhi già alle prime luci della mattina era una sensazione meravigliosa, sentire le sue braccia stringerlo forte e rannicchiarsi contro il suo fianco era bellissimo. Se solo ci pensava, diventava subito rosso in viso e iniziava ad emozionarsi subito all’idea che questo era possibile ogni giorno.
Era quasi arrivato a casa, percorse l’ultimo tratto del vialetto quando una folata di vento lo distrasse all’improvviso e alzò il viso per guardare il cielo condito di tante nuvole bianche; era felice, molto felice della sua nuova vita e un sorriso comparve sul suo volto quando vide da lontano due figure che conosceva sin troppo bene.
Blaine e Melanie si stavano avvicinando e la sua gioia aumentò: la bimba lasciò la mano del suo papà e gli corse incontro, Kurt si abbassò e allargò le braccia pronto a prenderla.
Nel momento in cui la strinse la sua giornata divenne completa, le bacio la fronte e le accarezzò i capelli.

“Hey piccola!”

Lei gli sorrise in maniera quasi esagerata e si sporse per poterlo baciare sulla guancia.

“Ciao papà!”

Blaine li raggiunse e attese che lui si sollevasse da terra, Kurt lo guardò solo un istante lungo come un soffio di vento e poi si alzò.

“Hey tesoro che fai lì fermo? Ho bisogno di un tuo bacio” disse Kurt.

Melanie si voltò e gli fece una piccola smorfia per farlo ridere.

“Se non lo vuoi tu me lo prendo io a papà” gli disse scherzosa.

Blaine si destò e facendo dei piccoli ma veloci passi li raggiunse del tutto e dolcemente spostò la sua bambina posandole teneramente le mani sulle sue
spalle minute.
Quando si trovò davanti alla perfezione che lui comunemente chiamava Kurt tutto il mondo intorno a sè perse improvvisamente importanza. Quelle
iridi blu lo osservavano impazienti della sua prossima mossa e lui con molta calma e tranquillità le accontentò.
Posò teneramente le mani sulle sue guance e per un secondo si perse nel toccare la sua pelle soffice e morbida, sussurrò un ti amo a voce e bassissima e solo quando sentì quel ti amo tornare indietro con quel sorriso tanto innamorato del suo compagno, lo baciò. Un tocco a fior di labbra, un semplice ma significativo accenno del loro amore reso tangibile e sempre reale con i loro contatti sempre presenti.
La bambina sorrise al loro gesto e attese paziente il suo turno, quando Blaine si staccò succhiando un’ultima volta il labbro inferiore del suo fidanzato, rivolse a lei la sua attenzione.

“Amore penso che sei arrivata tardi, lui è tutto mio” disse attirando a se Kurt, portando un braccio intorno alla sua vita e sorridendole sornione.

“Se vuoi però ... lo posso condividere con te, sempre se lui vuole” continuò voltandosi verso di lui e baciandolo sulla guancia.

Kurt si lasciò stringere e sorrise beato a quelle parole e a tutta la dolcezza che ogni giorno Blaine e Melanie gli riservavano, era davvero un uomo
fortunato e se ne rendeva conto ogni secondo di più.
Rientrarono in casa e mentre Melanie corse subito in camera sua per giocare e attendere il pranzo, loro due raggiunsero il salotto. Più che altro Kurt trascinò Blaine tenendolo per la mano impaziente di dargli la lieta novella.
Quando si sedettero Blaine stava attendendo curioso e Kurt si avvicinò di più a lui e gli prese le mani tra le sue, lo baciò una sola volta sulla bocca e poi parlò.

“Ho preso una decisione importante stamane” gli disse emozionato.

Blaine poteva vedere l’eccitazione nei suoi occhi bluastri quel giorno resi più chiari, quasi tendenti al celeste chiaro, dalla luce del sole che filtrava dalla finestra posta alla loro destra.

“Dimmi amore”

Kurt fece un piccolo sospiro prima di parlare ma alla fine non resistette più.

“Ho pensato che questa settimana che sta arrivando potremo fare visita alla mia famiglia, così mio padre e Carole potranno conoscere te e Melanie” gli
disse con un sorriso felice dipinto sul viso.

Blaine lo osservò attento: sapeva che prima o poi sarebbe arrivato quel momento, ma era lo stesso molto spaventato all’idea. Dopotutto stava andando a conoscere il padre del suo compagno .. . e se non fosse stato d’accordo con il loro rapporto? Se non lo riteneva all’altezza di suo figlio? Se pensava che diventare padre fosse una responsabilità troppo grande per Kurt?
Proprio quest’ultimo si accorse subito dell’aria spaventata che offuscava gli occhi del suo fidanzato, così gli strinse più forte le mani e si sporse verso di lui.

“Tutto bene Blaine? Pensi che sia presto?” gli domandò quasi spaventato all’idea di aver fatto un passo troppo grande nella loro relazione.

Blaine abbassò il volto e soffermò lo sguardo sulle loro mani intrecciate e per un secondo si perse nei meandri della sua memoria, a quando si conoscevano appena, a quando a lui era bastato un secondo per capire che Kurt era quello giusto. Si destò qualche minuto più tardi e si accorse che il suo compagno lo stava guardando preoccupato, poteva leggere l'ansia nelle sue pupille blu, così scosse la testa e si apprestò a consolarlo subito.

“Tutto bene, pensavo solo che...”

“Che?”

“Pensi che tuo padre accetterà ogni cosa? Dico il nostro rapporto? Il fatto che tu voglia diventare il papà di Melanie?”

Kurt sorrise e gli lasciò un tenero bacio sulle labbra, un lieve tocco appena accennato.

“Blaine, se ho deciso di presentarvi a mio padre e a Carole, è proprio perchè so che vogliono conoscervi.. sono mesi che parlo a papà di te e lui non vede l’ora di conoscere il bellissimo uomo che mi ha reso felice e la sua splendida figlia”

“Nostra figlia” puntualizzò Blaine sorridendo leggermente.

“Si, la nostra bambina” confermò Kurt rispondendo al suo sorriso.

“E allora quando dobbiamo partire?”

“Questo lunedì, una settimana prima dell’inizio della scuola ... tu puoi chiudere il panificio per qualche giorno ... puoi prenderti delle ferie, sempre se ti
va, ovvio ... ” finì di sospirare pensieroso.

“Ma certo che mi va” rispose Blaine sporgendosi e abbracciandolo stretto.

Kurt si strinse a lui e poggiò la testa sulla sua spalla, mentre Blaine continuava a passargli una mano sulla schiena per rilassarlo; si stavano perdendo nella loro bolla d’intimità quando un rumore proveniente dalla cucina attirò la loro attenzione. Si separarono guardandosi curiosi e si alzarono dal divano quasi in sintonia.
Arrivarono in cucina e videro Melanie chinata per terra intenta a raccogliere i pezzi di quello che una volta doveva essere un bicchiere, lei si accorse quasi subito che qualcuno la stava osservando, sollevò il viso e rise imbarazzata della sua goffaggine.
Li stava guardando ancora mortificata quando Kurt la raggiunse e si inginocchiò per aiutarla.

“Non mi sgridi?” gli chiese Melanie.

“Perchè dovrei?” le domandò Kurt a sua volta.

“Sono talmente distratta e stupida a volte”

Lui portò una mano sulla sua guancia.

“No tesoro, non lo sei, hai solo sette anni, credimi ... è normale ” le disse cercando di consolarla.

Rimasero ancora seduti per terra a raccogliere i pezzi di vetro, mentre Blaine era rimasto fermo poggiato sul ciglio della porta, ad ammirare uno scorcio di quella che sarebbe stata la sua vita in futuro, era così felice che poteva finalmente dire a voce alta di avere una famiglia.
Raccolsero e buttarono tutto nel cestino proprio di fianco alla credenza, poi Kurt prese Melanie per mano e andò a sedersi su una delle sedie del tavolo, portandosela sulle ginocchia. Lei si sistemò portando le sue braccia intorno al collo e guardandolo meglio negli occhi, tanto simili ai suoi, ma più belli e luminosi.

“Piccola devo dirti una cosa” esordì Kurt.

“Dimmi tutto”

“T-ti piacerebbe conoscere la mia famiglia?”

Lei lo guardò confusa per un attimo, temendo di non aver capito bene la sua domanda, poi però pensandoci meglio, forse non si riferiva a lei e al suo papà.

“Intendi dire il tuo papà e la tua mamma?”

“Si, il mio papà e la mia matrigna in realtà” le confermò.

“Non hai più la tua mamma?”

“No tesoro” le disse lui accarezzandole lieve una delle sue braccia.

“È morta quando avevo otto anni, più o meno alla tua età”

Melanie quasi come se fosse la cosa più naturale del mondo lo abbracciò forte, cercando di consolarlo, non gli piaceva per nulla vedere il suo volto triste.

“Mi dispiace molto papà” gli disse.

Kurt s’incantò per un secondo lungo un’eternità, perso in quella parola appena accennata da quella dolce bambina che in quel momento lo stava stringendo.
Lo aveva chiamato papà, ed ogni volta che succedeva era meraviglioso, adorava sentirselo dire: sognava da quando era piccolo che un giorno avrebbe tanto voluto avere un marito e una figlia o un figlio ed ora era tutto divenuto realtà.
Strinse forte la sua bambina, l’allontanò da se e poi la baciò dolcemente sulla fronte posandole le mani sulle sue guance leggermente paffute.  

“Va tutto bene, se vuoi quando andiamo a Lima potremo andare insieme al cimitero così ti potrò presentare per bene”

“Penso che sia ok” rispose lei contenta.

Kurt solo allora si rese conto del sorriso orgoglioso dipinto sul volto del suo compagno che li stava guardando ammirato già da un po’, poggiato allo stipite della porta della cucina.
Si sorrisero un momento e rivolse di nuovo lo sguardo verso la piccola Melanie scostandole un ciuffo dalla fronte.

“Sì, è ok tesoro” le disse tornando ad abbracciarla stretta.


*****


La notte arrivò molto in fretta, in quella giornata passata velocemente; avevano pranzato in armonia, avevano passato il pomeriggio tutti insieme. Kurt aveva aiutato Melanie a fare i suoi compiti e Blaine aveva cucinato per loro i biscotti, che avevano mangiato insieme al thè nel tardo pomeriggio e la sera erano andati a cena fuori in un piccolo ristorante non molto lontano dalla loro casa, per festeggiare la vicina partenza per Lima. Ed ora eccoli là, sdraiati nel loro letto, teneramente avvinghiati a guardarsi negli occhi, poco prima avevano messo a dormire la piccola e nella loro stanza si sentivano solo i versi dei grilli che accompagnavano il loro silenzio.
Fu Blaine il primo ad interrompere quello stato di grazia.

“Non sapevo che tua madre fosse morta quando eri piccolo” sussurrò a bassa voce stringendolo a sè.

“Avevo solo otto anni”

Blaine poggiò la fronte sulla sua e attese che Kurt iniziasse a raccontare: voleva conoscere ogni cosa di lui, non aveva mai detto molto del suo passato e lui aveva sempre atteso pazientemente che lui si aprisse con lui ed ora Kurt si stava confidando e lui voleva solo stringerlo forte.

“Era molto malata, io non lo sapevo e il tempo con lei è uno dei ricordi più cari della mia infanzia”

Blaine continuò ad ascoltarlo senza fare domande.

“Quando è mancata, ho sentito come un vuoto, non sono riuscito a piangere nemmeno una volta” disse sospirando appena.

“Puoi piangere adesso se vuoi” gli sussurrò Blaine baciandogli la punta del naso

Kurt sorrise a quel gesto così intimo e dolce, alzò gli occhi e con le dita gli accarezzò leggera la clavicola coperta dalla sua maglietta bianca.

“Pensi che potrei?”

Blaine annuì, così lui non poté fare altro che appoggiare la testa contro il suo petto e far uscire quelle lacrime che tanto chiedevano il permesso di fuoriuscire. Inizio a piangere e Blaine lo strinse a sè, cercando di consolarlo e di farlo sfogare.
Kurt pianse per quelle che sembravano ore, con le braccia del suo compagno che lo circondavano e gli davano la forza per continuare a raccontare.

“È stata così dura, ero solo un bambino e mia madre mi mancava da morire” disse tra le lacrime.

“Ma avevi tuo padre”

“Sì, io e mio padre dopo la sua morte siamo diventati più uniti, lui mi ha accettato completamente ... solo che a volte sento la sua mancanza, lei era speciale.. Era una donna meravigliosa, Blaine” finì alzando il suo viso e incatenando i suoi occhi a quelli del suo compagno che lo stava fissando e a
Kurt non piaceva quello sguardo.

Gli prese il viso tra le mani cercando di far andare via la tristezza dalle sue iridi color nocciola.

“Non devi essere triste per me Blaine, io non lo sono”

“Hai perso tua madre quando eri piccolo, è una cosa triste Kurt” gli disse Blaine cercando di non far cadere nemmeno una lacrima sulle dita che circondavano il suo volto.

“Per questo voglio stare vicino a Melanie” continuò

“Lei non è sola Kurt, ha noi e ci sono le ragazze se avrà bisogno”

Kurt annuì sporgendosi verso di lui, baciandogli prima la fronte, le guance una ad una, quel punto appena sotto la mandibola, poco sopra il collo ed infine le labbra, ogni tocco appena accennato era una scossa di brividi per Blaine.

“Lo so Blaine e sono felice che ora ci sei tu con me”

“Ogni minuto del giorno”

“In ogni istante amore” gli confermò Kurt baciandolo ancora.

Blaine sorrise a quelle parole dolci e tanto significative, strinse più forte la presa intorno alla sua vita e appoggiò la testa sulla spalla per farla ricadere poi sul suo petto lentamente.

“Posso levarti la maglietta?” gli domandò teneramente.

Blaine rise all’improvviso, era bastata una semplice battuta del suo fidanzato per distoglierlo dai quei brutti pensieri e per farlo ritornare il solito Blaine.
Sollevò la testa e lo baciò, un accenno di labbra che durò poco più di un istante, ma che servì loro per farli rilassare. Blaine si alzò sui gomiti e si mise seduto sollevando le braccia in alto, Kurt fece la stessa cosa e piano portò le sue mani sul bordo della sua maglietta e sempre lentamente gliela sollevò fino a sfilargliela del tutto.
Kurt si abbassò leggermente e posò delicate le labbra sul suo petto proprio al suo cuore che batteva forte per l’eccitazione.

“A quanto pare batte solo per me”

Blaine gli portò le mani sulle spalle e lo attirò a se in una forte stretta.

“Sempre e solo per te”.

Si scostò da lui e sfilò anche la sua maglia: era sempre molto eccitante per Blaine poterlo spogliare, avere quella libertà di poterlo toccare in ogni punto del suo corpo e di poterlo fare per il tutto il tempo che voleva.
Rimasero a guardarsi per qualche minuto, persi nei loro ricordi lontani, per poi ritrovarsi in quelli nuovi.
Il primo a portarsi in avanti fu Kurt che spinse Blaine sulla schiena, si posò dolcemente sul suo corpo, sentiva già la sua pelle che iniziava a riscaldarsi, a causa del caldo di quei giorni percepiva ogni minimo tocco con più enfasi. Le mani del suo compagno iniziarono a vagare solitarie sulla sua schiena percorrendo ogni centimetro della sua spina dorsale con le dita.
Kurt continuava a passare le labbra tutto intorno al suo viso, non riusciva a staccarsi, aveva bisogno di sentirlo e di assaporare ogni punto. Quando iniziò a succhiare quel punto sotto la mandibola, sentì Blaine ansimare sotto di lui e sorrise. Era conscio di poter portarlo al limite ogni volta che voleva, sapeva bene quali tasti toccare per farlo gemere.
Si staccò da lui e poco prima di alzarsi per spogliarsi del tutto, si poggiò sui gomiti e portò le sue mani intorno al suo viso.

“Posso chiederti una cosa?”

“Pr-proprio in questo momento Kurt?” gli rispose Blaine con quella voce resa affaticata dai loro recenti movimenti.

“Si” rise lui in risposta.

“Aspetta”

Blaine posò le mani sulle sue braccia e lo spostò da se, si mise seduto e aiutò Kurt a fare lo stesso, gli baciò una guancia e poi gli prese le mani tra le
sue.

“Dimmi”

“Volevo solo chiederti una cosa”

“Avanti” lo incitò Blaine.

“Quando andremo a Lima, e porterò Melanie a conoscere mia madre, vorrei tanto che venissi anche tu”

“Tutto qui?”

Kurt annuì in risposta.

“Amore, sarei venuto comunque, sono talmente impaziente di conoscere il tuo mondo che non vedo l’ora di partire”

“Davvero?”

“Davvero”

Kurt si lasciò andare e si aggrappò a lui. Blaine lo trascinò sul suo grembo e si distese sulla schiena trascinandolo sopra di lui.

“Andrà tutto bene, Kurt”

Lui non rispose e portò le labbra sul suo cuore ascoltando felice il suo battito solo per lui.

“A quanto pare anche il tuo cuore batte solo per me”

“Non dovevi avere nessun dubbio su questo”

Lui sorrise e non rispose, si limitò a distendersi ancora sul suo corpo e a farsi stringere. Passarono le restanti ore prima dell’alba ad amarsi e a stringersi forte l’uno all’altro. Quella notte quando Kurt entrò in lui, si sentì completamente a casa, nuovo e completo: sapeva già che Blaine era la persona che riusciva a completarlo, ma da quando aveva scoperto di amarlo immensamente era tutto diverso, tutto più bello. Lui sapeva che Blaine e Melanie non solo erano la sua famiglia, ma erano anche quelle due persone che credevano in lui, che lo amavano per quel che era e che rendevano la sua vita perfetta nella sua imperfezione. Era molto curioso di conoscere il parere di suo padre e di Carole, ma sopratutto era emozionato all’idea di far entrare il suo compagno finalmente pienamente nella sua vita, facendolo accedere ai suoi ricordi più cari e alla sua infanzia, racchiusi in quella piccola città dove era nato e cresciuto nonostante i mille problemi che aveva avuto, lui era stato felice, anche se aveva sofferto, c’era sempre stato suo padre per lui e questo non sarebbe mai cambiato.
 
 

Note:

Eccomi qua, scusate se aggiorno così tardi ogni volta, ci stiamo avvicinando alla fine, ma per la vostra gioia, ho aggiunto un altro capitolo, spero che questo vi piaccia. Un grazie alla mia beta Bonnie, che è sempre tanto gentile
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


Capitolo venti

 

Kurt quella mattina si svegliò di buon umore: aveva tra le braccia la persona per lui più importante e quella mattina sarebbero partiti alla volta di Lima, dove finalmente suo padre avrebbe conosciuto il suo Blaine e la piccola Melanie. In realtà era molto emozionato di farglieli conoscere, tutto questo per lui aveva un solo significato: un giorno avrebbe sposato Blaine, ne era più che sicuro, e Burt lo avrebbe capito subito che lui era quello giusto.
Si strinse maggiormente al suo compagno lasciandogli, prima di alzarsi, un bacio sul collo; adorava posare le labbra proprio su quel punto.
Non fece nemmeno in tempo a sollevarsi sui gomiti che il suo compagno lo tirò di nuovo giù, stringendo le sue braccia intorno alla sua vita intrecciando le loro dita.

“Non andare via”  sospirò a bassa voce.

Kurt si intenerì alla sua richiesta, così si riaccomodò esattamente come prima e lo abbraccio di nuovo, andando a posare di nuovo le labbra sul suo collo.

“E' tardi Blaine ... devo andare da Rachel prima di partire e se non esco tra poco non farò in tempo a vederla e gliel'ho promesso”

Blaine prese una delle sue mani e se la portò alle labbra baciandone delicatamente le nocche.

“E' ... che si sta così bene qua, mi piace quando mi tieni tra le tue braccia”

Kurt sorrise alle sue parole fatte di zucchero e lo strinse maggiormente un’ultima volta prima di alzarsi per davvero.

“Amore ti prometto che quando saremo a Lima ti stringerò ogni secondo”

Blaine si irrigidì quasi subito appena sentì il nome del posto dove avrebbero passato la settimana intera. Kurt che conosceva bene ogni movimento del suo corpo se ne accorse subito e comprese altrettanto in fretta il motivo della sua ansia.

“Amore andrà tutto bene vedrai” gli disse cercando di rassicurarlo.

“Sei sicuro?” gli rispose posando il suo sguardo sulle loro mani legate poggiate sul suo ventre.

“Più che sicuro, e lo sai perchè? Perchè io ti amo Blaine, e mio padre lo vedrà appena i suoi occhi si poseranno sui miei che il nostro è un amore
vero”   

Blaine si rilassò alle sue parole e riflettè un momento prima di parlare di nuovo.

“Che c’è?” gli chiese Kurt posandogli ancora dei teneri baci prima sul collo e poi sulla spalla coperta appena dalla maglia.

“E Melanie?”

“Lei che centra?”

Blaine si girò tra le sue braccia per poterlo guardare negli occhi.

“Melanie come la presenterai?” gli chiese a bruciapelo

Kurt non si aspettava di certo una domanda come quella.

“E' tua figlia Blaine”

“Oh Kurt” gli disse Blaine scostandosi dalle sue braccia e alzandosi per mettersi seduto.

Il suo compagno non riusciva a capire la sua reazione, ma tanto meno riusciva a capire cosa gli passasse per la testa in quel momento.

“Blaine che succede?”

Lui non rispose, vedeva che continuava a tenere il capo chinato verso il suo grembo e a stare in silenzio. 

“Amore ti prego parlami” gli chiese quasi come una debole richiesta.

“N-non l’hai ancora accettato” rispose con un lieve sussurro.

“Ma di cosa stai parlando?”

“Di nostra figlia Kurt” gli disse voltandosi finalmente verso di lui.

“Tu non la chiami mai così, non è più solo mia figlia da quando siamo diventati qualcosa d’importante ” continuò gesticolando con le mani.


E' diventata nostra figlia, perchè non lo accetti? O forse non vuoi più essere suo padre ... dimmi, è così Kurt?”

Kurt, a quelle parole, a quella supplica si svegliò come da un incantesimo, guardò il suo Blaine, che sembrava così triste e distrutto dalla sua mancata
risposta e gli fece male il cuore a vederlo così: la giornata era iniziata bene e non stava proseguendo nel migliore dei modi e il solo modo per rimettere tutto in ordine era quello di far chiarezza e di tranquillizzare il suo fidanzato.
Si avvicinò lentamente e lo abbracciò stretto; Blaine quasi senza rendersene conto si lasciò stringere e poggiò la testa sulla sua spalla, e stettero così per un po'. Kurt lo stava cullando e sentiva che il suo corpo si stava rilassando, così attese che lui fosse pronto prima di parlare.

“Amore io non volevo spaventarti ... è solo che ...”

“E' troppo difficile? Vuoi lasciarmi e chiudere con me e Melanie?”

“Non dire stupidaggini!”

Sciolse il suo abbraccio e gli portò le mani sulle sue guance, tastando bene con le dita la sua pelle poco ruvida.

“Blaine guardami ... io voglio essere suo padre e un giorno voglio essere tuo marito, ho solo avuto paura per un momento di non essere all’altezza, di non poter essere il meglio per lei, ma io voglio esserlo, ti prego credimi”

“Io ... io ti credo ... ma ...”

“Ma?”

“Dillo Kurt”

Lui comprese subito cosa Blaine intendesse, si sporse e gli sorrise prima di baciarlo e succhiargli il labbro inferiore.

“Melanie è nostra figlia e a mio padre la presenterò come tale, sei contento ora?”

“Sì, da morire” gli rispose Blaine portandogli le braccia intorno al collo e tirandolo verso di sé.

Si abbracciarono ancora a lungo, prima che la porta si aprisse lentamente rivelando la piccola Melanie; loro gli sorrisero contemporaneamente senza staccarsi l’uno dall’altro.

“Nostra figlia” disse Kurt.

“Sì, è nostra figlia amore” gli rispose Blaine.
 

*****

 
Quelle ore che li separavano dalla loro partenza passarono tranquille, Blaine rimase a casa con Melanie a finire di preparare le valigie, e Kurt fece visita a Rachel: aveva bisogno di parlare con lei e di salutarla per bene.
Quando arrivò a casa sua, suonò il campanello e una vivace Rachel gli aprì la porta. Sempre graziosa, con la sua gonna nera a pois lunga fino al ginocchio, la sua camicetta bianca a maniche corte e il suo dolce viso circondato dai suoi capelli castani, lasciati sciolti dietro alle spalle come al solito.

“Oh ciao Kurt! Non siete ancora partiti?”

“No non ancora, prima volevo parlare con te di una cosa” gli disse stando ancora sul ciglio della porta.

Rachel lo prese per mano e lo trascinò dentro casa, andando verso il divano del salotto vicino all’ingresso; si sedettero vicini, lei gli stringeva ancora le mani mentre attendeva il momento in cui Kurt iniziasse a parlare.

“Ho preso una decisione nelle scorse settimane” esordì guardandola negli occhi.

“E..?”

“Voglio sposare Blaine”

Rachel lasciò la sua mano e si alzò in piedi, iniziando a fare dei piccoli saltelli per poi abbassarsi e abbracciarlo stretto. Kurt l’assecondò e rispose al suo abbraccio, sorridendo felice del fatto che la sua migliore amica fosse d’accordo con la sua scelta.
Lei si risedette al suo fianco e gli baciò una guancia.

“Allora racconta, come hai preso questa decisione?” gli disse entusiasta

“E' da un po’ che ci penso, io lo amo ... e tanto ... voglio sposarlo e renderlo felice e voglio adottare Melanie, voglio che sia nostra figlia a tutti gli effetti”

“Come glielo chiederai?” gli domandò curiosa.

“Non lo so ancora ... ma voglio che sia a Lima, voglio chiederglielo quando siamo nel mio mondo, e ovvio con mio padre e Carole vicino sarà più facile
trovare il coraggio”

“Sono così felice per te Kurt, te lo meriti di essere felice”

Lui le sorrise, si guardò il braccio un momento e si accorse guardando l’orologio legato al suo polso che era tardi e che doveva muoversi a tornare a casa se non voleva perdere l’aereo per andare finalmente a trovare la sua famiglia, era molto emozionato di rivedere di nuovo suo padre e Carole.

"Ora devo andare tesoro” le disse.

“Mi raccomando fammi sapere tutto appena succede!”

“Ma non lo so ancora se glielo chiederò per davvero ... ”

“Non importa , ma se glielo chiederai ... chiamami”

Kurt annuì e la baciò un’ultima volta sulla guancia, si alzò dal divano, la salutò e poi uscì dalla porta.
Il tempo passò velocemente da quel momento in poi; Kurt tornò a casa dove Melanie e Blaine lo stavano aspettando pronti con le valigie, chiamarono un taxi e venti minuti più tardi erano in marcia verso l’aeroporto. Kurt era così emozionato ma anche molto nervoso, finalmente tutto stava andando come previsto. Blaine, seduto al suo fianco, si accorse del suo disagio e gli strinse la sua mano posata sulla coscia con la sua.

“Andrà tutto bene vedrai”

“Sì lo so ... Blaine?”

“Si?”

“Ti amo tanto”

“Anche io”
 
Il volo verso Lima fu piuttosto tranquillo, Melanie si addormentò quasi subito nel suo posto, e Blaine e Kurt erano seduti proprio di fianco a lei che la guardavano riposare serena.

“E' bellissima” disse Kurt guardandola.

“Lo è sempre stata” gli rispose Blaine voltandosi verso di lui.

“Sai Blaine ... io ci tengo a farti conoscere ogni parte di me e Lima è la parte della mia infanzia e sai ...”

“Sarà bellissimo conoscere ogni ricordo del piccolo Kurt”

Kurt sollevò lentamente una mano e la posò leggera sulla sua guancia sinistra.

“Mi dici che ho fatto per meritarti?” gli chiese dolcemente.

“Non so uhm ... magari hai fatto il bravo ometto da piccolo” gli rispose Blaine quasi ridendo e sporgendosi verso di lui per potergli baciare lievemente il naso.

“Sai, queste cose non potrai farle a Lima e mi mancheranno i tuoi gesti spontanei fuori dalla casa dei miei genitori”

“Non importa tesoro, mi farò bastare ogni istante ... e poi c’è sempre il portico” gli rispose.

“Già” gli disse Kurt in risposta.

Arrivarono a Lima un’ora più tardi, scesero dall’aereo e attesero le loro valigie al deposito bagagli. Kurt si guardava attorno come se fosse alla ricerca di qualcosa o qualcuno.

“Chi cerchi?” gli domandò Blaine

“Mio padre dovrebbe essere venuto a prenderci” gli rispose.

Nel frattempo Melanie aveva preso le valigie per loro stando bene attenta a posizionarle perfettamente di fronte a lei, Blaine si accorse del suo gesto e rise di quanto la sua bambina potesse diventare pignola in certi momenti.
Finalmente quando tutti e tre furono con i loro bagagli si allontanarono per raggiungere l’uscita. Oltrepassarono il grande portone e lo sguardo di Kurt si fermò per un momento, non riusciva a fare un passo in avanti, era come concentrato a guardare la persona che in quell’istante gli stava sorridendo. Si avvicinò velocemente a lui, quando lo raggiunse, attese un altro attimo e posò la valigia per potergli buttare le braccia al collo.

“Bentornato a casa figliolo” gli disse Burt stringendolo forte

“Mi sei mancato tanto papà” gli rispose Kurt rispondendo con affetto al suo abbraccio.

Burt strinse suo figlio ancora un po’ prima di lasciarlo andare, si guardarono negli occhi un piccolo secondo e sui loro volti si dipinse un candido
sorriso.

“Come stai papà?”

“Tutto a posto, non ti preoccupare”

“Ma pa-”

“No Kurt, adesso se non ti dispiace voglio conoscere il tuo fidanzato e la sua bambina” gli disse risoluto.

“La nostra bambina”

Burt si voltò verso di lui sicuro di non aver sentito bene, ma negli occhi del suo meraviglioso figlio lesse solo la pura verità.
Kurt si avvicinò a Blaine e lo tirò a sè, prendendolo per la mano e portandolo con se vicino a suo padre.

“Ecco papà, lui è Blaine” gli disse con un sorriso luminoso in volto e stringendogli forte la mano.

Blaine si perse in quel contatto per un momento, era così felice di poter finalmente entrare a far parte del mondo del suo compagno, e iniziare con la conoscenza di suo padre era la cosa più bella.

“P-piacere di conoscerla signore, io sono Blaine” disse voltandosi verso Burt e porgendogli la mano.

Burt sorrise del suo imbarazzo, era proprio come suo figlio glielo aveva descritto, dolce, imbranato e terribilmente innamorato.

“Puoi chiamami solo Burt” gli rispose accentando la sua stretta e stringendogli la mano.

Blaine ricambio il suo sorriso e lasciò la presa, voltandosi e andando a posare le mani sulle spalle della piccola Melanie, che era rimasta in disparte fino ad allora.
Lei fece un passo in avanti e si posizionò esattamente di fronte al suo papà, fissò gli occhi su quelli di Burt che la guardava sognante e si presentò.

“Io sono Melanie e tu sei il papà di Kurt, giusto?” disse sicura.

Burt si avvicinò a lui e si inginocchiò di fronte a quegli occhi tanto simili a quelli di suo figlio, quel celeste chiaro reso più brillante dalla luce.

“Sono suo padre e tuo nonno piccola”

Lei si illuminò alle sue parole e sorrise quasi d’istinto, era la prima volta che conosceva un nonno vero, i genitori del suo papà non l’avevano mai voluta vedere e adesso c’era questo signore che pareva tanto gentile e che la voleva conoscere. Era felice.

“Ne sono felice” sussurrò a bassa voce quasi timidamente.

Burt si sporse e l’abbraccio, lei ricambiò il suo gesto lanciandosi su di lui e portandogli le braccia al collo.
Blaine e Kurt erano in piedi di fianco a loro che guardavano la scena, Blaine senza rendersene conto strinse la sua mano e fece per portare la sua braccia intorno alla vita del suo compagno, quando Kurt si scostò da lui.

“Eh no tesoro, qua no” gli disse sorridendo tristemente.

Blaine sembrò non capire ma poi si ricordò che non erano più nella loro città e che qua le persone non erano di mentalità aperta, e che non potevano
comportarsi come al solito, così si limitò a sorridere impacciato e lasciò anche la sua mano sconsolato.

“Io sono orgoglioso di quello che c‘è tra di noi Blaine, sai che sono fiero di quello che sono, ma qua non comprendono, però se vuoi ci possiamo sempre tenere per mano”

“Davvero?” chiese Blaine speranzoso.

“Sì” disse Kurt prendendogli di nuovo la mano e intrecciando le loro dita.

Burt nel mentre si era di nuovo alzato in piedi e prese per mano la sua nuova nipotina.

“Allora andiamo? Carole ci aspetta a casa” 

I due uomini di fronte a lui annuirono, presero le loro valigie, e insieme a Burt e Melanie che aveva preso il suo piccolo bagaglio, lasciarono finalmente
l’aeroporto.
Il viaggio in auto verso la casa dei suoi genitori fu molto rilassante per Kurt, rivedere quei paesaggi e quelle case che gli ricordavano il suo passato, e vedere quel viale quando furono vicini, dove per la prima volta a cinque anni imparò ad andare in bicicletta, erano ricordi seppur tanto lontani, ancora molto vividi nella sua memoria.
Blaine si accorse del suo sguardo sognante e perso chissà dove e gli strinse più forte la mano.

“Tutto bene?” gli chiese dolcemente.

Kurt si voltò verso il suo compagno e gli sorrise.

“Tutto bene, sono solo un po’ pensieroso”

“Brutti ricordi?”

“No ... solo quelli più belli.”

Blaine non fece più domande e si limitò ad appoggiarsi maggiormente a lui, posando la testa sulla sua spalla.
Quando arrivarono a casa e scesero dall’auto, Carole li stava aspettando seduta sul gradino del portico; appena li vide sorrise e si alzò. Blaine e Kurt presero le loro valigie dal cofano e la raggiunsero.

“Oh Kurt!” esclamò lei abbracciandolo di slancio.

Kurt posò la sua valigia e ricambiò la stretta affettuoso. Si separarono e lei subito notò le due persone al suo fianco.

“Io sono Blaine” esclamò subito quest'ultimo presentandosi a lei.

Lei non attese e abbracciò anche lui. Era così felice che Kurt avesse trovato qualcuno di importante: anche solo guardandolo negli occhi si poteva
comprendere quanto fosse innamorato del suo figliastro.
Dopo che Carole ebbe fatto anche la conoscenza della sua nuova nipotina, entrarono tutti in casa; la donna convinse la piccola ad aiutarla a cucinare mentre i genitori disfavano i loro bagagli.
Burt rimase nell’ingresso insieme a suo figlio e al suo nuovo genero.

“Io vi lasciò riposare, magari vado a vedere se in officina va tutto bene” disse.

“Papà sei sicuro di stare bene?” chiese Kurt apprensivo.

“Certo ragazzo” gli rispose lui stringendogli una spalla.

“Torni questo pomeriggio? Portiamo Melanie al parco e mi farebbe piacere se ci fossi anche tu”

“Certo, si può fare”

Burt diede un ultimo abbraccio a suo figlio e salutò anche Blaine stringendogli la spalla, andò in cucina a salutare Carole e Melanie, poi uscì.
Kurt e Blaine decisero di seguire il suo consiglio e raggiunsero la vecchia camera di Kurt dove avrebbero soggiornato per la settimana, mentre la piccola Melanie avrebbe dormito nella vecchia stanza di Finn.
Quando arrivarono nella sua camera, Kurt posò le valigie vicino all’armadio e si voltò verso Blaine che stava incantato vicino alla porta.

“Su, amore, entra” gli disse in modo dolce prendendogli la mano e trascinandolo dentro.

Tirò Blaine verso di sé e gli fece poggiare la valigia per terra vicino alla sua, gli portò le braccia al collo e lo attirò a sé, posando le labbra sulle sue, e lo baciò, quel tocco iniziato dolcemente finì per diventare in poco tempo appassionato. Le loro bocche si aprirono quasi in sincronia, le loro lingue si incontrarono e per Kurt succhiare il suo labbro inferiore ripetutamente fu naturale e spontaneo.
Si lasciarono andare solo un momento, solo il tempo di rinchiudersi nella loro bolla d’intimità, dove potevano continuare a stringersi forte, ad assaggiarsi senza nessuna distrazione.
Kurt fece qualche passo indietro fino a toccare i piedi del suo letto, ci si sedette e portò Blaine a cavalcioni sopra di sé. Sentiva le sue braccia ancora strette intorno al suo collo, e quella sua bocca che ora stava baciando lasciva il suo collo.

“Hai un sapore buonissimo” gli disse alzando il suo viso.

Kurt sorrise del suo commento e lo guardò negli occhi, mentre quelli di Blaine iniziarono ad osservare la stanza curiosi e attenti. Sopra ogni parete erano appese delle locandine di spettacoli teatrali e sulle mensole erano sistemati ordinatamente una serie di libri e di cd. Era tutto così parte dell’essenza di Kurt.

“Non sapevo che ti piacevano queste cose” gli domandò portando di nuovo gli occhi nei suoi.

“Sono parte del mio vecchio sogno” gli rispose Kurt facendolo scendere dalle sue ginocchia e allungandosi sul letto fino a distendersi, trascinando
Blaine vicino a lui.

Entrambi poggiarono la testa sul cuscino, uno di fronte all’altro, le loro dita intrecciate all’altezza dei loro petti poggiate sul copriletto.

“Allora me ne vuoi parlare?” gli chiese Blaine accarezzandogli il polso.

“Da piccolo il mio sogno era diventare un cantante, uno di quelli che si esibiscono nei teatri: Broadway era il mio sogno” gli rivelò Kurt.

“Wow Kurt, ma è bellissimo”

“Sai, ho una bella voce, almeno così credevo... Quando ho finito il liceo sono andato a New York”

“E ce l’hai fatta?”

“No Blaine, era tutto talmente difficile e competitivo ... mi iscrissi ad una scuola e durante le lezioni trovai anche un lavoro, facevo il babysitter in una scuola materna” continuò.

“E poi?” domandò Blaine.

“Poi tutto è cambiato ... mi sono innamorato dei loro sorrisi veri e reali, dei loro modi gentili e delle loro carezze ... scoprì che badare a dei bambini era più bello che stare su un palco”

“E' per questo che sei diventato un insegnante?”

“Si, ho lasciato la scuola di canto e ballo l’anno dopo e mi sono iscritto ad una scuola per insegnanti”

“Te ne sei mai pentito?”

“Mai”

Kurt si avvicinò di più al suo compagno, lo attirò a sé, posandogli un braccio intorno alla vita per averlo più vicino.

“E poi ...” sussurrò baciandogli il naso.

“E poi cosa?” rise in risposta Blaine.

“Se non fossi diventato un insegnante, magari avrei potuto non incontrarti mai”

“Ci saremo incontrati lo stesso in qualche modo ... sai è il destino, Kurt”

“Già”

Kurt si sporse e lo baciò ancora e stavolta sulle labbra, non si stancava proprio mai di poggiare le labbra sulle sue. Rimasero sdraiati finchè non si addormentarono, vicini e abbracciati l’uno all’altro. Era stata una lunga giornata, Kurt era tornato a casa e aveva portato con sè Blaine per farlo entrare nel suo mondo e fargli conoscere le persone che lo avevano fatto diventare l’uomo di cui lui si era innamorato. Ora si poteva definire finalmente un uomo felice per davvero, qui nella sua vera casa, con la sua famiglia, il suo compagno e la loro figlia. 
 

Note:

Ed eccoci qua con il terzultimo capitolo, ne mancano solo due alla fine, se ci penso divento triste, comunque spero che vi piaccia come capitolo e ringrazio le 75 persone che seguono questa storia e la mia beta Bonnie.
Al prossimo aggiornamento e buona lettura.

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


Capitolo Ventuno
 

 
Quello stesso pomeriggio Kurt, Blaine e Melanie andarono al parco come promesso; poco prima di uscire Burt aveva detto loro che li avrebbe raggiunti più tardi.
Ora loro se ne stavano lì, seduti in una delle tante panchine del parco, con le dita intrecciate posate ai bordi delle loro cosce, a guardare la loro bambina che giocava beata seduta sull’altalena. Blaine si voltò verso il suo compagno con il migliore dei suoi sorrisi.

“Sei bellissimo” gli disse entusiasta.

“Oh Blaine, me lo dici sempre” gli rispose Kurt senza voltarsi.

“Sei speciale, sei una persona importante per me e per Melanie” gli sussurrò ancora.

“Lo so bene amore” gli rispose ancora senza voltarsi.

“Voglio avere un altro figlio, Kurt ...” gli disse allora Blaine, aspettando la sua reazione immediata.

Adorava farlo spaventare, fargli credere una cosa che poi si sarebbe avverata solo molto tempo dopo.
E infatti come previsto, Kurt si voltò immediatamente verso di lui, guardandolo con gli occhi sorpresi e la bocca leggermente socchiusa.

“Come hai detto?”

Blaine scoppiò a ridere ma smise quasi subito per la paura di offenderlo.

“Tesoro tranquillo, era solo per farti voltare”

“Stavi scherzando quindi?” gli domandò Kurt per avere una conferma.

Il suo fidanzato ritornò immediatamente serio e gli strinse più forte le dite, sollevando poi la sua mano per portarsela alle labbra: poco prima di rispondere alla sua domanda volle lasciargli su quelle dita lunghe e affusolate dei teneri e casti piccoli baci.

“No Kurt, io voglio davvero crescere un altro figlio con te, solo tra un po’..”

“Blaine, lo sai che prima ci dobbiamo sposare, e dobbiamo anche pensare a come fare ... non è così semplice”

“Amore lo so, era solo una proposta”

“Non è che non voglia ma sai-”

“Dimmi solo che ci sarà un fratellino per Melanie nel nostro futuro”

“Certo che ci sarà” gli disse sporgendosi verso di lui e stringendolo forte a sè.

“Kurt, non possiamo” gli disse Blaine inizialmente non ricambiando il suo abbraccio.

Si era ricordato delle parole del suo compagno durante il volo, i loro classici gesti spontanei qua non erano visti di buon occhio.

“Non ti preoccupare, non c’è nessuno qua in giro e ho tanto bisogno di stringerti”

Blaine decise di accontentarlo e finalmente ricambiò la sua stretta, portò le mani sulla sua schiena e lo strinse forte. Nell’aria si sentivano i rumori dei
piccoli pettirossi che volavano da un ramo all’altro e le tenere voci dei bambini che giocavano e si divertivano in lontananza: stavano vivendo proprio un perfetto pomeriggio.
Burt arrivò qualche tempo dopo, e trovò il figlio con il suo fidanzato seduti alla panchina che si sorridevano e la sua nuova nipotina all’altalena che si divertita ad andare sempre più in alto.
Avvicinandosi a loro notò che il sorriso di suo figlio era molto più bello dell’ultima volta che lo aveva visto, in verità era da molto che non lo vedeva così felice.

“Eccomi!” esordì.

Kurt si voltò subito sentendo la sua voce, gli sorrise e si alzò per poterlo abbracciare.

“Ben arrivato papà, dai, siediti con noi”

Burt si grattò leggermente la testa leggermente indeciso.

“Veramente io vorrei ...” disse indicando con la mano la piccola Melanie che giocava.

“Penso che le farà piacere” gli disse Kurt sorridendo e dandogli un’ultima pacca sulla spalla.

Così Burt fece un saluto a Blaine, poi si allontanò raggiungendo la piccola Melanie che appena lo vide arrivare, scese dall’altalena e corse ad
abbracciarlo.
Kurt stava osservando la scena da lontano quasi commosso dall’affetto che suo padre stava dimostrando alla sua bimba. Si, perchè Melanie era anche sua, era la figlia che aveva con Blaine e anche se ancora non era tutto legale, lui la sentiva anche sua.
Si sedette vicino a Blaine e si lasciò portare un braccio intorno alle spalle e finì per poggiare la testa sulla sua spalla.

“Tuo padre sarà un buon nonno per Melanie” disse Blaine a bassa voce.

“Lui è il miglior padre del mondo”

“Ne sono sicuro, sai ...”

“Cosa?” gli domandò Kurt voltandosi verso di lui.

Blaine si rabbuiò un momento ma poi pensò che forse era il caso di confessare a Kurt cosa l’affliggesse tanto.

“Io non ho avuto un padre come il tuo, per me è stato difficile”

Kurt si intenerì subito, sapeva di essere stato fortunato ad avere Burt come padre, ma era anche conscio che non tutti avessero avuto una tale fortuna.

“Può essere un padre anche per te, sai ne sarebbe felice Blaine”

“Lo pensi davvero?” chiese speranzoso.

“Si amore” gli rispose accarezzandogli dolcemente la guancia destra con le sue dita lunghe e affusolate.

Burt li raggiunse poco dopo, e insieme a Melanie finalmente ritornarono a casa; quando arrivarono, la piccola fece compagnia a Carole mentre
preparava la cena.
La cena fu piacevole per tutti: Burt ebbe modo di conoscere il suo nuovo genero, di chiacchierare sul suo lavoro e di conoscere meglio la piccola Melanie, che non smetteva un istante di raccontare le sue avventure a scuola e di come prima chiamava Kurt: maestro Hummel. Dopo cena la bimba aiutò insieme a suo padre a riordinare in compagnia di Carole, mentre Kurt raggiunse suo padre in salotto per fargli compagnia mentre guardava la televisione e per potersi finalmente confidare. Poco prima di iniziare, Blaine li raggiunse e disse a Kurt che avrebbe messo a dormire la piccola Melanie e che lo avrebbe aspettato nella sua stanza; Kurt annuì e lo lasciò andare. Quando si voltò si accorse che suo padre lo stava osservando, e fu in quel frangente che Kurt decise di parlargli, voleva un suo parere, voleva sapere se la sua idea di sposarsi con Blaine fosse buona o meno.

“Papà posso parlarti un momento?” gli disse.

“Certo figliolo” gli rispose lui sorridendo.

Erano vicini seduti uno affianco all’altro sul divano, Kurt era molto dubbioso sul fatto che la sua idea di sposare Blaine fosse buona ma preferiva avere il parere di una delle persone che per lui contavano davvero: suo padre.

“Sai papà, io e Blaine ormai ci conosciamo da un po’ ...”

“Si lo so”

“... sono e siamo molto felici”

“Lo vedo” gli disse Birt.

“Sai ho pensato una cosa papà ...”

“Dimmi su, non avere paura di parlarmi di quello che pensi Kurt” lo esortò a continuare.

“Voglio adottare Melanie legalmente” gli sussurrò a bassa voce guardandolo negli occhi.

“E ...”

“E voglio sposare Blaine”

Burt sorrise a suo figlio e gli poggiò una mano sul ginocchio.

“Sono tuo padre e ti conosco bene Kurt, sapevo che eri su quella strada, e mi è bastato guardare te e Blaine insieme alla piccola per capirlo”

“Pensi che sia troppo presto?” gli domandò quasi spaventato dalla sua risposta.

“No Kurt, no, se ti fa felice per davvero”

“Io sono molto in dubbio, ma lo amo così tanto papà, e amo quando Melanie mi chiama papà e vorrei che tutto non finisse mai”

“Vedrai, andrà tutto bene”

Kurt si sporse verso di lui e lo abbracciò stretto, Burt lo tenne stretto a sè: a volte gli sembrava che Kurt fosse rimasto il bambino che aveva cresciuto da solo, che ogni volta per superare un ostacolo aveva bisogno di un suo abbraccio, ora che abitavano lontani erano rari i loro abbracci, ma quando Kurt gli faceva visita la cosa più bella era che lo poteva di nuovo stringere.

“Grazie papà” gli disse separandosi da lui.

“Di nulla figliolo”

“Domani mi accompagneresti in gioielleria a scegliere l’anello?” gli domandò con un sorriso sulle labbra.

“Certo che verrò” gli confermò Burt.

“Ok, allora io vado a dormire” gli disse battendo le mani sulle sue ginocchia e alzandosi in piedi.

“Buonanotte Kurt”

“Buonanotte papà”

Si sorrisero un’ultima volta e Kurt lasciò la stanza, raggiunse la sua camera salendo le scale lentamente cercando di non fare rumore, arrivò alla porta e l’aprì lentamente e scorse Blaine rannicchiato nel suo letto che leggeva uno dei libri con la luce della piccola abatjour posizionata sopra il suo comodino che incorniciava quella visione tanto bella che si mostrava ai suoi occhi.
Spinse la porta e finalmente entrò all’interno facendo distogliere dalla sua lettura Blaine, che al primo rumore sollevò il volto e sorrise alla sua presenza.

“Oh eccoti, hai finito di parlare con tuo padre?” gli disse poggiando il libro sul comodino.

Kurt annuì, si avvicinò al suo armadio e lo aprì, si spogliò di fronte al suo compagno che lo guardava come se avesse di fronte un angelo. Kurt si levò dei suoi vestiti velocemente e si cambiò prendendo una maglia e un paio di pantaloncini situati in fondo all’armadio. Quando finì di piegare gli indumenti che si era levato in precedenza si voltò verso Blaine che non aveva smesso un secondo di guardarlo.
Kurt si avvicinò al letto salendoci sopra e posizionandosi dietro il suo fidanzato abbracciandolo stretto; Blaine si fece raccogliere dalla sue forti braccia e si abbandonò a lui.

“Melanie come sta?” gli chiese Kurt baciandogli il collo teneramente.

“Tutto bene, si è addormentata in fretta” gli rispose Blaine chiudendo per un secondo gli occhi beandosi dei tocchi che Kurt gli stava regalando.

“Domani devo uscire con mio padre, ma tu puoi restare con Carole, magari potete portare Melanie a fare una passeggiata” gli disse Kurt.

Voleva andare a comprare quel maledetto anello, voleva fargli la proposta e voleva che tutto si sistemasse, anche se la paura di fallire era sempre
presente. Lui era sicuro di amare Blaine e Melanie, loro erano la sua famiglia.

“Blaine?” sussurrò  a bassa voce.

“Dimmi”

“Tu mi ami vero?” gli chiese con quella voce tanto flebile che spaventò Blaine portandolo a girarsi tra le sue braccia per potersi specchiare nei suoi
occhi bluastri.

“Come hai detto?”

Kurt abbassò il volto poggiando la fronte sul suo petto aspettando che Blaine lo stringesse forte e gli facesse dimenticare ogni dubbio.

“Kurt, guardami”

Il suo compagno non accennava a muovere nessun muscolo così lui gli portò due dita sotto al mento sollevandogli quel viso che tanto amava.

“Che succede?” gli domandò.

Lui potè sentire la preoccupazione nella sua voce, ma stavolta era lui che voleva essere rassicurato.

“Dimmi che mi ami Blaine” quasi lo implorò.

Blaine gli circondò con le mani tremanti il suo viso e lo baciò dolcemente cercando di trasmettergli con quel gesto la sua risposta. Ma rispose ugualmente alla sua domanda, perchè oramai conosceva bene il suo Kurt, c’erano delle volte che aveva bisogno di sentire quelle parole e lui era pronto in ogni momento, gliele avrebbe ripetute in ogni istante della loro vita.

“Ti amo Kurt e non smetterò mai di dirtelo” gli sospirò sulle labbra baciandolo ancora.

Il suo compagno sorrise e pensò che ormai non c’era più nessun dubbio, lui voleva sposare Blaine e lo avrebbe fatto presto.
Si addormentarono stretti l’uno all’altro, avvinghiati e con i loro respiri uniti: quel primo giorno a Lima era stato faticoso, ma entrambi erano sicuri che davanti a loro ci sarebbe stata una settimana meravigliosa da vivere tutti insieme.
 

*****

 
La mattina seguente come previsto Kurt uscì con suo padre diretto alla gioielleria, salutando Blaine con un bacio; il suo compagno ancora dormiva quando lui era uscito, sapeva che era alquanto presto ma Burt doveva aprire la sua officina e lui non vedeva l’ora di avere tra le mani quell’anello di fidanzamento.
Fecero l’intero percorso a piedi, la loro casa non era poi così lontana dal centro e Kurt aveva bisogno di calmarsi e di pensare bene ad ogni dettaglio per la sua famosa proposta a Blaine. Burt che camminava al suo fianco si era accorto del suo nervosismo ma lo conosceva bene e non disse una sola parola. Se il figlio avesse voluto una parola d’incoraggiamento lui ci sarebbe stato, in caso contrario era sempre al suo fianco per qualsiasi cosa.
In poco tempo arrivarono alla gioielleria e quando entrarono al suo interno Kurt si diresse sicuro verso il commesso che subito li salutò cordialmente.

“Buongiorno signori, posso fare qualcosa per voi'”

Kurt si avvicinò al bancone tentennante e sempre affiancato da suo padre.

“Vorrei vedere degli anelli di fidanzamento, delle fedine andrebbero bene” disse quasi con la voce sicura.

Il commesso annuì e prese da sotto il bancone una grande custodia in velluto blu, la mise sopra il tavolo e la aprì rivelando i diversi tipi di fedine che
erano posizionate in ordine di materiale e di costo.

“Oro bianco, o oro giallo?” domandò il commesso.

Kurt le guardò tutte attentamente, erano tutte bellissime, anche se la sua attenzione era rivolta verso una speciale fedina in argento, molto semplice con delle piccole pietre incastonate in cima.

“Oro bianco” disse.

“E dispone anche della misura?”

“Beh le mie dita sono più affusolate delle sue quindi presumo che la misura sia un pochino più grossa” disse.

“E' per un uomo la fedina?”

“Si per il mio fidanzato” disse Kurt guardandolo negli occhi, aspettandosi un qualsiasi commento da parte sua.

“Allora aspetti un momento” disse il commesso allontanandosi senza dire una sola parola.

Ritornò poco più tardi con una nuova scatola, sempre in velluto, che posò sul tavolo affianco all’altra, la aprì e tirò fuori un astuccio che mostrò a Kurt
aprendolo davanti a lui.

“Forse queste potrebbero fare al caso suo”

“Sono bellissime”

“Sono di alcune misure più grandi della misura della sue dita, ad occhio e croce, in ogni caso se la fedina al suo fidanzato risulterà più larga o meno,
basterà riportarla e provvederemo a modificarla come lei desidera”

Kurt guardò attentamente le fedine che si mostravano di fronte ai suoi occhi curiosi e subito una di esse catturò la sua attenzione.
Una fedina in oro bianco, molto semplice senza nessuno sfarzo, magari avrebbe potuto far incidere qualcosa al suo interno, in modo da renderla più personale e intima.

“Voglio questa” disse indicandola.

Il commesso sorrise e la tolse fuori dall’astuccio, facendo per prendere una piccola scatolina in velluto dove riporla prima che Kurt lo fermasse.

“Mi scusi è possibile fare un’incisione?”

“Certo, ma in questo caso dovrebbe venire a ritirarla domani” gli rispose il commesso.

“Se vuoi Kurt posso passare io domani a ritirarla, così tu puoi stare con Blaine e Melanie”

Kurt annuì sorridendogli.

“Ok papà”

“Che cosa vuole che faccia incidere?” domandò il commento riattirando la sua attenzione.

All my love for you, Blaine” gli rispose.

Il commesso annotò la piccola frase da incidere nella fedina,  gli diede appuntamento all’indomani e Burt e Kurt finalmente uscirono dalla gioielleria per ritornare a casa.

“Hai fatto un’ottima scelta Kurt” disse Burt.

“Grazie papà” gli disse prendendolo per il braccio e allontanandosi legato a lui.
 

*****

 
Nei giorni seguenti fu tutto molto tranquillo, Kurt pensava in continuazione a come fare la sua proposta a Blaine: ogni mattina si svegliava e lo trovava accanto a lui che respirava e dormiva beato, in cuor suo pensava che avrebbe voluto svegliarsi in quel modo ogni giorno della sua vita.
Ogni volta che ne aveva l’occasione si perdeva ore a guardare quella fedina, ad osservare quell’incisione che per lui e Blaine voleva dire così tanto; non vedeva l’ora di poterla vedere al suo dito, di far vedere al mondo che il suo Blaine era impegnato con lui e che il suo sogno stava per diventare realtà.
I pomeriggi li passavano sempre al parco di Lima e in giro per il centro,  ovviamente dovevano stare attenti a non dimostrarsi troppo il loro amore anche se era quasi inevitabile che chi li guardasse, si accorgesse subito del loro sentimento puro e semplice.
Arrivò senza che ne rendessero conto il venerdì, il terzultimo giorno prima del loro ritorno a New York. Kurt aveva chiesto a Carole e Burt di prendersi cura della piccola Melanie, in questo modo lui sarebbe andato a cena con Blaine e se tutto fosse andato secondo i suoi piani: gli avrebbe fatto finalmente la proposta.
Quella sera era davanti allo specchio ad aggiustarsi il papillon; nel pomeriggio aveva avvisato Blaine che sarebbero andati a cena fuori, inventando la scusa che dovevano celebrare il loro arrivo a Lima e che sfortunatamente la piccola Melanie non se la sentiva di partecipare. Grazie al cielo era bastato dire la verità a Melanie per convincerla a fingere un piccolo e innocente malore. Lei e Kurt avevano legato molto, erano diventati molto complici e uniti. A lui piaceva tanto che ormai la bambina lo considerasse un papà, ed era rimasto molto contento quando prima di allontanarsi per raggiungere nonno Burt, lo aveva abbracciato e gli aveva sussurrato all’orecchio: "fai felice il mio papà mi raccomando."
Così mentre finiva di sistemarsi il suo abito ripensava con amore alla sua piccola, si voltò verso il comò e dal cassetto prese la scatolina con la fedina. Era ancora molto nervoso e doveva ancora pensare alle parole giuste da dire, lui sapeva che voleva diventare il marito di Blaine, ne era certissimo, il suo cuore glielo ripeteva da intere settimane, aveva solo paura di sbagliare, ma respirando a fondo si ripromise quantomeno di provarci, Kurt Hummel non rifiutava mai una sfida.
Non lo sentì nemmeno arrivare, ma quando si sentì due forti braccia che lo avvolgevano da dietro, sorrise al solo pensiero che solo una persona lo faceva arrossire e gli faceva battere il cuore in quel modo.

“Siamo pronti?” gli domandò Blaine baciandogli il collo

“Si amore, possiamo andare”

Kurt si voltò intorno alle sue braccia e lo baciò guardandolo negli occhi e sorridendo alla meravigliosa vista che si destava davanti a lui ogni giorno da circa sei mesi.

“Sei bellissimo” gli disse accarezzandogli la guancia.

Blaine arrossì e abbassò il viso felice che nonostante lui lo dicesse sempre a Kurt, anche lui glielo ripetesse allo stesso modo.
Kurt lo osservò meglio, e quello smoking nero che usava sempre per le grandi occasioni gli stava davvero d’incanto.

“Lascia che ti sistemi meglio il papillon” gli sussurrò.

Dopo che si accertò che era pronto e bellissimo per uscire lo baciò ancora una volta; in risposta Blaine come sempre gli sorrise, lo prese per mano e
insieme uscirono dalla stanza.
Arrivati al piano di sotto salutarono la piccola Melanie che se ne stava seduta nel divano tra le braccia del suo nuovo nonno, Carole che stava facendo la cena in cucina, e uscirono.
Arrivarono al ristorante venti minuti più tardi, il cameriere li fece subito accomodare al loro tavolo e Kurt sentiva l’ansia crescere sempre  più. Continuava a toccare la scatolina nella sua tasca, per cercare di trovare il giusto coraggio ma nulla sembrava calmarlo.
La cena proseguì tranquilla, lui e Blaine come sempre parlarono del più e del meno e la serata stava proseguendo bene, quando arrivarono al dolce Kurt capì che forse era arrivato il momento di fare la sua proposta. Grazie al cielo nel ristorante non c’erano molte persone e non avrebbe richiamato molto l’attenzione con il suo gesto.
Mentre attendevano le due fette di torta al limone che avevano ordinato, Kurt posò le mani sulla tavola, quelle dita intrecciate tra di loro che lo stavano solo innervosendo ulteriormente, ma non poteva fare diversamente.

“Tutto bene Kurt? ” gli chiese Blaine notando il suo nervosismo e stringendogli la mano.

Kurt sembrò destarsi e lo guardò negli occhi senza rispondergli.

“Puoi dirmi tutto lo sai vero?”

“St-sto bene amore, tutto apposto”

“Sei sicuro che non c’è qualcosa che non va? Sai mi sono accorto che non sei come sempre”

“Perchè come sono?” gli domandò a sua volta sorridendogli e sperando che le tenere parole del suo compagno gli dessero il coraggio necessario a fare
quella benedetta promessa.

“Beh oltre che bellissimo come sempre ti ripeto, tu risplendi Kurt, sei la mia luce, sei come una lucciola che illumina la vita mia e di Melanie”

“Una lucciola?” chiese Kurt scettico.

“Una bellissima lucciola direi” rilanciò Blaine ridendo quasi della sua affermazione un po’ stupida.

Kurt lo guardò negli occhi e si rese conto che lui non aveva bisogno di una proposta per avere quell’uomo vicino a lui, si ritrovò a pensare che forse quel ristorante non era il posto adatto, e che non aveva le parole giuste in testa, si accorse che magari doveva pensarci meglio, e portando una delle mani del suo compagno alle labbra se ne rese conto, le baciò dolcemente e proprio quei piccoli e teneri baci gli confermarono che non era il momento giusto per proporsi, ci sarebbe stato un momento migliore, si trattava solo di attendere.
Baciò ancora le sue dita e sollevando lo sguardo sorrise al suo compagno che lo guardava con quello sguardo innamorato che tanto amava.

“Va tutto bene allora?”

“Si amore finchè avrò te al mio fianco, andrà tutto bene” gli sussurrò.

“Sempre”

I tre giorni successivi che rimasero a Lima volarono, e la domenica arrivò senza avvisarli; Kurt si ritrovò a piangere sulla spalla di suo padre all’aeroporto, non voleva salutarlo di nuovo, ma ormai la sua vita era da un’altra parte e dovevano separarsi.
Anche la piccola Melanie pianse tra le braccia dei nonni che le promisero di andarla a trovare molto presto, la bambina sorrise loro e li baciò uno per uno sulla guancia cercando di non dimenticare i loro tocchi gentili e amorevoli.
Burt e Carole abbracciarono stretti anche il loro futuro genero, perchè lui lo sapeva che si sarebbero sposati presto, e anche se suo figlio non gli aveva fatto la proposta Burt ne era certo, si sarebbero uniti in matrimonio molto presto, bisognava solo attendere il momento giusto.
 

*****

 
Il giorno dopo erano già ritornati alla loro routine, Blaine che la mattina andava a lavorare al panificio, Kurt che accompagnava Melanie a scuola insieme a lui e Tina che puntualmente andava a prendere la piccola per poterle preparare il pranzo e farle compagnia durante il pomeriggio mentre Kurt rimaneva a scuola per le lezioni pomeridiane. Aveva riposto la fedina nel loro cassetto, in  attesa di un momento propizio, non  pensò al fatto che Blaine avrebbe potuto trovarla, ma in ogni caso sistermarla per non perderla era la giusta soluzione.
Era in uno di quei pomeriggi che quando Tina tornò a casa con la piccola trovò Blaine ad attenderle seduto sul divano.

“Oh ciao Blaine! Non ti aspettavo fino a sera insieme a Kurt” gli disse lei levando lo zainetto dalle spalle della bimba e accompagnandola nella sua
cameretta.

Quando fece ritorno dal suo amico lo trovò sempre seduto sul divano con un’aria diversa dal solito, più nervoso e più ansioso dell’ultima volta che lo aveva visto, poco prima di partire per lima.

“Hey” gli disse sedendosi di fianco a lui sul divano.

“Ciao Tina”

“Allora com’è andata a Lima?” gli domandò lei cordiale cercando di farlo sorridere.

“E' andato tutto bene, la famiglia di Kurt è meravigliosa e vederlo nel suo mondo mi ha fatto innamorare di lui ancora di più ma ...”

“Ma cosa?” domandò lei curiosa.

“Ecco, è successa una cosa strana”

“Cosa è successo da farti avere quella faccia?” gli chiese ancora.

“Poco dopo che siamo ritornati qua, qualche giorno più tardi il nostro rientro, ho trovato questo nel cassetto” gli rivelò alla fine tirando dalla sua tasca
la famosa scatolina che conteneva la fedina che Kurt aveva acquistato a Lima.

“Oh dio” fece Tina mettendosi subito le mani davanti alla bocca per la sorpresa.

“Si ecco, hai avuto un po’ la mia stessa reazione”

“Pensi che lo abbia comprato Kurt?”

“E chi se no Tina? E poi la sua incisione all’interno mi ha levato ogni dubbio”

“Che c’è scritto?”

All my love for you, Blaine

“Che romantico che è il tuo Kurt!” constatò Tina contenta che il suo migliore amico fosse tanto amato.

“Sai, non capisco perchè non me lo abbia chiesto se ha comprato l’anello” disse Blaine.

Tina si accorse del tono amaro e deluso usato dal suo amico nel pronunciare quelle parole.

“Magari non è ancora arrivato il momento giusto non credi?” gli disse cercando di consolarlo, andando a stringergli con la mano un ginocchio.

“Non lo so sai, e che io lo amo tanto e so che mi ama anche lui”

“Parlate spesso di matrimonio?”

“Si certo Tina, e a Lima abbiamo anche parlato di avere un fratellino per Melanie”

“Davvero?” chiese lei stupita.

Blaine annuì ancora pensieroso.

“E allora di cosa ti preoccupi? Magari ti ha comprato la fedina  ma non ha ancora trovato il modo di farti la proposta” gli disse cercando di farlo
sorridere.

“E se avesse cambiato idea? Se magari si fosse convinto che stiamo bene cosi e che sposarci non è importante?” gli domandò Blaine spaventato dalle
sue stesse parole.

Tina si sporse e lo abbracciò forte, in questi attimi tornavano i ragazzini di un tempo, giovani e incapaci: a lei era sempre piaciuto consolarlo, sopratutto
quando James era venuto a mancare, si ricordava ancora molto bene in che condizioni stava Blaine, ma stavolta la situazione era diversa, qua non serviva disperarsi, si trattava solo di aspettare. Lei era sicurissima dell’amore che legava Blaine e Kurt, lo aveva visto nei loro occhi innamorati e nei loro gesti spontanei e naturali.
Si scostò da lui e gli portò le mani sulle guance.

“Blaine guardami” gli disse lei.

Lui alzò lo sguardo e si specchiò negli occhi a mandorla della sua migliore amica

“Dimmi”

“Perchè non gliela fai tu la proposta?”

“Come?” domandò confuso Blaine.

“Fagli la proposta Blaine, tu sei sicuro di volerlo sposare?” gli domandò

“Si” le rispose deciso.

“E allora fagliela tu, vedrai troverai le parole giuste e ti verrà tutto talmente naturale, tu sai creare la magia Blaine”

Blaine abbassò ancora il viso e pensò che la sua Tina aveva ragione, lui amava Kurt ed era sicuro al mille per mille che lo voleva sposare, e forse trovare quella fedina nel cassetto era stato un segno. Il suo Kurt aveva inconsciamente reso tutto più bello e lui lo avrebbe reso stupendo solo per vedere i suoi occhi illuminati e il suo sorriso candido dipinto in volto. Alzò il volto e baciò la sua amica sulla guancia sporgendosi in avanti.

“Grazie Tina!"

“Di nulla tesoro” gli rispose lei con un dolce sorriso.
 

*****

 
Il giorno dopo quando Blaine era deciso nel suo intento, si svegliò presto e guardò al suo fianco quel meraviglioso uomo che stava ancora dormendo al suo fianco, si sporse senza fare rumore e gli lasciò un bacio sulla fronte, era così emozionato, quel giorno sarebbe stato speciale e lui era intenzionato a renderlo indimenticabile. Si alzò e senza svegliare il suo compagno prese dei nuovi indumenti dall’armadio e della biancheria dal cassetto dal comò. Andò in bagno e si fece una doccia veloce, venti minuti più tardi era pronto, si guardava allo specchio e vedeva già gli occhi brillanti del suo Kurt mentre diceva si. Si destò dalla sua fantasia, prese la scatolina con l’anello dal cassetto mettendola nella tasca dei jeans e si affrettò ad uscire dalla loro camera da letto. Si recò nella cameretta della sua Melanie e svegliò la bimba che aprì gli occhi assonnata.

“Amore devi vestirti che ti porto da zia Tina” le disse facendola sollevare e mettendola seduta.

“Perchè papà?” gli domandò lei stroppicciandosi gli occhi.

“Oggi è un giorno importante, farò la proposta al tuo papà”

Melanie sembrava non capire, ma poi comprese cosa le stava dicendo il suo papà, si ricordò per un momento che anche Kurt le disse le stesse parole
qualche giorno prima, ma poi forse pensò che non era successo nulla e per la stanchezza evitò di fare altre domande.
Fece esattamente come le disse il suo papà, si fece lavare e vestire senza fare nessuna protesta, nemmeno quando Blaine le scelse un abitino arancione da indossare con delle ballerine gialle, anche se si ripromise di dire a Kurt di cambiarle l’intero guardaroba.
Mentre Melanie si preparava lo zainetto per la scuola, Blaine scrisse un biglietto per Kurt che posò sul tavolo della cucina, era sicuro che lo avrebbe notato.
Qualche tempo più tardi lui e la bimba uscirono, camminarono un po’, Blaine aveva pensato di fare la proposta a Kurt al parco; Tina fortunatamente li aspettava all’incrocio vicino all’ingresso, quando li vide arrivare sorrise a Blaine e abbracciandolo gli augurò buona fortuna, poi prese la bimba per mano e sorridendo a Blaine si allontanarono.
Lui entrò al parco e cercò la panchina più bella, si andò a sedere e attese paziente l’arrivo del suo Kurt.
 
Quella mattina quando Kurt si era alzato, non aveva trovato il suo compagno al suo fianco, il suo lato del letto era stato rifatto e non c’era traccia di lui nella casa, solo dopo essersi fatto una doccia e cambiato e arrivato in cucina notò quel biglietto poggiato sul tavolo che lui stava leggendo in quell’esatto momento mentre faceva colazione con il suo caffè seduto su una delle sedie.
 

Amore mio, oggi è una bellissima giornata
Per questo ti aspetto al parco alle dieci esatte,
Sarò alla nostra panchina, ti aspetto.
Con amore, il tuo Blaine 

 
Kurt continuava a rileggere quelle poche righe pensando al perché il suo Blaine voleva incontrarlo proprio quel giorno al parco, si voltò a guardare il calendario appeso alla parete, pensando che magari quel giorno era un giorno particolare, ma quando vide che era solo il 21 di settembre, non gli venne in mente nulla.
Finì di fare colazione deciso a scoprirlo andando al suo appuntamento, si alzò dalla sedia, posò la tazza nel lavello, andò in bagno a lavarsi i denti, e poco prima di andare all’ingresso passò nella loro camera da letto a controllarsi allo specchio. Il suo sguardo cadde su una delle foto appese alle pareti. La sua vita era cambiata tanto da quando Blaine era entrato nella sua vita. Il suo sorriso era sempre vivo e reale quando erano vicini.
Dopo un’ultima occhiata, lasciò la stanza, mentre percorreva il piccolo andito si accorse che anche la stanza di Melanie era aperta, si avvicinò e si accorse che nemmeno la bambina era in casa, in cuor suo continuava a farsi domande ma decise di andare all’appuntamento e chiedere direttamente ogni cosa al suo fidanzato. Arrivò all’ingresso e prese il cellulare, le chiavi dal mobile vicino all’appendi abiti e uscì di casa chiudendosi la porta alle spalle.
Percorse quel viale alberato lentamente godendosi la brezza estiva che proprio quel giorno era giunta al termine. Le nuvole in cielo che iniziavano a sbiadire e le foglie autunnali che stavano nascendo indisturbate in quegli alberi che contornavano quella strada dove stava camminando.
Arrivò al parco, e vide subito in lontananza il suo bellissimo Blaine, era seduto alla loro panchina, quella dove mesi prima si erano dichiarati il loro amore, dove per la prima volta i loro sguardi si erano incontrati davvero.
Si avvicinò lentamente a lui, e quando Blaine alzò il suo viso, incontrò subito i suoi occhi e il tempo si era fermato, tra loro succedeva sempre, era come fossero due entità distinte dal resto quando erano insieme.

“Eccoti qua”

“Scusami amore, se ho fatto tardi” gli rispose Kurt.

“Non ti preoccupare … ora sei qua, dai vieni a sederti vicino a me” gli disse facendogli cenno di andare a sedersi vicino a lui.

Kurt non se lo fece ripetere e si accomodò nella panchina vicino a loro, subito si sporse e lo baciò dolcemente, incontrare le sue labbra era quasi d’obbligo.
Si accorse subito che Blaine era un po’ nervoso, ma decise di attendere e magari proprio lui gli avrebbe detto il motivo.
Il suo fidanzato all’improvviso si voltò verso il cielo alzando il viso in alto, Kurt non comprese immediatamente che stava succedendo, lo assecondò e fece la medesima cosa, perdendosi in quel cielo blu.
E finalmente proprio quando non ci stava facendo caso, Blaine iniziò a parlare.

“Non trovi che oggi sia una bellissima giornata?” gli domandò abbassando il viso e guardandolo con un sorriso.

Kurt arrossì e non seppe nemmeno lui perché, istintivamente cercò le sue mani e le loro si trovarono quasi senza nemmeno pensarlo.

“Penso di sì” rispose a bassa voce.

Blaine si avvicinò di più a lui e si sporse poggiando la sua fronte con la sua, Kurt sentì il suo respiro dritto nella sua bocca lasciata leggermente aperta per la sorpresa di quei gesti improvvisi del suo compagno.

“Hey amore tutto bene?” gli chiese Kurt iniziando a preoccuparsi.

“Tutto bene sono solo molto felice” gli rispose separandosi da lui e stringendo le sue mani più forte.

“Kurt da quanto ci conosciamo?”

“Che vuoi dire?”

“Intendo da quanto tempo?”

Lui fece finta di pensarsi e rispose

“Da circa sei mesi … i più belli della mia vita” disse con un sorriso.

Blaine si riscaldò a quel gesto che aveva sempre reso tutto molto facile e semplice tra lui e Kurt, erano perfetti insieme e ogni giorno se ne rendeva
sempre più conto.

“Kurt io ti amo, questo lo sai vero?”

“Sì anche se io ti amo di più”

“E lo sai che anche Melanie ti ama e vuole che tu sia suo padre” continuò.

“Tesoro certo che lo so, e di questo ne sono felice, essere suo padre sarà il privilegio più grande, dopo quello di essere tuo marito”

Blaine si girò solo un attimo, stava per fare una cosa importante, ci aveva pensato bene, lui, Kurt e Melanie erano una famiglia già da tempo ormai e
stavano bene e questo era solo il passo successivo. Il suo sguardo si posò sulle loro mani unite, rese solide da quell’intreccio che gli rendeva una cosa sola. Si rivoltò di nuovo verso il suo compagno che iniziava a guardarlo confuso, nella sua tasca sentiva già il peso della sua decisione.

“Kurt sai quando ci siamo conosciuti pensavo di non essere più in grado di amare completamente, ero convinto che dopo la morte di James il mio tempo per amare fosse terminato, poi ho conosciuto te, un bellissimo angelo dagli occhi blu”
Kurt sentì le sue guance diventare rosse ma non lo interruppe, con un piccolo accenno da parte sua Blaine continuò.

“Hai cambiato le mie carte in tavola, hai fatto entrare il sorriso nella mia vita e hai reso quella di Melanie più piena e felice, è come se mi trasmettessi la tua anima solo con un sorriso ed è grazie a questo che io sono rinato, che ho capito che c’era per me ancora una possibilità, mi hai permesso di innamorarmi di nuovo, mi hai aperto le chiavi del tuo cuore e me lo hai regalato con mani tremanti”

Il suo fidanzato percepì subito che stava per piangere, delle calde lacrime volevano precipitare sul suo viso ma lui cercò inutilmente di trattenerle. 

“Sai c’è solo una cosa che possiamo fare per diventare finalmente una vera famiglia e spero tanto che tu dica di sì … vorrei tanto che tu diventassi mio marito Kurt, ti voglio nella mia vita per sempre, noi siamo anime gemelle te ne sei mai reso conto? Voglio invecchiare insieme a te e voglio che tu sia il padre della nostra bambina, voglio passare ogni istante a perdermi nei tuoi occhi, ogni attimo a baciare le tue labbra di quel colore rosato che amo tanto e voglio passare le mie notti abbracciato a te, e a fare l’amore tenendoci stretti e voglio che tu sia il mio tutto per l’eternità”

Blaine esalò quelle ultime parole con il cuore che gli batteva forte e con il corpo che stava tremando per l’emozione, era finalmente l’uomo più felice della terra e lo sarebbe stato per sempre nel momento in cui il suo Kurt avesse dato la sua risposta. Sollevò il suo viso ancora una volta caduto sulle loro mani e si perse nelle sue iridi bluastre.

“Non dici nulla?” gli domandò Blaine iniziando ad agitarsi.

Kurt sempre guardandolo negli occhi, sorrise d’istinto e strinse maggiormente le dita torno alle sue mani, respirò a fondo, lui conosceva già la risposa era solo sopraffatto, e sorpreso, non era riuscito lui a fare quella proposta ma il suo fidanzato era stato più coraggioso di lui, ma era lo stesso felice e la sua gioia la si poteva riconoscere nei suoi occhi e in quella bocca che in quell’istante preciso stava formando un sorriso. Lasciò quell’amato intreccio e portò le sue mani sul viso, avvicinò le sue labbra e lo baciò.

“Sarei immensamente onorato Blaine” quasi gli sussurrò sulla bocca.

Quando si staccarono bastò un semplice scambio di sguardi e si sporse in avanti abbracciandolo forte, Blaine allargò le sue braccia e lo avvolse delicatamente, Kurt poggiò il viso sulla sua spalla e respirò il suo odore, il suo profumo e quell’essenza che era diventata sua, Blaine continuava a stringerlo e a pensare che finalmente era davvero tutto suo, era il suo Kurt per sempre. I loro volti si levarono quasi nello stesso secondo e le loro labbra si incontrarono quasi subito, quello era un bacio diverso dagli altri, era un bacio nuovo, quelle labbra stavano baciando il suo futuro marito e assaporarle non era mai stato tanto bello.
Blaine prese dalla tasca dei suoi jeans una piccola scatolina, dal quale levò un anello che Kurt riconobbe immediatamente.

“L’ho trovato proprio ieri nel nostro cassetto” disse.

“L’ho preso quando siamo andati a Lima, ma sai non ho trovato il coraggio di chiedertelo amore, anche se sono sempre stato sicuro di diventare tuo
marito”

“Avevi paura che ti dicessi di no?” gli domandò sorridendogli.

“No Blaine, è solo che non era la giusta occasione, ma sono felice che me lo abbia chiesto tu”

“Ti avrei detto di si” gli disse Blaine guardando quella fedina.

“Lo so amore mio” gli sussurrò Kurt in risposta avvinandosi di più a lui e baciandogli una guancia.

“Posso mettertela?” gli chiese a bassa voce.

“Si Blaine”

Blaine levò il viso, nel suo volto era disegnato un meraviglioso sorriso, prese tremante la mano sinistra che Kurt gli stava porgendo e infilò quella fedina al suo anulare.

“Per sempre Kurt”

“Con tutto il mio amore per te, Blaine” gli rispose .

In quel parco fiorito, in procinto del tanto atteso autunno, una coppia di semplici fidanzati si stava baciando di nuovo, ma non erano solo due uomini che si stavano dimostrando il loro amore, erano due anime che si erano incontrate, si erano conosciute e si erano innamorate, erano due vite che si erano intrecciate, un uomo e la sua bambina che avevano avuto il sommo onore di incontrare nella loro strada un uomo meraviglioso in cerca d’amore e la sola cosa che loro avevano fatto era stata quella di allungare le loro mani per diventare una famiglia, per diventare, quello che quando tutti lo vedono lo riconoscono, quell’amore con la A maiuscola.
 
 
 
 Note:

Ed eccoci qua con il penultimo capitolo, sono un pochino triste di essere quasi arrivata alla fine, mi raccomando fatemi sapere se questo capitolo vi è piaciuto o meno, ci vediamo tra qualche giorno con l'ultimo capitolo.
Un grazie alla 76 persone che seguono la storia e alla mia beta Bonnie.
 
 
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


Capitolo Ventidue

 
Se tanti anni prima gli avessero detto che si sarebbe risposato una seconda volta, Blaine  non ci avrebbe mai creduto; dopo la morte di suo marito era convinto di non poter più amare nessuno, ma poi in un bel giorno di primavera era arrivato Kurt.
 
Aveva iniziato a vivere di nuovo, il suo volto era tornato quello di un tempo e tanti sorrisi si erano dipinti nel corso del tempo sul suo viso, la felicità allo stato puro si era disegnata nei suoi occhi, per merito di un uomo che lo aveva reso immensamente felice.
Non credeva possibile che l' anima gemella si potesse incontrare, ma soprattutto non in un parco; la sua bambina e il destino lo avevano legato al suo Kurt, come un filo rosso, intrecciato in un bel fiocco che univa i loro cuori.
Ed ora si ritrovava in quello stesso parco dove si erano detti i loro ti amo, dove si erano scambiati il loro primo bacio e dove Blaine con coraggio gli aveva chiesto di sposarlo.
 
Era una giornata meravigliosa, il sole risplendeva e nell’aria si sentivano i pettirossi che cantavano un inno alla gioia. Il cielo blu ricoperto di piccole nuvole rendeva tutto ancora più pittoresco, e le risate incorniciavano quel giorno, reso bello dalla presenza di due uomini, uno in attesa all’altare e l’altro alla fine del percorso.
 
Blaine continuava a torcersi le dita per il nervosismo e a toccarsi il papillon ogni cinque secondi per controllare che fosse messo nel giusto modo; era così ansioso, voleva solo arrivare alla parte finale del rito e baciare il suo futuro marito.
 
“Stia tranquillo”  gli disse l’officiante.
 
Blaine si voltò verso la donna con un sorriso appena accennato.
 
“Mi scusi, le dovrò sembrare un imbranato” le disse grattandosi leggermente la nuca con le dita che stavano iniziando ad inumidirsi.
 
“Penso che sia normale essere agitati in un giorno così importante”
 
“Già, lo penso anche io, è solo che aspetto questo giorno da tanto e lo amo così immensamente”
 
“E' solo un uomo fortunato il suo Kurt” gli disse lei guardandolo negli occhi con un bel sorriso.
 
Blaine non rispose, si limitò ad annuire, sapendo che l’officiante stava solo constatando la verità, anche se alla fine il vero uomo fortunato era solo lui stesso, per aver incontrato quel favoloso uomo che ora era arrivato.
 
Alzò lievemente il volto e lo vide, al braccio di suo padre Burt. Quando lo aveva conosciuto gli era bastato uno sguardo per capire che se Kurt era così meraviglioso lo doveva solo a quell’uomo che lo aveva cresciuto con amore, quell’amore che in quell’istante traboccava dal suo sguardo diretto a quello sposo alla fine del percorso verso l’altare.
 
Fu un momento magico quello che fece incontrare i loro occhi, quelle iridi blu che in quel tempo colorato dai loro sorrisi lo stavano fissando con gioia, e fu proprio quel sorriso sul suo viso a trasmettere a Blaine la stessa e medesima emozione.
 
Vide Melanie avvicinarsi quasi saltellando con il suo cesto di rose e il suo abitino di tulle e pizzo bianco.
 
 

Melanie si fissava nello specchio della sua cameretta, era molto dubbiosa se il vestitino che indossava le stesse bene o no, era una cosa importante per lei sapere di essere perfetta, quello era il vestito che avrebbe indossato al matrimonio dei suoi genitori e non voleva sfigurare in nessuno modo.
Mentre continuava a fissarsi la porta della sua cameretta si aprì.
 
“Amore allora come ti sta?”le disse Blaine entrando nella stanza e raggiungendola posandole le mani sulle spalle.
 
La bimba continuava a guardarsi
“Non lo so papà, sembro ...”
 
“Sembri un bellissimo angelo, tesoro”le rispose lui abbassandosi leggermente e baciandole la testa.
 
Melanie non si vedeva tanto bella, ma le faceva piacere pensare che almeno agli occhi del suo papà fosse bellissima.
 
Kurt entrò nella stanza e si fermò a guardare la sua famiglia, li amava talmente tanto che a volte stentava ancora a credere che fosse tutto reale.
 
“Pensi che piacerò anche a papà?” chiese la bambina sorridendo a Blaine
 
Blaine non fece in tempo a rispondere che Kurt oltrepassò la soglia e rispose per lui.
 
“Non devi avere il minimo dubbio piccola”
 
Melanie si voltò e il suo volto si colorò subito di felicità sentendo quelle parole dette dal suo papà, si scostò da Blaine e lentamente raggiunse Kurt, facendo una piccola sfilata solo per lui.
 
Kurt si fermò ad osservarla: era talmente graziosa con il suo abitino bianco, ricamato sul davanti e incorniciato da una piccola fascia di tulle, che ricopriva la vita della bambina, con quella scollatura appena accennata accompagnata da quel piccolo ciondolo a forma di cuore posato sul suo petto, e con i suoi capelli legati con una treccia intrecciata in modo da formare un piccolo crocchio dietro la sua nuca, la rendevano quasi una fata.
 
“Allora come sto?” gli disse la bimba camminando verso di lui
 
“Sei decisamente bellissima, Melanie” le rispose Kurt aprendo le sue braccia per accoglierla.
 
La bambina finì la sua sfilata e si rifugiò nell’abbraccio del suo papà, che si abbasso leggermente per poterla stringere meglio e baciarle teneramente la testolina.
Blaine osservò la scena quasi rapito, non riusciva ancora ad accettare pienamente che fosse tutto vero, che quelle due persone che per lui contavano più di se stesso facessero parte della sua vita.

 
 
Fu in quel momento che Blaine si risvegliò come da un bellissimo ricordo, mentre osservava quella stessa bimba che aveva dato inizio ad ogni cosa, proseguire lenta e composta verso l’altare. Dietro di lei riusciva a vedere ogni damigella, ogni loro amica che era stata vicina sia a lui che a Kurt, e che erano state complici nel far accadere ogni cosa tra di loro. La sua amica Tina, che si era sempre presa cura di Melanie, la sua dolce Quinn, che era sempre stata una buona confidente; Santana che se pur con i suoi modo poco ortodossi, lo aveva aiutato a fare forse il passo più difficile, e la cara Rachel, l’amica un po’ impicciona ma adorabile del suo Kurt. Erano tutte bellissime nei loro abiti da damigelle.
Kurt, dal suo posto alla fine del piccolo tragitto che si prostrava davanti a sè, aveva osservato ogni damigella percorrere la piccola navata improvvisata al parco: la sua Melanie che stava svolgendo il suo compito di prima damigella perfettamente percorrendo a piccoli passi quel tratto diretta dal suo papà; la dolce Quinn era bellissima, Santana era meravigliosa, Tina era così ordinata e composta e poi c’era la sua Rachel, la sua migliore amica da anni, la sua roccia, era immensamente felice che lei fosse presente al suo matrimonio.
 
 

Rachel uscì dal camerino del negozio guardandosi com’era vestita, toccando senza rischiare di rovinarlo il suo vestito per la cerimonia.
Un grazioso abito in seta color pesca, stretto sul petto con una lieve scollatura che faceva intravedere appena il seno e più largo sulla vita, quasi a palloncino, con un nastro di raso color arancio legato sul bacino che formava un bel fiocco dietro la schiena.
 
“Kurt, non lo so” iniziò a dire torcendosi le dita con fare pensieroso.
 
Kurt la stava guardando con quel suo sguardo critico, si avvicinò a lei e togliendole le mani dal vestito, glielo lisciò e mise in ordine ogni piega, alzo il suo viso e accennò un lieve sorrise.
 
“Sei perfetta Rachel” 
 
“Davvero?” domandò lei speranzosa
 
“Si, sei splendida” le rispose avvicinandosi e lasciandole un lieve bacio sulla guancia.
 
“Grazie per essere presente nel mio giorno più bello”
 
“Non sarei mancata per nulla al mondo” gli rispose Rachel ricambiando il suo gesto
 
 

Quando Kurt vide anche l’ultima damigella arrivare al suo posto, fece un respiro profondo e giro il suo volto verso quello di suo padre che lo stava guardando felice.
 
“Sei pronto figliolo?” gli chiese Burt.
 
“Si papà, sono pronto” gli rispose Kurt stringendosi maggiormente al suo braccio.
 
 

Qualche giorno prima delle nozze, Burt e Carole erano arrivati per poter partecipare al matrimonio; era stata per loro anche una buona occasione per visitare la città.
Avevano visitato molti posti ma di sicuro non esisteva nessun luogo più bello di Central Park.
Mentre Blaine passeggiava legato al braccio di Carole, Kurt e suo padre si sedettero su una panchina per poter riposare un momento.
Kurt poggiò sullo schienale della panchina ammirando rapito il panorama che si destava dinanzi a lui.
 
“Sei emozionato?” si sentì domandare da suo padre
 
Kurt si destò dai suoi pensieri e si girò verso di lui
 
“Sono molto felice in realtà” ammise sorridendo
 
“Sai, mi piace vedere quel sorriso sul tuo volto”
 
Kurt sorrise ancora di più e in un istante la sua mente volò alle due persone che lo facevano stare così bene e lo facevano essere perennemente in paradiso. Era innamorato perdutamente del suo Blaine ed era legato alla piccola Melanie.
 
“Papà, ho trovato la vera felicità”
 
“Ed immagino che si chiami Blaine?” domandò divertito Burt senza aspettarsi una risposta che conosceva sin troppo bene.
 
Kurt si sporse e lo abbracciò stretto, era bello stare tra le braccia del suo papà nel suo periodo più bello.
 
“Ti voglio bene papà”
 
“Ti voglio bene anche io Kurt”
 

 
Kurt era ancora legato al braccio di suo padre quando finalmente iniziarono a camminare verso l’altare, solo piccoli passi ma fatti con pazienza. Kurt stava tremando, era sicuro che non avrebbe tremato quel giorno, ma la sua pelle stava vibrando e Burt se ne accorse.
 
“Kurt stai bene? Sei sicuro di voler andare fino in fondo?” gli domandò suo padre con un lieve sorriso sul viso.
 
“Di quello ne sono sicurissimo, sono solo ansioso”
 
“E' normale figliolo, sposarsi è un grande impegno ma.. Io sono sicuro che tu e Blaine siete pronti” gli disse con un sorriso stringendogli il braccio maggiormente cercando di farlo rilassare e tranquillizzare.
 
Kurt lo guardò meglio, si era sempre fidato del suo papà, lui gli voleva bene e voleva solo il meglio per lui, e Kurt questo lo sapeva.
 
“Ok, andiamo avanti” gli sussurrò più a se stesso che a lui.
 
Si voltò di nuovo verso l’altare e con suo padre affianco riprese a camminare. Non riusciva a levare gli occhi per poter guardare il suo futuro sposo, si erano già guardati e si era già creata la magia, ma stavolta sarebbe stato più bello. Il suo cuore gli diceva di sollevare il suo viso e di perdersi nelle iridi color nocciola del suo Blaine.
Continuava a proseguire lentamente finchè non si decise e alzò il volto.
E tutto ebbe inizio, i loro sguardi si incontrarono e la luce del sole illuminava maggiormente i colori dei loro occhi. Blaine lo fissò subito, accennò un lieve sorriso e con le labbra mimò il suo ti amo. Kurt arrossì senza rendersene conto, ma percepì che le sue guance si erano colorate di rosso, e sempre sorridendo rispose al suo ti amo.
I due sposi stavano continuando a guardarsi, e più Kurt proseguiva, più Blaine era ansioso ma anche molto emozionato di poter sposare il suo meraviglioso compagno, il suo confidente , il suo migliore amico e la sua bellissima anima gemella.
 
 

Blaine si svegliò sentendo il suo compagno piangere, non capitava spesso vedere il suo viso rigato di lacrime, anzi, erano più le volte che Kurt doveva consolare lui che viceversa.
Socchiuse gli occhi e tastò subito il posto accanto al suo, notando che il suo Kurt era ancora al suo fianco, visto che stava toccando le sue cosce fino a intrecciare le loro dita posate sul lenzuolo.
 
“Amore ...”
 
Kurt si accorse che Blaine era sveglio, si voltò verso di lui asciugandosi le lacrime sul volto con la mano libera.
 
“Tutto bene tesoro, sto bene”
 
“Perchè stavi piangendo?” gli domandò Blaine sollevandosi sui gomiti
 
Kurt si accorse del tono preoccupato della sua voce, e si rese conto che forse il suo compagno stava pensando che erano lacrime tristi, anche se lui stava piangendo solo perchè non pensava di essere così felice, di aver trovato un uomo buono come Blaine, una figlia adorabile come Melanie. Il suo sogno di sposarsi si stava realizzando e lui era solo entusiasta, anche se il suo viso era rigato di lacrime di felicità.
Si coricò di nuovo e si avvicinò di più a Blaine, le loro gambe si aggrovigliarono quasi subito e le braccia di Blaine circondarono la sua vita attirandolo di più a se.
 
“No Blaine, va tutto bene, sono solo molto felice”
 
“Vuoi ...vuoi davvero sposarti Kurt? Perchè se vuoi rimandare per me non è un problema, a me basta stare insieme”
 
Kurt negò con il capo e si sporse baciandolo lievemente sulle labbra
 “Ma io voglio sposarmi Blaine,voglio essere tuo marito, sono solo un po’ ansioso”
 
“Dici davvero?” chiese Blaine quasi per sicurezza
 
“Dico davvero” gli confermò Kurt
 
Si strinsero maggiormente e finalmente Blaine poté tornare a dormire tra le braccia del suo Kurt, che avrebbe reso il suo un buon riposo.
 

 
Ormai erano ad un passo l’uno dall’altro, e Kurt fece quegli ultimi passi quasi con riverenza; proseguiva con lentezza ma era anche tremendamente sicuro di quello che stava per compiere. Stava per sposarsi con il suo Blaine.
Arrivò all’altare e salutò suo padre con un abbraccio, che si separò subito dopo da lui e andò a sedersi vicino a Carole e alla piccola Melanie.
Ed eccoli.
Erano l’uno di fronte all’altro; Kurt sorrise quando Blaine prese la sua mano e la portò alle labbra baciandola dolcemente.
E quando accadde la magia tutto diventò improvvisamente più bello. Kurt si trovava finalmente dove doveva essere, stava per sposare l’uomo della sua vita ed era immensamente felice che quell’uomo fosse Blaine; per anni aveva creduto di non essere tagliato per l’amore, di non meritare la vera gioia, ma tutto era cambiato nel momento in cui i loro sguardi si erano incontrati, quel lunedì pomeriggio nella sua aula.
Blaine si perse un istante piccolo come una briciola di pane, ammirò estasiato quel bellissimo uomo di fronte a lui, la sua anima gemella, quella persona che gli aveva donato il suo cuore e il suo amore cieco e sublime.
Strinse più forte la sua mano, temendo che potesse volare via da un momento all’altro perdendosi in quel cielo blu sul quale i loro occhi si posavano di continuo.
 
“Sei bellissimo” sussurrò Kurt temendo di non farsi sentire.
Ma Blaine era troppo concentrato su ogni sua mossa per non sentire le sue dolci parole.
 
“Tu sei meraviglioso e ti amo Kurt, ti amo tanto” gli rispose inumidendosi un poco le labbra.
 
“Ti amo anche io”
 
 

Erano davanti al loro specchio, e nonostante Kurt fosse molto tradizionalista, Blaine aveva voluto che anche l’ultima notte prima del matrimonio la passassero insieme.
Quel giorno si erano preparati nello stesso momento; vedere Blaine vestirsi per il loro giorno fu per Kurt meraviglioso. Quando si abbottonò la camicia avrebbe tanto voluto andare a levargliela di nuovo e fare l’amore per l’ennesima volta sul loro letto, ma si ripromise di aspettare la prima notte di nozze.
Si vestirono e allo specchio Kurt mise in ordine il suo colletto con tanto di papillon bianco legato al collo e Blaine fece la medesima cosa con il suo cravattino color panna.
 
Si guardarono negli occhi emozionati e felici di essere arrivati fino in fondo al loro cammino.
 
“Allora ci siamo” disse Blaine baciandolo lievemente sulla guancia
 
Kurt portò le braccia intorno al suo collo e lo attirò a se
 
“Non vedo l’ora di essere tuo marito”
 
“Non vedo l’ora di essere l’uomo più fortunato al mondo” gli rispose Blaine sporgendosi e stavolta baciandolo appassionatamente sulle labbra.
 
 

Era lo stesso identico amore che aleggiava nella loro stanza, quello che ora circondava i due uomini innamorati su quell’altare fatto costruire apposta per potersi sposare nel loro posto, il luogo dove si erano baciati la prima volta, dove si erano promessi di passare la loro vita assieme, il loro parco.
 
“Oggi siamo qui riuniti per unire in matrimonio queste due persone dinanzi a noi, Blaine Devon Anderson e Kurt Elizabeth Hummel” iniziò l’officiante.
 
Blaine guardò Kurt e fu subito magia, si creò intorno a loro, avvolgendoli come un candido manto trasparente.
Blaine prese la sua mano e la strinse più forte.
 
“Puoi pronunciare le promesse Blaine” gli disse l’officiante.
 
Kurt a quelle parole arrossì, le aspettava da una vita, attendeva da una vita quel matrimonio che stava vivendo in quell’istante con la persona per lui più importante: il suo Blaine.
Il suo compagno si intenerì del suo rossore, ma non riuscì ad evitarlo, il suo cuore iniziò a battere forte, e le sue dita stavano tremando strette a quella mano che Kurt non voleva lasciare andare per niente al mondo.
 
“Ok ecco ci si-siamo” disse quasi balbettando facendo ridere i presenti e sorridere l’officiante e far innamorare il suo Kurt un po’ di più.
 
“Io, Kurt ...” iniziò Blaine “non sono mai stato una persona sicura di me, tutto quello che conosci di me è questo, io sono un imbranato ma sono sicuro che ti amerò sempre”  continuò cercando di farsi coraggio.
 
Si sporse e raccolse anche l’altra mano di Kurt tra le sue, stringendola forte.
 
“Ti prometto che ti amerò ogni giorno della nostra vita insieme, che mi occuperò di te e di Melanie, che cercherò di non farti mai sentire solo, starò sempre al tuo fianco, in salute e in malattia, e anche se diventeremo poveri, sono sicuro che il nostro amore ci sfamerà a dovere. Ti amo Kurt e te lo dirò tutte le volte che vorrai” terminò cercando di non commuoversi.
 
Kurt quasi con le stesse lacrime ai suoi occhi si sporse e lo baciò sulla guancia, ricordandosi subito che non era permesso e rimettendosi al suo posto qualche secondo più tardi. Ma il suo cuore non aveva smesso un secondo di battere, continuava a sentire quell’emozione fortissima crescere sempre più, era merito del meraviglioso uomo che lo guardava con quel sorriso di cui si era innamorato giorno dopo giorno.
 
“Ora tocca a te Kurt, puoi pronunciare le tue promesse” gli disse l’officiante.
 
Kurt si inumidì le labbra prima di iniziare, lui era certo di ogni parola che stava per sussurrare, era sicuro del suo amore per Blaine e in quel giorno aveva la certezza assoluta che stava facendo la scelta giusta; Blaine era il marito perfetto per lui, e Melanie era la loro bambina e lui sarebbe stato onorato di poterla crescere insieme a lui.
 
“Sai Blaine, per me riuscire ad amare di nuovo è stato molto difficile, pensavo che non esistesse più nessuno disposto ad amarmi, ma poi sei arrivato tu, splendente e luminoso, con quella tua aria tremendamente imbranata che amo da morire” a queste ultime parole arrossì, un conto era dirle a lui nella loro camera da letto, un conto era dirle davanti al suo papà che lo guardava commosso dal suo posto, fece un respiro e continuò.
 
“Ti amo Blaine, ti amo con tutto me stesso e prometto che mi prenderò sempre cura di te e di Melanie, che sarò sempre l’uomo di cui ti sei innamorato, sempre”
 
L’officiante si perse un istante a guardarli, aveva sposato tante coppie nel corso della sua carriera ma raramente vedeva dei bei sorrisi come quelli dipinti  nei visi di Kurt e Blaine.
 
Lesse la sua predica lentamente scandendo ogni parola, lesse loro le promesse che si dovevano scambiare e attese che la magia ebbe inizio, perchè era quella la parte del suo lavoro che amava di più, quando ogni persona presente alla cerimonia scompariva agli occhi degli sposi e si vedeva solo il loro amore nitido e cristallino.
 
“Io, Blaine Devon Anderson ...”
 
“Io, Kurt Elizabeth Hummel ...”
 
“Prendo te come mio futuro sposo ...”
 
“Prendo te come mio futuro sposo ...”
 
“Per amarti ...”
 
“... e onorarti”
 
“Per proteggerti ...”
 
“... e difenderti”
 
“In ogni momento ...”
 
“In ogni istante ...”
 
“Della nostra vita insieme ...”
 
“ ... per sempre”    
 
L’officiante attese anche che pronunciassero anche l’ultima formula prima di sorridere loro e dire con voce dolce e calma.
 
“... io vi dichiaro marito e marito!” 
 
Blaine non resistette più, si sporse e le sue mani scivolarono sulla vita del suo bellissimo marito, lo attirò a se e lo strinse forte.
Kurt si lasciò stringere forte e si abbandonò nell’abbraccio del suo dolcissimo marito.
 
“Salve marito” sussurrò Blaine arrossendo lievemente.
 
“Salve anche a te marito” rispose Kurt sorridendo del suo imbarazzo.
 
Passò ancora qualche istante fatato prima che entrambi si mossero nello stesso istante e si baciarono come se non ci fosse nulla di più bello che far incontrare le loro labbra e assaporarsi a vicenda. Quel bacio era diverso dagli altri che si erano scambiati, questo bacio era quello che li univa in matrimonio, che li faceva diventare una cosa sola per sempre e che diceva al mondo intero che Kurt amava Blaine che Blaine amava Kurt.
Era stato strano come si erano conosciuti, in un pomeriggio di primavera due anime si erano incontrate, si erano scoperte anime gemelle e si erano promessi amore e fiducia, affetto e sostegno, amicizia e rispetto.
Ma solo un luogo li aveva davvero fatti diventare l’uno il marito dell’altro, quel luogo che aveva visto nascere il loro amore, che aveva visto il loro primo bacio da telespettatore e che in quel momento stava sancendo il loro matrimonio.
Quel parco dove non erano solo Kurt o Blaine, ma erano una famiglia, formata da due uomini che si amavano intensamente e da una bimba, che aveva imparato ad amare di più il suo papà e quel signore tanto affettuoso che aveva conosciuto come suo maestro ma che ora era solo il suo papà.
La folla esplose di felicità quando Kurt e Blaine sciolsero il loro bacio; Tina abbracciò subito il suo migliore amico, seguita da Quinn e Santana, e Rachel strinse forte il suo Kurt sussurrandogli all’orecchio: “Hai visto? Sapevo che Blaine era quello giusto”.
 
Queste parole lasciarono un sorriso sul suo volto, si voltò verso suo marito e dopo averlo baciato di nuovo, lo prese per mano.
 
“Andiamo”
 
Blaine lo seguì e insieme andarono verso la loro Melanie, si abbassarono e allargarono le loro braccia.
 
“Vieni qua piccola” dissero nello stesso istante.
 
Melanie sorrise e si lanciò nel loro abbraccio abbandonandosi a loro, sorridendo felice e lasciandosi cullare dall’amore che la circondava.
 
Kurt e Blaine non erano perfetti, erano solo due uomini che si erano innamorati, che si erano trovati e che volevano solo passare la loro vita insieme, come una famiglia, una splendida e meravigliosa famiglia.
 
 
FINE 
 


Ed eccoci qua alla fine di questa mia prima storia, la prima che ho portato a termine, vi ringrazio tutti, chi ha letto, chi ha recensito e chi ha solo dato un'occhiata, ringrazio la mia beta Bonnie, e la mia prima beta Annie, e tutti quelli che mi hanno sostenuto fino ad ora, ad ogni capitolo, vi amo tutti. E speriamo di rivederci presto con il sequel :)
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1248056